Preghiera Di Domanda Suor Leontina

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PREGHIERA DI DOMANDA

Giovanni Paolo II nella lettera apostolica ”Novo Millennio Ineunte”


presenta la preghiera come un “vero e proprio dialogo d’amore” tra
il credente e il Signore; dialogo intimo e profondo che deve
progredire fino a rendere la persona umana posseduta dall’Amato
divino (n.33).

C’è preghiera se c’è amore e, più c’è amore, più c’è preghiera. La
preghiera è mistero d’amore: in forza dello Spirito Santo la
preghiera è relazione filiale con il Padre che ci accoglie inseriti nel
Figlio suo diletto, Gesù Cristo. Questa è la preghiera cristiana. Gesù,
pur vivendo in comunione costante con il Padre, come uomo, ha
sentito il bisogno di esprimere la sua relazione “filiale” attraverso
la preghiera. Nel Vangelo si trovano infatti: preghiere di benedizioni,
preghiere di lode, preghiere di ringraziamento, preghiere di
domanda (Lc.22,32; 23,34; Gv. 14,16) e di supplica.

San Paolo così esorta i cristiani: “In ogni necessità esponete a


Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti”
(Fil.4,6). La preghiera di domanda è la preghiera del povero
bisognoso che ha fiducia nell’onnipotenza e nella bontà provvidente
di Dio-Padre e che spera in Lui. “Ascolta la mia preghiera, Signore,
porgi l’orecchio al mio grido, non essere sordo alle mie lacrime
(Ps.39,13) perché io sono povero e infelice (Ps.86,1) e in te spero”
(Ps. 38,16).

Sulla preghiera di domanda e di intercessione Gesù ha detto cose


eccezionali. Ci ha insegnato: “Chiedete e vi sarà dato; cercate e
troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve,
chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto” (Mt.7,7-8).

La preghiera di domanda è un’apertura alla generosità del


Padre ed esprime i desideri del nostro cuore. Dio vuole che noi
chiediamo, non perché Egli non conosce le nostre necessità, ma
perché ci rediamo disponibili ad accogliere i doni che Egli ci
elargisce e cresciamo nella fiducia e nell’abbandono al suo volere.

Gesù ha detto: “Tutto quello che chiederete con fede lo otterrete”;


Gesù ci insegna che Dio risponde sempre alla preghiera fatta con

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fede. Per chiedere con fede ci vuole umiltà profonda: ci vogliono
convinzioni profonde su Dio e sulla nostra debolezza e impotenza.
La preghiera di domanda presuppone la fede, ma educa alla fede!

A proposito di FEDE è bene porci due domande:

1 – a quale Dio credo?

 Al Dio da cui posso sperare un certo successo, una certa


alleanza di cui posso servirmi a mio vantaggio, oppure credo al
Dio che mi dà la vita se affido a Lui tutto me stesso, il mio
progetto di vita e il mio futuro?
 Credo al Dio che mi saprà dare il centuplo anche se l’evidenza
è la morte?

2 – la mia preghiera è la preghiera dell’esigenza? Oppure è


la preghiera dell’affidamento, di consegna della mia vita nelle sue
mani?

 Affidarsi e fidarsi: la preghiera è mettersi nelle mani di Dio.


“Padre, nelle tue mani affido il mio spirito”. Se non siamo
capaci di fare questo salto, allora preghiamo così: “Signore,
non sono capace a dire quella parola di affidamento di Gesù:
dilla Tu in me. Tu Signore Gesù, che vivi in me con la pienezza
del tuo Spirito, pronuncia in me quella preghiera, mettila nel
mio cuore”.

Meditare sulla preghiera di Gesù in croce, ci fa scoprire che anche


un delinquente, il ladrone, si salva con la

preghiera di domanda.

Nelle nostre necessità materiali ci sono dei settori in cui non sempre
saremo esauditi: certe croci ci sono necessarie come il pane.
Neanche Gesù fu esaudito nel Getsemani … Emanuel Mounier
diceva: in ogni vita è necessaria la sofferenza e più ci si inoltra negli
anni e più se ne trova per sé e per gli altri”.

Ci sono invece dei settori immensi delle nostre necessità in cui Dio
ci vuole esaudire certamente, ma per i quali preghiamo con poca
fede:

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- Guarire dai nostri mali dello spirito
- Da cattive abitudini
- Dall’orgoglio
- Dall’egoismo, ecc. …..

Bisogna pregare con fede, con costanza, con insistenza, con la forza
dello Spirito, inseriti in Gesù, per la mediazione di Gesù. I ritardi di
Dio sono molto importanti perché maturano i problemi e ci
maturano ai problemi; ci fanno crescere nell’umiltà, nell’abbandono
in Dio, ci danno luce sulle nostre responsabilità. La nostra insistenza
ci guarisce da ciò che impedisce a Dio di venirci incontro, ci aiuta a
perdonare e a riconciliarci con Dio e con i fratelli.

Come fortificare la nostra confidenza filiale?

“La confidenza filiale è messa alla prova quando pensiamo di non


essere esauditi. Dobbiamo chiederci allora se Dio è per noi un Padre
di cui cerchiamo di compiere la sua volontà, oppure è un semplice
mezzo per ottenere quello che vogliamo. Se la nostra preghiera si
unisce a quella di Gesù, sappiamo che Egli ci concede molto più di
questo o quel dono: riceviamo lo Spirito Santo che trasforma il
nostro cuore” (CCC n°575)

Preghiera di intercessione:

Il Catechismo della Chiesa Cattolica così definisce la preghiera di


intercessione:

“L’intercessione consiste nel chiedere in favore di un altro. Essa ci


conforma e ci unisce alla preghiera di Gesù, che intercede presso il
Padre per tutti gli uomini, in particolare per i peccatori.
L’intercessione deve stendersi anche ai nemici. (n°554).

Intercedere significa “interporsi”, situarsi tra due parti per una


comunicazione tra di esse. Nell’intercessione prendiamo su di noi i
pesi di coloro per i quali preghiamo. In questo tipo di preghiera
l’uomo manifesta
la sua relazione con Dio, la responsabilità per gli uomini, l’amore
per il Signore e la solidarietà con i fratelli. La presenza di molti
intercessori costituisce un grande fiume di intercessione che si
immerge nell’oceano dell’intercessione di Cristo.
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Nell’A.T. troviamo i nomi di grandi intercessori, che Dio stesso
sceglie, perché intercedano per i fratelli o per l’intero popolo:
Abramo, Mosé, Geremia, Ester ….

N.T.: Tutti i Vangeli parlano di Gesù che prega: per Pietro perché la
sua fede non venga meno; prega il Padre perché mandi un altro
Consolatore; prega per tutti i credenti che si succederanno nella
storia; prega sulla croce il Padre perché perdoni chi l’ha
condannato, ecc … e ci comanda di pregare per i nostri nemici
(Mt.5,44).

Gesù nel cielo continua la sua opera di intercessione anche dopo la


resurrezione. (Rm.8,34). Paolo prega per le comunità che ha fondato
e chiede preghiere per se stesso e per tutti i cristiani.

I credenti innalzano preghiere per Pietro ristretto in carcere.


Interessante quello che scrive Giacomo parlando dell’unzione degli
infermi: “pregate gli uni per gli altri per essere guariti. Molto vale la
preghiera del giusto fatta con insistenza” (Gc. 5,16).

Ogni cristiano è chiamato ad intercedere. Dio vuole la salvezza di


tutti (1Tim.2,4) e chi segue Gesù condivide la responsabilità della
salvezza del mondo. Nella Chiesa c’è sempre stata la prassi di
pregare per le necessità dei fratelli: un bisogno particolare, una
sofferenza fisica o morale, una situazione difficile o preoccupante,
una scelta importante e delicata da compiere, un conflitto da
comporre, una ferita da curare, la trepidazione del futuro …

Finalità della preghiera di intercessione è quella di far sì che la


creatura abbia parte ai doni di Dio; di fare in modo che l’uomo porti
a compimento il progetto di Dio su di Lui.

La preghiera di intercessione, oltre ad essere un atto di


fede, è anche un atto di carità.

La Chiesa ha inserito, la preghiera di intercessione tra le


opere di misericordia spirituali: “Pregare Dio per i vivi e per
i morti”.

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Si può dire che tutto ciò che Cristo insegna sulla preghiera di
domanda e di intercessione culmina in una vetta: Gesù insegna a
chiedere lo Spirito Santo.

“Qual padre tra voi se il figlio chiede un pane gli darà una pietra? O
se gli chiede un pesce gli darà al posto del pesce una serpe? O se
gli chiede un uovo gli darà uno scorpione? Se dunque voi, che siete
cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre
vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo
chiedono” (Lc.11,11-13).
Gesù ci invita a chiedere lo Spirito Santo, quasi certamente ci
invita ad aprirci allo Spirito che vive in noi, di lasciarlo esprimere:
che Egli possa prendere possesso a poco a poco dei nostri
pensieri, dei nostri sentimenti, delle nostre azioni.

Imploriamo lo Spirito su chi ha cattive abitudini, su ha importanti


responsabilità, su chi manovra il mondo economico, sugli uomini di
Chiesa, su chi parla in assemblea, su chi ascolta, su chi manovra i
mass-media, ecc

San Paolo ci esorta a “non spegnere lo Spirito” a non


rattristare lo Spirito, e a camminare secondo lo Spirito.
Possedendo lo Spirito Santo, noi possediamo tutto.

TESTIMONIANZA SULLA PREGHIERA DI DOMANDA

E’ un atto di giustizia allo Spirito Santo studiare fuori della Chiesa Cattolica gli esempi di
fede.
I Santi della Riforma, e di qualunque Chiesa, ci appartengono, perché appartengono allo Spirito
Santo che li ha forgiati.
Pochi conoscono in Italia un uomo dalla fede gigantesca vissuto ai tempi di don Bosco
che fece delle opere prodigiose attraverso la sua preghiera: è George Muller (1805-1898) che a
Bristol, in Inghilterra, suscitò un movimento di carità per i giovani, pari a quello di don Bosco
nel suo tempo.
“Ho dedicato gioiosamente tutta la mia esistenza a dimostrare coi fatti quante cose si
possono fare attraverso la preghiera e la fede” dichiarò un giorno.
La sua vita fu una dimostrazione concreta, tangibile, fortissima che le promesse di Cristo
sulla preghiera non sono parole, sono verità assoluta e chi ha coraggio può verificarle in
qualunque tempo.
G. Muller si convertì a 20 anni: la sua giovinezza fu scapestrata, passò nell’alcool, nel
gioco e nel vizio tutta l’adolescenza e la prima giovinezza. Per mantenere i suoi vizi si era dato
anche al furto: aveva 15 anni quando, spinto a frequentare il corso di preparazione alla
Cresima, derubò lo stesso Pastore.

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Condotto da un amico ad un incontro di preghiera fu profondamente colpito al vedere un
giovane che in ginocchio aveva pregato davanti a tutti, quella sera provò per la prima volta a
inginocchiarsi e pregare.
Per nove anni lottò contro le sue debolezze, ma la grazia di Dio avanzava in lui a grandi
passi.
La preghiera e la Parola di Dio furono i due sentieri della sua conversione. Affascinato dalla
Parola di Dio non si staccò più dalla Bibbia: fu un amore travolgente che lo portò totalmente a
Dio.
Leggeva sempre la Bibbia in ginocchio. La Parola di Dio diventò la sua passione
dominante …..
Appena convertito, dalla Germania, emigrò a Londra: qui fondò un circolo biblico ove ogni
giorno con altri studenti dalle 6 alle 8 del mattino si pregava e si studiava la bibbia e la sera
sprofondava nello studio della Parola di Dio.
Il suo campo d’azione fu anzitutto la carità: spinto da Dio a interessarsi alla grande
povertà dei bassifondi di Londra aprì la sua prima casa per bambini abbandonati.
Ciò che è commovente è il modo con cui si tuffò in questa impresa di carità: lo fece
poggiando il suo lavoro solo sulla fede e sulla preghiera.
Si impegnò a mai chiedere la carità agli uomini, ma affidare soltanto a Dio nella
preghiera silenziosa e piena di fede l’impresa di sfamare, vestire ed educare tutti quei poveri
bambini, si impegnò a mai fare debiti: li riteneva contrari all’abbandono nella provvidenza, si
impegnò a mai reclamizzare i bisogni della sua opera: erano tenuti segreti tutti i disagi e i gravi
problemi economici. Egli, giorno per giorno, compilava l’elenco dei bisogni dei suoi ragazzi e li
affidava alla preghiera fervente e fiduciosa.
Annotava con cura ogni cosa che chiedeva alla Provvidenza precisando con esattezza
quando aveva iniziata ad affidare a Dio un problema e annotando con precisione la data in cui
la provvidenza aveva risposto, perché ringraziare Dio è importante come il chiedere.
Documentava così la potenza della preghiera: nel suo registro ci sono annotati con
precisione 50.000 casi di preghiere esaudite. Scrisse: “Mai una sola volta Dio mi ha deluso!”.
Son 50 anni, precisa, che, per grazia di Dio, io vado avanti abbandonato completamente
in Lui”. Nel suo registro ci sono i nomi di persone per cui Muller pregò per 4, 5, fino a 10 anni
prima di segnare che la preghiera era stata esaudita: Per due parti in lite pregò la bellezza di
60 anni.
Quando, avanti negli anni, si dedicò all’evangelizzazione, predicò l’abbandono in Dio
e la potenza della preghiera

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