Sant'Anselmo sviluppa l'argomento ontologico per dimostrare l'esistenza di Dio a priori, senza prove empiriche. Egli sostiene che l'idea di un essere perfetto come Dio non può esistere nella mente umana se Dio stesso non esiste realmente. Kant critica questa argomentazione sostenendo che non si può dedurre l'esistenza da un concetto.
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Sant'Anselmo sviluppa l'argomento ontologico per dimostrare l'esistenza di Dio a priori, senza prove empiriche. Egli sostiene che l'idea di un essere perfetto come Dio non può esistere nella mente umana se Dio stesso non esiste realmente. Kant critica questa argomentazione sostenendo che non si può dedurre l'esistenza da un concetto.
Descrizione originale:
descrizione della prova ontologica e critica di kant
Sant'Anselmo sviluppa l'argomento ontologico per dimostrare l'esistenza di Dio a priori, senza prove empiriche. Egli sostiene che l'idea di un essere perfetto come Dio non può esistere nella mente umana se Dio stesso non esiste realmente. Kant critica questa argomentazione sostenendo che non si può dedurre l'esistenza da un concetto.
Sant'Anselmo sviluppa l'argomento ontologico per dimostrare l'esistenza di Dio a priori, senza prove empiriche. Egli sostiene che l'idea di un essere perfetto come Dio non può esistere nella mente umana se Dio stesso non esiste realmente. Kant critica questa argomentazione sostenendo che non si può dedurre l'esistenza da un concetto.
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Anselmo Monaco benedettino, teologo di fama, arcivescovo di
Canterbury e dottore della Chiesa: ha insegnato a cercare
Dio con l’intelletto della fede e con il suo "argomento ontologico" sull’esistenza di Dio influenzò gran parte di chi ancora non credesse alla fede cristiana che aveva quindi bisogno di una dimostrazione razionale perché non credeva per fede. Nonostante la premessa (per l’uomo è impossibile avere un’adeguata conoscenza di Dio e perciò sarebbe privo di senso qualsiasi tentativo fatto al riguardo dunque mai l’intelletto umano potrà penetrare nella profondità divina come dirà Cusano), crede però che l’uomo possa avere una certa comprensione dell'esistenza di Dio, se egli si sforzasse di intendere quella verità che il suo cuore già crede e ama. Sant'Anselmo elabora la prova ontologica dell'esistenza di Dio. Questa dimostrazione è a priori, o detta anche mentalista, perché può essere compresa da chiunque con il semplice ausilio della propria mente e della propria interiorità; ossia l'argomentazione è vera senza il sostegno di prove empiriche. Il suo argomento tuttavia sarà chiamato "ontologico", proprio nel senso che deduce o fa derivare effetti ontologici a partire da premesse concettuali. Mette in rapporto fede-ragione, con la ragione non possiamo accettare per fede è un contrasto. Credente-agnostico-ateo dio non esiste ma l’idea è presente gia nominandolo affermiamo la sua esistenza Si tratta di un discorso rivolto contro l'insipiens, l'insipiente dei Salmi che affermava «Dio non esiste»;[4] Sant'Anselmo afferma che le idee di infinito e perfezione non possono esistere nella mente dell'insipiens (essere finito e imperfetto) ma devono necessariamente venire da Altro. Altro che corrisponde con Dio. L’insipiente in questo modo deve convincersi che i credenti non credono esistente solo un’idea, ma comprendono che realmente esiste colui a cui attribuiscono quest’idea altrimenti l’idea non ci sarebbe Conclude cartesio
Kant( agnostico, con agnosticismo si
intende una sospensione del giudizio in merito all'esistenza o all'inesistenza di Dio, in quanto non può essere razionalmente o materialmente verificato. La parola agnostico deriva dal greco e significa appunto “non conoscibile) dimostrerà come la prova dell'esistenza di Dio di Sant'Anselmo non faccia altro che dimostrare il concetto dell'esistenza, ma non l'esistenza in sé Egli immagina in proposito, in maniera piuttosto ironica, di avere in tasca cento talleri e di pensarne cento: quelli che lui pensa dovrebbero essere meno di quelli che ha in tasca, poiché ciò che è pensato è meno perfetto di ciò che è esistente. Ma pur continuando a pensarne cento, non per questo ne avrebbe di più in tasca. E quindi è per lui impossibile una prova di questo genere. (non esiste collegamento tra piano del pensiero e piano della realtà).
“innamorato deluso della religione” tendiamo alla
conoscenza di dio ci innamoriamo ma restiamo delusi perche non possiamo conoscerlo.. Da chi riprende questo pensiero? Proslogion(colloquio) 1077 papa gregorio VII Parmenide fu il primo a porre la questione ontologica, sostenendo che il semplice fatto di pensare un qualunque oggetto dimostra per ciò stesso la sua esistenza. Basandosi sulla logica di non-contraddizione, l'Essere per lui necessariamente è, e non può non essere. Secondo Platone, l'esistenza della dimensione ontologica è testimoniata dal fatto che le nostre conoscenze del mondo sensibile si basano su forme e modelli matematici che non trovano riscontro in esso, ma risultano da un processo di reminiscenza con cui giungono a risvegliarsi gradualmente nel nostro intelletto, e che egli chiama Idee. Aristotele, partendo da una prospettiva più empirica, sosteneva che tutto si muove perché qualcosa lo muove: il corpo A è mosso dal corpo B che è mosso a sua volta dal corpo C, e così via. Secondo logica, la catena non può essere infinita, per cui all'origine vi è un Motore immobile: "motore" perché è la meta finale da cui tutto il resto è attratto, "immobile" perché è perfetto in se stesso e non ha bisogno di nient'altro al di fuori di sé -Con Agostino l'Essere diventa il corrispettivo ontologico del Dio cristiano. La sua riflessione nasce dal fatto che non potremmo cercare Dio se non avessimo già in qualche modo la nozione della sua esistenza. Nel dubbio Dio già si rivela, come idea innata e come esigenza fondamentale del pensiero: «Il nostro cuore non ha [3] pace finché non riposi in Te». Approfondimento ragionamento Esso si basa in particolare sulla disputatio, cioè la versione scolastica del metodo dialettico socratico. Dovendo dimostrare l'esistenza di Dio, ovvero la Perfezione, l'ente primo, Anselmo non può procedere come in qualsiasi altro caso: deve infatti compiere una dimostrazione a priori (cioè che non si basi sui sensi), l'unica in grado di dimostrare il fondamento ontologico di ogni cosa. Procede quindi per assurdo: in tal modo può condurre la sua prova senza precedenti assiomi o teoremi, ma semplicemente basandosi sulla ragione e su due princìpi fondamentali: il principio di non contraddizione, che ci permette di distinguere il vero dal falso, secondo il principio aristotelico per cui se non si è coerenti non si dice nulla di significativo; e il principio del terzo escluso, secondo il quale, se ho una soluzione falsa, il suo opposto dev'essere per forza vero: non ho una terza via di scelta.
Telesio
Dall’accademia aristotelica Telesio considera la natura come
un mondo a se che si regge sui principi propri e può essere spiegato solo in base a questi principi, escludendo ogni forza metafisica. Il filosofo cosentino ritiene la natura in tutto e per tutto autonoma, ed il suo obiettivo è di conoscerla nella sua oggettività. L’uomo per comprendere la natura, essendo esso stesso natura, non deve far altro che affidarsi, quasi abbandonarsi ai sensi che gliela svelano. La conoscenza umana è dunque essenzialmente sensibilità. L’anima è un prodotto in tutto e per tutto naturale. Così anche l’intelligenza è sensibilità, e gli stessi fondamenti matematici sono prodotti dei sensi Per quanto riguarda la spiegazione della natura, Telesio elabora una teoria dualistica, che riguarda le due forze fondamentali che operano appunto nella natura: il caldo ed il freddo. Il caldo ha nel sole la sua sede, muta le cose alleggerendole affinché possano muoversi; il freddo dimora invece nella terra, ed appesantisce le cose rendendole immobili. Le due forze, non essendo corporee, necessitano di una massa sulla quale agire, una massa dotata di inerzia e definibile come il terzo principio naturale. Caldo e freddo devono inoltre essere sensibili, ovvero percepire le proprietà proprie e della forza opposta, per confrontarsi fra loro. Da quel che abbiamo detto finora, si evince come Telesio consideri solamente il sole e la terra elementi originari. Ad esempio, non lo sono l’acqua e l’aria, nient’altro che risultati del rapporto tra le due forze principali. Telesio si impegna inoltre in un’accurata critica della filosofia aristotelica. In particolar modo, se per Aristotele Dio causa prima di ogni movimento, per Telesio è il principio della conservazione di tutti gli esseri della natura, ed opera attraverso le forze naturali, le quali prive dell’ordine istituito dal Creatore si annienterebbero tra di loro. Telesio riduce la vita morale dell’uomo a principi naturali. Il bene massimo è rappresentato dalla conservazione dello spirito vitale nel mondo, dalla quale dipendono anche il piacere ed il dolore. L’uomo prova piacere nel momento in cui si impegna nella salvaguardia dello spirito vitale, mentre prova dolore quando causa devastazione. Alla base della conservazione la virtù, che frena le passioni ed allontana dalle tentazioni e dagli eccessi. Telesio quindi restringe alla natura la vocazione intellettuale e morale dell’uomo. Solamente la vita religiosa non rientra nell’ambito naturale, in quanto la fede brama un mondo totalmente differente da quello sensibile, e l’argomento della vita religiosa non può in alcun modo essere l’anima naturale, bensì l’anima divina, che subisce direttamente gli influssi di Dio. L’anima divina non influisce sul percorso conoscitivo dell’uomo, né su quello morale, influenzando però la sua libertà, rappresentata dalla scelta tra il beneficio naturale ed il beneficio soprannaturale. Questa possibilità di scegliere tra i due benefici è la caratteristica che contraddistingue l’uomo da tutti gli altri esseri viventi.
'esempio lampante è il filosofo per antonomasia, Platone, il
quale spiegava la realtà attraverso il piano delle idee. La maggiore opera di Telesio fu "La natura secondo i principi", nella quale Bernardino sostiene che bisogna contemplare il mondo e comprenderlo, grazie all'individuazione di due principi: il caldo, fattore passivo che dilata i corpi;il freddo, fattore passivo che condensa; Entrambi i fattori agiscono sulla materia, che rappresenta l'elemento attivo, a sua volta non distaccato dai primi. Per Telesio la conoscenza più importante è quella sensibile e per lui tutte le cose sono dotate di una sensibilità, secondo la teoria del panpsichismo: noi entriamo in relazione con esse perchè la nostra sensibilità presenta la capacità di incontrare quella del mondo.