La Sociologia e I Fenomeni Sociali
La Sociologia e I Fenomeni Sociali
La Sociologia e I Fenomeni Sociali
Cosa è la sociologia
La sociologia è una delle scienze sociali (meglio definita come la “scienza dei fenomeni sociali”) ed è lo
studio scientifico della società, con l'obiettivo di studiare i rapporti intersoggettivi allo scopo di interpretarli.
La sociologia è classificata come una scienza empirica o prassiologica (la parola prassiologica indica la
"logica del fare").
Quando e dove nasce la sociologia
La sociologia nasce nel 19° secolo, all'interno del positivismo, come risposta ai cambiamenti innovativi e
imprevisti introdotti dalla modernità e dalla società industriale.
Infatti, uno dei fattori che spinse la nascita delle scienze sociali durante l'800, fu il fatto che il mondo
appariva sempre più piccolo e caratterizzato da un’esperienza interpersonale.
In questo contesto, le scienze sociali rappresentavano una speranza per:
capire i fattori che univano tra di loro gli individui e i gruppi sociali
E per rimediare alle forme di disgregazione e di conflitto sociale e culturale in atto
Inizialmente, le scienze sociali furono delle discipline esclusivamente del mondo occidentale e, proprio
perché nate in Europa, erano permeate di eurocentrismo e di istanze coloniali.
(Infatti, le scienze sociali nascono negli stessi anni in cui nasce il colonialismo, nell’1800).
Solo dopo due guerre mondiali e l’inizio del fenomeno della globalizzazione, la sociologia si diffuse nel resto
del mondo (anche se in alcuni casi venne rifiutata o rivisitata).
L’obiettivo della sociologia è quello di formulare le dinamiche che spiegano il fare degli uomini (con la
cultura dei segni, delle forme sociali e delle neo-tecnologie) in quanto individuo sociale che vive nella
collettività. In questo contesto, l’uomo è consapevole che la memoria del vissuto configura la sua identità.
Gli obiettivi della sociologia sono di esaminare:
Il termine sociologia
Il termine “sociologia” fu coniato nel 1824 dal filosofo francese Auguste Comte che la impiegò, nel suo libro
“Corso di filosofia positiva”, al posto dell’espressione “fisica sociale”:
L’espressione “fisica sociale” venne coniato nella seconda metà del 1700 e definiva lo studio positivo delle
leggi dei fenomeni sociali.
La fisica sociale, durante il settecento, serviva a rivoluzionare il modo divedere le cose e scardinare le
certezze centenarie.
Il Positivismo
IL TERMINE = il termine positivismo (che compare nel libro di Comte) fu impiegato per la 1° volta dal conte
Claude Henri per definire un metodo esatto /dal punto di vista scientifico) con il quale fosse possibile
affrontare i grandi temi con i quali la società deve misurarsi.
L’ORIGINE = il positivismo ha origine dalle tesi dell’illuminismo e, in particolare, dal lavoro di d’Alembert e
Turgot. Il positivismo contribuì a divulgare i principi di un’organizzazione scientifica della società industriale,
dando un senso al fenomeno della tecnica.
La tecnica fu un fenomeno sociale, politico ed economico e si tratta di una “scienza dei mezzi” che si
concretizza nella tecnologia e che dà vita alla società industriale.
Il positivismo, nel corso dell’Ottocento, ha orientato le principali ricerche intorno al tema della società e
delle sue leggi; mentre si dissolvevano le strutture e i valori dell’Ancien Regime.
LA TESI = le tesi del positivismo si possono riassumere nell’idea che la scienza è l’UNICO strumento di
conoscenza reale del mondo e che solo i principi scientifici possono dare origine alla conoscenza.
LA SOCIOLOGIA COME IL POSITIVISMO = la sociologia è una disciplina che studia il fondamento dei rapporti
intersoggettivi (tra soggetti) come se fossero una scienza, cercandone una ragione e un obiettivo sociale.
LA RICERCHE AVVIATE CON IL POSITIVISMO= durante il positivismo, iniziarono una serie di ricerche su temi
che fino a quel momento erano state considerate intoccabili:
- il rispetto culturale dell’Altro (come individuo)
- il rispetto culturale dei popoli (per la loro identità sociale)
- la cooperazione internazionale
- iniziò a svilupparsi l’idea di nazione
- si diffuse il principio dell’assistenza ai malati
- si diffuse l’idea del consenso come base di ogni democrazia
- il voto delle donne
- in molti paesi venne introdotto il divorzio
LA RICERCHE DELLA CONTEMPORANEITà= i temi che dominano il nostro secolo sono ancora una volta
cambiati. La società contemporanea si caratterizza per 3 aspetti:
1. un sistema di rete e una connessione sempre più estesa a livello globale
2. l’evoluzione degli stili di vita dell’uomo, legata all’innovazione tecnologica
3. una trasformazione dell’ambiente, dovuta all’evoluzione sociale, culturale, economica e tecnologica
questi mutamenti sono di natura IRREVERSIBILE e che coinvolgono direttamente tutti gli individui.
Il tema della logica viene affrontato nel libro scritto da Mill e intitolato “Sistema della logica deduttiva e
induttiva”, uscito a Londra nel 1843.
Le Polis (città-stato)
Verso il 7°secolo a.c iniziarono a nascere le prime polis in Grecia, ossia la prima forma di città stato.
Nelle polis:
- vennero inventate e si svilupparono delle configurazioni sociali complesse
- l’organizzazione della società iniziò a formarsi intorno a due temi chiave: la solidarietà sociale e
l’interesse economico
Con il tempo, le polis diventarono dinamiche e improntate ad un costante mutamento (a differenza delle
società primitive, le quali erano basate su dei valori considerati sacri e indiscutibili).
La polis ha dato origine anche alla politica, ossia l’insieme dei problemi che riguardano la polis dal punto di
vista dell’esercizio del potere.
I problemi sui quali si concentrava la politica sono:
- il tema della rappresentanza = ossia elaborare delle nuove forme di legittimazione per coloro che
dovevano esercitare il governo
- definire le regole che, se osservate da tutti, garantiscono la pace sociale
LA SUA FILOSOFIA = la filosofa di Hobbes, infatti, non era basata sulla metafisica ma era razionale e
prendeva spunto dalla natura.
Hobbes fu il primo ad affermare che l’uomo, essendo un animale egoista, ha la necessita di avere una
scienza politica.
Il punto di partenza di questa teoria è il fatto che l’agire umano è basato su leggi analoghe a quelle del
mondo naturale.
Per questo motivo, la società e il potere politico non sono naturali per l’uomo ma costituiscono una
convenzione.
Quindi, secondo Hobbes, le società sono fondate su un patto condiviso dai cittadini, i quali, per sottrarsi al
disordine dello stato di natura caratterizzato dalla lotta di tutti contro tutti, avrebbero scelto di sottoporsi al
governo di un sovrano assoluto.
LE IMPLICAZIONI DELLA FILOSOFIA DI HOBBES = la filosofia di Hobbes riguardo alla Teoria contrattualistica
della società” ebbe due implicazioni principali nel corso del 1700 e del 1800:
1. la società diventò una costruzione storica e priva di una necessità ontologica o teologica = quindi la
società non era frutto del volere di Dio o di un ente superiore
2. come sosterranno le correnti illuministiche nel 700, se la società è scaturita da un patto tra gli
uomini, quest’ultimo può essere riformulato, anche attraverso delle rivoluzioni.
La modernità
La crisi della metafisica corre parallela alla nascita dell’idea di modernità, la quale risale alla Rivoluzione
francese del 1789.
L’ARTE POMPIER = In Francia, con il Secondo Impero (1852-1870), nacque un’idea di modernità legata al
mondo delle arti e definita “pompier”. L’arte pompier si oppone all’arte accademica e si proclama realista.
LE ROTTURE DEL REALISMO NELLA MODERNITà = il realismo opera una serie di rotture nella modernità:
- in politica = perché i pittori realisti sono repubblicani e si oppongono ai disegni imperiali di
Napoleone con il radicalismo
- nell’estetica = perchè gli artisti rifiutano gli scenari maestosi dei pittori accademici e rivendicano la
bellezza semplice della natura
- nelle questioni sociali = perché gli artisti provengono dal mondo popolare e difendono la
democrazia, opponendo al potere dell’aristocrazia
- nel rapporto con l’ambiente = gli artisti rivalutano la campagna e si oppongono all’industria, la
quale sta cambiando la geografia del territorio
Perché la sociologia nasce nel corso dell’Ottocento?
La crisi della conoscenza classica si colloca tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, ovvero gli anni
nei quali si conclude l’Illuminismo.
L’Illuminismo aveva mostrato che il mondo è molto più complesso di quello che sembra e che, per questo
motivo, rimane per buona parte inspiegabile.
Per questo motivo, le idee astratte e i dettami religiosi non servivano più a nulla.
In seguito, con la crisi della metafisica si cercò di rivalutare i fatti e le loro logiche.
Inoltre, con la Rivoluzione francese, avanzò una nuova classe sociale: la borghesia, la quale:
- aveva vinto la rivoluzione francese
- ed esigeva il riconoscimento dei diritti guadagnati con la rivoluzione
è in questo contesto che nasce la sociologia, ossia quando, con la rivoluzione francese, nasce la modernità.
La modernità liquida
Il concetto di “modernità liquida” è stato introdotto dal sociologo polacco Bauman, (descritto nel saggio
“Liquid Modernity” del 2000), ed è stata elaborata nel tentativo di spiegare la post-modernità.
La modernità liquida è tipica del capitalismo globalizzato e si caratterizza per:
- l’impossibilità degli uomini di individuare dei punti di riferimento stabili (necessari alla costruzione
di una propria identità sociale)
- e nell’ansia dovuta alla perdita di quest’ultimi.
- Inoltre, è caratterizzata anche dalla precarietà economica e dei valori morali
La cultura
Cosa è la cultura
La cultura è l’insieme dei tratti distintivi, spirituali, materiali, intellettuali ed affettivi, che caratterizzano una
società, un gruppo sociale o un individuo.
La cultura comprende:
- L’ambiente
- Le arti
- Gli stili di vita
- I diritti dell’essere umano
- Le tradizioni
- Le credenze
Ogni società possiede una propria cultura che la distingue dalle altre e ogni cultura deve saper ammettere
l’esistenza delle altre culture e accoglierle. Il multiculturalismo è la speranza che le culture si incontrino, si
mescolino e si evolvano.
Nel contesto del significato di cultura, hanno preso sempre più importanza i concetti di:
- Vita corrente = ossia le pratiche, i ruoli e le credenze che strutturano l’agire quotidiano
- La natura della cultura come congegno cognitivo = che ha lo scopo di far emergere l’identità che
compone la cultura. A tal proposito, è emerso il limite della natura statica della cultura perché si
amplificano le differenze, facendo sembrare le culture delle entità astratte e svalutando le
autonomie individuali.
TRAVELLING CULTURE = James Clifford si sofferma sul concetto di "travelling culture" inteso come un
nuovo modo di comprendere le società e le diverse etnie.
Concepire le culture come "travelling culture", significa concepirle come un fenomeno in perenne
trasformazione, in cui si hanno degli incontri e delle fusioni ma anche dei conflitti.
Ciò che James Clifford proponeva era di vedere l'interazione con gli altri popoli ed etnie come un viaggio,
inteso come una metafora culturale e non solo un modo per scoprire nuovi territori.
INDUSTRIA CULTURALE = la Scuola di Francoforte focalizzò i suoi studi anche sul concetto di “Industria
culturale”, ossia la produzione omologata di modelli culturali attraverso i media e l’industria.
Lo scopo di tale produzione è quello di favorire una cultura e una società massificata e priva di identità.
La Scuola di Chicago
Oltre alla Scuola di Francoforte, un’altra importante scuola nell’ambito delle scienze sociali è la Scuola di
Chicago.
La Scuola di Chicago è stata fondata nel 1924 ed è la prima scuola di sociologia urbana negli USA (e i suoi
maggiori esponenti sono: Park, Small, Burgess e McKenzie).
SOCIETà URBANA = La Scuola di Chicago è stata la prima a svolgere uno studio sistematico della città dal
punto di vista sociologico, attraverso uno studio sil campo della società urbana.
La Scuola di Chicago, partendo dall’analisi dei modelli culturali degli emigrati, ha studiato i processi di
ibridazione culturale, mettendo in luce la loro dinamicità e autonomia.
Questi processi di ibridazione culturale vengono definiti “MELTING POT”.
ROBERT PARK = Il fondatore Robert Park, studiando la diversa incidenza di fenomeni come la devianza, la
criminalità, il divorzio e il suicidio, sia in aree urbane che in quelle rurali, dimostrò che i rapporti sociali e
culturali sono strettamente condizionati dall'ambiente di appartenenza.
GLOBALIZZAZIONE = Per quanto riguarda il concetto di globalizzazione, ad oggi la cultura viene concepita
come una rete di significati, che continua a riformularsi grazie alle interazioni sociali
POST-MODERNITà = Per quanto riguarda il concetto di post-modernità, uno degli autori più importanti è il
filosofo polacco Bauman.
Bauman è celebre per la sua tesi sulla “società liquida”, con la quale critica la cultura contemporanea
definendola asservita dai consumi, all’immagine e allo spettacolo.
La sociabilità e la socializzazione
Ogni definizione di cultura riflette gli orientamenti e gli obiettivi di chi la propone e, per questo motivo,
esistono centinai di definizioni diverse di cultura.
In generale, si può constatare come la cultura, essendo acquisita e non trasmessa biologicamente non può:
- essere ricondotta ad una base biologica o psicologica
Allo stesso tempo, non può essere definita come una semplice dimensione sociale perché:
- non è la socialità a definire l’uomo ma la SOCIABILITà
SOCIABILITà = per sociabilità si intende l’attitudine degli individui della stessa specie a:
- organizzarsi in società
- e a sviluppare la socialità
SOCIALIZZAZIONE = La socializzazione, invece, è processo di apprendimento che permette agli individui di:
- acquisire i modelli culturali della società nella quale vive
- costruire una propria identità sociale
è possibile distinguere tra una socializzazione primaria ed una secondaria:
- primaria = ossia quella che si elabora all’interno della famiglia, della scuola e con i mezzi di
comunicazione
- secondaria = ossia quella che si sviluppa a partire dalle grandi tappe della vita (come il matrimonio,
le nascite e i lutti)
La socializzazione è importante perchè si interseca sia con i processi d’interazione sociale, che con il
fenomeno della riproduzione sociale.
La riproduzione sociale è quel meccanismo sociologico di mantenimento della posizione sociale e dei modi
di agire, di pensare e di sentire di una famiglia o di un gruppo chiuso.
(Esempio: i figli delle famiglie medio-basse hanno la tendenza a non intraprendere studi lunghi e costosi; al
contrario, le famiglie delle classi dominanti cercano di mantenere il loro posto nello spazio sociale e di
aumentare il loro capitale culturale).
MEDIAZIONE SIMBOLICA = la mediazione simbolica è un’interazione tra dei soggetti che mirano a
raggiungere un accordo per risolvere dei conflitti o delle divisioni, riguardanti la loro convivenza.
Di conseguenza, la mediazione simbolica rappresenta la capacità di condividere i processi di socializzazione.
CULTURA POPOLARE = Se invece si distingue tra la cultura popolare e la cultura di massa è possibile notare
la natura autonoma della cultura popolare, la quale è sempre più minacciata dal capitalismo delle merci
d’elite.
Nell’Ottocento, la cultura popolare si esprimeva soprattutto nell’abbigliamento.
Inoltre, molti artisti della corrente del Romanticismo si attivarono per salvare la cultura popolare, attraverso
la promozione delle scuole di arti e mestieri.
Queste scuole, però, si posero in contrapposizione alla nascente industrializzazione, perdendo le loro
premesse iniziali.
Le strutture sociali
L’importanza dell’analisi delle strutture sociali
Analizzare le strutture sociali è importante perché non è possibile isolare una dimensione soggettiva
autonoma, come se fosse un’identità sociale.
Questo perché gli attori sociali, individuali e collettivi, rappresentano allo stesso tempo il motore e il
prodotto di queste strutture.
Hebert Spencer
Il termine “strutture sociali” venne coniato nel 1858 da Hebert Spencer.
Hebert Spencer sottolineò il fatto che le parti che compongono una struttura sociale si identificano con le
relazioni fra le persone. Di conseguenza, l’insieme organizzato delle parti è la rappresentazione della
società nel suo complesso.
LA DURATA = Spencer identificò nella DURATA una delle caratteristiche più importanti di una struttura
sociale. Questo perché la durata di una struttura sociale determina la sua importanza.
LE STRUTTURE SOCIALI SI BASANO SUL CONSENSO O SULLA COERCIZIONE (costrizione)? = Secondo Hebert
Spencer, le strutture sociali non sono fondate sulla coercizione ma sul consenso (questo perché la società
collaborano per mantenere in vita le strutture sociali).
LA SOCIETà è L’ESITO DI UN PERENNE CONFLITTO TRA LE CLASSI = Se Hebert Spencer sosteneva che le
strutture sociali erano basate sul consenso, i suoi contemporanei socialisti pensavano che la società fosse
l’esito di un perenne conflitto tra le classi.
IN CHE MODO LE STRUTTURE SOCIALI SONO IN GRADO DI FAVORIRE IL MUTAMENTO SOCIALE? = oltre al
tema del consenso e del conflitto tra le classi, un’altra domanda è se le strutture sociali sono in grado di
favorire il mutamento sociale.
Il mutamento sociale è fondamentale perché una società che non muta, non cresce e quindi finirà per
implodere.
Un aspetto da tenere in considerazione è il fatto che:
- la società è condizionata dall’ambiente naturale e dalle forme di sociabilità che riesce a sviluppare
- le strutture sociali sono condizionate anche dalla storia sociale dei suoi attori
Il tempo e la temporalità
Il tempo rappresenta una delle dimensioni dello spazio sociale. Di conseguenza, la temporalità, che
definisce ciò che è iscritto nel tempo, deve essere considerata come un carattere essenziale delle relazioni
sociali.
Il tempo rende visibile il carattere processuale e storico dell’attività umana, drammatizzandola perché il
tempo è irreversibile.
TEMPO SOCIALE = in sociologia, il primo a parlare di “tempo sociale” è stato Durkheim nel 1912.
La funzione del tempo sociale è quella di spingere gli individui ad organizzare la loro vita e una delle
tecniche più usate è il “time-budget” (bilancio del tempo).
Storicamente, questa tecnica fu inizialmente elaborata dalla sociologia sovietica per studiare le
problematiche della vita quotidiana degli operai.
Oggi, invece, è adoperata per descrivere i modi e gli stili di vita.
TEMPO COME RISORSA SOCIALE = il filosfo Schuts osservò che il tempo è un fattore essenziale per la
comprensione dell’agire umano e che il tempo è una risorsa sociale, che varia da individuo a individuo.
Per questo motivo il tempo è percepito anche come un bene economico e che è fondamentali nei processi
di realizzazione della modernità.
(il tempo degli operai non è quello dei signori).
Ambiente-individuo-natura
Il corpo
La sociologia del corpo è una disciplina indirizzata soprattutto alla costruzione di modelli relativi al rapporto
di reciproca determinazione tra la società e la corporeità.
PROSPETTIVA CULTURALISTA = Due autori che si sono occupati in modo specifico del corpo sono Georg
Simmel e Marcel Mauss e lo hanno fatto in una prospettiva culturalista
ANALISI TRA VISSUTO – CORPOREITà - PROCESSI SOCIO CULTURALI = Nell'analisi della relazione tra il
vissuto, la corporeità, i processi socio-culturali furono centrali gli studi di Lukmann e Schutz.
BIOPOLITICA = Foucault elaborò la definizione di “biopolitica”, ossia il terreno sul quale agiscono le pratiche
con le quali la rete dei poteri, gestiscono le discipline del corpo (sia un senso individuale che collettivo).
- Organizzazioni formali = le organizzazioni formali hanno una natura più privatistica (degli esempi di
organizzazioni formali sono: un’azienda, una squadra di calcio, un partito politico)
Le interazioni sociali
Le istituzioni e le organizzazioni sociali sono profondamento intrecciate all’interazioni sociali.
Le interazioni sociali sono una sequenza dinamica e mutevole di atti sociali fra individui e gruppi di individui,
i quali modificano le proprie azioni e reazioni in base alle azioni degli individui e dei gruppi con cui
interagiscono.
L’interazione sociale:
- è il luogo primario in cui si forma e si trasforma il legame sociale.
- Inoltre, l’interazione sociale determina l’ordine sociale (che si mantiene in equilibrio grazie ad una
costante ri-negoziazione dei suoi valori, delle sue norme e delle sue credenze).
George Simmel
Il primo a rendersi conto dell’importanza dei rapporti sociali elementari fu George Simmel, il quale esaminò
l’importanza di alcuni micro-fenomeni sociali (come: i segreti, l’amicizia, la lealtà e la fiducia).
Oggi le microsociologie hanno come campo disciplinare i comportamenti, i ruoli, le interazioni sociali, i
conflitti, le identità e la formazione dei processi decisionali individuali o dei piccoli gruppi.
Alfred Schutz
Alfred Schutz fu uno dei primi ricercatori che si pose il problema di indagare le relazioni tra gli individui,
nell’ambito della vita quotidiana.
Schütz era nato in Austria, ma dovette emigrare in America a seguito delle leggi razziali tedesche dopo
l’annessione al Terzo Reich e lì, anche per motivi personali, si dedicò all’analisi del comportamento
collettivo.
LA VITA QUOTIDIANA = nell’opera “La fenomenologia del mondo sociale” (del 1932), Schutz sviluppa le
problematiche dell’agire sociale, parendo dalle ricerche di Max Weber.
Schutz definì la vita quotidiana come: un insieme di azioni, rapporti, conoscenze e credenze familiari,
all’interno delle quali segna:
- l’esistenza dell’individuo e la definizione degli elementi più importanti sul piano individuale
le azioni che costituiscono la vita quotidiana sono considerate molte volte come “scontate”, per esempio:
- salutare un conoscente
- e uscire con gli amici
Alfred Schütz ebbe modo di dimostrare che questi rapporti costituiscono il cemento dell’esperienza sociale
di cui cogliamo l’importanza quando entrano in crisi o attraversiamo uno stato di eccezione – come furono
per lui le leggi sulla razza.
I gruppi
L’analisi gruppale
I gruppi vengono studiati dalla disciplina chiamata “analisi gruppale”.
Lo psicoanalista inglese Bion è stato il primo a riconoscere l’importanza dello studio dei gruppi, il quale li
riprese a sua volta dagli studi di Jones sulle “piccole comunità terapeutiche”.
Un gruppo, come per le masse, non si riduce alla somma delle conoscenze e della volontà individuali che lo
compongono.
Un gruppo sociale è un insieme di individui che interagiscono fra loro influenzandosi reciprocamente e che
condividono, più o meno consapevolmente, interessi, scopi, caratteristiche e norme comportamentali.
- Gruppi secondari = I gruppi secondari o grandi gruppi sono gruppi composti da un numero elevato
di membri. Sono gruppi nei quali le relazioni interpersonali appaiono neutre e, spesso, il rapporto
tra il singolo e gli altri membri è di natura strumentale, cioè, funzionale ad uno scopo.
Quando il numero dei membri di un gruppo supera la mezza dozzina c’è una tendenza, che si può
definire spontanea, alla formazione di sottogruppi, dove le affinità sono più forti.
Quando, poi, il numero dei membri di un gruppo secondario supera la dozzina è molto probabile
che all’interno del gruppo si formi un portavoce o che un membro lo coordini.
Gruppi di riferimento
I gruppi di riferimento sono dei gruppi che si ispirano all’opera di altri gruppi.
I gruppi di riferimento possono essere:
- Positivi = appaiono all’esterno come dei “gruppi ideali”.
- Negativi = sono dei gruppi di riferimento in cui emergono delle tensioni che possono condurre a
delle situazioni di conflitto. Anche se raramente, i gruppi negativi possono avere dei riferimenti
ideali e non reali.
in genere, i gruppi di riferimento negativi si formano in quei gruppi che si formano per reazione
contro l’ambiente in cui vivono (per motivi materiali o ideologici). Degli esempi sono le sette
sataniche o le organizzazioni criminali.
Questi gruppi vengono definiti anche “gruppo di pressione o di interesse”, in cui un collettivo si
mobilita in modo organizzato per difendere degli ideali o dei tornaconti (come nel caso delle
organizzazioni mafiose o delle lobby in Inghilterra).
Il digital divide (oltre a indicare il divario nell’accesso delle tecnologie, indica anche la disparità
nell’acquisizione di risorse necessarie per partecipare alla “società dell’informazione”.
Il termine digital divide può essere utilizzato sia per riferirsi ad un divario esistente tra diverse
persone, o gruppi sociali in una stessa area, che al divario esistente tra diverse regioni di uno stesso
stato, o tra stati (o regioni del mondo) a livello globale.
Il termine è apparso per la prima volta negli anni 90 negli USA in alcuni studi che indicavano come il
possesso di computer aumentasse in modo differente tra i gruppi etnici.
N.B: I paesi della fascia temperata del pianeta terra costituiscono un terzo della popolazione mondiale e
consumano i due terzi dell’energia totale prodotta.
È indubbio che, in questo scenario, uno degli obiettivi delle scienze sociali dovrebbe essere quello di
contribuire a rielaborare degli stili di vita che consentano di riequilibrare questo stato di cose prima che sia
troppo tardi.
Appendice
I paradigmi
I numerosi cambiamenti avvenuti nella cultura occidentale, a partire dalla 2° metà del 1900, hanno portato
ad un mondo costituito da realtà separate le une dalle altre e delimitate da confini.
Queste realtà devono essere ridotte ad un unico paradigma.
Paradigma = un paradigma rappresenta un modello di riferimento che delimita la ricerca di un argomento
scientifico (in questo caso della società).
21° SECOLO = Con il 21° secolo, è avvenuto un radicale cambiamento del rapporto tra:
- gli spazi nazionali
- i territori
- e gli spazi sociali
Questo cambiamento ha portato alla convinzione che le pratiche culturali, le relazioni sociali e i manufatti
non sono radicati nello Stato nazionale ma in luoghi geograficamente ben definiti.
I violenti conflitti, avvenuti soprattutto fuori dall’Europa, hanno rivelato che lo Stato nazionale è un
agglomerato di gruppi tecnici diversi, quasi sempre in conflitto tra loro.
Lo Stato nazionale risulta essere assimilabile ad una comunità “immaginaria” più che a un tessuto sociale
omogeneo.
Oggi le idee sono globalizzate e anche gli stili di vita tendono alla moda e quindi si sono uniformati.
Questa globalizzazione delle idee è dovuta: ai sistemi di comunicazione di massa in tempo reale, alle nuove
tecnologie di trasporto e allo spostamento fisico e virtuale degli individui.
Molti individui, al giorno d’oggi, si spostano per carestie, persecuzioni religiose e politiche e disastri
ambientali o guerre.
QUESTI SPOSTAMENTI HANNO SVALUTATO IL PARADIGMA CHE PRESUPPONEVA UNA COINCIDENZA TRA
CULTURA E TERRITORIO.
Questi processi riguardano l’intero pianeta ma, nonostante essi siano sempre esistiti, ad oggi hanno
allargato i collegamenti all’intera umanità e non solo a delle elite.
La globalizzazione
Il sociologo Bauman ha notato come i prodotti culturali, nella contemporaneità, perdono la loro identità
culturale e diventano mobili o addirittura liquidi.
Più che la campagna è la città che sperimenta questi processi di globalizzazione, nei ritmi di vita e nelle
relazioni tra i gruppi.
Il contesto urbano offre ad ogni gruppo sociale la possibilità di:
- affermare la propria diversità
- e il proprio inserimento nel contesto in cui si trovano a vivere
In questo contesto i mezzi di comunicazione di massa immettono gli eventi e i loro protagonisti in
collegamento:
- i luoghi in cui risiedono i gruppi emigrati
- con la loro patria
e tutto ciò alimenta un sentimento di rivendicazione di separatezza identitaria.
La cultura però, nonostante può conservare delle sue radici, deve saper assimilare anche i nuovi paradigmi
transizionali e deterritorializzati; questo affinchè la cultura posso essere accettata e convidivsa.
In questo modo, i confini continuano ad essere territoriali ed economici, ma essi vengono sovvertiti dalle
nuove forme di comunicazioni.
In questo contesto lo studio della cultura è proiettato su dei nuovi paradigmi aperti dai processi di
globalizzazione.
Si è svalutato lo studio della cultura delle aree geografiche specifiche e si è sviluppato un dibattito sui
movimenti migratori, con cui si possono individuare i caratteri e gli ambiti dei nuovi nomadismi.
I new media
L’informazione
Il significato della parola informazione è quello di “dati”, i quali sono dotati di significati che:
- rispettano il sistema scelto e il codice.
- E che sono dotati di significato indipendentemente dal destinatario dell’informazione.
I new media
Lo sviluppo dei nuovi sistemi di comunicazione ha dato delle importanti ripercussioni sulla vita economica,
politica, sugli stili di vita e sulla cultura.
Questo sviluppo sta trasformando anche le basi della conoscenza e del pensiero umano.
Tra le caratteristiche dei new media c’è quella di essere fortemente auto-promozionali, perché sono capaci
di promuovere sé stessi generando dei miti che alimentano l’immaginario collettivo.
Fattori ambientali
1. Disuguaglianze sociali = la mancanza di istruzione e le condizioni di vita precarie, nei paesi del 3° o
4° mondo, escludo gran parte della popolazione nella fruizione dei new-media.
Infatti, i new media non contribuiscono a ridurre il gap presente tra paesi ricchi e poveri ma
contribuisce ad aumentarla
2. Condizionamenti = tutti i paesi subiscono dei condizionamenti da parte degli ambienti politici,
economici e finanziari e i new media possono contribuire a questi condizionamenti
3. Routine formalizzate (goal displacement) = i new media, dato che sono degli apparati sociali, sono
organizzati in base a delle routine formalizzate e per questo motivo sono soggette al fenomeno
“goal displacement”. Questo fenomeno è una distorsione degli scopi primari dei new media. Le
ragioni sono molteplici come: strategiche, politiche ed economiche.
- La forma più subdola di goal displacement è l’auto-referenzialità perché essa non viene avvertita
neanche dagli attori della stessa. Questo fenomeno è dovuto al fatto che i new media vengono
usati soprattutto da un gruppo di persone, le quali finiscono per collegarsi solo tra di loro. Viene a
crearsi un distacco tra l’elite e l’opinione pubblica.
4. Perdita di autorevolezza = più i new media allargano la loro area di comunicazione e meno
riescono ad essere presi in considerazione e perdono la loro autorevolezza.
Questa perdita di autorevolezza è dovuta ad un fenomeno di saturazione per la quale il pubblico,
avendo a disposizione un continuo flusso di informazioni, le fruisce in modo distratto.
Oggi, infatti, il valore dei new media è proporzionale alla loro capacità di attirare l’attenzione.
Il fenomeno della saturazione è dovuto a due ragioni:
- Una regressione culturale
- L’avvento di nuove modalità di comunicazione
ANNI 70 = Ma a partire dagli anni '70 le tecnologie dell'informatica hanno cominciato a essere mutuate
dalle telecomunicazioni
ANNI 80 = A partire dalla prima metà degli anni ‘80 il sistema dei media è andato incontro a un
cambiamento molto rapido e importante.
Fino ad allora, infatti, vi erano soltanto pochi canali televisivi e spesso erano monopolio di Stato e in bianco
e nero. Nella prima metà dell’800 venne introdotta la televisione a colori, la quale venne accompagnata
dall’introduzione della videoregistrazione e dei compact disc.
Queste nuove innovazioni, portarono alla nascita di un nuovo settore: ossia l’home video.
In Europa =
- ebbe fine il monopolio statale dell’audiovisivo
- si affermò un modello misto composto dalla radiotelevisione pubblica e commerciale
- Inoltre, la pubblicità si impose per la prima volta come una componente centrale dei programmi
televisivi. La pubblicità rappresentava un nuovo linguaggio visivo che contribuì a definire un nuovo
immaginario collettivo, creando dei nuovi modelli culturali.
La pubblicità, nonostante fosse una delle forme di espressioni più importanti della cultura
postmoderna, è andata a discapito dei consumatori perché ha messo in discussione la loro capacità
di giudizio
(Un’altra innovazione tecnologica di quegli anni è il telecomando, che introdusse la pratica dello “zapping”).
Dalla metà degli anni ’80, anche grazie alla diffusione dei personal computer, è iniziata la rivoluzione digitale
applicata al campo audio-visivo.
ANNI 90 = La successiva diffusione della telefonia cellulare, contemporanea alla digitalizzazione delle reti
telefoniche e di tutti i media di comunicazione ha portato all’ integrazione e alla globalizzazione di tutte le
reti.
Marshall McLuhan
La comunicazione di massa
I new media hanno portato, nell’ultimo decennio del 21° secolo, a ridefinire il concetto di comunicazione di
massa.
La comunicazione di massa, tradizionalmente, indica una comunicazione ad un pubblico vasto e ha
caratterizzato: la società industriale di fine 800 e quella di inizio 900.
A quell’epoca, però, i new media non esistevano e i media erano fruibili sono da un elite.
Inoltre, la circolazione delle informazioni non era garantita dai media ma più dalle masse di persone che si
spostavano (fisicamente), generando le diaspore.
Marshall McLuhan
Marshall McLuhan è stato il primo sociologo ad aver intuito le nuove implicazioni sociali della
comunicazione elettronica di massa.
MEDIUM IS THE MESSAGE = una delle tesi più celebri di McLuhan è che è il mezzo tecnologico che
determina i caratteri strutturali della comunicazione, producendo degli effetti sull’immaginario comune, a
prescindere dai contenuti dell’informazione veicolata.
(per questo motivo, McLuhan afferma che il medium è il messaggio).
La Bullet Theory viene definita anche come la teoria dell’ago ipodermico perché i new media iniettano,
come l’ago ipodermico, i messaggi colpendo gli individui in modo diretto e gli individui risultano passivi di
fronte ad esso e non riescono a controllare le proprie opinioni e comportamenti.
La Bullet Theory può essere pericolosa perché se una persona viene raggiunta da un messaggio di
propaganda, essa verrà manipolata inconsapevolmente dal messaggio e reagirà in modo passivo.
Villaggio globale
Secondo McLuhan, la comunicazione elettronica, data la sua velocità e la possibilità di far circolare
informazioni in tempo reale, rende il mondo un “villaggio globale” e quindi lo rimpicciolisce.
DE KERCKHOVE = uno degli interpreti di McLuhan è De Kerckhove, il quale considera i media elettronici
come PSICOTECNOLOGIE che stanno modificando il nostro modo di percepire l’ambiente e di pensare le
relazioni fra interno ed esterno.
Sviluppando il tema del villaggio globale, De Kerckhove ha descritto l’avvento di una “intelligenza
connettiva”, basata su un nuovo BRAIN-FRAME (schema-mente), che rende obsoleti i limiti:
- dell’individualismo
- e del collettivismo
PIERRE LèVY = il tema di un’intelligenza connettiva individuale, generata dalle reti dei new media, è stato
affrontato anche da Pierre Lèvy.
Lèvy sostiene che il fine ETICO di internet dovrebbe essere lo sviluppo dell’intelligenza collettiva.
Secondo Lèvy, la comunicazione elettronica può mettere in comunicazione individui, i quali possono
scambiare il loro sapere e sviluppare l’intelligenza collettiva.
QUESTO è IL NOCCIOLO DELL’INTELLIGENZA COLLETTIVA
INFOSFERA = Luciano Floridi ha definito l’infosfera come “lo spazio semantico costituito dalla totalità:
- dei documenti = ossia qualsiasi tipi di dato, informazione e conoscenza codificata in formato
semiotico
- degli agenti = ovvero qualsiasi sistema in grado di interagire con un documento indipendente (ad
esempio: una persona, un’organizzazione o un software sul web)
- e delle loro operazioni = che includono qualsiasi tipi di azione, interazione e trasformazione che
può essere eseguita da un agente e che può essere presentata in un documento
Se negli ani 90 si erano formate una serie di profezie riguardo a questo tema, nel 21° secolo si è fatto un
bilancio più realistico sui possibili sviluppi dei new-media.
Questo perché:
- non è avvenuta completamente la completa digitalizzazione del flusso televisivo
- i media tradizionali non sono scomparsi (un esempio è la radiofonia)
- lo sviluppo dei web-logs è impressionante ma la loro qualità è ancora scarsa
negli Stati Uniti, la percentuale di coloro che apprendono le notizie dalla rete è sempre più superiore,
rispetto a quelli che le apprendono dalla televisione.
Il cambiamento del rapporto degli utenti con internet (le app)
Anche se con ritmi più lenti rispetto alle previsioni fatte negli anni 90, l’affermarsi della SOCIETà
DELL’INFORMAZIONE o della SOCIETà DIGITALE prosegue.
Questo lo dimostra il crescente numero di possessori di un personal computer, smartphone e tablet.
Il rapporto degli utenti, soprattutto di lingua inglese, con internet sta cambiando:
- si valuta che gli utenti si colleghino maggiormente alle APP rispetto ai broswer (come Chrome,
Firefox, Safari ecc.)
- questo perché, collegarsi alle app viene definito più comodo
Se questa tendenza si confermerà il web è destinato a diventare un insieme di comunità chiuse, molto
diverso dall’idea di rete così come si configurava qualche anno fa.
Effetto agenda
Le difficoltà nell’accertare quale sia l'influenza dei media sul pubblico ha portato gli sociologi della
comunicazione a distinguere tra;
- gli effetti cognitivi della comunicazione
- e quelli persuasivi.
Questa nuova prospettiva di studi ha portato all’EFFETTO AGENDA, ossia l’insieme dei temi a cui si
attribuisce la priorità nei processi di policy making.
Secondo questa teoria, il più importante effetto dei media non è tanto quello di influenzare
l'atteggiamento del pubblico su un problema, ma sul rendere questo problema più visibile (sia dall’opinione
pubblica sia dalla politica).
Questo fenomeno viene chiamato AGENDA SETTING ovvero agenda politica.
Uno degli effetti collaterali che conseguono alla spirale del silenzio.
È l'esercizio, da parte dei mass-media, di una pervasiva funzione conformativa di omologazione e di
conservazione dell'esistente, che di fatto li spinge a svolgere un ruolo ostile al rinnovamento delle
sensibilità, dei gusti e delle opinioni.
L’agenda politica in una democrazia
In una democrazia, l’agenda politica si dovrebbe formare in contesti (forum) di discussione aperta, in cui i
rappresentati degli apparati politici interagiscono con i new-media, cercando di stabilire:
- a quali temi vada attribuita la priorità
- e di affermare una rappresentazione favorevole del clima d’opinione
QUALITà DI UNA DEMOCRAZIA = la qualità di una democrazia dipende:
- dal pluralismo dei mezzi di comunicazione
- dal mantenimento della distinzione dei ruoli tra: coloro che informano e i politici
quando questa distinzione scompare, il grado di auto-referenzialità del sistema di governo
AUMENTA e questo favorisce un distacco tra l’elite politica e i cittadini
L’influenza che i new-media hanno sulla politica varia a seconda del contesto sociale e politico
dell’ambiente in cui operano.
democrazia consolidata = l’interazione fra i new-media e la politica tende a produrre degli effetti
involutivi
Questo ha reso popolare la figura dello “SPIN DOCTOR” che si occupa di fornire ai new-media e all’opinione
pubblica la versione autenticata dei fatti, ossia quella più favorevole degli eventi e dei temi più scottanti
(anche a discapito dei fatti stessi).
I COMPITI DELLO SPIN DOCTOR SONO:
- i compiti dello spin doctor sono molto vari ma sono riconducibili allo stesso principio, riassumibile
in “massaggiare il messaggio”. A tal proposito, si intende estrarre il meglio da qualsiasi situazione in
cui sia implicato il suo committente, fornendo ai media una versione aggiustata di un evento.
Quindi le attività dello spin doctor si possono associare a quello del tradizionale addetto stampa o
consulente d’immagine.
- Lo spin doctor gestisce una crisi con messaggi o tattiche comunicative ad hoc, specialmente nel
campo della politica, nei confronti ad esempio di una decisione impopolare, correggendo e
smussando eventuali incaute prese di parola del politico che assiste, fornendo all’opinione pubblica
l’interpretazione sexed up delle esternazioni del soggetto per cui lavora, al fine di evitargli critiche o
comunque commenti malevoli.
- Un'altra attività dello spin doctor è fornire notizie "informali" ai giornalisti, facendole passare per
confidenze o facendole filtrare come notizie anonime.
- Altro compito dello spin doctor è promuovere l’immagine di un soggetto come se fosse un prodotto
commerciale.
Benjamin Ginsberg = ha affermato che nell’attualità dominano le opinioni delle masse manipolate.
Secondo Ginsber, viene a formarsi un circolo vizioso tra le masse e i politici: in cui, i politici, che
sono interessati ad assecondare il pubblico, ne catturano l’immagine tramite i sondaggi d’opinione
per poi usarla come una loro risorsa di potere.
A tal proposito, Bourdieu ha accusato la televisione di cedere alla logica commerciale e di piegarsi
al “PLEBISCITO POPOLARE”.
Un altro rischio è l’atrofizzazione della massa, causata dalla possibilità di accedere a enormi
quantità di informazioni, con maggiore velocità. Questo fatto è aggravato dall’impossibilità degli
individui al sottrarsi alle tecnologie digitali e dal loro impatto sulla vita corrente.
Il divario tra l’uomo e la tecnica sta facendo nascere una “PATOLOGIA DELLA PERSONALITà” intesa
come una mancata sincronizzazione tra il mondo umano e quella rappresentato dalla tecnica e
della tecnologia. Le tecnologie stanno assorbendo la capacità intellettuale dell’uomo, a discapito
delle sue potenzialità emotive.
Questo ha fatto portato alla possibilità di poter creare un’identità digitale che ci renda riconoscibili
all’interno di questa sfera e di costruire delle relazioni virtuali con altre identità digitali. Questo
processo permette a ciascun soggetto di costruirsi una vera e propria identità e consente uno
sdoppiamento della nostra personalità.
I siti personali
I siti personali possono avere vita propria, possono venire consultati da terzi senza che i proprietari siano in
quel momento collegati online e possono raccogliere automaticamente le informazioni.
1. Un esempio sono le nuove tecnologie vocali che permettono ai computer o alle segreterie
telefoniche non solo di parlare e leggere i messaggi, ma che di capire quello che gli chiediamo.
2. Un altro esempio è la tecnologia di personalizzazione che consente di lasciare delle tracce in
ambienti digitali pubblici e consentendo:
- All’utilizzatore di essere riconosciuto
- Di ricordare le ultime preferenze
LUOGO PERSONALE DI ARCHIVIAZIONE = tutti i contenuti memorizzati dai siti personali hanno bisogno di
un luogo personale di archiviazione (personal digital space), i cui aspetti innovativi sono legati alle sue
potenzialità di sistema (perché esse consente di realizzare una vera e propria memoria estesa che si integra
a quella fisiologica).
CARATTERI DEI LUOGHI DI ARCHIVIAZIONE = uno dei caratteri dei luoghi di archiviazione è la sua proprietà
di forzare la sintesi, la strutturazione e l’organizzazione dell’informazione consente un’archiviazione
orientata al riutilizza.
Esempio per capire: Il riassunto (o la selezione) di un saggio in forma cartacea non è riutilizzabile: ma si può
solo rileggere, invece il riassunto in forma elettronica si può riutilizzare e anche integrare con altri contenuti.
Inoltre, ad oggi la comunicazione pubblicitaria viene sempre più integrata o sostituita dalla comunicazione
sul web.
INTERFACCIA = L’interfaccia non è più solo il luogo dove si attivano le funzionalità del prodotto ma, tende a
diventare il luogo dove si scambiano le comunicazioni fra il prodotto e il suo utilizzatore.
Pierre Levy, infatti, sostiene che l’uso sociale di una tecnologia deriva dalla sua tecnologia ma dalla sua
interfaccia e dalle modalità cui viene articolato il rapporto tra uomo e macchina.
La dimensione corporea è rimasta centrale
In una società che sembra trasformare tutto in virtuale, la dimensione corporea è ritornata a essere
centrale, quasi per una sorta di bilanciamento fra aspetti immateriali e aspetti materiali.
Marshall McLuhan
Fasi della comunicazione umana
Marshall McLuhan afferma che la storia della comunicazione umana, a partire dal congegno voce, è
composta da 3 fasi:
1. Fase predominata della “forma orale” (dell’oralità) = durata 250 mila anni
2. Fase dominata dalla scrittura = durata 2500 anni
3. Fase dominata dall’elettricità e dai suoi artefatti = ha poco più di cento anni e sarà più breve della
seconda.
La terza fase, dominata dall’elettricità, ha permesso di estendere il nostro corpo in senso spaziale, abolendo
il tempo e lo spazio e creando un villaggio globale.
Questo fenomeno si è manifestato soprattutto nel SINCRONISMO DI MASSA.
SINCRONISMO = il primo modello di connessione, di inizio 900, che ha dato vita ai primi importanti
fenomeni di sincronismo di massa è la radio.
Al centro della comunicazione non c’è lo scambio comunicativo tra due o più soggetti, ma il diffondersi
rapido dell’informazione verso una moltitudine di consumatori.
L’INFOSFERA = l’utente, attraverso l’interfaccia digitale, è messo in contatto con l’infosfera (ossia una
dimensione inedita).
La connessione
Dal punto di vista fenomenologico, la connessione dipende dai metodi, dalle tecniche e dalle forme con cui
questa connessione si effettua.
Inoltre, nell’ambito del paradigma digitale, le disparità economiche hanno un impatto minore delle
disuguaglianze cognitive.
Queste disparità economiche hanno generato una serie di effetti tra gli utenti:
- L’imitazione degli stili di vita delle elite
- L’imitazione degli atteggiamenti divistici dello star system
- L’uniformazione del modo di pensare il proprio corpo e il proprio modo di vestire (sviluppando un
conformismo creativo)
- L’assimilazione (per lo più inconscia) dei messaggi che orientano i consumi e le opinioni
Il tempo
Le nuove forme di comunicazione hanno anche trasformato il modo di pensare il tempo (infatti il presente
si è dilatato e raccoglie più il “divenire”).
Ormai viviamo in un tempo visuale mentre facciamo fatica a vivere nel “tempo storico”.
Le strutture di questo ripensamento del tempo sono che:
- Le strutture narrative, che un tempo contribuivano alla costruzione del senso, si sono affievolite.
Dall’altro lato, l’evoluzione dei sistemi tecnologici altera i meccanismi cognitivi, dandogli una
dimensione virtuale.
In tal senso, il visuale ha preso il posto dello storytelling (ossia del tempo narrato).
Con i new media e la rete tutto si presenta accelerato e questo diminuisce lo spazio tra l’azione e la
reazione.
I mass media hanno contribuito a d un multiculturalismo e ad una condivisione dei destini.
Da questo stato di cose si genera per reazione l’atteggiamento nimby – not in my back yard, non nel mio
giardino.
In che cosa consiste?
Nel riconoscere come necessari, o possibili, gli oggetti o le circostanze che stanno alla base del contendere,
ma allo stesso tempo nel non volerli nel proprio ambiente o nel proprio territorio a causa delle eventuali
controindicazioni o disagi di cui sono portatori.
I media
I new media, a causa della loro struttura comunicativa:
- Modificano la nostra percezione della realtà (senza che gli individui se ne accorgano)
- Nonostante la grande quantità di informazioni, è complicato determinarne la veridicità
Marshall McLuhan intuì gli effetti dei new-media sull’uomo e li sintetizzò nella formula “The medium i the
massage”.
Thomas S.Eliot in un suo saggio critico scrisse che il poeta si serve del significato come un ladro di serve del
pezzo di carne che lancia al cane di guardia per distrarlo e entrare in casa.
Per analogia possiamo dire che credere che un sito Internet trasmetta contenuti piuttosto che “forme di
mutamento” è come pensare che lo scopo del ladro sia sfamare il cane di guardia.
In realtà noi siamo massaggiati (circuiti) dal mezzo e in qualche modo plasmati da esso.
In altri termini, i new-media ci condizionano e contribuiscono a modellare il nostro modo di pensare.
McLuhan
McLuhan è l’autore più famoso della Scuola di Toronto.
Il fatto che la comunicazione visuale di massa sia diventata una merce preziosa rende estremamente
importante lo studio delle strategie con cui vengono prodotti e diffusi i messaggi, specialmente quando lo
scopo di questi è di influenzare i comportamenti dei destinatari.
Per la sociologia, i mass-media vanno considerati come di nuovi, potenti e incontrollabili agenti della
comunicazione.
I mass media sono incontrollabili soprattutto dal punto di vista della loro capacità di manipolare l’opinione.
Questi agenti di socializzazione (mass media) dipendono da:
- Strategie intenzionali (come quelle contenute nelle reti radiofoniche, cinematografiche, televisive e
in internet)
- Effetti indiretti (come la massificazione dei consumi e degli stili di vita che scaturiscono dalla
pubblicità occulta, come quella dei telefilm e reality show)
Kerckhove
Il sociologo Kerckhove ha lavorato a lungo con McLuhan.
È stato uno dei primi ad aprire il dibattito sul tema della connettività, la quale non va intesa solo come un
problema informatico per la comunicazione tra diversi sistemi ma va intesa come un approccio collettivo
composto da singoli soggetti, che lavorano al raggiungimento di un obiettivo (che può essere un oggetto
multimediale o cognitivo).
Lo scopo di Kerckhove è quello di studiare come le nuove tecnologie influenzeranno la società, integrando
in nuovi sistemi delle nuove espressioni artistiche e culturali, portando ad un’ESTETIZZAZIONE DELLA
SOCIETà.
ARTE SITUAZIONALE = secondo Kerckhove questa epoca darà vita ad una nuova estetica, in cui le forme di
interazione sociale (mediate dai congegni informatici) saranno legheranno l’arte ai nuovi paradigmi
scientifici.
Per quanto riguarda l’arte, l’attenzione si sposterà dall’ARTISTA PRODUTTORE al soggetto FRUITORE-
CONSUMATORE, che interverrà direttamente sull’opera progetto.
La rete
La rete è destinata a diventare uno strumento di nuove aggregazioni socio-culturali e, in questo modo, i
rapporti sociali riacquisiscono una parte del poter che avevano perduto (con l’affievolirsi delle ideologie
durante il 900).
McLuhan affermò che i media moderni possono essere equiparati alle forme ambientali nei quali vive
l’uomo e costituiscono degli “ambienti digitali” (nei quali l’uomo vive nelle sue fantasie).
Il linguaggio visuale
Le immagini
Nella post modernità le relazioni sociali sono ormai sempre più “mediatizzate” dalle immagini ed è sempre
più simile ad uno spettacolo.
Infatti, Guy Debord definì lo spettacolo come un rapporto sociale fra gli individui, il quale è mediato dalle
immagini.
Oggi le immagini:
- hanno sostituito la scrittura come canale privilegiato della comunicazione
- e giocano un ruolo fondamentale nella costruzione dei significati e della produzione simbolica
Il mondo, come esperienza testuale, è stato, in questo secolo, in buona parte sostituito da un mondo come
esperienza visuale.
Questo cambiamento porta a ridefinire il rapporto tra il linguaggio scritto e il linguaggio visuale, perché
questo rapporto è alla base:
- di numerosi processi culturali
- delle formazioni sociali
- delle ideologie della società
Oltre alle immagini fotografiche, televisive e informatizzate, esistono molte altre forme di dati visuali che
circondano l’esperienza del vivere.
Infatti, buona parte dell’interazione sociale si basa sulla comunicazione prodotta dal linguaggio del corpo e
dalle espressioni del viso.
Il passaggio da una sociologia tradizionale a quella visuale ha prodotto una serie di interrogativi:
- chi produce le immagini e per quale motivo?
- Da chi sono viste e a chi sono indirizzate?
- Chi le utilizza e in che modo?
I cultural studies
Le caratteristiche dei cultural studies
- 1° aspetto = La caratteristica principale della cultura visuale è la TENDENZA A VISUALIZZARE DELLE
COSE NON VISUALI, con l’aiuto di supporti tecnologici e digitali.
- 4° aspetto = Un ultimo e importante aspetto della cultura visuale è la visualizzazione del mondo.
La visualizzazione suppone che le immagini non siano né la realtà né la sua rappresentazione, ma
una sua simulazione che capovolge l’idea stessa di realtà.
Visualizzare
Visualizzare (e realizzare un’immagine) non significa solo “mostrare” ma, in sociologia, significa produrre
una costruzione sociale, anche quando quest’ultima mantiene un rapporto indicativo con la realtà
rappresentata (come nella fotografia e nel cinema).
Quindi visualizzare significa dare una definizione della realtà e per questo contribuisce a rendere visibili le
relazioni di potere.
Due esempi sono:
- La rappresentazione della donna e dell’uomo nella pittura europea esplicitano una relazione di
potere, nella quale l’uomo è colui che guarda, dominando, la donna. La donna è colei che appare.
- Tramite la fotografia colonialista, la cultura occidentale ha diffuso in Europa l’immagine del
selvaggio, per legittimare il razzismo e la violenza colonialista
Vedere è potere
La visualizzazione e il punto di vista costituiscono una forma di potere perché equivale a controllare.
Infatti, la società nei paesi industrializzati è sempre più controllata dalle telecamere.
Inoltre, dobbiamo considerare il potere di visualizzare, e dunque di veicolare dei significati, è un oggetto di
negoziazione socioculturale. Questo avviene perché la visualizzazione si attua sempre all’interno di una
cultura.
Dato che le immagini sono un’interpretazione del mondo, la cultura dipende dall’interpretazione che i suoi
membri danno a ciò che li circonda.
Le immagini, infatti, sono delle strutture interpretative che dipendono dal modo con le quali si usano e da
chi le usa.
Inoltre, la natura delle immagini è ambigua perché linguaggio visuale è polisemico; quindi, la molteplicità
dei significati connotati di un’immagine possono essere dirottati dal significato denotativo.
Questo avviene perché il significato denotati Ivo e significato connotativa non sono separabili l’uno
dall’altro.
A differenza del linguaggio visuale, il linguaggio verbale possiede un codice connotato basato su una logica
razionale, su una grammatica e una sintassi; per questo motivo consente una sola interpretazione.
A tal proposito, le tre rivoluzioni dello scorso millennio, hanno avuto un forte impatto sul mondo,
trasformando per sempre:
- La nostra storia culturale
- Il nostro modo di percepirci
1° RIVOLUZIONE (COPERNICO)
In antichità, l’uomo viveva nell’illusione di essere al centro dell’universo e di essere stato mandato sulla
Terra da un dio creatore. Questa illusione serviva all’uomo per convivere con la consapevolezza
dell’inevitabilità della morte.
Nel 1543, il matematico e fisico polacco Copernico pubblicò un tratto sulla “ROTAZIONE DEI COPRI
CELESTI”.
La COSMOLOGIA ELIOCENTRICA spodestò la Terra dal centro dell’universo, costringendo a riconsiderare il
nostro modo di rapportarci ad essa.
Infatti, era necessaria accettare che la Terra è un piccolo pianeta.
2° RIVOLUZIONE (DARWIN)
La 2° rivoluzione avviene nel 1859 quando Darwin pubblicò “L’ORIGINE DELLA SPECIE”.
In questo libro venivano riassunti anni di esplorazioni scientifiche sul campo, dalle quali Darwin dedusse che
ogni specie vivente è il risultato di un’evoluzione da progenitori comuni, attraverso un processo di selezione
naturale.
Con Darwin, la parola “evoluzione” acquistò un nuovo significato, ritenuto da molti sgradevole.
3° RIVOLUZIONE (FREUD)
Nonostante fossimo coscienti di non essere al centro dell’universo e di essere poco più che animali,
eravamo ancor padroni della nostra mente.
Freud distrusse questa illusione, dando inizio alla 3° rivoluzione.
Freud dimostrò che la mente è inconscia e incontrollabile, infatti:
- la maggior parte delle nostre azioni sono frutto del nostro inconscio
- gli stati coscienti sono utilizzati per giustificare razionalmente le nostre azioni
Freud, con questi studi, dimostrò che l’uomo non è libero neanche nella sua coscienza, proprio perché
quest’ultima è controllata più dall’inconscio che dalla nostra volontà.
I Big Data
Il numero civico
Intorno alla metà del ‘700 in molte città europee si cominciò a numerare le abitazioni in ordine crescente,
erano nati i numeri civici.
Questo provvedimento veniva incontro alle richieste del fisco e delle forze dell’ordine per rintracciare e
identificare facilmente le persone. Ci furono molte proteste da parte dei cittadini, i quali erano contrari a
questa misura.
I numeri civici vennero introdotti a Parigi nel 1805 da Napoleone.
Le osservazioni sulla nascita della numerazione stradale ci servono per capire meglio l’enorme distanza –
tecnica, culturale e politica – che separa questi anni dall’epoca nella quale viviamo.
Un’epoca caratterizzata dalle identità digitalizzate e geolocalizzate.
I BIG DATA
Nella storia dell’umanità, mai come oggi si è stati in possesso di una quantità così enorme di informazioni
immagazzinate sui fenomeni e i comportamenti sociali. Queste informazioni confluiscono nell’area dei BIG
DATA.
I Bigdata hanno reso obsoleto i metodi precedenti (che consentivano di estrapolare delle informazioni
mirate), mettendoci nella condizione – inedita – di possedere una quantità di dati maggiore di quella che i
mezzi più accessibili ci permettono di gestire.
Nel 2000 = le informazioni registrate erano per il 25 per cento supportate da un formato digitale e per 75
per cento contenute su dispositivi analogici (carta, pellicola, nastri magnetici, ecc...)
Nel 2013 = le informazioni digitalizzate erano stimate intorno ai 1200 exabyte, vale a dire erano il 98 per
cento, mentre quelle analogiche si erano ridotte al 2 per cento.
C’è da considerare che questi dati fanno capo a pochissimi soggetti, sono di fatto concentrati in pochissime
mani.
Grazie al digitale, siamo circondati in nuovi geo-scenari sociali e culturali, per esempio:
siamo circondati dalle nanotecnologie = le nanotecnologie sono un ramo della scienza applicata
alle tecnologie che si occupano del controllo della materia su una scala dimensionale nell’ordine del
nanometro, ovvero un miliardesimo di metro e dalla progettazione e realizzazione di dispositivi in
tale scala.
siamo inseriti nell’internet delle cose = l’espressione “internet delle cose” si riferisce all’estensione
di internet nel mondo degli oggetti e dei luoghi concreti.
siamo immersi dal web semantico = con l’espressione “web semantico”, coniata da Berners Lee, si
intende la trasformazione del World Wide Web in un ambiente dove i documenti pubblicati sono
associati ad informazioni e a dati che ne specificano il contesto semantico in un formato adatto
all’interrogazione e all’interpretazione.
siamo utenti del cloud computing = il cloud computing è una tecnologia che, tramite un server
remoto di risorse software e hardware, offre un servizio di archiviazione dati. Il suo utilizzo è offerto
come servizio da un provider tramite abbonamento.
possiamo usufruire di giochi basati sul movimento del corpo e possiamo usufruire di applicazioni
per smarthphone e tablet
possiamo usufruire del GPS = il GPS è un sistema di posizionamento satellitare che permette di
conoscere la longitudine e latitudine di un oggetto o persona
siamo immersi nella realtà densificata, abitata da numerose nuove tecnologie (droni, cyber-armi
ecc) = Sono tutti argomenti che costituiscono un terreno di polemiche tra tecnofili e tecnofobici,
che alimentano un’ampia discussione tra coloro che si domandano che cosa non riusciamo o non ci
e consentito di comprendere e che cosa si nasconde dietro tutto questo.
La forma storica della società dell’informazione ha le sue radici nella scrittura e nell’invenzione della
stampa e dei mass media; quindi si basa sulla capacità di REGISTRARE E DI TRASMETTERE.
Oggi, con il digitale questa società si è evoluta con una nuova capacità, quella di PROCESSARE.
Una capacità che, paradossalmente, ha contribuito a generare nuove forme di DEFICIT COGNITIVI.
I paesi del G/ costituiscono una “società dell’informazione” perché più 70% del PIL (cioè del loro prodotto
interno lordo, un indice che misura il livello dei beni e servizi di una nazione, anche se non rappresenta il
benessere) dipende da beni intangibili che concernano l’informazione – e non da beni materiali.
L’algoritmo
Cosa è un algoritmo
L’algoritmo è un processo logico formale che si struttura articolandosi in una serie di passaggi logici
elementari. Questo processo conduce a un risultato, definito da un numero finito di passaggi.
Lo schema logico di un algoritmo si può esprimere con la forma if / then – SE/ALLORA.
L’algoritmo e l’informatica
L’importanza degli algoritmi è esplosa con la nascita dell’informatica.
L’informatica è la scienza che studia l’elaborazione, la rappresentazione e l’organizzazione delle
informazioni e le sue applicazioni.
Lo sviluppo dell’informatica è strettamente legato all’evoluzione del computer.
L’informatica si è sviluppata come disciplina autonoma solo a partire dagli anni ’60 del secolo scorso, in
seguito all’invenzione nel 1936 della macchina di Turing, inventata da Alan Turing.
La macchina di Turing
La macchina di Turing è un concetto logico astratto (INFATTI LA MACCHINA DI TURING NON ESISTE MA è
SOLO UN CONCETTO LOGICO-ASTRATTO), che si compone di due parti:
- La prima parte è capace di interpretare una famiglia di algoritmi
- La seconda parte è capace di immagazzinare i dati, ai quali si applicano gli algoritmi
Il computer
Dal punto di vista dell’informatica, un computer non è altro che la realizzazione fisica di una macchina di
Turing.
Nel computer, i dati sono scritti su una memoria chiamata hard disk e sono processati da circuiti logici
chiamati processori.
Questi processori sono la parte della macchina che è capace di compiere i passaggi logici e, estraendo i dati
immagazzinati nella memoria, interpretandoli infine seguendo le istruzioni ricevute.
I tipi di algoritmi
La rete ha permesso di dare vita a diversi tipi di algoritmi. I due tipi di algoritmi più popolari sono:
- Gli algoritmi di ottimizzazione = che cercano la soluzione che minimizza o massimizza una funzione.
- Gli algoritmi probabilistici = trattano i Big Data, ossia l’insieme delle tecnologie e delle metodologie
di analisi dei dati massivi. Gli algoritmi probabilistici estrapolano, analizzano e mettono in relazione
una quantità enorme di dati eterogenei, con l’obiettivo di scoprire i legami tra fenomeni diversi e
prevedere quelli futuri.
Per questo motivo, gli algoritmi probabilistici vengono detti anche “predittivi”.
Questo però può portare a dei problemi di Privacy.
I Big Data
I Big data sono un insieme di dati eterogeni enorme, in continua evoluzione. Con i Big Data, il concetto
importante è quello di identificare degli schemi narrativi o dei modelli che consentono di portare alla luce
delle tendenze e dei comportamenti (MA NON LEGGI).
I Big Data nascono alla fine del secolo scorso in seguito all’aumento della capacità di trattamento e di
salvataggio dei dati che rese disponibile una grande quantità di informazioni sotto forma digitale.
L’unità che misura il volume dei Big Data e il PETABYTE, che rappresenta 1 MILIONE DI GIGABYTE.
Un esempio di Big Data sono le informazioni collezionate in tempo reale dai social network, dai grandi
mercati online o mediante le applicazioni che usiamo sui nostri telefoni.
SICUREZZA E CONTROLLO FACCIALE = i Big Data vengono usati anche nel campo della sicurezza e del
controllo facciale (un esempio è il riconoscimento facciale che si basa sulla capacità di raccogliere e
analizzare rapidamente i flussi dei dati provenienti dalle telecamere installate in luoghi pubblici, sui social
network o siti web.
DEEP LEARNING = il deep learning è una forma di intelligenza artificiale, costituito da algoritmi che
consentono a una macchina di prendere decisioni, operando sulla possibilità di far convergere:
- tecniche di calcolo
- con un’altra probabilità di affidabilità
GLI ALGORITMI PREDITTIVI = sono degli algoritmi che permettono di stimare la probabilità di realizzazione
per un determinato evento (a partire dalle condizioni misurate in un dato momento).
Gli algoritmi predittivi possono:
- essere associati alle leggi della fisica
- oppure avere un approccio statistico ed essere estratti per inferenza da un insieme di dati = in
questo caso, inferenza statistica è il procedimento per il quale si deducono le caratteristiche di una
popolazione dall’osservazione di un campione, selezionato casualmente.
(più grande è il campione più alta è la probabilità che le correlazioni osservate statisticamente
ricettano la legge che regola il comportamento del fenomeno in questione).
I Big Data consentono di migliorare gli algoritmi predittivi, anche grazie a metodi di deep learning,
rendendo questi algoritmi sempre più performanti.
DUBBI SUGLI ALGORITMI PREDITTIVI = tra i dubbi che is possono avere riguardo agli algoritmi predittivi vi è
la questione etica e politica, perché la gestione dei Big Data concerne a pochi gruppi industriali e militari.
Il problema è costituito dal fatto che nessuna organizzazione, scientifica o politica, ha utilizzato i Big Data
per controllare delle inferenze (inferenze = sono deduzioni che hanno l’obiettivo di provare una
conseguenza logica).
Infatti, si è sviluppata la tendenza ad usare i Big Data non per provare delle inferenze ma per cercare di
convincere senza delle basi solide e dei dati.
I dati, che formano i Big Data, provengono:
- dagli addetti ai lavori
- dalle azioni giornaliere degli utenti
La Sentimental Analysis Data espone come la prelevazione dei dati, che determinano i flussi, è un processo
che produce un PLUSVALORE, il quale si forma:
- dal singolo individuo
- dalla relazione di molteplici individui
MACHINE LEARNING
Il meccanismo, alla base delle nuove forme di intelligenza artificiale, è l’”apprendimento automatico” o
“machine learning”
Nel machine learning, l’algoritmo acquisisce in modo autonomo i dati, presi da degli enormi dataset; a
differenza degli algoritmi classici, che svolgono dei compiti in base a degli ordini precisi.
Il procedimento del machine learning può essere applicato a qualunque cosa, vivente o non vivente.
Petabyte
Il Petbyte è l’unita che misura la quantità di dati e informazioni. Il termine deriva dall’unione della parola
“peta” (che deriva dal greco “penta” e indica 1000 alla quinta) con byte.
IL PROBLEMA DEI PETABYTE: Il problema dei Petabyte è il fatto che l’algoritmo apprende ed elabora i dati e
fornisce dei risultati e delle valutazioni, senza che si sia a conoscenza dei criteri che conducono alla scelta
finale.
In questa fase di apprendimento, la macchina si approfitta anche dei bias, ovvero degli errori che
potrebbero trovarsi nel dataset iniziale.
Un esempio di Petabyte sono i bot, ovvero dei programmi in grado di interagire in modo automatico con il
sistema o con gli altri utenti di esso e sono programmati per comportarsi come gli esseri umani.
L’algoritmo di un machine learning, infatti, apprendono velocemente i dati e, a differenza dalle capacità di
analisi di un individuo, esse non sono influenzate dalla cultura.
LA NON TRASPARENZA DEI BIG DATA: Quello che preoccupa in questo momento le scienze sociali non è
l’input – i Big data estratti dall’attività di miliardi di consumatori – né l’output, ma la mancanza di
trasparenza, dato che i dataset vengono tenuti in gran segreto dalle grandi multinazionali (come Amazon).
Questo perché la maggior parte dei ricavi di queste grandi multinazionali derivano dalle informazioni che
acquisiscono sui consumatori.
Profilazione digitale
L’identità personale e l’identità digitale
IDENTITà PERSONALE = l’identità personale è costituita dall’insieme delle caratteristiche di un individuo e
deriva da un processo di autodeterminazione, nel quale l’identità si auto costruisce grazie a dei modelli
proposti dall’ambiente familiare e socioculturale nel quale l’individuo si trova a vivere.
L’identità personale non è mai statica ma la sua natura è molteplice.
Imposta = l’identità digitale imposta viene creata da agenzie esterne, sulla base di dati collezionati.
Clarke ha distinto quattro categorie di persone digitali imposte:
- 1° categoria = gli individui che non sono a conoscenza degli archivi che conservano i loro dati
sensibili
- 2° categoria = gli individui che sono a conoscenza degli archivi dati, ma non possono accedervi
- 3° categoria = gli individui che sono a conoscenza degli archivi dati e ne hanno accesso, ma non
conoscono i codici per decodificare le informazioni su tali archivi
- 4° categoria = gli individui che hanno accesso ai loro dati e, nonostante siano conoscenza del fatto
che gli sono state sottratte delle informazioni, non ne conoscono il motivo
Il profiling
Il profiling disegna la fisionomia digitale di un utente, in base al suo comportamento, facendo diventare
l’individuo come un qualcosa di misurabile e manovrabile.
PROFILING CRIMINALE = Questo sistema deriva da quello utilizzato dalle forze dell’ordine, i quali utilizzano
un profiling criminale che identifica gli schemi ricorrenti di un criminale.
PROFILING COMMERCIALE = Il profiling viene utilizzato anche in ambito commerciale identifica il
comportamento non solo dei consumatori, ma è in grado di anticipare i desideri di consumo.
PROFILING PER LEGAMI SOCIALI = Un altro tipo di profiling digitale riguarda le interazioni e i processi
emotivi, maturati da un utente sul web, con l’obiettivo di delineare i legami sociali di un utente.
A cosa servono i cookie = quando su un sito, un utente effettua una ricerca, viene installato sul browser un
cookie che riporta la sua richiesta, la quale viene definita QUERY.
In seguito a questa richiesta, un software installato sul sito consultato e utilizzerà l’informazione per offrire
all’utente la pubblicità legata alla sua ricerca.
In questo caso, si tratta di un cookie di proliferazione.
Altri sistemi di tracciamento = oltre i cookie di proliferazione, esistono altri sistemi di tracciamento come:
- LSO (Local Shared Object) = conosciuti con il nome di flash cookie
- E-tag = ossia un database nascosto all’interno del browser; esso viene usato soprattutto dalle
grandi compagnie come Google e Amazon
IL PROBLEMA DEI PROFILING = il problema dei profiling è che i nostri broswer sono pieni di software che
hanno lo scopo di tracciarci e tracciare le nostre interazioni con glia altri, facendo diventare la nostra
identità una moneta di scambio.
Panopticon (o Panottico)
Panopticon o panottico è un carcere digitale progettato nel 1791 dal filosofo Bentham, che permette ad un
solo sorvegliante di osservare (opticon) tutti (pan) i soggetti di un carcere, senza che essi ne siano a
conoscenza.
Data mining
Cosa è il data mining
Il data mining indica l’estrazione di informazioni, eseguita in modo automatico, da un grande quantità di
dati con l’obiettivo di definire dei pattern, stabiliti sulla base di dati statistici.
Il data mining viene usato per orientare le opinioni e le decisioni degli individui.
Le 4 V (4 misure)
Esistono 4 misure, definite 4 V, che consentono di catalogare i dati raccolti e stabilirne la grandezza:
- Il volume = che riguarda l’accumulo dei dati
- La velocità = che riduce i tempi di analisi dei tempi e li svolge in tempo reale, togliendo quelli
obsoleti o che potrebbero diventarlo
- La varietà = ossia la varietà di dati, classificati in strutturati e non strutturati che incide sul valore di
rete. I dati strutturati costituiscono il 20% di tutti i dati mentre i dati non strutturati sono i dati che
non presentano uno scherma e sono composti da informazioni che specificano il contenuto e il
contesto della pagina.
- La veridicità = che indica il grado di attendibilità dei dati.
Le 4 V (le quattro misure) sono legate da processi di INTERDIPENDENZA e partendo da esse, i Big Data
svolgono delle analisi per ottenere un quadro definito dei processi decisionali.
In che modo il passaggio dai fatti ai dati come modalità di giudizio cambia il modo in cui vediamo le cose?
I dati non sono delle realtà oggettive perché:
- sono condizionati dal contesto nel quale vengono sviluppati
- e per questo motivo, mettono in luce solo alcuni aspetti a discapito di altri
I Big Data, essendo creati negli stessi anni, invecchieranno e moriranno nello stesso momento = è
stato creato il paradigma MTBF (mean time before failure) che stima l’aspettativa di vita di un
sistema
FENOMENO SOUSVEILLANCE = Tuttavia vanno considerati anche gli aspetti positivi: uno di questi è il
fenomeno SOUSVEILLANCE.
Questo fenomeno consiste nello sfruttamento delle immagini digitali postate in rete dalle persone per
aiutare la polizia a individuare rapidamente gli autori degli attentati.
Un esempio di questo fenomeno avvenne alla maratona di Boston.
Intelligenza artificiale
L’identità personale e l’identità digitale
Gli studi riguardanti l’intelligenza artificiale risalgono alla metà del secolo scorso (1950).
I software dell’intelligenza artificiale non sono in grado di pensare e non sono consapevoli delle loro azioni.
I software, infatti, sono solo in grado di processare una quantità enorme di dati e di metterli in relazione tra
loro, creando dei modelli statistici.
I mezzi utilizzati per arrivare a questo risultato sono due:
Il machine learning = è l’apprendimento automatico, ossia una branca dell’intelligenza artificiale
che fornisce ai computer l’abilità di apprendere, senza essere stati esplicitamente programmati.
- Capacità simboliche = Alla fine del secolo scorso, l’intelligenza artificiale si basava sulle capacità
simboliche, in cui le macchine apprendevano tutte le regole necessarie per svolgere un
determinato compito.
Il modello simbolico ha grossi limiti, infatti funziona solo in quei campi che hanno regole rigide e
chiare.
- I limiti e i problemi del modello simbolico, portarono allo sviluppo del machine learning; che si
basa sull’apprendimento attraverso tentativi ed errori, usando il calcolo statistico.
- Software predittivi = Il problema diventa ancora più delicato con i software predittivi in mano alle
forze dell’ordine perché spesso essi Qniscono per causare – come dice la sociologia – una profezia
che si auto-avvera o che si auto-adempie.
In sociologia una profezia che si auto-adempie o che si auto realizza, è una previsione che si realizza
per il solo fatto di essere stata espressa.