A 05 Relazione Di Calcolo Strutturale PDF
A 05 Relazione Di Calcolo Strutturale PDF
A 05 Relazione Di Calcolo Strutturale PDF
Provincia di Nuoro
PROGETTO DEFINITIVO-ESECUTIVO
Ing. Giordano Fadda, Arch. Gian Luca Cara, Dott. Geol. Alessandro
PROGETTISTI: Stancari, Arch. Francesca Lai
TAVOLA ELABORATO
Rev. Data
Settembre 2021
1 - PREMESSA ................................................................................................................................................. 3
2 – DESCRIZIONE DELL’OPERA ................................................................................................................. 4
3 - NORMATIVA DI RIFERIMENTO ............................................................................................................ 9
4 - MATERIALI IMPIEGATI E RESISTENZE DI CALCOLO ................................................................... 10
5 - LIVELLI DI CONOSCENZA E FATTORI DI CONFIDENZA............................................................... 13
6 - ANALISI DEI CARICHI ........................................................................................................................... 21
7 - VALUTAZIONE DELL’AZIONE SISMICA ........................................................................................... 22
8 - AZIONI SULLA STRUTTURA ................................................................................................................ 26
9 - CODICE DI CALCOLO IMPIEGATO E VERIFICHE EFFETTUATE .................................................. 31
10 PROGETTO DEGLI INTERVENTI.......................................................................................................... 35
11 VERIFICHE DI CONTROLLO CONDOTTE E SINTESI DEI RISULTATI .......................................... 41
12 CONCLUSIONI SUGLI INTERVENTI.................................................................................................... 55
13 VULNERABILITA’ SISMICA E SICUREZZA RAGGIUNTA .............................................................. 58
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1 - PREMESSA
Oggetto della presente relazione di calcolo è l’analisi strutturale della scuola elementare Carmelo Cottone, situata
nel Comune di Siniscola, in seguito alla progettazione di alcuni interventi di rinforzo strutturale.
Viene valutata infine la vulnerabilità dell’edificio, con l’indicazione della classe di rischio sismico associato a seguito
degli interventi di rinforzo.
L’analisi teorico-sperimentale, a firma dall’ing. Porrà in data 05-10-2016 ed il rapporto tecnico “Intervento n.1133/TP
eseguito dal 28.07.2016” mettono in luce in generale la capacità dei solai di resistere, da un punto di vista statico, alle
sollecitazioni di momento flettente indotte dal carico di normativa, così come previsto nel capitolo 3 delle vigenti NTC18,
ma dall’altra mettevano in evidenza l’inadeguatezza dei solati nel resistere alle sollecitazioni taglianti indotte dai carichi
di normativa.
L’obiettivo della presente relazione è dunque quello di verificare che gli interventi di progetto modifichino il coefficiente
di sicurezza nelle verifiche dei solai e, più in generale, la verifica dell’intero corpo di fabbrica allo SLC.
Ci si pone dunque come obiettivo il raggiungimento dei minimi di sicurezza previsti dalle NTC per l’intervento di
miglioramento, e la valutazione del rischio sismico associato. Si vedrà come per l’intervento in esame si abbia un indice
di rischio sismico pari all’unità.
Per conseguire questo risultato si è agito su tre fronti:
- Il consolidamento dei solai esistenti
- Il consolidamento delle fasce soggette a taglio
- Il consolidamento delle travi emergenti in c.a. che interrompono i muri di carico
Le analisi condotte seguono quanto indicato nel capitolo 8 delle NTC e della successiva circolare esplicativa.
Durante le analisi, si prendono in esame le condizioni di carico degli SLE, degli SLU e sismica, così come definite nel
capitolo 2 delle vigenti Norme Tecniche.
A tal fine, si è proceduto alla modellazione della struttura mediante un software ad elementi finiti, utilizzando per le pareti
degli elementi shell bidimensionali, mentre per le travi degli elementi beam monodimensionali.
I solai, per l’ottenimento di un modello più vicino al comportamento fisico della struttura, sono stati modellati come
infinitamente rigidi nel proprio piano solo in presenza di una soletta di spessore di 4 cm, mentre sono considerati
deformabili i solai aventi soletta di spessore pari a 2 cm
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2 – DESCRIZIONE DELL’OPERA
Come anticipato nella premessa, oggetto della presente relazione è la scuola elementare “Carmelo Cottone” sita a
Siniscola in Via Gramsci - Cap 08029.
L’edificio, realizzato intorno agli anni ’50 e che ha subìto successivi interventi negli anni ’80 e negli anni 2000, è costituito
da una struttura in muratura portante, con solaio intermedio laterocementizio, solaio sottotetto anch’esso laterocementizio
e copertura, inizialmente in legno, e in seguito agli interventi sopra citati sostituita da una copertura a falde in
laterocemento.
L’altezza dell’interpiano è pari a 4,25 metri da tavole di progetto originale e successivi rilievi in opera, e altezza del colmo
rispetto al sottotetto pari a circa 150 cm.
Ai fini della modellazione strutturale, essendo il locale mensa aggiunto successivamente e costituito da una struttura
intelaiata in c.a., si è considerata dal punto di vista sismico come indipendente dal corpo principale della scuola.
Il complesso scolastico ha dunque una forma a “U”, pressoché simmetrica una volta escluso il corpo mensa.
Sono presenti 3 corpi scala, uno per ogni lato della scuola, e i bagni sono posizionati a destra e a sinistra della scala
principale.
Le due ali hanno lunghezza rispettivamente pari a 37,9 e 40,2 metri, mentre la parte centrale dell’edificio è lunga 71,2
metri. La larghezza è pari a 10 metri nelle ali, 11 metri nella parte centrale escludendo la zona scale e bagni.
I solai sono tutti orditi lungo la larghezza dell’edificio, ad eccezione di tre ambienti nella parte centrale dell’edificio, nel
quale l’orditura è ruotata di 90°. In ogni caso comunque è presente almeno un muro di spina, cosicché la luce libera del
solaio non supera mai i 6,1 metri.
Lo spessore delle pareti è costante di 60 centimetri
La superficie di ogni piano è pari a circa 1100 metri quadri, per un totale di circa 2200 metri quadri calpestabili, a cui
vanno aggiunti un solaio sottotetto non praticabile ed accessibile per sole manutenzioni, e il solaio che forma le falde
inclinate del tetto.
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Si riporta di seguito la pianta del fabbricato a piano terra, nella quale è possibile vedere le linee di orditura della struttura
a piano primo
Si riportano inoltre la pianta a piano primo e la pianta sottotetto, con l’indicazione delle prove di carico effettuate. Anche
nelle tavole indicate è possibile visualizzare la direzione di orditura dei solai
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Per meglio cogliere il comportamento della struttura, data la notevole regolarità, si è optato per un’analisi statica lineare,
in ossequio al § 7.3.2 delle vigenti NTC, in modo da analizzare la struttura in corrispondenza del plateau dello spettro di
risposta. Data comunque la notevole rigidezza e regolarità della struttura, come verrà meglio descritto nel seguito, gli
interventi di consolidamento necessari sono relativi non in seguito all’applicazione di azioni orizzontali (peraltro esigue,
essendo il plateau dello spettro con una pseudoaccelerazione di circa 0.09g), ma a causa dei carichi gravitazionali,
unitamente all’assenza di fasce piene per il taglio nei solai.
Tale aspetto, come precedentemente richiamato, viene messo in evidenza anche nella relazione dell’Ing. Porrà datata
05/10/2016, che qui si richiama
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Dalla documentazione delle prove di carico effettuate dall’Ing. Porrà in effetti si evince che il solaio è adeguato a
sopportare i carichi di progetto dal punto di vista flessionale, ma non dal punto di vista tagliante. Questo aspettò verrà
ripreso nel capitolo relativo alle verifiche strutturali effettuate. Nel §5 della presente relazione verranno comunque
messi in evidenza i risultati delle prove effettuate sulla struttura, e i difetti rilevati.
La documentazione di riferimento per la modellazione strutturale dell’opera e per il reperimento delle informazioni è di
seguito elencata:
Nella modellazione delle murature, si è utilizzato il prospetto C8.5.I della circolare esplicativa del 7/01/19 per
modellare i parametri meccanici. È stata messa in conto la presenza di cordoli, e per la modellazione si sono utilizzati
come materiali un calcestruzzo C20/25 (di resistenza lievemente inferiore rispetto a quanto si evince dalla relazione
dell’ing. Porrà) e un acciaio FeB22k
Le pareti sono state modellate con una mesh di elementi finiti bidimensionali triangolari di tipo “shell” ai quali è stato
assegnato lo spessore ed il materiale pertinente, considerandone anche la deformabilità tagliante, in funzione del modulo
di taglio.
Ai fini delle verifiche, è stata effettuata una suddivisione di ciascuna parete in:
- maschi: elementi a prevalente sviluppo verticale, che si sviluppano tra il bordo della parete ed un’apertura, oppure tra
due aperture. Tali elementi sono, a loro volta, suddivisi in elementi detti sub-maschi, che comprendono la parte di
maschi confinanti con le aperture;
- fasce: elementi a prevalente sviluppo orizzontale, confinanti con i bordi delle aperture e con i lati dei maschi.
Le tensioni calcolate su ciascun elemento maschio e fascia vengono integrate in un numero variabile di sezioni
significative tipicamente all’inizio, alla fine e nella mezzeria ottenendo le sollecitazioni Momento nel piano e fuori piano,
sforzo assiale e taglio nel piano dell’elemento, con le quali sono effettuate le verifiche di sicurezza richieste dalla
normativa, nel piano e fuori piano.
Ciascun pannello in muratura, inoltre, può essere modellato includendo in sommità un elemento “cordolo” in c.a. del
quale è possibile specificare le dimensioni, le armature ed il materiale. L’elemento cordolo viene modellato anch'esso con
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elementi shell in c.a.
La possibile fessurazione delle pareti in muratura è stata tenuta in conto nel modello considerando un opportuno
decremento del modulo di elasticità e del modulo di taglio, nei limiti di quanto previsto dalla normativa vigente per
ciascuno stato limite.
A tal proposito, è stata operato anche un rinforzo in alcune fasce murarie aventi coefficiente di sicurezza appena
prossimo all’unità, allo scopo di scongiurare eventuali inneschi di fessurazione causati dalle lavorazioni
Per ultimo, si è previsto il rinforzo di due travi (indicate negli elaborati progettuali come T2 e T3) di notevole sezione,
viste anche le luci da coprire (sezioni 60x56 e 60x77, con luci rispettivamente di 3,1 e 6,1 metri) ponendo all’intradosso
delle travi in c.a. un profilato metallico, e rendendolo collaborante alla trave.
Di seguito viene rappresentato il modello strutturale
Vista Anteriore
Vista Posteriore
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3 - NORMATIVA DI RIFERIMENTO
Le fasi di analisi e verifica della struttura sono state condotte in accordo alle seguenti disposizioni normative, per quanto
applicabili in relazione al criterio di calcolo adottato dal progettista, evidenziato nel prosieguo della presente relazione:
Legge 5 novembre 1971 n. 1086 (G.U. 21 dicembre 1971 n. 321)
“Norme per la disciplina delle opere di conglomerato cementizio armato, normale e precompresso ed a struttura
metallica”.
Legge 2 febbraio 1974 n. 64 (G.U. 21 marzo 1974 n. 76)
“Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche”.
Indicazioni progettive per le nuove costruzioni in zone sismiche a cura del Ministero per la Ricerca scientifica - Roma
1981.
D. M. Infrastrutture Trasporti 17/01/2018 (G.U. 20/02/2018 n. 42 - Suppl. Ord. n. 8)
“Aggiornamento delle Norme tecniche per le Costruzioni”.
Inoltre, in mancanza di specifiche indicazioni, ad integrazione della norma precedente e per quanto con esse non in
contrasto, sono state utilizzate le indicazioni contenute nelle seguenti norme:
Circolare 21 gennaio 2019, n. 7 C.S.LL.PP. (G.U. Serie Generale n. 35 del 11/02/2019 - Suppl. Ord. n. 5)
Istruzioni per l'applicazione dell'«Aggiornamento delle "Norme tecniche per le costruzioni"» di cui al decreto ministeriale
17 gennaio 2018.
Eurocodice 6 - “Progettazione delle strutture di muratura” - EN 1996-1-1.
Eurocodice 3 - “Progettazione delle strutture in acciaio” - EN 1993-1-1.
CNR-DT 215/2018 “Istruzioni per la Progettazione, l’Esecuzione ed il Controllo di Interventi di Consolidamento Statico
mediante l’utilizzo di Compositi Fibrorinforzati a matrice inorganica”.
Linea Guida C.S.LL.PP. (Servizio Tecnico Centrale) “Linea Guida per la identificazione, la qualificazione ed il
controllo di accettazione di compositi fibrorinforzati a matrice inorganica (FRCM) da utilizzarsi per il consolidamento
strutturale di costruzioni esistenti”
Linea Guida C.S.LL.PP. (Servizio Tecnico Centrale) “Linea Guida per la progettazione, l’esecuzione e la
manutenzione di interventi di consolidamento strutturale mediante l’utilizzo di sistemi di rinforzo FRCM”
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Tutti i materiali strutturali impiegati devono essere muniti di marcatura "CE", ed essere conformi alle prescrizioni del
"REGOLAMENTO (UE) N. 305/2011 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 9 marzo 2011", in
merito ai prodotti da costruzione.
Per la realizzazione dell’opera in oggetto saranno impiegati i seguenti materiali:
MATERIALI MURATURA
Caratteristiche Muratura
ftm(k)/ fcm(k),0/ fvm(k)0/ t0/ TRT
gm,v/ fcm(k)/
Nid gk aT, i E G CErid Stz ftd,v/ fcd,0,v/ fvd0,v/ t0d,v/ m l
gm,s fcd,v/ fcd,s M F
ftd,s fcd,0,s fvd0,s t0d,s
[N/m3] [1/°C] [N/mm2] [N/mm2] [%] [N/mm2] [N/mm2] [N/mm2] [N/mm2] [N/mm2]
Muratura Siniscola - (Sns)
2,60 0,100 2,60 0,100 0,100
2,50
005 21.000 0,000010 1.500 503 80 F 0,87 0,033 0,87 0,033 0,033 0,40 20 2 2
2,00
1,08 0,042 1,08 0,042 0,042
LEGENDA:
Nid Numero identificativo del materiale, nella relativa tabella dei materiali.
gk Peso specifico.
aT, i Coefficiente di dilatazione termica.
E Modulo elastico normale.
G Modulo elastico tangenziale.
CErid Coefficiente di riduzione del Modulo elastico normale per Analisi Sismica [E sisma = E∙cErid ].
Stz Tipo di situazione: [F] = di Fatto (Esistente); [P] = di Progetto (Nuovo).
gm,s Coefficiente parziale di sicurezza allo SLV della muratura nel caso di combinazioni SISMICHE.
gm,v Coefficiente parziale di sicurezza allo SLU della muratura nel caso di combinazioni a carichi VERTICALI (NON sismiche).
fcm(k)/ fcm(k)= Resistenza a compressione verticale: media nel caso di muri “di Fatto” (Esistenti); caratteristica nel caso di muri “di Progetto” (Nuovi). fcd,v=
fcd,v/ fcd,s Resistenza di calcolo a compressione verticale per combinazioni a carichi VERTICALI (funzione di gm,v e LC/FC). fcd,s= Resistenza di calcolo a
compressione verticale per combinazioni SISMICHE (funzione di gm,s e LC/FC).
ftm(k)/ ftm(k)= Resistenza a trazione: media nel caso di elementi "di Fatto" (Esistenti), caratteristica nel caso di elementi "di Progetto" (Nuovi). ftd,v= Resistenza di
ftd,v/ calcolo a trazione per combinazioni a carichi VERTICALI (funzione di gm,v e LC/FC). ftd,s= Resistenza di calcolo a trazione per combinazioni SISMICHE
ftd,s (funzione di gm,s e LC/FC).
fcm(k),0/ fcm(k),0= Resistenza a compressione orizzontale: media nel caso di elementi "di Fatto" (Esistenti), caratteristica nel caso di elementi "di Progetto" (Nuovi).
fcd,0,v/ fcd,0,v= Resistenza a compressione orizzontale di calcolo per combinazioni a carichi VERTICALI (funzione di gm,v e LC/FC). fcd,0,s= Resistenza a
fcd,0,s compressione orizzontale di calcolo per combinazioni SISMICHE (funzione di gm,s e LC/FC).
fvm(k)0/ fvk0= Resistenza a taglio senza compressione, per murature regolari: media nel caso di elementi "di Fatto" (Esistenti), caratteristica nel caso di elementi "di
fvd0,v/ Progetto" (Nuovi). fvd0,v= Resistenza di calcolo a taglio senza compressione per combinazioni a carichi VERTICALI (funzione di g m,v e LC/FC). fvd0,s=
fvd0,s Resistenza di calcolo a taglio senza compressione per combinazioni SISMICHE (funzione di gm,s e LC/FC).
t0/ t0= Resistenza a taglio senza compressione, per murature irregolari: media nel caso di elementi "di Fatto" (Esistenti), caratteristica nel caso di elementi "di
t0d,v/ Progetto" (Nuovi). td,v= Resistenza di calcolo a taglio senza compressione, per murature irregolari e combinazioni a carichi VERTICALI (funzione di gm,v
t0d,s e LC/FC). td,s= Resistenza di calcolo a taglio senza compressione, per murature irregolari e combinazioni SISMICHE (funzione di gm,s e LC/FC).
m Coefficiente di attrito.
l Snellezza.
TRT M Tipo rottura a taglio dei MASCHI: [1] = per scorrimento (murature regolari); [2] = per fessurazione diagonale (murature irregolari); [3] = per scorrimento
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Caratteristiche Muratura
ftm(k)/ fcm(k),0/ fvm(k)0/ t0/ TRT
gm,v/ fcm(k)/
Nid gk aT, i E G CErid Stz ftd,v/ fcd,0,v/ fvd0,v/ t0d,v/ m l
gm,s fcd,v/ fcd,s M F
ftd,s fcd,0,s fvd0,s t0d,s
[N/m3] [1/°C] [N/mm2] [N/mm2] [%] [N/mm2] [N/mm2] [N/mm2] [N/mm2] [N/mm2]
e fessurazione.
TRT F Tipo rottura a taglio delle FASCE: [1] = per scorrimento (murature regolari); [2] = per fessurazione diagonale (murature irregolari); [3] = per scorrimento
e fessurazione; [-] = parametro NON significativo per il materiale.
MATERIALI ACCIAIO
Caratteristiche acciaio
gM3,SL gM3,SL gM7
Nid gk aT, i E G Stz LMT fyk ftk fyd ftd gs gM1 gM2
V E NCnt Cnt
[N/m3] [1/°C] [N/mm2] [N/mm2] [N/mm2] [N/mm2] [N/mm2] [N/mm2]
Acciaio B450C - Acciaio in Tondini - (B450C)
003 78.500 0,000010 210.000 80.769 P - 450,00 - 391,30 - 1,15 - - - - - -
S235 - Acciaio per Profilati - (S235)
40 235,00 360,00 -
004 78.500 0,000012 210.000 80.769 P - 1,05 1,05 1,25 - - - -
80 215,00 360,00 -
FeB22k - Acciaio in Tondini - (FeB22k)
007 78.500 0,000010 210.000 80.769 F - 280,00 - 202,90 - 1,15 - - - - - -
8.8 - Acciaio per Bulloni - (8.8)
009 78.500 0,000012 210.000 80.769 - - 640,00 800,00 512,00 - 1,25 - - 1,25 1,10 1,10 1,00
S235 - Acciaio per Saldature - (S235)
010 78.500 0,000012 210.000 80.769 - - 235,00 360,00 - - 1,05 1,05 1,25 - - - -
S235 - Acciaio per Piastre - (S235)
40 235,00 360,00 -
011 78.500 0,000012 210.000 80.769 - - 1,05 1,05 1,25 - - - -
80 215,00 360,00 -
LEGENDA:
Nid Numero identificativo del materiale, nella relativa tabella dei materiali.
gk Peso specifico.
aT, i Coefficiente di dilatazione termica.
E Modulo elastico normale.
G Modulo elastico tangenziale.
Stz Tipo di situazione: [F] = di Fatto (Esistente); [P] = di Progetto (Nuovo).
LMT Campo di validità in termini di spessore t, (per profili, piastre, saldature) o diametro, d (per bulloni, tondini, chiodi, viti, spinotti)
fyk Resistenza caratteristica allo snervamento
ftk Resistenza caratteristica a rottura
fyd Resistenza di calcolo
ftd Resistenza di calcolo a Rottura (Bulloni).
gs Coefficiente parziale di sicurezza allo SLV del materiale.
gM1 Coefficiente parziale di sicurezza per instabilità.
gM2 Coefficiente parziale di sicurezza per sezioni tese indebolite.
gM3,SLV Coefficiente parziale di sicurezza per scorrimento allo SLV (Bulloni).
gM3,SLE Coefficiente parziale di sicurezza per scorrimento allo SLE (Bulloni).
gM7 Coefficiente parziale di sicurezza precarico di bulloni ad alta resistenza (Bulloni - NCnt = con serraggio NON controllato; Cnt = con serraggio controllato).
[-] = parametro NON significativo per il materiale.
NOTE [-] = Parametro non significativo per il materiale.
ALTRI MATERIALI
Caratteristiche altri materiali
Nid gk aT, i E G CErid ffk gRd,F/ gRd,T/ gRd,C hl ha,I/ ha,E/ ha,AA TPstn TPFRP
[N/m3] [1/°C] [N/mm2] [N/mm2] [%] [N/mm2]
C.A. - (c.a.)
001 25.000 0,000010 31.447 13.103 60 - - - - - -
LEGENDA:
Nid Numero identificativo del materiale, nella relativa tabella dei materiali.
gk Peso specifico.
aT, i Coefficiente di dilatazione termica.
E Modulo elastico normale.
G Modulo elastico tangenziale.
CErid Coefficiente di riduzione del Modulo elastico normale per Analisi Sismica [E sisma = E∙cErid ].
ffk Resistenza caratteristica a rottura.
gRd,F/ gRd,T/ gRd,C Coefficiente parziale di modello di resistenza. gRd,F: "Flessione/Pressoflessione"; gRd,T: "Taglio/Torsione"; gRd,C: "Confinamento"
hl Fattore di conversione per effetti di lunga durata.
ha,I/ ha,E/ ha,AA Fattore di conversione ambientale: ha,I: esposizione "interna"; ha,E: esposizione "esterna"; ha,AA: esposizione "Ambiente Aggressivo"
TPstn Tipo di situazione del rinforzo: "S" = rinforzo applicato in situ; "P": rinforzo di tipo preformato
TPFRP Tipologia di composito: GFRP = "vetro/epossidica"; "AFRP" = arammidica/epossidica"; CFRP = "carbonio/epossidica"; O = "Altro"
I valori dei parametri caratteristici dei suddetti materiali sono riportati anche nei “Tabulati di calcolo”, nella relativa
sezione.
Tutti i materiali impiegati dovranno essere comunque verificati con opportune prove di laboratorio secondo le prescrizioni
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della vigente Normativa.
Con esplicito riferimento alla muratura, per le Combinazioni di Carico Non Sismiche, il coefficiente di sicurezza del
materiale gm è funzione della Classe di esecuzione, della categoria degli elementi resistenti, nonché dal tipo di malta,
secondo quanto previsto nella Tab. 4.5.II di cui al §4.5.6.1 del D.M. 2018. Per le Combinazioni di Carico Sismiche, il
coefficiente parziale di sicurezza del materiale gm è assunto pari al massimo tra 80% del gm in condizioni non sismiche e
2 (cfr. §7.8.1.1 D.M. 2018).
I diagrammi costitutivi degli elementi in calcestruzzo sono stati adottati in conformità alle indicazioni riportate al
§4.1.2.1.2.1 del D.M. 2018; in particolare per le verifiche effettuate a pressoflessione retta e pressoflessione deviata è
adottato il modello (a) riportato nella seguente figura.
Per gli elementi esistenti (di fatto), le resistenze di progetto dei materiali, nel caso di meccanismi duttili e fragili, sono
calcolate come di seguito riportato.
Elementi/Meccanismi
Tipo di Analisi
Duttili Fragili
Senza Sisma Rm/k/FC
Con Sisma Rm/k/FC Rm/k/(gm·FC)
dove:
Rm/k: resistenza media (ottenute dalle prove in situ e/o da informazioni aggiuntive) o caratteristica: fattore di confidenza
relativo al livello di conoscenza raggiunto;
gm: coefficiente parziale di sicurezza del materiale.
Per i materiali nuovi o aggiunti s’impiegano le proprietà nominali.
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Bagni
Aula
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Locale mensa
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Botola sottotetto
Oltre agli elaborati documentali sopra richiamati, le prove di carico hanno fornito dei parametri fondamentali per la
definizione dello “stato di salute” della struttura in oggetto. Oltre alle prove di carico, sono state effettuate delle prove di
pull-out, delle indagini sclerometriche, delle prove con gli ultrasuoni e dei test di carbonatazione.
I risultati delle prove hanno fornito una stima di Rc media che si attesta tra i 25 ed i 45 MPa, con 25 MPa limite
inferiore di resistenza. A favore di sicurezza dunque si è scelto di modellare la struttura utilizzando come riferimento il
calcestruzzo C20/25.
Attraverso dei saggi sui solai, è emersa la seguente stratigrafia
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Le varie indagini visive svolte, unite ai risultati della termocamera, forniscono un livello di pericolosità per lo
sfondellamento che va da medio ad alto, con fessure diffuse principalmente lungo il corpo principale ed in
corrispondenza delle travi nei corridoi A e C.
Queste fessure in corrispondenza delle travi sono con ogni probabilità da riferirsi alla brusca variazione di rigidezza nel
passaggio tra solaio e trave, con fessurazione dell’elemento fragile in laterizio.
Si segnalano inoltre rigonfiamenti e distacchi della pittura.
Dalle prove di carico, infine, si evince che i solai esaminati risultano in grado di portare un carico utile (comprensivo
dell’incidenza tramezzi) di circa 3,00 kN/mq per quanto attiene il meccanismo di rottura a momento, ma di soli 2,61
kN/mq per il solaio R1 e 1,40 kN/mq per il solaio R2 per quanto attiene il meccanismo di
rottura a taglio.
Le strutture in esame non rispettano pertanto i coefficienti di sicurezza previsti dalle vigenti Norme Tecniche per le
Costruzioni.
LC2 1.20
LEGENDA: Livello di conoscenza e fattore di confidenza
Livello di conoscenza [LC1] = Conoscenza Limitata - [LC2] = Conoscenza Adeguata - [LC3] = Conoscenza Accurata.
Fattore di confidenza Fattore di confidenza applicato alle proprietà dei materiali.
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Analisi storico-critica
Ai fini di una corretta individuazione del sistema strutturale esistente e del suo stato di sollecitazione è stato importante
ricostruire il processo di realizzazione e le successive modificazioni subite nel tempo dal manufatto, nonché gli eventi
che lo hanno interessato. Viene di seguito indicata la documentazione reperita e vengono esplicitate le informazioni
desunte da ciascuno dei documenti esaminati.
In quest’ottica, è stata acquisita la documentazione relativa all’intervento del 1987, a firma dell’ing. Maccioni, e la
documentazione dell’intervento del 2011, a firma dell’ing. Respano. Nella documentazione acquisita sono peraltro
presenti alcuni documenti riguardanti la costruzione della mensa, avvenuta a metà degli anni ’60.
Rilievo geometrico-strutturale
Il rilievo geometrico-strutturale è stato riferito sia alla geometria complessiva dell’organismo che a quella degli elementi
costruttivi, comprendendo i rapporti con le eventuali strutture in aderenza. Nel rilievo sono state rappresentate le
modificazioni intervenute nel tempo, come desunte dall’analisi storico-critica. rilievo ha avuto come fine l'individuazione
dell’organismo resistente della costruzione, tenendo anche presente la qualità e lo stato di conservazione dei materiali e
degli elementi costitutivi.
Sono stati rilevati anche gli eventuali dissesti, in atto o stabilizzati, ponendo particolare attenzione all’individuazione dei
quadri fessurativi e dei meccanismi di danno.
Tale rilievo fa parte della documentazione acquisita a seguito dell’elevata campagna di prove di carico effettuata dall’Ing.
Porrà
a) Mediante la sopra citata tabella 8.5.I della circolare esplicativa delle NTC18
b) Indirettamente, è stato possibile avere una stima della resistenza meccanica a seguito della campagna di prove
di carico effettuata: è chiaro che, avendosi i solai verificati per un certo valore di momento agente, e nota
anche la distribuzione delle armature, si può risalire ad un limite inferiore di resistenza meccanica. In via
cautelativa, comunque, si è preferito considerare per il calcestruzzo un C20/25 e per l’acciaio un FeB22k
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Un’accurata valutazione dei carichi è un requisito imprescindibile di una corretta progettazione, in particolare per le
costruzioni realizzate in zona sismica. Essa, infatti, è fondamentale ai fini della determinazione delle forze sismiche, in
quanto incide sulla valutazione delle masse e dei periodi propri della struttura dai quali dipendono i valori delle
accelerazioni (ordinate degli spettri di progetto).
La valutazione dei carichi e dei sovraccarichi è stata effettuata in accordo con le disposizioni del punto 3.1 del D.M. 2018.
In particolare, è stato fatto utile riferimento alle Tabelle 3.1.I e 3.1.II del D.M. 2018, per i pesi propri dei materiali e per
la quantificazione e classificazione dei sovraccarichi, rispettivamente.
La valutazione dei carichi permanenti è effettuata sulle dimensioni definitive.
Le analisi effettuate, corredate da dettagliate descrizione, sono di seguito riportate:
ANALISI CARICHI
Analisi carichi
Descrizione del Tipologie di Peso Proprio Permanente NON Strutturale Sovraccarico Accidentale Carico
Nid T. C.
Carico Carico Descrizione PP Descrizione PNS Descrizione SA Neve
[N/m2]
Coperture non praticabili,
Peso proprio solaio Finitura solaio, non
001 S Solaio Plastbau metal Scuole 2.080 1.000 accessibili solo per 500 0
Plastbau metal, 20+4 accessibile
manutenzione
Coperture
accessibili solo
002 S Solaio di copertura Peso proprio, solaio 20+4 3.000 Strato coibente, tegole 1.000 Coperture non praticabili 500 480
per
manutenzione
Peso proprio strutturale
Massetto, pavimentazione Scuole (Cat. C1 – Tab.
003 S Solaio R1 Scuole (pignatte, travetti, tavelle 1.870 1.000 3.000 0
e intonaco 3.1.II - DM 17.01.2018)
e caldana)
Solaio di tipo tradizionale Pavimentazione e
Scuole (Cat. C1 – Tab.
004 S Solaio R2 Scuole latero-cementizio di 2.540 sottofondo e intonaco 1.400 3.000 0
3.1.II - DM 17.01.2018)
spessore 27.5 cm (23+4.5) inferiore
Coperture Coperture accessibili per
Solaio di tipo tradizionale
LatCem Cop.non acc. accessibili solo sola manutenzione (Cat.
005 S latero-cementizio di 1.700 Intonaco 300 500 0
H16 per H – Tab. 3.1.II - DM
spessore 16 cm (14+2)
manutenzione 17.01.2018)
Pavimentazione e
LatCem Scuole - zone Scuole (Cat. C1 – Tab.
006 S Scuole Solaio latcem h23+4.5cm 3.700 sottofondo e intonaco 1.750 3.000 0
con tramezzi 3.1.II - DM 17.01.2018)
inferiore, tramezzi
LEGENDA:
Nid Numero identificativo dell'analisi di carico.
T. C. Identificativo del tipo di carico: [S] = Superficiale - [L] = Lineare - [C] = Concentrato.
PP, PNS, Valori, rispettivamente, del Peso Proprio, del Sovraccarico Permanente NON strutturale, del Sovraccarico Accidentale. Secondo il tipo di carico indicato
SA nella colonna ''T.C.'' (''S'' - ''L'' - ''C''), i valori riportati nelle colonne ''PP'', ''PNS'' e ''SA'', sono espressi in [N/m2] per carichi Superficiali, [N/m] per
carichi Lineari, [N] per carichi Concentrati.
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7 - VALUTAZIONE DELL’AZIONE SISMICA
L’azione sismica è stata valutata in conformità alle indicazioni riportate al §3.2 del D.M. 2018.particolare il procedimento
per la definizione degli spettri di progetto per i vari Stati Limite per cui sono state effettuate le verifiche è stato il seguente:
definizione della Vita Nominale e della Classe d’Uso della struttura, il cui uso combinato ha portato alla definizione
del Periodo di Riferimento dell’azione sismica;
individuazione, tramite latitudine e longitudine, dei parametri sismici di base ag, F0 e T*c per tutti e quattro gli Stati
Limite previsti (SLO, SLD, SLV e SLC); l’individuazione è stata effettuata interpolando tra i 4 punti più vicini al
punto di riferimento dell’edificio;
determinazione dei coefficienti di amplificazione stratigrafica e topografica;
calcolo del periodo Tc corrispondente all’inizio del tratto a velocità costante dello Spettro.
I dati così calcolati sono stati utilizzati per determinare gli Spettri di Progetto nelle verifiche agli Stati Limite considerate.
Si riportano di seguito le coordinate geografiche del sito rispetto al Datum ED50:
Latitudine Longitudine Altitudine
[°] [°] [m]
40.574722 9.694167 39
Verifiche di regolarità
Sia per la scelta del metodo di calcolo, sia per la valutazione del fattore di comportamento adottato, deve essere effettuato
il controllo della regolarità della struttura. tabella seguente riepiloga, per la struttura in esame, le condizioni di regolarità
in pianta ed in altezza soddisfatte.
REGOLARITÀ DELLA STRUTTURA IN PIANTA
La distribuzione di masse e rigidezze è approssimativamente simmetrica rispetto a due direzioni ortogonali e la forma in
pianta è compatta, ossia il contorno di ogni orizzontamento è convesso; il requisito può ritenersi soddisfatto, anche in
presenza di rientranze in pianta, quando esse non influenzano significativamente la rigidezza nel piano dell’orizzontamento SI
e, per ogni rientranza, l’area compresa tra il perimetro dell’orizzontamento e la linea convessa circoscritta
all’orizzontamento non supera il 5% dell’area dell’orizzontamento
Il rapporto tra i lati di un rettangolo in cui la costruzione risulta inscritta è inferiore a 4 NO
Ciascun orizzontamento ha una rigidezza nel proprio piano tanto maggiore della corrispondente rigidezza degli elementi
strutturali verticali da potersi assumere che la sua deformazione in pianta influenzi in modo trascurabile la distribuzione SI
delle azioni sismiche tra questi ultimi e ha resistenza sufficiente a garantire l’efficacia di tale distribuzione
La rigidezza è calcolata come rapporto fra il taglio complessivamente agente al piano e d, spostamento relativo di piano
(il taglio di piano è la sommatoria delle azioni orizzontali agenti al di sopra del piano considerato
La struttura è pertanto:
in pianta in altezza
NON REGOLARE REGOLARE
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Spettri di Progetto per S.L.U. e S.L.D.
L’edificio è stato progettato per una Vita Nominale pari a 50 e per Classe d’Uso pari a 3.
In base alle indagini geognostiche effettuate si è classificato il suolo di fondazione di categoria B, cui corrispondono i
seguenti valori per i parametri necessari alla costruzione degli spettri di risposta orizzontale e verticale:
Parametri di pericolosità sismica
Stato Limite ag/g FO T*c CC TB TC TD SS
[s] [s] [s] [s]
SLO 0.0224 2.658 0.291 1.41 0.137 0.410 1.690 1.20
SLD 0.0279 2.704 0.303 1.40 0.141 0.424 1.711 1.20
SLV 0.0556 2.936 0.358 1.35 0.161 0.483 1.822 1.20
SLC 0.0662 3.027 0.384 1.33 0.171 0.512 1.865 1.20
Per la definizione degli spettri di risposta, oltre all’accelerazione (a g) al suolo (dipendente dalla classificazione sismica
del Comune) occorre determinare il Fattore di Comportamento (q).
Il Fattore di comportamento q è un fattore riduttivo delle forze elastiche introdotto per tenere conto delle capacità
dissipative della struttura che dipende dal sistema costruttivo adottato, dalla Classe di Duttilità e dalla regolarità in altezza.
Si è inoltre assunto il Coefficiente di Amplificazione Topografica (ST) pari a 1.00.
Essendo la struttura oggetto di studio una struttura esistente, il fattore di comportamento è calcolato secondo quanto
indica la Circolare 2019 delle NTC 2018 al §C8.5.5.1 Per la verifica di edifici con analisi lineare ed impiego del fattore
q, il valore da utilizzare per quest'ultimo è pari a:
- q = 2,0·au/a1 per edifici regolari in elevazione, nel caso di muratura in pietra e/o mattoni pieni;
- q = 1,75·au/a1 per edifici regolari in elevazione, nel caso di muratura in blocchi artificiali con percentuale di
foratura > 15 % (elementi semipieni, forati, …);
in cui au e a1 sono definiti al §7.8.1.3 del D.M. 2018. In assenza di più precise valutazioni, potrà essere assunto un rapporto
au/a1 pari a 1,5. Nel caso di edificio non regolare in elevazione i valori di q sono ridotti del 25%.Gli spettri utilizzati sono
riportati nella successiva figura.
Benché dunque la normativa consentisse un valore di fattore di struttura più elevato, si è scelto prudenzialmente
un valore del fattore di struttura q pari a 2, anziché il massimo consentito pari a 2.25
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Metodo di Analisi
Gli effetti del sisma sono stati valutati convenzionalmente mediante analisi statica della struttura soggetta a:
un sistema di forze orizzontali parallele alle direzioni ipotizzate per il sisma, distribuite (sia planimetricamente che
altimetricamente) in modo da simulare gli effetti dinamici del sisma.
un sistema di forze verticali, distribuite sulla struttura proporzionalmente alle masse presenti.
Le sollecitazioni derivanti da tali azioni sono state composte poi con quelle derivanti da carichi verticali, orizzontali non
sismici secondo le varie combinazioni di carico probabilistiche. Il calcolo è stato effettuato mediante un programma agli
elementi finiti le cui caratteristiche verranno descritte nel seguito.
Il calcolo degli effetti dell’azione sismica è stato eseguito con riferimento alla struttura spaziale, tenendo cioè conto degli
elementi interagenti fra loro secondo l’effettiva realizzazione escludendo i tamponamenti. Non ci sono approssimazioni
su tetti inclinati, piani sfalsati o scale, solette, pareti irrigidenti e nuclei.
Si è tenuto conto delle deformabilità taglianti e flessionali degli elementi monodimensionali; muri, pareti, setti, solette
sono stati correttamente schematizzati tramite elementi finiti a tre/quattro nodi con comportamento a guscio (sia a piastra
che a lastra).
Sono stati considerati sei gradi di libertà per nodo; in ogni nodo della struttura sono state applicate le forze sismiche
derivanti dalle masse circostanti.
Le sollecitazioni derivanti da tali forze sono state poi combinate con quelle derivanti dagli altri carichi come prima
specificato.
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Gli spostamenti dE della struttura sotto l’azione sismica di progetto allo SLV sono stati ottenuti moltiplicando per il fattore
μd i valori dEe ottenuti dall’analisi lineare, dinamica o statica, secondo l’espressione seguente:
dE = ± md ∙ dEe
dove
md = q se T1 ≥ TC;
md =1+(q-1)∙TC/T1 se T1 < TC.
In ogni caso md ≤ 5q - 4.
Eccentricità accidentali
Per valutare le eccentricità accidentali, previste in aggiunta all’eccentricità effettiva sono state considerate condizioni di
carico aggiuntive ottenute applicando l’azione sismica nelle posizioni del centro di massa di ogni piano ottenute traslando
gli stessi, in ogni direzione considerata, di una distanza pari a +/- 5% della dimensione massima del piano in direzione
perpendicolare all’azione sismica. Si noti che la distanza precedente, nel caso di distribuzione degli elementi non
strutturali fortemente irregolare in pianta, viene raddoppiata ai sensi del § 7.2.3 del D.M. 2018.
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I calcoli e le verifiche sono condotti con il metodo semiprobabilistico degli stati limite secondo le indicazioni del D.M.
2018. I carichi agenti sui solai, derivanti dall’analisi dei carichi, vengono ripartiti dal programma di calcolo in modo
automatico sulle membrature (travi, pilastri, pareti, solette, platee, ecc.).
I carichi dovuti ai tamponamenti, sia sulle travi di fondazione che su quelle di piano, sono schematizzati come carichi
lineari agenti esclusivamente sulle aste.
Su tutti gli elementi strutturali è inoltre possibile applicare direttamente ulteriori azioni concentrate e/o distribuite
(variabili con legge lineare ed agenti lungo tutta l’asta o su tratti limitati di essa).
Le azioni introdotte direttamente sono combinate con le altre (carichi permanenti, accidentali e sisma) mediante le
combinazioni di carico di seguito descritte; da esse si ottengono i valori probabilistici da impiegare successivamente nelle
verifiche.
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Categoria C - Ambienti suscettibili di affollamento 0,6
Categoria D - Ambienti ad uso commerciale 0,6
Categoria E - Biblioteche, archivi, magazzini e ambienti ad uso industriale 0,8
Categoria F - Rimesse e parcheggi (per autoveicoli di peso ≤ 30 kN) 0,6
Categoria G - Rimesse e parcheggi (per autoveicoli di peso > 30 kN) 0,3
Categoria H - Coperture 0,0
Categoria I - Coperture praticabili *
Categoria K - Coperture per usi speciali (impianti, eliporti, ...) *
Vento 0,0
Neve (a quota ≤ 1000 m s.l.m.) 0,0
Neve (a quota > 1000 m s.l.m.) 0,2
Variazioni termiche 0,0
* "Da valutarsi caso per caso"
Le verifiche strutturali e geotecniche delle fondazioni, sono state effettuate con l’Approccio 2 come definito al §2.6.1 del
D.M. 2018, attraverso la combinazione A1+M1+R3. Le azioni sono state amplificate tramite i coefficienti della colonna
A1 definiti nella Tab. 6.2.I del D.M. 2018.
I valori di resistenza del terreno sono stati ridotti tramite i coefficienti della colonna M1 definiti nella Tab. 6.2.II del D.M.
2018.
Si è quindi provveduto a progettare le armature di ogni elemento strutturale per ciascuno dei valori ottenuti secondo le
modalità precedentemente illustrate. Nella sezione relativa alle verifiche dei “Tabulati di calcolo” in allegato sono
riportati, per brevità, i valori della sollecitazione relativi alla combinazione cui corrisponde il minimo valore del
coefficiente di sicurezza.
dove:
Gkj: valore caratteristico della j-esima azione permanente;
Pkh: valore caratteristico della h-esima deformazione impressa;
Qkl: valore caratteristico dell’azione variabile di base di ogni combinazione;
Qki: valore caratteristico della i-esima azione variabile;
y0i: coefficiente atto a definire i valori delle azioni ammissibili di durata breve ma ancora significativi nei riguardi
della possibile concomitanza con altre azioni variabili;
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y1i: coefficiente atto a definire i valori delle azioni ammissibili ai frattili di ordine 0,95 delle distribuzioni dei valori
istantanei;
y2i: coefficiente atto a definire i valori quasi permanenti delle azioni ammissibili ai valori medi delle distribuzioni
dei valori istantanei.
Ai coefficienti y0i, y1i, y2i sono attribuiti i seguenti valori:
Azione y0i y1i y2i
Categoria A – Ambienti ad uso residenziale 0,7 0,5 0,3
Categoria B – Uffici 0,7 0,5 0,3
Categoria C – Ambienti suscettibili di affollamento 0,7 0,7 0,6
Categoria D – Ambienti ad uso commerciale 0,7 0,7 0,6
Categoria E – Biblioteche, archivi, magazzini e ambienti ad uso industriale 1,0 0,9 0,8
Categoria F – Rimesse e parcheggi (per autoveicoli di peso ≤ 30 kN) 0,7 0,7 0,6
Categoria G – Rimesse e parcheggi (per autoveicoli di peso > 30 kN) 0,7 0,5 0,3
Categoria H – Coperture 0,0 0,0 0,0
Vento 0,6 0,2 0,0
Neve (a quota ≤ 1000 m s.l.m.) 0,5 0,2 0,0
Neve (a quota > 1000 m s.l.m.) 0,7 0,5 0,2
Variazioni termiche 0,6 0,5 0,0
In maniera analoga a quanto illustrato nel caso dello SLU le combinazioni risultanti sono state costruite a partire dalle
sollecitazioni caratteristiche calcolate per ogni condizione di carico; a turno ogni condizione di carico accidentale è stata
considerata sollecitazione di base [Qk1 nella formula (1)], con ciò dando origine a tanti valori combinati. Per ognuna delle
combinazioni ottenute, in funzione dell’elemento (trave, pilastro, etc...) sono state effettuate le verifiche allo SLE
(tensioni, deformazioni e fessurazione).
Negli allegati “Tabulati Di Calcolo” sono riportanti i coefficienti relativi alle combinazioni di calcolo generate
relativamente alle combinazioni di azioni "Quasi Permanente" (1), "Frequente" (7) e "Rara" (20).
Nelle sezioni relative alle verifiche allo SLE dei citati tabulati, inoltre, sono riportati i valori delle sollecitazioni relativi
alle combinazioni che hanno originato i risultati più gravosi.
Pressione Normale
La pressione del vento è data dall’espressione:
p = qr·ce·cp·cd (relazione 3.3.4 - D.M. 2018);
dove
- qr: la pressione cinetica di riferimento data dall’espressione:
1
qb vr2 (relazione 3.3.6 - D.M. 2018);
2
con:
r: densità dell’aria (assunta pari a 1,25 kg/m3);
vr: velocità di riferimento del vento (in m/s), data da (Eq. 3.3.2 - D.M. 2018):
vr = vb·cr, con:
aR: coefficiente dato dalla seguente relazione:
1
cr 0,75 1 0,2 ln ln1 (relazione 3.3.3 - D.M. 2018);
TR
vb: velocità di riferimento del vento associata ad un periodo di ritorno di 50 anni, data da: v b = vb,0·ca
dove:
ca è il coefficiente di altitudine fornito dalla relazione:
ca = 1 per as ≤ a0.
ca = 1 + ks (as/a0 -1) per a0 < as ≤ 1500 m.
vb,0, a0, ks: parametri forniti dalla Tab. 3.3.I del §3.3.2 D.M. 2018;
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as: altitudine sul livello del mare (m.s.l.m) del sito ove sorge la costruzione;
TR: periodo di ritorno espresso in anni [10 anni; 500 anni].
- Ce: coefficiente di esposizione, che per altezza sul suolo (z) non maggiori di 200 m è dato dalla formula:
ce(z) = kr2·ct·ln (z/z0)·[7+ ct·ln·(z/z0)] per z ≥ zmin
(relazione 3.3.7 - D.M. 2018);
ce(z) = ce(zmin) per z < zmin
dove:
kr , z0 , zmin: parametri forniti dalla Tab. 3.3.II del par. 3.3.7 D.M. 2018 (funzione della categoria di esposizione del sito e della classe
di rugosità del terreno);
ct: coefficiente di topografia (assunto pari ad 1).
- cp: coefficiente di forma (o coefficiente aerodinamico), funzione della tipologia e della geometria della costruzione
e del suo orientamento rispetto alla direzione del vento (cfr. § 3.3.8 - D.M. 2018).
- cd: coefficiente dinamico (assunto pari ad 1; par. 3.3.9 - D.M. 2018).
Pressione Tangenziale
L’azione tangente per unità di superficie parallela alla direzione del vento è data dall’espressione
pf = qr·ce·cf (relazione 3.3.5 - D.M. 2018);
dove
- qr, ce: definiti in precedenza;
- cf: coefficiente d’attrito, funzione della scabrezza della superficie sulla quale il vento esercita l’azione tangente
funzione (valori presi dalla Tab. C3.3.I della Circolare 2018).
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VENTO - CALCOLO PRESSIONE DEL VENTO
Vento - calcolo pressione del vento
Z qb Ce Cp Cd p Scz Cf pf
[m] [N/m2] [N/m2] [N/m2]
0,00 1,71 837 8
4,25 1,71 837 8
490 1,00 1,00 Liscia (0.01) 0,01
8,50 2,03 996 10
10,00 2,14 1.047 10
LEGENDA:
Z Altezza dell’edifico a cui viene calcolata la pressione del vento;
qb Pressione cinetica di riferimento.
Ce Coefficiente di esposizione;
Cp Coefficiente di forma/aerodinamico.
(*) Valorizzato al momento del calcolo della pressione agente sul singolo elemento strutturale ed è funzione della posizione dello stesso
(sopravento/sottovento);
Cd Coefficiente dinamico;
p Pressione normale (senza il contributo di Cp);
Scz Scabrezza della superficie (liscia, scabra, molto scabra);
Cf Coefficiente d’attrito;
pf Pressione tangenziale (senza il contributo di Cp).
Il carico da neve è stato calcolato seguendo le prescrizioni del §3.4 del D.M. 2018 e le integrazioni della Circolare 2019
n. 7. Il carico da neve, calcolato come di seguito riportato, è stato combinato con le altre azioni variabili definite al
§2.5.3, ed utilizzando i coefficienti di combinazione della Tabella 2.5.I del D.M. 2018. Il carico da neve superficiale da
applicare sulle coperture è stato stimato utilizzando la relazione [cfr. §3.4.1 D.M. 2018]:
qs = qsk∙μi∙CE∙Ct
dove:
- qsk è il valore di riferimento del carico della neve al suolo, in [kN/m2]. Tale valore è calcolato in base alla posizione
ed all’altitudine (as) secondo quanto indicato alla seguente tabella;
Valori di riferimento del carico della neve al suolo, qsk (cfr. §3.4.2 D.M. 2018)
Zona as ≤ 200 m as > 200 m
I – Alpina qsk = 1,50 kN/m2 qsk = 1,39 [1+(as/728) 2] kN/m2
I – Mediterranea qsk = 1,50 kN/m2 qsk = 1,35 [1+(as/602) 2] kN/m2
II qsk = 1,00 kN/m2 qsk = 0,85 [1+(as/481) 2] kN/m2
III qsk = 0,60 kN/m2 qsk = 0,51 [1+(as/481) 2] kN/m2
Zone di carico della neve
I - Alpina: Aosta, Belluno, Bergamo, Biella, Bolzano, Brescia, Como,
Cuneo, Lecco, Pordenone, Sondrio, Torino, Trento,
Udine, Verbano‐Cusio‐Ossola, Vercelli, Vicenza
I - Mediterranea: Alessandria, Ancona, Asti, Bologna, Cremona, Forlì‐
Cesena, Lodi, Milano, Modena, Monza
Brianza, Novara, Parma, Pavia, Pesaro e
Urbino, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia,
Rimini, Treviso, Varese
II: Arezzo, Ascoli Piceno, Avellino, Bari, Barletta‐Andria‐Trani,
Benevento, Campobasso, Chieti, Fermo, Ferrara, Firenze, Foggia,
Frosinone, Genova, Gorizia, Imperia, Isernia, L’Aquila, La
Spezia, Lucca, Macerata, Mantova, Massa Carrara, Padova,
Perugia, Pescara, Pistoia, Prato, Rieti, Rovigo, Savona, Teramo,
Trieste, Venezia, Verona
III: Agrigento, Brindisi, Cagliari, Caltanissetta, Carbonia‐Iglesias,
Caserta, Catania, Catanzaro, Cosenza, Crotone, Enna, Grosseto,
Latina, Lecce, Livorno, Matera, Medio Campidano, Messina,
Napoli, Nuoro, Ogliastra, Olbia‐Tempio, Oristano, Palermo, Pisa,
Potenza, Ragusa, Reggio Calabria, Roma, Salerno, Sassari, Siena,
Siracusa, Taranto, Terni, Trapani, Vibo Valentia, Viterbo
- μi è il coefficiente di forma della copertura, funzione dell’inclinazione della falda (a) e della sua morfologia
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Nella verifica degli elementi in muratura (maschi e fasce), visto che tali elementi sono schematizzati attraverso elementi
FEM di tipo shell (HP Shell), si procede, preventivamente, a determinare le sollecitazioni agenti, attraverso l’integrazione
delle tensioni eseguite su almeno tre sezioni (in testa, al piede ed in mezzeria per i maschi; a destra, a sinistra ed in
mezzeria per le fasce). Una volta determinate le sollecitazioni (sforzo normale, momento e taglio nel piano e momento
fuori piano) si procede alle verifiche di resistenza su tali elementi.
In particolare, per i maschi murari, vengono eseguite le seguenti verifiche:
Pressoflessione nel piano: la verifica, per gli elementi in muratura ordinaria, si effettua confrontando il momento
agente di calcolo (MS) con il momento ultimo resistente (Mu), calcolato assumendo la muratura non reagente a
trazione ed un’opportuna distribuzione non lineare delle compressioni, secondo l’espressione (7.8.2) del D.M.
17/01/2018. Nel caso di una sezione rettangolare, tale momento ultimo può essere calcolato come:
Mu = (L2∙t∙so/2)∙(1 - so/0,85∙fd);
dove:
Mu è il momento corrispondente al collasso per pressoflessione;
L è la lunghezza complessiva della parete (inclusiva della zona tesa);
t è lo spessore della zona compressa della parete;
so = P/(L∙t) è la tensione normale media, riferita all’area totale della sezione, con P forza assiale agente (positiva
se di compressione). MR = 0 se P è di trazione oppure se (1 - so/0,85∙fd)<0;
fd = fk/gM è la resistenza a compressione di calcolo della muratura.
Per gli elementi realizzati in muratura armata, il momento ultimo resistente viene calcolato secondo quanto indicato
al §7.8.3.2.1 del D.M. 2018, ossia assumendo un diagramma delle compressioni rettangolare, con profondità 0,8∙x,
dove x rappresenta la profondità dell’asse neutro, e sollecitazione pari a 0,85∙fd. Le deformazioni massime
considerate sono pari a em = 0,0035 per la muratura compressa e es = 0,01 per l’acciaio teso.
Taglio nel piano: la verifica, per gli elementi in muratura ordinaria, si effettua confrontando il taglio agente di calcolo
(VEd) con il taglio ultimo resistente (VRd) calcolato secondo l’espressione (7.8.3) del D.M. 2018. Per gli elementi
realizzati in muratura armata, il taglio ultimo resistente (VRd) è calcolato secondo quanto indicato al §7.8.3.2.2 del
D.M. 2018.
Pressoflessione fuori piano: la verifica, degli elementi in muratura ordinaria, per le combinazioni sismiche, si
effettua confrontando il momento agente di calcolo (MS) con il momento ultimo resistente (MR), calcolato assumendo
un diagramma delle compressioni rettangolare, con un valore di resistenza pari a 0,85×f d e trascurando la resistenza
a trazione della muratura. Nel caso di una sezione rettangolare tale momento ultimo può essere calcolato come:
MR = (t2∙L∙so/2)∙(1 - so/0,85∙fd);
dove:
MR è il momento corrispondente al collasso per pressoflessione;
L è la lunghezza complessiva della parete (inclusiva della zona tesa);
t è lo spessore della zona compressa della parete;
so = P/(L∙t) è la tensione normale media, riferita all’area totale della sezione, con P forza assiale agente (positiva
se di compressione). MR = 0 se P è di trazione oppure se (1 - so/0,85∙fd)<0;
fd = fk/gM è la resistenza a compressione di calcolo della muratura.
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Per le combinazioni in assenza di sisma, invece, tale verifica viene effettuata secondo quanto indicato al §4.5.6.2 del
D.M. 2018, confrontando lo sforzo normale di calcolo (N S) con lo sforzo normale resistente (NR). Nel caso di una
sezione rettangolare tale sforzo normale resistente può essere calcolato come:
NR = Ft∙A∙fd;
dove:
A = L∙t è l’area della parete;
fd = fk/gM è la resistenza a compressione di calcolo della muratura;
Ft è il coefficiente “trasversale” di riduzione della resistenza; in particolare:
per le sezioni di testa/piede viene calcolato con la relazione (6.4) (EN 1996-1-1:2006):
Ft = 1 - 2·ei/t; con ei = eFP + eimp = MS/NS + H/200 ≥ 0,05∙t.
per le sezioni di mezzeria viene calcolato secondo le indicazioni di Annex G EN 1996-1-1:2006
Per gli elementi realizzati in muratura armata, il momento ultimo resistente (MR) è calcolato secondo quanto indicato
al §7.8.3.2.3 del D.M. 2018, ossia adottando un diagramma delle compressioni e valori di deformazione limite per
muratura e acciaio in modo analogo al caso di verifica nel piano.
Snellezza: la verifica si effettua confrontando il valore della snellezza di calcolo con il valore della snellezza limite,
al fine di controllare il requisito geometrico delle pareti resistenti al sisma oppure di limitare gli effetti del secondo
ordine in caso di calcolo non sismico.
Per le fasce murarie (o travi di accoppiamento in muratura), vengono eseguite, qualora siano state incluse nella
modellazione strutturale, le seguenti verifiche:
Pressoflessione nel piano: la verifica si effettua allo stesso modo di quanto previsto per i pannelli murari verticali
(maschi). Nel caso di muratura ordinaria, qualora siano presenti, in prossimità della trave in muratura, elementi
orizzontali dotati di resistenza a trazione (catene, cordoli, ecc.), il valore della resistenza può essere assunto non
superiore al valore ottenuto dall’espressione (7.8.5) del D.M. 2018:
MR = Hp∙h/2∙[1-Hp/(0,85∙fhd∙h∙t)];
dove
Hp: minimo tra la resistenza a trazione dell’elemento teso disposto orizzontalmente ed il valore 0,4 f hd∙h∙t;
fhd = fhk/gM: resistenza di calcolo a compressione della muratura in direzione orizzontale (nel piano della
parete).
Taglio nel piano: la verifica si effettua allo stesso modo di quanto previsto per i pannelli murari verticali (maschi).
Nel caso di muratura ordinaria, qualora siano presenti, in prossimità della trave in muratura, elementi orizzontali
dotati di resistenza a trazione (catene, cordoli, ecc.), il valore della resistenza può essere assunto non superiore al
valore ottenuto dal minimo tra l’espressione (7.8.4) e (7.8.6) del D.M. 2018:
Vt = h∙t∙fvd0;
VR = min {Vt; Vp} con
Vp = Hp∙h/L∙[1-Hp/(0,85∙fhd∙h∙t)];
dove
h: altezza della sezione della trave;
fvd0 = fvk0/gM: resistenza di calcolo a taglio in assenza di compressione;
L: luce libera della trave in muratura.
Negli edifici in muratura esistente, in cui vi è una carenza sistematica di elementi di collegamento tra le pareti a livello
degli orizzontamenti, è possibile richiedere una valutazione della vulnerabilità nei riguardi di meccanismi locali, che
possono interessare non solo il collasso fuori dal piano di singoli pannelli murari, ma più ampie porzioni dell’edificio
(ribaltamento e/o spanciamento di intere pareti mal collegate, ribaltamento e/o spanciamento di pareti sommitali, ecc.). Il
modello utilizzato per questo tipo di valutazioni è quello dell’analisi limite dell’equilibrio delle strutture murarie, di cui
al par. C8.7.1.2 della Circolare 2019 del D.M. 2018.
Per ogni possibile meccanismo locale, ritenuto significativo per l’edificio, il metodo si articola nei seguenti passi:
trasformazione di una parte della costruzione in un sistema labile (catena cinematica), attraverso l’individuazione di
corpi rigidi, definiti da piani di frattura ipotizzabili per la scarsa resistenza a trazione della muratura, in grado di ruotare
o scorrere tra loro (meccanismo di danno e collasso);
valutazione del moltiplicatore orizzontale dei carichi a0 che comporta l’attivazione del meccanismo (stato limite di
danno);
valutazione dell’evoluzione del moltiplicatore orizzontale dei carichi a al crescere dello spostamento dk di un punto
di controllo della catena cinematica, usualmente scelto in prossimità del baricentro delle masse, fino all’annullamento
della forza sismica orizzontale;
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trasformazione della curva così ottenuta in curva di capacità, ovvero in accelerazione a* e spostamento d* spettrali,
con valutazione dello spostamento ultimo per collasso del meccanismo (stato limite ultimo);
verifiche di sicurezza, attraverso il controllo della compatibilità delle resistenze richieste alla struttura (analisi
cinematica lineare).
Per l’applicazione del metodo di analisi, si ipotizza:
resistenza nulla a trazione della muratura;
assenza di scorrimento tra i blocchi;
resistenza a compressione infinita della muratura.
le verifiche effettuate per ogni elemento dipendono dalla funzione dell'elemento nella struttura. Ad esempio, elementi con
prevalente comportamento assiale (controventi o appartenenti a travature reticolari) sono verificate a trazione e/o
compressione; elementi con funzioni portanti nei confronti dei carichi verticali sono verificati a Pressoflessione retta e
Taglio; elementi con funzioni resistenti nei confronti di azioni orizzontali sono verificati a pressoflessione deviata e taglio
oppure a sforzo normale se hanno la funzione di controventi.
Le verifiche allo SLU sono effettuate sempre controllando il soddisfacimento della relazione:
Rd > Sd
dove Rd è la resistenza calcolata come rapporto tra Rk (resistenza caratteristica del materiale) e g (coefficiente di
sicurezza), mentre Sd è la generica sollecitazione di progetto calcolata considerando tutte le Combinazioni di Carico per
lo Stato Limite esaminato.
La resistenza viene determinata, in funzione della Classe di appartenenza della Sezione metallica, col metodo Elastico o
Plastico (vedi §4.2.3.2 del D.M. 2018).
Viene portato in conto l'indebolimento causato dall'eventuale presenza di fori.
Per ogni tipo di Verifica e per ogni elemento interessato dalla Verifica, sono riportati i valori delle resistenze e delle
sollecitazioni che hanno dato il minimo coefficiente di sicurezza, calcolato generalmente come:
CS = Rd/Sd.
Verifiche di Instabilità
Per tutti gli elementi strutturali sono state condotte verifiche di stabilità delle membrature secondo le indicazioni del
§4.2.4.1.3 del D.M. 2018; in particolare sono state effettuate le seguenti verifiche:
Verifiche di Deformabilità
Sono state condotte le verifiche definite al §4.2.4.2 del D.M. 2018 e in particolare si citano:
- Verifiche agli spostamenti verticali per i singoli elementi (§4.2.4.2.1 D.M. 2018).
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- Verifiche agli spostamenti laterali per i singoli elementi (§4.2.4.2.2 D.M. 2018).
- Verifiche agli spostamenti per il piano e per l'edificio (§4.2.4.2.2 D.M. 2018).
Verifiche SLD
Essendo la struttura di Classe 3 sono state condotte le Verifiche allo Stato Limite di Danno come indicato al par. 7.3.6.1
del D.M. 2018, assumendo fattori parziali dei materiali gm pari a 1.
Per ogni collegamento sono state ricavate le massime sollecitazioni agenti sugli elementi componenti (Bulloni, Tirafondi,
Piastre, Costole e Cordoni di Saldatura) considerando appropriati modelli di calcolo e quindi sono state effettuate le
relative verifiche. In particolare:
- Per i bulloni sono state effettuate verifiche a Taglio e Trazione sia per la singola sollecitazione che per presenza
contemporanea di tali sollecitazioni.
- Per le piastre sono state effettuate verifiche a Rifollamento, a Flessione con la presenza eventuale di costole, a
Punzonamento e alle Tensioni nel piano della piastra.
- Per le costole è stata effettuata la verifica controllando la tensione ideale massima calcolata considerando le tensioni
parallele e ortogonali al piano della costola.
- Per i cordoni di saldatura è stata effettuata la verifica controllando la tensione ideale massima calcolata considerando
le tensioni tangenziali parallele e ortogonali alla lunghezza del cordone e la tensione normale ortogonale alla
lunghezza.
- Per i tirafondi sono state effettuate verifiche a sfilamento per trazione.
Le saldature, ai sensi di quanto previsto al § 4.2.8.2 del D.M. 2018, sono state realizzate della tipologia a completa o
parziale penetrazione, oppure a cordoni d’angolo, in funzione dell’angolo formato tra le parti collegate.
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10 PROGETTO DEGLI INTERVENTI
Si riportano schematicamente gli interventi che sono stati adottati al fine di conseguire gli standard di sicurezza minimi
richiesti da normativa:
Sono stati utilizzati due tipi di profilo, l’HEA200 (indicato in verde) e l’HEA300 (indicato in rosa). Ad eccezione delle
3 aule centrali, l’HEA200 funge da ripartitore sulle travi principali HEA300, che hanno orditura parallela al solaio.
2) Realizzazione di fori, per mezzo di carotatrici, tali da consentire la posa delle armature dimensionate per gli
appoggi e la movimentazione delle travi
3) Posa delle armature del dettaglio in figura e fissaggio delle barre diametro 16 al cordolo esistente, per mezzo di
resina epossidica
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5) Posa delle barre filettate, le quali potranno essere “puntate” alle staffe
In senso trasversale, le travi secondarie andranno collegate alla trave principale per mezzo del collegamento di
seguito riportato
È importante, per il conseguimento dei risultati attesi, che le barre di collegamento tra nodo e cordolo siano
correttamente fissate, seguendo le specifiche della resina epossidica utilizzata, e che l’estradosso delle travi sia
bene in contrasto con l’intradosso del solaio; a tal fine, sarà opportuno sigillare gli eventuali vuoti residui tra
estradosso della carpenteria metallica e intradosso del solaio.
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Le travi sono progettate per non trasmettere momento, e per trasferire solo sollecitazione tagliante, la quale è
poi distribuita sulla muratura evitando picchi di tensione che potrebbero causare innesco e propagazione di
lesioni.
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Il rinforzo a taglio delle fasce al di sopra degli architravi consente di scongiurare una fessurazione diagonale
nelle zone oggetto di rinforzo.
L’intervento prevede la posa di una armatura filo 8 a maglia 20x20 su una superficie di circa 1,8 m 2 di
intervento. A causa della presenza del cassone dell’avvolgibile della finestra, non in tutti gli ambienti è
possibile effettuare il rinforzo anche internamente, con moietta passante; in ogni caso, almeno esternamente,
l’intervento consente un consolidamento nei confronti della sollecitazione di taglio nel piano.
Nella planimetria generali posta a inizio paragrafo, questi interventi sono evidenziati in magenta, e sono estesi
a un totale di 10 aperture.
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Nel corso dei rilievi è inoltre emersa la presenza di due travi, denominate T2 e T3, aventi la funzione di
sorreggere il solaio in corrispondenza di aperture nel muro di spina, e indicate in rosso nella planimetria degli
interventi.
In assenza di informazioni sull’armatura delle sopra citate travi, è opinione dello scrivente che sia opportuno
procedere al rinforzo, vista anche la necessità di incrementare i carichi sulla trave T3.
La trave HEA300 ha, nel caso più penalizzante, un momento resistente plastico di circa 300 kNm, pari circa al
120% della sollecitazione massima stimata. A favore di sicurezza comunque si è ritenuto di dover rendere
collaborante il profilo dell’HEA con la trave, a mezzo di connettori metallici, ottenendo un momento resistente
globale di circa 1230 kNm, in grado così di aumentare notevolmente la rigidezza delle aperture nonostante
l’interruzione della parete portante
Gli appoggi sono previsti in neoprene, con la realizzazione di una nicchia nel muro di spina
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Completa il dettaglio una costola di irrigidimento in asse con l’appoggio e un piccolo cordolo ripartitore di
spessore pari allo spessore del muro, profondo 30 cm e alto 15 cm, in modo da favorire la diffusione delle
tensioni senza che si superi la resistenza di progetto della muratura a compressione
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In questo caso il coefficiente di sicurezza è pari a 0,77 < 1, per cui il solaio non è verificato.
Il carico massimo accidentale per è pari a circa 135 kg/m2 – valutazione che appare lievemente più conservativa rispetto
a quanto calcolato dall’ing. Porrà, citato al §1, il quale prevedeva 140 kg/m2 di accidentale per tale solaio
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Anche in questo caso il coefficiente di sicurezza è inferiore all’unità, con un carico accidentale utile pari a circa 260
kg/m2, in linea con le valutazioni dell’ing. Porrà
Per tale ragione si è ritenuto di dover intervenire diminuendo le luci dei travetti, inserendo al di sotto del solaio un grigliato
in acciaio di travi.
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Si riporta qui di seguito la valutazione dei coefficienti di sicurezza dell’intervento ipotizzato, nell’eventualità in cui
l’intero carico del solaio gravi sul grigliato in acciaio
3) Verifiche sull’intervento
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Coefficienti di sicurezza – INSTABILITA’ DELLE ASTE
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Intervenendo in questa maniera si ottiene una luce di calcolo dimezzata, e l’area di acciaio in campata diviene così
resistente per la verifica di taglio, nell’eventualità che si formi una cerniera plastica in corrispondenza dell’appoggio. In
queste condizioni, la verifica più sfavorevole è ancora una volta quella effettuata in corrispondenza del solaio R2.
In questo modo il coefficiente di sicurezza passa da circa 0,77 a 1,42, per effetto della quantità di armatura in campata e
della luce di calcolo dimezzata
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Verifica di pressoflessione nel piano
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Verifica a taglio
Appare evidente come per i meccanismi di taglio e pressoflessione fuori dal piano sia presente un cospicuo numero
di sezioni aventi coefficiente di sicurezza prossimo all’unità. È opinione dello scrivente che, sebbene l’edificio sia
dunque formalmente verificato, qualora si dovessero effettuare nel futuro interventi di sostituzione/rimozione
degli intonaci, sia preferibile utilizzare degli intonaci armati, in modo da migliorare ulteriormente le prestazioni
statiche dell’edificio.
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Spostamenti per sisma in direzione x
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Tale valore è assolutamente in linea ancora una volta coi valori del calcolo automatico, in quanto si ha in questo caso
Il valore di 0.372 MPa è privo di coefficienti di sicurezza, ed essendo in questo caso il termine dei carichi permanenti
preponderante – basti vedere il solo peso proprio della muratura – si ha
0.372 MPa ‧ 1.3 ≈ 0.483 MPa, assolutamente in linea con quanto calcolato manualmente.
Si ha dunque che e1 = 6.39 cm << 0.33 ‧ 60 cm = 20 cm, per cui anche tale verifica risulta soddisfatta
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Si passa in rassegna a descrivere le varie tipologie di intervento, e i coefficienti di sicurezza pre e post intervento
L’orditura così progettata è in grado di “entrare in funzione” una volta che le deformazioni del solaio superino una certa
soglia minima, diminuendo drasticamente la luce del solaio e dunque la sollecitazione tagliante, con conseguente aumento
del coefficiente di sicurezza (pari, post-intervento, ad un valore pari a 1,42)
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Dal punto di vista tecnico, si tratta di una soluzione nota, che consente di ottenere una sezione mista nella quale l’acciaio
del profilo metallico è teso, mentre il calcestruzzo è quasi integralmente compresso o con tensioni di trazione minime,
come indicato nella figura seguente.
È inoltre opinione di chi scrive che sia più idonea la soluzione sopra presentata, rispetto a una soluzione senza pioli di
connessione. In assenza di pioli, infatti, non è possibile considerare come un’unica sezione la parte in calcestruzzo e il
profilato in acciaio, a causa dello scorrimento reciproco dovuto al taglio.
Inserendo i pioli, dunque, si ha un notevole incremento della capacità portante del complesso trave in acciaio-trave in c.a.,
incrementando inoltre anche la capacità globale di resistere al taglio, aspetto questo da non tenere in secondo piano in
quanto nella pratica costruttiva degli anni ’50 e ’60 era prassi un utilizzo molto minore di armature a taglio rispetto a
quanto prescritto dalle normative moderne.
Il dettaglio degli appoggi rimane invariato rispetto al corrispettivo dell’intervento di inserimento del grigliato in
carpenteria metallica, mentre dal punto di vista realizzativo è possibile puntellare la trave in c.a. durante la fase di
realizzazione degli appoggi della trave in acciaio.
Questo intervento consente di valutare la capacità portante della sezione mista anche prescindendo dalle armature presenti
nella sezione in c.a., ed è quindi ritenuto consono per l’obiettivo prefisso, e tecnicamente semplice da realizzare,
richiedendo soltanto la realizzazione di una dima, la posa di connettori metallici resinati alla trave in c.a., della lunghezza
minima di cm20, la realizzazione di fori sull’ala superiore dell’HEA300 a mezzo di trapano magnetico e serraggio dei
connettori alla trave.
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13 VULNERABILITA’ SISMICA E SICUREZZA RAGGIUNTA
Come indicato, si è optato con un’analisi statica lineare, con fattore di struttura pari a 2.
Dall’analisi svolta, segue che si ha un indicatore di rischio sismico in termini di rapporto tra la domanda di accelerazione
di picco al suolo e la relativa capacità pari a 1,16, per cui la struttura risulta verificata ed idonea a seguito dell’intervento
di miglioramento proposto.
Metodo di analisi
Fattore di comportamento q nella direzione del sisma
Analisi
Sisma orizzontale in direzione X Sisma orizzontale in direzione Y
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SLO 25.217 11.850
SLD 10.342 7.293
SLV 1.160 1.281
Sono riportati di seguito i risultati ottenuti per la classificazione del rischio sismico della costruzione secondo le “Linee
Guida per la Classificazione del Rischio Sismico delle Costruzioni” approvate con D.M. n. 58 del 28/02/2017 e s.m.i..
Come previsto dalle suddette linee guida, la classificazione sismica è stata effettuata adottando il metodo convenzionale,
per il quale sono previste otto Classi di Rischio, con rischio crescente da A + a G.
Il metodo convenzionale consente di assegnare una classe di rischio (da A+ a G) pari alla minima tra due classi di rischio
distinte e funzione di due parametri:
- l’Indice di Sicurezza (IS-V);
- la Perdita Annuale Media attesa (PAM).
L’Indice di Sicurezza è un parametro di sicurezza strutturale (noto anche come Indice di Rischio), dato da:
PGA C SLV
IS - V ;
PGA D SLV
dove:
PGAC(SLV) e PGAD(SLV) sono, rispettivamente, le accelerazioni di picco al suolo di capacità e di domanda
corrispondenti al raggiungimento dello Stato Limite di Salvaguardia della Vita (SLV).
Per la struttura in oggetto, dall’analisi si ottiene:
PGAC(SLV) PGAD(SLV) IS-V
0.0773 0.0667 116.00
In base al valore di IS-V è stato possibile assegnare una classe di rischio pari a A+ (cfr. Tabella 1).
Tabella 1 - Attribuzione della Classe di Rischio IS-V in funzione dell’entità dell’Indice di Sicurezza.
Indice di Sicurezza (IS-V) Classe IS-V
100 % < IS-V A+IS-V
80 % ≤ IS-V ≤ 100 % A IS-V
60 % ≤ IS-V < 80 % BIS-V
45 % ≤ IS-V < 60 % CIS-V
30 % ≤ IS-V < 45 % DIS-V
15 % ≤ IS-V < 30 % EIS-V
IS-V < 15 % FIS-V
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