Figure Retoriche

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Le figure retoriche sono tecniche letterarie utilizzate da scrittori e

poeti per arricchire di significati le proprie opere.


Lo strumento stilistico che maggiormente viene utilizzato in poesia e caratterizza le scelte espressive
dell'autore è costituito dalle figure retoriche, distinguibili in figure di suono, di ordine e di
significato.

Sono distribuite nel seguente modo:


figure retoriche di suono: allitterazione, assonanza, consonanza, onomatopea,
paranomasia;
figure retoriche di ordine: anafora, epifora, anastrofe, antitesi, asindeto, chiasmo,
climax, ellissi, enumerazione, epanalessi, ipallage, iperbato, iterazione, parallelismo, poliptoto,
polisindeto, zeugma;
figure retoriche di significato: antitesi, antonomasia, iperbole, litote, metafora,
metonimia, ossimoro, personificazione, reticenza, similitudine, sineddoche, sinestesia.

Elenco figure retoriche:


Allegoria è una figura retorica il cui nome deriva dal greco allegorein "parlare d'altro".
Consiste nell'associare al significato letterale di un testo uno o più livelli ulteriori di senso (morale,
politico ecc). Per esempio la Divina Commedia può essere vista nel suo assieme come
un'allegoria. ESEMPIO:
il viaggio nell'aldilà = è allegoria del passaggio del peccato alla purificazione

Allitterazione è una figura retorica che consiste nella ripetizione di lettere uguali in parole
vicine, per ottenere particolari effetti espressivi.
ESEMPIO:
rade.... la rondine (Pascoli)

Anacoluto è un costrutto sintattico irregolare, in cui l'elemento iniziale di una frase rimane sospeso,
senza appoggio sintattico negli elementi successivi. Può essere usato da un autore per particolare scopi
espressivi.
ESEMPIO:

noi altre monarche, ci piace di sentir le storie per minuto


(Manzoni)

Anafora è una ripetizione di una o più parole all'inizio di versi successivi.


ESEMPIO:
Per me si va nella città dolente,
per me si va ne l'etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente. (Dante)

Analogia è una relazione di somiglianza, creata dalla fantasia tra due oggetti o situazioni che in sé non
hanno rapporto, senza l'utilizzo del "come".
ESEMPIO:

Le mani del pastore erano un vetro levigato (L'isola - Ungaretti)

Anastrofe è una figura retorica consistente nell'inversione dell'ordine abituale di un gruppo di termini
successivi.
ESEMPIO:
Allor che all'opre femminili intenta
sedevi, assai contenta
(A Silvia - Leopardi)

Antifrasi (o ironia) è l'utilizzo di un termine o di una locuzione a cui si dà senso opposto rispetto a quello
comune.
ESEMPIO:
Che bellezza! (= per alludere a qualcosa di spiacevole);
Alleluja! (= finalmente).
Antitesi (o dicotomia) è l'accostamento di immagini
contrapposte.
ESEMPIO:

Non fronda verde, ma di color fosco;


non rami schietti, ma nodosi e 'nvolti;
non pomi v'eran, ma stecchi con tòsco.
(Dante)

Antonomasia è una figura retorica che fa uso di un nome comune al posto di un nome
proprio. ESEMPIO:
l'eroe dei due mondi (perifrasi) per Garibaldi
il Filosofo (appellativo) per Aristotele.

Apocope è la caduta di una vocale finale o di una sillaba al termine di una


parola.
ESEMPIO:

Man mano la spiegazione andava avanti;


Era nel fior fiore degli anni

Apostrofe è una figura retorica che consiste nel rivolgersi direttamente e con enfasi a un interlocutore reale
o fittizio, producendo un brusco cambiamento di tono.
ESEMPIO:
Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma
bordello!

(Dante Alighieri, La Divina Commedia, Purgatorio, Canto VI)

Asindeto consiste in un'elencazione di termini senza l'uso di congiunzioni, con


l'aggiunta di punteggiatura debole come la virgola:
ESEMPIO:
Veni, vidi, vici.
Il buono, il brutto, il cattivo.

Assonanza è una rima imperfetta tra due o più parole, in cui, dall'accento fino al termine della
parola, sono uguali le vocali e non le consonanti.
ESEMPIO:

fame e pane, agosto e conosco, lento e tempo

Cesura dal latino “taglio” indica la pausa metrica all'interno di un verso, pausa che suddivide il verso in due
emistichi (mezzi versi) differenti.
ESEMPIO:
Tanto gentile e tanto onesta pare
(Dante, Vita nuova, XXVI, Tanto gentile, v. 1)

Chiasmo è una disposizione incrociata di elementi coordinati della frase, con schema ABBA.
ESEMPIO:
<<Le donne, i cavallier,
l'arme, gli amori,...»
(Ludovico Ariosto. L'Orlando furioso)

Climax dal greco "scala", è la disposizione dei termini di un elenco secondo una progressione
emotiva o logica, in senso crescente.
ESEMPIO:

brutto, molto brutto, bruttissimo = climax ascendente


bruttissimo, molto brutto, brutto = climax discendente

Consonanza è una rima imperfetta tra due o più parole, in cui, dall'accento fino al termine della parola,
sono uguali le consonanti e non le vocali.
ESEMPIO:
partisti e rimasta. (Lavandare - Pascoli)
Dialefe è la fusione in un'unica sillaba della vocale finale di una parola con quella iniziale della parola
successiva.
ESEMPIO:
voi ch'ascoltate..

Domanda retorica (o interrogativa retorica) è una domanda fittizia la cui risposta è già implicita
nella domanda stessa; si pone per coinvolgere o sollecitare emotivamente l'interlocutore.
ESEMPIO:

Non è forse vero che bere troppo fa male?


Sono forse tuo nemico?
Il leone non è forse il re della della savana?

Ellissi è una soppressione di elementi della frase, ricavabili comunque dal contegno logico o sintattico;
è di uso frequente, come quando alla domanda "come Stai?" si risponde "bene!" (evitando la
ripetizione del predicato verbale "sto").
ESEMPIO:

A nemico che fugge, ponti d'oro.


Sul tavolo una proposta di pace.

Enallage si ha quando si usa una parte del discorso invece di un'altra (sostituzione di avverbio
con aggettivo, di un nome con un verbo).
ESEMPIO:

e cominciommi a dir soave e piana (invece di soavemente).

Endiadi è una figura retorica che usa due o più termini coordinati per esprimere un unico concetto.
ESEMPIO:

nella strada e nella polvere (= strada polverosa);


Far fuoco e fiamme (= distruzione).

Enfasi è una figura retorica che serve ad accentuare e a mettere in risalto una parola o una frase.
ESEMPIO:
Lui sì che è un amico

Enjambement in italiano viene detto anche spezzatura o inarcatura (scavalcatura): la frase non si conclude
alla fine del verso, ma prosegue nel verso successivo.
ESEMPIO:

Poeta fui, e cantai di quel giusto


figliuol d'Anchise che venne di
Troia>>>
(Dante, Inferno, canto I, vv. 73-74)

Enumerazione è l'elencazione di parole unite per asindeto (senza congiunzioni: e, ma, o, ecc.), o per
polisindeto (con due o più congiunzioni che si ripetono).
ESEMPIO:

E mangia e beve e dorme e veste panni

Epanadiplosi si ha quando si inizia e termina una frase o un verso con la stessa parola.
ESEMPIO:

piace alla gente che piace;


vola colomba bianca vola

Epifonema (o aforisma) è la massima sentenza che esprime in forma estremamente sintetica


un'idea, un concetto, una riflessione.
ESEMPIO:
Noi andavam con li dieci demoni.
Ahi fiera compagnia! Ma nella chiesa coi
Santi, e in taverna co' ghiottoni. (Dante, Inferno,
XXII, 13-15)
Epifora consiste nella ripetizione di una o più parole alla fine di versi successivi. ESEMPIO:
Più sordo e più fioco
s'allenta e si spegne Solo
una nota
ancor trema, si spegne
risorge, trema, si spegne

Epanalessi (o anadiplosi) è il raddoppio di un'espressione all'inizio, nel mezzo o alla fine di un


segmento testuale.
ESEMPIO:

ma passavam la selva tuttavia, la selva, dico, di spiriti spessi.

Eufemismo è un'attenuazione di un'espressione, sentita come troppo dura o cruda, con un'altra
più attenuata.
ESEMPIO:
"male incurabile" per non dire "cancro".
"passare a miglior vita" per non dire "morire"

Figura etimologica è l'accostamento di parole con la stessa radice, usata per evidenziare il concetto
espresso.
ESEMPIO:
questa selva selvaggia

Histeron proteron è una figura retorica che consiste nel dire per prima la cosa avvenuta per
ultima. ESEMPIO:
usciamo, muoviti!
Moriamo e lanciamoci in mezzo alle armi.

Ipallage si ha quando l'aggettivo è concordato con un sostantivo diverso da quello a


cui semanticamente si riferisce.
ESEMPIO:

il divino del pian silenzio verde (l'aggettivo verde è accostato a silenzio anziché a piano);
le mani avide del vecchio (invece che le mani dell'avido vecchio).

Iperbato è una figura retorica che prevede un allontanamento di una parola da un'altra alla quale
dovrebbe essere vicina.
ESEMPIO:
O belle agli occhi miei tende latine (Tasso).

Iperbole è un'esagerazione a fini espressivi ed è molto usata nel linguaggio quotidiano.


ESEMPIO:

Occhi soavi e più chiari che 'l sole (Bembo);


Ho una fame da lupo.
Litote è una figura retorica che consiste in un'affermazione attenuata, ottenuta negando
il contrario di ciò che si vuole affermare.
ESEMPIO:

Don Abbondio non era nato con un cuore di leone (Cioè, il don Don Abbondio di Manzoni era un fifone).
Metafora è una figura retorica che consiste nella sovrapposizione di due elementi che abbiano qualcosa in
comune, fino a creare un terzo elemento nuovo ed originale. Per semplificare molto, si può dire che la
metafora è una similitudine senza “come”. ESEMPIO:
I tuoi occhi sono stelle (si sovrappone l'elemento "occhi" all'elemento "stelle" e si crea il nuovo
elemento "occhi stellati)
Più semplice sarebbe stata la similitudine “i tuoi occhi sono come stelle", dove i due elementi paragonati
rimangono separati e non creano un terzo elemento nuovo ed originale.

Metonimia è una figura retorica che consiste in un trasferimento di significato tra due termini che a
differenza della metafora appartengono comunque allo stesso campo semantico.

l'autore per l'opera


"mi piace leggere Dante" / le opere di Dante;
"ascolto Mozart" / le opere di Mozart;

la causa per l'effetto


"ha una buona penna" / egli sa scrivere bene;

l'effetto per la causa


"è sbiancato in volto"/"si è spaventato";

il contenente per il contenuto


"bere un bicchiere"/ il vino del bicchiere;
"stendere la lavatrice"/ il bucato della lavatrice;

l'astratto per il concreto


"confidare nell'amicizia" / negli amici;

il concreto per l'astratto


"ascoltare il proprio cuore" / i propri
sentimenti;
"ha gli strumenti" / ha le capacità);

la materia per l'oggetto


"ammiro i marmi del Partenone" / ammiro le statue del Partenone;

la sede o l'odonimo per l'istituzione


"notizie da Montecitorio"/notizie provenienti dalla Camera dei deputati"
Omoteleuto è la ripetizione di sillabe uguali o molto simili alla fine di più parole della stessa frase (=
rima).
ESEMPIO:
andarono, a stento arrivarono, ma non ritornarono.

Onomatopea è una figura retorica che consiste nell'uso di parole che imitano suoni o versi degli animali.
ESEMPIO:

chicchiricchì
bau bau
ticchettare
scricchiolare...

Ossimoro è un accostamento paradossale di termini di senso opposto. La coesistenza dei contrari


giunge inaspettata e produce perciò stupore in chi legge.
ESEMPIO:
dolce amarezza,
vita mortale

Parallelismo è una disposizione simmetrica di parti del


discorso.
ESEMPIO:

Il mare è tutto azzurro | Il mare è tutto calmo (Penna)

Paranomasia è l'accostamento di due parole simili nel suono, ma non nel


significato. ESEMPIO:
compagna, accompagna;
traduttore, traditore.

Perifrasi consiste nell'indicare una cosa o una persona ricorrendo a un giro di parole anziché al
nome proprio di essa.
ESEMPIO:

"è mancato all'affetto dei suoi cari" per dire "è morto".
"re de l'universo" per indicare "Dio".

Personificazione è una figura retorica che consiste nell'attribuire comportamenti umani ad animali o cose.
ESEMPIO:
le nuvolette stanche (Saba, Favolette),
la nebbia arriva con le sue zampette.

Pleonasmo è un elemento linguistico sintatticamente superfluo, il cui valore è pertanto puramente


espressivo.
ESEMPIO:

e a me che me ne importa.

Poliptoto è la ripetizione variata di una stessa parola.


ESEMPIO:
amore, amare

Polisindeto è quando si usano ripetutamente le congiunzioni per creare ritmo.


ESEMPIO:

io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei.

Preterizione (paralessi, paralissi o paralipsi) è quando si finge di tacere un argomento di cui invece si
tratta diffusamente.
ESEMPIO:

Non ti dico cosa mi è successo... (e invece lo dico lo stesso).

Prolessi è un'anticipazione di un elemento del discorso, successivamente ripreso.


ESEMPIO:

«Quello che volevo dire è questo, che..>>

Similitudine è una figura retorica che consiste nel creare un paragone fra due elementi che abbiano qualche
somiglianza tra loro. Inizia sempre con parole tipo: come, sembra, pare, simile, pari a, somiglia a.
ESEMPIO:
blu come il mare,
bello come il sole.

Sinalefe è la fusione in una sola parola della sillaba finale della parola precedente con quella iniziale della
parola successiva.
ESEMPIO:

voi ch'ascoltate in rime sparse il suono


Sineddoche è una figura retorica affine alla metonimia, ma implicante
principalmente rapporti
quantitativi di affinità
ESEMPIO:
la parte per il tutto
il "timone" per la "nave"

il tutto per la parte


"America" (continente) anziché gli "Stati Uniti" (nazione)

il singolare per il plurale


"l'italiano" all'estero per "gli italiani" all'estero

il genere per la specie.


"anfibio" anziché "rana"
Sinestesia è una figura retorica che consiste nell'associare, in un'unica espressione, parole o immagini
riferite a sfere sensoriali differenti.
ESEMPIO:

i dorati silenzi (il dorato lo percepisco con la vista; il silenzio lo percepisco con
l'udito)

Zeugma: quando due o più complementi o parti della frase dipendono da un solo verbo, che dovrebbe riferirsi
solo ad uno di essi.
ESEMPIO:
parlar e lagrimar vedrai insieme
(Divina Commedia, Inferno, XXXIII 9)