Dispensa Poesia2 Z Prof - Ssa Esposito Franca

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IL TESTO POETICO

Il testo poetico è un testo che, attraverso un uso particolare della lingua,


esprime i contenuti più svariati. Di origine antichissima, esso presenta caratteristiche
che lo differenziano da tutti gli altri tipi di testo.
 È un testo caratterizzato dalla scansione grafica dei versi
 È un testo in cui ciò che conta non sono tanto i contenuti quanto la
forma, cioè il modo in cui il poeta sceglie le parole e le combine insieme
per produrre immagini e per conseguire effetti espressivi, ritmici
e musicali
 È un testo polisemico: esso, infatti, condensa in sé svariati significati
senza mai ridursi a uno solo di essi.
Il testo poetico è fatto di parole, le stesse parole della lingua comune, ma il
poeta saggia tutte le possibilità delle parole, caricandole di significati aggiuntivi
che le portano a esprimere qualcosa di più e di diverso rispetto alla lingua di tutti
i giorni.
Le parole sono simboli, sonori o grafici composti da gruppi di suoni o di
lettere, che richiamano alla mente un oggetto concreto o un’idea astratta: sono
pertanto costituite da un significante e da un significato
Successione di suoni e dei segni
grafici che li rappresentano
Immagine concettuale collegata a una
determinata successione di segni o di
suoni. Il significato può assumere un
valore:
Denotativo: il significato di base della parola, fissato dal codice della lingua e
condiviso da tutti i parlanti. Es. cuore = organo muscolare cavo…
Connotativo: quando le parole arricchiscono il loro significato con elementi
supplementari di tipo soggettivo, allusivo, suggestivo o evocativo.
Es. cuore = coraggio, bontà, vita ecc. Parole chiave .Campi semantici
La comunicazione poetica
Autore contesto lettore emittente io lirico messaggio interlocutore destinatario
Voce che parla in prima persona all’interno del testo
Colui a cui si rivolge l’io lirico esplicitamente o implicitamente:
divinità, entità astratta, oggetto personificato lettore, persona amata ecc.

La lingua della poesia tra denotazione e connotazione


La ricchezza di significati che caratterizza la lingua poetica fa di ogni testo
poetico un testo polisemico, portatore e produttore di significati vari e complessi,
continuamente oscillanti tra il livello del significato denotativo e quello del
significato connotativo.

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Pertanto una volta analizzato il significante di una poesia e dopo aver compreso
il significato denotativo dei versi, bisogna comprendere i significati connotativi
facendo particolare attenzione alla scelta delle parole, al loro accostamento,
all’individuazione di parole-chiave che si collegano a diversi campi semantici
(= organizzazione del lessico in aree di significato comune relative al
tempo, allo spazio, al movimento, alle percezioni sensoriali, alla sfera affettivo
emotiva…), ed infine all’eventuale presenza di coppie oppositive che riguardano due
campi semantici oppostivi e che assumono una rilevanza fondamentale per la
comprensione del significato connotativo del testo.
Il significato connotato e più profondo di una poesia si esprime attraverso
l’uso creativo di figure retoriche cioè di modalità espressive che arricchiscono
il senso convenzionale delle parole o conferiscono loro un valore allusivo e suggestivo.
Il linguaggio “figurato” implica un discostarsi dalla norma, in modo da
attribuire alle parole un significato diverso da quello letterale.
Vediamo di seguito le principali figure retoriche, organizzate in ordine alfabetico,
ma suddivise in tre grandi gruppi secondo il colore con cui sono evidenziate:
1. Figure retoriche del significato
2. Figure retoriche dell’ordine delle parole
3. Figure retoriche del suono
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FIGURE RETORICHE
Accumulazione: enumerazione ordinata e progressiva, ma anche confusa, di
oggetti, stati d'animo, azioni, immagini inconsce. L'alma sbigottita or ride, or
piange, or teme, or s'assecura, Petrarca.
Adunaton: menzionare situazioni e ipotesi impossibili; il mai espresso in maniera
iperbolica e paradossale. Cecco Angiolieri, s'io fosse vento ...., argomenta in modo
assurdo l'impossibilità che un fatto si verifichi.
Aferesi: soppressione di una vocale o sillaba a inizio di parola, di norma
quando la precedente termina per vocale; verno per inverno per evitare la sinalefe.
Allegoria: soppressione del significato di base (denotativo) per aggiungervi
uno più nascosto (connotazione). Più che una metafora continuata, come era
stata interpretata dal Lausberg (1969), risulta un insieme di simboli astratti.
(es. la barca che attraversa il mare in tempesta > gli uomini che cercano di
giungere tra mille pericoli alla salvezza - porto). L'allegoria è tipica dei miti,
delle parabole e delle favole (il mondo animale). Essa può essere metafisica
(rappresentazione delle idee) ; teologica (nel Medioevo) ; filosofica .... Si
deve distinguere dall'interpretazione figurale, perché nell'allegoria un elemento
sta per un altro (il veltro dantesco > riformatore spirituale) ; la figura indica
un elemento accanto a un altro: Beatrice nel Paradiso è una figura perché la
sua identità storica coesiste con ciò che rappresenta: la grazia rivelata, la fede.
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Allitterazione: consiste nella ripetizione ritimica della stessa vocale o consonante o
sillabo tònica (i nascenti del Sol raggi rinfrange PARINI). Molte volte l’alliterazione
non solo è musicale, ma anche onomatopeica e fortemente
espressiva… quasi sempre dona una patina di “antico” al verso.
Anacoluto: cominciare un periodo con un costrutto e continuarlo con un altro:
mimesi linguistica degli umili, popolari; Quelli che muoiono, bisogna
pregare per loro, Manzoni. Lo usa spesso Machiavelli.
Anagramma: trasposizione dei fonemi di una parola, Silvia salivi, L.
Annominazione: ripresa di un lessema variato nella forma: Amor che nullo
amato amor perdona ; è simile al poliptoto (>dai molti casi), cre'io, ch'ei
credette, ch'io credessi, Dante, ma questa è una figura sintattica, quella grammaticale e
semantica.
Antanaclasi: ripetizione di una parola con senso diverso : il cuore ha le sue
ragioni che la ragione non conosce.
Anafora: ripetizione di una o più parole ad inizio di verso . Per me si va nella
città dolente,/ per me si va nell'etterno dolore/, per me si va tra la perduta
gente.

Analogia: non è una figura retorica, ma un modo di rapportarsi alla realtà


tipico del Decadentismo. Tale procedimento accosta per virtù di associazione
simbolica realtà lontanissime, scoprendo, attraverso l'intuizione, relazioni e
corrispondenze inusitate. La parola che ne risulta pertanto esprime un'improvvisa e
folgorante illuminazione che sfiora la totalità e la pienezza dell'essere.
Ungaretti, vita corolla di tenebre ; cuore paese più straziato, si propone
di mettere a contatto immagini lontane senza fili, riconquistando la purezza
primigenia, la dimensione originaria dell'essere, per virtù della parola, liberata
dal contingente e da ogni impurità.
Anastrofe: inversione dell'ordine abituale di due parole.
Anticlimax: susseguirsi di termini dal significato di intensità discendente
Antifrasi: uso di una parola con significato opposto a quello che le è proprio,
detta con ironia.
Antitesi: accosta concetti opposti o fortemente divergenti, non fronda verde
ma di colore fosco, Dante.
Antonomasia: sostituisce il nome proprio con un epiteto o perifrasi che ne
evidenzia le qualità : il poeta per Dante ; l'eroe dei due mondi, per Garibaldi.
Apocope: è la caduta della vocale finale di una parola e, a volte, della consonante
: lor, per loro ; moriro, per morirono.
Apostrofe: rivolgere la parola in modo appassionato, o brusco o violento, a
persone o cose assenti o diverse dal pubblico cui il messaggio è indirizzato:
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Ahi serva Italia di dolore ostello ... ; O natura, o natura, perché non rendi ...
Asindeto: soppressione delle congiunzioni coordinanti all’interno della frase.
Le donne, i cavalier, l'arme, gli amori.
Assonanza: identità delle sole vocali della parte finale di due parole, a cominciare
dalla vocale tonica . bosco/odo ; salmastre / arse ; nostri/volti ; ombra/remota.
Chiasmo: sequenza a specchio di quattro elementi, donne, cavalier, arme,
amori ; si può anche avere la successione di sostantivo - aggettivo, aggettivo -
sostantivo : tonfi spessi e lunghe cantilene, Pascoli ; o complemento indiretto
- soggetto, soggetto - complemento ind. : al pastor la sua vita, la nostra vita a
voi.
Climax susseguirsi di termini dal significato di intensità ascendente E videmi,
e conobbemi e chiamava DANTE
Consonanza : identità delle sole consonanti della parte finale di due parole,
a cominciare dalla vocale tonica. travaglio/muraglia/bottiglia.
Crasi: fusione di due vocali una finale l'altra iniziale di due parole contigue :
mezzombra.
Ellissi: eliminazione di alcuni elementi nell'enunciato. Nell'analisi narrativa
indica l'omissione di alcuni eventi.
Enallage: adoperare una forma grammaticale al posto di un'altra :e chi la scure
asterrà pio, per piamente, Foscolo.
Enfasi: porre in particolare rilievo un concetto.
Enjambement: si ha quando la frase non si conclude con il verso ma continua
in quello seguente.
Enumerazione: rassegna rapida di oggetti, eventi, qualità per asindeto o polisindeto.
Epifonema: esclamazione o sentenza che conclude enfaticamente un discorso,e 'l
conoscer chiaramente / che quanto piace al mondo è breve sogno, Petrarca.
Epitesi è l’aggiunta non giustificata di un fonema o di una sillaba alla fine di
una parola, nobilitate.
Eufemismo attenuazione (per scrupolo morale, sociale o culturale) di un’espressione
troppo cruda o realistica mediante la sua sostituzione con un sinonimo o con una
perifrasi (spesso litote) passare a miglior vita al posto di morire.
Ipallage: quando si attribuisce a un termine una qualificazione che spetterebbe a
un'altra parola, con sua marra paziente, (Pascoli), la pazienza è attribuita alla zappa e
non al contadino.
Iperbato: come l'anastrofe, solo che inserisce altri termini tra quelli invertiti,
colui che l'acque cantò fatali.
Iperbole: l'esagerazione delle qualità di una persona, azione o concetto : Uno
spirto celeste, un sol vivo > Laura
Ipostasi: la personificazione di un concetto astratto, così la Natura in Dialogo
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tra la Natura e un Islandese.
Ipotiposi: rappresentazione particolarmente vivace di un avvenimento, un
personaggio, un oggetto per farlo apparire come presente ai nostri occhi. Farinata degli
Uberti nella prima cantica di Dante o gli eroi di Maratona dei Sepolcri.
Ironia figura retorica che consiste nel mascherare il proprio discorso dicendo
l’opposto di ciò che si pensa (antifrasi) oppure servendosi di una litote o di
una reticenza o di una citazione distorta dal discorso altrui, a scopo derisorio e
talvolta sarcastico. A voi che siete ora in Fiorenza dico, / che ciò ch’è divenuto,
par, v’adagia, / e poi che li Alamanni in casa avete,/ servite i bene, e faitevo
mostare/ le spade lor, con che v’han fesso i visi, padri e figliuoli auccisi.
G. D’AREZZO
Iterazione: ripetizione di parole o sintagmi per rafforzare un concetto ; così
l'anafora, l'anadiplosi :______X,X______ : ...capra solitaria. In una capra dal
viso semita ; l'antimetabole, si deve mangiare per vivere, non vivere per mangiare
: gli stessi termini ma invertiti ; l'epanadiplosi : X- - - X ; l'epanalessi :ripetizione dopo
intervallo, il pino ha un suono e il mirto altro suono ; l'e pistrofe
; l'epizeusi : ripetizione senza alcun intervallo.
Litote: figura consistente, nella sua forma più semplice, nell’esprimere un
concetto negando il suo contrario. Non sto male. Non è un genio (ironia).
Metafora: sostituzione di una parola con un'altra, con la quale abbia una relazionedi
significato, capei d'oro. È una similitudine abbreviata
Metonimia: trasferimento di significati sulla base di un rapporto di continuità
logico - casuale, materiale spaziale, per cui si sostituisce al termine letterario
proprio quello traslato. Se la metafora indica un rapporto di similarità, la metonimia
indica a relazione sintagmatica, una sostituzione per continuità ; sudate carte ;
sguainare il ferro ; bevve un bicchiere ; a chi piace la spada (vita
militare) ; le grandi potenze (le nazioni) ; leggere Dante ; educò un lauro ... e
t'appendea corone ; i colletti bianchi ; le camicie rosse ; lingua mortal (il
mezzo e la persona) non dice.
Onomatopea: imitazione acustica di un oggetto o di un’azione attraverso il
significate cin cin = brindisi; din don = campane
Ossimoro: accostamento di due termini di significato opposto che sembrano
escludersi a vicenda. ghiaccio bollente. mortal Dea.
Paronomasia: due parole con analoga sonorità, sedendo e mirando. È detta
anche bisticcio di parole ; parlotta la maretta, Montale. Così anche gli anagrammi.
Perifrasi: giro di parole con cui si esprime indirettamente un concetto, o si
descrive una persona o un oggetto, al fine di evitare espressioni volgari o dolorose il
Ghibellin fuggiasco, cioè Dante; Amor che move il cielo e l’altre
stelle, cioè Dio.
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Personificazione o prosopopea: attribuisce a concetti astratti o esseri inanimati
qualità e attributi fisici umani
Pleonasmo: un'espressione non necessaria, sovrabbondante.
Preterizione : si finge di non voler parlare di una cosa, che poi effettivamente
si dice.
Prostesi : aggiunta non giustificata di un fonema all’inizio di una parola
ignudo, istrada.
Reticenza : interruzione intenzionale di una frase che lascia al lettore il compito di
completarne il senso ricostruendo gli elementi sottintesi …
Sarcasmo : aspra e violenta ironia ; Fiorenza mia, puoi ben esser contenta/di
questa digression che non ti tocca.
Simbolo : simile all'allegoria, consiste in una figura o in un oggetto concreto
scelto per significare una sua proprietà saliente ; agnello>innocenza.
Similitudine : rapporto di somiglianza tra persone o cose diverse introdotto
da come, da altri avverbi di paragone (tale, simile a, ecc) o da forme analoghe
(pare) paragone : come ... tale
Sincope : soppressione di uno o più fonemi all'interno di una parola, spirto,
medesmo.
Sineddoche: spostamento di una parola dal suo significato proprio a uno diverso in
base a una relazione di tipo estensionale, NON LOGICO :SPAZIALE
come la metonimia ; la parte per il tutto>tetto per casa ; il tutto per la parte
: ho dipinto casa, per le pareti di casa ; il sing. per il plu. l'uomo è egoista ;
il plu. per il sing. i Cesari sono rari nella storia ; il genere per la specie : i
mortali, per gli uomini ; la specie per il genere : il pane non ci manca ; lavoratore
per operaio ; macchina per automobile ; ho sceso un milione di scale ;
quattro salti.
Sinestesia : forma particolare di metafora in cui si associano, nella stessa
espressione, voci che si riferiscono ad ambiti sensoriali diversi Pigolio di stelle
, fresche le mie parole ne la sera ; Urlo nero.
Umorismo : non presenta note sarcastiche, ma induce alla riflessione.
Zeugma : figura retorica in cui due o più termini dipendono da uno stesso
verbo mentre dovrebbero dipendere da due verbi differenti . parlar e lacrimar
vedrai insieme.DANTE
Figure retoriche del significato
Figure retoriche dell’ordine delle parole
Figure retoriche del suono

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APPUNTI DI METRICA
IL VERSO
Il verso è quell’unità di significante oltre la quale si va a capo.
Il verso è composto da diverse sillabe il numero delle quali dà il nome al
verso stesso
Per contare le sillabe:
 in fine verso il dittongo vale due sillabe ;
 sinalefe : la vocale finale di una parola e quella iniziale della parola seguente
si considerano un'unica sillaba ;
 dialefe : il contrario>non si fondono perché la prima è accentata ;
 dieresi
 sineresi : il contrario>valgono una sillaba
 tmesi : parola spezzata andando a capo nell'altro verso
I versi possono essere parisillabi, quando hanno l'ultimo accento ritmico su posizioni
dispari, risulta un'accentazione ritmica fissa e dal risultato cantilenante ;
imparisillabi, quando ce l'hanno su pari, il ritmo è più vario e il risultato è più
vario e armonioso.
Versi Parisillabi
bisillabo : raro, nella poesia moderna è usato con altri versi. L'accento cade
sulla prima posizione.
quaternario : ha quattro sillabe e l'accento è fisso sulla terza posizione. È il
verso dei libretti d'opera oppure funge da emistichio nei versi lunghi.
senario : l'accento è sulla seconda e la quinta ; è un metro molto vivace, usato
molto nella poesia patriottica dell'Ottocento (Mameli).
ottonario : cadono nella terza e settima posizione ; la cesura è dopo la quarta.
Molto usato nelle ballate popolari.
decasillabo : formato da dieci posizioni, gli accenti cadono in terza, sesta e
nona posizione, mentre la cesura dopo la quarta.
Versi Imparisillabi
quinario : gli accenti cadono sulla prima e quarta posizione. I poeti siciliani o
toscani lo usavano in combinazione con settenari o endecasillabi.
settenario : l'accento mobile può cadere su un delle prime quattro posizioni,
l'altro è fisso sulla sesta.
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novenario : l'ictus e di solito sulla seconda, quinta, ottava pos. È stato molto
usato da Carducci, Pascoli, D'Annunzio.
endecasillabo :è il verso che Dante chiamò "celeberrimum", cosa confermata da tutta
la storia letteraria ; anche il Novecento lo ha spesso usato perché èvario e risulta mosso e
armonioso per l'ictus che può cadere sulla sesta, decima; quarta, settima, decima ;
quarta, ottava, decima ; la cesura è dopo la quinta (quarta) o settima (sesta). ( In morte
del fratello... . ; "Questi che mai da me non fia diviso).
Versi Doppi
doppio quinario o decasillabo catulliano : Gioite grazie, scherzate Amori ;
doppio senario o dedecasillabo : mantiene gli stessi accenti del senario quindi sulla
seconda, quinta, ottava, undicesima pos. "Dai guardi dubbiosi//dai pavidi volti.
doppio settenario o martelliano : così chiamato perché nel 1600 Jacopo
Martello l'usò molto nelle sue tragedie ; fu usato nella poesia didattico - religiosa.
L'usò Carducci e Gozzano. Gli ictus sono quelli del settenario semplice.
doppio ottonario : è meno comune, accenta sulla terza e settima.
IL VERSO LIBERO
Prevale soprattutto tra i poeti del Novecento : il verso non è caratterizzati né daun
numero fisso di sillabe né da una struttura regolare delle strofe. Le rime versali sono
assenti e sostituite da rime interne, assonanze, consonanze...la tradizione comunque
persiste, come in Palazzeschi che si riscontra lo schema : sillaba atona, tonica, atona con
ictus in seconda, quinta e ottava posizione. Carducci adopera la metrica greca che
chiama barbara perché ne riprende solo l'accentazione e non la quantità.

LA RIMA
Rima perfetta : parole identiche a partire dall'accento tonico.
Rima imperfetta: luna/bruma.
Rima equivoca : parole omofone ma di senso diverso.
Rima baciata : AA BB.
Rima alternata : AB AB.
Rima incrociata : ABBA, prevede sempre almeno quattro versi.
Rima replicata : ABC ABC (tutto/mente/vergogno : frutto/mente/sogno).
Rima incatenata : ABA BCB CDC : terzina dantesca.
Rima invertita : ABC CBA, ABC BCA, ABC ACB (le terzine finali di A Zacinto).
Rima interna : "ciò che non siamo, ciò che non vogliamo".
Versi sciolti : non sono formati da alcuna rima, ma costituiscono un'unità metrico
- ritmica : come l'endecasillabo (Il carme dei Sepolcri).
STROFE E METRI
Strofe.
Distico : due versi a rima baciata.
Terzina :Dante.
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Quartina : i quattro versi sono collegati tra loro dalla rima incrociata o alternata.
Sestina : sei versi che seguono lo schema della rima ABA BCC.
Ottava : otto versi collegati dalla rima ABABABCC o da quella siciliana alternata
ABABAB.
Più strofe danno luogo a componimenti.
Metri.
Sonetto : forse invenzione del poeta siciliano Giacomo da Lentini, che
probabilmentelo derivò dalla stanza della canzone, esso è composto da due quartine e
due terzine, in cui le prime due :ABAB ABAB oppure ABBA ABBA ; le
terzine : CDC DCD o CDE EDC . Il sonetto esprime una particolare condizione
spirituale, non popolare.
La canzone : la forma più illustre dell'antica lirica italiana, dai Siciliani
giunse al Petrarca che ne ha conservato la forma più esemplare. Essa è composta da un
numero variante di stanze e da un congedo. Ogni stanza è distinta in fronte e sirma , la
prima si divide in due piedi identici e la sirma spesso si divide in due volte identiche o
simmetriche. Tra fronte e sirma c'è spesso una concatenatio, unita per sintassi alla sirma,
ma per la rima all'ultimo verso alla fronte. Il congedo può essere uguale alle stanze
precedenti per metro, anche se diverso per tematica, o può riprodurne solo una parte, o
fronte o sirma o parte di una o dell'altra.
La canzone libera o leopardiana : è stata perfezionata dal Leopardi che non
ha voluto sottostare alle regole fisse della rima : è costituita da endecasillabi e
settenari.
La canzonetta : è una piccola canzone in versi brevi, con un numero variabile
di strofette. Ha contenuto lieto e amoroso. È stata usata dai poeti della
Scuola siciliana, dal Parini, Carducci.... (Palazzeschi, E lasciatemi divertire).
La sestina lirica : è un componimento piuttosto monotono e di difficile stesura
: formato da sei stanze da sei versi ciascuna e di un commiato di tre versi :
in tutto 39 endecasillabi non rimati che ripetono che ripetono in ogni stanza le
parole finali della prima in maniera alternata (cioèultima/prima/penultima/seconda).
Dante, Petrarca, Carducci, D'Annunzio.
La ballata : cominci a essere attestata verso la metà del XIII sec. in Toscana,
è più popolare della canzone. Sua caratteristica fondamentale è il ritornello,
premesso alla prima stanza e ripetuto alla fine di ogni stanza. Le stanze, di numero
variabile, sono articolate in due mutazioni e una volta ; i versi di quest'ultima richiamano
uno o più versi della ripresa. I versi usati sono gli endecasillabio i settenari, anche misti,
gli ottonari. La ballata romantica, o romanza, predilige versi lunghi e ritmati . Sul
metro della ballata sono modellati
la lauda, componimento religioso popolare in versi brevi, e i canti carnascialeschi
cantati sui carri delle maschere, durante le feste del carnevale della Firenze del
Rinascimento.
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L'ode : componimento greco ripreso nel 1400, 1500. È il componimento lirico per
eccellenza, idoneo a cantare passioni civili, morali, affettive...L'ode
passa da Pindaro, Alceo, Saffo, Orazio, Parini, Foscolo, Manzoni, Carducci,
Pascoli. Ha dato origine all'inno religioso(inno ambrosiano, Inni sacri del
Manzoni) e a quelli patriottico - politici (Mameli, Mercantini : costoro sul
ritmo martellante dei decasillabi e dodecasillabi). I metri sono molteplici, prevalgono i
settenari, gli endecasillabi. Il cinque maggio.
Il madrigale : è un breve componimento lirico, dal ritmo agile composto ora
da tre terzine con rima baciata alla fine delle strofe, ora da due terzine seguite
da uno o più distici a rima baciata o alternata. (I due fuchi di Pascoli).
L'elegia : usa le terzine per esprimere un sentimento di nostalgia del passato,
di tristezza al ricordo di persone scomparse, di malinconia.
Il rispetto, lo strambotto, lo stornello : componimenti popolari che si avvalgono
dell'accompagnamento di uno strumento musicale.
La satira, il sermone, l'epigramma, il carme appartengono al genere lirico
- didascalico. In particolare :
 la satira: di valore morale e civile condanna, in tono tra il serio e lo scherzoso, i
costumi corrotti della società. In una grande varietà di metri l'hanno adoperata Lucilio,
Orazio, Giovenale, Ariosto, Parini, Alfieri, Giusti, Carducci.
 il sermone: di tono più dimesso e discorsivo, ma sempre d'argomento morale -
satirico. Usa endecasillabi sciolti.
 l'epigramma: è un breve e arguto componimento che vuole suscitare la riflessione e
il sorriso.
 il carme: è un solenne componimento lirico che ha un fine educativo ; Foscolo,
Manzoni (In morte di..).
 genere pastorale o bucolico :Teocrito, Virgilio, Sannazaro, Aminta, Idilli di
Leopardi, Carducci e Pascoli. Esso si distingue in idillio, che descrive la semplice vita a
contatto con la natura, e egloga, che svolge gli stessi argomenti in forma dialogica.

Pro memoria per l’analisi di un testo poetico


Scheda 1 : Orientamento
1. Spiegazione delle parole e dei costrutti più difficili.
2. Riferimenti culturali, geografici, storici.
3. Sunto dei contenuti principali del testo, tenendo presente il titolo della poesia e
l'opera di cui fa parte.
4. Genere letterario in cui si può inserire: lirico, politico - civile, storico, epico,
didascalico, satirico ecc.
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5. Notizie relative all'autore (emittente), al suo contesto culturale e ideologico, a
quello culturale (in quale ambito, corrente letterario si inserisce), contesto storico
sociale, vedendo se tutto ciò è riferibile al testo stesso.
Scheda 2 : Il Significato
1. Individua i nuclei tematici della poesia.
2. Sintesi dei motivi di ciascun nucleo: motivi descrittivi, ideativi, riflessivi,
espressivi, statici o dinamici.
3. Individua gli elementi principali: il poeta; il o i personaggi: storici, fantastici,
mitologici, reali; epoche, natura, ambiente sociale, oggetti, attività dell'uomo,
esperienze.
4. Comprensione delle relazioni di somiglianza o contrapposizione tra luoghi e
personaggi nel testo; notare quale senso, vista, udito, tatto ..., è maggiormente
sollecitato o interessato.
5. Analisi della struttura del testo, cioè dei legami di successione, giustapposizione,
contrapposizione dei temi e dei motivi.
6. Individua i terreni tematici (amicizia, amor di patria ecc.) : le strofe in cui
compaiono, gli elementi da cui sono espressi (parole chiave, immagini ...).
7. Notare se i contenuti della poesia sono riferiti a una situazione storico – sociale o
culturale precisi ; se gli eventuali fatti o personaggi storici siano corrispondenti e fedeli
alla realtà ; se i contenuti sono nuovi, tradizionali o se cisono topoi ; se alcuni motivi
possono avere un significato simbolico ; se si
può cogliere il significato ideologico (sentimenti, sensazioni, ideali, realtà interiore) del
poeta e la sua visione del mondo ; se la poesia nasconde altri fini o messaggi
particolari e morali.

Scheda 3 : Livello Iconico - Visivo


Notare se c'è una particolare impostazione grafica (distribuzione degli spazi
bianchi, l'uso della punteggiatura) o un rapporto particolare tra parola e immagine
(disposizione delle parole che riproducono la forma di oggetti ed esporreil suo
significato.
Un verso lungo può essere tale perché la poesia ha un andamento prosastico, è una
poesia racconto (Pavese) o per dominare, con un ritmo lento, la sofferenza interiore,
limitandone la drammaticità (Foscolo).
Il verso breve tende a isolare la parola, circondarla di spazi bianchi, creando
un ritmo spezzato o vuole comunicare un'intenzione folgorante, un breve messaggio di
carattere esistenziale (Ungaretti) o per riprodurre suggestive musicalità (D'Annunzio).
Una forma irregolare può mettere in risalto un termine isolato, o con la sua
forma riprodurre un oggetto .....(Futuristi).
Una forma ordinata e regolare pur nella libertà metrica, può suggerire il bisogno di
dare ordine al disordine interiore.
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Scheda 4 : Intento Comunicativo
Dell'espressione poetica accertare:
1. se prevale un registro linguistico espressivo, simbolico, commemorativo, celebrativo,
epico, tragico, comico, umoristico, satirico, parodistico, fantastico,
elegiaco ecc.
2. qual è la funzione della lingua : d'intrattenimento e di bellezza formale (estetico-
immaginativa) ; descrivere con realismo (referenziale) ; mantenere il
contatto con un interlocutore (fatica) ; convincere (conativa) ; esprimere i propri
sentimenti e il proprio stato d'animo (emotivo - espressivo).
3. se è usata la prima o la terza persona, se l'autore si presenta in un modo particolare
(autore implicito) o se c'è assenza di soggettività e sentimenti esplicitati(allora che
senso ha questa scelta ?) ; a volte la terza persona nasconde il poeta : da che si capisce ?
4. se si rivolge a un interlocutore adoperando pronomi ai quali dà rilevanza nella
posizione nel verso ;
5. se c'è un destinatario preciso (con i suoi gusti, competenze) e come ce lo
presenta il poeta.
6. a quale pubblico il poeta si rivolge.
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Scheda 5 : Il Significante
MORFOLOGIA:
1. svolgere un'indagine lessicale sulla eventuale prevalenza di un certo tipo di
parole, o di un loro uso frequente (nomi, verbi aggettivi), per verificare l'interesse del
poeta per le cose (nomi), le qualità (aggettivi), le azioni (verbi di
movimento, o di stasi, o di percezione o di sentimento).
2. notare il tempo dei verbi per vedere se prevale l'aspetto momentaneo o durativo, se è
usato sempre lo stesso ; notare il modo per vedere se prevale la certezza (indicativo), la
possibilità, il dubbio, il desiderio (congiuntivo o condizionale), il comando o
l'esortazione.
3. analizzare eventuali diminutivi, peggiorativi, superlativi ; la categoria dei
pronomi, degli avverbi (modo, quantità, luogo, tempo, affermativi, negativi,
dubitativi) ; l'uso delle congiunzioni (in particolare e, ma all'inizio del testo o
di una strofa, per continuare un precedente discorso, attirare l'attenzione ecc.).
SINTASSI
1. notare se il periodo è elaborato o semplice e se prevalgono subordinate o
coordinate.
2. se i legami di coordinazione affiancano, contrappongono, stabiliscono relazioni di
conseguenza, spiegano o concludono.
3. se la punteggiatura è scarsa, fitta, assente : per frangere i contenuti o per presentarli
in maniera unitaria e fusa?
4. se vi sono anacoluti o incisi o se si ripetono delle strutture sintattiche e perché?

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5. se è usato il ritornello e con quale effetto e funzione ?
6. se il discorso è indiretto o diretto e perché ?
7. se l'ordine delle parole è inusuale individuare le figure di sintassi e la funzione della
disposizione significativa delle parole : antitesi, iperbato, anastrofe, asindeto, polisindeto
ecc.
CODICE LINGUISTICO
1. esame dei termini : aulici, letterari, arcaici, specialistici o provenienti da altri
linguaggi (sottocodici), grecismi, latinismi, forestierismi.
2. se il linguaggio è aulico, formale, semplice, letterario, colloquiale, vicino al
parlato, popolare, gergale, misto e perché ?
3. il dialetto ha funzione di rottura, serve a rendere con maggiore autenticità i
sentimenti o è usato per aderire con maggior realismo ad ambienti e tradizioni
popolari ?

SCHEDA 6 : IL SIGNIFICANTE
- Livello semantico.
1. esaminare i termini e le espressioni usate con significato ambiguo (parole poliseme),
le parole a forte densità connotativa, che oltre al loro significato rinviano ad affetti,
emozioni ecc.
2. esaminare le figure retoriche : metafora, metonimia, similitudine, ossimoro,
iperbole ....e notare se sono nuove rispetto alla precedente tradizione letteraria.
3. individuare le parole - chiave, quelle che racchiudono i concetti essenziali
del tema trattato e che sono ripetute ; determinare l'importanza e la tipologia
di relazioni tra esse : di carattere inclusivo>una parola di carattere generale ne
include un'altra di carattere particolare ; enumerativo ; gradazionale ; sinonimico
; antinonimico ; ; polisemantico : lo stesso termine usato in più significati.
4. raggruppare le parole del testo in famiglie>intorno alle parole chiave, sulla
base dell'analogia di significati ; o per categorie> nomi, aggettivi, verbi ; o
sulla base del significato. Così si identificano i campi semantici (Alla
luna >natura, ricorso, sofferenza). Ancora : parole incluse in ambiti semantici
o parole isolate.
5. all'interno dei campi semantici e delle parole chiave individuare le categorie
della spazialità e della temporalità :
SPAZIALITÀ :
la categoria prevalente dello spazio>la dimensione, il movimento o la staticità
gli oggetti, i luoghi, le situazioni, i fenomeni e le relazioni spaziali che si
stabiliscono tra loro ;
se spazio e oggetti hanno valore di metafora es. >spazio dei sentimenti ;
l'asse oppositivo fondamentale : reale - immaginario ; finito - infinito ; pic -
colo - grande ; alto - basso ; vicino - lontano ; definito - indefinito ; chiuso -
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aperto ; ordinato - disordinato ; l'opposizione dei fenomeni : luce - colore -
buio ; suono - silenzio ; e se queste opposizioni sono inconciliabili o esiste un
elemento che funge da nesso o confine ;
TEMPORALITA' :
se i verbi e gli avverbi si riferiscono al passato, al presente o futuro e perché
se il tempo è definito o indefinito, vicino o lontano ;
in base al tempo interno della poesia, notare se c'è una concatenazione logico
temporale o un accumulo descrittivo, sensoriale, logico, sentimentale ; se il movimento
spazio - temporale è lineare, progressivo o circolare (cioè l'ultimo verso si collega, nel
significato, al primo).
- Livello fonico.
1. notare se le rime hanno uno schema fisso, sono variabili o rare, se istituiscono tra le
parole anche un rapporto di significato. Effettuare lo schema e
la tipologia delle rime.
2. notare il timbro (chiaro, aperto, cupo, grave, acuto, aspro) delle allitterazioni,
delle assonanze e delle consonanze e la loro attinenza col contenuto.
3. notare le paronomasie (bisticci di parole<. Lacrime amare che amareggiano
il mare) e dissonanze, (o cacofonie).
4. presenza di onomatopee (quando sono molto frequenti si parla di fonosimbolismo o
gioco di suoni).
- Livello metrico - ritmico.
1. esame del metro : c'è uno schema metrico o sono versi liberi ? Uso particolare di
versi brevi ? Le strofe seguono uno schema preciso ? Se mancano, dipende da un
bisogno di continuità del discorso o da un flusso di coscienza ?
2. esame del ritmo :
segnare l'ictus (accento ritmico del verso) per notare la musicalità, ricordando
che solo endecasillabi e settenari hanno gli ictus mobili ;
analizzare le pause metriche (pausa versale) e quelle sintattiche e semantiche
: che rapporto esiste ?
vi sono enjambements ?
la cesura corrisponde a un segno di interpunzione forte o interrompe il ritmo
discorsivo ? (Ricorda che nell'endecasillabo la cesura può essere a maiore,
dopo sette posizioni, a minore, dopo cinque) :
dopo tutto ciò ricostruire il ritmo : è lento, solenne, compatto, veloce, scandito,
franto ... ?
il tipo di componimento è una ballata, una canzone, un'ode, un'elegia, un
madrigale, un sonetto, un carme, un poema epico, un poema didascalico ... ?
il verso : tipi e metrica.

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