Dispensa Poesia2 Z Prof - Ssa Esposito Franca
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Pertanto una volta analizzato il significante di una poesia e dopo aver compreso
il significato denotativo dei versi, bisogna comprendere i significati connotativi
facendo particolare attenzione alla scelta delle parole, al loro accostamento,
all’individuazione di parole-chiave che si collegano a diversi campi semantici
(= organizzazione del lessico in aree di significato comune relative al
tempo, allo spazio, al movimento, alle percezioni sensoriali, alla sfera affettivo
emotiva…), ed infine all’eventuale presenza di coppie oppositive che riguardano due
campi semantici oppostivi e che assumono una rilevanza fondamentale per la
comprensione del significato connotativo del testo.
Il significato connotato e più profondo di una poesia si esprime attraverso
l’uso creativo di figure retoriche cioè di modalità espressive che arricchiscono
il senso convenzionale delle parole o conferiscono loro un valore allusivo e suggestivo.
Il linguaggio “figurato” implica un discostarsi dalla norma, in modo da
attribuire alle parole un significato diverso da quello letterale.
Vediamo di seguito le principali figure retoriche, organizzate in ordine alfabetico,
ma suddivise in tre grandi gruppi secondo il colore con cui sono evidenziate:
1. Figure retoriche del significato
2. Figure retoriche dell’ordine delle parole
3. Figure retoriche del suono
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FIGURE RETORICHE
Accumulazione: enumerazione ordinata e progressiva, ma anche confusa, di
oggetti, stati d'animo, azioni, immagini inconsce. L'alma sbigottita or ride, or
piange, or teme, or s'assecura, Petrarca.
Adunaton: menzionare situazioni e ipotesi impossibili; il mai espresso in maniera
iperbolica e paradossale. Cecco Angiolieri, s'io fosse vento ...., argomenta in modo
assurdo l'impossibilità che un fatto si verifichi.
Aferesi: soppressione di una vocale o sillaba a inizio di parola, di norma
quando la precedente termina per vocale; verno per inverno per evitare la sinalefe.
Allegoria: soppressione del significato di base (denotativo) per aggiungervi
uno più nascosto (connotazione). Più che una metafora continuata, come era
stata interpretata dal Lausberg (1969), risulta un insieme di simboli astratti.
(es. la barca che attraversa il mare in tempesta > gli uomini che cercano di
giungere tra mille pericoli alla salvezza - porto). L'allegoria è tipica dei miti,
delle parabole e delle favole (il mondo animale). Essa può essere metafisica
(rappresentazione delle idee) ; teologica (nel Medioevo) ; filosofica .... Si
deve distinguere dall'interpretazione figurale, perché nell'allegoria un elemento
sta per un altro (il veltro dantesco > riformatore spirituale) ; la figura indica
un elemento accanto a un altro: Beatrice nel Paradiso è una figura perché la
sua identità storica coesiste con ciò che rappresenta: la grazia rivelata, la fede.
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Allitterazione: consiste nella ripetizione ritimica della stessa vocale o consonante o
sillabo tònica (i nascenti del Sol raggi rinfrange PARINI). Molte volte l’alliterazione
non solo è musicale, ma anche onomatopeica e fortemente
espressiva… quasi sempre dona una patina di “antico” al verso.
Anacoluto: cominciare un periodo con un costrutto e continuarlo con un altro:
mimesi linguistica degli umili, popolari; Quelli che muoiono, bisogna
pregare per loro, Manzoni. Lo usa spesso Machiavelli.
Anagramma: trasposizione dei fonemi di una parola, Silvia salivi, L.
Annominazione: ripresa di un lessema variato nella forma: Amor che nullo
amato amor perdona ; è simile al poliptoto (>dai molti casi), cre'io, ch'ei
credette, ch'io credessi, Dante, ma questa è una figura sintattica, quella grammaticale e
semantica.
Antanaclasi: ripetizione di una parola con senso diverso : il cuore ha le sue
ragioni che la ragione non conosce.
Anafora: ripetizione di una o più parole ad inizio di verso . Per me si va nella
città dolente,/ per me si va nell'etterno dolore/, per me si va tra la perduta
gente.
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APPUNTI DI METRICA
IL VERSO
Il verso è quell’unità di significante oltre la quale si va a capo.
Il verso è composto da diverse sillabe il numero delle quali dà il nome al
verso stesso
Per contare le sillabe:
in fine verso il dittongo vale due sillabe ;
sinalefe : la vocale finale di una parola e quella iniziale della parola seguente
si considerano un'unica sillaba ;
dialefe : il contrario>non si fondono perché la prima è accentata ;
dieresi
sineresi : il contrario>valgono una sillaba
tmesi : parola spezzata andando a capo nell'altro verso
I versi possono essere parisillabi, quando hanno l'ultimo accento ritmico su posizioni
dispari, risulta un'accentazione ritmica fissa e dal risultato cantilenante ;
imparisillabi, quando ce l'hanno su pari, il ritmo è più vario e il risultato è più
vario e armonioso.
Versi Parisillabi
bisillabo : raro, nella poesia moderna è usato con altri versi. L'accento cade
sulla prima posizione.
quaternario : ha quattro sillabe e l'accento è fisso sulla terza posizione. È il
verso dei libretti d'opera oppure funge da emistichio nei versi lunghi.
senario : l'accento è sulla seconda e la quinta ; è un metro molto vivace, usato
molto nella poesia patriottica dell'Ottocento (Mameli).
ottonario : cadono nella terza e settima posizione ; la cesura è dopo la quarta.
Molto usato nelle ballate popolari.
decasillabo : formato da dieci posizioni, gli accenti cadono in terza, sesta e
nona posizione, mentre la cesura dopo la quarta.
Versi Imparisillabi
quinario : gli accenti cadono sulla prima e quarta posizione. I poeti siciliani o
toscani lo usavano in combinazione con settenari o endecasillabi.
settenario : l'accento mobile può cadere su un delle prime quattro posizioni,
l'altro è fisso sulla sesta.
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novenario : l'ictus e di solito sulla seconda, quinta, ottava pos. È stato molto
usato da Carducci, Pascoli, D'Annunzio.
endecasillabo :è il verso che Dante chiamò "celeberrimum", cosa confermata da tutta
la storia letteraria ; anche il Novecento lo ha spesso usato perché èvario e risulta mosso e
armonioso per l'ictus che può cadere sulla sesta, decima; quarta, settima, decima ;
quarta, ottava, decima ; la cesura è dopo la quinta (quarta) o settima (sesta). ( In morte
del fratello... . ; "Questi che mai da me non fia diviso).
Versi Doppi
doppio quinario o decasillabo catulliano : Gioite grazie, scherzate Amori ;
doppio senario o dedecasillabo : mantiene gli stessi accenti del senario quindi sulla
seconda, quinta, ottava, undicesima pos. "Dai guardi dubbiosi//dai pavidi volti.
doppio settenario o martelliano : così chiamato perché nel 1600 Jacopo
Martello l'usò molto nelle sue tragedie ; fu usato nella poesia didattico - religiosa.
L'usò Carducci e Gozzano. Gli ictus sono quelli del settenario semplice.
doppio ottonario : è meno comune, accenta sulla terza e settima.
IL VERSO LIBERO
Prevale soprattutto tra i poeti del Novecento : il verso non è caratterizzati né daun
numero fisso di sillabe né da una struttura regolare delle strofe. Le rime versali sono
assenti e sostituite da rime interne, assonanze, consonanze...la tradizione comunque
persiste, come in Palazzeschi che si riscontra lo schema : sillaba atona, tonica, atona con
ictus in seconda, quinta e ottava posizione. Carducci adopera la metrica greca che
chiama barbara perché ne riprende solo l'accentazione e non la quantità.
LA RIMA
Rima perfetta : parole identiche a partire dall'accento tonico.
Rima imperfetta: luna/bruma.
Rima equivoca : parole omofone ma di senso diverso.
Rima baciata : AA BB.
Rima alternata : AB AB.
Rima incrociata : ABBA, prevede sempre almeno quattro versi.
Rima replicata : ABC ABC (tutto/mente/vergogno : frutto/mente/sogno).
Rima incatenata : ABA BCB CDC : terzina dantesca.
Rima invertita : ABC CBA, ABC BCA, ABC ACB (le terzine finali di A Zacinto).
Rima interna : "ciò che non siamo, ciò che non vogliamo".
Versi sciolti : non sono formati da alcuna rima, ma costituiscono un'unità metrico
- ritmica : come l'endecasillabo (Il carme dei Sepolcri).
STROFE E METRI
Strofe.
Distico : due versi a rima baciata.
Terzina :Dante.
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Quartina : i quattro versi sono collegati tra loro dalla rima incrociata o alternata.
Sestina : sei versi che seguono lo schema della rima ABA BCC.
Ottava : otto versi collegati dalla rima ABABABCC o da quella siciliana alternata
ABABAB.
Più strofe danno luogo a componimenti.
Metri.
Sonetto : forse invenzione del poeta siciliano Giacomo da Lentini, che
probabilmentelo derivò dalla stanza della canzone, esso è composto da due quartine e
due terzine, in cui le prime due :ABAB ABAB oppure ABBA ABBA ; le
terzine : CDC DCD o CDE EDC . Il sonetto esprime una particolare condizione
spirituale, non popolare.
La canzone : la forma più illustre dell'antica lirica italiana, dai Siciliani
giunse al Petrarca che ne ha conservato la forma più esemplare. Essa è composta da un
numero variante di stanze e da un congedo. Ogni stanza è distinta in fronte e sirma , la
prima si divide in due piedi identici e la sirma spesso si divide in due volte identiche o
simmetriche. Tra fronte e sirma c'è spesso una concatenatio, unita per sintassi alla sirma,
ma per la rima all'ultimo verso alla fronte. Il congedo può essere uguale alle stanze
precedenti per metro, anche se diverso per tematica, o può riprodurne solo una parte, o
fronte o sirma o parte di una o dell'altra.
La canzone libera o leopardiana : è stata perfezionata dal Leopardi che non
ha voluto sottostare alle regole fisse della rima : è costituita da endecasillabi e
settenari.
La canzonetta : è una piccola canzone in versi brevi, con un numero variabile
di strofette. Ha contenuto lieto e amoroso. È stata usata dai poeti della
Scuola siciliana, dal Parini, Carducci.... (Palazzeschi, E lasciatemi divertire).
La sestina lirica : è un componimento piuttosto monotono e di difficile stesura
: formato da sei stanze da sei versi ciascuna e di un commiato di tre versi :
in tutto 39 endecasillabi non rimati che ripetono che ripetono in ogni stanza le
parole finali della prima in maniera alternata (cioèultima/prima/penultima/seconda).
Dante, Petrarca, Carducci, D'Annunzio.
La ballata : cominci a essere attestata verso la metà del XIII sec. in Toscana,
è più popolare della canzone. Sua caratteristica fondamentale è il ritornello,
premesso alla prima stanza e ripetuto alla fine di ogni stanza. Le stanze, di numero
variabile, sono articolate in due mutazioni e una volta ; i versi di quest'ultima richiamano
uno o più versi della ripresa. I versi usati sono gli endecasillabio i settenari, anche misti,
gli ottonari. La ballata romantica, o romanza, predilige versi lunghi e ritmati . Sul
metro della ballata sono modellati
la lauda, componimento religioso popolare in versi brevi, e i canti carnascialeschi
cantati sui carri delle maschere, durante le feste del carnevale della Firenze del
Rinascimento.
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L'ode : componimento greco ripreso nel 1400, 1500. È il componimento lirico per
eccellenza, idoneo a cantare passioni civili, morali, affettive...L'ode
passa da Pindaro, Alceo, Saffo, Orazio, Parini, Foscolo, Manzoni, Carducci,
Pascoli. Ha dato origine all'inno religioso(inno ambrosiano, Inni sacri del
Manzoni) e a quelli patriottico - politici (Mameli, Mercantini : costoro sul
ritmo martellante dei decasillabi e dodecasillabi). I metri sono molteplici, prevalgono i
settenari, gli endecasillabi. Il cinque maggio.
Il madrigale : è un breve componimento lirico, dal ritmo agile composto ora
da tre terzine con rima baciata alla fine delle strofe, ora da due terzine seguite
da uno o più distici a rima baciata o alternata. (I due fuchi di Pascoli).
L'elegia : usa le terzine per esprimere un sentimento di nostalgia del passato,
di tristezza al ricordo di persone scomparse, di malinconia.
Il rispetto, lo strambotto, lo stornello : componimenti popolari che si avvalgono
dell'accompagnamento di uno strumento musicale.
La satira, il sermone, l'epigramma, il carme appartengono al genere lirico
- didascalico. In particolare :
la satira: di valore morale e civile condanna, in tono tra il serio e lo scherzoso, i
costumi corrotti della società. In una grande varietà di metri l'hanno adoperata Lucilio,
Orazio, Giovenale, Ariosto, Parini, Alfieri, Giusti, Carducci.
il sermone: di tono più dimesso e discorsivo, ma sempre d'argomento morale -
satirico. Usa endecasillabi sciolti.
l'epigramma: è un breve e arguto componimento che vuole suscitare la riflessione e
il sorriso.
il carme: è un solenne componimento lirico che ha un fine educativo ; Foscolo,
Manzoni (In morte di..).
genere pastorale o bucolico :Teocrito, Virgilio, Sannazaro, Aminta, Idilli di
Leopardi, Carducci e Pascoli. Esso si distingue in idillio, che descrive la semplice vita a
contatto con la natura, e egloga, che svolge gli stessi argomenti in forma dialogica.
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5. se è usato il ritornello e con quale effetto e funzione ?
6. se il discorso è indiretto o diretto e perché ?
7. se l'ordine delle parole è inusuale individuare le figure di sintassi e la funzione della
disposizione significativa delle parole : antitesi, iperbato, anastrofe, asindeto, polisindeto
ecc.
CODICE LINGUISTICO
1. esame dei termini : aulici, letterari, arcaici, specialistici o provenienti da altri
linguaggi (sottocodici), grecismi, latinismi, forestierismi.
2. se il linguaggio è aulico, formale, semplice, letterario, colloquiale, vicino al
parlato, popolare, gergale, misto e perché ?
3. il dialetto ha funzione di rottura, serve a rendere con maggiore autenticità i
sentimenti o è usato per aderire con maggior realismo ad ambienti e tradizioni
popolari ?
SCHEDA 6 : IL SIGNIFICANTE
- Livello semantico.
1. esaminare i termini e le espressioni usate con significato ambiguo (parole poliseme),
le parole a forte densità connotativa, che oltre al loro significato rinviano ad affetti,
emozioni ecc.
2. esaminare le figure retoriche : metafora, metonimia, similitudine, ossimoro,
iperbole ....e notare se sono nuove rispetto alla precedente tradizione letteraria.
3. individuare le parole - chiave, quelle che racchiudono i concetti essenziali
del tema trattato e che sono ripetute ; determinare l'importanza e la tipologia
di relazioni tra esse : di carattere inclusivo>una parola di carattere generale ne
include un'altra di carattere particolare ; enumerativo ; gradazionale ; sinonimico
; antinonimico ; ; polisemantico : lo stesso termine usato in più significati.
4. raggruppare le parole del testo in famiglie>intorno alle parole chiave, sulla
base dell'analogia di significati ; o per categorie> nomi, aggettivi, verbi ; o
sulla base del significato. Così si identificano i campi semantici (Alla
luna >natura, ricorso, sofferenza). Ancora : parole incluse in ambiti semantici
o parole isolate.
5. all'interno dei campi semantici e delle parole chiave individuare le categorie
della spazialità e della temporalità :
SPAZIALITÀ :
la categoria prevalente dello spazio>la dimensione, il movimento o la staticità
gli oggetti, i luoghi, le situazioni, i fenomeni e le relazioni spaziali che si
stabiliscono tra loro ;
se spazio e oggetti hanno valore di metafora es. >spazio dei sentimenti ;
l'asse oppositivo fondamentale : reale - immaginario ; finito - infinito ; pic -
colo - grande ; alto - basso ; vicino - lontano ; definito - indefinito ; chiuso -
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aperto ; ordinato - disordinato ; l'opposizione dei fenomeni : luce - colore -
buio ; suono - silenzio ; e se queste opposizioni sono inconciliabili o esiste un
elemento che funge da nesso o confine ;
TEMPORALITA' :
se i verbi e gli avverbi si riferiscono al passato, al presente o futuro e perché
se il tempo è definito o indefinito, vicino o lontano ;
in base al tempo interno della poesia, notare se c'è una concatenazione logico
temporale o un accumulo descrittivo, sensoriale, logico, sentimentale ; se il movimento
spazio - temporale è lineare, progressivo o circolare (cioè l'ultimo verso si collega, nel
significato, al primo).
- Livello fonico.
1. notare se le rime hanno uno schema fisso, sono variabili o rare, se istituiscono tra le
parole anche un rapporto di significato. Effettuare lo schema e
la tipologia delle rime.
2. notare il timbro (chiaro, aperto, cupo, grave, acuto, aspro) delle allitterazioni,
delle assonanze e delle consonanze e la loro attinenza col contenuto.
3. notare le paronomasie (bisticci di parole<. Lacrime amare che amareggiano
il mare) e dissonanze, (o cacofonie).
4. presenza di onomatopee (quando sono molto frequenti si parla di fonosimbolismo o
gioco di suoni).
- Livello metrico - ritmico.
1. esame del metro : c'è uno schema metrico o sono versi liberi ? Uso particolare di
versi brevi ? Le strofe seguono uno schema preciso ? Se mancano, dipende da un
bisogno di continuità del discorso o da un flusso di coscienza ?
2. esame del ritmo :
segnare l'ictus (accento ritmico del verso) per notare la musicalità, ricordando
che solo endecasillabi e settenari hanno gli ictus mobili ;
analizzare le pause metriche (pausa versale) e quelle sintattiche e semantiche
: che rapporto esiste ?
vi sono enjambements ?
la cesura corrisponde a un segno di interpunzione forte o interrompe il ritmo
discorsivo ? (Ricorda che nell'endecasillabo la cesura può essere a maiore,
dopo sette posizioni, a minore, dopo cinque) :
dopo tutto ciò ricostruire il ritmo : è lento, solenne, compatto, veloce, scandito,
franto ... ?
il tipo di componimento è una ballata, una canzone, un'ode, un'elegia, un
madrigale, un sonetto, un carme, un poema epico, un poema didascalico ... ?
il verso : tipi e metrica.
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