Ungaretti
Ungaretti
Ungaretti
VITA E OPERE
DATE EVENTI
1888 Giuseppe Ungaretti nasce l’8 febbraio 1888 ad Alessandria d'Egitto da genitori toscani.
o Due anni dopo il padre muore ma Giuseppe riesce comunque a frequentare le migliori scuole della città.
Si trasferisce a Parigi, dove si iscrive all'Università della Sorbona e segue i corsi del filosofo Henri Bergson esercita una notevole
1912 influenza sulla sua poetica, soprattutto per quanto riguarda il ruolo dell'intuizione della memoria e nella percezione soggettiva della realtà.
o Approfondisce la conoscenza della poesia francese decadente e simbolista e stringe amicizia con molti esponenti
dell'avanguardia artistica e letteraria fascino dell’oriente e del giapponismo Haiku
1915-1916 Alla vigilia della Prima guerra mondiale, Ungaretti raggiunge l'Italia, si arruola come volontario e viene inviato a combattere sul Carso,
dove compone la maggior parte delle liriche che verranno pubblicate nel 1916 con il titolo “IL PORTO SEPOLTO”
Al termine del conflitto il poeta torna a Parigi e nel 1919 pubblica la sua precedente raccolta poetica, arricchita di numerosi componenti
1919-1921 come il nuovo titolo di ALLEGRIA DI NAUFRAGI Nel 1920 sposa Jean Dubois.
Nel 1921 Ungaretti si trasferisce a Roma, dove trovano impiego presso l'ufficio stampa del ministero degli Esteri.
o Dopo aver aderito al fascismo, collabora con i più prestigiosi periodici italiani e con le principali riviste culturali europee.
1931 Nel frattempo riprende le liriche composte negli anni precedenti e le sottopone un attento lavoro di selezione di revisione che si conclude
nel 1931 con la pubblicazione dell'edizione definitiva intitolata L'ALLEGRIA molto importante
Ungaretti pubblica la raccolta intitolata SENTIMENTO DEL TEMPO che contiene i versi composti dopo il 1919.
o Questa nuova fase della sua produzione è caratterizzata dal recupero delle strutture sintattiche e metriche tradizionali sul
1933 modello di Petrarca e Leopardi e da una riflessione sulla vita come incessante processo di distruzione, di rinascita, anche alla
luce della ritrovata fede religiosaConcezione di poesia pura che rifiuta una relazione esclusiva con la realtà materiale e
contingente, e privilegia una meditazione di tipo filosofico sul destino dell'umanità e dell'intero creato.
Negli anni successivi Ungaretti diventa uno dei più noti e prestigiosi intellettuali italiani, e i suoi versi costituiscono un punto di
riferimento essenziale per i poeti che si riconoscono nella CORRENTE DELL'ERMETISMO.
1936-1942 Si trasferisce in Brasile per ricoprire la cattedra di letteratura italiana presso l'Università di San Paolo nel 1942 riceve la nomina di
accademico d'Italia e diventa professore di letteratura italiana contemporanea presso l'Università di Roma.
1947 Le vicende della Seconda guerra mondiale e i lutti personali del poeta sono al centro della raccolta di liriche edita nel 1947 è intitolata IL
DOLORE poi pubblica numerosi volumi diversi e di prose e traduce alcune opere dei grandi poeti francesi, inglesi e spagnoli.
1969 L’edizioni completa e definitiva dei suoi versi, esce nel 1969 presso Mondadori con il titolo VITA DI UN UOMO.
1970 Ungaretti muore a Milano nella notte fra il primo e il 2 giugno 1970.
L’ALLEGRIA
Giuseppe Ungaretti pubblica la sua prima raccolta poetica nel 1916 con il titolo IL PORTO SEPOLTO, a partire da
questa versione iniziale il poeta si dedica a successivi lavori di revisione che determinano variazioni significative sia a
livello testuale sia nella struttura complessiva dell'opera.
o Il titolo stesso varia nel tempo, diventa infatti ALLEGRIA DI NAUFRAGI nel 1919, poi, nuovamente IL
PORTO SEPOLTO nel 1923 e infine L'ALLEGRIA titolo che conserverà fino all’edizioni definitiva del 1942.
La raccolta appare come una sorta di diario in cui l'autore registra, spesso corredate di precise indicazioni di tempo, di
luogo, l'esperienza da lui direttamente vissute come soldato durante la prima guerra mondiale tuttavia gli spunti
autobiografici occasionali innescano in Ungaretti una riflessione universale sulla vita e sulla morte con l’obiettivo di
ristabilire una condizione d’equilibrio e armonia con il mondo da opporre agli orrori della guerra.
Nell’opera alla fragilità del poeta di fronte alla barbarie della storia, si contrappone metaforicamente la forza dell'istinto
vitale la scelta di intitolare l'ultima edizione soltanto L'ALLEGRIA suggerisce la vittoria dei valori positivi, la cui
salvezza è affidata alla poesia:
o È sottoposta a un vero e proprio culto in quanto mezzo privilegiato per cogliere l'assoluto la verità ultima è
nascosta sull'uomo e sul mondo.
o Per Ungaretti “La poesia è la vita” il poeta cerca di esprimere qualcosa della vita attraverso alcune parole:
Ungaretti si pone davanti a noi con una scrittura essenziale e distante dalla struttura ideologica che
stava caratterizzando tutto il Novecento.
o Ungaretti è molto diverso d’Annunzio che attraverso “Le laudi” dove si crea una poesia che abbraccia tutta la
realtà infatti ALCYONE è una grande summa di esperienze descritte attraverso alcune categorie di pensiero
legate a un'ideologia (Filosofia di Nietzsche)
o A differenza del poeta vate, Ungaretti è legato alla vita e all'esperienza vissute le poesie più note sono di
ambientazioni militari e di guerra.
“La pioggia nel Pineto” Taci non odo più le parole umane mentre Ungaretti vuole fare una poesia
più legata alla vita grande summa dell’esperienza vissute (parola poetica sempre più sintetica)
Accanto all'immagine del soldato in trincea emerge anche quella del poeta girovago in cerca di una patria tra l'Africa,
Parigi e l'Italia (tutti i luoghi della vita di Ungaretti) Senso di sradicamento è da ricondurre piuttosto a un'inquietudine
interiore, alla ricerca di un approdo sicuro per lo spirito.
La raccolta si allontana dai vincoli della tradizione lirica italiana per operare un profondo rinnovamento innanzitutto nella
versificazione, Ungaretti tende infatti a isolare le parole nel verso separandole con spazi bianchi e senza l'uso della
punteggiatura, con l'intento di restituire loro, con la pregnanza di significato smarrita per il lungo uso, il lessico e di
registro medio, ma la sua valenza è intensificata dalle figure retoriche (analogia e similitudine).
PENSIERO POETICO UNGARETTI:
La parola emerge in tutta la sua importanza anche grazie alla sintassi, spesso addirittura costituita da una sola
proposizione, è dominata da verbi alla prima persona singolare l'estrema brevità di alcuni componimenti che in
pochissime parole, riescono a condensare profondi significati.
Per Ungaretti la poesia ha il compito privilegiato di svelare il significato misterioso dell'esistenza al quale l'uomo può
accedere attraverso illuminazioni folgoranti e veloce intuizioni che permettono di cogliere piccoli frammenti di verità
o In questo senso si comprende come le drammatiche esperienze personali descritte nei versi dell'autore non
rappresentino un semplice percorso autobiografico, ma assumono il valore di situazioni paradigmatiche capaci
di illustrare l'essenza stessa della vita
o Nelle sue poesie non ci sono riferimenti mitologici come in d’Annunzio Ungaretti utilizza uno stile diverso e
libero senza un’ideologia ma anche molto da quella di Pascoli che utilizza la tradizione
P.235 COMMIATO-L’allegria
Il significato della poesia per Ungaretti si individua all'interno della raccolta Il Porto sepolto pubblicato nel 1916 con 32
testi poetici molto importante è l'ultimo componimento intitolato “Poesia” che poi verrà cambiato in “Commiato”.
Il dedicatorio di questa poesia è all’amico Ettore Serra che conosce durante la prima guerra mondiale e inoltre darà il suo
aiuto per pubblicare la raccolta.
Nella sua definizione la poesia coincide con l'intera, la più completa e appagante dimensione dell’esistenza, che la
“parola” può fare sbocciare e fiorire.
o Per Ungaretti la poesia è la vita stessa dell’uomo cioè la realtà in cui noi viviamo e è presente un forte legame
tra natura e vita la poesia è la vita dove con essa il poeta si può manifestare cioè ciò che la vita ha in sé e che
rende l’uomo consapevole
Immagine del fiore molto importante i fiori erano già ripresi per spiegare la poesia come “I fiori del male” di Baudelaire:
o Poesia che si egli colloca in esergo dell’intera raccolta è intitolata “ETERNO”
“Tra un fiore raccolto da me e un fiore donato da Dio,
si rimane senza parole.”
Infatti la vita è poesia ma anche un inesprimibile nulla, può essere la vita o nulla oppure l’eterno (termini che indicano la
stessa cosa) Il desiderio di Ungaretti è quello di descrivere il nulla che è quello che sta al di là a di ciò che noi
sperimentiamo nella realtà
Questo però non è una dimensione della psiche ma una limpida meraviglia esperienza di un qualcosa di magnifico e
movimento che si trova nel silenzio che caratterizza la poesia che è il nulla cioè assenza delle cose
o Immagine del poeta che discende nell’abisso cioè nella profondità della vita e sta cercando di descrivere
oggetto o di questa intuizione che la vita è sempre degna di essere vissuta che però non può esprimersi
completamente dimensione del SONO cioè la visione della vita come qualcosa di misterioso e straordinaria e
importante il silenzio che la parola ci rimanda così da poter cogliere l’essere più profonda della vita
o Silenzio è la negazione della parola poetica e quindi della poesia che è associata al silenzio
Molto importante la tecnica del calligramma di Apollinaire dove si rappresenta il soggetto e visione visita (tipo di scrive
che si avrebbe consapevolezza grafica) Picasso e tema della scrittura solo esistenziale
Linguaggio molto vicino a quello dei mistici cioè Dio viene detto “Silenzio che sta al di là dell’essere” cioè dell’abisso
o Brezza del poeta Elia volontà di essenziale (diversa d’Annunzio) infatti bisogna scavare nella mia vita come
un abisso mostra la necessità che la parola rimandi a ciò che non è
P.220 IN MEMORIA-L’allegria
Testo introduttivo della raccolta il “Porto Sepolto” del 1916 Egli compie una distinzione tra la poetica e i testi poetici
Il titolo originale di questa poesia era “In memoria di Moammed Sceab discendente di emiri di nomadi”
o Tema della memoria è un tema importante in Ungaretti Moammed Sceab era un suo amico conosciuto in
Egitto e poi in Francia che si era suicidata. (Si era cambiato di nome Marcel ma non era francese)
Tutta la sua raccolta è dedicata a lui infatti ha l'obiettivo di tenere vivo il ricordo di coloro che non ci sono
Nella poesia si trova il tema dello SRADICAMENTO (Sensazione di non appartenere a nessuna patria, uomo che non
possiede delle origini e delle radici) il suo amico a causa di ciò si è suicidato (troppo dolore), uomo che non si sente
parte di un qualcosa di più grande realtà (Non si identifica con questi emiri e nomadi che sono sempre in movimento)
Questo tema si trova anche all’interno della vita di Ungaretti cioè quella di non sentirsi all’interno di una patria
(Alessandria d’Egitto, Francia e desiderio di sentirsi italiano per quello si arruola nella guerra)
Ungaretti grazie alla poesia riesce a scrivere come POETA SOLDATO ed esporre i propri sentimenti e emozioni
Il suo amico non possedeva nessuno al funerale c’era Ungaretti e la padrona dell’albergo (Importante anche il fatto che
egli non riusciva ad esprimere il proprio senso d'abbandono, a togliere quel nodo di sofferenza)
Moammed Sceab non è riuscito a scrivere della propria sofferenza ed è morto mentre Ungaretti grazie all'esperienza della guerra si
guadagna una personalità ed a sopravvivere attraverso la forza della poesia Poesia Italia
P.224 VEGLIA--L’allegria
È la quarta poesia del componimento il Porto Sepolto del 1916
In questo testo il tema della guerra irrompe in tutta la sua atrocità: Ungaretti è appena giunto sul Carso ed è costretto a
vegliare in trincea per una notte intera, un compagno massacratoil primo brutale impatto con la morte per mano nemica
e come reazione il poeta testimonia il proprio attaccamento alla vita scrivendo lettere piene di amore.
Con questo testo si entra nel diario di guerra del porto sepolto molto importante è data che cii informa, tra l'altro che il
fante Ungaretti è appena arrivato al fronte e la traumatica esperienza che viene narrata è il suo battesimo di fuoco:
o Ungaretti si era arruolato volontario, fiero di andare a combattere per la propria patria ritrovata: l'Italia.
“ In veglia” non c'è nessun senso di eroismo, né alcuna retorica nazionale o patriottica l'episodio viene presentato dal
poeta nella sua crudezza di dato oggettivo, completamente decontestualizzato, non c'è neppure una lontana allusione alla
guerra, né alle dinamiche o alle circostanze dell'uccisione.
A Ungaretti non interessa stabilire chi abbia ragione e chi torto nel conflitto in corso, né vuole tributare un omaggio al
suo compagno colpito a morte nell'adempimento del proprio dovere di soldato.
Il motivo poetico è di mostrare l’io spoglio di ogni attributo storico, privo di tutto di fronte all'atrocità della guerra.
In veglia non entra la storia dell'evento bellico e neppure l'ideologia, il poeta semplicemente lascia spazio ai propri
sentimenti e si vede da come descrive il soldato ucciso viene scartata a priori la chiave eroica che riscatta sempre la
morte avvolgendola in un alone di gloria e invece il poeta costruisce una scena macabra caratterizzata dalla LUCE della
luna che aggiunge una nota quasi spettrale alla descrizione e del CORPO del compagno ucciso.
o Il compagno viene descritto come bloccato nella morte in una posa statuaria da capricci, piante, la bocca aperta
in una smorfia surreale come quasi a elevare un ultimo grido di rabbia o di dolore.
Ungaretti si sente oppresso da questa figura fino a cadere in preda a una sorta di allucinazione, quando scrive le mani del
compagno morto entrano nel suo silenzio dentro di lui, nella sua anima (privare di qualsiasi cosa)
Egli descrive una visione macabra che è il contrario della visione della guerra di Manzoni nei suoi componimenti
patriotici la guerra viene descritta come qualcosa di grande, di sublime.
Lessico molto espressivo e massacrato Ungaretti arriva sul fronte e la guerra si manifesta così com’è: una sorta di
danza macabra che spigiona le energie vitali dell'io, dell'io poetico per superare, per cercare di andare al di là di questa
visione dolorosissima, l'io poetico si aggrappa con tutte le proprie forze all'impulso di sopravvivenza.
o Visione dell'amore come ciò che può portare il poeta al di là del dolore, della sofferenza che viene acutamente
percepita sul campo di battaglia quindi l'amore è la poesia e la vita.
P.228 I FIUMI--L’allegria
Giuseppe Ungaretti aveva lasciato una testimonianza su questa importante poesia:
“L'Allegria di Naufragi è la presa di coscienza di sé, è la scoperta che prima adagio avviene, poi culmina d'improvviso
in un canto scritto in piena guerra, in trincea, e che s'intitola I FIUMI. Vi sono enumerate le quattro fonti che in me
mescolavano le loro acque, i quattro fiumi il cui moto dettò i canti che allora scrissi.”
In questo breve intervento Ungaretti ribadisce il legame che c'è tra la poesia e la propria coscienza (cioè tra la vita):
o Non esiste un'opera d'arte se questa non è anzitutto una confessione
Ungaretti il 16 agosto 1916 cioè in un momento della sua vita prende coscienza di se stesso che è ribadito anche in
un'altra testimonianza:
“Mi pare di averlo già accennato, ma meglio di quanto potrei dirlo io in questo momento l’hanno detto i miei Fiumi, che è il vero
momento nel quale la mia poesia prende insieme a me chiara coscienza di sé. […] La poesia è scoperta della condizione umana
nella sua essenza, quella dell’essere un uomo d’oggi, ma anche un uomo favoloso, come un uomo
dei tempi della cacciata dall’Eden: nel suo gesto d’uomo, il vero poeta sa che è prefigurato il gesto degli
avi ignoti, nel seguito di secoli impossibile a risalire, oltre le origini del suo buio.”
La poesia è scoperta della condizione umana nella sua essenza L'importanza della poesia e il legame della poesia con
qualcosa che appartiene al passato e inoltre la poesia come l'emersione di qualcosa che è profondamente radicato in noi e
che noi riusciamo soltanto a percepire.
Ungaretti parla dei fiumi principali della propria in quel momento della sua esistenza Egli si trova nella valle
dell'Isonzo, nel Friuli-Venezia Giulia, la quale fino alla disfatta di Caporetto, fu teatro di sanguinose battaglie.
L’ISONZO rappresenta l'ennesimo corso d'acqua che entra nel suo destino, dopo il SERCHIO, il fiume toscano delle sue
origini familiari, il NILO, presso le cui rive egli era nato e cresciuto, la SENNA, dove aveva completato la propria
formazione culturale egli associa a questi fiumi le diverse epoche della propria vita, in una sorta di bilancio identitario
ed essenziale bagnandosi nelle acque dell’Isonzo, compie anche una sorta di rito battesimale/lustrale:
o così si purifica dalle brutture della guerra e si immerge nel grembo della natura per sentirsi di nuovo in
armonia con il cosmo, docile fibra dell'universo il sentimento di profonda fraternità con le cose della natura
Questo sentimento della natura nasce dall'immersione dell’Isonzo avvenuta la mattina di quello stesso giorno, che
evidentemente protrae i suoi effetti psicologici sul poeta, che lo accompagnano di notte in trincea Morte e rinascita
spirituale e individuale come parte di una natura nella quale si può superare la propria difficile, faticosa, pesante vita.
Lui si stende in un'urna d'acqua e riposa come una reliquia simbologia funebre (Urna reliquia) inoltre viene anche
levigato come un sasso, ci sono i segni di una religiosità naturale, quasi primitiva, l'acrobata che cammina sull'acqua.
Una morte simbolica che precede una rinascita che consiste proprio nel sentirsi in armonia con la natura e con l'universo
così da affrontare più serenamente il proprio destino individuale gli permette di acquisire una piena coscienza di sé,
della propria storia, delle proprie radici. (anche della memoria molto importante)
Continua la situazione di guerre, di angoscia, ma può essere affrontata con una diversa consapevolezza e una diversa
maturità con la morte simbolica e la rinascita spirituale, nella consapevolezza dell'universo e della propria storia con la
propria identità e di allontanare da sé il trauma della dolorosa vicenda bellica che sta vivendo.
P.233 SAN MARTINO DEL CARSO--L’allegria
Il triste spettacolo che dà l'innesco, questa volta l'ispirazione poetica e la vista di un paese distrutto, quasi raso al suolo dai
proiettili dell'artiglieria. A tanto, si spinge alla ferocia della guerra, da non lasciare intatta neppure una casa tutto
demolito con implacabile accanimento.
Un villaggio intero ridotto a un ammasso di pietre e calcinacci la spettrale fotografia di San Martino del Carso è
l'icona riassuntiva della furia devastatrice della guerra, che non ha rispetto di nulla, non conosce pietà, né clemenza, non
mira ad altro che all'annientamento dell'avversario La guerra non risparmia le case e neppure gli esseri umani.
Vv.7-8 I corpi degli uomini vengono dilaniati e ai defunti non viene neanche concessa la sepoltura
Da un lato c’è la violenza mostruosa della guerra, dall'altro il venir meno del culto dei morti e della possibilità del loro
ricordo In questo testo si riaffaccia un tema svolto però in forma estrema nella poesia A ZACINTO di Ugo Foscolo
cioè il tema della illacrimata sepoltura:
In questa situazione essa non è più determinata dalla lontananza della patria e degli affetti, ma dalla irreperibilità delle
spoglie mortali dei soldati caduti Spoglie che sono sparite e non possono essere ritrovate (non c'è neppure un cimitero,
c'è però una sorta di risarcimento a questa situazione che viene offerto dal poeta stesso, che trasforma il proprio cuore in
una sorta di Sacrario per il ricordo pietoso di tutti i caduti. )
Nella poesia I SEPOLCRI essi fondano una civiltà ed è una poesia celebrativa degli eroi infatti egli si pone sui passi di
Omero cercando di celebrare e rendere eterna la gloria degli eroi mentre questa dimensione eroica nel componimento di
Ungaretti manca completamente poiché il poeta non vuole celebrare degli eroi, ma vuole ricordare gli amici, le persone
che sono morte facendosi carico del dolore del mondo.
Componimento ben struttura che regale un perfetto equilibrio ( 4 strofe con un totale di 12 versi) I primi 4 hanno al
centro l'immagine del paese San Martino del Carso; la seconda quartina il tema dei defunti e gli ultimi quattro versi
pongono in rilevanza il tema del cuore (cioè l'interiorità del poeta) v. 9-11
o Il cuore del poeta diventa una sorta di Sacrario di cimitero dei morti che non hanno sepoltura.
P.239 SOLDATI--L’allegria
Questa poesia viene scritta nell'ultimo anno di guerra, in un momento molto difficile sul fronte francese, dove il Fante
Ungaretti era stato inviato con tutto il secondo corpo d'armata italiano la Germania dopo l'uscita della Russia dal
conflitto, stava ammassando il suo esercito sul confine francese per sferrare l'attacco decisivo.
L’Italia per ricambiare l’aiuto francese dopo la sconfitta di Caporetto mise a disposizione degli alleati transalpini un
contingente di oltre 25.000 uomini, senza contare le truppe ausiliarie adibite a lavori di manovalanza
Però alla fine del maggio 1918 i tedeschi riuscirono a sfondare nei pressi di Reims le forze italiane furono schierate per
formare uno sbarramento all'altezza del villaggio di Bligny con l'ordine di difendere a tutti i costi dai nemici.
Tra Giugno-Luglio ci furono violentissimi combattimenti in cui persero la vita più di 4000 soldati italiani sulla collina
sopra Bligny dove c'è un immenso cimitero di guerra cosparso di Croci bianche e sul Timpano del Tempio eretto al
centro di essa è scritta la dedica AI 5000 SOLDATI ITALIANI MORTI IN TERRA DI FRANCIA, il 16 e il 17 luglio
1918 caddero moltissimi soldati.
Questo evento è importante per capire il momento in cui Ungaretti si trovo a scrivere questi versi (la battaglia non c'era
ancora stata, ma non era difficile immaginare quello che sarebbe successo) Il poeta dà conto dell'angoscia dell'attesa,
quando l'imminenza di un attacco che si annuncia furioso dà a tutti il sentimento lucidissimo, impotente, della propria
fine si trova l'idea di una morte annunciata, alla quale nessun combattente potrà sottrarsi.
o Ungaretti opta per la forma impersonale del verbo, “SI STA” sottolinea il carattere universale di questa
condizione, l'esistenza di tutti è appesa a un filo, i soldati si preparano rassegnati a compiere l'ultimo sacrificio
sapendo che prima o poi arriverà per ciascuno la morte.
Ungaretti paragona i combattenti alle foglie similitudine molto efficace e si paragona a una brutta stagione (autunno)
terminato il loro ciclo vitale da un momento all'altro e si staccano dai loro rami.
Questa similitudine ha una straordinaria fortuna millenaria: Iliade, libro VI quando si dice che le stirpi degli uomini nel
loro continuo avvicendarsi sono come le foglie generate a primavera dalla selva e poi divelte e gettate a terra dal vento.
o Eneide, libro VI, vv. 309-310 “Quam multa in silvis autumni frigore primo, lapsa cadunt folia”
Quante nelle selve al primo freddo d'autunno cadono scosse le foglie si riferisce alle anime dei
trapassati che si accalcano sulla riva dell'Acheronte per farsi traghettare nel Regno dei morti.
Immagine che viene ripresa nel Inferno,canto III di Dante quando si descrivono le anime che salgono sulla barca di
Caronte: “Come d'autunno si levan le foglie l'una appresso dell'altra, fin che 'l ramo vede alla terra tutte le sue
spoglie” molto vicina all’immagine di Ungaretti con qualche differenza:
o Infatti questi autori descrivono la caduta delle foglie, Ungaretti invece le contempla nel momento precedente,
quando stanno ancora attaccate al ramo e sono in procinto di cadere cioè sull’attesa mettendo in risalto lo
struggimento provato da chi si sente in balia del destino, sapendo che solo un'esile filo lo tiene ancora legato
alla vita in questo testo si trovano molti aspetti della scrittura di Ungaretti.
Cioè il titolo è parte integrante del testo, è necessario per capire il messaggio del poeta, se non ci
fosse questa parola non si capirebbe qual è il soggetto tematico oltre che grammaticale della poesia
E questi quattro versicoli che sono un quadrisillabo e trisillabo, il penultimo sdrucciolo
si possono ricomporre a due a due così da avere due tradizionalissimi settenari così da
creare una frantumazione del testo rallenta il ritmo, determinando da una sorta di tempo
sospeso in attesa di un evento sovrastante.
Molto interessante l’iperbato di questo testo dove al posto di SI STA COME LE FOGLIE
SUGLI ALBERI D'AUTUNNO Distanziando al massimo i due termini di paragone,
soldati del titolo da un lato e dall'altro lato le foglie con le quali il componimento si
chiude.