04 Cap PDF
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A1 La struttura
del testo poetico
Testi d’esempio E. Montale Felicità raggiunta, In questa unità:
si cammina ▸ scoprirai le caratteristiche della poesia,
la distinzione tra significante e significato,
V. Cardarelli Autunno tra denotazione e connotazione
G. D’Annunzio La pioggia nel pineto ▸ imparerai a classificare i versi, a conoscere
le rime e i principali componimenti metrici
▸ leggerai poesie italiane
Antologia S. Quasimodo Specchio
▸ vedrai in che modo la poesia si lega all’arte
U. Saba Trieste ▸ produrrai brevi composizioni in versi
F. Petrarca Solo e pensoso ▸ esporrai le caratteristiche di un testo che hai
G. Leopardi A Silvia letto
7
PERCORSO
A POESIA: I METODI
1 La struttura
del testo poetico
“
in silenzio. Nell’ombra del tardo crepuscolo
mio cugino è un gigante vestito di bianco,
che si muove pacato, abbronzato nel volto,
taciturno. Tacere è la nostra virtù.
(C. Pavese, I mari del Sud, in Poesie, Einaudi, Torino, 1998)
“
Tre anni di giovinezza e di scoperte, durante i quali è naturale che la mia idea di poe-
sia e insieme le mie capacità intuitive si sian venute approfondendo. E anche ora,
benché quella profondità e quel vigore siano molto scaduti ai miei occhi, non credo
che tutta, assolutamente tutta, la mia vita si sia appuntata per tre anni nel vuoto.
(C. Pavese, Il mestiere di poeta, in Poesie, Einaudi, Torino, 1998)
La risposta è facile. Il primo testo è in versi, quindi è una poesia, come appare
dal suo aspetto grafico: la scrittura non è continua, ma va a capo prima della
fine della riga, lasciando spazi bianchi che segnalano i “confini” delle singole
righe di testo. Il secondo, invece, scorre senza interruzioni e occupa l’intero spa-
zio disponibile: è quindi in prosa.
In sintesi:
• la poesia è caratterizzata dalla scansione grafica dei versi;
• la prosa è caratterizzata dalla continuità dei periodi sintattici.
Ma le differenze non si esauriscono qui. La pagina lasciata in parte libera dalla
scrittura suggerisce l’idea della pausa, del tempo necessario per avvertire ciò
che le immagini e le situazioni evocate dai versi lasciano nell’animo, favorisce
l’emergere di sensazioni prodotte dall’incontro fra le parole del testo e il nostro
vissuto. Infatti, una lirica è efficace quando il lettore trova modo di arricchire e
8
UNITÀ A1 ▪ LA STRUTTURA DEL TESTO POETICO
integrare il significato dei versi con qualcosa che gli appartiene profondamen-
te: vale a dire che, in poesia, la “collaborazione” del lettore è fondamentale
perché il testo acquisti pienamente significato.
VERSI E STRUTTURA GRAFICA. La poesia può dire tante cose con poche parole e la
sua particolare struttura, fatta di a capo e spazi bianchi, costringe il lettore a por-
re grande attenzione su ogni singolo vocabolo: isolate nello spazio bianco della
pagina, infatti, le frasi amplificano la loro forza espressiva e la loro significatività.
Attraverso l’accostamento evocativo di suoni, immagini, concetti e signifi-
cati i versi comunicano emozioni, sensazioni, stati d’animo, anche utilizzando
i “silenzi” (lo spazio bianco) introdotti dalla particolare struttura grafica, come
avviene, per esempio, in Rinunzia di Giorgio Caproni:
“
L’ho seguito.
L’ho visto.
Non era lui.
Ero io.
L’ho lasciato andare.
Incerto,
ha preso il viottolo erboso.
Con un balzo è sparito
(ero io, non lui)
nel fitto degli alberi, bui.
(G. Caproni, Rinunzia, in L’opera in versi, Mondadori, Milano, 1998)
9
PERCORSO
A POESIA: I METODI
Diverso è il caso della connotazione. Di fronte all’espressione “il fiume dei pen-
sieri”, il significato della parola “fiume”, entrando in combinazione con “pen-
sieri”, si arricchisce e allude a una realtà psicologica. Il significato della parola
assume così un valore connotativo, i cui tratti sono “inarrestabilità, fluidità”.
“
Col mare
mi sono fatto
una bara
di freschezza.
(G. Ungaretti, Universo, in Vita d’un uomo. Tutte le poesie, a cura di L. Piccioni, Mondadori, Milano, 1969)
Poetica. Concezione,
implicita o meno, IO LIRICO E AUTORE REALE. L’io lirico presenta di se stesso un’immagine che rin-
della poesia e della via alla persona storica dell’autore reale, ne rispecchia la sensibilità, la cultu-
letteratura propria
di una certa area
ra, le idee e la poetica; rimane, comunque, un io fittizio creato dalla fantasia
culturale, di un dell’autore stesso. La distanza fra queste due figure può essere minima e il loro
gruppo di autori, di punto di vista coincidere; oppure l’io lirico può riferire esperienze che l’autore
una tendenza, o di
un singolo autore. non ha mai sperimentato personalmente.
10
UNITÀ A1 ▪ LA STRUTTURA DEL TESTO POETICO
“
Come o quale tu sia stato, Io non sono Nessuno! Tu chi sei?
“
Da amico voglio dirti addio. Nessuno – neanche tu?
(S. Puškin, Eugenio Onieghin, trad. di G. Giudici) Allora siamo in due!
Non dirlo! Spargeranno la voce!
(E. Dickinson, in Poesie, trad. di G. Bompiani)
“
Futuro, verso te l’arsura,
“
In corsa ci vediamo. deponi l’ombra sulle meridiane,
Ma sei tu che a noi vieni libera il vento sopra la pianura.
E noi siamo immobili (R.M. Rilke, Giorno d’autunno, trad. di G. Pintor)
In questa illusione di treni.
(G. Giudici, Al futuro)
11
PERCORSO
A POESIA: I METODI
Un esempio di io lirico, che coincide con l’autrice, e del suo rapporto con l’inter-
locutore, che parla attraverso un discorso diretto, è dato da questi versi della
poetessa greca antica Saffo, qui presentati nella famosa traduzione di Salvatore
Quasimodo:
[…]
“
mi disse: «Quanto ci è dato soffrire,
o Saffo: contro mia voglia
io devo abbandonarti».
TESTO LIRICO
Autore Pubblico
reale di lettori
Che cosa so
12
UNITÀ A1 ▪ LA STRUTTURA DEL TESTO POETICO
si cammina ▸ Lirica
Eugenio Montale
Nella seguente poesia l’io lirico è una proiezione dell’autore stesso, un filtro
Eugenio Montale (1896-1981;
attraverso il quale egli fa emergere la propria visione della realtà e della vita. Il
► L’autore e l’opera, p. 150) è
“tu” al quale l’io lirico si rivolge in questo caso corrisponde a uno stato d’animo:
uno dei maggiori poeti del
la felicità. Per Montale, infatti, la parola poetica implica l’esigenza di rompere Novecento, insignito nel 1975 del
l’isolamento dell’individuo; egli stesso spiegò questo carattere della sua poesia, premio Nobel per la letteratura.
nella quale il “tu” spesso «presuppone un interlocutore (o interlocutrice) muto,
assente, ignaro di me; risponde al desiderio di parlare con qualcuno…».
Felicità
La felicità è l’interlocutore astratto (uno
Felicità raggiunta, si cammina stato d’animo) a cui l’io lirico si rivolge
per te su fil di lama. invocandola.
Agli occhi sei barlume che vacilla,
al piede, teso ghiaccio che s’incrina; si cammina
Il si impersonale dilata a dimensione
5 e dunque, non ti tocchi chi più t’ama.
universale la condizione di ricerca della
felicità, estendendola a tutto il genere
Se giungi sulle anime invase umano.
13
PERCORSO
A POESIA: I METODI
ANALIZZARE
2. L’interlocutore.
• Chi è l’interlocutore della lirica?
• Da che cosa si può evincere?
3. L’io lirico.
Facendo riferimento al testo, chiarisci l’immagine che l’io lirico fornisce di sé.
• Il suo atteggiamento si può definire di rinuncia alla felicità, di protesta contro la crudeltà del
dolore, di consapevolezza della realtà delle cose?
• La sua visione della vita appare pessimistica o ottimistica? Motiva la tua risposta.
4. Denotazione e connotazione.
La felicità raggiunta dalle anime tristi è paragonata a un mattino.
• Qual è il significato denotativo della parola mattino?
• Quali suggestioni produce se si riflette sul suo significato connotativo?
• Perché l’immagine del pallone tra le case rappresenta la felicità?
• Qual è il significato connotativo del pianto?
PRODURRE
5. Laboratorio di scrittura creativa | Definire in versi la felicità.
La felicità è un argomento ricorrente nella poesia, spesso affrontato in modo più sentimentale
che problematico. Considera i versi di Trilussa (1871-1950), celebre per le sue poesie in dia-
letto romanesco.
“
su un bottone de rosa:
lo succhia e se ne va.
Tutto sommato, la felicità
è una piccola cosa.
(Trilussa, Tutte le poesie, Mondadori, Milano, 2004)
14
UNITÀ A1 ▪ LA STRUTTURA DEL TESTO POETICO
◼ I versi e il ritmo
IL VERSO E LE SUE REGOLE. Il verso è l’unità fondamentale della poesia: ogni APPROFONDIMENTO
ONLINE
verso è riconoscibile perché è collocato in una singola riga, prima dell’a capo. Musica – Il rap
Per scrivere e per comprendere come è fatto un verso bisogna conoscere le re-
gole che costituiscono la metrica. La metrica, cioè l’“arte della misura” (dal gr.
métron, “misura”), studia le tecniche della scrittura poetica e precisamente il
verso, gli accenti, la rima, le strofe, i diversi tipi di componimento.
Il verso ha due unità di misura fondamentali:
• il numero delle sillabe che lo compongono;
• l’andamento del ritmo determinato dalla posizione degli accenti e dalle cesu-
re (le pause interne).
Le sillabe prive di accento si dicono ˆtone (nella parola divano sono atone le
sillabe di e no).
Anche i versi si dicono piani, sdruccioli o tronchi, a seconda che sia piana,
sdrucciola o tronca la loro ultima parola. Per calcolare il numero delle sillabe
che compongono un verso bisogna sommare quelle di tutte le parole fino alla
sillaba che segue l’ultimo accento tonico.
15
PERCORSO
A POESIA: I METODI
VERSI PIANI, SDRUCCIOLI, TRONCHI. Nel computo delle sillabe dei versi si deve
tener conto dei seguenti casi.
• Se l’ultima parola è piana (accento sulla penultima sillaba), il numero di sil-
labe corrisponde al numero delle sillabe presenti e il verso si definisce piano:
e / di / pie/tà / pro/fòn/da (A. Manzoni, Il cinque maggio)
7 sillabe = settenario piano
(accento tonico sulla 6)
1 2 3 4 5 6 7
e di pie tà pro fòn da
1 2 3 4 5 6 7 0
dal le squar cia te nù vo le
1 2 3 4 5 6 7
di più se re no dì +1
Tuttavia, bisogna tenere a mente che per analizzare un verso non basta saper
dividere le parole in sillabe, come nella prosa, perché possono verificarsi casi
particolari: una sola sillaba può avere valore doppio oppure due sillabe possono
essere contate come una sola. Si tratta di figure metriche di fusione e di scissio-
ne che modificano il conteggio in base a regole precise.
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UNITÀ A1 ▪ LA STRUTTURA DEL TESTO POETICO
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11
Tor na az zur ro il se re no e tor nan lÕ˜m bre
⇒⇐ ⇒⇐ ⇒⇐ ⇒⇐
sinalefe sinalefe sinalefe sinalefe
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11
Ed er ra l’ar mo ni/a per que sta vàl le
⇒⇐
sineresi
FIGURE METRICHE DI SCISSIONE. In altri casi, quando la prima delle due vocali
confinanti è accentata, per mettere in evidenza il primo termine le due parole si
separano (dialefe); analogamente, all’interno di una parola, due vocali possono
formare due sillabe distinte (dieresi) e in tal caso la scissione è indicata da due
punti posti sopra la prima vocale.
• Dialèfe. Nel seguente verso di Dante Co/min/ciò / a / crol/lar/si / mor/mo/ran/
do, la parola Cominciò e la preposizione a rimangono separate.
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11
Co min ciò a crol lar si mor mo ràn do
⇐ ⇒
dialefe
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11
la ba cia con im pe sa brà ma
tü o
⇐ ⇒
dieresi
17
PERCORSO
A POESIA: I METODI
Le posizioni degli ictus sono fisse nei versi parisillabi (binario, quaternario,
senario, ottonario, decasillabo), che hanno un ritmo regolare e orecchiabile;
mentre sono variabili negli imparisillabi (ternario, quinario, settenario, nove-
nario, endecasillabo), soprattutto nell’endecasillabo. In ogni tipo di verso, co-
munque, l’ultimo accento ritmico, in caso di versi piani, è sempre fisso sulla
penultima sillaba.
Nella tabella sono indicati i tipi di versi, il numero delle sillabe corrisponden-
ti, gli accenti ritmici o ictus che contraddistinguono ciascun verso.
Numero
Tipo di verso Accento ritmico Esempio
di sillabe
Binario / 2 L’accento ritmico cade sulla 1ª sillaba. pià/no
Bisillabo fràn/ta
(G. Ungaretti, Vanità)
Ternario / 3 L’accento ritmico cade sulla 2ª sillaba. La /mòr/te
Trisillabo si / scón/ta
vi/vèn/do
(G. Ungaretti, Sono una creatura)
Quaternario / 4 L’accento ritmico cade sulla 1ª sillaba (non Sé / d’a/mó/re
Quadrisillabo sempre) e sulla 3ª. pèr/di il / fió/re
(T. Solera, Giovanna d’Arco)
Da/mi/gèl/la
Tut/ta / bèl/la
(G. Chiabrera, Damigella)
Quinario 5 L’accento ritmico può cadere sulla 1ª o sulla Vì/va Ar/lec/chì/ni
2ª e sulla 4ª sillaba. e / bu/rat/tì/ni
(G. Giusti, Il brindisi di Girella)
Òc/chi a/mo/ró/si,
mie / stél/le a/mà/te
(G. Chiabrera, Le canzonette)
Senario 6 L’accento ritmico cade sulla 2ª e sulla 5ª sil- nel / tèm/po / che / tà/ce
laba. (G. Pascoli, La canzone dell’ulivo)
Settenario 7 L’accento ritmico cade sulla 6ª sillaba e uno nel/la / sé/ra au/tun/nà/le
o due accenti mobili (sulla 1ª, la 2ª, la 3ª o io / lèn/to / vìn/to e / só/lo
la 4ª). (D. Campana, Boboli)
18
UNITÀ A1 ▪ LA STRUTTURA DEL TESTO POETICO
◼ Effetti ritmici
L’andamento ritmico dei versi può essere veloce (quando gli accenti sono fre-
quenti e ravvicinati) oppure lento e cadenzato (quando gli accenti ritmici sono
lontani e rari). Vediamo qualche esempio:
Oltre agli accenti, un poeta può ottenere particolari effetti ritmici anche attra-
verso l’uso delle cesure e dell’enjambement.
• Cesura. La cesura (dal lat. caedere, “tagliare”) è una pausa interna al verso che
ne rallenta il ritmo. La cesura divide il verso in due unità più piccole dette
emistichi e può coincidere con una pausa sintattica, spesso indicata dalla pun-
teggiatura:
Oggi non faccio nulla. // Faccio festa. (U. Saba)
Oppure contraddice la pausa sintattica per mettere in risalto una parola-chiave:
e di terra la forma e // la speranza. (A. Onofri)
O, ancora, potenzia il significato della parola che la precede e che la segue:
per far piú bello // l’ultimo trofeo (U. Foscolo)
• Enjambement. Il verso può coincidere con una frase, ma spesso accade che es-
sa continui nel verso successivo, creando un ritmo particolarmente sostenu-
to: in questo caso si parla di enjambement, una parola francese che significa
“inarcatura”. L’enjambement conferisce un rilievo particolare alle parole così
collegate e contemporaneamente dilata il ritmo del verso. Quando la frase
continua non solo oltre il verso, ma anche oltre la strofa, l’enjambement viene
definito strofico.
19
PERCORSO
A POESIA: I METODI
Che cosa so
20
UNITÀ A1 ▪ LA STRUTTURA DEL TESTO POETICO
Vincenzo Cardarelli affida a questi versi di varia lunghezza il tema dello scorrere
Vincenzo Cardarelli (pseudonimo
del tempo della vita, attraverso la metafora dell’alternarsi delle stagioni.
di Nazareno Caldarelli) nasce in
Come le piogge d’autunno sembrano esprimere la tristezza della natura prean-
provincia di Viterbo, nel 1887. Nel
nunciando i rigori dell’inverno, così l’uomo si avvia verso il freddo della vecchia- 1911 si trasferisce a Firenze dove
ia. Rimane nella memoria la felicità degli entusiasmi giovanili, cui corrisponde collabora alle riviste letterarie “Il
l’estate, la stagione più rigogliosa dell’anno (il miglior tempo della nostra vita), Marzocco” e “La Voce”. Nel 1916
ma quel ricordo non riesce più a dare slancio al presente che procede lenta- pubblica I prologhi, dove alterna
mente verso la fine. L’uso della prima persona plurale (Già lo sentimmo venire; poesie a prose. Nel 1919 fonda
della nostra vita; ci dice addio) stabilisce un tono colloquiale e coinvolgente per la rivista “La Ronda”. Nel 1934
il lettore. pubblica la sua prima raccolta di
versi, Giorni in piena, poi confluita
nel 1936 nel volume Poesie.
Autunno.// Già lo sentimmo venire Muore nel 1959.
nel vento d’agosto,
nelle pioggie di settembre
torrenziali// e piangenti,
5 e un brivido percorse la terra
che ora, //nuda e triste, Il testo è costituito da due periodi: il pri-
mo ha carattere descrittivo (immagini
accoglie un sole smarrito. dell’autunno), il secondo comunica una
Ora passa //e declina, condizione psicologica.
in quest’autunno che incede
pioggie...piangenti, terra...triste, sole
10 con lentezza indicibile, smarrito
il miglior tempo della nostra vita Gli aggettivi che umanizzano le mani-
festazioni della natura suggeriscono,
e lungamente ci dice addio.
attraverso la connotazione, la corrispon-
(V. Cardarelli, Poesie, Mondadori, Milano, 1996)
denza tra stagioni e stati d’animo.
21
PERCORSO
A POESIA: I METODI
ANALIZZARE
5. La versificazione.
Indica il nome dei versi della lirica e segnala se sono presenti figure di fusione e di scissione tra
le sillabe. Poi segnala graficamente gli enjambement con il simbolo corrispondente e completa
l’indicazione degli accenti ritmici (ictus) negli ultimi sette versi.
PRODURRE
6. Laboratorio di scrittura creativa | Descrivere l’autunno.
Dopo aver scelto un paesaggio autunnale, descrivilo attraverso brevi versi cercando di produrre
qualche immagine suggestiva. Fa’ in modo che alcuni versi si concludano con un segno di inter-
punzione, mentre in altri ricorri all’utilizzo dell’enjambement.
7. Esporre | Presentare la lirica.
Presenta la poesia Autunno lasciando spazio alla tua sensibilità interpretativa. Specifica:
• la forma del testo (di che tipo sono i versi, qual è la loro disposizione);
• il rapporto tra significante e significato (in che modo la misura dei versi, la lunghezza delle
parole e il ritmo potenziano il significato delle parole e delle immagini);
• il messaggio che il poeta vuole comunicare.
22
UNITÀ A1 ▪ LA STRUTTURA DEL TESTO POETICO
◼ Le rime e il metro
I DIVERSI TIPI DI RIME. La rima è un procedimento tipico della poesia, che utiliz-
za gli elementi fonici per potenziare il legame tra i versi. Due versi si dicono in
rima quando presentano identità di suono alla fine, a partire dall’ultima vocale
tonica. Anche nel caso delle rime, perciò, si usa parlare di piane, tronche e sdruc-
ciole:
• Rima piana: nàstro / alabàstro
• Rima tronca: tornerà / chissà
• Rima sdrucciola: ridìcolo / artìcolo
I versi rimano tra loro creando combinazioni differenti il cui schema si defi-
nisce con le lettere dell’alfabeto: la stessa lettera indica i versi che terminano
nello stesso modo.
“
La vecchia canta: Intorno al tuo lettino A
c’è rose e gigli, tutto un bel giardino. A
Nel bel giardino il bimbo s’addormenta. B
La neve fiocca lenta, lenta, lenta. B
(G. Pascoli, Orfano, in Poesie, Mondadori, Milano, 1968)
Le rime danno luogo a combinazioni diverse a seconda del modo in cui sono di-
stribuite nel componimento poetico. Gli schemi maggiormente utilizzati nella
poesia italiana sono a rima baciata (AA BB), alternata (ABAB), incrociata (ABBA),
incatenata (ABA-BCB-CDC), ripetuta (ABC ABC). Per convenzione si utilizzano le
lettere maiuscole per indicare il verso endecasillabo e le minuscole per i versi
che presentano un numero di sillabe inferiore.
23
PERCORSO
A POESIA: I METODI
LA DISPOSIZIONE ANOMALA DELLE RIME. Bisogna però tenere a mente che i versi
possono rimare anche in modo anomalo: questo succede quando la rima non si
trova a fine verso. Vediamo degli esempi.
• La rimalmezzo si trova tra la parola finale di un verso e una parola posta nel
mezzo di un altro verso, generalmente del successivo, in cui coincide con la
cesura. Una fitta trama di suoni conferisce ai versi un tono solenne.
“
gli altri augelli contenti, // a gara insieme
per lo libero ciel // fan mille giri
(G. Leopardi, Il passero solitario, in Tutte le opere, a cura di F. Flora, Mondadori, Milano, 1968)
• La rima interna è presente quando rimano fra loro l’ultima parola del verso e
un’altra che si trova all’interno del medesimo verso. Nell’esempio proposto la
rima interna prolunga la sensazione uditiva del rumore dei panni risciacquati
nel canale (gora) dalle lavandaie.
“
E cadenzato dalla gora viene
lo sciabordare delle lavandare
con tonfi spessi e lunghe cantilene.
(G. Pascoli, Lavandare, in Poesie, Mondadori, Milano, 1968)
• La rima ipermetra è presente quando una parola piana (ossia con l’accento
sulla penultima sillaba) rima con una sdrucciola (accento sulla terzultima),
la quale ha una sillaba in più rispetto alla misura del verso. La sillaba in più
viene considerata parte del verso successivo, come nell’esempio seguente per
la sillaba -no di intrecciano.
24
UNITÀ A1 ▪ LA STRUTTURA DEL TESTO POETICO
“
Nelle crepe del suolo o su la véccia
spiar le file di rosse formìche
ch’ora si rompono ed ora s’intrécciano
a sommo di minuscole bìche
(E. Montale, Meriggiare pallido e assorto, in Tutte le poesie, Mondadori, Milano, 1984)
“
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono
(G. D’Annunzio, La pioggia nel pineto, in Alcyone, Mondadori, Milano, 1995)
le parole pino e mirto hanno, nella parte finale, uguali le vocali (i…o) e diverse
le consonanti (n nella prima parola e rt nella seconda). Le parole in assonanza
possono anche essere all’interno del verso, come nell’esempio che segue:
“
Il sole, in alto, – e un secco greto
(E. Montale, Gloria del disteso mezzogiorno, in Tutte le poesie, Mondadori, Milano, 1984)
“
Poi tra il cantare delle raganelle
Guizzò sui campi un raggio lungo e giallo
(G. Pascoli, Pioggia, in Poesie, Mondadori, Milano, 1968)
◂ Alberto Burri,
Il viaggio, 1979. Città
di Castello, Collezione
Burri.
25
PERCORSO
A POESIA: I METODI
“
E di quell’altra volta mi ricordo
che la sorella mia piccola ancora
per la casa inseguivi minacciando
(la caparbia aveva fatto non so che).
Ma raggiuntala che strillava forte
dalla paura ti mancava il cuore:
ché avevi visto te inseguir la tua
piccola figlia, e tutta spaventata
tu vacillante l’attiravi al petto,
e con carezze dentro le tue braccia
l’avviluppavi come per difenderla
da quel cattivo ch’eri il tu di prima.
(C. Sbarbaro, Padre, se anche tu non fossi il mio, in L’opera in versi e in prosa, Garzanti, Milano, 1999)
Versi liberi
“
Signori! Ha principio la vendita
delle mie idee.
Avanti! Chi le vuole?
Idee originali
a prezzi normali.
Io vendo perché voglio
raggomitolarmi al sole
come un gatto a dormire
fino alla consumazione
de’ secoli. Avanti! L’occasione
è favorevole. Signori,
non ve ne andate, non ve ne andate;
vendo a così poco prezzo!
(G. Gozzano, Bando, in Poesie, Rizzoli, Milano, 1999)
26
UNITÀ A1 ▪ LA STRUTTURA DEL TESTO POETICO
riva fino all’Ottocento hanno anche un prestabilito schema di rime. Le strofe tra-
dizionali della poesia italiana sono cinque: distico, terzina, quartina, sestina, ottava.
A partire dall’Ottocento alle strutture fisse sono state sostituite strofe a sche-
ma libero, in numero variabile (polimetro), in cui la misura dei versi e lo schema
delle rime non si attengono più a un modello prestabilito, ma assecondano le
esigenze espressive dell’autore.
27
PERCORSO
A POESIA: I METODI
I COMPONIMENTI METRICI. Più strofe dello stesso tipo o di tipo diverso raggrup-
pate insieme danno vita a un componimento metrico. Tra i tipi di componi-
mento della poesia lirica tradizionale sono da ricordare il sonetto e la canzone.
Meno utilizzati, nella tradizione lirica italiana, sono l’ode, il madrigale e la bal-
lata.
• Il sonetto. È la forma metrica più diffusa nella lirica italiana, perché la sua
brevità lo rende particolarmente duttile e consente di trattare qualsiasi argo-
mento, da quello amoroso a quello politico. La sua invenzione viene attribui-
ta a Giacomo da Lentini (► p. 590), probabilmente da una rielaborazione della
cobla esparsa, la strofa singola di canzone utilizzata nella poesia provenzale:
quattordici endecasillabi, suddivisi in due quartine e due terzine. Un esempio
classico di sonetto è la poesia di Dante Alighieri Tanto gentile e tanto onesta pa-
re, il cui schema di rime è ABBA - ABBA | CDE - EDC:
“
Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.
▸ Dante Gabriel
Rossetti, Il sogno di
Dante all’epoca della
morte di Beatrice,
1871. Liverpool,
National Museums,
Walker Art Gallery.
28
UNITÀ A1 ▪ LA STRUTTURA DEL TESTO POETICO
“
La mia malinconia è tanta e tale,
ch’i’ non discredo che, s’egli sapesse B
un che mi fosse nemico mortale, A
che di me di pietade non piangesse. B
(C. Angiolieri, in Poeti del Duecento, a cura di G. Contini, Ricciardi, Milano-Napoli, 1960)
“
E tenemi sovente in forte doglia; D
donar mi vole a mia forza segnore, C
“
e fiumi e selve sappian di che tempre D
sia la mia vita, ch’è celata altrui. E
Ecco un esempio: è la prima stanza della canzone Di pensier in pensier, tratta dal
Canzoniere di Francesco Petrarca:
29
PERCORSO
A POESIA: I METODI
]
}
Di pensier in pensier, di monte in monte A
mi guida Amor, ch’ogni segnato calle B I piede
provo contrario a la tranquilla vita. C
Fronte
}
Se ’n solitaria piaggia, rivo, o fonte, A
se ’nfra duo poggi siede ombrosa valle, B II piede
ivi s’acqueta l’alma sbigottita; C
}
]
or ride, or piange, or teme, or s’assecura; D
e ’l volto che lei segue ov’ella il mena E I volta
si turba et rasserena, E Sìrima
(o sirma)
}
et in un esser picciol tempo dura; D
onde a la vista huom di tal vita experto F II volta
diria: Questo arde, et di suo stato è incerto. F
(F. Petrarca, Rime e Trionfi, a cura di F. Neri, UTET, Torino, 1968)
• La canzone libera. Nel corso dei secoli la struttura della canzone petrarche-
sca venne più volte modificata. Ai poeti dell’Ottocento apparve condizionante
per il gioco di versi raffinato ma rigido e per la divisione delle strofe in se-
zioni minori, con rime preordinate. Giacomo Leopardi adottò la canzone, di
cui apprezzava l’ampiezza, modificandone l’organizzazione interna e creando
la canzone “libera”, in cui la lunghezza delle strofe è liberamente variata e al
loro interno non c’è uno schema fisso di rime. Un esempio tipico di canzone
libera è A Silvia (► p. 45), composta di sei strofe di endecasillabi e settenari.
Attenuatasi la rigidità delle forme, la canzone diede vita, a fine Ottocento e nel
Novecento, alla produzione di componimenti a strofa libera.
Che cosa so
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UNITÀ A1 ▪ LA STRUTTURA DEL TESTO POETICO
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PERCORSO
A POESIA: I METODI
22-25. piove...leggieri: il contatto diretto con 36-39. con un crepitìo...men rade: il crepitìo
la pioggia (le mani ignude, i vestimenti leggieri) della pioggia varia a seconda che le foglie siano
accomunano sempre più il poeta ed Ermione più o meno folte.
alle piante, fino a farli sentire della stessa 43. pianto australe: pioggia recata dal vento
sostanza arborea. caldo-umido di Austro, che spira da Sud.
28. novella: rinnovata dall’amore come la 45. né il ciel cinerino: le cicale continuano a
selva dalla pioggia. frinire senza lasciarsi impaurire dalla pioggia e
29. su la favola bella: sui sogni e sulle illusioni dal cielo grigio.
di cui è intessuta la vita. 46-51. E il pino...dita: il poeta è teso a cogliere
32. Ermione: Ermione può essere identificata le sfumature più diverse, i vari timbri dei suoni
con Eleonora Duse, grande attrice dell’epoca, che le gocce di pioggia producono sulle foglie di
o con Alessandra di Rudinì, un’altra donna ogni albero; innumerevoli dita: innumerevoli
amata dal poeta. sono le gocce della pioggia.
34-35. su la solitaria verdura: sugli alberi 52-55. E immersi...viventi: la compenetrazio-
della selva. Il pineto è lontano da luoghi abitati ne con la vita della selva è ormai totale e dà un
e l’aggettivo solitaria sottolinea il senso di senso di ebbrezza.
silenzio e di solitudine del luogo.
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UNITÀ A1 ▪ LA STRUTTURA DEL TESTO POETICO
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PERCORSO
A POESIA: I METODI
99. ma di piacere: il volto ebro di pioggia pare rami tenaci e aggrovigliati ci stringono le
inondarsi di un pianto di gioia sensuale. caviglie (i malleoli), ostacolando il movimento
100. virente: verdeggiante. Ermione sembra delle ginocchia.
aver assunto l’aspetto di una pianta. 115. chi sa dove...dove!: di cespuglio in cespu-
101. par da scorza tu esca: come una mitica glio, i due si addentrano ormai nella selva senza
creatura dei boschi, una ninfa. meta, completamente immersi nello spirito
105. intatta: non colta; anche il cuore nella silvestre.
selva vive di una nuova vita. 116-128. E piove...o Ermione: va notata la
106-109. tra le pàlpebre...mandorle acerbe: corrispondenza con la prima strofa, dove alla
tutte queste espressioni rendono il senso di im- formulazione che ieri / m’illuse, che oggi t’illude,
medesimazione delle due creature umane nella corrisponde che ieri / t’illuse, che oggi m’illude.
vita della selva; polle: sorgenti, vene d’acqua. È l’unica differenza tra i versi iniziali e questa
110. di fratta in fratta: di cespuglio in cespuglio. ripresa, che ha valore di pura ripetizione musi-
111. or congiunti, or disciolti: ora per mano, cale, di refrain malinconico che fa coincidere in
ora separati. un unico destino l’io e il tu della lirica.
112-114. il verde vigor rude...i ginocchi: i verdi
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UNITÀ A1 ▪ LA STRUTTURA DEL TESTO POETICO
ANALIZZARE
3. Il componimento.
• Quanti versi compaiono nel componimento?
• Quali tipi di versi?
4. La forma metrica.
Perché viene definita canzone libera?
PRODURRE
9. Risposta breve | L’unione con la natura.
Nella lirica La pioggia nel pineto la pioggia e il luogo sono elementi attraverso i quali l’io lirico
trova un’unione istintiva con la natura. Per quale motivo? Rispondi in 5 righe.
10. Laboratorio di scrittura creativa | Laboratorio esperienziale.
In una giornata piovosa recati in un giardino, chiudi gli occhi e ascolta i rumori, senti i profumi,
poi apri gli occhi e osserva gli elementi naturali e i loro colori. Annota liberamente le tue sen-
sazioni, quindi, una volta rientrato a casa, in silenzio, trascrivile dando loro la forma di versi e
cercando di riprodurre attraverso rime, assonanze e consonanze i rumori che hai potuto sentire
durante l’esperienza.
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PERCORSO
A POESIA: I METODI
Salvatore Quasimodo
da Ed è subito sera
(1942)
▸ Lirica
Specchio
Metro ▸ versi liberi, La poesia di Salvatore Quasimodo (1901-1968, ► p. 249) delinea il risveglio della
di senari e novenari natura a primavera, anche dove la vita sembrava ormai finita.
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UNITÀ A1 ▪ LA STRUTTURA DEL TESTO POETICO
LÕio lirico
L’io lirico contempla con emozione quello spettacolo e sembra trovare in sé nuova linfa
vitale: una rinascita interiore lo rende puro come la limpida acqua piovana che riflette
il cielo. L’albero è simbolo del poeta stesso: entrambi, come ogni creatura che popola la
terra, si avviano verso la morte, che già si annuncia nel vecchio tronco della pianta, ma la
speranza ciclicamente ritorna con la primavera per tutti gli esseri viventi.
ANALIZZARE
4. Vita e morte.
Il tronco d’albero offre immagini antitetiche di vita e morte: riporta nella tabella i versi che ap-
partengono ai due significati.
5. I versi e il ritmo.
La lirica è composta di senari e novenari. Utilizzando la tabella di p. 38, svolgi le attività che
seguono:
• dividi in sillabe i versi e segna quelle su cui cadono gli accenti ritmici come indicato a p. 18;
• indica se sono state inserite figure di fusione (sinalefe, sineresi, unione della sillaba apostrofata
con la successiva) o di scissione (dialefe, dieresi) inserendo una X nella casella corrispondente;
• al termine sottolinea l’unico verso sdrucciolo della poesia.
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PERCORSO
A POESIA: I METODI
PRODURRE
7. Esporre | Presentare la lirica.
Spiega ai tuoi compagni e all’insegnante il significato della lirica, soffermandoti sulla relazione
fra la natura e il poeta. Delinea poi la struttura: il tipo di versi e il ritmo determinato dalla disposi-
zione degli ictus. Concludi esprimendo impressioni personali sul rapporto fra significato e signi-
ficante: le immagini create dal poeta comunicano in modo suggestivo il messaggio dell’autore?
8. Trovare l’errore.
I seguenti versi sono stati ottenuti modificando una lirica di Guido Gozzano: alcuni endecasillabi
dell’originale sono stati alterati. Individua i versi metricamente “sbagliati”. Potrai poi verificare
la tua correzione con il testo originale fornito dall’insegnante.
I Colloqui Ð III
L’immagine di me stesso voglio che sia
sempre ventenne, come in un ritratto.
Cari amici miei, non mi vedrete in via,
curvo dagli anni, tremulo e disfatto.
5 Col mio silenzio sarò l’amico 6. mentecatto: pazzo.
che vi fu caro, un poco mentecatto; 9. Arturo e Federico: si
tratta di due filosofi tede-
il bimbo tenero e antico schi, Arthur Schopenhau-
che sospirava al raggio delle stelle, er (1788-1860) e Friedrich
Nietzsche (1844-1900). I
che meditava Arturo e Federico,
loro scritti sono definiti
10 ma lasciava spesso la pagina ribelle ribelli poiché non in linea
per seppelir le rondini insepolte, con la morale comune dei
benpensanti.
per dare un filo d’erba alle zampine delle 13. cetonie: insetti dal
disperate cetonie capovolte. colore verde dorato.
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