Proteine Guida ProjectInVictus Rev4
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Proteine
| Andrea Biasci
1. Cosa sono le proteine
Le proteine sono molecole biologiche complesse (polimeri) costituite da
sequenze di monomeri chiamati amminoacidi (AA).
La sintesi delle proteine avviene dentro le cellule. Dal DNA viene prodotto RNA
messaggero che, fungendo da “mappatura di trascrizione”, giunge al ribosoma
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che si occupa di legare tra loro gli appositi AA.
Qualsiasi struttura proteica ha un tempo di vita limitato, che varia da pochi minuti
a diversi anni (con una media di 1-2 giorni nei mammiferi). Scaduto tale periodo,
viene degradata e riciclata grazie al cosiddetto turnover proteico. La stessa sorte
tocca ai composti “anomali” – perché erroneamente sintetizzati o deperiti per
ragioni metaboliche.
Di seguito cercheremo di fare maggiore chiarezza sul ruolo delle proteine per
l’uomo, con specifico riferimento alla loro importanza nella pratica sportiva in
termini di performance e sulle implicazioni dietetiche legate al miglioramento
della composizione corporea generale.
Fortunatamente, quasi tutti gli AA impiegati dal nostro sistema biologico possono
essere sintetizzati autonomamente dall’organismo, eccezion fatta per i cosiddetti
amminoacidi essenziali (EAA) – che, invece, devono provenire dagli alimenti.
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Amminoacidi Struttura con Gruppo R
H
H H
H C C
H R
NH2CHRCOOH
Va poi detto che gli AA hanno una struttura chimica diversa tra loro; se assunti
per via alimentare, vengono interessati da vie metaboliche differenti ed hanno un
impatto altrettanto diverso sull’organismo.
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2. Funzioni e Ruolo Biologico
Vediamone alcuni.
Proteine e muscolo
Le proteine sono componenti fondamentali dei muscoli – strutture tipiche dei
vertebrati – che hanno l’importantissima funzione di sostenere e muovere lo
scheletro, proteggere le ossa e aumentare la temperatura corporea.
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Ecco spiegata l’importanza di un adeguato intake proteico alimentare per il
mantenimento (sia strutturale che funzionale) e/o per la crescita del muscolo
striato scheletrico.
Potremmo anche discutere del processo emostatico del sangue, che si basa
sull’azione di vari tipi di proteine per arrestare le emorragie mediante la
coagulazione localizzata ma mantenendo la fluidità del plasma circolante.
Proteine e ossa
Le proteine sono importantissime anche per il tessuto osseo, sia trabecolare che
corticale compatto.
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in idrossiapatite – minerale a base di calcio e fosforo depositato sulla matrice
proteica stessa.
Bisogna però fare una precisazione: la via metabolica degli AA assunti con la dieta
può cambiare a seconda della condizione metabolica, dello stato nutrizionale e
del tessuto coinvolto.
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fabbisogno energetico generale dell’organismo in veste di precursori glucogenici
e chetogenici – gran parte dei quali è essenziale. Questi processi avvengono nel
fegato.
Gli amminoacidi glucogenici (GAA) sono sia di tipo essenziale che non essenziale,
ed alcuni sono anche chetogenici (KAA).
AA tipologie
• Leucina, Lisina.
Amminoacidi Ramificati
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fisica basso o moderato, l’organismo ha un fabbisogno proteico abbastanza
contenuto; egli trae energia dai carboidrati e dagli acidi grassi, riciclando gran
parte degli amminoacidi essenziali già in possesso grazie al turnover metabolico.
“Non è tutto oro quel che luccica”, ma qualche vantaggio c’è sicuramente; in
questo paragrafo scopriremo quale.
Esistono però dei dati scientifici che ci aiutano nel comprendere quale sia il
cosiddetto fabbisogno proteico. Si tratta di un argomento per nulla semplice, che
rimandiamo alle righe più sotto.
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• Ottimizzazione della sintesi proteica;
• Aumento della termogensi;
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È anche interessante notare che le proteine non sono tutte uguali e la loro
diversità compositiva può determinare un diverso impatto sulla sazietà. Molti
trascurano che alcuni AA sono in grado di stimolare il rilascio di mediatori chimici
ed ormoni.
Un motivo in più per non trascurare la quantità di prodotti della pesca nella dieta.
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Aumento della termogenesi
Dal 6 al 15% del consumo calorico giornaliero è a carico del processo di digestione,
assorbimento e metabolismo nutrizionale; questo viene definito termogenesi
indotta dalla dieta (TID).
Con il 10-35% (22,5% in media), le proteine hanno il valore maggiore di tutti; ciò
significa che la loro digestione ed assorbimento costa all’organismo più energia
rispetto a grassi, carboidrati ed alcol etilico. Ciò è dato soprattutto dal loro maggior
impegno digestivo, metabolico e dalla capacità di stimolare ormoni sensibili
all’aumento di certi AA in circolo.
4. Fabbisogno Proteico
Eccoci finalmente a parlare di quante proteine dobbiamo assumere con la dieta.
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sedentario, in caso di taglio calorico rispetto ad una normocalorica, può cambiare
in maniera apprezzabile.
Secondo i LARN, dalla prima infanzia alla terza età, si potrebbe applicare un range
compreso tra 0,71 e 1,11 g/kg.
Gravidanza e Proteine
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Soggetti che vogliono dimagrire
Da quanto abbiamo riportato sopra, è quindi deducibile che una maggior frazione
proteica della dieta possa giovare soprattutto a chi deve affrontare un percorso
dimagrante.
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Una generosa disponibilità di AA da proteine alimentari permette, nel minor
tempo utile, non solo di ricostruire i tessuti muscolari danneggiati, ma anche
di rimpiazzare elementi comunque importantissimi come: ormoni, enzimi,
segnalatori, canali di membrana, matrici di vario genere ecc.
Ciò consente di poter diminuire più possibile il lasso temporale utile alla
supercompensazione e, di conseguenza, di aumentare la vicinanza delle sedute
di workout (per quanto possibile ovviamente) – a vantaggio del carico allenante
complessivo.
Soggetti anziani
Anche gli anziani possono trarre un vantaggio dell’aumento della quota proteica
rispetto alle linee guida dedicate alla popolazione generale.
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Mentre il primo consiste in un declino funzionale digestivo fisiologicamente
contemplabile al quale ci si può opporre solo con un maggior apporto proteico
totale – perchè dovuto all’invecchiamento – la resistenza anabolica può essere
contrastata efficacemente grazie all’attività fisica di potenziamento che, come
sappiamo, mantiene attivi i processi di ricostruzione muscolare.
Sarcopenia Definizione
Tuttavia, ciò non significa che gli ex sportivi siano esenti da questo genere di
rischio.
Nota: negli Stati Uniti, oltre il 40% degli uomini e quasi il 60% delle donne di età >
50 anni soffre di sarcopenia, e più del 10% delle persone di età vicina ai 20 anni.
Bambini
Come non parlare dei soggetti in accrescimento. Sul piano fisiologico, lo sviluppo
è la condizione che richiede il maggior apporto proteico in assoluto – con
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esclusione di certe attività atletiche di élite.
Gravidanza e allattamento
L’allattamento e soprattutto la gravidanza sono condizioni fisiologiche speciali
che sottopongono l’organismo femminile ad un maggior impegno metabolico.
Come anticipato sopra, entrambe necessitano di un aumento – seppur contenuto
– dell’intake proteico nella dieta.
Questo perché:
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Questo perché l’organismo può utilizzare come fonte energetica anche gli AA
delle proteine alimentari – e gli AA ramificati muscolati durante una performance
sportiva – riducendo la loro disponibilità ai processi di turnover e/o di crescita.
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Ente Per crescita muscolare Raccomandazione
RDA
1,6-1,7
g/kg/die
Alcune sperimentali
2,2-2,4
g/kg/die.
l’International Society of
Sports Nutrition (ISSN) e
2,3-3,1
studi eseguiti su bodybuilder g/kg/die
agonisti
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reale sarebbero sufficienti.
Tuttavia, usare le proteine per colmare il surplus di energia consente fino a 3,3 g/
kg/die consente di accumulare meno adipe.
Non è un caso che l’intervallo utile sia così ampio; le variabili che incidono sul
fabbisogno proteico dello sportivo di forza sono numerose.
Fabbisogno proteico in
ipercalorica compreso tra 3,3
25-30% kcal/die – aumenta
g/kg/die
quando le calorie scendono.
Dal punto di vista del bodybuilder o dello sportivo, ciò servirebbe soprattutto per
non “vanificare” gli sforzi fatti nel periodo di costruzione ipertrofica.
Per gli altri invece, mantenere il giusto trofismo muscolare assicura di prevenire
la riduzione del metabolismo basale. Non dimentichiamo che, da soli, i nostri
muscoli sono responsabili di un consumo a riposo pari al 22% del totale.
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• In caso di dieta dimagrante e soprattutto in presenza di attività fisica, al fine di
preservare la massa magra, l’intervallo utile di intake proteico è di 1,6-2,4 g/kg/die;
• Al crescere del livello di attività fisica e/o all’aumentare del taglio calorico,
l’intervallo utile può raggiungere 2,3-3,1 g/kg/die (come nel caso dei
bodybuilder menzionati sopra).
La scelta di usare il peso reale per questo gruppo di popolazione è frutto di una
“comodità pratica”. A seconda dell’entità dell’eccesso ponderale, l’apporto proteico
totale sarà superiore o inferiore rispetto a una stima eseguita sul peso fisiologico
desiderabile.
Non dimentichiamo che, al fine di perdere massa grassa, gli obesi devono spesso
tagliare più calorie degli atleti – soprattutto in proporzione al consumo totale,
ovviamente, perché inferiore è l’apporto normocalorico.
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In tal senso, una dieta iperproteica che favorisce il dimagrimento è da considerarsi
protettiva dalle complicazioni annesse all’obesità.
RDA
1,2-1,4
g/kg/die
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importante e non assolvibile dalle proteine.
È anche per questo che certi mantengono le proteine sul limite inferiore dei
suddetti range nei giorni di allenamento e le alzano al limite superiore in quelli
immediatamente successivi.
Ciò detto, l’adequate protein intake per i neonati da 0 a 6 mesi è fissato a 1,52 g/
kg/die, mentre l’average protein intake per i bambini da 7 a 12 mesi sarebbe di 1,6
g/kg/die.
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Fase Bambino non obeso Raccomandazione
Età neonatale
1,8
g/kg/die
Età prescolastica
1,2
g/kg/die
Età scolastica
1,0
g/kg/die
Poiché il latte materno non contiene abbastanza proteine per soddisfare questi
requisiti, l’integrazione complementare è considerata una pratica standard.
Queste evidenze non sono facili “da digerire” per i nutrizionisti vecchia scuola.
Infatti, soprattutto nei lattanti, un’eccessiva quota proteica si può associare
a danni consistenti dei reni. Tali effetti sono stati osservati nei neonati che
venivano alimentati con latti animali (come il vaccino, sensibilmente più
proteico) anziché quello umano.
Detto questo, prima di trarre conclusioni, sarebbe necessario fare una
valutazione quantitativa del monte proteico definitivo introducibile.
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11. Fabbisogno di proteine negli anziani
La RDA per le proteine riferite agli adulti > 50 anni è la stessa degli adulti più
giovani: 0,8 g/kg/die.
Anziani in sottopeso
1,5-2,2
g/kg/die
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Fabbisogno di proteine durante la
12.
gravidanza e l’allattamento
Donne in gravidanza
La RDA riferita alle proteine per le donne incinte normopeso e sedentarie è di 1,1
g/kg/die; ciò è il frutto di:
Tuttavia, come abbiamo visto in precedenza per gli adulti sani, la RDA tradizionale
potrebbe non essere sufficiente.
Per alcuni enti di ricerca, l’apporto consigliabile alle donne incinte dovrebbe
essere di circa 1,66 g/kg/die durante la prima fase di gestazione (settimane 11-20) e
1,77 g/kg/die durante la tarda gestazione (settimane 32-38).
Questo effetto è, ovviamente, più pronunciato nelle donne denutrite rispetto alle
donne eunutrite (o normonutrite).
Donne in allattamento
La lattazione è una priorità per l’organismo femminile, il che significa che è
“quasi” del tutto dieta-indipendente.
Basandosi sul fabbisogno proteico degli adulti corretto per la secrezione di latte, la
RDA per le nutrici è fissata a 1,3 g/kg/die.
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Tuttavia, uno studio ha riportato che il 50% di nutrici alimentate con 1,5 g/kg/die di
proteine ha un bilancio azotato negativo.
Ciò detto, un altro studio ha suggerito che 1,0-1,5 g/kg/die porta a un rapido
adeguamento del turnover proteico indicativo di una risposta adattativa
all’apporto insufficiente.
Donna in allattamento
1,3-1,5
g/kg/die
La differenza principale sta nel fatto che, spesso, i vegani non riescono a coprire
tali necessità senza fare ricorso all’integrazione alimentare.
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Inoltre, se fino a poco tempo fa si pensava che per garantire la completezza del
VB fosse necessario compensare le proteine incomplete nello stesso pasto, oggi
sappiamo che il turnover proteico e la proteosintesi possono essere garantite
anche distribuendo gli EAA in un arco di tempo superiore.
Per di più, come abbiamo visto sul paragrafo della TID, le proteine di origine
di origine vegetale sono meno digeribili rispetto a quelle animali (60-80% VS
90%). Da un lato ciò permette di consumare più calorie per processarle, dall’altro
aumenta il rischio di perderne una parte “strada facendo”.
È vero che le proteine animali sono più digeribili e hanno mediamente un valore
biologico superiore, ma d’altro canto quelle vegetali hanno un TID superiore e
non presentano lo svantaggio di “portarsi” dietro livelli cospicui di grassi saturi e
colesterolo (invece abbondanti nei formaggi e nelle carni grasse, inclusi i salumi).
| Andrea Biasci
Come distribuire le proteine durante la
15.
giornata
La distribuzione di proteine alimentari nell’arco della giornata ha un ruolo
secondario rispetto alla quantità. Questo perché l’organismo è, fortunatamente,
abbastanza “intelligente” nella gestione dei substrati a disposizione.
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ben presenti in soli 15-20 g di proteine ad alto VB (latte, uova, carne, pesce, soia ecc.).
A meno che il monte proteico risulti inadeguato e non si tragga da fonti alimentari a
basso valore biologico, anche questo aspetto non rappresenta un problema.
Ciò che può avvenire in condizioni di dieta iperproteica è che il rene aumenti la
filtrazione glomerulare adattandosi fisiologicamente.
Si raccomanda cautela nelle persone a rischio elevato per danni renali, come i
diabetici di tipo 2. Questa è una delle ragioni per le quali è sconsigliabile applicare
le diete iperproteiche in ambito clinico.
Visto e considerato che l’eccesso proteico non offre alcun vantaggio, né in termini
di composizione corporea, né in termini di aumento della performance – per alcun
tipo di sport – torniamo ad enfatizzare l’importanza di una corretta stima del
fabbisogno individuale.
| Andrea Biasci
Alcuni reputano che l’eccesso proteico possa, a causa di una aumentata
escrezione renale di calcio, pregiudicare la disponibilità di questo minerale
fondamentale per lo scheletro.
Normalmente infatti, solo una minor parte del calcio alimentare viene assorbito
dall’intestino, processo appunto modulato sulla base condizione metabolica.
Viceversa, sappiamo che buoni livelli di fattore di crescita insulino simile hanno un
impatto positivo sul trofismo muscolare ed osseo.
Tra questi ultimi (residui non solo da proteine) ricordiamo l’acido solfidrico o
idrogeno solforato o solfuro diidrogeno (H2S) – provenienti dalle proteine –
acrilamide, acroleina, formaldeide, perossidi e radicali liberi – dai carboidrati e dai
grassi.
| Andrea Biasci
Quando è necessario integrare con
19.
proteine in polvere?
L’uso di integratori alimentari in polvere dovrebbe essere riservato a chi:
In particolare, le whey (del siero) sembrano quelle dotate del maggior potere
anabolico dimostrabile – addirittura superiore a quello degli EAA.
Gli intolleranti al lattosio possono trovare beneficio dalla scelta di isolate, perché
vantano una concentrazione inferiore del disaccaride lattico indigesto.
Sono meno utilizzate le caseine, che per alcuni avrebbero il vantaggio di produrre
un assorbimento degli AA più lento e dilazionato; vengono predilette per
l’assunzione pre-nanna (utilità opinabile).
Quelle dell’uovo vengono solitamente scelte dagli allergici alle proteine del latte.
Le proteine della carne, lanciate sul mercato un paio di decenni fa, sono state
pressoché abbandonate.
I vegani fanno un uso quasi esclusivo delle proteine della soia, qualitativamente
ottime anche se appartenenti al regno vegetale. Niente paura per chi teme alti
livelli di fitoestrogeni; in questi prodotti, così come nella materia prima di origine,
a porzioni ragionevoli non si raggiungono concentrazioni problematiche.
Sono di utilizzo quasi marginale altre proteine vegetali come quelle del riso, del
grano ecc.
| Andrea Biasci
21.L’integrazione di BCAA può sopperire
all’apporto proteico ridotto?
L’integrazione di BCAA non può sopperire al fabbisogno proteico; sono infatti
necessari tutti gli EAA. Anche l’integrazione supplementare, ovvero in aggiunta al
completamento del fabbisogno proteico, ha poco senso.
22. Gli
EAA possono essere un’alternativa
alle proteine in polvere?
Gli EAA possono essere una valida alternativa alle proteine in polvere.
Project Nutrition
Conoscere per scegliere.
Project Nutrition è il prossimo passo per
conoscere i fondamenti della nutrizione.
o Migliorare le tue conoscenze e capire i principi
fondamentali sottostanti tutte le diete che funzionano,
per essere più consapevole nelle tue scelte;
o Capire quali sono le strategie nutrizionali più efficaci
per il dimagrimento e la ricomposizione corporea;
o Essere padrone dei concetti e non schiavo delle diete,
dei luoghi comuni e dei falsi miti
PROJECT NUTRITION
bit.ly/2ReKzrT
| Andrea Biasci
Conoscere per scegliere
PROJECT NUTRITION
bit.ly/2ReKzrT
| Andrea Biasci
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| Andrea Biasci