03 - Biomarcatori Enzimatici
03 - Biomarcatori Enzimatici
03 - Biomarcatori Enzimatici
Biomarcatori Enzimatici
Possono essere dosati su diversi liquidi fisiologici (plasma o siero, saliva, urine
feci, lacrime, succhi intestinali, essudati, trasudati)
Contesti diagnostici:
1. Valutazione dell’attività di produzione dell’enzima (enzimopatie)
2. Valutazione della quantità di enzima dismesso dalle cellule per
iperproduzione o danno cellulare
Il quadro enzimatico di una cellula dipende dalle funzioni che essa svolge ed è
dunque caratteristico del tipo di cellula e di tessuto. Inoltre la concentrazione
intracellulare di specifici enzimi è migliaia di volte superiore rispetto all’ECF.
Questi due elementi sono alla base dell’enzimologia diagnostica, in quanto il
riconoscimento nel sangue di un aumento degli enzimi tipicamente presenti in
determinati tessuti indirizza il sospetto verso un tipo di patologia.
L’utilizzazione clinica dei dosaggi enzimatici si basa
quindi:
Tutte le reazioni chimiche catalizzate dagli enzimi avvengono ad una velocità definita,
caratteristica dell’enzima a determinate condizioni.
La velocità di una reazione chimica può essere definita come la variazione nella
concentrazione del prodotto nell’unità i tempo. La cinetica enzimatica studia in
particolare la velocità delle reazioni chimiche.
Attività dell’enzima dipende dalla temperatura, pH della
soluzione e dalla concentrazione del substrato
In alcuni casi l’enzima presente nel citosol e nell’organello sono due isoenzimi e
dal relativo momento della comparsa si possono fare valutazioni sul decorso della
malattia.
TRANSAMINASI
Catalizzano il trasferimento di gruppi aminici tra aminoacidi ed α-chetoacidi
AST dimero costituito da due monomeri identici ed è presente nelle cellule in una
forma mitocondriale m-AST ed una forma citosolica c-AST
Coniugata con
immunoglobuline
TRANSAMINASI
ALT 8/20 U/L
Valori di riferimento
AST 10/30 U/L
Variazione giorno per giorno 10-30% ALT, con un significativo ritmo circadiano +
45% pomeriggio. Variazione AST 5-10%
Per AST (in misura minore per ALT) esiste una correlazione con l’indice di massa
corporea. Per valori elevati di massa corporea si ha un incremento del 40-50%.
ALT Epatite virale (200 volte), epatite cronica (20-25 volte) e cirrosi
La CK è elevata nel siero entro le 3-6 ore dall’insorgenza del dolore stenocardico per
raggiungere il valore picco entro le 18-30 ore , e ritornare sui valori normali entro il
3°/4° giorno.
Per escludere la possibilità di incrementi della CK di origine non miocardica (traumi,
iniezioni intramuscolari…) , viene comunemente dosato l’isozima CK-MB, che dove
aumentato, accerta la diagnosi di infarto.
Solitamente si eseguono tre determinazioni, all’accettazione e dopo 12 e 24 ore
Lattico Deidrogenasi - LDH
Catalizza l’ossidazione da lattato a piruvato
Enzima con peso molecolare di 134000 dalton, con struttura tetramerica costituita da
4 catene peptidiche di due tipi: H ed M.
I due peptidi sono sotto il controllo genico di due loci differenti situati
rispettivamente nel cromosoma 12 e 11. Di conseguenza sono presenti nel sangue e
nei tessuti 5 diversi isoenzimi della LDH con le seguenti strutture tetrameriche:
LD-1 HHHH
LD-2 HHHM
LD-3 HHMM
LD-4 HMMM
LD-5 MMMM
La ubiquitarietà della LDH lo rende un marker poco specifico, per cui la sua
determinazione viene associata a CK ed AST.
Malattia cardiaca e muscolare: nell’infarto miocardico si ha un incremento 8-12 ore
dopo la manifestazione del dolore stenocardico e raggiunge il picco dopo 24-48 ore.
Aumenti consistenti (3/4 volte). Fenomeno del flipped ratio. Aumenti più contenuti si
hanno nella miocardite ed insufficienza cardiaca congestizia. Incremento della forma
LD5 nella distrofia muscolare (nella fase di atrofia muscolare avanzata si ha un ritorno ai
valori normali)
Incrementi si possono avere nelle epatiti tossiche itteriche (X10 principalmente a
carico della LD5) e nelle malattie ematologiche.
Fosfatasi alcalina - ALP
Si tratta di un gruppo di enzimi differenti, codificati da geni differenti:
Gene nel cromosoma 1: codifica la forma tissutale + abbondante presente nel
fegato, rene ed osso;
Geni del cromosoma 2: codificano per ALP placentare, intestinale
Nel siero degli adulti sono principalmente ALP di origine osteoblastica ed epatica
per circa la metà ciascuna, con piccole percentuali di ALP di origine intestinale.
Gruppo di isoenzimi (circa 20) diffusi in numerose cellule e tessuti, che possono
essere classificati in 5 frazioni elettroforetiche distinte, presenti in maniera
differenziata nei diversi tessuti:
Banda 1 prostata
Banda 2 granulociti
Banda 3 piastrine, eritrociti, monociti
Banda 4 granulociti
Banda 5 osteoclasti
Valori di riferimento sono variabili, per età sesso e razza. I valori nei soggetti
africani sono circa doppi rispetto alle concentrazione dei soggetti europei. Esiste
una correlazione tra valori di GGT e massa corporea. Il fumo incrementa i valori per
circa il 20%
Sebbene in seguito alla variabilità preanalitica ampia, il valore predittivo la
validità del test siano piuttosto bassi, il dosaggio delle GGT costituisce un
discreto indicatore di funzionalità epatica.
Amilasi
Gruppo di enzimi che scindono i carboidrati complessi.
Sono presenti due isoenzimi, quello di origine salivare S-amilasi e pancreatica P-
amilasi
I diversi fenotipi vanno incontro a modificazioni post-translazionali (deaminazione,
glicosilazione) che comportano la formazione di numerose isoforme.
Diagnosi di malattie pancreatiche. L’aumento delle amilasi che si ha nella
pancreatite acuta è precoce e significativo: entro 2-8 ore dall’inizio della
sintomatologia dolorosa e permane per 3-4 giorni. Il picco (x 4-6 URL) si
raggiunge entro le 72 ore
15-25% casi si hanno valori normali anche se il danno pancreatico è presente ed è
confermato da altri test di funzionalità pancreatica quale il dosaggio della lipasi.
Possibilità di misurazione dell’amilasuria che appare più sensibile e specifico per la
diagnosi di pancreatite acuta, in quanto compare in una percentuale maggiore di
soggetti malati, raggiunge valori più elevati e per più tempo
Precocissimi
Precoci
Intermedi
Tardivo
Patologia miocardica
Mioglobina, proteina contenente eme con peso molecolare 18 kD, piuttosto basso
rispetto al PM degli enzimi, così da renderne più facile la fuoriuscita dalla cellula in
caso di insulto anossico.
Ridotta semi-vita circa 4 ore ed eliminazione renale
Valori di riferimento più alti negli uomini (correlazione con la massa muscolare)
Marker precoce e sensibile (95-100%), tuttavia poco specifico per la diagnosi di IMA, in
quanto incrementi si possono riscontrare anche nei casi di trauma muscolare.