Allegato B18: Relazione Tecnica Dei Processi Produttivi
Allegato B18: Relazione Tecnica Dei Processi Produttivi
Allegato B18: Relazione Tecnica Dei Processi Produttivi
1 INTRODUZIONE .......................................................................................................................................3
Il presente Allegato B18 ha lo scopo di fornire una descrizione tecnica del processo produttivo
della Centrale Termoelettrica a Ciclo Combinato di Livorno Ferraris (VC), gestita da E.ON
Produzione Centrale di Livorno Ferraris S.p.A. (di seguito E.ON).
Il sito di Centrale si trova nel Comune di Livorno Ferraris ed è raggiungibile dalla strada
provinciale che collega Crescentino con Vercelli, detta “delle Grange”, poco prima dell’abitato
di Castell’Apertole. L’ingresso all’area avviene attraverso la strada vicinale Squarci, che si
diparte a Sud della strada provinciale, circa 400 m a sud dall’incrocio con il bivio della strada
per Trino e la frazione di Castell’Apertole.
Il sito presenta una elevazione media sul livello del mare di circa 150 m s.l.m..
La superficie totale dell’area della Centrale è di circa 65.000 m2, di cui circa 11.650 m2 sono
coperti e circa 13.000 m2 sono scoperti ma pavimentati.
Il sito è circondato da un’ampia zona prevalentemente destinata ad uso agricolo e poco edificata
con cascine sparse e piccoli centri abitati. Nell’intorno della Centrale E.ON sono presenti altre
realtà industriali: la Centrale ENEL “Galileo Ferraris”, a poco più di un chilometro a nord, e la
cava di inerti pregiati della Società Buzzi-Unicem, a circa 800 metri a sud-ovest.
Tutta la centrale nel suo insieme è stata progettata e costruita nel rispetto della
regolamentazione nazionale di legge in materia di impianti termoelettrici, con una particolare
attenzione agli aspetti che riguardano la sicurezza e la protezione ambientale.
L’anno di inizio costruzione dell’impianto è il 2006 (fine cantiere 31 ottobre 2008) e il costruttore
è Siemens Power Generation.
La data di messa a regime dell’impianto è il 15 settembre 2008, come da relativa comunicazione,
e l’esercizio commerciale è stato avviato il 25 ottobre 2008. Si presume una vita operativa
dell’impianto di almeno 25 anni a partire dall’inizio dell’esercizio industriale.
Vista anche la recente messa a regime della Centrale, non sono da segnalarsi piani di
smantellamento o eventuali bonifiche verificatisi in passato. Si fa inoltre presente che fino ad
ora non si sono verificati malfunzionamenti o eventuali incidenti ambientali presso il sito in
oggetto.
E’ inoltre installata una caldaia ausiliaria per la generazione di vapore ausiliario durante gli
avviamenti della Centrale.
L’alimentazione, sia delle due turbine che della caldaia ausiliaria, è a gas naturale che viene
prelevato attraverso una cabina di derivazione da una linea ad alta pressione della SNAM
RETE GAS.
L’energia elettrica generata viene immessa in alta tensione (380 kV) nella Rete di Trasmissione
Nazionale, gestita da TERNA, attraverso un elettrodotto e una sottostazione elettrica dedicata.
L’impianto è progettato come sistema a carico massimo, con bilanciamento termico ottimale per
il funzionamento ad una temperatura ambientale di 13,2 °C ed una gamma di temperatura
ambiente di funzionamento da –7,7 °C a 36 °C.
La Centrale può funzionare a varie potenze ed è possibile il funzionamento con una o due
turbine a gas a carico parziale. Il funzionamento della Centrale include la protezione di tutti i
componenti meccanici in caso di malfunzionamento/guasto. In condizioni di emergenza, la
Centrale può anche funzionare senza turbina a vapore convogliando tutta la portata di vapore
attraverso le stazioni di by-pass del vapore fino al condensatore raffreddato ad aria per un
periodo di tempo limitato.
Il modulo a ciclo combinato per la produzione di energia elettrica è dotato di propri sistemi
ausiliari indipendenti, necessari al suo funzionamento e alla sua gestione generale. In
particolare sono curati i sistemi per il controllo e la riduzione delle emissioni verso l’esterno e
dei consumi di acqua.
Le fasi del processo produttivo sono riportate nello schema a blocchi dell’Allegato A25.
La Figura 1-FT, riportata in allegato al presente documento, presenta la planimetria generale
della Centrale, mentre la Figura 2-FT illustra uno schema indicativo del funzionamento del ciclo
combinato.
La descrizione della turbina a gas riportata nel seguito è valida per entrambe le due turbine -
TG11 e TG12 - della Centrale (Fasi 2/1 e 2/2 dello schema a blocchi riportato nell’Allegato A25).
Il rotore poggia su due cuscinetti. Un cuscinetto combinato reggispinta e portante è ubicato sul
lato aspirazione del compressore, mentre sul lato di scarico della turbina è presente un
cuscinetto portante.
Il rotore è un insieme di dischi palettati e di sezioni di albero cavo, trattenuto da un tirante di
ancoraggio centrale pretensionato. La dentatura Hirth assicura l’allineamento dei dischi e delle
sezioni di albero cavo per consentire la libera contrazione ed espansione radiale e trasmettere la
coppia torcente generata. Il rotore è raffreddato internamente ad aria.
La camera di combustione di tipo anulare è collegata alla cassa esterna comune delle turbine. La
turbina a gas presenta una notevole uniformità del campo di temperatura del gas di scarico
lungo tutta la sezione del diffusore. Ciò è dovuto al fatto che i 24 bruciatori idrici nell’anello di
bruciatori, generano una fiamma anulare continua, eliminando così i punti caldi e freddi, I
bruciatori idrici della camera di combustione evitano la formazione di NOx termici senza
iniezione di vapore e di acqua. Questo sistema di combustione unisce tutti i vantaggi offerti da
una combustione ottimale, tra i quali:
La descrizione del generatore di vapore a recupero di calore riportata nel seguito è valida per
entrambi i due generatori della Centrale - GVR11 e GVR12 - (Fasi 3/1 e 3/2 dello schema a
blocchi riportato nell’Allegato A25), collegati rispettivamente con le due turbine a gas.
I due GVR scaricano i fumi freddi in atmosfera, ognuno rispettivamente attraverso un camino
autoportante (E11 e E12) dotato di silenziatore e di stazione per l’analisi in tempo reale degli
inquinanti gassosi. Si specificano le seguenti caratteristiche dei gas di combustione rilasciati in
atmosfera:
Caratteristiche Camino E11 Camino E12
portata max fumi secchi (al 2.315.295 Nm3/h 2.315.295 Nm3/h
15% di ossigeno)
temperatura fumi 101 °C 101 °C
altezza di uscita (dal suolo) 60 m 60 m
diametro di uscita 6,6 m 6,6 m
Le concentrazioni stabilite come limite dall’autorizzazione dell’impianto per gli ossidi di azoto
(NOx) e monossido di carbonio (CO) sono rispettivamente pari a 40 e 30 mg/Nm3, misurate su
base di media oraria con riduzione dell’O2 al 15% secco.
La Turbina a Vapore TV10 (Fase 4 dello schema a blocchi riportato nell’Allegato A25) è una
turbina a condensazione a doppia cassa con una sezione turbina combinata AP/MP e una
turbina MP a doppio flusso con sezione del flusso di scarico pari a 2x6,3 m2.
Il vapore principale AP dei GVR affluisce alla sezione turbina AP. Il vapore di scarico AP viene
convogliato alla tubazioni di risurriscaldamento a freddo. Il vapore delle tubazioni di
risurriscalmento a caldo viene indirizzato alla sezione turbina MP. Il vapore di scarico MP viene
inviato all’ingresso della turbina BP e si combina con il vapore di presa BP prodotto dal sistema
BP del GVR. Questo flusso di vapore combinato si espande nella sezione della turbina BP. Il
vapore di scarico della turbina BP fuoriesce radialmente dalla turbina a vapore attraverso il
pozzo caldo della turbina a vapore fino al condensatore ad aria. Le sezioni AP e MP della
turbina funzionano in modalità pressione variabile da una potenza pari al 100-60% della turbina
a vapore e in modalità pressione fissa al di sotto di questa gamma di carico se sono in funzione
entrambi i GVR.
Se è in funzione un solo GVR, le sezioni AP e MP funzionano a pressione variabile
“equivalente”: le pressioni di esercizio 1+1 (1TG/GVR + 1TV) sono equivalenti a 2+1 pressioni a
carico, ma limitate al 60% della pressione di progetto. Il sistema del vapore BP funziona a
pressione fissa per l’intero intervallo di valori di carico.
La turbina a vapore aziona il proprio generatore elettrico (Fase 6/3) che è collegato alla stessa
rete di alta tensione di quelli delle turbine a gas.
In fase di avviamento e arresto dei GVR e nel funzionamento in bypass della turbina a vapore, il
vapore a BP e il vapore di risurriscaldamento a caldo (raffreddati con acqua di iniezione)
vengono inviati direttamente al condensatore ad aria attraverso le stazioni di bypass MP e BP
collegate alla cassa calda della turbina a vapore. Il vapore ad AP viene convogliato alla
tubazione di risurriscaldamento a freddo attraverso la stazione di bypass AP, dove viene
depressurizzato e raffreddato iniettando acqua di alimentazione. Il vapore di
risurriscaldamento a freddo viene utilizzato per prevenire il surriscaldamento e lo sbalzo
termico del surriscaldatore e della tubazione di risurriscaldamento a caldo in fase di
avviamento e arresto.
Il raffreddamento del condensato si ottiene tramite un condensatore raffreddato ad aria, che
dissipa il calore di condensazione allo scarico della turbina a vapore.
Il condensatore raffreddato ad aria (Fase 5 dello schema a blocchi riportato nell’Allegato A25) è
ubicato a valle della turbina BP e il condotto del vapore di scarico ne è parte integrante. Il
duomo del vapore, la camicia e il condensatore raffreddato ad aria sono realizzati in acciaio.
Due generatori elettrici (Fasi 6/1 e 6/2 dello schema a blocchi riportato nell’Allegato A25) a due
poli sono accoppiati alle turbine a gas TG11 e TG12 sul lato freddo (compressore).
Il circuito di raffreddamento aria primario ha una configurazione a ciclo chiuso. I refrigeratori
ad aria sono suddivisi in quattro sezioni e montati su un solo lato della carcassa dello statore.
Vengono raffreddati con un circuito acqua di raffreddamento secondario chiuso.
La corrente di campo per l’avvolgimento del rotore viene generata con un sistema di eccitazione
statico e consente, in combinazione con un convertitore di frequenza, l’avviamento del gruppo
turboalternatore senza ricorrere a una macchina motrice rotante aggiuntiva. A tale scopo, il
generatore elettrico in modalità convertitore funge da motore ed è alimentato dal convertitore
di frequenza di avviamento.
Un generatore elettrico (Fase 6/3 dello schema a blocchi riportato nell’Allegato A25) a due poli è
accoppiato alla turbina a vapore TV10 sul lato bassa pressione.
Il circuito di raffreddamento aria primario ha una configurazione a ciclo chiuso. I refrigeratori
ad aria sono suddivisi in quattro sezioni e montati su un solo lato della carcassa dello statore.
Vengono raffreddato con un circuito acqua di raffreddamento secondario chiuso.
I due generatori elettrici delle due turbine a gas e il generatore elettrico della turbina a vapore
sono azionati dalla potenza meccanica generata dagli azionatori delle turbine. L’uscita degli
alternatori è collegata alla rete tramite il trasformatore e le sbarre collettrici.
Il sistema di generazione del vapore ausiliario, ossia la caldaia ausiliaria (Fase 8 dello schema a
blocchi riportato nell’Allegato A25), consente l’avviamento e lo spegnimento frequente e veloce
della centrale. Tale sistema è ubicato nell’edificio principale con le caldaie GVR, ossia il più
vicino possibile al GVR e alla turbina a vapore, al fine di ridurre al minimo le perdite di
pressione che aumentano proporzionalmente alla lunghezza delle tubazioni di collegamento.
Durante l’avviamento della Centrale, la caldaia ausiliaria genera vapore ausiliario per:
La caldaia ausiliaria è dotata di un camino per lo scarico in atmosfera dei fumi di combustione,
di altezza e diametro rispettivamente pari a 34 m e 0,8 m. La portata dei fumi secchi è di 9.781
Nm3/h e le concentrazioni limite considerate di ossidi di azoto (NOx) e di monossido di
carbonio (CO) sono rispettivamente pari a 350 e 150 mg/Nm3 (misurati su base oraria e al 3% di
ossigeno).
Il sistema elettrico di Centrale ha lo scopo non solo di produrre potenza elettrica, convertendola
dalla potenza meccanica generata dalle turbine, trasferendola alla rete di trasmissione esterna
ma anche di alimentare tutte le utenze elettriche dell’impianto.
I generatori elettrici delle turbine a gas e della turbina a vapore sono collegati alla sottostazione
elettrica a doppia sbarra collettrice da 380 kV attraverso trasformatori elevatori di tensione (Fasi
7/1, 7/2 e 7/3 dello schema a blocchi riportato nell’Allegato A25). La sottostazione da 380 kV è
collegata a sua volta alla linea a 380 kV/sottostazione TRINO II mediante una linea elettrica
sotterranea.
I trasformatori ausiliari sono collegati sul lato alta tensione al collegamento del generatore
elettrico e sul lato bassa tensione tramite cavi all’apparecchiatura di manovra a 10 kV.
Per garantire l’arresto sicuro della Centrale è installato un generatore diesel di emergenza sul
lato bassa tensione.
I generatori elettrici delle turbine a gas e della turbina a vapore sono provvisti singolarmente di
apparecchiatura di manovra a bassa tensione dedicata. Sono presenti apparecchiature di
manovra a bassa tensione separate per l’alimentazione elettrica, ad esempio, di utenze comuni,
illuminazione, ecc. Le utenze di livello superiore sono alimentate da apparecchiature di
manovra approvvigionate senza interruzione.
Il gas naturale viene fornito dalla Società SNAM RETE GAS attraverso una condotta di
derivazione dalla rete nazionale ad alta pressione.
Il valore minimo di pressione del gas naturale (all’interfaccia con la rete SNAM) alla quale la
Centrale è in grado di operare è intorno a 35 bar.
Per adeguare la pressione del gas a quella richiesta per il funzionamento del turbogas, è
necessario il condizionamento del gas, mediante decompressione e riscaldamento, che avviene
nella stazione di riduzione (Fase 1 nello schema a blocchi in Allegato A25). La pressione del gas
viene quindi ridotta ad un valore stabile e adeguato alle utenze dopo essere stato filtrato e
riscaldato in modo da evitare fenomeni di congelamento e di formazione di condense dovute al
raffreddamento da espansione. Il sistema di riscaldamento è realizzato mediante uno
spillamento di vapore direttamente dalla turbina a vapore.
All’interno di questo sistema si trova anche il misuratore fiscale di portata del gas.
La linea che alimenta le due turbine a gas ha una portata di 30,86 kg/s ad una pressione di 28,4
barg, mentre per la linea che alimenta la caldaia ausiliaria la portata prevista è di circa 0,20 kg/s
ad una pressione di 25 kPa.
L’acqua industriale necessaria per la Centrale e per i servizi ausiliari è prelevata dalla Roggia
Acquanera, gestita dal Consorzio Ovest Sesia Baraggia. L’acqua per uso industriale viene
accumulata in un apposito serbatoio (1.200 m3) e viene utilizzata come riserva per il sistema
antincendio, per fornire acqua all’impianto di demineralizzazione, per compensare i picchi di
richiesta di acque grezze e per consentire il funzionamento della Centrale nei periodi di
manutenzione o di carenza delle scorte di acque grezze, e per i servizi (lavaggio
pavimentazioni).
Le esigenze di impianto per uso industriale sono mediamente stimabili in circa 360 m3/giorno,
per un totale annuo di 100.000 m3, di cui circa 50.000 m3 di reintegro dell’acqua di caldaia. La
portata oraria di punta è pari a 36 m3/h.
Secondo la convenzione con il Consorzio Ovest Sesia Baraggia, la fornitura di acqua per uso
industriale dalla Roggia Acquanera è al massimo di 10 l/s (36 m3/h). Sempre secondo tale
Convenzione, E.ON è autorizzata al prelievo massimo di 23 l/s (ossia 82,8 m3/h) in eventi
eccezionali ed inoltre, in caso di sospensione della fornitura di acqua, per tutto il periodo di
Il punto di prelievo delle acque dalla Roggia Acquanera si trova appena a valle
dell’attraversamento della strada che conduce alla Centrale ENEL “Galileo Ferraris” (Strada
Provinciale delle Grange - SP n. 1). In tale tratto di canale, i livelli idrici sono regolati da un
barraggio che funziona anche da partitore per l’alimentazione della Roggia del Cavetto; l’opera
di presa per l’approvvigionamento della Centrale E.ON è costituita da una semplice apertura
praticata nel muro in c.a. esistente in sponda destra, da cui parte la tubazione in PEAD
(diametro esterno di 315 mm e pendenza dell’1%) che alimenta la stazione di pompaggio,
ubicata a circa 18 m dall’opera di presa.
Anche l’opera di presa di emergenza dal Canale Magrelli è costituita da un semplice foro
praticato nel muro in c.a. esistente in sponda sinistra, da cui parte la tubazione in PEAD
(diametro esterno di 315 mm e pendenza dell’1%) che alimenta la stazione di pompaggio,
ubicata a circa 100 m da tale opera di presa.
Le condotte di adduzione sono munite di valvole a farfalla a wafer equipaggiate di riduttore e
attuatore/motore elettrico, in modo da poter interrompere l’alimentazione alla stazione di
pompaggio.
In corrispondenza di ogni opera di presa sono stati posizionati dei sensori di livello ad
ultrasuoni, con segnale inviato alla centrale, dalla quale si potranno verificare i livelli nei canali
di presa ed azionare le valvole che regolano l’adduzione alla stazione di sollevamento.
Le acque prelevate dalla Roggia Acquanera vengono recapitate, come già specificato, nella
stazione di pompaggio. La stazione di pompaggio è costituita da un locale pompe, dove sono
alloggiate le due pompe e da un’avancamera dove sono installate le saracinesche e le valvole di
ritegno.
All’interno del locale pompe, è installato un livello idrico uguale a quello del canale da cui si
preleva.
Le elettropompe sommergibili previste all’interno della stazione sono del tipo centrifugo con
girante monocanale. In condizioni di normale esercizio, una pompa è in funzione e la seconda
resta di riserva nel caso di avaria o manutenzione della prima pompa.
Per impedire la crescita biologica, il serbatoio di accumulo delle acque grezze viene disinfettato
con dosaggi di ipocloruro di sodio.
L’acqua per uso igienico-sanitario viene prelevata da un pozzo in sito, appositamente realizzato
per la Centrale. Il pozzo è normalmente utilizzato per usi igienico-sanitari, anche se, come da
Decreto MATT di compatibilità alla Valutazione di Impatto Ambientale, tale pozzo può essere
anche usato per le emergenze in caso di indisponibilità di acqua industriale dai corpi idrici
superficiali.
Le esigenze di impianto per uso potabile sono mediamente stimabili in circa 1 m3/h, per un
totale annuo di 8.760 m3/anno. La portata oraria massima di punta è pari a 24,84 m3/h.
Lʹacqua di pozzo viene inviata tramite una pompa al sistema di trattamento (clorazione)
dell’acqua igienico-sanitaria e ad un serbatoio di riserva della capacità di 5 m3, e da qui alle
diverse utenze. Il funzionamento della pompa si attiva e disattiva automaticamente in base al
livello di acqua nel serbatoio; quest’ultimo è protetto dal rischio di traboccamento da una linea
di drenaggio ed è a cielo aperto.
Lo skid della pompa trasferisce lʹacqua destinata agli usi igienico-sanitari dal serbatoio di
accumulo alle diverse utenze (servizi igienici e punti di spillamento) attraverso una rete di
distribuzione mantenendo una pressione minima dellʹacqua nella rete.
I principali punti di distribuzione si trovano nei seguenti edifici/aree:
L’acqua demi viene prodotta partendo dall’acqua prelevata dalla Roggia Acquanera o dal
Canale Magrelli mediante un sistema di scambio ionico e un sistema integrato per osmosi
inversa. Il sistema comprende alcuni filtri a letto minerale, filtri a carboni attivi, scambiatori di
cationi, un degassificatore, scambiatori di anioni ed uno scambiatore a letto misto. L’impianto
per osmosi inversa è composto da due linee e si può collegare alternativamente a ciascuna linea
di scambio ionico tra lo scambiatori di anioni e il filtro a letto misto.
L’acqua prodotta viene accumulata in un apposito serbatoio (400 m3) da cui, per mezzo di
pompe, si provvede poi alla sua distribuzione alle varie utenze:
La Centrale è dotata di un unico scarico finale che immette le acque reflue nella Roggia
Acquanera, dopo idonei trattamenti e stoccaggio preliminare in una vasca finale di accumulo
(2.000 m3).
Le acque reflue di Centrale sono costituite da:
Le acque reflue stoccate temporaneamente nella vasca di accumulo finale vengono controllate in
continuo per verificare la presenza di tracce di olio, la temperatura, la conduttività e il pH.
Lo scarico finale viene inoltre controllato periodicamente mediante campionamento dal
pozzetto fiscale presente prima dello scarico nella Roggia Acquanera, al fine di verificare il
rispetto dei limiti allo scarico in acque superficiali indicato dalla normativa vigente.
La restituzione dello scarico finale nella Roggia Acquanera viene effettuata a valle del punto di
presa mediante tubazione in ghisa sferoidale della lunghezza di 670 m.
Nel seguito si fornisce una descrizione dei singoli flussi di acque reflue e dei relativi trattamenti.
Le acque reflue industriali acide o alcaline sono costituite da acque provenienti dall’unità di
demineralizzazione. Prima di essere inviate nella vasca di raccolta finale, tali acque vengono
accumulate in un serbatoio verticale fuori terra della capacità di circa 20 m3 dotato di un sistema
di regolazione del pH mediante dosaggio di idrossido di sodio e acido cloridrico.
Le acque reflue oleose sono provenienti dalle aree in cui possono essere contaminate da
sostanze oleose, ossia: edificio caldaia (generatori di vapore a recupero di calore e caldaia
ausiliaria), edificio turbina a vapore ed edificio turbine a gas. Le acque dei generatori di vapore,
della turbina a vapore e dell’edificio turbina a gas sono raccolte ed inviate a gravità nell’unità di
disoleazione presente vicino all’edificio turbine a gas, mentre le acque provenienti dai due
pozzetti presenti allʹinterno dellʹedificio della turbina a vapore (pozzetto di raccolta) e
dellʹedificio caldaie (pozzetto caldaia ausiliaria) sono sollevate ad un livello superiore che ne
consente il flusso a gravità verso la stessa unità di disoleazione.
Gli oli e i fanghi risultanti dal trattamento sono periodicamente rimossi, direttamente dalla
vasca di disoleazione laddove si sono originati e vengono gestiti come rifiuti. Le acque depurate
sono invece inviate alla vasca di raccolta prima dello scarico finale nella Roggia Acquanera.
Le fonti di generazione degli altri effluenti idrici industriali sono quelle derivanti dal sistema di
contro lavaggio dei filtri acque grezze e dalle acque blow-down di caldaia. Tali flussi vengono
inviati nella rete di raccolta generale senza trattamento intermedio e quindi nella vasca di
raccolta prima dello scarico finale nella Roggia Acquanera.
Le acque reflue domestiche, provenienti dai servizi igienici della portineria, dellʹofficina, degli
uffici e della sala controllo, sono raccolte mediante reti separate ed inviate alle fosse settiche.
Nelle fosse settiche, i solidi sedimentabili danno luogo ai fanghi che si accumulano sul fondo da
cui vengono periodicamente rimossi, il flusso così depurato passa invece alla vasca di raccolta
prima dello scarico finale nella Roggia Acquanera.
Gli oli e i fanghi risultanti dal trattamento sono rimossi periodicamente direttamente nelle
vasche dei due separatori laddove si sono originati e vengono gestiti come rifiuti. Le acque
depurate sono invece inviate alla vasca di raccolta prima dello scarico finale nella Roggia
Acquanera.
Le acque meteoriche provenienti dalle coperture dei fabbricati e dai piazzali sono non
contaminate. Tali acque sono raccolte dalla rete di drenaggio separata ed inviate alla vasca di
raccolta prima dello scarico finale nella Roggia Acquanera.
Le materie ausiliarie sono stoccate in fusti, cisternette e serbatoi fuori terra dislocati presso aree
dedicate (si veda l’Allegato B22 per le aree di stoccaggio delle materie prime ausiliarie).
Al momento la Centrale dispone di alcune aree provvisorie per il deposito temporaneo di rifiuti
(DT1÷DT6), come illustrato nella Scheda B e nell’Allegato B22. Tali aree sono attrezzate e gestite
conformemente alle norme tecniche applicabili ed alle prescrizioni previste dalla normativa
Le aree di deposito temporaneo sono predisposte differenziate per la tipologia di rifiuti in esse
allocati e sono attrezzate in modo da evitare eventuali spandimenti di rifiuti liquidi e/o solidi.
Ogni area è dedicata al deposito di una sola tipologia di rifiuto o di più tipologie con
caratteristiche assimilabili. Altri rifiuti sono gestiti senza necessità di deposito temporaneo (ad
esempio i fanghi derivanti dal trattamento delle acque reflue che sono direttamente smaltiti
dalle vasche nelle quali si originano).
La Centrale produce anche rifiuti urbani che sono conferiti in cassonetti dedicati, organizzati
per la raccolta differenziata, e sono ritirati dalla società municipalizzata locale di smaltimento
dei R.U. Tali rifiuti, quindi, non risultano tra quelli prodotti e registrati nel MUD e i cassonetti
non sono inclusi nelle Aree di Deposito Temporaneo (DT1÷DT6) gestite dalla Centrale.
I valori di potenza elettrica sopra indicati sono stati verificati in sede di collaudo dell’impianto
in data 18/06/2008.
Per quanto l’impianto nel suo insieme sia soggetto ad un predefinito ed efficiente programma
di manutenzione queste prestazioni potranno naturalmente essere soggette ad un lieve degrado
nel tempo.
Una misura del decadimento prestazionale dell’impianto viene fornita dai valori di produzione
annua di energia elettrica (espressi in GWhe) e dal consumo specifico netto, il cosiddetto Heat
Rate (espresso in kJ/kWh), che danno un’indicazione sia della disponibilità dell’impianto che
del suo rendimento.
Per Minimo Tecnico, secondo la definizione del DLgs. 152/2006 art. 268 punto ee) si intende il
carico minimo di processo compatibile con lʹesercizio dell’impianto in condizione di regime e
quindi la situazione in cui sono rispettati i limiti alle emissioni. Inoltre i tempi per raggiungere
Il carico massimo (Base Load) raggiungibile da ciascuna turbina a gas varia in funzione della
temperatura ambiente esterna secondo quanto rappresentato dal grafico qui riportato:
285
280
2
Massimo carico possibile (in MW)
270
265
260
255
250
245
240
0 5 10 15 20 25 30 35
Temperatura esterna (in gradi centigradi)
Il minimo tecnico di ciascuna turbina a gas, inteso come assetto di potenza oltre il quale sono
rispettati i limiti alle emissioni, corrisponde circa al 60% del su riportato carico massimo
raggiungibile.
I tempi di avviamento e fermata sono diversi a seconda della situazione in cui si trova la
Centrale ed in particolare dipendono dalle condizioni termiche degli elementi vincolanti del
sistema, ovvero le singole caldaie a recupero e la turbina a vapore.
Si distinguono le seguenti modalità di avviamento:
• partenza fredda: l’elemento più vincolante del sistema è la turbina a vapore, il cui
riscaldamento deve essere condotto gradualmente in maniera tale da non generare
stress meccanici nella struttura; nel caso in cui la turbina a vapore sia completamente
fredda, in seguito ad un arresto dell’impianto superiore a 120 ore, si parla di partenza
fredda, situazione che richiede i tempi di avviamento più lunghi. Nel caso di partenza a
5 SISTEMI AUSILIARI
Le moderne centrali a ciclo combinato presentano una complessità di funzioni che i tradizionali
metodi di controllo e supervisione non avrebbero la possibilità di gestire se non con banchi di
manovra talmente estesi da rendere impossibili le manovre del personale addetto.
La Centrale è stata quindi dotata di un Sistema di Comando di tipo informatizzato e
centralizzato, per eseguire le funzioni di monitoraggio ed automazione dei vari componenti e
sistemi che lo costituiscono.
Il funzionamento della Centrale è gestito a partire dalla Sala Controllo. L’operatore gestisce e
supervisiona l’impianto da una sala controllo centralizzata esclusivamente per mezzo di
operazioni basate su terminale videografico, tastiera e mouse: in generale non è previsto
l’utilizzo di dispositivi / strumenti di sala controllo di tipo convenzionale (indicatori /
registratori da banco, tessere di comando, stazioni auto/manuali da banco, velette di allarme)
per la normale conduzione dell’impianto.
Questo importante sistema svolge la funzione di contrastare la formazione di fiamme così come
di limitarne il più possibile la propagazione ad altre parti di impianto.
La riserva d’acqua per uso antincendio è di 650 m3 (stoccata nel serbatoio di accumulo
dell’acqua grezza da 1.200 m3). Le pompe antincendio, alimentate a gasolio, sono tre (due di
alimentazione idrica ed una di pressurizzazione Jockey):
Le pompe di alimentazione idrica in caso di necessità garantiscono una portata di 1.500 USgpm
(circa 341 m3/h) con una prevalenza di 80 m.
• rilevatori di gas in tutti i punti in cui sono presenti linee che trasportano gas (es. cabina
di riduzione, cabinati turbine a gas, caldaia ausiliaria);
• rilevatori di fumo/calore: in tutti i punti in cui sono presenti elementi combustibili (es.
significative quantità di oli di lubrificazione, cassoni oli di turbina, trasformatori, ecc.) o
parti elettriche significative (es. quadri comando);
• sistema automatico di spegnimento a CO2 con pacchi bombole dedicati in ambienti
chiusi a tenuta (es. container quadri comando, cabinato turbine a gas, ecc.);
• sistema automatico di spegnimento ad acqua tramite sprinkler in aree aperte (es. cassoni
oli turbina, trasformatori, ecc.);
• sistema manuale di spegnimento ad acqua tramite idranti e manichette interne ed
esterne gli edifici.
L’acqua di raffreddamento degli ausiliari delle turbine a gas e della turbina a vapore e dei loro
sistemi di lubrificazione e degli ausiliari delle caldaie viene raffreddata in circuito chiuso
mediante una batteria di aerotermi.
Il sistema comprende:
• aerotermi;
• pompe di circolazione dell’acqua di raffreddamento con serbatoio di espansione;
• le tubazioni necessarie;
• strumentazione.
Per compensare le perdite e per evitare incrostazioni nel sistema di raffreddamento, si aggiunge
acqua di reintegro nel serbatoio di espansione, mediante una pompa al 100%.
L’acqua di reintegro è acqua demineralizzata trattata con inibitori della corrosione ed
addittivata con glicol per evitare il congelamento nei mesi freddi.
Nel rispetto delle prescrizioni di carattere ambientale e degli accordi con gli enti locali
competenti, sono stati disposti sistemi di monitoraggio delle emissioni gassose dai camini
principali e della qualità dellʹaria, dei quali si riportano nel seguito alcune informazioni.
Per altre attività concernenti la tutela ambientale (gestione dei rifiuti, gestione aree stoccaggio
materie prime ausiliarie, emissioni liquide, ecc.), si rimanda alle attività di monitoraggio
ambientale e controllo gestionale previste negli Allegati E3 e E4.
Il Sistema di Monitoraggio Emissioni fumi (SME) qui descritto, prevede l’analisi in continuo dei
fumi in emissione dai camini dei due gruppi turbogas (E11 e E12).
I parametri delle emissioni sottoposti a monitoraggio nella centrale sono, secondo quanto
specificato dal decreto autorizzativo:
Da tali parametri viene inoltre determinata la portata del gas effluente attraverso la misurazione
indiretta (calcolo sulla base di dati correlati), anziché diretta (misurazione al camino) per
evidenti limiti di accuratezza delle soluzioni tecnologiche attualmente disponibili a causa delle
dimensioni dei camini e del moto turbolento dei gas di scarico.
• campionamento;
• condizionamento del gas;
• analisi;
• valutazione delle emissioni;
• presentazione e conservazione dei dati.
La registrazione dei dati viene effettuata presso il sistema di comando della Centrale. I dati sono
resi disponibili in tempo reale, tramite collegamento remoto su web, agli entri pubblici
competenti (ARPA Piemonte e Provincia di Vercelli Settore Tutela Ambientale).
Per ulteriori dettagli sulla gestione dello SME e sulle misurazioni condotte si rimanda agli
Allegati E3 e E4.
Nel rispetto delle prescrizioni del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio
contenute nei decreti MATT e MAP, E.ON ha provveduto alla installazione di due stazioni fisse
per il monitoraggio della qualità dell’aria ubicate nell’intorno della Centrale.
Le due stazioni sono dislocate l’una a Gabiano (AL) e l’altra a Cascina Montarolo (VC) ed
entrambe sono in grado di rilevare le concentrazioni in atmosfera di:
Per ulteriori dettagli sulle due stazioni di monitoraggio e i dati storici rilevati si rimanda
all’Allegato D6.
La Centrale effettua dei monitoraggi periodici e dei controlli in continuo sulle emissioni liquide
scaricate.
Lo scarico idrico finale viene controllato periodicamente mediante campionamento dal pozzetto
fiscale presente prima dell’immissione nella Roggia Acquanera, al fine di verificare il rispetto
dei limiti allo scarico in acque superficiali indicato dalla normativa vigente.
Prima dello scarico, le acque reflue sono stoccate temporaneamente nella vasca di
equalizzazione dove vengono controllate in continuo per verificare l’assenza di olio, la
temperatura, la conduttività ed il pH.
Per ulteriori dettagli sui monitoraggi delle emissioni liquide e sulle misurazioni condotte si
rimanda agli Allegati E3 e E4.
6 MANUTENZIONI