Gli Epitimia Di Teodoro Studita. Due Fogli Ritrovati Del Dossier Di Casole, in Byzantion, 80 (2010), Pp. 9-37

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(*) Ringrazio Guglielmo Cavallo e Stefano Parenti per aver letto il dattilo-

scritto.
(1)J. LEROy, La rforme studite, in Il monachesimo orientale. Atti del Convegno di
Studi Orientali di Roma (9-12 aprile 1958) (OCA, 153), Roma, 1958, pp. 181-214 (= tu-
des sur le monachisme byzantin. Textes rassembls et prsents par O. DELOUIS
[Spiritualit Orientale, 85], Bgrolles en Mauges, Abbaye de Bellefontaine, 2007,
nr. 7, pp. 155-192). Pi in generale cf. J. MCGUCkIn, Monasticism and Monasteries, in
E. JEFFREyS - J. HALDOn - R. CORMACk (ed.), The Oxford Handbook of Byzantine Studies,
Oxford, 2008, pp. 611-620.
(2)Mi limito a rinviare alla monografia di T. PRATSCH, Theodoros Studites (759-
826) - zwischen Dogma und Pragma. Der Abt des Studiosklosters in Konstantinopel im
Spannungsfeld von Patriarch, Kaiser und eigenem Anspruch (Berliner Byzantinistische
Studien, 4), Frankfurt am Main - Berlin - Bern - new york - Paris - Wien, 1998 e
a quella di R. CHOLIJ, Theodore the Stoudite. The Ordering of Holiness (Oxford
Theological Monographs), Oxford - new york, 2002 ; ulteriore bibliografia si potr
reperire in T. T. MARTynyUk, San Teodoro Studita quale fonte dei canoni del Codex
Canonum Ecclesiarum Orientalium, in Iura Orientalia, 5 (2009), pp. 75-88 : nn.
alle pp. 76-81.
(3)T. MInISCI, Riflessi studitani nel monachesimo italo-greco, in Il monachesimo
orientale, pp. 215-233 ; S. LUC, Scritture e libri della scuola niliana, in G. CAVALLO -
G. DE GREGORIO - M. MAnIACI (ed.), Scritture, libri e testi nelle aree provinciali di
Bisanzio. Atti del seminario di Erice (18-25 settembre 1988) (Biblioteca del Centro per il
Collegamento degli Studi Medievali e Umanistici nellUniversit di Perugia, 5),
Spoleto, 1991, pp. 319-387 : pp. 371-372 ; S. PAREnTI, Un capitolo della Hypotyposis
di s. Teodoro di Stoudios in due triodia di Grottaferrata, in Ecclesia Orans, 13 (1996),
pp. 87-94 (= S. PAREnTI - E. VELkOVSkA, Mille anni di rito greco alle porte di Roma.
Raccolta di saggi sulla tradizione liturgica del Monastero italo-bizantino di Grotta -
ferrata [ Avoirkto Kvatorj, 4], Grottaferrata, 2004, nr. II, pp. 21-29) ;
IDEM, Il monastero di Grottaferrata nel Medioevo (1004-1462). Segni e percorsi di una
identit (OCA, 274), Roma, 2005, pp. 171-172, 279, 410-411.
GLI EPITIMIA DI TEODORO STUDITA.
DUE FOGLI RITROVATI DEL DOSSIER DI CASOLE(*)
Lopera riformatrice di Teodoro Studita (759-826) segn profonda-
mente la storia del monachesimo bizantino(
1
), principalmente attra-
verso la diffusione degli scritti del celebre egumeno (
2
), influenzando la
vita cenobitica anche in ambito italo-greco (
3
). noto come larea otran-
(4)MInISCI, Riflessi studitani, pp. 221-222, 225-226.
(5)Cf. D. ARnESAnO, La minuscola barocca. Scritture e libri in Terra dOtranto nei
secoli XIII e XIV (Fonti Medievali e Moderne, 12), Galatina, 2008, p. 80 nr. 25. Sulle
Grandi Catechesi si veda ora J. LEROy, tudes sur les Grandes Catchses de
S. Thodore Studite (ST, 456), d. par O. DELOUIS, avec la participation de S. J. VOICU,
Citt del Vaticano, 2008.
(6)P. SPECk, Theodoros Studites. Jamben auf verschiedene Gegenstnde. Einleitung,
kritischer Text, bersetzung und Kommentar (Supplementa Byzantina, 1), Berlin,
1968, pp. 21-22 (sigla V
2
) ; A. ACCOnCIA LOnGO - A. JACOB, Une anthologie salentine du
XIV
e
sicle : le Vaticanus gr. 1276, in RSBN, 17-19 (1980-1982), pp. 149-228 : pp. 188-
189 ; ARnESAnO, La minuscola barocca, pp. 80-81 nr. 26.
(7)G. COzzA-LUzI, Lettere casulane, Reggio Calabria, 1900 (= M. MUCI, Guida al
carteggio di L. G. De Simone (con le Lettere casulane di G. Cozza-Luzi) [Quaderni della
Biblioteca N. Bernardini, 7], Lecce, 2006), p. 8. non vi traccia di testi studitani
nelle pi antiche copie del typikon, il Vat. Barb. gr. 350, ultimato nel 1205, ed il
Roman. Vallic. D 61, del sec. XIIIex.-XIVin. (su cui cf. ARnESAnO, La minuscola baroc-
ca, rispettivamente pp. 75-76 nr. 7, p. 117 nr. 161), mentre nella copia del
manoscritto torinese che fu realizzata a Roma dopo il 1887 dal Cozza-Luzi o
forse dal Battaglini e che oggi conservata presso la Biblioteca Provinciale di
Lecce con la segnatura Manoscritto 201, si legge lo stesso accenno ai nostri
testi : In fine sunt constitutiones quaedam, sancti Theodori Studitae (f. 8r).
(8)Cf. Codices manuscripti Bibliothecae Regii Taurinensis Athenaei per linguas
digesti, et binas in partes distributi, in quarum prima Hebraei, et Graeci, in altera Latini,
Italici et Gallici. Recensuerunt, et animadversionibus illustrarunt J. PASInUS,
A. RIVAUTELLA et F. BERTA, Taurini, 1749, I, pp. 308-309 nr. 216 (b.III.27); n. U.
tina non costituisca uneccezione, grazie alle analogie rilevate fra la
hypotyposis studita ed il typikon del monastero di S. nicola di Casole (
4
).
Tuttavia il tentativo di rinvenire reperti dellopera di Teodoro pro-
dotti o almeno utilizzati nel Salento si rivela assai meno fruttuoso di
quanto ci si possa aspettare. Il risultato di tale ricerca si riduce quasi
esclusivamente al Vat. gr. 1275, contenente le Catechesi(
5
) e al Vat. gr.
1276, che nei ff. 5r-11r riporta alcuni componimenti giambici(
6
).
Qualcosaltro emerge proprio dal typikon otrantino, precisamente dal
suo pi antico testimone, il manoscritto C III 17 della Biblioteca nazio -
nale Universitaria di Torino, nel quale stata rilevata la presenza di
alcuni capitoli delle costituzioni studitane (
7
). Tale fugace indicazione
meritevole di un approfondimento, di cui sinora non stata oggetto.
Prima per di passare allidentificazione del testo in questione, sar
utile ricordare alcuni dati sul manoscritto.
Il codice C III 17 di Torino(
8
), gravemente danneggiato a causa del -
lincendio che colp la biblioteca nel 1904(
9
), fu ultimato nel 1173 dal -
10 D. ARNESANO
GULMInI, I manoscritti miniati della Biblioteca Nazionale di Torino, II, I manoscritti
greci, Torino, 1989, I, pp. 33-34 nr. 17, II, fig. 76 ; P. ROUGERIS, Ricerca bibliografica
sui typica italo-greci, in Bollettino della Badia greca di Grottaferrata, 27 (1973), pp. 11-
42 : pp. 14-15, 41 (C); pi di recente cf. V. VOn FALkEnHAUSEn, Tra Occidente e Oriente.
Otranto in epoca bizantina, in H. HOUBEn (ed.), Otranto nel Medioevo tra Bisanzio e
lOccidente (Saggi e Testi, 33), Galatina, 2007, pp. 13-60 : pp. 51, 52 fig. 14.
(9)n. BORGIA, Un codice greco ricuperato, in Accademie e Biblioteche dItalia, 19
(1939), pp. 97-102 ; Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino. Manoscritti danneg-
giati nellincendio del 1904. Mostra di recuperi e restauri (Torino, febbraio-marzo 1986)
(Quaderni della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, 9), Torino, 1986, pp. 34-
35 nr. 22, figg. 18-19. Pi in generale cf. M. L. SEBASTIAnI, Libri tra le fiamme : il recu-
pero del fondo manoscritto della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino danneggia-
to nellincendio del 1904, in S. LUC (ed.), Libri palinsesti greci : conservazione, restauro
digitale, studio. Atti del Convegno Internazionale (Villa Mondragone Monte Porzio
Catone Universit degli Studi di Roma Tor Vergata Biblioteca del Monumento
Nazionale di Grottaferrata, 21-24 aprile 2004), Roma, 2008, pp. 363-374. Oggi lorigi-
naria successione dei fogli risulta alterata : in queste pagine indicher la nuova
foliotazione (posta al centro del margine inferiore del recto) e, ove necessario e
possibile, la corrispondenza con quella pi antica (contrassegnata dal simbo-
lo *) ; tra parentesi quadre indicher i fogli attualmente non numerati.
(10)Sottoscrizione al f. 167v (= 172v*) ; M. VOGEL - V. GARDTHAUSEn, Die griechi-
schen Schreiber des Mittelalters und der Renaissance (Zentralblatt fr Biblio theks -
wesen. Beiheft, 33), Leipzig, 1909 (= Hildesheim, 1966), p. 360.
(11)notizie sullabbazia in G. LUnARDI - H. HOUBEn - G. SPInELLI (ed.), Monasticon
Italiae, III, Puglia e Basilicata, Cesena, 1986, p. 90 (con bibliografia). Cf. anche
H. HOUBEn, Comunit cittadina e vescovi in et normanno-sveva, in Otranto nel
Medioevo, pp. 61-97; D. ARnESAnO, San Nicola di Casole e la cultura greca in Terra
dOtranto nel Quattrocento, in H. HOUBEn (ed.), La conquista turca di Otranto (1480) tra
storia e mito. Atti del Convegno internazionale di studio (Otranto - Muro Leccese, 28-31
marzo 2007) (Saggi e Testi, 41), I, Galatina, 2008, pp. 107-140 : pp. 107-122.
(12)Ff. 1r-92v, 93r-167v (= 6r*-98v*, 99r*-172v*). Ed. A. DMITRIEVSkIJ, Opisanie
liturgieskich rukopisej chranjaichsja v bibliotekach Pravoslavnago Vostoka, I,
1vaiko , kiev, 1895 (= Hildesheim, 1965), pp. 795-836. Cf. A. LUzzI, Il calendario eor-
tologico per il ciclo delle feste fisse nel Tipico di S. Nicola di Casole, in RSBN, 39 (2002)
(Giornata di studio in ricordo di Enrica Follieri [Roma 31 maggio 2002]), pp. 229-261.
(13)Ch. DIEHL, Le monastre de S. Nicolas di Casole prs dOtrante, daprs un
manuscrit indit, in Mlanges de lcole Franaise de Rome, 6 (1886), pp. 173-188 :
p. 177.
legu meno nicola (
10
), nel monastero di Casole (
11
), di cui tramanda il
typikon ed il synaxarion(
12
). Come scrisse Charles Diehl, le manuscrit de
Turin, on le voit, ne forme point un tout complet : cest un recueil de
documents relatifs au monastre, fort diffrents par la date et par lin-
trt(
13
). In effetti esso non solo un testimone del typikon, ma anche
GLI EPITIMIA DI TEODORO STUDITA 11
(14)Ff. [I]rv, [182]v (= rispettivamente f. di restauro e f. 2v*). Edizione, tra-
duzione e commento delle poesie in questione in M. GIGAnTE, Poeti bizantini di
Terra dOtranto nel secolo XIII, napoli, 1979
2
(= Galatina, 1985), pp. 73-77 nrr. I-IX,
pp. 85-86, 91-93. Il f. [182]v (= 2v*) autografo : ACCOnCIA LOnGO - JACOB, Une antho-
logie salentine, p. 170. Che lattuale f. [182] corrisponda al f. 2* sostenuto da
GULMInI, I manoscritti miniati, p. 34 e confermato da un apografo del torinese,
conservato a Lecce, Biblioteca Provinciale, ms. 201, in cui, al f. 1r (r. 27) -
v (r. 30), fu ricopiato il testo del recto con esplicito riferimento appunto al f. 2*.
Si noti inoltre che, prima dellincendio, il f. 1 [= 6*] era preceduto da 6 fogli, poi-
ch cera un foglio preliminare : cf. H. OMOnT, Le Typicon de S. Nicolas de Casole prs
dOtrante, in REG, 3 (1890), pp. 381-391 : Le texte du Typicon ne commence quau
fol. 6, le feuillet prliminaire et les cinq premiers feuillets sont occups par dif-
frents textes et notes (p. 382).
(15)Sullegumeno otrantino cf. J. M. HOECk - R. J. LOEnERTz, Nikolaos-Nektarios
von Otranto Abt von Casole. Beitrge zur Geschichte der Ost-westlichen Beziehungen
unter Innocenz III und Friedrich II (Studia Patristica et Byzantina, 11), Ettal, 1965.
(16)Ff. 168r-170v (= 173r*-175v*).
(17)Ff. 171r-175v (= 176r*-180v*). Trad. ingl. in J. THOMAS - A. COnSTAnTInIDES
HERO (ed.), Byzantine Monastic Foundations Documents. A Complete Translation of the
Surviving Founders Typika and Testaments, IV (DOS, 35), Washington, D.C., 2000,
pp. 1319-1330 nr. 43.
(18)Ff. 176r-178r (= 181r*-183r*). Ed. G. COzzA-LUzI, De excerptis liturgicis e
Typico monasterii Casulani (Nova Patrum Bibliotheca, 10, 2), Roma, 1905, pp. 167-
171 ; cf. A. JACOB, La lettre patriarcale du Typicon de Casole et lvque Paul de Gallipoli,
in RSBN, 24 (1987), pp. 143-163.
(19)Ff. 179r, 181v (= s.i.f., 3v*). Cf. OMOnT, Le Typicon de S. Nicolas, pp. 384-387 ;
COzzA-LUzI, Lettere casulane, pp. 24-26, 34-36, 45-47, 51-57.
(20)Ff. 181r, [182]r (= 3r*, [2r*]). Cf. OMOnT, Le Typicon de S. Nicolas, pp. 389-
391 ; COzzA-LUzI, Lettere casulane, pp. 58-64.
una sorta di thesaurus monastico, arricchito nel tempo con scritti di
indole teologica e poetica, annotazioni di natura cronachistica e biblio-
teconomica. Si leggono alcuni componimenti poetici(
14
), opera di
nettario di Casole(
15
), lo scritto Hri tj vjj te v oyiev Aao -
otoiev (
16
), una hypotyposis sulla dieta dei monaci(
17
), una lettera
patriarcale di risposta alle domande sulla proscomidia, sulla liturgia dei
Presantificati e sulla frazione del pane poste da Paolo, vescovo di Galli -
poli (
18
), note obituarie sugli egumeni e note annalistiche sul monaste-
ro (
19
), persino un elenco di libri concessi in prestito(
20
).
Considerando il codice torinese non come il mero contenitore di una
sola opera, ma come un dossier aperto, arricchito progressivamente, si
comprender la presenza al suo interno di un testo come le costituzio-
ni studitane. In verit, per, dei testi riconducibili alla penna di
12 D. ARNESANO
(21)= f. 5*.
(22)Ed. PG, 99, coll. 939-944 ; G. FATOUROS, Theodori Studitae Epistulae (CFHB,
31), Berlin, 1992, pp. 31-34 nr. 10 (regesto ibid., p. 152*).
(23)PmbZ, III, nr. 5574.
(24) Capp. 44-52. Per il testo di questi capitoli e di quelli citati in seguito si
veda la trascrizione alla fine del presente lavoro.
(25)Capp. 53-56. La numerazione andata perduta a causa dei danni subiti
dal foglio, ma il numero di brani ricostruibile grazie al dicolon e alla paragra-
phos che chiudono ognuno di essi (tav. 6, rr. 12, 18, 23, 27).
(26)Cap. 53.
(27)Capp. 54-55. Ed. PG 99, coll. 1703-1720 ; cf. J. LEROy, La vie quotidienne du
moine studite, in Irnikon, 27 (1954), pp. 21-50 (= tudes sur le monachisme, pp. 47-
79 nr. 3) : pp. 24-26 e passim.
(28)Cap. 56.
(29)Preciso che il Pasini scrive fol. 4, ma il contenuto descritto di seguito
deve essere esteso al foglio successivo, poich lerudito settecentesco di norma
non indica gli estremi della porzione di codice descritta (cio il primo e lulti-
mo foglio), ma solo il primo. Dopo il f. 4* (e 5*), infatti, egli passa direttamente
al f. 6* (oggi f. 1), in corrispondenza del quale trascrive lincipit del vero e pro-
prio typikon.
(30)Codices manuscripti Bibliothecae Regii Taurinensis, p. 309.
(31)Cf. anche DMITRIEVSkIJ, Opisanie liturgieskich rukopisej, p. 796.
Teodoro si trova traccia nel solo f. 180, peraltro gravemente danneggia-
to dal fuoco lungo tutto il bordo esterno (tavv. 5-6)(
21
). Sul recto del foglio
ho identificato nove brani da una delle Ekioyoi (Epistulae)(
22
), quella
destinata Nikoioe oOjtj (
23
), numerati in margine(
24
). Anche il verso
contiene degli excerpta, precisamente quattro(
25
) ; il primo presenta un
testo molto simile a quello di un brano della stessa epistula (
26
); il secon-
do ed il terzo riportano due passi della Hypotyposis (Constitutiones) (
27
);
per il quarto excerptum non ho trovato riscontro alcuno (
28
).
Le notizie sulla presenza di scritti studitani nel typikon di Casole non
finiscono per qui. Leggendo infatti con attenzione una delle descrizio-
ni pi antiche del codice torinese, quella di Giuseppe Pasini (1749), ci si
imbatte in una frase tanto concisa quanto preziosa, relativa ai ff. 4*-
5* (
29
) : sequuntur regulae, ni fallor, ejusdem Monasterii capitibus quin-
quaginta sex comprehensae, quarum priorum viginti desiderantur (
30
).
I ff. 4*-5* contenevano dunque dei testi normativi, scanditi in 56 capi-
toli, i primi 20 dei quali mancanti. Pasini fornisce delle cifre precise :
aveva evidentemente sottocchio una numerazione esplicita, peraltro
facilmente ricostruibile (da 21 a 56) (
31
). non si tratta tuttavia, come egli
ipotizz (ni fallor), di regole di origine casulana (ejusdem Monas -
GLI EPITIMIA DI TEODORO STUDITA 13
(32)COzzA-LUzI, Lettere casulane, pp. 8, 9 n. 5 (dove lautore, riportando la
descrizione di Pasini, per un lapsus traduce quinquaginta sex con 36).
(33)Il f. 4* non corrisponde allattuale f. 179 (come sostiene GULMInI, I mano-
scritti miniati, p. 34), che invece riporta sul recto delle note obituarie e 2tioi ri
^oo rv viotoi tj rotj rioooev tj Orotokov (cf. Lecce, Biblioteca
Provinciale, ms. 201, f. 4v, rr. 8-ultimo) e sul verso altre interessanti annotazioni
riguardanti il monastero (cf. ibidem, f. 8r, rr. 3-20).
(34)A. GIACCARIA, Nuove identificazioni di manoscritti greci e latini della Biblioteca
Nazionale Universitaria di Torino, in Aevum, 81 (2007), pp. 429-483 : p. 438.
(35)Cf. GIACCARIA, Nuove identificazioni, p. 438 : ff. 5 (1 f. iniziale, gli altri
numerati prima dellincendio come 40, 180, 182 e 183) da unire al codice restau-
rato in passato. Si noti che i ff. 180*, 182* e 183* furono sostituiti dagli attua-
li ff. 175, 177 e 178, contenenti la citata lettera di risposta al vescovo Paolo (cf.
supra) ; essi, quindi, sono utili piuttosto ad una rilettura del testo patriarcale.
(36)OMOnT, Le Typicon de S. Nicolas, p. 391.
terii), ma, come corresse il Cozza-Luzi, di origine studitana(
32
). Ed
infatti i capitoli 44-56, vanno identificati con i brani individuati sopra,
contenuti nel f. 180 (f. 5* secondo la vecchia foliotazione : cos lo indi-
cher dora in poi).
Dei capitoli 21-43 (f. 4*), invece, nel codice attuale non c traccia (
33
).
Alcuni fogli del codice torinese, dispersi dopo il 1904, sono stati di
recente identificati (
34
), ma il f. 4* non , purtroppo, fra questi (
35
). Si sa
che lincendio non provoc solo perdite irrimediabili, ma anche confu-
sione durante le fasi di reperimento, restauro e riordino dei materiali.
Per cercare il foglio smarrito nellattuale collezione libraria torinese si
rivelata di fondamentale importanza unaltra descrizione del codice C
III 17, redatta nel 1890 da Henri Omont, successiva quindi a quella di
Pasini ma comunque precedente lincendio. Lautore rivela un dato
importante proprio in riferimento ai ff. 4*-5*(
36
): un dernier docu-
ment pour lhistoire de la bibliothque du monastre de Saint-nicolas di
Casole nous est fourni par un fragment de rgle dont il ne reste plus
dans le manuscrit de Turin (fol. 4 et 5) que les chapitres 20 56, cui
aggiunge: cinq articles de cette rgle sont relatifs aux devoirs du
Bibliothcaire et des Copistes de manuscrits, di cui trascrive il testo.
Eccolo :
Hri tov |i|iiovioko.
iy. Eov ti io|j |i|iiov koi j iiokoie kotrj, j ovreyrvev
rooj, j ojtoi oiij |i|iov ovrv raitoaj tov kotov vto, j
raijtoij rtrov oritov yoyyvev rai tj ooOrioj, rtovoio ko
koi airi ov.
14 D. ARNESANO
(37) Trad. it. in MInISCI, Riflessi studitani, p. 227 ed in O. MAzzOTTA, Monaci e libri
greci nel Salento medievale (Scriptorium, 2), novoli, 1989, p. 41.
(38)Testo in PG 99, coll. 1733-1748 ed in Sancti Theodori Studitae scripta varia
quae in Sirmondi editione desunt (Nova Patrum Bibliotheca, 5, 2), Romae, 1849,
pp. 78-90. Cf. E. MARIn, Les moines de Constantinople depuis la fondation de la ville
jusqu la mort de Photius (330-898), Paris, 1897 (= 2003), pp. 136-156 (Les pniten-
ces monastiques); O.DELOUIS, Ligumeno come padre spirituale nella tradizione studita,
in S. CHIAL - L. CREMASCHI - A. MAInARDI (ed.), La paternit spirituale nella tradizione
ortodossa. Atti del XVI convegno ecumenico internazionale di spiritualit ortodossa
(Bose, 18-21 settembre 2008), Bose, 2009, pp. 147-172: pp. 161-162. Pi in generale,
sul sacramento della penitenza nella Chiesa bizantina e nelle altre Chiese
orientali cf. n. BUX, Reconciliation in the Eastern Churches, in A. J. CHUPUnGCO (ed.),
Handbook for Liturgical Studies, IV, Sacraments and Sacramentals, Collegeville, 2000,
pp. 105-120 (con bibliografia alla p. 120).
(39)Essi vanno distinti dagli Eaitiio koOjrivo (Poenae quotidianae) :
testo in PG 99, coll. 1747-1758 ed in Sancti Theodori Studitae scripta varia, pp. 138-
145.
(40)Ed. PG 99, col. 1740 (capp. 47, 54, 57, 58 e 59). Su questi epitimia cf.
J. FEATHERSTOnE - M. HOLLAnD, A note on penances prescribed for negligent scribes and
librarians in the monastery of Studios, in Scriptorium, 36 (1982), pp. 258-260 ; B. L.
FOnkI, Aux origines de la minuscule stoudite (les fragments moscovite et parisien de
luvre de Paul dgine), in G. PRATO (ed.), I manoscritti greci tra riflessione e dibatti-
to. Atti del V Colloquio Internazionale di Paleografia greca (Cremona, 4-10 ottobre 1998)
(Papyrologica Florentina, 31), Firenze, 2000, pp. 169-186: p. 173; P. ORSInI, Quale
coscienza ebbero i bizantini della loro cultura grafica?, in Medioevo greco, 5 (2005),
pp. 215-248 : p. 226.
Hri te v koiiyoev.
io. Eov j iiokoie kotri to trtooiov, koi tiOjoi to ovti|oijv,
koi okrari rv koie rkotro, koi aootjri to tr ovtiotoio, koi
tov tovov, koi to otiyo, rtovoio i koi .
ir. Ei rk Ovov ovvtiri koioov, rtovoio i.
i. Ei raoiri rtrov rtrov to trtooiov ovrv yvej tov yoovto,
v.
i. Koi ri j otioij toi trtvaervoi aoo tov aetokoiiyoov,
ooiroOe jyovv kotokiriroOe jroi | (
37
).
Come Pasini, Omont non riconobbe lorigine studitana del testo, che
per questo stato in seguito ritenuto di origine casulana. Si tratta inve-
ce dellopera di Teodoro Studita intitolata Eaitiio (Poenae monasteria-
les)(
38
), precisamente gli Eaitiio koivo (Poenae communes)(
39
). Quelli
trascritti da Omont, numerati nel manoscritto salentino da 33 a 37, sono
gli epitimia previsti per il bibliotecario e per il copista (
40
). Ebbene il f. 4*
che documentava la presenza nel dossier di Casole di un terzo testo stu-
GLI EPITIMIA DI TEODORO STUDITA 15
(41)Cf. D. ARnESAnO, Manoscritti greci di Terra dOtranto. Recenti scoperte e attri-
buzioni (2005-2008), in D. GALADzA - n. GLIBETI - G. RADLE (ed.), 1ootj. Studies for
Stefano Parenti ( Avoirkto Kvatorj, 9), Grottaferrata, 2010, pp. 63-101 :
p. 85 nr. 34, p. 86 Tav.10. nellidentificazione di questo foglio sono stato agevo-
lato dallutilissima base dati Pinakes. Textes et manuscrits grecs, curata dallInstitut
de recherche et dhistoire des textes del Centre national de la recherche scientifique di
Parigi, consultabile presso http://pinakes.irht.cnrs.fr.
(42)J. GROSDIDIER DE MATOnS, Romanos le Mlode et les origines de la posie religieu-
se Byzance, Paris, 1977, pp. XIII, 73 (sigla T). Questo manoscritto, a sua volta,
aveva perso, in seguito allincendio, alcuni fogli, da poco identificati : GIACCARIA,
Nuove identificazioni, pp. 435-436.
(43)Entrambi i testi si conservano nel manoscritto Jenens. G.B.q.6a, al quale
accenner alla fine del presente lavoro.
(44) Jenens. G.B.q.6a, f. 175v, r. 22 (ri ooiooe okrri to vio...).
(45)Che si tratti di un solo foglio ipotizzabile grazie ad un calcolo basato
sulla quantit di testo contenuta nei due frustula torinesi.
ditano, gli Epitimia appunto, diverso sia dalle Epistulae sia dalla Hypo -
typosis a mio avviso identificabile con lattuale f. 172 del Taur. B IV 34
(tavv. 3-4) (
41
). questo un noto codice di contenuto innografico, tradi-
zionalmente assegnato al sec. XI, con il quale il f. 4* (cos dora in poi
indicher il foglio ritrovato), ad esso accorpato nelle fasi di riordino e
contrassegnato con il numero 172, nulla ha in realt a che vedere (
42
).
A distanza di oltre un secolo da Omont possibile esaminare nuova-
mente il foglio del codice otrantino e chiarirne il contenuto. Esso con-
tiene sul recto i capitoli 21-32 (preceduti, per la precisione, da tre righi,
gli ultimi di un perduto cap. 20), sul verso i capitoli 33-43. Quelli appar-
tenenti agli Epitimia di Teodoro non sono solo i capitoli 33-37 che atti-
rarono lattenzione di Omont e dal quale furono fortunatamente tra-
scritti ma i capitoli numerati da 20 (di cui si conserva la fine) a 29 e da
32 a 41. Per i capp. 30 e 31, contenenti due dei quattro epitimia riservati
al monaco cuoco (capp. 27-32), non ho trovato alcun riscontro nelledi-
zione della Patrologia ; il secondo ha per un parallelo fra gli Epitimia tr-
diti insieme al typikon del monastero di S. Maria del Patir(
43
), precisa-
mente tra le colpe per le quali avrebbe meritato una punizione il mona-
co vivandiere(
44
). I capitoli 42 e 43 corrispondono invece ad altri due
passi della gi citata Epistula.
Questo ritrovamento ha consentito di ripristinare la successione dei
fogli nel codice C III 17 quale appariva agli occhi di Giuseppe Pasini nel
1749. Come accennato, egli lamentava lassenza dei primi venti capitoli,
contenuti in un foglio in origine precedente il f. 4* (
45
). Tale foglio non
16 D. ARNESANO
(46)Rinvio alla descrizione di E. MIOnI, Catalogo di manoscritti greci esistenti
nelle biblioteche italiane, II (Indici e Cataloghi, 20), Roma, 1964, pp. 508-509; cf.
anche S. MARCHI, I Manoscritti della Biblioteca Capitolare di Verona. Catalogo descrit-
tivo redatto da don Antonio Spagnolo, Verona, 1996, pp. 218-219.
(47)D. ARnESAnO, Il repertorio dei codici greci salentini di Oronzo Mazzotta. Aggior -
namenti e integrazioni, in M. SPEDICATO (ed.), Tracce di storia. Studi in onore di mons.
Oronzo Mazzotta (Quaderni de LIdomeneo, 1), Galatina, 2005, pp. 25-80: p. 25
n. 6, p. 62. In quella sede assegnavo alla medesima regione anche il f. 8, conte-
nente il pinax di un libro di contenuto giuridico: L. BURGMAnn et alii, Repertorium
der Handschriften des byzantinischen Rechts, I, Die Handschriften des weltlichen
Rechts (Nr. 1-327) (Forschungen zur byzantinischen Rechtsgeschichte, 20), Frankfurt
am Main, 1995, p. 348 nr. 305.
(48)Cf. LEROy, La rforme studite, p. 210 e n. 230 (Veronensis Bibl. Capitul.
CXXXII [sic]).
(49)Jenens. G.B.q.6a, f. 174v (rr. 14-16).
(50) Ci non sorprende, poich in vari luoghi Teodoro si rif a Basilio, espli-
citamente o meno. Ad esempio in Cat. III, 44 stata riconosciuta lallusione ad
un altro epitimion di Basilio (y) : J. LEROy, Linfluence de Saint Basile sur la rforme
studite daprs les Catchses, in Irnikon, 52 (1979), pp. 491-506 (= tudes sur le
monachisme, pp. 403-418 nr. 15) : p. 498.
(51)PG 31, col. 1313.
perduto e costituisce il secondo ritrovamento di cui si d notizia in que-
ste pagine. Qualche anno fa ho proposto di attribuire ad area otrantina,
su base paleografica, il f. 5 del manoscritto 133 della Biblioteca Capitolare
di Verona, un codice composito (
46
), in cui il foglio confluito pur essen-
do originariamente indipendente da tutti gli altri (tavv. 1-2)(
47
). Esso
contiene gli Epitimia di Teodoro Studita, numerati in margine da 1 a 9
(recto) e da 10 a 20 (verso)(
48
). Il capitolo 20 si interrompe con la parola
tj , che, da edizione, precede vaootoj , la prima parola che in -
fatti si legge sul recto del f. 4*.
Come per i capitoli 30 e 31 (f. 4*), anche dei capitoli 3, 8, 16 e 19 (foglio
veronese) non c traccia nelledizione della Patrologia Graeca. Per il
primo non ho trovato riscontri. Per il secondo ho rilevato una forte ana-
logia con uno degli epitimia trditi dal typikon del Patir (
49
) :
Typikon del Patir : O j ovvtrev aoOve koto aovto koiov ryooio
toi ioiaoi oorioi , ooiroOe jrov iov.
Veron. j. O j ovvtrev rto aoOvio koto aovto koiov ryooio
toi ioiaoi oorioi , kotokiriroOe jrov iov.
Per i capitoli 16 e 19 ho invece notato una corrispondenza rispettiva-
mente negli epitimia 59 e 52 attribuiti a Basilio (
50
). Ecco il confronto con
la relativa edizione (
51
):
GLI EPITIMIA DI TEODORO STUDITA 17
(52)Le dimensioni dei due fogli torinesi sono state alterate dallazione del
fuoco.
(53)Su questo espediente decorativo, ricorrente nei manufatti salentini, si
veda A. JACOB, Tra Basilicata e Salento. Precisazioni necessarie sui Menei del monaste-
ro di Carbone, in Archivio Storico per la Calabria e la Lucania, 68 (2001), pp. 21-52 :
p. 48.
(54)Come si evince da una nota, oggi perduta, apposta nel margine supe-
riore del f. 1r (= 6r*), cos trascritta da OMOnT, Le Typicon de S. Nicolas, p. 382:
1o aoov 1jaikov rvr rov Zooiov Mryo Ieovvov, oyeooo ovto
ri , oj, cos da COzzA-LUzI, Lettere casulane, p. 8: 1o aoov tvaikov rvi
rov Zoo iov oy(iotov) Ieovvov jyoooo ovto ri , oj.
(55)La bibliografia sul personaggio piuttosto consistente. Mi limito a cita-
re P. CAnART, Alvise Lollino et ses amis grecs, in Studi Veneziani, 12 (1970), pp. 553-
587 : pp. 555-556, 559-561 ; M. I. MAnUSSACAS, La comunit greca di Venezia e gli arci-
vescovi di Filadelfia, in La Chiesa greca in Italia dallVIII al XVI secolo. Atti del conve-
PG vO. Ei ti rvrOj , rkto tov oiovoitov, yoev tivi j ororvo
yooto, rote oeiorvo.
Veron. i. Ei ti rvrOj ioOo tov aorote to yoev tivi, j ororvo
yooto, ooiroOe, jyovv kotokiriroOe jro y.
PG v|. Ei ti okoie rrtoi ri to rjtjiov j ri to kriioiov rkto
te v rvtrtvaervev koi te v ovtiovtev tj rvtoio, yrvroOe
oarvioyio.
Veron. iO. Ei ti okoie rrtoi ri to rjtjiov, j ri to kriioiov
rkto te v rvtrtvaervev koi te v ovtiovtev tj rvtoio, ooi-
roOe, jyovv kotokiriroOe jrov iov.
Il foglio veronese, oltre ad integrare esattamente il testimone torine-
se (ff. 4*-5*), ci consente, grazie al suo migliore stato di conservazione,
di immaginarne la facies prima dellincendio. Membranaceo, esso misu-
ra mm 265 168 (
52
) ; come nei frustula torinesi, il testo disposto a piena
pagina, in 27 righe ; i capitoli, numerati nel margine sinistro, presenta-
no ognuno uniniziale semplice in ekthesis e sono chiusi da dicolon e para-
graphos. C una sobria decorazione, costituita dalle iniziali e da ele-
menti fitomorfi posti ai lati del titolo (r. 1 del recto) (
53
).
Allepoca di Pasini il foglio veronese era da tempo separato dal dossier
di Casole. Questo nel 1508 era tra le mani di tale zaccaria (
54
), quello alla
fine dello stesso secolo era tra le mani di un alto prelato, come si legge
nellex libris apposto nel margine superiore del recto (tav. 1) : rk te v
Io|ijiov tov jtoaoiitov 4iiooririo tov rk Movr|ooio
tov 2r|jov. Gabriele Seviros (
55
) fu esponente di spicco della teologia
18 D. ARNESANO
gno storico interecclesiale (Bari, 30 aprile - 4 maggio 1969) (Italia Sacra. Studi e Docu -
menti di Storia Ecclesiastica, 20), I, Padova, 1973, pp. 45-87 : pp. 69-85 ; G. FEDALTO,
Severo Gabriele, in E. G. FARRUGIA (ed.), Dizionario enciclopedico dellOriente cristiano,
Roma, 2000, p. 692. Si vedano inoltre i saggi pubblicati nel volume Gavriil Seviros,
arcivescovo di Filadelfia a Venezia, e la sua epoca. Atti della Giornata di studio dedica-
ta alla memoria di Manussos Manussacas (Venezia, 26 settembre 2003) (Convegni, 9),
a c. di D. G. APOSTOLOPOULOS, Venezia, 2004.
(56)Cf. G. PODSkALSky, Griechische Theologie in der Zeit der Trkenherrschaft
(1453-1821). Die Orthodoxie im Spannungsfeld der nachreformatorischen Konfessionen
des Westens, Mnchen, 1988, pp. 118-124.
(57)Sulla consistenza della biblioteca del Seviros cf. S. PInTO MADIGAn, Gabriel
Seveross private Library, in Studi Veneziani, 20 (1990), pp. 253-271 ; ai manoscrit-
ti ivi inventariati (pp. 259-262) va aggiunto il foglio veronese.
(58)Cf. A. AMATO, Il sacramento della penitenza nel 2vvtoyotiov ari te v
oyiev koi ire v votjiev di Gabriele Severo, metropolita di Filadelfia (1541-
1616), in IDEM, Il sacramento della penitenza nella teologia greco-ortodossa. Studi stori-
co-dogmatici (sec. XVI-XX) ( Avoirkto Biotooev, 38), Oroooiovikj, 1982,
pp. 56-137 ; un accenno al Syntagmation in I. OP. KAAOIEPOY, E rykoOiovoi
Eiijvo oiraiokoaov ri Brvrtiov koto to trij tov iot oie vo, in La
Chiesa greca in Italia, pp. 89-131 : pp. 104-105.
(59)A. JACOB, Les critures de Terre dOtrante, in La palographie grecque et byzan-
tine (Colloques Internationaux du Centre National de la Recherche Scientifique, 559),
Paris, 1977, pp. 269-281 : p. 270.
(60)Sul torinese cf. P. CAnART - S. LUC (ed.), Codici greci dellItalia meridionale
(Grottaferrata, Biblioteca del Monumento Nazionale, 31 marzo - 31 maggio 2000), Roma,
2000, p. 104 nr. 41 (A. JACOB), con uno specimen. La scrittura del veronese somi-
ortodossa nellepoca della Turcocrazia (
56
) : la presenza del foglio salen-
tino nella sua biblioteca(
57
) va probabilmente ricondotta allinteresse
nutrito dal presule per il sacramento della penitenza, di cui si trova
testimonianza nellopera intitolata 2vvtoyotiov ari te v oyiev koi
ire v votjiev (
58
).
La scrittura del foglio veronese tutta della stessa mano, responsabi-
le sicuramente anche del recto del f. 4* (tavv. 1-3). una minuscola
caratterizzata da ductus posato, tracciato arrotondato e leggero schiac-
ciamento ; riconducibile a quellinsieme di grafie influenzate dalle
tarde manifestazioni dello stile definito rectangulaire aplati ou cra-
s (
59
). Ed anzi proprio la scrittura del copista nicola nel typikon torine-
se, considerata una delle ultime testimonianze di tale stile, appare come
uno dei migliori termini di confronto paleografico ; non dovrebbe quin-
di essere lontana dal vero unipotesi di datazione del testimone otranti-
no degli Epitimia alla seconda met del secolo XII (
60
). A partire dai primi
GLI EPITIMIA DI TEODORO STUDITA 19
gliante anche a quella in cui vergato il Laur. 5.22, raccolta di canoni recente-
mente assegnata al Salento da A. JACOB, Autour de Nicolas-Nectaire de Casole, in
J.-M. MARTIn - B. MARTIn-HISARD - A. PARAVICInI BAGLIAnI (ed.), Vaticana et Medievalia.
tudes en lhonneur de Louis Duval-Arnould (Millennio Medievale, 71 ; Strumenti e
Studi, 16), Firenze, 2008, pp. 231-251 : p. 233 e n. 13.
(61)Sullargomento si veda G. DE GREGORIO, Koiiiyori v / tovyori v.
Qualche riflessione sulleducazione grafica degli scribi bizantini, in E. COnDELLO - G. DE
GREGORIO (ed.), Scribi e colofoni. Le sottoscrizioni dei copisti dalle origini allavvento della
stampa. Atti del seminario di Erice. X Colloquio del Comit international de palographie
latine (23-28 ottobre 1993) (Biblioteca del Centro di Collegamento degli Studi Medievali e
Umanistici dellUmbria, 14), Spoleto, 1995, pp. 423-448; M. L. AGATI, Digrafismo a
Bisanzio. Note e riflessioni sul X secolo, in Scriptorium, 55 (2001), pp. 34-56.
(62)Il cap. 56, come ho accennato sopra, privo di riscontro.
(63)Esso per non in evidenza come il titolo generale: fu scritto, dalla
stessa mano, nello spazio rimasto bianco accanto allultimo rigo del cap. 41.
(64)Cf. FATOUROS, Theodori Studitae Epistulae, p. 31 r. 1.
righi del verso del f. 4* la grafia presenta un andamento corsiveggiante
(tav. 4), ancor pi accentuato nel f. 5* (tavv. 5-6). Mancano del tutto,
per, rispetto al foglio veronese e al recto del f. 4*, differenze nel trat-
teggio : ci che muta solo la rapidit desecuzione, il che impedisce di
dedurne un cambio di mano e rende probabile una semplice variatio nel
ductus, operata secondo una potenzialit prevista nelleducazione gra-
fica dei copisti bizantini dal medesimo amanuense (
61
).
tempo di tornare al contenuto dei tre fogli otrantini e di esaminar-
lo pi da vicino. anzitutto difficile, allo stato attuale delle conoscenze,
stabilire se nel codice originario gli Epitimia fossero preceduti o seguiti
da altri testi e, se si, quali. Quanto al testo superstite, esso si apre, ai
primi righi del recto del foglio veronese, con il titolo degli Epitimia, nel
quale lopera attribuita a Teodoro di Studio. Segue una raccolta di testi
normativi scanditi in 56 capitoli. Il titolo si riferisce in realt ai primi 41
capitoli, quelli contenenti i veri e propri Epitimia. I capitoli 42-53 ripor-
tano brani da una delle Epistulae, i capitoli 54-55 due stralci della
Hypotyposis (
62
).
Il cap. 42, pur seguendo gli Epitimia senza soluzione di continuit,
preceduto da una sorta di sottotitolo, Ei tov jyovrvov (
63
). Tale
intestazione che sostituisce quella Nikoioe oOjtj , attestata nella
tradizione manoscritta dellEpistula (
64
) risulta priva di riscontri, eppu-
re non peregrina, poich estende la validit dei precetti di Teodoro dal
suo scolaro nicola a chiunque sia oberato della responsabilit di egu-
20 D. ARNESANO
(65)Essa esulerebbe dai limiti del presente lavoro, degna invece di pi
esperti studiosi della loro tradizione manoscritta. Si pensi ad esempio che
lEpistula 10 a sua volta strettamente legata alla famosa oioOjkj (ed. PG 99,
coll. 1813-1824 ; O.DELOUIS, Le Testament de Thodore Stoudite: dition critique et
traduction, in REB, 67 (2009), pp. 77-109: pp. 92-109; trad. ingl. in Byzantine
Monastic Foundations Documents, I, pp. 67-83 nr. 3): Judging from the large
number of provisions it shares with an earlier letter of Thedores to his disci-
ple nicholas [la decima lettera appunto], Theodores Testament must be con -
sidered a final copy of a work long in gestation (ibidem, p. 70 ; il corsivo fra pa -
rentesi mio). In particolare, per i brani dei fogli torinesi (capp. 42-53) cf. ibi-
dem, p. 81, nn. 1-4, 6, p. 82, nn. 7, 12, 18-21, pp. 82-83, n. 24 (il testo otrantino
non comunque identificabile con quello del Testamento). Sulla composizione
della oioOjkj cf. anche quanto osservato da O. DELOUIS, Le Testament de Thodore
Stoudite est-il de Thodore ?, in REB, 66 (2008), pp. 173-190.
(66)Cap. 54.
(67)Sul refettorio come luogo di punizione nel monastero cf. A.-M. TALBOT,
Mealtime in monasteries : the culture of the Byzantine refectory, in L. BRUBAkER -
k. LInARDOU (ed.), Eat, Drink and Be Merry (Luke 12:19). Food and Wine in Byzantium.
Papers of the 37th annual Spring Symposium of Byzantine Studies, in Honour of
Professor A. A. M. Bryer (Society for the Promotion of Byzantine Studies. Publications,
13), Aldershot, 2007, pp. 109-126 : pp. 121-122.
(68)Si noti che proprio questo brano della Hypotyposis studita (PG 99, col.
1717, cap. 35) fu ripreso come rilev Enrica Follieri nel Bio di S. nilo da
Rossano, a proposito di un epitimion inflitto al discepolo Stefano : G. GIOVAnELLI,
Bio koi aoiitrio tov ooiov aoto je v Nriiov tov Nrov, Grottaferrata,
1972, cap. 28, p. 75; E. FOLLIERI, La Vita di s. Fantino il Giovane (Subs.hag., 77),
Bruxelles, 1993, p. 116, n. 216.
(69)Cap. 55. Le pene previste da Teodoro erano la scomunica (ooi-
roOe), il parastasimos (aorotjkrte rv tj toarj ), la reclusione (koto-
kiriroOe), la xerophagia (jooyri to) e le genuflessioni (rtovoioi) :
cf. LEROy, La rforme studite, pp. 210-211.
meno. non mi addentrer nella questione della genesi e dei rimaneg-
giamenti di questo e di altri testi studitani (
65
) ; faccio piuttosto notare
che i capp. 42-53 integrano egregiamente gli Epitimia, completando una
collezione normativa valida per lintera comunit, dai pi umili confra-
telli alla sua guida in capo. neanche i due stralci della Hypotyposis nei
capitoli 54 e 55 furono scelti a caso : il primo di fatto anchesso un epi-
timion (
66
), in base al quale il monaco reo di aver mandato in frantumi un
recipiente sarebbe stato pubblicamente punito nel refettorio (
67
), pro-
prio per mano dellegumeno(
68
); il secondo un corollario alle pene
della reclusione e della xerophagia, ricorrenti negli epitimia, il quale da
un lato prevede lesistenza nel monastero di apposite celle in cui espia-
re la colpa, dallaltro aborrisce il ricorso alla fustigazione (
69
).
GLI EPITIMIA DI TEODORO STUDITA 21
(70)Capp. 3 e 30.
(71)Capp. 8 e 31.
(72)Capp. 16 e 19.
(73)Capp. 1-2, 4, 5-7, 9-15, 17-18, 20 e 21.
(74)Capp. 22-26.
(75)Capp. 27-29, 32.
(76)Cap. 33.
(77)Capp. 34-37.
(78)Capp. 38-40.
(79)Cap. 41.
(80)Laltra met (20) non presenta alcuna differenza : capp. 2, 4-5, 11-12, 14-
15, 17, 21-22, 25-28, 32, 34-36, 39 e 41.
(81)Capp. 6-7, 10, 13, 37 e 38.
(82)Cap. 40.
(83)Cap. 9.
(84)Cap. 18.
(85)Cap. 29.
Veniamo ai veri e propri Epitimia. Dal confronto con il testo della
Patrologia emergono delle differenze. Anzitutto nel numero : a fronte dei
110 epitimia editi, il nostro manoscritto ne annovera solo 41, poco pi di
un terzo. Fra questi, 6 non compaiono affatto nella vulgata : come accen-
nato, due sono privi di riscontro (
70
), due hanno un parallelo nel typikon
del Patir (
71
) e due sono epitimia di Basilio (
72
). Gli altri 35 furono scelti per
una met (esattamente 17) dagli epitimia per cos dire generali, cio
destinati indistintamente a ciascun confratello (
73
), per laltra met (18)
da alcuni degli epitimia che chiamerei speciali, previsti cio per i mona-
ci con determinate mansioni : il vivandiere (
74
), il cuoco (
75
), il biblioteca-
rio (
76
), il copista(
77
), il diacono(
78
) e il maestro(
79
). Quella otrantina
dunque una versione dello scritto studitano fortemente ridimensionata.
Met dei 41 epitimia trditi dal testimone otrantino (esattamente 21)
presenta poi rispetto al testo della Patrologia delle differenze nel grado
di severit e nella formulazione impiegata (
80
). In 7 casi si tratta di unal-
ternativa: ad ooiroOe della vulgata si affianca nel testimone
otran tino lopzione kotokirir oOe, introdotta dalla congiunzione
jyovv (
81
). Cos anche jooyri to variato in jooyri to j
oo iroOe (
82
). In un caso si osserva unattenuazione della pena com-
minata : ooiroOe, jyovv kotokiriroOe jrov iov invece di
ooiroOe jro ovo (
83
); in due casi invece un inasprimento:
ooiroOe, jyovv kotokiriroOe r|ooooo iov invece di ooi-
roOe jrov iov (
84
) e rtovoio v invece di rtovoioi k (
85
).
22 D. ARNESANO
(86)ooito rvrte re tj oiorvj e o tj rj jro : questa for -
mula comunque attestata nel resto della tradizione, esattamente nellep. 12
(PG 99, col. 1736A).
(87)Cap. 33. Altre differenze di notano nei capp. 30 e 34.
(88)Poich la maggior parte degli epitimia omessi sono speciali, si pu pen-
sare ma solo unipotesi che nel monastero di Casole queste pene non
fossero contemplate in quanto non necessarie e che non fossero necessarie evi-
dentemente perch non vi era la stessa variet di oiokovioi attestata nel
monastero di Studio. Se tale ipotesi coglie nel vero, lecito supporre, e contra-
rio, che nel cenobio otrantino fossero certamente previste le mansioni sopra
elencate (il vivandiere, il cuoco, il bibliotecario, il copista, il diacono e il
maestro ; su queste e le altre oiokovioi monastiche cf. LEROy, La vie quotidienne
cit., pp. 35-36 e nn. 77-78, p. 37 e n. 84 ; ID., La rforme studite cit., p. 198). In par-
ticolare, la presenza di epitimia per il bibliotecario e per il copista potrebbe
essere collegata alla circostanza che il monastero di Casole custodiva e gestiva
una collezione libraria, i cui volumi, come accennato allinizio di questo lavo-
ro, venivano concessi in prestito a richiedenti esterni (questione ben diversa
se tali libri fossero letti o meno dagli stessi confratelli ; sulle letture monasti-
che nel mondo bizantino si veda il saggio di P. SCHREInER, Il libro la mia cella. Le
letture monastiche, in G. CAVALLO [ed.], Lo Spazio Letterario del Medioevo, 3, Le cultu-
re circostanti, I, La cultura bizantina, Roma, 2004, pp. 605-631).
(89)Sul valore del lavoro materiale nel monachesimo studitano cf. LEROy, La
vie quotidienne, pp. 35-40.
(90)Lattivit intellettuale e la cultura scritta nei monasteri bizantini non
devono beninteso essere sopravvalutate ; si leggano in proposito le consi-
derazioni di G. CAVALLO, Hoii yootev. Livelli di istruzione e uso di libri negli
ambienti monastici a Bisanzio, in TM, 14 (2002) (Mlanges Gilbert Dagron), pp. 95-
113 ; IDEM, Leggere a Bisanzio, Milano, 2007, pp. 129-166.
Una differenza sostanziale distingue invece il primo epitimion : laddove
gli altri testimoni prescrivono rv tj rvioyio rvrte krkve ri
aooirvore te v oorie v, roitovrvo ovyejoiv koi riO ovte
io|ovr te tj v rv ioyi ov, lotrantino recita i oto oOe r oov
aoootjkrte j jooyrite j koi ooito rvrte re tj oiorvj
eo tj rj jro (
86
). Lo stesso vale per lep. 33: j ojtoi oie
tj jro rkrivj sostituito da rtovoio ko koi airi ov (
87
).
I fogli del dossier casulano riportano dunque gli Epitimia di Teodoro
Studita in una forma non solo ridotta ma anche adattata, probabilmen-
te ad un uso locale (
88
). Ciononostante essa appare fornita degli epitimia
essenziali : quelli di portata generale, quelli attinenti al lavoro manua-
le (
89
) e quelli afferenti o in qualche modo funzionali alla sfera di una pur
modesta produzione culturale (
90
).
GLI EPITIMIA DI TEODORO STUDITA 23
(91)Cf. S. LUC, I Normanni e la rinascita del sec. XII, in Archivio Storico per la
Calabria e la Lucania, 60 (1993), pp. 1-91 : p. 11 e n. 42 (sec. XIIIm.), tav. 1 ; A. VOn
STOCkHAUSEn, Katalog der Griechischen Handschriften im Besitz der Thringer
Universitts- und Landesbibliothek Jena, in BZ, 94 (2001), pp. 684-701 : pp. 692-697
(1152-1182), tavv. XVI-XVII figg. 4-5. Del manoscritto esiste una copia realizza-
ta nel 1903 da Sofronio Gassisi, oggi conservata nel codice Crypt. I. o. XXIX (Gr.
213) : S. LUC, Su origine e datazione del Crypt. B.|.VI (ff. 1-9). Appunti sulla collezio-
ne manoscritta greca di Grottaferrata, in L. PERRIA (ed.), Tra Oriente e Occidente.
Scritture e libri greci fra le regioni orientali di Bisanzio e lItalia (Testi e Studi Bizantino-
Neoellenici, 14), Roma, 2003, pp. 145-224 : p. 211, n. 296.
(92) Per un confronto tra la vulgata e la versione patiriense degli Epitimia (in
trad. italiana) cf. E. MORInI, Il monachesimo italo-greco e linfluenza di Stoudios, in
LEllenismo italiota dal VII al XII secolo. Alla memoria di Nikos Panagiotakis (Convegno
Internazionale, 8), Atene, 2001, pp. 125-151 : pp. 145-151. Devo precisare che il
testo in questione non (come per una svista sostenuto ibid., n. 35) quello
contenuto nei ff. 172r-173v, intitolato 1ov ovtov [scil. Teodoro] ovoiko
aooyyrioto toi rv koivo|ie e oiv ovoykoiototo (= Crypt. I. o. XXIX,
ff. 122v-124r; esso pure un testo normativo, attribuito nel titolo a Teodoro
Studita; se ne conserva una versione paleoslava, edita, col testo patiriense a
fronte, da A. M. PEnTkOVSkIJ, Tipikon patriarcha Aleksija Studita v Vizantii i na Rusi,
Moskva, 2001, pp. 66-69), ma quello contenuto nei ff. 173v-176r, intitolato
Koivo tj ooriotjto te v ovoe v raitiio ari te v oaoiiaovorvev
tj Ekkijoiootikj okoiovOio (= Crypt. I. o. XXIX, ff. 124r-126r; cf.
PEnTkOVSkIJ, Tipikon patriarcha, p. 69, n. 70).
Per concludere, la scoperta di due frustula originariamente apparte-
nenti al dossier di Casole ed il loro collegamento con il f. 180 del Taur. C III
17 ha permesso la ricostruzione di una raccolta di scritti normativi
destinati ad una comunit monastica. Essa si fonda chiaramente su fonti
studitane e fu utilizzata nel monastero di S. nicola di Casole ; resta per
da chiedersi se la scelta dei capitoli da trascrivere fu operata nello stes-
so cenobio salentino (magari contestualmente allelaborazione del suo
typikon) oppure altrove e in epoche precedenti. Il lavoro ecdotico sulle
opere dello studita e sui typika purtroppo lungi da essere completato,
rendendo azzardate, per ora, conclusioni in merito allorigine di tale
raccolta e alla sua collocazione stemmatica rispetto agli altri testimoni.
Fra questi non si pu non ricordare il dossier di un altro importante
milieu monastico italo-greco, quello calabrese di S. Maria Nea Odigitria,
detto del Patir. Si tratta del manoscritto di Jena, Universittsbibliothek,
G.B.q.6a(
91
), che tramanda, oltre al typikon attribuito al fondatore
Bartolomeo di Simeri ( 1130), proprio gli Epitimia di Teodoro Studita, in
una versione parzialmente diversa da quella edita dal Migne(
92
). Per
24 D. ARNESANO
quanto ho potuto vedere, la versione patiriense diversa anche da quel-
la otrantina, ma sul confronto fra le due ritorner dettagliatamente in
altra sede. Di sicuro si conosce ora un testimone salentino degli Epitimia
di Teodoro, unopera della quale non si aveva alcuna notizia per la Terra
dOtranto: esso incrementa la scarna documentazione studitana nella
regione ed anzi contestualizzabile in un centro monastico preciso,
quello di S. nicola di Casole. Linfluenza della riforma monastica in Italia
meridionale ha lasciato una nuova, direi significativa, testimonianza,
quella degli Epitimia del venerabile padre Teodoro, pervenuti anche ai
confratelli di Otranto.
Trascrizione
Ho preferito non correggere gli errori di ortografia presenti nel manoscrit-
to. Il testo non leggibile a causa dello stato di conservazione oppure perduto
per la lacuna del supporto stato ove possibile integrato, tra parentesi quadre,
sulla base di quello edito nella PG. Le lettere di lettura incerta sono indicate da
un puntino sottostante.
GLI EPITIMIA DI TEODORO STUDITA 25
Veron.
133
f. 5r
[tav. 1]
Cap.
1ov o oi ov aoto j e v koi o oioyjtov Orooe ov
jyovrvov te v 2tovoiov (ov ex e), raitiio koivo tj
oij ooriotito rai te v aooiriaovtev rv tj Ek-
kij oio ri tov kovovo :
Rif. alled.
1
o. O j rviokorvo ri tjv rioooov tov ^oo rv
viotoi Ore , ovrv ooOrvrio, j rtro rvioyov
kotoj , iotooOe roov aoootjkrte, j joo-
yrite, j koi ooito rvrte re tj oiorvj eo
tj rj jro :
Theod.
Stud.
Epit. (PG)
nr. 1
2
|. O rto tjv rvjv tj ryrore tj toarj, j
oaiev koOe oiotrtoktoi, |oiirte rtovoio k.
19
3
y. O oiie v rv toi ovvoroi, koi kotoye v tov
aijoiov oao tj Orio oooioyio, rto iov
vaovjoiv ri ov oieajori, rtovoio k :

4
o. O j rviokorvo rv toi tioi kotjjoroi tj
r|ooooo, ovrv oitio rvioyov, jooyrite :
14
5
r. O ovvtvyovev oao te v oaooriavev, rtovoio
v :
20
6
. O aoo tjv oiorvjv ovroiv ovoaote v, koi
ariro rvo r v te ovootji e, o oir oOe,
jyovv kotokiriroOe jrov iov :
17
26 D. ARNESANO
7
. O o rtrov ryootjiov, ri rtrov rtror-
vo, ovrv koOjkovoj oitio, ooiroOe, jyovv
kotokiriroOe jrov iov :
18
8
j. O j ovvtrev rto aoOvio koto aovto
koiov ryooio toi ioiaoi oorioi , koto-
kiriroOe jrov iov :
Cf. typikon
Jena, f. 174v
rr. 14-16
9
O. Ho o ryoriiotj, j rv jovio ryoorvo,
oii ovokive v rvo oiiio, ooiroOe, jyovv
kotokiriroOe jrov iov :
Theod. Stud.
Epit. (PG)
nr. 21
Veron.
133
f. 5v
[tav. 2]
10
i. O rviokorvo rv aovti kiroti, ooiroOe,
jyovv kotokiriroOe r|ooooo iov :
22
11
io. O kovyoev aoo to riko, |oiirte rtovoio
i :
23
12
i|. Eov rvrOj tivo ti koto aovto toaov aor te v
oroervev rto rvioyio, koi tov to rv ooi-
rioOe, kokri vo or jooyrite :
24
13
iy. Eov ti rj ovroyyritov ti, j koi ovrv te v
o ior vev r oyyri ij tivi , o oir oOe, j yovv
kotokiriroOe jrov iov :
25
14
io. Eov ti oirorvev te v ovo r|ooooev, j
royyriij ri tov jyovrvov ovvorvo, ooi-
roOe jrov o .
26
15
ir. Ei ti tivo ovrrtoi kotoioiov vto, koi j j
ovto raioioOeojtoi tov kotoioiov vto, j ovk
ovrorvov ovrvrykj te aorote ti, [rasura : 3
lettere] rtovoio :
rkotov aoijooteoov oi ootroi : [cancellato]
27
16
i. Ei ti rvrOj ioOo tov aorote to yoev tivi,
j ororvo yooto, ooiroOe, jyovv koto-
kiriroOe jro y :
[rasura : un rigo]
Basil.
Epit. (PG)
nr. 59
17
i. O koiovrvo vao tivo ooriov , koi j rvOv
oaokivorvo tj kijore, ov okov ovoj,
rtovoio i :
Theod. Stud.
Epit. (PG)
nr. 28
18
ij. Ho o otioev koto tov aorote to, koi ovv-
tooooev tjv ooriotito, ooiroOe, jyovv
kotokiriroOe r|ooooo iov :
30
19
iO. Ei ti okoie rrtoi ri to rjtjiov, j ri to
kriio iov r kto te v r vtrtvaer vev koi te v
ovtiovtev tj rvtoio, ooiroOe, jyovv
kotokiriroOe jrov iov :
Basil.
Epit. (PG)
nr. 52
GLI EPITIMIA DI TEODORO STUDITA 27
Taur. B
IV 34
f. 172r
(= Taur.
C III 17
20
k. Ei ti e r tvrv r riOe v ri o yo ajv, r v tj
vaootoj oijyjooito to ov|[ovto koO oiov
ojaotr] toaov oiioto rv tj toarj rkto t[e v
rete]rvev vao tov aorote to kotokiriroOe
j[rov . . . ]
Theod. Stud.
Epit. (PG)
nr. 31
f. 4r*)
[tav. 3] 21
ko. O ovvryveke ooriov tjv rk [tov ]ovootjiov
[ro]oov, j ovvoiijoo, j ovvr
.
v
.
. . oo koi j
aoov[oyyri ]io, ooiroOe r|ooooo iov :
35
[Hri ] tov kriio[itov]
22
k|. Xvo oivov rov yrvjtoi, rtovoio koto to r -
to[v] tov voto, r koi tjv ove eoovte koi
vo oov, j rioiov, j ooaiov, j oiiov tivo :
36
23
ky. 2j i rioov tivo, koi aovtiov |i|eokorv[ov
rov tvoi] rtovoio [i :
37
24
[ko.] Eov ti okrv o ookraootov rvrOj rai aoiv, oi
ovtoi rtovoioi orko :
38
25
kr. Eov airie aootiOjoi tj toarj j vaoiri[. . .]
te v oiotrtvaervev rtovoio :
39
26
k. 2vvti|j rov yrvjtoi oiovojaotr okrvov ri
|ovkoiiov rtovoioi [koi o] koi t, j koi
aoootooiov rto tov [ovtov ] okrvov :
40
[Hri tov ooaoiov ]
27 k. Eov j yrj o ir|j, rtovoio i, eoovte koi o
kovkov[o : ]
41
28
kj. Eov arioorvo oovioOj rtovoio ri or
jj oieOrv, aoootooiov rto jo[oyio : ]
42
29
kO. Eov j aoo|oiij rv koie to rioiov koi t[o
oio] ivo ovvrjOe oi, rtovoio v :
43
30
i. Eov j rioov aootiOj to oyjrio, [. . .]

31
io. Ei ooiooe( ) okrri to vio, rtovoio i :
Cf. typikon
Jena, f. 175v
r. 22
32
i|. Eov ovvtiri ti te v ovoe v vtov j a[vo -
ototj,] j kokko|jv, j rooov, j oiio ti oyri -
ikov ok[rv o] rk kotoovjore, rtovoio
koi o koi tio [. . .]
Theod. Stud.
Epit. (PG)
nr. 46
28 D. ARNESANO
Taur. B
IV 34
f. 172v
(= Taur.
C III 17
f. 4v*)
[tav. 4]
33
[iy.
[Hri tov |i|iiovioko]
Eov ti io|j |i|]iiov koi j iiokoie kotrj, j
ovrey[rvev] rooj, j ojtoi oiij |i|iov ovrv
raitoaj tov [ko]tov vto, j raijtoij rtrov
oritov yoyyvev [rai] tj ooOrioj, rtovoio ko
koi airi ov :
47
[Hri te v koiiyoev]
34
[io.
E]ov j iiokoie kotri to trtooiov, koi tiOj-
oi to ovti|oijv, koi okrari rv koie rkotro koi
aootjri to tr ovtiotoio, koi tov tovov, koi
to otiyo , rtovoio i koi :
54
35
[ir.] Ei rk Ovov ovvtiri koioov rtovoioi i :
57
36
[i.] Ei raoiri rtrov rtrov to trtooiov ovrv yvej
tov yoovto, v :
58
37
[i. Koi ] ri j otioij toi trtvaervoi aoo tov
aetokoi[iy]o ov, o oir oOe j yovv koto-
kiriroOe jroi | :
59
[Hri tov oiokovov]
38
[ij.] Eov riorj ioyov j oaokioiv, j rioj aoo te v
re, j aoo te v ovyyrve v toi oorioi , ooi-
roOe jyovv kotokiriroOe jrov o :
93
39
[iO.] Eov rv toi oyeooioi, j rv toi aooroi oioo -
rtoi j aoovvrtoi j okov aoij toi, koi j ri
orvtro koi titj evj aoiri toi tjv tr aooiv
koi tjv oyoooiov, rtovoio v koi :
94
40
[. E]ov j rto aoojkovoj rvio|rio aoij toi to
oao tov ovootjiov rooov, e otr rto rvj
ariaotri v, [koi oti]oioyri v, j ari|iraorvo
ri yvvoikio ori, j ri [oiio] overij , ivo to
ooov raovte ooojtoi o Oro oio [tj te v]
oevtev eririo, jooyri te, j ooiroOe
jrov o :
95
[Hri tov oioookoiov te v aoioev]
41
[o. Hovto oi ]oov ioyov j ovrioiotikov, aor te v
roovtev, [koi a]oiorvtike tov to ioiovvtev,
o rkrev rv tj oori[ot]jti, rtovoio v :
97
GLI EPITIMIA DI TEODORO STUDITA 29
Ei tov jyovrvov :
Theod. Stud.
Epist.
42
[|. Ov oi]oiiori ov aorio|r tvaov koi kovovo
aoo tj [. . .]r i veor e ov rv oaooiv, ovrv kotr -
ariyovoj ovoykj :
(Fatouros 10)
rr. 4-6
43
[y. Ov kt]jori ti tov kooov tovtov ovor oaoOj-
ooviori ioio[iote] ri rovtov, ri rvo o-
yviov :
6-7
Taur. C
III 17
f. 180r
(= f. 5r*)
[tav. 5]
44
o. Ov oioriori [tjv vjv koi tjv] kooiov oov
rv or [ori koi ovtioi] aoo tov oao Orov arai -
otrv[rvov ooi koi yrvorvov ooi avrvotike ]
viov koi ooriov , ri tov aotr [ioiov koto
ooko] j ovyyrvri , j iiov j ovvrtoiov :
7-11
45
r. Ov ktjori oov iov, ovtr ri oikriov riov ovtr
ri [ jv rai]otrvOj ovjv, ovtr ri oyov , tov
kotrikovo Orov y[ryovoto] ovOeaov ov or rev
o iiov aooori v rovtov oov iov [toi ] oo voi
oov oorioi tj [aoOrori, kov] tj re raiovrio
e oroaotj ioyi[j koi oioook]oi[o] :
16-21
46
. Ovk raoovrvo roj rai iaaoi koi jiovoi, oi -
ovoyk[j,] oiio iotoijte aroaojori
ri oovv, ae io ooi rote to vaovyiov :
24-26
47
. Hooviori aovte to rv tj ooriotjti koivo
rivoi koi orioto, koi jorv koto ro to v
koO rkootov ri rovOrvtjoiv ri koi oi -
oo[] :
26-29
48
j. Ov ovri oar iryovoi ikov oj o, rarito e
ryo r [v yo] to oyiov oj o, eoar koi to |oa-
tioo koOe oi oyio[i] aotrr rjoovto :
47-49
49
O. Ov ktjori oOjtjv ri to kriiiov oov jokiov
aooaoOe , oii r k aooeaov ovvaoatov koi rk oio -
o[ev] oorie v, tjv vajroiov oov aijori :
67-69
50
v. Ov ktjori iotioov rjiioyrvov koi aoivti-
ov o[vrv tov ] irotikov , oiio toi toarivoi
aotoij[te] koi vao[ojoj : ]
70-71
51
vo. Ovk roj o|ooirto (oi s.l.), ovtr rv tj oikrio oov
ooaovj, ovtr rv toi vaooooi te v rvev tov to
ariooervo roti yo tj rioo te v oao -
i[ovotike v] tov aoov[to |iov : ]
72-74
Taur. C
III 17
f. 180v
52
v|. Ov Ojooviori (ri ex j) voiov rv tj ovj oov,
o iio to koto ari ooriov r ai aovto ri oov
rto[ooij
75-77
Universit di Roma La Sapienza. Daniele ARnESAnO.
[email protected]
30 D. ARNESANO
(= f. 5v*)
[tav. 6]
[. . .
toi arvorvoi rv ov]oiri tj ovij oov [koOe
koi oi ] oyioi aotrr.
] ovrovto tj ooriotjti [. . .] . . rovto koi
rovoioovto, [. . .]e vo, ovtr vaootoiri ri
oioto [. . .]j te v Oriev voev koi rvtoie v
aoOj voi tjv vjv oov :
53
[vy. Ov aoijor]i ti j aori kotoikriov yvejv rv
aovti [ao ]yoti te v tr vike v koi te v oeo-
tike v, ovrv |ovij te v ao[rov]tev rv y[v]eo[ri]
koi rvio|rio, koto tjv vaokrirvjv vaoOroiv rvo
yo tv . ev j ovo koi tie v, j koi airiovev, eoar
rvtrto ir O aotike k [...] oijorv, tov to aov-
to koi ooo [rtr]o rrio|ov, aooviori koi
ovjori, ivo rv ooi [yr]vjtoi koi roj kotrv-
oovrvo rv Kvie, ojv :

83-91
54
[vo. ^]ri yiveokriv oti jviko kioori oorio okrv o
ti, ri tr ootokivov, ritr oiojov v, te koie to v
oiotov, roOi[ov]tev te v oorie v, aoiototoi
aijoi ov tj toar [j] tov j yovr vov, tj v
kroijv te rovtov arikoivatev kovkoviiie,
koi to va ovtov ovvti|rv rto rio, rev, ri
raioriiv tov oikriov ooioto :
Theod. Stud.
Hyp. (PG)
cap. 35
55
[vr. Xj ] yiveokriv e koi ooiotioi rioi aoji v,
rv oi [oi o ]ariOri koi ovojvioi kotokiriovtoi,
jooyov vtr koi [aoi]orvorvoi tjv ortjv j
yo oio ootjyev aoiorvoi e [toi ] kooikoi
o e ovoo, toi aoto oiv j e v, [o ao |]ijto
rikote riOj :
25
56
[v. . . .] oti tjv oyriov te v ee v o aotj je v koi
ryo Orooeo [. . .]ovoiev (ov s.l.), rjvrvev,
rivoi iryri tjv otioioyiov tov [. . .] . . j oti to
e o, j to roe io o v te v e tivr [...]
oov oiv koi oov kov oiv :

SUMMARy
The author pieces together a manuscript of Epitimia of Theodore the
Stoudite and other chapters prescribing monastic rules to the hegumen and
monks. The manuscript, dating back to the second half of the 12
th
century, was
originally belonging to the famous dossier of the St. nicola of Casole Abbey
(Taur. C III 17). The Salentine manuscript reports a shortened version of
Epitimia adapted for the Otranto monastery.
GLI EPITIMIA DI TEODORO STUDITA 31
32 D. ARNESANO
TAV. 1. Verona, Biblioteca Capitolare, 133, f. 5r.
GLI EPITIMIA DI TEODORO STUDITA 33
TAV. 2. Verona, Biblioteca Capitolare, 133, f. 5v.
34 D. ARNESANO
TAV. 3. Torino, Biblioteca Nazionale Universitaria, B IV 34, f. 172r.
GLI EPITIMIA DI TEODORO STUDITA 35
TAV. 4. Torino, Biblioteca Nazionale Universitaria, B IV 34, f. 172v.
36 D. ARNESANO
TAV. 5. Torino, Biblioteca Nazionale Universitaria, C III 17, f. 180r.
GLI EPITIMIA DI TEODORO STUDITA 37
TAV. 6. Torino, Biblioteca Nazionale Universitaria, C III 17, f. 180v.

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