Pubblico - APPUNTI
Pubblico - APPUNTI
Stato —> concetto dello ‘stare’, del permanere nel tempo e corrisponde alla figura soggettiva di
status che risulta dall’unità politica di un popolo. Lo stato è caratterizzato da finalità comuni (che
per formarsi richiedono il consenso dei più).
Lo stato è un ordinamento giuridico a fini generali, indipendente ed originario, dotato di
potere sovrano nell’ambito del suo territorio
Democrazia diretta/rappresentativa.
Stato —> pluralità di persone stabilite su un territorio. Lo stato detta le regole che governano gli
associati, e sono regole che possono essere di duplice natura: possono disciplinare i rapporti tra
lo stato e gli associati e regole che disciplinano i rapporti tra gli associati stessi.
Una terza categoria è quella delle norme organizzative: una comunità nel disciplinare le relazioni
tra soggetti e lo stato deve prevedere le istituzioni attraverso le quali lo stato funziona.
In linea astratta le regole costituzionali possono ricadere in tre categorie (organizzative, norme che
disciplinano i rapporti tra organizzazioni/aderenti, norme che disciplinano gli aderenti).
La sovranità può essere intesa come requisito di ogni ordinamento politico originario, autonomo
ed indipendente, essa, non deve ammettere la presenza di alcun’entità che possa interferire nel
proprio ambito di azione, nessuna entità al si sopra di se.
Le costituzioni (insieme di norme che costituiscono l’ordinamento giuridico fondante dello stato)
possono avere caratteristiche diverse, possono essere scritte o non scritte [(si possono basare su
consuetudini). La prima costituzione scritta si dice risalga alla Magna Carta Inglese (erano
comunque diritti che il re già riconosceva ai sudditi e vennero solo formalizzati)]; possono essere
rigide o flessibili (in cui le norme costituzionali non hanno un procedimento aggravato per la loro
modifica rispetto a tutte le altre leggi, rispetto alle costituzioni ‘rigide’); possono esserci
costituzioni ‘lunghe’ e ‘corte’ (il contenuto minimo di una costituzione riguarda il minimo
indispensabile, ovvero solo come è organizzato lo stato; le norme che disciplinano il resto sono
norme che - benché tutte le costituzioni moderne hanno - non sono necessarie; le costituzioni
‘lunghe’ hanno tutte le categorie di norme, quelle ‘corte’ hanno solo norme di tipo organizzativo);
inoltre, la costituzione può essere stata ‘votata’ (da un processo costituente), oppure
‘otriata’ (ovvero concessa dal soggetto titolare del potere politico).
Il potere costituente è giustificato in vari modi, o con riferimento alla trascendenza divina oppure,
in epoca democratica, sulla libertà del popolo/classe dominante
La nostra costituzione è scritta, rigida, lunga e votata in relazione a queste caratteristiche,
composta da 139 articoli e 18 disposizioni transitorie e finali, divisa in tre parti:
1 of 55
La nostra costituzione è di tipo rigido, e prevedere un procedimento particolare per la sua
modifica (art. 138/130 cost.) —> [138] ’le leggi di revisione della costituzione e le leggi
costituzionali sono adottate da ciascuna camera con due successive deliberazioni in un intervallo
non minore di tre mesi e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna
camera nella seconda votazione. Sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi
dalla pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una camera o cinquecentomila
elettori o cinque consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata se non è
approva dalla maggioranza dei voti validi. Non si fa luogo a referendum (abrogativo) se la legge è
stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle camere a maggioranza di 2/3 dei suoi
componenti.'
Mentre, l’articolo [139] dice semplicemente che ‘La forma repubblicana non può essere oggetto di
revisione costituzionale.’
Inoltre, i diritti inviolabili dell’uomo (i principi fondamentali) non potrebbero essere oggetto di
revisione costituzionale.
Abrogativo —> L’articolo 75 della costituzione lo prevede per l’abrogazione totale o parziale di
una legge. Lo possono richiedere o 5 consigli regionali o 500mila elettori. L’induzione avviene
tramite decreto del presidente della repubblica
Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, per le leggi di amnistia, per
l’autorizzazione a ratificare trattati internazionali (art. 75 comma 2). Possono partecipare al
referendum tutti coloro che possono votare alla camera dei deputati. Affinché il referendum
abrogativo sia valido deve partecipare la maggioranza degli aventi diritto (quorum)
Consultivo —> I governanti non sono vincolari al parere espresso dai cittadini.
È stato utilizzato a livello nazionale una sola volta, nel 1989 per chiedere un parere riguardo il
rafforzamento politico delle istituzioni europee, è però usato spesso a livello locale.
Nel caso di referendum consultivo, non c’è limitazione di numero di votanti (quorum) ma solo dai
voti validi.
2 of 55
Governo direttoriale —> (utilizzato solo dalla confederazione svizzera) caratterizzato per la
presenza, accanto al parlamento (assemblea federale), di un direttorio (consiglio federale) formato
da 7 membri eletto dall’assemblea federale. Ciascuno dei componenti del consiglio federale
ricopre a turno il ruolo di capo dello stato.
Parte I
Art.1 —> ‘L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro.’ (individua l’organizzazione
di principio dello stato; ci sono varie forme di repubblica, come la repubblica parlamentare, la
repubblica presidenziale; l’art. 1 non dice quale forma di repubblica noi abbiamo e, per assurdo,
potremmo passare dalla ‘repubblica parlamentare’ alla ‘repubblica presidenziale’ senza
modificarlo;) per ‘fondata sul lavoro’ si deve pensare all’assemblea costituente in un Italia distrutta
dalla guerra con enormi divisioni sociali, il ‘lavoro’ viene usato come collante
‘La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della costituzione.’
(La sovranità appartiene al popolo nel sui insieme considerato, non è frazionabile tra i singoli
soggetti; il popolo tuttavia non la può utilizzare come esso ritiene, ma nelle forme e nei limiti della
costituzione)
Art. 2 —> ‘La repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come
singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede
l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale’.
Con il verbo ‘riconosce’ da alcuni è stata intesa come se ci fosse qualcosa prima della
costituzione, e viene riconosciuta come ‘già esistente’. Si chiama ‘fattispecie aperta’ —> esiste un
nucleo di diritti inviolabili che esistono prima della costituzione i quali sono garantiti dalla
costituzione anche se non enumerati (basati sulla coscienza sociale).
Una seconda tesi non attribuisce particolare significato alla parola ‘riconoscere’ ma ritiene che i
diritti inviolabili siano dentro la costituzione e che possano essere modificati.
Viene qui affermato il principio personalista, che colloca la persona umana, nella sua dimensione
individuale così come in quella sociale, al vertice dei valori riconosciuti dall’ordinamento giuridico.
Le “formazioni sociali” (quali sono, ad esempio, la scuola, i partiti, i sindacati, le collettività locali,
le confessioni religiose, la famiglia) risultano, dunque, fondamentali per la crescita dell’individuo e
questo spiega perché, sulla base del principio pluralista, ad esse vengono riconosciuti e garantiti
gli stessi diritti dell’individuo.
La norma, comunque, ponendo sullo stesso piano i singoli e le formazioni sociali, presuppone
anche l’idea che nessuna libertà collettiva possa prescindere dalla libertà dei singoli.
Art. 3 —> ‘Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza
distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e
sociali’.
(principio di uguaglianza formale)
Il principio dell’eguaglianza davanti alla legge, sia obbliga il legislatore a non operare
differenziazioni basate sul sesso, sulla razza, ma obbliga lo stesso a legiferare con norme generali
ed astratte (la norma deve potersi applicare ad una molteplicità indefinita di fattispecie concrete, e
non deve riferirsi a soggetti predeterminati —> ne consegue il divieto delle leggi personali.)
I casi proposti (sesso, razza, religione) sono esemplificativi e non tassativi.
3 of 55
Art. 3 (comma due) —> ‘E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine
economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini,
impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i
lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.’
(principio di uguaglianza sostanziale)
L’uguaglianza sostanziale parte dal presupposto che vi siano situazioni di partenza diverse dal
punto di vista economico/sociale e lo stato è invitato a farsi carico con alcuni provvedimenti a
rimuovere - almeno in parte - le disuguaglianze di partenza.
———————————————————————————————————————————
Art. 55 —> ‘Il Parlamento si compone della Camera dei deputati e del Senato della
Repubblica.’
Il comma 2 dell’articolo 55 aggiunge che ‘Il Parlamento si riunisce in seduta comune dei membri
delle due Camere nei soli casi stabiliti dalla Costituzione’.
La nostra costituzione prevede un bicameralismo perfetto e paritario in cui le due camere sono in
una posizione di parità (il voto dell’una non può prevalere sul voto contrario dell’altra), hanno
parità di poteri ed una formazione quasi uguale, benché differiscano nell’elettorato attivo (art. 58),
nel sistema di elezione (art. 56/57) e nella composizione (art. 59)
Art. 56 —> ‘La Camera dei deputati e` eletta a suffragio universale e diretto. Il numero dei
deputati e` di 630, dodici dei quali eletti nella circoscrizione Estero. Il paese è diviso in
circoscrizioni (non necessariamente una regione = una circoscrizione). Sono eleggibili a
deputati tutti gli elettori che nel giorno delle elezioni hanno compiuto i venticinque anni di
eta`.
Art. 57 —> Il Senato della Repubblica e` eletto a base regionale, salvi i seggi assegnati alla
circoscrizione Estero. Il numero dei senatori elettivi e` di 315, sei dei quali eletti nella
circoscrizione Estero.
Nessuna Regione può avere un numero di senatori inferiori a sette; tranne il Molise ne ha
due, la Valle d’Aosta uno.
La ripartizione dei seggi tra le Regioni, fatto salvo il numero dei seggi assegnati alla
circoscrizione Estero, previa applicazione delle disposizioni del precedente comma, si
effettua in proporzione alla popolazione delle Regioni, quale risulta dall’ultimo censimento
generale, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti.
Art. 58 —> ‘I senatori sono eletti a suffragio universale e diretto dagli elettori che hanno
superato il venticinquesimo anno di età
Sono eleggibili a senatori gli elettori che hanno compiuto il quarantesimo anno.'
Art. 59 —> ‘E` senatore di diritto e a vita, salvo rinunzia, chi e` stato Presidente della
Repubblica.
Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno
illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario.’
4 of 55
In passato il nostro sistema elettorale era proporzionale, basato sul meccanismo delle preferenze,
con l’indicazione del partito votato e del candidato premier. Si dividevano i seggi tra i vari partiti in
proporzione ai voti presi. Si andrà poi a formare una coalizione tra più partiti (generalmente in cui
comanda chi ha preso più voti). Con questo sistema di coalizioni, le legislature erano molto deboli
ed il governo cadeva spesso.
Nel 1993 viene approvata la nuova legge elettorale per camera e senato basata su un sistema
misto prevalentemente maggioritario (il 75 % dei seggi viene assegnato in collegi uninominali al
candidato avente il maggior numero di voti indipendentemente dalla percentuale raggiunta; il
restante 25 % viene assegnato con metodo proporzionale)
Con la legge 21 dicembre 2005 numero 270 (Porcellum) si è passati ad un sistema elettorale,
con lista bloccata (cioè senza possibilità di preferenze) con colleghi circoscrizionali nei quali la
ripartizione dei seggi avveniva con il sistema proporzionale, ma con premio di maggioranza per la
lista che avesse ottenuto il maggior numero di voti e con una soglia di sbarramento del 2/4 % a
seconda o no che la lista partecipi o no ad una coalizione.
Questa legge, la n. 270, votata nel 2005 è tuttavia nel 2014 stata dichiarata incostituzionale
dicendo che il meccanismo di pluricandidatura del leader politico in più liste presentate nelle varie
circoscrizioni faceva sì che era il leader politico a decidere chi doveva o non doveva essere eletto
(la corte si è espressa dicendo che questa legge elettorale ‘sottrae all’elettore la possibilità di
incidere sull’elezione dei rappresentanti’ ed inoltre, la stessa corte ha detto che non c’era una
soglia ‘minima’ da raggiungere per avere il bonus (bastava che 10 partiti si presentano, 8 prendono
il 10 %, uno il 9 % ed un altro l’11 % e questo prendeva la maggioranza dei seggi).
Con il governo Renzi è stata fatta una nuova legge [Legge del 2015, Italicum] per la camera
(mentre per il senato rimaneva la legge incostituzionale) con le seguenti caratteristiche:
- Suddivisione del territorio della repubblica in 20 circoscrizioni elettorali a loro volta divise in 100
collegi plurinominali
- Clausola di sbarramento per l’accesso alla ripartizione dei seggi per le liste che non hanno
ottenuto, su base nazionale, il 3 % dei voti
- Attribuzione di 340 seggi alla lista che ottenga, su base nazionale, almeno il 40 % dei voti validi
o, in mancanza, a quella che prevale in un turno di ballottaggio tra le due liste che hanno
ottenuto più voti.
- Possibilità per l’elettore di esprimere, nell’ambito della stessa lista, fino a due preferenze, per
candidati di sesso diverso tra quelli non capolista
Ci sono tre possibili ipotesi: se la lista maggioritaria raggiunge almeno 340 seggi, essa ha la
maggioranza ed i vari seggi vengono divisi in modo proporzionale; se invece una lista prende il 40
% dei voti ma non il 55 % dei seggi, alla lista maggioritaria vengono comunque assegnati 340
seggi; se nessuna lista raggiunge il 40 % dei voti, si procede al ballottaggio nazionale tra le due
liste che hanno ottenuto il maggior numero di voti per assegnare alla vincente i 340 seggi.
Tuttavia anche questa è stata dichiarata incostituzionale senza neanche mai essere messa
alla prova. E’ stato difficile perché ciascun partito voleva scrivere la legge sulla base di ciò che gli
era più conveniente.
Si arriva dunque alla legge 3 Novembre 2017 (Legge Rosato).
Il sistema scelto è il sistema ‘misto’ prevalentemente proporzionale:
Si può esprimere il voto o solo facendo una X sul candidato uninominale (ed il voto viene ripartito
tra tutti i partiti che sostengono quel candidato uninominale), se invece si mette il simbolo su uno
dei partiti che compongono la lista, il voto va solo a quella lista ed al candidato scelto da quella
lista.
5 of 55
C’è inoltre lo sbarramento del 3 %, se non si raggiunge il 3%: se si è tra 0/1 i voti sono
sostanzialmente persi, se si arriva tra l’uno ed il tre, i voti vanno alle altre liste presenti nella
coalizione.
Prima del voto le camere vengono sciolte dal presidente della repubblica, successivamente,
dopo le elezioni e dopo che sono state ricostituite, per prima cosa decidono il presidente
della camera e del senato, per poi dopo accordare la fiducia al governo.
Una volta che il presidente del consiglio con ‘pre incarico’ porta dal presidente della
repubblica la lista dei suoi ministri, il presidente della repubblica, con due decreti, lo nomina
presidente del consiglio e nomina i ministri; tuttavia è necessaria, prima della nomina, la fiducia
della camera. Ottenuta la fiducia (che dovrà mantenere per tutta la durata della legislatura,
altrimenti cade), il governo è nel pieno delle sue funzioni.
Art 92 —> Il Governo della Repubblica è composto del Presidente del Consiglio e dei
Ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei Ministri.
Il Presidente della Repubblica nomina il Presi- dente del Consiglio dei Ministri e, su
proposta di questo, i Ministri.
Art 94 —>
Il Governo deve avere la fiducia delle due camere.
Ciascuna Camera accorda o revoca la fiducia mediante mozione motivata e votata per
appello nominale.
Entro dieci giorni dalla sua formazione il governo si presenta alle Camere per ottenerne la
fiducia.
Il voto contrario di una o d’entrambe le Camere su una proposta del Governo non importa
obbligo di dimissioni.
La mozione di sfiducia deve essere firmata da almeno un decimo dei componenti della
Camera e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione.
———————————————————————————————————————————
6 of 55
Art. 13. —> La libertà personale e` inviolabile. Non e` ammessa forma alcuna di detenzione,
di ispezione o perquisizione personale, ne ́ qualsiasi altra restrizione della libertà personale,
se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge.
L’articolo 13 pone a tutela della libertà persona una doppia riserva in quanto prevede che i
provvedimenti restrittivi della libertà personale possano essere adottati solo con atto motivato
dall’autorità giudiziaria (riserva di giurisdizione) e nei soli casi/modi stabiliti dalla legge (riserva di
legge)
La regola della necessità del previo provvedimento dell’autorità giudiziaria trova un affievolimento
solo nei casi eccezionali di necessità ed urgenza, che devono essere tassativamente indicati dalla
legge nei quali l’autorità di pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori che devono
essere, entro 48 ore, comunicati all’autorità giudiziaria e da questa convalidati nelle 48 ore
successive. Se non vengono convalidati, tali provvedimenti sono privi di effetto.
Se la costituzione dice che al massimo si può essere in stato di fermo per 72 ore, il codice di
procedura civile, dice che il massimo è 24 ore.
E` punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di
libertà.
Il terzo comma pone una riserva di legge rinforzata, ponendo principi di disciplina che vincolano il
legislatore ed, a seguire, l’autorità di polizia cui viene conferito un tale potere, limitativo della
libertà dell’individuo.
Differenza ispezione/perquisizione —> ispezione è chiedere ad esempio cosa si ha in tasta;
perquisizione è una privazione di libertà personale maggiore —> se si rifiuta di farmi vedere cosa
ha in tasca, lo ispeziono io.
Come il comma 1 dell’articolo 13 dice che la libertà personale è inviolabile, il comma 1 dell’articolo
14 dice che il domicilio è inviolabile. Per domicilio si intende il centro, il luogo degli affari/interessi
Non vi si possono eseguire ispezioni o perquisizioni o sequestri, se non nei casi e modi
stabiliti dalla legge secondo le garanzie prescritte per la tutela della libertà personale.
Il domicilio ha le stesse garanzie costituzionali della libertà personale, non possono esserci
ispezioni/perquisizioni se non nei modi stabiliti per la tutela della libertà personale.
La nozione di ‘domicilio’ non assicura alla ‘privata dimora’ lo status di spazio sottratto a qualsiasi
tipologia di controllo, ed il comma 3 dell’articolo 14 opera in tal senso: in casi eccezionali di
necessità ed urgenza (accertamenti/ispezioni per motivi di sanità/incolumità pubblica), se
tassativamente indicati dalla legge, l’autorità di pubblica sicurezza può adottare provvedimenti
7 of 55
provvisori limitativi della libertà di domicilio soggetti al successivo giudizio dell’autorità giudiziaria
entro i termini indicati dall’articolo 13 della costituzione.
Art. 15. —> La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di
comunicazione sono inviolabili.
Non tutela solo la corrispondenza, ma anche la sua segretezza. Per corrispondenza si parla di
contenuto inviato a uno/più soggetti
La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria con le
garanzie stabilite dalla legge.
Inoltre la legge stabilisce un periodo massimo in cui una persona può essere messa sotto
intercettazioni, poiché è la limitazione della libertà personale, deve durare per un tempo definito.
Le intercettazioni effettuate illecitamente non possono essere utilizzate nel processo e la relativa
documentazione deve essere distrutta. La costituzione prevede che non si possano adottare
provvedimenti invasivi della segretezza della corrispondenza di una persona in assenza di
provvedimento del giudice.
L’articolo 68 dice che senza l’autorizzazione della camera, nessun membro del parlamento può
essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, ne ́ può essere arrestato o altrimenti
privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza
irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell’atto di commettere un delitto per il quale e` pre-
visto l’arresto obbligatorio in flagranza.
Analoga autorizzazione e` richiesta per sottoporre i membri del Parlamento ad intercettazioni, in
qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza.
Art. 16. —> Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del
territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di
sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche.
L’articolo garantisce ad ogni cittadino la libertà di circolare e soggiornare liberamente sul territorio
Italiano, salvo le limitazioni stabilite dalla legge. Se per le limitazioni alla libertà personale
dell’articolo 13 la legge pone una riserva di giurisdizione (e dunque è necessario un
provvedimento dell’autorità giudiziaria), per le limitazioni della libertà di circolazione, la
costituzione si limita solo a porre una riserva di legge, senza richiedere l’intervento del giudice.
L’espressione ‘in via generale’ comporta che la legge non può fare provvedimenti ad personam ma
solo misure destinate ad intere categorie. Per sanità si intende la salute pubblica e per sicurezza la
sicurezza pubblica e dei cittadini.
Notare che l’articolo assicura la libertà di circolazione e soggiorno ai soli cittadini, consentendo
dunque una disciplina differenziata per gli stranieri.
Inoltre, i trattati UE ci attribuiscono la cittadinanza Europea, e le quattro libertà di cui godono i
cittadini UE. (diritto di circolare/soggiornare negli stati membri; diritto di voto alle elezioni del
parlamento europeo; diritto di godere della tutela diplomatica in un ambasciata di un paese UE alle
stesse condizioni del cittadini di tale paese; diritto di presentare petizioni al parlamento europeo).
Il trattato di Amsterdam ha chiarito che la cittadinanza EU è un completamento della cittadinanza
nazionale e non sostituisce quest’ultima.
Ogni cittadino e` libero di uscire dal territorio della Repubblica e di rientrarvi, salvo gli
obblighi di legge.
Per gli obblighi di legge si intendono i requisiti per l’espatrio (passaporto, CI); non viene spiegata
la categoria degli obblighi di legge.
Distingue le riunioni in tre tipi: riunioni in luogo privato, riunioni in luogo aperto al pubblico e
riunioni in luogo pubblico. Se nel luogo privato non è richiesta nessuna autorizzazione/
comunicazione; distingue poi tra luogo aperto al pubblico e luogo pubblico, in questo caso, la
riunione non deve essere autorizzata, ma è necessario il preavviso
La ratio del preavviso è mettere le autorità in grado di adottare le misure necessarie a tutelare la
sicurezza e l’incolumità pubblica.
Art. 18. —> I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini
che non sono vietati ai singoli dalla legge penale.
Si intende per associazione una qualunque formazione sociale avente anche un minimo nucleo di
organizzazione e di tendenziale stabilità.
La costituzione pone innanzitutto il principio della libertà di fondare un’associazione, di aderirvi o
non aderirvi. L’ampiezza della sfera assegnata alla libertà di associazione trova definitiva
conferma nella previsione costituzionale che conferisce piena libertà di fini all’associazione,
poiché gli unici fini che l’associazione non può perseguire sono quelli ‘vietati al singolo della legge
penale’
Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi
politici mediante organizzazioni di carattere militare.
Il comma due pone limiti ‘speciali’ alle libertà di associazione poiché individua due tipi di
associazioni (le associazioni segrete e quelle che perseguono scopi politici mediante
organizzazione di carattere militare) vietate dalla costituzione.
• L’appartenenza ad associazioni segrete è sanzionata penalmente e le stesse sono sciolte con
decreto del presidente del consiglio che ne ordina lo scioglimento e la confisca dei beni.
• Sono anche vietate le associazioni che perseguono scopi politici mediante organizzazioni di
carattere militare (devono essere presenti entrambi i fattori, sia organizzazioni che perseguono
scopi politici e sia mediante organizzazioni di carattere militare)
Art. 19. —> Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi
forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico
il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume.
Se l’articolo 8 della costituzione dice che ‘Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere
davanti alla legge’ e tutela l’aspetto istituzionale della libertà religiosa, con l’articolo 19 la
costituzione precisa che la libertà di culto può esprimersi in qualsiasi forma (individuale/associata)
e si estende a tutti le attività ad essa collegate, purché non siano contrari al buon costume.
Art. 21. —> Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo
scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad
autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato
dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo
9 of 55
autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per
l’indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento
dell’autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali
di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare
denunzia all’autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore
successive, il sequestro s’intende revocato e privo d’ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di
finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie
al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le
violazioni.
L’articolo 21 della costituzione garantisce la libertà di manifestazione del pensiero. L’unico limite
posto dall’articolo alla libertà di manifestazione del pensiero è il buon costume che dalla
giurisprudenza prevalente viene inteso come rispetto del ‘pudore sessuale’.
La libertà di manifestazione del pensiero comprende anche la libertà di informazione (nell’aspetto
di informare il pubblico, informarsi ed essere informati). Il regime della stampa caratterizzato da
questo articolo è caratterizzato dal divieto di sottoporre ogni stampato a controlli di tipo
preventivo (richiesta di autorizzazione o censura), mentre è ammessa la forma di controllo
successivo (quale il sequestro).
L’articolo 21 a questo proposito pone - a tutela della libertà di stampa - sia la garanzia della
riserva di legge che della riserva di giurisdizione: il sequestro può avvenire solo con
provvedimento dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti per i quali la legge sulla stampa
espressamente lo autorizzi o nel caso di violazioni delle norme che la stessa legge prescriva per
l’indicazione dei responsabili.
Nel caso vi sia assoluta urgenza, un ufficiale di polizia giudiziaria può provvedere al sequestro,
con obbligo di comunicazione del provvedimento al giudice entro 24 ore con necessità di
convalida, da parte dell’autorità giudiziaria, entro le successive 24 ore.
Sia la costituzione italiana e sia il trattato sul funzionamento dell'Unione Europea hanno una
sostanziale funzione analoga: dettare i principi e gli istituti giuridici che regolano i rapporti
economici (se la costituzione italiana tratta del diritto di proprietà e di impresa, nel trattato europeo
cioè la politica della concorrenza, la promozione di mercati aperti e concorrenziali, la politica di
coesione..)
È una convivenza non semplice perché, tra le due sfere, europea e nazionale italiana, non vi è
coincidenza di ispirazione in generale: se la costituzione economica ha il suo centro di gravità nel
mercato e, precisamente, nella sua complessa organizzazione giuridica, in funzione della
costruzione compiuta del mercato unico europeo, la costituzione economica italiana ha al centro
la proprietà e in secondo luogo l'impresa, visti come diritti del singolo. Per quanto riguarda la
costituzione economica europea, il principio ordinatore di sistema è quello dell'economia sociale
di mercato ovvero un sistema economico fondato sulla libertà di impresa e di mercato.
10 of 55
Costituzione economica Ita:
- Il tema del lavoro è trattato negli articoli da 35 a 40 (benché anche il primo articolo dice che
l’Italia è fondata sul lavoro e l’articolo 4 dice che il diritto al lavoro è riconosciuto a tutti —> è
però una norma percettiva o programmatica? La corte costituzionale ha chiarito che non va
intesa come ‘lo stato deve dare a tutti un posto di lavoro’, ma lo stato deve porre in essere tutte
le politiche possibili per creare le condizioni affinché si raggiunga il massimo livello
occupazionale).
- Lo statuto giuridico della proprietà
- Lo statuto giuridico dell’impresa: pubblica, privata.
- La disciplina e programmazione finanziaria e di bilancio
- L’ordinamento tributario
L’articolo 35 è diretta esplicazione dell’articolo 4 della costituzione:
Art. 35. —> La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni.
Cura la formazione e l’elevazione professionale dei lavoratori.
Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e
regolare i diritti del lavoro.
Riconosce la libertà di emigrazione, salvo gli obblighi stabiliti dalla legge nell’interesse
generale, e tutela il lavoro italiano all’estero
Gli articoli successivi sono molto più specifici, gli si riconosce un efficacia più programmatica che
precettiva.
Art. 36. —> Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità
del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a se ́ e alla famiglia un’esistenza
libera e dignitosa.
L’articolo 36 pone numerose norme a tutela del lavoratore: l’articolo pone il principio che le
retribuzioni non devono essere uguali, ma in rapporto proporzionato alla qualità e quantità del
lavoro [non si possono trattare in maniera uguale situazioni diverse].
Il secondo come stabilisce che la retribuzione deve poter assicurare un’esistenza libera e
dignitosa; andando a stabilire che il limite della giornata lavorativa deve essere stabilito per legge,
stabilendo il riposo settimanale e le ferie annuali, dicendo che la monetizzazione delle ferie è
illegittima.
Art. 37. —> La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse
retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire
l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino
una speciale adeguata protezione.
La legge stabilisce il limite minimo di eta` per il lavoro salariato.
La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a parità di
lavoro, il diritto alla parità di retribuzione.
L’articolo 37 va letto unitamente agli articoli 4,35,36 della costituzione per quanto riguarda il diritto
al lavoro delle donne, ma va distinto per quanto riguarda la tutela della donna e del minore poiché
le due tutele rispondono ad esigenze e principi diversi: se la tutela della donna va collocata in un
quadro più ampio di parità di diritti tra uomo e donna; la tutela del minore risponde all’esigenza di
assicurare un’adeguata formazione culturale e professionale dello stesso.
L’articolo 37 riguarda il lavoro svolto dalla donna ed il lavoro svolto dai minori, fissando il principio
della parità di uomo e donna nel mondo del lavoro (per adempiere a questa prescrizione
costituzionale erano state preparate alcune disposizioni di legge per il congedo parentale).
Riguardo il lavoro minorile la legge stabilisce un limite minimo di età per il lavoro dipendente
(salariato)
11 of 55
Art. 38. —> Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha
diritto al mantenimento e all’assistenza sociale.
Lo Stato si fa carico in prima persona dell'assistenza sociale, cioè di adottare quelle misure che
servono a garantire un adeguato tenore di vita anche a chi è titolare di un reddito inferiore
I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze
di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria.
Il secondo comma invece fa riferimento a coloro non possono più lavorare a causa di infortuno,
malattia, invalidità e vecchiaia.
La particolare situazione di svantaggio in cui versano inabili e minorati comporta che ad essi è
costituzionalmente attribuito il diritto all'avviamento professionale.
(INPS/INAIL ecc..)
L’articolo 39 è un articolo della costituzione che non è mai stato attuato, salvo il primo comma.
Il secondo, il terzo ed il quarto comma devono essere letti in modo unitario. Essi introducono il
tema della registrazione dei sindacati, pensata dal costituente allo scopo di attribuire ad essi
personalità giuridica. Tuttavia, il meccanismo in esame non ha mai ricevuto attuazione perché
nessuna legge, a riguardo, è stata emanata, e perché i sindacati hanno visto con diffidenza
l’eventuale registrazione, temendo che essa avrebbe coinciso con l'imposizione di controlli e limiti
penetranti. Ad oggi, quindi, i sindacati sono associazioni non riconosciute che stipulano contratti
collettivi efficaci solo nei confronti dei loro iscritti (No efficacia erga omnes, solo per gli iscritti al
sindacato).
Art. 40. —> Il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano.
L’articolo 40 si occupa del diritto di sciopero semplicemente riconoscendolo e rinviando alle leggi
la regolazione del diritto di sciopero, ma anche questa disposizione non è stata attuata poiché non
si è mai approvata una disciplina generale del diritto di sciopero (è stata approvata solo la
disciplina del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali)
12 of 55
La lettura dell’articolo 41 dimostra che il costituente ha inteso instaurare un sistema economico
misto nel quale, oltre ad essere assicurata la libertà dell’iniziativa privata è però prevista la
coesistenza, a fianco dell’attività economica privata, anche di quella pubblica ed entrambe
trovano limite nella necessità del rispetto della dignità umana e sociale.
Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla
sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica
e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.
L’articolo pone sia limiti negativi (la legge può porre limiti all’attività economica privata affinché
questa non si svolga in contrasto con l’utilità sociale o non arrechi danno alla sicurezza, dignità
umana ecc..) e limiti positivi (consente alla legge di determinare i programmi/controlli opportuni
affinché l’attività economica venga indirizzata a fini sociali)
Riassumendo, se i limiti previsti dal comma due sono divieti posti all’iniziativa privata; quelli posti
dal comma 3 sono vincoli positivi mediante i quali è possibile porre le linee secondo le quali deve
svolgersi l’attività economica. (è la riserva di legge)
L’articolo prevede entrambe le forme di proprietà e le pone sullo stesso piano. Tuttavia, alla
proprietà privata non viene assegnato lo status di diritto fondamentale
La costituzione non definisce cosa sia la proprietà, sicuramente si attiene alla definizione del
codice civile (la costituzione è del 1948, il codice civile del 1942) ovvero la ‘possibilità di godere e
disporre in modo pieno ed assoluto delle cose oggetto di proprietà nei limiti e sotto l’osservanza
dell’ordinamento giuridico’ (art. 832 c.c.).
La costituzione non aggiunge nulla al codice civile: ci dice che esiste il diritto di proprietà e dice
che i beni economici che possono essere oggetto di proprietà possono appartenere o allo stato, o
a soggetti privati (persone fisiche) oppure ad enti (che possono essere enti di natura privata o enti
di natura pubblica). La costituzione utilizza il termine ‘riconoscere’ perché il diritto di proprietà è
qualcosa che esiste a prescindere dalla costituzione.
La proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo,
espropriata per motivi d’interesse generale.
La giurisprudenza costituzionale, dopo aver affermato che l’indennizzo non può avere valore
simbolico/irrisorio, ha sposato l’orientamento della corte europea dei diritti dell’uomo secondo cui
esiste un ‘ragionevole legame tra l’indennità di esproprio ed il valore del bene’
Art. 43. —> A fini di utilità generale la legge può riservare originariamente o trasferire,
mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di
lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscano a servizi
pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di
preminente interesse generale.
13 of 55
Dice che la proprietà delle imprese che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di
energia/situazioni di monopolio può essere riservata allo stato. Ci deve essere al fine
dell’espropriazione l’interesse generale e poi l’indennizzo.
Questa disposizione costituzionale consente (ma non impone) l’instaurazione di un monopolio
legale pubblico e dunque l’esclusione dell’iniziativa economica privata in determinati settori o che
già si trovino in situazioni di monopolio, ma ci deve comunque essere un ‘preminente interesse
generale’.
L’articolo 43 consente l’assegnazione del monopolio anche a comunità di lavoratori o di utenti (si
parla in questo caso di ‘monopolio sociale’).
In merito all’instaurazione di monopoli pubblici, l’articolo 43 è stato applicato due volte: con l’Enel
e con l’ENI.
Art. 45. —> La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di
mutualità e senza fini di speculazione privata.
La legge ne promuove e favorisce l’incremento con i mezzi più idonei e ne assicura, con gli
opportuni controlli, il carattere e le finalità.
La legge provvede alla tutela e allo sviluppo dell’artigianato.
Art. 46. —> Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro e in armonia con le
esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei
modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende.
Anche questo articolo come il 49 è rimasto inattuato nella nostra costituzione: nel nostro paese, a
differenza di altri (come Francia o Germania), il rapporto tra lavoratori ed imprenditori ha seguito
una via esattamente opposta: invece di progredire verso un ingresso dei primi nella gestione
dell'impresa ha registrato un aumentare dei conflitti tra le categorie. L’articolo prevede che la
repubblica riconosca il diritto dei lavoratori al collaborare nella gestione delle aziende.
E’ una norma di tipo programmatico, la repubblica attraverso la legge dovrebbe favorirla.
Art. 47. —> La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina,
coordina e controlla l’esercizio del credito.
L'ultima parte del primo comma evidenzia la volontà che vengano adottate leggi ordinarie valevoli
per tutti coloro che operano nel settore al fine di garantire uniformità all'interno di esso ed evitare
che si realizzino diseguaglianze che ricadrebbero sui risparmiatori.
14 of 55
Il 47, a differenza del 41 non prevede una riserva di legge, ma il controllo (‘controlla e coordina’).
Ma come avviene? Lo stato emette delle regole che devono essere seguite da tutti gli intermediari.
Favorisce l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione, alla proprietà
diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi
produttivi del Paese.
Il riconoscimento del diritto ad un tenore di vita adeguato a garantire un'abitazione trova il suo
fondamento nell'art. 25 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo. A sostegno del diritto
alla proprietà dell'abitazione si sono susseguite nel tempo una serie di misure di agevolazione
(mutui agevolati, sgravi fiscali ecc.) soprattutto rispetto all'acquisto della prima casa.
Art. 53. —> Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità
contributiva. Il sistema tributario e` informato a criteri di progressività.
L’articolo due della costituzione, oltre a riconoscere i diritti inviolabili dell’uomo, afferma che la
repubblica richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e
sociale —> gli articoli 52 (dovere di difesa della patria), 53 (dovere di concorrere alle spese
pubbliche), 54 (dovere di fedeltà alla repubblica) elencano i doveri costituzionali inderogabili.
Secondo questo articolo della costituzione non c’è esenzione al contribuire alle spese pubbliche,
tuttavia, ognuno le deve pagare in proporzione alla propria capacità contributiva.
Il secondo comma dice che il sistema deve avere un criterio di progressività (man mano che la
capacità contributiva aumenta, si deve pagare di più)
Art. 81. —> Lo Stato assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio,
tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico.
E’ stata modificata dalla legge costituzionale numero uno del 2012 la quale ha aggiunto il principio
del pareggio del bilancio, ci può tuttavia essere un minimo di sforamento a condizione che sia
giustificato da una previsione tendenziale per cui in un arco di tempo ridotto l’equilibrio venga
assicurato. L’accelerazione della riforma costituzionale deriva dalla firma da parte dell’Italia, il 2
marzo 2012, insieme ad altri 24 Paesi membri dell’UE, del «Trattato sulla stabilità, il coordinamento
e la governance dell’Unione economica e monetaria», conosciuto meglio come «fiscal
compact» (o patto di bilancio), che contiene una serie di «regole d’oro» vincolanti per gli Stati
firmatari.
Il ricorso all’indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo
economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei
rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali.
Ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte.
Il secondo comma fa riferimento al deficit i quali sono ammessi se non superiori al 3%, se si
pensa che i soldi rientrino in breve tempo e se sono causati da eventi eccezionali considerati
nell’ambito del ciclo economico in cui capitano (dal 2012 ad oggi è stato attuato una volta —> il
‘tesoretto’ da 20 miliardi di euro da utilizzare per interventi di salvataggio delle banche).
Ogni legge approvata deve avere dentro di se la spiegazione di come il governo pensa di trovare i
fondi per farvi fronte (relazione tecnica che quantifica le spese) —> il presidente della repubblica
quando va a firmare la legge verifica che la legge sia coperta, se ha dei dubbi, rinvia la legge alle
camere per ulteriori approfondimenti.
Le Camere ogni anno approvano con legge il bilancio e il rendiconto consuntivo presentati
dal Governo.
L’esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi
non superiori complessivamente a quattro mesi.
Il contenuto della legge di bilancio, le norme fondamentali e i criteri volti ad assicurare
l’equilibrio tra le entrate e le spese dei bilanci e la sostenibilità del debito del complesso
15 of 55
delle pubbliche amministrazioni sono stabiliti con legge approvata a maggioranza assoluta
dei componenti di ciascuna Camera, nel rispetto dei principi definiti con legge
costituzionale.
I bilanci sono quei documenti contabili nei quali vengono separatamente indicate le entrate e le
spese dello Stato in un determinato periodo di tempo.
Il DEF (documento economia e finanza; si occupa degli obiettivi economici di lungo periodo,
illustra le politiche in tese a garantire la stabilità macroeconomica e a favorire la crescita e la
competitività. È diviso in tre sezioni: la prima è costituita dallo schema del programma di stabilità,
che contiene le informazioni richieste dall'UE in attuazione del patto di stabilità e crescita; la
seconda sezione contiene l'analisi del conto economico e del conto di cassa delle amministrazioni
pubbliche dell'anno precedente, con l'indicazione degli eventuali scostamenti rispetto agli obiettivi
programmatici; la terza sezione reca lo schema del programma nazionale di riforma che contiene
le informazioni riguardanti lo stato di avanzamento delle riforme avviate. il DEF che deve essere
presentato dal Governo alle Camere entro il 10 aprile di ogni anno.
La nota di aggiornamento del DEF è invece è un documento necessario che contiene, oltre
all'eventuale aggiornamento delle previsioni economiche e di finanza pubblica, l'aggiornamento
degli obiettivi programmatici in considerazione delle eventuali raccomandazioni approvate dal
consiglio dell'Unione Europea sul programma di stabilità e sul programma nazionale di riforma.
La legge n. 243/2012 ha unito Legge di Bilancio e Legge di Stabilità, che dal 2016 costituiscono
un unico testo legislativo. —> la legge di bilancio è ora divisa in due sezioni: la prima assolve le
funzioni dell’ex legge di stabilità (riporta le misure quantitative necessarie a raggiungere gli
obiettivi nel DEF); la seconda sezione è la sezione contabile che riporta le previsioni di entrate/
uscite.
L’articolo dice poi che lo stato - come qualsiasi entità - deve avere un bilancio preventivo ed un
bilancio consultivo, il quale deve essere approvato entro 4 mesi. Il bilancio deve essere approvato
da entrambe le camere a maggioranza assoluta entro il 10 Aprile.
Il bilancio è sia triennale (ed ogni anno viene aggiornato per il triennio successivo) e sia annuale (in
cui spiega ogni cosa che farà nell’anno in corso).
16 of 55
Ad ottobre viene presentata alle camere la legge di bilancio (che è l’unione in un unico
documento dei contenuti attuali della legge di stabilità e della legge di bilancio) che
fotografa quelle che saranno le spese, entrate/uscite dello stato;
Una volta approvato il bilancio dello stato, esso diventa operativo.
La legge prevede che entro il 30 giugno dell’anno successivo possa essere fatta una manovra di
adeguamento/assestamento su quella che è l’approvazione del bilancio (ovvero modificare ciò
che è stato approvato nella legge di bilancio in relazione agli andamenti concreti dell’economia).
Inoltre, il rendiconto generale dello Stato è un documento contabile nel quale sono riassunti e
dimostrati i risultati della gestione dell'anno finanziario. Entro il mese di giugno di ogni anno, il
ministero dell'economia delle finanze deve presentare alle camere il rendiconto generale
dell'esercizio scaduto il 31 dicembre dell'anno precedente.
Abbiamo detto come gli elementi costitutivi dello stato siano popolo, territorio e sovranità.
La sovranità può avere delle limitazioni che tuttavia hanno il presupposto nel fatto che comunque
il potere sovrano accetta questa limitazione (non è una limitazione imposta).
Un ordinamento sovrano può o riconoscere (come le libertà fondamentali) delle limitazioni al suo
potere oppure pattuire delle limitazioni alla sovranità stessa.
Gli articoli della costituzione riguardo la sovranità sono gli articoli 10 ed 11;
• L’articolo 10 dice che ‘L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto
internazionale generalmente riconosciute. La condizione giuridica dello straniero e` regolata
dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.’
• L’articolo 11 dice invece che la sovranità - che appartiene al popolo - può essere limitata:
‘L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di
risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati,
alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le
Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo’.
Le limitazioni di sovranità, dice l’articolo 11, non sono illimitate, ma il fine ultimo di esse è
garantire pace e giustizia e non si può cedere così tanta sovranità da arrivare ad allineare il
proprio ordinamento giuridico a quello di altri stati’.
L’Unione Europea affonda le sue radici storiche nell’Impero Romano come idea di un’Europa unita
geograficamente e politicamente; si inizia tuttavia a pensare di riunire l’Europa solo dopo la
seconda guerra mondiale. Famoso è il manifesto di Spinelli a Ventotene che ha ipotizzato
un’Europa federalista, unico modo per avere una pace prolungata; il 9 Maggio (festa dell’Europa)
1950 il primo ministro Francese pronunciò un famoso discorso, lanciando la politica del ‘passo
dopo passo’ affinché gli europei si sentissero sempre più uniti.
2^ fase (1986-2002)
L’atto Unico Europeo del 1986 è la prima tappa a tale cambiamento.
I principali cambiamenti sono stati:
17 of 55
- La votazione a maggioranza qualificata (e non più assoluta) riguardo materie rilevanti nello
sviluppo dell’integrazione economica, come l’armonizzazione delle legislazioni, condizione
necessaria per passare dal mercato comune al mercato interno;
- Viene infine prevista una prima forma di partecipazione alla politica estera attraverso
l’istituzionalizzazione dei vertici semestrali del Consiglio Europeo composto dai Capi di Stato
o di Governo assistiti dai ministeri degli affari esteri.
• Trattato di Maastricht, firmato il 07/02/1992 —> disegna una nuova Unione Europea che
comprende 3 pilastri:
- il pilastro comunitario regolato dai Trattati originari del ‘57 (TCEE), riformati nel Trattato della
Comunità Europea (TCE);
- il pilastro della politica estera e di sicurezza (PESC);
- il pilastro di cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale (GAI) regolato dal Trattato
dell’Unione Europea (TUE).
Nel 2001 la Convenzione sull’avvenire dell’Europa prevede la revisione organica dei trattati.
3^ fase (2002/2012)
Tra i molteplici obiettivi oltre a quello primario di garantire la pace ed il benessere fra i popoli,
ricordiamo la libera circolazione, prevenzione alla criminalità, sviluppo basato su una crescita
economica equilibrata e stabilità dei prezzi, piena occupazione e progresso sociale, la parità fra
uomini e donne, la solidarietà fra gli Stati membri, l’eliminazione della povertà..
18 of 55
• Il trattato di Lisbona, oltre a potenziare il ruolo del parlamento europeo, potenzia la
partecipazione dei cittadini, che attraverso l’ “iniziativa popolare” di 1 milione di individui può
presentare proposte di atti legislativi e, per la prima volta nella storia dell’integrazione europea, è
data la possibilità per uno Stato membro di uscire dall’Unione.
• Il trattato di Lisbona introduce la figura dell’alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e
la politica di Sicurezza, che è anche vicepresidente della Commissione, assistito dal servizio
europeo per l’azione esterna.
Nel 1951 viene creata la CECA, esigenza che nasceva in riferimento a Germania e Francia
ma che coinvolge anche l’Italia ed il Benelux; nel 1957 segue alla CECA il Trattato di Roma
che comprende anche l’EURATOM, nasce cosi la CEE la quale si pone l’obiettivo di instaurare,
entro il 1968 la custom union.
Nel 1957 nascono CECA, l’EURATOM e la CEE, che erano completamente diverse:
La CEE si sarebbe dovuta occupare di creare un mercato comune, per agevolare gli scambi tra gli
stati, basata sulla four freedoms: la libera circolazione di capitali, merci, persone e servizi. Il
mercato comune è BEN diverso dal mercato UNICO, obiettivo dell’Unione Europea. L’assemblea
delle tre comunità era costituita da rappresentanti di ogni nazione. Negli anni ’60 le tre assemblee
vengono unite (ma non i consigli e le commissioni delle tre unità), si comincia ad avere in luce
l’embrione del parlamento Europeo.
Dal 1973 la CEE si amplia, con l’ingresso di UK ed EIRE, si arriva a 9 stati membri e si
implementa il processo di avvicinamento delle legislazioni nazionali (in una primo momento
attraverso direttive, ovvero provvedimenti che indicano l’obiettivo da conseguire obbligando gli
stati ad modificare il diritto interno per arrivare a tale obiettivo; i regolamenti sono conformi in tutta
l’UE; le decisioni sono anche esse dei regolamenti, ma non hanno carattere astratto: possono
essere diretti solo ad alcuni stati; ci sono poi le raccomandazioni - le uniche con carattere non
vincolante - e sono uno stimolo agli stati per avvicinare la disciplina su una determinata materia in
vista di un successivo regolamento/direttiva).
Nel 1986 c’è l’adozione dell’atto unico europeo nella CEE con l’adozione della PESC
(Politica estera e di sicurezza comune) e con la cooperazione negli ambiti giudiziari, legali
(ravvicinamento delle legislazioni) e penali; nel 1986 viene adottato anche il trattato di
Schengen che dà completa attuazione al principio di libera circolazione delle persone. Nel 1992 il
trattato di Maastricht segna la data dalla quale si passa dal concetto di ‘più comunità
economiche’ al concetto di ‘unione’.
Con Maastricht viene rivisto l’assetto istituzionale e viene affermata la cittadinanza europea.
Si inizia a parlare di Euro introducendo lo SME (sistema monetario economico europeo)
mantenendo fisso il rapporto di cambio tra le diverse valute.
Il trattato di Nizza del 2001 interviene sulla disciplina delle istituzioni dell’unione e sui
meccanismi di voto, aumentando il numero delle materie sulle quali si potessero prendere
decisioni a maggioranza invece che all’unanimità. Si proclama in tale occasione la ‘Carta dei
diritti fondamentali dell’Unione Europea’.
Nel 2002 entra in vigore l’euro, nel 2004 parte un progetto di costituzione europea: viene
costituita una commissione con il compito di unificare i trattati e le istituzioni la quale presentò un
progetto che venne bocciato da Olanda e Francia.
Nel 2007 con il trattato di Lisbona con cui l’Unione Europea si dota di più moderni strumenti di
lavoro, costituito da: il trattato sull’Unione Europea, formato da 55 articoli ed il trattato sul
funzionamento dell’Unione Europea che per un verso è esplicativo del trattato sull’unione,
dall’altro tratta le politiche nei vari settori che l’Unione Europea persegue.
19 of 55
Il trattato di Lisbona è divenuto operativo nel 2009 a causa della ratifica ritardata di Irlanda e
Polonia.
Fino all’entrata in vigore del trattato di Lisbona l’ordinamento Europeo si presentava formato su
tre trattati ciascuno dei quali fondanti un diverso soggetto giuridico: la comunità europea, la
CECA e l’Unione Europea —> dopo il trattato di Lisbona, il pilastro comunitario (Comunità
Europea) e gli altri due vengono ad essere parti integranti di un unico ente, l’Unione Europea.
Infatti nel TUE, l’articolo 1 comma 3 recita: ‘L’unione sostituisce e succede alle comunità Europee’
Si occupa di adottare la legislazione dell'UE, insieme al Consiglio dell'UE, sulla base delle
proposte della Commissione europea; decide sugli accordi internazionali e decide in merito agli
allargamenti.
La funzione di tipo legislativo che non esercita in via esclusiva (se da noi per approvare una legge,
il testo di questa deve essere approvato sia dal senato che dalla camera, in caso di provvedimenti
europei, affinché esso diventa europeo deve avere approvazione sia del parlamento sia del
consiglio Europeo.)
Il parlamento controlla la commissione.
Essenzialmente dunque, il parlamento ha funzione legislativa, di bilancio e di controllo
politico sull’operato degli altri organi.
Svolte la sua attività attraverso commissioni (che preparano la legislazione; conta 20 commissioni
e due sottocommissioni, ognuna delle quali si occupa di un determinato settore) e sessioni
plenarie (quando la legislazione viene adottata; gli eurodeputati si riuniscono tutti e votano)
Il consiglio Europeo —> è formato dai capi di stato degli stati membri, dal presidente del
consiglio Europeo ed il presidente della commissione Europea.
Si concretizza generalmente in riunioni trimestrali tra tutti i leader dell’UE.
Il presidente viene eletto a maggioranza qualificata per un mandato di due anni e mezzo
rinnovabile una sola volta. Al consiglio europeo partecipa ma senza diritto di voto l’alto
rappresentante per la politica estera dell’unione e della sicurezza, ovvero un soggetto che fa parte
dell’esecutivo ma che unitamente al presidente della commissione ha una rilevanza particolare
collegata alla politica estera dell’unione.
20 of 55
Il consiglio europeo si pronuncia per consenso, salvo che i trattati non dispongano diversamente.
Il trattato sull’Unione Europea sottolinea come al consiglio europeo non competano funzioni
legislative. Il consiglio europeo definisce l’orientamento politico generale e le priorità
dell’Unione europea, oltre che la politica estera comune, si riunisce due volte ogni semestre
per definire l’agenda politica dell’Unione Europea ed ogni volta che il consiglio Europeo si
riunisce manda una relazione al parlamento nella quale indica quali sono gli orientamenti
assunti dal consiglio Europeo sulle questioni in modo che il parlamento possa prendere atto
e svolgere una mediazione tra quelle che possono essere le visioni più o meno opposte.
Non è un istituzione a schema fisso, ma è un istituzione a schema variabile e si prevede possa
essere riunito in diverse formazioni, a seconda dei rappresentanti degli stati che vi partecipano.
Il Consiglio europeo, deliberando a maggioranza qualificata con l’accordo del presidente della
Commissione, nomina l’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di
sicurezza.
Il consiglio si riunisce in varie formazioni: il consiglio ‘affari generali’ prepara le riunioni del
consiglio Europeo; il consiglio ‘affari esteri’ elabora l’azione esterna dell’unione secondo le linee
strategiche definite dal Consiglio Europeo.
- Definisce gli ordinamenti nel cui quadro la Commissione esercita i suoi compiti
- Decide l’organizzazione interna della Commissione per assicurare coerenza, efficacia e
collegialità della sua azione
21 of 55
- Nomina i vice-presidenti, fatta accezione per l’Alto rappresentante per gli affari esteri il quale è
anche uno dei vice-presidenti della commissione
La corte di giustizia Europea —> La corte di giustizia dell’U.E. comprende: la corte di giustizia, il
tribunale ed i tribunali specializzati.
———————————————————————————————————————————
Il tema delle cooperazioni rafforzate (Europa a due velocità) non è noto ma è tuttavia un tema
centrale —> ovvero che più stati membri possano arrivare ad integrazioni più strette di quelle che
prevede il diritto comunitario ordinario facendo sì che questa più stretta cooperazione resti
sempre all’interno dell’unione ed utilizzi le strutture dell’unione per lo svolgimento dei propri
compiti.
Le cooperazioni rafforzate non possono andare in contrato agli obiettivi dell’unione e, anche se vi
possono partecipare solo alcuni stati, l’ingresso degli altri stati dell’unione non può essergli
precluso.
———————————————————————————————————————————
Il titolo sesto del trattato prevede le procedure di entrata/uscita dall’unione; gli articoli 49/50
si occupano dell’entrata/uscita. Quando un paese entra, la sua entrata deve essere accettata e
ratificata da tutti i parlamenti dei paesi già presenti
L’articolo 50 dice che lo stato con intenzione di recedere notifica alla commissione la sua volontà
ed, avvenuta la notifica, si prevede che l’Unione negozia e concluda con tale stato un accordo per
il recesso, tenendo conto delle future relazioni tra stato/unione.
La procedura prevede un termine di due anni. I trattati cessano di essere applicati al trattati allo
stato che esce nel momento in cui esso firma l’accordo per l’uscita. Se anche entro due anni non
si riesce a firmare un accordo, il paese non dovrà più contribuire all’Unione. Nel caso dell’UK è
sicuramente più facile a causa della non presenza dell’UK nell’Eurozona e nell’accordo di
Schengen.
La procedura di approvazione degli atti normativi (art. 289) —> La proposta la fa la commissione,
il primo che si muove poi è il parlamento, che adotta la sua posizione, la quale deve essere
approvata dal consiglio. Se il consiglio non approva, modifica e rimanda il testo al parlamento.
Davanti alla nostra corte costituzionale, in caso di contrasto fra norme, deve prevalere in
diritto nazionale o il diritto europeo? Con due sentenze della corte costituzionale, essa ha detto
che se la norma europea viene dopo la norma Italiana, si applica il principio della legge
22 of 55
successiva che deroga la legge precedente; se invece, la norme europea è antecedente alla
norma italiana, la norma italiana successiva cede rispetto alla norme europea antecedente perché
risulta incompatibile, incostituzionale. Tuttavia, per rendere inoperativa la norma nazionale era
necessario sollevare l’incostituzionalità davanti alla corte costituzionale —-> ciò è incompatibile
con la ECJ perché essa ha detto che non è necessario dichiarare l’incostituzionalità ma
solamente non applicare la legge nazionale ed applicare la norma comunitaria.
La corte costituzionale alla fine, con la sentenza 270 ha detto che non si pone un problema
di costituzionalità, ma l’ordinamento nazionale e comunitario sono due ordinamenti - se pur
tra loro coordinati - autonomi e distinti e l’applicabilità di uno e dell’altro si risolvono con il
criterio della competenza: se una certa materia compete al diritto comunitario allora si
applicheranno le norme di diritto comunitario con la disapplicazione delle norme di diritto
interno.
Si è posto allora il tema dei controlimiti —> l’argine tra diritto comunitario e diritto nazionale è
sancito dai contolimiti costituzionali —> le norme di diritto comunitario, anche se si tratta di
norme riguardo argomenti che spettano al diritto comunitario, non possono entrare in contrasto
con la nostra costituzione
[TUE] Art. 1
‘Con il presente trattato, le ALTE PARTI CONTRAENTI istituiscono tra loro un'UNIONE EUROPEA,
in appresso denominata "Unione", alla quale gli Stati membri attribuiscono competenze per
conseguire i loro obiettivi comuni.
Il presente trattato segna una nuova tappa nel processo di creazione di un'unione sempre più
stretta tra i popoli dell'Europa, in cui le decisioni siano prese nel modo più trasparente possibile
e il più vicino possibile ai cittadini.
L'Unione si fonda sul presente trattato e sul trattato sul funzionamento dell'Unione europea (in
appresso denominati "i trattati"). I due trattati hanno lo stesso valore giuridico. L'Unione
sostituisce e succede alla Comunità europea.
Il presupposto dell’unione è che vi sia non solo condivisione ma anche comunanza di questi valori.
1. L'Unione si prefigge di promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi popoli.
2. L'Unione offre ai suoi cittadini uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia senza frontiere
interne, in cui sia assicurata la libera circolazione delle persone insieme a misure appropriate
per quanto concerne i controlli alle frontiere esterne, l'asilo, l'immigrazione, la prevenzione
della criminalità e la lotta contro quest'ultima.
3. L'Unione instaura un mercato interno. Si adopera per lo sviluppo sostenibile dell'Europa,
basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un'economia
sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso
sociale, e su un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell'ambiente. Essa
promuove il progresso scientifico e tecnologico. L'Unione combatte l'esclusione sociale e le
23 of 55
discriminazioni e promuove la giustizia e la protezione sociali, la parità tra donne e uomini, la
solidarietà tra le generazioni e la tutela dei diritti del minore. Essa promuove la coesione
economica, sociale e territoriale, e la solidarietà tra gli Stati membri. Essa rispetta la ricchezza
della sua diversità culturale e linguistica e vigila sulla salvaguardia e sullo sviluppo del
patrimonio culturale europeo.
4. L'Unione istituisce un'unione economica e monetaria la cui moneta è l'euro.
5. Nelle relazioni con il resto del mondo l'Unione afferma e promuove i suoi valori e interessi,
contribuendo alla protezione dei suoi cittadini. Contribuisce alla pace, alla sicurezza, allo
sviluppo sostenibile della Terra, alla solidarietà e al rispetto reciproco tra i popoli, al
commercio libero ed equo, all'eliminazione della povertà e alla tutela dei diritti umani, in
particolare dei diritti del minore, e alla rigorosa osservanza e allo sviluppo del diritto
internazionale, in particolare al rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite.
6. L'Unione persegue i suoi obiettivi con i mezzi appropriati, in ragione delle competenze che le
sono attribuite nei trattati.
Fissati i valori Europei e le finalità che persegue, gli articoli successivi dividono tra
competenze dell’Unione e competenze degli stati (se l’articolo 117 della nostra cost. Disciplina
i rapporti tra il governo centrale e le regioni, qui vengono regolamentati i rapporti tra l’UE e gli stati
membri)
[TUE] Art. 4
2. L'Unione rispetta l'uguaglianza degli Stati membri davanti ai trattati e la loro identità nazionale
insita nella loro struttura fondamentale, politica e costituzionale, compreso il sistema delle
autonomie locali e regionali. Rispetta le funzioni essenziali dello Stato, in particolare le funzioni
di salvaguardia dell'integrità territoriale, di mantenimento dell'ordine pubblico e di tutela della
sicurezza nazionale. In particolare, la sicurezza nazionale resta di esclusiva competenza di
ciascuno Stato membro.
3. In virtù del principio di leale cooperazione, l'Unione e gli Stati membri si rispettano e si
assistono reciprocamente nell'adempimento dei compiti derivanti dai trattati.
4. Gli Stati membri adottano ogni misura di carattere generale o particolare atta ad assicurare
l'esecuzione degli obblighi derivanti dai trattati o conseguenti agli atti delle istituzioni
dell'Unione.
5. Gli Stati membri facilitano all'Unione l'adempimento dei suoi compiti e si astengono da
qualsiasi misura che rischi di mettere in pericolo la realizzazione degli obiettivi dell'Unione.
[TUE] Art. 5
24 of 55
Gli articoli 2/3/4 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea vanno a specificare
quali sono le competenze dei singoli paesi e dell’UE
[TFUE] Art 1
[TFUE] Art 2
[TFUE] Art. 3
1. L'Unione ha competenza esclusiva nei seguenti settori:
a) unione doganale;
b) definizione delle regole di concorrenza necessarie al funzionamento del mercato interno;
c) politica monetaria per gli Stati membri la cui moneta è l'euro;
d) conservazione delle risorse biologiche del mare nel quadro della politica comune della
pesca;
e) politica commerciale comune.
2. L'Unione ha inoltre competenza esclusiva per la conclusione di accordi internazionali
allorché tale conclusione è prevista in un atto legislativo dell'Unione o è necessaria per
consentirle di esercitare le sue competenze a livello interno o nella misura in cui può incidere
su norme comuni o modificarne la portata.
[TFUE] Art. 4
1. L'Unione ha competenza concorrente con quella degli Stati membri quando i trattati le
attribuiscono una competenza che non rientra nei settori di cui agli articoli 3 e 6.
2. L'Unione ha una competenza concorrente con quella degli Stati membri nei principali
seguenti settori:
25 of 55
a) mercato interno;
b) politica sociale, per quanto riguarda gli aspetti definiti nel presente trattato;
c) coesione economica, sociale e territoriale;
d) agricoltura e pesca, tranne la conservazione delle risorse biologiche del mare;
e) ambiente;
f) protezione dei consumatori;
g) trasporti;
h) reti transeuropee;
i) energia;
j) spazio di libertà, sicurezza e giustizia;
k) problemi comuni di sicurezza in materia di sanità pubblica, per quanto riguarda gli
aspetti definiti nel presente trattato.
3. Nei settori della ricerca, dello sviluppo tecnologico e dello spazio, l'Unione ha competenza per
condurre azioni, in particolare la definizione e l'attuazione di programmi, senza che l'esercizio
di tale competenza possa avere per effetto di impedire agli Stati membri di esercitare la loro.
4. Nei settori della cooperazione allo sviluppo e dell'aiuto umanitario, l'Unione ha competenza
per condurre azioni e una politica comune, senza che l'esercizio di tale competenza possa
avere per effetto di impedire agli Stati membri di esercitare la loro.
[TUE] Articolo 6
1. L'Unione riconosce i diritti, le libertà e i principi sanciti nella Carta dei diritti fondamentali
dell'Unione europea del 7 dicembre 2000, adattata il 12 dicembre 2007 a Strasburgo, che ha
lo stesso valore giuridico dei trattati. [attraverso la carta si dà un attribuzione costituzionale ai
principi previsti dalla carta dei diritti fondamentali dell’UE]. Le disposizioni della Carta non
estendono in alcun modo le competenze dell'Unione definite nei trattati. I diritti, le libertà e i
principi della Carta sono interpretati in conformità delle disposizioni generali del titolo VII della
Carta che disciplinano la sua interpretazione e applicazione e tenendo in debito conto le
spiegazioni cui si fa riferimento nella Carta, che indicano le fonti di tali disposizioni.
2. L'Unione aderisce alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle
libertà fondamentali. Tale adesione non modifica le competenze dell'Unione definite nei
trattati.
3. I diritti fondamentali, garantiti dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti
dell'uomo e delle libertà fondamentali e risultanti dalle tradizioni costituzionali comuni agli Stati
membri, fanno parte del diritto dell'Unione in quanto principi generali.
[TUE] Articolo 7
1. Su proposta motivata di un terzo degli Stati membri, del Parlamento europeo o della
Commissione europea, il Consiglio, deliberando alla maggioranza dei quattro quinti dei suoi
membri previa approvazione del Parlamento europeo, può constatare che esiste un evidente
rischio di violazione grave da parte di uno Stato membro dei valori di cui all'articolo 2. Prima di
procedere a tale constatazione il Consiglio ascolta lo Stato membro in questione e può
rivolgergli delle raccomandazioni, deliberando secondo la stessa procedura. Il Consiglio
verifica regolarmente se i motivi che hanno condotto a tale constatazione permangono validi.
2. Il Consiglio europeo, deliberando all'unanimità su proposta di un terzo degli Stati membri
o della Commissione europea e previa approvazione del Parlamento europeo, può constatare
l'esistenza di una violazione grave e persistente da parte di uno Stato membro dei valori di cui
all'articolo 2, dopo aver invitato tale Stato membro a presentare osservazioni.
3. Qualora sia stata effettuata la constatazione di cui al paragrafo 2, il Consiglio, deliberando
a maggioranza qualificata, può decidere di sospendere alcuni dei diritti derivanti allo Stato
membro in questione dall'applicazione dei trattati, compresi i diritti di voto del rappresentante
del governo di tale Stato membro in seno al Consiglio. Nell'agire in tal senso, il Consiglio tiene
conto delle possibili conseguenze di una siffatta sospensione sui diritti e sugli obblighi delle
persone fisiche e giuridiche. Lo Stato membro in questione continua in ogni caso ad essere
vincolato dagli obblighi che gli derivano dai trattati.
26 of 55
4. Il Consiglio, deliberando a maggioranza qualificata, può successivamente decidere di
modificare o revocare le misure adottate a norma del paragrafo 3, per rispondere ai
cambiamenti nella situazione che ha portato alla loro imposizione.
5. Le modalità di voto che, ai fini del presente articolo, si applicano al Parlamento europeo, al
Consiglio europeo e al Consiglio sono stabilite nell'articolo 354 del trattato sul funzionamento
dell'Unione europea.
[TUE] Articolo 8 —> parla della politica dell’Unione con i paesi limitrofi/vicini —> sviluppa relazioni
strette basate sulla cooperazione.
[TUE] Articolo 9
L'Unione rispetta, in tutte le sue attività, il principio dell'uguaglianza dei cittadini, che beneficiano
di uguale attenzione da parte delle sue istituzioni, organi e organismi. È cittadino dell'Unione
chiunque abbia la cittadinanza di uno Stato membro. La cittadinanza dell'Unione si aggiunge alla
cittadinanza nazionale e non la sostituisce.
[TUE] Articolo 10
1. Il funzionamento dell'Unione si fonda sulla democrazia rappresentativa.
2. I cittadini sono direttamente rappresentati, a livello dell'Unione, nel Parlamento europeo. Gli
Stati membri sono rappresentati nel Consiglio europeo dai rispettivi capi di Stato o di governo
e nel Consiglio dai rispettivi governi, a loro volta democraticamente responsabili dinanzi ai loro
parlamenti nazionali o dinanzi ai loro cittadini.
3. Ogni cittadino ha il diritto di partecipare alla vita democratica dell'Unione. Le decisioni sono
prese nella maniera il più possibile aperta e vicina ai cittadini.
4. I partiti politici a livello europeo contribuiscono a formare una coscienza politica europea e ad
esprimere la volontà dei cittadini dell’Unione.
[TUE] Articolo 11
1. Le istituzioni danno ai cittadini e alle associazioni rappresentative, attraverso gli opportuni
canali, la possibilità di far conoscere e di scambiare pubblicamente le loro opinioni in tutti i
settori di azione dell’Unione. [di tutti gli atti dell’unione deve essere data la massima pubblicità
e deve essere dato a tutti i cittadini la possibilità di dire la propria attraverso un sistema di
consultazioni pubbliche]
2. Le istituzioni mantengono un dialogo aperto, trasparente e regolare con le associazioni
rappresentative e la società civile.
3. Al fine di assicurare la coerenza e la trasparenza delle azioni dell'Unione, la Commissione
europea procede ad ampie consultazioni delle parti interessate.
4. Cittadini dell'Unione, in numero di almeno un milione, che abbiano la cittadinanza di un
numero significativo di Stati membri, possono prendere l'iniziativa d'invitare la Commissione
europea, nell'ambito delle sue attribuzioni, a presentare una proposta appropriata su materie
in merito alle quali tali cittadini ritengono necessario un atto giuridico dell'Unione ai fini
dell'attuazione dei trattati. Le procedure e le condizioni necessarie per la presentazione di una
iniziativa dei cittadini sono stabilite conformemente all'articolo 24, primo comma del trattato
sul funzionamento dell'Unione europea.
27 of 55
2. Parallelamente, alle condizioni e secondo le procedure previste dai trattati, questa azione
comprende una moneta unica, l'euro, nonché la definizione e la conduzione di una politica
monetaria e di una politica del cambio uniche, che abbiano l'obiettivo principale di mantenere
la stabilità dei prezzi e, fatto salvo questo obiettivo, di sostenere le politiche economiche
generali nell'Unione conformemente al principio di un'economia di mercato aperta e in libera
concorrenza.
3. Queste azioni degli Stati membri e dell'Unione implicano il rispetto dei seguenti principi
direttivi: prezzi stabili, finanze pubbliche e condizioni monetarie sane nonché bilancia dei
pagamenti sostenibile.
La politica economica rientra nelle materie soggette a coordinamento: l’Unione pretende che
le politiche economiche tra i singoli stati non possano essere tra loro divergenti. La politica
economica dell’UE è fondata su un economia di mercato aperta di libera concorrenza.
L’obiettivo dell’unione e della sua politica monetaria è la stabilità dei prezzi.
Se la politica economica deve pensare all’aumento del PIL, all’occupazione, la politica
monetaria in prima battuta deve guardare alla stabilità dei prezzi e dopo agli obiettivi della
politica economica.
Perché la stabilità dei prezzi è così importante? Si intende per stabilità dei prezzi un
contenimento dell’inflazione, ma perché l’inflazione è un male? Perché essa mina alla base le
funzioni per le quali la moneta è nata —> se c’è inflazione, la moneta non è più uno strumento che
mi quantifica il valore del bene nel tempo. Allo stesso modo, l’inflazione fa si che la moneta non
possa più servire da riserva di valore ed è per questo che la politica monetaria ha l’obiettivo di
ottenere livelli di inflazione sotto controllo.
I trattati non danno una meta da raggiungere come inflazione; solo in una delibera interna della
BCE c’è scritto che l’obiettivo è di mantenere l’inflazione <2%.
‘Gli Stati membri attuano la loro politica economica allo scopo di contribuire alla realizzazione
degli obiettivi dell'Unione definiti all'articolo 3 del trattato sull'Unione europea e nel contesto degli
indirizzi di massima di cui all'articolo 121, paragrafo 2. Gli Stati membri e l'Unione agiscono nel
rispetto dei principi di un'economia di mercato aperta e in libera concorrenza, favorendo
un'efficace allocazione delle risorse, conformemente ai principi di cui all'articolo 119.’
[TFUE] Articolo 121 —> Gli stati coordinano le proprie politiche economiche tra loro, le quali
devono essere di interesse comune. Gli stati coordinano le proprie politiche nell’ambito del
consiglio, il quale - su raccomandazione della commissione - elabora un progetto di indirizzi di
massima per le politiche economiche degli stati membri e ne riferisce le risultanze al Consiglio
Europeo, il quale dibatte sulle conclusioni e, sulla base di suddette conclusioni, il Consiglio adotta
una raccomandazione che definisce i suddetti indirizzi di massima.
È vietata qualsiasi misura, non basata su considerazioni prudenziali, che offra alle istituzioni,
agli organi o agli organismi dell'Unione, alle amministrazioni statali, agli enti regionali, locali o altri
enti pubblici, ad altri organismi di diritto pubblico o a imprese pubbliche degli Stati membri un
accesso privilegiato alle istituzioni finanziarie.
L’articolo 123 e 124 stabiliscono il principio per cui la banca centrale europea, ovvero chi
stampa la moneta non può prestare soldi agli stati.
Originariamente il potere di emettere moneta spettava allo stato stesso ed il limite per l’emissione
era la quantità di metallo pregiato necessaria per coniarla. Da quando è nato il corso fiduciario si è
posto il problema che non può risiedere nello stesso soggetto il potere di spendere ed il potere di
stampare moneta e da allora la politica economica è attribuita alle banche centrali e la politica
monetaria allo stato.
Se prima lo stato, facendosi prestare i soldi dalla Banca d’Italia poteva spendere quanto voleva,
ora, con l’UE, dal 1981 con il ‘divorzio banca d’Italia-tesoro’, la Banca d’Italia cessa di
essere il sottoscrittore in ultima istanza di titoli del debito pubblico.
Criteri di Maastricht:
• Il rapporto tra il disavanzo pubblico annuale e il PIL (DEFICIT/PIL) non deve superare il
3 % alla fine dell'ultimo esercizio finanziario concluso.
Questo vincolo serve affinché gli stati non si indebitino eccessivamente. Se prima gli stati
svalutavano, oggigiorno lo strumento della svalutazione monetaria non è più possibile.
Il superamento del valore di riferimento può essere o a causa di un evento straordinario o, si può
sforare di poco se si è in una tendenza che porterà a rientrare nel parametro in poco.
• Il rapporto tra il debito pubblico lordo e il PIL non deve superare il 60 % alla fine dell'ultimo
esercizio di bilancio concluso.
In Italia attualmente è del 130%. Per diminuirlo, o si abbassa il debito pubblico o si aumenta il PIL
(ovvero la ricchezza, la produzione del paese).
Nell’articolo 126 si parla del disavanzo eccessivo —> se uno stato non rispetta questi
parametri, la commissione prepara una relazione tenendo conto anche della differenza tra
disavanzo pubblico e spesa pubblica per gli investimenti e di tutti gli altri fattori significativi (non
mi fermo a vedere che hai sforato il 3 % del PIL, ma vedo COME hai sforato —> se hai sforato per
investimenti, quella spesa posso non considerarla).
Il Consiglio, su proposta della Commissione e considerate le osservazioni che lo Stato membro
interessato ritenga di formulare, decide, dopo una valutazione globale, se esiste un disavanzo
eccessivo (la commissione può preparare una relazione anche in caso di RISCHIO di disavanzo
eccessivo). Una volta che il consiglio ha deciso che il disavanzo eccessivo c’è —> esso manda le
29 of 55
raccomandazioni allo Stato membro in questione al fine di far cessare tale situazione entro un
determinato periodo prima in maniera privata, poi, se non ritiene non si sia seguito alle
raccomandazioni, in via pubblica.
Qualora uno Stato membro persista nel disattendere le raccomandazioni del Consiglio,
quest'ultimo può decidere di intimare allo Stato membro di prendere, entro un termine stabilito, le
misure volte alla riduzione del disavanzo che il Consiglio ritiene necessaria per correggere la
situazione. Se lo stato, dopo l’intimazione continua a disattendere le raccomandazioni del
consiglio, il consiglio può chiedere alla BCE di riconsiderare la propria politica di prestiti verso lo
stato o infliggere ammende.
Una volta che il consiglio ritiene che il disavanzo è stato corretto, le raccomandazioni vengono
abrogate e se esse sono state pubbliche, il consiglio dichiara pubblicamente che il disavanzo è
stato corretto
• [Terzo parametro; meno conosciuto] —> Negli stati membri il tasso di inflazione non può essere
diverso: c’è un tasso di inflazione europeo che è la media di quello degli stati membri e poi ogni
stato membro ha il proprio tasso di inflazione —> il tasso d'inflazione di un dato Stato
membro non deve superare di oltre l'1,5% quello dei tre Stati membri che avranno
conseguito i migliori risultati in materia di stabilità dei prezzi nell'anno che precede
l'esame della situazione dello Stato membro.
Se per I prime due parametri è prevista una procedura in caso non si rispettassero, l’ultimo non è
soggetto ad una procedura sanzionatoria.
‘Criteri di Amsterdam’ —> dopo il trattato di Maastricht, nel 1997, è stato firmato il trattato di
Amsterdam con il quale l'Unione Europea è andata oltre il divieto di disavanzi eccessivi,
stabilendo obiettivi più severi, indicati nel patto di stabilità e crescita (PSC). Con l'adesione, gli
Stati si impegnano a raggiungere un bilancio in pareggio o prossimo al pareggio. Il patto
prevede misure preventive volte ad evitare che i paesi partecipanti alla zona euro faccio registrare
disavanzi eccessivi (superiori alla soglia del 3% del Pil) e richiede agli Stati membri il
contenimento del debito pubblico.
In un primo tempo, le sanzioni assumono la forma di un deposito in fruttifero presso la
commissione ma, se il paese è in grado di sanare la situazione entro due anni, il deposito gli viene
rimborsato, in caso contrario il deposito verrà convertito in un’ammenda definitiva.
Nel 2005 il patto è stato modificato allentando i criteri della sua azione, tenendo in considerazione
le riforme strutturali intraprese nei paesi nel contesto della sorveglianza sul bilancio e valutare
quindi caso per caso, se è così superiore al 3% possa dirsi eccessivo o meno. Successivamente,
la grave crisi economica del 2008 ha portato il parlamento europeo del consiglio, su proposta della
commissione, ad adottare un pacchetto di sei misure legislative, detto Six Pack.
———————————————————————————————————————————
Unione Monetaria; BCE; Unione bancaria Europea; SSM; SRM
C’è una correlazione inversa tra tasso di interesse e valore del titolo (rendimento) —> supponiamo
che un titolo abbia un valore nominale di 100 con un tasso di interesse fisso del 10 %;
supponiamo per ipotesi che per motivi vari lo stato si indebita fino ad un tasso del 10 % e paga
cedole pari a 10, supponiamo ora che il tasso di interesse cresca, cioè chi deve pagare soldi allo
stato vuole maggior premio sul rischio, non basta più il 10 % ma si vuole il 15 %; e quindi, il titolo
originale fissato al 10 % sul mercato scende poiché lo devo vendere sotto la pari.
Invece, se i tassi di mercato diminuiscono (si ha fiducia che il debitore è meno rischioso e quindi
faccio prestiti ad un tasso inferiore) quindi il titolo acquistato, sebbene di valore nominale 100, lo
posso vendere a 200. Se quindi sul mercato secondario la BCE interviene e compra titoli il prezzo
aumenta e se il prezzo aumenta, il tasso di interesse diminuisce quindi l’effetto di drenare titoli del
debito pubblico di uno stato sul mercato secondario ha l’effetto di far aumentare i prezzi dei titoli
ed abbassare il tasso di mercato per il nuovo indebitamento.
La Banca Centrale Europea (BCE) svolge funzioni di governo della moneta e costituisce il
nucleo centrale del sistema europeo di banche centrali (SEBC) avente il compito di
30 of 55
garantire la stabilità dei prezzi e di sostenere le politiche economiche generali dell’Unione.
Se la BCE svolge funzioni di emissione, è dotata anche di poteri normativi, di controllo,
sanzionatori e di vigilanza.
La BCE dispone di ampia autonomia, come scritto nell’articolo 130 TFUE ‘la BCE -
nell’esercizio dei suoi poteri - non può sollecitare o accettare istruzioni dalle istituzioni, dagli
organi o organismi dell’Unione, dai governi degli Stati membri e da qualsiasi altro
organismo’ (estensione del principio del divieto di assistenza finanziaria agli stati; salvaguarda
l’indipendenza della politica monetaria)
- Consiglio direttivo (spetta la definizione degli indirizzi generali e della politica monetaria;
composto dai membri del comitato esecutivo e dai governatori delle banche centrali)
- Comitato esecutivo (spetta l’attuazione degli indirizzi di politica monetaria; è composto da
presidente, vice presidente e 4 altri membri nominati dal consiglio Europeo a maggioranza
qualificata su raccomandazione del consiglio e previa consultazione del parlamento)
Il capitale della BCE è nelle passività, è il capitale che ogni stato ha versato, investito in titoli e
liquidità secondo quote diversificate.
La BCE con questi denari può comprare/vendere e fare politiche monetarie di tipo
espansivo/restrittivo: La BCE deve emettere moneta (politica di tipo espansivo) a far crescere i
prezzi. Dal punto di vista del bilancio, la moneta emessa va nell’ambito delle passività —> La
moneta stampata viene emessa nel circolo e con essa compra titoli/attività finanziarie oppure fa
prestiti, ma non agli stati come dice l’articolo 123. Comprando titoli, la BCE aumenta sia le attività
che le passività, ‘gonfia il suo bilancio’ si espande.
Se la BCE invece decide che c’è troppa moneta (politica di tipo restrittivo) poiché c’è troppa
inflazione, cede titoli sul mercato e riceve in cambio dal mercato la moneta: in questo caso
dall’attivo toglie i titoli e riceve moneta.
Questo è il meccanismo di gonfiamento/sgonfiamento del bilancio della BCE.
La politica monetaria è basata sul sistema europeo di banche centrali: Il Sistema europeo delle
banche centrali (SEBC), istituito dal trattato di Maastricht, è costituito dalla Banca centrale
europea e dalle banche centrali nazionali dei 28 stati membri dell'Unione europea, a prescindere
dall'adozione della moneta unica; tuttavia, i paesi che hanno mantenuto la sovranità
monetaria godono di una maggiore autonomia nelle scelte di politica monetaria; invece, la
banca centrale europea si occupa - oltre che dell’emissione dell’euro - della politica
monetaria dei paesi che hanno adottato l’euro come moneta nazionale. [mentre la politica
economica e di bilancio è lasciata agli stati membri]
Prima dell’avvento del SEBC, c’era lo SME (sistema monetario europeo), che era solo una
riunione delle banche (costituito da un paniere contenente le monete dei diversi paesi europei,
ogni moneta del sistema aveva un tasso centrale espresso in Ecu e sulla base di tale tasso era
determinata una griglia di parità bilaterali con una possibilità di oscillazione del 2,25 %).
Con il sistema europeo di banche centrali si costituzionalizza un’organizzazione con
personalità giuridica che si occupa della gestione della politica monetaria a livello europeo
—> si perde un po’ di sovranità.
[TFUE] L’articolo 127 dice che ‘L’obiettivo principale del Sistema europeo di banche centrali, in
appresso denominato “SEBC”, è il mantenimento della stabilità dei prezzi. Oltre a ciò, il SEBC
31 of 55
sostiene le politiche economiche generali nell’Unione al fine di contribuire alla realizzazione degli
obiettivi dell’Unione definiti nell’articolo 3 del trattato sull’Unione europea (ovvero il benessere dei
popoli, la creazione di un mercato interno ecc ecc). Il SEBC agisce in conformità del principio di
un’economia di mercato aperta e in libera concorrenza, favorendo una efficace allocazione delle
risorse e rispettando i principi di cui all’articolo 119’.
La BCE si occupa anche della vigilanza bancaria europea [‘vigilanza prudenziale sulle banche’]
(127 comma 5)
[TFUE] L’articolo 128 si occupa della BCE, la quale ha il diritto di emettere banconote (la BCE e le
banche centrali nazionali) dentro l’unione (è la BCE che comunque dice alle banche quante
banconote può stampare).
(comma 2) Le monete metalliche non sono stampate dalle banche nazionali, ma le coniano le
zecche dei singoli stati con l’approvazione della BCE per quanto riguarda il volume del conio
Il sistema europeo di banche centrali e come è organizzata la BCE si trovano negli articolo da 282
e seguenti per la BCE. (già scritto il contenuto)
La politica monetaria controlla la stabilità dei prezzi, ma quali strumenti mette in campo per
raggiungere il livello di inflazione desiderato?
Nello statuto della BCE, protocollo numero 4 gli articoli 18/19/20 elencano gli strumenti della
politica monetaria.
Art. 18 —> ‘La BCE ha la facoltà di operare sui mercati finanziari attraverso operazioni di
compra-vendita titoli, o prestando o ricevendo in prestito crediti e strumenti negoziabili’ —>
ipotizziamo che il tasso di inflazione sia troppo elevato e la banca europea decide di usufruire dello
strumento della operazioni di mercato per abbassarla —> mette in vendita i propri titoli quindi
toglie dal mercato moneta; se invece l’inflazione è troppo bassa —> compra titoli dal mercato (e
quindi immette liquidità nel mercato).
Supponendo voglia fare un operazione restrittiva utilizzando i prestiti —> alza i tassi a cui fa prestiti
alle banche (in modo da emettere meno liquidità sul mercato); viceversa, fa un operazione
espansiva utilizzando i prestiti per aumentare la quantità di denaro, abbassando i tassi.
L’articolo 20 dice che la BCE può utilizzare anche altri metodi di controllo monetario
(imposizioni di dazi ecc)
32 of 55
presta liquidità all’Eurozona e quindi alle banche —> pertanto questo tasso regola il costo
dell’euro e dei finanziamenti in tutta l’area della moneta unica con effetti a 360 gradi
sull’economia.)
Esiste, inoltre, il cosiddetto mercato overnight, un mercato bancario di liquidità, ossia di flussi di
denaro, che però ha la caratteristica di prevedere operazioni valide solo per una notte (da cui il
termine overnight, tecnicamente sono depositi che devono essere estinti entro il primo giorno
lavorativo successivo al giorno in cui sono costituiti).
In pratica una banca a corto di liquidità può chiedere un prestito per una notte dalla Banca
centrale a fronte di attività poste a garanzia e accettate dalla Bce come collaterale
Oltre alla BCE, dopo la crisi del 2008 sono stati creati: il SEVIF (Sistema europeo di vigilanza
finanziaria) ed il sistema europeo di vigilanza unico, basato su SSM (vigilanza unica in capo alla
BCE), SRM (meccanismo di risoluzione unico) e sull’organismo di vigilanza unica dei depositi —> il
fine ultimo è quello dell’accertamento della capacità degli enti creditizi di resistere ad eventuali
situazioni di stress finanziario, economico e patrimoniale.
Il meccanismo di risoluzione delle crisi si attiva grazie ad un ‘comitato unico di risoluzione delle
crisi’ chiamato a gestire le diverse fasi della procedura, in stretto raccordo con la commissione.
———————————————————————————————————————————
La crisi nasce alla fine del 2007 con il fallimento della Lehman Brothers, la quale chiede
l’applicazione del Chapter 11 (titolo 11 della legge USA sulla banca rotta —> liquidazione
fallimentare della società). Le autorità del bilancio americane non vengono in suo aiuto e quindi
fallisce.
Si è arrivati a questo fallimento a causa delle politiche troppo permissive nella cessione di
mutui senza garanzie, facendo crescere il mercato immobiliare in una bolla speculativa —>
Le banche, hanno concesso tutti questi mutui sub-prime (ovvero mutui concessi a creditori di
grado secondario) i quali ovviamente erano coperti da ipoteca, ma l’ipoteca era su case che non
valevano il prezzo dell’ipoteca.
Non viene rispettata la regola sancita da Basilea II —> Gli accordi di Basilea II hanno fissato il
coefficiente di solvibilità all'8%. Tale coefficiente fissa l'ammontare minimo di capitale che le
banche devono possedere in rapporto al complesso delle attività ponderate in base al loro rischio
creditizio. Il rapporto tra attivo ponderato e patrimonio di vigilanza richiesto dagli accordi di
Basilea II corrisponde a 12,5. (una banca può fare prestiti solo per il 12,5 % del suo patrimonio) —
> se io presto 100 ad un soggetto privato, la ponderazione è 150. Se io presto 100 ed è garantito
da ipoteca, la ponderazione è 100. In questo caso posso fare prestiti fino a 1250, dopodiché la
banca è bloccata, non può più fare prestiti, o aumenta il capitale oppure diminuisce l’esposizione
al rischio.
Un soggetto, denominato originator (una banca), raccoglie sul mercato un certo numero di crediti
(esempio interessi sui mutui). L’originator successivamente crea una società, ovvero una SPV
(Special Purpose Vehicle) a cui trasferirà i crediti.
33 of 55
La SPV riceverà, da quel momento in poi, i pagamenti per gli interessi e per la restituzione del
capitale, effettuati da coloro che hanno sottoscritto i mutui.
La SPV, per finanziarsi, emetterà obbligazioni che vengono sottoscritte dagli investitori che
dispongono di un surplus di liquidità. Queste obbligazioni sono strutturate in tranche, ed a ognuna
di esse viene attribuito un rating (dalla AAA alla BB normalmente)
Il pagamento delle tranche avviene a cascata, ossia vengono pagate prima di tutto le tranche
meno rischiose (senior) e successivamente le tranche più rischiose (mezzanine ed equity)
Gli interessi pagati dai contraenti dei finanziamenti sottostanti, serviranno a pagare gli interessi
passivi delle obbligazioni. (gli altri operatori pagano titoli a questa SPV la quale con questi soldi
paga i prestiti all’originator) —> meccanismo di cartolarizzazione
Il fine di ciò è trasferire il rischio creditizio dall’originator al mercato —> L’SPV è una scatola
vuota quindi emette solo i titoli —> Con I mutui sub-prime, tutte le banche li hanno cartolarizzati
con questo sistema, tutti i mutui sono andati in default ed il valore di questi titoli sul mercato, sia
nelle mani dei privati che degli altri operatori, si è sgonfiato e tutti hanno registrato enormi perdite
in bilancio, dovendo poi svalutare il patrimonio. La Special Purpose Vehicle normalmente non è
tenuta a rispondere di un eventuale fallimento dell'originator.
Crisi sovrane USA —> in USA, per reagire, c’è stata una politica fortemente espansiva della
FED (per evitare altri fallimenti ha iniziato ad immettere moneta sul mercato); hanno dato la
licenza bancaria anche alle banche di investimento il sistema bancario USA, a differenza di
quello Europeo, era diviso tra:
- Banche che prendevano depositi al dettaglio
- Banche che fanno prestiti ma non intervengono nel mercato degli investimenti e dei titoli,
ovvero banche commerciali —> hanno copertura - in caso di fallimenti - della FED che assicura
i depositi dei soggetti;
- Banche di investimento —> intervengono nel mercato azionario/investimenti, ma non hanno la
copertura della FED.
In Europa non c’era un problema di mutui sub-prime tuttavia, i titoli USA erano stati collocati
nei portafogli di molte aziende europee e quindi la crisi, prima di manifestarsi come crisi del
debito sovrano o crisi economica, si manifesta come crisi delle banche.
In particolare, alcuni stati (Irlanda, Inghilterra, Germania) ricorrono ad un massiccio intervento
pubblico per il salvataggio delle istituzioni bancarie del paese (in UK, patria del liberismo, si ricorre
alla nazionalizzazione della Northern Bank e della Bank of Scotland) affinché lo stato possa
intervenire con risorse pubbliche al salvataggio delle banche.
In Italia nel primo periodo la crisi si sente poco perché le nostre banche non hanno sottoscritto
titoli Americani.
Il fatto che gli stati spendano soldi - ampliando il loro debito pubblico - per risanare i bilanci
dello stato crea un problema rispetto alle finanze pubbliche che colpisce soprattutto quei
paesi che avevano finanze pubbliche meno robuste. —> La crisi bancaria USA in Europa si
trasmette sia al debito sovrano degli stati ed in particolare ai PIIGS (Portogallo, Italia, Irlanda,
Grecia, Spagna —> l’Irlanda deve spendere in un anno tutto il suo PIL per salvare le banche; in
Grecia in quel periodo si scopre che lo stato aveva truccato i conti per entrare in Europa; in Italia,
la quale non aveva al tempo speso soldi per salvare le banche è penalizzata sui mercati
internazionali a causa della debolezza strutturale causata dalla quantità di debito pubblico italiano
ed il differenziale dello SPREAD tra i titoli di stato Tedeschi ed Italiani si va ad allargare fino ad
arrivare a sfiorare i 6 punti percentuali del differenziale.)
[73]
A questo punto, in tutti i paesi - Italia inclusa - essendo le banche in difficoltà, le stesse hanno
incominciato a richiedere i rientri dei prestiti fatti alle imprese, le quali vanno in difficoltà e
34 of 55
devono ricorrere ad aumenti di capitale o interventi per fortificare il proprio patrimonio. [La
legge dice che la banca per stare sul mercato deve avere un patrimonio dell’8% che copra le
attività a rischio; accordi di Basilea, già visto su].
I prestiti allo stato venivano definiti dalle banche sicuri in quanto lo stesso era un cliente super
sicuro —> nel momento in cui lo stato ha difficoltà nel collocare i propri titoli, le banche vedono
‘appesantiti’ i propri bilanci.
In Italia la perdita di ricchezza economica ha sfiorato i 13 punti percentuali dal 2007 al 2014.
In Europa ed in Italia la crisi del debito sovrano è stata affrontata in due modi: con interventi
istituzionali ed interventi di politica monetaria. (Nel caso Greco, il più estremo, aveva due
possibilità: o l’uscita della Grecia dall’area Euro, in modo che con la dracma potesse applicare
politiche fortemente inflativve per far abbassare il debito pubblico o che i greci mettessero in atto
politiche volte ad un risanamento dei conti pubblici; ovviamente la strada percorsa è stata la
seconda con la Trojka.)
Invece, per quanto riguarda gli interventi di politica monetaria, ovvero le operazioni non
convenzionali:
LTRO (Long Term Refinancing Operation) —> due operazioni con cui, a partire dal dicembre
2011, la Banca centrale ha stanziato fondi tramite aste a tasso fisso e a piena aggiudicazione, con
scadenza a 36 mesi invece dell'usuale settimana. In tal modo tra il dicembre 2011 e il febbraio
2012 sono stati prestati alle banche europee oltre 1000 miliardi di euro
OMT (Outright monetary transactions) —> programma di acquisto di titoli di stato sul mercato
secondario annunciato nel settembre 2012. La principale differenza rispetto al SMP è che qui il
programma può essere avviato solo se il Paese che ne usufruisce ha prima fatto richiesta di aiuto
a uno dei cosiddetti "fondi salva-Stati”; Il programma non è mai stato implementato, in parte
perché a partire dall'estate del 2012 le turbolenze sul mercato dei titoli di stato si sono ridotte
35 of 55
SMP (Securities Markets Programme) —> programma avviato nel maggio 2010 e proseguito
fino al settembre 2012, consistente nell'acquisto sul mercato secondario di titoli del debito
pubblico (fermo restando il divieto stabilito nei trattati europei di acquistare tali titoli sul mercato
primario),
TLTRO (Targeted Long Term Refinancing Operations) —> due serie di operazioni portate avanti
nel giugno 2014 e nel marzo 2016, simili al LTRO ma mirate a privilegiare le banche che
aumentano i prestiti a imprese e famiglie. L'obiettivo è quello di stimolare l'inflazione
Il presidente della BCE in un discorso a Londra il 26 luglio 2011 dice che avrebbe [la BCE] evitato
che la speculazione mondiale giocasse contro i titoli dei debiti di questi stati in difficoltà ponendo
in essere ‘Whatever it takes’.
Se le OMT e le SMP sono acquisti di titoli di stato (quindi a tutti gli effetti operazioni non
convenzionali), le TLTRO e le LTRO sono prestiti fatti dalla BCE alle banche a lungo termine a
tassi molto bassi per dare loro liquidità ed riattivare il ciclo economico.
Infine, per uscire dalla crisi economica scaturita è stato inaugurato il ‘Piano Juncker’ con
l’investimento di miliardi in grandi opere.
Viene lanciato il SEVIF (Sistema europei di vigilanza finanziaria) ed il sistema europeo di
vigilanza unico, basato su SSM (vigilanza unica in capo alla BCE), SRM (meccanismo di
risoluzione unico) e sull’organismo di vigilanza unica dei depositi.
• La concorrenza porta ad un efficienza allocativa (alloca nel miglior modo possibile le risorse
disponibili, in modo da sfruttarle al meglio);
• Un efficienza di tipo produttivo (collegabile alla quantità/diversificazione dei prodotti che
possono essere immessi sul mercato;
• Un efficienza di tipo dinamico (spinta all’innovazione che la concorrenza porta).
Visto il beneficio che la concorrenza porta, gli ordinamenti politici si sono ingegnati per tutelarla e
normarla su un piano privatistico (rapporto tra due soggetti privati).
Gli articoli 2560 del codice civile parlano di concorrenza sleale, ponendo in capo all’impresa
danneggiata il risarcimento del danno dall’impresa danneggiante.
Il titolo 7 del TFUE (art. 101/102) è dedicato interamente alla concorrenza ed articolato in tre capi:
• Capo I —> Rapporti concorrenziali tra imprese (regole di concorrenza), a sua volta diviso in:
- Regole applicabili alle imprese
- Regole degli aiuti di stato;
• Capo II —> relativo alla fiscalità (nessuno stato membro può applicare alle imprese/prodotti di
un altro stato un trattamento inferiore rispetto a quello delle imprese/prodotti propri);
• Capo III —> spinge ad un avvicinamento delle legislazioni degli stati membri in materie di
concorrenza.
[TFUE] Art 101 (Capo 1) —> illustra i divieti che sono posti come regole generali a tutela della
concorrenza (divieto per un impresa con una forte presenza sul mercato di abusare della propria
posizione dominante e regole infine che riguardano la concentrazione delle imprese).
1. ‘Sono incompatibili con il mercato interno e vietati tutti gli accordi tra imprese, tutte le
decisioni di associazioni di imprese e tutte le pratiche concordate che possano pregiudicare il
commercio tra Stati membri e che abbiano per oggetto o per effetto di impedire, restringere o
falsare il gioco della concorrenza all'interno del mercato interno ed in particolare quelli
consistenti nel:
a) fissare direttamente o indirettamente i prezzi d'acquisto o di vendita ovvero altre
condizioni di transazione;
b) limitare o controllare la produzione, gli sbocchi, lo sviluppo tecnico o gli investimenti;
c) ripartire i mercati o le fonti di approvvigionamento;
d) applicare, nei rapporti commerciali con gli altri contraenti, condizioni dissimili per
prestazioni equivalenti, così da determinare per questi ultimi uno svantaggio nella
concorrenza;
e) subordinare la conclusione di contratti all'accettazione da parte degli altri contraenti di
prestazioni supplementari, che, per loro natura o secondo gli usi commerciali, non abbiano
alcun nesso con l'oggetto dei contratti stessi.’
L’articolo 107 detta un principio e poi prevede delle deroghe —> il principio è che tutti gli aiuti
concessi da uno stato ad un’impresa sono incompatibili con il mercato interno.
I commi 2/3 (sempre art. 107) prevedono delle eccezioni al principio che:
• nel caso del comma due sono assolute (pur trattandosi di aiuti, essi sono compatibili)
• nel caso del comma 3 si dice ‘possono considerarsi compatibili’ —> ovvero, la compatibilità con
il mercato unico è soggetto all’approvazione della commissione, la quale può dettare regole/limiti
che rendano compatibile l’aiuto con la disciplina comunitaria.
1. Salvo deroghe contemplate dai trattati, sono incompatibili con il mercato interno, nella misura
in cui incidano sugli scambi tra Stati membri, gli aiuti concessi dagli Stati, ovvero mediante
risorse statali, sotto qualsiasi forma che, favorendo talune imprese o talune produzioni, falsino
o minaccino di falsare la concorrenza.
37 of 55
2. Sono compatibili con il mercato interno:
a) Gli aiuti a carattere sociale concessi ai singoli consumatori, a condizione che siano
accordati senza discriminazioni determinate dall'origine dei prodotti;
b) Gli aiuti destinati a ovviare ai danni arrecati dalle calamità naturali oppure da altri eventi
eccezionali;
c) Gli aiuti concessi all'economia di determinate regioni della Repubblica federale di
Germania che risentono della divisione della Germania, nella misura in cui sono
necessari a compensare gli svantaggi economici provocati da tale divisione. Cinque anni
dopo l'entrata in vigore del trattato di Lisbona, il Consiglio, su proposta della
Commissione, può adottare una decisione che abroga la presente lettera.
3. Possono considerarsi compatibili con il mercato interno:
a) Gli aiuti destinati a favorire lo sviluppo economico delle regioni ove il tenore di vita sia
anormalmente basso, oppure si abbia una grave forma di sottoccupazione, nonché
quello delle regioni di cui all'articolo 349, tenuto conto della loro situazione strutturale,
economica e sociale;
b) Gli aiuti destinati a promuovere la realizzazione di un importante progetto di comune
interesse europeo oppure a porre rimedio a un grave turbamento dell'economia di uno
Stato membro;
c) Gli aiuti destinati ad agevolare lo sviluppo di talune attività o di talune regioni
economiche, sempre che non alterino le condizioni degli scambi in misura contraria al
comune interesse;
d) Gli aiuti destinati a promuovere la cultura e la conservazione del patrimonio, quando non
alterino le condizioni degli scambi e della concorrenza nell'Unione in misura contraria
all'interesse comune;
e) Le altre categorie di aiuti, determinate con decisione del Consiglio, su proposta della
Commissione.
Solo nel 1990 l’ordinamento si doterà di leggi riguardo la concorrenza. —> successivamente
—> Il richiamo alla concorrenza viene introdotto nella costituzione con la riforma nel 2001
del titolo quinto della costituzione attraverso il quale viene riscritto l’articolo 117. [in realtà, l’art.
117 - analizzato prima - disciplina le competenze tra stato e regione dal punto di vista legislativo
delineando la ripartizione sulla base del criterio di competenza (alcune cose allo stato, altre alle
regioni) e distingue tre ambiti, quello di competenza esclusiva (in cui legifera solo lo stato),
l’ambito di competenza concorrente (lo stato attraverso le proprie leggi detta principi generali); e
competenza regionale.]
Con l’articolo 117 viene costituzionalizzata la concorrenza —> nel primo comma viene
richiamato l’ordinamento comunitario —-> tanto lo stato, quanto le regioni, non possono
legiferare in contrasto con la disciplina sulla concorrenza prevista nell’ambito del trattato sul
funzionamento dell’unione europea.
Alla lettera E del primo comma si parla - per la prima volta - di ‘tutela della concorrenza’: non
si parla di concorrenza, ma di tutela della concorrenza; la concorrenza viene vista come un valore
e quindi deve essere tutelata. La tutela della concorrenza viene affidata esclusivamente allo stato,
la si interpreta come un bene di natura primaria.
Con l’introduzione dell’articolo 117 si può dire completato il cerchio di costituzionalizzazione della
concorrenza. Questo articolo è il passo finale di qualcosa iniziato in ambito comunitario
susseguito dalla legge 287 del 1990.
38 of 55
• Una terza parte che disciplina gli interventi dell’autorità riguardo le restrizioni alla concorrenza
che possono arrivare sia dal settore privato sia dal settore pubblico.
Questa legge recupera lo schema di quella comunitario (si parla di legge di impianto filo-
comunitario).
E’ necessario analizzare tre caratteristiche di questa legge: l'impianto filo comunitario, in quanto le
fattispecie lesive della concorrenza disciplinate dalla legge risultano fedelmente modellate sulle
corrispondenti disposizioni comunitarie; l'istituzione dell'autorità garante della concorrenza e del
mercato, chiamata ad applicare la disciplina fissata dalla legge, con elevata indipendenza dal
governo essendo soggetta soltanto alla legge e al giudice amministrativo che si pronuncia sulla
legittimità dei provvedimenti; la differenza tra le restrizioni pubbliche e le restrizioni private: la
legge muove dalla consapevolezza che nell'ordinamento nazionale le restrizioni al gioco della
concorrenza possono derivare sia dall'azione privata che dagli interventi pubblici. Il legislatore
prende atto dell'esistenza in un ordinamento nazionale di misure normative che possono
determinare distorsioni alla concorrenza, invitando l’autorità a individuarne i casi per segnalare al
parlamento
[ART 1]
1. Le disposizioni della presente legge in attuazione dell'articolo 41 della Costituzione a tutela e
garanzia del diritto di iniziativa economica, si applicano alle intese, agli abusi di posizione
dominante e alle concentrazioni di imprese.
2. L'Autorità garante della concorrenza e del mercato di cui all'articolo 10, di seguito denominata
"Autorità", applica anche parallelamente in relazione a uno stesso caso gli articoli 101 e 102
del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea e gli articoli 2 e 3 della presente legge in
materia di intese restrittive della libertà di concorrenza e di abuso di posizione dominante.
L’articolo 1 di questa legge crea un collegamento con la costituzione, dicendo che le disposizioni
della seguente legge sono in attuazione dell’articolo 41 della costituzione (nel 1990, l’articolo 117
riformato non esisteva ancora).
Il secondo comma dice che si applica la disciplina nazionale se non si applica la disciplina
comunitaria e si riconosce come la disciplina della concorrenza nasca dalla comunità.
I successivi commi (2-9) trattano quelle che sono le fattispecie ritenute lesive/possibilmente della
concorrenza.
[ART 2]
L’articolo 2 si occupa delle intese restrittive della libertà di concorrenza, ovvero tutti i
comportamenti convergenti che vanno in una stessa direzione perché c’è stato un contatto tra la
parti (si parla di cartello).
Sono vietate le intese tra imprese che abbiano per oggetto o per effetto di impedire, restringere o
falsare in maniera consistente il gioco della concorrenza all'interno del mercato nazionale, come
fissare i prezzi di acquisto/vendita, impedire limitare la produzione/sbocchi/accessi al mercato,
ripartire i mercati o le fonti di approvvigionamento..
[ART 3]
L’articolo 3 è l’abuso di posizione dominante, ovvero l’ipotesi in cui un’impresa acquisisca una
posizione di forza all’interno di un mercato abusandone per togliere di mezzo o rendere la vita più
difficile agli altri concorrenti più piccoli di lui, contrastandoli.
Si intende per posizione dominante la posizione di un soggetto che in un mercato è in una
posizione di qualche evidenza.
39 of 55
L’articolo elenca quando c’è l’abuso:
[ART. 16]
L’AGCM (o Anti-trust, stessa cosa) nasce nel 1990 ed è il prototipo delle autorità
amministrative indipendenti; è un autorità di tipo amministrativo con poteri indipendenti dal
potere politico e dal governo).
L’indipendenza delle autorità viene assicurata mediante tre tipologie di meccanismi:
- I membri di queste autorità sono soggetti ad una particolare competenza professionale, una
particolare taratura ed affidabilità (determinate qualifiche professionali);
- Nel procedimento di nomina per l’individuazione di questi soggetti il governo non è partecipe,
inoltre, i nominati restano in carica per un periodo abbastanza lungo e successivamente non
possono ricevere incarichi da imprese (per evitare che durante il mandato si ingrazino quelli
delle aziende);
- Esse non devono dipendere dal bilancio dello stato ed è previsto - per l’autorità anti-trust - un
contributo che le imprese che superano determinate soglie di grandezza (50 miliardi di
fatturato) sono tenute a versare.
Come già detto, il primo titolo della legge Anti-trust riguarda l’individuazione delle fattispecie
rilevanti, il secondo titolo riguarda l’istituzione dell’autorità garante per la concorrenza ed il
mercato (una delle autorità amministrative indipendenti) ed il terzo disciplina gli interventi
dell’autorità.
Si è pensato di istituire un’autorità che guardasse la concorrenza e non attribuire tale funzione ad
un ministero poiché nel campo economico, la funzione specifica di dettare le regole e di
controllare la loro attuazione è stata ritenuta opportuna affidarla a soggetti indipendenti rispetto
allo stato poiché lo stato non è al di fuori del gioco economico (in Italia c’è un forte intervento
dello stato nell’economia e non potrebbe essere sia giocatore che arbitro allo stesso tempo).
E’ opportuno inoltre che certe materie tecniche vengano attribuite a soggetti qualificati e che
siano estranei alle influenze di tipo politico.
Il comma 2 dell’articolo 10 dice che ‘L'Autorità opera in piena autonomia e con indipendenza
di giudizio e di valutazione ed è organo collegiale costituito dal presidente e da quattro
membri nominati con determinazione adottata d'intesa dai Presidenti della Camera dei
deputati e del Senato della Repubblica’. Generalmente si evita il rinnovo per evitare che il
40 of 55
soggetto possa essere condizionato e quindi prendere decisioni strumentali; non possono fare
altre attività oltre ricoprire questo ruolo e, terminato l’incarico, non possono ricoprire incarichi
presso un soggetto privato.
I poteri dell’antitrust —> all’originaria competenza volta a vigilare sulla concorrenza, si è aggiunta
la competenza a vigilare sull’attuazione della disciplina sulla pubblicità ingannevole ed a
contrastare le pratiche commerciali scorrette, vigilare nei rapporti contrattuali tra aziende e
consumatori affinché non ci siano clausole vessatorie
[Art. legge 12/15] Se l’antitrust pensa che gli articolo 2/3 della legge siano stati violati —>
entro tre mesi apre un’istruttoria e notifica l’apertura della stessa agli enti interessati. I titolari o
legali rappresentanti delle imprese ed enti hanno diritto di essere sentiti e l’autorità può chiedere
loro di presentare/esibire documenti. Il fine dell’istruttoria è verificare la presenza di infrazione. In
casi particolarmente gravi e di urgenza con rischio di danni irreparabili per la concorrenza,
l’antitrust può anche applicare una misura cautelare. Il tipo di misura cautelare che può attuare
l’autorità è generico, quindi molto forte.
A questo punto, entro tre mesi dalla notifica dell'apertura di un'istruttoria per l’accertamento, le
imprese possono presentare impegni tali da far venire meno i profili anticoncorrenziali oggetto
dell'istruttoria. L'Autorità, valutata l'idoneità di tali impegni, può, nei limiti previsti dall'ordinamento
comunitario, renderli obbligatori per le imprese e chiudere il procedimento senza accertare
l’infrazione. L'Autorità in caso di mancato rispetto degli impegni resi obbligatori ai sensi del
comma l può irrogare una sanzione amministrativa pecuniaria fino al 10 per cento del fatturato.
Ha anche, con l’introduzione dell’articolo 21 bis la possibilità di impugnare gli atti amministrativi
che violino le norme a tutela della concorrenza e del mercato.
Una legge del 2009 ha previsto che il governo deve presentare al parlamento un disegno di
legge, anno per anno, volto a rimuovere gli ostacoli alla concorrenza; il governo nella
formulazione di questo disegno di legge si deve basare sulle segnalazioni che gli pervengono
dall’autorità antitrust —> in buona sostanza, l’autorità antitrust indica al governo anno per anno i
contenuti della legge annuale per la concorrenza, che deve essere presentata entro il mese di
marzo.
Le autorità indipendenti
Dal punto di vista strutturale, si possono distinguere tre ruoli che svolgono le autorità
amministrative indipendenti:
• Un ruolo di regolazione (scrivono norme);
• Un’attività di vigilanza e controllo (che in genere si trova insieme ad attività di regolazione —> se
c’è regolazione generalmente c’è vigilanza/controllo);
• Un ruolo di garanzia.
41 of 55
Le autorità indipendenti sono nate a partire dagli anni Novanta dello scorso secolo e nei due
decenni successivi si sono moltiplicate senza un disegno preordinato. Il tratto che le accomuna è
una indipendenza dall’esecutivo.
Le funzioni delle autorità amministrative indipendenti possono essere diversificate, molteplici, così
come sono diversificati i settori nelle quali esse intervengono, alcune di esse operano nel campo
finanziario, altre nel campo dei servizi di pubblica utilità (autorità acqua, energia e gas e l’autorità
per i trasporti), ci sono poi le autorità garanti di diritti costituzionalmente tutelati (commissione di
vigilanza sugli scioperi), c’è l’ANAC (autorità nazionale anti corruzione) che si occupa sia di
trasparenza della pubblica amministrazione, sia di attività di vigilanza/controllo sui contratti della
pubblica amministrazione.
Alcune autorità hanno un riferimento diretto al mercato (finanziario, mercato dei servizi pubblici
essenziali ecc..) altre invece hanno meno riferimento al mercato (garante della privacy ecc).
CONSOB —> è un organo collegiale, composto da un presidente e cinque membri nominati con
D.P.R. su proposta del Presidente del consiglio dei ministri che durano in carica 7 anni.
La CONSOB è preposta a garantire l’efficienza, la trasparenza e lo sviluppo del mercato
mobiliare ed a tal fine le sono attribuiti poteri regolamentari, autorizzatori, di vigilanza e
sanzionatori. La CONSOB è il prototipo delle attività amministrative indipendenti perché svolge
sia funzione di controllo che di regolazione. Nasce nel 1974 da una revisione del ministero
dell’industria e fino ad oggi è stata riformata più volte.
Nel caso dell’autorità CONSOB il contributo è dato dalle aziende che superano i 50 milioni di
fatturato.
Banca d’Italia —> omonimo della BCE (la quale si occupa di politica monetaria e vigilanza sul
sistema bancario); la banca d’Italia fa le stesse cose ma a livello nazionale, partecipa a livello
europeo al sistema di banche nazionali, al consiglio direttivo della BCE e partecipa al comitato di
Basilea; è un’autorità amministrativa indipendente sui generis: non è scritto nella legge che
è un’autorità amministrativa indipendente, è in realtà una persona giuridica di diritto
pubblico nata in forma societaria. Il governatore della Banca d’Italia è nominato dal presidente
del consiglio dei ministri dopo la deliberazione del consiglio dei ministri, sentito il parere del
consiglio superiore della Banca d’Italia, l’incarico dura 6 anni prolungabile una sola volta.
Dal punto di vista del bilancio è la più indipendente, mentre dal punto di vista della politica è quella
che assomma le funzioni di regolazione e vigilanza sul sistema bancario.
UIF (unità informazione finanziaria per l’Italia) —> è stata istituita presso la Banca d'Italia il 1°
gennaio 2008, ai sensi del decreto legislativo n. 231 del 2007 di attuazione della Terza Direttiva
antiriciclaggio —> è un'autorità che si occupa di riciclaggio, nasce nel 2007 prendendo parte
delle competenze che erano del cessato ufficio italiano dei cambi.
Il direttore della UIF è autonomo dalla banca d’Italia ma il finanziamento dell’UIF dipende dalla
banca d’Italia;
IVAS —> Ha il compito di garantire la stabilità del mercato assicurativo e la tutela del
consumatore. Ha poteri amministrativi, di controllo sulla gestione tecnica, finanziaria, patrimoniale
e contabile delle imprese di assicurazione, di vigilanza sull’osservanza delle leggi e di vigilanza
sulla trasparenza dell’offerta agli utenti. Il presidente dell’IVAS, per legge, è il direttore generale
della banca d’Italia.
COVIP —> vigila sul mercato della previdenza complementare garantendo ed assicurando la
trasparenza e la correttezza nella gestione e nell’amministrazione dei fondi pensione.
42 of 55
AEG/AGCOM/Trasporti —> questi autorità nascono per garantire l'efficienza nell'erogazione dei
servizi e del contenimento dei prezzi in settori in cui la presenza di reti rende il mercato un
monopolio naturale. In ambito europeo, per favorire la creazione di un mercato comune si è
imposta l'abolizione dei monopoli legali, scorporando l'attività delle reti e assoggettando ad un
particolare regime giuridico le reti creando autorità di regolazione che vigilassero sul corretto
svolgimento dell'attività. Si è discusso se creare un'unica autorità o non autorità specializzate per
settore in quest'ultima ipotesi è stata la strada perseguita.
AGCOM —> Autorità garante delle comunicazioni. Composta da quattro commissari eletti per
metà dalla camera dei deputati e l’altra metà dal senato. Organi dell’AGCOM sono il presidente, la
commissione per le infrastrutture e le reti, la commissione per i servizi/prodotti.
Ha duplice compito: non solo regolazione (assicura la corretta competizione sul mercato delle
telecomunicazioni) ma anche di garanzia.
Le attività finanziarie sono quelle che hanno a che fare con la trasformazione, modifica della
moneta. Si può scambiare denaro per un bene fisico reale; oppure prendere un titolo
rappresentativo in mano, tuttavia esso è solo una promessa, un pezzo di carta e mi devo fidare che
il pezzo di carta si trasformerà in diritti sul bene fisico; benché anche la moneta deve essere
accettata negli scambi successivi —> l’elemento fiduciario è strettamente connesso all’attività
finanziaria).
Attività bancaria —> disciplinata dall’articolo 10 del testo unico bancario (TUB):
- La raccolta di risparmio tra il pubblico e l’esercizio del credito costituiscono l’attività bancaria.
Essa ha carattere d’impresa. [attività composita ci deve essere sia la raccolta di risparmio tra il
pubblico e l’esercizio del credito, carattere di impresa]
- L’esercizio dell’attività bancaria è riservato alle banche.
- Le banche esercitano, oltre all’attività bancaria, ogni altra attività finanziaria, secondo la
disciplina propria di ciascuna, nonché attività connesse o strumentali. Sono salve le riserve di
attività previste dalla legge.
1. Ai fini del presente decreto legislativo è raccolta del risparmio l’acquisizione di fondi con
obbligo di rimborso, sia sotto forma di depositi sia sotto altra forma.
2. La raccolta del risparmio tra il pubblico è vietata ai soggetti diversi dalle banche. [anche la sola
raccolta del risparmio è riservata alle banche; se si parla di investimenti a rischio - senza
obbligo di restituzione - siamo fuori dall’attività di raccolta del risparmio che è la base per
l’attività] [commi2/2bis —> prima tipologia di eccezioni]
43 of 55
2-bis. Non costituisce raccolta del risparmio tra il pubblico la ricezione di fondi connessa
all’emissione di moneta elettronica (si intende per moneta elettronica carte prepagate
perché la società emittente della carta non impiega il denaro versato per fini proprio).
2-ter. Non costituisce raccolta del risparmio tra il pubblico la ricezione di fondi da inserire in
conti di pagamento utilizzati esclusivamente per la prestazione di servizi di pagamento.
3. Il CICR stabilisce limiti e criteri, anche con riguardo all’attività ed alla forma giuridica del
soggetto che acquisisce fondi, in base ai quali non costituisce raccolta del risparmio tra il
pubblico quella effettuata presso specifiche categorie individuate in ragione di rapporti
societari o di lavoro (1).
4. Il divieto di raccolta del risparmio tra il pubblico non si applica: [casi in cui c’è raccolta del
risparmio ma il divieto non si applica]
a) Agli Stati comunitari, agli organismi internazionali ai quali aderiscono uno o più Stati
comunitari, agli enti pubblici territoriali ai quali la raccolta del risparmio è consentita in
base agli ordinamenti nazionali degli Stati comunitari;
b) Agli Stati terzi (2) ed ai soggetti esteri abilitati da speciali disposizioni del diritto italiano;
c) Alle società, per la raccolta effettuata ai sensi del codice civile mediante obbligazioni,
titoli di debito od altri strumenti finanziari (3);
d) Alle altre ipotesi di raccolta espressamente consentite dalla legge, nel rispetto del
principio di tutela del risparmio (4).
4-bis. Il CICR determina i criteri per l’individuazione degli strumenti finanziari, comunque
denominati, la cui emissione costituisce raccolta del risparmio (5).
4-ter. Se non disciplinati dalla legge, il CICR fissa limiti all’emissione e, su proposta formulata
dalla Banca d’Italia sentita la CONSOB, può determinare durata e taglio degli strumenti
finanziari, diversi dalle obbligazioni, utilizzati per la raccolta tra il pubblico (6).
4-quater. Il CICR, a fini di tutela della riserva dell’attività bancaria, stabilisce criteri e limiti,
anche in deroga a quanto previsto dal codice civile, per la raccolta effettuata dai soggetti che
esercitano nei confronti del pubblico attività di concessione di finanziamenti sotto qualsiasi
forma (7).
4-quinquies. A fini di tutela del risparmio, gli investitori professionali, che ai sensi del codice
civile rispondono della solvenza della società per le obbligazioni, i titoli di debito e gli altri
strumenti finanziari emessi dalla stessa, devono rispettare idonei requisiti patrimoniali stabiliti
dalle competenti autorità di vigilanza (1).
5. Nei casi previsti dal comma 4, lettere c) e d), sono comunque precluse la raccolta di fondi a
vista ed ogni forma di raccolta collegata all’emissione od alla gestione di mezzi di pagamento
a spendibilità generalizzata (2).
Art. 130 —> Chiunque svolge l’attività di raccolta del risparmio tra il pubblico in violazione
dell’articolo 11 è punito con l’arresto da sei mesi a tre anni e con l’ammenda da euro 12.911 a
euro 51.645.
Art. 131 —> Chiunque svolge l’attività di raccolta del risparmio tra il pubblico in violazione
dell’articolo 11 ed esercita il credito è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni e con la
multa da euro 2.065 a euro 10.329.
Art. 132 —> Chiunque emette moneta elettronica in violazione della riserva prevista dall’articolo
114-bis senza essere iscritto nell’albo previsto dall’articolo 13 o in quello previsto dall’articolo
114-bis, comma 2, è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni e con la multa da 2.066
euro a 10.329 euro.
Una volta messi gli amministratori dentro, i contratti in essere vanno in qualche maniera gestiti:
Liquidazione coatta amministrativa [Art. 80] —> Il Ministro dell’economia e delle finanze, su
proposta della Banca d’Italia, può disporre con decreto la liquidazione coatta amministrativa delle
banche, anche quando ne sia in corso l’amministrazione straordinaria ovvero la liquidazione
secondo le norme ordinarie, se ricorrono i presupposti indicati nell’articolo 17 del decreto
44 of 55
legislativo di recepimento della direttiva 2014/59/UE (1) ma non quelli indicati nell’articolo 20,
comma 2, del medesimo decreto per disporre la risoluzione.
Nel ’91 il tribunale di Roma inaugura un nuovo indirizzo giurisprudenziale —> si è detto che la
banca di fatto non deve essere messa sotto liquidazione coatta amministrativa perché non è una
banca, ma sotto il regime fallimentare ‘classico’ (con la procedura fallimentare per la sistemazione
dei rapporti).
Il soggetto che svolge abusivamente l’attività bancaria potrebbe essere più bravo dei banchieri
autorizzati —> potrebbe non avere l’autorizzazione, ma aver messo su una banca solida,
compatta, forte.. —> per essere soggetti a fallimento occorre l’insolvenza, che in questo caso non
c’è (mentre la liquidazione coatta amministrativa c’è anche se non si è insolventi ma si viola la
legge) —> in questi casi sicuramente gli amministratori vanno dentro, ma come risolvo il problema
della banca? —> l’articolo 132 bis del testo unico ha ampliato uno strumento già previsto dal
codice civile, permettendo che la Banca d’Italia o l’UIC possono denunziare i fatti al pubblico
ministero ai fini dell’adozione dei provvedimenti previsti dall’articolo 2409 del codice civile, ovvero
possono richiedere al tribunale l’adozione dei medesimi provvedimenti. Le spese per l’ispezione
sono a carico della società (2).
Cosa non possono fare le banche? Gestione su base collettiva. Le banche possono fare attività
connesse e strumentali
Il gruppo bancario
Le banche possono fare diverse attività finanziarie —> dopo gli anni novanta c’è stata l’Unione tra
banche di risparmio e di investimento e nasce il concetto di ‘banca universale’ (resa legittima in
Italia col testo Unico bancario del 1993 la quale può svolgere tutte le attività finanziarie consentite
agli intermediari finanziari.)
Ha molto inciso su questo trend sia la crisi Lehman Brothers sia la crisi bancaria conseguente alla
prima crisi: tutte le normative bancarie/finanziarie convergono verso normative che aiutano la
grande banca a causa del patrimonio di vigilanza necessario.
In questi anni di crisi, tutte le BBC hanno avuto più difficoltà —> la banca d’Italia ha dovuto
commissariare tutte queste banche spendendo risorse —> in Italia ci sono oltre 500 BCC —>
Banca d’Italia non aveva soldi per chiudere tutte le banche e quindi pensa di accorparle o tramite
il controllo gerarchico (una controlla l’altra) o tramite contratto di coordinamento (autonomamente
ci si assoggetta al potere di qualcun altro) —> tuttavia ci deve sempre essere un atto di autonomia
privata a monte —> il governo Renzi ha detto che entro il 1/01/2019 tutte le BCC si devono unire.
Con questa legge la stragrande maggioranza delle banche in Italia è stata costretta ad unirsi a
grandi gruppo.
Inoltre, la riforma delle Banche Popolari ha portato tutte le banche più grosse, con più di 8 milioni
di attivo a diventare società per azioni con il voto capitario (ogni socio è titolare di un singolo voto
indipendentemente dal numero delle azioni possedute o rappresentate).
Se però non c’è fusione ma aggregazione —> la banca diventa dipendente, ma non essendo
fusione, una volta che si entra nel gruppo non hai quote (perché non è una fusione), si è
comunque soggetti ai poteri della capogruppo bancaria alle quali decisioni non partecipo
neanche, non posso recedere, non concambio, subisco solo.
In Germania il ‘contratto di dominazione’ prevede un’indennità monetaria.
Cos’è una società quotata? Una società le cui azioni sono negoziate sul mercato.
Se una SPA non quotata prende i soldi dagli investitori privati o grazie all’indebitamento bancario,
la società quotata prende le proprie risorse dal mercato, ovvero dal pubblico risparmio.
Le società quotate sono soggette ad una serie di regole specifiche che si sommano alle regole
‘normali’ delle società per azioni oltre che al controllo della CONSOB per il fatto che moltissime
persone investono i propri denari nella società quotata e si ritiene che sia debba essere oggetto di
regolamentazione/controllo.
Si intende per ‘corporate governance’ l’insieme sia di regole esterne sia dello statuto di una
società quotata che ne regolano il funzionamento degli organi interni. La legge di riferimento
è il TUF (testo unico finanziario) che in Italia ha regolato il funzionamento delle società quotate.
Oltre a questa legge ci sono i regolamenti CONSOB (regolamenti interni) ed il contenuto di auto-
disciplina, ovvero il codice di autodisciplina —> che non è una legge ma un codice di best
practice in cui ci sono una serie di indicazioni di best practice riguardo una buona prassi
dell’assetto finanziario (dice come devono essere organizzate le società; non è una legge e le
società non sono obbligate a seguirla, tuttavia a livello reputazionale sul mercato, conformarsi al
codice di autodisciplina è market-friendly. Se si sceglie di non conformarsi al codice è necessario
scrivere un documento che spiega come funziona la corporate governance ogni anno che deve
essere approvato dall’assemblea e pubblicato, nel quale si deve inserire perché non si è deciso di
conformarsi al codice di autodisciplina; insomma, c’è l’obbligo di spiegare perché non si vuole
conformarsi).
Ricapitolando —> corporale governance —> tre fonti: TUF; Regolamento emittenti; codice di
auto-disciplina.
• Se una società è chiusa (3/4 soci) chi ha la maggioranza di quote nomina il consiglio che a sua
volta decide il CDA.
• Nelle società quotate, anche i soci di minoranza (si parla comunque di minoranza qualificate,
non di tre azioni), devono avere qualche potere decisionale/rappresentato —> tutti i soci
presentano una lista con alcuni nomi, la lista che ottiene più voti è la lista di maggioranza.
Inoltre, almeno un consigliere del CDA deve essere eletto dalla seconda lista per voti, ovvero
quella dei soci di minoranza. Le minoranze devono avere la garanzia di essere rappresentate in
consiglio perché c’è il requisito di professionalità (questo solo nelle società bancarie) e equilibrio
di genere (almeno 1/3 del CDA deve essere del genere meno rappresentato).
46 of 55
Perché la legge si preoccupa di garantire questa composizione del CDA?
Un buon CDA, una buona governance è garanzia di una migliore/buona gestione della società nel
medio/lungo periodo, favorendo la società e tutti gli azionisti (se avessi direttamente il controllo
della società, potrei gestirla a mio vantaggio più che a vantaggio della società stessa).
L’altro elemento è costituito dal ‘premio di controllo’ —> se io ho una società che ha un
capitale di 100 euro con 100 azioni da 1 euro ed io compro 10 azioni, probabilmente le pago 10
euro (benché probabilmente valore nominale/reale sia differente) —> se compro 35 azioni non le
pago 35 euro ma di più —> se col 10 % non ci faccio niente, col 35 % controllo la maggioranza in
assemblea —> controllo l’azienda perché nomino la maggioranza del CDA.
Questa è la ragione perché nell’acquisto di azioni c’è il ‘premio di controllo’ (prezzo extra che ho
pagato per avere il controllo) ovvero l’extra valore che scaturisce dall’acquisto di una quota —>
questo ‘extra valore’ lo condivido però anche con gli azionisti.
L’Attività Finanziaria
Abbiamo vista l’attività bancaria come attività composita, riservata e (non) esclusiva.
L’attività finanziaria (art 106 TUB) consiste nell’esercizio del credito, è in realtà una delle
branche dell’attività bancaria e rientra nell’attività finanziaria, il finanziamento non solo in cash
ma anche con i crediti di firma (un soggetto che rilascia fideiussioni a livello sistematico ad altri
soggetti svolge un’attività di finanziamento).
L’attività finanziaria può essere svolta dalle società finanziarie e dalle banche —> in linea di
principio nessun altro soggetto può svolgere attività finanziaria se non gli istituti di pagamento con
limitazioni.
Un minimo di attività finanziaria la possono svolgere anche le imprese di investimento, se
strumentale al servizio che loro svolgono (se comprano un azione perché un cliente gliel’ha detto,
possono finanziare l’acquisto del titolo da parte del soggetto).
Tutti gli altri soggetti non possono svolgere attività finanziaria (un minimo le compagnie di
assicurazioni sotto certe regole)
Emissione di moneta elettronica —> attività disciplinata dal TUB (114) —> Al pubblico viene
dato un portafoglio elettronico con poteri di spendibilità generalizzata. Non si ha diritto alla
47 of 55
restituzione del capitale versato se non riportando indietro il portafoglio elettronico e scalando ciò
che è stato già speso.
L’emissione di moneta elettronica è riservata o agli IMEL (Istituto moneta elettronica) o alle
banche; è un’attività circoscritta poiché l’istituto stesso deve poi pagare con la moneta gli
esercenti dove è spesa.
Come scritto nell’art 11 del TUB, la ricezione di fondi connessa all’emissione di moneta elettronica
non costituisce raccolta del risparmio.
Servizi di pagamento —> anche questi disciplinati dal TUB —> il TUB li definisce come
‘qualcuno che deve effettuare dei pagamenti e per effettuarli apre un conto presso un soggetto
(istituto di pagamento) e, attraverso degli ordini, indica all’istituto di pagamento di effettuare dei
trasferimenti di denaro.
In questo modo, l’istituto di pagamento ha sui conti dei cliente delle disponibilità, ma che non
sono disponibilità proprie, è solo una raccolta. I servizi di pagamento, oltre agli istituti di
pagamento, possono essere svolti dalle banche, dalle società finanziarie se sono autorizzate, come
gli IMEL se autorizzati.
Servizi di investimento —> Quando andiamo da un intermediario (banca, SIM —> Società
intermediazione mobiliare) e chiediamo di acquistare un'azione, un'obbligazione o un qualsiasi
altro titolo, l'attività che ci viene prestata è un servizio di investimento. Si trovano nel testo unico
della finanza (art. 1 comma 5) che ne elenca otto. Queste otto attività sono tra loro molto diverse,
hanno ben poco in comune se non il fatto che sono tutte attività che riguardano/coinvolgono gli
strumenti finanziari.
1. Negoziazione per conto proprio —> acquistare strumenti finanziari nel mio interesse
2. Esecuzioni di ordini di clienti —> compro strumenti finanziari per ordine di clienti (chiamata
anche ‘negoziazione per conto di terzi’
3. Sottoscrizione con assunzione a fermo o collocamento sulla base di un impegno
irrevocabile —> Le società che emettono strumenti finanziari generalmente li offrono ai
risparmiatori attraverso offerte al pubblico —> L'offerta avviene per il tramite di intermediari
che contattano gli investitori attraverso le reti di distribuzione. Si ha collocamento quando si
tratta di titoli già emessi. Nel caso in cui, invece, l'intermediario sottoscriva o acquisti egli
stesso preventivamente i titoli, o comunque presti una garanzia per la riuscita dell'operazione,
assume su di sé il rischio del buon esito dell'operazione. Se dovessero rimanere dei titoli
invenduti, l'intermediario collocatore ne resterebbe proprietario, se li aveva preventivamente
acquistati, ovvero sarebbe obbligato ad acquistarli lui stesso qualora aveva assunto una
garanzia in questo senso.
4. Sottoscrizione senza assunzione a fermo —> l’intermediario si limita a collocare —>
collocamento senza garanzia/senza impegno all’acquisto totale dell’emissione. Rispetto al
precedente, il collocamento a fermo ha più rischi per il collocatore. —> Nel caso di
collocamento “senza assunzione", l'intermediario assume solo l'obbligo di ricercare presso il
pubblico i soggetti interessati alla sottoscrizione o all'acquisto degli strumenti finanziari da
collocare; il rischio di un insuccesso nel collocamento grava solo sull'emittente.
5. Gestione di portafogli —> gestione di portafoglio su base individuale (diversa dalla gestione
del risparmio su base collettiva). La gestione su base individuale consiste nel fatto che un
investitore ha dei denari, dei titoli, ed affida queste disponibilità ad un intermediario perché
questo valorizzi il portafoglio comprando e vendendo (facendo investimenti e disinvestimenti).
Il rapporto è personale/individuale e la gestione è personalizzata —> il cliente va dal gestore e
dice cosa vuole dando anche indicazioni precise. Il gestore ogni volta che vuole proporre
un’operazione deve prima chiede il consenso al proprietario del portafoglio, si tratta quindi
forme di personalizzazione del patrimonio nelle quali l’investitore può interferire con indicazioni
che l’intermediario deve rispettare (caratteristica della gestione individuale).
6. Invece, la gestione collettiva (o in monte), rispetto alle caratteristiche della gestione
individuale si differenzia perché innanzitutto il soggetto che partecipa ad una gestione su base
collettiva non è proprietario dei titoli/attività finanziaria —> ognuno di noi mette 50 euro,
diventano 5mila, il gestore prende questi 5 mila euro ed investe questi 5 mila euro
supponiamo in azioni. Noi abbiamo dato tutti i soldi al gestore che li mette nel fondo X e
successivamente li investe in azioni (in 5mila euro di azioni di FCA depositate sul conto del
48 of 55
fondo X) —> noi che abbiamo dato i soldi, cosa abbiamo in cambio? Le quote del fondo X. Le
azioni sono sottoscritte in nome del fondo X e non in nome dei singoli partecipanti. L’altra
differenza è data dal fatto che mentre nella gestione individuale il rapporto è personale; nella
gestione collettiva, il singolo non può interferire con la gestione del fondo poiché le scelte
gestionali nel caso della gestione in monte sono totalmente riservate al gestore.
7. La ricezione/trasmissione di ordine —> l'intermediario riceve dal cliente un ordine di
acquisto o vendita di titoli e lo trasmette ad altro intermediario per l’esecuzione
8. Consulenza in materia di investimenti —> ‘fare consulenza’ vuol dire consigliare, spiegare,
raccomandare un certo tipo di investimento; originariamente era un servizio di investimento,
diventato servizio accessorio nel 1996 non era più riservato e poteva essere svolto da
chiunque; con la direttiva MIFID la consulenza sugli strumenti finanziari è ritornata ad essere un
servizio di investimento e quindi necessita di autorizzazione; ancora, nel 2007, la disciplina
MIFI ha tenuto a distinguere che ogni prestatore di servizi commerciali può fare consulenza.
La consulenza può essere generica e specifica: quella specifica riguarda un determinato titolo,
una determinata azione.
9. Gestione di sistemi multilaterali di negoziazione —> si tratta di sistemi che consentono e di
far incontrare, sulla base di regole predeterminate, proposte di acquisto e di vendita
provenienti da una pluralità di operatori. Per molti versi sono assimilabili ai mercati
regolamentati;
Lo scambio di strumenti finanziari può avvenire in due modi: quando voglio acquistare
un’azione o la banca prende il mio ordine e spara l’ordine sul mercato/sulla borsa (c’è quindi
un’ordine di acquisto) poi sul mercato magari ci sarà qualcuno che decide allo stesso tempo di
vendere l’azione e quindi si rivolge al mercato per vendere —> così per n ordini n titoli —> il
mercato ha una funzione di mediazione, far incontrare ordini di tipo contrapposto [in questo caso
gli ordini di acquisto e vendita vengono da più soggetti, si incrociano su base multilaterale ed il
mercato nell’incrociare gli ordini non assume nessuna posizione di rischio].
A livello informatico c’è per ogni titolo il book degli acquisti ed il book delle vendite con prezzi di
acquisto e di vendita ed i prezzi che scorrono; se arriva un ordine di vendita a 15 e qualcuno vuole
comprare a 15, a questo punto il mercato chiude il contratto, annulla le due posizioni (le cancella
dal book) ed il sistema registra chi ha immesso l’ordine di acquisto e di vendita.
Altrimenti la banca, invece di sparare l’ordine sul mercato affinché si incroci con un altro, può
dirmi, che la banca stessa ha tale azione nel suo portafoglio o un altro cliente della banca la ha,
ergo me la vende lei —> il soggetto che svolge la funzione di mercato non è il mercato vero e
proprio ma è lo stesso soggetto che esegue l’ordine su proprie posizioni —> si chiama
internalizzazione dell’ordine —> il rapporto non è quindi su base multilaterale ma bilaterale e
l’intermediario acquisisce una posizione di rischio poiché diventa parte del contratto (ed ha tutti i
rischi di essere parte contrattuale).
I sistemi che operano su base multilaterale sono tre:
• I mercati regolamentati (borsa italiana),
• Gli MTF (Multilateral trading facilities)
• OTF (Organized trading facilities),
I servizi di investimento, oltre alle imprese di investimento, possono essere svolti anche
dalle banche —> oltre a loro nessun altro può svolgere servizi di investimenti ad eccezione delle
SGR (che possono fare consulenza/gestione individuale) e delle finanziarie che possono fare la
negoziazione per conto proprio a fine di copertura degli acquisti —> la società finanziaria, se
acquista uno strumento finanziario derivato a copertura del rischio di tasso per acquistarlo si deve
rivolgere a qualcuno che svolge il servizio di investimento.
49 of 55
La gestione collettiva del risparmio è definita in Italia dal TUF all’art.1, comma n, come il servizio
che si realizza attraverso:
1) La promozione, istituzione e organizzazione di fondi comuni d'investimento e
l'amministrazione dei rapporti con i partecipanti;
2) La gestione del patrimonio di OICR, di propria o altrui istituzione, mediante l'investimento
avente ad oggetto strumenti finanziari, crediti, o altri beni mobili o immobili.
Le forme di gestione collettiva possono essere di tipo aperto o chiuso: nel caso delle SICAV è di
tipo aperto; SICAF di tipo chiuso. La differenza tra aperto e chiuso è data da quando si può
entrare nella forma di gestione collettiva e da quando si può uscire dalla forma di gestione
collettiva —> nel caso della gestione di tipo aperto si può entrare/uscire quando si vuole (senza
dover aspettare un aumento di capitale ecc..); si parla invece di gestione collettiva chiusa quando
non tanto all’ingresso ma in sede di uscita, essa è consentita solo a determinate scadenze, non
posso chiedere il rimborso della mia quota quando voglio, ma solo alla chiusura del fondo o
durante una scadenza temporale.
• I fondi aperti si possono costituire ed avere per oggetto strumenti finanziari (azioni, obbligazioni)
di pronta liquidabilità;
• I fondi invece che investono in strumenti finanziari non quotati, immobili, quote di società
immobiliari o in crediti o in opere d’arte devono avere la forma chiusa.
Esistono anche i fondi riservati (le quote possono essere acquistate solo da soggetti con
determinate caratteristiche) e fondi speculativi (fondi che investono in attività/strumenti finanziari
particolarmente rischiosi e che, proprio per questo, hanno una determinata disciplina relativa alla
circolazione ed alle taglie minime delle quote (superiori a 50 mila euro) per cui si presume che che
chi si assume il rischio sa cosa sta facendo —> la legge vuole evitare che le quote di questi fondi
non vadano in mano a persone che hanno competenza a riguardo.
Esiste una distinzione tra i fondi aperti che investono in strumenti finanziari e che hanno
quindi una serie di regole —> fondi armonizzati; e tutte le altre tipologie di fondi per i quali,
pur essendoci regole comunitarie che devono rispettare, questi rimangono soggetti alle
regole di ogni singolo stato.
Nell’ambito della gestione collettiva c’è sempre, oltre all’investitore, al gestore, anche un terzo
soggetto, ovvero la banca depositaria che ha anche una funzione di controllo riguardo l’operato
del gestore. La banca depositaria deve verificare che l’ordine sia coerente con le politiche del
fondo
Fondi pensione —> patrimoni costituiti non dai risparmi comuni degli investitori ma da risparmi di
tipo previdenziale; possono essere gestiti da soggetti abilitati a gestire fondi su base individuale.
L’attività di gestione del mercato finanziario può essere svolta solo dalle società di gestione
del mercato.
L’attività assicurativa in senso stretto può essere svolta solo dalle attività di assicurazione.
Attività di post-trading —> affinché il contratto concluso sul mercato venga realmente eseguito è
necessario intervengano i gestori accentrati ed i sistemi di liquidazione e compensazione delle
operazioni sul mercato. Si è arrivati alla dematerializzazione dei titoli —> il trasferimento dei
titoli avviene attraverso un sistema di conti a cascata per cui c’è un gestore accentrato che ha
una serie di conti riguardo i titoli che gestisce in maniera accentrata
Gestori accentrati —> esistono per il fine che i titoli non vengano trasmessi tra persone in
maniera cartacea —> per questo esiste la dematerializazione (lo scambio avviene senza la carta
del titolo).
Presso il gestore accentrato solo gli intermediari (le principali banche) possono creare conti —> se
l’emittente dice di non aver ancora collocato i titoli dando il ruolo di collocatore ad unicredit —>
50 of 55
poiché i titoli li colloca unicredit, è come se sul conto UniCredit ci sono tot azioni del gestore
accentrato.
Se la FIAT vende 500 azioni sul mercato —>esse possono essere acquistate anche da clienti di
UBI e di Intesa le quali possono venderle ai loro clienti e poi accreditarla sui conti del loro clienti.
Affinché il meccanismo funzioni, ci deve essere la standardizzazione del prodotto.
Variante —> meccanismo a controparte centrale —> meccanismo in cui il soggetto - vale
sopratutto per i derivati - che svolge le funzioni di mercato (prende ed incrocia gli ordini) svolge
anche la funzione di garanzia —> se tuttavia una delle due parti (chi vende/acquista) è insolvente
garantisce comunque la controparte centrale. Gli intermediari che vogliono aderire ad un sistema
di controparte centrale, prima di mandare gli ordini, devono creare dei fondi.
La borsa ha:
• Una funzione di finanziamento —> L’impresa che necessita di capitali per sviluppare le proprie
attività può anziché chiederli in prestito può andare sul mercato e finanziare la proprie attività
raccogliendo risparmio tra chi è disposto a darlo
• Una funzione di investimento —> il soggetto titolare di ricchezza in denaro, ovvero i singoli
risparmiatori, invece di tenere il proprio denaro in maniera infruttifera possono investire i loro
risparmi direttamente nell’acquisto di strumenti finanziari/titoli
• Una funzione di liquidità —> correlata alla funzione di investimento: io risparmiatore ho investito
in un determinato titolo, per ritrasformarlo in moneta, rivendo l’obbligazione sul mercato
ritrasformando il titolo in denaro
• Una funzione di controllo esterno —> ogni impresa quando si rivolge al mercato dà al mercato
una serie di informazioni, pubblica i suoi bilanci, è soggetta al controllo della CONSOB
• In Italia lo stato unitario aveva ereditato le varie borse degli stati precedenti, con il R.D. del
1913 erano state disciplinate le borse con tre caratteristiche: era un sistema pubblicistico (le
borse erano ente pubblico); monopolista (anche se articolata in più sedi); soggetta a controllo
(da parte del ministero dell’economia dell’epoca) e regolamentazione di tipo pubblico.
• Legge 216/1974 —> riforma del sistema; viene istituita la CONSOB (autorità di controllo sulle
società quotate/borsa) con il trasferimento alla stessa di tutti i poteri sull’organizzazione/
funzionamento borse. Dal 1974 in poi si susseguono una serie di leggi che modificano/
integrano la riforma del 1974 (ad esempio, nel 1977 viene regolamentato il mercato ristretto; nel
1988 viene regolamentato il MTS (mercato dei titoli di stato).
• Legge 1/1991 —> nuova stagione di riforme; che si concretizza nel decreto Eurosim e nel Testo
Unico della finanza (TUF). Non muta tuttavia la struttura pubblicistica e monopolistica dei
mercati, le quali rappresentavano un ostacolo all’integrazione tecnica con gli atri circuiti europei
ponendo il sistema nazionale in condizioni di inferiorità.
- Con il decreto Eurosim si decide di privatizzare i mercati, definendoli come ‘impresa privata,
operante il regime di libera concorrenza e che si autoregola’ (è un disconoscimento rispetto
al R.D. del 1913, ora il mercato è un’impresa privata, non più un ente pubblico, che opera in
51 of 55
regime di concorrenza poiché non c’è più una sola borsa. Autoregola = le regole per gli
scambi non devono essere fatte dal regolatore ma è il mercato stesso che deve darsi le
regole di funzionamento)
- Con il TUF si ribadisce sia il superamento della concezione pubblicistica sia il ruolo delle
autorità non più chiamate a compiti di gestione, ma all’esercizio di un’attività di vigilanza
esterna. Il TUF conferma la divisione tra intermediari e mercati e la divisione di quest’ultimi in
‘mercati regolamentati’ (soggetti ad autorizzazione + vigilanza specifica ma con mutuo
riconoscimento = passaporto europeo) e ‘mercati non regolamentati’ (sottoposti a disciplina
più blanda ma non mutuo riconoscimento)
Il TUF disciplina gli intermediari finanziari ed introduce per la prima volte la SIM (società di
intermediazione mobiliare) —> società per azioni che svolgono intermediazione mobiliare (a
differenza delle banche non svolgono intermediazione creditizia)
Nel 1993 viene emanata una direttiva in materia di imprese di investimento che sostanzialmente
prevede che le imprese di investimento (cioè le società di intermediazione) mobiliare possono
avere il passaporto europeo rimanendo sottoposte alla vigilanza del paese d’origine, così come i
mercati regolamentati.
• Direttiva MIFID I —> C’è il recupero di un più pregnante ruolo di controllo: alla CONSOB viene
attribuito il potere di individuare in via preventiva i criteri generali ai quali i regolamenti dei
mercati devono adeguarsi —> c’è subordinazione del potere regolamentare privato a quello
pubblico:
- Superamento distinzione tra mercati regolamentati/non regolamentati —> razionalizzazione
delle possibili piattaforme di negoziazione: mercati regolamentati; MTF (Multilateral
trading facilities) e internalizzatori sistematici; i primi due operanti su base multilaterale,
l’ultimo su base bilaterale
- L’abolizione dell’obbligo di concentrazione degli scambi, incompatibile con la promozione di
un’effettiva concorrenza tra sedi di negoziazione
Affinché una società di gestione del mercato ottenga dalla CONSOB l’autorizzazione è
necessario:
- L’esistenza di ‘risorse finanziarie’ nell’ammontare fissato dalla CONSOB
- Esclusività dell’oggetto sociale —> le società non possono svolgere altre attività se non
‘connesse e strumentali’
52 of 55
- Gli esponenti aziendali siano dotati dei requisiti di onorabilità qualora la partecipazione superi la
soglia di rilevanza (5% del capitale)
- L’obbligatoria sottoposizione a revisore legale di conti
L’articolo 63 comma 1 del TUF prevede che l’autorizzazione all’esercizio dei mercati
regolamentati investa non solo il soggetto gestore, ma anche il regolamento del mercato,
ovvero l’atto con cui si manifesta il potere della società di gestione di disciplinare il mercato
stesso (il regolamento è deciso dall’assemblea ordinaria della società di gestione).
L’oggetto del regolamento è ‘l’organizzazione e la gestione del mercato’ ovvero le norme
organizzative/di funzionamento degli scambi e l’art. 62 TFU prevede che la CONSOB decida
attraverso un regolamento quadro i criteri generali ed il contenuto minimo ai quali il
regolamento del mercato deve adeguarsi in materia di:
- Ammissione/sospensione/esclusione di strumenti finanziari alla negoziazione
- Modalità per assicurare la pubblicità del regolamento del mercato
- Condizioni e modalità per lo svolgimento delle negoziazioni
- Tipi di contratti ammessi alle negoziazioni
L’avvio dell’esercizio da parte della società di gestione del mercato regolamentato è subordinato
ad autorizzazione, rilasciata sussistano i requisiti sopra elencati ed il regolamento sia conforme
alla disciplina comunitaria. Si tratta di un autorizzazione all’attività, non all’attività d’impresa nella
sua globalità, ma solo al mercato a cui l’autorizzazione si riferisce.
Una volta concesso il regolamento, la CONSOB provvede all’iscrizione nell’elenco dei mercati
regolamentati e lo comunica agli stati UE + European Commission..
La società di gestione ora, deve provvedere a:
- Predisporre le strutture per la fornitura dei servizi del mercato
- L’adozione degli atti necessari per il buon funzionamento del mercato (prevenire gli abusi)
- Assumere provvedimenti in tema di ammissione/esclusione/sospensione strumenti finanziari
Il TUF assegna alla società di gestione del mercato compiti di vigilanza sul corretto
funzionamento dello stesso —> doppio livello di controllo (prima privatistico = società di
gestione; poi pubblicistico = autorità pubbliche)
La multilateralità va intesa in relazione alla bilateralità —> il gestore non è controparte e dunque
non assume posizioni di rischio nei confronti dei partecipanti alla negoziazione, contrariamente
all’internalizzatore sistematico.
53 of 55
La struttura è identica a quella dei mercati regolamentati (consentire l’incontro di interessi..); come
analoghe sono le modalità di funzionamento dovendo l’incontro degli interessi avvenire (all’interno
dei sistema ed in base a regole non discrezionali); oggetto degli interessi multipli di vendita devono
essere - come per i mercati regolamentati - gli ‘strumenti finanziari’; anche la gestione di sistemi
multilaterali di scambio è necessaria un’autorizzazione che investe non solo il soggetto ma anche
in sistema nel suo corretto atteggiarsi. Si può dunque dire che le definizioni di mercato
regolamentato e sistemi multilaterali di negoziazione siano identiche, così come la disciplina che
governa l’operatività delle due sedi —-> l’unica differenza è lo ‘status’ degli strumenti finanziari
negoziati in un mercato, al quale si ricollega l’applicazione di discipline speciali (OPA).
Il gestore, oltre a predisporre le regole, deve svolgere tutte le attività materiali necessarie
per il corretto funzionamento del sistema: accertarsi che siano accessibili al pubblico
informazioni sufficienti per permettere agli utenti di emettere un giudizio in materia di investimenti;
informare gli utenti delle responsabilità.
La disciplina relativa agli MTF riserva al gestore il ruolo di ‘vigilante di prima istanza’ sul
corretto funzionamento —> vi è meno controllo da parte dell’autorità pubblica riguardo i
controlli successivi in quanto la CONSOB ha solo poteri informativi (no intervento no ispettivi).
La CONSOB non ha più il potere d’intervento, potendo solo ‘richiedere’ al gestore la sospensione/
esclusione degli strumenti finanziari e, se il gestore non procede, la CONSOB non avendo poteri
sostitutivi, può solo infliggere sanzioni amministrativi/revocare l’autorizzazione.
54 of 55
La direttiva MIFID II ha introdotto una nuova tipologia di trading venose multilaterale denominata
‘sistemi organizzati di negoziazione’ (OTF) definiti come: ‘un sistema multilaterale diverso da un
mercato regolamentato o un sistema multilaterale di negoziazione, che consente
l’interazione tra interessi multipli di acquisto e vendita di terzi relativi a obbligazioni,
strumenti finanziari strutturati, quote di emissione e strumenti derivati’
Tale tipologie di sede di negoziazione non risulta ancora disciplinata nell’ordinamento italiano.
55 of 55