Economia Pol 2

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Il contesto economico

internazionale
LE RELAZIONI INTERNAZIONALI

• Finora abbiamo considerato un’economia chiusa, in cui agiscono gli


operatori Famiglia, Imprese e Stato.

• È il momento di considerare l’operatore RESTO DEL MONDO e


comprendere gli aspetti e le problematiche di una ECONOMIA APERTA.

• Le economie di tutti i Paesi sono aperte e interdipendenti.

• I legami sono cosi stretti che le difficoltà e le scelte di politica


economica di uno possono ripercuotersi sugli altri
IL COMMERCIO INTERNAZIONALE

Definiamo COMMERCIO INTERNAZIONALE il complesso degli scambi di beni,


servizi e capitali che avviene tra i vari Stati

SISTEMA ECONOMICO APERTO

escono entrano

Esportazioni Importazioni
beni, servizi e capitali nazionali beni, servizi e capitali esteri
IMPORTAZIONI ED ESPORTAZIONI

Le IMPORTAZIONI sono il flusso dei beni e servizi che un Paese


acquista dal resto del mondo.
Le ESPORTAZINI sono il flusso di beni e servizi prodotti in un Paese e
venduti al resto del mondo

Le ragioni per cui un


Paese è spinto allo
scambio con l’estero
sono riassumibili in:
necessità, scarsità,
convenienza.
LE TEORIE DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE

Per i mercantilisti il commercio internazionale


avvantaggiava esclusivamente il Paese esportatore.
Secondo Adam Smith, il commercio internazionale
(da lui presupposto per semplificazione tra due soli Paesi)
è basato sui vantaggi assoluti.
Secondo la teoria dei costi comparati (David Ricardo) il
commercio internazionale trova ragione di esistere e
risulta vantaggioso anche per quel Paese che presenti
uno svantaggio assoluto nella produzione di tutti i beni.
Gli economisti svedesi Eli Heckscher (1879-1952)
e Bertil Ohlin (1899-1979) si interessarono principalmente
della determinazione del costo di produzione.

La scelta produttiva di un Paese, secondo il teorema di questi


economisti, è determinata dal costo dei fattori produttivi.
Muovendo dalla critica al teorema di Heckscher e Ohlin,
alcuni economisti hanno formulato una teoria
del commercio internazionale in cui un ruolo
fondamentale è svolto dai differenti stadi di sviluppo
tecnologico raggiunto nei vai Paesi.
Riassumendo:
LE RAGIONI DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE

In sintesi possiamo dire che il presupposto del commercio


internazionale risiede nel fatto che ciascuno Stato riesce
a produrre determinati beni in modo più efficiente
degli altri Stati, cioè a costi più bassi e con migliore qualità.
I VANTAGGI E GLI INCONVENIENTI DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE

vantaggi svantaggi

 La specializzazione produttiva  L’interdipendenza tra gli Stati


fa crescere la competitività della genera problemi quando uno Stato
produzione nazionale dipende completamente da un altro
e consente la diminuzione dei costi per la sua sopravvivenza. Il Paese
dei beni prodotti, costretto a importare è indebolito
con il conseguente abbattimento perché dipende dalle oscillazioni
dei prezzi dei beni esportati dei prezzi imposte dai Paesi
esportatori
LA POLITICA COMMERCIALE

L’insieme dei provvedimenti attraverso i quali le autorità


pubbliche regolano i rapporti commerciali con i Paesi esteri
prende il nome di politica commerciale.
Uno Stato può adottare diversi tipi di politica commerciale:
protezionismo, libero scambio, autarchia
I vari orientamenti di politica commerciale

Minima apertura agli scambi internazionali.


Protezionismo
Sì alle esportazioni, no alle importazioni

POLITICA Massima apertura agli scambi internazionali.


Liberismo
COMMERCIALE Sì alle esportazioni, sì alle importazioni

Chiusura definitiva e totale agli scambi internazionali.


Autarchia
No alle esportazioni, no alle importazioni
LA POLITICA PROTEZIONISTICA

Il protezionismo è la politica commerciale


che, per sostenere i produttori nazionali,
pone in essere provvedimenti che ostacolano
l’importazione di prodotti stranieri.

In tal modo si vuole principalmente proteggere l’economia


interna dalla concorrenza dei Paesi stranieri.
LA POLITICA PROTEZIONISTICA

Per attuare una politica protezionistica si possono utilizzare


numerose barriere commerciali.

Queste si suddividono in:

 Barriere tariffarie: es. i dazi

 Barriere non tariffarie: es. quote sulle importazioni, sussidi a


imprese nazionali, regolamentazioni,..
Esempi di barriere protezionistiche

Dazi doganali sulle Contingenti di Sussidi alle


importazioni importazione imprese nazionali

Sono tributi speciali che si Sono limiti massimi Per esempio prestiti a
aggiungono al prezzo della all’importazione di fondo perduto e sgravi
merce importata nel determinati beni. Per fiscali, che consentono
momento in cui entra nel esempio non possono all’industria nazionale di
territorio nazionale. Il dazio si essere importate diminuire i costi di
aggiunge al prezzo del bene dall’estero più di 10.000 produzione e quindi di
e lo fa aumentare. auto l’anno. abbassare i prezzi
Per esempio una merce che rispetto alla
costerebbe 50 euro subisce concorrenza estera.
un dazio di 15 euro e alla
fine il suo prezzo è più
elevato.
Quali sono i motivi/vantaggi del protezionismo?

Creare uno scudo a favore di certi settori economici strategici per il Paese (es.

meccanico, metallurgico, chimico);

salvaguardare l’occupazione interna, che può aumentare nei settori che non

subiscono la concorrenza delle imprese straniere;

incrementare la Domanda di prodotti nazionali, con effetti positivi sul Reddito

Nazionale.
Le misure protezionistiche possono presentare degli svantaggi:

possibili ritorsioni da parte di altri Stati, invogliati a praticare a loro volta politiche
protezionistiche;
cattivo utilizzo delle risorse: gli investimenti nei settori protetti possono avvenire
a danno di quelli non protetti;
caduta di competitività da parte delle imprese protette, che non sono spinte a
migliorare la loro efficienza;
riduzione del benessere globale della collettività: i consumatori dovranno
pagare prezzi più alti per le merci prodotte all’interno.
Si parla di libero scambio quando gli
Stati non pongono ostacoli
all’importazione di merci e non
applicano né dazi né contingenti
d’importazione.
Alcuni vantaggi del libero scambio:

Possibilità per le imprese di specilizzarsi in ciò che producono


meglio (=con più competenza e più convenienza);
Offerta di beni più ampia e migliore per i consumatori;
circolazione delle conoscenze;
relazioni economiche stabili tra gli Stati;
diminuzione dei prezzi.
Possibili svantaggi del libero scambio:

peggioramento del divario tra Paesi ricchi e Paesi poveri: le


imprese dei Paesi più ricchi, dotate di maggiori capitali e
migliori tecnologie, sono in grado di conquistare e mantenere
maggiori quote di mercato (lo svantaggio di partenza si
accentua).
LA POLITICA COMMERCIALE DELL’UNIONE EUROPEA

La politica commerciale europea è ispirata,


fin dalle sue origini, ai principi del liberismo economico.
È con questo spirito che essa fa parte dell’Organizzazione
mondiale del commercio, che ha tra i suoi principali
obiettivi quello di contrastare forme di protezionismo
e di favorire il libero commercio internazionale.
Le scelte più importanti di politica commerciale dell’UE
sono proprio quelli volti a favorire le esportazioni.
L’UE stipula con i singoli Paesi e con gruppi di Paesi,
accordi di libero scambio con i quali si cerca di
regolamentare e favorire il commercio internazionale.
Es. il Ceta, concluso con il Canada nel 2017 e l’Epa,
concluso con il Giappone nel 2019.
D’altra parte, l’UE si propone anche di proteggere il
mercato europeo da pratiche commerciali sleali da parte di
Paesi terzi. Come?
Strumenti di protezione del mercato UE
Misure di
Misure anti salvaguardia
sovvenzione

Misure antidumping
Regolamento sugli
Si applicano dazi
ostacoli al Si impongono dazi o si
compensativi sui commercio restringono le
prodotti delle imprese importazioni di
Si applicano dazi di estere che nei propri determinati prodotti in
importazione sui prodotti Paesi hanno caso di flussi improvvisi
delle imprese estere che beneficiato di aiuti di e consistenti che
praticano il dumping, ossia Stato e quindi sono danneggiano le imprese
offrono i loro prodotti a avvantaggiate rispetto Si impongono dazi o si interne
prezzi inferiori a quelli alla concorrenza restringono le
praticati nei mercati di importazioni di prodotti
origine provenienti da Paesi
che non rispettano le
norme commerciali
internazionali
LA POLITICA LIBERISTA

Il liberismo è il modello economico teorizzato


dagli economisti della scuola classica, secondo la quale
gli operatori economici agiscono senza interferenze
da parte dello Stato, deve accompagnarsi la libertà
di circolazione, cioè l’assenza di barriere o impedimenti
negli scambi tra operatori di Stati diversi.
IL COMMERCIO INTERNAZIONALE E LA GLOBALIZZAZIONE

L’accentuato grado di dipendenza tra le economie nazionali, in


virtù del quale si viene a creare un unico mercato mondiale di
beni, servizi e capitali, è indicato con il termine globalizzazione.
Operatori nazionali e stranieri sono coinvolti in un sistema
mondiale di operazioni e scambi. Il mondo assume la
fisionomia di un unico «villaggio globale»
GLI EFFETTI INTERNAZIONALI DELLA GLOBALIZZAZIONE

La globalizzazione, intesa in senso propriamente


economico come fenomeno di interdipendenza
delle economie e dei mercati nazionali, ha assunto
nel corso degli anni effetti sempre più pervasivi, di pari
passo con lo sviluppo delle tecnologie dei trasporti,
delle telecomunicazioni e dell’informatica.
LA GLOBALIZZAZIONE
È un fenomeno che coinvolge operatori nazionali
e stranieri in un sistema mondiale di operazioni e
scambi. Il mondo assume la fisionomia di un
unico «villaggio globale»

COSA
COMPORTA?

MONDIALIZZAZIONE
DELL’ECONOMIA

COMPETITIVITÀ TRA PAESI


POVERI

CONCENTRAZIONE DELLA MERCATO FINANZIARIO GLOBALE


RICCHEZZA nelle mani delle
MULTINAZIONALI

LIBERALIZZAZIONE DEI MERCATI


LA GLOBALIZZAZIONE

vantaggi svantaggi

 Crescita economica, legata  Sviluppo ineguale (la ricchezza è


all’apertura dei mercati e alla concentrata nelle mani di pochi)
maggiore competizione tra i
diversi Paesi  Sfruttamento del lavoro

 Sviluppo della democrazia  Sfruttamento delle risorse della


Terra
 Lotta all’analfabetismo
LA CRISI DELLA GLOBALIZZAZIONE

Vi è chi sostiene che il processo di globalizzazione (intesa come


integrazione tra le economie mondiali) sia entrato in crisi a
seguito delle ultime crisi mondiali (del 2008, del 2020, del 2022).
Queste crisi avrebbero fatto emergere la fragilità del sistema
globale dovuta alla eccessiva interdipendenza tra le economie
nazionali.
LA CRISI DELLA GLOBALIZZAZIONE

Gli Stati:
1 - ricercano modelli di interscambio più circoscritti, ad es. il nearshoring,
ossia la rilocalizzazione in Paesi vicini, per diminuire i problemi logistici
degli scambi (una strategia opposta alla delocalizzazione)

2 – considerano con maggior prudenza le dipendenze economiche,


commerciali e finanziarie e utilizzano forme di rilocalizzazione come il
friendshoring, ossia privilegiano Paesi amici, con cui condividono sistemi
di valori e allineamenti geopolitici

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