X. Roma Monarchica

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Gli italici e la

Roma monarchica

CLASSE 1 SUPERIORE
Gli italici
Alla fine del I secolo a.C. il territorio meridionale della
penisola italiana fu definito Italia, a seguito di leggende
antiche.

Il territorio fu sede di importanti civiltà che sfruttarono le


risorse del territorio, favoriti dal clima mite.

La preistoria durò fino al 6000 a.C., anno in cui sopraggiunse


l’avvento dell’agricoltura e ci fu maggior scambio sociale con
le altre popolazioni.
Per gli storici, la Civiltà
Villanoviana permise lo
sviluppo Etrusco.

I Celti, popolazione
indoeuropea delle zone tra il
Reno e il Rodano, ebbero
contatti con la Cultura di
Golasecca dal V secolo a.C.
Insieme di tribù nomadi,
provenienti dalla
Francia.

Nel I millennio a.C. fondarono


una fiorente civiltà, prima di
Insieme ai Celti, diedero essere conquistati dai Celti.
origine a popolazioni
celto-liguri. Gli Iapigi furono un popolo che
si stabilizzò nell’odierna Puglia:
Dauni, Peucezi, Messapi.

Italici sono tutte le


Si insediarono a partire
popolazioni stanziatesi nel sud
dal IX-VIII secolo a.C.
Italia tra il II e il I millennio a.C.
Caratteristiche comuni
Con l’urbanizzazione poco elevata, si ebbe un
prosperare della pastorizia a scapito dell’agricoltura.

Nel centro-sud Italia si sviluppa la pratica dell’inumazione


che ha diversi risvolti in Sardegna.

In Italia centrale si ha la pratica della trasumanza e il


seminomadismo. A volte le migrazioni, associate al ver
sacrum, permisero l’innalzamento degli animali a totem.
Contatti con altri popoli
Dall'VIII secolo a.C. i Greci e i Fenici permisero agli Italici di
entrare in contatto con le civiltà più evolute. In particolare,
i Greci introdussero la scrittura e la moneta e
trasferirono il modello della piccola città in Italia.
Gli Illiri nel V secolo a.C. occuparono l'Illiria e si
trasferirono anche verso le Puglie e l'attuale Veneto.

Gli Sciti, invece, erano una popolazione nomade stanziatasi


nella Russia meridionale e nel Medio Oriente. Non utilizzavano
la scrittura, ma praticavano la lavorazione dei metalli.
Etruschi
A differenza di altri popoli non utilizzano una lingua
indoeuropea e l’origine rimane tutt’oggi incerta:

Erodoto: Asia Minore,


Dionigi di Alicarnasso: autoctonia,
Storici moderni: stratificazione di culture diverse.

Di certo sappiamo che provengono da elementi della


cultura villanoviana e da quella orientale (Iscrizione
nell’isola di Lemno)
Etruschi
Un aspetto che caratterizzò la cultura villanoviana è l’aumento
della concentrazione della popolazione nei centri abitati.
Centro egemone nei pressi di assi fluviali o costieri.

La mescolanza di culture crebbe il processo di sviluppo sociale,


culturale ed economico. Dai Greci gli Etruschi appresero
conoscenze tecniche di grande importanza nel settore agricolo
e per l’artigianato.

L’Etruria raggiunse un controllo completo militare sul mare


Tirreno e ciò le consentì una notevole espansione commerciale,
basata sull’esportazione.
Società
Nella prima metà del VII secolo a.C. nascono le prime città.
In questa fase si affermano per potenza e ricchezza città come
Cere, Veio, Tarquinia, Vulci, Vetulonia, sfruttando anche la
favorevole posizione di vicinanza al mare.

Sotto la spinta del “modello” greco, le città dell’Etruria, si


organizzano in poleis: indipendenti e gestite da un lucumone.

Nonostante la lega dodecapoli, le poleis non riuscirono a


mantenere un’unità politica fino. Nel 474 a.C. infatti i
siracusani sconfissero definitamente gli Etruschi a Cuma.
Società
La divisione del potere viene attuata mediante cariche elettive fatte
da un consiglio ristretto di pochi cittadini, rappresentanti le famiglie
più potenti.

Alla fine del VII secolo nelle grandi città dell’Etruria meridionale
prende corpo nella comunità urbana un nuovo ceto, che si
contrappone a quello dominante, formato da artigiani, commercianti,
piccoli possidenti che accoglie anche benestanti stranieri.

Le famiglie gentilizie si impadroniscono di grandi proprietà terriere e


organizzano attorno a sè gruppi “clientelari” di cittadini che si
mettono sotto la loro tutela offrendo servigi di vario tipo.
Cultura
A differenza del mondo latino e greco, la donna godeva in Etruria
di una discreta considerazione e libertà. Per i latini la donna
doveva essere lanifica et domiseda. Per gli Etruschi non è così.

Gli Etruschi si erano creati un insieme di dottrine e norme raccolte in


diversi testi, i “libri sacri” i cui testi non sono presentati come una
interpretazione del messaggio divino, ma vengono presentati come
una sua rivelazione diretta.

Il testo contenuto nei “Libri haurispicini” deriva dalla trascrizione


esatta di quanto dettato da Tagete. Tutto è regolato dalla religione,
vita individuale e comunitaria.
Le origini di Roma
La leggenda afferma che la nascita di Roma presenta tre risvolti:

1. Enea che fuggito dalla guerra di Troia fonda Lavinio,


2. Ascanio che fuggito dalla guerra di Troia fonda Alba Longa,
3. Disputa fra Romolo e Remo nella dominazione di Roma.

Precedentemente alla fondazione di Roma, vi erano alcune


popolazioni di origine indoeuropea tra cui i Latini che istituirono la
federazione latina ad Alba Longa. Tra questi vi sono i 7 colli che
formeranno poi l’Urbs.
Roma monarchica
Re Non è ereditario

Senato Da senex = vecchio

Comizi curiati

10 curie per Diviso in 3 tribù:


ogni tribù Ramni, Tizi e Luceri

Schiavi
I sette re di Roma
I leggendari sette re di Roma sono:

1. Romolo: Fondatore di Roma e definì il poemerium Tito Tazio


2. Numa Pompilio: Riformato la religione sulla base di quella Etrusca
3. Tullo Ostilio: Espanse il nucleo originario di Roma
4. Anco Marzio: Eresse il ponte Sublicio e costruì le prime mura
5. Tarquinio Prisco: Re etrusco, costruì il tempio alla triade capitolina
6. Servio Tullio: Allargò le mura
7. Tarquinio il Superbo: Governo tirannico
Società romana
I romani si distinguevano in due classi sociali i gentiles, i patrizi, che
godevano di diritti politici e controllavano la proprietà terriera, e i
plebei, considerati come stranieri.

I plebei stabilivano con i patrizi un rapporto di clientela basato sulla


reciproca fides e il plebeo doveva protezione militare in cambio di
protezione e assistenza.

Infine, vi erano gli schiavi, generalmente prigionieri di guerra o


debitori, e liberti, ovvero schiavi riscattati tramite un pagamento in
denaro.
Società romana
La famiglia romana era patriarcale il pater familias era equiparato a
un re. All'interno della casa vi erano anche i protettori della dimora e
della famiglia stessa.

Il potere del padre era caratterizzato dalla patria potestas e aveva


pieno diritto di gestione sui figli e il patrimonio familiare. Ciascun
filius doveva al padre un atteggiamento di pietas.

Il potere del padre di famiglia si esprimeva anche nei nomi:


prenomen - nomen e cognomen.
Religione romana
Per i romani la vita religiosa è legata a quella politica. Il re era
anche il capo religioso della città. La religione era infatti intesa come
un dovere politico, finalizzato all’utilità pubblica.

I sacerdoti erano divisi in collegi sacerdotali e il più importante, il


pontefice massimo, indicava i giorni in cui prendere le decisioni più
importanti. Si associano a queste figure le vestali, che custodivano il
fuoco sacro a Vesta.

Il cittadino romano è interessato solo a non disturbare la pax deorum.


Non si potevano violare le leggi.
Nascita della repubblica
Con la deposizione del re, il potere venne suddiviso tra vari
magistrati scelti fra i patrizi, pertanto si parla di repubblica
aristocratica.

La popolazione venne divisa in cinque classi che dovevano fornire


all’esercito un certo numero di centurie. Vennero introdotte le
assemblee popolari che assunsero numerosi poteri. Si passò alla
repubblica oligarchica.

I plebei rivendicarono più diritti, politici ed economici, tramite lo


strumento della secessione. Poterono così eleggere i tribuni della
plebe e scrivere le Leggi delle XII tavole.
Nascita della repubblica
Nel 450 a.C. le Leggi delle XII Tavole vennero incise su dodici lastre
di bronzo ed esposte nel Foro. Per scrivere queste leggi era stata
istituita una magistratura straordinaria composta da dieci uomini,
detti pertanto decemviri, sia patrizi che plebei.

Le Leggi delle XII tavole permisero un legame egualitario tra i


rapporti politici di patrizi e plebei.

Leggi Licinie Sestie: apertura del consolato anche ai plebei;


Leggi di limitazione della schiavitù per debiti;
Legge Ortensia: i plebisciti ottennero valore giuridico.
L’espansione romana
Le lotte interne tra patrizi e plebei non indebolirono Roma fino
al punto di impedirle di espandersi. Anche i plebei volevano una
città aggressiva nei commerci ed erano avidi di nuove terre da
coltivare.

Nel 493 a.C. assunse il dominio del Lazio stipulando un trattato con
i Latini (foedus cassianum). Nel 396 a.C. conquistò la potente città
etrusca di Veio.

In seguito, il Lazio fu invaso dai Galli Senoni e sconfitto al fiume


Allia, ma si risollevò rapidamente sfruttando l’avidità celtica.
Conquiste centro meridionali
I Romani compresero l’entità della forza nemica e fortificarono le “mura
serviane”. Le città latine insorsero e vennero duramente sconfitte dai
romani che sciolsero l’alleanza.

I romani affrontarono i Sanniti in tre guerre (343-290 a.C.) per


l’ottenimento dell’indipendenza:
1 guerra sannitica: rivela la differenza di combattimento;
2 guerra sannitica: l’umiliazione delle forche caudine;
3 guerra sannitica: coalizione anti-romana.

Venne costruita la via Appia per favore il trasferimento dell’esercito. La


battaglia decisiva fu quella di Sentino (295 a.C.) che si concluse con
trattative.
Roma vs Taranto
La guerra di Roma contro Taranto coinvolse anche il re dell’Epiro,
Pirro, che voleva fondare un regno nella Magna Grecia cacciando
Cartagine dalla Sicilia.

Nel 280 a.C. sbarcò in Italia con un esercito composto da 25.000 uomini e
20 elefanti. Il primo scontro si ebbe a Eraclea conosciuto ancora oggi
come la vittoria di Pirro.

Il re dell’Epiro si diresse a nord per tentare di raggiungere Roma, ma le


popolazioni italiche fecero resistenza. La battaglia decisiva si ebbe a
Benevento e obbligò Pirro a tornare in Grecia. Roma controllava tutta
l'Italia fino allo stretto di Messina.
Il sistema scalare militare
Questa abilità si manifestò nel cosiddetto “sistema scalare”, così
chiamato perché creò tra le città italiche una serie di gerarchie:

municipi e colonie romane,


città alleate latine e colonie greche
città alleate italiche.

I Romani applicarono così un principio che chiamarono dìvide


et ìmpera, “dividi e governa”. Consisteva nel dare a ciascun popolo
o a ciascuna città diritti e privilegi diversi, assicurando però, anche a
coloro che avevano avuto il trattamento più duro (foederati).