Gli stati regionali italiani erano frammentati politicamente, ma c'era una rinascita culturale. Milano era governata dai Visconti e poi dagli Sforza, Firenze dai Medici che resero la città un importante centro culturale. Venezia era una repubblica aristocratica guidata dal doge, mentre lo Stato della Chiesa era interessato solo ad arricchire il papa e i suoi parenti. L'Impero Bizantino cadde con la conquista di Costantinopoli da parte dei Turchi nel 1453.
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Gli stati regionali italiani erano frammentati politicamente, ma c'era una rinascita culturale. Milano era governata dai Visconti e poi dagli Sforza, Firenze dai Medici che resero la città un importante centro culturale. Venezia era una repubblica aristocratica guidata dal doge, mentre lo Stato della Chiesa era interessato solo ad arricchire il papa e i suoi parenti. L'Impero Bizantino cadde con la conquista di Costantinopoli da parte dei Turchi nel 1453.
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L'Italia tra frammentazione politica e rinascita culturale
Gli stati regionali italiani erano frammentati politicamente, ma c'era una rinascita culturale. Milano era governata dai Visconti e poi dagli Sforza, Firenze dai Medici che resero la città un importante centro culturale. Venezia era una repubblica aristocratica guidata dal doge, mentre lo Stato della Chiesa era interessato solo ad arricchire il papa e i suoi parenti. L'Impero Bizantino cadde con la conquista di Costantinopoli da parte dei Turchi nel 1453.
Gli stati regionali italiani erano frammentati politicamente, ma c'era una rinascita culturale. Milano era governata dai Visconti e poi dagli Sforza, Firenze dai Medici che resero la città un importante centro culturale. Venezia era una repubblica aristocratica guidata dal doge, mentre lo Stato della Chiesa era interessato solo ad arricchire il papa e i suoi parenti. L'Impero Bizantino cadde con la conquista di Costantinopoli da parte dei Turchi nel 1453.
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L’Italia tra frammentazione politica e rinascita culturale
Gli Stati regionali
In Italia le Signorie si trasformarono in Principati e successivamente in Stati Regionali, 6 erano i più importanti: Ducato di Milano, Repubblica di Venezia, Repubblica di Firenze, Stato della Chiesa, Regno di Napoli, Ducato di Savoia. A Milano la famiglia dei Visconti iniziò a sottomettere tutta la Lombardia sotto il suo potere, estendendo il suo dominio anche alla Toscana e al Veneto. Alla morte dell’ultimo dei Visconti, Francesco Sforza si impadronì del potere, proclamandosi duca. Nella Repubblica di Firenze il governo era in mano alla borghesia dei mercanti e degli imprenditori. Non fu un caso che, a capo del governo della città, si pose una famiglia di banchieri, i Medici. Sotto Lorenzo, detto il Magnifico, non solo per le sue capacità politiche, ma soprattutto perché proteggeva gli artisti, Firenze divenne il più importante centro culturale dell’Europa. Nella Repubblica di Venezia le famiglie aristocratiche entravano per diritto ereditario a far parte del Maggior Consiglio, il massimo organo della Repubblica, all’interno del quale veniva scelto il doge, ossia il capo dello Stato. Lo Stato della Chiesa si estendeva dal Lazio, alle Marche e all’Umbria. I papi, qui, erano più interessati ad arricchire sé stessi e i loro parenti (nepotismo) che a creare uno Stato funzionante. Nel Sud si erano formati il Regno Angioino a Napoli e quello Aragonese in Sicilia. Alfonso V d’Aragona, detto il Magnanimo, conquistò anche il regno angioino. A Nord importante era anche lo Stato dei Savoia che comprendeva il Piemonte e parte della Francia.
La situazione economica in Italia
Dopo la crisi del 300 in Italia ci fu un aumento della popolazione. Al nord, soprattutto, si verificò una grande una ripresa economica: si svilupparono aziende agricole, in cui i mercanti investivano i loro soldi e in cui lavoravano numerosi operai. C’erano anche grandi proprietà nobiliari divise in piccoli appezzamenti affidati ai contadini con contratto di mezzadria (il proprietario forniva metà del bestiame, degli attrezzi e dei semi e il contadino gli consegnava metà del raccolto). Poco alla volta emerse la figura del mercante-imprenditore: era lui che si occupava di recuperare il materiale, farlo lavorare e poi venderlo. Tutto questo permise anche alle banche di arricchirsi e divenire molto più potenti. Al Sud la situazione era diversa in quanto la classe borghese e mercantile era quasi del tutto assente. L’economia qui si basava soprattutto sull’agricoltura “estensiva” cioè organizzata in latifondi appartenenti ai baroni.
La fine dell’Impero Bizantino e la pace di Lodi
A Oriente l’Impero Romano si avvicinava alla sua fine. I Turchi attaccarono Costantinopoli, già impoverita da una grave crisi. Maometto II nel 1453 si impossessò di Costantinopoli, ribattezzandola Istanbul e facendone la capitale del suo Impero. Gli Stati Regionali italiani si resero conto che sarebbe stato meglio smettere di combattere fra loro per far fronte alla minaccia turca. Nel 1454 venne così firmata la pace di Lodi (il cui artefice fu Francesco Sforza): questa garantiva 40 anni di convivenza pacifica in Italia, in modo unire le forze per affrontare la minaccia turca. Dal punto di vista economico, i commerci nel Mediterraneo e in Oriente risentirono molto della presenza dei Turchi e a pagarne le conseguenze fu soprattutto Venezia. Nacque così l’esigenza di trovare altre vie per raggiungere i mercati orientali.
Nasce una nuova cultura: l’uomo artefice di sé stesso
Nel 400 si sviluppa in Italia e soprattutto a Firenze una rivoluzione culturale, artistica e scientifica, basata sulla ragione umana più che sulla religione. Vennero riscoperti testi classici greci e latini, le cosiddette humane littere, ed è proprio per questo motivo che il movimento prese il nome di Umanesimo. Si rafforzò sempre di più la convinzione che l’uomo fosse responsabile delle proprie azioni e del proprio destino e che gli eventi dipendessero soltanto dalla sua volontà, ragione ed esperienza. L’Umanesimo fiorì soprattutto a Firenze ma si sviluppò anche a Venezia, Roma, Napoli interessando anche molti paesi Europei. Si sviluppa così una nuova epoca tra la fine del 400 e la metà del 500: il Rinascimento. Nella pittura, scultura, letteratura gli artisti riscoprono i modelli dell’antichità classica, ricercando l’armonia e l’equilibrio.
Splendore culturale e disuguaglianze sociali
Tutto questo fece pensare alla nascita di una nuova realtà in cui tutta la popolazione avesse un certo benessere, ma così non fu. Da una parte, infatti, c’era il signore e la sua corte che viveva nel lusso tra feste e banchetti. Il signore, inoltre, prendeva sotto la sua protezione artisti e letterati che collaboravano nella gestione del governo e lo citavano nelle loro opere. Tale fenomeno veniva detto mecenatismo. Dall’altra parte vi era la plebe, ossia la massa di operai salariati che venivano considerati rozzi e ignoranti. Vi era quindi un forte squilibrio visto che questa parte della popolazione viveva in condizioni pessime.