Bontempelli, Bentivoglio - Alternativa Scuola Statale, La Grande Riforma

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Alter nativa: scuola statale, la grande rifor ma


( http://www.megachip.info/tematiche/cervelli-in-fuga/6290-alternativa-scuola-statale-la-grande-riforma-.html ) (a cura del Gruppo Scuola e Universit di Alternativa) Questo documento stato redatto da Massimo Bontempelli e da Fabio Bentivoglio , docenti di storia e filosofia a Pisa e fatto proprio dal Gruppo Scuola e Universit di Alternativa come base della propria proposta per una rivitalizzazione della scuola pubblica statale italiana. 1.La scuola moderna nasce in Francia, con la legislazione della Convenzione del 1792-95, e si diffonde in Europa tra lultimo scorcio del Settecento e i primi due decenni dellOttocento (in Italia con la legge Moscati-Paradisi del 1802), come istituzione nazionale, statale, laica, con il compito di fornire agli individui gli strumenti culturali per comprendere ed esercitare i diritti di cittadinanza. Questa la concezione della scuola che, con contenuti e metodi ovviamente aggiornati allorizzonte storico attuale, dobbiamo ancora oggi difendere in modo intransigente e coerente. Premessa alla Proposta quadro di rifor ma della scuola pubblica statale 2. Allo stato delle cose la scuola pubblica tale solo formalmente: la cosiddetta autonomia ha trasformato ogni singolo istituto in modello privatistico-aziendale, cos come, allopposto, la scuola privata, stata di fatto trasformata in scuola pubblica. Al di fuori di un sistema nazionale della pubblica istruzione non rimane, entro le dinamiche integralmente capitalistiche della societ attuale, che deculturizzazione di massa, passivit mentale generalizzata, pragmatismo impoverito. 3. La concezione di un sistema nazionale della pubblica istruzione traduce in pratica, a livello di scuola, il dettato dellarticolo 3 della Costituzione sui diritti egualitari della cittadinanza integrativi dei diritti universali delluomo tutelati dallarticolo 2: tale articolo esige la rimozione, da parte specificamente dello Stato ( compito della Repubblica rimuovere), degli impedimenti alleguaglianza dei diritti dei cittadini ed alla loro partecipazione alla vita democratica del Paese. Tra gli impedimenti di natura sociale devono essere annoverati la deprivazione culturale prodotta da determinate condizioni ambientali, familiari, di reddito, urbane e di induzione pubblicitaria. 4. Esistono oggi tendenze, nella sinistra anche radicale, a valorizzare innovazioni introdotte nella scuola negli ultimi decenni, non importa qui se reali o finte, con lo scopo dichiarato di rendere la scuola pi democratica e al passo con i tempi: dallautonomia dei singoli istituti alle valutazioni mediante test, dalle risposte ad esigenze puramente localistiche allassunzione di tecnicismi spacciati per scientifici, dalla scomposizione dei gruppi classe a ventagli di nuove discipline attualizzanti e via dicendo. La diffusione di queste idee nella sinistra, spesso con il vacuo argomento che il sistema nazionale della pubblica istruzione sarebbe gentiliano, lennesima prova della necessit non pi rimandabile di superare la dicotomia storicamente datata di destra-sinistra. Una vasta letteratura ha ormai dimostrato il carattere illusorio di tali innovazioni e gli effetti destrutturanti sullintero sistema. I fatti stanno comunque a dimostrare che, sotto la cascata di queste innovazioni, tutte le componenti della scuola e le sue dinamiche interne sono tragicamente peggiorate. 5. Chi sostiene queste innovazioni, ritenendo che i loro effetti negativi siano dovuti al loro uso ministeriale, e che possano venire riempite da contenuti di progresso, opera inconsapevolmente per una scuola destrutturata, in funzione di un addestramento al consumo e non di uneducazione al pensiero. 6. Quello per cui occorre battersi, cercando di mobilitare le forze disponibili dentro la scuola su pratiche di obiettivi, una scuola di contenuti di vero spessore culturale la cui assimilazione da parte dei giovani consenta loro di decodificare dal punto di vista sociale, politico, antropologico ed esistenziale il mondo in cui si chiamati a vivere; si tratta di diradare le nebbie spiritualmente asfissianti delle false narrazioni mediatiche dei poteri costituiti, e di superare gli schemi esplicativi precostituiti al sapere. 7. A questo scopo la scuola, proprio perch diretta a nuove generazioni senza memoria collettiva, abitanti di una societ senza radici, dovr darsi un asse culturale di tipo storico: ci significa la storicizzazione di tutti i suoi contenuti, non soltanto specificamente storiografici, ma anche scientifici, tecnici, artistici e letterari. Per definire gli itinerari didattici di una simile storicizzazione occorrer - come per tante altre questioni inerenti la scuola - un serio lavoro collettivo, culturale e politico. Alcuni spunti propedeutici a tale lavoro sono indicati nella Proposta di rifor ma che segue. PROPOSTA QUADRO DI RIFORMA DELL A S CUOL A PUBBLICA STATALE Per unidea regolativa di scuola pubblica statale nazionale Con questo scritto intendiamo proporre, anche attraverso lindicazione di obiettivi concreti, la prospettiva entro cui a nostro giudizio hanno un senso la discussione e il confronto sui temi della scuola e della formazione della giovent del nostro tempo. Il disegno del sistema-scuola che tracciamo come auspicabile non una possibilit concreta delloggi, dato che tutte le forze

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economiche e politiche dominanti, alleate con il prevalente senso comune, spingono in direzione opposta a quella qui indicata, ma serve ad indicare, appunto, la prospettiva entro cui muoversi. Quanti, magari ritenendosi oppositori delle politiche scolastiche dei governi, condividono lidea di senso comune che la scuola debba istruire i giovani a proiettarsi nellagone competitivo, possono evitare la fatica di leggere quanto segue. Diversamente, con quanti concepiscono la scuola come luogo di educazione dei giovani attraverso il mondo del pensiero e della cultura, sar possibile una feconda discussione. Si potrebbe obiettare: se si ritiene che il disegno di scuola che segue non sia oggi concretizzabile, a che cosa serve parlarne? Serve a mantenere in vita unidea regolativa di scuola pubblica statale nazionale. Il fatto che tale idea possa vivere oggi soltanto sul piano teorico, non ne depotenzia la forza, perch mantenere in vita un criterio di giudizio razionalmente fondato lunico modo per cogliere gli aspetti difettivi dellattuale scenario scolastico (e non solo). Si potrebbe fare unanalogia con unipotetica riforma fiscale che realizzi davvero il dettato costituzionale promuovendo uneffettiva progressivit del prelievo tributario. Anche in questo caso si tratterebbe di unidea che oggi pu vivere solo sul piano teorico, perch non ci sono le condizioni storiche per realizzarla. Nessuno, per, riterrebbe inutile mantenere in vita lidea della necessit della giustizia fiscale, anche se esclusa dallattuale orizzonte storico. Sotto questo riguardo il mondo della cultura, gli intellettuali, gli insegnanti, e comunque quanti hanno a cuore il pensiero vivo e creativo, dovrebbero esser coscienti che la linea della resistenza (nel senso di preservare la possibilit di costruzione di un futuro diverso), passa anche attraverso la conservazione di idealit razionalmente fondate, anche quando queste sembrano del tutto oscurate dallorizzonte storico. Uno stupendo frammento di uno dei pi grandi filosofi dellantichit, Eraclito, vissuto anchegli in un frangente storico in cui sembravano persi alcuni fondamentali valori della civilt, e con essi la speranza di poterli rigenerare, ci ricorda che la giustizia e la verit spariscono definitivamente dallorizzonte umano, non tanto a causa delle contingenze storiche che le oscurano, ma ad opera del pensiero che si arrende ai fatti, e che non cercando pi n la giustizia n la verit le rende introvabili e quindi davvero irrealizzabili. Unultima nota ad evitare equivoci e sterili discussioni. diventato costume etichettare come difensore della scuola tradizionale chiunque critichi la scuola delle riforme e dellinnovazione, inaugurata da Luigi Berlinguer e portata avanti dagli ultimi governi di centrosinistra e centrodestra. Si tratta di una sciocchezza, ma talmente in uso che merita di essere liquidata sia pure in due parole. Quella che si soliti chiamare la scuola tradizionale era ormai giunta al capolinea, nel senso che in quella scuola i contenuti erano trasmessi in modo meccanico, arido, con formalismi insopportabili. Quella scuola, dunque, doveva essere radicalmente riformata, attingendo per i criteri della riforma dalla cultura e dal pensiero. Si trattava cio di rivitalizzare la scuola culturalmente e didatticamente, guidati da idee forti. Come sono andate le cose ormai lo sappiamo: stata imboccata la direzione opposta, attingendo i criteri della riforma da una sorta di aziendalismo caricaturale. Gli effetti (ampiamente prevedibili e previsti) sono sotto gli occhi di tutti, e se mai si potr uscire da questo immane disastro, non certo riproponendo una scuola morta. Il sistema scolastico Tre ordini di scuola corrispondenti alle tre fasi dellet evolutiva Un valido sistema scolastico dovrebbe ancora oggi rimanere articolato nei tre ordini di scuola elementare, media e superiore- sui quali sono stati originariamente edificati in Europa, sullonda della Rivoluzione francese, i sistemi nazionali della pubblica istruzione. Oggi, tutti dicono che la prima legge italiana sulla scuola stata la legge Casati del 1859, che ha predisposto il sistema scolastico nazionale nella prospettiva imminente dellUnit dItalia. Non cos. La legge Casati attinge, oltre che al modello prussiano di scuola (che portava limpronta di personalit della statura di Humboldt e di Hegel), alla legge Moscati-Paradisi del 1802, che per prima ha costituito un sistema nazionale della pubblica istruzione, concepito per la Repubblica italiana, uno dei nuovi Stati nazionali nellambito dellEuropa napoleonica. Essa, per prima, ha articolato la scuola in tre livelli successivi, corrispondenti a tre fasi dellet evolutiva, caratterizzate da distinte strutture cognitive che richiedono modi distinti e distinti contenuti di apprendimento- che non sono cambiate negli ultimi due secoli. Dopo linfanzia vera e propria c la fanciullezza ancora infantile, caratterizzata da un pensiero non in grado, se non scarsamente ed episodicamente, di superare nellastrazione limmediatezza delle percezioni e delle immagini; a questa fase corrisponde linsegnamento elementare . C poi una fanciullezza diversa, preadolescenziale, ancora emotivamente inglobata nelle dipendenze parentali, e quindi incapace di dislocarsi nella concretezza delle molteplici prospettive del mondo, ma vigorosamente capace di apprendere a compiere procedimenti astrattivi e a manipolare mentalmente entit formali; a questa fase corrisponde linsegnamento medio . Infine ladolescenza, in cui le astrazioni mentali diventano capaci di calarsi nella concretezza del mondo per adattarla allidea, e di agire come riferimenti di ridefinizioni identitarie; a questa fase corrisponde linsegnamento superiore . L a funzione dellesame di Stato al ter mine di ciascun ciclo scolastico Ogni ciclo scolastico dovrebbe terminare con un esame di Stato affidato a esaminatori esterni, quale forma di pubblico controllo delleffettivo raggiungimento delle finalit educative di quel tipo di scuola.

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In questi anni lidea gentiliana di esami di Stato conclusivi di ogni ciclo scolastico stata oggetto di continui attacchi, con due argomentazioni sopra a tutte: unidea da superare per il solo fatto di essere gentiliana (e questo rivela lacume dei critici) unidea da superare perch riflette unidea di scuola selettiva, mentre la vera scuola quella che porta tutti al successo formativo (la scuola di tutti e di ciascuno). Lesperienza di questi anni ha mostrato il contrario: la mancanza di esami, finalizzati allo scopo di cui si detto, si tradotta nel favorire prassi didattiche che hanno reso pi virulento quel classismo che si voleva eliminare. Se la scuola, infatti, fornisce titoli privati del loro valore sociale, se i suoi esiti sono espressione di percorsi parziali e incontrollabili, inevitabile che accada quel che accaduto, e cio che la selezione si sposti a momenti successivi alla scuola ed alla stessa universit, quando lo svantaggio dei ceti bassi incolmabile, perch si misura sullentit del patrimonio familiare e sul livello delle relazioni sociali che possono garantire laccesso alle professioni. Un asse culturale per la scuola elementare La scuola elementare quella da cui maggiormente dipende il successo o linsuccesso dellintero sistema di istruzione pubblica statale La scuola elementare (attualmente denominata primaria) quella da cui maggiormente dipende il successo o linsuccesso dellintero sistema di istruzione pubblica statale. Sulla trasmissione di saperi e valori di una civilt attraverso la sua scuola, oggi si esercita la doppia pressione destrutturante di uneconomia del profitto socialmente totalitaria e di una tecnica universalmente pervasiva. Perci, a parte leccezione di quei bambini che hanno la fortuna di vivere in un ambiente costruttivo e stimolante dal punto di vista cognitivo ed emotivo, il depauperamento intellettuale e morale, prodotto su scala di massa dallodierna societ del mercato e della tecnica, diventa un destino inevitabile se non vigorosamente contrastato dallinsegnamento scolastico a livello dellistruzione primaria e dellet infantile. Se linsegnamento elementare non incide adeguatamente sui bambini, questi non saranno in grado di interiorizzare i contenuti della scuola media e ancor pi di quella superiore; essi finiranno cos per proteggersi da questa incapacit con lindisciplina scolastica, la distrazione mentale e la reazione di rigetto per lo studio. Quindi, soltanto degli individui che hanno ricevuto uneducazione elementare solida e strutturata sono in condizione di ricevere linsegnamento medio e superiore. Detto in altri termini, nel mondo di oggi, se listruzione elementare non consegue i suoi scopi, nessuna scuola funziona come scuola. Le quattro condizioni necessarie perch la scuola elementare possa assolvere il suo compito educativo La scuola elementare pu assolvere il suo compito di educare allapprendimento, se sussistono queste quattro condizioni. 1) In primo luogo la sua massima valorizzazione sociale, per riceverne sufficiente prestigio e cogenza agli occhi dei bambini, cos da disporre positivamente la loro attenzione verso limpegno per il sapere, a fronte della forza invasiva delle immagini televisive, dei giochi tecnologici e delladdestramento al consumo. Non si pu, per, fare opera di valorizzazione della scuola elementare senza richiedere ai suoi insegnanti un alto profilo professionale , e senza aver aumentato le loro retribuzioni, pi dei professori medi e superiori, come riconoscimento della maggiore difficolt e dellimportanza strategica dellinsegnamento elementare. 2) In secondo luogo occorre che i bambini frequentino la scuola con orari prolungati, necessari a darle un effettivo peso per riequilibrare i dislivelli nelle capacit espressive e di apprendimento dovuti alle diverse provenienze sociali, di classe e di famiglia. Ci esige, naturalmente, una scuola che offra strutture coerenti con la realizzazione di questo programma, quindi mense, spazi, e ambienti che aiutino il bambino a sviluppare le proprie potenzialit in relazione con gli altri. 3) In terzo luogo la scuola elementare esige la figura di un vero professionista che educhi al movimento e allo sport: nuotare, correre e muoversi nel modo corretto richiede allenamento costante sotto la guida di ottimi insegnanti. Il movimento, per i bambini, necessario come laria: i fondamentali delleducazione fisica devono essere interiorizzati in questa fascia di et. Non solo: unadeguata attivit sportiva necessaria oltre che per lo sviluppo equilibrato del corpo, anche perch abitua alla corretta elaborazione di emozioni come laggressivit e la competitivit, al rispetto delle regole del gioco e dellavversario, alla collaborazione con i propri compagni nel caso degli sport di squadra. I finanziamenti per avere scuole elementari dotate delle necessarie strutture sportive (piscine vere, palestre vere, impianti veri) si potrebbero recuperare con il risparmio che ne conseguirebbe sulle spese sanitarie destinate a curare le tante patologie causate dal pessimo stile di vita cui i bambini sono oggi costretti, sia sui banchi di scuola, sia negli ambienti cittadini. La valorizzazione sociale e il tempo lungo di frequenza sono essenziali perch la scuola elementare assolva il suo compito, ma lo sono come presupposti, come condizioni. 4) La realizzazione degli scopi educativi della scuola elementare esige una quarta condizione, fondamentale, e cio un asse culturale di tipo linguistico , finalizzato al pieno possesso della lingua materna in tutti i suoi aspetti e usi.

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La filosofia, infatti, ha dimostrato che il rapporto dellindividuo con le radici storiche costitutive del suo essere in origine un rapporto immediato, anteriore a ogni conoscenza e riflessivit, e che tale immediatezza il linguaggio. Il bambino umanizza la sua iniziale animalit incorporando in s la storia da cui proviene attraverso lapprendimento della lingua in cui quella storia condensata: la lingua parlata dallindividuo inizialmente la sua storia non conosciuta che parla in lui. Prima di arrivare a pensare usando creativamente il linguaggio, lindividuo non pensa che il pensato del linguaggio. Prima di arrivare a elaborare con il linguaggio schemi e valori, manifesta schemi e valori espressi dal suo linguaggio: le lacune, le opacit, le strettoie nellarticolazione del linguaggio non superate nellinfanzia sono elementi frenanti o addirittura preclusivi di tanti apprendimenti nelle et successive. Le scelte didattiche conseguenti al presupposto teorico In conformit a questo presupposto teorico si dovrebbe comprendere il perch la scuola elementare non dovrebbe disperdere le attivit dei bambini in troppi rivoli, ma concentrarsi sul far imparare la lettura, la scrittura, le regole grammaticali, la ricchezza del lessico, luso corretto della sintassi, elementi di logica e di retorica, la capacit di descrivere e riassumere fatti ed esperienze, la capacit di seguire e produrre narrazioni. Tutto questo attraverso attivit scolastiche di esplorazione dello spazio, di gioco, di discussione, di recezione di racconti storici, o mitologici, o letterari. La scuola elementare dovrebbe insomma garantire a tutti i bambini della nazione il pieno possesso della lingua materna, perch solo questo possesso la condizione per continuare ad evolversi mentalmente. Un asse culturale per la scuola media Scopo educativo della scuola media: lo sviluppo della capacit astrattiva for malistica La scuola media corrisponde a una fase successiva dellet evolutiva, quella in cui lancoraggio immediato al linguaggio proprio dellinfanzia tende a trasformarsi nella manipolazione mentale dei suoi simboli, astratti dal contesto concreto in cui sono dati. Questa corrispondenza indica per se stessa il compito educativo naturalmente proprio di una scuola media: lo sviluppo della capacit astrattiva formalistica, produttrice di quelle entit che la filosofia ha definito universali astratti . Si tratta di una capacit cognitiva assolutamente fondamentale, perch, pur non coincidendo n con lo spirito critico n con la creativit mentale, ne la condizione di base. Daltra parte, pur essendo insita nella preadolescenza una tendenza mentale al passaggio da una conoscenza meramente sensibile a una conoscenza astrattiva, tale tendenza, lasciata alla sua evoluzione spontanea, si sviluppa poco e male. Per questo il suo sviluppo deve essere assunto come compito strategico di una scuola rivolta a quella fascia di et. Un asse culturale che privilegi le materie che educano allastrazione e al ragionamento logico Definito lo scopo educativo della scuola media, ne discende che la matematica la disciplina pi educativa che deve dettarne lasse culturale : il suo insegnamento dovrebbe essere meno noioso e pesante possibile, ma ad esso andrebbe dedicata una quota importante delle ore di lezione, riducendo drasticamente la dispersivit assurda degli odierni contenuti che caratterizzano la scuola media. Attorno alla matematica dovrebbero esserci poche materie importanti. La prima, per importanza, dovrebbe essere la geografia dellItalia, dellEuropa e del mondo, fisica, politica e astronomica. Si tratta di un indispensabile strumento di apprensione mentale della realt, utile e possibile come educazione allastrazione rispetto alle esplorazioni concrete della scuola elementare, e prerequisito di ogni conoscenza antropologica successiva. Una simile geografia infatti costituita da nozioni, disegni cartografici, quantificazioni e connessioni cui si giunge soltanto medianti procedimenti astrattivi dallesperienza sensibile (sapere che cosa un fiume ben pi che vedere scorrere sotto i propri occhi le acque del fiume che attraversa la citt; capire che cosa la densit di popolazione di una citt ben pi che percepirne laffollamento durante una passeggiata ecc.). In questa prospettiva si potrebbe discutere anche lopportunit di inserire il latino: a suo tempo soppresso perch discriminatorio, potrebbe non esserlo pi se studiato dopo una scuola elementare rigenerata. Come lo studio della geografia ben fatto opera sinergicamente con lapprendimento matematico nel promuovere lo sviluppo della capacit astrattiva, altrettanto il latino promuove lo sviluppo delle facolt astrattive, propedeutico al ragionamento logico, ed dotato di forza di retroazione nella conoscenza della nostra lingua (che deve essere stata adeguatamente assimilata alle elementari). La questione del latino dovrebbe comunque essere discussa, senza pregiudizi. La scuola media quella pi adatta per un primo insegnamento di una lingua straniera . Attivit sportiva tassativamente non agonistica Per quanto concerne lo sport, il discorso analogo a quello svolto per la scuola elementare, ovviamente adattato alle esigenze dello sviluppo fisico di questa fascia di et, e organizzato con modalit tassativamente non agonistiche. utile ricordare come lassimilazione dei principi di una vera pratica sportiva oltre ad essere determinante per il benessere dellindividuo, rappresenti la via pi logica, utile e lungimirante per ridurre una gran quantit di patologie sociali con gigantesco risparmio in termini di spese farmaceutiche e pi in generale di spesa sanitaria. Viene, legittimo, il dubbio che sia proprio questo ci che si vuole evitare: quello che per noi benessere e riduzione di spesa, dal punto di vista dei tanti soggetti che operano con logiche di

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mercato in ambito sanitario , al contrario, malessere e contrazione dei profitti. Del resto, viviamo in un contesto sociale in cui ci si indigna se uno stadio di calcio non ha strutture ipermoderne, ma non ci si indigna quando i propri figli trascorrono la parte pi importante della loro giornata e della loro vita in edifici le cui condizioni dovrebbero essere percepite come una vergogna nazionale. Un asse culturale per la scuola superiore Ladolescenza let pi a rischio in una societ integralmente costruita intorno alla logica del mercato La scuola superiore la scuola frequentata dagli adolescenti. Ladolescenza let della ridefinizione identitaria, dei problemi relazionali, dellansia esistenziale, dei bisogni ideali. Ed , quindi, let pi a rischio in una societ integralmente costruita intorno alla logica del mercato e alle prescrizioni della tecnica: una societ che sottomette identit, relazioni, elaborazioni e progetti a stili di vita decisi dalle convenienze aziendali e appiattiti sul consumo. L a storia la disciplina adatta a costituire lasse culturale di una scuola superiore Per ritrovarsi e dirsi chi e cosa vuole, ladolescente deve riannodare mentalmente i contenuti della propria esistenza a un contesto globale che contiene le loro ragioni generative, cio ad una storia. Senza una storia di riferimento, tutto dato senza significato alcuno. L a storia trattenuta dalla memoria, per cui la sua appropriazione mentale la ricostituzione di una memoria delle radici oggi di vitale importanza, perch minacciata di estinzione da un mondo fatto del solo presente delle cose da consumare e manipolare . La storia dovrebbe costituire dunque lasse culturale di una scuola superiore che sia veramente tale, in tutti gli indirizzi in cui la si voglia ripartire. Ci significa che tutte le discipline di studio superiore, dalla letteratura alla filosofia, dalla fisica allarte, dallinformatica alle scienze, dovrebbero essere insegnate in modo tale da poter essere collocate nella storia e comprese sotto laspetto storico. Senza il tessuto connettivo concettuale costituito dalla storia, lisolamento settoriale e specialistico in cui sono costituite le discipline odierne le rende dispersive e dogmatiche. Alcuni esempi Se nellinsegnare la geometria euclidea, si spiegasse come il suo artefice, Euclide, ne abbia derivato il metodo deduttivo dallAccademia platonica, basandolo sulla priorit di assiomi che per Platone erano teoremi derivabili dallidea assiologica, con questa contestualizzazione storica si collegherebbero matematica e filosofia, e si problematizzerebbe il discorso scientifico aprendolo a nuovi possibili significati. Se si parlasse del computer in modo storico e non soltanto tecnico, lo studente non sarebbe addestrato a un uso puramente meccanico e criticamente ottuso del computer, ma nella sua mente si connetterebbero, attorno al computer, economia, tecnologia, guerra e politica: gli andrebbe infatti spiegata una storia di scoperte tecnologiche dal transistor, al microprocessore, al modem, una storia delle lotte di mercato da cui sono nati i personal computer ed i software, una storia di Internet dalle sue origini militari ed universitarie ai suoi usi commerciali e di speculazione finanziaria. E via dicendo. La formazione di una memoria storica oggi lunico luogo possibile di apertura al senso critico, di un rapporto mentale non passivo con la societ e con la vita. Del resto labbandono del punto di vista storico nellinsegnamento della filosofia e della letteratura italiana non ha dato buoni frutti, comera logico aspettarsi; le stesse discipline scientifiche dovrebbero essere in certa misura storicizzate. La storia come disciplina scientifica, articolata in storia etico-politica e socio-economica, sarebbe il primo antidoto contro la perdita della memoria nazionale e sociale. Anche nella scuola superiore deve essere riservato uno spazio significativo allo sport, portando a compimento il lavoro impostato nei cicli precedenti, mantenendo quindi i caratteri non agonisti, ma funzionali allassimilazione di un sano stile di vita e al piacere dellinterazione con gli altri attraverso i giochi di squadra. Palestre, piscine, spogliatoi, docce, attrezzi... e quantaltro devono diventare la norma e non leccezione. Il tutto gestito da personale qualificato e ben remunerato. Questo documento stato redatto da Massimo Bontempelli e da Fabio Bentivoglio , docenti di storia e filosofia a Pisa e fatto proprio dal Gruppo Scuola e Universit di Alternativa come base della propria proposta per una rivitalizzazione della scuola pubblica statale italiana. [Sul tema della scuola si segnalano due saggi dei due autori, particolarmente significativi perch pubblicati nel 2000, cio nellanno in cui entrata in vigore la riforma di Berlinguer che ha aperto la strada a tutti i successivi interventi distruttivi del sistema dellistruzione pubblica statale nazionale: Massimo Bontempelli, Lagonia della scuola italiana, Editrice C.R.T., Pistoia, 2000 Fabio Bentivoglio, Il disagio dellincivilt, Editrice C.R.T., Pistoia, 2000]

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