Moroni. Dizionario Di Erudizione Storico-Ecclesiastica Da S. Pietro Sino Ai Nostri Giorni. 1840. Volume 25.
Moroni. Dizionario Di Erudizione Storico-Ecclesiastica Da S. Pietro Sino Ai Nostri Giorni. 1840. Volume 25.
Moroni. Dizionario Di Erudizione Storico-Ecclesiastica Da S. Pietro Sino Ai Nostri Giorni. 1840. Volume 25.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIÀSTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI
SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI. ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI , ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII , ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CEREMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.
COMPILAZIONE
GREGORIO XVI.
VOL. XXV.
Bfterwrvfr, fio*.
IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCXL1V.
*%^t. n
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO -E CC LE SI ASTICA
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FIR FIR
6 FIR FIR
ricordano epoche ragguardevoli al- si trova poco prima della porta al
la patria istoria, e mostrano es- Prato, e conduce ai prossimi inoliai.
sersi fatte dove le belle arti ebbero Le strade di questa città sono per
costantemente illustre sede. La por- la maggior parte larghe, dritte, e
ta occidentale a s. Frediano per tutte ben lastricate; il Lung' Arno
a Livorno non solo rammenta le dalla parte di mezzodì, dal ponte
rivalità e le guerre delle due re- Vecchio a quello della Carraia, è
pubbliche fiorentina e pisana, ma bellissimo. Quattro grandiosi ponti
eziandio il solenne che
ingresso, agevolano col rimanente della città
all'Italia fu tanto funesto, di Car- le comunicazioni al quartiere di
lo Vili re di Francia nel 1 494- Oltr'Arno il più orientale è me-
:
La porta boreale a s. Gallo per a morabile per una delle paci o piut-
Bologna, fu eretta nel 1284, quin- tosto tregua de' guelfi e de' ghibel-
di ridotta nell'odierna forma l'an- lini che ivi fu segnata conserva il :
quella del granduca Francesco II, della Madonna delle Grazie, fre-
ture eccellenti, non solo degli sta- le dal popolo, che sorgono laterali
bilimenti pubblici, ma pure di case alla più bella porta del Ghiberti,
particolari ; laonde accenneremo furono donate ai fiorentini dai pi-
lòrma ottagona, all' esterno incro- altri della città, e che con la sua
stato di marmi bianchi e neri, ed magnificenza attesta i tempi felici
8 FIR FIR
di marmi di vari colori; i fonda- ditemi dell'architettura, che per le
menti di questa mole ebbero prin- quattro superbe statue che ador-
cipio nel 1334- Questa è tenuta nano mausolei, fra le quali si
i
leschi i primi saggi del risorgi- chiesa guarda due piazze la Nuo- :
Gio. Pico della Mirandola, e Girola- dispute per le sessioni del concilio
mo Benivieni; nel lato opposto avvi generale che celebrò nella catte-
quella di Angelo Poliziano: l'ar- drale. In s. Maria Novella egli ce-
chitetto Giovanni Bologna salì ad lebrò l'unione colla Chiesa armena,
alta fama pel riordinamento di le promozioni de' cardinali, ed il
molte migliaia di lire, ricavate dal- Ove la repubblica ordinò nel i 284
la famosissima spezieria di quei re- un magnifico portico per servire
ligiosi. La magnifica chiesa di s. di mercato alle biade, esiste ora la
Spirito degli agostiniani, nella qua- chiesa preposituradi Orsanmiche-
le la sagrestia disegno del Crona- le,o s. Michele in Orto, che è
ca è un vero capo d'opera, ha tre una grandissima torre quadrata, la
navate con altare maggiore, e coro cui parte superiore serve per pub-
nel mezzo. E eseguita col disegno blico archivio, in cui si depositano
del Brunelleschi , ed è adorna di i protocolli si dei contratti, che dei
statue e bronzi : questa chiesa ed testamenti dello stato. La parte in-
il convento guardano una piazza feriore serve di chiesa, e vi si ve-
che ha la fontana. nera un'antichissima immagine di
La grandiosa e ricca chiesa del- Maria Vergine a cui l'Orcagna,
la ss. Annunziata, con convento che ridusse la loggia a chiesa, fece
dei religiosi serviti, è tutta incro- un sontuoso tabernacolo di marmi
stata di marmi, e stucchi messi a sul gusto gotico. L'esterno di que-
oro, contenendo una quantità di sta chiesa ricco di pietrami, è ador-
bellissimi quadri e statue. La sua no di sedici nicchie che contengono
cupola, lodato lavoro del Volterra- le statue dei santi protettori delle
no, la rende assai vaga. Si venera arti, alcune di bronzo ed altre di
in questa chiesa l' immagine della marmo, fra le quali si ammira il
e pitture, uno de' più grandi ed or- da Giorgio Vasari, che seppe in-
nati d' Italia. Ora serve per le reali corporarvi l' antica fabbrica della
sto palazzo è alta braccia 160. galleria, incominciata già dal car-
Lateralmente alla porta che guar- dinal Leopoldo, e sempre arricchita
da la piazza, sta la bella statua del dai successivi granduchi. Ne' suoi
David del Buonarroti, ed il gruppo vasti molte stan-
corridoi, e nelle
di Baccio Bandinelli, rappresentan- ze annesse si ammira una gran
te Ercole che uccide Caco. Accan- quantità delle più belle statue an-
to al palazzo vi è la gran fontana, tiche, fra le quali la Venere Me-
con un Nettuno di marmo di sta- dicea ec. ec, ed oltre i capi d' o-
tura gigantesca, fatto dall'Amman- pera dei migliori artisti maestri di
nati, che vedesi in un carro mari- pittura, in cui fra le tante classiche
no tiratoda quattro cavalli. II gran fra le prime si distinguono la Ve-
vaso della vasca è adorno di sati- nere del Tiziano, Giovanni di
il s.
Ercole. Vanno pure ricordate le grazie della città, come morti, ca-
preziose sculture, e fra queste la scati ec, trasportando anche i ma-
famosa Venere di Canova, i qua- lati dalle case agli ospedali : ebbe
dri a mosaico in pietra dura, e le questa compagnia origine fino dai
sedute dell'accademia del Cimento tempi della repubblica da una so-
ivi 'tenute dopo il i65y sino al cietà di artigiani , e rese col suo
1667, P r ' ma ancora che Parigi e zelo ed esemplar carità grandi ser-
Londra adottassero una somiglian- vigi alla patria , specialmente in
te istituzione; e la palatina ricchis- tempo di mortalità o di pestilenza.
sima biblioteca, ove si accumulano Ella non ha punto degenerato dal-
ognora novelli tesori. A. compierne l'antico fervore e primiero istituto.
la decorazione intese il granduca In ogni stagione a qualunque ora,
Cosimo I, facendo costruire il ma- anche della notte, appena la cam-
gico e delizioso giardino de'Boboli, pana coi convenuti segni avvisa
aperto per concessione sovrana al doversi trasportare infermi dalle
pubblico passeggio, in un collo spa- proprie case allo spedale, o esservi
zioso anfiteatro, coll'eininente casi- feriti, caduti, colpiti da mali im-
no, e con tanti altri pregi ivi rac- provvisi, morti per la città e luo-
colti dalla natura e dall'arte. An- ghi circonvicini, accorrono prontis-
che di questo veramente reale sog- simi i fratelli a raccoglierli e render
giorno lungo troppo sarebbe il ad essi convenienti uffizi. E van-
i
di ogni sua parte. Dall' inferior lato loro case, ed assisterli nella notte,
sorge il pregevolissimo gabinetto e non mancano in ogni occasione
di storia naturale, che le dovizie di dare ai bisognosi larghe limo-
inesauribili contiene de' tre regni Si ne. Questa benemerita società è
ordinatamente disposte, e che per una di quelle istituzioni sole prò-
fir l'in ry
prie del enttolieismo, e eh' egli solo straordinari. L'ospedale di s. (iio-
ì' istituto è celebratissimo e notorio, Lenii nielli, non riceve che uomini,
sono pochi anni che da «ina illu- i quali vi sono bene assistiti e cu-
stre capitale del nord furono man- rati. Lo spedale degli Innocenti,
dati a chiedere i di lei regolarne*- grande stabilimento incominciato
li. La compagnia della Misericor- anticamente, e poscia ampliato a
dia ha ultimamente fondato un spese dell'arte della seta per gli
ben inteso campo-santo vicino alla esposti nel secolo XV, mantiene
città fuori della porta a Pinti u per circa seimila individui sparsi la mag-
sepoltura de'fratelli. Al grandioso giof parte per la campagna in be-
cattedre di tutte le scienze, che vi per l' istruzione delle levatrici, che
hanno relazione, un eccellente la- vi sono mantenute dalla comunità
bora toriochimico, un teatro ana- dello stato. A questo presiede un
tomico, un gabinetto patologico, professore, che dà lezione di oste-
nel i^fi divenne Papa col nome demici Immobili, detto la Pergola,
di Sisto IV. Oltre le quattro pri- i cui accademici sono i primi si-
marie biblioteche della città, si de- gnori della città, che fu ultimamen-
ve aggiungere quella del benefico te ristorato, e ridotto uno de' più
prelato Francesco Marucelli da cui belli d' Italia ;
quello degli Intre-
trae il nome , a profitto special- pidi, teatro nuovo di grande e lo-
mente dei letterati bisognosi. In devole costruzione, vagamente or-
Firenze ove le scientifiche e lette- nato e messo a oro; quello degli
rarie accademie ebbero principio, Infuocati, o del Cocomero, di bel-
tuttora fiorisce la Crusca restaura- la architettura; e quello di Gol-
ta, la cui origine risale al i58?. : doni.
Flit F R I i 5
E sede Firenze del granduca
la ove s'insegna leggere, scrivere e
di Toscana e della reale famiglia , l'aritmetica ai poveri ragazzi, oltre
dell'arcivescovo della diocesi e cit- ad alcune scuole di mutuo inse-
tà, eh' è metropolitano della To-
il gnamento , mantenute a spese di
scana , del vescovo di Fiesole (Ve- particola!" società. "Vi sono anche i
di), delle segreterie civili e milita- così detti asili infantili, ne' quali
ri , di tutte le direzioni ammini- s' istruiscono i teneri bambinelli
strative delle finanze, e di tutti i dell'uno e dell'altro sesso con ca-
tribunali, di un supremo consiglio rità,a spese dei benefattori, e vi
di ultime appellazioni per tutto lo s' istruiscono nella mattina, e si ha
stato, di una ruota civile per il cura eziandio della loro salute, e
circondario fiorentino , e di una diligentemente gli s'insegna oltre i
e gli evangelici hanno i loro cimi- che dovessero abitare un locale vi-
teri ; i primi oltre il ghetto abi- cino alla cattedrale , nel quale sa-
tano pure in vari luoghi della cit- rebbero ricevuti all'età tra i dieci
tà. Vi sono vari conservatorii per e quindici anni, e vi si manterreb-
l'educazione delle fanciulle, fra i bero fino a ricevere il sacerdozio
quali è notabile quello della ss. An- dal vescovo della città ; che i con-
nunziata, fondato con regia muni- soli dell'arte della lana fossero gli
ficenza dal padre del regnante gran- amministratori delle rendite della
duca, aperto a' 24 ottobre 1823, scuola, con altre paterne ed uti-
e diretto da signore secolari , di lissime provvidenze. S. Antonino
cui la granduchessa n'è la protet- arcivescovo di Firenze, e lo Spon-
trice. Oltre la scuola esterna per dano vi osservano la pratica, o for-
le ragazze povere, che tengono an- se l'origine de' seminari dipoi pre-
nessa al loro conservatorio le mo- scritti dal concilio di Trento. Ma
nache salesiane, vi sono pubbliche siccome quel concilio ordinò che
scuole per le fanciulle povere nel- nessun chierico si possa promuove-
le quali s'insegnano tutti i lavori re agli ordini sagri , se non ha il
donneschi ; quivi le fanciulle che patrimonio o benefizio ecclesiastico,
dimostrano buona condotta e fan- ed avendo Eugenio IV autorizzato
no profitto nei lavori sono inco- l'arcivescovo di Firenze di ammet-
raggile con premi e sussidi dolali. tere i chierici della scuola agli or-
Ogni quartiere ha scuole gratuite, dini sagri, ad litulum paupertaiis,
i6 fir FIR
u' quali poidarebbe le
il capitolo Distinto posto meritano pure i pa-
cappellanie vacanti di suo patro- lazzi Uguecioni , Pandolfìni, Gino-
nato, cosi questo supplicò s. Pio V ri, vSalviati, Kucellai, Altovili. bor-
perchè confermasse il privilegio di ghese, Gherardesca, e quel d' An-
Eugenio IV, ciò che fece con bol- tella pegli affreschi che adornino la
s. Luigi Gonzaga in via degli Al- nio elleno si fossero, divenne qua-
fani ec, per non dire di altre. si moneta comune del cristianesi-
ij8 FI il Fili
nel figurare massime prò-
i santi., i parte vermiglia, die' egli, era l'au-
leti. II Papa Giovanni XXII, nel fica insegna la qna-
de' fiorentini,
i322, in Avignone battè il fiorino le ebbero dai romani: awegnaehè
d' oro a somiglianza di quelli eo- pel nome della città nel detto cam-
niati V. Denari, e Mo-
in Firenze. pò vermiglio portavano un fiore
nete, non ebe la dotta opera del di giglio bianco; e l'insegna dei
Vettori : II Fiorino d'oro antico il- iìesolani era un campo bianco en-
lustrato; il Villani 1. 9, e. 170; trovi una luna celeste; e levato il
pre monete,
la stessa figura di tali glio rosso antico ne' gigli d'oro di
se non ebe vi si cominciò ad ag- trancia. Parlano molti altri scrit-
prese il nome
suo capoluogo,
dal grande e spaventoso eclissi del sole,
contava ultimamente trentaquattro fu Roma da terremoti e pestilenza
suddivisioni e trentatre vicariati ; in tal maniera abbattuta che si ,
ventuna potesterie. So'to l' impero assunse sacchi neri, che poi cam-
francese il Fiorentino formò il di- biò in turchini. Nel i448 fu loro
partimento dell'Arno, e la porzione concessa la chiesa di
s. Pantaleone,
rentini nel rione V Ponte, con ora- conservò sino al 1720 il modello
torio ed Arciconfraternita della nell'oratorio del sodalizio, poscia
Pietà de 'fiorentini ( Vedi). Oltre dichiarato arciconfraternita, come
quanto del sodalizio, della chiesa narra Ridolfino Venuti, Roma mo-
e dell' oratorio abbiamo detto a derna, tom. I, par. II, pag. 4 ?-6
quel!' articolo, non riusciranno su- e seg. Il disegno dell'attuale chie-
perflue le seguenti analoghe no- sa da alcuni si attribuisce al San-
tizie. sovino come prescelto da Leone
Il Bovio nella Pietà trionfante, X, da altri a Giacomo della Por-
o della basilica di s. Lorenzo in ta, tranne la facciata esterna edi-
Damato, a pag. 173, dice che fi- ficata da Clemente XII a mezzo
liale di essa fu la chiesa di s. Pan- dell' architetto Alessandro Galilei.
taleone, oggi s. Giovanni de' fio- Non si deve tacere che alcuni di-
rentini. La piccola chiesa di s. Pan- cono che al Sansovino fu data real-
taleone fu smembrata dalla basilica mente la cura della fabbrica, ma
di s. Lorenzo, ed in vece venne avendo quindi incontrate difficoltà
sottoposta alla chiesa de' ss. Celso non lievi nel fondare contro il fiu-
e Giuliano allorché fu eretta in me Tevere per circa quindici can-
collegiata, dalla quale ancora pò- ne, lasciata l'impresa fu questa prò-
ao FIR FIR
seguitada Antonio da Sangallo; ma Dal medesimo Panciroli si ap-
più tardi fa mutato 1' antico di- prende che nella chiesa si venera-
segno, e fu adottato quello di Gia- no parecchie reliquie, massime i
como della Porta. Rifatta la chie- corpi de' ss. martiri Proto e Gia-
sa i conflati la dedicarono al san- cinto quivi trasportati con solennis-
to precursore Gio. Battista, ed il sima pompa a' 21 giugno 1^92,
Panciroli ne' Tesori nascosti, a pag. per benigna disposizione di Cle-
357 aggiunge che pur la dedica- mente VIII, dalla chiesa parrocchia-
rono ai ss. Cosma e Damiano. le di Salvatore a ponte s. Ma-
s.
F1R FIR ai
ternita della Pietà, presso la quale tante *. Vincenzo Ferreri, della
venne edificato. Vi pose nel 1607 scuola del Zuccari, forse del Pas-
la prima pietra con grande solen- signani ; nella seconda il s. Filip-
nità il cardinal Ottavio Bandini, po Benizzi fu colorito a Firenze;
coli' intervento dell'ambasciatore di il quadro di s. Girolamo della ter-
Toscana, e di tutta l'università del- za è di Sante Tito ; di fianco so-
la nazione fiorentina , ponendolo no due quadri del Cigoli e del
sotto l' invocazione della ss. Trini- Passignani, e gli affreschi li fece
tà, della Beata Vergine, e di s. Gio. Stefano Pieri. Nella quarta cappel-
Battista. Ne fu principale benefat- la il quadro rappresenta la Beata
tore Antonio Coppoli, non che An- Vergine, Gesù. Cristo, e s. Filippo
tonio Cepparelli, e Pietro Cambi, Neri, copia di quello del Maratta
tutti fiorentini, a' quali il sodalizio trasportato a Firenze. L'altare del-
per riconoscenza nella sala dell'ospe- ha il bel quadro di Sal-
la crociera
dale eresse marmorei busti con ana- vator Rosa de' ss. martiri Cosma
loga iscrizione. Oltre la comune e Damiano. Nella cappella appres-
sala, si tenevano alcune stanze se- so sagra alla Madonna della Mise-
parate pe' nazionali di condizione ricordia, la immagine coronò
cui
civile. Attualmente l'ospedale ha il capitolo vaticano ai 22 marzo
sei letti, riceve gl'infermi poveri e 1648, Fontebuoni colorì la di
il
Tito, e le altre pitture del Poma- pella Nerli dalla parte sinistra
rancio. Il deposito del prelato Sam- dell'altare maggiore , ed ove ri-
miniato lo scolpì il nominato Val- posano le reliquie di s. Eugenia,
le ; e quello del marchese Alessan- la sottrasse la pietà del cardinal
dro Capponi fu lavorato da Stoldtz Bessarione dal tempio di s. Sofia di
co' disegni del cav. Fuga. Il qua- Costantinopoli, quando gli ottoma-
dro dell' altra cappella di s. Anto- ni s'impadronirono di quella città.
nio abbate è di Ciampelli; gli af- Questa immagine in seguito fu po-
freschi della volta colle storie di sta sulle pareti del vicolo della
s. Lorenzo sono di Antonio Tem- Palla, e da un sacrilego giuocalo-
pesti Gio. Angelo Canini colorì i
: re infuriato per la perdita che ave-
due grandi quadri co' fatti de' ss. va fatto , fu percossa nella guan-
Pietro e Paolo. Il gran quadro in cia destra con una boccia, per cui
cui è espressa la predica di s. Gio. ancora se ne vede la lividura. Dio
Battista, e eh' esiste presso la por- punì l'esecrando misfatto, col fare
ta di fianco, si reputa del Naldini. assiderare al reo il braccio colpe-
Quello nella cappella seguente di vole. Vedendo di non poterne ri-
s. Maria Maddalena de' Pazzi è del cuperar 1' uso, dopo quaranta gior-
fiorentino Corradi, di cui sono pu- ni prostrato avanti l'immagine con
re il s. Giuseppe, e la s. Anna dai un profluvio di lagrime contèsso
lati ; le storie a fresco di s. Egi- pubblicamente il fallo, e domandò
dio, e le altre pitture sono di Gio. fervorosamente perdono. Consegui-
Battista Cosci. Finalmente nell' ul- tolo colla liberazione del braccio,
tima cappella evvi il s. Sebastia- il popolo appellò l' immagine Ma-
no morto, di Gio. Battista Vanni, ria della Misericordia. Accorrendo
ed il fonte battesimale. tutti a venerarla, la nazione fio-
In Urbano VIII
questa chiesa rentina ottenne di poterla trasfe-
agli 8 maggio 1626 beatificò s. rire in questa sua chiesa, ov' è o-
Maria Maddalena de' Pazzi cano- , norata nella cappella anzidetta, di-
nizzata poi da Clemente IX. Quivi spensando di continuo grazie a chi
sotto sepolti vari illustri personaggi ricorre al suo patrocinio. La di lei
FIK F1R *3
mentovata coronazione con corona inenti della città, giacché le altre
(Ioro, seguì per le mani dei ca- mie vicende sono riportate all'arti-
nonici di s. Pietro Ugo Ubalditù colo Toscana (Vedi), non che del-
nipote di Leone XI, e Felice Gon- la sua sede arcivescovile, de' suoi
telori celebra tifisi ma per l'erudite vescovi e metropolitani, accenne-
sue opere. remo soltanto i suoi più celebri
Nel medesimo rione Ponte, poco cittadini, i Papi, e i cardinali fio-
fonge ila Ila chiesa di s. Giovanni rentini, essendo argomento lunghis-
de' fiorentini , entro il vicolo che simo il dovere trattare dei molti
conduce al banco di s. Spirito tro- santi e beati dei due sessi, tra' quali
vasi una piazzetta ov' è l'oratorio ve ne sono alcuni degni della più
della Pietà de' fiorentini. Quivi era gran celebrità, come dei fondatori
prima, come narrano il Panciroli e riformatori di ordini e congrega-
a pag. 7g5, ed il Bovio a pag. zioni religiose. Così non intendia-
1^3, la chiesa parrocchiale de' ss. mo neppure parlare dell' immenso
Tommaso e Orso ossia Orsola a numero di fiorentini patriarchi, ar-
Ponte, filiale della basilica di s. civescovi e vescovi, e di altri ele-
Lorenzo in Damaso , la cui par- vati a sublimi dignità ecclesiasti-
rocchia fu trasferita alla detta chie- che; dei marescialli di Francia, dei
sa di s. Giovanni. Il Venuti a pag. generali di armata di terra e di
4^5 narra che Clemente VII con mare, e dei ministri famosi. Innu-
bolla del i526 concedè la chiesa merevoli sono gli scrittori delle bio-
alla nazione fiorentina, ed al so- grafie de' santi e personaggi illustri
dalizio della Pietà, il quale la ri- dell' uno e dell'altro sesso, che do-
dusse al modo che si vede. Le viziosamente hanno illustrato Fi-
pittore a fresco nelle pareti sono renze, che sarebbe lungo argomen-
di Girolamo Sicciolante da Sermo- to se ne dovessimo trattare. Ciò
neta ; le storie della Passione nella che rende Firenze più famosa e ri-
volta furono condotte da Taddeo nomala, si è che nel suo seno prin-
Zucca ri ; e il quadro dell'altare cipalmente hanno avuto la culla le
della Beata Vergine, che sostiene lettere, le scienze e le arti belle, e
il Figliuolo morto , è del medesi- che da venne la
lei scintilla di
mo Sicciolante. Leone X nel i5i5 quel fuoco che dopo le barbarie
e nel 1 5 9 concedè
1
al sodalizio divenir fece1' Italia
la sede del ge-
l'uffizio annesso, col proprio nota- nio, portandola a tanta celebrità.
ro per le cause de' mercadanti e Dante, Petrarca, Boccaccio, i due
negozianti fiorentini in Roma, e Villani ec. squarciarono in gran
per le loro adunanze, col nome di parte le tenebre dell'ignoranza, e
Consolato, donde prese quello la Cosimo detto Padre della patria ,
24 FIR FIR
di, Grazini detto il Lasca, Macchia - In quanto poi ai cardinali fio-
velli, Poggio, i Pucci, il Rucellai, rentini, secondo i computi del Car-
Salviati , Salvini, Segni, Velluti, della, e le ricerche da me fatte
Vettori ec. sono celebri istorici e sono i seguenti, che dividendoli per
poeti. Rinomati matematici e na- secoli , pongo avanti ad ognuno
turalisti celebri , nati pure a Fi- l' anno di loro esaltazione al car-
renze, sono: Bellini, Galilei, Maga- dinalato, ed ognuno ha la sua bio-
lotti, P. A. Micheli, Redi, Targio- grafìa in questo Dizionario. Non
ni, Toscanelli, i Viviani ec. Leon sono compresi gli aretini, i pisani,
Battista Alberti, Arnolfo di Lapo, i sanesi ec. , ma i soli fiorentini.
Andrea del Sarto, Bartolomeo
fr.
fui FUI a5
1489 Giovanni de' Medici poi Leo- 161 5 Carlo de' Medici.
ne X. 1621 Ippolito Aldobrandini.
1622 Ottaviano Ridolfi.
Secolo XVI. 1623 Francesco Barberini seniore.
1624 Antonio Barberini seniore.
i5o3 Francesco Soderini. 1626 Giulio Sacchetti.
i5j 1 Pietro Accolti. 1627 Antonio Barberini giuniore.
1 5 1 3 Lorenzo Pucci. i64' Francesco Maria Macchia-
i5i3 Giulio de' Medici poi Cle- velli.
1753 Luigi Maria Torregiani. vanti l'era volgare, con alcune case
in latino chiamasi Florentia, e gli dalla comodità del sito, che vi at-
abitanti Firentini o Fiorentini, In- tirò in progresso degli altri abita-
vestigando il succitato Vettori don- tori. Quelli che attribuiscono ai
va città per augurio di felicità, die la pianura detta Villa Amina, no-
poi il nome alla città stessa , e me che poi cambiò per quello di
quindi si prese l' insegna del giglio, Florentia, forse dalla floridezza del
che ancor oggi conserva. Non sem- sito. Altri infine dicono piuttosto
bra valutabile l'opinione del Ma- che le colonie sillane aumentarono
lespina e del Villani , che fecero la fìesolana emigrazione, ed amplia-
derivare questo vocabolo da un rono il nuovo paese, che andò sem-
certo Fiorino capitano de' romani. pre più prosperando. Secondo altri
II medesimo Vettori aggiunge che diventò colonia romana al tempo
il p. Stefano Menochio spiega la de' triumviri Ottaviano Augusto,
parola Florentia in questo modo : Marc'Antonio, e Lepido. Delle sue
Jlores liliorum in. candelabris ; e grandezze in epoca romana poche
che nella glossa interlineare si os- ed incerte vestigia vi sono, sebbe-
serva, che vi ha una specie di gi- ne avesse avuto terme, il campo
gli ne' candelabri, sopra i quali po- Marzio, l' ippodromo il campido- ,
nevano le lucerne gli antichi. Tut- glio ec. e gli altri edifizi propri
lavolta sembra che questa sia opi- delle colonie romane. Il suo mag-
nione più strampalata di quella del gior ornamento però consisteva nel-
Malespina, alla quale può almeno l'anfiteatro, di cui si hanno tracce
dar qualche tuono l'osservare, che nelle vicinanze Santa Croce, il di
i fiorentini han voluto chiamar quale a niun altro cedeva per am-
fiorino la lor moneta improntata piezza: evvi tradizione che in esso
«lei giglio. La fondazione di Firen- s. Miniato, e moltissimi altri mar-
ze alcuni ia fecero derivare da Er- tiri vi sieuo stati esposti alle fiere.
FIR F1R 27
Gli antichi e solidi acquedotti eb- glio del duca Gozzolone; nel io58
bero pure celebrità si recò a Firenze, e morì tra le
I primi abitanti di Firenze uni- braccia di s. Ugone abbate di Clu-
camente occupali a godere i van- ny a' 29 marzo, e fu tumulato
taggi di una deliziosa situazione di- in s. Reparata. V. Leone Ostien-
ventarono preda di tutti i barba- se 1. 2, Chron. Cassiti., e. 97.
ri, che scorsero ferocemente l'Ita- Nel suo sepolcro operò Iddio mol-
lia, e le vittime della gelosia dei ti miracoli, ed il suo nome tro-
loro vicini, segnatamente dei fie- vasi in alcuni martirologi col tito-
sue donazioni. Nel io55 fu onora- ivi come diremo celebrò. Fu verso
ta la città dalla presenza di Vit- l'anno 1 io, che vinta Fiesole dai
i
FIR F1R 29
sto da quel pezzo furore de quel gran Pontefice esclamò ì
salva :
dopo il quale giunse a Firenze ai mente essa operò nei primi anni
17 dicembre 1275; e siccome non del secolo XIV, allorché calò in
vi voleva entrare per cagione del- Italia l'imperatore Enrico VII, in
l' interdetto,
nel passaggio che vi unione con Bologna, Lucca, Siena,
fece, perchè 1* inondazione dell'Ar- Modena, Reggio, ed altre città e
no gì' impediva tragittare per le guelfi. Il perchè nel i3i2 l'impe-
mura, e mentre traversava il pon- ratore in Pisa fulminò una fiera
te, col segno della croce assolve- sentenza contro i comuni di Firen-
va la città dall'interdetto, che poi ze, Siena, Lucca ec, perchè gli ne-
subito rimise e vi perseverò per gavano ubbidienza; di Bologna non
tre anni , finché morto Gregorio parlò come città pontificia. All'in-
X in Arezzo nel1276, a'21 gen- cominciar di questo secolo , e nel-
naio , il successore Innocenzo V l'anno i3oo crebbero in Firenze
riconciliò colla Chiesa i fiorentini le dissensioni tra i Bianchi [Fe-
e tolse l'interdetto a Firenze. di), e i neri. Prevalendo in Firen-
Nel 1 284 fu per la terza volta ze i ghibellini , spedirono i guelfi
accresciuta ed
ampliata la città, ambasciatori a Bonifacio Vili, ac-
come di presente si vede. A giu- ciò pel bene della città seguace
sta non si de-
gloria de' fiorentini del Papa, vi ponesse l'ordine. Quin-
ve passare sotto silenzio che nel , di Bonifacio Vili nel giugno spe-
1295 si trovarono davanti a Bo- dì a tale effetto per legato il car-
nifacio Vili dodici ambasciatori dinale Matteo d'Acquasparta, il qua-
fiorentini, inviati a congratularsi le voleva provvedere alle inimi-
col Papa per la sua esaltazione, a cizie de' bianchi e de'neri, eleggen-
nome di altrettanti potentati, on- do tra loro a sorte i priori, da
3o FUI FIR
cambiarsi ogni due mesi ; ma i favorisse i bianchi e i ghibellini,
bianchi che guidavano la signoria per cui parti dalla città lasciando-
della città, per timore di perdere la interdetta. Ritornato a Firenze
il potere non vollero ubbidire, on- bandì contro i faziosi pratesi la
nal Albertini di Prato. Firenze lo Rinaldi che fra palazzi, torri e ca-
ricevette con festa a' io marzo, ed se ne perirono mille settecento e
egli nella pubblica piazza di s. Gio- più a' io giugno, per cui molte fa-
vanni, in un discorso dichiarò le miglie spogliate di tutto divennero
facoltà di cui era munito, ed e- povere. Giunto il cardinale in Pe-
spose l' intendimento paterno del rugia, ov'era Benedetto XI, si dol-
Pontefice per pacificare i fiorenti- se in concistoro di coloro che reg-
ni, massime quelli che reggevano gevano la città di Firenze, raccon-
la città. Questi allora gli diedero tando il disonore e il tradimento
piena autorità di accomodare le che avevano fatto alla santa Sede
cose, e di far priori e gonfalonieri. mentre occupavasi del loro bene :
FIR FIR 3r
bianchi per difendersi dalla fazione vie e piazze di Firenze, animando
dei neri, ridusse il suo palazzo ve- i cittadini ad armarsi e seguirlo,
scovilead una piazza d'armi, riem- ed obbligò il duca a fuggirsene, e
piendolo di armati seguaci del suo restituire la libertà alla repubblica.
pallilo; armò la torre del vesco- Dipoi , come racconta il Vettori
vato a guisa di fortezza o rocca ,
i fiorentini dai conti Guidi com-
rizzandovi un edifizio in forma di prarono Monte Murlo, Lucca colle
manganella Inlanto inutilmente
. castella del contado, ed occuparo-
re della città dalla tirannia del duca Papa restituì loro la pace, che di
di Atene Gualtieri, che reggeva la poi si turbò non agendo i fioren-
città pel duca di Calabria cui erano tini con sincerità , perchè il magi-
ricorsi fiorentini contro Uguccione.
i strato ingannò lui e la santa. A
Il vescovo dunque nel dì festivo a pacificarsi Gregorio XI co' fiorenti-
s. Anna, si mostrò a cavallo per le ni, nel 1
3yy, poco dopo di essere
,
3^ FIR FIR
giunto in Roma, li richiamò all'ub- ed in vece eletto agli 1 1 novem-
bidienza; ma essi in vece divenen- bre i4'7 Martino Y , il quale in
do peggiori, non solo disprezzarono appresso si portò in Firenze, fa-
l'ecclesiastiche censure, ma voleva- cendovi solennissimo ingresso a' 26
no uccidere s. Caterina, che per or- febbraio i4ic)> entrando per la
dine del Papa procurava il loro porta di s. Gallo, ricevuto da tutti
bene; e nei primi del 1378 si fece i magistrati, e da cento giovanetti
in Lucca un solenne parlamento di di nobili famiglie vestiti riccamente.
ambasciatori per riconciliare i fio- Indi con solenne processione del clero
rentini colla Sede apostolica. il Papa si portò al duomo. Mentre
Dopo la morte di Gregorio XI, quivi si tratteneva Martino V,il depo-
avvenuta in detto anno, i fioren- sto Giovanni XXIII, essendo sempli-
tini sotto Urbano VI ritornarono cemente Baldassare Cossa, fuggì dalla
all'ubbidienza della Chiesa, e nel sua prigione, e si gettò a' piedi del
lungo e lagrimevole scisma insorto legittimo Martino V. Fu da lui ac-
contro quel Pontefice, restarono a colto colle maggiori dimostrazioni
lui fedeli. Dipoi nel i4o5 fioren- i di tenerezza ed affabilità ; assolto
tini sottomisero Pisa alla loro si- dalle scomuniche , e perdonato di
gnoria; città che nel i4°9 conces- sua contumacia. Lo creò il Papa
sero per la celebrazione del conci- vescovo di Frascati, cardinal deca-
lio , a quei cardinali eh' eransi ri- no del sagro collegio, destinandogli
bellati a Gregorio XII, perchè con- sedia più. eminente di quella degli
tro le promesse aveva creato nuo- altri cardinali : siccome vuoisi che
vi cardinali, comandando inoltre i ottenesse tal dignità ad istanza dei
fiorentini che ninno più ubbidisse fiorentini, il Cossa fu poi chiamato
a quel Papa ed in vece riconob- , il cardinal Di questi
di Firenze.
bero Alessandro V eletto in quel onori il godè passati
Cossa poco :
concilio. Nel i4'0 colle armi i fio- sei mesi, di cordoglio o di veleno
rentini repressero gli sforzi di La- morì in Firenze a' 22 dicembre
dislao re di Napoli, che voleva do- i4'9 ? e gli furono fatte non nella
minare sui d 0111 i 11 ; i della Chiesa ,
chiesa di s. Gio. Battista , ma in
e ne furono lodati da Alessandro s.Maria del Fiore solennissime ese-
V, cui morto gli successe Giovan- quie per nove giorni, coll'interven-
ni XXIII. Sotto di questi Ladislao to della signoria, con tutti i ma-
minacciando occupare Roma , co- gistrati, i cardinali, i vescovi e tut-
strinse il Pontefice a fuggire nel ti i prelati della corte pontificia.
1 4 3
J : a' 22 giugno era a Siena, Bensì in s. Gio. Battista fu sepolto
quindi si trasferì a Firenze, e poi in ricco deposito, nella cui iscrizio-
nel principio della seguente qua- ne essendosi posto quondam Pa-
resima si recò a Bologna. Siccome pam, Martino V fece delle forma-
ad un tempo vivevano pure Gre- li lagnanze che si togliesse, essen-
gorio XII , e 1' antipapa Benedetto do morto cardinale, ma inutilmen-
XIII ,
per estinguere lo scisma fu te. Di questo sepolcro di marmo
celebrato il concilio di Costanza, ove ne riporta la figura l'Oldoino, tom.
Gregorio XII rinunziò al pontifi*- II, pag. 794, il quale soggiunge,
cato, Giovanni XXIII vi fu depo- essergli stato eretto da Cosimo de
sto, Benedetto XII I scomunicato, Medici il Vecchio, suo amicissimo
FIR FIR 33
che per merzo di Giovanni XXIII diversi governi a quella repubblica.
era divenuto l'uomo piti ricco che A Martino V successe Eugenio IV,
rilava ci fosse. Qui noteremo che contro il quale essendosi nel i434
dell' origine della famiglia Medici sollevati romani pei danni
molti ,
Rinaldi dice, che mentre egli slava seguita morte Amerigo Corsini
di
per partirne, esaltò la chiesa vescovi- ultimo vescovo ed insieme primo
le al grado di metropoli , a' 2 mag- arcivescovo, per sé la ritenne qua-
gio, dopo aver cantato solennemen- si due anni, ne' quali fra le mag-
te la messa nella cattedrale; indi giori cose che operò a decoro di
il primo arcivescovo Amerigo Cor- essa, nomineremo l' istituzione del
sini ricevette il pallio in Roma agli collegio de' chierici dal suo nome
11 dicembre i/f^o, per mano del detto Eugeuiano, di cui parlammo
cardinal Rinaldo Brancacci. A' 9 superiormente; scuola che divenne
settembre 1420, secondo la richie- famosa ed assai utile
, pei chierici
sta fattale dai romani Martino V , onde formarsi ottimi ecclesiastici.
Contelori nella di lui vita. Il co- mentre con altra del i44 r a og' un "
mune elesse otto de' maggiori cit- se molte grazie ai chierici di que-
tadini, i quali accompagnarono il sta scuola ,
per la quale neh" isti-
faceva nel concilio di Basilea {Ve- sciatore del duca di Borgogna al con-
di). Questo tuttavia si proseguiva cilio fiorentino. Guglielmo d'Estou-
FIR FIR 35
to Scarnmpo. 11 re assalì nel 1 447 alla Di ritorno nel
sagra guerra.
i fiorentini nella speranza d' insi- i46o Pio 11 onorò di nuovo Fi-
gnorirsi della Toscana ; ma essi in renze di sua presenza, trattato nuo-
unione ai sanesi si difesero egregia- vamente con magnificenza, per la
mente, laonde altro non potè fare, quale mai aveva tanto speso la re-
che occupare alcuni piccoli castelli, pubblica. Nel 1468 morì Cosimo
e dar il guasto alla campagna. de' Medici dopo aver governato la
Pio II volendo abbassare la cre- repubblica più anni. Pietro suo fi-
scente potenza degli ottomani in- ,
glio fece ogni sforzo per continuar-
Mantova, ove nel congresso anche cui individui cransi distinti nell'e-
i fiorentini promisero contribuire sercizio delle virtù, e nella magni-
36 FUI FIR
licenza colle loro ricchezze, per cui era corso al palazzo per impadro-
il detto Cosimo, Pietro e Lorenzo nirsene , ed uccidere i magistrati
il Magnifico furono successivamen- che vi si opponessero, fu preso da
te principi della repubblica , seb- questi ed appeso ad una finestra
bene semplici cittadini. E fama che con altri pochi, che con lui erano
il Papa Sisto IV non potesse sof- in compagnia; quindi imprigiona-
frire de Medici, perchè frastorna-
i rono il cardinal Riario. I fioren-
vano l' ambizione del suo nipote tinidierono a Lorenzo de' Medici
Girolamo Riario divenuto signore una guardia per sicurezza, e Tarn-
di Forlì, e che per tal cagione i ministrazione del pubblico erario;
Pazzi ne avessero acquistata la di indi a di lui incitazione tentarono
lui benevolenza. Presero dunque di occupare alcune città dello sta-
questi la risoluzione di cospirar to ecclesiastico. Neil' istesso anno
contro la vita dei de Medici, ed i47$ Sisto IV die sentenza di
invitarono il giovane cardinal Raf- scomunica contro i complici di si
faele Sansoni Riario, altro nipote fatti delitti, e pose sotto T inter-
del Pontefice, a portarsi in Firen- detto la città di Firenze, col mo-
ze per osservarvi tutto il bello del- tivo della morte violenta dell' ar-
col capo loro Giacomo Pazzi fu- de' Medici, il quale riparò così l'im-
rono presi, e dati all'ulLimo sup- minente eccidio della patria. Nell'an-
plizio. Francesco Sai vinti arcive- no 1480 con tutta solennità spedi-
scovo di Pisa, uno de' più ardenti rono i fiorentini dodici cittadini am-
fra essi, e che dopo il massacro basciatori a Sisto IV, pregandolo
,
FIR FIR 37
riconciliarli colla Chiesa, offrendoci de' Medici figlio del defunto Loren-
ricevere con sommissione tutte le zo il Magnifico, e il di lui nipote
coedizioni che a lui fossero piaciu- Lorenzo aspirando al potere, a' 16
te. Ed è perciò die nella prima do- settembre i5i2 provocarono un
menica deli' Avvento gli ambascia- movimento, e costituirono capo del-
tori attesero in ginocchioni nel por- la repubblica Giuliano de' Medici,
tico di s. Pietro il Papa , il quale a cui associato Lorenzo
fu poi
gli assolvè leggermentebattendoli mentre nel i5i3 il cardinale dive-
con una bacchetta,, secondo il rito nendo Pontefice col nome di Leo-
consueto, e dopo aver ascoltata la ne X, consolidò il dominio nella fa-
messa , furono restituite le terre e miglia. Nel i5i5 dopo essersi ab-
castella ch'erano state tolte al co- boccato in Bologna con Francesco I
mune; dopo diche Sisto IV fece re di Francia, dice il Fellone, Dei
alleanza co' medesimi fiorentini e , viaggi de Pontefici, p. 282, prece-
col re Ferdinando contro i vene- duto dalla ss. Eucaristia passò a
ziani che assediavano Ferrara. Nel Firenze sua patria per trattenervisi
pontificato di Alessandro VI il ve- qualche mese, e finito il rigore del
scovo di Arezzo, Cosimo de'Pazzi, poi verno ritornò a Roma ove giunse
arcivescovo di Firenze sua patria, a* 18 o 19 febbraio i5i6. II Papa
nel iooi colle armi gagliardamen- era stato ricevuto solennemente in
te oppose a Cesare Borgia duca
si Firenze dal cardinal de' Medici ar-
Valentino, che marciava con po- civescovo, e suo cugino, alla testa
deroso esercito contro Firenze per del capitolo, che gli die a baciare la
metterla a sacco, e l'obbligò a ri- croce neh' ingresso alla porta Ro-
tirarsi; quindi Cosimo adempì util- mana. Il p. Ridia dice ch'entrò in
mente varie ambascerie per la re- Firenze a' 3o novembre i5i5 per
pubblica: in quella a Lodovico XII la porta di s. Pietro in Gattolino,
ottenne a' fiorentini la restituzione e tra il plauso generale venne con-
di Pisa; ed in quella al viceré di dotto alla cattedrale, nella quale da
Napoli Cardona, Prato dal liberò giovinetto era stato canonico. In
formidabile esercito spagnuolo. Firenze celebrò Leone X molte fun-
A Lorenzo successe nel reggi- zioni, come la solenuità di Natale,
mento il suo figlio Pietro de' Me- in cui benedì lo stocco e berretto-
dici, ma per la cessione di Fivizza- ne che donò al gonfaloniere Ridol-
no a Carlo Vili re di Francia, do- fi. Donò al capitolo una preziosis-
vette salvarsi colla fuga. Tornata sima mitra, valutata dieci mila du-
allora Firenze al governo popolare, cati d' oro, l'autorità di poter crea-
elesse gonfaloniere a vita Pietro So- re notari , e legittimare bastardi ;
38 FIR FIR
Roma, offrì al Papa il presbiterio, occuparono il supremo maestrato
consistente in un borsotto con va- uomini vilissimi, che usarono molte
rie monete fiorentine. Lo stesso tirannie. Rappacificatosi il Papa col-
capitolodonò 700 lire a monsignor l'imperatore nella lega di Barcel-
Adimari cubiculario del Papa, por- lona, venne stabilito di ripristinar
tatore della suddetta mitra. Ma in Firenze la sovranità di casa Me-
questa mitra ebbe breve vita, per- dare in isposa ad Alessan-
dici, e di
chè nel i529, in tempo dell'assedio, dro Margherita d'Austria, figlia na-
la repubblica la vendè, come nar- turale di Carlo V; ciò che fu con-
rano Varchi Storia Fiorent. e
il , fermato nel congresso tenuto in Bo-
il Migliore, pag. 46. Vedi l'Ammi- logna, ove il Papa incoronò l'im-
rato, Storia Fiorent, p. 3 18. JVel peratore, e nella funzione Alessan-
medesimo Fellone si legge che tra dro portò il globo imperiale; ed
gli accordi che seguirono tra Leo- intanto il principe Filiberto d'Oran-
ne X e Carlo V imperatore fuvvi go fu inviato all'assedio di Firen-
quello che il medesimo augusto ze. Clemente VII si fermò in Bo-
dovesse proteggere la sua famiglia logna finché Firenze fu domata dal-
de' Medici, edaccordare ad Ales- le truppe imperiali, e cambiato il
sandro un principato di dieci mila governo politico da repubblicano in
ducati di rendita; ma sul più. bel- monarchico, fu costretta a ricevere
lo delle sue speranze , la morte per suo signore e duca il suddet-
troncò i suoi giorni nel i52i. Al to Alessandro de' Medici, e suoi di-
breve pontificato di Adriano VI scendenti. Il Papa fu lietissimo del-
successe quello di Clemente VII nel l' umiliazione de' suoi concittadini
15^3, già Giulio de' Medici, figlio e dell'esaltamento di sua famiglia.
di Giuliano ucciso nella congiura Nel lungo assedio accaddero diver-
de' Pazzi, e cugino di Leone che X se aspre battaglie combattute dai
l'aveva fatto arcivescovo e cardi- fiorentini con coraggio, in una del-
nale legato di Firenze. le quali vi restò ucciso il principe
Nel i526 Clemente VII ammise d' Orange , che tanto male avea
nellaSagra lega che aveva conchiuso fatto a Roma nel famoso sacco.
contro Carlo V
i fiorentini, ma questi AH' assedio di Firenze sottentrò al
quando videro il Papa soccomben- comando dell'esercito Ferrante Gon-
te nella guerra, ed assediato in Ro- zaga, dopo la partenza del marche-
ma dalle truppe imperiali , torna- se del Vasto comandante supremo.
rono a cacciate i de' Medici da Fi- I fiorentinifurono condannati a
renze. Procurarono i fiorentini col- gravose contribuzioni ; e Malatesta
legarsi coli' imperatore, ma furono Baglione fu lasciato alla guardia
rifiutati^ e solo invitati di venire a della città con duemila fanti.Gli
concordia con Clemente VII ciò , amici della libertà furono esiliati,
che ricusarono anzi deposero il
, altri decapitati, fra' quali Francesco
gonfaloniere della repubblica Nico- Carducci. Alessandro primo duca di
lò Capponi ,
perchè proponeva la Firenze era figlio naturale di Lo-
pace. In vece fu eletto Francesco renzo II, e nipote, o, come altri vo-
Carducci uomo temerario che op- Clemente VII prima
gliono, figlio di
presse gli ecclesiastici , e commise che fosse cardinale. Questo giovine
sacrilegi coatro le cose sagre. ludi destro ed animoso s'impadronì del-
,
TIR FIR 3g
la suprema magistratura in unione galere contro i turchi, nelle quali
ad un senato, formato da quaran- l' ordine equestre de' cavalieri di
ad illeciti amori , 1' uccise nel suo Cosimo fabbricò Porto-Ferraio nel-
I
4o FIR FIR
che si distinse per l'amore ai suoi ebbe principio la dinastia austriaca-
popoli, specialmente nelle pestilen- lorenese, che domina tuttora nella
ze del i63o e i633 che furono le Toscana. Nel 1765 divenne grandu-
ultime a travagliare Firenze: que- ca -il figlio Pietro Leopoldo I, che
ste pestilenze furono descritte da nel 1790 abdicò per essere stato
Francesco Bandinelli, e stampate eletto imperatore. Il suo secondo-
in Firenze dal Landini nel 1634. genito Ferdinando III lo successe
Suo figlio Cosimo III nel 1670 eb- nel granducato : sotto di lui Pio
be a succedergli, ma dissimile dal VI detronizzato dagli invasori fran-
genitore, rese malcontenti i suddi- cesi fu a' 20 febbraio 1 798 strap-
ti; i contrasti con la moglie Mar- pato da Roma, e portato prigione
gherita d'Orleans portarono la lo- a Siena, ove il terremoto die gra-
ro separazione, ed accelerarono il ve scossa. Giuntane la notizia a
termine di questa dinastia. Nel suo Ferdinando III , spedì a Roma il
regno Cosimo III ebbe il dispiace- suo maggiordomo Manfredini al ge-
re di veder morire senza eredi Fer- nerale Saint-Cyr , proponendogli di
dinando suo figlio , principe che far trasferire il Pontefice nella Cer-
dava le più belle speranze. Nel tosa di Firenze, della quale si fe-
1 709 diede moglie al suo vecchio ce cenno volume XI, pag. 102
al
fratello Francesco Maria, che per- del Dizionario. Convenendovi il
ciò rinunziò la porpora di cardi- generale francese, Pio VI il primo
nale, ma non ebbe figli. II suo se- di giugno fu portato nella Certo-
condogenito Giovanni Gastone che sa, ed ivi subito fu a visitarlo Fer-
erasi ammogliato in Germania dinando III, confortandosi scambie-
però diviso dalla moglie, gli suc- volmente sui comuni disastri, ed a
cesse al trono , ma sempre visse soffrire le avversità che si presagi-
malato ed angustiato sin al 1737, vano. Il principe più volte visitò
nella quale epoca cessò di vivere, il Papa nella sua dimora nella
terminando in lui l' augusta e ri- Certosa, preveniva i di lui bisogni,
nomata famiglia de' Medici , meno e gli procurava ogni comodità e
il ramo stabilito in Napoli de' prin- religiosa soddisfazione.
cipi di Ottajano. Nel 1730 salì al Intanto Firenze era divenuta nel
pontificato il fiorentino Clemente 1 799 ricovero ad altri monarchi
XII Corsini, che regnò sino al 1 740. detronizzati. Carlo Emmanuele IV
La Toscana per i trattati tra le re di Sardegna fu costretto ad ab-
grandi potenze europee passò nel bandonar la sua reggia di Torino,
1731 all'infante di Spagna Carlo ed a passare in Sardegna colla re-
di Borbone, ma poscia fu in vece gina sua moglie la ven. Maria
,
suo figlio , e coli' infante Carlotta nisteri, ove sempre si trovò ad os-
sua figlia, ora duchessa vedova di sequiarlo la regina. Nella mattina
Sassonia, ascoltarono messa del la dei 9 maggio celebrò la messa al-
Pontefice, insieme al nunzio di Fi- l' altare della ss. Annunziata nel-
renze, a molti vescovi, e magnati la chiesa dei servi di Maria, am-
del regno. Indi tra le più di vote ministrando con generale edificazio-
dimostrazioni de' fiorentini, il Papa ne la comunione alla pia sovrana;
continuò il suo viaggio per Pa- poscia cogli abiti pontificali, da un
rigi , ed in Pistoia ricevette la loggiato del palazzo decorosamente
grata e inaspettata visita della parato, il Papa die al foltissimo ed
,
FIR FIR 43
esultante popolo l'apostolica bene- Questo temperamento la duchessa
dizione : la regina, la corte, la pri- lo prese, perchè allarmata del po-
maria nobiltà e il corpo diploma- polare di voto movimento per dove
tico la ricevettero sotto un padi- era passato il Papa, rifiutossi ve-
glione nel vicino terrazzo. Nella gliare sopra un deposito sì perico-
mattina de' io maggio Pio VII par- loso, che atterriva come l'arca por-
tì da Firenze per Arezzo e per , tata in trionfo dai filistei.
Roma. Nell'anno 1807 l'imperato- Quando poi col termine della po-
re Napoleone privò del regno di tenza di Napoleone le cose pubbli-
Etruria la dinastia borbonica di che si ricomposero, tornò il grandu-
l'arma, riunì Toscana all'impero
la ca Ferdinando III nel 1814 a feli-
polo eziandio delle vicine campa- muta ov' era Pio VII, e ai di lui
gne, perchè monsignor vicario ar- lati marciavano a cavallo il gene-
civescovile avea notificato al pub- ral Bava , e il tenente colonnello
blico cotal benedizione papale. Ce- d'Havet: chiudeva il corteggio al-
dendo il Papa alle istanze del so- tro distaccamento di fanteria. Per
vrano , ed ai voti de' suoi sudditi la spontanea illuminazione della
si trattenne in Firenze pure nel città, e per quei divoti fiorentini,
seguente giorno, e con mula di cor- che con torcie accese accompagna-
te si portò ad un monistero di da- rono il Papa al palazzo Pitti, la
me, chiamato la Quiete, tre miglia notte si trasformò in giorno. Alla
distante, e nella sera provò la sod- chiesa di s. Maria Novella super-
disfazione di vedersi raggiunto dal bamente parata ed illuminata si
na, il Papa si dispose a fare ritor- canto dell' inno Te Deum con scel-
FIR FIR 45
ki metropolitana , e accompagnò Felice, che intervenne l'anno 3i3
con torcia Ja processione consueta. al concilio romano celebrato da
Nella seguente mattina il Papa ac- s. Melcbiade, soggiungendosi dal
colse benignamente i principali per- p. Richa, Notizie isteriche ec. toni.
sonaggi della città, e in quella ap- VI, pag. 267, che tutta volta Fi-
presso fu a celebrale la messa nel- renze può gloriarsi essere la prima
la chiesa dì s. Maria Madda- delle città toscane , che avesse il
lena ,
quindi al regio conserva- suo vescovo, imperciocché ne Pisa,
torio di Ripoli, e nelle ore po- né Siena, né Fiesole, né Chiusi,
meridiane a quello di s. Agata , e né altre città, stando a documen-
poscia si pose in viaggio per Ro- ti non hanno avuto un
autorevoli,
ma. Finalmente noteremo, che alla vescovo prima del quarto secolo
morte di Ferdinando 111, a' 18 giu- ed alcune anche più tardi. A ca-
gno 1824 gli successe il figlio Leo- gione delle irruzioni degli unni
poldo II regnante granduca la po- : de'goti, e di altri barbari, diverse
polazione supera cento mila abi- città toscane rimasero colla chiesa
tanti , senza noverare i numerosis- senza pastore o col pastoie senza
,
simi esteri, che di continuo si re- gregge. La prima lacuna della se-
cano ad ammirare Firenze, che nel de fiorentina fu di quasi cento an-
secolo XIV contava fra le sue mu- ni, vale a dire dopo il vescovo An-
ra molto più del doppio degli a- drea mancato alla metà del quinto
bitanti, poiché nella pestilenza del secolo, sino a s. Maurizio martiriz-
i348, piìi di novantasei mila in- zato nel 55o dai soldati di Totila.
dividui mancarono alla sola Fi- Dopo martire abbiamo la
questo
renze. seconda interruzione ancor piìi lun-
La fede cristiana sembra che sia ga della prima, non trovandosi ve-
stata predicata in Firenze, o dagli scovi sino al 676, nel quale si ha
apostoli, o dai loro discepoli, e si Reparato sottoscritto nel concilio
conoscono vari martiri fiorentini romano sotto Agatone, ed a Repa-
anteriori all' epoca di Costantino. ralo si trova immediato successore
Giovanni Villani seguito da altri ,
Specioso nel 724. Tommaso fu ve-
scrisseche s. Frontino , forse verso scovo nell'anno 743, e Rambaldo
l'anno 56, sotto l'impero di Nerone, nell' 826 : le sedi vacanti posterio-
insieme a Paolino, ambedue discepo- ri avvennero per qualche difficoltà
li ili s. Pietro, furono da questo man- insorta nell'elezione del vescovo, o
dati a promulgare in Firenze la re- per dissensione negli elettori. Fu im-
ligione di Gesù Cristo, mentre a memorabile privilegio dei canonici
Fiesole vi aveva inviato s. Romolo, della cattedrale di Firenze l'elezio-
ordinando per primo vescovo di ne del proprio vescovo sino a Cle-
Firenze lo stesso s. Frontino o mente VI, coll'approvazione dell'e-
Frentino. Con buone ragioni il Bor- letto dipendente dal Papa. Ma aven-
ghini alla pag. 358 del suo trat- do i canonici eletto nella sagrestia
tato Della chiesa e de vescovi della canonica nel 1 34 1 in succes-
che ciò non si può
fiorentini, dice sore al vescovo Silvestri
priore il
46 Firn FIR
quali Io morto ed in
trovarono molte altre onoranze non è da o-
vece creato Clemente VI , che con mettersi quella ormai da lungo
bolla elesse in vescovo di Firenze tempo cessata , usata nel possesso
fr. Angelo Acciaiuoli , dichiarando de' nuovi vescovi, nella chiesa delle
nulla 1' elezione dell' Antella , to- monache benedettine di s. Pier Mag-
gliendo per sempre al capitolo il giore, la quale funzione è descritta
privilegio di eleggere il suo pasto- Richa nel 124 e se g- 5
p. t. I, p. Pc '
tina principiò a supplicare i Papi e per quelli del suo clero ; laon-
per soggetti nazionali e degnissimi, de questa chiesa (rovinata nel 1772,
a mezzo de' suoi oratori in Roma. e quindi soppresso il convento ) nel
L' arcivescovo di Firenze gode possesso de' nuovi arcivescovi era la
singolari onori e prerogative, co- prima a ricevere in città il suo pa-
me il titolo illustre di principe del store, il quale nel suo solenne in-
sagro romano impero, che meritò gresso facendo la prima visita a
il primo per sé e suoi successori questa chiesa, dal suo priore e cap-
il vescovo Pietro Corsini dall' im- pellani era servito in tutte le sue
peratore Carlo IV nel 1 364- H se- funzioni ecclesiastiche, e dai mede-
condo segnalato onore fatto alla simi collocato in un trono a tal fi-
ne! si accrebbero , e Comman ville vescovo, che ivi trova vasi vestito
registra per tali i vescovi di Fie- de' sagri paramenti. Indi portavansi
sole , Borgo s. Sepolcro , Pistoia ad ossequiare il vescovo, il magi-
Prato, Arezzo, Montepulciano, Cor- strato della città, ed i cleri seco-
tona, San Miniato al tedesco, Col- lari e regolari, le croci de' quali
le, e Volterra, cioè nella provincia venivano baciate dal vescovo. Al-
fiorentina, giacché nota di esenzio- lora incominciava la processione in
ne Arezzo, Cortona, Montepulcia- cui il vescovo cavalcava sotto pa-
Al presente
no, Colle, e Volterra. lio o baldacchino, le cui aste sos-
cinque sono i vescovi suffraganei tenevano medesimi guardiani
i
(altri dicono gli uomini della fami- mera del contiguo monistero, con
glia Strozzi) saccheggiavano i lini- quattro canonici, col priore, cap-
menti e sella del cavallo, ch'erano pellani, guardiani, e l' abbadessa,
ricchissimi, ed il cavallo cos'i nudo rimanendo ivi pure a dormire. Nel-
restava abbadessa e monache
all' la seguente mattina il vescovo por-
benedettine del monistero di s. Pier tavasi colla stessa formalità alla
48 F 1 FIR
Seguendo l'ordine tenuto dal p. oblazioni. E nel cap. LIX asseri-
Ridia, registreremo i vescovi ed sce lo stesso Villani, clic circa l'an-
arcivescovi di Firenze santi. Ponte- no 3 20, nel pontificato di s. Sil-
fici, cardinali, ed altri celebri. Seb- vestro I, abbandonata la paganica
bene tal dotto scrittore, non con- superstizione, la legge di Cristo fu
viene, come si disse, sull'episcopato abbracciata ; onde a quel tempo si
il primo Borgo-
è Gherardo di vo Firenze fu Giulio de' Me-
di
gna o meglio savoiardo siccome
,
dici , cugino di Leone X, che lo
nato in Bethlaeis di Savoia ; nel- dichiarò tale nel giorno di sua
r anno 1046 fu fatto vescovo di coronazione a' 19 marzo del i5i3,
Firenze, si distinse e fece conosce- e nello stesso anno a' 2 3 settem-
re il suo gran merito nel concilio bre o a' 24 dicembre lo creò
ivi tenuto da "Vittore II, onde i Cardinale, indi nel i5i4 legato di
padri riconobbero in lui quelle Bologna e di Toscana. Giulio ot-
qualità che lo resero degno del tenne da Leone X segnalati onori
pontificato. Ripreso da s. Pier Da- e privilegi a' canonici fiorentini, e
miani d'un leggero difetto di giuo- salito al pontificato accrebbe nuo-
care talora agli scacchi, se ne asten- vi benefìzi al capitolo e stabili ren-
ne, e finche visse per penitenza la- dite. Nel i52o essendo comparso in
vò ogni giorno i piedi a dodici Italia un funestissimo male ,
pro-
poveri,dando loro limosina e ce- mosse la fondazione dell' ospedale
na. A' 28 dicembre io58 fu elet- degl'incurabili, dichiarandolo arci-
to Papa col nome di Nicolò II, spedale, colle analoghe prerogative.
ma per l'amore che conservava al- Si trova una piccola moneta col-
la sua chiesa di Firenze ne riten- l'arme de' Medici , e col cappello
ne il governo, visitandola due vol- sopra da cardinale , e l' iscrizione :
te nel suo pontificato ch'ebbe ter- iulius card, medices , e nel ro-
mine in questa città a' 22 luglio vescio l' effigie di san Gio. Bat-
J061. (Successore nel vescovato a tista. Sembra che la facesse batte-
Nicolò lì nel 1062 fu Pietro Ti- re da legato, con licenza della re-
cinese o di Pavia , infetto di ere- pubblica fiorentina, anco in rifles-
sia e di simonia, per cui insorsero so alla parte che aveva nei gover-
nella città grandissime discordie che no, mediante il favore di Leone X,
s. Pier Damiano speditovi da Ales- unito alla potenza di sua famiglia
sandro 11 non potè quietare, come de' Medici. A' 18 novembre i523
voi. xxv. 4
, ,
5o F R
I FIR
questo cardinal arcivescovo fu su- gliore a pag.
1 f>2 che se viveva
blimato al triregno col nome di più lungamente la cattedrale di Fi-
Clemente VII, ed agli 8 gennaio renze l'avrebbe elevata al grado di
anno i5i/\.
dell' fece arcivescovo patriarcale, ed in camera gli si
di Firenze il cardinal Nicolò Ri- trovò la relativa bolla incomincia-
dolfo' fiorentino. Sebbene il Papa ta. Supplicato agonizzante dai cardi-
fece perdere a Firenze la liber- nali a dar la porpora al nipote figlio
tà procurò mitigare il rancore
,
del fratello, sempre si rifiutò, solo
di sua patria con diverse grazie dicendo : Qttae utililas in sanguine
le quali furono il dono delle insi- meo dum descendo in corruptio-
gni reliquie che mandò da Roma, nem. Seguono i fiorentini cardina-
la libreria Laurenziana che aprì, i li , in numero di quindici tra ve-
privilegi, e le donazioni fatte a scovi ed arcivescovi,
non compresi i
s. Maria del Fiore, colle unioni di due precedenti Giulio ed Alessan-
chiese e benefizi alla mensa del ca- dro de Medici.
pitolo di s. Lorenzo, e finalmente Il primo cardinale vescovo di
le molteplici concessioni, che accor- Firenze fu Francesco Atti da Todi,
dò a vari monisteri, come di s. Sal- che alcuni vogliono cittadino fiorenti-
vi, di s. Clemente, di s. Giovan- no. Egli sembra che non prima del
nino ec. 1 354 fosse eletto vescovo, dignità che
Il terzo Papa già pastore e nel i356 rinunziò con dispiacere
concittadino di Firenze come il d' Innocenzo VI. Il secondo cardi-
precedente , fu uno de' piò illustri nale è Pietro Corsini, che fu da In-
arcivescovi di questa chiesa : egli è nocenzo VI trasferito nel i36i da
Alessandro de' Medici, ambasciatore Volterra a Firenze, e per le quat-
in Roma a s. Pio V ed a Grego- tro nunziature che egregiamente
rio XIII di Cosimo I suo cugino. disimpegnò in Germania con van-
Il secondo Pontefice prima lo fece taggio della santa Sede, e soddis-
vescovo di Pistoia, e dopo pochi fazione della
ottenne Germania ,
ne XI. Presago della brevità del rito in Firenze per decreto della
suo pontificato, durato soli ven- repubblica fu collocato nel duomo.
tisette giorni, da giovine erasi scel- Chiamò a suoi -eredi il fratello Fi-
FIR F1R 5i
suo padre. Terzo vescovo di Fi- citata dal Poggio: il cadavere fu
renze e cardinale è Nicolò Accia- portato alla cattedrale di Padova.
inoli detto il secondo, fatto da Ur- Col settimo cardinale evvi ac-
bano VI nel i384 vescovo, e nel coppiata la dignità arcivescovile
i385 cardinale. Pei suoi grandi perchè Martino V eletto in Costan-
meriti fu molto occupato dai Papi, za agli 11 novembre i4*7> dipoi
e governò il regno di Napoli nel- nel 1420 dichiarò metropoli la chie-
la minorità di Ladislao, per cui in sa di Firenze come si disse. Nel
,
peratore per la convocazione del una gran ferita nel capo , Luca
concilio di Costanza, in cui venen- Pitti percuotendo colla sua mano
do deposti Gregorio XII, Giovan- la tenta ossia strumento col quale
ni XXIII e l'antipapa Benedetto il chirurgo esaminava la ferita, glie-
XIII, tutti i voti per l'elezione del la ficcò nel cervello, e subito mo-
nuo\o Pontefice riunivansi nel no- rì.Altro arcivescovo cardinale nien-
stro cardinale, quando Dio lo chia- te inferiore al precedente per fa-
mò a sé a' 27 ottobre 7 con 1 1 > ma militare si fu Lodovico Sca-
,
sta assemblea, e dell' imperatore Si- vescovo da Eugenio IV nel 1 4^7 >
gismondo, che onorò le di lui ese- e cardinale nel 1 44°> perchè essen-
quie, e udì 1'
orazione funebre re- do amato dal Papa, era stato fat-
.
5a FIR FIR
to generale di sue truppe dopo la quale pel suo zelo celebrò quattro
morte del Vitelleschi: vinse il fa- sinodi, nel 1 656, nel 1 663, nel 1666
moso Nicolò Piccinino, e sconfisse enei 1669, nelqual anno Clemente
i turchi sotto Belgrado. In Firen- IX lo creò cardinale, e nel seguente
ze fece la solenne traslazione del inori in Roma , e gli fu data se-
corpo di s. Zanobi dall'antica cata- poltura nella chiesa di s. Giovanni
comba uuova cappella sotter-
alla de' fiorentini , nella cappella de' ss.
nel i548 con riserva cede ad An- L'autografo, che tale è ad onta di
touio Altoviti, e mori nel i55o in qualche scrupolo del Muratori, che
conclave, nel giorno in cui i cardi- fu pubblicato più volte colle slam-
nali trattavano di crearlo Papa pe, e ultimamente dal Brunetti, si
Nel i65i da Pistoia fu traslalato conserva gelosamente nell' archivio
a questa chiesa Francesco Nerli, il segreto del capitolo fiorentino do-
,
FIR FIR 53
•viziosissimo di vetustissime perga- Buglione per la crociata : cadde pe-
mene. Il vescovo Grasulfo dell'898, rò nell'opinione che fosse nato l'an-
per le sue virtù ebbe dall'impera- ticristo, opinione eh' ei ritrattò sin-
tore Lamberto una gran quantità ceramente ai moniti di Pasquale
di terreno, che passò ai canonici lì. S. Antonino fu collocato tra i
i quali ne cederono parte a mo- primari scrittori ecclesiastici per ,
l' istromento si vedono pure sotto- lebre non meno che per la sua
scritti sedici canonici, sette de'quali pietà, per la sua dottrina che spic-
col titolo di preti cardinali. Stu- ca nelle sue opere, e specialmente
penda ancora fu la generosità d'a- ne' suoi Atti umani;
monsignor e
nimo del vescovo Ildebrando alla Antonio Martini fatto arcivescovo
basilica di s. Miniato da lui riedi- nel 1781 da Pio VI, fra le cui
ficata, e dotata: della liberalità di opere rammentiamo con distinzione
altri vescovi coi canonici parlere- la traduzione della storia dell'anti-
mo menzione del capitolo.
nel far co e nuovo Testamento sì com- ,
sistenza al nono secolo ; nel deci- arsero la parte piti magnifica del
mosecondo era edifizio notabile ed palazzo verso e. Giovanni, meno
ampio, alloggiandovi l'imperatore la cella di s. Antonino: con que-
Baldovino II. Ebbe parecchi ingran- sto disastro restarono incenerite le
dimenti e dai visdomini, e dagli stessi più antiche memorie di Firenze,
vescovi una volta ricchissimi pei della Toscana, e di altri paesi. A
molti vassallaggi de' magnati fio- riparo di sì grave danno rivolse
rentini. I visdomini o vicedomini l'animo l'arcivescovo Andrea Buon-
custodi e difensori del vescovato delmonti, ma maggiori e più splen-
fiorentino, come di ogni altro ve- dide cose fece l'arcivescovo Alessan-
scovato, erano in sede vacante gli dro de' Medici con disegno del va-
amministratori delle entrate vesco- lente Gio. Antonio Dosi. Altri no-
vili
?
senza obbligazione di rendi- tabili operarono gli arci-
benefizi
mento di conti, facendo per solito vescovi Marzimedici, Niccolini, Ner-
delle rendite della mensa tre parti, ligiuniore, Morigia, Tommaso della
una applicandola alle esequie del Gherardesca, Martelli, ec Inquanto
-defunto vescovo, la seconda pei ri- ai visdomini fiorentini, si spensero
sarcimenti del palazzo, e la terza nel principio del secolo XVIII colla
per le spese dell' ingresso del nuo- famiglia Cortigiani cui apparteneva
vo prelato, il quale da essi ricevu- tal preminenza ed uffizio.
to alla porta della città, e servito Risponde nel cortile dell' episco-
come si disse per tutta la solenne pio la ragguardevole chiesa di s.
cavalcata, condotto finalmente era Salvatore nell'arcivescovato, la cui
dai medesimi al palazzo vescovile origine risale circa al mille, eoa
sino alla cappella di s. Vincenzo, parrocchia sino al i44 r > * a cm
ove a pie del vescovo sedente fa- restò semplice ma pubblica cap-
cevano i visdomini il giuramento pella dell'arcivescovato. Indi nel
di fedeltà e di custodia. Tale anti- i5j^. fu rinnovata dall'arcivescovo
chissima cappella esisteva nel i 199, Alessandro de' Medici, che la ornò
e nel 1
344 fu consagrata dal ve- di rare pitture a fresco colorite da
scovo Angelo Acciaiuoli, in riguar- Gio. Battista Naldini, rappresentan-
do che era cappella nella quale si do la tavola dell'altare il Salvato-
facevano varie funzioni dai vesco- re sedente con a pie la città di
vi, e massimamente dai visdomini. Firenze, messa in mezzo dalla Beata
Nel i32i i visdomini restaurarono Vergine, e da s. Gio. Battista in
ed abbellirono il cortile, e nel i/^i 1 atto di raccomandarla al medesi-
il vescovo Zabarella operò all'ester- mo Cristo ; rimpetto Sante di Tito
no alcuni restauri. Volendo poi la fece una Nunziata con arme dei
repubblica rendere l' episcopio de- Medici iu alto della tribuna, la
gna residenza d'un arcivescovo, ot- quale era inquartata con quella di
tennero da Pio II licenza d' impor- Gregorio XIII da cui il detto ar-
re sugli ecclesiastici una tassa di civescovo aveva ricevuto la porpo-
quindicimila fiorini, erigendo per ra. Ma a questa pittura, ed a quel-
gratitudine la sua arma nella tor- la in cui Naldini figurò il peccato
re, ove sonovi altre arme pontifi- de' nostri primi parenti fu dato di
cie. Nel i523 un incendio abbru- bianco nella splendida restaurazio-
ciò sì bella fabbrica, e le fiamme ne. Nel 1662 vi ebbe principio la
,
FIR FIR 55
congregatone de' sacerdoti del ss. Venendo ora a parlare della ca-
Salvatore, per lo zelo del sacerdo- nonica e del capitolo insigne dei
te Lorenzo Antinori, col fine d'i- canonici della cattedrale, diremo
struire ì chierici ne' ministeri eccle- che questi nei primi tempi convi-
siastici ed
di prediche, di missioni, vevano in comune, osservando san-
altri uffizi apostolici; come a dare te e rigide regole, laonde i zelan-
a' secolari, ed a' chierici ordinandi ti vescovi per tenere in vigore tale
gli esercizi di s. Ignazio, al quale esemplare vita, sino dal 724 scor-
oggetto fu acquistato il convento porarono talvolta, come accennam-
della Calza, già de' gesuati. Nel mo di sopra , i propri beni della
1737 l'arcivescovo Giuseppe Ma- mensa per con
unirli alla canonica,
ria Martelli dai fondamenti con replicate donazioni secondo , anzi
magnificenza la riedificò con dise- l'antica disciplina della Chiesa i ve-
gno dell' ingegnere Bernardino Ciu- scovi convissero coi canonici come
rmi che vi fece una cupolina che loro capi e direttori principali. Nuo-
dà grazia e vaghezza alia tribuna. ve entrate furono attribuite ai ca-
Questa fu data a dipingersi a fre- nonici dal vescovo Attone nel io36,
sco a Giovanni Ferretti, il quale col motivo lodevole di mantenere
vi colon all' altare la Natività di l' osservanza di vivere i canonici
Gesù. Cristo co' pastori, e fece pu- insieme, ed avendo egli a tal fine
re a fresco i dodici apostoli di chia- ordinate le abitazioni in comune
roscuro intorno alla chiesa , in e date loro nuove entrate, ne av-
mezzo alla quale dalla parte del visò il Papa Benedetto IX che tut-
palazzo vi è una deposizione di Cri- to confermò, insieme alle donazio-
sto colla Beata Vergine Addolora- ni de' vescovi predecessori. Ma nel
ta dipinta da Mauro Soderini, ed io63 raffreddatosi forse quel fer-
incontro si vede la Risurrezione del vore, Alessandro II ad istanza di
Signore, lodala opera di Vincenzo s. Pier Damiani, zelantissimo di que-
M eucci, di cui è pure lo sfondo sto modo di vivere , lo rinvigorì
della volta dove rappresentò l'A- con nuove e severe costituzioni,
scensione del Redentore. Pietro An- raccomandando il santo ai canoni-
derlini fece le pitture giottesche, e ci l'uso della disciplina. Altre co-
l'architettura della chiesa. Magni- stituzioni furono prescritte dal ve-
fiche poi sono le stanze a terreno scovo Ardigno nel I23i, il quale
dell'episcopio, aventi un ampio cor- volle che tutti avessero lo stesso
tile adorno d' iscrizioni, ed armi di refettorio e dormitorio, che ognu-
vescovi ed arcivescovi, de' visdomi- no facesse septimanam suam, tam '
56 FIR FIR
me, perchè, secondo l'Uglielli, gli cedendole privilegi, ricche pievi,
ultimi furono i canonici eli Peni- oratorii, ed eziandio la signoria di
già e di Gubbio tempo di Leo-
al terre e castella. Ad onta poi di
ne X, che vissero comune re-
in quel che ne cantò il Berni nel suo
gola claustrale come frati. Alla
i Orlando innamoralo, il capitolo fio-
mensa canonicale l'imperatore Lam- reatino è stato sempre adorno di
berto e Ageltrude sua moglie nel- uomini grandi: basti il rammenta-
l'8p,8 donarono il campo del re, re Marsilio Ficioi, Angelo Ambio-
oggi Camporeggi, ciò che coofer- gini di Poliziano, Leone Battista
marono altri augusti. Il luogo del- Alberti, Scipione Ammirato, Fiati-
la prima ed antica canonica sem- cesco Berni Lorenzo Panciatichi
,
bra che fosse nelle vicioaaze del- Francesco Ubaldini. Leone X nel
l'odierna. i5i6 con bolla data in Firenze
i34o si concesse
JNel al vescovo agli 8 gennaio concesse ai canoni-
Salvestri da Cingoli di edificar la ci alcuni privilegi anche giurisdi-
canonica verso piazza de' Bonizzi ,
zionali. Di poi Clemente XII a' i
ch'era quella che veniva
a lato gennaio 73 1 colla costituzione A-
1 ,
Gio. Battista pare che si possa di- Divenuta nel secolo XII la chie-
re il primo duomo, o sia cattedra- sa di s. Reparata duomo e catte-
le Firenze dal quarto secolo si-
di drale della capitale di principato e
no decimosecondo. La chiesa di
al repubblica indipendente, e trasferite
s. Reparata, checché sia del suo le preminenze ad essa da s. Giovan-
principio, o nell'anno 4°8, o trecen- ni ,
questa divenne pieve. Quindi
to anni dopo, non trovasi che ab- sembrando conveniente di ridurre
bia goduto il titolo di cattedrale la Reparata a maggior
chiesa di s.
j4-I2, restando il nome della san- eretti, col "disegno del cav. Giovan-
ta solo contitolare alla chiesa, per ni Baccani ,
grandiosi palazzi, pre-
FIR FIR 59
bendo e abitazioni de canonici , e no stale dipinte con somma accortez-
da ciò -venne ad acquistare la sa- za, nel corso delle navate laterali, due
gra fabbrica nuovo lustro, e nuo- finestre per parte, che quantunque
va bellezza. Pocbi anni dopo soilo finte sembrano riflettere viva luce
uno de' nuovi palazzi furono collo- come le vere formate dai famosi
cate le statue colossali di Arnolfo vetri colorali. Vi è stala rivendi-
di Lapo e di Filippo Brunellesco, cata dal suo squallore, e circonda-
quasi contemplando l'uno il suo ta di vaghissima cornice l'antica
duomo., l'altro la sua cupola; com- pittura, che rappresene Dante, e
ponimento sublime, e lavoro am- nel campo da una parte l'antica
mirabile dell'egregio scultore Lui- Firenze, dall'altra un simbolo del-
gi Painpaloni. 11 duomo è stato le tre parti della Divina Comme-
ultimamente circondato per l'intie- dia , e sotto il famigerato tristico
ro, come da un cancello,- da cate- di Coluccio. Sono stati quindi più
ne, spranghe e colonnette di fer- simmetricamente disposti i quadri,
ro fuso nella reale oflicina di Ful- le statue, l'arche e le quattro pit-
lonica.In quanto alla facciata ri- ture a fresco , cioè Pietro Corsini
petiamo che non ha e aggiun- 1'
,
arcivescovo, Luigi Marsili teologo,
giamo non restarvi che leggerissi- Giovanni Acuto inglese, e Nicolao
me tracce di quella che in fretta da Tolentino, glandi capilani de' fio-
e furia fecero a fresco alcuni pit- rentini , trasportate felicemente in
tori bolognesi ,
per le nozze del tela suo nuovo metodo dal ce-
col
principe Ferdinando figlio di Cosi- lebre Giovanni Rizzoli della pieve
mo 111 nel 1688. Di questa pittu- di Cento, nell'anno 1842: sono sta-
ra cosi si trova scritto sotto l' an- te sospese le prime due nella cap-
no citato nel Pastoso, diario mss. pella della Madonna della Neve
della libreria de' canonici : costò sei nella terza tribuna, e le altre due
mila scudi, e perchè fatta in fret- una di qua e una di là sulle due
ta, e in tempi umidi, cominciò su- porte laterali alla porta maggio-
bito a guastarsi. Neil' interno, cioè re. E stato pure costruito un nuo-
nelle sagrestie, una de' canonici, l'al- vo coro per l'inverno nella detta
tra dei cappellani , nel grosso dei terza tribuna,ammirabile per la sua
piloni con gran fatica ed ottima struttura, e per il suo vantaggio.
riuscita si praticarono , non sono Ora si vanno ad abolire le due
molti anni, due comodi stanzini, la cantorie dei due organi per co-
mancanza de' quali era al clero di struirvene due che più armonizzi-
gran disagio, e di non poca brut- no colla moderna ristaurazione; e
tura al contorno del tempio. Nel facciamo voti che alla fine sia co-
ripulimento finalmente di tutta la struita degna tempio la
di tanto
chiesa, compiuto nel 1842, demo- facciata, il cui disegno venne or-
liti i due altari di fondo, e scari- dinato nel decorso anno, e perciò
cato il bellissimo coro di quella molti ne furono presentati da egre-
selva di colonne, che tanto fuor gi artisti. Fra questi nomineremo
di luogo parvero al gran Canova, quello pubblicato nell' istesso anno
e ridotta a miglior forma l' ara in Firenze con magnifica edizione,
massima, e sormontatala col celebre e belle stampe, pei tipi della so-
crocifisso di Benedetto da Majano, so- cietà tipografica, con questo titolo;
6o F1R FIR
Dimostrazione del progetto dell'ar- vatorio di Ripoli ebbe per fonda-
chitetto cav. Nicolò Matas, per com- trice la ven. Eleonora Ramirez
piere colla facciala l' insigne basi- Montalvi, dalla quale fu pure fon-
lica di s. Maria del Fiore, me- dato il celebre conservatorio ed
tropolitana della città di Firenze. educatorio, la Quiete, poco più di
Questo progetto fu da molti in- un miglio distante da Firenze per
telligenti grandemente encomiato. la porta di s. Gallo. Avvi pure il
€a Fll\ FIR
tenne perdono ricredendosi for-
il 4-' era, se chi ha purgato vivendo
malmente delle sue assertive. Quin- le sue colpe, o non mai era in-
di il concilio dichiarò condannata corso in peccati, morendo andasse
tale dottrina come condannò e
, immediatamente in paradiso. E l'ul-
scomunicò Enrico IV. Dìz. de' con- timo di gran gelosia a' greci era ,
a Firenze. Era gran tempo dac- sta l' suo fratello De-
imperatore, il
fermentato. Il 3.° riguardava l'esi- cevè con grandi onori il Papa ac-
stenza del purgatorio, e se le ora- compagnato da tre cardinali, e da
zioni dei vivi giovino a' morti. Il molti prelati, servito alla porta di
,
FIR FIR G3
.«. Gallo dai priori tt dal clero fino venerabile Ciò non è
assemblea.
alla sala pontifìcia in s. Maria No-? vero, perchè mai sì preziose reli-
velia. A' 1 3 febbraio il medesimo quie, dopo che Urbano V dal Sari-
Cosimo andò ad incontrare il pa- età Sanctorum le collocò sul cibo-
triarca Giuseppe , uomo per l'età , rio che sovrasta l'altare papale del-
per la dottrina e pel grado molto la furono da
basilica lateranense,
venerando. Egli entrò in Firenze questo luogo rimosse, come dimo-
in mezzo del cardinal Colonna, e stra il Cancellieri a pag. 3o delle
del cardinal fermano di s. Maria Memorie storiche delle sagre teste
in Via Lata; passò per la piazza de' ss. apostoli Pietro e Paolo. Fal-
de' Signori discesi nella ringhiera, la parte del vangelo era vi il soglio
a nome de' quali parlò in greco del Pontefice, dopo del quale un pas-
Lionardo Aretino, e fu il patriar- so veniva il trono dell'imperatore di
ca onorevolmente alloggialo nella Germania vacante; seguivano lesedie
casa de' Ferrantini in Finii. Tre per otto cardinali, per due patriar-
giorni dopo giunse l' imperatore chi latini, a lato a' quali eranvi i
ricevuto con magnificenza conve- prelati ambasciatori di re e prin-
niente alla sua dignità, secondo il cipi. Seguivano otto arcivescovi, e
costume grandioso de' fiorentini nel quarantasette vescovi, quattro ge-
ricevimento de' principi. Tutti i ma- nerali de' regolari , e quarantuno
gistrati andarono alla porla della abbati, tutti della Chiesa latina,
città,ove pure il detto Lionardo componenti un maestoso semicir-
in idioma greco fece all'imperato- colo. Dall'altra banda, cioè dalla
re un elegante sermone; e per re- parte dell'epistola, vedevasi il tro-
sidenza imperiale dal gonfaloniere no dell' imperatore greco, di por-
di giustizia Filippo Carducci gli fu pora e d' oro ricchissimo, con alla
data tutta l'isola Pe-
delle case de' sua destra uno sgabello pel despo-
ruzzi; e poco dopo giungendo De- la suo fratello; di poi la sedia del
metrio fralello dell'imperatore, pas- patriarca di Costantinopoli, quat-
sò ad abitaie il palazzo de'Castel- tro palmi inferiori alla pontificia,
lani; ed a misura del grado si or- ornata di rosso, e coperta di por-
dinarono a tutti i prelati splendi- pora ; alquanto discosti da questa
de accoglienze. Circa al cerimonia- sedevano due vicari de' patriarchi
le tenuto nella cattedrale di s. Ma- assenti, dieciotto metropolilani, cin-
ria del Fiore nell' ordine delle se- que dignità ecclesiastiche, e sette
die di tanti personaggi, tolte alcu- abbati, tutti della chiesa orientale.
ne difficoltà mosse dall' imperatore Sessione I. Sedutosi Eugenio IV
circa il trono pontifìcio, si dispo- nel suo trono, andarono a baciar-
sero coll'ordine seguente. Sull'alla- gli la mano i greci e i latini. Qui
re tra i lumi eranvi le immagini noteremo che nel volume XIX ,
de' ss. apostoli Pietro e Paolo, in pag. 3o8 del Dizionario, ed all'ar-
mezzo alle quali era collocala la ticolo Exocatacoeli [Vedi), par-
sagia Scrii Una, quattro passi di- lammo dell'omaggio che resero ad
stante dall'altare. Diversi autori Eugenio IV i diaconi patriarcali di
scrissero che non le immagini ma Costantinopoli, e di grande auto-
le sagre teste de' principi degli a- rità, considerati come i cardinali
postoli furono esposte in questa della chiesa greca. Indi si cantò in
,
64 FIR FIR
greco l'inno : Veni Creator Spiri- no 1 4^9 della sua Storia ecclesia-
tus, dopo il quale il Papa celebrò stica. Egli pertanto dice, che nella
la messa. Siccome il patriarca di 11 e 111 sessione vi si aggirò la
parte e dall' altra qualche ripiego Figliuolo, e allo Spirito Santo, seb-
per riunirsi. bene si fosse dai teologi fatta pro-
Sessione II e III. Vi si aggirò pria dello Spirito Santo, ed al Fi-
la materia intorno alla processio- gliuolo si fosse attribuita la voce
ne dello Spirito Santo. Giovanni di Convennero pari-
generazione.
Turrecremata di Monte Negro pro- menti che lo Spirito Santo si di-
vinciale de' domenicani di Lom- ceva procedere da quella persona,
bardia, insigne teologo de' latini ,
dalla quale riceveva ab eterno, ciò
con sodi argomenti, colla Scrittura, che era. Ma quando Giovanni co-
e colla tradizione provò che lo Spi- minciò a provare che esso Spirito
rito Santo procede dal Padre e Santo riceveva il suo essere dal
dal Figliuolo. Spiegò dottamente Figliuolo come dal Padre, e che
che cosa si deve intendere pel ter- in conseguenza da esso ancora pro-
mine di processione, e disse che cedeva, e dimostrò che ciò si era
procedere era ricevere la propria chiaramente insegnato da s. Epifa-
esistenza da un altro. Marco ar- nio, Marco d'Efeso cominciò a so-
civescovo avendo questa
d' Efeso fisticare, e fu d'uopo per convin-
proposizione accordata, Giovanni ar- cerlo di replicare a quelle molte
gomentando da questa disse: » Que- sottigliezze e sofismi, che gli piacque
j> gli, da cui lo Spirito Santo ri- di produrre per non dichiararsi
:> ceve l'essere delle Persone divi- convinto. Così il Becchetti.
» ne, ne riceve anche la proces- Sessione IV. Lo stesso teologo
» sione; or lo Spirilo Santo rice- Giovanni mostrò in parecchi esem-
« ve l'essere dal Figliuolo; dun- plari di s. Basilio, ch'erano stati
>! que ei ne riceve ancora la proces- trasportati apposta da Costantino-
» sione, secondo la propria signi- poli, che il santo dottore dice in
di questo termine ". termini formali nel libro terzo con-
>' flcazione
Ma Marco avendo negato che lo tro Euuomio, che lo Spirito Santo
Spirito Santo riceve 1" essere dal procede non solamente dal Padre,
Figliuolo, Giovanni lo provò con ma ancor dal Figliuolo.
molti argomenti e confutò sì pie-; Sessione V, VI e VII. Si agitò
namente le obbiezioni di Marco ciò che risguardava l'autorità e le
FIR FIR 65
e fece vedere che di tutti i padri sti diversi pareri, niuno de'quali
greci che hanno parlato della pro- fu accettato d'ambe le parti. Dopo
cessione dello Spirito Santo, molti molti maneggi si stese una profes-
hanno detto , o in termini formali sione di fede sopra la processione
o equivalenti ,
procedere dal Padre dello Spirito Santo 3 nella quale è
e dal Figliuolo, e che tutti quelli detto: » Noi latini e greci confes-
che hanno detto: Procede dal Pa- m siamo ec. , che lo Spirito Santo
dre; non hanno mai escluso il Fi- m è eternamente dal Padre e dal
gliuolo. Inoltre spiegò come si pos- » Figliuolo, e che ab eterno ei
sono intendere queste due prepo- » procede da entrambi, come da un
sizioni , per ed ex , delle quali si » solo principio , e per una sola
fa uso per esprimere la processio- »j pi'oduzione, che chiamasi spira-
ne dello Spirilo Santo: e diede in » zione. Noi dichiariamo altresì che
iscritto il compendio del suo di- » ciò che hanno detto alcuni santi
scorso. « padri, che lo Spirito Santo pro-
I furono divisi
greci altri era- : » cede dal Padre per il Figliuolo,
no per la unione, tra' quali l'im- »> deve essere preso in questo sen-
tichi padri della chiesa greca ; e » lo non meno che dal Padre ".
che si doveano spiegar quelli che Questa definizione fu Jetta, ap-
aveano parlato più oscuramente, provata e sottoscritta agli 8 giu-
pegli altri che si erano spiegati gno dagli uni e dagli altri, tolto-
con più chiarezza. Giustificò poi ne Marco d' Efeso , il quale du-
in un lungo discorso che si ha , rò nella sua ostinazione. Poscia tut-
negli atti del concilio, il sentimen- ti si diedero il bacio di pace in
to de' latini sopra la processione segno della riunione. Terminato
dello Spirito Santo, confutò le ob- così questo affare, si trattò la qui-
biezioni de' greci , e conchiuse poi stione del pane azimo , e f greci
esortando i suoi confratelli alla riu- convennero, che si poteva consa-
nione. 11 suo parlare fu sostenuto grare anche con questa sorte di
da quello di Giorgio Scolari, uno pane egualmente che col fermenta-
dei teologi greci. to. Lo stesso seguì intorno alla cre-
L'imperatore essendo convenuto denza del purgatorio. Fu conve-
col Papa che si nominerebbero
, nuto, che le anime de' veri peni-
persone da una parte e dall'altra tenti morti nella carità di Dio
,
66 FIR FIR
morte pene del purgatorio, e
colle cardinali, tre de' quali vollero ser-
che sono sollevate da quelle pene vire 1'
imperatore sino ai confini
pei suffragi de' fedeli viventi, come del territorio fiorentino; i greci ar-
sono il sagrifizio della messa, le li- rivarono a Costantinopoli il primo
mosi ne, ed altre opere di pietà. di febbraio i44o. Non solo l'im-
Si disputò lungamente intorno peratore compartì ai fiorentini mol-
al primato del Papa, finalmente i ti onori in gratitudine della cor-
vescovi greci stesero un progetto tese ospitalità, ma fece conte di
che fu accetto al Papa ed ai car- palazzo il gonfaloniere Carducci ,
•> tutti i cristiani ; il quale gover- solevano avere i pisani pel conso-
" na la Chiesa di Dio, salvi i pri- le loro in Costantinopoli, oltre al-
« vilegi e i diritti de' patriarchi tre grazie e favori dispensate ai
m d' Oriente ". priori in compenso degli onori ri-
in data del nono anno del suo pon- vescovo greco, ed avendo in mano
tificato. I greci al numero di tren- una carta pecora, il cardinale lesse
ta partirono da Firenze a' 16 ago- le risultanze de' sunnominati cin-
sto i43g, associati sino fuori di Fi- que articoli principali, e ad ognu-
renze da tutto il sacro collegio dei no tutta 1' assemblea rispondeva •.
,
FIR FIR 67
esser contenti. Indi il vescovo gre- ed altri motivi, secondati dall'osti-
co prese !a detta carta, e in greco nato Marco d' Eleso , ritornati nel
la lesse a tutti i greci, che con loro paese riaccesero lo scisma con
alla voce rispondevano : esser con- maggior vo'enza di prima, abban-
tenti, allora di tutto fecero forma- donando vergognosamente la giu-
le rogito quattro notari greci, ed rata kàe, lo accenna il Ciacconio
altrettanti latini ,
poscia ebbe luo- all'anno i44^ con queste parole-
go un analogo discorso, e la fun- » Obii t Costantinopoli Joannes Pa-
zione durò sei ore, solennizzandosi ss leologus imperato» 1
,
qui concilio
in Firenze tal giorno come la do- m Fiorentino interfuerat , cui suc-
menica. Narra il Migliore, che il » cessit Constantinus XV, sub quo
decreto unione colle legali sot-
dell' » episcopus Ephesinus vix re versus
toscrizioni fu in una cassetta d'ar- » ad propria apostala vi t cum epi-
gento portato in palazzo dal car- » scopis qui cum eo Florentiam
,
dinal Cesarmi a donare alla signo- » profecti fuerant; inde ruina im-
ria, perchè restasse in Firenze la »j perii Constantinopolitani , expu-
memoria del grande atto; ed ag- » gnatio sequuta est, et multa il-
giunge che simile copia 1' ebbe poi » lis adversa successerunt ".
il cav. Zanobi Bettini, come la fe- La memoria e principali cose
ce pur fare Leone X per la biblio- storiche di questo concilio, Euge-
teca Vaticana, ed altra il cardinal nio IV le fece scolpire nelle porle
Nerli la fece eseguire per Clemen- di bronzo della basilica vaticana ;
di Fiesole. Di poi nel i49^ Costan- data Florentiae i44 r 'd. aprilis.
Giuseppe morì agli 1 1 giugno 14^9, celebre decreto estesissimo per riu-
e fu sepolto con sontuose esequie nire gli armeni alla Chiesa roma-
in s. Maria Novella. La tristezza na. Questo decreto è in nome del
che produsse tal mancanza a' padri solo Papa. Oltre alla fede della
del concilio, fu compensata dalla Trinità e dell' Incarnazione , spie-
protesta sincera ed umile confessio- gate dai concili generali, che vi
ne di fede conforme agli articoli
, sono accennati, contiene ancora la
della Chiesa latina, da lui sottoscrit- forma e la materia di ogni sagra'
ta prima di morire. Che poi ve- i mento esposta alquanto diversa-
,
scovi greci per gelosia , incostanza mente da quel che sogliono i gre-
68 FIR FIR
ci, da quel che spiegano molti
e nella sua Defentio quinque capi-
teologi perchè l' esposizione non
,
timi ,
quae in sanata aeeumenna
risguarda la sostanza, ma il modo fiorentina continentur, pubblicata in
di esprimersi. Nella III sessione ce- Roma nel 1637; Giuliano Cesari-
lebrata a' 23 marzo i44° Euge- ni, nella Dissertalio de inserenda
nio IV dichiarò Felice V per anti- in Symbolum particula Filioque ,
tima sessione, tenuta a' 26 aprile cardinal Giulio de' Medici arcive-
i44 2 j ilPapa propose la traslazio- scovo della medesima , all' oggetto
ne del concilio a Roma, affinchè ri- di stabilire molti regolamenti nel-
cevesse maggior autorità, nella ba- la disciplina , che vennero appro-
silica lateranense ,come propria e vati da Leone X. Da questo con-
prima sede del romano Pontefice, cilio sommi vantaggi spirituali ne
laonde partendo da Firenze a' io derivarono, ed è perciò grandemente
marzo i443 con ventiquattro car- lodato dagli scrittori. Gli atti si
FIR FIR 69
dovuto alle reliquie ec. Trattasi vasse in essa la libertà, il buon or-
pel buon ordine dei monisteri , e berazioni e discussioni, gli altri con
per le procedure contro gli eccle- libertà di parlare, senza aver però
siastici. Mansi toni. V, pag. 9i5 e voce deliberativa. La riforma degli
seguenti. abusi introdotti nella disciplina, lo
L'assemblea poi de' vescovi to- stabilimento di buone massime per
scani, che nel 1787 si tenne in Fi- la istruzione del popolo , 1' unifor-
renze nel regno del granduca Leo- mità della dottrina e degli studi
poldo I, essendo arcivescovo di que- la quiete dello stato erano gli og-
sta città Antonio Martini, ebbe luo- getti che il principe proponeva in
go a cagione del famoso sinodo di generale ai suoi vescovi. L' assem-
Pistoia (Vedi), celebrato dal ve- blea venne fissata pel giorno 2 3
scovo Scipione Ricci, ardente segua- aprile 1787 in una sala del palaz-
ce de' giansenisti , che godeva la zo dei Pitti detta de' Novissimi , e
protezione del sovrano nel conve- molti vasti conventi della città fu-
nire sulle lagrimevoli innovazioni e rono allestiti per alloggio de' vesco-
riforme ecclesiastiche. Appena ter- vi. Gli arcivescovi erano quelli di
minato il nominato funesto sinodo, Firenze , di Pisa e di Siena ; e i
piccolo a Pistoia. Degli altri motivi non avendo voluto gli arcivescovi
che determinarono questa assemblea, e vescovi sentire parlare del sino-
degli ordini dati dal sovrano per la do pistoiese , mostrando contro di
medesima, ed altro che gli è rela- esso fortezza e petto sacerdotale.
tivo , ne tratta il continuatore del Dopo i preliminari usati in questa
Bercastel , nella Storia del cristia- assemblea, furono proposti i seguen-
nesimo , tom. XXXV, pag. 190 e ti ed altri articoli. i.° Che si rifor-
seg. dell'edizione veneta dell'Anto- merebbe il breviario ed il messa-
nelli. Il granduca con moto-pro- le, restando i tre arcivescovi della
prio de' 14 marzo 1787 elesse un Toscana incaricati di questo lavo-
commissario all' assemblea , accioc- ro. 2. Che si tradurrebbe in vol-
ché in suo nome soltanto conser- gare il rituale, perciò che riguar-
,
7o FIR FIR
da l'amministrazione de' sagrameli* ce stampare a sue spese quanto ri-
ti, ad eccezione delle parole sagra- guardava questa assemblea in set-
mentali , che si direbbero sempre te tomi in quarto, oltre altro in
ciò eh' egli appellava suoi diritti memorie. 11 quinto l' esame della
primitivi. Quattro de' suoi colleghi pastorale del vescovo di Chiusi so-
l'appoggiarono, ma gli altri ricusa- pra molte verità della religione. Il
rono d' intavolare una discussione, sesto l'apologia degli scritti pubbli-
messa sol per somministrar un mez- cati a Pistoia contro la censura
zo di querele e di discordie. Fu- che i quattordici vescovi ne aveva-
rono ancora discordi i suffragi sul no fatto. Il settimo un esame cri-
piano degli studi ; sulla moltiplici- tico di una lettera di monsignor
tà degli altari nella stessa chiesa Franzesi vescovo di Montepulciano.
ciò chesembrava al Ricci un abu- E l'ultimo l' istoria dell' assemblea
so enorme , che il medesimo non distesa, come lo poteva essere, dal-
poteva soffrire : sulla soppressione l' autore della collezione medesima.
degli altari privilegiati ec. Avendo Nel 1788 fu stampata a Firenze
questo vescovo proposto di cambia- in tre tomi V Istoria dell'assem-
re il giuramento che al Papa fan- blea degli arcivescovi e vescovi del-
no i vescovi nella loro consagra- la Toscana tenuta in Firenze l'an-
/ione, dodici de' suoi colleghi riget- no 1787.
tarono questa nuova riforma. 11 ve- FIRMIAN Leopoldo Ernesto,
scovo di Chiusi sperando di trova- Cardinale Leopoldo Ernesto di
.
scordia , e che tanto piìi si crede- Papa Clemente XIV nella sua no-
vano obbligati a rintuzzare le in- na promozione cardinalizia, fatta
novazioni, quanto queste più erano nel concistoro de' 1 4 dicembre 1772,
protette, prese il partito di far scio- lo creò cardinale dell' ordine dei
gliere l'assemblea. Il granduca fe- preti, destinando monsignor Pietro
,,
F R I FIR 71
Antonio Tioli suo cameriere segre- detto il Confessore, gli fabbricò una
to e guardaroba, a portargli la ber- chiesa ove Faustiniaoo suo padre
retta rossa. In occasione poi che lo aveva seppellito, la quale fu de-
il Pontefice Pio VI nel 1782 si dicata alla santa Vergine. Questo
recò a Vienna dall'imperatore Giu- santo martire onorasi il 25 settem-
seppe II, nel concistoro che tenne bre.
in quel palazzo imperiale a' 19 a- FIRMINO (s.), detto il Confes-
prilc, impose al cardinale il cap- sore. Figlio di Faustiniano , uno
pello cardinalizio, dipoi fece la ce- dei primi magistrati delle Gallie
ìiuioiiia di chiudergli ed aprirgli il qualeavendolo fatto battezzare
la bocca, gli die per titolo la chie- da Firmino martire, volle che
s.
FIR FIS 73
74 FIS FIS
te declinando. 1" «[nello stesso con- dal consiglio di tutta la cristiani-
cilio rimproverò al legato il fasto tà cattolica , la quale non vede
eccessivo della sua corte, e gli stessi che il solo suo capo nel romano
suoi gravi del itti ; ma tanto zelo Pontefice. Sdegnatosi Enrico Vili di
ed amore pel bene della Chiesa , tanto valore, lo fece chiudere in una
fu appunto un grande incentivo oscurissima carcere, ordinò che gli
«Iella gelosia e della invidia, per fossero tolte tutte le rendite ve-
cui alla fine egli divenne l'odio scovili, e che non gli fossero la-
dello stesso monarca. Infatti avea sciate che alcune povere vesti, col-
scritto assai forte contro il dete- le quali appena si potea guaren-
stabile divorzio fatto dal re contro tire dal rigido freddo. Paolo IH
Caterina sua legittima consorte ;
fatto consapevole della di lui in-
e composto un erudito volume sul- trepidezza e del coraggio onde tol-
l'autorità unica e suprema del ro- lerava tanta persecuzione, nel con-
mano Pontefice in riguardo allo cistoro de' 2 i maggio 1 535 lo creò
scioglimento de' matrimoni , non cardinale prete di Pa- s. Vitale. 11
FIS Fi S fS
a' 11 di 8' u S n0 ^e' ! 535, fu con- ca ne abbandonasse poi tutta la
,
e degli altri novatori del suo tem- » Pubblico erario, al quale s' ap-
po. Si crede che avesse molta par- » plicano le facoltà, e le condan-
te nel trattato di Enrico Vili con- » nagioni de' malfattori, e le ere-
tro Lutero ed , anzi che avendo « dita di coloro che muoiono sen-
egli impreso a farne tutta la fati- » za legittimo erede ". Il fiscale è
,
lio Capitolino nella vita dell' impe- sare di alcun rescritto per far pre-
ratore Antonino cap. 1 2 , riferisce , ponderare il giudizio a suo favore.
per lode Quod in compendio cait-
: 2. Che in dubbio il fìsco deve giu-
sìs judicans, numquam
Jisco fave- dicare con le regole del gius co-
ril. Lampridio parlando di Alessan- mune, e riputarsi come un priva-
dro Severo narra : Quod ad au~ to. Altra consimile dissertazione da
mm colligendiim attenta s, ad ser- Enrico Bergero venne stampata
vanduni cautns , ad invenienduni nel i635
a "WittemLerga con chie-
sollicitus fuerit , sede sine cujus- sto titolo De jure fisci in dubiis
:
78 FIS
lidos ctntutn. Lo stesso significava bra al Muratori che non prima ,
rebus jus Fisci exigere poterai etc., principato, non è a dubitare, che
integrimi praefatae concedimus Ec- cominciassero ad avere la camera,
clesiae. Senza di questo privilegio o sia il fisco per li paesi soggetti.
allora beni della Chiesa avrebbe-
i Le memorie sono dubbie
anteriori
ro pagato tributo al fisco. Perciò per la strage che il tempo ha fat-
di tal formula ed indulto abbon- to di tanti documenti. Forse Ve-
dano tanto in Italia, che in Fran- stiarìum fu il nome significante una
cia e Germania i privilegi conce- volta lacamera pontificia; dappoi-
duti alle chiese. Anche ne' vecchi ché Adriano I in una bolla data
secoli per significare il fìsco fu a- nel 772 ai monaci di Farfa, ordi-
doperata la voce Camera. Viene na che in avvenire Priores veslia-
riferito da Eginardo il testamento rìi sanctae Romanae Ecclesiac
di Carlo Magno in cui quel piis- , sieno giudici nelle cause del moni-
simo monarca ordinò, che le chie- stero farfense. Ne' secoli seguenti
se e i poveri si compartissero tlie- l'arcidiacono della santa Chiesa ro-
sauros suos et pecuniam ,
quae in mana si osserva presidente della
illa die in Camera ejus inventa estj camera Nata una con-
pontificia.
et omnem substantiam, atque supel- troversia tra il detto monistero, e
ìectilemsuam, quae in auro, et ar- quello di Mica Aurea a' tempi di
gento gemmisque, et ornatu regio Alessandro II Papa del 1061, Do-
in Camera ejus inveniri poterat. Il minus Hildebrandus venerabilis ar-
Du Cange nel glossario latino scri- chidiaconus, l'ascoltò e decise. Acto-
ve , usata qui la parola Camera res ed Actionarii erano una volta
prò fisco imperiali. Tultavolta sem- appellati quei , che ora sono detti
,
FIS FIS 79
camera ( Ve di ). E sic-
Chierici di pure al donatore. Se anco i duchi,
come dicemmo , che il nome Va- marchesi, e conti avessero tal pre-
Ultima ne' vecchi tempi significava rogativa non apparisce chiaro. Non
il fìsco , di questo si servivano an- mancò però il diritto della camera
cora i sommi Pontefici. In una bol- o sia del fisco ai principi di Be-
FIS FIS 81
concistoriali ne formò un offizio
, al volume Vili, pag. 219, ed al-
particolare, da conferirsi ad un al- trove, non che agli articoli Avvo-
tro membro del collegio. 11 com- cali concistoriali, Difensori, ed al-
missario è tratto dal collegio dei tri, volume IX, pag. 72,
mentre al
procuratori del sagro palazzo apo- 73, 76, 77, 81 e 82, come all'ar-
stolico ; il procuratore del fisco dal ticolo Chinea ( Vedi), si tratta
ceto dei giureconsulti addetti al delle solenni proteste che l' avvo-
foro ed alla magistratura crimina- cato e il procuratore fanno al Pa-
le; l'avvocato generale dal colle- pa nella vigilia e festa de' ss. Pie-
gio degli avvocati presso il sagro tro e Paolo pei censi e tributi non
concistoro. Tutti, come dicemmo, soddisfatti. Nelle Brevi indicazioni
82 FIS FIS
nam esse debeant, et de ipsius mu- che Giovanni XXII Papa residen-
nere; fisci procurator precedi t com- te in Avignone, a' dì i5 agosto
missarium camerae, del quale offizio i320, deputò Carlo de Madalberti
il Cohellio ne discorre a pag. 274, da Cremona, juris civilis professo-
cap. XLVI, De generali Cam. Apost. rem in Rom. Curia advocatum in
commissario. Quanto riguarda al fi- avvocato fiscale: te apud sedem
sco in curia romana, il Cohellio ne Apost, nostra rum et sedis ej'usdcni
tratta agli articoli Confiscatio, e Fi- fìscaliumadvocatum, nec non et
scus nell'Index rerum select arimi. crimìnalium causarum, c/ue per
Il De Luca egualmente nelle sue appellationes eoru/n, qui de terris
opere parla dell'avvocato del fisco, Ecclesiae Rom. existunt, ad sedem
del procuratore del fisco, e del com- deferunlur eamdem, audilorem con-
missario della camera. stituimus generalem, diclasque. cau-
Di questi tre rispettabili uffizi, sas appellationum audicndi ac
come di que' personaggi che l' e- edam termina/idi platani concedi-
sercitarono, erudite notizie ci dà mus potestatem. Similmente nel-
il cardinal Garampi ne' Saggi di l' anno 1 363 era avvocato del fi-
osservazioni sul valore dell' anti- sco pontificio Nicolò Spinelli. Ivi
che monete pontificie. A pag. 1 47 il Garampi avverte, che non deve
dice che antico si è nella curia confondersi, come fece il De Ru-
romana l' ufficio di avvocato del beis, Defensor rediviv. pag. 22 3
fisca Prima però noteremo, che coli' avvocato fiscale della camera
oltre Benedetto Caetani poi Papa apostolica, quello della camera fi-
Bonifacio Vili, furono avvocati ge- scale della città di Roma : nel qua-
nerali del fìsco, Lante, Santacroce, le offìzio vacato per la morte del
Baroncelli, che intervenne al conci- celebre Andrea Santacroce avvoca-
lio generale di Firenze ; Gabrielli, to concistoriale, fu da Sisto IV ai
autore delle celebri conclusioni di i3 dicembre i4?3, surrogato Co-
diritto ( opera che fu chiamata ronato de Planca parimenti avvo-
Calepinus doctorum); Silvestro Al- cato concistoriale, de' quali ambe-
dobrandini padre di Clemente Vili; due può vedersi il Cartari, Syllab.
Orazio Borghese fratello di Paolo adv. concisi, pag. 35, 54- Il det-
V, poscia uditore della camera; to Andrea, che annoverasi fra i
Cerasi poi tesoriere generale ; Bot- primi che cominciarono a coltiva-
tini uditore di Clemente X, ch'eb- re Io studio delle antiche iscrizio-
be tra i suoi discepoli Lamberti ni ni, compilò eziandio uno speciale
poi Benedetto XIV ; Sacripanti, e trattato per la spiegazione delle
Valenti poi cardinali un Burani,; sigle che in esse incontransi. Indi
un Benetti, ed un Barlolucci. Al a pag. 291 il Garampi dice che
presente è avvocato generale del fisco Francesco Cultello fu già commis-
e della camera monsig. Giuseppe Lui- sario genenerale della camera apo-
gi cav. Bartoli procuratore genera-
;
stolica ( del quale uffizio se ne
le del fisco e della camera, monsig. tratta pure all' articolo Tesorieri
Francesco cav Leggeri ; e commis-
. generali, Vedi), dal quale ufficio
sario generale della camera, mon- passò a' dì 3i gennaio i552 a
sig. Angelo Maria cav. Vannini. quello di procuratore del fisco.
canna d' argento o d'oro chiamata secondo che prescrivesi negli or-
sifone, colla quale succhiavasi dai dini romani I, e III: Venit ar-
fedeli il divin sangue come si ha chidiaconus .... et refuso parimi
dagli ordini romani I, II e VI ri- de calice in scyphum. Nelle altre
feriti dal p. Mabillone, e questa chiese e luoghi ciò non facevasi se
,
FIS FIS 85
nou nell'incontro che il puro san- gati insieme da capo e da piedi,
gue consagrato non fosse stato ba- de' quali era più lungo quello di
stevole al numero di quelli ch'era- mezzo, col quale il Papa stando
no per comunicarsi, nel qual caso in trono sorbiva il sangue: aveva
si andava aggiungendo secondo il una tazzetta nella parte superiore
bisogno. Conchiude il Berlendi che con due buchi', che servivano per
il sorbire il sangue colla fìstola purificarla; nel mezzo aveva il po-
esponendo a pericolo d'irriverenza mo ornato da piccoli rubini e sme-
il Sagramento, e riuscendo di nau- raldi, colf iscrizione : Clemeits vii
sea al popolo, specialmente nel Pont. Max. An. vi. Lo stilo ossia
tempo di contagio, il dovere met- embolo era pur d'oro, con un zaf-
tere le labbra sopra il calice, o so- firo da capo. La fistola d'oro che
pra la fistola, ove altri le avevano al presente adopera il Pontefice
notte, fu una delle cagioni che a è eguale alla descritta, meno l'or-
poco a poco tralasciato il costume namento delle gemme. Le antiche
si contentarono i fedeli di comu- fistolefurono d'oro, di argento, di
nicarsi sotto la specie del pane, co- avorio, e di stagno, le usarono ed
della fistola : Ornamenta aurea, lettile sagra, che nelle festività usa
vel argentea praeter calicem , et il sommo Pontefice, e pochi altri
calamum, quae Sanguis Domini per Questo stromento
privilegio.
swnitur, in Ecclesia non habe- fu chiamato Ventilabrum ministe-
mus. Che si usava dai Certosini riorum , nella vita di s. Epifanio
lo afferma pure J. B. Casali, De vescovo, nella quale si legge : » Pri-
vet. sacris Christ. ritibus e. 81. *> mus observat diaconum ,
qui a
Secondo il sentimento del citato » sinistris tenebat ventilabrum mini-
Bocca, la fìstola significa la canna y> steriorum ". Tali ventagli o gran
con la quale fu dato l'aceto e il pennacchi sono composti di una
fiele nella sponga al moribondo lunga asta o bastone, lungo circa
Cristo confitto in croce. Scrive e- palmi nove, foderalo di velluto in
,
gre funzioni sedente sulla sedia ge- Corpus Domini, talamo, 'flabelli
statoria, e quando sul talamo por- e baldacchino bianco.
ta processionalmente il ss. Sagra- Vespero per la festa de' ss. Pie-
mento per Corpus Do-
la festa del tro e Paolo, sedia gestatoria con
mini. 1 flabelli si portano ai lati flabelli, senza baldacchino : lo stesso
del Pontefice da due camerieri se- per quella di Natale. Però va av-
greti partecipanti, ovvero da due vertito che il regnante Pontefice
camerieri segreti soprannumerari o usa i flabelli in questi due ve-
di onore in abito paonazzo , vesti- speri.
ti di cappe rosse. Sono loro con- Ss. Pietro e Paolo, sedia gesta-
segnati dai palafrenieri e sediari toria, flabelli e baldacchino rosso.
pontificii portatori della sedia ge- Natività di s. Giovanni Battista
statoria , che li custodiscono insie- sedia gestatoria con flabelli, senza
me a questa nei luoghi ove si ado- baldacchino.
perano. Assunta, sedia gestatoria con fla-
88 FLA FLA
Funzione nella quale il novello » parva ammalia volilantia abigant,
Pontefice va a ricevere nella basi- » ne in calicem incidant ". L' istes-
con le foglie di palma, delle qua- nelle sue liturgie il cardinal Bona,
li fece anche menzione Cirillo mo- lib. !_, e. XXV. Che si usassero nel
90 FLA FLA
pontificato di ha dal
Nicolò V, si scovo di Vaison , che pubblicò
cerimoniale mss. di quel tempo, una dotta dissertazione su tali ven-
conservato nella biblioteca Barbe- tagli , De flabellis pontificiis seti
rito nel cerimoniale de' religiosi do- usavano calici capaci di molto vi-
menicani al num. 6, ove si legge : no, che ad essi era distribuito, on-
>> Tempore quoque muscarum de- de tali animali solevano restare im-
» bet eas diaconus flabello amove- mersi in quello allettati dall'odore,
» re, ne molestent sacerdotem, et ma con il moto di tali ventagli
» abigere a sagrificio". Questa ru- n'era impedito l'accesso. La terza
brica però non fu praticata in Ita- ragione misteriosa, dice essergli sta-
lia, ma in alcuni luoghi della Spa- ta suggerita da ciò che scrisse a
gna. Dei flabelli molto ne parlò il Marcello s. Girolamo. « Quod au-
Sarnelli nel cap. 38 della sua Ba- » tem, et matronis offertis musca-
silicografia, e più. di ogni altro l'e- « ria parva, parvis animalibus even-
rudito Giuseppe Maria Suarez ve- » tilaudis, elegans siquidem signifì-
,
FLA FLA 91
» catio est debere luxuriam cito
,
caute , da cui è significato Iddio.
« Belzebut, nempe Deus niuscarum non potendo volgere gli sguardi nel-
« exponitur, quia ab crebras victi- le parti laterali, tiene fissi gli oc-
» marum caedes in ejus sagri ficiis chi verso il luogo ove deve offe-
» moris signum esse factum per sieno necessari per non perder mai
»> alas motum, quem qui ministrant di vista gli affari di tutta la Chie-
» ciunt". sa. Il medesimo Macri nota, che i
A tutto ciò aggiunge l' erudito flabelli usati dai maroniti, armeni,
prelato, che sostenendo il sommo ed altri orientali con vari campa-
Pontefice le veci di Dio in terra, nelli, sono vicino al celebrante agi-
si manifesta al popolo la di lui tati da due chierici o diaconi, nel
dignità, mentre è circondato dalle pronunziare l'inno cherubico: San-
penne di pavone, conforme al det- ctuSj Sanctus ec, rappresentando
to d' Isaia profeta riportato di so- col tremore delle mani quello dei
pra. E simboleggiandosi ne' detti beati spiriti assistenti al trono del-
ventagli tremuli i serafini riverenti la divina maestà cum timore, et
al trono di Dio, vollero i greci e tremore, che in alcune chiese si
9» FLA FLA
va, nata Mari, donò chic flabelli tra gli ornamenti con cui gli antichi
che quel Papa usò nel 1 8 5 nel- 1 cristiani nelle feste addobbavano le
le sagre funzioni che celebrò nel chiese, vi ponevano dei flabelli sul-
Genovesato, ed in Roma nella cap- le colonne negli angoli, che i greci
pella della ss.Annunziata nella chiamarono che nella chie-
ripidi, e
chiesa di s. Maria sopra Minerva sa di s. Sabina di Roma, per imi-
nel 1816, in un alla sedia gesta- tazione di sì fatti ornamenti, ve-
toria di elegante e ricco lavoro devansi nelle feste, negli angoli fra
regalatagli dalla nazione genovese arco e arco, molti di questi flabelli
Del ventaglio che il vescovo greco sero molti errori. Riprovavano l'u-
dà all'ordinato diaconoj il p. Me- so de' sagramenti, volendo che la
l'uso de' ventagli appo gli antichi, vangelio avere da loro la perfe-
Napoli 1790. Dalla Storia de' so- zione ; cessata l' adorazione delle
lenni possessi del Cancellieri, a pag. croci e delle immagini ; aboliti i
36, si ha che in quello preso nel digiuni, fuorché quelli della vigilia
i/^o5 da Gregorio XII, avanti la di Natale e dell'Assunzione di M.
ss. Croce « duo eliani praemittun- V. l' acqua
; benedetta non avere
>; tur equites ,
qui in longissimis nessuna virtù; il battesimo d'acqua
-' bastis geminos cherubinos inge- essere inutile, e perciò necessaria
» runt, in qui bus cadesti um coni- la flagellazione; favola il purgato-
ti mercia regnorum repraesentan- rio; lecito il giuramento; e che
» tur ". Il Macri nel Hierolexicon con una flagellazione di trenta-
qui crede che
indicati i flabelli, quattro giorni acquistavasi il per-
talvolta furono chiamati Cherubini dono di tutti i peccati. Gerson
o Cherubini. V. il Goar neh' Eu- scrisse un trattato contro le fla-
FLA FLA 93
Opere, de disciplinis. Ne scrisse an- piedi di montone, e allora il fla-
la flagellazione dai greci e dai ro- ss. Pietro e Paolo furono flagellati
mani, ma questo era supplizio più. prima del loro glorioso martirio,
crudele della fustigazione. Si fla- ad onta che il secondo fosse citta-
gellavano previamente coloro che dino romano. Qui noteremo che
dovevano essere crocefissi, ma non nel trionfo di M. Furio Camillo
si crocifìggevano tutti coloro che dittatore, vincitore dei veienti, fu
venivano flagellati. Gesù Cristo attaccato al suo carro trionfale una
prima di essere crocefisso fu aspra- campana ed un flagello, per av-
mente flagellato dagli ebrei. Si at- vertirlo a non insuperbirsi del suo
taccavano i delinquenti ad una trionfo, e a ricordarsi che poteva
colonna nel palazzo dove ammini- essere anche flagellato e condotto
stra vasi la giustizia, o pure si fa- anche al patibolo, costumandosi
cevano girare nei circhi i rei che appendere una campana piccola al
condannati erano alla flagellazione. collo di quelli che vi erano stra-
All' articolo Colonna relìquia in- scinati, acciò niuno si accostasse
signe Vedi ) parlammo di quella
( loro per timore di malefìzio.
su cui fu flagellato Gesù Cristo, e La flagellazione diventò poi una
dell' uso di flagellare. Era più igno- pena canonica. Narra il Rinaldi al-
minioso 1' essere flagellato, che non l' anno 5iZ, num. 5 e 6, che i
essere battuto colle verghe ; i servi flagelli furono adoperati ne' giudi-
erano battuti coi flagelli, i liberi zi ecclesiastici per far confessare
con verghe e bastoni. I flagelli la verità, e in pena; quindi dice
erano talvolta armati di ossa di che il Papa s. Ormisda trovando
,
FLA
gli eretici manichei ostinati nei loro non sembra ad alcuni scrittori che
errori, dopo averli fatti esaminare si desse luogo a flagellazioni volon-
per via di battiture, li mandò in tarie avanti il secolo XI; e questo
esilio, bruciando avanti la porta può riferirsi pure alla Francia
della basilica Costantiniana i loro perchè si citano s. Luigi, e s. Pop-
libri. Ecco qui la pratica del giu- pone, altri dicono s. Guyone ab-
dizio ecclesiastico, cioè cavarsi pri- bate di Pomposa, e s. Pompone
ma dai nascondigli somiglianti fie- abbate di Stavela, come i primi
re, e poi essere esaminati e flagel- che si sottoposero volontariamente
lati, perchè confessino la verità. a quella macerazione, e questi mo-
Né solamente a far confessare il rirono l'uno nel io4o, l'altro nel
vero, ma anche in pena furono so- 1048. Quello che più si distinse
liti i vescovi di adoperare i flagel- nella pratica della flagellazione vo-
li, come si vede appresso s. Gre- lontaria fu s. Domenico Loricato
gorio I in più luoghi, di che il ( Fedi ).
rentino, che per due mesi non nitenzieri, massime delle cattedrali
potesse celebrare messa, perocché e de' santuari, tengono una lunga
aveva fatto troppo crudelmente bacchetta fuori del loro tribunale
battere una donna. Assicura, inol- o confessionale, la quale però in
tre il Rinaldi che anco agli abbati oggi ad altro non serve se non
fu conceduto di punire con verghe che ad indicare le facoltà loro più
i colpevoli. Indi si flagellavano i estese di assolvere anche dai casi
penitenti ; ne' monasteri s'introdus- riservati. Ma del significato di ta-
se la .flagellazione, e questa soven- li bacchette è a vedersi 1' articolo
te si amministrò anche ne' tribu- Confessionale. Il p. Menochio nel-
nali di penitenza. In Francia tro- le sue Stuore, tomo II, pag. 553,
vasi sino dall'anno 5o8 stabilita tratta del flagellare come si faces-
la flagellazione, come pena applicata se dagli antichi. Che i flagellanti
alle religiose indocili, in una regola diedero 1' origine alle pie confra-
stesa da s. Cesario d'Arles. Molti ternite dei laici, lo si dice all'ar-
fondatori di ordini e congregazioni ticolo Confraternite (Fedi). Il Can-
FLA FLA 95
l'altare che si fa nel giovedì santo ed ebbe l' educazione conveniente
nella basilica vaticana ,
per mez- al suo grado. Coltivate le scienze
zo di aspergilli fatti con rami di e particolarmente la filosofia, si
96 FLA FLA
decoro della porpora. Avendogli del doge Marco
Foscarini, Vene-
poi la repubblica assegnato per zia 1761; Lettera patriarcale per
provvista annui dodicimila ducati la sua assunzione al patriarcato,
il Papa nella seguente promozione stampata in Vienna nel 1802, ol-
dei 3o agosto lo creò cardinale tre altra pubblicata in Venezia nel
dell'ordine de'diaconi, e poscia gli 18o4 Apologia di Socrate scritta
;
4 ue ^ v '°"
'
98 FLA FLE
là vescovile dell' Asia nella Cilicia, dell'Asia Bitinia nominata
nella ,
situata a' piedi del monte Tauro, da Tolomeo, e chiamata pure Cra-
ed assai vicina alla sorgente del tea, e Cratia. Nelle notizie eccle-
Calycadnus. Deve il suo nome al- siastiche è registrala nella provin-
l' imperatore Flavio Vespasiano. È cia di Onoriade, sotto l'esarcato di
chiamata Flavia* nelle notizie di Ponto. Fu eretta in vescovato nel
Jerocle, ed è verisimilmente la stes- quarto secolo, e dichiarata sufFra-
sa detta Flavìada nell' itinerario ganea di Claudiopoli.
di Antonino, ov'è marcata sulla FLECHIER Spirito. Vescovo di
strada di Cesarea di Cappadocia Nimes, nacque a Pernes nella dio-
ad Anazarbo. In oggi chiamasi pu- cesi di Carpenlrasso l'anno i63"2.
re Vico Filìopoli , in Caramania Entrò di sedici anni nella congre-
dominio della porta ottomana. Ap- gazione de' padri della dottrina cri-
partenne al patriarcato di Antio- stiana, nella quale era generale Er-
chia, ed seconda provincia ec-
alla cole Audifret suo zio. Quivi co' piìi
clesiastica di Cilicia. Nel quinto se- rapidi progressi si educò d'ingegno
colo vi fu eretta la sede vescovile e di cuore, essendosi dedicato spe-
suffraganea della metropolitana di cialmente allo studio delle belle
Anazarbo detta anche Aesar o Ac- lettere , e degli oratori antichi e
seraì. I suoi vescovi furono, 'A- moderni. Piattristato- poscia per la
lessandro che fu altresì vescovo di morte di suo zio, passò a Parigi
Gerusalemme sotto l' imperatore A- ove colle sue poesie, panegirici, e
lessandro Severo figlio di Mam- funebri orazioni rese celeberrimo il
mea; Niceta che intervenne ai con- suo nome. Per volontà del duca
cili di Nicea e di Antiochia ; Gio- di Montausier avea scritta la vita
vanni che fu al concilio di Calce- di Teodosio il Grande per am-
donia ; Andrea che trovossi al con- maestramento del gran delfino
cilio di Mopsueste, radunato per quando nel i685 fu sollevato al
ordine dell' imperatore Giustiniano vescovado di Lavaur. Ma non pas-
I a cagione di Teodoro di Mop- sarono due anni che contro la sua
sueste, e trovossi pure al quinto volontà fu trasferito a quello di
concilio ecumenico ; Giorgio che as- Nimes, diocesi ripiena di calvinisti.
sistè al sesto concilio ecumenico; Ma siccome suo carattere era la
ed Eustrato che venne designato mansuetudine, sua principale dote
patriarca di Costantinopoli dall'im- T eloquenza così nel suo regime
,
FLE FLE 99
ilei Grazi ani; 6." Vita del cardi- quel vescovo che gli fosse piaciuto.
nale. Ximcnes; y.° Pastorali, ec. L* osservanza regolare fu lungo
Fu pure autore di alcune Lettere, tempo in vigore in questa abbazia:
nelle quali si trovano cose curiosis- vi s' insegnavano le scienze divine
dall'abbate s. Mommolo
per timo- nisteri ciò che aveva egli fatto
re de' barbari. Se il corpo od al- nel loro.
cune reliquie furono realmente da Secondo le antiche costumanze
Monte Cassino (Vedi) portate a in Fleury facevansi abbondanti li-
gregazione degli esenti, ossia no sa- grandi di Parigi, eh' egli potea di
cerdoti privilegiati, nel i588, quin- loro disporre a suo piacimento ; e
di a quella di s. Mauro nel 1627. in vero se ne valse non poche volte
In Fleury furono tenuti due con- per comporre le discordie recipro-
cili, il primo nel 1107 in occasio- che, e unire i cuori alla pace. Tra
ne della traslazione del corpo o ,
gli altri conciliò assieme i celebri
piuttosto delle reliquie di s. Bene- JBossuet e Fénclon , assai tra loro
detto,sebbene altri dicono essere discordi per la diversità delle opi-
accaduto il trasporto delle reliquie nioni in fatto di scienze che am-
nel settimo secolo. Il secondo con- bedue coltivavano e difendevano.
cilioebbe luogo nel ino risguar- Innocenzo XII gli conferì il vesco-
dante la chiesa di Mauriac. Ivo di vato di Frejus nelle Gailie, ed ivi
Chartres fa menzione di questi due si diede con uno zelo ripieno del
concili, nell'epistole 216 e 2 18; il fuoco di carità a correggere i gran-
Lenglet parla solo del secondo. Il di abusi di quella diocesi. Celebrò
p. Mansi nel tom. II, col. 241 e 242, un sinodo, e stabilì in quello la
canonicato nella cattedrale di Mont- chierici. Vivea poi con molta ri-
,
strettezza per giovare co' suoi ri« mo. Ricusò poscia nel 1722, per
spninii a' poverelli, che veniano da la stessa ragione, l'arcivescovato di
lui beneficati con grande liberalità, Reùns; ma riavutosi alquanto, ri-
e sovvenire gì' inFernii, le vedove, cevette da Luigi XIV le abbazie
le fanciulle esposte, per le quali di Tournus nella diocesi di Cavail-
fece aprire stabilimenti di lavoro lon, e di s. Stefano nella diocesi
mente da' superbi si usa, egli con gli 1 1 di settembre, con universa-
somma premura non dubitava di le soddisfazione gli conferì la sa-
sollevarlo al di sopra de' nobili cra porpora. Dipoi lo nominò suo
stessi. Subito che fu divulgata in primo ministro, e provvisore della
Francia la bolla Unigenitus , egli casa di Sorbona e del collegio di
ne dimostrò la sua obbedienza Navarro. In questo sublime posto
e impugnò con fortezza gli er- il Fleury diedesi tosto a pacificare
rori serpeggianti di Quesnello e la Francia sconvolta dalle guerre,
de' suoi seguaci. E quando la cit- dilatò il commercio, favorì le arti,
Se non che vera umanità di costu- del gius francese j a.°i Costumi degli
mi, piacere al ritiro, e costante israeliti j 3.° i Costumi de' cristia-
pietà ne lo predispose alla profes- ni j 4-° il Catechismo storico, nel
sione ecclesiastica , nella quale en- quale dà una idea della storia
trò, e fu ben tosto sollevato al sa- della religione dalla creazione fino
cerdozio. Dopo tale mutazione di a Gesù Cristo e da Gesù Cristo fino a
statoabbandonò ogni altro studio noi. Non appena uscì quest'opera che
che non avea relazione alle scienze Arnaldo pregò Dodart ad obbligare
ecclesiastiche, e si diede a studiare l'autorea correggere quanto avea
a tutt'uomo la teologia, la sacra detto nella lezione 48 del catechismo
Scrittura , la storia ecclesiastica, il grande siili" attrizione. Impercioc-
diritto canonico, i santi padri, po- ché pareagli che 1' autore adottasse
nendo a parte il pubblico di quan- 1' errore di coloro, i .quali preten-
to rapidamente andava acquistando. dono che si possa essere giustifica-
Tale si fu in breve tempo la fama to nel sacramento della confessio-
del Fleury, che nel 1672 venne elet- ne col solo timore delle pene, sen-
to precettore de' principi di Conti za amore veruno ; cosa che non
fatti allevare dal re con monsignor si può sostenere, dice Arnaldo, sen-
delfino suo figliuolo; indi nel 1680 za dal fondo la
rovesciare mo-
gli venne affidata la guida del Quantunque sia ella
rale cristiana.
principe di Vermandois ammiraglio un'opera stimata, non è questo
di Francia ; dopo la morte del il solo difetto di esattezza, che si
di Loc-Dieu. Nell'anno i68q co- l'ita della madre d' Arbuze rifor-
operò coli' illustre Féuélon all' isti- matrice di Fai di-Grazia j G." Irai-
FLT FLO io3
tato di-Uà scelta e del metodo de- Vedi il p. le Quien nell' Oriens
gli studi ;
j.° l' Insti tuzione al di- Christ. tom. II, pag. 327.
ritto ecclesiastico; 8." gli Obblighi FLORA e MARIA (ss.). Nacque
de' padroni e de' servi j g.° uà Flora a Cordova, di padre maomet-
corpo di Storia ecclesiastica. Il p. tano, ma di madre cristiana che
Biagi nelle aggiunte al Dizionario segretamente allevolla nella vera
del Bergier, fa un articolo su Clau- religione. Accusata da suo fratello,
dio Fleury storico della Chiesa, ed fu citata davanti al cadì, il quale
avverte che appena nel 1690 venne la fece vergheggiare, e tanto fu
in luce il primo tomo della Storia battuta nella testa, che le si vedea
ecclesiastica del medesimo, ne si- in molte parti scoperto il cranio ;
tre altri dicono che sia il Vico- Abitavano nella citta di Pseudun,
Yri, o 'Rupela. Forse fu suffraga- nella diocesi di Autun, della quale
li ea di Corinto, e si conoscono se- non rimane più che il villaggio di
dici Commanville dice
suoi vescovi. Semont, e facevano gara tra loro
che Flium fu una importante città nei digiuni, nell' orazione, e nella
d'Egitto,, presso Arsinoe, e ch'era pratica delle cristiane virtù. Allor-
abitata da gran numero di copti. ché piombarono i barbari sulle
Al dire degli arabi fu fabbricata Gallie, al cominciare del quinto
Flium sulla riva d' un piccolo brac- secolo, essi furono spogliati dei loro
cio del Nilo da uno dei Faraoni. beni e messi a morte per la fede.
.
sotto alle due branche della scala danaro che si conservava pei biso-
FLO FFO to5
gni straordinari, massime per sol- vizio ed a quello del sagro palazzo
levare il popolo. All'articolo Sa- apostolico, dovendo firmare an-
crista [Fedi), parleremo del suo ch' esso con monsignor sagrista l' in-
uffizio di prefetto della sagristia ventario delle cose affidate alla lo-
pontificia, e di quello del p. sotto- ro custodia, con responsabilità ad
sagrista sotto-prefetto della medesi- entrambi. Già sotto Clemente X
ma, ambedue dell' ordine romitano si legge dal breve spedito nella no-
dro V, eletto nel i4oc), del Fol- tro luogo, ove gli avvenga di a-
rarius Palatii, e della floreria, scoltare le messe, di pranzare, di
chiamata dal codice Folrarìa j ec- cenare, e di dare udienza, di pa-
co quanto si dice, che noi ripor- rare le cattedre con panni d'oro,
tiamo tradotto dal latino in italiano. distendere i tappeti, i panni rosa-
- In questo officio si deve porre ti, o di broccato ne' luoglii e nel-
un ecclesiastico o un secolare one- le pareti in cui fosse creduto de-,
sto e fedele, e idoneo a tale uffi- cente di porveli. Inoltre nel tem-
cio. Questo ha la custodia di tut- po invernale deve munire di stuo-
ti i paramenti per le sedie ponti- re le camere papali, e illumina-
fìcie o cattedre, dei sopra-teli, dei re le cappelle di notte; e nella
banchi, e dei parati delle camere, solennità quando il Papa mangia
delle seterie, dei tappeti , e di si- nel tinello , deve lo stesso tinel-
raria del 'palazzo apostolico; por- floreria sta fra i Diversi maggiori.
tando poi il novero de'ministri ed Sotto questa categoria nel ruolo
officiali del palazzo di Pio II del del i5g7 di Clemente Vili sono
]/|.6o, de secundo tinello, dopo i scritti due forieri della camera e
custodi di prima porta, e gli scrit- tre aiutanti di foreria. Fra le iscri-
tori, registra: Jacquetus, Andreas, zioni sepolcrali, che riporta l'Alve-
lleuricus, Thomas, Johannes sartor ri nella s. Marta presso
chiesa di
de Foraria. Nota qui il Marini, ilVaticano, ve ne ha ima di Co-
che altrove si legge Andrea de sma Quarli florentinus, Clementis
Ferrarla D. N. e del maestro Fer- FUI ac Camerae Apostolìcaeflo-
rane, e che Foreria in questi mo- rerius. Nel ruolo del 6 5 di Pao- 1 1
no FLO FLO
narnmo, il perchè ha molte re- FLOSCLLO o FLUSCOLO (s),
sponsabilità ed occupazioni. Ed è volgarmente s. Flou. Viveva verso
che gode 1' abitazione al 1' anno 4^o, e fu il decimo vesco-
perciò
quirinale, e l'uso del legno pala- vo d'Orleans. Trovasi il suo nome
tino, per quando deve adoperarti nel martirologio di Usuardo sotto
pel suo uflìzio. Partecipa delle di- il dì i Nel 1029 le sue
febbraio.
stribuzioni delle medaglie di ar- reliquie furono solennemente tras-
gento in numero di sei nella ri- portate per ordine del re Rober-
,
correnza del solenne possesso del to, nella chiesa di s. Agnan, dove
Papa, e per quella annuale della sono ancora custodite in un'urna.
festa de'ss. Pietro e Paolo prima : Egli è protettore titolare d' una
in tali epoche aveva una medaglia chiesa d'Orleans, appellata per lo
d'oro, ed altra di argento. Final- passato santa Maria, ed oggidì del-
mente il fioriere è custode del- la Concezione.
l' appartamento quando
pontifìcio FLOUR (Saint) (s. Fiori). Città
non è abitato dal Papa, come dei con residenza vescovile in Francia,
luoghi mobiliati. Altre notizie sulla nel dipartimento di Cantal, nell'al-
floreria apostolica e sul fioriere si ta Alvergna di cui Saint- Flour fu
possono leggere nei relativi articoli capitale, capoluogo di circondario
del Dizionario, massime Palazzi e di cantone, giace sopra una roc-
apostolici, e Famiglia pontificia. ca scoscesa basaltica ,
già detta
FLORIA, o FLOXIANUM. Se- Mons Iudirianus , alla quale non
de vescovile della Mauritialia Ce- si accede che per un solo lato. 11
sariana, nell'Africa occidentale, sot- fiume Auzon ne rade gli orli col
to la metropoli di Giulia Cesarea. suo corso. È pur sede della corte
Not. Afvic. di assise del dipartimento e del ,
nore ivi eretta una cappella. Que- ne dei Borboni sul trono di Fi-an-
sta alla fine del decimo secolo es- cia mandato nell' istessa città
fu
sendo stata concessa al monistero colla nomina di uditore di rota.
hcIP anno 1 3 1 7 , la cui rendita fu gro a Dio sotto l' invocazione del
stabilita a dodici mila lire. 11 suo primo vescovo di Lodeve s. Floro.
capitolo restò regolare dell'ordine 11 capitolo non ha dignità, ne pe-
cessori fino alla metà del secolo chiali col sagro fonte battesimale,
XVI II -veggasi la Gallio. Christiana, due confraternite, tre monisteii di
nel tomo II ;
sono ripor-
gli altri monache, l'ospedale, ilgrande ed
tati nelle annuali Notizie di Ro- il piccolo seminario. Anticamente
ma. In principio del corrente se- eravi nella città una insigne chie-
colo molti vescovi furono successi- sa collegiata composta di un pre-
vamente nominati a questa sede, vosto , e di diciotlo canonici. Ad
senza però che ne potessero pren- ogni nuovo vescovo la mensa è
dere possesso. Finalmente fu nomi- tassala ne' libri della cancelleria a-
nato ed istituito canonicamente Lui- postolica in fiorini trecento settanta.
gi SifTreno Giuseppe di Salmon, FLUWE1NCISPA o flumen-
già internunzio del Papa Pio VI PISCA (Flumen Piscis). Sede ve-
presso il re Luigi XVI fino alla scovile della Mauritiana di Sitifì,
cata poscia una chiesa, che diven- donde passò a quella di Smirne nel-
ne celebre in tutto l'oriente, e vi l'esarcato d'Asia. Dall' Orieits Christ.
si depose la maggior parte delle tom. I, pag. 736, abbiamo gli otto
sue reliquie. S. Asterio, véscovo di seguenti vescovi: Marco, Teotisco ,
nella loro capitale il capo del san- FOELANO (s.). V. Felaxo (s.).
sero alcuni una colonia di atenie- skay, l'altro dagli ottomani che pro-
si, credendo che abbia preso il no- teggevano Michele Apaffi. Fogaras
,
FOG FOG n3
si rese a Remeni, e resistette ai ineffabile ed individua Trinità. Il
V CU 1 fi /
n4 POI FOL
zione, e Ja integerrima pietà così luogo del dipartimento dell' Ariege,
gli meritarono la stima universale, di circondario e di cantone, a pie-
che Innocenzo II, nel dicembre del di de' Pirenei , sulla* riva sinistra
i 1 4o, Io creò prete cardinale della dell'Ariege, al confluente del Lar-
S. R. C. Scrisse parecchie opere ,
get. Ha vari edifizi e stabilimenti
stampate in Parigi, le quali falsa- rimarchevoli vede l' antico
; vi si
città antica e nobile, quasi da cen- esterna del duomo, e le due tor-
tro si spartono quattro grandi stra- ri destinate alle due maggiori cam-
de nazionali o corriere di Roma ,
pane del pubblico, e della mento-
Toscana, Marche per Loreto e Fa- vata cattedrale, il di cui principal
n6 FOL FOL
fani maschi. Dell'istruzione pub- derni: della Barnabò ne
famiglia
blica erano benemeriti ab antico i tratta il Gamurrini nel tom. HI
chierici regolari barnabiti, che a- dell' Ist. gen. delle fam. umbre; e
vevano il collegio di s. Carlo, in di quella degli Orfìni, il Frenfa-
mancanza de' quali furono surro- nelli nell' Orazione recitata nell'ac*
gati maestri stipendiati dal comu- cademia Fulginea. I terremoti del
ne; però il seminario ha le sue i832 arrecarono a Foligno e suoi
scuole particolari. Non ha guari dintorni immensi danni, ma le po-
con beneplacito del Papa regnan- steriori riparazioni ne migliorarono
te, e sua benigna cooperazione, a l'esteriore apparenza.
cura e spese del comune stesso si Poche mediterranee posso-
città
è aperto, e si mantiene un vasto no vantare titolo di emporio
il
questi cinque cardinali, sono ripor- brunamante altro figlio del conte
tate alle loro biografie in questo Monaldo, pel suo coraggio fu da
'
Dizionario. Corrado duca di Spoleto nel iio,5
La gerarchia episcopale conta un dichiarato generale ed economo,
gran numero dei vescovi di Foligno. dandogli in moglie la propria fi-
11 Jacobilli che pubblicò il suo Di- glia. Napoleone figlio del conte Ra-
scorso nel 1646, dice che trenta naldo, divenne capitano di Ottone
folignati furono vescovi della loro IV, e poi di Federico II, pel qua-
patria, quindi enumera altri foli- le si fece capo de' ghibellini di Fo-
pochi folignati sino dal secolo XIV istituto ; mentre nel 1 4^5 nel mona-
e XV in cui acquistarono rino- stero di s. Lucia di Foligno princi-
sori.Nel detto anno /{.SS Foligno volta erano eletti a podestà gli stessi
fu dai romani elevata al grado di cittadini di Foligno delle più be-
prefettura, e nel 49 2 a quello di nemerite famiglie ed , in seguito
municipio , divenendo una delle divenne si onorevole la dignità,
quindici città dell' Umbria confe- che l' esercitarono signori potenti,
derate de' romani , che nel 668 e persino imperatori, e re di Na-
aggregarono i folignati alla loro poli, invitandone i Papi i consi-
cittadinanza, e alla tribù Cornelia; glieri ad eleggerli. L' autorità e
indi, come meglio si dirà, Foligno tribunale del podestà era differen-
passò sotto il dominio degli inva- te da quello di capitano del po-
sori d'Italia, de' duchi di Spoleto, polo, e del gonfaloniere di giusti-
di Pescara, lontano per una lega trovarsi ad una lega assai scarsa
all' est della città. Vi si istallò ezian- dalla città, sulla strada romana, ed
dio il tribunale prevostale pei con- essere ornato da due vaghe chie-
trabbandi di estesissima giurisdizio- se, tenendovisi fra l'anno parecchie
ne. Un liceo di privata fondazione fiere. Questo paese rispetto al mu-
militarmente organizzato nel con- rato esisteva ancora nel
castello,
vento eremitano di s. Nicolò ac- 3oo, giacché in quell'epoca vi fu
quistò in pochi anni qualche fama. martirizzato Eraclio, uno de'solda-
L' alta mercatura però, attese le ti pagani del castello stesso . Del
circostanze della guerra, decaduta territorio di Foligno, come di quel-
col secolo XVIII, non è più risali- lo della sua diocesi, de' principali
ta all'apice, che aveva sì felicemen- suoi prodotti, de' fiumi che l'in-
te attinto , e delle antiche casse naffiano, ed altre cose relative, ne
bancarie note all'Europa intera, discorre il Jacobilli nel menzio-
non rimane che l'onorevole rimem- nato libro, a pag. i i e seg. Nei
branza. Attualmente in Foligno suburbani dintorni di Foligno si
minori osservanti posto su d' una tro detto de' Cancelli, ove pia tra-
vaga collina, e denominato di s. dizione addita una pietra santifi-
Fulginio fondatore della città, ivi lustro che si procacciò la città vuoi-
riportando il nome degli storici si che dominasse sui popoli di
e geografi che parlano del sito ove dieci limitrofe città. Dicemmo già
sorge, e non altrove come alcuni che Foliguo venue dai romani no«
opinarono ; cosi a pag. 9 discor- verata tra le quindici città umbre
re della sua deliziosa posizione, mu- loro confederate, e ch'ebbe succes-
raglia, fortificazioni e temperatu- sivamente gli onori della cittadi-
ra, come della sua topografica di- nanza romana, con ascrizione alla
visione civile ed ecclesiastica. Tut- tribù. Cornelia, e i gradi di pre-
tavolta va notato , che il lodato fettura e municipio. I folignati som-
i 28 FOL FOL
belli di santa Chiesa , esercitando Foligno e del ducato di Spoleto,
duro dispotismo e tirannia co' sud- a'g settembre 1439, il cardinal Vi-
diti, determinò il Pontefice Euge- telleschi, il quale vi lasciò per luo-
nio IV di mandargli contro colle gotenente in Foligno, Pietro Vitel-
milizie ecclesiastiche il celebre e va- leschi cavaliere gerosolimitano, suo
loroso cardinal legato d' Italia Gio- parente. Nel i44° venne fatto go-
vanni Vitelleschi patriarca di Ales- vernatore e prefetto di Foligno, e
sandria, arcivescovo di Firenze, il di tutti i luoghi già dominati dai
quale co' famosi capitani di santa Trinci , Mattia Fusci vescovo di
Chiesa Rinaldo Orsini, conte Ever- i44 Loren-
Rieti, cui successe nel f
co' suoi tre figli. Così Foligno con posto suo luogotenente in Foligno
tutti i luoghi dominati dai Trinci, Francesco Rutilioni , il di lui zio
tornò pieno e diretto dominio
al Sisto IV per la pestilenza che fla-
dente dello stato ecclesiastico. Ales- e magistrato della città. Nella mattina
sandro VI fece governatore nel seguente ascoltò nella contigua chiesa
i4p,5 il cardinal Raimondo Pe- la messa, ammettendo in sagristia
rauld francese, vescovo di Gurck, al bacio del piede molti della no-
che nel i5oo tornò ad esserne gover- biltà di ambo i sessi, ed altre di-
natore. E qui merita pure di ve- stinte persone; indi alle ore 12 pro-
nire ricordato, come lo stesso Ales- seguì il viaggio. Reduce da Vien-
sandro VI , con moto-proprio del na arrivò a Foligno lunedì io giu-
i4g3 confermato da molti, posterio- gno ad ore 22, venendo incontra-
ri Pontefici., concedesse alla città di to alla porta del convento di s. A-
Foligno a feudo baronale il
titolo di gostino dai nominati personaggi, e
castello di Gualdo-Catlano, ed ai ma- dal cardinal Antamori vescovo di
gistrati il governo perpetuo del me- Orvieto : nella sera vi fu generale
desimo, il quale per effetto di devo- illuminazione. Nella mattina ap-
to ossequio, e per uniformarsi alle presso dopo avere assistito nella
sagge viste del nuovo impianto am- medesima chiesa al santo sagrifizio,
ministrativo del 1816, venne spon- e di avere ammesso nella sagristia
taneamente con solenne istromento al bacio del piede gran numero di
della medesima città riceduto, re- persone, asceso in carrozza si por-
stando tuttavia conservato al co- tò al palazzo pubblico , ove diede
mune l' onore del titolo baronale all'affollato popolo l' apostolica be-
su detto feudo. Nel i5iq Clemen- nedizione ; indi Pio VI continuò il
te VII nominò governatore il suo suo viaggio, fra le acclamazioni dei
parente Giacomo de' Medici di Fi- folignati. Questo gran Pontefice ter-
renze. Pio IV nel i56o conferì tal minò il suo glorioso pontificato col
carica al cardinal Lorenzo Strozzi vedere occupati i suoi dominii dal-
nipote di Leone X, il quale portos- le armi repubblicane di Francia.
si a risiedere in Foligno. Anche Nel 1797 i francesi fissarono in Fo-
molli distinti prelati, poi elevati al liguo il quartiere generale e per ,
sua sposa la ven. Maria Adelaide so giorno, vigilia della festa dei
Clotilde, e madama Felicita, i qua- ss. Pietro e Paolo, in considerazio-
li compiuta la sagra funzione , in ne del gran concorso de' forestieri,
cui il detto cardinal Giuseppe Bo- e ad istanza del vescovo Pio VII
ria die la benedizione colla ss. Eu- accordò l'uso de' latticinii ; e resti-
caristia, nell'atto che Pio VII sta- tuì la visita ai nominati reali per-
va per alzarsi dal genuflessorio sonaggi. E siccome nel giorno se-
con tanta prontezza e divozione guente ricorreva la festività dei
prostraronsi a baciare i di lui pie- ss. Pietro e Paolo, celebrò priva-
di, eh' egli non potè impedirlo, re- tamente nella cattedrale la messa
standone commosso ed edificato assistendovi i lodati coniugi. In
ciascuno de' numerosi spettatori. questa circostanza nella cattedrale
Indi il Papa si recò in sagristia comparve più risplendente la gran
ove s'intrattenne coi nominati tre statua di argento del patrono s. Fe-
reali personaggi , ammettendo al liciano, che da patrio zelo era sta-
nelle precedenti ebbe luogo gran- nare Pio VII, trascinandolo qua e
de illuminazione. Pio VII benedet- là per cinque anni, finché nel 181
ti replicatamele i buoni folignati, fu restituito alla sua sede ed ai
continuò nella mattina dei 3o giu- suoi sudditi. Questo ritorno fu un
gno il suo viaggio per Spoleto. vero trionfo per la religione, e
Nel i8o5 Pio VII di ritorno da per quell'immortale Pontefice. Nel
Parigi , onorò nuovamente di sua viaggio che questi imprese per Ro-
presenza questa città, a'i3 maggio, ma, dimorò in Foligno nel palazzo
venendo incontrato dal vescovo Mo- della nobile famiglia Vitelleschi fat-
scardini, dal prelato Viviano Orfi- to preparare dal marchese Carlo
ni folignate, dal magistrato, e dal- Giberti, per le ragioni che si leg-
le altre autorità, avendo avuto luo- gono a p. 25 della Relazione che
go la presentazione delle chiavi del- citeremo, cioè ne' giorni 17, 19 e
la città. Smontò alla cattedrale, ove 20 maggio, con inesprimibile en-
ricevette col venerabile la benedi- tusiasmo di tutta Foligno per si
bacio del piede ogni ceto di per- il suo gradimento pel dono de'quat-
sone. Fra le molte grandiose di- tro vasi e per tutte le dimostrazio-
mostrazioni di giubilo, ed i nume- ni fatte dal medesimo ceto, e ad
rosi archi di trionfo, i vari obe- esso deputato rimise due medaglie,
lischi, e le altre superbe moli in- 1' una d'oro, l'altra d' argento, cul-
nalzate dal magistrato e popolo la sua pontificia effigie. Nella di-
folignate, meritano di essere cele- mora di Pio VII a Foligno am-
brati i tre magnifici archi costruiti mise alla sua presenza i primari
interamente di cera levantina. Il della città, visitò vari luoghi, e
primo arco era in vicinanza della benedì più volte il popolo a spe- :
chiesa del Pianto, poco lungi dalla se del pubblico fu incendiata nella
porta Lauretana, o dell'Abbadia, piazza dei Canapè una superba
e s' innalzava per 59 palmi, aven- macchina di fuochi artificiali , e
done 16 d'ampiezza, formando due lungo il passeggio vi fu corsa di
frontoni 1' uno a quadri, l' altro a cavalli. Si ritenne che la metà del-
cugni bianchi e gialli , soprastati l' Umbria, oltre i moltissimi tosca-
dai pontificii stemmi, e sorgendo ni e marchegiani, si recasse per
FOL FOL i33
cio del piede il capitolo, gl'indi- piede. La pioggia impedì nella se-
vidui delle due collegiate, il clero ra la festa popolare disposta alla
secolare e regolare, i membri com- passeggiata dei Canapè, come l'in-
de arco di siile gotico a tre arca- Per altre notizie storiche su Fo-
te di verzura, illuminato, e sovra- ligno, oltre i citati autori, si possono
stato dallo stemma pontificio ne consultare i seguenti : Bonaventura
dava l'ingresso, per non dire di Benvenuti, Fragmenta fulginatis hi-
altre vaghe illuminazioni lungo i sloriae ab anno 1 98, usque ad 1
desimo Francesco de' marchesi Bar- tra le quattro famiglie che ricorda,
nabò. Onorò di medaglia i mem- parla particolarmente degli Orfini
bri della civica magistratura, quelli e Gamurrini nell' I-
Vitelleschi. Il
Flaminio, di Spello, e di Plestia; culto del vero Dio nella sua città
del vicariato di Foligno dato dai e diocesi, insieme ai luoghi di cin-
Papi in signoria alla famiglia Trìn- que provincie limitrofe. Vuoisi che
ci, noverandone i luoghi che ne ottenesse da Dio che giammai nei
dipendevano, ec. ec. fulignati fosse denigrato l' illibato
La fede cristiana fu predicata in candore della fede cattolica, per
Foligno verso l'anno 5 / 1
di Cristo, cui si osserva che 1' eresia non mai
dai santi Bricio di Spoleto, e Cri- allignò in Foligno. E qui va nota-
spoldo di Foligno discepoli di s. to che i folignati furono religiosi
Pietro. L' Ughelli ed altri scrittori anche nel gentilesimo, e per tali
aggiungono che l'apostolo s. Pao- vennero celebrati da Cicerone. Nel-
lo divulgasse il vangelo nel terri- la vera fede la loro pietà fece tali
torio foligriate. 11 Jacohilli nel ca- progressi, che non dubitò il Pon-
talogo de' vescovi di Foligno, che teficePaolo 111 di chiamare Foli-
riporta a pag. 3i e seg. del suc- gno il Seminario della fede, ed il
citato suo Discorso , dice che s. santuario del cristianesimo. Il ve-
Crispoldo era di Gerusalemme , e scovo s. Feliciano fu martirizzato
che da s. Pietro per mezzo di s. a' i4 gennaio del 2 53 sotto Decio
Bricio, egualmente di Gerusalemme, imperatore, ed il suo corpo fu se-
vescovo metropolitano dell'Umbria, polto nella cattedrale che a lui fu
fu creato l'anno 58 vescovo di Bet- dedicata. Alcune sue reliquie si ve-
tona o Vetlona città dell' Umbria, nerano in Metz città di Francia,
aiìidandogli la cura delle chiese di ed in Minden città della Sassonia
Foligno e di Nocera ; e che poi inferiore. La sede di Foligno sino
nell'anno 93 Do-
sotto l'impero di dalla sua erezione fu dichiarata
miziano fu martirizzato a' 2 mag- 1 immediatamente soggetta alla san-
gio. Aggiunge che immediatamen- ta Sede, e Io è tuttora. Comman-
te lo successe nella cura pastora- ville nell' Hist. de tous les eveschez,
le di dette chiese, come di quel- assegna 1' erezione di questo vesco-
le di tutta l' Umbria lo stesso s. vato l'anno 4^4- Questo vescovato
Bricio, il quale mori a* g settem- fu soppresso con decreto de' 5 ago-
bre dell'anno 97 in Spoleto sua sto 18 io dall'imperatore de' fran-
residenza, ove fu sepolto nella chie- cesi Napoleone, mentre n' era ve-
FOL FOL 1
3o
scovo »ino monsignor
dal 1796 vescovo ioj7, intervenne al
nel
Moscardini., che continuò ad esser- concilio tenuto in Laterano da Ni-
lo, dappoiché il Papa Pio VII nel colò II uel 1059, contro l'eresia
18 15 dichiarò di niun valore co- di Berengario. San Bonfilio Bonfi-
tal decreto. liida Osimo monaco ed abbate be-
Il medesimo Jacobilli dà in suc- nedettino di s. Maria e di s. Sil-
cessore a s. Feliciano un suo di- vestro, fu eletto vescovo nel 1078
scepolo, ed a questi nell' anno 296 sotto s. Gregorio VII. Di poi pas-
Feliciano li dà Foligno, che in- sò in oriente con la crociata di
tervenne ai concili di Suessa del Goffredo di Buglione, ma temendo
3o3, e di Roma del 337. Paolo di soccombere nei disagi di quella
da Foligno fu creato vescovo l'an- spedizione fece ritorno a Foligno.
no 35o ; e Urbano da Foligno Donò molte terre e beni per la
l'anno ^5: questi assistè al con- mensa de' canonici della sua catte-
cilio adunato in Roma nel 4^7 drale; e ritiratosi in uu'abbazia di
dal Papa s. Felice II detto III. canonici regolari di s. Agostino, vi
ed altri vescovi d' Umbria e d' I- III gli concesse anche il vescovato
talia nel 680 si portò al VI con- di Nocera ampliò la cattedrale,
:
ordine espresso, che tutte le ren- fu Iodato per virtù e dottrina. Per
dite della mensa episcopale fossero non dire di altri vescovi, d'alcuni
fatto vescovo disua patria dal me- signor Nicola Belletti di Cesena,
desimo Pio V, e mori con fama
s. che nel concistoro de'jo, giugno
di rara fermezza d' animo e di i843 traslatò dalla sede d' Acqua-
gran bontà a' i5 gennaio i5y6: pendente. Fedi l'Ughelli, Italia sa-
venne sepolto nella cattedrale in cra tom. I, pag. 681 e seg., e toni.
nobile deposito, e fu egli uno dei X, pag. 2 65 e seg.
primi a pubblicar colla stampa La cattedrale è dedicata a Dio,
dotte ed utili costituzioni sinodali. sotto l'invocazione di s. Feliciano
Troilo Boncompagni folignate, Gre- vescovo e martire, bellissimo tem-
gorio XUI 58
nel dal vescova-
1 1 pio , d' interessante memoria. La
to di Ripa Transone lo trasferì in sua prima origine risale all' epoca
questo di sua patria. Porfirio di del tempietto, sacrario o testimonio
Gio. Battista Felieiani da Gualdo eretto da s. Feliciano nel suo pic-
Tadino,segretario delle lettere a'piin- colo campo, situato nel principal
cipi di Paolo V, che nel 1 6 1 lo fece sobborgo dell' antica Fulginia, che
vescovo. Gio. Battista Pallolta fu bordeggiava la strada principale
fatto vescovo nel 1684 da Inno- che da essa conduceva a Bevagna
cenzo XII. Giosafatte Battistelli ve- presso il trivio nominato negli at-
scovo di Ripa Transone, nel 1717 ti di alcuni martiri dell'Umbria, e
Feliciano nel 108-2, e in altri do- Maria del Fiore in Firenze. Oltre
cumenti dell' antica canonica: pochi a ciò Bramante adornò l' interno
• avanzi ne esistono. Nel 1 1 89 il ve- della chiesa con pilastri dorici in
FOL FOL 143
riquadri, corrispondenti agli scom- stucchi i bolognesi Mazza e Pier-
parti del volto, ina per mancanza lana, e dei dipinti il Mancini.
di mezzi il compimento si procra- L' ultima rinnovazione della cat-
stinò oltre l'anno i5i3, e n'ebbe tedrale si deve al Vanvitelli, la ri-
s. Felieiano, che vestito cogli abiti cano, l'arciprete, già istituite fino
pontificali, è in atto di benedire. dalla più rimota antichità, a cui
Egli è sedente su mirabile sedia aggiunse il regnante Pontefice una
pur di argento con cesellature nei quarta col titolo di primicerio, do-
basso- rilievi di eccellente lavoro, tandola coi beni tutti della sop-
avendovi nel postergale il fiammin- pressa parrocchiale e priorale chie-
go Adolfo operata in rilievo la sa di s. Maria Maddalena, rovina-
storia del martirio del santo, che ta totalmente per l' orribile terre-
segui in compagnia dei santi re per- moto de' i3 gennaio i832, vo-
siani Abdon e Sennen, e della s. lendo che fruisse di tutti gli onori
vergine Messalina ; quindi ogni an- e privilegi , non che d' indossare
golo ridonda d'impareggiabili fregi mantelletta negra e rocchetto sulla
ed ornamenti, che vincono il pre- foggia delle altre dignità. Inoltre
zioso metallo. Questo ricco monu- componesi il capitolo con sedici ca-
mento di religiosa divozione, sovra- nonici, con le prebende di teologo
stato da una specie di baldacchi- e penitenziere, otto canonici ono-
no sostenuto da due angeli, viene rari, dieci mansionari, ed altri preti
trasportato con solenne pompa per e chierici addetti al divino servi-
le principali contrade della città gio. Questo capitolo gode di di-
alle due pomeridiane de' 2 3
ore versi privilegi e prerogative. Bene-
gennaio. Egualmente splendido è detto XIV con breve de' 2 3 mar-
l'apparato delle sette confraternite, zo 1741 concesse al priore della
che inalberano altrettante croci d'ar- cattedrale , e ai di lui successori
gento di squisito lavoro, essendo l'uso della mantelletta paonazza in
generoso lo sfarzo de' cerei , che tutte le funzioni ecclesiastiche si
rei ardono
con profusione, ed il altre insegne prelatizie ; fanno uso
numero delle macchine corrisponde della mitra bianca, in tutte le ec-
a quello delle diverse arti, cui ne clesiastiche funzioni quando indos-
fanno la di vota offerta. Inoltre nel- sano paramenti sagri, entro i li-
i
la cattedrale vi sono ampi sotter- miti però della diocesi. Hanno pu-
ranei, comodamente praticabili, per re il privilegio del canone e bu-
dar sepoltura ai defunti , ed ono- gia, e cantando la messa, del pre-
rarne con epigrafi e depositi la te assistente in piviale, e questo
memoria. Dei corpi santi e reli- anche fuori di diocesi. Le insegne
quie che conservano nella cat-
si prelatizie poi accordate dal Papa
tedrale con gran venerazione, oltre che regna al capitolo di Foligno
quanto si è detto noteremo che, consistono nel fiocco paonazzo al
ne parla il Jacobilli a pag. 7.5 del cappello, potendo i canonici dell'u-
suo Discorso, ove pur dice de' cor- no e dell'altro far uso in ogni tem-
pi santi e reliquie che sono nei po ed in ogni luogo, come appa-
diversi luoghi della diocesi. risce dal breve che si conserva nel
Il rapitolo si compone di quat- loro archivio.
tro dignità, essendo la principale La cura delle anime della cat-
,
male, ch'è nella sola cattedrale. Vi fu descritto in terza rima dal eh.
sono pure le due sum mentovate G. F. Rambelli, pubblicato prima
collegiate, sei monisteri e conventi dal giornale L' Amico della gio-
di religiosi, sei monisteri di mona- ventù, nel fascicolo 4^ e V 01 a >
FONDI. Città vescovile del re- di Fondi), erano assai celebri tra
gno delle due Sicilie, nella provin- gli antichi,
e furono lodali da Stra-
cia di Terra di Lavoro, capoluogo bone, da Plinio e da Marziale ; ed
di cantone, e del contiguo villag- anche al presente sono rinomatis-
gio di San Magno ,
giace presso le simi. Vicoltivano da per tutto
si
frontiere dello stato pontificio dal- olivi e cedri. Presso la città si ve-
la parte di Terracina, in una pia- de la bella fontana detta di Pe-
nula bassa alquanto paludosa, ma tronio, e alcuni avanzi di bagni
deliziosa, ai piedi del sub-apenni- antichi. In vicinanza al lago di
no romano. E attraversata dalla Fondi , Lacus Fttndanus,
vede si
via Appia, eh' è assai bene conser- la grotta nella quale, secondo Ta-
vata e che ne forma la strada prin- cito, Seiano salvò la vita a Tibe-
cipale, incrociandosene altre due da rio imperatore,
angoli retti. La detta via vi man- Fondi era un'antica città mnni-
tiene il traffico, e ne rende meno cipale del Lazio nuovo, nel canto-
disaggradevole il soggiorno: parec- ne degli ausonii, indi appartenne
chi torrenti , ed un pestifero lago alla Campania. Alcuni dicono che
sboccano nel vicino mare Mediter- fosse una delle città degli aurun-
raneo. Il lago vi dà foce per due ci. La Chiesa romana ebbe fino
canali ; esso abbonda di anguille, e dai primi secoli grandi poderi nel
si estende per circa quattro miglia, territorio di Fondi, i quali trovan-
aventi le rive coperte di mirti e si mentovali da s. Innocenzo I clct-
pioppi . Fondi è di forma qua- to Papa nel 4° 2 > allorché diede ai-
drata, sono notabili le sue mura, la basilica di s. Vitale e de' ss. Ger-
perchè si pretende che la parte in- vasio e Protasio, edificata in I\o-
feriore di esse preceda l'epoca della ma per munificenza di Vestina il-
fondazione di Roma. La cattedra- lustre femmina, possessionem Fan-
le dedicata a s. Pietro apostolo è danensem in territorio Fundano rum
di gotico disegno: avvi pure una adiacentibus attiguis XV ,praestan-
collegiata, cioè s. Maria della Piaz- tem solid. CLXXXI , et tremisscm.
za, cui presiede un arciprete con Sopra di questi, e forse di altri
otto canonici, un monistero di he- beni, che la Chiesa romana pos-
nedettine, tre conventi di religio- sedeva in Fondi, ella acquistò l'uso
si, due case di carità, ed altri pii delle regalie superiori, le qunli poi
stabilimenti. mostra a'forestie- Si estese a tutto il territorio, ed anco
ri dai domenicani la camera ove alla città sino al grado di averla
studiava, e dava le sue lezioni di alla piena sua ubbidienza. Pon- Il
Maini X nei 916, il quale aiutato ino quanto segue. Restituita in Ro-
da eletti «lucili alla testa dell' eser- ma da Avignone da Gregorio XI
cito, interamente sarace-
sconfisse i la residenza pontificia , alla sua
ni, che da quaranta anni si erano morte nel 1378 gli fu dato poi-
non andò guari che dovette repri- di notte sbarcò sulla vicina spiaggia,
mere una ribellione che in Roma ed appena ebbe tempo la misera Giu-
avea tramata Onorato conte di Fon- lia di porsi in salvo. Furente perciò
di, ed altra superò nel
1397 pro- il mussulmano versò l'ira sua sull'in-
vocata dal re Martino d' Aragona tera città, mettendola a sacco, ro-
e dal medesimo conte, fautori del- vesciandone la cattedrale, e facen-
l'antipapa Benedetto XIII. Quindi do schiavi molti de' suoi abitanti.
nel i3gg Bonifacio IX ordinò un Ad un secondo saccheggio per par-
rigoroso processo contro Onorato te de' turchi, Fondi soggiacque nel
Caetani primario sostenitore dello 1
5g4 Appartenne poscia questa
.
scisma, dichiarandolo reo di apo- città colla sua contea, e col titolo di
stasia maestà , e di ribel-
, di lesa principato, alla casa di Sangro. Due
lione, e pubblicando una crociata volte ilPapa Benedetto XIII ono-
contro di lui. Tuttavolta Onorato rò di sua presenza Fondi essen- ,
nel seguente anno unito coi Colon- done vescovo Antonio Carrara di
nesi , tentò di occupare Roma , e Sora. Volendo nel 1727 quel Pa-
di arrestare Papa, ciò che sareb-
il pa visitare la sua antica chiesa ar-
be avvenuto, se le guardie del Cam- civescovile di Benevento, che anco-
pidoglio non l'avessero respinto al ra continuava a governare, partì da
primo assalto. Di poi il buon Pon- Roma a' 24 marzo. A Terracina si
tefice nel 1401 assolvette dalle cen- fece precedere dal ss. Sagramen-
sure i Colonnesi, Giacomello Caeta- to, ed al confine trovò il cardinal
ni figlio del defunto Onorato, e gli d'Althan viceré di Napoli, che pre-
restituì i castelli di Ninfa, Bassano se seco in carrozza sino a Fondi
e Sermoneta già confiscati e inca- dove restò a dormire nel conven-
merati ; e nel 1 402 creò cardinale to de' domenicani tra' quali era
,
Antonio Caetani de' conti di Fondi. stato religioso, e nel seguente gior-
Mentre il Papa Gregorio XII lot- no di sabbato, onorato dalle milizie
tava coli' antipapa Benedetto XIII ,
napolitane, prosegui il viaggio per
e con Alessandro V eletto nel i4°9 Itri.Nel 1729 Benedetto XIII si
nica de' 29 aprile si fermò dai do- ne in Laterano nel 1179: a que-
menicani dove pranzò e dormì, ed sto vescovo Riccardo conte di Fon-
il lunedì passò a Terracina. di concesse alcuni privilegi, esten-
Dicesi che s. Sotero eletto Papa sivi ai di lui successori. A Daniele
a' 4 ma gS'° dell'anno 175, cui vescovo nel 1180 il capitolo die in
molti danno il pronome di Con- successore Giovanni de Pastina, che
cordio, nacque in Fondi; e che Innocenzo III riprovò, facendo in-
s. Paterno di Egitto soffrì il mar- vece vescovo Benedetto. Roberto di
tirio in questa città , de.ducendosi Pi perno ,
priore de' cisterciensi di
da ciò che la fede cristiana fu pre- Fossanova, dotto e virtuoso, diven-
dicala in Fondi sino dai primi tem- ne vescovo nell'anno 12 io. Leonar-
pi della Chiesa. Ignoto è il nome do Tacconi nobile di Piperno, illu*
del primo vescovo , e solo si sa stre per virtù., fu fatto vescovo nel
che il Papa
Antero l' ordinòs. 348 da Clemente VI. Sembra che
1
vescovo nel 585. Mariano il qua- Paolo III la dignità nel i537. Fau-
le depose nella cattedrale di Fon- sto Caffarelli romano eletto nel ,
dici anni seguir volle l' esempio di dello scrivere nelle tre difficilissi-
(lue altri suoi fratelli col consagrarsi me lingue, italiana, latina e gre-
al Signore nella congregazione dei ca , da gareggiare co' primi lette-
Ritornato in Roma, intraprese nel deve passarsi sotto silenzio, che fra
1806 unitamente al p. Scati, una i prigionieri che onorarono tal car-
del Fontana. Ritornata dopo non cattolico. Intanto oppresso dalle con-
molto tempo colla prigionia di Na- tinue fatiche andava decadendo ogni
poleone la calma, si restituirono il giorno di forze, fino a che assalito
Papa alla sua Sede, e il Fontana da una febbre acuta dovette soc-
a Roma, dove nel concistoro del combere sotto la gravezza del ma-
primo marzo 1816 lo creò cardi- le. Munito de' ss. sagramenti rice-
nale dell' ordine de' preti, dignità vuti con edificante pietà in mezzo
che accettò per obbedienza, e bello alle lagrime de' religiosi suoi figli,
fu il vedere bagnar di lagrime e di cui era vicario generale, e al
scaldar di baci la veste regolare, dispiacere di tutta Roma, rese l'a-
quando gli fu tolta di dosso per nima al Signore il giorno 19 mar-
ricoprirlo colla porpora, e pregò i zo 1822, alle ore 21, siccome pia-
suoi confratelli che in morte lo mente da più anni desiderava, giac-
tumulassero colla veste religiosa ; ché soleva dire, che se gli fosse
il medesimo Pio VII poscia gli die accordato di morire nel giorno sa-
in titolo la chiesa di s. Maria so- gro a s. Giuseppe, gli parrebbe que-
pra Minerva. Insignito egli di di- sto un segnale di futura felicità
gnità tanto cospicua, in nulla can- essendo quel santo protettore dei
giò il tenore di sua vita religiosa, moribondi. Egli fu sepolto come
continuando a vivere nella casa di avea desiderato in vita, colla veste
s. Carlo a' Catinari in mezzo ai di barnabita, colla quale celebrava
suoi figli e confratelli che tenera- privatamente la messa nella sua
mente amava, in piccole stanze cappella domestica. Così terminò il
addobbate con moderazione religio- corso di sua vita mortale il car-
sa, solo ricche di libri e di scritti. dinal Fontana , le di cui gloriose
Fu fatto prefetto della sagra con- gesta non mai si cancelleranno dal-
gregazione dell' indice, e poscia di la memoria de' posteri. Se di lui
i54 l'Otf FON
pub formarsi in tutto l'idea del quelli che rappresentavano. Il cardi-
FON FON i5 7
in quello della Chiesa di s. Maria XXV, num. 9, dice che stavano le
a Trastevere, si dice del fonte di fonti avanti la chiesa affinchè quelli
olio, prodigiosamente ivi scaturito che dovevano ricevere la ss. Eu-
alla nascita di Gesù. Cristo. V . caristia si lavassero le mani, per-
Fo^te Battesimale, ove dicesi di chè secondo gli antichi riti por-
quelli miracolosi. Eranvi già delle gevasi in mano anco de' laici , e
fontane avanti alle antiche chiese, per porsela in bocca, e per por-
destinate per lavarsi le mani ed i tarsela a casa, ed ivi conservarla
piedi. Oltre di quanto dicemmo privatamente, come rilevasi da s.
sull'uso di queste fonti, nel volu- Cipriano, De lapsis, ove riporta mol-
me XI, pag. 228 del Dizionario, ti esempi di castighi divini, dati
aggiungeremo che il Rinaldi al- a coloro che con indegne mani ri-
di natura, non dover 1' uomo ac- Paolo, e che il Pontefice s. Uaio
costarsi a Dio se non puro: gen- i nel fabbricare presso il battisterio
tiliper le purificazioni fuori delle lateranense l'oratorio della Croce,
porte de' templi, in mancanza di dinanzi fece fare un fonte nel por-
fonti,tenevano vasi con acqua. Che tico, circondato di cancelli di bron-
costumassero i cristiani sì della zo, e di colonne di porfido forate,
Chiesa greca, che della latina la- le quali gettavano l'acqua nell'istes-
varsi le mani avanti l'orazione, so fonte. Il p. Lupi che nel tom. I
l'insegnano le antiche testimonianze delle sue Dissertazioni discorre eru-
degli scrittori ecclesiastici, sebbene ditamente degli antichi fonti delle
non mancano molti santi padri di de- chiese, come dei pili per l'acqua
clamar contro quelli che si lavavano benedetta, distinguendo gli uni da-
le mani, e non la coscienza. Altri gli altri, dice che tali fonti presso
opinano che in luogo del lavacro le basiliche furono pure chiamati
è succeduta l'acqua benedetta [Ve- bagni pei pellegrini e pei poveri
di), che tuttora si tiene nell'ingres- come fu quello del patriarchio la-
so delle chiese. Il Sarnelli ne! toni. teranense, della basilica vaticana di
VI delle Lettere ecclesiastiche, lett. s. Leone III, del monistero di s. Pao-
,
quella cioè degli apostoli mandati tra le scaturigini proprie del suo
dal Salvatore; il santo battesimo, terreno molte vene serpeggianti nel-
la vera e celeste sapienza; la gra- le cisterne , le più profonde delle
zia santificante che ha seco la ca- quali sembrò ad alcuno che fosse-
rità e gli altri doni dello Spirito io quelle che si versano dentro ai
Santo, e per non dir di altre mi- pozzi del famigerato colle Palati-
stiche allegorie, fonti sono figure
i no, innalzandosi a mano a mano
di Cristo stesso, da cui derivano dentro gli altri non men celebri
tutte le salutifere e limpidissime colli Pincio, Aventino, Esquilino e
acque per dissetar coloro che vi- Viminale. Questi interni ruscelli
vranno eternamente. che sono pur limpidi e freschi, e
FONTANE di ROMA. Delle Ac- che poco o nulla di minerale con-
que ed acquedotti di Roma , come tengono in soluzione, nascono tutti
della Congregazione, cardinalizia dal suolo romano; ed è opinione
delle acque, ne parlammo a quegli dei naturalisti che il volume di
articoli.Volendo ora qui dire qual- tante acque basterebbe da per sé
che altra cosa sulle acque, e com- solo a dissetare gli abitanti, e ser-
pendiosamente trattare delle fonta- virebbe ai comodi ancora, quando
ne e fontanili della città di Roma, coli' opera dei noti pozzi artesiani
olire a ci?» manda fuori il suolo «li io la villa Marescotti, e che prima
Roma , le acque delle quali pure, messa a speco da Pio IV in picco-
chiare e dolcissime, si raccolgono Io fonte a porta Cavai leggieri, ma
in altrettante fonti ad uso pubblt- poscia smarrita, fu da Clemente XI
ro. La prima di queste si chiama ricuperata, e da Pio VII rintrac-
1* acqua del Grillo, perchè uscendo ciata di nuovo: fi-
e riallacciata
fuori ni la falda meridionale del col- nalmente Leone XII nel 1827 ne
le Quirinale cade in una fontana condottò una porzione dentro la
posta dentro al palazzo di proprie- città per uso del detto arcispeda-
tà de' signori Grillo, situato presso le , e per comodo pubblico nella
l'arco de' Pantani, d'onde tiene tal mentovata fonte di mezzo al por-
nome. Chiamasi la seconda di s. to ,
per suo ordine fabbricato in-
Felice, perchè nel fabbricato di quel contro il Altrove
palazzo Salviati.
cortile posto alla làida occidentale pur che dal Gianicolo pro-
si disse,
nel 1720 in vantaggio del vicino dipinte da quel sommo artista. In-
arcispedale di s. Spirito in Sassia ; nocenzo X la diramò nel 1649, ed
e siccome dicemmo altrove, per eresse il fonte in discorso. La set-
cura del commendatore di quello tima è Y acqua delle Api, che ha
stabilimento monsignor Antonio le scaturigini alle radici del colle
Cioia , in un recipiente al
sgorga Vaticano, pregevole per la salubri-
lato sinistro del porto Leonino a tà e leggerezza, fu scoperta nel
beneficio pubblico sino dal i83o, giardino papale nel 1 G37 sotto Ur-
essendo decorato delle armi mar- bano Vili, il quale la fece condur-
moree di Pio Vili, e del suo se- re in una fonte del portico del
gretario di stato cardinal Giuseppe gran cortile di Relvedere, e dal
Albani, al tempo de' quali il fon- suo slemma gentilizio scolpilo nel
te fu eretto. Qui però noteremo fonte chiamasi delle Api. Dopo ses-
che il porto Leonino ha nel suo santa anni dacché fu trovala la)
mezzo un altro fontanile, decoralo sorgente, venne quest'acqua deri-
da un gran mascherone di marmo, vata in parte fuori del palazzo va-
da cui discende la Pia : acrjua che ticano, e passa nell'atrio della vi-
sorge alla laida del Gianicolo, sot- cina chiesa di s. Maria delle Gra-
,
quinto secolo di Roma. Più tardi lirle j e storia dei condotti antico-
1' usarono molti abitanti della re- moderni delle acque Vergine , Fe-
gione di Trastevere, ed i Papi Cle- lice e Paola, e loro autori. Con
mente VII, Paolo III, e Gregorio suggerimenti per aumentare le loro
le del Tamigi e della Senna, se- loro analisi chimica , unitavi quel-
condo le interessanti analisi del eh. la delle acidule e termali nelle vi-
in Roma nel 1647: Raccolta delle bere 1' acqua del fiume Tevere, che
principali fontane di Roma. Mon- i benedettini di s. Calisto, e i car-
signor Nicolò Maria Nicolai nel melitani scalzi di s. Maria della
1829 stampò in Roma : Opera sul- Scala, dimoranti nella slessa regio-
la presidenza delle strade ed ac- ne, pernon dire di altri, depurava-
que sua giurisdizione economica.
e no entro apposite cisterne: in tem-
Contiene il lesto delle relative leg- pi anteriori giravano per Roma i
vol. xxv. 1
,
iC 2 FON FON
venditori di acqua, anzi vuoisi che dotti. L' universal tripudio de' ro-
per mancanza di fonti ciò durasse mani per aver guadagnato 700 on-
sino a Sisto V, e il famoso tribu- de d'acqua, e la medaglia fatta
no Cola di Rienzo, era figlio di perciò coniare dal Papa colla sua
una donna che vendeva acqua l' effigie, e l'epigrafe: unda sempf.h fe-
per Roma. Fu pertanto nel i58i iix, resero più celebre questa ma-
proposto a quel magnanimo Pon- gnifica provvidenza. Le medaglie fu-
tefice di restituire ai colli di Roma, rono dispensate da Sisto V ai prin-
ridotti in gran parte disabitati e a cipali signori della città, a' suoi fa-
vigne, le acque che anticamente migliari, ed a quelli che avevano
godevano, progettandosi di far de- avuto parte nell' opera. Dal suo
posito presso le terme Diocleziane nome battesimale, il Pontefice cbia-
di quelle acque che copiosamente mò Felice tale acqua, ma non es-
scorrevano a rivoli nelle alture di sendo stato eretto nel condotto al-
Pantano de' Griffi dappresso al ca- cun purgatorio, come usavano gli
l'imperatore Alessandro Severo per dopo l'unione ad essa delle due ri-
le sue terme. Mentre il Papa vo- folte de' mulini di Pantano, una
leva mandare ad esecuzione il piano delle quali, cioè la nuova spettante
colla cooperazione dei conservatori al principe Borghese, fu tolta nel
di Roma, che ne volevano acqui- 1828, sotto Leone XII.
stare porzione per condurla al Cam- Nel 1621 Gregorio XV fece al-
pidoglio, morì nel i585. Gli suc- lacciare nel territorio della sua fa-
no da due mila a tre mila lavo- nuovo quindici archi con ottima
ranti per le livellazioni ed acque- opera muraria. Accioccbè il hvoro
,, ,
za, cioè oncie 337 e mezza anda- pale si dirige a s. Pietro Montorio,
vano Vaticano, e 707 al Gia-
al per la gran mostra , distribuzione
nicolo, le quali venivano dimedia- agli utenti, movimento di mole,
te avanti di giungere alla gran mo- cartiere, gualchiere ec. , ed entran-
stra per la quantità d' acqua ven- do nella botte de' Sette dolori, si
,
tri luoghi sì pubblici che partico- meno l'anno 537 ne l' a memorata
lari. Da
ultimo nel 1829 alle ac- devastazione di Vitige. La trascu-
que del lago Sabbatino si aggiun- ratezza però de' secoli seguenti ri-
sero quelle di un lago minore det- chiamarono la munificenza di A-
to Marsignano, alquanto più alto, driano che nel 786 lo risarcì in
I,
e ciò per supplire nelle stagioni di modo che restituì a Roma le ab-
gran siccità alla scarsezza delle ac- bondanti sue acque. Nicolò V, ver-
que del lago Sabbatino. so la metà del secolo XV ristaurò i
la via Condotti alla botte de' Gae- dall' acqua Vergine. Sulle località
tani , fu fatto scorrere entro tre ove sono erette tali fontane, sono
condotti, uno grande nel mezzo, for- a vedersi gli articoli delle chiese ,
mato da due lastre di travertino piazze ed edilizi presso cui sono.
1' una sull' altra
e due laterali di , Di altre fontane degne di speciale
terra cotta, detti doccioni, il tutto menzione esistenti in Pvoma, e luo-
circondato daun gagliardo masso ghi suburbani , ne' palazzi giardi- ,
XI, dinanzi alla villa di sua nobi- cui piede è adorno di qualche fre-
lissima famiglia, con disegno di An- gio : da questa sgorga in alto 1' ac-
nibale Lippi. qua, che poi si riversa nella prima,
Fontana del Quirinale. V. Obe- da dove per la bocca d' un mostro,
lisco Quirinale. cade poscia in un piccolo abbeve-
Fontane del Campidoglio . V. ratoio a vantaggio pubblico. Il fonte
Campidoglio. appartiene al senato romano, che
Fontana in piazza d' Aracoeli. più volte lo fece restaurare, ed è
Questa nel rione Campitelli rimane chiuso all' intorno da colonnine di
incontro al palazzo Muti-Bussi, e fu travertino, e spranghe di ferro.
fatta da Sisto V. Sorge nel
erigere Fontana detta delle Tartarughe.
piano sopra due gradini di traver- Fu edificata nel rione s. Angelo,
tino ovali e centinati. Si compone nel 1 585, dal magistrato di Roma,
i
7 o FO| FON
co' disegni di Giacomo della Porta. minore l' altra, e collocata sulla
Questa ed elegante fontana
bella prima, posandosi su piedistallo, da
esiste propriamente sulla piazza cui sgorgano quattro bocche d' ac-
Matlei detta delle Tartarughe, da qua per servizio del popolo, men-
quelle che adornano il fonte, ed tre il getto superiore serve di ab-
incontro alla porla che mette alla bellimento. Il fonte appartiene al
giunta fatta al ghetto degli ebrei da magistrato romano come si vede
Leone XII, come dicemmo a quel- dagli stemmi, e dal medesimo fu
l' articolo. Consiste in una vasca più volte ristorato, ciò che pur fe-
centinata di travertini, con basamen- ce Innocenzo XII. V. Chiesa di s.
to interno di marmo bianco a quat- Nicola in Carcere, ove parlasi di
tro faccie, con suoi ornamenti. Sul questo luogo.
basamento posa una tazza rotonda Fontana della bocca della ven-
J
<i cgual marmo con piede liscio ta. Nel rione Ripa, sulla piazza
ed alto. Ciascun angolo del ba- della chiesa di s. Maria in Cosine-
samento ha una statua in bronzo din, Clemente XI nel 1 7 i5 l'eres-
rappresentante un giovane intera- se con architettura di Carlo Biz-
mente nudo, e tutti e quattro sono zacchcri, con bella immaginazione.
in varie attitudini, tenendo ciascuna Sul piano della piazza si vede una
statua uo piede capo d'un del-
sul vasca amplissima di travertino cen-
fino, che sgorga acqua dentro la tinata, con sottoposto gradino di
sottoposta conchiglia di marmo egual pietra. Nel mezzo della vasca
bianco, e sollevando un braccio mo- è un aggruppamento di scogli,
stra di tenere una tartaruga di egregio lavoro di Filippo Bai : que-
metallo sul labbro della tazza supe- sti scogli servono di base a due.
riore, quasi per farla bere. Tanto giganteschi tritoni scolpili da Fran-
1'acqua che in questa tazza ricade cesco Moratti in travertino, i quali
dal getto saliente, quanto quella appoggiano le loro code sul masso
che rigurgita dalle conchiglie va a intrecciandole bizzarramente fra lo-
riversarsi nella vasca inferiore. Tut- ro, ed alzando le braccia mostrano
to il monumento è chiuso in giro di reggere sul dorso due conchiglie
ila spranghe di ferro, ferme in pic- aperte e congiunte, ove sono le ar-
cole colonne di travertino, e dalla me di Clemente XI. I monti, parte
parte del ghetto avvi congiunto un del medesimo suo stemma, sono
abbeveratoio per uso del popolo, nel mezzo delle conchiglie, e dal
nel 1750 eretto dal senato romano. più alto sgorga con impeto l'acqua
Matteo bandi ai modellò le quattro che ricade poi sulle conchiglie, e
belle statue dei giovani, ed Ales- nella gran vasca. Poco lungi, a
sandro VII nel 1661 fece restau- pubblico vantaggio, Clemente XI
rare il fonte. fece erigere un vasto ed ampio fon-
Fontana di piazza Giudea. V. tanile, per cui i conservatori di Ro-
EfiSSL ma proibirono 1' abbeverare gli ani-
Fontana in piazza Montanara. mali nel fonte nobile, che per cau-
Rimane nal rione Ripa, poco di- tela fu circondato da molte colonne
stante del teatro di Marcello, ed è di travertino. I canonici della men-
formata di due tazze di travertino, zionala chiesa celebrarono 1' erezio-
una maggiore sorgente dal piano, ne del fonie e 1' appianamento del-
,
FON FON ,
7 .
Dal canto opposto, di rimpetto al suoi membri d' intaglio , nel cui
fianco della chiesa, esiste nella va- fregio è il nome del Pontefice, e
sca ottagona un distico fattovi scol- l'anno 1612, epoca in cui l'opera
pire dal senato romano, ed allusi- fu eseguita. Sopra l'architrave s'in-
vo ai restauri procurati al fonte da nalza un attico che ha all' estre-
Innocenzo X. mità due draghi, parte dello stem-
Fontana in piazza di s. Gio- ma Borghesiano di Paolo V, e nel
vanni in Luterano. V. Obelisco mezzo uno specchio o tavola di
Lateranense. marmo con cornice sostenuta da
Fontana in piazza di s. Maria due pierritti, ove si celebra V ac-
Maggiore. Nel rione Monti ed in- qua restituita a Roma, con analo-
contro alla facciata esterna di tal ga iscrizione. Sulla cornice dell'at-
chiesa, congiunta alla colonna, di tico elevasi una nicchia in arco
cui parlammo al volume XIV, pag. ornata ne' fianchi con cartocci ed
3 1 5 del Dizionario^ si eleva il fonte aquile, nel cui centro è Io stem-
sopra quattro gradini, cou vasca di ma di Paolo V retto da due geni
forma oblunga centinaia di traver- alati, e sovrastato da una croce
tino, avente nei lati maggiori due posta tra due fanali. Nei cinque
piccole tazze con getto d' acqua per vani che ricorrono fra le sei co-
pubblico uso. Nel centro della va- lonne, apronsi altrettante nicchie
sca sorge sul suo piede una tazza sfondate, tre maggiori nel mezzo,
rotonda, di mezzo a cui sgorga in e due minori dai canti. In fondo
alto un zampillo che in essa rica- alle prime sono tre vani, corrispon-
,
in vece Leone XII eresse il fonte, te, il cui condotto scorreva nasco-
eh' è al destro lato dell'arco eret- sto lungo l'intero suo palazzo pa-
glie, e sembra che in quel punto quattro stagioni co' loro attributi.
esca dalla propria reggia, in atteg- La Primavera fu scolpita da Bar-
giamento maestosissimo. Il carro è tolomeo Pincellotti , l'Autunno dal
tirato da due smisurati cavalli ma- cav. Queriolo , 1' Estate dal Ludo-
rini condotti da due tritoni, quelli visi , e l' Inverno dal Corsini. Dai
e questi pure scolpiti dal Bracci. lati del gruppo di mezzo e delle
Il a dritta dell' Oceano è
cavallo tre conche si allargano due immen-
in atto d' impennarsi, 1* altro pro- se scogliere bizzarrissime, sparse di
cede placido e quieto, con ciò vuoi- piante aquatiche e di arbusti, fra
si alludere all' incostanza del mare le quali in modo diverso scorrono
ora tempestoso ed ora calmo. Per acque abbondanti, ora in ruscelli
di sotto al carro scaturisce l'acqua nascosti,ora in zampilli palesi, sem-
in prodigiosa copia, la quale a so- pre però con varietà mirabile e bel-
miglianza d'un rapido fiume entra la distribuzione. L' edilìzio dalla
in una conca, da dove frangendosi banda d' occidente è chiuso da un
precipita in un' altra più ampia, e ricinto di piccole colonne di marmo
da questa entro una terza più bianco con isbarre di ferro, il quale
vasta ancora , cadendo poi nella prosiegue anche nella faccia meridio-
sterminata vasca inferiore con istre- nale, senon che in questo ve n' è
pito sempre crescente. un secondo, posto più in basso :
dro esprimente Agrippa che osser- per l' incessante spettacolo del fra-
va la pianta degli acquedotti del- goroso gettito di fiumi d' acqua
l' acqua Vergine, scoltura di Gio. spumeggiante, e pel complesso dei
Battista Grossi romano; 1' altro suoi pregi, non dubitarono gì' in-
bassorilievo sopra la Salubrità rap- tendenti di giudicarla il più no-
presenta la vergine ninfa in atto bile e decoroso fonte, e forse l' u-
di mostrare agli assetati soldati di nico di tal genere che sia al
Agiippa la scaturigine dell'acqua mondo, sebbene i critici dell'arte
stessa, opera di Andrea Bergondi vi rinvennero alcuni difetti per di-
romano. L'attico sovrapposto al ri- chiararla opera perfetta. Dal fianco
salto del prospetto ha quattro sta- orientale poi della gran mostra del-
vo!, xxv. 12
i
7 B FON FON
l' acqua Vergine suo è situato il ta del livello della strada, che è la
castello, su cui è l'arme di Bene- nobile via del Corso.
detto XIV, con marmorea iscrizione Fontana di piazza Colonna. In
che ne dichiara la sua beneme- questa, nel rione del suo nome, ed
renza. incontro alla colonna di Marco
Fontana
piazza di Venezia.
in AurelioAntonino, ed al palazzo
Nella piazza di- tal nome, nel rione Boncompagno, Gregorio XIII di
Pigna, sotto il palazzo di Venezia, questa famiglia la fece erigere con
accanto alla porta dell' oratorio di gentile disegno di Giacomo della
s. Maria in s. Marco, evvi il fonte Porta. Su due gradini di traverti-
che componesi di un' urna ovale di no, muniti attorno con colonnette
granito rosso egiziano, versandosi di granito bigio a sbarre di ferro,
entro acqua per due tubi latera-
l' evvi una bella vasca ovale centina-
li. Questa preziosa urna balnearia, ia, composta di più pezzi di mar-
come dicemmo all' articolo Farnese mo detto porta santa, a quel tem-
Famiglia ( Fedi), fu trovata nel po trovato in abbondanza nell'isola
pontificato di Paolo III in una vi- sacra di Porto; ed ornata in giro
gna fuori di porta s. Lorenzo, ed con fasce di marmo bianco e teste
il cardinal Alessandro Farnese ni- leonine. Ai lati settentrionale e
pote del Papa ne fece l'acquisto, meridionale della vasca, sono due
onde surrogarla a quella che prima piccoli scogli , con sopravi due
ivi avea eretta Paolo II edificatore delfini per ciascuno intrecciati col-
del contiguo palazzo, e che il car- le code in una conchiglia rial-
dinale collocò nella piazza del suo zata , il tutto di marmo bian-
palazzo Farnese, accompagnandola co : i quattro delfìni gettano ac-
ad altra simile. Ciò essendo avve- qua dalla bocca, e di due
essa
nuto con beneplacito di Clemente zampilli n' escono ancora da due
Vili, e del magistrato romano, in colonnine situate ne' canti orientale
mezzo al prospetto semplice di ed occidentale della vasca. In mez-
marmo bianco, è scolpita l' arme zo elevasi una piccola tazza rotonda
del senato e popolo romano , con di travertino da cui scaturisce uà
analoga iscrizione. getto saliente. All' occasione che nel
Fontana detta del Facchino. Nel 1829 ne fece incominciare il re-
rione Trevi, all' angolo meridionale stauroLeone XII, fuvvi posta nel
del palazzo de Carolis, poscia Simo- mezzo la tazza rotonda, e vi furo- 1
non Fa
fallire. del bene e lassa genti una cornice architravata a cui
dire. MDCXXI. sono posti parecchi scogli sparsi di
Fontane di piazza Navona. V. piante acquatiche , ed abbelliti al-
Obelisco di piazza Navona. l' estremità da due grandi delfini
Fontana detta della Scrofa. Nel il tutto di pietra tiburtina. Nella
rione s. Eustachio, sotto al conven- nicchia è seduto su alcuni scogli
to de' religiosi agostiniani, lungo la un satiro in figura al naturale
via che da s. Luigi de'francesi con- presso cui è un gettito d' acqua
duce a Ripetta, e nella località del che si versa nell' urna quadrilunga
suo nome. Sì compone della tazza di granito bigio, retta da due pie-
di marmo, sollevata dal piano in di o zoccoli. La statua è di tra-
cui cade l'acqua, che sgorga dalla vertino, e per la sconcia sua figu-
bocca d' una piccola scrofa, scolpi- ra , il popolo la chiamò Rabuino
ta di basso rilievo in marmo , e nome che prese la contrada.
murata nella parete. Fontana detta della Barcaccia.
Fontana di Ripetta. V. Porto di V. Piazza di Spagna.
Ripetta. FONTE RA.TTESIMALE o SA-
Fontana sotto il palazzo Val- GRO FONTE. Rattisterio chiama-
dambrini. Nel rione Campo Mar- si l' edificio che contiene il fonte
zio ,
presso la chiesa di s. Rocco battesimale, il quale è un vaso di
Clemente XIV nel 1774 l'eresse pietra, di marmo, o di bronzo, in
nell'angolo settentrionale del nomi- cui si acqua benedetta
conserva l'
nalo palazzo, già de' Fioravanti, e che si adopera per battezzare. So-
del marchese Correa. Consiste in no bacini ordinariamente di forma
una nicchia quadrata con orna- , rotonda , ed elevati da terra, posti
menti di architetturaed analoga sopra una base o pilastro. I fonti
iscrizione. Dentro la nicchia è mu- battesimali sono chiamati fontes lit-
rata in alto una bizzarra testa di strales, fontes sacri, fontes bapli-
uomo, scolpita in marmo bianco smatìs. Nella Chiesa romana due
dalla cui sgorga l' acqua in
bocca volte all'anno si fa solennemente la
piccola tazza,da dove per due fi- benedizione delle fonti : cioè la vi-
stole cade in un imbuto o mastel- gilia di Pasqua di Risurrezione, e
lo che la trasmette pel buco o
, la vigilia di Pentecoste. Le ceri-
,
Spirito Santo, e che doni a quella ed anticamente dai soli vescovi nel-
il potere di rigenerare le anime, la cattedrale, ma eziandio nella fe-
di cancellarne le macchie, e render stività Epifania (Fedi), per
dell'
loro la primitiva innocenza. Si me- cui è ancora in vigore in alcuni
schia con quest'acqua il santo Cri- luoghi e diocesi la lodevole con-
sma (Fedi), che è simbolo del- il suetudine secondo il rito greco
,
cervi dai romani Pontefici ne' bat- conversione delle zitelle dissolute ;
racconta 1' origine in questo mo- col velo nero su quello bianco del
do. Il monastero principale di que- capo. I romani Pontefici hanno
sti religiosi prese il nome da un accordato a quest'ordine, che cessò
l'onte elei luogo, che fu fondato da colle note politiche vicende, molte
un nobile giovane chiamato Ebral- grazie e privilegi, come si può leg-
do, il quale essendo di cattivi co- gere ne' seguenti autori che ne trat-
stumi, con alcuni compagni facinoro- tarono. Il suddetto p. Maio ferme
si infestava i viandanti ; ma per l'e- nell' opera mentovata ; il Martiro-
sortazioni dell' insigne predicatore logio gallicano ai 27 decembre ;
tra i vescovi della provincia Biza- professore del diritto civile ed ec-
cena, i quali nel 4^4> per un edit- clesiastico. Recatosi a Parigi , fu
to del re de' vandali Unnerico, fu- dichiarato dal re avvocato del par-
rono esiliati da Cartagine, per aver lamento, e canonico di quella cat-
con fermezza sostenuta la fede di tedrale. Nel i349 fu eletto vesco-
G. C. contro la setta de' donatisti. vo di Tournay, e l'anno dopo tra-
FORATIANA, FORTIA o FO- sferito alla chiesa di Parigi. Da
RATIA. Sede vescovile della Biza- questa sede, nel i352, passò a queb
cena nelF Africa occidentale, sotto la di Roan colla carica di Cancel-
la metropoli d' Adramito, chiamata liere del regno. Sostenne anche
pure Foria. Bonifazio, unico vesco- l'ambasceria del re cristianissimo
vo che si conosca, si trovò al con- presso la santa Sede. Fu creato a's3
cilio di Cartagine, celebrato l' anno dicembre 1 356 cardinale assente del
484j ed è il terzo dei quattro ve- titolo dei santi apostoli da Innocenzo
scovi che dichiararono ad Unnerico VI, dimorante allora a Villanova,ed
re de' vandali la professione di fe- il quale ad istanza de' due porpo-
de de' vescovi cattolici contro la rati legati nelle Gallie, gli mandò
setta dei donatisti. il cappello cardinalizio. Ebbe la le-
FORCHEIM o FORCHAIN. Cit- gazione nella Sicilia e nell' InghiU
tà della Baviera, circondario del terra per conciliare la pace tra -
sidiale, sulla riva destra della Re- tima d'anni quarantasette del con^
gnitz al suo confluente colla Wie- tagio in Avignone, dove ebbero se-
sent. Prima apparteneva al circolo polcro le mortali sue spoglie nel
di Franconia, e dagli scrittori lati- i36r.
ni è chiamata Forchetta, Fartovia, FORFIAMMA o FORIFIAM-
Locoritum, Frutavia. E cinta di MA ( Forum Flaminii). Città epi-
mura e fosse, avendo qualche altra scopale antica d' Italia nell'Umbria,
fortificazione una collegiata,
: ha che fu rovinata dai longobardi ver-
due altre chiese, un ospedale ec. so l'anno 74° fu pur chiamata
:
schez de Vunivers dice che Forum cosa che gli procurò non pochi
Flaminii fu fatta vescovato nel nemici. Ma la virtù che lo accom-
quinto secolo. pagnava in qualunque si fosse il
Il p. Brandimarte nel suo Pice- di lui avanzamento, seppe vincere
no annonario, a pag. l47> dice qualunque maldicenza e contrarie-
che Foro Flaminio rimaneva nella tà che avesse fatto sorger l' invi-
via Flaminia tra Bevagna e Pon- dia. Ad istanza dello slesso prin-
tecentesimo piccolo villaggio della cipe, Paolo V nel 1607 a' io di-
valle Topina, e precisamente pres- cembre, altri dicono nel 1608, lo
servano; e che dalle di lei rovine, cificare 1' imperatore colf arciduca
danti i Viaggi [Vedi), e le Vii- i-elativi, Viaggi, ec, ne' quali è of-
foggiature de Papi (Vedi) 3 come flzio del foriere maggiore il pre-
ancora che nei tieni di città e cedere il Papa ne' suoi viaggi on-
nobile prende luogo nel frullone de allestire gli alloggi per la sua
col Cavallerizzo maggiore (Fedi), sagra persona, e per tutta la sua
terzo cameriere segreto laico par- corte, come fece il marchese Sci-
tecipante, col quale incede anche pione Sacchetti nel viaggio intra-
a piedi, e con lui ha comuni tan- preso da Pio VII quando si recò
to l'abito nero di spada, che le a Parigi a coronare Napoleone, nel
monture, essendo ivi descritto il quale il foriere maggiore ebbe l'in-
primo e le seconde. AH' articolo tero carico della direzione del viag-
Cavallerizzo , sono riportate di- gio ed alloggiamenti, e la soprain-
verse notizie che riguardano il fo- tendenza generale. Nel 1724 per
riere maggiore. Il foriere mag- impotenza del maggiordomo, il fo-
giore non solo nei treni di città riere maggiore d. Girolamo Colon-
precedeva a cavallo il Papa , ma na ne supplì le veci , in ciò che
nelle gite alla villeggiatura di Ca- ilmaggiordomo fa al cadavere del
stelGandolfo , egli col cavalleriz- defunto Pontefice prima di chiu-
zo maggiore cavalcavano agli spor- dersi la cassa, cioè nel cuoprire il
vito, fece dono di tali dipinti al solito si apri dai cavalleggieri, dal-
Pontefice.' Nelle cavalcate pubbli- le lancie spezzate , dal marchese
che per le cappelle della ss. An- Gio. Patrizi Chigi Montori suo fo-
nunziata, di s. Filippo, della Na- riere maggiore, unitamente al conte
tività Maria Vergine, e di
di s. Petroni romano cavallerizzo, i quali
Carlo, in principio di esse dopo i erano succeduti dai valigeri de' car-
cavalleggieri e le lancie spezzate dinali medesimi soggetti in egual
: i
Alessandro Vili nel 1690 fece fo- tuoso signore, e la descrizione del-
riere maggiore Urbano Rocci, che le solenni esequie, assistite dal mag-
continuò ad esserlo con Innocenzo giordomo, dal maestro di camera,
XII, e con Clemente XI. Innocen- e dalle cariche palatine; avendo
zo XIII nel 1721 nominò foriere cantato la messa monsignor sa-
maggiore il suddetto d. Girolamo grista.
Colonna, che continuò ad eserci- La funzione delle esequie dei fo-
tare la carica sotto Benedetto XIII. rieri maggiori è descritta nei Dia-
Nel 1730 Clemente XII promosse ri di Roma, ai numeri che citere-
a questo uffizio il nominato mar- mo. Il numero 2068 dell' anno
chese Capponi, al quale nel 1740 1730 descrive quelle di d. Giro-
Benedetto XIV nominò in coadiu- lamo Colonna celebrate in s. Ca-
tore il marchese Gio. Patrizi Chi- terina de' Funari , ove cantò la
gi Molitori, che nel 1 746 diven- messa monsignor Leoni guardaro-
ne effettivo per morte del prede- ba, coll'assistenza de' cantori della
cessore, e servì pure Clemente XIII, cappella pontificia, e l'intervento
e Clemente XIV sino al 1772 in di tutta la camera segreta, com-
cui morì, ed il Pontefice ne riem- presi i camerieri di onore, e i ca-
pì la vacanza col marchese Camil- valieri di spada e cappa. Il nu-
lo Massimo generale delle poste. mero 4^4 dell'anno 1746 ripor-
Pio VI nel 177 5 fece foriere mag- ta la descrizione de' funerali fatti
giore il marchese Gio. Battista Col- nella chiesa di Giovanni de' fio-
s.
ligola, e nel 1794 per sua morte rentini al marchese Capponi, il cui
,
narra il funere fatto nella basilica stito co' sagri paramenti dai pala-
di s. Maria Maggiore al marchese frenieri è portato il Pontefice. A
Patrizi Chigi Molitori, ove oltre quel tale effetto a lui incombe, dopo
reverendissimo capitolo, assistè alla che il Papa si è assiso sulla sedia,
messa di requiem tutta la camera ordinarne l'innalzamento colla pa-
segreta. Ed il numero 2020 del- rola alzate^ come l'abbassamento
l'anno 1794 ci dà la descrizione colla parola abbassale: precede la
delle esequie pel marchese Colli- stessa sedia, e diligentemente invi-
gola. Il suo cadavere vestito in a- gila che sia portata in piano, con
bito di città venne prima esposto uniformità e con sicurezza : altret-
nel suo appartamento, ove si eresse tanto dicasi della macchina o ta-
vori, e rivede i conti degli artisti. fioriere rimette al decano della sa-
Allorquando il Papa va in sedia la pontifìcia, perchè sieno diramati
dietro, perchè sia portata dai pon- che monsignor maggiordomo è quel-
tificii palafrenieri e sediari , con lo che stabilisce i bussolanti che
egualità e sicurezza. Col medesimo debbono assistere i sovrani, o prin-
abito nelle distribuzioni che fa il cipi sovrani, come altezze reali ec.
rò sono dati ora dal bussolante tri famigliari del Papa, godeva la
sotto - guardaroba all'uditore del- , parte di palazzo, consistente in pa-
la rota genuflesso. Allorquando i ne, vino ed altro, e talvolta ebbe
bussolanti debbono intervenire nel- la medaglia d' oro, come apparten-
la cappella pontificia, o in qualche ne al ceto dei camerieri extra mu-
basilica o chiesa per sostenere le WS, riuniti poscia ai bussolanti. Al-
torcie nelle processioni, incombe al tre notizie sul sotto-foriere si pos-
sotto - foriere il destinare con bi- sono leggere negli articoli che lo
glietto i bussolanti che debbono riguardano, massimamente in quel-
portarle («jue' bussolanti poi the lo della Famiglia pontifìcia.
nj2 FOR FOR
All'articolo Maggiordomo (Ve- Castellano nell'opera intitolata Lo
di), si riporta come il foriere stato pontifìcio, della legazione for-
maggiore ed il sotto-foriere accom- livese, dice che molti furono i no-
pagnano tal prelato nella visita mi, varie le vicende, ed illusili si-
de' goti, mentre i longobardi dispu- micino, famoso per le alte sue ri-
lavano a' greci gli spaisi brani del- membranze, tanto perchè presso la
tero che alle violenze del re dei nella Bibliografia storica delle cit-
longobardi Astolfo, dopo la totale tà dello stalo pontificio , alcune
espulsione degli esarchi, e n'ebbe- delle indicheremo parlando
quali
ro in premio il nuovo nome di di Savignano), che ritiene ancora
serie in fine delle armi gentilizie cana, perchè Meidola sta nella dio-
di tutte le famiglie nobili 3 e del cesi dell' abbazia di Forlimpopo-
catalogo de vescovi e governatori li. Sono famosi nella Romagna i
ordine de' luoghi componenti tre lo Mutilo degli antichi galli. Essa
i
!
, , è,
F R FOLI kj7
strada che da Forlì
provinciale
, Teodorico re d'Italia. Ad altro mi-
porta al gran ducato di Toscana glio sopra detto palazzo eravi l'in-
morabile sua spedizione contro Ro- paese con buoni fabbricati, coll'ap-
ma, e per questa passò il contesta- podiato Spinello ; di Predappio ,
bile di Borbone nel iSij quando ,
coli' appodiato Rocca d'Elmicij e
andava a guerreggiare con formi- di Fiumana. Dall' amministrazione
dabile esercito contro il Papa Cle- municipale poi dipendono gli ap-
mente VII. Dipoi nel 1642 Odoar- podiati Cuscrcoli , antico castello
do Farnese duca di Parma , alla de' conti Malatesta, stato poi sino
testa di cinquemila cavalli per ricu- al 1797 feudo de' marchesi Guidi
perare Castro, fece allo in Civitella, del Bagno di Mantova, e Valdop-
vi si trattenne tre giorni, e la sac- piOy distrutto forte degli stessi couti.
cheggiò, perchè dalla famiglia Ma- Cesena ( Fedi), città vescovile
la testa, che teneva le parti di Ur- e distretto cui soggiacciono i seguen-
bano Vili, gli fu ucciso un alfiere. ti luoghi.
E qui noteremo che quella fami- Cesenatico. Borgo importante
glia cotanto potente pel dominio lungo la spiaggia marittima, eh'
esercitato su varie città di Roma- attraversato dalla strada che con-
gna , restò già estinta colla morte duce da Rimini a Ravenna. Fu e-
del conte Lamberto , ultimo figlio difìcato nel pontificato di Giovan-
del conte Cesare, feudatario di Val- ni XXIIJ, nei primi anni del seco-
doppio, avvenuta nel 1757. Pel ter- lo XV , e nelle sue vicinanze al
ribile terremoto del 22 marzo 1661, sud-est si additano le nuove Ta-
Civitella rimase quasi interamente verne Cossuziane ( ad novas Ta-
distrutta ne' suoi edilìzi, colla mor- bernas Cossuntianas ) eh' erano le
te di cento venlidue persone ; solo frontiere Cispadane della repubbli-
vi restò illeso il santuario di s. Ma- ca romana. JNe' suoi dintorni è il
ria della Suasia. Concorse allora a luogo della città di Ficocle sulla
rifabbricarla il governo pontificio via Reginia , che dagli Apennini
coli' esenzione dai tributi per ven- giungeva all'Adriatico qui va no- :
i
96 FOR FOll
porlo del territorio di Cesena, Mat- do, che la romana famiglia Sabi-
teo Zacchiroli pubblicò nel 1783 niarta vi possedeva, la quale dal me-
un opuscolo in Cesena intitolato : desimo borgo antichissimo ripete
Saggi sopra l'aria del Cesenatico. la sua origine, e probabilmente da
Sarsina (Fedì), città vescovile. un Caio Sabino. Dapprima fu edi-
Sogliano, Sullianum. Borgo si- ficato il borgo nel rurale villaggio
tuato sopra un colle , a pie del che ora dicesi S. Maria in Castel
quale scorre il Fiumicino , che ad Secchio, e quindi trasferito nell'a-
una stessa foce col Pisciatello si get- rea odierna. V^i scorre il Fiumici-
ta nell'Adriatico. Secondo l'Amati, no, sopra il quale è il ponte di mar-
Sogliano deriva dalla gente Sullia, mo costruitovi da Ottaviano Au-
o da Siila , ovvero die cjuesta gusto nel suo settimo consolato, sot-
provenne da Sogliano. E cinto di to il qual ponte credè taluno che
muraglia ed ha una bella chiesa
, vi passasse l'antico Rubicone. Dal
parrocchiale, dedicata a s. Lorenzo, secolo XIV in poi si è menato gran
e nominata dal Pontefice Lucio li rumore per riconoscervi il Rubi-
in una sua bolla^ oltre alcuni edi- cone a preferenza del Luso rimi*
flzi di qualche rilevanza. Abbraccia nese e del Pisciatello. Viene loda-
le comuni di Borghi e di Ronco- to il dotto savignanese Basilio Ama-
freddo j l'etimologia di Roncofred- ti , che per amore di storica veri-
do venne da un'altissima torre che rità, nelle sue ricerche non conven-
quivi esisteva in tempi antichi , e ne colle opinioni del degno geni-
chiama vasi la Rocca fredda per la tore, né nella sentenza del rispet-
sua altezza; qui fu assassinato alla tabile arciprete Nardi, che aggiudi-
mensa il conte di Chiazzolo dallo cato sia per sempre il Rubicone
zio Patidolfo Malalesta neliZi^. a' savignanesi , invece si decise per
Vi sono gli appodiati Monte Co- 1' Urgone o Pisciatello, Piscinia-
druzzo, Monte Leone e Sarrivoli num. Vedi Pasquale Amati Dis- ,
non che vari montani casali qua e sertazioni tre sopra alcune let-
là sparsi. Dipendono poi dalla comu- tere del doti. Bianchi , e sopra la
nale amministrazione gli appodiati moderna iscrizione savignanese , e
Montebello, Monte Gelli, Monte Tiffì il Rubicone degli antichi, Faenza
e Rontagnano con diversi villaggi mi- 1761. Dissertazione seconda sopra
nori , oltre sette rurali parrocchie. alcune lettere del doti. Bianchi , e
Alberto Fortis, scrisse la Memoria sopra il Rubicone, Faenza 1763.
sopra la miniera di carbone di So- Gabriele Maria Guastuzzi, Confer-
gliano, Cesena 1790. Il p. Flami- ma e difesa del parere sopra il
nio da Parma, nelle sue Memorie Rubicone degli antichi. Lettera di-
isloriche delle chiese e conventi dei retta al p. Calogerà contro una
riformali della provincia di Bolo- lettera scritta al Randelli in con-
gna, stampate in Parma nel 1760, futazione della scrittura del p. Ser-
non solo tratta del convento di ra contro i riminesi ed i sarcange-
s. Croce di Sogliano, ma sull'ori- lesi in proposito del Rubicone. Si
gine, progressi e signori di Soglia- legge nel tona. nuova raccol-
I della
no stesso. Parere so-
ta degli Opuscoli scient.
Savignano, Sabinianum. Borgo pra il Rubicone degli antichi, Ve-
posto in piano, già esteso latifon- nezia 1749- A. carte tor v'ha la
FOR TQ7
descrizione del ponle di Sa vignano. per le sue mura. Insigne è la sua
Nella questione nata tra i cesena- collegiata di s. Lucia, alla quale do-
ti, i ri ni inesi e i savignanesi per nò Clemente XIII il quadro che
attribuirsi ognuno il Rubicone, il adorna l'altare maggiore; la chie-
Guastimi difende i savignanesi. 11 p. sa matrice è antichissima d'origine.
Gio. Angelo Sena gli si oppose con Vi sono pure altre belle chiese, co-
l'opera intitolata: Fiume Rubico- me quelle di Rocco, di s. Salva-
s.
78 dell'opera seg. dell' istesso au- nicipale. Poggio de' Berni fu gover-
tore Supplemento alla cronica di
: nato dai duchi di Urbino sino dal-
ì e nicchio terra della diocesi di la più rimota età di quella possente
Monte Scucialo (da Clemente VII magna, essendo il suo archivio an-
concesso ai conti Bagno, con forte teriore di 37 anni a quello di Ri-
torre, e borgo con buoni fabbrica- mini vi fu di residenza un prelato
:
sca. Vi sono poi direttamente com- gnano, fortificato nel i44 2 P ei cul »
"
bagni molto antichi, da' quali do- la cosa, sembra certo che una por-
vè nascere questo paese, col suo zione di que' popoli fabbricarono
piccolo borgo; di Monte Gridolfo, questo paese. Accennate le princi-
edificato nel 337, perchè Tanti-
1 pali cose che riguardano la provin-
co paese crollò in gran parte ; di cia e legazione di Forlì, ed i luoghi
Monte Fiore, che nella sua origine principali esistenti ne' suoi tre di-
FOR FOR 20
capitale, quanto antica, altrettanto volta posto l' orologio , opera di
celebre. irate Gaspare domenicano, profes-
Forlì, Forum Lh'ii, bella ed il- sore eccellente ed ingegnere. Di poi
lustre città, giace in una spaziosa, il famoso meccanico Arbario Praga
ridente, ed aperta pianura, alta di fabbricò il grande orologio della
sito, esposta a tutti i venti, che pubblica torre in cui segnava sette
col loro spirare allontanano ogni mostre, quattro cioè sulla facciata
cattivo vapore, e perciò in aria due all' arco prin-
della stessa torre,
mollo salubre. Questo monumento cipale della piazza in oggi atterrato,
della consolidata romana grandez- e la settima in mezzo alla gran
za trovasi fra i due fiumi Ronco volta del pubblico salone del palaz-
e Montone, ambedue presso gli an- zo governativo: nel 179J questo
tichi celebrati. Le vecchie .mura co- artefice restaurò l'opera sua. Nel
stituivano un tempo la sua difesa, 1824 si die compimento al locale
e le rocche di porta Ravaldina e pel giuoco del pallone, eretto nella
di porta Scbiavonia sono abbando- più parte colle offerte spontanee
nate. Grande per 1' area, e magni- de' cittadini, di fianco alla barriera
fica -pel disegno e pei nobili edi- di porta Gotogni oggi Pia. Nel
fìzi è la maggior piazza, la quale 1827, a spese del conte Domenico
ha vanto fra le più belle cY Italia. Matteueci, si terminò la facciata
Ne forma la principale decorazione dell' ospedale. Anco le vie ingran-
l'amplissimo palazzo governativo, dite e raddrizzate , specialmente
che deve la fondazione al valoroso quella del Corso, ne rendono l' a-
legato il cardinal Egidio Albornoz spetto imponente; e grato campo
spagnuolo, agli Ordelaffi ed ai Riari al giocondo trattenimento e pas-
molti abbellimenti, ed suo ridu- il seggio de' cittadini offrono i pub-
cimento nell'odierna maestosa ed blici giardini pochi anni addietro
elegante forma ai nuovi destini ed aperti. Dopo l'antichissima chiesa
onorificenze che le toccarono, dopo Ravennate, ha nella Romagna la
essere tornata al rango di metro- sede episcopale di Forlì i primi
poli provinciale e di legazione apo- onori, siccome diremo per ultimo.
stolica, e perciò residenza del car- La chiesa cattedrale risponde alla
dinal legato di Forlì. Il salone che maestà della sua destinazione, e vi
servivauna volta ai consigliati ra- si venera la prodigiosa immagine
dunamenti , era dipinto non da della Beata Vergine Maria detta
Raffaello, come molti crederono, ma del Fuoco, per essere stata preser-
da Livio Agresti , insigne artista vata dalle fiamme, verso la quale
forlivese, contemporaneo di
quasi massimamente coli' annua rimem-
Raffaele medesimo. Le pitture in branza, i circostanti popoli in gran
legno poste al soffitto vennero con numero concorrono. Sontuosa è la
moderni trova menti estratte per cappella che s'incominciò a costrui-
intero, ed altrove trasportate. Det- re nell'anno 1619 con disegno del
to salone ridotto a nuova foggia p. Paganelli domenicano, architetto
e oggi frapposto agli appartamenti di Paolo V, per gli ornati d'oro
occupati dal cardinal legato. e d' argento, per le dipinture, mar-
Nel febbraio i3c)4 sulla torre del mi, ed altri pregi il bolognese Car-:
pubblico palazzo venne per la prima lo Cignani col suo esimio pennello,
2oi FOk 1 OR
vagamente effigiò l'Assunzione della merita di essere, per fabbrica di
B. Vergine in cielo; e condotta al mattoni, fra le torri principali an-
suo termine vi si collocò la men- noverato, ed aggiungo che servirà
zionata miracolosa immagine. Deve a perenne testimonianza dell' opu-
avvertirsi che il Cignani dopo aver lenza e potere della città di Forlì
dipinto in Forlì la cupola, fu fatto in quei tempi. Le molte altre chie-
nobile della città, ove essendo mor- se sono pur grandiose, e ricca-
to ed avendovi piantato famiglia, mente dotate, molte essendovene
viene chiamato forlivese. Mentre in cura dei vari ordini religiosi di
era vescovo di Forlì monsignor ambedue i sessi, come poi si dirà.
Giacomo Teodoli, ai 20 ottobre Vi si osservano vari dipinti dei
i636 segui la traslazione di tal sa- forlivesiMelozzo, Palmezani, Livio
gra immagine nella tribuna costrut- Agresti , Francesco e Pier Paolo
ta appositamente, con apparato so- Menzocchi, Andrea Felice Bondi,
lenne di ecclesiastica pompa. Di non che di Guido, del Guerrino,
Giuliano Becci abbiamo II fuoco : del Maratta di Carlo, Felice, e
,
di Forlì, all'anno 1178 narra che struzione in Forlì, del conte Sesto
si principiò la fabbrica della torre Matteucci forlivese, Faenza 1 84-3
di s. Mercuriale
con architettura , pel Conti. Vi ha pure una cassa di
di Francesco Deddi, ed ebbe ter- risparmio, la quale fiorisce al pari
mine nel 180; edilìzio che per
1 di qualunque altraj serbata la de-
l' altezza, proporzione, e comodità bita proporzione in tutto.
di scale,, polendovi anche un giu- Nella pregiata ed interessante o-
mento salire sino alle campane, pcra del conte Sesto Matteucci si
FOR FOR ao3
fa la storia degli spedali di Forlì, o istituto accademico forlivese sta-
di quello degli esposti , del monte bilito 1818, ec. ec.
nel ,
rale dei pii istituti comunali ; del- mura della città dalla banda di mez-
le condotte mediche e chirurgiche zogiorno ed occidente, passa per
della città ; dell' istituto s. Carlo mezzo la città un canale delia sua
Borromeo , antica compagnia della acqua, che comincia dalla villa
carità ; dell' ospizio de' pellegrini ; Calanco da uno due rami o
de'
dell'eredità Orsi, cioè di quella la- fiumi, de'quali è composto il Mon-
sciata nel 1771 dal conte Checco, tone, e finisce nel fiume Ronco
con la quale dispose che si cele- nella villa detta Coccolia. Antica-
brassero delle messe, e si sovvenis- mente con un ramo, e poi tutto
sero annualmente poveri della i intero, il borgo Schiavonia attra-
città, ma Clemente XIV autorizzò versava , sopra la ripa del quale
che invece delle messe s'istituissero era situato il tempio della ss. Tri-
due mansionerie per la cattedrale nità, antico duomo, scorrendo sot-
col fondo di tremila scudi, ed e- to il ponte d' un sol arco, detto
gual somma si erogasse per le det- de'Morattim, per avere questa fa-
te limosine; dell'istituto de' men- miglia ivi intorno abitato: ponte
dicanti sotto il titolo di s. France- che per la sua bellezza mostra ,
sco Regis ; del conservatorio delle che fu fatto in quel secolo, quan-
mendicanti sotto quello di s. Anna; do all' ombra della grandezza ro-
dell'orfanotrofio d'ambo i sessi; mana fiorivano le scienze e le ar-
della congregazione generale de' pii ti più nobili. Egli era tutto di
istituti ecclesiastici; dell'istituto per sotto intonacato di marmo, e co-
dotare le zitelle; della spezieria pei sì bene unito, ch'era lodato da-
poveri; dei ricoveri privati Albici- gl'intelligenti, come si vedeva in
ni, Maioli e Matteucci ; dell'istitu- quelle partinon corrose dall'acqua
to Teodoli ; della cassa di rispar- e dal tempo: questo ponte è oggi
mio; Bea-
della confraternita della interrito, e se ne vede solo un
ta Vergine del fuoco. Delle scuole magnifico vestigio nel cortile d'una
normali; del ginnasio Cesarmi Maz- casa privata, posta sul menzionato
zoni ed unite scuole comunali; del borgo di Schiavonia. Questo pon-
seminario vescovile ; deli' eredità te di antichissima costruzione ro-
Tartagli] Mervelli; delle istituzioni mana formato d' un solo
essendo
per mantenimento di giovani a arco non poteva contenere che
studio ; della libreria pubblica ed le acque del torrente Acquacheta,
unita pinacoteca ; delle accademie ricordato dal poeta Dante nel XVI
letterarie de' Filargiti , di quella canto dell'Inferno. Siccome poi a
Ecclesiastica fondata nel 1699 dal motivo delle forti pioggie strari-
can. Maldenti, di quella dell'Odor pando innondava sovente la stra-
letterario istituita nel iyiodall'ab. da della città, Scarpetta II Oide-
Pellegrino Dandi, di quella degl'/e- laffi nel 1042 fece condurre l'ac-
neutici eretta nel 17^9, di quella qua di questo nell'altro in poca
di Giove Crelense fondata nel iy55 t distanza, chiamato Rabbi , e per
de' Monomonici eretta nel 1
784 , l'unione medesimi formando il
de'
de' Ponerasti, dell' ateneo forlivese corpo intero del fiume la figura
so; FOll la)!!
di una testa venne
di montone , rono nel 1616. Gli ordini, le
nuove leggi dai dottori Antonio prima eranvi queste parole: sigil-
Denti, Assalonne Savorelli, Pier- LUM COMMUXITATIS FOROLIVII, e po-
paolo Agostini, Ottaviano Aspini, scia sanctus valerianus
: martyr
e Bernardino Albicali , e dietro PROTECTOR C1V1TATIS FOROLIVII. Il me-
superiore approvazione si pubblica- desimo imperatore die facoltà alla
FOR FOR 2o5
città di battere moneta, laonde nel- Marchesi per cura di Ottaviano
l'anno «496 Caterina Sforza si- Petrignani segretario dell' accade-
gnora di Forlì, si valse di tal pri- mia, ha dato le Memorie isto-
ci
sta antica accademia, e quasi an- vili, per dottrina, per arti, per va-
data in disuso, fu con saggio con- lore nelle armi, e per altre egre-
siglio nel i652 ravvivata median- gie qualità lodati e famosi. Il no-
te le cure di molti virtuosi della minato Giorgio Marchesi ci diede
medesima, e particolarmente di Si- le Vitae virorum illustrium Foro-
gismondo Marchesi cavaliere di liviensium, Forolivii typ. Pauli Sil-
Pisa, e primo principe all'accade- vae anno 1726. In Forlì per An-
mia, laonde potè nel i655 cele- tonio Barbiani nel 1757 fu stam-
brare le lodi della detta Cristina pato il libro che porta per titolo:
di Svezia degnamente, ed alla sua Lustri antichi e moderni della
presenza quando passò per Forlì città di Forti, colle memorie dei
nel recarsi a Roma. Giuseppe Ga- suoi più celebri cittadini.
vulTi Malatesta, nella sua Italia A voler far menzione degl' illu-
accademica, ha trattato pure del- stri forlivesi sarebbe argomento as-
l' Accademia di Fora. Giorgio sai copioso, per cui qui ci limite-
206 FOR POR
remo accennare dopo i santi, beali, le notizie de* quali sono riportate
e cardinali, solamente i principali, nel Dizionario alle loro biografie;
mentre di altri se ne fa memoria e Paolo Orsi Mangelli dal regnan-
nel progresso dell'articolo. Molti te Gregorio XVI annoverato al sa-
forlivesi furono pretori, podestà, gro collegio nel concistoro de' 27
prefetti, governatori, e capitani del gennaio i843. Per la di lui pro-
popolo delle più nobili e potenti mozione al cardinalato il magistrato
città d' Italia, occupandone le prin- di Forlì colle stampe del Bordun-
cipalimagistrature. I santi sono s. dini pubblicò un opuscolo in cui
Mercuriale, s. Grato, s. Marcello, sono raccolti i poetici componimen-
s. Valeriano e compagni martiri di ti che celebrarono si meritata esal-
cui si parlerà, e s. Pellegrino La- tazione. Né va qui taciuto che sino
gosi de' servi di Maria. I beati so- dai 2 febbraio del 1822 siede ono-
no Marcolino Arnanni domenicano, ratamente nel sagro tribunale della
morto nel 1397, cui il vescovo Ni- rota il forlivese Giuseppe Bofondi,
colò Asti eresse un nuovo deposi- eh' essendone divenuto il decano ,
to Nicolò Solombrini minor con-
; giusta il costume de' benefìci Pon-
ventuale, morto in Cingoli nel i443 tefici, ancor lui sarà fregiato della
circa ; Bonaventura Tornitili servi- dignità cardinalizia. Questo rispet-
ta grande teologo e predicatore
, tabile prelato fu sostituito nell' u-
apostolico, morto nel 1490 io U- ditorato di rota, per la provincia
dine, da dove fu trasferito il suo di Romagna, a monsignor Zinuani
corpo in Venezia nella chiesa dei ravennate defunto in Cesena.
Servi i beati poi Geremia Lam-
: Il più antico illustre forlivese è Cor-
bertenghi comasco Giacomo da , nelio Gallo, dall'imperatore Augusto
Venezia, Giacomo Ungarelli pado- fatto pretore e legato o primo pre-
vano, ed altri servi di Dio, mori- fètto di Egitto, non che luogotenen-
rono in Forlì, ed ivi si venerano te e tribuno : armi
fu valoroso in
i loro corpi. I .cardinali forlivesi e nelle lettere, ma da favorito per
sono Alberto da
Teodoli crealo essere troppo libero nel dire cadde
Onorio 127 ; Gregorio Teo-
II nel 1 in disgrazia del principe, e si pri-
doli fatto da Innocenzo III nel 1 2 1 3; vò di Gerardo abbate gene-
vita.
Stefano Nardini promosso da Sisto rale de' monaci camaldolesi sinché
IV nel i473, fondatore in Roma visse. Tra migliori discepoli di
i
vio la chiamò civitas vetusti nomi- diceva far quella strada per con-
nis ,
potendo essere stata fondata giungersi col fratello il formidabi-
con altro nome di quello che an- le Annibale nell' ultima Calabria ,
diamo a narrare, per molti anni ove l'Otto Asdrubale si era ritira-
innanzi, a cagione della memorata to. Essendo dunque stato M. Livio
acque. Si vuole che prima del Sa- mente avrà reso ragione ai soldati
linatore, Forlì fosse già di non or- ed ai paesani, e avrà a ciò desti-
dinaria considerazione, e forse ori- nato il foro ov' è Forlì, giacché
ginata dagli antichi etruschi. Cer- 1' autorità di proconsole era come
to è che il suo nome è Forum Li- quella del pretore. Caio Livio Sa-
vii, o come altri dicono Forolivìum linatore fu console conM. Valerio
o Forlivium, e nel nostro idioma Messala l'anno 562 di Roma; ven-
Forti, Furti, e Forolivio, cioè Foro ne in questa provincia con eserci-
di Livio, perchè ivi esistendo un to a rendere ragione essendogli ,
Lucio Ermio ricordevole del be- Livia discendeva dai Salinatori. Non
neficio , co' suoi compatriotti fece si deve tacere che prima di tale
fabbricare per loro stanza molte epoca , in questi luoghi erano ac-
abitazioni col nome di Livia ,
per cadute non poche battaglie e sac-
cui venendo il sito frequentato dai cheggi tra i partigiani di Mario e
popoli circostanti, divenne popola- quelli di perchè quivi erasi
Siila,
Livhis ecce : fuit romanus con- queste volle dedurai essere stata
Hujus, et liane voluti terram in- prie leggi e statuti,che fosse di-
coluisse Quirites chiarata municipio dai romani e ,
mano, per essere stata più costante, cato del Friuli in compenso, e po-
ed ultima ad uscire dalla sua si- scia fu elevato all' impero. Qui va
gnoria ; benché altri stimino che notato che tra gli altri Berengario
Romagna significhi quasi Roma ma- arrolò con alcune truppe un capi-
gna, che se quella veniva composta tano di Germania, chiamato Aloro
da sette colli, questa di sette città, dell' Affla ossia d' Alfia, che lasciò
Cancellieri riporta alcuni autori che nassero i cittadini in varie parti ri-
trattarono di questa famiglia, nella fuggitisi. Avverte il Bonoli che la
Dissert. intorno agli uomini dotati storia di Forlimpopoli non ammet-
di gran memoria, ec, a pag. 7, te che la riedificazione fosse opera
parlando dell' incendio del palazzo dei forlivesi, ma solo la ristorazio-
di Pino degli Ordelaffi in Forlì. Il ne, adducendo in prova che For-
citato Francesco Sansovino, nel suo limpopoli dopo la rovina cagiona-
Ristretto delle più notabili e famo- tagli da Grimoaldo continuò ad
se città d' Italia, parla pure della avere i suoi vescovi, e nel 709
città di Forlì. Questa città e terri- fornì considerabili soccorsi all'arci-
torio non solo furono confermati in vescovo di Ravenna ; però non
sovranità della santa Sede da Lo- manca di addurre altre prove che
dovico I imperatore, ma passato favoriscono la riedificazione di For-
l'impero dagli italiani Berengari nei limpopoli fatta dai forlivesi. Lo
tedeschi, altrettanto fecero Ottone Scarpetta fece pure tagliare il fiu-
I, Rodolfo ed altri imperatori, co- me A equa vi va, ed unirlo all'altro
me si ha da Giacomo Cohellio, ramo del Montone sopra Forlì mez-
nella sua Notitia. zo miglio, mescolandosi prima con
Neil' anno 997 tra alcuni prin- quello, passata la città verso set-
cipali della città di Forlì, anch' essa tentrione; e dove in parte scorreva
alle fazioni e guerre civili di quei il fiume, mandò poscia il canale,
tempi sottoposta, suscitaronsi tali sopra cui fabbricò due ponti con-
nimicizie e discordie che col favore tigui alla piazza maggiore, uno
di molti cittadini e parenti de' di- detto del pane, 1' altro de' cavalie-
scendenti d' Aloro, furono introdot- ri : quello del pane essendo caduto
ti Scarpetta e Sinibaldo Ordelaf- fu riedificato nel I2i4- Divenuto
fi, e fu allora che seguì la resti- imperatore nel io56 Enrico IV,
tuzione a tal famiglia de' suoi beni questi per la sua condotta s' inimi-
e castella. La prudenza però di cò colla santa Sede, che travagliò
Scarpetta lungi dal fomentar le dis- colle armi, e fu cagione di scisma.
,
sola città. Diede molto a sospettare vincia un suo residente col titolo
al resto di Romagna un tale ac- di conte, volendo con tal mezzo
cordo, nelnon facendosi
quale a poco a poco riassumere l'antica
alcuna menzione del Papa o della giurisdizionedell' impero in que-
romana Chiesa, suprema signora ste parti. nuovo ministro in pro-
Il
Romagna, die notabile rotta ai bo- accordi col pretore; oltre a ciò i
se anche Forlì all'ubbidienza, che gar mille lire ai forlivesi, non so-
nell'anno seguente concorse a co- lo perchè questi si preparavano
stringere Marcoaldo di cedere alla a nuovi attacchi, ma per aver il
me del contagioso morbo che de- da Tricano col solo titolo di con-
cimò le popolazioni, pel flusso con- te; ma per la discordia suscitatasi
tinuo del sangue dal naso. Mo- col Pontefice svanirono i disegni
mentaneo fu il conquisto di Cer- de' ministri imperiali. Lunga lite
via fatto da' forlivesi per la prov- si agitò tra il pubblico di Forlì
visione de'sali, cui segui la guerra e Pietro abbate di s. Mercuriale al-
cidio di Castelleone fatto senza lo- l' abbate. Inoltre i forlivesi riedi-
FOR
ficarono le Caminate, terra nobi- tefice dall'Imperatore. Ritornato pei
le sui monti di Forlì, già distrut- conte diRomagna Blanderate, For-
ta dagl'imperiali quando vi espul- lì,Ravenna, ed altre città si di-
sero i Belmonti che n'erano i si- chiararono per Federico II, e la
gnori: edificarono pure o amplia- prima fornì il conte di soccorsi a
rono Melidonio o Melidolo forse danno de' bolognesi, opinandosi da
Meldola. alcuni essere allora Forlì capo di
L'anno 121 3 fu l'epoca in cui provincia. Nel i23o l'imperatore
Castrocaro fu debellato dai forlivesi. si recò in Romagna, fece il suo so-
Questo luogo detto Salsubium da lenne primieramente in
ingresso
un vicino fonte di acqua salsa, so- Foilì, e dopo lunga dimora passò
vrastando al territorio di Forlì, in Ravenna, ove intimò un consi-
considerandosi qual frontiera ne fu glio generale degli oratori e pri-
creduto spediente 1' acquisto. I for- mati della città, sotto pretesto di
livesi n' erano stati signori prima voler comporre le cose d' Italia. Ma
della discesa de' longobardi in Ita- essendo stato Federico JI scomuni-
lio, indi concesso in feudo ad una cato da Gregorio IX per mancan-
famiglia particolare, trovandosi dal- za ai giuramenti di partir per la
Tra questi luoghi eravi compresa rono e cacciarono dopo lunga con-
MeldoJa, terra nobile non solo sog- tesa la parte guelfa, giacché Forlì
getta, ma ancora aggregata e fatta poteva dirsi allora metropoli dei
territorio forlivese, durò sino
e vi ghibellini, nò sembra probabile che
al 1282, dopo il qual tempo ebbe soggiacesse al dominio de' bologne-
a soffrire or sotto Forlì e suoi prin- si, anzi forlivesi ricusarono da lo-
i
cipi, or sotto d' altri varie vicende. ro il pretore, che per solito se-
Seguì nel 1242 grave questione condo l'uso doveva essere stranie-
in consiglio tra senatori , ed in ro, per impedir le gare fra i cit-
piazza restarono uccisi Nicolaccio tadini per divenirvi. Rensì Rolo-
Segafèni, eMarino Rafhnelli. L'an- gna ad eccezione di Forlì e di Ri-
no seguente i veneti all'improvvi- mini, soggiogò le altre città di R.o-
so assediarono Forlì, ma usciti dal- magna. All'esaltazione all'impero
le porte gli abitanti, con danno ri- di Rodolfo d' Absburgo , nel con-
tiraronsi gli aggressori, i quali po- fermare alla satita Sede le sue pos-
scia gli tolsero Cervia : non si co- sessioni, vi comprese la Romagna,
nosce qual mira avesse la repub- ma non perciò gl'irrequieti ghibel-
blica di Venezia, e si congettura lini si quietarono, che in Rologna
che facesse ciò a persuasione del erano capitanati Lambertazzi
dai
legato del Papa, ovvero per am- amici de' mentre capi dei
forlivesi,
pliare il suo dominio, per cui len- guelfi bolognesi erano potenti Ge- i
Calboli, castello poscia dai suoi si- per antiche ragioni alla romana
gnori riedificato nel pontificato di Chiesa, non doversi i suoi nemici
Martino IV, come famiglia poten- proteggere da Forlì , e che sog-
te fatta ricca di privilegi dall'im- giogati i forlivesi, gli altri ghibel-
peratore Ottone III, ed in Forlì lini venivano ad un tempo doma-
capi della fazione guelfa. In vista ti. Il Papa pertanto bramoso di
di avvenimenti sì prosperi, resa a riprendere le antiche giurisdizioni
tutti potenza de'fòr-
formidabile la di santa Chiesa ( che i forlivesi im-
livesi , Ravenna
Rimini a loro e pugnavano riconoscendo solo l'im-
sicurezza e quiete pensarono strin- pero a superiore, né valutando le
gere secolei amicizia e confedera- confermate donazioni di Rodolfo
zione, e già l'arcivescovo Bonifacio siccome non coronato in Roma per
avea sciolti dalle censure i mede- mano del Papa )
, e cedendo ai
simi forlivesi. Allora i bolognesi guelfi s' indispose contro i ghibel-
implorarono il soccorso del Pon- lini, intimò guerra a Forlì, che a
tefice ìNicolo III, che inviò loro il mezzo de' suoi ambasciatori, lungi
nipote Bertoldo Orsini, il quale dal prendere perniciose brighe col-
rappresentando il padre comune, la Chiesa, voleva discendere ad o-
con molto zelo conchiuse la pace neste condizioni. Gli emuli de' for-
fra i guelfi e ghibellini di Bolo- livesi impedirono che gli oratori
gna. Dopo la morte del Papa si in Orvieto potessero eseguir col
riaccesero le discordie, e i ghibel- Papa la loro missione ; in vece
lini bolognesi cacciali rifugiati ven- nel pontifìcio nome fu fatto loro
nero dai forlivesi in Faenza, ma intendere, che se Forlì voleva pa-
poscia per diverse cagioni stacca- ce cacciasse i bolognesi Lambertaz-
rono questa città alla divozione zi, e non convenire al Papa pegh
di Forlì, che spedì il generale Mon- antichi diritti che avea su Forlì e
tefellro a saccheggiarne il territo- suo stato, capitolar coi sudditi.
rio,quindi fece altrettanto su quel Provarono i a Mar-
forlivesi inviare
di Ravenna, ch'era divenuta l'asilo tino IV ambasceria compo-
altra
de' guelfi e de' ribelli di Forlì sta di ragguardevoli personaggi, al-
anzi udita la sedizione di Faenza meno per assegnar alcun luogo ni
avea danneggiato i confini dello Lambertazzi per loro rifugio, ma
stalo forlivese. dalla fazione contraria, alla cui te-
pia, uno de' primi capitani di Fran- uno a s. Martino, l' altro alla Ro-
cia, a cui il Pontefice avea
ed vere presso i prati del Cassirano.
dato in moglie una nipote: due Intanto Guido da Montefeltri ge-
furono i valorosi capitani pontifi- nerale de' forlivesi, dopo una gio-
cii di cognome Appia , il primo stra bellissima rappresentata il gior-
Guido , il secondo Giovanni , ciò no di s. Mercuriale, con la com-
die motivo che alcuni dissero es- parsa di trecento forlivesi a ca-
sersi Guido chiamato anche Gio- vallo riccamente abbigliati, profit-
vanni. tando del buono spirito ch'era nei
Guido per Firenze a
portossi suoi che fidavano ne' favorevoli
,
le città de' luoghi al suo governo convenne dagli oratori a nome del-
soggetti , il giuramento solito di le città di estrarre dalla provincia
fedeltà. ventimila fiorini paga dei
per la
Stefano rimise i Malatesta in Ri- soldati, guardia del conte ed altre
mini , ma volendo toglier la rocca spese ; nello stesso tempo Ildebran-
di Ravenna ai Polentoni ,
per far- do vietò alle città d' imporre tri-
la custodire ai ministri pontifìcii, ai buti, acciò prive di danaro non po-
16 novembre 1230 fu imprigiona- tessero assoldar gente, e sollevarsi.
to colla famiglia, e gravi tumulti Dipoi Ildebrando conciliò in Imola
seguirono. I Malatesta insignoriron- i Nordilii cogli Alidosii, alcuni dei
si di Rimini, i Calboli sebbene per quali stabilironsi in Forlì, da dove
lo innanzi parziali alla Chiesa can- passarono a Siena. Di ritorno a
giarono partito, ed il vescovo Pie- Forlì Ildebrando dissimulò l'affron-
tro d'ordine del Papa pubblicò in to fattogli da Mainardo , nel chiu-
Forlì la crociala contro i contu- dergli in faccia le porte di Faenza.
maci e nemici della Chiesa. Ma ai Morto Nicolò IV i Polentani e Mai-
20 dicembre con pena potè salvar- nardo costrinsero Ildebrando a fug-
si colla fuga, quando faentini i , i gir colla parte guelfa in Cesena, che
»9Ò FOR FOR
subito assediarono, dopo aver im- tuale, non che conte nel fempora-
prigionato il di lui fratello conte le, Pietro arcivescovo, il quale ben
Aghinolfo di nomena : Malatesta diverso dai precedenti, colle «ne
consigliò Ildebrando a ritirarsi in maniere nella sessione provinciale
Castrocaro come luogo più sicuro, tenuta in Imola a' io aprile no5
e questi qual conte e legato della pacificò i Manfredi con Mainardo e
provincia colpì di scomunica i coni- gli altri ghibellini, rimettendoli in
plici di tante sedizioni, non che i Faenza; a Guido Montefeltri ginn-
bolognesi per aver occupata Imola to a Forlì, restituì i beni confisca*
ed espulsi gli sebbene poi
Alidosii, ti al tempo di Onorio IV. Ciò non
placato gliela concesse. Quindi segui- pertanto Pietro fu accusato al Pa-
rano multe e bandi della vita con- pa di favorir i ghibellini, e perciò
tro i principali ribelli. gli successe Guglielmo Durando,
Inutilmente s'intromisero i ho- stato altra volta conte di Roma-
lognesi colle città , siccome quelli gna, il quale trovò i guelfi avvili-
che aspiravano al dominio di no- ti, e i ghibellini ovunque baldan-
magna; soltanto i forlivesi elessero zosi per la presenza di Montefeltri,
nell'agosto 1292 a pretore per sei per lo più dimorante in Forlì, che
di ciò notizia dagli assedianti, Scar- per la fòrza in cui fioriva la città,
petta Ordelaffi assunse l' incarico di ad onta delle calamità soiferte nel
liberar lagiungendovi
patria, e pontificato di Martino IV.
precipitosamente, dopo lungo com- Di poca efficacia riuscirono le
battere col favore del popolo, fu- anzidette minacce, per esserne com-
gò ed uccise i nemici, fra' quali messa la esecuzione alla sbirraglia
due Calboli, in tutto mille e tre- semplicemente, laddove erano sul-
cento nemici, facendo così memo- le armi intere squadre. Indi Ugitc-
rando il 12 luglio 1296. Nel se- cione prese Lugo e Castel s. Pie-
guente anno i forlivesi fecero sul tro, ed ipredarono il ter-
forlivesi
territorio ravennate liceo bottino, ritorio di Rimini. A mediazione di
poscia praticarono altrettanto sul Bonifacio Vili seguì la tregua tra
bolognese. 11 Pontefice licenziato il gli alleati e i bolognesi, subentran-
soccorrere con seimila fanti ed ot- livesi fidati nella sua amicizia de
tocento cavalli i bianchi di Firen- posero ogni timore , e fu accolte
ze, ove era pretore Fulcherio Cai- con dimostrazioni di molto giubi
boli di parte nera o guelfa; ma es- lo nella città, ov' egli tenne la die
sendosi ritirati i bolognesi temen- ta provinciale. Trasferitosi a Bole
do le mire del marchese d' Este ,
gna per ricomporre gli animi,
inefficace fu tale spedizione. fu espulso per sospetto di aderei
, ,
mitano; ed indi a non molto Ni- lo; ma gli Orgogliosi ritiratisi nel
colò Gilberto Santillo di Catalogna, palazzo pubblico, tanto si difesero,
il governo fu aspro e severo.
cui che il Santillo ebbe campo di giun-
Giunse in questo mentre in Italia gere al soccorso, e tutti uniti cac-
nel 1 3 i Enrico VII per coronarsi
i ciar gli aggressori, colla morie tra
imperatore a Roma, colla brama gli altri di Viviani Calboli, e il fe-
si accrebbero gli odii tra gli Or- vollero unire ,mandando il lega-
delafli e i Malatesti. Per le ver- to persona, che a nome della Chie-
tenze tra il Papa Lodovico di
e sa risiedesse in Ravenna. Solo For-
Baviera, in favore di questo im- lì, in cui dimorava il conte impe-
peratore molti stati d'Italia si col- riale, punto non temendo le forze
legarono, per il che i ghibellini ecclesiastiche, con 1' Ordelaffi per-
ovunque fecero audaci dimostra- sisteva contumace , e sarebbe sta-
zioni, ed in Romagna i forlivesi pre- ta stretta d'assedio dal cardinal Ber-
sero momentaneamente Lugo , ciò trando, se ad impedir il soverchio
che die guerra con
motivo alla potere di questi, i principi alleati
Faenza cui spettava. A mediazione di Lombardia, non gli avessero con-
del cardinal Bertrando Pouget, le- tro mosse le armi. Ma nel i33i
gato di Bologna si convenne alla , il legato, dopo avere ridotto alla
pace. Intanto i forlivesi inviarono sua divozione Rimiui, assediò For-
all'imperatore i loro ambasciatori lì iu due punti coi cesenati, rimi*
in Trento , ove comparvero quel- nesi, ravennati, faentini, imolesi e
li de' Visconti, Estensi, Scaligeri, bolognesi. Otto mesi durò l'assedio,
,
lì in Faenza, ove il cardinale ave- dalle città. Per mezzo de' ghibellini
va pubblicato la dieta provinciale. si ribellò pure Cesena, che istilla
Bertrando si portò a prender pos- pretore il conte di Ghiazzolo, e ca-
sesso di Forlì, con solenne ingresso pitano Francesco Ordelaffi, ambedue
equivalente ad un trionfo, col tre- di parte imperiale, anzi il secondo
no di mille cinquecento cavalli, ed corifeo del ghibellinismo, come lo
accompagnato da molta nobiltà. furono tutti di sua famiglia, ed
Cessate le guerre esterne , i for- inutilmente il cardinale soccorse la
livesi tornarono alle intestine di- rócca. B.avenna imitò l'esempio di
scordie, avvegnaché privati gli Or- Forlì, ed Astagio Polentani se ne
delaffi del dominio, i loro nemici rese signore in un a Cervia: Berti-
uccisero Paolo fratello a Francesco, noro eziandio fu tolta alla ubbidien-
ed Andrea Pontiroli loro congiunto. za pontificia. Il marchese d'Este po-
A nuovo conte in provincia giun- se l'assedio ad Argenta in compa-
se il conte d' Armagnac, mentre il gnia di Francesco Ordelaffo, il qua-
cardinal legato volendo occupare le per sospetti fece deporre il con-
to un general consiglio, fece mori- rocca della città di s. Leo, che pe-
re diversi nobili forlivesi che vi rò cede a Nicolò Monteleltri oc-
erano intervenuti, per rendersi più cupatola di s. Leo. Avendo Ful-
temuto a' popoli; indi munì la roc- cherio Calboli, fratello di Onestina
ca di Cesena, e fece spianar le con- madre di Francesco Ordelaffi, ven-
tigue case dei canonici. duto per sei mila fiorini Castroca-
Benedetto Xll da Avignone nel so a Francesco Manfredi, l' Orde-
i33G mandò conte della provincia laffi che lo desiderava arùontemen-
parte guelfa contro i ghibellini, tra' prode figlio e col solito di sua for-
quali primeggiarono Cesena e For- tuna , tolse lo stato al conte di
lì. 11 conte credendo agevole sog- Ghiacciolo. I Visconti, i Manfredi
giogarle, raccolto grossissimo eserci- e i Polentani, benché di opposte
to, un ai confederati da ambe-
in fazioni, temendo il risentimento del
due venne respinto. Nel i346 go- Papa si confederarono, e strinsero
dendo l'Ordelaffi senza disturbi la poi alleanza coli' Ordelaffi , e in-
signoria, il Papa nominò nuovo conte darno assediarono il conte Astorgio
Astorgio Duraforte; indi nel dicem- in Imola difeso dagli Alidosi.
bre del seguente anno passò per Ro- Nel i352 divenne Pontefice In-
magna Lodovico ìj re d'Ungheria, nocenzo VI, il quale con pieni po-
che andava a vendicar la morte di teri acciò ricuperasse in Italia lo
suo fratello Andrea re di Napoli. stato ecclesiastico usurpato dai ti-
due castelli, si fecero scorrerie sul con tre nipoti Cecco, Pino, ed
altri
Forlivese, e si assediò Cesena, per Isabella nati da Giovanni , esso
cui gli abitanti all'insaputa di Marzia pure figlio di Francesco Ordelaf-
cedettero. Costretta essa a ritirarsi fi, e da Taddea sorella di detta
nella rocca, la da più as-
difese Caterina, non che con due altre
salti con stupore de' nemici, che nipoti, figlie di Gentile Mogliani, i
cesse avere nelle sue mani la sorte tieri d'inverno, all'ultimo di apri-
della moglie, de' figli, e de' nipoti, le i3T8 s'accostarono di nuovo a
mentre che se egli avesse preso il Foilì, eprevedendo un lungo as-
cardinale, dopo tre giorni lo avreb- sedio un castello sul
costruirono
be fatto appendere per la gola. fiume Ronco, lungi due miglia dal-
«Si racconta ancora che una figlia la città, detto s. Croce, perchè l'e-
di Francesco, scongiurandolo ad rezione incominciò il giorno dell'In-
arrendersi per veder libera dal venzione della croce, in cui abitò
carcere la madre, l'uccidesse; ma quasi sempre ed un altro
il legato,
ciò non è sicuro. Il Rinaldi al- ne costrussero tra Forlì a Faenza
l'anno i355 narra le crudeltà e per impedire il transito de' viveri
bizzarrie dell' Ordelafìì, dicendo che nella città, e così più presto affa-
che Forlimpopoli soggiacque a tan- guerra del Visconti, e ciò per quie-
ta pena, per aver i cittadini tu- te di Romagna. Fu perciò reitegra-
multuariamente ucciso il proprio to Francesco Ordelaffo il grande
vescovo Ugolino, mentre gli esor- di Castrocaro, e del territorio di
tava a rendersi al legato. Dell' ec- Forlimpopoli-, ma cessato di vivere
cidio di Forlimpopoli, e della pre- in Venezia, il di lui figlio Sinibal-
tesa uccisione del vescovo meglio se do e i suoi nepoti entrarono in
ne tratta all'articolo Forlimpopoli. possesso. 11 cadavere di Francesco
Gran parte de' forlimpopolesi si e quello di Marzia, Cia o Zia sua
ricoverò in Forlì, da cui soprattut- moglie furono poscia nel i38o da
to si fece acquisto del corpo di s. Sinibaldo trasferiti a Forlì con mol-
Rufillo primo vescovo e protettore ta magnificenza, e deposti nell' an-
di Forlimpopoli, che non creden- tico sepolcro degli Ordelaffi in s.
FOR FOR »4*
Francesco. Fatto nuovo rettore del- nivano riguardati, ed unendosi coi
la provincia, con titolo di vicario, Visconti dichiararono la guerra , fo-
principe di Conciato signore di Cosse, Sinibaldo colle sue genti erano im-
parente del re di Francia, nel di lui mersi nel sonno, congiurati for-i
Brancaleoni di Castel Durante, don- alla cui testa era Giovanni, altro
na di singolare bellezza; ma Ga- nipote di Sinibaldo, per ristabilir
tello ; tal fatto attirò l'odio comu- legge nel Burali, Vite de'vescovi
ne sopra Sinibaldo , laonde Pino aretini pag. 88 ; e nel libro ititi-
FOR FOR 347
tolato Monumenti e notìzie istori- Cecco Ordelaffi nel i3()i si por-
che riguardanti la chiesa vescovile tò in Roma con Alberto d'Este,
sero la compagnia dei conti Lan- latesta s' inimicarono, recando dan-
per nobiltà domicello, e Baldo Bal- tenere gravi fatti d'armi. Nel 1 3<)t)
di notaio, per ambasciatori al Pon- si eccitò ne' popoli un fervore di-
tefice ad esternargli sensi di esul- voto , incedendo vestiti di bianco
tanza per la sua esaltazione. Bo- processionalmente di città in città,
nifacio IX concesse agli ambascia- di chiesa in chiesa disciplinandosi
turi la conferma per Cecco e Pi- e facendo orazioni con questo spi-
:
conoscendo 1' inerzia del fratello cettar il figlio Antonio per princi-
Cecco, e quanto era odiato dai cit- pe. Sopraffatti gli astanti da sì ina-
tadini, prima di spirare diede i con- spettato discorso, mancò loro la pa-
trassegni delle fortezze al vescovo rola per contraddire ; ma usciti
di Forlì Scarpetta Ordelaffi, figlio di palazzo riflettendo all'odio che
naturale di Francesco, ed alla pro- portava il popolo a Cecco , e
pria moglie Venanzia; laonde di- vergognandosi che avesse loro da
visa la città in partiti , molti ac- imperare un giovane che ne' vizi
clamarono Cecco , altri Scarpetta ,
somigliava il padre, si dimostraro-
il quale più prudente, e calcolan- no malcontenti. Quindi passati ven-
do le conseguenze cede i contras- tiquattro giorni , che fu a 3 set-
e rovinò molli cittadini ; dopo due scale il suo corpo che fra mille lu-
mesi il vescovo morì prigione ,
dibrii spirò infelicemente. In tal
e venne il cadavere trasferito in sommossa fu saccheggiato 1' erario
duomo. e il palazzo, imprigionandosi Cate-
Agli 8 dicembre r4oi Cecco eb- rina figlia di Giovanni Ordelaffi e
be da Bonifacio IX Ja conferma Francesca la madre : Antonio si
1 OR FOR 249
so quello de' fautori di Azzo di ta Sede. Nel 14.06 il Malatesta al-
Castelbarco figlio di Onesiina di
, leato del cardinale prese diverse
Francesco Ordelaflì. In Roma fu castella de' forlivesi, e questi gli re-
co altri pesi salvo il regime at- come era attualmente, restasse nel-
tuale, quindi il consiglio e i priori le mani del Papa, e nella cui roc-
decisi di difendersi, inviarono am- ca si ponesse presidio per la Chie-
basciatori ad Innocenzo VII. A'i7 sa insieme e pei forlivesi; finalmen-
ottobre il cardinal per due trom- te che in Forlì avesse di continuo
bettieri intimò la guerra, togliendo a risiedere un oratore pel Ponte-
alcune castella ai forlivesi, mentre fice. 11 cardinale ritornò a Bologna
Forlimpopoli si die alla Chiesa. Il accompagnato da una squadra di
legato fece mozzar la testa ad A- forlivesi a verde, e da una
vestila
sloigio Manfredi che di tutto av- di faentini a bianco e rosso, e colà
visava i forlivesi, i quali pei loro per tre giorni vi si fece giostre e
oratori implorando soccorso e pro- torneamenti l'onore di cui ripor- ,
zia, gli offrirono in dominio la cit- gli esercizi cavallereschi. Dipoi Gior-
tà, in più. luoghi della quale fece- gio ed Antonio Ordelaflì, il quale
ro dipingere l'impresa veneta di per la pace con bando perpetuo
s. Marco. Ma i saggi veneziani, co- erasi posto in libertà, senza suc-
me i fiorentini, si ricusarono, cono- cesso provarono occupar Sadurano,
scendo per esperienza essere van- indi abbandonarono
la Piomagna.
taggioso godere il favore della san- Vivevasi nella città tranquillamea-
,
guelfo partito. Intanto nel concilio piacere de' forlivesi , che ne fe-
Milano 1' Alidosi che poi si fece sendo morto di peste in Ri mini
religioso francescano. Presa cosi Tebaldo Ordelafìi, consegnò al Pa-
Imola, venne tratto dalle carceri pa Forlì Imola e Forlimpopoli,
,
Appena tornò Forlì sotto il re- tutto il primiero dominio. Poco dopo
gime della Chiesa, rimosso il bevi- il Piccinino tolse Bologna ancora
lacqua, fu dato a vescovo Lodovico all'ubbidienza della Chiesa, indi la-
farelli ebbe la sede d' Ancona per lui figlio, si recò in Lombardia per
prudenziali riflessi : Lodovico fu servire il duca contro i veneti. De-
persona eccellente per bontà e dot- luso lo Sforza dalle promesse del
trina, per il che nel concilio inco- duca, si accostò di nuovo alla lega,
delaffi eh' eravi conlui accorso. Nel prendendo Massa, Lugo, Bagnaca-
i438 Eugenio IV vedendo male vallo, Mortano, e Castel Guelfo;
amministrato l'ospedale de' poveri quando i ravennati dai Polentani
della casa di Dio ( che suppone- e dal duca si diedero alla repub-
va juspatronato della comunità ed blica di Venezia. A tali avvenimen-
anziani di Forlì) fa col lizzò i frati ti il duca convenne alla pace ge-
e monache del terz' ordine di s. nerale, che si concluse senza 1' in-
successi del Piccinino nella Marca Piccinino che di buon grado ab-
sui domimi dello Sforza, alla sco- bandonò il Visconti, perchè avea
perta di nuovo nemico si chiarì dato la sua figlia Bianca in moglie
del Papa, e tentò l'acquisto di Ro- al suo emulo Sforza. Nel 4-4 1 *
e superati gli ostacoli l' Ordelaffi Sforza con la sposa Bianca passa-
col Piccinino entrarono in città, ed rono per la città onoratamente ,
didi funerali da Cecco e Pino suoi fi- Ordelaffi feudatari della Cbiesa, che
gli, che gli successero pure nel prin- deputò nel i/±56 due cardinali per
cipato. Si ritiene che fosse Antonio 1' esame delle cose.
che cominciasse il palazzo del po- Cecco sposò Elisabetta di Astor-
destà, poi luogo di pubblica istru- gio Manfredi signore di Faenza ,
goni sua moglie, a' quali i figli che Ferrara ad ossequiare il nuovo
ilcompirono, vi aggiunsero lo stem- Pontefice Pio li. Nel 1 465 Pino
ma de' Manfredi cui s' imparenta- dopo aver scampato gravissima in-
rono. Nell'anno i/f^o ebbe prin- fermità , di cui è memoria in un
cipio in Fornovo il magnifico tem- altare di Francesco, prese in mo-
s.
razzo città d' Albania d' Epiro, fa- giorni. Avvi medaglia di Cecco col-
moso corsaro, eh' erasi convertito la sua effigie^ ed intorno l' iscrizio-
per detta immagine, per cui ivi ne Ciccus III Orddaphus For-
:
con essi i Teodoli e i Bifolchi, fa- les^e Pino Ordelaffi suo generale
miglie principali e partigiane di in Romagna e conservatore de'do-
Cecco. Nel medesimo anno a' 7 ot- minii clic vi aveva, in quella par-
tobre mori Barbara moglie di Pi- te cioè che chiamano Romagnuo-
no, clic siccome bellissima e di bon- la, per lo che furono fatte pub-
tà impareggiabile, fu dal marito bliche dimostrazioni di allegrezza :
pianta a lagrime inconsolabili , fa- s'aggiunse aver Pino nel tempo stes-
ro, e notabili furono gli altri dan- Forlì, ed ove mancavano le rifece.
ordinò in Forlì che si edificasse la cevuti dal maestra to, che loro pre-
cittadella alla rocca di Ravaldino, sentò le chiavi; e circa un miglio
avendo poco progredito dopo la fuori del paese aveali incontri
morte di Pino, per cui l'onore del- il clero, ed una turba di gio\
la. Perchè poi venne Forlì dal no- d' una chinea learda con gual-
vello signore destinata a sua resi- drappa e bardatura d'argento: que-
denza, volle pure ingrandire il pa- sta fu donna veramente grande
lazzo pubblico, e in tutte guise a- per somma prudenza, viril valore
dornarlo. Indi ad emettere in perso- ed avvenenti forme, le cui gesta
na gli ordini più. opportuni, a ri- furono celebrate da parecchi scrit-
formare il governo e consolare il tori rammentati dal Bonoli, Storia
comitiva di baroni, fra cui Gio- gioni, e richiamati gli esuli; indi si:
bria d' aiutar i' Estense già altac- governo de' suoi dominii ed alla sua
,
2 6a FOR FOR
residenza in Forlì, ove erano tor- faele Sansoni-Riario , ricevuto con
nati i seguaci degli Ordelaffi, ed molto decoro, col quale eziandio fu
ove a ristorare alquanto il popolo trattato per quel tempo che si fer-
de' danni sofferti nella guerra pas- mò nella città. Il dispendio a questi
sata abrogò il dazio delle carni, e tempi del conte era veramente esor-
feceabbondante provvista di fru- bitante, dappoiché oltre la numero-
mento, essendovene penuria. Eletto sa corte, e la copia de' provvigio-
Innocenzo Vili, questi confermò il nati, maggiore di quando ammini-
Riario a generale della Cbiesa, e strava i redditi di Sisto IV, ed ol-
ne' feudi da lui posseduti in Ro- tre ai presidii aumentati per l'oc-
magna ; per la qual cosa si diero- cupazione improvvisa di s. Mauro,
no in tutto lo stato pubbliche di- spendeva eziandio in edilizi immo-
mostrazioni di giòia. I figli di An- deratamente. Fece la volta alla na-
tonello Zampeschi non valutando vata di mezzo della cattedrale, ove
la vendita fatta dal suo genitore al pose il suo stemma, cioè Ja rosa
conte delle ragioni di s. Mauro, lo inquartata alla vipera, arme di Ca-
invasero a viva forza, senza farse- terina, perchè la casa Sforza era
ne dal conte rimostranza, temendo adottata in quella de' Visconti. Die
che vi fosse intervenuto il consen- compimento al monistero delle mo-
so del Papa. nache osservanti detto della Torre,
Caterina si sgravò di un figlio, cominciato a' tempi di Pino Orde-
con molta pompa battezzato a s. laffi; altrettanto ordinò pel chio-
Mercuriale, col nome di Giovanni stro de' frati di il qua-
s. Francesco,
Livio per allusione a Forlì , onde le caduto in gran parte appena ter-
far cosa grata ai sudditi; al sagro minato, si rifece di nuovo. Ciò non
fonte fu tenuto dal duca di Fer- pertanto continuava il conte prin-
rara, dal marchese di Mantova, e cipalmente a dar opera incessante
dal Malatesta: il Riario trova vasi per compire la cittadella, facendo-
già padre di tre figli, cioè Otta- vi quartieri, spaziosi appartamenti,
viano, Cesare e Bianca avuti in ampie stalle, e fosse profondissime
Roma; in seguito ebbe in Forlì tutte selciate; lavoro in cui con-
Galeazzo e Sforza. Aveva Innocen- sumò immensa somma di danaro,
zo VIII intimata la guerra a Fer- per cui si ridusse ad averne penu-
dinando re di Napoli, perchè ricu- ria. Spinto dalla necessità adunò il
sava il pagamento dovu- de' censi consiglio, ove con acconcio discorso
ti alla santa Sede per quel reame; richiese i cittadini a volergli accor-
laonde per Forlì marciò il Sanse- dale i dazi già da lui annullati,
verino in aiuto del Papa coll'eser- ma che pagavano a Pino Ordelaffi,
cito ed Ettore Zampeschi
veneto , e comechè erasi cattivati gli animi
fece colla sua spada
altrettanto de' gentiluomini principali , ne ri-
per cui videsi confermato ne' feu- portò l'approvazione generale. 11
alcuni vescovi si recò a Forlì dal gli aggrada senza riflessione, e fo-
parente Girolamo, il cardinale Raf- mentatori non mancano per accen-
.
che si chiamò Sforza, tra le gran- gomito appoggiato alla finestra che
di allegrie che perciò «i fecero: in guarda la piazza ragionava con un
questo anno tra duca
il di Ferra- savonese. Checco entrò senza am-
ra e il conte Girolamo insorsero basciata, perchè usava parlare a
alcune differenze sui confini terri- quell'ora al conte, e come riguar-
toriali, che alcuni arbitri accomo- dato famigliare. 11 conte al di lui
264 F0R FOR
arrivo gli si fece incontro dicen- Era Girolamo Riario d" umore ipo-
dogli: e. che va facendo Chccco condria), e solo dalla ciccia pren-
mio? e n'ebbe in risposta ferita mor- •deva piacere. La sua effigie con
tale nel fianco destro ,
per cui al- quella della consorte , e a" alcuni
zando grida in atto di rifuggirsi in de'suoi figliuoletti si vede in s. Gi-
altra stanza , fu sopraggiunto da rolamo di Forlì dei minori osser-
Pausecco e dal Ronchi, e percosso vanti, nella cappella de'lliari, pei
di più colpi, talcbè
stramazzato sul dogli Acconci, dedicata a s. Caldi-
pavimento spirò. Sbalorditi il sa- na, in un dipinto di Marco Pal-
vonese , il cancelliere e un came- meggiani, il quale neh' istcssa chie-
e per l' aiuto degli amici i corti- Pietro, es. Biagio. In presenza di essi
giani dovettero cedere colla morte i congiurali procurarono giustifi-
di alcuni. Non giovò a Caterina care il commesso omicidio, provan-
l'essersi assicurata in una camera, do con ragioni la necessità da cui
colla propria madre Lucrezia , coi furono guidati a pubblico bene, di-
figlie le damigelle prigioniera fu chiarando necessaria la morte del
condotta dai congiurati alla casa di conte; quindi per tema che Inno-
Cbecco. Ad avvenimento sì spieta- cenzo Vili avesse a x'isentirsene,
to, pendeva il popolo irresoluto, concordemente tutti conchiusero si
allorché Marco Scossaearro di For- avesse la -città a sottoporre alla
limpopoli e Carlo da Imola con Chiesa ; e vedendo propenso anche
altri sicari degli Orsi iniquamente il popolo a tal determinazione, in-
gittarono dalla finestra in piazza il viarono a Cesena un ambasciatore
cadavere del Riario : fu allora che per offrire Forlì a monsignor Gia-
la volubile plebe fattasi insolente, como Savelli governatore pontificio
senza ritegno entrò in palazzo, e di quella città. Saggiamente il pre-
con furia lutto pose a sacco , in lato titubò nell' accettare l'invito,
un ai denari della gabella e del non solo pel poco conto che deve-
salano, chiamando i congiurati con si fare d'un popolo ammutinato,
^schiamazzo liberatori della patria ma perchè ragionevolmente temeva
dalle mani del tiranno; ed il ghet- le lòrze dei duca di Milano fratel-
dale, poi luogo delle monache con- potevano essere esposti a gravi in-
vertile , ed il ripose in sagristia. sulti, che forse in caso di rifiuto i
FOR FOR ^65
forlivesi nel calure della circostan- sposto dal castellano che sareb- si
lì, ove il popolo spiegate le papali sciando loro in ostaggio i figli. En-
insegne, acclamò per tutto il nome trata Caterina nella rocca dichiarò
«.Iella romana Chiesa . La prima non volerne uscire, se non veniva
cosa l'atta dai favelli fu una visita in guarentita da ogni offesa coi figli.
casa degli Orsi alla illustre vedova Scherniti così i congiurati condus-
ornerà, la quale siccome d'ani- sero alla fortezza Ottaviano e Ce-
mo invitto, ad onta del grandissi- sare figli di Caterina minaccian-
,
gno di avvilimento; per cui am- gran donna dai merli della rocca
mirando il Savelli la virtù di que- rispondesse che se le avessero spen-
:
vedendo il popolo nulla, preso da della Chiesa non che alcuni par-
,
timore pel pericolo imminente cui tigiani de' congiurali, Andrea Orsi
avealo esposto pochi congiurati, ces- e le donne di questa famiglia. Ca-
sò dal proteggere i sediziosi, i qua- terina ricevette le congratulazioni
li cumulate le cose più preziose, ri- dal Bentivogli, passò in casa di
solvettero salvarsi colla fuga, per- Francesco Numai, essendo il palaz-
chè l'inimico poteva entrar in cit- zo spogliato d'ogni arredo , e cu-
tà dalla rocca di Ravaldino. Pri- rando la cessione delle rocche, con-
ma però da disperati macchinaro- venne sulla salvezza delle persone
no di uccidere i figli del conte; ed averi; indi nel giorno seguente
quindi Lodovico Orsi e Giacomo ordinò nella chiesa di s. Francesco
Ronchi si presentarono alla rocca le esequie al defunto marito, dopo
di porta s. Pietro domandando in no- le quali fece trasferire il cadavere
me del Savelli di parlare ai fanciulli dal cimitero del duomo di Forlì
^prigioni ; ma i sunnominati custodi nella cattedrale d'Imola, nella cap-
penetrando il pravo disegno, e cal- pella de' Riari sagra a s. Maria
colando la rovina che sovrastava Maddalena, non giudicando conve-
alla patria si rifiutarono. Allora vo- nevole avesse sepoltura iu Forlì
lendo essi ricorrere alla forza, con barbaramente ucciso.
ov' era stato
questa furouo respinti malconci, e Venne poscia affisso un editto in
co' propri figli fuggirono a Cesena cui ordina vasi la restituzione degli
ed altrove, non curando la salvez- effetti tolti di saccheggio al palaz-
za del vecchio Andrea che innoceu- zo, e tutlo Caterina riebbe, Lamie
FOR FOR 267
alcune ricche suppellettili, cui di- essendo la sua tenera età atta al
cono portassero seco i congiurati ,
governo, Caterina di lui madre as-
suo palazzo, indi fatto morire ven- in congiunture pericolose; con quan-
ne trascinato attorno alla piazza a ta .amorevolezza accogliesse le sup-
coda di cavallo. Tal fu pure la fi- pliche degli infelici, e tutti rendes-
ne di Andrea nell'età di 85 anni, se contenti. Ordinò solenne proces-
infelice nella morte quanto avven- sione ed altre religiose funzioni a
turoso in vita ; uomo di tale au- rendimento di grazie de' pericoli
toritàche in sette rivoluzioni v'eb- evitati, piacendole così al suo regi-
be alcuna parte; rispettato da' prin- me dar cominciamento con Dio.
cipi , la di lui casa fu dichiarata Licenziò il Bentivogli colle truppe, e
luogo di sicurezza e d'asilo ; molto nominò governatore di Forlì Giam-
dovizioso di beni di fortuna , e di pietro Bergamini, stabilendo quattro
gran seguito in patria. Confiscali i squadre per sua guardia. Anche gli
di lui beni unitamente a quelli de- imolesi con giuramento riconobbero
gli altri congiurati, cui vennero pur Ottaviano a loro signore, il quale
spianate le case e fatte molte altre erasi perciò recato ad Imola col
cose di rigore. Tuttavolla Caterina Bentivogli, e da Papa Innocenzo Vili
soltanto la perdonò alle doune. 11 ebbe conferma di vicario di Forlì,
Scossacarro fu appiccato alla fine- per cui pubbliche furono le dimo-
stra per ove gittò il cadavere del strazioni di gioia. A consiglio del
conte , ed altri lo furono ai merli cardinal Riario , per guadagnarsi
della rocca, ed alle finestre del pa- vieppiù l'amore del popolo, Cateri-
lazzo del podestà: il bando fu da- na diminuì i dazi della pesa, del sa-
to a parecchi, morendo molti Del- le, e le tasse. In questo tempo
l' esilio. In grazia del Benlivogli fu in Lombardia restò ucciso France-
rilasciato monsignor Savelli co' per- sco Ordelallì , fratello di Antonio.
:
268 FOR FO II
Caterina doveva avere dalla Chiesa sciò il conte Alessandro Sforza (suo
in conto degli assegni dovuti a Gi- fratello ed uno de'naturali di Galeaz-
rolamo Riario di lei marito, somma zo Maria Sforza ) ad intendersela
d' assai maggiore al dehito preteso coi cittadini, ed a scuoprirne l'ulti-
dai ministri pontifìcii pei censi non ma loro intenzione, capo de' quali
soddisfatti. Conoscendo Caterina es- era allora Nicolò Tornielli. Questi
sere inevitabile la guerra, volle co- alla presenza degli anziani e prin-
noscere la volontà del popolo, me- cipali della città descrisse i spro-
diante un'allocuzione pronunziata porzionati mezzi di difesa della città
dai figlio Ottaviano, che tutti li contro nemico sì poderoso, sebbene
esortò alla difesa. Indi pose mano si avesse coraggio di tentar l' e-
a fortificar la città ne' luoghi più stremo di loro forze per serbar il
gato della Chiesa. L'armata venne morte di diversi prodi cittadini, ve-
ripartita per la città con grave in- nendo tagliata a pezzi tutta 1' in-
comodo de' cittadini, ed egli prese fanteria; tra i prigionieri sono a
alloggio in casa di LulFo IVurnai. nominarsi Scipione figlio naturale
Prontamente incominciarono le del conte Girolamo, Giovanni da
soverchierie de' soldati, saccheggian- Casale castellano, il conte Alessan-
do le ^ptteghe intorno alla piazza, dro Sforza, e diversi nobili forli-
e distruggendosi dai francesi attor- vesi, tutti riscattati con somme vi-
no alla Crocetta le memorie del stose. Dalla parte del Valentino
trionfo contro di essi riportato ver- morirono circa cinquecento soldati,
so la fine del secolo XIII. Molti ed altrettanti feriti; tra le persone
cittadini furono maltrattati, tutti di conto vi perderono la vita Fer-
disarmati, e presa la rocca di Schia- nando dalla Maida portoghese se-
vonia il Valentino si accinse a bat- polto nella con pompa
cattedrale
tere l'altra, non essendo giovate le solenne, Perotino da Crevalcore
lusinge colle quali aveva invitato francese, e Giovanni Piccinino, che
Caterina a cederla, lusinghe che ebbero sepoltura nella chiesa del
non meritavano fidanza per la no- Carmine. Caterina in mezzo al du-
ta mala fede di quel fortuna- ca, ed all' Allegri fu condotta iu
to duca. Piantò sulla chiesa di san casa Numai, e la rocca di Forlim-
Giovanni Battista una batteria di popoli cedette, quando il castellano
settecannoni e dieci falconetti con- seppe caduta quella di Ravaldino.
tro il Revellino del Paradiso, ma Indi il duca confermò il consiglio
non se ne succedendo una
fece uso, de'quaranta, a condizione che aves-
sospensione d' armi. Entrato l'anno sero a cambiarsi annualmente, e
i5oo il Valentino fece piantare al- dispose che l' antico magistrato col
tra batteria contro la cortina del- nome d'anziani sussistesse iu uu-
272 FOR FOR
moro di dodici, che dovessero du- ro. Saputosi peiò che Lodovico Sfor-
rare in carica un anno ; e questa za marciava per la ricupera di Mi-
adunanza e magistrato rivesti di lano co' rinforzi di Germania, il re
supremo potere negli affari riguar- di Francia richiamò la sua arma-
li del suo esercito di vendicarne l'af- gli, dandosi interamente alla pietà;
fronto, ed altrettanto essendosi fat- ed ivi nel 1 509, non a' 24 ma a
to da' francesi, si schierarono tutti 29 maggio, terminò la vita, e ven-
sulla piazza in ordinanza guerresca. ne sepolta nella chiesa dell^ mona-
Mentre i cittadini trepidavano sul- che benedettine, tra le quali da
le conseguenze dell'avvenimento, da qualche tempo viveva in ritiro. Non
Forlimpopoli sopraggiunse l'Allegri, sussiste che Caterina avesse tentato
e seppe sì destramente operare, che avvelenare il Papa a mezzo d'una
il bali fu contento avesse il Valen- lettera, e nel forgiai il processo si
ornato di belli fregi in terra cotta, gio del tragitto del Ronco devolu-
nella strada s. Donato, oggi de' con- to alla comunità a motivo di ri-
ti Scarselli; l'altro che fu già dei costruirvi il ponte, durando allora
Loiani nella strada maggiore, ador- quello di Schiavonia sul Montone.
no di un bel fregio dipinto da Gio. Dipoi in nome di Cesare, Baldas-
Battista Cremonini colle gesta di sare Morattini prese possesso di
Riario-Sforza, poi rimodernato a Sarsina, Meldola, e castelli adia-
spese del conte Aldini, ora possedu- centi consegnatigli da Pandolfo Ma-
to da Donzelli. Di questa cospicua latesta pel prezzo di cinque mila
prosapia Riario-Sforza, in Roma scudi; e Roberto Bancini commis-
sono il cardinal Tommaso Riario- sario del medesimo Cesare, prese
Sforza, primo dell'ordine de'dia- quello della rocca di Rimini per
vot. xxr. 18
,
2?4 F° R FOR
due mila cinquecento Nel ducati. dai veneziani; Pesaro chiamò Gio-
i5oi il duca s'insignorì di Faenza, vanni Sforza; Imola nella perples-
e godendo quindi momentanea quie- sità di darsi alla Chiesa, o di ri-
te la Romagna sotto un ,
solo prin- chiamare i Riari, non prese alcu-
cipe , nel 1 5o2 passò per Forlì na risoluzione; ma in Forlì, avutasi
Lucrezia Borgia sorella di Cesare, con astuzia la rocca di Schiavonia
che andava in Fei'rara sposa ad dal Palmeggiani a nome dell' Or-
Alfonso d' Este, primogenito del delaffi, venne tosto dai fautori di
duca Ercolefu incontrata da
I: questa famiglia acclamato il nome
tutte le truppe comandate da Fran- di Antonio, il quale non fidandosi
cesco Pontiroli, e da cento zitelle dei veneti, col soccorso de'fiorentim
vestite a bianco e paonazzo, con trovavasi a Castrocaro; per cui en-
un drappello di dame riccamente trò in Forlì a' 22 ottobre, fulmi-
abbigliate. Intanto nell'agosto i5o3, nando cannone sì la rocca di
col
come dicemmo agli articoli Ales- Ravaldino che la città, con danno
sandro VI , e Borgia famiglia enorme degli edifizi. Dal popolo
[Vedi), venne ecclissata la grandez- si prestò ad Antonio il consueto
za di Cesare per la grave malat- giuramento nella cattedrale, dopo
tia di questo , e per la» morte del di che creò suo capitano generale
Papa; laonde in sede vacante su- Nanni Morattini, e richiamò Lo-
bito gli Orsini e i Colonnesi riac- dovico suo fratello illegittimo da
quistarono il toltogli da Cesare Ghiaradadda , eh' era al servigio
serbandosi fedele la Romagna, co- della repubblica di Venezia. Alle
noscendo vantaggioso il suo domi- trincere intorno della rocca ala-
nio. Tuttavolta il duca ordinò al cremente si lavorava sotto la di-,
come avea fatto in Rimini Pandol- a cui passati dodici giorni gli fu
fo Malatesta. dato in successore Giulio li. A
Assunto al pontificato Pio III, se questi Antonio spedì per amba-
non del tutto favorevole a Cesare sciatori Nicolò Tornielli , e Gio-
non eragli interamente contrario; vanni dalle Selle, onde impetrare
ma l'alleanza convenuta tra i vene- la conferma della paterna inve-
ziani, spagnuoli, Colonnesi, Orsini, stitura. Ed è perciò che in Roma-
Savelli, ed altri diede l'ultimo crol- gna al duca Valentino non resta-
lo al dominio del duca,
vacillante vano che le rocche di Forlì, Ce-
compiendosi la sedizione quando sena, Bcrtinoro e Forlimpopoli, la
i baroni romani fugando le trup- quale ultima indi a poco dal ca-
pe di Cesare, costrinsero questi a stellano venne per ottocento scudi
rifugiarsi con beneplacito del Pa- consegnata all' Ordelaffi. Tornati
pa in Castel s. Angelo. Cesena ri- gli ambasciatori riferirono che Giu-
tornò alla Chiesa, restando al du- lio II avea risposto, come non
ca la rocca; Faenza fu occupata potendo l'Ordelaffi tenersi sicuro del
,,
del i83i. Subito il legato si ap- che i contadini non venissero gra-
plicò agli affari governativi, ed alla vati d'alloggi militari ; che al co-
riforma del paese, compiacendo il mune fosse devoluta la metà d'o-
popolo che amava essere governa- gni condanna sì in città, che nel
to come tempi del cardinal Al-
a' distretto ; facendosi pure allo stes-
bornoz, ed adunossi il gran consi- so comune donazione di tutti i be-
glio presso di lui, che poi si sciol- ni e stabili già posseduti dai ces-
se quando Giulio II lo accrebbe e sati dominatori, per non dire di al-
confermò nel i5o8, poi riformato tre esenzioni fra i detti stabili ven-
:
degli uni e degli altri, che face- cittadini di diversa opinione, giac-
vano stillar dalle loro braccia. E ché i nomi e le tendenze de'guelfi
siccome i magistrati facevano de- e ghibellini tuttora duravano, col
molir le case di quelli che aveva- frequente conversare ritornassero a
no diroccate le altrui , e la città turbar la pubblica quiete, Giulio
vedevasi in procinto di rimaner de- li ordinò principalmente ai Numai
serta, alcuni neutrali e saggi cit- ed ai Morattini, che si allontanas-
tadini eressero poscia il collegio sero dalla patria, laonde dieronsi al
de' Pacifici per arrecarvi provve- mestiere delle armi, e divennero
,
per grazia speciale ebbe Forlì an- in Forlì ad alcuni fuorusciti di ten-
che il consiglio detto segreto, per- tare delle novità a pregiudizio del-
chè scelto dal primo di molti se- la pubblica quiete, e a danno dei
natori, per trattar i pubblici affa- Morattini ed altri guelfi , i quali
ri. Frattanto il Pontefice entrato con uccisioni resero la pariglia ai
nella lega Cambrai formata
di ghibellini. Assunto al pontificato
contro i veneziani, non mancò di nel i5i3LeoneX, questi prescris-
usare le armi spirituali e tempo- se a monsignor Girolamo Campeg-
raliper indurli a lasciare quanto gi governatore di Forlì la riforma
in Romagna tenevano della Chie- del gran consiglio , il quale elesse
sa; indi da Francesco Maria della sedici idonei cittadini che lo ri-
Rovere duca d'Urbino, generale e formarono. Ordinò pure il Papa
nipote del Papa, que' luoghi ven- mediante Lorenzo de' Medici che ,
si colpi cannone ,
di ed essendo magnifico monumento. Dopo la fa-
notte leerano decorosamente
vie mosa battaglia di Torino seguita
illuminate, coi regi stemmi e fuo- nel 1706, le armi austriache si ri-
chi d'artifizio, i quali s'incendiaro- volsero alla conquista di Napoli, e
no dopo che la regina giunta nel sebbene il Pontefice Clemente XI
palazzo fu ossequiata dalle princi- facesse ogni sforzo onde impedire
pali dame; il trattamento fu splen- il passaggio di quelle de' suoi sta-
dido, e la cattedrale fu addobbata ti, pure il giorno 23 maggio 1707
a festa, quando nel dì seguente vi giunsero a Forlì i generali Dahum,
ascoltò la messa. Nel i656 di ri- Paté e Wetzel con circa ventimila
torno da Roma la regina di Sve- uomini d' infanteria, ed il generale
zia lietissima del precedente tratta- Waubon con cinquemila di caval-
mento, transitò per Forlì accompa- leria. I primi furono alloggiati nei
fino dal ia63: era stato già di- danza frumentaria di Roma. Nel
strutto nel I745 dagli spagnuoli 1781 si ripetè il terremoto straordi-
nella guerra per l'occupazione del nario del 1778, e in modo il più.
regno di Napoli, battuti dai tede- orribile, scuotendo tutti i fabbrica-
schi a Campo Santo nel Modenese, ti le monache del Corpus Domini
:
rata alcun tempo. Nel 1787 i cano- genza dello stato a sei cavalli, del-
u
Tenne istituita l' accademia dei fi- tirarono al di là del ponte del Se-
larmonici, di cui fu fatto primo nio presso Castel Bolognese, e nel
presidente marchese Francesco
il mese di luglio il cardinal Dugnani
Paulucci. Nel 1796 non potendosi legato di Ravenna, e il vescovo
contare duecento soldati del
sui Prati avvertirono i popoli che nin-
sagro numero per mantenimento no ardisse insultare i francesi. In
della quiete, si formò la guardia questo tempo vuoisi che nella città
civica, giacché i tumultuanti vole- diverse sagre immagini della Ma-
vano forzare il monte di pietà. In- donna aprissero gli Nuova-
occhi.
tanto il generale francese Aligera mente i francesi volendo porre ad
da Bologna si portò in Ravenna, effetto l'intenzione dell'occupazio-
ove tenne congresso colle deputa- ne di tutto lo stato pontificio, que-
zioni delle città romagnole, le quali sto si pose in guardia vedendo inu-
invitò ad unirsi colla Romagna in- tili gli immensi sagrifizi fatti nel
sieme al Ferrarese e Bolognese oc- trattato di Bologna; laonde con edi-
cupato dai francesi, e n' ebbe ri- to governativo degli 8 ottobre si
pulsa. Indi il generale passando per ordinò ai forlivesi, che al tocco del-
Forlì fu da alcuni insultato, e il la campana a martello, tutti do-
popolo di forza accorse al deposito vessero prendere le armi per op-
delle armi e se ne impadronì. La po- porsi agli invasori ; indi si pose in
polazione facoltosa spaventata dai circolazione la moneta erosa, per
sovrastanti pericoli, nella maggior far fronte alle ingenti spese dello
parte fuggì dalla città. Intanto al- stato. Intanto il Papa mandò trup-
cuni francesi spogliarono il monte pe ed artiglieria a Faenza, ed in-
di pietà del più prezioso del va- caricò il marchese Tiberio Albicini
lore di circa cento sessantacinque di Forlì, d' investigare quanti ar-
mila scudi, indi tassarono la pro- mati poteva fornire il territorio,
vincia di Forlì per ottanta mila con ordine a tutti i parrochi di
scudi, per essere questa la somma far suonar la campana a martello
che la città , territorio e distretto e a stormo al primo segnale, elegge-
pagavano alla camera apostolica. re un capo-massa, e tener pronte
Se ne pagarono ventidue mila scu- Je loro genti a disposizione del go-
di, ma dovettero i forlivesi sommi- verno. Avendo il governo ponti-
nistrar molte cose all' esercito fran- ficio esaurito tutti i mezzi di paci-
menti del Lamone e del Rubi- pi con settanta mila uomini, For-
cone, e capoluogo furono le città lì fu di nuovo occupato dai fran-
di Faenza e di Rimini , laonde cesi ,
pel generale Salignac, e di
Forlì spedì per rappresentanti, un nuovo fu eretto 1' albero della liber-
deputato a Milano, l'altro alla cen- tà , ed eletta altra municipalità.
trale di Faenza. In seguito della Passati pochi giorni i tedeschi ri-
nuova organizzazione territoriale presero Forlì, ma presto l'abban-
tutto il potere amministrativo e po- donarono ai francesi, onde la mal-
litico restò devoluto alla rappre- menata popolazione provvista di
sentanza municipale. Dalla chiesa differenti coccarde usava quella del-
di s. Agostino minacciante rovina, la circostanza. L'albero della libertà
si trasportarono le ceneri di s. Si- si rialzò, e i religiosi di nuovo furono
gismondo duca di Borgogna alla espulsi. Indi nel dicembre i tede-
cattedrale nella cappella di s. An- schi entrarono nuovamente in For-
drea Avellino, ove poi furono de- lì, innalzandovi gli stemmi imperiale
positate anche le ceneri di s. Se- e pontificio; ma nei primi del
verina vergine e martire, che più 1801 i francesi riposero piede nel-
tardi il legato cardinal Sanseverino la città, erigendo per la quinta ed
donò medesima cattedrale. Nel
alla ultima volta l'albero della libertà.
seguente anno a Forlì fu restituito Col trattato d'Amiens i francesi
il grado e prerogativa di capoluo- rimasti signori delle legazioni, isti-
totto mila scudi. Eletto nel 1800 dai francesi occupate; ma non pò-
,
gli austriaci a' 6 marzo fecero ces- forlivesi. La ritirata delle truppe te-
Forlì, e dei conti Vincenzo Savo- che a coadiuvar papali, che dal-
le
no; dopo il quale fu legato di Forlì stessa città già della Rediviva
il cardinal Luigi Vannicelli-Casoni Faenza del Cavina, Forlì 1673 per
d Amelia: finalmente nel corrente Gioseffo Selva. Giorgio Marchesi,
anno 1 844> '1 Pontefice ha no- Compendiuni kistoricum celeberri-
,
rune eìvilalis Forolivii, i ! > i ci . 1722 fautore dell errore. Con s. Mercu-
excudebat Alexander de Fabiis. Il riale fiorirono i forlivesi ss. Grato
medesimo Marchesi nella Galleria e Marcello, 1' uno diacono ,
1' altro
deli' onore parla della città di For- suddiacono. Il santo vescovo Mer-
lì, e delle sue famiglie distinte, curiale dopo aver liberato per vir-
massime degli Albicini, Augustini tù di Dio il popolo da un orribi-
Manfredi, Marchesi, Numai, Orselli, le drago, volle visitare i santi luo-
Paolucci, e Torcili. ghi di Gerusalemme, da dove por-
La fede cristiana in Forlì è as- tò in Forlì preziose reliquie, come
sai probabile che sia stata predi- la mascella di s. Giacomo apostolo,
cata molto per tempo, come nei gran porzione del cranio di Gere-
suoi dintorni, dagli apostoli o dai mia profeta , le ossa di tre santi
loro discepoli, essendo poi certo che Innocenti ec. Queste reliquie si ve-
s. Apollinare discepolo del principe nerano nella chiesa già sagra a
degli apostoli s. Pietro predicò il s. Stefano, poi a s. Mercuriale, coi
vangelo di Gesù Cristo in Roma- corpi de' ss. Grato e Marcello, che
gna, mandatovi da quel primo Pon- morirono ancor vivente il santo
tefice. Non si trova fatta menzio- pastore, sebbene anche la cattedrale
ne alcuna dei vescovi di Forlì pri- pretenda possederli sotto l'altare di
ma dell'anno 35<), non devesi non- s. Valeriano. Forse avrà parte dei
dimeno conchiudere, che non ve loro corpi, come ha sino dal 1576,
ne sieno stati anche prima di tal e per opera del vescovo Giannotti
epoca, potendo anche per avanti es- un braccio di s. Mercuriale , un
sere stata Forlì decorata della cat- pezzo del legno della vera croce ,
tedra episcopale, fiorendo il primo delle ossa di s. Matteo apostolo ed
suo vescovo s. Mercuriale, nativo di evangelista, ed altre reliquie. Dopo
Albania d'Armenia, verso l'anno avere Mercuriale guanto Alarico
s.
s 94 FOR FOR
•verso l'anuo 4^i dispose che fos- Richelmo. Da una chiesa al suo
sero suffraganei della chiesa me- nome dedicata derivò quello della
tropolitana di Ravenna dodici ve- villa di s. Valeriano, poi s. Vara-
scovati, Rimini, Cesena,
tra' quali no, dicendosi in quelle parti mar-
Foriimpopoli, Forlì, Sarsina, Faen- tirizzato. La Madonna del fuoco
za, Imola, città di Romagna: que- s. Mercuriale vescovo, Valeriano s.
contro gli eretici ed infedeli, in cui toni. X, pag. ?,65, continuato dalle
il santo operò non poche prodezze, annuali Notizie di Roma, oltre gli
conseguendo anche altri onori dal- storici della città e diocesi di For-
l' imperatore. Ritornato poi Vale- lì. Noi solo faremo menzione dei
riano in patria , fu destinato capi- vescovi di Forlì meritevoli di spe-
tano di una squadra in difesa del- cial memoria. Primieramente note-
la città e distretto; ma opponen- remo che Bartolomeo dell'887 ,
dosi egli a Leo Bachio proconsole e Paolo che fiorì nel 939, ambidue
nella provincia e governatore dì vescovi di Forlì , non trovatisi or-
Forlì, che siccome crudele e fana- dinariamente nel catalogo de' vesco-
tico seguace dell'arianesimo oltrag- vi forlivesi , come in alcun altro.
giava i cittadini nell'onore e nelle Neil' anno 910 al vescovo Rug-
robe, fu sorpresso dai satelliti di giero successe s. Apollinare o Apol-
costui mentre orava, con ottanta lonio. Nel g63 viveva Uberto for-
compagni. Quindi in odio parti- livese, vigilantissimo pastore : a tal
colarmente della cattolica fede, Leo epoca vuoisi che i vescovi soggior-
fece tutti tormentare, ed a' i4 ma g- nassero frequentemente in s. Maria
gio del 460 decapitare ; le loro ve- di Schiavonia , chiesa che dai ca-
nerande ossa furono riposte in luo- nonici fu lungamente ufficiata, fin-
go distinto, massime quelle di s. Va- ché furono tutti alla cattedrale ag-
leriano, nella chiesa di s. Croce gregati. Nel 11 16 Pasquale II, ad
che poscia nel 1267 furono solen- istanza della contessa Matilde, di-
nemente riconosciute dal vescovo chiarò vescovo di Forlì Pietro I.
FOR FOR ig5
Mentre era vescovo Alessandro I
,
se essere cittadino e nobile di For-
l'imperatore Federico I concesse ai lì ; che i forlivesi dovessero in
vescovi di Romagua il privilegio Romagna difendere la giurisdizione
di non poter essere costretti, nep- della chiesa ravenuate, e viceversa
pure dall' intei nunzio imperiale, ad questa proteggere la città di Forlì
alcuna angheria, tranne le cose ri- contro chiunque volesse opprimer-
guardanti opere pie e decretate , la, tranne il Papa e l'imperatore,
dalle antiche leggi: il vescovo Ales- ed altre cose che il Bonoli riporta
sandro I intervenne al concilio ge- a detto anno. Indi l'arcivescovo di
nerale convocato da Alessandro III Ravenna nel 1267 convocò in s.
romano Pontefice , dopo il quale Mercuriale il sinodo provinciale, e
cede s. Martino ed altri beni al con altri nove vescovi fu presente
convento di s. Mercuriale, donazio- alla consagrazione che fece Richel-
ne poi confermata nel 12 33 da Ri* mo dell' altare di s. Valeriano nel-
naldo commissario di Papa Grego- la cattedrale, apri l'arca e fece la
rio IX. Inoltre Alessandro I fu fat- ricognizione delle ossa di quel san-
to suo vicario nel 88 da Gerar-
1 1 to martire e glorioso patrono di
do arcivescovo di Ravenna, quando Forlì. Questo benemerito vesco-
parti per la crociata di Palestina : vo nichelino edificò 1' episcopio
nell'archivio di s. Mercuriale, pri- nell'anno 1260, in seguito am-
ma che si bruciasse nel 1173, esi- pliato dai Nel 1270
successori.
steva un istromento , in cui appa- gli successe Rodolfo I, che al capi-
riva che l'abbate di tal chiesa avea tolo e canonici di s. Croce cede la
date al vescovo di Forlì tredici tor- chiesa di s. Valeriano in Castruccio
na ture di terreno per fabbricarvi il con le sue pertinenze e ragioni che
palazzo episcopale , ricevendo iu aveva sulla pieve di s. Maria del-
cambio altrettanta terra dal vesco- l'Acquedotto. Nel 1285 o 1286 fu
vo presso la torre de' Fiorentini ;
fatto vescovo Rinaldo, e Bonifacio
tanto asserì Alessandro I ai più arcivescovo di Ravenna celebrò il
vecchi della città. Nel 122.5 fu con- sinodo provinciale nelle stanze di
sagrato vescovo Ricciardello Bei- s. Mercuriale, coll'intervento de' ve-
monti de' signori delle Caminate, scovi di Forlimpopoli, Cesena, Sar-
amato assai; e nel 1237 lo diven- sina, Faenza, Imola, Adria, e Ri-
ne il forlivese Enrico I di Pelle- naldo di Forlì , e de' procuratori
grino Bulgarello Carbonesi. de' vescovi di Parma, Modena, Bo-
Nel 1255 divenne vescovo Ri- logna e Cervia, tutte chiese suffra-
chelmo arcidiacono della cattedra- ganee. In esso si trattò di molte
le, che intervenne al sinodo di Ra- cose pertinenti al divin culto, alla
venna , per rimediare ai disordini immunità delle chiese, autorità dei
di quella chiesa, e delle suffraganee, vescovi e simili. Per morte del ve-
e per reprimere la violazione delle scovo Taddeo, venne eletto alla se-
giurisdizioui ed immunità di dette de di Forlì dal capitolo , Peppo
chiese, per cui i forlivesi furono Ordelaffi arciprete di s. Martino;
scomunicati dall'arcivescovo Filip- ma Rinaldo conte della provincia
po. Venuto il senato di Foiii nel vietò a nome di Bonifacio Vili ad
1264 ad un accordo coli' arcive- Obizzio arcivescovo di Ravenna di
scovo, fu stabilito eh' egli doves- consagrarlo, e di approvarne l' e-
8I
?9 6 FOR FOR
lozione: ancora dai pompi-
eletto lio di Costanza, e nel venerdì san-
liesi alla sede di Forlimpopoli, ven- to 1418 recitò una solenne orazio-
ne egualmente riprovato da Bene- ne latina, e fu fatto
vescovo di Co-
detto XI. macchio. Al detto Giovanni V nel
Nel 1 346 divenne vescovo di i4^7 successe Giovanni VI Caffa-
Forlì Raimondo, che non appari- relli romano, il quale fu al conci-
sce ne' cataloghi de' vescovi di que- lio generale di Ferrara; elesse in
sta chiesa. Nel i348 si dice vesco- vicario Ugolino orvietano, arcidia-
vo Pietro di Pino beneventano; ma cono di s. Croce, il primo del suo
questi o fu solamente eletto vesco- tempo nella scienza musicale, di
vo di FoiTi, o poco dopo la sua cui lasciò molti pregiati libri, e fu
elezione a questa cattedra fu tras- l' inventore delle note sugli artico-
portato a quella di Viterbo. Paolo li delle dita: sotto il vescovato del
da s. Rufììlloera vescovo nel 1379, Cantarelli accadde nel 1428 il pro-
e nel 384 ebbe a successore Si-
1 digio della Beata Vergine del fuo-
mone de Pagani da Reggio di Lom- co. Nel i433 Guglielmo Bevilacqua
bardia ,
già vescovo di Volterra ;
forlivese s'intruse nella sede, e fu
quantunque 1' antipapa Benedetto deposto da Eugenio IV. Nel i437
XIII a provare giuridica la pro- fu fatto vescovo il forlivese Lodo-
pria nominasse
scismatica autorità vico Pi ranni minore conventuale.
nel 3go certo Ortando, che quale
1 Nel i449 Maria*10 vescovo passò
intruso fu deposto da Bonifacio IX. alla sede di Sarsina, e viceversa il
ri; già si disse che sotto di lui eb- destro della pòrta maggiore fu col-
be origine la congregazione di ca- locata la sua effigie con onorevole
rità: mori in Roma nel 1 5 12, e iscrizione. Clemente Vili allora fe-
vescovo Bernardo di Antonio Me- mente VIII nel 1^99 e evo a que- '
ti, senza far memoria del vescovato liano, da qualche tempo quiescen-
del cardinal Farnese. Il vescovo Aleot- te, il di cui luogo ne' tempi an-
ti ebbe gran parte nell'erezione del teriori era lo spedale de' sacerdoti
collegio de'novanta Pacifici, donò alla itineranti sulla via Gatogni , alla
cattedrale molte suppellettili e il pre- qual misura si devenne in vista di
zióso tabernacolo, ed introdusse in trovarsi altro spedale a ciò destina-
Forlì Antonio Giannótti
i gesuiti. to, oltre l'ordinario de' pellegrini ; e
padovano cameriere di Pio IV, nel dopo pel seminario si scelsero a-
i563 fu da questi esaltato a que* cune case presso il monte di pietà,
sta cattedra , e ristorò e di molto come più comode alla cattedrale.
abbellì il palazzo episcopale. Sisto V Si fecero sotto il vescovo Teodoli
nel 1587 dichiarò vescovo di Forlì le solenni Beata
traslazioni della
l'egregio prelato Fulvio Teodoli ro- Vergine del fuoco, e di s. Pellegri-
mano, della famiglia oriunda di que- no Laziosi dalle antiche alle nuove
sta città; morì nel i5g4, e fu se- cappelle; la prima nel i636 e la 3
298 FOR FOR
seconda nel iG38. Alessandro VII mente vicario e visitatore apostoli-
lece vescovo Claudio Ceccolini di co, e uel concistoro de' 17 dicem-
Macerata, morto nel 1688. Inno- bre i832 preconizzato vescovo di
cenzo XI gli die a successore Gio- Rodiopoli in parlibusj quindi essendo
vanni de conti Rasponi di Raven- morto il vescovo Bratti in Capo
na, il quale fece il coro e il pul- d Istria ov' erasi ritirato, allora pel
pito nella cattedrale. Tommaso Lui- saggio e zelantesuo governo me-
gi Silvio Torelli di F01T1 fu elevato ritò monsignor Tomba che il me-
a questo seggio nel 1 7 1 4 da Cle- desimo Gregorio XVI nel concistoro
mente XI, e visse sino al 1760 del primo febbraio 18 36 lo dichia-
con lunghissimo vescovato; era nato rasse vescovo di Forlì che al pre-
nel 1673. Clemente XIII gli die sente provvidamente governa. Veg-
in successore il concittadino Fran- gasi {'Allocuzione che recitò in oc-
cisco Piazza. Altro forlivese fu d. casione del suo possesso solenne pre-
Mei curiale Prati monaco valloin- so a' 19 marzo 836, e pubblicata
1
con archi a sesto acuto, siccome si buna nella cattedrale, ed ivi tras-
conobbe da alcuni di essi archi, portarla. Quindi a' 27 settembre
che ancora si scorgevano al di so- diedesi incominciamento all'edilizio,
pra delle volte. L' opera ebbe mag- col quale si aumentò il numero
gior incremento nei primi del se- delle cappelle della cattedrale. A
colo XV, quindi fu ingrandita no- tale lavoro si destinarono soprain-
tabilmente dopo il 1428, il perchè tendenti quattro gentiluomini for-
dal vescovo Alessandro Numai for- livesi, cioè i due canonici Mattei e
livese fu 20 marzo
consagrata a' Belli, e due secolari Denti e Mo-
i475. Questo tempio aumentò si ratlini. Grandi furono le oblazioni
progressivamente, massime per le pie che fece tutta la Romagna, per cui
largizioni fatte da' fedeli, per esser- la cappella riuscì magnifica : dal-
vi stata nel i4 2 °* detto trasportata l'Istria e da altri luoghi si fecero
la prodigiosa immagine della Beata venire i marmi lavorati da Gia-
Vergine del fuoco, di cui come del- como di Lanfranco da Caravaggio,
la sua cappella se ne tenne di so- e da altri scultori; essendo lodati
pra proposito. All' incremento della specialmente i fogliami capricciosi, e
cattedrale contribuì pure il favore le figure della porta che guarda a
de' magistrati, e principalmente di ponente, opera di Simone fratello
del fuoco, che davano alla Chiesa non si deve lacere, che alcuni di-
una ceita cotal forma di croce gre- cono, che la cappella sia disegno
ca. Di poi verso il 469 a porta 1 ' del Brunelleschi, ovvero del pitto-
maggiore di questa cattedrale o duo- re Melozio da Forlì. Nel secolo
mo venne ornata delle statue dei XVII la cappella venne ampliata,
santi protettori Mercuriale e Vale- e fattovi 1' ornato di sasso con co-
riano, postovi nel luogo più alto lonne di paragone, essendo dentro
lo stemma degli Ordelaffi : la por- e fuori nel resto quasi tutta di
ta fu lavorata da Marino Cedrini marmo: questa è la cappella in cui
veneziano. L immagine della Beata officia il capitolo, e perciò chiama-
Vergine detta anche la Madonna ta la ed è la prima
Canonica,
della Canonica, per esser dipinta so- delle due cappelle maggiori 1' al- ;
giamento, decorata dalle pitture del una piccola medaglia d'argento, che
valente forlivese Livio Agresti. Ne' porta 1' effìgie della B. Vergine del
Precetti di pittura di Giambattista fuoco, e di s. Valeriano, e che ha
Armenini, questo tabernacolo è lo- nel margine inciso intorno : v. ivo-
canta messa pel volo fatto pel ter- crescere la divozione, e il popolo in
remoto, e che cessato si continua folla accorrere lutto 'I giorno a
a solennizzare quel giorno, e vi è venerare la sagra inani, gine, e ve-
3o2 FOR FOR
gliarvi in parte la notte, e quasi dell'arcidiacono, del preposto, e del
per dir così la intera città uscire primicerio , oltre i man-
canonici e
ad accompagnarla nel trasporto, in sionari; quindi nel i5ig Leone X.
mezzo ai plausi, ed alle grida non vi aggiunse la dignità di arcipre-
interrotte di Viva Maria, ed al te. Oltre la cattedrale vi sono ita
sto Pontefice concesse facoltà di ac- francescane. L' origine dei religiosi
cettare in canonici due sacerdoti : d'ambo i sessi in Forlì , tanto di
conforme a tale licenza nomina- quelli sussistenti, che di quelli che
ronsi a cane liei un sacerdote ed a cagione delle politiche vicende
un chierico in minoribus, ed il Pa- non sono più, la riportiamo al ter-
pa cui si ricorse e ch'era Clemen- mine di questo articolo. Vi sono
te IV, nel 1266 approvò in Vi- pure due orfanotrofi, diverse con-
terbo tal elezione. In progresso il fraternite e pie istituzioni di ca-
compagnia del Redentore nella chie- senzioni. Dipoi nel 12.40 venne il
da Pino Ordelaffi a 6 aprile 1 477 chiesa de' ss. Vito e Modesto, dai
fu concessa alla congregazione dei cappuccini acquistato dal marche-
canonici regolari del ss. Salvatore se Luigi Paulucci de' Calboli.
die a' 29 maggio ne domandarono Carmelitani. Nel 1 3 48 Peppo di
ed ottennero la conferma da Sisto Orabone Oraboni e Caterina coniu-
IV. Ne fu primo superiore d. Lo- gi , dierono incominciamento nelle
dovico Orlandiui da Forlì , di tal proprie case alla chiesa e convento
dottrina ed integrità di vita che della ss. Annunziata in Forlì , in-
dieci volte fu eletto generale di sua troducendovi i carmelitani ; questo
congregazione. Ricusò la mitra di fu il primo convento che tali reli-
sua patria, ed intervenne al conci- giosi ebbero nella provincia, la qua-
lio di Trento. In questo moniste- le comprende la Romagna e la
ro, come si disse, vi fu Giulio II Marca.
per alcuni giorni. Domenicani. Verso il 1229 que-
Cappuccini. Verso l'anno i55i sti religiosi incominciarono in Forlì
trina , come due frati Angeli , fr. corpi vi furono collocati nel 1659:
Modesto, fr. Giovanni ed in par- , in egual tempo in mezzo al chio-
ticolare Girolamo Torelli insigue
fr. stro fu eretta una colonna di mar-
predicatore, morto nel i566. Fr. mo, con sopravi la statua di s.Do-
Girolamo Paolucci, chiamalo l'apo- menico di metallo dorato.
stolo della Madonna, per la divo- Eremitani girolamini. Questi re-
zione che ne propagava, e per es- ligiosi di s. Girolamo della congre-
sere stato il primo a coronare so- gazione del b. Pietro da Pisa, nel
lennemente le sagre immagini, e i5io ebbero la chiesa di s. Maria
per avergli eretto chiese e cappel- fuori le mura vicino a porla Schia-
le colla sola limosina raccolta in vonia, ove edificarono il convento.
una predica, nelle quali era valen- Siccome poi da quel lato si domi-
tissimo: morì in Parma nel 1260. nava la città, perciò la chiesa e
1
settembre i girolainini vennero in- mato dagli intendenti sei mila scu-
trodotti in città, e loro data la di , e venduto a Paolo III o IV che
chiesa di s. Michele de' battuti ros- lo mandò al re di Spagna. I gesuiti
si. Rifabbricata poi nel 1D70 la prima dimorarono in s. Gio. Bat-
chiesa fuori di Forlì sotto il titolo tista ,
poi dato ai cappuccini , indi
della Madonna del Voto, per vari nel 1567 dai battuti turchini che
prodigi ivi operati da un'immagi- trasferironsi alla chiesa di s. Ber-
ne della ss. Vergine, nel iS'jZ ven- nardo, per cui gli cederono la pro-
ne di nuovo con cura di anime pria chiesa di s. Antonio nel bel
concessa ai medesimi eremitani gi- mezzo di Forlì sulla contrada di
rolamini. Nel secolo XVII rovinata Schiavonia. Questa fu dai gesuiti
di nuovo la chiesa e il convento ampliata, dando cominciamento ad
dall'impeto del vicino fiume, si un nobile edifizio ed al collegio sot-
riedificò in forma più. angusta, ed to gli auspicii di s. Francesco Bor-
un solo vi rimase de' religiosi alla gia allora generale della compagnia;
cura delle anime, e questo tolto e fu il primo collegio che fondaro-
per decreto d' Innocenzo come X , no i gesuiti in Romagna, com' era
per altri dichiarati conventiui av- accaduto ad altre religioni che da
venne ad altre congregazioni reli- Forlì diramaronsi poscia per la
giose sì in Forlì che altrove, per provincia. Neli584 Dorotea figlia
cui ai girolamini restò il solo con- del duca di Lorena e moglie del i
voi. xxv. 20
3o6 FOK
sommario stampato nel iGo3 dal Maggiore, detta di s. Lucia, cui
collegio Partenio di Forlì, e ne fa nel 1829 il più conte Domenico
menzione anche il p. libò gesuita Matteucci terminò la farcia ta esterna.
ed esempi della Ma-
ne' suoi Sabati Maria. \ uoUi che il
Servi di
dot ina. loro convento avesse principio nel
Minori conventuali. Il convento 19.84, e perciò uno de' più antichi
e custodia de'miuori conventuali di della Romagna. Ivi nella eliiesa fu
Forlì, già esistente in queste parti tumulato il corpo di Ir. Pellegrino
sino ai tempi di s. Francesco e s. Laziosi nel i34t>, poi beatificato e
Antonio, per beneplacito d' Inno- canonizzato, anzi il di lui corpo iu
cenzo., IV fu di fuori cb' egli era nel 1640 solennemente
trasferito
introdotto in città ; ed ebbero la nella magnifica eappella a lui eret-
celebrazione del loro capitolo ge- ta. In questo convento nel 1 5 1 1
nerale nel contiguo convento di si -tenne dai serviti il capitolo ge-
s. Francesco nell' anno 42 i e 1
nerale. Agli 11 novembre 1 83 5 i
nel i5ii. L'antica chiesa dei con- serviti furono ripristinati in Forlì,
ventuali era nella piazza di s. Fran- come si è detto, non neli' antico
cesco ; i religiosi la demolirono, e convento , ma nella casa attigua
ne fabbricarono una nuova, che alla loro chiesa, da essi religiosi
nel tempo dell' invasione francese acquistata.
fu distrutta. Terziari. 11 terzo ordine di s.
lì. Nel contiguo monastero nell' a- sessi restati in Forlì, cioè dei mi-
prile del 1 5/yo i valìombrosani ten- nori osservatili di s. Girolamo, dei
nero il loro primo capitolo, in cui cappuccini, dei filippini, non che
si devenne alia elezione de' primi delie monache cappuccine , delle
generali di triennio. adoratrici del ss. Sagramento , e
In quanto alle monache, dei tre di queste di s. Cecilia in s. Chiara.
monasteri delle carnoldolesi, lo di- Vi ha monastero delle
pure il
selle monache, la prima delle qua- fa menzione Plinio, cioè Forum Li-
li fu Samaritana Calcagnine Pino vii ossia Forum Pompi Hi o
Forlì,
Ordelaffi cominciò il monastero Forlimpopoli, Forum Cornrìii o I-
delle monache osservanti , dette mola, e Forum Novum ora Forno
della Torre, che poi compì verso o Forno vo, ov'è il maguifico tempio
3o3 FOR FOR
di Maria delle Grazie, di cui
s. ben corredate confraternite, di cui
parlammo all' articolo Forti [Fe- alcuna numerosa di oltre a cento
di). Forlim popoli è posta in una individui. Possiede un dovizioso
pianura sulla via Emilia, a poca monte di pietà, un ospedale già
distanza dagli ameni colli di Ber- prima destinato a solo ricovero dei
tinoro, ad otto miglia da Cesena, pellegrini, e che ora per pia libe-
a cinque da Forlì per dove si at- ralità del suo cittadino d. Luigi Sal-
traversa sopra un ponte di legno laghi, defunto nel i832, può ricet-
(il quale si ha speranza che quanto tare e soccorrere tutti gì' infermi e
prima si rifabbrichi di pietra a invalidi della città e suo territorio.
mezza strada) il fiume Ronco, me- Altro benefico concittadino, il dot-
morabile per le vittorie de' forlive- tore Ippolito Massi, nel 1840 prov-
si sui Malatesta: a sinistra di esso vide largamente alla istruzione del-
era un forte castello detto del Ron- la gioventù, legando il suo ricco
co, ove stanziò Francesco Sforza mo- patrimonio di oltre quaranta mila
vendo contro gli Ordelaffi, essendo- scudi al mantenimento di giovani
vene vestigio una chiesuola. For-
in nei collegi ed università dello stato.
limpopoli fu una di quelle città in A premure del rispettabile capi-
cui i magistrati romani tenevano tolo vaticano ordinario, si ottenne
le loro corti di giustizia, ed una di dai pompiliesi e dal Pontefice Cle-
quelle de' quattro loro tribunali su- mente XIII, con sua bolla del pri-
periori. Ma distrutta, come diremo, mo ottobre 1767 l'erezione dell'o-
dai longobardi, e sebbene venisse poi pera pia, e l'erogazione dei redditi
dai forlivesi, ed anche dai Pontefi- di alcuni pingui benefizi ecclesiastici,
ci rifabbricata, e munita pure di di che piuttosto abbondava la cit-
fortificazioni, non potè più tornare tà, alla istruzione cioè di alcuni
all'antico suo lustro e florido sta- chierici in taluno dei più rinoma-
to. E tuttavia popolata nel mura- ti seminari. La sua piazza è vasta,
to suo recinto di un miglio da quadrata, adorna di regolari edifi-
ben duemila e duecento abitanti, zi, e le sue strade sono ampie, di-
oltre ad altrettanti sparsi ne! suo con- ritte, pulite. Vi si vedono ancora
tado, ristretto ma fertile assai di bia- gli avanzi della forte sua rocca, ove
de, vini, seta e canapa; laonde tra Giulio II e Paolo III pernottarono
per questo, e per la vicinanza delle nel transitare per questa città. Do-
altre città e terre per le comode po che Sinibaldo Ordelaffi riedifi-
strade che ogni di si restaurano, è cò Forlimpopoli, e dopo esservi ri*
damenti dopo aver debellato i li- figlio aggiunse alla parte prima il
guri, ch'egli vendette con tutte le catalogo de' consiglieri in allora vi-
loro sostanze anno 58 1 di
verso l' venti con il loro stemma. Matteo
Roma ; ma non erano
i romani Vecchiazzani, La verità difesa con-
ancora penetrati a quel tempo nel- tro Bertinoro rimproverante, rispo-
la Gallia, e non trovasi nella storia sta alle riflessioni istoriche di Gia-
alcuno di questo nome che moves- como Besi, Faenza pel Zarafagli 1 66 1
se guerra ai galli. Egli è vero che Forompopiliensi jurisdictionis, Ro-
Popilio vendette, come in pubblico mae typis Monetae 1776. E una
mercato, i prigionieri da lui fatti scrittura con quale si dimostra
la
nella guerra contro i liguri, e che contra il Besi, che sebbene Forlim-
quest'atto dispiacque sommamente popoli sia alquanto decaduta dal-
ai romani, i quali gliene fecero gra- l'antico splendore, non per questo
a i rimproveri, e lo costrinsero a ricu- deve perdere il nome di città ve-
perarli, ed a rimandarli alle loro ca- scovile.
se. La storia aggiunge che il senato Sebbene al citato e precedente
gli ordinò di uscire dalla liguria sen- articolo Forlì si siano compendio-
za dilazione, e di ritornare a Ro- samente narrati i principali avve-
ma. Quale apparenza pertanto che nimenti risguardanti Forlimpopoli,
questo console abbia voluto darsi pel legame che hanno con quelli
3 io FOR FOU
di Forlì, qui riepilogheremo con stretto abbandonarla; avendo i pom-
semplici cenni le cose meritevoli piliesi sostenuto il ribelle, e al di-
di particola!" menzione. Forlimpo- re di alcuni ucciso il vescovo fr.
na, che tra gli altri servigi presta- trocinio del principe degli apostoli
ti alla Sede apostolica nel pontifi- s. Pietro. Nell'anno 359, con S- ^bsr-
cato di Paolo III, somministrò al- curiale vescovo di Forlì, s. Ruffillo
la medesima dieci mila scudi d'oro intervenne al concilio di Rimini, e
del sole per la guerra contro il con ecclesiastico zelo vi difese la
turco. I beni di Battistina esistenti credenza apostolica, e poscia santa-
in Romagna passarono al principe mente morì a' 5 luglio dell' anno
d. Paolo Savelli, che nel 1623 ai 383. Il secondo vescovo di Forlim-
28 gennaio li vendette per scudi popoli fu Grato, che fiorì nel 4^4i
settantacinque mila al cardinal Cap- indi gli successe Sabino nel 494 5
poni. Così Forlimpopoli ritornò pie- poi Agello che intervenne al con-
namente al paterno regime de'som- cilio romano celebrato dal Papa
mi Pontefici, cui fu tolto quando s. Simmaco l'anno 5oo, e quei ve-
nel 1797 i repubblicani francesi scovi che riporta l' Ughelli loco ci-
invasero la Romagna, facendo par- tato: qui faremo memoria de' più
te della repubblica Cispadana e distinti. Stefano che fu al concilio
,,
re; Guelfo Belmonti eletto nel i2o3, altri vescovi. Passiamo ora a dare
ed Ubertello che il successe ; Desi- alcuni pochi cenni intorno all'ab-
gnato che nel i25i alloggiò nella bazia di s. Buflìllo.
vigilia de' ss. Simone e Giuda il Essendosi dalla pietà dei ricono-
Pontefice Innocenzo IV reduce dal- scenti pompiliesi eretta fuori delle
la Francia Almerico camaldolese
; mura della città, sulle rovine d'un
abbate di Classe, promosso nel 1262. antico tempio d'Ercole, una chiesa
Peppo Ordelaffi eletto dal capitolo al -loro s. Ruflìllo, ove far deporre
di Forlì , non fu riconosciuto da le sagre sue spoglie mortali, fu pen-
Bonifacio VIII, indi scelto a proprio siero del vescovo Fortunato di affi-
vescovile di Sinigaglia dopo Ugo- ; degli imperatori Ottone III del 995,
lino per molti anni governò la dio- ed Enrico V del 1 1 1, che nel
1 loro
cesi il vescovo Roberto, sotto di transitare per Forlimpopoli abita-
J
cui r Ughelli pone l'eccidio della rono presso que monaci e ne ser-
città spianata al suolo, per cui ri- barono sempre affettuosa ricordan-
fuggitosi il vescovo in Bertinoro za, crebbe a molta ricchezza non
morì nell' afflizione l' anno 1 364- solo di beni temporali, ma fu ezian-
Sotto fr. Roberto de Resinella, ere- dio conferita ai suoi abbati giuris-
mitano di s. Agostino, seguì coll'au- dizione episcopale in molta parte
torilà del Pontefice Urbano V , e dell' in allora vastissima diocesi ,
del successore Gregorio XI ì' ere- che si estendeva fino agli Apenni-
zione della chiesa vescovile di Ber- ni , non che in tanta parte della
tinoro, coli' unione di questa di città , ove pur ebbero cura d'ani-
Forli inpopoli. Veramente si dubita me; il che si rileva dalle bolle
che Urbano V, Gregorio XI ed Ur- de' ricordati Pontefici, e dai diplo-
bano VI abbiano eretto il vescovato mi dei memorati imperatori. Do-
di Bertinoro, e niuna bolla in pro- po la riedificazione di Forlimpopo-
3i4 FOU Fon
li del i38o, per opera di Sinibal- postolica di cinquanta mila ducati
do Ordelaffi ritornarono anche i d'oro, che in varie epoche, e col
benedettini, ed eressero il loromo- frutto del cinque per cento avea
nistero ed il tempio a s. Ruffillo somministrati pei bisogni dell' era-
sulle rovine della cattedrale che lo rio pontificio (che altri fanno de-
da tempio d'Iside aveva
stesso santo bitore de! capitolo di soli quaran-
convertito onore pure
a chiesa in ta mila ducati d'oro), il Pontefice
dell'Annunziamone della B. Vergi- Pio IV, ottenendo dal capitolo la
di s. Giacomo in Strada dentro For- nata a' 20 giugno 564 la q i,fd 1 >
lì, di pertinenza già di questa ab- bolla si conserva neh' archivio del-
bazia , e dove era stato traslato il la basilica vaticana , in un alle
mano, parente di Paolo III, sicco- sta circostanza di due ordinari iri
me il capitolo della patriarcale ba- una stessa sola ristretta città era
silica di san Pietro in Vaticano, cagione di molti inconvenienti ed
andava creditore della camera a- imbarazzi, per cui il Pontefice Pio
1 Oli I -OR 3i5
% li, con bolla de' 5 novembre 1816, «liliali Casoni, Braschi nipote di Pio
unì alla diocesi nullità la parte di VI, Fontana, e De Gregorio, i cui
città soggetta a Bertinoro, cóntro nomi fanno splendore al sagro col-
un compenso di parecchie parroc- legio, il vollero per intimo segreta-
totale di circa dodici mila anime. gno suo fratello il cav. Giuseppe
,
Diremo per ultimo, che di non Righini allora presidente del tri-
mi, in scienze, e in lettere si glo- rino, ove per due anni fu pro-de-
ria Forlimpopoli , e fra essi più legato sotto Pi'o VII; e dipoi sotto
specialmente come di rinomati ca- Leone XII e Pio Vili luoaotenen-
o
pitani, oltre i ben celebri Zampe- te, riconosciuto mai sempre per in-
nelle scienze ebbe chiari un Maz- più difficili dell' arte di edificare,
zolini fisico, un Vecchiazzani, un per cui meritò la grazia ed onore-
Camillo Uccellini eletto vescovo di voli commissioni dal celebre cardi-
Parma, e morto mentre avviavasi a nal Consalvi segretario di stato di
Roma per esserne consagrato. Fe- Pio VII nel pontificato di questo,
ce pure onore a questa patria il ed il sullodato Gregorio XVI lo
canonico dell' insigne chiesa e basi- propose alla cura dei lavori di ma-
lica di s. Maria ad Martyrcs o nutenzione e grandi riparazioni dei
Pantheon di Roma, d. Benedetto magnifici stabilimenti del Vaticano.
Righini (allievo e nipote del cano- Finalmente per ultimo faremo
nico d. Paolo Ossio di ancor viva menzione distinta del dottissimo ca-
memoria ), non solo per specchiata maldolese monsignor Albertino bel-
vita ecclesiastica, somma prudenza, lenghi arcivescovo di Nicosia , che
e vaste cognizioni, ma perchè i cai ebbe i natali in Forlimpopoli a'9.4
2
che col novero delle di lui molte fu eretta onorevole e meritata iscri-
opere pubblicate, e somigliante ri- zione marmorea, che pur si legge
tratto, inserì neh' Àlbum, giornale nella ricordata biografìa. Il suo no-
letterario di Roma, distribuzione X me sarà sempre chiaro e conosciu-
del i83g, non che negli Annali to dai dotti, per le molte opere
delle scienze religiose, nei fascicoli da lui scritte, nelle quali ebbe o-
di settembre ed ottobre del medesi- gnora in mira o la religione, o la
mo i83g. Il Bellenghi appartenne pubblica utilità, siccome fornito di
a famiglia antica, civile, e possi- singolare e vasta erudizione d'ogni
dente di Forlimpopoli, ma siccome genere; profondo nelle teologiche
il di padre Francesco si trasfe-
lui discipline, nell'archeologia sagra e
rì in seguito a Forlì, dove apri profana, come nelle scienze natu-
casa, e fermò domicilio cosi fu , rali. Appartenne a quindici acca-
detto forlivese monsignor Bellen- demie, nelle quali lesse parecchie
ghi. Divenne egli non solo abbate dissertazioni e ne fu vero orna-
,
1072; e negli atti del concilio di tale ornamento, perchè non è or-
Cartagine leggonsi varie sue let- namento semplice, ma misterioso,
tere a Bonifacio, assai importanti. figurando 1' antico razionale del
FORMALE. Gemma o lamina sommo sacerdote degli ebrei, e pe-
d' oro o di argento gemmata, la rò ne' rituali antichi, come si è det-
quale portano il Papa e vescovii to, venne chiamato Rationale. Cosi
nel petto, dove si ferma ed affib- il sommo sacerdote antico vestiva
bia il Piviale (Fedi). Il Macri nel- prima la veste di lino, indi la to-
J
la Notizia de vocaboli eccl., verbo nica di giacinto, sopra questa il so-
Formalium, dice che fu pur chia- praumerale, ed appresso il raziona-
mate Firmale o Firmaculum per- ,
le, che al sopraumerale si attene-
chè esso allude al razionale dell'an- va, su di che è a consultarsi s.
brogio Teseo racconta che il Cara- fra i regali offerii a quel Papa, e
dosso non avea l'eguale nella co- da lui disposti in vari bacili d'o-
gnizione delle gemme e pietre pre- ro, era vi pluviale formaho cani
ziose, e che avendo Giulio II ac- pretiosiisinto cum adamantìbus ma-
quistato un diamante pel prezzo di gnae aestiniatioiiis. Aveva due fi-
ventiduemila e cinquecento scudi gure d' 010 di Adiamo ed Eva, che
FOR I OR 319
«[elidevano le mani in alto di pren- dire nelle domeniche di quaresima,
dere il pomo vietato, e col nome ad eccezione della IV, in quella,
gne ili perle in linea perpendico- prezioso che si usa dal Papa iu
lare. Questo formale Clemente
di tutti i vesperi e messe pontificali,
Vili nel 1781 iu rinnovato da Pio e in qualche altra solennissima
VI per usarsi nelle funzioni meno funzione dev'essere uno dei dodici
solenni, come nelle domeniche di formali, che possedeva il palazzo
quaresima tranne la IV, nella pri- apostolico o sagrestia pontificia a-
ma, seconda e quarta dell'avvento, vanti le accennale vicende politiche,
e nella commemorazione de' fedeli giacché nel di dietro ev'vi scolpilo
defunti, e iu tutte le ailre di ese- la Vergine del Rosario, e le
B.
quie e funerali. immagini di s. Domenico fondato-
Al presente il Papa usa tre for- re dell'ordine de' predicatori, e di
mali, cioè quello con le perle, il s. Filippo Neri fondatore della cou-
comune ed il prezioso, non essen- gregazione dell' oratorio, tutti pro-
dovi più alcuno de' suddesci itti : i tettori di Benedetto XIII, e perciò
formali hanno nella piastra di den- fatto sotto il di lui pontificato, e
tro due grandi uncinelli, i quali da lui uso; essendovi altresì scol-
servono per fermarli sul piviale. piti il cane e la torre, la rosa e
Quello con le perle lo usa quando le sbane, slemma dei domenicani
assume la mitra d'argento, vale a cui era egli appartenuto, e della sua
3ìo FOR FOR
casa Orsini, confermandolo l' iscri- minò secondo il libro pontificale,
zione: Anno Domini MDCCXX1X. che niun vescovo chiamato in Ro-
Questo formale prezioso di argento ma e ritornato nel suo vescovato,
doralo, rappresenta nel centro di vi fosse ricevuto senza presentare
una piastra cesellata ad arabeschi al popolo le Lettere apostoliche
in rilievo, lo Spirito Santo in for- (Fedi) chiamate formate, colle qua-
ma di colomba, abbellito di pietre li significavansi e mantenevausi l'u-
e gemme preziose, cioè di amatiste, nità della fede e e scam-
il mutuo
acque marine, smeraldi, giacinti, bievole amore capo e le
fra il
queste lettere fu prescritta dal con- Chiesa cattolica, per cui provavasi
cilio Niceno I e pubblicala da At- esser vero cattolico quello il quale
tico vescovo costantinopolitano, re- era unito per comunione col Papa
gistrata nel fine del concilio Cal- successore del principe degli apo-
cedonese, nella quale al principio stoli. Ed
ancora con quattro altre
di lettera ponevano queste pa-
si lettere greche s' indicavano i nomi
role : Pater, Spiritai San-
Filìus, della persona che scriveva di ,
nella formata, e nel fine ponevasi l'abbate Zaccaria nel suo Onotna-
Amen. 1 quattro caratteri , cioè sticon deriva dal suggello la de-
Padre, Figlio e Spirilo Santo, Pie- nominazione delle formate; è vero
tro, e YAmen non si dovevano mai che forma dicevasi qualunque im-
mutare; ma gli altri significanti i magine dipinta o scolpita , come
nomi di chi scriveva, di chi por- l'usò Onorio Auguslodonense , co-
tava la lettera, di chi la riceveva, sì forma appellavasi anche la figu-
del tempo ch'era scritta, e del luo- ra o tipo che imprimevasi sulle mo-
go dond' era scritta la formata ,
nete e suggelli, vedendosi in più leg-
mutavansi secondo le occasioni del- gi, formar le mo-
scrive Maffei, che
le persone diverse, de' luoghi, e nete valeva Tutta volta for-
effigiarle.
de' tempi. Trovò il concilio JViceno mata non si disse la moneta, bensì
questa nota Pater, Filius, Spiritus pecunia. Riflette il eh. Marini, che
Sanctus, Petrus, Amen, ad imita- se tante ecclesiastiche lettere da tut-
zione degli imperocché
apostoli ; to altro trassero il loro nome che
s. Paolo soleva aggiungere alle sue dal suggello, perchè le sole forma-
epistole Gratta Domini ec. ; e s.
: te lo avrebbero dedotto, che furo-
Ignazio : Amen, Grada. no una medesima cosa delle dimis-
Ma l'erudizione e la critica colla sorie , dette apolitiche nel canone
quale ha scritto sulle lettere for- XVII del concilio di Trullo, delle
mate monsignor Marino Marini nel- commendatizie ossia sistatiche, del-
la sua dottissima dissertazione inti- le pacifiche ossia ireniche e delle
tolata: Diplomatica pontificia, è ta* comunicatone? Anzi scriveva il me-
le da potersi congetturare dai se- desimo Maffei che a specie di ec-
guenti cenni che dalla sua opera clesiastici diplomi possono anche ri-
gine impressa ne' sigilli. I Manritti lis solis personis quae honoratiores
scrivono che le lettere ecclesiastiche, sunt praeberi oporlel, come prescri-
che i greci appellano canoniche e ve il canone XI d' un concilio del
vol. xxv. 21
322 FOR FOR
45 1 ; e le altre a tutti in testimo- unàm epistolam formatam habeant,
nianza della fede che professavano, sicut supra dictum est; mentre i
e della pace che aveano col pro- chierici dovevano almeno presentar-
prio vescovo. Per conseguenza le ne cinque. Si distingue dunque la
formate, che furono una cosa stes- formata dalle lettere sigillate; ne
sa di quelle lettere, non ripetono si allude nella glossa ai primi tem-
il loro nome dall'impressione del pi delle formate. Dopo avere il Ma-
sigillo, ma dall'affare su cui versa- rini parlato perchè le leggi e le
vano, dal fine a cui erano dirette, epistole degl' imperatori si appellas-
dalle persone e particolari circostan- sero forme, conchiude che le for-
ze che le qualificavano, concluden- mate cosi denominaronsi, sia che
do il prelato Marini, che le forma- si scrivessero con certe e stabilite
ziano, distin. 5g6, ove si dice: si- clesiastiche siensi dette un tempo
ne signatis apicibus ; addii auod formate, suggelli, sfragides in gre-
Sedes apostolica quamlibet legacio- co, che cotale denomina-
bolle; e
nem suscipere non solet sine litte- zione sia loro venuta dall' impres-
ris sigillatis ; e alla distinzione 397: sione del suggello dalla bolla pen-
hodie sufficit si singuli episcopi dente. Questa strana derivazione
FOR FOR 323
d'improprietà di nomi le rammen- pa s. Damaso I del 367 , ove si
s'intese sempre aver la pace del venne fabbricata dai laconiani, in-
Signore chi avesse la comunione di conquistata dai romani. Sotto
della Chiesa, significata come si di divenne considerabile, e
loro
disse anche a mezzo delle lettere, Cicerone aveva nelle sue vicinan-
la qualcomunione fu chiamata ze una casa di campagna chiama-
specialmente pace, onde nelle iscri- ta Formianum, e poscia Cicerone:
zioni de' cristiani in pace vuol di- ma gli arabi saraceni distrussero
re, che il defunto morì nella co- questa città nell'anno 84o. La sua
munione della Chiesa così il Buo- : sede vescovile eretta nel terzo se-
narroti. Che se queste lettere si colo, per tale disastro fu dal Pon-
dissero formate e formali, ciò non teficeGregorio IV trasferita a quel-
fu che ad imitazione degli antichi, la di Gaeta, la qual città si ac-
che da forinole particolari, e dal crebbe colla superstite popolazione
contenuto ne dedussero il nome, e di Formies. 11 piccolo borgo del
così dalle forinole e dalla forma molo di Gaeta è costrutto sopra
debbonsi denominarle. Finalmente una parte dell'antica città, in ame-
ad escludere la derivazione del no- nissima situazione. Undici sono i
me delle formate dal suggello, è vescovi citali dall'Ughelli nel tom.
noto che l'apposizione de' suggelli X, pag. 97 dell' Italia sacra. Il
fu posteriore di molto alla esisten- primo si chiamò Probo ignoran- ,
quale deponevano le cose sagre, che foro della coscienza ed il foro della
erano usate o corrotte. Presso i cat- penitenza o della confessione sagra-
tolici in tutte le chiese avvi pure mentale. Per esempio 1' assoluzione
un luogo, dove buttano e ver-
si dalle censure pub darsi nel foro
sano le lavature dei vasi, dei pan- delia coscienza anche fuori della
ni o simili, che servono immedia- confessione sagramentale. Vi sono
tamente al sagrifizio, ed è quel luo- altresì due sorta di foro esterno, il
1802-1883.
Dizionario di erudizione
storico-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)