Moroni. Dizionario Di Erudizione Storico-Ecclesiastica Da S. Pietro Sino Ai Nostri Giorni. 1840. Volume 41.
Moroni. Dizionario Di Erudizione Storico-Ecclesiastica Da S. Pietro Sino Ai Nostri Giorni. 1840. Volume 41.
Moroni. Dizionario Di Erudizione Storico-Ecclesiastica Da S. Pietro Sino Ai Nostri Giorni. 1840. Volume 41.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI
SPECIALMENTE INTORNO
Ai PRINCIPAII SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEtìni SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELIA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA ,PATRIARCALI
ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
,
COMPILAZIONE
VCL. XLI.
IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCXL VI.
^s.^ ?>
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO -ECCLESIASTICA
M
MAC MAC
Cenni storici della città vescovile te dal consiglio, onde dar como^
di Macerata. do ai crescenti cittadini di fabbri *
carvi le abitazioni. All'intorno del
suo recinto apresi amenissima via
M..acerata giace in elevato colle, che serve di pubblico passeggio.
che occupa il centro di tutto il L' occhio rimane incantato dalla
Piceno, per cui venne osservato estesa veduta del mare che dilatasi
che tale celebre regione intera- da una parte, mentre dalle altre
mente quasi da specola astrono- va gradatamente innalzandosi una
mica vi si contempla. Questa no- corona di fiorenti e popolose colli-
bilissima ed antica città presenta ne, che terminano in distanza colle
di se la più vaga mostra e pro- creste delle montagne. L' ingresso
spettiva, venendo circondata da sal- è maestoso per le due principali
de mura , erette nel secolo XIV porte decorate da esterni sobbor-
dal cardinal Alboinoz legato , co- ghi, ed a quello denominato Porta
ronate da trentatre fortezziui o tor- romana si entra dalla strada cor-
rioncini condue lunette, una alla riera per un arco di trionfo chia-
porta Romana, altra a quella del mato delle Sopra questi
tre porte.
Mercato ed alla porta Montana o
; tre archi il coli' opera
magistrato
s. Domenico vi era un bastione. 1 del Jacometti avea collocato il bu-
fortezzini esistono ancora quasi tut- sto di bronzo del cardinal Pio da
ti, sebbene convertiti in gran parte Carpi legato della Marca, distrutto
ad altro uso. I tre forti vennero nella fatale epoca del 1799- Av-
demoliti nei primordi del corrente vertiamo che la porla Romana ver-
secolo. Anche i pomeri della parte rà riedificata col nome di Grego-
interna delle mura sono quasi to- riana, od in altro modo ridotta
talmente sparili per concessioni fat- tosto che potrà darsi esecuzione al-
6 M\C MAC
la risoluzione del consiglio comu- dice che la chiesa di s. Maria dolla
nale, fatta in occasione della venu- Fonte ha bella facciala con statue
ta in Macerata di Gregorio XVI. di marmo, con convento magnifìi-
All'altro ingresso si giunge per co- co. Noteremo che il convento di s.
moda strada dalla sottoposta spiag- Maria della Fonte fu distrutto ai
gia dell'Adriatico, e s' incontra la tempi del dominio francese; della
bella chiesa di s. Maria delle Ver- chiesa nulla ora esiste , tranne la
gini con ardita cupola ottangolare, facciata priva però della memora-
ch'ebbe origine dall'apparizione, ta statua : l'area della chiesa e del
che a' IO aprile 1 548 fece la Bea- convento è ridotta ad uso di pub-
ta Vergine a Bernardina de Do- blico cimiterio. Terminato l'edifl-
mino maceratese, al modo che rac- zio di s. Maria delle Vergini nel
conta il p. Civalli nella Fisita trien- iSyS, i compatroni incominciarono
nale^ parlando di Macerata, presso rornamento delle cappelle e l'ere-
il Coìiìccì, Antichità picene t. XXV, zione degli altari; la non degna
p. 62. Si disse delle Vergini, per la facciata vuoisi aggiunta poscia. Nel
processione che di esse desiderò la i574 la congregazione de* bifolchi
Madonna nel giorno di sabbato, nella sua maggiore fece
cappella
pio costume osservato costantemen- dipingere dal Conti le Nozze di Ca-
te ed anche al di d'oggi, recando- na in Galilea; quindi la medesima
visi ogni sabbato il sodalizio detto nel 1593 rinnovò la cappella. In
dei servitori. tale anno Gio. Battista Ciccolini
11 marchese Amico Ricci ma- fabbricò la cappella ordinata da
ceratese nelle dotte e preziose Me- Ciccolino suo padre , con quadro
morie sloriche delle arti e degli del maceratese Giuseppe Bastiani.
artisti della marca Anconad* La famiglia Mozzi fece dipingere
Macerata i834, tipografìa Man- la tavola dell'Assunta da Gaspare
cini, nel parlare di molti edifi- Gasperini pur maceratese, li qua-
zi ed opere artistiche che sono in dro poi della Beata Vergine coi ss.
questa città, diverse notizie riporta Girolamo e Nicola da Tolentino è
su questa chiesa. Dice che i ma- opera dell'altro maceratese Giusep-
ceratesi ne fu architet-
l'eressero e pe Sebastiani Mancini detto Giu-
to egregio Galasso da Carpi po- ,
seppino. Inoltre si ammirano in
nendovi la prima pietra nel i5ao questa chiesa la Fuga in Egitto del-
Berardi vescovo di Camerino vice- la sacra Famiglia del cav. d'Arpi-
legato della Marca. Riuscì maesto- no, e l'Adorazione de' magi del Tin-
sa e grave, uno de' modelli archi- toretto. Ma non è nostro scopo far
tettoniciche maggiormente onora- la descrizione delle chiese di Ma-
no la ed in forma di
provincia , cerata, ne di questo bellissima teni-
croce greca, terminando ogni capo pio, che il Ricci non dubitò chia-
semicircolarmente. Il compimento mare la patria pinacoteca. Abbia-
soffrìqualche ritaido, per una lite mo da fr. Girolamo Maria Vico:
che confrati detti delle Vergini
i Descrizione istorìca dell'orìgine ed
dovettero sostenere coi religiosi di erezione del tempio di 5. Maria
s. Agostino, abitanti il vicino con- delle Vergini di Macerata. Ivi pel
pezzo di legno della vera croce convento venne rifabbricato sul luo-
donato dal p. Battista Frontoni di go dell'antico che colla chiesa s'in-
Macerata. Ivi era un coro magni- cendiò dai francesi nel 1 799. La
fico e il quadro dell'altare mag- sesta porta della città è situata die-
giore di Carlo Crivelli, creduto di tro il palazzo governativo , mette
Pietro Perugino, cioè nell'antica nel pomerio, ed è chiusa ora total-
chiesa barbaramente distrutta nel mente, essendovi stato costruito un
1799, ^"* successe l'odierna riedi- ampio ed elegante fabbricato ad uso
ficata nel convento vi fiorirono pa-
: della mattazione delle bestie per lo
recchi religiosi in santità e dottri- sfamo della popolazione.
na. Volendo progredire fino all'e- Le vie interne quanto si può ,
I
IO MAC MAC
tilh de' santi , e l'nulenticith delle quale pittura si nota il foro ed il
loro reliquie, le ha donate alla bi- bello stile del Pintnricchio. Presso
blioteca coiiiunale Mozzi. Parla in- la cattedrale sono gli edifizi dell'e-
oltre il p. Civalli della cappella piscopio e del nuovo seminario-col-
Pellicani, de' mansionari, e de* ca- legio che rimpiazza
l'antico con-
nonici, i quali cappe il
si misero le vento di Agostino, e sorgono ai
s.
blicata in Osimo colle stampe del ceve sotto il manto il popolo ma-
Quercetti nel 1772. Nella sagrestia ceratese, avente a* lati i ss. Seba-
evvi un quadro in tela riportata stiano e Rocco: questo quadro si
dai propri paesi per l'invasione; dei sito Maria Vergine; mirabile è
di
turchi. Estinta detta confraternita la Crocefissione, forse opera di Cola
1574. La nuova chiesa si deve alla de'suoi capolavori. Questa chiesa era
munificenza del conte Guarniero dapprima de'gesuiti, ed in essa ebbe
Marefoschi, uno de' confratelli della Ja primiera origine la divozione
confraternita, e ne fu architetto il delle quaranta ore in tempo di car-
cav. Luigi Vanvitelli per la riedi- novale, come dicemmo al voi. XKX,
ficazione ch'ebbe luogo nel 17 35. p. 121 del Dizionario. Quanto ai
Ivi si distinsero nelle pitture il Con- gesuiti, richiesero ed ottennero la
ca e Francesco Mancini, negli stuc- chiesa di s. Maria delle Vergini ai
chi, intagli ed altre pitture valenti 18 giugno i562. Volendosi loro
uomini di quel tempo. Lo stesso assegnare una comoda abitazione
JMarefoschi l'arricchì di cappellanie con chiesa con facente al sacro loro
e preziose reliquie del suo fratello ministero, e che servisse a mag-
Mario allora cardinal vicario di giore onore di Dio e decoro del-
Roma. La confraternita della ss. la città. Rosato Rosati di Montalto,
Trinità, spogliata nell'invasione fran- cittadino maceratese e valente ar-
cese di non pochi capitali, è ritor- chitetto, ne fu benemerito concor-
nata ad essere la proprietaria e rendo alla spesa, facendone il dise-
custode di dello santuario. gno ed occupandosi dell'esecuzione,
In fondo alla breve e piana via, per cui nel 1625 sotto l'invoca-
che può avere il nome di Corso, ewi zione di Giovanni fu posta sulla
s.
indica il di lei titolo, tal società lano Nicolò IV nel 1290 diede a
è provinciale e riceve per conse- questa città lo studio generale, e che
guenza sussidi dal provinciale con- nell'archivio del palazzo comunale
siglio, che
annualmente nella sua ne appariscono ventiquattro scrittu-
riunione in Macerata ne assegna re. 11 Compagnoni a p. i5o della
MAC MAC 17
Bc^gin picena^ scrive che Nicolò nelle Memorie di Cingoli^ narrando
IV istituì ili Macerata, checche a a p. 383 che Paolo III per inter-
Federico 1 1 altri 1' attribuiscano, cessione di monsignor Furialo Sil-
riiniversilà pubblica delle scienze, la vestri concesse l'università degli stu-
primiera ed unica, toltone Roma di o dello studio generale a Mace-
e Bologna, in pon-
tutto lo stato rata, doveva dire che ne restaurò ed
tificio, citando T Ughelli. Aggiunge aumentò la fama: in questo erro-
che il grido delle leggi del signor re, tra gli altri, cadde pure il dot-
Giulioso da Monte Granaro, e Giu- to Tiraboschi. Sisto V con la co-
lio, nome frequenlalissimo ned' an- stituzione 3Iuneris, nel ristabilire l'u-
tica famiglia de' Conventati nobili niversità di Fermo l'istituisce ad
maceratesi, costituì lo studio di Ma- instar Bononien, Paduanen, Perusi-
cerata fra gli ottimi e di gran nien,Senen et Blaceraten, cioè nel
nome nella provincia. Pertanto si i585. Veggasi la costituzione Insti'
bandirono lettere nel settembre 1 290 tulio studii generalis in civìlate Ma-
per le pubbliche piazze di Sanseve- ceratensi cum aliorum sludiorum ge-
rino, di Monlesanto, di Montecchio, neralinm graliis et privilegiis, pres-
di Monte Cassiano, di Tolentino, di so il I. Antonio
Cherubini, Bull. t.
vitanova. Paolo III nel primo giu- fiorirono, sono riportati dal p. Ci-
gno iS/j-O restaurò ed accrebbe il valli a5^; wdV Orazione dell'Au-
p.
lustro dell'università di Macerata, rispa a pag. 22, 28 e 32, si par-
onde beneficare i popoli già da lui la d' illustri professori , massime
come cardinal legato prudentemen- nelle lettere greche, non che a p.
te e da saggio governali. Il p. Ci- VI della Prefazione. L' università
valli dice inoltre, che lo studio per ebbe sempre a professori uomini
alcun tempo tralasciato, da Paolo IH di altissima fama; tra essi a cagione
fu di nuovo restituito. L'Avicenna d'onore citeremo fr. Felice Pereti»,
VOL. XL[.
i8 MAC MAC
poi Sisto V,clie vi lesse filosofia nel somma per l'acquisto di oggetti a-
i55o; Filippo Sega poscia amplissi- nnloghi. Sino al primo maggio 1808
mo cardinale; Gregorio Pelrocchiiii ha esistilo olire l'università un col-
pure fatto cardinale; il celebre Ales- legio di avvocati e di procuratori,
sandro Guccini ed altri che si re- chiamalo di s. Calerina, insignito
sero famosi per opere, invitali con del privilegio di conferire le lauree
vistosi onorari; per cui con tali in- nel diritto civile e canonico. Que-
signi uomini ne uscirono dottissimi sto collegio composto di quaranta
discepoli. In difesa dell'università e lalvolla ciiupianta individui, fu
maceratese sono molte di quelle eretto dal cardinal Egidio Albor-
opere e scritture, di cui parleremo noz nel 1 364- Perciò fu cosa rara
facendo cenno dell'antica città di nella storia delle scienze che una
Recina e della relativa dissertazio- città possedesse il privilegio di due
ne di Troili. Cancelliere dell'univer- collegi. Oltre l'università in Macera-
sità di Macerala è il vescovo prò ta vi è un ginnasio per l'istruzio-
tempore. L' università si compone ne elementare, belle lettere, elo-
dei quattro collegi teologico, legale, quenza e le cattedre di filosofia
,
cinque anni; prima che spirasse il luogo dell' ordinaria residenza dei
tempo, il consiglio di credenza, che legati e rettori della Marca, pei
tutelava tultociò che aveva rela- quali, come abbiamo detto, fino dal
zione agli affari pubblici, compren- 1286 fu edificato il palazzo per
sivamente alla nomina di delti u- abitarvi. Nel iSyi ventitre comu-
ditori e di tutti gl'impiegati, for- ni della provincia della Marca sup-
mava una deputazione composta plicarono il cardinal vicario per
almeno di due membri di creden- Gregorio XI, che per la continua
za, i quali facevano il sindacato dimora che in Macerata avevano
all'uditore che cessava. L'operazio- fatto i rettori e presidi della Mar-
MAC MAC 2 1
ca, come siiuala nel centro della la signora e donna del Piceno, ne
provincia, e la curia generale dei riporta le testimonianze, li giure-
medesimi co' quattro giudici, ivi consulto Sebastiano Medici nella
continuassero a risiedere. L'ordina- dedicatoria delle definizioni o de-
ria residenza de'rettori fu in Ma- cisioni della rota maceratese, al car-
cerala; tuttavolta essi o la loro dinal Alessandro Peretti nel 1596,
curia temporaneamente dimoraro- si esprime: Macerata illius provi n-
no in Ancona, in Ascoli, in Fer- ciae caput est. Leone nel bre- X
mo, in Camerino, in Montolmo, ve de' 5 maggio 5 1 3, scrisse:
1 le-
XVI nel i838, e da lui fatto le- p. Gio. Battista Antonelli ; fr. Orazio
gato apostolico di Ferrara, e pro- Civalli ; fr. Liberato e fr. Pietro
tettore della confraternita della san- da Macerata ; fr. Cassiano Beligatti
tissima Trinità di Macerata. Se cappuccino missionario nel Tibet,
la morte non rapiva monsignor nella cui lingua scrisse diverse pre-
Ignazio Ranaldi arcivescovo di Ur- giate opere;Matteo Ricci gesuita,
bino, che cessò di vivere in Sar- celebre matematico ed astronomo,
degna speditovi da Pio VII per che pel primo predicò nella Cina
riordinare di quel
gli alfari religiosi il vangelo, e per la scienza i cinesi
regno , sarebbe stato creato cardi- lo riguardarono qual secondo Con-
nale. I vescovi e prelati sono: jGìu- fucio ; Giuseppe Asclepi matemati-
lio Cesare Compagnoni, già arci- co e astronomo ; Angelo Galluzzi
diacono della cattedrale, vescovo gesuita. Tra gli scrittori, autori di
di Sanseverino ; Claudio Ciccolini opere, giureconsulti e benemeriti
vescovo di Forlì; Amico Panici della patria.,sono a mentovarsi :
Cristiade del Vida, di molte ope- Canova dà saggi non equivoci del
re inglesi e greche, ed autore di profitto che ha fatto nella di lui
opere. Fiorirono negli ordini eque- scuola. Del Bianchini si ha in Ma-
stri : nel gerosolimitano, Gio. Bat- cerata, nella sala comunale, un bel
tista,Francesco e Pier Paolo Com- semibusto del Papa Gregorio XVI;
pagnoni ; Valerio marchese Ciccoli- neir università il monumento del
ni cavaliere di Malta ec; nell'ordine Giannelli; ed i cenotafi del ven.
di s. Stefano, Gio. Battista e Quin- vescovo Vincenzo Strambi e del
tiliano Compagnoni, ec; nell' ordi- marchese Bourbon del Monte nella
ne Maurizio e Lazzaro, Fran-
de'ss. cattedrale, non che quello dell'avv.
cesco Compagnoni; Leonardo com- Nicola Piccinini giudice di appello
mendatore Filippucci, ec. di onorevole rimembranza. Sui pre-
I pittori valenti sono Girolamo Ba- gi degli artisti maceratesi, come di
stiani; Girolamo Boniforli; Francesco molte notizie artistiche riguardanti
Bonifgrti; Sforza Compagnoni; Gio- Macerala, scrisse dottameots e eoa
MAC MAC 27
critica il marchese Amico Ricci altra cosa alla citta appartenente.
maceratese cav. de* ss. Maurizio e Tuttavolla confessa mancare Ma-
Lazzaro : Memorie storiche delle cerata d'una storia compita (Gia-
arti e degli artisti della Marca di como Lauro scrisse Alacerata il- :
vero de' presidi della Marca, hi- sima e sommamente pregevole, non
s tori a universale degli accidenti di scevra di qualche difetto. Aggiun-
tempo in tempo della provincia j ge che quello che dopo di lui è
non meno che de' vari suoi reggi- slato scritto, oltreché non fu per
menti , sì come de' re ^ pretori o fare una storia, ma solo per soste-
proconsoli consolari, vicari, prefet- nere una contesa , non riempì il
ti pretori e legati cesarei del Pi- vuoto; aver perciò divisato compi-
ceno j conforme de' duchi , conti, lare una storia compita col titolo
marchesi, legati apostolici, rettori di Memorie storiche di Macerata,
governatori e luogotenenti della Mar- ossia una storia civile, ecclesiastica
ca; con tutti i vescovi, podestà ed e letteraria, volendo prima pubbli-
altri giudici di Macerata (però care tre dissertazioni ; cioè, dell'an-
pubblicò la sola parte prima che tica città di Recina, della prima
arriva soltanto al i445)' Quindi origine di Macerata, e delle vicen-
non mancò anco negli ultimi tem- de di Macerata ne' primi secoli
pi chi tra i maceratesi cercò d'il- della sua esistenza ( tranne la pri-
lustrare o l'origine o le prerogati- ma dissertazione niente altro pub-
ve della patria, o i principii del- blicò il Troili). Avverte poi, che
l'università degli studi, o qualche dovendosi nelle memorie e nelle
a8 MAC MAC
dissei lazioni esaminare la contesa no: I. Replica al
cavaliere mace-
tra'maceralesi e camcrinesi,e quan- ratese del suo amico di Camerino.
to le palli scrissero, slimava bene II. Risposta dì uno studente in Ca-
rari^e pare opinamènto analogo alle Salinon nella sua opera intitolata:
Notizie istorie he ), che volle prova- Lo stato di tutti i paesi e popoli del
ie, che i camerti umbri confede- mondo, non solo ricorda tutti i brevi
rali de' romani, de' quali parla T. e bolle de' Papi, con cui fu Macera-
Livio, furono chiusini, e Cameria ta decorata della curia generale
non fu dov' è ora Camerino. Nel della rota, dell'università, della zec-
1787 poi venne fuori: Lettera ca, e di altri privilegi, non che del
d' autore anonimo sopra quel tanto sigillo; ma eziandio per provare la
dai loro asili, cominciarono a ri- recinali , e per timor del sacco,
parare o edificare B-Ccina o Ma- cederono dopo ostinata difesa, e
cerala, vi trasportarono le cose più nominando diversi storici vuol pro-
memorabili della città sacre e pro- vare che per recinali altri non deb-
fane, venerando per patrono san bano intendersi che i maceratesi :
lora e fu ultimo vescovo s. Clau- luogo espugnato tiene che sia sta-
dio, il primo de' maceratesi al dire lo il castello campestre abitato dai
lo Magno, che vinto nel 778 De- nella Palestina per liberare luo- i
siderio, pose fine al regno longo- ghi santi dai saraceni, si arrota-
bardico, restituì al Papa le occu- rono molti maceratesi, seguendo lo
pate terre, ed altre ne donò. Flut- stesso imperatore, che incontrando-
tuò dipoi Macerata lungamente ora vi la morte, gli successe ncIT im-
ai Papi, ora ai re d'Italia, ora agli pero Enrico VI suo figlio. Questi
imperatori assoggettata col rima- nel 1195 concesse il marchesato
nente della Marca Anconitana. SoftVi d'Ancona a Marcualdo sud dapìfe-
inoltre sotto i Berengari devasta- ro. I marchiani riguardavano co-
zioni, ed Arnolfo re di Germania me sovrano l'imperatore, e per es-
e d' Italia dopo l'anno 896 la bru- so i consoli de'Iuoghi, così Mace-
ciò e disfece. Nel seguente secolo le rata; ma Marcualdo commise nel
città e castella governarono con
si paese ogni eccesso e malvagità.
differenti leggi, così nel secolo XI. Essendo morto Enrico VI nel
Sembra che a questa epoca Mace- 1197, aspirarono all'impero il suo
rata avesse il proprio conte che la fratello Filippo di Svevia, ed Ot-
signoreggiasse, ma gli abitanti era- tone IV di Sassonia Macerata se- :
il nome da quello del suo patrono. fatti, occupò molte terre della Chie-
rio III, e dopo la morte di Ottone del Papa, i secondi dell' imperato-
IV, i marchiani vaghi di novità si re, com'è noto. Mentre era pode-
prmarono per sostenere le comuni stà Inghiramo da Macerata gene-
libertà: unitisi gli uomini di Pog- rale Benvenuto di
de* fiorentini
,
opporsi colle armi alle pretese ra- gorio IX ordinò al suo suddiacono
gioni della chiesa fermana. 11 ve- e cappellano, che Macerata e Mon-
scovo Rainaldo Monaldi si procurò tolmo li mantenesse a nome suo.
l'aiuto di Azzo VII ed un moni- Imperversando Federico II contro
Xorio di Onorio III, perchè né eoa la Chiesa, da cui tutto dovea ripe-
MAC MAC 39
tere, Gregorio IX si trovò costret- Macerata, trasportò il teatro della
to a scomunicarlo, affidando il co- guerra nel reame di Napoli. Uno
mando Giovan-
delle sue milizie a dei tre eserciti pontificii a Macerata
ni di Brenna re di Gerusalemme, e alle Ripe trovò tale resistenza che
con grado di capitano generale di non potè progredire nella marcia.
Romagna e della Marca. Costretto Reduce Federico li dalla Palestina,
Federico li giusta i giuramenti a ove fece empi patti coi nemici del
partire per la sacra guerra di Pa- nome cristiano, nel 1229 destinò
lestina, Ranaldo suo viceré in Si- nella Marca vicari imperiali Ric-
cilia per suo incarico occupò ostil- cardo conte di Caserta e Giacomo
mente le Provincie pontifìcie e per Morra. Quindi pacificatosi col Papa
prima la Marca, avanzandosi sino a ordinò alle città e fortezze ghibel-
Macerata. Dalla sorpresa di Mace- line che ritornassero alla Chiesa,
rata sperava Ranaldo soggiogare al- mentre Gregorio IX ad onta delle
Timpeiatore il restante della Mar- pretensioni del marchese d'Este, in-
ca, e ritenutola per posto impor- caricò il vescovo di Beauvais retto-
tante per la sede della guerra, la re della Marca d'Ancona, di Spo-
fortificòcon buona architettura mi- leto e del Patrimonio, che prendesse
litare, con un giro nuovo di mura sotto di se Macerata e Montolmo, co-
più grande assai del presente, con me luoghi immediatamente sogget-
propugnacoli o torrioni, terrapieno, ti alla santa Sede, munendolo di
largo e profondo fossato. Allora gente d'arme. All'anno I233 ese-
Macerata avea più di quattro miglia guenti il Compagnoni riporta i no-
di circuito, contenendo da Fonie mi di vari podestà e giudici ge-
Maggiore per la via detta antica- nerali della Marca residenti in Ma-
mente Tiburtina, alle fonti di Ma- cerata. Nel 1239 Gregorio IX coi
cerata per la via Flaminia, sei no- guelfi della Marca ed il cardinal
bili ed ampli quartieri, chiamati Colonna, si volse contro Enzio o
di s. Giuliano, di s. Paolo, di s. Enrico re di Sardegna, bastardo
Pietro, del Monte, di s. Salvatore di Federico 11; ma al primo arri-
e di Macerata, senza comprender- vo dei regi in Macerata, fuorusci- i
lini. Attaccato 1' esercito pontificio città. Sopraggiunto nella Marca per
segnalò tra i primi della Marca con quale domandò subito aiuto alle
specialità di grazie e favori, e con città della Chiesa, contro Manfredi,
essi il popolo di Macerata. Rifor- ed a Macerata scrisse una lettera
matasi nel 1349 dal cardinale in in forma di breve che al pubblico
Macerata la camera pontificia per di Macerata presentò il vescovo di
la resideiiìia de' legati , in tempo Faenza spedito nella Marca per
anco che i maceratesi dilatavano i provvedere soldati e denari. Que-
fori e le pubbliche vie per la co- sto Papa chiamò nella lettera Ma-
modità de' curiali , come rilevasi cerata, colle qualifiche di città, di
dalle molte compere di quartarole fedele e di figlia . Reggendo per
di piazze prese in diversi quartie- Alessandro IV la Marca il nipote
ri ; laonde alcuni congetturano l'in- Rolando giudice generale, fu in
graiulimento dell'antica Macerata. Macerata, e vi emanò qualche de-
Dagl' istromenti perciò stipulati, so- creto.Dopo la partenza di Rolan-
no nominati i Gualteri, gli Ugolini, do levarono molti luoghi e città
si
e pel valore de* maceratesi non gli tracotanza di Manfredi e per le in-
liusci,ed il Papa indirizzò un bre- solenze che in Roma commetteva-
ve di lode al podestà , consìglio e no Banderesi (Fedi), Urbano IV
i
lini e Perei valle d'Oria vicario ge- sti del regno delle due Sicilie;
nerale della Marca d' Ancona per quindi il re nel 1266 vinse Man-
Manfredi, che ricuperò diveisi luo- fredi in battaglia, e questi restò
ghi vicini a Macerala. Il Pontefice morto. Siccome molti guelfi mar-
perchè colla sua espugnazione t ne- chiani avevano seguito gli stendardi
mici non passassero ad invadere del re Carlo I, egli li creò cava-
Spoleto, domandò soccorso dai pe- lieri e gli onorò del rastrello ver-
rugini da Anibaldo. Frattanto
e miglio e de'gigli d'oro, per cui mol-
Percivalle proseguendo con successo te famiglie anche maceratesi pose-
la sua marcia, rese alla divozione ro tali segni ne' loro stemmi. Inol-
del re Manfredi tutta la Marca, e tre il re fece restituire alle loro
siccome Macerata si vide costretta patrie i guelfi usciti dalla Marca.
riconoscerlo per signore , migliorò Dopo la morie di Clemente IV,
la sua condizione pei privilegi che nella lunga sede vacante, si rinno-
ne conseguì nel isSg. varono le crudeli guerre tra alcu-
Nella vicaria di Percivalle fu in ne città e terre della Marca, e gli
Macerala giudice generale della Mar- anconitani invasero i lerri torli dei
ca Bartolomeo da Rando, e giudi- maceratesi, essendo podestà del co-
ce del comune Rosario da Civita- mune Grimaldesco da Lornano. Il
cato di Bonifacio Vili fu rettore sua Trt'ja, che l'esercito guelfo ar-
e tesoriere generale della Marca rolato da Geraldo, si adunò pres-
Guglielmo Durante vescovo Mima- so Macerata per combattere i ghi-
tense ed il cardinal Napoleone
; bellini della Marca. Superati da
Orsini legato apostolico e rettore Geraldo gì' insorti, con alto dato
della Marca, confermò nel i3oi in Macerata nel i3o8 commendò
a' maceratesi l'indulto di eleggersi la fedeltà e fermezza de' macera-
il podestà e gli altri uffiziali. Nel tesi nel difenderlo, e con pienezza
vignone, ove restarono altri sei suc- cesse al sindaco di Macerata, chia-
cessori, con immenso danno dell'I- mato Macerata di Giovanni, con-
talia e dello stato pontificio. In donazione ampia delle sue passate
fatti marchiani rup-
subito molti colpe. Per timore della peste il ret-
pero il freno della subordinazione tore partì da Macerata , e poi vi
e presero le armi contro il rettore ritornò colla corte, mantenendovi
Bambaldo de' Collalti conti di Tre- nella sua assenza la ragione i giu-
vigi, e suoi seguaci. Sostennero i dici generali delia Marca e quello
maceratesi d' affetto guelfi , come del comune.
de' più divoti e fedeli alla Chiesa, Nel i3|3 Vitale Prost era ret-
la difesa del rettore contro le forr tore, vicario spirituale e tempora-
ze de' ribelli , i quali dal guasto le, ed anche tesoriere generale del-
1227 immediatamen-
fu sottomessa bo di fanteria e cavalleria mace-
te alla Sede apostolica nel tempo- ratese; quindi piombando sui coU
rale e nello spirituale ; ed in sua legati ribelliruppe e disperse,
, li
verno del rettore della Marca. Se dai disagi della guerra, e per le
4G MAC MAC
spese incontrate, gli applicò i beni sua grazia^ reltiflcundo i motivi di
confiscati ai fuorusciti cittadini ed tanto eccidio, e distinguendo i citta-
altri marchiani piti colpevoli. dini rei dal resto della città. Suc-
Giovanni XXll die per succes- cesse una pace generale tra ghi- i
altra offesa contro de' suoi cittadi- gando poi la tavola di pietra colla
ni attentata, sotto gravi pene spi- che ivi fu posta per ornamento e
rituali e temporali. Quindi conces- divisa in sei spartimenti , dice che
se a' maceratesi il privilegio del nel primo fu rappresentato s. Giu-
mero impero con lettera
e misto liano a cavallo, e negli altri alcu-
data in Avignone a' 12 febbraio ne insegne gentilizie antiche ;
quel-
i322, che esercitavano da tempo la a scaglie di pesce era del po-
antico edam gladii polcslalenij con destà nominato, due con rastrelli
condanne a morte ed altre puni- de' Mulucci , una delle quali con
zioni; ed il podestà procedeva con- mula Fedo detto di
e tre gigli di
tro qualunque persona, benché pri- leone ram^
Nucciarello, l'altra del
"vilegiatissima, ed avea la prevenzio- pante con cinque gigli di Fedo di
ne sopra il rettore stesso della Mar- Bonleone, ed in mezzo V arme di
ca. Nello stesso tempo il Papa ban- Macerata coronata. Dovendosi poi
di la crociata contro Recanati, per nel secolo XVII restamare lo stem-
cui fu facile al rettore di prender- ma e la corona di Macerata, rotta
la, facendone bruciare una parte, se- forse per invidia. Urbano Vili con
condo il conte Leopardi, e diroc- breve del i638 ordinò la rein-
care, al dire del Compagnoni e di tegrazione della corona sull'arme,
altri, sebbene questi dubiti del nar- non solum to nixa^ quia ci-
jiire
rato da Giovanni Villani, anzi pro- vitas hiijusmodi diclaeprovinciae
duce una lettera del Papa ai re- caput, illiusque legatoruni, seu gu-
canatesi, colla quale li rimise nella htmatorum residentia, et universi-
MAC MAC 47
tate studii generalisy miiltiiique aliis Divcnuif) rettore della Marca Ca-
praerogativis ornata existit, etiarn nardo da Saballiano, appena giun-
ab antlquissimo tempore. Nella guer- to nella sua residenza di Macerata
ra che il rettore Amelio dovette vi pubblicò un editto per rendere
fai-ea diversi ghibellini della Mar- pih abbondante commercio del- il
rese, con oneste condizioni , di gli altri privilegi che la città go-
confermarsi il vicariato in un no- deva.
bile della città , rimanendo alla Urbano V rimandò legato e vi-
testa del governo lo slesso Fedo cario d' Italia il cardinal Albornoz
Mulucci; che il comune pagasse al- nel i363j il quale prendendo del-
la camera apostolica cinquemila fio- le provvidenze sulla quiete de'mar-
rini d'oro;che il legato ricevesse la chiani, primieramente con diplorast
città governo, come residenza
in dato in Macerata riformò la curia
del preside della Marca, per uno generale, che meglio stabilì in que-
de' suoi nipoti col titolo di cor- sta città, come residenza antichis-
rettore Marca, che proba-
della sima de' presidi della Marca. Ordi-
bilmente fu Blasco Fernando. Nel- nò pertanto nel i364, che de' tre
l'anno i356 il pubblico mace- giudici dei mentovati presidati Far-
ratese pagò gran somma, a con- fense, Camerinense, e di s. Loren-
to della pattuita a Basco di San- zo in Campo, quello di Camerino
tio da Camerino vice- tesoriere della dovesse risiedere in Macerata , ove
Chiesa e luogotenente di Guglielmo dichiarò volervi ridurre la curia, e
da Benevento tesoriere generale, e tutto come luogo più conveniente
nell'anno seguente in Fano, nel di ogni altro della provincia e per
primo di maggio, sebbene altri di- comodo maggiore della Marca: l'at-
cano in Forlì, nel parlamento ge- to si legge nel Compagnoni. Per
nerale coir intervento degli amba- utile poi de' marchiani e decoro dei
sciatori delle comuni dello stato presidi, il cardinal Albornoz ad e-
pontifìcio, dal cardinal Albornoz si sempio del collegio degli avvocati
promulgarono le antiche costituzio- stabilito in Bologna da Urbano V,
ni della Marca, dette Egidiane dal altri ne eresse in Macerata di av-
suo nome. Tra le altre cose , con vocati e procuratori della curia,
esse fu divisa la curia generale dei- concedendo esenzioni a'curiali esei-
VOL. XLI. 4
rw MA e MAC
«XMili cioè ai maceratesi collegiali nel I 3G7, e per legalo il suo fra-
la riforma e rinnovazione dello stu- le-Ilo Anglico cardinal Grimoaldi ,
dio e della facoltà iiumeinorahile vicario generale di tutto Io slato,
di promovere in detto collegio alla il quale molte lettere spedì a fa-
laurea del dottorato. Delle quali vore de'maceratesi , sulla lesidenza
prerogative di Macerala , se ne fa de' priori, sportule de' giudici, sugli
menzione nella lapide o iscrizione esteri acciò pagassero i dazi comu-
posta nella galleria vaticana, sotto nitativi, ec.
la figura della città, che incomin- Sublimato pontificato Grego-
al
cia con queste parole: Mactrata e rio XI , in Macerata nell' anno
vctustls Ileh'iae Ricinae ruinis et 1371 si tenne un parlamento di
macerìae dirnlae excitata prov. tutta la provincia, che durò più
Picen. praesìdum sedcs. Inoltre il giorni, in cui fu stabilito spedire
cardinale, per la sicurezza de*curia- un ambasciatore al Papa in Avi-
li e quiete de' maceratesi, provvide gnone a congratularsi della sua e-
a compiere le fortificazioni della cit- saltazione, già da lui partecipata a
tà, e per lo spopolamento cagionato Macerata; e venne discusso a lun-
dalla pestilenza, ne restrinse il cir- go della residenza della ctu-ia ge-
cuito come avca fatto in altre cit- nerale. Alcuni sostennero non do-
tà marchiane. Ridusse perciò Ma- versi rimuovere da Fermo pei sin-
cerata poco meno che una gran golari suoi pregi e prerogative, luo-
fortezza, poiché racchiudendovi so- go forte e di studio generale in
lo r eminenza del monte , tagliò cui fioriva l' eretino Roselli. Altri
fuori Ponte maggiore, la Pietà
il dimostrarono con oppoittuie ragio-
s. Maria Mad-
vecchia, Torresiana, ni, che la curia dovea ridursi in
dalena e san Lorenzo avanti il Macerata, ove la natura e l'arte
mercato, Qiembro di s. Giovanni avea collocata l'antica sede de'pre-
de' gerosolimitani ; perciò disegnata sidi generali, enumerand )ne i van-
il tal guisa dal cardinale la pianta taggi, il commercio, l'accesso como-
di Macerata , comandò che nella do, la copia de' nobili e de' dotto-
spesa vi concorressero pure gli ec- ri, e il lustro dell'università di
clesiastici, con mandato diretto al buone Queste ed altre ra-
lettere.
vescovo e clero maceratese. Cos'i gioni prevalsero, e si convenne pre-
Macerata nell' area fu ridotta al- sentare supplica a Gregorio XI a
l' odierno mentre prima era-
stato, favore di Macerata, sottoscritta dai
si molto estesa, e venne fortificata cancellieri delle comuni coi legali si-
con solide mura, mentre trovavasi gilli, e riportata dal Compagnoni.
esposta ad ogni scorreria. La pian- Mentile era vicario generale il car-
ta di Macerata la delineò Emidio dinal Pietro di Stagno , tesoriere
Ferretti nobile ascolano; quella generale della Marca Gerardo ve-
dell'antica Recina il Compagnoni scovo di Bologna, e rettore gene-
la riporta a p. 64, e l'altra di Ma- rale Pietro Cuencavescovo di ,
che al dire del Ricei riuscì elegan- affidò seimila cavalli e quattromi-
te edifìzio, eseguito da un innta- la pedoni guasconi e bretoni d'a-
tore del Brunellesco. Indi il cardi- nimo bellicoso, e confermando ret-
nal Guglieltno N()<^11(;1 emanò una tore della Marca Pietro vescovo di
costituzione sui (^irivilegi degli av- Cuenca, gli comandò tenere in An-
vocati, curiali, collegiali e dottori cona la curia generale. Intanto
di Macerata. Flultuando l'Italia e considerando Gregorio XI che Ro-
la Marca nelle rivolte, anche i ma- ma era la vera e propria sede dei
ceratesi malcontenti delle gravezze Pontefici, d' Avignone, e vi
parti
espilarono al libero reggimento di giunse 17 gennaio iSyy. Subito
a*
repubblica aristocratica sotto il go- si occupò dello stato, e facendo ge-
parte nella Marca nel iSga. Allo- Colucci nelle Memorie {storiche di
ra i maceratesi fortificata la città, Pennasangiovanni sua patria, ecco
ne affidarono la sopraintendenza ad come racconta il fatto. Tomacelli
otto cittadini. Il marchese Toma- unito un grosso esercito col conte
celli per evitare l'impeto di tal di Carrara volendo soggettare l'in-
soldatefca, trattò di comporsi con tera Marca alla Chiesa, assah i Va-
54 MAC MAC
rani signori di molti luoghi, e pel e divo/ione a santa Chieda. Furono
primo entrò Pennasangiovnnni
in demolile le case e confiscali i be-
scnza potersi impadronire della for- ni ai più conluniaci; Bonifacio IX
tezza. Però nel dì seguente Genti- assolvette gli altri, ciò che fece il
vittoria, per cui fu decretato cele- che godevano, di dare il balio dei
brame a' 12 ottobre perpetuo anni- malefizi alla curia generale, e per
versario nel dì della sua festa con aver di nuovo il marchese nomi-
litanie. Nel 1396 eletto
processione e nato altro podestà. La città lo ri-
nel marzo per podestà dopo Antonio cosò, sebbene il nuovo Papa Inno-
di Tommaso di Montolmo, Giovanni cenzo VII, ignorando le sue prero-
di Roberto d'Ascoli, quindi Anto- gali ve, lo avesse nominato; ma per
nio di Vanni di Simonuccio da la clemente lettera che gli scrisse
Macerata, ardì con tradimento^ e esortando i maceratesi per questa
col fomento de* Varani, di oppri- volta a compiacerlo, l'obbedirono.
mere la libertà della patria. Mili- Il Papa inviò per rettore generale
tando agli stipendi della Chiesa Mo- Angelo Corraro patriarca di Co-
btarda da Forlì famoso capitano, stantinopoli, che dovendo riprisli-
pcl suo valore e pel patrocinio di nare in Macerata la solita residen-
6. Pietro martire, ritornò la città, za della curia generale, il comune
colla morte di Antonio e de' suoi lo provvide di letti per se e suoi
complici ribelli, in perfetta libertà curiali, e case per la famiglia ; pò-»
MAC MAC 55
scia Innocenzo VII lo creò cardi- rati ribelle di santa Chiesa. Paci-
nale, legato e vicario generale di ficò Benedetto pili luoghi, aiutato
tutta Ja MarcBj mentre era in Ma- da' maceratesi contro Monte Gra-
cerata, la quale come gli altri luo- naro e Monte Cosaro ricalcitranti.
ghi ebbe sottoposto i suoi giudici In Roma nel i4o8 si segnò la pa-
al sindacatore generale. La città ce tra Ladislao re di Napoli, i ma-
protestò da silFalto aggravio, pro- ceratesi ed altri marchiani ; ed il
stà che le proponeva, e per aver unici del partito di Gregorio XII,
egliimposto un sussidio il Papa per guadagnarli fece loro favorevo-
con breve la esonerò, dichiarando li concessioni. Ma Gregorio XII
in luogo di Nicolò da Sessa ve- li ad obbedire al cardinal
esortò
scovo e tesoriere della Marca, Gio- Gino Macerala e Re-
vescovo di
vanni Formoni da Fermo vescovo canati, suo legato della Marca An-
e principe d'Ascoli. conitana e Massa Trabaria, che
Il marchese Migliorati rendendo presso loro risiedeva. IMorlo nel
tutti malcontenti, la provincia fu i4io in Bologna Alessandro V,
inondata di armi anche straniere, gli successe il cardinal Cossa cui
onde fu nominato rettore e mar- nome di Giovanni XXIII, che poi
chese della Marca Benedetto ve- ricuperò Roma. In questo tempo
scovo di Monte Feltro, ricevuto Macerata condannò al bando quei
assai nobilmente. Appena arrivato nobili che aspiravano al supremo
in Macerata la compose con altre potere, godendo stato libero e p-a-
ciò che i maceratesi per consiglio stando neutrali, mediante alcuni ca-
pubblico si ridussero in hbertà, pitoli, e promettendo fedeltà al fu-
recò a Firenze ove dimorava Eu- cinino; mentre il marchese suo fra-
genio IV, bene accolto, e ritornan- tello nel 1439 partì con scello e-
do nella Marca ordinò a Macerata sercito dalla Marca per la lega dei
e ad altri luoghi il pagamento delle veneti e fiorentini, contro il duca
taglie e de' censi di due anni. Tran- di Milano. Malcontento questi dei
ne canjcrinesi lutti
i marchiani i Piccinini per la loro arroganza, si
riconol)bero il marchese, cui Ma- pacificò collo Sforza e fecegli Iralir
ebbe luogo una tregua. Ivi Ales- acclamazioni f^wa la santa Ec-
:
duca con 20,000 combattenti sac- cuni luoghi che poi il vice-legato
cheggiò Jesi e molte terre della ricuperò colle armi, e nel iSaS
provincia che furono costrette a ca- fece una leva d'uomini per stare
pitolare a duic condizioni. Confe- in difesa dai nemici, e da quelli
derandosi Leone X
coli' imperatore ch'erano accorsi ad aiutare il Pon-
Carlo V, onde levare il ducato di tefice. In questo tempo l' Ercolano
Milano ai francesi, e dovendo pas- s'intitolava vescovo di Cariati e go-
sare per la Marca gli spagnuoli im- vernatore della Marca. Nel seguen-
periali,Macerata si fortificò, e si te anno il vice-legato Antonio Bon-
collegò con diverse terre per la co- si eletto di Terracina residente in
mune difesa; a ciò si aggiunsero Macerata, essendosi Clemente VII
64 MAC MAC
pacificalo con Carlo V, invitò le fatto nel i546 legato: altro vice-
comuni (lolla Marca ad alloggiare legato fu Bernardino Tempestini di
l'esercito imperiale , composto di Monte Falco vescovo di Monte Pe-
tedeschi e spagnuoli che si porta- loso; ed altro legato nel pontificato
yano nel Milanese. di Paolo III, nominato nel i539, fu
La peste visitò la Marca anche nel il cardinal Ridolfo Pio di Carpi.
i529, forse portatavi dal passaggio A* 26 agosto i55o comune
dal
delle truppe. Siccome sotto Clemen- fu stipendiato messer Luca stam-
te VII la residenza della corte ge- patore per servigio della città
III del cardinal Ranuccio Farnese Chiesa, per cui i luoghi della Mar-
MAC MAC G5
ca dovettero concorreie con tilloggi e passando per Macerata Marc' An-
e provvisioni. tonio Colonna comandante dell'ar-
Religiosa sempre la città, ti 11 mata navale gli furono fatte pub-
giugno i558
dell'anno invitò i bliche dimostrazioni. Destinò s. Pio
padri della compagnia di Gesù V nell'anno iSGg al governo del-
perchè v'istituissero un collegio^ la Marca Giangirolamo Albani
e quindi fu fabbricato quello che bergamasco, che nel iSyo creò car-
oggi serve per le pubbliche bi- dinale. Monsignor Filippo Sega
blioteche e la chiesa per la colle- bolognese, governatore della Mar-
giata di s. Giovanni. Paolo IV a''9 ca, con suo editto del 29 giugno
marzo iSSg fece arrestare monsi- 1^75 fece noto alla provincia, che
gnor Cesare Brancazio napoletano aveva istituito in Macerata il tri-
governatore, e Sante Canaglione suo bunale della concordia, in forza del
luogotenente, con espresso coman- quale si prescriveva che chiunque
do di farli tradurre in Roma con pretendeva ritentare giudizio era in
buona scorta sotto pena di ribel- obbligo di presentarsi al medesimo,
lione. Per la sicurezza delle due composto di quattro giudici e di
persone, il magistrato stabilì una un notaro a turno, esporvi le sue
compagnia di cento pedoni e venti ragioni, ed attenderne la risoluzio-
cavalieri. Pio IV nel i56o destinò ne, che se era favorevole si permet-
a legato della Marca il cardinal teva adire il tribunale competen-
Cristoforo Madrucci . Dipoi a' 4 te, in caso contrario veniva inibito
gennaio dell'anno i56i fu decreta- di esercitare alcuna azione.
ta l'istituzione del collegio dei no- Che Macerata fosse tenuta in
tari e dell'archivio. Pio IV onorò reputazione anche dalle primarie
di sua presenza la città, e nel con- rappresentanze dello stato, lo di-
se a danni del litorale della pro- ni, com'eseguì con immensa gloria
vincia, onde furono dati ordini per di lui, pace e quiete della provincia.
difenderlo, ed il Papa domandò soc- Morì in Macerata nel i5Bi, e tra-
neral Desolles che se rimaneva nel- nella pubblica piazza furono bar-
la città, que'soldati l'avrebbero fat- baramente bruciati molti pregevoli
to prigioniero insieme colla ponti- pubblici documenti. Nell'agosto di
fìcia guarnigione. Laonde il prela- detto anno l'imperatore Francesco
to e le milizie papali dovettero par- I liberò la provincia dai francesi,
tire, e Macerata colla sua provin- destinando commissario imperiale
cia cadde anch'essa sotto la ferrea Antonio Cavallart di Trieste, e giu-
podestà della rivoluzione. Tanto dice generale della Marca Teodo-
racconta il Baldassarri, Relaz. del- ro Fusconi di Norcia, di cui par-
le avversità di Pio VI, tom. II, lammo superiormente.
p. i66 e seg._, avendo già narrato Pio VI morì in Valenza di
a pag. 1 1 7 e seg. la cessione di Francia^ e Pio VII fu eletto in
Ancona e suo territorio, e come la Venezia nel marzo dell'anno 1800.
corte di Napoli voleva per se la Gli fu restituita, VIII kalendas
Marca d'Ancona. Inoltre i france- quella parte dello stato non
julii,
d'Italia, e diventò capoluogo del di- dopo vi entrarono vittoriose tra le ac-
gente della medesima, ebbe l'onore gio da lui intrapreso nel 1841 per
di essere presentata al Papa Gre- la visita del santuario di Loreto,
gorio XVI . Accolse la Santità onorò prima di sua presenza Ma-
sua con tratti di particolar be- cerata, di che parleremo anche col-
nevolenza le proteste di sudditanza, l'autorità della Narrazione che fe-
di fedeltà e di divozione alla san- ce il cav. Francesco Sabatucci di
ta Sede, non che di singolare at- tal viaggio; e della Relazione del-
taccamento alla sua sacra persona, t arrivo y dimora e partenza del
le quali in nome di tutta la popo- sommo Pontefice Gregorio XVI
lazione col maggior giubilo ed ef- in Macerata ne giorni IX X e ,
I
y4 MAC MAC
tefjce per tante alFetluose dimostra- del palazzo municipale, quello ove
zioni,pieno di consolazione, implo- rendea giustizia ai tempi di Sisto
rò da Dio le fervorose benedizioni V il tribunale della rota, e soprat-
che replicalamenle comparti su si tutto porgeva uno stupendo punto
cara parte de' suoi sudditi, i quali di veduta la piazza maggiore, sia
furono sempre più compresi d'in- nel lato ove si erge la grande torre,
descrivibili sensi. degnò quindi
Sì illuminata a faci, in ogni altro
sia
6ua Santità di ammettere con cor- Iato. In questa piazza inoltre, suo-
tesi modi al bacio del piede lutti nata la prima ora di notte, da uà
coloro che lo aveano seguito nel coro a piena orchestra fu cantato
palazzo, essendo assistilo dal cardi- un inno che il Papa si compiacque
nal Ferretti, dal vescovo e dal de- ascoltare dalla sua loggia;di che
legato. Nel medesimo giorno per ne traeva grande contentezza il po-
noezzo del prelato maggiordomo fe- polo, il quale non di altro deli-
ce invitare al pranzo di corte molti ziandosi, che della vista del suo
dei nominati personaggi. Nelle ore padre e sovrano, era sempre affol-
pomeridiane, preceduto dalla banda lato presso la di lui abitazione, in
fìlaruionica, ed accompagnato dal numero notevolissimo, per la dolce
cardinal Ferretti , dal magistrato lusinga d' incontrarsi al suo cospet-
delia città e dal suo nobile cor- to. Tutti i paesi limitrofi alla cit-
teggio, a piedi il santo Padre si tà e le case campestri, con innu-
recò a visitare monastero delle
il merevoli fuochi di gioia facevano
monache del Corpus Domini^ quel- corona alle dimostrazioni de' mace-
lo delle cappuccine in s. Vincen- ratesi. ad ora
Nella stessa sera sino
zo, ed in ultimo alle convertite di avanzata furono dal sauto Padre
s. Rocco precedendo in ciascun
,
ammessi ad udienza tutti quelli che
luogo monsignor vescovo a ricever- amarono di presentarglisi, e che
lo e fargli omaggio colle rispetti- accolse con benigne maniere, e fu-
ve monache ed educande, le quali rono eziandio introdotte al bacio
furono tutte accolte con bontà, in- del piede anche molte dame della
sieme a buon numero di dame ed città.
altre civili donne, che per divozio- Al seguente mattino del vener-
ne profittarono della circostanza. dì , il Papa celebrò messa nella
Restituitosi il Pontefice al palazzo cappella del suo appartamento, ove
delegatizio, ricevè graziosamente va- sull'altare era esposto un nobilissi-
rie magistrature e deputazioni del- mo reliquiario con le più insigni
le comuni della vasta provincia ; reliquie, proprietà di d. Nicola An-
ed intanto soppraggiunta la notte, tolini canonico della collegiata. Po-
fu la città rallegrata da vaga e scia colla solita indulgenza ascoltò
brillante illuminazione generale, es- altre deputazioni, e ricevè due iscri-
pini nella sua Relazione fece ri- lazzo comunale furono stampate a
marcare quanto Gregorio XVI fu parte ), dell'abitazione del marche-
benigno, alicltuoso ed aliàbile con se Luzi palazzo Marefoschi, e l'in-
MAC MAC 77
no ma il tulio venne pubblicalo
; provìnchae Piceni, dappoiché pre-
ancora con apposito opuscolo e , siedeva presso i recinesì illustre per
tranne alcuna breve iscrizione si , meriti e dottrina, quando venne
legge pure nella Narrazione del da' vescovi del Piceno impiegalo
cav. Sabalucci. Nel i845 Grego- per uno de' prelati assistenti al si-
rio XVI dichiarò delegalo aposto- nodo Riminese, non già come me-
lico Macerala l' attuale monsi-
di tropolitano, ma qual delegato della
gnor Giuseppe Milesi Pironi Fer- provincia. Dopo
il concilio s. Clau-
il Papa, che con sottrar l'una e legge, fra volumi di trattati anti-
l'altra totalmente dalle diocesi di chi Episcopus Blaceranus olini
:
all'articolo Recanati
con alcune , nella cattedrale della diocesi in cui
cose eh' esclusivamente riguarda i fosse la curia generale della pro-
vescovi di Macerata nel tempo che vincia. Finalmente che Recanati co-
la governarono nello spirituale. Mo- me città più popolata, e più anti-
rì nel i347 ^^ vescovo Pietro in ca nel rango ecclesiastico e civile,
Macerata, in età sopra novant' an- i avrebbe la preferenza, e i vescovi
ni, sublime di esimie virtù e ze- s' intitolerebbero sempre vescovi di
MAC MAC 8i
Recanati e di Macerata. Cgsì il con- citati legalmente gì' interessati , e
te Leopardi asserendo che le bolle con testimoni sospetti ed affettati,
del Papa e del cardinale si con- onde collo stesso altre volte ne ri-
processo e della bolla del cardina- numenta corani aula romana coni-
le, riporteremo quale fu il modo probata nobilitale^ iterum a sancta
I tenuto dal Compagnoni parlandone Sede exlorquere conati sunt, ut
nella Reggia picena a pag. 229 e pristina, antiquaq. dignitas episco-
23o. « Il cardinal Anglico legato palis ad jam olim per summuni
trasmise nel 1870 a Pietro Osso- infortunium viduatam civitatem re-
men suo luogotenente, ed a Pietro direi. Sed in irrilum cessere pre-
vescovo di Osimo una commissio- ces. Furono adunque senza altra
che fece Oliviero da Verona ve- recanatesi dal sacro monarca rigetti,
scovo di Macerata ( Nobis prò par- constandogli ben chiaro nello scri-
te ven.fratris Olivelli episcopi Ma- gno del suo petto l'ampia popola-
cerateiìy ec. siccome nel breve) di zione e penuria di gente d' un
nuova diocesi, per l'onore del ve- luogo e l'altro. E quantunque il
etc. sive adjacentium, eie. Dat, Bo- vocabulo exlitis decorata , ipsaq.
noniae XIV kal. augusti pont. ss. Racanat. eccl. antea obtinuit e-
in Christo Patris, et Domini nostri piscopalis pontificium dignitatis ,
D. Urbani div. prov. PP. V anno ordinamus, quod de caetero Raca-
octavo. L'udirsi sin qui mentovate nat. et Macerai, eccl. nuncupentur,
Nicolò e r Oliviero suddetti per etc. Tuttavolta o che vennero e que-
vescovi di Macerata , e tacersi di ste ancora poi come orretizie e sor-
Recanati, tutto che chiese unite e retizie abolite; ovvero talvolta non
connesse, ne fa ravvisare non ad poste in uso, ma praticate in con-
onta e alla sfuggita un non diffe- trario co' maceratesi , o pure con
rente equivoco, della pretesa mag- vicendevolezza preminenza or
di
gioranza de' recanatesi sopra de'ma- degli uni, or degli altri, siccome da
ceralesi, in istimando la loro città somiglianti bolle ed altri atti pub-
susseguenti ".
ripiena più di anime, e più antica blici
(ielle due chiese pila prima vacan- macernlesi spedirono in Roma quat-
za. Ignorando questa riserva, i due tro ambasciatori a Gregorio XI,
capitoli elessero Oliviero di Vero- con istruzione per implorare l'as-
na, decano di Negroponte e cap- solutoria de' processi, e dilatare la
pellano del Papa, sebbene sempli* diocesi e giurisdizione del vescova-
ce chierico. Oliviero ignorando an- to, coll'aggiunta di Monte dell'Ol-
ch'esso la riserva pontifìcia, accet« mo, Morrò, Monte Cosare e Civi-
lo l'elezione che il Pontefice an- tanova, con s. Claudio come chie-
nullò; però volendo compiacere le sa del territorio di Macerata. Il
due chiese, di propria autorità e- Compagnoni riporta le pai-ole del
lesse vescovo Oliviero a' 19 feb- decreto. Die 19 viensis decembris.
braio 1369, che rinunziò il vesco- In primis quod impelretiir ....
vato nel i374: altre notizie di lui, llem super acquiren. in dioecesi^ et
come de' vescovi di Macerata e Re- jurisdiclione episcopa tus Macera-
canati, riguardanti particolarmente tacy diminuendo de dioecesi Firma-
Recanatiy il ripetiamo, a questo ar- na terra Montis Ulmiy terra Mar-
ticolo le Giovanni di
riferiremo. riy Mons Causarius, et terra Ci-
Bartolomeo bolognese gli successe vitanova^ et adden. episcopatui Ma-
nel giugno i374, per cui i mace- ceratae, etc. Item quod ecclesia s,
tus ch'itaLìs Macerateti. Questo ve- lomeo viveva nel 1379. ^^^ i383
scovo fu ommesso dall'Ughelli, per- Urbano VI trasferì da Fiesole al-
chè chiama un Bartolomeo pur di le cattedre di Recanati e Macera-
Bologna intruso, come eletto dal- ta Nicolò fiorentino, che nel me-
l'antipapa Clemente VII nel iSyS desimo anno lasciò il vescovato :
tom. IV, par. IV, p. ^85, che con del suo ordine. Urbano Vili a' 14
la rendita di quattrocento scudi luglio 1642 dichiarò successore
unì perpetuaniciile a quella di Ma- Papirio Silvestri cingolano, consul-
cerala, dovendosi il vescovo chia- tore della sacra inquisizione, rispet-
mare vescovo di Macerata e To- tabile per scienza, pietà
ed integri-
lentino. Quindi erigendo Fermo in tà, morì nel febbraio i65g. Ales-
arcivescovato, sottopose e dichiarò sandro VII a' i5 novembre i66o
sue suffraganee le chiese di Mace- fece vescovo Francesco Cini osi-
rala e Tolentino unite, essendo co- niano, che il Martorelli dice che
stituite le due diocesi da Macerala fu primario avvocato in Roma, che
con Monte Milone ed Urbisaglia, e resse le due chiese con somma lo-
da Tolentino con Colmurano. Fi- de, e che negli ultimi anni di sua
nalmente Sisto V dichiarò loro vita fu da Innocenzo XI dichiarato
primo vescovo lo stesso Galeazzo governatore della Marca senza ,
stero per le monache, introducen- tribuì con vistosa somma alle spe-
do Macerata i sacerdoti della
in se della fabbrica, ed ottenne dal
missione. Visitò frequentemente la Papa, che vi concorressero ancora
diocesi, e due volte vi celebrò il le comunità ed i luoghi pii. Ri-
sinodo, che poi diede alle stampe. fece una porzione del palazzo ve-
Èssendo passato per Macerata il scovile; celebrò il sinodo diocesano
granduca di Toscana Cosimo III ,
con istraordinaiia pompa, e ven-
fu da lui accolto con ecclesiastica ne reputato fra i più ragguardevo-
magnificenza, per cui il principe li della provincia. Amantissimo del-
si mostrò poi sempre a lui pro- le scienze e de' dotti tenne spesso
penso. Innoceuio XII Io fece am- conferenze col celebre p. Gerdil
ministratore di Fermo nel 1691, poi cardinale, allora residente in
indi nunzio di Polonia, e nel 1697 Macerata, col p. Gio. Battista Sca-
cardinale. Nel 1698 lo trasferì alla ramelli gesuita predicatore aposto-
chiesa di Ferrara, e nel maggio lico, col cav. Giuseppe Antonio
1698 gli die per successore Ales- Compagnoni Floriani eccellente fi-
sandro Carlo Gaetano Varano o- losofo, con Mario poeta, e col can,
riundo de'duchi di Camerino nato Francesco teologo, di detta famiglia,
in Ferrara; questi coronò a' 2 5 agosto con Francesco Amici, Valerio cav.
1721 l'immagine della Beata Ver- Ciccolini poeta, Bartolomeo Mozzi,
gine della Misericordia con corona Giulio cav. Pellicani, p. m. Evan-
d'oro ; in detto anno consacrò la gelisti conventuale, ab. Troili ex-ge-
chiesa di Giovanni de' gesuiti, e
s. suita, e tanti altri. Pio VI nel 1777
portatosi in Ferrara sua patria, nel a* 12 maggio trasferì da Targa zVi
novembre del 1784 morì. Con que- partibus a questo vescovato Do-
sto vescovo i continuatori dell' U- menico de' conti Spiuucci di Fer-
ghelli terminano la serie de' vesco- mo, che fu zelantissimo di conser-
vi di Macerata e Tolentino, ma vare nel clero l' ecclesiastica disci-
il proseguimento si legge nelle an- plina, e nel popolo l'osservanza dei
nuali Notizie di Roma. divini precetti. Celebrò anch' egli
Clemente XII a'2 dicembre 1735 il sinodo diocesano con istraordi-
dichiarò vescovo Ignazio Slelluti dei naria poujpa e concorso di eccle-
conti Pioversi di Fabriano : questi siastici della diocesi ; somministrò
governò con zelo la sua chiesa ven- delle somme per ultimare la fab-
tun anno. Benedetto XIV nominò brica della nuova cattedrale, e con
successore a' 20 settembre 1756 d. grande magnificenza ne fece l'a-
ricevette Pio VII nel suo palazzo porali de' diocesani. Senza rispar-
vescovile, con pompa straordina- mio di fatiche e travagli fece la
ria, e quindi lo accompagnò si- visita pastorale della diocesi, fu
no a Tolentino : poco appres- premurosissimo di adunar il sino-
so rinunziò al vescovato. do diocesano, ma ne fu impedito
Nel concistoro de*20 luglio 1801 dalle vicende politiche de* tempi
Pio VII preconizzò in successore per cui volle almeno confermar
Vincenzo Maria Strambi de' pas- quello del vescovo Spinucci, incul-
sionisti, nato in Civitavecchia orion- candone l'osservanza. Al tempo del-
do milanese, a cagione della rinun- la persecuzione contro la Chiesa
zia del precedente. Vincenzo non cioè dopo r invasione straniera di
senza ripugnanza accettò per ob- Macerata, i ministri colle più in-
bedienza, ed i maceratesi e tolen- degne maniere e colle più impe-
tinati esultarono, per l'opinione che riose minacci e vessarono il clero e
avea di santo. Non si può abba- stancavano la pazienza del vesco-
stanza esprimere, con quanto zelo vo. Vincenzo però difiise con apo-
procurò subito di santificare la sua stolica fermezza i diritti della Chie-
diocesi, e qual frutto producessero sa contro le usurpazioni del potere
MAC MAC 89
straniero, per cui venne strappato gregge, durante la carestia e il tifò
con violenza dalla sua diocesi a* 28 epidemico. Con zelo ed attività inde-
settembre 1808, con estremo dis- fèssa ristabilì la disciplina, rifor-
piacere del gregge. Fu rilegato a mò i costumi, e riaprì le case dei
Novara, e dopo un anno trasferito soppressi regolari. Dopo fatte al-
nuovi torbidi d' Italia, la sua con- zione di questo venerabile servo di
dotta fu piena di prudenza e di Dio.
carità mentre paterne furono le
, Leone XII nel concistoro de' 24
di lui sollecitudini a vantaggio del maggio 1824^ dichiarò vescovo di
Qo IM AC MAC
Macerata e Tolentino monsignor blico diritto co' tipi di Benedetto
Francesi o Aiìsaldo Teloni nato in di Antonio Cortesi. L'abbate d. An-
Treia agli 8 ottobre 1760, già ca- tonio Papi professore di belle let-
nonico della cattedrale di Senigal- lere nel seminario, dettò l'epigratl
lia, vicario generale di tale diocesi, che leggevansi sulle porte del
latino
prima dello stesso Papa nel breve tempio ed intorno al catafalco e ,
ni illustri, fra' quali del poeta Ban- Buono duca di Borgogna. Dopo
deroQ de Seuecey, del medico e la morte di Carlo il Temerario
94 MA C MAC
figlio di Filippo, Luigi XI rium eppure buon Pontefice andava
il
Una si orribile fame regnò a Ma- santo Padre alla chiesa dell'ospe-
con nel principio del secolo XF, dale, essendo stala nelle passate
che si videro non solo i cadaveri vicende atterrata la cattedride, ri-
tolti dai .sepolcri per servire di cevè la benedizione, e quindi ri-
cibo, ma gli uomini andare alla salitò in carrozza andò a smon-
caccia degli uomini istessi per di- tare nell'episcopio antico. 11 dopo
vorarli. Questa ciltà anche mollo pranzo ammise all' udienza le au-
si risenfi dei crudelissimi disordini torità del luogo , e al bacio del
cagionali dalle guerre di religione piede tanto esse, che le altre di-
nel secolo XVI; le esecuzioni chia- stinte persone della cillà. Il va-
mate les saiUen'es ( salti ) de Ma- sto cortile, le scale, le anticamere
con sono celebri troppo. Allorché furono piene sino a notte, e la
al principio del secolo XVII Ga- soldatesca non potè sbarazzarle stan-
las portò lo spavento nella Borgo- dovi ferma la gente , e allo sco-
gna^ incominciarono le forlillcaziouì, perto malgrado la pioggia. JNella
c;he non furono poscia compite, e seguente n lattina da una finestra
che sono al presente demolite del Pio VII benedì l'esultante popolo,
tutto. Nel i8o5 reduce Pio VII e circa le ore nove e tre quarti
da Parigi, dopo aver celebrato le partì per memoria di
Lione. In
funzioni della settimana santa e questo avvenimento, il Papa con-
di Pasqua a Chalons, nel lunedi cesse ai canonici di Macon l'uso
1 5 aprile si pose in viaggio per della mitra nelle soleimilà, e che
Macon. popolo che corse ad in-
Il il diacono e suddiacono ministran-
contrarlo, era in si gran numero do al vescovo l'usino eziandio.
e fece sì gran violenza per appres- Macon lumi
ricevette i primi
sarsi al Papa, che furono gettali della fede di da s. Gesù Cristo
a terra alcuni soldati, e Pio VII Valerio e da s. Marcello, che fu-
afferrato per le mani, pei piedi e ronvi mandali da s. Ireneo vesco-
per le vesti, dimodoché le persone vo di Lione. L' antica cattedrale
eh' erangli dintorno per sostener- era sotto l' invocazione di s. Vin-
lo non potevano sorreggerlo e sal- cenzo, e possedeva un ri malleabile
ria divozione del popolo maconese; armonioso del regno. Il suo capi<
MAC MAC 95
tolo era composto di sei dignitari, la sua chiesa da Pipino maesdo
di diecinove canonici e di molli del palazzo, nel 743. Da Donnolo
beneficiati. La collegiata di s. Pie- in avanti la serie dei vescovi di
tro, che fu in origine regolare Macon non è più interrotta, e tro-
dell'ordine di s. Agostino, venne vansi in essi molti personaggi di-
secolarizzata nel iSSy. Compone- stinti per la loro pietà e dottrina,
vasi di due dignitari e di tredici e per lo zelo con cui governarono
canonici, e tutti scelti dalla classe la loro diocesi anche in tempi dif-
pili notabile de' cittadini, poiché ficili e talvolta torbidissimi, e lo
portavano il titolo di conte. Eran- fu pure Carlo Emard che Paolo III
vi otto case religiose di ambedue creò cardinale nel i536. L'oltimo
i sessi, oltre una casa de'preti del- vescovo di Macon fu Gabriele
l'oratorio, ed un collegio di gesui- Francesco Moreau di da
Parigi,
ti. Macon conteneva nella diocesi Clemente XIII traslato da Vence
duecento sessantotto parrocchie di- nel concistoro de' 9 aprile 1764.
pendenti da quattro arcidiacouati Rinunziò il vescovato nel 1801, e
e da quattro arcipreti. Eranvi al- Pio VII io nominò a quello di
tresì la collegiata di Beaujeu, com- Aulun nel 1802, dove morì nello
posta di dodici canonici; e due stesso anno. Il medesimo Pontefice
abbazie, cioè Cliignf (Fedi)^ ca- soppresse nel 1802 la sede di
po d'ordine, e Saint Rigaud^ del- Macon, concordato fatto col-
pel
l'ordine di s. Benedetto La sede la Francia. Il vescovo di Macon,
•vescovile fu eretta verso l'anno 4^o detto pure di Mnscon, presiedeva,
e divenne .sulhaganea della me- agli stati particolari del Màconesè,
tropoli di Lione. 11 primo vescQvo ch'erano composti di tre ordini.
di Macon, secondo gli autori della
Gallia Christiana^ fu Placido, di Concila di Macon.
cui leggesi la sottoscrizione nei con-
cilii III, IV e V d'Orleans degli Il primo fu tenuto nel 58 o 1
anni 538, 54i e 549; ignorasi 582 nel primo giorno di novembre,
l'anno della sua morte. Suoi suc- per ordine d( I re Gontrano, che di
cessori furono, s. Salvino nel 56o; lutti i re franchi dava prove mag-
s.Niceto; Chelidonio nel SQì'j ; s. giori di pietà. Gli arcivescovi di Lio-
Giusto nel 574; s. Eusebio nel ne, di Vienna, di Sens, di Bourges,
58 1 ; Fiorentino; Decio I; s. Mam- di Besangon e di Tarantasia, vi
molo, dal 617 ai 63o ; Adeodato assisterono con quìndici altri vescp-
dal 63 1 al 644 i Decio li, di cui vi di Francia, che vi fecero dieci-
non sappiamo nulla, siccome igno- nove canoni, la maggior parte re-
rasi i nomi de' suoi successori per lativi alla disciplina ecclesiastica, proi-
cilio provinciale in Petricovia, e nel quae dolorisi ed a' suoi giorni era
tempo della peste che atTlisse la fìorentissima. Situata al di là del
Polonia, le vedove, i pupilli, gl'in- Giordano, fu celebre per la vitto-
fermi, i religiosi e gli ospedali a- ria riportata da Gioab contro gli
-veano in lui un protettore ed a- ammoniti. Gli abitanti avendo uc-
morosissimo padre, che di tutto ciso Giovanni fratello di Giuda
generosamente provvedevaìi. Per la Maccabeo, quando andava nel pae-
speciale divozione verso s. Giacin- se de' nabatei o nabutei, ben tosto
to, si tratteneva sovente con dilet- i suoi fratelli Simone e Gionata ne
to nel convento de' domenicani, in vendicarono la morte, uccidendo i
compagnia di un solo sacerdote, figli di Jambri, quali conduceva-
i
del regno. Luigi XIII approvò il ne del secolo XII, sotto il patriarca
divisamento, creò cavaliere dell'or- Xifilino; N. uno de'metropolitani
. .
dine Giovanni, che compilò gli sta- che sotto r imperatore Michele Pa-
tuti e li fece stampare in Parigi leologo scrissero a Gregorio per X
nel 1618. L'ordine però non ebbe l'unione della chiesa greca colla
progresso. V, Duello. latina; Isacco viveva nel i34i e
MADELGEFILO (s.). Sembra 1347; 6 Giacomo che sottoscrisse
che fosse nato in Irlanda , e indi al concifio tenutosi contro gli er-
passasse in Francia con s. Furseo, rori de' palamiti , sotto il patriar-
nei viaggi del quale fu inseparabil ca Calisto. Oriens christ. t. I, pag.
compagno. Rapitogli questi da mor- ii4r-
te nel Ponthieu, si ritirò fra i re- MADONNA, Domina. Nome d'o-
ligiosi di Centulo o di s. Ricario, nore che si dava alle donne, quasi
da esso edificati cogli esempli delle mia donna. Donna e madonna vuol
sue virtù; ma essendovi egli tenu- dir padrona assoluta, e perciò si
to in troppa stima, temendo d'in- dice madonna per signora. Si dice
vanirsene, ottenne dal suo abbate poi ordinariamente Madonna la ,
dinò che per V avvenire si nomi- eia Maria Mater Dei ora prò no"
nasse sempre così la Beata Vergi- bis, etc. nel pontificato di s. Cele-
ne. Questi due decreti vennero e- stino I. Il di lui successore s. Si-
manati onde por termine ad una sto III riedificò ed abbellì la ba-
lunga disputa e per distruggere
, silica di s. Maria Maggiore in Ro-
un errore. Allorché Nestorio eia ma, in onore della Madre di Dio,
patriarca di Costantinopoli, uno dei ed in memoria della condannala
suoi preti per nome Anastasio volle eresia di Nestorio.
sostenere in un sermone che non MADRID, Manina Carpentano^
doveasi chiamare la Beata Vergine rum, e poscia Majoritum ^eu Ma*
Madre diDio, ma bensì Madre di dritum. Città capitale della Spa-
Cristo. Avendo queste parole solle- gna e della provincia del suo no-
Tate tutte le menti , e prodotto me , nella Castiglia Nuova; resi-
dello scandalo, il patriarca prese denza del sovrano, delle primarie
le parti del predicatore, appoggiò autorità del regno e monarchia spa-
la sua dottrina , e fu perciò con- gnuola, e del capitano generale del-
dannato esso pure. In fitti per la Nuova Castiglia. E distante cen-
negare a Maria il titolo di Ma- toquindici leghe ed all' est-nord-est
dre di Dio è d' uopo sostenere, da Lisbona duecento quaranta
, e
come i gnoslic:i che il Figlio di
, leghe sud-sud-ovest da Parigi. È si-
Dio non ha vestito una carne rea- tuata presso la riva sinistra del
le nel grembo di Maria, e ch'e- Manzanares, piccolo torrente , che
gli è nato soltanto in apparen- vi si passa su due magnifici ponti,
za ; oppure insegnare, come gli a- e sollevasi 2,200 piedi sopra il li-
riani, che Gesù Cristo non è Dio, vello del mare, o 809 tese secon-
o pretendere che in esso vi sieno do de Humboldt ; latitudine nord
due persone, cioè la persona divi- 4o° 24' 57", longitudine est 6" 2'
na e la persona umana che per , 3o". La sua posizione, quasi nel
tal modo la divinità e V umanità centro della Spagna, è vantaggiosa
non sono unite in lui sostanzial- per l'amministrazione del regno.
mente, ma moralmente, eh' è que- Occupa molte colline poco alte
sta un'unione d'adozione di volon- ed ineguali, in mezzo di una pia-
tà, d'azione, di coabitazione, e non nura secca e nuda, ed è la più ele-
già un' incarnazione quanto : ciò è vata delle capitali di Europa. Il
l'eresiarca Nestorio dovette dire per Manzanares, torrente quasi a secco
difendersi, e per cui fu giustamen- in estate, è però assai importante
io4 MAD MAD
e pei che rende agli abi-
servigi Filippo V vi eresse il monte di
tanti, e perchè ne deriva al sud pietà per le anime del purgatorio,
della città il canale del suo nome, ed ottenne da Benedetto XIII la|
il cui compimento contribuirà mol- bolla Alias nomine^ de' 20 agosto'
to alia prosperità di Madrid; esso l 'jirj, Bull. Rom. t. XII, p. 247,
è attraversato da due bellissimi pon- nella quale il Papa ordinò a' ve-
ti di pietra , costrutti da Filippo scovi che raccomandassero questa
II e da Filippo V, il primo sulla pia opera, dichiarando invalido per
strada di Segovia, e l'altro all'ori- l'avvenire ogni testamento, in cui
gine della strada di Toledo, e per- non vi fosse qualche limosina per
ciò chiamato ponte di Toledo ; vi detto monte, concedendo indulgen*
si vedono anche tre altri ponti in ze a quelli della Spagna e delle
legno. Madrid ha un recinto mu- Indie che vi destinassero qualche
rato di circa una lega e mezza di legato pel maggior suo incremen-
circuito, con sei porte reali, ed un- to. In Madrid ebbero gl'ibernesi il
uno de' quali per gli esposti fon- te più d'uscirne. Ivi sono botteghe
dato da Filippo IV, mentre quello di vari mestieri ed arti meccani-
per le donne incinte fu costruito che, ove tutti lavorano e si acqui-
da Marianna d^ Austria. Inoltre vi stano il necessario. Non è dimen-
sono venti caserme, tre case di re- ticata la parte morale e religiosa,
clusione per le donne, cinque pri- essendovi maestri , sacerdoti e di-
gioni, due teatri, diecinove stabili- rettori per r istruzione ed atti re-
menti di pubblica istruzione pei ligiosi.
largo di s. Bernardo, che incomin- uni agli altri : questa scuderia è te-
cia nella piazza di s. Domenico e nuta per una delle pili belle di Eu-
giunge alla porta di s. Bernardo. ropa, Nella piazza del palazzo reale
Le case sono in generale alte, di si è nuovamente fabbricalo il gran
un'architettura semplice ed unifor- teatro detto dell'Oriente, e dicesi
me, aventi quasi tutte finestre con forse il primo d'Europa per la sua
grate e balconi sporti in fuori nel magnifica architettura e vastità. La
primo piano; quelle dei grandi e piazza del palazzo di città, piccola
dei ricchi non si distinguono dalle ma regolare, è decorata da una
altre che per la maggiore loro e- bella fontana, le cui sculture alle-
interni. Merita però di essere cita- cero ora le truppe francesi, ora le
to monastero delle salesiane, fon-
il spagnuole e le inglesi, non essendo-
dato da Ferdinando VI, e destina- si pur anco restaurati che i giar-
to all'educazione delle nobili don- dini ; vi si stabili un serraglio, e
zelle: la bellezza deirarchileltura e vi si pose la statua equestre in
la dovizia degli ornamenti di que- bronzo di Filippo IV, la quale fu
sto edifizìo attestano il gusto e la poi trasportata sulla gran piazza del-
potenza del suo fondatore, di cui l' Oriente.
ammirasi nella chiesa il mausoleo Gli altri pubblici edifizi che ri-
in marmo, come pure quello della chiamano l'attenzione per la loro
regina sua sposa. Vanno pur^ ricor- archileltura ed utilità sono: il bel
dali il convento e magnifica chiesa fabbricato del museo, ove si riunì
de'minori osservanti detta s. Fran- recentemente una collezione di qua-
cesco il grande; il collegio imperia- dri (jli scuole diverse, e molte ope-
le dei gesuiti con bellissima chiesa, re di scoltura antica e moderna;
e la facciala del convento di s. Guela- quello del giardino botanico, che
no. 11 palazzo del re, uno dei più bel- rinchiude una biblioteca, e dove si
li dell'Europa, è situato nella parte danno lezioni di botanica e di ar-
occidenlale di Madrid, sopra un' al- chitettura; quello del museo delle
tura, in prospetto della bella campa- scienze naturali, ricco di minerali
gna della Casa real del campo che e di piante, e dove ha sede l'acca-
sta sulla riva destra del Manzanares. demia delle arti di s. Fernando, fon-
¥\x rifabbricato da Filippo V sul luo- data da Filippo V nel 174^: qui-
go di quello che un incendio distrus- vi si fanno le annuali esposizioni dei
se nel 1734; il disegno n'era assai quadri ed opere di architettura e
più esteso, ma non si costrusse che di scultura; il palazzo d'uno dei
l'edifizio principale, in marmo bian- duchi d' Alba, ove si stabih il mu-
co, di figura perfettamente quadra- seo reale dell'artiglieria ; l'osservato*
io8 MAD MAD
rio nuovamente restaurato; l'ediG- nnn/.c dall'aprile i835 si vanno
zio delle poste costrutto sotto il re- pub!)licando in Roma dagli Annali
gno di Carlo III; la dogana fonda- delle scitnze religiose^ e nel voi. XX
ta dallo stesso sovrano
1769, nel a p. 382 e seg. dell'indice se ne leg-
e elle contiene ramministrazione dei ge il novero. Nel voi. XVIll poi dei
tabacchi, quella della lotteria, e gli medesimi Annali, a p. 94 si legge
iilfizi delle rendite provinciali ; il va- quanto segue. » /iccadfniia di scien-
sto ospedale generale fondato da ze ecclesiastiche inMadrid. Desi-
Filippo II, e dove si stabilì la scuo- derosi di adempiere, per quanto ci
la di medicina e di chirurgia; l'o- è consentito, le parli del nostro of-
spizio di san Fernando, in favore fizio, ch'é di far conoscere lo stato
dei poveri d'ambo i con odi-
sessi, attuale della teologica letteratura,
cine di lavoro; la caserma delle non abbiamo lasciato di mira VAc-
guardie dei corpo, le belle scuderie cadeniui delle scienze ecclesiastiche
reali, la stamperia reale, l'ediQzio di Madrid, la quale fu fondata col
ove stanno riuniti i consigli di Ca- perverso intendimento di sostenere le
stiglia, delle Indie e delle finanze, dottrine contrarie alla vera indipen-
quello della compagnia delle Fi- denza della Chiesa, e favorevoli al
lippine, quello della compagnia dei giansenismo e alle ingiuste pretensio-
Gremios, la prigione di corte, e l'a- ni della potestà secolare. Quello in
meno casino della regina, nuova- effetto è stato il centro da cui si dif-
mente ristaurato. Gli stabilimenti fusero come raggi gli errori che
scientifici o di pubblica istruzione hanno con sì terribile scompiglio
i più importanti sono, indipenden- turbata la Chiesa spngnuola ; e là
temente da quelli già citati, l'ac- convengono gl'ipocriti nemici della
cademia delle scienze, fondata nel cattolica disciplina per affilare il col-
1714 da Filippo V; il collegio rea- tello omicida, con cui feriscono il
Je di s. Isidoro, stabilito nel 1629 cuore istesso della Chiesa, ch'è l'a-
da Filippo IV, e dove s'insegnano postolica Sede di Pietro. E non vo-
tutte le scienze utili; il collegio dei gliamo, or che ci torna opportuno,
nobili ; il deposito idrografico del- lasciar di tri bui re le meritate lodi
la marina reale, una prezio-
coni ai compilatori dell' intrepido gior-
sa collezione di carte ed una bi- nale il Cattolico di illadrid, che
blioteca ; la reale biblioteca di spia e mette al giorno le macchi-
200,000 volumi, con un gran nu- nazioni di quella perfida congrega,
mero di manoscritti arabi preziosis- collaquale gueneggia animoso, e
simi, ed un gabinetto di medaglie ne rifrena baldanzosa arroganza.
la
sotto gli ordini del duca d'Angou- è aggiunto 1' ospedale così dello
léme, passala la Bidassoa a'7 apri- degl' italiani , lutto di proprietà
le, occuparono di nuovo Madrid della santa Sede, e di giurisdizio-
ch'ebbero per capitolazione, e quin- ne ecclesiastica del Papa, la quale
di consegnarono a Ferdinando VI 1. viene esercitata dal nunzio aposlo-
Dopo la morte di questo principe lieo -pro 'tempore. Questa chiesa,
avvenuta nel i833, Madrid molte benché piccola, è assai bella e ric-
volte divenne preda alle civili dis- camente provveduta di lutto il
sensioni e alle calamità d' ogni necessario, con rendite proprie della
specie che desolarono la Spagna. Sede apostolica. In essa si fanno
La città di Madrid è nell'arci- tre volte la settimana esercizi spi-
diocesì di Toledo, essendo le prin- rituali dalla congregazione dello
cipali sue chiese, oltre le nominate Spirito Santo, una delle più anti-
di sopra , quelle di sani' Isabel- che e più ragguardevoli di Madrid.
la, di san B^ancesco di Sales, di In questo ospedale fu alloggiato il
san Girolamo , di san Giovan- b. Lorenzo da Brindisi, allorché
ni, dell'Incarnazione, ec. , splen- quale ambasciatore della lega cat'
dide per archilettnra e dipinti, e Alemagna cou'
tolica de'principi d*
ricche di ornamenti ; la sontuosa tro Vunìone protestante al re Fi*
chiesa di s. Isidoro de'gesuiti ne- lippo III, dimorava in Madrid. Fu
gli ultimi trambusti fu distrutta allora,che qual generale dell'ordi-
,
fortezza dalle mani de' francesi, e tranne quello aver seguito cie-
di
lo stesso fece in Cremona, quale camente gl'interessi di Carlo V. Il
cinse di mura e di baluardi, e vi p. Gaspati domenicano pubblicò
compose le discordie ch'eransi ac- in Venezia nel 1763 una difesa in
cese tra Sforza e Girolamo, ambe- favore del cardinal Madrucci, coa-
due della famiglia Pallavicino. Quin- '
tro Natale de'Conti ; e Girolamo
di passò in Parma e Piacenza che Tarlarotti nel tomo 111 delle No-
I5crb«iinn<w^, TO
ii4 MAD MAD
tizie storico 'Critiche della chiesa della Germania, ed altri illustri per-
di Trento parie I, ci dio alcu- sonaggi della stessa nazione, per
ne memorie spettanti a questo car- gravi motivi, nel secondo grado di
clinale. aflinità e consanguiuità per con-
MADRUCCI Lodovico, Cardi- trarre matrimoni. Molto operò il
i
Folta. Nella chiesa della Beala Ver- colo dicemmo che tale prelato
gine di Chartres, dice Moleon nel eia prima il superiore di tutte le
suo Viaggio liturgico p. 227, che maestre pie dello stato pontificio ;
vi è un piccolo velo violaceo, lar- ed eccettuale ancora le maestre
go ed alto circa un piede, sospeso pie fondate dalla Venerini, che di-
ad una cordicella di sopra dell' al- pendono dal cardinal protettore.
tare, su cui è rappresenlalo Gesù Le più antiche maestre pie di Ro-
Cristo in croce, il qiial velo si chia- ma, cioè maestre delle scuo-
le
bito delle maestre pie. La Vene- Io nella via delle Chiavi d'oro, nel
ri ni slimava fosse piìi necessaria la 1707; ed il concorso delle romane
educazione delle donzelle civili; la zitelle fu grandissimo, come il suc-
Filippini opinava per le più pove- cessivo frutto, per cui ben presto
re: quindi nacquero due istituti di fu chiamata col nome di Maestra
maestre pie, utilissimi ambidue al- santa, e maestre sante furono det-
la religione e alla società. Vegga- te le maestre che la successero.
si la Vita (iella serva di Dìo Lu- Dimorò Lucia in Roma dal mese
cia Filippini superiora delle scuo- di maggio fino al dicembre, quan-
le pie fondale dal cardinal Mar- ti© gl'interessi delle scuole di Mon-
XH, la invitò per meglio curarsi a gnato da otto cardinali e dalla sua
recarsi in Roma nel Conservatorio corte. Fu tale la soddisfazione del
de' ss. Clemente e Crescenti/io det- Pontefice, che dopo di avere udito
to delie Zoccolelte [Vedi), di giu- le dispule della dottrina cristiana,
risdizione del prelato elemosiniere. e rilevato i saggi della civile istru-
Lucia bramosa di soff^iire ripugna- zione nei lavori, benignamente ri-
torio fosse governato da due mae- con queste scuole voi ci saiitifica-
stre del suo istituto in qualità di su- rtte Roma. Ordinò a monsignor
periore, eia persuase a venire in Ro- Alessandro Bonaventura suo ele-
ma un sacerdote de'pii operari. Do- mosiniere di soccorrere e promove-
po aver consultato medici e i i chi- re tali scuole, come quello ch'era
rurgbi, ritornò in Montefiascone, ed benemerito «Iella loro introduzio'ne
ivimorìsantamenlea'25marzoi732, in Roma, protestando eh' egli le a-
venendo sepolta nella cattedrale. vrebbe sempre protette donò alle :
do così r istituto Venerini alla sua Lorenzo nella via delle Chiavi d'o-
otiginaria esistenza e unità di go- ro, prima che quel luogo fosse da-
verno, e dipendenza d'una superio- to al Conservatorio di s. Eufemia
questa lettera usa con Guglielmo quali ebbero fino da' tempi an-
rettore, allude alla dottrina di fi- tichi un gran maestro della casa
losofia o d'altra facoltà da esso del re, un maestro del palazzo,
posseduta, poiché ancora a' dottori un maestro de' conti , un mae-
MAE MAE 127
Siro o referendario delle suppli- gran ciambellano o ciamberlano dei
che, ec. sovrani secolari, uffiziali nobilissimi
MAESTRO DI CAMERA DEL FaI^A. della camera nelle corti de' monar-
PraefacLiis cubìculi Sa ncti tali s suae. chi, simili agli uffiziali e dignitari
Magister adniissioniun. Prelato del- degl'imperatori dell'alto e del basso
la saula Sede, ed il secondo di (|uelli impero, conosciuti solto il titolo di
sono leggere agli articoli che lo ri- vio del palazzo apostolico e che ,
cardinalato, con altre notizie. Sem- seu praerogatii'a speciali talis locus
bra dunque che anticamente il conceditur. Ma nel ì585 nel pOvS-
primo o decano de' camerieri se- sesso di Sisto V, per la prima volta
greti partecipanti, detti camerieri si trova espressamente notato il mae-
ne fungesse l'uffizio, non
assistenti, stro di camera: Retro Pontificent
sempre col titolo di maestro di ca- in equitatione immediate ibant duo
mera, tanto pili che vestiva come camerarii secreti assistentes, medium
essi. In fatti nel ruolo di Paolo habentes Illm. D. Alessnndrum de
IV leggo che nel i555 per la sua Montalto pronepotem Pontificis, in-
coronazione ebbe dei drappi pel dutum habitu clericali violaceo se-
vestiario, cioè saia rosata veneta rico. Duocamerarii fuerunt ma-
rascia paonazza, ormesino Icona to, gister camerae, et pincerna Sancti-
damasco rosso per mostre , taffettà tatis suae. Nel possesso di Grego-
rosso ormesino pao-
cremisino e rio XIV del 1^90 si dice: Post
nazzo. Vero è però che sotto Giu- Pontificem immediate equitahant
lio III già esisteva il ministro eser- duo ejus intimiores , et secretiores
citante r uffizio di maesJro di ca- cubicularii, nempe Offredus de Of-
mera, portandone il titolo. Su que- frediscubiculi praefectus , et Al-
sto, come del vestiario, altre noti- phonsus Sanctitatis suae pincerna
zie si leggono nelle descrizioni delle (Alfonso Sfondrato coppiere e ni-
cavalcate eh' ebbero luogo ne' so- pote del Papa ). Nel possesso d'In-
lenni possessi che i Papi presero nocenzo IX del 1591 dicesi: Jpud
della basilica iateranense , e rac- Sanctitatis suae equitaverunt San-
colte dal Cancellieri nella Storia ctinus praefectus cubiculi, pincerna,
de possessi, le quali andiamo a ri- secretarius et medicus Sanctitatis
portare. jN'el possesso preso da In- suae. In quello di Clemente Vili
nocenzo Vili nel 14^4 si dice, che del 1592 si legge: dietro al Papa
il decano della rota cavalcava ìnter immediatamente cavalcavano due i
relazione i detti ministri sono chia- XI, appresso al cavallo che caval-
mati magister camerae, pocillatorj cava, seguiva monsignor Rulfo mae-
in altra si dice che il sig. Lattan- stro di camera con mantelletto e
zio Lattanzi era il maeslro di ca- rocchetto, in mezzo ai monsignori
mera, e Quintio Bufalo cop-
del Massei e Rasponi, camerieri assi-
piere, vestiti di scarlatto con mo- stenti. In quello del successore In-
stre di largo damasco cremesino nocenzo XIll del 1 721, seguiva la
avanti le vesti. Nel possesso di A- sua lettiga monsignor Sinibaldo Bo-
lessandro VII del i655, si riferi- ria arcivescovo di Patrasso, mae-
sce che succedeva a Nostro Signo- stro camera, con mantelletto e
di
re monsignor Buonvisi maestro di rocchetto, in mezzo ai mons. Cesa-
camera , arcivescovo Laodicea ;
di re Meniconi ( già niaestro di ca-
Altra relazione dice : sequebantur mera del Papa nel cardinalato) e
praefectus cubiculi archiepiscopa- Filippo Magnoni, primi camerieri
li cultUf pincerna. Nel 1667 pel segreti. Nel possesso di Benedetto
possesso di Clemente IX non si XllI del 1724, intervenne alla ca-
nomina maestro di camera, bensì
il valcata monsignor Nicolò Lercari
il coppiere monsignor Silvestro Va- maestro di camera. Nel possesso di
nini, il segretario de' brevi , e il Clemente XII del 1780 cavalcò
medico con veste dì scarlatto, con monsignor Doria arcivescovo di Pa-
mostre di largo damasco cremesi- trasso maestro di camera, con mon-
no avanti le vesti. Neppure si no- signor Corsini nipote del Papa ìq
mina nel 1670 per quello di Cle- mezzo a due protonolari apostolici.
mente X dicendosi soltanto
, se- : In quello di Clemente XIII del
quebantur immediate duo camera- 1758, dopo del Papa seguiva ca-
rii assistentcs^ mous. Prospero Val- valcando sopra mula bardata di
lemani coppiere, raons. Nicola Gen- paonazzo monsignor Erba Ode-
,
f Clemente XIV
greti. Nt^l posst^sso di
in linea Ire
menle sopra mula hard afa di pao- camerieri segreti partecipanti ( es-
nar/o monsignor Scipione Borghe- sendo assente monsignor della Por-
se, niaeslro <li (-nmcra di sua San- ta guardaroha ), cioè i monsignori
del 1775 di Pio Yf, dopo il suo cedeva alla sinistra del primo tut- :
Nel 1801 pel possesso di Pio VII Papa (mentre altri camerieri
gli
migliare del cardinal I^arberini poi fece gesuita, e pieno d' unni e di
Urbano Vili: questi successivamen- meriti morì nel 1677.
te lo promosse a cameriere segreto Girolamo Bonvisi nobile lucche-
coppiere, canonico vaticano ed al- se, arcivescovo di Laoclicea in par-
tarista, nell'aprile i632 maestro di lìbus e già chierico di camera. Ri-
camera, e cardinale nel i643. tiratosi in patria a menare vita
Lattanzio Lattami d'Orvieto nel piissima, nel i655 appena eletto il
1 644 da Innocenzo X fatto mae- suo antico amico Alessandro VII
stro di camera e canonico di s. lo chiamò in Roma, dicendogli che
Pietro. la sua conversazione non poteva
Benedetto Monti patrizio mila- pregiudicargli, ma conferire ad am-
nese, fu nominato maestro di ca- bedue per la vita futura. Lo fece
mera da Innocenzo X , in gratitu- maestro di camera, e nella prima
dine al cardinal Cesare suo fratel- promozione de' 9 aprile iG^j car-
lo, il quale cooperò alla sua esal- dinale.
tazione al pontificato, come abbia- Foliimnìo Bandinelli nobile sa-
mo dal Cardella, Meni. ist. t VI, nese, dal concittadino Alessandro
p. 3o5. VII fatto segretario de' memoriali
Costanzo Cenlofiorini era mae- e maestro di camera, e colla ri-
stro di camera d' Innocenzo nel X tenzione di questa carica nel i658
i653, e si trovò alla sua morte maggiordomo, ritenendo perciò an-
avvenuta a' 7 gennaio i655. Ab- che il titolo di maestro di camera,
biamo dal p. Gattico, Ada caere- sebbene l' esercizio di essa carica
monialia p. 460, che il cardinal fosse distribuito fra il cav. Clemen-
Antonio Barberini camerlengo, nella te Accarigi suo coppiere, slato nel
ricognizione del cadavere reccpitpcr cardinalato maestro di camerale fra
manus d. Constantii Cenlumjlore- il cav. Angelo dilla Ciaja suo pa-
ni olim praedicti Ponlificis cubi- rente e nel cardinalato coppiere,
culi praefecti anuluni piscatoris ed allora scalco segreto. Voluiruiio
intra parvani hiirsam. Non debbo nel i658 fu pubblicato cardinale.
tacere, che nel breve de' privilegi Jacopo Filippo Nini nobile sa-
MAE MAE i35?
Antonio Pì^naUelli nobile napo- nel suo Diario dice a' 18 marzo.
letano, arcivescovo vescovo di Lec- Bartolomeo Massei nobile di Mon-
ce, fu da Clemente X
fatto mae- tepulciano, già coppiere nel cardi-
stro di camera, carica che gli con- nalato di Clemente XI , non che
servò Innocenzo XI allorché fu e- maestro di camera e conclavista,
saltato al pontificato nel 1676, indi fatto catneriere segreto e cop-
quindi il primo settembre 1681 lo piere, ablegato diverse volte, tre
i36 MAE MAE
delle (juali a portare berrette car- Nicoli) Saverio Santa Maria, ve*
diualizie, maestro di camera nel scovo, di Cirene in partibus, con-
termine del pontificato, come nel sultore del 6. ofllzio , esaminatore
Ì720 e 1721, fatto nunzio di de' vescovi, cajionico di s. Pietro,
Francia dallo stesso Clemente XI fattomaestro di camera nel 1729
e da Innocenzo XIII, e cardinale da Benedetto XlJl.
da Clemente XII. Sinibaldo suddetto nel 1780 fat-
Sinibaldo Doria nobile genovese, to di nuovo maestro di camera da
sto sigillo s'imprimeva sulla cera dia svizzera, dodici palafrenieri con
rossa e flessibile, che perciò rom- torcie, il cadavere portato da due
pendosi nel freddo e squagliandosi sediari, con intorno i penitenzieri
rata da qualtro cavalli; l' intreccia- stono ai lati del trono il Pontefi-
tura, i fiocchi, i ciuffi e le guide ce, quando nelle sue camere pone
de' cavalli sono del colore dell' ar- il rocchetto ai vescovi, la croce
ma di famiglia. Questa carrozza è al commendatore di s. Spirito, e
guidata dal cocchiere e dal caval- la berretta rossa nuo- ai cardinali
cante in livrea, ed il secondo ha vi; come pure quando il Papa dà
nel braccio sinistro una placca di ad alcuno il bastone del comando,
argento con lo stemma genlilizio; o riceve giuramenti in trono, o
dietro alla carrozza sonovi due ser- assiste alla lettura dei decreti sul-
vitori: tulli poi vestono di gala l'eroico esercizio delle virtù de'ser-
secondo le funzioni. Dentro incede vi di Dio e per le beatificazioni
il segretario ecclesiastico in abito (la lettura de' quali talvolta non
di sottana e ferraiuolone nero, uno nelle stanze pontificie, ma si fa in
scopatore segreto e il decano del qualche sagrestia di casa religiosa ,
Papa, il quale ne' treni nobili va ovvero in qualche convento e mo-
a piedi allo sportello della carroz- nastero anche di monache, come
za pontificia, ed allora invece van- fece il Papa regnante Pio IX pel
no due scopatori segreti in quella decreto letto in quello delle sale-
che ne fanno parte, cioè : maggior- parlammo ancora nel voi. VII, p.
domo, elemosiniere, sagrista, pre- 19, e Vili, p. 227 del Dizionario),
fetto delle cerimonie, due camerie- ed in quelli che scrive al maggior-
ri segreti partecipanti, il foriere domo ed al cavallerizzo specifica la
maggiore ed il cavallerizzo mag- qualità del treno perchè diano gli
MAE MAE 143
ordini analoghi nelle scuderie ponti- chierico segreto; il prelato avverte
fìcie. AlKesente poi di guardia delle pure anco in questa circostanza il
guardie nobili s'incarica d' inlimare decano dei cappellani comuni, per-
le guardie nobili ed i dragoni, e nei chè mandi quattro compagni per le
treni nobili anco i carabinieri. Qual- torcie. Allorché il Papa si vuole
ora il Papa non intervenga più portare in qualche chiesa a dare la
ad una cappella e funzione, il mae- benedizione col ss. Sacramento, il
stro di camera con biglietto ne pre- prelato manda il biglietto d'invito
viene quelli che dovevano formare ad otto camerieri segreti soprannu-
il treno di accompagno, ed ancora il merari e di onore per sostenere
senatore, i conservatori e priore dei le torcie durante la funzione Nelle
capo-rioni. Tutti i biglietti poi d'invi- chiese ove recasi i! Papa per messe
to o disintimo si danno al deca- o benedizioni, il maestro di came-
no del Pontefice, che li fa distribui- ra vi manda un numeio di guardie
re pei due dragoni ordinanze del- svizzere, e previo biglietto il prelielto
la sala pontificia : il battistrada ri- delle cerimonie pontifìcie per assi-
ceve gli ordini dal maestro di ca- slere il Papa. Quando poi il Pon-
mera e dall' esente, e nelle sortite tefice decide improvvisamente di re-
dal cavallerizzo, ed in sua mancan- carsi in qualche luogo, il maestro di
za dall'istcsso esente. Siccouje nei camera per mezzo del cavallerizzo
treni nobili vanno in carrozza col o dell'esente delle gtiardie nobili
Papa due cardinali, il maggiordo- spedisce un dragone per prevenir-
mo e il maestro di camera pren- ne i superiori. Inoltre deve il mae-
dono luogo nella seconda carrozza stro di camera avvisare il decano
nobile pontifìcia, tirata da sei ca- degli uditori di iota, perchè decli-
Se il Pontefice vuole celebra-
valli. ni uno de'prelati uditori a porta-
re messa bassa in alcun luogo, il re la cioce pontificia innanzi al Pa-
maestro di camera preventivamente pa ne'venerdi di marzo e nel ve-
con biglietto ne avvisa il superiore nerdì santo quando recasi in s. Pie-
della chiesa, ed il Siigrista perchè tro col sacro collegio; e quando
f:»ccia dal sotto sagrisla preparare nelle funzioni il Pontefice adopera
tutto l'occorrente; avverte pure il colla sedia gestatoria i flabelli, de-
decano de'cappellani comuni perchè stina per portare questi due came-
niandi quattro compagni per le tor- rieri segreti soprannumeri. Interve-
cie. In tale circostanza il maestro nendo il Papa alla solenne esposi-
di camera alla Lavanda delle mani zione o reposizione del ss. Sagra-
(Vedi\ versa l'acqua su quelle <iià mento in s. Pietro o in altra chie-
J^onlefice; ma se vie presente nn sa,il maestro di camera avvisa otto
cardinale, versa l'acqua il mag- camerieri segreti sopiannumeri e
giordomo, che altrimenti presente- di onore per sostenere le aste del
rebbe il pannolino, il quale invece baldacchino; v'intervengono pure do-
si esibisce dal cardinale. Quando il dici bussolanti per le torcie con in-
Papa vuole ascoltare la messa io vito del bussolante sotto foriere, a
qualche chiesa, il maestro di came- nome di monsignor maggiordomo.
ra invita primo cappellano segre-
il Inoltre invita con biglietto i cardi-
to, perchè la faccia celebrare da uno nali palatini in dette esposizioni e
de'suoi compagni, e servire da un reposizioni, e quando il Papa ve-
i44 MAE MAE
stilo di mozietta e stola interviene vanti mezzodì, l'esente di guardia
in san Pietro ad assistere alla presenta al prelato i tre rapporti
messa solenne per la dedicazione indicanti cbe i rispettivi corpi mi-
di quella basilica: vestito così, il litarisono in regola, ed il segre-
Papa si porta in detta basilica al- tario di monsignore gii rassegna il
le esequie che i cardinali celebra- rapporto degl'individui cbe guarni-
no ai suoi predecessori, nella cap- scono le diverse anticamere, e in
pella del coro, di cbe trattammo caso di mancanze ne fa annotazio-
al volume Vili ,
pag. i58 ^ e ne; inoltre gli consegna la nota in
XXVIII, p. 43 del Dizionario. Il doppio (sistema messo da monsi-
maestro di camera monsignor Mas- gnor Medici) delle persone cbe so-
simo invitò pure il sacro colle- no state ammesse all'udienza, e cbe
gio per accompagnare il Pontefice devono presentarsi nella mattinata,
a venerare i nuovi beati nella ba- non che la nota di quelle persone
silica vaticana ; ma spettando que- che la domandano, le quali note il
sto invito al prefetto delle cerimo- maestro di camera umilia al Papa,
nie, dipoi come prima lo tornò a rilenendo il duplicato di quelli che
fare questi nel 843 nell'ultima bea-
1 vengono all'udienza, l'altra restan-
tificazione. Se risiede il Pnpa nel do al Papa. Come sono guarnite
palazzo vaticano, l'invilo si fa per le anticamere pontifìcie, come si
ta delle persone che hanno chiesto l'u- ceve poi i sovrani e sovrane sulla
dienza, e poi spedisce i bi{»Iietti a quel- porta della sala pontificia, coi ca-
li che sono ammessi , sottoscritti merieri segreti soprannumeri e di
dal prelato, previo registro, a mezzo onore, oltre l'elemosiniere , il cau-
dei due mentovati dragoni ordinan- datario ed il crocifero ( i quali ul-
te della sala pontificia. Prima la timi due però non sono invitati); ed
nota di quelli che domandavano l'u- ì principi e principesse reali, nell'an-
dienza la facevano i bussolanti per ticamera di onore, quindi tutti intro-
vo l. XLf. 10
i46 MAE MAE
quindi passarono ad attenderli al ed allora le guardie nobili di tìc-
palazzo ove presero alloggio, e rin- coin pugno riposero gli squadroni nei
novarono loro le felicitazioni. Qtian- foderi. In cima al primo capo di
do nel maggio i838 pertossi in scale sì trovò la regina in ginoc-
Homa Maria Cristina regina vedo- chio sopra cuscino, ciò che com-
va di Sardegna, il maestro di ca- mosse il Pontefice e la corte ( la
mera monsignor Massimo e suo regina a memoria dell'avvenimen-
seguito con carrozza da viaggio a to, dal valente dipintore cav. Ca-
quattro cavalli di posta ed un cor- vallero fece rappresentare in graa
riere, si recò a complimentarla per quadro, con ritratti al naturale,
parte del Papa a Cisterna, come come ricevette il sommo Ponte-
luogo deir ullima fermala della re- fice Gregorio XVI). Il maestro
gina, vestito di rocchetto e man- di camera ricevette in dono nel-
telletta. Eseguito l'onorevole incari- lo stesso giorno per parie della
co, ripartì subilo perRoma, e ne regina una scatola d'oro brillan-
diede notizia a sua Santità. Appe- tata. Dicemmo nel voi. VII, png.
na giunta nell'alma città la sovra- 3 r del Dizionario, che anticamente
na, fermandosi nel palazzo Albani, allorquando i Papi visitavano so-
monsignore in abito prelatizio tor- vrani e cardinali infermi , il mae-
nò di nuovo a complimentarla in stro di camera durante la visita
nome del santo Padre, con carroz- avea giurisdizione sulle anticamere,
za di gala, e combinò il giorno e facendole precedentemente guarni-
Torà dell'udienza pontificia, che fu re dalla camera segreta, ecclesiasti-
a* 1 2 maggio ad ore sedici. Nel dì ca e secolare. P^. Ingressi in Roma e
seguente il prelato si portò dalla Sovrani.
regina per ringraziarla a nome del Pei concistori, congregazioni a-
Papa per la visita fallagli, e per vanti al Papa, o altre funzioni che
concertarsi del giorno per la re- hanno luogo in alazzo, monsignor
stituzione della visita, che fu sta- maestro di camera riceve da chi
bilita pel i5 maggio alle ore 17. spetta l'avviso olFiziule, per dare gli
Jl prelato avvertì monsignor pre- ordini analoghi. I cardinali che so-
fetto delle cerimonie pontificie a no impediti di recarsi ai concistori
recarsi al palazzo Albani per pre- ed a tali congregazioni , a mezzo
parare e disporre l'occorrente per d'un gentiluomo o maestro di ca-
tale visita, e concertarsi col conte mera, pregano il prelato a fare le
Filiberto Avogadro di Colobiano loro scuse col santo Padre. Sebbe-
conservatore generale della casa del- ne nella sera monsignore resta in
la regina. Ivi si mandarono in pre- libertà, quando innanzi al Papa vi
cedenza otto guardie svizzere ; aprì è congregazione particolare con in-
Io sportello della carrozza del Pa- tervento di cardinali, allora si reca
pa il conte Federico Broglia di in anticamera. maestro di ca-
Il
chierici segreti , tutti invitati con vire a mensa nel giovedì santo quel-
biglietti : i camerieri partecipanti li che fanno da apostoli, spetta al
od altri che sono secolari , ricevo- maestro di camera, che sostiene il
no la comunione dal maggiordomo. bacile ove il Pontefice versa l' ac-
Avvisa pure il p. sotto- sacrista ac- qua sulle mani de' medesimi avanti
ciò nella sagrestia della detta cappel- il pranzo. AI termine di questo,
la pontificia segreta, ove si fa la co- il prelato versa l'acqua sulle ma-
munione, sieno preparale non me- ni del Pontefice, porgendo il pan-
no di dodici colte ed allrellante nolino il maggiordomo. Quando il
stole bianche pei sacerdoti e dia- Papa Clemente XI lavava i piedi
coni che si comunicano, oltre quat- ai pellegrini nell'ospedale della ss.
tro cappellani comuni per le tor- Trinità, e quando negli altri ospe-
cie : in detta mattina il quadro dali visitava e regalava gl'infermi,
della cappella segreta del Papa con- il monsignor Ruf-
zinale che usava,
tinua ad essere coperto di velo pao- fo maestro di camera soleva do-
nazzo, ma al Crocefisso in luogo narlo ad un cerimoniere. Ai 2 feb-
i48 MAE MAE
braio festa della Purificazione o gretario delle lettere latine , so-
candelora, niaggioidomo e mae-
il stituto della segreteria di stato,
stro di camera assistono lateral- sotto-datario, sostituto della segre-
mente il Papa in trono nell' anti- teriaper gli aflìiri di stato interni
camera di onore, ove riceve le obla- (ora seconda sezione della segreteria
zioni delle candele di cera, di che di stato), ognuno de' camerieri se-
tenemmo proposito nel voi. Vili, greti partecipanti, maestro del sa-
p. 268 dd Dizionario. Nel mss. di cro ospizio, tbriere maggiore, caval-
monsignor Ruffo, di cui parleremo, lerizzo maggiore , sopraintendenle
leggo che a suo tempo assisteva deJle poste, vessillifero, senatore di
anche l'elemosiniere, come guarda- Roma, e sostituto de' brevi; dieci
roba, al ricevimento delle candele, alla guardia svizzera, venti ai cap-
che prendeva dalle mani del Papa. pellani e chierici segreti ,
quattor-
Per antica consuetudine i capitoli dici agli aiutanti di camera anche
delle basiliche e collegiate, gli or- come sotto chierici, e il primo co-
dini religiosi ed altre corporazioni, me custode generale delle vesti ol-
solevano fare una particolare obla- tre altre incumbenze ; ventisei ai
zione di cera anco ai due nomi- maestri delle cerimonie, cioè due
nati prelati , ma ora da pochi si per cadauno; sette ai chierici della
eseguisce. cappella; due al cardinal vicario ,
Delle medaglie
d'argento che i al maestro del sacro palazzo, vice-
medesimi maggiordomo e maestro gerente, prete, diacono e suddiaco-
di camera distribuiscono in nome no della cappella pontificia, udito-
del Papa a molti della famiglia re del camerlengato, a diversi ca-
pontificia pel solenne possesso del merieri soprannumeri e di onore in
Pontefice e per la festa de' ss. Pie- abito paonazzo e di spada e cap-
tro e Paolo, ne facemmo cenno pa esercenti, ad otto cavalieri ge-
nel volume XXII 1, pag. 92 e 93 rosolimitani, ossia a quei novizi che
del Dizionario. Qui aggiungeremo, prestano attualmente il servizio di
che quando alcuni della famiglia anticamera, allo scalco segreto, al
godevano la medaglia d'oro, ambe' sostituto de' memoriali, all'ammini-
due i prelati ne fruivano ciascuno stratore de' vacabili , al segretario
tre di tal prezioso metallo , ed il del maestro di camera, ali' antica-
maggiordomo eziandio in sede va- mera del segretario di stato, all'an-
cante, se in tal tempo s'incontrava ticamera di quello per gli affari in-
il
solo
ma
treno
amore verso il Papa, del zelo chi
deve avere pel suo decoro , dell
singoiar prudenza di cui fa d'uopo
che sia fornito, e si dice che deve
I
delle sortite private e. di trottata. tenere un libretto di memorie per
Dicemmo al voi. VII, p. 27 del Di- notare tutti i ricordi necessari. Nei
zionario, che il prefetto e i maestri seguenti capitoli si descrivono va-
delle cerimonie pontificie, come ca- rie funzioni e ca|»[)elle fatte dai
merieri segreti perpetui, finche il Pontefici in palazzo e fuori, conci-
nuovo Papa non ha nominato il slori, congregazioni, prediche e vi-
nuovo maestro di camera e came- site a chiese e monasteri, celebra-
rieri segreti, ne adempiono le veci, zione di messe , l'udienza pubblica
come in tal caso fanno i cappellani e quella de' ministri pontificii; i
•tione de" suoi successori. Jn questo giorno e l'ora in cui si fecero tali
libro nel cap. I si narra 1' esalta- funzioni. Tutte le cappelle e fun-
zione di Clemente XI e la nomina zioni ordinarie e straordinarie, e le
in suo maestro di camera di mon- circostanze particolari che vi ebbe-
signor Ruffo; nel cap. II si tratta ro luogo, come pure se il Papa
particolarmente incombenze delle non v' intervenne.La pubblicazione
del maestro di camera di sua San- dei decreti per procedere alle bea*
tità, massime della sua fedeltà ed tincazioai. Lq visite delle chiese e
MAE MAE i5i
monasteri, l' intervento del Poiile- signor Francesco de* Medici norv
fjce in alcuni eseicizi di pietà e solo continuò i precedenti sistemi,
di pubbliche preci, processioni straor- ma procedette alla compilazione di
dinarie, celebrazioni di messe, con- un importante periodico Giornah
sacrazioni, benedizioni cpostoliclie, o registro delie udienze, eoncistori,
o col ss. Sagra mento. Le villeggia- cappelle, e notizie relative; ed e-
ture ed i luoghi in cui portossi il ziandio notò ogni cosa con preci-
santo Padre durante le medesime ;
sione e dettaglio di circostanze, no-
Je partenze e ritorni in Roma, ed tando pure nelle cappelle chi can-
i trasferimenti dal Valicano al Qui- tò messa e chi pronunciò il ser-
rinale e viceversa. I ricevimenti di mone, e gli atti concistoriali. Ol-
sovrani e sovrane, principi e prin- tre a ciò pubblicò colle slampe
cipesse reali. Le prediche in pa- r opuscolo che porta per titolo ;
l'abito di città nero con gonnella, illi habent suos servitores. Item
ferraiolone di seta e collare di postquam Dominus noster fuerit
merletto nelle cappelle che diremo. in mensa, debet invitatos ponere ad
Come appartenente alla famiglia mensam secundum gradum et sta-
nobile, interviene nel mercoledì san- tura eorundera , habito Consilio
to e nelle altre annue comunioni magistri ospitii, si personarum in-
in abito di mantellone, alla comu- vitatarum qualitas hoc exigat. Item
MAE MAE i53
postquam cibaria fuerint posila co- solto-floriere. Il medesimo Cancellie-
rani Domino nostro , debet Tacere re nella Descrizione della seiiiniana
servili iis, qui in ejus praesenlia santa § III, parlando delle palme
coraedunt. Debet etiam aliis ordi- che dispensa il Papa nella domeni-
iiariis Tacere serviri secundum con- ca delle Palme, dice che sono cu-
ditiones personarum,et modiira, qui stodite da due bussolanti e dal
sibi tradetur. Item debet Tacere ser- maestro di casa di palazzo. Nella
viri de Tructibus ,
qui dari solent descrizione di tali funzioni, noi in ve-
in principio, et in fine mensae. Iteoi ce scrivemmo, rilevandolo da quan-
quando instat finis prandii, vel coe- to si pratica: le candele e le pal-
nae, debet Tacere leva ri cibaria de me dal primo giovane del maestro
ante illos, qui coram Domino no- di casa o custode della cera, vesti-
I stro,
derunt, et
vel in tinello
deinde
comuni come-
aquam dari , et
to in abito da città, sono consegna-
te al bussolante sotto-foriere, che
mensa deponi, quando aqua porla- insieme ad altro bussolante le pas-
tur Domino nostro prò lavandis sano al chierico di camera; il simile
nianibus. Item debet bene adver- si pratica nella dispensa degli A-
tere, quod in tinello non sint mur- gnus Dei benedetti. Che la prov-*
niurationes, clamores, seu vociTera- visione, custodia e dispensa della ce-
tiones; sed quod omnes honeste ra spetta al maestro di casa, Io dire-
et cum omni pace et quiete co- mo anche in fine. Qui riportiamo in-
medant. Item solebat habere unum tanto la notizia del padre Gallico.
servilorem dumtaxat. Item iste ma- » VI. Cera. Itera est aliud olììciiun,
gister aulae, quandoque Tuit scu- quod vocatur cerae. In islo ofiieio,
tiTer, seu Tamiliaris magistri hospi- quod repulatur inler alia honora-
tii ". Inoltre il Gallico a p. 267 bile, debet poni unus ecclesiasticus
parla dell' officio cerne , una delle honestus, probus et fidelis, cujus of-
attribuzioni del maestro di casa. ficio special Tacere fieri intortitia
Di questi, diverse notizie riportam- et candela s grossas et minutas lam
mo all'articolo Famigli! Pontificia, prò capella, mensa et cameris Do-
in un ai privilegi concessi dai Pon- mini nostri, quam prò aliis omni-
tefici. bus, quibus dislribulio candelartun
Nella Descrizione delle cappelle cerae solet fieri. Debet eliam prò
pontificie di Cancellieri, par. II, p. servitio palatii ministrare candelas
146, si dice, che le candele per la de cepo (cepum prò sebo), et lanler-
Tunzione che Ta il Papa nel dì della nas; et singulis noctibus, dum dies
Purificazione, dal custode della ce- incipit deficere bora competenti
,
magistro bospitii tradere, vel gen- rieri di spada e cappa, o nella clas-
libus camerae; el iste magister ce- se : diversi signori ed offiziali della
rae debet babere cameram in pa- corte.Antonio Gbirlandari era mae-
latio, et duos servi tores ad minus, stro di casa sotto Innocenzo X,
quorum unus debet esse clericus, qui e nel breve de ij setlembre 1647,
vocatur clericus cerae, et reputatur col quale il Papa accordò i con-
*'.
odiciarius sueti privilegi a'suoi intimi famiglia-
Il più anlico ruolo de' fami- ri, insieme all'esenzione dallo spo-
gliari del Papa , cbe esiste Del- glio, per ultimo si legge: Antonius
l' arcbivio del palazzo apostolico è Ghirlandarus pisanus palatii nostri
quello di Giulio HI del i55o. Ivi apostolici suhpraffectus. Lo trovo
questo ministro è cbiamatowWo-/72tìtc- pure nel i653: del sficcessore Ales-
stro di casa. Lo era in detto anno sandro VII, nel i6>5 lo fu Anto-
Scipione Gaietti, e poi dal medesi- nio Princivalli, nel 1657-1659 mon-
mo Giulio III fu fatto Andrea Zimino sÌ2;nor Cruciani. Sotto Clemente X
cbeavea pane, vino, vitella, castrato nel 1675, ed Innocenzo XI nel 1679
e vaccina. Nel ruolo di Paolo IV avea scudi ventuno mensili; e die-
del i555 è uomm^io sotto-maestro ci il Di Clemente XI
computista.
(li casa e cassiere : avea tre por- furono Francesco Carioto, e nel
zioni di pane e vino, ed un caval- 1706 Angelo Carrara. Nel ruolo
lo. Nel ruolo del i56o di Pio IV, d'Innocenzo XIII è registrato dopo
nella categoria: diversi maggiori, è il p. maestro del sacro palazzo. Nel
registrato pel primo messer Andrea 1780 il maestro di casa fu per la
Giannini, forse quello medesimo di prima volta pubblicato tra i fami-
Giulio III, sotto-maestro di casa, co- gliari pontificii, nelle annuali Noti-
sì nella nota dei famigliari cbe nel zie di Roma, e pel primo Donato
j 565 seguirono il Pontefice nel viag- Ci vitella della Beneven-
diocesi di
gio a Perugia. Nei pontificali di s. to, fatto da Benedetto XIII
per sua ;
Pio V e Sisto V funse l'uffizio llev. morte nel 1749 Benedetto XIV no-
Messer Antonio degli Abbati, e lo minò monsignor Antonio Presi bo-
trovo tale nel 1591 sotto Gregorio lognese suo scalco segreto. Questi
XIV, e nel 1597 sotto Clemente sotto Clemente XIII fu pro scalco
Vili. Nel pontificato di Paolo V e senza onorario, con soli quaranta-
uel i6o5 era sotto-maestro di ca- cinque scudi mensili come maestro
sa il signor Terenzio Gabrielli; e di casa; mori uel 1768, e fu sepol-
MAE MAE 1^5
to in s. Maria in Trastevere di cui Tra le onorevoli incumbenze che
era canonico, ove istituì un anniver- pruna esegiuva, eia vi quel la di pre-
sario e lasciò quattordici mcdiiglie sentare donativi dì copiosi comme-
d'oro al capitolo, il Papa gli diede stibili per parte tlel l*ontefice ai so-
in successore Giuseppe Piovere ro- vrani quando arrivavano in Roma,
mano. Pio VI nel 177^ fece mae- ed agli ambasciatori quando si fa-
stro di casa privalo e dei palazzi cevano conoscere formalmente. Sic-
Anionio Fraltini romano,
apostolici come tali donativi si descrivono nei
che comprese nel breve die spedì Diari di Roma, ne riporteremo al-
dei privilegi pegl" inlimi famigliari cuni. Nel 1718, nel numero 65, si 1
del maggiordomo.
siccome essa E monsignori vescovi, i prelati de-
per lo più s'imbandisce dopo che ed i magistrati locali, si
legati,
il Papa ha terminato 1' udienza e compiaceranno in analogia a tale
mentre pranza, e dovendo sem- disposizione di porsi negli oppor-
pre alla mensa pontificia assistere tuni concerti , e di cooperare con
gli aiutanti di camera, così senza la loro assistenza; coadiuvando al
pregiudicare al loro grado di fa- pieno e regolare adempimento del-
migliari nobili dellacamera segre- l'incarico affidato allo stesso mae-
ta venne perciò stabilito che gli
j stro di casaj in unione col no-
aiutanti di camera dopo che il , minato fioriere ". Che nei viaggi
Pontefice ha mangiato, pranzino il maestro di casa seguiva il Papa,
nelle sue camere, restando così lo dicemmo pure di sopra, e nel
presso la sua sacra persona anche mss. che monsignor Piuffo mae-
in quel tempo per qualunque oc- stro di camera di Clemente XI
correnza. Hanno quindi alla loro lasciò a'suoi successori, si legge tra
mensa in abbondanza tultociò die il novero di quelli che dovevano
si serve in quella di corte ; vi am- recarsi col Pontefice a Loreto, il
mettono gli scopatori segreti loro maestro di casa co' suoi ministri.
1)8 MAE MAE
E qui noteremo, che quando mon- i6j a tutti gli altri. Quando poi
signor maggiordomo come gover- vi sono degli uditori vacanti o ,
nienlo delle [xmsouc che hanno la lavoro di esso però verrà pure esa-
CLKSlodia delle robe, se ne facesse minato dal fioriere, il quale ne rice-
il rincontro e si firmassero ; ed in verà la consegna per distribuirlo nei
unione ai medesimi capi di azien- tempi opportuni. Venne incaricato
da non che foriere e cavallerizzo,, di dar le consuete sovvenzioni pei
si soUoscri vesserò soltanto nelle di- funerali della bassa famiglia. I
versità delle ingerenze rispettive due giardinieri del Valicano e Qui-
;
ti, compresi quelli degli assegna- legge nel voi. IV, p. 9 e seg. della
luentaii e giubilati, che si ordina- Raccolta delle leggi, oltre che fu
no con mandati complessivi, meno stampato a parte. Di queste attri-
quelli diretti ai capi o decani dei buzioni del maestro di casa dei
corpi o collegi , si effettueranno sacri palazzi apostolici, insieme ad
dal maestro di casa. Le spese per altre disposizioni che lo riguarda-
la processione del Corpus Domini, no, ne parlammo ancora verso il fi-
quelle per la funzione delle palme, ne dell'articolo Famiglia Pontificia,
della lavanda e della tavola degli ed all'articolo Maggiordomo, discor-
apostoli, ed altre di simile natura rendo di monsignor Massimo e
verranno eseguile dal maestro di dell'atto di Gregorio XVI con cui
casa. Fu incaricato della custodia modificò il suo motu- proprio del
e dispensa della cera occorrente i832 e restituendo al
, foriere
tanto per le cappelle e funzioni maggiore gian parte di quanto
papali, quanto per uso del Papa aveagli tolto col medesimo motu-
e de' palazzi apostolici. Inoltre at- proprio.
tribuì al maesljo di casa la veri- MAESTRO DELLE CEREMO-
fica de'risarcimenti, cioè delle sup- NlE , Mngister caeremoniaruni ,
o più presto, secondo che sia d'uo- brante. La veste del ceremoniere
po. Avverta diligentemente che tut- deve essere clericale, cioè di abito
ti assistano ai divini uffizi colla talarepaonazzo e cotta, ed alcuni
dovuta riverenza. Sia paziente , ceremonieri hanno in mani per se-
assiste, tanto nella cattedrale che servi due ceremonieri in una me-
fuori. Tutti i capitolari, in tutte desima ecclesiastica funzione, a niu-
quelle cose che riguardano il cul- no di essi spetta assistere il cele-
che scrive i diari periodici delle tata Storia a p. 480. Prima il solo
seguite funzioni per l'archivio dei prefetto delle ceremonie godeva il
ceremonieri ponlificii, ciò che suole titolo di monsignore ; dicesi che Io
fare il primo, dallo stesso palazzo godesse pure il secondo, essendo il
ha la regalia di paoli venticinque primo cameriere segreto soprannu-
per ogni mese. Dal maestro di ca- merario, il secondo cameriere d'o-
mera del Papa, pel possesso e nel- nore; così lessi in un mss. Dicem-
la festa de' ss. Pietro e Paolo, i mo all'articolo Maestro di camera
ceremonieri ponlificii hanno venti- DEL Papa, ch'egU invita il prefetto
seimedaglie d'argento, cioè due per delle ceremonie nelle funzioni stra-
cadauno. Sino a Pio VI due pri- i ordinarie palatine, e quando il Pon-
mi maestri di ceremonie ne aveano tefice recasi in qualche chiesa a ce-
anche due d'oro. Inoltre i maestri lebrare od ascoltar messa , od a
delle ceremonie godono diverse pro- seguire qualche processione del ss.
fu nel 1839 dopo la celebrata ca- erano per qualche tempo astenuti
nonizzazione. Noteremo che i , ce- d'intervenire, perchè non sembrava
remonieri pontificii usano la sotta- loro conveniente, anzi molto incon-
na rossa soltanto nelle cappelle gruo, il portare il cappello usuale,
pontificie e cardinalizie; e che tal- mentre in tali circostanze erano ve-
volta divenuto impotente il primo stitidella grande veste talare o
o secondo ceremoniere Papi ac , i grande cappuccio, e molto più per-
cordarono l'uso del rocchetto al chè godevano già delle prerogative
terzo ceremoniere, insieme a quel- di protonotari apostolici non par-
lo costante della sottana e fa- tecipanti, e di camerieri segreti del
scia paonazza: Pio VII per impo- Papa. Ecco il decreto. » Urbis.
tenza di monsignor Gasconi pre- Magistri caeremoniarum sanctissimì
fetto delle ceremonie, concesse l'u- Domini Nostri, qui olim in sequen-
so del rocchetto a monsignor Gio- dis equitationibus ampia talari ve-
vanni Fornici terzo ceremoniere ste, et magno caputio laneis violacei
poi divenuto effettivo. Nel numero coloris usi sunt, eaque dimiserunt
34^9 del Diario di Roma 1739, tamquam parum congruenlia usui
p. 12, si legge che Clemente XII pilei communis, postmodum admo-
onorò dell'uso del rocchetto mon- uitiprò earum reassumptione, ne
signor Ignazio Reali, come suo pri- quid ex benignitate sacrae congre-
mo maestro delle ceremonie ponti- gationis, cui assidue inservienles in-
ficie. Se questi è prelato domesti- tersunt, desit : supplicarunt prò usu
co, usa sempre 1* abito di man- pilei semipontificalis eo quod ipsi
del possesso d' Innocenzo Vili nel cardinale) videlicet a sinistrisi ego
14H4, la fece il celebre ceremonie- medius, et a dextris meis Pcdac-
re Giovanni Bmcardo altrettanto : chìa, amicti vestihus talarihus ni-
fecero molti de' suoi successori ; così heis, magnis mantellis, et caputiis
Paride de Grassis pei possessi di violaceis, et pileis semipontiflcalihus
Giulio II, non che
e Leone X, in capite, procedendo ai lati i maz-
Biagio Martinelli per quello di A- zieri , seguendo l' uditore di rota
driano VI, per non dire degli altri, colla croce. Il simile dicesi, quanto
r presso
1590 di
il Cancellieri.
Gregorio XIV si legge:
In quello del al
d'
luogo, nel
Innocenzo XI; ed in quello del
1676 pel possesso
Duo magislri cae remoniarum Fran- 1689 per Alessandro Vili, viene
eiscus Mucanliiis fraier et Paulus detto. Dopo i mazzieri cavalcavano
Alalco (dopo il governatore) equi- i sig. canonico Domenico Cappello,
che ciascuno era simile all' altro ; nuenti inclinasse-, e poco dopo: sub-
onde s. Gregorio I x\q\V Omelia 5 diaconus postquam viderìt episco-
ebbe a dire: quicquid in uno in- pos, seu presbyteros post Pontifi-
venìeSj Jwc in omnibus qualuor si- ceni sedere, quos ipse Pontifex nula
niul cognosces. Così parimenti tutti suo facit seenni considere tunc a-
questi quattro sacri ministri pon- scendit in amboneni etc. Nel § 16
tificii, pari disciplina dunt divina parlandosi della distribuzione del
celebrantur officia in cappella as- pane consecrato fatta dai diaconi,
sistere debent, soggiunge il Piscara; si dice : Duo subdiaconi rcgìonarii
e osservandosi l'un l'altro, ciascuno deferunt ad diaconos causa con-
eseguisce la parte a lui commessa, fractionis, ut ipsi quoque frangant,^
onde dall'accordo delle operazioni quando Pontifex annuerìt eis. Nel-
di ciascuno ne risulta una perfetta l'ordine romano 5, § 3, de episcopo
armonia nella molteplicità de' riti celebrante, si legge. Postquam per-
e delle funzioni che si celebrano. venerit ad altare, cum ministris ut
Ne' rituali antichi si legge , che diciiur, completa oratione vertat se
molte cose si praticavano da vari ad dexteram, annuatque uni pres-
ministri , e molte erano ordinate bytero ante caeteros stanti, oscule-
dai medesimi Pontefici ; onde nel- turque eum. Dein ad sinistram se
l'ordine primo tra quelli pubblicati vertens alio annuat presbitero, et
dal p. Mabillon, nel § io, ove si similiter eum osculetur, deinde ex-
racconta la messa solenne del Papa, tremo in dextera parte stanti an-
si stando all' altare lune
dice che nuat diacono, ut osculetur illuni
Pontifex annuii epùcopis, et pres- ac dein extremo in sinistra parte
byleris ut sedeantj la qual cosa ora stanti annuat et similiter cum o-
si accenna dal maestro di ceremo- sculetur etc; e nel § 6 : Hoc autem
nie. Nell'ordine slesso § 9, cap. 3, expleto annuat cantori ut Gloria
descrivendosi le ceremonie fatte al dìcal; cxplela oratione annuat duo-
(qqta qel sabbato sauto mentre i bus extremis, ut vadOfUt. Ipse verQ
170 MAE MAE
Pontìfex cantori annuat ,
quando delle (Xiremonie ciò che appartiene
excelsiori voco Kyrie eleison dici all'ollizio loro, e generalmente par-
dehent. iVe! § 7. Gloria in excelsis lando si dice
praecogitare seni-
: Hi
Dco percclehrata dicntur a Ponti- per, et niedUari debcnt quae sunt
fice^ ut mos est, oratioy sednuque agenda^ et quae inslant strenue dili-
ip^e anniiat presbyteris ut sedeant. ge nter , et memori ter exequi tra- ,
maggior decoro ora sieno in uso, di saia, ma della forma simile alle
mentre sono regolati dai maestri violacee, così parimenti 1' usano in
delle ceremonie, i quali come in- quei tempi da noi pure e piti com-
telligenze assistenti danno il moto pletamente notati. Il primo maestro
a tutti gli ordini della gerarchia però in dette funzioni usa la veste
ecclesiastica ,
quando intervengono di seta paonazza, sopra cui porta il
nella cappella pontificia o altre so- rocchetto e la colta per decreto di
lenni funzioni. Onde con molta Clemente 1 X. A p. 5o6 poi, parlan-
prudenza fu istituito l* uffizio loro do della cavalcata, dice: li maestri
dai sommi Pontefici, colla parteci- di ceremonie con sottana rossa
pazione di molti privilegi e larga mantellone paonazzo e cappello se-
rimunerazione, come dalla bolla di mipontificale, cavalcano avanti la
pio IV nell'anno i563 emanata, croce. Fin qui il p. Bonanni. Pri-
confermata da Paolo V nel 16 9, r ma di Lunadoro nella
questi , il
IMenza, dedicato a Papa Innocenzo sti buone parti dal palazzo aposto-
Vili nel i4^4> 6 pubblicato colla lico , e pagano loro gli eredi di
stampa da Cristoforo Marcello , il ciascun cardinale che muore , cin-
quuie l'offrì come fosse stato frutto quanta ducati di camera, e cento
delle sue fatiche a Leone X. In dodici ducati simili ogni cardinale
ijuesto libro si prescrive ai maestri nuovamente creato, che però frut»
MAE MAE 171
torà loro 1' uffizio sellecenlo scudi generico cenno sul medesimi ,
po-
ranno per ciascuno. Gli allrl sono tendosi consultare principalmente gli
da, abiti sacri, mitra, triregno, for- presente; quando è assente, come
male, ce. ec, sedia gestatoria , fla- anche nelle cappelle cardmalizie,
belli, baldacchino per le processio- assiste Se vuole al sacro collegio
ni e pontificali, avvisando per por- dalla parte de'diaconi, di prospetto
tare le decano de' votanti
aste il al cardinal decano. Il secondo mette
di segnatura, acciò ne prevenga i la falda al Papa
diarista Cec- ( il
lo, va air assistenza del vescovo che testato di quei vescovi ed arcivesco-
ponlilìcalmente celebra messa la : vi che il Papa ha dichiarato assi«
bene abbiano scritto un voto, per zione.Dice poi l'Extra omnes, do-
commissione di monsignor segreta- po che i cardinali nuovi ricevono
rio, egualmente non interloquisco- la risposta dal Papa pel ringrazia-
no. ceremoniere segretario della
Il mento fatto per la loro esaltazione
ceremoniale è sempre invitato dal nella funzione dell'imposizione della
maestro di camera del Papa, quan- berretta, ed in altre circostanze; ia
do questi riceve principi e princi- detta funzione ogni cardinale è an-
pesse reali , non cbe sovrani e nunziato al Papa dal secondo mae-
sovrane, quali incontra con mon- stro, di ceremonie,
quale qui no- il
ma sono annunziati ai Papa dal se- pongono ai piedi del cadavere pon-»
176 Mae Mae
tifìcics allorché si espone netta CiV[> Tav venireli dovesse pagare nel tem*
Sagrnmento della hiisiiica
pelia del pò della sua promozione, depositan-
vaticana. Nella prima conij;ief^azione do per questo fine dentro un uiesc
generale in sede vacante il prefetto centosessantadue ducati pei nìaestri
stesso rompe l'anello pescatorio, il delle ceremonie partecipanti, e ses-
cui oro divide col secondo ceremonic- sant'uno pei non partecipanti. Che
le: nel successivo conclave vi entrano il deputato economo pei fune-
o
i cinque ceremonieri partecipanti, rali dei nomina il pre-
cardinali lo
ed il primo de' soprannumeri. Les- fetto delle ceremonie, lo dicemmo nel
si nei Diari di Roma, che nel lySo voi. XXVI li, p. 46 del Dizionario.
per morte di Benedetto XIII, en- Dei funerali cui intervengono i
trarono in conclave tutti gli otto ceremonieri pontificii, ivi se ne par-
rono la messa in presenza dei car- Roma 1720 si dice, che essen-
del
dinali due ceremonieri , cioè lui do morto monsignor Candido Cas-
stesso ed il suo compagno Bernar- sina primo maestro delle ceremo-
dino Gutteri. Tutti quelli che en- nie pontificie, il cadavere vestito
trano in conclave sono Conclavisti di sottana e soprana paonazza, fu
( Vedi)^ e fruiscono quei privilegi esposto cogli abiti sacerdotali e col
e vantaggi riportati a quell'articolo ; cappello prelatizio semi-pontificale
prima aveano anche le pensioni a'piedi. La messa fu cantata dai
come i conclavisti dei cardinali. cappellani sostituti e dai cantori
Dei tre vestiari che in conclave si pontificii. Fu assistita da monsi-
preparano pel nuovo Papa, uno ser- gnor degli Abbati Olivieri sagrista,
ve per r eletto Pontefice, gli altri dai ceremonieri e dal padre sotto-
due egualmente completi si divido- sagrista. Clemente XI celebrò una
no tra il primo e secondo maestro messa al defunto, e dichiarò pri-
di ceremonie ed il sagrista, in com- vilegiati tutti gli altari della chiesa
penso di onorario che in concla- esponente, in cui nella mattina del-
ve non godono. Benedetto XIV ai l'esequie si fosse celebrato per l' a-
non poteva (godendone però tutti gli chiesa romana, vescovo di Pienza
utili e pierogative, inclusivamente fatto da IV nel i483, e mae-
Sisto
alla soscrizione delle schedule ),
per- stro delle ceremonie pontificie sot-
chè divenuto quasi affatto privo to Innocenzo Vili ed Alessandro
di vista, ed aftlitto da lenta ma- VI. Giovanni Burchardo d'Argen-
lattia, che sempre con edificante tina ceremoniere di Alessandro VI
rassegnazione da lui sofferta lo con- e Giulio il, fu da questi promos-
dusse al sepolcro in età di settan- so a'29 novembre i5o3 a vescovo
tasetle anni. Esaltissimo nell'oserci- d' Orte, non di città di Castello,
VOL, xn. 12
178 MAE MAE
come seguendo altri scrivemmo alla Sotto Sisto V
gli fu aggiunto Pao-
stro delle ceremonie (anzi come pri- abbiano già conseguito quella del-
mo intervenne al conclave per sua la arciconfra terni ta dell'Annunziata
morte), mentre anche con questa di Roma, le quali zitelle hanno
qualifica è notato nei registri quan- poi l'obbligo d'intervenire nell'anno
do assisteva alle congregazioni: in che sono state dotate^ nella proces-
fine Clemente X elevò ad arcive- sione che la il detto capitolo nel-
scovo di Tarso in partibus il l'ottava del Corpus Domini, della
Febei. Dopo questi sino al 1682 quale si trattò nel volume IX,
abbiamo i diari di Fulvio Ser- pag. Q^ del Dizionario. Giustinia-
\ mzio nipote di Gaspare. Vivente no Chiapponi prefetto delle ce-
Fulvio, un altro ceremoniere scris- remonie di Clemente XI cui dedi-
se diari sino al 1684, e fu Pier cò r opera Acta canonizationis
:
Clini. Come dovea essere questa zationisj ntc non acta omnia bea-
preziosa opera, lo descrive il Zac- tificationis servi Dei Jo. Francisci
caria, Storia letteraria d' Italia Regis soc. Jesu. Opera preziosa ed
\ol. VIlj p. 4?^ ^ s^g- Domenico importante per la copia dell'eru-
Cappello d'Ascoli ci diede l'opera di dizione. Sotto Clemente XI l'altro
ricchissima squisita erudizione: Acta ceremoniere Candido Cassina com-
canonizationis s. Ptlri de Jlcaii- pilò preziosi Diari^ che ci lasciò
i8o MAE MAE
mss. Giuseppe Gamberucci canoni- vescovo di Nlcomedia in partibuf,
co dì s. Maria Maggiore, segreta- ed a canonico di s. Maria Maggio-
rio della ceremoniale e prefetlo re; monsignor Giuseppe de Ligne
dello ceremonie di Benedetto XI II, romano, canonico di s. luistachio,
da questi fu promosso ad arcive- ed attuale prefetto delle ceremonie
scovo d'Amnsia in parlibus : lo fu pontificie e segretario della con-
puro di Clemente XII , e mori gregazione ceremoniale, a prelato
nell'esercizio delle sue cariche Tan- domestico e protonotario apostolico
no 1738. Lo era di Clemente (questa ultima qualifica la dichia-
Xn e di Benedetto XIV Ignazio ra nella sottoscrizione delle schedu-
Reali romano, fallo da quest'ultimo le /?roto«. et apost. caerenu praef.)j
arcivescovo di Atene in partibus : al secondo ceremoniere monsignor
fu ancora referendario delie due se- Lodovico Brancadoro romano, so-
gnature, canonico arcidiacono ed stituto della congregazione della vi-
allarista della basilica di s. Pie- sita, prima che divenisse effettivo
tro in Vaticano fatto da Clemente permise l'uso del rocchetto nel
XII. Giuseppe Dini romano cano- pontificale di Natale i843; diver-
nico di s. Maria in Via Lata, si degli altri ne hanno sperimen-
prefetto delle ceremonie di Pio tato la benignità, ed il collegio
VI , fu fatto da lui prelato do- l'uso perpetuo della fascia di seta
mestico, lo portò seco nel viaggio rossa, come dicemmo di sopra.
di Vienna, di cui ne pubblicò nel Il maggiordomo Costantino Pa-
1782 il Diario: inoltre copioso trizi ora cardinale nel i." maggio
Diario lasciò nell'archivio de'cere- i833 pubblicò colle stampe le Re-
monieri pontificii di tutte le sacre gole e disposizioni sulla custodia e
funzioni j morì nel conclave di conservazione dell'archivio dei mae-
Venezia. Gli successe Gio. Domenico stri di ceremonie pontificie, appro-
Pacini romano, beneficiato di s. vate dal sommo Pontefice Grego-
Giovanni, sotto Pio VII, nel qual rio XP^Iy di cui dammo un cenno
tempo fiori Raffaele Mazio roma- all'articolo Archivi. In esse si sta-
no, che fu pure segretario della ce- bilisce, che l'archivio dovrà essere
remoniale, il quale dopo brillante sempre situato nel palazzo apo-
carriera meritò il cardinalato da Pio stolico Quirinale; che si dovrà di-
VIII. Il Papa Gregorio XVI è stato sporlo per ordine compilandosi uno
assai benefico con questo illustre o più indici ; che tutte le carte e
collegio, che come dicemmo ora si libri saranno contrassegnali con
compone di tredici individui, un- sigillo che il maggiordomo passerà
dici de'quali egli o nominò, ovvero al prefetto ; dal collegio de' cere-
alcuni di essi furono ammessi per monieri si due archi-
sceglieranno
concorso sotto di lui. Oltre a ciò visti da durare nell'offizio due an-
fece prelati domestici e protonotafi ni; il primo riterrà la chiave, ed
apostoliciGiuseppe Zucche prefetto altra simile sarà presso il prefetto;
ed Alessandro Lazzarini secondo ce- l'archivio si aprirà quando occorre
reraoniere, non che autore di pre- per estrarne notizie per le funzio-
giate opere, ambedue defunti ; il ni, e due o tre volte al mese per
maestro di ceremonie monsig» Fran- comodo de* ceremonieri ; a questi
cesco Cornetti promosse ad arci- è vietato estrarre cosa alcuna, pò-
MAE MAE i8i
tranno bensì copiare quanto loro Papa. Interviene sempre a tutte le
fatti non altri che laici deputa- il Pontefice venissero fra l' anno
vansi ad esercitare 1' impiego di nelle ore mattutine a cantar messa
maestro dell' ospizio. Osserva il in s. Pietro col primicero e scuo-
Benazzi, Notizie storiche degli aii' la de'cantori , o con altri chierici
tichi vicedomini p. 20, che dal- palatini , incombeva
maestro al
stolico nel pontificato di Clemente rio XII, nel 1409 fLi tenuto uà
VI eletto nel i3^2. Ugone de concilio a Pisa, ove deposti ambe-
Ruppe (ne parliamo pure all' ar- due, fu eletto Alessandro V a'26
ticolo Maresciallo della s. boma- giugno. Il ministero del maestro
NA Chiesa, per aver ancora eserci- dell'ospizio in quest'epoca si espo-
tato tal dignità sotto suo parente il ne in un opuscolo inserto nel co-
Clemente VI) attempo di Gregorio dice vaticano 4737, scritto da certo
XI, creato nel iSyo, esercitava la Strabense poco dopo l' elezione di
carica di maestro dell' ospizio, co- Alessandro V, pubblicato prima
me si raccoglie da diverse note che dal Muratori, e poscia con mag-
si conservano nell'archivio vaticano, gior esattezza ( non però lodata
iB4 MAE MAE
tlal Mariui ) ripiodollo dui padre stolica : il maestro dell* ospizio esa-
Oattico, Ada selecta caerctn. t. I, minava prima tali conti e spese a
p. 265. mezzo del nominato chierico. Sua
In detto opuscolo o relazione di ispezione era altresì il visitare tutte
tiittociò die occorreva pel ser- le o/llcine, e stare in attenzione
vigio del Papa , sono eiiuinera* che non vi si ammettesse mai al-
ti tutti Ì5IÌ ulfiziali del pontificio cuna estranea persona invigilando ;
nel 1417 il funesto scisma coli' e- palazzo insieme col maestro del-
lezione di Martino V Colonna ro- l'ospizio, esercitassero la soprain-
mano, sedate quindi le discordie e tendenza della corte e famiglia pon-
turbolenze onde Roma era stata tificia. Ne' libri ceremoniali com-
spesso sconvolta, Papi incomincia- i posti da Agostino Patrizi , e pub-
rono di nuovo in essa a stabilmente blicali da Cristoforo Marcello, trat-
risiedere, e ad esercitarvi tranquilla- tandosi de'solenni conviti soliti ce-
mente la suprema ecclesiastica po- lebrarsi nel palazzo apostolico il
sacro ospizio, oltre i due cardinali maestro del sacro ospizio ebbe l'in-
co' qualiavea cavalcato tanto ri- : carico di ammettere nelle cappelle
portano il Novaes nella vita di quel e ftui/ioni pontificie i nobili e di-
Papa, ed il Pallavicino nella De- stinti forestieri che desideravano as-
scrizioìu-^ ec. i838
pubblicata nel sistervi. Di questa prerogativa della
dal eh. Cicconi, pag. 69. Dal me- custodia sacri sacelli, ecco quan-
desimo Novncs si apprende, che A- to scrisse il Catalani, Commentar,
lessanùro VII in più modi operò ad caeremonial. sanctac ronianae
nelle cappelle pontifìcie una salu- Ecclesìae HI, § 5, t. I, p. i52.
tit.
tare riforma, come accrel)l>e la ve- Idem etiam reputami- veluti nohilis
nerazione e il decoro, pi'inc;[)alinen' laicus in primariis sacris fnnctio'
te colla sua frequente intervenzione nibiis exceptor introdactorque or-
alle cappelle, ed esemplare gravità dinum pontificii sacelli^ nec non
e divozione. custos interior augusti consessus;
Tutlavolta osservando Alessandro et non nihil ageret, si qui Romani
VII che il concorso del popolo di- convenientes supremi principes in^
minuiva la maestà delle sacre fun- troduci publice deherent. Dell'an-
zioni, perchè a forza bramava di tica prerogativa della romana no-
assistervi, e che la guardia svizze- bilissima famiglia Conti, goduta da
ra cui era commessa la custodia Martino V sino a Pio VII inclu-
dell'interno recinto, o per riguar- sive , nel cui pontificato si estinse
di, o per altri motivi, non lo im- di maestro del sacro ospizio, ne
pediva abbastanza, volle porre un parleremo in ultimo. 11 Moretti poi,
rimedio al bisbiglio che produceva Ritus dandi presbylerium, a p. GS,
l'affollamento degli spettatori. Ordi- cosi parla di questa onorevolissima
nò quindi il Pontefice, che ogni carica. Hujus offìcialis pontificii^ et
estraneo che in cappella non vi nomen, et munus hic descripta sua-
aveva lungo destinato, ne restasse dent non alium fuisse, quam qui
escluso, cioè dal presbiterio, qua- mine dicilur Magister sacri hospi'
dratura, o intima parte del san- tiij cujus adhuc aliqua est licei
tuario, tranne qualche forestiere levissima cura in publicis papali-
ragguardevole, che meritasse una bus epulisy ut fert caeremoniale R,
di-'tinzione. E perchè tal provvi- E. lib. I, sect. 3, et lib. IJ, tit. De
lien/a avesse pieno elfelto, siccome publica compotatione. Idem etiam
della camera pontifìcia soleva es- reputatur veluli nobilis laicus in
serne custode un principal perso- primariis sacris functionibus exce-
naggio, così reputò nobile V incari- ptor inlroductorque ordinum pon-
co della custodia della cappella pa- tificii non custos inte-
sacelli, nec
pale, e l'affidò a Carlo Conti duca rior augusti consessus; etnon nihil
di Guadagnolo, il quale por l'antica agcrctj si qui Romani convenientes
distinta prerogativa de'suoi maggiori principes supremi introduci publi-
di maestro del sacro ospizio, fun- ce deherent in palatium. Quae ne»
geva l'onorevolissimo uffizio di ver- scio quid sapiunt antiqui muneris.
sar r acqua sulle mani pontificie Sed de bis viderint alii. Propriuni
nelle solenni funzioni, ciò che altra est splendidum hujus magistri mi'
MAE MAE 187
nisterìiiw funiliae Comitum^ qiiam del sacro ospizio all'arrivo del Pa-
nohilioribns romani}! passim vetusti pa, e prima d' incominciar la fun-
scriplores acrmset. Post Columne- zione, si reca a destra dell' ingres*
sios, Ursinosy Sabellos primi sur e so della quadratura presso bancoil
nero nelle funzioni e cavalcate dei stenza de' cardinali che si portano
solenni possessi de* Papi, i;ome in in cappella, così il maestro del sa-
quelli (li Leone XI, Paolo V, In- cro ospizio dice con esso l' introito
nocenzo X
e Benedetto XIV, fra della messa genuflessi. Dopo il ma-
il baronaggio romano sebbene , gistrato romano riceve l'incensa-
propriamente nella relazione del- zione dal diacono, e la pace dal
l' ultimo, tale ordine di signori non ceremoniere, e ne' pontificali l'una
intervenne alla cavalcata. e l'altra dall'uditore di rota; quan-
Att'ialmente il maestro del sa- do vi era il detto ambasciatore, ri-
nati di ciuffi e flocchi di seta del Anticamente anche nella sala ove
colore di sua livrea, ed ombrellino si faceva il bagno degli Agnus Dei
con fodera celeste come principe spettava al maestro del sacro ospi-
romano ( tali essendo i Ruspoli, e zio darvi accesso ai forestieri. Nei
tali erano i Conti ); riceve la pre- pontificali coperto di un velo del
sentazione delle armi e la parata colore corrente versa l' acqua alle
dai corpi di guardia , e viene ac- mani del Pontefice al trono di ter-
compagnato da uno o due gentiluo- za, cioè in quello ove siede il Papa
mini o cappe nere. Dalla carrozza mentie si canta tale ora. Nei pon-
sino alla cappella o chiesa ove ha di Natale
tificali e di Pasqua si
luogo la funzione viene quindi ac- comunica dalle mani del Pontefice
compagnato da quattro individui o del cardinale che canta la messa,
della guardia svizzera pontifìcia , i dopo il magistrato romano, bacian-
quali fanno altrettanto dopo la fun- do prima la gemma dell'anello. Nel-
zione. Nelle cappelle palatine si trat- le processioni incede con torcia ac-
tiene fuori della quadratura o pre- cesa , cioè in quelle del Corpus
sbiterio della cappella, in luogo ap- Domini e della canonizzazione, pren-
posito, verso il muro ed il banco dei dendo luogo dopo gli uditori di rola
cardinali preti, ove resta uno sviz- ed avanti la croce papale in questo :
zio interviene anche nei concistori portammo ne' ruoli palatini, riferi-
pubblici, ed in piedi resta presso ti all'articolo Famiglia pontificia.
il banco de' cardinali diaconi , co- Il Pontefice Gregorio XVI ha as-
me nelle cappelle. Per il possesso segnato all'odierno maestro del sa-
del Papa e per le feste de' ss. Pie- cro ospizio scudi setlantacinque men-
tro e Paolo, riceve dal prelato mag- sili dal palazzo apostolico.
maestri del sacro ospizio dovessero della camera segreta del palazzo
essere esenti da tutti i dazi e ga- epostolico, senza però aumentare
belle tanto imposte che da imporsi l'assegno de'scudi trecento quindici,
per qualsivoglia causa. Si dice che e deputò esecutori del motu-pro-
la famiglia Conti possedeva questo prio, tesorieri e maggiordomi prò
i
uffizio quasi per retaggio de' suoi tempore. Quindi nel seguente an-
maggiori, e che piìi Pontefici illu- no 742 nelle annuali Notizie di
1
strarono la carica con onori, gra- Roma per la prima volta venne
zie, prerogative ed emolumenti. Che pubblicato nella categoria de' ca-
Giulio II per morte di Giovanni merieri segreti di spada e cappa
Con ti j trovandolo radicato nella fa- il maestro del sacro ospizio pel pri-
miglia quasi per gius ereditario, mo, ciò che sempre si continuò.
conferì l'uffizio a Stefano Conti, a JVel voi. XXXV, pag. 2i3 del
cui lo confermò Leone X proro- Dizionario dicemmo come i posse-
gandolo ai di lui figli e nipoti di- dimenti de' Conti li ereditarono i
scendenti per linea mascolina. Che Ruspoli principi di Cerveteri , e gli
Clemente VII! nel 1597 confermò Sforza Cesarini duchi di Marsì, Se-
l'uffizio a Camillo Conti, benché gni, Genzano ec. in un al cognome,
chierico con pensione ecclesiastica stemma ec, famiglia che pei Cesarini
di scudi mille, conferendogli trenta gode la dignità di Gonfaloniere del
luoghi del Monte Giulio. Che Gre- senato e popolo romano. Quindi il
cesco ; Pio VII nominò gran mae- ogni maestro osfiario o effettivo o
stro dell'ordine Gerosolimitano [Fe- soprannumerai io. ]Nelle solenni ca-
di) a' 16 settembre 1802 il bali nonizzazioni si distribuisce a cia-
fr. Bartolommeo Ruspoli che ri- scun di loro la vita e l'immagine
nunziò, ed il Papa Gregorio XV f de' nuovi santi , ed hanno la pro-
fece uditore gc^ucrale della camera pina di scudi quindici per ciascun
il principe Ale^^aiulro figlio di Fran- santo canonizzato. Vestono la sot-
cesco Malia, e nel i838 a* il di- tana, la fascia con fìocchi ed il
cembre dichiarò maestro del sacro collare, tutto di seta paonazza, man-
ospizio apostolico l' odierno prin- tellone di saia o scotto di (guai
cipe di Cervf-teri d. Giovanni Ne- colore, calze di seta nera, e scarpe
pomuceno Rusjioli^ che poi nomi- con fibbie. Nelle cappelle e fun-
nò generale di brigata onorario del- zioni pontifìcie, se nel palazzo apo-
le milizie pontificie, e nei primi stolico, si portano nell'anticamera
dei 1846 decorò della gran croce di onore a prendere la Croce pon-
dell'ordine equestre da lui istituito tificia [Vedi) e la portano nella
in onore di s. Gregorio I Magno. Camera de' paramenti [Fedi), con-
MAESTRO OSTIARIO de virga segnandola air ultimo uditore di
EUBEA. Magisttr liostiarius a virga rota, che la porla innanzi al Papa
ruhea. I maestri osi lari a virga nell'ingresso in cappella, quindi ii
nella cappella Paolina ; e nelle cap- non v' intervenga , gli ostiari ad
pelle pei cardinali defunti, se il Pa- ognuna debbonsi portare, essendovi
pa interviene e fa 1' assoluzione ; sempre la processione in tali fun-
IVUE MAE 193
zioni. Nel trasporto del cadavere lavati i piedi ( F. Lavanda de'pie-
pontificio dal Quirinale al Vati- Di) lordi difango o polvere nel tra-
cano, non ha luogo la croce uè gli gitto che facevano dalla loro resi-
ostiari. Il giorno che si trasporta il denza al luogo della funzione , ivi
cadavere del Papa dalla cappella si riposavano in diverse distanze,
Sistina in s. Pietro, si alza la croce e dal custodire le porte ài detta
della basilica che \iene portata da camera ; quando poi furono intro-
uno del capitolo della medesima, dotte le cavalcate e le carrozze,
associandolo il capitolo stesso , e non avendo piìi luogo la lavanda
funzionando il canonico decano. de' piedi né il letto, in memoria si
aventi dal palazzo apostolico la par- al custode della catena scudi sette,
te di pane, vino,
companatico ed secondo la nota riformala di tali
44} P- '97 e^c. Scicndìim, quod^ stiari de virga rubea. Dei cubi-
quando Dominus Papa non est in culari ostiari che in numero di
UrbCj prò custodicndo palatio de- due, ordinariamente laici, onesti e
belli ( osliai'ii ) duodecini denarios virtuosi, dormivano nella camera
papiens. ad altare b. Petri in una^ de' paramenti per pronti a essere
quaque luhdomada liahere. Dell'o- servire il con buoni e
Pontefice ,
pai ole : In a postoli cae Sedis digni- ostiari. Che questi facevano le pal-
tatis culmine, emanata nonis de- me, e le portavano nella basilica
cembris. Seguono i capitoli o sta- Leoniana , altrove ne parlammo;
tuti contenuti nella bolla di con- così per la lavanda del giovedì san-
ferma, e tradotti in italiano acciò to, due ostiari portavano sulle loro
da tutti i maestri ostiari si possano braccia uno ad uno innanzi al Pa-
pili esaltamente osservare. Di que- pa quelli a cui gli lavava piedrj i
sto liliro darenìo un sunto , inco- così del loro intervento alle pró-
minciando dalle notizie dell' anti- cessiotìi dell'immagine del ss. Sal-
chità ed uffizio del collegio de'mae- vatore di Sancta Sanctorum^ e ia
slri ostiari detti de i'irga ruhea. Si quella nella vigilia dell'Assunta dal-
\'uole che tra gli altri privilegi con- la basilica di s. Lorenzo a quella
ceduti alla chiesaromana dall'imf- di s. Maria Maggiore, della quale
peratore Costantino il Grande, si immagine gli ostiari erano custodi.
comprenda. Et quemadmodum ini- 11 Marangoni nell' Istoria di San-
perialis potentia ofjìciis cliversis ,
cta Sanctorum eruditamente dis-
,
formole del giuramento che pre- nelle solennità; che quando il Pa-
stavano gli ostiari, una è del 1 158 pa si porterà alle stazioni, dovran-
l'altra del 11 88, ed in ambedue no gli andare a servire ed
ostiari
sono chiamati ostiari del palazzo a custodir sagrestia ; che do-
la
lateranense, e delle basiliche dei vranno fare le palme, solite dislri-
ss. Lorenzo e Silvestro ; nelle qua- buirsi dal Papa nella domenica
li formole si legge, che gli ostiari dellepalme ; che il cardinal ca-
giuravano di servire fedelmente il merlengo donerà agli ostiari per
Papa , e di custodire il palazzo la solennità di Pasqua un agnello,
pontifìcio e le dette basiliche, loro per quella di Natale un porcastro;
reliquie, gioie, ori , argenti, orna- e finalmente si dice, che quando
menti e altre robe in esse esistenti. ilPapa sarà assente da Roma, si
Ma dopo che i Pontefici passaro- daranno per quel tempo agli ostia-
no dall' abitazione del palazzo la- ri ogni settimana dodici denari
teranense a quella del Vaticano, papiensi dell'altare di a. Pietro.
questi ostiari non furono più chia» Dalla bolla di Eugenio IV, In,
mali come prima, ma solo ostia- eminenti aposLolicae sedis specula,
ri della camera de' paramenti del degli 8 luglio i444> fw assegnato
palazzo apostolico e del Pontefice, al collegio degli ostiari la quar-
come si ha da una spedizione di ta parte di uno de' minuti che si
MAE MAE 197
pagano agli offiziali della cancelle- te diGermania , essendo perciò
ria apostolica. La cassa dei mi- mancato al collegio gran parte
nuli che per le spedizioni de' ve- degli emolumenti de' vescovati e
scovati e monasteri sì pagava al monasteri venne ridotto il nume-
,
per cinquanta scudi, giuli trenta; Calisto III ordinato che nel colie-
e se per cinquantuno o altra gio non si ammettessero ostiari^ se
somma sopra i cinquanta, o sotto prima non aveano pagato agli al-
ìl centinaio, l'intero come fosse tri cinque fiorini d'oro di camera,
cento, e se fosse tassala per cento prò liberalitale et focalibus . Si
e uno, centocinquanta. Quando e- osserva, che da un secolo prima
ranvi spedizioni di chiese e mo- di Clemente quelli X che com-
nasteri tassati per grazia in patria prarono l'uffizio dell' ostiariato per
rcdurla, s'introitava la metà; e se rassegna, pagarono venlotto du-
per la medesima grazia fosse stata cati d'oro di camera, e quaran-
tassala per centocinquanta, si ri- tolto quelli che lo avevano ac-
duceva il centinaio per metà, ma quistato per morte d'alcuno. Pio
il cinquanta non si riduceva, di- lì prescrisse , che gli ostiari novi-
modochè in tal caso s' introitava zi ne'primi quattro mesi nulla per-
per cento, cioè sei giuli. Quando cepirebbero. Sisto IV con motu-
poi eranvi mandati di riduzioni proprio dichiarò che il collegio e
fatti dal Papa, si avevano pure le persone degli ostiari fossero e-
sei per cento, secondocbè la
giuli senti dal pagamento di spedizione
somma veniva ridotta. In una boi- di bolle per beneficio, pensione o
la diPio II, X
kal. januarii i458, altra grazia, chiamando gli ostiari
colla quale confermò due altre di familiari del palazzo apostolico e
Martino V
e Calisto III, si riferisce del Papa, e di esso continui com-
che il primo aveva approvato l'an- mensali. Ne' pontificati di Sisto IV,
lieo uso che ciascun ostiario, pri- Alessandro VI, Giulio II, e Leone
ma di essere ammesso nel collegio, X, il collegio fece diverse leggi
a questo pagasse una marca d'oro statutarie pel suo buon governo
in srgnum liberalitalis , et prò jo- ed esatto servizio del Pontefice nel-
calihus. In essa si dice eziandio, che le pubbliche funzioni ; quindi nel
Calisto III dopo aver confermato i635 i maestri ostiari compilarono
la bolla di Martino V, avesse ri- delle riforme per
e con gli statuti,
dotto il numero degli ostiari da posteriori che umiliate
aggiunte,
trentaquattro che in quel tem- per l' approvazione a Clemente X,
pò erano, a soli venti, acciocché questi avendone incaricalo dell' e-
quesli potessero avere più emolu- same il cardinal Gaspare Carpegna
menti per decoro come famigliari pro datario e vicario le approvò
pontificii. Ma per le lagrimevoli colla nominata bolla. Bensì volle
successive eresie, spogliata la Chie- moderare la somma del pagamen-
sa cattolica de' beni ecclesiastici in to che prima si faceva nell' am-
lughilterra, Svezia, Danimarca, nel- missione al collegio , sia dei ven-
ie Provincie di Olanda, ed in mol- t'olto ducali d' oro per queUi che
198 MAIS MAE
compravano l'urflzio per rassegna, quali di dividere la massa per la
sia dei quaraut' olio che sborsava INalivith di s. Giovanni Battista, e
chi lo comprava dalla dateria va- pel Natale. Che ogni nuovo ostia-
calo per morie , alla somma di rio deve pagare nove scudi pei
Irenl'otlo ducati d' oro in ognuno un pranzo ; o dei suiriagi pegli
dei due casi. osliari defunti da celebrarsi in s.
Negli statuti si tratta piincipal- Loienzo in Damaso. Si dice per
mente dell'ammissione nel collegio ultimo, che per 1' ujcoronaziotie
de' maestri osliari a vìrga rubea, di ciascun Papa soleva darsi dalla
della parte che godono dal pa- cantera apostolica al collegio qua-
Idzzo apostolico, dell' abito di sa- ranla canne di rascia ( specie di
ietta paonazza con soltana di terza- panno di lana) paonazza cremesi-
uello ("dicesi terzanella, la seta so* ria con pelo di Firenze, per far
da, o sia seta fatta di doppi) pao- l'abito. a ciascuno de'niaestii ostia-
nazzo, con berretta nera da prete ri ; e per la coronazione di Cle-
e mauichetli lisci. Del modo di n»ente X furono pagali dal banco
fare il servizio in due ostiari nelle del depositario della camera, con
cappelle, e delle pene ai negligenti, mandalo del cardinal camerlengo,
Degli ostiari serventi, cioè di quel- scudi trecento per valuta di dette
li che hanno fallo il noviziato, e quaranta canne di rascia. È da
prestano servigio; dell'esenzione di notarsi, che attualmente ancora
questo, e della partenza da Roma, nella circostanza dell'incoronazione
Che i novizi si ammettano al ser- del Pontefice, invece della rascia
\igio dopo quattro mesi^ venen- paonazza che si dava in antico,
do esclusi dall' ammissione quelli hanno i maestri osliari pel vestia-
che non hanno compili ventun rio scudi ottanta: alla funzione dei-
anno, i deformi, gì' indegni, e gli la coronazione intervengono gli o-
artisli sottoposti al Campidoglio stiari, come in quella precedente
esercenti arti basse, per la riveren- della seconda e terza pubblica a-
za dovuta al Papa, e reputazione dorazione che il nuovo Papa rice-
dei collegio. Dell'elezione per voli ve dai cardinali. Del prestato giura-
segreti del priore annuale capo del mento per l'osservanza degli statuti
collegio e sua autorità, polendosi se ne fa fede nella sottoscrizione
confermare per un altro anno sollan- d'ogni ostiario sino al 1802, nel
to. Delle congregazioni che si fan- libro degli statuti che custodisce il
no ogni primo giorno del mese nel decano, le quali sottoscrizioni i neo-
palazzo della cancelleria apostolica, minciano nel iGyS. Ve n'è una dei
Dei due sindaci ; che gl'infermi deb- 19 marzo 1676 di Rocco Ruffini
bono partecipare al priore la loro a nome del cardinal Gaspare Car-
inalattia ; della conservazione delle pegna vicario e pro-datario, mae-
scritture nella sala della cancelleria, de vìrga rubea, dicen-
stro ostiario
ove sitengono le congregazioni; do di aver giurato, e di essersi
che aldecano incombe istruire i obbligato. Noteremo che dopo la
Dovizi, i quaU dovranno accompa- liquidazione de' vacabili, non ha
gnarsi dagli anziani più pratici per più luogo nell'ammissione de'nuovi
non commettere errori. Dell'elezio- maestri ostiari, né il giuramento,
ne dell'esattore e suoi doveri, fra i iiè il pranzo.
MAE MAE 199
Leggo nella Storia de posses- ho nlevnlo che i maestri ostiari
lea debebant esse, sed non adjue- ri esercenti, quindi nominò succes-
troduzione e vendita de' libri e respodthat oneri Magif tri sacri pa-
MAE MAE 20 r
latìi apostolici.Morlier poi in Il in un all'istruzione de' famigliari
Elynwlog. graec.y verbo Epìstomo- pidatini e pontificii nelle materie
narca, citando il Martinio, asseri- religiose. In processo di tempo, isti-
dice del p. nnaestro del sacro pa- (Fedi); ch'egli solamente esami-
lazzo a p. 271. M XVI. Magister nasse i sermoni che si devono fare
palata. Item summus Poutifex solit in questa cappella; che nessuno po-
eligere magislrurn palatii, qui com- tesse predicarvi senza essere nomi-
munitcr consuevit esse de ordine nalo dal maestro del sacro palazzo;
praedicatorum ; et iste debet esse ch'essendo egli costretto a partire
solemnius magister in theologia, ad da Roma, potesse con licenza del
cujus oflicium pertinet diebus con- Papa sostituire in suo luogo un
sislorialibus, et certis aliis sacram altro , cui competessero gli stessi
zo, i frati conversi del suo ordine nico con marmorea iscrizione. Tab
de* predicatori ne lavano il cada- volta nella pompa funebre del tras-
vere, e lo vestono degli abili reli- porto del cadavere non v'interven-
giosi, con stola violacea al collo nero i domenicani, perchè fu tras-
berretta nera in testa, e scarpe ai portato dal palazzo apostolico alla
piedi ; quindi i religiosi gli recita- chiesa di s. Maria sopra Minerva,
no i salmi ed il rosario. Se muo- come permise Clemente XII pel p.
re nel palazzo Quirinale ( nel qual Zuanelli, in carrozza : tanto pure
caso va notato quanto avvertimmo si legge nel numero 333 1 del Dia-
nel volume XXV IH, pag. 46 e 4? rio di Roma 17 38, ove si dice che
del Dizionario), verso un' ora di il di lui corpo fu imbalsamato,
notte tutti domenicani dei
i frati trasportato di sera privatamente
conventi di si Roma
portano ad con carrozza, esposto nella chiesa
accompagnare il cadavere alla chie- su alto letto, cantando la messa
sa di s. Maria sopra Minerva, con il p. procuratore generale dell'or-
dodici torcie accese portate da al- dine.
trettanti religiosi, mentre quattro Questo insigne magìsterio, senza
di loro sostengono l'estremità della interruzione da Onorio III, tuttora
coltre, accompagnando la pompa viene esercitato da un religioso do-
funebre il parroco di delta chiesa, menicano; quasi tutti furono di
e quello de' ss. Vincenzo ed Ana- un merito distinto, fiorendo in
stasio a Trevi ( ora è parroco dei santità di vita, dottrina, per opere
palazzi apostolici per disposizione pubblicate, per dignità ecclesiasti-
di Leone XII monsignor sagrista, che e vescovili, e per molli cardi-
e per lui nel Quirinale il p. sotto nali, come si rileverà dalla serie
curato). In mezzo alla chiesa si che andiamo a riportare, coH'au-
erige alto letto, coperto con coltre torità di quelle che ci hanno da-
d'oro ed altri panni , ai quali si to i Fontana e Catalani, che
pp.
affiggono le armi gentilizie del de- noi continueremo sino ad oggi,
funto, e le figure delia morte, po- avvertendo che i cardinali hanno
nendosi a' piedi il cappello semi- in questo Dizionario le loro bio-
pontificale pendente. Intorno al tu- grafìe, e della maggior parte de-
MAE MAE 209
gli ne parla in piìi luoghi.
altri se del sacro palazzo, e funse l'uffizio
11 p. Fontana termina la sua se- per tre anni.
rie col padre Capizucchi, cui dedi- Beato Bartolomeo de Briganti
cò la sua opera ; ed il p. Catalani nobile vicentino, diletto discepolo
col p. Ridolfìj ma con piìi critica di s. Domenico, nominato da In-
e diligenza, per lo che il seguiremo. nocenzo IV nel 1246 vescovo Ni-
Ambedue poi parlano delle opere mosiense in Cipro, indi legato a
composte dai pp. maestri, e delle latere in Siria a s. Luigi IX re
loro gesta. Dei settantacinque p. di Francia , traslatato alla chiesa
maestri del sacro palazzo, sedi- diVicenza nel i256 da Alessandro
ci furono sublimati al cardinala- IV.
to. Oltre a ciò il padre Fontana , Annibaldo Annibaldesclii dtlla
sebbene omraise qualche padre Molara nobile romano, fatto nel
maestro, ne aggiunge altri sette, ed 1246 daInnocenzo IV, creato
uno de' quali caidinale, ma non cardinale nel 1262 da Urbano lY,
ammessi dal p. Catalani. Gli anti- il primo maestro del sacro palaz-
papi ebbero tre o quattro maestri zo promosso al cardinalato: ne
del loro palazzo, non compresi nel- parlammo ancora nel voi. XXVII,
la serie de'veri, e due ne crearono p. 172 del Dizionario.
anticardinali. Di tutti brevissima- Guglielmo Bonderini inglese, e-
mente tratteremo. Neil' abitazione letto da Urbano IV nel 263 1 ;
anni, i procurarono
suoi amici gli nel i383, e fu sepolto nella cap-
la fuga in Aragona, ove morì nel pella di s. Domenico in s. Maria
i4'9. Ingannali gran parte dei sopra Minerva.
fedeli sulla legittimità di Clemente Ugolino da Camerino nel iSyg
VII e Benedetto XIII, tra quelli eletto da Urbano VI, esercitò e-
che li venerarono per tali vi fu gregiamente I' uffizio per diversi
s. Vincenzo Ferreri oracolo della anni. Il p. Fontana dice che nel
Spagna e splendore dell' ordine 1895 Bonifacio IX gli diede per
domenicano. Egli fu ne'primi due successore il p. fr. Giacomo Ari-
anni confessore del primo, e poi goni de Balardi di Lodi, che Gre-
del secondo, non che suo difenso- gorio XII nel 1407 cieò vescovo
re, onde Benedetto XII 1 lo lece di sua patria , indi traslato a
Diaestro del suo preteso palazzo Trieste e ad Urbino ; ma il p.
apostolico, dopo il p. de Porta. Catalani non lo enumera nella
Però riconosciutosi da s. Vincenzo serie, e ne porta Quin- le ragioni.
r errore, nel concilio di Costanza di il p. Fontana aggiunge che
riconobbe 1* unità della Chiesa , Gregorio XII in detto anno gli
nell'Epifania del i4 16 riprovò lo diede in successore il p. fr. Leo-
scisma, e poi nel i4i7 p»'eslò nardo Stazio de Datis nobile fio-
satur super iisu carniunij potest XV, p. 29; ma pare che il p. Tom-
equitare^ et tenere diios fratres, ec. maso Radini sia piuttosto il se-
Osserva perciò il p. Echard: Quae guente. Sì può vedere il p. Echard,
qnidem probant tum primum ad Scriptorum t. II, p. 74-
inagisteriiimsacii palatii fuisse Pau- Tommaso Badia nobile mode-
lum ascitum. Da Alessandro VI nese, che il Jacobilli disse perugino.
col governatore di Roma fu di- Il p. Fontana narra che allorché
chiarato inquisitore, contro quelli il p. Pieri parli pei negozi contro
che partecipavano ai riti e cere- l'eresia, con beneplacito pontificio
monie degli ebrei, e nel 1499 '^ sostituì nel magistero il p. Badia,
fece vescovo di Scio e nunzio in al quale il ceremoniere Paride de
Ungheria. Grassis nel i52i per la funzione
Giovanni Annio da Viterbo, palme, non voleva concedergli
delle
nel 1499 Alessandro VI lo sosti- in il luogo assegnato al
cappella
tuì al predecessore; perito nelle p. maestro; ma il p. Badia affac-
lingue greca ed orientali, scrisse ciando il privilegio di Eugenio
molte opere di cui gli eruditi IV e mostrando la bolla, il cere-
dierono differenti giudizi, e molte moniere disse essere stata revocata.
cose favolose a lui furono attri- Non cedendo perciò il religioso, il
buite: il p. Fontana riporta a p. ceremoniere ricorse al Papa, il
12 1 l'elenco delle sue opere, tra quale solo ebbe riguardo al suo
le quali, De dìgnitate offìcii ma- merito, e volle che si ammettesse;
gistri sa e. palati i. Mori nel i5o2 ma gli uditori di rota a ciò op-
e fu sepolto in s. Maria sopra ponendosi, Leone X confermò che
Minerva con iscrizione che lo
, tale era la sua volontà ed allora
,
ver difeso fr. Girolamo Savonarola sue vive istanze. Da Filippo II ri-
I (l'Aquino,
letterati
principe e luminare dei
ecclesiastici. Clemente X
morì nel 1639.
Fincenzo Macidanì di Firen-
ne confermò le regole e gli sta- zuola nella Lombardia, già procu-
tuti, solendo essere il cardinal pro- ratore e vicario generale dell'ordi-
tettore uno di quelli della congre- ne, non che commissario del s.
cui passò tra i suoi religiosi ad XI I_, questo lo creò cardinale nel
attendere agli studi. 1695.
Giacinto Libelli di Città di Ca- Paolino de Bernardini patrizio
stello, già prefetto degli studi nel lucchese, eletto dai cardinali nella
collegio Urbano, Alessandro VII sede vacante di Alessandro Vili
in luogo del Capizucchi lo dichia- in confessore del conclave, Inno-
rò nel i663 segretario dell'indice cenzo XII che in esso fu eletto,
e maestro del sacro palazzo, indi per le sue preclare doti volle
da Clemente X promosso al ve- che restasse nel palazzo apostolico
scovato d'Avignone. per ascoltare le confessioni, e poscia
Raimondo Capizucchi da Cle- lo fece maestro nel 1695, e mori
mente X nel 1673 non solo fu ri- nel 1718.
pristinato nel magistero del pa- Gregorio Sellarl di Panicale nel
lazzo apostolico, ma con plauso di Perugino, già compagno del p.
tutta Roma fatto nuovamente e- maestro del sacro palazzo, teologo
saminatore de* vescovi, ed eziandio della biblioteca Casanatense da ,
del convento de' ss. Gio. e Paolo maso Domenico Piazza siciliano
di Venezia, già prefetto delia bi- dell' arcidiocesi di Palermo. Questi
seg. Nel diploma di Eugenio IV, luminazione della città nei tempi
quo inagìstro sacri palatii aposto* prefìssi, ed assicurarne la diligente
liei concessa privilegia firmantur , esecuzione; a conservare e mante-
et augenliir, ristampato in Roma nere la nomenclatura delle strade
nel 1826 dal Salviucci, si legge e la numerazione degli edifizi, I
questa nota circa il p. compagno. cavalieri maestri delle strade di
» Discrimen quod Inter socium, et Roma ora sono quattro , ognuno
substitulnm magistri s. palatii piane de' quali presiede ad uno de' quat-
interc( dit , illud est, quod socius tro riparti in cui sono divisi i XIV
ca in oHicio utitur limitata facul- rioni della città. Essi sono nomina-
tate, quae illi a magistro tribuitur, ti dal Papa con biglietto del car-
prout ei libet. At subslitutus, quod dinal segretario di slato (e quan-
idem valet, ac pro-magister, omni do v'era il cardinal segretario
facullale, ac jurisdictione potitur, per gli affari di stato interni ,
exerceat ". Tia quelli che scrisse- de sono succeduti in alcune attri-
ro sui p. maestri del sacro palaz- buzioni agli antichi Edili, di que-
10 apostolico, sono principalmente sti magistrati romani daremo pri-
a nominarsi. Vincenzo Maria
Il p, ma un cenno Gli edili erano
.
ricato d'invigilare alla nettezza del- sere stati istituiti con loro in un ai
la città; a presiedere in turno al- comizi, furono anche detti compa-
l' iuoudumenlo della piazza Nuvona, gni de' tribuni. Erano ordiuariu-
aio MAE MAE
mente incaricati di conservare i sorieri, ed in molto ai maestri del-
Iwgni; di far pulire e riparare gli le Slrade di Roma (Fedi). Per
acquedotti, le chiaviche e le stra- essere edile bisognava avere tren-
de ; di custodire i decreti del sena- tasette o trentotto anni; e l'edilità
to, e le ordinanze del popolo det- era il primo gradino per salire alle
te plebisciti^ nel tempio di Ceiere; altre cariche più eminenti nella re-
d' impedire le usure, e di visitare pubblica, secondo la legge delle
le bettole per prevenire i disordi- dodici tavole riportata da Cicerone
ni. Ma gli edili curnli , che sce- nel terzo libro delle leggi capo IH;
glievansi dalle famiglie patrizie, e- ed era necessario che fra la cari-
lano incaricati di aver ciu'a dei ca di edile e quella di pretore vi
templi, de' teatri, de' giuochi, delle corresse l'intervallo di due anni.
piazze, de' mercati, de' tribunali di Vi furono ancora due altri edili
giustizia, delie mura della città, ec; creati l'anno 709 di Roma da Giu-
di assegnare a ciascuno il suo luo- lio Cesare per l'annona. Questi
go agli spettacoli, d' impedire ogni magistrati, detti in latino Cereales,
disordine, e di fare tiittociò ch'era da Cerere dea dell'agricoltura, a-
necessario pel mantenimento e or- vevano cura delle vettovaglie, dei
namento della città di Roma. Vi pesi e delle misure; fissavano il
erano altresì degli edili curuli, i prezzo alle derrate, e faceano get-
quali facevano esaminare i libri, tare nel Tevere le mercanzie e
specialmente quelli contenenti ope- tutte le derrate, eh' erano guaste
re teatrali, prima che fossero rap- o corrotte, o che non erano di
presentate: le pagavano, e davano buona qualità. Benché gli edili del
ilpremio agli attori che aveano popolo romano fossero magistrato,
meglio rappresentato il loro per- non aveano la vocazione se non.
sonaggio. L'edilità era una delle, di ordine del tribuno della plebe,
grandi magistrature che chiamavan- e potevano chiamarsi in giudizio
si ciiriileSj perchè coloi'O che la dai privati, ne conducevano litto-
esercitavano vestivano la toga pre- ri, né viatori, ma si servivano dei
lesta, e si facevano portare e sta- servi pubblici. Con tuttociò si sti-
vano assisi sopra sedie così chia- mavano - sacri, come con Catone
mate; erano queste d'avorio con afferma Festo, e questo consisteva
le gambe incurvate e molto alte, che ninno poteva fargli ingiuria
e con molti gradini, ed a guisa di senza riceverne severissimo castigo.
Ufi trono. I primari magistrati ave- Vogliono molti, che questo magi-
vano diritto di servirsene non so- stratosia durato sino al tempo
l;i mente nelle proprie case, ma o- dell'imperatore Costantino il Grao-
vunque piaceva loro di farsi por- de, benché con qualche mutazio-
tar dentro, o di farsele trasportare ne proseguisse.
appresso di loro stessi : la sedia Fu in ogni tempo e presso ogni
curule e la toga pretesta, proprie colta nazione risguardata la cura
flegli edili curuli, erano vietate agli delle pubbliche strade, come uno
edili plebei. Le funzioni degli edi' degli oggetti più interessanti. I
li corrispondono in qualche modo maestosi avanzi delle antiche stra*
a quelle de'podestà, de'luogotenen- de, ed altri monumenti di simile
ti di polizia, degli scabiui^ de' te- natura, malgrado le ingiurie di taa-
MAE MAE 22 1
delle incombenze, che corrispondo- bunale delle strade, che dall' arbi-
no in qualche modo a quelle di trio de' cavalieri maestri di strade
questa carica, e potrebbero essere passò alla tutela del cardinal ca-
chiamati censori de'costumi. I cen- merlengo e camera apostolica; fu
sori ogni cinque anni si creavano quindi soggetta ad una congrega-
in numero di due, spettando loro zione di cardinali, indi sottoposta
tra le altre cose la sorveglianza al preside chierico di camera, e fi-
destinati erano alla cura delle stra- mura, i stillicidi, i tavolati, i pon-
de. E cosa indubitata che la digni- ti, gli acquedotti, i predi subur-
tà edilizia, non per stabile dispo- bani, le vigne ed annessi furono
sizione di leggi, ma a seconda del- assoggettati alla giurisdizione dei
le circostanze passò in potere del cavalieri maestri, i quali di già
senatore e conservatori di Roma, erano soliti a giudicare le cause
e di quei magistrati che dai mede- de' confini, e servitù de' predi. Que-
111 MAE MAE
sii maglslrati in origine erano due gnliva, die non potessero essere
soltanto, e presso di essi risiedeva costretti a rendere conto della lo-
tutto il potere edilizio. Appartene- ro amministrazione a magistrato
va la loro elezione al Papa, ed veruno. Queste cose furono conler-
era in di lui facoltà mantenerli mate ed ampliale da Eugenio IV
nell'esercizio della loro carica per immediato successore di Martino
quel tempo che a lui piaceva, ma V, da Paolo 11 col decreto del
regolarmente mutavansi ogni anno, cardinal camerlengo Scaraiupo Mez-
In seguito la loro permanenza nel- zarota de' 7 settembre i4^4j ^ ^^
la carica venne fìssala ad anni due; Sisto IV a' i3 gennaio 1480, con-
ma nel 1828, per disposizione di forme apparisce dall'editto del car-
Leone Xll, si stabilì che siffatta dinaie camerlengo d' Estouteville,
magistratura durasse per anni tre, nel quale si dichiara che le cose
senza diritto a conferma. Già sot- e persone ecclesiastiche debbano es-
to Clemente XI scorgendosi che sere soggette alla giurisdizione dei
due soli cavalieri maestri di slra- maestri, non che dalla costituzione
de non potevano accorrere a tut- del medesimo Sisto IV, De /tire
te le incombenze relative al loro of- congrui^ emanata pure nel 1480, e
flcio, si pensò di accrescerne il nu- confermata da Alessandro VI nel
mero ad altri due, e dividere in i49^' Al qual proposito può os-
quattro l'appannaggio stabilito per servarsi il trattato di Bardo inti-
tal carica. Sebbene, come abbiamo tolato De magistralu viariim^ e
notato , la magistratura durasse Brugiotti nella sua epitome jarìs
un anno, quindi due, e poscia tre, viatum, dove al capitolo Hi si
ciò nondimeno bene spesso avveni- studia di dimostrare con un anti-
va, che fosse protratta ad un tem- co documento che porta la data
pò più lungo in circostanza di degli 8 novembre 1280, che il
dicati dei cavalieri maestri di slra- ro. Quindi è che i cardinali ca-
de: un particolare officio notarile merlenghi furono soliti di emanare
venne attribuito al loro tribunale, delle ordinazioni intorno al tribu-
e concessa loro la facoltà di no- naie delle strade, come può veder-
minare gli officiali subalterni, ed si nel decreto pubblicato con au-
inoltre fu loro accordato la prero- torità di Alessandro VI nel 149^»
MAE MAE 223
nei quale viene stabilifo, doversi munita ecclesiastica revocò le di-
altendere le sentenze anche di un sposizioni de'suoi predecessori, colle
solo fra i maestri delle strade, quali le cose e persone ecclesiasti-
purcliè avesse udito il voto di un che venivano sottoposte al tribu-
collega, ed il parere dell'assessore. nale delle strade, e ripristinò l'os-
Opinando poi Paolo IH che vieni servanza del diritto comune ossia
maggiormente la tutela de' chieri- canonico, mediante la costituzione
ci dovesse essere stabilita iti qiie« y4d hoc nos, V idus aprilis 1571.
sta specie di giudizi, mentre ordi- Gregorio XIII tolse questa discre-
nò provvidamente alcune cose in- panza di costituzioni, la quale sem-
torno alle appellazioni dalie senten- brava in qualche modo imbaraz-
ze del tribunale delie stiade, volle zare la coscienza de' giudici, e sta-
aggiungere al medesimo tribunale, bilì delle formule ed eccezioni
quante volte i chierici lo richie- colle quali le cause ecclesiastiche
dessero, il cardinal vicario di Ro- venissero rettamente definite, con
ma. Circa le quali cose sono da la costituzione Quae publice iitilia,
far fronte alle spese necessarie per di Roma, e nei medesimi fu esposto
gli operai, carrette e cavalli inser- e determinato ne' suoi limiti l'ofii-
osserva Bardo, che agli edili cu- aggiunse dodici ( non pare che poi
ruli successero i maestri delle stra- questa disposizione sussistesse ), ac-
de, ed a questi la camera aposto- ciocché ogni rione avesse il suo
lica, le cui veci adempiva il pre- maestro, per attendere a tener pu-
sidente delle strade. La giurisdizio- lite le strade, e sopraintendere alle
ne della camera e de' di lei chie- fabbriche ; volle però che due di
rici, si trova definita nella costitu- essi fossero dottori in legge, eletti
zione inedita di Clemente VII. Fra a pieni voti dagli altri, assegnando
gli altri ofllci ad essi si attribuisce a questi dieci scudi il mese, e agli
il diritto sulle pubbliche strade, tan- altri meno. Alla giurisdizione di
to di Roma, che delle altre città. questa congregazione furono assog-
Risulta poi dai libri delle propo- gettate non solo le strade di Ro-
sizioni camerali de' 5 e i3 marzo ma e distretto, ma le altre anco-
i535, che i maestri delle strade ra di tutto lo stato ecclesiastico.
doveano consultare chierici di ca- i Però non lungamente la congrega-
mera sopra quelle cose le quali si zione sostenne ; ne il
l' incarico
contenevano nelle bolle di Sisto cardinal camerlengo curossi gran
IV, Alessandro VI, Giulio II, e fatto di mantenere la sua giurisdi-
che non potevano prender possesso zione sulle strade ; riservando a sé
della loro carica, se non dopo pre- il diritto soltanto nelle cause eccle-
stato il giuramento in camera. siastiche de /are congrui. Di ma-
Sisto V affinchè alla celebrità niera che le attribuzioni edilizie
della metropoli del cristianesimo passarono intieramente al prelato
corrispondesse un aspetto
ancora preside delle strade, il quale non
magnifico, per maggiormente prov- più si estrae a sorte, ma viene
vedere alla cura delle strade ne bensì dal Papa rivestito di questa
commise la sopraintendenza alla illustre e veramente curule digni-
suddetta congregazione di cardina- tà. In virtù di questa il presiden-
li da lui istituita 12 kal. Jan. i588, te avea diritto di fare tutto ciò
la quale si adunava indistintamen- che in qualche modo poteva essere
te col presidente e maestri delte espediente a tutela delle strade. Le
strade, tesoriere, commissario della cose più leggiere e dipendenti dal-
camera, conservatori e priore dei l'ordinario esercizio della sua cari-
caporioni di Roma, deputato delle ca le eseguiva di propria autorità;
strade del popolo romano, deputa- le più gravi ed estraordinarie ve-
ti delle acque Vergine e Felice nivano da esso riferite al Pontefi-
( delle quali acque parliamo pure ce, all'oggetto d' impetrare facoltà
all'articolo Fontane di Roma. ), ed particolari: ad esso spettava convo-
interessenza del fiscale del Campi- care le congregazioni, nelle quali
doglio, ed architetto. Ciò rilevasi hanno parte i maestri dell^ strade,
da un libro delle congregazioni, e- il procuratore fiscale, ed altri mi-
sistente nell'officio delle strade, e nistri del tribunale; distribuire gli
del 1594. Qui noteremo, che il uffici fra gli stessi cavalieri maestri,
Novaes nella vita di Sisto V, § attribuendo a ciascun de' medesimi
MAE MAE 21^
differenti sezioni di strade, le quali strato non conferito dal Campido-
dalle porte o regioni di Roma ri- glio ma dal Pontefice, di due maestri
ceverono la loro denominazione ; di strade e ponti di Roma, cosi den-
promulgare editti, comminare pene, tro come fuori di essa, delle mura
chiamare in giudizio con amplissi- della città e fabbriche pubbliche, e
ma giurisdizione. I giudizi civili so- giudicano sopra i confini de' predi
leva lasciarli alla cognizione del suo urbani come rustici. Sì conferisce
uditore, il quale surrogato all'an- sempre ai gentiluomini di prima
tico assessore de' maestri , riteneva nobiltà, di età matura e di buond
il tribunale ( siccome gli altri udi- fama.Fu questa carica antica ro-
tori de'presidenti chierici di came- mana chiamata Aedìlilia^e chi l'am-
ra ) nella sala della curia romana ministrava Acdilis, de'di cui edit-
o Innocenziana, donde in giorni de- tiabbiamo un titolo intiero nel
terminati giudicava le cause, ben- Corpo civile. Hanno parimenti cu-
ché quelle di maggior rilievo tal- ra degli acquedotti e fonti di Ro-
volta si esaminassero innanzi lo ma, che sono in quantità grandis-
stesso presidente. I giudizi poi cri- sima, non solo pubbliche ma pri-
minali, ne' quali la pena si esten- vate. Ai medesimi spetta ancora la
deva sino alla galera, si esercitava- cura de' ponti di Roma e circou'
no dall'uditore criminale e di lui vicini, come cosa annessa alle stra-
sostituti. de. Il tedesco per segnale di uno
Non taceremo quanto il Luna- stato ben governato addita le stra-
doro a p. 76 della Relazione del- de, i ponti e gli orologi ; che se
la corte di Roma, stampata nel queste tre cose vanno bene, si deb-
1646, dice dei maestri di strada bo argomentare che vada bene il
di Roma. » Vi sono pure in Cam- governo ".
pidoglio li maestri di strada , nel Il suddescritto impianto del tri-
tra loro l'onorario stabilito agli an- spettore residente in Roma, del fi-
tichi. Con queste disposizioni si per- scalcj colla presenza del segretario
venne fino ai nostri tempi, quindi della presidenza, venendo
poi ag-
Pio VII colla costituzione Post diu- giunto commissario della reve-
il
nò l'arcidiocesi con tal fama d'in- 1606, venne creato cardinale prete
tegrità e prudenza,
che volendo del titolo de' ss. Marcellino e Pie-
Pio IV in esecuzione dei decreti tro, 1607 arcivescovo
e nell'anno
del Tridentino restaurare le chiese di Chieti. Ma nel governo di quel-
titolari e diaconie de* cardinali, ed la chiesa, per quanto ne dicono al-
altre chiese di Roma , che per la cuni scrittori, non si diportò con
loro antichità, o per altra cagione quella gravità prudenza e zelo
,
nella tomba de' suoi antenati. Altri i585. Historianim fndìarum libri
poi dicono, che sorpreso in Chicli J:/^/, Firenze 1 588 e Colonia 1589.
da grave malattia si recasse in , Lettere scritte dall'Indie, A versa.
Roma dove lasciò la vita d'anni Vita di Xl^ll confessori antichi
trentadue. Per altro l'Ughelli nel- ed illustri, Brescia 1 59^. Lettere
V Italia sacra t. VI, p. 76(5, affer- de^ padri della società, R.oma. j4 n'-
ma, che per un anno e mesi go- Ha li del pontificato di Gregorio
vernò la chiesa di Ghieti con gran XIIL opera che lasciata imperfet-
zelo e sollecitucrme, e che all'avvi- ta venne continuata e stampata per
so di sua morte
popolo di Chicli il cura di Carlo Cocquelines , Roma
provò acerba doglia, lo che sareb- 174^. Il cardinal Bentivoglio nelle
be una prova non indifferente con- sue Memorie, paragona le opere
tro ciò che è slato dello in disfavore del p. Maffei colla Storia di Fian-
peria memoria di questo cardinale ; dra del p. Strada.
non sembrando verosimile che una MAFFEI Scipione. Marchese d'il-
sono : Libri tres de vita et mori' ca in tal maniera, ec. con una
bus s. Jgnalii Loyolae , Venezia raccolta di documenti che noQ e-
a3a MAF MAF
rano fino allora mai stati pubbli- lo di ordinare i vescovi. Ricono-
cati. Ragionamento sopra gì' itali sce ciò non pertanto il patriarca
primitivi. La lettera di s. Gio. Cri- giacobila d'Anliochia per suo su-
sostomo a Cesare spiegata. Gli atti periore. Gregorio Abultaragio Bar-
di s. Fermo e di s. Rustico e molli Ebreo, ch'era slato fatto nel 1264
altrimonumenti, Mantova 1787^. mafriano, parla molto a lungo di
Verona illustrata^ Verona lyS^. questa dignità, in C/ironico syriaco
Questa opera, dedicata alla repub- parte III. Credesi che i mafriani
blica di Venezia, è divisa in quat- traggano la loro origine da Gia-
tro parti, prima contiene la sto-
la como Zanzale Baradeo, vescovo di
ria universale di Verona; la secon- Edessa, a cui i monofìsiti, per es-
da la storia letteraria, ed una no- tendere la sua autorità, diedero il
tizia slorica degl' illustri scriltori titolo di metropolitano universale.
veronesi, dal poeta Catullo fino al- Questo prelato essendo andato ia
l'epoca dell'autore; la terza parie oriente, nel 559 creò metropolita-
presenta la descrizione de' monu- no del paese un certo Achudemo,
menti i pili rimarcabili di Verona; di modo
che furonvi da quel tem-
e la quarta tratta degli anfiteatri po in avanti due primati in orien-
in generale, e di quello di Verona te ; uno pei nestoriani, e l'altro pei
in particolare. Quest'opera contie- monofisi ti. È da questo Achudemo,
ne una quantità di osservazioni ve- che Gregorio Bar-Ebreo comincia
ramente solide ed interessanti. La il suo catalogo dei mafriani giaco-
repubblica di Venezia ne attestò la bili. L'Assemani però BiblioL o-,
alla prima nobiltà di Venezia, più jesu del 578, e Samuele del 6i4;
con rendite, con immunità e pri- non devono essere messi nel rango
vilegi per lui e per i suoi discen- dei mafriani, perchè non ebbero
denti. Galline antiquitates quaedam una sede fìssa, e perchè invece è
selectae, atque in pliires epistolas Marula del 629 che dev'essere mes-
17 33.
distributae^ Parigi Quest'o- so alla testa dei mafriani, essendo
pera è dedicala a Luigi XV, ed è stato il primo che slabifi la sede
la raccolta delle iscrizioni e de'mo- della sua dignità a Tigrit; laonde
numenti che il marchese Maff'ei a- egli propriamente è il primo cui
vea osservato nel suo viaggio in si dà il titolo di mafriano d'orien-
Francia. Osservazioni letterarie che te, mentre i tre precedenti sono
possono servire di continuazione al qualificati semplicemente come me-
giornale dei letterati d Italia, Ve- tropolitani. 11 mafriano Ignazio Mar-
rona 1737: è uii nuovo giornale co Bar-Chichi ordinalo nel 991, si
in sei volumi, oltre altre opere. fece maomettano nel io 16: ritornò
MAFRIANO. Dignità ecclesiasti- poscia, come credesi, nel grembo
ca dei Giacohiti [Vedi), simile a della Chiesa cattolica. Gregorio Mat-
quella di primate. E inferiore alla teo ordinato mafriano dal patriar-
dignità di patriarca, e superiore a ca Ignazio V
nel i3i7, ebbe una
quella di metropolitano. Il mafria- lettera Papa Giovanni XXI
dal 1
,
dotta dei vescovi della diocesi d'A- ponente, poi segretario di consulta,
lessandria, che facevansi tulli or- nella qual carica da Gregorio XV
dinare dal patriarca di quella città, e dal cardinal Ludovisi furono gli
la quale viene depositata negli ar- si recò subito per la estrema ne-
chivi della chiesa patriarcale, e di cessità che la diocesi avea del pa-
cui se ne manda una copia al pa- store , attesa 1' assenza de' vescovi
triarca d'Alessandria. antecessori. Avendo la peste e la
MAGALOTTI Lorenzo, Cardi- fame afflitto i diocesani, il cardi-
nale. Lorenzo Magalotti patrizio nale fece spiccare la sua generosi-
^34 MAG MAG
là, procurando loro ogni possibile avello vicino alla scala dell'organo,
coiilòrto e sollievo. Inlrodottisi nel- donde le ossa furono trasferite a-
la diocesi notabili abusi, convocalo vanti l'altare di s. Lorenzo col solo
il sinodo, pubblicò utilissimi decre- nome scolpito sopra la lapide se-
ti per la disciplina del clero, e la polcrale, la quale nel lastricarsi il
della Germania, ed abitata dai vi- nedetto VI del 972 scrive in ima
noli detti già vandali; e per opera lettera a s. Adelberto, come affer-
dello stesso principe allora" si con- ma Mirco, che dice avere avuto
il
del ratto di Liutgarda, figlia del chevole istanza cinque mesi dopo;
marchese Echicardo, il quale V a- per cui Giovanni XXII nel iS^G
veva messa nel monastero di Cui- ordinò loro, che nel luogo ov'era
delingebourg. Era Liutgarda stata stato ucciso l'arcivescovo fondassero
rapita dal conte di Turingia Va- una cappella con messa quotidiana
rinardo, suo promesso sposo. Il p. per la di lui anima, con altre cin-
Mansi dice, seguendo l'annalista sas- que nella cattedrale, e che in av-
sone, pubblicato dall' Echard nel venire facessero ad ogni arcivesco-
tom. I della sua storia, eh' essen- vo il giuramento di fedeltà. Dipoi
dosi i due sposi presentali al con- nel i344 erigendo Clemente VI in
cilio, il giovane fidanzato ottenne il metropoli Piaga, dismembrò dalla
perdono dell' ingiuria fatta all' ab- provincia ecclesiastica di Magdebur-
badessa, cui era slata confidata la go il vescovato di Olmiitz e quel-
sua promessa sposa, dopo che la lo di Meissen. Gli arcivescovi di
donzella ebbe dichiarato, che de- Magdeburgo nell'impero germanico
siderava di averlo per suo sposo ,
vi godettero un posto eminente li-
biirgOy autori delle famose Crnlurie. nemici della santa Sede, credendosi
1 centuriatori furono quattro mi- di comparire eruditi, e di abbatte-
nistri protestanti luterani di quesla re Roma; e poiché questo è l'uni-
città, che scrissero e divisero la co loro interesse, accompagnato da
storia ecclesiastica in periodi cen- una sufficiente dose d' ignoranza ,
INicolò Gallo, altri Andrea Corvino, ria, furono a lungo discusse, rive-
per non nominare altri, tutti usciti late e confutate da Alano Copo, dai
dalla scuola luterana di Magdebur- cardinali Baronie e Bellarcnino, da
go. Questo corpo d'istoria contie- Francesco Turriano , ed anco dal
ne tredici secoli, e giunge fino al luterano Schusselburgio. 1^. il Iber-
papale; ai musei e gallerie del palata. Fin dai secoli i piìi rimo-
Vaticano e del Laterano oltre , ti, appresso tutte le nazioni anche
l'alta sorveglianza del museo e men colte, fu costume di deputare
gallerie di Campidoglio. Da questo nella casa de'sovrani un soggetto o
34o MAG MAG
ministro pei' qualità e talenti dei XXIIT, p. 87 del Dizionario e j
più ragguaitlevoli ,
presso di cui trattammo a* loro luoghi. Su que-
risiedesse la cura d* amministrare sto argomento ci diede Guido
l'azienda e l'economia domestica Panciroli : Notitia utraqiie digni-
della casa del principe, ed il go- tà tiini, Clini orientis, timi occiden-
verno della di lui famiglia e , tis ultra Arcadii Honoriiqiie tem-
Giuseppe fu esaltato in Egitto al pora, Lugduni 1608. Fu tale la
governo della casa di Faraone. stima che gl'imperatori romani fe-
Weir impero romano il primario cero del nobile e cospicuo maestro
ministro della casa augusta degli degli uffizi, che ad esso indirizza-
imperatori, cui apparteneva l'am- rono numerose leggi, come nell'XI
ministrazione del patrimonio parti- e XII del Codice f anzi ne fu for-
colare e il governo della casa e mato tutto r intero titolo del me-
famiglia del principe, appella vasi desimo codice, de offlc. magis. of-
il maestro Magistcr
degli ulllzi, ficio r. Ad esempio degli imperato-
ofjlcioruni, impiego per
il di cui ri romani, que'principi che in pro-
e palatini. Quindi
maestro de- al ro maggiordomo quello stesso che
gli uffìzi, così detto perchè da es- da Cassiodoro neW'epist. 6, lib. VI,
so solo dipendevano in ogni do- è chiamato maestro degli uffizi,
ro, Traci,de ord. palatili. nella ^ delia corona, onde affievolirne la for-
sua istruzione a Carlo Magno, rag- za, mantenendo però la podestà giu-
guagliandolo che il maggiordomo, diziaria privativa nel giudice palatino
maitre palais, esercitava l'ordinaria o gran prevosto; onde nella Relazio-
giurisdizione sopra i cortigiani laici, ne dello stato di Francia del 1 7 1
ed essendo incapace di esercitarla so- di Vertova è detto, che è giudice
pra gli ecclesiastici della corte mede- ordinario della casa del re; giudica
sima, fu questa data all' apocrisario tutte le materie civili e criminali
o cappellano maggiore del palazzo nelle quali vi hanno interesse quel-
reale ; la carica de' quali era la li della corte. De'monarchi di Spa-
stessa di quella del maestro degli gna, che avessero il maestro degli
uffizi, come piovano Lymn. in Not, uffìzi, ce lo assicura Perezio, in.
reg. Francor., Loy Sau desoffìces; tit. cod. de quaestor. num. 3, colle
ed il BuUenger in appcnd. regn. seguenti parole. Magister officiorum
Gali, cap. de Majoribus palatii. refertsupremum aulae oeconomum^
Come smisurata fosse l'autorità dei queni galli vocant le Grand Mai-
maggiordomi nella corte dei re di tre , hispani aulem Majordomo
Francia della stirpe de' Merovingi, Major, ad queni palatii pertinenti,
più istorie lo dichiarano: giunse disciplina^ qui habet sub se auli^,
a tanto, che detronizzò gli stessi re, cum judicem, queni vocant Alcades
e s'impossessò dello scettro ed au- de corte, qui de excessibus et cau-'
torità reale. 11 Papa
Gregorio s. sis palatinorum cognoscit Dei re
li ed il successore s. Gregorio di Napoli, nelle corti de' quali un
III, nell'ottavo secolo ricorsero con tal ministro chiamavasi gran sini-i
e la mutazione de' costumi, sull'an- zio, pare che i prefelli del sacro
tico modello di domestica discipli- palazzo insieme col maestro dell'o-
na, e sommamente si accrebbe la spizio esercitassero la soprainten-
dignità sua ed il suo lustro, non denza della corte e famiglia ponti-
tanto per I' esterno grave contegno fìcia, rs'el ceremonialc di Agostino
perchè ricavalo dagli stessi ruoli ori- maggiordomo ora cardinal Massimo
ginali della famiglia di tulli i Pon- mi permise graziosamente prendere
tefici, da me letti ed esaminati, ed da detto archivio per mio studio
esistenti nell' archivio del palazzo tutti quei protocolli, carte ^ ruoli e
apostolico, mancandovi gli anterio- notizie che mi occorsero) o da altre
ri, periti nel iSay nel memorabi- fonti, solorimarcando le principali
le saccheggio di Roma sotto Cle- aggiunte, quindi completerò la serie
mente VII, predecessore immediato sino air odierno monsignor mag-
di Paolo III, e bruciali nella cap- giordomo. Quanto alle notizie di
pella Sistina del Valicano, iniqua- quelli che furono creati cardinali,
mente convertila in scuderia, dalla si possono leggere alle loro biogra-
furiosa soldatesca di Carlo V per fie;per quelli poi che non venne-
la maggior parte composta di fa- ro esaltati a tanto onore, solo ri-
natici luterani. Dal bruciamento dei porterò le notizie più importanti.
ruoli palatini, delle carte e de're- Alessandro Mirahelli d' illustre
gislri ritrovati ne* diversi archivi ed famiglia napoletana, per le sue vir-
a48 MAG MAG
tìi fu caro al cardinal Enea Silvio Nicolò arcivescovo di Amalfi; che
Piccolomini, che divenuto Pontefi- era figlio di ricchissimo cavaliere
ce Pio li nell'agosto i^5S, subito che teneva banco; che a'4 settem-
Io nominò prefetto del palazzo a- bre i45'8 era tesoriere e deposi-
postolico. Continuando a meritarsi camera con Ambrogio
tario della
la di lui grazia, venne adottato Spanocchi, ambedue mercanti^ in-
nella sua stessa famiglia col pro- di divenne maestro di casa ; che al
prio cognome Piccolomini, col qua- Mirabalii fu dato a governar Fra-
le soltanto trovasi talvolta designa- scatiil I luglio del 1460, e nel
to ; quindi lo nominò senatore di novembre 1462 gli fu legittimata
Roma e vice-camerlengo, ufiizi che una sua figlia bastarda; e che se-
esercitò colla piefetUira del palaz- guì probabilmente Pio II nel viag-
zo. Leggo però nel eh. Olivieri, // gio di Mantova.
senato romano p. 296, che dai sena- Nasiocio Sarraceni di Siena, uno
chiaramente Ales-
tori viene escluso de' doganieri di Roma nel 1462,
sandro Piccolomini da Siena, che il non conosciuto dal Renazzi, e dal
Gigli e la serie del Salomoni col- Marini riportato come esercitante
locano gratuitamente nel 1460. Nel il magistero di casa nel palazzo a-
\oI. XXVII, p. 208 del Dizionario postolico nel i4^9 e i46o nel-
dicemmo come da Alessandro eb- l' assenza del Mirabalii. Un Anto-
be origine che i prefetti divenisse- nio Saraceni era scudiere pontificio,
ro governatori di Frascati. Il Ma- e ne parlammo al citato ruolo di
rini, Archiatri t. Il, 162, diver-
p. Pio li.
rischiarando l'equivoco che die luo- li che nel 14^4 successe a Pio li,
go a credere che li avesse sostenu- \o invitò a Roma, e gli affidò l'uf-
ti ; perchè Pio II ne'suoi commen- fizio di prefetto del palazzo aposto-
tari disse che sul finire del 1460 lico. Dopo alcuni anni gli conferì
eccitatasi Roma
una sollevazio-
in r arcivescovato di Benevento in uà
ne, accorsero al Campidoglio con al suo governo civile, onde sedare
armati il maestro di casa del Pa- le turbolenze interne ed esterne, e
pa Alessandro, il senatore di Ro- fazioni che agitavano la città, per
ma e il vice-camerlengo. Aggiun- averne sperimentato la destrezza
ge il Marini, che il Mirabalii Pic- ed il senno nel regolamento della
colomini fu celebrato con versi dal sua corte e palazzo. Si prestò da
Campano; ch'ebbe a fratello (pa- questi il giuramento come gover-
rola che per errore di stampa fu natore, nel palazzo vaticano in ma-
insieme al nome Nicolò ommessa no del cardinal di s. Marco a' 18
nel ruolo che pubblicammo di Pio maggio, non nel 14^45 come rife-
Il all'articolo Famiglia Pontificia, risce il Renazzi, ma nel i4^9> ^^'
ove appare Alessandro arcivescovo) me riscontrai nel breve riportato
MAG 249
dal Borgia da lui citalo; altrimenti nato vice-camerlengo e governatore
come poteva dirsi fatto prefetto nel di Roma (al modo detto in questo
1464 e dopo pochi anni arcivesco- articolo). Pel suo gran senno e de-
vo e governatore di Benevento, strezza, Sisto IV nel giugno i4B3
cioè nel 1464? Giunto a Beneven- Io spedì nunzio con podestà di le-
to ricompose le cose, con sommo gato a latere in Germania, Boe-
zelo adempì le parti di pastore, mia, Ungheria, Polonia e Danimarca.
convocò nel i470 il sinodo; e ric- Essendo governatore di Perugia
co di proprio patrimonio e di be- mori in Roma nel 1487, e fu c-
nefizi ecclesiastici, ristorò le chie- sposto con solenni funerali nella
se di Benevento, edificò dai fonda- basilica vaticana ed ivi sepolto con
menti l'ospedale di s. Bartolomeo, breve iscrizione. Monsignor Muzi
ed in Monteserchio un superbo pa- odierno vescovo di Città di Castello,
lazzo con vaghi giardini. Mentre nelle belle Meni, eccles., che ha
Sisto IV pensava profittarsi dei pubblicato di sua città e diocesi nel
suoi consigli richiamandolo in Ro- 1843, nel voi. IIIj p. 34, lo chia-
ma, mori Benevento nel 1482.
in ma Maraschis, e fatto vescovo ai
Di" questo Corrado il Marini ci dà 2 luglio i47^j e che fu tesoriere
altre notizie a pag. 202, dicendo generale di Sisto IV, come dicem-
che dall' abbazia di s. Maria de mo pur noi nel citato articolo; ag-
Galena di Manfredonia nel i449 giungendo che morì in Perugia
fu trasferito a quella di s. Loren- nel settembre e fu sepolto in quel-
zo; che fu nunzio di Calisto III, la chiesa di s. Pietro, correggendo
e collettore della decima per la rUghelli ed il Renazzi.
crociata nel regno di Napoli a' i3 Giovanni Monissart fiammingo
settembre i455, ampliando la giu- della contea d'Hainaut, già consi-
risdizione datagli anche per la dio- gliere de' duchi di Borgogna, Sisto
cesi di Benevento a' i4 giugno IV lo fece referendario di segna-
1457, al cui arcivescovato fu pro- tura, e nel i479 Prefetto del pa-
mosso da Paolo II a' 3o ottobre lazzo apostolico, non che vescovo
1467, correggendo l' Ughelli che di Tournay di cui non potè pren-
scrive 14691 commendando ad altri dere possesso. Dopo la morte di
r abbazia. Sisto IV fu confermato dal succes-
Bartolomeo de Maraschi manto- sore Innocenzo Vili. Il Burcardo
vano, vescovo di Città di Castello, descrivendo la colazione o cena
nel 1469 fi^* da Paolo II dichia- pubblica, che dopo cantati i solen-
rato suo accolito e prefetto del palaz- ni vesperi nella vigilia di Natale
zo apostolico, cariche che esercitò del 1488 fu imbandita secondo
pure sotto Sisto IV. Ambedue que- r antico costume nel palazzo vati-
sti Papi ornarono Bartolomeo di cano per Innocenzo Vili, e pel sa-
altre dignità. Il primo lo dichiarò cro collegio de' cardinali ( di tal
maestro della cappella pontificia, magnifica cena imbandita dal mag-
impiego allora rispettabilissimo, e giordomo con cantata, ne parlam-
che sempre esercita vasi da un ve- mo al voi. IX, p. io4 del Dizlo'
nel 1477 lo fece vescovo di Cala- deva in Roma, avendo già ceduta
liorra. Alessandro VI lo richiamò l'altra metà per dotar le zitelle
in Koma, e nel 1496 lo promosse a mendiche, all'arciconfraternita della
prefetto del sacro palazzo. Insospet- ss. Annunziata, e convertì le pin-
titosi il Papa che fosse addetto ai gui rendite de' suoi vescovati in be-
marani o mori di Spagna, cioè neficio de'medesimi e de' bisognosi.
quelli eh' erano infetti di maomet- Morì piamente sessagenario a' 17
tanismo, lo fece arrestare ed ai-y. dicembre i5o6, venendo tumulato
aprile 1498 rinchiudere in Castel in detto sepolcro, ove fu posta la
8. Angelo. Discussa la sua causa sua statua vestita degli abiti pon-
in concistoro ( convinto di eresia tificali, e giacente sopra l' urna.
e deposto, come scrive il Marini), Aldcllo Piccoloniini sanese, sic-
fu condannato ad un perpetuo come della famiglia di Pio II, così
carcere nello stesso Castello, degra- iSi^lo IV gli die in commenda la
dalo, privato de' benefizi e del ve- pingue abbazia di Acqua Fredda
MAG MAG 25i
presso il lago di Como, ed Ales- d'Aìx. Il Papa per maggiormente
sandro VI lo fece vescovo di Soa- onorarlo, colie proprie mani gii con-
na. A Papa a'22 set-
questo ullimo ferì il pallio, messa da
nella gran
tembre i5o3 successe Pio IH Pic- lui celebrata in s. Petronio di Bo-
colomini, il quale chiamò subilo in logna a'26 novembre i5o6, anni-
Roma Aldello aflìdandugli la pre- versario di sua coronazione, dichia-
fettura del sacro palazzo. Morto Pio randolo pure assistente al soglio
IH con ventisei giorni di governo, pontifìcio. Dopo un anno rinunziò
e dopo dodici creato Papa Giulio la prefettura per recarsi alla sua
11,con questi funse T ullizio per sede, indi meritò di essere (atto go-
qualche tempo, finche tornalo in vernatore di Parigi, senza trascura-
Soaiia mori nel i5io in Siena. re la sua chiesa, che ricolmò di
Antonio Ferreri dì Savona, con- doni e di benefizi, e sempre caro
cittadino e famigliare del cardinal a* suoi re, e bene accetto ai Papi,
della Rovere, divenuto questi Giu- morì in quella capitale nel i54o
lio Il gli concesse, secondo V uso d' anni centodue.
assai comune a quell'epoca, il pro- Giovanni Cappellani o de Cap-
prio cognome; lo collocò tra i se- pellaniò\ nato in Laureo nella Ter-
gretari apostolici, gli conferì tre ra di Lavoro, Giulio 11 nel i5o8
vescovati, e nel 1 5o4 la carica di lo dichiarò prefetto del palazzo a-
prefetto del sacro palazzo, che dis- postolico, indi lo creò vescovo di
impcgnò con tale soddisfazione del Bovino ( a' 24 aprile i5io secon-.
Papa che ad onta dell'opposi-
, do r Ughelli ) Con un motu-pro-.
zione del sacro collegio, nel pri- prio Giulio 11 ordinò ai doganieri
mo dicembre i5o5 lo creò cardi- di Ripagrande di pagargli annui
nale. Terminò i suoi giorni coiifi- ventimila ducati , in donius no-
uato nel convento di s. Onofrio slrae usimi, cioè 3ooo in principio
onde il Ciacconio esclamò Jdeo : d'anno, e i5oo mensilmente. Con
non scmper fortuna arridcl mor- un mandato, Giulio 11 ordinò a
talibiis. Clini illos supra condilio- Giovanni di ammettere fra i cu-
neni generis ac meriti nd dìgnita- biculari segreti Pietro Sarmiento
tes praeclariores evexitl chierico delia diocesi di Burgos, es-
Pietro Filholi francese di Gan- sendo fino da quel tempo propria
natj già presidente della regia ca- ispezione del prefetto del palazzo
mera de' conti vescovo di Parigi , apostolico r ammissione de' fami-
di Sisteron ed ambasciatore del re gliari pontifìcii di qualunque ran-
Luigi XII a Giulio II per confe- go. Intervenne al concilio generale
derarsi contro i veneti. Incontrò di Laterano V, riedifìcò il suo epi-
tanto col Papa che lo spedì suo scopato, e morì nel 1529.
legato a Blois, e poi a Cambray Alessandro Nero ni di Firenze ,
li alla ricupera di Bologna, mentre che verso la fine del suo pontifì-
Luigi XII lo desiderò arcivescovo cato Io dichiarò prelato domestico, e
25a MAG MAG
nel 1 51a prefetto del palazzo, carica denaro onde aiutasse quell* isola ,
s. Spirito (P'edi)^ ove riportammo d' oro e d' argento per ridurle in
le sue notizie, ufllzio ch'esercitò si- denaro; ma Adriano VI non ere-
no morte con somma integri-
alla dette acconsentirvi. Per la canoniz-
tà e vigilanza ) , Adriano VI e zazione dei beati Antonino e Ben-
Clemente VII, il primo e il terzo none, tra i prelati che arringarono
suoi concittadini, ed all'ultimo fu per essa Adriano VI, l'integerrimo
particolarmente caro; morì prefet- vescovo di Cuenca, fornitissimo di
to del palazzo, e precettore di s. prudenza e di erudizione, spiccò
Spirito nel i526. Cosa fece que- tra gli altri. Tanto scrive l'Ortiz
sto prelato come prefetto del pa- intimo famigliare Adriano VI,
di
lazzo apostolico nella promulgazio- senza però far menzione della ca-
ne dell'anno santo i525, lo nar- rica palatina che al vescovo attri-
rammo nel voi. Il, p. 1 17 del Di- buisce il Bosio.
zionario. Air articolo Gerosolimi- Girolamo Schio di Vicenza, di
TAHO ordine^ riferimmo coll'auto- una famiglia ricca e nobilissima,
rità del Bosio, come Adriano VI passato in Roma vi abbracciò la
fece visitare a Civitavecchia il gran vita ecclesiastica. Giulio II lo am-
maestro de Villiers, dal suo mae- mise tra i referendari di segnatura,
stro di casa Diego vescovo di Cuen- e poscia venne impiegalo nel go-
ca. L'Ortiz nella Descrizione del verno di varie città de'dominii del-
viaggio di Adriano Vl^ dice che la Chiesa. Leone X lo fece prelato
tra i che accompagnarono
prelati domestico, e Clemente VII vescovo
il Papa dalla Spagna in Roma, di Vaison, e nel i526 lo chiamò
vi fu Diego Ramirez di Arella- ad esercitare la prefettura del sa-
«o vescovo di Cuenca uomo di , cro palazzo. Sopravvennero quindi
singolare letteratura e nelle sue i calamitosi tempi in cui Ugo Mon-
B lui lo sostituì nei primi del i533. vescovato per essere libero da ogni
Già lo avea nominato vescovo di altra cura. Avanzato negli anni,
Sora, ed in questa occasione Io cessò di vivere nello stesso i535,
trasferì a Chiusi indi nell' autun- ; e fu sepolto nella tomba gentilizia
no accompagnò il Papa a Pisa e in s. Agostino.
per mare a Marsiglia, In questa Vincenzo Boccaferri della fami-
città ebbe 1' onore di assistere la glia nobile Boccadiferro di Bo-
regina di Francia, quando con logna, abbate de' monaci Olivetani,
solenne pompa si recò ad osse- ne riconobbe il raro merito e la
quiare Clemente VII. Sua cura fu probità il cardinal Farnese, poi
pure di presiedere alla preparazio- Paolo III, quando fu legato di Bo-
ne del gran convito ( in cui il Pa- logna, mentre governava il mona-
pa per la prima volta si assise a stero di s. Michele in Bosco, e
mensa con donne ) celebrato per partito il cardinale dalla città, gli
ralo, e quelle altre cose che si si dommi degli eretici, e che ivi
quando la morte dopo pochi mesi risiedeva quel Papa, a' 21 luglio
gli troncò la vita a' 4 dicembre, i554, ed il suo cadavere con so-
ed il cardinal camerlengo rilasciò lenne pompa fu trasportato in s.
il permesso pel trasporto del suo Maria sopra Minerva , dove dal
cadavere ad Orvieto, ove fu tumu- figlio naturale Fabrizio gli fu eret-
lato nella cattedrale. te un magnifico mausoleo. Nell'epi-
Bernardino Silverj , nato in taffio si legge : Ac deinde praesidi
Celano da nobile famiglia, che u- demum Julii TU primo oecono-
sa va lo stemma e cognome di mo . . . . Fabritius Gallettus ìnso-
Piccolomini, pel matrimonio di An- labiliter moerens parenti suaviss.
con Laudomia nipote
tonio Silverj pos.
di Pio II, e sorella di Pio III. Bartolomeo Pcperi o de Pi-
Amabile per illibata innocenza ed peris di Saluzzo, commendato al-
altrè virtù , il cardinal Guidiccioni tamente per dottrina e probità ,
siccome amante de' suoi connazio- suo disegno. Con universale soddis*
nali, moltissimi ne ammise in sua fazione di tutta la corte resse
corte: il suo stemma si compone- monsignor Cirillo, finche visse Pao-
va di cinque alberi acuti, tre sot- lo IV, questo delicato ed impor-
to e due sopra in campo d'argen- tantissimo uffizio. Perciò allorché
to. Da prolonotario apostolico par- dopo Pio IV, a'7 gennaio i566,
tecipante, nel iSSy Paolo IV lo fu eletto s. Pio V, questo merita-
fece succedere al vescovo di Cene- mente lo richiamò ad esercitarlo,
da nella prefettura , conferendogli ed occupò la prefettura in tutto
il canonicato vaticano vacato per il suo pontificato egli solo, ciò che
morte del suo maestro di camera, forma il principale elogio del pre-
l'illustre Paolo Consiglieri di santa lato. Cogli esempi di s. Pio V fu
vita. Breve fu la sua prefettura, benefico colla famiglia pontificia, ri-
benché se ne fossero dimenticati; non gli parer bene, che quei che
onde scrisse agli assenti, che ve- hanno servito un Papa (ilsuopon-
nissero in Roma per ricevere da tifìcato fu di sei anni e circa
lui benefìzi, e per servirsi dell'ope- quattro mesi) fossero astretti per
ra loro ; e se alcuno era morto povertà ad entrare dopo la mor-
rivolse i suoi favori ai loro fìgliuo- te sua in altre servitù ; ed essen-
li ed attinenti, A'serviloii suoi, se- dogli riferito anzi essere biasi-
condo grado degli uffìzi e qua-
il mato, che lodato di tante entra-
lità delie persone, e secondo il tem- te che dava a' servitori, aggiun-
po che lo aveano servito, di mano se un'altra cagione. Che quelli che
in mano con lai giudizio nel prò- l'aveano servito senza speranza di
gresso del pontificato fu benigno si premio e senza ambizione, percioc-
e liberale, e talmente riconobbe le che essendo egli stato cardinale
servitù loro, che non v'era memo- povero e senza favori, niente pote-
ria d' altro Pontefice che avesse vano sperare da lui restava dun- ,
nete cura di vostra vita ; il che sa- loro, conforme alla capacità di
rebbe stato più benefìcio per loro ciascuno e al grado. Fece di loro
che suo, perciò in morire direbbe alcuni protonolari apostolici, e il
dare alla sedia ov'era assiso, e agli iSyS, e fu sepolto nella chiesa
ornamenti del pontifìcato, imper- di s. Spirito in Sassia. Nella me-
ciocchè quantunque fossero fregiati moria erettagli dai nipoti si legge:
di seta e d'oro, erano nondimeno Palalinae famìlìae Pauli IV, Pii
pieni di pungentissime spine che V Pont. Maximor. Pracfecto.
fino al cuore il trafìggevano, di Tiranni di Cagli, ammo-
Felice
maniera che la morte a lui sareb- gliato con prole, fu ambasciatore
be stato uno uscir di travagli, de' suoi signori duchi di Urbino ,
Sicché oltre i doni straordinari, e siccome uomo di fede e destro ne-
quelli che faceva loro ogni anno gli affari. Restato vedovo abbrac-
il s. Giovanni e il Natale, che ciò lo stato ecclesiastico, e Giulio
furono oltre ottomila cinquecento III lo fece vescovo di Urbino, e
scudi coi soli vesti menti,, loro prov- Paolo IV castellano di Castel s.
vedette di tante entrate di benefì- Angelo. Più caro riuscì a Pio IV,
zi, che fu tale uno, che con l'oc- ch'eletto a' 26 dicembre i559 su-
casione delle vacanze di Spagna bito lo volle presso di se, e gli
ebbe di entrata più di venticinque conferì la prefettura del palazzo
mila scudi, oltre le grazie ottenu- apostolico; ed erigendo Urbino in
te pei suoi parenti ed amici. E arcivescovato fu il primo a portarne
260 MAO MAG
il grado (prid. non. junii i563). che presidente della camera apo-
Tornato alla propria chiesa, morì stolica. In questa patente si fanno
vescovo di Alife, nella cappella pon- lettere e versato nelle lingue greca,
tificia. Esaitato olla cattedra di s. latina e italiana, come pure d'im-
Pietro, a' 24 aprile i585, Sisto V, macolati costumi e matura pru-
lo promosse a prefètto del palazzo denza. Sisto V lo dichiarò referen-
apostolico quando il Papa nella
( e dario e vicelegato del Patrimonio.
sua vigna a s. Maria Maggiore in- Risiedendo a Viterbo ebbe ospite
vitò a pranzo gli ambasciatori giap- il cardinal Sfondrati che recavasi
ponesi, monsignor rev. d'Alife mae- al conclave, perchè Urbano VII
stro di casa con altri della corte successore di Sisto V con tredici
a6j MAG MAG
giorni di pontifioato era mancato vanni di Yard. Ritornò in Francia
a* viventi. Aminiiando il cardinale per volere di s. Pio V, e fu fallo
le maniere e virtuose qua-
nobili vescovo di Carcassona. Clemente
lità di Ottavio, divenuto Gregorio Vili lo richiamò, alUdandogli suc-
XIV a' 5 dicembre 1590, lo chiamò cessivamente a reggere le città di
a Roma, e lo fece maestro di casa Ancona, Bologna e Roma. Era go-
o sia prefetto del palazzo aj)ostolico, vernatore di questa ultima , allor-
indi a' 6 njarzo iSgi lo creò car- ché vacala la prefettura del palaz-
dinale. zo apostolico per la morte del pre-
Ercole. Tassoni nobile
Estense cedente, Clemente Vili lo credette
ferrarese, già ambasciatore de' du- pili idoneo ad occuparla ( ne' ruoli
chi di Ferrara, intrapresa la vita del palazzo apostolico 1597, del
ecclesiastica, per le belle sue doli leggo: Monsignor Ru-
illustrissimo
meritò che Gregorio XIV nel iSgi cellai vescovo di Carcassona mae-
10 decorasse della prefettura del pa- stro di casa)} poscia morì nel 60 1 1
mane i'Amidenio (pianto qui ripor- nerali, a' quali per la prima volta
tiamo. »> Domenico ( Fabio deve assisterono chierici di camera, ed
i
provocare il Papa con qualche fa- i5 giugno 1618, nel quale anno
cezia a riso, gli nocque anziché gio- Paolo V lo promosse alla prefet-
vargli. S'invecchiò e morì nella ca- tura del suo palazzo ( e funse l'uf-
rica, e patriarca di Gerusalemme. fizio a tutto il 28 gennaio 162 1,
Fu tenuto sempre uomo dabbene, epoca della morte del Papa ), Mo-
fu nunzio in Portogallo, fondò case rendo poscia ai 3 settembre 1625,
in Roma con ricchezze considera- fu tumulato nella cappella gentili-
bili, e lasciò erede Giovanni Biondi zia di s. Carlo a'Catinari. Da Mar-
suo nipote ch'ebbe per moglie una tino Ferrabosco fece incidere, con
Crivelli". succinta dichiarazione, l'accrescimen-
Galeazzo Satwitale nobile di to fatto da Paolo V alla basilica
Parma de' conti di Fontanellato, vaticana, col magnifico portico e
fu ascritto da Sisto V tra' suoi ca- grandiosa facciata, cambiandone la
merieri d'onore, da Clemente Vili forma di croce greca in latina. Ad
dichiarato referendario di segnatu- onta che sembri contraddittoria l'e-
ra, ed incaricato di varie ingeren- poca del suo maggiordomato con
ze, che ben disimpegnò , onde fu quella di Sanvitale, pure quanto
fatto arcivescovo di Bari e chieri- asserisco Io rilevai dai ruoli pala-
co di camera. Paolo V si prevalse tini. Per tutto concordare si pò-
264 MAG MAG
Irebbe congelturaro, che il Diondi zano, da nunzio di Venezia e ve-
fosse divenuto inabile,
che Sanvi- scovo di Montefiascone Urbano Vili
tale nello stesso anno di sua nomi- lo chiamò in Roma alla prefettu-
na essendo da Paolo V destinato ad ra del palazzo pontificio (che oc-
altro incarico, subentrasse nell' uf- cupò dal gennaio 1625 fino ai
fizio palatino il Costaguli, e poi 19 o 3i gennaio 1626) e creò
Gregorio XV ripriàliuasse il primo cardinale (a questa epoca). In tem-
nella carica. po eh* era maestro di casa del pa-
Giovanni del Benino nobile fio- lazzo apostolico, per ordine di Ur-
rentino, referendario di segnatura ,
bano Vili trattò e diede alloggio
fu impiegato in diverse giudicatu- nel Vaticano, con singoiar splen-
re con plauso generale della curia didezza e magnificenza al principe
romano, che in lui ammirava pro- reale di Polonia , ed all' arciduca
fonda dottrina ed imparzialità. Pao- Leopoldo d'Austria nell'anno santo
lo V lo dichiarò arcivescovo d'A- 1625. Aggiungeremo che in que-
drianopoli in partìbus^e per morte st'anno 27 dicembre, il Papa gli
a'
del Biondi prefetto del palazzo a- spedì il breve Spedata jralernua-
postolico ( non come dicemmo do- tis Urne, che si legge a pag. 3 del
po il Biondi, ma sibbene per morte Sommario di difesa della giurisdi-
di Sanvitale, cui precisamente suc- zione privativa del sacro palazzo
cesse agli II ottobre 1622 per vo- apostolico. Con questo breve Ur-
lere di Gregorio XV, e disimpegno bano Vili deputò il prefetto del
la prefettura sino a tutto il6 feb- palazzo apostolico , colla preserva
braio 1623). Fu poi nominato dell' irregolarità per le cause crimi-
chierico di camera, ed in tal posto nali.
morì nel i636 d'anni sessantaset- Marzio Ginnetti nobile di Velie-
le, lasciando erede universale l'ar- tri, già cameriere d'onore di Paolo
ciconfraternita della Misericordia del- V, da segretario di consulta nel 1626
la sua nazione, che per gratitu- Urbano Vili gli affidò la prefettura
dine nella chiesa nazionale di s. del palazzo apostolico ( l' esercitò
Giovanni ne pose memoria sul se- dal febbraio 1626 a tutto agosto
polcro. 1627), e per sempre piti onorarlo
Berlinghiero Gessi bolognese, dal volle che i prefetti del sacro palaz-
concittadino Gregorio XV fu sur- zo apostolico per l'avvenire, non piti
Urbano Vili eletto a* 6 agosto 1623 cavalcò alla destra del principe Tri-
( occupò la prefettura a tutto di- vulzio. Dopo pochi mesi lo creò
cembre 1624), che nel 1626 lo cardinale (forse lo pubblicò nel se-
creò cardinale. guente anno 1627). Aggiungeremo
Laudivio Zacchia nobile geno- che nella citata Difesa a p. 4 si ri-
vese, nato nei suo feudo di Vez- porta il breve d' Urbano VIU de' 5
MAG MAG 265
febbraio 1626, Spedata tua in gra- settembre 1627, il breve Spedata
vissima, diretto al Ginnetti, del fraternitatis tiiae in gravissimis
medesimo tenore di quello del Zac- hujus, simile a quelli summento-
cbia. A p. 28 poi del Ristretto, si vati, e riportato a p. 5 loco citato.
confuta il Lunadoro, nella Relazio- Fausto Poli venne oc-
di Cascia,
ne della corte di Roma delle an- cupato dal cardinal Barberini nel-
tiche edizioni, per aver scritto: Il la sua azienda domestica, e di-
Papa chiama il maggiordomo mae- venuto questi Urbano Vili, lo fe-
stro di casa, perchè egli non dà mai ce suo cameriere segreto, arcivesco-
il titolo di maggiordomo ad alcu- vo d'Amasia m
y5rtr//Z>«5 e nel 1629
no; così a p. 9 dell'edizione del (in marzo facente le veci di) maggior-
1646. Si dice inoltre, non aver for- domo. 11 Papa in questa qualifi-
za contro la giurisdizione del mag- ca, col titolo di nunzio apostolico,
giordomo, V essersi chiamato sino Io spedì ad incontrare l'infanta Ma-
ai 1626 maestro di casa, eguale ria, sorella di Filippo IV re di Spa-
essendone l'autorità; perchè i mae- gna, e sposa di Ferdinando III cesa-
stri di casa esercitavano la stessa re, che da Napoli dovea traversare lo
giurisdizione contenziosa, ch'eserci- stalo pontificio per recarsi a Vien-
tano i maggiordomi, e vi sono at- na. Complimentò la principessa e
ti coram praefecto sacri pa-
fatti nel nome del Papa le fece il più
lata apostolici, del 1623 e seguenti magnifico trattamento, onde ne ri-
anni, in tempo appunto che denomi- masero soddisfatti tutti; e non mollo
navasi maestro di casa, come stimò dopo (a' 16 luglio 1643) fu creato
la sacra rota nella decisione 291, cardinale. Nella iscrizione del suo
par. 5, recen, in favore di quello sepolcro, si legge Apostolici Pala-
:
decorose legazioni, come di nunzio delle Maestre pie ( Vedi ) sparse nei
agli svizzeri ed in Francia. Innocen- diversi rioni di R.oma, ed Alessan-
zo X ( non alla morte del prece- dro VII a'29 aprile i658 lo creò
dente, ma a'29 dicembre i653) Io cardinale.
dichiarò maggiordomo (in vece nel Folunnio Bandinelli nobile sane-
ruoli del palazzo apostolico trovo che se, dal suo concittadino ed amico
a'29 dicembre i653 detto cominciò Alessandro VII fatto maestro di ca-
ad esserlo), per cui rinunziò il ve- mera e patriarca di Costantinopoli,
scovato (secondo l'Ughelli, ma nei indi nel i658 maggiordomo, rite-
bere, et licite^ et ahsqiie illiiis poetine resse due sontuosi palazzi. Amato
seu irregularitatìs, aut censurae ec- da' suoi e rispellato dalla popolazio-
clesiaslicae ìncursu possis , et va- ne da lui beneficata, morì in Mi-
IcaSy dummodo tamen a senientìa lano nel 17 12. Il corpo fu seppel-
in causa sanguinis per te ipsum lito nella basilica di s. Eustorgio,
ferenda omnino ahstineas apostolica ed il cuore lo lasciò alla chiesa
auctoritaie tenore praesentium cori' abbaziale di Merate, ove il cardinal
cedimus et indidgenius. Durini abbate commendatario nel
Ercole Visconti nobile milanese 1780 pose onorevole elogio.
gli
tutto maggio 171 5), ed a' 6 mag- tribunali di Roma, superata dall'in-
gio 17 16 lo creò cardinale diaco- defessa attività ed energia del pre-
no. Nella iscrizione di sua tomba lato, e sancita a suo favore solen-
si legge : Apostolici pala tii pro- nemente da Benedetto XI 11^ dipoi
praeftcluram. ne parleremo. Questo Papa nel 1728
Nicolo Giudice de' principi di ammise dal prelato la rinunzia del
Cellamare napoletano, da chierico governo di Frascati esercitato dai
di camera e presidente della gra- maggiordomi, e gli restituì quello
scia. Clemente XI nel 17 16 (anzi di Castel Gandolfo, ciò che meglio
nel giugnoi7i5) lo fece maggior- si dirà. Non solo questo maggior-
domo, ed agonizzante lo incaricò domo intrepido fece fronte ai pri-
sottoscrivere la formola di fede, te- mari tribunali di Roma, ma ezian-
mendo che fosse altra carta e per- dio al prepotente favorito cardinal
ciò di qualche sorpresa. Conti- Coscia, che voleva mischiarsi in
nuò a sostenere il ragguardevole po- tutti gli atfari, non che accrescere
sto ne'pontificati d'Innocenzo XIII le spese del sacro palazzo, lo che
e Benedetto XIII, il quale agli 1 forse sollecitò la di lui esaltazione
giugno 1725 lo creò cardinal dia- al cardinalato, ch'ebbe luogo a'23
cono, colla pro-mag-
qualifica di marzo 1729. 11 bel palazzo con
giordomo, che poco tempo esercitò. deliziosa da lui fatto fabbrica-
villa
ripetizione d'oro contornata in bril- lanti con anello simile, e che mon-
lanti ; dal secondo cardinale fu re- signor Avogadro d'am-segietario
galato di sette arazzi di Goblin, basciata, in nome
Papa conse- del
dando al abbate Muia-
segretario gnò all'arciduchessa due quadri, uno
tori, marchese de Rossi ca-
ed al di mosaico, l'altro di arazzo, le
prigionia del Papa, e fino alla sua vree di gala, ed uscendo pel portone
morte avvenuta in Valenza nel de- incontro s. Andrea. La chiesa fu
clinar di agosto1799. Avendo il nobilmente ornata a lutto negli ar-
prelato portato a Venezia l' anello chi delle cappelle. Il cadavere in-
pescatorio, fu da Pio VII creato cassato venne esposto sul letto colla
cardinale a' 28 febbraio 1801, e cappa sopra, ed il cappello prela-
pubblicato a' 29 marzo 1802. tizio appeso alla coltre. Ai qualtia
276 MAG MAG
lali eianvì altrettanti paIurri3tHei Agostino Rivarota nobile geno-
vestiti di nero con banderuole, ar- vese, protonotario apostolico, già de-
dendo numerosi ceri e quattro tor- legato da Pio VII a riprendere nel
cie. Dopo il cauto dell' ufljzio dei i8i4 il governo di Roma a no-
defunti, eoli' intervento de* maestri me della santa Sede, il Papa volle
delle ceremonie pontifìcie, monsi- premiarne gli eccelsi meriti e il
gnor Menochio sagrisla pontificò la suo zelo, agli 8 marzo 18 16, di-
solenne messa accompagnata da*can- chiarandolo maggiordomo, in che
tori pontificii, e vi assisterono in durò sino a tutto settembre 1817,
banchi preparati la camera segreta poiché nel dì seguente lo creò car-
e di onore, e le guardie nobili con dinale diacono, esaltazione che fu
dispensa di copiosa cera. Il cada- accelerata, perchè geloso delle sue
vere fu tumulato nella cappella attribuzioni non andava pienamen-
gentilizia della Madonna di Sa- te d'accordo col celebre cardinal
vona. Consalvi segretario di stalo.
Benedetto ÌSaro nobile romano, Antonio Maria Frosini wohWe di
da chierico di camera e presidente Modena, da pro-decano di segnalit-
delle ripe. Pio VII nel declinar dei ra, Pio VII lo promosse alla carica
cui parlammo nel voi. XXIII, pag. slratla la rosa d'oro benedetta dalla
117, 1 18, I 19 del Dizionario, in- custodia, fu presa in mano dal pre-
sieme ai chirografi riguardanti le fetto delle cerimonie. Introdottasi
guardie nobili, che a questo arti- la nobile comitiva nelle interne ca-
colo riportammo. Fra i sovrani che mere, sua Maestà la regina si fece
furono in Roma in detfo anno san- incontro a monsignor maggiordo-
to, qui nomineremo la regina Ma- mo, il quale stando a destra del
ria vedova di Saidegna colle reali medesimo prefetto, alla cui sinistra
stico e referendario delle due se- nunziò nel i836. Dipoi lo dichia-
gnature, indi ponente di consulta ,
rò nel giugno 1 839 arciprete della
t nel 1822 deputato de' monasteri basilica di s. Maria Maggiore, e
di Roma, e continuò ad esserlo sino nel novembre segretario de' me-
al cardinalato con beneplacito dei moriali, avendolo già fatto protet-
Papi. Istituita Leone XII con
da tore della comune di Mazzano nella
suo moto- proprio una congregazio- diocesi Nepi e Sutri. Morì nel
di
ne per l'economia de* sacri palazzi palazzo Quirinale d'anni settanta ai
apostolici, ne fu fatto segretario, 28 aprile i845, lodandolo il nu-
come altresì uno de' deputati alla mero 34 del Diario di Roma per
commissione degli ospedali. A* i5 le eminenti sue cognizioni nelle
dicembre 1828 Leone XII lo no- scienze sacre profane , e per
e
minò suo maggiordomo, e lo fu in la sollecitudine con cui occultamene
Ire pontificati. Dappoiché morto te accorreva a sollevare dalle an-
Leone XII a' io febbraio 1829, gustie gì' indigenti. Il cadavere fu
divenne governatore del conclave esposto nella chiesa di s. Marcello
in cui fu eletto Pio VIII; e pas- pei funerali, cantando la messa il
salo questo agli eterni riposi a'.3o cardinal Ostini camerlengo del sa-
novembre i83o, di nuovo fu go- cro collegio, e secondola sua testa-
stando il cappello prelatizio l' epi- felli del palazzo apostolico da lun-
lati di fiocchetti,
con essi incede e delegatus, et caput pontificia».- fa-
nelle processioni, tranne il governa- miliae super omnes praecedentiani
tore che precede il Papa. JVella so- habet ". Altretlanlo erasi già pra-
lenne cavalcata fatta da Urbano VII 1 ticalo ne'funerali fatti celebrare tla
vito , alla Lavanda delle mani ziani; e di Clemente XIII nel 1758,
(Vedi) del Papa; più si dice che in cui dopo i vescovi assistenti al
» Magister domus, et magister soglio cavalcarono l'uditor della
aulae, sive scalcus, baculos in ma- camera, il tesoriere ed il maggior-
iiibus tenentes, in habitu statui suo domo seguiti dai protonotari apo-
condecenti deducunt procuratores stolici; così1769 per Clemen-
nel
ferculorum coopertorum ad Papam te XIV. Nel 1775 per Pio VI, es-
tantum, aliis vero detecla, et simi- sendo arcivescovo, prese luogo fra
litcr vinutn ". Abbiamo osservato i vescovi assistenti al soglio. Ben-
nelle citate relazioni, che negli al- ché quella di Pio VI fu l'ultima
tri possessi per le cavalcate i pre- solenne cavalcata , tuttavolta iu
fetti del palazzo apostolico non parte si fece nel 1801 pel possesso
sono espressamente nominati, ma si di Pio VII, che pel primo lo
devono intendere compresi tra quelli prese in carrozza come fecero i
che cavalcavano al luogo che lor successori, in cui dopo gli aiu-
competeva. IN'ou viene nominato il tanti di camera a cavallo , e la
maggiordomo neppure nel i644 portantina o lettiga pontificia, suc-
in quello d' Innocenzo X, in cui cedevano pure a cavallo monsi-
chiaramente si dice, che cavalcaro- gnor Giuseppe Gavotti maggiordo-
no l'uditore della camera /e il te- mo, in mezzo ai monsignori Gre-
soriere; ne in quello del 1691 per gorio Bandi arcivescovo di Edessa
Innocenzo XII, ad onta che si no- elemosiniere, e Giacomo Boschi ve-
ni inino detti due prelati: vero è
i scovo di Bertinoro , seguiti da al-
però che il maggiordomo d'allora tri arcivescovi e vescovi assistenti
essendo arcivescovo avrà cavalcato al soglio. Nel possesso preso dal
tra gli assistenti al soglio. La pri- regnante Pio IX agli 8 novembre
ma volta dunque che il maggior- 1846, ebbe luogo la cavalcata co-
domo viene nelle relazioni de'pos- me per Pio VII, tranne alcune
sessi espressamente nominato, è in particolarità ;
quindi dopo la let-
nitenziere maggiore [Vedi), (ne par- intimi e più distinti famigliari dei
lammo pure nel voi. XXVIII, p. Papi ; prima godevano copiosa la
52 e seg. del Dizionario), inceden- parte di palazzo, cioè pane, vino,
do in mezzo ai vescovi assistenti al cera, olio, aceto, legna, sale, ed al-
soglio, intervenendovi pure diversi e cibarie per que-
tro; servi, cavalli
cubiculari palatini. A detto artico- sti. Quello di Paolo IV avea no-
lo si dice pure delle cavalcate a ve porzioni di pane e vino, e quat-
cui intervennero i maggiordomi tro cavalli dal palazzo apostolico,
colla famiglia pontificia, nelle pom- e in diversi pontificati ebbero il com-
pe funebri di principi reali, so- panatico; al presente ha annui scu-
vrani e regine morte in Roma, ed di duemila quattrocento. Quanto
in quella dellaSpagna regina di alle cosi dette parti di palazzo,
nel 1819 v'intervenne monsignor essendo esse ridotte a pane e vino,
Frosini. Clemente XII nel 1735 per vicende de' tempi, anche que-
le
fece celebrare solenni funerali alla ste vennero abolite con chirografo
regina d'Inghilterra Maria Sobie- di Pio VI del primo luglio 1797.
ski, allidandone la sopraintendenza Di queste parli ne parlammo a
a monsignor maggiordomo, come Famiglia Pontificia, massime alle
si ha dal numero 2729 del Diario p. 64> 94 6 95. Solo qui diremo,
di Roma. Anche nelle Cavalcate che le somministrazioni di pane e
degli amhaiciatori ( Vedi) v'in terve- vino erano proporzionate alla di-
nivano i maggiordomi colla fami- gnilà ed uffizio delle persone, e le
glia pontifìcia , cioè le tre classi fruivano non solo tutti i cardinali,
de' cappellani comuni , camerieri ed i vescovi assistenti al soglio che
extra, e scudieri del Papa. I mag- dimoravano in Roma, ma ancora i
queir articolo e nei relativi, oltre i parenti del Papa, e più antica-
il descritto al volume VII, pag. mente gli ambasciatori e rappre-
3i del Dizionario, ed in altri luo- sentanti de' sovrani, al modo che
ghi ; come pure assisterono colla notammo ai singoli luoghi. Finché
faniiglia pontificia ad altri funera- simili ^arti di palazzo esistettero,
li, come 1717 a quelli fatti
nel il cardinal segretario di stato par-
celebrare Clemente XI al pa-
da tecipava monsignor maggiordo-
a
triarca Riggi (numero 112 del mo tutte le promozioni di car-
Diario di Roma), e nel 1725 al dinali, prelati ed altri che gode-
vescovo di Gravina Lucini ( uu- vano siiiatte parti, acciò li metles-
adS MACx MAG
se nel loro ruolo; quindi il mag- «petto ai prezzi, con la distinzio-
giordomo ne ordinava l' cfrellua- ne delle loro (pialit^. L'editto poi
zione al computista di palazzo, al è uno dei soliti bandi che pubbli-
<|uale ordinava pur segnare in ruo- cavano i prefetti del palazzo apo-
lo tutti nominati da lui per ordi-
i stolico sulla cantina di t{uesl(). Da
ne del Papa a qualche impiego pa- esso rilevasi, che ninno poteva com-
latino partecipante o d'onore. Quan- prar vini ne' castelli e luoghi dei
do poi arrivavano in Roma cardi- dintorni di Roma, come Albano,
nali, vescovi assistenti al soglio e Genzano , Monte Por/Zio Monte ,
prelati che doveano fruire nella loro Compatri, Colonna e Civita Lavi-
residenza nella capitale la parte di nia, prima che detta cantina se ne
pane e vino, subito mandavano al fosse ben provvista per la solita di-
maggiordomo o al computista dichia- stribuzione delle parti, per cui i
razione del loro arrivo, acciò venis- ministri palatini solevano fate un
sero registrali nei ruoli delle parti. giro per detti castelli e luoghi, e
Clemente XI decretò, che quelli che fare le scelte de'vini; minacciando-
godevano più parli dovevano ri- si ai trasgressori la perdita del vi-
ceverne una sola, cioè quella che no e dei trasporti, pene pecunia-
gli rendeva maggior quantità di rie ed afflittive, ed a tale elFetto l'e-
cose. Rinnovatosi l'abuso di voler ditto si affiggeva in Roma o- nei
profittare di più parti, per diverse mentovati castelli e luoghi . Pio
rappresentanze. Benedetto XIII ripo- VII nel 1800 confermò l'abolizione
se in vigore il disposto da Clemente delle parti di palazzo, e soppresse le
XJ, con decreto de'2 7 gennaio 1726. franchigie della cantina, di mola,
Pei nipoti di Clemente XI e Cle- di forno, ed altre.
mente Xlir, camerieri segreti e in- Il maggiordomo, col maestro di
sieme chierici di camera, ebbero am- camera, accompagna il Papa ovun-
bedue le parli. Nel sum mentovato que recasi colla camera segreta, in
Sommario a p. a i e 23 sono ri- veste prelatizia, prendendo la destra.
portati la notificazione de' i6 di- Egualmente incede col Pontefice iu
cembre 1721 maggiordomo del
del carrozza nei treni di città, ed in
la cera net di della Purificazione: riceve in cima alle scale sulla por-
alcuno anche al maggiordomo fa ta della sala che precede quella
una particolare obblazione di ce- pontificia, col medesimo accompa-
ra.Dal maestro di camera il mag- gnamento de' nominati soggetti.
giordomo riceve l'invito per le fun- Dicemmo già che il maggiordo-
zioni straordinarie nel palazzo apo- mo ha la sopraintendenza alle cap-
stolico o fuori di esso, per Tesarne pelle pontifìcie^ ed alle funzioni che
dei vescovi, pei concistori, e con- celebra od assiste il Papa, così sui
gregazioni che si adunano nella mat. ministri e addetti alla cappella.. Nel
VOL. XLI. '9
290 ^ MAG MAG
ol. VIH, pag. 38 del Dizionario assii>tcnti soglio
al che se questi ,
si disse come Pio VI avendo nel sono in paramenti sacri vanno al-
1798 soppressa la carica di pio- trove prececU'M(l(j
il Papa), tranne
teltore della cappella , il collegio ilgovernatore che precede il Papa,
de' Cantori (Itila cappella pontifi- e con essi riceve dalle mani del
cia (P^edi) (de' quali pur trattasi Papa le candele, le ceneri, le pal-
a p. 143 loco citato ed altrove) me e gli Jgnus />e/ benedetti (per
Io sottopose alla giurisdizione giu- ricevere i forestieri od altri tali cose
diziale ed economica dei maggior- occorre il biglietto del maggiordo-
domo, il quale presiede ai concorsi mo, il quale li rilascia pure per
pel cantorato, al modo che ivi si ammettere le signore ne' palchi per
dice. Di quella giurisdizione che le principali funzioni, come meglio
sul collegio già aveva attribuito ai si disse a' loro luoghi ). Siccome
maggiordomi Clemente XIII, si può spetta al governatore di Roma con-
\edere il § i3 della bolla Cimi segnare decanoal tre i ceri e le
retinendìf de' 3i settembre 1762, tre palme onde offrirle al Papa ,
Bull. Ront. Conti nuatìo tom. II, p. in di lui mancanza appartiene tale
3o6. Quando i Papi intervenivano azione a supplirsi dal m.jggiordo-
in sedia scoperta alle cappelle e mo. In assenza del Pupa la can-
funzioni del palazzo apostolico, il dela e palma, senza baciarle, il
la
maggiordomo cogli altri del nobile cardinale decano le riceve dalle ma-
seguitoli accompagnava a cavallo: ni del maggiordomo, il quale gliele
ora incede in carrozza con loro dà stando a lato del vangelo presso
ne' treni di città, o li segue nella il cardinal celebrante, che poi in-
seconda carrozza in quelli nobili. comincia a distribuirle agli altri
In cappella siede dopo i tre prelati cardinali ec. 11 maggiordomo fa le
di fiocchetti, e prima de' vescovi non veci del governatore nel consegnare
assistenti al soglio, e de' patriarchi, al cardinal diacono, pel cardinal
arcivescovi e vescovi assistenti al celebrante gli Agnus Dei, assente
soglio, se questi per non essere inter- ilPapa ; ciò meglio dicesi al voi.
venuto il Papa alla funzione, in vece XXXII, pag. 3o del Dizionario,
del banco appresso al trono debbo- Nel suddetto voi. Vili, pag. 298,
no prender luogo dopo prelati di i parlando de' tredici individui che
fiocchetti. Questi ultimi però cedono fanno da apostoli nella lavanda e
ai vescovi d'ogni specie quando sono mensa del giovedì santo, si disse
in paramenti sacri. Se il maggiordo- a chi spetta nominarli ,
quelli che
mo è arcivescovo assistente al so- nomina maggiordomo, che inoltre
il
glio può prender luogo fra essi; deve approvar tutti e nominar pu- ,
mo pure delle altre tavole che fa- tano degli svizzeri, i cappellani co-
ceva in tali giorni imbandire il muni, gli scudieri, camerieri extrai
avevano luogo tutti i nominati per- levano fare nel mercoledì santo per
sonaggi e cubiculari alla cavalcata, la Pasqua, e nelle vigilie dell'As-
egli v'incedeva al modo suindicato, sunta, Ognissanti e Natale alla no-
quindi dal sotto-foriere faceva ren- bile famìglia pontifìcia laicale, oltre
dere conto al maggiordomo della se- quella del giovedì santo per la fa-
guita visita; non potendo il maggior- mìglia nobile ecclesiastica, che fa in
domo per essa deputare altro pre- vece il maestro di camera, se il
lato. L'ordine della cavalcata era cardinale prò- maggiordomo era dia-
il seguente. Il capitano degli sviz- cono, lo comunicavano, assumendo
zeri' co' suoi soldati, due mazzieri, il cardinale sugli abiti cardinalìzi la
il maggiordomo con alla destra il stola, come si legge nel num. 4^9^
foriere maggiore, ed alla sinistra il del Diario di Roma del 174^, ne
ceremoniere a due a due i cappel-
, parlammo in più luoghi, ove pur
lani comuni in sottana e mantellone dicemmo che contemporaneamente
di seta (questo di tal drappo per pri- in altra cappella la somministra un
vilegio glielo concesse Pio VI) pao- cappellano segreto all' altra fami-
MAG MAG 293
glia. Fino alla Pasqua 1846 soleva greti ( uno de* quali disse prima
fare la comunione alla nobile fa- della comunione il Confiteor) meri' ^
tutta la sua famiglia domestica, quale inoltre gli die a baciare l'e-
non solo si degna di fare altret- vangelo e la pace. Il Papa colla
tanto colla famiglia domestica pon- detta famiglia ascoltò quindi la
tificia^ ma nella vigilia della festa messa d' un cappellano segreto (ar-
dell'Assunta 1846 volle sommini- dendo quattro candele all'altare e
strare la ss. Eucaristia nella cap- sei pel Papa) , e servita da un
pella dell'Annunziata o Paolina del chierico segreto. Tutti poi inomi-
Quirinale, eh' è diversa dalla gran nati famigliari passarono nelle stan-
cappella Paolina dello slesso pa- ze del maggiordomo a prendere la
lazzo, cioè alla famiglia nobile pon- cioccolata e le granite. A'3i otto-
tifìcia. accompagnato dal
Pertanto bre, vigilia d'Ognissanti, il regnan-
maggiordomo, maestro di camera, te Pontefice, nella stessa cappella
e dalla camera segreta, il Papa ve- tornò ad amministrare la santa
stito di stola, mezzetta e rocchetto si comunione alla famiglia nobile (com-
portò in detta cappella. Fu assisti- preso un cappellano segreto non
to all'altare dall'elemosiniere, dal sacerdote), venendo assistito da
sagrista, dal prefetto delle ceremo- monsignor sagrista e da monsignor
nie, e dai cappellani e chierici se- Trucchi vescovo d'Anagni.
294 MAG • MAG
Il diarista Cecconi contempora- state delle casse, ponendosi in mez-
neo, descrivendo come fu traspor- zo i due del capitolo ed arciprete
talo dal Quirinale al Valicano il di 8. Pietro; e ciò secondo la con-
Castel s. Angelo (Fedi)j una delle carico, nel qual tempio esercita la
chiavi delle catene di s. Pietro o giurisdizione criminale, senza per-
sacri vincoli, che sono nella 'Chiesa ciò ledere la gimisdizione del car-
di s. Pietro in Finculis, come di- dinale diacono della medesima chie-
cemmo a queir articolo ; ed una sa. Clemente XIII col molu-proprio,
delle chiavi del ciborio o taberna- Ancorché i sonimi Pontefici, de' 4
colo che sovrasta V altare papale agosto 1761, presso il Bull. Rom.
della basilica lateranense, ed ove Continuntio^. 259, riguardante la
sono riposte le teste de* ss. Pietro biblioteca vaticana, i cui uffiziali
e Paolo: nel 1649 già i maggior- ministri ed addetti sono nel ruolo
domi erano in possesso di questa del palazzo apostolico, incaricò il
pa, e per la festa de' ss. Pietro e nale, sostituto processante, notaro
Paolo, oltre a tre medaglie d'ar- criminale, procuratore, notaro ci-
gento ne avea tre d'oro, sebbene vile e sostituto, otto; agli scopatori
la detta festa cadesse in sede va- segreti del Papa ossia intimi fami-
cante : di questa dispensa di me- gli di esso, otto; alla cucina se-
daglie ne facemmo cenno nel voi. greta cinque, credenza segreta quat-
XXII I, p. 92 e 93 del Dizionario: tro; ai tredici palafrenieri e dodici
attualmente ne ha dieciotto d'ar- sediari, venticinque; loro decano e
gento, che comprese quelle che di- sotto decano quattro ; ai facchini
stribuisce , anco pel maestro di ca- di camera due ; alla scuderia ven-
mera, ne riceve dalla zecca mille titré; al conservatorio della divina
go sui prelati palatini. Però quan- sellala sliniulati) genus militiae pe-
to alla direzione dell'azienda del destris, non equestris, ut vult Ma-
palazzo apostolico, maggiordo-
pel crus in Ilierolexico (e nella Not.
mo supplisce il foriere maggiore de voc. ncque compositae ex
eccl.),
mus dicilur fuisse Melchior, se- strava ancora col lume divino le
nexetcanus, barba prolixa, et ca- loro menti, ed eccilavali a cercare
pillis, aurum obtulit regi Domino. Cristo novellamente nato.
Secundus nomine Gaspar juvenis ,
All'articolo Innocenti (ss.) si disse
imberbis, rubicundus, tliure, quasi come Erode, avendo appreso dai
Deo oblalione digna, Deum hono- Magi ch'era nato tra giudei il Mes-i
rabat. Terlius fuscus, integre bar- sia, temendo di essere spogliato del
rham filium hominis moriturum Magi nel tornare alle loro case
professus est ". Il Sarnelli nel t. fecero altra strada, e così delusero
V delle Lett. eccL ci diede la lett. Erode che da loro voleva sapere
Ili: Qiial fosse la profissione dei notizie del nato Gesù. All'articolo
Magi che vennero dall' Oriente ad Incenso (P'edi), dicemmo dei doni
adorare il nato Signore
ed il p. ; che offrirono con oro, incenso e
Menochio nel t. I delle Sluore mirra: come gli antichi artisti li
trattò nel cap. LXXIX: Chi fossero rappresentaiono, anche nell'offrire i
li Magi che vennero ad adorare doni, ne discorre il Buonarroti ,
Cristo, e da qual paese venissero. Ossero, sui vasi di vetro p. 68 e
Il numero de 'Magi è fissato a tre, seg. Parlando di questi doni il
e vennero d' orienle, dall' Arabia Piazza neW Emerologio di Roma
deserta o dalla Mesopotàmia. L'o- a'6 gennaio, dice che i ss. re Ma-
pinione più comune è che arrivas- gi recarono al divino Infante le
ciascuno de' tre Magi dasse oro Eustorgio , il quale li aveva rice-
incenso e mirra il che pare che , vuti dall'imperatore, in occasione
convenga meglio al mistero, per- ch'erasi portato in quella capitale
chè ciascuno conosceva e professa- coi legati de'milanesi, affine d'im-
va che Cristo era Dio, re e mor- petrare dal sovrano l'assenso di
tale. Essi furono le primizie de'gen- entrare al governo della chiesa
tili, cioè i primi adoratori di Ge- milanese a di cui pastore era sta-
sù fra i gentili, come degli ebrei to eletto dai cittadini. Il santo ve-
furono i pastori; e la festa della scovo Milano una chiesa,
eriesse in
Epifania {^Ptdi), fu pur chiamata detta poi dal suo nome Eustorgia-
la festa dei re. JN-el Presepio {P^e- na^ nella quale collocò decentemen-
J/), lappresentandosi il nascimento te le preziose spoglie. Il p. Fuma-
di Gesù, si rappresenta pure l'a- galli nella Sopra il
dissertazione:
dorazione che ne fecero i Magi. primo trasporto a Milano de'cor-
Alcuni credettero che fossero del pi dc'ss. Magi, ci dà ampie notizie
numero degl'incantatori e malefici, intorno a tale trasporto, ed alle
o astrologi o sia filosofi de' quali diverse opinioni degli autori sull'e-
parliamo all'articolo Magia e Maghi. poca del medesimo, e sulla erezio-
Altri li fecero discendenti dai fi- ne della chiesa di s. Eustorgio.
gliuoli di Abramo e di Cetura Fu poi nell'eccidio di Milano nel
ai ^\bramo diede doni, cioè
quali 1 162, sotto l'imperatore Federico
oro, incenso e mirra , doni che I, che vennero involati i corpi dei
renza aveano per essi, che loro telle, che i giudici solevano farli
3o4 MAG MAG
troncflre a quelle che credevano una grandissima rassomiglianza col-
incantatrici ), secondo gli scrittori la religione di Zoroastro, nel qua-
francesi dovette esistere nelle Gal- le però il dio Mithra figlio d' O-
lie da tempo immemorabile. I gal- romaze, incaricato della direzione
li avevano cerlamenle loro drui- i del sole e del governo del mondo,
di qUe cacciavano demoni, e co- i mediatore tra Oromaze e gli uo-
mandavano agli spirili aerei; ma mini, era l'oggetto di una speciale
questijcòme dicemmo ni loro luo- adorazione.
go, erano sacerdoti, sagrificalori Prevedendo il principe degli a-
astrologhi e medici, come lo erano posloli s. Pietro le future eresie, e
i caldei succennali presso i babi- volendovi provvedere, convenne co-
lonesi ; vero è però, che com pone- gli altri apostoli, prima di divider-
vano preservativi contro gli incan- si per la santa predicazione del
ti e i sortilegi. I franchi che an- vangelo, ed unitamente stabilirono
darono a stabilirsi nelle G'allie, vi quella confessione di fede, che di-
portarono le loro superstizioni, am- cesi Credo. Formati gli articoli
mettendo l'esistenza defifli stregoni della cattolica credenza, convenne
o de'mnghi, e il potere de'demoni, a s. Pietro scendere in campo con
dall'aria; e furono tanti i suoi di- bri della magia, e punivano coloro
scepoli che in Efeso s. Paolo con- che li tenevano, pure l' imperatore
verti tanti maghi, che la sacra Adriano se ne dilettava, così Mas-
Scrittura computa il prezzo de'loro senzio "ed altri imperatori gentili;
libri abbruciati essere asceso a della crudele persecuzione fatta alla
cinquantamila denari. Scolaro di chiesa d'Alessandria, ad istigazione
tal maestro fu Simon mago (Fe- d' un mago ; che contro di essi re-
magica, ed Onorio che sei maghi non labria, per professare la negroman-
avessero bruciato in presenza dei zia. Benedetto XII invitò Edoar-
vescovi tuttii loro libri che trat- do III re d' Inghilterra a procedere
tavano di magia, fossero cacciati da contro alcuni scelleratissimi maghi,
Koma e da tutte le città, dappoi- che proferivano ori-ende bestemmie
che la magia avea preso gran vi- e sagrifìcavano ai demoni. Veuce-
gore sì neir oriente che nell* occi- slao re de' romani, per essere stato
dente. Nel 5o4 Teodorico re dei troppo familiare coi maghi , per
goti, comandò che fossero puniti i giudizio divino fu privato dell' im-
maghi, ed il mago Basilio fu arso; pero. Nel 1 5o I Alessandro VI ful-
e nel 595 un mago in
essendosi minò gravi pene contro la magia
Francia spacciato per Gesù Cristo, propagatasi principalmente in Ger-
venne ucciso. Nel 687 per la mor- mania ed io Boemia, ove si chia-
te del Papa Conone, insorse l'anti- mavano fossari coloro che V eserci-
papa Pasquale arcidiacono, che con- tavano. Abbiamo ancora dal Rinal-
vinto di magia , fu degradato e di all'anno i52 2, nuna. i5, che la
cacciato in prigione ove morì im- peste Roma, e siccome non
afflisse
( Vedi ), che narreremo alla sua Tartarotti, il Maftèi nel 1749 pub-
biografia con malie e sortilegi
, blicò in Verona una lettera , ì'^r-
principalmente ordito da Giacinto te magica dileguata , in cui di-
Centini per appianare la via al chiarò incoerente la dottrina del
pontificato del suo zio cardinale ; Tartarotti.Dice che non vi è ma-
i rei furono parte decapitati, im- gia, nesono streghe, bensì ma-
vi
piccati, poi bruciati, altri condan- ghe diaboliche, sebbene duecento
nati in galera. Benedetto XIV con anni prima del Tartarotti similmen-
decreto della congregazione del s. te pensò Giovanni Wier nel suo
offizio, de' 5 agosto i 74^ , dichia- libro De prestigiis daemonum, et
rò le pene contro quelli che si a- incantationibus. Perciocché, se nelle
busano del sagrifizio della messa stregherie egualmente che nella ma-
per fare sortilegi o indovini per gia intervengono cose prodigiose, e
caso. 11 Muratori nelle Disseri. del- queste per opera del demonio, l'es-
le antich. ilal., diss. LIX: De' semi senza loro è r istessa, e tutte k
dtlle superstizioni ne' secoli scu- dilferenze che possono allegarsi
ri deir Italia^ parla della magia an- sembra che siano arbitrarie. A que-
ticamente professata e condannata. sta controversia appartiene altresì
Grande contesa sollevossi tra gli un ragionamento del p. Giorgio
eruditi in Europa al cominciare dei Gaar gesuita, fatto avanti il rugo
passato secolo, sul punto, che f|ua- di Maria Piena ta strega abbruciala
bmque magia dovesse credersi ces- in Erbipoli a' 21 giugno 1749» e
sata dopo la venuta di Cristo, e in quest' anno pubblicato a Verona
couiparvero su quest' argomento o- tradotto dal tedesco in italiano, e
pcre piene della più profonda dot- fornito di annotazioni critiche, per le
trina. Tra questi scrittori si distin- quali si cercò di togliere al ragio-
sero il celebre de Haen, che pre- namento la forza, che potrel)be
tese annichilala la magia, e gl'ita- avere provar l' esistenza delle
a
liani Tartarotti, Carli, Malfei, Lug- Streghe ( Vedi). Quindi il p. Lug-
giato, Preati ec, ma la controver- giato o Luziato dell'oratorio, colle
sia non fu terminata. Dei secondi Osservazioni sopra f opuscolo che
daremo un cenno, trattandone il ha per titolo: Arte magica dile»
Zaccaria nella Storia letteraria d'I- guata, Venezia 1750, credette di
lalìa, t. Il, p. 64, l. HI, p. 146, poter rimettere in essere l'arte ma
t. V, p. 4^3. L'abbate Girolamo gica dal Maffei dileguata, fi Zac-
Tartarotti, Dd congresso notturno caria non solo dà ragguaglio della
3o8 MAG MAG
lettera del marchese, ma vi ag- la bella Dissertazione di Costan-
giunge le risposte del filippino, con tino Grimaldi^ in cui s' investiga
qualclie sua riflessione. Anche Bar- quali sieno le operazioni che di-
tolomeo Melchiorri entrò nella que- pendono dalla magia diabolica, e
stione della magia, cioè nel punto quali quelle che derivano dalla
che riguarda le leggi sugli omicidiì magia artificiale e naturale, e qual
commessi con sortilegio, con Dis- cautela si ha da usare nella mala-
sertazione epistola re^ Venezia 1750. gevolezza di discernerle, Roma 1751.
Convenne esso pure contro il Tar- Mentre credevasi la magia dilegua-
tarotti, che non possa chi ammet- ta, essendo ancora gli eruditi caldi
te la realità de' maghi negare V e- della disputa, nel 1751 dai torchi
sistenza delle streghe; fa l' esame veneti usci: Uarte magica dimo-
delle leggi contro i maghi e le strata, dissertazione di Bartolomeo
streghe, ed insegna ai giudici il mo- Preati vicentino. Abbiamo in essa
do onde determinare con sicuiezza un articolo sulla magia in genere,
i rei che sono contaminati di così un altro sulla scienza del demonio,
inique scelleraggini, acciò non siano ne segue uno della possanza del
soverchiamente creduli e corrivi a demonio, e particolarmente l'auto-
condanne, che potrebbero talora es- re si stende a provare, che come
sere ingiuste. In difesa dell' impu- dice Cesare Carena: m I demoni
gnato libro del MafFei, l'arciprete possono con ogni prestezza trasferi-
d. Antonio Fiorio veronese, nel re da luogo a luogo corpi degli i
libro intitolato : Replica alla rispo- frenesia attribuisce vari effetti cre-
sta intilolata arte magica distrutta duti da altri malefici. Risponde nel-
di un dottore sacerdote veronese, r ultimo articolo alle obbiezioni di
Verona 1751. Un altro anonimo, quello quale dileguò 1' arte ma-
il
e più esteso che non (jnello che loro mat,slri di cavalieri, i censori,
ha al presente. In questo modo gì' interregii , i triumviri, i tjuin-
volevauo gli antichi far compren- queviri ec. , de* quali ,
parte li do-
dere, che magistrato era quello desciiviamo ai loro articoli, parte
principalmente che avea il diritto in quelli relativi o in quelli clie
di comandare, quello che veramcn- sotto altra denominazione li suc-
te investito era di un potere le- cessero. Alcuni magistrati Kuono
giltimo nella pubblica amministra- patrizi,- altri plebei, altri misti. Sì
2Ìone, o che incaricalo era, tal- divisero i magistrati in maggiori e
volta da solo, talvolta sotto l'au- minori secondo le qualità; alcuni
tori là del sovrano, delle principali pei* distinzione aveano la sedia
cure civiche e politiche. Vi sono curale ed altre prerogative, Secon-
magislrati dell'ordine legislativo ,
do i luoghi vennero chiamali i
far menzione a" loro luoghi. TI Ri- profonda cognizione del diritto e
naldi notò, che i magistrati roma- della giurisprudenza, perfezionata
ni solevano in ogni luogo parlar con uno studio continuo e con
latino; che T imperatore Adriiino una grande esperienza degli affari;
rinnovò ed accrebbe i magistrali di una meravigliosa sagacità per
palnlini che magistrati doveano
; i scuoprire le verità anco in mezzo
intervenire ai concilii per esservi alle artifiziose tenebre della menzo-
ammaestrati , e che i magistrati gna, e di una incorruttibile fer-
divennero venali nell'impero. Dice mezza per difenderla contro l'au-
pertanto all'anno 6o4, mun. 66 torità di quelli che vorrebbero
e 67 : era la repubblica giunta a opprimerla'; di un assoluto disinte-
tale miserabile stato, che non si rtsse ; di molta attenzione, vigilan-
davano le magistrature se non per za ed attività per non lasciarsi
nella solenne riforma die se ne fe- tuata nella Lìdia, al piede del mon-
ce di mitlti dal senato romano. te Sipilo, al confluente dell'
Hyllus
Era poi così particolare la su- o Phrygius nell'Haemus. La vitto-
perstizione verso di questa Diana ria che romani riportarono sopra
i
è cerio e forse si confuse per es- nika o Mansa, città della Turchia
sere Alabando patria del nominato asiatica nell' Anatolia, capoluogo
architetto. L' antica Magnesia era del sangiacato di Sarukhan. E cin-
in luogo diiferente dalla posteriore, ta di mura e difesa al sud da un
dov'era il castello di Leucofri, ed vecchio castello. Vi «omo molte mo-
i magneti ebbero le loro medaglie, schee, fra le quali si distingue quel-
come eruditamente dimostra il Buo- la di Kasr-Sultani ; due chiese gre-
narroti ne'suoi Medaglioni, dicendo che, una armena, e tre sinagoghe.
che fu sua colonia Antiochia di Pi- Divenne rinomata specialmente per
sidia. Magnesia fu una delle tre le miniere dì calamita che si tro-
dttà che Serse diede a Temistocle, vano nei dintorni ; questo minera-
e dicesi rovesciata da un terremo- le prese da questa città il nome di
lisabetta, Ui quale felicitolla per aver II, p. 296. Fedi Cantici ed In-
credulo alle parole (Ic.iratigelo Ga- Ki. Scrìssero sul Magnifu'at: Iaco-
briele, prouuuiiò allora il cantico : po l*eierii , Exfmsifio in cantica
Magnificat anima mea J^ominum, offìciaLia Benedictus,
Magnificat ,
soltanto Yerso l'anno 5o6, perchè in vale r\V Illustre (Vedi), uno dei
quel tempo s. Cesario dVArles ed tre titoli di prima classe, e si usa-
Aureliano di Idi successore, cora- va da loro col questore del sacro pa-
|>onendo una regola monastica, pre- lazzo, detto pure Magnificenlis sinw,
scrissero ai monaci di cantare que- ch'era come il gran cancelliere di
sto cantico sublime ed edificante, Francia, col prefetto del pretorio, coi
carato dalla sacra Scrittura e ispi- maestri delle milizie, e con altri co-
rato dallo Spirito Santo; se pure spicui pervenne a tale
ministri ; e
non è pili antico. E nolo che s. splendidezza, che si reputò propor-
Paolo invitò i fedeli di eccitarsi vi- zionato anche ai personaggi rivesti-
cendevolmente alla pietà cogl* inni ti della dignità reale, come si ha
e cantici spirituali ; e s. Ignazio che nel Brissonio, DeVet- formulis. Il
successe più da vicino agli aposto- tori nel suo Fiorino d'oro p. i5\
li, ne stabilì l'uso nella chie^^a d'An- ha notato, che il titolo di Magnìfir
tiochia. Dcvesi quindi presumere, che co, non solo fu dato anticamente
nel cantare si dasse la preferenza a agli imperatori vittoriosi Valenti
quei che trovavano nella Scrittu-
si niano, Valente ed altri, ma che
ra sacra, poiché si cantavano i salmi; anche dopo si dava alla nobiltà più
ma il Magnificat per ogni riguar- distinta. Il eh. Del Bue nel suo dot-
do deve essere preferito a quei del- to Discorso delV origine deW araldi'
l'antico Testamento. Il Magnificat ca, parlando del predicato di Ma^
fu chiamato il cantico evangci'co o gnifico e molto Magnifico ^ dichia-
concentus evangelii, come può veder- ra che tal predicato di magnifico
si nel p. Mabillon ad vit. s. Arnul- col quale onoravasi ne' tempi ad-
più in saec. VI Bened. p. 55o, et dietro le persone cospicue, altro
ini. VI sept. p. 5i2 e 5i4; Car- non significava che uomo di sin-
3i6 MAG •
MAG
golar magnìGceniu, e tanto da tut- gnifìcì Alberti de Piis de Sahan-
ti a f casi per glorioso, che non dia Carpi, Nel i473 e i474j
tributavasi se non a'principi ed e- Ma^nificus d. Jacohus de Picco-
vox^ ed i doveano acquistarselo
re lominibusj e nel catasto di Sah-
col proprio valore. Onoranza e di- età sanctorum, Pro rìiagnifica d.
gnità, scrive il Saderino , recava il Si'Ci'a maire illastris. principis d,
nova, non che i marchesi, conti e IH, p. 44 diporta altri autori che
baroni dell'impero. Il gran maestro ne trattarono. Abbiamo inoltre di
deU'oi'dine gerosolimitano decora- Jo. Laur. Mosheira, O ratio de ti-
tasi del titolo di magnifico nel se- tulo Magnifici, inter ejus Comment.
colo XV. In progresso di tempo il et Orat. Hamburgi i^j^i.
titolo di magnifico si die ai nobili MAGNO (s.), vescovo e martire
di primo ordine, ed il molto ma- in Iscozia. Regnando Duncano re
gnifico, come superiore al sempli- di un'armata di norvegi
Scozia, ,