Moroni. Dizionario Di Erudizione Storico-Ecclesiastica Da S. Pietro Sino Ai Nostri Giorni. 1840. Volume 41.

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^ /-e^

DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
Ai PRINCIPAII SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEtìni SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELIA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA ,PATRIARCALI
ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
,

AI RITI, ALLE CÉREMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI , CARDINALIZIE E


PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, KOM
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MOROJNI ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VCL. XLI.

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCXL VI.
^s.^ ?>
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO -ECCLESIASTICA

M
MAC MAC
Cenni storici della città vescovile te dal consiglio, onde dar como^
di Macerata. do ai crescenti cittadini di fabbri *
carvi le abitazioni. All'intorno del
suo recinto apresi amenissima via
M..acerata giace in elevato colle, che serve di pubblico passeggio.
che occupa il centro di tutto il L' occhio rimane incantato dalla
Piceno, per cui venne osservato estesa veduta del mare che dilatasi
che tale celebre regione intera- da una parte, mentre dalle altre
mente quasi da specola astrono- va gradatamente innalzandosi una
mica vi si contempla. Questa no- corona di fiorenti e popolose colli-
bilissima ed antica città presenta ne, che terminano in distanza colle
di se la più vaga mostra e pro- creste delle montagne. L' ingresso
spettiva, venendo circondata da sal- è maestoso per le due principali
de mura , erette nel secolo XIV porte decorate da esterni sobbor-
dal cardinal Alboinoz legato , co- ghi, ed a quello denominato Porta
ronate da trentatre fortezziui o tor- romana si entra dalla strada cor-
rioncini condue lunette, una alla riera per un arco di trionfo chia-
porta Romana, altra a quella del mato delle Sopra questi
tre porte.
Mercato ed alla porta Montana o
; tre archi il coli' opera
magistrato
s. Domenico vi era un bastione. 1 del Jacometti avea collocato il bu-
fortezzini esistono ancora quasi tut- sto di bronzo del cardinal Pio da
ti, sebbene convertiti in gran parte Carpi legato della Marca, distrutto
ad altro uso. I tre forti vennero nella fatale epoca del 1799- Av-
demoliti nei primordi del corrente vertiamo che la porla Romana ver-
secolo. Anche i pomeri della parte rà riedificata col nome di Grego-
interna delle mura sono quasi to- riana, od in altro modo ridotta
talmente sparili per concessioni fat- tosto che potrà darsi esecuzione al-
6 M\C MAC
la risoluzione del consiglio comu- dice che la chiesa di s. Maria dolla
nale, fatta in occasione della venu- Fonte ha bella facciala con statue
ta in Macerata di Gregorio XVI. di marmo, con convento magnifìi-
All'altro ingresso si giunge per co- co. Noteremo che il convento di s.
moda strada dalla sottoposta spiag- Maria della Fonte fu distrutto ai
gia dell'Adriatico, e s' incontra la tempi del dominio francese; della
bella chiesa di s. Maria delle Ver- chiesa nulla ora esiste , tranne la
gini con ardita cupola ottangolare, facciata priva però della memora-
ch'ebbe origine dall'apparizione, ta statua : l'area della chiesa e del
che a' IO aprile 1 548 fece la Bea- convento è ridotta ad uso di pub-
ta Vergine a Bernardina de Do- blico cimiterio. Terminato l'edifl-

mino maceratese, al modo che rac- zio di s. Maria delle Vergini nel
conta il p. Civalli nella Fisita trien- iSyS, i compatroni incominciarono
nale^ parlando di Macerata, presso rornamento delle cappelle e l'ere-
il Coìiìccì, Antichità picene t. XXV, zione degli altari; la non degna
p. 62. Si disse delle Vergini, per la facciata vuoisi aggiunta poscia. Nel
processione che di esse desiderò la i574 la congregazione de* bifolchi
Madonna nel giorno di sabbato, nella sua maggiore fece
cappella
pio costume osservato costantemen- dipingere dal Conti le Nozze di Ca-
te ed anche al di d'oggi, recando- na in Galilea; quindi la medesima
visi ogni sabbato il sodalizio detto nel 1593 rinnovò la cappella. In
dei servitori. tale anno Gio. Battista Ciccolini
11 marchese Amico Ricci ma- fabbricò la cappella ordinata da
ceratese nelle dotte e preziose Me- Ciccolino suo padre , con quadro
morie sloriche delle arti e degli del maceratese Giuseppe Bastiani.
artisti della marca Anconad* La famiglia Mozzi fece dipingere
Macerata i834, tipografìa Man- la tavola dell'Assunta da Gaspare
cini, nel parlare di molti edifi- Gasperini pur maceratese, li qua-
zi ed opere artistiche che sono in dro poi della Beata Vergine coi ss.
questa città, diverse notizie riporta Girolamo e Nicola da Tolentino è
su questa chiesa. Dice che i ma- opera dell'altro maceratese Giusep-
ceratesi ne fu architet-
l'eressero e pe Sebastiani Mancini detto Giu-
to egregio Galasso da Carpi po- ,
seppino. Inoltre si ammirano in
nendovi la prima pietra nel i5ao questa chiesa la Fuga in Egitto del-
Berardi vescovo di Camerino vice- la sacra Famiglia del cav. d'Arpi-
legato della Marca. Riuscì maesto- no, e l'Adorazione de' magi del Tin-
sa e grave, uno de' modelli archi- toretto. Ma non è nostro scopo far
tettoniciche maggiormente onora- la descrizione delle chiese di Ma-
no la ed in forma di
provincia , cerata, ne di questo bellissima teni-
croce greca, terminando ogni capo pio, che il Ricci non dubitò chia-
semicircolarmente. Il compimento mare la patria pinacoteca. Abbia-
soffrìqualche ritaido, per una lite mo da fr. Girolamo Maria Vico:
che confrati detti delle Vergini
i Descrizione istorìca dell'orìgine ed
dovettero sostenere coi religiosi di erezione del tempio di 5. Maria
s. Agostino, abitanti il vicino con- delle Vergini di Macerata. Ivi pel

vento di s. Maria della Fonie mag- Cortesi 1790.


giore eretto nel iSaG. 11 p. Civalli Presso detta chiesa vi è il ci-
MAC MAC 7
miterlo modernamente eretto, po- scc o tramonta , segnando i due
scia il convento de'cappuccini con fiumi Potenza e Chienli , che ba-
chiesa di santo Stefano, ove tra gnano le falde del colle Macerate-
gli altri quadri , il san France- se, una doppia spaziosa argentea
sco è del Fanelli, ed il macera- striscia dai monti al mare , che i
tese Marcello Gobbi vi eseguì due feraci campi, le case di delizia, i

affreschi.Il luogo è detto de' cap- folli paesi abbelliscono in guisa


puccini vecchi per distinguerlo da che questa cima fu chiamato il sas-
altro convento che colla chiesa s'in- so d'Italia^ per analogia colla fa-
cendiò nel 1799, ^ ^^^ ^^ ^\ive cose mosa rupe aprutina di tal nome.
Ti perirono, il convito di s. Fran- Fra le secondarie porte, l' una gui-

cesco con s. Chiara, di Andrea Bo- da alla chiesa di s. Maria delie


scoli, dipinto eh' era nel refettorio ;
Grazie e convento di s. Domenico,

ed un s. Pietro che riceveva la po- prendendone il nome ; \ altra alla


destà delle chiavi, del Giuseppino. rurale parrocchia di s. Stefano det-
Jl p. Civalli reputava il convento ta de' cappuccini vecchi^ perchè que-
nuovo il più belio della provincia, sti religiosi un tempo vi dimora-
mercè Margherita Ricci che donò rono ; e la terza chiamata del duo-
il sito con un palazzo parla di ; mo dà l'accesso al piccolo ma ce-
altri stupendi quadri
d'una sacra , lebre tempio di s. Maria della Pa-
spina che vi si venerava , donata ce, con che a* 2 3 marzo i323 si
da un re di Francia al p. Gioiosa, volle eternare la memoria della
e d'un fr. Francesco da Macerata cessazione delle guerre civili nella
di santa vita. Si trova finalmente Marca , agitata per le fazioni dei
in questo suburbano il pio ospizio guelfi e ghibellini; ma edificata in
che serve agli ojfani per ricetto, diverso modo da quello che si vede.
quindi s' incontra la porta del Mer- Presso la chiesa di s. Stefano, lo ri-

cato. Prossima alle tre porte è la petiamo, è il'cimiterio modernamen-


casa de' signori della missione, ed te eretto nel luogo ovverà il convento
in laterale eminenza sulla romana degli agostiniani di s. Maria della
via vede l'ampio convento di s.
si Fonte suddetto, poscia il convento dei
Croce de' minori osservanti , cosi cappuccini, ove tra gli altri quadri
chiamata anche la chiesa per un è il s. Francesco del Fanelli questo :

pezzo di legno della vera croce convento venne rifabbricato sul luo-
donato dal p. Battista Frontoni di go dell'antico che colla chiesa s'in-
Macerata. Ivi era un coro magni- cendiò dai francesi nel 1 799. La
fico e il quadro dell'altare mag- sesta porta della città è situata die-
giore di Carlo Crivelli, creduto di tro il palazzo governativo , mette
Pietro Perugino, cioè nell'antica nel pomerio, ed è chiusa ora total-
chiesa barbaramente distrutta nel mente, essendovi stato costruito un
1799, ^"* successe l'odierna riedi- ampio ed elegante fabbricato ad uso
ficata nel convento vi fiorirono pa-
: della mattazione delle bestie per lo
recchi religiosi in santità e dottri- sfamo della popolazione.
na. Volendo progredire fino all'e- Le vie interne quanto si può ,

strema punta di questo erto luo- agevolmente conducono al punto


go, si gode uno spettacolo della della maggiore altezza , ov' è la
natura, massime quando il sole na- piazza principale cosi ridotta ver-
8 MAC MAC
so il i58t, tuttavoita il p. Ci- pontificato di Giulio II, meno pe-
valli narra che la fabbrica delia rò quelli che fanno fregio alla por-
piazza e strada fu cominciata nel ta, che fìirono scolpiti ne' primor-
1606, essendo legato della Marca di del secolo XVII dal romano Ca-
il cardinal Taverna. Era la piazza vagna ( i lavori incominciati sotto
prima occupata dalla chiesa di s. Giulio furono compiti nel i586
li,

Antonio abbate, e da diverse case, da monsignor Landriani). Forse in


per l'acquisto delle quali concorse questo tempo fu chiusa l' antica
il magistrato : la chiesa possedeva porta,che rimaneva dalla parte di
quella tavoletta che si ammira nel- settentrione a pochi palmi di di-
la sagrestia della cattedrale, rap- stanza dall'odierna, e dove i rilievi
presentante la Madonna e diversi in terra cotta si scorgono nell'arco
santi, e lateralmente s. Antonio e con grappoli d'uva, mentre il fon-
s. Giuliano, dipinta nel iSSg da do a mosaico non presenta nessu-
Alegretto Nuzio. Questa piazza seb- na diversità di colore nelle pietruz-
bene sia alquanto declive, pure rie- ze che lo compongono. Sopra i due
sce bastantemente ornata dal pa- palazzi del comune e de' presidi
lazzo comunale da ultimo riedifi- sono a leggersi le note e XI del- X
cato, con ampio portico, dal pa- l'opuscolo stampato in Foligno nel
lazzo governativo , dalla chiesa e 1781 con questo titolo: ISole in-
collegio de' chierici regolari barna- torno alcune cose che riguardano
biti, dall'edifìzio ov* è un elegante la città di Macerata^ contenute nel
teatro, e dalla sovrastante altissima libro dello Stato civile delle terre
torre, donde funesto suono d'allar- pontificiedopo la venuta del car-
me e di sciagure rimbombò per le dinal Albornoz in Italia. Se ne
Talli picene negli ultimi anni del dice autore il canonico Dionizj. In
secolo passato. L'antico palazzo co- questo palazzo governativo detto
munale già esisteva nel 1284. H apostolico, per la residenza de' pre-
palazzo governativo o dei presidi sidi pontificii ed al presente dei
della Marca, fu edificato nel vica- prelati delegati, si ammira l'amplis-
riato di Leone Palatini da Lodi a sima sala d'ingresso, decorata dagli
spese del comune, che lo cedette stemmi dipinti dei rispettivi presi-
poi al governo. Ne fu architetto il di che governarono la provincia
rinomalo Bartolomeo da Forlì nel colle loro epciche e nomi. La chie-
1286, e riuscì una delle più ma- sa ed il collegio dei barnabiti fu
gnifiche opere di quel tempo, men- fondata nel suo palazzo dal mace-
tre era podestà di Macerata Bo- ratese Vincenzo Berardi, che mo-
naccorso figlio di Agapito di Ac- rendo dispose de' ricchissimi ave-
coramboni da Tolentino. Si con- ri in favore de' poveri della sua
serva di tal costruzione la memo- patria : il Berardi fece erigere la
ria in una lapide , che riportano chiesa di Paolo con sotterraneo
s.

Compagnoni e Ricci; ma del resto a volta piatta da Rosato Rosati ;


non se ne vedono che miseri a- le storie del santo nel coro sem-
vanzi, dovendosi ascrivere i mag- brano pitture del Fanelli, le figu-
giori ornati (ed il portico e la re colossali dipinte intorno la chie-
fàbbrica sopra , essendo legato il sn, sono di Francesco Boniforti di
cardinal Farnese poi Paolo III) al Macerata. Nel i66o per la prima
MAC MAC 9
volta si eresse un teatro di legno rota ;
3." da quello de* conti Pai-
in Macerata, il quale venne dedi- lotta, e dal teatro ;
4*" dalla chie-

cato a monsignor Franciotti presi- sa di s. Paolo. Nel capo inferiore


de della provincia, per cui ne por- della strada, che si apre tra il pa-
tava nome. Dopo pochi anni s'im-
il lazzo apostolico e la chiesa di s. Pao-
maginò di riedificarne uno nuovo, lo, sorge la chiesa cattedrale, di
e si stabili nel 1767 il luogo ove recente vaga costruzione, con sot-
esiste con disegno di Francesco Bi- terranea confessione. L'antica fu
biena, le cui idee furono poi al- riedificata dal vescovo Nicolò d'Asti
quanto modificate dal cav. Cosimo nel i464} coli' opera di Giacomo
Morelli imolese, ed eseguilo come Peruzzij venendo compila la tri-
suol dirsi a ferro di cavallo ne : buna ov' era il coro nel i47<^>
fa la descrizione il march. Ricci, da coir eredità del maceratese Venan-
cui desumiamo diverse delle notizie zio Antoni arcidiacono della me-
artistiche che qui riportiamo. Deter- desima ; e la torre campanaria fu
minatosi il comune di erigere sulla costrutta nel i^jS dal pubblico in
detta principal piazza la torre, il onore del suo patrono s. Giuliano.
magistrato !x i marzo i558 ne
a' Il maceratese Sforza Compagnoni
ricevette modello dal nominato
il dipinse la macchina che si espone-
Galasso da Carpi architetto valen- va per le quaranta ore, e vi operò
tissimo, venendo dato ad esamina- con esso il Boniforti. Il p. Civalli
re a parecchi architetti , e poi ef- la chiamò bella, con molte cappelle

fettuato, essendo vice- legato della abbellite principalmente dal vesco-


Marca monsignor Cesare Gambara vo Galeazzo Morone. Aggiunge che
vescovo di Tortona. E questa tor- tra le molle sue reliquie possiede
re di figura quadrata , avente o- un braccio di s. Giuliano tutelare
gnuno de' lati una larghezza di pal- della città che visse a' tempi di
,

mi 4^. Va restringendosi in modo Domiziano, il quale portasi in pro-


che nell'ultima parte la figura è cessione a' i4 gennaio, ed a' 3i a-
ettagona, decorata da pilastri che gosto noteremo che di recente ven-
:

sostengono gli archi contermina iu


: ne eretta una cappella arricchita
volta elittica, che dal punto della da una collezione di reliquie^ e si
piazza alia sommila si eleva a 240 copiosa che non ve ne manca al-
palmi. Di sotto a questa torre ven- cuna dei santi descritti nel marti-
ne collocato nel 569 l' orologio , 1 rologio romano, oltre poi altre in
che in que' tempi fu tenuto per numero di sopra diecimila, la qual
uno de' migliori d' Italia , come o- collezione è tutta opera del sacer-
pera de' fratelli Giulio e Lorenzo dote Amico Amici canonico della
Maria Rinaldi da Reggio, e perciò slessa cattedrale, e deputalo della
quasi eguale a quello di s. Marco curia vescovile per le sacre reliquie
in Venezia, di furono eziandio
cui per cinquant'anni. Questo ecclesia-
autori. In progresso questa torre stico è pure benemerito di una col-
fu ornata con arme di diversi Pon- lezione di buon numero di marti-
tefici e legati. rologi,menologi, leggendari, ed al-
I quattro lati della piazza sono treopere relative ai santi, che do-
formali: i.° dal palazzo apostolico; po studiale per compilare un in-
2." dai palazzi comunale e della dice ragionato comprovante l' ideu-

I
IO MAC MAC
tilh de' santi , e l'nulenticith delle quale pittura si nota il foro ed il

loro reliquie, le ha donate alla bi- bello stile del Pintnricchio. Presso
blioteca coiiiunale Mozzi. Parla in- la cattedrale sono gli edifizi dell'e-
oltre il p. Civalli della cappella piscopio e del nuovo seminario-col-
Pellicani, de' mansionari, e de* ca- legio che rimpiazza
l'antico con-
nonici, i quali cappe il
si misero le vento di Agostino, e sorgono ai
s.

giorno di Pentecoste a vespero del lati della contigua piazza. Appren-


1624, per concessione fatta al ve- diamo dal p. Civalli , che agli 8
scovo cardinal Centini da Urbano settembre i6i5 furono vestiti otto
Vili, onde il cardinale le impose giovanetti, ed aperto il seminano
colle sue mani ai canonici. Nel in Macerata. Dal medesimo si dice
pontificato di Clemente XIV, es- che la magnifica chiesa di s. Ago-
sendo vescovo Carlo Augusto Pe- stino fu coperta nel i6o3, e che
ruzzini, coH'opera del suddetto Mo- il p. Antonio Ciminelli maceratese
relli venne eretta la presente cat- e benefattore del convento, gli do-
tedrale. nò un pezzo notabile della vera
Questo tempio di vasta mole cioce, ed un braccio di s. Seba-
è dignitoso, venendo sostenute le stiano. Questo convento antichissi-
volle da colonne joniche, che po- mo fu per alcun tempo abitato da
sano su d'un dado quadrato o ste- s. Nicola di Tolentino. La detta
reobato. I capitelli sono alla mi- chiesa di s. Agostino più non esi-
chelangelesca, le cornici molto or- stCj e nel suo luogo fu fabbricato
nate, le colonne binate sostengono il nuovo seminario-collegio. Nella
gli archi, e le navate non corris- mentovata piazza vi è pure la no-
pondono all'ampiezza della tribuna. bilissima cappella marmorea di s.

11 cardinal Mario Compagnoni Ma- Maria della Misericordia , monu-


rcfuschi ottenne da Clemente XIV mento della pietà della famiglia
in dono il famoso mosaico di s. patrizia Marefoschi, venerata qual
Michele Arcangelo, opera di Gio. santuario anco dai paesi circonvi-
Battista Calandra e disegno del , cini , e che ricorda la strage ivi
cav. d'Arpino, già ammirato nella fatta nel 1799 dei miseri rifugiati,
cappella a lui dedicata nella basi- per militare vendetta eccitata da
lica vaticana, come si legge a p. 44 commosse turbe. Fu eretta dalla
dell'Orazione a lode di detto car- città nel i447 P^^*
intercedere la
dinale, recitata da Pirro Aurispa cessazione della pestilenza , e nel
nell'accademia de* Catenati di Ma- 14B6 il consiglio di credenza or-
cerata, tenutasi pub-
nel palazzo dinò che si rinnovasse, e vi si di-
blico a' 3o dicembre 1771, e pub- pingesse la Beata Vergine che ri-

blicata in Osimo colle stampe del ceve sotto il manto il popolo ma-
Quercetti nel 1772. Nella sagrestia ceratese, avente a* lati i ss. Seba-
evvi un quadro in tela riportata stiano e Rocco: questo quadro si

sopra antica tavola, e rappresentan- slima volgarmente di Pietro Peru-


te nella parte supcriore la Beata gino, ma i periti lo vogliono di
Vergine col Bambino in mezzo ad Carlo Crivelli. Questa chiesa fu
angeletti, e nell'inferiore parte si assegnata da principio ai religiosi

vede s. Giuliano patrono della cit- di s. Agostino, che avevano il con-


tà con s. Francesco d' Asisi , nella vento annesso, e alla confraternita
MAC MAC li

li scliiavi o schiavoni emigrati di Lanfranco rappresentante il Tran-

dai propri paesi per l'invasione; dei sito Maria Vergine; mirabile è
di
turchi. Estinta detta confraternita la Crocefissione, forse opera di Cola

il vescovo Galeazzo Moroui la con- dell'Amatrice; ivi è pure il Tran-


cesse a quella della ss. Trinità nel sito di Maria del Lanfranco, uno

1574. La nuova chiesa si deve alla de'suoi capolavori. Questa chiesa era
munificenza del conte Guarniero dapprima de'gesuiti, ed in essa ebbe
Marefoschi, uno de' confratelli della Ja primiera origine la divozione
confraternita, e ne fu architetto il delle quaranta ore in tempo di car-

cav. Luigi Vanvitelli per la riedi- novale, come dicemmo al voi. XKX,
ficazione ch'ebbe luogo nel 17 35. p. 121 del Dizionario. Quanto ai
Ivi si distinsero nelle pitture il Con- gesuiti, richiesero ed ottennero la
ca e Francesco Mancini, negli stuc- chiesa di s. Maria delle Vergini ai
chi, intagli ed altre pitture valenti 18 giugno i562. Volendosi loro
uomini di quel tempo. Lo stesso assegnare una comoda abitazione
JMarefoschi l'arricchì di cappellanie con chiesa con facente al sacro loro
e preziose reliquie del suo fratello ministero, e che servisse a mag-
Mario allora cardinal vicario di giore onore di Dio e decoro del-
Roma. La confraternita della ss. la città. Rosato Rosati di Montalto,
Trinità, spogliata nell'invasione fran- cittadino maceratese e valente ar-
cese di non pochi capitali, è ritor- chitetto, ne fu benemerito concor-
nata ad essere la proprietaria e rendo alla spesa, facendone il dise-
custode di dello santuario. gno ed occupandosi dell'esecuzione,
In fondo alla breve e piana via, per cui nel 1625 sotto l'invoca-
che può avere il nome di Corso, ewi zione di Giovanni fu posta sulla
s.

la chiesa collegiata di s. Giovanni, di porta maggiore iscrizione a lui o-


bel disegno, già della compagnia di norevole. Dappoiché fece eredi i ge-
Gesìi. La collegiata con la dignità suiti d' un capitale di quarantami-
di preposto e collegio di canonici la scudi, anco pel conqji mento del-
era prima in s. Salvatore j cil il p. la chiesa, coU'obbligo che dovesse-
Civalli loda per gran letteratura e ro ammaestrare nelle scienze otto
ministeri ecclesiastici il prevosto giovani, cioè due di Montalto, uno
Antonio Angelucci niaceralese. Col- di Castel Fi dardo, uno della fami-
la soppressione della chiesa di s. glia i^ahnncci, e gli altri di Ma-
Salvatore si perde il quadro de'ss. cerala a scelta del p. rettore de'ge-
Leonardo e Pietro Martire, che pel suiti. La facciata della chiesa, ricca
maggior altare avea colorito il re- di travertini, termina in forma pi-
canatese Marini. In una cappella ramidale : al di dentro è decorata
di s. Giovanni si venerano molle di pilastri dorici, girando intorno
ed insigni reliquie, specialmente dei un fregio con triglifi e metope. Nel
ss. martiri. L'abside della chiesa di mezzo si eleva una cupola che con-
s.Giovanni, i profeti e i dottori tribuisce al pregio dell'edifìzio. Nel
che decorano pennacchi della cu-
i locale annesso a detta chiesa ,
già
pola li dipinse l'anconitano Fanel- dei gesuiti ed ora di proprietà del-
h. L'unica tela eh' è in Macerala la biblioteca comunale, esisteva colle-
del cittadino Boniforti, esiste nella gio e convitto, in cui five\iìjiis pa-
prima cappella. Ewi un quadro tivnato l'antichissima famigliaCassii4i,
t% MAC MAC
Incontro alla chiesa di s. Gio- polirono col restante della fabbri-
anni , vi è quella di s. Filippo ca ; poiché la chiesa fu demolita
della congregazione dell'oratorio, nel 1825, onde con porzione del-
edifìcata bene: ivi nel 1694 fu se- l'area formarvi una nuova piazza
pollo Lodovico Trasi ascolano, che di cui abbisognava la città per l'ai»,
dipinse il quadro di s. Gaetano, montatosi commercio. 11 restante fu
Nella chiesa di s. Giorgio, riedifi- in parte riiiibbricato , erigendovisi
cata dal cav. Morelli, Sforza Cora- un vasto edificio che serve per ca-
pagnoni rappresentò il santo nel- serma della truppa di guarnigione
l'altare maggiore, e vi è l'arcipre- e dei carabinieri. Dalla parte di
tura. In Macerata vi furono già i detta piazza sorge ampio porticato,
minori conventuali ecco quanto ; e l'antico chiostro è stato conver-
iie scrive il maceratese padre Ci- tito ad uso di pescheria e becche-
valli del medesimo ordine. Il con- ria.
vento era grande e bene spartito Non vi sono palazzi che vantino
con nobili appartamenti pei supe- sublime architettura, ma ve ne so-
riori, ed un refettorio tenuto il più no molti per ampiezza e per sup-
bello della provincia ; essendo mol- pellettili distinti, rimarcandosi so-
lo antico, fu fondato prima della pra gli altri il frontispizio del pa-
chiesa, ed esisteva nel 1274, anzi lazzo Torri ora Santacroce, che pe-
la campana maggiore portava la rò eccede in superfluità di ornati,
data del iiS'j, rifusa poi nel 15^5 Nel luogo ove esisteva il palazzo
da Taddeo Girolamo Ricciano ma- del conte Bonifazio Contini pro-
ceratese. La chiesa s' incominciò nel nipote del cardinale vescovo di
i3i6, e fu consecrata nel i385 Macerata e Tolentino, edificò Rai-
nel dì della Pentecoste in onore di mondo Bonaccorsi il di lui palaz-
essa. Fra le ragguardevoli cappelle zo con disegno del romano Centi-
loda quella di s. Francesco, aven- ni. Le statue che decorano il cor-
dovi dipinto il Gasparini. Clemente tile sì scolpirono dal padovano
Vili celebrò messa all'altare maggio- Bonazza. La galleria ricca di bei-
re a' 1 4 dicembre 1 598. Vi fiorirono lissimimarmi, venne dipinta da
sempre padri molto onorati, come Dardani e Rambaldi, e i'abbel-
fr. Pietro di Macerata , caro a s. lirono con grandi tavole apposita-
Celestino V e missionario in Ar- mente ordinate. Solimene, Già-
menia. Nel i4ii fr. Nicolò di Mace- quinto, Franceschiui, del Sole, ed
rata fu dalla città inviato ambascia- il cav. Crespi. Del palazzo Razzanti
tore a Giovanni XXIII. Il b. fr. Pao- ora de'Ciccolini Silenzi, ne fu ar-
lo di Spoleto ivi venne sepolto, chitetto il bolognese Pellegrino Ti-
Vi fiorirono pure fr. Bartolomeo baldi, e dipinse un fregio nella sa-
Giardino di Macerata, celebre pre- la : sono stimati gli affreschi del
dicatore, lettore di filosofia nell'u- portico. Il medesimo fece il dise-
niversità e prelato dell'ordine; fr. gno del palazzo edificato da A-
Viucenzo ed altri. Molti ca-
Civalli, lessandro Fioriani, ch'ereditato dal
pitoli si celebrarono nel convento cav. Pietro Paolo Compagnoni
per l'amore che la città ebbe som- venne da lui ridotto in nuova
pre per l'ordine. Cesare Conti di- forma 1765. Non sono poi
nel
pinse le lunette del diiosiio, che molti anni che si vendette al con-
MAC MAC i3
te Telesforo Carradori, attuai gon- fondala Vincenzo Berardi, già
da
faloniere della città , da cui di in cura de'barnabiti. Vi è il mon-
presente si possiede, insieme a ven- te di pietà; ed i monti frumenta-
tiquattro pregiati quadri; vi sono rii, riuniti due in uno, som mini-
pure molte iscrizioni , vari semi- nistrano in prestito agli agricoltori
busti antichi, ed una bella statua annue rubbia i5o di grano, essen-
in marmo greco dell' imperatore do sotto l'amministrazione del ve-
Marco Aurelio, il tutto ritrovato scovo, sotto il titolo della santissima
negli scavi dell'aulica Recina. Di re- Trinità e di s. Antonio. Il terzo
cente il conte Telesforo ha restau- monte detto Borroccio dipende da
rato il palazzo, riducendolo in più una deputazione prescelta dal con-
bella forma, con ampio cortile e siglio, e distribuisce annualmente
due nuove fabbriche laterali. An- 5oo rubbia di grano con modica
che nel palazzo comunale vi sono elemosina a vantaggio dello stabi-
molte iscrizioni ed urne antiche limento e mercede del custode
Tra gli altri palazzi che meritano montista. Possedeva Macerata una
rimarco nomineremo quello dei buona fabbrica di vetri , succedu-
marchesi Costa; il palazzo Mare- ta da altra di fosfori, diverse ti-

foschi ove alloggiò Pio VII ; il pografie, e lungo il vicino fiume


palazzo dei baroni Narducci, disc- molte mole da grano e da olio,
gno del Bramante, ed il monte Ornamento e vantaggio singolare
di pietà, fabbrica di pregio. Il della città è la sua copiosa e
vivente cardinal Ugolini sul disc- ben situata biblioteca , eh* ebbe
gno del cav. Valadier fa ora com- principio dalla munificenza di Cle-
piere il palazzo che riesce d'una mente XIV e dalla liberalità del
vastità e magnificenza veramente maceratese Bartolomeo Mozzi, che
principesca. Nel palazzo de Vico può dirsene fondatore, avendovi
vi sono nove bei quadri; in ca- aggiunto un buon numero di li-
sa Ricci vi è la Castità di Giù- bri di giurisprudenza 1' avvocato
seppe del Guercino ; in quella dei Francesco Mornatti. Nel i833 ter-
Lazzarini vi è una raccolta di ra- minò di arricchirla m. Tom- il p.
re edizioni del i4oo; Cavallini e- maso Borgetti domenicano, onde
reditò il gabinetto naturalista di si fa ascendere a circa ventidue-
Spadoni, esistendo pure in Mace- mila volumi. Nella Mozziana è un
rata la raccolta numismatica del codice biblico del i4oo: nella Bor-
Montechiari. gettiana sedici manoscritti in per-
TJn' ampia piazza serve ai rie- gamena, uno bambacina, ed
in
chi settimanali mercati, ed ivi da altri in carta bene conser-
assai
ultimo fu edificato l'ospedale pe- vati: rendite annue servono ad
gli infermi. Altro ne hanno gli a- aumentarne la serie. Vi sono tre
lienati di mente. Vi è la ca- monasteri di monache, cioè le cap-
sa del rifugio di s. Martino, fon- puccine presso s. Vincenzo ; le
data da Martino Pangal ducei ar- monache del Corpus Domini^ del-
tiere, ove i maceratesi invalidi le quali parlammo al voi. J, p.
hanno ogni giorno ricovero e sus- gS del Dizionario; le Clarisse in
sidio; due orfanotrofi per ambo s. Lorenzo non lungi dalle porte
i sessi ^ ed una farmacia gratuita della città: un grandioso affresco
i4 MAC MAC
jappresenlanle la Ci'ocefissione elei sntla descrizione della magnificenza
Rcdciilore è stalo eli recente rin- cui venne eseguita questa comme-
venuto entro il nobile monastero morazione della Passione del Re-
di s. Lorenzo, opera molto prege- dentore, dopo la divozione delle
vole del primo tempo del i5oo. tre ore di agonìa. Ivi si legge che
Asilo alle donne convertite è il pio la chiesa di s. Paolo fu decorosa-
luogo di s. Rocco. Fra le diverse mente parata a lutto con ricca
confraternite avvi quella del ss. illuminazione, e che nel cappello-
Sagramento, la prima che f<i isti- ne in elevato palco sorgeva una
tuita e che ogni anno solennizza macchina rappresentante il monte
con istmordinaria pompa l'esercizio Calvario, con la detta immagine
delle quaranl'ore nella chiesa cat- di Gesù trasportatavi dal sotter-
tedrale. A questa confraternita, og- raneo oratorio ed a lato quella
,

j^t arciconfraternita, Paolo V con dell'Adtlolorata sua madre; che le


hreve dc'^.fi novembre i6i4 accor- vie della città per dove passò la
dò il privilegio di liberare annual- processione furono vagamente illu-
mente un reo di delitto capitale, minate; che v'intervennero il clero
ed usò di tal diritto sino al cade- secolare e regolare , portando i
re del secolo XVIII. Altra delle cappuccini i misteri della Passione;
molte confraternite è quella del s. concerti e bande funebri ;
gruppi
Sepolcro, istituita sul finire del di giovanetti vestiti a lutto tra-
secolo XVII dai Inamabili, che scinanti bandiere funebri, appres-
ad essa cedettero l'oratorio sotto- so all'immagine dell'Addolorala che
}>oslo alla loro chiesa di s. Paolo. portavasi dopo la macchina col
Quasi nel mezzo dell' oratorio, in feretro del Redentore, chiudendo
un tempietto formato a perfetta la processione la truppa de' cara-
somiglianza del s. Sepolcro eh' è binieri a piedi ed a cavallo e la

in Gerusalemme, si custodisce una truppa provinciale. Nel numero 26


antica immagine di Gesù morto, del Diario di Roma 1845 si leg-
Ja quale con particolare divozione ge come la confraternita delle sa-
venerata da tutta la città, solenne- cre Stimmate di s. Francesco di
mente si reca ogni anno per le Macerala, volle in detto anno nel
principali vie in processione nella giovedì santo, nella sua chiesa di
sera del venerdì santo, con appa- s. Caterina, rappresentare l'ultima
rato di nobile pompa ecclesiastica. cena del Signore per mezzo di
Ad accrescerla da ultimo
i confrati statue naturali, come l'espresse in
nel 1844 fticero costruire una de- pittura Leonardo da Vinci, e de-
corosissiraa macchina, per traspor- stò meraviglia e lodi ne'riguardanti.
tare la detta sacra immagine del Ora passiamo a parlare del ma-
morto Redentore, sovrastata da gnifico sferisterio, la cui descri-

magnifico baldacchino la descri- : zione si legge nell'opera intitolata:


zione e disegno della bella mac- Lo stato pontificio del eh. Castel-
china si riporta neW Album, gior- lano a p. 388 ; x\e\V Album de' [2
nale romano de* 6 aprile
, detto giugno 1841 ; e meglio pel bene-
anno. Dal numero 20 delle Noti- merito architetto ingegnere del
zie del giorno del i844 stesso medesimo, Ireneo A leandri di San-
viene riportata una succinta ed e- severitìo, in quella che uraiiiò al Pa^
MAC MAC i5
pa Gregorio XVI in Macerala, colla primo ordiiK; esterno da lui me-
pianta, prospetto delle loggie e mu- desimo; quindi dovendosi recare a
ro d'appoggio, e prospetti laterale Fermo a costruire una villa, se
a ponente e longitudinale a mez- ne affidò l' esecuzione del suo di-
zogiorno. Dal formare un luogo segno ad altro architetto che por-
pel giuoco del pallone e per la tò r edifizio all'altezza del zoccolo
caccia de' tori, e che servisse pure del secondo ordine d'archi ; indi
alla scherma, alla cavallerizza, alla nella ulteriore prosecuzione e com-
picca, ed a lutti gli esercizi gin- pimento della fabbrica ebbero luo-
nastici e che al pari del magni-
,
go diverse variazioni. Nel 1829
fico anfiteatro Corea di Roma con per la festa del patrono s. Giu-
fuochi d'artifizio e con notturne liano, solita celebrarsi a' 3 1 ago-
illuminazioni ricreasse il pubblico sto e seguita da fiera nei successi-
con isvariati spettacoli, nacque nel vi giorni, si apri solennemente il

1821 il pensiero di costruire pres- luogo a pubblica ricreazione. In


so le mura della città questo son- Macerata vi è pure un casino per
tuoso e vasto edifizio, a pochi in le amene conversazioni^ per la de-
simil genere secondo, col concorso clamazione drammatica e per le
di generosi azionisti. Con solennità danze.
fu gittata la prima pietra coi no- Delle sue accademie letterarie
mi incisi in metallo degli azionisti sussiste quella deCalenati, una del-
e dell'architetto comunale che ne le più auliche tuttora esistenti in
avea fatto il disegno. Ma non era Italia, che ricoida con gloria di
r edifizio sorto di terra che pochi essere stata eletta dall' immortale
piedi, quando restò fermo il lavo- Torquato Tasso per la revisione della
ro per nuove osservazioni, che a- sua Gerusalemme liberata. 11 conte
strinsero a cangiar piano e depu- Paolino Mastai Ferretti nelle IVolì-
tarne l'esecuzione all' Meandri. A- zie storiche delle accademie y a p.
vendo egli consideiato che la for- 5'j citando variche nescrittori
ma semi-eliltica e la iella non erano parlarono con lode, dice che l'ac-
opportune allo scopo, usò invece cademia ùe'Calenati fu fondata nel
una forma composta, curva cioè i54o per comando di Paolo III;
dicontro al muro di appoggio, e e TAlanagi in una lettera del 26
retta alle testale dell'edifizio. L'in- agosto i559 che
attesta, fin d'al-
terna decorazione la fece consiste- lora si avevano in questa città a-
re in ampia gradinata, con due dunanze lellerarie, forse presso Ip-
giri di cinquantadue loggie cadau- polito Aurispa di nobile famiglia
no, ed una superiore terrazza, ove maceratese ancora esistente, che
lasciò all' arbitrio di praticare piti vanta tra' suoi maggiori Giovanni
semplici o più ricercati ornamenti. grecista del secolo chiamatoXV
Due ordini di finti portici si pro- il padre delle muse. Ma l'Aurispa
pose per abbellire l' aspetto este- nella citata Orazione y narra che
riore, nel primo de* quali apri u- il dì natale dell' accademia fu
tili botteghe. Nel dicembre 1828 r 8 maggio 1573 ovvero il 2
l'Aleandri pose mano all'opera, la luglio i574, avendo avuto prin-
quale fu proseguita e condotta cipio nel 1572, quando fu chiama-
sino all' imposta degli archi del to in Macerala Girolamo Zoppio
i6 MAC MAC
a professare lettere umane, che fu i fondi. Si compone di sessanta
principe dell' accademia : l'emble- soci ordinari esercenti, tutti nativi
ma di essa è la catena d'oro im- della provincia maceratese, oltre
maginata da Omero, la quale scen- gli onorari ed i corrispondenti. Di
dendo dal cielo in terra congiun- lei scopo si è di promuovere nel
ge le cose terrene a quelle del proprio paese l'istruzione relativa
cielo. L' accademia divenne subilo all'agricoltura, alle arti ed al com-
rinomatissima e si fregiò dei nomi mercio, al quale oggetto si congre-
di Torquato Tasso, di Costantini, gano ufìa volta ogni mese i soci per
Massoni, Mureto, Piccolomini, A- discutere materie del proprio isti-

laleona, Lazzarini e Crescimbeni. tuto, esporre in iscritto il risultato


Nella medesima
Orazione parla di osservazioni ec^ esperienze, con-
di accademie che già fioriro-
altre ferir premi, per lo che costituisce
no per breve tempo in Macerata, i suoi atti, i quali vengono resi
come dei Concordi^ de'quali nel di comune ragione mediante pe-
1612 era principe Camillo Com- riodica pubblicazione. La società
pagnoni ; degli Accinti^ degli Uniti, è retta dal presidente che n'è il

degli Imperfetti, e di altre famose delegato apostolico pro-tempore, in


accademie e loro produzioni, oltre assenza del quale un vicepresiden-
la Colonia Elvia. Il vescovo car- te ne tiene le veci, da un econo-
dinal Centini fondò quella detta mo e da un segretario, i quali ia
dal suo nome Centina : altra ac- unione di otto membri fra gli or-
cademia venne ravvivata dal go- dinari, che si credono corrisponder
vernatore conte Onorali. Anche ai meglio allo scopo della società stes-
nostri giorni v' ebbero quattro a- sa, ne formano il consiglio di
dunanze letterarie, cioè degli Affati' amministrazione.
canti, degli Ambulanti, de Feri a- Lustro singolare ha mantenuto
mici, e dei Foligrafi ; ma queste per più secoli Macerata in ogni
pure ebbero breve esistenza. Ab- genere di seri ed ameni studi. E
biamo dal can. d. Carlo Herco- tuttora in vigore l'università isti-
la ni Memorie storiche delV accade-
: tuita da Nicolò IV nel 1290, che
mia de^ Catenati, Macerata 1829. in seguito delle ultime riforme e-
Lo scientifico istituto poi della seguite da Leone XII è divenuta
Società di agricoltura e d'industria di seconda classe, e conta venti cat-
della provincia di Macerata, ebbe tedre. Quel Papa nell'ottobre 1824
origine previo le necessarie superio- inviò a visitatori apostolici della
ri approvazioni fino dali843, e medesima, l'avvocato concistoriale
nel primo giorno di maggio tenne Teodoro Fusconi, ed il p. abbate d.
la sua prima adunanza colla pre- Mauro Cappellari^ poi Papa Grego-
sidenza di monsignor Savelli allora rio XVI, e per essa assegnò dal
delegato apostolico, dal quale ven- tesoro pontificio annui scudi tremi-
ne solennemente inaugurata. Come la. Afl'erma il p. Civalli che l'asco-

indica il di lei titolo, tal società lano Nicolò IV nel 1290 diede a
è provinciale e riceve per conse- questa città lo studio generale, e che
guenza sussidi dal provinciale con- nell'archivio del palazzo comunale
siglio, che
annualmente nella sua ne appariscono ventiquattro scrittu-
riunione in Macerata ne assegna re. 11 Compagnoni a p. i5o della
MAC MAC 17
Bc^gin picena^ scrive che Nicolò nelle Memorie di Cingoli^ narrando
IV istituì ili Macerata, checche a a p. 383 che Paolo III per inter-
Federico 1 1 altri 1' attribuiscano, cessione di monsignor Furialo Sil-
riiniversilà pubblica delle scienze, la vestri concesse l'università degli stu-
primiera ed unica, toltone Roma di o dello studio generale a Mace-
e Bologna, in pon-
tutto lo stato rata, doveva dire che ne restaurò ed
tificio, citando T Ughelli. Aggiunge aumentò la fama: in questo erro-
che il grido delle leggi del signor re, tra gli altri, cadde pure il dot-
Giulioso da Monte Granaro, e Giu- to Tiraboschi. Sisto V con la co-
lio, nome frequenlalissimo ned' an- stituzione 3Iuneris, nel ristabilire l'u-
tica famiglia de' Conventati nobili niversità di Fermo l'istituisce ad
maceratesi, costituì lo studio di Ma- instar Bononien, Paduanen, Perusi-
cerata fra gli ottimi e di gran nien,Senen et Blaceraten, cioè nel
nome nella provincia. Pertanto si i585. Veggasi la costituzione Insti'
bandirono lettere nel settembre 1 290 tulio studii generalis in civìlate Ma-
per le pubbliche piazze di Sanseve- ceratensi cum aliorum sludiorum ge-
rino, di Monlesanto, di Montecchio, neralinm graliis et privilegiis, pres-
di Monte Cassiano, di Tolentino, di so il I. Antonio
Cherubini, Bull. t.

Civitanova, di Monte Cosaro, di Ser- Palm ucci: De


Maceratensis
lycei
ra s. QuiricOj di Fabriano, di Male- praestantia, in studiorwn instaura-
lica, di Camerino, di Recanati , di tione oratio, Maceratae 177 5, ex
Ascoli, di Monsam-
Amandola, di typ. Capitani. Pirro Aurispa profes-
martino, ed altri luoghi al nume- sore primario di Macerata: Prefa-
ro di ventiquattro della Marca : zione delVanno 1777 ove espongon-
pubblicandosi insieme, esservi anche si i principii delle piìi antiche uni-
aperto per l'abbondanza dei viveri versità d'Italia e di quelle di Ma-
un emporio doviziosissimo. Dal con- cerata e Fermo j alV occasione di al-
corso degli studenti e dei forestieri si cune controversie tra alcuni mace-
riconobbe in Macerata un accresci- ratesi e ctì!/7ieme.9/. Macerata 1780,
mento di popolo e di abitazioni no- per Bartolomeo Capitani stampato-
tabilissimo. Il Marangoni nelle Me- re del pubblico, dell'università degli
morie di Civitanova a p. 269 errò studi e dell'accademia dei Catenati.
citando il Compagnoni, si della pag. 11 giureconsulto Aurispa con eru-
1 26, come nel fargli dire che nel 1 246 dita dissertazione provò la fondazio-
fu erètta in Macerata la pubblica ne di Nicolò IV; su di che può leg-
università degli studi, alla quale egli gersi la nota XII del summentova-
dice che concorsero molti della Mar- to opuscolo stampato in Foligno nel
ca e fra questi ancora quelli di Ci- 1781. Molti de' professori che vi

vitanova. Paolo III nel primo giu- fiorirono, sono riportati dal p. Ci-
gno iS/j-O restaurò ed accrebbe il valli a5^; wdV Orazione dell'Au-
p.
lustro dell'università di Macerata, rispa a pag. 22, 28 e 32, si par-
onde beneficare i popoli già da lui la d' illustri professori , massime
come cardinal legato prudentemen- nelle lettere greche, non che a p.
te e da saggio governali. Il p. Ci- VI della Prefazione. L' università
valli dice inoltre, che lo studio per ebbe sempre a professori uomini
alcun tempo tralasciato, da Paolo IH di altissima fama; tra essi a cagione
fu di nuovo restituito. L'Avicenna d'onore citeremo fr. Felice Pereti»,
VOL. XL[.
i8 MAC MAC
poi Sisto V,clie vi lesse filosofia nel somma per l'acquisto di oggetti a-
i55o; Filippo Sega poscia amplissi- nnloghi. Sino al primo maggio 1808
mo cardinale; Gregorio Pelrocchiiii ha esistilo olire l'università un col-
pure fatto cardinale; il celebre Ales- legio di avvocati e di procuratori,
sandro Guccini ed altri che si re- chiamalo di s. Calerina, insignito
sero famosi per opere, invitali con del privilegio di conferire le lauree
vistosi onorari; per cui con tali in- nel diritto civile e canonico. Que-
signi uomini ne uscirono dottissimi sto collegio composto di quaranta
discepoli. In difesa dell'università e lalvolla ciiupianta individui, fu
maceratese sono molte di quelle eretto dal cardinal Egidio Albor-
opere e scritture, di cui parleremo noz nel 1 364- Perciò fu cosa rara
facendo cenno dell'antica città di nella storia delle scienze che una
Recina e della relativa dissertazio- città possedesse il privilegio di due
ne di Troili. Cancelliere dell'univer- collegi. Oltre l'università in Macera-
sità di Macerala è il vescovo prò ta vi è un ginnasio per l'istruzio-
tempore. L' università si compone ne elementare, belle lettere, elo-
dei quattro collegi teologico, legale, quenza e le cattedre di filosofia
,

medico-chirurgico, e filosofico. Le e belle arti sotto la direzione del


venti cattedre sono: di sacra scrit- magistrato, e per esso d'una depu-
tura, di teologia dommatica, di teo- tazione prescelta dal consiglio.
logia morale, d'istoria ecclesiastica, Fu altresì Macerata lungamente
delle istituzioni canoniche, delle ilprimario seggio della giurispru-
istituzioni civili, del testo canonico, denza picena, e Sisto V vi istituì
del testo civile, delle istituzioni cri- la celebre Rota maceratese^ della
minali, di anatomia e fisiologia, quale sino all'ultima invasione fran-
di patologia - semiotica- terapeutica ,
cese si rispettarono gli oracoli, li

di medicina teorico-pratica, di chi- Papa Sisto V considerando la ce-


rurgia ed ostetricia, di chimica, di lebrità di Macerata per l'università,
materia medica, di medicina po- per più collegi, cioè degli avvocali,
litico-legale, di farmacia, di botani- dei dottori e dei notari, e per l'ab-
ca, di fisica, e di matematica. L'u- bondanza d'insigni dottori, i quali
niversità è corredata dei gabinetti per profonda scienza legale, per de-
di fisica, storia naturale, chimica, ed clamare, interpretare, patrocinare o
agricoltura. Questo ultimo nell'an- avvocare con particolar loro studio,
no 1816 era nello stalo ecclesiasti- a tutti andavano innanzi,
gli altri

co forse l'unico, perchè fra le al- colla autorità della bollaRomaniis


tre cose pregevoli possiede una se- Ponti/ex de* 1 5 marzo 1 589, Bull.
rie di modelli di tutti gli attrezzi Rom. tom. V, par. J, pag. 52, vi
rurali. Oltre i suddetti stabilimenti eresse un tribunale supremo per
è fornita l'università anche dei ga- tutto il Piceno per le controversie
binetti botanico, patologico, anato- civili, criminali ed ecclesiastiche;
mico ed agrario, non che d'un giar- cioè fondò il tribunale della Rota
dino botanico. Vi è una crescente maceratese^ la quale, al dire del p.
collezione di numismatica, essendo Civalli, quanto alla sua giurisdizio-
stato istituito un museo archeolo- ne si estendesse sopra qualsivoglia
gico con decreto consiliare de' 19 città della provincia soggetta alla
giugno 1 8 1 9, assegnandosi un'annua santa Sede. A quanto disse il cita^
MAC MAC 19
lo autore del libro Dello stato cwi- Rota di Macerata. La bolla d'ere-
le delle terre pontificie, che il tri- zione di Sisto V è pure registrata
bunale della rota di Mncernta non dal Tom a ti, Decis. Macerai, tom. I,
avea in Camerino giurisdizione or- pag. I. Giudicava le cause di se-
dinaria, tranne la volontaiia appel- conda ed ulteriore istanza, dai giu-
lazione de'cameririesi, va letta la dicati emanati nelle città, terre, ca-
nota XIV del pur citato opuscolo stelli e luoghi della provincia del-
pubblicato in Foligno. Dell'erezio- la Marca, tanto tra laici, quanto
ne di questa rota il Bernini ne fa tra ecclesiastici anche regolari: ne
menzione a p. i5 della sua ope- potevano di consenso delle parti
ra : // tribunale della romana
s. ventilarsi fuori di detta rota tali

rota. L'Avicenna nelle Memorie di cause, come con bolla prescrisse


Cingoli, a p. 364, ^'^e che Sisto Clemente XII. Restavano eccettua-
V eresse il tribunale della rota te le cause esecutive, per le quali
maceratese, per mezzo di Sebastia- poteva r appellante rivolgersi al
no Silvestri cingolano, figlio d'un tribimale dell' A. C. Non avea giu-
Angelucci di Macerata, per cui la risdizione sulle cause spirituali; né
città lo domandò per vescovo. Nel- poteva conoscere quelle che risguar-
le Memorie istoriche de' perugini dano la sacra visita, la correzione
uditori della sacra romana rola^ de' costumi e le altre materie nelle
non solo si parla de' lettori peru- quali è vietata l'appellazione sos-
gini dell' università maceratese, ma pensiva, come ordinò con bolla Gre-
si rimarca che a' 17 aprile iSSg gorio XIV. Erano pure eccettuate
la città in forza delle convenzioni le cause di seconda istanza, ove
stipulate fra le due comunità di questa si trovasse per privilegio
eleggere a vicenda nelle respetti ve accordato ad alcuno de'luoghi del-
rote un uditore com'era con Ge- la Marca, come sosteneva averlo
nova, nominò per primo uditore Recanati per concessione di Pio II
della rota di Macerata Francesco del i45>8. L'appellante però si cre-
della Penna perugino, uffizio che deva potere, se voleva, tralasciar la
esercitò sinché Gregorio XIV lo seconda istanza, e andare imme-
trasferì alla romana; quindi si ci- diatamente alla rota, su di che ci-
ta il Vincioli, Decis. sac. Eotae ta e si rimette alla posizione /?e-
Maceraten. p. i e seg., e p. 55 cìnaten della segnatura de' 1 5 mar-
in Catalogo auditorum ejusdeni zo 1781, riservata sempre la terza

Rolae, sub num. i, e pag. 70 ed ulteriore istanza alla rota. Si-


not. I. Nel Bull. Rom. Continua- milmente sosteneva di aver la se-
tio tom. IX, p. 541 5 si riporta la conda istanza il governo di Mace-
costituzione di Pio VI de* 4 ago- rata da tutti i luoghi della pro-
sto 1795: Conjirniatio praescriptio- vincia, col consenso però delle par-
num publicatarum a Sixlo , et F ti, e qualora se ne eccettuava la
Benedicto XIV super ahsentia au- facoltà con decreto della segnatu-
ditorum Rotae Maceratensis. A da- ra. Erano anche eccettuate le cau-
re un'idea di questo tribunale, ac- se criminali in vigore degli ordini
cenneremo quanto il Villetti nel su ciò dati dalla congregazione di
tom. II della Pratica della curia consulta a' 20 ottobre 1600, e 28
Romana, dice nel cap. II, Della settembre 1671, e di un decreto
20 MAC MAC
dell'uditore del Papa de* i3 olto- ne si eseguiva coli* emettersi avvi-
bre 1722. Finalmente non si po- so al pubblico, informandolo dei
teva appellare alla rota maceratese giorni destinati per il sindacato.
nelle cause non eccedenti la som- Giunto il tempo, si alzava tribu-
ma di scudi cento in questo era : nale nella loggia sottoposta al pa-
giudice di ricorso nelle cause dei lazzo apostolico per sentire i recla-
pupilli, vedove, carcerali e mise- mi di gravame, sopra i quali l'u-
i-abili il pretore; e nelle altre uno ditore doveva giustificarsi.
degli uditori della stessa rota da Coli* invasione francese, succedu-
estrarsi a sorte, come prescrisse to al governo pontifìcio l'italico,

Sisto V e meglio dichiarò Inno- terminò la rota di Macerata e il


cenzo X. Negli ultimi tempi tal tribunale di appello, e vi si so-
regola non piti osservavasi, poiché stituì un tribunale di prima istan-
l'uditore di rota ad istanza de' li- za civile e criminale, giusta la for-
tiganti, lo assegnava la segnatura. ma di quel governo; ma Pio VII
Nelle questioni avea luogo l'ap-
Sfj a' 6 luglio del 1816 invece v'isti-
pellazione, la rota avea la facoltà tuì il tribunale superiore d' appel-
della segnatura, la quale piìl volte lo,riconoscendone il diritto che vi
decretò Utatur jure suo in rota
: avea Macerata, componendolo di
Maceratensiy e dal successivo giu- sette giudici. Nella riforma giudi-
dizio non si dava appellqzione. Chi ziaria però lo perde sotto Deone
godeva del privilegio della legge XII nello spirar del 1824. 11 Pa-
unica, poteva declinar da questa ro- pa Gregorio XVI nel i83i col
Questo tri-
ta, e rivolgersi all'A. C. regolamento del 3i ottobre rein-
bunale di misto foro, era composto tegrò Macerata del tribunale di
di cinque giudici che si chiamavano appello, con giurisdizione sulla le-
uditori di rota, a forma della ro- gazione di Urbiuo e Pesaro, e sul-
ta romana, i quali dovevano esse- le delegazioni di Macerata, Fermo,

re chierici celibi, ed a turno col- Ascoli, Ancona, Camerino e Lore-


legialmente giudicavano tanto in to, oltre il tribunale di prima istan-
prima istanza che in appello tutte za per tutta la provincia, l'assesso-
lecause della provincia, divisa nel rato legale, e il tribunale per le

1808 in tre dipartimenti, non esclu- cause ecclesiastiche, su di che si

so il ducato d'Urbino. Gli uditori possono leggere gli articoli relativi,


della medesima passavano quasi e quello delle Delegazioni aposto-
sempre alle rote di Lucca Ge- e liche.
nova. La carica di uditore durava Ne' secoli passati Macerata fu il

cinque anni; prima che spirasse il luogo dell' ordinaria residenza dei
tempo, il consiglio di credenza, che legati e rettori della Marca, pei
tutelava tultociò che aveva rela- quali, come abbiamo detto, fino dal
zione agli affari pubblici, compren- 1286 fu edificato il palazzo per
sivamente alla nomina di delti u- abitarvi. Nel iSyi ventitre comu-
ditori e di tutti gl'impiegati, for- ni della provincia della Marca sup-
mava una deputazione composta plicarono il cardinal vicario per
almeno di due membri di creden- Gregorio XI, che per la continua
za, i quali facevano il sindacato dimora che in Macerata avevano
all'uditore che cessava. L'operazio- fatto i rettori e presidi della Mar-
MAC MAC 2 1

ca, come siiuala nel centro della la signora e donna del Piceno, ne
provincia, e la curia generale dei riporta le testimonianze, li giure-
medesimi co' quattro giudici, ivi consulto Sebastiano Medici nella
continuassero a risiedere. L'ordina- dedicatoria delle definizioni o de-
ria residenza de'rettori fu in Ma- cisioni della rota maceratese, al car-
cerala; tuttavolta essi o la loro dinal Alessandro Peretti nel 1596,
curia temporaneamente dimoraro- si esprime: Macerata illius provi n-
no in Ancona, in Ascoli, in Fer- ciae caput est. Leone nel bre- X
mo, in Camerino, in Montolmo, ve de' 5 maggio 5 1 3, scrisse:
1 le-

ed anche alti ove. Sì vegga la no- gati provinciae Marcìdae, qui in


ta IX dell'opuscolo stampato in civitate Macera tae, nipote tolius
Foligno. Scrive il p. Civalli nella provinciae caputa residentiam fa-
Plsita triennale della 31arca pag. cere consucverunt. Pih onorevol-
58, che diversi Pontefici chiama- mente si espresse Clemente Vili
rono Macerata, Boinanis Pontiflx nel breve de' 5 maggio 1597: se
cihus legationìs sedes et provinciae priniuni obtulit fidtlisy et dilecta
caput, perchè in essa era la corte nohis civitas Maceratae, quae noti
generale dove fecero e facevano immerito a nohis, caeterisque ro-
ancora residenza tanti legati, e manis Pontificibus legationis sedes,
quantunque al tempo di Clemente et provinciae caput electa fiat, et
VII con l'archivio fu rimossa, ed Wide caetera civitates exempla su-
altrove trasferita con gravissimo mere, et vestigia sequi dcdignari
danno e incomodo della provincia, non queant. L'Ughelli poi nell' Italia
fu nondimeno da Paolo III suo sacra chiama la città caput et me-
immediato successore restituita e tropolis Picenae provinciae non se-
stabilmente fermata. E sebbene al- mel enuncialur in pontificiis diploma-
tre volte si trova che i legati in tibus. Nel secolo passato anche Be-
altre città della Marca dimorarono, nedetto XIII con chirografo de' 16
questo si deve intendere, secondo settembre 1728 le diede il titolo
alcuni, perchè elleno ancora erano di capo della provincia della Mar-
con Urbino, Camerino, con suoi ca^ e la chiamò fedelissima. Il
stati e contadi nella legazione com- Compagnoni nella Reggia picena^
prese, come si legge nella costitu- oltre la serie di molti presidi del
zione egidiana, e però in occasione Piceno, riporta quelle de'raarchesi
di visite o di altri accidenti a quel- della Marca Anconitana incomin-
le si trasferivano; ma i curiali che ciando da Guarniero del io53;
aveano Macerata per residenza fer- de' legati e cardinali ( oltre Romo-
ma, in essa e non altrove le loro lo o Romano cardinale del 493),
facoltà e palazzi fondarono, e ma- principiando dal cardinal Vidone
nifestamente si dimostra, non a- del 1 199, sino al cardinal Lodovi-
vendo tutta la provincia palazzo co Scarampo Mezzarota del i44^J
antico per la corte così comodo, e de' presidi della Marca d'Ancona o
con tante arme di Pontefici e di per ragione di principato, o come
legati adorno, come il maceratese. marchesi, o legati, o rettori, e si-
L'Aurispa a p. 35 e seg. dell' O- mili, Guarniero del io53, al
da
vazioue, parlando delle singolari dello cardinal Lodovico; degli uf-
prerogative di Macerata e diceiido- fiziali di Macerata, come consoli,
12 MAC MAC
poclestà, vicari ed altri giudici, da delle ipoteche, quello del bollo e
Matteo Visconti e Coiiìpagnone del registro col suo ispettore generale,
1191», consoli del coaiune, al po- l'altro del bollo straordinario, quel-
destà Bonhancesco de' Bongìovanni lo dei catasti con suo ispettore ; la
del 1445 » e de* giudici generali cassa camerale, la direzione posta-
della Marca, da Alberico giudice le, l'udizio del bollo di garanzia,
della curia di Macerata nel 12 12, l'amministrazione dei macinati, uu
a Gabriele de* Massioli giudicatore magazzino con deposito di sali e
del 444» cui successe Gerardo dei
1 tabacchi , il rappresentante delle
Gerard ucci. Il marcii. Filippo Bru- società di assicurazioni.
ti Liberati coi tipi del Julfei di Inoltre Macerata ebbe la tesore»
Ripalransone, nel 1843 ci diede ria del Piceno e del ducato d'Ur-
un importante inedito elenco dei bino, risiedendovi il tesoriere. Da-
podestà di Macerata^ che incomin- gì' istromenti del 1283 e 1289 si

cia da Paolo Gualtieri giudice e rileva che il pubblico maceratese


vicario del i253, a Nicola Asclepi fino d'allora somministrava l'abi-
eletto podestà e pretore a* 3 luglio tazione ai tesorieri della Marca. Ma
iSSy. Già sino dal 1824 coi tipi non ostante che Martino V nel
del Morici il eh. conte Monaldo 1417 raccomandò da Costanza il
Leopardi avea pubblicato in Re- tesoriere monsignor Marino ai ma-
canali r importante; Series recto- gistrati di Macerata ; non ostante
rum Anconitanae Marchiae guani che Leone X dando facoltà per la
collexit, sino al 1823 in cui era difesa delle mura, il comune po-
delegato apostolico monsignor Spi- tesse imporre dazi ne' beni degli
nola ora cardinale. All'articolo Dele- ecclesiastici per le ragioni, che ci-

gazioni Apostoliche indicammo quali vitas Maceratae dieta provincia


luoghi della Marca aveano il prelato umhellicidus existat, victualibus a-
governatore, tale essendo quello di bnndetj aedificiis comniodis sit or-
Macerata; dicemmo pure che Pio nata, aeris amenitale a domino do-
VII nel 1800 istituì la delegazio- nata j curiam genera lem dictae pro-
ne apostolica di Macerata con un vinciae ab immemorabili tempo-
prelato per delegato apostolico; che re citra habiierit, et habeat, et ob
Leone XU nel 1827 unì alla de- ìd vicelegati, thesaurarii, judices,
legazione Macerata quella di
di advocatij procurato re s et alii qffi*
Camerino, e ne stabilì gli uffiziali cialeSj et curiales quamplurimi re-
ed i ministri; e che nel i83i il sideant; non ostante questi ed al-
Papa Gregorio XVI separò Ca- tri moltissimi monumenti, pur non-
merino da Macerata, ed alla dele- dimeno i tesorieri, più al loro uti-
gazione di questa diede miglior le, che al comodo della provincia
ordinamento, essendo la prima nel- avendo riguardo, tentavano di po-
la gerarchia delle delegazioni apo- ter altrove trasportale e fissare la
stoliche. Oltre il preside della pro- loro residenza. A questo rimediò
Tincia con la sua congregazione Clemente XIV, con breve de' 18
governativa eia commissione ammi- maggio 1771, col quale ingiunse
nistrativa provinciale, risiedono in ai tesorieri della Marca, che sicco-
Macerata il commissariato de' re- me ne' passati tempi così in futuro
sidui j ruffizio della conservazione e perpetuamente lisiedessero in Ma-
MAC MAC 23
cerata. Questo tesoriere terminò col infermiccio, negli ultimi periodi di
pontificato di Pio VI: di molti di sua vita compilò le memorie slo-

essi ne faremo menzione in pro- riche della zecca di sua patria, le


gresso dell' articolo. Narra il p. Ci- quali rimaste incomplete furono poi
valli , che Macerata fu anco da terminate dallo stesso monsignore,
principio onorata della zecca, della e fanno parte dell' opera del Za-
quale fanno fede molti scudi e du- netti.
cati di camera, battuti in essa ah Anticamente la città si regolava
tempo d'Innocenzo Vili del i4S4> a forma di municipio: quattro e-
col nome espresso di Macerata, rano gradi civici che la distin-
i

ed essendo per alcun tempo trala- guevano, cioè il consiglio generale


sciata l'arte, da Paolo ili del i534 che dava la qualifica di cittadino ;
le fu di nuovo conceduta, onde si il priorato che si accordava a chi
batterono monete d'ogni sorta, nel- veniva ascrìtto alla nobiltà; il con-
le quali non pure il nome, ma an- siglio di credenza eh' era formato
co r arme della città impresse si di tutti i nobili; ed il supremo
veggono. 11 Marchesi nella Galle- consiglio di riformanza , eh' era il

n'a dell'onore par. II, p. i, dice più rispettato ed onorifico , non


che Macerata ebbe il ragguarde- potendovi appartenere che i patri-
vole privilegio di coniar moneta zi più distinti. I membri di questo
d'oro e d'argento sino dal 1392,6 corpo rispettabile formavano le leg-
perciò dal Pontefice Bonifacio IX gi per il buon regolamento della
l'ottennero i maceratesi. 11 primo città, ed avevano l'esclusivo diritto
eh* esercitasse 1' ulTizio di zecchiere di conferire tutti gradi, mediante i

in Macerata , fu un maestro Si- ilmotu-proprio Leonino del 1827.


mone Benedetto da Norcia. Mon- Le prerogative che esercitava il det-
signor Marini pretende che questo to consiglio di riformanza per ag-
privilegio rimonti a più antica o- gregare ai gradi, sono state trasfe-
ligine^ ed aggiunge che dovevano rite ad una deputazione chiamata
esseredue le zecche, che in un araldica, composta del prelato de-
tempo medesimo battevano mone- legato pro-tempore presidente, del
la in Macerata: una per conto del gonfaloniere , e di otto consiglieri
governo, ed era nel palazzo apo- appartenenti al ceto de' patrizi più
stolico; l'altra per conto del comu- Sino da' 24 luglio i8o4
rispettabili.
ne, e l'officina doveva essere a fian- Pio VII con breve volle decorare
co della fabbrica attuale di s. Pao- la città (fi un nuovo privilegio, ac-
lo, all'erezione della quale fu di- cordando al magistrato nelle pub-
strutta.Veggasi Vincenzo Bellini bliche funzioni il rubbone di lama
De monetis M
acerata e , exst. in d'oro, sottoveste ponsò, fascia con
op. de mon. Ilal.; e Pompeo Com- fiocchi d'oro, e berretta nel modo
pagnoni giunioie, Notizia della e forma come l'usano i conserva-
zecca di Macerata, exst. nel t. IV lori di Roma, privilegio singolarìs-
del Zanetti, Delle zecche d'Italia. simOj perchè accordato solo a due
Ci avverte il Zanetti che ad ecci- altre città dello stato, cioè Roma
tamento Annibale Olivieri di
di capitale, e Viterbo.
Pesaro, monsignor Compagnoni ve- Il citato Marchesi, dopo aver ce-

scovo d' Osimo dottissimo, sebbene lebrato la bellezza di Macerata,


24 MAC MAC
detto Pio IV la chiamò in
che muovere il culto delle belle arti e
una bolla Cwitas insignis accen- , della letteratura , avendo istituita
nata la sua origine da Helvia Re- nella propria casa lafamosa acca-
cina, da chi fu ne* diversi tempi demia de' Disuguali, de' signori di
dominata, dichiara eh' è piena di Allena, e marchesi della Guardia in
nobiltà e popolo assai civile, aelor- Abruzzo ; la Panici germogliata dal
na di buoniAggiunge, qui-
edifìzi. tronco de' Compagnoni, signora di
vi fiorirono e in parte ancora fio- Falcino e della Petrella col titolo
riscono varie stirpi illustri e qua- di contea. A voler far menzione
lificate, tra le quali l'Amica de' vi- degl' illustri maceratesi sarebbe ar-
cari di Monte Milone ( l'opera por- gomento assai copioso, per cui qui
ta la data del 17 35); la Floriana ci limiteremo dopo i santi, beati e
de' signori di Ficano e Castel s. cardinali, solamente a que'principali
Pietro ; la Filippucci de'conti di s. che ci riuscì raccogliere da diver-
Angelo in Fontano, da cui uscì ai si libri, oltre i già mentovali ed
nostri giorni Gabriele, che con ra- altri che nomineremo in progresso
ro esempio di moderazione ricusò dell'arlicolo.
la dignità cardinalizia , alla quale Molti maceratesi si distinsero
era stato esaltalo da Clemente XI in dottrina, per opere, nelle ar-
(per cui ne facemmo la biografia, ti , nelle armi , nelle magistratu-
giacche ne* Diari di Roma di quel re , nella gerarchia ecclesiastica
pontificato è notato tra i cardinali In santa vita dunque fiorirono,
defunti, mentre nel voi. XXVIII, cioè nacquero o morirono in Ma-
p. 57 del Dizionario descrivemmo cerala: s. Claudio primo vescovo;
il funerale fattogli celebrare dal s. Liberalo de'conti Brunforti no-
Papa); l'Aurispa de'signori di Mon- bile maceratese, morto nel 1^07 ,

te Fortino e Castel Volubre; la il di cui ritratto conserva nella


si

Struzza de* signori di Mogliano ; la comune ; beato Pietro minorila che


Carbona de* signori di Lomano; la si crede della famiglia Compagno-
Biccia de* marchesi di Castelbasso; ni, e fu terzo vescovo, parlando di
la Bonaccorsi de' conti di Castel esso il p. Arturo nel suo Martiro-
s. Pietro ed altre, ed in partico- logio, Hubero nel Meiiolo-
ed il p.
lare le seguenti che produssero ca- g/o francescano a'29 ottobre. Il p.
valieri all'ordine militare di s. Ste- Arturo a* 3i marzo riporta come
fano. Compagnoni, una delle più oriundi, o come quivi morti se- i

nobili e segnalate della provincia, guenti. Beato Paolo della JMarca


da cui uscirono moltissimi cospi- francescano; bealo Bernardo da Fos-
cui soggetti, che riconosce per sti- sombrone. Il p. Hubero poi a' i3
pite Forte d'OIFone, uno degU ulti- marzo nota il bealo Bernardino da
mi conti di Villamagna, imparen- Mont' Olmo, e il beato Alessandro
tata colle primarie famiglie non so- da Fano della famiglia maceratese,
lo del Piceno, ma cogli Ottoni do- I cardinah maceratesi sono Evange-

minanti in Matelica , coi milane- lista Pallolta creato cardinale da


si Moroni conti di Pontecorano, Sisto V nel 1587; Giovanni Bat-
e con altre chiare famigHe d'Ita- tista Pallotta cardinale da
creato
lia ; la Ciccolini dello stipite dei Urbano VIII 1629; Gabriele nel
Guadambi, lodata pel zelo di pro- Filippucci creato cardinale da Gle-
MAC MAC 25
mente XI nel 1706; Prospero Ma- zio Pio VII al Brasile, ivi defun-
fli

refoschi nato in Montesanto, creato to ; Giuseppe Ugolini preposto della


cardinale da Benedetto XIII nel collegiata di s. Salvatore. Al pre-
1724; Simone Bonaccorsi, creato sente sono viventi , monsignor Lo-
cardinale da Clemente XIII nel dovico Conventati, canonico di s.

1763; Mario Compagnoni Marefo- Maria Maggiore già decano deno-


schij creato cardinale da Clemente tanti del supremo tribunale della
XIV nel 1770; Guglielmo Pallot- segnatura di giustizia, ora presiden-
ta, creato cardinale da Pio VI nel te della Comarca di Roma ; e mon-
1777 Antonio Palletta creato car-
; signor Lavinio de' Medici Spada,
dinale da Pio VII nel 1823 ; ed chierico di camera e presidente del-
il vivente Giuseppe Ugolini, creato le armi.
cardinale dal Pontefice Gregorio Primeggiarono tra i religiosi, il

XVI nel i838, e da lui fatto le- p. Gio. Battista Antonelli ; fr. Orazio
gato apostolico di Ferrara, e pro- Civalli ; fr. Liberato e fr. Pietro
tettore della confraternita della san- da Macerata ; fr. Cassiano Beligatti
tissima Trinità di Macerata. Se cappuccino missionario nel Tibet,
la morte non rapiva monsignor nella cui lingua scrisse diverse pre-
Ignazio Ranaldi arcivescovo di Ur- giate opere;Matteo Ricci gesuita,
bino, che cessò di vivere in Sar- celebre matematico ed astronomo,
degna speditovi da Pio VII per che pel primo predicò nella Cina
riordinare di quel
gli alfari religiosi il vangelo, e per la scienza i cinesi
regno , sarebbe stato creato cardi- lo riguardarono qual secondo Con-
nale. I vescovi e prelati sono: jGìu- fucio ; Giuseppe Asclepi matemati-
lio Cesare Compagnoni, già arci- co e astronomo ; Angelo Galluzzi
diacono della cattedrale, vescovo gesuita. Tra gli scrittori, autori di
di Sanseverino ; Claudio Ciccolini opere, giureconsulti e benemeriti
vescovo di Forlì; Amico Panici della patria.,sono a mentovarsi :

vescovo di Sarsina Cesare Costa ; Pier Nicola Mozzi, celebre special-


arcivescovo di Capua, e autore del mente pel suo trattato De conlra-
trattato, Variarutn ambiguitatiwi ctibus; Giardino;
Scipione Fabio
juris; Pompeo Compagnoni giunio- Ranucci; Alessandro Censi; Dome-
re vescovo di Osimo e Cingoli ed nico Troili ; Pompeo Compagnoni
autore delle Memorie sui vescovi seniore; Antonio Lazzarini; Giulio
d' Osimo, che il Muratori chiamò Con ventati; Marcello Ferri; Giulio
il pi eia io più dolio d'Italia, il de- Mancinelli Gio. Giacomo ; Panici;
coro e V esempio de' pastori d'ani- Giuseppe Mozzi ; Gio. Mario Cre-
me: il Vecchietti ne scrisse la vita scimbeni ristoratore delle buone
e le memorie, stainpate in Roma lettere e fondatore dell'Arcadia di
nel 1783. Cornelio Firmano mae- Roma; Antonio Palmucci ; Giusep-
stro delle cerimonie pontifìcie ve- pe Alaleoni; Antonio Costantini;
scovo d'Osimo e Cingoli: altro ce- Pier Francesco Palmucci de' Pelli-
remoniere pontificio fu Gio. Fran- cani; Mario Compagnoni; Vincen-
cesco Firmano ; Pellegrino Con- zo Berardi sullodato; Antonio U-
salvi vescovo di Fano; Giulio Com- lissi che nel 1 7 1 7 istituì un pin-
pagnoni vescovo di Sanseverino; gue monte di pietà, ma in vece le
Giovanni Fiaucesco Marefoschi, nuu- rendite furono impiegate dal ve-
a6 MAC MAC
scovo Peruzrini nella riedificazione vanni Ferracuti; Carlo Foschi; Gi-
della cattedrale; Giuliano Compa- rolamo Gagliardelli; Gaspare Gaspe-
gnoni, che costituì ampia rendita rini; Giuseppe Mancini, di cui tra

all'ospedale degl'infermi, in che fu gli altri si ha il quadi*o rappre-


imitato dalla sorella Diamante, e da sentante Giuseppe Ebreo; Marcello
Cesare Compagnoni; Pierantonio e Gobbi; Lorenzo Pittori; Bartolomeo
Guarniero Marefoschi, benemerito Pittori; Pompeo Pittori; Giuseppe
delle chiese; Simone, Mario, Jaco- Sebastiani Mancini detto Giuseppi-
po e Camillo Compagnoni capita- no. Gli architetti di merito sono
ni; Domenico Lazzarini; Giulio Pel- Giuseppe Aniballi, Narciso Aurispa.
licani; Gio. Ballista Compagnoni Pompeo e Pietro Floriani per l'ar-
giureconsulto; Pompeo Compagno- chileltura militare: il secondo for-
ni giuniore; Giuseppe Dionisi ca- tificò Malta, e le sue fortificazioni
nonico delia collegiata, autore di riuscirono di tanta eccellenza, che
diverse opere; Paolo Spadoni na- da lui presero nome di Floriane:
turalista, discepolo e compagno del- Gregorio XI li, Sisto V, Clemente
lo Spallanzani, autore di varie ope- Vili, Filippo III, Rodolfo II im-
re ; Leopoldo Armaroli; Giuseppe peratore e la repubblica di Vene-
Boccanera; Giuseppe Ciccolini; Giu- zia lo colmarono di onori. Altri va-
seppe Antonio Cervini; Lodovico sono Stefano Grandi,
lenti architetti
Ciccolini astronomo; Luigi Pellica- Giuseppe Matlei, Pier Francesco
ni; Giuseppe Boccanera autore del- Palmucci, Pompeo Spadari, conte
le Vile degli uomini illusivi di Na- Filippo Spada vivente. Inoltre so-
poli; Stefano Cambini canonico tjeo- no a rammentarsi Amico Amici
logo vicario in Macerata e rettore matematico ed ingegnere espertis-
lieiruniversità : di lui si hanno non simo; Matteo Cruciani mosaicista;
poche iscrizioni lapidarie di squisi- Vincenzo Giovanni Calamanzia, co-
to stile latino ed italiano , e non niatore di medaglie ; Polonio fon-
poche prolusioni accademiche, ed ditore di metalli ; Taddeo Girola-
altri componimenti. Tra i recenti mo Ricciano fonditore di metalli,
scrittori viene lodato il canonico e Fedele Bianchini scultore viven-
Carlo Hercolani ti'aduttore della te, il quale come allievo del gran

Cristiade del Vida, di molte ope- Canova dà saggi non equivoci del
re inglesi e greche, ed autore di profitto che ha fatto nella di lui
opere. Fiorirono negli ordini eque- scuola. Del Bianchini si ha in Ma-
stri : nel gerosolimitano, Gio. Bat- cerata, nella sala comunale, un bel
tista,Francesco e Pier Paolo Com- semibusto del Papa Gregorio XVI;
pagnoni ; Valerio marchese Ciccoli- neir università il monumento del
ni cavaliere di Malta ec; nell'ordine Giannelli; ed i cenotafi del ven.
di s. Stefano, Gio. Battista e Quin- vescovo Vincenzo Strambi e del
tiliano Compagnoni, ec; nell' ordi- marchese Bourbon del Monte nella
ne Maurizio e Lazzaro, Fran-
de'ss. cattedrale, non che quello dell'avv.
cesco Compagnoni; Leonardo com- Nicola Piccinini giudice di appello
mendatore Filippucci, ec. di onorevole rimembranza. Sui pre-
I pittori valenti sono Girolamo Ba- gi degli artisti maceratesi, come di
stiani; Girolamo Boniforli; Francesco molte notizie artistiche riguardanti
Bonifgrti; Sforza Compagnoni; Gio- Macerala, scrisse dottameots e eoa
MAC MAC 27
critica il marchese Amico Ricci altra cosa alla citta appartenente.
maceratese cav. de* ss. Maurizio e Tuttavolla confessa mancare Ma-
Lazzaro : Memorie storiche delle cerata d'una storia compita (Gia-
arti e degli artisti della Marca di como Lauro scrisse Alacerata il- :

Jncona, Macerata i834, tipografia lustrata con memorie più chiare


di Alessandro Mancini. della città Roma pel Grignani
,

Prima di descrivere le principali 164^5 in 4-° Questo libro non mi


notizie storiche di Macerata ci , riuscì rinvenirlo ne in Roma ne in
sembra indispensabile riportare qual- Macerata mi confessò cortesemen-
:

che tratto del maceratese Domenico te il marchese Ricci di averlo ci-


Troili della prefazione alla sua Dis- tato, ma di non averlo potuto mai
sertazione deW antica città di Re- trovare. Gio. Andrea Massei De :

cinaj Macerata 1790, presso An- Alacerata urbe in Piceno elegia,


tonio Cortesi e Bartolomeo Capi- che riportasi dal Bacci nelle Noti-
tani. Encomiando primieramente co- zie dell'antica Chiana ec. Macera-
loio che si dedicarono a corregge- ta 1716, contiene quarantasette
re con critica più sana e severa le note, colle quali s'illustra la sto-
antiche storie delle loro patrie, o ria maceratese ), la quale conten-
a scriverne esattamente delle nuo- tar possa i dotti e gli eruditi. Lo-
ve o almeno illustrarle, dichiara da Compagnoni, e per-
la storia del
quindi che anco i maceratesi han- chè la morte gì' impedì compirla,
uo la storia della città, scritta nel e per lo stile ed altro non la re-
secolo passato ( cioè il XVII) dal puta capace di soddisfare gli eru-
patrizio Pompeo Compagnoni ( se- diti moderni; però riproduce quan-
niore ), e l'anno 1661 per gli eredi to ne sciisse in encomio il Vec-
di Agostino Grisci e Giuseppe Pic- chietti, a pag. 40*^ delle Memorie
cini stampata in Macerata con que- de' vescovi d'Osìmo, che qualifica
sto titolo La reggia picena ov-
: l'opera del Compagnoni per utilis-

vero de' presidi della Marca, hi- sima e sommamente pregevole, non
s tori a universale degli accidenti di scevra di qualche difetto. Aggiun-
tempo in tempo della provincia j ge che quello che dopo di lui è
non meno che de' vari suoi reggi- slato scritto, oltreché non fu per
menti , sì come de' re ^ pretori o fare una storia, ma solo per soste-
proconsoli consolari, vicari, prefet- nere una contesa , non riempì il

ti pretori e legati cesarei del Pi- vuoto; aver perciò divisato compi-
ceno j conforme de' duchi , conti, lare una storia compita col titolo
marchesi, legati apostolici, rettori di Memorie storiche di Macerata,
governatori e luogotenenti della Mar- ossia una storia civile, ecclesiastica
ca; con tutti i vescovi, podestà ed e letteraria, volendo prima pubbli-
altri giudici di Macerata (però care tre dissertazioni ; cioè, dell'an-
pubblicò la sola parte prima che tica città di Recina, della prima
arriva soltanto al i445)' Quindi origine di Macerata, e delle vicen-
non mancò anco negli ultimi tem- de di Macerata ne' primi secoli
pi chi tra i maceratesi cercò d'il- della sua esistenza ( tranne la pri-
lustrare o l'origine o le prerogati- ma dissertazione niente altro pub-
ve della patria, o i principii del- blicò il Troili). Avverte poi, che
l'università degli studi, o qualche dovendosi nelle memorie e nelle
a8 MAC MAC
dissei lazioni esaminare la contesa no: I. Replica al
cavaliere mace-
tra'maceralesi e camcrinesi,e quan- ratese del suo amico di Camerino.
to le palli scrissero, slimava bene II. Risposta dì uno studente in Ca-

tesserne hievemeute la sloiia, della merino ad un suo amico studente


quale andiamo noi a produrne qui in Alacerata. III. Àvverlimenlo al-

un estralto. lo stampatore di Macerata per la


Nell'anno 1760 si portò un ca- prefazione premessa alla terza e-
"valiere maceratese Camerino in dizione della risposta d'un cava-
( lessi e non rammento dove che , lier maceratese ad un suo amico
fosse cerio Lorenzo Ranaidi Gre- di Camerino. IV. // cavaliere ma-
goriani ), e nel confronto che fece ceratese frustato dal bidello dell'u-
di essa colla propria patria, cui die niversità di Camerino. V. Dei ca-
la preferenza, adontò alcuni carne- merti umbri dissertazione apologe-
rinesi. Questi a' 5 del 1761 stam- tica istorico-crìtica. cava-
VI. //
parono una lettera colla quale ol- liere maceratese confutato nelle sue
traggiarono diversi cavalieri mace- osservazioni contro Camerino dagli
ratesi, i quali tacquero. Nel 1777 accademici Sinceri della medesima
nell'esaltazione al cardinalato di città, con varie illustrazioni sopra
Guglielmo Pallolta nato a Mace- l'origine e pregi di Macerata ( ve-
rata, ov'era ascritta la sua fami- ramente queste osservazioni sono
glia tra le patrizie, essendo del pa- in difesa di Macerata ). I macerti-
ri annoverata tra quelle di Cameri- tesi però non si stellerò nel 1780
no , vollero i camerinesi festeggiar- colle mani alla cintola, e stampa-
la anche con componimento dram- rono: I. Ragionamento dell'origine
matico di Domenico Pannelli, che e prerogative della città di Mace-
si permise versi e nota, che pro- rata, in risposta a quanto si dice
dussero acerba e letteraria contesa su tale articolo nella dissertazione
tra le due illustri città. Asserì che apologetica istorico- critica, e ri schia-
Macerata al civile ed ecclesiastico rimento della lettera del cavalier
governo di Camerino era slata sog- maceratese ( l'autore del Ragiona-
getta, laonde provocati i macera- mento e del seguente Estratto di-
tesi, uno di essi, forse Antonio Loz- cesi il Lazza ri ni ; come forse del-
zarini colle slampe di Macerala
, l'avv. Pieranlonio Frasca sono per
neir islesso anno scrisse e poi colla la maggior parte le cose stampate
data del 1777 pubblicò: Risposta pei camerinesi ; ma il libro degli
di un cavaliere maceratese ad un accademici Sinceri si ci*ede del lo-
6U0 antico di Camerino^ con varie ro segretario Sparapani ). II. jE*-

osservazioni intorno ad alcune no- stratto di proposizioni intorno alla


tizie, che fin da gran tempo van città di Camerino, e suo antico
pubblicando i signori camerinesi ducato, contenute nella dissertazio"
della città di Macerata. Nel 1780 ne apologetica ìstorico-critìca , pub-
s'incominciò a vendere e subito blicata in Camerino in risposta al-
ne furono fatte tre edizioni , due le osservazioni del cavaliere mace-
con prefazioni dell'editore, la terza ratese nel mese di luglio 1780,
di Teramo con lunga confutazione. con critiche riflessioni a ciascuna
Contro questa lettera nel medesi- di esse. III. Prefazione del 1777,
mo anno i camerinesi pubbiicaro- ove espongonsi i pvincipii delle piii
MAC MAC 29
antiche università d* Italia e di quel- letterari sulla controversia tra li si-

le di Macerata e di Fermo , de- gnori di Camerino e di Macera-


dix^ata allora ai signori maceratesi ta. HI. Note intorno alcune cose
dal sig. Pirro Jurispa, professor che riguardano la città di Mace-
primario^ ed ora all'occasione dì rata, contenute nel libro dello stato
alcune controversie tra alcuni ma- civile delle terre pontifìcie dopo la
ceratesi e camerinesi trasportata venuta cardinal Albornoz in.
del
dal latino neW italiana favella ^ con Italia. IV. Confutamento di quan»
una hrevissiì::a aggiunta o prolu- to alcuni anonimi camerinesi, il
sione del traduttore. sig. abbate Francese Antonio Zac-
Nel 1 78 1 i camerinesi mandarono caria, il novellista di Firenze, e
fuori Ire cose che prolungarono la lite. memorie enciclopedi'
l'autore delle
I. Risposta alle osservazioni del cava- che, che sistampano in Bologna,
lier maceratese e dimostrazione del- al n. 24 nel mese di luglio 1781,
la prima origine e polizia di Ma- contro Macerata hanno calunnio'
cerata ( leggo nel Ranghiasci che samente scritto e affermato. Della
ne fu autore l'ab. Gio. Ballista Pre- prima di queste cose si crede au-
celti). \\. Slato civile delle terre tore il dotto maceratese cav. Giu-
dopo
pontifìcie la venuta del car- lio Convenlati, e dell'ultima, stam-
dinal Albornoz in Italia^ con al- pata nel 1782, è autore l'ab. Gian-
cune osservazioni intomo all'origi- francesco Lancellotti di SlafFolo,
ne deW università^ e confutazione perciò ascritto tra i patrizi di Ma-
di ciò di' è stato scritto dall'auto- cerata. Nella collezione che posseg-
re del ragionamento dell'origine e go delle nominate stampe, in quel-
prerogative della città di Macera- la della III. Note, ec. trovo scrit-
ta ^ e da altri intorno V università to: del canonico Dionizj. Di tali

di Macerata. III. Congressi lette- stampe il Banghlasci nella sua Bi-


rari sulla contesa ira li signori dì bliografia, agli articoli Camerino,
Camerino e di Macerata tenuti in Macerata e Umbria, osservo che
casa dell' ab. Francesco Antonio ne riporta circa dodici soltanto.
Zaccaria, da lui medesimo distesi Dopti questo tempo i maceratesi e
in alcune lettere ad istanza d'un i camerinesi tacquero. Nel 1 786 il

amico. La prima fu ristampata in Colucci pubblicando il primo tomo


Bologna, la seconda in Macerata. delle Antichità picene, grato di es-
A difesa de' maceratesi , massime sere stato aggregato al patriziato
contro Zaccaria, quattro cose
il camerinese, nella dissertazione XII
stamparonsi. I. Lettera di un ma- \i prese a difendere la confedera-
ceratese anonimo intorno ai prin- zione de' camerli col popolo roma-
cipii dell'università di Macerata, in no. Ciò mosse due anonimi ad im-
risposta a ciò che n ha scritto il pugnar di nuovo il sentimento dei
sig.abbate Francese Antonio Zac- camerinesi, esser la loro città l'an-
caria ne' suoi letterari congressi. tico Camerino umbro, i cui abita-
II. Commenti e spiegazione d'alcu- tori camerti furono confederati dei
ne notizie appartenenti alla città di romani. Quindi nel 1786 si pub-
Macerata, pubblicate dal signor ab- blicò : Notizie istoriche di Carne-
bate Francese Antonio Zaccaria nel ria e Camerio città del Lazio,
libro che ha per titolo congressi forse dell'ab. Giuseppe Tondini (del
3o MAC MAC
quale ho nella citala collezione un proprie, tranne quelle messe nel §
nis., ignoro se originale o copia ,
IH dell* appendice. Leggo nel Co-
cioè Riflessioni su la nota iscrizió- lucci, che il Troili recitò la disser-
ne Munibach pubblicata dui
di tazione air apertura della copiosa
Muratori j e riprodotta prima dal e scelta biblioteca di Macerata, di
Frasca mila, sua dissertazione sui cui fu destinato prefetto: egli era
canierli unibri^ indi dall'ab.Zac- stalo trenta anni in Modena nella
caria in quc suoi congressi Igtle- rinomatissima biblioteca Estense. 11

rari^e pare opinamènto analogo alle Salinon nella sua opera intitolata:
Notizie istorie he ), che volle prova- Lo stato di tutti i paesi e popoli del
ie, che i camerti umbri confede- mondo, non solo ricorda tutti i brevi
rali de' romani, de' quali parla T. e bolle de' Papi, con cui fu Macera-
Livio, furono chiusini, e Cameria ta decorata della curia generale
non fu dov' è ora Camerino. Nel della rota, dell'università, della zec-
1787 poi venne fuori: Lettera ca, e di altri privilegi, non che del
d' autore anonimo sopra quel tanto sigillo; ma eziandio per provare la

che dal signor ab. Giuseppe Co- derivazione da Recina, riporta la


lucci patrizio di Camerino nella seguente antica memoria.
XII dissertazione suo primo del
tomo delle Antichità picene si dice In dorso Macerata sedei post bella
circa il passaggio fatto nella selva Gotoruni
Ciminia dal console Q. Fabio con Edita et ex priscis Recinae genero-
l'esercitoromano. L' autore nega sa recinis.
che quel Camerino fosse l'odierno.
Ai due anonimi rispose Colucci pu- Macerata come Recanati {Fedi),
re nel 1787 con un libretto Let- : ripete l'origine da Recina o Ri-
tere apologetiche in difesa di quan- cina, antichissima ed illusile città
to si è detto nella dissertazione XTI del Piceno, i cui avanzi maestosi
delle Antichità picene, sulla confe- esistono ancora sulla sinistra spon-
derazione de' camerti umbri col po- da del fiume Potenza , lungi tre
polo romano y ec. Il Troili braman- miglia da Macerata alla volta di
do che le contese non si riaccendes- Recanati, nel luogo chiamato il /^/^v-
sero, promise che avrebbe esami- so o ponte di Macerata. Recina
nato diligentemente senza passione trovavasi a pie del colle e veniva
tutte le cose stampate nelle Dis- attraversata da detto fiume. Alcu-
sertazioni e nelle Memorie ch'erasi ni fanno derivare il suo nome da
proposto pubblicare, senza far pa- un tempio dedicato a Venere Eri-
ragoni tra Camerino e Macerata. cina in quelle vicinanze, attribuen-
Finalmente avverte, che avendo il done l'erezione al re Cino che do-
Colucci nel t. Ili delle Antichità minò in Italia quattro secoli circa
picene pubblicato un estratto della dopo il diluvio, al che ripugnano
sua dissertazione Dell'antica Reci- i critici. Non mancarono parecchi
na, e da lui mandatogli, ed aven- scrittori di celebrarne 1' antichità ,

do osservato parecchie cose che a la nobiltà, la potenza, ed altri pre-


lui sono sembrate degne di ami- gi, al pari delle più famose città
chevole censura ; il Troili dichiara picene. Ebbe gli onori di colonia
iroler contrassegnare ìe aggiunte romana e di municipio, e conser-
MAC MAC 3i
ò reggimento anco in tem-
libero afferma il eh. conte Leopardi, par-
ào degl' imperatori romani, che la lando dell'oiigine di Recanati, nel-
elevarono al più alto grado di gran- la Sene de' vescovi di Recanati.
dezza. Tulio copiosamente , e con Dalla stamperia Quercetti d' Osi-
erudizione viene narralo dal Com- mo fu pubblicato un opuscolo in-
pagnoni, dal Troili, dal Colucci e titolato: Osservazioni di un ano-
da altri. Bisulta però da incontra- nimo sulla dissertazione dell' anti-
stabili documenti, che Plinio il vec- ca Recina pubblicata in Macera-
chio, il quale mori neiraniio 79 ta dall' abbate Domenico Troili
dell' era cristiana, nomina i nemesi Vanno 1790. Dalla copia che pos-
o recinesi fra i popoli mediterra- seggo col publicetur del can. Pe-
nei del Piceno. Di poco fu a lui rucci V. G., e di fr. Domenico Cri-
posteriore Sèsto Giulio Frontino, stian opulo prò vicario del s. oflizio,
che parla dell'agro di Reciti a _, e si legge la data de' 12 agosto 179^'.
de'suoi confini : noto è però, che ciò L'anonimo si dichiara maceratese :

che spelta al Piceno antico è dello severamente critica il Troili, lo ri-


scrittore agrario Balbo, i cui fram- marca di contraddizione nella pro-
menti furono inseriti nell'opera di perchè l'osser-
testata imparzialità,
Frontino. L'imperatore Traiano che va prender parte alle contese e ga-
morì nell'anno 117, donò alla re- re slate tra i camerinesi ed i ma-
pubblica ricinese l'eredità di Tu- ceratesi ; come pure di avere scrit-
scilo Nominato per impiegarsi nel to contro gli autori che scrissero
restauro del bagno, del foro o del- su tali controversie, ed ancora con-
le piazze, e di questa disposizione tro quelli che scrissero vantaggio-
si conserva un marmo in Macera- samente sopra Recina, non escluso
ta. Altro marmo esistente in Re- Compagnoni, e particolarmente con-
canali dichiara che Lucio Publi- tro Peranzoni e Lancellotti ; rin-
ciò Aproniano prefetto del preto- facciandogli di aver seguito Frasca
rio era il protettore del municipio detrattore Macerata. Passando
di
de' recinesi. Altra lapide conservata poi l'anonimo ad analizzare l'opi-
eziandio in Maceiata attesta che nione del Troili, che Recina ebbe
l'imperatore Settimio Severo, che principio ai tempi di Giulio Cesa-
terminò di vivere l'anno 212, fu re, o almeno del suo nipote Au-
gran benefattore della colonia di gusto, e prima delia nascita di Ge-
Ricina, anzi ne viene chiamato fon- sù Cristo, con sensate riflessioni
datore, perchè la restaurò grande- vuol provare che Troili non intese
mente, o vi condusse nuovi abitan- bene Plinio né seppe leggere le
,

ti, o le compartì altri singolari fa- lapidi di Traiano, di Severo e di


vori. Una iscrizione che si trova Marco Aurelio, e perciò doversi ri-
nella città di Tarragona dichiara tenere più antica l'origine di Re-
che Lucio Ovinio Rustico Corne- cina, e che a cagione della sua van-
liano console des'^nato, era il pro- taggiosa posizione, ampiezza e fer-
tettore della repubblica ricinese, e tilità di territorio, Recina forse sor-
questo Ovinio fu console nell'anno se dalle rovine di altra città pre-
237. Tulli questi marmi furono esistente, e conchiude non potersi
riprodotti dal Grutero, dai Coluc- asserire che Recina non esisteva
ci, dal Calcagni e da altri , come prima di Cesare.
32 MAC MAC
Narrano gli storici, che i reci- ed in morte i recinesi, come a pro-
nesi assoldarono gente per Giulio tettore tutelare e concittadino, nel
Cesare, sotto il quale in Reciua al- territorio gli eressero un monumen-
loggiarono la legione XII detta poi to sepolcrale, forse a cura di Lucio
fulminatrice d'Augusto,
a* tempi Publicio Floriano suo tribuno del-
ed in gran parte composta di re- la coorte nona pretoriana, compo-
cinesi, e la legione XXII, di cui sta di recinesi. Proseguì poscia l'im-
era prefetto Xucio Cerpinio della peratore Settimio Severo del iqS
tribù velina, alla quale fu aggre- la restaurazione di Recina ,
per le
gato quasi tutto il Piceno : la le- cui opere sublimi impressero i re-
gione XXII fu detta dallo stesso cinesi ne' marmi il nome di con-
Augusto primogenita, pia e fedele. ditore e di facitore; e visitando
La repubblica recinese ebbe il cu- nel 2o5> Recina per senatuscon-
ratore, dignità di gran preeminenza sulto gli furono decretati encomii
nelle città libere. L'imperatore E- da scolpirsi nel suo arco trionfale
lio Adriano chiamato l'Augusto dei eretto dalla riconoscenza de' reci-
piceni, e che mori l'anno i38, vi nesi di qua dal fiume, incontro al-
aprì il ginnasio e l' ateneo ; onde l'anfiteatro di Pertinace , l' uno e
obbligò Ja gioventìi recinese e la l'altro nel centro della città. Sicco-
picena tutta, per l'istituzione delle me Settimio Severo vendicò la mor-
buone lettere ed altre arti liberali, te di Helvio Pertinace, e ne prese
ad alzargli del proprio una statua il nome, così vogliono alcuni che
equestre dorata, ed allora cominciò Recina prendesse stabilmente il no-
la città a chiamarsi Elia Recina me di Helvia o Eivia Recina per
in onore del benefico principe. Gli onorare ambidue i munifici prin-
esempi di Traiano e di Adriano cipi. Dell' anfiteatro ancora esisto-
mossero Marco Aurelio Antonino no ruderi e la maggior parte degli
Pio, nel passaggio ch'egli tenne per archi.
Recina nell'anno i8o l'ultima vol- L' imperatore Clodio Pupieno
ta che parfi da Roma contro i mar- Massimo , nella spedizione contro
coma n ni, a spurgarvi i suoi anti- Massimino, nel 1^0 cinse di mura
chi grandiosi acquidotti , e resti- e di torri la città, dé'quali muri
tuirvi di bel nuovo l'acqua Marzia nuovi e forti propugnacoli ne esi-

tra fiume Potenza e il tempio


il stevano avanzi nel secolo XIV. '
Il

di Marte, ed oltre a ciò nominò senato e popolo recinese per gra-


Recina Antoniniana e città sacra. titudine gli decretò una statua di
Quindi l'imperatore Aulo Helvio marmo coti onorevole epigrafe. Per
Pertinace del 192, ne restaurò l'an- ultimo , come abbiamo dal Com-
fiteatro, il pretorio , ed altri più pagnoni, l'imperatore Licinio Gal-
antichi edifìzi ; la nobilitò di nuo- lieno del 260 beneficò Recina fab-
vi coloni romani, ne ampliò il ter- bricando pubblici granari e sontuo-
ritorio allorché rinnovò la legge si templi ed uno più celebre a
,

agraria che perciò Recina prese il


; Mercurio siccome suo nume tute-
nome di colonia Helvia o EWia lare ; ed i recinesi nel 262 fecero
Recina. Ebbe poscia a prefetto del battere in onore di Salonino, crea-
pretorio, o giudice generale del Pi- to cesare da Gallieno suo padre,
ceno, Lucio Publicio Àproniano, una medaglia colla testa di Mer-
MAC MAC 33
curio e l'epigrafe : Colonia Ricina ta e consunta da' goti verso la
Felix Helvia. Inoltre vi fu rap- metà del secolo VI, dicendola però
presentala Recina coronata di torri già decaduta ; il Lancellotti mette
come metropoli di provincia e reg- la distruzione di Recina per opera
gia delle città circostanti. Questa de' longobardi, dopo il 568; e il

colonia figurata nella medaglia sot- Troili si unisce al sentimento dei


to l'immagine della dea Cibele, chia- Compagnoni che la dice rovinala
ramente rappresenta Recina dal , nel principio del V secolo. Che Re-
fiume Potenza che corre nel mez- cina sussisteva nel 898, e che fu
zo della città, e dalle due mole o distrutta da' goti verso l'anno 4o6
macine da grano, arma sua anti- sotto la Radagasso o
condotta di
chissima per l'ubertà del suo ter- Redagaiso, lo riporta il conte Leo-
ritorio, abbondando i suoi campi pardi. Nel luogo ove fu Recina ^
di frumento ed altre biade, e i suoi oltre i mentovati marmi, si rin-
colli in vino, laonde nelle vigne di vennero pavimenti di mosaici, scul-
Montanello sopra Recina fu trova- ture, statue, idoli, amuleti, ed al-
to un sigillo col grappolo d' uva tre anticaglie, non che medaglie di
impresso. Che Mercurio fu nume bronzo e di argento di Giano, dei
tutelare di Recina, lo si ha pure consoli romani, e degl' imperatori
da una lapide di Licinio Saturni- Augusto, Caio, Tito, Traiano, Se-
no, che da Recina portata a Ma- vero ed altri, tutti testimoni del-
cerata, prima si conservò dentro la l'antichità, del lustro e della gran-
chiesa, antica di s. Giovanni con dezza de' recinesi. Ne' pubblici è
ospedale de' cavalieri gerosolimita- privati luoghi di Macerata, Reca-
ni, e poi nel palazzo apostolico a- nati, Montecassiano, ed altri luoghi
vanti la torre, collocata nei 1646 si vedono molti de' monumenti ac-
a pie delle scale. Ma di tanto Splen- cennati, ed appartenenti a Recina.
dore e magnificenza di Recina non Non si deve tacere, che il eh. De
rimane che il nome, dopo l'eccidio Mirticis ne' Cenni storici e numis-
cui soggiacque per opera dei bar- matici di Fermo, pag. i5, scrive
bari. essersi erroneamente fin
ritenuto
Alarico re de'goti, sospinto dal- qui da molli che la colonia Helvìa
l'ambizione di Stilicone, colle sue nel Piceno, da cui è sorta la città
genti feroci, preceduto dalla strage di Macerata, avesse avuto sue mo-
e dalla devastazione, occupò tutto nete coloniche, opinione eh' ebbe
il Piceno nella sua
marcia verso forse fondamento da ciò che ne
Roma, tutto ponendo a soqquadro, scrissero Tristano e Patino dappoi- ;

e le città specialmente di Recina ché secondo riferisce tre tipi di


il

e di Urbs Salvia interamente di- monete colla leggenda Col. Hel.


stinisse nel 4o^> essendo l'una dal- ch'egli spiegò Colonia Heh'ia, ag-
l'altra distante circa sette miglia. giungendo che i coloni coniarono
Diverse sono le opinioni sull'epoca una di tali monete per render gra-
della distruzione di Recina : Pe- zie agi' imperatori Pertinace e Se-
ranzoni l'attribuisce ad Attila re vero, e le altre due a Caracalla*
degli unni, e verso la metà del V L'Harduino però nolo pel primo,
secolo; il Fanciulli stima che Re- che le monete colla leggenda Col*
cina fosse con Veregra saccheggia- Hei. ad Heliopolim Caelesyriae do-
voi. xn. 3
34 MAC MAC
vevano attribuirsi j al quale autore che di Cjiinerino e di Fermo, Ixi-
soscrisse poscia il Vaillant nella sua gnando le falde del suo colle il
opei-a, corrt^gendo il Tristano e il Potenza e il Cliicuti fiumi celebri;
Palino, i quali erano stati seguiti quindi partecipò Macerata della
dal Cupcro e dal Mczzabarba. Con- Penta poli da settentrione verso il
chiude il de Minicis, che la mo- castello di s. Giuliano o s. Pelle-
neta con le lettere singolari Col» grino contermini di Umana e di
Hel. non può appartenere alla Ck)- Recanati, per la via di Potenza al
Ionia Helvia, ma aòHeliopolis^ poi- mare; e dall'occaso in vicinanza di
che le colonie italiche, e specialnien- Osimo Savino e Miligiano
verso s.

tequelle vicine a Roma, non avevano o Miglianzano, da Forano a s. Ma-


il diritto della coniazione delle mo- ria in Selva. Della Marca di Ca-
nete. Caduta Recina, i suoi abita- merino, dal meriggio verso Lor-
tori si divisero in più popolazioni, nano, Corogliano Colmargone o ,

e con le reliquie di quelle alte mu- Colmaggiore, e Villa Maina o Ma-


ra edificarono le due città più gna, da Chiaravalle e dall'Arancia
Ticine, Macerala e Recanati. Altri o Rancia alla chiesa di s. Croce
scrivono, che recinesi si ritiraro-
i di Rambona. E dall'altra Marca di
no dopo il disastro nel seno dei Fermo, dall'orto verso Corneto,
più erti colli, e la parie maggiore Canaleccio di là dal Chienti, Nun-
convenne nella sommità, ove quasi castro, la Torricella ovvero il Castel-
dalie macerie sorta si edificò Macera- lare del Colle, e il castello di Ca-
ta, sebbene taluni pretendano che sale colla chiesa di s. Claudio, tut-
Macerata preesistesse e in tal fatale te contee antichissime della giuris-
circostanza venisse ampliata. L'Au- dizione di Macerata, o dominate
rispa nella più volle citata Ora- da patrizi e nobili maceratesi. Par-
zione, riferisce a pag. 7, che Ma- la poi degli autori che magnifica-
cerata avesse i suoi principii dal- rono i pregi di Macerata, ricono-
l'anlica e chiara città di Ricina, sciuti pure dai Pontefici, e della
allorché questa venne disfatta, non sua antica ma incerta origine
Jia bisogno di prove, basta leggere Quanto al nome di Macero o
ilBiondo, Jodoco Hondio , Marco Macro da cui vuoisi il principio
Guazzo, Smetio, Amantio, Reusne- del nome Macerata, poco conto
ro. Volterrano, Alberti, Bacci, Ip- facendone il Compagnoni, piulto-
polito Aurispa ed altri scrittori, sto l'attribuisce a Martio Macro
come Panfilo, riportando il prin- nobile romano: Non longe a RI'
cipio dell' iscrizione esistente nella dna cìvìlate in aniaeno colle circa
galleria Gregorio XIII nel pa-
di an. Domini 822 fuit conditunt
lazzo Vaticano Macerata e vetu-
: oppidum nobile a Martio Macro
statis' Helviae Ricinae ruinis et patritio romano de gente Aemitia
niaceriae dirutae excitata provin- Inter patritias majoruni gentium,
ciac Picenae praesidum sedes. et vocavit a suo nomine Macera-
11 Compagnoni nella Reggia pi- tam. Narra pure che vi fu chi
cena, a pag. 60, chiama Macerata pretese, che un Macareo da Ma-
colonia de' recinesi. A p. 3o scrive carea città d'Arcadia, nell'invasione
che Macerata è posta in mezzo dei pelasgi vi deducesse una colo-
tra l'antica Pentapoli e le due Mar- nia, e che col proprio nome la
MAC MAC 35
cìiia masse Macerata. Riporta anco- In seguito i recinesi o macera-
ra ah re congetture sul nome, al- tesi seppero schermirsi per la for-
cuni facendolo derivare da Licinio tezza del sito, e col loro valore,
Macro o altro di sua famiglia, di- dalle barbarie de* re goti, come
fensore o patrono, o flamine o de- dalle calamità de' tempi, onde Ma-
curione della medesima; tutte con- cerata potè servire di comodo al-
getture prive di certezza. Nota poi loggio ai soldati di Belisario. Poco
che Appiano e l'Amanzio scrissero: mancò, sebbene piazza fortissima e
apud Macerelum novam in Pìce' l3enpresidiata, che non cadessero

no Heh'ia Ricina col., ed il Ga- per sempre recinali sotto il fer-


i

Macerata colonia Ricinen-


lesino, ro di Teja ultimo re de' goti,
siitm. Dopo la partenza di Alarico quando portò la guerra nel centro
da Roma e nel seitembre circa del quasi del Piceno. Il Compagnoni
4 IO, si dice che uscendoi recinesi dice pertanto, che solo a patti i

dai loro asili, cominciarono a ri- recinali , e per timor del sacco,
parare o edificare B-Ccina o Ma- cederono dopo ostinata difesa, e
cerala, vi trasportarono le cose più nominando diversi storici vuol pro-
memorabili della città sacre e pro- vare che per recinali altri non deb-
fane, venerando per patrono san bano intendersi che i maceratesi :

Giuliano in Recina, di cui era al- in vece il conte Leopardi, per il

lora e fu ultimo vescovo s. Clau- luogo espugnato tiene che sia sta-
dio, il primo de' maceratesi al dire lo il castello campestre abitato dai

dal Compagnoni, contraddetto dal lecinati, fortissimo pel presidio di


conte Leopardi, il quale riporta Cumade, poi città di Recanali. Ai
la fondazione di Macerala e suo goti oltre altri barbari successero
vescovato ad epoca assai più tar- i longobardi, che occuparono an-
da, dichiarando non aver tiovato cora il Piccfjo, laonde le supersti-
notizie di s. Claudio, ne di altro ti città e terre colla libertà per-
-vescovo di Recina. L'evangelo era derono ancora le proprie leggi, e
slato predicato nel Piceno dall'apo- dovettero invece obbedire alle lon-
slolo s. Pietro, reduce dalla Dal- gobarde. Nel pontificato di s. Gre-
mazia, essendo stato protomartire gorio II e circa l'anno ySo i po-
de' piceni s. Catervo suo discepolo, poli delle Provincie dell' Eoiilia,

e s. Giuliano quello che introdus- della Pentapoli e del Piceno scos-


se il cristianesimo in Recina. In sero il giogo degl'imperatori gre-
Macerata non solo si vogliono tras- ci e de'longobardi , e si posero
portati i più ragguardevoli monu- sotto dominio e protezione della
il

menti di Recina, ma eziandio le santa Sede; e per tale spontanea


magistrature de' decurioni, duum- dedizione, acquistò la Chiesa roma-
viri, curatori, ed altri che forma- na il dominio temporale sulle no-
rono decreti pubblici scolpiti in minate Provincie, massime sul du-
tavole di marmo, quae apud Ma- calo di Spoleto e sulla Marca
cera tam siint, e le franchigie an- Frattanto Desiderio ultimo re dei
cora si mantennero come in Recina, longobardi, minacciando Roma del-
non che lo stemma della gran l'estremo eccidio, s'impadronì di
mola o macina, col quale asserisce molti dominii della Chiesa, fra'qua-
il Giardino si rinvennei'o medaglie. li il Compagnoni pone Macerata,
36 MAC MAC
ed il conte Leopardi Recanatì, ci- obbligò le città della provincia al
tando l'Ammiani. Il Papa Adriano giuramento di fedeltà. Tra cro- i

I ricorse al possente aiuto di Car- cesignati che nel 88 passarono i 1

lo Magno, che vinto nel 778 De- nella Palestina per liberare luo- i

siderio, pose fine al regno longo- ghi santi dai saraceni, si arrota-
bardico, restituì al Papa le occu- rono molti maceratesi, seguendo lo
pate terre, ed altre ne donò. Flut- stesso imperatore, che incontrando-
tuò dipoi Macerata lungamente ora vi la morte, gli successe ncIT im-
ai Papi, ora ai re d'Italia, ora agli pero Enrico VI suo figlio. Questi
imperatori assoggettata col rima- nel 1195 concesse il marchesato
nente della Marca Anconitana. SoftVi d'Ancona a Marcualdo sud dapìfe-
inoltre sotto i Berengari devasta- ro. I marchiani riguardavano co-
zioni, ed Arnolfo re di Germania me sovrano l'imperatore, e per es-
e d' Italia dopo l'anno 896 la bru- so i consoli de'Iuoghi, così Mace-
ciò e disfece. Nel seguente secolo le rata; ma Marcualdo commise nel
città e castella governarono con
si paese ogni eccesso e malvagità.
differenti leggi, così nel secolo XI. Essendo morto Enrico VI nel
Sembra che a questa epoca Mace- 1197, aspirarono all'impero il suo
rata avesse il proprio conte che la fratello Filippo di Svevia, ed Ot-
signoreggiasse, ma gli abitanti era- tone IV di Sassonia Macerata se- :

no immuni e liberi da qualunque guì il partilo del Appena


primo.
superiorità, benché spirituale, dei Innocenzo III 1198 fu subli-
nel
confinanti, perchè osservavano le mato al pontificato, come dicemmo
leggi de* longobardi secondo i ca- alla sua biografia, volle ricuperare
pitolari di Carlo Magno, come si i dominii della Chiesa e quelli del-
raccoglie da un documento del o55. i la Marca colla forza delle armi e
INel iio8 Macerata sempre più si delle censure ecclesiastiche. A tale
ampliò e divenne considerabile edetto vi spedì per legato il car-
Dopo essere soggiaciuto il Piceno dinal Vidone
di s. Maria in Tras-
alle armi de' longobardi, l' impera- tevere reprimere le tirannie
per
tore Eurico IV rinnovando le pre- di Marcualdo, e guadagnare i po-
tensioni de' predecessori sulle terre poli al paterno dominio della Chie-
della Chiesa, nel 1 1 o5 era calato sa. In seguito vi mandò altri lega-
con poderoso esercito in Italia, ed ti, ed ottenne il bramato intento.
occupato il Piceno, ne die l'inve- Nel 1202 essendovi dissensioni tra
stitura a Warnerio Guarnerio o molti popoli della Marca , perchè
suo famigliare, con di mar- titolo alcuni favorivano Filippo, altri Ot-
chese della Marca d'Ancona, il tone IV, Innocenzo III ne procurò
quale sottomise al dominio impe- la concordia; ma nella pace che se-
riale tutta la provincia. Nel ii3o guì in Polverigi tra le parti, non vi
la Marca fu dominata dal conte furono compresi i maceratesi ed altri,
Ruggiero fatto re di Sicilia dall'an- come aderenti di Filippo di Svevia.
tipapa Anacleto II. Le maggiori Abolito il comando dei consoli, ogni
calamità della regione seguirono città, terra e castello elesse in vece i

nell'imperio di Federico I, che podestà, e nel i2o3 di Macerata fu


venne in Italia la prima volta nel eletto Rainaldo de'signori di Monte
II 55, e poi eatrato nella Marca Verde, coli* aggiunta di Poggio di
MAC MAC 37
s. Giuliano ossia di s. Pellegrino, quali erano subordinati i collate-
castellocome dicemmo contermine rali o giudici, e competendogli il

di Hiiroana e di Recanati, che es- mero e misto impero, disponevano


sendo del pallilo di Ottone IV era ad arbìtrio non meno del governo
stato compreso nella pace di Pol- politico che d'ogni altro emergen-
verigi. Atterrato dai maceratesi il te che spettava all'uno e all'altro
castello di s. Giuliano, gli abitanti foro di qualunque sorte, e tra qual-
passarono ad aumentar quelli di sivoglia persona ancorché privile-
Macerata, che perciò fu ingrandita giata o regolare; tanto si verificò
con edifìzi, e nel luogo del castello nella causa agitata tra il monaste-
fu eretto un forte o castellare chia- ro di Chiaravalle e Commodo di
mato eziandio s. Giuliano e s. Pel- Rainaldo e Festa sua moglie, a-
legrino, per la generosa ospitalità vanli Rainaldo da Recanati giudi-
che il santo usò coi pellegrini. E ce di Monte Verde, podestà di Ma-
qui nota il Compagnoni , che del- cerata e del Poggio, come si rile-
l'unione del castello di s. Giuliano va dai registri di quell'abbazia del
con Macerata errarono alcuni, co- i2o3. Ma venuto Innocenzo III in
me errarono sulla distanza di tre cognizione dell'eccessiva autorità che
miglia, credendo essere tulio una esercitavano i magistrati secolari
cosa, ne differire un luogo dall'al- sugli ecclesiastici, vi prese provve-
tro. Aggiunge, che nulla pregiudi- dimento e spedi legato in Ancona
cherebbe a Macerata, se avesse sor- e nella Marca il cardinal Cencio.
tita denominazione dal suo prin-
la Filippo di Svevia morì nel 1208,
cipale protettore, loche però nega, ed Ottone IV fu senza contrasto ri-
essendo la città così chiamata dalle conosciuto da tutti; ma questi in-
macerie e rovine di Recina , pre- grato al suo costante protettore In-
giandosi più di una città assumere nocenzo III, contro giuramenti i

il nome da quello del suo patrono. fatti, occupò molte terre della Chie-

JNelle controversie tra Camerino e sa, ed anco nella Marca; quindi


Macerata camerinesi scrissero essere
i nel 12 IO a' 20 gennaio in Chiusi
il Poggio san Giuliano una cosa conferì il marchesato d'Ancona ad
stessa con Macerata gli rispose pe- : Azzo VI d'Este suo parente. Nel-
rò l'anonimo delle Note stampate r investitura non fu nominata Ma-
in Foligno nel 1781, colla nota V. cerata, ne quelle altre città che il
Dichiara inoltre il Compagnoni, che citato anonimo riporta nella nota
scorse bensì Macerata diversi secoli VI, solendosi talvolta nelle investi-
fuori rango di città, ridotta
del ture specificare soltanto alcime città
dalle vicende politiche de' tempi e terre; d'altronde si sa che Azzo
senza il suo antico vescovo, e qua- VI in Macerata vi tenne il giudice
si in forma di vico o castello, seb- della sua curia, ed il giudice Al-
bene nel reggimento non era diver- brico aggiudicò in detto anno al-
so dalle altre città libere e grandi, l' economo di Chiaravalle un ter-
riportando alcuni esempli che col reno, presenti vari nobili macera-
nome di castelli, perchè
muniti e tesi, giureconsulti ed altri curiali.
forti, furono bene spesso chiamate Dopo diverse paterne ammonizioni,
diverse città antiche ed insigni. Ob- il Papa scomunicò Ottone IV ed i

bedivano i popoli ai podestà, a! suoi fautori, e perciò anche i mar-


38 MAC MAC
chiani, sostituendogli nell* impero pregìiiere né con censure avea po-
Federico II re di Sicilia, figlio di tuto ottenere dai maceratesi la rie-
Enrico VI. Morto Azzo VI nel dificazione del castello. Tuttavolta
12 12, come nelle altre prefetture l'Estense avendo compresa la giu-
paterne , anche nel marchesato di stizia della causa de'ii»;»eeratesl, e
Ancona gli successe
Aldobrandino per non irritarli nelle turbolenze
II d'Este, in che lo confermò In- suscitate nella Marca da Bertoldo
nocenzo III, commettendogli tenere de* duchi di Spoleto, ne diderì l'e-
la provincia in divozione alla Ghie* secuzione. Abbiamo dal Martorelli
sa romana, e pagare ad essa an- nelle Memorie di Ostino^ e dal
nuo censo. Essendo la Marca in Marangoni nelle 3Ie/none di Civi-
angustie per Gualtiero conte di Ce- tanovay che nel 1222 Macerata
lano soccorso dai fautori d'Ottone spedi ambasciatori ad Osimo per
IV j dopo averlo Aldobrandino ottenere la licenza di potersi colle-
II vinto in diversi conflitti , col- gare con Civilanova, Sant' Elpidio
la sua morte il paese tornò tran- e Monte Kubbiano, dal che si co-
quillo ; ma i conti di Celano tron- nosce che Macerata era unita con
carono nel I2i5 giorni dell'Esten- i Osimo. Dal medesimo Martorelli si
se col veleno, che lasciò i suoi stati rilevache Onorio III avea inve-
e tutta la Marca ad Azzo VII suo stito il vescovo di Fermo Rainal-
fratello. Essendo molti marchiani do e successori di Sant'Elpidio, Ci-
seguaci di Ottone IV , mal volen- vilanova, Monte Santo, Monte Co-
tieri sopportavano la dominazione salo, Morrò valle et Podio sancii
Estense, e siccome amanti di li- Juliani nunc Maceratae, Già le fa-
bertà si sollevarono. Innocenzo III zioni de' guelfi e ghibellini nel 1224
gli ammonì a riconoscere per im- ripullularono ferventemente, né i
peratore Federico II, e per signore marchiani andarono esenti da sif-
Azzo VII. Nel pontificato di Ono- fatti odii intestini, primi seguaci
i

rio III, e dopo la morte di Ottone del Papa, i secondi dell' imperato-
IV, i marchiani vaghi di novità si re, com'è noto. Mentre era pode-
prmarono per sostenere le comuni stà Inghiramo da Macerata gene-
libertà: unitisi gli uomini di Pog- rale Benvenuto di
de* fiorentini
,

gio coi maceratesi, si coliegarouo Pedone che primo usò il co-


pel
co*montolmesi loro vicini, ad e- gnome di Panico, uno de* capi ghi-
sempio di altre comuni, e con for- bellini maceratesi, trasferì in Ugo-
male atto contro ogni altra poten» lino di Gregorio tutti i suoi beni
za , fuorché del partito imperiale, di s. Angelo di Villa Magna.
liei 12 i8. Corsero intanto i mace- 1226 Onorio III per tene-
Nel
ratesi in gran numero a diroccare re maggior freno i marchiani,
in
il Poggio o loro antico castello di comandò alle comuni delle città ed
Casale, venendo costretti a incru- altri luoghi che in tutto obbedisse-
delir contro i propri coloni ,
per ro il marchese j ed il successore Gre-

opporsi colle armi alle pretese ra- gorio IX ordinò al suo suddiacono
gioni della chiesa fermana. 11 ve- e cappellano, che Macerata e Mon-
scovo Rainaldo Monaldi si procurò tolmo li mantenesse a nome suo.
l'aiuto di Azzo VII ed un moni- Imperversando Federico II contro
Xorio di Onorio III, perchè né eoa la Chiesa, da cui tutto dovea ripe-
MAC MAC 39
tere, Gregorio IX si trovò costret- Macerata, trasportò il teatro della
to a scomunicarlo, affidando il co- guerra nel reame di Napoli. Uno
mando Giovan-
delle sue milizie a dei tre eserciti pontificii a Macerata
ni di Brenna re di Gerusalemme, e alle Ripe trovò tale resistenza che
con grado di capitano generale di non potè progredire nella marcia.
Romagna e della Marca. Costretto Reduce Federico li dalla Palestina,
Federico li giusta i giuramenti a ove fece empi patti coi nemici del
partire per la sacra guerra di Pa- nome cristiano, nel 1229 destinò
lestina, Ranaldo suo viceré in Si- nella Marca vicari imperiali Ric-
cilia per suo incarico occupò ostil- cardo conte di Caserta e Giacomo
mente le Provincie pontifìcie e per Morra. Quindi pacificatosi col Papa
prima la Marca, avanzandosi sino a ordinò alle città e fortezze ghibel-
Macerata. Dalla sorpresa di Mace- line che ritornassero alla Chiesa,
rata sperava Ranaldo soggiogare al- mentre Gregorio IX ad onta delle
Timpeiatore il restante della Mar- pretensioni del marchese d'Este, in-
ca, e ritenutola per posto impor- caricò il vescovo di Beauvais retto-
tante per la sede della guerra, la re della Marca d'Ancona, di Spo-
fortificòcon buona architettura mi- leto e del Patrimonio, che prendesse
litare, con un giro nuovo di mura sotto di se Macerata e Montolmo, co-
più grande assai del presente, con me luoghi immediatamente sogget-
propugnacoli o torrioni, terrapieno, ti alla santa Sede, munendolo di
largo e profondo fossato. Allora gente d'arme. All'anno I233 ese-
Macerata avea più di quattro miglia guenti il Compagnoni riporta i no-
di circuito, contenendo da Fonie mi di vari podestà e giudici ge-
Maggiore per la via detta antica- nerali della Marca residenti in Ma-
mente Tiburtina, alle fonti di Ma- cerata. Nel 1239 Gregorio IX coi
cerata per la via Flaminia, sei no- guelfi della Marca ed il cardinal
bili ed ampli quartieri, chiamati Colonna, si volse contro Enzio o
di s. Giuliano, di s. Paolo, di s. Enrico re di Sardegna, bastardo
Pietro, del Monte, di s. Salvatore di Federico 11; ma al primo arri-
e di Macerata, senza comprender- vo dei regi in Macerata, fuorusci- i

vi gli esteriori borghi di s. Salva- ti ghibellini ripatriarono lieti ed ac-

tore e di 6. Giovanni, guardati an- clamati. Per l'espugnazione di Ma-


ch'essi con ridotti ed altre antiche cerata il re si portò prima olla
fortificazioni. Fatta Macerata piazza conquista di Montecchio, luogo for-
d'arme e camera cesarea, convenne tissimo. Sostennero coraggiosamen-
ai maceratesi di sostenere le gra- te gli abitanti un tempo l'assedio,
vezze delle contribuzioni, dogli allog- toccando a' maceratesi soccorrere il

gi, ed incomodi della guerra.


altri campo regio con vettovaglie e mu-
li Papa scomunicò Ranaldo, prepo- nizioni da guerra, onde dal re con
se alla difesa della Marca il re Gio- encomii di fedeltà e quali ausilia-
vanni, e vi deputò legato il cardi- ri ebbero grazie e privilegi , con
nal Giovanni Coloima. Varie e lut- la conferma del dominio assoluto
tuose furono le conseguenze, e per di Casale ed altri suoi antichi ca-
la superiorità delle armi imperiali, stelli, l'esenzione del proprio foro,
Gregorio IX per costringere Ra- esclusone ogni altro ancorché eccle-
naldo ad abbandonare la Marca e siastico, l'immunità sopra tutti i
4o MAC MAG
porli della Marca Anconitana, ad quisto del bagaglio, del corroccio
instiir romanoruni ex foederf^ con degli anconitani e della persona di
somiglianti prerogative espresse nel Marcellino. II Colucci nella sua
dipiuma, col pieno ed assoluto reg- Tre/a o Ulontt'crhìo, dice che i pa-
gimento di se stessa, come rileva il pali furono sconfini due volte dagli
più volte citato anonimo nella imperiali, prima dal Castiglione pres-
nota Vili. so Osimo, poi nelle vicinanze di Civi-
Frattanto Gregorio IX rinnovò tanova dal conte Riccardo; ma se-
la scomunica contro Federico II , guendo il Collenuccio
dice che i
ed alla medesima sentenza vi as- prigioni e morti furono circa due-
i

soggettò ilEnzio ed i suoi


figlio mila; di poi Federico li fece bar-
seguaci. Nel 1241 morì nel con- baramente impiccare il vescovo. Ri-
cento di s. Francesco di Macerata tornò il conte in Macerata a modo
il beato fr. Paolo da Spoleto det- di trionfo, col carroccio e le bandie-
to della Marca, già confessore del re nemiche ed i prigioni. Il cardinal
santo fondatore del suo ordine dei Raniero legato compartì indulti ai
minori. In questo tempo il conte seguaci della Chiesa, ed a quelli
Roberto da Castiglione teneva pres- che ritornarono all'obbedienza; ma
so Macerata la vicaria dell'impera* punì gli aderenti degl'imperiali, così
tore nella Marca. Nel 1245 Inno- i maceratesi per aver dato il gua-
cenzo IV, già rettore della provin- sto al monastero di s. Fermano nei
cia,nel concilio generale di Lione confini di Monte Lupone, e dan-
I scomunicò e depose dall'impero neggiato Montolmo. In questa epo-
e dal regno Federico II, e tra le ca si trova il conte Riccardo co-
incolpazioni vi furono quelle di a- mandare nella Marca qual capita-
ver usurpato la Marca ed altre no generale e vicario dell'impero,
Provincie della Chiesa. Continuan- e sotto di lui in Macerata il giu-
do mole-
tuttavia Federico II nel dice della curia imperiale della
stare que* luoghi che obbedivano al Marca convalidò la vendita che poi
Pontefice, altre milizie spedì nella fecero al comune di Macerata del
Marca sotto il reggimento di Ric- castello di Lormano i Carboni ca-
cardo conte di Civita di Chieti suo pi de'guelfi, ed altri signori di es-
figlio, per cui Innocenzo IV inviò so. Divenuto Federico li padrone
capitani e gente d'armi per unirsi di tutta la Marca, Macerata gl'in-
ai guelfi, capo de* quali era Mar- vio tre nobili ambasciatori per ot-
cellino vescovo di Arezzo, constan- tenere la conferma de' suoi privi-
do la maggior parte d'anconitani, legi, e di quelli concessi da Enzio
camerinesi, montecchiesi e recana- Enrico, e l' ottenne. I due ca-
tesi. Uscì in campagna nel 1247 stelli Nuncastro e Lornano fu-
di
il conte Roberto di Castiglione, vi- rono dati a Macerata nel 1289 o
cario generale della Marca per l'im- 1 249 dal re Enrico, confermando
perio, co'suoi teutonici e saraceni, la donazione lo stesso Federico II,
maceratesi, senigalliesi, jesini , osi- i cui diplomi in pergamena con si-
mani e matelicani, ed altri ghibel- gilli sono nell'archivio segreto della

lini. Attaccato 1' esercito pontificio città. Sopraggiunto nella Marca per

sotto Osimo, lo ruppe con strage legato il celebre cardinal Pietro


di più di quattromila uomini, l'ac- Capocci, si portò in Macerata, ove
MAC MAC 41
fecero ritorno i guelfi esuli da un ce generale della Marca, Mercataur
decennio, per animare i quali alla te bolognese. Nel 1254 fu esalla-
costante fedeltà verso il Papa li , to al pontificato Alessandro IV, il

segnalò tra i primi della Marca con quale domandò subito aiuto alle
specialità di grazie e favori, e con città della Chiesa, contro Manfredi,
essi il popolo di Macerata. Rifor- ed a Macerata scrisse una lettera
matasi nel 1349 dal cardinale in in forma di breve che al pubblico
Macerata la camera pontificia per di Macerata presentò il vescovo di
la resideiiìia de' legati , in tempo Faenza spedito nella Marca per
anco che i maceratesi dilatavano i provvedere soldati e denari. Que-
fori e le pubbliche vie per la co- sto Papa chiamò nella lettera Ma-
modità de' curiali , come rilevasi cerata, colle qualifiche di città, di
dalle molte compere di quartarole fedele e di figlia . Reggendo per
di piazze prese in diversi quartie- Alessandro IV la Marca il nipote
ri ; laonde alcuni congetturano l'in- Rolando giudice generale, fu in
graiulimento dell'antica Macerata. Macerata, e vi emanò qualche de-
Dagl' istromenti perciò stipulati, so- creto.Dopo la partenza di Rolan-
no nominati i Gualteri, gli Ugolini, do levarono molti luoghi e città
si

i ed i Ricci patrizi d'an-


Giliotti, marchiane, onde il successore Ani-
tico sangue di parte guelfa. baldo di Trasmondo degli Anni-
Nel i25o morì Federico II sof- baldeschi della Molara, altro nipo-
focato da Manfredi suo figlio na- te delPapa, colle sue maniere in
turale, per Io che molti nobili con poco tempo le riguadagnò, per cui
altri capi de* guelfi danneggiati e si Montec-
costituì avanti di lui in
oltraggiati dai ghibellini maceratesi chio d'Attone sindaco di
Pietro
nelle passate turbolenze , ricorsero Macerata, al quale confermò certe
al Pontefice, così fecero i signori capitolazioni fatte con altri sinda-
di Lornano per la riedificazione del ci. Sì compose poi il comune di
castello, benché Io avessero venduto Macerata di pagargli certa quanti-
al comune. Macerata per sottrarsi tà di moneta per qualunque atto
da tante molestie supplicò Inno- ostile commesso sotto la domina-
cenzo IV, e con altri si compose zione imperiale, contro gli ascola-
collo sborso di gran danaro , me- ni, montolmesi, tolentinati, ripani,
diante l'approvazione del cardinal e qualsivoglia altra persona e co-
Capocci, al sindaco di Macerata mune, e non meno per la somma
nel i25i. Da questo Papa non fu di cinquecento libbre ravennate ed
inoltre denegata a' maceratesi , col anconitane. Assistette presso il ret-
ricorso la cognizione delle loro cau- tore Anibaldo per giudice genera-
se per giustizia , avanti al rettore le Marca Guglielmo de Gui-
della
della Marca. Innocenzo IV nella dalotti ma dopo essere stato in
;

concessione conferma a Macerata alcuni luoghi principali della Mar»


ì privilegi, nel breve riportato, co- ca, fermò la sua residenza in Ma-
me tanti altri documenti, dal Com- suo vicario
cerata, ivi costituì per
pagnoni. Neir istesso tempo eserci- il podestà del comune Matteo da
tava in Macerata la giudicatura s. Alberto romano. Commossi i ghi-

come vicario del comune. Paolo bellini della Marca da Manfredi ,


Gualtieri spoletino, e come giudi- che colle armi avea occupato il re-
4:2 MAC MAC
gno di Napoli, tentarono dì notte te le due piazie inespugnabili per
sorprendere Macerata e cacciarne il la fortezza del sito e valore de' di-
rettore, cogli altri del partilo della fensori,ne partì dando il gua-
se
Chiesa. Per la fortezza del luogo sto campagna. Continuando la
alla

e pel valore de* maceratesi non gli tracotanza di Manfredi e per le in-
liusci,ed il Papa indirizzò un bre- solenze che in Roma commetteva-
ve di lode al podestà , consìglio e no Banderesi (Fedi), Urbano IV
i

comune di Macerata. Ai fuorusciti chiamò in Italia Carlo d'Angiò, ed


maceratesi si unirono altri ghibel- il successore Clemente IV lo inve-

lini e Perei valle d'Oria vicario ge- sti del regno delle due Sicilie;
nerale della Marca d' Ancona per quindi il re nel 1266 vinse Man-
Manfredi, che ricuperò diveisi luo- fredi in battaglia, e questi restò
ghi vicini a Macerala. Il Pontefice morto. Siccome molti guelfi mar-
perchè colla sua espugnazione t ne- chiani avevano seguito gli stendardi
mici non passassero ad invadere del re Carlo I, egli li creò cava-
Spoleto, domandò soccorso dai pe- lieri e gli onorò del rastrello ver-
rugini da Anibaldo. Frattanto
e miglio e de'gigli d'oro, per cui mol-
Percivalle proseguendo con successo te famiglie anche maceratesi pose-

la sua marcia, rese alla divozione ro tali segni ne' loro stemmi. Inol-
del re Manfredi tutta la Marca, e tre il re fece restituire alle loro
siccome Macerata si vide costretta patrie i guelfi usciti dalla Marca.
riconoscerlo per signore , migliorò Dopo la morie di Clemente IV,
la sua condizione pei privilegi che nella lunga sede vacante, si rinno-
ne conseguì nel isSg. varono le crudeli guerre tra alcu-
Nella vicaria di Percivalle fu in ne città e terre della Marca, e gli
Macerala giudice generale della Mar- anconitani invasero i lerri torli dei
ca Bartolomeo da Rando, e giudi- maceratesi, essendo podestà del co-
ce del comune Rosario da Civita- mune Grimaldesco da Lornano. Il

nova, pel podestà Jacomuccìo da popolo di Macerata pacificò i suoi


Lornano. Divenuto regio vicario ge- guelfi e ghibellini, ed unite le sue
nerale Enrico di Ventimiglia conte forze uscì in campagna, innoltran-
dell'Isola maggiore, parte risiedè in dosi arditamente pel contado e di-
Macerata nella casa de'Mulucci, e stretto anche a vista d'Ancona. Re-
parie in Tolentino. Il Papa Urba- ciproco fu il danno e i guasti, e
no IV nel 1 264 pubblicò una cro- tanti furono quellimace- fatti dai
ciata contro Manfredi, e tra i pri- ratesi, che nel 1269 convennero di
mi che si dichiararono pel Ponte- compensare gli anconitani con sei-
fice furono i maceratesi con altri mila libbre. Di questo accoido tra
guelfi. Manfredi spedì nella Marca i due comuni, ne riportano Tallo
contro i ci'ocesignali i saraceni sot- il Compagnoni, ed il Saracini, Nò-
to il comando di Corrado, che fat- tizie ìsloriche di Ancona, Ne faci-
to prigione, il suo suocero Guai- Hlò la conclusione le esigenze dei
fano con formidabile esercito si veneziani sopra le merci de' navi-
presentò avanti Macerala residenza ganti dell'Adriatico, mentre i ma-
del rettore ; e lasciata quivi gran ceratesi venivano lesi ne* privilegi
parte di cavalleria, si avanzò ad as- imperiali , come liberi dai tributi
sediar Montecchio; ma ricouosciu- de' porti per tutto il distretto della
MAC MAC 43
Marca. Intanto si riconciliaroiio con ra.Essendo i camerinesi in guerra
Macerata, Monte Cassi a no e Mon- con Sanse veri no e Matelica, nel
te dell'Olmo, per quanto era ac- 1287 spedirono ambasciatori a' ma-
caduto nelle precedenti guerre. Di- ceratesi amici antichi, per richie-
venuto Papa nel layi Gregorio X, derli bisognando d'aiuto, e di strin-
per dimostrazione di slima parte- gersi con loro in lega ; al che pie-
cipò a Macerata la sua esaltazione^ namente convennero i maceratesi
al dire dell'Aurispa. Nel 1277 i nel consiglio composto di duecento
maceratesi fecero un accordo con uomini, de' quattro quartieri prin-
Monte Mi Ione pei confini del ter- cipali, tutti enumerati dal Compa-

ritorio, nel quale anno reggeva la gnoni. Il rettore Giovanni Colon-


podesteria di Macerata il cardinal na alcun tempo fece la sua resi-
Matteo Rosso Orsini nipote di Ni- denza in Macerata, la quale fu da
colò IH. Nel pontificato di Marti- lui obbligata pagare a Simone di

no IV i rettori della Marca s* in- Bonaccorso da Pistoia, tesoriere ge-


titolarono marchesi generali. Nel nerale della Marca, duemila lib-
1283 il di lui rettore Gilliedo Gae- bre, per gli eccessi commessi con-
tani spedì la patente di podestà di tro il comune e gli uomini di Mon-
Macerala al nobile Sinibaldo d'U- te Mi Ione. Agapito figlio del ret-
golino d'Osimo de' conti di Monte tore e suo vicario generale , eoa
Zaro. Invece i maceratesi per l'an- buona comitiva di maceratesi e
tico possesso di eleggere i ministri marchiani, per ordine di Nicolò IV,
pubblici, chiamarono per podestà si condusse a Ravenna, per la li-

del comune Bartolomeo Prendi par- berazione di Stefano Colonna con-


ti nobile modenese; ma minacciati te e rettore di Romagna. Il mar-
dal rettore con pene spirituali e diiano Nicolò IV nel 1290, come
temporali, appellarono alla santa abbiamo già narralo, istituì in Ma-
Sede avanti Berardo vice-pieva-
, cerata r università pubblica delle
no della chiesa di s. Giuliano. Dal- scienze, accrescendone così il lustro
l'assenza del rettore che risiedeva e l'importanza che riceveva già dal-
iu Tolentino, si riaccesero nel po- l'ordinaria residenza de' rettori del-
polo sensi di novità, onde Giffre- la Marca. Inoltre Nicolò IV, ad
do raffrenò le agitazioni con por- onta di quanto avea fatto il ret-
tarsi colla sua curia in Macerata ,
tore Giffredo, confermò i privilegi
e tranquillati colla sua presenza ì di Macerata e le concesse il pri-
cittadini, li fece assolvere dalle cen- vilegio sopra l'elezione degli uffiziali
sure. Dicemmo di sopra che nel e podestà, il quale godeva l'auto-
1286 incontro al palazzo del co- rità del mero e misto imperio. X
mune venne creilo dai maceratesi quesl* epoca Macerata era in ista-?

quello pei presidi della Marca. to di floridezza e di copiosa popo-


] ghibellini di Pesaro ribellaro- lazione, esistendovi molli monaste-
no la città, onde il rettore per re- ri di monache, come di s. Marghe-
primerli invitò pubblico di Ma-
il rita, di s. Domenico, di s. Cateri-!-

cerata a somministrare scelti ca- na, di s. Agnese, di s. Croce e di


valli, pedoni e balestrieri, non che s.Maria Maddalena, a' quah il co-
guastatori, e tutti ben montali e mune pagava aniuia somma per le
provvisti d'ogni munizione da guer- tonache ; elemosina che pur som-
44 MAC MAC
ministrava a* frati di s. Domervico, che a favore della Chiesa le co-
di s. Andrea, e di s. Agostino o muni di Jesi e di Macerala spie-
degli eremitani tra* quali viveva s. garono ne' gonfaloni l'arme antica
Nicola di Tolentino. Nel pontifi- della croce. Narra
Colucci nella il

cato di Bonifacio Vili fu rettore sua Trt'ja, che l'esercito guelfo ar-
e tesoriere generale della Marca rolato da Geraldo, si adunò pres-
Guglielmo Durante vescovo Mima- so Macerata per combattere i ghi-
tense ed il cardinal Napoleone
; bellini della Marca. Superati da
Orsini legato apostolico e rettore Geraldo gì' insorti, con alto dato
della Marca, confermò nel i3oi in Macerata nel i3o8 commendò
a' maceratesi l'indulto di eleggersi la fedeltà e fermezza de' macera-
il podestà e gli altri uffiziali. Nel tesi nel difenderlo, e con pienezza

i3o3 il rettore Orso vescovo di di grazia li giudicò degni di esser


Fiesole, sì nello spirituale che nel loro mantenute e conservate tulle
temporale, promulgò in Macerala le esenzioni , libertà ,
privilegi ed
e per le terre della Marca le co- onori comparliti specialmente o ge-
stituzioni di Bonifacio Vili, coptro neralmente dalla santa Sede, o suoi
de' rettori, tesorieri, notari ed aU legati e rettori della Marca, come
tri uftlziali. Dopo la morte di Be- ogni altra consuetudine o statuto.
nedetto XI, eletto nel i3o5 Cle- ìie\ i309 Geraldo sulla pubblica
mente V, stabilì la residenza pon- piazza di Jesi, ed alla presenza de-
tificia in Francia nella città di A- gli ambasciatori di Macerata, con-

vignone, ove restarono altri sei suc- cesse al sindaco di Macerata, chia-
cessori, con immenso danno dell'I- mato Macerata di Giovanni, con-
talia e dello stato pontificio. In donazione ampia delle sue passate
fatti marchiani rup-
subito molti colpe. Per timore della peste il ret-
pero il freno della subordinazione tore partì da Macerata , e poi vi
e presero le armi contro il rettore ritornò colla corte, mantenendovi
Bambaldo de' Collalti conti di Tre- nella sua assenza la ragione i giu-
vigi, e suoi seguaci. Sostennero i dici generali delia Marca e quello
maceratesi d' affetto guelfi , come del comune.
de' più divoti e fedeli alla Chiesa, Nel i3|3 Vitale Prost era ret-
la difesa del rettore contro le forr tore, vicario spirituale e tempora-
ze de' ribelli , i quali dal guasto le, ed anche tesoriere generale del-

delle campagne passarono a mir la Marca. Questi stimò espediente


nacciar Macerata stessa, manometr- di riunire e riformare Iq curia ge-
tendo tanto le cose profane che le nerale in Macerata, come sede di
sacre. Clemente V per pacificar la s. Chiesa, de' suoi rettori ed altri
provincia spedì due legati, che ia uflìzi^li della Marca. Nuovi rumori

Macerata emanarono diverse provr ebbero luogo nella provincia dopo


videnze Essendo rettore generale
. la morte di Enrico VII, per par-
della Marca Bertrando de Got, nir te de' fuorusciti e ghibellini mar-
potè di Clemente V, e suo vicario chiani, che fecero una formidabile
generale nel temporale Geraldo de lega di pii4 città e castelli forse ,

Tastis, o per la novità de* ministri per abbattere i maceratesi come i


francesi o per le fazioni, quasi tutti più preponderanti presso i rettori,
i marchiani si sollevaroDo; se aon nella difesa che ne facevano ad o-
MAC MAC 45
gni evento. All'anno i3i4il Com- non che poco appresso riportò dal
pagnoni nel narrare certa rissa ac- re Enrico e da Federico II suo
caduta nelle fiere di maggio dette padre per ispecial privilegio di es-
di s. Claudio, il giorno dell' Ascen- sere confermata immune e libera,
sione , fra alcuni cittadini e i de- ab omnibus cìi'ìtatibus et ecclesiis,
putati della festa, parlando di e seu praelatis earuni^ nel 1239 e
un mandato amplissimo fatto dal nel 1249. Sinché Macerala pei ca-
comune di Macerata per iscusa al stelli distrutti e dismembrati dalle

vescovo ed altri di Fermo, difen- due mense di Fermo e dr Cameri-


de la patria da diverse incolpazio- no, fu da Innocenzo IV i252nel
ni, e la sua libertà nativa, contro prima, e dopo nel 1290 da Nico-
quanto venne scritto da alcuno. Me- Io IV dichiarata, Firmatine et Ca-
llidi quanto egli dice. » So-
riportarsi merinensis dioecesis, cioè a dire in
Jamente tacer non si deve, non l'in- parte, e parte non in altro solo
nata divozione de' maceratesi verso che nella giurisdizione spirituale,
s. Claudio suo antico pastore, ed Adunque dal primo all'ultimo ap-
una qualche riverenza dovuta al pare lo stato libero ed illibato di
vescovo di Fermo come a diocesa- Macerata e de' suoi cittadini ". Nel
no; ma sibbene l'attributo di ma- i3i5 il vicario Vitale donò a' ma-
ternità e di padronanza da quella ceratesi diversi beni confiscati ad
città vanamente sopra macerate- i alcuni collegati nella insurrezione
si vantata. Macerata tuttoché allo- summentovala ,
per le incursioni
ra priva della dignità episcopale, fatte. Sopite le prime turbolenze
un tempo regolò sé stessa ,
giusta della Marcaaltre ne suscitarono
le proprie leggi approvate dal suo nel luglio i3i6, contro s. Chiesa,
popolo, vivendo per indulto del- i suoi marchesi e curia, per cui fu
l'imperatore Carlo Magno, all'uso pubblicato un bando contro i po-
de' longobardi ; indipendentemente desta ed uffiziali delle comuni ri-
però sempre da ogni qualunque belli. Non andò guari che gli uo-
superiorità delle città vicine e suoi mini di Monte Milone provocati
aggiacenti. Passata dal dominio dei dal conte di Monlefeltro Federico,
conti al comando de' consoli, giù- capo de' ghibellini , ardirono pre-
dicava per con sovranità cosi
essi sentarsi ostilmente con bandiere
delle cose, come delle persone e spiegate presso le mura di Mace-
profane e sacre. Né con minorar- rata, che colla curia generale, le
bitrio ella nel i2o3 disponeva stan- ricchezze de' privati, ed il denaro
do sotto la signoria dei podestà, della camera pontificia, serviva co-
Cresciuta poi per l'unione del Pog- me di capitale e di erario alla pre-
gio di genti e di forze, pareva che vincia. Ma il rettore Vitale assicu-
non riconoscesse verun' altra mag- rato dal presidio de' cittadini, usci
gioranza, excepta imperatoris cu- in campagna aperta col suo eser-
rìa nel 12 19. Da Gregorio IX nel cito, componendosi maggior ner-il

1227 immediatamen-
fu sottomessa bo di fanteria e cavalleria mace-
te alla Sede apostolica nel tempo- ratese; quindi piombando sui coU
rale e nello spirituale ; ed in sua legati ribelliruppe e disperse,
, li

vece nel 1280 la subordinò al go- Vitale a compensare maceratesi i

verno del rettore della Marca. Se dai disagi della guerra, e per le
4G MAC MAC
spese incontrate, gli applicò i beni sua grazia^ reltiflcundo i motivi di
confiscati ai fuorusciti cittadini ed tanto eccidio, e distinguendo i citta-
altri marchiani piti colpevoli. dini rei dal resto della città. Suc-
Giovanni XXll die per succes- cesse una pace generale tra ghi- i

sore a Vitale, Amelio di Lautrcc bellini e gnelft della Marca


i ed ,

rettore generale nello spirituale e nel in memoria nel i323 fu in Mace-


temporale, che inviando a Recana- rata fabbricata la chiesa di s. Ma-
ti il maresciallo Pontio di Arnal* ria della Pace, per opera di Gen-
do, suo cugino o nipote, questi ven- tiluccio Compagnone, Andreuccio
ne trucidato, commettendosi dai ri- Carbone, e Giuliano Ulisse, lutti
belli ogni nefandità; il perchè ven- primari patrizi maceratesi, ad in»
ne da) Papa trasferita la sede ve- tuilo del Macerata Fe-
vescovo di
scovile di Recanati in Macerata nel derico e del rettore Amelio. Nel
i32o, erigendola in città, ed in medesimo anno venne restaurato il
cattedrale la chiesa di s. Giuliano. fonte maggiore, al dire del p. Ci-
Venuto Giovanni XXH in cogni- ma il Compagnoni chiara-
valli;
zione che i ghibellini della Marca mente afferma che nella podeste-
scopertamente procedevano a per- ria dell'Accoramboni da Tolentino,
turbare a Macerata la tranquillità i maceratesi per decoro e comodo
del suo stato con apposita bolla
, del pubblico edificarono il fonte
nel 1821 proibì qualunque incur- maggiore, una delle opere più ma-
sione macchinata sopra la città gnifiche secondo la frugalità di quel
terre, castelli o luoghi del territo- tempo, e riporta una lupidc del
rio e distretto di Macerata, ed ogni medesimo colla data del 3^6. Spie- 1

altra offesa contro de' suoi cittadi- gando poi la tavola di pietra colla
ni attentata, sotto gravi pene spi- che ivi fu posta per ornamento e
rituali e temporali. Quindi conces- divisa in sei spartimenti , dice che
se a' maceratesi il privilegio del nel primo fu rappresentato s. Giu-
mero impero con lettera
e misto liano a cavallo, e negli altri alcu-
data in Avignone a' 12 febbraio ne insegne gentilizie antiche ;
quel-
i322, che esercitavano da tempo la a scaglie di pesce era del po-
antico edam gladii polcslalenij con destà nominato, due con rastrelli
condanne a morte ed altre puni- de' Mulucci , una delle quali con
zioni; ed il podestà procedeva con- mula Fedo detto di
e tre gigli di
tro qualunque persona, benché pri- leone ram^
Nucciarello, l'altra del
"vilegiatissima, ed avea la prevenzio- pante con cinque gigli di Fedo di
ne sopra il rettore stesso della Mar- Bonleone, ed in mezzo V arme di
ca. Nello stesso tempo il Papa ban- Macerata coronata. Dovendosi poi
di la crociata contro Recanati, per nel secolo XVII restamare lo stem-
cui fu facile al rettore di prender- ma e la corona di Macerata, rotta
la, facendone bruciare una parte, se- forse per invidia. Urbano Vili con
condo il conte Leopardi, e diroc- breve del i638 ordinò la rein-
care, al dire del Compagnoni e di tegrazione della corona sull'arme,
altri, sebbene questi dubiti del nar- non solum to nixa^ quia ci-
jiire
rato da Giovanni Villani, anzi pro- vitas hiijusmodi diclaeprovinciae
duce una lettera del Papa ai re- caput, illiusque legatoruni, seu gu-
canatesi, colla quale li rimise nella htmatorum residentia, et universi-
MAC MAC 47
tate studii generalisy miiltiiique aliis Divcnuif) rettore della Marca Ca-
praerogativis ornata existit, etiarn nardo da Saballiano, appena giun-
ab antlquissimo tempore. Nella guer- to nella sua residenza di Macerata
ra che il rettore Amelio dovette vi pubblicò un editto per rendere
fai-ea diversi ghibellini della Mar- pih abbondante commercio del- il

ca, sperimentando costante la fe- la città, una fiera set-


stabilendovi
deltà de* maceratesi, co' quali e coi timanale, da incominciarsi il merco-
jesini ed anconitani avea liberato ledì all'ora nona, proseguire nel gio-
Fano dal dominio di Federico di vedì e tisrminare il venerdì alla
Montefeltro, prima di lasciare il stessa ora. Nella ribellione dei mar-
reggimento della provincia gii ono- chiani di alcune città, Benedetto
rò con nobile indulto; e Giovanni XII nel 1339 spedì un breve alla
XXII nel i33o emanò un breve città di Macerata, lodandola come
per l'elezione libera del podestà o figlia divota e fedele della Chiesa,
rettore di Macerata , senza pagar raccomandandole il rettore della
altro in camera apostolica che , Marca fr. Giovanni di Riparia priore
quanto contribuivano le città della di Roma e di Pisa dei cavalieri ge-
Marca che non ne godevano il pri- rosolimitani. Nel i34o FedodiBon-
vilegio. Mentre era legato e retto- leone de' Mulucci restituì a Mace»
re generale della Marca il cardinal rata il castello o Poggio di Casale
Bertrando o Bernardo de Poyet o che aveale già concesso il pubblico,
Poggetto, si tenne un generale par- ed maceratesi a difesa della città lo
i

lamento in Macerata, come luogo munirono e fortificarono. Per la


principale di s. Chiesa, e vi fu im- morte seguita in Macerata di Ber-
posta una taglia o gravezza da pa- trando tesoriere generale della
garsi alla camera apostolica, a ra- Marca, il detto rettore nel 1 34^
gione di undici soldati per ciascun sostituì Bartolomeo de
nell'uffizio
migliaro di fumanti o cammini Manassei da Prato e Contuccio di
e di otto fiorini d oro per soldato, Matteo da Macerata. Prosegui vasi
da incominciarsi nel primo otto- dalla città ad assicurare i confini
bre i332, che a Macerata sola- con altri forti e castelli, alzandone
mente per i5oo fumanti ascende- uno nuovo come di frontiera sopra
va alla somma di i585 fiorini d'o- quello antico recinto di muraglia,
ro. Arnando vicario generale della opera di Pupieno, che per la vene-
Marca pel detto cai dinaie, prima razione benché diru-
dell' edifizio,
di lasciar la sua carica, nel i333 to in parte, anche dopo 935 anni
con diploma volle riconoscere la riteneva la rinomanza di muri di
città di Macerata della sua divo- Recina; ed il rettore convalidò con
zione e fedeltà , de' servigi presta- alto l'operazione. In questi tempi
tigli , assolvendola da qualunque calamitosi, i maceratesi presero par-
colpa. Altra assoluzione la diede il ticolar cura dei pubblici affari, no-
rettore Arnaldo da! Piano nel i336, minando diversi magistrati e gon-
i

a! podestà, priori, consiglieri ed al- falonieri nei quartieri di s. Maria,


tri nobili maceratesi, per qualunque di s. Giuliano, di s. Giovanni, di s.

pena incorsa, in considerazione che Salvatore, tutti riportati dal Com-


più volte i ribelli di santa Chiesa pagnoni. Clemente VI nel 1344?
aveano cospirato contro Macerata. per grazia speciale, dichiarò che ia
48 MAC MAC
caso di Macerata sommi-
bisogno Marca Pietro da Gaeta. Frattanto
nistrasse solo tre o quattro cavalie- Giovanni Visconti arcivescovo e
ri ben montati ; ed il rettore nel principe di Milano, capo de' ghi-
1345^ le diminuì cinquecento ru- bellini,per insignorirsi dell'Italia e
manti, cioè i dazi che per essi pa- per spegnere affatto la parte guel-
gava. Quindi il cardinal Bertrando fa, negoziò una gran lega con mol-

d'Eux legato, nel i346 emanò un te comuni di Toscana e parte della


privilegio a Favore dei maceratesi, Marca, fra' quali per uno de' capi
come più benemeriti della Chiesa, e più autorevoli ed a nome degli
sopra la cognizione delle prime ap- usciti, si dichiarò Fedo de' Mulucci
pellazioni, come lo avevano le al- signore di Macerata nel i353.
tre città della provincia. Marcian- A sedare le violenze de' grandi
do il re d'Ungheria contro Giovan- e de' baroni in Italia, Innocenzo VI
na I regina di Napoli, Clemente VI destinò per legato apostolico il ce-
ordinò ai maceratesi che non gli das- lebre cardinal Egidio Albornoz spa-
sero soccorsi, anzi ne impedisse- gnuolo, non che vicario generale di
ro il passaggio, che il re evitò tra- tutto lo stato pontificio. Mentre il

versando la Marca. Infuriando nel- cardinale si preparava a marciare


la provincia la peste nel 848, nel-
i coU'esercito in Italia, infestava cru-
la città di Macerata popolatissima, delmente la Marca una compagnia
benché vi presiedesse di continuo il di venturieri francesi e tedeschi , va-
rettore generale, perì per la metà il gabondi e ingordi di rapine e di san-
numero dei cittadini, per cui il ret- gue, sotto la condotta di fr. Morreale
tore fr. Giovanni difalcò di 5oo o Monte Reale di Provenza, cavaliere
fumanti i 1000 superstiti. Intanto gerosolimitano, anch' egli avido del-
nuove commozioni ebbero luogo l'oro, crudele e pieno di ambizio-
nella Marca ; portatosi il rettore ad ne. Questa masnada chiamata nel-
Avignone per ragguagliarne il Pa- la Marca da Francesco Ordelaftì
pa, o impaurito dalla strage del ma- da Forlì per soccorrere Fermo
le, nella sua macera-
lontananza i scorse poi e depredò il paese, espu-
tesi furono costretti nel i35i di gnando quarantaquattro castelli ,
acclamare Fedo Mulucci coi suoi de' quali alcuni confinavano con
fratelli ed altri nobili, per signori, Macerata ; indi passò a desolare la
rettori e governatori o vicari della Romagna Toscana, finché il
e la
città e del distretto. Riteneva però famoso tribuno Cola di Rienzo fe-
Macerata, benché assente il rettore, ce decapitare in Roma fr. Morrea-
una qualche forma di curia gene- le. Appena il cardinal Albornoz
rale, risiedendovi per giudice delle giunse a ricuperare il Patrimonio
contese civili Matteo da Parma, e e il ducato di Roma, molti signo-
nella signoria e governo dei suoi ri delle città e castelli della Marca
cittadini reggevasi in istato di de- dichiararonsi al servizio del cardi-
mocrazia, essendo podestà del co- nale, che rivolse le armi contro i

mune Andrea da Offida: per le ma- Malatesta signori di Rimini ed al-


presiedeva per vica-
terie spirituali tri del loro partito , come 1' Orde-
rio o uditore generale Cicco da s. laffo. Gentile Varani signore di
Angelo, per uditore Domenico da Camerino, in un ai jesini, macera-
Sanseverino, e per tesoriere della tesi ed altri popoli convicini. Il
MAC MÀC 49
cardinale con gli aiuti che ricevè la Marca, nelle tre presidenze di
dall' imperatore Carlo IV di cin- Farfa, di Camerino e di s. Loren-
quecento barbute^ eh' erano lan- zo iu Campo. 11 eh. Castellano di-
cie di due cavalli, e con la gente ce, che il primato di Camerino fu
collettizia che assoldò nello stato poi da Fermo e da Ancona con-
della Chiesa, formò un buon eser- teso. Nel 1 358 Macerata ricevette

cito, tuttoché inferiore a quello dei la rinnovazione delle fiere di mag-

collegati, dandone la isuprema di- gio dette di s. Claudio, che sole-


rezione al nipote Blasco Fernando, vano cadere ne' giorni della festa
ed il comando a Rodolfo "Varano dell' Ascensione. 11 marchesato ò
capitano della Chiesa. Dopo diver- rettoria della Marca da Blasco
,

se vicende e conflitti, le milizie del- passò a Gomez Albornoz, altro ni-


la Chiesa completamente sconfìssero pote del cardinal Egidio, indi a
i nemici sotto Paterno, tra Mace- Giovanni Visconti da Oleggio figliò
rala e Ancona presso Polverigi, naturale del sumraentovato princi-
per lo che le città e fortezze più pe di Milano. Nel i36i il cardi-
importanti da Macerata a Ri mi ni, nal Egidio a favore de' maceratesi
soggiacquero ai trionfi del lega- spedì r indulto del mero e mistd
to . Macerata spontaneamente si impero nella città e territorio, co-

rese, con oneste condizioni , di gli altri privilegi che la città go-
confermarsi il vicariato in un no- deva.
bile della città , rimanendo alla Urbano V rimandò legato e vi-

testa del governo lo slesso Fedo cario d' Italia il cardinal Albornoz
Mulucci; che il comune pagasse al- nel i363j il quale prendendo del-
la camera apostolica cinquemila fio- le provvidenze sulla quiete de'mar-
rini d'oro;che il legato ricevesse la chiani, primieramente con diplorast
città governo, come residenza
in dato in Macerata riformò la curia
del preside della Marca, per uno generale, che meglio stabilì in que-
de' suoi nipoti col titolo di cor- sta città, come residenza antichis-
rettore Marca, che proba-
della sima de' presidi della Marca. Ordi-
bilmente fu Blasco Fernando. Nel- nò pertanto nel i364, che de' tre
l'anno i356 il pubblico mace- giudici dei mentovati presidati Far-
ratese pagò gran somma, a con- fense, Camerinense, e di s. Loren-
to della pattuita a Basco di San- zo in Campo, quello di Camerino
tio da Camerino vice- tesoriere della dovesse risiedere in Macerata , ove
Chiesa e luogotenente di Guglielmo dichiarò volervi ridurre la curia, e
da Benevento tesoriere generale, e tutto come luogo più conveniente
nell'anno seguente in Fano, nel di ogni altro della provincia e per
primo di maggio, sebbene altri di- comodo maggiore della Marca: l'at-
cano in Forlì, nel parlamento ge- to si legge nel Compagnoni. Per
nerale coir intervento degli amba- utile poi de' marchiani e decoro dei
sciatori delle comuni dello stato presidi, il cardinal Albornoz ad e-
pontifìcio, dal cardinal Albornoz si sempio del collegio degli avvocati
promulgarono le antiche costituzio- stabilito in Bologna da Urbano V,
ni della Marca, dette Egidiane dal altri ne eresse in Macerata di av-

suo nome. Tra le altre cose , con vocati e procuratori della curia,
esse fu divisa la curia generale dei- concedendo esenzioni a'curiali esei-
VOL. XLI. 4
rw MA e MAC
«XMili cioè ai maceratesi collegiali nel I 3G7, e per legalo il suo fra-
la riforma e rinnovazione dello stu- le-Ilo Anglico cardinal Grimoaldi ,
dio e della facoltà iiumeinorahile vicario generale di tutto Io slato,
di promovere in detto collegio alla il quale molte lettere spedì a fa-
laurea del dottorato. Delle quali vore de'maceratesi , sulla lesidenza
prerogative di Macerala , se ne fa de' priori, sportule de' giudici, sugli
menzione nella lapide o iscrizione esteri acciò pagassero i dazi comu-
posta nella galleria vaticana, sotto nitativi, ec.
la figura della città, che incomin- Sublimato pontificato Grego-
al
cia con queste parole: Mactrata e rio XI , in Macerata nell' anno
vctustls Ileh'iae Ricinae ruinis et 1371 si tenne un parlamento di
macerìae dirnlae excitata prov. tutta la provincia, che durò più
Picen. praesìdum sedcs. Inoltre il giorni, in cui fu stabilito spedire
cardinale, per la sicurezza de*curia- un ambasciatore al Papa in Avi-
li e quiete de' maceratesi, provvide gnone a congratularsi della sua e-
a compiere le fortificazioni della cit- saltazione, già da lui partecipata a
tà, e per lo spopolamento cagionato Macerata; e venne discusso a lun-
dalla pestilenza, ne restrinse il cir- go della residenza della ctu-ia ge-
cuito come avca fatto in altre cit- nerale. Alcuni sostennero non do-
tà marchiane. Ridusse perciò Ma- versi rimuovere da Fermo pei sin-
cerata poco meno che una gran golari suoi pregi e prerogative, luo-
fortezza, poiché racchiudendovi so- go forte e di studio generale in
lo r eminenza del monte , tagliò cui fioriva l' eretino Roselli. Altri
fuori Ponte maggiore, la Pietà
il dimostrarono con oppoittuie ragio-
s. Maria Mad-
vecchia, Torresiana, ni, che la curia dovea ridursi in
dalena e san Lorenzo avanti il Macerata, ove la natura e l'arte
mercato, Qiembro di s. Giovanni avea collocata l'antica sede de'pre-
de' gerosolimitani ; perciò disegnata sidi generali, enumerand )ne i van-
il tal guisa dal cardinale la pianta taggi, il commercio, l'accesso como-
di Macerata , comandò che nella do, la copia de' nobili e de' dotto-
spesa vi concorressero pure gli ec- ri, e il lustro dell'università di
clesiastici, con mandato diretto al buone Queste ed altre ra-
lettere.
vescovo e clero maceratese. Cos'i gioni prevalsero, e si convenne pre-
Macerata nell' area fu ridotta al- sentare supplica a Gregorio XI a
l' odierno mentre prima era-
stato, favore di Macerata, sottoscritta dai
si molto estesa, e venne fortificata cancellieri delle comuni coi legali si-
con solide mura, mentre trovavasi gilli, e riportata dal Compagnoni.
esposta ad ogni scorreria. La pian- Mentile era vicario generale il car-
ta di Macerata la delineò Emidio dinal Pietro di Stagno , tesoriere
Ferretti nobile ascolano; quella generale della Marca Gerardo ve-
dell'antica Recina il Compagnoni scovo di Bologna, e rettore gene-
la riporta a p. 64, e l'altra di Ma- rale Pietro Cuencavescovo di ,

cerata incisa nel 1661, a p. 271. Gregorio XI nell'anno 1874 ac-


Dopo la morte di s\ gran cardina- cordò quanto si domandava es- ,

le,Urbano V destinò nella Marca sendo stato dal consiglio di Ma-


altri rettori, con brevi diretti al cerata spedito in Avignone a ta-
reggimento e comune di Macerata le effetto r ambasciatore Vanni
MAC MAC 5i
Ferro, mentre le comuni suppli- in campo giallo, in segno di città
canti eiano ventiquattro: la sup- libera, e una corona d'oro per
di
plica era stala pure consegnala al dono. La ribellione di Macerata
cardinal Pietrf), nella stessa forma di servi di cattivo esempio ad altre
quella inviata al Papa, ^'el consiglio città, ed alterò l'auiuìo di Gre-
di credenza fu poi decretalo farsi gorio XI l'onta fatta al rettore.
la loggia del mercato o portico nel- Dichiarò pertanto legato d'Italia il

la parte setlentrionjile della piazza ,


cardinal Robei to di Ginevra, gli

che al dire del Ricei riuscì elegan- affidò seimila cavalli e quattromi-
te edifìzio, eseguito da un innta- la pedoni guasconi e bretoni d'a-
tore del Brunellesco. Indi il cardi- nimo bellicoso, e confermando ret-
nal Guglieltno N()<^11(;1 emanò una tore della Marca Pietro vescovo di
costituzione sui (^irivilegi degli av- Cuenca, gli comandò tenere in An-
vocati, curiali, collegiali e dottori cona la curia generale. Intanto
di Macerata. Flultuando l'Italia e considerando Gregorio XI che Ro-
la Marca nelle rivolte, anche i ma- ma era la vera e propria sede dei
ceratesi malcontenti delle gravezze Pontefici, d' Avignone, e vi
parti
espilarono al libero reggimento di giunse 17 gennaio iSyy. Subito
a*
repubblica aristocratica sotto il go- si occupò dello stato, e facendo ge-

verno degli ottimati, ed implora- nerale della Chiesa Ridolfo, lo tol-


rono laiulo di Ilidolfo Varani dei se alla lega; indi invitò il rettore,
signori di Camerino, uno de' capi che col giudice del presidato di
della lega italica detta della liber- Camerino e tutta la curia, passas-
tà, la cui famiglia era amica anti- se a risiedere ad Osimo, stabilen-
ca e ben affetta di Macerata. I dovi la residenza generale della
priori del comunepopolo fe- e del Marea. Macerata fu assediala dalle
cero accordi col Varani, che entra- milizie della Chiesa, occupando il

to nella città fu ricevuto con ono- posto di s. Salvatore il conte Lu-


re, coll'assenso del rettore che con cido alemanno, e quello incontro
tutta la curia vi risiedeva. Tardi Rinaldo di Monte Veide signore
si avvide il vescovo di Cuenca del- di Fermo; quindi abbandonarono
l'artiOzio de'maceratesi, perchè as- l'assedio a' 6 novembre, giorno pei
salito all'improvviso, ebbe appena maceratesi votivo e solenne di s.

tempo di fuggire col giudice del Leonardo. Di questo avvenimento


presidato di Camerino, il podestà essendo motore Rinaldo risuonò ,

di Macerata ed altri ufliziali. La la città di sue acclamazioni; e sic-

di lui sup|ulletlile, la segreteria come il Papa ammirò la fortezza


della camera ron»ana, ed il palaz- de' maceratesi, questi gì' inviarono
zo della residenza, soffrirono fuoco ambasciatori per l' assoluzione ed
e saccheggio. Costituitasi Macerata ampliazione di diocesi, come riferi-
in islato libero, salve le giurisdizio- remo parlando del vescovato, e ri-
ni e suoi privilegi, affidò il supre- tornarono alla di lui obbedienza,
mo comando della città e suo di- munendo con corpi di guardia più
stretto a Ridolfo j riconoscendolo luoghi del distretto.
per atto di maggioranza d'uno scu- Nel 1378 divenne Papa Urbano
do e d'uno stendardo coll'arma del VI, quindi insorse l'antipapa Clemen-
comune ripartita colla croce rossa te VII, già Roberto di Ginevra men-
5a MAC MAC
tovato, che stabilendosi in Avigno> luogo della Marca somministrereb-
ne fu cagione di lunghissimo e fa- be un tanto per pagare gli stipen-
tale scisma : Frias che ne seguì le diar! della Chiesa, e Macerata pa-
parti, fu fatto anticardinale. I po- gò i5oo ducali d'oro. Bonifacio IX
poli furono divisinell' obbedienza, appena salito al pontificato, dichia-
ma marchiani restarono fedeli a
i rò il fratello Andrea Tomacelli
Urbano VI, e Macerata a cagione marchese della Marca, riformatore
de 'Varani dovette per un tem- nel temporale e generale capitano
po obbedire a due pseudo-vesco- dello stalo ecclesiastico. In questo
"vi dell'antipapa. La città nel i385 tempo reggendosi Macerala a guisa
elesse podestà Ridolfo Varani, a impose pedaggi in due
di repubblica,
cui lo zio Giovanni gliela concesse Potenza e del Chienti. Men-
passi del
in pieno governo, salvi i privilegi. tre Boldrino da Panicale, celebre
Disponendo ormai i Varani di Ma- guerriero, stato già al soldo del Pa-
cerata come d'un principato di fa- pa, eccitava tumulti di guerra con-
miglia, la città decise di ritornare tro il marchese, le terre della Marca
interamente nel grembo della Chie- si composero con Boldiino, stipen-
sa, riprovando lo scisma. Di notte diandolo come capitano delle armi
vi si recò il vescovo Angelo Cino della Chiesa, per cui Antonio de
con buona comitiva d'armati, onde Vetulis vescovo e principe di Fer-
da tutti si gridò viva s. Chiesa, mo, risiedendo per governatore in
e discacciato il presidio de'Varani, Macerata, spedì in Roma ambascia-
ne dierono avviso al cardinal lega- tore per la conferma. Nel iSqi in
to Buontempi, il quale assolvette i Macerata si rinnovarono i pennoni
maceratesi dalle pene incorse. Quan- del comune alle sei porte della cit-
do poi egli si portò in Macerata, tà, con quella di s. Giorgio, ed
vi fu ricevuto solennemente sotto altri tre alla piazza grande, per lo
un pallio d'oro dai priori della stato pacifico e popolare della cit-
città, precedendolo processionalmen- tà. Questi magistrati duravano sei
te il clero colla croce. Ivi riunì mesi e giuravano fedeltà: simili
con ottime risoluzioni la curia gè» erano in Roma col nome di Ca-
nerale, e spedi vari ordini per la porioni (Vedi). Si destinarono pu-
Marca colla data di Macerata. Re- re ventisei uftiziali nuovi per cu-
duce Urbano VI in Roma da' suoi stodire le catene della città, come
viaggi, i maceratesi ne celebrarono piazza d'arme ancora i
: esistono
il ritorno con sontuoso apparato, vestigi di quella che chiudeva la
poscia come pi-imaria città dello piaggia delta del Forno, vedendosi
slato, fu dal Papa invitata a man- gli anelli nell'estremo angolo del
dare un ambasciatore al parlamen- palazzo Graziani oggi del cav. Con-
to generale che aveva convocato ventati. Indi Bonifacio IX costituì
in Roma. Nel i388 il cardinal il marchese Tomacelli rettore ge-
Buontempi diminuì alla città la nerale della Marca, il quale ira-
tagliache soleva contribuire alla pose ai maceratesi la taglia per
camera apostolica, e ciò per tre trasmettere soldatesche al campo
anni. Fu tenuta dal cardinale una di Appignano. Intanto da Ficano
congregazione provinciale in Osi- tranquillamente Boldrino si recò a
mo, in cui si convenne che ogni Macerata, seguito da soli venti ca-
MAC MAC 53
valli, marchese ad un
invitato dal Giovanni Barbiano che n'era il
di
pranzo solenne. Mentre Boldiino condottiero, concorrendovi Macera-
versava l'acqua sulle mani del mar- ta per la sua rata con quattromi-

chese, questi io fece proditoriamen- la ducati d'oro. In questo tempo


te ammazzare, e spedi una circo- Bonifacio IX con indulto concesse
lare per tutta la provincia acciò la zecca, laonde la città formò dei
(^ni luogo gli fornisse con nume- capitoli col suo zecchiero, impri-
ro preciso d'armati a piedi. mendosi bene spesso ne'conii la fi-
maggio Tomacelli donò per
INel gura della Marca, o quella di Ma-
lìso della cattedrale di Macerata cerata come capo. Il figlio di Boi-
tutta la guardaroba e cappella del drino frattanto con quattrocento dei
cardinale Buontempi, ivi a' 16 lu- suoi, per vendicar il padre andava
glio iSgo morto e sepolto. Guer- massacrando quanti maceratesi di
leggiavano pel regno di Napoli ogni condizione gli capitavano. Si
Lodovico d'Angiò investito dall'an- avanzò poi intorno le mura della
tipapa Clemente VII, e Ladislao città con numeroso esercito, co-
figlio di Carlo III Durazzo rico- mandando i pedoni Azzo da Ca-
nosciuto da Bonifazio IX, il per- stello modenese, e Biordo de' Mi-
che questi slabih di farlo aiutare chelotti perugino, capitani della com-
dal fratello Tomacelli, ordinando pagnia detta di S.Giorgio, minaccian-
ad Antonio Acquaviva conte di s. do la città ed il contado di ferro e
Flaviano poi duca d'Atria, che lo fuoco se non gli si consegnava il mar-
assistesse colle sue armi. Macerata chese autore della morte di Boldri-
in queste contingenze fortificò la no. Nel iSgS il marchese prese seco
città, la munì di soldati, e si pre- il conte Francesco Novello di Car-
paro con difese. Afflitta nell'estate rara figlio naturale di Francesco il

crudelmente dalla pestilenza, prò- vecchio, ed alcuni ambasciatori fio-


curò placare l'ira divina, ed il rentini spediti dal Papa negoziaro-
Papa commiserandola, per gli uffi- no un accordo. Fu restituito il ca-
?\ di fr. Andrea da Macerata ago- da vere dell'ucciso, e promessi a
stiniano, e ambasciatore del pub- Boldrino suo figlio dieci o dodicì-
blico, le scemò le taglie, essen- mila fiorini d'oro. Vivendo la Mar-
do allora gli abitanti diminuiti a ca divisa per le guerre e per lo
1 5,000 senza quelli del contado, scisma in fazioni, da Macerata ed
Frattanto per la pace conchiusa altre città libere si fece tregua gè
coi Visconti, fiorentini e collegati, nerale perun anno, con dispiacere
questi ultimi levarono Io stipendio del piarchese, che passòad occu-
alle lancie ed ai fanti, i quali for- pare una fortezza di Gentile Va-
malisi in lega obbligarono diverse rani, il quale con Biordo la ricu-
cirà a pagar loro buona quantità però imprigionando il marchese,
di denaro, quindi passarono in al dire del Compagnoni. Ma il

parte nella Marca nel iSga. Allo- Colucci nelle Memorie {storiche di
ra i maceratesi fortificata la città, Pennasangiovanni sua patria, ecco
ne affidarono la sopraintendenza ad come racconta il fatto. Tomacelli
otto cittadini. Il marchese Toma- unito un grosso esercito col conte
celli per evitare l'impeto di tal di Carrara volendo soggettare l'in-
soldatefca, trattò di comporsi con tera Marca alla Chiesa, assah i Va-
54 MAC MAC
rani signori di molti luoghi, e pel e divo/ione a santa Chieda. Furono
primo entrò Pennasangiovnnni
in demolile le case e confiscali i be-
scnza potersi impadronire della for- ni ai più conluniaci; Bonifacio IX
tezza. Però nel dì seguente Genti- assolvette gli altri, ciò che fece il

le e Ridolfo Varani , unitisi al vescovo iAngclo assiso pontilicaU


partito di Boldrino, con Biordo mente nella piazza maggiore, neU
marciai'ono coli* esercito verso Pen- la adunanza del popolo,
generale
na, la presero, vinsero il marche- Ocntile signore di Camerino altri»'
se ed il conte, e li fecero prigio- biiendo ai maceratesi il discio-
iiieri; perciò errarono coloro che gli mento della lega non cessava ,

dissero che la prigionia del Toma- di mandar gente a danneggiar la


celli seguisse in Macerata per ordi- campagna, obbligandosi a confede-
iie di Boldrino figlio dell'ucciso, rarsi coi recanatesi ed altri confi-
li Leopardi dice che l'imprigiona- nauti, ed il Mostarda nel 1897 or-
mento seguì a* io settembre 1 893, dinò che la città fosse ben guar-
essere incerta l'epoca della libera- data di giorno e di notte. Recan-
zione del marchese, g no- ma ai dosi in Macerata il marchese To-
Tembre ebbe luogo una tregua, ed macelli, fu ricevuto con ogniono-
a' 24 dicembre 1894 In pace. revolezza, e da quattro ambascia-
Nel 1394 il conte di Carrara tori; ma avendo egli fatto pode-
coi fuorusciti ghibellini di Macera- slìi Gio. Giacomo di Orte, dispiac-
ta, di Monte Giorgio, di Monte que ai maceratesi che si pregiu-
Cassiano ed altri, tentò a viva for- dicassero i loro diritti, e ne fecero
za di entrare nella città, scorrendo lagnanza, onde marchese subito
il

e depredando da per tutto; ma i li nel iSgg ebbe


reintegrò; indi
maceratesi di parte guelfa assistiti luogo nel palazzo del comune una
dalle armi di Gentile e Ridolfo Va- gran pace tra alcuni nobili palri-
rani, per intercessione di s. Felice zi. I ministri del marchese fecero
vescovo africano,
a' 12 aprile ne ri- malcontenti i maceratesi, per aver-
portarono memorabile e felicissima lianco obbligati, contro privilegi i

vittoria, per cui fu decretato cele- che godevano, di dare il balio dei
brame a' 12 ottobre perpetuo anni- malefizi alla curia generale, e per
versario nel dì della sua festa con aver di nuovo il marchese nomi-
litanie. Nel 1396 eletto
processione e nato altro podestà. La città lo ri-

nel marzo per podestà dopo Antonio cosò, sebbene il nuovo Papa Inno-
di Tommaso di Montolmo, Giovanni cenzo VII, ignorando le sue prero-
di Roberto d'Ascoli, quindi Anto- gali ve, lo avesse nominato; ma per
nio di Vanni di Simonuccio da la clemente lettera che gli scrisse
Macerata, ardì con tradimento^ e esortando i maceratesi per questa
col fomento de* Varani, di oppri- volta a compiacerlo, l'obbedirono.
mere la libertà della patria. Mili- Il Papa inviò per rettore generale

tando agli stipendi della Chiesa Mo- Angelo Corraro patriarca di Co-
btarda da Forlì famoso capitano, stantinopoli, che dovendo riprisli-
pcl suo valore e pel patrocinio di nare in Macerata la solita residen-
6. Pietro martire, ritornò la città, za della curia generale, il comune
colla morte di Antonio e de' suoi lo provvide di letti per se e suoi
complici ribelli, in perfetta libertà curiali, e case per la famiglia ; pò-»
MAC MAC 55
scia Innocenzo VII lo creò cardi- rati ribelle di santa Chiesa. Paci-
nale, legato e vicario generale di ficò Benedetto pili luoghi, aiutato
tutta Ja MarcBj mentre era in Ma- da' maceratesi contro Monte Gra-
cerata, la quale come gli altri luo- naro e Monte Cosaro ricalcitranti.
ghi ebbe sottoposto i suoi giudici In Roma nel i4o8 si segnò la pa-
al sindacatore generale. La città ce tra Ladislao re di Napoli, i ma-
protestò da silFalto aggravio, pro- ceratesi ed altri marchiani ; ed il

ducendo un indulto di Giovanni rettore tenne in Macerata un par-


XXII, in virtù di che fu reinte- lamento provinciale, per prendere
grata nel poter da se sindacare i agii stipendi Braccio ed altri capi-
suoi ufllziali. Nel i4o6 il Papa tani perugini. Continuando Io sci-
nominò Lodovico Migliorati suo ni- sma sostenuto da Benedetto XIII
pote, marchese, rettore della Mar- antipapa , avendo Gregorio Xll
ca, e capitanio generale delle gen- creato de' cardinali contro i giura-
ti d'armi, a cui Macerata inviò menti fatti, fu abbandonato dai car-
ambasciatori per congratularsi. Mor- dinali vecchi che passarono in Pi-
to Innocenzo VII, a' 6 novembre sa a celebrare un concilio del i4o9J
di detto anno i cardinali capi d'or- mentre Gregorio XII ne promul-
dine non solo ne diedero parte alla gava altro in Cividal d'Austria,
città, ma a difesa dello stato la prega- dandone parte ai maceratesi come
rono spedire prontamente al concla- suoi più diletti. Eletto in Pisa A-
ve il maggior numero di cavalleria lessandro V, dichiarò legato e vi-
e fanteria, la quale con tutta l'ar- cario generale a ricuperare la Mar-
mata della Marca , Paolo Orsini ca ed altre provincie, il cardinale
generalissimo di s. Chiesa condusse Baldassarre Cossa, e scrisse ai ma-
in Pioma. Eletto il suddetto cardi- ceratesi inculcandogli fedeltà. Giun-
nal Corrario Papa col nome di to nella Marca per luogotenente,
Gregorio XII, ne partecipò l'esal- rettore e vicario generale Giacomo
tazione a Macerala e ad altri . de Rossi vescovo di Luni e Sar-
La città ricusò al rettore il pode- zana, ed essendo i maceratesi gli

stà che le proponeva, e per aver unici del partito di Gregorio XII,
egliimposto un sussidio il Papa per guadagnarli fece loro favorevo-
con breve la esonerò, dichiarando li concessioni. Ma Gregorio XII
in luogo di Nicolò da Sessa ve- li ad obbedire al cardinal
esortò
scovo e tesoriere della Marca, Gio- Gino Macerala e Re-
vescovo di
vanni Formoni da Fermo vescovo canati, suo legato della Marca An-
e principe d'Ascoli. conitana e Massa Trabaria, che
Il marchese Migliorati rendendo presso loro risiedeva. IMorlo nel
tutti malcontenti, la provincia fu i4io in Bologna Alessandro V,
inondata di armi anche straniere, gli successe il cardinal Cossa cui
onde fu nominato rettore e mar- nome di Giovanni XXIII, che poi
chese della Marca Benedetto ve- ricuperò Roma. In questo tempo
scovo di Monte Feltro, ricevuto Macerata condannò al bando quei
assai nobilmente. Appena arrivato nobili che aspiravano al supremo
in Macerata la compose con altre potere, godendo stato libero e p-a-

città, con Braccio da Montone


e cifìco, alla cui difesa si confederò
perugino, per disunirli dai Miglio- coi signori di Fermo e Sanseveri-
S6 MAC MAC
fio, e Carlo Malatesta di Rimini, capitoli e patti riportati dal Com-
come intrinseco amico di Gregorio pagnoni. Ridolfo Varani accettò il

XII, al quale erano sempre fede- titolo di difensore, signore e ret-


li. Però la necessità indusse Ma- tore di Macerala, facendosi Tatto
cerata nel i4i2 a riconoscere Gio- in nome del Papa Gregorio XII.
vanni XXII I, credendo vera la pa- 11 podestà continuossi ad eleggerlo,
ce e la rinunzia di Gregorio XII, con autorità di mero e misto im-
mediante la legazione perpetua del- pero. Intorno alla signoria de* Va-
la Marca, con cinquantamila scudi rani su Macerata, va letta la no-
l'anno. Il Papa procurò smentire ta I.' del più volte ricordato ano-
l'inganno, e Giovanni XXUI di- nimo, che ne fa debita dichiara-
chiarò Lodovico Migliorati vicario zione, e dice che tal governo non
generale della Marca, marchese e trascorse il i^i6: si può anche
capitano delle armi. leggere V Avicenna, Memorie di
Avendo preso il regime di Bologna Cingoli p. 207 e 10S. Gregorio
Antonio di Anagni vescovo di Moiite- XII per la pace della Chiesa, ri-

lìascone, già tesoriere della Marca, nunziò nel concilio di Costanza il


Giovanni XXIlIcon breve lo parte- pontificato, onde i padri per azio-
cipò a Macerata. Da questa aderenza ne sì magnanima a* i5 luglio i/^i5
i Malatesta indignati, con esercito si lo dichiararono cardinale decano
spinsero nella Marca, e Malatesta del sacro collegio, e legato a lace-
signor di Cesena aiutato dai fuo- re e vicario perpetuo della Marca
rusciti, e con intelligenza di altri nello spirituale e temporale, non
cittadini,penetrò nella piazza mag- che amministratore delle due chie-
giore di Macerata, e s* impadronì se unite di Macerata e Recanati.
di diversi luoghi, ma fu in un pun- Alle disposizioni del concilio i

to a forza cacciato. Allora Giovan- maceratesi obbedirono, restando fe-

ni XXIII, temendo i Malatesta, in- deli alla Chiesa, riportandone il po-


viò a Macerata il cardinal Gio- ter continuare a vivere nello stato
vanni Orsini appresso Paolo suo libero e popolare, e di non esser
fratello, e qon comitiva di i5oo offesi dai confederati. Stabilitosi il

cavalli . Il legato provvide alla cardinal legato in Recanati, gli man-


guardia della città, con una gros- darono ambasciatori, ed ottennero
sa bombarda con palla di pie- dai nunzi del concilio passati nella
tra di cento libbre, macchina che Marca l' assoluzione di qualunque
riuscì nuova nella Marca. Temen- censura, e la riduzione delle taglie
do gli Orsini che i maceratesi par- in soli seicento fiorini d'oro. Seguì
teggiassero per Gregorio XII, e ve- una gran lega contro il cardinale
dendo che aveano ricusato ricevere e i Malatesli, venendo eletto capi-
la cavalleria, se ne partirono, ab- tano generale e rettore della Mar-
bandonando la Marca. Ed è per- ca il Migliorati i maceratesi re-
:

ciò che i maceratesi per consiglio stando neutrali, mediante alcuni ca-
pubblico si ridussero in hbertà, pitoli, e promettendo fedeltà al fu-

commettendosi nuovamente agli a- turo Pontefice che si eleggerebbe


iuti e comandi de' Varani, come nel concilio, il quale avea deposto
governatori della città e suo di- Giovanni XXIII, e scomunicato l'an-
stretto, a' 1 3 maggio 1 4 » 3, con quei tipapa Benedetto XIII. Quindi Ma-
MAC MAC 57
cerata si confederò con Recanati, 90 r Aquila ,
gli ridonò la quiete.
ove mori il cardinal Corraro e fu Pel buono stato e riforma della pro-
sepolto nella cattedrale. Agli i i vincia. Martino V destinò gover-
novembre i^iy eletto Martino V, natore generale con piena potestà
questi ne partecipò la notizia a di legato a Intere Pietro Colonna
Macerata, con breve dato in Co- abbate di Rosacelo, il quale arri-
stanza V kal. decembris; ed eles- vato in Macerata v' inlimò un par-
se Marino Tosco o Tocco vescovo lamento generale , e ricuperò vari
di Teramo, tesoriere della Marca, luoghi della Marca : ivi stavano an-
Massa Trabaria e presidato, prov- cora di quartiere, come piazza d'ar-
vedendo ancora del vescovato di me e residenza generale, molti ca- '*'*''

Macerata e Recanati, e della vice- pi di guerra colle loro compagnie.


legazione, con titolo di prolegato e Per morte del governatore Co-
la
governatore delia Marca, lo stesso lonna ne furono dolentissimi ma- i

Marino. La città lo ricevette con ceratesi, ed i priori presero il lut-


decoro e risarcì il palazzo grande, to. Gli successe Astorgio Agnensi
reso inabitabile per 1' assenza della vescovo d'Ancona ed Umana, poi
corte; ed in un parlamento gene- cardinale, che risiedeva in Mace-
rale tenuto in Macerata per la ri- rata nella residenza della tesoreria,
forma Marino emanò
della città. come commissario e tesoriere gene-
indulto d' approvazione. In Reca- rale della Marca.
Di commissione
nati si tenne una congregazione del Papa, Astorgio si portò da Ma-

provinciale avanti Marino in cui , cerata in Sanseverino per estingue-


fu ordinato di mandarsi ambasciato- re la setta degli eretici fraticelli
ri al Papa per gli sgravi della pro- che infestavano più luoghi della
vincia, e per parte di Macerata vi Marca, e poscia a prendere il do-
andò ambasciatore Gasparo da
in minio di Fermo per morte del Mi-
Sarnano, celebre dottore di medi- gliorati. Macerata entrò in confi-
cina, con r incarico di rappresen- denza co' fermani, ma non conven-
tare, che essendo Macerata nel cen- ne con essi di supplicare il Papa
tro della provincia, si continuasse a demolire il loro girone, che seb-
a farvi dimorare il rettore colla bene fosse stato causa di tanti mali,
curia. Furono successivamente le- era l'antemurale della provincia;
gati della Marca per Martino V, poscia ottenne un breve da Marti-
i cardinali Antonio Chalant, e Ga- no V, che si ha nell'Ughelli , per
briele Condulmieri celebre per le ripetere la mitra, la croce o pasto-
oltime costituzioni che pubblicò nel- rale d'argento ed altre cose del
la Marca. cardinal Buontempi, concedute in
Conservandosi Macerata nell'an- dono dal Tomacelli alla cattedrale,
no 14^1 con vivere libero e po- come trasportale a Recanati dal
polare, e rinnovandosi nella Marca cardinal Gino e donate a quella
le turbolenze per le armi prese dai chiesa. Ma il conte Leopardi nota,
Malatesli contro gli Arcipreti della che per tali cose vi furono grandi
Staffa signori di Jesi, restò neutrale due città, quali du-
questioni fra le
per mantener un certo equilibrio rarono piò di cinquanta anni; ma
mentre Braccio che avea agitalo divenuto vescovo delle due chiese
la Marca, morendo nel 14^4 pies- l'ottimo Nicolò dalle Aste nel i44o
58 MAC MAC
le terminò , facendo lavora re una Josia Acqua vi va, ed egli per sicu-
mitra del valore di 1 3o ducati, e rezza passò da Recanati a risiede-
donandola alia chiesa maceratese, re in Macerata, assistito da buon
dalla quale riporlo cessione di qua- nerbo di soldati recanatesi, ed altri
lunque prelesa conilo quella di nobili provinciah. Il conte finse di
Recanati. Papa a mezzo di Od-
Il aver la patente di capitano gene-
do Poccio di Vanni suo tesoriere rale delle armi di Filippo Maria
e pio-camerlengo, desiderò che Ma- Visconti duca di Milano, fatto dal
cerata gì' inviasse un cittadino per concilio vicario d* Italia contro Eu-
castellano di Castel Franco di To- genio IV mentre realmente era
,

scana, e fu scelto Carbone di Ve- spedito direttamente dal concilio


nanzio. Venne eretta verso questa divenuto conciliabolo. Scrisse dun-
epoca la torre de' moliui, come un que a' 7 dicembre dal campo pres-
forte o ridotto esteriore, e nel i43i so Jesi a' magistrati di Macerata ,
fu eletto Papa col nome di Euge- manifestando loro chiaramente di
nio IV il suddetto cardinal Con- essere inviato dal concilio per puni-
dulmieri. re Eugenio IV e ridurre la pro-
Giovanni Vitelleschi vescovo di vincia alla sua obbedienza, toglien-
Macerata e Recanati, fu fatto nel dola dal cattivo governo de' mini-
1432 commissario e governatore stri pontificii ; perciò invitarli a por-
della Marca, poi cardinale, ed ap- si abbandona-
sotto la sua difesa,
provò gli antichi statuti di Mace- re Eugenio IV e spedir ambascia-
rata, la quale gli somministrò gen- tori per trattare. Nel consiglio di
te contro Pesaro eh' erasi ribellato. ciedenza dai più saggi fu difesa
Frattanto la sovranità di Eugenio l'immacolata vita del degno Pon-
IV venne da più parti attaccata, tefice dalle false imputazioni, rico-
ma per maggior fatalità si dichia- nosciuta legittima la suprema sua
rò nemico il concilio di Basilea , dignità papale superiore a qualun-
che mosse suoi danni il conte
a' que concilio , non dovere servire
di Cotignola ed Ariano Francesco d'esempio quel di Costanza, e do-
Sforza. Correndo l'anno 433, sotto 1 versi esecrare il Basileese qual con-
pretesto di portarsi in Puglia al ciliabolo e sinagoga di Satana. Ma
soccorso de' suoi stati ereditari, si gli altri furono di parere negozia-
seppe che il conte passava per la re collo Sforza, capitolare e yìgo'
Marca, per cui molti marchiani noscere il concilio come rappresen-
l'incontrarono in Romagna, ad as- tante la Chiesa, mentre il Vitelle-
sicurarlo che pel malcontento ge- sebi per mancanfa di forze avea
nerale per la eccessiva severità del abbandonato la provincia, portan-
cardinale, agevole sarebbe stato il dosi a Roma. Allora il conte vali-

conquisto della provincia. A questa cato fiume Potenza si presentò


il

ve lo spinse il duca di Milano per olle porte di Macerata, e ne rice-


inquietare il Pontefice ch'era ve- vette le chiavi, riducendo le taglie
neziano , essendo nemico di egli annue da 800 a 620 ducati. Con-
quella repubblica, sebbene il conte tinuando il conte all' occupazione
avesse per essa militato valorosa- della Marca, destinò suo luogote-
mente. Laonde il governatore av- nente generale in Macerala Foschi-
\crtito dal Papa, mandò verso Jesi no Altendolo de' conti di Cotiguo-
MAC MAC 59
la, stabilendo nelle citta i quartie- ca. Alessandio Sforza dimorando
ri per le genti d'armi : prese il ti- in Fermo come governatore della
tolo di armi delia
capitano delle Marca, spedì diversi ordini per Ma-
Marca, impose a tutte le comuni- mentre il
cerata, b. Giacomo della
tà annuo censo, nominando teso- Marca predicando a seimila uditori
riere generale della provincia Boc- inveì contro l'immorale lusso, e ne
cacino de Alemannis. Anche tutti ottenne felici risultati. Vedendo il

ì vescovi, abbati, chierici, ed anco duca di Milano che Sforza in vece


gli ebrei furono multati d' imposi- di danneggiare favoriva Eugenio
zioni. Passato Foschino in Roma- IV, spedì Nicolò Piccinino, valoroso
gna, restò nella Marca Alessandro capitano ad infestare gli stati della
Sforza fratello del conte a farne le Chiesa, insieme a Francesco suo fi-
veci , mentre il conte in forza glio. Tolsero agli Sforzeschi vari luo-
delle ciicostnnze era stato fatto ghi di Romagna, ed «nlrati nella
da Eugenio IV marchese della Mar- Marca si unirono a Josia Acqua-
ca. Alessandro coi maceratesi nel- viva, proeuiando alienar diversi
l'anno 1435 soccorse Camerino dalle luoghi dalla divozione dello Sforza,
incursioni di Nicolò Fortebraccio sotto pretesto di ricuperarli per s.
e con altri aiuti riportò vittoria Chiesa , come di commissione del
sui Brncceschi. Trovandosi Euge- duca. Si vuole che Eugenio IV ne
nio IV in calamità , si collegò coi fosse a parte, avendo creato Io Sfor-
veneti e coi fiorentini contro il du- za marchese per la forza delle cir-
ca di Milano , e non riuscendogli costanze, per cui poi si collegò col
prendere a' suoi stipendi Fortebrac- duca e con altri. Invadendo Fran-
cio, invilo il conte Francesco, che ac- cesco Piccinino Fabriano, Alessan-
cettò, venendo anche fatto gonfalo- dro Sforza die la sopraintendenza
niere di santa Chiesa, marchese della a Macerata di spedirvi la fanteria
Marca e signore di Fermo , riser- del suo governo.
bando alla santa Sede l'alto domi- Nel 1438 Alessandro si portò in
nio, coll'obbligo di combattere Ni- Macerata, ripartendo ne' luoghi vi-
colò Fortebraccio. marchese si11 cini suoi squadroni contro il Pic-
i

recò a Firenze ove dimorava Eu- cinino; mentre il marchese suo fra-
genio IV, bene accolto, e ritornan- tello nel 1439 partì con scello e-
do nella Marca ordinò a Macerata sercito dalla Marca per la lega dei
e ad altri luoghi il pagamento delle veneti e fiorentini, contro il duca
taglie e de' censi di due anni. Tran- di Milano. Malcontento questi dei
ne canjcrinesi lutti
i marchiani i Piccinini per la loro arroganza, si
riconol)bero il marchese, cui Ma- pacificò collo Sforza e fecegli Iralir

cerata spedì ambasciatori in Osimo tative d'imparentarsi con lui. Nel


dove risiedeva. Per reprimere la i44i si conchiuse il matrimonio
tiacolanza di Camerino fedele ai del marchese con Bianca Maria fi-
Varani, marchese prese un uomo
il glia naturale del duca di Milano
ben armato per casa da Macerata e nel i44^ S' celebrò in Cremona:
ed altre città e terre. Venuto a Bianca fu poi fatta governatrice della
concoidia con Camerino, fece luo- Marca. Giunta essa nell'agosto iu
gotenente generale di Recanati Or- Macerata fu trattata come sovrana
lando de Medici tesoriere della Mar- signora a spese del pubblico, dan-
6o MAC MAC
dosene V incnmbenza a dodici cit- menti sarebbero trattali da nemi-
tadini. Alfonso AragonaV re di ci. L'armala reale era unita alla
Tolendo occupare il regno di Na- pontificia, che avea a commissario
poli, pregò il duca di Milano a te- apostolico Lotto de* Sordi vescovo
nere in briglie il genero, acciò non di Spoleto. I priori di Macerata
aiutasse Renalo d'Angiò suo emu- adunato un parlamento generale,
lo, prométtendogli ritirarsi dall' a- i fautori dello Sforza protestarono
micizia de* veneziani e de* fiorenti- che dalla resa di Macerata dipen-
ni. Contento il duca di questa of- deva quella della provincia, i se-
ferta, persuase il Papa a ricupera- guaci di Eugenio iV vantando mi-
re la Marca, e gli promise il Pic- gliore il governo della Chiesa, a
cinino con tutto l'esercito. Trape- questa vollero fare ritorno, e tan-
latesi dal marchese siffatte tratta- to fu dichiarato dagli ambasciatori
tive, richiese i veneziani e i fioren- che i maceratesi spedirono al com-
tini di genti e di denari secondo la missario, col quale stipularono al-
lega con loro fatta. Intanto Eu- cuni accordi ; come di assoluzione
genio IV dichiarò capitano gene- di qualunque colpa, di conserva-
rale e gonfaloniere di s. Chiesa Ni- zione delle antiche prerogative, e
colò Piccinino, volendo espellere dal- che la corte generale risiedesse in
la Marca Francesco Sforza, onde, Macerata, alla quale si diminuireb-
cominciò la guerra tra i due gran bero le taglie. Quindi seg'iì l'en-
capitani. Riportando il primo un trata solenne nella città del re Al-
vantaggioso fatto d' armi, ne'piani fonso V, preceduto dalle insegne
della Rancia, territorio di Macerata, e per più giorni si replicarono le

ebbe luogo una tregua. Ivi Ales- acclamazioni f^wa la santa Ec-
:

sandro tornò, e fece trasportare al clesia, la sacra maestà e l'illustre


molino una grossa bombarda. A'i5 capitano. Il cardinal Lodovico Sca-

luglio 1 44^ venne conchiuso un rampì Mezzarota, camerlengo di s.


trattato tra Eugenio IV ed Alfonso Chiesa, da Roma spedì il benepla-
V re d'Aragona, in virtù del quale cito concordato
apostolico circa
il

il Papa lo investiva del regno di fra la santaSede e Macerata, am-


Napoli, ed il re doveva aiutarlo a ministrando per Eugenio IV la te-
ricuperare la Marca d'Ancona , a- soreria della Marca Pietro Ardin-
dollando perciò nella sua famiglia ghelli nobile fiorentino. La città
Nicolò Piccinino che prese quindi fece nuove fortificazioni , ed alla
il cognome d'Aragona. Il marche- rocca della Rancia pose il castel-
se preparò il suo esercito, e rac- lano. Di questa n' era prima si-

comandò la città di Macerata al gnore Antonio di Santi di Fides-


governo libero de' propri cittadini, mindo di Urbisaglia, che l'aveva
con una qualche soprain tendenza bene fortificata ; indi per compera
dello stato. Giunto il re d'Aragona o per cessione era passata nelle for-
a Sanseveiino, a' i8 agosto i443 ze de' maceratesi che l'aveano ben
emanò un manifesto in cui dichia- munita, e meglio lo fece poi il Picci-
rò ricuperare al Papa la Marca nino come luogo importante. 11 car-
spogliandone marchese
il ribelle dinal DomenicoCapranica legato sta-
ed invitando perciò marchiani a i bilì l'ordinaria sua residenza in Ma-
sottomettersi spontaneamente, altri- cerata, ma fu breve il suo dominio.
MAC MAC 6i
Francesco Sforza contando tra i IV si collegò con Filippo Visconti
suoi polenti nemici anco il suo- Q col re d' Aragona per rinnovar
cero duca Visconti di carattere vo- la guerra, mondandogli i due prin-
lubile, ricevette altri aiuti dai fio- cipi i loro capitani, il Papa dichia-
rentini e dai veneti, mentre il suo rò capitano generale di s. Chiesa
luogotenente Ciarpellone andava Sigismondo Malatesta, e legato il
scaramucciando co' nemici, ed in- cardinal Scarampo. Macerala a ri-
festando la coda dell' esercito di pararsi dalle armi imminenti dei
Piccinino. Stando il cardinaie in collegati, fortificò i posti esteriori,

Recanati, e spaventato dai progressi e pose buon corpo di guardia nel-


di Ciarpellone, nell'estate ripassò a la piazza. Il marchese nel i44^
Macerata per governar lo stato del- perdette Rocca Contrada, onde i
la guerra. In questo tempo Filip- maceratesi volendo far tregua coi
po vedendo le cose del
Visconti ministri pontificii, questi l'esortaro-
genero andare in rovina si mosse no a ritornare all'obbedienza della
a compassione di lui, e si dispose Chiesa; e con prontezza alla fedel-
a far tregua col medesimo. Richiama- tà nativa per comun consenso fe-

to perciò a Milano Nicolò Piccini- cero ritorno a mediazione dei re-


no dal duca al cui soldo era stato
, canatesi. Ottennero favorevoli ca-
sostituì il proprio figlio Francesco, pitoli, la conferma dell'esclusiva re-
che accampò l'esercito ecclesiastico sidenza della curia generale in Ma-
hmgi due miglia da Macerata, alla cerata, r immunità da qualunque
Torricella , o castellare del colle dazio delle grascie dai porti, e la

luogo bene Congiuntosi


fortificato. cognizione delle cause fra cittadi-

il marchese con Ciarpellone a' 2 3 ni : le capitolazioni furono in Ma-


agosto i444 attaccò l'esercito ec- cerata ratificate dal cardinal lega-
clesiastico sulle rive del Chienti to e camerlengo agli 1 1 novem-
e sotto Monte dt Il'Olmo ne ripor- bre. Universale fu la letizia , e
tò compiuta vittoria con grandis- , vuoisi che si battessero medaglie
simo numero di prigionieri fra i , d'oro coll'efligie del cardinale, e nel
quali i principali capitani, France- rovescio un tempio con soldati, e
sco Piccinino, e il cardinal Capra- l'epigrafe ; ecclesia restitvta. I ca-
nica, che furono tutti tradotti alla pitoli ilCompagnoni li riprodusse
rocca di Fermo : alcuno dice che a p. 366 e seg., e con essi termi-
il cardinale fuggi travestito da cap- na la sua storia edita. Il marchese
pellano. I maceratesi furono i pri- a poco a poco perde tutta la Mar-
mi a riconoscere lo Sforza, che in ca, e passò nel contado di Pesaro
breve tempo riebbe tutto il Pice- per ricuperare i castelli. Allora il

no, e prepararono a ricevere con


si duca Milano l' esortò a lasciar
di
sontuosa magnificenza la moglie la lega e la Marca, e soccorrerlo
Bianca, per la particolar osservan- mentre trovavasi oppresso dalle ar-
za che professavano agli Sforzeschi. mi venete e fiorentine. Lo Sforza
Distribuito dal marchese l'esercito che grave motivo avea di dolersi
nei quartieri, alloggiò colla sua squa- de' fiorentini pel ritardo delle pa-
dra in Macerata il nipote Pioberlo ghe e sussidii, e più de' veneti che
da Sanseverino, non che il tesorie- gli avevano occupato Cremona, ob-

re Cantuccio de Matlei. Eugenio bedì il suocero e portossi ad aiur


62 MAC MAC
tarlo. Terminnle le turbolenze del- quelli che area occupato. Non per-
Ja gnona, la Marca fu lungamen- tanto si umiliò il Malatesta, che
te flagellala dalla peste, per cui gli anzi unitosi agli anconitani tentò
abllanfi di alcune città si ritiraro- nuovamente occu[)are tutta la Mar-
no in luoghi d'aria più pura: in- ca, (piindi sconfisse Rartolomeo ve-
tanto la curia generale fu ristabi- scovo di Cornelo coll'esercilo del-
lita in Macerata, e Nicolò V visi- ia Chiesa, mentre teriHva consiglio
tò più luoghi della provincia, a ca- di guerra; ma venne poi battuto
gione che in Roma iufuriiva la dal cardinal Foitiguerri e da F'ede-
pestilenza nel i449 ^ "<^l i^'^o; rico suddetto nel i463. Quietale
indi nei i4t'4> op<''J> principal- in parte le cose d'Italia, Pio il
P^'"
mente dell'agostiniano fr. Simonello volse l'animo interamente a frena-
di Camerino, conchiuse in Lotli la re i progressi de' turchi, e perciò
pace tra fiorentini, lo Sforza ed
i fece biindir ovunque la crociata.
i veneziani. Il successore Calisto 111 Nella Marca fu fatto un gran par-
l)andì la guerra delia crociala con- latnento in Macerala, in cui si pro-
tro INIaotnelto imperatore dei li misero da tutta la provincia molti
turchi ch'erasi impadronito del gre- sovvenimenti ; portatosi Pio II nel
co impero, e creò Cfipitano genera- 1464 in Ancona per porsi alla te-
le il cardinal Scarampi. Venne in- sta della crociata, ivi morì. Nel pon-
timato in Ancona un parlamento tificalo di Sisto IV il cardinal Or-
generale, acciò concorressero le cit- sini vescovo di Taranto legato del-
tà Marca con som-
e luoghi della la Marca, proibì ai monlecassiancsi
me denaro
di ciò che fece pure
, d'impedire redifieazione del ponte
Macerata. Calisto HI nel i4^7 spe- sul Potenza, e Macerata con altri
dì nel fa Murca per legato il car- luoghi fu afflitta dalla peste, do-
dinal Roderico Borgia suo nipote, vendo poi tulli concorrere all'ar-
poi Alessandro VI ; fac:'ndo teso- mata navale che il Papa spedì con-
riere generale della medesima, del- tro i turchi, ed alla guerra contro
la MassaTrabaria e del presi dato Nicolò Vitelli tiranno di Città di
di Farfa, Stefano Nardini in se- Castello. Minacciando Maometto II
guito rettore della Marca e car- r Italia, ne fu spaventata la Mar-
dinale. ca, onde Macerata come altri luo-
Pio II eletto nel 4^8, da cardina- 1 ghi si pose sulle difese per invito
le, secondo il p. Civalli citando il del vescovo di Tivoli Angelo Lupi
Ciacconio, freqitentavìt Maceratam luogotenente della Marca; quindi
et Petreolana hnlnea valetudiiiis insorsero alcune vertenze di confi-
causa. Ma pare piuttosto che debba ni con Montecassiano. Nel pontifi-
intendersi i bagni di Macereto e cato d'Innocenzo Vili baroni del i

Petriolo nel Sanese. Sotto di lui regno di Napoli, maltrattali dal re


crebbero le turbolenze della Marca Ferdinando I, ricorsero al Papa
per ambizione di Sigismondo Ma- come supremo signore del regno
latesta, che cercava ampliare i suoi onde si ruppe guerra con quel prin-
stati; ma il Pontefice gli oppose cipe, e Macerata ne intese le con-
Federico da Monte Feltro, che vin- seguenze, come del contagio che
tolo presso Fano, gran parte de'suoi s'introdusse nella Marca. 11 Papa
dominii gli tolse , cacciandolo da premunì con soldatesche la Marca,
MAC MAC 63
che furono distribuite in diversi i tumulti de' recanatesi. Leone X
luoghi, essendo luogotenente delia per Lodovico UlTreducci
umiliare
provincia Giovanni vescovo di Co- ed altri tiranni della Marca, verso
rone. In questo tempo incomincia- il i520 elesse governatore della
rono le lunghissime
liti dell'acque Marca e commissario generale per
del Potenza con Mon teca ssiano, ed tali imprese, il celebre Nicolò Bo-

ebbero luogo le guerre tra Fermo nafede di s. Giusto vescovo di Chiu-


ed Ascoli, per cui il governatore si , laonde fece il suo ingresso a
della Marca per sedarle spedi sol- Macerala, ove risiedeva il governo,
dati prendendoli da diversi luoghi. che riuscì solennissimo, e mai ve-
Altre novità insorsero nella Marca duto in altro superiore o legalo ,
per essersi impadronito d' Osimo avendovi concorso per la rinoman-
sua patria Buccolino Guzzone, e za del prelato severo e giusto im-
pej tumulti accaduti in Offida , il menso numero di persone da ogni
cardinal Bai ve legato della Marca, luogo* Di nuovo la pestilenza af-
vi spedì buona banda di marchia- flisse i marchiani, massime i ma-
ni armati. Nel pontificato di Ales- ceratesi, essendo costretto il vice-
sandro VI riiifìerì la peste, cui suc- legato Antonio Ercolano rifugiarsi
cesse crudel carestia, e la Marca altrove. Alle guerre cheardevano
sperimentò le armi dell'ambizioso tra Carlo V e il Papa Clemente
Cesare Borgia figlio del Papa, mas- VII si aggiunse il flagello delle lo-
sime Camerino ed suoi signori , i custe che desolarono i campi di
mentre egregiamente governava la Macerala. Intanto Pioma fu presa
il cardinal Alessandro Farnese le- 15^7 dall'esercito imperiale,
nel
gato, residente in Macerata. Questa venendo assediato in Castel s. An-
città fratlnnto sempre più fioriva gelo il Pontefice: dopo il fiero sac-
nella civiltà^ nelle scienze e nelle cheggio cui soggiacque l'alma cit-
lettere, e provò le conseguenze delle tà, passati diversi mesi riuscì a Cle-
diverse guerre che dovette soste- mente VII di fuggire. Monsignor
nere Giulio II eletto nel i5o3, sia Ercolano vice-legato pel cardinal
coll'alloggio delle truppe che in al- Francesco Armellini, in tanto fran-
tro; e quelle di Leone X allorché gente reclutò armali e denaro, che
spogliò il duca di Urbino di que- lioma. Profit-
spedì alla desolata
sto stato, il quale diede molto a tando dogli avvenimenti, molle scor-
pensare marchiani che si forti-
ai rerie fecero per la Marca non po-
ficarono come
fece Macerata il : chi signori, impadronirono di al-
s'

duca con 20,000 combattenti sac- cuni luoghi che poi il vice-legato
cheggiò Jesi e molte terre della ricuperò colle armi, e nel iSaS
provincia che furono costrette a ca- fece una leva d'uomini per stare
pitolare a duic condizioni. Confe- in difesa dai nemici, e da quelli
derandosi Leone X
coli' imperatore ch'erano accorsi ad aiutare il Pon-
Carlo V, onde levare il ducato di tefice. In questo tempo l' Ercolano
Milano ai francesi, e dovendo pas- s'intitolava vescovo di Cariati e go-
sare per la Marca gli spagnuoli im- vernatore della Marca. Nel seguen-
periali,Macerata si fortificò, e si te anno il vice-legato Antonio Bon-
collegò con diverse terre per la co- si eletto di Terracina residente in
mune difesa; a ciò si aggiunsero Macerata, essendosi Clemente VII
64 MAC MAC
pacificalo con Carlo V, invitò le fatto nel i546 legato: altro vice-
comuni (lolla Marca ad alloggiare legato fu Bernardino Tempestini di
l'esercito imperiale , composto di Monte Falco vescovo di Monte Pe-
tedeschi e spagnuoli che si porta- loso; ed altro legato nel pontificato
yano nel Milanese. di Paolo III, nominato nel i539, fu
La peste visitò la Marca anche nel il cardinal Ridolfo Pio di Carpi.
i529, forse portatavi dal passaggio A* 26 agosto i55o comune
dal
delle truppe. Siccome sotto Clemen- fu stipendiato messer Luca stam-
te VII la residenza della corte ge- patore per servigio della città

nerale con l'archivio fu trasferita con obbligo d'istruire nell' arte


altrove, divenuto nel i534 Pontefice due giovani maceratesi. Giulio III si

Paolo III, l'uno e l'altra restituì, e recò in Macerata a' 11 settem-


meglio ristabilì in Macerata, siccome bre i55i, e venne ricevuto eoa
luogo comodo a tutti i provinciali. ogni maniera di solennità. Stante i
In detto anno cessò la legazione i rumori di guerra fu nei giorni 19
della Marca del cardinal Benedetto giugno i552 e 21 gennaio i553
Accolti, Prepose a governare la decretato fabbricarsi nuova artiglie-
Marca Fabio Mignanelli patrizio sa- ria di bronzo per guarnirne la cit-

nese giureconsulto, che il successore tà che fu posta in istato di difesa.


creò cardinale. Felicissimo fu il pon- Per migliorare poi l'industria e le
^^'
tificato di Paolo III, mentre sino manifatture, li 9 febbraio 554 1 fi*

al i549 in cui visse, la Marca trodotta la fabbrica dei drappi d'oro,


non sentì i travagli della guerra, argento, seta e velluti. Aumentan-
tranne qualche gravezza d' uomini dosi i rumori di prossima guer-
e d'imposizioni: ne'suoi viaggi l'o* ra partecipata dal vice-legato Ca-
norò di sua presenza, e visitò pure millo Mantuato, nel consiglio dei
Macerata. Nel i536 fece legato il 3 settembre fu decretato, che tut-
cardinal Domenico de Cupis. Ai tigli abitanti dai 25 ai 5o an-
27 novembre dell'anno i549 ^"" ni dovessero armarsi, e la città
rono trasportati dalla chiesa delle venne fortificata, e furono muniti
Vergini in città gli oggetti preziosi tutti i posti pili interessanti sì inter-
per timore di una incursione del- ni che esterni con artiglieria e sol-

l'esercito imperiale confederato dei datesca. Regnando Giulio HI sol-

fermani, e ciò per la morte di Pao- datesche imperiali transitarono per


lo III, cui fu dato un sussidio di ses- laMarca, avendo egli provveduto che
santamila scudi. Mentre presiedeva non recassero danni. Nella guerra
sotto Paolo III alla provincia Gio- che Paolo IV sostenne contro Fi-
vanni Guidiccioni vescovo di Fos- lippoII re di Spagna, mentre era

sombrone, era tesoriere generale del- governatore generale della Marca


la Marca Gio. Battista Galletti pi- residente in Macerata il suddetto
sano, poi maggiordomo pontificio. Camillo Mantuato piacentino vesco-
Sotto Giulio III fu legato della vo di Campagna e Satriano, il Papa
Marca il cardinal Giacomo Sa- a guardia della provincia vi spedì
celli, e vicelegato Berardo Bongio- nel i556 il suo nipote Antonio Ca-
vanni di Recanati vescovo di Came- raffa marchese di Montebello con
rino, come lo era stato sotto Paolo titolo di governatore generale di s.

III del cardinal Ranuccio Farnese Chiesa, per cui i luoghi della Mar-
MAC MAC G5
ca dovettero concorreie con tilloggi e passando per Macerata Marc' An-
e provvisioni. tonio Colonna comandante dell'ar-
Religiosa sempre la città, ti 11 mata navale gli furono fatte pub-
giugno i558
dell'anno invitò i bliche dimostrazioni. Destinò s. Pio
padri della compagnia di Gesù V nell'anno iSGg al governo del-
perchè v'istituissero un collegio^ la Marca Giangirolamo Albani
e quindi fu fabbricato quello che bergamasco, che nel iSyo creò car-
oggi serve per le pubbliche bi- dinale. Monsignor Filippo Sega
blioteche e la chiesa per la colle- bolognese, governatore della Mar-
giata di s. Giovanni. Paolo IV a''9 ca, con suo editto del 29 giugno
marzo iSSg fece arrestare monsi- 1^75 fece noto alla provincia, che
gnor Cesare Brancazio napoletano aveva istituito in Macerata il tri-
governatore, e Sante Canaglione suo bunale della concordia, in forza del
luogotenente, con espresso coman- quale si prescriveva che chiunque
do di farli tradurre in Roma con pretendeva ritentare giudizio era in
buona scorta sotto pena di ribel- obbligo di presentarsi al medesimo,
lione. Per la sicurezza delle due composto di quattro giudici e di
persone, il magistrato stabilì una un notaro a turno, esporvi le sue
compagnia di cento pedoni e venti ragioni, ed attenderne la risoluzio-
cavalieri. Pio IV nel i56o destinò ne, che se era favorevole si permet-
a legato della Marca il cardinal teva adire il tribunale competen-
Cristoforo Madrucci . Dipoi a' 4 te, in caso contrario veniva inibito
gennaio dell'anno i56i fu decreta- di esercitare alcuna azione.
ta l'istituzione del collegio dei no- Che Macerata fosse tenuta in
tari e dell'archivio. Pio IV onorò reputazione anche dalle primarie
di sua presenza la città, e nel con- rappresentanze dello stato, lo di-

siglio de'9 settembre furono ordi - mostra la domanda fatta al magi-


nate dimostrazioni, tra le quali ven- strato dal senatore di Roma li 3 set-
nero eretti cinque archi trionfali. tembre i586, con la quale gli chie-
Benevolo fu per Macerata Pio IV, de copia della tariffa daziaria. Gre-
e nel i564 nominò legato della gorio XIII prima di tal tempo e nel
provincia il nipote cardinal Altemps: i58o inviò nella Marca legato tìt Inte-
nel pontificalo del successore s.Pio re il cardinal Alessandro Sforza, per
V grossa armata turchesca si mos- esterminare i banditi e gli assassi-

se a danni del litorale della pro- ni, com'eseguì con immensa gloria
vincia, onde furono dati ordini per di lui, pace e quiete della provincia.
difenderlo, ed il Papa domandò soc- Morì in Macerata nel i5Bi, e tra-

corso alla città ; laonde il consiglio sferito suo cadavere in Roma fu


il

risolvette di spedire alla flotta pon- sepolto in s. Maria Maggiore. Ne


tificia trentasette rematori, e solda- fu successore il cardinal Marc' An-
ti in ragione due per cento del-
di tonio Colonna; ed a questi nel
la popolazione. Grato di ciò e pel i585 il cardinal Gesualdo. Som-
locale concesso onde erigervi la chie- mamente benemerito della Marca
sa e convento de' domenicani, fino fu Sisto V
marchiano, eletto nel
dal marzo iSGy, s. Pio V volle che i585, per quanto dicemmo e do-
la città inquartasse nella sua arma vremo dire, avendo accordato il tri-
la croce bianca in campo rosso; bunale della rota a beneficio de}
VOL. XLI. 5
66 MAC MAC
Piceno, con residenza in Macerata, sterno la sua compiacenza allorché
in questa un palazzo <nppositamen' fu a Macerata, a'a i aprile 1 598,
te, e furono dalla città pagali alla portandosi a Ferrara Clemente .

reverenda camera scudi quattromi- Vili ritornando da Ferrara onorò


la. Nel consiglio perciò tenutosi il 4 Macerata nuovamente di sua pre-
gennaio i^Scf furono stabilite lesom- senza nel dicembre 1598, essendo le-
me per solennizzare la venuta degli gato della Marca il cardinal Otta-
una
uditori, e per erigersi nella piazza vio Bandini, e fu ricevuto colle di-
statua di bronzo al marchiano Pon- mostrazioni della man;G;ior venera
tefice, il quale ampliando Loreto in ziorie. Venne accolto solennemen-
venerazione della santa Casa, Mace- te, ed il Pontefice creò alquanti
rata vi concorse col farvi costruire giovani maceratesi cavalieri il 1

a proprie spese una casa. Straordi- dicembre. Nell'anno 1599 a* 4 ^^'


narie poi furono le dimostrazioni cembre e nell' anno 1600 a* 2
usate a donna Camilla Peretti so- maggio in Macerata furono sontuo-
rella di Sisto V nel passaggio che samente trattali la duchessa e il
fece per la città li 17 agosto di det- duca di Parma, il quale consultò
to anno. il collegio degli avvocali circa al-
Infestata nell'anno i588 la pro- cuni suoi diritti. Correndo anno
l'

vincia da moltitudine di banditi^ i6o5 divenne legato della Marca


con frequenti assassinii, il Papa di- il cardinal Tavertia; nel 1606 gli
chiarò capitano contro di essi Cri- successe il cardinal Alfonso Vi-
stoforo Fantini da Corinaldo. Dopo sconti. Nel pontificato di Paolo V
la sua morte rinnovaro-
i banditi si il comune offiì alla santa Sede,
no, e Marco Sciarra famoso ladro- in occasione della guerra contro i

ne, col seguito di 600 masnadieri, veneziani , scudi venticinquemila ,

nel 1591 scorrendo la Marca recò promettendo annui scudi venti-


danni gravissimi; per lo che Ma- quattromilacinquecento durante la
cerata ed altri luoghi si posero sul- guerra, con risoluzione consiglia-
le difese. I banditi infestarono per re del primo ottobre 1606. Il col-
diversi altri anni la provincia. In legio dei dottori, che godeva il pri-
detto anno fu legato della Marca vilegio della mazza d'argento, la rin-
il cardinal Benedetti Giustiniani. La novò in più bella forma nel 161 5.
fabbrica per 1' ospedale degli in- Penuriandosi l'acqua nell'interno
validi detto di s. Martino, fu eret- della città nel 1616 fu ordinata la
ta nel 1594 con porzione de'beui costruzione d'una fontana. Nel 1620
lasciatida Martino Pancalducci. il consiglio comunale risolvè di eri-
Clemente Vili nel 1597 destinò gere in Roma il collegio ordinato
legato della provincia il cardinal da monsignor vescovo Canuti, po-
Gianfrancesco Blandrata de' conti sto sotto l'invocazione della Madon-
di s. Giorgio . Li 3 1 dicembre na di Loreto, mediante un legato
1597 fu dal consiglio ì'isoluto dar- di scudi ottomila. Crescendo sempre
siun sussidio alla santa Sede, e pel più la popolazione, ed essendo di-
particolare attaccamento che si nu- venule scarse le abitazioni, il car-
triva per Clemente Vili si offrirono dinal Carlo Pio prolegato ( il Leo-
anche le persone, e gli fu spedita pardi lo chiama legato, anzi fu
una deputazione, onde il Papa e- l'ultimo cardinal legato della Mar-
MAC MAC 67
ca), che prediligeva ebbe la città, Marco Galli, e la città impiegato
in niente di ampliarla, per cui con tutta la pompa in festeggiarla. La
editto dell'anno 1622 pubblicò le santa Sede somministrando truppe
regole per l'incasa mento di un nuo- ai veneti in guerra coi turchi , A-
vo borgo da porta Romana al- lessandro VII nell'anno 1657 in-
l'arco detto Porton Pio , per es- vitò il comune a ricevere seicen-
sere stato eretto in onore di lui. to soldati. Onde favorire 1' istru-
A*i5 marzo 27 ottobre 1628
e zione della nazione marchegiann,
transitò per Macerata il granduca nell'anno 1657 fu deliberato che la
di Toscana, che fu ricevuto solen- città concorresse nella spesa per
nemente. Capitanava le truppe ma- erigere in Roma un collegio; quin-
ceratesi Giuseppe Fini, a cui nel di agli 1 1 giugno si stabili l'istitu-

1627 il magistrato consegnò una zione di un ghetto per gli ebrei.


nuova insegna militare. Pel passag- In questo tempo mori in Napoli il

gio delia regina d'Ungheria, a' 17 maceratese p. Giulio Mancinelli in


dicembre i63o, furono fatte pub- concetto di santità, onde il comu-
bliche feste. Nel i638 il comune ne risolvette ottenerne la beatifica-

invitò il genovese Galeazzo Olivie- zione. Nel i663 venne risoluta la


ri per dirigere la fabbrica della se- costruzione d'un nuovo teatro. Nel
ta. Nel giugno 1649 fu incomincia- 1706 il comune cede l'area occor-
ta la fabbrica delle stazioni della rente per ampliare l'angusto ospe-
Via Crucis da Porton Pio al con- dale, per cui venne ridotto qua-
vento dei minori osservanti in s. le oggi si vede. Nel 1722 accordò
Croce: tali stazioni esisterono sino altro spazio per la ricostruzione
all'invasione francese. Devota la cit- della chiesa e monastero di santa
tà alla s. Casa di Loreto, nel det- Caterina, ceduto in seguito da Pio
to anno le regalòuna lampada di VII per le cure del ven. Strambi
argento con annuo olio; di poi a vescovo alla confraternita delle sa-
motivo del contagio il 7 dicembre cre Stimmate. Correndo l'anno 1726
i656 elesse la Beata Vergine Lau- s'\ r eredità lasciata dal de-
purificò
retana in avvocata, sotto l'invoca- funto arcidiacono Alessandro Bor-
zione dell* Immacolata Concezione, rocci al comune di Macerata a
col dono d'altra lampada di argen- metà colla s. Casa tli Loreto, do-
to del valore di scudi mille. vendosi il capitale convertire in un
La congregazione degli agostiniani monte frumentario in sollievo dei
scalzi d'Italia, avendo supplicato il poveri, beneficenza che fu aperta
consiglio perchè le permettesse erige- nel 1740- Nel 1745^ si elessero i
re un convento, la domanda fu ac- periti per la formazione del nuovo
colta con grande soddisfazione. A'2 catasto. Nel passaggio e accantona-
giugno i655 i conventuali tenne- mento delle truppe napolispane,
ro il capitolo generale in Macerata, avvenuto dal 1742 al i74<^> es-
ed il pubblico li sovvenne generosa- sendo governatore Pirro Alberici ro-
mente. Giorno di generale letizia mano, la città sostenne la spesa di
fu il 3o ottobre di detto anno, in scudi 1 5, 1 53. ClementeXlV soppres-
cui ebbe luogo ronorifico ricevimen- sa lacompagnia di Gesù, ripristinata
to della regina di Svezia Cristina, poi da Pio VII, con breve de' i5
avendo il governatore della Marca dicembre 1773 diretto al comune,
68 MAC MAC
gli donò per l'università degli studi francese in Ancona. Per la funesta
il ed annessi dell'estinto col-
locale morte dell'imprudente generale Du-
legio.Nel 1779 morendo l'avvo- phault, il direttorio di Parigi pre-
cato Francesco Mornati, lasciò al se pietesto di consumare la demo-
comune la sua biblioteca legale: cratizzazione ed intera occupazione
poco appresso egual donazione fu dei dominii della Chiesa; e pri-
fatta dal cardinal Compagnoni Ma- ma della metìi gennaio 1798 i
di
refoschi, lasciando la sua copiosis- francesi si impadronirono di Mace-
sima libreria, ma contro la sua rata. Monsignor Tommaso Arezzo
disposizione fu convertita in altro governatore (noteremo che il con-
uso. A' 2 marzo 1782 furono fat- te Leopardi nella Series reclorum,
te straordinarie generali dimostra- ec. lo dice fatto nel 179^, nel 1797
zioni per solennizzare l'augusta pre- registra delegato apostolico Gio.
senza di Pio VI che si recava a Francesco Arrigoni, e nuovamente
Vienna per affari di religione. Go- con tal qualifica l'Arezzo, ma nelle
vernava la provincia Antonio Lan- annuali Notizie di Roma del 1797
te poi cardinale. Il non mai ab- e 1798 chiamato goì^er"
egli è
bastanza benemerito cittadino Bar- natone ) di Macerata, poi cardina-
tolomeo Mozzi donò vivente ad le, non ommise di fare quanto gli
uso pubblico una biblioteca, dotan- era possibile, acciocché la città non
dola di pingue rendita, biblioteca cadesse in mano dei repubblicani,
che tuttora prospera Neil' anno . ma vane riuscirono tutte le sue cu-
1787 il Monte Ulisse che nel re. I rivoluzionari di Macerata in-

1725 possedeva un capitale di scu- dussero il capo del comune a con-


di quindicimila, fu unito al sacro gregare un'illegittima e tumultuaria
monte di pietà. adunanza di poche persone, ove fu-
Dopo che nel secolo XVII e rono eletti due deputati che si re-
XVIII, sotto il pacifico e soave cassero ad Ancona, e pregassero il
dominio della santa Sede, la Mar- general Desolles, che ivi comanda-
ca godette piena tranquillità, e Ma- va i francesi, acciò volesse concede-
cerata pacificamente progredì nel re la protezione della sua repub-
suo incremento, quando al decli- blica alla città e provincia di Ma-
nare del XVIII soggiacque colla pro- cerata, e mandasse un distaccamen-
vincia alla infelice sorte dello stalo to dei suoi soldati. Il prelato Arez-
pontificio. Divenuta la Francia ri- zo dopo aver tentato indarno che
voluzionaria e repubblica, armate l'iniqua deliberazione fosse rivocata
francesi invasero l'Italia, e nel feb- ed i deputati non partissero, scrisse
braio 1797, perchè già aveano oc- più lettere a Desolles, avvertendolo
cupato gran parte dello stato ponti- che la domanda era illegittima, che
ficio, avanzandosi sino a Macerata, non vi era l'assenso del popolo, e
tutta la Marca cadde in loro po- che dal condiscendere precipitosa-
tere ; onde il Papa Pio VI si vi- mente al desiderio di poche per-
de nella dura necessità di doman- sone potevano nascere cattive con-
dare la pace che fu conchiusa a To- seguenze. Ma Desolles non rispose
lentino a' 23 febbraio, con im- ai dispacci del prelato, il quale ve-
mensi sacrifizi, la cessione delle dendo i preparativi che per la ve-
legazioni e di ricevere guarnigione nuta de* francesi facevano i loro
MAC MAC 69
fautori di Macerata, spedì nuova- to della Madonna della Misericor-
mente un corriere al predetto ge- dia, ove eransi rifuggiti! cittadini a
nerale, per sapere quali intenzio- pregare, e dove i francesi fecero fuo-
ni avesse. Ma mentre attendeva la co su tre in quattrocento individui.
risposta, gli si presentò al cominciar La descrizione della caduta di Ma-
della notte un commissario francese, cerata avvenuta per assalto, si leg-
e con alterigia lo prevenne che in- ge nella lettera d'un maceratese ad
di a brevissimo tempo arriverebbe- un suo amico di Pavia, stampata
ro a Macerata soldati di sua nazio- senza citazione di luogo. Costituito-
ne; intimandogli a nome del ge- si governo repubblicano nel 1799,
il

neral Desolles che se rimaneva nel- nella pubblica piazza furono bar-
la città, que'soldati l'avrebbero fat- baramente bruciati molti pregevoli
to prigioniero insieme colla ponti- pubblici documenti. Nell'agosto di
fìcia guarnigione. Laonde il prela- detto anno l'imperatore Francesco
to e le milizie papali dovettero par- I liberò la provincia dai francesi,
tire, e Macerata colla sua provin- destinando commissario imperiale
cia cadde anch'essa sotto la ferrea Antonio Cavallart di Trieste, e giu-
podestà della rivoluzione. Tanto dice generale della Marca Teodo-
racconta il Baldassarri, Relaz. del- ro Fusconi di Norcia, di cui par-
le avversità di Pio VI, tom. II, lammo superiormente.
p. i66 e seg._, avendo già narrato Pio VI morì in Valenza di
a pag. 1 1 7 e seg. la cessione di Francia^ e Pio VII fu eletto in
Ancona e suo territorio, e come la Venezia nel marzo dell'anno 1800.
corte di Napoli voleva per se la Gli fu restituita, VIII kalendas
Marca d'Ancona. Inoltre i france- quella parte dello stato non
julii,

sioccupata anche Roma, a'20 feb- ceduta nel trattato di Tolentino, ed


braio 1798 ne portarono altrove egli dichiarò Macerata delegazio-
e qual prigioniero Pio VI. Il 5 lu- ne apostolica, nominando per pri-
glio 1799 fu per Macerata il giorno mo delegato monsignor
apostolico
più tremendo di sua esistenza, per Giacomo Carlo Borromeo pado-
l'insurrezione del popolo contro le vano, secondo delegato nel 1801
truppe di Francia, le quali bombar- monsignor Giuseppe Ciavoli napo-
darono la città per aver loro ricusa- letano, ch'ebbe a successore nel 1 802
to l'ingresso, che poi effettuarono monsignor Fabrizio Sceberas-Te-
entrando per la breccia aperta con staferrata maltese, poi cardinale. Por-
le artiglierie. Fu esso giorno di ec- tandosi il Papa in Roma, ai 25 giu-

cidio, di stragi, di saccheggio e di gno 1800 entrò gloriosamente in


violenze, conservandosene ancora a- Macerata, che ornatasi a festa, ogni
cerba memoria. Per ordine di Pon- cittadino manifestò la propria leti-
tavice capitano de'francesi, s'incen- zia, esistendo su ciò apposita rela-
diarono i conventi e le chiese dei zione. Riammessi da Pio VII i ge-
minori osservanti e dei cappuccini. suiti, la città fu sollecita per riaver-
I danni sofferti in sì infausta oc- li, avendone sperimentato immensi
casione furono immensi, ma nel sac- vantaggi, ma le vicende posteriori
co generale restò salvo il monte di ne impedirono il ritorno. Inoltre
pietà. Furono uccisi per le strade, Pio VII mandò prelati governato-
welle case, e per sino nel tetnpiet- ri a Loreto, a Fabriano ed a San-
70 MAC MAC
sevenno; e governatori di breve a 18 15 lo scettro di Napoli, e Ma-
Cingoli e Matelica. Essendo sino dal cerata fu sbanda-
testimone dello
i8oa delegato apostolico monsignoi' mento precipitoso delle disanima-
Agostino Rivarola, per ordine del- te sue truppe, che a grave stento

l' imperatore Napoleone domi- i di quel gonfaloniere Giuseppe Pe-


nii che obbedivano a Pio VII fu- rozzi furono allontanale dalla città
rono di nuovo occupati dai fran* che aveano divisato di occupare
cesi. Nel primo aprile dell' anno difendervisi contro le truppe impe-
1808 Macerata fu riunita al regno riali che le inseguivano, e che poco

d'Italia, e diventò capoluogo del di- dopo vi entrarono vittoriose tra le ac-

partimento del Musone: le provin- clamazioni del popolo. Dopo il trat-

cie di Ancona e di Camerino subi- tato di Vienna del 181 5, Pio VH


rono la stessa sorte. Quindi truppe nell'istesso anno ricuperò Macerata
straniere inondarono le Marche, nuo- e sua provincia, che tornò ad esse-
va forma di governo fu tosto intio- re delegazione apostolica, e le fu
dotta in Macerata ed altrove; alle unita quella Camerino, dichia-
di
armi del legittimo sovrano furono rando delegato monsignor Francesco
surrogate quelle dell'imperatore, ed Tiberi poi cardinale: ad esso die-
il si vide in mano
pubblico potere de per successori Nel 1 8 1 6 mon - .

di persone da lui stabilite a rap- signor Tommaso Riario-Sforza, at-


presentarlo. Nel 1808 fu fatto pre- tualmente cardinale e camerlengo
fetto regio Giacomo Gaspari vero- di s. Chiesa ; nel 1816 stesso monsi-
nese, cui nel 18 1 3 successe Mi- gnor Cesare Nembrini Pironi Gon-
chele Villala. In questo anno s* im- zaga anconitano, poscia cardinale ;

padronì della Marca il re di Na- nel r8(8 monsignor Emmanuele


poli Gioachino Murat , che nel Valguarnera palermitano, e nell' i-
j8i4 dichiarò prefetto regio Gio- slessoanno dichiarò delegato apo-
vanni Lauri maceratese, il quale stolico vicegerente il conte Filippo
nel medesimo anno ebbe per suc- Solari di Recanati ; nel 1819 mon-
cessore Giacomo Capetti. signor Benedetto Cappelletti reati-
Piacque alla divina pi'ovviden- no, poi cardinale; e nel 1828 mon-
za di ridurre in polvere il trono signor Ugo Pietro Spinola, al pre-
di Napoleone, e di restituire Pio sente cardinale e pro-datario, non
VII nel 18 14 alla sua sede gloriosa- che protettore della stessa città. Il
mente, donde era stato strappato vescovo Teloni non solo pubbli-
prigioniero a'6 luglio 1809. Lune- cò colle stampe un'orazione fune-
dì 16 maggio tra le acclamazioni bre per la morte di Pio VI 1, ma
giunse in Macerata, e fu alloggiato nelle solenni esequie che al sue*
nel palazzo Marefoschi, e nel di sus- cessare L,eone XII celebrò l'univer-
seguente partì per Tolentino, en- sità di Macerata nella chiesa di s.

trando trionfalmente in Roma a'24 Paolo, e che sono descritte in un


DQaggio. Macerata tuttavolta rima» alle iscrizioni composte in tal circo-

se amministrata da Gioachino Mu- stanza fc^tte aprincipal cura del gon-


rai re di Napoli, il qtiale mossosi faloniere Nicola Ranaldi, il mede-
contro r Austria, perde nei pia- simo vescovo come cancelliei'e del-
ni della Rancia colla battaglia l'università, lesse un grave e dot-
campale del 4 viaggio dell' auao to elogio che purq fu stampato,
MAC MAG ji
in lode del defunto Papa come be- mo pacifico potere della santa Se-
nemerito deir università di Mace- de. Tale osservazione rispettosamen-
rata. Leone XII 1826 fece de-
nel te rassegnata dai deputati, fu ben
legato di Macerata e Camerino ricevuta dal santo Padre, quale il

monsignor Adriano Fieschi ora car- replicando di aver sempre avuta


dinale, cui successe nel 1828 mon- una particolare predilezione per
signor Gregorio Fabrizi, enei i83o Macerata, fece sentire quanto egli
monsignor Luigi Ciacchi, al presen- sia deciso di farlene gustare gli effet-
te cardinale. ti. Corrisposevi al modo con che ne
Nei primi di febbraio del i83i celebrò le beneficenze il eh. mace-
Macerata e la provincia per breve ratese avv. Carlo Chiappini negli o-
tempo soggiacquero alla rivoluzio- puscoli di cui faremo parola, allor-
ne. JNel numero 26 del Diario di quando il Pontefice soggiornò in
Roma si legge che i erano
ribelli Macerata; ed i maceratesi prima ed
i5o e ne partirono li 28 marzo, in questo fausto avvenimento con-
per cui successe l'entusiasmo del po- fermarono coi fatti le proteste dei
polo nell'atterrare, calpestare e tri- deputali della città, con manifesta-
turare le bandiere tricolori, nei zioni solenni di amore, di riveren-
due palazzi di residenza dei presi- za e di gratitudine. Nel detto anno
di e del comune; rialzati quindi Gregorio XVI distaccò la delega-
fra il tripudio della più commoven- zione di Camerino da quella di
te esultanza gli stemmi pontificii tra Macerata, e dii834 questa nel
le universali acclamazioni, nella se- diede per delegato monsignor Do-
ra vi fu generale illuminazione. Nel menico Carafa Trajetto che poi
numero 16 delle Notizie del gior- creò cardinale ( come avea fatto
no, viene riportato come a*j5 apri- dei prelati Tiberi, Spinola, Cap-
le la deputazione della città di Ma- pelletti, Fieschi e Ciacchi dopo al-
cerata composta dei monsignori U- tre cariche da loro esercitate), e
golini presidente delle armi e Spa- gli diede in successori: nel 1889
da Medici ponente di consulta, di monsignor Giacomo Antonelli, e nel
Saverio Fioretti avvocato di colle- 1841 monsignor Domenico Savelli.
gio e conte Alberto Alborghetti a- Il Papa Gregorio XVI nel viag-

gente della medesima, ebbe l'onore gio da lui intrapreso nel 1841 per
di essere presentata al Papa Gre- la visita del santuario di Loreto,
gorio XVI . Accolse la Santità onorò prima di sua presenza Ma-
sua con tratti di particolar be- cerata, di che parleremo anche col-
nevolenza le proteste di sudditanza, l'autorità della Narrazione che fe-
di fedeltà e di divozione alla san- ce il cav. Francesco Sabatucci di
ta Sede, non che di singolare at- tal viaggio; e della Relazione del-
taccamento alla sua sacra persona, t arrivo y dimora e partenza del
le quali in nome di tutta la popo- sommo Pontefice Gregorio XVI
lazione col maggior giubilo ed ef- in Macerata ne giorni IX X e ,

fusione dì cuore le vennero espres- XI settembre 1 84 1 redatta dal- ,

si dai deputati. La città di Ma- Vavv. Carlo Chiappini maceratese


cerala, una delle ultime a cadere anziano comunale e giudice sup-
nella rivoluzione, fu anche tra Je plente nel tribunale di appello, Ma-
prime a restituirsi sotto il legitti- cerata presso Benedetto di Antonio
7^ MAC MAC
Cortesi 1841. La mattina de* 19 la memoria delle beneficenze di
agosto il gonfaloniere di Macerata Gregorio XVI verso Macerata, la
barone Camillo Narducci Boccaccio magistratura ed il popolo coll'as-
ebbe notizia che il Pontefice sareb- senso del preside, divisarono atter-
be passato per ia città di Macera- rare la porta principale della cit-
la e l'avrebbe onorata col farci tà denominata Romana , e rico-
riposo . Partecipatala immediata- struirla nel più magnifico modo,
mente alla venne
magistratura , dedicandola all' adorato principe, e
confermata da contemporaneo di- qual durevole monumento noman-
spaccio di monsignor Domenico Sa- dola Gregoriana. Quindi il magi-
velli delegato apostolico Quindi . strato mandò a Camerino a com-
all'oggetto di stabilire la maniera plimentare il Pontefice, ed invitar-
di festeggiare nel miglior modo lo a in Macerata,
fermarsi una
possibile r augusta presenza del nobile deputazione composta dei
capo della Chiesa e del sovrano, marchesi Giuseppe Bandi ni e A-
non che mostrare nell'avventurosa mico Ricci, e dei conti Teodoro
circostanza l'immensa riconoscenza Compagnoni e Camillo Marefoschi,
della fedele e beneficata popolazio- Anche il reverendissimo capitolo
ne maceratese, il consiglio ne affi- della cattedrale fece altra deputa-
dò l'incarico alla magistratura che zione per lo stesso oggetto, me-
ne ottenne l'approvazione dal pre- diante il can. d. Pietro Cagnaroni
side. Vennero ripartile fra gli otto arcidiacono , monsignor Raffaele
anziani (Gerardo Filippucci, France- Maria Antolini Vannucci cameriere
sco Prosperi , Fedele Bianchini, di onore di sua Santità, ed can. i

avv. Carlo Mat-


Chiappini, Paolo d. Francesco Vannucci e d. Gio-
tei , conte Domenico Oraziani , vanni Borgianelli Spina. Le due
marchese Filippo Ciccolini, e Giu- deputazioni furono dal Papa distin-
seppe Mancini) le diverse relative te con particolare accoglienza, ed
incumbenze, e coli' assistenza del assicurate che avrebbe soggiornato
sindaco ingegnere del comune A- in Macerata. Si recarono pure ad
gostino Benedettelli si pose mano ossequiare il santo Padre, monsi-
ai preparativi. Una deputazione fu gnor Francesco Ansaldo Teloni
inoltre creata di tre' personaggi vescovo di Macerata e Tolentino,
(conte Telesforo Carradori attuale e monsignor Savelli delegato. Tut-
gonfaloniere, conte Teodoro Com- to fu disposto per la mattina di
pagnoni, e marchese Carlo Costa), giovedì 9 settembre, giorno del
la quale insieme ai tre ammini- fausto arrivo del supremo Gerarca.
stratori provinciali (d. Alessandro La porta Romana per cui doveva
Ganelli, Francesco Prosperi, e con- fare l'ingresso presentò pomposo e
te Eutimio Carnevali) pensassero bello arco trionfale eretto ad imi-
al decoroso abbigliamento del pa- tazione dell'arco di Tito in Roma.
lazzo del governo destinato ad ac- Oltre gli emblemi pontificii vi fu
cogliere il Pontefice, e al magni- posta un'iscrizione indicante che la
fico trattamento. Ogni maceratese porta da ricostruirsi sarebbe dedi^
con generosa gara pose a dispo- cata a Gregorio XVI e chiamata
sizione de' deputati quanto avea porta Gregoriana. Qualche miglio
di più prezioso. Ad eteraare poi distante dalla città la popolazione
MAC MAC 73
in folla si trovò per attendere il da monsignor vescovo col suo ca-
santo Padre. Arrivato questi circa pitolo, e clero secolare e regolare;
le ore dieci antimeridiane al bor- da monsignor Giuseppe Roberti
go della città e precisamente in- prelato domestico e preposto della
nanzi al palazzo Ugolini, tra gli collegiata di s. Giovanni , col suo
evviva del giubilante popolo, il capitolo di s. Salvatore; dai dio-
suono di tutte le campane, e il cesani capitoli di Monte Milone ed
continuo sparo de'morlari, si pre- Urbisaglia da monsignor delegato
;

sentò genuflesso il gonfaloniere co- colla congregazione governativa com-


gli anziani vestiti in rubbone di posta del barone Luigi Carducci e
ganzo d'oro. Il gonfaloniere apri marchese Andrea Costa maceratesi,
lo sportello della carrozza, il Papa marchese Gio. Battista Ferri di
benedì la magistratura, e dal gon- Monte Cassiano , e marchese Ste-
faloniere ascoltò il bellissimo com- fano Castellani di Treia ; dal ma-
plimento, e r offerta delle chiavi gistrato della città , dalle autorità
dorate della città, poste in coppa militari, dai membri dei tribunali
d'argento tra' fiori, e sostenuta dal di appello ( col presidente avv. Fran-
maestro di casa del comune. 11 cesco Guerra) e di prima istanza,
Pontefice prese le chiavi e bene- dall'assessore legale, dagli ammini-
dicendole le restituì al gonfaloniere, stratori della provincia, dalla de-
dicendogli benignamente parole cor- che
» diali e di fiducia, e ch'erano be-
putazione
Camerino, dagl'individui de'
civica si portò in
colle-
i,\
ne affidate . Intanto quarantadue gi e professori dell'università. Il

uomini in vestito bianco con fa- Papa entrato processionalmente in


scia gialla alla da
cinta, e diretti chiesa , fu salutato dalla cappella
Domenico spontaneamente
Pianesi, musicale col versetto : Tu es Pe-
si offrirono tirare a mano il pon- trus, ed inginocchiatosi ad orare
tificio cocchio, e ciò loro permesso, avanti Sagramento solenne-
il ss.

subentrarono agli staccati cavalli. mente esposto, ne ricevette la be-


L' ingresso fu preceduto dalla nedizione dal vescovo stesso. Quin-
banda filarmonica di dilettanti ma- di col descritto novero di perso-
ceratesi gaiamente monturata , da- naggi, preceduto dalla banda e dal
gli orfani in abito clericale e pal- crocifero , e circondato dalla sua
ma d' olivo in mano, e da fanciul- nobile corte, il Papa si portò a
li in figura d' angeli spargendo fio- piedi sotto baldacchino sostenuto
ri. Trascorse le vie intermedie, tut- da sei canonici della cattedrale
te guernite con drappi di seta per al palazzo della delegazione prepa-
le finestre e per le loggie, e tutte rato a riceverlo. Dopo alcuni mi-
ricolme di popolo divotissimo, giun- nuti mostrò dalla loggia nobil-
si

se il Pontefice alla cattedrale ab- mente addobbata, all'immenso po-


bellita da maestosa paratura, e ri- polo che devoto erasi adunato nel-
splendente di nobile illuminazione, la piazza maggiore per venerarlo,
sovrastando sulla porta un' analoga applaudirlo e riceverne l'apostolica
iscrizione. Disceso dalla carrozza il benedizione. Alla vista della sor-
Papa, fu ricevuto dal cardinal Ga- prendente moltitudine come all'a-
briele Ferretti arcivescovo di Fer- scolto delle incessanti acclamazioni,
mo, e metropolitano della diocesi ; intenerito il cuore paterno del Pou-

I
y4 MAC MAC
tefjce per tante alFetluose dimostra- del palazzo municipale, quello ove
zioni,pieno di consolazione, implo- rendea giustizia ai tempi di Sisto
rò da Dio le fervorose benedizioni V il tribunale della rota, e soprat-
che replicalamenle comparti su si tutto porgeva uno stupendo punto
cara parte de' suoi sudditi, i quali di veduta la piazza maggiore, sia
furono sempre più compresi d'in- nel lato ove si erge la grande torre,
descrivibili sensi. degnò quindi
Sì illuminata a faci, in ogni altro
sia
6ua Santità di ammettere con cor- Iato. In questa piazza inoltre, suo-
tesi modi al bacio del piede lutti nata la prima ora di notte, da uà
coloro che lo aveano seguito nel coro a piena orchestra fu cantato
palazzo, essendo assistilo dal cardi- un inno che il Papa si compiacque
nal Ferretti, dal vescovo e dal de- ascoltare dalla sua loggia;di che
legato. Nel medesimo giorno per ne traeva grande contentezza il po-
noezzo del prelato maggiordomo fe- polo, il quale non di altro deli-
ce invitare al pranzo di corte molti ziandosi, che della vista del suo
dei nominati personaggi. Nelle ore padre e sovrano, era sempre affol-
pomeridiane, preceduto dalla banda lato presso la di lui abitazione, in
fìlaruionica, ed accompagnato dal numero notevolissimo, per la dolce
cardinal Ferretti , dal magistrato lusinga d' incontrarsi al suo cospet-
delia città e dal suo nobile cor- to. Tutti i paesi limitrofi alla cit-
teggio, a piedi il santo Padre si tà e le case campestri, con innu-
recò a visitare monastero delle
il merevoli fuochi di gioia facevano
monache del Corpus Domini^ quel- corona alle dimostrazioni de' mace-
lo delle cappuccine in s. Vincen- ratesi. ad ora
Nella stessa sera sino
zo, ed in ultimo alle convertite di avanzata furono dal sauto Padre
s. Rocco precedendo in ciascun
,
ammessi ad udienza tutti quelli che
luogo monsignor vescovo a ricever- amarono di presentarglisi, e che
lo e fargli omaggio colle rispetti- accolse con benigne maniere, e fu-
ve monache ed educande, le quali rono eziandio introdotte al bacio
furono tutte accolte con bontà, in- del piede anche molte dame della
sieme a buon numero di dame ed città.

altre civili donne, che per divozio- Al seguente mattino del vener-
ne profittarono della circostanza. dì , il Papa celebrò messa nella
Restituitosi il Pontefice al palazzo cappella del suo appartamento, ove
delegatizio, ricevè graziosamente va- sull'altare era esposto un nobilissi-
rie magistrature e deputazioni del- mo reliquiario con le più insigni
le comuni della vasta provincia ; reliquie, proprietà di d. Nicola An-
ed intanto soppraggiunta la notte, tolini canonico della collegiata. Po-
fu la città rallegrata da vaga e scia colla solita indulgenza ascoltò
brillante illuminazione generale, es- altre deputazioni, e ricevè due iscri-

sendosi distinti per isfoggio di lu- zioni dalla magistratura e dagli


mi e per graziosi prospetti, la fron- amministratori della provincia, ce-
te dell' edifizio ove siedono i tribu- lebranti le sue beneficenze. Accolse
nali, non che quella del palazzo Bo- pure alcuni carmi in ottava rima
naccorsi, e le altre del palazzo IT- del maceratese e chiaro poeta Fi-
golini, della chiesa di s. Giovanni, lippo Zampi sotto-ispettore milita-
del tempio comunale di s. Paolo, le, ed una prosa dei lodato avv.
MAC MAC 75
Carlo Chiappini, benemerito auto- concedendo quanto era possibile;
re di opere legali, dichiarando ad si degnò fare ammettere molli di-

ambedue il suo particolare gradi- stinti individui al pranzo di corte,


mento : tanto i carrai che la prosa ed accordò la nomina del sesto
sono impressi co' tipi del Cortesi. giudice al tribunale di appello qui-
Circa le ore dieci antimeridiane, vi sedente per le sette popolose e
collo stesso corteggio ed accompa- floride picene provincie delle Mar-
gnamento della sera innanzi, il Pon- che. Alla manifestazione poi resa
tefice si recò a piedi alla visita della dal gonfaloniere e dalla magistra-
vasta biblioteca comunale, ove fu tura locale, di essersi la popolazio-
ricevuto dal conte Averardo Spa- ne lusingata che il santo Padre
da, uno de'curatori della medesima, avrebbe favorito di sua presenza
dal dott. Michele Santarelli pro- una festa preparata nel pubblico
fessore dell'università e membro del sferisterio, con illuminazione e fuo-
collegio medico, dal pensionato bi- chi artifiziali, in omaggio di grato
bliotecario prof. Monlechiari , ac- animo e profonda divozione, il Pa-
compagnato dal prof, di matema- pa condiscese appagarne le preghie-
tica Luigi Ranaldi, co' quali de-
si re con intervenirvi. Verso un' ora
gnò conversare, massime col San- di notte, col cardinal Mario Mattei
tarelli di sua particolare stima e segretario per gli affari di stato in-
conoscenza, che gli un»iliò una me- terni, che avea la cura di gover-
moria geologica. Oltre a ciò il Pa- nare il viaggio, e col consueto cor-
pa osservò varie opere presentate- teggio, si recò in carrozza al detto
gli dall' erudito solto-bibliolecario edifizio ; nella quale occasione vide
can. d. Francesco B.uti!j , e vi si con piacere le svariate e ricche lu-
trattenne più di un'ora pel ragio- minarie fatte nella città, e le risplen-
nare dotto che fece di molte. Sulla denti epigrafi, fra le quali furono *

porta principale di questo istituto, principalmente notate quelle del-


che fa capo anche alla sala della l'abitazione del marchese Luzj nel
società filodrammatica, si leggeva palazzo Marefoschi, della casa Mon-
iscrizione relativa alla circostanza. tini, e della chiesa di s. Giovanni.
Passò quindi il santo Padre a vi- Entrato nella grande loggia nobil»
sitare la contigua chiesa collegiata mente preparala con lastre di cri-
di s. Giovanni, decorosamente ap- stallo nel prospetto, il santo Padre
parata, ove si trovarono a ricever- si fermò alla vista della straordi-
lo i canonici col preposto monsi- naria grandezza del luogo, della sim-
gnor Giuseppe Roberti. Venerato metria di copiosa illuminazione , e
il ss. Sagramento, si restituì fra le delia moltitudine che \i stava sti-
più liete acclamazioni alla sua re- pata. Affacciatosi poi al pubblico
sidenza, donde dalla loggia com- fu sull'istante salutato dai più vi-
partì di nuovo la pontificia bene- vi e replicati applausi ,
quindi fa
dizione alla moltitudine, che da ogni ripetuto il canto con coro di mu-
parte del marchegiano era affluita sici dedicatogli nella sera innanzi.
ad accrescere il popolo maceratese. S'incendiarono poscia fuochi di ar-
Anche in questo giorno sua Santi- tifizio misurati alla vastità dell' a»
tà ascoltò quelli che bramarono rea, che riuscirono variati e piace-
preseutarlesi, ricevendo suppliche e voli, Encomiando il Papa tante
76 MAC MAC
mugiiifìccnze e pubbliche afletluose tutti, senza detrar punto al decoro
dimostrazioni , si restituì alle sue di sovrano e di I^ontcfice, e diver-
stanze, accogliendovi cavalieri e da- se circostanze pubbliche e private
me ivi convenuti per inchinarlo e j)cr far risaltare le sublinii doti
baciargli il piede. d'un tanto principe. Narrò inoltre
Nella mattina seguente, sabbato che decorò il gonfaloniere della cro-
I I settembre, divisata per la par- ce e grado di commendatore di s.

tenza verso Loreto, la Santità sua Gjegorio, ordine da lui istituito;


dopo aver celebralo il divin sagri- che die agli anziani preziose coro-
fizio, si piacque ammettere a nuo* ne benedette, ed altre belle corone
va udienza monsignor vescovo, mon- fece distribuire alle deputazioni. Fe-
signor delegato , ed il magistrato ce pure dispensare meilaglie di ar-
civico, i quali ripetendo i loro ri- gento colla sua effigie a' prelati ve-
spettosi omaggi
augurarono pro- le scovo e delegato , a' membri della
spero proseguimento di viaggio. Il congregazione governativa, agli am-
Pontefice dichiarò ad ognuno la sua ministratori della provincia, ai cu-
somma soddisfazione e benevolenza ratori della biblioteca e ad altre
,

pei maceratesi, protestando che sem- distinte persone; la ebbero ancora


pre scolpite nel suo animo reste- il sindaco ingegnere del comune,
rebbero le dimostrazioni che avea e gì' ingegneri provinciale e gover-
ricevute. Presentatosi finalmente sul- nativo. Molte dame furono onorate
la loggia tornò a benedire con ef- con oggetti di divozione. La banda
fusione paterna il popolo innume- filarmonica fu decorata di meda-
rabile, che ripetè i segni di rive- glia ,
pur colla sovrana effigie, e
renza ; e circa le ore otto antime- indossabile; tutti quelli che stacca-
ridiane Gregorio XVI partì alla rono i cavalli, e tirarono a mano
volta del santuario Lauretano , te- la pontificia carrozza, gli orfani che
soro incomparabile della Marca e la precedettero colle palme d'olivo,
dell'Italia, trovandosi allo sportello ed i fanciulli in forma d'angeli che
della carrozza il prelato delegato la circondavano, ebbero corone con
coi membri della congregazione go- medaglie. Finalmente lasciò al ve-
vernativa, e la magistratura a rin- scovo una somma a sollievo della
novargli le loro felicitazioni. Prima classe indigente. Non solo nella /?e-
però di uscire dalla città, il Pon- lazìone si legge il discorso pronun-
tefice volle scendere dalla carroz- ziato dal gonfaloniere, e le iscrizio-
za e visitare il monastero delle mo- ni di porta Ptomana , della chiesa
nache Clarisse in s. Lorenzo ove , cattedrale, del palazzo comunale ,

erasi trasferito monsignor vescovo della prepositura di s. Giovanni,


per riceverlo. Ammise al bacio del della biblioteca, del teatro, della
piede tutte le religiose e molte da- torre comunale , del quartiere dei
me e cittadini: si ripose quindi in carabinieri pontificii, del palazzo del
legno, dando doppio amplesso al conte Marefoschi, della casa Mon-
vescovo, e rivolgendo parole beni- tini , del palazzo apostolico , della
gnissime al delegato. Il eh. Chiap- provincia che con quella del pa-
(

pini nella sua Relazione fece ri- lazzo comunale furono stampate a
marcare quanto Gregorio XVI fu parte ), dell'abitazione del marche-
benigno, alicltuoso ed aliàbile con se Luzi palazzo Marefoschi, e l'in-
MAC MAC 77
no ma il tulio venne pubblicalo
; provìnchae Piceni, dappoiché pre-
ancora con apposito opuscolo e , siedeva presso i recinesì illustre per
tranne alcuna breve iscrizione si , meriti e dottrina, quando venne
legge pure nella Narrazione del da' vescovi del Piceno impiegalo
cav. Sabalucci. Nel i845 Grego- per uno de' prelati assistenti al si-
rio XVI dichiarò delegalo aposto- nodo Riminese, non già come me-
lico Macerala l' attuale monsi-
di tropolitano, ma qual delegato della
gnor Giuseppe Milesi Pironi Fer- provincia. Dopo
il concilio s. Clau-

retti anconitano. dio tornò in Recina alla cura della


La fede in Recina fu predicala sua greggia, e quivi edificati nuovi
nei primi secoli della Chiesa, come templi consecrò molti altari degli
accennammo superiormente. Dice il idoli al cullo del vero Dio e dei
conte Leopardi nella Serie de^ ve- suoi santi, e tra i primi di s. Sa-
scovi di Recanaliy che è credibile vino, di s. Eutizio, di s. Antimo
che Recina avesse vSuoi vescovi, i e di s. Flaviano. Eresse anco dai
e che tanto il castello de' recinali, fondamenti o prima della rovina di
quanto il suolo dove oggi sta Ma- Recina o dopo la edificazione di
cerata fossero compresi nella loro Macerata un tempio , che poi in
diocesi; ma chi sa come quella dio- venerazione del. suo nome fu de-
cesi fu divisa dopo la distruzione nominato s. Claudio, con monaste-
di Recina? Alle epoche più antiche ro di monaci che fu uno de' pri-
delle quali si trovano memorie. Re- mi d'Italia, seguendo l'istituto de-
canali stava nella diocesi di Uma- gli antichi cenobili d'Egitto, e si-
na, e Macerala era un castello sog- tualo alle radici di erto colle in
getto nello spirituale e nel tempo- riva fiume Chienli in feracissi-
al
rale alla chiesa Fermana : prol3a- ma pianura. Questo monastero fu
bilmente le rovine di Recina, che rammentalo dal Papa s. Gregorio
sono oggi nel leni Iorio di Mace- I e detto de' geroniuiiani, dal quale
rata, seguirono sempre la sorte di uscì quel s. Claudio abbate che die
quel comune. Il Compagnoni nella la rinomanza a' monaci del mona-
Reggia picena dandoci la serie dei stero di Classe nel Ravennate. Do-
vescovi di Macerala, incomincia da po sei secoli i maceratesi distrusse-
s. Claudio dell'anno 4^C), chiama ro il monastero, la chiesa e il ca-
secondo vescovo Federico del i320, chiamato Paglini s. Claudii
stello
ed arriva sino a Nicolò dagli Asti o Casale s. Claudii. Non paghi
del i44o- Quindi a p. 1 84 e seg. di ciò, trasportarono la statua di
tratta di s. Claudio, dicendo così. marmo del santo, la quale poi co-
Porta la comune tradizione de'no- me primiero pastore alzarono nel
stri maggiori, che la chiesa di Ma- prospetto della chiesa matrice di
cerata venerasse per suo primo ve- Macerata, al destro lato della Rea-
scovo s. Claudio l'ultimo della cit- ta Vergine e di s. Giuliano pro-
tà di Recina, di cui credettero al- tettore; e siccome a tempo del
cuni che intervenisse al sinodo di Compagnoni esisteva la statua con
Sardica tenuto nel 334? ^^ a^tri vestimenti pontificali, egli dice che
che assistesse in quello celebrato a errarono coloro che lo rappresenta-
Eimini nel 359 come segretario
, rono col martello credendo che ,

del concilio : Claudius episcopus avesse esercitato l'arte dello sculto-


78 MAC MAC
re. Confessa che del vescovato di s. acclamato patrono san Giuliano,
Claudio e de' suoi successori non come lo era stato di Recina. Nel
si rinvengono notìzie sicure. Dice iiSi Innocenzo IV in un diploma
il p. Civalli a pag. 52 , che di s. sottopose la prima volta Macerata
Claudio vescovo di Macerata si fa alla chiesa vescovile di Fermo, tutto-
menzione in una pergamena del ché protestasse di preservarla in ista-
b. Giovanni da Capistrano, con quel- to di libertà, per ragione di s. Giu-
le parole che riporta. liano o di Casale, ovvero di qual-
Di s. Giuliano patrono di Ma- che altro castello distrutto e dis-
cerata lungamente ne discorre il membrato dalla giurisdizione spi-
Compagnoni a p. SSg e seg., pro- rituale e dalla mensa episcopale
testando non essere sicure le sue di Fermo. All'epoca del 1290 Ma-
notizie, contandosi sino a quaranta cerata e il suo distretto ritrovavasi
santi di tal nome , uno de' quali dipendere sotto le due diocesi di
cognominato il confessore e l'ospi- Fermo Camerino per l' ag-
e di ,

te. Lo pretesero per nazionale gl'i- giunta degli uomini di Lorna no


talianied i fiamminghi, e questi con castello della mensa del vescovo di
più probabilità, morendo però in Camerino. Veggasi il Turchi, Ca-
Italia : fu forse di Halte nella pro- merinum sacrum, ed il Catalani, De
vincia della Gallia Belgica , ove ecclesia Firmana. Mentre governa-
vuoisi che si venerino sue reliquie, va la chiesa vescovile di Recanati
come in Cambra y. Incerta è pure il vescovo Federico recanatese forse
l'epoca del nascimento e quella del- della famiglia Sanguigni, le fazioni
la morte, facendosi fiorire sotto Ne- de' guelfi e ghibellini ardendo sven-
rone o Domiziano. Egli esercitò turatamente, siccome uomo grave
l'ospitalità cristiana, e fu venerato ed importante che figurò negli af-
da' recinesi per protettore. Il suo fari principali della provincia, non
braccio si riconobbe autenticamen- che egli e suoi parenti caldi seguaci
te nel 1442 dal vescovo Nicolò de- di parte guelfa, gran parte de' cit-

gli Asti, essendo podestà


Mariotto tadini assalirono violentemente e
da Monte Lucio d'Arezzo. Dicem- saccheggia lono le loro case, e com-
mo di sopra che la chiesa matrice misero altri eccessi , sino a truci-
de' maceratesi era sotto l' invoca- dare Ponzio maresciallo della Mar-
zione di s. Giuliano, con suo pie- ca ; delle quali cose parlammo di
vano. Ed avverte il Compagnoni sopra, ed all'articolo Loreto, come
che fu vana tradizione popolare delle ammonizioni fatte inutilmen-
confondere la chiesa parrocchiale te a' ribelli, della crociata promul-
di s. Michele, colla pieve di s. Giu- gata contro Recanati e sentenza di
liano molto più vasta e antica, con scomunica. Narra il Compagnoni
sotterraneo, costrutta secondo l'uso che Giovanni XXII, ammoniti più
delle primitive chiese , rivolta al- volte i recanatesi, con prefigger loro
l'oriente. Della festa di s. Giuliano, diversi termini sotto varie pene,
e del catalogo delle feste più so- anche della privazione della digni-
lenni di Macerata ne parla il Com- tà episcopale, se si fossero resi più
pagnoni a p. 267. Dissero alcuni altieri; dalle comminatorie devenne
che quando s. Claudio stabiPi in all'esecuzione della sentenza, e col-
Macerata la sua sede vescovile, fu l'autorità della bolla SiciU ex de-
MAC MAC 79
biio rationis yr9 novembre
del rituale, erigeva Macerata in città,

I 32 0, presso TUglielIi, halla sacra e la chiesa di s. Giuliano in cat-


t. IIj p. 782, il Pontefice trasferì tedrale, distendendo i limiti del suo
il vescovato di Recanati in Mace- dominio insino al mare, aggregata
rata, cui die il titolo di città, sot- che gli fu Recanati col contado e
toponendogli nello spirituale Reca- sua diocesi. Quattro giorni dopo
nati, e vi trasferì pure il vescovo e in tempo della podesteria del no-
Federico e il capitolo recanatese bile JNuccio di Ridolfo da Cameri-
applicandogli tutti i beni della men- no, e di Filippo da Camerino suo
sa vescovile e de' canonicati di Re- giudice e vicario del comune, di-
canati. resse Giovanni XXII altre bolle
Osserva il Compagnoni che Gio- sullo stesso argomento , e di un
vanni XXII trasferì il vescovato di medesimo tenore a Federico da
Recanati in Macerata, non solo per Recanati primo vescovo di Mace-
la vicinanza e attività del luogo rata, popolo e al clero ,
al ka- X
benché uno de' più insigni e po- lend. decembris ossia 22 novem-
poloso della Marca, inter alia de bre. A' 3 dicembre poi del mede-
partibus illis ìnsignis, populosus, et simo anno i320, colla lettera Uni-
aptiis locoj ma in corrispondenza versis Chrisli, da dodici tra arcive-
di quanto aveano della Chiesa me- scovi e vescovi, fra i quali Francesco
ritato i maceratesi: Tamquam ejus- de Silvestri da Cingoli vescovo di
dem ecclesìae devoli filìi, et fideles Senigallia, per eccitare la divozio-
post ì'psius ecclesìae sacra vestigia ne e la frequenza nella cattedrale
rectis gressibus iìicedentes, et
eidem di Macerata, furono spedite molte
ecclesìaepersonarum exadiis, etfa- indulgenze. Ma perchè non si di-
cultatum dispendììs non vitatìs, nini- cesse talora, essere stata del tutto
tisque spretis laboribus, et oneribiis esente e libera da qualsivoglia giu-
expensarum, adhaerentes stabìliter risdizione spirituale, spettante per
in prosperis, et adversis praefato prima qualche parte alla mensa
in
rectori, et aliis, qui eum in provin- episcopale fermana e camerinese ,
ciae memoratae praecesserit regi- la città sola di Macerata , e non
mine, sic aslitisse diciintur fidel'iter già il suo distretto e territorio,
et constanlery qiiod eos, ut ferlur^ comparve per intendimento più chia-
nulla provìnciae supradictae coni- ro un'altra bolla di Giovanni XXII,
vi otio a proposilo fidelilalìs assuni- Dudum ex certis ralionalibus cau-
pte lurbaritf et nulla pericula teni- sis, de 25 gennaio i32i, riporta-
poris perverterunt. Jpsì quidem di- ta col mentovato decreto a p. 18*
eta fluctuanle provincia 3 ingruenti- e i83 dal Compagnoni. Questi ag-
bus comniotionum fluctibus non ces- giunge che Giovanni XXII colmò
seruntj nec quovis hoslililatis tur- Macerata di sua grandezza coli' e-
bine imminente, in sinistri partem rezione del vescovato, che restitu-
laleris claudicarunt. E poco ap- zione chiamarono altri più amatori
presso nella slessa bolla conclude del vero ; così di autore incerto si

il Papa, che con sottrar l'una e legge, fra volumi di trattati anti-
l'altra totalmente dalle diocesi di chi Episcopus Blaceranus olini
:

Fermo e di Camerino, e da ogni Rachanatensìs fuit episcopatn pri-


qualunque altra giurisdizione spi- vatus et datus Maceraten an. i320
8o MAC MAC
per Joanneni XXII Papain^ XIII lantissimo, venerato nel martirolo-
cai. decemhris, est reslilulus. 11 iev- gio francescano per beato a' 29 ot-
w\ne restìtuiuSj come più prossimo, tobre. Il capitolo della cattedrale
ha relazione a Macerata e non a di Macerata, eletto Guido o Vido
Recaoati , dove che per l'unione arciprete di Vercelli, lo raccoman-
seguita di queste due chiese, dovea dò a Clemente VI, che con diplo-
dirsi conjuncti . Inoltre riflette il ma non. decembris i347 ^^ "^"
Compagnoni, che porla la comune minò vescovo, quindi a' 3i otto-
tradizione, che la chiesa di Mace- bre 1348 lo traslatò a Massa in
rata ebbe per primo vescovo s. Toscana, secondo l'Ughelli che cita
Claudio j e che il vescovo di Ma- i registri vaticani. Dichiarò a' 1
cerata, fino dalla sua prima istitu- ottobre i349 successore fr. Nicolò
zione, non riverì altri mai che il da s. Martino vicario generale dei
Papa, in grado sempre di libertà domenicani, tuttoché fosse stalo ri-
e d'indipendenza da ogni qualun- chiesto per arcivescovo di Pisa sua
que metropolitano. In seguito fu patria, e per vescovo della repub-
dalla santa Sede imparzialmente de- blica di Lucca. Avendo i recana-
cretalo, che se la chiesa maceratese tesi soddisfatto a quanto avea loro
cedesse nello spirituale come suf- imposto la santa Sede, domanda-
fraganea , alla fermana come me- rono la reintegrazione del vescova-
tropolitana, all' incontro la metro- to, o almeno che fosse unito a Ma-
poli di Fermo soggiacesse alla sa- cerata. Le cose andarono in lungo,
cra rota di Macerata ; sicqiie u- e soltanto dal cardinal Albornoz
triusque civilaiis librala potestaLe, coir autorità della bolla degli 8
episcopuni Macerate fise ni Firmano gennaio i356 d'Innocenzo VI, dal
archiepiscopo j et Maceratensi rotae cardinale a' 11 aprile iSSy fu
archìepiscopum Firmaimm suhje- ristabilita la sede di Recanati e
cil, del tutto fra i vescovi mace- perpetuamente unita a quella di
ratesi. Macerata. Gli ordini principali di
Nel i323 Giovanni XXII passò questa unione furono che i due
il vescovo Federico dal vescovato capitoli avessero otto canonici per
di Macerata a quello di Senigallia, cadauno, oltre due dignità, cioè
e deputò in vescovo di Macerata Macerata l'arcidiacono, e Recanati
fr. Pietro minorità della nobile fa- il proposto, e che dovendo venire
miglia Compagnoni maceratese, il all'elezione o postulazione de' nuovi
quale pel primo fabbricò un son- vescovi, i due capitoli si unireb-
tuosissimo tempio in cui racchiuse bero nella cattedrale della diocesi
il santuario di Loreto, e sotto di in cui fosse morto l' antecessore ;

lui Recanati ritornò all' obbedienza seguendo la vacanza per traslazio-


della Chiesa, al modo glie diremo ne o altro, capitoli si unirebbero
i

all'articolo Recanati
con alcune , nella cattedrale della diocesi in cui
cose eh' esclusivamente riguarda i fosse la curia generale della pro-
vescovi di Macerata nel tempo che vincia. Finalmente che Recanati co-
la governarono nello spirituale. Mo- me città più popolata, e più anti-
rì nel i347 ^^ vescovo Pietro in ca nel rango ecclesiastico e civile,
Macerata, in età sopra novant' an- i avrebbe la preferenza, e i vescovi
ni, sublime di esimie virtù e ze- s' intitolerebbero sempre vescovi di
MAC MAC 8i
Recanati e di Macerata. Cgsì il con- citati legalmente gì' interessati , e
te Leopardi asserendo che le bolle con testimoni sospetti ed affettati,

del Papa e del cardinale si con- onde collo stesso altre volte ne ri-

servano neir archivio di Recanali portarono rescritti men grati. An-


ov' è pure un processo di cui fa- no vero i34i cmw Benediclus XII
remo parola, che venne anco pub- Papa regnarci, cuni Recanatenses
blicato nel bollano recanatese. E subesse Maceratae antistiti haud
siccome aggiunge che il Compa- aequis animi suae ci-
tolerarenlj
gnoni si dichiarò malcontento del vitatis per testes, perq. antiqua mo-

processo e della bolla del cardina- numenta corani aula romana coni-
le, riporteremo quale fu il modo probata nobilitale^ iterum a sancta
I tenuto dal Compagnoni parlandone Sede exlorquere conati sunt, ut
nella Reggia picena a pag. 229 e pristina, antiquaq. dignitas episco-
23o. « Il cardinal Anglico legato palis ad jam olim per summuni
trasmise nel 1870 a Pietro Osso- infortunium viduatam civitatem re-
men suo luogotenente, ed a Pietro direi. Sed in irrilum cessere pre-
vescovo di Osimo una commissio- ces. Furono adunque senza altra

ne di Urbano V, sopra V istanza opera de' maceratesi con ragione i

che fece Oliviero da Verona ve- recanatesi dal sacro monarca rigetti,

scovo di Macerata ( Nobis prò par- constandogli ben chiaro nello scri-
te ven.fratris Olivelli episcopi Ma- gno del suo petto l'ampia popola-
cerateiìy ec. siccome nel breve) di zione e penuria di gente d' un
nuova diocesi, per l'onore del ve- luogo e l'altro. E quantunque il

scovato restituito già da Innocenzo cardinal Egidio, per le facoltà con-


VI alla città di Recanati, acciò essi cessegli dal Papa Innocenzo VI, ne
giudicassero quale e quanta poteasi spedisse poscia lettere reintegrato-
sottrarre delle diocesi di Fermo e ne alla città di Recanati, Et quia,
di Camerino, ulique latissimarum, asserendo, dieta Racan. civìtas ma-
sono parole delle lettere, et nota- Jori repletur multitudine persona-
hìliter dìffiisarum et populatanim, rum, ac etiam ab antiquo civitaiis

etc. sive adjacentium, eie. Dat, Bo- vocabulo exlitis decorata , ipsaq.
noniae XIV kal. augusti pont. ss. Racanat. eccl. antea obtinuit e-
in Christo Patris, et Domini nostri piscopalis pontificium dignitatis ,
D. Urbani div. prov. PP. V anno ordinamus, quod de caetero Raca-
octavo. L'udirsi sin qui mentovate nat. et Macerai, eccl. nuncupentur,
Nicolò e r Oliviero suddetti per etc. Tuttavolta o che vennero e que-
vescovi di Macerata , e tacersi di ste ancora poi come orretizie e sor-
Recanati, tutto che chiese unite e retizie abolite; ovvero talvolta non
connesse, ne fa ravvisare non ad poste in uso, ma praticate in con-
onta e alla sfuggita un non diffe- trario co' maceratesi , o pure con
rente equivoco, della pretesa mag- vicendevolezza preminenza or
di
gioranza de' recanatesi sopra de'ma- degli uni, or degli altri, siccome da
ceralesi, in istimando la loro città somiglianti bolle ed altri atti pub-
susseguenti ".
ripiena più di anime, e più antica blici

di vescovato, conaddurne per pro- Ritornando a Nicolò di s. Mar-


va un processo di nobiltà, non pe- tino primo vescovo Macerata e
di
rò fabbricato giuridicamente, ne Recanati, fu degnissimo pastore,
VOL. XLI. 6
Si MAC MAC
morì nel gennaio i369, e fu la sede maceratese quando la cit-
sepolto in Ilecannli. Lui vivendo tà loinò all'obbcdien/a di Urbano
nvea Urbano V riservata a sé VI. Nel 1877 sotto il legittimo ve-
per una volta sola la provvisione scovo Giovanni di Bartolomeo, i

(ielle due chiese pila prima vacan- macernlesi spedirono in Roma quat-
za. Ignorando questa riserva, i due tro ambasciatori a Gregorio XI,
capitoli elessero Oliviero di Vero- con istruzione per implorare l'as-
na, decano di Negroponte e cap- solutoria de' processi, e dilatare la
pellano del Papa, sebbene sempli* diocesi e giurisdizione del vescova-
ce chierico. Oliviero ignorando an- to, coll'aggiunta di Monte dell'Ol-
ch'esso la riserva pontifìcia, accet« mo, Morrò, Monte Cosare e Civi-
lo l'elezione che il Pontefice an- tanova, con s. Claudio come chie-
nullò; però volendo compiacere le sa del territorio di Macerata. Il
due chiese, di propria autorità e- Compagnoni riporta le pai-ole del
lesse vescovo Oliviero a' 19 feb- decreto. Die 19 viensis decembris.
braio 1369, che rinunziò il vesco- In primis quod impelretiir ....
vato nel i374: altre notizie di lui, llem super acquiren. in dioecesi^ et
come de' vescovi di Macerata e Re- jurisdiclione episcopa tus Macera-
canati, riguardanti particolarmente tacy diminuendo de dioecesi Firma-
Recanatiy il ripetiamo, a questo ar- na terra Montis Ulmiy terra Mar-
ticolo le Giovanni di
riferiremo. riy Mons Causarius, et terra Ci-
Bartolomeo bolognese gli successe vitanova^ et adden. episcopatui Ma-
nel giugno i374, per cui i mace- ceratae, etc. Item quod ecclesia s,

ratesi scrissero lettera di ringrazia- Claudii existen. in plano Clentis^


mento a Bologna ad Oliviero, ed a quae est suhposila dioecesi Firma'
Koma di complimento al nuovo nae situata in territorio Macera-
Tescovo, con supplicarlo : de hahen- tae, edam acquiratur in jurisdi-
do prwilcgium de facto additiones^ ctìone praedicti episcopatus civita-
et ampliatìonìs dioecesis episcopa- tis. vescovo Giovanni di Barto-
Il

tus ch'itaLìs Macerateti. Questo ve- lomeo viveva nel 1379. ^^^ i383
scovo fu ommesso dall'Ughelli, per- Urbano VI trasferì da Fiesole al-
chè chiama un Bartolomeo pur di le cattedre di Recanati e Macera-
Bologna intruso, come eletto dal- ta Nicolò fiorentino, che nel me-
l'antipapa Clemente VII nel iSyS desimo anno lasciò il vescovato :

insorto; ed il Compagnoni chiamò non governò Macerata a cagione


coi nomi del vero e del falso ve- dello scisma. Prima de'20 luglio
scovo il successore di Oliviero. Il i383 Urbano VI creò vescovo di
pseudo-vescovo non in Recanati, Macerata e Recanati Angelo Cini
che restò nell'obbedienza di Urba- o Gino di Bevagna (che poi Gre-
no VI, ma risiedeva in Macerata, gorio XII nel i4o8 fece cardina-
la quale costrettavi dalle armi dei le), e non nel i386 come dicem-
Varani seguì per alcun tempo le mo alla sua biografia, seguendo il

parti dell'antipapa, edivi morì di Càrdella e l'UghelIi. Il conte Leo-


peste nel i383. 11 capitolo di Ma- pardi scrive che Angelo fu chia-
cerata elesse allora Paolo, e l'anti- mato il cardinal di Recanati, prea-
papa Io confermò, sicché fu intru- dendo il nome dalla chiesa prin-
so : probabilmente fu cacciato dal- cipale ( e perchè lo fecero loro con-
MAC MAC 83
ciftndino i recanatesi), e che cosi servalo per una volta la collazione
chiamaronsi sempre gli altri cardi- delle due chiese, in vista forse del-
nali che furono vescovi di ambedue la postulazione da Recanati
fatta
le chiese. Tomacelli nella prigionia al Mari-
concilio per aver vescovo
l'avea fatto tii e Mar-
rettore della no Tocco, con due bolle del 6 lu-
ca, unilamenle comuni di Re-alle glio i4i8 a Recanati ed a Mace-
canati, Macerata e Osimo; e Gre- rata dirette, glielo concesse trasla-
gorio XIT nel 1409 Jo costituì vi- tandolo da Teramo : la bolla indi-
cario pontificio e legato della Mar- rizzata a Macerata il Compagnoni
ca, incarico che tenne finche visse. la riporta a pag. 3o5, ove si leg-
Nel detto anno rinunziò i vesco- ge: Macerateli et Racanaten eccle-^
vati {Lucenzio dice nel i4o8) a siae inviceììi cnnonice unitae eideni
Jacquello, e questi nel medesimo R. E. iminediatae suhjectae. Ve-
1409 ad Angelo Baglioni perugi- nendo Marino richiesto in pastore
no, eletto a 9 settembre da Gre- dalla sua patria, i due comuni di
gorio Xll. rsel i4i» ebbe i ve- Recanati e Macerata spedirono ora-
scovati in commenda il cardinal tori al Papa, supplicandolo perchè
Gino, che mori nel 1412 a' 20 noi rimovesse, e con l'istruzione
giugno, e venne sepolto nella cat- che se fosse stato già eletto il suc-
tedrale di Recanati. Giovanni XXllI cessore, e non buono, dicessero non
a' 20 luglio nominò véscovo Nico- volerlo, ricordando che altra volta
lò Saraceni di Cassia generale de- in Avignone una elezione venne
gli agostiniani, amalo e rispettalo annullala perchè ai diocesani non
per le sue virtù; ma dopo che piacque. Già a' 7 gennaio 14^9
Recanall ritornò all'obbedienza di Martino V
avea dichiarato vescovo
Gregorio XII, non avendo il ve- Benedetto Guidalotti perugino vice-
scovo voluto riconoscerlo partì da camerlengo e vescovo di Teramo,
Recanati, laonde Gregorio XII nel e piacque molto. Il Compagnoni
i4i3 dichiarò amministratore del- riporta a pag. 3i5 la bolla perciò

le due chiese il vescovo di Tera- spedita da Martino V a Macerata,


mo o Aprutino, Marino Tocco di in cui si Sane Maceralen
legge:
Chieti. Narrammo di sopra le co- et Rachanaten^ eidem R. E. imme-
se principali del grande scisma di diate suhjectis ecclesiis canonice
occidente, e come Gregorio XII unitis. Ma il vescovo morì a'
9
generosamente rinunziò nel i4i5 agosto, senza essersi portato nelle
nel concilio di Costanza, ove Gio- due diocesi. Allora il consiglio di Re-
vanni XXIII e l'antipapa Benedet- canati nominò sedici deputati acciò

to XIII furono deposti. Gregorio col capitolo procedessero all'elezione


XII ripreso il nome di Angelo del successore, e tra tre candidati
Corrano, fu dichiarato primo car- scelsero Astorgio Agnensi vescovo
dinale di s. Chiesa, vicario e lega- d' Ancona e governatore della Mar-
to perpetuo della Marca , ed am- ca, di cui era pure stato tesoriere
ministratore perpetuo delle chiese (
poi fatto cardinale da Nicolò V).
di Recanati e Macerata; morì in Quindi spedì deputati a Roma per
Recanati nell'ottobre i4^7> e fu la conferma e perchè il vescovato si

sepolto nella cattedrale. separasse da quello di Macerata; ma


Martino Y sebljcne si fosse ri- il Papa noi volle, per essersi riser-
84 MAC MAC
vata la collazione di queste chiese, acclamò sua venuta, ed egli vi
la
o perchè non vi era concorso nel- corrispose con affetto e beneficen-
l'elezione di Macerata.
il capitolo ze. Risarcì le case episcopnli e la
Ai i8 agosto i4^9 Martino V in cattedrale, cui donò oltre la sum-
Ferentino in vece dichiarò ammi- mentovata mitra, preziosi para-
nistratore Giovanni di Tricarico menti, celebrandovi con pompa
abbate di s. Maria di Pistilio nel- solenne la prima messa. Nel gior-
la diocesi di Acerenza. Poco dopo no dell'Epifania i44^> dopo il
la sua elezione Eugenio IV a' i6 pontificale, ebbe la sorte di rinve-
aprile i43i dichiarò vescovo Gio- nire il braccio, la mano, con altri
vanni Vitelleschi di Corneto oriun- avanzi di carne del patrono della
do di Foligno, di cui parliamo in città e titolare della cattedrale san
tanti luoghi e come governatore Giuliano. Di questo felice ritrova-
della Marca e comandante supre- mento parla il Compagnoni a pag.
mo delle armi della Chiesa, e co- 339, e più a lungo 1* Ughelli a
me arcivescovo di Firenze e car- pag. 740 e seg. Sotto di lui eb-
dinale, ec. : per questa nomina il be principio il tesoro di Loreto, e
Papa spedi tre bolle, tutte del me- nel i4^4 ^^ ^^1^0 governatore di
desimo tenore, alla città, capitolo Perugia. Nel i44^ Nicolò si por-
e clero di Macerata, presso il Com- tò in Roma da Paolo II per otte-
pagnoni p. 3r8. Invasa ostilmente nere che il vescovato di Macerala
la Marca da Francesco Sforza, il si separasse da quello di Recanati
Vitelleschi non trovandosi in pari- e si dasse a Pino delle Aste suo
tà di forze fuggì da Recanati, ed nipote, ed i recanatesi se ne mo-
il vincitore gli fece sequestrare tut- strarono indifferenti. Nicolò morì
ti i beni. Divenuto a' 2 3 febbraio in Recanati a* 7 ottobre i4^9-
1435 patriarca di Alessandria, ri- Paolo II rispose al comune di
tenne in commenda le due chiese, Recanati, il quale lo supplicava di
e le dimise a' 12 ottobre venendo eleggere uno de' tre soggetti che gli
eletto arcivescovo di Firenze. Con- presentava per vescovo, essersi ri-

temporaneamente Eugenio IV vi servato per qualche tempo i due


trasferì da Traìi in Dalmazia, Tom- vescovati e la chiesa di s. Maria
maso Tomassiui veneto domeni- di Loreto, per affidarne l'ammini-
cano detto Buratto, vescovo d*Urbi- strazione al veneto Francesco Mo-
no e già governatore o vice- lega- rosini vescovo di Parenzo, per ero-
to della Marca: la bolla al clero gare rendite all'ampliazione ed
le

maceratese il Compagnoni la pro- ornamento del santuario. Il Moro-


duce a p. 328. Si trattenne per sini fu nominato a'2 gennaio 1470,

lo più in Venezia, ed a'6 ottobre poi governatore della Marca, e mo-


i44o ^^^ traslalato a Feltre e Bel- rì a' 3 ottobre
in Recanati liyi.
luno, avendo governalo le diocesi V Ughelli però dice che prima del
per vicari e luogotenenti. Ai io Morosini fu amministratore delie
ottobre gli successe Nicolò delle due chiese Pietro di Giorgio pre-
Aste forlivese, e le lettere di Eu- vosto di Teramo, ma il Leopardi
genio IV a Macerata si leggono prova che errò. Prima della mor-
a p. 338 del Compagnoni. La cit* te dell'amministratore ed a' 5 set-
tìi con atti di pubblica allegrezza tembre già Sisto IV avea creato ve-
MAC MAC 85
scovo Andrea Pili o Pelli di Fano, Giovanni Clerico francese uditore
soUo il quale gli agostiniani furono di rota, colla condizione, che chi
introdotti in s. Maria del Fonte : nel di loro sopravvivesse sarebbe ve-
1473 e nel 1475 fu vice-legato o scovo delle due chiese. Dal i536
luogotenente e governatore della al i538 il cardinal Gio. Domeni-
Marca, e mori ne'primi di ottobre co fu legato della Marca ed an-
1476 forse in Foligno. I recanatesi che vescovo di Porto, e morto
pregarono per la successione in favo- Giovanni in Roma verso il i546
re del concittadino cardinal Venie- cede la chiesa di Macerata a Fi-
ri; ma il Papa nel medesimo anno lippo Riccabella recanatese, che in-
traslalò da Albenga il nipote Gi- tervenne e fu giudice al concilio di
rolamo Basso della Rovere d'Albiz- Trento. Inoltre il cardinale a'24 feb-
zola che poi creò cardinale, per cui braio 1548 cede la chiesa di Recahati
si trattenne sempre in Roma, e so- al nipote Paolo de Cupis col patto
lo nel 1488 visitò le due chiese. di regresso, e in fatti dopo la sua
11 comune di Recanati lo pregò morte ne riassunse Tamministrazio-
recarsi prima in tal città, e poi in ne, che ben presto la rinunziò nel
Macerata, come aveano praticato marzo i553 a Filippo, che lasciò
gli altri vescovi, al dire del conte quella di Macerata. Questa il car-
Leopardi. Benché fatto vescovo sub- dinale contemporaneamente cede a
urbicario ritenne in amministrazio- Girolamo Melchiorri di Recanati
ne le due chiese; fece ottime co- essendo convenuti Filippo e Gi-
stituzioni pel clero maceratese, e rolamo, che il superstite avreb-
mori primo
il settembre i5o7. be ambedue le Girolamo
chiese.
Giulio a' 20
IIottobre elesse ve- come vescovo di Macerata inter-
scovo Teseo de Cupis romano 0- venne al concilio di Trento, e
riundo di Monte Falco, ad istanza fu presente all'ultima sessione; in-
de' recanatesi già benevoli di sua di nei primi di giugno 1571 alla
famiglia : intervenne al concilio ge- morte di Filippo, assunse pure il
nerale Lateranense V, ed a' 16 gen- governo della chiesa della propria
naio i5i6, conservando il vescova- patria. Rinunziò ambedue le chiese
to di Macerata, rinunziò quello di nel 1573, conservando il titolo di
Recanati a Luigi Tasso vescovo di vescovo di Macerata ; fu decano
Parenzo, con patto che chi soprav- de' chierici di camera, governatore
viveva otterrebbe le due chiese. Re- di Bologna, prefetto di segnatura,
duce Luigi da Bergamo sua pa- e morto in Roma nel i583, fu
tria, fu ucciso dagli assassini nel sepolto nella chiesa di s. Maria
principio di settembre i52o, onde sopra Minerva.
Tesjeo per diritto di regresso rias- Gregorio XIII a' 19 giugno i573
sunse vescovato di Recanati, che
il elesse vescovo di Recanati e Mace-
nel i52i cede al nipote cardinal rata Galeazzo Moroni di Milano.
Gio. Domenico de Cupis in am- Il conte Leopardi, colla cui auto-
ministrazione, prendendo poi anche rità correggemmo in più luoghi
quella di Macerata, forse negli ul- r Ughelli, narra che in questa oc-
timi del i523 alla morte dello zio: casione la città di Macerata fece
il cardinale a* 25 gennaio i535 di tutto per ottenere la preferen-
rinunziò la chiesa di Macerata a za, acciò il vescovo s' intitolasse
86 MAC MAC
Maceratensis et Uecanatensis^ e per- do, in cui fece ottime leggi |>d
chè i recanatesi si opposero ga- clero, restaurò da'fonda menti l'epi-
glinrdamenle, propose almeno una scopio e la cattedrale, a cui donò
alternativa inilicante eguaglianza delle suppcllcllili sacre. Paolo V
perfetta. Il comune di Recanati ri- uel mcdesinio anno dichiarò vesco-
cusò qualunque partito e spedi o- vo il cardinal fr. Felice Centi ni di
ratori a Roma perchè nulla s'in- Ascoli minore conventuale, trasla-
novasse, osservandosi le bolle d'In- tandolo a' 23 settembre da Milelo.
nocenzo VI e di s. Pio V, le quali Personaggio di singoiar dottrina,
garantivano il primato alla chiesa di costumi immacolati, di coscien-
di Recanati; e venne esaudito. Nel- za delicata, .si distinse nella tenera
l'anno seguente ì maceratesi pro- divozione verso Beala Vergine.
la

curarono che i due vescovati ve- Fondò in Macerata il semitiario,


nissero separati, ma per l'opposizio- abbellì la cattedrale nella parte su-
ne de' recanatesi ciò non ebbe luo- periore di eleganti pitture e vaghi
go. Dipoi il Papa Sisto V nel i5(S6 ornamenti, donò molti sacri
e le
soppresse la sede vescovile di Re- arredi di argento. A maggior de-
canati, e la sottopose a quella che coro del capitolo ottenne da Ur-
avea eretta di Loreto, poi ripristi- bano Vili nel 1624 la bolla Mi-
nata ed unita ad essa con bolla nisterio sacrOj presso l'UghelIi, col-
di Clemente Vili. A' io dicembre la quale concesse ai canonici l'uso
del medesimo anno, Sisto V ripri- della cappa magna con pelli di ar-
stinò la chiesa vescovile di Tolen- niellino, e morendo a'25 gennaio
tino (P^edì), mediante la bolla Su- i64f, giusta il suo volere fu se-
per universaSj presso il Bull. Roni. polto nella chiesa Francesco di s.

tom. IV, par. IV, p. ^85, che con del suo ordine. Urbano Vili a' 14
la rendita di quattrocento scudi luglio 1642 dichiarò successore
unì perpetuaniciile a quella di Ma- Papirio Silvestri cingolano, consul-
cerala, dovendosi il vescovo chia- tore della sacra inquisizione, rispet-
mare vescovo di Macerata e To- tabile per scienza, pietà
ed integri-
lentino. Quindi erigendo Fermo in tà, morì nel febbraio i65g. Ales-
arcivescovato, sottopose e dichiarò sandro VII a' i5 novembre i66o
sue suffraganee le chiese di Mace- fece vescovo Francesco Cini osi-
rala e Tolentino unite, essendo co- niano, che il Martorelli dice che
stituite le due diocesi da Macerala fu primario avvocato in Roma, che
con Monte Milone ed Urbisaglia, e resse le due chiese con somma lo-
da Tolentino con Colmurano. Fi- de, e che negli ultimi anni di sua
nalmente Sisto V dichiarò loro vita fu da Innocenzo XI dichiarato
primo vescovo lo stesso Galeazzo governatore della Marca senza ,

Moroni, che il primo settembre i6i3 poterne esercitare la carica perchè


d'anni settantotto mori in Macera- morì in Macerata nel maggio 1684.
ta, e fu sepolto nella cattedrale. Innocenzo XII gli die in successore
Questo vescovo lodato per somma a' 9 aprile 1695 Fabrizio Paolucci
prudenza e pietà, governò la chie- forlivese, al dire dell' Ughelli che
sa di Macerala per quaran l'anni sbagliò, dovendosi dire che Inno-
onde divenne il decano dei vescovi cenzo XI nel i685 lo creò vesco-
italiani; celebrò nel i6i3 il sino- vo, come avverte il Cardella nelle
MAC MAC 87
Mem. de cardinali. Penetrato
stor, santuario e l'osservanza della disci-
dello zelo della salute delle anime, plina ecclesiastica. Si propose la
predicava il vangelo, e insegnava ricostruzione della chiesa cattedra-
la dottrina ai fanciulli; fondò l'o- le, e con solennità pose ne' fonda-
spedale degl' invalidi e un mona- menti prima lapide; quindi con-
la

stero per le monache, introducen- tribuì con vistosa somma alle spe-
do Macerata i sacerdoti della
in se della fabbrica, ed ottenne dal
missione. Visitò frequentemente la Papa, che vi concorressero ancora
diocesi, e due volte vi celebrò il le comunità ed i luoghi pii. Ri-
sinodo, che poi diede alle stampe. fece una porzione del palazzo ve-
Èssendo passato per Macerata il scovile; celebrò il sinodo diocesano
granduca di Toscana Cosimo III ,
con istraordinaiia pompa, e ven-
fu da lui accolto con ecclesiastica ne reputato fra i più ragguardevo-
magnificenza, per cui il principe li della provincia. Amantissimo del-
si mostrò poi sempre a lui pro- le scienze e de' dotti tenne spesso
penso. Innoceuio XII Io fece am- conferenze col celebre p. Gerdil
ministratore di Fermo nel 1691, poi cardinale, allora residente in
indi nunzio di Polonia, e nel 1697 Macerata, col p. Gio. Battista Sca-
cardinale. Nel 1698 lo trasferì alla ramelli gesuita predicatore aposto-
chiesa di Ferrara, e nel maggio lico, col cav. Giuseppe Antonio
1698 gli die per successore Ales- Compagnoni Floriani eccellente fi-
sandro Carlo Gaetano Varano o- losofo, con Mario poeta, e col can,
riundo de'duchi di Camerino nato Francesco teologo, di detta famiglia,
in Ferrara; questi coronò a' 2 5 agosto con Francesco Amici, Valerio cav.
1721 l'immagine della Beata Ver- Ciccolini poeta, Bartolomeo Mozzi,
gine della Misericordia con corona Giulio cav. Pellicani, p. m. Evan-
d'oro ; in detto anno consacrò la gelisti conventuale, ab. Troili ex-ge-
chiesa di Giovanni de' gesuiti, e
s. suita, e tanti altri. Pio VI nel 1777
portatosi in Ferrara sua patria, nel a* 12 maggio trasferì da Targa zVi

novembre del 1784 morì. Con que- partibus a questo vescovato Do-
sto vescovo i continuatori dell' U- menico de' conti Spiuucci di Fer-
ghelli terminano la serie de' vesco- mo, che fu zelantissimo di conser-
vi di Macerata e Tolentino, ma vare nel clero l' ecclesiastica disci-
il proseguimento si legge nelle an- plina, e nel popolo l'osservanza dei
nuali Notizie di Roma. divini precetti. Celebrò anch' egli
Clemente XII a'2 dicembre 1735 il sinodo diocesano con istraordi-
dichiarò vescovo Ignazio Slelluti dei naria poujpa e concorso di eccle-
conti Pioversi di Fabriano : questi siastici della diocesi ; somministrò
governò con zelo la sua chiesa ven- delle somme per ultimare la fab-
tun anno. Benedetto XIV nominò brica della nuova cattedrale, e con
successore a' 20 settembre 1756 d. grande magnificenza ne fece l'a-

Carlo Augusto Peruzzini barnabita pertura e dedica nel marzo 1790.


di Fossombrone, già penitenziere Nell'anno successivo dedicò la chie-
in Bologna, parroco di s. Carlo ai sa di Francesco, e consacrò
s.

Ca ti nari in Roma, e confessore del quella di Lorenzo. Per qualche


s.

Pontefice. Appena giunto alla sua tempo fu amministratore delle due


residenza fece rifiorire il decoro del diocesi di Loreto e Recanali. Ri-
88 MAC MAC
cevetle in Macerala Pio VI allor- le 8uè piime prediche. AJla propita
ché si porlo a Vienna; fond^) nel' famiglia prescrisse ottimo regola-
la ciliri r accademia ecclesiastica, mento, ed egli fu a tutti specchip
fu il vero mecenate de'dolti, e per di ammirabile esemplarità. Con pre-
Je sue eccellenti qualità si cattivò murosa vigilanza attese alla scelta
l'animo di tutte le popolazioni del- de* ministri pel governo dell^ dio-
le Finalmente fu da Pio
diocesi. cesi. Diede missioni e con zelo in-
VI nel 1796 promosso all'arcive- defesso esercitò tutte le cure del
scovato di Benevento, e fatto poi suo pastorale ministero. Ampliò il
cardinale da Pio VII nel 1816, seminario e v' introdusse la piti
mentre nel suo testamento lasciò esatta disciplina. Sostenne
molte
un legato alla cattedrale di Mace- fatiche per la riformapub- delle
rata. In sua vece Pio VI nominò bliche scuole dell'università e per
a' 27 giugno 1796 Alessandro A- la buona condotta della gioventù
lessandretli d'Imola eh' eia vescovo studiosa. Eguale ardore ebbe pe»
di Zama in partibus. Egli, si trovò la riforma del clero, per la sua
in tempi assai disastrosi a cagione esemplarità e dottrina, e per la
dell'invasione dello stato ecclesia- buona disciplina ne' chiostri delle
stico operata per la prima volta sacre vergini. Sempre fu instanca-
dalle truppe repubblicane francesi. bile nel predicare la divina parola
Divenne bene accetto al generale ed istruire nella dottrina cristiana.
supremo Bonaparte che gli die di- Fece di tutto per togliere gli scan-
versi segni di stima, ed ottenne dali, riformare costumi, e pro-
i

dalla sua protezione che venisse curare la salute di tutto il suo


vispettata la città ed il clero : fu gregge. Introdusse in Macerata le
indefesso Dell'annunciar la parola maestre pie, accrebbe le rendite ed
di Dio, neir istruzione del popolo, aumentò gli orfanotrofi ; fondò l'o-
e specialmente i fanciulli nella dot- spedale de' poveri vecchi, ed altri
trina cristiana. A' 25 giugno 1800 utili provvedimenti pe* bisogni tem-

ricevette Pio VII nel suo palazzo porali de' diocesani. Senza rispar-
vescovile, con pompa straordina- mio di fatiche e travagli fece la
ria, e quindi lo accompagnò si- visita pastorale della diocesi, fu
no a Tolentino : poco appres- premurosissimo di adunar il sino-
so rinunziò al vescovato. do diocesano, ma ne fu impedito
Nel concistoro de*20 luglio 1801 dalle vicende politiche de* tempi
Pio VII preconizzò in successore per cui volle almeno confermar
Vincenzo Maria Strambi de' pas- quello del vescovo Spinucci, incul-
sionisti, nato in Civitavecchia orion- candone l'osservanza. Al tempo del-
do milanese, a cagione della rinun- la persecuzione contro la Chiesa
zia del precedente. Vincenzo non cioè dopo r invasione straniera di
senza ripugnanza accettò per ob- Macerata, i ministri colle più in-
bedienza, ed i maceratesi e tolen- degne maniere e colle più impe-
tinati esultarono, per l'opinione che riose minacci e vessarono il clero e
avea di santo. Non si può abba- stancavano la pazienza del vesco-
stanza esprimere, con quanto zelo vo. Vincenzo però difiise con apo-
procurò subito di santificare la sua stolica fermezza i diritti della Chie-
diocesi, e qual frutto producessero sa contro le usurpazioni del potere
MAC MAC 89
straniero, per cui venne strappato gregge, durante la carestia e il tifò

con violenza dalla sua diocesi a* 28 epidemico. Con zelo ed attività inde-
settembre 1808, con estremo dis- fèssa ristabilì la disciplina, rifor-
piacere del gregge. Fu rilegato a mò i costumi, e riaprì le case dei
Novara, e dopo un anno trasferito soppressi regolari. Dopo fatte al-

a Milano, dove principalmente spar- cune missioni _, tornò a Roma a


se il buon odore di Gesù Cristo predicare al sacro collegio ed a tut-
colla santità delia vita, riscuotendo to il clero secolare, ma dolentissimo
ammirazione e riverenza da tutti. perchè il p. generale de' gesuiti non
Quindi con singoiar zelo s'impe- avea potuto compiacerlo nella ria-
gnò per la santificazione del po- pertura del collegio de' gesuiti in
polo milanese , mai dimenticando Macerata per vantaggio della pub-
quello delle sue diocesi, le quali blica istruzione, al quale oggetto
anco da lontano formavano il mas- Pio VII avea concesso il convento
simo oggetto delle sue cure. Piesti- e chiesa già degli agostiniani. Ri-
tuila nel181 4 la pace alla Chiesa, tornato alla sqa sede, indi rinun-
il vescovo tornò in Macerata, ed il ziò vescovato, atto che fu accet-
il

suo ingresso fu eguale ad un trion- tato da Leone XII, che grande-


fo. Due giorni dopo a render com- mente lo venerava, il primo no-
pleta la comune esultanza ,
giunse vembre 1823. Giunto in Roma fu
in Macerata il Pontefice Pio
VII, accollo con riverenza ed amore dal
reduce dalla sua lunga prigionia, e Pontefice, che gli assegnò per abi-
di ritorno alla capitale. Il vescovo tazione il palazzo apostolico onde ,

si portò a riceverlo alla cattedrale, averlo vicino. Caduto mortalmente


e ne ricevette poi distinti attestati infermo Leone XII, il vescovo col
di affezione e stima, per la sua a- sacrifizio della sua vita, ne ottenne
postolica fermezza contro i sacrile- da Dio la guarigione, e morì san-
ghi oppressori. Da Macerata reca- tamente il primo gennaio 1824
tosi il Papa a Tolentino, fu dal d'anni settanlanove, venendo depo-
vescovo ricevuto con pari divozio- sto il prezioso suo corpo nella chie-
ne ed allegrezza, e con lui si trat- sa de' ss. Giovanni e Paolo della
tenne in lunga e dolce conversa- sua congregazione de' passionisti. Il
zione. Partito Pio VII, il vescovo p. Ignazio del Costato di Gesii
occupossi nel consolare la desolata della medesima congregazione, coi
chiesa di Tolentino, vedova da tan- tipi di propaganda fide ci diede in
to tempo del suo pastore, e le di- Roma nel 1 844 • ^''^ ^^^^ venera'
mostrazioni che ne ricevette di e- bile servo di Dio Vincenzo Maria
sultanza, di rispetto e di amor Strambi vescovo di Macerata e To-
filiale, non furono inferiori a quel- dai pro-
lentino, estratta fedelmente
le avute da' maceratesi. Indi fu cessi ordinari. Nel concistoro tenu-
chianoato Vincenzo a Roma da Pio to da Gregorio XVI a' 12 feb*
VII per predicare al sacro collegio braio 1846, fu perorata per la ter-

ed a tutto il clero secolare. IXei za volta la causa della beatifica»

nuovi torbidi d' Italia, la sua con- zione di questo venerabile servo di
dotta fu piena di prudenza e di Dio.
carità mentre paterne furono le
, Leone XII nel concistoro de' 24
di lui sollecitudini a vantaggio del maggio 1824^ dichiarò vescovo di
Qo IM AC MAC
Macerata e Tolentino monsignor blico diritto co' tipi di Benedetto
Francesi o Aiìsaldo Teloni nato in di Antonio Cortesi. L'abbate d. An-
Treia agli 8 ottobre 1760, già ca- tonio Papi professore di belle let-
nonico della cattedrale di Senigal- lere nel seminario, dettò l'epigratl
lia, vicario generale di tale diocesi, che leggevansi sulle porte del
latino
prima dello stesso Papa nel breve tempio ed intorno al catafalco e ,

tempo che da cardimi le ne fu ve- riportate nella Necrologia. Il pio


scovo, e poi del cardinal Fabrizio vescovo volle suggellare la sua u-
Sceberas Tesi ferrata, indi prelato
;i millà ed amore che portava al suo
domestico, referendario delle due popolo, con disporre che il suo ca-
segnature e ponente del buon go- davere fosse sepolto non nelle tom-
verno. Questo ottimo vescovo morì be vescovili della cattedrale, ma
d'anni otlantacinque a' 3i gennaio nel pubblico cimiterio poco lunge
1846, venendo degnamente riguar- dalla città, dove riposano le ossa
dala la sua perdita come una pub- de' suoi diletti maceratesi. La lugu-
blica calamità, cowe si legge nella bre cerimonia con che si adempì
Necrologia ec, ]Macerala presso Be- tal desiderio, riuscì onorevole per
nedetto di Antonio Cortesi 1846. r illustre defunto, per la parte che
In essa si che questo tributo
dice, ne prese la popolazione. Tra le
di dolore gratitudine venne
e di cose degne di particolar menzione
da' maceratesi offerto al benemeri- da lui fatte, faremo menzione del
to loio vescovo che colle virtù
, sinodo diocesano da lui celebrato
convenienti a sacro pastore si avea nei primordi del suo vescovato, in
procacciala la riverenza affettuosa cui furono adottate santissime leg-
che docili figliuoli portano a tene- gi, e quindi sottoposto all' appro-
ro padre, avendolo la natura do- vazione della santa Sg(\ì£ venne
tato d'un ingegno robusto e leg- sanzionato e raccomandato alle
giadro, e di un cuore capace dei stampe. Pose ogni cura perchè il
più generosi sentimenti. Inoltre si suo governo riuscisse placido in
fa in essa il novero de' suoi stu- tempi pur troppo calamitosi , per
di , delle sue principali doti in cui cui fu compianto dai diocesani
rifulsero evangelica carità, soavità come a Leone
era stato carissimo
e niansuetudine, non disgiunta da XII, a Pio Vili, ed a Gregorio
vigilante zelo. Si esprime il com- XVI. A ripararne la perdita, Gre-
pianto generale, le dimostrazioni gorio XVI meditava di sostituirvi
latte nella sua infermità e morte un degno successore^ che la morte
dai diocesani ; si descrive la pom- sua impedì effettuare; supplendovi
pa de' solenni funerali, in cui cantò il Papa regnante Pio IX nel con-
la messa il concitladino del defun- cistoro dei 21 settembre 1846, con
to monsignor Filippo Saverio Gri- dichiarar vescovo di Macerata e
maldi vescovo di Sanseverino , e Tolentino l'odierno monsignor Lui-
pronunziò l'elogio funebre d. Fran- gi Clementi di Fabbrica, diocesi di
cesco Saverio Vannucci canonico Civita Castellana, già canonico e
teologo della cattedrale e rettore arciprete curato della collegiata pa-
del seminario- collegio: questa ap- tria, cappellano della chiesa di s.

plaudila orazione per soddisfare al Agnese nel foro agonale, e rettore


comune desiderio tu resa di pub- del contiguo collegio Pamphilj, vi-
MAC MAC 91
cario genciale del cai*dinal Policlo- nicane. Sono diversi anni che fu
ri abbate di Subiaco, ed uditore di istituito un asilo infantile pei ma-
inonsig. Pecci nunzio di Brusselles schi miserabili, mediante la carità
nel Belgio, perciò pieno di dollri- cristiana di tanti ciltudini che an-
na, prudenza e sperienza. nualmente somministrano elemosi-
La cattedrale è sacra a Dio, sot- ne, onde in apposito locale sieno
to l'invocazione della Beata Ver- ricoverati nelle ore del giorno, ali-
gine assunta in cielo, e di s. Giu- mentati e vestiti olire a cento fan-
liano confessore, ed ha il fonte bat- ciulli, ed iuìmenso e commovente
tesimale. La cura parrocchiale ap- è il vantaggio che se ne ricava.
partiene al capitolo, che la fa e- Avvi altra scuola gratuita comechè
sercilare da un canonico iricario frutto della generosità e dello sco-
cui due preti prestano assistenza; po medesimo della precedente, ma
l'episcopio è contiguo alia catte- destinata ni sesso femminile. È que-
drale. Il capitolo si coorjpone della sta regolata e condotta dalle suore
dignità dell'arpidiacono, di dieciotto di Giuseppe, le quali olire esibir
s.

o venti canonici compreso il teolo- maestre per un buon numero di


go ed il penitenziere di quattro ,
fanciulle povere, altre ne sommi-
mansionari maggiori, sei beneficia- nistrano per quelle di elevata con-
ti, due chierici beneficiati, ed altri dizione e solventi, con ottimi suc-
sacerdoti e chierici addetti al di- cessi.Sonovi inoltre le suore di s.
vino servigio. Nella città, oltre la Dorotea per l' istruzione delle gio-
cattedrale, vi sono tre parrocchie il comune elargisce an-
vanetle, cui
munite del battislerio, una delle nua somma; diverse confraternite,
quali è pure collegiata di s. Sal- il seminario-collegio con numerosi
vatore in s. Giovanni, col capitolo allumi, e diversi altri benefici sta-
composto della dignità del prevosto bilimenti, de' quali tenemmo pro-
e di dieci o dodici canonici. Prima posito; ed a momenti sarà istituita
del regno italico contava Macerata anco la di rispàrmio. Oltre
cassa
più case religiose, cioè de* conven- a ciò sono cinque farmacie, una
vi
tuali, domenicani, carmelitani, bar- delle quali detta di s. Paolo som-
nabiti, filippini, missionari, agosti- ministra gratis i medicamenti ai
niani eremitani, agostiniani della poveri per beneficenza di Vincenzo
congregazione di Lombardia, agosti- IJerardi,che dotò, come si disse, an-
niani scalzi, minori osservanti e cap- che l'orfanotrofio femminile di pin-
puccini. Dopo tale epoca solo furono gue patrimonio, venendovi educate
ripristinali i minori osservanti, cap- i trenta fanciulle. Provvide anche i
puccini, i domenicani
missionari, i poveri orfani, che pose sotto la
ed i filippini. Così pure prima del tutela dei pp. somaschi , avendovi
regno italico vi erano le monache contiibuito anche il comune con
benedettine, le Clarisse, le france- un'annua somma, e col diritto di
scane del primo, secondo e terz'or- nominare due alunni. 11 ven. Stram-
dine, e le domenicane. Furono ri- bi lasciò porzione de' suoi capitali
pristinate le monache Clarisse o per alquanti posti nell' uno e nel-
francescane del primo ordine , le l'altro orfanotrofio^ e dell' intiero
francescane del secondo ordine, patrimonio volle erede il semina-
quelle del lerz' ordine e le dome- rio con obbligo di tenere graiis
9» MAC MAC
molti giovanetti, ed altri colla sola lo educò poscia nella scienza e nel-
raelà del pagamento. Due ospedali la pietà, quindi lo presentò agli
ricevono i poveri infermi e cronici, ordini sacri. Essendo già prete pas-
uno cioè il civicomilìtare è capace sò nell'Armorico ; ed è fama che
di contenere ottanta individui, le cui fosse eziandio consacrato vescovo
rendite sono amministrate dal su- regionario prima che abbandonasse
periore e assistenti dell' arciconfra- la patria. Si ritirò in una isolelta,
ternita del ss. Sagramento : l' am- ove menava sua vita un santo ro-
ministrazione interna e la cura de- mito, per nome Aronne, nel qual
gl' informi è affidata alle suore della luogo fii poscia fabbricata la città
carità. L'altro ospedale di s. Mar- di San Malo. Infocato da zelo di
tino dà ricovero a molti invalidi. religione, abbandonò la sua solitu-
Le due diocesi di Macerata e To- dine per predicar la fede in Aleth,
lentino si estendono per circa die- di cui la maggior parte degli abi-
ciotto miglia di territorio. Ogni tanti erano allora idolatri. La sua
nuovo vescovo è tassato nei libri santità, sostenuta dai miracoli, do-
della camera apostolica in fiorini po molte sofferenze trionfò della
256 , corrispondenti a circa due- ostinatezza dei peccatori più indu-
mila scudi d'annua rendita. riti. Egli governò quarant'anni la
MACKESSOGO o KESSOGO chiesa di Aleth in qualità di ve-
(s ), vescovo delle provincie di Le- scovo, senza mai cessar d' istruire
vin e di Boyn in 1 scozia, Fioriva co* discorsi e cogli esempli. Giunse
nel VI secolo, sotto il pio re Con- a convertire quasi tutti i pagani
gallo II, il quale lascìavasi in tutto della sua diocesi , fece fabbricare
guidare dai suoi consigli pieni di molte chiese, e dopo la morte di
virtù e di saviezza. Fu favorito del Aronne s* incaricò del governo del
dono dei miracoli, e morì nel 56o. monastero che si era formato nel-
Gli scozzesi aveano tarila venera- r isola ed era divenuto assai nu-
zione per la sua memoria, che col meroso. Perseguitalo da alcuni tristi
grido del suo nome marciavano alle uomini, gli convenne fuggire, e si
battaglie; ma in seguito gli sosti- portò a Saintes, ove Leonzio che
tuirono quello di s. Andrea. La n'era vescovo lo accolse con gran-
sua festa è segnata il io di marzo. di dimoslrazioqi di rispetto. Ma es-
MACLOVIO Ma-
(s.), in latino sendo di là a poco stato chiamato
chulus, MachuleSy Maclovius, Ma- ad Aleth, cominciò a disporre le
cliavitSy e in francese Malo, Ma- cose per poter rinunziare il vesco-
clou e Mahout^ vescovo di Aleth vato. Disegnò s. Gutlwalo a suo
in Bretagna. Era figlio di un si- successore, indi tornò a Saintes,
gnore bretone , nomato Went o ed ivi mori nel ^^^ ai i5 novem-
Gwent, clie vivea nella provincia bre, nel qual giorno è onorato. Le
di Silures, ora Montmoutli. detta sue reliquie furono poitate a Sau
iXacque nella vallata di Llan Car- Malo nel IX secolo , e nel sus-
van, nella contea di Glamorghan, seguente trasferite a Parigi. Ul-
mentre sua madre Derwela erasi timamente erano in gran parte
recata a visitare il monastero ivi nella badia di s. Vittore, ed eran-
fondato da s. Cadoco. S. Brendano vene pure nel seminario di s. Ma-
che n'era terzo abbate lo bs^ttezzò, clqvio a Parigi, come a San Malo,
MAC MAC 93
a Sainles , a Rouen , a Pontoi- botanico Dombey , dello storico
se, ec. Samuele Guichenon, del poeta Al-
MACON, Matìsco. Città vesco- fonso Lamartine e dell'astronomo
vile di Francia nella Borgogna, e Malhieu. In generale i macoiiesi
capitale antica del Maconese, ora coltivano con profìtto le lettere e
capoluogo del dipartimento di Sao- le scienze, e si distinguono per
na e Loira, di circondario e di urbanità. I dintorni offrono l' a-
due cantoni. E situata sulla riva spetto il più ameno, per le ele-
destra della Saona, la quale si ganti case di campagna, ridenti
passa sopra un ponte di pietra di vigneti, belle, vaste e fertili pia-
tredici archi, distante novantasette nure.
leghe da Parigi. Vi souo tribunali Questa città è antichissima : Giu-
di prima istanza e di commercio, lio Cesare ne fa menzione ne'suoi
e diverse direzioni. Macon offre commentari, e la chiama Matìsco,
un aspetto ricco e ridente; la sua nome che cangiossi nel medio evo
superba strada lungo l'acqua, a in quello di Mastico, da cui ven-
basso della quale stanno due co- ne l'altro di Mascon o Mcicoii,
modi porti, dà l'idea d'una gran- Essa si trovava al tempo del-
de e bella città, non però vi cor- la spedizione di quel conquista-
risponde l'interno. Delle sue piaz- tore, nel paese degli edui, di cui
ze la più bella è quella delle ar- era un posto importante. Acqui-
mi: in generale le case sono in stò maggior importanza ancora
pietra. Le rovine dell'antica catte- sotto l'impero romani, che vi
de'
drale di s. Vincenzo, consecrata stabilirono depositi di grano e di
dal re Childeberto, sono il solo viveri, legioni, una specie di campo
monumento istorico degno di osser- trincierato, ed una manifattura di
vazione. Gli edifìzi che concorrono freccie. Fu mollo danneggiata dal-
all'ornamento di Macon sono l'o- le scorrerie de' barbari e da quel-
spedale, opera di Soufflot; il pa- le d'Attila. Aveva il titolo di cit-
lazzo comunale^ antico edifizio di tà allorché se ne impadronirono
Montrevel sulla stiada lungo 1' a- i borgognoni. Compresa negli stati
qua, ove si stabilirono pubblici ba- di Carlo il Calvo, all'epoca della
gni ed un elegante teatro ; la chie- divisione dell'impero di Luigi il
sa nuova, o il nuovo s. Vincenzo; Buono, un poco più
riconobbe
r edifizio della prefettura, eh' è tardi Bosone re del
l'autorità di
l'antico episcopio ; il palazzo di nuovo regno di Borgogna, ritornò
giustizia, antico edifizio d'Igè, e le tosto sotto i monarchi francesi, e
nu0Ve prigioni. Vi sono diversi finì per avere i suoi conti parti-
stabilimenti di beneficenza e d'i- colari e indipendenti nel secolo X.
struzione. Il principale suo com- Alice erede del conte Guglielmo
mercio è in vini assai rinomati. li sposò Roberto di Dreuz, che
Il villaggio Lorenzo, cono-
di s. vendette la contea a s. Luigi IX
sciuto pe'suoi grandi mercati, è ri- nel 1238. La corona Francia
di
guardato come un sobborgo. Que- la possedette sino al i435, in cui
sta città é patria di diversi uomi- Carlo VII la cede a Filippo il

ni illustri, fra' quali del poeta Ban- Buono duca di Borgogna. Dopo
deroQ de Seuecey, del medico e la morte di Carlo il Temerario
94 MA C MAC
figlio di Filippo, Luigi XI rium eppure buon Pontefice andava
il

il Maconese ai possessi immediati ripetendo con s. Marco Lasciale :

dei IO di Francia nel 147^^ mal- che i miti figli si avvicinino a


grado le proteste di Maria erede mCy non li rispingete. Avvicinandosi
di Carlo. alla città crebbe la mollilndine,
11 Pontefice Gelasio IT, fuggen- le acclamazioni e entusiasmo in
1'

do le persecuzioni dell' imperatore domandar la benedizione; e giun-


Enrico' VI, nell'anno iii8 da to circa ore dwe e mezza a
le

Boma si portò in Francia a do- Macon , r edificante spettacolo si


mandare aiuto a Luigi W. Men- rinnovò. Fu il Papa incontrato
tre dimorava in Macon fu assali- da tutta la guardia d'onore e dal
to dal male di puntura e si fece clero, ricevuto fra le salve di ar-
trasportare al monastero di Cluny, tiglieria, il suono delle bande e
ove morì gennaio 1119.
a' 29 gli evviva de* màconesi. Discese il

Una si orribile fame regnò a Ma- santo Padre alla chiesa dell'ospe-
con nel principio del secolo XF, dale, essendo stala nelle passate
che si videro non solo i cadaveri vicende atterrata la cattedride, ri-
tolti dai .sepolcri per servire di cevè la benedizione, e quindi ri-
cibo, ma gli uomini andare alla salitò in carrozza andò a smon-
caccia degli uomini istessi per di- tare nell'episcopio antico. 11 dopo
vorarli. Questa ciltà anche mollo pranzo ammise all' udienza le au-
si risenfi dei crudelissimi disordini torità del luogo , e al bacio del
cagionali dalle guerre di religione piede tanto esse, che le altre di-
nel secolo XVI; le esecuzioni chia- stinte persone della cillà. Il va-
mate les saiUen'es ( salti ) de Ma- sto cortile, le scale, le anticamere
con sono celebri troppo. Allorché furono piene sino a notte, e la

al principio del secolo XVII Ga- soldatesca non potè sbarazzarle stan-
las portò lo spavento nella Borgo- dovi ferma la gente , e allo sco-
gna^ incominciarono le forlillcaziouì, perto malgrado la pioggia. JNella
c;he non furono poscia compite, e seguente n lattina da una finestra
che sono al presente demolite del Pio VII benedì l'esultante popolo,
tutto. Nel i8o5 reduce Pio VII e circa le ore nove e tre quarti
da Parigi, dopo aver celebrato le partì per memoria di
Lione. In
funzioni della settimana santa e questo avvenimento, il Papa con-
di Pasqua a Chalons, nel lunedi cesse ai canonici di Macon l'uso
1 5 aprile si pose in viaggio per della mitra nelle soleimilà, e che
Macon. popolo che corse ad in-
Il il diacono e suddiacono ministran-
contrarlo, era in si gran numero do al vescovo l'usino eziandio.
e fece sì gran violenza per appres- Macon lumi
ricevette i primi
sarsi al Papa, che furono gettali della fede di da s. Gesù Cristo
a terra alcuni soldati, e Pio VII Valerio e da s. Marcello, che fu-
afferrato per le mani, pei piedi e ronvi mandali da s. Ireneo vesco-
per le vesti, dimodoché le persone vo di Lione. L' antica cattedrale
eh' erangli dintorno per sostener- era sotto l' invocazione di s. Vin-
lo non potevano sorreggerlo e sal- cenzo, e possedeva un ri malleabile

varlo dalla violenza e straordina- concerto di campane, forse il più.

ria divozione del popolo maconese; armonioso del regno. Il suo capi<
MAC MAC 95
tolo era composto di sei dignitari, la sua chiesa da Pipino maesdo
di diecinove canonici e di molli del palazzo, nel 743. Da Donnolo
beneficiati. La collegiata di s. Pie- in avanti la serie dei vescovi di
tro, che fu in origine regolare Macon non è più interrotta, e tro-
dell'ordine di s. Agostino, venne vansi in essi molti personaggi di-
secolarizzata nel iSSy. Compone- stinti per la loro pietà e dottrina,
vasi di due dignitari e di tredici e per lo zelo con cui governarono
canonici, e tutti scelti dalla classe la loro diocesi anche in tempi dif-
pili notabile de' cittadini, poiché ficili e talvolta torbidissimi, e lo
portavano il titolo di conte. Eran- fu pure Carlo Emard che Paolo III
vi otto case religiose di ambedue creò cardinale nel i536. L'oltimo
i sessi, oltre una casa de'preti del- vescovo di Macon fu Gabriele
l'oratorio, ed un collegio di gesui- Francesco Moreau di da
Parigi,
ti. Macon conteneva nella diocesi Clemente XIII traslato da Vence
duecento sessantotto parrocchie di- nel concistoro de' 9 aprile 1764.
pendenti da quattro arcidiacouati Rinunziò il vescovato nel 1801, e
e da quattro arcipreti. Eranvi al- Pio VII io nominò a quello di
tresì la collegiata di Beaujeu, com- Aulun nel 1802, dove morì nello
posta di dodici canonici; e due stesso anno. Il medesimo Pontefice
abbazie, cioè Cliignf (Fedi)^ ca- soppresse nel 1802 la sede di
po d'ordine, e Saint Rigaud^ del- Macon, concordato fatto col-
pel
l'ordine di s. Benedetto La sede la Francia. Il vescovo di Macon,
•vescovile fu eretta verso l'anno 4^o detto pure di Mnscon, presiedeva,
e divenne .sulhaganea della me- agli stati particolari del Màconesè,
tropoli di Lione. 11 primo vescQvo ch'erano composti di tre ordini.
di Macon, secondo gli autori della
Gallia Christiana^ fu Placido, di Concila di Macon.
cui leggesi la sottoscrizione nei con-
cilii III, IV e V d'Orleans degli Il primo fu tenuto nel 58 o 1

anni 538, 54i e 549; ignorasi 582 nel primo giorno di novembre,
l'anno della sua morte. Suoi suc- per ordine d( I re Gontrano, che di
cessori furono, s. Salvino nel 56o; lutti i re franchi dava prove mag-
s.Niceto; Chelidonio nel SQì'j ; s. giori di pietà. Gli arcivescovi di Lio-
Giusto nel 574; s. Eusebio nel ne, di Vienna, di Sens, di Bourges,
58 1 ; Fiorentino; Decio I; s. Mam- di Besangon e di Tarantasia, vi
molo, dal 617 ai 63o ; Adeodato assisterono con quìndici altri vescp-
dal 63 1 al 644 i Decio li, di cui vi di Francia, che vi fecero dieci-
non sappiamo nulla, siccome igno- nove canoni, la maggior parte re-
rasi i nomi de' suoi successori per lativi alla disciplina ecclesiastica, proi-

più di un secolo. Fu in quest' e- bendosi a* chierici di portare le ar-

poca che i saraceni scorrendo la mi. Reg. t. Xll; Labbe' t. V; Ar*


Francia, ne devastarono le pro- duino t. III.
vincie e saccheggiarono le città. Il secondo fu tenuto d'ordine del
Macon fu presa da quei barbari re Gontrano a'2 3 ottobre 585. Vi
verso anno 732, nel quale era
1' presiedette Prisco arcivescovo di Lio-
vescovo Donnolo che ottenne po- ne, che vi è chiamato patriarca, ti-
scia molte immunità a favore del- tolo che da vasi talora ai principa-
96 MAC MAC
li mentre Lione era
metit)politani, to nel II 53. Gallia Chris t. t. IV,
la metropoli del regno di Gonlra- p. 4^^^-
no. Vi si trovarono quarantatre o Il quinto nel tiBS o 1286. Ibi-
quarantasei vescovi, e ventidue de- dem p. 61 3.
putati di altri tescovi. Fu de|K>- Il sesto nel 12()9. Ibid. p. 8g4.
sto Faustiano, che il conte Gun> MAGRA (s.), vergine e martire.
dobaldo, nemico del re Gontra- Sollèrse nell'isola che forma la Nora
no, aveva fatto ordinare vesco- cadendo nella Vesla, presso al luogo
vo d'Aix, e venne nominato Ni- ov'è di presente la città di Fimes,

ceto o Nicezio in sua vece. Fu nella diocesi di Reims, e credesi sot-


sospeso altresì dalle funzioni del suo to Rizio Varo prefetto del pretorio,
ministero Ursicino, che aveva rifu- verso l'anno 287. Sono discordi gli
giato in sua casa il conte Gundo- scrittori intorno il giorno della sua
baldo, e furono pubblicati venti morte, alcuni collocandola nel 6 di
canoni, risguat danti le pene da in- gennaio, altri nel 2 o nel 3 di mar-
fliggersi a coloro, i quali violavano 10. Il suo corpo fu seppellito a Fi-
i santi giorni di domenica, ed il mes, e sotto il regno di Carlo Ma-
modo di solennizzare la festa di Pa- gno fu deposto in una magnifica
squa. Venne altresì ordinato che il chiesa edificata col di lei nome, ove

battesimo sarebbe amministrato nel operaronsi diversi miracoli per vir-


solo giorno Pasqua, e non più
di tù delle sue reliquie. Nei luoghi in
nei giorni di Natale, di s. Giovan- cui è celebrato il suo culto, viene
ni Battista, delie feste dei martiri onorata agli i i digiugno.
e della Pentecoste, come prima era MAGRA. Fedi Fimes.
in uso. Gli altri canoni riguardano MACRA. Sede vescovile sotto la
molti punti di disciplina ecclesiasti- metropoli di Traianopoli, nella dioce-
ca, il pagamento decimeai mi-delle si di Tracia, eretta nel IX secolo.
nistri della Chiesa secondo le leggi Si chiamò anticamente Stagira o
divine e il costume immemorabile Orthagonria e fu la patria di Ari-
de'cristiani, sotto pena di scomunica, stotile. Si conoscono quattro de'suoi
e venne ordinata la celebrazione di vescovi, che ne occuparono la sede:
un sinodo nazionale ogni tre anni, Antioco che assistette al concilio del
il di cui giorno verrà indicato dal- ristabilimento di Fozio; Teodoro che
l'arcivescovo di Lione e dal re. Gon- fu trasferito alla chiesa di Laodicea;
trano confermò i canoni con un de- Nicone a quella di Jerapoli ed ;

creto. Reg. t. XII; Labbé t. V; N sedeva al tempo dell' im-


Arduino t. Ili; Diz. dei concilii. peratore Giovanni Cantacuzeno
Il terzo nel 624 o 627, nel re- Questa città fu eretta in arcivesco-
gno di Clotario il Giovane. Venne vato onorario ed era metropoli della
in esso confermata la regola di s. provincia del suo nome in princi-
Colombano e fu difesa dalle calunnie pio del secolo XIII, come apparisce
d'Agrestino, monaco di Luxeuil. Reg. dalla lettera circolare, che il Pon-
t. XIV; Labbé t. V; Arduino t. tefice Innocenzo III scrisse a* 19 a-
III. Il p. Mansi crede che questo prile 121 3 ai prelati d'oriente per
concilio sia stato tenuto nel 618 invitarli al concilio generale Late-
ovvero nel 620. ranense V. Oriens christ. t. I, p.
II quarto concilio venne celebra- i2o4; t. III, p. 990.
MAC MAC 97
MAGRA o MAGROS. Sede ve- ne di saviezza, e nel quale visse
scovile ed antica città della provin- come le altre religiose, guadagnan-
cia di Bizacena in Africa, oggi pic- dosi il vivere col suo lavoro, aven-
colo villaggio del regno di Tunisi. do dopo la morte di sua madre
Macra o 31acri fu una sede vesco- disposto de'propri beni in favore dei
vile della Mauritiana di Sitifì nell'A- poveri. Nell'ultima malattia fu vi-
frica occidentale, in cui vi fu pure sitata da s. Gregorio di Nissa suo
la sede episcopale di 3Iacnana, am- che la trovò coricata so-
fratello,
bedue suffraganee della metropoli pra un tavolato, benché estrema-
di Sitifi. Al presente Macra, Macren mente sfinita dalla febbre. Confor-
seu ^lacranìen^ è un titolo vescovi- tata dalle di lui esortazioni, rav-
le in partibiis, sotto l'arcivescovato vivò il suo fervore, e spirò placi-
pure in parlihiis di Setifo, che con- damente nel Signore. Il di lei cor-
ferisce la santa Sede, e ne furono po fu portato alla chiesa dei Qua-
gli ultimi a portarlo i seguenti pre- ranta martiri , eh' era un miglio
lati. Pietro Gory, dopo il quale il distante dal monastero, e deposto
Papa Gregorio XVI nel concistoro nel sotterraneo ov'era quello di s<

dei 24 febbraio i832 lo conferì a Emmelia. S. Macrina morì nel me-


monsignor Ermanno de Vicari di se di dicembre dell'anno 879, ma
Aulendorf in Svevia, vicario gene- la sua festa è celebrata da' greci
rale e canonico decano della me- e da' latini ai 19 di luglio.
tropoli di Friburgo, alla quale lo tra- MACULANI Vincenzo, Cardi*
sferì nel concistorode' 23 gennaio naie. Vincenzo Maculani da Fio-
1843. medesimo Pon-
In questo il renzola, castello della Lombardia,
tefice dichiarò vescovo di Macra situato alle radici degli Apennini,
monsignor Giuseppe Domenico San- nato da un genitore di professione
chez di Guadalaxara, arcidiacono è muratore, egli pure per alcun tem-
decano di quella cattedrale, dignità po occupossi nello stesso mestiere,
che gli furono conservate. finche chiamato dal Signore a ve-
MA CRINA (s.). Figlia maggiore stire l'abito di s. Domenico nel
di s. Basilio il vecchio e di s. Em- convento di Pavia, fece con gran
melia. Dopo
morte di suo pa-
la riputazione i suoi studi, e si rese
dre ella fece a Dio il sagrifìzio abile nella teologia e nella facoltà
della sua virginità, ed insieme con canonica , onde potè quindi inse-
sua madre si occupò nella educa- gnare le scienze nelle cattedre del
zione de' suoi fratelli e sorelle. Fra suo ordine, e soprattutto rendersi
i suoi fratelli si noverano i tre ce- singolare nella geometria pratica
lebri vescovi s. Basilio il Grande e nell'architettura. Per questa a-
di Cesarea, Gregorio di Nissa e
s. vendo particolare trasporto , fece
s. Pietro di Sebaste, i quali da lei tali avanzamenti, che fu riputato
appresero di buon'ora le massime per uno degli uomini più capaci e
della pietà cristiana. Le due pie più intendenti in quella scienza
donne fondarono due monasteri nel per cui mezzo si rese cognito ai
Ponto, l'uno per gli uomini , che principi , e gradevole al cardinal

fu governato prima da Basilio, poi Scaglia pur domenicano, che lo fe-


da Pietro; l'altro per le femmine, ce dichiarare inquisitore della fede
cui Macrina diede delle regole pie» prima in Pavia e poi in Genova*
VOL. XLI. 7
98 MAC MAC
Chiamato a Roma da Urbano Vili, ficio palazzo
cognata d. Olimpia,
la

fu da lui fallo procuratore gene- sebbene poi essa vi fece ritorno. Si


rale dell'ordine , e dal p. JNicolò trovò al di lui conclave e a quello
Ridolfl generale surrogato in sua di Alessandro VII, nei quali ebbe
•vece col titolo di vicario, in occa- gran numero di fautori pel ponti-
sione eh' egli intraprese la visita ficato. Quanlutique vecchissimo mai

de' suoi conventi nelle Gallie. Lo si dispensò da' digiuni e consuetu-


stesso Pontefice nel i632 lo di- dini del suo ordine. Ogni giorno
chiarò commissario del s. offiziu dopo aver dello le ore canoniche,
cospicua carica che esercitò con tale genuflesso recitava gli ulllzi della
felice successo ch'era considerato in Madonna, della ss. Croce, dell'An-
Roma come il più dotto teologo, gelo Custode, é de* morti giam- ,

il religioso più disinteressato, e il mai tralasciando la celebra/ione del-


ministro più savio che in allora la messa. Compassionevole co' po-
trattasse gli afiari della religione. veri, distribuiva loro generose limo-
11 timore di disgustare i grandi sine, quantunque fosse povero car-
non lo potè indurre giammai a dinale. Co' nemici ebbe ognora in-
lusingarli, ne a volere incontrare vitta mansuetudine, e co' domesti-
il loro genio con pregiudizio della ci si mostrò sempre pieno di cure
giustizia. Inoltre Urbano Vili nel paterne. Donò alla chiesa parroc-
1689 lo fece maestro del sacro chiale di s. Maria di Fiorenzola
palazzo, e nel 1641 a* io o 16 una croce co' candellieri di argen-
dicembre lo creò cardinale prete to, e alcune possessioni pel valore
del titolo di s. Clemente, e nel di seimila scudi, pel soslentamento
tempo stesso arcivescovo di Bene- del parroco e vantaggio della chie-
vento. Essendo vacante quella me- sa. Colla sua industria e prudenza
tropolitana da sei anni, e bisoguosa eatinse lo scisma eccitatosi nel suo
del pastore, zelantemente promosse ordine pei due generali eletti nel
colle opere e cogli esempi di vita capitolo di GeMiovn, e procurò con
edificante e pia la disciplina eccle- impegno che si convocasse il nuo-

siastica. Dopo un anno richiamato vo capitolo in Roma. Finalmente


a Roma, rinunziò la sua chiesa, fu d'anni oltautanove mori in detta
annoveralo alle congregazioni del città nel 1667, e fu sepolto nella
s. offizio, de' vescovi e regolari, del- chiesa di s. Sabina, senza memoria,
l' indice, e ad altre; indi ebbe la come avea ordinato.
commissione di portarsi a IMalta xMACZlEOWSKIo MARZIEOW-
ad oggetto di regolare le nuove SKI Berivardo , Cardinale. Ber-
fortificazioni di quell' isola. Nello nardo Maczieowski o Marzieow-
stato pontificio fece altrettanto nel- ski , detto pure Ciolek Macceonio,
la fortezza di Forte Urbano , in polacco e vescovo di Lucko , fu
quella di Castel s. Angelo e nelle destinato da Sigismondo IH re di
nuove mura di Roma, nelle quali Polonia ambasciatore a Sisto V.
in confronto de'gran lavori esegui- Trasferito quindi al vescovato di
ti , la spesa da lui falla fu assai Cracovia, e poi all'arcivescovato di
moderata, come dimostrò nel ren- Gnesna, Clemente Vili a' 9 giu-
derne conto a Innocenzo X, a cui gno 1604 lo creò cardinale prete,
persuase di allontanare dal ponli- norl del titolo de* ss. Giovanni e
MAC MAD 99
Paolo, ma sibbene di s. Giovanni dogli per dote il suo patrimonio.
a Porla Lnliiia. Paolo V lo decorò Consumato in fine da immense fa-
^ella dignità di legato a Intere, tiche in vantaggio di sua chiesa
per assistere alla celebrazione delle tranquillamente morì in Cracovia
nozze del detto con Costanza
re nel 1608, d'anni sessanta, e fu
d'Austria. Fu lodato per virtù sin- sepolto nella sua metropolitana, nel-
golari, per animo glande, assai de- la da lui fondata, olla
cappella
stro per negoziar trattati , onde quale vivendo avea compartito di-
nelle congiunture di guerra nella versi doni, ove gli fu eretta ono-

Polonia si mostrò ardentissimo ze- revole iscrizione. Zelatore del bene


latore del pubblico bene di sua de' polacchi, nelle rivolte contro la
patria : fu protetto! e del regno, e religione, per modo il par-
difese
alla sua autorità furono rimessi tito che Clemente VII!
cattolico,
tutti gli affari della Polonia. Inol- che l'avea conosciuto sino da quan-
tre si rese a tutti caro per affabi- do fu legato in Polonia, non si sa-
lità, cortesia e dolcezza di carat- ziava di encomiarlo.
tere, per la quale ammetteva pron- MADABA o MEDABA. Sede ve-
tamente air udienza chiunque an- scovile nella seconda provincia d'A-
che povero e plebeo , accordando rabia, nel patriarcato di Gerusalem-
ove poteva con gentilezza quanto me, sotto la metropoli di Bostra ,

gli veniva richiesto. Celebrò il con- nome che Girolamo spiega A-


s. ,

cilio provinciale in Petricovia, e nel quae dolorisi ed a' suoi giorni era
tempo della peste che atTlisse la fìorentissima. Situata al di là del
Polonia, le vedove, i pupilli, gl'in- Giordano, fu celebre per la vitto-
fermi, i religiosi e gli ospedali a- ria riportata da Gioab contro gli
-veano in lui un protettore ed a- ammoniti. Gli abitanti avendo uc-
morosissimo padre, che di tutto ciso Giovanni fratello di Giuda
generosamente provvedevaìi. Per la Maccabeo, quando andava nel pae-
speciale divozione verso s. Giacin- se de' nabatei o nabutei, ben tosto
to, si tratteneva sovente con dilet- i suoi fratelli Simone e Gionata ne
to nel convento de' domenicani, in vendicarono la morte, uccidendo i
compagnia di un solo sacerdote, figli di Jambri, quali conduceva-
i

recandosi co* frati alla mensa in re- no da Madaba la figlia di un prin-


fettorio, contento del semplice vitto cipe cananeo colla pompa nuziale.
della comunità; anzi se il superio- Ne fu vescovo Calmo che interven-
re faceva presentargli alcuna par- ne al concilio di Calcedonia. Sina
ticolar vivatida, egli senza gustarla sacra p. 109. Il padre le Quien,
la faceva passare alla tavola de'no- Orieris christ, t. Ili, pag. 771 5 lo
vizi, essendo assai sobrio e tempe- chiama Gajano del ^5ì, e lo di-
rante. Allorquando era vescovo di ce ordinato da AntipatrO metropo-
Lucko portavasi a piedi una volta litano di Bostra.
la settimana , con due sacerdoti, MADAMA. F. Dama.
a visitare la chiesa e il monastero MADARA o MADAURA o MA-
di s. Chiara di Tomba o Chiara- DAURUS. Sede vescovile della Nu-
tomba de' cistcrciensi, lunge un mi- midia nell'Africa occidentale, sotto
glio da Cracovia. Fondò in Lubli- la metropoli di Cirta, nello stato di
no un collegio ai gesuiti, assegnan- Tunisi, che fu patria di Apulejo.
lOO MAO MAD
Altri la pongono Ippona e Lam-
tra novizie. Quando la madre Anna di
besa. Fu città considerabile, ed avea s. Bartolomeo parli da Parigi per
una celebre accademia, nella quale recarsi a fondare le carmelitane di
studiò s. Agostino. Al presente Ma- Tours, suor Maddalena fu eletta
dara, Madauren^ è un titolo ve- a priora in sua vece; e terminati
scovile in parlibus dell'arcivescova- i sei anni di priorato fu incaricata
to pure in partibus di Cartagine, di parecchie commissioni impor-
che conferisce la santa Sede. tanti. Elia andò al monastero di
MADDALENA di s. Giuseppe Tours nel 161 5, e vi rimase otto
(ven.).Nacque a Parigi il 17 mag- mesi, per aiutare una novella prio-
gio iSyS, da Antonio Dubois si- ra nelle funzioni del suo ofilzio ;

gnore di Fontaines-Marans, e da nel 16 16 fondò le carmelitane di


Maria Prudhomme figlia del signor Lione; nel settembre 16 17 stabilì
di Fontenai. Allevata nella pietà, quelle della contrada Chapon ; fe-
cominciò dai piti teneri ad
anni ce fabbricare la chiesa , il coro e
appalesarsi avversa alle vanità mon- parte de' dormitorii di questo nuo-
dane, amante della preghiera e del vo monastero, e vi rimase influo
raccoglimento, inclinata alle auste- all'anno 1623, che fu eletta per la
rità corporali ed alla beneficenza. seconda volta priora del primo con-
Cresciuta cogli anni in queste san- vento. Si condusse con saggezza am-
te disposizioni, nulla più desiderò mirabile nella contesa che nacque
che di abbracciare la vita religiosa, tra i carmelitani ed i superiori ec-
e già pensava di entrare nell'ordi- clesiastici, riguardo governo del-
al
ne delie cappuccine che si fonda- le carmelitane. Fu grande sti-
in
va allora, quando il signor de Be- ma presso la regina Maria de Me-
rulle la persuase di entrare in quel- dici, ed altre principesse e dame
lo delle carmelitane. Suo padre di rango. Paziente nelle contrad-
non senti con piacere questa cosa, dizioni, umile negli onori, dolce,
perchè molto l'amava, e perchè la attiva, zelante nei suoi offizi , nou
credeva di una salute troppo deli- cessò mai di praticare austere mor-
cata per poter vivere in un ordine ad onta delle sue infer-
tificazioni
cosi austero. Nondimeno dopo aver- mità morì santamente il giorno
; e
la provata un anno intiero, accon- 3o aprile 1637. Nel 1647 si co-
sentì al partito ch'ella voleva pren- minciarono gli atti del processo per
dere. Allorché le venerabili madri la sua beatificazione, che per varie

Anna Gesù ed Anna di s. Bar-


di vicende rimase più volte sospeso. Si
tolomeo, degne compagne di s. Te- riprese nel 1779? e in capo a dieci
resa, vennero nei i6o4 a fondare anni Pio VI dichiarò che la madre
a Parigi il primo monastero delle Maddalena di Giuseppe avea pra-
s.

carmelitane di Francia, madamigel- ticato le virtù cristiane in grado e-

la di Fontaines-Marans vesti l'abi- roico. Le carmelitane del sobborgo


to religioso sotto il nome di Mad- di s. Giacomo di Parigi (ora chia-
dalena di s. Giuseppe. Ella si se- mate della contrada d' Inferno, per-
gnalò nel noviziato colla pratica e- chè abitano questa contrada, es-
satta delle virtù religiose, e fatta la sendo stato distrutto il loro mona-
sua professione agli 1 1 novembre stero e la chiesa durante la rivo-
i6o5, fu nominata maestra delle luzione), conservano il corpo di
MAD MAD loi
questa venerabile madre , e cosi filopoco gli sopravvisse. La sua
pure più di trecento lettere scritte morte si pone verso l'anno 685,
di sua mano. La madre Maddale- ed è onorato ai 3o di maggio.
na compose eziandio la vita di suor MADIR lo slesso che s. E-
(s.),

Caterina di Gesù, che fece profes- metero. Chelidonio (s.).


T^.

sione nel primo convento di car- MADITA o MAITON. Sede ve-


melitane, e vi morì giovane in odo- scovile della provincia d'Europa,
re di santità. nell'esarcato di Tracia, sotto la me-
MADDALENA, ordine equestre. tropoli di Eraclea, eretta nel VI
Giovanni Cliesnel gentiluomo bre- secolo, e che nel IX divenne arcive-
tone mosso a compassione della
,
scovile. All'epoca del VII concilio
frequenza de' duelli in onta alle generale, il vescovo Madita o di
leggi, con danno evidente dell'ani- Madyta lo era pure di Celes^ ed
ma e del corpo, nel i6i4 fece altri fecero un solo vescovato di
istanza a Luigi XIII re di Francia Madita e Gallipoli. Ne furono ve-
per istituire l'ordine de^ cavalieri di scovi]: Leonida che intervenne a
s. Maddalena, i cui cavalieri si ob- detto concilio ; Costantino che fu
bligassero con voto speciale a ri- a quello di Fozio ; Eutimio santo;
nunziare al duello, tranne il caso N sedeva sotto l' imperatore
dell'onore di Dio e del vantaggio Niceforo Botoniate; Teofane sulla fi-

del regno. Luigi XIII approvò il ne del secolo XII, sotto il patriarca
divisamento, creò cavaliere dell'or- Xifilino; N. uno de'metropolitani
. .

dine Giovanni, che compilò gli sta- che sotto r imperatore Michele Pa-
tuti e li fece stampare in Parigi leologo scrissero a Gregorio per X
nel 1618. L'ordine però non ebbe l'unione della chiesa greca colla
progresso. V, Duello. latina; Isacco viveva nel i34i e
MADELGEFILO (s.). Sembra 1347; 6 Giacomo che sottoscrisse
che fosse nato in Irlanda , e indi al concifio tenutosi contro gli er-
passasse in Francia con s. Furseo, rori de' palamiti , sotto il patriar-
nei viaggi del quale fu inseparabil ca Calisto. Oriens christ. t. I, pag.
compagno. Rapitogli questi da mor- ii4r-
te nel Ponthieu, si ritirò fra i re- MADONNA, Domina. Nome d'o-
ligiosi di Centulo o di s. Ricario, nore che si dava alle donne, quasi
da esso edificati cogli esempli delle mia donna. Donna e madonna vuol
sue virtù; ma essendovi egli tenu- dir padrona assoluta, e perciò si
to in troppa stima, temendo d'in- dice madonna per signora. Si dice
vanirsene, ottenne dal suo abbate poi ordinariamente Madonna la ,

di andarsi a nascondere nella so- Santissima Vergine Maria, Plrgo


litudine di Monstrelet , ove servì Deipara. Essa è pure invocata coi
Dio con nuovo fervore negli eser- nomi di Nostra Signora e Nostra
cizi della vita contemplativa. Ca- Donna. Fu la Beatissima Vergine
duto ammalato, fu soccorso dai anche appellata col semplice nome
monaci di s. Ricario, e da un santo di Domina. Nella Cronaca de* ve-
solitario inglese chiamato Vulgano, scoifi d' Upsal e nel Monasticon.
insiemeal quale visse poi stretto anglicano, più volte si legge Mis^
coilegami della più tenera carità. sa de Domina , alla quale voce
Vulgano morì prima, e Madelge- venne talora aggiunta quella di
109 MÀD
Nostra. Quindi viene prescritto nel- guardante la
MAD
famiglia preneslina
I
la regola di «. Torribio arcivescovo Terenzia, ove si legge Tatae, di-
di Lima, Offichim Dominae No* chiara non dovere recar maravi-
slrae dica tur dithus consuetis in glia la parola l^atae in vece di
hac E
però gli spagniioli
ecclesìa. Patri, sapendosi da Catone, De e-
dissero Nuestra Senora, gli italia- ducalione liherorum, che anche gft
ni Nostra Donna , ed i francesi antichi fanciulli dicevano Papa ,
Notre Dame. I Sani mariani nella Bua, Mamma. Il Cancellieri nella
Gali, christ. t. i83, scri-
II, instr. sua Lettera sull'orìgine della pa-
vono clie un Giovanni si denomi- rola DominuSf osserva che le ma-
nò dalla slessa Madonna, Johannes dri di famiglia furono chiamate
de Donina Maria thesaurarius An- Dominae, citando Svetonio, Teren-
tissiodorensis. II titolare di una zio e Virgilio che così le appella-
chiesa filiale fu di Madonna s. Co- rono. Madre spirituale, per coma-
lomba. Il Garampi nelle Memorie re, santola o Madrina (Fedi). Ma-
istoriche riporta diversi esempi, che dre è anche titolo che dà per si

madonne, cioè signore, furono dette venerazione alle monache. Abbia-


anche le monache, come quelle di mo dal Parisi, Istruzioni t. Ili, p.
Begno, le Clarisse ed altre; altre 20 e 98, che le monache benedet-
donne si dissero pure nobili ma- tine, o di altri ordini, di nobile
donne, e gran madonne, madonne condizione, si sogliono chiamare coi
contesse, gentil madonne, o gentil- titolo di Donna, e trattare coi ti-

donne o nobili donne. Il Parisi toliche aveano nello stalo secola-


nelle sue Istruzioni t. UT, p. 32 ; re. Aggiunge che alle monache ve-
parlando dei titoli Madama e Ma- late di primaria civiltà, o gradua-
donna, dice che madama è termi- te, si scrive Molto reverenda signo-

ne in origine provenzale appiccato ra donna o suora N. N., e che alle


addosso alle signore di alto afitu'e altre velate si dà il trattamento di
e alle stesse regine; e che nostri i Mollo reverenda madre ovvero Re-
primi scrittori, scolari de' proven- ve renda madre, e di Vostra Rive
zali, chiamarono le loro dame col renza o di Lei. Il medesimo Pa-
titolo dimadonna, che vale lo stes- risi nel voi. II, riportando il tito-

so che madame da madonna poi : lano da usarsi dai cardinali , av-


fecesi Monna e Mona, usale dal verte ivi ancora, che le monache
Bembo. P^. Donna. nobili hanno gli stessi titoli delle
MADRE, Mater. Femmina che loro famiglie: pone innanzi al
si

ha figliuoli. F. Figlio, Padre e gli nome della soprascritta Suor se è di


articoli che vi possono avere rela- ordine di frati, e donna se è di
zione. Mamma una voce fanciul-
è ordine di monaci. Che alle mona-
lesca, e vale madre, in latino Mam- che di case civili, in cima scrivasi
ma. Sì dice volgarmente Tata per Reverenda madrej in corpo Ella
padie, ma il Dizionario della Un- o Lei. Se sono abbadesse o supe-
gua italiana insegna che Taia e riore si scrive Molto reverenda ma-
Tato sono voci fanciullesche che , dre. Sì dice poi madre figurata-
vagliono fratello e sorella. Tutta- mente, di tutte quelle cose , dalle
volta il Cecconi nella Storia di Pa- quali per qualunque si voglia modo
lestrina yv'ì^ortando un' iscrizione ri- si tragga origine.
MAD MAD io3
Madre eli Dìo è la qualità che te condannato. Allorquando il con-
la Chiesa cattolica dà alla Beata cilio generale d' Efeso stabilì una
Vergine Maria. Dice il Bergier, che sola persona in Cristo e due n^i-
l'uso di qualificarla in tal modo ture, e che Maria Vergine dovca
provenne dai greci che la chiama- chiamarsi perciò Madre di Dio, giun-
vano TkeotocoSj nome che latini i to che fu in Roma il decreto del
espressero colle parole Deipara e concilio, vi fu ricevuto il giorno
Dei genitriX. Il concilio di Efeso di Natale con tanta gioia e uni-
(Fedi), nel 4^^ confermò questa versale acclamazione, che in questo
denominazione, ed il concilio di religioso clamore si aggiunsero alla
Costantinopoli (Vedi) nel 553 or- salutazione angelica parole: San" le

dinò che per V avvenire si nomi- eia Maria Mater Dei ora prò no"
nasse sempre così la Beata Vergi- bis, etc. nel pontificato di s. Cele-
ne. Questi due decreti vennero e- stino I. Il di lui successore s. Si-
manati onde por termine ad una sto III riedificò ed abbellì la ba-
lunga disputa e per distruggere
, silica di s. Maria Maggiore in Ro-
un errore. Allorché Nestorio eia ma, in onore della Madre di Dio,
patriarca di Costantinopoli, uno dei ed in memoria della condannala
suoi preti per nome Anastasio volle eresia di Nestorio.
sostenere in un sermone che non MADRID, Manina Carpentano^
doveasi chiamare la Beata Vergine rum, e poscia Majoritum ^eu Ma*
Madre diDio, ma bensì Madre di dritum. Città capitale della Spa-
Cristo. Avendo queste parole solle- gna e della provincia del suo no-
Tate tutte le menti , e prodotto me , nella Castiglia Nuova; resi-
dello scandalo, il patriarca prese denza del sovrano, delle primarie
le parti del predicatore, appoggiò autorità del regno e monarchia spa-
la sua dottrina , e fu perciò con- gnuola, e del capitano generale del-
dannato esso pure. In fitti per la Nuova Castiglia. E distante cen-
negare a Maria il titolo di Ma- toquindici leghe ed all' est-nord-est
dre di Dio è d' uopo sostenere, da Lisbona duecento quaranta
, e
come i gnoslic:i che il Figlio di
, leghe sud-sud-ovest da Parigi. È si-
Dio non ha vestito una carne rea- tuata presso la riva sinistra del
le nel grembo di Maria, e ch'e- Manzanares, piccolo torrente , che
gli è nato soltanto in apparen- vi si passa su due magnifici ponti,
za ; oppure insegnare, come gli a- e sollevasi 2,200 piedi sopra il li-

riani, che Gesù Cristo non è Dio, vello del mare, o 809 tese secon-
o pretendere che in esso vi sieno do de Humboldt ; latitudine nord
due persone, cioè la persona divi- 4o° 24' 57", longitudine est 6" 2'
na e la persona umana che per , 3o". La sua posizione, quasi nel
tal modo la divinità e V umanità centro della Spagna, è vantaggiosa
non sono unite in lui sostanzial- per l'amministrazione del regno.
mente, ma moralmente, eh' è que- Occupa molte colline poco alte
sta un'unione d'adozione di volon- ed ineguali, in mezzo di una pia-
tà, d'azione, di coabitazione, e non nura secca e nuda, ed è la più ele-
già un' incarnazione quanto : ciò è vata delle capitali di Europa. Il
l'eresiarca Nestorio dovette dire per Manzanares, torrente quasi a secco
difendersi, e per cui fu giustamen- in estate, è però assai importante
io4 MAD MAD
e pei che rende agli abi-
servigi Filippo V vi eresse il monte di
tanti, e perchè ne deriva al sud pietà per le anime del purgatorio,
della città il canale del suo nome, ed ottenne da Benedetto XIII la|
il cui compimento contribuirà mol- bolla Alias nomine^ de' 20 agosto'
to alia prosperità di Madrid; esso l 'jirj, Bull. Rom. t. XII, p. 247,
è attraversato da due bellissimi pon- nella quale il Papa ordinò a' ve-
ti di pietra , costrutti da Filippo scovi che raccomandassero questa
II e da Filippo V, il primo sulla pia opera, dichiarando invalido per
strada di Segovia, e l'altro all'ori- l'avvenire ogni testamento, in cui
gine della strada di Toledo, e per- non vi fosse qualche limosina per
ciò chiamato ponte di Toledo ; vi detto monte, concedendo indulgen*
si vedono anche tre altri ponti in ze a quelli della Spagna e delle
legno. Madrid ha un recinto mu- Indie che vi destinassero qualche
rato di circa una lega e mezza di legato pel maggior suo incremen-
circuito, con sei porte reali, ed un- to. In Madrid ebbero gl'ibernesi il

dici più piccole; le prime sono collegio di s. Patrizio, e gì' inglesi

quelle di Alcalà, Atocha, Toledo, il collegio di s. Giorgio, che nel


Segovia, s. Vincenzo e Foncaral. 1768 per disposizione del regio se-
La più ornata è quella di Alcalà, nato fu unito a quello di Valla-
perchè bellissima, avente la forma dolid. Vicino a Madrid esisteva
d'un arco trionfale, con architet- anche un ospizio addetto alla resi-
tura d'ordine dorico. In vicinanza denza de* minori riformati di s,
a questa porta evvi 1* arena , nella Francesco, detto di s. Bernardino,
quale si dà lo spettacolo tanto gra- per mantenere la comunicazione e
dito delle caccie de* tori. provvedere ai bisogni delle loro
Questa città è divisa in sessantadue Provincie nelle missioni. Questo o-
quartieri, e contiene 4^4 strade, tre spizio è stato conveiiiito in ospizio
grandi piazze e settantanove picco- de' poveri. La polizia non permette
le, trentatre fontane pubbliche ali- a veruno di questuare né per le
mentate da condotti sotterranei, che strade, ne per le case. Allorché i

la maggior parte conducono acque ministri di polizia che girano per la


leggere e buone dalle vicine sor- cittàtrovano qualche povero, stor-
genti. Contava negli ultimi tempi pi li conducono a questo
e simili,
diecinove parrocchie, sessantaquat- ospizio , ove sono provveduti del
tro conventi e monasteri, dei quali necessario, e vengono impiegati in
trenta di donne, dieci oratorii pub- lavorazioni di mano secondo la lo-

blici, dieciotto ospedali, tre ospizi, ro possibilità, e non


permet- gli si

uno de' quali per gli esposti fon- te più d'uscirne. Ivi sono botteghe
dato da Filippo IV, mentre quello di vari mestieri ed arti meccani-
per le donne incinte fu costruito che, ove tutti lavorano e si acqui-
da Marianna d^ Austria. Inoltre vi stano il necessario. Non è dimen-
sono venti caserme, tre case di re- ticata la parte morale e religiosa,
clusione per le donne, cinque pri- essendovi maestri , sacerdoti e di-

gioni, due teatri, diecinove stabili- rettori per r istruzione ed atti re-
menti di pubblica istruzione pei ligiosi.

due due biblioteche pubbli-


sessi, Vi sono ancora nell'antico re-
che ed un monte di pietà. Il re cinto di Madrid alcune strade stret-
MAD MAD io5
te e tortuose, ma si può dire che Filippo IH; vi si conservava pure
le altre strade sono in generale la spada di Francesco I, ma il ge-
dritte, larghe e pulite, ed illumi- nerale francese Murat nell' impa-
nale di notte da lanterne laterali. dronirsi di Madrid nel 1808, la
Alcune di esse poi sono bellissime; prima cosa che fece si fu il por-
quella di Alcalà dicesi non aver tarsi nell'arsenale, e presa detta spa-
l'eguale in Europa per la sua lar- da la mandò subito a Parigi a Na-
ghezza, lunghezza, e per essere inol- poleone. Vicino al palazzo reale
tre perfettamente dritt?i , abbellita Ferdinando VII fece fabbricare una
da belli edifizi bene livellati ; di magnifica scuderia, nel campo chia-
fronte vi possono passare venti car- mato del Moro, nella quale nei
rozze: la strada di Alcalà è anche giorni di gran gala si ammirano
abbellita con diversi viali con al- quarantotto cavalli graziosamente
beri, dalla porta di Alcalà sino al disposti, attaccati in tre copie ad
gran fabbricato della dogana. Le otto ricche carrozze, che servono
altre rimarcabili strade sono quella per la famiglia reale; i quali ca-
di Ortaleza, la grande strada che valli ad un tempo stesso, unita-
porta i nomi di Monterà e di Red- mente girano, entrano ed escono
s. Luigi, la strada Mayor, e quella insieme nella medesima scuderia
di Atocha, non che la strada detta senza recare il menomo disturbo gli

largo di s. Bernardo, che incomin- uni agli altri : questa scuderia è te-
cia nella piazza di s. Domenico e nuta per una delle pili belle di Eu-
giunge alla porta di s. Bernardo. ropa, Nella piazza del palazzo reale
Le case sono in generale alte, di si è nuovamente fabbricalo il gran
un'architettura semplice ed unifor- teatro detto dell'Oriente, e dicesi

me, aventi quasi tutte finestre con forse il primo d'Europa per la sua
grate e balconi sporti in fuori nel magnifica architettura e vastità. La
primo piano; quelle dei grandi e piazza del palazzo di città, piccola
dei ricchi non si distinguono dalle ma regolare, è decorata da una
altre che per la maggiore loro e- bella fontana, le cui sculture alle-

stensione; conviene però eccettuar- goriche rappresentano le armi di


ne alcune che per la loro archi- Castiglia e di Leon ; in questa piaz-
tettura meritano il nome di palaz- za di città esiste ancora il forte
zi : tali sono quello del duca di dove stette prigioniero il re di Fran-
Liria di architettura dorica, quello ciaFrancesco 1. La piazza Mayor o
di Aliami ra, quello di VMliahermo- grande piazza, situata presso a poco
sa, e quello di Veraguas, che di- nel centro della città, assai fre-
cesi appartenere ai discendenti di quentata, e dove si tiene granil

Cristoforo Colombo. Le più belle mercato nei giorni di Natale, dove


piazze sono quella del palazzo del si riunisce il più stimabile di tut-
re, grande, quasi quadrata, e ador- te le Provincie di Spagna; è un
na da un lato da una facciata del parallelogrammo di 474 piedi di
palazzo, e dall' altro dall' arsenale, lunghezza, e 334 <^' larghezza, es-
grande edifìzio, in una delle sale sendone piedi I536 la circonferenza;
del quale si osservano diverse an- è cinta questa piazza da un portico
tiche armature e fra le altre quel- sostenuto da pilastri di pietra, che
le di Carlo V, di Filippo li, e di sos^tengono case di cinque piani con
io5 MAD MAD
appartamenti, tutte di bella ed u- Porta del Sole. Terminati I tumul-
iiiforme architettura, e che forman- ti delle comunità j questo castello
do un colpo d'occhio sorprendente, e questa porla furono distrutti per
sono gran comodo per le passeg-
di allargare ed appianare la strada,
giate però da un lato debbonsi rico-
: restando luogo il nome che tut-
al
struire le case in pietra. A questa tora conserva di Porta del Sole.
piazza mettono capo otto principali Nel decorso dell'anno i mercati si
strade, e diverse fontane e statue vi tanno in diverse piazze, che han-
sono simmetricamente disposte. la no le coperture di cristalli, onde
mezzo ad una delle facciate evvi la preservare tanto le mercanzie che
Panederia, casa regia ove il re e la i compratori dalle intemperie del-
sua famiglia si portano onde assi- l'atmosfera , e principalmente in
stere a quelle feste pubbliche che quella detta de la Cevada,
quivi si danno in circostanze me- Il solo pubblico passeggio della
morabili. Carlo III eresse in questo città PradOj che trovasi nella
è il

edilìzio raccademia della storia. Si parte orientale, e che ha una lun-


ricostrussero recentemente i lati della ghezza considerabile, non però cor-
piazza JMayor, che formano l'ango- rispondente alla sua larghezza: es-
lo della strada di Toledo, e che so è magnifico, ameno e adorno
un incendio aveva distrutti nel i ygS. di viali di alberi e di molte bel-
Conviene pure nominare la pic- le fontane, dovendo la maggior
cola piazza della Puerta del Sol, parte de' suoi abbellimenti a Car-
al termine della strada d' Alcalà e lo IV, ed a Ferdinando VII; è
nel centro delle strade commercian- questo un luogo di ricreazione as-
ti; essa è moltissitpo frequentata, sai frequentato specialmente la sera,
particolarmente la mattina dagli o- l^assato l'ospedale degl'italiani, e ver»
ziosi, dagli stranieri e dai commer- so il Prado, vi è la gran piazza
cianti. In questi ultimi tempi spes« dolio Spirilo Santo j al presente chia-
se voltesi è parlato del luo^o della mata delle Cortes^ nella quale si é col-
Porta del Sole, come sito di con- locata la statua colossale diCervantes,
degno de' malcontenti e macchina- celebre scrittore spagnuolo ed auto-
tori di novità, focolare e vivaio di re del famoso romanzo Don Chi-
tutte le commozioni politiche che sciotley precisamente incontro al con-
sconvolsero questa capitale illustre. vento de' cappuccini , monumento
Quanto all'origine del luogo, è a magnifico ed uno de' principali che
sapersi che nel tempo de'tumulli che adornano Madrid. I passeggi di las
furono suscitati dalle comunità di Delìcias, dietro la porta di Atocha
Castiglia ne'primordi del secolo XVI, al sud, consistono in molti viali di
la città per assicurarsi dai masna- alberi, che si estendono sino al Man-
dieri e partigiani di dette comuni- zanares; esistono inoltre molti al-
tà che infestavano le strade, fece tri pubblici passeggi nuovamente
scavare un fosso da quella parte nel- costrutti. È rimarcabile la nuova
la quale oggi si vede l'ospedale del- passeggiata che incomincia dalla por-
la corte, e fabbricare un castello, ta di Becoletos sino alla fonte Ca*
nella porta del quale, che serviva steglana, ove si è ancora fabbricata
d'ingresso alla città, sulla sommità una magnifica fontana, colla statua
fu dipinto un sole, onde fu detta della regnante regina Isabella lì: di
MÀD MAD 107
là segue anche la passeggiata sino ta, avente 47^ p'^dl di lunghezza
alnuovo Ciambeiì, borgo nuova- per ogni lalo, mollo restando a fa«
mente fabbricato, già assai popola- re onde compir gli edifizi che de-
to e con sua chiesa parrocchiale. Nei vono accompagnarlo. L'architettura
dintorni di questa capitale vi sono è bellissima, quantunque un poco
passeggiate bellissirae, e le strade so- pesante; n'è ammirabile la cappel-
no pulitissime, pei condotti sotterra- la. Al di fuori Io adornano buoni
nei che ricevono tutte le immon- bassirilievi , e nell' interno quadri
dezze, non essendo a ni uno permes- di gran maestri e belle pitture. Il

so gettare nulla per le finestre, ne Bueti-Redro è un altro palazzo rea-


fare CDse impolite. I conventi e le le fondato da Filippo IV, e che oc-
chiese di Madrid non presentano in cupa insieme co' suoi giardini una
generale quel lusso architettonico Tasta estensione nella parte orien-
e quegli adornamenti che si osser- tale della città. L'edifizio principa-
vano in molle altre città della Spa- le molto vasto,
n* era bellissimo e
gna ; il maggior numero non si di- e giardini vedevansi perfettamen-
i

stingue che per la estensione degli te disegnati, e bellamente adorni


edifizi, per qualche mausoleo e qua- e diposti ; ma il tutto fu danneggia-
dro, e per alcuni altri ornamenti to durante il soggiorno che vi fe-

interni. Merita però di essere cita- cero ora le truppe francesi, ora le
to monastero delle salesiane, fon-
il spagnuole e le inglesi, non essendo-
dato da Ferdinando VI, e destina- si pur anco restaurati che i giar-
to all'educazione delle nobili don- dini ; vi si stabili un serraglio, e
zelle: la bellezza deirarchileltura e vi si pose la statua equestre in
la dovizia degli ornamenti di que- bronzo di Filippo IV, la quale fu
sto edifizìo attestano il gusto e la poi trasportata sulla gran piazza del-
potenza del suo fondatore, di cui l' Oriente.
ammirasi nella chiesa il mausoleo Gli altri pubblici edifizi che ri-
in marmo, come pure quello della chiamano l'attenzione per la loro
regina sua sposa. Vanno pur^ ricor- archileltura ed utilità sono: il bel
dali il convento e magnifica chiesa fabbricato del museo, ove si riunì
de'minori osservanti detta s. Fran- recentemente una collezione di qua-
cesco il grande; il collegio imperia- dri (jli scuole diverse, e molte ope-
le dei gesuiti con bellissima chiesa, re di scoltura antica e moderna;
e la facciala del convento di s. Guela- quello del giardino botanico, che
no. 11 palazzo del re, uno dei più bel- rinchiude una biblioteca, e dove si
li dell'Europa, è situato nella parte danno lezioni di botanica e di ar-
occidenlale di Madrid, sopra un' al- chitettura; quello del museo delle
tura, in prospetto della bella campa- scienze naturali, ricco di minerali
gna della Casa real del campo che e di piante, e dove ha sede l'acca-
sta sulla riva destra del Manzanares. demia delle arti di s. Fernando, fon-
¥\x rifabbricato da Filippo V sul luo- data da Filippo V nel 174^: qui-
go di quello che un incendio distrus- vi si fanno le annuali esposizioni dei
se nel 1734; il disegno n'era assai quadri ed opere di architettura e
più esteso, ma non si costrusse che di scultura; il palazzo d'uno dei
l'edifizio principale, in marmo bian- duchi d' Alba, ove si stabih il mu-
co, di figura perfettamente quadra- seo reale dell'artiglieria ; l'osservato*
io8 MAD MAD
rio nuovamente restaurato; l'ediG- nnn/.c dall'aprile i835 si vanno
zio delle poste costrutto sotto il re- pub!)licando in Roma dagli Annali
gno di Carlo III; la dogana fonda- delle scitnze religiose^ e nel voi. XX
ta dallo stesso sovrano
1769, nel a p. 382 e seg. dell'indice se ne leg-
e elle contiene ramministrazione dei ge il novero. Nel voi. XVIll poi dei
tabacchi, quella della lotteria, e gli medesimi Annali, a p. 94 si legge
iilfizi delle rendite provinciali ; il va- quanto segue. » /iccadfniia di scien-
sto ospedale generale fondato da ze ecclesiastiche inMadrid. Desi-
Filippo II, e dove si stabilì la scuo- derosi di adempiere, per quanto ci
la di medicina e di chirurgia; l'o- è consentito, le parli del nostro of-
spizio di san Fernando, in favore fizio, ch'é di far conoscere lo stato
dei poveri d'ambo i con odi-
sessi, attuale della teologica letteratura,
cine di lavoro; la caserma delle non abbiamo lasciato di mira VAc-
guardie dei corpo, le belle scuderie cadeniui delle scienze ecclesiastiche
reali, la stamperia reale, l'ediQzio di Madrid, la quale fu fondata col
ove stanno riuniti i consigli di Ca- perverso intendimento di sostenere le
stiglia, delle Indie e delle finanze, dottrine contrarie alla vera indipen-
quello della compagnia delle Fi- denza della Chiesa, e favorevoli al
lippine, quello della compagnia dei giansenismo e alle ingiuste pretensio-
Gremios, la prigione di corte, e l'a- ni della potestà secolare. Quello in
meno casino della regina, nuova- effetto è stato il centro da cui si dif-
mente ristaurato. Gli stabilimenti fusero come raggi gli errori che
scientifici o di pubblica istruzione hanno con sì terribile scompiglio
i più importanti sono, indipenden- turbata la Chiesa spngnuola ; e là
temente da quelli già citati, l'ac- convengono gl'ipocriti nemici della
cademia delle scienze, fondata nel cattolica disciplina per affilare il col-
1714 da Filippo V; il collegio rea- tello omicida, con cui feriscono il

Je di s. Isidoro, stabilito nel 1629 cuore istesso della Chiesa, ch'è l'a-
da Filippo IV, e dove s'insegnano postolica Sede di Pietro. E non vo-
tutte le scienze utili; il collegio dei gliamo, or che ci torna opportuno,
nobili ; il deposito idrografico del- lasciar di tri bui re le meritate lodi
la marina reale, una prezio-
coni ai compilatori dell' intrepido gior-
sa collezione di carte ed una bi- nale il Cattolico di illadrid, che
blioteca ; la reale biblioteca di spia e mette al giorno le macchi-
200,000 volumi, con un gran nu- nazioni di quella perfida congrega,
mero di manoscritti arabi preziosis- collaquale gueneggia animoso, e
simi, ed un gabinetto di medaglie ne rifrena baldanzosa arroganza.
la

e di antichità; la biblioteca di s. Dal cominciar dell'ottobre 1842


Uidoro di 60,000 volumi ; una ìnsìno al luglio del seguente anno,
scuola di che fa grandi
litografia svariati furono gli argomenti che
progressi. La società economica, sta- gli accademici discussero con isleale
bilita da Carlo IH nel 1775, è al- ostentazione di malsana dottrina.
tresì interessante per le opere che Li accenneremo rapidamente, per-
pubblica allo scopo d'incoraggiare chè troppo rileva il conoscere le
l'industria e l'agricoltura. Avvi an- mene de'nostri nemici **.

cora l'accademia delle scienze eccle- Madrid non ha manifatture i

siastiche, i risultati delle cui adu- cui prodotti possano alimentare il


MAD MAD 109
commercio esteriore : non vi si porrano a livello de' loro modelli.
fabbricano che oggetti di puro La popolazione è un miscuglio di
consumo locale, che sono anche spagnuoli di tutte le provincie,
hmge dal bastare ai bisogni; evvi d' italiani , francesi e tedeschi ;

una manifattura reale di tappeti, quindi diversi sono i costumi, i

ed eravene una di porcellana, i gusti e le abitudini. Vi si amano


cui edifizi rovinarono durante le in generale i divertimenti che of»
ultime guerre straniere: il commer- frono le riunioni chiamate ter-
cio un tempo era importantissimo. tullias, delle quali i giuochi, la
Veniva in passato il trafìico quivi conversazione, ed un poco di mu-
con grande monopolio, e
esercitato sica formano tutta l'attrattiva. Le
da tre sole compagnie, eh' erano passeggiate ed i teatri vedonsi assai
la banca di s. Carlo per conto frequentati ; ma ciò che tutte le
regio, a cui era devoluto tutto il classi amano con entusiasmo, sono
commercio del Messico, del Peri:i, i combattimenti de'tori, scene cru-
e delle Indie; la compagnia delle deli che costano la vita a molti
Filippine^ compagnia di particolari animali, e procurano qualche volta
che si appropriavano il ricco com- mortali ferite agli uomini che li

mercio di queste isole; e la com- combattono ; feste sanguinarie, ri-


pagnia dei Greniios, che si compo- provate dall'umanità. Madrid gode
neva dei cinque principali ordini di un cielo sereno e di una pura
di negozianti, ed abbracciava tut- atmosfera; tranne nella primavera,
to il commercio interno ed ester- vi piove di rado. L'inverno è sec-
no, avendo case figliali in tutti i co e freddo, quando il vento vie-
principali porti della Spagna, tanto ne dal nord-ovest. Gli abitanti so-
in Europa, quanto in America. no più. di 320,000. Madrid fu la
Questa interessante capitale, seb- culla di Filippo HI, di Carlo li,
bene non mollo grande, è bel- di Luigi I , di Ferdinando VI, di
la nel suo complesso, e ricca in Carlo HI, tutti re di Spagna, co-
molte delle sue parti. La rese piti me pure di molti cospicui perso-
polita e decente il magnanimo Car- naggi distinti nelle dignità eccle-
lo IH: il di lei sovrano residente, siastiche, nelle armi, scienze ed
per la sua formidabile potenza, arti. Tali sono d. Fedro de Here-
vanta vasi un tempo che il sole dia, uno de'conquislatori dell'Ame-
non tramontava giammai ne' suoi rica ; Francesco Ramirez generale
stati. Madrid non offre al certo, che contribuì a toglie-
d'artiglieria
come una volta, quell' aspetto di re Granata ai mori ; Rui Gonzalez
movimento che non uvea per og- Clavijo ambasciatore alla corte di
getto che il piacere; è del tempo Tamerlano, e che pubblicò una
che si incominciò a sentire il bi- pregiata relazione del suo viaggio;
sogno ed il gusto del lavoro; gli Alonzo de Ercilla, Lopez de là
artisti ed operai d'ogni genere più Vega Carpio, Tellez, Calderon de
non isdegnano le opere straniere; la Barca, Antonio Zamora, Giusep-
essi mostrano disposizir^ni
in vece pe Canizarez, Ferdinando di Mo-
eccellenti onde imitarle, e questa ratin, poeti e letterati ; Lanchorez,
fortunata emulazione dà la lusinga Luigi Fernandez, Fedro de Obreion,
che col tempo e la tranquillità si Fedro Nunez, Francisco Canilo, i
no MAD MAD
fratelli Veìasquez, pittori ec. Il tenne un concilio con molli prelati.
l*apa s. Melciiiacle africano eletto nel Applicaronsi a rinnediare alla igno-
3 II, alcuni spagnuoli lo credono ranza degli ecclesiastici di Spagna,
nato Madrid, ove ancora nacque
ili la quale allora era tale che appe-
la regina che regna Isabella II. na se ne trovarono alcuni che iu-
Madrid comprende nel suo circui- tendessero il latino : erano ordi-
to il luogo della Manina Carpen- narie loro occupazioni la crapula
tanontm romani, ch'era una
dei e le dissolutezze. Concil. t. XIV;
piccola città ben fortificata, e il Aguirre t. III.

capoluogo dei carpenlani o carpe- Nella guerra tra Carlo V im-


tnni. Alcuni autori la dicono fon- peratore e re di Spagna, e Frau-
data dai mori o saraceni, ed altri cesco I re di Francia, questi fu
dai visigoti. che un vii-Non fu fililo prigione presso Pavia a' if\.

laggìo per molto tempo, accresciuto febbraio dell'anno i 725. Il re fu


appunto colle rovine di Mantua condotto prigioniero nel castello di
degli antichi, oggi villa Manta, Madrid, e ne uscì Tanno appresso
che n' era una sola lega distante, col trattalo concliiuso in questa
Sembra che abbia preso il no- città a'r4 gennaio
526, lasciando 1

me di Madritum o Majoriluni al due figli in ostagi^io. Questo luogo


principio del medio evo, ed era ch'era stato dato in proprietà agli
poco importante sotto i re di Ca- arcivescovi di Toledo, nel 563 fu 1

stiglia, altri dicono regio ca-


la da Filippo II fatto capitale del suo
stollo. Nell'anno io85, sotto il regno e residenza della coite, a
regno di Alfonso VI
re di Ca- cagione della sua posizione nel
stiglia Leon, dopo la capito-
e di centro della Spagna ,
quindi di-
lazione di Toledo,, che i mori ventò la primaria città della va-
orcupavano da prima, tutta la sta monarchia spagnuola. Durante
nuova Castiglia si arrese al celebre la guerra della della successione, nei
Rodrigo, che nominato fu il Cid, primordii del secolo XVllI, Ma-
che poi divenne sposo di Chimene, drid si apertamente in
dichiarò
della quale ucciso avea il padre, favore di Filippo V. Dipoi Napo-
Allora Madrid piccola piazza, de- leone essendosi immischiato nei tor-
stinata ed essere un giorno capitale bidi interni che avvennero nella
di tutta la Spagna, cadde per la Spagna nel 1807, fece quindi oc-
prima volta in potere de' cristiani, cupare Madrid dalle truppe fran-
I mori se ne impadronirono e la cesi nel 1S08; il 1 maggio di
saccheggiarono nel 11 09; ma ne quest'anno i francesi furono costret-
ristabilirono poscia le fortificazioni, ti di respingere colla forza gli at-
dandole il suo nome attuale re i tacchi reiterati degli spagnuoli, e
di Castiglia. Uno di questi, Enrico parziali combattimenti sangninosis-
III del 1390, la riparò, la in- simi accadeltero in molte delle sue
grandi, ed aggiunse delle torri ai strade.In fine la calma ristabilita,
suoi bastioni. Rimase tuttavia lun- il 20 luglio seguente, Giuseppe
go tempo in uno stato di medio- Bonaparle fece il suo solenne in-
erita. Il cardinal Roderico Borgia gresso in questa città, come re di
poi Alessandro VI, come legato del Spagna ; se ne allontanò per altro
Papa, l'anno i473 in gennaio vi il 27 dello stesso mese, e non
MAD MAD III'
rienlrovvi che il 5 dicembre, me- dello collegio imperiale de'gesuiti,
diante la capitolazione seguita nel ivi si trasferì il capitolo della col-
giorno innanzi, restandovi sino ai legiata a celebrarvi i divini uffizi.

1812. Dopo la battaglia di «Sala- La chiesa matrice Madrid è


in
manca, gli vennero
anglo-ispani quella di s. Maria, come più anti-
ad occuparla, ma
furono ben tosto ca ; non ha però altro capitolo che
scacciati dall'armata francese, che quello dei beneficiali parrocchiali,
non laido a ritirarsi verso la Fran- Nella strada chiamata la Carriera

eia. Avendola occupata le Cortes, dì s. Girolamo^ una delle princi»


nella spedizione del /823 destina- pali della capitale, vi è |a basilica
ti a pacificare la Spagna francesi,
i di s. Pietro e s. Paolo, alla quale si

sotto gli ordini del duca d'Angou- è aggiunto 1' ospedale così dello
léme, passala la Bidassoa a'7 apri- degl' italiani , lutto di proprietà
le, occuparono di nuovo Madrid della santa Sede, e di giurisdizio-
ch'ebbero per capitolazione, e quin- ne ecclesiastica del Papa, la quale
di consegnarono a Ferdinando VI 1. viene esercitata dal nunzio aposlo-
Dopo la morte di questo principe lieo -pro 'tempore. Questa chiesa,
avvenuta nel i833, Madrid molte benché piccola, è assai bella e ric-
volte divenne preda alle civili dis- camente provveduta di lutto il
sensioni e alle calamità d' ogni necessario, con rendite proprie della
specie che desolarono la Spagna. Sede apostolica. In essa si fanno
La città di Madrid è nell'arci- tre volte la settimana esercizi spi-
diocesì di Toledo, essendo le prin- rituali dalla congregazione dello
cipali sue chiese, oltre le nominate Spirito Santo, una delle più anti-
di sopra , quelle di sani' Isabel- che e più ragguardevoli di Madrid.
la, di san B^ancesco di Sales, di In questo ospedale fu alloggiato il
san Girolamo , di san Giovan- b. Lorenzo da Brindisi, allorché
ni, dell'Incarnazione, ec. , splen- quale ambasciatore della lega cat'
dide per archilettnra e dipinti, e Alemagna cou'
tolica de'principi d*
ricche di ornamenti ; la sontuosa tro Vunìone protestante al re Fi*
chiesa di s. Isidoro de'gesuiti ne- lippo III, dimorava in Madrid. Fu
gli ultimi trambusti fu distrutta allora,che qual generale dell'ordi-
,

al modo che dicemmo nel voi. ne de* cappuccini fondò al mede-


XXX, p. 128 del Dizionario. La simo la provincia di Castiglia. In
chiesa di s. Martino, e quella di dello ospedale si conserva ancora
s. Pasquale non esistono più: pe- l'appartamento, donde il beato
rirono nelle guerre francesi sotto con diversi cappuccini della pro-
Napoleone, e la seconda sorgeva vincia di Valenza fattivi venire
nella piazza d'Oriente, vicino al per la fondazione, passarono pro-
palazzo reale. Magnifica è la cap- cessionalmente al primo e nuovo
pella di s. Isidoro agricoltore nella convento fabbricato dentro il pa-
chiesa parrocchiale di s. Andrea, lazzo del duca di Medinaceli, in
ed in essa vi si conservava nella quel tempo nominalo protettore
sua integrità il corpo del santo a- dell'ordine de'cappuccini in Ispagna
gricoltore. In delta cappella era la in perpetuo. Il beato fu il primo
collegiata, ma trasportato il corpo ch'ebbe il titolo di grande di Spa-
di s. Isidoro nella chiesa del sud- gna di prima classe, grado che
112 MAD MAD
fu concesso a lui ed a tufti i pogno, che in seguilo lutti furo-
suoi siicccisori nllorcliù tlimorano no cardinali, e l'ultimo Papa. Ri-
nella Spagna, con tutti gli onori, tornato alla patria ebbe dappri- ,

distinzioni e prerogative annesse ma un canonicato, indi il decanato


alla gerarchia de'grandi del regno. della sua chiesa, di cui nel iSSg
Hiporteremo la seguente statisti- da Paolo HI fu eletto vescovo,
ca della città di Madrid, fatta nel per r opera da lui egregiamente
principio del corrente secolo ; ma prestata nella battaglia di Pavia
è noto come per le vicende poli- contro i francesi, laonde di soli
tiche tante sono variate,
cose si 27 o 28 anni si trovò principe
massime ciò che riguarda il clero e vescovo di sua patria, e nel
e principalmente il regolare d'am- i5/|2 fu pur fatto amministratore
bo i sessi. Una collegiata con ven- di Bressannone. Nel governo di que-
tiquattro canonici, sotto la giuris- ste chiese egli diede illustri con-
dizione dell* arcivescovo di Toledo. tassegni di pietà, di zelo, di dot-
Parrocchie 11. Cappelle pubbliche trina e di ecclesiastica magnifi-
19. Komitorii Conventi di
10. cenza. Inoltre ebbe grande impe-
religiosi 36. Monasteri di mona- gno per far rifiorire gli studi e
che 32. Religiosi i844- Monache le lettere non poco trascurate in
91 5. Ecclesiastici secolari 1697. quel tempo, dichiarandosi più coi
Avvocati 671. Notari pubblici 268. fatti che
colle parole mecenate
Procuratori 91. Serventi nei tri- de*letterati. La divozione che pro-
bunali i35o. Medici 1 58. Chirur- fessò alla Beata Vergine fu vera-
ghi 614. Speziali 82. Veterinari mente singolare, sia Dell'osservare
129. Pittori 616. Scultori i3o. per amore di lei un digiuno ed
Incisori i23. Architetti 172. Ar- un'astinenza quasi perpetua ; sia
tigiani e manuali 18,669. Com- pei doni preziosi a Loreto al san-
mercianti 35 r. Mercatanti 1091 ; tuario di s. Casa, nella quale fece
loro inservienti I 12,000. Militari abbellire di eccellenti e vaghe
di guarnigione 10,876, al presente pitture e di eleganti ornamenti la
in maggior numero. cappella del s. Rosario. Gettò la
MADRINA . Mater lastrica , prima pietra ne' fondamenti della
Matrina. Madrina o matrina o san- chiesa dedicata parimenti alla Ma-
tola o comare, donzella o donna donna di Loreto fuori della città
maritata che tiene un bambino al di Spoleto, posseduta dai religiosi
sacro fonte battesimale, od a cre- barnabiti, a cui donò due grandi
sima. V. Padrl\o, e Comare; Bat- candellieri di argento, e contribuì
tesimo, Confermazione, e Matri- somma considerabile di denaro per
monio § IV, quanto all'impedimen- la fabbrica della medesima. JNè
to per la parentela spirituale. minore fu la premura che mostrò
MADRUCCl Cristoforo, Cardi- per l'esercizio delle cristiane virtù,
nale. Cristoforo de' principi o ba- e soprattutto della carità e miseri-
roni Madrucci di Trento, condotto- cordia verso i miserabili, a' quali
si aBologna per applicare agli distribuiva larghe e copiose limo-
studi, ebbe per compagni Alessan- si ne, avendo a questo fine donate
dro Farnese, Ottone TruchseSj molte migliaia di scudi al cardi-
Stanislao Osio, ed Ugo Boqcom- nal Osio^ ch'egli pure quanto ave-
MAD MAD ii3
va distribuiva a' poveri. Informato restituì ad Farnese in
Ottavio
Paolo 111 di sì cospicue doti, e nome del re di Spagna, tranne la
sollecitato dall'imperatore Carlo V fortezza. Intervenne come principe
a crearlo cardinale, ciò fece riser- dell'impero al congresso tenuto in
bandolo in petto, e dopo due Ausburgh per causa di Massimilia-
anni pubblicandolo nel i544 a'2 no 11 eletto re de' romani, dove
giugno dell'ordine de'diaconi ; eb- insieme con altri cardinali, com-
be poi in diaconia la chiesa di s. pose la controversia tra quel prin-
Cesario. Trasferito da Pio IV al- cipe e Pio IV per la formola dei
l'ordine de' preti ebbe per titoli solenne giuramento da prestarsi da
quelle di s. Grisogno e s. Maria cesare al Papa. Dopo aver eserci-
in Trastevere, donde passò ai ve- tato con gran fama la legazione
scovati di Albano, Sabina e Pa- della Marca e quella di Ascoli,
lestrina, che sotto s. Pio V cambiò condottosi a Tivoli per godere della
con quello pure suburbicario di compagnia del cardinal Luigi d'E-
Porto. Si trovò prima ses-
alla ste, e respirarvi un'aria piti salubre,
sione del concilio generale di Tren- vi spirò l'anima nel iSyB, a* 5
to, celebrata nella sua cattedrale luglio , cioè nello stesso giorno
l'anno i545, a cui intervenne aii- in cui era nato, in età d'anni
Cora regnando Giulio III e Pio sessantasei , e dopo trentasei di
IV, e dopo la mentovala sessione cardinalato. Intervenne a con-
sei
fo da Carlo V spedito a Roma davi, e fu chiamato il gran car-
con felice successo, per ottenere dinaie di Trento. Dopo
tre anni
dal Papa soccorsi nella guerra trasferito il suo cadavere incorrotto
contro i protestanti. Dopo due an- a Roma, ebbe sepoltura nella chie-
ni, cioè nel 548, intraprese il viag-
1 sa di s. Onofrio, dove al destro
gio di Spagna in compagnia di Iato della cappella di sua famiglia
Massimiliano nipote di Carlo V ,
vedesi alla sua memoria stabiUto
il quale conducevasi colà per ispo- un nobile ed elegante avello, col
sarà la regina Maria ; indi accolse busto del cardinale espresso al vi-
con reale magnificenza in Trento vo in finissimo marmo. Gli scrit-
Filippo II redi Spagna, col quale tori di que' tempi sono concordi
si trasferì nelle Fiandre. Ne'ponti- nel riconoscere il merito sublime
ficati di Giulio IH e Marcello II di questo porporato, chiamandolo
venne incaricato di gelosi e gra- tutti difensore acerrimo della re-
vissimi affari, prima in Siena che pubblica cristiana, splendore d'I ta-
ne! i555 preservò dal sacco minac- iia e di Germania , e decoro del
datole dal duca Cosimo 1 -, indi in sacro collegio. II Fleury lo dichia-
Milano, dove facendo le parti di vica- ra nemico delle dispute, d'ottimo
rio di Filippo II, tolse la città e la e sicuro consiglio, e senza difetti,

fortezza dalle mani de' francesi, e tranne quello aver seguito cie-
di
lo stesso fece in Cremona, quale camente gl'interessi di Carlo V. Il
cinse di mura e di baluardi, e vi p. Gaspati domenicano pubblicò
compose le discordie ch'eransi ac- in Venezia nel 1763 una difesa in
cese tra Sforza e Girolamo, ambe- favore del cardinal Madrucci, coa-
due della famiglia Pallavicino. Quin- '
tro Natale de'Conti ; e Girolamo
di passò in Parma e Piacenza che Tarlarotti nel tomo 111 delle No-

I5crb«iinn<w^, TO
ii4 MAD MAD
tizie storico 'Critiche della chiesa della Germania, ed altri illustri per-
di Trento parie I, ci dio alcu- sonaggi della stessa nazione, per
ne memorie spettanti a questo car- gravi motivi, nel secondo grado di
clinale. aflinità e consanguiuità per con-
MADRUCCI Lodovico, Cardi- trarre matrimoni. Molto operò il
i

nale. Lodovico Madrucci di Tren- cardinale in si importantissima mis-


to, nipote del precedente, per la sione per la Sede apostolica e per
sua prudenza, dottrina, probità di la cattolica religione. Successiva-
vita, e gravità di costumi, nel 1378 mente ottenne da Clemente Vili,
succede allo zio nella cattedrale di nel 1597 il vescovato di Sabina,
Trento, e fu pur vescovo di Bres- ove nell'anno stesso celebrò il si-
sannone. Già Pio IV siuo dai 26 nodo, e poi nel 1600 quello di
febbraio i56i l'avea creato cardi* Frascati. Qual cardinale e designa-
naie diacono, dandogli per diaco- to vescovo di Trento intervenne a
nia la chiesa titolare di s. Calisto, quel concilio ed ivi fu
generale,
forse perchè presso quella di s. Ma- uno promotori per
de' più zelanti
ria in Trastevere che godeva lo zio ;
la concessione del calice ai boemi,
indi Sisto V lo trasferì alla chiesa ma senza effetto. Essendo slato de-
di s. Onofrio, donde passò ai ti- putato insieme col cardinale di Lo-
toli di s. Anastasia e s. Lorenzo in rena a formare il decreto della re-
Lucina, secondo il Morelli, De s. sidenza de' vescovi, ebbe il dispia-
Calisto p. i3, che lo dice anco ve- cere di vederlo male accolto dalla
scovo di Albano. Gregorio XIII maggior parte de'padri di quel vene-
nel i58i lo deputò legato a late- rabile consesso. Si trovò eziandio
re prima in Germania contro gli presente a sette conclavi, ne' qua-
eretici che infestavano quella regio- li pel sovverchio suo attaccamento
ne, e poi nel i582 all'imperatore alla casa d'Austria ed ai monar-
Rodolfo li, per assistere con lui alla chi di Spagna, si rese odioso a
dieta di Augusta, come quello che molti. Era a parte degli intimi sen-
era noto abbastanza per la destrez- timenti di Filippo li re di Spagna,
za nel trattare gli affari piìi gra- intorno ai soggetti che potevano
vi e gelosi di quell'epoca. Il prin- sublimarsi al pontificato. Laonde
cipale scopo di questa legazione fu qualche volta si servì della sua au-
di unire i principi tedeschi a favo- torità con sì grande eccesso, che
re del re óì Spagna contro i ri- molti il chiamarono più tiraimo
belli delle Fiandre, che divenuti in che moderatore de' conclavi. Quan-
gran parte eretici fomentavano gli tunque fosse uLtaccatissimo alla ca-
ugonotti di FVancia. Nel tempo sa d'Austria, si suscitarono uou
stesso il cardinale fu inviato a tut- pertanto tra lui e l' arciduca Fer-
te le altre terre e città soggette al dinando, figlio dell' imperatore Fer-
dominio con facoltà am-
di cesare, dinando I, non lievi dissapori che
plissima di procedere contro ve- i giunsero a far nascere in Trento
scovi infetti d'eresia, dalla sentenza non piccolo fermento a pregiudizio
di morte in fuori ; il perchè fu di- del porporato, il quale restò sopito
chiarato commissario della santa Se- dopo morte dell'arciduca per au-
la
de, e inquisitore contro l'eresia, con torità di Rodolfo U. Meritò il car-
autorità di dispensare coi princìpi dinale che come allo zio gli fosse
MAD MAD i5
coniata una medaglia colla propria contrario a quanto scrive il po-
effigie, ambedue riprodotte dalTU- co esalto Mallinckrot ne'suoi Car-
gbelii neW Italia sacra. Compì la dinali tedeschi a p. 192, il quale
carriera del viver suo in Roma ai ci fa sapere, ch'essendo la di lui
2 o 20 aprile 1600, in età assai madre savoiarda, ed il cardinale
avanzata, dopo trentanove anni di amicissimo degli italiani, e in ma-
cardinalato. 11 suo cadavere fu tu- niera particolare de'veneziani, era
mulato nella cappella gentilizia in anziché di genio tedesco, francese,
s. Onofrio, ove alla sua memoria per cui non avea grande affetto
venne eretto un elegante monu- per que' di sua nazione, laonde eb-
mento, col suo busto espresso assai be a soffrire da Massimiliano d'Au-
al vivo in prezioso marmo. L'im- stria fratello di Rodolfo II alcune
mensa sua generosità verso i mi- traversie ; essi tuttavolta invano
serabili, e i grandi aiuti prestati a si opposero all'elezione di Carlo
favore del suo diletto gregge, gli Emmanuele nipote del cardinale,
procacciarono il glorioso titolo di in coadiutore al vescovato di Tren-
padre de' poveri. to. Non mancò il cardinale di man-
MADRUCCl Carlo Gauhenzio, tenere con gravità e splendore la
Cardinale. Carlo Gaudenzio de'ba- dignità della porpora, come lo fe-
roni Madrucci nobili di Trento, ce vedere nella legazione, che con
pronipote e nipote de'cardinali Cri- regia magnificenza sostenne nel 161
stoforo e Lodovico, insigne non alla dieta delT impero. La morte
meno per le doti del corpo che recise in Roma, dove sosteneva le

dello spirito, e per una singolare parti di ministro cesareo, lo sta-

erudizione, passò i primi anni di me di sua vita nel 1629, in età di


sua giovinezza negli eseVcizi mili- seltant' anni e venticinque di cardi-
tari, ma poi per propria inclina- nalato. Ebbe sepoltura nella chiesa
zione, o per seguire le esortazioni di s. Onofrio, nella cappella di sua
del cardinale suo zio, vesti l'abito famiglia, senza alcuna memoria,
clericale , e avanzatosi per vari tranne quella che si legge in una
gradi di prelatura, fu promosso da piccola lapide, posta sul vestibolo
Clemente Vili nel 1600 al vesco- della stessa cappella, la quale ac-
vato di Trento sua patria; poscia cenna averla egli abbellita e per-
od istanza dell' imperatore Rodol- fezionata, episcopus inchoavit^ car-
fo II, il medesimo Papa a' 9 giu- dinalis perfecil anno i6o5, come
gno- i6o4 lo creò cardinale prete, riporta l'Ai veri, Roma in ogni sta-
conferendogli per titolo la chiesa io tòm. II, 288, in un all' iscri-
p,
di s. Cesareo, donde poi passò al zione in cui si dice che Clemente
vescovato di Sabijia. Si trovò pre- Vili dichiarò l'altare privilegiato
sente ai conclavi di Leone XI, Pao- pei defunti. Grande fu l' amore e
lo V, Gregorio XV, ed Urbano la venerazione ch'ebbero per que-
Vili; e per la soavità e candore sto cardinale il sacro collegio e
de' suoi costumi, per la sua splen- diverse nazioni. Urbano Vili che
didezza ed affabilità cogli amici, lo amava teneramente, ne pianse
e generosità verso i poveri, si fe- vivamente la perdita, come fecero
ce amare non solo dal clero, ma i romani, quasi tutti i forestieri
ancora dal popolo. Ciò sembra dell' alma città, e i ministri delle
ii6 MAE MAE
corone a' quali tal morte riuscì di usato il primiero titolo di Altezza
estremo rammarico. (Fedi). Gli i.tati d'Orleau» non vol-
MAESTÀ*, Majestas. Apparenza lero che la regina Caterina de
e sembianza che porta seco vene- Medici fosse chiamata maestà La .

razione e autorità, quindi il Boc- segreteria imperiale per antichissi-


caccio pone insieme in suo discor> ma costuincinza era solita trattare
so la maestà, le corone e regni. i i re di Francia col titolo di Sere-
Si disse poscia la maestà dell' im- nissimo o Sfrenila i^^^edi). Ma nel
perio, e questo divenne titolo d'im- trattato di Westfalia i plenipoten-
peratori e di re. Maestà, carattere ziari imperiali convennero trattare
di grandezza e di superiorità, die il re di Francia di maestà, per non
distingue una cosa degna del no- ricevere dai ministri francesi quel-
stro culto , ed appartiene per ec- lo di Altezza imperiale. Da questo
cellenza al solo Dio, Dwina Ma- tempo si è introdotto che sovra- i

jestas, Si dà agli imperatori ed ai ni si trattano indistintamente col


re il titolo di maestà, ma in un titolo di maestà, quante volte bari
senso più limitato. Il Parisi nelle quello di re. Fra gli spagnuoli Fi-
sue Istruzioni tom. 33, sul Ili, p. lippo II fu ilprimo che avesse ti-
titolo Maestà scrive quanto segue : tolo di maestà j e dopo introdotto
>s II maestà davasi al po-
titolo di tra le teste coronate tal trattamen-
polo romano, 1. 7, § i^ff. de capt. to, a' principi reali dettesi quello
et postlini. rev. Cic. pari. orat. 3o di altezza, la quale in appresso
et de Orat. num. 9, et de Inveii. divenne reale. Al principe di Con-
2. Gl'imperatori se lo presero per dè piacque di essere Altezza sere-
sé, come si vede in molti luoghi nissima. Lo Czar (Fedi) di Mo-
del codice Giustinianeo; e Tribonia- scovia, che chiamavasi granduca,
no per frontespizio alle leggi pose prese il nome d'Imperatore (Fe-
iniperatoriani niajestatent , che fu di), e per tale anche è stato rico-

anche detta regia majestas, men- nosciuto. Ma alcune di queste mae-


tre il nome di Basileus (Rex) fu stà hanno un loro particolare di-
dato agli imperatori romani prima stintivo. L* imperatore ( cioè quello
e dopo la divisione dell'imperio. de'romani ) è maestà Cesarea ( Fe-
II Mabillon, De re dìploni. lib. Il, di Cesa-Re), il re di Francia è
cap. 6, § 5, osserva che questo ti- maestà Cristianissima (Fedi), il re
tolo fu anche dato al Papa ed agli di Spagna è maestà Cattolica (Fe-
arcivescovi, massime nel secolo XI: di), il re d' Ungheria è maestà A-

Adriano IV lo dette al doge di postolica (Fedi), e siccome l'impe-


Venezia in un breve riferito dal- ratore d'Austria è pure re d'Unghe-
l' Ughelli, tom. V, p. 11 28, ediz. ria, usa tal titolo; ed il re di Por-

1. Ne' tempi susseguenti la maestà togallo è maestà Fedelissima (Fe-


era propria del solo imperatore di). Gli altri Re (Fedi) sono mae-

de' romani : i re li chiamavano stà reale o maestà regia. L'ag-


vostra Altezza , vostra Serenità y giunto di sacra giustamente si at-
vostra Grazia. Luigi XI fu il pri- tribuisce a'principi cristiani, unti
mo che comunemente fosse trattato con rito sacro, e decorati di abiti

Ciò non ostan-


col titolo di maestà. e di titoli ecclesiastici, come osserva
te anche da molti re dopo lui fu Sinforiano Camperio , nella Cro-
MAE MAE 117
nologia de re di Francia". Note- die il maestà
titolo di il a Carlo
remo che Giulio Ottonelli è auto- Calvo re Francia; più tardi e
di
re del Discorso sopra l'abuso di nel secolo XIII Ivone di Chartres
dire, sua santità, sua maestà, sua a Filippo IV il Bello. Nel prece-
altezza, senza nominare il Papa, dente secolo XII, Ugo conte di
V imperatore, il principe , Ferrara Champagne, notò in fine di una
i586. Si fa uso altresì del termi- lettera che avea fatta sigillare, .«-
ne di maestà in un significato più gillo majestatis nostrae. Alcuni pre-
esteso, per parlare cioè delle per- tesero che Carlo Magno fosse il pri-
sone ed anche delle cose che atti- mo covrano
che venisse onorato
rano l'ammirazione, ed alle quali col titolo di maestà, e che questo
dobbiamo rispetto o venerazione medesimo titolo sia stato dato ai
ed in questo significato dicesi , la re in conseguenza d'un sinodo di
maestà dt'I parlamento, la maestà Worms, tenuto da detto impera-
di questo augusto consesso, ec. Ed tore; ma notammo di sopra che
è nel medesimo significato che fu n'erano stali fregiati gl'imperatori
da principio dato il titolo di mae- romani, e nelle iscrizioni lapidarie
stà alla repubblica romana. frequente è la formola Devotus Nu'
Borgia nella
Il Breve istoria mini Majestatìque ejus. Nota il
p. i56, coH'autorilà del citato Ma- Cancellieri ne* suoi Possessi a p.
billon , dimostra che il titolo di 93, che l'imperatore Carlo fu il V
maestà fu talvolta usato coi ro- primo ad avere il titolo di maestà.
mani Pontefici, arcivescovi, vesco- Al gransignore o imperatore dei
vi, ed anche con principi non in- turchi, il titolo di maestà fu dato
signiti di real esempi
dignità. Gli la prima volta nell' indirizzo della
prima del secolo XI sono più rari, gran consulta di stato tenutasi gli
ma nel secolo XII si osservano più 8 maggio 1840 questa dunque è
:

frequenti, ed a quelli che il Ma- la prima volta che al sultano fu


billon adduce, va aggiunto il di- dato il titolo di vostra Maestà, an-
ploma del re Guglielmo il Malo, ziché di vostra altezza. Un erudi-
cioèGuglielmo I re delle due Si- to articolo sul titolo di Maestà
cilie. E poi quasi singoiare quello si legge nel Dizionario delle ori-
di Bruno vescovo Lingoniense, il gini: ne riporteremo qui appresso
quale benché si sottoscrivesse hu- le cose principali.
milis praesul, pure nel testo di un Orazio diede il titolo di maestà
suo atto dà a sé stesso il titolo di ad Augusto. Ai re di Francia fu
maestà, nostrani adicns majesta- dato pei primi a Carlo VII e a
tem. Nel secolo XII dierono il ti- Lodovico XI, sebbene nelle azioni
tolo di maestà, Ugo di Soissons e solenni vuoisi usato anche sotto le
Pietro abbate di s. Remigio, scri- due prime dinastie, massime quan-
vendo Papa Alessandro HI; Ste-
al do i re sedenti in trono cogli or-
fano di Tournai al Papa Lucio III, namenti reali presiedevano agli stati
ed Arnaldo di Lisieux non solo generali del regno riuniti in par-
lo die ad Alessandro III, ma pure lamento. Si crede che re di Na- i

ad Ugo arcivescovo di Rouen. Pri- poli e duchi di Milano nelle lo-


i

ma assai di questa epoca, e nel ro lettere, dessero al re Lodovico


secolo IX, il Piipa Giovanni Vili XI il titolo di maestà. Si dice che
il 8 MAE MAE
Sebastiano fu il primo re di Por- do r imperatore Leopoldo I eretto
togallo che ottenesse il titolo eli il ducato di Prussia inregno ed a
maestà, datogli per prima volta la favore dell' elettore marchese di
da Filippo 11 Spagna nel
re di Brandeburgo, questi nel 1701 ot-
1576: il successore cardinale En- tenne col suo trattato colla Fran-
rico solo assunse il titolo di altez- cia , che questa corte e quella di
za; e quando Antonio priore
d. Spagna gli accorderebbero in av-
di Cralo fu proclamato re a San- venire il titolo di maestà.
tarem, i vassalli, i gentiluomini e Maestà si chiamavano i taber-
i cavalieri gli giurarono Fedeltà ,
nacoli posti per le strade in for-
trattandolo però col semplice ti- ma di cappellette. Il Garampi nelle
tolo d'altezza, forse per non mo- Memorie isteriche riporta diverse
strarsi di quel titolo debitori al re erudizioni su questa specie di mae-
Filippo 11. Prima di quest'epoca stà.Dice dunque che il Petrarca
Ferdinando V ed Isabella I erano usò majeslade^ e fr. Guittone nia-
solo chiamali altezza, così il loro jeslatej cioè, così intesero chiamare
genero Filippo I padre di Carlo V. quelle immagini o tahernacoli che
Da questo si vuol dedurre la con- ornati d' intorno a guisa d'altarino,
seguenza, che Carlo V fu il primo o stanno affisse a' muri delle stra-

che assumesse il titolo di maestà, de e chiese, o anche sono porta-


non già come re di Spagna, ma tili e diconsi volgarmente maestà-
;

quale imperatore. Tultavolta si os- diy come rappresentanti l' immagi-


serva che Ferdinando V ed Isabel- ne di Cristo o de' santi, che sotto
la I all' epoca della scoperta del un tal nome già sovente s' inten-
nuovo mondo, in corte e nelle let- devano, come può vedersi presso il
tere furono trattati col titolo di Ducange. Nell'inventario de' beni
maestà. Anzi leggo nel Compagno- della chiesa di s. Michele de' 22
ni, Reggia picena p. Soy, ch'en- maggio 1290, esistente nel libro
trando in Macerata Alfonso V re degli Estraordinari del capitolo di
d'Aragona e di Sicilia, nel i44^ Città di Castello, si annovera unum
fu acclamato con rzV^ la sacra cereuni consuetuni accendi ante ma-
maestà. Altre volte parlandosi ai jestatem. Nel testamento di Gian-
re d'inghillerra , si apostrofavano nino del fu Ugolinuccio abitante
col titolo di vostra grazia: Enri- nel castello di Montefiore, diocesi
co Vili fu il primo che usò il ti- di Rimini, fra gli altri legati uno
tolo di altezza , poscia quello di se ne osserva di questo tenore;
maestà ; che Fran»
però si vuole Item reliquit et jussit, quod in nia-
Cesco I pel primo
chiamasse il così jestate de Plano porte Burghi dicti
re d'Inghilterra nell'abboccamento castri Montisflar. pingantur figure s.
del i520. L'imperatore Massimi- Marie, et s. Joannìs de suis deija-
liano II non dava al suo cugino riìs prò merito anime sue. Ileni re-
Filippo li, ch'era capo di tutta la liqnit diete majestati unum sesta-
famiglia austriaca, se non il titolo riunì grani prò alimento pauperuni
di serenità. Filippo II poi trattato Chrisli etc. Il testamento è de' 19
col titolo di maestà dalla sua terza febbraio i35o, nel qual tempo era
moglie Elisabetta di Valois, rispon- già in costume il dipingere le im-
dendogli la chiamava altezza. Aven- magini de' santi sopra delle porte
MAE MAE 119
<ìelle citfù o castella. Ne' libri delie sotto ladipendenza della sacra con-
lifòrmagioni di Perugia del i388, gregazione degli studi tranne le ,

p. 65, si stabiliscono cerli palii da maestre pie e pontificie la cui casa


darsi loco ninesfafìs de Folta o , prin(i[)ale in Roma è a s. Lucia
sia Mncslati gloriosissime Firginìs de' Ginnasi, e quelle di Castel Gan*
de Vollaj, anzi vi si nòmina Rector dolfo, che dipendono àsAV Elemosi-
et guardianus diete maeslatis de niere del Papa al quale arti-
,

Folta. Nella chiesa della Beala Ver- colo dicemmo che tale prelato
gine di Chartres, dice Moleon nel eia prima il superiore di tutte le
suo Viaggio liturgico p. 227, che maestre pie dello stato pontificio ;
vi è un piccolo velo violaceo, lar- ed eccettuale ancora le maestre
go ed alto circa un piede, sospeso pie fondate dalla Venerini, che di-
ad una cordicella di sopra dell' al- pendono dal cardinal protettore.
tare, su cui è rappresenlalo Gesù Le più antiche maestre pie di Ro-
Cristo in croce, il qiial velo si chia- ma, cioè maestre delle scuo-
le

ma maestà o divina maestà, moje' le regionarie sono quelle sogget-


,

stas, divina mnjestas. te all'elemosiniere, perchè istituite


MAESTRE PIE, Magistrae piae. nel i655 sotto Alessandro VII ,
Donne oneste, istruite e virtuose |)ermezzo del suo maggiordomo
che in Roma e in molti luoghi dello Girolamo Farnese romano, di che,
stato pontificio (sono sparse anclie come dello stato presente di esse,
in diverse parti del mondo, per lo se ne tratta nel voi. XXI, p. i(j6,
più sotto altre denominazioni, co- 173 e 174 del Dizionario. Ivi pure
n)e dicesi ai rispettivi luoghi), ed trattammo delle maestrepie pontificie
ordinariamente vivono in comunità delTistilulo della Filippini. Del locale
col vincolo di una perfetta carità, ora occupato dalla casa principale,
soggette ad una superiora, ed os- risiedendovi la superiora generale,
servanti opportuni regolamenti, ve- ne parlammo pure alla biografia
nendo anco chiamale Maestre san- Ginnasi Domenico, cardinale, che
te per la loro edificante vita. Ve- l'edificò.Di questa bella istituzio-
stono con semplicità e modestia ,
ne il Piazza nel suo Eusevologio
cioè di scotto o saia nera senza ne parlò nel trat. I, cap. II, e nel
ornamento alcuno. Presiedono alle trai. IV, cap. XVII. Va però av-
scuole delle donzelle, cioè insegna- vertito che per distinguere questo
no ad amare e servire Dio, la dot- istituto dagli altri di cui andiamo a
trina cristiana, leggere e scrivere, parlare, siccome la loro casa prin-
le cose principali d'una civile edu- cipale fu già a s. Agata nel rione
cazione, ed ogni sorta di lavoro Monti, vennero chiamate volgar-
manuale, convenevole alle donne. mente le Maestre pie de' Monti.
Le donzelle sono ricevute gratuità- Le altre scuole sono ai Crociferi,
niente, ma di ci vii condizione; le a s. Carlo a' Calinari, in Trasteve-
convittrici pagano gli alimenti. Tut- re, in Borgo nuovo, a piazza Bar-
te le maestre pie nello stato pon- berina ed in via Belsiana.
tificio,mantenute dalle rispettive La buona serva di Dio Rosa
cornimi, ove mancano altri mezzi Venerini, nata in Viterbo nel i656,
pel loro sostentamento, sono sog- dotata di molte virtù, ivi a'29 a-
gelte ai rispettivi ordinari locali, gosto i685 apri una scuola per le
Ì20 MAE MAE
fanciulle, aiutandola nell'opera il p. tanza dell* istituzione, richiesero con
Ignazio Martinelli gesuita, col per- premura le scuole Venerini. Per
messo e patrocinio del cardinal Ur- cui Rosa si portò a fondarne nel-
bano Sacchetti vescovo zelantissimo le diocesi di Civita Castellana, di
di quella città (non del cardinal Su tri Bagnorea; indi si pro-
e di
Facchinetti, come alcuni recente- pagarono nell'Umbria e nelle Mar-
mente scrissero, seguendo altri, il che. Clemente XI a mezzo dell'e-
quale mai fu vescovo di Viterbo lemosiniere Alessandro Bonaventu-^
ed era morto). Quindi pel frutto di ra, che col p. d. Domenico Lon-r
questa scuola il cardinal vescovo ed gobardi de'pii operari ne aveva
il successore cardinal Andrea San- j)arlato al Papa, bramò che l'isti-
tacroce, obbligarono Rosa di aprire tuto si fondasse anche in Roma,
nella diocesi viterbese altre scuole. giacché dopo la morte del cardi-
Il cardinal Marcantonio Barbarigo nal Barbarigo le aveva raccomaur
vescovo di Montefiascone e Corne- (late al vescovo successore Seba-
to, dopo di avere appreso da Ro- stiano Pompilio Bonaventura fra-?
sa stessa, e a voce e in iscritto, il tellodel suo elemosiniere arcive-
saggio sistema del suo istituto, vol- scovo di Nazianzo. Si legge pertan-
le che aprisse e propagasse nella to a p. 57 della P^ita della ser-
sua diocesi tali scuole, che riusci- va dì Dio Lucia Filippini, che
vano di tanta gloria di Dio, e van- questa recatasi in Roma per cor-
taggio spirituale e temporale delle rispondere agli ordini del vescovo,
donzelle. Le scuole di Montefiasco- che aveagli comunicati i desideri
ne la fondatrice le apri per mez- del Pontefice e del fratello, aprì
zo della virtuosa donzella Lucia la prima scuola presso monaste- il

Filippini: il cardinale pose all'isti- ro delle monache dello Spirito San-


tuto un grande affetto, e fissò l'a- to, nella parrocchia di s. Lorenzo-

bito delle maestre pie. La Vene- Io nella via delle Chiavi d'oro, nel
ri ni slimava fosse piìi necessaria la 1707; ed il concorso delle romane
educazione delle donzelle civili; la zitelle fu grandissimo, come il suc-
Filippini opinava per le più pove- cessivo frutto, per cui ben presto
re: quindi nacquero due istituti di fu chiamata col nome di Maestra
maestre pie, utilissimi ambidue al- santa, e maestre sante furono det-
la religione e alla società. Vegga- te le maestre che la successero.
si la Vita (iella serva di Dìo Lu- Dimorò Lucia in Roma dal mese
cia Filippini superiora delle scuo- di maggio fino al dicembre, quan-
le pie fondale dal cardinal Mar- ti© gl'interessi delle scuole di Mon-

cantonio Barbarigo nella sua dio- tefiascone ve la richiamarono. Pri-


cesi j e propagatrice dell' ìsdluto ma di partire vestì maestra Mar-
nella città di Roma, scritta da gherita Setoli, che poi fondò le

Francetco de Simone de'pii ope- scuole di Orte e di Giove. Consi-


rariy Roma 1732. Il cardinal Bar- derando poi che per la sua gio-
barigo pose le sue maestre pie sot- ventù Margherita non avrebbe po-
to la direzione de' padri pii opera- tuto sostenere tanta fatica, da Vi-
ri, uno de' quali è direttore di tut- terbo fu chiamata in Bioma nel
te le scuole a loro sottoposte. Al- dicembre stesso Rosa Venerini, co-
tri vescovi comprendendo l'irapor- me maestra più antica, e ne||qi
MAE MAE 121
spli'ifo dell' istituto assai avanzala, andiamo qui appresso a ripor-
acciò colla sua virtù e zelo accie- tare.
ditasse la scuola. Ma queste due Clemente XI volle pure in Roma
donne egualmente zelanti della le scuole pie , e vi si portò una
gloria di Dio e della salute delle maestra della scuola di Montefia-
anime, quantunque si avessero pro- scone a farne la fondazione. Rosa
posto Io stesso fine differenti ne , si recò a visitarla, né potè appro-
furono i mezzi, come già abbia- vare, perchè il metodo non era
mo indicato. Intanto Rosa fondò quello da lei concepito e pratica-
in Roma, secondo le sue idee, due lo in tanti luoghi.Per comando
fioritissime scuole per le fanciulle pertanto del medesimo Papa, nel
civilicon molto profitto, e si trat- 17 12 aprì secondo il suo sistema
tenne nella città dal dicembre al la prima scuola Roma, che ora
in
marzo. Dopo la sua partenza le trovasi scuola madre in via Cesa-
scuole diminuirono, onde monsi- rini presso la chiesa del Gesù, e
gnor Alessandro Bonaventura ot- nel 17 16 ne aprì altra presso s.
tenne dal fratello vescovo di Mon- Tommaso in Parione. Roma risen-
tefiasGone due maestre di quelle tì subito gli effetti benefìci dell'a-
scuole, le quali corrisposero egre- pertura di queste due scuole: nu-
giamente, e ben presto dell' istitu- meroso fii il concorso di fanciulle
to di Lucia furono aperte delle anche nobili onde trarne profitto,
scuole a beneficio delle fanciulle. e le maestre colla loro esemplari-
Essendo caduta inferma Lucia nel tà, ed acconcia maniera d' istruire
1726, e crescendo il male, nel 1729 meritarono il bel titolo di maestre
monsignor Saverio Albini arcive- sante. Visitate da cardinali ed al-
scovo di Atene, allora elemosiniere di tri personaggi, anche Clemente XI

Benedetto XIII e poi di Clemente le onorò di sua presenza, accompa-

XH, la invitò per meglio curarsi a gnato da otto cardinali e dalla sua
recarsi in Roma nel Conservatorio corte. Fu tale la soddisfazione del
de' ss. Clemente e Crescenti/io det- Pontefice, che dopo di avere udito
to delie Zoccolelte [Vedi), di giu- le dispule della dottrina cristiana,
risdizione del prelato elemosiniere. e rilevato i saggi della civile istru-
Lucia bramosa di soff^iire ripugna- zione nei lavori, benignamente ri-

va air invilo, sebbene il conserva- volto alla Venerini ,


gli disse :

torio fosse governato da due mae- con queste scuole voi ci saiitifica-
stre del suo istituto in qualità di su- rtte Roma. Ordinò a monsignor
periore, eia persuase a venire in Ro- Alessandro Bonaventura suo ele-
ma un sacerdote de'pii operari. Do- mosiniere di soccorrere e promove-
po aver consultato medici e i i chi- re tali scuole, come quello ch'era
rurgbi, ritornò in Montefiascone, ed benemerito «Iella loro introduzio'ne
ivimorìsantamenlea'25marzoi732, in Roma, protestando eh' egli le a-
venendo sepolta nella cattedrale. vrebbe sempre protette donò alle :

Fin qui il de Simone nella vita donzelle una medaglia d'argento,


di Lucia Filippini; ma siccome di maggior dijimelro alle maestre,
lullociò viene con qualcbe diver- e alla fondatrice una corona bene-
sità narrato nel libro intitolato : detta /// artica lo moriis. Il suo
lie^ola dell' islitiUo Veneriiiiy lo successore Innocenzo XIII tenne in
131 MAE MAE
gran conto la Venerini e le di Monlefìascone. Accresciute in Roma
lei scuole, laiche mentre era vesce- le maestre pie, pel zelo e cura dì
vo in Viterbo soleva cliiainarla monsignor Nicola Saverio Albi-
siia coadinlricc nellt guida delle ni arcivescovo di Atene, eleinosi-
aninie al ciclo. Progredendo Ifi due niere pojitificio , e guardarol)a
scuole Venerini in Roma, e tutte di Clemente XII, dipoi Clemente
le altre fondate da lei, fu solle- XI II col breve Experienlia rcnini
cita di stabilirle in modo che tutte ofiinìiun niagislra satis docuìt, degli
le scuole, tanto aperte che da a- 8 settembre 1760, tornò a pub-
prii-si, un sol corpo,
formassero blicare le regole per le maestre
con un medesimo metodo e siste- pie, e le munì di sanzione aposte-
ma, presiedute e governate da lica. Il breve, le regole per le

ima superiora generale, e tutelate maestre pie , ed il regolamento


da un cardinale protettore, alla particolare delle scuole di Roma
cui autorità tutto fosse subordinalo, che stanno sotto la direzione dei
essendo mente della fondatrice che padri pii operar!, si leggono nel
il padre spirituale, dove sono col- Bull. jRorn, Contiiiualio t. Il, p.
legi e case della compagnia di Gè- 27 e seg., e nella Colleclio Itguni
su, siaun religioso di essa, dappoi- et ord. de recta sludiorum ratione
che a mezzo di un gesuita Dio a- t. II, p. 809 e seg., ma nell'esordio
veva istituita l'opera, e perchè i del breve la data del 17 17 è
gesuiti hanno la pratica delle scuo- sbagliata perchè dice 18 17.
ie,e sono idonei a conservare le Quanto alle pie scuole della Ve-
maestre nella vocazione. Abbiamo nerini, moltiplicatesi in molli luoghi
dal gesuita Andrea Aridreucci: F'ita dopo la sua inorte, [)rogredirono sotto
della serva di Dìo Rosa Venerini la direzione della superiora generale
viterbese, Jondalrice delle scuole e e del cardinal protettore. A'5 mnr-
maeslre pie, Roma 1732, cioè fu zo 1828 la congregazione degh stu-
pubblicata quattro anni dopo la di emanò un decreto sulle scuole
sua morte. delle maestre pie, e secondando la

Monsignor Sebastiano Pompilio mente di Leone XII, esortò tutti

Bonaventura vescovo di Montefia- i vescovi a procurare che «elle


scone e Corneto, fratello del sud- città e ne'paesi più popolati delle
detto Alessandro Bonaventura arci- loro diocesi sieno chiamate le mae-
ci vescovo di Nazianzo ed elemosi- stre pie sì benemerite della educa-
nieie, avendo fatto scrivere e pub- zione delle fanciulle. Ed a meglio
blicare le regole delle maestre provvedere a sì importante affare
pie Venerini, fissate già dal cardi- stabilì, i. Le maestre pie e le lo-
nal Barbarigo in Montefiascone, le ro scuole in ciascuna diocesi sa-
jstiuzioni nel 1717 vennero slam- ranno soggette in avvenire al so-
pate in Montefiascone, con questo lo vescovo, 2. I vescovi facciano
titolo : Istruzione pel regolamento osservar le regole approvate da ,

delle scuole della dottrina crìstia- Clemente XIII, con facoltà di a-


na delle zitelle per le città e dio- dattarle secondo le diverse circo-
cesi di Montefiascone e Corneto, stanze de' luoghi e delle pei'sone.
scritta dall'abbate Alessandro Maz- 3. I vescovi procureranno che nel-
zinelli sacerdote nel seminario di le loro diocesi sia istituita una
MAE MAE 123
casa di noviziato, per quelle che IJrhisjde*6 ottobre 1828, che in-
vorranno farsi uiaestie pie. 4- ^^' comincia cosi Praeler puerorum
:

ve DJiancheranno altri mezzi pel institutiojiem, et puellarum quoque


manlenimento maestre pie, delle educatìonem. II Pontefice approvò
suppliscano le comuni. 5. I magi- e lodò i due istituti delle maestre
strati delle comuni non potranno pie, cioè quelle dipendenti dalla ca-
diminuir l'assegno stabilito. 6. Dai sa primaria di s. Agata, quelle di-
vescovi si renderà ogni anno consa- pendenti dalla casa primaria presso
pevole la congregazione degli studi la chiesa del Gesù, e quelle sotto
delie scuole nelle loro diocesi. Agli la cura de'pii operari nelle case
I I ui detto mese la medesima poste in via Graziosa, e nel vi-
congregazione degli studi diresse ai colo del Cancello presso s. Antonio
cardinali legali e prelati presidi de'portoghesi, e perciò dette mae-
delle Provincie dello stato pontifi- sire pie operarie. Dichiarò Leone
cio un'enciclica sulle scuole delle XII tra le altre cose, che le mae-
maesti;e pie , rimettendogli copia stre pie di Roma dovevano appel-
del detto decreto , e del breve e larsi : Familta magisU'anun pia-
regole di Clemente XIII, e signi- rum Datariae apostolicae^ quelle
ficandogli analoghe disposizioni, non dipendenti dal cardinal pro-data-
che prevenendoli essere slato sta- rio, per le somministrazioni che la
bilito in Roma un noviziato nella cassa della dataria contribuiva a
casa di Agata alla Suburra (dal
s. quelle del Gesù e di s. Tommaso
Papa Gregorio XVI trasportato a in Parione; e Familia magistrarum
s. Lucia de'Ginnosi), per ivi rice- pinrum Eleemosynariae apostolicae,
vere quelle zitelle che i vescovi quelle soggelte a monsignor elemo-
credessero d'inviarvi a fare il novi- siniere, alla quale famiglia aggregò
ziato, affinchè possano divenire buo- le maestre pie operarie.
case delle
ne maestre nei rispettivi luoghi. I Finalmente Leone XII dichiarò che
vescovi poi per avere il posto si je maestre pie della dataria aposto-
dirigeranno all'eleuiosiniere segreto lica continuassero ad essere sogget-

del Papa; e che ciascuna zitella te al loio speciale protettore car-


avrà dalla pia casa la camera for- dinal Agostino R.ivarola, ed in sua
nita, il villo della comunità, ed an- mancanza o di altro protettore, il

che in caso di malattia l'assistenza cardinal pro-datario eserciterebbe


dei professori medici o chirurghi, la sua superiorità ed autorità. Per
ed i medicinali; e per tuttocio con- queste disposizioni le scuole Ve-
tribuirà solo scudi quattro men- nerini e quelle soggette all' ele-

sualiin tempo della sua dimora, mosiniere pontificio fuori di Roma,


avendo Leone XII provveduto con furono emancipate dagli antichi su-
altri mezzi alle spese occorrenti. Il periori, e promiscuamente assogget-
decreto e l'enciclica sono riportati tate ai rispettivi ordinari sotto la
nel t. I della citata CoUecdo p. dipendenza della congregazione de-
277 e seg. gli sludi. Il cardinal Rivarola, pro-
Nel t. II, p. 299 e seg. delia tettore delle prime, vedendo la ne-
stessa CoUt'Ciic), è ri[)rodotla poi la cessità di richiamare le maestre pie
lettera apostolica di Leone Xll, Venerini alla unità di governo e
SitiJcr regimine magistrarum piamm di dipendenza della superiora gè»
ii4 '
MAE MAE
nerale e cardinal prolellore ,
pol- lolo : Regole, per le maestre pie
che le fliveise volontà degli ordi- f/fW istituto della serva di Dio Ro-
«Mii avevano già sostanzialmente ia F'cnerinì, ricavate dalla vita, dal-
alteralo il sistema delia pubblica la relazione f e dai manoscritti del'
istruzione delle fanciulle; come an- la medesima. Nelle due scuole pres-
cora che si conoscesse la dilferenza so il Gesh e s. Tommaso in Pa-
di queste maestre pie dalle altre, rione in Roma che sono
, aperte
ricorse alPapa Gregorio XVI. Lo tre ore la mattina e tre il dopo
pregò a rivocare per le scuole Ve- pranzo, si ammaestrano le donzelle,
nerini le disposizioni del i8qi8, ed di famiglie però piuttosto civili,
a richiamarle all' unità e alla di- nelle opere muliebri ancor più fi-

pendenza e governo della superio- ne, nel leggere , e nella dottrina


ra generale e cardinal protettore, cristiana. Oltre le scolare, che pren-
quelle esistenti fuori di Roma , di- clonsigratuitamente, e debbono a-
pendenza che nulla ledeva i sacri vere almeno sei anni di età , v'han-
du'iUi della spirituale potestà degli no ancora alcune donzelle che si
ordinari. Il Pontefice li 9 luglio tengono a convitto, e pagano gli
1834 rescrisse per l'organo della alimenti. Da ultimo nella scuola
congregazione de' vescovi e regola- presso il Gesù, ove risiede la su-
ri nnnuit prò gratin in omnibus
: j>eriora, eranvi undici maestre, tre
(id forniam precum, diim exarea- novizie, ventidue educande, e tre-
tar regnine ah eadem Sancliiafe cento scolare: in quella presso s.

sua poslea approbnndae, contrariis Tommaso, cinque maestre, dieci


quibuscuniqiie non obstantibus, ac educande, e trecento scolare. Si
praeserlim ultimo motu-proprio s. avverte che nel pio istituto Vene-
m. Leonìs XII. Le regole desun- rini le novizie non risiedono che
te e compilate dalle memorie au- nella scuola generale presso il Ge-
tentiche della fondatrice, cioè dalla sù, eh* è la sola scuola di novizia-
Bclazione di questa sul metodo to : chi ultimamente stampò altri-
delle sue scuole, da essa stampata menti errò. L'erario contribuisce per
\\\ Roma nel 17 18 pei tipi di s. ambidue gli istituti circa novecen-
Michele a Ripa ; da un ms. della to scudi mensili ; mentre l'elemosi-
Mìodesima contenente le norme del- neria dà loro trenta scudi il mese.
r istituto, e dalla di lei vita scritta Un'altra specie di maestre pie di
da un testimonio oculare de' fatti, recente fondazione, sotto il titolo del
il cardinal Rivarola le umiliò al ss. Nome di Gesù, tenevano scuo-
l'epa per l'approvazione, richiaman- la pubblica presso la chiesa di s.

do così r istituto Venerini alla sua Lorenzo nella via delle Chiavi d'o-
otiginaria esistenza e unità di go- ro, prima che quel luogo fosse da-
verno, e dipendenza d'una superio- to al Conservatorio di s. Eufemia

ra generale e cardinal protettore. (Vedi)j del quale parlammo pure


li Pontefice sentito il voto della all'articolo Depositeria Urbana. Le
e Migregn/ione de' vescovi e regola- adunò nel 18 18 il cardinal Lo-
ri, con decreto dicem- di essa a' 1 renzo Litta vicario di Pio VII, al-
bri' i836 approvò e sanzionò le lorché era vescovo suburbicario di
n'golc, che coi tipi Vaticani furono Sabina ,
per mandarle in quella
piibljlicate in Roma con questo ti- diocesi ad educar le donzelle. A
MAE MAE 125
cagione della morte del cardinale, la carica di maestro della cavalle"
le maestre rimasero in Roma, e vi ria era la prima in guerra dopo
aprirono scuola, che poi trasferiro- quella del dittatore. 1 nostri scrit-
no inClementina nel rione
via tori usano questa parola nel senso
Monti, dove insegnavano alle alun- di comandante di tutta la cavalle-
ne i lavori femminili, il leggere, ria d' uno stato o d' un esercito.
lo scrivere ed il catechismo. Vesti- Maestro di guerra, uomo speri-
vano abito nero, ed osservavano la mentato nelle cose di guerra, che
vila comune. Al presente non più ad una lunga pratica congiunge la
esistono. V. Scuole. teorica di quest'arte. Maestro di
MAESTRICHT o MAECSTRI- campo, titolo di grado, che presso gli

CHT. V. Mastricht. spagnuoli ed i francesi equivaleva a


MAESTRO. Uomo ammaestrato quello di colonnello di un reggimen-
e dotto in qualche arte o scienza; to di cavalleria, e ciò dal 1600 sino
magìster, doctory peritus. Maestro al 1700 circa: avvertasi però che
che insegna o esercita scienza od i reggimenti di cavalleria erano
arte: magìster^ praeceplor, moruni in quel tempo più grossi dei no-
censor. Per capo di popolo o si- stri praefectus castrorum. Maestro
;

mile si dice pure maestro : i ro- dell'infanteria, magister peditum, i


mani diedero talvolta al dittatore romani l'ebbero sotto gì' imperato-
il nome di maestro del popolo, ma- ri; ed Augusto stabili un capo o
gister popiili. Per titolo uomo
d' direttore del censo sotto il nou^e
perito in qualche professione, ma- di magister ce'nsus. 1 romani eb-
gisteri doctor. Per padrone di bot- bero pure i maestri degli uffici pa-
tega, dominus. Per personaggio di latini nella corte degl' imperatori.
allo affare, ma coir aggiunta di F. Italia e Corte. Magister of-
grande, ed oggi si dice del capo o fìcionim presso i romani fu l'of-
superiore ed altri di certi ordini ficiale che sovrastava all'ammini-
religiosi, cavallereschi o simili: prin- strazione della casa imperiale, al
cepSj magnus magister: quanto al governo della di lui famiglia, ed
titolo di maestro che hanno alcuni ancora alle scuole artistiche ch'era-
religiosi, sono a vedersi gli articoli no nel njedesimo palazzo, del qual
Fra-
rispettivi, e quelli de' titoli di maestro facciamo parola all'artico-
te, Padre e Reverendissimo. Mae- le Maggiordomo. Maestro de' no-
stro di casa, si dice di quegli che vizi, è in alcuni ordini o congre-
sopraintende all' economia . Mae- gazioni religiose, colui che ha cura
stro di camera chiamasi il prin- dei novizi, che veglia sopra di essi,
cipale cortigiano del principe. Mae- e che li ammaestra in tutte le pra-
stro di cappella, colui che rego- tiche della vita regolare. Maestro
la i musici della cappella, cory- di scuola, colui che insegna nelle
phaeusj di che si parla agli arti- scuole: maestri nominaronsi i rel-
coli Cantori della cappella ponti- toi-i o prefetti delle pubbliche scuo-
ficia e Musica. Maestro, titolo dei le, gli avvocati, i dottori, ed al-
militari, nome che si dava ad un cuni magistrati. Ai rispettivi arti-
soldato di cavalleria. Maestro di coli si potranno rinvenire anologhe
cavalleria, magister equitum^ titolo erudizioni, così di altre specie di
derivato dai romani, presso i quali maestri qui non nominali. Dei mae-
126 MAE MAE
stri di camera di cardinali ed al- in medicina davasi allora questo
tri personaggi, ne parlammo all'ar- titolo,siccome i dottori di legge
ticolo Famigliari de' cardinali oc, venivano d'ordinario contraddistinti
ed in
altri artìcoli. Antonio Ada- col titolo di signore, cioè donii-
mi di Roccaconlrada ossia Arcevia, nusj titolo che soleva darsi special-
stato maestro di casa del cardinal mente ai sacerdoti ed altre perso-
Lante e dei primi prelati di Roma, ne ecclesiastiche, ed ai militi o vo-
ivi nel i636 colle stampe del Fac- gliam dire cavalieri d'ordine o di
cioUi pubblicò il libro : // novizia- cingolo. Inoltre osserva, che il car-
to del maestro di casa^ nel quale dinal Alberto di Morra è chiamato
si dà notizia particolare di tutte maestro dall'anonimo cassinese, del
le cose necessarie per esercitare qual titolo fu pure insignito Pietro
convenientemente questo uffìzio nel- beneventano notaro della Chiesa ro-
la corte di Roma. Lo dedicò al mana, e cappellano d'Innocenzo III,

cardinal Antonio Barberini fratello di cui compilò le decretali. Il Ber-


di Urbano Vili, il quale con un nini, Del tribunale della rota, os-
breve proibì clie altri potessero ri- serva che dall'antichità furono chia-
stamparlo ne' dominii pontifìcii pri- mati maestri della chiesa romana
ma d^un decennio dalla pubblica- gli uditori di rota, e così poi tutta
zione del libro, che nel suo genere la prelatura. Egli dice che gli udi-
è veramente erudito. Qui appresso tori di denominati cappellani
rota,
riporteremo articoli di diversi mae- del Papa, in riguardo alla dottri-
stri, che sono in Roma. na furono distinti col titolo magi-
II titolo di maestro in significato siri ecclesiae romanae, cioè dotto-
di dottore era anche in Italia ono- ri della chiesa romana, riportando

ratissimo nel secolo XII, e talvolta testimonianze dell' Vili e IX seco-


si attribuì anco ai vescovi e cardina- lo ; ed aggiunge che il titolo ma-
li. Del titolo magister dato ai nota- gistrale ristretto prima ne' soli udi-
li, suddiaconi, cappellani, scrittori, tori di rota, degnamente poi si è
ed altri famigliari del Papa, il Ga- dilatato a tutti Sede i prelati della
rampi ne riporta diversi esempi nel- apostolica, perchè ciascuno nel suo
\ Illustrazione del sigillo della Gar- ministero, come maestro insegna, e
fagnana con tale titolo Onorio
: come dottore giudica nella chiesa,
Ili chiamò maestro Alatrino suo corte e curia romana ; colla sola
suddiacono e cappellano, e Grego- differenza , che nelle couunissioni
rio IX Pietro da Guarcino suo scrit- agli uditoli di rota persevera e
tore, ce. Il Borgia, Memorie istori- rimane l'antichissima usanza del-
che tom. II, pag. 189, riportando l' espressione del solo nome , ma
un diploma di Giovanni XXII di- negli altri prelati quella più mo-
retto a Guglielmo de Balaelo arci- derna del nome e del casato. Il

diacono forlivese , suo cappellano nome o il titolo di maestro,, e quin-


e rettore di Benevento, dice che il di di gran maestro, si mantenne
titolo maestro che
di il Papa iu specialmente presso i francesi , i

questa lettera usa con Guglielmo quali ebbero fino da' tempi an-
rettore, allude alla dottrina di fi- tichi un gran maestro della casa
losofia o d'altra facoltà da esso del re, un maestro del palazzo,
posseduta, poiché ancora a' dottori un maestro de' conti , un mae-
MAE MAE 127
Siro o referendario delle suppli- gran ciambellano o ciamberlano dei
che, ec. sovrani secolari, uffiziali nobilissimi
MAESTRO DI CAMERA DEL FaI^A. della camera nelle corti de' monar-
PraefacLiis cubìculi Sa ncti tali s suae. chi, simili agli uffiziali e dignitari
Magister adniissioniun. Prelato del- degl'imperatori dell'alto e del basso
la saula Sede, ed il secondo di (|uelli impero, conosciuti solto il titolo di

palatini, che presiede al cerenionia- proposti della camera


pracposiU ,

le della faujiglia e corte pontificia, cubiculo, e che conservarono anco-


per r ammissione all'udienza del ra gli ultimi imperatori greci di
Papa e delle sue anticamere ; in Trebisonda, Chiamasi introduttore
Homa a quello de' treni ed accom- o introducitore óe^W ambasciatori,
pagnamento e corteggio del Pon- quel ministro che in alcune corti
tefice allorché recasi in alcun luo- introduce tali diplomatici dal so-

go, e nei viaggi e villeggiature in vrano ; caiica assai antica. Ammia-


.cjuella parte che gli spetta. Intro- no Marcellino fa menzione di quel-

duce all'udienza del Papa sovrani, r ufficio solto Magister


il nome di

principi, ambasciatori ed altri perso- admissioiiiim, e Lampridio chiama


naggi SI laici che ecclesiastici e rego- queir ufficiale medesimo admissio-
lari, oltre i cardinali prelati e mini- nalis. pretende di trovarne al-
Si
stri che principalmente nella mattina tresì menzione nella vita di Vespa-
hanno l'udienza ordinaria o straor- siano, scritta da Svetonio, dove egli
dinaria. Esercita superiorità sui fa- nomina quidam ex officio adinis'
migliari pontifìcii in tuttociò che alcuno che delegato era ad
sionis,
spetta alle sue atlribuzioni, e risiede ammettere e ad introdurre coloro
nel palazzo apostolico abitato d;d che imperatore si dirigevano.
all'

Pontefice, Vaticano o Quirinale, ivi Ma maestro delle udienze e


del
godendo l' abitazione alcuni suoi delle ammissioni, equivalente al mae-
lamigliari. Viene nominato dal Pa- stro di camera, del collegio de' di-
pa con biglietto del cardinal segre- versi uffiziali introduttori ed am-
tario di stato (e quando eravi il missionali da lui dipendenti, e della
segretario per gli affari di stato in- loro somiglianzà con molli ufliziali

terni, da questi), e quindi gli viene ed individui delle anticamere pon-


spedilo r analogo breve apostolico, tifìcie, già ne tenemmo proposito
inquartando nel proprio lo stemma nel voi. XVII, p. 293 e 294 del
gentilizio del Pontefice, che conserva Dizionario. Il Wiccjuefort parla a
(cioè del solo ullimo Papa di cui è lungo di questo uflizio e di questa
sialo maestro di camera) benché carica nel suo Trattato dell'amba-
promosso ad altra carica o al sciatore, e nota che l' ufìicio degli
cardinalato . Talvolta viene crea- introduttori degli ambasciatori <;

to cardinaleo promosso alla ca- dei principi stranieri era in frau-


rica di maggiordoaio o altra car- da d'istituzione assai mode/.na. Noa
dinalizia. La carica vaca colla mor- vi avea di fatto alcur.o di questi
te del Papa, sebbene suole confer- introduttori avanti il regno di Car-
marsi secondo il beneplacito del lo IX che incoininciò nel i56o. In
nuovo Pontefice. L'onoievolissimo alcune corti le funzioni dell'intro-
distinto ed intimo uitJzio di maesti o duttore si esercitano dal maestro
di cameia del Papa, equivale al di cerimonie o da altro ufliziale di-
128 MAE MaE
gnitario. A Venezia tempo
in della te di lìomay a p. 9 e a43j discorre'
repubblica si fungeva da un uffi- del maestro di camera, e del sotto
ziale die cbianiavasi cavaliere del maestro di camera, proximus ab
doge, e ch'era un semplice cittadi- admissione^ come lo chiama Mor-^
no. Dei maestri di camera dei Ciìr- celli;dichiarando che nìonsignor
dinali, prelati , ambasciatori ,
prin> maestro di camera del Papa, pre-
cipi, ne parlammo in vari luo-
ec. cede a lutti i prelati che non por-
ghi, ed anco a Famiglia de* car- tano rocchetto. Nell'edizione poi
dinali E PRELATI. Di questi mae- del 1774? illustrata dal Zaccaria,
stri di camera scrissero Francesco : nel t. II, p. 23o si dice: il mae-
Sestini, // maestro di camera, Fi- stro di camera del Papa è un di-
renze 1625. Scipione Amato, Cen- stintissimo prelato, eh* è destinato ad
sura al 3Iaestro di camera di Fran- assistere al Pontefice, e ad accogliere
cesco Scstini , Liegi i634. Giu- ed accompagnare le persone che van-
seppe Cesare Battifango, Opuscolo no all'udienza. di sua Santità, secon-
del maestro di camera. V. Maz- do il rango loro ; posto che però è
lucchelli, Scrittori italiani t. V, p. vacante alla morte d'ogni Papa. 11
1895. p. Bona uni nella sua Gerarchia
11 Galletti
, Del prìmicero ed ecclesiastica, stampata nel 1720, a
maggiori della santa
altri ufflziali p. 472 6 seg. descrivendo gli uffizi

Sede e palazzo Lateranense^ a p. palatini, così esprimesi sul maestro


gì, parlando del secondicero s. Pa- di camera. In primo luogo assiste

terio famigliare del Pontefice s. nell'anticamera prossima alle came-


Gregorio 1, e fiorito nel 601, dice re pontificie un prelato , che per
che il Secondicero i^Vedi) fungeva lo più è patriarca o arcivescovo,
eziandìo l'uflìzio che ha a' nostri detto maestro di camera , da cui
giorni monsignor maestro di came- dipendono tutti gli altri nelle anti-

ra, di portare al Pontefice l' am- camere, e immediatamente riferisce


basciata di chi desidera di presen- al sommo Pontefice ciò che deve ,
tarsegli. All' articolo Cubiculario e dal medesimo riceve gli ordini
(Fedi) parlammo del cubiculo e che devono eseguire. In quanto
si

de cubicularii y antichissimi fami- all'abito che usa, non è diverso da


gliari de' sommi Pontefici, uno dei quello usato dai vescovi, cioè pao-
primari de' quali certamente avrà nazzo, con rocchetto e mantelletla.
avuto r incarico di esercitar l'uflì- Noi aggiungeremo, che ha pure
zio che in progresso di tempo fu r uso della cappa paonazza con
chiamato maestro di camera. Agli fodere di seta cremisi e di pelli di
articoli Camerieri del Papa, e Fa- armeltino.
miglia pontificia (Vedi) avendo , L'origine dell' uflìzio di maestro
trattato dell'origine e delie altri- di caoì'.M-a del Papa non si può
bu/iuni de' ministri domestici della stabilire per mancanza di documen-
casa de' sonimi Pontefici, molle no- ti e notizie. Da osservazioni che ho
tizie riportammo sul prelato mae- fatto sui ruoli della famiglia poii-
stro di camera, quali pure si pos- tilicia, conservano nell'archi-
che si

sono leggere agli articoli che lo ri- vio del palazzo apostolico e che ,

guardano. ]| Lunadoro nell'edizio- incominciano con quelli di Giulio


ne del 1646, Relazione della cor- HI del i55o, gli anteriori essendo
MAE Mae 129
feriti in un incendio, rilevo che il lenne ingresso in Roma nel i5i'i
titolo e r abito non era l'odierno, di Adriano VI, lo seguivano a ca-
per quanto vado a riferire. Dalla vallo il dottore d'Agreda protome-
serie poi che mi è riuscito for- dico, et magister Petrus praecipuus
mare, si vedranno quelli esaltati al camerarius ,
quibus consuetudine ,

cardinalato, con altre notizie. Sem- seu praerogatii'a speciali talis locus
bra dunque che anticamente il conceditur. Ma nel ì585 nel pOvS-

primo o decano de' camerieri se- sesso di Sisto V, per la prima volta
greti partecipanti, detti camerieri si trova espressamente notato il mae-
ne fungesse l'uffizio, non
assistenti, stro di camera: Retro Pontificent
sempre col titolo di maestro di ca- in equitatione immediate ibant duo
mera, tanto pili che vestiva come camerarii secreti assistentes, medium
essi. In fatti nel ruolo di Paolo habentes Illm. D. Alessnndrum de
IV leggo che nel i555 per la sua Montalto pronepotem Pontificis, in-
coronazione ebbe dei drappi pel dutum habitu clericali violaceo se-
vestiario, cioè saia rosata veneta rico. Duocamerarii fuerunt ma-
rascia paonazza, ormesino Icona to, gister camerae, et pincerna Sancti-
damasco rosso per mostre , taffettà tatis suae. Nel possesso di Grego-
rosso ormesino pao-
cremisino e rio XIV del 1^90 si dice: Post
nazzo. Vero è però che sotto Giu- Pontificem immediate equitahant
lio III già esisteva il ministro eser- duo ejus intimiores , et secretiores
citante r uffizio di maesJro di ca- cubicularii, nempe Offredus de Of-
mera, portandone il titolo. Su que- frediscubiculi praefectus , et Al-
sto, come del vestiario, altre noti- phonsus Sanctitatis suae pincerna
zie si leggono nelle descrizioni delle (Alfonso Sfondrato coppiere e ni-
cavalcate eh' ebbero luogo ne' so- pote del Papa ). Nel possesso d'In-
lenni possessi che i Papi presero nocenzo IX del 1591 dicesi: Jpud
della basilica iateranense , e rac- Sanctitatis suae equitaverunt San-
colte dal Cancellieri nella Storia ctinus praefectus cubiculi, pincerna,
de possessi, le quali andiamo a ri- secretarius et medicus Sanctitatis
portare. jN'el possesso preso da In- suae. In quello di Clemente Vili
nocenzo Vili nel 14^4 si dice, che del 1592 si legge: dietro al Papa
il decano della rota cavalcava ìnter immediatamente cavalcavano due i

dominos Laurentiiim de Mari ( o camerieri segreti assistenti, cioè il

Cibo, parente del Papa e poi car- sig. mastro di camera, ed il


Silvio
dinale) et Hieroìiymum Calagra- sig. Diego, e poi i cardinali. Nel
mim, secretos cubicidarios Papae. possesso di Paolo V del i6o5 viene
In quello di Leone X del i5i3 si detto: Appresso il Papa cavalcava-
legge, duo cubicularii secreti, cuni no Roberto Ubaldini e Settimio
auditore de mitra. Dopo quel Pon- Ruberti, il primo maestro di ca-
tefice non più assumendosi ne' pos- mera di Nostro Signore, il secon-
sessi i paramenti sacri, l'uditore di do coppiere, e appresso di loro
rota o decano di essa non più in- due secretarr con il medico, vestiti
cedette tra i camerieri segreti, per- tutti di scarlatto con mostre bian-
chè non ebbe più luogo la mitra che d'armellino, e cappucci rivol-
di cui è custode allorché funziona tali alle spalle. In quello del1621
fi Papa. Nel possesso o meglio so- di Gregorio XV abbiamo che ca^
VOI. XLI.
i3o MAE MAE
vaicnvano post Itclicam ( ove era Peltegriui cubiculari assistenti, con
il Pontefice ) duo camcrarii Papae vesti e cappucci a)n mostre di da-
serreii nssistcntes, vicìrlicet magi' masco cremesino avanti le vesti. In
ster camerne. , et ptnccnia. Ne! quello di Alessandro Vili del 1689,
possesso di Urbano Vili 1623 del dopo la sedia di Nostro Signore
è detto : Post lecticam immedia- venivano mons. Bortoli maestro dfi
te ante D. Card, cqiiitariint
III. camera, Gabrielli coppiere, cubicu-
ììiagister camerae^ et pincerna Fa- lari Nel 1691, nel pos-
assistenti.
paey camerarii assistentcs cum ve- sesso d'Innocenzo XII, dopo la sua
stibus ruheis et capiitiis. Nel 1
644i lettiga cavalcavano monsignor Cen-
iu quello d'Innocenzo X, alla letti- ci arcivescovo di Larissa e maestro
ga sequehatur secreta rius do mesti- di camera, e monsignor Crispoldi
€us, medius inter cubiculi praefc- e Camporeale cubiculari assistenti.
ctum^ atque pincernam : in altra In quello del 170 di Clemente 1

relazione i detti ministri sono chia- XI, appresso al cavallo che caval-
mati magister camerae, pocillatorj cava, seguiva monsignor Rulfo mae-
in altra si dice che il sig. Lattan- stro di camera con mantelletto e
zio Lattanzi era il maeslro di ca- rocchetto, in mezzo ai monsignori
mera, e Quintio Bufalo cop-
del Massei e Rasponi, camerieri assi-
piere, vestiti di scarlatto con mo- stenti. In quello del successore In-
stre di largo damasco cremesino nocenzo XIll del 1 721, seguiva la
avanti le vesti. Nel possesso di A- sua lettiga monsignor Sinibaldo Bo-
lessandro VII del i655, si riferi- ria arcivescovo di Patrasso, mae-
sce che succedeva a Nostro Signo- stro camera, con mantelletto e
di
re monsignor Buonvisi maestro di rocchetto, in mezzo ai mons. Cesa-
camera , arcivescovo Laodicea ;
di re Meniconi ( già niaestro di ca-
Altra relazione dice : sequebantur mera del Papa nel cardinalato) e
praefectus cubiculi archiepiscopa- Filippo Magnoni, primi camerieri
li cultUf pincerna. Nel 1667 pel segreti. Nel possesso di Benedetto
possesso di Clemente IX non si XllI del 1724, intervenne alla ca-
nomina maestro di camera, bensì
il valcata monsignor Nicolò Lercari
il coppiere monsignor Silvestro Va- maestro di camera. Nel possesso di
nini, il segretario de' brevi , e il Clemente XII del 1780 cavalcò
medico con veste dì scarlatto, con monsignor Doria arcivescovo di Pa-
mostre di largo damasco cremesi- trasso maestro di camera, con mon-
no avanti le vesti. Neppure si no- signor Corsini nipote del Papa ìq
mina nel 1670 per quello di Cle- mezzo a due protonolari apostolici.
mente X dicendosi soltanto
, se- : In quello di Clemente XIII del
quebantur immediate duo camera- 1758, dopo del Papa seguiva ca-
rii assistentcs^ mous. Prospero Val- valcando sopra mula bardata di
lemani coppiere, raons. Nicola Gen- paonazzo monsignor Erba Ode-
,

tile scalco (che fu padre al car- scalchi, maestro di camera, vestito


dinale). Nel possesso del 1676 di rocchetto e manlelletta , e cap-
d'Innocenzo XI, si dice che dopo pello usuale, in mezzo ai due ca-
la sua lettiga venivano immedia- merieri segreti assistenti, indi il me-
tamente monsignor arcivescovo Pi- dico, il caudatario e due aiutanti
guattelli maestro di camera, Riva e di camera, con due scopatori se*
xMAE MAE i3i

f Clemente XIV
greti. Nt^l posst^sso di

del 1769, dopo seguiva immedia-


tre fiocchetti eguali
Cavalcarono con lui
alle estremità.

in linea Ire
menle sopra mula hard afa di pao- camerieri segreti partecipanti ( es-
nar/o monsignor Scipione Borghe- sendo assente monsignor della Por-
se, niaeslro <li (-nmcra di sua San- ta guardaroha ), cioè i monsignori

tità , con rocchetto, ninniellella e Piccoloniini coppiere alla sua sini-


cappello usuale in mezzo a due ca- stra, Borromeo segretario d'amha-
merieri Segreti assistenti, hi quello sciata alla destra, e Borgia che in-

del 1775 di Pio Yf, dopo il suo cedeva alla sinistra del primo tut- :

cavalle inced(;va sopra mula har- ti cavalcavano cavalli con testiere


data di paonazzo, monsignor Gui- semplici e guarnizioni dorate, come
do Calcagnini maestro di camera erano le con gualdrappe di
staffe;

di Nostro Signore, in rocchetto, panno nero con frangie, trina e


mantelletta e cappello usuale, in fiocchetti di seta simile; cappe ros-

n)e7.zo a due camerieri segreti in se senza il cappuccio in testa, ma


cappe rosse e cappucci con pelli. al per concessione del
solito calato

Nel 1801 pel possesso di Pio VII Papa (mentre altri camerieri
gli

proseguiva a cavallo, dopo la car- segreti e d'onore soprannumeri, in-


rozza del Papa, sua eccellenza mon- cedendo in tutto con»e loro, avea-
signor Antonio Maria Odescalchi no in capo il cappuccio, ed bus- i

arcivescovo d'Iconio, maestro di ca- solanti aveano il cappuccio calato


mera , in mezzo a due camerieri col cappello usuale ecclesiastico ia
segreti, coppiere e segretario d'aui- testa), tenendo
capo coperto so-
il

hasciala. Nei successivi possessi di lo con berrettino nero ^ e sottana


Leone Xll, Pio Vili e Gregorio di panno, avendo tutti deposta la
XVI, i maestri di camera presero seta per questa cavalcata, guanti
luogo col maggiordomo e con due e bacchetta in mano. Dopo caval-
can»erieri segreti, nella seconda mu- cavano in come loro, soltan-
tutto
ta e carrozza nohile di palazzo. to il caudatario e il primo aiutan-
Nel possesso poi preso dal regnan- te di camera, quindi uno scopatore
te Pio IX agli 8 novemhre 1846, segreto, seguito dalla lettiga o por-
monsignor Francesco de Medici tantina pontificia. Ma del modo
maestro di camera, cavalcò iuime- di andare nelle cavalcate si pos-
dialamente dopo la carrozza in cui sono vedere gli articoli Cappa ,
incedeva il Papa, vestito di man- Cappello, Cappuccio, Cavalcate,
telletta, rocchetto e cappello usua- Mantelletta, Mantellone, Possesso,
le ecclesiastico,con guanti e hac- ed i voi. Vili, p. 171 e seg.y e X,
chetta in mani, tanto nell'andata p. 3oi, 3o5e 3o8 del Dizionario.
al Laterano, che nel ritorno al Qui- Con Pio VI non solo terminaro-
rinale, dovendo nella hasilica assu- no le cavalcate del possesso, ma anco
mere la cappa. Il suo cavallo avea le quattro annuali per note cap-
le

testiera foderata di paonazzo con pelle, nelle quali i maestri di ca-


tre fiocchetti simili e guarnizioni mera cavalcavano appresso il Pon-
dorate, come dorale erano le staf- tefice, sopra mula bardata pao-
di
fe; la gualdrappa era di panno nazzo, in rocchetto, mantelletta e
paonazzo guarnita di trina e, fran- cappello in testa, fra due camerie-
gia di seta di tal colore con quat- ri segreti vestiti di cappe rosse. Nei
i32 MAE MAE
mss. di monsignor Ruffo si legge per la mordacità il flagello
sua
che il maestro di camera appog- de principi, una lettera che scrisse
giava il Papa nel salire a cavallo da Venezia a* 12 agosto iSSy a
e gli aggiustava le vesti , accomo- Girolamo, che pacificamente vivea
dando la falda i due camerieri se- in Arezzo sua patria. In essa gran-
greti partecipanti, che l'aveano so- demente lo loda, dicendogli in vece
stenuta come coda dell'abito pon- essersi dimenticato di tutti gli altri
tificio. Anche nello scendere da ca* di corte. Dalla stessa che
si rileva
"Vallo, il prelato Papa. aiutava il Girolamo era stato famigliare di Cle-
Nelle cavalcate si de' possessi , che mente VII da cardinale e da Papa
per le quattro cappelle, il maestro per venticinque anni; e sebbene
di camera regolava molte cose. Ec- il suo padrone avea dominato pri-
co la serie che potemmo formare ma di divenir Papa ne' pontificati
dei maestri di camera de' Ponte- del suo zio o cugino Leone X, e
fici. di Adriano VI, per non essere sta-
D. Andreas magister aulae del to adulatore ma
moderato e vir-
1460 di Pio li, presso il Marini tuoso, dopomorte di Clemente
la
p. i53, t. II, degli Archiatri ponti- VII era ritornato nel i534 in A-
ficii, il quale a p. 164 dice ignorar rezzo, senza aver conseguito ne ono-
chi fosse, e solo conoscere un Bin- ri, ne ricchezze, che si prodigano
daccio Ricasoli domicello fiorentino, per lo più ai meno degni, al dire
magister aulae palatii di Giovanni del satirico scrittore.
XXIII nel i4io. Lodoi'ico decano de' camerieri
Maestro Pietro di Roma fiammin- e maestro di camera di Giulio III
go, principale di camera di Adria- nel i55o, come abbiamo dal ruo-
no VI i522, come si legge
del lo di quel Papa, il più antico
neirOrtiz, Descrizione del viaggio dell' archivio del palazzo aposto-
di Adriano VI, p, 69, il quale ag- lico.
giunge a p. 2 3, che il Papa lo as- PietroGiovanni de Bellis, nei
segnò pure al tribunale del registro, ruoli del i55o, ed altri del pon-
uomo di genio aspro ed inflessibile, tificato di Giulio III è chiamato
che se le grazie erano diillcilmen- ora maestro di camera, ed ora de-
te accordale dal Papa,con mag- cano de' camerieri. In altri sono
gior difficoltà si ottenevano da esso. registrati dopo di lui Lorenzo de
Girolamo di Montaguto o Mon- Bartoli primo cameriere e coppiere,
lauto dell'antica e nobile famiglia e Michelangelo Spada secondo ca-
Baibolani di Arezzo, fu maestro di meriere e coppiere.
camera di Clemente VII. Si legge Paolo Consiglieri o Ghislieri ca-
nelle opere di Giorgio Vasari pit- valiere romano, uno de' fondatori
tore e architetto aretino, eh' egli de' chierici jegolari teatini. Altro
dal cardinal Ippolito de Medici cu- essendone stato Giampietro Caraffa,
gino di Clemente VII, fu sotto la divenuto questi nel i555 Papa
protezione di questi lasciato, ed il Paolo IV, dichiarò Paolo suo mae-
Papa lo diede in custodia al sig. stro di camera, e cameriere assi-
Jeronimo Montaguto suo maestro stente, tìtolo che avea pure il terzo
di camera. Ho letto poi nelle Let- cameriere segreto oltre il coppiere.
tere di Pietro Aretino ^ chiamato Paolo IV dopo averlo fatto carne-.
MAE MAE .33
fiere segreta, lo fece oanonico va- Borgia, Istoria di Felletri pag.
ticano, e poco dopo si delennìuò 456.
crearlo cardinale. L* umile Paolo Offredo Offredi maestro di ca-
rappresentò che siffatto onore su- mera di Gregorio XIV nel i5go.
perava infinitamente le sue qualità, Santino nel iSgi venne nomi-
essere avanzato in età , e voler nato maestro di camera da Inno-
perciò passar quieti gli ultimi gior- cenzo IX.
ni di sua vita; ma che se pur vo Silvio Antoniani romano, oriun-
leva onorale colla porpora uno di do di Penna nell'Abruzzo, Clemen-
sua famiglia, eravi il fratello Giam- te Vili nel 1592 lo fece maestro
battista veramente degno; e questi di camera e segretario de' brevi
a' i5 mario i55j fu creato car- segreti, ovvero delle lettere latine ,

dinale. indi nel 1599 lo creò cardinale,


Gaspare Bianchi nel iSSq Pio celebre non meno per la profonda
IV lo maestro di camera o
fece dottrina, che per le angeliche sue
decano de' camerieri segreti, non virtù. Questo è il primo prelato
che scalco segreto ; ambedue gli uf- di questa mia serie che fu imme-
fiziancora fungeva nel i56i, e nel diatamente sublimato alla porpo-
i565 con tal grado si recò col Papa ra; prima di lui forse ve ne saran-
a Perugia. no stati degli altri, e forse alcuno
Girolamo Casale nobile romano, di que' camerieri dei Papi creati
era cameriere segreto di Pio IV , cardinali che registrammo nel voi.
lo segui nel viaggio di Perugia nel VII, pag. 32 e 36 del Dizionario,
i565, indi fu maestro di camera mentre avvertimmo di sopra che ,

di s. Pio V nel i566. r uffizio di maestro di camera si


Lodovico Bianchetti nobile bolo- disimpegnava dal decano o primo
gnese, fatto maestro di camera, ma- cameriere segreto. Le notizie dei
gislrum cameracj e canonico vati- maestri di camera promossi alla di-
cano dal concittadino Gregoiio XllI, gnità cardinalizia si possono leggere
nel 1572, il quale fece il di lui alle loro biografìe.
fratello Lorenzo ponente di con- Lodovico Angelita nobile di Re-
sulta e uditore di rota, creandolo canati, segretario apostolico, e mae-
cardinale Clemente Vili. Di que- stro di camera di Clemente Vili,
sto prelato parla il Torrigio, Le e siccome ne godeva la grazia molti
sagre grotte p. 128, dicendo che vantaggi ottenne alla sua patria ,
nel 1578 un bell'altare orna-
fece la quale per gratitudine nel i6o4
to di vaghi marmi, all'immagine alzò la sua arme con iscrizione so-
di s. Maria della Colonna nella pra la porta che dal salone mette
basilica vaticana; e che copri di alla sala del consiglio, come ripor-
velluto rosso con croce di brocca- ta il p. Calcagni, Memorie storiche
to la coltre de'santi martiri. di Recanati p, 219. Nel voi. XL,
Biagio Cagni del iSSg, da Si- p. 3o4 del Dizionario^ riportam-
sto V dichiarato maestro di ca- mo alcune notizie di Lodovico di
mera. s. Angelo in Pontano, coppiere e
Annibale de Paulis oriundo di poi maestro di camera di Clemen-
Velletri, fu maestro di camera di te Vili, benemerito della patria.
Sisto V, come attesta Alessandro Roberto Ubaldini nobile fioreu-
i34 MAE MA È
tino, pronipote di Leone XI, il cui concessi da detto Papri a' suoi fa-
successore Paolo V nel iBo') lo migliari, daloa'^y getteinbre 1647,
lece maestro di cnniern,
nunzio |)<)i in cui il Lallanzi ^ couipreso Cu-
in Francia e vescovo
Monte- di b'culi nostri prai^hcto^ vi è pure
pulciano, e cardinale nel i6i5. un Constnnliniis Centof/orenìns Fir-
Francesco Adriano Ceva nobile man dioeccsiSj canonico della ba-
piemontese, prima segretario del silica lateranense, cubicularius se-
cardinal Barberini, che divenuto crctiis noster . Dal padre Calca-
nel 1623 Urbano Vili, lo fece ca- gni, Memorie storiche di lìerana-
nonico di s. Giovanni ed uffiziale tij a pag. 7,49» >'il<ivianio che Co-
del concessum nella dateria, indi stanzo niacsho di camera d'Inno-
segretario de'memoriali, poscia mae- cenzo X era di Civitanova, che fu
stro di camera: trasferito a nunzio canonico di s. Pietro , segretario
di Parigi, nel i643 locreò cardi- de' memoriali, e prefetto beneme-
nale. rito dell'archivio vaticano; che ri-

Angelo Giori di Camerino , fa- nunziò tutto ad Alessandro VII, si

migliare del cardinal I^arberini poi fece gesuita, e pieno d' unni e di
Urbano Vili: questi successivamen- meriti morì nel 1677.
te lo promosse a cameriere segreto Girolamo Bonvisi nobile lucche-
coppiere, canonico vaticano ed al- se, arcivescovo di Laoclicea in par-
tarista, nell'aprile i632 maestro di lìbus e già chierico di camera. Ri-
camera, e cardinale nel i643. tiratosi in patria a menare vita
Lattanzio Lattami d'Orvieto nel piissima, nel i655 appena eletto il
1 644 da Innocenzo X fatto mae- suo antico amico Alessandro VII
stro di camera e canonico di s. lo chiamò in Roma, dicendogli che
Pietro. la sua conversazione non poteva
Benedetto Monti patrizio mila- pregiudicargli, ma conferire ad am-
nese, fu nominato maestro di ca- bedue per la vita futura. Lo fece
mera da Innocenzo X , in gratitu- maestro di camera, e nella prima
dine al cardinal Cesare suo fratel- promozione de' 9 aprile iG^j car-
lo, il quale cooperò alla sua esal- dinale.
tazione al pontificato, come abbia- Foliimnìo Bandinelli nobile sa-
mo dal Cardella, Meni. ist. t VI, nese, dal concittadino Alessandro
p. 3o5. VII fatto segretario de' memoriali
Costanzo Cenlofiorini era mae- e maestro di camera, e colla ri-

stro di camera d' Innocenzo nel X tenzione di questa carica nel i658
i653, e si trovò alla sua morte maggiordomo, ritenendo perciò an-
avvenuta a' 7 gennaio i655. Ab- che il titolo di maestro di camera,
biamo dal p. Gattico, Ada caere- sebbene l' esercizio di essa carica
monialia p. 460, che il cardinal fosse distribuito fra il cav. Clemen-
Antonio Barberini camerlengo, nella te Accarigi suo coppiere, slato nel
ricognizione del cadavere reccpitpcr cardinalato maestro di camerale fra
manus d. Constantii Cenlumjlore- il cav. Angelo dilla Ciaja suo pa-
ni olim praedicti Ponlificis cubi- rente e nel cardinalato coppiere,
culi praefecti anuluni piscatoris ed allora scalco segreto. Voluiruiio
intra parvani hiirsam. Non debbo nel i658 fu pubblicato cardinale.
tacere, che nel breve de' privilegi Jacopo Filippo Nini nobile sa-
MAE MAE i35?

nese, dal concittadino Alessandro creo cardinale, meritando nel 1691


VII dichiarato canonico Liberiano, la cattedra apostolica col nome d'//z-
nel i656 segretario de' memoriali, nocenzo Ali.
poi maestro di camera, in seguito Pietro Draffl Bartoli veneziano,
maggiordomo, e nel 1666 cardi fu dal concittadino Alessandro Vili
naie. fatto maestro di camera nel 1689.
Emilio Altieri nobile romano, Baldassarre Cenci nobile roma-
appena eletto nel 1667 Clemente no, già nunzio di Francia ed ar-
IX, io chiamò a Roma dal vesco- civescovo di Larissa in partibiis
vato di Camerino, e dichiarò mae- nel 1691 Innocenzo XII lo dichia-
stro di camera , quindi vicino a rò maestro di camera, e nel 1693
morire a* 5 agosto 1669 lo creò prò- maggiordomo con tutte le pre-
cardinale, e senza insegne cardina- rogative, nell'assenza del maggior-
lizie d'anni ottanta nel
Io successe domo Visconti ritiratosi a Milano,
pontificato a' 29 aprile 1670, pren- poscia pubblicato cardinale nel 1697.
dendo il nome di Clemente X. Tommaso Rnjfo nobile napole-
Camillo Massimi nobile romano, tano, nunzio di Firenze, fatto da
governatore del conclave e di Bor- Innocenzo XII maestro di camera
go, Clemente X nel 1670 lo fece nel 1697, quindi confermato nel
patriarca di Gerusalemme e mae- 1700 da Clemente XI, e creato
stro di camera, e nello stesso an- cardinale nel 1706.
no a'22 dicembre lo creò cardinale. Lodovico Pico de' duchi della
Alessandro Crescenzi nobile ro- Mirandola, chierico di camera, nel
mano, già nunzio di Savoia e ve- 1706 fatto maestro di camera da
scovo di Bitonto, fatto da Clemen- Clemente XI, che nel 1709 lo pro-
te X patriarca d' Alessandria e mae- mosse a maggiordomo, pubblican-
stro di camera, non ostante il suo dolo cardinale nel 17 12.
aspetto ruvido e severo. II cardi- Carlo Maria Marini nobile ge-
nal Paluzzo Altieri camerlengo, a- novese,ma nato in Roma, chieri-
vendo imposto una gabella senza co e uditore di camera, da Cle-
esentarvi il corpo diplomatico, que- mente XI nel 1709 dichiarato mae-
sto domandò udienza al Papa per stro di camera, pubblicato cardinale
mezzo di Crescenzi, che gli rispose nel maggio 1 7 1 5.
essere Clemente X occupato per Giberto Borromeo de' conti di
cinque giorni; ed il Pontefice lo Arona milanese, protonotario apo-
rimproverò di questa libertà. Tale stolico, da Clemente X consagrato
emergenza la narrammo al voi. patriarca d'Antiochia, e nel gennaio
XX, pag. 160 del Dizionario ed 1714 , come riporta il Cardella,
altrove. Dipoi Clemente X creò fatto maestro di camera, e cardi-
cardinale il Crescenzi nel 1675. nale nel maggio 1 7 i 7 il Cecconi :

Antonio Pì^naUelli nobile napo- nel suo Diario dice a' 18 marzo.
letano, arcivescovo vescovo di Lec- Bartolomeo Massei nobile di Mon-
ce, fu da Clemente X
fatto mae- tepulciano, già coppiere nel cardi-
stro di camera, carica che gli con- nalato di Clemente XI , non che
servò Innocenzo XI allorché fu e- maestro di camera e conclavista,
saltato al pontificato nel 1676, indi fatto catneriere segreto e cop-
quindi il primo settembre 1681 lo piere, ablegato diverse volte, tre
i36 MAE MAE
delle (juali a portare berrette car- Nicoli) Saverio Santa Maria, ve*
diualizie, maestro di camera nel scovo, di Cirene in partibus, con-
termine del pontificato, come nel sultore del 6. ofllzio , esaminatore
Ì720 e 1721, fatto nunzio di de' vescovi, cajionico di s. Pietro,
Francia dallo stesso Clemente XI fattomaestro di camera nel 1729
e da Innocenzo XIII, e cardinale da Benedetto XlJl.
da Clemente XII. Sinibaldo suddetto nel 1780 fat-
Sinibaldo Doria nobile genovese, to di nuovo maestro di camera da

da commendatore di s. Spirito e ar- Clemente XII, che nel maggio 1731


civescovo di Patrasso, nel 1721 fu lo nominò arcivescovo di Beneven-
da Innocenzo XI li fatto maestro di to, e dopo quattro mesi cardinale.
camera, e come abbiamo dal dia* Lazzaro Pallavicino nobile ge-
rista Cecconi in sua morte conse- novese arcivescovo di Tebe in par-
gnò r anello Piscatorio al cardinal tibiiSy nunzio di Firenze, fatto nel
camerlengo, restando senza carice^ 1731 da Clemente Xll maestro di
nel poulilicato di Benedetto XIII, camera, nel 1740 ^o era ancora,
che solo lo fece consultore del san- nel quale anno morì il Pontefice.
to ofììzio e datano della peniten- Siccome il Novaes nella vita di
zieri a, Benedetto XIV confuse Lazzaro
Nicolò Maria Lercari nobile ge- o Lazzaro Opizio con Antonio ,

novese, votante di segnatura, di- Maria Pallavicino di Cremona che


chiarato nel 1 724 ^3 Benedetto XllI rinunziò il cardinalato , va letto
maestro di camera , e dopo due quanto su di ciò abbiamo detto nel
anni cardinale e segretario di stato. voi. XV, p. 75 e 76 del Dizio-
Francesco Antonio Fiiiy di Mi- nario.
nervino, arcivescovo di Damasco Prospero Colonna di Sciarra no-
e consultore del s. offizio, nel 1726 bile romano, chierico di camera
fatto da Benedetto XIII maestro nel 1740 da Benedetto XIV fatto
di camera , nel quale uflìzio l'avea maestro di camera, indi nel 174^
servilo da cardinale, pubblicandolo cardinale a* 26 novembre.
cardinale nel 1728. Vincenzo Malvezzi nobile bolo-
Francesco Borghese nobile ro- gnese, il suo concittadino Benedet-
mano, nel 1728 dichiarato da Be- to XIV lo nominò canonico Libe-
nedetto XIII maestro di camera riano, e nel 1743 prò maestro di
indi arcivescovo di Traianopoli, e camera, poi maestro di camera, e
nel 1729 suo maggiordomo per tre nel 1753 cardinale.
mesi, creato cardinale nel luglio di Teodoro Boccapaduli nobile ro-
detto anno. mano, canonico Liberiano, elemo-
Trajano Acquaviva d'Aragona, siniere segreto, con biglietto di se-
nobile napoletano,da governatore greteria di stato del primo luglio
di Ancona Benedetto XIII nel 1729 1754 fii da Benedetto
dichiarato
lo fece maestro di camera ed ar- XIV pro-maestro di camera, colla
civescovo di Larissa in parUbus , ritenzione dell'elemosinierato.
surrogandolo al Borghese nel mag- Antonio Maria Erba Odescalchi
giordomato, carica in cui lo con- nobile milanese, protonotario apo-
fermò Clemente XII , che poi nel stolico, Clemente XIII nel 1758 lo

1782 lo creò cardinale. fece maestro di camera, e nel 1759


MAE MAE 137
cardinale. Dicemmo IX, p. al voi. del 1795 maggiordomo, e nel 1801
35 del Dizionario, che detto Papa Pio VII lo creò cardinale.
nel bagno pegli Agnus Dei ne Innico Diego Caracciolo di Mar-
commise al prelato la preparazio' tina , nobile napoletano, protono-
ne ed altro, essendo indisposto il lario apostolico, da governatore di
sagrista. Jesi , Sanseverino e Fermo, nel
Carlo Boschi nobile faen-
Gio. 1795 Pio VI lo nominò maestro
tino, canonico vaticano e segreta- di camera, e nel 1 798 seguì il Pa-
rio de' memoriali, Clemente XUI pa nella deportazione ; il successo-
nel 759 lo dichiarò maestro di ca-
i re Pio VII in Venezia ai i4 mar-
mera ed arcivescovo d' Atene in zo 1800 lo confermò nella cari-
partìhus 3 mfX\i\(à 1766 lo creò car- ca, e agli 1 1 agosto del medesimo
dinale. anno lo creò cardinale.
Scipione Borghese nobile roma- Gio. Filippo Gallerati Scotti no-
ne, arcivescovo di Teodosia in par- bile milanese , da arcivescovo di
tibus, Clemente XUI nel 1766 lo Sida in partibus e nunzio di Ve-
nominò maestro di camera nel , nezia, Pio VII lo nominò imme-

1769 lo confermò Clemente XIV, diato successore al precedente, ed


che nel 1770 lo elevò al cardina- a'23 febbraio i8oi lo creò cardi-
lato. nale.
Giovanni Potenzìani nobile di Antonio Maria Odescalchi no-
Rieti, fatto maestro di camera nel bile romano, protonotario apostoli-
1770 da Clemente XIV, morì go- co, da ponente del buon governo,
vernatore di Roma nel 1775, co- fatto nel 1795 nunzio di Firenze
me dicemmo nel voi. XXXll, p. 4^ ed arcivescovo d'Iconio in partibus,
del Dizionario. Pio VII nel 1801 a'23 febbraio lo
Guido Calcagnìni nobile ferra- fece maestro di camera, ed allora
rese, arcivescovo di Tarso , Pio VI fu nominalo vicario della basilica
nel 1775 lo promosse a maestro Lateranense, poscia il Papa nel i8o4
di camera, e nel 1776 al cardina- a' 28 maggio lo traslatò a vescovo
lato. di Jesi: morì in JMilano a' i4 lu-
Vincenzo Maria Altieri nobile glio 18 12.
romano, nel 1776 Pio VI lo fece Angelo Altieri nobile romano
maestro di camera, pubblicandolo Pio VII lo promosse nel i8o4 a
cardinale nel 1780. maestro di camera: morì d'anni set-
Francesco Maria Pignatte Ili no- tantaquattro in Pioma li 2 gennaio
bile napoletano, da ponente di con- 1808. Nel num. 3 del Diario di Ro-
sulta.Pio VI nel 1780 lo dichia- ma di tale anno si legge quanto se-
rò maestro di camera, e quindi car- gue. 11 cadavere vestito degli abiti
dinale nel I794'- il ^^rzo maestro prelatizi fu esposto in una camera
di camera da lui annoverato al sa- del suo appartamento nel palazzo
cro collegio. della principesca casa Altieri , ove
Marino Carafa di Belvedere furono eretti due altari per tale
nobile napoletano, protonolario apo- occasione dichiarati privilegiati dal
stolico, nel 1794 1^*0 VI da po- Papa, e nella mattina dei 3 furon-
nente del buon governo lo fece mae- vi celebrate continuate messe iu
stro di camera, indi nel declinar suffragio della di lui anima, por-
i38 MAK MAE
Ijindovisi nlcuni religiosi a recitar- 182 3 maestro di camera, per or-
vi l'uflìzio tle' defunti. Nella sera il gano del cardinal Consalvi segreta-
cada vero Fu trasportato nella chie- rio di slato, senza il consueto bi-
sa di 8. Maria sopra Minerva, in glietto, ma a voce; indi per mor-
cui gli Altieri hanno i;i cappella te (li quel Papa confermato pure
gentilizia dedicata a tutti i santi. Q voce dal cardinal segretario di
La chiesa fu interamente parata a slato della Somaglia, che poi gli
lutto^ ed in mezzo sopra letto fu- spedì però il biglietto, cioè nello
nebre fu esposto il cadavere incas- stesso anno e per ordine di Leone
sato,con sopra la cappa e il cap- XII, che nel dicembre 1828 lopub-
pello prelatizio, oltre la berretta blicò cardinale.
nera. Ai quattro lati del Iclto al- Domenico de Simone nobile di
tretlanti palafrenieri vestiti a lut- Benevento, nel dicembre 1828, es-
to, lentamente agitavano le bande- sendo chierico di camera e prefet-
ruole. Intorno al letto ardevano to dell'annona, Leone XII io fece
sessanta grossi ceri e quattro torcie. maestro di camera, posto in cui lo
Dopo che i religiosi domenicani can- confermò con biglietto del mag-
tarono col parroco 1* intero ufìlzio giordomato, enei principio di apri-
de' morti, monsignor Menochio ve- le 1829 Pio Vili, che a'i5 marzo
scovo di Porfirio e sagrista ponti- i83o lo creò cardinale.
ficò la solenne messa di requie^ Francesco Maria Pandolfi-Albe'
accompagnata dai cappellani canto- rici nobile di Orvieto, decano dei
ri della cappella pontificia. Assiste- ponenti di consulta, nel marzo i83o
rono a questa cappella i maestri Pio Vili lo promosse a suo mae-
delle cerimonie pontificie, e nei stro di camera e Gregorio XVI,

banchi la Camera segreta ( Vedi) nel febbraio i83i a voce e con


e di onore di sua Santità, con la biglietto di monsignor del Drago
dispensa a tutti di copiosa cera* maggiordomo lo confermò nella ca-
Terminata la messa il cadavere fu come si
rica, legge nel Diario di
tumulato nella tomba de' suoi an- Roma, indi lo pubblicò cardinale
tenati. Ma il cerimoniale pei fu- a'2 luglio i832.
nerali dei maestri di camera de- Adriano Fieschi nobile genovese,
funti, riportammo
lo nel volume segretario della congregazione delle
XXVIII, 67 del Dizionario.
p. acque e protonotario apostolico, il
Giorgio Boria Paniphilj nobile Papa Gregorio XVI a' 2 luglio
romano, Pio VII da segretario del- i832 lo nominò maestro di came-
la congregazione delle acque nel ra, agli I I luglio i836 lo fece
1808 lo fece maestro di camera, e maggiordomo, ed avendolo creato
nel 18 16 lo creò cardinale. cardinale e riservato in petto nel
Tom I/taso Riario Sforza
• nobi le concistoro de' 23 giugno i834 (in-
napoletano, da delegato apostolico di sienje al maggiordomo Patrizi che
Macerata da Pio VII maestro
fatto pubblicò cardinale agli i i luglio
di camera nel 18 16 e cardinale nel i836), lo pubblicò in quello de' i3
1823. settembre i838.
Benedetto Biirherini nobile ro- Francesco Saverio Massimo uo-
mano, da segretario della disciplina bile rumano, da chierico di came-
regolare nominato da Pio VII nei ra e presidente delle eecche , il
MAE MAE 139
Ponlefico Gregorio XVI agli 1 sero a sedere nelle anticamere. Nel-
luglio i836
promosse a maestro lo l'anticamera segreta erasi prepara-
di camera, settembre i838
a' i3 ta la sedia pontificia su predella e
a maggiordomo, pubblicandolo car- sotto il baldacchino. A destra fu
dinale a' 24 gennaio 184^- collocatoun piccolo tavolino con
Alcramc Pallavicino nobile ge- calamaio, penne ed altro. 11 santo
novese, da delegato apostolico di Padre si recò in detta stanza ve-
Perugia, il Pontefice Gregorio XVI stito di zimarra con fascia coi fioc-
lo fece maestro di camera a' 1 3 set- chi d'oro, e dopo essersi posto a
Icjnhre i838, e maggiordomo a'24 Sedere, furono in essa introdotte sei
gennaio 1842. persone che a poco a poco che
,

Francesco de Medici de princi- uscivano ne vennero sostituite delle


pi d' Otlajiino napoletano, da udi- altre. Monsignor maestro di camera

tore del camerlengato e protono- presentò al Papa il primo degli


tario apostolico partecipante, e ca- ammessi secondo la nota, facendo
nonico di s. Pietro, diti l^^pa Gre- ambedue le solite tre genuflessioni,
gorio XVI a' 24 gennaio 1842 e quindi si ritirò indietro, acciò
promosso a maestro di camera, e l'ammesso all'udienza potesse par-
confermato dal successore il regnan- lare liberamente col Pontefice sen-
te Pio IX a' 17 giugno 1846, pri- za essere inleso.La porta d'ingres-
ma a voce e poi con biglietto del so allacamera dell'udienza era a-
ujaggiordomo , come si legge nei perta e custodita al solito da una
Diari di Roma. E siccome sotto delle guardie nobili, essendovi poi
di lui il Pontefice che regna, ad nella stessa camera tutti i compo-
esempio di alcuni suoi predecessori, nenti l'anticamera segreta. Nel lu-
\oUe rislabilire T udienza pubblica nedi 3 del seguente agosto ebbe
due volte per ogni mese agli uomini luogo nel catFeamus del contiguo
ed una alle donne (di cpiesle però pontificio giardino la prima del-
ebbero luogo due sole udienze ) le due udienze pubbliche per
così qui ci permetteremo un cen- le donne, quindi furono ammes-
no di quanto perciò si pratica. se in numero di sette . Il Pa-
Giovedì mattina 2 3 luglio il Pa- pa le ricevette nel primo salotto a
pa Pio IX nel palazzo Quirina- p<n'te aperte, assistito dal maestro
le tenne la prima udienza pub- di camera in mantelletta , da due
blica , ed il metodo osservato fu camerieri segreti partecipanti , da
il seguente. Alle ore quattordici un bussolante, oltre 1' aiutante di
s'intimò l'anticamera di servizio, camera, il decano e lo scopatore
le solite guardie e due camerieri segreto.
segreti paitecipanti. Coi soliti bi- Monsignor maestro di camera di
glietti erano intimate trentauove
si sua Santità, esercita onorevoli at-
persone ( in altre udienze giunsero tribuzioni e gode distinte preroga-
a cinquanta), cioè delle prime che tive: acceuiierenio le principali. Il
aveano domandato il benefizio del- Papa consegna V Anello Pesca*
gli
l' udienza a sua Santità. Giunte torio [fcdi)j per essere dal prela-
(pieste persone in anticamera furo- to custodito gelosamente, ed al ter-
no ricevute dai bussolanti e dai niine dell'esercizio della carica al
camerieri di onore , ([uindi si po- medesimo Pontefice lo restituisce^
i4o MAE MAE
Se questo muore, lo consegna al abiti prelatizi neri; nella sera poi
cardinal cameilengo, quando que- della tumulazione del cadavere, il
sti reciìsi a riconoscere il cadavere prelato cuopre le mani di esso con
pontificio, ed il cardinale ne fa al velo bianco, come ho letto in piCi
prelato formale ricevuta, come di- descrizioni di tal funzione, e vedu-
cemmo all'articolo Camerlengo di to in quelle per Leone XII e Pio
SANTA ROMANA CllIESA, COU rOgitO Vili. Avvertiremo che nei diari
del notaro, come scrivemmo nel de' maestri delle cerimonie pontifi-
voi. VI, pag. 200 del Dizionario. cie per la detta morte di Grego-
Già a' tempi d'Innocenzo il mae- X rio XVI, si è notalo, i." Che non
stro di camera era custode dell* a- avea luogo l'intimo dell'anticame-
nello Pescatorio, e Io consegnava ra e della guardia nobile nel tras-
in morte del Papa al camerlengo, porto del cadavere dalla sua ca-
come provammo più sopra. Sicco- mera alla cappella Sistina, perchè
me l'anello Pescatorio è un sigillo tal trasporto è privatissimo, né si
pontificio con cui si sigillano i Bre- dovea concedere l'accesso ad alcu-
vi apostolici [l'aedi), così nella se- no, mentre erasi empito l'apparta-
greteria de'brevi vi è copia di tal mento di gente, atteso la tanto pian-
sigillo per sigillare i brevi. Sino al ta e deplorata perdita di si ma-
mese giugno dell'anno 1842 que-
di gnanimo Papa: precedeva guar- la

sto sigillo s'imprimeva sulla cera dia svizzera, dodici palafrenieri con
rossa e flessibile, che perciò rom- torcie, il cadavere portato da due
pendosi nel freddo e squagliandosi sediari, con intorno i penitenzieri

nel caldo, quindi perdendosi col colle torcie, seguiva il maggiordo-


tempo l'impronta, in tale anno e mo, il maestro di camera con tut-
nel mese di luglio venne sostituito te le persone dell'anticamera. 2."
il colore rosso di vernice a piedi Che nel trasporto del cadavere dal-
del breve stesso,con approvazione la Sistina in s. Pietro non si do-
del Pupa Gregorio XVI. Finche veva intimare l'anticamera d'ono-
il cadavere pontificio è sopra ter- re, non avendovi mai avuto luogo,

ra, il maestro di camera continua ma solo vi debbono intervenire il


a vestire di paonazzo consideran- maggiordomo, il maestro di came-
dosi in attualità di servizio, e con ra, l'elemosiniere, il foriere, il ca-
prime cappelle
esso interviene alle vallerizzo, i quattro camerieri se-
de'novendiali (come pure fece l'o- greti, e gli aiutanti di camera.
dierno maestro di camera in quel- Partecipa maestro di camera il

le per Gregorio XVI, tumulato il de' privilegi chegodono primari ed i

quale si astenne d' intervenire ai intimi famigliari del Papa; prima


funerali novendiali successivi, per- godeva la parte di palaitzo, cioè pane,
chè essendo canonico vaticano non vino, cera, oHo, aceto, legna, sale ed
poteva senza permesso
pontificio altro; servi, cavalli e cibarie per
incedere nellacon inse-
basilica questi : al presente ha annui scu-
gne diverse, ed il cardinal Ga- di ottocento e quaranta. Accompa-
stracane penitenziere maggiore solo gna il Papa ovunque recasi colla
dispensò monsignor Corboli cano- camera segreta in vesti prelatizie,
nico, come segretario del sacro Col- prendendo il lato sinistro, spettan-
legio), mentre alle altre iacede eoa do il destro al Maggiordomo {ì^c-
MAE MAE i4r
dì). Egualnienle incede col Ponte- disce, licoprendone poi il capo. Se
fice in carrozza, nei treni dì città, il Papa usa il camauro anche que-
in quelli de viaggi e {villeggia ture. sto leva dal suo capo e poscia
Vedi Tbeni. Procedendo il maestro glielo rimette, affidandone la cu-
di camera quando è in servizio vestilo stodia all' aiutante di camera. Que-
di collare, calze paonazze, sottana, fa- sto prelato insieme al maggiordo-
scia e mantellelta di tal colore, ol- mo, recitano con analogo libretto
tre il rocchetto, questo non si as- gl'inni ed i salmi col Pontefice al-
sume ne' viaggi e villeggiature, ed lorché questi segue qualche pro-
invece indossa un mantellone cor- cessione del ss. Sagramento, od al-
to ed una sottana simile e senza tra in cui inceda in istola e moz-
coda. Nelle cappelle e funzioni ove zella; col Papa tali monsignori
gli altri prelati mettono la cappa, ascoltano le prediche che hanno
altrettanto fa il maestro di came- luogo nel palazzo apostolico nel-
ra. Questo prelato, come il secondo l'avvento ed in quaresima, entro
della corte pontificia, in essa ha la bussola di legno con griglie e se-

precedenza sui vescovi palatini, an- lini , e corrispondenle all'antica-


corché fossero patriarchi, per la mera di onore ove si predica (che
rappresentanza della carica. Nei se vaca ne avvisa il prefetto dei
tifili dì città e nei treni nobili ,
maestri delle cereraonie, il quale
dopo la carrozza e muta del mag- con schedula stampata disinlinia il

giordomo, procede la carrozza o sacro collegio e quelli che vi han-


frullone del maestro di camera, li- no luogo); ambedue i prelati assi-

rata da qualtro cavalli; l' intreccia- stono ai lati del trono il Pontefi-
tura, i fiocchi, i ciuffi e le guide ce, quando nelle sue camere pone
de' cavalli sono del colore dell' ar- il rocchetto ai vescovi, la croce
ma di famiglia. Questa carrozza è al commendatore di s. Spirito, e
guidata dal cocchiere e dal caval- la berretta rossa nuo- ai cardinali
cante in livrea, ed il secondo ha vi; come pure quando il Papa dà
nel braccio sinistro una placca di ad alcuno il bastone del comando,
argento con lo stemma genlilizio; o riceve giuramenti in trono, o
dietro alla carrozza sonovi due ser- assiste alla lettura dei decreti sul-
vitori: tulli poi vestono di gala l'eroico esercizio delle virtù de'ser-
secondo le funzioni. Dentro incede vi di Dio e per le beatificazioni
il segretario ecclesiastico in abito (la lettura de' quali talvolta non
di sottana e ferraiuolone nero, uno nelle stanze pontificie, ma si fa in
scopatore segreto e il decano del qualche sagrestia di casa religiosa ,
Papa, il quale ne' treni nobili va ovvero in qualche convento e mo-
a piedi allo sportello della carroz- nastero anche di monache, come
za pontificia, ed allora invece van- fece il Papa regnante Pio IX pel
no due scopatori segreti in quella decreto letto in quello delle sale-

delmaggiordomo. Il maestro di ca- siane di Roma, domenica 23 ago-


mera tiene il cappello del Papa quan- sto 1846, alla sua presenza, cioè
do se lo leva, e meno quando è ve- che constava dell'eroico esercizio del-
stito degli abili sagri, gli leva in le virtù tutte della ven. serva di
chiesa a' suoi tempi il berrettino o Dio suor Margherita Maria Alaco-
zucchetto bianco, che pure custo- que del medesimo ordine) ed in
.4i MAE ni A E
QÌtve simili circostanze. Nel lihio giore, e due allii cameiicri segre-
inss. fle'macslri ili camera, di cui ti, uno soprannumerario, l'al-
cioè
pnrIcMomo in fine, tra le notizie tro d'onore un cameriere segreto
;

dei 1790 leggo dìo il maestro di soprannumerario di spada e cappa,


camera nelle cappelle jxìulifìcie se- ed altro di onore ( non il cavalie-
deva decano della rota,
sopra il re gerosolimitano, il quale s'invita
vale a dire che prendeva il luogo solamente nelle udienze e ricevi-
del primo cameriere segreto par- menti), il caudatario, il crocifero,
tecipante coppiere, come abbiamo il fioriere, e due bussolanti ; l'esen-
veduto nelle cavalcate quando il te di settimana delle guardie nobili,
decano della rota con mitra ponli- che ha l'incarico d'invilare i corpi
(icia incedeva tra i due [)riini ca- militari, cioè le guardie nobili, la

merieri segreti assistenti; si aggiun- guardia civica scella, i capolori e


ge in detto mss. che siede fra' ve- due carabinieri della compagnia s ci-

scovi assistenti al soglio, quando il ta di palazzo, s'intende oltre 1' uf-


prelato è tale. Osservo che mon- fìziale della guardia svizzera, la qua-
signor Doria maestro di camera, le veglia sempre alla custodia del-
non avendo luogo in cappella, non la pontificia residenza, pel servi-
riunendo alcuno di que' gradi al gio della sola sala però 1' avvisa.
cui ceto è assegnato posto, perchè Per la benedizione che il Papa dà
forse non credeva conveniente se- all'arciconfraternita del ss. Nome
dere al gradino dell'altare col de- di Maria, s'invita anticamera dop-
cano della rota e cameriere segre- pia, i cardinali palatini, l'iulilore, il

to partecipante, restava in tempo p. maestro del sacro pala/./.o, i se-


della funzione in sagrestia a re- gretari dei brevi a' principi e duU
citare r ullìzio. Ma il Pontefice le lettere latine, i due sostituti del-
Greejorio XVI ha stabilito che le segreterie di stato, il sotto datario,
il maestro di camera prò tem- ed il prefetto delle cerimonie ponti-
pore sieda dopo il primo prolono- fìcie. Non si avvisano mai gli aiutan-
tario apostolico partecipante, ovve- ti Papa, cjuali come
di camciri del i

ro s' è vescovo vada tra' vescovi. \. addetti continuamente all'immedia-


tale effetto il nuovo maestro di ca- to personale ed inlimo servigio del
mera, se non è prolonolario, rice- Papa, sempre lo seguono se esce
ve il bigliello di protonotario so- dalie sue camere. Bensì si manda il
prannumero. loro biglietto d' invito nei funera-
Presiedendo monsignor maestro li dei palatini, acciò v'intervenga-
di camera alle anticamere pontifi- no, ed io lo ricevetti da monsi-
cie, quando vi è qualche funzione gnor Pallavicino per quelli del forie-
straordinaria nel palazzo apostoli- re Sacchetti. Inoltre il maestro di
co, con biglietto stampato e da camera spedisce biglietti d'invito a
lui sottoscritto , indicando l' ora quei famigliari, che hanno luogo
e il giorno , intima tutti quelli ne' treni di città e nobile ( di essi

che ne fanno parte, cioè : maggior- parlammo ancora nel voi. VII, p.
domo, elemosiniere, sagrista, pre- 19, e Vili, p. 227 del Dizionario),
fetto delle cerimonie, due camerie- ed in quelli che scrive al maggior-
ri segreti partecipanti, il foriere domo ed al cavallerizzo specifica la
maggiore ed il cavallerizzo mag- qualità del treno perchè diano gli
MAE MAE 143
ordini analoghi nelle scuderie ponti- chierico segreto; il prelato avverte
fìcie. AlKesente poi di guardia delle pure anco in questa circostanza il
guardie nobili s'incarica d' inlimare decano dei cappellani comuni, per-
le guardie nobili ed i dragoni, e nei chè mandi quattro compagni per le
treni nobili anco i carabinieri. Qual- torcie. Allorché il Papa si vuole
ora il Papa non intervenga più portare in qualche chiesa a dare la
ad una cappella e funzione, il mae- benedizione col ss. Sacramento, il
stro di camera con biglietto ne pre- prelato manda il biglietto d'invito
viene quelli che dovevano formare ad otto camerieri segreti soprannu-
il treno di accompagno, ed ancora il merari e di onore per sostenere
senatore, i conservatori e priore dei le torcie durante la funzione Nelle

capo-rioni. Tutti i biglietti poi d'invi- chiese ove recasi i! Papa per messe
to o disintimo si danno al deca- o benedizioni, il maestro di came-
no del Pontefice, che li fa distribui- ra vi manda un numeio di guardie
re pei due dragoni ordinanze del- svizzere, e previo biglietto il prelielto
la sala pontificia : il battistrada ri- delle cerimonie pontifìcie per assi-
ceve gli ordini dal maestro di ca- slere il Papa. Quando poi il Pon-
mera e dall' esente, e nelle sortite tefice decide improvvisamente di re-
dal cavallerizzo, ed in sua mancan- carsi in qualche luogo, il maestro di
za dall'istcsso esente. Siccouje nei camera per mezzo del cavallerizzo
treni nobili vanno in carrozza col o dell'esente delle gtiardie nobili
Papa due cardinali, il maggiordo- spedisce un dragone per prevenir-
mo e il maestro di camera pren- ne i superiori. Inoltre deve il mae-
dono luogo nella seconda carrozza stro di camera avvisare il decano
nobile pontifìcia, tirata da sei ca- degli uditori di iota, perchè decli-
Se il Pontefice vuole celebra-
valli. ni uno de'prelati uditori a porta-
re messa bassa in alcun luogo, il re la cioce pontificia innanzi al Pa-
maestro di camera preventivamente pa ne'venerdi di marzo e nel ve-
con biglietto ne avvisa il superiore nerdì santo quando recasi in s. Pie-
della chiesa, ed il Siigrista perchè tro col sacro collegio; e quando
f:»ccia dal sotto sagrisla preparare nelle funzioni il Pontefice adopera
tutto l'occorrente; avverte pure il colla sedia gestatoria i flabelli, de-
decano de'cappellani comuni perchè stina per portare questi due came-
niandi quattro compagni per le tor- rieri segreti soprannumeri. Interve-
cie. In tale circostanza il maestro nendo il Papa alla solenne esposi-
di camera alla Lavanda delle mani zione o reposizione del ss. Sagra-
(Vedi\ versa l'acqua su quelle <iià mento in s. Pietro o in altra chie-
J^onlefice; ma se vie presente nn sa,il maestro di camera avvisa otto
cardinale, versa l'acqua il mag- camerieri segreti sopiannumeri e
giordomo, che altrimenti presente- di onore per sostenere le aste del
rebbe il pannolino, il quale invece baldacchino; v'intervengono pure do-
si esibisce dal cardinale. Quando il dici bussolanti per le torcie con in-
Papa vuole ascoltare la messa io vito del bussolante sotto foriere, a
qualche chiesa, il maestro di came- nome di monsignor maggiordomo.
ra invita primo cappellano segre-
il Inoltre invita con biglietto i cardi-
to, perchè la faccia celebrare da uno nali palatini in dette esposizioni e
de'suoi compagni, e servire da un reposizioni, e quando il Papa ve-
i44 MAE MAE
stilo di mozietta e stola interviene vanti mezzodì, l'esente di guardia
in san Pietro ad assistere alla presenta al prelato i tre rapporti
messa solenne per la dedicazione indicanti cbe i rispettivi corpi mi-
di quella basilica: vestito così, il litarisono in regola, ed il segre-
Papa si porta in detta basilica al- tario di monsignore gii rassegna il
le esequie che i cardinali celebra- rapporto degl'individui cbe guarni-
no ai suoi predecessori, nella cap- scono le diverse anticamere, e in
pella del coro, di cbe trattammo caso di mancanze ne fa annotazio-
al volume Vili ,
pag. i58 ^ e ne; inoltre gli consegna la nota in
XXVIII, p. 43 del Dizionario. Il doppio (sistema messo da monsi-
maestro di camera monsignor Mas- gnor Medici) delle persone cbe so-
simo invitò pure il sacro colle- no state ammesse all'udienza, e cbe
gio per accompagnare il Pontefice devono presentarsi nella mattinata,
a venerare i nuovi beati nella ba- non che la nota di quelle persone
silica vaticana ; ma spettando que- che la domandano, le quali note il
sto invito al prefetto delle cerimo- maestro di camera umilia al Papa,
nie, dipoi come prima lo tornò a rilenendo il duplicato di quelli che
fare questi nel 843 nell'ultima bea-
1 vengono all'udienza, l'altra restan-
tificazione. Se risiede il Pnpa nel do al Papa. Come sono guarnite
palazzo vaticano, l'invilo si fa per le anticamere pontifìcie, come si

trovarsi i cardinnli nell' anticamera debbano presentare all' udienza le


segreta, die se abita al Quirinale persone cui è stata accordata ,
i cardinali s'invitano a trovarsi in ed altro relativo anche ai ricevi-
s. Pietro, sempre in abito cardina- menti de'principi, se ne tratta al-
lizio rosso, ed caudatari in sotta-
i l' articolo Udienza del Papa. Il se-
na e faccia paonazza, e ferraiuoloue gretario del maestro di camera,
nero. ne' giorni d'udienza risiede nell'an-
Quanto alle udienze ordinane del ticamera de' bussolanti, per riceve-
Papa, il maestro di camera, secondo re tutte le persone ammesse all'u-
ilturno stabilito, al principiar d'o- dienza e segnate in nota, quindi
gni settimana manda i biglietti d'in- le fa introdurre da uno de' busso-
vito per quella ventura al camerie- lanti nell'anticamera di onore col
re segreto partecipante di settima- rispettivo nome della persona , ai

na, ad un cameriere segreto sopran- Camerieri di onore in servizio, e


numerario, ad un cameriere d'ono- questi ne prevengono il cameriere
re, così pure a due camerieri di spa- segreto, il quale ne dà partecipa-
da e cappa, uno segreto soprannu- zione al prelato. Il segretario rice-
mero, l'altro d'onore, ed altro bi- ve ancora le vengono
persone che
glietto al luogotenente dell'ordine a domandare l'udienza di sua San-
gerosolimitano per un cavaliere del- tità, le quaU debbono esibire no-
l'ordine. Quanto ai bussolanti, il fo- tizie di loro, e da chi sono cono-
glio pel servigio diturno viene con- sciute per essere poste in nota,
pilato trimestralmente dal loro deca- cioè de'Ioro ambasciatori e mini-
no, cbe però lo sottopone all'appro- stri, ovvero di persone qualificate
vazione del maestro di camera. e idonee di Roma. 11 segretario pri-
Apertasi l'anticamera segreta, or- ma che termini l'anticamera esibisce a
dinariamente due ore e mezza a- monsignor maestro di camera la no-
MAE MAE i46J

ta delle persone che hanno chiesto l'u- ceve poi i sovrani e sovrane sulla
dienza, e poi spedisce i bi{»Iietti a quel- porta della sala pontificia, coi ca-
li che sono ammessi , sottoscritti merieri segreti soprannumeri e di
dal prelato, previo registro, a mezzo onore, oltre l'elemosiniere , il cau-
dei due mentovati dragoni ordinan- datario ed il crocifero ( i quali ul-
te della sala pontificia. Prima la timi due però non sono invitati); ed
nota di quelli che domandavano l'u- ì principi e principesse reali, nell'an-
dienza la facevano i bussolanti per ticamera di onore, quindi tutti intro-

ordine del maestro di camera. Per duce ed annunzia al Pontefice. Nel-


l'udienza poi delle signore e signo- la loro partenza il prelato li ac-
ri che ricevonsi nelle ore pomeri- compagna colle stesse persone, nel
diane, il prelato dà nota degli am- luogo ove gli ha incontrati e com-
messi al cameriere segreto di set- plimentati. Va notato, che i ca-
timana in dette ore il maestro di
; merieri segreti partecipanti, l'esen-
camera solo interviene per le altez- te delle guardie nobili in servizio,

ze reali. Inoltre il cameriere segre- ed il capitano degli svizzeri, non in-


to riceve nota dal prelato delle contrano ne accompagnano, ma re-
persone ammesse all'udienza nella stano nell'anticamera segreta presso
sera e nei tempi di vacanza, ed in il Papa, cosi pure, se v'interviene, il

suo luogo monsignore ne previene prefetto delle cerimonie pontificie.


l'aiutante di camera. Le udienze Quando poi la segreteria di stalo no-
per gli individui del corpo diplo- a monsignor maestro di came-
tifica

matico, le domanda al Papa il car- ra che sta per giungere in Roma uà


dinal segretario di stato, il quale sovrano od una sovrana che viaggia-
ne dà parte al maestro di camera. no come tali, e non in incognito e
Questi in occasione delle feste na- sotto altri nomi, il prelato recasi
talizie e dell'anniversario dell' ele- diverse miglia lunge dalla capitale
zione e coronazione del Papa, ad ad incontrarli. Allorché il re delle
esso umilia
il foglio in cui per due Sicilie Francesco II colla regi-
felicitarlo sono segnati i maestri
si na consorte si recò nel 1829 ia
di camera o gentiluomini mandati Roma per passare in Ispagna, Pio
dai cardinali, principi, ambasciato- Vili, secondo il consueto, fece in-
ri, ministri e personaggi di alto contrare i Albano
reali coniugi in
rango; non che vi sono segnati i da monsignor de Simone maestro
prelati, i superiori degli ordini re- di camera in abito prelatizio, e
ed altri signori, che si re-
ligiosi, da monsignor de Ligne ceremo-
cano di persona a far l'omaggio. niere pontificio e segretario del-
Allorché i sovrani e sovrane la ceremoniale, il quale col pro-
principi e principesse reali si reca- prio suo abito in siffatti incon-
no dal Pontefice, il maestro di ca- tri deve sempre accompagnare il
mera invita anticamera doppia, in maestro di camera del Papa. Am-
un a monsignor segretario della con* bedue dopo aver complimentato
gregazione cerimoniale, eh' è sem- nel pontificio nome il re e la re-
pre un maestro delle cerimonie pon- gina, si restituirono in Roma a
tificie ( anco il prefetto delle ceri- darne notizia al Pontefice, e pre-
monie pontifìcie, se il sovrano o sentargli gli ossequi e ringrazia-
la sovrana vengono come tali ). Ri- menti de' sovrani delle due Sicilie,

vo l. XLf. 10
i46 MAE MAE
quindi passarono ad attenderli al ed allora le guardie nobili di tìc-

palazzo ove presero alloggio, e rin- coin pugno riposero gli squadroni nei
novarono loro le felicitazioni. Qtian- foderi. In cima al primo capo di
do nel maggio i838 pertossi in scale sì trovò la regina in ginoc-
Homa Maria Cristina regina vedo- chio sopra cuscino, ciò che com-
va di Sardegna, il maestro di ca- mosse il Pontefice e la corte ( la
mera monsignor Massimo e suo regina a memoria dell'avvenimen-
seguito con carrozza da viaggio a to, dal valente dipintore cav. Ca-
quattro cavalli di posta ed un cor- vallero fece rappresentare in graa
riere, si recò a complimentarla per quadro, con ritratti al naturale,
parte del Papa a Cisterna, come come ricevette il sommo Ponte-
luogo deir ullima fermala della re- fice Gregorio XVI). Il maestro
gina, vestito di rocchetto e man- di camera ricevette in dono nel-
telletta. Eseguito l'onorevole incari- lo stesso giorno per parie della
co, ripartì subilo perRoma, e ne regina una scatola d'oro brillan-
diede notizia a sua Santità. Appe- tata. Dicemmo nel voi. VII, png.
na giunta nell'alma città la sovra- 3 r del Dizionario, che anticamente
na, fermandosi nel palazzo Albani, allorquando i Papi visitavano so-
monsignore in abito prelatizio tor- vrani e cardinali infermi , il mae-
nò di nuovo a complimentarla in stro di camera durante la visita
nome del santo Padre, con carroz- avea giurisdizione sulle anticamere,
za di gala, e combinò il giorno e facendole precedentemente guarni-
Torà dell'udienza pontificia, che fu re dalla camera segreta, ecclesiasti-
a* 1 2 maggio ad ore sedici. Nel dì ca e secolare. P^. Ingressi in Roma e
seguente il prelato si portò dalla Sovrani.
regina per ringraziarla a nome del Pei concistori, congregazioni a-
Papa per la visita fallagli, e per vanti al Papa, o altre funzioni che
concertarsi del giorno per la re- hanno luogo in alazzo, monsignor
stituzione della visita, che fu sta- maestro di camera riceve da chi
bilita pel i5 maggio alle ore 17. spetta l'avviso olFiziule, per dare gli
Jl prelato avvertì monsignor pre- ordini analoghi. I cardinali che so-
fetto delle cerimonie pontificie a no impediti di recarsi ai concistori
recarsi al palazzo Albani per pre- ed a tali congregazioni , a mezzo
parare e disporre l'occorrente per d'un gentiluomo o maestro di ca-
tale visita, e concertarsi col conte mera, pregano il prelato a fare le
Filiberto Avogadro di Colobiano loro scuse col santo Padre. Sebbe-
conservatore generale della casa del- ne nella sera monsignore resta in
la regina. Ivi si mandarono in pre- libertà, quando innanzi al Papa vi
cedenza otto guardie svizzere ; aprì è congregazione particolare con in-
Io sportello della carrozza del Pa- tervento di cardinali, allora si reca
pa il conte Federico Broglia di in anticamera. maestro di ca-
Il

Mombello ministro del re di Sar- mera nelle mani del p. commissa-


degna (
per condiscendenza del Ca- rio del s. offizio o universale in-
vallerizzo maggiore del Papa {^Fe- quisizione, presta il giuramento pel
di), quale non cede che ai so-
il segreto delle cose di s. offizio, dap-
vrani, sovrane, cardinali, ambascia- poiché quando si tiene la congre-
tori e maggiordomo del Pontefice), gazione corani sanctìssimoj egli re-
MAE MAE 147
sia nella camera contigua a quella di altro simile velo, se ne sostitui-
ove si tiene la congregazione, men- sce uno bianco, come si riferì nel
tre tu Iti gli alili debbono ritirarsi detto voi. IX, p, i53. Se il mae-
nella ter/a sfanga. Nell'esame dei stro di camera non è sacerdote,
vescovi clic si fa avanti al Papa, prega a supplirlo i monsignori ele-
oltre le persone componenti l'ordi- mosiniere o sagrista ed egli pel ,

narie anliciunerej il maestro di ca- primo riceve la comunione in abi-


mera invila il solo maggiordomo incedendo con
to prelatizio, gli altri
per accompagnare il Pontefice al quello di manlellone. Terminata la
trono, ed il simile fa per le con- funzione, il maestro di camera in-
gregazioni de' riti e del s. offìzio. vita i comunicati a passare nelle
Altre attribuzioni di questo prelato sue stanze a gradire una modesta
sono : ì\ rilasciare cerlifjcati a chi refezione di cioccolata, caffè e gra-
implorò dal Papa indulgenze su nite con crostini di pane, e favo-
crocefissi, medaglie e corone (non risce gli aiutanti di camera d' un
però il regolare e distribuire le ore cabarè con doccolale e sei gra-
sei
per l'adorazione del ss. Sagramen- nite; e pel pranzo di sua Santità
to esposto nella cappella Paolina o offre una casciolta gelata con suo
in forma di quarant'ore o di se- punch spongato alla romana. Di
polcro, lo che spetta all' elemosi- questa comunione ne parlammo al-
niere, di che parlammo ai volumi trove, ed ai voi. IX, p. 167 e 168,
Vili, p. 294, e IX, p. 96 del Dizio- e XXllI, p. 91 del Dizionario non
nario ^ come della visita che ne fa il che all' articolo Maggiordomo. Cle-
Papa col maggiordomo, maesti*o di mente XI facendo la comunione, il
camera ed altri) il comunicare in ; sagrisla vescovo la ricevette in cotta
luogo del Papa e nel giovedì santo e stola, e il maestro di camera ar-
nella cappella segreta pontificia tulli civescovo, pose sul rocchetto la stola,
gì' individui della camera segreta deponendo la mantellella. Il grem-
ecclesiastica, come camerieri segreti biale o zinale di lino guarnito di
partecipanti, camerieri segreti so- merletto con fettuccia e fiocchetti
prannumeri e d'onore, cappellani e d'oro, che adopera il Papa nel sei**

chierici segreti , tutti invitati con vire a mensa nel giovedì santo quel-
biglietti : i camerieri partecipanti li che fanno da apostoli, spetta al
od altri che sono secolari , ricevo- maestro di camera, che sostiene il
no la comunione dal maggiordomo. bacile ove il Pontefice versa l' ac-
Avvisa pure il p. sotto- sacrista ac- qua sulle mani de' medesimi avanti
ciò nella sagrestia della detta cappel- il pranzo. AI termine di questo,
la pontificia segreta, ove si fa la co- il prelato versa l'acqua sulle ma-
munione, sieno preparale non me- ni del Pontefice, porgendo il pan-
no di dodici colte ed allrellante nolino il maggiordomo. Quando il
stole bianche pei sacerdoti e dia- Papa Clemente XI lavava i piedi
coni che si comunicano, oltre quat- ai pellegrini nell'ospedale della ss.

tro cappellani comuni per le tor- Trinità, e quando negli altri ospe-
cie : in detta mattina il quadro dali visitava e regalava gl'infermi,
della cappella segreta del Papa con- il monsignor Ruf-
zinale che usava,
tinua ad essere coperto di velo pao- fo maestro di camera soleva do-
nazzo, ma al Crocefisso in luogo narlo ad un cerimoniere. Ai 2 feb-
i48 MAE MAE
braio festa della Purificazione o gretario delle lettere latine , so-
candelora, niaggioidomo e mae-
il stituto della segreteria di stato,
stro di camera assistono lateral- sotto-datario, sostituto della segre-
mente il Papa in trono nell' anti- teriaper gli aflìiri di stato interni
camera di onore, ove riceve le obla- (ora seconda sezione della segreteria
zioni delle candele di cera, di che di stato), ognuno de' camerieri se-
tenemmo proposito nel voi. Vili, greti partecipanti, maestro del sa-
p. 268 dd Dizionario. Nel mss. di cro ospizio, tbriere maggiore, caval-
monsignor Ruffo, di cui parleremo, lerizzo maggiore , sopraintendenle
leggo che a suo tempo assisteva deJle poste, vessillifero, senatore di
anche l'elemosiniere, come guarda- Roma, e sostituto de' brevi; dieci
roba, al ricevimento delle candele, alla guardia svizzera, venti ai cap-
che prendeva dalle mani del Papa. pellani e chierici segreti ,
quattor-
Per antica consuetudine i capitoli dici agli aiutanti di camera anche
delle basiliche e collegiate, gli or- come sotto chierici, e il primo co-
dini religiosi ed altre corporazioni, me custode generale delle vesti ol-
solevano fare una particolare obla- tre altre incumbenze ; ventisei ai
zione di cera anco ai due nomi- maestri delle cerimonie, cioè due
nati prelati , ma ora da pochi si per cadauno; sette ai chierici della
eseguisce. cappella; due al cardinal vicario ,

Delle medaglie
d'argento che i al maestro del sacro palazzo, vice-
medesimi maggiordomo e maestro gerente, prete, diacono e suddiaco-
di camera distribuiscono in nome no della cappella pontificia, udito-
del Papa a molti della famiglia re del camerlengato, a diversi ca-
pontificia pel solenne possesso del merieri soprannumeri e di onore in
Pontefice e per la festa de' ss. Pie- abito paonazzo e di spada e cap-
tro e Paolo, ne facemmo cenno pa esercenti, ad otto cavalieri ge-
nel volume XXII 1, pag. 92 e 93 rosolimitani, ossia a quei novizi che
del Dizionario. Qui aggiungeremo, prestano attualmente il servizio di
che quando alcuni della famiglia anticamera, allo scalco segreto, al
godevano la medaglia d'oro, ambe' sostituto de' memoriali, all'ammini-
due i prelati ne fruivano ciascuno stratore de' vacabili , al segretario
tre di tal prezioso metallo , ed il del maestro di camera, ali' antica-
maggiordomo eziandio in sede va- mera del segretario di stato, all'an-
cante, se in tal tempo s'incontrava ticamera di quello per gli affari in-

la festa suddetta. Attualmente il terni (attualmente non più esisten-


maestro di camera ne ha otto
di te); ed una al p. compagno del
argento e ne distribuisce più di tre- sagrista o sotto-curato, all'aiutante
cento ; cioè quattro per cadauno de' capotori, ed al decano del Pa-
ai cardinali segretario di stato pa. Monsignor maestro di camera
segretario per gli affari di stato con suo biglietto nomina l' esattore
interni (carica al presente riunita dell'anticamera segreta per la ri-
al primo), segretario de' brevi, scossione delle propine. Quindi ap-
pro-datario ,
pro-segretario de' me- prova e firma medesimo ogni vol-
al
moriali, prelati uditore del Papa, ta la divisione degli scudi 65o che
elemosiniere, sagrista, sottosagrista, pagano i nuovi cardinali cui si man-
segretario de' brevi a' principi, se- da la berretta cardinalizia, degli scu-
MAE MAE i49
di 5oo di tutti i cardinali quando Hei'i di spada e cappa, il cavalle-
ricevono il cappello rosso, e delle rizzo, il foriere, i cavalieri lancie
propine provenienti dalla spedizio- spezzale, i cappellani e chierici se-
ne delle bolle nella cancelleria apo- greti (
questi ultimi se hanno l'uso
stolica de'vescovati residenziali, piti del mantellone), ed i quattro aiu-
o meno secondo le riduzioni che tanti di camera ". Essendo giorna-
ottengono. La divisione di ognuna ta di udienza, per servizio del Pa-
delle tre nominate propine si fa pa restarono nelle sue camere il
in dodici parti eguali: due sono a maestro di camera, due camerieri
disposizione del Papa, e prima era- segreti, e due di spada e cappa,
no quattro delle altre ne fruiscono
; ma percepirono la cera come fos-
una porzione il prosegretario dei sero intervenuti, così quelli che
memoriali, maggiordomo, maestro restarono occupati al servizio pon-
di camera, uditore, elemosiniere, tificio. Altrettanto e in tutto fu
segretario de' brevi a' principi, sosti- praticato pei funerali di monsignor
tuto della segreteria di stato come Vinci maggiordomo , nella qual
segretario della cifra, coppiere, se- circostanza si stabilì che prelati di
gretario d'ambasciata e guardaro- manlelletta non palatini non più si

ba. 11 detto esattore delle propine invitassero e negli altri successivi.


de' cardinali nuovi , ha ogni volta Per assenza o impotenza del
scudi cinque , e da quelle de' ve- maggiordomo, sì in Roma, che nei
scovati ritiene baiocchi dieci a du- viaggi e villeggiature, in molte cose
cato. Spetta ancora al maestro di supplisce il maestro di camera, tran-
camera regolare la distribuzione dei ne quelle attribuzioni che spettano
sei biglietti per cadauno di tutti i al foriere maggiore ; in tal caso
teatri, a quelli della famiglia pon- negli accompagnamenti prende il
tifìcia cui appartengono; cioè uno luogo del maestro di camera l'ar-
per ogni sera l' hanno il maggior- civescovo elemosiniere come primo
domo, il maestro di casa, e il ceto della classe de* camerieri segreti. In
de' camerieri segreti partecipanti assenza o impotenza del maestro
gli altri tre si dividono in tredici di camera, egualmente negli accom-
turni. Di quanto si appartiene al pagnamenti supplisce l'elemosiniere;
maestro di camera, e del suo in- ma il coppiere, come primo de* ca-
tervento alle funzioni, se ne parla merieri partecipanti, esercita le al-
ai rispettivi articoli. Dell' assistenza tre attribuzioni del maestro di ca-
ai funerali dei primari della corte mera, come nell'ordinazione de'tre-
pontificia se ne discorre ai voi. VII, ni, domande di udienze, ec; fanno
p. 3i, eXXVIlI,67 del Dizio- p. pure altrettanto i suoi compagni
nario. Ecco r intimo fatto dal mae- quando sono di settimana. Notere-
stro di camera per l'esequie del- mo che a'9 ottobre 844> essendo 1

l'elemosiniere Boccapaduli sotto Pio impotente il maestro di camera, ed


VI e per altri camerieri segreti in assente l'elemosiniere, recandosi il

paga. « Furono invitati monsi- i Papa Gregorio XVI dal Quirinale


gnori maggiordomo, maestro di a s. Pietro, monsignor Barbolani
camera, tutti i prelati palatini , i allora coppiere fece le veci del mae-
camerieri segreti e di onore, il p. stro di camera, ma vestito di roc-
maestro del sacro palazzo, i came- chetta e mantellelta perchè era
iSo MAE MAE
ancora prelato domestico.
i camerieri segreti partecipanti sup-
pliscono al maestro di camera,
loio appartiene ordinare
Non

il
solo

ma
treno
amore verso il Papa, del zelo chi
deve avere pel suo decoro , dell
singoiar prudenza di cui fa d'uopo
che sia fornito, e si dice che deve
I
delle sortite private e. di trottata. tenere un libretto di memorie per
Dicemmo al voi. VII, p. 27 del Di- notare tutti i ricordi necessari. Nei
zionario, che il prefetto e i maestri seguenti capitoli si descrivono va-
delle cerimonie pontificie, come ca- rie funzioni e ca|»[)elle fatte dai
merieri segreti perpetui, finche il Pontefici in palazzo e fuori, conci-
nuovo Papa non ha nominato il slori, congregazioni, prediche e vi-
nuovo maestro di camera e came- site a chiese e monasteri, celebra-
rieri segreti, ne adempiono le veci, zione di messe , l'udienza pubblica
come in tal caso fanno i cappellani e quella de' ministri pontificii; i

comuni nelle cose che spettano ai trattamenti dei re e regine , ed


cappellani segreti : il prefetto delle altri principi sovrani, dei cardinali,
cerimonie funge l' uffizio del pre- ambasciatori e ministri ,
principi ,

lato maestro di camera ,


gli altri senatori ed altri personaggi. Que-
cerimonieri quello dei camerieri se- sto trattato viene terminato con
greti partecipanti. istruzioni secondo lo stile della cor-
I maestri di camera prò tempore te pontificia praticato ne' pontifi-
hanno due libri mss. fatti per loro cati del secolo passato ,
principal-
istruzione da tre prelati che ne fun- mente sotto Renedetto XIV e Pio
sero l'uffizio con zelo : il primo è VI. Monsignor Massimo ora cardi-
di monsig. Tommaso Ruffo o meglio nale prefetto della congregazione
di monsig. Francesco Pignattelli, il delle acque e delle strade, fatto mae-
secondo di monsignor Francesco stro di camera agli it luglio i836,
Saverio Massimo, tutti divenuti car- incominciò la compilazione di un
dinali. primo porta per titolo
Il : utile repertorio delle cose pia no-
Istnizioni per li monsignori maestri tabiliavvenute nell'esercizio della
di camera raccolte dagli scritti di carica, e di quonto devesi praticare
monsignor Tommaso Ruffo maestro dai prelati maestri di camera du-
dicamera d'Innocenzo XII e Cle- rante il loro ministero, e perciò lo
mente Xf, e da altre scritture sotto Istruzioni per monsignor
ni titolò:
il pontificato di Benedetto XIF^ maestro di camera di sua Santità.
compilate da monsignor Francesco In questo libro si notano conci- i

Pignattelli maestro di camera di stori segreti e pubblici, le imposi-


Pio VI nelUanno XVI del suo zioni delle berrette rosse ai cardi-
pontificato, lasciatedal medesimo nali nuovi, e dei rocchetti ai no-
aie anticamera pontifìcia per istrU' velli vescovi presenti in curia, il

•tione de" suoi successori. Jn questo giorno e l'ora in cui si fecero tali

libro nel cap. I si narra 1' esalta- funzioni. Tutte le cappelle e fun-
zione di Clemente XI e la nomina zioni ordinarie e straordinarie, e le
in suo maestro di camera di mon- circostanze particolari che vi ebbe-
signor Ruffo; nel cap. II si tratta ro luogo, come pure se il Papa
particolarmente incombenze delle non v' intervenne.La pubblicazione
del maestro di camera di sua San- dei decreti per procedere alle bea*
tità, massime della sua fedeltà ed tincazioai. Lq visite delle chiese e
MAE MAE i5i
monasteri, l' intervento del Poiile- signor Francesco de* Medici norv
fjce in alcuni eseicizi di pietà e solo continuò i precedenti sistemi,
di pubbliche preci, processioni straor- ma procedette alla compilazione di
dinarie, celebrazioni di messe, con- un importante periodico Giornah
sacrazioni, benedizioni cpostoliclie, o registro delie udienze, eoncistori,
o col ss. Sagra mento. Le villeggia- cappelle, e notizie relative; ed e-
ture ed i luoghi in cui portossi il ziandio notò ogni cosa con preci-
santo Padre durante le medesime ;
sione e dettaglio di circostanze, no-
Je partenze e ritorni in Roma, ed tando pure nelle cappelle chi can-
i trasferimenti dal Valicano al Qui- tò messa e chi pronunciò il ser-
rinale e viceversa. I ricevimenti di mone, e gli atti concistoriali. Ol-
sovrani e sovrane, principi e prin- tre a ciò pubblicò colle slampe
cipesse reali. Le prediche in pa- r opuscolo che porta per titolo ;

lazzo, ,]e congregazioni ed esami Regolamento per il servizio Inter-


tenuti innanzi al Papa. Monsignor no dell' anticamera pontificia nel
Massimo seguendo le tracce del suo giorni di udienza. La compilazione
illustre predecessore, regolarizzò con del prelato, e da lui sottoscritta,
migliori metodi il servizio delle an* ha la data : dalle stanze del Vati-
ticamere, e nel novembre i836 in- cano i gennaro i843. I suoi pre-
trodusse l'ammissione al bacio del decessori solevano far stampare la
piede al Pontefice, l'ultimo giorno tabella delle udienze e delle va-
d'ogni settimana, di lutti quelli che canze per l'anticamera pontifìcia,
in essa aveano fatto il servizio delle ed in quella de' bussolanti o in al-
anticamere, cioè quelli delle antica- tra vi è quella fatta slampare nel
mere segreta e di onore, che no- 1840 (l^ monsignor Pallavicino.
tammo nel voi. VII , p. 25 e ^2. MAESTRO DI CASA de* sacri
del Dizionario. Nello stesso mese PALAZZI APOSTOLICI. Magistcr do-
il Papa Gregorio XVI concesse ai mus sacri palatii apostolici. Anti-
camerieri segreti soprannumerari e chissimo ufliziale maggiore de' pa-
di onore, di spada e cappa il pri- lazzi pontifìcii, della famiglia e cor-
vilegio della collana, per distinguerli te papale. Ne' primi tempi appar-
dai gentiluomini de' cardinali e teneva alla classe degli scudieri del
principi il cui abito è simile, da Papa, famigliari nobili de'quali te-
indossarsi in attualità ed esercizio nemmo proposito nel voi. VI , p.
di servizio, la qual collana abbiamo 177 e seg. del Dizionario, ed in
descritta nei citato voi. p. 44- Q.^^ altri luoghi di questo. Quando il

avvertiamo che il Papa regnante Maestro del sacro ospizio [Fedi),


Pio IX ha concesso ai medesimi esercitava le funzioni di primario
camerieri l'abito antico, di che par- ministro del palazzo apostolico, era
leremo a Maggiordomo. Sotto poi suo famigliare, cioè specialmente
il maestrato di camera di mon- addetto, col titolo di Magister au-
signor Alerame Pallavicino fu sta- lae. Finché poi il Maggior-
prelato
bilito il registro di tutti quelli domo (Vedi) si chiamò maestro
che sono ammessi all'udienza pon- di casa^ questo ministro portò il

tificia, in un ai sovrani e principi titolo di sotto-maestro di casa, e


reali, non che le funzioni straordi- prese quello di maestro di casa do-
narie. Il maestro di camera mon- po che Urbano Vili chiamò Mar-
1^2 MAE MAE
zio Cinnelli maestro di casa e pre- nione che fa il Papa o il mag-
fetto de' palazzi apostolici, nel 1626 giordomo in sua vece : pel possesso
maggiordomo o meglio si stabiPi
f di quello, e per la festa de'ss. Pietro
il titolo sotto il maggiordomo Poli, e Paolo riceve sei medaglie di ar-
come dissi nel voi. XXllI p. 81 ,
gento, mentre prima ne avea una
del Dizionario. Questi fu poi car- d'oro ed altra di argento, ancor-
dinale, e prima di divenire mae- ché sede vacante. Nella tabella stam-
stro di casa, nel 1624 era sotto- pata nel i83i da monsignor Pan-
maestro di casa di detto Papa , e dolfì maestro di camera per le u-
senza paga ; e quando il Vulpi suc- dienze e vacanze, si legge che nella
cessore del Ginnetti morì nel 1629, sera del sabbato ogni quindici gior-
nel passare il Poli al titolo di mae- ni ha l'udienza del Papa il maestro
stro di casa, e facente le veci di di casa de' sacri palazzi apostolici.
maggiordomo, ebbe di questi l' o- Vi andava il maestro di casa nei
norario e le parti di pane e vino. precedenti pontificati ancora ogni
Sino agli ultimi anni del secolo quindici giorni, ed in abito di man-
passato avea la cosi detta parte
, tellone.
di palazzo, consistente in pane, La più antica notizia che mi è
"vino , olio , legna , ec. , domestico riuscito trovare di questo ministro
cavallo e mantenimento di esso. palatino, esiste nell'opera del p. Gio.
Veste di abito completo di man- Battista Gattico, yécta selecta cae-
tellone paonazzo nel palazzo apo- renionìalia, nel codice vaticano da
deve presentarsi al Papa
stolico, se lui riportato a p. 270, ove sono
o incedere nella sua rappresentan- descritti gli offizi palatini sotto A-
za ; ed usa l'abito di città con spa- lessandro V eletto nel i4o9> ed è
da medesimo palazzo
fuori del in del seguente tenore. *» XII. Magi-
occasione d'etichetta, come visite ai ster Aulae. Item est in eodem pa-
nuovi cardinali ec. Gode decente a- latio officio magistri aulae. Ad istius
bitazione nel palazzo apostolico, l'u- officium pertinet poni facere men-
so del legno palatino chiamato frul- sas, quando campana pulsatur prò
June, e l' annuo onorario di scudi prandio et coena; et signanter illam
seltecentoventi. Nei palazzi aposto- IDomini nostri in loco, ubi per se
lici ha luogo particolare per la sua disposuerit prandere, vel coenare ;
azienda, in cui sono il primo gio- et quod loca, in quibus ponentur,
vane con scudi trenta il mese, il per scobatores faciat bene mundari.
secondo giovine con scudi dieci il Item ad istius officium pertinet fa-
mese, e lo scopatore comune che cere dare aquam prò abluendo ma-
•veste queir abito che desa'ivemmo nus iis, qui ad prandium, vel coe-
al voi. XXV, p. 109 del Diziona- nam invitali fuerunt, dummodo non
rioy mentre il primo giovane usa sint cardinales, aut magni, quia alii

l'abito di città nero con gonnella, illi habent suos servitores. Item
ferraiolone di seta e collare di postquam Dominus noster fuerit
merletto nelle cappelle che diremo. in mensa, debet invitatos ponere ad
Come appartenente alla famiglia mensam secundum gradum et sta-
nobile, interviene nel mercoledì san- tura eorundera , habito Consilio
to e nelle altre annue comunioni magistri ospitii, si personarum in-
in abito di mantellone, alla comu- vitatarum qualitas hoc exigat. Item
MAE MAE i53
postquam cibaria fuerint posila co- solto-floriere. Il medesimo Cancellie-
rani Domino nostro , debet Tacere re nella Descrizione della seiiiniana
servili iis, qui in ejus praesenlia santa § III, parlando delle palme
coraedunt. Debet etiam aliis ordi- che dispensa il Papa nella domeni-
iiariis Tacere serviri secundum con- ca delle Palme, dice che sono cu-
ditiones personarum,et modiira, qui stodite da due bussolanti e dal
sibi tradetur. Item debet Tacere ser- maestro di casa di palazzo. Nella
viri de Tructibus ,
qui dari solent descrizione di tali funzioni, noi in ve-
in principio, et in fine mensae. Iteoi ce scrivemmo, rilevandolo da quan-
quando instat finis prandii, vel coe- to si pratica: le candele e le pal-
nae, debet Tacere leva ri cibaria de me dal primo giovane del maestro
ante illos, qui coram Domino no- di casa o custode della cera, vesti-

I stro,

derunt, et
vel in tinello
deinde
comuni come-
aquam dari , et
to in abito da città, sono consegna-
te al bussolante sotto-foriere, che
mensa deponi, quando aqua porla- insieme ad altro bussolante le pas-
tur Domino nostro prò lavandis sano al chierico di camera; il simile
nianibus. Item debet bene adver- si pratica nella dispensa degli A-
tere, quod in tinello non sint mur- gnus Dei benedetti. Che la prov-*
niurationes, clamores, seu vociTera- visione, custodia e dispensa della ce-
tiones; sed quod omnes honeste ra spetta al maestro di casa, Io dire-
et cum omni pace et quiete co- mo anche in fine. Qui riportiamo in-
medant. Item solebat habere unum tanto la notizia del padre Gallico.
servilorem dumtaxat. Item iste ma- » VI. Cera. Itera est aliud olììciiun,
gister aulae, quandoque Tuit scu- quod vocatur cerae. In islo ofiieio,
tiTer, seu Tamiliaris magistri hospi- quod repulatur inler alia honora-
tii ". Inoltre il Gallico a p. 267 bile, debet poni unus ecclesiasticus
parla dell' officio cerne , una delle honestus, probus et fidelis, cujus of-
attribuzioni del maestro di casa. ficio special Tacere fieri intortitia
Di questi, diverse notizie riportam- et candela s grossas et minutas lam
mo all'articolo Famigli! Pontificia, prò capella, mensa et cameris Do-
in un ai privilegi concessi dai Pon- mini nostri, quam prò aliis omni-
tefici. bus, quibus dislribulio candelartun
Nella Descrizione delle cappelle cerae solet fieri. Debet eliam prò
pontificie di Cancellieri, par. II, p. servitio palatii ministrare candelas
146, si dice, che le candele per la de cepo (cepum prò sebo), et lanler-
Tunzione che Ta il Papa nel dì della nas; et singulis noctibus, dum dies
Purificazione, dal custode della ce- incipit deficere bora competenti
,

ra in abito da città sono conse- debet Tacere poni in camera para-


gnate al sotto-fioriere genuflesso, vi- menti candelabra magna et intor-
cino al maestro di casa di palazzo, titia incendi; et in aliis locls pala-
che le consegna di mano in mano al tii consuetis lanternas, et candelas
cliieiico di camera genuflesso, il qua- eliam oidinatas Tacere incendi; et
le le somministra al cardinale se- cubiculariis prò cameris Domini
condo diacono, e questi al Papa. Al- nostri intorlilia et candelas tradere.
trctlanlo si legge nelle Brevi indi- Habel eliam cuslodiam candelabro-
cazioni de* cerimonieri pontificii , so- rum argenteorum prò mensa Domini
lo dicendosi sotto- Toriere in vece di nostri, et alioruiu Terreorum ma-
i54 MAE MAE
gnoriim, quae solent teneri in cn- nel 1620 lo era il sig. Antonio de
meris papalibiis, el intortitia in iis- Ikittisti. Nel pontificalo di Grego-
dem poni. Ilcni linbel ciislodiam ca- rio XV
e nel ifi-xi, si trova signor
sooriifi) onininin, (|ni in palalio ex- Gabrielle Gabrielli sotto-maestro di
pendnnlur; et de eisdeni loco, et casa. Urbano Vili nell'aprile i634
tempore congruis provisionem fa- fece sotto-maestro di casa Gio. An-
cere llem ipse magister cerae
. tonio Massa no. Nei ruoli posterio-
liabct ad minus singulis niensi- ri a Urbano Vili, nella categoria:
l)us speci fice seri bere totani expen- officiali maggiori, prima è segnato
Scim per eura factam in diclo men- il maggiordomo, poi il maestro di
se de cera, cepo, et aliis ad suum casa,venendo il foriere e cavalleriz-
oflìciuin pertineutibus, et ipsam zo maggiori registrati o tra came- i

magistro bospitii tradere, vel gen- rieri di spada e cappa, o nella clas-
libus camerae; el iste magister ce- se : diversi signori ed offiziali della
rae debet babere cameram in pa- corte.Antonio Gbirlandari era mae-
latio, et duos servi tores ad minus, stro di casa sotto Innocenzo X,
quorum unus debet esse clericus, qui e nel breve de ij setlembre 1647,
vocatur clericus cerae, et reputatur col quale il Papa accordò i con-
*'.
odiciarius sueti privilegi a'suoi intimi famiglia-
Il più anlico ruolo de' fami- ri, insieme all'esenzione dallo spo-
gliari del Papa , cbe esiste Del- glio, per ultimo si legge: Antonius
l' arcbivio del palazzo apostolico è Ghirlandarus pisanus palatii nostri
quello di Giulio HI del i55o. Ivi apostolici suhpraffectus. Lo trovo
questo ministro è cbiamatowWo-/72tìtc- pure nel i653: del sficcessore Ales-
stro di casa. Lo era in detto anno sandro VII, nel i6>5 lo fu Anto-
Scipione Gaietti, e poi dal medesi- nio Princivalli, nel 1657-1659 mon-
mo Giulio III fu fatto Andrea Zimino sÌ2;nor Cruciani. Sotto Clemente X
cbeavea pane, vino, vitella, castrato nel 1675, ed Innocenzo XI nel 1679
e vaccina. Nel ruolo di Paolo IV avea scudi ventuno mensili; e die-
del i555 è uomm^io sotto-maestro ci il Di Clemente XI
computista.
(li casa e cassiere : avea tre por- furono Francesco Carioto, e nel
zioni di pane e vino, ed un caval- 1706 Angelo Carrara. Nel ruolo
lo. Nel ruolo del i56o di Pio IV, d'Innocenzo XIII è registrato dopo
nella categoria: diversi maggiori, è il p. maestro del sacro palazzo. Nel
registrato pel primo messer Andrea 1780 il maestro di casa fu per la
Giannini, forse quello medesimo di prima volta pubblicato tra i fami-
Giulio III, sotto-maestro di casa, co- gliari pontificii, nelle annuali Noti-
sì nella nota dei famigliari cbe nel zie di Roma, e pel primo Donato
j 565 seguirono il Pontefice nel viag- Ci vitella della Beneven-
diocesi di
gio a Perugia. Nei pontificali di s. to, fatto da Benedetto XIII
per sua ;

Pio V e Sisto V funse l'uffizio llev. morte nel 1749 Benedetto XIV no-
Messer Antonio degli Abbati, e lo minò monsignor Antonio Presi bo-
trovo tale nel 1591 sotto Gregorio lognese suo scalco segreto. Questi
XIV, e nel 1597 sotto Clemente sotto Clemente XIII fu pro scalco
Vili. Nel pontificato di Paolo V e senza onorario, con soli quaranta-
uel i6o5 era sotto-maestro di ca- cinque scudi mensili come maestro
sa il signor Terenzio Gabrielli; e di casa; mori uel 1768, e fu sepol-
MAE MAE 1^5
to in s. Maria in Trastevere di cui Tra le onorevoli incumbenze che
era canonico, ove istituì un anniver- pruna esegiuva, eia vi quel la di pre-
sario e lasciò quattordici mcdiiglie sentare donativi dì copiosi comme-
d'oro al capitolo, il Papa gli diede stibili per parte tlel l*ontefice ai so-
in successore Giuseppe Piovere ro- vrani quando arrivavano in Roma,
mano. Pio VI nel 177^ fece mae- ed agli ambasciatori quando si fa-
stro di casa privalo e dei palazzi cevano conoscere formalmente. Sic-
Anionio Fraltini romano,
apostolici come tali donativi si descrivono nei
che comprese nel breve die spedì Diari di Roma, ne riporteremo al-
dei privilegi pegl" inlimi famigliari cuni. Nel 1718, nel numero 65, si 1

del Papa, nostro secrtto eldomus legge che monsignor maggiordomo


nostrae magislroj ed in sua morte in nome di sua Santità mandò a
nel 1798 non fu rimpiazzata la pri- presentare ali ambasciatore di Por-
ma carica, essendo anteriormente togallo de IVI L'Ilo, pel maestro di
successo nella seconda il figlio Vin- casa di Nostro Signore il solito re-
cenzo Luigi. Pio Vìi gli diede a galo di commestibili in trentasei
coadiutore il figlio Alessandro Ma- portate. Nel i7'20, nel num. 54o,
ria che gli successe anche nel pon- si dice che l' ambasciatore veneto
tificalo di Leone XIL Questi di- Cornaro, tornato a palazzo dall' u-
chiarò maestro di casa Giuseppe dienza di Clemente XI, trovò il mae-
Tizzoni, e Pio Vili Pietro Paolo stro di casa del Papa, che in suo
Papari, al Papa Gregorio
quale il nome gli presentò trenlasei porta-
XVI con breve de'22 marzo i83i te, e Tambasciatore regalò «'pala-
elesse e nominò coadiutore con fu- frenieri pontificii che le aveano re-
tura successione l'attuale Gioacchi- cale, trentasoi doppie di Spagna.
no Spagna, già scalco segreto di Pio Nel 1738, numero 33*28, è detto
Vili, con tutti i piivilegi, onori ed che principe Federico primoge-
il

emolumenti; e ^%v il retto e fede- nito del re di Polonia ed elettore


le esercizio della carica gl'ini pose di Sassonia, tornalo al suo palaz-
di prestare il consueto giuramento zo dall'udienza di Cleujente XII,
in mani del prelato maggiordomo : dal maestro di casa gli fu presen-
divenne eifellivo nel novembre i834. tato a nome di monsignor maggior-
E qui deve notarsi che il Papa no- domo il regalo di cento portate in
mina il maestro di casa de'sacri pa- altrettanti bacili: uno di pernici,
lazzi mezzo di un bi-
apostolici a due formaggio d'O-
di cedri, cedrati,
glietto di monsignor maggiordomo, landa, marzoline, parmigiano, trion-
mentre per organo dei cardinale se- fi di butirro, ombrine, beccacele,
gretario di stato (o di quello degli pernici, olive, cotognate, perla can-
affari di stato interni quando vi dite, briigne, cedrati canditi, me-
era) gli partecipa con altro bigliet- lappie candite, tartuG, brugnoli ;

to l'ordine della spedizione del bre- quattro di presciutti , mortatelle,


\e apostolico, che viene rilasciato pani di zuccaro, cera, cioccolata,
dalla segreteria de'brevi. Questo mi- confetture; cinque di cauditure di-
nistro nel palazzo apostolico è il verse; sei di boccette di vino; un
primo dopo il foriere maggiore e cervio morto, così un cinghiale, ed
cavallerizzo maggiore, nell'esercizio una vitella mongana ; otto casse di
delle cose auiminislrative. vino; due suine coperte con pane
i56 MAE MAE
e ciambelle; una gabbia di pavoni, di vino di Lipari ; due di cavoli
di pernici, ed altra di pavoni; due fiori guarniti di sparaci. Nel 1769,
gabbie di tortore, starne, gallino nel numero 8089, si legge, che
faraone, capponi, pollanche, galli- giunto in Roma Leopoldo I gran-
nacci, e pavoni oltre delti. Nel i duca di Toscana, mentre si cele-
1755, numero 5964, si narra che brava il conclave, monsignor Rez-
essendo venuto in Roma Clemente ronico maggiordomo e governatore
Augusto di Baviera elettore di Co- dei medesimo si portò a compli-
lonia, dopo essere stato da Bene- mentarlo, e poi da parte del sacro
detto XIV, nel dì seguente il mag- collegio pel maestro di casa Rove-
giordomo gli mandò per monsignor re, gli mandò in dono centotren-
Presi maestro di casa, in nome del ta portate di vari e scelti comme-
Papa, quarantotto portate di com- stibili, donando il principe cento
mestibili, e l'elettore donò al Presi zecchini. Nel 1774? nel numero
una scatola d'oro, oltre le mancie ai 8636, si che durante il
riporta,
parafenieri. Le portate consisteva- conclave arrivò in Roma Carlo
no: in due bacili di pera candi- Teodoro elettore Palatino, onde
te con guarnizioni di polpe di ce- il sacro collegio non solo incaricò
dri pur canditi; due bacili di confetti di complimentarlo monsignor Ar-
di pistacchi con guarnizioni di can- chi nto maggiordomo e governatore
nellini ; due di pani di ^uccaro, del conclave, ma colle solile dimo-
quaranta per bacile; due di maz- strazioni gli fece presentare dai
zi di cera, cioè trentadue mazzi; maestro di casa cento portate di
due gabbie di galline faraone ; sceltissimi commestibili. Nei nume-
ima gabbia di starne ; due gabbie ri poi 7289 e 7248 dell'anno
di pavoni; una gabbia di tortore; 1763 si riferisce, che dovendo ve-
due bacili di prosciutti ; due di nire per mare a Civitavecchia il

niortatelle di Bologna ; due di marchese d'Aubeierre ambasciatore


Ijondiole di Parma; uno di lingue di Francia, ed avendogli Clemente

di Germania due forme una di


; ,
Xill accordalo il trattamento che
parmigiano di i5o libbre, 1' altia soleva darsi agli ambasciatori regi
di sbrinzo; due di marzoline di quando provengono per via di
Firenze ; uno di scoglio di burro ;
mare, mandò, secondo il costume
due di capponi sforgiati denudali; di tali circostanze, monsignor Presi
uno di quagliardi; uno di becca- maestro di casa di palazzo a Civi-
fichi; due di pesce nobile; due di tavecchia, lo scalco della foreste-
cioccolata con vaniglia; due di ria Paolo Pileri, il sotto-maestro
pera spine e persiche; due di me- di casa Paolo Cappolmansi, Sal-
loni d'inverno; uno di pera ange- vatore Casali sotto-foriere, quattro
liche; due casse di vino bianco e bussolanti, il credenziere, bottiglie-
rosso due zaine di biscotti e ciam-
; re, cuoco ed altri ufTiziali della
belle papaline ; una vitella mon- foresteria, e sei palafrenieri pon-
gana viva, ornata come lo erano tificii, tutti per ricevere 1'
amba-
gli altri doni ; un bacile di tar- sciatore, e trattarlo del bisogne-
tufi con brugnoli freschi; uno di vole ; ma a cagione del cattivo
bottiglie di Sciampagna, guarnito tempo r ambasciatóre giunse in
di vino Canarie j uno di bottiglia Roma per la via di terra.
MAE MAE '
107
Sino a tutto il pontificalo di assistenti, e se ad essi piace anche
rio VII ne'viaggi e villeggiature dei qualche particolare amico. INei viaggi
pontefici, nel palazzo apostolico di e villeggiature il foriere maggiore
Castel Gandolfo ed in altri luoghi precede il Papa per preparare e
di fermala e di residenza, s' im- distribuire gli alloggi, tanto pel
bandivano due mense nobili, una Pontefice, che per la corte e fa-
la presiedeva il maggiordomo, l'altra miglia pontificia, in tutti i luoghi
il maestro di casa de'sacri palazzi di fermata e residenza, presieden-
apostolici. In questa seconda, imban- do ancora all' imbandimento delle
dita pure nobilmente, intervenivano mense. Tultociò in 'sua assenza ed
il metlesimo maestro di casa, mon- impotenza si fa dal maestro di casa
signor archiatro, gli aiutanti di ca- coir aiuto del fioriere; e nei tanto
mera del Papa, il chirmgo e lo festeggiati viaggi fotti dal Papa Gre-
speziale del Papa, il medico e chi- gorio XVI nel 1841 per la visita

rurgo palatino se vi erano, il fiorie- del santuario di Loreto , e nel


re di palazzo, gli uffiziali de' svizzeri 1843 per le provincie di Maritti-
e dei soldati di linea, oltre le guardie ma e Campagna , il maestro di
nobili. Vi intervenivano pure altre casa fu spedito innanzi quale de-
persone distinte straordinariamente, putato e commissario del viaggio,
come il governatore, arciprete e nominandosi il fioriere a coadiu-
priore di Castel Gandolfo, ed altri, varlo, essendo affidato il supremo
in tutti circa quaranta. Sotto Leo- governo del primo al cardinal
ne XII e Pio Vili non ebbero Mario Mattei, che mae- all'odierno
luogo ne viaggi , ne villeggiature, stro di casane spedì biglietto in
le quali rinnovandosi nel i83i data 17 agosto, con speciale inca-
nel pontificato di Gregorio XVI, rico, in compagnia del fioriere,
per non fare due tavole nobili si « per predisporre tutto l'occorren-
stabili riunire tulli quelli della ta- te nelle stazioni diurne e not-
vola del maestro di casa in quella turne del Pontefice : pertanto i

del maggiordomo.
siccome essa E monsignori vescovi, i prelati de-
per lo più s'imbandisce dopo che ed i magistrati locali, si
legati,
il Papa ha terminato 1' udienza e compiaceranno in analogia a tale
mentre pranza, e dovendo sem- disposizione di porsi negli oppor-
pre alla mensa pontificia assistere tuni concerti , e di cooperare con
gli aiutanti di camera, così senza la loro assistenza; coadiuvando al
pregiudicare al loro grado di fa- pieno e regolare adempimento del-
migliari nobili dellacamera segre- l'incarico affidato allo stesso mae-
ta venne perciò stabilito che gli
j stro di casaj in unione col no-
aiutanti di camera dopo che il , minato fioriere ". Che nei viaggi
Pontefice ha mangiato, pranzino il maestro di casa seguiva il Papa,
nelle sue camere, restando così lo dicemmo pure di sopra, e nel
presso la sua sacra persona anche mss. che monsignor Piuffo mae-
in quel tempo per qualunque oc- stro di camera di Clemente XI
correnza. Hanno quindi alla loro lasciò a'suoi successori, si legge tra
mensa in abbondanza tultociò die il novero di quelli che dovevano
si serve in quella di corte ; vi am- recarsi col Pontefice a Loreto, il

mettono gli scopatori segreti loro maestro di casa co' suoi ministri.
1)8 MAE MAE
E qui noteremo, che quando mon- i6j a tutti gli altri. Quando poi
signor maggiordomo come gover- vi sono degli uditori vacanti o ,

natore perpetuo di Castel Gandol- che i novelli non abbiano compito


fo a questo si reca , l'accompagna quelle cose che li rende veri udi-
ordinariamente il maestro di casa, tori c'oè eserceiili, si ripartisce la
con altri ministri palatini. Non de- loro parte tra gfi esercenti com-
vesi poi tacere, che monsignor preso il decano ed a parti eguali;
Massimo maggiordomo, in data ma le borse sono tante quanti so-
de' 27 agosto 1841 e prima del no gli uditoti esercenti. Il bidello
ifiaggio al santuario di Loreto, del tribunale che si trova nella
scrisse il seguente dispaccio al mar- camera avanti a quella ove sono
chese Sacciielti odierno foriere mag- riuniti i prelati uditori balle alla
giore. « Giacche ella per giusti porta, e l'ultimo de'prelati diman-
motivi di salute non può seguire da di dentro, senza aprire, che si

sua Santità nel viaggio alla santa vuole ? ed il bidello annunzia //

Casa di Loreto, com'era proprio maestro dì casa de' sacri palazzi


del suo ollìzio e come sarebbe apostolici. Si apre allora dal detto
riuscito di gradimento alla stessa uditore la porta, e quindi torna
Santità sua, la deputo durante la al suo posto. Il maestro di casa
mia assenza per gli affari dell'a- così introdotto fa un rispettoso
zienda palatina , e specialmente inchino a tutti i prelati, e si por-
per firma de' mandati di paga-
la ta direttamente dal decano, dicen-
mento che si emettono a favore dogli presso a poco queste parole.
de'sacri palazzi apostolici sopra la Essendosi sua Santità degnala an-
depositeria generale, come per quel- che in quest'anno di accordare a
li che si traggono a favore de'fa- questo rispettabile tribunale la con-
migliari ed artisti sopra la cassa sueta distribuzione, ho io l'onore di
degli stessi sacri palazzi. Le racco- presentare loro i rispettivi mandati.
mando con ad
calore invigilare sopra Dopo di che consegna a ciascuno
tutti i famigliari ed artisti, perchè la relativa borsa mantenendo l'or-

sì conservi inalterabile buon or-


il dine di anzianità. Fatta la distri-

dine, e peichè ciascuno adempia buzione, lo stesso ultimo uditore


al suo dovere, ec. ". di rota accompagna il maestro di
Il maestro di casa de'sacri pa- casa alla porta, e gli consegna un
lazzi apostolici la mattina dell'ul- mazzo di fiori finti. L' origine di
tima rota, che ordinariamente ha che
questa distribuzione in com-
luogo nei primi giorni del mese plessoforma la somma di scudi
di luglio, si presenta in mantellone 2i4j, l'apprendiamo dal Bernini,
nelle camere che il tribunale ha // tribunale della sacra rota p.
nel palazzo apostolico ove dimora 148, ch'è del seguente tenore. Per
il Papa, accompagnato dallo sco- usanza d' immemorabile origine ,
patore comune addetto al di lui nel mattino dell'ultima rota di lu-

uffizio, il quale in un bacile di glio veniva imbandito un lauto


argento porta le borse di seta pranzo agli uditori di rota nelle
cremisi contenenti il mandato per camere del palazzo apostolico a
ciascuno de'dodici uditori di rota, spese del medesimo. Alla porta
cioè scudi 33o al decano, e scudi assistevano gli alabardieri, ed alla
MAE MAE 1^0
mensa i famigliari del Papa. Par- far tutte le provviste sì per le co-
tendo ogni uditore portava seco se di piccolo oggetto occorrenti
alla propiia due
casa vasi di ma- nel palazzo aposlo'ico, che pel bi-
iorana (o maggiorana ,
pianta che sogno e consumo dèlie officine pa-
ha fìoii
i bianchi , fiorisce dal latine. Dovrà provvedere tanto l<i
giugno al hnj;lio, ed è indigena guardaroba che la dispensa di
del Portogallo), e due bicchieri di tutte quelle robe e generi che vi
cristallo per regalo, come di cosa si dovranno conservare. /\vrà cura
rara in cjue'tempi anlicbissimi, da della distribuzione della carbonella,
cui proveniva l'islitu/ione di questo legna e carbone per le segreterie,
pranzo. Nel pontificato di Clemen- congregazioni, computiste, ia e guar-
te Vili, assai benefico col tribuna- daroba . Sarà eziandio sua parti-
le, nell'anno i6oi nel fine del colare ispezione la provvista di
convito, dopo lo spoglio delle men- tuttociò che possa riguardare la
se, il Papa fece presentare a cia- costruzione e rinnovazione de' ve-
scun uditore, in piatto di argento, stiari, ec. Il successore Leone XII
un mazzo di fiori, al quale era avendo anch'egli rivolto la sua at-
gentilmente legata una borsa di tenzione alla retta amminislraz'one
seta rossa, con dentro cento scudi del palazzo apostolico, pubblicò nel
d'oro (che equivalgono a 65 di 1 1824 un raotU'proprio in cui con-
argento) ed al decano duecento, fermò nelle sue attribuzioni il mae-
essendo ricoperto il piatto, il maz- stro di casa, che nomina dopo il
T.O di fiori e la borsa con un foriere e cavallerizzo maggiori, ed
gran pampino di vite. Fu dagli insieme ad essi Io incaricò di sot-
uditori acclamato l'inaspettato pre- toscrivere la radiazione delle cose
sente, il quale dai Pontefici costan- registrate negl' inventari , e tolte
temente si proseguì sino ad Inno- altre percezioni aumentò l'onora-
cenzo XII del 1691. Ma qtieslo Pa- rio annuo, dai scudi seicento a
pa invece del pranzo accrebbe agli , settecenloventi. Il Pontefice Gre-
uditori di rota, (Jhe i cento scudi gorio XVI avendo anch'egli rivol-
due medaglie, una d'oro, l'al-
d'(jro, to la provvida sua attenzione al-
tra d'argento. Del pranzo ed altro l' andamejito dell' amministrazione
che gli uditori aveano dal cardinal de'sacri palazzi apostolici, e volen-
vicecancelliere, si legga la p. 181 do stabilir più chiaramente le at-
del Dizionario^ voi. VII. tribuzioni inerenti a ciascun mini-
Questo ministro palatino funge stro, a' IO dicembre i83?, emanò
diverse altre attribuzioni, e gode un motu-proprio in cui parimenti
onorevoli prerogative; indicheremo dichiarò che sotto la dipendenza
le principali, cioè quelle conferma- del maggiordomo esercitano i pro-
te o attribuitegli da Pio VII, Leo- pri odici il foriere maggiore, il
ne XII e Gregorio XVI. Il Papa cavallerizzo maggiore, il maestro
Pio VII nel 1800, con motu- pro- di casa ec. Confermò a questo
prio, dando più regolarità all'am- ultimo la cura de'giardini, l'acqui-
ministrazione de* palazzi apostolici, sto delle cose mobili, vestiari, sup-
quanto al maestro di casa stabilì pellettili e masserizie, e nella con-
che oltre le sue solile attribuzioni, gregazione palatina che statuì ve lo
sarebbe specialmente incaricato di comprese con volo consultivo. Voi-
i6o MAE MAE
le clie gì' invenlari si compilassero te al dettaglio ed esame de'Iavori
dai capi di azienda coll'assislenza e relativi conti, in un all'esame
de! iiiaeslro di casa; che da lui del lloiiere. L'acquisto delle robe
infine di ogni anno o nel cauibia- pel nuovo vestiario ai famigliari; il

nienlo delle [xmsouc che hanno la lavoro di esso però verrà pure esa-
CLKSlodia delle robe, se ne facesse minato dal fioriere, il quale ne rice-
il rincontro e si firmassero ; ed in verà la consegna per distribuirlo nei
unione ai medesimi capi di azien- tempi opportuni. Venne incaricato
da non che foriere e cavallerizzo,, di dar le consuete sovvenzioni pei
si soUoscri vesserò soltanto nelle di- funerali della bassa famiglia. I
versità delle ingerenze rispettive due giardinieri del Valicano e Qui-
;

così pure le cose aumentate, come rinale dipenderanno immediatamen-


di quelle registrate negli inventari te maestro di casa, che li
dal
stessi ed alienate. Conferì Tesigenza rimborserà delle spese settimanali.
dei canoni, pigioni e corrisposte L'acquisto e custodia della biada
per le acque, al primo giovane e farina; l'acquisto degli attrezzi
pro-tempore del maestro di casa, diversi e minuti per le scuderie,
sotto però la sorveglianza del me- coir intelligenza del cavallerizzo; la
desimo. Vietò al computista di compera dell'olio, legna, carbone,
accettar conti e note di spese e ec. all'ingrosso annualmente ; le
rimborsi, senza V approvazione ri- spese urgenti e tenui, quelle del-
spettivamente del foriere maggiore, la distribuzione caritatevole della
cavallerizzo maggiore, e maestro di carne e china pei poveri di Ca-
casa. Dispose che tulli i pagamen- stel Gandolfo. 11 motu-proprio si

ti, compresi quelli degli assegna- legge nel voi. IV, p. 9 e seg. della
luentaii e giubilati, che si ordina- Raccolta delle leggi, oltre che fu
no con mandati complessivi, meno stampato a parte. Di queste attri-
quelli diretti ai capi o decani dei buzioni del maestro di casa dei
corpi o collegi , si effettueranno sacri palazzi apostolici, insieme ad
dal maestro di casa. Le spese per altre disposizioni che lo riguarda-
la processione del Corpus Domini, no, ne parlammo ancora verso il fi-
quelle per la funzione delle palme, ne dell'articolo Famiglia Pontificia,
della lavanda e della tavola degli ed all'articolo Maggiordomo, discor-
apostoli, ed altre di simile natura rendo di monsignor Massimo e
verranno eseguile dal maestro di dell'atto di Gregorio XVI con cui
casa. Fu incaricato della custodia modificò il suo motu- proprio del
e dispensa della cera occorrente i832 e restituendo al
, foriere
tanto per le cappelle e funzioni maggiore gian parte di quanto
papali, quanto per uso del Papa aveagli tolto col medesimo motu-
e de' palazzi apostolici. Inoltre at- proprio.
tribuì al maesljo di casa la veri- MAESTRO DELLE CEREMO-
fica de'risarcimenti, cioè delle sup- NlE , Mngister caeremoniaruni ,

pelleltili, arazzi, mobilia e masseri- ArUistes caeremoniarum . Ecclesia-


zie , e la periodica presentazione stico cui spetta presiedere, regola-
de' conti relativi, la descrizione ed re e dirigere le ceremonie e fun-
il disegno delle cose nuove mobi- zioni sacre, ed attendere al buon
Jiari da costruirsi comprensivameu- ordine delle medesime, ed è perciò
MAE MaE t6r
che i) principale suo dovere è quello VÉSCOVO sotto pene ad arbitrio;le

di conoscere, studiare ed applicare inoltre debbono tenere il ceremo-


esattamente il rispettivo Ceremonialc niere come direttore delle ceremo-
(Fedi), come scrive il Martinetti, nie dei capitoli e non come ser-

Codice de^ dov'eri p. 4^^- 11 Diclich vo. Il maestro delle ceremonie


nel dotto Dizionario sacro liturgi- nelle processioni va presso il ce-
gico, all'articolo Ceremoniere dice. lebrante, ma può dovunque aggi-
« Sì consideri che spettano ad esso rarsi quando faccia d'uopo per l'or-
tutti gli ecclesiastici uffizi ; per la dine della processione. Il maestro

qual cosa è tenuto provvedere a delle ceremonie, ancorcliè sia cap-


tutti, e non nello stesso giorno, pellano, quando esercita il suo of-

o quando tempo delle a-


urga il ficio e indossa la veste corrispon-
zioni, ma maturamente, o prima dente, deve sedere presso il cele-

o più presto, secondo che sia d'uo- brante. La veste del ceremoniere
po. Avverta diligentemente che tut- deve essere clericale, cioè di abito
ti assistano ai divini uffizi colla talarepaonazzo e cotta, ed alcuni
dovuta riverenza. Sia paziente , ceremonieri hanno in mani per se-

mansueto, e non riesca od esso gno autorità e giurisdizione una


di
grave l'assistere ministri ; e quan- i sferza, bastone o ferula coperta di
do deve avvertire o correggere panno o seta , coli' insegna del
qualcuno, lo faccia modestamente protettore della chiesa o del ve-
con voce somn)essa, e con un solo scovo , od altro ornamento . Il

leggierissimo cenno in tutte le : maestro delle ceremonie nell'uscire


sue azioni si diporti senza affet- dalla sagrestia deve precedere quel-
tazione.Se si debbano celebrare li vestiti di piviale. Al maestro di
solennemente alcuni divini uffizi, ceremonie non può stabilirsi un
massime della settimana santa , posto mentre esercita il suo offizio;

istruisca i ministri e il celebrante". se poi non dovesse esercitarlo, allo-


Quindi riporta diversi decreti del- ra può assegnarsegli un posto deter-
la congregazione de'riti e prescri- minato. E proprio soltanto del
zioni del ceremoniale de' vescovi, vescovo di eleggersi ceremo-
due
appartenenti al ceremoniere, che nieri. Il vescovo deve fare sì che
ci limiteremo solo ad accennare. due ceremonieri si trovino presenti
E lecito al capitolo di scegliersi alle funzioni, uno de' quali assista
un maestro ceremonie, che de-
di il vescovo, l'altro le dignità ed i
ve però confermare il vescovo ; canonici. Tuttavolta di due cere-
questiper giuste cagioni può ne- monieri per le altre chiese ne par-
garne la conferma, senza addurne lano il Colti, il Castaldo, il Baul-
ragioni. È lecito al vescovo di e- dry, ed IppoHto a Por tu. Ove so-

leggere un proprio maestro di ce- no due ceremonieri, il secondo va-


remonie per tutte le sue partico- da avanti il turiferario, il primo
lari funzioni , che egli celebra o preceda il suddiacono. Potendo es-

assiste, tanto nella cattedrale che servi due ceremonieri in una me-
fuori. Tutti i capitolari, in tutte desima ecclesiastica funzione, a niu-
quelle cose che riguardano il cul- no di essi spetta assistere il cele-

to divino, debbono obbedire al brante al messale, se non che nel


maestro di cereuionie scelto dal caso che il diacono sia ilmpedito,
VOL. XLr. 1 1
»6a MAE MAE
ed in allora ciò sarà proprio del e dell'altro simile uffizio del Sug'
primo ceremoniere sollanlo. gcstor o Ammonitore, aggiungeremo
ceremonialo de* vescovi accorda
II che quest'ultimo avea la cura di
ai ceremonieri delle cattedrali l'uso assistere il patriarca mentre cele-
della sottana paonazza; e Pio VII brava per suggerirgli le cerimonie
a*3 maggio i8o3 accordò ai cere- sacre e le parole, come fi oggi il

monieri della basilica vaticana l'u- maestro di ceremonie. Nella mede-


so della fascia di seta paonazza con sima chiesa questo ministro fu
flocchi, nella stessa maniera che la pur detto Ipomnistico, e dovea
accordò ceremonieri della basi-
ai ricordare e suggerire al celebrante
lica lateranense nella decisione
: le cose che si dicono a memoria.
643, 21 della sacra rota cera
n. 11 prefetto delle ceremonie poi, in-
Merlini, la detta basilica vaticana caricato di far osservare le rubri-
è chiamata Ecclesìaslicarwn cae- che, nella chiesa greca si chiamò
remoniarum omniwn ecclesiaruni Noniico, vocabolo derivante da no*
magìstray come osserva il Chiappo- mos, legge. In alcune chiese catte-
ni in Ada Canon, pag. 277. La drali, tra le dignità del capitolo av-
fascia paonazza viene usata anco dai vi quella del maestro di ceremonie,
tre ceremonieri della basilica Liberia- come in quella di Gerace. Delle sin-
na, anzi nel giornale del 1704 del- golari prerogative dei Maestri delle
la sagrestìa di quella basilica, si leg- ceremonie pontificie (Fedi), se ne
ge quanto segue: >» In occasione che tratta ancora a tutti i moltissimi
li maestri di cerimonie della basi- articoli che li riguardano. All'arti-
lica di s. Giovanni in Laterano colo Ceremonia (Fedi), non solo
ottennero da N. S. Benedetto XIV spiegammo il siguificato di tal pa-
la licenza di vestire la sottana rola e la sua origine, ma facem-
paonazza nel' giorno della Trasfi- mo pure la distinzione tra Rito
gurazione, il reverendissimo capito- i^Vedi) eceremonia ; ed il cardinal
lo di s. Maria Maggiore ossia ba- Bona, De divinis psal cap. 29, lib.
silica Liberiana , volendosi unifor- 1, insegna essere le ceremonie, pro-
mare alle altre due basiliche pa- priamente parlando , riti santi i

faclo verbo cum Sanctis-


triarcali, che si usano nei sacrifizi e diviui
simOf li IO novembre del suddet- uffìzi diretti al culto di Dio. Al-
to anno ordinò al sig. d. Andrea l'articolo Liturgia {Vedi) dicemmo
Fidanza sagrestano, che a spese che la cognizione de' riti sacri, al
della sagrestia facesse le tre vesti pari di qualunque altra scienza ec-
di seta paonazza ad instar di quel- clesiastica, deve essere a cuore a
le diGiovanni per li nostri tre
s. chi si dedica allo stato clericale,
ceremonieri, e che ne principiasse- non solo perciò che riguarda l'ob-
ro l'uso il di 7 dicembre, giorno bligo gravissimo di sostenere il

delle quarant'ore, e vigilia delia decoro, l'esattezza e l' ordine nelle


Concezione, come difatto esegui- funzioni ecclesiastiche , ma ancora
rono col collare paonazzo «. perchè siffatta cognizione è di som-
Oltre quanto si disse all'artico- mo interessamento, comechè unita
lo Ceremoniere (F'edi), ed a quel- col vincolo il piti stretto alle altre
lo di Deputato (Fedi), ceremonie- scienze sacre. Vi applicarono perciò
re della chiesa di Costantinopoli, r animo un numero infinito di
MAE MAE i63
dotti, i quali colle loro industrie e vere le ceremonie , i riti e le
co'Ioro sudori mirabiltiìenle illuslra- sacre funzioni d'ogni nazione, e
rono in varie guise questo ramo specialmente di quelle riguardanti
di scienza Di essi ne
ecclesiastica. la Chiesa romana o santa Sede, i

abbiamo novero nella Bibliotlieca


il Papi, i cardinali, i prelati, e prin-
ìilualis t. II, del Zaccaria, il qua- cipali ministri di essa, ad ogni re-
le ci diede il giudizio sulle opere lativo articolo si tratta degli uffi-
che pubblicarono. L' etimologia e zi che si fungono dal collegio an-
l'origine del ceremoniale e de' ce- tichissimo dei ceremonieri pontifi-
reiuonieri, dottamente espongono si cii, e delle loro onorevoli attribu-
neir esercitazioni accademiche di zioni e distinte prerogative, laonde in
Giorgio Cristiano Gebavero, con questo soltanto di alcune principa-
le note di Gio Giustino Weisman- . lied altre parleremo. All'articolo
lel, Erfordiae 1777, De natura Ceremoniere [Vedi] si disse dello
et jure caerenionmnim. Quanto qualità e requisiti che Pio II richie-
al ceremoniale de' sovrani, veggasi deva nei ceremonieri pontifìcii. Il ce-
il Brelfeld nelle sue IsUtuzioni po- lebre ceremoniere pontificio Giovan-
litiche, ed il Franquesnay. ni Mucanzio, nella descrizione del
MAESTRO DELLE CEREMONIE VON- possesso di Clemente Vili, fa una
TiFiciK . Alagister caeremoniarum giusta difesa delle censure cui tal-
pontificiai uni. All'articolo Maestro volta sono segno i ceremonieri, co-
di ceremonie [Fedi), parlamuio me si legge nella Storia defpossessi
del rispettabile uffizio e de' prin- del Cancellieri a p, i55. Narra quin-
cipali doveri che gli sono ineren- di che il Papa nel portico di s.
ti. grado e
II doveri dei maestri i Giovanni genuflesso baciò la croce
delle ceremonie pontificie sono as- che gli presentò T arciprete cardi-
sai maggiori, per la loro rappre- nal Colonna stando in piedi. ^' Fu-
sentanza, e per la molteplicità, va- rono alcuni cardinali e tra gU
rietà e sublimila delle sacre fun- altri il cardinal Sans (chi fosse non
zioni che debbono di frequente di- mi è riuscito trovarlo), che dissero
rigere e regolare ; celebrate e as- che il cardinal Colonna doveva
sistite dal sommo Pontefice, dai inginocchiarsi in questo atto, e con-
cardinali di s. Chiesa, dai patriar- tro ragione riprese li maestri delle
chi, arcivescovi e vescovi ^ e dalla ceremonie , che lo avessero fatto
prelatura della Setì^ apostolica, cor- stare in piedi ; ma se avesse stu-
te e curia romana e dalla famiglia diato il ceremoniale e considerato
pontificia, con imponente apparato che il Papa s'inginocchia, non per
di ecclesiastica magnificenza, al co- il cardinale ma per la croce, 6
spetto di sovrani, principi e per- che non conviene che quello che
sonaggi di tutte le nazioni. In una tiene in mano lo stendardo della
parola tutte le funzioni pontificie, nostra salute, con esso s' inginoc-
cardinalizie e vescovili, tanto ec- chi per riverenza d'un uomo, an-
clesiastiche, quanto diplomatiche- corché vicario di Cristo, forse non
civili, auliche o miste, sono dirette avrebbe a torto calunniato mae- i

da questi ceremonieri ecclesiasti- stri delle ceremonie, contro quali i

ci esclusivamente. Occupandoci noi pare che ogni persona ardisca di


con amore e precisione, di descri- marmorare , senza pensare se ciò
i64 MAE MAE
è con ragione o no, mossa solameli- assiste secondo oei^emoniere an-
il

te da quello, che senza studio o cora, perchè debbono essere due i


considerazione alcuna in questo gli maestri delle ceremonie assistenti
viene all'improvviso pensato, o gli al concorso. Il concorso suole con-
pare dio si debba fare, o che così sistere in una
e«tempora-
scrittura
gli pare di aver visto fare altre nea formata alla presenza almeno
volte, se bene s'ingannano quasi di due de' nominati personaggi, so-
sempre, non distinguendo un atto pra dubbi prima concertati fra lo-
dall'altro, e molte volte non ri- ro, e desunti dal rituale ceremo-
cordandosi bene di quello che han- niale de' vescovi, pontificale roma-
no visto". no, e decreti della congregazione
I maestri delle ceremonie pon- de' riti, ed anche sopra qualche
tificie sono cinque e partecipanti, il quesito di pratica. I dubbi da
primo de' quali è prefetto, Prae-' proporsi non sono meno di sei.

jfectus caeremoniarum pontificiariun. Consegnata dai concorrenti la seri t-

Vi sono ancora soprannu-


diversi tura da loro soltosciitta, si aduna
meri, ed al sono otto,
presente di nuovo la mentovata congrega-
Essendovi regolare l'ascenso per an- zione, ed esaminati i requisiti di
zianità, a mezzo di questa si ginn- ciascun individuo, si passa a giu-
ge alla cospicua carica di prefetto, dicare del merito delle rispettive
I maestri delle ceremonie sì parte- scritture, e quindi si forma una
cipanti che soprannumeri sono no- terna, da presentarsi a sua Santi-
minati dal Papa o lo divengono tà da uno de* cardinali. L'eletto
per concorso, il quale si fa nel se- dal Papa viene ammesso al col-
guente modo. In occasione di va- legio de' maestri delle ceremonie
canza nel collegio de' ceremonieri, pontificie.
s'intima il concorso da tenersi a- I maestri delle ceremome pon-
vanti ai cardinali prefetti delle con- tificie partecipanti o soprannumeri,
gregazioni de'riti e della ceremo- ancorché siano stati ammessi per
niale. I concorrenti debbono esibi- concorso, sono nominati dal Papa
re un mese avanti al prelato se- con biglietto del cardinal segreta-
gretario della ceremoniale, le te- rio di stato, quindi si spedisce
stimoniali dei loro rispettivi ordi- loro 1* analogo breve apostolico,
nari, comprovanti la buona con- Smio famigliari del Papa, e perciò
dotta morale e civile, di essere dipendenti dal prelato maggiordo-
costituiti almeno in sacris, e di a- rao, e registrati tutti nel ruolo
vere atteso nelle pubbliche scuole del palazzo apostolico; però i soli
alle istituzioni di liturgia, presen- partecipanti godono da esso mon-
tando l'analogo attestato. Nel gior- sile onorario. Dal palazzo aposto-

no stabilito pel concorso,i suddet- lieo hanno: il prefetto ed il se-


ti cardinali, i monsignori segretari condo scudi diecisette e baj. 5o,
delle due congregazioni, l'assessore gli altri tre, scudi sei e baj. 3o
della sacra congregazione de' riti, per cadauno. I detti primi cinque
e monsignor prefetto delle ceremo- maestri delle ceremonie, sotto il ti-

nie, si adunano per tenerlo: qua- tolo di pontificali, in quattro rate


lora il prefetto delle ceremonie è da Sisto V in poi avevano in tut-
pure segretario della ceremoniale, to scudi quarant'otto per cadauno.
MAE MAE i65
Leone XII volle che in voce aves- confermò nel i644 ^^ c<Migrega-
sero scudi quattro mensili, g questi zione de* Hli, e ne* primi del cor-
si esigono dal
camerlengo de* cap- rente secolo Pio VII. Questo Papa
pellani cantori; laonde due primi i agli II novembre i8oi accordò in
tengono ad avere col suddetto o- perpetuo a tutti i maestri delle ce-
norario, scudi ventuno e baj. 5o al remonie pontificie il titolo di mori'
mese; e gli altri tre, compreso l'o- signore^ esentandoli dal servizio del-
norario, scudi dieci e baj. 3o men- l' anticamera pontificia , attese le
sili. Il terzo maestro delle ceremo- molte loro incombenze, e lasciando
nie poi dovendo provvedere l'in- unicamente all'arbitrio di monsi-
ceiìso per la ha
cappella pontificia, gnor maestro di camera il poterli
l'iinnuo compenso di scudi sessan- obbligare in quei soli giorni e cir-
ta, che egualmente somministra il costanze che crederà conveniente :

palazzo apostolico. Il ceremoniere tanto riporta il Cancellieri nella ci-

che scrive i diari periodici delle tata Storia a p. 480. Prima il solo
seguite funzioni per l'archivio dei prefetto delle ceremonie godeva il
ceremonieri ponlificii, ciò che suole titolo di monsignore ; dicesi che Io
fare il primo, dallo stesso palazzo godesse pure il secondo, essendo il
ha la regalia di paoli venticinque primo cameriere segreto soprannu-
per ogni mese. Dal maestro di ca- merario, il secondo cameriere d'o-
mera del Papa, pel possesso e nel- nore; così lessi in un mss. Dicem-
la festa de' ss. Pietro e Paolo, i mo all'articolo Maestro di camera
ceremonieri ponlificii hanno venti- DEL Papa, ch'egU invita il prefetto
seimedaglie d'argento, cioè due per delle ceremonie nelle funzioni stra-
cadauno. Sino a Pio VI due pri- i ordinarie palatine, e quando il Pon-
mi maestri di ceremonie ne aveano tefice recasi in qualche chiesa a ce-
anche due d'oro. Inoltre i maestri lebrare od ascoltar messa , od a
delle ceremonie godono diverse pro- seguire qualche processione del ss.

pine, massime i due primi, il posto Sagramenlo, o per altro. Per le


dei quali è lucroso. Sino al termine cappelle ed altre funzioni pontifi-
del secolo passalo i primi due parte- cie, i ceremonieri hanno dal pa-
cipanti, dal palazzo aveano la par- lazzo apostolico la carrozza. L'abito
te di pane e di vino, come rileva- dei ceremonieri partecipanti e so-
si dai ruoli: Fedi Famiglia Pon- prannumeri è quello di mantellone
tificia, ove ne riportammo alcu- paonazzo, di panno o di seta se-
ni, insieme a diverse notizie che condo le stagioni; cioè collare, sot-
li riguardano. tana, fascia e mantellone. Notam-
Da tempo immemorabile sono mo a' rispettivi luoghi quando as-
camerieri segreti dei Pontefici, on- sumono tal completo abito : nelle
de incedendo in palazzo hanno cappelle e funzioni sacre il prefetto
luogo neir anticamera segreta ; e delle ceremonie ed il secondo ce-
finché il nuovo Papa non nomi- remoniere sulla sottana assumono
na il maestro di camera e i ca- il rocchetto e la cotta, gli altri la
merieri segreti per questi
, i cere- sola cotta ; meno i due primi, gli
monieri ne fanno le veci, e pel altri tre partecipanti e i sopran-
maestro di camera il prefetto: la numeri in molte solennità vestono
qualifica di camerieri perpetui la di sottana di saia scotto rossa ;
i66 MAE MAE
tali solennità le notammo net vo). nel pontificato di Urbano Vili, per
XI, |>. 194 del Dizionario j e nel decreto della congregazione de'rili,
\ol. XXIII, p. ii-i si riportò la che il Gardellini riporta nel t. VII,
tx)ncessione del Pontefice Gregorio p. I I della sua collezione autenti-
XVI , di poter usare colla veste ca dei decreti della medesima , fu
rossa la fascia di seta con fiocchi accordalo ai ceremonieri pontificii
di cgual colore, noentre prima con l'uso del cappello semi-pontificale
tal non portavano t'ascia
veste ; ciò nelle solenni cavalcate, alle quali si

fu nel 1839 dopo la celebrata ca- erano per qualche tempo astenuti
nonizzazione. Noteremo che i , ce- d'intervenire, perchè non sembrava
remonieri pontificii usano la sotta- loro conveniente, anzi molto incon-
na rossa soltanto nelle cappelle gruo, il portare il cappello usuale,
pontificie e cardinalizie; e che tal- mentre in tali circostanze erano ve-
volta divenuto impotente il primo stitidella grande veste talare o
o secondo ceremoniere Papi ac , i grande cappuccio, e molto più per-
cordarono l'uso del rocchetto al chè godevano già delle prerogative
terzo ceremoniere, insieme a quel- di protonotari apostolici non par-
lo costante della sottana e fa- tecipanti, e di camerieri segreti del
scia paonazza: Pio VII per impo- Papa. Ecco il decreto. » Urbis.
tenza di monsignor Gasconi pre- Magistri caeremoniarum sanctissimì
fetto delle ceremonie, concesse l'u- Domini Nostri, qui olim in sequen-
so del rocchetto a monsignor Gio- dis equitationibus ampia talari ve-
vanni Fornici terzo ceremoniere ste, et magno caputio laneis violacei
poi divenuto effettivo. Nel numero coloris usi sunt, eaque dimiserunt
34^9 del Diario di Roma 1739, tamquam parum congruenlia usui
p. 12, si legge che Clemente XII pilei communis, postmodum admo-
onorò dell'uso del rocchetto mon- uitiprò earum reassumptione, ne
signor Ignazio Reali, come suo pri- quid ex benignitate sacrae congre-
mo maestro delle ceremonie ponti- gationis, cui assidue inservienles in-
ficie. Se questi è prelato domesti- tersunt, desit : supplicarunt prò usu
co, usa sempre 1* abito di man- pilei semipontificalis eo quod ipsi

telletta e di soltana colla coda protonotariorum apostolicorura non


quando gli altri portano il man- partecipantium, et secrelorum Pon-
lellone; quando non usano il man- tificls cubiculariorum praerogativis

tellone, sotto il rocchetto e la cotta fulgeanl, et sac. congregatio censuit,


porta la sottana con coda, altret- si sanctissimo Domino Nostro pla-
tanto se fosse vescovo. Tutti i ce- cuerit, graliam petitam oratoribus
remonieri pontificii sono protono- esse concedendam, qua praerogati-
tari apostolici non partecipanti; va etiam referendarios apostolicos
come tali il prefetto roga l'atto del- potiri declaravit ex propria eorum
l'elezione del Papa e sua accetta- institutione. Die 16 aprilis i644-
zione, come roga V alto del conci- J. De Carpineo S. R. C. secretarius".
sloro semi- pubblico per le canoniz- Quanto all' intervento de' ceremo-
zazioni, in mancanza di protoootari nieri pontificii nelle cavalcate dei
apostolici,come avvenne sotto Be- possessi ne riportiamo le
de' Papi,
nedetto XIV. seguenti testimonianze che abbia-
Pfell'amio 1644 a* i^ aprile, e mo distratte dalle relazioni di essi
MAE MAE
167
I-accolte dal Cancellieri nella delta ralori, scquehamur nos caeremO'
Storia. La direzione e descrizione ni arum magistri j Bona ( non il

del possesso d' Innocenzo Vili nel cardinale) videlicet a sinistrisi ego
14H4, la fece il celebre ceremonie- medius, et a dextris meis Pcdac-
re Giovanni Bmcardo altrettanto : chìa, amicti vestihus talarihus ni-
fecero molti de' suoi successori ; così heis, magnis mantellis, et caputiis
Paride de Grassis pei possessi di violaceis, et pileis semipontiflcalihus
Giulio II, non che
e Leone X, in capite, procedendo ai lati i maz-
Biagio Martinelli per quello di A- zieri , seguendo l' uditore di rota
driano VI, per non dire degli altri, colla croce. Il simile dicesi, quanto

r presso
1590 di
il Cancellieri.
Gregorio XIV si legge:
In quello del al
d'
luogo, nel
Innocenzo XI; ed in quello del
1676 pel possesso

Duo magislri cae remoniarum Fran- 1689 per Alessandro Vili, viene
eiscus Mucanliiis fraier et Paulus detto. Dopo i mazzieri cavalcavano
Alalco (dopo il governatore) equi- i sig. canonico Domenico Cappello,

tahani vestihus suhtanis rubeis , et canonico Candido Cassine, e Giu-


mantelli^ violaceis induti citm ca^ stiniano Chiapponi maestri delle
puceo violaceo non inverso ad col- ceremonicj con mantelloni, cappucci
lum, ut de advocalis, et cubicula- e cappelli semipontificali ; indi la
rììs dicium est, sed super humeros. croce pontificia che al solito pre-
Seguiva il suddiacono apostolico cede immediatamente Papa. Nel
il

colla croce papale. I medesimi, nel- 1724 pel possesso diBenedetto


lo stesso luogo, e tra i mazzieri XIII, secondo il diarista Cecconi,
cavalcarono nel iSgi pel possesso nello stesso luogo cavalcava mon-
d' Innocenzo IX. Nel i6o5 in quel- signor Piersanti con mantellone e
lo di Paolo V, e nel medesimo sito, cappello semipontificale; per quelli
cavalcavano i tre maestri di cere- di Clemente XII e Benedetto XIV
monie di sua Santità con sottane parimenti i ceremonieri cavalcaro-
rosse e di sopra (così è scritto no dopo il governatore e prima
nella relazione, ma forse dovrà della croce, come si legge ne' Dia-
dire soprane )
paonazze ; così nel ri dì Roma, poiché di questi ul-
1621 in quello di Gregorio XV, timi tre possessi il Cancellieri non
postea (gubernator) magistri cae- riprodusse l'ordine della cavalcata.
rcnioniaruni; e nel 1644 pel pos- Nel 1758 pel possesso di Clemente
sesso d' Innocenzo X: Tres magi- XIII seguivano il governatore tre sig.
stri cacrcnioniarum violaceis ami- maestri di ceremonie vestiti eoa ,

clìj licet dahuissent indui vestihus mantelloni e cappelli semipontifica-


ruheisj mantello , et capulio viola- li; ed in quello di Pio VI del 1775,
ceis ^ curii pileis semipontificalibus appresso al governatore cavalcava-
/noeta hahìtani concessioneni (la re- no tre signori maestri di ceremo-
lazione è del ceremoniere Fulvio nie pontificie, con i mantelloni e
Servanzio ). Nel possesso di Ales- cappelli semipontificali, sopra ca-
sandro VII del i655 egualmente valli con finimenti paonazzi (nelle
intervennero ceremouieri. Nel 1670
i annuali ISotizie di Roma di quel-
in quello di Clemente X, scriven- l'anno sono registrali cinque mae-
done la relazione lo stesso Fulvio, stri delle ceremonie, i primi tre
dice: Dopo il governatore e gli o- de' quali col titolo di monsignore^
i68 MAE MAE
anzi secondo con la qualifica dì
il drappa lunga nera. Ciò d dice me^
cameriere segreto , cioè soprannu- glio ne* voi. Vili, pag. i52 e 187,
merario ; più cinque ceremonieri voi. X, p. 3o5 e 3o8 del Diziona-
soprannumeri, ed il primo col titolo rio ed altrove. Chi ceremonieri i

di monsignore). Questa fu l'ultima pontifìcii regolano la Cavalcata dei


solenne cavalcala dei possessi, pochi senatore di Roma, e cì\e uno di
individui cavalcando in quello di essi precede a cavallo il senatore,
Pio VII, e meno in quelli de'suc- lo dicemmo a quell'aiticolo. FinaU
cessori. Quanto ai ceremonieri nel mente i ceremonieri cavalcavano
possesso di Pio VII, due diressero eziandio quando i cardinali in ca-?

la funzione dal Quirinale al Late- valcata portavansi a ricevere il cap^


rano nella sortita e nel ritorno; pello cardinalizio.
uno fu destinato al triclinio per L' origine de* maestri delle cere»^

tenere il libro al Papa per la ri- monie pontifìcie è antichissima. Il

sposta al senatore, e cinque in abito Galletti, Del primicero, 3, par-


p. 1 1

ponsò e cotta diressero la funzione ladi un Sergio ordinatore dell'an-


nella basilica lateranense : altro no 710, che l'Altasserra spiega per
non dice il Cancellieri. Nel pos- maestro dell'ordine della messa, o
sesso del 1846 del regnante Pio quello che insegnava le ceremonie
IX, che lo prese come Pio VII in agli ordinandi. Che anticamente si
carrozza preceduto e seguito da chiamavano chierici delle ceremo-
cavalcata, ma coi cubilari in cap- tue pontificie, lo dicemmo all'arti-
pe che nell'altro erano in
rosse, colo Chierici della cappella pont^
mantelloni paonazzi, i ceremonieri Ficu, i quali suppliscono ai mae-
non cavalcarono. Uno di loro pe- stri delle ceremonie pontifìcie in
rò nel cortile del Quirinale rego- mancanza di questi. Dal Moretti,
lò la cavalcata , facendo chiamare Rilus dandi preshyteriuni p. 3o5>
i cubiculari e i collegi prelatizi nel discorrere dell'antichissima Scho-
da due pontifìcii cursori ch'erano la Crucis, riferisce ch'era composta
in abito colle mazze d'argento. Inol- del sagrista, dei suddiaconi e dei
tre ceremonieri cavalcavano nelle
i maestri di ceremonie, al modo che
cavalcate per le cappelle delia ss. dicemmo nel voi. XVIII, p. ^52
Annunziata s. Filippo , Natività
, del Dizionario, ove a p. 239 e 240
della Beata Vergine e s. Carlo j e pur si descrisse l'ordine dell'adora-
nelle cavalcate pei sovrani morti in zione della croce nel venerai santo,
Roma, e trasporto de' cadaveri dei che si fa nella cappella pontifìcia,
cardinali decano, vice-cancelliere oltre quanto trattammo di ciò nel
camerlengo e penitenziere, non che voi. Vili, pag. 309 e 3io in un
per quello del Papa (per quelli all'offerte della croce che spettano,
d'Innocenzo XI II, narra il diarista al sagrista e ai due primi maestri
Cecconi, l'abbate Epifanio Ghezzi di ceremonie. Il p. Bonanni nella
ceremoniere precedeva il cadavere, sua Gerarchia ecclesiastica , riunì
a cavallo, con soprana ossia* raan- le seguenti erudizioni sui maestri
tellone paonazzo ), cioè con man- delle ceremonie della cappella pon-
tellone e cappuccio di saia paonaz- tifìcia. In questa e in tutte le so-
za, cappello semipontiflcale io testa, lenni funzioni celebrate dal .
Papa,,
avendo il cavallo ornato coi^ val- come negli altri luoghi, ove il me-
MAÉ MAE 169
clesimo opera solennemente , assi- cantori cantavano le litanie, si dice
«tono (stampò in Roma l'opera nel che non Litaniam Agnus
finiunt
1720) due sacerdoti detti maestri Deì^ usque dune Pontifejc vcneril
di ceremonie, dai quali dipende il (dalla sagrestia ove si parava) et
buon ordino e governo di tutti annui t eisut sileant. Nell'ordine 2,
gli altri Ai medesimi so-
ministri. § 1 5, si dice Pontifex autem con-
:

no due altri, i quali co-


assegnati templans populum communicatum
me coadiutori cooperano al gover- esse innuit per subdiaconum primo
no richiesto per ben regolare tutte scolacele. Nell'ordine 3, cap. VII,
le funzioni di ciascuno, e sono co- il Papa vestito degli abiti pon-
me occhi i quali vegliano e osser- tificali. Postquam autem Pontifex
vano tuttociò che da tutti si deve ad psallendum annuerìt archipa-^
operare, onde con ragione l'erudito raphonistae^ e nel § 8: deinde re^
d. Andrea Piscara nel suo trattato spiciens ad priorem scholae innuit,
Dellt sacre cerimonie^ li riconobbe et ut debeat glorìam dicere; nel §
preconizzati in que* quattro mi- 9: Prior scholae debet ad Ponlifi-
steriosi animali veduti dal profeta ceni custodire, quando praecipiat
Ezechiele, il quale nel cap. I riferì, mutare numerum litaniae 3 et in-

che ciascuno era simile all' altro ; nuenti inclinasse-, e poco dopo: sub-
onde s. Gregorio I x\q\V Omelia 5 diaconus postquam viderìt episco-
ebbe a dire: quicquid in uno in- pos, seu presbyteros post Pontifi-
venìeSj Jwc in omnibus qualuor si- ceni sedere, quos ipse Pontifex nula
niul cognosces. Così parimenti tutti suo facit seenni considere tunc a-
questi quattro sacri ministri pon- scendit in amboneni etc. Nel § 16
tificii, pari disciplina dunt divina parlandosi della distribuzione del
celebrantur officia in cappella as- pane consecrato fatta dai diaconi,
sistere debent, soggiunge il Piscara; si dice : Duo subdiaconi rcgìonarii
e osservandosi l'un l'altro, ciascuno deferunt ad diaconos causa con-
eseguisce la parte a lui commessa, fractionis, ut ipsi quoque frangant,^
onde dall'accordo delle operazioni quando Pontifex annuerìt eis. Nel-
di ciascuno ne risulta una perfetta l'ordine romano 5, § 3, de episcopo
armonia nella molteplicità de' riti celebrante, si legge. Postquam per-
e delle funzioni che si celebrano. venerit ad altare, cum ministris ut
Ne' rituali antichi si legge , che diciiur, completa oratione vertat se
molte cose si praticavano da vari ad dexteram, annuatque uni pres-
ministri , e molte erano ordinate bytero ante caeteros stanti, oscule-
dai medesimi Pontefici ; onde nel- turque eum. Dein ad sinistram se
l'ordine primo tra quelli pubblicati vertens alio annuat presbitero, et
dal p. Mabillon, nel § io, ove si similiter eum osculetur, deinde ex-
racconta la messa solenne del Papa, tremo in dextera parte stanti an-
si stando all' altare lune
dice che nuat diacono, ut osculetur illuni
Pontifex annuii epùcopis, et pres- ac dein extremo in sinistra parte
byleris ut sedeantj la qual cosa ora stanti annuat et similiter cum o-
si accenna dal maestro di ceremo- sculetur etc; e nel § 6 : Hoc autem
nie. Nell'ordine slesso § 9, cap. 3, expleto annuat cantori ut Gloria
descrivendosi le ceremonie fatte al dìcal; cxplela oratione annuat duo-
(qqta qel sabbato sauto mentre i bus extremis, ut vadOfUt. Ipse verQ
170 MAE MAE
Pontìfex cantori annuat ,
quando delle (Xiremonie ciò che appartiene
excelsiori voco Kyrie eleison dici all'ollizio loro, e generalmente par-
dehent. iVe! § 7. Gloria in excelsis lando si dice
praecogitare seni-
: Hi
Dco percclehrata dicntur a Ponti- per, et niedUari debcnt quae sunt
fice^ ut mos est, oratioy sednuque agenda^ et quae inslant strenue dili-
ip^e anniiat presbyteris ut sedeant. ge nter , et memori ter exequi tra- ,

Episcopus vero magistro


anniiat ctareque omnia summa dexleritate y
scholae quando a cantoribus gra- et modestia etc. L'abito da essi usa-
duale, vel alleluja repetere debeai. to e quello de* primi due detti par-
IVelcereoioniale pubblicalo per or- tecipanti è simile a quello de' ca-
dine di Gregorio X, circa l'anno merieri segreti, e quello degli altri
J275, nel due simile a quello
§ g, raccontandosi la ca- de' bussolanti,
valcata solenne, si dice, sic onini' cioè di toga di seta paonazza con
hu<! ascendenlibua equos priife dia- bottoni neri, e di soprana di saia
cono rum cum ferula ordinet pro- del medesimo colore con maniche
cessioneni eie, ove si deve avver- lunghe pendenti dalle spalle, e usa-
tire, che tale diacono era cardinale. no sopra di esse la cotta quando
Questi ed altri riti praticati anti- si esercitano nelle funzioni a loro
camente nelle cappelle pontificie, spettanti. Quando però celebra so-
abbastanza dichiarano con quanto lennemente Papa usano vesti rosse
il

maggior decoro ora sieno in uso, di saia, ma della forma simile alle
mentre sono regolati dai maestri violacee, così parimenti 1' usano in
delle ceremonie, i quali come in- quei tempi da noi pure e piti com-
telligenze assistenti danno il moto pletamente notati. Il primo maestro
a tutti gli ordini della gerarchia però in dette funzioni usa la veste
ecclesiastica ,
quando intervengono di seta paonazza, sopra cui porta il
nella cappella pontificia o altre so- rocchetto e la colta per decreto di
lenni funzioni. Onde con molta Clemente 1 X. A p. 5o6 poi, parlan-
prudenza fu istituito l* uffizio loro do della cavalcata, dice: li maestri
dai sommi Pontefici, colla parteci- di ceremonie con sottana rossa
pazione di molti privilegi e larga mantellone paonazzo e cappello se-
rimunerazione, come dalla bolla di mipontificale, cavalcano avanti la
pio IV nell'anno i563 emanata, croce. Fin qui il p. Bonanni. Pri-
confermata da Paolo V nel 16 9, r ma di Lunadoro nella
questi , il

e poi da Clemente IX nel 1668. Relazione della corte di Roma, ec-


Quando cominciassero nella Chiesa co quanto dice de' ceremonieri pon-
romana, dice il p. Bonanni , altra tificii a p. 4 e 5 dell'edizione 1646.

memoria non ho potuto rinvenire, « De* maestri delle ceremonie di


so non che nel cap. IV del lib. HI sua Santità. Ha il Papa quattro
de' sacri riti composto da Agosti- maestri delle ceremonie, due de' quali
no Patrizi Piccolomini vescovo di sono detti partecipanti hanno que- :

IMenza, dedicato a Papa Innocenzo sti buone parti dal palazzo aposto-

Vili nel i4^4> 6 pubblicato colla lico , e pagano loro gli eredi di
stampa da Cristoforo Marcello , il ciascun cardinale che muore , cin-
quuie l'offrì come fosse stato frutto quanta ducati di camera, e cento
delle sue fatiche a Leone X. In dodici ducati simili ogni cardinale
ijuesto libro si prescrive ai maestri nuovamente creato, che però frut»
MAE MAE 171
torà loro 1' uffizio sellecenlo scudi generico cenno sul medesimi ,
po-
ranno per ciascuno. Gli allrl sono tendosi consultare principalmente gli

delli soprannumerari , a* quali è articoli delle CAPPEtiB pontificie ,

dato da ogni nuovo cardinale do- CARDINALIZIE E PRELATIZIE, CONCISTO-


dici ducali di camera per ciascuno. RI, Conclave, Elezione de' Papi, e
E di essi il più anziano solamente tutti quelli inerenti ai Pontefici,
ha la parte dal palazzo apostolico. cardinali, vescovi, prelati, ec. ec. ;

jSono nondimeno tulli e quattro ed anticamente il Papa stesso im-


maestri delle ceremonie di sua San- poneva la cotta ad ogni nuovo ce-
tità e del sacro collegio, ed hanno remoniere, allorché veniva ascritto
eguale autorità di ordinare le fun- al collegio. Air articolo Cappelle
zioni avvisando ai signo-
pontificie, pontificie dicemmo che prima il

ri cardinali quello che devono fare, maestro di ceremonie egli stesso


e comandando a qualunque perso^ avvisava il Papa del momento in
na. Tulli similmente intervengono cui doveva recarvisi. Tuttora il pre-
alla congregazione de' riti, ed uno fettoalcuni giorni prima di qua-
solo alla congregazione ceremonia- lunque funzione, tranne le comuni,
le, entrando tutti nel conclave ; e si porta dal Pontefice per sapere
quando il Papa manda qualche l'ora ed il dove voglia te-
luogo
cardinale legalo de Intere^ gli dà nere la cappella, quando, secondo
appresso uno di questi maestri , i la regola, dovesse questa tenersi in
quali vestono continuamente di pao- qualche chiesa fuori del palazzo;
nazzo, con soltana e soprana , con quindi ne reiide subito inteso mon^-
njaniche lunghe sino a terra , con signor maestro di camera. Alcune
ie imhottilure e bottoni neri a gui- cappelle s' intimano per schedula
sa de' cubiculari segreti di sua San- stampata, che il prefetto fa stam^'
tità, essendo eglino annoverati tra pare e dispensare dai cursori apo-
questi anzi mentre sono in abito
; stolici, e vi é questa sottoscrizione;

non cedono ad altri che al mae- , De mandato SS. D. N. Papae^ Jo-


stro di camera e coppiere del Pa- seph de Ligne apostolicarwn cae-
pa ; ed in cappella stanno con la remonlarum praefectus. Il prefetto
colla sopra la sottana, ma quando monsignor Zucchi si sottoscriveva ;

celebra Papa portano la sottana


il Sedis Jpost. caerem. praefectus;
rossa ". Le narrazioni del p. Bo- ed il prefetto monsignor Domenico
lianni e del Lunadoro servino an- Gasconi nel 18 16 nei regolamenti
cora per far conoscere lo stato dei per le funzioni ; D' ordine della
ceremonieri nei primi tempi dei Santità di Nostro Signore, Dome-
secoliXVII e XVIII , dappoiché nico Gasconi prefetto delle ceremo-
come abbiamo esposto e diremo nie. In sede vacante, il prefetto si

molte cose variarono. sottoscrive : De mandato Emi et


Lungi dal noverare le innume- fi. mi Domini Cardinalis Decani.
rabili prerogative , attribuzioni e V^. Sacro collegio. 11 prefetto delle
competenze del cospicuo collegio dei ceremonie con schedula avvisa pu-
maestri delle ceremonie pontificie, re il sacro collegio per la visita che
perchè, il ripetiamo, di tulle trat- fa il Papa in s. Pietro pei nuovi
tiamo agli articoli che li riguar- beali; pel disintimo delle prediche
dano, solo aggiungereino (gualche che si fapno in palazzo dal predi-
17» MAE MAE
calore npoélolico, e per levare o di lino bianco, l'altro di seta colo-
metter Je pelli di aiineliini sulle rilo. Prima due fazzoletti d'ambo
cappe. Quando il Papa nelle soleu- lo specie ogni anno si consegnava-
lillà in cui dovrebbe pontificare no al prefello, ed a lui restatano.
soltanto assiste, in seguilo una di Well'accompagnare nell' assistere
congregazione ceremoniale, Pio VII il Papa il prefetto si pone sempre
n' a6 giugno 1821 ordinò al p'e- alla sinistra, anche per essergli piìi
felto delle ceremonie che dovesse , agevole nel levargli e rimettergli
prima e sempre esplorare la vo- il berrettino ; e siccome a questa as-
lontà del Pontefice per l'assistenza sistenza talvolta si reca anco il se-
de' cardinali e vescovi , se in abili condo ceremoniere, questi si pone
sncri, nel qual caso il prefetto o lo a destra del Papa ciò non pre- ,

esprime nella schcdula o ne pre- , giudicando la preminenza del pre-


viene cursori apostolici, acciò nel-
i fetto Questi successivamente regola
J' intimo de' vesperi di tanto av- lutti i movimenti e le funzioni,
verlino i cardinali, i vescovi, ec. ed veglia sulle azioni degli altri cere-
il decano de' rispettivi collegi pre- nionieri, e suggerisce al Papa quan-
latizi, che in tal caso in luogo del- to occorre ; ma anche di tuttociò
la cappa indossano la cotta sopra ni rispettivi luoghi ne parliamo,
il rocchetto. Spetta al prefetto ispe- così di quanto incombe agli altri
zionare il trono , ed osservare in ceremonieri. Tuttavolta qui appres-
lutto se le cose sieno in ordine so daremo un'indicazione breve del-
come l'altare, la credenza, i mini- l' esercizio di ciascun ceremoniere,
stri, ed in ispecie le cose necessa- solo però nelle cappelle ordinarie
rie pel Papa, come genuflessorio presente o assente il Pontefice ec,
cuscini, libro ossia messaletto, can- e divisione delle loro attribuzioni.
dela e sua lanterna accesa, sgabelli, Il prefetto delle ceremonie assi-
camera de* paramenti e della fal- ste nel trono quando il Papa è
,

da, abiti sacri, mitra, triregno, for- presente; quando è assente, come
male, ce. ec, sedia gestatoria , fla- anche nelle cappelle cardmalizie,
belli, baldacchino per le processio- assiste Se vuole al sacro collegio
ni e pontificali, avvisando per por- dalla parte de'diaconi, di prospetto
tare le decano de' votanti
aste il al cardinal decano. Il secondo mette
di segnatura, acciò ne prevenga i la falda al Papa
diarista Cec- ( il

referendari; altrove parlammo del coni, parlando della coronazione di


quando altri portano tali aste. Il Clemente XI, dice che gli cinse
prefetto, allorché nella cappella so- la falda monsignor Lercari maestro
no giunti molti cardinali avverte , di camei-a aiutato dai signori mae-
ilterzo ceremoniere perchè faccia stri di ceremonie ), lo assiste alla
vestire i sacri ministri, e quindi il destra del faldistorio quando sta ,

celebrante, ed il secondo che badi genuflesso, ed al trono quando il


Se sieno pronti i due cardinali as- Papa dà la pace ai due cardinali
sistenti ; quando vede che tutto è diaconi assistenti, dopo avervi con-
in ordine si porta in anticamera dotto il cardinal primo prete, che
segreta ad invitar il Papa a recarsi dall'altare la porta al Papa pre- ;

in cappella , ricevendo dagli aiu- senta l'incensiere tutte le volte che


tanti di camera due fazzoletti, uno il Papa deve imporre e beuedi-ie
MAE MAE 173
l' imspnso^ incede nelle prooe«!stoiìi so de* cardinali in (^appella. Gli al-
alia destra del primo, muove i car- tri ceremonierl suppliscono a quel-
dinali, e conduce il primo all'ob- li assentii ciascuno succede nell'e-
bedienza ; assente il Papa, e nelle sercizio dell'altro che lo precede,
cappelle cardinalizie, assiste ai car- quando questo non sia in cappel-
dinali, quando non voglia farlo il la, e così successivamente lutti gli

pi"efetto. Il terzo ceremoniere ha la altri. mancanza dell'ultimo,


Nella
direzione del celebrante, tanto nelle e qualora non vi fossero altri, re-
messe che ne' vesperi cantati da nn trocedono a tutti le azioni, fuori di
cardinale, e si presta all'obbedien- quelle che restano compatibili. Il

za de' cardinali quando vi dà mo- decimo o l' ultimo è obbligato di


vimento il secondo. 11 quarto at- prevenire anticipatamente quello
tende allo strascico della falda e del che lo precede quando esso non
manto del Papa, si presta all'ob- venga, e così successivamente, per-
bedienza, e quando non tocca al chè non manchi il ceremoniere al-
secondo: esso stesso ne dà il mo- l'arrivo de'cardinali. 1 ceremonieri
vimento per la pace alla quale pen- suppliscono ai ministri dell'aliare,
sa il secondo, conduce il diacono vescovi assistenti, uditori di rota,
per r incensazione, quando occorre chierici camera, volanti di se-
di
dà r ora per la cappella consecu- gnatura, quando alcuno manchi per
tiva ai cardinali e prelati, incensa l'esercizio dell' azione che deve
il Sagramento all'elevazione (al-
ss. farsi di loro attribuzione. Spetl.»
trove dicemmo che nelle messe dei agli anziani il supplire nel caso,
morti ciò fa il suddiacono), e do- ma può anche farsi dagli altri ,

po aver accompagnato il prete assi- quando non disconvenghino.


questi
stente per la pace dà egli stes-
, la Noteremo, che da qualche tempo
so, e nei pontificali dopo l'uditore i protonolari apostolici partecipan-
di rota , ai corpi che non V han- ti, in mancanza di vescovi assisten-
no ricevuta. Assente il Papa e , ti, sostengono la candela che fa le

nelle cappelle cardinalizie, presenta veci della bugia. 11 supplire de'ce-


egli l'incensiere al celebrante tutte remonieri agli uffizi de' rispettivi
le volte che deve benedire l'incen- collegi prelatizi nelle cappelle inclu-
so. 11 quinto regola l'uditore di ro- sivamente al ministero dell'altare
ta per la croce, si presta per l'ob- in mancanza de'rainistri sacri, è
bedienza quando il quarto vi dà il basato per impedire con alti ripe-
movimento, e dirige tutte le azio- tuti che altri suppliscano, il trasfe-
ni del diacono per il canto dal van- rimento di un diritto d'un colle-
gelo. Il sesto è col quinto nella ob- gio prelatizio, classe o persona in
bedienza e dirige il suddiacono per quello d'un altro. Altrettanto si
l'epistola. 11 settimo istruisce e con- dica se il Papa celebra la messa
duce Torator pel sermone. L' otta- bassa in qualche chiesa , essendo
vo ha la direzione della lavanda assistenti ordinari i vescovi elemo-
delle mani del celebrante. 11 nono dappoiché in man-
siniere e sagrisla;
porta il testo all'altare per il ba- canza d'uno di loro e supplendo
cio del celebrante, e conduce gli altro vescovo, potrebbe in qualche
accoliti per le torcie. 11 decimo modo sembrare di porre una nor-
assiste alla quadratura ossia ingres- ma, che quello qualunque siasi che
174 MAE MAE
s'invita la prima volta abbia il di- apostolico^ non che compresi i tre.

ritto di supplire a questo uflkio. pontificali solenni di Natale^ Pa-


Nella messa bassa clic il Papa ce- squa e s. Pietro, compilate ed of-
lebra per la processione del Cor- ferte ai suoi amatissimi collc^hi^
pus Domini nella cappella Sistina, da Giovanni Fornici ceremoniere
viene assistito dall' elemosiniere e pontificio e segretario della sacra
dal sagrista, oltre il prefetto delle congregazione ceremoniale ^ 1822.
ceremonie. Questi prima suppliva Questo utilissimo ed interessante
per l'elemosiniere, sino alla morte mss. è un lavoro estratto e com-
di monsignor Per la proces-
Beoli. pendiato da altro pi li copioso di
sione poi del Corpus Domini^ come monsignor Giuseppe Dini prefetto
si disse al voi. IX, p. 58 (}ie\ Diziona- delle ceremonie sotto Pio VI. Nel
riOy il prefetto delle ceremonie per lavoro di monsignor Fornici vi
un tratto di strada destina a porta- concorse e contribuì monsignor Giu-
re le aste del baldacchino (in luogo seppe de Ligne.
degli anticlii vacabilisti ) otto sacer- I ceremonieri pontificii assistono
doti, che poi compensa la dateria particolarmente diversi cardinali e
con uno scudo per cadauno. In vescovi nelle funzioni che celebrano,
cappella il luogo dei ceremonieri, e gli assistono anche fuori di Ro-
quando non sono in azione, è la ma, comprensivamente al possesso
linea a ridosso del muro dal lato delle protettorie delle città e luo-
dell'altare a cornu epistolae sino alla ghi dello slato pontificio, usando gli
guardia nobile che custodisce la por- abiti loro propri, tranne come di-
ta donde si va ii) sagrestia. Nelle cemmo la sottana e fascia rossa. Il

cappelle prelatizie, come per quelle prefetto fa l'attestato del giuramen-


dell' ottavario della festa de'ss. Pie- to che prestano al Papa alcuni car-
tro e Paolo, il ceremoniere non assi- dinali, prelati, senatore, castellano,
ste i prelati, ma condottili allo stol- foriere maggiore, ec. ; fa inoltre l'at-

lo, va air assistenza del vescovo che testato di quei vescovi ed arcivesco-
ponlilìcalmente celebra messa la : vi che il Papa ha dichiarato assi«

ordinariamente v* intervengono il stenti al che


soglio pontificio, e
terzo e il quarto ceremoniere; nel- a mezzo dello stesso prefetto in
la cappella poi dell'ultimo giorno, qualche cappella dopo il vangelo ha
che si fa nella basilica lateranense, fatto passare dal banco dei vesco-
cardinalizia o semi-papale, vi hanno vi a quello dei vescovi assistenti al
luogo il prefetto delle ceremonie e soglio. Gli altri ceremonieri fanno
gli altri ceremonieri come il soli- de'giuramenti che presta-
l'attestato
to. Al collegio dei maestri delle no i vescovi novelli al cardinal
ceremonie pontifìcie, uno di essi primo diacono prima della loro
lasciò un utile mss. per le attri- consecrazione , e quando non vi
buzioni di ciascuno, con questo ti- è presente il notaro, fanno pure
tolo: Brevi indicazioni per le at- r attestato dei possessi che i car-
tribuzioni ed esercizio de' ceremo- dinali prendono dei loro titoli, dia-
nieri pontificii^ in tutte le cappelle conie e protettorie. Nei concistori
papali, cardinalizie^ prelatizie , fu' il dà al pre-
sostituto del concistoro
nebri, e le prediche dell' avvento e fetto delleceremonie la nota delle
quaresima nella sala del palazzo chiese che si propongono; ed il me-
MAE MAE 175
desimo prefeflo fa la fede dei conci- condo maestro delle ceremonie, per
stori chei Papi tengono fuori di Ro- l'imposizione del rocchetto, o della
ma ne'viaggi, ne'quali egli o altri mozzetta se religiosi ; tale annun-
ceremonieri sogliono andare. Sem- zio talvolta lo fece il primo. I cere-
pre due ceremonieri erano segre- monieri pontificii sono consultati da
tari delle congregazioni cardina- diverse chiese, vescovi e corporazio-
lizie de* riti e della cercmonia- ni, nelle questioni di precedenza e
le : di questa seconda uno Io è nei dubbi liturgici, non che dalle
tuttora; della prima, dagli ultimi congregazioni cardinalizie.
anni del secolo XVll, non lo so- 11 prefetto delle ceremonie ne'con-
no più. I ceremonieii
però pos- cistori dice ad alta voce: Accedant,
sono intervenire alle congregazioni agli avvocati concistoriali la pe- per
de'ritì, ma non
parlano se non so- rorazione che fa uno di loro, e Re"
no interpellati, e per questa inter- cedantf quando deve sospenderla; e
Tenzione emettono particolar giura- nella camera del letto de' paramen-
mento: in ogni congregazione sono ti: Extra, acciò quelli che ivi so-
invitati i primi quattro, che seb no si partino per
il luogo della fun-

bene abbiano scritto un voto, per zione.Dice poi l'Extra omnes, do-
commissione di monsignor segreta- po che i cardinali nuovi ricevono
rio, egualmente non interloquisco- la risposta dal Papa pel ringrazia-
no. ceremoniere segretario della
Il mento fatto per la loro esaltazione
ceremoniale è sempre invitato dal nella funzione dell'imposizione della
maestro di camera del Papa, quan- berretta, ed in altre circostanze; ia
do questi riceve principi e princi- detta funzione ogni cardinale è an-
pesse reali , non cbe sovrani e nunziato al Papa dal secondo mae-
sovrane, quali incontra con mon- stro, di ceremonie,
quale qui no- il

signor maggiordomo. Se il so- teremo è quello che annunzia pure


vrano e la sovrana come tali si il nuovo commendatore di santo
presentano al Papa, allora il mae- Spirito. Il prefetto delle ceremo-
stro di camera invita il prefetto nie tiene in custodia la chiave
delle ceremonie ancora. Questi re- della cassetta dei pallii , che sta
sta in anticamera
presso il Ponte- sulla tomba dei principi degli a»
fice, e annunzia ad alta
poi gli postoli , ed egli è quello che li

voce il sovrano e la sovrana al pun- fa tessere. medesimo prefetto


Il al-
to che giunge nell'anticamera, per lorché il cadavere del Papa si ve-
esempio: Sua maestà ^imperatore ste co'paramenti sagri, si prende la
d^ Austria. Nel libro Privilegia Mag. stola rossa ed il cappello usuale,
caerem. a p. 6 si legge: Quando mentre il sagrista si prende la moz-

summus Pontifex^ solemni stata mo- zetta ed il camauro, ed il p. sotto-


re, audientiam concediti ipsi intra- sagrista le scarpe usuali. 11 capito-
ducunty et annuntiant publicos orato- lo di s. Pietro poi si piglia i due
res et ministros imperatorum et re- cappelli di velluto rosso foderati di
gunij novos eminentissimos cardina- seta cremesi, con cordone 'rosso in-
les, et quemvis alium, qui puhlice a- trecciato d'oro con flocco simile, del-
deat Po nti/icem. Dopo ì concistori se- la forma dei cappelli parasole dei
greti nuovi vescovi presenti in Ro-
i cardinali, i quali due cappelli si

ma sono annunziati ai Papa dal se- pongono ai piedi del cadavere pon-»
176 Mae Mae
tifìcics allorché si espone netta CiV[> Tav venireli dovesse pagare nel tem*
Sagrnmento della hiisiiica
pelia del pò della sua promozione, depositan-
vaticana. Nella prima conij;ief^azione do per questo fine dentro un uiesc
generale in sede vacante il prefetto centosessantadue ducati pei nìaestri
stesso rompe l'anello pescatorio, il delle ceremonie partecipanti, e ses-
cui oro divide col secondo ceremonic- sant'uno pei non partecipanti. Che
le: nel successivo conclave vi entrano il deputato economo pei fune-
o
i cinque ceremonieri partecipanti, rali dei nomina il pre-
cardinali lo
ed il primo de' soprannumeri. Les- fetto delle ceremonie, lo dicemmo nel
si nei Diari di Roma, che nel lySo voi. XXVI li, p. 46 del Dizionario.
per morte di Benedetto XIII, en- Dei funerali cui intervengono i
trarono in conclave tutti gli otto ceremonieri pontificii, ivi se ne par-

ceremonieri; e dissi all'articolo Cel- la alle pag. 55 e seg., 67 e 68 :

la che a'tempi di Nicolò


( f^ecli), se ne tratta ancora nel voi. IX,
V entravano in conclave due soli p. «49 e i52. Ora parleremo dei
ceremonieri. Narra il Burcardo che funerali di alcuni maestri di cere-
nel conclave in cui fu eletto Ales- monie defunti.
sandro VI, in ogni giorno celebra- Nel numero 4^^ del Diario il

rono la messa in presenza dei car- Roma 1720 si dice, che essen-
del
dinali due ceremonieri , cioè lui do morto monsignor Candido Cas-
stesso ed il suo compagno Bernar- sina primo maestro delle ceremo-
dino Gutteri. Tutti quelli che en- nie pontificie, il cadavere vestito
trano in conclave sono Conclavisti di sottana e soprana paonazza, fu
( Vedi)^ e fruiscono quei privilegi esposto cogli abiti sacerdotali e col
e vantaggi riportati a quell'articolo ; cappello prelatizio semi-pontificale
prima aveano anche le pensioni a'piedi. La messa fu cantata dai
come i conclavisti dei cardinali. cappellani sostituti e dai cantori
Dei tre vestiari che in conclave si pontificii. Fu assistita da monsi-
preparano pel nuovo Papa, uno ser- gnor degli Abbati Olivieri sagrista,
ve per r eletto Pontefice, gli altri dai ceremonieri e dal padre sotto-
due egualmente completi si divido- sagrista. Clemente XI celebrò una
no tra il primo e secondo maestro messa al defunto, e dichiarò pri-
di ceremonie ed il sagrista, in com- vilegiati tutti gli altari della chiesa
penso di onorario che in concla- esponente, in cui nella mattina del-
ve non godono. Benedetto XIV ai l'esequie si fosse celebrato per l' a-

i4 febbraio i743> colla costituzio- nima di Candido. Nel num. 58 T


ne Dudunif presso il suo Bull. t. I, del Diario di Roma
172 si del 1

p. 240, ordinò che venticinque i dice, che in conclave morì monsi-


ducati d'oro che per decreto di Cle- gnor Giustiniano Chiapponi primo
mente IX, de'22 novembre 1668, maestro delle ceremonie, e che su-
doveano pagare gli eredi d'ogni car- bito gli successe d. Giuseppe Gam-
dinale defunto ai maestri di ceremo- berucci. Il cadavere, come quello
nie pontificie non partecipanti, giac- del predecessore Gassi na, fu espo-
ché partecipanti per tal cagione
i sto nella chiesa del Gesù, col ca-
ne hanno cinquanta, attesa la diffi- lice nelle mani. La messa fu can-
coltà che vi era per riscuoterli dai tata dai ministri della sagrestia
delti eredi, ogni nuovo cardinale per pontificia e dai cantori di palazzo.
MAE MAE 177
Nel Ultra. Diario di Ro-
34 del ZÌO del SUO uffizio. Io disimpegna-
ma del 18 17 si dice, che il cada- va con quella gravità che alle sa-
vere di monsignor Giuseppe INico- cre funzioni tanto si addice, e con
lai ceremoniere pontificio, vestito tutta quella capacità di cognizioni
degli abili paonazzi, fu portalo nel- che si ha la dire-
esige in chi ne
la chiesa di s. Biagio dei materaz- zione. Fu
pure addetto in qualità
«ari, ed ivi spogliato di essi venne di chierico beneficiato e quindi di
esposto colle vesti sacerdotali. Mon- beneficiato onorario alla basilica
signor sagrisla colTassistenza dei lateranense, verso la quale nudrì
ministri della cappella pontificia mai sempre una speciale affettuosa
celebrò la messa di requiem, alla divozione, che autenticò col dono
quale intervenne il collegio de'ce- di un magnifico calice, e nella quale
remonieri pontificii. Nel num. 16 ha disposto per testamento che si
del Diario di Roma del i845 si celebri un funerale annuo nel giorno
legge. »> Mercoledì 24 fnai'zo nel- anniversario della sua morte, col-
la chiesa parrocchiale di s. Gia- l'assistenza di quel reverendiss. ca-
como Augusta vennero celebra-
in pitolo, per l'anima sua. La perdi-
te solenni esequie per l'anima di ta di questo virtuoso ecclesiastico
monsignor Mattia Pieri prefetto del- è stata sinceramente compianta dai
le ceremonie pontificie^ defunto nel- suoi colleghi cui era stato sempre
la notte del ig. L'illuslriss. e carissimo, e da tutti coloro che il

reverendiss. monsig. Castellani ve- conobbero, e che viva conservano


scovo di Porfirio e sagrista di No- la memoria delle belle doti che
stro Signore, cantò la messa pon- l'adornavano, e che conciliata gli

tificale di requiem, che fu accompa- avevano la stima e la benevolenza


gnata dai cappellani cantori della di ogni ordine di persone".
cappella pontificia. Ad essa presta- Molti uomini illustri fiorirono
vano assistenza i reverendiss. prela- nel collegio dei maestri delle cere-
ti ministri sacri della cappella me- monie pontificie, per dignità eccle-
desima (in mantelletta), non che siastiche, per dottrina e per ope-
tutto il collegio dei pontificii cere- re che pubblicarono, massime di
monieri (in abito di mantellone, Liturgia (J^edi). A voler far men-
mentre i cappellani in cotta fece- zione di alcuni, fu ceremoniere
ro il servizio dell'altare). Trovava pontificio il gran Papa Innocen-
si il Pieri fino 1808 ascritto
dal zo III, prima che fosse cardinale^
al collegio suddetto, e nel i833 come Paride de Grassis.
riferisce
giunse al grado di prefetto, che Agostino Patrizi Piccolomini sane-
però da circa cinque anni esercitar se, che riformò i ceremoniali della

non poteva (godendone però tutti gli chiesa romana, vescovo di Pienza
utili e pierogative, inclusivamente fatto da IV nel i483, e mae-
Sisto
alla soscrizione delle schedule ),
per- stro delle ceremonie pontificie sot-
chè divenuto quasi affatto privo to Innocenzo Vili ed Alessandro
di vista, ed aftlitto da lenta ma- VI. Giovanni Burchardo d'Argen-
lattia, che sempre con edificante tina ceremoniere di Alessandro VI
rassegnazione da lui sofferta lo con- e Giulio il, fu da questi promos-
dusse al sepolcro in età di settan- so a'29 novembre i5o3 a vescovo
tasetle anni. Esaltissimo nell'oserci- d' Orte, non di città di Castello,
VOL, xn. 12
178 MAE MAE
come seguendo altri scrivemmo alla Sotto Sisto V
gli fu aggiunto Pao-

sua biografìa questi fu il primo


: lo Alaleona canonico di s. Giovan-
maestro di ceremonie del Papa che ni in Laterano, il quale altri diari
incominciò a scrivere diari delle stese fino ai 6 agosto iGSy. Per
ceremonie, incominciandoli nel 4^4> 1 altro Mucanzio di altri Pon-
il

anno in morì Sisto IV, e li


cui tefici fino a Gregorio XIV ed In-

continuò sino i5o6, almeno sot-


al nocenzo IX avea fatto in italiano
to il suo nome, perchè egli cessò i diari, e pensava di tradurli in
di vivere nel maggio i5o5 in Ro- latino. Nel pontificato di Paolo V,
ma, e fu sepolto nella chiesa di s. Gio. Battista Alaleona fu aggregato
Maria del Popolo, li Mavìiv^ Archia- per quarto maestro di ceremonie,
tri t. II, p. 257, riporta le notizie e scrisse egli pure alcuni diari. Sot-
di sua vita, insieme alla curiosa to Gregorio XIV era ceremoniere
relazione di sua morte di Paride Gio. Paolo (o Pietro) Mucanzio, e
de Grassis bolognese,^ fratello del compilò i suoi diari sino a Paolo
cardinale Achille. Paride prese il V, nel pontificato del quale morì.
magistero delle ceremonie vivente Egli fu segretario della congrega-
Burchardo, ne lo lasciò benché fat- zione 1602 da
de' riti, fatto nel
to vescovo di Pesaro, nella cjual Clemente Vili, e confermato con
città morì nel i528. Cristoforo breve di Paolo V de'g luglio 1609:
Marcello eletto arcivescovo di Cor- non vi è memoria precisa della
fù, fu maestro delle ceremonie di sua durata in carica, ma i decreti
Leone X: di lui, come del Patri- registrati da lui di proprio carat-
zi, parlammo in più luoghi per la tere giungono ai 24 gennaio 161 5.
notissima opera Sacr. caerenwn. Qui noteremo che altro maestro
del secondo, pubblicata dal primo. delle ceremonie pontificie, Pietro
Leone X diede pure a compa- Ciammaruconi, fu deputato segre-
gno di Paride, Biagio Martinel- tario de'riti dallo stesso Paolo V:
li di Cesena, che Michelangelo pu- egli non fece registro di suo ca-
nì per aver censurato la sua pit- rattere, come il Mucanzio, e que-
tura del Giudizio, al modo detto sto di alieno
carattere si trova
nel voi. Vili, p. i33 del Dizio- notato nel 9 dicembre 161 5. Sem-
nario. Biagio durò nella carica bra però non essere stato confer-
sino al i54o, ne più oltre potè e- mato, e solo segietario sostituito o
sercitarla per la vecchiaia, emorì in vogliam dire pro-segretario, mentre
Roma d'anni ottantuno nel i544- in dicembre 1623, dopo la cano-
Gio. Francesco Firmano maceratese, nizzazione celebrata da Gregorio
sotto Clemente VII entrò nel ma- XV, già defunto, ed appena enun-
gistero, e vi stette sino alla morte ciata in registro da lui non fatto,
di Pio IV. Cornelio Firmano co- vi fu causa pecuniaria forse per
minciò i suoi diari dall'elezione dì gli emolumenti provenienti da quel-
s. Pio V, e li condusse poco oltre la, fra lui ancora nominalo mae-
il principio del pontificato di Gre- stro di ceremonie, e monsignor
gorio XIII, che nel i574 lo fece Rinuccini vero segretario de'rili, la
vescovo d'Osimo. Dall'anno iSyS qual causa fu rimessa al tribuna-
abbiamo i diari di Francesco Mu- le della rota. Dove finiscono i dia-
canzio nipote di Biagio cesenate. ri di Paolo Alaleona^ cominciano
MAE MAE 179
quelli Gaspare Servanzìo suo
(li tara, et Mariae s. Magdalenae
nipote, e giungono sino agli 1 1 de PazziSy una ciim dissertatione

di j^ennaio i643; da questo dì Francisci M. Phaebei archiepisco*


sino al i5 seltembre i644 vengo- pi larsensis (congreg. rituitm a se-

no i diari di Francesco Maria Febei cretis ) super canonizatìone san-


arcivescovo di Tarso iu parlibu9, ctorum, llomae 1669. Già nel i665
e commendatore di s. Spinto. Nel- ci avea dato Conte xtus actorum :

l'archivio della congregazione dei omnium in beati ficanone, et canO'


riti vi sono del Febei queste no- nizatione s, Francisci de Sales^
tizie. Essendo slato maestro delle Romae.
ceremonie, fu fatto segretario dei Inoltre meritano speciale men-
riti da Innocenzo X, con breve zione i seguenti maestri di ce-
dei i5 luglio 1654. Binjase insie- remonie. Carlo Vincenzo Carca-
me segretario per qualche tempo, rasi prima beneficiato poi canonico
abbeuchè nel dicembre 1662 pas- di s. Pietro, che mori nel i6go
sasse commende) tore di s. Spirito. a' 27 novembre, d'anni 75. Lascici
In gennaio i663 ebbe per succes- la sua eredità al suo capitolo va-
sore il segretario Bernardino Casali, ticano, perchè colle rendite for-

ed egli fu fatto consultore de'riti. masse altrettante doti di scudi venti-


Sembra 1669 Clemente
che nel cinque i'una, conferendole a zitel-
IX lo deputasse di nuovo suo mae- le romane di genitori romani, ma che

stro delle ceremonie (anzi come pri- abbiano già conseguito quella del-
mo intervenne al conclave per sua la arciconfra terni ta dell'Annunziata
morte), mentre anche con questa di Roma, le quali zitelle hanno
qualifica è notato nei registri quan- poi l'obbligo d'intervenire nell'anno
do assisteva alle congregazioni: in che sono state dotate^ nella proces-
fine Clemente X elevò ad arcive- sione che la il detto capitolo nel-
scovo di Tarso in partibus il l'ottava del Corpus Domini, della
Febei. Dopo questi sino al 1682 quale si trattò nel volume IX,
abbiamo i diari di Fulvio Ser- pag. Q^ del Dizionario. Giustinia-
\ mzio nipote di Gaspare. Vivente no Chiapponi prefetto delle ce-
Fulvio, un altro ceremoniere scris- remonie di Clemente XI cui dedi-
se diari sino al 1684, e fu Pier cò r opera Acta canonizationis
:

Paolo Bona. Raccoglitore di gran sanctorum Pii Pont. Max., An- V


parte di questi diari fu l'abbate dreae Anellini, Felicis a Cantali-
e canonico regolare Gio. Battista ciò ,et Catharinae de Bononia
Gattico, di cui abbiamo stampato habitae a ss. D. N. Clemente XI
un solo tomo nel lySS, Acta cae- Pont. Max. collecta. Quibus acce-
rtmonialia^ oltre la parte seconda, dunt dissertano ejusdem super my-
De itineribus Ronianonim Ponliji' sttriis oblalionum in missa canoni-

Clini. Come dovea essere questa zationisj ntc non acta omnia bea-
preziosa opera, lo descrive il Zac- tificationis servi Dei Jo. Francisci
caria, Storia letteraria d' Italia Regis soc. Jesu. Opera preziosa ed
\ol. VIlj p. 4?^ ^ s^g- Domenico importante per la copia dell'eru-
Cappello d'Ascoli ci diede l'opera di dizione. Sotto Clemente XI l'altro
ricchissima squisita erudizione: Acta ceremoniere Candido Cassina com-
canonizationis s. Ptlri de Jlcaii- pilò preziosi Diari^ che ci lasciò
i8o MAE MAE
mss. Giuseppe Gamberucci canoni- vescovo di Nlcomedia in partibuf,
co dì s. Maria Maggiore, segreta- ed a canonico di s. Maria Maggio-
rio della ceremoniale e prefetlo re; monsignor Giuseppe de Ligne
dello ceremonie di Benedetto XI II, romano, canonico di s. luistachio,
da questi fu promosso ad arcive- ed attuale prefetto delle ceremonie
scovo d'Amnsia in parlibus : lo fu pontificie e segretario della con-
puro di Clemente XII , e mori gregazione ceremoniale, a prelato
nell'esercizio delle sue cariche Tan- domestico e protonotario apostolico
no 1738. Lo era di Clemente (questa ultima qualifica la dichia-
Xn e di Benedetto XIV Ignazio ra nella sottoscrizione delle schedu-
Reali romano, fallo da quest'ultimo le /?roto«. et apost. caerenu praef.)j
arcivescovo di Atene in partibus : al secondo ceremoniere monsignor
fu ancora referendario delie due se- Lodovico Brancadoro romano, so-
gnature, canonico arcidiacono ed stituto della congregazione della vi-
allarista della basilica di s. Pie- sita, prima che divenisse effettivo
tro in Vaticano fatto da Clemente permise l'uso del rocchetto nel
XII. Giuseppe Dini romano cano- pontificale di Natale i843; diver-
nico di s. Maria in Via Lata, si degli altri ne hanno sperimen-
prefetto delle ceremonie di Pio tato la benignità, ed il collegio
VI , fu fatto da lui prelato do- l'uso perpetuo della fascia di seta
mestico, lo portò seco nel viaggio rossa, come dicemmo di sopra.
di Vienna, di cui ne pubblicò nel Il maggiordomo Costantino Pa-
1782 il Diario: inoltre copioso trizi ora cardinale nel i." maggio
Diario lasciò nell'archivio de'cere- i833 pubblicò colle stampe le Re-
monieri pontificii di tutte le sacre gole e disposizioni sulla custodia e
funzioni j morì nel conclave di conservazione dell'archivio dei mae-
Venezia. Gli successe Gio. Domenico stri di ceremonie pontificie, appro-
Pacini romano, beneficiato di s. vate dal sommo Pontefice Grego-
Giovanni, sotto Pio VII, nel qual rio XP^Iy di cui dammo un cenno
tempo fiori Raffaele Mazio roma- all'articolo Archivi. In esse si sta-
no, che fu pure segretario della ce- bilisce, che l'archivio dovrà essere
remoniale, il quale dopo brillante sempre situato nel palazzo apo-
carriera meritò il cardinalato da Pio stolico Quirinale; che si dovrà di-
VIII. Il Papa Gregorio XVI è stato sporlo per ordine compilandosi uno
assai benefico con questo illustre o più indici ; che tutte le carte e
collegio, che come dicemmo ora si libri saranno contrassegnali con
compone di tredici individui, un- sigillo che il maggiordomo passerà
dici de'quali egli o nominò, ovvero al prefetto ; dal collegio de' cere-
alcuni di essi furono ammessi per monieri si due archi-
sceglieranno
concorso sotto di lui. Oltre a ciò visti da durare nell'offizio due an-
fece prelati domestici e protonotafi ni; il primo riterrà la chiave, ed
apostoliciGiuseppe Zucche prefetto altra simile sarà presso il prefetto;
ed Alessandro Lazzarini secondo ce- l'archivio si aprirà quando occorre
reraoniere, non che autore di pre- per estrarne notizie per le funzio-
giate opere, ambedue defunti ; il ni, e due o tre volte al mese per
maestro di ceremonie monsig» Fran- comodo de* ceremonieri ; a questi
cesco Cornetti promosse ad arci- è vietato estrarre cosa alcuna, pò-
MAE MAE i8i
tranno bensì copiare quanto loro Papa. Interviene sempre a tutte le

occorra; per garantire l'integrila cappelle e solenni funzioni papali,


dell' archivio a tutti ì ceremonieri ricevendone 1' intimo dal cursore
•venne prescritto il giuramento con apostolico, come custode de sacri
apposita formola, di mai estrarre sacelli y cioè delle cappelle pontificie.
o far estrarre cosa alcuna dall'ar- Fu già offìzio grande autorità
di
diivio; per l* estrazioni de' libri o nel palazzo ove risie-
apostolico,
carie pel servizio delle funzioni, deva con corte addetta alla sua
vennero prescritte norme, cioè che persona, ed esercitava in gran par-
il solo prefètto o chi ne fa le ve- te quelle ragguardevoli incumbenze
ci poteva eslrarre previa ricevuta che ora si fungono dai prelati
agli archivisti, ma dopo Ire giorni Maggiordomo e Maestro di Cd-
deve restituire; in caso di concla- mera, e dal Foriere maggiore del
ve la restituzione si protrae ad Papa (Vedi). Viene nominato dal
olio giorni dopo Ja coronazione Pontefice a mezzo di biglietto del
del nuovo Papa ; se gli archivisti cardinal segretario di stato (l'odier-
entrano in conclave, il collegio e- no lo fu da quello per gli affari di
legge altri ; finalmente a provvede- sialo interni), cui succede la spedi-
re all' incremento di sì prezioso e zione del breve apostolico, che gli
importante archivio, dovrà ciascun prescrive prestare il giuramento di
ceremoniere compilare un diario di fedeltà nelle mani del cardinal
tutte le funzioni ordinarie e straor- Camerlengo di santa romana Chic'
dinarie cui particolarmente assiste sa, al quale articolo come a quel-
nel corso dell'anno, con oppoilune lo di Famiglia Pontificia, parlam-
osservazioni^ le quali memorie alla mo del maestro del sacro ospizio.
fine di ogni onno si depositeranno Negli antichi ruoli palatini, nella
nell'archivio. I maestri delle cere- categoria Cappella pontificia,
della
monie prima d'incominciare l'eser- egli è il primo con parte di pane
cizio delloro offìzio, debbono pre- e vino; e nella spedizione de'pri-
stare, come dicemmo di sopra, il vilegi che i Pontefici facevano a
giuramento in mano del prelato favore de' loro inlimi e nobili fa-
segretario de' riti, perchè apparte- migliari, vi comprendevano questo
nenti alla congregazione. Abbiamo ministro, come si può vedere dal-

Privilegia magìstrorum caeremo- l'ultimo di Pio VI da noi ripro-


niartim sanctae romanae Ecclesiae dotto a detto articolo Famiglia. A
et Stdis apostolicae, Romae 1802, quello Camerieri del Papa, §
di
ex typographia R. C. Aposto- 111, damino un cenno del maestro
licae. del sacro ospizio, della sua anti-
MAESTRO DEL
SACRO Ospizio, chità, dell'ingerenza che avea di
Magister sacri Hospìtii prtlalii apo- ricevere i sovrani che recavansi
stolici. Onorevolissimo uffizio laica- nel palazzo apostohco dal Papa,
le che si da una persona
esercita dell'abito che usa nelle cappelle
nobilissima a vita, colla qualifica ordinarie, di quello che indossa
e prerogative di primo dei quat- nelle solennità dei pontificali e pel
tro camerieri segreti partecipanti possesso del Papa, ( noteremo che
di spada e cappa, e perciò uno coir abito ordinario tiene in mani
de'primari ed intimi cubiculari del una berretta di velluto nero con
i8i MAE MAE
fiocchi d'oro , coli' altro il cappel- alla basilica vaticana per celebrar-
lo nero con granoni d'oro e piume vi le stazioni notturne, toccava
bianche intorno), delle sur prerogati- ai maestro dell' ospizio di prepa-
ve ed altro; mentre ali articolo rare i letti e ogni altra cosa, che
Cappelle Pontificie descrivemmo ai occorrer potesse per tutta la sacra
rispettivi luoghi tutlociò che lo ri- comitiva in un' ahila/iuue a tal
guarda. uopo destinata in vicinanza di det-
Accresciute le incumbenze al ta basilica, la quale nel citato or-
cardinal camerlengo, sia di pre- dine romano chiamasi Donius a~
siedere al palazzo e famiglia del guliae augidine.^ [)ercliè al suo
sommo Pontefice, sia a disìmpe- lato giaceva io terra quasi sepol-
gnare il principal peso del gover- to lo stupendo obelisco, che poi
no politico e r universale ammini- Sisto V eresse in mezzo alla va-
strazione degli affari economici, in sta piazza di s. Pietro. Inoltre dal
occasione della residenza de' Papi medesimo maestro si prendevano
in Avignone stabilita da Clemente in custodia nelle sue scuderie i

V, dopo che nel i3o5 dichiarò parafreni o chinee che serviva-


volere restare in Francia , venen- no pel lungo tragitlo dal patriar-
do esentato dall'obbligo di soggior- chio al Vaticano. Che se a qual-
nare quotidianamente nel palazzo cuno fosse piaciuto nella notte
papale e di presiedere al giornaliero refocillarsi prima de' divini uffizi,
governo numerosa famiglia
della doveva il maestro del sacro ospi-
pontificia, venne in essa rappre- zio fargli imbandire la cena. Que-
sentato e supplito dal maestro del- sta però provvedevasi a spese di
J'ospizio, al modo detto al citato chi voleva prendeie ristoro, per la
articolo Camerlengo. Era il mae- medesima erogandosi quella som-
stro dell'ospizio già da più antico ma di denaro , che si soleva dal
tempo nella corte papale per ac- Papa per le stazioni notturne a
cudire a parecchie occorrenze, nelle tutti distribuire , e che perciò
quaH non conveniva a persona al- chìamavasi cenaria o cenatico. Ed
cuna ecclesiastica d'ingerirsi ; ed in anche quando soli cardinali senza
i

fatti non altri che laici deputa- il Pontefice venissero fra l' anno
vansi ad esercitare 1' impiego di nelle ore mattutine a cantar messa
maestro dell' ospizio. Osserva il in s. Pietro col primicero e scuo-
Benazzi, Notizie storiche degli aii' la de'cantori , o con altri chierici
tichi vicedomini p. 20, che dal- palatini , incombeva
maestro al

V Ordine romano XI chiaramente dell' ospizio di prendersi cura dei


si raccoglie quali nel principio loi'o cavalli, e di somministrar co-

fossero le sue incombenze; ed in modo per desinare a coloro, cui


questo Ordine presso il Mabillon riuscisse grave di ritornare alla
Mas. Ital. t. II, p. ìiiy viene chia- propria abitazione pel tempo del
mato Dominus hospitii. Allorché il pranzo. Neil' Ordine Romano IX^
sommo Pontefice suU'imbrunir del- scriUo da Benedetto canonico di
la sera dal patriarchio lateranen- s. Pietro prima della metà del se-
se accompagnato dai cardinali e colo XII, al num. 7, trattando
dai vescovi, con tutte le scuole ed de domiiiica Gaudete, descrive il
ordini palatini portavasi cavalcando presbiterio che spettava a queslq
MAE MAE i83
ufflziale pontificio Domìnus hO' di pagamenti falligli in occasione
spiti'ì (ìehet habere prò beneficio di una sua gita in Bictagna, per
onini die unam monetam de o- adempiere alcune particolari com-
blatis (al. de oblationìbus) missae, missioni di quel Papa, che nel
et lacrymas cerae^ quae remanent 1877 fece lieta V Italia e Roma
in offe renda mìssa. con restituirvi la residenza ponti-
Ma 1' uflfizio di maestro clell'o- ficia. Andrea Caraffa, uno de' pri-
spizio dopo il i3o5 crebbe in e- mari signori napoletani, fu maestro
stensione e gravità d' incombenze, dell'ospizio sotto Urbano VI napo-
e saPi a maggior splendore di di- letano, eletto in Roma nel 1378,
gnità, per la special cura e dire- rammentato dal Ciacconio.m vit.
rione annessagli del palazzo apo- anlip. Clem. VII, t. II, p. 668.
stolico e corte pontifìcia. Ed in Neil istesso tempo insorto fiero
'

Tero allora s'incomincia spesso a scisma e 1' antipapa Clemente VII


trovar fatta menzione dei maestri di Ginevra, recatosi questi in Avi-
dell'ospizio, e principalmente nelle gnone, vi stabili una cattedra di
vite e negli alti dei Papi che in pestilenza , in cui fatalmente fu
numero di sette risiederono in Avi- seguito da diverse nazioni; ed an-
gnone. Quindi solevano dai Ponte- ch'egli ebbe colà il maestro dell'o-

fici scegliersiad esercitare un tale of- spizio in Giorgio de Marlio o Mar-


ficio, divenuto già assai ragguardevole ie milile della diocesi di Gine-
e di somma importanza, personag- vra: fu il medesimo impiegato in
gi fra laici in singoiar modo di- gravissimi negozi dal pseudo-ponte-
stinti per nobiltà di lignaggio e fice,che con bolla del i gennaio
per esperimentata fede e prudenza, 1890, esistente nell'archivio vati-
perchè erano frequentemente im- cano, gli assegnò un' annua pen-
piegati nel maneggio di rilevantis- sione duemila fiorini d'oro di
di
simi affari della corle pontificale, camera, in ricompensa de' servigi
come si legge nel Baluzio, FÌL Pap. prestati alla sua Sede apostolica;
Aven. t. 1, p. 1089, et Col. act. anzi ad istanza deli' antipapa, Ma-
vet. t. II, num. CLXV. JNè sarà ria regina di Sicilia e contessa di
fuori di proposito di brevemente Provenza, creò Giorgio gran sini-
qui riferire i nomi di alcuni fra scalco di quest' ultima provincia.
loro regìstiatì nei monumenti di Continuando a sostenersi Io scisma
quei tempi. Guglielmo de Amauno dall'antipapa Benedetto XIII, men-
milite, era maestro dell'ospizio apo- tre in Romavenerava Grego- si

stolico nel pontificato di Clemente rio XII, nel 1409 fLi tenuto uà
VI eletto nel i3^2. Ugone de concilio a Pisa, ove deposti ambe-
Ruppe (ne parliamo pure all' ar- due, fu eletto Alessandro V a'26
ticolo Maresciallo della s. boma- giugno. Il ministero del maestro
NA Chiesa, per aver ancora eserci- dell'ospizio in quest'epoca si espo-
tato tal dignità sotto suo parente il ne in un opuscolo inserto nel co-
Clemente VI) attempo di Gregorio dice vaticano 4737, scritto da certo
XI, creato nel iSyo, esercitava la Strabense poco dopo l' elezione di
carica di maestro dell' ospizio, co- Alessandro V, pubblicato prima
me si raccoglie da diverse note che dal Muratori, e poscia con mag-
si conservano nell'archivio vaticano, gior esattezza ( non però lodata
iB4 MAE MAE
tlal Mariui ) ripiodollo dui padre stolica : il maestro dell* ospizio esa-
Oattico, Ada selecta caerctn. t. I, minava prima tali conti e spese a
p. 265. mezzo del nominato chierico. Sua
In detto opuscolo o relazione di ispezione era altresì il visitare tutte
tiittociò die occorreva pel ser- le o/llcine, e stare in attenzione
vigio del Papa , sono eiiuinera* che non vi si ammettesse mai al-
ti tutti Ì5IÌ ulfiziali del pontificio cuna estranea persona invigilando ;

palazzo in numero di XXV , il I perché ognuno fedelmente e pun-


de Cubìcularìis, de IMagistro
il II tualmente soddisfacesse ai doveri
hoapitiiy et scutiferis honoris, il XII del proprio impiego. Goii ancora
ile Alagistro attlae, Maestro di ca» al maestro dell'ospizio era commes-
sa(f^edi)y scudiere ed uflìziale fa- sa la cura d'impedire le risse fra
migliare del maestro dell' ospizio: famigliari, il parlare inonesto ed
ivi minutamente descrivonsi le fun- irreligioso, e di osservare che nel
zioni ed attribuzioni proprie di cia- recinto del palazzo non accadesse
scuno di loro. Il maestro dell'ospi- strepito, uè vi si accudisse a giuo-
zio doveva abitare dentro il palazzo chi sconvenevoli alla rispettabilissi-
papale, ed era vi decorosamente man- ma qualità del luogo. Allora si co-
tenuto insieme colle persone ad- stumava che non solo nel tempo
dette al suo particolare servigio, il di notte, ma ancora in quello del
numero delle quali era proporzio- desinare fossero chiuse tutte le por-
nato alla sua condizione a piacere te del palazzo, ed al maestro del-
del Pontefice, e godevano il vitto l'ospizio incombeva presentare ogni
in palazzo. Nel numero di queste volta le chiavi al Papa, e lasciarle
dovea esservi sempre un chierico sulla sua mensa ; fuorché quando
ilquale fosse a sulflcienza istruito; il cardinal camerlengo desinasse o
mentre come avverte lo scrittore pernolasse in palazzo, mentre in
dell' opuscolo, per lo più i soggetti tal caso a questo, come immedia-
die avevano esercitato tale uiiizio, to superiore , si consegnavano le
non fuerunt periti lìlterarum, co- chiavi. Le porte venivano chiuse
gnizione che a quell'epoca fra'Iaici dal maestro ostiario, che ne reca-
anche di rango non era molto co- va le chiavi al maestro dell' ospi-
mune. Al maestro dell'ospizio spet- zio, il quale all'ora del pranzo e
tava ncercare giornalmente il Pon- della cena faceva suonare la cam-
tefice se pel dì seguente si dovesse pana del palazzo. Egli poi assiste-
alcuno invitare alla mensa in pa- va al Pontefice finché durava la
lazzo, acciocché le provvisioni da mensa, e presiedeva al saggio prò-
farsi fossero corrispondenti al nu- bae, ch'era in costume farsi di
mero e qualità dei convitati. Ogni tutte le bevande e vivande, prima
sera tutti gli uffiziaU minori del che si presentassero sulla tavola
palazzo ad esso esibivano i conti pontificia, onde prevenire qualun-
delle spese occorse ne' rispettivi lo- que insidia o veleno in quei tem-
ro dipartimenti, per poi mensual- pi calamitosi. Compiuta la mensa
raente presentarli al cardinal ca- era sua incombenza di accomodare
merlengo e suoi ministri accioc- ; al Papa ,
previa genuflessione , il

ché si saldassero, e venissero re- rocchetto, e soprapporgli il mantel-


gistrati ne' libri della camera apo- lino o mozzetta. Quando poi pre-
MAE MAE i85
sente alla mensa pontificia non e- si assunsero dal celo ecclesiastico le

ravi persona a lui superiore nel persone, ch'essere dovevano addette


grado, prima e dopo il pranzo e all' imn^ediato servizio del Papa, e

la cena somministrava al Pontefice aver l'onore di essere ascritte alla


l'acqua per la lavanda delle mani. corte e famiglia pontificia ; e tosto
ìi maestro dell' ospizio nella sua sembrò non più convenire, che un
decente abitazione invitava a mensa mero laico, qual essere soleva il
ÒG militi vel alteri valenti personaCy maestro dell'ospizio, loro presiedes-
cui in sua vollatione loqui volue^ se. Per la qual cosa non molto
ìil, dicat : Remaneas in prandio^ dopo il sunnominato Alessandro V
et praude rum ntagistro hospilii. si vede essersi introdotto un nuovo
In somma il maestro dell' ospizio primario uffiziale o ministro, sotto
suppliva nel palazzo apostolico le il nome sacro pa-
di prefetto del
veci del cardinal camerlengo, e di- lazzo apostolico^ che
volgarmente
pendentemente dal medesimo re- allora appellavasi, maestro di casa
golava la domestica azienda, e pre- del Papa, poi maggiordomo. Nei
siedeva al medesimo palazzo e fa- primi tempi dell'istituzione di que-
miglia pontificia. sta cospicua e primaria carica pa-
Nel concilio di Costanza estinto latina, pare che prefetti del sacro
i

nel 1417 il funesto scisma coli' e- palazzo insieme col maestro del-
lezione di Martino V Colonna ro- l'ospizio, esercitassero la soprain-
mano, sedate quindi le discordie e tendenza della corte e famiglia pon-
turbolenze onde Roma era stata tificia. Ne' libri ceremoniali com-
spesso sconvolta, Papi incomincia- i posti da Agostino Patrizi , e pub-
rono di nuovo in essa a stabilmente blicali da Cristoforo Marcello, trat-
risiedere, e ad esercitarvi tranquilla- tandosi de'solenni conviti soliti ce-
mente la suprema ecclesiastica po- lebrarsi nel palazzo apostolico il

testà e la legittima loro sovranità giovedì santo e nel giorno della


temporale, tranne qualche anno sot- coronazione del nuovo Pontefice, si
to Eugenio IV per l'ultimo grande legge, che la cura d' imbandirli in-
scisma del conciliabolo di Basilea, combeva al prefetto del medesimo
e celebrazione del concilio generale insieme al maestro dell'ospizio, il

di Firenze. Da Martino V dunque quale però nel 14B4 giìi sembra


la famiglia e corte pontificia a poco che più non ne avesse ingerenza
a poco si ricompose, in proporzione ne più se ne trova fatta menzione.
alla diversità de' tempi e muta- Al maestro dell'ospizio restò l'o-
zione de' costumi, sull'antico mo- nore di ricevere nel palazzo apo-
dello di domestica disciplina, e som- stolico i sovrani e le sovrane nei
mamente si accrebbe nella corte solenni ricevimenti , ed il sommi-
papale la dignità , il lustro , non nistrare l'acqua alle mani del Pon-
tanto per l'esterno grave contegno tefice quando celebra pontifical-
e maestoso splendore ,
quanto per mente. In fatti quando Cristina re-
le virtù e riputazione de' grandi gina di Svezia a' 23 dicembre 1 655
uomini, per probità, per senno e accompagnala da solenne cavalca-
per dottrina celebratissimi , che in ta si portò al Vaticano formal-
ogni tempo in gran copia vi fiori- mente da Alessandro VII, fu rice-
rono. Quindi per la maggior parte vuta dal maggiordomo } da otto
i86 MAE MAE
vescovi assisletiti alla cappella o volta ed in più incontri fecero i

soglio pontifìcio, e dal maestro del più polenti monarchi; di più il

sacro ospizio, oltre i due cardinali maestro del sacro ospizio ebbe l'in-
co' qualiavea cavalcato tanto ri- : carico di ammettere nelle cappelle
portano il Novaes nella vita di quel e ftui/ioni pontificie i nobili e di-
Papa, ed il Pallavicino nella De- stinti forestieri che desideravano as-
scrizioìu-^ ec. i838
pubblicata nel sistervi. Di questa prerogativa della
dal eh. Cicconi, pag. 69. Dal me- custodia sacri sacelli, ecco quan-
desimo Novncs si apprende, che A- to scrisse il Catalani, Commentar,
lessanùro VII in più modi operò ad caeremonial. sanctac ronianae
nelle cappelle pontifìcie una salu- Ecclesìae HI, § 5, t. I, p. i52.
tit.

tare riforma, come accrel)l>e la ve- Idem etiam reputami- veluti nohilis
nerazione e il decoro, pi'inc;[)alinen' laicus in primariis sacris fnnctio'
te colla sua frequente intervenzione nibiis exceptor introdactorque or-
alle cappelle, ed esemplare gravità dinum pontificii sacelli^ nec non
e divozione. custos interior augusti consessus;
Tutlavolta osservando Alessandro et non nihil ageret, si qui Romani
VII che il concorso del popolo di- convenientes supremi principes in^
minuiva la maestà delle sacre fun- troduci publice deherent. Dell'an-
zioni, perchè a forza bramava di tica prerogativa della romana no-
assistervi, e che la guardia svizze- bilissima famiglia Conti, goduta da
ra cui era commessa la custodia Martino V sino a Pio VII inclu-
dell'interno recinto, o per riguar- sive , nel cui pontificato si estinse
di, o per altri motivi, non lo im- di maestro del sacro ospizio, ne
pediva abbastanza, volle porre un parleremo in ultimo. 11 Moretti poi,
rimedio al bisbiglio che produceva Ritus dandi presbylerium, a p. GS,
l'affollamento degli spettatori. Ordi- cosi parla di questa onorevolissima
nò quindi il Pontefice, che ogni carica. Hujus offìcialis pontificii^ et
estraneo che in cappella non vi nomen, et munus hic descripta sua-
aveva lungo destinato, ne restasse dent non alium fuisse, quam qui
escluso, cioè dal presbiterio, qua- mine dicilur Magister sacri hospi'
dratura, o intima parte del san- tiij cujus adhuc aliqua est licei
tuario, tranne qualche forestiere levissima cura in publicis papali-
ragguardevole, che meritasse una bus epulisy ut fert caeremoniale R,
di-'tinzione. E perchè tal provvi- E. lib. I, sect. 3, et lib. IJ, tit. De
lien/a avesse pieno elfelto, siccome publica compotatione. Idem etiam
della camera pontifìcia soleva es- reputatur veluli nobilis laicus in
serne custode un principal perso- primariis sacris functionibus exce-
naggio, così reputò nobile V incari- ptor inlroductorque ordinum pon-
co della custodia della cappella pa- tificii non custos inte-
sacelli, nec
pale, e l'affidò a Carlo Conti duca rior augusti consessus; etnon nihil
di Guadagnolo, il quale por l'antica agcrctj si qui Romani convenientes
distinta prerogativa de'suoi maggiori principes supremi introduci publi-
di maestro del sacro ospizio, fun- ce deherent in palatium. Quae ne»
geva l'onorevolissimo uffizio di ver- scio quid sapiunt antiqui muneris.
sar r acqua sulle mani pontificie Sed de bis viderint alii. Propriuni
nelle solenni funzioni, ciò che altra est splendidum hujus magistri mi'
MAE MAE 187
nisterìiiw funiliae Comitum^ qiiam del sacro ospizio all'arrivo del Pa-
nohilioribns romani}! passim vetusti pa, e prima d' incominciar la fun-
scriplores acrmset. Post Columne- zione, si reca a destra dell' ingres*
sios, Ursinosy Sabellos primi sur e so della quadratura presso bancoil

in ordine 7 rilum coronalionis '" • ' '


'cardinali diaconi, ed rimane
ivi

pemtoris occideiilis Romae l m- ' in pi di, in tutto il tempo della


dac per manus Papa* aescriht ite fiuizi- ne. A lui vicino, sino agli ul-
apud codicem m'.s. ix.gotianuni re- ''^.1 un pic-
del secolo passato, in
perla valga tocj uè lìl. 3. Rituum eccl. colo banco sedeva V ambasciatore
Afartenii I. 2, k\ 9 t/e benedictioni- di Bologna. Siccome al medesimo
bus imp. p. 181. Inoltre i maestri ingresso sino al termine dell'episto-
del sacro ospizio talvolta interven- la vi è un ceremoniere per l'assi-

nero nelle funzioni e cavalcate dei stenza de' cardinali che si portano
solenni possessi de* Papi, i;ome in in cappella, così il maestro del sa-
quelli (li Leone XI, Paolo V, In- cro ospizio dice con esso l' introito
nocenzo X
e Benedetto XIV, fra della messa genuflessi. Dopo il ma-
il baronaggio romano sebbene , gistrato romano riceve l'incensa-
propriamente nella relazione del- zione dal diacono, e la pace dal
l' ultimo, tale ordine di signori non ceremoniere, e ne' pontificali l'una
intervenne alla cavalcata. e l'altra dall'uditore di rota; quan-
Att'ialmente il maestro del sa- do vi era il detto ambasciatore, ri-

cro ospizio interviene a tutte le ceveva r incensazione e la pace do-


cappelle e solenni funzioni pontifi- po di lui. Egualmente dopo il ma-
cio, ed ivi ricwe quel trattamento, gistrato romano, e prima degli udi-
e fa quanto andiamo a narrare. Si tori di rota riceve dalle mani del
reca alle dette cappelle e funzioni Papa le candele, le ceneri, le pal-
con carrozza i cui cavalli sono or- me, Agnus Dei benedetti.
e gli

nati di ciuffi e flocchi di seta del Anticamente anche nella sala ove
colore di sua livrea, ed ombrellino si faceva il bagno degli Agnus Dei

con fodera celeste come principe spettava al maestro del sacro ospi-
romano ( tali essendo i Ruspoli, e zio darvi accesso ai forestieri. Nei
tali erano i Conti ); riceve la pre- pontificali coperto di un velo del
sentazione delle armi e la parata colore corrente versa l' acqua alle
dai corpi di guardia , e viene ac- mani del Pontefice al trono di ter-
compagnato da uno o due gentiluo- za, cioè in quello ove siede il Papa
mini o cappe nere. Dalla carrozza mentie si canta tale ora. Nei pon-
sino alla cappella o chiesa ove ha di Natale
tificali e di Pasqua si
luogo la funzione viene quindi ac- comunica dalle mani del Pontefice
compagnato da quattro individui o del cardinale che canta la messa,
della guardia svizzera pontifìcia , i dopo il magistrato romano, bacian-
quali fanno altrettanto dopo la fun- do prima la gemma dell'anello. Nel-
zione. Nelle cappelle palatine si trat- le processioni incede con torcia ac-
tiene fuori della quadratura o pre- cesa , cioè in quelle del Corpus
sbiterio della cappella, in luogo ap- Domini e della canonizzazione, pren-
posito, verso il muro ed il banco dei dendo luogo dopo gli uditori di rola
cardinali preti, ove resta uno sviz- ed avanti la croce papale in questo :

zero di guardia, finché il maestro luogo incede pure in altre proces-


i88 MAE MAE
sìoiìiper le funzioni delle candele titores ".Air articolo Caiteile Pon-
o delle palme, che porla in mano, TiFiciH, ed agli altri analoghi &i è

e iu altre, sebbene anticamente ciò parlato di quanto riguarda il mae-


non faceva, restando sempre all'in- stro del «acro ospizio. L'ofllcio an-
gresso della cappella o luogo della ticamente rendeva trenta ducati d'o-
quadratuia ; in quelle ancora dei ro di camera al mese da giuli dieci,
pontificali, dopo prende luogo
di essi come si ha dalle lettere apostoli-
nella processione. Secondo la dispo- che di Giulio li del i5o6; Cle-
sizione di Leone XII , i camerieri mente VII lo ridusse a venti, e
segreti soprannumeri e di onore di Paolo III lo ricrebi>e a trenta; poi
spada e cappa nelle processioni, tran- n'ebbe cinquantadue ogni bimestre.
ne le due prime nominate, devono Tanto si legge nei Possessi del
precedere il maestro delsacro ospi- Cancellieri a pag. 869, e nel No-
zio, lutlavolta vanno presso la sedia vaes. Storia de Pontefici t. XI If,
gestatoria. Il maestro del sacro ospi- p. 4" Le ulteriori riduzioni le ri-

zio interviene anche nei concistori portammo ne' ruoli palatini, riferi-
pubblici, ed in piedi resta presso ti all'articolo Famiglia pontificia.
il banco de' cardinali diaconi , co- Il Pontefice Gregorio XVI ha as-
me nelle cappelle. Per il possesso segnato all'odierno maestro del sa-
del Papa e per le feste de' ss. Pie- cro ospizio scudi setlantacinque men-
tro e Paolo, riceve dal prelato mag- sili dal palazzo apostolico.

giordomo quattro medaglie d'ar- Quanto al privilegio ereditario


gento. Chiapponi prefetto delle
Il della famiglia Conti di questa ca-
ceremonie di Clemente XI, ed au- rica, esso ripete l'origine da Mar-
tore deWAcla canoniz. ss. Pii V^ tino V che lo concesse ad Alto
etc, dice a p. 2 1 3, che tra quelli che Conti de' signori di Segni, i cui
recarousi a ispezionare il luogo ove successori, le altre pontificie con-
si dovea celebrare la canonizzazio- cessioni,^ ed il trasferimento del pri-
ne, e per conoscere le attribuzioni vilegio ai Conti de' signori di Poli
del proprio ufìlzio, eravi pure il e Guadagnolo, tutto narrammo nel
maestro del sacro ospizio, al quale voi. XVII, p. 75 e 79 del Dizio-
mandò questa istruzione. « Die do- nario. I primi duchi delia seconda
niinica 22 currentis raaii 17 12 fe- linea maestri del sacro ospizio, fu-
sto ss. Trinitatis summo mane in rono Lotario, Appio, e Carlo ; l'ul-
basilica Vaticana se conferai, det- timo il duca Michel Angelo Conti
que operam, ut intra loca ligneis signore di Poli e Guadagnolo, am-
uiidique cuncellis clausa nulli ad- messo alla carica da Cleuienle XllI,
miltantur, ni si nobiles ex.leri, urbis con breve de' 2 aprile 1759; mor-
tilulati, ac de speciali gratia san- to nel 1808. Diverse analoghe no-
clissimi, intra ambitum proximio- tizie riporta il Ratti, Della fami-
rem theatro patres ex religionis fa- glia Sforza t. Il, pag. 225, 226 e
miliis beatorum canonizandorum 240. Prima di Michelangelo era
juxta numerum eis praefinilum. In- maestro del sacro ospizio il di lui
tra vero theatri caveam nemiuem padre Stefano, il quale per indis-
periitus admitli curetpraeter haben- posizione si dimise dall' oliizio, ri-

tes locum in cappella, poslulatores nunciandolo a Michelangelo suo


canoni^utionis, ac oblutiouuni per- secondogenito, perchè Innocenzo pri-
MAE MAE 189
mogenito èra allora prelato , e poi rogò ruflìzio a Lotario Conti duca
fu cardinale. Con detto breve Cle- di Poli, e «noi discendenti mnsco-
mente XIII oramise tale dimissio- lini. Che Alessandro VII diede a
ne, e in considerazione che la ca- Carlo Conti, invece del soppresso
rica era quasi ereditaria ( cosV si Monte GiiiliOy settantotto luoghi del
espresse) nella famiglia Conti, no- Monte Ristoralo primo^ lìutlaiili il
minò Micliclangelo, previo il giu- quattro per cento, poi ridotto al
ramento da farsi dal medesimo nel- tre. Che Innocenzo XI ap-
il ven.
le mani, ciò ch'effet-
pontifìcie sue provò la rassegna che Carlo fece
tuò. Michelangelo intervenne per di maestro dell'ospizio a Giuseppe
la prima volta in cappella pel ^e- Lotario suo figlio nel 1688. Inol-
spero dell'Ascensione, e così avendo tre Benedetto XIV confermò tutte
preso possesso della carica, monsi- le concessioni de' predecessori a fa-
gnor Reali prefetto delle ceremonie vore de' maestri del sacro ospizio
gliene rilasciò testimonianza for- apostolico, e per compensare la de-
male, coD)e del giuramento prestato teriorazione di questa carica che
al Papa. Siccome poi Stefano era prima godeva l'assegnamento d'an-
stato tatto maestro del sacro ospi- nui scudi d'oro di camera Irecento-
zio da Benedetto XIV, con erudito sessanta, ed allora non fruiva che soli
motu-proprio de'20 ottobre l'j^Oy scudi trecentoquindici all'anno, per
cosi di esso daremo un breve cen- compensarli, dichiarò i maestri del
no. In questo motu-proprio si fa sacro ospizio , incomin-
apostolico
menzione di un istromento stipu- ciando da Stefano, camerieri segreti
lato sotto Innocenzo VII a'28 ot- nati de' Papi, colle relative grazie,
tobre i4o4» J" cui si dice che i onori e franchigie ;
primari ufììziali

maestri del sacro ospizio dovessero della camera segreta del palazzo
essere esenti da tutti i dazi e ga- epostolico, senza però aumentare
belle tanto imposte che da imporsi l'assegno de'scudi trecento quindici,
per qualsivoglia causa. Si dice che e deputò esecutori del motu-pro-
la famiglia Conti possedeva questo prio, tesorieri e maggiordomi prò
i

uffizio quasi per retaggio de' suoi tempore. Quindi nel seguente an-
maggiori, e che piìi Pontefici illu- no 742 nelle annuali Notizie di
1

strarono la carica con onori, gra- Roma per la prima volta venne
zie, prerogative ed emolumenti. Che pubblicato nella categoria de' ca-
Giulio II per morte di Giovanni merieri segreti di spada e cappa
Con ti j trovandolo radicato nella fa- il maestro del sacro ospizio pel pri-
miglia quasi per gius ereditario, mo, ciò che sempre si continuò.
conferì l'uffizio a Stefano Conti, a JVel voi. XXXV, pag. 2i3 del
cui lo confermò Leone X proro- Dizionario dicemmo come i posse-
gandolo ai di lui figli e nipoti di- dimenti de' Conti li ereditarono i
scendenti per linea mascolina. Che Ruspoli principi di Cerveteri , e gli
Clemente VII! nel 1597 confermò Sforza Cesarini duchi di Marsì, Se-
l'uffizio a Camillo Conti, benché gni, Genzano ec. in un al cognome,
chierico con pensione ecclesiastica stemma ec, famiglia che pei Cesarini
di scudi mille, conferendogli trenta gode la dignità di Gonfaloniere del
luoghi del Monte Giulio. Che Gre- senato e popolo romano. Quindi il

gorio XV nel 1621 concesse o pro- principe d. Francesco Maria Buspoli,


Iyo MA E MAE
come uno de' parenti pih prossimi ferì il titolo di principe di Ccrve-
della famiglia Conti , domamiò al teri, non ostante il divieto imposto
Papa Pio VII di poter succedei e nel testamento da Hartolomeo Ru-
al duca d. Michel An^lo nella o- spoli, che parlammo all' articolo
di
norilìca carica di niaeslio del sa- Ceri Cerveteri; del sontuoso
e
cro ospizio, e gliela concesse con palazzo poi da lui acquistato dai
breve de' 21 giugno 1808, coi pri- Caelanij oltre ciò ehe si disse in
vilegi e prerogative inerenti. Ma quell'articolo, aggiungeremo il se-
come il cambiamento del governo guente cenno. Di questo vasto e
succedette quasi contemporaneamen- signorile edifizio fu architetto Bar-
te, e r imprigionamento e depor- tolomeo Ammanato fiorentino. Ha
tazione del Pontefice nel luglio del due ampie una sulla via
facciate,
seguente anno, al suo glorioso ri- del Corso, l'altra e con portone
torno in Roma
181 4, il prin- nel per la strada de* Gaeta ni mentre ,

cipe ottenne una pensione d'annui dal lato di s. Lorenzo in Lucina


scudi aSoo sopra il monte di pie- vi è un grandioso giardino, adorno
tà, ed il grado di generale onora- di statue e fontane. Dal portone si

rio di brigata, e tuttociò in riguar- perviene in un portico di colonna


do delle forti- perdite di entrate doriche, a destra del quale s'incon-
fatte dalla famiglia pei luoghi di tra la nobilissima scala. La galle-
monte : il principe mori agli 8 ria del primo piano fu fatta colo-
marzo 1829: se ne legge T impor- rire da Orazio Rucellai per Gia-
tante biografia nel numero 12 delie como Zucchi fiorentino, che in die-
Notizie del giorno dì Roma di detto cinove spartimenti dipinse un nu-
anno. Perchè si conosca in qual meroso stuolo di figure variamente
famiglia 1* onorevolissimo uffizio di atteggiate e vestite , rappresentanti
maestro del sacro ospizio è passato, la genealogia degli Dei , oltre gli
ce ne permetteremo brevissimi cen- ornati delle cartelle , dei festoni
ni. La nobilissima famiglia Ruspoli de' bronzi e marmi finti , e altre
deriva dalla Mare<cotti, per cui il cose diiij^iMitemente lavorate. La
lodato principe adoperò per la
si galleria del piano terreno fu fatta
canonizzazione che Pio VII fece dipingere del pari che le camere
della sua pro-zia s, Giacinta Ma- che vengono dopo , dai Ruspoli ;
rescotti. La sua origine proviene essa riesce amenissima, rispondendo
dalla Scozia, ed accompagnò l'im- a ponente sul giardino. E tutta
peratore Federico I in Italia, ove colorita di chiaroscuro, e nella vol-
si diramandosi in
stabilì Roma, ta veggonsi fatti di storia romana,
Bologna, Orvieto, ed anche in Fran- e nelle pareti ornati e imprese di
cia. Pel maritaggio che fece il mar- vario genere; le altre sale poi con-
chese Francesco Marescotti romano, tengono piacevoli dipinti a fresco
con Vittoria Ruspoli, ricca eredi- rappresentanti cacce, pescagioni, sce-
tiera sanese, ne prese il cognome ne boscherecce, favole di divinità,
e lo stemma. Clemente XI per ri- il tutto eseguito da M.r Leandro,
munerare il marchese Francesco e M.r Francesco ambedue hancesi.
dell'armamento di un reggimento Quindi il principe Francesco venne
d' infanteria al servigio della santa da Innocenzo XIII suo affine di-
Sede, a* 5 febbraio 1709 gli con- chiarato principe romano ; e Bene-
MAE MAE »9^
detto XÌII per onorare ii principe lazzo a[K)stolico ricevono per com-
Francesco, di cui una figlia avea penso del servigio che prestano alle

sposato il proprio nipote duca di Gra- cappelle, a titolo di vestiario, an-


vina, si recò a consacrar la chiesa nui scudi ottanta; piìi dai ruoli
da lui magnificamente edificata nel del medesimo palazzo hanno men-
suo feudo di Vignanello, nella de- sili scudi sei e baiocchi ottantadue e
legazione di Viterbo^ al quale ar- mezzo, i quali si dividono in egual
ticolo di ciò parleremo, descrivendo porzione a tutti gli otto parteci-
i della delegazione. Clemen-
luoglìi panti; più una medaglia d'argento
te Xll nel 1780 creò cardinale pel possesso Papa, e per l'an-
del
Bartolomeo Ruspoli figlio di Fran- nua festa Pietro e Paolo,
de' ss.

cesco ; Pio VII nominò gran mae- ogni maestro osfiario o effettivo o
stro dell'ordine Gerosolimitano [Fe- soprannumerai io. ]Nelle solenni ca-
di) a' 16 settembre 1802 il bali nonizzazioni si distribuisce a cia-
fr. Bartolommeo Ruspoli che ri- scun di loro la vita e l'immagine
nunziò, ed il Papa Gregorio XV f de' nuovi santi , ed hanno la pro-
fece uditore gc^ucrale della camera pina di scudi quindici per ciascun
il principe Ale^^aiulro figlio di Fran- santo canonizzato. Vestono la sot-
cesco Malia, e nel i838 a* il di- tana, la fascia con fìocchi ed il

cembre dichiarò maestro del sacro collare, tutto di seta paonazza, man-
ospizio apostolico l' odierno prin- tellone di saia o scotto di (guai
cipe di Cervf-teri d. Giovanni Ne- colore, calze di seta nera, e scarpe
pomuceno Rusjioli^ che poi nomi- con fibbie. Nelle cappelle e fun-
nò generale di brigata onorario del- zioni pontifìcie, se nel palazzo apo-
le milizie pontificie, e nei primi stolico, si portano nell'anticamera
dei 1846 decorò della gran croce di onore a prendere la Croce pon-
dell'ordine equestre da lui istituito tificia [Vedi) e la portano nella
in onore di s. Gregorio I Magno. Camera de' paramenti [Fedi), con-
MAESTRO OSTIARIO de virga segnandola air ultimo uditore di
EUBEA. Magisttr liostiarius a virga rota, che la porla innanzi al Papa
ruhea. I maestri osi lari a virga nell'ingresso in cappella, quindi ii

rubea sono famigliari pontificii che maestro ostiario segue il prelato, in


hanno la cura e custodia della cro- cappella la riprende dalle mani
ce papale nelle cappelle pontifìcie, dell'uditore, e la colloca a cornu
processioni ed altre funzioni che evangelii dell'altare nel zoccolo con
assisteo celebra il Pontefice ed ,
foro ivi appositamente situalo, re-
in alcune in sede vacante. Forma- standone in piedi alla custodia.
no collegio e sono i partecipanti Quando vi è il sermone, dopo che
otto, due de' quali vacabili proprie- il diacono ha cantato il Confiteor,
tari che
vendono circa scudi 5oo,
si l'osti ario subito porta la croce al-
gli altri sono di nomina pontifìcia, l'uditore, e la liprende da lui per
che la fa a mezzo del prelato mag- rimetterla al suo luogo dopo che
giordomo, dal quale si spedisce il il Papa ha dato la benedizione. Ai
biglietto, onde da lui dipendono termine della messa, prima clie ii

i maestri ostiari a virga rubea, ed Papa dia l'altra benedizione, l'o-


egli riconosce ed ammette nell' e- stiario di nuovo consegna la croce
sercizio i due vacabilisli. Dal pa- all'uditore, il quale nei ritorno al-
192 MAE , M/VE
la cnmcra de pniamenli , accom- delle due diverse croci pontifìcie
pngnato come nell'ingresso dall' o- che si usano in tali ntlime cap-
sliarìo, precede il PoiUelìce, ed ivi pelle, ne trallainuio nel voi. X XVIll,
giunto reslituisce airosliario la cro- pag, 49 ® ^^ ^^^ Dizionario.
ce, che dopo la partenza del l*ou- Gli ostiari dopo caudatari i dei
tetice la riporta aell'anticamera di cardinali, e prima dei mazzieri rice-
onore. Se nella cappella avvi pro- vono dalle mani del Papa le cande-
cessione, dalla cappella Paolina alla le, le ceneri, le palme e gli Agnus

loggia per la benedizione, o per la Dei benedetti nella processione del-


:

sala regia, prima che s'incammini, le candele, seguendo sempre l'udi-


Tosliario presenta la croce all' udi- tore, non le portano accese. Il col-
tore e r accompagna. Quando le legio ha pure una distribuzione di
ciippelle e funzioni si fanno helle candele, palme e Agnus Dei; e nei
basiliche o chiese di Roma, in esse novendiali pei Papi defunti la di-
r osliario riceve la croce pontificia stribuzione della cera, come dicem»
dal crocifero, la dà all'uditore che mo, che pure consegue dai cardi-
segue, e giunto questi all'aliare, co- nali che muoiono in Roma. In-
me nelle cappelle palatine, colloca oltre i maestri ostiari interven-
la croce dal medesimo lato e luo- gono nelle processioni per giubilei,
go, ivi restando a custodirla 1* o- o per qualche solenne 7c Deuni;
stiario,per quindi darla all'uditore nei venerdì di marzo per la visita
nelle processioni, e per le benedi- che il Papa col sacro collegio fa in

zioni ricordale, e al termine della s. Pietro compreso il venerdì san-


funzione, sino al ritorno alla ca- to ; nei concistori pubblici e se-

mera de* paramenti, ove riconsegna mi-pubblici per le canonizzazioni.


la croce al crocifero. JVella proces- Allorché gli ambasciatori regi ave-
sione del Corpus Domini due osliari vano dai Pontefici la prima vol-
consegnano la croce all'uditore, e ta l'udienza pubblica in concisto-
poi lo seguono, finché al compi- ro, per l'intervento in questo de-
mento della funzione la pongono gli ostiari, davapo loro una mancia.
nelle mani del crocifero: in sede Nelle esequie anniversarie che si ce-
vacante in tal processione incedono lebrano nelle cappelle palatine in
con torcia, come si disse nel voi. novembre, gli ostiari anticamente
IX, p. 65 del Dizionario. 1 mae- intervenivano solo a quelle del pri-
stri osliari intervengono ai funerali mo anno d' ogni pontificato , non
novendiali de' Papi defunti : per le solendovi assistere i Papi in quelle
assoluzioni porta la croce il sud- successive. Per le funzioni e cap-
diacono assistente, ed hanno la di- pelle della Purificazione, domenica
stribuzione di sessantadue libbre di delle palme, giovedì, venerdì e sab-
cera. Intervengono ancora alla fun- bato santo, per la processione del
zione dell' ingresso de' cardinali in Corpus Domini, e per la cappel-
conclave, nella quale porta la croce la della prima domenica dell'av-
un maestro delle ceremonie ponti- vento , avendo sempre luogo la
ficie, lasciando Ja croce pontificia croce pontificia benché il Papa ,

nella cappella Paolina ; e nelle cap- non v' intervenga , gli ostiari ad
pelle pei cardinali defunti, se il Pa- ognuna debbonsi portare, essendovi
pa interviene e fa 1' assoluzione ; sempre la processione in tali fun-
IVUE MAE 193
zioni. Nel trasporto del cadavere lavati i piedi ( F. Lavanda de'pie-
pontificio dal Quirinale al Vati- Di) lordi difango o polvere nel tra-
cano, non ha luogo la croce uè gli gitto che facevano dalla loro resi-
ostiari. Il giorno che si trasporta il denza al luogo della funzione , ivi
cadavere del Papa dalla cappella si riposavano in diverse distanze,
Sistina in s. Pietro, si alza la croce e dal custodire le porte ài detta
della basilica che \iene portata da camera ; quando poi furono intro-
uno del capitolo della medesima, dotte le cavalcate e le carrozze,
associandolo il capitolo stesso , e non avendo piìi luogo la lavanda
funzionando il canonico decano. de' piedi né il letto, in memoria si

Sebbene il sacro collegio accompa- diede il nome di letto a quel ta-


gni il cadavere, non ha luogo la volino con materasso ove si pon-
croce papale, ne v'intervengono i gono nelle sagrestie i paramenti
maestri ostiari ; che se questi vo- che deve assumere il Pontefice,
gliono veder la funzione, incede- onde la sagrestia prende il nome
ranno immediatamente avanti il fe- di camera o stanza de'paramenti; e
retro. Prima la croce pontificia i questa per gran tempo in un alle
maestri ostiari la prendevano o in sue porte restò in custodia degli
guardaroba, o nella cappella segreta a virga rubea, detti pure offi-
ostiari
del Papa. Questi maestri ostiari sono ciali della virga rubeaj preparan-
diversi dagli Ostiari (Fedi) antichi, do ancora in essa la croce papale
le cui principali incombenze consi- da portarsi in processione, nelle
stevano nella custodia de' sacri tem- pubbliche funzioni delle cappelle
pli e delle cose ivi contenute, d'in- pontificie, e nelle altre cui suole
vigilare al buon ordine delle as- intervenire il Pontefice, consegnarla
semblee, e di vietare che ad esse quindi al prelato che doveva por-

intervenissero gì' infiadeli o ebrei tarla, accompagnarlo, e custodendo


e chiunque altro era interdetto di la croce quando la deponeva. Si chia-
assistere alla celebrazione de' divini marono dunque ostiari dalla custo-
misteri; di chiudere la porta della dia di tali porte, dal latino ostium,
chiesa agi' indegni ;
pei quali uffizi porta ; e a virga rubea dal portare
soleva prescegliersi uomini di ma- quella verga o bastone lungo circa
tura età , ed in numero secondo due palmi, coperto di velluto rosso,
l'ampiezza delle L' ostiario chiese. ornato nell'estremità e nel mezzo
è inoltre il primo dei quattro or- da cannelli di lastra d'argento. 11
dini minori. Nel Dizionario della Marini ne* suoi Archiatri t. I, p.
lingua italiana dicesi Ostiario, per 1 1 4, dice che gli ostiari palatini si

custode o guardia dell'uscio, ed u- dividevano in più classi, cioè in o-


sciere, janitor. V. Cursori. stiari maggiori, in ostiari minori,
Gli ostiari, diversi da quelli in- in ostiari della porta ferrea, in
signiti dell'ordine minore , furono ostiari della prima porta del pa*
di più specie. I maestri ostiari a lazzo, in ostiari della porta secre-
virga rubea furono così detti dal- ta, in ostiari della camera secreta,
l'anticaincombenza che avevano di ed in ostiari della camera de pa-
preparare ai Papi il Letto de* pa- ramenti. Aggiunge il Marini che
ramenti (Fedi), cioè la camera con Michele Gerald! della diocesi di
letto ove i Pontefici dopo essersi Tortosa fu chirurgo ed ostiario mi-
VOL. XII. i3
194 ^lAE MAE
iioi-e tlelTantipapaBenedetto XIII sili: ma tutti vacabili. Di essi an-
nel 1398 in Avignone, essendo sta- cora parlammo al citalo articolo
to dichiarato osliaiio agli i i luglio Famiglia Pontificia ne' ruoli ove
1395, come rileva nel t. Il, p. 333, sono notali i niacslri ostiari a vir-
narrando a p. 336 che Benedetto ga rubea con parte quotidiana di
XIII ehbe per maestro eie* suoi pane, vino, e compenso mensile di
ostiari Raimondo de Cabanis do- companatico, anche in sede vacan-
micelio di Limoges. te. All' articolo Mazzeri, dicemmo
Air articolo Famiglia PoxNTifi- che Urbano V nel i365 compo-
ciA, nelriprodurre vari ruoli del- se le vertenze tra essi ed i custo-
la medesima, in più luoghi par- di di porta ferrea ciica il portaie
lammo delle diverse specie degli le armi.
ostiari; in quello di Nicolò III Nella creazione d' ogni cardi-
dell* anno sono registrati
1277 nale nuovo, questi dà ai mae-
cinque ostiari maggiori, sei ostiari stri osliari scudi ventisei e baioc-
minori^ gli ostiari di sanata san- chi venticinque; al custode della
ctoruin, l'ostiario della cucina j lutti porla ferrea, scudi dicci e mezzo ;

aventi dal palazzo apostolico la par- al custode della catena scudi sette,
te di pane, vino,
companatico ed secondo la nota riformala di tali

Nel ruolo di Giulio III del


altro. emolumenti. Il p. Gallico, Jcta
i55o sono nominati Mastruseri caerenionìalia, negli uffici palatini
di custodia, ed eranvi ancora, cur- a tempo di Alessandro V del i4<^9>
sori de custodia, sei custodi della a pag. 272 tratta di quello degli
porta ferrea, tre custodi della pri- ostiari. »» XX. De hostiariis. Itetn
ma catena, due custodi della se- in palatio apostolico solent esse ho-
conda catena, e della terza catena stiarii majores, sed quia numerus
(delti talora delle due catene), est magnus, expedit, et ita fuit
della quarta catena, o porta del- retroaclis temporibus observatum,
l'atrio, della quinta catena e por- quod ipsi ex se ipsis eligant diios,
ta di torre Borgia, e di sesta ca- qui alternis septimanis custodiant
tena del cortile del pozzo o pozzo portas eisdem assignandas ,
quibus
nuovo. Nel ruolo ógì i555 di Pao- diebus, si alterius septimanis ser-
lo IV, tra gii officiali maggiori, vianl, provideatur de victu. Idem
sono registrali due mastruseri o ( forte idemque fiat ) quod fiat de
mastrusesi, ovvero maestri o mastri servienlibus minorum, qui nuncu-
uscieri, ed ancora uscieri virga ru- pantur portae ferrae, et suflìciunt
hea. Tuttora nei ruoli palatini , i eliam duo, qui alternis septimanis
maestri ostiari a virgo, rubea, sono serviant. Item idem de hostiariis
registrali maestri usceri vìrga ru- primae portae palati!, et suflìciunt
bea. Sussistono ancora nei moder- duo, utsupra". All'articolo Maestro
ni ruoli i custodi di porta ferrea DEL SACRO OSPIZIO, diccmmo che l'o-
con scudi dieci e baiocchi quindici stiario in tempo che il Papa pran-
mensili ; i custodi di prima catena zava o cenava , chiudeva le porte
con scudi nove e baiocchi novan- del palazzo, e portava le chiavi al
tacinque mensili ; ed i custodi di maestro dell' ospizio. Degli ostiari
seconda catena, con scudi sei e palatini ecco quanto riporta il Mo-
l>aioGclii ottantadue e mezzo men- retti, Rilus dandi presbyterium p.
MAE MAE 19^
r)3. « Dehaec Romanns
hostiariis uffici di cubiculari ed osliàrì, de-
CnnonicMS niim. 42. la unaqiiaqnti stinati a servir V istessa persona
hehdon in da, quando Dominus Papa dell' imperatore, passarono poi per
non est Uomac, duo solidi lucenses tal anche al
concessione servigio
hostiariis. Rem , caussaniqne affert del Papa; laonde sembra che da
Ceiicius Il, de ostiariis, num.
lil. quell'epoca avessero origine gli o-

44} P- '97 e^c. Scicndìim, quod^ stiari de virga rubea. Dei cubi-
quando Dominus Papa non est in culari ostiari che in numero di
UrbCj prò custodicndo palatio de- due, ordinariamente laici, onesti e
belli ( osliai'ii ) duodecini denarios virtuosi, dormivano nella camera
papiens. ad altare b. Petri in una^ de' paramenti per pronti a essere
quaque luhdomada liahere. Dell'o- servire il con buoni e
Pontefice ,

sliaiio della Cancelleria e suo abi- copiosi emolumenti, ne parlammo


to, ne parlammo a quell' articolo. all'articolo Cubiculario [redi). A
Abbian»o gli Statuii del collegio quello di Famiglia Pontificia, tra
r?e' maestri osiìari della camera gli antichissimi famigliari, enume-
de paramenti del sommo Pontefice^ rammo gli ostiarii servientes albif
detti de virga ruhea^ confermati per che portavano al Papa ciò che do-
i)olla apostolica dalla Santità di vei servire per la messa , ed altri

N. S. Papa Clemente X V anno ostiarii. chiamaiono nei primi



1671. In Roma nella stamperia secoli ostiari del palazzo pontificio
della Rev, Cam. Apostolica
1671. lateranense ch'era 1' abitazione dei
Di questo libro ne furono stampati Papi, e delle basiliche de' ss. Sil-
soli cento cinquanta esemplari. La vestro e Lorenzo, ad esso contigue,
Jjolla è riportata col ritratto di Cle- ed ove dai Papi solevano tenersi
meiile X a p. 9, ed incomincia colle le cappelle alle quali servivano gli

pai ole : In a postoli cae Sedis digni- ostiari. Che questi facevano le pal-
tatis culmine, emanata nonis de- me, e le portavano nella basilica
cembris. Seguono i capitoli o sta- Leoniana , altrove ne parlammo;
tuti contenuti nella bolla di con- così per la lavanda del giovedì san-
ferma, e tradotti in italiano acciò to, due ostiari portavano sulle loro
da tutti i maestri ostiari si possano braccia uno ad uno innanzi al Pa-
pili esaltamente osservare. Di que- pa quelli a cui gli lavava piedrj i

sto liliro darenìo un sunto , inco- così del loro intervento alle pró-
minciando dalle notizie dell' anti- cessiotìi dell'immagine del ss. Sal-
chità ed uffizio del collegio de'mae- vatore di Sancta Sanctorum^ e ia
slri ostiari detti de i'irga ruhea. Si quella nella vigilia dell'Assunta dal-
\'uole che tra gli altri privilegi con- la basilica di s. Lorenzo a quella
ceduti alla chiesaromana dall'imf- di s. Maria Maggiore, della quale
peratore Costantino il Grande, si immagine gli ostiari erano custodi.
comprenda. Et quemadmodum ini- 11 Marangoni nell' Istoria di San-
perialis potentia ofjìciis cliversis ,
cta Sanctorum eruditamente dis-
,

cuhiculariorum nempe, et ostiario- corre del collegio dei XU ostiari


rum, atque omnium excuhitorum or- nobili romani deputati alla custo-
natura ita etsanctam romanam ec* dia dell' immagine del ss. Salvato-
clcsiam decora ri volumus, etc. Dal- re, diversi però dai maestri ostia-
le quali parole apparisce che delti ri a virga rubea. Questi XII ostia-
196 MAE MAE
ri erano che oltre la custodia
laici, Martino V data in Sulri a*a6 set-
della venerabile immagine, ammi- tembre 1420 a favore di un o-
nistravano le oblazioni e limosine stiario, non che da una bolla di
offerte dai fedeli , e già esistevano Pio 11 emanata in Roma a'23 di-
a' tempi d'Innocenzo III, non che cembre 145.8: nella spedizione di
nel 1367, venendo scelti dagli ot- Martino V questi dà all' ostiario
timati e principali di Roma, onde il titolo di nobile, e gli ordina che

i loro figli in morte succedevano dopo aver prestato il giuramento


nell'uffizio dell' ostiariato , anzi chi di fedeltà nelle mani del Papa,
non avea prole mascolina poteva sia conforme al solito registralo
sostituire un altro nobile. Vestiva- ne'libri ofliziali diella camera e se-
no di scarlatto con abito largo ta- de apostolica. Altio simile giura-
lare lutto di color lionato, con cap- mento si prescriveva in due ordi-
puccetti larghi alle spalle, e ma- nanze dei cardinali camerlenghi
niche similmente larghe. Martino Roso e Cencio Savelli, nel 11 58
V nel 1422 ai vacanti surro- e 1188 ; ingiungendosi agli ostiari,

gò la compagnia e guardiani del che oltre il servigio delle proprie


ss. Salvatore, per cui nacquero con settimane e giornate , dovevano
essie gii ostiari superstiti non po- servire ancora nelle solennità e
che differenze per la custodia pro- negli altri tempi in cui fossero
miscua che aveano della santa im- chiamati; in esse si dice ancora,
magine, che nel i495 sotto Ales- che gli ostiari dovevano assistere, se-
sandro VI dai quattro ultimi o- condo l'antica consuetudine, alle

stiari fu definitivamente ceduta al- consagrazioni degli arcivescovi e


la compagnia, terminando tali o- vescovi; che dal palazzo apostolico
stiari. si giornalmente la tavola a
darà
Nell'archivio vaticano sono due due ed a tutti gli altri
ostiari
,

formole del giuramento che pre- nelle solennità; che quando il Pa-
stavano gli ostiari, una è del 1 158 pa si porterà alle stazioni, dovran-
l'altra del 11 88, ed in ambedue no gli andare a servire ed
ostiari
sono chiamati ostiari del palazzo a custodir sagrestia ; che do-
la
lateranense, e delle basiliche dei vranno fare le palme, solite dislri-
ss. Lorenzo e Silvestro ; nelle qua- buirsi dal Papa nella domenica
li formole si legge, che gli ostiari dellepalme ; che il cardinal ca-
giuravano di servire fedelmente il merlengo donerà agli ostiari per
Papa , e di custodire il palazzo la solennità di Pasqua un agnello,
pontifìcio e le dette basiliche, loro per quella di Natale un porcastro;
reliquie, gioie, ori , argenti, orna- e finalmente si dice, che quando
menti e altre robe in esse esistenti. ilPapa sarà assente da Roma, si
Ma dopo che i Pontefici passaro- daranno per quel tempo agli ostia-
no dall' abitazione del palazzo la- ri ogni settimana dodici denari
teranense a quella del Vaticano, papiensi dell'altare di a. Pietro.
questi ostiari non furono più chia» Dalla bolla di Eugenio IV, In,
mali come prima, ma solo ostia- eminenti aposLolicae sedis specula,
ri della camera de' paramenti del degli 8 luglio i444> fw assegnato
palazzo apostolico e del Pontefice, al collegio degli ostiari la quar-
come si ha da una spedizione di ta parte di uno de' minuti che si
MAE MAE 197
pagano agli offiziali della cancelle- te diGermania , essendo perciò
ria apostolica. La cassa dei mi- mancato al collegio gran parte
nuli che per le spedizioni de' ve- degli emolumenti de' vescovati e
scovati e monasteri sì pagava al monasteri venne ridotto il nume-
,

collegio, 6*1 riduceva nel seguente ro degli a sedici, come si


ostiari

modo. Sei giuli per cento , e se trovava sotto Clemente X. Inoltre


la cbiesa o monastero fosse tassata nella bolla di Pio II, si dice aver

per cinquanta scudi, giuli trenta; Calisto III ordinato che nel colie-
e se per cinquantuno o altra gio non si ammettessero ostiari^ se
somma sopra i cinquanta, o sotto prima non aveano pagato agli al-
ìl centinaio, l'intero come fosse tri cinque fiorini d'oro di camera,
cento, e se fosse tassala per cento prò liberalitale et focalibus . Si
e uno, centocinquanta. Quando e- osserva, che da un secolo prima
ranvi spedizioni di chiese e mo- di Clemente quelli X che com-
nasteri tassati per grazia in patria prarono l'uffizio dell' ostiariato per
rcdurla, s'introitava la metà; e se rassegna, pagarono venlotto du-
per la medesima grazia fosse stata cati d'oro di camera, e quaran-
tassala per centocinquanta, si ri- tolto quelli che lo avevano ac-
duceva il centinaio per metà, ma quistato per morte d'alcuno. Pio
il cinquanta non si riduceva, di- lì prescrisse , che gli ostiari novi-
modochè in tal caso s' introitava zi ne'primi quattro mesi nulla per-
per cento, cioè sei giuli. Quando cepirebbero. Sisto IV con motu-
poi eranvi mandati di riduzioni proprio dichiarò che il collegio e
fatti dal Papa, si avevano pure le persone degli ostiari fossero e-
sei per cento, secondocbè la
giuli senti dal pagamento di spedizione
somma veniva ridotta. In una boi- di bolle per beneficio, pensione o
la diPio II, X
kal. januarii i458, altra grazia, chiamando gli ostiari
colla quale confermò due altre di familiari del palazzo apostolico e
Martino V
e Calisto III, si riferisce del Papa, e di esso continui com-
che il primo aveva approvato l'an- mensali. Ne' pontificati di Sisto IV,
lieo uso che ciascun ostiario, pri- Alessandro VI, Giulio II, e Leone
ma di essere ammesso nel collegio, X, il collegio fece diverse leggi
a questo pagasse una marca d'oro statutarie pel suo buon governo
in srgnum liberalitalis , et prò jo- ed esatto servizio del Pontefice nel-
calihus. In essa si dice eziandio, che le pubbliche funzioni ; quindi nel
Calisto III dopo aver confermato i635 i maestri ostiari compilarono
la bolla di Martino V, avesse ri- delle riforme per
e con gli statuti,
dotto il numero degli ostiari da posteriori che umiliate
aggiunte,
trentaquattro che in quel tem- per l' approvazione a Clemente X,
pò erano, a soli venti, acciocché questi avendone incaricalo dell' e-
quesli potessero avere più emolu- same il cardinal Gaspare Carpegna
menti per decoro come famigliari pro datario e vicario le approvò
pontificii. Ma per le lagrimevoli colla nominata bolla. Bensì volle
successive eresie, spogliata la Chie- moderare la somma del pagamen-
sa cattolica de' beni ecclesiastici in to che prima si faceva nell' am-
lughilterra, Svezia, Danimarca, nel- missione al collegio , sia dei ven-
ie Provincie di Olanda, ed in mol- t'olto ducali d' oro per queUi che
198 MAIS MAE
compravano l'urflzio per rassegna, quali di dividere la massa per la
sia dei quaraut' olio che sborsava INalivith di s. Giovanni Battista, e
chi lo comprava dalla dateria va- pel Natale. Che ogni nuovo ostia-
calo per morie , alla somma di rio deve pagare nove scudi pei
Irenl'otlo ducati d' oro in ognuno un pranzo ; o dei suiriagi pegli
dei due casi. osliari defunti da celebrarsi in s.
Negli statuti si tratta piincipal- Loienzo in Damaso. Si dice per
mente dell'ammissione nel collegio ultimo, che per 1' ujcoronaziotie
de' maestri osliari a vìrga rubea, di ciascun Papa soleva darsi dalla
della parte che godono dal pa- cantera apostolica al collegio qua-
Idzzo apostolico, dell' abito di sa- ranla canne di rascia ( specie di
ietta paonazza con soltana di terza- panno di lana) paonazza cremesi-
uello ("dicesi terzanella, la seta so* ria con pelo di Firenze, per far
da, o sia seta fatta di doppi) pao- l'abito. a ciascuno de'niaestii ostia-
nazzo, con berretta nera da prete ri ; e per la coronazione di Cle-
e mauichetli lisci. Del modo di n»ente X furono pagali dal banco
fare il servizio in due ostiari nelle del depositario della camera, con
cappelle, e delle pene ai negligenti, mandalo del cardinal camerlengo,
Degli ostiari serventi, cioè di quel- scudi trecento per valuta di dette
li che hanno fallo il noviziato, e quaranta canne di rascia. È da
prestano servigio; dell'esenzione di notarsi, che attualmente ancora
questo, e della partenza da Roma, nella circostanza dell'incoronazione
Che i novizi si ammettano al ser- del Pontefice, invece della rascia
\igio dopo quattro mesi^ venen- paonazza che si dava in antico,
do esclusi dall' ammissione quelli hanno i maestri osliari pel vestia-
che non hanno compili ventun rio scudi ottanta: alla funzione dei-
anno, i deformi, gì' indegni, e gli la coronazione intervengono gli o-
artisli sottoposti al Campidoglio stiari, come in quella precedente
esercenti arti basse, per la riveren- della seconda e terza pubblica a-
za dovuta al Papa, e reputazione dorazione che il nuovo Papa rice-
dei collegio. Dell'elezione per voli ve dai cardinali. Del prestato giura-
segreti del priore annuale capo del mento per l'osservanza degli statuti
collegio e sua autorità, polendosi se ne fa fede nella sottoscrizione
confermare per un altro anno sollan- d'ogni ostiario sino al 1802, nel
to. Delle congregazioni che si fan- libro degli statuti che custodisce il

no ogni primo giorno del mese nel decano, le quali sottoscrizioni i neo-
palazzo della cancelleria apostolica, minciano nel iGyS. Ve n'è una dei
Dei due sindaci ; che gl'infermi deb- 19 marzo 1676 di Rocco Ruffini
bono partecipare al priore la loro a nome del cardinal Gaspare Car-
inalattia ; della conservazione delle pegna vicario e pro-datario, mae-
scritture nella sala della cancelleria, de vìrga rubea, dicen-
stro ostiario
ove sitengono le congregazioni; do di aver giurato, e di essersi
che aldecano incombe istruire i obbligato. Noteremo che dopo la
Dovizi, i quaU dovranno accompa- liquidazione de' vacabili, non ha
gnarsi dagli anziani più pratici per più luogo nell'ammissione de'nuovi
non commettere errori. Dell'elezio- maestri ostiari, né il giuramento,
ne dell'esattore e suoi doveri, fra i iiè il pranzo.
MAE MAE 199
Leggo nella Storia de posses- ho nlevnlo che i maestri ostiari

si de' Pontefici le seguenti noti- talvolta seguivano i Papi ne'viaggl;


zie suH'inlervenlo in essi dei uiae- ed in quello fatto da Pio IV nel
stri osliarì. Kel i5i3 pel pos- i565 a Perugia, ne trovo due,
sesso di Leone X : liostiari con un cui furono un famiglioassegnati
baculetto in mano per uno, coper- e due due custodi di
cavalli; più
to di velluto cremisi in segno porta catena, ed un custode di
del loro uffizio, a cavallo, seguiti porla ferrea. Il p. Bonanni, che
dal suddiacono apostolico colla cro- nella Gerarchia ecclesiastica p.
ce. In quello del 1590 di Grego- 452 riporta la figura degli offìzìa'
rio XIV : i/iter duos officiales vir- li del palazzo detti ostiari della
f^ gae mbae, vestiti di paonazzo, verga rubea^ parla del loro uffizio,

procedeva T uditore di rota colla del bastone coperto di velluto cre-


eroe» pontifìcia. In quello del 1591 mesino che tenevano in mano
d'Innocenzo IX: inter duos virgae che due accompagnavano il croci-
ridine offìciales^ incedeva V udito- fero nelle solenni funzioni, e che
re. Nel possesso di Leone XI nel allora erano sedici. Il Papa Gre-
j6o5 intervennero vìrge rubee. No« gorio XVI a' 17 luglio 1834 aven-
ta Fulvio Servanzio, che nel 1644 do ridotto il numero degli offizia-
pel possesso d'Innocenzo X: Cru- li ossia partecipanti o effettivi da
cem papa lem circa qiiam scilicet sedici ch'erano a soli otto, stabili
a lateribus officiales de vìrga ru- che quattro fossero soprannume- i

lea debebant esse, sed non adjue- ri esercenti, quindi nominò succes-

runt. JNel 1758 (come in quelli sivamente diversi soprannumeri ,


di Benedetto XIII e Benedetto che ora sono cinque , ed ammise
XIV )
pel possesso di Clemen- all'esercizio di maestri ostiari, per
te XIII, l'ultimo uditore di rota organo del maggiordomo, i due va-
cavalcava in mezzo a due mae- cabilisti proprietari.
stri ostiari; così nel 1769 per MAESTRO DEL SACRO PALAZZO
quello di Clemente XIV, e nel APOSTOLICO. Magister sacri palatii
1775 per l'altro di Pio VI, che apostolici. Onorevolissimo ed anti-
fu l' ultimo delle solenni cavalcate, chissimo officio del palazzo aposto-
dicendosi che V uditore cavalcava lico, che si esercita sempre a vita
in mezzo a due maestri ostiari. da uno de* più dotti e distinti mae-
Pio VII fu il primo Papa a pren- stri religiosi dell' inclito ordine dei
dere il possesso in carrozza con predicatori o domenicano. Lo no-
una parte della cavalcata antica, mina il Papa con biglietto del car-
come ha fatto il regnante Pio IX; dinal segretario di stato (e quan-
ma ambedue le volte la croce do eravi il cardinal segretario per
portandosi dal crocifero, non eb- gli affari di stato interni, da que-
bero luogo gli ostiari. Anche nel- sti), dopo il quale ha luogo la spe-
le quattro annue cavalcate per dizione del breve pontificio, e viene
le cappelle della santissima An- chiamato anco dai cardinali col tito-
nunziata, s. Filippo, Natività, e s. lo di Reverendissimo. Veste l'abito
Carlo, due maestri ostiari caval- del suo ordine anche nelle cappel-
cavano ai lati dell'uditore di rota. le e funzioni pontificie, in cui ha
Dai ruoli del palazzo apostolico luogo cogli uditori di rota, usan-
aoo MAE MAK
do il fiocco nero prelatizio al cap- stampe in Roma; ilche tutto de-
pello. Abita nel palazzo pontifìcio, ve farsi col di lui permesso e li-
prima in quello Valicano, ed ora cenza; ed ogni libro o stampa
nel Quirinale, essendo inlimo ià- che viene impressa nell'alma città,
inigliare del Papa, per cui nelle an- oltre la permissione o del cardinal
nuali Notìzie di Roma è registra- vicario, o di monsignor vicegeren-
to il quarto prelato della famiglia te, esser deve munita del suo irrt'
pontifìcia, dopo l'uditore e prima prìmatur o puhlicetur^ e talvolta
de' camerieri segi-eti; e ne* ruoli pa- degli attestati di que' revisori che
latini fra i primi uffiziaji maggiori, a lui piace di destinare per l' esa-
con scudi sessanlatre mensili, ve- me e revisione degli stessi libri e
nendo compreso nel breve de'pri- stampe. E sempre consultore del-
'vilegi che sino a Pio VI inclusive le cardinalizie congregazioni del-
i Papi concedevano ai loro intimi l'inquisizione (nel voi.XVI, p. i35
famigliari. Nomina per compagno del Dizionario parlammo del luo-
un p. maestro del suo ordine, e go ove in esse siede), dell' indice,
due laici del medesimo, che abi- delle indulgenze e sacre reliquie,
tano con lui. Prima godeva la par- de' riti, della correzione de' libri
te di palazzo, consistente in pane, della chiesa orientale, e dell'esame
vino ed altro, come tre servi ed de'vescovi in sacra teologia, ed an-
«n cavallo con suo mantenimento. cora esaminatore de'parrochi delle
AI presente ha l'uso della carroz- cure di Roma, pei concorsi che si
za palatina delta frullone, allorché tengono avanti al cardinal vicario.
si reca alle cappelle pontificie, al- È presidente del collegio teologico
l'udienza del Pontefice ( se abi- dell'università romana , che confe-
ta in
Vaticano ) nel martedì risce la laurea dottorale di teolo-
mattina, ed in altre circostanze. gia e di filosofia. Finalmente è
Nelle solennità del possesso del Pa- primicerio della chiesa ed univer-
pa, e de' santi Pietro e Paolo ha sità di s. Barbara e s. Tommasp
due medaglie d'argento. 11 padre d'Aquino de' librari , dove gode
reverendissimo maestro del sacro preminenza dopo il cardinal pro-
palazzo è considerato per offizio tettore; ed ha moltissime altre pre-
qual teologo del Papa, e per ono- rogative e facoltà concesse dai
re quale uditore di rota, inceden- sommi Pontefici. Quest'uffizio fu
do con questo tribunale nelle cap- pure nella corte imperiale di Co-
pelle, processioni, nelle cavalca- stantinopoli , riferendo il Macri,
te , e nella custodia delle rote nel Hierolexicon, verbo EpistomO'
del conclave. I sermoni ed ora- narcha, che fino dal tempo de'suc-
zioni annuali , e quelle funebri cessori di Costantino il Grande, nel
per sovrani cattolici defunti, che palazzo imperiale vi eraun mae-
si recitano nella cappella ponti- stro, che chìamavasi in lingua gre-
fìcia,sono prima da lui esamina- ca Epìstomonarca od Epislomo-
te se sono conformi alle regole narcha, cioè doctrinae ecclesiaslicae
della fede e della sana dottrina. pracfectus, et rerum fidei pertinen-
Egli ha speciale giurisdizione intor- tium recto r. Officium in aula impe-
no all'impressione, estrazione, in- riali Consiantinopoliiana, quod cor-

troduzione e vendita de' libri e respodthat oneri Magif tri sacri pa-
MAE MAE 20 r
latìi apostolici.Morlier poi in Il in un all'istruzione de' famigliari
Elynwlog. graec.y verbo Epìstomo- pidatini e pontificii nelle materie
narca, citando il Martinio, asseri- religiose. In processo di tempo, isti-

sce,Ep'ìstomonarcam fuisse doctri- tuite nel palazzo apostolico le pre-


noe ecchsìasticae praesidem , et diche per l'avvento e quaresima, a
imperatoretn Constantinopolilanum tutti quelli che hanno luogo nella
talem sibi titulo usurpasse. cappella pontificia, cardinali, prela-
L'origine di questo importante ti ed altri,assistendovi il Ponte-
uffizio risale al 1 218, al modo che fice in luogo appartato, contempo-
narra in anno il celebre do
tale raneamente in altra stanza il p.
menicano Malvenda in AnnaL
p. maestro del sacro palazzo predica-
Old. praedic.; il p. Fontana pur va ai famigliari pontificii, de* car-
domenicano a p. i, Syllabus Ma dinali, Irrelati ed altri. Aumentan-
gìs. sa e. pai. Ap.j ed il p. Cala dosi poi le gravi incumbenze del
lani a p. 2, de Magis. sac. pai p. maestro, questi fece predicar lo-
/4p. Ciò che diede motivo all'ere ro da un altro suo p. maestro cor-
zione dell'uffizio si fu, che avendo religioso, che col nome di compa-
s. Domenico fondatore dell' ordine gno stabilmente venne fissato fino
de' predicatori, ottenuto dal Papa dal secolo XVI con alcune prero-
Onorio HI il convento e chiesa di gative, e tuttora egli predica ai detti
s. Sabina sul monte Aventino di famigliari nei mentovati tempi, ed
Roma, con una parte del palazzo in particolare ai famigliari pontifi-
di quel Pontefice per abitazione cii e palatini, con tre giorni di ca-
de' suoi religiosi, mal soffi-endo pel techismi per le quattro comunioni
suo zelo, che nel tempo in cui i generali annue, hanno luogo che
cardinali , i prelati ed i ministri nel palazzo Su di ciò
apostolico.
della santa Sede si trattenevano può leggersi quanto abbiamo det-
col Papa o per affari o nelle fun- to nel voi. Vili, p. 241 e 273,
zioni sacre nel palazzo apostolico G voi. IX, p. g4 e 166 del Dizio-
i loro famigliari per le sale ed an- nario , ed altrove. Dalla serie poi
ticamere vanamente perdessero in che dei p. maestri del sacro palaz-
ozio quel tempo, in giuochi o mal- zo apostolico riporteremo in fine,
dicenze, consigliò Onorio III a de- si rileverà che questo non
uffizio
putare qualcuno, che loro facesse solo fu esercitato in Avignone du-
morali e cristiane istruzioni. Ap- rante la residenza di sette Ponte-
provò il Papa il consiglio del san- fici, ma eziandio i successivi anti-
to, ed a lui stesso ne allidò l' in- papi, che ivi fermarono la loro cat-

carico e r esecuzione. Prese per- tedra di pestilenza, ebbero i loro


tanto s. Domenico a spiegare loro p. maestri del sacro palazzo. Non
l'epistole di s. Paolo, e ne riportò si debbono poi confondere i p. mae-
tauli copiosi frutti per sì santo e- stri del sacro palazzo apostolico,
sercizio, che Onorio III volle che ed il loro cospicuo uffizio, cogli an-
in avvenire si continuasse, confe- tichi Lettori del sacro palazzo a-
rendone l'incarico allo stesso s. Do- postolico [Fedi), i quali vi si con-

menico, e dopo di lui si esercitasse servarono con le scuole ch'erano


da un religioso del suo ordine, col nel medesiujo palazzo, sino a Leo-
titolo di maestro del sacro palazzo^ ne X che le trasferì nella Sapieu-
909 MAE MAE
za o univeititù romnna; scuole e IV avendo conferita questa conca
(|ui valenti ad una univei*silà ( es- al p. Giovanni di Turrecremata
sendovene di teologia, di leggi, di reintegrò l'ullizio degli antichi pri-
snera Scrittura, ec. , e persino di vilegie prerogative, e con bolla
medicina ), cui padre presiedeva il 3 kal. novembris i436, secondo il
luaeslro del wcro palazzo, dal qua- Fontana, e 3o ottobre 1437 al dire
le dipendevano altresì lettori ed i i del Catalani, Dum ex pluribus virtù-
baccellieri, ordinali e straordinari, tibus tuiy presso lo stesso p. Fontana
che riceveva ed approvava. p. 4j oi'dinò che i maestri del sa-
Il p. Gallico nelVActa caeremo' cro palazzo avessero posto ne' con-
nìalia p. 2G3, riportando il nove- cistori, atti pubblici, e nella cap-
ro degli uflìzi palatini sotto Ales- pella pontificia immediatamente do-
sandro V del i4o9i ecco quanto po decano degli Uditori di rota
il

dice del p. nnaestro del sacro pa- (Fedi); ch'egli solamente esami-
lazzo a p. 271. M XVI. Magister nasse i sermoni che si devono fare
palata. Item summus Poutifex solit in questa cappella; che nessuno po-
eligere magislrurn palatii, qui com- tesse predicarvi senza essere nomi-
munitcr consuevit esse de ordine nalo dal maestro del sacro palazzo;
praedicatorum ; et iste debet esse ch'essendo egli costretto a partire
solemnius magister in theologia, ad da Roma, potesse con licenza del
cujus oflicium pertinet diebus con- Papa sostituire in suo luogo un
sislorialibus, et certis aliis sacram altro , cui competessero gli stessi

llieologiaoi in scholis sacri palatii privilegi; e che nessuno potesse es-


apostolici, vel alioad hoc sibi or- sere addottorato in teologia nella
dinalo legere. Debet etiam in col- città di Koma senza la di lui per-
latioiiibusPapae, et sigiianter die- missione. Calisto III colla bolla Li-
bus et solemnibus venire
festivis, cei uhilibel ad seminandum vcrbuni
paratus quaesliones proponere, vel Do minielli II, idibus novembris 4^^? 1

aliis respondere prout ipse Dooii- presso Fontana a pag. 7, ed


il p.
summus Ponlifex duxerit ei-
lìus il p. Catalani pag. 18, non solo
dem iujungendum. Iste autem non confermò il diritto conferito da Eu-
babet in palatio cameram, nec vi- genio IV ai maestri del sacro pa-
ctum recipit; sed eidém soleiit sti- lazzo, di nominare cioè i predica-
pendia solvi in libro camerae con- tori per la cappella del Papa; ma
tenta ". Nel ruolo pei ò di Giulio lo investì ancora del gius di ri-

HI del i55o, eh' è il più antico prendere pubblicamente questi pre-


che si conserva nell'archivio del dicalori o oratori, eziandio in pre-
palazzo apostolico, giù trovo regi- senza del Pontefice, qualora i loro
stralo tra i secretarli extra ordines discorsi Io ed a tale
meritassero ,

il Mastro sacri palatii con pai te effetto il predicatore ed oratore


di pane , vino ed altro, così nei non solo è tenuto prima rassegna-
ruoli successivi ; anzi in quello di re in iscritto al p. maestro del sa-
Sisto V del 1589 lo trovo regi- cro palazzo la sua predica o ora-
strato col titolo di monsiguore. Mol- zione ancorché funebre, per l'ap-
ti onori preminenze hanno in
e provazione ; ma rilasciarne copia
diversi tempi Papi accordato ai
i la quale legge il p. maestro men-
maestri del saao palazzo. Eugenio tre l'oratore recita il suo discorso.
MAE MAE 2o3
Calislo III si delerminb a tale con- aposlolico, la dottrina del doltoio
cessione, principaliuente pel riflcs- s. Tommaso d'AijMino, come la più
so, che incaricandosi allora della sicura e più ricevuta dalla Chic-
recita delle orazioni ,
prediche o sa. Alla morie dei p. Manriquez
discorsi, molli de* celebri persoiiag- che n'era stalo pel primo invesli-
gi che da lulle le parti dei mon- lo, Gregorio XUi nel i^^yS, per
do cattolico si portavano iu Roma, un riguardo al clero romano, or-
non venisse da loro ripetuto tjual- dinò che ad uno di questo d'allo-
che errore dalla santa Sede ripro- ra in poi si conferisse la prebea-
vato, e perciò impose la pena di da teologale col canonicato rivo- ,

scomunica a chiunque predicasse cando la disposizione del prede-


in cappella senza avere ottenuto cessore, e luttociò con più detta-
speciale permesso dal p. maestro glio riportammo nel voi. XI 1
, p.
del sacro palazzo. Ma di tultociò 819 del Dizionario: solo qui ag-
che riguarda i sermoni ed orazio- giungeremo che Gregorio Xlil a-
ni che diconsì nelle cappelle ponti- vendo eletto nel magistero del sa»
llcie, rautorità del padre maestro ero palazzo, in successore del p.
del sacro palazzo, i casi in cui chi Manriquez, Paolo Constabili,
il p.
deve recitarle sia impedito , e come gli assegnò congrua pensione. Indi

a poco a poco furono stabilmente Sisto V a compensare il p. mae-


dcslinati i soggetti per pronunziar- slro del sacro palazzo di tale per-
le, ora più non nominandone al- dita, e volendo provvedere stabil-
cuno il p. maestro, meglio ne par- mente al suo decoroso nuinleni-
lammo nel voi. Ylll, p. igS e a36 mento, coll'autorità della bolla Ro-
tutto il
§ 2 del Dizionario, oltre w fi niir/t decet Pontijice/ìij pvidìel^aì.
quanto diciamo di ogni discorso novembiis i586, presso il p. Fon-
alle cappelle in cui si pronunziano, tana pag. 5i, diede maestro al p.
Leone X nel concilio generale del sacro palazzo prò tempore una
Latcnmense V, sess. X, de'4 niag- perpetua pensione di scudi Irecen-
gio i5i5, con decreto riportato to sopra l'abbazia di s. Maria di
dal p. Fontana a p. ìf\, IVos ne Terrcto nel regno di Napoli, del-
ì(l cpiod ad Dei gloriam, ordinò l'ordine di s. Basilio nella diocesi
che non si potesse cosa alcuna slam- di Reggio, che alloia possedeva in
pare in Rouìa, ne nel suo distretto, commenda il cardinal Girolamo Ru-
iìcnza l'approvazione e licenza del slicucci,decretando che questa pen-
cardinal vicario e del p. maestro sione fosse esente da ogni gravez-
del sacro palazzo. 11 Papa s.Pio V za ed imposizione. Da antichissimo
già domenicano, colla bolla Zri e/;«'- tempo il p. maestro del sacro pa-
nenti mililanlis Ecclesiae specula, lazzo godeva la facoltà di conferire
data 4 l^'^l- augusti iSyo, presso i gradi del dottorato ai secolari e
il p. Fontana p. 36, istituì nella regolari, come apparisce da diversi
basilica vaticana prebenda leo- la diplomi pontificii, fra' quali da quelli
legale con e 1' una e
canonicato, d'imioccn/o VII de'6 giugno i4oG,
r altro perpetuamente assegnò al e di Eugenio IV de'3o ottobre
]>. maestro del sacro palazzo, acciò i^'^'J come di
j Sisto IV de' 17
potesse insegnare alle persone del novembre i47^J quindi avendo
capitolo, ed a quelle del palazzo Sisto V istituito ucli'uuiversitìi ro-
2o4 MAE MAE
tuana il collegio teologico, di que- precisamente dopo l'ultimo uditóre
sto ebbe il piiino luogo il p. mae- di rola, facendo nelle funzioni parte
stro del sacro palazzo, conservan- di essi, incedendo con loro nelle
dogli la prerof^ativa di addottorare processioni, sedendo nelle cappel-
in teologia e iìlosoHa, e nel colle- le |e pontificali coi medesimi nel
gio pronunzia la formola del dot- penultimo gradino del soglio pon-
toralo, aver destinato due
dopo tificio, e ricevendo dopo l'ultimo
membri medesimo per argo-del uditore, e dalle mani del Papa, le
mentare, ed un promotore per as- candele, le ceneri, le palme e gli

sistere il dottorando. Nella congre- Agnus Dei benedetti. Nelle caval-


gazione dell'inquisizione tenuta agli cale, quando hanno luogo, pei pos-
I giugno 1620 nel palazzo Qui-
I sessi dei Pontefici e per le note
rinale avanti Paolo V , non solo quattro cappelle annuali, il padre
fìi con decreto, riportato dal p. maestro del sacro palazzo cavalca
Fontana a png. i i, confermato il nelle prime, e cavalcava nelle secon-
disposto di Leone X; ma venne de, nello stesso posto coH'ultimo u-
incaricato il p. maestro del sacro ditore di rota, sopra mula bardata
palazzo, a deputare nella provincia di panno nero. Nella Sloria de'
romana vicari del suo ordine
i possessi del la prima
Cancellieri,
domenicano, insieme coi rispettivi volta che menzione dell'in-
si fa
"vescovi ordinari , dove non sono tervento in essi del p. maestro del
inquisitori della universale inqui- sacro palazzo, è in quello del i5i3
sizione, pel diligente esame ed ap- di Leone X, che fu l'ultimo in cui
provazione de' libri. Nell'altra con- i Papi e gli altri cavalcarono coi
gregazione dell' inquisizione tenuta paramenti sacri. Il p. maestro ca-
nel Quirinale a' 18 settembre 1625 valcò dopo gli avvocali concisto-
allapi-esenza di Urbano Vili, ven- riali ed chierici di camera, cioè
i

ne con decreto, presso il p. Fon- con precedenza su loro , e segui-


tana a pag. 16, proibito a tutti to dai vescovi. La seconda volta
quelli i quali avessero composto che se ne fa menzione è nel i5go
nello stalo ecclesiastico qualche o- pel possesso di Gregorio XIV, in
pera, sopra qualunque materia, di cui cavalcò con precedenza dopo
farla slampare in paesi stranieri gli uditori di rota, incedendo ap-
senza la permissione del p. maestro presso a lui i suddiaconi apostolici,
del sacro palazzo. pei'chè il decano della rota caval-
Alessandro VII nel i655, pel cava appresso al Papa , come cu-
decoro ed accresci menio di splen- stode della mitra; da ciò si vede
dore della cappella pontificia, vi o- che prima di Alessandro VII il

però una salutare riforma , ono- posto del p. maestro in cappella


rando gli uditori di rota dell'uffi- era dopo i suddiaconi apostolici, e
zio di suddiaconi apostolici , colla divenuti tali gli uditori di rota, in
precedenza sui prelati chierici di certo modo lo conservò. Nel pos-
camera; ed al p. maestro del sacro sesso del 1^91 d'Innocenzo IX ca-
palazzo, die da Eugenio IV sino valcò con preminenza sugli uditori
allora sedeva dopo il decano della di rota dopo di loro ; in quello di
i*ota , fu dato luogo onorevole a- Leone XI nel 1601, si dice che
vauli gli stessi chierici di cauiera, coH'ultimo uditore di rota veuiva il
MAE MAE 2o5
p. maestro del sacro palazzo, indi Mabèsci.uio del coifciAtE e Mag-
gli ambasciatori ; in quello di Pao- giordomo . Su questa custodia del-
Jo Vneir istesso anno, cavalcarono le rote, che il padre maestro del
gli uditori di rota insieme col p. sacro palazzo funge co' prelati u-
maestro, e seguiva il magistrato del ditori di rota, ecco quanto riferi-
popolo romano; non si nomina il sce il p. Catalani, pag. 89. >* Una
p. maestro ne' possessi di Grego- cum sacrae rotae auditore, jam ex
rio XV
ed Urbano YIII; nel 1644 antiquo more consuevisse sacri pa-
in quello d' Innocenzo si legge: X latii magistrum quartae custodiae
Aiiditores rolae, et a sinistris eie- conclavis ad ejusdem rotam assiste-
cani, magislro s. palalii in hahìtu re, diximus 1 tomo Commentario-
consueto suae religionis. Heìc equi- rum ad caeremoiiiale sanctae Ro-
tare dcbthant subdiaconi apostoli- ìnana e Ecclcsiae, titulo I in Com-
ci , sed non comparuere. Nel i655 mentario ad § 4j iiu'"' VII. Id
nel possesso dell' immediato succes- juris fìrmatum eideai jam fuit
sore Alessandro VII, si legge: Pon- etiam cum pari numero sunt ipsi

tifìciae aidae fudices, et palatii a- sacrae rotae auditores, ut liquet ex


pos telici magister, miinenun suorum decreto, quod post obilum Clemen-
insignihus interstincti : finalmente nel tis Papae XII, die 3o martii an-
1667 in quello del successore Cle- ni \']\o, una cum cameraiio edi-
mente IX, appresso chierici di ca- i derunt S. R. E. cardinales qui ,

mera e reggente della cancelleria, tunc erant ordinum capita. Decre-


cavalcarono il p. Libelli maestro to edendo occasionem dedit ejus-
del sacro palazzo, e gli uditori di dem sacrae rolae decanus Carolus
rota, seguiti dal capitano degli sviz- Calcagni n US, postea cardinalis a re-
zeii ; cosi nel 1670 pel possesso di gnante Ponlifice Benedicto XIV
Clemente X, equilahant magister s. creatus, qui contendebat, ipsum ma-
palatiij amictiis habitu suae reli- gistrum sacri palatii non debere
gioniSj et pileo semi-pontificali^ im- cum rotae custodiae conclavis as-
mediate post clericos camerae. Sem- cum auditores sunt pari nu-
sistere,
pre si mantenne tale ordine nelle mero. Verum merito vicit magi-
cavalcate, inclusi vamente a quella ster sacri palatii, qui tunc erat fr.

del possesso e Pio


delle cappelle di Nicolaus Ridolfi , tum praesertira
VI, cavalcando successivamente i quod ejus praedecessores in con-
chierici di camera, il reverendissi- clavibus anni 1667 et anni 1670
mo p. maestro del sacro palazzo, custodiae interfuerunt una cum ro-
con gli uditori di rota , seguiti da- tae auditore tunc auditores
, licet
gli ambasciatori e governatore di rotae essent numero pari. Constant
lloraa. haec ex protocollo II ipsius Nicolai
^
Il Bernini, // tribunale della ro- Ridolfi quod legi a pud ejus succes*
ta, stampato Roma nel 1717,
in soiem leverendissimum patrem fr,

parlando del maestro del sacro


p. Josephum Augustinum Orsi, in co-
palazzo, a pag. 100 scrive ad esso : que extat laudatorum cardinalem
ne' conclavi viene consegnata la decretum, quod edicitur, magistrun^
chiave d'una rota. Di questo uffi- sacri palatii apostolici una cum sa-
zio ne parlammo nel voi. XV , p. crae rotae auditore ad ipsam cu-
3o4 del Dizionario, agli articoli slodiam, etiam cum auditores sa-»
\o(> MAE MAE
crae i-ntoc snnt pari numero, ewc lat. npost. mng, pubblictilo, ciò clie
".
nHmittenfltim solevano fare ancora mae- gli altri

Il medesimo p. Cnlalani a pag. stri del sacro dopo averpalazzo


•?.() riporta il clecrefalo da Bene- preso possesso (leir»ifl*?zio, come si
detto XIV nel primo seltembre dice nella Storia (Irgli ordini reli-
1744» nella congregazione deli' in- giosi^ t. Ili, p. 7.33, tradotta dal
quisizione, Icnnla avanti di lui nel francese dal p. Giuseppe France-
palazzo Quirinale, approvando Tau- sco Fontana chierico regolare della
torità del maestro del snero pa-
p. congregazione della Ma<lre di Dio,
lazzo sulla revisione de* libri e stam- ove pure venne riprodotto l'editto.
pe, quali non si possono stam-
i In questo il p. maestro del sacro
pare senza sua licenza, come pure palazzo apostolico, come giudice or-
venne confermato non potersi da dinario di lutti gli stampatori ,
li-

quelli dello slato ecclesiastico stam- brai, venditori di libri , calcografi


pare altrove, senza l'espressa liceu- ed incisori , sotto pene pecuniarie,
fa dello stesso p. maestro. Inoltre afflittite, e della perdita delle cose,
il p. Catalano, a p. 3*2, parlando oltre le censure ecclesiastiche, proi-
della revisione ed approvazione che biva la stampa ristampa e ri-
,

debbono dare ai libri ed alle stam- produzione, l'introduzione, l'estra-


pe ilmaestro del sacro palazzo
p. zione, il vendere in privato ed in
ed ilmaestro suo compagno
p. pubblico, ed anco in depositaria, il

aggiunge. >» Quinimo ncque isla comprare (e l'imprestare libri e


licrntia sufficit, sed postquani liber slampe proibite) senza licenza sua
est impressus, desidcralur altera e- libri e stampe; comminando pene

jiis super publicatione, cu-


licentia anco ai doganieri, corrieri, postie-
jus occasione per impressorem tres ri, gente di marina, conduttori di
ei tradnnliir f;jusdem libri copiae cavalli e legni, ed altri, il portare
irapressae, una scilicet prò se ipso, rilasciare libri e stampe, senza
altera prò socio, et altera prò di- di lui licenza. Questa prescrivevasi
cto vicesgerente " . Il governatore eziandio per aprire bolleghe di
di Roma monsignor Francesco Ma- stampatore, libraio, ec, i quali so-
ria Baranzone a* 10 novembre
, no tenuti dare l' elenco di tutti i

1659, per ordine dì Alessandro libri e stampe esistenti nelle me-


VII pubblicò un bando contro gli desime. Che ninno, medagliaro, fon-
stampatori, che il p. Fontana ri- ditore e sigillalore, potesse fare o-
produsse a pag. 29, nel quale si pere senza permesso. Le licenze e
proibisce ai tipografi d'imprimere patenti anco del p. compagno do-
in Roma e suo distretto in qual- vevano rinnovarsi ad ogni nuo-
sivoglia lingua, sia in verso che vo p. maestro. Il Papa Leone XII
in prosa, senza aver prima ottenu- colla bolla Quod divina sapicnlia,
to licenza , e il solito imprimatur V kal. septembris 1824, Collectio
dal p. maestro del sacro palazzo, legum et ordin. de recta studio rum
colla pena della galera perpetua. rationc, cura Prosperi Galeri ni , t.

Lo stesso p. Fontana a p. iB ri- I, p. 17, nel tit. IV confermò al


porta l'editto, dato dal palazzo a- p. maestro del sacro palazzo la pre-

posloiico a' novembre i654,


18 sidenza del collegio teologico del-
dal p. Raimondo Capizucchi s. pa- l'università di Roma. Nel tom. II
MAE MAE 207
della slessa Colleclio a p. 27 r si gorio XVI, sul regolamento uni-
riporta Vt dillo sulla revisione delle forme e generale per la revisione
stampe in lìorna, emanato dal car- ed approvazione delle opere che si
dinal Zurla vicario a' 18 agosto stampano nello stato pontificio, non
1825, per comando di Leone XII che le pubbliche iscrizioni, efiìgie
in tre titoli. Il primo riguardante di qualsiasi cosa, figure o imma-
il consiglio di revisione per la scam- gini scolpite, COSI ^ev V imprimatur
pa, Wnihil ohstal de* revisori, Y ini- degl' inquisitori o vicari del s. of-
primaliir del maeslro del sacro
p. fizio e degli ordinari de' luoghi
palazzo , Vimprimatur del cardinal e loro publicetur, avvertendosi che
vicario o monsignor vice-gerenle in qualunque siasi luogo ove il re-
l'approvazione delle pubbliche la- verendissimo p. maestro del sacro
pidi ed inscrizioni ; il publicelur palazzo esercita la sua autorità, ri-

del p. maestro sulle slampe se cor- marrà in vigore il suddetto editto


rispondono all'approvato manoscrit- del cardinal vicario.
to; e ciò che venne imposto agli Il p. maestro del sacro palazzo
stampatori, lo fu pure agli incisoli, interviene all'esequie e funerali de-
litografi, fonditori, ed artisti di la- gli uditori di rota defunti, ed alle
vori figurati. 11 secondo titolo è esequie anniversarie eh' essi fanno
suir introduzione de' libri, stampe, celebrare nella chiesa di s. Loren-
oggetti figurati in Roma, ed eslia- zo in Damaso, come dicemmo al
zione de' medesimi; non che la de- voi. II ,
pag. 97 del Dizionario.
stinazione degl'ispettori alla doga- All'artieolo Funerali e nel voi. IX,
na, restando il lutto affidato al- pag. 148. abbiamo detto che in
l'autorizzazione e vigilanza del p. quelli de' famigliari pontificii della
maestro del sacro palazzo. 11 terzo camera segreta, ecclesiastici e laici
titolo è sulla vendita de' libri ed (diche parliamo pure all'articolo
altri oggetti come sopra, sulle pa- Maestro di camera ) , v' intervie-
tenti da rilasciarsi dal cardinal vi- ne pure il padre maestro del sacro
cario per l'eserci/io della professio- palazzo. Diversi Pontefici conces-
ne di libraio o stampatore, i quali sero al padre maestro la facoltà di
saranno obbligali dar nota al p. ed il primo fu Martino
testare, V
maestro del sacro palazzo de' libri con diploma dato in Vicovaro il
e stampe proibite, il quale darà il primo settembre 1422 al p. fr. Gio-
permesso a chi venderle incom- ; vanni Casanova maestro del sacro
bendo pure al p. maestro le visite palazzo, etinm de bonis ralione be-
delle loro botteghe a mezzo degli neficiorum^ quae ex concessione, et
ispettori, come l'esecuzione di quan- dispensatione Jposlolicae sedis ab-
to si prescrive nell'editto, restando tinucrat acquisitis. Le parole del
soggetti alle disposizioni di esso diploma il p. Catalani le riferisce
eziandio gli spacciatori di banchet- a p. 4^, e meglio a p. 47 ^^^ di-
to, e quei che girano per la città porta eguali facollizzazioni di Cle-
con libri e slampe. Finalmente nel- mente XII e Benedetto XIV; quin-
lo slesso II tomo della CoUectio p. di a pag. 49 tratta nel cap. XV,
53, vi è il decreto della sacra con- De funere magistri sacri palalii,
gregazione degli studi degli II mag- ac primuni de efus cadaveris lo-
gio i836, approvato dal Papa Gre- iioncy atfjiie ddatione ad ecclesiam.
2o8 MAE MAE
/. De exequiìs, ac orntione fune- mulo ardono quaranta torcie di
hriy et aliìs ritibns II et HI. Es- cera di libbre quattro Tuna, e sei
sendo il p. maestro del sacro pa- all'altare maggiore. La messa so-
lazzo reputato nella curia romana lenne si celebra da uno de' prima-
per uno de* principali prelati, sino ri religiosi la qua-
dell'ordine, dopo
da tempo antichissimo il suo i'u- le si da ora-
recita l'elogio funebre,
uerale si è fatto con solenne pom- tore ordinariamente non domeni-
pa, e tra i motivi per cui Marti- cano. Pel pi Riccardi lo pronunziò
no V accordò al p. Casanova l'in- il gesuita p. Incholfer, e pei pp.
dulto di testare, vi comprese quello, Zuanelli e Ridolfi, il p. Bernardo
prò decenlibiis, et honeslis expen- da s. Guglielmo delle scuole pie.
sis funeris. Daremo un sunto del Quindi ha luogo la solenne assoluzio-
ceremoniale funebre del p. Cata- ne, coir intervento de' religiosi del
lani. Allorché è passato a miglior convento, e la tumulazione per lo piìi
vita ilmaestro del sacro palaz-
p. ha luogo presso Dome-l'altare di s.

zo, i frati conversi del suo ordine nico con marmorea iscrizione. Tab
de* predicatori ne lavano il cada- volta nella pompa funebre del tras-
vere, e lo vestono degli abili reli- porto del cadavere non v'interven-
giosi, con stola violacea al collo nero i domenicani, perchè fu tras-
berretta nera in testa, e scarpe ai portato dal palazzo apostolico alla
piedi ; quindi i religiosi gli recita- chiesa di s. Maria sopra Minerva,
no i salmi ed il rosario. Se muo- come permise Clemente XII pel p.
re nel palazzo Quirinale ( nel qual Zuanelli, in carrozza : tanto pure
caso va notato quanto avvertimmo si legge nel numero 333 1 del Dia-
nel volume XXV IH, pag. 46 e 4? rio di Roma 17 38, ove si dice che
del Dizionario), verso un' ora di il di lui corpo fu imbalsamato,
notte tutti domenicani dei
i frati trasportato di sera privatamente
conventi di si Roma
portano ad con carrozza, esposto nella chiesa
accompagnare il cadavere alla chie- su alto letto, cantando la messa
sa di s. Maria sopra Minerva, con il p. procuratore generale dell'or-
dodici torcie accese portate da al- dine.
trettanti religiosi, mentre quattro Questo insigne magìsterio, senza
di loro sostengono l'estremità della interruzione da Onorio III, tuttora
coltre, accompagnando la pompa viene esercitato da un religioso do-
funebre il parroco di delta chiesa, menicano; quasi tutti furono di
e quello de' ss. Vincenzo ed Ana- un merito distinto, fiorendo in
stasio a Trevi ( ora è parroco dei santità di vita, dottrina, per opere
palazzi apostolici per disposizione pubblicate, per dignità ecclesiasti-
di Leone XII monsignor sagrista, che e vescovili, e per molli cardi-
e per lui nel Quirinale il p. sotto nali, come si rileverà dalla serie
curato). In mezzo alla chiesa si che andiamo a riportare, coH'au-
erige alto letto, coperto con coltre torità di quelle che ci hanno da-
d'oro ed altri panni , ai quali si to i Fontana e Catalani, che
pp.
affiggono le armi gentilizie del de- noi continueremo sino ad oggi,
funto, e le figure delia morte, po- avvertendo che i cardinali hanno
nendosi a' piedi il cappello semi- in questo Dizionario le loro bio-
pontificale pendente. Intorno al tu- grafìe, e della maggior parte de-
MAE MAE 209
gli ne parla in piìi luoghi.
altri se del sacro palazzo, e funse l'uffizio
11 p. Fontana termina la sua se- per tre anni.
rie col padre Capizucchi, cui dedi- Beato Bartolomeo de Briganti
cò la sua opera ; ed il p. Catalani nobile vicentino, diletto discepolo
col p. Ridolfìj ma con piìi critica di s. Domenico, nominato da In-
e diligenza, per lo che il seguiremo. nocenzo IV nel 1246 vescovo Ni-
Ambedue poi parlano delle opere mosiense in Cipro, indi legato a
composte dai pp. maestri, e delle latere in Siria a s. Luigi IX re
loro gesta. Dei settantacinque p. di Francia , traslatato alla chiesa
maestri del sacro palazzo, sedi- diVicenza nel i256 da Alessandro
ci furono sublimati al cardinala- IV.
to. Oltre a ciò il padre Fontana , Annibaldo Annibaldesclii dtlla
sebbene omraise qualche padre Molara nobile romano, fatto nel
maestro, ne aggiunge altri sette, ed 1246 daInnocenzo IV, creato
uno de' quali caidinale, ma non cardinale nel 1262 da Urbano lY,
ammessi dal p. Catalani. Gli anti- il primo maestro del sacro palaz-
papi ebbero tre o quattro maestri zo promosso al cardinalato: ne
del loro palazzo, non compresi nel- parlammo ancora nel voi. XXVII,
la serie de'veri, e due ne crearono p. 172 del Dizionario.
anticardinali. Di tutti brevissima- Guglielmo Bonderini inglese, e-
mente tratteremo. Neil' abitazione letto da Urbano IV nel 263 1 ;

del p. maestro del sacro palazzo fu collega di fr. Pietro di Taran-


nel Quirinale, vi è la loro serie tasia, poi Innocenzo V.
con ritratti dipinti a olio, ed ognu- Pietro Angelelli lucchese, fatto
no con Papa Gregorio
iscrizione. Il da Clemente IV, e da Gregorio
XVI solendo visitare ogni anno X nel 1272 promosso a vescovo di
per la festa di s. Lorenzo la cap- Lucca.
pella di monsignor sagrista, che Raimondo de Corsavino d'Ara-
descrivemmo nel voi. IX, p. 162 gona, nominato nel 1272 da Gre-
del Dizionario, onorò sempre di gorio X, poi vescovo delle isole
sua presenza l'abitazione e l'odierno Baleari nel 1281 da Martino IV.
degno p. maestro del sacro palazzo. Ugo Ays cellin de Billon della
Il p. Giuseppe Caraffa nella sua diocesi di Clermont detto anche ,

opera : De gymnasio romano ,


Segnino, dichiarato nel 1281 da
avverte che non furono maestri Martino IV, creato cardinale nel
del sacro palazzo il b. Alberto 1288 da Nicolò IV.
Magno, il dottore s. Tommaso di Guglielmo Pietro de Goudin
Aquino, ed il b. Ambrogio Sanse- di Baiona , nel 1288 fatto da
doni, ma piuttosto lettori di sacra Nicolò IV, e nel i3i2 creato car-
scrittura del sacro palazzo, ov'era dinale da Clemente V che avea
romana, presieduta dai
l'università stabilita la residenza pontificia in
maestri del sacro palazzo. Ecco la Avignone.
serie. Durando da s. Porciano della
S. Domenico Guzmano nobile diocesi di Clermont, fatto nel i3i2
spagnuolo, fondatore dell' ordine da Clemente V,indi nel i3i8 da
de' predicatori, fu fatto nel 1218 Giovanni XXII creato vescovo di
da Onorio III il primo maestro Puy, e nel 1826 traslatato a Meaux,
VOI. XLI. i4
4f^ MAE MA È
Guglielmo Gai'anlo di Lrwn, e- Clemente VI; vescovo di IMarsiglia
lelto nel i3i7 da Giovanni XXII, da Innocenzo VI e nel i366
,

che nel iSm lo fece arcivescovo Urbano V lo creò cardinale, anzi


di Vienna, e nel 1828 lo traslatò pare che fosse stato da lui promos-
a Tolosa. so alla sede di Marsiglia.
Raimondo Bequin di Tolosa, Guglielmo Romani fatto da In-
nominato nel iS^i da Giovanni nocenzo VI nel i36i , ed ancor
XXII , che dopo due anni lo fece esso ommesso dal p. Fontana, il
vescovo Nimosiense in Cipro, non quale in vece registra il p. fr.

pare dì Nimes, quindi patriarca di Giovanni de Tambaco di Argen-


Gerusalemme. tina, fatto maestro nel 1 366 da
Domenico Grenier di Tolosa, Urbano V ad istanza dell'impera-
da Giovanni XXII nel i324 fatto tore Carlo IV, confutalo dal p.
maestro, e nel iS-iS vescovo Ap- Catalani.
pamiense o sia di Pamiers. Nicola da s. Saturnino francese
Armando de BcUovisi spagnuo- di Clermont, nominato da Grego-
lo, eletto nel 1827 da Giovanni rio XI nel 1872, che fu Tultimo
XXII. Il p. Fontana dà per suc- francese maestro del sacro palazzo,
cessore al precedente Grenier il p. e seguì il Pontefice a Roma quando
fr. Bartolomeo de Piscialis nel da Avignone vi restituì la residen-
i326: egli era bolognese, nel 1828 za pontificia nel 1877. Nel seguen-
fu dal medesimo Papa Giovanni te anno nell' elezione di Urbano
XXII fatto vescovo di Toicello, e VI poco dopo insorse 1' antipapa
nel i333 arcivescovo d' Armenia Clemente VII, il quale nel mede-
per togliere gli armeni dallo sci- simo anno lo creò anticanlinale,
sma. Ivi soffrì molli patimenti, e per cui ne parlai nel voi. Ili, p.
mori in odore di santità. 2 11 del Dizionario. Secondo la
Pietro de Pireto francese , fu consuetudine della Sede apostolica,
creato maestro del sacro palazzo l'antipapa Clemente VII dopo aver
nel i335 da Benedetto XII, che fissata la sua residenza in Avigno-
nel i34o Jo elevò al vescovato di ne, che perciò divenne funesta cat-
Mirepoix. tedra di lungo scisma, volle nomi-
Raimondo Durandi francese nel , nare il maestro del suo palaz-
i336 Benedetto XII lo noininò,e zo nella persona del p. fr. Gio-
funse l'uffizio sino al i^^i. vanni Novacastro nobile francese
Giovanni de Molendini Mou- domenicano, consobri no di Clemen-
liné francese d'Aquitania, dato in te VII, nel 1878; poscia lo fece ve-
successore al precedente da Cle- scovo di Nivers nel i38i, lo tra-
mente VI, che nel i35o lo creò sferì quindi a Tulle, e nel i383

cardinale. Il p. Fontana registra anticardinale, avendo come tale

dopo il p. Bequin, il p. fr. Gio- coronalo Benedetto XI II che nel


vanni di Lemoy francese, confesso- pseudo pontificato nel 1894 suc-
re di Filippo IV re di Francia; cesse a Clemente VII. Di questo
ma il p. Catalani lo esclude Ira i anticardinale facemmo menzione nel
maestri del sacro palazzo. citato volume a p. 2i4; qui pe-
Guglielmo de Soudre nobile rò aggiungiamo, eh' egli è auto-
francese, nel i349 i\x eletto da le del Tractatus tnag'stri palatiì
MAE MAE 211
responsivi li ad ratìones quorum- 70 dei fedeli. Di questi quatti o
(ìam iheologoruni con tra Domiti uni maestri del palazzo degli antipnpi
Clementenij et prò B. idest Bar Clemente VII e Benedetlo XIII,
tholomaeo Prignano , seu potius il p. Fontana ne tratta a p. 179
Urbano Papa FI, faclns ordina- e seg., ed il p. Catalani a p. 4 ^
ius Avenionì de. mense maii i38o. 5 lo contraddice in molte cose, di-
Nell'esaltazione ni sedicente cardi- cendo che Novacastro non fu do
nalato di falso Pa-
Novacastro,
il menicano, che Sancio fu fatto iin-
pa maestro del suo palazzo
elesse piigionare da Innocenzo VII nel
il p. fr. Sancio de Porta arago- i4o4, morendo nel i4^9> ^ ^^^^
nese domenicano, siccome a lui ca- prima di lui fu maestro del palaz-
rissimo. Afflilto Sancio di veder zo s. Vincenzo.
lacerata l'unità della Chiesa per lo Pietro Viperini o Alberini no-
scisma che continuava a sostene- bile romano, per la defezione di
re l'antipapa Benedetto XIII, a- Nicola da s. Saturnino, il vero
vanti di lui nel di della Pen- Papa Urbano VI nel iSyS lo e-
tecoste dell' anno 1 898 e nella levò al magistero del sacro palaz-
cappella palatina, Dio gl'ispirò un zo apostolico, e per essergli assai
grave discorso sull'estinzione dello caro nel seguente anno lo fece ve-
scisma, che trasse l'uditorio nel suo scovo Marsicano, indi patì le per-
parere ; ma 1' ostinato Benedetto secuzioni dell'intruso Clemente VII,
XIII gli pose tale odio, che lo le cui parti un tempo seguirono
cacciò in carcere, ove restalo due i regni di Napoli e Sicilia mor\ ;

anni, i procurarono
suoi amici gli nel i383, e fu sepolto nella cap-
la fuga in Aragona, ove morì nel pella di s. Domenico in s. Maria
i4'9. Ingannali gran parte dei sopra Minerva.
fedeli sulla legittimità di Clemente Ugolino da Camerino nel iSyg
VII e Benedetto XIII, tra quelli eletto da Urbano VI, esercitò e-
che li venerarono per tali vi fu gregiamente I' uffizio per diversi
s. Vincenzo Ferreri oracolo della anni. Il p. Fontana dice che nel
Spagna e splendore dell' ordine 1895 Bonifacio IX gli diede per
domenicano. Egli fu ne'primi due successore il p. fr. Giacomo Ari-
anni confessore del primo, e poi goni de Balardi di Lodi, che Gre-
del secondo, non che suo difenso- gorio XII nel 1407 cieò vescovo
re, onde Benedetto XII 1 lo lece di sua patria , indi traslato a
Diaestro del suo preteso palazzo Trieste e ad Urbino ; ma il p.
apostolico, dopo il p. de Porta. Catalani non lo enumera nella
Però riconosciutosi da s. Vincenzo serie, e ne porta Quin- le ragioni.
r errore, nel concilio di Costanza di il p. Fontana aggiunge che
riconobbe 1* unità della Chiesa , Gregorio XII in detto anno gli
nell'Epifania del i4 16 riprovò lo diede in successore il p. fr. Leo-
scisma, e poi nel i4i7 p»'eslò nardo Stazio de Datis nobile fio-

obbedienza al vero Pontefice Mar- rentino, che nel i^i^ fu eletto


lino V, continuando a predicare dall'ordine maestro generale; onde
che l'antipapa era un perfido in- Giovanni XX 111, successore di Ales-
gannatore del popolo di Dio, de- sandro V, iu detto anno nominò
gno pei suoi spergiuri del disprez- maestro il p. fr. Bartolomeo de Boi-
ma MAE MAE
stenech tedesco y e visse poco. Quan- da Martino V nominato nel 1429,
to al p. de Datis o Data, egli e promosso all' arcivescovato di
intervenne al concilio di Costanza Drontheim nel i43o, costanteraen-
ove fece un sermone, e nel i4'7 te ne ricusò la dignità, e mori
venne eletto Martino V, il quale poco dopo.
nel 1425 lo creò in Roma cardi- Giovanni Turrecremata nobile
naie sebbene assente, mentre il p. spagnuolo, eletto nel i43i da Eu-
Leonardo Stazio de Datis morì in genio IV, che nel 14^9 lo creò
Firenze nello stesso giorno, o nel cardinale. Il p. Fontana dice che
seguente , ignorando forse la di- in suo luogo il Papa nominò il p.
gnità a cui era stato esaltato. 11 p. fr. Bartolomeo Lapazio de UbeV'
fr. Ugolino continuò nell'obbedienza tiniy che nel i44o f'^ce vescovo
romana di Bonifacio IX, Innocen- di Cortona, e Nicolò V nel i44^
zo VII, e Gregorio XII, nell'eser- trasferì a Corone ; ma il p. Ca-
cizio del magistero. Avendo i mae- talani positivamente riferisce che
stri del sacro palazzo autorità di fu soltanto maestro delle scuole
conferire i gradi del dottorato in del sacro palazzo apostolico, o let-
teologia ai secolari e regolari, il tore di esse.

p. Ugolino dichiarò dottore fr.


fr. Enrico Callysen o Kallysen te-
Melchiorre degli eremitani di s. desco di Comblenlza, Eugenio IV
Agostino , confermandone V istro- nominollo successore di Turrecre-
mento Innocenzo VII, colla lettera mata, e Nicolò V nel 14^2 lo fece
Decens reputamus de' 6 giugno , arcivescovo di Drontheim in Nor-
1406. Eletto poi nel 1409 Ales- vegia, e poi di Cesarea.
Sandro nel V
concilio di Pisa Giacomo Egidi o Gii d'Arago-
contro Gregorio XII, continuò fé- na Valentino, nel 14^2 eletto da
dele col secondo, mentre la Chiesa Nicolò V, morì nel r465, dopo
era divisa tra due Papi, e l'an- aver per ordine di Calisto III
tipapa Benedetto XIII. composto l'uffizio per la festa della
Gioifanni Casanuova nobile di Trasfigurazione.
Barcellona, nel i4i8 Martino V Leonardo Mansueti perugino,
lo fece maestro del sacro palaz- da Paolo II nel i465 fu fatto
zo apostolico, et poenitentiariiim maestro, indi nel i474 eletto dal
suum in romana curia cuni sii- suo ordine maestro generale con
pendiis, honoribus et oneribus con- plauso di Sisto IV, e morì nel i4^0'
Nel 14^4 lo pi'O-
suetìs constituit. Salvo Gas seta palermitano, nel
mosse a vescovo di Bosa, indi lo i474 ^o nominò Sisto IV, e nei
trasferì ad Asafo, e creò segreta- comizi dell' ordine fu acclamato
mente cardinale, conferendogliene maestro generale nel 14^^} poscia
poi le insegne Eugenio IV, pub- incaricato dal Papa di diverse le-

blicandolo cardinale nel i43r. gazioni, e l'avrebbe fatto cardinale


Andrea da Pisa o di Costanti- se non moriva nel i4B3.
1424 nominato da Mar-
nopoli, nel Marco Maroldi o Maroni^ Si-
lino V, che nel 14^9 lo dichiarò sto IV nel 1482 lo fece maestro,
vescovo di Sutri. ed Innocenzo Vili nel 1489 arci-
Giovanni di Costantinopoli prò- vescovo di Reggio esso venne :

curatore generale dell'ordine, fu ommesso dal p. Fontana.


MAE MAE 2i3
Paolo de Monella o Moneglia Leone X fu fatto maestro nel i5i5
deirilluslre stirpe de'Giuslinianì ge- per morte dell'antecessore, e spedi-
I novesi
lo fece
o
nel
liguri,
i4go,
Innocenzo
e gli concesse
VJII to da lui a diversi principi d' I-
talia contro l' eresie di Lutero ;
diverse immunità e grazie: Ma- sostituì nel suo luogo il p. Tom-
gister Pauliis de Monella magìster maso Radiai piacentino, perchè
apostolici palata recìpitar ad gra- ancora il p. maestro non avea
tiaSj et suffragia ordìnis, et pò- stabile compagno, come si legge
test tenere pecunias , et dispen- nel Novaes, Storia de Pontefici t.

satur super iisu carniunij potest XV, p. 29; ma pare che il p. Tom-
equitare^ et tenere diios fratres, ec. maso Radini sia piuttosto il se-
Osserva perciò il p. Echard: Quae guente. Sì può vedere il p. Echard,
qnidem probant tum primum ad Scriptorum t. II, p. 74-
inagisteriiimsacii palatii fuisse Pau- Tommaso Badia nobile mode-
lum ascitum. Da Alessandro VI nese, che il Jacobilli disse perugino.
col governatore di Roma fu di- Il p. Fontana narra che allorché
chiarato inquisitore, contro quelli il p. Pieri parli pei negozi contro
che partecipavano ai riti e cere- l'eresia, con beneplacito pontificio
monie degli ebrei, e nel 1499 '^ sostituì nel magistero il p. Badia,
fece vescovo di Scio e nunzio in al quale il ceremoniere Paride de
Ungheria. Grassis nel i52i per la funzione
Giovanni Annio da Viterbo, palme, non voleva concedergli
delle
nel 1499 Alessandro VI lo sosti- in il luogo assegnato al
cappella
tuì al predecessore; perito nelle p. maestro; ma il p. Badia affac-
lingue greca ed orientali, scrisse ciando il privilegio di Eugenio
molte opere di cui gli eruditi IV e mostrando la bolla, il cere-
dierono differenti giudizi, e molte moniere disse essere stata revocata.
cose favolose a lui furono attri- Non cedendo perciò il religioso, il
buite: il p. Fontana riporta a p. ceremoniere ricorse al Papa, il
12 1 l'elenco delle sue opere, tra quale solo ebbe riguardo al suo
le quali, De dìgnitate offìcii ma- merito, e volle che si ammettesse;
gistri sa e. palati i. Mori nel i5o2 ma gli uditori di rota a ciò op-
e fu sepolto in s. Maria sopra ponendosi, Leone X confermò che
Minerva con iscrizione che lo
, tale era la sua volontà ed allora
,

chiama Nannio in vece di Anuio. i prelati uditori gli cederono la


Il Marini ne'suoi Archiatri t. I,
p. precedenza senza pregiudizio delle
244» parlando della verifica fatta loro ragioni. Clemente VII nel
alla b. Lucia da iNarni delle sue i52 3 per morte del p. Pieri lo
sfimn)ale dal p. Moneglia, dice fece suo successore , e Paolo III
che gli Giovanni Anto-
succedette nel 1542 lo creò cardinale eoa
nio da Viterbo che si disse Annio. precetto di accettare.
' Giovanni Raffanelli da Ferrara, BartolomeoSpina pisano nel ,

dato in socio ad Annio dal p. Bandel- 1 542 venne da Paolo 111.


fatto
ii generale de'domenicani, e nel i 5o2 Pietro Martire da Brescia, per
latto maestro da Alessandro VI. morte dell' antecessore lo nominò
Silvestro Pieri Prierio pie- Paolo III nel i546j e morì nel
moutese, non da Giulio II ma da seguente anno.
ai4 MAE MAE
Egidio Foscarari nobile bolo- generale dell'ordine alla morte del
giieiìp, eletto da Paolo HI nel p. Constabili; pa:>sò agli eterni ri-

i547 ) esaminò ed encomio il li- posi nel 1589.


bro degli Esercizi spirituali di s. Vincenzo Bonardi romano, So-
Ignazio ; Giulio 111 voleva crearlo cio del precedente maeslro, e se-
cardinale, e nel i55o ad onta del- gretario della Congregazione del-
la sua resistenza lo promosse a l' indice (Fedi) ^ fu da Sisto V nel
vescovo di Modena. 1089 dichiarato maestro, e nel
Girolamo Muzzarelli nobile bo- 1591 da Gregorio XIV eletto ve-
lognese , nominato nel i55o da scovo di Gerace.
Giulio 111, die nel i553 lo fece Bartolomeo de Miranda spa-
arcivescovo di Gonza. gnuolo, reggente del collegio di s.

PietroPaolo Giannerini di A- Tommaso d' Aquino ,


procuratore
rezzo, fatto da Giulio 111 nel i553, e vicario ordine, da
generale dell'

e morto sotto Paolo IV nel i558 Gregorio XIV maestro nel


latto
con fama di santità e dispiacere , 1591, il cui successore Innocenzo
della romana curia, benché alquan- IX, siccome intimo amico del p.
to disgustato col Pontefice, per a- maestro, assunse tal nome per le

ver difeso fr. Girolamo Savonarola sue vive istanze. Da Filippo II ri-

domenicano.' cusò il vescovato di Vigevano, e


Daniele Bianchi da Crenia^ e- morì in Napoli nel 1597.
letto nel i558 da Paolo IV, morì Giovanni Battista Lanci di
nel i565. Reggio di Modena, già socio del
Tommaso Manrìqiiez nobile spa- p. m. Constabili , e prosegretario
gnolo, dichiarato da Pio IV nel dell'/aJ/c-e {Fedi), Clemente Vili
i565 ,
già procuratore generale lo fece maestro nel 597, morì 1

del suo ordine s. Pio V, come


; nel 1598 e fu sepolto in s. Sa-
dicemmo, lo fece cauoinco teologo bina.
della basilica vaticana , e mori Gio. Maria Guanzelli di Bii-
nel iSyS. sigbella,nominato nel 1^98 da
Paolo Constahili ferrarese, fatto Clemente Vili. Osservando egli
da Gregorio XIII nel iSyS, me- che in Roma tutte le arti avevano
ritò nel i58o che il suo ordine la propria confraternita , tratiue
lo preponesse al supremo magi- im-
quella de'librari e stampatori,
stero, e mori in Venezia nel i582. pegnò questi ad erigerla essen- ,

Sisto Fabri di Lucca, nel 1079 do quasi dimenticata quella degli


fatto da Gregorio XIII vicario stampatori istituita nel tempo di s.

generale dell'ordine, e nel i58o Pio V nella chiesa di s. Agostino,


maestro del sacro palazzo. Eletto sotto il titolo della Concezione, e
nel i583 dai comizi generali del- de'ss. quattro dottori della Chiesa.
l'ordine a maestro generale, morì Mediante lo zelo ed opera del p.
nel convento di s. Sabina nel Guanzelli, nel pontificalo e col-
i 594. l'approvazione di Clemente Vili, ai
Tommaso Zobhio bresciano, ven- 29 giugno 1600, venne eretta la
iie dichiaralo nel i583 da Grego- confratèrnita de' soli librari nella
rio XIU, già commissario della u- chiesa di s. Barbara , della quale
niversale incjuisizioue , e vicario parlammo anche all'articolo Libra*
MAE MAE 2i5
7Y) (Fedì), e sotto V invocazione a baciare i piedi al Papa, quindi
del dollore angelico s. Tommaso dichiarato predicatore apostolico,

I (l'Aquino,
letterati
principe e luminare dei
ecclesiastici. Clemente X
morì nel 1639.
Fincenzo Macidanì di Firen-
ne confermò le regole e gli sta- zuola nella Lombardia, già procu-
tuti, solendo essere il cardinal pro- ratore e vicario generale dell'ordi-
tettore uno di quelli della congre- ne, non che commissario del s.

gazione del s. otì'i^io o dell'indice. offizio , indi nel 1689 Urbano


Il p. Catalani a p. 4^ ci diede il Vili lo scelse per maestro del sa-
cap. XII, De j'urìsdìctione magisiri cro palazzo, e nel i64i creò car-
sacri palata in ecclesiam s. Bar- dinale.
barne biblicpolariun. Paolo V nel Gregorio Donati romano. Urba-
1607 creò il p. Guanzelli vesco- no Vili lo fece maestro nel 1641,
vo di Polignano. morendo nel seguente anno.
agostino Galam'ina di Brisi- Reginaldo Lucarini di Trevi,
gliella, Clemente Vili lo fece com- eletto nel 164^ da Urbano Vili,
missario del s. ofTizio, e poi nel che nel i643 lo nominò vescovo
1607 Paolo V lo nominò maestro, di città della Pieve.
indi nel i6o3 l'ordine lo procla- Michele Mazzarini napoletano,
mò generale, enei 161 1 lo stesso dal p. Fontana chiamato romano,
Papa lo sollevò al cardinalato. cos'i dal p. Catalani, fratello del
Lodovico Ystella spagnuolo, già celebre cardinal Giulio, ch'eletto
vicario generale Paolo V nel , generale in luogo del deposto p.
1608 lo dichiarò maestro, e mor- da Innocen-
Ridolfi, poi reintegralo
to nel iGizJ. fu sepolto nella chie- zo X, mentre altri avevano pro-
sa di Maria sopra Minerva.
s. clamato il p. Roccamara, per evi-
Giacinto Pctroni nobile romano, tare uno scisma rinunziò. Urbano
eletto nel i6i4 ^^ Paolo V, nel Vili nel 1643 dichiarollo maestro,
1622' Gregorio XV lo trasferì ed Innocenzo X
nel i645» lo creò
alla sede di Melfi. arcivescovo d'Aix, e nel 1647 car-
Nicola Ridolfi nobile fiorentino, dinale.
pronipote di Leone XI, Gregorio Fincenzo Candidi di Siracusa,
XV lo dichiarò nel 1622, indi già vicario apostolico dell'ordine, e
Urbano Vili Io fece vicario gene- penitenziere di s. Maria Maggiore
rale dell'ordine nel 1628, e per per più di veut' aniii, nel i645^
comuni suliragi nel seguente anno fu da Innocenzo X nominato al
pervenne al generalato. magistero, e morì neli654.
Nicola Riccardi genovese, chia- Raimondo Capizucchi nobilissi-
mato il principe e mostro de'Iet- mo romano, Innocenzo X nel i65o
tcrati del suo secolo, fatto maestro lo fece segretario dell'indice, e nel
nel 1629 da Urbano Vili, a viva 1654, col breve Cum officium
voce alla presenza de'cardinali e magistri sacri palatii apostolici,
della romana curia, allorché nella de' i3 novembre riportato dal ,

cappella pontificia pel vespero di p. Fontana a p. 34 Io elesse ,

Pentecoste il nuovo p. generale maestro del sacro palazzo , dal


liidolfi, con lui ed altri religiosi quale ullizio fu levato da Alessan-
secondo il consueto si portarono dro VII nel i663, per avere in-
2i6 MAE MAE
cautamente permesso lu stampa di Apostolico (Vedi), gravemente in-
un libro alquanto mordace , per fermo intimo amico d' Innocenzo
:

cui passò tra i suoi religiosi ad XI I_, questo lo creò cardinale nel
attendere agli studi. 1695.
Giacinto Libelli di Città di Ca- Paolino de Bernardini patrizio
stello, già prefetto degli studi nel lucchese, eletto dai cardinali nella
collegio Urbano, Alessandro VII sede vacante di Alessandro Vili
in luogo del Capizucchi lo dichia- in confessore del conclave, Inno-
rò nel i663 segretario dell'indice cenzo XII che in esso fu eletto,
e maestro del sacro palazzo, indi per le sue preclare doti volle
da Clemente X promosso al ve- che restasse nel palazzo apostolico
scovato d'Avignone. per ascoltare le confessioni, e poscia
Raimondo Capizucchi da Cle- lo fece maestro nel 1695, e mori
mente X nel 1673 non solo fu ri- nel 1718.
pristinato nel magistero del pa- Gregorio Sellarl di Panicale nel
lazzo apostolico, ma con plauso di Perugino, già compagno del p.
tutta Roma fatto nuovamente e- maestro del sacro palazzo, teologo
saminatore de* vescovi, ed eziandio della biblioteca Casanatense da ,

nominalo consultore delle indul- Clemente XI fatto suo confessore,


genze, dell'inquisizione, de' riti e segretario dell'indice, e nel 1718
*
dell'indice. Nel breve d' Innocenzo maestro del palazzo apostolico. Il
X si leggono queste parole: Te Bernini che nel 1717 pubblicò il
igitur ejuscleni sacri pnlalii apo- suo libro: // tribunale detla sa-
stolici inagistruni cum autlioritate, cra rota, narra a p. 100, che a-
facultate, honoribiis et oneribiis vendoJo presentato mss. al p. Sei-
et mansionibus in pa Litio nostro lari per la solila revisione, quel
apostolico, portione et emolumentis padre glielo restituì, dicendo. « Io
solitis et consuetis ad tui vitani sono l'ultimo in cappella tra gli
facinius y deputa'
constitiiimus et uditori della sacra rota , rtia il

mus. ]Nel breve di Clemente è X primo in venerazione verso questo


chiamato familiari nostro, e gli sacro e riverito tribunale: gli udi-
si concedono i soliti indulti, gra- torimedesimi, o chi ad essi piace,
zie ed esenzioni, che si concedono ne siano i revisori, che io per me
ai famigliari de' sommi Pontefici. avrò ben a grado di approvar
In delto anno 1678 il p. Fon- ciò che da loro si approva, ed
tana gli dedicò il suo Syllabus. ascriverò a mia gloria sottoscri-
Finalmente Innocenzo XI nel 1681 vermi a un tribunale, alia cui
lo creò cardinale. giudicatura volentieri soggiace tut-
Domenico Maria Pozzobonelli to il mondo ». V Iniprùnatur pe-
di Savona, già commissario del s. rò vi fu apposto dal p. Sellar!
offizio, Innocenzo XI nel 1681 lo giacche xìeW Imprimatur di N. card.
fece maestro, e morì nel 1688. Caracciolus prò vicarius, vi è la
Tommaso Maria Ferrari della solitaformola Si videbitur reve^
:

diocesi di Otranto, Innocenzo XI rendissimo p. magistro sacri pala-


nel 1688 lo fece maestro del pa- ti apostolici. Vi è ancora VapprO"
lazzo apostolico colla speciale com- inazione di monsignor Lodovico Ser-
missione di supplire il Predicatore gardi, per aver letto e riveduto
MAE MAE 217
il libro per commissione del rev.'no Filippo
Anjossi di Taggia nel
p. maestro del s. palazzo aposto- Genovesato, da vicario generale
lico. Il p. Sellali avendo assistito dell'ordine per alcuni mesi. Pio
in morte anche Innocenzo XIII, VII promosse al magistero nel
lo
come riferisce il diarista Cecconi i8i5, e morì in Pioma ai 1 4 mag-
quindi dal già Bene-correligioso gio 1825, d'anni setlantaselle, facen-
detto XIII nel 1728 fu pubblica- do da pro-maestro del sacro pa-
to cardinale. lazzo sino alla elezione del se-
Gio. Benedetto Zuanjiellì veneto, guente, suo compagno p. Tom-
il

del convento de' ss. Gio. e Paolo maso Domenico Piazza siciliano
di Venezia, già prefetto delia bi- dell' arcidiocesi di Palermo. Questi

blioteca Casanatense, da Benedetto fu fatto poscia inquisitore di Gub-


XI li nel 1728 fu eletto maestro, bio ove morì d'anni settantacinque.
e morì nel 1738. Avendo mosso questione alla congre-
Nicola Ridolfi nobile fio-
Luigi gazione ceremoniale di sedere in
rentino, segretario della congrega- cappella nel luogo del p. maestro
zione dell'indice, Clemente XII nel perchè n' esercitava 1' uffizio, ebbe
1788 lo prescelse al magistero, negativa risposta. Quanto al p. m.
morendo 749-nel 1 Anfossi egli scrisse alcune opere;
Giuseppe Agostino Orsi nobile cioè Quaresimale; la versione in
il

fiorentino, da segretario dell'indice terza rima del Poema di s. Prospero


Benedetto XIV nel 1749 lo elesse contro gì' in grati j sulle proposizioni
a questo uffizio^ e Clemente XIII gallicane-, sulla comprila de' beni ec-
nel 17^9 lo creò cardinale. clesiastici; sulla bolla Auciorem fi-
Tommaso
Agostino Riccliini cre- dei; contro Palmieri, sulle indul-
monese, che pei funerali di Bene- genze; Esame de' motivi dell'opposi'
detto XIII fece l'orazione funebre, zione fatta dal vef:covo di Noli alla
da Clemente XI II venne sostituito pubblicazione della bolla Auctorem
nel magistero al cardinal Orsi, e fidei^ ec. Morto nel palazzo Qui-
morì nel 1789. rinale, i funerali si celebrarono in
Tommaso Schiara d'Alessandria, s. Maria sopra Minerva, indi il
Pio VI nel 1789 lo nominò mae- cadavere venne trasportalo e se-
stro, e terminò di vivere nel 1791. polto in s. Sabina
Tommaso Maria Mamachi di Giuseppe Maria Velzi di Como,
Scio, già segretario dell'indice, nel nominato maestro da Leone XII ai
1791 Pio VI lo fece maestro, e 22 settembre 1826, essendo vica-
morì in Corneto nel 1792. Sicco- rio generale del suo ordine, quali-
me dottissimo autore di parecchie fica che dopo due anni circa rinun-
opere, ne parleremo alla sua bio- ziò. Il Papa Gregorio XVI lo creò
grafia. cardinale, e pubblicò nel concistoro
Tommaso Vincenzo Maria Pa- de'2 luglio i832.
ni di Kimini, da commissario ge- Domenico Buttaoni della Tolfa,
nerale del s. offizio fu fatto mae- già bibliotecario della Casanatense,
stro da Pio VI nel 1792, e morì nel 1826 divenne compagno del p.
in patria nel 1804» ottuagenario, maestro Velzi, e con biglietto del
e dispiacente per non essere stato cardinal segretario di stato de'iS
richiamalo iu Kgma da Pio VII. luglio i832, il Papa Gregorio XVI
ai8 MAE MAE
lo dicliiat-ò maestro del sacro pa- fidequando vi è il discorso. Sie-
lazzo apostolico,come riporta il nu- de dopo l'ullimo prelato abbrevia-
mero Diario di Roma di
5(3 del tole di parco maggiore (e siccome
tale anno» carica die tuttora egre- i prelati abbreviatori nelle proces-
giamente esercita con prudenza, vi- sioni incedono avanti ai volanti di
gilanza e zelo. Sono a lui obbliga- segnatura, così il p. compagno nelle
to con vivissima riconoscenza a ca- processioni va innanzi agli stessi
gione della benigna revisione gene- abbreviatori), e mentre si recita il

r;»leche graziosamente da per se discorso, egli ne legge contestual-


sinora ha fatto e va facendo di tut- mente lo scritto. Se deve prendere
ti i miei originali manoscritti di dalle mani del Papa le ceneri, e
questo intiero mio Dizionario. Dap- se deve recarsi nel venerdì santo
poiché stampandosi 1' opera con air adorazione della croce, incede
sua licenza a V'^enezia, tale revisio- dopo i maestri delle cerimonie
ne non avrebbe luogo, se non per pontificie, e prima dei camerieri
l'introduzione dei volumi in Roma. segreti partecipanti. Talvolta inter-
jNla bramoso che il mio lavoro, in venne alle cappelle della Purifi-
ogni sua parte riesca ad majoreni cazione, delle ()alme, e del sabbato
Dei ^loriam. e quale si conviene da in albìs ; recandosi colla stessa
fedele sudililo ponti lìcio, e da di- graduazione al trono papale, per
voto ed affettuoso figlio della Chie- ricevete dal Pontefice le candele,
sa romana, a piena tranquillità di le palme e gli Agnus Dei bene-
mia coscienza pegli innumerabili gra- delti. Che il p. Badia nel i^ii
vi argomenti che vado trattando, si recò alla funzione delle palme
implorai ed ottenni tanto parti- fatta da Leone X, lo dicemmo
colare favore, di cui conserverò sem- piti sopra. Incombe compa- al p.
pre grata memoria. gno predicare nel palazzo aposto-
11 socio o compagno del padre lico alla famiglia del Papa, dei
maestro del sacro palazzo aposto- cardinali, e di quelli che interven-
lico, ancor egli domenicano, è un gono nelle prediche del p. predi-
dotto religioso che aiuta nell' uffi- catore apostolico, nell'avvento e
zio il padre maestro nelle molte- nella quaresima. Inoltre il medesi-
plici incumbenze che funge. Dicem- mo p. compagno fa il catechismo
mo superiormente che il p. ra. com- alla famiglia palatina e pontificia
pagno o socio divenne stal3ile dal se- per le quattro annuali comunioni
colo XVI, e coabita con lui nel pa- generali che hanno luogo nel pa-
lazzo apostolico. Non gode le pre- lazzo apostolico, come abbiamo già
rogative del p. maestro del sacro pa- detto. Tra i p. m. compagni fiori-
lazzo, ma in sua assenza ed impo- rono ragguardevoli religiosi, e di-
tenza, e per sua commissione ne versi divennero maestri del sacro
esercita le veci, e negli Imprimatur palazzo, così il p. Rafanelli, il p.
benché il p. maestro eserciti l'uffi- Badia poi cardinale, il p. Bonardi,
zio, si sottoscrive: iV^. TV. Ord. Praed. il p. Sellari poi cardinale, e l'at-

Sac. Palaia Jpoòt. Mag. Socius. tuale p. maestro Bullaoni. Al pre-


In assenza od impotenza del p> sente è degno suo socio e compu
maestro del sacro palazzo, il p. com- gno il p. maestro Angelo Vincenzo
pu^QO ha luogo uelie cappelle pou- Modena genovese, anche predicato-
MAE MAE 219
re agii ebiei^ di che tenemmo che ha luogo ogni anno nell' ago-
proposito nel voi. XXI, p. 23 e sto, cioè al lago; a regolare la il-

seg. Nel diploma di Eugenio IV, luminazione della città nei tempi
quo inagìstro sacri palatii aposto* prefìssi, ed assicurarne la diligente
liei concessa privilegia firmantur , esecuzione; a conservare e mante-
et augenliir, ristampato in Roma nere la nomenclatura delle strade
nel 1826 dal Salviucci, si legge e la numerazione degli edifizi, I
questa nota circa il p. compagno. cavalieri maestri delle strade di
» Discrimen quod Inter socium, et Roma ora sono quattro , ognuno
substitulnm magistri s. palatii piane de' quali presiede ad uno de' quat-
interc( dit , illud est, quod socius tro riparti in cui sono divisi i XIV
ca in oHicio utitur limitata facul- rioni della città. Essi sono nomina-
tate, quae illi a magistro tribuitur, ti dal Papa con biglietto del car-
prout ei libet. At subslitutus, quod dinal segretario di slato (e quan-
idem valet, ac pro-magister, omni do v'era il cardinal segretario
facullale, ac jurisdictione potitur, per gli affari di stato interni ,

quae ad officium perlinetj adeoque, da esso), coll'onorario annuale di


liti et gaudere eliam valet de scudi duecento: esercitano 1' uffi-
quibuscuMKjue privilegiis, et indul- zio tre anni, e vestono Tabito di
tis, ut supra concessis ncque obstat ; città, e di rubbone nero.
quello
decrelum Benedicti XIV, de loco Dipendono e fanno parte della pre-
in cappella socio adsiguato; cum fettura generale di acque e strade,
subslitutus non sit socius, rieque presieduta dal cardinal prefetto,
adjutor s. pai. magistri, sed ipse- con un chierico di camera per pre-
mel officium dicti mngistri piene sidente. Siccome maestri di stra-i

exerceat ". Tia quelli che scrisse- de sono succeduti in alcune attri-
ro sui p. maestri del sacro palaz- buzioni agli antichi Edili, di que-
10 apostolico, sono principalmente sti magistrati romani daremo pri-
a nominarsi. Vincenzo Maria
Il p, ma un cenno Gli edili erano
.

Fontana domenicano: Syllahus Ma- magistrati romani, che vegliavano


^islrGìum sacri patalii Jpostolicij ai pubblici edifìzi, alle feste, ai
Ilonia ex typographia Nicolai An- giuochi, agli spettacoli, per cui an-
geli Tinassi i663. II p. Giuseppe che ne facemmo parola.
altrove
Catalani prete dell'oratorio di s. Erano cos\ ab acdibus
chiamati
Girolamo della Carità: De Magi- ciirandis, perchè avevano cura dei
Siro sacri palatii Apostolici libri templi e degli edifizi pubblici. Vi
duoj quorum alter originemj prc' erano due sorta di edili che cam-
rogalivaSf ac niiinia, alter eoruni bia vansi ogni anno, cioè curuli e
sentili continetj cjui eo iimnere ad plebei, due per ogni sorta. I ple-
liane usane dieni donati faere ^ Ro- bei, ch'erano tratti dalle famiglie
maeiySi, typis Antonii Fulgoni. plebee, furono istituiti verso l'an-
MAESTRO DELLE STRADE DI Ro- no di Roma 271, ed avevano cu-
MA. Magisler vel curator viarum la di tutto quello che dai tribuni
almae ìjrbis. Nobile romano, inca- veniva loro allìdato; perciò e per es-

ricato d'invigilare alla nettezza del- sere stati istituiti con loro in un ai
la città; a presiedere in turno al- comizi, furono anche detti compa-
l' iuoudumenlo della piazza Nuvona, gni de' tribuni. Erano ordiuariu-
aio MAE MAE
mente incaricati di conservare i sorieri, ed in molto ai maestri del-
Iwgni; di far pulire e riparare gli le Slrade di Roma (Fedi). Per
acquedotti, le chiaviche e le stra- essere edile bisognava avere tren-
de ; di custodire i decreti del sena- tasette o trentotto anni; e l'edilità
to, e le ordinanze del popolo det- era il primo gradino per salire alle
te plebisciti^ nel tempio di Ceiere; altre cariche più eminenti nella re-
d' impedire le usure, e di visitare pubblica, secondo la legge delle
le bettole per prevenire i disordi- dodici tavole riportata da Cicerone
ni. Ma gli edili curnli , che sce- nel terzo libro delle leggi capo IH;
glievansi dalle famiglie patrizie, e- ed era necessario che fra la cari-
lano incaricati di aver ciu'a dei ca di edile e quella di pretore vi
templi, de' teatri, de' giuochi, delle corresse l'intervallo di due anni.
piazze, de' mercati, de' tribunali di Vi furono ancora due altri edili
giustizia, delie mura della città, ec; creati l'anno 709 di Roma da Giu-
di assegnare a ciascuno il suo luo- lio Cesare per l'annona. Questi
go agli spettacoli, d' impedire ogni magistrati, detti in latino Cereales,
disordine, e di fare tiittociò ch'era da Cerere dea dell'agricoltura, a-
necessario pel mantenimento e or- vevano cura delle vettovaglie, dei
namento della città di Roma. Vi pesi e delle misure; fissavano il
erano altresì degli edili curuli, i prezzo alle derrate, e faceano get-
quali facevano esaminare i libri, tare nel Tevere le mercanzie e
specialmente quelli contenenti ope- tutte le derrate, eh' erano guaste
re teatrali, prima che fossero rap- o corrotte, o che non erano di
presentate: le pagavano, e davano buona qualità. Benché gli edili del
ilpremio agli attori che aveano popolo romano fossero magistrato,
meglio rappresentato il loro per- non aveano la vocazione se non.
sonaggio. L'edilità era una delle, di ordine del tribuno della plebe,
grandi magistrature che chiamavan- e potevano chiamarsi in giudizio
si ciiriileSj perchè coloi'O che la dai privati, ne conducevano litto-
esercitavano vestivano la toga pre- ri, né viatori, ma si servivano dei
lesta, e si facevano portare e sta- servi pubblici. Con tuttociò si sti-
vano assisi sopra sedie così chia- mavano - sacri, come con Catone
mate; erano queste d'avorio con afferma Festo, e questo consisteva
le gambe incurvate e molto alte, che ninno poteva fargli ingiuria
e con molti gradini, ed a guisa di senza riceverne severissimo castigo.
Ufi trono. I primari magistrati ave- Vogliono molti, che questo magi-
vano diritto di servirsene non so- stratosia durato sino al tempo
l;i mente nelle proprie case, ma o- dell'imperatore Costantino il Grao-
vunque piaceva loro di farsi por- de, benché con qualche mutazio-
tar dentro, o di farsele trasportare ne proseguisse.
appresso di loro stessi : la sedia Fu in ogni tempo e presso ogni
curule e la toga pretesta, proprie colta nazione risguardata la cura
flegli edili curuli, erano vietate agli delle pubbliche strade, come uno
edili plebei. Le funzioni degli edi' degli oggetti più interessanti. I
li corrispondono in qualche modo maestosi avanzi delle antiche stra*
a quelle de'podestà, de'luogotenen- de, ed altri monumenti di simile
ti di polizia, degli scabiui^ de' te- natura, malgrado le ingiurie di taa-
MAE MAE 22 1

ti secoli, formano tuttora sorpresa simi venivano eletti, finche Martino


ed attestano non meno la potenza, V creato Papa nel ìf\ i
7, imponeiìdo
che Ja saviezza del gran popolo ro- fine al lunghissimo scisma, applicò
mano Sì vuole che
. nei primi l'animo a stabilire con ottime isti-
tempi i re ne riserbassero a sé la tuzioni tutte le parti dei dominii
sopraintendenza,e nella repubblica, della santa Sede, e colla costitu-
come abbiamo detto, questa sor- zione Etsi in cuuclarwn orbis, dei
veglianza venne attribuita agli e- 27 febbraio i425, Bull. Rom. tom.
dili curuli, ed ancora ai censori, Ili, par. li, p. 4^2, reintegrò l'an-

altri magistrati romani , stabiliti tico officio e la giurisdizione dei


principalmente per riformare i co- maestri di strade di Roma e suo
stumi e correggere gli abusi che distretto, non che gitlò i fonda-
eransi insinuati nella repubblica: menti sui quali i di lui successori
i nostri capi di polizia fungono costituirono la giurisdizione dei tri-

delle incombenze, che corrispondo- bunale delle strade, che dall' arbi-
no in qualche modo a quelle di trio de' cavalieri maestri di strade
questa carica, e potrebbero essere passò alla tutela del cardinal ca-
chiamati censori de'costumi. I cen- merlengo e camera apostolica; fu
sori ogni cinque anni si creavano quindi soggetta ad una congrega-
in numero di due, spettando loro zione di cardinali, indi sottoposta
tra le altre cose la sorveglianza al preside chierico di camera, e fi-

sulle pubbliche strade interne ed nalmente attribuita nominata alla


esterne, sui ponti, e sugli acque- prefettura generale di acque e stra-
dotti. Per la prima volta furono de, come dicemmo all'articolo Con-
istituiti l'anno di Roma 3 io, e di GBEGAZIONE DELLE ACQUE, CÌtaudo
famiglie patrizie; in seguito uno ivi alcuni de' molti articoli relativi
fu scelto da esse, l'altro da quelle a questo importante argomento.
plebee, e durò siffatto magistrato L'officio edilizio dunque, trala-
sino al tempo dell'imperatore De- sciato per le fiere vicende de'tem-
cio. Oltre agli edili ed ai censori, pi, massime nella residenza de' Pa-
furono successivamente istituiti an- pi in Avignone dall'anno i3o5 al
cora particolari curatori a varie 1877, e in quella instabile di Roma
strade di maggiore
importanza dalla seconda epoca a Martino
prendendoli dalle famiglie le più V, destituito ormai di qualunque
cospicue, con facoltà molto estese. fondamento di legge, e prossimo
Di questi curatori frequenti sono quasi a mancaie, ricevè vigore
nelle iscrizioni antiche le memorie dalia citata costituzione, ed in più
ritrovate nelle consolari, le quali ampia forma di magistratura fu
ci additano in quanto onore si ri- ridotto. Imperocché con tale co-
tenessero dai romani coloro che stituzione le strade, le piazze, le

destinati erano alla cura delle stra- mura, i stillicidi, i tavolati, i pon-
de. E cosa indubitata che la digni- ti, gli acquedotti, i predi subur-
tà edilizia, non per stabile dispo- bani, le vigne ed annessi furono
sizione di leggi, ma a seconda del- assoggettati alla giurisdizione dei
le circostanze passò in potere del cavalieri maestri, i quali di già
senatore e conservatori di Roma, erano soliti a giudicare le cause
e di quei magistrati che dai mede- de' confini, e servitù de' predi. Que-
111 MAE MAE
sii maglslrati in origine erano due gnliva, die non potessero essere
soltanto, e presso di essi risiedeva costretti a rendere conto della lo-
tutto il potere edilizio. Appartene- ro amministrazione a magistrato
va la loro elezione al Papa, ed veruno. Queste cose furono conler-
era in di lui facoltà mantenerli mate ed ampliale da Eugenio IV
nell'esercizio della loro carica per immediato successore di Martino
quel tempo che a lui piaceva, ma V, da Paolo 11 col decreto del
regolarmente mutavansi ogni anno, cardinal camerlengo Scaraiupo Mez-
In seguito la loro permanenza nel- zarota de' 7 settembre i4^4j ^ ^^
la carica venne fìssala ad anni due; Sisto IV a' i3 gennaio 1480, con-
ma nel 1828, per disposizione di forme apparisce dall'editto del car-
Leone Xll, si stabilì che siffatta dinaie camerlengo d' Estouteville,
magistratura durasse per anni tre, nel quale si dichiara che le cose
senza diritto a conferma. Già sot- e persone ecclesiastiche debbano es-
to Clemente XI scorgendosi che sere soggette alla giurisdizione dei
due soli cavalieri maestri di slra- maestri, non che dalla costituzione
de non potevano accorrere a tut- del medesimo Sisto IV, De /tire
te le incombenze relative al loro of- congrui^ emanata pure nel 1480, e
flcio, si pensò di accrescerne il nu- confermata da Alessandro VI nel
mero ad altri due, e dividere in i49^' Al qual proposito può os-
quattro l'appannaggio stabilito per servarsi il trattato di Bardo inti-
tal carica. Sebbene, come abbiamo tolato De magistralu viariim^ e
notato , la magistratura durasse Brugiotti nella sua epitome jarìs
un anno, quindi due, e poscia tre, viatum, dove al capitolo Hi si
ciò nondimeno bene spesso avveni- studia di dimostrare con un anti-
va, che fosse protratta ad un tem- co documento che porta la data
pò più lungo in circostanza di degli 8 novembre 1280, che il

qualche avvenimento occorso du* magistrato delle strade spiegava la


rante la loro gestione. In fatti, in sua giurisdizione anche relativa-
occasione di nuovo Papa, di nuo- mente ai chierici, fino dai tempi
vo segretario di stato, di nuovo di Nicolò III del 1277. Né è puu-
senatore di Roma, sempre ne fu- to da meravigliarsi che privilegi i

rono accordate le proroghe, lo che ecclesiasticivenissero con tali co-


egualmente accadde nella venuta stituzioui abrogati, perocché Pou- i

iu Roma di qualche sovrano nella tefici che le accordarono, e il cui


sua propria qualifica, nella nascita esempio seguì poi anche Leone X,
di qualche figlio d'un nipote del preposero al tribunale delle strade
regnante Pontefice, ec. il cardinal camerlengo; di maniera
Nella costituzione di Martino V che colla mista sua dignità eccle-

la mano regia viene denominata siastica e civile abbracciasse la giu-


via regia^ e fu accordata ai giù- risdizione dell'uno e dell'altro fo-

dicati dei cavalieri maestri di slra- ro. Quindi è che i cardinali ca-
de: un particolare officio notarile merlenghi furono soliti di emanare
venne attribuito al loro tribunale, delle ordinazioni intorno al tribu-
e concessa loro la facoltà di no- naie delle strade, come può veder-
minare gli officiali subalterni, ed si nel decreto pubblicato con au-
inoltre fu loro accordato la prero- torità di Alessandro VI nel 149^»
MAE MAE 223
nei quale viene stabilifo, doversi munita ecclesiastica revocò le di-
altendere le sentenze anche di un sposizioni de'suoi predecessori, colle
solo fra i maestri delle strade, quali le cose e persone ecclesiasti-
purcliè avesse udito il voto di un che venivano sottoposte al tribu-
collega, ed il parere dell'assessore. nale delle strade, e ripristinò l'os-

Opinando poi Paolo IH che vieni servanza del diritto comune ossia
maggiormente la tutela de' chieri- canonico, mediante la costituzione
ci dovesse essere stabilita iti qiie« y4d hoc nos, V idus aprilis 1571.
sta specie di giudizi, mentre ordi- Gregorio XIII tolse questa discre-
nò provvidamente alcune cose in- panza di costituzioni, la quale sem-
torno alle appellazioni dalie senten- brava in qualche modo imbaraz-
ze del tribunale delie stiade, volle zare la coscienza de' giudici, e sta-
aggiungere al medesimo tribunale, bilì delle formule ed eccezioni
quante volte i chierici lo richie- colle quali le cause ecclesiastiche
dessero, il cardinal vicario di Ro- venissero rettamente definite, con
ma. Circa le quali cose sono da la costituzione Quae publice iitilia,

vedersi i sumnjentovati Bardo e kal. oclobris 1574. Sotto il di lui


Brugiolti, Giulio 111 per provvede- pontificato furono nuovamente com-
re alla cassa del tribunale, onde pilati e da lui sanzionati gli statuti

far fronte alle spese necessarie per di Roma, e nei medesimi fu esposto
gli operai, carrette e cavalli inser- e determinato ne' suoi limiti l'ofii-

vienti alle strade ,


prescrisse che i cio de' maestri delle strade. In or-
bottegai, compresi quelli i quali dine a ciò, oltre i sullodati Bardo
esercitassero arti in luoghi immu- e Brogiotti, merita di essere letto
ni e nelle case de'cardiuali, pagas- quanto riferisce il cardinal De Lu-
sero ogni anno quattro giuli agli ca nella sua Relazione della curia
esattori da deputarsi dai maestri romana, ed il Costantino ad sta-
delle strade, invece dell'aulica tas- tiiliim Urbis annot. 22. La camera
sa the dai medesimi si pagava al apostolica, in forza del decreto di
tribunale delle strade j ed inoltre Sisto IV, il c|uale avea preposto
ordinò, che i maestri delle strade al tribunale delle strade il cardi-
nel fine di ciascun anno, o almeno nal camerlengo, ed in virtù delia
nel fine della magistratura, rendes- costituzione di Giulio III, colla
sero il conto di questa tassa nella quale si sottometteva al sindacato
camera apostolica ai di lei chieri- della stessa camera l'annua ammi-
ci e presidenti : questa costituzione nistrazione de' maestri delle strade,
fu impressa in Roma nella stampe- aveva di già cominciato a com-
ria camerale nel 1 769. prendere ha i limiti della sua giu-
Pio IV colle costituzioni Quurn risdizione la cura delle strade. Alla
ab ìpsoy VI kal, j ulii 1 562 ed In-
, quale volendo piìi accuratamet»te
ter multiplices, XI kal. septembris provvedere in seguito, ebbe in co-
1 565, assoggettò alla giurisdizione stume di preporvi uno de'suoi chie-
del tribunale delie strade le cause rici di camera col titolo di presi-
tutte dell'arte muraria e degli e- dente delle strade ; la quale cari-
sercenti la medesima^ e confermò ca,com'era usanza di que' tempi
la costituzione di Sisto IV; ma s. anche negli altri offici di caniera
Pio V acerrimo difensore dell' im- non si conferiva perpetuamente ad
2^4 MA.E MAE
alcuno, ma ciascun anno a sorte XXXT, riferisce che ai Xlll rioni
passava da uno all' altro chierico di Roma aggiunse quello di Bor-
eli camera. Giustamente pertanto go, e ai due maestri di strade ne

osserva Bardo, che agli edili cu- aggiunse dodici ( non pare che poi
ruli successero i maestri delle stra- questa disposizione sussistesse ), ac-
de, ed a questi la camera aposto- ciocché ogni rione avesse il suo
lica, le cui veci adempiva il pre- maestro, per attendere a tener pu-
sidente delle strade. La giurisdizio- lite le strade, e sopraintendere alle
ne della camera e de' di lei chie- fabbriche ; volle però che due di
rici, si trova definita nella costitu- essi fossero dottori in legge, eletti
zione inedita di Clemente VII. Fra a pieni voti dagli altri, assegnando
gli altri ofllci ad essi si attribuisce a questi dieci scudi il mese, e agli
il diritto sulle pubbliche strade, tan- altri meno. Alla giurisdizione di
to di Roma, che delle altre città. questa congregazione furono assog-
Risulta poi dai libri delle propo- gettate non solo le strade di Ro-
sizioni camerali de' 5 e i3 marzo ma e distretto, ma le altre anco-
i535, che i maestri delle strade ra di tutto lo stato ecclesiastico.
doveano consultare chierici di ca- i Però non lungamente la congrega-
mera sopra quelle cose le quali si zione sostenne ; ne il
l' incarico
contenevano nelle bolle di Sisto cardinal camerlengo curossi gran
IV, Alessandro VI, Giulio II, e fatto di mantenere la sua giurisdi-
che non potevano prender possesso zione sulle strade ; riservando a sé
della loro carica, se non dopo pre- il diritto soltanto nelle cause eccle-
stato il giuramento in camera. siastiche de /are congrui. Di ma-
Sisto V affinchè alla celebrità niera che le attribuzioni edilizie
della metropoli del cristianesimo passarono intieramente al prelato
corrispondesse un aspetto
ancora preside delle strade, il quale non
magnifico, per maggiormente prov- più si estrae a sorte, ma viene
vedere alla cura delle strade ne bensì dal Papa rivestito di questa
commise la sopraintendenza alla illustre e veramente curule digni-
suddetta congregazione di cardina- tà. In virtù di questa il presiden-
li da lui istituita 12 kal. Jan. i588, te avea diritto di fare tutto ciò
la quale si adunava indistintamen- che in qualche modo poteva essere
te col presidente e maestri delte espediente a tutela delle strade. Le
strade, tesoriere, commissario della cose più leggiere e dipendenti dal-
camera, conservatori e priore dei l'ordinario esercizio della sua cari-
caporioni di Roma, deputato delle ca le eseguiva di propria autorità;
strade del popolo romano, deputa- le più gravi ed estraordinarie ve-
ti delle acque Vergine e Felice nivano da esso riferite al Pontefi-

( delle quali acque parliamo pure ce, all'oggetto d' impetrare facoltà
all'articolo Fontane di Roma. ), ed particolari: ad esso spettava convo-
interessenza del fiscale del Campi- care le congregazioni, nelle quali
doglio, ed architetto. Ciò rilevasi hanno parte i maestri dell^ strade,
da un libro delle congregazioni, e- il procuratore fiscale, ed altri mi-
sistente nell'officio delle strade, e nistri del tribunale; distribuire gli
del 1594. Qui noteremo, che il uffici fra gli stessi cavalieri maestri,
Novaes nella vita di Sisto V, § attribuendo a ciascun de' medesimi
MAE MAE 21^
differenti sezioni di strade, le quali strato non conferito dal Campido-
dalle porte o regioni di Roma ri- glio ma dal Pontefice, di due maestri
ceverono la loro denominazione ; di strade e ponti di Roma, cosi den-
promulgare editti, comminare pene, tro come fuori di essa, delle mura
chiamare in giudizio con amplissi- della città e fabbriche pubbliche, e
ma giurisdizione. I giudizi civili so- giudicano sopra i confini de' predi
leva lasciarli alla cognizione del suo urbani come rustici. Sì conferisce
uditore, il quale surrogato all'an- sempre ai gentiluomini di prima
tico assessore de' maestri , riteneva nobiltà, di età matura e di buond
il tribunale ( siccome gli altri udi- fama.Fu questa carica antica ro-
tori de'presidenti chierici di came- mana chiamata Aedìlilia^e chi l'am-
ra ) nella sala della curia romana ministrava Acdilis, de'di cui edit-
o Innocenziana, donde in giorni de- tiabbiamo un titolo intiero nel
terminati giudicava le cause, ben- Corpo civile. Hanno parimenti cu-
ché quelle di maggior rilievo tal- ra degli acquedotti e fonti di Ro-
volta si esaminassero innanzi lo ma, che sono in quantità grandis-
stesso presidente. I giudizi poi cri- sima, non solo pubbliche ma pri-
minali, ne' quali la pena si esten- vate. Ai medesimi spetta ancora la
deva sino alla galera, si esercitava- cura de' ponti di Roma e circou'
no dall'uditore criminale e di lui vicini, come cosa annessa alle stra-
sostituti. de. Il tedesco per segnale di uno
Non taceremo quanto il Luna- stato ben governato addita le stra-
doro a p. 76 della Relazione del- de, i ponti e gli orologi ; che se
la corte di Roma, stampata nel queste tre cose vanno bene, si deb-
1646, dice dei maestri di strada bo argomentare che vada bene il
di Roma. » Vi sono pure in Cam- governo ".
pidoglio li maestri di strada , nel Il suddescritto impianto del tri-

quale maestrato intervengono due bunale delle strade, formatosi per


gentiluomini romani con un asses- disposizione di vari Pontefici, rice-
sore, eh' è dottore di legge, e loro vè il compimento da Innocenzo
notaro. L' offìzio de' quali è di ri- XII, colla costituzione Sacerdotalis
sedere e tenere accomodate le et regia e Urbis, de' 28 novembre
strade e ponti, e terminare le dif- 1692. La sostanza della medesima
ferenze che sopra ciò nascono. Ve- è la seguente. Si abolisce l' oflicio
dono le cause di controversie, che di assessore de' maestri di strade.
si muovono fra vicini nell' edifica- Il tribunale del camerlengo è in-
re, nell'appoggiare, in far finestre, caricato di giudicare privativamen-
in voler esser preferito in comprar te le cause de fure congrui: dal
case, e simili.L' offìzio de' maestri medesimo si appella al preside del-
di strade vale cento scudi il mese le strade, e da questo alla camera.
per ciascun maestro, e sono dichia- I maestri possono nell' atto delle
rati con breve di
in quella carica visite irrogare la pena pecuniaria
sua Santità, dandogliela a suo be- e del carcere, presiedere alle stra-
neplacito, e portandosi bene non de, scegliere e rimovere gli archi-
si mutano ". Nel medesimo secolo tetti, capi maestri e muratori. Al
fiori l'Amidenio, ed ecco quanto preside si attribuisce la facoltà d'i-
scrive. M Vi è in Roma un magi- scrivere e cassare dal ruolo de'mi-
VOL. XLI. i5
12(5 MAE ivi A E
nìstri cìel tribunale, il procuratore minìstraziune delle strade, e rinno-
fiscale, il computista, V esattore, il vò la prescrizione, in forza «Iella
cursore, i commissari delle strade, quale monsignor presidente fosse
il bargello e i di lui ministri, senti- tenuto di consultare la congrega-
to il parere de' maestri. Si attri- zione del tribunale ed i cavalieri
buiscono alla cassa del tribunale i maestri, specialmente sopra gli ap-
proventi di piazza Navona. Sì re- palti da formarsi, i riparti di tnsse,
vocano le immunità privilegi e ,
le nuove riparazioni, ed altre cose
r appellazione in sospensivo nelle di maggior rilievo. Dipoi col motu-
cause delle strade. Si conferma la proprio de' 6 luglio 18 16, si ope-
prescrizione triennale sulla perce- rarono diverse variazioni nella pre-
zione delle strade. L'elezione del sidenza delle strade, massime sulla
presidente, che prima si eslraeva giurisdizione civile e criminale, ed
a sorte tra i chierici di camera, si il sistema amministrativo, venendo
riserva al Pontefice. ì maestri non tolta al presidente la giurisdizione

escono contemporaneamente di ca- criminale, ed abrogata la civile.


rica, ma uno di loro pratico del- Con altro motuproprio de' 23 ot-
l' rimane ciascun anno
oflìcio si ;
tobre 181 7, Pio VII stabilì un
prescrive la forma degli appalli, nuovo impianto alla presidenza del-
che sono da stipularsi nella congre- le strade, sull'amministrazione e
gazione settimanale , nella quale è regolamento dei lavori pubblici di
esposta la tabella degli emolumen- acque e strade sul regolamento
,

ti dovuti ai ministri del tribunale. pei lavori idraulici, e sopra l'isti-

Sì ordina i libri degli esattori. wSi tuzione e regolamento del corpo


prefìgge l'annuo onorario de'cava- degl' ingegneripontificii di acque
lieri maestri in scudi quattrocento, e strade. Finalmente Pio VII ai
e si dà la facoltà di diramare gli IO dicembre 18 18 pubblicò altro
ordini ed istruzioni per lettere ai motu-proprio intorno alla conser-
governatori e comunità, anche fuo- vazione e rinnovazione delle strade
ri del distretto della città, fin dove urbane da farsi dalla presidenza,
si estende la giurisdizione del tri- non più dai padroni dei fondi ur-
bunale delle strade, non però nel- bani, per consuetudine invalsa da
le cose giudiziali. Con altra costi- remoti tempi, e confermata da Be-
tuzione yéd romani Pontificis , dei nedetto XIV. 11 presidente delle
IO agosto 1698, Innocenzo XII strade venne stabilito anche nelle
restituì alla camera il provento di urbane capo dell' intiera ammini-
piazza Navona. Clemente XI poi strazione, coll'aiuto de'due consigli
con chirografo de'3o maggio 1704, amministrativo e di arte ,
questo
approvando la costituzione del pre- composto degli ingegneri, l'ammi-
decessore, stabilì quattro maestri di nistrativo costituito de'quattro mae-
strade in luogo di due, dividendo stri delle strade, dell' ingegnere i-

tra loro l'onorario stabilito agli an- spettore residente in Roma, del fi-

tichi. Con queste disposizioni si per- scalcj colla presenza del segretario
venne fino ai nostri tempi, quindi della presidenza, venendo
poi ag-
Pio VII colla costituzione Post diu- giunto commissario della reve-
il

tiirnas, de' 3o ottobre 1800, nuo- renda camera. II consiglio ammi-


ve prescrizioni emanò circa l' am- nistrativo venne incaricato a fissa-
MAE MAE 227
re le »omme da pagarsi da quelli sproni , cintura e spada dorata , a
che n Teano il peso di riparare e cavallo con valdrappa di velluto
lìiantcnere le strade; ad eliminare nero e trine intorno di seta nera,
r ingombro abusivo delle strade, e stalle dorate, e ciascuno avea a-
iDiintiMierne la nettezza, regolarne la vanti due staffieri vestiti a livrea
illumina/ione, conservare lì nomen- con berretta di velluto creraesino,
clatura delle strade e In onmeia- e casacca di saia di rose secche
«ione degli edifizi, ed unito al con- bardata di velluto turchino e gial-
siglio di arte esaminare gli appai» lo, con frangie di talfettà bianco,
li e i regolamenti sui lavori e co- con cosciali d'oro sani, con cinque
modità delle strade. Venne distri- fascie del medesimo velluto senza
buita la città in quattro riparti^ ed cappie, con fodero di spada , cin-
a ciascuno preposto un cavaliere tura e scarpe gialle, che rendeva-
maestro delle strade, un ingegnere no bella vista. I cavalieri maestri
ed un aspirante, i quali esternano di strade , decorosamente sino al
i loro paieri sui ricorsi. j\el rego- 1775 inclusiv«^, intervennero alle
lamento del Papa Gregorio XVI pei solenni cavalcale pei possessi dei
lavori pubblici di acque e strade, Papi, e del modo
riporteremo al-
degli 8 giugno [833, che affidò cuni esempli, eh' estrarremo dalla
alla prefettura generale, nel titolo raccolta delle descrizioni che fece
XI li si dice. La sopra intendenza di tali possessi il Cancellieri. La
all'illuminazione della città, ed al- prima menzione la trovo in quello
la nettezza delle strade di Roma di Gregorio XIII nel
1572, ove si
e tlelle fonti pubbliche, sarà par- legge.Iduo magistri viarum habe-
ticolarmenle affidala dal cardinal bant rubones iisfjne ad genua de
prefetto a monsignor presidente teletta nari in campo turchino. Nel
chierico di camera, presso il quale possesso preso nel iSgo da Gre-
i signori cavalieri maestri di stra- gorio XIV si legge ch'egli caval-
de, ed i signori cavalieri deputati cava in mezzo ai paggi , co' quali
agli acquedotti continueranno ad camminavano i maestri di strada
esercitare le loro incombenze edi- con robboni e berrettoni di vel-
lizie. luto in mano, chiamati Aediles
Nell'ingresso solenne che fece in ciirules.Nel possesso del i6o5 Leo-
Roma iSyi Marc'Antonio Co-
nel ne XI andò in lettiga in mezzo ai
lonna, per ordine di s. Pio V, do- due maestri di strada ; ed in quello
po gli schiavi turchi e gentiluo- i pure del i6o5 di Paolo V, che
mini, cavalcavano due maestri di i cavalca una chinea, camminavano
strade di Roma, seguiti dai sinda- a piedi dalle bande i due maestri
ci e scriba, scriba senaliis. Ince- di strada con cappotto di velluto
devano i due maestri con berrette nero. In quello del 1621 di Gre-
alla ducale con faldoni tagliati, co- gorio XV ne intervenne un solo,
me si usava anticamente, di vel- che camminava presso la lettiga del
luto di color rose secche, con rob- Papa. Nel i644 pel possesso d'In-
boni fino al ginocchio, con casac- nocenzo X, vicino alla sua lettiga
che alla spagnuola, con calze di seta pedestre? incede bant duo magistri
ad oro di seta dello stesso colore, viaruni dd. Serlupis et Verospius^
eoo scarpe trapuntate di seta con rubonibus amplis, ex villoso nigro
aiS MAE MAE
decorati; il primo a destra, il se- Sopra i cavalieri maestri di stra*
condo a sinistra della lettiga.
Vicino da di Roma, scrissero: Marc'Anto-
eziandio a questa nel i655 anda- nio Bardi, Facultntes mogiatralus
rono i due maestri per Alessandro curatoruni viarum aedìficionunque
VII, vestiti con robbone di vellu- puhlicoriwi et privatoruni alniae
to nero sino al ginocchio. Nel pos- Urbisj Aediliuni curulium antiqui»
sessod'Innocenzo XIIl del 1721, tus nuncupatiy et olini a Martino
come successore di Clemente XI, PP. Vjuxla antiquam institutionem
che a quattro avea stabiliti i mae- restituii, ac a successoribus con-
stri di strada^ tanti andarono in- firmati; cuni ejusdeni magistratus,
torno alla lettiga, ed in robbone. suorumque officialiuni brevi juris-
Finalmente i quattro maestri di dictionis descriptione, Romae apud
strada intervennero ai due possessi Ant. Blasium i566. Tractatus prò-
di Clemente XIV nel 1769 dai thomisaeusy sive congrui ad inter-

lati del suo cavallo, in robboni di pretationeni bullaruni ,


constitutio-
stoffa VI nel 17 j
nera, e di Pio nuniy aliarumque litterarum apostO'
in cui facevano corteggio ezian-
gli Ucarunt super aedìficiis construen-
dio in robboni di stoffa nera. E- dis decoreni almae Urbis, Ro-
ad
gualmente col pontificato di Pio mae i565. Alexander Brugiotti,
VI terminarono i Papi di recarsi Juris viarwn, et nominum, pra-
con nobilissima cavalcata alle quat- xim rei aedilis coniprehendens, et
tro cappelle dell'Annunziata, s. Fi- aliquid de immunitate , Romae
lippo, Natività e s. Carlo, ed an- 1669. Monsignor Nicolai , Sidla
che in queste funzioni incedevano presidenza delle strade ed acque
i maestri di strada in robbone ne- ec. Roma 1829. A pag. i5i e
ro dai lati del Pontefice. Che i seg. del tora. II riporta l'interes-
maestri di strada nella processione sante elenco de' maestri delle stra-
del Corpus Domini portano le aste de, cominciando da Antonio Palo-
del baldacchino del Papa per un sio Mario Maffei del 1567, fino
e
tratto di strada, lo dicemmo al voi. a Ferdinando de Cinque, e Fran-
IX, pag. 58 del Dizionario: quan- cesco Cioja del 1829. Quanto al
do però la processione passava per tempo anteriore egli nota, che nel
s. Giacomo Scosciacavalli, maestri i i4o6 fu deputato difensore delle
di strada e i ministri del tribu- strade Metavio domicello romano;
nale sostenevano le aste dal pa- nel 14^5 furono eletti maestri del-
lazzo Accoramboni fino a detta chie- le strade e fabbriche di Roma Nico-
sa; ed all'articolo Maggiordomo la Porcari e Marcello Capodiferro;
parlammo degli incarichi che dava nel 1 5o3 fu onoralo del titolo di
il prelatomaestri di strada, do-
ai revisore delle strade fuori della città
po aver percorso in cavalcata i luo- Dantardito Benedetti ; nel 1 5o4
ghi dove passava la suddetta pro- Francesco Schiattenzi fu nominato
cessione. Nel medesimo volume a p. commissario per la costruzione del-
120 parlammo del giuramento che i le strade fino al XX miglio da
nuovi maestri di strada facevano in Rom»; nel i5o6 Giacomo Alberici
cappella pontificia al Papa, per il e Girolamo Piceni , e nel i56o
loro uffizio : al presente lo fanno Cesare Giovenale Manetti, furono
nelle mani del cardinal camerlengo. maestri delle strade; nel i566 ven-
MAF MAF 229
nero richiamate le facoltà de'com- Maffei rinunziò nel i549 al cardi-
niissari; nel i568 con motu-pro- nal Michele Sylva portoghese, al-
piio pontificio ebbe origine la con- lorché fu trasferito alla chiesa di
gregazione di quattro cardinali, i Chieti, a cui nel tempo stesso fu
quali presiedessero ai porti del Te- unita r amministrazione di quella
vere, alle mura della città, ed ai di Caserta. Essendo nell'età di cir-
maestri delie strade; e nel iSyS ca trenlacinque anni, in premio del
la cura delle strade fu commessa suo distinto merito. Paolo III agli
al celeberrimo presidente Lodovico 8 aprile 1^49 lo creò cardinale
de Torres. L'elenco poi de* presi- prete del titolo di s. Ciriaco. In-
denti delle strade il Nicolai l'inco- tervenne al conclave di Giulio III,
mincia da Nicola Grimaldi geno- che riguardandolo con occhio di
vese del 1693, sino a Luigi dei parziale affetto, lo spedì legalo ad
principi Lancellolti del 1829. Av- Ottavio Farnese duca di Parma
verte inoltre, che nel 1799, nell'ef- presso di cui eseguì felicemente la
fìmera repubblica romana, la ma- sua commissione, dopo la quale fu
gistratura dei maestri delle strade rapito in Roma da importuna mor-
passò ne' così detti edili; che dal te nel i553, nella robusta età di
1800 in poi si ripristinarono i mae- quarant'anni, e rimase sepolto nella
stri in qualità di deputati; e che chiesa di s. Maria sopra Minerva,
dal 1809 al 1814, cioè nella se- nella cappella di s. Sebastiano , di
conda invasione francese, l'edihtà sua famiglia, con brevissimo elogio.
fu presso la mairie. Lasciò nel suo testamento un le-
MAFFEI Bernardino, Cardinale. gato di ottomila scudi da distri-
Bernardino Maffei nacque in Ro- buirsi in limosine. Accoppiò fino
ma da illustre e ragguardevole fa- all'ultimo spirito, colla dignità car-
miglia. Fu uomo di raro ingegno dinalizia, la modestia, la mansue-
e di eccellente e molteplice lette- tudine, la temperanza, la dolcezza
ratura, che lo indusse a visitare le dello spirito e la pietà; virtù che
più celebri università d'Italia, a Io renderono carissimo a s. Igna-
fine di prendere cognizione de'sog- zio Lojola, colquale contrasse sin-
gelti più insigni in iscienza e dot- cera amicizia, che fu al santo di
trina, che tutti lo ebbero in alta gran vantaggio singolarmente per
reputazione, e di goderne poi il chiudere la porta alle dignità ec-
commercio e l'amicizia. Egli me- clesiastiche agi' individui della com-
desimo divenne lepido poeta, insi- pagnia di Gesù da lui istituita.
gne oratore, storico sincero e va- Questo degno porporato divenne il
lente antiquario. Allettato Paolo III soggetto delle lodi di Annibale Ca-
di sua eloquenza, lo diede per se- ro, d'Aldo Manuzio, del cardinal
gretario al cardinal Alessandro Far- Sadoleto, di Pier Vittori e di altri,
nese suo nipote, e poi lo volle nel- che lo esaltarono con grandi enco-
lo slesso impiego al proprio servi- mi. Lasciò parecchie opere, e tra le
gio. Poco dopo gli conferì un ca- altre un'assai elegante storia sulle
nonicato nella basilica vaticana, e iscrizionied immagini delle antiche
Io promosse nel i547 ^^ vescova- medaglie, ed alcune lettere latine
to di Massa e Populonia, cedutogli scritte con istile coltissimo , colla
dal cardinal Farnese, che poi il vita di Paolo III. Il Torrigio, Dg
ii3o MAF MAF
script, cardinalibusy p. io, novera sanladue anni e tredici di cardi-
le seguenti: Commentari um in Ci- nalato. Venne sepolto nella chiesa
ceronis epistolas. Historia de in- di s. Maria sopra Minerva al de-
scriptionihus et imaginibus antiquo- stro lato della cappella gentilizia di
rum numìsmatuni. Orationes et e- s. Sebastiano, innanzi la tomba del
pistolas ìHultas. cardinal Bernardino suo fratello,
MAFFEI Marc* Antonio, Car- con breve elogio postovi dal pre-
dinale. Marc* Antonio MatFei patri- lato Girolamo MalFei suo nipote
zio romano, fratello del precedente, neir occasione che fece restaurare
essendosi lodevolmente esercitato nel la cappella.
governo di parecchie città dello sta- MAFFi:i Orazio, Cardinale. O-
to ecclesiastico, fu ammesso tra gli razio Malfei di antica famiglia ro-
avvocati concistoriali e fatto cano- mana, nipote dei due precedenti
nico della basilica lateranense, e cardinali, ottenuta la laurea nell'u-
poi della vaticana, dopo la morte niversità di Perugia, quantunque
di suo fratello. Destinato
Achille assai giovane, fu da Paolo V an-
quindi da Giulio III nel i553 ar- noverato tra' chierici di camera, e
civescovo di Chieti, in luogo del- poi in età di soli ventisei anni dal
l'altro fratello Bernardino, gover- medesimo , settembre del
agli 1 1

nò l'arcidiocesi con tal fama d'in- 1606, venne creato cardinale prete
tegrità e prudenza,
che volendo del titolo de' ss. Marcellino e Pie-
Pio IV in esecuzione dei decreti tro, 1607 arcivescovo
e nell'anno
del Tridentino restaurare le chiese di Chieti. Ma nel governo di quel-
titolari e diaconie de* cardinali, ed la chiesa, per quanto ne dicono al-

altre chiese di Roma , che per la cuni scrittori, non si diportò con
loro antichità, o per altra cagione quella gravità prudenza e zelo
,

si vedevano minacciare rovina, de- che deve essere propria di un pa-


putò a tal uopo insieme col vica- store d'anime; sci vendo altri che i

rio di Roma e con alcuni altri il si lasciasse adescare dall' amore di


MafFei, che poi da s. Pio V fu in- una dama di quella città, per cui
caricato della nunziatura di Polo- poco vi mancò, come narra l'Amy-
nia, e al suo ritorno eletto pro- denio nelle vite mss. de' cardinali,
sicario o sia vicario di Roma e che non rimanesse vittima de' con-
datario del Papa. Finahnente lo giunti di quella. Questi ne avan-
slesso s. Pio V a*i5 maggio iSyo zarono querela al Papa, il quale
lo creò cardinale prete del titolo chiamatolo a Roma a render con-
di s. Vitale, altri scrivono di s. Ca- to di sua condotta, lagnossi sì for-

listo, così il Moretti. Fu prolettore temente di lui, che giunse ad escla-


de* monaci di s. Ambrogio ad Ne- mare, com'è fama; poenitet me
inus, e prefetto della segnatura dei fecisse honiinenij per lo che veden-
brevi, in luogo del cardinal Flavio dosi il cardinale in disgrazia del
Orsini defunto. Nel tempo però in Papa, consunto ed estenuato dalla
cui riusciva più utile alla s. Chie- malinconia finì in Roma con indi-
sa pei servigi che le rendeva, passò cibile celerità il corso di questa
all'altra vita in Roma nel i583, misera vita nel 1629, ^" ^^^ ^^
dopo essere intervenuto al concia- ventiuove anni, e fu sepolto nella
te di Gregorio XI li, in età di ses- chiesa di s. Maria sopra Minerva,
MAF MAF 23 1

nella tomba de' suoi antenati. Altri i585. Historianim fndìarum libri
poi dicono, che sorpreso in Chicli J:/^/, Firenze 1 588 e Colonia 1589.
da grave malattia si recasse in , Lettere scritte dall'Indie, A versa.
Roma dove lasciò la vita d'anni Vita di Xl^ll confessori antichi
trentadue. Per altro l'Ughelli nel- ed illustri, Brescia 1 59^. Lettere
V Italia sacra t. VI, p. 76(5, affer- de^ padri della società, R.oma. j4 n'-
ma, che per un anno e mesi go- Ha li del pontificato di Gregorio
vernò la chiesa di Ghieti con gran XIIL opera che lasciata imperfet-
zelo e sollecitucrme, e che all'avvi- ta venne continuata e stampata per
so di sua morte
popolo di Chicli il cura di Carlo Cocquelines , Roma
provò acerba doglia, lo che sareb- 174^. Il cardinal Bentivoglio nelle
be una prova non indifferente con- sue Memorie, paragona le opere
tro ciò che è slato dello in disfavore del p. Maffei colla Storia di Fian-
peria memoria di questo cardinale ; dra del p. Strada.
non sembrando verosimile che una MAFFEI Scipione. Marchese d'il-

città ed un popolo volesse mani- lustre ed antica famiglia d' Italia,

festare lutto e dolore per la per- originaria di Bologna, nacque a Ve-


dila d'un pastore negligente e scan- rona 1675. Ancor giovane fu
ìlei

daloso. Tanto riferiscono il Ciac- nominato socio dell'accademia de-


conio, rOldoino ed il Cardelia. gli Arcadi a Roma, poscia mem-

MAFFEl Gio. Pietro. Nato a bro corrispondente dell'accademia


Bergamo^ fu istruito nelle lingue di Firenze, e socio d'onore di quella
greca e latina da Basilio e Cristo- delle iscrizioni e belle lettere di
l'oro Zanchi, ed entrò nella com- Parigi. Si distinse nella professione
pagnia di Gesìi nel i566 d'anni delle armi, ed ancora più nella re-
trenta. Volendo occuparsi della sua pubblica delle lettere che arricchì
Stona delle Indie^ andò in Porto- di diverse opere, fino all'epoca della
gallo ed in Ispagna, dove il re Fi- sua morte che avvenne nel 1^55.
lippo II lo ricevette con molta bon- Quelle che hanno rapporto alle
tà. Qtieslo dotto gesuita autore di scienze ecclesiastiche sono La scieri' :

pregiate opere, fu uno de' migliori za cavalleresca j Roma 17 io. E


scrittori latini per la purezza dello un eccellente trattato contro i fu-
stile e per la bellezza delle descri- rori del duello. Dissertatio de fa-
zioni ; tutlavolla i critici lo tacciano buia equestris ordinis Constantinia-
di debole e languido ne' racconti, ìli contra Gisbertuni Cuperum, Zu-
e poco istruito nelle materie po- rigo 1 7 I 2 e F^arigi 1 7 1 4* Cassio-
litiche e militari, il p. MatFei cor- dori senaloris complexiones in e-
reggeva e limava le sue opere con pistolas et acta Sposto lo rum, et
un'estrema cura, e dicesi ch'era Apocalypsiniy ex vetustissimis meni-
così geloso della sua bella latinità, hranis erulae, Firenze 1721, Rot-
che per timore di alterarla, otten- terdam 1738. Diversi frammenti
ne la permissione dal Papa di re- aggiunti alla nuova edizione delle
citare il suo breviario in greco. opere di s. Ilario, fatta a Verona
Morì a Tivoli 20 ottobre i6o5a' nel i73r. Istoria diplomatica che
d'anni scssanlanove. Le sue opere serve d'introduzione all'arte criti'

sono : Libri tres de vita et mori' ca in tal maniera, ec. con una
bus s. Jgnalii Loyolae , Venezia raccolta di documenti che noQ e-
a3a MAF MAF
rano fino allora mai stati pubbli- lo di ordinare i vescovi. Ricono-
cati. Ragionamento sopra gì' itali sce ciò non pertanto il patriarca
primitivi. La lettera di s. Gio. Cri- giacobila d'Anliochia per suo su-
sostomo a Cesare spiegata. Gli atti periore. Gregorio Abultaragio Bar-
di s. Fermo e di s. Rustico e molli Ebreo, ch'era slato fatto nel 1264
altrimonumenti, Mantova 1787^. mafriano, parla molto a lungo di
Verona illustrata^ Verona lyS^. questa dignità, in C/ironico syriaco
Questa opera, dedicata alla repub- parte III. Credesi che i mafriani
blica di Venezia, è divisa in quat- traggano la loro origine da Gia-
tro parti, prima contiene la sto-
la como Zanzale Baradeo, vescovo di
ria universale di Verona; la secon- Edessa, a cui i monofìsiti, per es-
da la storia letteraria, ed una no- tendere la sua autorità, diedero il
tizia slorica degl' illustri scriltori titolo di metropolitano universale.
veronesi, dal poeta Catullo fino al- Questo prelato essendo andato ia
l'epoca dell'autore; la terza parie oriente, nel 559 creò metropolita-
presenta la descrizione de' monu- no del paese un certo Achudemo,
menti i pili rimarcabili di Verona; di modo
che furonvi da quel tem-
e la quarta tratta degli anfiteatri po in avanti due primati in orien-
in generale, e di quello di Verona te ; uno pei nestoriani, e l'altro pei
in particolare. Quest'opera contie- monofisi ti. È da questo Achudemo,
ne una quantità di osservazioni ve- che Gregorio Bar-Ebreo comincia
ramente solide ed interessanti. La il suo catalogo dei mafriani giaco-
repubblica di Venezia ne attestò la bili. L'Assemani però BiblioL o-,

riconoscenza all'autore, decorandolo rient. t. II, p. 237, osserva che A-

di un titolo cbe non accordasi che chudemo ed suoi successori, Ram-


i

alla prima nobiltà di Venezia, più jesu del 578, e Samuele del 6i4;
con rendite, con immunità e pri- non devono essere messi nel rango
vilegi per lui e per i suoi discen- dei mafriani, perchè non ebbero
denti. Galline antiquitates quaedam una sede fìssa, e perchè invece è
selectae, atque in pliires epistolas Marula del 629 che dev'essere mes-
17 33.
distributae^ Parigi Quest'o- so alla testa dei mafriani, essendo
pera è dedicala a Luigi XV, ed è stato il primo che slabifi la sede
la raccolta delle iscrizioni e de'mo- della sua dignità a Tigrit; laonde
numenti che il marchese Maff'ei a- egli propriamente è il primo cui
vea osservato nel suo viaggio in si dà il titolo di mafriano d'orien-
Francia. Osservazioni letterarie che te, mentre i tre precedenti sono
possono servire di continuazione al qualificati semplicemente come me-
giornale dei letterati d Italia, Ve- tropolitani. 11 mafriano Ignazio Mar-
rona 1737: è uii nuovo giornale co Bar-Chichi ordinalo nel 991, si
in sei volumi, oltre altre opere. fece maomettano nel io 16: ritornò
MAFRIANO. Dignità ecclesiasti- poscia, come credesi, nel grembo
ca dei Giacohiti [Vedi), simile a della Chiesa cattolica. Gregorio Mat-
quella di primate. E inferiore alla teo ordinato mafriano dal patriar-
dignità di patriarca, e superiore a ca Ignazio V
nel i3i7, ebbe una
quella di metropolitano. Il mafria- lettera Papa Giovanni XXI
dal 1
,

no estende la sua giurisdizione sul- che l'esortava ad unirsi in comu-


le chiese d'oriente, ed ha il dirit- nione colla Sede apostolica, come
MAG MAG 233
narra il Rinaldi airanno i33o. Il fiorentino, studiate le leggi nell'u-

p. Le Quien, Orìens christ. t. II, niversità di Perugia, ne ottenne in


p. i533 e seg. riporta la succes- quella di Pisa la laurea dottorale.
sione cronologica de' mafriani gia- Dopo la morte del genitore, tras-
cobiti. Il citato Asseniani poi, Bi- feritosi a Roma nel 1608 per im-
ll, orienl. de rnonoph. t. Il,
dissert. piegare i suoi talenti in servigio
n. 8 in che in oggi
fine, è d'avviso della Sede apostolica, cominciò col-
la dignità di mafriano è circoscritta la vicelegazione di Bologna, in temr
al solo titolo di Mafriano e Cat- pò in cui era legato di quella città
tolico o primate d' oriente. Va pu- il cardinal Maffeo Barberini poi
re avvertilo, che il patriarca elei Urbano YIII. Compila la vicelega-
giacobiti ordinava altre volte i suoi zione, ebbe da Paolo V altri ono-
metropolitani, i quali ordinavano i ratissimi impieghi, e fra gli altri il

vescovi delle loro provincie , come governò della città d'Ascoli, e la


pratica vasi sotto il patriarca legit- vicelegazione di Viterbo. Dipoi sot-
timo d'Antiochia; ma i giacobiti del- to Gregorio XV fu con amplissima
la Siria e d'oriente essendosi uniti autorità stabilito commissario ge-
cogli egiziani, che pensavano come nerale in tutto lo sialo pontificio,
loro, imitarono in seguito la con- e in seguilo avanzato al grado di

dotta dei vescovi della diocesi d'A- ponente, poi segretario di consulta,
lessandria, che facevansi tulli or- nella qual carica da Gregorio XV
dinare dal patriarca di quella città, e dal cardinal Ludovisi furono gli

senza distinzione di semplici vesco- affidali affari di gravissima impor-


vi o metropolitani, e senza aver ri- tanza. Urbano VII! la di cui co-
guardo ai canoni del concilio di JXj- gnata era sorella di Lorenzo, lo
cea, particolarmente al sesto. Quan- destinò segretario delle lettere ai
to al mafriano, doveva essere or- principi, e lo ammise all'intimo se-
dinato dal patriarca, ed egli oidi- greto degli affari più rilevanti e
nava i vescovi della sua diocesi; gelosi del pontificato, e quindi ai
ma venne cambialo nei
tutto ciò 7 ottobre 1624 lo creò diacono
primi dei secolo VII al modo det- cardinale di s. Maria in Aquiro, e
to. Per eleggere il patriarca scel- , poi prete del titolo de' ss. Gio. e
gonsi a pluralità di voti tre indi- Paolo, nella qual dignità ebbe a
vidui; si estraggono i loro nomi a trattare i principali affari della s.

sorte, dopo una breve preghiera ; Sede, con soddisfazione universale.


e quello il di cui nome sorte pel 11 diarista Gigli registrò che que-
primo viene proclamato; se non è sto cardinale pel primo usò i fioc-
vescovo è subito ordinato dal ma- chi rossi ai cavalli, mentre prima
friano alla presenza degli altri ve- i cardinali li portavano neri. IXel
scovi. Deve però egli aver fallo 1628 il medesimo Urbano Vili gli
prima la sua professione di fede, conferì la chiesa di Ferrara e vi ,

la quale viene depositata negli ar- si recò subito per la estrema ne-
chivi della chiesa patriarcale, e di cessità che la diocesi avea del pa-
cui se ne manda una copia al pa- store , attesa 1' assenza de' vescovi
triarca d'Alessandria. antecessori. Avendo la peste e la
MAGALOTTI Lorenzo, Cardi- fame afflitto i diocesani, il cardi-
nale. Lorenzo Magalotti patrizio nale fece spiccare la sua generosi-
^34 MAG MAG
là, procurando loro ogni possibile avello vicino alla scala dell'organo,
coiilòrto e sollievo. Inlrodottisi nel- donde le ossa furono trasferite a-
la diocesi notabili abusi, convocalo vanti l'altare di s. Lorenzo col solo
il sinodo, pubblicò utilissimi decre- nome scolpito sopra la lapide se-
ti per la disciplina del clero, e la polcrale, la quale nel lastricarsi il

rifxjnna del popolo, di cui si con- nuovo pavimento di quella metro-


ciliò la sfiina e l'amore. Fu assi- politana, fu per isbaglio posta alla
duo e rre(|uente nel visitare la dio- tomba del cardinal Macchia velli ,

cesi, seco retandosi in tale occa- innanzi l'altare della Circoncisione.


sione uomini peritissimi e di spe- MAGDEBURGO oMADDEBUR.
rimentalo valore. Voleva da se stes- GO, Magdchur^iim, Parthenopolis,
so vedere ed udire quanto occor- Trophoea Drusi. Città arcivesco-
reva, recando al male quei rimedi vile e forte degli stati prussiani
che gli sembravano più efficaci ed provincia di Sassonia, capoluogo di
opportuni. Ordinò alcune congrega- reggenza e di circolo, lunge ven l'ot-
zioni di uomini non meno pruden- to leghe da Berlino, in una bella
ti che e dotti, per mezzo dei
pii pianura, su alcune eminenze, cir-
quali accrebbe molto lo stato spi- condata da deliziose e fertili cam-
rituale, il buon governo delle chie- pagne. Sta sulla riva sinistra del-
se, e il culto divino nella sua dio- l'Elba, attraversata da due ponti.
cesi. Estese la sua pastorale solle- È sede di una corte superiore di
citudine ancora ai sacri templi, a- giustizia, e residenza di un gover-
vendo fra gli altri ristorata la cat- no militare. Si può dirla una delle
tedrale e r abitazione de' vescovi ,
piazze più forti della monarchia
per la più parie in disordine e pros- prussiana, tanto per la sua situa-
sima a rovina. JNè impegno mino- zione, che per le numerose fortifi-

re mostrò per mantenere illesa la cazioni che la circondano. Si divi-


giurisdizione ed immunità della sua de in cinque parti: il Neustadt,
chiesa, per cui tra le altre cose sos- l'AItstadt, il Neumarkt, ed il Su-
tenne gran litigio col cardinal Giam- demburg, sulla riva destra del fiu-
battista Pallotta legato di Ferrara, me, ed il Friedrichstadt o Thurm-
perchè dalla chiesa di Fossanova, schanze, sulla riva sinistra, che co-
posta fuori delle mura di quella munica parte mediante
coir altra
citlà, erano stati estrani con aperta tre ponti. Sopra un'isola s' innalza
violenza alcuni, e condotti alle pub- la cittadella, che rinchiude un ma-
bliclie carceri, i quali per sentenza gnifico arsenale e vari magazzini.
deliacongregazione di Roma furo- Riedificala nel i63r, è in generale
no nel luogo immune restituiti , e ben costrutta, avendo le strade be-
gli estrattori dichiarati incorsi nelle nissimo lastricate. Fra le pubbli-
ecclesifistiche censure. Volendo in che piazze si osserva quella della
seguito portarsi a Roma per visi- cattedrale, fornita di belle abita-
tare sacri limini, non gli fu mai
i zioni, quella del vecchio mercato
permesso, quantunque ne facesse adorna della statua dell' imperatore
premurosissime istanze. Finalmente Ottone I, ed il mercato del prin-
pieno di menù e virtù morì in Fer- cipe. Tra gli edifizi pubblici con-
rara nel 1637 da tutti compianto, tasi il palazzo ducale, quello della
e fu sepolto nella cattedrale in un giustizia, l'edifizio della reggenza,
MAG MAG a35
la cattedrale fabbricata in pietra Questa antica città originaria ca-
ed a cui sovrastano due guglie, al- pitale del circolo della Bassa- Sas-
tri dicono altissime torri, ed il tea- sonia e del ducato del suo nome,
tro. Le passeggiate sulle rive del- esisteva al tempo di Carlo MagRO,
l'Elba e sui bastioni del principe che prestossi ad abbellirla. Fu as-
sono amenissime. B-incliiude dodici sai aumentata dall' imperatore Ot-
chiese protestanti, tre cattoliche, tre tone I , e regalata come presente
conventi protestanti , cinque ospe- di nozze ad Editta sua moglie, a
dali, due orfanotrofi, una casa di cui (]uesta città è debitrice de' veri
correzione, e molte case di carità, principii di sua grandezza , aven-
un concistoro ed un ginnasio pro- dole accordato delle fiere franche,
testante, un collegio, due scuole di ed avendovi fatto costruire le mu-
commercio, una di ostetricia una , ra ed i .^uoi bastioni. Non si po-
società di medicina, e molte socie- trebbe dire abbastanza quanto que-
tà per le belle arti e la letteratura, sta città soiferse per le guerre ed
una biblioteca pubblica di 20,000 altri non solo prima del re-
eventi,
vohmìi, e fabbriche considerabili di gno Ottone 1, ma anche in pro-
di
cose diverse. La navigazione sull'El- gresso, e dacché fu fortificata, es-
ba divenne importantissima pel com- ponendosi^ alle vicende che seco
mercio di Magdeburgo, dacché il portano le piazze di tal natura, a
congresso di Vienna la liberò di cui' si aggiunsero in progresso le
una parte de numerosi dazi che si funeste tuibolenze de' suoi abitanti,
riscuotevano in luoghi diversi. An- e le religiose opinioni. I wenedi la
che le altre riviere che quivi ven- saccheggiarono molte volte Nel
.

gono a terminare facilitano a que- ioi3 da Boleslao I re


fu rovinata
sta città un gran traffico di spedi- di Polonia. Nel 1 1 80 ridotta in
zione e commissione. E patria di cenere da un incendio; nel. 12 f
diversi uomini illustri, come di Ot- saccheggiala dall' imperatore Otto-
to di Gnerike, celebre per essere ne IV, quindi assediata nel i547
l'inventore della famosa macchina e nel i549' Un tempo imperiale
pneumatica ; del giureconsulto Gior- ed anseatica , fu posta al bando
gio Adamo Struw^e, e del poeta F. dell' impero, ed assediata di nuovo
Schuiz. Conta circa 4^)000 abi- negli anni i55o e i55i, a cagio-
tanti , la maggior parte luterani. ne della protezione che accordava
Favorirono molto a popolarla le ai luterani. JNel 1629 gl'imperiali
turbolenze religiose della Francia sotto Walstein, la assediarono in-
e del Palatinato, essendosi quivi ri- vano durante più di sei mesi; ma
covrati quantità di negozianti e gli stessi, comandati da Tilly la ,

manifatturieri di questi paesi , che presero d'assalto li io maggio i63r,


in poco tempo la ridussero florida e la ridussero quasi in cenere. Le
e commerciante. Nei dintorni si sca- truppe Brandeburgo e di Wei^
di
vano le saline, il cui prodotto si mar l'assediarono nel i635j gl'im^
fa ascendere a 3 0,000 botti ogni periali e sassoni nel i636, e questi
anno. A
poca distanza evvi il mo- la presero per capitolazione, obbli-
ujjstero di Bergen, che ha una bella gando gli svedesi ad evacuarla. In
biblioteca, una collezione di macchi- seguito del trattato di Munster, nel
ne, ed un museo di storia naturale. 164B passò sotto il dominio del-
236 MAG MAG
relellore di Brandeburgo , essendo le reliquie del quale egli qui col-
sialo secolarizzato il suo arcivesco- locò: va avvertito che in quel se-
Yato, dacché i luterani si fortiflca- colo fiorì un altro Adelberto, al-
ro4io in Geimania. 1 francesi vi quanto più giovane di questo, e
entrarono nel 1806 dopo di un vescovo di Praga, il quale alcuni
corto assedio, e fu annessa per confondono con Adelberto arcive-
qualche tempo al regno di Wesl- scovo Maddeburgense e due ne
di
falia,ove divenne il capoluogo del fanno uno. Nella vita di Giovanni
dipnrtimenlo dell'Elba. Onde au- XIII, del Novaes, si legge che ap-
mentare le sue fortificazioni, si de- provò l'erezione fatta nel concilio
molì nel 1812 una gran parte del di Ravenna nel 968 dell'arcivesco-
IN'eustadt e del Sudenburg. In oggi, vato di Magdeburgo, di cui fu fatto
come dicemmo, è capoluogo d'una primo arcivescovo Adelberto mo-
delle reggenze degli stati prussiani. naco di s. Massimo o Massimi no di
La sede arcivescovile ebbe la se- Treveri, ^dell'abbazia di s. Bene-
guente origine. L'imperatore Car- detto, citandosi il Pagi, Crìt. in
lo Magno dopo di aver domato i jénnal. Baron. an. 9(38. Comman-
sassoni fondò un vescovato nell'an- ville scrive, che Ottone 1 trasferì
no 784 a Styde o Scidice, in oggi il vescovato d'Angrie, Angaria, nel
piccolo borgo del paese di Swa- 967 a Magdeburgo, e lo fece eri-
lemburg. Venne poi questo vesco- gere in arcivescovato l'anno 971,
\ato, al dire del Mirco, NoliLìa e- con questi vescovati per suftraga-
piscop-i trasferito a Wallersleven nei Angaria eretta nell' Vili seco-
:

nel territorio di Luneburgo, dall'im- lo, trasferita nel X g Valersleve,


peratore Enrico 1 l'Uccellatore, che indi a Magdeburgo ; Havelsberg
vi elesse per vescovo un sacerdote Brandeburgo, Meisburgo, Naum-
chiamato Marco; in seguito Ottone burgo cui si trasferì la sede di
1 figlio di Enrico I lo trasferì nel Ceits, e Meissen. Il primo arcive-
967 a Magdeburgo, coli' autorità scovo dunque di Magdeburgo fu s.
d'una bolla del Papa Giovanni XIII, Adelberto o Alberto, che dicesi con-
che l'eresse in arcivescovato. Que- sacrato nel 961 , arcivescovo nel
sta erezione è raccontata in pin 968, morto
981, dopo
forse nel
modi. 11 Rinaldi all'anno 971 dice, aver ottenuto dall'imperatore Ot-
che in quest'anno Ottone 1 edificò tone I a favore dei monaci , che
la città Maddeburgense, e con l'au- componevano allora il capitolo, il

torità di Giovanni XllI gii diede diritto di eleggeie il loro arcive-


per primo arcivescovo s. Adelberto, scovo. Gli arcivescovi di Magde-
facendo l'istessa città metropoli del- burgo furono primati della Germa-
la Slavonia , provincia vastissima nia o patriarchi, come Papa Be- il

della Germania, ed abitata dai vi- nedetto VI del 972 scrive in ima
noli detti già vandali; e per opera lettera a s. Adelberto, come affer-
dello stesso principe allora" si con- ma Mirco, che dice avere avuto
il

vertirono vandali. In Maigdeburg,


i successori sino al i5oo, che enu-
aggiunge il Rinaldi, fondò Ottone merò il Cranlzio, citando de rebus
1 un monastero sotto la regola di Magdtburgensibus exstat Andr. ,

s. Benedetto, in onore de' ss. Pietro Werneri, Chronìcon Magdeburgen-


e Paolo, e di s. Innocenzo mariire, s^. S. Adalberto martire vescovo
MAG MAG *37
di Praga, fu allievo di s. Acìelber- posto per sentenza pontifìcia di Gio-
to di Magdeburgo, che gli diede il varmi XXII. Avvisato questi d'un
proprio nome. Il p. Mansi nel suo delitto così atroce, solto|)ose all'in-
Supplcm, alla raccolta cle^ con e. terdetto la provincia di Magdebur-
tom. I, col. I2i3, cita un concilio go, scomunicò gli autori dell'ab-
e
celebrato in questa città nel 999, bominevole assassinio. Pentiti mag- i

da Gisilero che allora n'era arci- deburghesi, domandarono perdono


vescovo. Trattossi in quel concilio al Papa, e ne replicarono suppli-

del ratto di Liutgarda, figlia del chevole istanza cinque mesi dopo;
marchese Echicardo, il quale V a- per cui Giovanni XXII nel iS^G
veva messa nel monastero di Cui- ordinò loro, che nel luogo ov'era
delingebourg. Era Liutgarda stata stato ucciso l'arcivescovo fondassero
rapita dal conte di Turingia Va- una cappella con messa quotidiana
rinardo, suo promesso sposo. Il p. per la di lui anima, con altre cin-
Mansi dice, seguendo l'annalista sas- que nella cattedrale, e che in av-
sone, pubblicato dall' Echard nel venire facessero ad ogni arcivesco-
tom. I della sua storia, eh' essen- vo il giuramento di fedeltà. Dipoi
dosi i due sposi presentali al con- nel i344 erigendo Clemente VI in
cilio, il giovane fidanzato ottenne il metropoli Piaga, dismembrò dalla
perdono dell' ingiuria fatta all' ab- provincia ecclesiastica di Magdebur-
badessa, cui era slata confidata la go il vescovato di Olmiitz e quel-
sua promessa sposa, dopo che la lo di Meissen. Gli arcivescovi di
donzella ebbe dichiarato, che de- Magdeburgo nell'impero germanico
siderava di averlo per suo sposo ,
vi godettero un posto eminente li-

e fatte le debite sommissioni. Rac- no al tempo della sedicente rifor-


conta il Rinaldi all'anno ì^5o, che ma, nella quale il capitolo di Mag-
in Magdeburgo nel ìì^5i vi fu te- deburgo, ebbe d'ordinario un am-
nuto altro concilio sopra la di- ministratore della casa elettorale di
sciplina ecclesiastica, facendone pur Sassonia o di quella di Brandebur-
menzione il Chron. Belg. go. Fu poi nel iSGy che l'arci-
Onore e decoro della sede di vescovo Gioacchino Federico mar-
Magdeburgo fu s. Norberto fon- chese di Brandeburgo introdusse
datore dei premonstratensi , fatto nella sua chiesa la pretesa riforma
vescovo da Onorio 11, ad insinua- di Lutero, ammogliandosi tre
ed
zione del cardinal legato Caccia- anni dopo con Caterina marchesa
nemici Lucio li. L'arcive-
,
poi di Custrin venne nominato eletto-
,

scovo Wighman dell'anno iiSa re nel 1598, e morì nel 1608.


ottenne dall' imperatore Federico I Finalmente colla pace di Westfalia,
il diritto di far battere moneta, e seguita l'anno i644j l'illustre ar-
morì nel 1192. Nel secolo XIV civescovato di Magdeburgo venne
alcuni seguaci dello scismatico Lo- secolarizzato, col titolo di ducato
dovico di Baviera, arrestarono e in un coi vescovati di Halberstadt,
fecero morire in prigione l'arcive- Minden e Camin, e ceduto all'e-
scovo di Magdeburgo, perchè pro- iettore di Brandeburgo per inde-
curava d'indurii a seguire le deter- nizzazione della perdita della Po-
minazioni della santa Sede, ed ab- merania, ceduta agli svedesi per la
bandonare il principe bavaro, de- famosa guerra. Furono però con-
a38 MAG MAG
sei-Tali i capitoli di Magdebnrgo dccimo.<eslo delle rivoluzioni e can-
Halberstadt Minden e Camin e
, , giamenti politici degli stati. Questa
così pure lutti conventi e ino- i opera non è esalt;i, né bene scritta,
nasteri cattolici dei ptusi di Magde- uè fedele; avendo centuriatori i

biirgn e di Halberstadt. Ma in avuto Io scopo d'insultare e com-


quella fatale epoca, immenso fu il battere la Chiesa romana, stabilire
danno che ne risentì il cnttolicisiuo il luteitmismo, discreditate i padri
e l'ecclesiastica giurisdizione. ed teologi cattolici. GÌ' increduli
i

Sono di una pregiudizievole ce- fanno l'amanuense a queste centurie


lebrità i CenLuriatori di Magde- di Magdeburgo ed altrettanto
, i

biirgOy autori delle famose Crnlurie. nemici della santa Sede, credendosi
1 centuriatori furono quattro mi- di comparire eruditi, e di abbatte-
nistri protestanti luterani di quesla re Roma; e poiché questo è l'uni-
città, che scrissero e divisero la co loro interesse, accompagnato da
storia ecclesiastica in periodi cen- una sufficiente dose d' ignoranza ,

tenari detti centurie. Ne fu loro non veggono mai esternanninte


si

capo Mattia Piaccio detto l'Illirico convinti, e proseguono l'onoralo

( per essere di tale nazione, e na- mestiere di copista matcìiale. Que-


tivo di Albona, aspro di natura e sta storia e questo libro dagli ere-
tenace negli insegnamenti Lu- di tici fu chiamato Aureo e venerato.
tero), e gli altri furono Giovanni Ma le falsità intollerabili di tali

"Wigand, Matteo Legiudin e Ba- , centurie, e le empietà diaboliche


silio Fabert, cui alcuni aggiungono di questa pseudo-ecclesiastica isto-

INicolò Gallo, altri Andrea Corvino, ria, furono a lungo discusse, rive-
per non nominare altri, tutti usciti late e confutate da Alano Copo, dai
dalla scuola luterana di Magdebur- cardinali Baronie e Bellarcnino, da
go. Questo corpo d'istoria contie- Francesco Turriano , ed anco dal
ne tredici secoli, e giunge fino al luterano Schusselburgio. 1^. il Iber-

1298 venne incominciata nel 56o.


: i nino, Istoria delle eresie t. IV, p.
Ogni centuria contiene tutte le cose 5l2.
osservabili di un secolo, e si divide MAGFELD o MACFELD. Luo-
in sedici capitoli. 11 primo è un go d'Inghilterra dove furono tenu-
sommario di cpianto si dirà in pro- ti due concilii. Il primo concilio di
gresso. Il secondo è del luogo e Mactcld, Conciliutn Machfeldense^
dell'estensione della Chiesa. 11 terzo lo presedette nel i33i o i332 Si-
della persecuzione e della pace della mone Mepham arcivescovo di Can-
Chiesa. 11 quarto della dottrina. Il torbery e primate d'Inghilterra. B'uv-
quinto delle eresie. 11 sesto delle vi ordinata la celebrazione delle fe-

cerimonie. 11 settimo della polizia ste comuni a tutti i fedeli. Vennero


e del governo. L'ottavo dello scis- altresì fatti due altri regolamenti,
ma. Il nono dei sinodi. 11 decimo l'uno riguardante i diritti dei par-
delle vite de' vescovi delle grandi rochi sulle otFerte, l'altro relativo
sedi. L'undecimo degli eretici. Il olla decima ed alle conseguenze
duodecimo dei martiri. Il decimo- di essa. Il medesimo arcivescovo
terzo dei miracoli. Il deciraoquarto riunì un altro concilio a Magfeld
degli ebrei. Il decimoquinto delle nel i362 o i363, nel quale pure
religioni separate dalla Chiesa, il raccomanda la celebrazione delle
MAG MAG 239
feste, e stabilisce ehe la solennilà prelato eziandio dipendono le gtinr-'

delia domenica incomincierà nella die nobili pontificie, la guardia


sera dei sabba to. Angl. t. Il, e svizzera, e le compagnie scelle dei
t. III. carabinieri e dragoni appartenenti
MAGGIORDOMO DEL PAPA, ai medesimi palazzi apostolici; i
Prefetto de' sacri palazzi aposto- civici scelti ed capotori che guar- i

uci Magìster domiis Papae


.
,
niscono le anticamere pontificie; e
Praefeclus sneri pnlaliì apostolici. la guardia reale sia de'civici grana-
Prelato della san la Sede, il quarto tieri, o altra truppa di linea che
de '
quattro primari chiamati di guarniscono i quartieri del Qui-
fiocchetti, ed primo di quelli
il rinale e del Vaticano. Monsignor
palatini. Egli gode ed esercita am- maggiordomo risiede in decorosa
pia autorità, con molte singolari abitazione nel palazzo abitato dal
e onorevolissime prerogative , e Papa, nel quale i di lui famiglia-
giurisdizione criminale, mentre pri- ri vi godono l'abitazione. A questa
ma godeva pure la civile, cioè sino antica, cospicua e dignitosa carica,
al i83i; essendogli affidata la cu- il Pontefice suole destinare un
stodia della sacra persona del Pa- prelato distinto, con biglietto del
pa, il cui stemma gentilizio , cioè cardinale segretario di stato, o di
quello che per ultimo ha servito, in- quello per gli affari di stato inter-
quarta nella propria arma, e sem- ni, quando vi era, cui segue la spe-
pre finché vive lo conserva. So- dizione del breve apostolico : canea
praintende all' intiera corte e fa- che non vaca alla morte del Papa,
miglia pontifìcia , tanto de'parteci- anzi esercitando vacante in sede
panti, che degli onorari e sopran- il ragguardevole uffizio di gover-
numeri, s'i de' famigliari intimi e natore perpetuo del conclave e ,

personali del Pontefice, che dei quindi viene promosso al cardina-


ministri e addetti alle diverse a- lato dalla benignità del Pontefice.
ziende ed uffizi del sacro palazzo; Le principali cose fatte dai mag-
come ancora ai pplazzi apostolici giordomi a Castel Gandolfo, nei pa-
del Valicano, del Quirinale e di lazzi Vaticano e Quirinale ed al-
Castel Gandolfo di cui è governa- trove, si possono dedurre dalle e-
tore perpetuo, loro edifizi e perti- poche in cui registriamo ai loro
nenze, non che alle riparazioni, luoghi tali operazioni.
ed onorari, laon-
spese, provvisioni Maggiordomo, il più antico titolo
de ai maggiordomi prò tempore , delle cariche di corte, dicesi ancora
i Papi diressero chirografi e i colui che nelle corti de'principi ordi-
motupropri, riguardanti l'azienda na e soprintende. Major domus, ^tSii-
palatina, ed il governo della loro laepraefectus^ Moderator domus. In-
corte e famiglia. Presiede alle cap- oltre il maggiordomo si disse, Diae-
pelle e funzioni pontificie, ordina- larchuSf Praepositus domus, Diae-
rie e straordinarie; al collegio dei tarchus domus Aug.^ Praepositus
cappellani cantoii della cappella sacrae domus Praepositus sacri
,

papale; ai musei e gallerie del palata. Fin dai secoli i piìi rimo-
Vaticano e del Laterano oltre , ti, appresso tutte le nazioni anche
l'alta sorveglianza del museo e men colte, fu costume di deputare
gallerie di Campidoglio. Da questo nella casa de'sovrani un soggetto o
34o MAG MAG
ministro pei' qualità e talenti dei XXIIT, p. 87 del Dizionario e j

più ragguaitlevoli ,
presso di cui trattammo a* loro luoghi. Su que-
risiedesse la cura d* amministrare sto argomento ci diede Guido
l'azienda e l'economia domestica Panciroli : Notitia utraqiie digni-
della casa del principe, ed il go- tà tiini, Clini orientis, timi occiden-
verno della di lui famiglia e , tis ultra Arcadii Honoriiqiie tem-
Giuseppe fu esaltato in Egitto al pora, Lugduni 1608. Fu tale la
governo della casa di Faraone. stima che gl'imperatori romani fe-
Weir impero romano il primario cero del nobile e cospicuo maestro
ministro della casa augusta degli degli uffizi, che ad esso indirizza-
imperatori, cui apparteneva l'am- rono numerose leggi, come nell'XI
ministrazione del patrimonio parti- e XII del Codice f anzi ne fu for-
colare e il governo della casa e mato tutto r intero titolo del me-
famiglia del principe, appella vasi desimo codice, de offlc. magis. of-
il maestro Magistcr
degli ulllzi, ficio r. Ad esempio degli imperato-
ofjlcioruni, impiego per
il di cui ri romani, que'principi che in pro-

la sua somma importanza ed au- gresso ebbero in Europa sovrano


torità numeravasi fra i più illustri dominio, tutti abbracciarono l'uso
e considerabili dell'impero , come di preporre all'amministrazione del
osserva ii Grutero, De. offici is doni. proprio particolare patrimonio e
Au^iist. lib. II. Da diverse leggi della loro corte e famiglia un prin-
de* che tuttavia rimangono
cesari, cipale uffiziale insignito de' più ri-
inserte nel Codice di Giustiniano marchevoli fregi d'onore, ed in cui,
/, lib. XII, tit. 5, leg. 3, lib. HI, benché con diverso nome designato,
tit. 26, leg. 6, si rileva che il e per lo più di maestro di casa
maestro degli uffizi non solo ave- o di maggiordomo , si riguardasse
va l'incarico di regolare la dome- nondimeno come trasfusa la pode-
stica disciplina del palazzo impe- stà e giurisdizione de'maestri degli
riale, e di farvi osservare il buon uffizi.

ordine; ma altresì che al mede- Dagli atti del concilio romano


simo apparteneva un' assoluta e III celebrato dal Papa s. Simmaco
privativa podestà e giurisdizione verso l'anno 5oo, si raccoglie che
su tutti indistintamente gli aulici i re d' Italia goti avevano per lo-

e palatini. Quindi
maestro de- al ro maggiordomo quello stesso che
gli uffìzi, così detto perchè da es- da Cassiodoro neW'epist. 6, lib. VI,
so solo dipendevano in ogni do- è chiamato maestro degli uffizi,

mestica faccenda, ed in qualsivoglia della cui deputazione riporta la


civile e criminale negozio gli altri formola. Successi nel a do- 568
ufiiziali del palazzo si militari, che minare l'Italia i longobardi con e-
impiegati o nel famigliare ministe- gual titolo di re d' Italia, narra il
ro economico, o nel personale ser- Muratori, Dissert. sopra le antich.
vigio del principe , erano imme- italiane, diss. IV, che il maggior-
diatamente soggette le diverse scuo- domo fu la carica principale nella
le ovvero collegi, i quali in gran corte de' potenti re longobardi. In
numero contavansi addetti alla ca- tal corte la prima figura la faceva
sa e persona degli imperatori, di il maggiordomo, siccome colui che
cui facemmo menzione nel voi. presiedeva alla famiglia ed all'eco-
MAG MAG 241
lìomia della casa del re. Presso l'U- Martello, da maggiordomo divenne
ghelli, Italia sacra tom. I, nel re di Francia nel 74 1> e fu padre
catalogo de' vescovi d' Arezzo, si a Carlo Magno. Sotto Lotario i
legge un pubblico giudizio di Am- maùres de pala'is comandavano
brosio illustris Majordomus del re ai governatori, ed Ugo Capeto lo
Luitprando, tenuto neiranno 7 i 5. era prima di ascendere al trono.
Tale costume fu ancora assai presto In seguito i re di Francia smem-
adottato dai re franchi, come
ne brarono in parte le incumbenze
fa fede Adelardo riferito da Incma- di tal carica fra i grandi uffiziali

ro, Traci,de ord. palatili. nella ^ delia corona, onde affievolirne la for-
sua istruzione a Carlo Magno, rag- za, mantenendo però la podestà giu-
guagliandolo che il maggiordomo, diziaria privativa nel giudice palatino
maitre palais, esercitava l'ordinaria o gran prevosto; onde nella Relazio-
giurisdizione sopra i cortigiani laici, ne dello stato di Francia del 1 7 1
ed essendo incapace di esercitarla so- di Vertova è detto, che è giudice
pra gli ecclesiastici della corte mede- ordinario della casa del re; giudica
sima, fu questa data all' apocrisario tutte le materie civili e criminali
o cappellano maggiore del palazzo nelle quali vi hanno interesse quel-
reale ; la carica de' quali era la li della corte. De'monarchi di Spa-
stessa di quella del maestro degli gna, che avessero il maestro degli
uffizi, come piovano Lymn. in Not, uffìzi, ce lo assicura Perezio, in.

reg. Francor., Loy Sau desoffìces; tit. cod. de quaestor. num. 3, colle
ed il BuUenger in appcnd. regn. seguenti parole. Magister officiorum
Gali, cap. de Majoribus palatii. refertsupremum aulae oeconomum^
Come smisurata fosse l'autorità dei queni galli vocant le Grand Mai-
maggiordomi nella corte dei re di tre , hispani aulem Majordomo
Francia della stirpe de' Merovingi, Major, ad queni palatii pertinenti,
più istorie lo dichiarano: giunse disciplina^ qui habet sub se auli^,
a tanto, che detronizzò gli stessi re, cum judicem, queni vocant Alcades
e s'impossessò dello scettro ed au- de corte, qui de excessibus et cau-'
torità reale. 11 Papa
Gregorio s. sis palatinorum cognoscit Dei re
li ed il successore s. Gregorio di Napoli, nelle corti de' quali un
III, nell'ottavo secolo ricorsero con tal ministro chiamavasi gran sini-i

successo all'aiuto di Carlo Martel- scalco y basti riferire ciò che ne


lo maggiordomo del palazzo di riporta Frece, de subfeud. in tract.'
Francia, contro la prepotenza dei De praehem. S. C, tit. de office
re longobardi Carlo era figlio di
: siniscalc. n. 7 : Habet jurisdiclio'
Pipino d' Herislal maestro o mag- neni in omnes curiales d. regis irz

giordomo di palazzo d' Austrasia ejus palalio delinquentes et conlra-


sino dal 687. 11 Rinaldi all'anno hentes. Della corte imperiale di
689 narra che i re di Francia Germania, la carica è di gran
divenuti inetti alla cura e gover- maresciallo di corte, al di cui tri-
no del regno, tutto il governo era bunale sono sottoposte tutte le ge-
appresso i duci degli eserciti, chia- rarchie auliche della corte del-
mati maggiordomi, e che cosi an- l'imperatore. Il Morcelli, Lexicon
darono le cos^ fino all'anno 75o. epigraphicum, chiamò il maggior-
Pipino il Piccolo figlio di Carlo domo de'principi della casa d'Au-
VOL. XLI. 16
243 MAG MAG
stria : Magnoruni princìpnm Au- versi numerosi oilìzi . Allorché il

striache ilomns sumnms mn^ìstcr. gran Costantino stabilì nei primi


]| Del Bue nel suo libro, Dtltori- anni del IV secolo la pace alla
gine (U'ir araldica X, dice die
§ Chiesa, rivolse il religioso suo animo
Francesco I imperatore dopo avere ad esaltare i venerabili capi della
l'iunite le provincie lombarde e medesima vescovi di Roma, metro-
Tenete , a regno col
innalzandole poli del romano impero, e fra gli
titolo di Lombardo
Veneto, con - insigni doni che fece loro per ono-
sua patente de'7 aprile i8i5 pen- rarne la sublime dignità, principal-
sò altresì a destinare dei grandi mente contasi il pulaz/.o di Latt-
uffiziali per V imperiale e reale rano (Fedi), ove eresse la basilica
corte lombardo- veneta, come di del ss. Salvatore, ed ivi venne sta-
fatto con successiva sua patente bilita la cattedra apostolica di s.

de' IO ottobre furono stabilite le Pietro, per cui diventò la chiesa


dignità d'un gran maggiordomo, di matrice e primaria di tutto il mon-
due cappellani della corona , d'un do. Nel contiguo mentovato palaz-
gran ciambellano, di un grande zo fissarono l' ordinaria residenza i

scudiere, d'un gran siniscalco; e Papi, che fu chiamato il


per lo
che le funzioni e servizi che do- Patriarchio Laleranense ( Fedi), che
vranno prestare verso il sovrano, si rese notissimo e celebre sopra
lo faranno allorché esso comparirà ogni altro luogo di Roma. Soggior-
qual re di Lombardia e Venezia, nava in esso il fiore del clero ro-
come fecero in Milano nella coro- mano, singolarmente addetto al par-
nazione del regnante imperatore ticolare ossequio de' sonimi e su-
Ferdinando I in re d'Italia. Che premi gerarchi ; ed un numeroso
prima i cardinali aveano il mag- stuolo di persone,, non solo del cle-
giordomo ed il cavallerizzo, si leg- ro, ma ancor laiche, di diverso sta-
ge nel diarista Cecconi. E per non to e condizione, eranvi destinate
dilungarci ulteriormente , negli o- pei domestici usi e servigi, ed im-
dierni maggiordomi pontificii mol- piegale ne' pubblici ministeri . Ivi
ti scrittori sono di parere doversi viveasi in comune, secondo il co-
riconoscere, nella stessa guisa che stume circa qiie' tempi introdotto,
ne'maggiordomi degli altri sovrani che i vescovi insieme co' suoi chie-
e principi d' Europa , derivata la rici nell'episcopio, presso la propria
dignità e giurisdizione dell' antico chiesa cattedrale, menassero una vi-
maestio degli uffìzi , magister qffi- ta regolare e quasi monastica, ed
ciorum come ^ pure lo riconobbe a tutti vi si somministrava colle
e dichiarò il sacro tribunale della obblazioni de' fedeli e colie rendite
rota , la cui autorità esser deve della chiesa romana, proporzionata-
presso ognuno di sommo peso, mente al grado ed al bisogno di
nella decis. Nupery tom. J, decis. ciascuno, il conveniente giornaliero
116. sostentamento. E per tal maniera
Agli articoli Famiglia Pontificia, nel lateranense patriarchio fioriva
Camerieri del Papa, Cubiculario la domestica disciplina, che alcuni
ed altri analoghi, si è parlato del- contansi dalla prima loro età in
l' origine della corte e famiglia dei esso educati sotto gli occhi de'Pa-
sommi Pontefici, e di quella dei di- pi, ed istituiti nelle virtù degne di
MAG MAG ì4l
tin personaggio ecclesiastico, i quali dare vitto ed alloggio nel patriar-
meritarono il pontificalo. 11 vice- chio. Ne solamente il vicedomiiio
domino, f'icc-dominus^ così detto regolava queste domestiche faccen-
perchè destinato a presiedere alla de, ma ancora esercitava piena pe-
famiglia pontificia in luogo del Si- culiar giurisdizione sopra tutte le
gnore Apostolico, Domili Jposloli- persone addette al patriarchio, e
cìy cioè il Papa, continuamente oc- che componevano la pontificia cor-
cupato nelle gravissime cure del te e famiglia. Ed in fatti egli co-
governo della Chiesa, reggeva con nosceva e correggeva le Ipro col-
amplissima autorità il patriarchio pe e mancanze, componeva le que-
lateranense. Era questi dal Pon- rele o controversie, e le liti e cau-
tefice scelto Ha le persone del cle- se giudicava con assoluto potere.
ro romano pei- senno e probità di Quindi non gli mancavano uffiziali
costumi più cospicue, che anzi di subalterni per l' esercizio del suo
frequente si destinavano in vicedo- ministero e giurisdizione, che da
mini soggetti insigniti della digni- esso solamente dipendevano, fra
tà episcopale, dappoiché tra gli uf- i quali un particolare nolaro, il di
fiziali maggiori della santa Chiesa cui impiego aveasi in gran pregio
romana il vicedomino particolar- e considerazione.
mente distinguevasi per l'impor- Si deve ritenere che assai co-
tanza del suo nobile impiego, e per modo e vasto fosse il quartiere do-
l' rango di cui godeva.
eminente ve abitava il vicedomino, che fa-
Nelle cavalcate il Primiccro de notari ceva la sua residenza nel patriar-
i^Vedi)^ come si ha dal Giorgi, De chio lateranense, e che perciò chia-
li'turg. Rom. Pontif. \ìh. I, cap. IV, mavasi il Vicedominio, Vìcedomi-
precedeva immediatamente il Papa, nìiim, come descrive il Rasponi, De
subito dopo seguiva il vicedomi- basii, et patr. Later. lib. IV, cap.
no, il quale il primo cavalcava col i3. Imperciocché oltre le ordinarie
yestarnrio^ co! Nomenclatore e col funzioni della sua carica, che da
SacceUario [Fedi)', uffiziali che in esso ivi adempivansi, il medesimo vi
un al primlcero erano principali i riceveva alla mensa que'personaggi
ministri della santa Sede. Incom- SI ecclesiastici che laici , i quali
beva al vicedomino, indipendente- quando il Papa portavasi alla sta-
mente da ogni altro uflìziale, la zione di qualche chiesa dovevano
custodia ed il governo del patriar- per comando di lui essei»e ammes-
chio lateranense, ed eragli in sin- si a desinare col vicedomino, ciò
goiar maniera affidata la stessa sa- che narrammo nel voi. Vili, p»
cra persona del Pontefice. Alla sua 117 ® '^^ ^^^ Dizionario, insie-
cura spellava di far provvedere e me all'invito che il notaro del vice-
soniminislrare tuttociò ch'era ne- domino faceva agli uffiziali mag-
cessario per sostentamento e como- giori della Sede apostolica ne' ve-
do del Papa, e pel mantenimento speri di Pasqua a tutta l' ottava,
dei di lui famigliari, come abbia- a portarsi dal tempio di s. Andrea
mo dal Catalano, Noi. in Caerem. prossimo alla basilica vaticana, in
S. R. E. lib. I, tit. 3, § 5. Dal un luogo di riposo preparato per
medesimo si accoglievano gli ospi- refocillarsi con scelte bevande di
ti, cui al Pontefice piacesse di far prelibati vini, per tornar a can-
a44 MAG MAG
tare dopo ristorati. Negli ordioi ro- governo. Conviene credere che di
0iaQÌ più antichi, si dice che tali singolari virtù fosse ornato il dia-
refocillazioni o rinfreschi prende- cono Anatolio, il quale meritò di
vansi apiid accuhita. Questi erano essere prescelto in suo vicedomino
con simmetria disposti intor-
sedili dal gran Papa s. Gregorio I, che
no una gran sala che chiamavasi ne tratta nel lib. i, epist, IX, ind.
triclìnio f e che da Anastasio Biblio* IX. Sajulo diacono e vicedomino,
tecario è anche nominala accubito. a' 25 marzo 708 per l'elezione di

Dì tali luoghi parecchi erano nel Papa Costantino, perde miseramen-


patriarchio lateranense» destinato al- te la vita con molti del clero e
l' uso de* pontificii e sacri conviti, del popolo, nel fiero tumulto ec-
che dirigeva e presiedeva il vice^ citatosi da Giovanni patrizio ed
domino, massime nel giovedì santo, esarca soprannomato Rizocopo, al-
che da antichissimo tempo solevasi lorché venne in Roma. Il Pontefi-
imbandire nel patriarchio in me- ce s. Zaccaria nel 7 4"^ spedì Be-
moria della cena del Signore. Am- nedetto vescovo e suo vicedoraino,
pio ed ornato triclinio edificò nel con Ambrogio primicero de'notari
patriarchio Gregorio IV, ed altro eh' era il principale uffiziale della
magnificentissimo vi costrusse san Sede apostolica, in qualità di suo
Leone III, riabbellito da s. Leo- legato a Luitprando re de* longo-
ne IV. Anche negli atri annessi ed bardi, per offrirgli ricchissimi doni
edifizi adiacenti alla basilica vati- e pregarlo ad astenersi d'inquietar
cana erano simili triclini ed ac- colle armi i ravegnani, e restituir
ciihita, che pur fece fabbricare s. loro i luoghi tolti nell'Emilia e
Leone III. Ma ne'tempi posteriori, Cesena : poco dopo il Papa seguì
tali rinfreschi e refocillazioni s'in- i legati, e con essi ottenne dal re
cominciarono a distribuire in una il bramato intento. morte di
Alla
sala del palazzo di residenza del s. Paolo I nel 767 Co-
s'intruse
Pontefice; e perciò negli ordini ro- stantino fratello del duca di Nepi;
mani più trovano desi-
recenti si fra le persone più ragguardevoli
gnate colla frase di potus in aula. che ne sostenevano le parti, vi fu
Quantunque a sostenere l'uffizio Teodoro vescovo, vicedomino del
del vicedomino i Papi scegliessero defunto, che poscia coll'antipapa si

personaggi per destrezza


ecclesiastici nascose dentro il battisterio nella
e senno ragguardevolissimi, nondi- chiesa dì s. Venanzio, annessa alla
meno di pochissimi se ne conosco- basilica del ss. Salvatore. Ivi Teo-
no le notizie. Il più antico è Am- doro fu espulso, e cavatigli gli
pliato prete che seguì il Pontefice occhi e recisa la lingua venne rin-
Vigilio da Roma a Costantinopoli chiuso nel monastero di s. Gre-
nel 544» pel famoso affare de* tre gorio al clivo di Scauro. Dopo es-
capitoli ; ma Vigilio reduce dal suo pulso Costantino , canonicamente
viaggio, e passato in Sicilia^ stimò fu eletto nel 768 Stefano IH det-
bene di rimandare in Roma Am- to IV, vicedomino fu Cri-
il cui
pliato, perchè il patriarchio late- stoforo. Questicon numeroso stuolo
ranense e la pontificia famiglia non di romani estrasse dal Pantheon o
mancassero più lungamente di chi chiesa dì s. Maria ad Mariyres il
ne presiedesse alla custodia ed al prete Valdipcrto che avea accia-
MAG MA G 245
malo antipapa Filippo, e macclii- me vicedomino subentrò questo
al
nava dare Roma in potere de'lon- primario ministro a presiedere al
gobardi, indi lo fece chiudere in palazzo, corte e famiglia del Pon-
orrida prigione detta ferrata^ la tefice, e questi provvedere dell'oc-
quale era nel cellario maggiore del corrente, cessando a poco a poco
patriarchio lateranense; passati po- per le vicende de' tempi l'antica
chi giorni, \icedomino Cristofo-
il forma di vita comune, che ne' se-
ro fece condurre Valdiperto in mez- coli precedenti osservavasi fra'chie-
EO al campo Laterano, ove gli fu- rici e famigliari pontificii nel pa-
rono cavati gli occhi e svelta la triarchio lateranense, il quale per
lingua, morendo poscia nel zenodo- le turbolenze Papi furono talvol-
i

chio di Valerio in cui l' avea fatto ta costretti abbandonare in un a


trasportare. I cellari del patriarchio Roma. Come pure in processo di
servivano ancora ad uso di carce- tempo per le devastazioni ed in-
ri, ed erano principalmente a di- cendii del patriarchio, i Pontefici
sposizione del v'icedomino , cui edificarono presso la basilica vati-
era soggetto il soprastante di esse, cana ed altre basiliche, convene-
chiamato Cellerario [Fedi), Que- voli abitazioni, le quali descrivere-
sta carica di vicedomino, sotto Gio- mo all'articolo Palazzi Apostolici.
vanni XIX detto XX r occupava Passati i Papi a dimorare dopo il
Benedetto arcidiacono, che conti- i3o5 in Francia, stabilendo per lo-
nuò ad esserlo col successore Bene- ro residenza Avignone, essendosi
detto IX, come rilevasi da una sommamente accresciute le incom-
bolla che sottoscrisse nel io44' benze del camerlengo , questi in
Dopo quest'epoca piìi non si tro- molte cose si fece supplire al go-
va fatta menzione de' Vicedomino verno del palazzo e famiglia pon-
{^Fedi). A quell'articolo parleremo tificia, da un antico ministro pala-
dei vicedomini de* vescovi, e di al- tino chiamato Maestro del sacro
tre specie di vicedomini, non che Ospizio (Fedi)j uffizio laicale che sali
della distinzione che fece il Gallet- perciò a maggior splendore di digni-
ti del vicedomino, che dice diver- tà per la special cura e direzione
so maggiordomo. Ma che il
dal dell' azienda palatina, per cui i Pa-
vicedomino fosse quel ministro ch'o- pi nominarono ad esercitarla per-
ra chiamasi il maggiordomo del sonaggi ragguardevoli. All'articolo
Papa, oltre il Pvenazzi , Notizie i- Maresciallo del Conclave [Vedi)
storiche^ con qualche diffusione lo parlammo d'un primario ministro
sostiene l'autore del Ristretto o di- palatino chiamato maresciallo^ e di
fesa della giurisdizione del sacro altri famigliari pontifìcii. Nel 1877
palazzo apostolico, massime nell'ar- Gregorio XI, il settimo de'Papi che
ticolo IV. Vuoisi che Paolo diaco- dimorai'ono in Avignone, restituì a
no fosse stato vicedomino di Gio- Roma la residenza pontificia, e nel-
vanni VII del yoS; e l'Adami l'anno seguente gli successe Urba-
nelle Ricerche sul carcere Tullia- no VI. Poco dopo insorse l'antipapa
no a p. 68, riporta una lapide di Clemente VII, che passato in Avi-
certo Anastasio Major domus. Al- gnone fu cagione di lagrimevole e
l'articolo Camerlengo di santa ro- lungo scisma, che solo ebbe termi-
mana Chiesa (Fedi), dicemmo CO- ne nel i4'7 liei concilio di Co-
SLÌ6 MAG MAG
stanza, coil* applaudila elezione del di natali, e per prudenza e gravi"
romano Martino V, che ridonò la là di costumi cospicui, per la mag-
pace alla Chiesa, e la tranquillità gior parte insigniti del sacro carat-
a Roma ed all' Italia. Ritornati tere vescovile, ovvero a' Pontefici
dunque i Papi a risiedere stabil- in parlicolar modo
ed accetti,
lìdi

mente in Roma, e ad esercitarvi parecchi de* quali furono quindi


tranquillamente la suprema eccle- promossi alla sublime dignità del
siastica podestà, e la sovranità dei cardinalato; il che si è poscia cir-
loro dominii temporali, allora pure ca dalla mela del secolo XVII con
anche la famiglia e corte pontificia lutticostantemente osservato, tran-
si andò ricomponendo, per quanto ne l'estremo caso di morte. JVei
lo permisero la diversità de' tempi primi tempi di questo nuovo ufll-

e la mutazione de' costumi, sull'an- zio, pare che i prefelli del sacro
tico modello di domestica discipli- palazzo insieme col maestro dell'o-
na, e sommamente si accrebbe la spizio esercitassero la soprainten-
dignità sua ed il suo lustro, non denza della corte e famiglia ponti-
tanto per I' esterno grave contegno fìcia, rs'el ceremonialc di Agostino

e maestoso splendore , quanto per Patrizi terminalo nel i4^8, di poi


le virtù e riputazione de' grandi pubblicato dal Marcello, trattando-
uomini per piobità, per senno e si de* solenni convili solili cele-
per dottrina celeberrimi, che in ogni brarsi nel palazzo apostolico il gio-
tempo vi fiorirono. Quindi per la vedì santo, e nel giorno della co-
maggior parte si assunsero dal ce- ronazione de* nuovi Pontefici, si ac-
to ecclesiastico le persone ch'esse- cenna che la cura dell' imbandizio-
re dovevano addette all'immediato ne e tutlociò che riguarda tali fac-
servizio del Papa, e avere l'onore cende incombe al prefello del me-
di essere ascritte alla pontificia cor- desimo congiuntamente al maestro
te e famiglia ; e tosto sembrò non dell' ospizio. Ben presto però ap-
più convenire che un mero laico, parisce che i prefelli del sacro pa-
quale essere soleva il maestro del- lazzo apostolico fossero soli incari-
l' ospizio, loro presiedesse. cali della cura e presidenza di esso,
Dopo il pontificalo di Alessan- e della privativa soprainlendenza
dro V (al quale si fece una rela- e governo della corte e famiglia del
zione di tutlociò che occorreva per Papa. Ed in vero dai diari di Gio-
servigio del Papa), che morì nel 4 o»
1 ^ vanni Burcardo maestro delle ceri-
sivede essersi introdotto un nuovo monie pontificie si raccoglie, che
primario uffjziale o ministro sotto dal solo prefetto del palazzo apo-
nome di Prefetto del sacro palazzo stolico, Magistro domus palatii a-
apostolico, che volgarmente allora postolicij indipendentemente da o-
appellavasi Maestro di casa del gni allrOj fu ordinalo e disposto
Papa, Magister domiis pontificiae. tutlociò che occorreva a' 1 2 settem-
In fatti al tempo di Pio II, eletto bre 1484» p6i' la coronazione e pos-
a' 19 agosto 1458, già trovasi sta- sesso d'Innocenzo Vili e pel pub-
bilito questo nuovo principale uf- blico banchetto in tale occasione
fizio della corte papale, e fin dal apparecchiato al Laterano. Ne po-
principio si veggono destinati a sos- scia ne' diari ceremoniali , e negli
tenerlo prelati illustri per nobiltà altri atti o monumenti della corte
MAG MAG J147
pontifìcia trovasi più fatta menzio- uffizi dello stesso palazzo, e pel
ne che de' prefetti del palazzo apo- denso fumo che produssero, grave
stolico, i quali vi Hi nominano sem- danno soffiirono le sublimi pitture
pre ed enunciano come deputa- dell'immortale Michelangelo Buo-
ti dai sommi Pontefici in supre- narroti. 11 dotto e benemerito av-
mi ed unici capi di quella , e su- vocato Filippo Maria Renazzi (il
periori di questo. Prima di par- Cancellieri ne fece la biografia col-
Jare delle cose principali che riguar- Telenco delle sue opere, e la inserì
dano il maggiordomo, riporteremo nel numero 54 del Diario dì Eo'
la serie cronologica di quelli che ma 1808 e stampò a parte) in
da Pio IJ sino a Gregorio XVI Roma e nella stamperia Salomoni,
hanno sostenuto ed esercitato nella nel 1784 pubblicò: Notizie stori-
corte de' Papi l'uffizio amplissimo che degli antichi ificedomini del pa-
e rispettabile di prefetti del sacro triarchio lateranense, e de^ moder'
palazzo apostolico ovvero maggior- ni prefetti del sacro palazzo apo-
domi pontificii, come nobilmente stolico ovvero maggiordomi ponti-
li chiamò Urbano Vili. elenco V ficiiy dedicate a sua eccellenza re-
però di quelli che da Pio li a Pao- verendissima monsignor Romualdo
lo III del i534 funsero l'uffizio è Braschi Onesti, nipote e maggior-
quale si è potuto compilare, man- domo della Santi là di N. S. Papa Pio
cando di sicuri monumenti a cui FIfelicemente regnante. Non solo di
riferirsi i nomi e le memorie dei questa interessante ed eruditissima
medesimi, che riportansi senza suc- opera mi sono giovato nella compi-
cessivo ordine notate nei registri lazione di questo articolo, ma col-
dell' archivio valicano e negli an- la sua autorità procederò nella se-
tichi libri camerali , o vagamente guente cronologia , notando e di-
sparse presso diversi scrittori. Da chiarando meglio quelle cose, e quei
Paolo III in poi, e sino ad oggi, prefetti e maggiordomi, che mi fu
il catalogo de' prefetti del sacro pa- dato rinvenire nei nominati ruoli
lazzo apostolico e maggiordomi e carte dell'archivio palatino, e
pontificii è inleramenle perfetto, sfuggite al Renazzi ( dappoiché il

perchè ricavalo dagli stessi ruoli ori- maggiordomo ora cardinal Massimo
ginali della famiglia di tulli i Pon- mi permise graziosamente prendere
tefici, da me letti ed esaminati, ed da detto archivio per mio studio
esistenti nell' archivio del palazzo tutti quei protocolli, carte ^ ruoli e
apostolico, mancandovi gli anterio- notizie che mi occorsero) o da altre
ri, periti nel iSay nel memorabi- fonti, solorimarcando le principali
le saccheggio di Roma sotto Cle- aggiunte, quindi completerò la serie
mente VII, predecessore immediato sino air odierno monsignor mag-
di Paolo III, e bruciali nella cap- giordomo. Quanto alle notizie di
pella Sistina del Valicano, iniqua- quelli che furono creati cardinali,
mente convertila in scuderia, dalla si possono leggere alle loro biogra-
furiosa soldatesca di Carlo V per fie;per quelli poi che non venne-
la maggior parte composta di fa- ro esaltati a tanto onore, solo ri-
natici luterani. Dal bruciamento dei porterò le notizie più importanti.
ruoli palatini, delle carte e de're- Alessandro Mirahelli d' illustre
gislri ritrovati ne* diversi archivi ed famiglia napoletana, per le sue vir-
a48 MAG MAG
tìi fu caro al cardinal Enea Silvio Nicolò arcivescovo di Amalfi; che
Piccolomini, che divenuto Pontefi- era figlio di ricchissimo cavaliere
ce Pio li nell'agosto i^5S, subito che teneva banco; che a'4 settem-
Io nominò prefetto del palazzo a- bre i45'8 era tesoriere e deposi-
postolico. Continuando a meritarsi camera con Ambrogio
tario della
la di lui grazia, venne adottato Spanocchi, ambedue mercanti^ in-
nella sua stessa famiglia col pro- di divenne maestro di casa ; che al
prio cognome Piccolomini, col qua- Mirabalii fu dato a governar Fra-
le soltanto trovasi talvolta designa- scatiil I luglio del 1460, e nel
to ; quindi lo nominò senatore di novembre 1462 gli fu legittimata
Roma e vice-camerlengo, ufiizi che una sua figlia bastarda; e che se-
esercitò colla piefetUira del palaz- guì probabilmente Pio II nel viag-
zo. Leggo però nel eh. Olivieri, // gio di Mantova.
senato romano p. 296, che dai sena- Nasiocio Sarraceni di Siena, uno
chiaramente Ales-
tori viene escluso de' doganieri di Roma nel 1462,
sandro Piccolomini da Siena, che il non conosciuto dal Renazzi, e dal
Gigli e la serie del Salomoni col- Marini riportato come esercitante
locano gratuitamente nel 1460. Nel il magistero di casa nel palazzo a-
\oI. XXVII, p. 208 del Dizionario postolico nel i4^9 e i46o nel-
dicemmo come da Alessandro eb- l' assenza del Mirabalii. Un Anto-
be origine che i prefetti divenisse- nio Saraceni era scudiere pontificio,
ro governatori di Frascati. Il Ma- e ne parlammo al citato ruolo di
rini, Archiatri t. Il, 162, diver-
p. Pio li.

se notizie ci dà di Alessandro, con- Corrado Capece nobilissimo na-


futando il Renazzi sul cognome di poletano de' signori di Tramutola,
Mirabelli che deve essere Mirabal- chiaro per singolari virtù e lumi-
li, e che mai fu senatore e vice- nosi impieghi che esercitò: in età
camerlengo, siccome prova col tes- matura abbracciò lo stato ecclesia-
sere il novero di quei che eserci- stico, e fu subito provvisto dell'ab-
tarono i due uffizi in quel tempo, bazia di s. Lorenzo d'Aversa. Paolo

rischiarando l'equivoco che die luo- li che nel 14^4 successe a Pio li,
go a credere che li avesse sostenu- \o invitò a Roma, e gli affidò l'uf-
ti ; perchè Pio II ne'suoi commen- fizio di prefetto del palazzo aposto-
tari disse che sul finire del 1460 lico. Dopo alcuni anni gli conferì
eccitatasi Roma
una sollevazio-
in r arcivescovato di Benevento in uà
ne, accorsero al Campidoglio con al suo governo civile, onde sedare
armati il maestro di casa del Pa- le turbolenze interne ed esterne, e
pa Alessandro, il senatore di Ro- fazioni che agitavano la città, per
ma e il vice-camerlengo. Aggiun- averne sperimentato la destrezza
ge il Marini, che il Mirabalii Pic- ed il senno nel regolamento della
colomini fu celebrato con versi dal sua corte e palazzo. Si prestò da
Campano; ch'ebbe a fratello (pa- questi il giuramento come gover-
rola che per errore di stampa fu natore, nel palazzo vaticano in ma-
insieme al nome Nicolò ommessa no del cardinal di s. Marco a' 18
nel ruolo che pubblicammo di Pio maggio, non nel 14^45 come rife-
Il all'articolo Famiglia Pontificia, risce il Renazzi, ma nel i4^9> ^^'
ove appare Alessandro arcivescovo) me riscontrai nel breve riportato
MAG 249
dal Borgia da lui citalo; altrimenti nato vice-camerlengo e governatore
come poteva dirsi fatto prefetto nel di Roma (al modo detto in questo
1464 e dopo pochi anni arcivesco- articolo). Pel suo gran senno e de-
vo e governatore di Benevento, strezza, Sisto IV nel giugno i4B3
cioè nel 1464? Giunto a Beneven- Io spedì nunzio con podestà di le-
to ricompose le cose, con sommo gato a latere in Germania, Boe-
zelo adempì le parti di pastore, mia, Ungheria, Polonia e Danimarca.
convocò nel i470 il sinodo; e ric- Essendo governatore di Perugia
co di proprio patrimonio e di be- mori in Roma nel 1487, e fu c-
nefizi ecclesiastici, ristorò le chie- sposto con solenni funerali nella
se di Benevento, edificò dai fonda- basilica vaticana ed ivi sepolto con
menti l'ospedale di s. Bartolomeo, breve iscrizione. Monsignor Muzi
ed in Monteserchio un superbo pa- odierno vescovo di Città di Castello,
lazzo con vaghi giardini. Mentre nelle belle Meni, eccles., che ha
Sisto IV pensava profittarsi dei pubblicato di sua città e diocesi nel
suoi consigli richiamandolo in Ro- 1843, nel voi. IIIj p. 34, lo chia-
ma, mori Benevento nel 1482.
in ma Maraschis, e fatto vescovo ai
Di" questo Corrado il Marini ci dà 2 luglio i47^j e che fu tesoriere
altre notizie a pag. 202, dicendo generale di Sisto IV, come dicem-
che dall' abbazia di s. Maria de mo pur noi nel citato articolo; ag-
Galena di Manfredonia nel i449 giungendo che morì in Perugia
fu trasferito a quella di s. Loren- nel settembre e fu sepolto in quel-
zo; che fu nunzio di Calisto III, la chiesa di s. Pietro, correggendo
e collettore della decima per la rUghelli ed il Renazzi.
crociata nel regno di Napoli a' i3 Giovanni Monissart fiammingo
settembre i455, ampliando la giu- della contea d'Hainaut, già consi-
risdizione datagli anche per la dio- gliere de' duchi di Borgogna, Sisto
cesi di Benevento a' i4 giugno IV lo fece referendario di segna-
1457, al cui arcivescovato fu pro- tura, e nel i479 Prefetto del pa-
mosso da Paolo II a' 3o ottobre lazzo apostolico, non che vescovo
1467, correggendo l' Ughelli che di Tournay di cui non potè pren-
scrive 14691 commendando ad altri dere possesso. Dopo la morte di
r abbazia. Sisto IV fu confermato dal succes-
Bartolomeo de Maraschi manto- sore Innocenzo Vili. Il Burcardo
vano, vescovo di Città di Castello, descrivendo la colazione o cena
nel 1469 fi^* da Paolo II dichia- pubblica, che dopo cantati i solen-
rato suo accolito e prefetto del palaz- ni vesperi nella vigilia di Natale
zo apostolico, cariche che esercitò del 1488 fu imbandita secondo
pure sotto Sisto IV. Ambedue que- r antico costume nel palazzo vati-
sti Papi ornarono Bartolomeo di cano per Innocenzo Vili, e pel sa-
altre dignità. Il primo lo dichiarò cro collegio de' cardinali ( di tal
maestro della cappella pontificia, magnifica cena imbandita dal mag-
impiego allora rispettabilissimo, e giordomo con cantata, ne parlam-
che sempre esercita vasi da un ve- mo al voi. IX, p. io4 del Dizlo'

scovo, che sopraintendere doveva narioy dicendo che l'ultima fu nel


a tutti gli uffiziali e sagri ministri di 1749)» ceco come pai la del Mo-
detta cappella; dall' altro fu uuuii- nissart. Miigisler doinus palaùi
a5o INI A G MAG
mantello tantum imìutits supra roc- scovato, che a' 6 settembre i499
chettu/ny et haculum in nianu por- sì conferì a Giovanni Ortega.
tanSy e precedeva Francesco d'Ara- Diego Dlcndelez de Valdes spa-
gona figlio del re di Sicilia, prima gnolo d'Oviedo, vescovo di Sala-
che si dasse principio alla refezio- manca, donde Alessandro VI Io
ne aquani Pontifici claturus prò trasferì ad Astorga^ e nel i494 *
inanuitni lotione. Morì in Roma ai Zamorra che ritenne finche visse.
12 agosto i49'> mentre doveva Trovandosi in Roma nel 1498, il

partire per adhri religiosi in Ispa- Papa lo sostituì al precedente nella


gna, e con iscrizione fu sepolto nel prefettura palatina, e ben a ragione,
coro di s. Gloria del Popolo. come pieno di religione, e dotato
Bartolomeo Martini spagnuolo, di singoiar probità di costumi, che
vescovo di Segovia, appena eletto in que' tempi pericolosi, e in mez-
nell'agosto 149^ '^ concittadino A- zo di una corte poco edificante
lessandro VI, venne dichiarato pre- con raro esempio costantemente
fetto (nel 1494 niaestro della cap- conservò illibata sino alla morte.
pella papale , come abbiamo dal Nella chiesa nazionale di Giaco-
s.

Marini e dal Novaes), indi creato mo in Roma edificò, e con copio-


cardinale (ai 21 gennaio 1496). se rendite dotò una cappella a s.
Bammentiamo che nelle biografie Idelibnso, e con pietre alquanto
de' cardinali si riportano da noi le rozzamente intagliate vi fece co-
^ notizie di tutti, e perciò quelle di struire il suo sepolcro, e come quel-
coloro che furono prefetti del pa- lo che fra le grandezze e gli ono-
lazzo apostolico, cosi r anteriore e ri del suo nobilissimo uffizio pen-
successiva carriera da loro fatta; sava sempre alla morte, vivente vi

laonde di questi prelati creati car- fece scolpile l'iscrizione. Fondò i-

dinali appena daremo un cenno. noltre molte cappellanie, e la sua


Pietro cV Arancia^ spagnuolo di pietà lo rese sensibile ai bisogni
Burgos ove con gran fama di sa- de' poveri infermi. Donò all' ospe-
pere avea conseguito la laurea dot- dale di Giovanni, col peso del-
s.

torale ne' sacri canoni. Sisto IV lo l'annua celebrazione di alcune mes-


annoverò camera, e
tra' chierici di se, la ttjelà d' una casa che posse-

nel 1477 lo fece vescovo di Cala- deva in Roma, avendo già ceduta
liorra. Alessandro VI lo richiamò l'altra metà per dotar le zitelle
in Koma, e nel 1496 lo promosse a mendiche, all'arciconfraternita della
prefetto del sacro palazzo. Insospet- ss. Annunziata, e convertì le pin-
titosi il Papa che fosse addetto ai gui rendite de' suoi vescovati in be-
marani o mori di Spagna, cioè neficio de'medesimi e de' bisognosi.
quelli eh' erano infetti di maomet- Morì piamente sessagenario a' 17
tanismo, lo fece arrestare ed ai-y. dicembre i5o6, venendo tumulato
aprile 1498 rinchiudere in Castel in detto sepolcro, ove fu posta la
8. Angelo. Discussa la sua causa sua statua vestita degli abiti pon-
in concistoro ( convinto di eresia tificali, e giacente sopra l' urna.
e deposto, come scrive il Marini), Aldcllo Piccoloniini sanese, sic-
fu condannato ad un perpetuo come della famiglia di Pio II, così
carcere nello stesso Castello, degra- iSi^lo IV gli die in commenda la
dalo, privato de' benefizi e del ve- pingue abbazia di Acqua Fredda
MAG MAG 25i
presso il lago di Como, ed Ales- d'Aìx. Il Papa per maggiormente
sandro VI lo fece vescovo di Soa- onorarlo, colie proprie mani gii con-
na. A Papa a'22 set-
questo ullimo ferì il pallio, messa da
nella gran
tembre i5o3 successe Pio IH Pic- lui celebrata in s. Petronio di Bo-
colomini, il quale chiamò subilo in logna a'26 novembre i5o6, anni-
Roma Aldello aflìdandugli la pre- versario di sua coronazione, dichia-
fettura del sacro palazzo. Morto Pio randolo pure assistente al soglio
IH con ventisei giorni di governo, pontifìcio. Dopo un anno rinunziò
e dopo dodici creato Papa Giulio la prefettura per recarsi alla sua
11,con questi funse T ullizio per sede, indi meritò di essere (atto go-
qualche tempo, finche tornalo in vernatore di Parigi, senza trascura-
Soaiia mori nel i5io in Siena. re la sua chiesa, che ricolmò di
Antonio Ferreri dì Savona, con- doni e di benefizi, e sempre caro
cittadino e famigliare del cardinal a* suoi re, e bene accetto ai Papi,
della Rovere, divenuto questi Giu- morì in quella capitale nel i54o
lio Il gli concesse, secondo V uso d' anni centodue.
assai comune a quell'epoca, il pro- Giovanni Cappellani o de Cap-
prio cognome; lo collocò tra i se- pellaniò\ nato in Laureo nella Ter-
gretari apostolici, gli conferì tre ra di Lavoro, Giulio 11 nel i5o8
vescovati, e nel 1 5o4 la carica di lo dichiarò prefetto del palazzo a-
prefetto del sacro palazzo, che dis- postolico, indi lo creò vescovo di
impcgnò con tale soddisfazione del Bovino ( a' 24 aprile i5io secon-.
Papa che ad onta dell'opposi-
, do r Ughelli ) Con un motu-pro-.

zione del sacro collegio, nel pri- prio Giulio 11 ordinò ai doganieri
mo dicembre i5o5 lo creò cardi- di Ripagrande di pagargli annui
nale. Terminò i suoi giorni coiifi- ventimila ducati , in donius no-
uato nel convento di s. Onofrio slrae usimi, cioè 3ooo in principio
onde il Ciacconio esclamò Jdeo : d'anno, e i5oo mensilmente. Con
non scmper fortuna arridcl mor- un mandato, Giulio 11 ordinò a
talibiis. Clini illos supra condilio- Giovanni di ammettere fra i cu-
neni generis ac meriti nd dìgnita- biculari segreti Pietro Sarmiento
tes praeclariores evexitl chierico delia diocesi di Burgos, es-
Pietro Filholi francese di Gan- sendo fino da quel tempo propria
natj già presidente della regia ca- ispezione del prefetto del palazzo
mera de' conti vescovo di Parigi , apostolico r ammissione de' fami-
di Sisteron ed ambasciatore del re gliari pontifìcii di qualunque ran-
Luigi XII a Giulio II per confe- go. Intervenne al concilio generale
derarsi contro i veneti. Incontrò di Laterano V, riedifìcò il suo epi-
tanto col Papa che lo spedì suo scopato, e morì nel 1529.
legato a Blois, e poi a Cambray Alessandro Nero ni di Firenze ,

dove si conchiuse la famosa lega, fornito di chiari natali, sagacità e


e poscia pei di lui singolari talen- gentilezzadi tratto, si procurò la
ti nel i5o5 lo dichiarò prefetto del benevolenza di molti primari per-
sacro palazzo. Decorato di questa sonaggi in Roma, massime del car-
dignità, Pietro accompagnò Giulio dinal della Rovere poi Giulio If,

li alla ricupera di Bologna, mentre che verso la fine del suo pontifì-
Luigi XII lo desiderò arcivescovo cato Io dichiarò prelato domestico, e
25a MAG MAG
nel 1 51a prefetto del palazzo, carica denaro onde aiutasse quell* isola ,

che coutiuuò ad esercitale nei pon- giaccJiè la camera apostolica non


lilicati di Leone X ( clic inoltre lo potea farlo, e per dare buon esem-
fece precettore, o Commendatore di pio esibì tutte le sue suppellettili

s. Spirito (P'edi)^ ove riportammo d' oro e d' argento per ridurle in
le sue notizie, ufllzio ch'esercitò si- denaro; ma Adriano VI non ere-
no morte con somma integri-
alla dette acconsentirvi. Per la canoniz-
tà e vigilanza ) , Adriano VI e zazione dei beati Antonino e Ben-
Clemente VII, il primo e il terzo none, tra i prelati che arringarono
suoi concittadini, ed all'ultimo fu per essa Adriano VI, l'integerrimo
particolarmente caro; morì prefet- vescovo di Cuenca, fornitissimo di
to del palazzo, e precettore di s. prudenza e di erudizione, spiccò
Spirito nel i526. Cosa fece que- tra gli altri. Tanto scrive l'Ortiz
sto prelato come prefetto del pa- intimo famigliare Adriano VI,
di
lazzo apostolico nella promulgazio- senza però far menzione della ca-
ne dell'anno santo i525, lo nar- rica palatina che al vescovo attri-
rammo nel voi. Il, p. 1 17 del Di- buisce il Bosio.
zionario. Air articolo Gerosolimi- Girolamo Schio di Vicenza, di
TAHO ordine^ riferimmo coll'auto- una famiglia ricca e nobilissima,
rità del Bosio, come Adriano VI passato in Roma vi abbracciò la
fece visitare a Civitavecchia il gran vita ecclesiastica. Giulio II lo am-
maestro de Villiers, dal suo mae- mise tra i referendari di segnatura,
stro di casa Diego vescovo di Cuen- e poscia venne impiegalo nel go-
ca. L'Ortiz nella Descrizione del verno di varie città de'dominii del-
viaggio di Adriano Vl^ dice che la Chiesa. Leone X lo fece prelato
tra i che accompagnarono
prelati domestico, e Clemente VII vescovo
il Papa dalla Spagna in Roma, di Vaison, e nel i526 lo chiamò
vi fu Diego Ramirez di Arella- ad esercitare la prefettura del sa-
«o vescovo di Cuenca uomo di , cro palazzo. Sopravvennero quindi
singolare letteratura e nelle sue i calamitosi tempi in cui Ugo Mon-

azioni splendido e generoso ,


qual cada costrinse Clemente VII a sal-
degno discendente dell'insigne schiat- var la vita in Castel s. Angelo
ta de' signori di Arellano. In Sa- (Fedi), ove il Papa tornò nel i52 7
ragozza si presentò ad Adriano VI pel memorabile saccheggio di Ro-
un proho e letterato vescovo di ma. Girolamo gli fu fido compa-
Ungheria, cacciato dai turchi, ed gno fra le sciagure, e rinfrancò con
il Papa lo inviò legato in Fran- saggi consigli il di lui animo ab-
cia ed Inghilterra , non che al- battuto da tante disgrazie. Allora
trove per pacificare gli animi di- risplendettero i di lui talenti, la
scordi ed in guerra. Diego ricet- destrezza in piegare animo, 1' altrui
tò magnificamente 1' esule vescovo e r eloquenza persuadente che pos-
divenuto indigente. Mentre turchi i sedeva in sommo grado. Spedito
stringevano d'assedio Rodi, il mu- da Clemente VII nunzio straordi-
nificentissimo vescovo di Cuenca nario a diversi principi, e partico-
fece premurose istanze al Pontefi- larmente all'imperatore Carlo V,
ce, aiììnchè stimolasse i cardinali pel quale il Papa avea tanto pa-
prelati a concorrere con aiuti e col tito ; pacificati i principi gli riuscì
MAG MAG 253
ridurre cesare da avverso in ami- tra i canonici vaticani. Noteremo,
co del Papa, e della sua famìglia che nella eruditissima Cronaca di
Medici fautore onde lo persuase
; tal coronazione, pubblicata nel 1 843
a recarsi in Bologna a ricevervi dal eh. Giordani, si legge che Cle-
da Clemente VII la corona impe- mente VII a* 17 febbraio chiamò
riale, ed a creare il di lui nipote dinanzi a sé i più inlimi famiglia-
duca di Firenze, concedendogli in ri della corte pontificia , tra'quali
consorte Margherita sua figlia na- monsignor Girolamo Schio suo mag-
turale. Quando Girolamo stava per giordomo, e monsignor Carlo Ario-
conseguire il guiderdone
meritato sti suo maestro di casa, il ceremo-

a sì segnalati servigi, la morte lo niere pontificio Martinelli, ed il


colse in Roma d' anni 52 a'4 gen- sagrista Foschi vescovo d' Ancona,
naio i533, compianto dal Papa e acciocché insieme si accordassero
da tutta la corte, massime dai con- con alcuni ministri della famiglia
cittadini, erigendogli suo fratello il imperiale, tra' quali il maggiordo-
nella cattedrale di Vicenza un su- mo cesareo ed il cappellano di ce-
perbo mausoleo. sare ,
per ordinare e dirigere i

Carlo Ariostl nobile ferrarese, preparativi occorrenti alla corona-


caro a Leone X, fu da lui fatto zione. Tornato il Papa in Roma,
canonico di s. Pietro nel i5i5, e nominò nel i53o l' Ariosti com-
divenne vicario della basilica. Cle- mendatore di s. Spirito, morendo
mente VII che lo amava, lo di- nel i532.
chiarò prelato domestico, nel \Sij Giuliano Visconti nobilissimo
vescovo di Acerra, concedendogli milanese, fu da Clemente VII an-
con raro esempio la ri tensione dei noverato nel collegio de 'protonota-
menzionati canonicato e vicariato >
ri apostolici, e nel i53o maestro
indi allorché spedì lo Schio nunzio di casa ossia prefetto del palazzo
'
in Ispagna, lo volle al suo fianco pontificio. La sua
condotta savia
per prefetto del palazzo apostolico. nel delicatissimo impiego, congiunta
Con tal grado seguì il Papa nel ad esemplare morigeratezza, gli me-
i529 a Bologna per la coronazio- ritò pure nel i532 il vescovato di
ne di Carlo V, e come capo del- Alba, ritardandone la consacrazione
la corte pontificia si portò segui- per ragione del suo uffìzio di ser-
to dalla medesima ad incontrare vire e accompagnare il Papa nel
e complimentare l'imperatore al- viaggio che fece di nuovo a Bo-
lorché giunse a quella città ; e sua logna per riabboccarsi con Carlo
particolarmente ìli la cura di far- V, ma fatalmente ivi mori d'anni
gli prestare ogni occorrente servigio 3o a' 5 gennaio i533. Narra il
e convenevole onore per tutto il ceremoniere Biagio Martinelli, di
tempo che vi fece dimora. La essere con tutta la corte e fami-
solennissima funzione dell'incorona- glia del Pontefice intervenuto ai
menlo, per ragione di uffizio, nella solenni funerali celebratigli nella
primaria parte dispose e ordinò, chiesa di s. Martino de'carraelita-
e qual canonico di s. Pietro im- ni, dove restò sepolto.
pose insegne corali del suo ca-
le Bartolomeo Ferratini nobile di
pitolo all'imperatore, quando giu- Amelia, fatti egregiamente gli studi
sta il consueto rito fu ammesso in Roma, di naturale serio e rao-
9.74 MAG MAG
desto, YPnne Iniireato dottore nelle Ionico in età di 54 anni, con duo-
legqi. Abbracciato lo stato clericale, Io del Pontefice.
Giulio li lo nominò canonico di Jscanìo Parisani nobile di To-
s. Pietro, assessore de' commissari lentino, nel i534 Clemente VII lo
delle decime e collettore apostolico. diede in successore al precedente,
Allorquando il magnanimo [Ponte- essendo vescovo di Rimini. Morto
fice concepì la maravigliosa riedi- Clemente VII, ed eletto a'i3 ot-
ficazione della sontuosa basilica va- tobre i534 Paolo III, continuò
ticana, il disegno ralììdò mI Bra- per poco nella carica, ed ordinò
mante, e la cura di far eseguire le cose per la coronazione, d'ac-
la costruzione al Ferralini. Leone cordo col ceremoniere Martinelli.
X lo dichiarò reggente della can- Paolo III nello slesso anno lo no-
celleria, e poi gli commise il go- minò tesoriere generale, e a'i() di-
verno di varie provi ncie, cui pre- cembre 1^39 lo creò cardinale.
siedè con lode di senno e di pro- Antonio Giacomo Buonginvanni
bità. Ma più d'ogni altro lo sti- recanatese, figlio di Bernardo fa-
mò ed amò Clemente VII, che moso medico di Alessandro VI,
l'ebbe sempre fra' suoi più intimi dichiarato prima suo cubiculario
famigliari, compagno indiviso e co- d'onore da Giulio II, e poi nel
stante nella lieta e nella trista for- 1 5o9 vescovo di Camerino, gover-
tuna. Il Papa l'inviò coi cardinali nò il gregge con prudenza e zelo,
legati ed altri prelati in Piacenza e riedificò l' antico tempio di s.

nd incontrare Carlo V, e fu uno Giacomo. Clemente VII V incaricò


de' testimoni al giuramento che di dare forma e stabilimento all'or-
prestò cesare ai legati, secondo il dine de'cappuccini, e nell'esaltazione
costume degl'imperatori che veni- di Paolo III, come suo amorevole,
vano in Italia, nella chiesa di s. si recò in Roma. Ricevuto con
Antonio presso Piacenza. Trovan- piacere, lo fece fermare, indi nel
dosi colla Bologna alla
corte in 1 535 gli affidò la prefettura del
morte di Visconti, Clemente VII palazzo apostolico, rinunziando il

B lui lo sostituì nei primi del i533. vescovato per essere libero da ogni
Già lo avea nominato vescovo di altra cura. Avanzato negli anni,
Sora, ed in questa occasione Io cessò di vivere nello stesso i535,
trasferì a Chiusi indi nell' autun- ; e fu sepolto nella tomba gentilizia
no accompagnò il Papa a Pisa e in s. Agostino.
per mare a Marsiglia, In questa Vincenzo Boccaferri della fami-
città ebbe 1' onore di assistere la glia nobile Boccadiferro di Bo-
regina di Francia, quando con logna, abbate de' monaci Olivetani,
solenne pompa si recò ad osse- ne riconobbe il raro merito e la
quiare Clemente VII. Sua cura fu probità il cardinal Farnese, poi
pure di presiedere alla preparazio- Paolo III, quando fu legato di Bo-
ne del gran convito ( in cui il Pa- logna, mentre governava il mona-
pa per la prima volta si assise a stero di s. Michele in Bosco, e
mensa con donne ) celebrato per partito il cardinale dalla città, gli

le nozze tra il figlio del re e Ca- affidò il regolamento del collegio


terina de Medici. Ritornato a Ro- Ancarano, di cui era protettore.
ma, nell'estate i534 «lorì Barto- Assunto al pontificalo lo fece pron-
MAG MAG a"i
tamente venire in Roma, ed ab- servizio del cardinale Farnese , il

bracciandolo in presenza de' corti- quale divenuto Paolo III, lo ascris-


giani , esclamò : ìnveiierat homi- se fra'suoi camerieri segreti, di lui
nem seciinduin cor siiuni. Poco servendosi nelle cose sue domesti-
dopo lo nominò vescovo di Marsi, che e di maggior confidenza , e
e nel i53i gli conferì la prefet- singolarmente lo incaricò della cu-
tura del palazzo apostolico. In tale ra di Vittoria Farnese sua nipote,
occasione gli fu dal benevolo Pa- poi maritata al duca d' Urbino.
pa concesso in vece delle vesti di Alla morte del Boccaferri, Paolo
color bianco, secondo l'uso del suo III volendo
rimunerare generosa-
ordine , di portare V abito e la mente la fedeltà di Angelo, gli
niozzetta nera, e d' intarsiare uno conferì tanto il vescovato che la
de'gigli dello stemma de' Farnesi carica del defunto nel i537 (pare
nel campo d' oro della sua arma. a' 12 ottobre). Seguì il Papa nel
Reduce Carlo V da Napoli toccò viaggio di Piacenza , e poi per
a Vincenzo, come prefetto del pon- Nizza nel Piemonte. Dopo qualche
tifìcio palazzo, la cura di provve- tempo venne traslatato alla chiesa
dere tultociò che occorse pel rice- d' Asisi, ove compianto cessò di
vimento ed alloggio di sì gran vivere nel i543 , Xll kal. jnnii,
monarca, e del numeroso suo si- ed il cadavere trasferito in Amelia,
gnorile seguito. Arrivato cesare in fu tumulato nella cappella genti-
Roma nei primi di aprile i536, lizia diMartino, nella chiesa di
s.

fu accolto con quella pompa cui s. Francesco.


doveasi onorare il primo e più po- Alessandro Gnidiccioni nobile
lente principe della cristianità, che lucchese e nipote del celebre car-
descrivemu)0 nel voi. XXXV, p. dinal Bai tolomeo creato da Paolo
178 e seg. del Dizionario. Fu il 111, coltivò le lettere con rara lo-
medesimo a spese del palazzo con de d'ingegno; il Papa che merita-
tutta la sua corte nel Valicano, mente amava tutti gl'individui di sua
dove fece soggiorno , trattato colla famiglia, lo ascrisse tra i referen-
magnificenza convenevole ad usar- dari, e nel i54o lo promosse al-
si dal Papa verso di tanto ospite. l'onore di prefello del palazzo apo-
Tutto riuscì di comune soddisfa- stolico. Nello stesso tempo (con
zione, mercè la vigilanza del pre- breve de'2 ottobre i54o) lo depu-
Iato, il quale si guadagnò la slima tò governatore e castellano della
dell'imperatore, e si conciliò sem- città e rocca di Tivoli (Fedi), qua- i

pre più la benevolenza pontifìcia. li uffìzi volle che in avvenire fos-


Quando era per riceverne maggio- sero annessi alla prefettura del sa-
ri contrassegni, in età di 4? ^nni cro palazzo , come per qualche
morì nel iSSy, ed ebbe sepoltura tempo si conservò. Nel i54i (a'9
in s. Maria Nuova de'suoi Oliveta- gennaio i54o) lo nominò vescovo
ni, dove gli si celebrarono l'esequie d'Aiaccio, e quindi il Papa lo ado-
con insolita pompa funebre, ed in- però in varie importantissime ne-
tervento di molti vescovi e di tut- goziazioni, e lo mandò nunzio in
ta la corte pontifìcia. Francia ed a Carlo V. In ricom-
Angelo Archilcgi di Amelia, si- pensa ebbe la considerabilissima
no dalla sua gioventù sì dedicò al carica di commendatore di s. Spi-
i56 MAC MAC
rito, la quale esercitò con splendi- i5>4B a'y marzo (maggio scrivono
dezza e plauso di lutti ; fu sua o» i suoi annotatori) ; che fu in som-
pera il grande organo intagliato ma estimazione al concilio di Tren-
con {squisitezza e riccamente do- to, iu cui molto fece contro i fal-

ralo, e quelle altre cose che si si dommi degli eretici, e che ivi

notarono all'ai ticolo Commendatore mori nel i563 agli ii febbraio,


DI s. SrmiTo. Giulio 111 mal pre- o meglio a' io gennaio come notò
venuto sulle troppe spese, deputò il Pallavicino. Sembra che la sua
una congregazione di alcuni pie- carica palatina durasse poco, e che
lati e cavalieri per accudire all' a- ne fosse reintegrato il precedente
eienda dell' ospedale. Persuaso il Guidiccioni, poiché nell' archivio
prelato dell'incostanza della forlu- vaticano arm. 29, t. 126, p. i 1 1,
na, si preparò il sepolcro in una all'anno 154^, esiste questo docu-
cappella che nella slessa chiesa a- mento. Paidiis PP. III. Cani nu-
vea edilicato, e vi fu tumulato, per Ilinc est quod de fide
morendo ai 7 ottobre i552. integrilate ^ et in rebus agendis
Lodovico Fannini de* Teodoli dexteritnte, et experienlia venerahi-
nobile di Forlì , canonico regolare lis fratris nostris Alexandri epi-
del ss. Salvatore, gian filosofo e scopi Adjacensis praelali nostri
teologo, essendo in Roma priore di domestici^ et doma nostrae ma»
s. Pietro in Vincoli, da Paolo HI gistri plurinium confisi P/flt-

a'19 gennaio i54i fu fatto vesco- ce/, et ita concedìmus. A. La let-

vo di Scala, dice 1' Ughelli; ma tera è l'iniziale del nome baltesi-


nell'archivio vaticano, arm. 29, t. male di quel Papa, che fu A lessan-
ti 9, pag. i34, si trova eh' era dro. Tuttociò fu ignoto al Re-
suo Doniiis magistrOj poiché in da- nazzi.
ta maggio i54i esiste il do-
2 Sebastiano Oraziani di Ancona
cumento con cui il vescovo di
, é il primo che trovasi registrato
Bovino Alfonso sagrista pontifìcio nei ruoli esistenti nell' archivio del
viene autorizzato con altri due ve- palazzo apostolico. Da presidente
scovi a consagrare R. D. Ludovico della camera apostolica nel i^Sq
eleclo Scalensì donius nostrae ma- Paolo III lo creò vescovo di Segni,
gistro, di che però non fa parola donde lo trasferì alla chiesa di
il Bonoli nella Foràj
Storia di Vico Equense. Nel i544 ^^'^ P**e-
voi. II, lib. XI, all'anno i54r, cioè fetto del palazzo apostolico di tal
della prefettura del palazzo apo- Pontefice, che lo mandò a gover-
slolico. Scrive bensì che nel i548 naie la provincia di Romagna con
fu trasferito a Bertinoro, e nel i563 titolo di presidente, indi nel i54B
trovandosi al concilio di Trento i- rinunziò il vescovato,
•vi mori e fu sepolto in quella Vincenzo Duranti nobile fioren-
cattedrale , facendo di lui onorevo- tino, fu prescelto dal celebre car-
lissima menzione il Pallavicino nel- dinal Nicolò Ridolfì nipote di Leo-
la Storia del concilio di T/vnto ne X per presiedere alla numero-
par. 2, lib. 19, cap. i3. L'Ughelli sa sua corte e famiglia, per la mag-
nella serie de'vescovi di Bertinoro, gior parte composta di persone
lo dice della congregazione Renana, ecclesiastiche, e siccome il cardina-
che fu traslato a Bertinoro nel le era pure vescovo d'Orvieto (ove
MAG MAG 207
per sei mesi alloggiò il suo pa- apostclici, e (net i552) mon in
rente Clemente VII allorché fuggì Roma, fu tiasportato il cadavere
da Castel s. Angelo dopo il sacco a Celano nel regno di Napoli, e
di Roma), così lo fece arciprete sepolto nella cappella di s. Maria
della cattedrale, ed in tal modo si di Valverde rinomata per le pit-
conciliò la benevolenza degli orvie- ture di Raffaello . Neil' iscrizione
tani che ascrissero il fratello e il viene detto: Supremus domus ma-
nipote alla loro nobiltà, e poi nel gister
i529 gli rinunziò il vescovato con Gio. Battista Galletti nobile pi-
generale esultanza della città. A- sano, dotato di meraviglioso talento
mando Paolo III Vincenzo, per per le cose economiche, Clemente
la sua probità e destrezza lo a- VII l'impiegò in quelle camerali,
scrisse tra' prelati domestici, e lo e poi in tesoriere di Romagna,
occupò in affari rilevanti, solo riu- Paolo III gli conferì un chiericato
scendogli portarsi alla sua diletta di camera , indi lo dichiarò presi-
chiesa nel i536. Paolo IH nel dente di essa. Appena a'7 febbra-
i54i lo mandò nella Marca vice- io del i55o successe Giulio III,
legato, e per l'eccellente sua con- questi lo promosse a prefetto del
dotta nel i545 gli confidò la palazzo apostolico , e morì d'anni
prefettura del palazzo apostolico, 66 nel palazzo Marco, ove
di s.

quando la morte dopo pochi mesi risiedeva quel Papa, a' 21 luglio
gli troncò la vita a' 4 dicembre, i554, ed il suo cadavere con so-
ed il cardinal camerlengo rilasciò lenne pompa fu trasportato in s.

il permesso pel trasporto del suo Maria sopra Minerva , dove dal
cadavere ad Orvieto, ove fu tumu- figlio naturale Fabrizio gli fu eret-
lato nella cattedrale. te un magnifico mausoleo. Nell'epi-
Bernardino Silverj , nato in taffio si legge : Ac deinde praesidi
Celano da nobile famiglia, che u- demum Julii TU primo oecono-
sa va lo stemma e cognome di mo . . . . Fabritius Gallettus ìnso-
Piccolomini, pel matrimonio di An- labiliter moerens parenti suaviss.
con Laudomia nipote
tonio Silverj pos.
di Pio II, e sorella di Pio III. Bartolomeo Pcperi o de Pi-
Amabile per illibata innocenza ed peris di Saluzzo, commendato al-
altrè virtù , il cardinal Guidiccioni tamente per dottrina e probità ,

gli rinunziò il vescovato di Teramo, ascritto a tutte le opere pie di


donde Paolo IH lo traslatò alla Roma, fu annoverato tra i cubicu-
sede arcivescovile di Sorrento, e poi lari pontificii d'onore. Paolo HI lo
nel 1546 (probabilmente a'26 ago- creò vescovo di Mondovi, e Giulio
sto), mosso dalla fama delle sue III alla morte del precedente lo
belle doti, gli conferì la vacante volle maestro di casa ossia prefet*
prefettura del sacro palazzo, ch'e- to del suo palazzo, continuando
sercilò sino alla morte di quel nell'uffizio sotto Marcello II che

Pontefice, insieme cogli annessi go- visse 22 giorni e morì il primo ,

verni di Frascati e di Tivoli, co- maggio i555. Bartolomeo passò a-


me si ha dal Giustiniani, De'vesco- gli eterni riposi nel i55g, lascian-
vi e governatori di Tivoli. Nel do il suo pingue patrimonio al
i549 ^" ammesso tra gli scrittori conservatorio di s. Caterina de'fu-
voL. XLT. 17
258 MAG MAG
nari di Roma, nella cui chiesa gia- valore delle scienze. Essendo ret-
ce sepolto.' tore del santuario di Loi'eto ne
Michele Turriano o della Tor- compilò la storia, come abbiamo
re udinese de* conti di Valdesina, dal Martorelli, Teat. ist. della s.

vescovo di Ceneda, eletto a* 2 3 Casa t. I, p. 558. In Loreto pre-


maggio i555 Paolo IV, lo desti- se pure a scrivere gli Annali del-
nò per presiedere alla sua corte e la città d'Aquila colle istorie dei
pontificio palazzo. Leggo nel No- suoi tempi, opera dotta, e stesa
vaes, che sebbene Paolo IV sino con discernimento ed eleganza di
alla sua esaltazione avesse menata stile, che fu stampata in Roma
una vita conforme allo spirito di nel i55o. Giulio IH lo fece cano-
quella povertà, che prescritta avea nico di s. Maria Maggiore in cui ,

alla sua congregazione de' teatini, più volte fu vicario ; e Paolo IV


fatto Papa volle mantenere col successivamente lo dichiarò scrittore
dovuto splendore il duplice carat- e protonotario apostolico, non che
tere di capo della Chiesa e di so- commendatore di s. Spirito (al

vrano perciò interrogato dal mag-


: quale articolo ne celebrammo le

giordomo del palazzo apostolico, benemerenze). Dopo due anni e


in qual maniera voleva essere trat- nel i558 lo promosse alla prefet-
tato, per riguardo all' esterna ap- tura del palazzo apostolico (nell'ar-
parenza della sua corte e persona, chivio vaticano si legge che lo
rispose: magnìficamente come a era nel i556, ma sembra
meglio
principi conviene. V. Paolo IV. fatto nel i558) conservandogli la
Questi dopo qualche anno mandò precettoria sul detto arcispedale.
Torce a governar l'Umbria, e solo Era stato il di luinome di pugno
fu creato cardinale nel i583 da del Pontefice Paolo IV scritto in
Gregorio XIII. una lista di cardinali , che avea
Domenico Nero o de Nigris destinato creare se la sua morte
forse regnicolo. Paolo IV napoleta- avvenuta nell'agosto 1 559 "^" S'^
no, e già arcivescovo di Chieti, avesse impedito di effettuare il

siccome amante de' suoi connazio- suo disegno. Con universale soddis*
nali, moltissimi ne ammise in sua fazione di tutta la corte resse
corte: il suo stemma si compone- monsignor Cirillo, finche visse Pao-
va di cinque alberi acuti, tre sot- lo IV, questo delicato ed impor-
to e due sopra in campo d'argen- tantissimo uffizio. Perciò allorché
to. Da prolonotario apostolico par- dopo Pio IV, a'7 gennaio i566,
tecipante, nel iSSy Paolo IV lo fu eletto s. Pio V, questo merita-
fece succedere al vescovo di Cene- mente lo richiamò ad esercitarlo,
da nella prefettura , conferendogli ed occupò la prefettura in tutto
il canonicato vaticano vacato per il suo pontificato egli solo, ciò che
morte del suo maestro di camera, forma il principale elogio del pre-
l'illustre Paolo Consiglieri di santa lato. Cogli esempi di s. Pio V fu
vita. Breve fu la sua prefettura, benefico colla famiglia pontificia, ri-

poiché mori 3*19 agosto i558. guardata con particolare amore da


Bernardino Cirillo d' Aquila Si gran Papa. Di questi ecco ,

nell'Abruzzo, uomo di gran senno, quanto riporta Girolamo Catena,


di singolare pietà, e diligente colti- Fita di Papa Pio pag. 29. F ^
MAG MAG 25^9
« Non lasciò alcun senza compenso, quando non cadevano vacanze nei
(li quelli cioè clie in alcun tempo loro paesi, comperava de'luoghi di
si fossero con lui mostrati cortesi, monti ed uffìzi vacabili dicendo ,

benché se ne fossero dimenticati; non gli parer bene, che quei che
onde scrisse agli assenti, che ve- hanno servito un Papa (ilsuopon-
nissero in Roma per ricevere da tifìcato fu di sei anni e circa
lui benefìzi, e per servirsi dell'ope- quattro mesi) fossero astretti per
ra loro ; e se alcuno era morto povertà ad entrare dopo la mor-
rivolse i suoi favori ai loro fìgliuo- te sua in altre servitù ; ed essen-
li ed attinenti, A'serviloii suoi, se- dogli riferito anzi essere biasi-
condo grado degli uffìzi e qua-
il mato, che lodato di tante entra-
lità delie persone, e secondo il tem- te che dava a' servitori, aggiun-
po che lo aveano servito, di mano se un'altra cagione. Che quelli che
in mano con lai giudizio nel prò- l'aveano servito senza speranza di
gresso del pontificato fu benigno si premio e senza ambizione, percioc-
e liberale, e talmente riconobbe le che essendo egli stato cardinale
servitù loro, che non v'era memo- povero e senza favori, niente pote-
ria d' altro Pontefice che avesse vano sperare da lui restava dun- ,

fatto il somigliante, spesso repli- que l'avessero servito per amore,


cando loro queste parole. Voi che Óra che Dio l'avea innalzato a
siete stali costanti meco, servite quella possanza, voleva in quella
fedelmente nel vostro uffìzio e te- guisa premiare 1' amore di tutti

nete cura di vostra vita ; il che sa- loro, conforme alla capacità di
rebbe stato più benefìcio per loro ciascuno e al grado. Fece di loro
che suo, perciò in morire direbbe alcuni protonolari apostolici, e il

di morire conlento; ma se vivesse, segretario Rusticucci cardinale. Ca-


quanto a se altro che fatiche e rico d'anni e di meriti Bernar-
Iravagli gli resterebbe; non guar- dino Cirillo morì XIII kal. julii

dare alla sedia ov'era assiso, e agli iSyS, e fu sepolto nella chiesa
ornamenti del pontifìcato, imper- di s. Spirito in Sassia. Nella me-
ciocchè quantunque fossero fregiati moria erettagli dai nipoti si legge:
di seta e d'oro, erano nondimeno Palalinae famìlìae Pauli IV, Pii
pieni di pungentissime spine che V Pont. Maximor. Pracfecto.
fino al cuore il trafìggevano, di Tiranni di Cagli, ammo-
Felice
maniera che la morte a lui sareb- gliato con prole, fu ambasciatore
be stato uno uscir di travagli, de' suoi signori duchi di Urbino ,
Sicché oltre i doni straordinari, e siccome uomo di fede e destro ne-
quelli che faceva loro ogni anno gli affari. Restato vedovo abbrac-
il s. Giovanni e il Natale, che ciò lo stato ecclesiastico, e Giulio
furono oltre ottomila cinquecento III lo fece vescovo di Urbino, e
scudi coi soli vesti menti,, loro prov- Paolo IV castellano di Castel s.

vedette di tante entrate di benefì- Angelo. Più caro riuscì a Pio IV,
zi, che fu tale uno, che con l'oc- ch'eletto a' 26 dicembre i559 su-
casione delle vacanze di Spagna bito lo volle presso di se, e gli
ebbe di entrata più di venticinque conferì la prefettura del palazzo
mila scudi, oltre le grazie ottenu- apostolico; ed erigendo Urbino in
te pei suoi parenti ed amici. E arcivescovato fu il primo a portarne
260 MAO MAG
il grado (prid. non. junii i563). che presidente della camera apo-
Tornato alla propria chiesa, morì stolica. In questa patente si fanno

nel 1578. molti elogi di Fantino pei servizi


Deodato Vairo parmigiano, di alacremente prestati e pei suoi
una famiglia di gentiluomini tutta grandi meriti , e perciò secondo
addetta ai servigi del cardinal de quanto si praticava coi chierici e
Medici poi Pio IV che lo fece cap- presidente di camera, ed altri ca-
pellano segreto , indi prelato do* merali , con perpetuo privilegio ,

mestico e prolonotario apostolico, viene esentato da tutti i pubblici


e finalmente alla partenza da Ro- pesi e gravezze, abilitandolo a gode-
ma del precedente , nel i 564 fat- re le solite grazie, libertà, immuni-
to prefetto del sacro palazzo, cari- tà e privilegi. Rassegnato nel i585
ca che esercitò sino all'elezione di l'arcivescovatOj fu fatto da presi-
s. Pio V. dente chierico di camera. Clemen-
Fantino Peirignani d* una del- te Vili lo destinò commissario
le più antiche e nobili famiglie di dell'esercito pontifìcio che spedì
Amelia, con le rare doti del suo in Ungheria, per aiutare l'impe-
animo, e singolare prudenza go- ratore Ridolfo II contro i turchi;
vernò Viterbo e le provincie del- ma prima di partire da Roma, di
la Marca e di Romagna, onde anni 60 morì a* 9 marzo 1600
stimato in curia romana mossero nel palazzo che possedeva nella
Gregorio XIII a nominarlo arci- parrocchia di s. Salvatore in Cam-
vescovo di Cosenza, e nel 1576 po, venendo con solenne pompa
prefetto del palazzo apostolico, in- trasportato in s. Maria del Popolo.

di nel 1578 lo mandò nunzio a In Amelia i nipoti nella chiesa di


Napoli, e poi in Ispagna. Osservo s. Angelo gli eressero un magni-
che nell'archivio vaticano si tro- fico cenotafio, ove si dice Grego- :

va prefetto del palazzo apostolico rio XIII sacri apostolici palatiì


nel i564 e nel 1574, e neli'U- supremus oeconomus praefuii. Fu
ghelli si dice nominalo alla sede autore di alcuni opuscoli, massi-
di Cosenza a' 7 gennaio 1577. me pii, per cui il Jacobilli in Bi-
Nel medesimo archivio questi pre- hliolh. gli die luogo fra gli scrit-
lati sono qualificati indistintamen- tori umbri.
te, Majordonius^ Magister domus, Claudio Gonzaga de' signori di
Pracfectus sacri palalii. Nel pre- Borgoforte nel Mantovano, ornato
detto archivio tra le patenti di e- l'animo di cognizioni e di virtù
senzioni arm. 29, tom. 25 1 ,
, Pio IV lo ammise nel collegio dei
p. 64, ve n'è una del cardinal protonotari apostolici, e s. Pio V
Luigi Cornaro camerlengo, diretta di lui si valse per conchiudere con
al nostro prelato, colla data i4 Filippo II e la repubblica di Ve-
maggio i564j dalla quale si rile- nezia la sacra lega contro i turchi,
va che Fantino era allora dottore e rimase nunzio ordinario presso
d'ambo le leggi, protonotario della Giovanni d'Austria ammiraglio ge-
santa Sede, referendario dell'una nerale della flotta che vinse a Le-
e dell' altra segnatura, maestro di panto i nemici del nome cristiano.
casa, commensale continuo e pre- Gregorio XIII nel 1578 lo prepose
lato domestico di Pio IV, non alla prefettura del palazzo aposto-
MAG MAG 26r
lieo,che presto dimise pel suo cn- fece loro molte carezze e cortesie),
gionevole temperamento, ritirandosi e poco dopo l'inviò nunzio agli
a Pozzuoli per far uso di quello svizzeri, trasferendolo alla sede di
acque termali, e vi mori nel i586, Tricarico.Giunto verso la fine del
venendo sepolto in s. Maria di Pie- i586 a Lucerna, vi dimorò alcuni
digrolta. anni ben amato; incontrati poi de-
Alessandro Miisotti bolognese, fu gliostacoli, fu richiamato a Roma,
da Pio IV ascritto tra' referendari ove morì nel 1592 e fu sepolto in
di segnatura, indi venne dal con- s. Prassede. Nell'iscrizione si legge:
cittadino Gregorio XIII suo antico Sixti V initio pontificatus domus
amico fatto canonico vaticano (nel praeposito.
1572 tesoriere segreto), e vescovo Marzio Frangipani romano della
d'Imola a' 9 dicembre iSyQ, non celebre famiglia Anicia, de* signori
che prefetto del palazzo apostolico. di Petronella Fiorano , alla gloria
Dopo qualche tempo Io spedi nun- militare costantemente seguita dai
zio a Venezia, e nel ritorno si fer- suoi antenati, preferì lo stato cle-
mò in Imola, preferendo le cure ricale, e fu fatto protonotario apo-
di pastore agli a^vanzamenti. Ivi stolico. Sisto V nel iSSy (lo era
costruì il convento de* cappuccini nel novembre) lo deputò a pre-
con ricca biblioteca, l'ospedale pei siedere alla sua corte e pontificio
mendichi, e fece quelle altre cose palazzo, per le virtuose qualità che
che registrammo nel voi. XXXIV, in lui risplendevano, dichiarandolo
p. io3 del '^eW Essai
Dizionario. pure tesoriere segreto, ed affidan-
historique del barone Van den dogli l'esecuzione della maggior par-
Steen, p. 284, ho letto, che Van te delle grandiose opere che ci la-
der Beker grande arcidiacono del sciò.Morto Sisto V nel 1590 ai
Brabante, gran vicario del capitolo 27 agosto, cessò nell'uffizio, e pagò
della cattedrale di Liegi, ambascia' r umano tributo ai i5 febbraio
tore presso l'imperatore di Ger- 1594, venendo tumulato in s. Ma-
mania a più Papi, fu major d'honi- ria sopra Minerva nella tomba gen-
me Gregorio XUl, vescovo d'A-
di tilizia. All'articolo Macerata, par-
versa nel iSSy, presidente del con- lando di Gualdo, secondo le no-
siglio di stato di Fiandra, e nel tizie patrie sarnanesi, dicemmo che
1
594 nominato arcivescovo di Ma- Leone Ventura di Gualdo fu mag-
lines. giordomo di Sisto V.
Gio. Battista San torio di Ta- Ottavio Acquaviva d' Aragona
ranto, fu dal suo parente Giulio napoletano de' duchi d'Atri, fu a-
poi cardinale, nel i568 consacrato matore de* letterati cultore delle ,

vescovo di Alife, nella cappella pon- lettere e versato nelle lingue greca,
tificia. Esaitato olla cattedra di s. latina e italiana, come pure d'im-
Pietro, a' 24 aprile i585, Sisto V, macolati costumi e matura pru-
lo promosse a prefètto del palazzo denza. Sisto V lo dichiarò referen-
apostolico quando il Papa nella
( e dario e vicelegato del Patrimonio.
sua vigna a s. Maria Maggiore in- Risiedendo a Viterbo ebbe ospite
vitò a pranzo gli ambasciatori giap- il cardinal Sfondrati che recavasi
ponesi, monsignor rev. d'Alife mae- al conclave, perchè Urbano VII
stro di casa con altri della corte successore di Sisto V con tredici
a6j MAG MAG
giorni di pontifioato era mancato vanni di Yard. Ritornò in Francia
a* viventi. Aminiiando il cardinale per volere di s. Pio V, e fu fallo
le maniere e virtuose qua-
nobili vescovo di Carcassona. Clemente
lità di Ottavio, divenuto Gregorio Vili lo richiamò, alUdandogli suc-
XIV a' 5 dicembre 1590, lo chiamò cessivamente a reggere le città di
a Roma, e lo fece maestro di casa Ancona, Bologna e Roma. Era go-
o sia prefetto del palazzo aj)ostolico, vernatore di questa ultima , allor-
indi a' 6 njarzo iSgi lo creò car- ché vacala la prefettura del palaz-
dinale. zo apostolico per la morte del pre-
Ercole. Tassoni nobile
Estense cedente, Clemente Vili lo credette
ferrarese, già ambasciatore de' du- pili idoneo ad occuparla ( ne' ruoli
chi di Ferrara, intrapresa la vita del palazzo apostolico 1597, del
ecclesiastica, per le belle sue doli leggo: Monsignor Ru-
illustrissimo
meritò che Gregorio XIV nel iSgi cellai vescovo di Carcassona mae-
10 decorasse della prefettura del pa- stro di casa)} poscia morì nel 60 1 1

lazzo apostolico. Esercitando si no- e dal palazzo valicano fu solenne-


bile ministero ricevè e trattò in mente trasportato il suo corpo in
nome dei Papa, Alfonso II duca s. Andrea delle fratte , e deposto
di Ferrara al modo detto al voi. nella cappella eretta da Orazio suo
XXIV, p. 1 36 e 187 del Diziona- fratello.
rio. Morto Gregorio XIV a* i5 Fabio Biondi di Montai lo nella
ottobre 1591 , ed eletto a' 29 dello Marca, probo e dotto giureconsul-
mese Innocenzo IX, questi lo
stesso to, internunzio a Venezia , donde

confermò nella carica. Ma con due lo chiamò Sisto V suo affine e


mesi di pontificato passando all' e- concittadino, per darlo in segreta-
ternità, gli successe a' 3o gennaio rio e mentore al nipote cardinal
1592 Clemente Vili, il quale e- Montalto, e corrispondendo egre-
gual mente ritenne Ercole per pre- giamente alla fiducia del Papa, agli
fètto del palazzo, e lo innalzò alla 8 gennaio i588 lo nominò patriar-
dignità di patriarca di Costantino- ca di Gerusalemme in concistoro,
poli, morendo a' 17 dicembre 1597. con elogio che accompagnò colle
11 suo cadavere fu esposto in s. Pie- lagrime. Nel 1592 fu spedito in
tro Montorio, nel cui coro gli fece Portogallo collettore apostolico, e
erigere un
mausoleo il cardinal vi restò sino al marzo J'97. Per i

Pietro Aldobrandino nipote del Pa- morte di Rucellai, Clemente Vili


pa, e suo esecutore testamentario. io promosse a prefetto del palazzo

Nella iscrizione si legge: Donius pontifìcio. In questo cospicuo e de-


Pontificiae PraefecLo. licato impiego riuscì sì discreta e
Annibale Rucellai nobile fioren- a tutti grata la sua maniera di re-
tino, nipote del celebre monsignor golarsi, che perseverò in esso non
della Casa che nel 1592 gli cede solo ne' ventisei giorni del pontifi-
il segretariato apostolico (prima as- cato di Leone XI, ma ancora nel
sai di tale epoca, perchè mori sotto seguente di Paolo V, sotto del qua-
Paolo IV), e fu spedito dal car- le morì nel palazzo Quirinale d'an-
dinal Carafa in Francia per ma- ni oltantacinque, ai 6 dicembre
neggiar la lega contro la Spagna, 1618, venendo tumulato nella vi-
e uè riportò l' abbazia di s. Gio- cina chiesa di s. Silvestro, innanzi
MAG MAG 263
la cappella da lui ornala. Negli di condurre a Roma le
lui nel
ultimi anni di sua vita era stato acque del lago di Bracciano ed ,

trasferito al patriarcato di Costan- appena eletto nel febbraio 1621


tinopoli, quando già nel sepolcro Gregorio XV, questi ammirandone
ch'erasi pi eparato, avea fatto inci- le virtù, lo scelse a maestro di ca-
dere il titolo anteriore. Niuno pri- sa e prefetto del palazzo aposLoli-
ma di lui esercitò per diciassette co. Ma mentre si sperava che fosse
anni la carica di maestro di casa, creato cardinale, con dolore di tutta
o prefetto del palazzo apostolico. Roma morì VI id. sept. 1622,
Quindi non saprei come potesse Nella chiesa di s. Gregorio al mon-
scrivere nel mss. delle Famiglie ro- te Celio furono celebrati
gli fu- i

mane i'Amidenio (pianto qui ripor- nerali, a' quali per la prima volta
tiamo. »> Domenico ( Fabio deve assisterono chierici di camera, ed
i

chiamarsi ) Biondi gentiluomo di ivi gli fu eretta onorevole iscrizio-

Macerata, fu maggiordomo di Sisto ne. Questo prelato lo fece maestro


V, Clemente "Vili e Paolo V, di casa Paolo V
nel 16 18 per mor-
chiamato dalla corte più volte al te del Biondi, onde lo poniamo pri-
cappello rosso, ma sempre indarno. ma del Benino, dal Renazzi posto
Paolo V nel principio del pontifi- avanti di lui e del Costaguti, do-
cato, andando da Roma a Frascati, po i quali lo avea registrato quel
io portava seco in carrozza, pre- chiaro scrittore,
minenza che non si dà che a* car- Gio. Battista Costaguti nobile
dinali, onde maggiormente cresce- genovese^ antico amico del cardinal
va la voce della sua promozione. Borghese, che divenuto Paolo V lo
Ma il Papa ch'era serio, molto fece cavallerizzo, carica che funse
grave e di poche parole, il Biondi per molti anni. Abbracciato lo stato
im vecchietto allegro, che parla- lo nominò canonico di
ecclesiastico,
va volentieri , e che procurava di s. Pietro, di cui prese possesso ai

provocare il Papa con qualche fa- i5 giugno 1618, nel quale anno
cezia a riso, gli nocque anziché gio- Paolo V lo promosse alla prefet-
vargli. S'invecchiò e morì nella ca- tura del suo palazzo ( e funse l'uf-
rica, e patriarca di Gerusalemme. fizio a tutto il 28 gennaio 162 1,
Fu tenuto sempre uomo dabbene, epoca della morte del Papa ), Mo-
fu nunzio in Portogallo, fondò case rendo poscia ai 3 settembre 1625,
in Roma con ricchezze considera- fu tumulato nella cappella gentili-
bili, e lasciò erede Giovanni Biondi zia di s. Carlo a'Catinari. Da Mar-
suo nipote ch'ebbe per moglie una tino Ferrabosco fece incidere, con
Crivelli". succinta dichiarazione, l'accrescimen-
Galeazzo Satwitale nobile di to fatto da Paolo V alla basilica
Parma de' conti di Fontanellato, vaticana, col magnifico portico e
fu ascritto da Sisto V tra' suoi ca- grandiosa facciata, cambiandone la
merieri d'onore, da Clemente Vili forma di croce greca in latina. Ad
dichiarato referendario di segnatu- onta che sembri contraddittoria l'e-
ra, ed incaricato di varie ingeren- poca del suo maggiordomato con
ze, che ben disimpegnò , onde fu quella di Sanvitale, pure quanto
fatto arcivescovo di Bari e chieri- asserisco Io rilevai dai ruoli pala-
co di camera. Paolo V si prevalse tini. Per tutto concordare si pò-
264 MAG MAG
Irebbe congelturaro, che il Diondi zano, da nunzio di Venezia e ve-
fosse divenuto inabile,
che Sanvi- scovo di Montefiascone Urbano Vili
tale nello stesso anno di sua nomi- lo chiamò in Roma alla prefettu-
na essendo da Paolo V destinato ad ra del palazzo pontificio (che oc-
altro incarico, subentrasse nell' uf- cupò dal gennaio 1625 fino ai
fizio palatino il Costaguli, e poi 19 o 3i gennaio 1626) e creò
Gregorio XV ripriàliuasse il primo cardinale (a questa epoca). In tem-
nella carica. po eh* era maestro di casa del pa-
Giovanni del Benino nobile fio- lazzo apostolico, per ordine di Ur-
rentino, referendario di segnatura ,
bano Vili trattò e diede alloggio
fu impiegato in diverse giudicatu- nel Vaticano, con singoiar splen-
re con plauso generale della curia didezza e magnificenza al principe
romano, che in lui ammirava pro- reale di Polonia , ed all' arciduca
fonda dottrina ed imparzialità. Pao- Leopoldo d'Austria nell'anno santo
lo V lo dichiarò arcivescovo d'A- 1625. Aggiungeremo che in que-
drianopoli in partìbus^e per morte st'anno 27 dicembre, il Papa gli
a'
del Biondi prefetto del palazzo a- spedì il breve Spedata jralernua-
postolico ( non come dicemmo do- tis Urne, che si legge a pag. 3 del
po il Biondi, ma sibbene per morte Sommario di difesa della giurisdi-
di Sanvitale, cui precisamente suc- zione privativa del sacro palazzo
cesse agli II ottobre 1622 per vo- apostolico. Con questo breve Ur-
lere di Gregorio XV, e disimpegno bano Vili deputò il prefetto del
la prefettura sino a tutto il6 feb- palazzo apostolico , colla preserva
braio 1623). Fu poi nominato dell' irregolarità per le cause crimi-
chierico di camera, ed in tal posto nali.
morì nel i636 d'anni sessantaset- Marzio Ginnetti nobile di Velie-
le, lasciando erede universale l'ar- tri, già cameriere d'onore di Paolo
ciconfraternita della Misericordia del- V, da segretario di consulta nel 1626
la sua nazione, che per gratitu- Urbano Vili gli affidò la prefettura
dine nella chiesa nazionale di s. del palazzo apostolico ( l' esercitò
Giovanni ne pose memoria sul se- dal febbraio 1626 a tutto agosto
polcro. 1627), e per sempre piti onorarlo
Berlinghiero Gessi bolognese, dal volle che i prefetti del sacro palaz-
concittadino Gregorio XV fu sur- zo apostolico per l'avvenire, non piti

rogato al defunto (con questo il fosserochiamali Maestri di casa,


Renazzi crede Sanvitale, ma no, come sino allora erasi costumato,
perchè egli Del Benino)
successe a ma bensì Maggiordomi pontificii
nella prefettura, mentre era vesco- onde ue'ruoH palatini è il primo che
vo di Rimini e governatore di Ro- fu così chiamato. In tal qualità,
ma, carica che ritenne, come di- nella solenne cavalcala che Urbano
cemmo al suo luogo, anche sotto Vili fece a' 2 giugno 1626, egli

Urbano Vili eletto a* 6 agosto 1623 cavalcò alla destra del principe Tri-
( occupò la prefettura a tutto di- vulzio. Dopo pochi mesi lo creò
cembre 1624), che nel 1626 lo cardinale (forse lo pubblicò nel se-
creò cardinale. guente anno 1627). Aggiungeremo
Laudivio Zacchia nobile geno- che nella citata Difesa a p. 4 si ri-
vese, nato nei suo feudo di Vez- porta il breve d' Urbano VIU de' 5
MAG MAG 265
febbraio 1626, Spedata tua in gra- settembre 1627, il breve Spedata
vissima, diretto al Ginnetti, del fraternitatis tiiae in gravissimis
medesimo tenore di quello del Zac- hujus, simile a quelli summento-
cbia. A p. 28 poi del Ristretto, si vati, e riportato a p. 5 loco citato.
confuta il Lunadoro, nella Relazio- Fausto Poli venne oc-
di Cascia,
ne della corte di Roma delle an- cupato dal cardinal Barberini nel-
tiche edizioni, per aver scritto: Il la sua azienda domestica, e di-
Papa chiama il maggiordomo mae- venuto questi Urbano Vili, lo fe-
stro di casa, perchè egli non dà mai ce suo cameriere segreto, arcivesco-
il titolo di maggiordomo ad alcu- vo d'Amasia m
y5rtr//Z>«5 e nel 1629

no; così a p. 9 dell'edizione del (in marzo facente le veci di) maggior-
1646. Si dice inoltre, non aver for- domo. 11 Papa in questa qualifi-
za contro la giurisdizione del mag- ca, col titolo di nunzio apostolico,
giordomo, V essersi chiamato sino Io spedì ad incontrare l'infanta Ma-
ai 1626 maestro di casa, eguale ria, sorella di Filippo IV re di Spa-
essendone l'autorità; perchè i mae- gna, e sposa di Ferdinando III cesa-
stri di casa esercitavano la stessa re, che da Napoli dovea traversare lo
giurisdizione contenziosa, ch'eserci- stalo pontificio per recarsi a Vien-
tano i maggiordomi, e vi sono at- na. Complimentò la principessa e
ti coram praefecto sacri pa-
fatti nel nome del Papa le fece il più
lata apostolici, del 1623 e seguenti magnifico trattamento, onde ne ri-
anni, in tempo appunto che denomi- masero soddisfatti tutti; e non mollo
navasi maestro di casa, come stimò dopo (a' 16 luglio 1643) fu creato
la sacra rota nella decisione 291, cardinale. Nella iscrizione del suo
par. 5, recen, in favore di quello sepolcro, si legge Apostolici Pala-
:

del gran maestro di Malta. ta Eparchiam. Osservo che


nei ruo-
Vidpiano o Ulpiano Volpi no- li palatini continuò ad es-
il Poli
bile di Como, acquistato un luogo sere chiamato maestro di casa, così
di abbreviatore di parco maggiore , in quelli del i633 a 1641, e do-
Sisto V lo fece referendario di se- po lui stabilmente
i successori ven-
gnatura, indi nunzio prima al gran- nero registrati col titolo di maggior-
duca di Toscana, poi a Filippo 111 domi. Anzi leggo pure, che nel 1624
re di Spagna, e nel 1609 arcive- il Poli era sotto-maestro di casa
scovo di Chietij che dopo rinunziò senza paga, e quando fu dichiara-
a Paolo V. Gregorio XV lo dichia- to maestro di casa per essere sta-
rò vescovo di Novara, datario, e to fatto il Ginnetti maggiordomo,
segretario dei brevi, la quale ulti- egualmente non ebbe paga, meno
ma carica occupò pure sotto Urbano l'onorario del pane e vino, come
Vili. Questo Papa nel 1627 lo di- facendo le veci del maggiordo-
chiarò maggiordomo ( esercitò l'uffì- mo. Il sotto-maestro di casa era
zio dal settembre 1627 a tutto il 7 un antico uffiziale del palazzo apo-
marzo 1629), ma essendo avanzato stolico, che prese il nome di Mae-
in età, mori nel Vaticano a'2 1 mar- stra di casa dei sacri palazzi a-
zo 1629, e fu tumulato in s. Car- postolici ( Vedi), dopo il Poli, per
lo a'Catinari. Noteremo che Urbano chiamarsi quindi i maestri di casa
Vili spedi a questo prelato, che chia- prefetti del palazzo apostolico, sem-
ma arcivescovo di Chicli, agli 8 pre Mdggiordomi del Papa.
a66 MÀG MAG
Lorenzo R^ggi nobile genovese, gono, e nel i845 restaurarono ),
Urbano Vlilda pro-tesoriere gene- che avea annesso l'ospedale pei
rale, e prò- maggiordomo nell'assen- palatini infermi, dove solevano già
sa eli Poli, Io fece poi tesoriere, ed e possono anche adesso seppel-
insieme nel i643 maggiordomo, la lirsi le persone addette al servi-
quale ultima carica esercitò a tutto gio del Papa (cioè a'tempi che scri-
il pontificato di quel Papa, e fu crea- veva il Renazzi). Il JXovaes dice
to cardinale nel 1647 ^^ Innocen- che il Segni fu allontanato da In-
zo X. nocenzo X
dal suo servigio: altro
Aldtrano Cibo de* principi so- dicemmo di lui nel citato voi. a p.
viani di Massa e Carrara, da refe- 82, cioè che pagò cinque scudi del
rendario di segnatura, Innocenzo X proprio per far seppellire il cada-
appena eletto a'i6 settembre i644 vere del Papa, la cui cognata d.
io dichiarò maggiordomo, carica Olimpia a ciò si ricusava. Aggiun-
che esercitò con splendidezza e be- geremo ancora che Innocenzo X,
nignità; indi lo creò cardinale a'6 colbreve Ronianus Pontifex, dei
marzo i645» d'anni trentadue. 27 settembre 1647, ^"^^' Ronu t.
Cristoforo Segni nobile bologne- VI, par. Ili, p. 127, nel conferma-
se, abbreviatore di parco maggiore re a'suoi famigliari intimi i privi-
e segretario del collegio, nel 1621 legi concessi dai predecessori, gli
Gregorio XV
lo spedì nella Mar- esentò pure dallo spoglio. Il primo
ca per vicelegato. Divenne canoni- che nomina è il nostro maggiordo-
co di s. Pietro, ed arcivescovo di mo: F eaerabilisfratar Cliristopha-
Tessalonica in partibiis. Nella sua riis Signius bononien. archiepisc.
vecchiezza Innocenzo X per la pro- etc. Palata nostri apostolici prae-
mozione del precedente lo fece , fectus y e siccome col Novaes al-
maggiordomo, e mori agli 8 luglio l'articolo Famiglia Pontificia ri-
i65i (leggo in vece ne'ruoli pa- portammo i nominali in detta co-
latini, che quel maggiordomo fir- stituzione, questa da noi riscon-
mò a tutto il 28 dicembre i653; trata , contiene pure i seguenti
riscontrala poi l'epoca della morte Costantino Centofiorini di Fermo
nell'archivio della basilica vaticana, canonico di s. Giovanni, cameriere
ho trovato che mori agli 8 luglio segreto; Francesco Sacchetti man-
1661, ad ore 11) venendo sepolto tovano abbate commendatario di s.
nella chiesa di s. Marta (di cui ho Erasmo, dapifero e cameriere se-
parlato come dell'ospedale nel voi. greto (nel ruolo del i653 d'Inno-
XXI li, p. 74 del Dizionario ed al- cenzo X
trovo ch'era scalco); Vir-
trove, come a Medico, ove non so- gilio Rosario spoletino canonico di
lo parlo degli archiatri e de' chi- s. Maria Maggiore, cameriere segre-
rurghi de' Papi, ma ancora dei to; Onofrio Ippoliti di Pistoia ca-
medici e chirurghi palatini, di s. nonico di s. Maria Maggiore, came-
Marta e della compagnia del san- riere segreto e maestro in teologia;
tissimo Sagramento )
presso il Va- Onofrio Campori di Modena abba-
ticano, chiesa appartenente al sa- te commendatario di s. Bebbone di
cro palazzo e soggetta alla giu- Voghera, di Tortona, cameriere se-
risdizione del maggiordomo ( fu greto; Giovanni Gerini fiorentino,
poi data ai trinitari che la posseg- cameriere segreto; Camillo Massimi
MAG ivi AG 267
romano, cameriere segreto; Lucio citlndino b.Gregorio X Papa, e
Micinelli di Civitalis Caslellan. be- Vlhlvetia sacra che descrive eru-
neficialo di s. Pietro (nel i653 lo ditamente, quanto riguarda la reli-
trovo guardaroba ) , Giacinto Sen- gione e le cose ecclesiastiche della
zasoni di Norcia beneficiato di s. Svizzera. Nel voi. XXIII, p. 84 del
Pietro, e Giacomo Campi canoni- Dizionario, rimarcammo colTauto-
co di s. Giovanni, lutti cappellani rità del Novaes, i motivi pei qua-
segreti; Pietro Lucci o Lutiodi Alba li /Vlessandro VII, che avea ritenuto
nel Piemonte, beneficiato di s. Pie- per alcun tempo Ranuzzo per mag-
tro, aiutante di camera, cubiculi no- giordomo^ lo ringraziò.
stri auditor {nei i653 Io trovo sotto- Girolamo Farnese nobile roma-
guardaroba), col quale titolo so- no, da arcivescovo di Patrasso in
no chiamati gli altri aiutanti di ca- partibus e governatore di Roma,
mera, Vandergossi Buscodncen be- perchè il suo governo fu la salute
neficiato di s. Pietro, e Bonauguri del popolo romano facendo argine
canonico de* ss. Celso e Giuliano alle rapine ed omicidii, e reprimen-

harbitonsor noster et cubiculi nostri do gli abusi de'ministri inferiori di


auditor. Noteremo finalmente che lo giustizia, nel i656 (no, già Io ''era
spoletino segretario dei memoriali a'i6 luglio i655), Alessandro VII
Fransanelli, è Frenfanelli; così l'or- lo chiamò presso di sé per maggior-
vietano guardaroba Girolamo Lui- domo, onde servirsene pel ricevi-
gi, il cognome è Lucius. mento di Cristina regina di Svezia,
Ranuzzo Scota, nobile piacentino del quale trattammo nel voi. XXXV,
de'marchesi di Montalbano, nel 1 616 p. 182 del Dizionario ed altrove:
vescovo di Borgo Donnino, Tatto
s. incarico che eseguì decorosamente.
da Urbano Vili che 1' impiegò in A deve la primaria istituzione
lui si

decorose legazioni, come di nunzio delle Maestre pie ( Vedi ) sparse nei
agli svizzeri ed in Francia. Innocen- diversi rioni di R.oma, ed Alessan-
zo X ( non alla morte del prece- dro VII a'29 aprile i658 lo creò
dente, ma a'29 dicembre i653) Io cardinale.
dichiarò maggiordomo (in vece nel Folunnio Bandinelli nobile sane-
ruoli del palazzo apostolico trovo che se, dal suo concittadino ed amico
a'29 dicembre i653 detto cominciò Alessandro VII fatto maestro di ca-
ad esserlo), per cui rinunziò il ve- mera e patriarca di Costantinopoli,
scovato (secondo l'Ughelli, ma nei indi nel i658 maggiordomo, rite-

ruoli tale si sottoscriveva anco ai nendo il titolo di maestro di ca-


26 aprile i655), e lo fu sino al mera al modo detto a quell'artico-
termine della vita del Pontefice, cioè lo, ed ai 29 aprile i658 creato car-

ai 7 gennaio i655. Eletto ( a' dinale ( dunque si vede che il Far-


aprile i655) Alessandro VII, an- nese non era maggiordomo allor-
teponendo lo strepilo della corte ché fu contemporaneamente fatto
e lo splendore di maggiori dignità, cardinale), ritenendolo presso di se
alle dolcezze d'una vita quieta, ri- per pro-maggiordomo sino al 1661.
patriò e morì tranquillo in Piacen- Girolamo Boncompagni nobile ro-
za nel 1666. La sua vita integerri mano, da arcivescovo di Bologna
ma e le sue opere furono assai lo- nel 1660 lo chiamò in Roma Ales-
date, avendoci dato la f'ìta del con- sandro VII, nel qual tempo per
i6S MAG MAG
ordine del Papa pose solennemen' vali va di lui giurisdizione e de'suc-

te la prima pietra nelle fondanieii- cessivi maggiordomi, con bolla esi-


ta della chiesa di s. Maria in Cani- stente nell'archivio del palazzo a-
pitelli; indi a'i4 gennaio i644 ^o postolico, e confermata da Benedet-
creò cardinale. to XIII. Finalmente a' 27 maggio
Ginconio Filippo Nini nobile sa- 1675 Clemente X
lo creò car-
nese, già aiutante di studio del con- dinale.
cittadino Chigi, divenuto questi A- Orazio Mattel romano de* duchi
lessandro VII lo fece segretario di Paganica, da uditore di rota il

de'memoriali, poi noaestro di came- suo concittadino e parente Clemen-


rii, e nel 1664 maggiordomo; in- te X nell'anno 1676 (1675) lo
di lo creò cardinale pubblicandolo dichiarò maggiordomo, uffizio ch'e-
i\ i5 febbraio 1666, ritenendolo sercitò coir uditorato di rota con
presso di se per giovarsi de* suoi titolo di luogotenente, e colla di-
consigli colla carica di pro-mag- gnità di arcivescovo di Damasco
giordomo, ili cui continuò non solo in parlihus. Eletto a' 1 1 settembre
sino alla morte del Papa, ma con ra- 1676 Innocenzo XI, continuò nella
ro esempio, a cagione della sua mo- carica, finché a 2 settembre 1686
destia e singoiar gentilezza di trat- fu creato cardinale e prò- maggiordo-
to che lo fecero amare dalla fa- mo, morendo a' 18 gennaio 1688.
miglia pontificia, altresì nel succes- Noteiemo che il hi'c\ e Spectata tua
sivo conclave, come ancora con Cle- fides^prudcnliay de'29 maggio 1675,
mente IX per qualche tempo. Egli col quale Clemente lo dichiarò X
si arrese alle premure del nuovo maggiordomo, e riportato a p. 6
Papa, a condizione però che trova- del suramentovato Sommario^ ha
tosi un soggetto idoneo, egli fosse questo titolo. Dilecto filio magistro
in piena libertà di dimettere la ìloralio Malthaeio cappellano no-
sua carica. stro, et causaruni palalii apostolici
Bernardino Rocci nobile romano, auditori.Quanto all'autorità si dice.
arcivescovo di Damasco in parti' Te itaque donius, et palatii nostri
bus e nunzio di Napoli, nel 1669 praefecluni, seu niagistruni cuni ho-
Clemente IX lo chiamò in Roma noribuSj oneribus, facultatibus^ pri-
e lo nominò maggiordomo prefetto vilegiisj et eniolunientis solitis et

de' sacri palazzi, posto in cui per- consuetis ad nostrum, et sedis


severò sotto Clemente X eletto nel- apostolìcae beneplacitum facimus,
l'aprile 1670. Questi gli diede l'in- et deputamus per praesenteSy tibi-

carico e sopraintendenza della fon- cjue , ut ratione guberni civitalis

dazione che intraprese àeW Ofspìzio noslrae Tusculanae ab eodeni prae-


de convertcadi [f^edi). Il prelato fedo seu magistro adniinistrari so-
lo collocò prima dov' è ora il Con- lili in negotiis, et causis criminali-
scrvaLorio della divina provvidenza bus quibuscwnque quoties opus fuè-
a Rìpelta (P^edi), (poi presso porta rit te immìscere , ac in eis consì-
Angelica, donde Innocenzo XI lo lium, mandala etjussiones tani ver-
lece trasferire ove ora esiste, e tut- bo quam in scriptis dare, et debi'
tora il maggiordomo prò tempore tue executìoni demandare, seu de-
è il presidente della congregazione), mandar i face re j etiamsi sanguini
e Clemente X lo sottopose alla pri- tffusio , membrorumcfue mutilaùo j
MAG MAG 269
seu etiam mors inde sequatitr^ li- occupazione ivi ed a Lambrate e-

bere, et licite^ et ahsqiie illiiis poetine resse due sontuosi palazzi. Amato
seu irregularitatìs, aut censurae ec- da' suoi e rispellato dalla popolazio-
clesiaslicae ìncursu possis , et va- ne da lui beneficata, morì in Mi-
IcaSy dummodo tamen a senientìa lano nel 17 12. Il corpo fu seppel-
in causa sanguinis per te ipsum lito nella basilica di s. Eustorgio,
ferenda omnino ahstineas apostolica ed il cuore lo lasciò alla chiesa
auctoritaie tenore praesentium cori' abbaziale di Merate, ove il cardinal
cedimus et indidgenius. Durini abbate commendatario nel
Ercole Visconti nobile milanese 1780 pose onorevole elogio.
gli

de'niarchesi di Gallarate, dopo a- Baldassare Cenci nobile roma-


Tcr esercitato varie giudicature nel- no, arcivescovo di Larissa in par-
la curia romana, per le sue illustri libus, e maestro di camera, fece da
qualità Innocenzo XI nel 1688 lo pro-maggiordomo dal 1690 sino al
nominò arcivescovo di Damiata in 1696, sebbene a' 12 dicembre 1695
partibuse maggiordomo, continuan- Innocenzo XII Io creò cardinale,
do nella prefettura nel pontificato pubblicandolo agli 1 1 dicembre
di Alessandro Vili creato a'6 otto- 1697.
bre 1689, e ne'primi due anni di Carlo Colonna nobile romano,
quello d'Innocenzo XII eletto a'12 ancor giovane e senza precedente
luglio 1691. Un incontro disgustoso carriera prelatizia, Innocenzo XII
ch'ebbe con questo ultimo Papa gli nel 1 696 lo dichiarò suo maggior-
fece prendere la risoluzione, forse domo, nel quale impiego lo ritenne
troppo precipitosa, di ritirarsi im- Clemente XI eletto a' 2 3 novem-
provvisamente dalla corte. Partì da bre 1700, che a' 17 maggio 1706
Koma nel iGgS, e passò a dimo- lo creò cardinal diacono (a tutto
rare nella sua abbazia di s. Dio- maggio egli qual maggiordomo sot-
nigi, poi delta del Paradiso in Me- toscrisse gli ordini palatini ).

rate, borgo non molto lungi da Giuseppe Vatleniani nobile di


Milano. Da Innocenzo XII gli fu però Fabriano, da segretario dell'immu-
lasciato ancor adito a poter cam- nità ecclesiastica. Clemente XI lo
biar pensiero, e ritornare a B.oma nominò arcivescovo di Atene in
con decoro ; poiché sospese per partibuSf e] maggiordomo prefetto
qualche anno di surrogargli altro de'sacri palazzi apostolici a' 17 mag-
niaggiordomo, solo affidandone le gio I 706 ( da quanto abbiamo av-
funzioni e le prerogative a mon- vertito pare in vece nel principio
signor Baldassare Cenci suo mae- di giugno), mentre nello stesso
stro dicamera, colla deputazione giorno lo creò e riservò in petto
d'una congregazione composta di cardinale, pubblicandolo il primo
parecchi ufllziali palatini per assi- agosto 1707. Noteremo che da
sterlo neir amministrazione econo- questo giorno egli nelle carte pala-
mica, come dal chirografo esistente tine si firmò: G. Cardinal Val-
nell'archivio palatino. Ma Ercole lemanì prò- maggiordomo ^ a tutto
ai nuovi pericoli della corte ante- il 3o novembre.
pose la quiete della vita solitaria Ludovico Pico de' duchi della
e privata in Merate, ove fu padre Mirandola, da maestro di camera
a'poveri, e per dar loro modo di nel 1709 (non deve dirsi che sue-
270 MAG MAG
cesse al precedente primo dicem- il rato sotto Innocenzo XIII, benché
bre 1707) Clemente XI lo passò uditore generale della camera, e
maggiordomo, consacrandolo in pa- per la slima che ne avea concepi-
ri tempo patriarca di Costantino- ta la nominò nel 1 725» maggiordo-
poli, indi lo creò cardinale a* 18 mo, concedendogli verbalmente la
maggio 1712, pubblicandolo a' 26 facoltà di poter procedere in tutti
Aggiungeremo che
sellembi"e. conti- gli alti necessari per l'amministra-
nuò nella carica a tutto il 29 set- zione della giustizia sì civile, che
tembre 1 7 2 dal 3o poi di tal
1 ; criminale dentro il palazzo aposto-
mese prosegui come prò- maggior- lico, anche col far ivi carcerare i

domo a tutto il 26 novembre 1712, delinquenti, e procedere successiva-


sottoscrivendosi L. Cardinal Pico
: mente contro di essi, derogando in
prò • maggiordomo. questa parte all' immunità locale;
Fabio degli Abbati Olivieri no- ciò che il Papa confermò con do-
bile pesarese, amico e cugino di cumento a'3 maggio 1728, co-
Clemente XI, questi da segretario me si legge nel più volte citato
de'brevi lo promosse a prò- mag- Sommario a p. 7. Ma di questa
giordomo nel 1713 (invece deve giurisdizione privativa sì civile che
ritenersi dal primo dicembre 17 12, criminale sopra i palatini, che a-
e con lo stesso titolo continuò a cremente impugna vasi da tutti i

tutto maggio 171 5), ed a' 6 mag- tribunali di Roma, superata dall'in-
gio 17 16 lo creò cardinale diaco- defessa attività ed energia del pre-
no. Nella iscrizione di sua tomba lato, e sancita a suo favore solen-
si legge : Apostolici pala tii pro- nemente da Benedetto XI 11^ dipoi
praeftcluram. ne parleremo. Questo Papa nel 1728
Nicolo Giudice de' principi di ammise dal prelato la rinunzia del
Cellamare napoletano, da chierico governo di Frascati esercitato dai
di camera e presidente della gra- maggiordomi, e gli restituì quello
scia. Clemente XI nel 17 16 (anzi di Castel Gandolfo, ciò che meglio
nel giugnoi7i5) lo fece maggior- si dirà. Non solo questo maggior-
domo, ed agonizzante lo incaricò domo intrepido fece fronte ai pri-
sottoscrivere la formola di fede, te- mari tribunali di Roma, ma ezian-
mendo che fosse altra carta e per- dio al prepotente favorito cardinal
ciò di qualche sorpresa. Conti- Coscia, che voleva mischiarsi in
nuò a sostenere il ragguardevole po- tutti gli atfari, non che accrescere
sto ne'pontificati d'Innocenzo XIII le spese del sacro palazzo, lo che
e Benedetto XIII, il quale agli 1 forse sollecitò la di lui esaltazione
giugno 1725 lo creò cardinal dia- al cardinalato, ch'ebbe luogo a'23
cono, colla pro-mag-
qualifica di marzo 1729. 11 bel palazzo con
giordomo, che poco tempo esercitò. deliziosa da lui fatto fabbrica-
villa

Camillo Cibo de' principi sovra- re in Castel Gandolfo, l'acquistò di-


ni di Massa e Carrara, di spirito poi il palazzo apostolico.
intraprendente e pieno di corag- Francesco Borghese nobile ro-
gio, da patriarca ( non di Gerusa- mano, da arcivescovo di Trajano-
lemme come scrive il Novaes ) di poli in partibus e maestro di ca-
Costantinopoli, lo chiamò Benedet- mera di Benedetto XllI, questi lo
to XllI da Spoleto ov'' erasi riti- sostituì al precedente nella carica
MAG MAG 271
di maggiordomo a' 23 marzo 1729, clave rinunziò al nipote l'uffizio.
creandolo cardinale a'6 luglio. II suo maggiordomato fu memora-
Trojano A equa viva d' Aragona bile ancora pel sommo suo zelo,
nobile napoletano, Benedetto XIII per aver soddisfatto il contenta-
lo fece arcivescovo di Larissa in mento di tutta la corte, per ani-
parlibusj e maestro di camera, in- mo generoso, per aver amplialo la
di a'6 1729 maggiordomo,
luglio giurisdizione e prerogative de'mag-
in cui lo confermò Clemente XII, giordomi, e per altre cose. La mag-
che nel primo ottobre 1782 lo creò gior parte delle grandi fabbriche co-
cardinale, dopo aver concesso a lui strutte per ordine di Benedetto XIV,
e successori l' uso de' fiocchi neri s' innalzarono colla sua soprainten-
ai cavalli delle loro carrozze. No- denza, e nel suo tempo quel Papa
teremo, che nella serie dei conii attribuì al palazzo apostolico la
pontifìcii che sono nella zecca di manutenzione del famoso Panteon
Roma, quello della medaglia del o chiesa di s. Maria ad Martyres^
1782 ha nell'esergo l'arma di que- sulla quale i maggiordomi prò tem-
sto prelato. pore hanno la giurisdizione crimi-
Girolamo Colonna nobile roma- nale.
no nipote del suddetto Carlo, da Marc' Antonio Colonna nobile
Clemente XII fatto nel 1782 pro- romano, d'anni 3i nel 1743 Be-
tonotario apostolico, e benché gio- nedetto XIV lo dichiarò maggior-
vane nel primo ottobre maggior- domo, facendone esercitare l'autori-
domo, a' 5 del qual mese il Papa tà dallo zio cardinal Girolamo pro-
dichiarò perpetui governatori del maggiordomo, e solo gliela cedette
conclave i maggiordomi prefetti del pel conclave per l'elezione di Cle-
palazzo apostolico prò tempore. Gi- mente XIII, che premiandone le
rolamo fu il primo ad esercitare preclare doti a' 24 settembre 17^9
la nuova dignità nel 1740 pel con- 1q creò cardinale diacono. Coli' e-
clave r elezione di Benedet-
per sempio dello zio, egli potè divenire
to XIV, che a' 9 settembre 1743 il modello de' maggiordomi, come
lo creò cardinal diacono, dopo cii- dichiarammo alla sua biografia, ve-
ca undici anni di maggiordoma- nendo benedetto ed esaltalo con
io. Tuttavolta il Papa lo dichiarò meritate lodi da tutti i palatini
prò -maggiordomo con piena giu- ammiratori di sue benefiche virtù.
risdizione ed emolumenti , accor- Giovanni Ottavio Btifalini no-
dando il titolo di maggiordomo al bile di Città di Castello già cano-
di lui nipote Marcantonio Colonna. nico di s. Pietro, ed economo e
Continuò il cardinale a risiedere segretario della sua reverenda fab-
nel palazzo, e ad esercitare il pro- brica, poi arcivescovo di Calcedo-
maggiordomato in lutto il pontifi- nia in parlihiis; da nunzio degli sviz-
cato di Benedetto XIV che affet- zeri, pei suoi meriti e cognizioni
tuosamente lo ricolmò di onorevoli economiche , Clemente XIII nel
Morendo questo Papa a' 3
uffizi. 1759 l'elevò alla nobilissima carica
maggio 1758, il cardinale dopo di maggiordomo che funse con sin-
avere con unico esempio presiedu- golare esattezza per circa sett'anni,
to al palazzo apostolico per quasi e poscia a'2i luglio 1766 lo creò
ventisei anni, a cagione del con- cardinale.
a^a MAO MAG
Gio. Battista Rezzonioo nobile blicamnìo nel voi. II del Ditxa»
veneziano, essendogran priore di natio.
Roma e commissario generale delle Gio. Antonio Mancinforte Spe-
armi, lo zio Clemente XIII nel relli nobile d' Ancona, essendo ar-
1766 lo promosse a maggiordo- civescovo di Teodosia in partihus
mo, carica che esercitò pure con e chierico di camera. Pio VI nel
Clemente XIV, il quale a' io set- maggio 1776 Io dichiarò maggior-
tembre 1770 lo creò cardinale dia- domo, indi a' 23 giugno 1777 lo
cono. creò pubblicandolo agli
cardinale,
Giovanni Archinlo nobile mila- II 1780. Nel suo mag-
settembre
nese, da arcivescovo di Filippi in giordomato, Pio VI con chirografo
partihus , avendo dato saggio di del primo gennaio 1778 riformò
pietà e saviezza, Clemente XIV lo gli onorari e le parti di pane e
promosse a segretario de'memoria- vino di molti individui delia famì-
li, ed a* 22 ottobre 1770 a mag- glia pontificia, come rimarcammo a
giordomo, posto che disimpegnò suo luogo, ed in seguito riparle-
pure sotto Pio VI, che nel 1776, remo non che ridusse in me-
,

come si legge nei numeri i34 e no il numero di diversi ceti. Ab-


i36 del Diario di Bomay l'incari- biamo poi dal numero 55^ del
cò di presentare in dono la rosa Diario di Roma del 1780, che
d' oro da lui benedetta all' arcidu- Pio VI mandò a Villa Medici al-
chessa d'Austria Maria Cristina, la l' arciduca d' Austria Ferdinando e
quale regalò al prelato una scatola principessa sua consorte, per mez-
d'oro con cifra di brillanti ed anello zo dimonsignor Mancinforte, la
simile. Poscia monsig. Avogadro se- rosa d' oro da lui benedetta, ed il
gretario d'ambasciata per parte del prelato ricevè una scatola d'oro
Papa portò alla medesima arcidu- con cifra di brillanti oltre un anel-
chessa vari distinti donativi ; e fu lo simile; monsignor Avogadro se-
riconosciuto quasi come il maggior- gretario d* ambasciata contempora-
domo. Questo di poi Pio VI creò neamente nello stesso giorno pre-
cardinale nel 1776 a' i5 aprile, e sentò loro nel pontificio nome due
pubblicò a' 20 maggio conferendo- quadri di mosaico e due arazzi,
gli poscia la prefettura della con- due corpi santi di s. Felice e di s.

gregazione de'riti, e annoverandolo Beatrice nome dell'arciduchessa, due


a quelle di propaganda fide^ di nobili cassette à* Agnus Dei, e tre
Loreto, della rev. fabbrica, dell'in- casse di libri e stampe de'principa-
dice, de' vescovi e regolari, della li monumenti di Roma ; il segre-
concistoriale, e della disciplina re- tario d' ambasciata ebbe in regalia
golare. Divenne protettore degli Oli- una scatola d'oro con cifra di bril-
vetani, degli agostiniani, della chie- lanti, e di questi anche una rosetta.
sa ed ospedale de' ss. Ambrogio e Romualdo B raschi Onesti nobile
Carlo di sua nazione, de'minori os- di Cesena, ricevuta nel collegio dei
servanti irlandesi, della nobile ac- nobili di Ravenna la prima educazio-
cademia ecclesiastica, ec; venendo ne, vi apprese le belle lettere e le
lodato per le sue qualità e bel- scienze, indi Pio VI suo zio gli fece
le doti. Può supplire questo cen- compiere in Roma gli studi sacri e
no alla breve biografia che pub- legali , ponendolo nell' accademia
MAG MAG 27Ì
tìè'nobili ecclesiastici. Lo spedì po- maestro camera, prendendo in
di
scia nel 1778 ablegato in Francia vece nella sua earrazza, ove tali pre-
ai due de Rohan e Ro-
cardinali lati sogliono sejiìpre andare, i mon-

chefoucauld , colla berretta rossa, signori Marcucei vice gerente pa-


ed in Parii;i col suo savio conte- triarca di Costantinopoli, e Con te *i-

gno , nobili e gentili maniere, si sini elemosiniere arcivescovo di A-


conciliò la stima de'primari perso- lene. Nel17B4 Pio V! da monsi-
naggi, e la benevolenza della corte, gnor maggiordomo suo nipote nel
da cui ricevè quelle onorificenze e mese di gennaio fece presentare la

distinzioni che alle sue qualità si rosa d'oro benedetta airarciduchessa


convenivano, oltre un'abbazia d'an- d'Austria Maiia Amalia moglie del-
nui scudi cinquemila di rendita, e l' infante di Spagna e duca di
dal re Luigi XVI il suo ritratto Parma Ferdinando, come si legge
d.
contortìalo di brillanti. Dal primo nel num. 942 del Diario di Roma,
cardinale ebbe in dono un servizio Nel numero poi 944 si dice che
di porcellana di Vensel per qua- il prelato ricevette in dono una
ranta, un digiune istorialo, ed una scatola d' oro contornata di bril-

ripetizione d'oro contornata in bril- lanti con anello simile, e che mon-
lanti ; dal secondo cardinale fu re- signor Avogadro d'am-segietario
galato di sette arazzi di Goblin, basciata, in nome
Papa conse- del
dando al abbate Muia-
segretario gnò all'arciduchessa due quadri, uno
tori, marchese de Rossi ca-
ed al di mosaico, l'altro di arazzo, le

valiere di compagnia, una scatola stampe migliori della calcografia ca-


d'oro smaltala per cadauno. Nel merale, il corpo di s. Clementina,
suo ritorno in Roma il Pontefice ed una cassetta A' Agnus Dcij e ne
lo ammise in prelatura, lo nominò riportò in dono una scatola d'oro
protonotario apostolico, ed agli i i smaltalo con entro un anello con
settembre 17B0, d'anni 27, io pro- cifra di brillanti. Dei donativi poi,
mosse a suo maggiordomo, nel che numerose portate di com-
in
quale uffizio si distinse per animo mestibili dal maggiordomo si man-
splendido, e per aver mandato ad davano ai principi reali, sovrani
effetto lo stabilimento dell'archivio, ed ambasciatori, per mezzo del
idealo dal suo predecessore, me- Maestro di casa de sacri palazzi
diante la raccolta de' ruoli e car- apostolici^ a questo articolo ne te-
te ch'erano sparse nei diversi uffizi nemmo proposito. Finalmente nel
palatini del sacro palazzo, con per- concistoro de' 18 dicembre 1786,
manente utilità, onde sulla porta Pio VI lo creò cardinale diacono
del medesimo nel 1780 stesso fu e prò maggiordomo, promovendolo
collocata una marmorea iscrizione a' 2 gennaio dell'anno 1787 alla
di Pio VI, che dice: perchè le an- carica palatina di segretario dei
tiche memorie non periscano, isti- brevi, e fu eletto maggiordomo il se-

tuì l'archivio del sacro palazzo apo- guente.


stolico. Siccome per prudenziali ri- Filippo Lancellotti romano, dei
guardi, quando Pio VI nel 1782 principi di Lauro, da uditore dii
si recò a Vienna, non portò seco rota Pio Vi a' 2 gennaio 1787 lo
il nipote maggiordomo, così lasciò fece maggiordomo, e poi a' 21 feb*
pure in Roma monsignor Pignaltelli braio 1794 lo creò cardinale prete:
VOL. XLI. 18
374 MAG MAG
questo è il quarto inaggiordomo banderuole altrettanti suoi palafre-
che Pio VI creò cardinale. nieri vestiti a bruno, con settanta
Giuseppe Simone F. Finci di ceri e quattro torcie accese intor-
Fermo, ivi nacque a' 27 luglio no al letto. Monsignor Cristiani sa-
1736, d'una nobile famiglia da cui grista cantò la messa coll'assisten-
uscirono uomini illustri
diversi za de' ministri e cantori della cap-
fra' quali ilGiovanni Vinci do-
b. pella pontificia, coir intervento dei
menicano fiorito nel secolo XIII , vescovi assistenti al soglio pontifi-
Pio VI agli II aprile 1785 lo fece cio, non che della Camera segreta
arcivescovo di Berito in pariihusy (Vedi) e di onore (precisamente
nunzio apostolico di Lucerna ed , composta di quegli individui che
a* 9 maggio assistente al soglio pon- riportammo all' articolo Maestro
tifìcio, fungendo per nove anni la DI Camera ) con dispensa di grossi
3Qunziatura elvetica. Per l'esaltazio- ceri. Il cadavere racchiuso nel-
ne al cardinalato del precedente, le casse di cipresso e di piom-
lo promosse nel febbraio 1794 a bo, fu tumulato in mezzo alla chie-
maggiordomo prefetto de' palazzi sa con lapide sepolcrale. Alla fa-
apostolici. Si narra che volendo miglia propria lasciò il corruccio e
troppo economizzare il cocchiere
, quarantena, e duemila scudi di spar-
nobile ed il credenziere segreto es- tizione, oltre diversi legali, dichia-
sendo stati piegiudicati in alcuni rando erede fiduciario Vincenzo San-
incerti che godevano, destramente zi, che gli eresse il memorato epi-
lo fecero conoscere al Papa, il qua- taffio, in cui si dice, data et pon-

le siccome d'animo grande non sof- lificalis domus pracfectiira^ e si lo-


frendo spilorcerie nel suo palazzo , da come pio, frugale e caro a tutti.
se ne lagnò fortemente col prelato, Marino Carafa de^ principi di
che dalla pena si ammalò e ne Belvedere nobile napoletano, proto-
morì. Comunque andò la cosa, notario apostolico, da maestro di
monsignor Vinci terminò di vivere camera, per la morie di monsignor
in Roma d'anni cinquantotto a' So Vinci, Pio VI lo passò maggior-
settembre i7g5. Nel numero 2167 domo nel 1795, e si trovò all'in-

e 2168 del Diario di Roma di vasione che i repubblicani francesi


quell'anno si dice che il cadavere fecero diRoma, donde trasportaro-
fu esposto nel suo appartamento no in Francia prigioniero Pio VI,
del palazzo Quirinale, ove si eres- partendo in carrozza col Papa i
sero due altari che il Papa dichia- monsignori Caracciolo maestro di
rò privilegiati. Nel giorno dopo la camera, e de Rossi medico e ca-
sua morte fu trasportato nella sera meriere segreto. Dopo la sua mor-
alla chiesa di s. Salvatore in Lau- te, adunatisi i cardinali in concla-
ro de' raarchegiani, uscendo la car- ve a Venezia, ivi si condusse il pre-
rozza ov'era il cadavere dal porto- lato, il quale a' i3 marzo 1800
ne incontro la chiesa di s. Andrea. ebbe ordine dal cardinal Braschi
Fu esposto in detta chiesa nobil- di far preparare pel dì seguente
mente parala a lutto, in letto, ve- quant' era necessario per la pubbli-
stito cogli abiti sacri missali , col cazione del nuovo Papa, e il de-
cappello prelatizio appeso alla col- sinare pel medesimo. Pio VII che
tre, a'cui quattro lati agitavano le fu l'eletto, lo confermò nella cari-
MAG MAG 275
ca, e giunto in Roma deputò una Giuseppe Gavoni i\obile roma-
congregazione di riforma economica no, nacque in Roma a* 9 settem-
pel palazzo apostolico, per eliminarne bre 1743, da Pio VI fatto chie-
gli abusi, ammettendo a farne parte rico di camera e presidente della
il onde poi il Pontefice ai
prelato, grascia, protonotario apostolico, ai
28 novembre 1800 pubblicò il mo- 2 novembre 1797 uditore di ro-
1

tu-proprio degli adottati provvedi- ta, 1801 per volere


finalmente nel
menti, tenuto presente le spese che di Pio VII successe nel maggiordo-
si fecero pel palazzo apostolico nei mato a monsignor Carafa nella ,

precedenti pontificati di Benedetto qual carica fu poco amato dalla


XIV, Clemente XIII, Clemente famiglia pontificia. Nel numero io4
XIV e Pio VI di tutto dammo un
: àeì Diario di Roma del 1807 si
chiaro cenno nel voi. XXIII, pag. legge qua^nto segue. Lunedì 22 di-
II 3, ii4 e ii5 del Dizionario, cembre fu assalilo da una fierissi-
Questo maggiordomo Pio VII lo raa colica biliosa, e mori nel breve
creò cardinale ai iZ febbraio 1801, giro di poche ore. Il suo corpo nel
dichiarandolo pro-maggiordomo, ma dì seguente vestito degli abiti pre-
per poco tempo. Successivamente latizi fu esposto in una delle sue
Io annoveiò alle congregazioni dei camere al Quirinale, ove essendo
vescovi e regolari, della ceremonia- stati eretti due altari, il Papa li

le, della rev. fabbrica è della laure- dichiarò privilegiati, e vi si cele-


tana, assegnandolo in protettore alla brarono messe come ne' due se-
congregazione del ss. Redentore, ad guenti giorni, recandovisi nei tre
alcune confraternite, al capitolo e giorni sacerdoti e religiosi a reci-
clero di Toscanella, ai monasteri di tare l'uffizio de' defunti. Non po-
s. Anna di Sigillo, e della Madonna tendosi eseguire il trasporto del ca-
del Buonconsiglio e s. Giuseppe davere per la festa del Natale, fu
di Cori, e del porto di R.ecanati. rinchiuso nelle solite casse di ci-

Però il cardinale rinunziò alla por- presso e di piombo, restando cos\


pora a' 24 agosto 1807. esposto a tutto il venerdì. Nella
Giuseppe Spina di Sarzana, da sera con carrozza, ove presero luo-
votante di segnatura fu fatto arci- go il parroco de' ss. Vincenzo ed
vescovo di Corinto in parlibiis da Anastasio, ed un religioso agosti-
Pio VI (alla cui presenza fu con- niano scalzo della chiesa di s. Ni-
sagrato a' 3o settembre 1798), cola di Tolentino, oltre il chierico
che dimorando nella Certosa di Fi- colla croce, fu il cadavere traspor-
renze, per la partenza del nipote du- tato nella seconda chiesa , col se-
ca d. Luigi, incominciò a fargli eser- guito di due berline e della sua
citare le funzioni di maggiordomo, famiglia, precedendo otto torcie di
che continuò in tutto il tempo della cera, e due di pece coi servi in li-

prigionia del Papa, e fino alla sua vree di gala, ed uscendo pel portone
morte avvenuta in Valenza nel de- incontro s. Andrea. La chiesa fu
clinar di agosto1799. Avendo il nobilmente ornata a lutto negli ar-
prelato portato a Venezia l' anello chi delle cappelle. Il cadavere in-
pescatorio, fu da Pio VII creato cassato venne esposto sul letto colla
cardinale a' 28 febbraio 1801, e cappa sopra, ed il cappello prela-
pubblicato a' 29 marzo 1802. tizio appeso alla coltre. Ai qualtia
276 MAG MAG
lali eianvì altrettanti paIurri3tHei Agostino Rivarota nobile geno-
vestiti di nero con banderuole, ar- vese, protonotario apostolico, già de-
dendo numerosi ceri e quattro tor- legato da Pio VII a riprendere nel
cie. Dopo il cauto dell' ufljzio dei i8i4 il governo di Roma a no-
defunti, eoli' intervento de* maestri me della santa Sede, il Papa volle
delle ceremonie pontifìcie, monsi- premiarne gli eccelsi meriti e il

gnor Menochio sagrisla pontificò la suo zelo, agli 8 marzo 18 16, di-
solenne messa accompagnata da*can- chiarandolo maggiordomo, in che
tori pontificii, e vi assisterono in durò sino a tutto settembre 1817,
banchi preparati la camera segreta poiché nel dì seguente lo creò car-
e di onore, e le guardie nobili con dinale diacono, esaltazione che fu
dispensa di copiosa cera. Il cada- accelerata, perchè geloso delle sue
vere fu tumulato nella cappella attribuzioni non andava pienamen-
gentilizia della Madonna di Sa- te d'accordo col celebre cardinal
vona. Consalvi segretario di stalo.
Benedetto ÌSaro nobile romano, Antonio Maria Frosini wohWe di
da chierico di camera e presidente Modena, da pro-decano di segnalit-
delle ripe. Pio VII nel declinar dei ra, Pio VII lo promosse alla carica

1807 lo promosse a maggiordomo, di prefetto de'sacri palazzi apostoli-


nel cui tempo il Papa stette lun- ci e suo maggiordomo, il primo ot-
gamente rinchiuso nel Quirinale, tobre 1817. Sotto di hii nei pa-
per avere gl'imperiali francesi di lazzi apostolici del Quirinale e della
nuovo occupata Roma , donde lo Consulla, Pio VII decorosamente
trasportarono prigioniero a' 6 lu- trattò l'imperatore d'Austria Fran-
glio 1809. Uno de' luoghi di rile- cesco I coir imperatrice sua moglie,
gazione del PonteficeSavona, fu per tutto il tempo che si tratten-
ivi nella residenza di Pio VII il nero in Roma, in un ai principi ed
generale Cesare Berlhier non solo altri personaggi d'accompagno e di

prese il nome di Maestro del pa- seguito ,


per cui gravi e molte cu-
lazzo del Papa^ come dicemmo nel re disimpegnò il prelato, che a' ro
voi. XXIII, p. 16 del Dizionario^
I marzo 1828 lo stesso Papa creò
Jpa volle esercitare gli uffici di mae- cardinale, e così Pio VII fece cin-
stro di camera e di maestro di ce- que cardinali eh' erano stati mag-
remonie, sia per l'udienze che per giordomi.
altro. Ritornato Pio VII gloriosa- Francesco Marazzani Fiscond
mente in Roma a'24 maggio i8i4, nobile di Piacenza, da chierico di
monsignor J\aro riprese l'uffizio di camera, Pio VII per la promozio-
maggiordomo. Nel voi. IX, p. 162 ne del precedente lo dichiarò mag-
del Dizionario^ parlando della cap- giordomo, nel quale grado fu go-
pella dell'appartamento che questo vernatore del conclave per l'elezio-

prelato ha nel Quirinale, dicemmo ne di Leone XII, e si trovò pure


delle due lapidi ivi esistenti, in me- alla celebrazione dell'anno santo che
moria dell'avere il Papa abitato fece quelmagnanimo Pontefice, il
quelle stanze dal 24 maggio al 2 3 quale come pieno conoscitore della
luglio. 11 maggiordomo dipoi fu da corte e famiglia ponlificia, a' 23 no-
Pio VII creato cardinale prete, agli vembre 1824 emanò im motu-
8 marzo 1816. proprio per la retta am ministrazio-
MAG MA Ci 277
ne de' sacri palazzi apostolici , di tutti al regio appartamento, ed e-

cui parlammo nel voi. XXIII, pag. slratla la rosa d'oro benedetta dalla
117, 1 18, I 19 del Dizionario, in- custodia, fu presa in mano dal pre-
sieme ai chirografi riguardanti le fetto delle cerimonie. Introdottasi
guardie nobili, che a questo arti- la nobile comitiva nelle interne ca-

colo riportammo. Fra i sovrani che mere, sua Maestà la regina si fece
furono in Roma in detfo anno san- incontro a monsignor maggiordo-
to, qui nomineremo la regina Ma- mo, il quale stando a destra del
ria vedova di Saidegna colle reali medesimo prefetto, alla cui sinistra

figlie, fia le quali le regnanti im- avea il solto-sagrista, le presentò a


peratrice d'Austria e duchessa di nome del santo Padre il sacro do-
Lucca. Avendo Leone Xll deter- no. Preso esso devotamente da S.
minato donare alla regina la rosa M. e dato a baciare alle sue reali
d'oro da lui benedetta nella IV figlie, lo ripose sopra un ornato
domenica di quaresima dello stesso tavolino, rendendone grazie a mon-
anno santo iBotS, a' 28 marzo ne signor maggiordomo, e pregandolo
fece eseguire la presentazione pel di esprimere a sua Beatitudine i

maggiordomo monsignor Marazzani, sentimenti pii^i vivi della propria


ed eccone il cerimoniale che si leg- riconoscenza per favore così disliu-
ge nel num. 2 5 del Diario di Ro- to. Fu poi ammesso da S. M. a
ma. « Sortila pertanto dal palazzo familiare trattenimento il degno pre-
vaticano una carrozza pontificia con lato; e quindi tutti si restituirono
dentro il p. m. sotto sagiista, custo- ni Valicano onorati con dimostra-
de della rosa e il primo de' gio- , zioni di singolare bontà e clemen-
vani della floreria apostolica, por- za ". Leone XII a' 2 ottobre 1826
taiiti la rosa slessa richiusa in un creò e riserbò in petto cardinale
astuccio, s'incamminò scortata a il prelato Marazzani, e lo pubblicò
piedi da quattro palafrenieri, verso in quello de' i5 dicembre 1828
la villa Massimo alle terme Dio- dell' ordine de' preti.
cleziane, dove risiedeva la prelodata Luigi del Drago nobile romano
Maestà sua. Seguiva altia nobile de' marchesi di tal nome ora prin-
carrozza da gala con stalfieri a pie- cipi. Nacque a' 20 giugno 1776
di, quale era monsignor
dentro la dal marchese Gio. Battista, e dalla
maggiordomo accompagnato da mon- conlessa Cecilia Negroni. Dalla vita
signor Zucche prefetto delle cere- di s. Filippo Neri, lib. Ili, cap. IV,
monie della Sede apostolica, e da n. 9, e cap. Vili, n. 23 ed altro-
altri due suoi cappellani addetti ve, si Costanza del Dra-
rileva che
particolarmente al servigio pontifì- go era penitente del santo, il quale
cio, in abito paonazzo. In una terza ne frequentava la nobile casa pa-
carrozza di seguito erano parecchi trizia romana, della quale tratta la
famigliari di monsignor maggior- costituzione di Benedetto XIV, Ur-
domo. Fu colle solite formalità in- beni Romani. Fece i suoi studi nel
contrato il rispettabilissimo perso- seminario di Frascati, e ritornalo
nagi:5Ìo dal signor nìarchese Crosa in Roma, Pio VI nel i
794 lo fece
di Vergagni incaricato d'atfari di S. canonico coadiutore del di lui zio
Mi sarda presso la santa Sede^ e monsig. Pietro Maria Negroni nella
da tutta Ja corte di S. M. Saliti basilica dis. Maria Maggiore. Pio
ayB MAG MAG
VII uel i8o5 lo nominò coadiutore mentre come diremo, fu poi pro-
al suddiacono della cappella pontifì- mosso da lui al cardinalato). Tnt-
cia inonsig. Grassi. Dopo lo luttuose tociò avvenne nel breve spazio di
vicende della seconda invasione fran- soli tre anni, sei mesi, e diecino-
cese, ritornato Pio VII nel i8i4 ve giorni. Quindi Gregorio XVI
in Roma, fu uno dei destinati alla lo creò cardinale ai So settembre
nuova organiz/.azione dei conserva- dell'anno i83r, e lo pubblicò ai
toiii Roma. Inoltre il Pontefice
di 2 luglio i832, conferendogli per
lo nominò prima al vescovato di titolo la chiesa di s. Lorenzo in
Tivoli, già da lui governato avanti Pane e Perna, assegnandogli le con-
dell'assunzione al pontificato, e poi gregazioni de' vescovi e regolari
a quello della propria patria Ce- immunità, indulgenze e sacre reli-

sena; ma ad onta di questa du- quie, consulta e buon governo. Nel


plice distinzione, modestamente sup- 1S34 Io nominò prefetto di quella
plicò di essere dispensato dall' ac- delle indulgenze, che lasciò nel i835,
cettarli, e fu esaudito. Nel 1816 quando lo fece presidente della com-
3^io VII lo dichiarò prelato dome- missione de' sussidii, qual carica ri-

stico e referendario delle due se- nunziò nel i836. Dipoi lo dichia-
gnature, indi ponente di consulta ,
rò nel giugno 1 839 arciprete della
t nel 1822 deputato de' monasteri basilica di s. Maria Maggiore, e
di Roma, e continuò ad esserlo sino nel novembre segretario de' me-
al cardinalato con beneplacito dei moriali, avendolo già fatto protet-
Papi. Istituita Leone XII con
da tore della comune di Mazzano nella
suo moto- proprio una congregazio- diocesi Nepi e Sutri. Morì nel
di
ne per l'economia de* sacri palazzi palazzo Quirinale d'anni settanta ai
apostolici, ne fu fatto segretario, 28 aprile i845, lodandolo il nu-
come altresì uno de' deputati alla mero 34 del Diario di Roma per
commissione degli ospedali. A* i5 le eminenti sue cognizioni nelle
dicembre 1828 Leone XII lo no- scienze sacre profane , e per
e
minò suo maggiordomo, e lo fu in la sollecitudine con cui occultamene
Ire pontificati. Dappoiché morto te accorreva a sollevare dalle an-
Leone XII a' io febbraio 1829, gustie gì' indigenti. Il cadavere fu
divenne governatore del conclave esposto nella chiesa di s. Marcello
in cui fu eletto Pio VIII; e pas- pei funerali, cantando la messa il

salo questo agli eterni riposi a'.3o cardinal Ostini camerlengo del sa-
novembre i83o, di nuovo fu go- cro collegio, e secondola sua testa-

vernatóre del conclave sino a' 2 mentaria disposizione fu poi tumu-


febbraio i83i in cui fu elevato alla lato nella sepoltura gentilizia esi-

cattedra di s. Pietro Gregorio XVI. stente nella chiesa di s. Maria d'A-


In conseguenza egli coniò due di- raceli. Beneficò i più antichi fami-
verse medaglie nelle sedi vacanti gliaricon pensioni a vita, e lasciò
ed inquartò nel suo stemma suc- erede il principe suo fratello d. Ur-
cessivamente e mentre regnavano bano del Drago- Biscia* Gentili. Tra
quelli de' nominati tre Papi, ma i suoi legati destinò al Papa Grego-
per ultimo ritenne, secondo il co- rio XVI il quadro rappresentante s.
slume, quello solo di Gregorio XVI Giovanni Evangelista in atto di scri-

(perchè fu V ultimo che servì, vere, pittura di Antonello da Mes-


MAG MAG 279
sina detto Barbalunga, uno de' di- Francesco Saverio Massimo no-
stinti scolari del Domenichino, che bile romano, essendo maestro di
pare lo facesse per la famiglia Mo- camera, il Pontefice Gregorio XVI
nchi nobile maceratese, come si a'i3 settembre i838 lo passò mag-
congettura dallo stemma. Essendo giordomo, nel qual anno l'azienda
morto il cardinale quando era già palatina ricevette ulteriore sistema-
pubblicata la lettera />, supplisca zioncj narrata al succitato volume,
quanto abbiamo qui scritto per bio- pag. 124 e 125. Tutlociò venne
grafia. eseguito con atto del Papa, che
Costantino Patrìzi nobile roma- incomincia colle parole : Col nostro
no, arcivescovo di Filippi in par- mola- proprio del giorno i o diceni"
tìbus, il Papa Gregorio XVJ a' 2 bre i832, dichiarando che il Re*
luglio i832 lo promosse a mag- golamento per V impianto degli uffi-
giordomo, prefetto de' sacri palazzi. ci centrali dell'azienda palatina ,

Sotto di lui il Pontefice emanò Roma tipografia Puccinelli 1840,


provvidamente motu-proprio
quel ed esibitogli dal prefato maggior-
di cui parlammo nel voi. XXIII, domo, per le ulteriori modificazio-
p. I 24 del Dizionario^ ed all'arti- ni sopra l'azienda palatina, venga
colo Maestro di casa de' sacri pa- considerato come facente parte del
lazzi APOSTOLICI, e regolò la giu- ricordato motu-proprio, attribuen-
risdizione civile e criminale dei mag- do al maggiordomo le opportune
giordomi , il prelato poi emanò il facoltà per l'esecuzione, riservandosi
Regolamento pe musei e per le il Papa di adottare in seguito al-
gallerie ponlìficiej il Regolamento tre modificazioni sugli attributi di
per la galleria pontificia del Va- altri funzionari della medesima a-
ticano; e le Regole e disposizioni zienda. Nel regolamento si tratta
sulla custodia e conservazione del- delle attribuzioni del segretario ;

l'archivio de' maestri delle cerenio- delle norme per la protocollazione,


nie pontificie^ delle quali cose trat- spedizione ed archiviazione degli
tiamo a' rispettivi articoli. Il me- alti ; delle attribuzioni del verifi-
desimo Pontefice quindi lo creò catore ; della contabilità, colle at-
cardinale a' 23 giugno i834, e lo tribuzioni della prima sezione per
pubblicò agli II luglio i836. la scrittura generale, della seconda
Adriano Fiesclii nobile genove- per la scrittura individuale, della
se, da maestro di camera il Papa terza per la radiazione de'mandati
Gregorio XVI agli 11 luglio i836 di pagamento. Seguono le disposi-
lo passò maggiordomo, e mentre zioni generali e transitorie, ed il

ne disimpegnava l'uffizio^ ilcholera regolamento disciplinare per gli uf-

pestilenziale affliggendo Roma, molte fizi centrali dell'azienda palatina,


furono le cure e precauzioni lode- annesso al regolamento principale,
voli che praticò il prelato onde non che la pianta stabile degli im-
preservare dal tremendo contagio piegati addetti ai mentovati ulìi-
la residenza pontifica. Quindi il zi. È proibito coprire simultanea-
Papa lo creò cardinale a' 23 giu- mente due posti; ne' casi di vacanza
gno 1834, e lo pubblicò a' i3 si prescrive il concorso , il modo
settembre i838 dell'ordine de' dia- di ed i requisiti che si ri-
farlo,
coni. chiedono non avendo però osso
,
^8o MAG MAO
luogo pei capi d'officio, la nomina che il dolto Pier Luigi Galletti
iìe quali dipende dilettamente dal pubblicò in Roma nel 1728: Di-
Papa, tìicendosi ivi delle qualità scorso istorico Icf^ale uri renale si

che in loro si richiedono.Avver- esamina e si prova clic la fanii-


timmo già superiormente, che per l^lia decesarij secondo le romane
conoscere le cose falle sotto i di- Icgg', era soggetta in /ionia al sno
\ersi maggiordomi, nei relativi ar- prefetto^ per le provineie adi pre-
ticoli possono rilevare calcolando
si sidi. Che l'antica dignità del mae-
le rispettive epoche, dappoiché mol- stro degli offizi non tiene alcuna
le cose si fecero nel maggi ordo- somiglianza con quella del prcffUo
mato di monsignor Massimo, Il del sacro palazzo apostolico j il
Papa nel concistoro de' 12 febbraio quale non abbia potestà alcuna giu-
i838 l'avea creato cardinale dia- risdizionale. Che non sia queWar-
cono, e poscia lo pubblicò in quello cidiacono romano, ne quel vicedo-
de* 24 gennaio 1842. mino che eleggeva si dai sommi Pon-
Aleranie Pallavicino nobile ge- tefici ^ e. che il suo uffizio consista
ni)vese, da maestro di camera e in un semplice miuisiero di econo-
Papa Gre-
protonolario apostolico, il mia. Certau>ente come dai vicedo-
gorio XVI a' 24 gennaio 184^ 1^* miui un tempo, ora dai maggior-
nominò maggiordomo prefetto dei domi si presiede a tutta la corte e
sacri palazzi apostolici. Per morte famiglia pontificia, cserr.i landò so-
del Pontefice (i\ goveinatore del pra le persone non solo laiche, ma
conclave, e come tale fece coniare ancora ecclesiastiche, piena privati-
le consuete medaglie argento e d' va giurisdizione criminale, mentre si-

di stagno col suo stemma, inquar- no al pontificato di Gregorio XVI go-


tandovi quello del defunto, sovra- deva pure la civile. Godevano pre- i

stando il cappello prelatizio l' epi- felli del palazzo apostolico da lun-

grafe Sede vacante. Nel rovescio si ghissimo tempo tranquillamente Ver


leggeva questa iscrizione: Jleranic: sercizio di questa loro giurisdizione,
ex niarchionihus Pallavicino sacri come abbiamo accennato di sopra.
palata apostolici praefectus et con- Ma a turbarne il pacifico possesso,
clavis gubevnalor 1846. Attualmen- regnando Benedetto XI II insorsero
te il prelato funge il nobilissimo veementemente nel maggiordomalo
uflixio col regnante Pio IX, e ne di monsignor Camillo Cibo, d'ani-
inquarta il di lui stemma genti- mo imperturbabile e fermo, tulli
lizio. insieme uniti i tribunali di Roma.
Al dire del lodato Renazzi non Imperciocché si pretese che dal ,

può controvertersi, che i moderni Pontefice Innocenzo XI l nella notis-


maggiordomi prefetti de' sacri pa- sima costituzione Romanus Pontifex,
lazzi non siano succeduti,
aposlolici con cui soppresse tribunali e giuris-
i

ed intendere non si debbano siu'- dizioni particolari, che in gran nu-


logati agli antichi vicedomini del mero allora sussistevano in R.oma,
patriarchio lateranense , de' quali abolisse ancora il tribunale e la
presentemente occupano il luogo giurisdizione de' prefetti del palaz-
esercitano il ministero rappre- e zo apostolico. La contesa si accese
sentano la dignità. Con isterica im- ed agilossi con qtiel calore, che fra

^)£|r3iiatità non dobbiamo però tacere tribunali diversi, ed egualmente gè-


MAO MAG 28r
ìos'ì de'piopri cìirilti, suole ispirare giurisdizione privativa de' prefetti
l'impegno e l'emulazione. Monsi- del palazzo apostolico. Dicemmo
gnor Cibo fece slampare, i.** Rì- già al volume XXVII, pag. 211
xtrctto (ìi fallo e di ragione, in del Dizionario, che monsignor Ci-
difesa della giurisdizione privaliva bo dimise il governo di Frascati,
del sacro palazzo apostolico , in ove costumavano Papi anticamen- i

ordine alle cause d'interesse del te recarsi alla villeggiatura, ch'era


medesimo, e de' famigliari di No- annesso alla carica di maggiordo-
stro Signore descritti in rolo, colle mo, e che Benedetto XIV donò ai

risposte alla scrittura pubblicata a vescovi il palazzo o rocca che ap-


nome de tribunali di Roma contro parteneva al palazzo apostolico. Nel
In suddetta giurisdizione , Pioma voi. X, p. 162 poi parlammo del-
175.7. 2,° Sommario del ristretto la giurisdizione che i prefetti del
di Jdtlo e di ragione j ec. Roma palazzo apostolico incominciarono
1727. 3." Nuovo ristretto di fatto ad esercitare in Castel Gandolfo
e di' ragione in difesa della giuris- quando divenne villeggiatura ordi-
dizione privativa del sacro palaz- naria de' Pontefici, cioè da Paolo
zo apostolico , ossia replica alle V, o meglio da Urbano Vili in
due scritture pubblicate sotto il ti- poi ; come cessò nel pontificato di
tolo di Risposta e discorso storico- Innocenzo XII, dopo la riforma
legale a nome de' tribunali di Ro- de' tribunali, sebbene allorché Cle-
ma, ì\\ 1723. 4-" Sommario del mente XI si portò di frequente nel
nuovo ristretto, ec. ossia Replica suo lungo pontificato a villeggiar-
alle due scritture, ec. 5." Memo- vi, nel tempo di sua dimora ces-
riale addizionale in difesa della sava nel nuovo governatore ogni
giurisdizione del sacro palazzo a- giurisdizione, e s'assumeva dal mag-
postolico, Roma 1728. giordomo, fabbricando ivi anche i

Per altro, quanlo fu pili ga- processi criminali, e condannando i

gliardo il contrasto, tanto maggiore rei secondo l'opportunità delle cau-


riuscì la gloria dell'esito. Dappoi- se, come si legge a p. 5 del no-
ché, essendo stata commessa da minato memoriale ; e che Bene-
Renedelto XI li la cognizione del- detto XIII restituì in perpetuo ai
l'esame della controversia ad una maggiordomi il governo di Castel
scelta congregazione composta dei Gandolfo a' 20 dicembre 1728,
più esperti ed illuminati cardinali coU'esercizio di una plenaria civi-

che allora fiorissero, fra' quali avea le e criminale giurisdizione, indi-


principal luogo il dottissimo cardi- pendentemente da qualunque tri-

nal Lambertini, poi Benedetto XIV, bunale di Roma , e di mettervi


la medesima corrispose con quelle perciò un luogotenente o governa-
disposizioni contenute nel breve tore, ed il notare cancelliere , te-
Cum occasione constiluti onis, ema- nendo presso di sé due uditori
nato da Benedetto XIII a'24 set- r uno civile, 1' altro criminale, de-
tembre 1728, stampato a parte, stinati a giudicar le cause civili e
ed inserito ancora nel Bull. Rom. criminali de' famigliari pontificii e
tomo XII, pag. 32 1. In questo degli addetti ai palazzi apostolici
breve soiennenaente si .approva come si ha pure dal Lunadoru
^ si couli'rma il tribunale e la edizione del 1774? *• U? P» 227,
a82 MAG MAG
non che di quelli che commcltono bnnoli ordinari li faranno esegui-
delitti ne' kioghi di giuiisdizione re dalla milizia stessa che guarda
del maggiordoQio. Pio VII colla il palazzo; e che non si estenda
bolla Post diutuniasj tertio kal. finalmente l'esenzione de' privile-
novembris 1800, però decrelò, De giali , contro ogni disposizione di
furiseli et. trib. ci\'iL § i, la restri- ragione, alle cause attive.
zione della giurisdizione del tribu- L'autoi'e delia Pratica dilla curia
nale di monsignor mtiggiordomo a romana, ediz. Ili del i8i5, tratta
quelle cause soltanto che diretta- analogamente alle cose delle del tri-
mente risguardano l' interesse del bunale del maggiordomo, o sia del
palazzo apostolico, e gli abitanti prefetto dei sacri palazzi apostolici nel
di Castel Gandolfo, di cui egli è il t. Il, e. XX, e delle cause civili e
governatore prò tempore, non am- criminali, come degli uditori civile
mettendo in avvenire privilegio per- o giudice del sacro palazzo, e del
sonale di foro relativamcute alla criminale, cosi pure del nolaro; po-
detta giurisdizione, se non di quelle tendo chi e gravato dai loro de-
persone che sono realmente de- creti, ricorrere all'uditore del Pa-
scritte nel ruolo di detto palazzo ,
pa. Leone XII col motu-proprio
al soldo mensuale del medesimo ,
de' 21 dicembre 1827, pel riparto
per servigio personale, continuo ed più regolare dello stato ecclesiasti-
immediato. Nel capo poi De juris co, conservò la giurisdizione del
trib. crini. § 5, Pio Vii restrinse maggiordomo. Il Papa Gregorio
la giurisdizione criminale di mon- XVI a' 17 febbraio 18^2, a mezzo
signor maggiordomo alle sole per- del cardinal 13e metti segretario di
sone de' famigliari descritte nel ruo- stato, emanò una dichiarazione sulla
lo di palazzo a forma della costitu- giurisdizione civile e criminale di
zione di Benedetto XIII , ordinando monsignor maggiordomo, riportala
che non mai più si estenda alle loro ap. 7 della Raccolta delle leggi voi.
famiglio e domestici, al quale effetto IV. Con essa venne dichiarato cessa-
dovrà passar copia del ruolo ai tri-
si to il tribunale per le cause civili;

bunali ordinari ; che non suffraghi conservata la giurisdizione crimina-


un tal privilegio ad alcuno nel caso le, e dovendo reputarsi Castel
di essere soipreso in fragranti o Gandolfo come parte de'sacri pa-
di un debito notorio, mentre allor lazzi apostolici, ivi si stabili la re-
ciascuno potrà essere arrestato da sidenza del giusdicente col titolo

qualsivoglia tribunale, e consegnato di governatore per conoscere e


a quello del maggiordomo ; che sie- giudicare i . delitti minori, e da
no soggette le case de'detti privile- nominarsi dal Papa per organo
giali, benché decorale dello stem- del maggiordomo per con»odo de- ;

ma relativo, a qualunque esecuzio- gli abitanti di Castel Gandolfo fu


ne di giustizia per parte di qual- allribuita al giusdicente la facoltà
sivoglia tribunale, eccettuate le loro di conoscere e giudicare le cause
persone, non però ne'casi accenna- non solo le criminali fino ad un
li; che sia circoscritta la giurisdizio- anno di pena, ma anche le cause
ne alla sola materialità del palazzo civili sino a scudi duecento, essen-
apuslolico, e nel caso di fare ar- do le une e le altre di compe-
resti nelle adiacenze di esso, i tri- tenza di tulli i governatori, a ior-
MAG MAG 283
ma del regola mento organico pub- sono slati assegnati scudi quaranta
blicato a'5 ottobre i83i. Dai de- al mese, gl'incerti e 1' abitazione
creti e sentenze del giusdicente ne'due palazzi come il segretario
potere ricorrere alla congregazione del prelato.
civile dell'A-C. _, ed agli altri tii- A p. 5 del Regolamento sono no-
bunali competenti. Restò fermo il tate le attribuzioni principali del se-
privilegio della mano regia in fa- gretario, cui fu affidata la parte di-
vore de'sacri palazzi, da esercitarsi rettila nel seguente modo. i. Di re-
però dai tribunali ordinari, e ven- golare il protocollo degli atti del-
ne accordato al maggiordomato l'azienda palatina, facendovi regi-
il diritto di visitare tutti gli atti strare quanto si riferisce ai sacri
giudiziali a carico di persone do- palazzi apostolici, cappelle pontifì-
miciliate ne' sacri palazzi, peruiesso cie, la corte, musei e gallerie, i

cbe dovrà concedersi sopra sem- il governo di Castel Gandolfo, e


plice domanda stragiudiziale. Nelle simili. 2. Di esaminare le doman-

disposizioni riguardanti la mano de che si presentano, e le penden-


regia, pubblicate dal cardinal Gam- ze economiche rimesse da monsi-
berini segretario per gli affari di gnor maggiordomo; di minutare
stato interni a' 9 luglio i835 in tutto il carteggio, i rescritti, de-
nome Papa Gregorio XVI, e ri-
del creti, epoche e contratti; di fare
portate nel voi. II del i835 di óet- le relazioni sopra questioni in cui
tu Raccolta, venne dichiarato com- vi abbia interesse l' azienda pala-
petere al maggiordomato, nell'esi- tina , e di aver cura dell' ese-

genza delle sue rendite ed esperi- cuzione. 3. Di assistere alle ses-


mento de' suoi diritti nell' azienda sioni della congregazione palatina,
de'sacri palazzi apostolici, il privi- di fare la relazione sugli affari da
legio della mano regia, come lo discutersi, e di redigere i verbali
gode il pubblico erario. Nel voi. delle risoluzioni , e comunicarle a
XXIII, p. 122 del Dizionario, ab- chi spetta. 4- ^^ regolare e ve-
biamo detto come si compone al gliare l' archiviazione di tutti gli

presente il tribunale del maggior- atti. 5. Nella segreteria saranno


domo sì civile che criminale, e registrate le insinuazioni e richie-
che essendosi nel 1 840, col Hego- ste de'capi dei diversi dipartimenti
golamenfo peglì uffici centrali dtd- dell'azienda, pei contratti, introiti,

V azienda palatina, soppresso l'udi- spese, ec. prima di essere presen-


tore civile, alcuna delle sue attri- tate al maggiordomo e alla con-
buzioni si disimpegnano dal segre- gregazione. 6. Saranno ivi pure
tario della prefettura de' sagri pa- registrate le insinuazioni e richie-
lazzi apostolici, uffìzio istituito dal ste dirette a far pagare o rimbor-
medesimo regolamento all' istessa sare le spese occorse per qualsivo-
epoca, e prima esercitato dal segre- glia ingerenza. 7. Sul protocollo
tario prò tempore^ che perciò ave- della segreteria saranno registrale
va mensili scudi sei (come segre- inoltre le petizioni ed atti qua-
tario delle gallerie e musei sog- lunque relativi agl'introiti ed alle
getti al palazzo apostolico ), oltre spese dell' azienda palatina, presen-
gl'incerti e trenta scudi di rega- tate dalle parti al maggiordomo,
lia per Natale, mentre all'altro ed a cura del segretario saranno
a84 MAG MAG
rime.<ifie Io coirispoDclcnli risoluzio- dòsi in monsignor Vincenzo Ca-
iki a chi spelta, per la relativa e- gnucci, eh' era il segretario del
Ktcu7.ione. 8. In fiue sul protocollo maggiordomo monsignor Massimo,
s;i ranno registrate le petizioni degli ed inoltre era avvocato della curia
ncklclli alla corte, alle cappelle, ai romana, fu prescelto a segretario
musei e gallerie, degli studenti di della prefeltuia de'sacri palazzi a-
belle aiti, degli addetti al gover- postolici, ed il Papa gliene fece
no di Castel Gandulfo, e simili, spedire il corrispondente breve. Non
colle rispettive risoluzioni del mag» solo poi il maggiordomo esercita
p[ioidomo. 9. Il segretario sarà giurisdizione nei palazzi apostolici,
specialmente incaricato della disci- in Castel Gandùlfo e loro perti-
plina e della pulizìa degli uffizi. nenze, ma altresì ove il
ne* luoghi
Dovrà inoltre dirigeie il registro Papa assiste o celebra qualche fun-
di lutto il personale addetto all'a- zione, ed in quei luoghi in cui
zienda palatina, loro nomine, mo- si ferma ne*viaggi e nelle villeggia»
vimento e servizio, i meriti e i ture.
demeriti di ciascun individuo, per Monsignor maggiordomo nello
servire di norma all' opportunità : splendido rango, onorifiche distin-
gli annoiamenti per mancanze gra- zioni, ed autorità che gode, disim-
vi saranno fatti sopra un registro ppgna molte distinte attribuzioni;
segreto dal segretario, da tenersi delle principali di queste e delle
separatamente dal maggiordomo. sue primarie prerogative , oltre
10. A tal elTelto ciascuno de' capi quaiilo si è detto, andiamo a far
de'divcrsi dipartimenti dell'a/iendu cenno. Aveste sempre l'abito pre-
palatina dovrà rimettere ogni tri- latizio paonazzo
con rocchetto e
mestre al maggiordomo una nota cappa, ma dopo la tumulazione
contenente il movimento ed altro del cadavere del Papa, sino all'ele-
riguardante gì' individui del suo zione del successore, si uniforma a
<lipartimento. 1 i. vSaranno attac- quello nero usato in sede vacante
cati al segretario, un aggiunto per da tutta la prelatura, con roc-
la protocollazione ed archiviazione chetto liscio, I cavalli della sua
«logli atti, non che della spedizione cariozza hanno 1' intrecciatura, i

della corrispondenza ; due scrittori fiocchi, i ciuffi e le guide di se-


j>cr la registratura degli alti, e la paona£za, e quando incede col
j)cr la trascrizione della corrispon- Papa nei treni di città, alla sua
denza e dei verbali della congre- carrozza o frullone si attaccano
gazione. Finalmente vien prescritto quattro cavalli, con cocchiere e ca-
che il sempre sacer-
segretario sarà valcante con livrea propria ; ed
dote, ed olire aver compito il corso il secondo con placca d'argento
regolare degli studi anco legali, do- al braccio sinistro con lo stemma
Via essere insignito della laurea dot- della famiglia inquartato con quello
torale, in ulroque jure^ ed aver stu- del Pontefice che regna, non do-
dialo la pratica per più anni pres- vendosi inquarlare quelli degli al-
so uno degli avvocati e curiali tri Papi, che o come maestro di
«Iella curia romana, ovvero presso camera o maggiordomo avesse ser-
il tribunale della sacra rota o del- viti, come si avvertì di sopra. Abbia-
i'A. C. Questi requisiti veriiìcau- mo dalnumero 2 98 del Diano di 1
MAG MAG 28';

Ixoma 1731, che Clemente Xll con- eum palriarchis, archiepiscopis, e-


cesse a monsignor Acquavi va e piscopis, prolhonotariis et aliis juxta
nìaggìordonii suoi successori l'uso ordinem, ec. ". V'intervennero pu-
de' fiocchi di seta nera alla car- re i camerieri segreti e d' onore,
rozza. Narra il Valesio, che giove- non che i cappellani segreti, e tut-
dì 5 luglio 1731 monsignor mag- ti vestili di paonazzo} coi conser-
giordomo ha ottenuto da sua Bea- vatori e capo rioni a
priore de'
titudine di poter andare con pri- cornu epìstolae, venendo pel primcj
ma e seconda carrozza, come co- incensalo dal diacono il maggiordo-
stumano l'uditore della camera e mo, come pel primo ebbe dal pre-
il tesoriere (anco il governatore), te assistente la pace. Nel voiunìu
prelati di fiocchetti. II maggiordo- XXVIII, p. 58 del Dizionario, de-
mo nelle sagre funzioni, in corti; scrivendo i funerali che Clemente
e nel ruolo, ancorché non insigni t(> Xi fece celebrare al fratello, riniar-
degli ordini sacri, precede patriar i can)mo che non v'intervennero gli
«hi, arcivescovi com' è e vescovi, alili tre prelati di ficcchelli, ben-
il primo nel ruolo, così in quelli sì la famiglia pontificia col mag-
di Giulio III e Paolo IV che so giordomo, il quale come loro capo
no i pilli antichi dell'archivio de! prese il primo posto. » Non in-
palazzo apostolico, in cappella pon terfuernnt lllmi. DD. gubernator
iifìcia, alia quale soprainlende co- uibis, auditor camerae , et ihe-
me alle altre funzioni pontificie, saurarius, quia prò illis locus non
siede l'ultimo dopo i delti Ire pre- erat, nani praefectus palalii a^)0-
lati, che con Ini sono i quattro pre- stoìici, qui in hoc actu tamquiui i

lati di fiocchetti,
con essi incede e delegatus, et caput pontificia».- fa-
nelle processioni, tranne il governa- miliae super omnes praecedentiani
tore che precede il Papa. JVella so- habet ". Altretlanlo erasi già pra-
lenne cavalcata fatta da Urbano VII 1 ticalo ne'funerali fatti celebrare tla

ai 28 giugno 1629, il prefello del Clemente XI nel 1706 a monsi-


palazzo apostolico precedette i pro- gnor Filippucci, come indicammo a
tonotari apostolici, i quali dopo i pag. 5'j loco citalo.
vescovi, compongono il primo e Nelle cavalcate per le quattro
più illustre ceto della prelatura, e annue cappelle in cui il Papa ora
cavalcò alla destra del principe recasi col treno nobile, dopo i

Trivulzio. 11 p. Gallico, Jcta .u- vescovi assistenti al soglio cavalca-


IccLa caerem. p. 421, nel riportale vano con gran mantelli, rocchetti,
la messa cantata e solenne 7 cappucci e cappelli pontificali, so-
Deum in s. Maria d'Araceli per pra mule bardate con gualdrappe
l'esallazione del romano Clemenle di paonazzo, e con fornimenti do-
X dice: » Adfuit illuslriss. d. Ber rati, l'uditor della camera, il teso-
nardiuus Roccius archiepisc. Da- riei-e , il maggiordomo, seguiti dai
mascenus, praefecfus palalii aposto- protonolari apostolici , e vescovi
lici cum tota fere Urbis praelatura, non assistenti. Tali cavalcate, come
cujus classis invitare fecit idem d. quelle solennissime pei possessi del
praefectus palalii, qui uli missus Papi, i qiiali in essi cavalcavano o
a Papa sedit primus omnium a andavano in lettiga , terminarono
cornu evangohi , sedcnlibus post col pontificalo di Pio VI. Poi ui-
286 MAG MAG
remo ciò che fu praticato nelle ca- Clemente XII nel lyBo, ma ne
valcale (li Pio VII e Pio IX, il Valesio, né il Diario di lionia,
benché andarono in carrozza. Nel- nelle loro relazioni, non dissero
le relazioni di tali possessi, rac- dove, proljabilmente ira i vescovi
colte dal Cancellieri, ecco quanto assistenti al soglio, essendo tale
de'prefetli del palazzo apostolico si r Acquaviva allora maggiordomo ;
dice. In quello del i5o3 di Giu- di Benedetto XIV nel i74'> in cui
lio II si parla del Magister do- dice il Diario di Roma, che ca-
tnus che presiedette al solenne con- valcò tra due protonotari più an-
i

vito , alla Lavanda delle mani ziani; e di Clemente XIII nel 1758,
(Vedi) del Papa; più si dice che in cui dopo i vescovi assistenti al
» Magister domus, et magister soglio cavalcarono l'uditor della
aulae, sive scalcus, baculos in ma- camera, il tesoriere ed il maggior-
iiibus tenentes, in habitu statui suo domo seguiti dai protonotari apo-
condecenti deducunt procuratores stolici; così1769 per Clemen-
nel
ferculorum coopertorum ad Papam te XIV. Nel 1775 per Pio VI, es-
tantum, aliis vero detecla, et simi- sendo arcivescovo, prese luogo fra
litcr vinutn ". Abbiamo osservato i vescovi assistenti al soglio. Ben-
nelle citate relazioni, che negli al- ché quella di Pio VI fu l'ultima
tri possessi per le cavalcate i pre- solenne cavalcata , tuttavolta iu
fetti del palazzo apostolico non parte si fece nel 1801 pel possesso
sono espressamente nominati, ma si di Pio VII, che pel primo lo
devono intendere compresi tra quelli prese in carrozza come fecero i

che cavalcavano al luogo che lor successori, in cui dopo gli aiu-
competeva. IN'ou viene nominato il tanti di camera a cavallo , e la
maggiordomo neppure nel i644 portantina o lettiga pontificia, suc-
in quello d' Innocenzo X, in cui cedevano pure a cavallo monsi-
chiaramente si dice, che cavalcaro- gnor Giuseppe Gavotti maggiordo-
no l'uditore della camera /e il te- mo, in mezzo ai monsignori Gre-
soriere; ne in quello del 1691 per gorio Bandi arcivescovo di Edessa
Innocenzo XII, ad onta che si no- elemosiniere, e Giacomo Boschi ve-
ni inino detti due prelati: vero è
i scovo di Bertinoro , seguiti da al-
però che il maggiordomo d'allora tri arcivescovi e vescovi assistenti
essendo arcivescovo avrà cavalcato al soglio. Nel possesso preso dal
tra gli assistenti al soglio. La pri- regnante Pio IX agli 8 novembre
ma volta dunque che il maggior- 1846, ebbe luogo la cavalcata co-
domo viene nelle relazioni de'pos- me per Pio VII, tranne alcune
sessi espressamente nominato, è in particolarità ;
quindi dopo la let-

quello del 1701 di Clemente XI: tiga o portantina pontificia, caval-


il maggiordomo cavalcò dopo i cò l'odierno maggiordomo monsi-
vescovi assistenti al soglio, in mezzo gnor Pallavicino, in mezzo agli ar-
ai due più anziani protonotari a- civescovi di Pietro e d'Andrea assi-
postolici. Intervenne il maggiordo- stenti ai soglio, sopra cavallo bar-
mo nei possessi di Benedetto XIII dato di panno paonazzo, testiera
nel 1724, dopo l'uditore e il te- di velluto di tal colore con guar-
soriere in mezro a due protonota- nizioni di metallo dorato , vestito
ri, come si legge nel Cecconi; di di sottana di panno, fascia di se
MAG MAG 287
ìli, rocchetto e cappa con il cap- mero 11 85 del Diario di Roma)',
ptucio di essa in testa, con il cap- mentre a p. 67 del voi. XXVI li
pello pontificale nero foderato di citato parlammo dei funerali pei
seta paonazza e cordoni coi fiocchi maggiordomi , su di che si deve
cremisi. avvertire il notato a p. 4?» e tC"
Inoltre i maggiordomi interven- nere presenti gli esempi riportati
nero alle Cavalcate pel trasporto di sopra.
de'cadaveri de' cardinali decano Il maggiordomo partecipa de'pri-
vice cancelliere y camerlengo e pe- vilegi e prerogative che godono gli

nitenziere maggiore [Vedi), (ne par- intimi e più distinti famigliari dei
lammo pure nel voi. XXVIII, p. Papi ; prima godevano copiosa la
52 e seg. del Dizionario), inceden- parte di palazzo, cioè pane, vino,
do in mezzo ai vescovi assistenti al cera, olio, aceto, legna, sale, ed al-
soglio, intervenendovi pure diversi e cibarie per que-
tro; servi, cavalli
cubiculari palatini. A detto artico- sti. Quello di Paolo IV avea no-
lo si dice pure delle cavalcate a ve porzioni di pane e vino, e quat-
cui intervennero i maggiordomi tro cavalli dal palazzo apostolico,
colla famiglia pontificia, nelle pom- e in diversi pontificati ebbero il com-
pe funebri di principi reali, so- panatico; al presente ha annui scu-
vrani e regine morte in Roma, ed di duemila quattrocento. Quanto
in quella dellaSpagna regina di alle cosi dette parti di palazzo,
nel 1819 v'intervenne monsignor essendo esse ridotte a pane e vino,
Frosini. Clemente XII nel 1735 per vicende de' tempi, anche que-
le

fece celebrare solenni funerali alla ste vennero abolite con chirografo
regina d'Inghilterra Maria Sobie- di Pio VI del primo luglio 1797.
ski, allidandone la sopraintendenza Di queste parli ne parlammo a
a monsignor maggiordomo, come Famiglia Pontificia, massime alle
si ha dal numero 2729 del Diario p. 64> 94 6 95. Solo qui diremo,
di Roma. Anche nelle Cavalcate che le somministrazioni di pane e
degli amhaiciatori ( Vedi) v'in terve- vino erano proporzionate alla di-
nivano i maggiordomi colla fami- gnilà ed uffizio delle persone, e le

glia pontifìcia , cioè le tre classi fruivano non solo tutti i cardinali,
de' cappellani comuni , camerieri ed i vescovi assistenti al soglio che
extra, e scudieri del Papa. I mag- dimoravano in Roma, ma ancora i

giordomi intervengono ai Funera- prelati ed altri famigliari


palatini
li [Vedi) dei primari della fami- del Papa, come pure alcuni corpi
glia pontificia, al modo detto a e collegi, ministri camerali, ec. ec. ;

queir articolo e nei relativi, oltre i parenti del Papa, e più antica-
il descritto al volume VII, pag. mente gli ambasciatori e rappre-
3i del Dizionario, ed in altri luo- sentanti de' sovrani, al modo che
ghi ; come pure assisterono colla notammo ai singoli luoghi. Finché
faniiglia pontificia ad altri funera- simili ^arti di palazzo esistettero,
li, come 1717 a quelli fatti
nel il cardinal segretario di stato par-
celebrare Clemente XI al pa-
da tecipava monsignor maggiordo-
a
triarca Riggi (numero 112 del mo tutte le promozioni di car-
Diario di Roma), e nel 1725 al dinali, prelati ed altri che gode-
vescovo di Gravina Lucini ( uu- vano siiiatte parti, acciò li metles-
adS MACx MAG
se nel loro ruolo; quindi il mag- «petto ai prezzi, con la distinzio-
giordomo ne ordinava l' cfrellua- ne delle loro (pialit^. L'editto poi
zione al computista di palazzo, al è uno dei soliti bandi che pubbli-
<|uale ordinava pur segnare in ruo- cavano i prefetti del palazzo apo-
lo tutti nominati da lui per ordi-
i stolico sulla cantina di t{uesl(). Da
ne del Papa a qualche impiego pa- esso rilevasi, che ninno poteva com-
latino partecipante o d'onore. Quan- prar vini ne' castelli e luoghi dei
do poi arrivavano in Roma cardi- dintorni di Roma, come Albano,
nali, vescovi assistenti al soglio e Genzano , Monte Por/Zio Monte ,

prelati che doveano fruire nella loro Compatri, Colonna e Civita Lavi-
residenza nella capitale la parte di nia, prima che detta cantina se ne
pane e vino, subito mandavano al fosse ben provvista per la solita di-
maggiordomo o al computista dichia- stribuzione delle parti, per cui i

razione del loro arrivo, acciò venis- ministri palatini solevano fate un
sero registrali nei ruoli delle parti. giro per detti castelli e luoghi, e
Clemente XI decretò, che quelli che fare le scelte de'vini; minacciando-
godevano più parli dovevano ri- si ai trasgressori la perdita del vi-
ceverne una sola, cioè quella che no e dei trasporti, pene pecunia-
gli rendeva maggior quantità di rie ed afflittive, ed a tale elFetto l'e-
cose. Rinnovatosi l'abuso di voler ditto si affiggeva in Roma o- nei
profittare di più parti, per diverse mentovati castelli e luoghi . Pio
rappresentanze. Benedetto XIII ripo- VII nel 1800 confermò l'abolizione
se in vigore il disposto da Clemente delle parti di palazzo, e soppresse le
XJ, con decreto de'2 7 gennaio 1726. franchigie della cantina, di mola,
Pei nipoti di Clemente XI e Cle- di forno, ed altre.
mente Xlir, camerieri segreti e in- Il maggiordomo, col maestro di
sieme chierici di camera, ebbero am- camera, accompagna il Papa ovun-
bedue le parli. Nel sum mentovato que recasi colla camera segreta, in
Sommario a p. a i e 23 sono ri- veste prelatizia, prendendo la destra.
portati la notificazione de' i6 di- Egualmente incede col Pontefice iu
cembre 1721 maggiordomo del
del carrozza nei treni di città, ed in

Giudice, e l'editto de'29 novembre quelli de' viaggi e villeggiature nei


1725 del maggiordomo Cibo. Nel- quali non usa il rocchetto, ado-
la notificazione si obbligano i for- perando la sottana senza coda ed un
nari del sacro palazzo apostolico mantellone, l'una e T altro corti.

che non rimanevano soggetti al Nei treni nobili la carrozza o frul-


bando simile dell' annona , che in lone di corteggio del maggiordomo
avvenire per quell' annua quantità precede quella del maestro di ca-
di grano che dal palazzo si assegna mera, usando la livrea di gala nei
per loro comodo ed utile, oltre suoi tempi, due servitori, il cocchie-
quello destinato per l'annuo consu- re e il cavalcante. Ne'treni di cit-
mo dello stesso sacro palazzo, su tà nella carrozza prendono luogo
del quale non cade mercimonio al- gli aiutanti di camera ed il gentil-
cuno, debbano valersi non più del- uomo o segretario del prelato ; in
la rubbiatella ma del peso, come quelli incedendo il maggior-
nobili
altresì debbano osservare la regola domo nella seconda carrozza nobi-
prescritta nelle compere di giani ri- le pontificia col maestro di carne-
MAG MAQ 289
ra tirata da sei cavalli, perchè col tina corani sanctissimo . Allorché
Papa vanno due cardinali, la sua il Papa celebra la messa pubblica-
carrozza non ha la mula, ma soli mente, o si reca a dare alcuna
due cavalli, e dentro colla detta benedizione, o fare
alcuna parti-
cappa nera vi prendono luogo due colare funzione, nella lavanda del-
scopatori segreti, intimi famigliari le mani somministra il pannolino
pontifìcii. Nei medesimi treni no- monsignor maggiordomo, e se ciò
bili, il maggiordomo apre e chiude fa un cardinale, versa in vece l'ac-
lo sportello della carrozza del Pa- qua sulle dita, incombendo sempre
pa. Nel possesso, come si praticò a lui mettere Ja stola sulla moz-
in quello del regnante Pio IX, per retta del Papa, e levarla, ciò che fa
l'omaggio del senatore di Roma,. un cardinale se vi è presente. Se
10 sportello l'apri e chiuse il forie- il Pontefice ascolta la messa bassa,

re maggiore; nelle altre circostan- il maggiordomo gli dà a baciare a

ze, ciò fa il cavallerizzo maggiore. sinistra il vangelo e a destra la


11 maggiordomo insieme al maestro pace; e nelle incensazioni del san-
di camera recitano con analogo li- tissimo Sagramento, se non vi so-
bretto gli inni ed i salmi col Pon- no cardinali, gli presenta la na-
tefice, quando questi segue qualche vicella dell'incenso e 1' incensiere
processione del ss. Sacramento, od per eseg\iire l'incensazione. Allor-
altra in cui inceda in istola e ché arriva in Pioma un sovrano
mozzelta. Tali prelati colPapa a- od una sovrana, il maggiordomo si
scoltano le prediche che hanno luo- reca a visitarli, e quando si por-
go nel palazzo apostolico nell' av- tano dal Papa gl'incontra a piedi
vento ed in quaresima, entro bus- delle scale, ed apre lo sportello del-
sola di legno corrispondente alla che nel ritorno chiude,
la carrozza,.
camera ove si pronunziano; ambe- avendo seco monsignor sagrista, il
due prelati assistono dai lati del tro-
i foriere maggiore, il cavallerizzo mag-
no il Pontefice, quando pone il roc- giore, il segretario della ceremoniaie,
chetto ai vescovi, la croce al commen- due camerieri segreti soprannume*
datore di s. Spirito, e la berretta ros- raii e due di onore, sì di abito
sa ai cardinali nuovi; come pure paonazzo che di spada e cappa, non
quando il Papa dà ad alcuno il ba- che alcuni svizzeri; al partire del
stone del comando o riceve giura- sovrano o sovrana, coi medesimi il
menti in trono, o assiste alla lettura maggiordomo l'accompagna alla car-
dei decreti per le beatificazioni, ed in rozza. Quando principi o principes-
altre simili circostanze, come per le se reali si recano a visitare il Pon-
obblazioni che il Papa riceve del- tefice, il maggiordomo soltanto li

la cera net di della Purificazione: riceve in cima alle scale sulla por-
alcuno anche al maggiordomo fa ta della sala che precede quella
una particolare obblazione di ce- pontificia, col medesimo accompa-
ra.Dal maestro di camera il mag- gnamento de' nominati soggetti.
giordomo riceve l'invito per le fun- Dicemmo già che il maggiordo-
zioni straordinarie nel palazzo apo- mo ha la sopraintendenza alle cap-
stolico o fuori di esso, per Tesarne pelle pontifìcie^ ed alle funzioni che
dei vescovi, pei concistori, e con- celebra od assiste il Papa, così sui
gregazioni che si adunano nella mat. ministri e addetti alla cappella.. Nel
VOL. XLI. '9
290 ^ MAG MAG
ol. VIH, pag. 38 del Dizionario assii>tcnti soglio
al che se questi ,

si disse come Pio VI avendo nel sono in paramenti sacri vanno al-
1798 soppressa la carica di pio- trove prececU'M(l(j
il Papa), tranne
teltore della cappella , il collegio ilgovernatore che precede il Papa,
de' Cantori (Itila cappella pontifi- e con essi riceve dalle mani del
cia (P^edi) (de' quali pur trattasi Papa le candele, le ceneri, le pal-
a p. 143 loco citato ed altrove) me e gli Jgnus />e/ benedetti (per
Io sottopose alla giurisdizione giu- ricevere i forestieri od altri tali cose
diziale ed economica dei maggior- occorre il biglietto del maggiordo-
domo, il quale presiede ai concorsi mo, il quale li rilascia pure per

pel cantorato, al modo che ivi si ammettere le signore ne' palchi per
dice. Di quella giurisdizione che le principali funzioni, come meglio
sul collegio già aveva attribuito ai si disse a' loro luoghi ). Siccome
maggiordomi Clemente XIII, si può spetta al governatore di Roma con-
\edere il § i3 della bolla Cimi segnare decanoal tre i ceri e le
retinendìf de' 3i settembre 1762, tre palme onde offrirle al Papa ,

Bull. Ront. Conti nuatìo tom. II, p. in di lui mancanza appartiene tale
3o6. Quando i Papi intervenivano azione a supplirsi dal m.jggiordo-
in sedia scoperta alle cappelle e mo. In assenza del Pupa la can-
funzioni del palazzo apostolico, il dela e palma, senza baciarle, il
la

maggiordomo cogli altri del nobile cardinale decano le riceve dalle ma-
seguitoli accompagnava a cavallo: ni del maggiordomo, il quale gliele
ora incede in carrozza con loro dà stando a lato del vangelo presso
ne' treni di città, o li segue nella il cardinal celebrante, che poi in-
seconda carrozza in quelli nobili. comincia a distribuirle agli altri
In cappella siede dopo i tre prelati cardinali ec. 11 maggiordomo fa le
di fiocchetti, e prima de' vescovi non veci del governatore nel consegnare
assistenti al soglio, e de' patriarchi, al cardinal diacono, pel cardinal
arcivescovi e vescovi assistenti al celebrante gli Agnus Dei, assente
soglio, se questi per non essere inter- ilPapa ; ciò meglio dicesi al voi.
venuto il Papa alla funzione, in vece XXXII, pag. 3o del Dizionario,
del banco appresso al trono debbo- Nel suddetto voi. Vili, pag. 298,
no prender luogo dopo prelati di i parlando de' tredici individui che
fiocchetti. Questi ultimi però cedono fanno da apostoli nella lavanda e
ai vescovi d'ogni specie quando sono mensa del giovedì santo, si disse
in paramenti sacri. Se il maggiordo- a chi spetta nominarli ,
quelli che
mo è arcivescovo assistente al so- nomina maggiordomo, che inoltre
il

glio può prender luogo fra essi; deve approvar tutti e nominar pu- ,

ma ordinariamente siede coi prelati re quelli che dovrebbe nominare chi


di fiocchetti, come per ultimo fece ne godeva la prerogativa e non
il maggiordomo Patrizi arcivescovo più vi sia, e nelle vacanze di quelli
di Filippi. Nel portarsi il Papa ia che sono in possesso della conces-
cappella e nelle processioni egual- sione. A p. 289 e 3oi non solo
mente il maggiordomo, seguendo il si avvertì che se le funzioni della
Pontefice, procede co' prelati di fioc- settimana santa si fanno nel Qui-
chetti
(
prima de' patriarchi , arci- rinale, la mensa degli apostoli s'im-
vescovi e vescovi assistenti o noa bandisce nella sala dell'appartamen-
MAG MAG bgr
to di monsignor maggiordomo, ma perchè in essa i vescovi assistenti
si notò che questi fa le veci del al soglio precedono i prelati di
Pontefice, se non v* interviene, spet- fiocchetti, che sono seguiti da' ve-
tando tutta la funzione al prelato. scovi non assistenti. Essendo nel
Se egli è prete dà la benedizione 1843 l'uditore della camera as-
alla mensa, in caso diverso invita sente ( monsignor Cagiano andato
egli stesso un prelato vescovo pa- in Napoli), ed il pro-tesoriere es-
latino, che per solito suole essere sendo un cardinale (Tosti), proce-
l'elemosiniere. Quando il maggior- derono insieme all'adorazione della
domo è solomette il zinale e
si croce il governatore, il principe as-
serve il primo, facendo le medesi- sistente al soglio e il maggiordomo,
me azioni della lavanda delle mani il primo andando in mezzo, il se-
(prima che i mazzi di fiori si po- condo alla sua destra, il terzo alla
nessero come al presente sulla ta- sinistra.
vola in altrettanti vasi, si dispen- Nella vigilia del Corpus Do-
savano agli apostoli, e li consegna- mini avea luogo la cavalcata del
va egli stesso), e se poi vi è il ve- maggiordomo pei luoghi dove nei
.scovo, né l'uno né l'altro mette il dì seguente passava la processione,
zinale. L'azione di lavare le mani seguito da tutti i bussolanti, capi-
la fa il vescovo ; la consegna del tano degli svizzeri, ec. ec, per os-
fiore, quando avea luogo, l'eseguiva servare se tutto era in regola, se i

il maggiordomo. 11 vescovo nella palchi erano solidi, se eranvi inse-


tavola serve il primo, nel secondo gne di botteghe troppo in fuori, e
luogo il maggiordomo. Assistono e vasi alle finestre, se la strada era
seivono gli stessi soggetti che vo- piana, se i banchi erano a' loro
gliono assistere facendo il Papa la luoghi, e se eranvi arazzi scanda-
funzione. I piatti delle vivande si losi i indi nelle sue stanze faceva
consegnano tanto al vescovo che al servire di rinfreschi, confetti e ciam-
maggiordomo, cosicché il vescovo belloni gli intervenuti alla caval-
serveil primo apostolo, il mag- cata. Di questa , del modo come
giordomo il secondo, cosi successi- attualmente il maggiordomo fa e-
vamente gli altri. A p. 3oi dello gual visita a piedi, e suo ac- del
stessovolume, descrivendo i pranzi compagnamento, ne tenemmo pro-
che prima aveano luogo nel pa- posito nel voi. IX, p. 44> ^ XXV,
lazzo apostolico nel giovedì e ve- p. 192 del Dizionario: tutta volta
nerdì santo pei cardinali, narram- qui aggiungeremo altre erudizioni.
mo com'essi erano invitati dal mag- Per tale cavalcata il prefetto delle
giordomo, che li avvisava allorché ceremonie, a mezzo del decano del
le vivande erano in tavola, e li Papa, faceva avvisare per l' inter-
visitava durante la mensa; dicem- vento il foriere maggiore, il ca.pi-

mo pure delle altre tavole che fa- tano degli svizzeri, i cappellani co-
ceva in tali giorni imbandire il muni, gli scudieri, camerieri extrai

maggiordomo e della propria. Quan- e due mazzieri non che il sotto-


,

to all'adorazione della Croce nel ve- foriere che vestiva di paonazzo e


nerdì santo, ne parlammo pure nel dovea avvisare i commissari delle
voi. XV 111, p. 239 del Dizionario, strade, ed il primo giovane di flo-
riportandone l'ordine, avvertendo il reria che assumeva l'abito di città
392 MÀG MAG
ed il collarone ( ed in mezzo a nazza, indi gli scudieri ed i came-
questi ultimi due cavalcava lo rieri extra in sottana di seta e
stesso prefetto , se il maggiordo- mantellone di saia paonazza; il me-
mo non poteva fare la visita, sup- desimo ordine si teneva se la vi-
plendovi egli, e dando gli ordini sita facevasi a piedi; indi il mag-
opportuni); ed avvertiva il caval- giordomo dava i suoi ordiii ai mae-
lerizzo maggiore, ch'eziandio v' in- stri di strada ed ai florieri. Nel
terveniva, a mandare una mula voi. IX, p. 53 del Dizionario ab-
bardata di paonazzo pel maggior- biamo poi detto che nella mattina
domo, un cavallo bardato pel fo- della processione, presso la porta
riere maggiore, altro colla valdrap- di bronzo siedono il cardinal pri-
pa pel ceremoniere ed altro pel , mo diacono in abiti sacri ed in ,

capitano della guardia svìzzera; inol- cappa il governatore e il maggior-


tre quaranta cavalli insellati pel domo, il quale se è vescovo assu-
corteggio del prelato. Tutti mon- me il prende
piviale e la mitra, e
tavano a cavallo ov'è la guardia la mano al governatore (che ben-
svizzera , e smontavano presso la ché vescovo deve stare in cappa, e
statua di Carlo cuopren- Magno , s'è cardinale non vi assiste), nel
dosi il capo coi cappelli comuni.
. qual caso si unisce poi a suo luo-
Entrando nella basilica, il ceremo- go coi vescovi assistenti. Però al-
niere lenendo la berretta in mano cuni maggiordomi benché insigniti
( che prendeva anco chi ne ha del grado episcopale ivi stettero in
l*uso dava l'acqua benedetta al
), cappa ; cosi a' nostri giorni mon-
maggiordomo, al foriere ed al ca- signor Patrizi. A p. 64 del detto
pitano, visitandosi gli altari del ss. volume, descrivendo tal processione
Sagramento e della Confessione con in sede vacante , non mancammo
breve orazione. Se l'ispezione la fa- notarvi l' intervento del maggior-
ceva il detto ceremoniere nello stesso domo governatore del conclave
giro che percorre il maggiordomo, che col governatore di Roma pre-
precedeva un sargente degli sviz- cedono il ss. Sagramento.
zeri con due di questi , ma non Della comunione che Papi so- i

avevano luogo tutti i nominati per- levano fare nel mercoledì santo per
sonaggi e cubiculari alla cavalcata, la Pasqua, e nelle vigilie dell'As-
egli v'incedeva al modo suindicato, sunta, Ognissanti e Natale alla no-
quindi dal sotto-foriere faceva ren- bile famìglia pontifìcia laicale, oltre
dere conto al maggiordomo della se- quella del giovedì santo per la fa-
guita visita; non potendo il maggior- mìglia nobile ecclesiastica, che fa in
domo per essa deputare altro pre- vece il maestro di camera, se il

lato. L'ordine della cavalcata era cardinale prò- maggiordomo era dia-
il seguente. Il capitano degli sviz- cono, lo comunicavano, assumendo
zeri' co' suoi soldati, due mazzieri, il cardinale sugli abiti cardinalìzi la
il maggiordomo con alla destra il stola, come si legge nel num. 4^9^
foriere maggiore, ed alla sinistra il del Diario di Roma del 174^, ne
ceremoniere a due a due i cappel-
, parlammo in più luoghi, ove pur
lani comuni in sottana e mantellone dicemmo che contemporaneamente
di seta (questo di tal drappo per pri- in altra cappella la somministra un
vilegio glielo concesse Pio VI) pao- cappellano segreto all' altra fami-
MAG MAG 293
glia. Fino alla Pasqua 1846 soleva greti ( uno de* quali disse prima
fare la comunione alla nobile fa- della comunione il Confiteor) meri' ^

miglia laica nelle quattro accennate tre all'elevazione portarono le lor-


ricorrenze, pel Papa il maggiordo- de i cappellani comuni. Comunicò
mo nelle cappelle maggiori de' pa- circa sessanta persone, come i ca-
lazzi apostolici, e se egli era assente merieri partecipanti segreti non sa-
o impotente, o se non era sacerdote cerdoti, il foriere maggiore, il co-
invitara a supplirlo l' elemosiniere, mandante delle guardie nobili, con
ovvero il sagrista o il prefetto delle un esente ed alcune guardie (le
cerimonie: tanto e meglio si disse quali sempre s'invitano), il maestro
nei voi. Vili, p. 102, IX, p, 167, di casa di palazzo, alcuni camerie-
XV, pag. 126 (ove dicemmo die ri segreti d'onore di spada e cap»
Clemente XI ogni prima domeni- pa, lo scalco segreto, gli aiutanti di
ca del mese od ogni due mesi co- camera, il fioriere, il capitano ed uf-
municava la sua nobile famiglia )_, fìziali della guardia svizzera, il ca-
e XXI li, p. 91 del Dizionario. Se pitano della guardia civica scelta, i

il maggiordomo non è sacerdote, bussolanti, il direttore delmuseo


assiste alle due messe a cornu é- vaticano, i medici di palazzo con
vaiìgelii^ e riceve anch'egli la co- berretta dottorale ed in sottana e fa-
munione pel primo. Dopo la co- scia di setapaonazza e ferraiuolone
munione, quelli che 1* hanno rice- di seta nera, il chirurgo di palazzo

vuta ed i sacri ministri che vi


, e il computista del medesimo ve-
hanno assistito, passano nelle stanze stiti di nero, essendo tutti gli altri
del maggiordomo a ricevere il mo- coll'abito loro proprio dell' uffizio.

desto rinfresco che fa la credenza Tutti baciarono l'anello prima di


segreta del Papa. Però il regnante ricevere la santa Ostia, versando l'ac-
Pontefice Pio IX, come quello che qua sulle mani pontificie il mae-
nel cardinalato soleva comunicare stro di camera, e somministrando
la prima domenica d' ogni mese il maggiordomo l' asciugatoio , il

tutta la sua famiglia domestica, quale inoltre gli die a baciare l'e-
non solo si degna di fare altret- vangelo e la pace. Il Papa colla
tanto colla famiglia domestica pon- detta famiglia ascoltò quindi la
tificia^ ma nella vigilia della festa messa d' un cappellano segreto (ar-
dell'Assunta 1846 volle sommini- dendo quattro candele all'altare e
strare la ss. Eucaristia nella cap- sei pel Papa) , e servita da un
pella dell'Annunziata o Paolina del chierico segreto. Tutti poi inomi-
Quirinale, eh' è diversa dalla gran nati famigliari passarono nelle stan-
cappella Paolina dello slesso pa- ze del maggiordomo a prendere la
lazzo, cioè alla famiglia nobile pon- cioccolata e le granite. A'3i otto-
tifìcia. accompagnato dal
Pertanto bre, vigilia d'Ognissanti, il regnan-
maggiordomo, maestro di camera, te Pontefice, nella stessa cappella
e dalla camera segreta, il Papa ve- tornò ad amministrare la santa
stito di stola, mezzetta e rocchetto si comunione alla famiglia nobile (com-
portò in detta cappella. Fu assisti- preso un cappellano segreto non
to all'altare dall'elemosiniere, dal sacerdote), venendo assistito da
sagrista, dal prefetto delle ceremo- monsignor sagrista e da monsignor
nie, e dai cappellani e chierici se- Trucchi vescovo d'Anagni.
294 MAG • MAG
Il diarista Cecconi contempora- state delle casse, ponendosi in mez-
neo, descrivendo come fu traspor- zo i due del capitolo ed arciprete
talo dal Quirinale al Valicano il di 8. Pietro; e ciò secondo la con-

cadavere d'Innocenzo XI li in let- venzione fatta in morie di Pio VII.


tiga, dice che questa veniva segui- Clemente XII colla costituzione
ta da monsignor maggiordomo ^in Jposlolatufi offìciiini^ dei 4 ottobre
carrozza. Nei voi. VI, p. 200, e Vili, 1737, Bull. Rom. t. XllI, p. 3o3,
p. 188 del Dizionario^ si descrive soppresse 1* uffizio di governatore
la funzione del collocamento del ca- del conclave e della Città Leonina
davere del Pontefice entro la cassa, ossia Borgo (che faceva il giu-
delle tre borse con medaglie, che ramento al sacro collegio nella se-
ivi pone il maggiordomo; ch'egli conda congregazione, essendo stalo
in luogo del cardinal fratello , ni- eletto nella prima), per cui va letto
pote o congiunto del defunto, a quanto di tal ministro dicemmo
questo con un velo bianco cuopre nel voi. XXXI, p. 3o8, 309, 3 io
il volto, e che tra sigilli della i e 3 1 I del Dizionario : inoltre di-
cassa vi sono pur quelli del mag- chiarò governatore perpetuo del
giordomo. Qui noteremo che si conclave il maggioi domo prò tem-
legge nel diarista Cecconi, che il pore, assegnando anco in tempo di
cardinal Conti fratello d' Innocen- sede vacante al governatore di Ro-
zo XIII, dopo avere baciato il pie- ma il governo di Borgo o Città
de e la mano al cadavere d'Inno- Leonina {^Fedì); dappoiché avendo-
cenzo XIII suo fratello, appena gli glielo già attribuito Clemenle IX,
pose il fazzoletto bianco di lino ne avea eccettuato il tempo di se-
cadde in deliquio; quin-
sulla faccia de vacante, perchè erane devoluta
di il maggiore Girolamo
foriere la giurisdizione al governatore del
Colonna pose sul corpo del Papa Conclai^e (Fedi). A questo articolo
un altro fazzoletto di lino e due si dice del giuramento che dopo
d'ormesino bianco, ed ai piedi le l'ingresso dei cardinali in concla-
tre borse di velluto cremisi guar- ve, e mentre sono in cappella, pel
nite d'oro con venti medaglie per primo fa il maggiordomo ai car-
ognuna ( visse nel pontificato anni dinali come governatore del con-
due e mesi dieci ). Poi furono po- clave; della chiusura ed apertura
sti ai piedi due cappelli pontificali che fa delle ruote del medesimo,
di velluto, venendo tutto ricoperto ritenendone le chiavi (nel concla-
con gran panno rosso di seta: ro- Te 1846 si fecero solo otto ruo-
garono l'atto il cancelliere del ca~ te); della mensa che ogni giorno
pitolo vaticano , ed i notari del imbandisce ai prelati ed altri cu-
palazzo apostolico e della reveren- stodi delle ruote, per cui ha mille
da camera. Dei sei sigilli che si scudi al mese, ben inteso però che
mettono con cera di Spagna sulla tali prelati ed altri custodi sono
fettuccia paonazza sopra la prima da lui alternativamente invitati col
cassa, e degli altrettanti che sullo Maresciallo del Concla\^e, due ca-
stagno si pongono sulla cassa di pitani del quale, che stanno pure
piombo, due sono del maggiordo- alle ruote, sono ammessi a mensa
moj e si collocano dicontro a quel- dal maggiordomo. Ivi dicemmo an-
li del cardinal camerlengo alle te- cora delle medaglie che fa coniare
MAG MAG 295
per r ingresso delle persone al con- go ove costruisconsi le rote assi-

clave; come incontra ed accompa- stite dai votanti di segnatura. Nel-


gna i cardinali e gli ambasciatoli l'ultimo conclave però il maggior-
che vi si recano; e che dopo l'a- domo fece tale visita col commis-
pertura del conclave, seguita Tele- sario, cogli svizzeri e loro capita-
rione del Papa, fra gli esterni è il no, coi carabinieri e loro tenente
primo col maresciallo del conclave colonnello (allora esistente) e tenen-
a venerarlo, con altre cose che lo te, del sotto-foriere ed altri di sua
riguardano. Le chiavi delie ruote attinenza, oltre il muratore e il

del conclave il maggiordomo le cu- chiavaro. Visitò il giardino, sorti


stodisce presso di sé, e da lui re- dal palazzo e andò per la via di
cansi a prenderle per aprire i Cur- Scanderberg alla strada del lavato-
sori apostolici (Fedi). All'articolo re del Papa; giunto alle quattro
poi Commissario Conclave (^Fe-
citi fontane, passò per la via pubblica
di) si dice della visita che fa delle sotto il palazzo, e tornato indietro
parli esterne del conclave, per chiu- visitò le rote ove assistono i ve-
derne compagnia del
gli aditi, in scovi assistenti al soglio, e proto-
prelato maggiordomo, d' un cere- notari o chierici di camera, e pre-
moniere, notaro e cancelliere della sa la via che dalle quattro fon-
camera apostolica che deve rogare tane conduce alla basilica Liberia-
l'atto della chiusura, di due testi- na, entrò nella via di s. Vitale, e
moni, muratore, chiavaro e archi- rimontò il Quirinale passando per
tetti, con quattro svizzeri ed altret- la consulta. 11 maggiordomo in tem-
tanti inservienti con torcie di pece po di conclave passa ad abitare
accese, perchè il commissario ha all'appartamento già dei maestri di
ingerenza e giurisdizione sugli ar- camera, poi divenuto del cardi-
tisti del conclave, cosi per ispezio- nal segretario di statOj ed ora di
nare i lavori da essi eseguiti. Nei quello de' memoriali.
tre penultimi conclavi i maggior- Il maggiordomo, come primo mi-
domi non intervennero a tale visita nistro del palazzo de' Pontefici ,

esterna, la quale riducevasi al giar- e in certo modo custode della


dino, alia strada pubblica esterna loro sacra persona, in ogni tem-
sotto il palazzo, alle ruote de' ve- po di essi godette la piena fidu-
scovi e prolonotari, e alla strada cia, per cui i Papi in loro vece af-
interna sotlo i corridori degli sviz- fidarono ai maggiordomi le chiavi
zeri; e tornando indietro mentre i delle cose più sagre e piti gelose.
muratori chiudevano la porticella Di fatti, finche nel Castel s. An-
che dal cortile del palazzo andan- gelo vi fu il tesoro segreto , ove
do per la via interna sottoposta ai oltre il denaro si custodivano i tri-

corridori degli svizzeri, incontrasi a regni preziosi ed altre gioie, il mag-


mano destra (che nell'ultimo con- giordomo custodiva una delle sue
clave chiusa molto tempo prima ca- chiavi.Prima aveano eziandio cura
gionò grave disordine a coloro che do- di quelle della custodia del Volto
po aver visitato i cardinali nella sera santo, ch'è nella basilica vaticana,
del loro ingresso, per uscirne do- forse a' tempi di Paolo V, quando
veano retrocedere con gran confu- l'insigne reliquia fu temporanea-
sione) e resta precisamente nel luo- mente trasportata nell'archivio della
296 MAG MAG
basilica. Tuttora poi i maggiordo- ne di Benedetto XIV, riportata nel
mi custodiscono la chiave della gal- voi. Xll,p. 139 del Dizionario, sol-
leria o corridore, per cui il palaz- levando di tal peso i conservatori
zo vaticano ha comunicazione con di Roma, che ne aveano prima l'in-

Castel s. Angelo (Fedi)j una delle carico, nel qual tempio esercita la
chiavi delle catene di s. Pietro o giurisdizione criminale, senza per-
sacri vincoli, che sono nella 'Chiesa ciò ledere la gimisdizione del car-
di s. Pietro in Finculis, come di- dinale diacono della medesima chie-
cemmo a queir articolo ; ed una sa. Clemente XIII col molu-proprio,
delle chiavi del ciborio o taberna- Ancorché i sonimi Pontefici, de' 4
colo che sovrasta V altare papale agosto 1761, presso il Bull. Rom.
della basilica lateranense, ed ove Continuntio^. 259, riguardante la
sono riposte le teste de* ss. Pietro biblioteca vaticana, i cui uffiziali
e Paolo: nel 1649 già i maggior- ministri ed addetti sono nel ruolo
domi erano in possesso di questa del palazzo apostolico, incaricò il

custodia, come a p. Sg, 86, 91, 91 maggiordomo somministrargli i fon-


riporta il Cancellieri nelle Memo- di pei bisogni della medesima, aver
rie delle sacre teste ^ che riprodusse cura della fabbrica, e doversi fare
quella parte delle costituzioni fatte coU'assistenza del maggiordomo l'in-
dal capitolo nel i683, in cui si ventario del museo sacro, di cui
dice della custodia della chiave del era allora prefetto il commenda-
maggiordomo, e che nisi de licen- tore Francesco mentre gliVettori,
tia praefecti palatii apostolici a- acquisti medesimo in aumento,
pel
scendere praesuniat^ sub poena ex- si proporranno dal maggiordomo
communicationis.ì^ei voi. Vili, pag. al Papa. Al presente il palazzo a-
3i3, 3i4, e XVIII, pag. 235 del postolico pone a disposizione del
Dizionario f dicemmo come il Pa- cardinal bibliotecario annui scudi
pa Gregorio XVI die a custodire mille e cento, per l'acquisto di co-
al capitolo vaticano il reliquiario dici, legatura di libri, ed altre spese.
col ss. legno della croce che nel Dirige il maggiordomo i Fiaggi e
venerdì santo espone nella cap-
si le Filleggialure de' Pontefici (Fe-
pella pontificia, stabilendo che una di), ed invita i commensali ai pran-
delle chiavi del luogo ove si con- zi, cui presiede; cosi con biglietti
serva la tenesse il maggiordomo; ed significa alle persone che debbono
i giorni per esporsi nella basilica, seguire ne' viaggi e villeggiature il

oltre quelli che credesse opportuno Papa, le determinazioni di questi in


il maggiordomo di farla esporre. ammetterli al suo corteggio. Inol-
Nel voi. XXIII, p. 123 del Di- tre il maggiordomo con biglietti

zionario^ accennammo le spese del che si pubblicano ne' Diari di Ro-


palazzo apostolico, e gli edifizi e ma, tranne alcuni primari uffiziali
fabbriche di sua proprietà come , del palazzo apostolico, nomina gli
ancora della manutenzione dei due altri per ordine pontificio. Nel pon-
portici e facciate esterne della ba- tificato di Benedetto XIV conti-
silica lateranense, del portico e fac- nuava il cardinal segretario di stato
ciala della basilica di s. Maria Mag- a spedire i biglietti in nome del
giore, e di tatto il tempio del Papa ai nuovi camerieri segreti,
Pantheon, e questo per disposizio- partecipanti e di onore, in abito
MAG MAG 297
paonazzo o di spada e cappa , ed stribuite alla segreteria de' memo-
altri, quindi ne dava con biglietti riali otto; ai medici e chirurghi
partecipazione al maggiordomo. Da sette; ai cappellani comuni e so-
Clemente XI 11 in poi incomincia- prannumeri venti; all'anticamera del
rono stabilmente maggioidomi a i maggiordomo otto; ai servi del me-
spedire tali biglietti, poiché per lo desimo cinque; al collegio de' can-
innanzi solo qualche volta ciò fa- tori trentuna ; ai bussolanti e so-
cevano. A tutto il secolo passato il prannumeri quarantatre, due però
maggiordomo pel possesso del Pa- al loro decano ; all' uditore crimi-

pa, e per la festa de' ss. Pietro e nale, sostituto processante, notaro
Paolo, oltre a tre medaglie d'ar- criminale, procuratore, notaro ci-

gento ne avea tre d'oro, sebbene vile e sostituto, otto; agli scopatori

la detta festa cadesse in sede va- segreti del Papa ossia intimi fami-
cante : di questa dispensa di me- gli di esso, otto; alla cucina se-
daglie ne facemmo cenno nel voi. greta cinque, credenza segreta quat-
XXII I, p. 92 e 93 del Dizionario: tro; ai tredici palafrenieri e dodici
attualmente ne ha dieciotto d'ar- sediari, venticinque; loro decano e
gento, che comprese quelle che di- sotto decano quattro ; ai facchini
stribuisce , anco pel maestro di ca- di camera due ; alla scuderia ven-
mera, ne riceve dalla zecca mille titré; al conservatorio della divina

d'argento e una d'oro, la quale provvidenza ( per particolare dis-

con altra d'argento, servono per la posizione pontifìcia per la dispula


collezione della biblioteca vaticana. della dottrina cristiana, oltre una
Ecco poi la dispensa che al pre- di altra specie) tre; ai maestri o-
sente ne fa nelle suddette due epo- stiari tredici, cioè una per cadau-
che il prelato a mezzo del maestro no ; ai mazzieri ventuna ; al vice-

di casa del palazzo apostolico. Quat- parroco e compagno, ai commis-


tro al senatore di Roma ; sei per sari delle strade sei ; al diiettore^

cadauno, al detto maestro di casa, estensore e proprietario del Diario


oltre nove per la sua azienda al ; dì Roma quattro; ai ministri della
segretario del maggiordomato, oltre stamperia camerale sette; agl'in-
cinque a quelli della segreteria; al dividui dei musei Vaticano e La-
•verificatore, oltre cinque a quelli teranense ventitré; alle guardie no-
del suo offizio ; al computista , ol- biliottanlacinque ; agli uffiziali del-
tre quindici agl'individui della com- la guardia civica scelta sei; ai sar-
putisteria ; al fioriere, non compre- genti degli svizzeri cinque; agli uf-
se tre pei suoi subalterni. Ne han- fiziali de' carabinieri quattro-; a
no due per cadauno: il p. maestro quello dei dragoni una; agli uf-

del sagro palazzo , il predicatore lìziali dei capotori sedici; a quelli


apostolico, l'altarista di s. Pietro, de' pompieri otto. Ne hanno una,
lo scalco segreto, il confessore della il p. sotto-sagrista, il provvisioniere
famiglia pontificia, il custode ge- delle palme, il direttore della stam-
nerale delle vesti del Papa, lo spen- peria segreta , il custode dell'ap-
ditore segreto del medesimo, l'is- partamento del Quirinale; ai due
pettore della galleria vaticana, cia- custodi delle congregazioni , ai tre

scuno de' due architetti, il sotto- monizionieri, ai due mosaicisti, al

foriere e il dispensiere. Sono di- macchinista, all'orologiaro, al deca-


298 MAG MAG
no degli scopatori comuni, al pror- mo se ne parla agli analoghi e rela-
visioniere della legna, a quello del tivi articoli del palazzo apostolico
Tino, ai due giiudinieri, al fonta- e dei palatini. Si possono ancora
niere , allo speiiditoie della fore- consultare i seguenti autori. Chri-
steria delle villeggiature , cuòco e stoph. Frid. Geigeri, De summo
credenziere delle medesime, al prov- palata praefecto , li ber singularisy
Tisioniere del vino pel Papa, al Lipsiae et Francofurti 1748. Georg.
maestro de* cursori apostolici al- ,
Henr. Ayreri, Diatribe de F'icedo-
l'esattore delle propine della came- minoriun formula vetere , Lipsiae
ra segreta ( nelle quali entra pure 1736. Onofrio Panvinio, lib. De
il maggiordomo come dissi a Mae- iiilerpret. quorwnd. voc. eccL, verb.
stro DI CAMERA, al quale articolo Fìcedoni. Mons. Giacomo Eveil-
tì sono molte notizie che lo ri- lon, Tract. de procession. cap. 17.
guardano); al capo d'uffizio della Du Cange, Gloss. med. et infini.
posta, a due porta-lettere, allo Int.,verbo Majordomus et verbo
speziale de'carmelitani della Scala, Vicedominus. Muratori, Dìssert. so-
ai due dragoni ordinanze della sala pra le antich. ital. IV e LXIII in
pontificia,ad un ministro di doga- fine. Moretti, Rit. dand. presb. par.
na. A Castel Gandolfo ne hanno Ili, sect. I, not. e, p. 7.01. Giorgi,
nna ciascuno de' seguenti soggetti: De lìtiirg. Rom. Ponti/, lib. 1, e. 4-
arciprete, due cappellani, governa- Catalani, Commentar, ad lib. I, tit.

tore, giudice supplente, cancellie- 3, § V Caerem. rom. tom. I, p.


re, procuratore fiscale del tribuna-
le, segretario del comune, guarda- Maggiorenti, Ti/^/ore/z^et seu
roba, sotto -guardaroba e giardi- Majorentes. Antichissimi olìSziali del
niere. Noteremo che quasi tutti , sacro palazzo apostolico, i quali ac-
quelli che hanno dai monsignori compagnavano il Papa quando ca-
maggiordomo e fuaestro di camera valcava per visitare qualche chie-
la dispensa palatina delle medaglie sa, portando in mano certi basto-
d'argento, hanno ancora Je candele ni, detti da Cencio Ca-
sliniulati
e le palme benedette. merario, per rimuovere la calca e
Nell'assenza, impotenza o va- ^frollamento del popolo. Di loro
canza del maggiordomo, in alcune parlammo in piti luoghi. Il Moretti,
cose supplisce il maestro di came- De rit. dandis presbyteriuni, a p.
ra, secondo il beneplacito de'Pon- 217, diceche avevano cinque sol-
lefici, e prende allora il primo luo- di. » Majorentes (al. stìmulati, aut

go sui prelati palatini. Però quan- sellala sliniulati) genus militiae pe-
to alla direzione dell'azienda del destris, non equestris, ut vult Ma-
palazzo apostolico, maggiordo-
pel crus in Ilierolexico (e nella Not.
mo supplisce il foriere maggiore de voc. ncque compositae ex
eccl.),

che di tanto in tanto si presenta al- iis, qui nunc Lande


spezzate (Fé-
l'udienza del Papa per riceverne i di) appellantur. Siquidem Majo-
comandi. Il maggiordomo poi più rentuni munus erat , quod nunc
volte la settimana ha l'udienza se- maxime cohortis Helveticae, popu-
greta dal Pontefice,
come pure quan- los arcere circa equitantem Ponti-
do straordinariamente occorre. Di ficem irruentes; proptereaque ipsa
quanto riguarda nionsig. maggiordo- equitalionis die comedere debebant
MAG MAG 299
cum Domino Papa, sicut habet Cen- lavolta sono chiamati Bithisarca
cius, lit. a3, num, 47, pag- 199 "• Melchior e Gathaspar. Questi Ma-
F. il p Mabillon in t. II Èìusei gi, dotti o sapienti furono avver-
italicif in MajorenteSy et in Scite- titi da una stella miracolosa per
la slimulali. Maggiorenti si dissero adorare Gesù bambino. Nell'ome-
ancora gii uomini principali di al- lia VI dimostra s. Gio. Crisostomo,
cuni Inoglii. che Dio nel chiamare i Magi, piut-
MAGI Magi che si
(i ss. re). I tosto si servi d' una stella, che di
recarono ad adorare Gesù in Bet- un angelo, o di un profeta, o di
lemme, comunemente si crede fos- una voce celeste, come uno strumen-
sero filosofi che occLipavansi delle to loro famigliare: altri santi pa-
scienze e dell'astronomia , ed al- dri hanno stimato che l'apparizio-
cuni danno loro allresi la qualità ne della stella non si deve inten-
ili re, o almeno governatori o pic- dere per una di quelle del firma-
coli prìncipi, a'quali l'antichità so- mento, ma una certa divina vir-
lca dare anco il nome di re. Par- tù, la quale non solamente illumi-
lando Beda della loro effigie, in nava co'suoi splendori gli occhi di
collcctancis, così la descrive. >» Pri- quelli che la miravano ma illu- ,

mus dicilur fuisse Melchior, se- strava ancora col lume divino le
nexetcanus, barba prolixa, et ca- loro menti, ed eccilavali a cercare
pillis, aurum obtulit regi Domino. Cristo novellamente nato.
Secundus nomine Gaspar juvenis ,
All'articolo Innocenti (ss.) si disse
imberbis, rubicundus, tliure, quasi come Erode, avendo appreso dai
Deo oblalione digna, Deum hono- Magi ch'era nato tra giudei il Mes-i

rabat. Terlius fuscus, integre bar- sia, temendo di essere spogliato del

batus, Baltassar nomine, per niyr- regno ne ordinò la strage. Ma i

rham filium hominis moriturum Magi nel tornare alle loro case
professus est ". Il Sarnelli nel t. fecero altra strada, e così delusero
V delle Lett. eccL ci diede la lett. Erode che da loro voleva sapere
Ili: Qiial fosse la profissione dei notizie del nato Gesù. All'articolo
Magi che vennero dall' Oriente ad Incenso (P'edi), dicemmo dei doni
adorare il nato Signore
ed il p. ; che offrirono con oro, incenso e
Menochio nel t. I delle Sluore mirra: come gli antichi artisti li
trattò nel cap. LXXIX: Chi fossero rappresentaiono, anche nell'offrire i
li Magi che vennero ad adorare doni, ne discorre il Buonarroti ,
Cristo, e da qual paese venissero. Ossero, sui vasi di vetro p. 68 e
Il numero de 'Magi è fissato a tre, seg. Parlando di questi doni il
e vennero d' orienle, dall' Arabia Piazza neW Emerologio di Roma
deserta o dalla Mesopotàmia. L'o- a'6 gennaio, dice che i ss. re Ma-
pinione più comune è che arrivas- gi recarono al divino Infante le

sero i Magi a Betlemme nel XIII loro offerte secondo la consuetudi-


l giorno dopo la nascita di Gesù Cri- ne de' persiani, calJei, e popoli o-
sto. Vengono loro dati i nomi di rientali, di non comparire avanti
Gaspare, Melchiorre e Baldassare : i re se non con qualche presente;
i critici li dicono nomi dati loro ond' essi con ossequio recarono a
posteriormente. In una cronaca Maria Vergine 1' oro per sollievo
scritta ne' primi del "VI secolo, lut- alla povertà, incenso per ovviare
3oo MAG MAG
al fetore della stalla , disse Beda, li rii^uruda, nel Bergier si legge
loina per consolidare le tenere mem- un bell'articolo polemico, con in-
bra del santo Bambino; ovvero teressanti annotazioni del p. ab.
l'oro in segno di tributo, l'incenso Biagi, e si conciliano diverse opi-
di sacrincio, la mirra della sepol- nioni.
tura; oppure l'oro come espressivo Fu pia credenza dei milanesi di
della carità, l'incenso dell'orazione, possedere i corpi dei ss. re Magi,
la mirra di mortificazione. S. An- trasportati da Costantinopoli a Mi-
selmo e r Abulense stimano che lano nel IV secolo dal vescovo s.

ciascuno de' tre Magi dasse oro Eustorgio , il quale li aveva rice-
incenso e mirra il che pare che , vuti dall'imperatore, in occasione
convenga meglio al mistero, per- ch'erasi portato in quella capitale
chè ciascuno conosceva e professa- coi legati de'milanesi, affine d'im-
va che Cristo era Dio, re e mor- petrare dal sovrano l'assenso di
tale. Essi furono le primizie de'gen- entrare al governo della chiesa
tili, cioè i primi adoratori di Ge- milanese a di cui pastore era sta-
sù fra i gentili, come degli ebrei to eletto dai cittadini. Il santo ve-
furono i pastori; e la festa della scovo Milano una chiesa,
eriesse in

Epifania {^Ptdi), fu pur chiamata detta poi dal suo nome Eustorgia-
la festa dei re. JN-el Presepio {P^e- na^ nella quale collocò decentemen-
J/), lappresentandosi il nascimento te le preziose spoglie. Il p. Fuma-
di Gesù, si rappresenta pure l'a- galli nella Sopra il
dissertazione:
dorazione che ne fecero i Magi. primo trasporto a Milano de'cor-
Alcuni credettero che fossero del pi dc'ss. Magi, ci dà ampie notizie
numero degl'incantatori e malefici, intorno a tale trasporto, ed alle
o astrologi o sia filosofi de' quali diverse opinioni degli autori sull'e-
parliamo all'articolo Magia e Maghi. poca del medesimo, e sulla erezio-
Altri li fecero discendenti dai fi- ne della chiesa di s. Eustorgio.
gliuoli di Abramo e di Cetura Fu poi nell'eccidio di Milano nel
ai ^\bramo diede doni, cioè
quali 1 162, sotto l'imperatore Federico
oro, incenso e mirra , doni che I, che vennero involati i corpi dei

pm' diede a Salomone la regina tre Magi da Rainaldo o Reinoldo


Saba, che alcuni fanno della mede- cancelliere ed eletto arcivescovo di
sima stirpe. E fama che i Magi Colonia, il quale li spedì alla sua
fossero battezzali da s. Tommaso chiesa, dove tuttora si conservano
apostolo, e presi da lui per com- in somma venerazione, come con
pagni , come osserva V annalista altre notizie riferimmo nel voi.
E-inaldi,ad an. 44> num. 33. Veg- XIV, p. 268 del Dizionario. I mi-
gasi Federico Miegio Dissert. de : lanesi però anche dopo di essere
siella a Magis conft'pecta^ in The' stati spogliati di si preziose reliquie,
sauro dissertalionum in novum Te- non dimisero il religioso affetto
stamentiun, Amstelodami 1702. M. verso di loro, poiché oltre la messa
de Marca, Opusc. de adventu Ma- che in molti antichi ambrosiani
go rum. Benedetto XIVj De Epi- messali si legge intitolata dei tre
phania, in festo Cìiristi. Prideaux • re Magi, sì è nel primo giorno
è autore d'una storia de' Magi. immediato dopo l* Epifania altre
Della veimta loro, e di altro che volte rammentata in special modo
MAG MAG 3oi
la memoria. Perciiè poi non
loro parola mago deriva da un verbo
mancasse la cura del culto de'me- caldaico che significa meditare e
desimi, prima del i347 ^^^ istitui- occuparsi conoscenza delle
della
ta una scuola di confratelli nella cose secondo
; persiani significa i

chiesa di s. Eustorgio, e sotto l'in- sacerdote, ed altri pretendono che


vocazione de'Magi, e nella cappella il nome di mago significhi un
di que'santi si conserva l'arca in uomo colle orecchie tagliate, tali

cui giacevano. In passato si cele- avendole il falso Smerdis, che usur-


brò in Milano una rappresentanza pò il trono di Ciro. I maghi erano
ricavata dal cap. 2 della storia una specie di filosofi assai dediti
evangelica di Matteo, nella qua- s. alle sti-avaganze della Divinazione
le nondimeno secondo il gusto del (Ffdi)^ e della giudiziaria Astro-
secolo XIV
ihimmischiò qual-
vi si nomia (Vedi). Della magia se ne
che cosa di profano. Tre uomini distinguono due sorta, la magia
a cavallo, che i tre Magi figura- naturale, e la magia ceremoniale
vano, dietro la guida di una stel- o superstiziosa. La magia naturale
la, dopo lungo giro per la città, è l'applicazione delle cause naturali
avviavansi alla basilica di s. Eu- attive alle cause passive, per mez-
storgio, col seguilo di molla gente zo delle quali producono effetti
si

riccamente vestili, con scimmie, sorprendenti, ma che non superano


babuini ed altri animali. Arrivati le forze della natura. La magia su-
i Magi al colonnato di s. Lo-
fìnti perstiziosa è ]' arte di fare delle
renzo, dove seduto in trono atten- cose che superano le forze della
devali il fìnto Erode colla sua cor- natura, e che sono d' ordinario
te e cogli scribi e sapienti, se gli cattive, e ciò in forza di un patto
presentavano , interrogandolo del espresso o tacilo coi demoni. Del-
nato re de giudei. Da lui conge- le diverse specie di magia e loro
datisiricomparivo la stella che si- effietti ne parla il Sarnelli nella
no alla suddetta chiesa conducevali, leti. Ili del tom. V, delle Lette-
dove avanti un preparato presepio re eccl. I pretesi spiriti forti di-
offrivano i mistici loro regali ; po- cono che i demoni non hanno al-
scia dopo un breve simulato son- cuna parte alle operazioni dei ma-
no, in cui da un angelo erano av- ghi, non essendo che semplici pre-
visati, restituivnnsi per altra strada stigi, coi quali sono allucinati gli
alle case loro. ì^. Befana. spettatori j ma la sacra Scrittura
MAGIA e MAGHI. La magia non ci permette di dubitare che
in generale è la scienza che inse- non siano esse l'opera del demonio,
gna a fare delle cose straordinarie, allorquando ci dice, che maghi i

sorprendenti e meravigliose ; os- di Faraone mutarono le loro ver-


sia r arte superstiziosa e vana ghe in serpenti, cambiarono l'acqua
del fare incanti, c</quali la super- in sangue, e fecero quasi tu Iti i

stiziosa antichità credeva di operare miracoli che avea fatto Mosè ;


giac-
suprannaturalmente per vii lù delle che è certo che quei maghi
non
parole e coli' aiuto del Demonio hanno potuto fare quei prodigi
(Ftdi). Mago è colui eh' esercita molto superiori alle forze umane,
la superstiziosa arie magica : ma- se non che aiutati dal demonio.
gusj V aifficus ,
praestigiator. La La magia è un peccato gravissi-
3o^ MAG MAG
nio motivo del commercio coi
, a st'arte perniciosa, che dopo il di-
demoni, ed il più delle volle com- luvio si fece rivivere. Vuoisi in-
prende anche molli altri pecca- ventore della magia 7 oroastro, con-
li, come l'idolatria, quando si a- temporaneo del re Nino, il primo
dora o invoca il demonio; Tapo- tra monarchi di cui Io storico
i

slasia, quando si rinunzia a Dio ed Giustino racconti le guerre. Zo-


ai santi; la bestemmia, quando si roastro regnava nella Battriana
dicono delle cose ingiuriose contro Nino nell'Assiria, e dicesi che quei
Dio e contro santi ; il sacrilegio,
i sovrani combat tessero l'uno contro
qtiaiido si abusa delle cose sante l'altro, non solamente col mezzo
e particolarmente dell' Eucaristia . delle armi, ma ancora cogli arti-
La Chiesa ne'suoi sermoni e nelle fizi e coi segreti della magia. Veg-
sue istruzioni dichiara scomunicati gasi il Martinelli, Collez. classica,
i maghi e gli stregoni, ed i loro t.Il, p. 241. A'tempi del patriarca
peccatisono tra i casi riservati. Giuseppe l'arte magica doveva es-
Quegli che si è dato alla magia, sere bene conosciuta e fiorente
farà la penitenza dell* omicidio : nell'Egitto : delle cose prodigiose
can, di s. Basilio. Che l'arte ma- operate dai maghi di Faraone, ne
gica suole riuscire inefficace alla facemmo cenno di sopra ed altro-
presenza delle cose sacre, è l'argo- ve. Balaam in que' tempi medesimi
mento che tratta il p. Menochio era accreditato come un mago fa-
nel t. IH, cap. XCVIII delle Stuo- moso, poiché Balac re de'nìoabili
re. V. Malefizio. chiamollo affinché maledicesse il
La magia considerata come la popolo d'Israele, e lo allontanasse
scienza dei primi magi, non fa da' suoi confini. In que' tempi la
da principio se non che lo studio Palestina era infetta di magia
della sapienza. Ma presso i popoli e di arti magiche, giacché si ac-
ignoranti e barbari uomini ,
gli cenna nel Deuteronomio che que-
anche istruiti dovettero soccombere sto era uno dei motivi per cui
facilmente alla tentazione di farsi Dio voleva sterminarne gli abitanti.
credere uomini straordinari e do- Sebbene il re Saule avea cacciati
lali di qualche facoltà soprannatu- dal suo popolo i seguaci di quelle
rale. Qumtli i magi dell'oriente si arti infami, non lasciò tuttavia di
applicarono all'astrologia, all'arte chiedere ad mia pitonessa o ad
d'indovinare il futuro, agl'incante- una maga, che gli facesse veder
simi, ai malefizi, ed alla scienza l'anima, o gli presentasse redivivo
tenebrosa nominata magia, che si con evocazioni il profeta Samuele.
è veduta dominare principalmente Abbiamo pure nella Sciittura e nel
o essere in gran voga presso i libro specialmente di Daniele, che il
popoli più rozzi o più stupidi. È re Nabucodònosor, bramando l'in-
assai ditfìcile lo stabilire f' epoca terpretazione d'un sogno, fece chia-
precisa, in ebbe origine questa
cui mare tutti gl'indovini, magi, gli i

arte chimerica, certo è che risale stregoni ed i caldei. Questi, al di-


alla più remota antichità. Alcuni re di Diodoro Siculo, tenevano
autori la suppongono esistente a- tra i babilonesi il grado medesimo
vanti il diluvio, e pretendono che che i sacerdoti tenevano tra gli e-
Cam conservasse i dogmi di que- gizi. Essi attaccavansi al cullo de-
MAG MAG 3o3
gli dei, pralicataijo l'astrologia, e affidavano gli affari più imporlan-
si applicavano a scoprire o ad ti della religione e dello stato,
indovinare le cose future; servi- anzi erano tenuti come tanti ora-
vansi essi parimenti di sacrifizi e coli. Furono riguardali questi ma-
d'incantesimi per allontanare le gi come governatori o piccoli prin-
sciagure, e per procurare ai popoli cipi, ai quali l' antichità soleva
la felicità e 1' abbondanza. Non dare anche il nome di re, confi-
solo il citato Martinetti nel fon». dandosi ad essi l'educazione de'prin-
Ili palla de 'maghi di Babilonia cipi : di questa specie alcuni cre-
e di quelli dell'Egitto, e loro scrit- dettero i Ma^i [Fedi)
che porta-
tura ieratica ma ancora di quar^fe
_, ronsi adorare Gesù bambino
ad
sorta furono conosciuli dagli ebrei, e in Betlemme. La grande autorità
die avevano diverse denominazioi»i; de' magi tra i persiani terminò
cioè planetari o astrologhi, che
i colla loro setta, quando i mao-
pretendevano segnare destini degli i mettani essendosi impadroniti di
uomini ; i praesti^iator, che con quell'impero , molti ne misero a
fallacie e con farmachi combatte- morte. Tullavolta vuoisi che il

vano la divina virtù di IVIosè, magismo si conservi ancora fra


maghi che s. Paolo paragonò ai i parsi o guebri nel Kerman, ia
falsi dottori; gl'incantatori, che mor- alcuni luoghi di Persia, a Surate
moiando peregiioe e mi;>l<'rio>e e Guzurale nell'Indostan ossia In-
parolcj pietendevano aver esue la La maggior parte del
die orientali.
più grande influenza sull' uomo e loro cullo consiste in purificazioni,
sugli animali, come di togliere il in abluzioni^ ed in cerimonie parti-
veleno ai serpenti, e di premunir colarmenle riguardanti la luce. È
l'uomo coniro morsi; gli
i loro dinanzi al fuoco che si praticano
ossessi o indovini, chiamati pf^o- e si recitano le differenti formole
nes'y i negronianti, che si sforza- di preghiere prescritte nel rituale
vano di valicinare; i consulens ha- di Zoroastro, la cui dottrina sta
cuhim, o mago cf)n BncchcUa di- tutta nel Zend-Avesta scritto nella
vina foria (Fidi), perchè vuoisi che lingua morta detta Zend. Famosi
la verga di Mosè imitata dai ma- furono nella mitologia i maghi e
ghi , originò questa divinazione, le maghe, tra queste divennero
dandosi diversi giri ad una bac- più celebri Medea e Circe. La
chetta nera col motto: Fa ci ani P magia, che non senibrava aver
Non facianij finche piaceva al mago goduto di molto credito in Roma,
di compire la sua impostura, es- dove fu più volte compressa e
sendovi ancora un'altra magia per sbandila dall'autorità pubblica, e
haculum, di cui parla Osea, IV, 12, dove al più era confinala in alcu-
ed espone s. Girolamo ; inspector ne donne avvelenatrici, le quali
jecinoìis, esercitante l'auruspicina o reputavansi una specie di streghe
eslispicina, adottata poi dai ro- che servivansi ne* loro incantesimi
mani. di capelli tolti di soppiatto ai mo-
Gli orientali, specialmente i per- ribondi (i gentili davano tal forza
siani, davano il titolo di magi ai magica ai capelli , massime delle
sapienti e ai filosofi : tanta rive- femmine e segnatamente delle zi-

renza aveano per essi, che loro telle, che i giudici solevano farli
3o4 MAG MAG
troncflre a quelle che credevano una grandissima rassomiglianza col-
incantatrici ), secondo gli scrittori la religione di Zoroastro, nel qua-
francesi dovette esistere nelle Gal- le però il dio Mithra figlio d' O-
lie da tempo immemorabile. I gal- romaze, incaricato della direzione
li avevano cerlamenle loro drui- i del sole e del governo del mondo,
di qUe cacciavano demoni, e co- i mediatore tra Oromaze e gli uo-
mandavano agli spirili aerei; ma mini, era l'oggetto di una speciale
questijcòme dicemmo ni loro luo- adorazione.
go, erano sacerdoti, sagrificalori Prevedendo il principe degli a-
astrologhi e medici, come lo erano posloli s. Pietro le future eresie, e
i caldei succennali presso i babi- volendovi provvedere, convenne co-
lonesi ; vero è però, che com pone- gli altri apostoli, prima di divider-
vano preservativi contro gli incan- si per la santa predicazione del
ti e i sortilegi. I franchi che an- vangelo, ed unitamente stabilirono
darono a stabilirsi nelle G'allie, vi quella confessione di fede, che di-
portarono le loro superstizioni, am- cesi Credo. Formati gli articoli
mettendo l'esistenza defifli stregoni della cattolica credenza, convenne
o de'mnghi, e il potere de'demoni, a s. Pietro scendere in campo con

poiché le leggi saliche contengono Simon mago, chiamato da s. Epi-


tarie disposizioni contro i maghi fanio , liaereLìcorum princeps, et
e r arte magica. Nei capitolari auclor, che per mezzo della magia
altresì di Carlo Magno e de' suoi si faceva adorare per un Dio. Os-
successori trovansi varie provviden- serva il Bernini weW Istoria di lat-
te contro la magia e gli artifizi te V eresie, che siccome allora non
magici ; ma sovente V ignoranza vi fu eretico, che per sua scorta
Ila fatto comprendere sotto questa non avesse la magia, ecco come la
categoria molte operazioni natu- descriveonde conoscere come n'era
rali. L' abbate d'Arligny nelle sue infetto il giudaismo, e vi aggiun-
Memorie di storia e di letteratura geremo alcuno schiarimento. La ma-
tomo J , va indagando T origine gia fu già scienza nobile, senza la
dellamagia, ch'egli considera come quale ninno poteva essere assunto
una conseguenza òeW Idolatria [Ve- al reame nell oriente, ov'ebbe ori-
di\ e nota in fine le opere mi- gine. Nabucodònosor in Babilonia
gliori che noi abbiamo sulla ma- ne fece aprire la scuola, in cui era
gia e sulle superstizioni, avendo divisa la magia due classi, cioè
in
nel 1723 pubblicalo in Parigi in buona ed in Chi professa-
rea.
Pietro Prault il trattato sulla ma- va la buona dicevasi mago o fi-
gia e sul sortilegio. La magia si losofo, e adorava un solo Dio ri- :

introdusse pure tra i cristiani nei trovatore di tal scienza fu Balaam


primi tempi della Chiesa, onde vi- figlio di Beor, il quale predisse :

rilmente procurarono sempre an- Orietur stella ex Jacob, e da tal


nichilirla i romani Pontefici, i ve- vaticinio i santi tre reMagi ap-
scovi, i concilii ed i sovrani. Nel presero il natale di Gesù Cristo.
primo secolo del cristianesimo si La rea poi era una diabolica ma-
difìuse nell'impero romano un culto gia, insegnata da Zoroastro re dei
venuto da Persia, conosciuto col battriani, primo maestro di quella
nome di culto Mithriaco, che avea scuola donde uscirono i maghi.
MAG MAG 3o5
inconlatori , venefici ed aruspici. la Samaria ove nacque, indi con-
Questo ai libri di Agonace, nei vertita dal diacono s. Filippo, e
quali era coojpendiata tutta la confermata nella da san Pie-
fede
magia in due milioni di versi, ne tro, che ivi scomunicò Simone, il
aggiunse centomila altri, che poi quale tra i suoi errori seguì Zoroa-
commentò Ermippo. Ammetteva stro nella distinzione de'due princi-
egli due principii eterni ed im- pii. Passato egli in Roma, dove s.

mortali, uno buono, da cui veni» Pietro vi avea piantata la fede


va ogni bene, l'altro malo, da cui e fondata la cattedra apostolica,
ogni male; questi due principii e- mentre Simone alla presenza di
rano emanati da un Ente supre- Nerone e di popoloaffollatissimo
mo chiamato Zerwan, ossia il tem- era portato in aria dai demoni, il
po senza limiti. Il principio buono santo apostolo per mezzo delle sue
venne denominato in antico per- preghiere a Dio, lo fece precipita-
siano Ehoro-Mezdao od Oi omaze , re a terra, e fracassarsi le mem-
dai greci V altro maio o cattivo
-,
bra. Marcello ed Apulejo discepoli
fu detto in antico persiano Engreo- dell'infelice Simon mago, testimo-
Meenioch, detto dai greci Arimane, ni della sua vergognosa caduta, e
e soccomberà nel combattimento delle meraviglie che Dio operava
col piimo. Zoroastro ammetteva per mezzo di s. Pietro, si con-
tre mondi: uno superiore, spiri- vertirono, e ricevettero poi la glo-
tuale, soggiorno della luce primi- riosa palma del martirio. Altro
tiva e della forza produttrice ; un santo già mago fu s. Cipriano ne-
mondo medio visibile, dove regna- gromante, il quale ingegnandosi
no Oromaze re della luce, e Mi- per acquistarsi la grazia dell' im-
thra riunione delle forze attiva e peratore di pervertire colla sua
passiva della natura ; finalmente arte magica s. Giustina vergine,
una regione inferiore delle tenebre, si convertì invece a Gesù Cristo,
soggiorno Arimane e de' suoi
d' e patì il martirio.
malefici seguaci dews. Ricono-
i Presso il Rinaldi si leggono le
sceva una gerarchia di esseri ce- notizie de'maghi perseguitati e mes-
lesti e puri, derivanti da Oromaze^ si a morte dall'imperatore Tiberio;
e che i persiani invocavano come de'maghi seduttori del popolo di
geni benefìci.Asseriva l'aria piena Gerusalemme; di que' maghi che
di demoni, da' quali risapeva l'av- volendo volare in Persia perirono;
venire ; prescriveva gì' incantesimi della loro setta ivi estinta
; de'ma-
per chiamarli ; insegnava a rinve- ghi che divenuti filosofi platonici,
nire il futuro dai cadaveri , dal rifiutarono la religione cristiana ;

molo delle acque, dalie stelle e sebbene i bruciavano


pagani li- i

dall'aria; e furono tanti i suoi di- bri della magia, e punivano coloro
scepoli che in Efeso s. Paolo con- che li tenevano, pure l' imperatore
verti tanti maghi, che la sacra Adriano se ne dilettava, così Mas-
Scrittura computa il prezzo de'loro senzio "ed altri imperatori gentili;
libri abbruciati essere asceso a della crudele persecuzione fatta alla
cinquantamila denari. Scolaro di chiesa d'Alessandria, ad istigazione
tal maestro fu Simon mago (Fe- d' un mago ; che contro di essi re-

di)y che seduceva in quel tempo scrissero gì' imperatori Costantino


VOL. XLI. 20
3o6 MAG MAG
nel 32 1, Costanzo 356, Va-nel Francia; laonde Giovanni XXII
lentiniano I nel 365, onde furono slabiPi gravi jxifie coiiljo quelli die
uccisi in Roma molti nobili che si dassero a tali nefande arti, or-
1* esercitavano, ed Onorio nel 4^9 dinò cbe si bruciassero i libri di
cioè contro i malefìci, incantatori, magia, scomunicando chiunque li
aruspici, maghi , indovini e simili ; conservasse. Nel 1327 in Firenze
dcH;i*etando Valentiniano I il divie- venne arso il maestro Cecco d' A-
to d'insegnare ed imparare l'arte scoli, già maestro del duca di Gi-

magica, ed Onorio che sei maghi non labria, per professare la negroman-
avessero bruciato in presenza dei zia. Benedetto XII invitò Edoar-
vescovi tuttii loro libri che trat- do III re d' Inghilterra a procedere
tavano di magia, fossero cacciati da contro alcuni scelleratissimi maghi,
Koma e da tutte le città, dappoi- che proferivano ori-ende bestemmie
che la magia avea preso gran vi- e sagrifìcavano ai demoni. Veuce-
gore sì neir oriente che nell* occi- slao re de' romani, per essere stato
dente. Nel 5o4 Teodorico re dei troppo familiare coi maghi , per
goti, comandò che fossero puniti i giudizio divino fu privato dell' im-
maghi, ed il mago Basilio fu arso; pero. Nel 1 5o I Alessandro VI ful-
e nel 595 un mago in
essendosi minò gravi pene contro la magia
Francia spacciato per Gesù Cristo, propagatasi principalmente in Ger-
venne ucciso. Nel 687 per la mor- mania ed io Boemia, ove si chia-
te del Papa Conone, insorse l'anti- mavano fossari coloro che V eserci-
papa Pasquale arcidiacono, che con- tavano. Abbiamo ancora dal Rinal-
vinto di magia , fu degradato e di all'anno i52 2, nuna. i5, che la
cacciato in prigione ove morì im- peste Roma, e siccome non
afflisse

penitente. Il pseudo cardinal Ben- si erano prima presi gli opportuni

none accusò di magia il Papa Sil- provvedimenti, e faceva strage, i


vestro II, ma fu calunnia. L'anti- cardinali fuggirono^ mentre Adria-
papa Silvestro IV 102
insorse nel 1 no VI non ancor giunto.
vi era
contro il Pontefice Pasquale II, ed Nel generale sbigottimento, e nel-
essendo negromante mori nell'esilio, l'assenza del Papa e del sacro col-
dopo essersi corrosa la lingua coi legio, fu commesso in Roma un
propri denti. Alcuni maghi si stu- esecrabile ed orrendo misfatto per
diarono di dare la morte in Avi- Demetrio Spartano greco e mago,
gnone nel 1 3 7 a Giovanni XXII
1 il quale promettendo di far cessare
(Fedi)t in quel modo ivi detto, il condusse per la città un
male,
ma furono severamente puniti. Nar- toro ammansato con arte magica,
ra il Rinaldi all'anno i326 che per un sottil filo legato ad un cor-
Leopoldo fratello di Federico il no, e sacrificollo nell'anfiteatro ai
Bello duca d'Austria morì a' 27 demoni. Appena il popolo si avvi-
febbraio di veleno o di
i327, o de dell' inganno e dell' enorme ec-
frenesia, perchè avendo vaghezza cesso, che si studiò di cancellarlo
della negromanzia vide il demonio, con pubblico pianto; e per correg-
e ne rimase così spaventato che si gere r errore dell' idolatria un'infi-
amn>alò e terminò di vivere. Nel- nità di uomini e di fanciulli an-
lo stesso tempo con incantesimi si dando in processione mezzi nudi,
tesero insidie a Carlo IV re di e battendosi, gridavano miserìcor'
MAG MAG 3o7
dia^ seguiti dalla turba delle ma- delle laninùcy con due dissertazio-
trone bagnate di lagrime, con can- ni suWarte magica^ sostiene contro
dele accese in mano. JVon è vero il conte Gianrinaldo Carli che ,

che la pestilenza diminuisse, anzi stampò una dissertazione per pro-


infierì nel selleinbre, ed il Pontefice vare non darsi arte magica, l'esi-
emanò una costituzione contro i stenza di tale arte, ma che streghe
maghi. Altra bolla la pubblicò nel non vi meno quei
sono, e molto
i586 Sisto V contro gli astrologi tantifamosi notturni congressi delle
giudiziari.Nel i63i si scuopri in medesime. Il p. Ansaldi domenicano
Roma un barbaro attentato contro avendo domandato il sentimento
la sacra persona di Urbano Vili del marchese Malfei sul libro del

( Vedi ), che narreremo alla sua Tartarotti, il Maftèi nel 1749 pub-
biografia con malie e sortilegi
, blicò in Verona una lettera , ì'^r-
principalmente ordito da Giacinto te magica dileguata , in cui di-
Centini per appianare la via al chiarò incoerente la dottrina del
pontificato del suo zio cardinale ; Tartarotti.Dice che non vi è ma-
i rei furono parte decapitati, im- gia, nesono streghe, bensì ma-
vi
piccati, poi bruciati, altri condan- ghe diaboliche, sebbene duecento
nati in galera. Benedetto XIV con anni prima del Tartarotti similmen-
decreto della congregazione del s. te pensò Giovanni Wier nel suo
offizio, de' 5 agosto i 74^ , dichia- libro De prestigiis daemonum, et
rò le pene contro quelli che si a- incantationibus. Perciocché, se nelle
busano del sagrifizio della messa stregherie egualmente che nella ma-
per fare sortilegi o indovini per gia intervengono cose prodigiose, e
caso. 11 Muratori nelle Disseri. del- queste per opera del demonio, l'es-

le antich. ilal., diss. LIX: De' semi senza loro è r istessa, e tutte k
dtlle superstizioni ne' secoli scu- dilferenze che possono allegarsi
ri deir Italia^ parla della magia an- sembra che siano arbitrarie. A que-
ticamente professata e condannata. sta controversia appartiene altresì
Grande contesa sollevossi tra gli un ragionamento del p. Giorgio
eruditi in Europa al cominciare dei Gaar gesuita, fatto avanti il rugo
passato secolo, sul punto, che f|ua- di Maria Piena ta strega abbruciala
bmque magia dovesse credersi ces- in Erbipoli a' 21 giugno 1749» e
sata dopo la venuta di Cristo, e in quest' anno pubblicato a Verona
couiparvero su quest' argomento o- tradotto dal tedesco in italiano, e
pcre piene della più profonda dot- fornito di annotazioni critiche, per le
trina. Tra questi scrittori si distin- quali si cercò di togliere al ragio-
sero il celebre de Haen, che pre- namento la forza, che potrel)be
tese annichilala la magia, e gl'ita- avere provar l' esistenza delle
a
liani Tartarotti, Carli, Malfei, Lug- Streghe ( Vedi). Quindi il p. Lug-
giato, Preati ec, ma la controver- giato o Luziato dell'oratorio, colle
sia non fu terminata. Dei secondi Osservazioni sopra f opuscolo che
daremo un cenno, trattandone il ha per titolo: Arte magica dile»
Zaccaria nella Storia letteraria d'I- guata, Venezia 1750, credette di
lalìa, t. Il, p. 64, l. HI, p. 146, poter rimettere in essere l'arte ma
t. V, p. 4^3. L'abbate Girolamo gica dal Maffei dileguata, fi Zac-
Tartarotti, Dd congresso notturno caria non solo dà ragguaglio della
3o8 MAG MAG
lettera del marchese, ma vi ag- la bella Dissertazione di Costan-
giunge le risposte del filippino, con tino Grimaldi^ in cui s' investiga
qualclie sua riflessione. Anche Bar- quali sieno le operazioni che di-
tolomeo Melchiorri entrò nella que- pendono dalla magia diabolica, e
stione della magia, cioè nel punto quali quelle che derivano dalla
che riguarda le leggi sugli omicidiì magia artificiale e naturale, e qual
commessi con sortilegio, con Dis- cautela si ha da usare nella mala-
sertazione epistola re^ Venezia 1750. gevolezza di discernerle, Roma 1751.
Convenne esso pure contro il Tar- Mentre credevasi la magia dilegua-
tarotti, che non possa chi ammet- ta, essendo ancora gli eruditi caldi
te la realità de' maghi negare V e- della disputa, nel 1751 dai torchi
sistenza delle streghe; fa l' esame veneti usci: Uarte magica dimo-
delle leggi contro i maghi e le strata, dissertazione di Bartolomeo
streghe, ed insegna ai giudici il mo- Preati vicentino. Abbiamo in essa
do onde determinare con sicuiezza un articolo sulla magia in genere,
i rei che sono contaminati di così un altro sulla scienza del demonio,
inique scelleraggini, acciò non siano ne segue uno della possanza del
soverchiamente creduli e corrivi a demonio, e particolarmente l'auto-
condanne, che potrebbero talora es- re si stende a provare, che come
sere ingiuste. In difesa dell' impu- dice Cesare Carena: m I demoni
gnato libro del MafFei, l'arciprete possono con ogni prestezza trasferi-
d. Antonio Fiorio veronese, nel re da luogo a luogo corpi degli i

1750 pubblicò in Trento contro il uomini e degli animali , siccojne


p. Luggiato Arie magica distrut-
: comunemente avviene nelle streghe
ta, risposta ec, ed anche di que- o lammie, che veramente e real-
sta il Zaccaria ne dà ragione cri- mente dagli spiriti infernali alle not-
tica, non però favorevole all' arci- turne assemblee sono trasferite ".

prete. La magia venne ristabilita Un articolo si fa della malizia del


dal p. Francesco Staidelio conven- demonio, e de' famosi patti taciti
tuale colla dissertazione Ars ina- : ed espressi del malefico col demo-
gica adserta, Tridenti 1750. Ven- nio. Nel quinto articolo l'autore
ne poi in aiuto della pericolante riprova le opinioni di chi a virtù
magia un anonimo, che prese di naturale de' sensi, o alla forza di
mira la risposta dell' arciprete, col una gagliarda malinconia e alla ,

libro intitolato : Replica alla rispo- frenesia attribuisce vari effetti cre-
sta intilolata arte magica distrutta duti da altri malefici. Risponde nel-
di un dottore sacerdote veronese, r ultimo articolo alle obbiezioni di
Verona 1751. Un altro anonimo, quello quale dileguò 1' arte ma-
il

autore di certe Vindiciac contro gica, e conchiude che siccome l'at-


Tartarotti, a quello si unisce, e con tribuire piti del dovere alla virtù
settantasei riflessioni raflforzò il par- del demonio e dell' arte magica è
tito della magia: l'opera porta per cosa perniciosa, così il cadere nelle
titolo: Aniniaiversioni critiche so- altre estremità, col giudicare ogni
pra il notturno congresso della lani- effetto , ben anche stravagante e
mie, Venezia 1751. Se questo scrit- affatto insolito,secondo le le^gi del-
tore attaccò con violenza il Tarta- la fìsica e della natura, o coll'a-
rotti, questi venne commendato dal' scriverlo a illusione immagina-
MAG MAG 309
zione, non è men dannoso e pre- generale. Oriens christ. t. I, p«g.
giudizievole. Un libro d'altro fondo ìoi5. Magida fu città illustre del-
di dottrina ed erudizione, nel 1751 la Caramania, presso l'imboccatura
si pubblicò in Venezia Apologia : del Saros, che secondo le proposi-
del congresso notturno delle larn- zioni concistoriali ebbe pure a ve-
mie, ossia risposta di Girolamo scovo s. Nestore, ciò che confuta il
Tarlarotli all'arte magica dileguata p. Le Quien. Ma al presente è un
del marchese Scipione Maffei, ed titolo vescovile in partibus che con-
all' opposizione dell' assessore Bar- ferisce la santa Sede, per cui Leo-
tolomeo Mdchiorri. S'aggiunge una ne XII a' 20 marzo 1827 lo con-
lettera di Clemente Baroni di Ca- ferì a monsignor Giacomo Browne,
valcalo. Il Zaccaria ancora di que- che nel 1829 divenne vescovo di
st'opera ne fa l'estratto. In Vene- Kilmore, ed il Papa Gregorio XVI
zia nel 79^ venne alla luce Phi-
1 : nel concistoro de' 29 luglio i833
lippi Mariae Renazzi^ ec, de sor- lo diede a monsignor fr. Bonaven-
tilegio et magia, liber singularis. tura Cano-y-Torrente della diocesi
Se ne dà un cenno nel num. XXV di Cartagena di Murcia, vicario e
del Giornale ecclesiastico di Roma procuratore generale in Italia del-
di tale anno, a p. loo. L' autore l'ordine della Mercede della reden-
parla della questione, de' dispareri zione degli schiavi, e consultore della
e scrittr più celebri che ne tratta- congregazione dell'universale inqui-
rono, cita le leggi civili e canoni- sizione, uomo dotto e grave.
che in diversi tempi promulgate, e MAGISTRATO, Magistratus. A-
la pratica che hanno tenuto i tri- dunanza di uomini con podestà di
bunali tanto dell'impero, che della far eseguire le leggi e di giudica-
Chiesa, contro quelli che hanno eser- re. L' autore della descrizione dei
citato le arti superstiziose ed infa- riti degli antichi romani, dice che
mi della magia, benché un tal no- il magistrato è una specie di ono-
me non sempre abbia avuto ed re pubblico, e l'onore pubblico è
abbia lo stesso cattivo significato. un jus e titolo di prelazione so-
11 Pinetti da ultimo ci diede: Se- pra degli altri concesso dalla legge,
greti della magia, ossia spiegazio- o dalla consuetudine, o dai costu-
ne de' giuochi di mano sorprenden- mi ; si dice magistrato a magistro,
ti, Roma 1827, perchè il maestro è quello che può
MAGIDA oMAGWO, Magydus pili degli altri. Aggiunge, che an-
seu Mandus. Sede vescovile della ticamente tutti furono detti pre-
seconda Pamfilia, nell'esarcato di lori, o perchè erano prescelti dagli
Asia, sotto la metropoli di Pirgi, altri negli onori, o perchè presie-
eretta nel V secolo. Si conoscono devano agli altri. Dicesi magistra-
cinque de' suoi vescovi. Afiodisio tura il maestrato, ufficio del ma-
notato tra i padri A^\ concilio di gistrato. I nostri antichi italiani no-
Nicea ; Macedonio, che fu a quello minarono ancora magistrato, un
di Calcedonia; Conone che inter- comandante o un prefetto. JNel Di-
venne al quinto concilio generale; zionario delle origini è detto che
Platone che sottoscrisse il sesto con- il vocabolo a noi venne dai roma-
cilio ed i canoni in Trullo j e ni, derivato dal primitivo di ma-
Martino che fu al sellimo concilio gister, che avea tra di essi e ch'eb*-
3io MAG MAO
l)e per lungo tempo nnooia ha i i Iribunì tlclln plebe, i questori, ec. ;

moderni, un significato più nobile gli straoidiiuiii furono dittatori coi


i

e più esteso che non (jnello che loro mat,slri di cavalieri, i censori,
ha al presente. In questo modo gì' interregii , i triumviri, i tjuin-
volevauo gli antichi far compren- queviri ec. , de* quali ,
parte li do-
dere, che magistrato era quello desciiviamo ai loro articoli, parte
principalmente che avea il diritto in quelli relativi o in quelli clie
di comandare, quello che veramcn- sotto altra denominazione li suc-
te investito era di un potere le- cessero. Alcuni magistrati Kuono
giltimo nella pubblica amministra- patrizi,- altri plebei, altri misti. Sì
2Ìone, o che incaricalo era, tal- divisero i magistrati in maggiori e
volta da solo, talvolta sotto l'au- minori secondo le qualità; alcuni
tori là del sovrano, delle principali pei* distinzione aveano la sedia
cure civiche e politiche. Vi sono curale ed altre prerogative, Secon-
magislrati dell'ordine legislativo ,
do i luoghi vennero chiamali i

amministrativo, giudiziario, istruì- magistrali, alcuni urbani, altri pro-


tivo, militare, di corte e di polizia, viuciali, cotue proconsoli, prelori
de' quali trattiamo a' loro luoghi, e loro legati. l*ev esercitare le
come de' magistrati ecclesiastici. In magistrature si richiedevano due
Italia sono sempre conosciuti e
si qi^alità, la nascita e Tela; l'abilità
distinti anche con diversi nomi i degli anni fu prefissa dopo la leg-
niagistrati giudiziari e gli ammini- gè annale.
slrativi, benché compresi sotto il Nel foro romano e nel luo-
•vocabolo generale di magistrato, go chiamato de' comizii, destinati
Magistrati civici o comunali sono particolarmente alle assemblee del
quelli delle città e luoghi che rap- popolo, questo eleggeva la maggior
presentano il popolo e ne ammini- parte de'suoi magistrati ; e siccome
strano le rendite. In Roma chiama- quello era il luogo che il popolo
si Magistrato romano, i tre conser- più frequentava , così spesso colà
"vatori ed il priore de* capo-rioni recavausi coloro che ambivano ie
eh' è la rappresentanza del popolo cariche per ottenerle intrigando,
romano. Nelle relazioni de Possessi Quivi rendeansi indifferentemente
dePapiy pubblicate dal Cancellieri, famigliari con tutti, mettendo in
sotto il nome di magistrato roma- opera ogni sorta di carezze, di
uo sono compresi i marescialli del preghiere e di promesse, niente
popolo romano, i capo-rioni, i con- obbliando di avrebbe po- quanto
servatori, il senatore, ed altri uffi- luto guadagnar favore ed loro il

ziali. 1 magistrati civici o comunali i suffragi del popolo. E siccome


sono i gonfalonieri, i podestà, i sin- un solo non poteva corteggiar lau-
daci, i priori, gli anziani', ed altri ta gente, solea taluno farsi assiste-
con diverse denominazioni, e ne re in simili occasioni dagli amici
parliamo ai rispellivi articoli. Il ci- e dai parenti. Fatalmente tuttora
tato autore de' riti degli antichi ro- si brigano le Cariche e Dignità
mani, fa la divisione de'magistra- {Fedi). \ primari «nagistrati degli
ti che furono di vari generi, ordi- antichi romani , come i consoli, i

pari e straordinari ; gli ordinari fu- dittatori, i pretori, e quelli che


rouQ i consoli^ i pretori, gli edili, avevano il diritto di comandare le
MAG MAG 3rr
armate, e di condannare a moi'te colla saviezza delle loro decisioni,
i delinquenti, aveano sempre pres- e di fare rispettare nella propria
so di loio degli ufficiali per ese- persona quella del principe, che
guire i loro ordini, come al pre- confidò loro una parte della sua
sente hanno i magistrati nei mi* autorità, e di rendersi utili allo
iiistri subalterni e secondari. I stato ed ai particolari. Essi devono
magistrati de' romani datano al perciò avereuna mente illuminata,
popolo spettacoli, giuochi, conviti e un cuore retto, un solido criterio,
donativi, di che non manchiamo uno squisito discernimento una ,

far menzione a" loro luoghi. TI Ri- profonda cognizione del diritto e
naldi notò, che i magistrati roma- della giurisprudenza, perfezionata
ni solevano in ogni luogo parlar con uno studio continuo e con
latino; che T imperatore Adriiino una grande esperienza degli affari;
rinnovò ed accrebbe i magistrali di una meravigliosa sagacità per
palnlini che magistrati doveano
; i scuoprire le verità anco in mezzo
intervenire ai concilii per esservi alle artifiziose tenebre della menzo-
ammaestrati , e che i magistrati gna, e di una incorruttibile fer-
divennero venali nell'impero. Dice mezza per difenderla contro l'au-
pertanto all'anno 6o4, mun. 66 torità di quelli che vorrebbero
e 67 : era la repubblica giunta a opprimerla'; di un assoluto disinte-
tale miserabile stato, che non si rtsse ; di molta attenzione, vigilan-
davano le magistrature se non per za ed attività per non lasciarsi

denari, ed erasi per lunga con- sorprendere dalla prevenzione; di


suetudine sordidamente introdotto una nobile gravità unita alla mo-
che si esponessero a pubblica ven- destia, alla dolcezza, all'affabilità,

dita, il che a gran fatica si pò- Veggasi Lucio Fenestella, De ro-


trelìbe credere, se non ne facesse manis potestatìbus , sacevdotis et

indubitata fede 1' epistola di s. magislratibus^ i477' ^* Milano


Gregorio I, scritta in detto anno il vero autore vuoisi che sia An-
al diacono Onorato , in cui racco- drea Dominici Fiocco canonico fio-
manda certo Venanzio ch'era pron- rentino, e col suo nome fu pub-
to sborsare trenta libbre d' oro blicata r opera in Anversa nel
per comprare le carte consolari, i56i ; il Sansovino la tradusse
secondo la consuetudine, meritando in italiano. Vittorio Mansi, De
l'onore senza prezzo. Nel secolo ecclesiasticis magistrati bus , eoritni'
XV s' introdussero nella curia ro- que dignitale, etc. Garzia Mastril-
mana le vendite degli uffìzi, quali li, Tractaliis de magistratibus. Si-

aumentaronsi nel secolo XVI in gonio, De lege curata niagìstra-


lui ai Farai) ili {^Fedi)', ma il tum^ Venetiae 1569. Martinetti,
Papa Innocenzo Xlf nel 1692 proi- Codice de doveri, pag. 33 1, cap,
bì che gli uffizi e le magistrature X. Doveri tra magistrati egli am- i

fossero vendibili , ed a molti dei ministrati. Nelle nozioni generali egli


principali restituì le somme esborsa- dice, che i magistrati nello stato civi-
te,pagando perciò il tesoro pontificio le sono come sacerdoti nello stato
i

quasi un milione di scudi. Il prin- religioso, dappoiché non è nuovo il


cipale dovere poi de' u)cigistrali è titolo di sacerdoti di giustizia, ap-
di sosteneie la maestà delle leggi plicato non solo ai giurecousullij
Sii' MAG MAG
ma indistintamente ai magistrati, principe è il ministro di Dio, pro^
Jo che si prova ancora con 1' anti- posto a vendicare i delitti, ed a
chità, la quale riconosceva Temide punire quelli che li commettono;
per la dea dei pubblicisti e degli lo stesso dtinque deve dirsi dei
uomini di stato, secondo la descri- magistrati, giacche è per mezzo di
zione de' suoi attributi lasciata dal essi che il principe esercita la pro-
Pigliio. Aggiunge, che tali magistra- pria autorità.È poi ingiusto il sup-
ti sono gì' intermediari tra il popo- porre che Tertulliano condanni as-
lo e l'autorità sovrana; sono i ca- solutamente ed in generale ogni
nali del corpo politico; sono coloro giudizio,sentenza o condanna, e
che regolano 1' andamento della qualunque contrassegno di dignità,
macchina sociale. L'abilità e rettitu- mentre tuttociò eh' egli^ dice, si ri-
dine de'magistrati forma la felicità ferisce evidentemente alle circostan-
del capo e della nazione ; la loro ze d'allora. Le leggi sarebbero
infedeltà tende a disorganizzare lo inutili se non vi fossero magistrati
stato, ed a preparare l' anarchia. per farle eseguire ; la società piti
Vedi inoltre Grozio, De jure belli non esisterebbe, e i malvagi potreb-
et pacisy 20, 9, dove si riporta
2, bero turbarla impunemente. L' o-
il paralello di Mosè il più grande stinazione di alcuni eretici nulla
e rinomato magistrato dell' istoria prova, perchè essi ebbero solo di
antica nell'ordine amministrativo, mira rendere gli uffizi della ma-
legislativo, giudiziale e militare, che onde sottrarsi alla
gistratura odiosi,
essendo un retto intermediario fra sua autorità, dopo avere scosso il
Dio ed il popolo, diresse con gran giogo di quella della Chiesa. Altri
saviezza governo teocratico, come
il caddero nell' eccesso opposto, attri-
primo ministro della maestà di Dio. buendo a' magistrali il diritto di
I valdesi e gli anabattisti ereti- pronunziare intoino alle questioni
camente sostennero non essere per- di teologia, e di decidere quale re-
messo ad un cristiano di esercitare ligione siada seguirsi ciò è quan- :

la magistratura, perchè questa ca- to hanno fatto protestanti dovun-i

rica può metterlo nella necessità di que ebbero il potere di farlo; fu


condannare alcuno alla morte o a quindi in forza di decreti de' ma-
pene afflittive, ciò che è contrario, gistrati che in molti luoghi il cat-
secondo loro, alla dolcezza e carità lolicismo fu proscritto e introdotta
cristiana ; errore che molti socinia- la pretesa riforma. Ma su questo
ni adottarono, e gl'increduli non argomento si legge un ragionato
mancarono supporre essere eftetti- articolo nel Diz. encicL di Bergier.
vamenle questo un punto della MAGLI ANO. Città con residen-
morale cristiana, declamando contro za vescovile del cardinal vescovo
il vangelo. Provarono gli eretici suburbicario di Sabina, capoluogo
questo paradosso inrerpretando al della Sabina ( Vedi).
loro modo solito stortamente alcu- MAGLORIO (s.). Nacque nella
ni passi dei vangelo. L' apostolo Gran Bretagna, sul declinare del
Vuole che si rispettino e si onori- quinto secolo, e fu educato nelle
no i magistrati, che si riguardi l'or- scienze e nelle virtù cristiane dal-
dine civile come cosa stabilita da l'abbate s. liluto, insieme a s. San-
Dio medetimo. Egli insegna che il sone suo cugino germano. Allorché
MAG MAG 5i3
questi fu consecralo vescovo regio- monte Sipilo. Questa Magnesia sul-
nario, si associò s. Maglorio, il la riva settentrionale del Meandro
quale era stato elevalo al diacona- nella Ionia, Dioscoride la chiamò
to, e Io condusse seco nell'Armo- Magnesia della Caria , e Strabone
rico perchè lo aiutasse a propagar- città eolica e colonia de' magneti
vi il vangelo. Il re Childeberto sos- della Tessaglia e dei cretesi. Apol-
tenne colla sua autorità i santi lonio la disse fabbricala da Leucip-
missionari, i quali furono tosto in po figliuolo di Cari, il quale vi fis-

istato di fondare alcuni monasteri. sò la residenza co' suoi magneti di


Sansone lece la sua residenza in Candia. Meglio della sua origine ne
quello di Dol, e diede governo il scrisse Conone, dicendo che quei
di quello di Rerfunt o Rerfuntea magneti che abitavano a suo tem-
a s. Maglorio che ordinò prete, af- po laMagnesia dell'Asia, provincia
finchè gli potesse succedere nell' e- della Macedonia, dentro o fuori la
sercizio delle funzioni episcopali. S. Tessaglia perchè ad essa fu spesso
Maglorio dopo tre anni di episco- unita, stavano avanti sul monte Po-
pato sostituì a se Budoco per an- lio, e combatterono contro Troia sot-

dare a vivere nella solitudine, ove to la condotta di Protoo rilenendo


raddoppiò le sue austerità, e i suoi il nome di magneti; questi in oc-
miracoli resero ognor più famoso casione poscia di portar la decima
ilsuo nome. Essendogli stata do- da Troia per voto, li collocò in
nata dal conte Loiescon, cui egli Delfo; dopo però, lasciato il tempio
avea guarito dalla lebbra, una ter- e saliti sulle navi, se ne passarono
ra neir isola di Gersey, vi edificò in Candia, e scacciati di lì arriva-
una chiesa e vi fondò un mona- rono nell'Asia e combatterono a
stero, nel quale radunò più di ses- favore, e liberarono i joni e gli eo-
santa religiosi. In tempo di carestia e finalmente giunti dove fu poi
lii,

provvide alla sussistenza di un gran laMagnesia, fondarono vicino al fiu-


numero di persone eh' erano nel me Leteo la città, chiamandola col
bisogno. Morì li 24 ottobre del nome della loro patria. Una delle

575, in età di circa ottant'anni. prerogative di questa Magnesia si

Duranti le guerre de' normanni le era il suo celebre tempio dedicato


sue reliquie furono portate a Pa- a Diana Leucofrine, che quantun-
rigi, con quelle di molti altri san- que nella grandezza e numero dei
ti : presentemente si venerano nella donativi fosse superalo da quello
chiesa di s. Maglorio. La sua festa di Efeso, per l'artificio però e per
si celebra il giorno 24 d'ottobre. la struttura del tempio, e per l'ag-
M^Gì:iESìA.,Magnesia adMaean- giustatezza, lo vinceva di gran lunga,
dnim. Sede vescovile della provin- e nella grandezza medesima era mag-
cia d' Asia , nell'esarcato e dioce- giore d'ogni altro dell'Asia, toltone
si d'Asia, sotto la metropoli d'E- quello eil Didimeno; ed Ermogene

feso, eretta nel V secolo. Mngne- che ne fu architetto, tanto si com-


sia o Mangresia fu detta ad Maean- piacque di tale opera, che ne scris-
drum a motivo della sua situazione se un trattato a parte. Alla ma-
presso il fiume Meandro, e per di- gnificenza di questo tempio corri-
stinguerla da un'altra città dello spondeva il privilegio e jus dell'asi-
stesso nome, situata a piedi del lo, confermato da L. Scipione e
3i4 MAG MAG
Siila per onoraie la fede e viriti pylum. Sede vescovile ddl» provin-
dei cìttadiDÌ, mostrata in occasione cia d'Asia, nella diocesi ed esarca-
della giiena d'Antioco e di Mitri- to d'Asia, prima suSiraganea della
date, e die venne ad essere confer- metitjpoli d'Efeso, poi di queUa di
mato ancora a tempo di Tiberio, Smirne, eretta nel V secolo. È si-

nella solenne riforma die se ne fe- tuata nella Lìdia, al piede del mon-
ce di mitlti dal senato romano. te Sipilo, al confluente dell'
Hyllus
Era poi così particolare la su- o Phrygius nell'Haemus. La vitto-
perstizione verso di questa Diana ria che romani riportarono sopra
i

di Magnesia o Leucofrine, che ne Antioco il Grande in vicinanza di


fu portato anco in altri
il culto questa città, la rese celebre, ed il-

paesi, come in Mileto, dove fu un lustrò la montagna ni le cui falde


tempio di Diana Leucofrine, ed in era fabbricata, ora detta Sabundji-
Alabando eziandio fu un tempio del- dagh, presso la riva sinistra del
la Diana di Magnesia, lo che non Sarabat. Al presente chiama Ma- si

è cerio e forse si confuse per es- nika o Mansa, città della Turchia
sere Alabando patria del nominato asiatica nell' Anatolia, capoluogo
architetto. L' antica Magnesia era del sangiacato di Sarukhan. E cin-
in luogo diiferente dalla posteriore, ta di mura e difesa al sud da un
dov'era il castello di Leucofri, ed vecchio castello. Vi «omo molte mo-
i magneti ebbero le loro medaglie, schee, fra le quali si distingue quel-
come eruditamente dimostra il Buo- la di Kasr-Sultani ; due chiese gre-
narroti ne'suoi Medaglioni, dicendo che, una armena, e tre sinagoghe.
che fu sua colonia Antiochia di Pi- Divenne rinomata specialmente per
sidia. Magnesia fu una delle tre le miniere dì calamita che si tro-
dttà che Serse diede a Temistocle, vano nei dintorni ; questo minera-
e dicesi rovesciata da un terremo- le prese da questa città il nome di

to. Ne furono vescovi, Damaso che magnesia, e da questa ultima pa-


fiorì a'tempi di s. Ignazio; Eusebio rola vennero quelli dì magnetismo
che sottoscrisse la lettera degli a* e magnetico, applicati alla proprie-
rìani adunati in Filippopoli, dopo es- tà della calamita. Magnesia eb-
sersi separati dal concilio di Sardi- be i seguenti vescovi : Eusebio che
ca; Macario ordinato da s. Gio. sottoscrisse il concilio di Efeso, for-
Crisostomo; Dafno che assistette e se medesimo di Magnesia
il sul
sottoscrisse il primo concilio gene- Meandro Alessandro trovossi
; al
rale di Efeso; Leonzio che fu al concilio di Calcedonia; Stefano assi-
brigantaggio d'Efeso e dichiarossi in stette al VI concilio generale; Ba-
favore di Eutiche, ritrattandosi po- silio al VII, probabilmente il mede-
scia nel concilio di Calcedonia ; Pa- simo dell'altra Magnesia; Atanasio
trizio che sottoscrisse il quarto con- che fu all' VI II concilio generale; e
cilio generale ed i canoni in Trul- Luca che fu a quello in cui Fozio
che trovossi al VII con-
lo j Basilio venne ristabilito. Oriens christ. t.
cilio; e Teofilo
che fu presente a I, p. 736.

quello tenuto sotto il Papa Giovan- MAGNIFICAT. Cantico di Maria


ni Vili, pel ristabilimento di Fozio. Vergine, che si canta in chiesa o
Oriens chrìst. t. I, p. 697. recita ogni giorno ai Fespcri (f^e-

MAGNESIA, Magnesia ad Si- di). La Beata Vergine essendo an-


MAO MAG 3i^
fiala a far visita alla sua cugina E- penlier ad evangelii còncenlus^ t.

lisabetta, Ui quale felicitolla per aver II, p. 296. Fedi Cantici ed In-
credulo alle parole (Ic.iratigelo Ga- Ki. Scrìssero sul Magnifu'at: Iaco-
briele, prouuuiiò allora il cantico : po l*eierii , Exfmsifio in cantica
Magnificat anima mea J^ominum, offìciaLia Benedictus,
Magnificat ,

liportato da s. Luca. K il primo Nane dimittis, Gloria in ex echi a.


del Testamento nuoto, e non la Te Deum, et Quicumqite vult. Roc-
cede per nulla a quelli del tecchio, co de Benedetti, Pia e divota me-
né per la maestà dello stile, né per ditazione sopra il cantico Magni-
la nobiltà de'sentimeiiti, né per lo ficat,Venezia i582. Agostino da
spirilo di pietà. La Beata Vergine Bisignano, Lezioni spirituali sopra
lingrazia Dio per averla scelta a il Magnificat^ Firenze 16 12. Bin-
madre del suo ditin Figlinolo, e ri- ghamus, De sic dicto Magnificat, si-
ferisce a lui tutta la gloria di quel- ve de cantico s. M. V., t. IV, Orig.
l'insigne fliTore, onde bea fa la chia- eccl. p. 4^- Trombelli in t. II Vi"

meranno le generazioni. E il più tae Marine ss. in Dissert. 2 quaest. i


,

pi'czioso monumento delia sua gran- 7, Suscipittir explicaiio cantici M.


de umiltà e della sua profonda ri' V. p. 257 e 272.
conoscenza. Il p. Mabillon ed altri MAGl\IFICO, Magnificm. Tito-
pensano che abbia cominciato que- lo di onore. Secondo il titolarlo dei
sto di voto uso nella Chiesa latina primi imperatori Magnifico equi-
il

soltanto Yerso l'anno 5o6, perchè in vale r\V Illustre (Vedi), uno dei
quel tempo s. Cesario dVArles ed tre titoli di prima classe, e si usa-
Aureliano di Idi successore, cora- va da loro col questore del sacro pa-
|>onendo una regola monastica, pre- lazzo, detto pure Magnificenlis sinw,
scrissero ai monaci di cantare que- ch'era come il gran cancelliere di
sto cantico sublime ed edificante, Francia, col prefetto del pretorio, coi
carato dalla sacra Scrittura e ispi- maestri delle milizie, e con altri co-
rato dallo Spirito Santo; se pure spicui pervenne a tale
ministri ; e
non è pili antico. E nolo che s. splendidezza, che si reputò propor-
Paolo invitò i fedeli di eccitarsi vi- zionato anche ai personaggi rivesti-
cendevolmente alla pietà cogl* inni ti della dignità reale, come si ha
e cantici spirituali ; e s. Ignazio che nel Brissonio, DeVet- formulis. Il

successe più da vicino agli aposto- tori nel suo Fiorino d'oro p. i5\
li, ne stabilì l'uso nella chie^^a d'An- ha notato, che il titolo di Magnìfir
tiochia. Dcvesi quindi presumere, che co, non solo fu dato anticamente
nel cantare si dasse la preferenza a agli imperatori vittoriosi Valenti
quei che trovavano nella Scrittu-
si niano, Valente ed altri, ma che
ra sacra, poiché si cantavano i salmi; anche dopo si dava alla nobiltà più
ma il Magnificat per ogni riguar- distinta. Il eh. Del Bue nel suo dot-
do deve essere preferito a quei del- to Discorso delV origine deW araldi'
l'antico Testamento. Il Magnificat ca, parlando del predicato di Ma^
fu chiamato il cantico evangci'co o gnifico e molto Magnifico ^ dichia-
concentus evangelii, come può veder- ra che tal predicato di magnifico
si nel p. Mabillon ad vit. s. Arnul- col quale onoravasi ne' tempi ad-
più in saec. VI Bened. p. 55o, et dietro le persone cospicue, altro
ini. VI sept. p. 5i2 e 5i4; Car- non significava che uomo di sin-
3i6 MAG •
MAG
golar magnìGceniu, e tanto da tut- gnifìcì Alberti de Piis de Sahan-
ti a f casi per glorioso, che non dia Carpi, Nel i473 e i474j
tributavasi se non a'principi ed e- Ma^nificus d. Jacohus de Picco-
vox^ ed i doveano acquistarselo
re lominibusj e nel catasto di Sah-
col proprio valore. Onoranza e di- età sanctorum, Pro rìiagnifica d.
gnità, scrive il Saderino , recava il Si'Ci'a maire illastris. principis d,

titolo di magnifico, e a meritarlo de Columna alinae Urbis praeje-


domandavansi pieclare virili. Il cti j Pro magnifico d. Francisco
Tiraqnello dice che il magnifico de Sabellis anno iSyi; Pro ma-
importava un maggior grado al di gnijìca d. Codina maire reveren-
sopra dcWillustrej ed il cardinal dissimi d. Juliani card, de Cesa^
de Luca, che se ne insignivano i rinis anno i5o2. Tutti questi e-

nobili di prima levatura. Si legge sempi riporta il Parisi nel t. HI


nella vita di s. Simeone Stilila, delle sue Istruzioni per la scgrc'
ibat in monasleriuni s. Timothei teria^ p. 35, del titolo Magnifico,

magnifici viri. Nel io [2 e 1060 Inoltre osserva, che la repubblica


non era in quell'onore in cui vi di Lucca, quando avea il governo
tornò in seguito , come si può democratico, era trattata dai Papi:
vedere nel Galletti, Gabio pag. Magnificis nobis in Clirislo dile-

121, e del Primicerio pag. 287. ctissimis; e certamente il titolo di


Nel i366 in una pergamena del- magnifico diedesi in que' tempi in
l'archivio di s. Silvestro in capile ispecie a coloro i quali o per co-
si legge Magnificus vir Slephanus mando o per dignità presiedevano
Columna; e la città di Bologna agli altri, per cui Amerigo Ye-
scrivendo nel i3go a Galeazzo li spucci, scrivendo a Pier Soderini
Visconti signore di Milano, lo chia- e Lorenzo de Medici capi della
mò Magnifico el excelso Domino, repubblica fiorentina, li trattò: Ma-
Giovanni Bentivoglio, signore di Bo- gnifice Domine. Nel iSiQ nella
logna nel i4oi» s'intitolava nobile vendita di Montefortino si legge:
e magnifico ad un tempo: col ti- Magnificus vir d. Lncidus de Co-
tolo di magnifico si celebra Tad- milibus ; e nel i5i2: ^j per parte
deo Pepoli che tenne il dominio del Rmo. signor Pietro de Flisco
di tale città per undici anni nel conte de Lavanie vescovo di Cervia,
secolo XIV. Inun istromento del- di quest'alma città di Roma e suo
l'archivio Capitolino del i4'^> distretto generale governatore, e
Magnifici ac polentes d. Daptisla delli magnifici signori conservatori
de Sabellis et Anlonius Landulphi de dieta città , ec. se comanda a
de Columna Leonardo Aretino
. tutti et singuli cilladini romani, et
nel 143B scrivendo a' senesi, Ma- cortisani mercadanli, che non ardi-
gnifici ac potenles Domini; e nel scano comprare tiumenti per (àr
1488 Magnìfici viri Laurenlius et magasino o cumnlatione in Roma
germani fralres fil. magnifici viri ec". Li quattro conservatori dello
Jacobi, el Slephanus
magnificus stato sanese: Al magnifico el ec-

fil. magnifici Stephani de Coluninaj celienteMarcantonio Borghesi ad-


e nel i^ji Magnificos et polentes vocato concistoriale merilissimo. LI
Marcum quondam magnifici Gi- 28 aprile i524. Nello slesso seco-
berù^ el Leonellum quondam ma- lo XV^l il magnifico era un dir
MAG MAG 3i7
stintivo de'noblii veneziani ; e Pier fico signore; che alcune comunità
Cai. Zeno osservò che il mngni- Ignobili erano chiamate magnifiche,
fico, sebbene altribulo di nobiltà, e che si dispensò finalmente a co-
non era sì pregiato (jiianto il Chia- loro cui non voleva darsi del si'
rissimo ( fedi). gnore. Ond'è che Teccel lenze trat-
Il Cancellieri a pag. 54 della tarono di magnifico nostro ama-
Lettera sulla parola Domiiins e tissimo alcuni loro vassalli e mi-
Don, narra che in un istromen- nistri. Riflette il citato Cancellieri,
to dell'anno i370, il senatore che oggi le persone anche più vi-
di Roma si chiama magnificus vir li se ne vergognerebbero, crescendo
dominus, e i tre conservatori e i tanto più l'ambizione e la vanità,
tredici capi de'rioni, solamente no- quanto più le cose mancano nella
biles viri.Lorenzo de Medici usò sostanza. Tuttavolta di presente il

di soprannominarsi il magnifico^ al titolo di magnifico è mero titolo


pari di Cosimo padre della pa- di onorificenza, attribuito al retto-
tria : così la repubblica fiorentina re dell'imperiale regio ateneo Tici-
solca dare questo semplice tratta- nense, poiché egli è considerato
mento ai suoi ambasciatori nelle qual capo e presidente del senato
lettere.Magnifico fu anche titolo accademico, non che al rettore del-
con cui furono soprannominati al- l' inclita università di Padova, per
cuni splendidi e generosi principi. non dire di altri. 11 Bandisio scrisse
L'imperatore onorava del titolo una dissertazione sui titoli clarissi-
di magnifica la repubblica di Ge- miy magnifici, ec; ed il Parisi nel t.

nova, non che i marchesi, conti e IH, p. 44 diporta altri autori che
baroni dell'impero. Il gran maestro ne trattarono. Abbiamo inoltre di
deU'oi'dine gerosolimitano decora- Jo. Laur. Mosheira, O ratio de ti-
tasi del titolo di magnifico nel se- tulo Magnifici, inter ejus Comment.
colo XV. In progresso di tempo il et Orat. Hamburgi i^j^i.
titolo di magnifico si die ai nobili MAGNO (s.), vescovo e martire
di primo ordine, ed il molto ma- in Iscozia. Regnando Duncano re
gnifico, come superiore al sempli- di un'armata di norvegi
Scozia, ,

ce magnifico, fu usato verso perso- comandata da Acone, mise a sacc«>


naggi di eminente dignità e possan- le isole Orcadi. Il santo vescovo
za, e l'usarono gli stessi re d'Inghil- andò incontro a questi barbari, per
terra. Molto magnifico furono po- tentare di por freno al loro furo-
scia chiamati i conservatori, anziani, re; e minacciadolo essi della mor-
priori, ed altri magistrati munici- te, rispose loro coraggiosamente di
pali delle città. Nel secolo XV li i essere pronto a morire mille volte
re di Spagna chiamavano magni- per la causa di Dio e pel suo greg-
fico elevati e nobili personaggi i , ge; ma che da parte di Dio co-
marchesi e senatori di Milano. Per mandava loro di rispettare il suo
qual destino poi nel secolo sus<ie- popolo. Poi ch'ebbe così parlato,
guenle il magnifico fosse degradato raccomandossi al Signore, alla Bea-
e sottoposto air illustre, il Parisi ta Vergine, a s. Palladio e s. Ser-
l'ignora; dice però saper bene che vano protettore delia diocesi ; indi
nella metà del secolo XV IH i mer- offerse il suo capo, che gli venne
canti davansi tra loro del Piagni- incontanente mozzato. Ciò accadde
3ia MAO MAG
l'aruioiio4, nell'isola di Bgiis, ma, ov'era stato mauibto dal suo
una delle Oicudi , ove fu seppellì - vescovo per chi<»tlerc delle reliquie
to. Multi miracoli resero celebre la di 8. Giovanni Buttista, fu incari-
sua tomba, ed è onorato ai 1 6 d'a- cato di governai'e il monasteix) di
prile. Colonel. Dopo la morte di ». Li-
MAGNO Rakifro, Cardinale, zinio tutti i voti furono in suo fa-
Raniero denominato Magno, fran- vore, ma egli colla sua modestia
cese di nazione, nel dicembre 1 178 ed eloquenza fece cadere la scelta
fu da Alessandro III in Frascati sopra il santo prete A- Gardulfo.
creato airdinale diacono di s. A- vendo questi occupata per poco
driano. Trovossi presente alla so- tempo la sede di Angers, s. Ma-
lenne ceremouiu dell'assoluziune dal- gnobodo fu costretto a succedergli
le censure, compartita da Lucio III l'anno 606, e se ne mostrò degnis-
a Guglielmo re di Scozia. Morì nel simo colla pratica di tutte le vir-
1 182, dopo aver contribuito col suo tù episcopali. Assistette al concilio
voto all'elezione di i|uel Papa. che si tenne a Reims nel 62 5; e
MAGNOBODO (s.), vescovo di la sua morte si colloca «i 16 ot-
Angers. iNacque nell'Angiò da ge- tobre del 554. Fu seppellito nella
nitori che furono al servigio dei re chiesa di s. Saturnino di Tolosa ,
Chilperico e Clotario II, e fu af- la quale prese poscia il suo nome.
fidato alla cura di s. Lizinio ve- È nominato a detto giorno nel
scovo d' Angers, che gli conferì la martirologio gallicano di Du Saus-
tonsura clericale. Le sue virtù gli say, e nelle aggiunte a quello di
meritarono l' onore di essere ele- Usuardo fatte da Molano.
valo al sacerdozio. Reduce da Ro-

FJNE DEL VOLUME QUADRIGESIMOPRIMO.


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