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Fenile: differenze tra le versioni

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Il '''fenile''' in [[chimica organica]] è il [[gruppo funzionale]] derivato dal [[benzene]], il capostipite degli [[idrocarburi aromatici]], per rimozione di un atomo di [[idrogeno]], la cui [[formula chimica]] è C<sub>6</sub>H<sub>5</sub>–.''<ref>{{Cita libro|autore=R. Fusco|autore2=G. Bianchetti|autore3=V. Rosnati|titolo=CHIMICA ORGANICA|ed=|dataoriginale=1974|annooriginale=|editore=L. G. Guadagni|p=45|volume=volume primo}}</ref>'' Il fenile è quindi un [[arile]],<ref>{{Cita web|url=https://goldbook.iupac.org/terms/view/A00435|titolo=IUPAC - arenes (A00435)|autore=The International Union of Pure and Applied Chemistry (IUPAC)|sito=goldbook.iupac.org|accesso=12 ottobre 2024}}</ref> un gruppo funzionale aromatico, e il suo simbolo, spesso usato nelle formule e in schemi di reazione, è '''Ph''<ref>Da non confondere con '''[[pH]]''', simbolo di -log<sub>10</sub>(''a''<sub>H</sub>+).</ref>''''' o anche, a volte, '''''φ''''' o '''''Φ'''''.<ref name="ReferenceA">{{Cita libro|autore=J. B. Hendrickson|autore2=D. J. Cram|autore3=G. S. Hammond|traduttore=A. Fava|titolo=CHIMICA ORGANICA|ed=2|anno=1973|editore=Piccin|p=98}}</ref>
In [[chimica organica]], il '''fenile''' è un gruppo funzionale [[composto ciclico|ciclico]] avente formula C<sub>6</sub>H<sub>5</sub> e viene spesso rappresentato dalla sigla '''Ph''' (dall'inglese ''phenyl'') o dal simbolo '''φ'''. La sigla Ph non deve essere confusa con [[pH]], sigla che indica la scala di misura dell'acidità. Il gruppo fenile è strettamente correlato alla molecola del [[benzene]] e può essere considerato come un benzene a cui manca un [[atomo]] di [[idrogeno]], che può essere sostituito da qualche altro elemento o composto. Il gruppo fenile possiede sei atomi di [[carbonio]] legati tra loro in un anello [[esagonale]] planare, cinque di questi atomi di C sono legati a un singolo atomo di idrogeno, con il restante carbonio legato al [[sostituente]]. Vista la frequente presenza nei composti naturali e di sintesi, il gruppo fenile è estremamente comune in [[chimica organica]].<ref name=March>{{Cita libro|cognome1=March |nome1=Jerry |titolo=Advanced organic chemistry: reactions, mechanisms, and structure |url=https://archive.org/details/advancedorganicc04edmarc |data=1992 |editore=Wiley |città=New York |isbn=978-0-471-60180-7 |edizione=4}}</ref> Nonostante sia spesso rappresentato con legami singoli e doppi alternati all'interno dell'anello, il grupo fenile è [[composti aromatici|aromatico]] e presenta lunghezze di legame identiche tra i sei atomi di carbonio dell'anello.<ref name=March/><ref name="MSU">{{cita web|opera=Virtual Textbook of Organic Chemistry |titolo=Aromaticity. Benzene and Other Aromatic Compounds |editore=Michigan State University |url=http://www2.chemistry.msu.edu/faculty/reusch/VirtTxtJml/react3.htm}}</ref>


Nel gruppo fenile sono presenti sei atomi di [[carbonio]] legati tra loro in un anello [[esagonale]] planare con legami doppi alternati a legami singoli; cinque di questi atomi di C sono legati esternamente a un singolo atomo di idrogeno, con il restante carbonio legato al [[sostituente]]. Vista la frequente presenza nei composti naturali e di sintesi, il gruppo fenile è estremamente comune in [[chimica organica]].<ref name="March">{{Cita libro|cognome1=March |nome1=Jerry |titolo=Advanced organic chemistry: reactions, mechanisms, and structure |url=https://archive.org/details/advancedorganicc04edmarc |data=1992 |editore=Wiley |città=New York |isbn=978-0-471-60180-7 |edizione=4}}</ref><ref name="MSU">{{cita web|opera=Virtual Textbook of Organic Chemistry |titolo=Aromaticity. Benzene and Other Aromatic Compounds |editore=Michigan State University |url=http://www2.chemistry.msu.edu/faculty/reusch/VirtTxtJml/react3.htm}}</ref>
==Nomenclatura==
Solitamente con "gruppo fenile" si indica la specie chimica C<sub>6</sub>H<sub>5</sub>- rappresentata dai simboli Ph, φ o, in modo arcaico, [[Φ]]. Il benzene è talvolta indicato come PhH. I gruppi fenile sono generalmente legati ad altri atomi o gruppi; in casi speciali (e rari), sono stati rilevati gruppi fenile isolati: l'anione fenile (C<sub>6</sub>H<sub>5</sub><sup>-</sup>), il catione fenile (C<sub>6</sub>H<sub>5</sub><sup>+</sup>) e il [[radicale (chimica)|radicale]] fenile (C<sub>6</sub>H<sub>5</sub><sub>•</sub>). Molti, se non la maggior parte, dei composti contenenti gruppi fenile non sono descritti nella nomenclatura IUPAC con il termine "fenile" all'interno del loro nome. Per esempio, il derivato clorurato C<sub>6</sub>H<sub>5</sub>Cl è normalmente chiamato [[clorobenzene]], sebbene potrebbe essere chiamato cloruro di fenile. Il [[trifenilmetano]] (Ph<sub>3</sub>CH) composto con tre gruppi fenile attaccati allo stesso atomo di carbonio, presenta invece una nomenclatura IUPAC con il termine fenile al proprio interno.


Il gruppo fenile, come per gli arili in genere, si lega al resto della molecola di cui fa parte con un carbonio dell'anello benzenico, quindi con un C [[Ibridizzazione|ibridato]] ''sp''<sup>2</sup>, a differenza degli alchili, che si legano con un C [[Ibridizzazione|ibridato]] ''sp''<sup>3</sup>.
Sebbene Ph e fenile denotino in modo univoco C<sub>6</sub>H<sub>5</sub>-, anche i derivati sostituiti possono essere descritti utilizzando la terminologia fenilica, soprattutto nella nomenclatura tradizionale dei composti chimici organici come ad esempio il nitrofenile C<sub>6</sub>H<sub>4</sub>NO<sub>2</sub>- e il pentafluorofenile C<sub>6</sub>F<sub>5</sub>-. I gruppi fenile monosostituiti (ovvero molecole di benzene disostituite) sono associati a reazioni di [[sostituzione elettrofila aromatica]] e i prodotti seguono il [[pattern di sostituzione degli areni]]. Pertanto, un dato derivato fenilico sostituito può avere tre isomeri, chiamati diversamente in base alla posizione reciproca dei sostituenti sull'anello: ''orto'' (1,2-disostituzione), ''meta'' (1,3-disostituzione) e ''para'' (1,4-disostituzione). Un composto fenilico disostituito (benzene trisostituito) può essere, ad esempio, 1,3,5-trisostituito o 1,2,3-trisostituito. Esistono gradi superiori di sostituzione, di cui il gruppo pentafluorofenile è un esempio, e sono nominati secondo la nomenclatura IUPAC.


===Etimologia===
==Etimologia e nomenclatura==
Il termine «fenile», come pure i suoi simboli (Ph, ''φ'', ''Φ''<ref>I simboli «φ, Φ» sono le forme minuscola e maiuscola della lettera (phi) che nell'[[alfabeto greco]] corrispondono a «f, F»; la [[traslitterazione]] è proprio «ph».</ref>), deriva da '''phene''<nowiki/>' (fene),<ref name=":1">{{Cita libro|autore=Didier Astruc, Ed.|titolo=Modern Arene Chemistry|url=https://archive.org/details/modernarenechemi00astr|anno=2002|editore=WILEY-VCH Verlag GmbH & Co. KGaA, Weinheim|pp=[https://archive.org/details/modernarenechemi00astr/page/n21 4]-5|capitolo=Arene Chemistry : From Historical Notes to the State of the Art|ISBN=3-527-30489-4}}</ref> seguíto dal suffisso -''ile'' che si dà in generale ai gruppi funzionali. Questo era l'altro nome del benzene, diffuso nell'[[XIX secolo|Ottocento]], la cui radice ''fen''- è presente in [[fenolo]] (C<sub>6</sub>H<sub>5</sub>–OH), [[Fenato di sodio|fenato]] (C<sub>6</sub>H<sub>5</sub>–O<sup>–</sup>), ma anche in [[tiofene]], [[selenofene]], [[fenilio]] (C<sub>6</sub>H<sub>5</sub><sup>+</sup><ref name=":2">{{Cita pubblicazione|nome=Maurizio|cognome=Speranza|nome2=Michael D.|cognome2=Sefcik|nome3=Jay M. S.|cognome3=Henis|data=1977-08|titolo=Phenylium (C6H5+) ion-molecule reactions studied by ion cyclotron resonance spectroscopy|rivista=Journal of the American Chemical Society|volume=99|numero=17|pp=5583–5589|lingua=en|accesso=22 ottobre 2020|doi=10.1021/ja00459a008|url=https://pubs.acs.org/doi/abs/10.1021/ja00459a008}}</ref>), [[fenonio]] ([[Intermedio di reazione|intermedio]] [[Catione|cationico]] del fenilio a ponte<ref>{{Cita libro|autore=F. A. CAREY|autore2=R. J. SUNDBERG|titolo=Advanced Organic Chemistry|url=https://archive.org/details/advancedorganicc00faca_538|ed=5|anno=2007|editore=Springer Science+Business Media, LLC|p=[https://archive.org/details/advancedorganicc00faca_538/page/423 423]|ISBN=978-0-387-68346-1}}</ref>), ed altro.<ref name=":1" /><ref name=":02">{{Cita web|url=http://etimo.it/?cmd=id&id=6778&md=21c9fe2cdb3863de58ee59fdcc8867a5|titolo=Etimologia : fenile;|sito=etimo.it|accesso=24 luglio 2020}}</ref>
Il termine fenile deriva dal vocabolo [[Lingua francese|francese]] ''phényle'' che, a sua volta, deriva dal termine [[greco]] ''φαίνω'' (''phaínō'', brillare), dato che i primi composti scoperti a cui fu data questa nomenclatura erano sottoprodotti dell'industria di raffineria, responsabile della sintesi di vari gas usati per l'illuminazione.<ref>{{cita web|url=https://www.treccani.it/vocabolario/fenile1/|titolo=Fenile}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.oxforddictionaries.com/us/definition/american_english/phenyl |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130216194714/http://oxforddictionaries.com/us/definition/american_english/phenyl |urlmorto=si |titolo=phenyl |opera=English by Lexico Dictionaries |accesso=24 luglio 2019}}</ref> Secondo McMurry infatti, "La parola deriva dal greco ''phaínō'', portatore di luce, in memoria della scoperta del benzene nel 1825 da parte di [[Michael Faraday]] dal residuo oleoso lasciato dal gas illuminante utilizzato nelle lampade stradali di [[Londra]]."<ref>{{Cita libro|cognome1=McMurry |nome1=John E. |titolo=Organic Chemistry, Enhanced Edition |data=2009 |editore=Cengage Learning |isbn=9781111790042 |p=518 |url=https://books.google.com/books?id=Ffs7AAAAQBAJ |lingua=en}}</ref>

Il termine ''phene'' venne coniato dal [[chimico]] francese [[Auguste Laurent|Auguste]] [[Auguste Laurent|Laurent]] dal verbo [[Lingua greca antica|greco]] ''φαίνω'' (phàino), illumino,<ref>{{Cita web|url=https://www.grecoantico.com/dizionario-greco-antico.php?parola=fainw|titolo=DIZIONARIO GRECO ANTICO - Greco antico - Italiano|autore=Olivetti Media Communication-Enrico Olivetti|sito=grecoantico.com|lingua=en|accesso=22 ottobre 2024}}</ref> dato che nell'olio illuminante sono presenti prevalentemente gli idrocarburi aromatici<ref name=":02"/> e che le loro [[Fiamma|fiamme]] sono luminose, mediamente più di quelle del [[metano]] o degli [[idrocarburi]] [[Composti alifatici|alifatici]] in genere; questo anche in ricordo della scoperta del benzene da parte del notevole fisico sperimentale [[Michael Faraday]] nel 1825 nei residui oleosi lasciati dal gas illuminante nei lampioni di [[Londra]].<ref>{{Cita libro|nome=John|cognome=McMurry|titolo=Organic chemistry|edizione=8e|data=2012|editore=Brooks/Cole, Cengage Learning|p=536|ISBN=978-0-8400-5444-9}}</ref> Da questo termine sono stati ricavati il francese ''phényle'',<ref name=":1" /> quindi l'inglese ''phenyl'' e l'italiano ''fenile'' (questo dal 1869).<ref>{{Cita web|url=https://dizionario.internazionale.it/parola/fenile|titolo=Fenile > significato - Dizionario italiano De Mauro|sito=Internazionale|lingua=it|accesso=23 ottobre 2024}}</ref>

Il fenile è parte di altri gruppi funzionali che hanno nomi che possono generare disorientamento. Il [[benzile]] (C<sub>6</sub>H<sub>5</sub>-CH<sub>2</sub>– o anche Ph-CH<sub>2</sub>–, simbolo '''Bn'''),<ref>{{Cita libro|nome=Michael|cognome=Smith|nome2=Jerry|cognome2=March|titolo=March's advanced organic chemistry: reactions, mechanisms, and structure|edizione=Eighth edition|data=2020|editore=John Wiley|p=XXV|ISBN=978-1-119-37179-3}}</ref><ref>Da non confondere con [[benzoile]] ('''[https://www.chemeurope.com/en/encyclopedia/Benzoyl.html Bz]''').</ref> il cui nome deriva direttamente da 'benzene': è un gruppo che contiene un fenile ma che, a differenza di quest'ultimo, ''non'' è un arile,<ref>A differenza dell'isomero strutturale tolile (CH<sub>3</sub>-C<sub>6</sub>H<sub>4</sub>–).</ref> non essendo l'idrogeno rimosso quello dell'anello benzenico; inoltre, il benzile non va poi confuso con il [[benzoile]] (C<sub>6</sub>H<sub>5</sub>-CO–, simbolo '''Bz'''), che è un [[acile]] che contiene anch'esso un fenile (Ph-CO–).

Il fenile è significativamente presente in molti derivati principali del benzene: il fenolo può essere rappresentato Ph–OH (o semplicemente PhOH), il [[clorobenzene]] Ph–Cl (PhCl), il [[nitrobenzene]] Ph–NO<sub>2</sub> (PhNO<sub>2</sub>), il [[toluene]] Ph–CH<sub>3</sub> (PhCH<sub>3</sub>), l'[[acido benzoico]] Ph–COOH (PhCOOH), l'[[acetofenone]] e il [[benzofenone]]<ref>Anche all'interno di questi nomi compare "fen(e)".</ref> Ph–COCH<sub>3</sub> e Ph–CO–Ph (o Ph<sub>2</sub>CO) e a volte il benzene stesso viene scritto PhH in tabelle.<ref>{{Cita web|url=https://chem.libretexts.org/Bookshelves/Organic_Chemistry/Supplemental_Modules_(Organic_Chemistry)/Arenes/Properties_of_Arenes/The_Phenyl_Group|titolo=The Phenyl Group|sito=Chemistry LibreTexts|data=2 ottobre 2013|lingua=en|accesso=23 ottobre 2024}}</ref>

Il vecchio nome ''phene'' del benzene è a volte ancora riportato.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Lane C. Sander|autore2=Stephen A. Wise|anno=1997|mese=Dicembre|titolo=Polycyclic Aromatic Hydrocarbon Structure Index|rivista=NIST Special Publication 922|url=https://www.govinfo.gov/content/pkg/GOVPUB-C13-5b60d97e62e50f471199f68208b04838/pdf/GOVPUB-C13-5b60d97e62e50f471199f68208b04838.pdf}}</ref>

==Specie chimiche derivate dal fenile==
Dal gruppo funzionale fenile derivano specie chimiche (o entità molecolari) aventi la stessa composizione chimica C<sub>6</sub>H<sub>5</sub>. Queste sono il catione fenile o fenilio (C<sub>6</sub>H<sub>5</sub><sup>+</sup>, già menzionato sopra),<ref name=":2" /> il [[Radicale libero|radicale]] fenile (C<sub>6</sub>H<sub>5</sub>•) e l'anione fenile o ione feniluro<ref>Da non confondere con il fenato (o fenossido), che è C<sub>6</sub>H<sub>5</sub>–O<sup>–</sup>.</ref> (C<sub>6</sub>H<sub>5</sub><sup>−</sup>). Il catione e l'anione possono derivare dal radicale fenile per rimozione o aggiunta di un elettrone, rispettivamente. Da notare che n questo caso la carica positiva o negativa, come pure l'elettrone spaiato, non sono delocalizzati sull'anello benzenico;<ref>{{Cita libro|nome=Michael|cognome=Smith|nome2=Jerry|cognome2=March|titolo=March's advanced organic chemistry: reactions, mechanisms, and structure|edizione=Eighth edition|data=2020|editore=John Wiley|pp=230-231|ISBN=978-1-119-37179-3}}</ref> questo a differenza di quanto avviene nel caso del benzile (PhCH<sub>2</sub><sup>+•–</sup>).

=== Catione fenile (fenilio) ===
La formazione di C<sub>6</sub>H<sub>5</sub><sup>+</sup> dal radicale C<sub>6</sub>H<sub>5</sub>• costa un'energia notevole, pari al [[potenziale di ionizzazione]] di quest'ultimo, che è di 8,32&nbsp;[[Elettronvolt|eV]] (803&nbsp;k[[Joule|J]]/[[Mole|mol]]).<ref name=":3">{{Cita web|url=https://webbook.nist.gov/cgi/cbook.cgi?ID=C2396012&Units=SI&Mask=20#Ion-Energetics|titolo=Phenyl radical|sito=webbook.nist.gov}}</ref> La struttura di questo ione molecolare si discosta da quella dell'anello benzenico in quanto il carbonio che porta la carica positiva dovrebbe essere ibridato ''sp'' (invece di ''sp''<sup>2</sup>), dovendo fare solo due [[Legame σ|legami sigma]], il che comporta un allargamento dell'angolo di legame, compatibilmente con il mantenimento della chiusura dell'anello. In effetti, per l'angolo C-C<sup>+</sup>-C nel fenilio, generato in fase gassosa, si trova il valore di 147°.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Sandra D.|cognome=Wiersma|nome2=Alessandra|cognome2=Candian|nome3=Joost M.|cognome3=Bakker|data=25 febbraio 2021|titolo=IR photofragmentation of the phenyl cation: spectroscopy and fragmentation pathways|rivista=Physical Chemistry Chemical Physics|volume=23|numero=7|pp=4334–4343|lingua=en|accesso=23 ottobre 2024|doi=10.1039/D0CP05554A|url=https://pubs.rsc.org/en/content/articlelanding/2021/cp/d0cp05554a}}</ref>

Può essere ottenuto in fase gassosa, ma anche in fase condensata, a partire da benzeni triziati;<ref>{{Cita pubblicazione|nome=N. E|cognome=Shchepina|nome2=V. D|cognome2=Nefedov|nome3=M. A|cognome3=Toropova|data=1º gennaio 2000|titolo=Ion-molecular reactions of free phenylium ions, generated by tritium β-decay with bidentate arenes|rivista=Tetrahedron Letters|volume=41|numero=1|pp=25–27|accesso=3 novembre 2024|doi=10.1016/S0040-4039(99)02019-5|url=https://linkinghub.elsevier.com/retrieve/pii/S0040403999020195}}</ref> il [[decadimento beta]] dell'atomo di [[trizio]] in un gruppo C–T dell'anello comporta l'espulsione di un elettrone e la sua trasformazione in un atomo di elio positivo, dopodiché il legame C–He<sup>+</sup> si rompe [[Scissione eterolitica|eteroliticamente]] con allontanamento di He neutro, lasciando la carica positiva su C; in tal modo si ha quindi la formazione del carbocatione localizzato (ione fenilio) altamente reattivo:<ref name=":0" /> la cattura di un elettrone da parte del fenilio (a dare il radicale neutro) comporta un guadagno di stabilità pari a 8,32&nbsp;[[Elettronvolt|eV]] (802,8&nbsp;k[[Joule|J]]/[[Mole|mol]]).<ref name=":3" /> Con il [[Ossido di diazoto|protossido di azoto]] N<sub>2</sub>O reagisce da [[acido di Lewis]] dando inizialmente l'[[addotto]] [PhONN]<sup>+</sup>, che poi rilascia velocemente una molecola di [[azoto]] formando [PhO]<sup>+</sup>.<ref name=":4">{{Cita pubblicazione|nome=Anna|cognome=Giordana|nome2=Giovanni|cognome2=Ghigo|nome3=Glauco|cognome3=Tonachini|data=10 luglio 2009|titolo=The reaction of N2O with phenylium ions C6(H,D)5+: An integrated experimental and theoretical mechanistic study|rivista=The Journal of Chemical Physics|volume=131|numero=2|accesso=3 novembre 2024|doi=10.1063/1.3148366|url=https://pubs.aip.org/aip/jcp/article-abstract/131/2/024304/938242/The-reaction-of-N2O-with-phenylium-ions-C6-H-D-5?redirectedFrom=fulltext}}</ref>

Il fenilio è un elettrofilo, un acido di Lewis e un ossidante, in quanto catturatore di un elettrone.<ref name=":4" /> In fase gassosa le sue reazioni con vari substrati consistono nell'estrazione di un elettrone da un'altra specie con la formazione del radicale fenile (C<sub>6</sub>H<sub>5</sub>•, o anche Ph•), che poi innesca diversi canali di reazione radicalici.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Shengjun|cognome=Yao|nome2=Xiang|cognome2=Zhang|nome3=Jing|cognome3=Zhou|data=2009-01|titolo=Electrophilic aromatic substitution and single‐electron transfer (SET) by the phenylium ion in the gas phase: characterization of a long‐lived SET intermediate|rivista=Journal of Mass Spectrometry|volume=44|numero=1|pp=32–39|lingua=en|accesso=3 novembre 2024|doi=10.1002/jms.1467|url=https://analyticalsciencejournals.onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/jms.1467}}</ref> In fase condensata reagisce comportandosi da [[elettrofilo]] verso substrati aromatici, operando su di essi principalmente [[Sostituzione elettrofila aromatica|sostituzioni elettrofile aromatiche]].<ref name=":0">{{Cita pubblicazione|nome=Antonello|cognome=Filippi|nome2=Giorgio|cognome2=Occhiucci|nome3=Maurizio|cognome3=Speranza|data=1º aprile 1991|titolo=Gas-phase heteroaromatic substitution. 10. Reaction of free phenylium ion with simple five-membered heteroarenes in the gaseous and liquid phase|rivista=Canadian Journal of Chemistry|volume=69|numero=4|pp=732–739|lingua=en|accesso=23 ottobre 2024|doi=10.1139/v91-108|url=http://www.nrcresearchpress.com/doi/10.1139/v91-108}}</ref>

=== Radicale fenile ===
Il radicale fenile C<sub>6</sub>H<sub>5</sub>• può essere generato dalla decomposizione spontanea del radicale benzoilossi C<sub>6</sub>H<sub>5</sub>-COO• che si frammenta eliminando [[Anidride carbonica|CO<sub>2</sub>]]. Questo radicale, a sua volta, si produce per riscaldamento del [[perossido di benzoile]] C<sub>6</sub>H<sub>5</sub>-COO–OOC-C<sub>6</sub>H<sub>5</sub>, un noto iniziatore radicalico.<ref>{{Cita libro|nome=John|cognome=McMurry|titolo=Organic chemistry|edizione=8e|data=2012|editore=Brooks/Cole, Cengage Learning|p=1243|ISBN=978-0-8400-5444-9}}</ref> Può essere generato anche dalla decomposizione di [[azocomposti]] asimmetrici opportuni, come Ph-N=N-CPh<sub>3</sub>: qui, con l'espulsione di una molecola di N<sub>2</sub>, la formazione del radicale fenile è favorita perché accompagnata da quella del [[Radicale trifenilmetile|radicale stabile trifenilmetile]]:<ref>{{Cita libro|nome=Francis A.|cognome=Carey|nome2=Richard J.|cognome2=Sundberg|titolo=Advanced organic chemistry|edizione=5th ed|data=2007|editore=Springer|p=978|ISBN=978-0-387-44897-8}}</ref>

Ph-N=N-CPh<sub>3</sub> &nbsp;&nbsp;→&nbsp;&nbsp; C<sub>6</sub>H<sub>5</sub>• + •CPh<sub>3</sub>

Il radicale fenile reagisce con il [[tetracloruro di carbonio]] estraendo da esso un atomo di [[cloro]] (Cl•), formando il [[clorobenzene]] e lasciando un radicale triclorometile:<ref>{{Cita libro|nome=Francis A.|cognome=Carey|nome2=Richard J.|cognome2=Sundberg|titolo=Advanced organic chemistry|edizione=5th ed|data=2007|editore=Springer|p=999|ISBN=978-0-387-44897-8}}</ref>

C<sub>6</sub>H<sub>5</sub>• + CCl<sub>4</sub> &nbsp;&nbsp;→&nbsp;&nbsp; C<sub>6</sub>H<sub>5</sub>-Cl + •CCl<sub>3</sub>

Il [[dimero]] del radicale stesso è il [[bifenile]] C<sub>6</sub>H<sub>5</sub>–C<sub>6</sub>H<sub>5</sub>, l'idrocarburo aromatico avente la molecola formata da due anelli benzenici uniti per un legame C–C tra i due anelli.<ref name=":04">{{Cita libro|autore=I. L. Finar|titolo=ORGANIC CHEMISTRY The fundamental principles|edizione=Fourth Edition|anno=1963|editore=Longmans|pp=697-698}}</ref> Nella produzione del radicale fenile o nelle sue reazioni in cui esso è coinvolto un (sotto)prodotto da tener sempre presente è proprio il bifenile.

=== Anione fenile (feniluro) ===
L'anione fenile è un anione aromatico con la carica negativa che risiede su un carbonio ''sp''<sup>2</sup>; si può formare dal radicale fenile per aggiunta di un elettrone; la trasformazione, che corrisponde energeticamente all'[[affinità elettronica]] del radicale, è [[Processo esotermico|esotermica]] e restituisce 1,0960&nbsp;± 0,0060&nbsp;eV (105,75&nbsp;±&nbsp;0,58&nbsp;kJ/mol).<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Robert F.|cognome=Gunion|nome2=Mary K.|cognome2=Gilles|nome3=Mark L.|cognome3=Polak|data=1º settembre 1992|titolo=Ultraviolet photoelectron spectroscopy of the phenide, benzyl and phenoxide anions, with ab initio calculations|rivista=International Journal of Mass Spectrometry and Ion Processes|volume=117|pp=601–620|accesso=23 ottobre 2024|doi=10.1016/0168-1176(92)80115-H|url=https://linkinghub.elsevier.com/retrieve/pii/016811769280115H}}</ref>

Oltre che per acquisizione di elettrone dal radicale, lo ione feniluro si può ottenere per sottrazione di un [[protone]] (H<sup>+</sup>) dal benzene; questa operazione può essere condotta in fase gassosa o in soluzione.

In [[fase gassosa]] la [[deprotonazione]] del benzene produce l'anione fenile:

C<sub>6</sub>H<sub>6</sub> &nbsp;&nbsp;→&nbsp;&nbsp; C<sub>6</sub>H<sub>5</sub><sup>−</sup> + H<sup>+</sup>

Il costo energetico della trasformazione è pari a 1.678,7&nbsp;±&nbsp;2,1&nbsp;kJ/mol ed è uguale per definizione all'[[affinità protonica]] del feniluro.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Gustavo E.|cognome=Davico|nome2=Veronica M.|cognome2=Bierbaum|nome3=Charles H.|cognome3=DePuy|data=1995-03|titolo=The C-H Bond Energy of Benzene|rivista=Journal of the American Chemical Society|volume=117|numero=9|pp=2590–2599|lingua=en|accesso=9 novembre 2024|doi=10.1021/ja00114a023|url=https://pubs.acs.org/doi/abs/10.1021/ja00114a023}}</ref> Questo valore è alto perché il benzene è un acido debolissimo e quindi il feniluro è una base molto forte; è però alquanto meno forte del metiluro, dove la carica risiede su un C ''sp''<sup>3</sup>, per il quale metiluro l'affinità protonica è di 1.712&nbsp;kJ/mol.<ref name=":03">{{Cita web|url=https://webbook.nist.gov/cgi/cbook.cgi?ID=C2229074&Units=SI&Mask=20#Ion-Energetics|titolo=Methyl radical|sito=webbook.nist.gov|lingua=en|accesso=14 agosto 2021}}</ref>

In [[Soluzione (chimica)|soluzione]], il [[Costante di dissociazione acida|p''K''<sub>a</sub>]] per la deprotonazione del benzene (Ph−H + solv. &nbsp;&nbsp;→&nbsp;&nbsp; Ph<sup>–</sup> + solv.H<sup>+</sup>) è riportato come 43; al confronto, per il [[metano]] si ha p''K''<sub>a</sub> = 48, e quindi, in soluzione, il feniluro come base è (circa) 100.000 volte più debole del metiluro.<ref>{{Cita web|url=http://ccc.chem.pitt.edu/wipf/MechOMs/evans_pKa_table.pdf|titolo=pKa's of C-H bonds in Hydrocarbons and Carbonyl Compounds|autore=D. H. Ripin|autore2=D. A. Evans}}</ref>

Specie molecolari che si avvicinano alla situazione elettronica del feniluro sono il [[fenillitio]] (C<sub>6</sub>H<sub>5</sub>Li), il fenilsodio (C<sub>6</sub>H<sub>5</sub>Na) e simili; in misura un po' minore i [[reattivi di Grignard]] contenenti un fenile, tipo il [[bromuro di fenilmagnesio]] (C<sub>6</sub>H<sub>5</sub>MgBr) e lo [[ioduro di fenilmagnesio]] (C<sub>6</sub>H<sub>5</sub>MgI). In presenza di opportuni [[Eteri|solventi eterei]] entrambi i tipi di reattivi, contenenti un C<sup>δ−</sup>, si comportano come [[Carbanione|carbanioni]] particolarmente [[Nucleofilo|nucleofili]], capaci di attaccare un C<sup>δ+</sup> di un [[Alogenuri alchilici|alogenuro alchilico]] RX ([[Sostituzione nucleofila alifatica|sostituzione nucleofila S<sub>N</sub>2]]) o di un [[carbonile]] R<sub>2</sub>CO ([[Addizione nucleofila|addizione nucleofila al carbonile]]) per formare legami C−C e allungare la catena.


==Struttura, legami e caratterizzazione==
==Struttura, legami e caratterizzazione==
Riguardo alle sue proprietà elettroniche, il gruppo fenile è correlabile a un [[gruppo vinile]], essendo generalmente considerato un gruppo elettronattrattore per effetto induttivo, a causa della maggiore elettronegatività degli atomi di carbonio sp<sup>2</sup> e un gruppo donatore per effetto di risonanza, grazie alla capacità del suo sistema π di donare densità elettronica quando la coniugazione è possibile.<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Hansch|nome=Corwin.|cognome2=Leo|nome2=A.|cognome3=Taft|nome3=R. W.|data=1º marzo 1991|titolo=A survey of Hammett substituent constants and resonance and field parameters|rivista=Chemical Reviews|volume=91|numero=2|pp=165–195|doi=10.1021/cr00002a004|issn=0009-2665}}</ref> Il gruppo fenile è [[idrofobico]]. I gruppi fenile tendono a resistere all'ossidazione e alla riduzione e, come tutti i composti aromatici, hanno una stabilità maggiore rispetto ai legami equivalenti nei gruppi [[alifatici]] (non aromatici). Questa maggiore stabilità è dovuta alle proprietà uniche degli [[orbitali molecolari]] aromatici.<ref name="MSU"/>
Riguardo alle sue proprietà elettroniche, il gruppo fenile, che si lega tramite un C ''sp''<sup>2</sup> similmente al un [[gruppo vinile]], è considerato un gruppo elettronattrattore, avente un [[effetto induttivo]] −''I''. Questo a causa dell'aumento dell'[[elettronegatività]] che si ha passando da un C ''sp''<sup>3</sup> di un [[alchile]] al C ''sp''<sup>2</sup> del fenile e, in ultima analisi, per l'aumento del carattere ''s'' dell'orbitale ibrido in quest'ultimo caso.<ref>{{Cita libro|autore=J. E. Huheey|autore2=E. A. Keiter|autore3=R. L. Keiter|titolo=Chimica Inorganica, Principi, Strutture, Reattività|ed=2|anno=1999|editore=Piccin|p=203|ISBN=88-299-1470-3}}</ref>


Quando però c'è coniugazione con un atomo o gruppo elettron attrattore (effetto mesomero −''M'') al quale esso è unito, il fenile può fungere da gruppo [[elettrondonatore]] per effetto di risonanza (effetto mesomero +''M''), grazie alla capacità del suo sistema π di donare densità elettronica.<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Hansch|nome=Corwin.|cognome2=Leo|nome2=A.|cognome3=Taft|nome3=R. W.|data=1º marzo 1991|titolo=A survey of Hammett substituent constants and resonance and field parameters|rivista=Chemical Reviews|volume=91|numero=2|pp=165–195|doi=10.1021/cr00002a004|issn=0009-2665}}</ref> Se viceversa al fenile è unito un gruppo con effetto mesomero +''M'' di sufficiente entità, allora il fenile si mostrerà elettronattrattore, come accade quando esso è legato ad atomi con doppietti liberi, come -OH (fenolo) e -NH<sub>2</sub> ([[anilina]]).
Le lunghezze dei legami tra gli atomi di carbonio in un gruppo fenile sono approssimativamente di 1.4&nbsp;[[Ångström|Å]].<ref name="Hameka1987">{{Cita pubblicazione|cognome1=Hameka|nome1=Hendrik F.|titolo=Computation of the structures of the phenyl and benzyl radicals with the UHF method|rivista=The Journal of Organic Chemistry|volume=52|numero=22|anno=1987|pp=5025–5026|issn=0022-3263|doi=10.1021/jo00231a035}}</ref>


Il gruppo fenile in una molecola contribuisce a renderla [[idrofobico|idrofobica]]. I gruppi fenile tendono a resistere all'ossidazione e alla riduzione e, come tutti i composti aromatici, hanno una stabilità maggiore rispetto ai gruppi [[alifatici]] (non aromatici). Questa maggiore stabilità è dovuta alla particolare azione stabilizzatrice del sestetto elettronico che occupa i soli tre [[Orbitale molecolare|orbitali molecolari]] leganti del sistema π del benzene,<ref name=":42">{{Cita libro|autore=K. F. Purcell|autore2=J. C. Kotz|titolo=Inorganic Chenistry|url=https://archive.org/details/inorganicchemist00keit|anno=1977|editore=Saunders|p=159|ISBN=9780721674070}}</ref> stabilità che è alla base del concetto di aromaticità.<ref name="MSU" />
Nella [[spettroscopia di risonanza magnetica nucleare]] <sup>1</sup>H-[[risonanza magnetica nucleare|NMR]], i protoni del gruppo fenile possiedono tipicamente un [[chemical shift]] attorno ai 7.27 ppm. Questi chemical shifts sono influenzati dalla [[corrente d'annello aromatico]] e possono variare in base ai sostituenti presenti.

Le lunghezze dei legami tra gli atomi di carbonio in un gruppo fenile sono approssimativamente di 140&nbsp;pm (1,40&nbsp;[[Ångström|Å]]),<ref name="Hameka1987">{{Cita pubblicazione|cognome1=Hameka|nome1=Hendrik F.|titolo=Computation of the structures of the phenyl and benzyl radicals with the UHF method|rivista=The Journal of Organic Chemistry|volume=52|numero=22|anno=1987|pp=5025–5026|issn=0022-3263|doi=10.1021/jo00231a035}}</ref> valore intermedio tra quella nell'[[etano]] (153,6&nbsp;pm<ref>{{Cita web|url=https://cccbdb.nist.gov/exp2x.asp?casno=74840&charge=0|titolo=Experimental data for C2H6 (Ethane)|sito=Computational Chemistry Comparison and Benchmark DataBase}}</ref>) e quella nell'[[Etilene|etene]] (133,9&nbsp;pm<ref>{{Cita web|url=https://cccbdb.nist.gov/exp2x.asp?casno=74851&charge=0|titolo=Experimental data for C2H4 (Ethylene)|sito=Computational Chemistry Comparison and Benchmark DataBase}}</ref>).

Nella [[spettroscopia di risonanza magnetica nucleare]] <sup>1</sup>H-[[risonanza magnetica nucleare|RMN]], i protoni del gruppo fenile mostrano tipicamente spostamenti chimici ([[chemical shift]]s) che cadono a cavallo di 7,27&nbsp;ppm (il valore per il benzene), che possono però variare in certa misura in base ai sostituenti presenti. Questo è dovuto alla [[corrente d'anello]] presente nei composti aromatici, che ha un'azione schermante sui protoni dell'anello stesso.<ref>{{Cita libro|autore=W. H. Brown|autore2=B. L. Iverson|autore3=E. Anslyn|titolo=Organic Chemistry|ed=8|anno=2018|editore=Cengage|p=572|lccn=2016952760|ISBN=978-1-305-58035-0}}</ref>


==Proprietà ed occorrenza==
==Proprietà ed occorrenza==
I gruppi fenile sono solitamente introdotti utilizzando reagenti che si comportano come fonti dell'anione fenile o del catione fenile. Il [[fenillitio]] (C<sub>6</sub>H<sub>5</sub>Li) e il [[bromuro di fenilmagnesio]] (C<sub>6</sub>H<sub>5</sub>MgBr) sono esempi di reagenti utilizzati per introdurre l'anione fenile. Gli elettrofili sono attaccati dal benzene per dare derivati fenilici:
I gruppi fenile sono solitamente introdotti utilizzando reagenti che si comportano come fonti dell'anione fenile o del catione fenile. Il [[fenillitio]] (C<sub>6</sub>H<sub>5</sub>Li) e il bromuro di fenilmagnesio (C<sub>6</sub>H<sub>5</sub>MgBr) sono esempi di reagenti utilizzati per introdurre l'anione fenile.<ref>{{Cita libro|nome=Michael|cognome=Smith|nome2=Jerry|cognome2=March|titolo=March's advanced organic chemistry: reactions, mechanisms, and structure|edizione=Eighth edition|data=2020|editore=John Wiley|p=248|ISBN=978-1-119-37179-3}}</ref>

Il benzene si comporta da nucleofilo nei confronti di adatti elettrofili, dai quali viene attaccato per dare intermedi che sono cationi cicloesadienilici coniugati, con carica positiva delocalizzata, e quindi cationi stabilizzati per risonanza,<ref name="ReferenceA"/> da non confondersi con il catione fenilio, cationi cicloesadienilici che poi trasferiscono un protone ad un anione presente che funge da base, fornendo così il prodotto di sostituzione:
:<chem>C6H6 + E+ -> C6H5E + H+</chem>
:<chem>C6H6 + E+ -> C6H5E + H+</chem>
con E<sup>+</sup> che rappresenta la specie "elettrofila" come ad esempio Cl<sup>+</sup>, NO<sub>2</sub><sup>+</sup>, SO<sub>3</sub>. Queste reazioni sono chiamate [[sostituzioni elettrofile aromatiche]].
con E<sup>+</sup> che rappresenta la specie "elettrofila" come ad esempio Cl<sup>+</sup>, NO<sub>2</sub><sup>+</sup>, SO<sub>3</sub>. Queste reazioni sono le [[Sostituzione elettrofila aromatica|sostituzioni elettrofile aromatiche]].
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File: Atorvastatin.svg|[[Atorvastatina|Atorvastatina (Torvast)]], un farmaco contenente due gruppi fenile e un gruppo ''p''-fluorofenile. Si utilizza per abbassare i livelli di [[colesterolo]] nelle persone affette da [[ipercolesterolemia]].
File: Atorvastatin.svg|[[Atorvastatina|Atorvastatina (Torvast)]], un farmaco contenente due gruppi fenile e un gruppo ''p''-fluorofenile. Si utilizza per abbassare i livelli di [[colesterolo]] nelle persone affette da [[ipercolesterolemia]].
File: Fexofenadine.svg|[[Fexofenadina]], farmaco [[antistaminico]] utilizzato nel trattamento di [[allergie]] contenente due gruppi fenile e un gruppo ''p''-[[fenilene]] (-C<sub>6</sub>H<sub>4</sub>-), da considerarsi come un fenile doppiamente sostituito (in questo caso, con i sostituenti in posizione para).
File: Fexofenadine.svg|[[Fexofenadina]], farmaco [[antistaminico]] utilizzato nel trattamento di [[allergie]] contenente due gruppi fenile e un gruppo ''p''-[[fenilene]] (-C<sub>6</sub>H<sub>4</sub>-).
File: Phenylalanin_-_Phenylalanine.svg|[[Fenilalanina]], [[amminoacido]] comune.
File: Phenylalanin_-_Phenylalanine.svg|[[Fenilalanina]], [[amminoacido]] comune.
File: Bifenyl.svg|[[Bifenile]], formato da due gruppi fenile connessi da un legame semplice C-C.
File: Bifenyl.svg|[[Bifenile]], formato da due gruppi fenile connessi da un legame semplice C-C.
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I gruppi fenile si trovano in molti composti organici, sia naturali che sintetici (vedi figura). Uno dei più comuni prodotti naturali contenenti un gruppo fenile è l'[[amminoacido]] [[fenilalanina]]. Il [[polimero]] [[polistirene]] è derivato da un monomero contenente fenile e deve le sue proprietà alla rigidità e idrofobicità dei gruppi fenile in esso presenti. Molti farmaci e numerose sostanze inquinanti contengono gruppi fenile.
I gruppi fenile si trovano in molti composti organici, sia naturali che sintetici (vedi figura). Uno dei più comuni prodotti naturali contenenti un gruppo fenile è l'[[amminoacido]] [[fenilalanina]]. Il [[polimero]] [[polistirene]] è derivato dallo [[stirene]], un [[monomero]] contenente il fenile e deve le sue proprietà alla rigidità e idrofobicità dei gruppi fenile in esso presenti. Molti farmaci e numerose sostanze inquinanti contengono gruppi fenile.


Uno dei composti più semplici contenenti fenile è il [[fenolo]], (C<sub>6</sub>H<sub>5</sub>OH). Si è dimostrato che la stabilità data dalla [[risonanza (chimica)|risonanza]] del gruppo fenile nel fenolo lo renda un [[acido]] più forte rispetto agli [[alcoli]] [[alifatici]] come l'[[etanolo]] ([[costante di dissociazione acida|p''K''<sub>a</sub>]] = 10 contro p''K''<sub>a</sub> = 16–18), in aggiunta al contributo significativo dato dalla maggiore [[elettronegatività]] del carbonio α ''sp''<sup>2</sup> nel fenolo rispetto al carbonio α ''sp''<sup>3</sup> negli alcoli alifatici.<ref name="Silva2009">{{Cita pubblicazione|cognome1=Silva|nome1=Pedro Jorge|titolo=Inductive and Resonance Effects on the Acidities of Phenol, Enols, and Carbonyl α-Hydrogens|rivista=The Journal of Organic Chemistry|volume=74|numero=2|anno=2009|pp=914–916|issn=0022-3263|doi=10.1021/jo8018736|pmid=19053615}}</ref>
Uno dei composti più semplici contenenti fenile è il [[fenolo]], (C<sub>6</sub>H<sub>5</sub>OH). Si è dimostrato che la stabilità data dalla [[risonanza (chimica)|risonanza]] del gruppo fenile nel fenolo lo renda un [[acido]] più forte rispetto agli [[alcoli]] [[alifatici]] come l'[[etanolo]] ([[costante di dissociazione acida|p''K''<sub>a</sub>]] = 10 contro p''K''<sub>a</sub> = 16–18), in aggiunta al contributo significativo dato dalla maggiore [[elettronegatività]] del carbonio α ''sp''<sup>2</sup> nel fenolo rispetto al carbonio α ''sp''<sup>3</sup> negli alcoli alifatici.<ref name="Silva2009">{{Cita pubblicazione|cognome1=Silva|nome1=Pedro Jorge|titolo=Inductive and Resonance Effects on the Acidities of Phenol, Enols, and Carbonyl α-Hydrogens|rivista=The Journal of Organic Chemistry|volume=74|numero=2|anno=2009|pp=914–916|issn=0022-3263|doi=10.1021/jo8018736|pmid=19053615}}</ref>
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* [[Arile]]
* [[Arile]]
* [[Benzile]]
* [[Benzile]]
* [[Bifenile]]
* [[Composti aromatici]]
* [[Composti aromatici]]
* [[Idrocarburi]]
* [[Idrocarburi]]

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Disambiguazione – Se stai cercando il comune della città metropolitana di Torino, vedi Campiglione-Fenile.
Gruppo fenile

Il fenile in chimica organica è il gruppo funzionale derivato dal benzene, il capostipite degli idrocarburi aromatici, per rimozione di un atomo di idrogeno, la cui formula chimica è C6H5–.[1] Il fenile è quindi un arile,[2] un gruppo funzionale aromatico, e il suo simbolo, spesso usato nelle formule e in schemi di reazione, è Ph[3] o anche, a volte, φ o Φ.[4]

Nel gruppo fenile sono presenti sei atomi di carbonio legati tra loro in un anello esagonale planare con legami doppi alternati a legami singoli; cinque di questi atomi di C sono legati esternamente a un singolo atomo di idrogeno, con il restante carbonio legato al sostituente. Vista la frequente presenza nei composti naturali e di sintesi, il gruppo fenile è estremamente comune in chimica organica.[5][6]

Il gruppo fenile, come per gli arili in genere, si lega al resto della molecola di cui fa parte con un carbonio dell'anello benzenico, quindi con un C ibridato sp2, a differenza degli alchili, che si legano con un C ibridato sp3.

Etimologia e nomenclatura

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Il termine «fenile», come pure i suoi simboli (Ph, φ, Φ[7]), deriva da 'phene' (fene),[8] seguíto dal suffisso -ile che si dà in generale ai gruppi funzionali. Questo era l'altro nome del benzene, diffuso nell'Ottocento, la cui radice fen- è presente in fenolo (C6H5–OH), fenato (C6H5–O), ma anche in tiofene, selenofene, fenilio (C6H5+[9]), fenonio (intermedio cationico del fenilio a ponte[10]), ed altro.[8][11]

Il termine phene venne coniato dal chimico francese Auguste Laurent dal verbo greco φαίνω (phàino), illumino,[12] dato che nell'olio illuminante sono presenti prevalentemente gli idrocarburi aromatici[11] e che le loro fiamme sono luminose, mediamente più di quelle del metano o degli idrocarburi alifatici in genere; questo anche in ricordo della scoperta del benzene da parte del notevole fisico sperimentale Michael Faraday nel 1825 nei residui oleosi lasciati dal gas illuminante nei lampioni di Londra.[13] Da questo termine sono stati ricavati il francese phényle,[8] quindi l'inglese phenyl e l'italiano fenile (questo dal 1869).[14]

Il fenile è parte di altri gruppi funzionali che hanno nomi che possono generare disorientamento. Il benzile (C6H5-CH2– o anche Ph-CH2–, simbolo Bn),[15][16] il cui nome deriva direttamente da 'benzene': è un gruppo che contiene un fenile ma che, a differenza di quest'ultimo, non è un arile,[17] non essendo l'idrogeno rimosso quello dell'anello benzenico; inoltre, il benzile non va poi confuso con il benzoile (C6H5-CO–, simbolo Bz), che è un acile che contiene anch'esso un fenile (Ph-CO–).

Il fenile è significativamente presente in molti derivati principali del benzene: il fenolo può essere rappresentato Ph–OH (o semplicemente PhOH), il clorobenzene Ph–Cl (PhCl), il nitrobenzene Ph–NO2 (PhNO2), il toluene Ph–CH3 (PhCH3), l'acido benzoico Ph–COOH (PhCOOH), l'acetofenone e il benzofenone[18] Ph–COCH3 e Ph–CO–Ph (o Ph2CO) e a volte il benzene stesso viene scritto PhH in tabelle.[19]

Il vecchio nome phene del benzene è a volte ancora riportato.[20]

Specie chimiche derivate dal fenile

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Dal gruppo funzionale fenile derivano specie chimiche (o entità molecolari) aventi la stessa composizione chimica C6H5. Queste sono il catione fenile o fenilio (C6H5+, già menzionato sopra),[9] il radicale fenile (C6H5•) e l'anione fenile o ione feniluro[21] (C6H5). Il catione e l'anione possono derivare dal radicale fenile per rimozione o aggiunta di un elettrone, rispettivamente. Da notare che n questo caso la carica positiva o negativa, come pure l'elettrone spaiato, non sono delocalizzati sull'anello benzenico;[22] questo a differenza di quanto avviene nel caso del benzile (PhCH2+•–).

Catione fenile (fenilio)

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La formazione di C6H5+ dal radicale C6H5• costa un'energia notevole, pari al potenziale di ionizzazione di quest'ultimo, che è di 8,32 eV (803 kJ/mol).[23] La struttura di questo ione molecolare si discosta da quella dell'anello benzenico in quanto il carbonio che porta la carica positiva dovrebbe essere ibridato sp (invece di sp2), dovendo fare solo due legami sigma, il che comporta un allargamento dell'angolo di legame, compatibilmente con il mantenimento della chiusura dell'anello. In effetti, per l'angolo C-C+-C nel fenilio, generato in fase gassosa, si trova il valore di 147°.[24]

Può essere ottenuto in fase gassosa, ma anche in fase condensata, a partire da benzeni triziati;[25] il decadimento beta dell'atomo di trizio in un gruppo C–T dell'anello comporta l'espulsione di un elettrone e la sua trasformazione in un atomo di elio positivo, dopodiché il legame C–He+ si rompe eteroliticamente con allontanamento di He neutro, lasciando la carica positiva su C; in tal modo si ha quindi la formazione del carbocatione localizzato (ione fenilio) altamente reattivo:[26] la cattura di un elettrone da parte del fenilio (a dare il radicale neutro) comporta un guadagno di stabilità pari a 8,32 eV (802,8 kJ/mol).[23] Con il protossido di azoto N2O reagisce da acido di Lewis dando inizialmente l'addotto [PhONN]+, che poi rilascia velocemente una molecola di azoto formando [PhO]+.[27]

Il fenilio è un elettrofilo, un acido di Lewis e un ossidante, in quanto catturatore di un elettrone.[27] In fase gassosa le sue reazioni con vari substrati consistono nell'estrazione di un elettrone da un'altra specie con la formazione del radicale fenile (C6H5•, o anche Ph•), che poi innesca diversi canali di reazione radicalici.[28] In fase condensata reagisce comportandosi da elettrofilo verso substrati aromatici, operando su di essi principalmente sostituzioni elettrofile aromatiche.[26]

Radicale fenile

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Il radicale fenile C6H5• può essere generato dalla decomposizione spontanea del radicale benzoilossi C6H5-COO• che si frammenta eliminando CO2. Questo radicale, a sua volta, si produce per riscaldamento del perossido di benzoile C6H5-COO–OOC-C6H5, un noto iniziatore radicalico.[29] Può essere generato anche dalla decomposizione di azocomposti asimmetrici opportuni, come Ph-N=N-CPh3: qui, con l'espulsione di una molecola di N2, la formazione del radicale fenile è favorita perché accompagnata da quella del radicale stabile trifenilmetile:[30]

Ph-N=N-CPh3   →   C6H5• + •CPh3

Il radicale fenile reagisce con il tetracloruro di carbonio estraendo da esso un atomo di cloro (Cl•), formando il clorobenzene e lasciando un radicale triclorometile:[31]

C6H5• + CCl4   →   C6H5-Cl + •CCl3

Il dimero del radicale stesso è il bifenile C6H5–C6H5, l'idrocarburo aromatico avente la molecola formata da due anelli benzenici uniti per un legame C–C tra i due anelli.[32] Nella produzione del radicale fenile o nelle sue reazioni in cui esso è coinvolto un (sotto)prodotto da tener sempre presente è proprio il bifenile.

Anione fenile (feniluro)

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L'anione fenile è un anione aromatico con la carica negativa che risiede su un carbonio sp2; si può formare dal radicale fenile per aggiunta di un elettrone; la trasformazione, che corrisponde energeticamente all'affinità elettronica del radicale, è esotermica e restituisce 1,0960 ± 0,0060 eV (105,75 ± 0,58 kJ/mol).[33]

Oltre che per acquisizione di elettrone dal radicale, lo ione feniluro si può ottenere per sottrazione di un protone (H+) dal benzene; questa operazione può essere condotta in fase gassosa o in soluzione.

In fase gassosa la deprotonazione del benzene produce l'anione fenile:

C6H6   →   C6H5 + H+

Il costo energetico della trasformazione è pari a 1.678,7 ± 2,1 kJ/mol ed è uguale per definizione all'affinità protonica del feniluro.[34] Questo valore è alto perché il benzene è un acido debolissimo e quindi il feniluro è una base molto forte; è però alquanto meno forte del metiluro, dove la carica risiede su un C sp3, per il quale metiluro l'affinità protonica è di 1.712 kJ/mol.[35]

In soluzione, il pKa per la deprotonazione del benzene (Ph−H + solv.   →   Ph + solv.H+) è riportato come 43; al confronto, per il metano si ha pKa = 48, e quindi, in soluzione, il feniluro come base è (circa) 100.000 volte più debole del metiluro.[36]

Specie molecolari che si avvicinano alla situazione elettronica del feniluro sono il fenillitio (C6H5Li), il fenilsodio (C6H5Na) e simili; in misura un po' minore i reattivi di Grignard contenenti un fenile, tipo il bromuro di fenilmagnesio (C6H5MgBr) e lo ioduro di fenilmagnesio (C6H5MgI). In presenza di opportuni solventi eterei entrambi i tipi di reattivi, contenenti un Cδ−, si comportano come carbanioni particolarmente nucleofili, capaci di attaccare un Cδ+ di un alogenuro alchilico RX (sostituzione nucleofila SN2) o di un carbonile R2CO (addizione nucleofila al carbonile) per formare legami C−C e allungare la catena.

Struttura, legami e caratterizzazione

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Riguardo alle sue proprietà elettroniche, il gruppo fenile, che si lega tramite un C sp2 similmente al un gruppo vinile, è considerato un gruppo elettronattrattore, avente un effetto induttivoI. Questo a causa dell'aumento dell'elettronegatività che si ha passando da un C sp3 di un alchile al C sp2 del fenile e, in ultima analisi, per l'aumento del carattere s dell'orbitale ibrido in quest'ultimo caso.[37]

Quando però c'è coniugazione con un atomo o gruppo elettron attrattore (effetto mesomero −M) al quale esso è unito, il fenile può fungere da gruppo elettrondonatore per effetto di risonanza (effetto mesomero +M), grazie alla capacità del suo sistema π di donare densità elettronica.[38] Se viceversa al fenile è unito un gruppo con effetto mesomero +M di sufficiente entità, allora il fenile si mostrerà elettronattrattore, come accade quando esso è legato ad atomi con doppietti liberi, come -OH (fenolo) e -NH2 (anilina).

Il gruppo fenile in una molecola contribuisce a renderla idrofobica. I gruppi fenile tendono a resistere all'ossidazione e alla riduzione e, come tutti i composti aromatici, hanno una stabilità maggiore rispetto ai gruppi alifatici (non aromatici). Questa maggiore stabilità è dovuta alla particolare azione stabilizzatrice del sestetto elettronico che occupa i soli tre orbitali molecolari leganti del sistema π del benzene,[39] stabilità che è alla base del concetto di aromaticità.[6]

Le lunghezze dei legami tra gli atomi di carbonio in un gruppo fenile sono approssimativamente di 140 pm (1,40 Å),[40] valore intermedio tra quella nell'etano (153,6 pm[41]) e quella nell'etene (133,9 pm[42]).

Nella spettroscopia di risonanza magnetica nucleare 1H-RMN, i protoni del gruppo fenile mostrano tipicamente spostamenti chimici (chemical shifts) che cadono a cavallo di 7,27 ppm (il valore per il benzene), che possono però variare in certa misura in base ai sostituenti presenti. Questo è dovuto alla corrente d'anello presente nei composti aromatici, che ha un'azione schermante sui protoni dell'anello stesso.[43]

Proprietà ed occorrenza

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I gruppi fenile sono solitamente introdotti utilizzando reagenti che si comportano come fonti dell'anione fenile o del catione fenile. Il fenillitio (C6H5Li) e il bromuro di fenilmagnesio (C6H5MgBr) sono esempi di reagenti utilizzati per introdurre l'anione fenile.[44]

Il benzene si comporta da nucleofilo nei confronti di adatti elettrofili, dai quali viene attaccato per dare intermedi che sono cationi cicloesadienilici coniugati, con carica positiva delocalizzata, e quindi cationi stabilizzati per risonanza,[4] da non confondersi con il catione fenilio, cationi cicloesadienilici che poi trasferiscono un protone ad un anione presente che funge da base, fornendo così il prodotto di sostituzione:

con E+ che rappresenta la specie "elettrofila" come ad esempio Cl+, NO2+, SO3. Queste reazioni sono le sostituzioni elettrofile aromatiche.

I gruppi fenile si trovano in molti composti organici, sia naturali che sintetici (vedi figura). Uno dei più comuni prodotti naturali contenenti un gruppo fenile è l'amminoacido fenilalanina. Il polimero polistirene è derivato dallo stirene, un monomero contenente il fenile e deve le sue proprietà alla rigidità e idrofobicità dei gruppi fenile in esso presenti. Molti farmaci e numerose sostanze inquinanti contengono gruppi fenile.

Uno dei composti più semplici contenenti fenile è il fenolo, (C6H5OH). Si è dimostrato che la stabilità data dalla risonanza del gruppo fenile nel fenolo lo renda un acido più forte rispetto agli alcoli alifatici come l'etanolo (pKa = 10 contro pKa = 16–18), in aggiunta al contributo significativo dato dalla maggiore elettronegatività del carbonio α sp2 nel fenolo rispetto al carbonio α sp3 negli alcoli alifatici.[45]

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  16. ^ Da non confondere con benzoile (Bz).
  17. ^ A differenza dell'isomero strutturale tolile (CH3-C6H4–).
  18. ^ Anche all'interno di questi nomi compare "fen(e)".
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Voci correlate

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