Alcmeone a Corinto
Alcmeone a Corinto | |
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Tragedia di cui restano frammenti | |
Busto di Euripide al Museo Pio-Clementino (Roma) | |
Autore | Euripide |
Titolo originale | Ἀλκμαίων ὁ διὰ Κορίνθου |
Lingua originale | |
Ambientazione | Grecia |
Prima assoluta | 405 a.C.[1] Teatro di Dioniso, Atene |
Premi | Vittoria alle Grandi Dionisie del 405 a.C.[1] |
Personaggi | |
Alcmeone Apollo, recita il prologo Tisifone Amfiloco Merope, regina di Corinto Creonte, re di Corinto Coro di ragazze corinzie | |
Alcmeone a Corinto (in greco antico: Ἀλκμαίων ὁ διὰ Κορίνθου?) è una tragedia greca, oggi quasi interamente perduta, scritta dal tragediografo Euripide[2]. L'opera faceva parte di una trilogia che includeva anche Le Baccanti e Ifigenia in Aulide e che vinse il primo premio (postumo, poiché Euripide era morto da poco) alle Grandi Dionisie del 405 a.C.[1]
Trama
[modifica | modifica wikitesto]Il dramma inizia con un prologo narrato dal dio Apollo: durante il periodo in cui impazzì per il matricidio, Alcmeone aveva avuto un figlio, Amfiloco e una figlia, Tisifone, da Manto, figlia di Tiresia, presa come schiava dopo aver conquistato Tebe e li aveva lasciati al re Creonte di Corinto perché li allevasse: tuttavia la moglie di quest'ultimo, Merope, gelosa di Tisifone, l'aveva venduta come schiava.
Alcmeone inconsapevolmente acquista proprio Tisifone come sua schiava e torna a Corinto con lei, dove si riuniva, dopo averli riconosciuti entrambi, anche con Amfiloco, che più tardi sarebbe stato il fondatore di Argo Amfilochia. Creonte, invece, fuggiva senza figli in esilio dopo che si scopriva che il vero padre di Amfiloco si rivelava essere Alcmeone[3].
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- G. Avezzù, Il mito sulla scena, Marsilio, 2003. ISBN 978-88-317-8070-4
- C. Collard-M. Cropp, Euripides Fragments: Augeus-Meleager, Harvard 2008, pp. 77, 87–99. ISBN 978-0-674-99625-0.
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