Angelo Bassini (cacciatorpediniere)
Angelo Bassini | |
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La Bassini alla fonda nelle acque antistanti Cattaro, all'inizio dell'estate 1941. | |
Descrizione generale | |
Tipo | cacciatorpediniere (1918-1929) torpediniera (1929-1943) |
Classe | La Masa |
In servizio con | Regia Marina |
Identificazione | BS |
Costruttori | Odero |
Cantiere | Sestri Ponente |
Impostazione | 2 ottobre 1916 |
Varo | 28 marzo 1918 |
Entrata in servizio | 1º maggio 1918 |
Intitolazione | Angelo Bassini, patriota italiano |
Destino finale | affondato durante un bombardamento aereo il 28 maggio 1943 |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento | in carico normale 840 (o 785) t a pieno carico 875 (o 851) t |
Lunghezza | tra le perpendicolari 72,5 m fuori tutto 73,5 m |
Larghezza | 7,3 m |
Pescaggio | 2,80-3 m |
Propulsione | 4 caldaie Thornycroft 2 turbine a vapore Tosi potenza 15.500-16.000 hp 2 eliche |
Velocità | 30 nodi (55,56 km/h) |
Autonomia | 2230 miglia a 12,5-13 nodi |
Equipaggio | 78-99 tra ufficiali, sottufficiali e marinai |
Armamento | |
Artiglieria | 'Alla costruzione:'
'Dal 1940-1942:'
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Siluri | 'Alla costruzione:'
'Dal 1940-1942:'
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Note | |
Motto | Nemini cedit |
Warships 1900-1950, Navypedia. e Marina Militare. | |
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L'Angelo Bassini è stato un cacciatorpediniere (e successivamente una torpediniera) della Regia Marina.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Dall'entrata in servizio agli anni Trenta
[modifica | modifica wikitesto]Impostato durante la prima guerra mondiale, nell'ottobre 1916, il Bassini, appartenente alla classe La Masa, entrò in servizio nel maggio 1918[1] e non ebbe modo di prendere parte ad azioni di rilievo durante tale conflitto. La nave ricevette la bandiera di combattimento nel maggio 1922, a La Spezia, insieme agli esploratori Premuda, Falco e Guglielmo Pepe[2].
Nel 1929 il Bassini, insieme ai gemelli Nicola Fabrizi, Giuseppe La Farina e Giacinto Carini, formava la V Squadriglia Cacciatorpediniere, che, insieme alla VI Squadriglia (cinque unità) e all'esploratore Carlo Mirabello, costituiva la 3ª Flottiglia della II Divisione Siluranti, aggregata alla 2ª Squadra, con base a Taranto[3]. Il 1º ottobre 1929 la nave, al pari di tutte le unità similari, fu declassata a torpediniera[4].
La seconda guerra mondiale
[modifica | modifica wikitesto]1940
[modifica | modifica wikitesto]Il 10 giugno 1940 la Bassini faceva parte della VII Squadriglia Cacciatorpediniere di base a Brindisi, che formava insieme alle gemelle Giacomo Medici, Enrico Cosenz e Nicola Fabrizi. Comandava la nave il tenente di vascello Giovanni Barbini, che ne aveva assunto il comando il 19 novembre 1939 (e che lo lasciò dopo circa un anno)[5][6]. Durante il secondo conflitto mondiale la nave fu adibita a compiti di scorta sulle rotte della Grecia e dell'Albania[7].
Il 20 agosto 1940, con la costituzione del Comando Superiore Traffico Albania (Maritrafalba), divenuto attivo dal 5 settembre successivo (e disciolto il 12 ottobre 1940, ma ricostituito già il 21 dello stesso mese), la Bassini venne dislocata a Brindisi e assegnata, con altre unità (due anziani cacciatorpediniere, altre nove torpediniere, tre incrociatori ausiliari e la XIII Squadriglia MAS), a tale Comando, per il servizio di scorta convogli da e per l'Albania[8].
Il 17 settembre la torpediniera scortò da Brindisi a Durazzo la motonave postale Filippo Grimani, e più tardi nella stessa giornata, la Piero Foscari, gemella della Grimani, da Durazzo a Brindisi[8]. Il 18 la Bassini fu di nuovo di scorta dapprima alla Foscari, da Brindisi a Durazzo, e poi alla Grimani, da Durazzo a Brindisi, e il 19 scortò la Grimani da Brindisi a Durazzo e quindi la Foscari sulla rotta opposta[8]. Il giorno seguente la nave fu ancora di scorta prima a Foscari e poi a Grimani (la prima da Brindisi a Durazzo e la seconda da Durazzo a Brindisi), così come il 21 (prima la Grimani da Brindisi a Durazzo e poi la Foscari e un'altra motonave, la Narenta, da Durazzo a Brindisi) e il 22 settembre (dapprima la Foscari da Brindisi a Durazzo e poi la Grimani da Durazzo a Brindisi)[8].
Il 25 settembre la Bassini scortò i piroscafi Nita, Oreste e Premuda, aventi un carico di 395 bovini, 1079 quadrupedi e 1326 tonnellate di altri rifornimenti, da Bari a Durazzo, mentre il 29 fu di scorta ancora alla Grimani da Brindisi a Durazzo e poi alla Foscari da Durazzo a Brindisi[8]. Il 30 settembre la Bassini scortò la Foscari da Brindisi a Durazzo, dopo di che, nel corso della stessa giornata, ripartì da Durazzo per scortare la Grimani a Brindisi, ma il mare fortemente avverso obbligò le due navi a tornare nel porto albanese[8]. Il 1º ottobre l'unità ripartì da Durazzo di scorta alla Grimani, giungendo quindi a Brindisi[8].
Dopo il temporaneo scioglimento di Maritrafalba, la Bassini, in seguito alla ricostituzione di tale Comando (21 ottobre 1940), venne assegnata alla Forza Navale Speciale incaricata dello sbarco e dell'occupazione dell'isola di Corfù[8]. La Forza Navale Speciale, costituita dagli obsoleti incrociatori Bari (nave di bandiera dell'ammiraglio di squadra Vittorio Tur) e Taranto, dagli anziani cacciatorpediniere Carlo Mirabello e Augusto Riboty, dalle torpediniere Altair, Antares, Andromeda, Aretusa, Nicola Fabrizi e Giacomo Medici (oltre alla Bassini) e dalle navi cisterna/navi da sbarco Tirso, Sesia e Garigliano, avrebbe dovuto supportare lo sbarco della Divisione fanteria «Bari» e di un battaglione del Reggimento San Marco[8].
Tale sbarco sarebbe dovuto avvenire il 28 ottobre, ma venne rinviato dapprima al 30 e poi al 31 a causa del mare mosso, quindi al 2 novembre e infine fu annullato in seguito al deludente andamento delle operazioni sul fronte greco[8]. I mercantili che avevano imbarcato i reparti della Divisione «Bari», destinata all'Epiro in rinforzo alle truppe già là dislocate, vennero inviati a Valona[8].
La Bassini riprese il servizio di scorta sulle rotte dell'Albania il 22 novembre, quando, alle 6:30, lasciò Brindisi di scorta al piroscafo Rialto, adibito a traffico civile, giungendo a Valona a mezzogiorno[8]. Il 28 novembre 1940 la nave partecipò, insieme alla torpediniera Generale Marcello Prestinari e ai cacciatorpediniere della XV Squadriglia (Antonio Pigafetta, Nicoloso da Recco ed Emanuele Pessagno, più l'Augusto Riboty), ad un bombardamento delle posizioni greche sulla costa nordorientale di Corfù: nel corso dell'azione vennero sparati oltre 1600 colpi da 120 e 102 mm[8][9][10].
Il 1º dicembre la torpediniera, alle 10:30, partì da Valona diretta a Brindisi, scortando i mercantili scarichi Città di Trapani (una motonave mista) e Tagliamento (un piroscafo da carico), con i quali giunse nel porto pugliese alle 19:10[8]. Quattro giorni più tardi, il 5 dicembre, la Bassini partì da Bari insieme all'incrociatore ausiliario Francesco Morosini, scortando a Durazzo i piroscafi Firenze e Milano e la motonave Città di Marsala, che trasportavano 2674 militari e 301,5 tonnellate di rifornimenti[8]. Il 9 dicembre, all'1.10, la torpediniera salpò da Durazzo per scortare Firenze, Milano e Città di Marsala, che rientravano vuoti a Bari, dove giunsero alle 17:30[8]. Alle 20 del 15 dicembre la Bassini e il Morosini ripartirono da Bari scortando i piroscafi Zena e Tergestea e la motonave Città di Marsala, aventi a bordo 861 militari, 198 quadrupedi e 504 autoveicoli, a Durazzo, dove giunsero alle 13:35[8].
Alle 18:25 del 18 dicembre la torpediniera partì da Durazzo diretta a Bari, di scorta ai piroscafi vuoti Zena e Romagna, giungendo a destinazione alle 10:40[8]. Il 20, alle 15, la Bassini lasciò Bari alla volta di Durazzo, dove giunse alle 6:00 di scorta ai piroscafi Carnia, Miseno, Giuseppe Dormio e Pontinia, adibiti a traffico civile[8]. La vigilia di Natale, alle 5:30, l'unità partì da Durazzo per scortare a Bari i piroscafi scarichi Aventino e Vesta, con i quali arrivò in porto alle 20:30[8].
Alle 3:00 del 26 dicembre la Bassini lasciò Bari, insieme all'incrociatore ausiliario Capitano A. Cecchi, per scortare a Durazzo, dove giunsero alle 16, i piroscafi Milano e Galilea e le motonavi Verdi e Puccini, aventi a bordo 3433 militari, 157 quadrupedi e 608,5 tonnellate di rifornimenti[8]. Il convoglio fruì anche della scorta indiretta, dalle 4:30 alle 8, dei cacciatorpediniere Folgore, Fulmine e Baleno[8]. Il giorno seguente, alle 18:30, la torpediniera ripartì da Durazzo scortando il piroscafo Milano e le motonavi Verdi e Puccini, vuote, giungendo a Bari alle 9:45 del 28[8]. Alle 20:00 del 29 la Bassini lasciò Bari di scorta ai piroscafi Sant'Agata e Nita, che avevano a bordo 103 uomini, 716 quadrupedi, 105 autoveicoli e 28,5 tonnellate di rifornimenti, arrivand a Durazzo alle 11:40 del 30 dicembre[8]. Lo stesso 30 dicembre, alle 17:45, la nave ripartì da Durazzo di scorta alla motonave Donizetti e ai piroscafi Aventino e Quirinale, arrivando a Bari alle 7:40 del 31[8].
Tra il 1940 e il 1942 cinque unità della classe La Masa, tra cui la Bassini, vennero sottoposte a lavori di rimodernamento che comportarono l'eliminazione di uno o due pezzi da 102/45 Mod. 1917, dei due cannoni da 76/40 e di due mitragliere da 6,5/80, nonché, su alcune unità, di un complesso lanciasiluri binato da 450 mm, e l'installazione di 6 mitragliere singole da 20/65 Breda Mod. 1940, e, su alcune navi, anche di due scaricabombe di profondità[4][11]. Dopo il 1940, pertanto, l'unità fu sottoposta a lavori di modifica che videro la rimozione di due cannoni da 102 mm, la sostituzione dei pezzi da 76 mm con 6 mitragliere da 20 mm e l'eliminazione di due tubi lanciasiluri da 450 mm[4]. M
1941
[modifica | modifica wikitesto]Il 1º gennaio 1941, alle 2:00, la Bassini lasciò Bari insieme all'incrociatore ausiliario Barletta, per scortare a Durazzo i piroscafi Aventino e Quirinale e la motonave Città di Savona, aventi a bordo 2884 militari, 72 quadrupedi e 348 tonnellate di rifornimenti[8]. Il convoglio giunse in porto alle 15:50[8]. Alle 18 del 2 gennaio la torpediniera partì da Durazzo di scorta ad Aventino, Quirinale e Città di Savona, che rientravano scarichi a Bari, dove giunsero alle 10:00 del 3[8]. Il 24 gennaio l'unità scortò da Brindisi a Durazzo i piroscafi Scarpanto e Brunner, aventi a bordo 192 tonnellate di combustibile e 397 di artiglieria, munizioni, provviste e altri rifornimenti, e la cisterna militare Prometeo, carica di nafta destinata alla Regia Marina[8].
Il 25 gennaio, alle 9:30, la Bassini salpò da Durazzo di scorta ai piroscafi Argentina, vuoto, e Merano, adibito al servizio postale, con i quali giunse a Brindisi alle 17:20, mentre l'indomani, alle 23, lasciò il porto pugliese di scorta ai piroscafi Lido, Luciano, Polcevera e Aprilia, che trasportavano benzina, munizioni, foraggio e altri rifornimenti a Valona, dove giunsero alle 10:30 del 27[8]. Lo stesso 27 gennaio, alle 17:30, la Bassini lasciò Valona scortando i piroscafi Absirtea e Arpione e il piroscafo cisterna Conte di Misurata, scarichi, arrivando a Brindisi alle 8:00 del 28[8]. Il 30 gennaio la nave, insieme alla gemella Fabrizi e all'incrociatore ausiliario Brindisi, partì da Brindisi alle 2:00 per scortare Città di Marsala e Argentina, aventi a bordo 1230 uomini, dodici automezzi e 234 tonnellate di provviste, vestiario, pezzi d'artiglieria, munizioni e altri rifornimenti, a Valona, dove giunsero alle 9:30[8].
Il 12 febbraio, alle 00:15, la torpediniera partì da Brindisi unitamente al rimorchiatore Portofino, per scortare a Durazzo i piroscafi Luana, Neghelli, Carmela (le tre navi trasportavano complessivamente 1309 tonnellate di munizioni, benzina e altri carburanti), Magliulo, Anna Capano e Anna Zippitelli (questi tre mercantili erano adibiti a servizio civile): il convoglio raggiunse il porto albanese alle 13[8]. Dieci giorni più tardi, alle 6:00 del 22, la Bassini lasciò Durazzo di scorta al piroscafo postale Merano, col quale giunse a Brindisi alle 15:15[8]. Il giorno successivo, alle 22, l'unità e l'incrociatore ausiliario Brioni partirono da Bari per scortare i piroscafi Milano e Aventino e le motonavi Rossini e Narenta, che trasportavano 2827 militari, 174 quadrupedi e 731 tonnellate di rifornimenti, a Durazzo, dove arrivarono alle 9:25 del 24 febbraio[8].
Il 26 febbraio[12], alle 3:45, la Bassini ripartì da Durazzo alla volta di Bari, dove giunse alle 15:15 del giorno stesso di scorta a Milano, Rossini e Aventino, che rientravano vuoti[8]. Il 1º marzo Bassini e Morosini salparono da Bari alle 22:30, per scortare a Durazzo le motonavi Rossini e Città di Marsala e i piroscafi Diana, Zena e Titania, che trasportavano in tutto 1285 uomini, 1676 quadrupedi e 443 tonnellate di munizioni e altri rifornimenti: le navi giunsero a Durazzo alle 14:45 del 2 marzo[8].
Il 3 marzo, alle 00:30, la torpediniera lasciò Durazzo per scortare a Bari i piroscafi scarichi Mameli e Sant'Agata, con i quali giunse nel porto pugliese alle 15, per poi ripartirne alle 20 del 4 insieme al Brioni, di scorta al piroscafo Quirinale e alle motonavi Puccini, Città di Agrigento e Città di Tripoli, aventi a bordo 3126 uomini, 2,5 tonnellate di foraggio e 554 di altri rifornimenti[8]. Il convoglio arrivò a Durazzo a mezzogiorno del 5 marzo[8]. Il 6 marzo, alle 10:30, la Bassini partì da Durazzo di scorta al piroscafo Quirinale e alle motonavi Città di Tripoli e Puccini (le prime due trasportavano 316 feriti, la terza era scarica), arrivando a Bari alle 22:45[8]. Alle 4:00 del 9 marzo Bassini e Brioni salparono da Bari per scortare a Durazzo, dove giunsero alle 17:30, il piroscafo Quirinale e le motonavi Città di Tripoli, Riv e Puccini, aventi a bordo complessivamente 2252 militari, 145 autoveicoli e 1432 tonnellate di rifornimenti[8].
L'11 marzo, alle 4:00, la nave ripartì da Durazzo scortando Città di Tripoli (con 207 feriti a bordo), Quirinale e Puccini (vuote) di ritorno a Bari, dove arrivarono a mezzogiorno[8]. All'1.40 del 14 marzo 1941 la Bassini salpò da Bari insieme al Capitano Cecchi, di scorta ai piroscafi Aventino, Quirinale e Milano e alle motonavi Rossini e Filippo Grimani, che trasportavano il primo scaglione della Divisione Fanteria «Casale», costituito da 3749 militari, 123 quadrupedi, 1351 tonnellate di provviste e 605 di altri rifornimenti[8].
Il 15 marzo, a mezzogiorno, l'unità partì da Durazzo di scorta al piroscafo Aventino, con a bordo 228 feriti, e alle motonavi Birmania, Narenta e Rossini, scariche, arrivando a Bari all'1:30 del giorno seguente[8]. Il 18 Bassini e Brioni partirono da Bari a mezzanotte, scortando a Durazzo, dove giunsero a mezzogiorno, Quirinale, Rossini, Puccini e Aventino, con a bordo in tutto 3703 militari, 98 quadrupedi e 537 tonnellate di rifornimenti, e il giorno seguente, alle 17, la torpediniera ripartì dal porto albanese di scorta a Quirinale (con 384 feriti lievi), Grimani, Aventino e Puccini, vuote, che arrivarono a Bari alle 7:00 del 20[8]. Lo stesso 20 marzo la Bassini scortò, insieme al Capitano Cecchi, i piroscafi Sant'Agata e Aventino e le motonavi Rossini e Puccini, cariche di 2808 uomini, 833 quadrupedi e 458 tonnellate di rifornimenti, da Bari a Durazzo[8].
Il 22 marzo, alle 9:30, la nave lasciò Durazzo di scorta al piroscafo Istria e alle motonavi Rossini e Puccini, scariche, raggiungendo Bari alle 20:30, mentre il 23, alle 20:00, ripartì da Bari unitamente all'incrociatore ausiliario Brindisi e scortò le motonavi Puccini, Donizetti, Barbarigo e Città di Tripoli (con a bordo complessivamente 2390 militari, 158 autoveicoli e 1270 tonnellate di rifornimenti) a Durazzo, dove arrivarono alle 8:35 del 24[8]. La Bassini lasciò poi Durazzo alle 19:15 del 24 marzo, di scorta alle motonavi Città di Tripoli (con 162 feriti leggeri a bordo) e Narenta e ai piroscafi Milano e Monstella, scarichi, arrivando a Bari alle 8:30 del 25[8]. Il 26 marzo, alle 18, la torpediniera salpò da Bari di scorta ai piroscafi Istria, Zena, Sagitta e Marco, i primi tre carichi di 600 quadrupedi, 28 autoveicoli, 66 militari e 5938 tonnellate di rifornimenti, il quarto adibito a servizio civile[8]. Le navi arrivarono a Durazzo alle 8:50 del 27[8].
Il 28 marzo, alle 7:00, la Bassini ripartì da Durazzo diretta a Bari, di scorta alle motonavi Città di Alessandria e Città di Marsala, con 250 feriti a bordo: il convoglio giunse in porto alle 20[8]. Alle 20 del 29 marzo la nave salpò da Bari insieme al Capitano Cecchi, scortando a Durazzo, dove giunsero alle 8:45 dell'indomani, Quirinale, Rossini, Aventino e Puccini, con a bordo 3408 militari, 65 quadrupedi e 371 tonnellate di rifornimenti[8]. Il 31 marzo, alle 6:30, la torpediniera partì da Durazzo diretta a Bari, dove giunse alle 19, di scorta a Quirinale (avente a bordo 286 feriti lievi) e Puccini (scarica)[8].
Il 21 settembre Bassini e Brindisi scortarono da Bari a Durazzo, via Cattaro, i piroscafi Italia, Aventino e Rosandra, aventi a bordo personale, automezzi e materiale del Regio Esercito[8]. Tre giorni dopo le due unità furono di nuovo di scorta ad Italia, Rosandra e Aventino, che rientravano da Durazzo a Bari con 3500 militari rimpatrianti, mentre il 25 settembre la sola Bassini scortò da Brindisi a Patrasso i piroscafi Tagliamento e Fanny Brunner[8]. Il 29 del mese la torpediniera fu di scorta alla nave cisterna Utilitas in navigazione da Patrasso a Brindisi[8]. Il 22 ottobre la Bassini e l'incrociatore ausiliario Attilio Deffenu scortarono i piroscafi Francesco Crispi e Piemonte e la motonave Viminale, con truppe e rifornimenti, da Bari a Patrasso[8]. Il 31 ottobre la torpediniera fu di scorta alla motonave Città di Marsala e al piroscafo Volodda, con militari che rimpatriavano, da Patrasso a Brindisi[8].
1942
[modifica | modifica wikitesto]Il 7 gennaio 1942 la Bassini e il Brioni scortarono da Durazzo a Bari Aventino, Rosandra e Quirinale, carichi di militari che rimpatriavano[8]. Il 19 gennaio la torpediniera, insieme all'incrociatore ausiliario Città di Napoli, scortò il piroscafo Città di Catania, con truppe e rifornimenti, da Bari a Durazzo, e più tardi nella stessa giornata la sola Bassini scortò da Bari a Durazzo la nave cisterna Cassala[8]. Il 22 gennaio la nave, insieme al Città di Napoli, scortò di nuovo il Città di Catania da Bari a Durazzo, e due giorni dopo Bassini e Città di Napoli furono di scorta allo stesso mercantile di ritorno da Durazzo a Bari[8].
L'11 febbraio la torpediniera fu di scorta, insieme al Brindisi, ai piroscafi Crispi, Milano e Piemonte in navigazione da Bari a Patrasso, via Corfù, con truppe e materiali, mentre il 13, unitamente al Brindisi e al cacciatorpediniere Turbine, scortò i tre stessi mercantili, carichi di truppe e rifornimenti, da Corfù a Patrasso[8]. Il 14 febbraio la Bassini scortò da Patrasso a Corfù, insieme all'incrociatore ausiliario Egitto, il piroscafo tedesco Bellona e la nave cisterna rumena Balkan, mentre il giorno seguente Bassini e Egitto furono di scorta ai due stessi mercantili da Corfù a Brindisi[8]. Il 25 febbraio Bassini e Brindisi scortarono da Brindisi a Corfù i piroscafi Pozzuoli e Abbazia (quest'ultimo proveniente da Valona) con un carico di grano e altri materiali[8].
Il 4 marzo Bassini e Brindisi scortarono da Corfù a Patrasso Pozzuoli e Abbazia, mentre il 15 la torpediniera, unitamente al Città di Napoli, scortò da Brindisi a Patrasso la nave cisterna Celeno e il piroscafo Polcevera[8].
Alle 13 del 28 marzo 1942 la Bassini salpò da Patrasso di scorta, insieme all'incrociatore ausiliario Città di Napoli, al cacciatorpediniere Sebenico e alle torpediniere San Martino, Mosto e Castelfidardo, ad un convoglio composto dai trasporti truppe Galilea, Francesco Crispi, Italia, Viminale, Aventino e Piemonte, diretti a Bari via Brindisi[8]. Piemonte, Crispi, Galilea e Viminale trasportavano reparti della Divisione alpina Julia che rimpatriava dalla Grecia, mentre sull'Italia e sull'Aventino erano imbarcati uomini dei presidi del Dodecaneso che rientravano in licenza[8]. In totale i sei piroscafi trasportavano 8300 uomini[8]. Dopo essere uscito, come normalmente, dal passo di Capo Dukato, il convoglio si dispose in doppia colonna, con il Città di Napoli (caposcorta e capo convoglio) in testa, la Bassini in coda, Mosto e Sebenico sulla dritta e San Martino e Castelfidardo sulla sinistra (tutte le navi della scorta procedevano a zig zag)[8]. La colonna di dritta era composta, nell'ordine, da Galilea, Crispi e Italia, quella di sinistra da Viminale, Piemonte e Aventino[8]. Alle 22:45 di quel giorno il sommergibile britannico Proteus silurò il Galilea, 9 miglia a sudovest di Antipaxo[8]. Mentre il Galilea, colpito da un siluro a prua sinistra, sbandava sul lato sinistro e rallentava (s'immobilizzò dopo una decina di minuti), le unità di scorta accostarono dal lato esterno della formazione[8]. Come ordinato prima della partenza, il resto del convoglio proseguì, giungendo a Bari il giorno seguente, e lasciando solo la Mosto a soccorrere la nave colpita[8]. Dopo una lunga agonia, il Galilea s'inabissò alle 3:50 del 29 marzo in posizione 4°93' N e 20°05' E: nel disastro persero la vita 995 (o 991[8]) uomini[13][14], mentre solo 284 poterono essere salvati[8].
Il 3 aprile la Bassini scortò da Valona a Bari la nave cisterna Dora C., mentre il 7 lasciò Bari diretta a Durazzo, insieme al Brioni, al cacciatorpediniere Euro e alla torpediniera Medici, per scortare a Durazzo i piroscafi Aventino, Italia, Titania e Ogaden[8]. La Bassini, tuttavia, entrò in collisione con l'Aventino, e le due navi dovettero fare ritorno a Bari[8].
Il 2 ottobre 1942 la torpediniera scortò da Patrasso a Navarino, insieme al vecchio cacciatorpediniere Riboty, la nave cisterna Devoli, e due giorni dopo fu di scorta, sempre insieme al Riboty, alla motonave Calino in navigazione da Patrasso a Bari[8]. Il 5 ottobre la sola Bassini scortò da Patrasso a Brindisi i piroscafi Chisone e H. Harp (quest'ultimo tedesco)[8]. L'8 ottobre 1942, alle 17:15, la Bassini lasciò Brindisi al comando del tenente di vascello Vaccarezza per scortare a Navarino il trasporto militare Enrichetta, carico di carburante in fusti e altri rifornimenti per le basi greche della Regia Marina[8]. Alle 9:40 del 10 ottobre l'Enrichetta, con foschia, piovaschi, vento di burrasca e mare agitato, accostò per 158°, mentre la torpediniera procedeva zigzagando di prua, alternandosi da un lato all'altro del piroscafo[8]. Alle 13:30 dello stesso giorno, al largo dell'isola di Proti, la Bassini, che si trovava sulla dritta dell'Enrichetta (il convoglio procedeva a sette nodi di velocità con rotta 158°, e la Bassini zigzagava circa 1000 metri a proravia del piroscafo), perse di vista il trasporto a causa di un forte piovasco con tuoni e fulmini e concomitante vento da nord/nordest, che ridusse la visibilità a 300 metri e che persistette sino alle 14:10[8]. Iniziato il piovasco, la Bassini smise di zigzagare e assunse rotta 158°, e, a causa delle intense e vicine perturbazioni elettriche, il comandante Vaccarezza fece sospendere temporaneamente l'ascolto alla radio[8]. Alle 14:10, con il graduale scemare del piovasco, la torpediniera non era più in vista dell'Enrichetta, quindi, ripresa la navigazione a zig zag in conseguenza dell'aumentata visibilità, cercò di avvicinarsi alla posizione in cui si presumeva che il trasporto si sarebbe dovuto trovare[8]. Alle 14:20 la Bassini, che si trovava a cinque miglia per 326° da Proti, non riusciva a vedere l'Enrichetta nonostante una visibilità di due miglia in crescita, pertanto, alle 14:25, invertì la rotta e incrementò la velocità a 18 nodi[8]. Alle 14:50 la torpediniera avvistò, a 1,5 miglia sulla dritta, diverse boe, quindi manovrò per avvicinarsi, iniziando poi a distinguere numerosi fusti e rottami ai quali erano aggrappati parecchi naufraghi: in un'area di mille metri di diametro erano sparsi rottami, diverse centinaia di fusti di benzina, una mezza dozzina di boe e circa cinquanta torpedini da blocco[8]. Alle 15:30 vennero calate la iole e due battellini, per soccorrere i superstiti, i primi dei quali giunsero a bordo dopo mezz'ora (l'opera di salvataggio era complicata dal mare agitato)[8]. I naufraghi riferirono che l’Enrichetta era stato centrato sul lato sinistro da tre siluri lanciati da un sommergibile britannico, il P 43, ed era affondato in mezzo minuto dopo l'esplosione dei fusti di benzina, in posizione 37°11' N e 21°26' E[8][15]. Il recupero dei superstiti (che vennero rifocillati e rivestiti dall'equipaggio della torpediniera con ciò di cui si disponeva a bordo), durante il quale due caccia Macchi sorvolarono la zona, ebbe fine alle 17:30, dopo di che, dopo aver inutilmente cercato di riferire a Marimorea del salvataggio dei naufraghi (la trasmissione dei messaggi era vanificata dal maltempo), la Bassini, alle 17:45, issò a bordo le proprie imbarcazioni e ispezionò l'area per accertarsi di aver salvato tutti i sopravvissuti[8]. Alle 17:54 la nave mise le macchine avanti tutta e diresse su Navarino, dove diede fondo alle 19:10, dopo aver incontrato due motovedette e un rimorchiatore partiti da Navarino e diretti sul punto dell'affondamento[8]. Dei 151 uomini a bordo dell'Enrichetta, 61 scomparvero in mare, mentre 78, tra cui 18 feriti, vennero recuperati dalla Bassini[8]. Due di questi ultimi spirarono prima dell'arrivo in porto, portando così il numero delle vittime a 63[8][8][16].
Il 21 ottobre la torpediniera scortò da Prevesa a Valona e poi a Brindisi il piroscafo Cesco e la nave cisterna Devoli, e cinque giorni più tardi scortò da Bari a Valona il Cesco[8]. Il 29 ottobre la Bassini scortò da Brindisi a Patrasso il trasporto militare Pluto e il piroscafo mercantile Volodda[8].
Il 6 novembre la Bassini lasciò Taranto insieme alle torpediniere Castore e Antonio Mosto, per scortare la nave cisterna Giorgio a Suda[8]. Bassini e Mosto, tuttavia, si fermarono a Patrasso, dopo di che la Giorgio proseguì con la scorta della sola Castore[8]. Il 15 novembre la nave scortò da Patrasso a Valona la nave cisterna Berbera, che procedeva a rimorchio del rimorchiatore Teseo[8]. Dieci giorni più tardi la Bassini scortò da Corfù a Taranto la moderna motonave da carico Valfiorita[8].
1943
[modifica | modifica wikitesto]Il 7 gennaio 1943 la Bassini, unitamente all'incrociatore ausiliario Città di Genova, scortò da Bari a Durazzo il piroscafo Milano, con truppe e rifornimenti, e quattro giorni dopo la torpediniera e l'incrociatore ausiliario scortarono da Durazzo a Bari il piroscafo Rosandra, che trasportava truppe rimpatrianti[8]. L'11 febbraio, alle 18, la nave lasciò Bari insieme ad un convoglio, giungendo a Corfù alle 10:00 dell'indomani e ripartendone alle 22 dello stesso giorno, arrivando a Patrasso alle 15 del 12 febbraio[17].
Nel febbraio 1943 la torpediniera, al pari di molte altre siluranti e navi scorta italiane e tedesche, venne utilizzata per il trasporto veloce di truppe e rifornimenti in Tunisia[18]. Il 12 marzo la Bassini, insieme all'incrociatore ausiliario Lazzaro Mocenigo e alla torpediniera Giuseppe Missori, scortò da Bari a Durazzo i piroscafi Milano e Quirinale[8].
Alla mezzanotte del 23 aprile la torpediniera salpò da Messina per scortare a Tunisi, unitamente alle moderne corvette Gabbiano ed Euterpe e alla torpediniera Climene, il piroscafo Galiola, proveniente da Reggio Calabria e carico di munizioni[19][20]. Alle 6:05 (ora italiana; 4:50 ora inglese) del 24 aprile il sommergibile britannico Sahib silurò il Galiola tra Vulcano e la costa settentrionale siciliana, lungo la quale il convoglio stava precedendo, e il piroscafo saltò in aria, inabissandosi in tre minuti spezzato in due, cinque miglia a nordovest di Milazzo[19][20][21][22]. Mentre le torpediniere provvedevano a salvare i superstiti, il Sahib era giunto quasi ad affiorare e fu perciò avvistato da un bombardiere tedesco Junkers Ju 88, che gli lanciò una bomba senza tuttavia colpirlo: la Climene quasi subito rilevò l'unità nemica con l'ecogoniometro passò quindi al contrattacco, seguita dalle due corvette, con il lancio di complessivamente 30 bombe di profondità[20][21][22]. Gravemente danneggiato dagli scoppi e con falle a bordo alle 5:45 (ora inglese), il Sahib dovette emergere, venendo mitragliato dallo Ju 88 e dalle unità della scorta[20][21][22]. L'intero equipaggio dell'unità inglese, composto da 48 uomini, abbandonò quindi il sommergibile, dopo aver avviato le manovre di autoaffondamento[20][21][22]. Centrato anche dal tiro d'artiglieria della Climene, il Sahib s'inabissò di poppa poco dopo, in posizione 38°30' N e 15°15' E (a due miglia da Capo Milazzo)[20][21][22][23]. Tutto l'equipaggio dell'unità inglese venne salvato dalle unità italiane, ma un marinaio morì successivamente per le ferite[20][21][22].
Il 28 maggio 1943 la Bassini era ormeggiata a Livorno quando la città fu devastata da un pesante bombardamento aereo da parte di 92 velivoli dell'USAAF, che provocò 294 vittime tra la popolazione civile e ingenti danni alla città e al porto[7][24]. Tra le numerose unità mercantili e militari affondate nel bombardamento vi fu anche la Bassini: la torpediniera, centrata da una bomba e devastata dal suo scoppio, si capovolse e affondò nel porto della città toscana[7].
Il relitto della Bassini, radiata il 18 ottobre 1946, venne recuperato nel 1946 e demolito[25].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (CS, EN) Angelo Bassini, su Warships of World War II. URL consultato il 26 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 12 aprile 2013).
- ^ Collezione Online - La Domenica del Corriere (archiviato dall'url originale il 31 agosto 2011).
- ^ La Regia Marina tra le due guerre mondiali (PDF).
- ^ a b c Marina Militare.
- ^ Giovanni Barbini sul sito della Marina Militare.
- ^ La torpediniera Nicola Fabrizi (PDF).
- ^ a b c Trentoincina.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad ae af ag ah ai aj ak al am an ao ap aq ar as at au av aw ax ay az ba bb bc bd be bf bg bh bi bj bk bl bm bn bo bp bq br bs bt bu bv bw bx by bz ca cb cc cd ce cf cg ch ci cj ck cl cm cn co cp cq cr cs ct cu cv cw Pier Filippo Lupinacci, Vittorio E. Tognelli, La difesa del traffico con l'Albania, la Grecia e l'Egeo, pp. 18-27-47-123-129-130-176-177-178-180-181-196-200-201-203-205-206-207-209-210-211-212-214-215-224-225-226-227-229-236-241-242-243-245-246-247-248-250-251-253-254-256-257-258-259-260-261-262-263-264-265-357-358-359-369-373-393-396-397-402-403-406-408-412-415-417-419-466-467-470-471-472-474-476-478-487-499.
- ^ German Raiders, November 1940.
- ^ Seekrieg 1940, November..
- ^ Navypedia.
- ^ La difesa del traffico con l'Albania, la Grecia e l'Egeo indica il 24 febbraio come data, ma l'incongruenza con gli orari della precedente scorta e il fatto che la missione si trovi, nell'ordine cronologico, in mezzo a quelle del 26 febbraio fa propendere per un refuso.
- ^ Affondamento del Galilea.
- ^ St Nazaire Raid, Battle of Sirte, Russian convoy PQ13, March 1942.
- ^ Historisches Marinearchiv.
- ^ Articoli Grupsom Enrichetta.
- ^ Giulio Ciappei, su orasesta.it. URL consultato il 26 settembre 2012 (archiviato dall'url originale il 30 aprile 2019).
- ^ Seekrieg 1943, Februar..
- ^ a b Historisches Marinearchiv.
- ^ a b c d e f g I Marinai delle Corvette - Brunello Danti sull'Euterpe.
- ^ a b c d e f Allied Warships of WWII - Submarine HMS Sahib - uboat.net.
- ^ a b c d e f SUBMARINE LOSSES 1904 TO PRESENT DAY - Page 8 (archiviato dall'url originale il 25 luglio 2011).
- ^ Royal Navy losses in World War 2 - Submarines.
- ^ Bombardamenti aerei alleati sulle città italiane nel 1943 (PDF) (archiviato dall'url originale il 2 febbraio 2014).
- ^ Navyworld.