Ferrante Pallavicino
Ferrante Pallavicino o Pallavicini (Piacenza, 23 marzo 1615 – Avignone, 5 marzo 1644) è stato uno scrittore italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Era figlio di Giangirolamo Pallavicino (1570-1628) e di Chiara Cavalca di Parma (?-1646).[1]
Studiò a Milano fra i canonici regolari lateranensi. Dopo un soggiorno a Padova, verso la fine del 1635 si trasferì a Venezia, dove frequentò l'Accademia degli Incogniti, una delle celebri accademie del XVII secolo fondata da Giovanni Francesco Loredano.
Pallavicino, che fu definito flagello dei Barberini, pubblicò libri degli argomenti più disparati: da temi sacri a novelle di genere decisamente audaci. Tra i vari titoli I successi del mondo dell'anno (1636), Le bellezze dell'anima (1640), Retorica delle puttane[2], la Rete di Vulcano.
Nel 1640 fu in Germania come cappellano del generale Ottavio Piccolomini, duca di Amalfi. Ritornato a Venezia, fu incarcerato per il suo libro Il corriero svaligiato, che colpiva la chiesa e in particolar modo i gesuiti. Venne poi liberato, dopo qualche mese, senza subire processi.
Continuò il genere satirico con La baccinata ovverro batterella per le Api Barberine e il Dialogo tra due gentiluomini Acanzi (1642), che traggono il soggetto dalla guerra per il Ducato di Castro tra il papa Urbano VIII, appartenente alla famiglia dei Barberini, e Odoardo Farnese, duca di Parma e Piacenza. I Barberini, tramite il nunzio a Venezia Francesco Vitelli, organizzarono un agguato in Francia, riuscendo a catturarlo nel 1643 nelle vicinanze di Avignone, allora dominio pontificio. Fu accusato di avere scritto libelli contro il pontefice e condannato alla decapitazione. La condanna venne eseguita ad Avignone il 5 marzo 1644.
Gli è talvolta attribuito anche lo scritto polemico Il divorzio celeste cagionato dalle dissolutezze della Sposa romana, pubblicato anonimo nel 1643, che fu tradotto in francese ed ebbe una larga eco nei paesi protestanti.
I posteri tuttavia non sono stati così generosi: secondo Sergio Bertelli Pallavicino è un «autore di romanzacci più o meno osé, come Le turbolenze delle vestali, a proposito di certi amori di monache d'un convento di Baiano, nei dintorni di Napoli, o la trilogia delle avventure del nobile Glisomiro.»[3]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Pompeo Litta, Famiglie celebri d'Italia. Pallavicino, Torino, 1835.
- ^ Esiste una parafrasi moderna di Guillaume Apollinaire (La philosophie des courtisanes, Paris, s.d. né n.) di questa opera del Pallavicino.
- ^ Sergio Bertelli, Ribelli, libertini e ortodossi nella storiografia barocca, La nuova Italia, 1973, p. 214.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Luca Piantoni, Pallavicino, Ferrante, in Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo, consultabile sul sito di «ereticopedia.org», 2014.
- Ferrante Pallavicino, Il Giuseppe (1637), edizione critica a cura di Luca Piantoni, Lecce, Argo, i.c.s.
- Luca Piantoni, La «tirannide del cuore». Passioni, fortuna, ethos e «ragion di stato» nella produzione di Ferrante Pallavicino, in E. Selmi, L. Piantoni, M. Rinaldi, Il fiore delle passioni. Animo e virtù nel sistema dei saperi tra Cinque e Seicento, Padova, Cleup, 2012, pp. 169–219.
- Luca Piantoni, «Per le Sagre storie discorrendo». Etica e politica nel romanzo religioso di Ferrante Pallavicino, «Studi Secenteschi», LII, 2011, pp. 27–51.
- Ferrante Pallavicino, Il Principe Ermafrodito, editore Salerno, 2005. ISBN 8884024854.
- Ferrante Pallavicino, La Retorica delle Puttane, editore Edizioni Clandestine, 2004. ISBN 8887899495.
- Laura Coci, Bibliografia di Ferrante Pallavicino, in «Studi secenteschi», 24 (1983).
- Raffaello Urbinati, Ferrante Pallavicino. Il flagello dei Barberini, Roma 2004. ISBN 8884024498.
- Alessandro Metlica (cur.), Ferrante Pallavicino. Libelli antipapali. La Baccinata e il Divorzio celeste, Edizioni dell'Orso, Alessandria 2011. ISBN 9788862742917.
- Alberto Beniscelli (cur.), Libertini italiani. Letteratura e idee tra XVII e XVIII secolo, BUR, Milano 2011. ISBN 9788817050609.
- Pompeo Litta, Famiglie celebri d'Italia. Pallavicino, Torino, 1835.
- Albert N. Mancini, Intorno alle traduzioni in inglese di opere di Ferrante Pallavicino: "Il corriero svaligiato/The Post-boy rob'd of his mail", in Italica, vol. 88, n. 3, 2011, pp. 465-482, JSTOR 23070884.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikisource contiene una pagina dedicata a Ferrante Pallavicino
- Wikiquote contiene citazioni di o su Ferrante Pallavicino
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Ferrante Pallavicino
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Pallavicino, Ferrante, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Luigi Fassò, PALLAVICINO, Ferrante, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1935.
- Mario Infelise, PALLAVICINO, Ferrante, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 80, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2014.
- Opere di Ferrante Pallavicino, su Liber Liber.
- Opere di Ferrante Pallavicino, su MLOL, Horizons Unlimited.
- (EN) Opere di Ferrante Pallavicino, su Open Library, Internet Archive.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 9856996 · ISNI (EN) 0000 0001 2120 1328 · SBN CFIV040935 · BAV 495/42108 · CERL cnp00124887 · LCCN (EN) n79075530 · GND (DE) 128458992 · BNE (ES) XX1058783 (data) · BNF (FR) cb11998593v (data) · J9U (EN, HE) 987007271495905171 · CONOR.SI (SL) 114763875 |
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