Junkers A 50
Junkers A 50 | |
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La riproduzione del A50ci D-2054 esposta al Deutsches Museum di Monaco di Baviera | |
Descrizione | |
Tipo | aereo da turismo sportivo aereo da addestramento |
Equipaggio | 1 |
Progettista | Heinrich Johann Arntzen Hermann Pohlmann |
Costruttore | Junkers |
Data primo volo | 13 febbraio 1929 |
Dimensioni e pesi | |
Tavole prospettiche | |
Lunghezza | 7,12 m |
Apertura alare | 10,00 m |
Altezza | 2,40 m |
Superficie alare | 13,70 m² |
Peso a vuoto | 360 kg |
Peso carico | 600 kg |
Passeggeri | 1 |
Capacità combustibile | 95 L |
Propulsione | |
Motore | un radiale Siemens-Halske Sh 13 |
Potenza | 87 PS (55 kW) |
Prestazioni | |
Velocità max | 140 km/h |
Tangenza | 4 600 m |
Note | dati riferiti alla versione A 50ci |
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Lo Junkers A 50, designazione aziendale EF 31 e citato anche come Junkers A 50 Junior[3], era un monomotore da turismo ed addestramento biposto ad ala bassa prodotto dall'azienda tedesca Junkers Flugzeugwerk AG negli anni trenta.
Di costruzione interamente metallica, era caratterizzato dalla singolare superficie in metallo ondulato tipico della produzione Junkers.
Storia del progetto
[modifica | modifica wikitesto]L'A 50 fu il primo velivolo interamente progettato da Hermann Pohlmann da quando venne assunto dalla Junkers e caratterizzato dalla struttura metallica ricoperta da pannelli in duralluminio ondulato atto ad aumentarne al robustezza strutturale, soluzione adottata anche dai grandi aerei da trasporto passeggeri. Il prototipo, dotato di un motore radiale Walter NZ di produzione cecoslovacca[3], venne portato in volo per la prima volta il 13 febbraio 1929 seguito da altri 4 prototipi realizzati per testare le varie soluzioni di motorizzazione.
Hugo Junkers aveva previsto una produzione di 5 000 esemplari, ma il progetto venne interrotto dopo solo 69 apparecchi, di cui solo 50 sono stati venduti, probabilmente a causa dell'elevato prezzo di acquisto. Oltre che in Germania, sono stati utilizzati in molti altri paesi ed alcuni esemplari utilizzati dalle compagnie aeree. A partire dalla versione A 50ce venne introdotta la possibilità di ripiegare le ali per facilitare il trasporto e l'hangaraggio.
Tre A 50 tedeschi parteciparono alla gara internazionale per aerei da turismo Challenge 1929, arrivando all'undicesimo posto (velivolo A 50be, pilot Waldemar Roeder) e al diciassettesimo. Tre A 50 parteciparono anche al Challenge 1930 dell'anno seguente, arrivando al quindicesimo posto (A 50ce, pilota Johann Risztics), al ventisettesimo e al ventinovesimo.
Ne venne realizzata anche una versione sperimentale partendo dall'esemplare W.Nr.3502 ed immatricolato D-1682 per lo studio di un'ala ad incidenza variabile. Il velivolo aveva assunto un'inusuale configurazione biplana con la nuova ala montata alta a parasole e collegata all'ala inferiore originale.[4]
Tecnica
[modifica | modifica wikitesto]L'A 50 era un velivolo dall'aspetto piuttosto convenzionale; monomotore, ad ala bassa e carrello fisso. La sua particolarità risiedeva nel materiale usato per la costruzione, struttura metallica sovrapposta a pannelli in duralluminio ondulato, tipico della produzione Junkers. La fusoliera caratterizzata dall'adozione di due abitacoli aperti in tandem, l'anteriore per il pilota/allievo ed il posteriore per il passeggero/istruttore, dotati entrambi di un parabrezza. Posteriormente terminava in un impennaggio classico monoderiva dai piani orizzontali controventati. L'ala era montata bassa ed a sbalzo, caratterizzata anch'essa dalla superficie metallica ondulata. Il carrello d'atterraggio era fisso, con le ruote collegate alla parte inferiore dell'ala e della fusoliera da una struttura in tubolare, ed integrato posteriormente con un pattino d'appoggio posizionato sotto al coda. La propulsione era affidata ad un motore radiale posto sul muso, variato nel tipo e nella potenza a seconda delle versioni prodotte ma sempre abbinato ad un'elica bipala in legno a passo fisso.
Versioni
[modifica | modifica wikitesto]- J 50
- prototipo motorizzato con il radiale Anzani da 50 PS (37 kW).
- A 50
- versione motorizzata con il radiale Armstrong Siddeley Genet da 80 hp (60 kW).
- A 50ba
- versione motorizzata con il radiale Walter NZ da 80 PS (59 kW), prodotta in un solo esemplare.
- A 50be
- versione dotata di motorizzazione Armstrong Siddeley Genet.
- A 50ce
- versione motorizzata Armstrong Siddeley Genet II da 85 hp (63 kW) o, per l'esportazione, da un Genet Major I da 100 hp (75 kW), dotato di ali ripiegabili per favorirne l'hangaraggio.
- A 50ci
- versione motorizzata con il radiale Siemens-Halske Sh 13, da 88 PS (65 kW), dotato di ali ripiegabili.
- A 50fe
- versione motorizzata Armstrong Siddeley Genet II da 85 hp (63 kW), dotato di migliorie strutturali e di ali ripiegabili.
Le varianti -ce e -ci furono le più prodotte, con circa 25 immatricolazioni sul registro civile tedesco[5] Grazie alla loro struttura, gli A 50 furono velivoli longevi e dotati di una lunga vita operativa.
Utilizzatori
[modifica | modifica wikitesto]Civili
[modifica | modifica wikitesto]Militari
[modifica | modifica wikitesto]Esemplari attualmente esistenti
[modifica | modifica wikitesto]Pur non essendo arrivati ai nostri giorni esemplari originali completi una copia è esposta al Deutsches Museum di Monaco di Baviera[2], un secondo, di proprietà del Suomen Ilmailumuseo di Helsinki, si trova attualmente esposto nella sala partenze dell'aeroporto di Helsinki-Vantaa. Il velivolo riproduce l'A 50c marche OH-ABB (ex D-1915) (Wk.n 3530) con cui il pilota finlandese Vaino Bremer compì un volo da Helsinki a Città del Capo e ritorno nel 1932.[7]
Un terzo esemplare (immatricolazione civile VH-UCC, s/n 3517) è stato riportato alle condizioni di volo negli anni sessanta, certificato ed autorizzato al volo civile in Australia dove venne utilizzato con discontinuità fino agli anni novanta.[8] Nel 2009 questo esemplare ritornò in Germania acquistato e prestato al Technikmuseum Hugo Junkers, a Dessau, dove dopo un restauro per riportarlo alle condizioni originarie verrà esposto presso le sue strutture museali.[9]
Sono presenti inoltre alcune parti, il timone, la cappottatura ed i galleggianti della versione idrovolante, presso il Suomen Ilmailumuseo di Helsinki.[10]
Primati
[modifica | modifica wikitesto]Nel giugno del 1930 una versione idrovolante dell'A 50, dotata di motore Armstrong Siddeley da 59 kW (79 CV), stabilì una serie di otto record mondiali della FAI, per altitudine di volo, distanza percorsa e velocità media.
Nel 1931 Marga von Etzdorf fu la prima donna a volare in solitaria, con un A 50, da Berlino a Tokyo.[11]
Velivoli comparabili
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Turner, P. St.J. and Nowarra, H Junkers: an aircraft album (1971) p.54-7. New York: Arco Publishing Inc. ISBN 0-668-02506-9.
- ^ a b Junkers A 50 „Junior“ in Deutsches Museum.
- ^ a b Horst Zoeller. Junkers A50.
- ^ (EN) NICO BRAAS COLLECTION No. 4827. Junkers A 50 Junior (D-1682 c/n 3502), su 1000aircraftphotos.com. URL consultato il 21 marzo 2009.
- ^ (EN) Civil Aircraft Register - Registrations - Western Europe (Germany), su Golden Years of Aviation, http://www.goldenyears.ukf.net/home.htm. URL consultato l'11 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 19 settembre 2011).
- ^ (EN) ASN Aircraft accident 25-APR-1931 Junkers A50ce P-BAAE, su Aviation Safety Network, https://aviation-safety.net/index.php. URL consultato l'11 dicembre 2011.
- ^ (FI) Junkers A.50c Junior, su Suomen Ilmailumuseo, http://www.ilmailumuseo.fi/index.php. URL consultato l'11 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 1º marzo 2012).
- ^ (DE) Junkers A 50 WNr. 3517, su Hugo Junkers, http://www.junkers.de/. URL consultato il 21 marzo 2009 (archiviato dall'url originale il 30 agosto 2009).
- ^ (DE) Peter W. Cohauz, Junkers A 50 Junior – eine Legende kehrt zurück, in Flugzeug Classic Nummer 4, , 2009, pp. 32-36, ISSN 1617-0725.
- ^ (EN) Junkers, su Preserved Axis Aircraft, http://www.preservedaxisaircraft.com. URL consultato l'11 dicembre 2011.
- ^ (EN) Russell Naughton, Marga von Etzdorf (1907-1933), su Hargrave: Aviation and Aeromodelling - Interdependent Evolutions and Histories, http://www.ctie.monash.edu.au/hargrave/index.htm, 19 settembre 2002. URL consultato l'11 dicembre 2011.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Anthony L. Kay, Junkers Aircraft and engines 1913-1945, London, Putnam Aeronautical Books, 2004, pp. 95-7, ISBN 0-85177-985-9.
- (EN) P. St.J. Turner, Heinz J. Nowarra, Junkers: an aircraft album, New York, Arco Publishing Inc., 1971, pp. 54-7, ISBN 0-668-02506-9.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Junkers A 50
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Horst Zoeller, Junkers A50, su The Hugo Junkers Homepage, http://www.junkers.de.vu/, 2 marzo 2003. URL consultato l'11 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2011).
- (DE) Junkers A 50, su Hugo Junkers, http://www.junkers.de/. URL consultato il 21 marzo 2009 (archiviato dall'url originale l'8 febbraio 2009).
- (EN) Junkers A 50 „Junior“ [collegamento interrotto], su Deutsches Museum, http://www.deutsches-museum.de/index.php?id=1&L=1. URL consultato il 21 marzo 2009.
- (RU) Junkers A50, su Уголок неба, http://www.airwar.ru. URL consultato l'11 dicembre 2011.
Controllo di autorità | LCCN (EN) sh2009008515 · J9U (EN, HE) 987007554668005171 |
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