Utente:Francesco Ippolito/Javier Zanetti
Javier Zanetti | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Javier Zanetti nel 2011 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Nazionalità | Argentina | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Altezza | 178 cm | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Peso | 75[1] kg | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Calcio | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ruolo | Difensore, centrocampista | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Squadra | Inter | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Carriera | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Squadre di club1 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Palmarès | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
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1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Statistiche aggiornate al 27 giugno 2012 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Javier Adelmar Zanetti ([xaˈvjer adelˈmar saˈnɛtti] in italiano, [ˈxaβjeɾ adelˈmar saˈneti] in spagnolo; Buenos Aires, 10 agosto 1973) è un calciatore argentino, difensore e centrocampista, capitano dell'Inter e bandiera della Nazionale argentina, della quale è stato a lungo capitano[3].
Al 2012 è il giocatore in attività e lo straniero con più presenze in Serie A (571 più 3 spareggi) e anche quello con più presenze nella storia dell'Inter (802).[4] È inoltre il recordman di presenze consecutive in Serie A con la maglia dell'Inter (137),[5] squadra di cui è il giocatore più vincente della storia con sedici trofei: 5 scudetti, 4 Coppe Italia, 4 Supercoppe italiane, 1 Coppa UEFA, 1 Champions League ed 1 Coppa del mondo per club FIFA.[6]
Con la Nazionale argentina ha disputato 145 partite, cifra che lo rende il giocatore con il maggior numero di presenze nella storia della Selección Albiceleste, avendo superato nel novembre del 2007 il precedente record di Roberto Ayala di 115 match giocati.[7] Con l'Argentina è arrivato in finale di Copa América nel 2004 e nel 2007, e di Confederations Cup nel 1995 e nel 2005.[8]
Nel marzo del 2004 a Londra, venne inserito da Pelé nella FIFA 100,[9] la lista dei 125 migliori calciatori redatta in occasione del centenario della FIFA, mentre nel maggio 2011 divenne uno dei calciatori ad aver disputato più di 1000 presenze in carriera.[10]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]«Primissimo allenamento, facciamo possesso palla. Lui non la perde mai, gli resta sempre incollata al piede. Quel giorno pensai che avrebbe fatto la storia dell'Inter.»
Javier Zanetti nacque a Buenos Aires il 10 agosto del 1973, da Rodolfo Ignacio Zanetti e Violeta Bonazzola,[12] ma è in provincia dove lui crebbe, nel sobborgo portuale del Partido di Avellaneda, Dock Sud.[13] Prese il secondo nome Adelmar da un medico che gli salvò la vita da neonato, quando aveva dei problemi di respirazione.[14]
È il fratello minore di Sergio,[12] anch'egli calciatore, e poi allenatore dell'Inter Juniores Berretti.[15]
È di origini friulane, essendo il bisnonno originario di Sacile in provincia di Pordenone.[16][17]
Si appassionò al calcio da bambino, quando l'Argentina di Kempes e Passarella vinse in casa il campionato mondiale di calcio.[13] Abitando nel dipartimento di Avellaneda, Zanetti ha incominciato a tifare per una delle squadre di casa, l'Independiente, che tra l'altro durante gli anni settanta aveva dominato la scena nazionale ed internazionale, vincendo 2 Tornei Nacional, 2 Tornei Metropolitano, 4 Coppe Libertadores, 3 Coppe Interamericane ed 1 Coppa Intercontinentale.[18]
Durante un anno di inattività, causato dal suo gracile fisico,[19] aiutò suo padre muratore a lavorare nei cantieri, ed è grazie a questo lavoro che Zanetti è riuscito ad aumentare la propria massa muscolare e l'altezza.[20] Tornato a giocare a calcio, nel Talleres, dove però non aveva un contratto professionistico, per aiutare economicamente la famiglia è diventato prima un postino, dando una mano a suo fratello Sergio, poi "ragazzo del latte" insieme a suo cugino Carlo, lavorando dalle quattro alle otto di mattina.[10][21] Dato che la situazione per il giovane era divenuta insostenibile, la dirigenza del Talleres gli fece firmare il suo primo contratto da professionista.[22]
Nel 1991, mentre militava ancora tra le file del Talleres, conobbe Paula de La Fuente,[23] figlia di un docente universitario, che poi avrebbe sposato nel 1999.[24] La coppia ha tre figli: Sol (nata l'11 giugno 2005),[25] Ignacio (nato il 27 luglio 2008),[26] e Tomas (nato il 9 maggio 2012).[27]
Durante la sua permanenza a Remedios de Escalada prese il vezzeggiativo Pupi del fratello Sergio appena ceduto, necessario in quanto in squadra oltre a lui, c'erano ben cinque Javier.[22] Invece fu Víctor Hugo Morales a soprannominarlo El Tractor, in lingua italiana il trattore,[28] grazie alle sue gambe possenti e alle sue corse sulle fasce.[29]
Nel 2009, è uscita la sua autobiografia Capitano e gentiluomo, edita da Rizzoli.[30], mentre nel novembre del 2011 è stato pubblicato 757 Record di fedeltà - I giorni di Zanetti, libro edito da Skira che ripercorre tutta la sua carriera in nerazzurro dall'arrivo nel 1995 al record delle 757 presenze.[31]
Nell'aprile del 2012 ha aperto nel quartiere Brera di Milano un ristorante insieme ad Esteban Cambiasso, il Botinero.[32]
Vive sul lago di Como, a Moltrasio, dopo aver vissuto sette anni a Cernobbio.[33]
Il rapporto con Giacinto Facchetti
[modifica | modifica wikitesto]«Quattro anni nei quali ci sono state tante vittorie, anche se la vera e unica vittoria è stata conoscerti.»
Appena arrivato a Milano fu uno dei più celebri giocatori della Grande Inter a fargli da mentore, Giacinto Facchetti.[35] Fu Facchetti a trasmettergli valori morali come la lealtà, la correttezza, l'onestà ed il rispetto verso tifosi ed avversari.[36] Infatti sono questi valori, oltre che la correttezza, il coraggio ed il carisma, che hanno fatto definire Zanetti l'erede di Facchetti.[37] Tra i due si instaurò da subito un ottimo rapporto, con Facchetti che raccontava spesso all'argentino le sfide tra l'Inter e l'Independiente, ricordando la fatica consumata soprattutto in casa di questi ultimi per vincere la Coppa Intercontinentale.[38] Durante il momento dello scandalo denominato Calciopoli, che aveva coinvolto le storiche rivali dell'Inter, la Juventus ed il Milan, venne diagnosticato a Facchetti un tumore al pancreas.[39] Nonostante la grave malattia che lo stava consumando, Facchetti seguiva ancora le vicende della sua squadra, che avrebbe dovuto giocare il 27 agosto 2006 la Supercoppa italiana.[40] Ventiquattro ore prima della partita Zanetti lo andò a trovare in ospedale, promettendogli di tornare il giorno successivo con la coppa.[40] Il capitano nerazzurro mantenne la parola, infatti l'Inter, dopo essere stata in svantaggio di addirittura tre reti, grazie ad una doppietta di Vieira e Crespo, riuscì a pareggiare nei minuti regolamentari, per poi passare in vantaggio grazie ad una punizione di Figo.[40] Arrivato in ospedale con la coppa, Zanetti riuscì a strappare un sorriso a Facchetti,[40] che morirà poi pochi giorni più tardi, il 4 settembre.[36] Dopo essere diventato campione d'Italia nella stagione 2006-2007, l'argentino dedicò la vittoria a Facchetti, oltreché all'avvocato Prisco e a Benito Lorenzi.[41]
Il rapporto con Peppino Prisco
[modifica | modifica wikitesto]Oltre che a Facchetti, Zanetti era molto legato alla figura di un altro dirigente nerazzurro, l'avvocato Peppino Prisco.[42] La vita di Prisco è indissolubilmente legata all'Inter, di cui nel 1963 è divenuto vicepresidente.[43] Grazie alla sua arguzia era capace di "beccare" gli avversari, inventando sempre battute, soprattutto contro le rivali storiche dei nerazzurri, la Juventus ed il Milan,[42] ed inoltre era capace di alleggerire la situazione anche durante i periodi bui della storia nerazzurra.[44] Il rapporto di Prisco con il capitano nerazzurro era basato sulla fiducia, infatti ogni volta che l'avvocato incontrava l'argentino gli diceva: "Javier, tu sei il mio uomo, io mi fido di te".[42] Il giorno della sua scomparsa, il 12 settembre 2001, venne dichiarato da Zanetti come uno dei giorni più tristi della sua carriera.[44]
La fede religiosa
[modifica | modifica wikitesto]«Sono cattolico e praticante fin da bambino e credo fermamente che senza Cristo l’uomo non possa vivere pienamente. La benedizione del Papa è uno stimolo in più per farci comprendere il nostro ruolo di testimoni cristiani, in famiglia e nello sport, e il dovere di stare vicino alle persone meno fortunate, soprattutto i bambini»
Di fede cattolica, Zanetti è molto religioso, e per testimoniare questo vi sono i suoi impegni sociali, come la sua organizzazione benefica, la Fundación P.U.P.I..[45] Inoltre, prima di entrare sul campo fa sempre un segno della croce.[1] Grazie ad una sua mediazione, il suo compagno di squadra Wesley Sneijder è riuscito a convertirsi al cattolicesimo tramite il battesimo con largo anticipo.[45][46][47] Ha incontrato il Papa Benedetto XVI in due occasioni, la prima volta a Città del Vaticano nel 2008, pochi giorni dopo il centenario dell'Inter,[48] e la seconda volta, assieme alla sua famiglia, a Milano, nello stadio Meazza, in occasione dell'Incontro Mondiale delle Famiglie.[49]
L'impegno sociale
[modifica | modifica wikitesto]Appena arrivato all'Inter, Zanetti è stato coinvolto da Bergomi in un'associazione chiamata Gruppo Sportivo I Bindun, nata avendo come obiettivo costruire case per i ragazzi più disagiati.[50][51]
È grazie a questa esperienza che nel 2002, insieme alla moglie Paula, ha creato la Fundación P.U.P.I., organizzazione non-profit che si occupa di fornire il necessario sostegno economico ai bambini disagiati, e alle loro famiglie, nella zona di Buenos Aires.[50][52] Proprio per l'impegno profuso nella sua Fundación, nel 2005 l'ufficio di presidenza del consiglio comunale di Milano gli ha conferito l'Ambrogino d'oro,[53] mentre il 6 gennaio 2012, si aggiudica il premio "I piedi buoni del calcio - Lo sportivo esemplare", assegnato tramite sondaggio sui siti di Gazzetta dello Sport e Lega Serie A al giocatore che nel corso dell'ultimo anno si è distinto maggiormente in attività sociali e di beneficenza con un comportamento ammirevole, sia dentro, sia fuori dal rettangolo di gioco.[54][55] Oltre alla Fondazione P.U.P.I., Zanetti partecipa assieme a Cambiasso ad un'altra associazione, i Leoni di Potrero.[56]
L'argentino inoltre, dal 2006 è ambasciatore di SOS Villaggi dei Bambini, associazione ONLUS per i diritti dell'infanzia.[57]
Oltre al resto, il capitano nerazzurro è stato scelto nel 2009 come testimonial per Special Olympics, l'associazione che organizza con cadenza quadriennale,[58] i Giochi Olimpici Speciali.[59][60]
Nell'ottobre del 2011 ha partecipato all'iniziativa Il gol per la ricerca dell'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro insieme ad Alessandro Del Piero e Pato.[61]
Con l'Inter Zanetti supporta Emergency, un'organizzazione che ha costruito e gestisce ospedali per i feriti di guerra e per emergenze chirurgiche, centri per la riabilitazione fisica e sociale delle vittime di mine antiuomo e altri traumi di guerra, un centro per la maternità, posti di primo soccorso per il trattamento immediato dei feriti, centri sanitari per l'assistenza medica di base.[59] Inoltre i nerazzurri nel 2004 appoggiarono la causa del Subcomandante Marcos, portavoce dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, cercando di dare un aiuto alle popolazioni precolombiane facenti parte del Messico.[62][63]
Attività artistiche
[modifica | modifica wikitesto]Attività musicali
[modifica | modifica wikitesto]Appassionato di musica, i brani preferiti da Zanetti sono quelli di Ligabue, che spesso suona o canta,[64] ma è anche un ammiratore di Laura Pausini, Eros Ramazzotti, del gruppo rock argentino Los Piojos,[65] e del famoso gruppo rock britannico The Beatles.[66] È anche solito cantare al karaoke in serate di beneficenza organizzate per aiutare la sua fondazione.[67]
La prima partecipazione canora dell'argentino, insieme ad altri giocatori nerazzurri, è stata nella canzone Pazza Inter, registrata il 22 agosto 2003,[68] e divenuta talmente nota da sostituire l'inno ufficiale della squadra milanese nelle occasioni pubbliche.[65]
Nel 2007 Zanetti ha duettato insieme a Mina nel brano Parole parole, contenuto nell'album Todavia dell'artista italiana, venendo preferito ad Antonio Banderas.[65]
In un'asta a Buenos Aires, del 16 ottobre 2010 l'argentino ha acquistato per 35mila dollari un basso del celebre bassista dei Beatles Paul McCartney.[66][69][70]
Nel marzo del 2011, il calciatore ha inciso con i Rezophonic la famosa canzone di Sergio Endrigo "Ci vuole un fiore", rivisitata in chiave moderna, per raccogliere denaro per la Fondazione Pupi e per la costruzione di pozzi d'acqua in Africa.[71]
Il 25 maggio 2012, durante una tournée dell'Inter in Indonesia, si è esibito durante una puntata in diretta di Indonesian Idol, cantando la canzone Più bella cosa di Eros Ramazzotti.[72]
Attività cinematografiche
[modifica | modifica wikitesto]Zanetti ha partecipato come attore al documentario del regista Piergiorgio Gay Niente paura, uscito nelle sale cinematografiche il 10 settembre 2010.[73] Al film hanno partecipato, oltre al calciatore dell'Inter, altri personaggi celebri, come Ligabue, nelle vesti del presentatore del documentario, Luciana Castellina, Don Luigi Ciotti, Beppino Englaro, Margherita Hack, Stefano Rodotà, Sabina Rossa, Paolo Rossi, Giovanni Soldini, Carlo Verdone, Umberto Veronesi, Fabio Volo.[74][75]
Caratteristiche tecniche
[modifica | modifica wikitesto]«Anche quando è stanchissimo riesce comunque a mantenere la dignità, la voglia, l'orgoglio di un giocatore professionale, come credo non ce ne siano mai stati.»
Puntuale nel recupero di palloni e nell'impostazione del gioco, è infine dotato di eccellenti doti fisiche, tra cui resistenza, ottimo possesso di palla, velocità, e di un buon bagaglio tecnico.[76][77]
Nato nelle giovanili dell'Independiente come attaccante esterno,[21] è al Talleres che Zanetti arretra il suo baricentro, iniziando la sua lunga carriera da vero e proprio "jolly", riuscendo poi a giocare in quasi tutti i ruoli del reparto mediano e arretrato.[76] Infatti in Argentina scende in campo nella maggior parte delle partite da centrocampista, sia di fascia che centrale, ed alcune volte anche da terzino, ruolo che successivamente lo consacrò nella sua prima stagione da professionista.[21]
Appena arrivato all'Inter, Bianchi lo schierò come laterale destro in un 5-3-2,[78], per poi passare come interno destro in un modulo a rombo sotto la gestione di Hodgson.[79] Con Simoni il giocatore nerazzurro venne spostato come laterale sinistro di centrocampo,[80] mentre poi con Lucescu giocò addirittura da seconda punta, seppur in un'amichevole con il Lugano.[81] Sotto la guida di Lippi ritornò a giocare a destra nel centrocampo, come tornante nel 4-4-2,[82] invece fu Cúper a fargli ricoprire nuovamente la posizione di terzino destro, lo stesso ruolo che ebbe durante i suoi anni in Argentina.[83] Si consolidò anche come centrocampista centrale prima con Mancini e poi con Mourinho,[84] mentre per poco tempo ha giocato anche come difensore centrale nel 3-4-3 di Gasperini,[85] per poi tornare a centrocampo con Ranieri,[86] e Stramaccioni.[87]
La corsa palla al piede
[modifica | modifica wikitesto]Una delle azioni tipiche di Zanetti è la corsa palla al piede, dove il calciatore riesce ad incunearsi in percussione, per poi superare gli avversari sullo slancio,[88] ed infine tentare il cross dal fondo.[89] Grazie alla sensibilità dei piedi, una tecnica allenata sin da bambino e alla corsa, oltre che alla forza e alla resistenza delle gambe, Zanetti riesce a correre sulle fasce per tutta la partita.[90]
La corsa palla al piede si divide in quattro fasi: il controllo di palla, dove l'argentino riesce a controllare il pallone con grande maestria, sia col piede destro che col sinistro,[89] la progressione, durante la quale Zanetti sfrutta al massimo la sua accelerazione,[90] il raddoppio, che avviene quando il giocatore supera un suo compagno e poi quando un altro corre in suo aiuto,[91] ed infine il cross oppure il tiro che vengono effettuati dopo aver superato l'ultimo avversario.[92]
L'intesa con Maicon
[modifica | modifica wikitesto]Zanetti non possiede i tempi di gioco tipici di una mezzala, ma riesce comunque a buttarsi negli spazi e a dettare il passaggio ai compagni di squadra.[91] Dal 2006 al 2012 l'argentino è sceso spesso in campo assieme a Maicon,[93] in un'accoppiata che si basava sul fatto che mentre un calciatore si fermava l'altro avanzava oppure che entrambi avanzavano insieme dialogando tra loro, al fine di conquistare il fondo del campo per il cross.[91]
L'Inter, durante il corso degli anni, è riuscita a perfezionare il proprio gioco grazie alle spinte laterali di Maicon e Zanetti, e grazie al controllo del pallone di quest'ultimo i nerazzurri sono riusciti più volte a costruire la superiorità numerica, infatti gli avversari erano costretti a chiudere sul capitano nerazzurro, lasciando spazi liberi nel resto del campo.[94]
Carriera
[modifica | modifica wikitesto]«L'avversario più difficile che abbia mai incontrato è stato Javier Zanetti. Lo incontrai per la prima volta nel '99, ai quarti di Champions. Lui terzino destro, io ala sinistra. M'impressionò per le sue qualità: rapido, potente, intelligente, esperto. Ci ho giocato contro altre due volte. È stato l'avversario più duro in assoluto. Un campione completo.»
Club
[modifica | modifica wikitesto]Gli esordi in Argentina
[modifica | modifica wikitesto]I primi anni nelle giovanili
[modifica | modifica wikitesto]Javier Zanetti crebbe durante il periodo della guerra sporca, e nel suo quartiere, Dock Sud, non esisteva nessun campo da calcio.[97] Sarà suo padre, il muratore Rodolfo Ignacio, assieme ad altri genitori di ragazzi del posto a creare un nuovo campetto in erba e sabbia, ed è lì che l'argentino inizierà a tirare i suoi primi calci ad un pallone, nella formazione della Disneyland.[98] La settimana prima della finale del torneo locale, Zanetti a furia di giocare distrusse le scarpette da calcio, e la sua famiglia non aveva abbastanza soldi per comprarne un paio nuovo.[99] Fu così che suo padre, compiendo un grande sacrificio, le ricucì perfettamente, permettendo al figlio di giocare la finale del torneo, che poi vinse.[99]
Dopo poco tempo, nel 1982, un dirigente dell'Independiente gli offrì l'opportunità di giocare nella sua squadra, e Zanetti accettò immediatamente l'offerta, dato che era un tifoso dei Diablos Rojos.[18][99] Pochi mesi più tardi, il 24 aprile 1984, Zanetti visitò per la prima volta la Doble Visera, vedendo da spettatore la vittoria per 3-2 dell'Independiente in Copa Libertadores contro i paraguaiani dell'Olimpia,[100] ottenuta grazie ad una grande prestazione di Ricardo Bochini, idolo di Zanetti.[19] Dopo esser sceso in campo per sette anni tra le file dell'Independiente,[99] i dirigenti ed i tecnici della squadra decisero di tagliarlo fuori dalla squadra, perché sotto l'aspetto fisico era troppo piccolo e debole.[19]
Per più di un anno Zanetti smise di giocare a calcio, pensando solamente allo studio ed al lavoro,[19] dove l'argentino aiutava suo padre nei cantieri, e questo sostegno che offrì al genitore fu molto importante dal punto di vista fisico del giocatore, in quanto acquisì centimetri e muscoli.[20] Successivamente fu ancora suo padre ad intervenire nella carriera del giocatore, convincendolo a cercare un'altra squadra,[101] e l'opportunità gliela offrì il fratello Sergio, che militava nel Talleres.[20] Javier ha aspettato che suo fratello Sergio si trasferisse, perché non voleva passare per raccomandato, ed infine ha fatto un provino dove è stato promosso.[102]
Nelle giovanili del Talleres giocò da centrocampista in quarta divisione, e le ottime prestazioni lo fecero promuovere in prima squadra.[21] Inoltre il club di Remedios de Escalada gli offrì un contratto da professionista, in quanto Zanetti per guadagnare ed aiutare economicamente la famiglia era costretto a lavorare la mattina vendendo il latte.[103]
Talleres
[modifica | modifica wikitesto]Esordì nel mondo del calcio professionistico il 22 agosto 1992, nel corso della terza giornata di Primera B Nacional, quando subentrò all'80° minuto al posto di Miguel Ángel Fretes, vincendo 2-1 contro l'Instituto Atlético Central Córdoba.[104] Il suo debutto da titolare con i bianco-rossi è avvenuto tre giornate più tardi, quando il 12 settembre il Tallares pareggiò 0-0 in casa dell'Ituzaingó.[104] Ha segnato il suo primo gol in carriera, che tra l'altro è stato anche il primo e l'unico con la maglia del Tallares, il 20 marzo 1993, in occasione di Tallares-Arsenal de Sarandí, finita 1-1.[105] In totale, con la maglia del Talleres, scese in campo 33 volte, venendo schierato per lo più come terzino.[22] A fine campionato venne definito come uno tra i migliori giovani del torneo,[22] e ricevette varie offerte da molte squadre.[106]
Banfield
[modifica | modifica wikitesto]Nell'estate del 1993, a vent'anni, approdò nella massima serie, la Primera División, venendo acquistato dal Banfield per 160.000 dollari, pagati a proprie spese da dieci soci della squadra.[106][107] I due allenatori, Oscar López ed Oscar Cavallero gli fecero vestire la maglia numero 4, che non abbandonò più.[108] Esordì con i biancoverdi il 12 settembre 1993 contro il River Plate, in una partita finita 0-0.[108] La stagione continuò bene, e Zanetti collezionò 37 presenze segnando un gol,[108] il suo primo con la maglia del Banfield, il 29 settembre 1993 nel pareggio per 1-1 in casa del Newell's Old Boys.[109] Anche il campionato successivo non iniziò male, e le sue ottime prestazioni gli valsero la convocazione nella nazionale argentina di Daniel Passarella.[108] Le 29 partite condite da tre reti (la prima il 23 ottobre 1994 nella vittoria per 3-0 contro l'Independiente, la seconda il 29 novembre successivo nell'1-1 interno con il Deportivo Textil Mandiyú,[110] e la terza il 2 aprile 1995 nella vittoria esterna per 4-1 contro l'Argentinos Juniors[111]) lo fecero diventare uno dei giocatori più forti della sua nazione e Zanetti entrò stabilmente nel giro della nazionale.[112]
Durante una tournée della nazionale in Sudafrica valida per la Mandela Cup, Zanetti ricevette la notizia da Passarella, che l'Inter di Milano fosse interessata al suo acquisto.[113] A segnalarlo fu uno degli osservatori dei nerazzurri, ovvero l'ex calciatore Antonio Valentín Angelillo,[114] che era in Argentina alla ricerca di giocatori originali, come Ariel Ortega.[113] Successivamente fu voluto fortemente anche dal presidente Massimo Moratti, che dopo averlo visionato in una videocassetta mentre giocava nella nazionale olimpica, fu rimasto impressionato dal suo dribbling e dalle sue qualità fisiche,[115] e ne fece di lui il suo primo acquisto,[116][117] il 13 maggio 1995.[118][119]
Inter
[modifica | modifica wikitesto]«L’Inter è sempre sola nel senso di solitaria, staccata da tutto il resto, al confine; è sola nel senso di unica, nel modo di pensare, di agire e di rapportarsi con il mondo. Non mi stancherò mai di ripeterlo, a costo di sembrare banale: l’Inter è una creatura diversa rispetto a tutte le altre squadre.»
L'arrivo a Milano
[modifica | modifica wikitesto]Subito dopo Zanetti venne acquistato dalla società nerazzurra il più quotato Sebastián Rambert, che proveniva invece dall'Independiente.[117][121] Inoltre, oltre a Rambert, pubblicizzato da giornali e televisioni, sbarcarono a Milano Roberto Carlos, uno dei giovani più brillanti del calcio mondiale, e Paul Ince, famoso centrocampista del Manchester United.[122] Dato che non era ancora in vigore la legge Bosman, ogni squadra poteva far giocare in campo soltanto tre stranieri, e quindi era molto probabile una cessione in prestito per l'argentino.[122] Ma la società non aveva alcuna intenzione di girare in prestito Zanetti, che tra l'altro Maradona definì come "il miglior acquisto dell'anno".[123] Gli argentini Zanetti e Rambert furono entrambi presentati alla Terrazza Martini il 5 giugno 1995, venendo sommersi dai tifosi.[124] Successivamente tra i quattro giocatori stranieri fu proprio Rambert ad essere impiegato con minore costanza, finché dopo pochi mesi decise di terminare la sua esperienza in Italia.[125]
1995-1996: gli esordi nerazzurri tra Bianchi e Hodgson
[modifica | modifica wikitesto]Nonostante ci fossero quattro stranieri all'Inter, che tra l'altro inizialmente erano anche malvisti,[126] l'allenatore Ottavio Bianchi decise di puntare su Zanetti.[127] L'argentino arrivò al ritiro nerazzurro di Cavalese il 28 luglio 1995,[128] oltretutto quasi da ignoto, infatti giunse nella città trentina da solo con un sacchetto da supermercato in mano, ad aspettarlo c'erano solamente due giornalisti,[129][130] ed una volta arrivato al campo di allenamento, Zanetti dovette attraversare una folla di tifosi per riuscire ad allenarsi.[131] Il primo esordio in maglia nerazzurra di Zanetti avvenne sotto gli occhi del presidente Moratti, il 3 agosto in un'amichevole esterna contro il Varese.[132] Il match finì 4-0 per l'Inter e Zanetti, che giocò 45 minuti, fu uno dei migliori in campo, mettendo in mostra grandi doti, grazie alla sua preparazione estiva dovuta alla partecipazione della nazionale argentina in Copa América.[133]
L'argentino esordì ufficialmente in maglia nerazzurra allo Stadio Giuseppe Meazza il 27 agosto 1995, a 22 anni, in occasione di una partita di Serie A contro il Vicenza, vinta dalla sua nuova squadra per 1-0, con una rete di Roberto Carlos, anch'egli al debutto.[134][135] Invece il suo esordio nelle coppe europee avvenne pochi giorni più tardi, il 12 settembre in casa del Lugano, dove la sua squadra pareggiò 1-1.[136] Dalle prime partite la stagione nerazzurra pareva allettante, ma alcuni risultati deludenti portarono l'esonero di Bianchi a fine settembre, che venne sostituito per un brevissimo periodo da Luis Suárez.[137] L'ex calciatore interista, assunto ad interim, verrà poi rimpiazzato dall'inglese Roy Hodgson, il quale rinnovò l'intera squadra nerazzurra, dal tipo di allenamento al modulo di gioco; ma anche il nuovo allenatore ebbe fiducia nell'argentino.[137] Sotto la sua gestione, Zanetti segnò il suo primo gol con la maglia dell'Inter, il 3 dicembre 1995 in casa contro la Cremonese, ed il giorno dopo venne premiato con un 8 in pagella da La Gazzetta dello Sport.[138] Alla fine del campionato l'Inter si piazzò al settimo posto in classifica, un risultato deludente per il presidente Moratti all'esordio.[139]
1996-1997: la finale di Coppa UEFA con lo Schalke 04
[modifica | modifica wikitesto]Al secondo anno in nerazzurro le cose andarono meglio, infatti Moratti rinforzò la squadra con una serie ad acquisti, ed in campionato l'Inter rimase a lungo ai primi posti, ma alla fine terminò la stagione in terza posizione.[139]
In Coppa UEFA invece l'Inter approdò in finale (di andata e ritorno) contro lo Schalke 04,[139] dopo aver eliminato Guingamp, Boavista, Anderlecht e Monaco.[140] Dopo aver perso a Gelsenkirchen per 1-0, al termine dei minuti regolamentari e supplementari del ritorno il punteggio era lo stesso, ma per l'Inter.[139] Durante gli ultimi minuti del secondo tempo supplementare Hodgson sostituì Zanetti con Nicola Berti, provocando l'ira dell'argentino, che però subito dopo si scusò con l'allenatore.[141] La sostituzione era dovuta dal fatto che Hodgson volle inserire un attaccante per i calci di rigore, che poi l'Inter perse, consegnando il trofeo ai tedeschi.[141] L'inglese poi diede le dimissioni dopo la finale di Coppa UEFA persa, ed al suo posto alla guida tecnica dell'Inter venne chiamato il preparatore dei portieri Luciano Castellini, che guidò in campionato l'Inter per due partite.[142]
1997-1998: la polemica con la Juventus e la vittoria in Coppa UEFA
[modifica | modifica wikitesto]Anche l'anno seguente il presidente Moratti non badò a spese, acquistando uno dei giocatori più forti del mondo, Ronaldo,[143] poi vincitore del Pallone d'oro.[144] Oltre al brasiliano arrivarono a Milano Simeone, Recoba, Zé Elias, West, Colonnese e Moriero,[145] mentre come allenatore arrivò Gigi Simoni, alla prima esperienza in una squadra di vertice.[146] In campionato ci fu un lungo duello tra i nerazzurri e la Juventus per il primo posto,[147] e l'Inter fu sfavorita da qualche errore arbitrale, di cui il più celebre è quello nello scontro diretto con i bianconeri, quando Ronaldo venne atterrato in area da Iuliano.[80][148] Alla fine i milanesi terminarono il campionato al secondo posto, proprio alle spalle della Juventus che vincerà il campionato; sarà invece in Coppa UEFA dove l'Inter avrà successo.[149]
Infatti i nerazzurri erano arrivati nuovamente in finale, contro la Lazio con cui avrebbe dovuto giocare il 6 maggio 1998 al Parc des Princes di Parigi.[149] Alla presenza dei parenti di Zanetti in tribuna, la partita cominciò molto bene per l'Inter che dopo 5 minuti si trovò in vantaggio grazie ad un gol del cileno Zamorano, e così finì la prima frazione di gioco.[150] Al quindicesimo minuto del secondo tempo l'Inter raddoppiò, proprio grazie ad un gol di Zanetti.[150] Il gol venne realizzato grazie ad un assist di testa di Zamorano dal limite dell'area per l'argentino, che arrivò di corsa, e con un tiro di esterno spedì il pallone alle spalle di Marchegiani.[150] Zanetti ha successivamente dichiarato che questo è stato il gol più importante della sua carriera.[93][150] A venti minuti dalla fine della partita a confermare il successo fu Ronaldo, che portò l'Inter sul 3-0, dopo aver fintato tre volte il portiere Marchegiani.[150] Per Zanetti la Coppa UEFA fu il primo trofeo in nerazzurro, dopo tre anni in Italia.[151]
1998-1999: l'ottavo posto in campionato nella stagione dei quattro allenatori
[modifica | modifica wikitesto]La stagione successiva partì con una serie di acquisti, come ad esempio Roberto Baggio, che divenne uno dei giocatori a cui Zanetti si affezionò di più,[152] infatti l'ex attaccante regalò all'argentino un suo labrador da caccia, Simba.[153] Come allenatore fu inizialmente riconfermato Simoni, ma una serie di risultati altalenanti portarono l'esonero del tecnico di Crevalcore, ed a sostituirlo fu il rumeno Mircea Lucescu.[153][154] Le prime partite con Lucescu furono promettenti, e specialmente quelle in casa, dove l'Inter sotto la sua guida rimase imbattuta in campionato, ma poco dopo le prestazioni non migliorarono.[155] L'eliminazione dalla Champions con il Manchester United, e la cocente sconfitta esterna per 4-0 con la Sampdoria, portarono Moratti ad un altro esonero.[155][156] Tornò ad allenare la squadra Castellini, che seguì la squadra solo per quattro partite, fin quando non venne richiamato Hodgson,[157] che guidò anonimamente i nerazzurri durante le ultime partite di campionato, chiudendolo all'ottavo posto, senza per'altro qualificarsi alle coppe europee dell'anno successivo, infatti l'Inter perse gli spareggi UEFA con il Bologna.[155]
1999-2000: la prima stagione da capitano
[modifica | modifica wikitesto]Dopo Hodgson, il presidente Moratti come allenatore ingaggiò Marcello Lippi, che qualche anno prima con la Juventus aveva vinto i titoli più importanti del panorama calcistico nazionale ed internazionale.[158] Sotto la gestione del tecnico viareggino si ritirò il capitano dell'Inter di allora, Giuseppe Bergomi, che secondo Lippi non rientrava nei suoi piani.[158][159] Oltre a Bergomi andò via anche Gianluca Pagliuca, che in quel momento ricopriva il ruolo di vicecapitano della squadra, e fu Zanetti, a soli ventisei anni, a diventare il capitano della squadra, in quanto la rosa aveva un'età media molto giovane e lui era il giocatore con più stagioni in nerazzurro.[158][160] Gli esordi furono ottimi, come il debutto di Zanetti da capitano, ovvero Inter-Verona del 29 agosto 1999 finita 3-0,[4] oppure il 5-1 interno contro il Parma, ma la squadra fu colpita dagli infortuni, come quello di Ronaldo contro il Lecce, talmente grave che fu costretto a tornare in campo dopo sei mesi, nella finale di andata di Coppa Italia contro la Lazio (tra l'altro dopo solo sei minuti di gioco si infortunierà nuovamente, e questa volta la riabilitazione fu di un anno).[161] Nonostante l'acquisto di giocatori di ottimo livello durante la sessione invernale, come Clarence Seedorf, Adrian Mutu e Iván Córdoba,[161] il rendimento dell'Inter era stato condizionato dagli infortuni, ed i nerazzurri non riusciranno a lottare per lo scudetto, e chiuderanno il campionato al quarto posto a pari punti con il Parma.[162] Per ottenere l'ingresso ai preliminari di Champions League venne effettuato uno spareggio tra le due squadre, e l'Inter ebbe la meglio sugli emiliani per 3-1, grazie ad un gol di Zamorano ed una doppietta di Roberto Baggio.[162]
In Coppa Italia la squadra arrivò in finale, che però vinse la Lazio.[163]
2000-2001: le cocenti eliminazioni in Europa ed un fallimentare quinto posto
[modifica | modifica wikitesto]La stagione 2000-2001 cominciò male per Zanetti, che durante la preparazione estiva ebbe una lesione muscolare all'adduttore sinistro che gli fece saltare le prime partite.[164] Durante la sua assenza, l'Inter venne eliminata nel turno preliminare di Champions League dai semisconosciuti svedesi dell'Helsingborgs, e la delusione di questa eliminazione si fece sentire nell'ambiente nerazzurro anche nei mesi successivi.[164]
Infatti, dopo aver perso la Supercoppa italiana contro la Lazio,[165] i nerazzurri vennero sconfitti al Granillo dalla Reggina durante la prima giornata di campionato e Lippi, dopo essersi sfogato con i calciatori, si dimise dall'incarico di allenatore.[166] In sostituzione del tecnico di Viareggio arrivò Marco Tardelli, ex calciatore di Inter e Juventus, ma i risultati successivi non furono brillanti, infatti l'Inter rimediò diverse sconfitte molto pesanti, come un 6-1 esterno in Coppa Italia contro il Parma, la cocente eliminazione in Coppa UEFA contro gli spagnoli del Deportivo Alavés, che dopo aver pareggiato 3-3 in Spagna riuscirono ad imporsi al Meazza per 2-0, scatenando la feroce contestazione dei tifosi,[167] ed infine un 6-0 nel derby contro il Milan.[168] La contestazione dei tifosi, in questo annus horribilis, non si fece viva solo dopo il match casalingo contro il Deportivo Alavés, ma anche prima della gara di ritorno dei quarti di finale di Coppa Italia contro il Parma.[169] Infatti, mentre la squadra era nel pullman che si stava recando allo stadio, un tifoso scagliò una bomba Molotov contro il veicolo, bruciando tutto il pavimento del pullman e rischiando di compiere una strage.[170][171][172] A causa delle numerose sconfitte l'Inter chiuse il campionato al quinto posto, appena sopra al Milan, con la sola consolazione di essersi qualificati in Coppa UEFA.[173]
2001-2002: lo scudetto perso all'ultima giornata
[modifica | modifica wikitesto]Dopo la fine della stagione 2000-2001, complice il fatto che Zanetti non aveva particolarmente legato con l'allenatore Tardelli, l'argentino ricevette le offerte di Real Madrid e Manchester United,[173] e mesi dopo anche del Barcelona, che poi rifiutò grazie al presidente Moratti che lo convinse a rimanere.[174][175] Poi tutto tornò alla normalità, quando venne ufficializzato come nuovo tecnico l'argentino Héctor Cúper,[176] che nelle due stagioni precedenti aveva conquistato due finali di Champions League con il Valencia.[173] L'allenatore disse subito a Zanetti che era un elemento fondamentale nel progetto della squadra che sarebbe andato a costruire, e si dimostrò un tecnico molto preparato.[173] I suoi allenamenti erano molto duri, da "sergente di ferro", esigeva molta disciplina e imponeva regole, ma i risultati iniziarono a vedersi.[177] Infatti i nerazzurri in Coppa UEFA sono stati eliminati solamente in semifinale dal Feyenoord, ed in campionato sono stati a lungo al vertice della classifica, anche se nelle ultime giornate il vantaggio sulle inseguitrici Juventus e Roma era andato ad assottigliarsi.[178] Nella terzultima giornata l'Inter a Verona pareggiò 2-2 contro il ChievoVerona in una gara dove l'arbitro Massimo De Santis, che poi verrà coinvolto nello scandalo di Calciopoli, negò un evidente rigore su Ronaldo.[179] Così si arrivò all'ultima giornata con l'Inter, che in classifica era un punto sopra la Juventus e due punti sopra la Roma, che doveva giocare a Roma con la Lazio il 5 maggio.[180] I nerazzurri, dopo essere passati due volte in vantaggio con Di Biagio e Vieri, sono stati rimontati dai biancocelesti durante il primo tempo, e nella ripresa addirittura la squadra capitolina riuscì a vincere 4-2, mentre la Juventus ad Udine con due reti si è portata in vetta alla classifica, laureandosi campione d'Italia.[181] In questo autentico dramma sportivo l'Inter scivolò addirittura al terzo posto, in quanto la Roma vinse con il Torino.[182] Il sogno che l'Inter avrebbe voluto coronare, dopo un duro anno di lavoro, svanì quindi all'ultima giornata.[183]
2002-2003: il duello in campionato con la Juventus e l'eliminazione in semifinale di Champions con il Milan
[modifica | modifica wikitesto]La stagione 2002-2003 iniziò con una novità per l'Inter, infatti durante l'agosto del 2002 il nerazzurro Ronaldo, fresco vincitore del titolo mondiale con il Brasile, a causa di presunti contrasti con l'allenatore Cúper, decise di trasferirsi al Real Madrid.[184][185] Nonostante questa cessione, Moratti portò a Milano molti calciatori, specialmente argentini, infatti ad aggiungersi ai già affermati Zanetti, Vivas, Guglielminpietro e l'allenatore Cúper, arrivarono in squadra Crespo, Almeyda, ed a gennaio anche Batistuta.[186] Senza Ronaldo i nerazzurri furono protagonisti di una buona stagione,[186] e terminarono il campionato al secondo posto.[187] La lotta scudetto tra Inter e Juventus si restrinse solamente nel girone di ritorno.[188] Le due rivali rimasero appaiate in classifica fino allo scontro diretto del Delle Alpi, dove la squadra nerazzurra venne sconfitta per 3-0.[189] Il riaggancio sarebbe stato possibile qualche domenica dopo, quando la Juventus perse con il Milan, ma in quella giornata anche l'Inter venne battuta sul campo dell'Udinese.[190]
Anche in Champions League i risultati sono stati positivi, e grazie ad una serie di vittorie, i nerazzurri dopo venticinque anni si qualificarono alle semifinali del torneo.[186] L'urna dei sorteggi stabilì che ad incontrare l'Inter in semifinale fosse stata l'altra formazione di Milano, il Milan, nel primo Derby di Milano nelle competizioni europee.[186] I giorni di maggio prima dell'euroderby furono pieni di pressione ed ansia, infatti in ballo c'era la finale del torneo continentale più prestiogioso.[191] La partita d'andata, in casa del Milan, non fu piena di occasioni, e terminò sullo 0-0, e la settimana successiva si sarebbe dovuto giocare il match di ritorno.[192] La partita di ritorno, giocata in un Meazza colmo, fu equilibrata, come la partita di andata, ma sullo scadere del primo tempo Shevchenko segnò la rete del vantaggio milanista, battendo il portiere nerazzurro Toldo.[192] Per qualificarsi l'Inter avrebbe dovuto segnare due reti, ed ad otto minuti dal termine Martins riuscì a pareggiare il match, e negli ultimi minuti con il Milan piegato dal gol del nigeriano, l'Inter ebbe l'opportunità di portarsi in vantaggio.[193] Proprio sullo scadere il portiere rossonero Abbiati, a tu per tu con Kallon, con una parata vanificò un'occasione limpida per l'Inter.[194] Alla fine della partita, dopo un'eliminazione senza sconfitte, Zanetti non riuscì a trattenere le lacrime, scoppiando a piangere.[194]
2003-2004: la falsa partenza con Cúper e l'arrivo di Zaccheroni
[modifica | modifica wikitesto]La stagione 2003-2004, sin dalle prime partite si rivelò una stagione di transizione.[194] Infatti, a seguito di un avvio difficile in campionato, caratterizzato dalla sconfitta nel derby, e dopo il pareggio esterno contro il Brescia, ad ottobre, il tecnico argentino Cúper venne esonerato e sostituito da Alberto Zaccheroni, tifoso interista.[194][195] Durante il mercato di gennaio viene acquistato dal Parma il giovane attaccante brasiliano Adriano, il quale, dopo aver esordito con l'Inter nel 2001 e aver realizzato molti gol con Fiorentina (6 gol) e Parma (23 gol) tra il 2002 e il 2004, era stato ceduto proprio a quest'ultimo club in comproprietà,[196] e il serbo Dejan Stanković dalla Lazio.[197] Zaccheroni conclude il campionato alle spalle di Milan, Roma e Juventus, centrando un faticoso quarto posto che era l'obiettivo minimo dell'Inter dopo una partenza amara, ma il risultato non venne considerato sufficiente alla sua conferma per l'annata seguente.[194]
Le prime prestazioni stagionali dell'Inter in Champions League furono ottime: i nerazzurri divennero la prima squadra italiana ad espugnare Highbury, lo stadio dell'Arsenal, che venne sconfitto per 3-0 (reti di Cruz, van der Meyde e Martins).[198] Arrivò poi un'altra vittoria, contro la Dinamo Kiev, battuta per 2-1 a San Siro.[199] Tuttavia con l'avvento di Zaccheroni il rendimento in coppa peggiorò: nella settimana successiva all'allontanamento di Cúper la squadra, allenata provvisoriamente da Corrado Verdelli in attesa dell'arrivo di Zaccheroni, perse per 3-0 in Russia contro la Lokomotiv Mosca,[200] e nel successivo turno, sempre contro i moscoviti, pareggiò per 1-1 in casa.[201] Dopo una pesante sconfitta interna nel ritorno contro l'Arsenal (1-5), l'eliminazione dal torneo venne sancita con un pari (1-1) a Kiev contro la Dinamo.[202] La squadra fu estromessa dalla massima competizione continentale per club ma, essendo giunta terza nel proprio girone, accedette in Coppa UEFA, dove l'allenatore impiegò Vieri al posto di Adriano (questi non può disputare match internazionali, avendo già giocato in Europa con il Parma nella stagione in corso), e l'Inter iniziò il suo percorso eliminando prima il Sochaux e poi il Benfica, ma si fermò ai quarti di finale contro l'Olympique Marsiglia (in seguito finalista perdente), perdendo sia in casa che fuori per 1-0.[203]
2004-2005: la Coppa Italia da capitano sotto la guida di Mancini
[modifica | modifica wikitesto]Zaccheroni non venne confermato dal patron nerazzurro Moratti, e alla guida dell'Inter fu scelto Roberto Mancini, che da calciatore giocò contro Zanetti molte volte, come in finale di Coppa UEFA nel 1998.[204] La società comprò altri giocatori argentini, infatti dopo l'acquisto nella stagione precedente di Cruz, arrivarono a Milano anche Kily González, Verón, Burdisso e Cambiasso.[204] La squadra venne completamente rivoluzionata dall'allenatore di Jesi, soprattutto dal punto di vista tattico,[204] e nonostante un inizio altalenante, fatto soprattutto di pareggi,[205] che a fine stagione saranno 18 (record in un campionato a 20 squadre),[206] l'Inter riuscì a classificarsi al terzo posto in Serie A.[207] Il terzo posto verrà poi rivalutato alla luce dello scandalo Calciopoli, dipanatosi nel corso di questa stagione ma venuto alla luce solo dopo un anno.[208]
In Champions League arrivò un'altra delusione, infatti dopo aver vinto il girone eliminatorio grazie ad una vittoria contro l'Anderlecht per 3-0,[209] e dopo aver eliminato il Porto con un risultato complessivo di 4-2 grazie ad una tripletta di Adriano nella gara di ritorno a Milano,[210] i nerazzurri vennero estromessi dalla massima competizione continentale ai quarti, ancora dal Milan, che dopo aver battuto l'Inter 2-0 all'andata, vinsero 3-0 a tavolino nel match di ritorno a causa del lancio di fumogeni da parte dei tifosi interisti, subito dopo un gol annullato a Cambiasso.[204][211]
Tuttavia Mancini riuscì a riportare un trofeo in bacheca dopo sette anni, vincendo la Coppa Italia nella doppia finale contro la Roma,[204] il 15 giugno 2005, dopo essersi imposto sia all'andata che al ritorno: 2-0 allo Stadio Olimpico con una doppietta di Adriano e 1-0 al Meazza con gol di Mihajlović.[212] La Coppa Italia 2004-2005 fu il primo trofeo di Zanetti conquistato da capitano, anche se ha lasciato alzare il trofeo al vice-capitano Córdoba il giorno della premiazione, in quanto l'argentino era impegnato con la sua nazionale.[212]
2005-2006: la Supercoppa italiana, la seconda Coppa Italia ed il primo scudetto
[modifica | modifica wikitesto]Acquistati gli esterni Luís Figo, Pallone d'oro nel 2000, e Santiago Solari, il regista David Pizarro, il difensore Walter Samuel ed il portiere Júlio César;[213][214] la stagione 2005-2006 cominciò bene per l'Inter, che il 20 agosto, battendo la Juventus al Delle Alpi grazie ad un gol di Verón nei minuti supplementari, conquistò la sua seconda supercoppa italiana della storia, la prima per Zanetti.[215]
Il campionato partì con una fuga della Juventus, che si portò in vetta alla classifica già alla terza giornata, e solamente Inter e Milan erano in grado di mantenere il passo degli uomini di Capello.[216] I rossoneri però, perdendo il derby con l'Inter 3-2,[217] sprofondarono ad 11 punti dalla Juventus, uscendo in anticipo dalla lotta scudetto.[218] L'Inter, conquistando la seconda piazza della classifica, sembrava essere l'antagonista dei bianconeri per la vittoria dello scudetto,[219] ma con la sconfitta rimediata nel derby d'Italia di ritorno a febbraio per 2-1, grazie ad un gol decisivo di Del Piero, anche i nerazzurri uscirono fuori dalla lotta scudetto.[220] Alla fine, un grande recupero del Milan, culminato nella vittoria nel derby per 1-0,[221] permise di tenere accesa la lotta scudetto fino all'ultima giornata, ma la Juventus, sul campo neutro di Bari, battendo la Reggina conquistò il tricolore,[222] mentre l'Inter dovette accontentarsi del terzo posto.[223] Tuttavia, in quei giorni emersero i primi dettagli sullo scandalo del calcio, poi denominato Calciopoli: la procura di Napoli avviò un'inchiesta contro società calcistiche importanti, tra le quali Juventus, Fiorentina, Lazio e successivamente anche Reggina, Arezzo e Milan;[224] e la pubblicazione delle prime intercettazioni diede subito l'idea di cosa stava per scoppiare, tanto che lo scudetto bianconero fu festeggiato da poche centinaia di tifosi a Torino.[222]
Anche in Champions League i nerazzurri partirono bene, qualificatisi ai gironi dopo aver eliminato lo Shakhtar Donetsk, con una vittoria in Ucraina,[225] ed un pareggio interno,[226] arrivarono al primo posto nel girone, grazie ad una vittoria per 4-0 sull'Artmedia Bratislava.[227] Agli ottavi di finale l'Inter venne sorteggiata contro l'Ajax, e nel match di andata ad Amsterdam i nerazzurri pareggiarono 2-2 grazie ai gol di Stankovic e Cruz.[228] La partita di ritorno venne dominata dall'Inter, che però vinse solamente 1-0, qualificandosi così alla fase successiva del torneo.[229] Ad affrontare l'Inter ai quarti di finale fu il Villarreal, ed i nerazzurri malgrado la vittoria al Meazza per 2-1, perdendo 1-0 al Madrigal, vennero eliminati dal torneo in virtù del gol in trasferta messo a segno da Diego Forlán al primo minuto di gioco.[230]
Ai meneghini sembrava, così, restare ancora una volta la Coppa Italia, che vinsero per la seconda volta consecutiva e nuovamente contro la Roma.[231][232] Dopo il pareggio all'Olimpico (1-1), al ritorno la formazione milanese prevalse per 3-1, conquistando il trofeo per la quinta volta nella sua storia.[231]
Il 26 luglio 2006 invece, la FIGC assegnò all'Inter il quattordicesimo scudetto della sua storia, il primo per Zanetti, sulla base della classifica stilata dopo le sentenze della giustizia sportiva nell'ambito di Calciopoli. La decisione arrivò dopo aver recepito il parere consultivo di una Commissione, composta da Gerhard Aigner, Massimo Coccia e Roberto Pardolesi, sul quesito riguardante l'assegnazione del titolo di campione d'Italia in caso di modifica della classifica finale del campionato.[233][234]
2006-2007: la seconda Supercoppa in rimonta e lo scudetto dei record
[modifica | modifica wikitesto]La fisionomia del calcio italiano, dopo lo scandalo di Calciopoli, era completamente cambiata, e con la Juventus in serie B ed il Milan penalizzato di otto punti, l'Inter era la favorita per la vittoria dello scudetto.[235] Inoltre in estate i nerazzurri si rafforzarono ulteriormente grazie al ritorno di Crespo ed all'acquisto di giocatori come Ibrahimović, Vieira, Maicon, Maxwell ed il neo-campione del mondo Grosso.[235]
La stagione 2006-2007 iniziò come la precedente, infatti l'Inter conquistò la sua terza supercoppa italiana, contro la Roma.[40] I nerazzurri nei primi quaranta minuti dovettero arrendersi alla superiorità giallorossa, infatti i capitolini a pochi minuti dal termine del primo tempo erano in vantaggio per 3-0.[236] Tuttavia la prima frazione di gioco si concluse sul 3-1, in quanto sul finire Vieira accorciò le distanze per l'Inter.[236] Nel secondo tempo però l'Inter scese in campo in maniera diversa, e grazie ad un gol di Crespo ed un altro di Vieira, riuscì a pareggiare durante i minuti regolamentari.[237] Arrivati ai supplementari i nerazzurri, grazie ad una punizione di Figo vinsero in rimonta 4-3, conquistando il trofeo.[237]
Pochi giorni dopo la vittoria in Supercoppa un grave lutto colpisce l'Inter, oscurando l'atmosfera di ottimismo in vista della nuova stagione: il 4 settembre 2006 muore a Milano dopo alcuni mesi di grave malattia il presidente Giacinto Facchetti, già bandiera nerazzurra negli anni sessanta e settanta e della Nazionale.[238]
In campionato i nerazzurri dominarono la scena nazionale, e sia Roma che Milan non poterono opporsi al dominio dell'Inter.[235] In particolare, la pirotecnica vittoria nerazzurra nel derby d'andata ad ottobre per 4-3,[235] fu la seconda di un'incredibile marcia di diciassette vittorie consecutive, che terminò a febbraio, con il pareggio per 1-1 contro l'Udinese.[239] L'Inter ebbe l'opportunità di conquistare il tricolore con sei giornate di anticipo nello scontro diretto con la Roma al Meazza, ma i nerazzurri rimediarono l'unica sconfitta in campionato, per 3-1.[240] Tuttavia il quindicesimo scudetto della storia dell'Inter venne rimandato solamente di quattro giorni, infatti mentre al Franchi i nerazzurri grazie ad una doppietta di Materazzi vincevano 2-1 contro il Siena, contemporaneamente la Roma veniva sconfitta a Bergamo dall'Atalanta.[241] A fine campionato l'Inter conquistò 97 punti, realizzando il punteggio massimo mai realizzato da una squadra in Serie A, ed oltre al record di vittorie consecutive i nerazzurri realizzarono quello delle vittorie complessive, 30 su 38 partite, ed infine il record di 15 successi esterni (di cui 11 consecutivi) su 19 incontri disputati.[242] Grazie a tutti questi record l'Inter 2006-2007 venne rinominata com "Inter dei record", la seconda dopo quella della stagione 1988-1989.[243]
L'avventura in Champions League dei nerazzurri iniziò in salita per via di due sconfitte nelle prime due giornate, rispettivamente con Sporting Lisbona e Bayern Monaco.[244] Tuttavia, con tre vittorie e un pareggio nelle successive partite del girone, la squadra milanese si qualifica agli ottavi di finale,[245] dove viene eliminata dal Valencia per la regola dei gol fuori casa, dopo un doppio pareggio (2-2 nell'andata al Meazza e 0-0 nel ritorno al Mestalla).[246]
Anche il cammino in Coppa Italia fu positivo, con il raggiungimento della terza finale consecutiva, per la terza volta contro la Roma. Nella finale di andata l'Inter, appena vittoriosa in campionato, venne nettamente battuta dalla Roma all'Olimpico per 6-2, mentre nella gara di ritorno vinse per 2-1, ma è la Roma a sollevare la coppa.[247]
2007-2008: la vittoria dello scudetto del centenario
[modifica | modifica wikitesto]Dopo la vittoria del quindicesimo scudetto l'Inter, nella stagione del centenario, si rafforzò con gli acquisti di Chivu e Suazo,[248] e rimase la squadra favorita per il titolo, nonostante la promozione di squadre blasonate come Juventus, Napoli e Genoa.[249]
Dopo aver perso la supercoppa italiana contro la Roma, a causa di un gol di De Rossi,[250][251] il campionato iniziò come il precedente, con i nerazzurri in vetta e le avversarie, specialmente la Roma, ad inseguire.[249] Lo scontro diretto tra le due contendenti, che successivamente si rivelò decisivo ai fini dell'assegnazione dello scudetto, arrivò il 27 febbraio a Milano.[249] La Roma condusse buona parte della gara in vantaggio grazie ad un gol di Totti, ma una rete a pochi secondi dalla fine da parte di Zanetti, con un destro dal limite dell'area, riuscì a far pareggiare l'Inter, che sembrò sempre più vicina al titolo.[252] Tuttavia l'Inter tra febbraio e marzo, a causa di numerosi infortuni, iniziò ad accusare segni di fatica, tant'è che i giallorossi, secondi in classifica, riuscirono a recuperare sette punti ed a portarsi a sole quattro lunghezze dall'Inter.[253] Anche nelle ultime gare di campionato i nerazzurri complicarono i loro piani, infatti dopo aver perso nella terzultima giornata il derby contro il Milan per 2-1, ed aver pareggiato 2-2 con il Siena, con Materazzi che fallì a pochi minuti dal termine un calcio di rigore, l'Inter doveva affrontare nell'ultima giornata al Tardini il Parma.[254][255] Il primo tempo contro i gialloblu si chiuse sullo 0-0, mentre la Roma vinceva in casa del Catania, e nella classifica parziale i capitolini erano la squadra in vetta.[256] A pochi minuti dall'inizio del secondo tempo, Mancini fece entrare Ibrahimovic, assente da tempo a causa di un infortunio al tendine rotuleo.[255] Lo svedese al 61' portò in vantaggio l'Inter grazie ad una conclusione da oltre venti metri, ed a poco più di dieci minuti dal termine raddoppiò con un gol dall'interno dell'area arrivato grazie ad un cross di Maicon.[256][257] Grazie alla doppietta di Ibrahimovic, l'Inter all'ultima giornata si assicurò lo scudetto numero sedici.[256][257]
In Champions League i nerazzurri, dopo aver dominato il girone eliminatorio, vincendo cinque gare e perdendone solo una, con il Fenerbahçe, che poi al ritorno verrà sconfitto 3-0;[258] vennero eliminati dal Liverpool, che vinse sia il match di andata che quello di ritorno.[259]
In Coppa Italia invece, l'Inter dopo aver eliminato la Lazio in semifinale, raggiunse in finale la Roma, per la quarta volta consecutiva.[260] La finale, che si disputò all'Olimpico a pochi giorni dalla fine del campionato, vide però la vittoria dei giallorossi, che conquistarono il loro nono titolo.[261]
2008-2009: con Mourinho la terza Supercoppa ai rigori ed il quarto scudetto di fila
[modifica | modifica wikitesto]Nonostante quella 2007-2008 fosse stata una stagione positiva, Moratti prese i primi contatti con José Mourinho, l'ex-allenatore portoghese del Chelsea.[262] Il 27 maggio, a pochi giorni dalla conquista del sedicesimo titolo, il presidente nerazzurro esonerò l'allenatore.[263] Nella comunicazione ufficiale del 29 maggio le motivazioni dell'esonero erano le dichiarazioni rese dal tecnico Mancini alla fine della sfida di Champions League Inter-Liverpool dell'11 marzo 2008.[264] Il saldo del tecnico jesino sulla panchina dell'Inter è stato comunque positivo: in soli quattro anni ha vinto ben 7 trofei, 3 Scudetti, 2 Coppe Italia, 2 Supercoppe Italiane;[263] risultando il secondo tecnico più vincente della storia dell'Inter dopo Herrera.[265] Il presidente Moratti acquistò subito i cartellini di Mancini,[266] e quello di Muntari,[267] mentre a poche ore dalla fine del calciomercato verrà anche acquistato quello di Quaresma in cambio di 18,6 milioni di euro,[268] più il cartellino di Pelé (valutato 6 milioni di euro).[269]
La stagione dell'Inter cominciò il 24 agosto, quando vinse ai tiri di rigore la supercoppa italiana contro la Roma, dopo che i tempi regolamentari si conclusero sul 2-2.[270] Il rigore decisivo all'assegnazione del trofeo lo calciò proprio Zanetti (tra l'altro questo fu il primo rigore battuto dall'argentino).[271]
In campionato le squadre in lotta per lo scudetto oltre l'Inter, erano il Milan e la Juventus. I nerazzurri raggiunsero da soli ben due volte la testa della classifica, alla quarta giornata, vincendo in casa contro il Lecce,[272] e alla settima giornata, battendo la Roma all'Olimpico per 4-0.[273] Alla decima giornata fu il Milan a conquistare la testa della classifica battendo il Napoli in casa,[274] ma una settimana dopo tornò in testa l'Inter battendo in casa l'Udinese, con i rossoneri che pareggiarono a Lecce.[275] Di lì il campionato sembrò esser destinato ad andare come gli ultimi due: l'Inter conquistò altre sei vittorie consecutive ed arrivò alla sosta natalizia a sei punti dalla Juventus e a nove dal Milan.[276] Nel girone di ritorno l'Inter partì eccezionalmente, allungando ulteriormente su Milan e Juventus, ma nel mese di aprile, dopo due pareggi dell'Inter con Palermo e Juventus ed una sconfitta contro il Napoli,[277] il Milan provò un clamoroso avvicinamento, ma i nerazzurri riuscirono a vincere lo scudetto con 3 giornate d'anticipo, il 16 maggio 2009, dopo la sconfitta del Milan al Friuli.[278] Questo fu il quarto scudetto consecutivo dei nerazzurri, e venne festeggiato il giorno dopo, quando l'Inter vinse contro il Siena per 3-0.[279]
In Champions League l'Inter, nonostante fosse stata sorteggiata in un girone semplice, con Panathinaikos, Anorthosis e Werder Brema, si qualificò agli ottavi di finale solamente come seconda;[280] venendo sorteggiata contro i detentori del trofeo del Manchester United.[281] I Red Devils, dopo aver pareggiato 0-0 al Meazza;[282] riuscirono ad avere la meglio all'Old Trafford, eliminando l'Inter grazie ad una vittoria per 2-0.[283]
In Coppa Italia il cammino fu diverso rispetto alle stagioni precedenti, infatti dopo quattro finali consecutive tra Inter e Roma, entrambe le squadre vennero eliminate prima dell'ultimo atto del torneo, i primi contro la Sampdoria in semifinale,[284] mentre i secondi ai quarti proprio contro l'Inter.[285]
2009-2010: la tripletta
[modifica | modifica wikitesto]«Ci credevo: ora l'Inter è nella storia»
Dopo la vittoria del campionato, nell'estate del 2009 Ibrahimović lasciò l'Inter per approdare in Spagna, al Barcelona, ed al suo posto i catalani, oltre ad un conguaglio economico, cedettero all'Inter l'attaccante camerunense Eto'o.[287] Gli altri acquisti dei nerazzurri furono il difensore Lúcio, il centrocampista Thiago Motta, il trequartista Sneijder e l'attaccante Milito, poi protagonista della stagione, oltre che la seconda punta Pandev, comprata nella sessione invernale.[287]
Nonostante fosse l'Inter fosse la squadra favorita per la conquista della supercoppa italiana, la stagione si aprì a Pechino con la sconfitta nel primo trofeo della stagione, contro la Lazio per 2-1, ed a segnare l'unico gol nerazzurro fu il neo-acquisto Samuel Eto'o.[288][289]
Il campionato iniziò bene per l'Inter, dopo un pareggio casalingo per 1-1 contro il Bari infatti,[290] i nerazzurri liquidarono il Milan nel derby per 4-0,[291] e all'ottava giornata, con la vittoria al Ferraris sul Genoa per 5-0, si portarono al comando della classifica.[292] L'Inter continuò ad allungare, concludendo da prima in classifica il girone di andata con la vittoria interna in rimonta sul Siena per 4-3, con quarantacinque punti, ad otto lunghezze dal Milan secondo.[293][294] Nonostante la vittoria nerazzurra in nove uomini nello scontro diretto contro il Milan per 2-0,[295] i rossoneri riuscirono a recuperare molti punti, complice la sconfitta nerazzurra al Massimino contro il Catania.[296] Tuttavia il Milan, dopo una sconfitta a Parma, uscì dalla lotta per la conquista del titolo,[297] che si ridusse solamente ad Inter e Roma, con i giallorossi provenienti da una lunga striscia di risultati utili.[298] Lo scontro diretto avvenne all'Olimpico il 27 marzo, ma la Roma prevalse sui nerazzurri, vincendo 2-1 grazie ad un gol a pochi minuti dal termine di Toni, e portandosi ad un solo punto dalla vetta.[299] In questa partita Zanetti disputò la sua 137ª gara di fila in Serie A, ma la serie di partite consecutive si fermò con il match di Roma, in quanto a seguito di una squalifica, sarà costretto a saltare la successiva partita contro il Bologna.[5] Successivamente, con il pareggio a Firenze dell'Inter contro la Fiorentina,[300] la Roma riuscì a portarsi al comando della classifica, vincendo in casa contro l'Atalanta.[301] La settimana dopo, il 16 aprile, in occasione di Inter-Juventus, partita terminata con la vittoria dei milanesi per 2-0, il capitano Zanetti ha disputato la sua 500ª partita in Serie A.[302][303] La giornata successiva l'Inter tornò in testa alla classifica, grazie ad una vittoria interna contro l'Atalanta per 3-1,[304] ed alla successiva sconfitta giallorossa all'Olimpico contro la Sampdoria.[305] Il 16 maggio, durante l'ultima giornata l'Inter, grazie ad una rete dell'argentino Milito, vincendo 1-0 a Siena si laureò campione d'Italia per la diciottesima volta, la quinta volta consecutiva.[306]
Al termine del campionato 2009-2010 con 502 presenze in Serie A Zanetti risultò primo fra i giocatori non nati in Italia (decimo in assoluto e primo in attività) e primo fra quelli che non hanno militato nella Nazionale italiana; inoltre l'argentino contava 132 presenze nelle Coppe europee, 59 in Coppa Italia, 5 in Supercoppa italiana e 3 negli spareggi UEFA contro Bologna e Parma al termine delle stagioni 1998-1999 e 1999-2000.[76][307]
In Coppa Italia i nerazzurri, dopo aver battuto il Livorno (1-0, gol su punizione di Sneijder),[308] la Juventus (2-1, vantaggio iniziale di Diego, pareggio di Lúcio e vantaggio di Balotelli nel finale),[309] e la Fiorentina (doppio 1-0, con reti di Milito all'andata e di Eto'o al ritorno) si qualificarono in finale.[310] L'Inter, nell'ultimo atto del torneo dovette affrontare la Roma,[311] per la sesta volta consecutiva in sei manifestazioni, e per la quinta volta in finale.[312] Il 5 maggio allo stadio Olimpico, l'Inter, grazie ad una rete di Milito, vinse la sua sesta Coppa Italia, trofeo che non vinceva dall'edizione 2005-2006.[313]
In Champions League l'Inter venne sorteggiata in un girone ostico, con i campioni di Spagna e di Europa del Barcelona, i campioni d'Ucraina della Dinamo Kiev, ed i campioni di Russia del Rubin Kazan'.[314] I nerazzurri non cominciarono bene il girone, raccogliendo solamente tre pareggi, per 0-0 contro gli spagnoli,[315] per 1-1 contro i russi,[316] e per 2-2 contro gli ucraini.[317] Nella quarta partita, approfittando del contemporaneo pareggio del Barcellona con il Rubin e cogliendo una rocambolesca vittoria in rimonta nei minuti finali contro la Dinamo in Ucraina, i nerazzurri si portarono momentaneamente in testa al girone.[318] Tuttavia, pochi giorni più tardi i blaugrana, vincendo al Camp Nou per 2-0, tornarono al comando del girone,[319] e l'Inter per passare agli ottavi di finale dovrà vincere nella sesta ed ultima giornata per 2-0 contro il Rubin, qualificandosi al secondo posto.[320]
Come avversaria agli ottavi di finale venne sorteggiata nella sede dell'UEFA a Nyon il Chelsea di Ancelotti, con la gara di andata che si sarebbe disputata al Meazza, mentre quella di ritorno allo Stamford Bridge.[321] Nella prima partita i nerazzurri vinsero 2-1 grazie alla rete di Milito e quella di Cambiasso, che rispose al momentaneo pareggio di Kalou.[322][323] Nel match di Londra Mourinho sperimentò per la prima volta dopo il derby vinto dall'Inter per 4-0 il modulo 4-2-3-1, schema che grazie alla vittoria per 1-0 arrivata grazie ad un gol allo scadere di Eto'o, non fu più abbandonato per tutto il resto della stagione.[287][324] L'Inter così centrò un successo in trasferta contro una squadra inglese dopo sette anni (l'ultima vittoria, 3-0 ad Highbury contro l'Arsenal, risaliva al 2003), e si presentò così ai quarti di finale dopo quattro anni.[325] Tre giorni dopo l'urna di Nyon sorteggiò l'Inter contro il CSKA Mosca come avversaria da affrontare ai quarti.[326] Al Meazza, nella partita di andata, l'Inter, nonostante una serie di occasioni sprecate, vinse solamente 1-0 con una rete di Milito nel secondo tempo.[327] Una settimana più tardi, al Luzhniki Stadium di Mosca, ai nerazzurri bastò vincere nuovamente per 1-0, con un gol nei primi minuti di Sneijder su calcio di punizione, per qualificarsi alle semifinali,[328] che si sarebbero disputate contro il Barcelona, qualificatasi grazie ad una quaterna di Messi all'Arsenal.[329] Il match di andata, al Meazza, ha visto i blaugrana portarsi in vantaggio dopo quasi venti minuti, grazie ad una rete di Pedro, tuttavia i nerazzurri riuscirono a pareggiare con Sneijder, prima dello scadere del primo tempo.[330] A pochi minuti dall'inizio della ripresa l'Inter si portò in vantaggio grazie a Maicon, che servito sottomisura da Milito, realizzò il secondo gol per i nerazzurri.[330] A chiudere la partita fu appunto Milito, che grazie ad un pallone servito da Sneijder, firmò la rete del 3-1.[330][331] Otto giorni dopo, al Camp Nou, l'Inter dopo quasi mezz'ora di gioco si trovò in inferiorità numerica a causa dell'espulsione di Thiago Motta, tuttavia i blaugrana non riuscirono ad avere particolari occasioni nei primi ottanta minuti di gioco, ma a pochi minuti dal termine Piqué sbloccò il risultato, segnando la rete dell'1-0.[332] Nonostante ciò, il Barcelona non riuscì a raddoppiare, lasciando qualificare così l'Inter in finale di Champions League, 38 anni dopo l'ultima volta.[332] Il 22 maggio al Santiago Bernabéu di Madrid i nerazzurri dovettero affrontare il Bayern Monaco, ed entrambe le squadre avevano appena vinto la coppa ed il campionato nazionale, ed erano quindi alla ricerca di una storica tripletta.[333] Iniziato il match, i nerazzurri a dieci minuti dal termine della prima frazione di gioco riuscirono a portarsi in vantaggio grazie a Milito, il quale, ricevuto un pallone da Sneijder, siglò la rete dell'1-0.[334] Al venticinquesimo minuto del secondo tempo Milito segnò nuovamente, infatti l'argentino dopo essere stato servito da Eto'o ed aver dribblato la difesa bavarese, firmò il gol del 2-0, regalando all'Inter la terza Champions League della sua storia.[334] Zanetti, alla sua 700ª gara in nerazzurro, alzò per la prima volta la Champions League, e l'Inter riuscì a conquistare una storica tripletta, diventando la prima squadra italiana a realizzare tale obiettivo.[334][335]
2010-2011: la quarta Supercoppa e la Coppa del mondo per club con Benítez e la Coppa Italia con Leonardo
[modifica | modifica wikitesto]Pochi giorni dopo la vittoria in Champions League, Mourinho si trasferì al Real Madrid,[336] ed il 10 giugno 2010 venne ufficializzato l'ingaggio del suo successore: lo spagnolo Rafael Benítez, nelle ultime sei stagioni alla guida del Liverpool.[337]
La campagna acquisti nerazzurra non fu dispendiosa a causa del fair play finanziario, voluto dal presidente UEFA Michel Platini, in base al quale le società vengono valutate attraverso una sorta di coefficiente di rischio che terrà in considerazione il debito accumulato e il monte ingaggi e dovranno dimostrare di rispettare le scadenze di pagamento di qualsiasi natura.[338] E infatti il mercato interista riguarda un sostanziale ringiovanimento della rosa con l'arrivo di Biabiany dal Parma,[339] del giovane Coutinho già acquistato due anni prima dal Vasco da Gama,[340] e del portiere Luca Castellazzi in sostituzione di Francesco Toldo, a fine carriera.[341] Inoltre venne ceduto Mario Balotelli al Manchester City per 28 milioni di euro.[342]
Dopo la tripletta della stagione precedente, l'Inter esordì in supercoppa italiana il 21 agosto, nuovamente contro la Roma, che dopo essersi portata in vantaggio con Riise, fu rimontata dal gol di Pandev e dalla doppietta di Eto'o.[343] I nerazzurri così, conquistarono il loro primo trofeo della stagione, ovvero il quarto titolo nell'intero anno 2010.[343]
Sei giorni dopo, in supercoppa europea, l'Inter affrontò allo Stadio Louis II la squadra vincitrice dell'Europa League 2009-2010, l'Atlético Madrid.[344] Tuttavia, le cose andarono diversamente, infatti i Colchoneros riuscirono a battere l'Inter per 2-0, con le reti di Reyes e Agüero, impedendo ai nerazzurri di centrare il Grande Slam, compiuto dal Barcellona nella stagione precedente, con la vittoria di tutti e sei i trofei a disposizione nell'anno solare.[345]
In campionato, nel girone d'andata, ci fu un lungo duello per il primo posto tra molte squadre, ma alla fine fu il Milan a laurearsi campione d'inverno.[346] Intanto, il 15 dicembre l'Inter dovette disputare la Coppa del mondo per club FIFA, scontrandosi in semifinale con i campioni asiatici del Seongnam, che venne battuto 3-0 con le reti di Stankovic, Zanetti e Milito.[347] Il 18 dicembre l'Inter, in finale con il Mazembe, si laureò campione del mondo per la terza volta, vincendo per 3-0, e conquistando così il quinto trofeo dell'anno.[348][349]
In data 23 dicembre 2010, attraverso un comunicato stampa sul suo sito ufficiale, venne annunciato il divorzio tra l'Inter e Rafael Benítez.[350] Il giorno seguente è ufficializzato l'ingaggio del brasiliano Leonardo,[351] ex giocatore e allenatore del Milan.[351]
Il 6 gennaio 2011 il tecnico esordì subito con una vittoria sul Napoli,[352] mentre il 15 gennaio 2011, nella partita contro il Bologna vinta 4-1, fu importante per Zanetti, che eguagliò il record di presenze di Beppe Bergomi in Serie A, 519 gare.[353] Quattro giorni dopo, in occasione della sfida contro il Cesena, il capitano superò Bergomi, mettendo a referto la 520ª presenza.[354] A queste vittorie, ne seguiranno altre cercando di raggiungere il Milan capolista, e nonostante le sconfitte in trasferta contro Udinese e Juventus, ed il pareggio a Brescia, approfittando di alcuni passi falsi dei rossoneri di Allegri, l'Inter riesce a presentarsi alla vigilia dello scontro diretto con soli due punti di svantaggio.[355] Tuttavia, i rossoneri si imposero con un netto 3-0, portandosi cinque punti sopra l'Inter.[355] Il 7 maggio i rossoneri vinsero il loro diciottesimo tricolore, interrompendo la serie di cinque campionati di fila vinti dall'Inter,[356] mentre l'Inter consolidò il secondo posto pareggiando per 1-1 a Napoli alla penultima giornata,[357] conquistando per la decima volta consecutiva l'accesso alla Champions League (nessun'altra squadra italiana è mai riuscita ad ottenere una striscia così lunga, nella storia della competizione, di partecipazioni consecutive).[358]
In Champions League, i nerazzurri campioni in carica, a causa di una sconfitta per 3-0 con il Werder Brema, riuscirono a qualificarsi agli ottavi di finale solamente al secondo posto nel girone, alle spalle del Tottenham.[359] Agli ottavi di finale l'Inter incontrò il Bayern, ed i tedeschi riuscirono a strappare una vittoria al Meazza per 1-0, con un gol di Gómez allo scadere.[360] Tuttavia nel match di ritorno, all'Allianz Arena, i nerazzurri riuscirono a qualificarsi ai quarti vincendo 3-2, grazie ad un gol di Pandev a pochi minuti dal termine della partita.[361] Ai quarti di finale l'Inter venne però eliminata dallo Schalke 04, a seguito di una pesante sconfitta interna nel match d'andata per 5-2,[362] e di una esterna alla Veltins Arena, per 2-1.[363]
In Coppa Italia l'Inter, dopo aver eliminato il Genoa,[364] ed il Napoli al San Paolo ai rigori,[365] si qualificò alle semifinali, contro la Roma, che nel match d'andata all'Olimpico venne battuta per 1-0, grazie ad un gol di Stankovic.[366] Nella partita di ritorno tra Inter e Roma, disputatasi l'11 maggio 2011, e conclusasi con un pareggio per 1-1,[367] Zanetti giocò la sua partita numero 1000 in carriera tra campionati (633), coppe nazionali (63), coppe continentali (143), altre coppe (9), Under-23 (12) e Nazionale argentina (145).[10][368][369][370] Il capitano nerazzurro entrò così anche a far parte della Top 10 dei giocatori millenari.[10][371][372] Il 29 maggio 2011 i nerazzurri conquistarono la loro settima Coppa Italia, battendo il Palermo per 3-1, e si aggiudicarono contestualmente anche la Coppa del 150º anniversario dell'Unità d'Italia, trofeo assegnato unicamente in questa edizione, e sollevato al cielo durante la premiazione finale da Materazzi.[373]
2011-2012: una stagione deludente tra Gasperini, Ranieri e Stramaccioni
[modifica | modifica wikitesto]Dopo la vittoria in Coppa Italia, Leonardo si accasò al Paris Saint-Germain come direttore sportivo,[374] ed il 24 giugno 2011, con un comunicato sul suo sito ufficiale, l'Inter annunciò la scelta del tecnico Gian Piero Gasperini come nuovo allenatore della prima squadra.[375]
Gli esordi per l'ex tecnico genoano non furono tuttavia tra i migliori, infatti la stagione nerazzurra si aprì con una sconfitta in supercoppa italiana contro il Milan.[376]
Anche in serie A le prestazioni non migliorarono, ed il primo punto arrivò solamente alla quarta partita ufficiale, il 17 settembre 2011, in Inter-Roma, quando Zanetti raggiunse Bergomi a quota 756 presenze con la maglia dell'Inter.[377] L'argentino insieme a Bergomi ha disputato in totale 134 partite ed ha inoltre vinto la Coppa UEFA 1997-1998.[378] Zanetti è stato titolare in 722 gare rispetto alle 741 di Bergomi, ha giocato la metà in Coppa Italia (64 contro 119) ma quasi sette volte di più in Coppa Campioni (98 contro 15) e ha segnato di meno (21 gol contro 28).[379] Di conseguenza, nella partita successiva, quella del 20 settembre contro il Novara, finita 3-1 per i piemontesi, Zanetti superò il record di Bergomi con 757 presenze.[4] Tuttavia, a causa della sconfitta, il tecnico nerazzurro Gasperini venne sollevato dall'incarico,[380] ed un giorno dopo venne ufficializzato come suo sostituto Claudio Ranieri.[381]
Il 28 settembre Zanetti festeggiò il suo record di presenze con l'Inter con una festa alla Terrazza Martini di Milano dove fu presentato nel 1995.[382] Furono presenti alla serata la moglie Paula e i figli Sol e Ignacio, il presidente Massimo Moratti e la sorella Bedy, l'amministratore delegato Ernesto Paolillo, il vice direttore generale Stefano Filucchi e il direttore sportivo Piero Ausilio, l'allenatore Claudio Ranieri, lo staff tecnico e i compagni di squadra, gli ex compagni di squadra Marco Materazzi e Francesco Toldo, il suo scopritore Antonio Angelillo, i campioni della Grande Inter Sandro Mazzola, Luis Suarez, Mario Corso, Gianfranco Bedin, l'ex vicepresidente Giammaria Visconti di Modrone, Gianfelice Facchetti (figlio di Giacinto) e proprio il "battuto" Giuseppe Bergomi.[382][383][384][385] Inoltre il presidente Moratti conferì a Zanetti un incorniciato d'argento del primo documento ufficiale che sanciva l'autorizzazione della FIGC al suo tesseramento, riportante la data del 18 luglio 1995.[382]
Il 10 ottobre, durante la cerimonia di consegna del Golden Foot 2011 nel Principato di Monaco, vinto da Ryan Giggs, venne assegnato all'argentino il premio alla carriera come leggenda del calcio mondiale, con l'onore di lasciare l'impronta dei propri piedi e il suo autografo sulla Champions Promenade.[386]
Il 3 dicembre in Inter-Udinese 0-1 gli viene comminata la sua prima espulsione in Serie A da parte dell'arbitro Andrea Gervasoni per somma di ammonizioni.[387] L'ultima e unica espulsione di Zanetti con la maglia dell'Inter risaliva al 17 febbraio 1999 quando, nella sconfitta interna per 0-2 contro il Parma in semifinale di Coppa Italia,[388] l'arbitro Braschi, lo espulse al minuto 78.[389]
Tra la fine del 2011 e l'inizio del 2012 la squadra collezionò sette vittorie consecutive in campionato,[390] per poi ottenere una serie di sconfitte di fila che terminarono con il pareggio interno contro il Catania per 2-2.[391]
Il 6 febbraio venne assegnato a Zanetti dalla Gazzetta dello Sport il premio "I piedi buoni del calcio - Lo sportivo esemplare", come giocatore che si è distinto maggiormente in attività sociali e di beneficenza.[392]
Il 26 marzo, a seguito della sconfitta per 2-0 contro la Juventus e del conseguente ottavo posto in classifica, l'Inter decise di risolvere il contratto con Ranieri, a poco più di sei mesi dall'inizio della sua avventura sulla panchina nerazzurra.[393] A succedere al tecnico testaccino fu l'allenatore della squadra Primavera, Andrea Stramaccioni, vincitore della prima edizione della NextGen Series.[393] Il quinto tecnico più giovane della storia nerazzurra esordì con una vittoria per 5-4 contro il Genoa.[394] L'11 aprile in occasione di Inter-Siena 2-1, il capitano nerazzurro raggiunse Dino Zoff a quota 570 nella classifica di presenze in Serie A piazzandosi al 3º posto, dietro a Gianluca Pagliuca (592).[395] Con il nuovo tecnico la squadra accumulò diversi punti, come nella partita più importante, ossia il derby di ritorno, dove i nerazzurri batterono il Milan per 4-2, grazie alla tripletta di Milito ed al gol di Maicon.[396] Tuttavia, la squadra chiuse il campionato al sesto posto, dopo la sconfitta per 3-1 nello scontro diretto contro la Lazio, qualificandosi per il terzo turno preliminare di Europa League.[397]
In Champions League i nerazzurri dopo una pessima partenza, ovvero una sconfitta interna per 1-0 contro il Trabzonspor sotto la gestione di Gasperini,[398] riuscirono a classificarsi al primo posto nel girone grazie ad un pareggio proprio contro i turchi.[399] Tra l'altro Zanetti, il 27 settembre in CSKA Mosca-Inter 2-3 stabilì il record di 78 presenze nella competizione con la fascia di capitano, superando Paolo Maldini (77 presenze),[400] mentre il 18 ottobre raggiunse la sua presenza numero 100 in Champions League in occasione di Lille-Inter 0-1.[401] Agli ottavi di finale, l'Inter perse la gara di andata in casa del Marsiglia per 1-0,[402] ed una vittoria interna per 2-1 non riuscì a far qualificare i nerazzurri alla fase successiva.[403]
In Coppa Italia l'Inter, dopo aver battuto il Genoa al Meazza,[404] il 25 gennaio allo Stadio San Paolo venne eliminata dal Napoli dopo una partita finita 2-0, con entrambi i gol segnati da Edinson Cavani.[405]
2012-2013: la rifondazione
[modifica | modifica wikitesto]Nell'estate del 2012, dopo aver rescisso consensualmente i contratti di Lúcio[406] e Forlán[407], accasatisi rispettivamente alla Juventus e all'Internacional, l'Inter dovette accettare i ritiri di Córdoba,[408] e di Orlandoni[409][410].
La campagna acquisti della società nerazzurra inizia con il riscatto di Fredy Guarín dal Porto,[411] l'acquisto a titolo definitivo di Rodrigo Palacio,[412] di Samir Handanovič,[413] e con i prestiti di Silvestre,[414] di Mudingayi,[415] e di Walter Gargano.[416] Infine, negli ultimi giorni di agosto, vennero acquistati Cassano,[417] e Pereira.[418] Tra le cessioni si segnalarono quelle di Pazzini,[419] Julio Cesar,[420] e Maicon.[421]
L'Inter cominciò presto la nuova stagione, per disputare il terzo turno preliminare di Europa League, contro l'Hajduk Spalato, che venne superato.[422][423] Ai play-off i nerazzurri vennero sorteggiati con il Vaslui.[424] In casa dei rumeni, il 24 agosto 2012 Zanetti giocò la sua partita numero 800 con la maglia dell'Inter tra Serie A (570), Coppa Italia (66), coppe europee (151) e altri tornei (13).[425] Prima dell'inizio della partita il nuovo team manager, Córdoba, gli consegnò una maglia nerazzurra con il numero 800 e inoltre durante la partita indossò al braccio una fascia da capitano celebrativa con la scritta "FC Internazionale-Javier Zanetti 800 storie d'amore insieme".[426][427] La qualificazione alla fase a gironi arrivò grazie alla vittoria complessiva sul Vaslui.[428] Nel gruppo l'Inter venne sorteggiata con il Rubin Kazan, il Partizan ed il Neftçi.[429]
Nazionale
[modifica | modifica wikitesto]«Un giocatore unico, che è anche un esempio per noi giovani che ci affacciamo per la prima volta in nazionale.»
Nazionale maggiore
[modifica | modifica wikitesto]Il debutto
[modifica | modifica wikitesto]Dopo la delusione nella Coppa del mondo negli Stati Uniti, l'ultimo torneo di Maradona con la maglia albiceleste, la nazionale argentina doveva essere completamente ricostruita.[431] Nel novembre del 1994, a seguito delle buone prestazioni con la maglia del Banfield, l'allora commissario tecnico della nazionale argentina, Daniel Passarella, inserì per la prima volta il nome di Zanetti nella lista dei convocati della Selección.[108]
Zanetti debuttò con la nazionale maggiore a Santiago del Cile il 16 novembre 1994, a 21 anni, in una partita amichevole contro il Cile finita 3-0 per l'Argentina.[431]
I primi tempi: la finale di Coppa re Fahd e le delusioni in Copa América ed al campionato mondiale in Francia
[modifica | modifica wikitesto]Nel gennaio del 1995 venne convocato per la Coppa re Fahd, la seconda edizione del torneo amichevole intitolato all'allora re dell'Arabia Saudita, e che venne poi ulteriormente assorbita dalla FIFA nell'ambito della Confederations Cup.[432] Il torneo iniziò molto bene per l'Argentina, che vinse 5-1 contro il Giappone all'esordio,[433] e pareggiò 0-0 contro la Nigeria, qualificandosi in finale.[434] Nell'ultimo atto del torneo intercontinentale, la Selección incontrò la Danimarca,[434] tuttavia gli europei si imposero per 2-0 sui sudamericani, grazie alle reti di Laudrup e Rasmussen, e l'Argentina non riuscì a conquistare questo trofeo.[435]
Nell'estate del 1995 Zanetti venne anche convocato per la Copa América in Uruguay.[436] Il 22 giugno, durante un'amichevole di preparazione alla Copa América, Zanetti segnò il suo primo gol con la maglia dell'Argentina, contro la Slovacchia.[437][438] La nazionale argentina, dopo essersi classificata come seconda nel girone, riuscì a qualificarsi per i quarti di finale contro il Brasile.[439] Ai minuti regolamentari la partita terminò con un pareggio per 2-2, con i verde-oro che riuscirono ad acciuffare il pareggio a pochi minuti dal termine grazie ad una rete di Túlio viziata da un tocco di mano.[440] Ai tiri di rigore furono i brasiliani a spuntarla, riuscendosi a qualificarsi alle semifinali del torneo continentale.[440]
Tre anni più tardi Zanetti prese parte al mondiale 1998 in Francia, debuttando per la prima volta nella competizione mondiale il 14 giugno a Tolosa contro il Giappone.[441] L'Argentina riuscì a vincere contro gli asiatici per 1-0, grazie ad una rete di Batistuta, e grazie a questo esordio vincente la Selección Albiceleste consolidò la sua posizione da squadra favorita per la vittoria finale.[441] Una settimana più tardi i sudamericani vinsero ancora, imponendosi con un netto 5-0 alla Giamaica, grazia alle straordinarie prestazioni di Ortega e Batistuta, autori rispettivamente di una doppietta ed una tripletta.[442] Il 26 giugno l'Argentina di Passarella, battendo la Croazia per 1-0 grazie ad un gol di Pineda, chiuse il girone H al primo posto, con il massimo dei punti.[443] Agli ottavi di finale la nazionale argentina incontrò l'Inghilterra, ed in questa partita Zanetti segnò il gol del decisivo 2-2, grazie ad una punizione che Verón, al posto di calciare in porta, servì a lui che, posizionato davanti alla barriera inglese, riuscì a finalizzare.[444] Nei quarti di finale tuttavia, la nazionale albiceleste venne eliminata dall'Olanda, che prevalse sui sudamericani per 2-1, grazie ad una rete segnata a pochi secondi dal termine da Bergkamp.[445] Al termine del mondiale francese Zanetti giocò da titolare tutte le sei partite della nazionale argentina,[446] venendo sostituito soltanto durante Argentina-Croazia per precauzione, in quanto giocava con un'infiltrazione.[443]
Dopo il mondiale francese, il commissario tecnico Daniel Passarella rassegnò le dimissioni, e pochi giorni più tardi venne ufficializzato come nuovo allenatore della nazionale argentina il tecnico Marcelo Bielsa, che dovette rescindere il contratto con la sua squadra di allora, l'Espanyol.[447]
Nel 1999, nonostante Bielsa avesse completamente rinnovato il gruppo della nazionale argentina, Zanetti venne convocato per la Copa América in Paraguay, debuttando il 1º luglio contro l'Ecuador.[448] La partita finì 3-1 per l'Argentina, con un gol di Simeone ed una doppietta di Palermo.[449] Nel match successivo, contro la Colombia, Zanetti venne espulso, Palermo sbagliò tre calci di rigore, realizzando il record di rigori sbagliati durante una partita, e l'Argentina perse 3-0.[450][451] Tuttavia, la nazionale albiceleste riuscì a qualificarsi ai quarti di finale, in quanto riuscì a battere l'Uruguay per 2-0, senza la presenza di Zanetti in campo.[452] Nella fase ad eliminazione diretta però, l'Argentina venne spedita a casa dal Brasile, che riuscì a ribaltare l'iniziale vantaggio argentino di Sorín grazie alle reti di Rivaldo e Ronaldo.[453][454]
L'affermazione: il fallimento nippo-coreano e le finali di Copa América e di Confederations Cup contro il Brasile
[modifica | modifica wikitesto]Tra il 2000 ed il 2001 l'Argentina vinse il girone di qualificazione sudamericano per il mondiale 2002, con 43 punti accumulati in 18 partite.[455] Zanetti, di quelle diciotto gare ne saltò solamente quattro, per giunta consecutive, tra l'agosto ed il novembre del 2000, a causa di un infortunio all'adduttore sinistro.[164][456] Zanetti venne convocato da Bielsa anche per il Mondiale 2002, disputatosi in Corea del Sud e Giappone.[457] Come quattro anni prima l'Argentina veniva data come una delle squadre favorite per la vittoria finale del torneo,[458][459] ed il debutto della nazionale sudamericana infatti fu una vittoria per 1-0 contro la Nigeria.[460] La prima partita del girone mondiale secondo Zanetti fu vinta grazie alla pazienza, infatti nel dopo-partita dichiarò su questo: "È stata la nostra migliore qualità. Si poteva perdere la testa, invece siamo stati calmi. Prima o poi il gol sarebbe arrivato".[460] Il 7 giugno l'albiceleste dovette affrontare l'Inghilterra, a quattro anni di distanza dallo scontro nel precedente mondiale.[461] Il match tuttavia, si concluse con la vittoria della nazionale inglese per 1-0, grazie ad una rete di Beckham, che nella partita di quattro anni prima venne espulso ed ad una rigida applicazione del catenaccio da parte del commissario tecnico inglese di allora, Eriksson.[462] Nell'ultima partita della fase a girone l'Argentina dovette sfidare la Svezia, con Bielsa che rivoluzionò quasi interamente tutta la squadra, lasciando tuttavia in campo Zanetti.[463] I sudamericani, pur giocando il match bene, pareggiando il match 1-1 non riuscirono a battere gli scandinavi, e quindi l'Argentina, tra la delusione di molti giocatori, venne eliminata dal campionato mondiale.[464] Zanetti, che fu il migliore giocatore della partita tra le file della nazionale albiceleste, successivamente dichiarò: "Sono orgoglioso di far parte di questo gruppo, abbiamo fatto tutto quello che era in nostro potere per vincere, ci è mancata la suerte. Ma questo è il football: tutto il mondo ha visto una squadra che ha fatto gioco e un'altra che speculava. Siamo caduti in piedi".[464]
Bielsa continuò a far giocare Zanetti, facendogli indossare per la prima volta la fascia di capitano della nazionale il 7 giugno 2003, in un match di Kirin Cup contro il Giappone, dove segnò anche una rete.[465] Anche tre giorni dopo Zanetti fu il capitano della nazionale, nella vittoria per 1-0 contro la Corea del Sud.[466]
Zanetti venne convocato da Bielsa anche per la Copa América 2004 in Perù, in una nazionale formata quasi esclusivamente da giocatori di esperienza, con solo pochi innesti sperimentali.[467][468] Il debutto nella competizione continentale fu nuovamente buono, infatti l'albiceleste si impose con un netto 6-1 sull'Ecuador.[469] Nel secondo match del girone l'Argentina affrontò il Messico, e nonostante la buona prestazione della squadra guidata da Bielsa, il Messico riuscì a vincere.[470][471] Nella terza partita del gruppo, decisiva per la qualificazione, disputatasi il 13 luglio a Piura, l'Argentina vinse sull'Uruguay per 4-2, riuscendo così a qualificarsi ai quarti di finale al secondo posto.[472] Pochi giorni dopo la nazionale albiceleste dovette affrontare i padroni di casa del Perù, che vennero sconfitti per 1-0, grazie ad un gol di Tévez nel secondo tempo.[473] In semifinale l'Argentina incontrò la Colombia, vincitrice della precedente edizione della Copa América, ed arrivata a quel punto senza mai perdere.[474] Tuttavia la Selección travolse i colombiani per 3-0, raggiungendo la finale della manifestazione dopo undici anni.[474][475] Nella finale della Copa América, l'Argentina dovette affrontare il Brasile, dell'allora compagno di squadra di Zanetti, Adriano.[476] La nazionale albiceleste si portò in vantaggio per 2-1, ma i verde-oro pareggiarono all'ultimo secondo dei tempi regolamentari grazie ad una rete proprio di Adriano.[477] Infine ai tiri di rigore il Brasile si impose per 4-2, e negò all'Argentina la vittoria della Copa América.[477]
Nel settembre del 2004 il CT Bielsa, poco tempo dopo aver vinto la medaglia d'oro ai giochi olimpici di Atene,[478] abbandonò a sorpresa l'incarico.[479] A succedergli fu José Pekerman.[480]
Già da subito Pekerman cominciò a convocare Zanetti per le gare di qualificazione al campionato mondiale 2006,[481] ed il difensore, il 9 ottobre, nella prima partita di Pekerman da allenatore dell'Argentina, segnò un gol contro l'Uruguay.[482]
Perkeman, nel 2005, convocò Zanetti anche per la Confederations Cup, debuttando il 15 giugno a Colonia, nella vittoria per 2-1 contro la Tunisia.[483] Pochi giorni più tardi, battendo 4-2 l'Australia a Norimberga, grazie ad una tripletta di Figueroa, l'Argentina, con una gara ancora da disputare, ottenne la qualificazione matematica alla fase ad eliminazione diretta del torneo.[484] L'ultima partita della fase a gironi, contro i padroni di casa della Germania, già qualificati, finì 2-2, e fu il suo compagno di squadra all'Inter, Cambiasso, a segnare l'ultima rete della partita.[485] Alle semifinali i sudamericani incontrarono la nazionale messicana, e la partita fu talmente dura che entrambe le squadre allungarono la partita ai supplementari, pareggiando nei minuti regolamentari per 0-0.[486] Ai tempi supplementari il Messico si portò in vantaggio, ma pochi minuti più tardi Figueroa pareggiò, mandando la partita ai tiri dal dischetto.[487] Il rigore decisivo per l'Argentina venne siglato da Cambiasso, che portò quindi l'albiceleste in finale, contro il Brasile.[487] La finale si disputò il 29 giugno a Francoforte, ed in campo giocarono ben tre giocatori dell'Inter, infatti oltre a Zanetti e Cambiasso, c'era Adriano tra le file del Brasile.[488] Fu proprio Adriano però, che grazie ad una doppietta, fece conquistare il trofeo ai brasiliani, vittoriosi per 4-1, ed a nulla valse la prestazione di Zanetti, tra i migliori in campo.[489]
Nonostante Zanetti con Pekerman avesse giocato quasi tutte le gare di qualificazione al mondiale del 2006 e tutte quelle di Confederations Cup, venne escluso a sorpresa dall'elenco dei 23 convocati per il campionato mondiale in Germania.[490] Pekerman non spiegò a Zanetti perché non venne convocato, infatti a pochi giorni dall'inizio del mondiale tedesco il difensore dichiarò: "Pekerman mi ha comunicato, poco prima di diramare le convocazioni, che non avrei fatto parte del gruppo. Non mi ha dato motivazioni, non so se ci sono motivi calcistici o extra-calcistici. Sicuramente posso dormire tranquillo perché ho dato tantissimo per la mia nazionale e, anche in questo momento, mi sento un giocatore dell'Argentina. Certamente non sono un giocatore da Pekerman".[491] La nazionale argentina, senza Zanetti, venne eliminata dai padroni di casa della Germania ai quarti di finale, grazie ai tiri dal dischetto.[492] Subito dopo quella partita Pekerman rassegnò le dimissioni, finendo così il suo ciclo.[493]
Il ritorno: un'altra finale di Copa América contro il Brasile ed il fallimento casalingo
[modifica | modifica wikitesto]Pochi giorni dopo le dimissioni di Pekerman, venne offerto il posto di selezionatore ad Alfio Basile, CT della nazionale già dal 1991 al 1994.[494] Basile però era sotto contratto con il Boca Juniors, e quindi fu necessaria una trattativa tra il presidente dell'AFA, Julio Grondona, ed il presidente del Boca, Mauricio Macri.[495] La trattativa ebbe successo, e Basile divenne il nuovo allenatore dell'Argentina, a patto che fosse rimasto sotto contratto anche con il Boca fino al giorno della finale di ritorno della Recopa Sudamericana, ovvero il 14 settembre.[496][497] Il Boca Juniors vinse la Recopa, ed il giorno dopo Basile divenne ufficialmente il selezionatore della nazionale argentina.[498]
Basile tornò a convocare Zanetti nel match amichevole contro la Francia, che l'Argentina vinse 1-0.[499]
Con Basile l'argentino partecipò alla Copa América in Venezuela, esordendo il 28 giugno contro gli Stati Uniti, nella vittoria per 4-1 ottenuta grazie ad una doppietta di Crespo, che in quell'occasione raggiunse Maradona nella classifica di goleador nella nazionale argentina.[500] Anche la partita successiva, contro la Colombia, fu un successo per la Selección, che vinse 4-2.[501] Con questa vittoria l'Argentina si qualificò con una giornata d'anticipo ai quarti di finale.[501] Nella sfida successiva l'Argentina incontrò il Paraguay, entrambe le squadre erano già qualificate, ed il risultato della partita fu utile solamente per stabilire quale squadra si sarebbe qualificata al primo posto nel girone.[502] L'Argentina, a Barquisimeto, vinse 1-0, classificandosi così al primo posto del gruppo.[503] Zanetti, vista la mancanza del capitano dell'albiceleste Ayala, giocò la partita con la fascia al braccio.[504] Ai quarti di finale l'Argentina incontrò il Perù, imponendosi con un netto 4-0 sulla nazionale blanquirroja, e qualificandosi così per le semifinali, dove dovette incontrare il Messico.[505] La Selección brillò anche contro i centroamericani, vincendo per 3-0.[506] La finale, da disputarsi a Maracaibo, dopo tre anni, fu nuovamente Argentina-Brasile.[507] I verde-oro si portarono subito in vantaggio con Júlio Baptista, ed a pochi minuti dalla fine del primo tempo raddoppiarono grazie ad un autogol di Ayala.[508] Nel secondo tempo il Brasile chiuse la partita con una rete di Daniel Alves, eliminando per la quarta volta di fila la nazionale argentina in Copa América.[508] La nazionale albiceleste nonostante alla vigilia dell'ultimo atto del torneo fosse la squadra favorita, in quanto imbattuta nel torneo, con la miglior difesa ed il miglior attacco, venne ancora sconfitta in una finale.[509]
Subito dopo la finale con il Brasile, il capitano dell'Argentina Ayala annunciò il ritiro dalla nazionale, sostenendo che il suo ciclo nella Selección fosse terminato.[510] La fascia di capitano così, venne ereditata da Zanetti, e Basile commentò così la sua scelta: "sarà Javier Zanetti il capitano dell'Albiceleste. Non ho mai avuto dubbi: ha grande esperienza e ascendenza sui più giovani".[511] Il 17 novembre 2007, scendendo in campo nella partita contro la Bolivia, valida per le qualificazioni al mondiale 2010, Zanetti timbrò la sua 116ª presenza con la maglia dell'Argentina, superando il record di partite giocate per la nazionale albiceleste appartenuto fino ad allora proprio ad Ayala.[7]
Il 15 ottobre 2008 dopo la prima storica sconfitta con il Cile, per 1-0, il CT Basile si dimise, rinunciando all'incarico per motivi personali.[512][513] Al suo posto venne chiamato come allenatore la leggenda del calcio argentino Diego Armando Maradona, portando nello staff anche Carlos Bilardo, il tecnico campione del mondo con l'Argentina ai mondiali del 1986.[514][515]
All'esordio di Maradona, il 19 novembre 2008, in occasione della partita Scozia-Argentina, finita 1-0 per i sudamericani, Zanetti cedette la fascia di capitano al compagno Mascherano, in quanto Maradona lo riteneva più vicino al suo ideale di nazionale.[516]
Nonostante il buon rapporto di Zanetti con Maradona,[517] a distanza di quattro anni, venne ancora escluso dall'elenco dei 23 convocati per il campionato mondiale 2010 in Sudafrica, sebbene poco prima di ufficializzare la lista Maradona disse che sia lui che Cambiasso, appena vincitori della Champions League con l'Inter, avevano ancora speranza di essere inclusi.[518] L'Argentina di Maradona venne eliminata ai quarti di finale con un netto 4-0 dalla Germania di Joachim Löw,[519] e Maradona fu sostituito dall'allenatore della nazionale argentina Under-20 Sergio Batista, che venne nominato commissario tecnico ad interim.[520][521]
Il nuovo CT Batista riconvocò Zanetti, che tornò in nazionale il 7 settembre 2010, nell'amichevole vinta 4-1 contro la Spagna, appena vincitrice del campionato del mondo.[522][523] Qualche mese più tardi Batista venne confermato come tecnico della nazionale argentina.[524]
Il 1º giugno 2011 Zanetti venne inserito da Batista nella lista dei 26 pre-convocati in vista della Copa América casalinga di luglio,[525] venendo successivamente confermato nella lista dei 23 giocatori,[526] partecipando così alla sua quarta Copa América.[527] L'esordio per la Selección non fu convincente, infatti la nazionale, dopo essere passata in svantaggio contro la Bolivia, riuscì a portarsi in parità solamente a pochi minuti dal termine con Agüero.[528][529] Pochi giorni più tardi, a Santa Fe, l'Argentina ottenne un secondo pareggio, questa volta senza reti, contro la nazionale colombiana, rischiando di compromettere la qualificazione alla fase ad eliminazione diretta.[530] Per potersi qualificare ai quarti di finale l'Argentina doveva ottenere una vittoria nell'ultimo match del gruppo, contro il Costa Rica.[530] Nonostante le paure di uscire anticipatamente dal torneo, il match contro il Costa Rica finì con una brillante vittoria per gli argentini per 3-0, e la nazionale albiceleste si classificò come seconda nel gruppo, alle spalle della Colombia.[531] Ai quarti di finale l'Argentina incontrò l'Uruguay, ed entrambe le squadre portarono avanti fino ai minuti supplementari un pareggio per 1-1.[532] Ai rigori la partita si risolse con la qualificazione dell'Uruguay, infatti l'errore di Tevez dagli undici metri condannò l'Argentina all'eliminazione.[532] Zanetti in quell'occasione disputò la 22ª presenza in Copa América, diventando il calciatore con più presenze nella competizione sudamericana, staccando i connazionali Salomón e Ruggeri.[533]
Nazionale olimpica
[modifica | modifica wikitesto]Tra il 1995 ed il 1996, Zanetti, oltreché giocare partite con la nazionale maggiore, ne disputò qualcuna anche con la nazionale olimpica, ovvero la selezione under-23.[534] Nel 2004 ebbe l'occasione di giocare nuovamente il torneo olimpico, che poi l'Argentina vinse, ma rifiutò la convocazione per allenarsi con l'Inter.[535]
L'oro panamericano a Mar del Plata
[modifica | modifica wikitesto]Nel marzo del 1995, a Mar del Plata, in Argentina, si disputò la XII edizione dei Giochi panamericani, i giochi che vedono in competizione atleti dei paesi del continente americano.[536] Nel calcio, la nazionale olimpica argentina venne sorteggiata nel gruppo A, con gli Stati Uniti, che vennero battuti per 3-0; l'Honduras, con cui l'Argentina pareggiò 1-1; ed il Paraguay, sconfitto dall'albiceleste per 1-0.[537][538] Ai quarti di finale l'Argentina sconfisse il Cile per 1-0, ed in semifinale la Selección incontrò nuovamente l'Honduras, che questa volta sconfisse, per 3-2, grazie ad un gol a pochi minuti dalla fine di Ayala.[539] La finale si disputò il 24 marzo e l'Argentina incontrò il Messico.[539] I centroamericani impegnarono i padroni di casa, mantenendo la partita in parità per tutti i minuti regolamentari e supplementari, per poi portarla ai rigori.[539] Per il Messico fu decisivo l'errore di García, e l'Argentina conquistò per la quarta volta l'oro panamericano, con Zanetti che disputò tutte le partite della competizione.[539]
L'argento olimpico ad Atlanta
[modifica | modifica wikitesto]Tra il luglio e l'agosto del 1996 ad Atlanta si svolse la XXVI edizione dei Giochi olimpici, e venne disputato il ventiduesimo torneo olimpico di calcio.[534] La nazionale olimpica argentina, sempre guidata dal commissario tecnico della nazionale maggiore Passarella, fu formata da calciatori giovani, ma con esperienza, e che poi diventeranno titolari della nazionale maggiore negli anni successivi, come ad esempio Zanetti, che ha poi dichiarato che i Giochi olimpici di Atlanta furono la sua più grande avventura con la maglia dell'Argentina, dopo il debutto in nazionale A con il Cile.[534] Il debutto dell'albiceleste, il 20 luglio a Birmingham, fu contro i padroni di casa degli Stati Uniti, che vennero però sconfitti per 3-1.[540] Successivamente l'Argentina pareggiò due partite per 1-1, la prima contro il Portogallo,[541] e la seconda contro la Tunisia.[542] Nonostante ciò i sudamericani riuscirono a qualificarsi al primo posto nel gruppo, qualificandosi ai quarti di finale, dove eliminarono senza problemi la Spagna per 4-0.[543] In semifinale l'Argentina incontrò nuovamente il Portogallo, che questa volta venne battuto, per 2-0, grazie ad una doppietta di Crespo, accedendo così alla finale, mentre i favoriti del torneo, il Brasile, furono eliminati dall'altra finalista, la Nigeria.[544] Il 3 agosto ad Athens si disputò così la finale del XXVI torneo olimpico, ed iniziò bene per i sudamericani, che si portarono subito in vantaggio con Claudio López.[544] La Nigeria però, riuscì dopo venti minuti a riacciuffare il pareggio con Babayaro, ma a pochi minuti dall'inizio del secondo tempo Crespo riuscì a portare nuovamente in vantaggio l'Argentina.[544] A quel punto gli africani riuscirono ad effettuare una rimonta, pareggiando prima con Amokachi, e portandosi in vantaggio a pochi secondi dalla fine con Amuneke, riuscendo a vincere così la medaglia d'oro.[544] La nazionale argentina riuscì a conquistare solamente una medaglia d'argento, la prima dopo quella ad Amsterdam del 1928.[534]
Statistiche
[modifica | modifica wikitesto]Presenze e reti nei club
[modifica | modifica wikitesto]Statistiche aggiornate al 31 agosto 2012.
Stagione | Squadra | Campionato | Coppe nazionali | Coppe continentali | Altre coppe | Totale | |||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Pres | Reti | ||
1992-1993 | Talleres | PB | 33 | 1 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 33 | 1 |
Totale Tallares[545] | 33 | 1 | - | - | - | - | - | - | 33 | 1 | |||||
1993-1994 | Banfield | A+C | 19+18 | 1+0 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 37 | 1 |
1994-1995 | A+C | 19+10 | 2+1 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 29 | 3 | |
Totale Banfield[545] | 66 | 4 | 66 | 4 | |||||||||||
1995-1996 | Inter | A | 32 | 2 | CI | 5 | 0 | CU | 2 | 0 | - | - | - | 39 | 2 |
1996-1997 | A | 33 | 3 | CI | 5 | 1 | CU | 12 | 0 | - | - | - | 50 | 4 | |
1997-1998 | A | 28 | 0 | CI | 4 | 0 | CU | 9 | 2 | - | - | - | 41 | 2 | |
1998-1999 | A | 34+2[546] | 3+0 | CI | 5 | 0 | UCL | 9 | 1 | - | - | - | 50 | 4 | |
1999-2000 | A | 34+1[547] | 1+0 | CI | 8 | 1 | - | - | - | - | - | - | 43 | 2 | |
2000-2001 | A | 29 | 0 | CI | 1 | 0 | CU | 4 | 0 | - | - | - | 34 | 0 | |
2001-2002 | A | 33 | 0 | CI | 1 | 1 | CU | 10 | 1 | - | - | - | 44 | 2 | |
2002-2003 | A | 34 | 1 | CI | 1 | 0 | UCL | 18 | 0 | - | - | - | 53 | 1 | |
2003-2004 | A | 34 | 0 | CI | 5 | 0 | UCL+CU | 6+6 | 0 | - | - | - | 51 | 0 | |
2004-2005 | A | 35 | 0 | CI | 3 | 0 | UCL | 11 | 0 | - | - | - | 49 | 0 | |
2005-2006 | A | 25 | 0 | CI | 5 | 0 | UCL | 8 | 0 | SI | 1 | 0 | 39 | 0 | |
2006-2007 | A | 37 | 1 | CI | 4 | 0 | UCL | 8 | 0 | SI | 1 | 0 | 50 | 1 | |
2007-2008 | A | 38 | 1 | CI | 4 | 0 | UCL | 8 | 0 | SI | 1 | 0 | 51 | 1 | |
2008-2009 | A | 38 | 0 | CI | 4 | 0 | UCL | 8 | 0 | SI | 1 | 0 | 51 | 0 | |
2009-2010 | A | 37 | 0 | CI | 4 | 0 | UCL | 13 | 0 | SI | 1 | 0 | 55 | 0 | |
2010-2011 | A | 35 | 0 | CI | 5 | 0 | UCL | 8 | 1 | SI+SU+Cmc | 1+1+2 | 0+0+1 | 52 | 2 | |
2011-2012 | A | 34 | 0 | CI | 2 | 0 | UCL | 8 | 0 | SI | 1 | 0 | 45 | 0 | |
2012-2013 | A | 1 | 0 | CI | 0 | 0 | UEL | 4 | 0 | - | - | - | 5 | 0 | |
Totale Inter | 571+3 | 12 | 66 | 3 | 152 | 5 | 10 | 1 | 802 | 21 | |||||
Totale carriera | 670+3 | 17 | 66 | 3 | 152 | 5 | 10 | 1 | 901 | 26 |
Avversari
[modifica | modifica wikitesto]Durante la militanza nerazzurra, Zanetti ha affrontato molti avversari. La squadra italiana affrontata più volte è la Roma, affrontata 46 volte, 32 delle quali in campionato, 10 in Coppa Italia e 4 in Supercoppa Italiana.[548][549] Dopo i giallorossi, la seconda squadra italiana contro cui Zanetti è sceso in campo più volte è la Lazio, 44 presenze tra campionato (33), Coppa Italia (9), Supercoppa Italiana (1) e Coppa UEFA (1).[548][549] A seguire viene il Milan, 43 partite ufficiali, di cui 34 in campionato, 4 in Coppa Italia, 1 in Supercoppa Italiana e 4 in Champions League; poi la Juventus, contro la quale l'argentino ha totalizzato 38 presenze, 30 in campionato, 7 in Coppa Italia ed 1 in Supercoppa Italiana; successivamente l'Udinese, contro i friulani 36 partite contro, 32 in campionato e 4 in Coppa Italia; ed infine il Parma, che Zanetti ha affrontato per 33 partite, di cui 30 in campionato, 2 in Coppa Italia ed 1 nello spareggio UEFA.[548][549] Contro la Lazio Zanetti in campionato non è sceso in campo solo il 5 novembre 2005, in occasione di Lazio-Inter 0-0,[550][551] mentre contro il Milan l'argentino, sempre in campionato, ha saltato solo Inter-Milan 2-2 del 22 novembre 1997,[552][553] e contro il Parma, in Serie A, non ha giocato solo in occasione di Inter-Parma 1-0 del 1° novembre 1997,[552][554] e di Parma-Inter 3-1 del 2 maggio 2012.[555] Infine, con l'Udinese da avversaria, in campionato, il difensore ha mancato Udinese-Inter 0-1 del 23 ottobre 2005,[550][556] ed Udinese-Inter 1-3 del 25 aprile 2012.[557][558]
A livello internazionale la squadra che Zanetti ha fronteggiato più volte è il Valencia, 8 presenze tra Champions League (6) e Coppa UEFA (2); al secondo posto con 6 presenze si trovano il Barcelona ed il CSKA Mosca (tutte in Champions League), e lo Schalke 04 (2 in Champions League e 4 in Coppa UEFA).[548][549] A seguire viene il Werder Brema, contro il quale l'argentino è sceso in campo contro 5 volte, tutte in Champions League; infine con 4 presenze si trovano l'Ajax, il Manchester United, la Dinamo Kiev ed il Bayern Monaco (tutte in Champions League), e l'Olympique Masiglia (2 in Champions League e 2 in Coppa UEFA).[548][549]
Le squadre alle quali il nerazzurro ha segnato di più sono la Cremonese e la Roma, con 2 gol a testa; mentre ha segnato una rete contro il Perugia, il Parma, il Verona, il Napoli, lo Strasburgo, la Lazio, la Salernitana, lo Sturm Graz, il Milan, il Lecce, il Bologna, l'Udinese, l'AEK Atene, l'Empoli, l'Ascoli, il Tottenham e il Seongnam.[548]
L'allenatore con cui Zanetti ha giocato più gare è Roberto Mancini (189 contro le 102 con Mourinho), Alessandro Nesta (37) e Francesco Totti (36) sono i giocatori che lo hanno affrontato di più, mentre Carlo Ancelotti (29) e Carlo Mazzone (24) sono invece gli allenatori che lo hanno affrontato di più.[379][548][549]
In Serie A ha giocato contro tutte le squadre a partire dal suo arrivo nella stagione 1995-1996, e tra le squadre italiane che l'Inter ha affrontato dall'agosto del 1995 in poi non ha incontrato solo il Ravenna, in Coppa Italia.[548][549] In Europa i nerazzurri senza di lui hanno affrontato solamente in Champions League l'Helsingborg ed in Coppa UEFA il Neftçi Baku, il Ruch Chorzów ed il Vitesse.[548][549]
Cronologia presenze e reti in Nazionale
[modifica | modifica wikitesto]Data | Città | In casa | Risultato | Ospiti | Competizione | Reti | Note |
---|---|---|---|---|---|---|---|
14/11/1999 | Barcellona | Espanyol | 2–0 | Argentina | Amichevole[568] | - | 61’ |
10/11/2001 | Buenos Aires | Argentina | 6–3 | Resto del Mondo | Amichevole[569] | - | 46’ |
23/05/2002 | Naraha | Kashima Antlers | 1–5 | Argentina | Amichevole[570] | - | 46’ |
Totale | Presenze | 3 | Reti | 0 |
Data | Città | In casa | Risultato | Ospiti | Competizione | Reti | Note |
---|---|---|---|---|---|---|---|
02/03/1995 | Mar del Plata | Argentina olimpica | 3–0 | Paraguay olimpica | Copa Mercosur - Semifinale[571][572] | - | |
Totale | Presenze | 1 | Reti | 0 |
Record
[modifica | modifica wikitesto]Record aggiornati al 31 agosto 2012.
Durante la sua carriera Zanetti è riuscito a battere alcuni record:
- Giocatore in attività con più presenze in Serie A, 574, di cui 571 in campionato e 3 in spareggi.[573]
- Giocatore straniero con più presenze in Serie A, 574.[574]
- Terzo giocatore con più presenze in Serie A, 574.[575]
- Quarto giocatore con più presenze nelle Competizioni UEFA per club, 153.[576][577]
- Giocatore con più presenze in Champions League da capitano, 82.[400][578]
- Giocatore con più presenze in Supercoppa Italiana, 7.[579]
- Quinto giocatore con più presenze in assoluto, 1058.[580]
- Giocatore in attività con più presenze in assoluto, 1058.[580]
- Quarto marcatore più anziano della UEFA Champions League, in Inter-Tottenham 4-3, a 37 anni e 71 giorni.[576][581][582]
- Marcatore più anziano della Coppa del mondo per club FIFA, in Seongnam-Inter 0-3, a 37 anni e 127 giorni.[583]
Nell'Inter
[modifica | modifica wikitesto]- Giocatore con più presenze, 802.[584]
- Giocatore con più minuti giocati, 69.706.[4]
- Giocatore con più presenze in Serie A, 574, di cui 571 in campionato e 3 in spareggi.[584]
- Giocatore con più minuti giocati in Serie A, 49.757.[4]
- Giocatore con più presenze in Supercoppa Italiana, 7.[584]
- Giocatore con più presenze nelle Competizioni UEFA per club, 153.[584][585]
- Giocatore con più minuti giocati nelle Competizioni UEFA per club, 13.184.[4]
- Giocatore con più presenze in UEFA Champions League, 105.[548]
- Giocatore con più presenze consecutive in Serie A, 137 gare da Milan-Inter 3-4 del 28 ottobre 2006 a Roma-Inter 2-1 del 28 marzo 2010.[5][586]
- Giocatore con più presenze consecutive in assoluto, 162 gare da Milan-Inter 3-4 del 28 ottobre 2006 a Atalanta-Inter 1-1 del 13 dicembre 2009.[587]
- Marcatore più anziano della UEFA Champions League, in Inter-Tottenham 4-3, a 37 anni e 71 giorni.[576]
- Marcatore più anziano della Coppa del mondo per club FIFA, in Seongnam-Inter 0-3, a 37 anni e 127 giorni.[583]
- Giocatore con più stagioni da capitano, 14.[588]
- Giocatore più vincente della storia dell'Inter, con 16 trofei conquistati: 5 Campionati italiani, 4 Coppe Italia, 4 Supercoppe italiane, 1 Champions League, 1 Coppa UEFA e 1 Coppa del mondo per club.[589]
- Capitano più vincente della storia dell'Inter, con 15 trofei conquistati: 5 Campionati italiani, 4 Coppe Italia, 4 Supercoppe italiane, 1 Champions League e 1 Coppa del mondo per club.[590]
Nella nazionale argentina
[modifica | modifica wikitesto]- Giocatore con più presenze, 145.[533][591][533]
- Giocatore con più presenze in Coppa America, 22.[533][591]
- Giocatore con più presenze in Confederations Cup, 8.[8]
Palmarès
[modifica | modifica wikitesto]Club
[modifica | modifica wikitesto]Competizioni nazionali
[modifica | modifica wikitesto]- Coppa Italia: 4
Competizioni internazionali
[modifica | modifica wikitesto]- Coppa UEFA: 1
- Inter: 1997-1998
- Inter: 2009-2010
- Inter: 2010
Nazionale
[modifica | modifica wikitesto]Individuale
[modifica | modifica wikitesto]- Candidato nella Squadra dell'anno UEFA (2003, 2007, 2008, 2009, 2010)[577]
- Premio nazionale "Giuseppe Prisco" (2007)
- Premio Nazionale Carriera Esemplare Gaetano Scirea (2010)
- Inserito nelle "Leggende del calcio" del Golden Foot (2011)
- Premio "I piedi buoni del calcio - Lo sportivo esemplare" (2012)
Note
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(EN) Frank Ballesteros, Diego Armando Maradona's farewell match, su rsssf.com. URL consultato il 15 luglio 2012. - ^ (EN) Neil Morrison, Kashima Antlers-Argentina 1-5, su rsssf.com. URL consultato il 15 luglio 2012.
- ^ La semifinale, non riconosciuta dalla FIFA, è stata giocata dalle nazionali Olimpiche in preparazione dei Giochi Panamericani, mentre la finale è stata giocata dalle formazioni Under 20 in vista del Campionato mondiale di calcio Under-20 1995.
(EN) Héctor Pelayes, Martín Tabeira e José Luis Pierrend, Copa Mercosur, su rsssf.com. URL consultato il 7 maggio 2012. - ^ (EN) Argentina v Paraguay, 02 March 1995, su 11v11.com. URL consultato il 7 maggio 2012.
- ^ Gabriele Parpiglia, Javier Zanetti: "Non mi ritiro. Tornerò a vincere", in Chi, 25 aprile 2012, p. 107.
- ^ Cecere, p. 23
- ^ Matteo Politano, Javier Zanetti fa 570 presenze in A e raggiunge Dino Zoff, Panorama.it, 11 aprile 2012. URL consultato il 21 maggio 2012.
- ^ a b c UEFA Champions League - Stagione 2011/12 - Statistiche Giornata (PDF), su it.uefa.com, Uefa.com. URL consultato il 2 maggio 2012.
- ^ a b Javier Zanetti, su it.uefa.com, Uefa.com. URL consultato il 2 maggio 2012.
- ^ Record battuto il 27 settembre 2011 in CSKA Mosca-Inter 2-3, dove Zanetti ha superato il record di 77 presenze con la fascia di capitano di Paolo Maldini
- ^ Javier Zanetti - Inter, su interfc.it. URL consultato il 21 maggio 2012.
- ^ a b Cristian Giudici, Intermania: non esistono eredi di capitan Zanetti, Calciomercato.com, 11 maggio 2011. URL consultato il 1° maggio 2012.
- ^ Richard Aikman, Retrogusto amaro per Zanetti, Milano, Uefa.com, 21 ottobre 2010. URL consultato il 1° maggio 2012.
- ^ Zanetti, segnando al Tottenham aveva stabilito il record di marcatore più anziano della Champions League; ma Inzaghi con il gol al Real Madrid e Giggs con le reti allo Schalke 04 e al Benfica hanno poi migliorato il record.
- ^ a b (EN) Zanetti, Milito laud focused Inter, Fifa.com, 16 dicembre 2010. URL consultato il 13 maggio 2012.
- ^ a b c d Inter.it - Archivio: I primatisti, su archivio.inter.it, Inter.it. URL consultato il 21 maggio 2012.
- ^ FC Internazionale Milano, su it.uefa.com, Uefa.com. URL consultato il 2 maggio 2012.
- ^ Raro stop per Zanetti, Uefa.com, 21 settembre 2010. URL consultato il 21 maggio 2012.
- ^ Dati sulla partita: Chelsea-Inter, Uefa.com, 13 marzo 2010. URL consultato il 21 maggio 2012.
- ^ Martín Mazur, Zanetti 100x100, in El Gráfico, 11 febbraio 2011, p. 35.
- ^ Stefano Arcangeli, Javier Adelmar Zanetti: Immenso Capitano in campo, vero Gentiluomo nella vita., Ilnerazzurro.it, 24 marzo 2012. URL consultato il 21 maggio 2012.
- ^ Carmelo Bruno, Zanetti: “Ho la notte di Madrid nel cuore”, Spaziointer.it, 1° dicembre 2011. URL consultato il 1° maggio 2012.
- ^ a b Calcio, Argentina: Zanetti record, con Uruguay 145 presenze, Santa Fè, Repubblica.it, 15 luglio 2011. URL consultato il 21 maggio 2012.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]Opere
[modifica | modifica wikitesto]- Germano Bovolenta, Sergio Gavardi; Umberto Zapelloni, Campionato io ti amo - Anni '90, Milano, La Gazzetta dello Sport, 2011, p. 241, ISSN 1974-8590.
- Germano Bovolenta, Sergio Gavardi; Umberto Zapelloni, Campionato io ti amo - Anni 2000, Milano, La Gazzetta dello Sport, 2011, p. 241, ISSN 1974-8590.
- Nicola Cecere, Il calcio di Javier Zanetti ai raggi X, Milano, La Gazzetta dello Sport, 2011, p. 98.
Libri
[modifica | modifica wikitesto]- Enzo Catania, C'è solo l'Inter: cento anni di tormento ed estasi, Casale Monferrato, Piemme, 2008, p. 396, ISBN 978-88-384-8629-6.
- John Foot, Calcio: 1898-2010. Storia dello sport che ha fatto l'Italia, Milano, Rizzoli, 2010, p. 651, ISBN 978-88-17-04133-1.
- Javier Zanetti, Capitano e gentiluomo, Milano, Rizzoli, 2009, p. 220, ISBN 978-88-17-03299-5.
- Federico Pistone, Inter 1908-2008: un secolo di passione nerazzurra, Milano, Diemme, 2008, p. 779.
- Oliviero Toscani, Inter! 100 anni di emozioni 1908-2008, Milano, Skira, 2008, p. 589, ISBN 88-6130-622-5.
- Filippo Grassia, Gianpiero Lotito, Inter. Il calcio siamo noi, Milano, Sperling & Kupfer, 2010, p. 389, ISBN 978-88-200-4967-6.
- Susana Wermelinger, Zanetti 757 - Record di fedeltà, Milano, Skira, 2011, p. 128, ISBN 978-88-5721-306-4.
Riviste
[modifica | modifica wikitesto]- Javier Zanetti, La posta del capitano, in Inter Football Club, maggio 2005.
- Rudi Ghedini, Interregno, in Guerin Sportivo, agosto 2011.
Videografia
[modifica | modifica wikitesto]- I signori del calcio - Javier Zanetti, Sky Sport 1, 19 marzo 2009, a 55 min 42 s. URL consultato il 27 luglio 2012.
- José Mourinho: il miglior allenatore del mondo, ESPN Classic, 20 aprile 2012, a 1 h 5 min.
- Niente paura, Cult, 19 luglio 2012, a 1 h 28 min.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Informazione storica
[modifica | modifica wikitesto]- Football Club Internazionale Milano
- Storia del Football Club Internazionale Milano
- Calciatori del Football Club Internazionale Milano
- Record e statistiche del Football Club Internazionale Milano
Classifiche e statistiche
[modifica | modifica wikitesto]- Classifica di presenze in Serie A
- Classifica di presenze nella Nazionale di calcio argentina
- Statistiche delle competizioni UEFA per club
Liste e riconoscimenti
[modifica | modifica wikitesto]- FIFA 100
- Lista di calciatori con almeno 100 presenze in Nazionale
- Lista di calciatori con almeno 1000 presenze in carriera
Altri progetti
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