Utente:Franco aq/sandbox3
L'Antikvariat (in russo Антиквариат?) era un dipartimento del Ministero del Commercio russo, istituito da Lenin in 1921, dopo la Rivoluzione russa, per gestire la vendita e l'esportazione di opere d'arte che il governo rivoluzionario aveva acquisito da musei come l'Ermitage e il Palazzo di Gatčina, dalle chiese e da membri delle élite russe che erano stati costretti a cederle al nuovo governo, o le avevano lasciate quando erano fuggiti dal paese, o erano stati giustiziati durante la rivoluzione.[1][2] Tra questi tesori dello stato c'erano 30 delle 40 Uova Fabergé che erano custodite nel Palazzo dell'Armeria dopo l'abdicazione dell'ultimo zar di Russia, Nicola II.[3]
Il nuovo governo russo iniziò la sua esistenza in gravi difficoltà finanziarie: Lenin e più tardi Stalin avevano bisogno di soldi il più rapidamente possibile e si ritenne che la liquidazione delle opere d'arte russe fosse un modo per raggiungere questo obiettivo. I membri dell'Antikvariat non erano curatori o specialisti d'arte ma membri del Partito Comunista selezionati da altri membri del Partito per ricavare quanto più denaro possibile dalla vendita di arte russa a uomini d'affari e diplomatici occidentali. Gli storici dell'arte russi incaricati di custodire queste opere tentarono di contrastare questo processo e hanno camuffato o nascosto alcune opere che Antikvariat, se avesse saputo della loro esistenza, avrebbe venduto; per questo, molti di coloro che desideravano conservare queste opere furono arrestati, inquisiti e giustiziati.[4][5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Proler, Skurlov, p. 64
- ^ Faber, p. 164
- ^ Faber, p. 169
- ^ (EN) Christopher Morgan e Irina Orlova, Saving The Tsar's Palaces, Polperro Heritage, 1º novembre 2012, ISBN 978-0-9530012-9-3.
- ^ Proler, Skurlov, p. 84
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Toby Faber, Fabergé's Eggs: The Extraordinary Story of the Masterpieces That Outlived an Empire, New York, Random House, 7 ottobre 2008, ISBN 978-1-58836-707-5.
- (EN) Lynette G. Proler, Valentin V. Skurlov e Tatiana Fabergé, The Fabergé imperial Easter eggs, Christie's, 1997, ISBN 978-0-903432-48-1.
- (EN) Christopher Forbes, Johann Georg Prinz von Hohenzollern, Fabergé, the imperial eggs, Prestel, 1990, ISBN 9780937108093.
- (EN) Will Lowes, Christel Ludewig McCanless, Fabergé Eggs: A Retrospective Encyclopedia, Scarecrow Press, 2001, ISBN 0-8108-3946-6.
- (EN) Abraham Kenneth Snowman, Carl Faberge: Goldsmith to the Imperial Court of Russia, Gramercy, 1988, ISBN 0-517-40502-4.
Corcoran Gallery of Art | |
---|---|
Ubicazione | |
Stato | Stati Uniti |
Indirizzo | 17th St. at New York Ave., NW, Washington, D.C., USA |
Caratteristiche | |
Tipo | arte |
Istituzione | 1896 |
Fondatori | William Wilson Corcoran |
Chiusura | 2014 |
Sito web | |
Il Corcoran Gallery of Art era una galleria d'arte di Washington, DC, negli Stati Uniti d'America, dedicata principalmente all'arte americana.
Dopo decenni di problemi finanziari, nel 2014 la Corcoran ha annunciato la firma di uno storico accordo per la cessione della sua collezione alla National Gallery of Art. Inoltre l'affiliato Corcoran College of Art and Design è stato assorbito dalla George Washington University.[1]
Fondata nel 1869 da William Wilson Corcoran, era la galleria d'arte non-federale più antica e più grande del District of Columbia e una delle più antiche istituzioni culturali sostenute privatamente di Washington.
La collezione permanente comprende opere do Rembrandt Peale, Eugène Delacroix, Edgar Degas, Thomas Gainsborough, John Singer Sargent, Claude Monet, Pablo Picasso, Edward Hopper, Willem de Kooning, Joan Mitchell, Gene Davis e molti altri.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) David Montgomery, Corcoran Gallery, GWU and National Gallery close deal to transform Corcoran, in The Washington Post, 21 febbraio 2014.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]
Antenati
[modifica | modifica wikitesto]Francesco I delle Due Sicilie | Padre: Ferdinando I delle Due Sicilie |
Nonno paterno: Carlo III di Spagna |
Bisnonno paterno: Filippo V di Spagna |
Bisnonna paterna: Elisabetta Farnese | |||
Nonna paterna: Maria Amalia di Sassonia |
Bisnonno paterno: Augusto III di Polonia | ||
Bisnonna paterna: Maria Giuseppa d'Austria | |||
Madre: Maria Carolina d'Asburgo-Lorena |
Nonno materno: Francesco I di Lorena |
Bisnonno materno: Leopoldo di Lorena | |
Bisnonna materna: Élisabeth Charlotte d'Orléans | |||
Nonna materna: Maria Teresa d'Asburgo |
Bisnonno materno: Carlo VI d'Asburgo | ||
Bisnonna materna Elisabetta Cristina di Braunschweig-Wolfenbüttel |
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikisource contiene una pagina dedicata a Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]Uovo per Rothschild | |
---|---|
Attuale proprietario | |
Istituzione o individuo | Cleveland Museum of Art |
Fabbricazione | |
Mastro orafo | Michael Perkhin |
Marchi | nessuno[1]. |
Caratteristiche | |
Materiali | oro, smalto, lapislazzuli, perle, diamanti, rubini[1] |
Altezza | 4,5 cm |
Larghezza | 5,9 cm |
Sorpresa | |
nel tuorlo, contiene una corona imperiale in miniatura di platino e diamanti con all'interno un pendente di rubino | |
Materiali | platino, diamanti, rubini. |
L'Uovo di lapislazzuli è un uovo di Pasqua gioiello che fu fabbricato a San Pietroburgo, per conto del gioielliere russo Peter Carl Fabergé.[2]
Proprietari
[modifica | modifica wikitesto]Non è noto in quale anno quest'uovo è stato acquistato da India Early Minshall, che negli anni '30 era uno dei cinque importanti collezionisti americani di Fabergé, proprietaria anche dell'Uovo della Croce Rossa del 1915.
Nel 1965 India lasciò l'uovo in eredità al Cleveland Museum of Art.[3]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]L'uovo è realizzato in oro di vari colori, smalto traslucido azzurro e verde, smalto opalescente color ostrica, diamanti, rubini, perle e onice bianco, l'interno è rivestito di seta.
L'uovo è d'oro, in stile Luigi XVI, smaltato in azzurro traslucido su sfondo guilloché, decorato con una elaborata fascia composta da una serie di pannelli ovali di smalto color ostrica contornati da rami e foglie smaltate in verde smeraldo traslucido, una rosa dipinta a smalto copre i punti dove gli ovali si toccano e i rami si incrociano. Più in basso è posta un'altra fascetta d'oro colorato, sbalzata con volute e acanto.
L'uovo è sormontato da un cestino d'oro traforato, decorato con festoni di perle, pieno di rose smaltate tra fogliame incastonato di diamanti taglio rosetta.
L'uovo è appoggiato in una culla, formata da una fascia d'oro sbalzata con corone d'alloro aventi al centro una rosetta, sostenuta da quattro colonne modellate come trofei d'amore a forma di faretre smaltate d'azzurro e piene di frecce di Cupido incastonate di diamanti.
Ad ogni colonna e tra una colonna e l'altra, sono appesi pesanti festoni di rose e foglie smaltate, incastonate con diamanti taglio rosetta e perle.
Il tutto è sorretto da una base ovale scolpita in onice bianco che poggia su quattro piedini cesellati in oro colorato, intarsiata con rettangoli di smalto azzurro decorati con fasce di alloro sbalzato in oro verde e rosette in oro rosso.
Sorpresa
[modifica | modifica wikitesto]The now missing surprise* is described on the invoice and reads: "a white enamel easel with one ruby, pearls and rose-cut diamonds, one miniature of the Imperial Children"
La sorpresa ora perduta è descritta sulla fattura che recita "un cavalletto smaltato bianco con un rubino, perle e diamanti taglio-rosetta, una miniatura dei Bambini Imperiali"[4].
Esteso la descrizione della sorpresa, poiché ora sappiamo con certezza quale fosse la sorpresa dell'Uovo pergola di rose del 1907. Greg Daubney suggerì che forse la miniatura di questo uovo avrebbe potuto essere un ritratto basato sullo stesso servizio fotografico del 1906. Ecco una delle fotografie dei cinque bambini insieme. Per gentile concessione di Les Derniers Romanov.com
Ispirazione
[modifica | modifica wikitesto]L'Uovo di lapislazzuli è pressoché identico all'Uovo con gallina per Kelch, realizzato da Michael Perkhin tra il 1899 e il 1903, ed è molto simile all'Uovo scandinavo.
Anche Uovo con gallina del 1885, il primo della serie imperiale, ha la stessa ispirazione naturalistica.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b [Mieks Mieks] .
- ^ [Cleveland Cleveland] .
- ^ (EN) 1915 Red Cross Triptych Egg, in Mieks Fabergé Eggs, 16 maggio 2016. URL consultato il 14 novembre 2018 (archiviato il 6 aprile 2005).
- ^ Proler, Skurlov, p. 246
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Toby Faber, Fabergé's Eggs: The Extraordinary Story of the Masterpieces That Outlived an Empire, New York, Random House, 2008, ISBN 9781588367075.
- (EN) Christopher Forbes, Johann Georg Prinz von Hohenzollern, Fabergé, the imperial eggs, Prestel, 1990, ISBN 9780937108093.
- (EN) Will Lowes e Christel Ludewig McCanless, Fabergé Eggs: A Retrospective Encyclopedia, Scarecrow Press, 2001.
- (EN) Abraham Kenneth Snowman, Carl Faberge: Goldsmith to the Imperial Court of Russia, Gramercy, 1988, ISBN 0-517-40502-4.
- (EN) Abraham Kenneth Snowman, Catalogue of Imperial Easter Eggs, in The art of Carl Fabergé, 3ª ed., Faber and Faber, 1964 [1962], p. 101.
- (EN) Nikkhah Roya, Worth hunting for, the ultimate Easter eggs, The Telegraph, 16 marzo 2008. URL consultato il 26 febbraio 2016.
- (EN) Rita Reif, For the Fabulous Eggs, The Magic Only Grows, in The New York Times, 30 marzo 1997. URL consultato il 2 marzo 2012.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Lapis Lazuli Easter Egg, late 1800s - early 1900s [set], in SEARCH THE COLLECTION, Cleveland Museum of Art. URL consultato il 17/11/2019.
- (EN) Lapis Lazuli (Hen) Egg, in Mieks Fabergé Eggs, 6 aprile 2016. URL consultato il 24 dicembre 2018.
- (EN) Recent Egg Discoveries, su Fabergé Research Site. URL consultato il 16 dicembre 2018.
- (EN) THE ROTHSCHILD FABERGÉ EGG TO BE OFFERED AT CHRISTIE’S LONDON IN NOVEMBER 2007 (PDF), su Christie's, 4 ottobre 2007. URL consultato il 10 novembre 2018.
- (EN) Fabergé egg sold for record £8.9m, in BBC News, 28 novembre 2007. URL consultato il 12 novembre 2018.
- (EN) Rothschilds' Faberge Egg Fetches Record $16.5 Million (Update2), 28 November 2007.
- (EN) Faberge Egg fetches record $US18.5 MLN, su YouTube, 29 novembre 2009. URL consultato l'11 novembre 2018.
- (EN, RU) "The Rothschild Faberge egg " - Egg Shaped Clock which Belonged to Baron Edward Rothschild (1868—1949), su The State Hermitage Museum. URL consultato l'11 novembre 2018.
- (EN) 1902 Rothschild Fabergé Clock Egg, su Mieks Fabergé Eggs, 29 ottobre 2016. URL consultato il 10 novembre 2018 (archiviato il 20 dicembre 2007).
- (EN) 1911 The Fifteenth Anniversary Egg, in Fabergé Treasures of Imperial Russia, 2005 (archiviato dall'url originale il 10 marzo 2013).
- (EN) Pavel Romanov, Buying Putin's Indulgences, in Energy Tribune, 12 novembre 2007. URL consultato il 6 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 6 giugno 2014).
- (EN) Imperial Winter Egg, su Fabergé Imperial Easter Eggs - Index, Matt & Andrej Koymasky, 15 ottobre 2003. URL consultato il 29 febbraio 2016.
- (EN) Juan F. Déniz, Fabergé and Roullet et Decamps Walking Peacocks: More Than Just a Coincidence?, su Fabergé Research Site. URL consultato il 15 febbraio 2016.
- (EN) Russia, Old and New - Siberian jade objects, su Friends Of Jade. URL consultato il 6 marzo 2015.
Terzo uovo imperiale | |
---|---|
Anno | 1887 |
Primo proprietario | Marija Fëdorovna Romanova |
Attuale proprietario | |
Istituzione o individuo | Collezione privata |
Acquisizione | 2014 |
Fabbricazione | |
Mastro orafo | August Holmström |
Caratteristiche | |
Materiali | oro, zaffiri, diamanti. |
Altezza | 8,2 cm |
Sorpresa | |
Materiali | oro, diamanti |
Il Terzo uovo imperiale è una delle uova imperiali Fabergé: un uovo di Pasqua gioiello che il penultimo Zar di Russia, Alessandro III, donò a sua moglie, la Zarina Marija Fëdorovna Romanova nel 1887.
Fu fabbricato a San Pietroburgo, nel laboratorio di August Holmström, per conto del gioielliere russo Peter Carl Fabergé della Fabergè.
Era uno delle Uova imperiali Fabergé andate perdute, ma nel 2012 è stato ritrovato.[1]
Proprietari
[modifica | modifica wikitesto]Periodo di custodia | Proprietari | Descrizione fatta dal proprietario | Modalità di trasferimento |
---|---|---|---|
1886 - 1887 | Laboratorio di August Holmström, mastro orafo della Maison Fabergé | Venduto dal produttore per 2160 rubli | |
Aprile 1887 - settembre 1917 | Appartamento della zarina Dagmar di Danimarca a Palazzo Aničkov | "1887 - Uovo di pasqua con orologio, decorato con diamanti, zaffiri e diamanti taglio rosetta 2.160 r. (rubli)" (Registri di N. Petrov, amministratore assistente del Gabinetto imperiale). | Confisca |
Settembre 1917 - 17 febbraio o 24 marzo 1922 | Palazzo dell'Armeria | "Art. 1548: Un orologio d'oro da signora, aperto e fissato in un uovo d'oro con un diamante. Quest'ultimo su un piedistallo d'oro con tre zaffiri. Numero 1644" (dalla documentazione dell'archivio del Cremlino). | Trasferimento |
17 febbraio o 24 marzo 1922 - data ignota | Plenipotenziario speciale del Consiglio dei commissari del popolo dell'URSS, Ivan Gavrilovich Chinariov | "Un uovo d'oro con orologio, diamante e piedistallo con tre zaffiri e diamanti taglio rosetta" (Descrizione dell'articolo 68/1548 nei registri di consegna al plenipotenziario speciale). | Sconosciuto |
Data ignota - data ignota | Ignoto | ||
Data ignota - 7 marzo 1964 | signora Rena Clark di New York | "Orologio [da polso] d'oro in una cassa a forma di uovo su supporto in oro tricolore, lavorato e ingioiellato. Orologio Vacheron Constantin in oro a 14 carati, in una cassa costolata, a forma di uovo, che si apre premendo un diamante taglio "old mine" da 0.75 carati; su un piedistallo in oro tricolore a diciotto carati squisitamente realizzato, con un supporto anulare bordato da onde fluenti e coppie di gambe aggettanti, sormontate da rose e ciselé con minuscole foglie fino ai piedi animalistici, collegate da un anello, il supporto anulare reca tre medaglioni di zaffiri cabochon, sormontati da piccoli nastri annodati a fiocco incastonati di minuscoli diamanti, che sostengono festoni di rose e foglie in oro tricolore ciselé molto finemente, che proseguono in basso e sopra le coppie di gambe. Altezza 3 pollici e 1/4"[2][3]. | Aggiudicato all'asta di Parke Bernet, New York, per 2450 $ |
Data ignota - data ignota | Ignoto | ||
Data ignota - 2004 circa[1] | Commerciante del Midwest | Stimato 15 000 $ per il contenuto di oro e gemme | Venduto in un "mercatino bric-à-brac nel Midwest americano" per 13 302 $ |
2004 circa - 2014 circa[1] | Commerciante di rottami del Midwest americano | "Il perduto terzo uovo di Pasqua imperiale di Carl Fabergé. Donato da Alessandro III, imperatore e autocrate di tutte le Russie all'imperatrice Maria Feodorovna per la Pasqua 1887. L'uovo in oro giallo costolato e ingioiellato, è posto sul suo piedistallo originale, che ha piedi a zampa di leone ed è circondato da ghirlande d'oro colorato sospese a zaffiri cabochon blu, sormontati da fiocchi incastonati di diamanti. La sorpresa che contiene è un orologio da donna Vacheron Constantin, con un quadrante in smalto bianco e lancette d'oro traforato incastonate di diamanti. L'orologio è stato tolto dalla sua cassa per essere montato nell'uovo ed è incernierato, in modo che resti in piedi. Realizzato nella bottega di August Holmström, mastro orafo di Fabergé, San Pietroburgo, 1886-1887. Altezza 8,2 cm".[4] | Venduto a un collezionista privato tramite Wartski per una cifra non nota |
dal 2014[1] | Collezione privata |
Ritrovamento dell'uovo
[modifica | modifica wikitesto]Nei documenti del Gabinetto imperiale russo l'uovo di Pasqua del 1887 è stato descritto come:
"Uovo di Pasqua con orologio, decorato con diamanti, zaffiri e diamanti taglio rosetta - 2160 r"
"Uovo d'oro con orologio con pulsante diamante su piedistallo d'oro con tre zaffiri e diamanti taglio rosetta"
"Uovo d'oro con orologio su supporto di diamante (?) su piedistallo d'oro con tre zaffiri e diamanti taglio rosetta"
Un uovo identico a quello ritrovato nel 2012 è stato fotografato, con altri tesori appartenenti all'imperatrice vedova Marija Fëdorovna, alla mostra del marzo 1902 nella Von Dervis Mansion, sul Lungoneva Angliskaja a San Pietroburgo; la mostra era intitolata "Manufatti Fabergé, antiche miniature e tabacchiere"[5], il che suggerisce che gli oggetti diversi da miniature o tabacchiere provenivano da Fabergé[6]. Di questa mostra è giunta fino a noi la fotografia di una vetrina piramidale ove, insieme ad undici uova Fabergé appartenenti a Marija Fëdorovna, è visibile l'uovo identificato nel 2011 come Terzo uovo imperiale[7].
Le descrizioni del Gabinetto imperiale russo combacia con quella presente in un elenco del 1922 di oggetti confiscati di un uovo con zaffiri, un pulsante di diamante e un piedistallo d'oro[8]. Nell'inventario del 1922 non si specifica che questo uovo è di Fabergé, ma tale descrizione è la più coerente con quella dell'uovo Fabergé nel precedente registro del Gabinetto Imperiale Russo[9]. La mancata identificazione dell'uovo come Fabergé tra il 1917 e il 1922 durante la confisca e il trasferimento, rappresenta probabilmente la causa iniziale del suo smarrimento.
Da quando si è cominciato a studiare seriamente Fabergé fino al 2008, l'Uovo orologio blu con serpente è stato identificato come l'uovo imperiale del 1887, nonostante il fatto che sia privo degli zaffiri indicati sulle descrizioni storiche, che lo stile elaborato sia più coerente con le uova Fabergé successive e che il prezzo pagato nel 1887 di 2.160 rubli appaia troppo basso[10]. Pertanto, una teoria di un terzo uovo imperiale perduto non fu sviluppata fino all'ottobre 2008, quando Annemiek Wintraecken postulò che l'Uovo orologio blu con serpente fosse in realtà il presunto uovo del 1895 mancante, lasciando l'uovo del 1887 senza spiegazioni.
Il 6 luglio 2011, due appassionati di Fabergé, Vincent e Anna Palmade[11] hanno scoperto l'immagine di un uovo, identico a quello nella fotografia della mostra di Von Dervais del 1902, in un vecchio catalogo per un'asta del marzo 1964 da Parke-Bernet (oggi Sotheby's)[12]. L'"immagine appena scoperta dell'uovo ... ha spinto Sotheby's a una frenetica ricerca per rintracciarne la posizione" e presumibilmente ha portato all'articolo di Roya Nikkhah intitolatoQuesto uovo-nido da 20 milioni di sterline è sul tuo caminetto? pubblicato il 13 agosto 2011 su The Telegraph[12].
L'articolo del 2011 comprendeva un'intervista a Kieran McCarthy, "esperto di Fabergé del gioielliere Wartski di Mayfair". McCarthy ha dichiarato: "chiunque abbia questo pezzo non avrà idea della sua provenienza e significato - né saprà di essere seduto su su una reliquia reale che potrebbe avere un valore di 20 milioni di sterline". McCarthy ha ipotizzato che "ci sono tutte le possibilità che questo uovo sia da qualche parte in questo paese perché, anche se non è stato venduto come Fabergé nell'asta del 1964, un sacco di collezionisti di Fabergé e acquirenti di opere d'arte in stile Fabergé all'epoca erano collezionisti inglesi". Mentre l'ipotesi dell'attuale proprietario inglese non si è dimostrata valida, gli sforzi per la ricerca e la cronaca nel Regno Unito hanno portato alla pubblicazione sul Telegraph dell'articolo che includeva la fotografia in bianco e nero dal catalogo del 1964 e riportava gran parte della descrizione, compreso che l'uovo contiene "un orologio d'oro del produttore di orologi svizzero Vacheron Constantin". L'articolo è stato archiviato online e successivamente messo a disposizione del pubblico globale sul motore di ricerca Google.
"Una notte nel 2012" un commerciante di rottami in America ha cercato online informazioni sull'uovo d'oro che "languiva nella sua cucina da anni": lo aveva acquistato circa un decennio prima per 13 302 dollari "in base al suo peso e al valore stimato dei diamanti e degli zaffiri che caratterizzano la decorazione" con l'intenzione "di venderlo a qualcuno che lo avrebbe fuso" ma "i potenziali acquirenti pensavano che avesse sopravvalutato il prezzo e lo avevano rifiutato"[1]. Il commerciante di rottami ha cercato su Google "'egg' e 'Vacheron Constantin', il nome inciso sull'orologio all'interno", il risultato fu l'articolo del Telegraph del 2011 dal quale "riconobbe il suo uovo nella foto"[1].
Il commerciante di rottami ha contattato Kieran McCarthy ed è volato a Londra per ottenere un parere da Wartski. McCarthy ha riferito che il commerciante di rottami "non dormiva da giorni" e che "ha portato delle foto dell'uovo e ho capito all'istante che era quello. Ero sbalordito -è stato come essere Indiana Jones e trovare l'arca perduta".<[1] Successivamente McCarthy è volato negli Stati Uniti per verificare la scoperta e ha descritto il luogo come "una casa molto modesta nel Midwest, vicino a un'autostrada e a un Dunkin' Donuts. C'era l'uovo, accanto ad alcuni dolcetti sul bancone della cucina".[1] In seguito un'immagine dell'uovo in situ sul bancone della cucina accanto a un cupcake è stata inclusa nel successivo articolo pubblicato sul Telegraph nel marzo 2014, ed è circolata in diversi articoli su Internet.
McCarthy ha confermato al commerciante di rottami che possedeva un uovo imperiale Fabergé e il proprietario ha "inciso il nome di McCarthy e la data sullo sgabello da bar in legno sul quale McCarthy si era seduto per esaminare l'uovo".[1] McCarthy ha osservato che il commerciante di rottami "ha investito dei soldi in questo pezzo e lo ha tenuto perché era troppo testardo per venderlo in perdita" e che "sono stato attorno alle più meravigliose scoperte nel mondo dell'arte, ma non credo di aver mai visto niente di simile - trovare questo straordinario tesoro in mezzo al nulla".[1]
Wartski ha comprato l'uovo per conto di un collezionista Fabergé che ha permesso all'azienda di esporre il pezzo per la prima volta dopo 112 anni, nell'aprile del 2014. A testimonianza del suo viaggio, l'uovo "ha diversi graffi dove il metallo è stato saggiato per valutarne il contenuto d'oro dai potenziali acquirenti...il nuovo proprietario ha ritenuto che essi ne aumentassero il valore perché sono parte della sua storia"[1].
Exhibitions
[modifica | modifica wikitesto]- March 1902, Von Dervais Mansion Exhibition, St. Petersburg
- 14-17 April 2014, exhibited at Wartski, 14 Grafton Street, London
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Sorpresa
[modifica | modifica wikitesto]Orologio da donna Vacheron Constantin con quadrante in smalto bianco e lancette in oro traforato incastonate di diamanti.
Contesto storico
[modifica | modifica wikitesto]Uovo della perla
[modifica | modifica wikitesto]L'Uovo della perla è spesso incluso nelle descrizioni dell'Uovo nécessaire a causa della confusione nei documenti d'archivio incompleti.
L'Uovo della perla è stato consegnato ad Alessandro III il 16 marzo 1889 ma non vi è alcuna indicazione che fosse un regalo di Pasqua per sua moglie. É possibile che, a causa di qualche problema con l'Uovo della perla, fu fabbricato l'Uovo nécessaire come dono pasquale per il 1889; questa ipotesi è confermata dal fatto che queste due uova costarono molto meno di quelle fatte prima e dopo il 1889.[13]
Per qualche tempo si è creduto che l'Uovo della Resurrezione fosse l'Uovo della perla a causa delle conclusioni tratte da Marina Lopato nell'articolo su Apollo del gennaio 1984.[13] Tuttavia, un esame più attento dimostra che le due uova non possono essere lo stesso in quanto l'Uovo della Resurrezione non si apre, e non c'è posto per l'anello con perla descritto nella fattura Fabergé.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i j k Singh
- ^ [Mieks Mieks] .
- ^ Fabergé Research Site, Catalogo Parke Bernet, 1964
- ^ [McCarthy McCarthy] .
- ^ Proler, Skurlov
- ^ (Palmade and Palmade 2011)
- ^ (Palmade and Palmade 2011)
- ^ (Palmade and Palmade 2011)
- ^ Proler, Skurlov, Appendix 4
- ^ Lopato
- ^ Wartski
- ^ a b Nikkah
- ^ a b Lowes, pg. 26
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Roya Nikkah, Is this £20 million nest-egg on your mantelpiece?, in The Telegraph, Telegraph Media Group Limited, 13 agosto 2011. URL consultato il 1° gennaio 2020.
- (EN) Anita Singh, The £20m Fabergé egg that was almost sold for scrap, in The Telegraph, Telegraph Media Group Limited, 18 marzo 2014. URL consultato il 5 aprile 2014.
- (EN) Lynette G. Proler, Valentin V. Skurlov e Tatʹi︠a︡na F. Faberzhe, The Fabergé imperial Easter eggs, Christie's, 1997, ISBN 978-0-903432-48-1.
- (EN) Toby Faber, Fabergé's Eggs: The Extraordinary Story of the Masterpieces That Outlived an Empire, New York, Random House, 2008, ISBN 978-1-4000-6550-9.
- (EN) Christopher Forbes e Johann Georg Prinz von Hohenzollern, Fabergé, the imperial eggs, Prestel, 1990, AISN B000YA9GOM.
- (EN) Will Lowes e Christel Ludewig McCanless, Fabergé Eggs: A Retrospective Encyclopedia, Scarecrow Press, 2001, ISBN 978-0-8108-3946-5.
- (EN) Abraham Kenneth Snowman, Carl Faberge: Goldsmith to the Imperial Court of Russia, Gramercy, 1988, ISBN 0-517-40502-4.
- (EN) Marina Lopato e Géza von Habsburg-Lothringen, Fabergé: imperial jeweller, San Pietroburgo, State Hermitage Museum, 1993, ISBN 9780500092392.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) 1887 Third Imperial Egg, su Mieks Fabergé Eggs, 8 gennaio 2019, Mieks. URL consultato il 1º gennaio 2020.
- (EN) Kieran McCarthy, The Lost Third Imperial Easter Egg by Carl Fabergé, su wartski.com, Wartski, 2014. URL consultato il 1º giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 4 luglio 2014).
- Third Imperial Egg (1887), su Fabergé Imperial Egg Chronology, Fabergé Research Site, 2017 (archiviato il 16 agosto 2017).
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- 6. L'UOVO SUL COCCHIO CON CHERUBINO, su La collezione, Mondo Fabergè, Mondo Fabergè. URL consultato il 15 marzo 2014.
- (EN) Fabergé from the Matilda Geddings Gray Foundation Collection, su metmuseum.org, The Metropolitan Museum of Art, Metropolitan Museum. URL consultato il 20 settembre 2012.
- (EN) Imperial Danish Palaces Egg, su Fabergé Imperial Easter Eggs - Index, Mat & Andrej Koymasky, 13 luglio 2005, Koymasky. URL consultato il 26 febbraio 2013.
- (EN) Monica Clare McLaughlin, Fabergé Travels to Tennessee, in JCK Magazine, Reed Exhibitions, aprile 2007. URL consultato il 17 agosto 2011.
- (EN) The Matilda Geddings Gray collection of Fabergé, su cheekwood.org, Cheekwood's Museum of Art, Cheekwood. URL consultato il 10 marzo 2013.
- (EN) Rita Reif, For the Fabulous Eggs, The Magic Only Grows, in The New York Times, 30 marzo 1997. URL consultato il 2 marzo 2012.
- (EN) 1899 The Resurrection Egg, su Fabergé Treasures of Imperial Russia, Treasures. URL consultato il 30 giugno 2012.
- (EN) Mosaic Egg, su The Royal Collection, Royal. URL consultato il 26 maggio 2012.
- (EN) Lilies of the Valley Egg, su ZOOM Fabergé Imperial Eggs, Alexander Palace Time Machine, Alexander Palace. URL consultato il 19/02/20121.
- (EN) Imperial Rock Crystal Easter Egg, su Collections - Fabergé, Virginia Museum of Fine Arts, VMoFA.
- (EN) The Missing Néccessaire Egg, su Fabergé Research Site, Fabergé Research Site. URL consultato il 2 gennaio 2012.
- (EN) Liana Paredes, Anne e Arend Odom, Twelve Monogram Egg, su A Taste for Splendor: Russian Imperial and European Treasures from the Hillwood Museum, Hillwood Estate, Museum & Gardens, 1998, Hillwood. URL consultato il 27 dicembre 2011.
- (EN) The Alexander III Equestrian Egg, 1910, su WWW Faberge Tour, State Museums of the Moscow Kremlin, Moscow Kremlin. URL consultato il 2 settembre 2011.
- +
- +
- [1]
- (EN) Fabergé Eggs: Fragile Remembrances, su pbs.org, PBS.org, PBS. URL consultato il 16 settembre 2011.
- (EN) Gatchina Palace Egg, su art.thewalters.org, The Walters Art Museum, Walters Art Museum. URL consultato il 29 agosto 2011.
- (EN) Current Whereabouts of the Fifty Imperial Faberge Eggs, su Faberge Eggs, PBS, 14 dicembre 2009.
- (EN) The Standart Egg (1909), su The Russian Imperial Yacht Standart, Standart. URL consultato il 23 luglio 2011.
- (EN) Alan Farnham, Egg Hunting, Pro Division, in Forbes, 04 dicembre 2004.
- (EN) Roy Proctor, Fabulous Fabergé - Pratt art collection glitters at Virginia Museum of Fine Arts, in Stafford County Sun, 06 luglio 2011.
- (EN) Monica Clare McLaughlin, Fabergé Travels to Tennessee, in JCK Magazine, Reed Exhibitions, aprile 2007. URL consultato il 17 agosto 2011.
- (EN) Imperial Red Cross Easter Egg, su Fabergé Imperial Easter Eggs, Cleveland Museum of Art. URL consultato il 12 febbraio 2012.
- (EN) David Park Curry, Faberge, Virginia Museum of Fine Arts, 1995.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Franco aq/sandbox3
Il Cigno d'argento (Silver Swan) è un automa meccanico risalente al XVIII secolo e ospitato nel Bowes Museum a Barnard Castle, in Inghilterra; fu acquistato nel 1872 da John Bowes, il fondatore del museo, da un gioielliere parigino.[1]
È un dispositivo a orologeria dotato di una scatola musicale, che ha le sembianze di un cigno a grandezza naturale posto in un "torrente" fatto di bacchette di vetro e circondato da foglie d'argento; piccoli pesci d'argento possono essere visti "nuotare" nell'acqua.[2]
Quando il meccanismo ad orologeria è caricato, il carillon suona e le bacchette di vetro ruotano dando l'illusione dell'acqua che scorre. Il cigno volge la testa da un lato all'altro e si liscia le penne con il becco, dopo qualche momento nota un pesce che nuota e si china per prenderlo e mangiarlo; la testa del cigno torna quindi in posizione eretta e l'esibizione, che dura circa 32 secondi, termina. Per aiutare a preservare il meccanismo il cigno viene azionato solo una volta al giorno, alle 14:00.[2]
Il meccanismo è stato progettato e realizzato nel 1773, in collaborazione da due inventori: John Joseph Merlin (1735–1803), originario dei Paesi Bassi e il londinese James Cox (1723–1800).[1]
Nel 1773 il cigno è stato descritto in un Act of Parliament come avente un diametro di 3 piedi (0,91 m) e un'altezza di 18 piedi (5,49 m),[3] ciò sembrerebbe indicare che un tempo c'era qualcosa in più, nel cigno, di quanto rimane oggi poiché non è più così alto; si pensa che in origine ci fosse una cascata dietro il cigno, che sarebbe stata rubata durante un tour, questo potrebbe spiegare la minore altezza attuale.[2]
Il cigno è stato venduto più volte ed è stato messo in mostra all'Esposizione universale di Parigi (1867). Il romanziere americano Mark Twain ebbe modo di vedere il cigno e registrò le sue osservazione in un capitolo del Innocents Abroad,[2] scrivendo che il cigno "aveva una grazia vivente nei suoi movimenti e un'intelligenza vivente nei suoi occhi.[1]"
Il Bowes Museum considera il Cigno sia il loro artefatto più noto, ed è l'immagine nel logo del museo.[2]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) T. P. Camerer-Cuss, The Silver Swan, in Antiquarian Horology, vol. 4, giugno 1965, pp. 330–34.
- (EN) Richard Holledge, Magic Wrought by a Merlin, in Wall Street Journal, 21 dicembre 2012. URL consultato il 19 ottobre 2014.
- (EN) James Cox Enabling Act (In 1773 a special Act of Parliament authorised James Cox to break up his collection and sell pieces by lottery), 13 Geo III cap XLI.«contains an inventory of the pieces in Cox's museum, with descriptions: "A ƒwan, large as life formed of ƒilver…the whole eighteen feet high»
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Franco aq/sandbox3
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) The Silver Swan, su Bowes Museum. URL consultato il 28 novembre 2020.
- (EN) Malcolm Watt, Silver swan automaton, su YouTube, 7 marzo 2011. URL consultato il 28 novembre 2020.
Il Rosenhöhe è un giardino di rose creato a Darmstadt nel 1810 dalla granduchessa Guglielmina d'Assia, principessa di Baden e progettato dall'architetto di giardini svizzero Zeyher. Nel 1894, il granduca Ernesto Luigi, fratello di Aleksandra Fëdorovna Romanova, fece ridisegnare il giardino, aggiungendo il Rosendom e vi costruì il Palais Rosenhöhe, distrutto nel 1944. Il Rosenhöhe rimane tutt'oggi uno dei più bei giardini di rose in Germania.[1]
Qualità della vita
[modifica | modifica wikitesto]Progetto:Geografia/Antropica/Comuni/Descrizione
Anno | Qualità della Vita (Sole 24 Ore) | Qualità della Vita (Italia Oggi) | Rapporto Ecosistema Urbano (Legambiente) |
---|---|---|---|
2004 | 60° (- 13) | 75° (- XX) | 78° (- XX) |
2005 | 76° (- 16) | 89° (- 14) | 57° (+ 21) |
2006 | 62° (+ 14) | 74° (+ 15) | 93° (- 36) |
Un combinat (in tedesco Kombinat, in russo Комбинат?) era un gruppo o conglomerato di imprese che collaboravano per ottenere migliori rendimenti, tipico del blocco sovietico.
Come le konzern della Germania Ovest, i combinat potevano essere a Integrazione verticale o orizzontale e funzionavano secondo i principi del socialismo.
Inoltre, al di là della produzione propriamente detta, la compartecipazione all'interno del combinat poteva estendersi anche al campo della vita del personale, molto importante nelle imprese socialiste: scuole, squadre sportive, case o centri di vacanza.
treccani
[modifica | modifica wikitesto]combinàt s. m. [adattam. del russo kombinat ‹këmb’inàt›, che è dal lat. combinare «unire, congiungere», part. pass. combinatus]. Nell’Unione Sovietica (e, per estens., nei paesi occidentali industrializzati), complesso industriale formato da un insieme d’imprese, stanziate generalmente nella stessa regione economica, complementari tra loro per una specifica produzione in campo tecnico.
I combinat sono apparsi dopo la seconda guerra mondiale.
In Germania Est, i combinat erano dei raggruppamenti di società aventi lo statuto di «impresa popolare» (in tedesco VEB, per Volkseigener Betrieb : «appartenente al popolo»).
Altre combinazioni di imprese sono esisti in questa nazione: i Sowjetische Aktiengesellschaft, SAG, gruppi creati nel 1946 per servire da riparazioni di guerra e scomparsi nel 1953 e i Vereinigung Volkseigener Betriebe o VVB (Unione d'imprese popolari), i primi raggruppamenti di VEB sono stati creati nel 1948 e integrati nei combinat nel 1979.
eng
[modifica | modifica wikitesto]It has several related forms:
- A large industrial enterprise that combines several different enterprises that are related to each other by a technological process or through an administration. Example: a metallurgy combine combines all forms of production such as factories, mines and other to produce steel sheets.
- A combination of educational-developmental institutions of different levels such as an istituto and a tekhnikum, day care and kindergarten (Child combine).
- Combination of various enterprises as one of the forms of monopoly.
Alcuni combinat
[modifica | modifica wikitesto]- Combinat Haushaltsgeräte, a Karl-Marx-Stadt in Germania Est,
- VEB Kombinat Robotron, a Dresda in Germania Est,
- IFA-Kombinat Nutzfahrzeuge Ludwigsfelde, a Ludwigsfelde in Germania Est
- Kombinat metallurgico di Magnitogorsk, in Unione Sovietica,
- Combinat di Erdenet, in Mongolia.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikizionario contiene il lemma di dizionario «Franco aq/sandbox3»
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (DE) Définition de « VVB » su DDR-Lexikon
- (DE) Définition de « Kombinat » su DDR-Lexikon
- combinat, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 19 agosto 2017.
Tabella clima
[modifica | modifica wikitesto]- Classificazione climatica: zona E, 2289 GR/G
- Diffusività atmosferica: alta, Ibimet CNR 2002
anno 2007 | Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Anno |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Temperatura max. media (°C) | 14 | 14 | 15 | 20 | 24 | 28 | 32 | 30 | 24 | 17 | 13 | 21,2 | |
Temperatura min. media (°C) | 5 | 6 | 7 | 10 | 14 | 17 | 21 | 19 | 14 | 11 | 6 | 11,9 | |
Piogge (mm) | 14 | 26 | 67 | 25 | 92 | 62 | 0 | 30 | 30 | 30 | 157 | 551 | |
Venti (dir.-nodi) | SW 4.6 | SW 4.3 | SW 5.0 | NE 4.5 | WNW 5.2 | NE 5.2 | NE 6.7 | NE 5.2 | SW 5.5 | W 2.9 | W 3.6 | -- |
- ^ [Treasures Treasures] .