HIERA CHREMATA. Il ruolo del santuario nell'economia della polis, Sapienza Università Editrice, Studi e Ricerche 20, 430 pp., ISBN 9788898533343, Roma 2014
Il santuario greco non si configura esclusivamente come uno spazio fondato mediante la delimitazi... more Il santuario greco non si configura esclusivamente come uno spazio fondato mediante la delimitazione di un’area (temenos) alla quale viene assegnata una funzione sacra e collettiva, connessa in primo luogo all’espletamento dell’azione sacrificale, ma costituisce un sistema complesso, la cui rilevanza non è limitata alla sfera religiosa.
Sede dei rapporti tra la comunità umana e il referente divino, risulta al contempo profondamente connesso con la società, la politica e l’economia dello Stato. Rappresenta, infatti, uno dei fattori fondamentali nel processo di formazione della polis, nel costituirsi e consolidarsi della sua unità socio-politica, nell’affermazione della sua identità, veicolando messaggi politici e rivestendo un ruolo fondamentale nel sistema economico greco – segnatamente nella gestione della finanza collettiva.
Ciascun santuario è dedicato a una singola divinità, la quale è titolare dell’intero spazio consacrato ed è, generalmente, l’intestataria del tempio – nonché delle sue eventuali reduplicazioni – e dell’altare principale, per quanto possano essere accolti nel temenos anche culti secondari, ubicati in edifici minori, strutture architettonicamente meno significative oppure, nel caso in cui non siano assegnatari di costruzioni apposite, presenti esclusivamente mediante le celebrazioni rituali ad essi riservate.
All’interno del santuario si svolgono molteplici azioni, in primis legate all’esecuzione dei riti, ma anche ad attività non strettamente religiose, che implicano l’erezione di monumenti specifici e ne condizionano la disposizione.
Tra i problemi fondamentali concernenti la ricerca sul temenos vi è la mancanza di un’opera complessiva che includa una riflessione sui ruoli delle strutture in esso presenti e sul sistema di rapporti che le collega, come pure uno studio organico del rapporto tra area sacra e polis. Pertanto, la presente ricerca si propone di cercare di chiarificare la destinazione e il ruolo di talune costruzioni sacre la cui natura è tuttora oggetto di discussione e, inoltre, di indagare il rapporto tra santuario e città per quanto concerne i termini di gestione dell’economia collettiva.
Allo stato attuale degli studi, difatti, non si possiede una totale conoscenza delle precise funzioni cui erano preposti i vari edifici santuariali, inclusi quelli principali quali il tempio, né si è tentata un’indagine sistematica e complessiva del fenomeno, che ne tenesse in debita considerazione, oltre alle valenze religiose, le implicazioni economiche.
L’approccio finora adottato nelle ricerche sull’archeologia del culto in Grecia, soprattutto nelle pubblicazioni di scavo, è stato improntato ad un’impostazione in molti casi descrittiva, tale da non permettere sempre di chiarire completamente, e comunque non per ogni sito, quali eventi avessero sede negli edifici sacri, quale fosse la loro esatta destinazione, quale fosse la loro connessione con il culto o con altri aspetti – politici, rappresentativi o economici – del temenos; neppure è possibile stabilire con certezza in che cosa edifici dalla pianta simile (come i thesauroi e le costruzioni genericamente definite come oikoi, che si richiamano entrambi allo schema planimetrico templare) si distinguessero l’uno dall’altro dal punto di vista normativo e funzionale.
L’approccio descrittivo spesso applicato all’indagine dei santuari ha dunque ritardato l’affermarsi di ricerche di tipo funzionale che prestino debita attenzione alla correlazione fra resti architettonici, contesti di rinvenimento, documentazione filologica ed epigrafica. Appare necessario, quindi, verificare un sistema di indagine che permetta di considerare adeguatamente i vari elementi disponibili, in quanto il confronto tra le diverse situazioni archeologiche può permettere di costruire una visione sinottica del fenomeno, passando dal livello di analisi dei singoli casi all’esame di un eventuale sistema complessivo che consenta una visione più concreta e meglio comprensibile delle situazioni note.
A questo si aggiunga che gli stessi studi concernenti la polis greca non hanno sempre assegnato la giusta importanza agli aspetti economici, in particolare quelli connessi alla gestione delle risorse patrimoniali collettive, affidando l’analisi dei processi urbani anche in questo caso a metodi piuttosto descrittivi che funzionali. La lettura moderna del problema, infatti, si è spesso limitata a percepire il complesso delle manifestazioni economiche di epoca arcaica e classica attraverso schemi interpretativi pregiudiziali a volte condizionati da metodologie di indagine economica estranee alla ricerca sul mondo antico, concentrandosi sul carattere più o meno primitivo dell’economia della polis prima dell’età ellenistica.
La letteratura scientifica si è spesso focalizzata sullo studio delle coniazioni e dei sistemi commerciali, delle possibili fonti della ricchezza come del vasto ambito della produzione e del consumo, piuttosto che sul tema della gestione delle risorse collettive, o, meglio, delle differenti forme che questa ha assunto nel tempo, in particolare per le fasi cronologiche dell’arcaismo e del V secolo a.C. Sull’amministrazione economica e finanziaria della città in generale anche lefondamentali sintesi di Henri Francotte (Les finances des cités grecques, Paris 1909), di Andreas Andreades (A history of Greek public finance, Harvard 1933) e, recentemente, di Léopold Migeotte (Économie et finances publiques des cités grecques, 1, Paris 2010), offrono una visione concentrata soprattutto sulle fasi più evolute del sistema, a partire dal IV sec. a.C. e non sempre approfondiscono il ruolo giocato dallo spazio sacro nel circuito finanziario. Solo in pochi casi, inoltre, sono stati sottoposti ad esame i luoghi, le forme e gli elementi materiali di questa gestione, considerandoli piuttosto aspetti antiquari e non sostanziali. In tale contesto, è cruciale, perciò, indagare, all’interno di una generale interpretazione delle strutture funzionali dell’economia greca, il rapporto tra i santuari e le forme di accumulo nonché di impiego delle risorse, verificandone la stretta relazione col tema più generale dell’economia della polis.
La ricerca volge quindi a evidenziare la centralità dei santuari nella creazione di una disponibilità economica complessiva, allo scopo di riconoscere la funzione economica dello spazio sacro, segnatamente nella formazione di un sistema di raccolta, di accumulo e di impiego di risorse per le finalità di carattere pubblico, quindi non circoscritte solo alla sfera sacra.
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Papers by Rita Sassu
show how ivory, ‘excellent’ material, suitable for the relation between human community and divine beings, is lastly a relevant parameter to detect the changes in politics and in the collective mentality occurred in the concerned centuries (7th-4th centuries BC). Finally, an implicit connection between chryselephantine statues and sacred properties is suggested.
The papers tries to diachronically investigate the use of the images focused on Herakles by state leaders as a tool to create political consensus and strengthen their power.
regards the identification of the spot where such edifices, exceptionally located inside traditionally forbidden areas, are built. The choice
of associating the mausoleum to structures related to the concepts of glory and eternity is often expressed by the spatial and topographical
connection between the sepulcher and structures devoted to sport and military training, as well as competition, particularly stadia and
gymnasia, as testified by the case studies provided by Messene, Calydon, Miletus and Gortyn of Crete. The phenomenon - that usually
aims to praise those who benefited the society through miliary or agonistic victories or euergetism acts by granting them an excellent
tomb - is not restricted to the Hellenic world, but widely spread in the Roman provinces.
Nell’ambito della tematica inerente le sepolture erette all’interno del circuito urbano, al di fuori della necropoli, un aspetto specifico è
costituito dalla selezione del luogo dove tali monumenti, eccezionalmente posti in uno spazio loro tradizionalmente proibito, vengono
posizionati. La scelta di associare il mausoleo a strutture connesse agli ideali di gloria ed eternità si traduce spesso nel legame spaziale e
topografico tra il sepolcro e gli edifici destinati all’esercizio ginnico e militare nonché alla competizione agonistica, in particolare stadi e
ginnasi, come dimostrato dai casi paradigmatici di Messene, Calidone, Mileto e Gortyna di Creta. Il fenomeno - che di norma assegna
l’onore della tomba eccellente a coloro che hanno beneficato la collettività, attraverso la difesa della patria, la vittoria panellenica, azioni
di evergetismo - non è limitato al mondo ellenico, ma trova ampio seguito e riscontro nelle province imperiali.
area of the Mausoleums, which seems to have remained free, even if here the levels are higher than structures of the Byzantine period. In this area excavations uncovered a series of further phases until the construction of a productive area of the same period of those found in the Secretarium further W after its defunctionalisation. The preliminary analysis of pottery attests the partial use of the area until the late 15th century AD.
La dimensione agonistica, che rappresenta indubbiamente un carattere precipuo dei santuari panellenici, ha forse messo in ombra, nella letteratura scientifica, la complessità di questi spazi sacri multi-sfaccettati, in grado di offrire una pluralità di chiavi di lettura per la ricostruzione della mentalità, del sistema di credenze e regole comportamentali nonché delle esigenze socio-economiche delle comunità greche. Invero, i giochi olimpici, pitici, nemei e istmici non costituivano che un singolo tassello dell’articolato mosaico di attività aventi luogo all’interno dei rispettivi temene. Oltre alle azioni religiose, il carattere sovranazionale dei santuari panellenici, unitamente al concetto di competizione e vittoria loro intrinseco, li ha resi nei secoli un palcoscenico privilegiato per la veicolazione di messaggi propagandistici di carattere politico, per la definizione delle immagini collettive, da parte delle singole poleis, da proporre all’intera grecità, per la celebrazione del trionfo in tutte le sue declinazioni, dal successo atletico a quello bellico, dal conseguimento personale alla glorificazione collettiva.
La chora di Metaponto si caratterizza per la presenza di un esteso ed eterogeneo network di aree cultuali, che, segnando capillarmente il paesaggio rurale, consta, allo stato attuale delle conoscenze, di almeno quindici siti documentati. Tra essi è possibile enucleare differenti categorie di aree sacre, nel cui ambito il santuario extraurbano delle Tavole Palatine, esplicitazione dell’autorità e delle possibilità della polis fondatrice, si distingue inter alia per l’aspetto monumentale e per il ruolo di territorial marker. Anche nel resto della chora la frequentazione sembra essere organizzata attraverso gli spazi del culto, che fungono da poli di incontro e di inclusione per la popolazione dei diversi distretti rurali. Questi luoghi sacri sono contraddistinti da un apparato architettonico meno imponente rispetto ai grandi temene urbani ed extraurbani e da una visibilità maggiore di pratiche quali la deposizione, l’offerta e il banchetto. Essi giocano un ruolo primario nella gestione della chora e nella sua articolazione in ripartizioni amministrativo–territoriali gestite da gruppi uniti da legami familiari, sociali o da interessi economici. In ultima analisi, i luoghi della pratica rituale risultano elementi di riconoscimento topografico, aggreganti e identitari nell’organizzazione del territorio.
Epigraphic, literary and archaeological evidence indicates that, before Hellenism, hoarding processes normally took place in the poliadic sanctuary, whose treasures, kept in edifices that can be regarded both as temples and thesauroi, could be used by the polis for lay purposes, especially in emergency situations such as wars. In this regard, Athens turns out to be an exemplary case study.
chronological periods contributes to reconstruct Athenian Acropolis' economic functions, that date back to
the Archaic period. Although well-known documents, such as the Hekatompedon inscription, the Kallias
Decrees, the Tribute lists, are usually regarded as different evidences concerning circumscribed and specific
issues, if considered all together through an integrated approach, they turn out to be relevant instruments to
detect the diachronic development of the Acropolis economic role and to underline the close relation linking the
city-state to the poliadic temenos. Originally a place where sanctuary resources were preserved, the cult area
gradually became the centre of a complex financial system extended to Athens, hence to Attica and to the whole
geographical area under the polis influence. Examined sources show that probably, in the Classical period, the
allies’ tribute surplus merged into Acropolis treasures and when the alliance budget was in deficit, expenses were
covered by these same treasures' funds, so that there was no separate status for revenues and reserves deriving
from secular or sacred sources and similarly Athena’s properties were used both for religious and lay purposes.
This situation is clearly reflected in the existing dichotomy between the northern Athena Poliàs temple and the
southern edifice (Pre-Parthenon and Parthenon) attested from the Archaic age up to Hellenism.
them should be certainly regarded as a funerary edifice, a sort of monumental mausoleum.
In ancient Greece, the first democratic system was established and civic participation played a key role. In Roman world, the individual acquirel a legal status, with right and duties, before the State.
The panels illustrate the progressive establishment of the concept of citizenship in the European space.
potential grave violators. One surprising result of the analysis is the fact that the inscriptions with funerary imprecations are
quite an insignificant part of the total number of the funerary inscriptions found in the area. Taking into consideration the fact
that the topoi contained in the attested imprecations demonstrate a clear microasiatic influence, il seems quite likely that the
investigated funerary imprecations should be a phenomenon coming from the East. As far as chronology is concerned, it is
possible to note a strong disproportion in the distribution of the imprecations, their peak being in the period between the fourth
and the sixth century. This peak coincides with the appearance of a new type of funerary imprecation in which the Christian
God is invoked to protect the tomb. On the basis of these observations the paper offers the more general conclusion that
funerary imprecations in the Balcan provinces can be perceived as reflecting the ethnic and religious changes in the area
during the period of the late Antiquity.
show how ivory, ‘excellent’ material, suitable for the relation between human community and divine beings, is lastly a relevant parameter to detect the changes in politics and in the collective mentality occurred in the concerned centuries (7th-4th centuries BC). Finally, an implicit connection between chryselephantine statues and sacred properties is suggested.
The papers tries to diachronically investigate the use of the images focused on Herakles by state leaders as a tool to create political consensus and strengthen their power.
regards the identification of the spot where such edifices, exceptionally located inside traditionally forbidden areas, are built. The choice
of associating the mausoleum to structures related to the concepts of glory and eternity is often expressed by the spatial and topographical
connection between the sepulcher and structures devoted to sport and military training, as well as competition, particularly stadia and
gymnasia, as testified by the case studies provided by Messene, Calydon, Miletus and Gortyn of Crete. The phenomenon - that usually
aims to praise those who benefited the society through miliary or agonistic victories or euergetism acts by granting them an excellent
tomb - is not restricted to the Hellenic world, but widely spread in the Roman provinces.
Nell’ambito della tematica inerente le sepolture erette all’interno del circuito urbano, al di fuori della necropoli, un aspetto specifico è
costituito dalla selezione del luogo dove tali monumenti, eccezionalmente posti in uno spazio loro tradizionalmente proibito, vengono
posizionati. La scelta di associare il mausoleo a strutture connesse agli ideali di gloria ed eternità si traduce spesso nel legame spaziale e
topografico tra il sepolcro e gli edifici destinati all’esercizio ginnico e militare nonché alla competizione agonistica, in particolare stadi e
ginnasi, come dimostrato dai casi paradigmatici di Messene, Calidone, Mileto e Gortyna di Creta. Il fenomeno - che di norma assegna
l’onore della tomba eccellente a coloro che hanno beneficato la collettività, attraverso la difesa della patria, la vittoria panellenica, azioni
di evergetismo - non è limitato al mondo ellenico, ma trova ampio seguito e riscontro nelle province imperiali.
area of the Mausoleums, which seems to have remained free, even if here the levels are higher than structures of the Byzantine period. In this area excavations uncovered a series of further phases until the construction of a productive area of the same period of those found in the Secretarium further W after its defunctionalisation. The preliminary analysis of pottery attests the partial use of the area until the late 15th century AD.
La dimensione agonistica, che rappresenta indubbiamente un carattere precipuo dei santuari panellenici, ha forse messo in ombra, nella letteratura scientifica, la complessità di questi spazi sacri multi-sfaccettati, in grado di offrire una pluralità di chiavi di lettura per la ricostruzione della mentalità, del sistema di credenze e regole comportamentali nonché delle esigenze socio-economiche delle comunità greche. Invero, i giochi olimpici, pitici, nemei e istmici non costituivano che un singolo tassello dell’articolato mosaico di attività aventi luogo all’interno dei rispettivi temene. Oltre alle azioni religiose, il carattere sovranazionale dei santuari panellenici, unitamente al concetto di competizione e vittoria loro intrinseco, li ha resi nei secoli un palcoscenico privilegiato per la veicolazione di messaggi propagandistici di carattere politico, per la definizione delle immagini collettive, da parte delle singole poleis, da proporre all’intera grecità, per la celebrazione del trionfo in tutte le sue declinazioni, dal successo atletico a quello bellico, dal conseguimento personale alla glorificazione collettiva.
La chora di Metaponto si caratterizza per la presenza di un esteso ed eterogeneo network di aree cultuali, che, segnando capillarmente il paesaggio rurale, consta, allo stato attuale delle conoscenze, di almeno quindici siti documentati. Tra essi è possibile enucleare differenti categorie di aree sacre, nel cui ambito il santuario extraurbano delle Tavole Palatine, esplicitazione dell’autorità e delle possibilità della polis fondatrice, si distingue inter alia per l’aspetto monumentale e per il ruolo di territorial marker. Anche nel resto della chora la frequentazione sembra essere organizzata attraverso gli spazi del culto, che fungono da poli di incontro e di inclusione per la popolazione dei diversi distretti rurali. Questi luoghi sacri sono contraddistinti da un apparato architettonico meno imponente rispetto ai grandi temene urbani ed extraurbani e da una visibilità maggiore di pratiche quali la deposizione, l’offerta e il banchetto. Essi giocano un ruolo primario nella gestione della chora e nella sua articolazione in ripartizioni amministrativo–territoriali gestite da gruppi uniti da legami familiari, sociali o da interessi economici. In ultima analisi, i luoghi della pratica rituale risultano elementi di riconoscimento topografico, aggreganti e identitari nell’organizzazione del territorio.
Epigraphic, literary and archaeological evidence indicates that, before Hellenism, hoarding processes normally took place in the poliadic sanctuary, whose treasures, kept in edifices that can be regarded both as temples and thesauroi, could be used by the polis for lay purposes, especially in emergency situations such as wars. In this regard, Athens turns out to be an exemplary case study.
chronological periods contributes to reconstruct Athenian Acropolis' economic functions, that date back to
the Archaic period. Although well-known documents, such as the Hekatompedon inscription, the Kallias
Decrees, the Tribute lists, are usually regarded as different evidences concerning circumscribed and specific
issues, if considered all together through an integrated approach, they turn out to be relevant instruments to
detect the diachronic development of the Acropolis economic role and to underline the close relation linking the
city-state to the poliadic temenos. Originally a place where sanctuary resources were preserved, the cult area
gradually became the centre of a complex financial system extended to Athens, hence to Attica and to the whole
geographical area under the polis influence. Examined sources show that probably, in the Classical period, the
allies’ tribute surplus merged into Acropolis treasures and when the alliance budget was in deficit, expenses were
covered by these same treasures' funds, so that there was no separate status for revenues and reserves deriving
from secular or sacred sources and similarly Athena’s properties were used both for religious and lay purposes.
This situation is clearly reflected in the existing dichotomy between the northern Athena Poliàs temple and the
southern edifice (Pre-Parthenon and Parthenon) attested from the Archaic age up to Hellenism.
them should be certainly regarded as a funerary edifice, a sort of monumental mausoleum.
In ancient Greece, the first democratic system was established and civic participation played a key role. In Roman world, the individual acquirel a legal status, with right and duties, before the State.
The panels illustrate the progressive establishment of the concept of citizenship in the European space.
potential grave violators. One surprising result of the analysis is the fact that the inscriptions with funerary imprecations are
quite an insignificant part of the total number of the funerary inscriptions found in the area. Taking into consideration the fact
that the topoi contained in the attested imprecations demonstrate a clear microasiatic influence, il seems quite likely that the
investigated funerary imprecations should be a phenomenon coming from the East. As far as chronology is concerned, it is
possible to note a strong disproportion in the distribution of the imprecations, their peak being in the period between the fourth
and the sixth century. This peak coincides with the appearance of a new type of funerary imprecation in which the Christian
God is invoked to protect the tomb. On the basis of these observations the paper offers the more general conclusion that
funerary imprecations in the Balcan provinces can be perceived as reflecting the ethnic and religious changes in the area
during the period of the late Antiquity.
del Patrimonio Europeo, istituita dallaDecisione n. 1194/2011/EU del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 novembre 2011, allo scopo di valorizzare il patrimonio culturale europeo, sottolineando gli elementi di comunanza e di unitarietà delle culture dell’Unione Europea, al fine di favorire la conoscenza e comprensione reciproca fra cittadini europei, promuovere il dialogo interculturale e lo sviluppo del senso di appartenenza all’Unione stessa nonché rafforzare l’identità europea.
da questo medesimo
Sede dei rapporti tra la comunità umana e il referente divino, risulta al contempo profondamente connesso con la società, la politica e l’economia dello Stato. Rappresenta, infatti, uno dei fattori fondamentali nel processo di formazione della polis, nel costituirsi e consolidarsi della sua unità socio-politica, nell’affermazione della sua identità, veicolando messaggi politici e rivestendo un ruolo fondamentale nel sistema economico greco – segnatamente nella gestione della finanza collettiva.
Ciascun santuario è dedicato a una singola divinità, la quale è titolare dell’intero spazio consacrato ed è, generalmente, l’intestataria del tempio – nonché delle sue eventuali reduplicazioni – e dell’altare principale, per quanto possano essere accolti nel temenos anche culti secondari, ubicati in edifici minori, strutture architettonicamente meno significative oppure, nel caso in cui non siano assegnatari di costruzioni apposite, presenti esclusivamente mediante le celebrazioni rituali ad essi riservate.
All’interno del santuario si svolgono molteplici azioni, in primis legate all’esecuzione dei riti, ma anche ad attività non strettamente religiose, che implicano l’erezione di monumenti specifici e ne condizionano la disposizione.
Tra i problemi fondamentali concernenti la ricerca sul temenos vi è la mancanza di un’opera complessiva che includa una riflessione sui ruoli delle strutture in esso presenti e sul sistema di rapporti che le collega, come pure uno studio organico del rapporto tra area sacra e polis. Pertanto, la presente ricerca si propone di cercare di chiarificare la destinazione e il ruolo di talune costruzioni sacre la cui natura è tuttora oggetto di discussione e, inoltre, di indagare il rapporto tra santuario e città per quanto concerne i termini di gestione dell’economia collettiva.
Allo stato attuale degli studi, difatti, non si possiede una totale conoscenza delle precise funzioni cui erano preposti i vari edifici santuariali, inclusi quelli principali quali il tempio, né si è tentata un’indagine sistematica e complessiva del fenomeno, che ne tenesse in debita considerazione, oltre alle valenze religiose, le implicazioni economiche.
L’approccio finora adottato nelle ricerche sull’archeologia del culto in Grecia, soprattutto nelle pubblicazioni di scavo, è stato improntato ad un’impostazione in molti casi descrittiva, tale da non permettere sempre di chiarire completamente, e comunque non per ogni sito, quali eventi avessero sede negli edifici sacri, quale fosse la loro esatta destinazione, quale fosse la loro connessione con il culto o con altri aspetti – politici, rappresentativi o economici – del temenos; neppure è possibile stabilire con certezza in che cosa edifici dalla pianta simile (come i thesauroi e le costruzioni genericamente definite come oikoi, che si richiamano entrambi allo schema planimetrico templare) si distinguessero l’uno dall’altro dal punto di vista normativo e funzionale.
L’approccio descrittivo spesso applicato all’indagine dei santuari ha dunque ritardato l’affermarsi di ricerche di tipo funzionale che prestino debita attenzione alla correlazione fra resti architettonici, contesti di rinvenimento, documentazione filologica ed epigrafica. Appare necessario, quindi, verificare un sistema di indagine che permetta di considerare adeguatamente i vari elementi disponibili, in quanto il confronto tra le diverse situazioni archeologiche può permettere di costruire una visione sinottica del fenomeno, passando dal livello di analisi dei singoli casi all’esame di un eventuale sistema complessivo che consenta una visione più concreta e meglio comprensibile delle situazioni note.
A questo si aggiunga che gli stessi studi concernenti la polis greca non hanno sempre assegnato la giusta importanza agli aspetti economici, in particolare quelli connessi alla gestione delle risorse patrimoniali collettive, affidando l’analisi dei processi urbani anche in questo caso a metodi piuttosto descrittivi che funzionali. La lettura moderna del problema, infatti, si è spesso limitata a percepire il complesso delle manifestazioni economiche di epoca arcaica e classica attraverso schemi interpretativi pregiudiziali a volte condizionati da metodologie di indagine economica estranee alla ricerca sul mondo antico, concentrandosi sul carattere più o meno primitivo dell’economia della polis prima dell’età ellenistica.
La letteratura scientifica si è spesso focalizzata sullo studio delle coniazioni e dei sistemi commerciali, delle possibili fonti della ricchezza come del vasto ambito della produzione e del consumo, piuttosto che sul tema della gestione delle risorse collettive, o, meglio, delle differenti forme che questa ha assunto nel tempo, in particolare per le fasi cronologiche dell’arcaismo e del V secolo a.C. Sull’amministrazione economica e finanziaria della città in generale anche lefondamentali sintesi di Henri Francotte (Les finances des cités grecques, Paris 1909), di Andreas Andreades (A history of Greek public finance, Harvard 1933) e, recentemente, di Léopold Migeotte (Économie et finances publiques des cités grecques, 1, Paris 2010), offrono una visione concentrata soprattutto sulle fasi più evolute del sistema, a partire dal IV sec. a.C. e non sempre approfondiscono il ruolo giocato dallo spazio sacro nel circuito finanziario. Solo in pochi casi, inoltre, sono stati sottoposti ad esame i luoghi, le forme e gli elementi materiali di questa gestione, considerandoli piuttosto aspetti antiquari e non sostanziali. In tale contesto, è cruciale, perciò, indagare, all’interno di una generale interpretazione delle strutture funzionali dell’economia greca, il rapporto tra i santuari e le forme di accumulo nonché di impiego delle risorse, verificandone la stretta relazione col tema più generale dell’economia della polis.
La ricerca volge quindi a evidenziare la centralità dei santuari nella creazione di una disponibilità economica complessiva, allo scopo di riconoscere la funzione economica dello spazio sacro, segnatamente nella formazione di un sistema di raccolta, di accumulo e di impiego di risorse per le finalità di carattere pubblico, quindi non circoscritte solo alla sfera sacra.
allo scopo di valorizzare il patrimonio culturale europeo, sottolineando gli elementi di comunanza e di unitarietà delle culture dell’Unione Europea, al fine di favorire la conoscenza
e comprensione reciproca fra cittadini europei, promuovere
il dialogo interculturale e lo sviluppo del senso di appartenenza all’Unione stessa.
L’Azione prevede l’individuazione di siti, cui è assegnato
il Marchio del Patrimonio Europeo a seguito di un processo
di selezione, che abbiano giocato un ruolo chiave nella
storia e nella cultura dell’Europa e che siano connotati
da adeguate condizioni di accessibilità e da strategie
di informazione e comunicazione efficaci. Il volume, oltre a enucleare le caratteristiche generali dell’Azione UEMarchio del Patrimonio Europeo nonché a illustrarne gli obiettivi e le modalità di partecipazione, intende fornire per la prima volta
una panoramica dei vari siti che sono stati fino ad oggi selezionati, presentando per ciascuno di essi una succinta scheda descrittiva che ne esponga il valore simbolico europeo.