Rowling continua a incantarmi. Rispetto al primo volume della saga, trovo che la parte centrale di questo libro sia a tratti lenta e meno coinvolgenteRowling continua a incantarmi. Rispetto al primo volume della saga, trovo che la parte centrale di questo libro sia a tratti lenta e meno coinvolgente, ma il finale vale tutto. Scene accuratamente descritte che fanno accapponare la pelle, finalmente con la sensazione fanciullesca dell’avventura addosso. Come al solito, personaggi eccelsamente costruiti (Albus Silente, Hagrid e Ron Wisley nel mio cuore), all’interno di una Hogwarts sempre più spettrale e maestosa. Prigioniero di Azkaban, mi vedi? Sto arrivando…...more
Se l’avessi letto da ragazzina, sarebbe stato con ferma certezza la più bella delle ossessioni “libresche”. Ma ammetto che anche ora il suo incantesimSe l’avessi letto da ragazzina, sarebbe stato con ferma certezza la più bella delle ossessioni “libresche”. Ma ammetto che anche ora il suo incantesimo ha sortito il giusto effetto! Inizio subito il secondo libro della saga ✨...more
Insieme di saggi e interventi degni di nota, chiari e interessanti principalmente attorno al pensiero determinante che Machiavelli portò avanti circa Insieme di saggi e interventi degni di nota, chiari e interessanti principalmente attorno al pensiero determinante che Machiavelli portò avanti circa la dimensione del conflitto. ...more
L'inevitabile sensazione di disagio nell'esatto momento in cui scrivo una recensione di un classico antico mi obbliga a fermar qui le mie parole, che L'inevitabile sensazione di disagio nell'esatto momento in cui scrivo una recensione di un classico antico mi obbliga a fermar qui le mie parole, che sarebbero in qualsiasi caso inadeguate e di certo non all'altezza. Comunque rimango dell'idea che sia bellissimo continuare a leggere anche i classici, in mezzo a tutto il nuovo affascinante mercato libresco....more
Ho scritto la mia tesi di laurea su quest’opera. Sempre una meraviglia immergersi dentro l’universo guerriano. Sempre più un dovere morale diffondere Ho scritto la mia tesi di laurea su quest’opera. Sempre una meraviglia immergersi dentro l’universo guerriano. Sempre più un dovere morale diffondere la grandezza di un autore colossale come Tonino Guerra....more
Un compendio ben fatto degli atti del seminario popolare su Tonino Guerra e la poesia dialettale romagnola. Molti interventi e discussioni interessantUn compendio ben fatto degli atti del seminario popolare su Tonino Guerra e la poesia dialettale romagnola. Molti interventi e discussioni interessanti attorno all’argomento che, letti oggi, talvolta tendono ad assumere un sapore un po’ antico e ormai passato (a livello di analisi), essendosi il seminario tenuto nei giorni estivi del 1973. ...more
Studiato in frammenti al liceo, studiato in frammenti all’università, e finalmente letto integralmente per puro piacere e desiderio. Infinito. LeggeteStudiato in frammenti al liceo, studiato in frammenti all’università, e finalmente letto integralmente per puro piacere e desiderio. Infinito. Leggetelo tutto, é davvero l’unico modo per innamorarsi del classico dei classici e smettere di averne “paura e reverenza estrema”. Non mi dilungo in particolari più “tecnici”, per quello ci sono già fior fiori di libri e ore di lezioni a scuola. Quindi mi limito, qui, a sottolinearne l’aspetto più letterariamente umano e atavicamente legato al piacere universale della dimensione del racconto, dell’oralita e del viaggio. Basta, mi fermo qui. Date un’altra possibilità all’Odissea....more
Breve, intenso, necessario. Di fatto, una verità da adottare in qualsiasi contesto e nel processo di apprendimento ed esperienza in generale. Non c’è mBreve, intenso, necessario. Di fatto, una verità da adottare in qualsiasi contesto e nel processo di apprendimento ed esperienza in generale. Non c’è mai un’unica storia, ma la pluralità crea un’intrecciata realtà dai risvolti infiniti e complessi, di cui non è impossibile comprendere almeno una parte e operare in essa....more
Tornare a Marquez può essere solo un regalo. Le cinque stelline (che senza l'implicazione affettiva che sento per questo autore del cuore sarebbero stTornare a Marquez può essere solo un regalo. Le cinque stelline (che senza l'implicazione affettiva che sento per questo autore del cuore sarebbero state quattro) non potevano essere altrimenti proprio per questo, per il gran regalo che ha rappresentato per me potermi approcciare a pagine inedite del mio preferito. G.G. Marquez, per quanto ampiamente criticato in vita (e dopo la dipartita) per la sua opera di qualità """discutibile""" (mah!), rimane il mio pilastro e la mia casa, un'ispirazione continua e una fonte inesauribile di meraviglia letteraria e non. Cent'anni di Solitudine è stato il mio spartiacque e la mia folgorante esperienza di lettura; la Colombia – grazie a quel libro – è diventata, vari anni dopo, la terra che mi ha "adottata" nel cuore, dato che il mio compagno di vita è nato nella regione di Gabo, da una famiglia che affonda le radici in quella terra e non l'ha mai abbandonata. Ogni volta che leggo Marquez torno a quei luoghi magici e mi sento di dire a gran voce che scrittore più REALISTA di lui non sia mai esistito: la magia, in America Latina, non è altro che realtà. Si conferma tutto ciò anche in quest'opera postuma, che chiude un ciclo di storie sulla ricerca perpetua e ossessiva dell'amore (incominciato con "Dell'amore e di altri demoni" e "Memoria delle mie puttane tristi"), e in cui troviamo un realismo certamente più contemporaneo, meno sospeso in un tempo universale (tipico delle atmosfere "marqueziane"). Questo avviene grazie a una meta-letteratura incalzante, citazioni continue di altri libri e brani musicali (dalla musica classica alla più popolare Celia Cruz), descrizioni di hotel stravaganti con tastiere elettroniche persino nella vasca da bagno, etc, che senza dubbio orientano la storia in tempi moderni. La protagonista di questo racconto, infatti, Ana Magdalena Bach, è una donna che può rappresentare qualunque figura femminile di oggi, inserita in un contesto di vita familiare con un matrimonio stabile (si capiranno le sfumature di questo aggettivo) e figli che procurano qualche grattacapo (sarà ironico sapere di quali si tratta). Ana Magdalena Bach, assieme ad altri personaggi con nomi memorabili – come in tutti i romanzi dello scrittore colombiano – è raccontata da un narratore onnisciente, ma rispettoso dei tempi con cui la vita della protagonista le riserverà certe verità e folgorazioni, che saranno inaspettate e degne di essere conosciute anche dai suoi lettori. Una ricerca, un'indagine e un viaggio interiore alla ricerca della propria essenza, di una femminilità, una libertà e una visione sempre più nitida del proprio presente e passato sentimentale e familiare, forse fino a quel momento aberrante e distorto, abitudinario e opaco. In questo racconto breve, la vita di Ana Magdalena Bach l'obbliga a porsi lenti nuove per guardare il mondo, forse perché è lei stessa a cambiare grazie a una presa di coraggio che affronta a partire da un fatidico 16 agosto. Non consiglio a nessun neofita delle opere di Marquez questo libro come primo approccio all'autore. Non va dimenticato, infatti, che quest'opera postuma fu scritta non senza tribolazioni nella fase finale della vita dello scrittore, che soffriva di Halzheimer e lottava contro la perdita di quella memoria (materia prima e strumento col quale lavorava) e lucidità che un tempo gli permettevano di essere così perfezionista e cesellatore di ogni ricamo letterario che formava. In questo libro si può certamente notare che alcuni particolari non sono levigati alla classica maniera di Marquez, e va compresa la situazione avversa nella quale questa storia avanzava, mentre le facoltà mentali di Gabo retrocedevano. Eppure, l'universo vivido, colorato e al contempo crudo e reale dello scrittore rimane, intatto, e senza dar l'idea di essere sgretolato nemmeno dalle scosse della malattia che tutto polverizzava e rubava. Grazie mille, caro G.G. Marquez, ci vediamo non soltanto in agosto, ma ogni volta che potrò tornare alla tua reale magia....more
Ho definitivamente bisogno di queste coccole letterarie. Vapori nell'aria provenienti da tazze fumanti di Kyobancha in foglie, una cartoleria che è caHo definitivamente bisogno di queste coccole letterarie. Vapori nell'aria provenienti da tazze fumanti di Kyobancha in foglie, una cartoleria che è casa per innumerevoli storie d'amore (in senso lato, in senso vitale), una lenta descrizione di sottili differenze di carta e di inchiostri a cui si affidano momenti cruciali e di passaggio, una dedicata scrittura e una calligrafia come eredità di un modo d'essere, un rifiorire di ciliegi in giardino durante l'Hanami, le ortensie che sbocciano dopo i mesi di neve, una serie di calde pietanze giapponesi e tradizioni ristoratrici dell'anima. Un intreccio di storie che passano tutte dalla cartoleria Tsubaki e che portano la buona protagonista a conoscersi e districare il suo rapporto con la defunta nonna e la sconosciuta madre, in un epilogo dolcissimo dal ritrovato senso di famiglia. Mi sono rivista nella giovane protagonista che all'inizio della storia non ha ancora imparato a conoscersi e vive avanzando nei giorni senza ascoltare il suo vero canto interiore e la voce delle sue radici, e attraverso una potente e catartica passione – la scrittura – risplenderà agli occhi della sua comunità (che aiuterà umanamente grazie alla sua arte) e scoprirà davvero sé stessa, facendo riemergere la sua infanzia e dandole la mano, facendoci pace; e aprendo il cuore a nuovi incontri bellissimi. Un libro che in sé è una lenta meditazione di crescita personale. Pur essendo la prima volta che mi accingo a leggere qualcosa della scrittrice Ito Ogawa, mi sento di dire fin da subito che lo stile si confà particolarmente ai miei gusti. Scrittura armoniosa, lenta al punto giusto, rilassante, chiara, ricca di dettagli e introspezioni, dialoghi semplici e diretti, onesti e mai ampollosi. Ripeto, una vera coccola che immerge delicatamente in un'introspezione molto aperta alla speranza. ...more
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