La bella addormentata nel borgo
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Riuscirà questa moderna Bella Addormentata, cresciuta nascosta nella vastità degli Stati Uniti, a sconfiggere la malefica donna che la vuole morta? E anche questa volta sarà tutto merito dell’amato Principe Azzurro?
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Anteprima del libro
La bella addormentata nel borgo - Maureen Kelli
琍
Maureen Kelli
LA BELLA ADDORMENTATA NEL BORGO
Prima Edizione Ebook 2023 © R come Romance
ISBN: 9788893472258
Immagine di copertina su licenza Adobestock.com, elaborazione Edizioni del Loggione
img1.pngwww.storieromantiche.it
Edizioni del Loggione srl
Via Piave 60
41121 Modena – Italy
http://www.storieromantiche.it e-mail: [email protected]
img2.jpgLa trama di questo romanzo è frutto della fantasia dell’autore.
Ogni coincidenza con fatti e persone reali, esistite o esistenti, è puramente casuale.
Maureen Kelli
LA BELLA ADDORMENTATA
NEL BORGO
Romanzo
Indice
C’era una volta…
1
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Ringraziamenti
Note dell’autore
L’autrice
Catalogo
A Gigi
C’era una volta…
Alzi la mano chi non adora le fiabe, chi non ha mai provato a inventarne una! Da amante del genere, ho sempre pensato che la Bella Addormentata fosse la favola più bella di tutte e, cercando cercando, ho poi scoperto che tanti scrittori, anche i più grandi, l’hanno raccontata nei secoli scorsi e l’hanno fatto nei modi più disparati (talvolta anche spaventosi). Ma voi vi siete mai chiesti come potrebbe essere la vita della principessa Aurora ai giorni nostri? Perché si sa, le cose cambiano, quello che era normale nel Medioevo, oggi potrebbe risultare quantomeno bizzarro: non ci sono più fusi o arcolai e nessuno potrebbe rimanere rinchiuso in una torre per cento anni (o almeno credo!). La favola di una moderna Aurora in versione Generazione Z potrebbe ancora assomigliare a quella raccontata tanti anni or sono? Il bacio del Principe Azzurro rimane davvero l’unico modo per salvare la Principessa? Proviamo a scoprirlo…
1
I Vermont
C’era una volta, in un paese non troppo lontano, un re: il re del cioccolato
.
William Vermont, grazie all’impero che aveva costruito con la propria famiglia, era considerato da tutti un vero e proprio sovrano dal sangue blu e, come lui, la bella ed elegante moglie Eleanor, nobildonna inglese, era nota alle esperte di cronaca rosa come la regina Lia.
Re William e la regina Lia erano amati da tutti perché, nonostante fossero belli, ricchi e potenti, erano anche gentili e generosi.
Le persone che lavoravano per la Vermont li adoravano, così come gli abitanti del piccolo borgo dove vivevano e le città che la famiglia contribuiva a rendere più sicure e più belle. Ma ai Vermont mancava ancora una cosa per essere davvero felici: un figlio.
Anni prima, la coppia aveva avuto un maschietto, Giacomo, che però era tragicamente scomparso in un incidente stradale. La carrozzina in cui si trovava il piccolo era stata travolta da un pirata della strada. Da allora, la coppia aveva deciso di non avere più figli, tanto era stato il dolore che aveva lacerato i loro cuori.
In seguito, però, il desiderio di un figlio che potesse completare il loro amore e di un erede a cui affidare la propria fortuna, frutto dell’impegno e del duro lavoro di tanti anni, fu più forte della sofferenza. Così, la notte di Natale dell’anno Duemila, mentre la neve scendeva copiosa dal cielo, il loro sogno più grande si realizzò: la regina Lia partorì una bimba che venne chiamata Aurora, come la luce che aveva portato nelle loro vite dopo tanti anni di tenebre.
Re William e la regina Lia decisero di organizzare una grande festa per condividere quella gioia ritrovata con amici e parenti, ma anche con tutti gli abitanti di Castellantico, il piccolo borgo delle Langhe in cui si trovava Palazzo Vermont, la storica dimora in cui la famiglia viveva. Tra i primi ad arrivare alla festa ci furono naturalmente Sergio e Sissi, i migliori amici di William e Lia.
Sergio Ally era noto a tutti come l’imperatore del caffè
, per via del colosso imprenditoriale che aveva creato dal nulla e, per questo, si era guadagnato anche lui l’appellativo nobiliare. Sergio e William erano stati come fratelli sin dai tempi dell’asilo, nonostante fossero l’uno l’opposto dell’altro: tanto divertente e socievole il primo, quanto timido e riservato il secondo, robusto e pacioccone Sergio, alto e slanciato William.
Agli occhi di tutti risultavano come il diavolo e l’acqua santa, ma, anche se diversi, erano complementari ed entrambi sapevano di avere bisogno l’uno dell’altro per essere più forti. Anche per questo motivo divennero inseparabili e l’amicizia speciale che legava quelle che sarebbero diventate le loro mogli poté solo cementare quell’unione.
Crebbero insieme e condivisero le esperienze più significative della loro vita, coltivando in segreto il desiderio di poter riunire un giorno le loro aziende. La concorrenza, infatti, era spietata: scarsa qualità a poco prezzo sembrava essere diventata la regola del mercato, ovviamente a discapito dell’eccellenza di una produzione con alti standard di qualità e sicurezza, perciò una fusione tra le due compagnie avrebbe permesso di affrontare meglio il futuro.
Analogamente, le reali
consorti speravano un giorno di poter riunire le loro due famiglie: Sergio e Sissi avevano un figlio di quattro anni, Giorgio, e adesso che era arrivata Aurora, quel sogno sembrava concretizzarsi sempre di più.
Ovviamente non li avrebbero obbligati o costretti, non avrebbero mai organizzato un fidanzamento o un matrimonio combinato a tavolino, ma c’erano tutti i presupposti perché il loro sogno potesse trasformarsi in realtà.
«Ma ci pensate? Sarebbero una coppia meravigliosa. Così belli! Per non parlare dei nostri nipoti! Adorabili» disse Sissi abbracciando William intento a controllare gli ultimi dettagli della festa.
«Non starai correndo un po’ troppo Sissi?» commentò l’uomo rispondendo con calore all’abbraccio. «Aurora è appena nata e Giorgio ha solo quattro anni. Come fai a pensare già ai loro figli?» chiese l’amico perplesso.
Non che l’idea gli dispiacesse, ma, mentre si guardava intorno per esaminare la sala, pensò che fosse un tantino eccessiva anche per dei sognatori come loro. Fortunatamente lui aveva i piedi per terra e poteva tornare a godersi quella serata speciale: i tavoli erano apparecchiati con stile ed eleganza, caffè e cioccolata spiccavano protagonisti assieme ad altre prelibatezze preparate dai cuochi di Palazzo e tutto era bellissimo. Certamente sarebbe stata una festa da ricordare.
Sergio si guardò intorno, aveva perso di vista il figlioletto per un attimo e il bimbo era già riuscito a smaterializzarsi.
«Giorgio! Dove sei? Non è il momento di giocare a nascondino questo. Forza, vieni fuori oppure niente televisione per una settimana!» gridò l’uomo intento a sollevare le tovaglie per controllare se il piccolo si fosse nascosto sotto i tavoli.
«Che ricatti sono questi? E poi non toccare niente, per l’amor del cielo, rovinerai la mise en place e poi chi la sente Lia?» commentò William scuotendo la testa. «Vieni Giorgio, andiamo a conoscere la tua cuginetta.»
Il bambino uscì immediatamente da sotto il tavolino su cui era poggiata la fontana di cioccolato e, correndo dallo zio William, come lo chiamava lui, gli porse la mano e si fece accompagnare a conoscere la piccola festeggiata.
William, voltandosi a guardare Sergio, non nascose un sorriso soddisfatto, guadagnandosi però una smorfia di finto scherno da parte dell’amico.
«Sì, bravo, fai il galletto adesso, me lo dirai tra quattro anni se la tua principessina ti ascolta ancora.»
«Infatti» gli diede man forte la moglie che, rivolgendosi all’amico, aggiunse: «comunque sei sempre il solito guastafeste.»
«Perché di grazia?» rispose William girandosi verso la donna curioso.
«Perché io già mi immaginavo i dettagli del matrimonio e tu invece mi tarpi le ali con il fatto che sono ancora dei bambini. Comunque hai ragione, meglio non correre troppo, perché in effetti la piccola potrebbe assomigliare a te.»
«Ha parlato Miss Universo e poi Giorgio ha solo quattro anni, come fai a dire che sarà un bel ragazzo, magari ha ereditato l’appetito di suo padre o, peggio, il suo metabolismo.»
«Ehi! Cos’ha che non va il mio metabolismo? Sono stato da poco dalla nutrizionista e mi ha detto che sono perfetto» rispose piccato Sergio, mentre cercava di sottrarre delle tartellette dal vassoio di un cameriere che passava davanti a lui per caso.
«Perfetto per cosa?» chiesero in coro William e Sissi, scoppiando a ridere all’unisono. Percorsero ancora qualche metro prendendosi in giro a vicenda fino a quando, arrivati davanti alla culla della bimba, salutarono con calore Lia. La donna prese immediatamente in braccio il piccolo Giorgio e gli mostrò la figlioletta che dormiva tranquilla.
«Eccola qui cucciolo, questa è la tua cuginetta, si chiama Aurora, è bellissima, vero?»
Lui, guardandola, protestò subito. «Ma zia, è una femmina! E non parla, non si muove, come faccio a giocare con lei?»
«Adesso è piccola e dorme tanto tempo, ma lo fa per crescere sana e forte. Quando sarà più grande vi divertirete un mondo insieme, vedrai» gli rispose abbracciandolo forte. Adorava quella piccola peste e sapeva che sarebbe stato un buon amico per la sua bambina. Subito dopo, mentre Sergio e William discutevano di affari e Lia e Sissi si scambiavano confidenze tenendo d’occhio Giorgio, le nonne raggiunsero la culla della bimba e si misero a litigare su chi avesse dovuto occuparsi di cosa nella vita della piccola Aurora.
«Io penserò alla sua bellezza» disse Margaret, la madre di Lia, che poteva essere scambiata per un’affascinante attrice, «mi occuperò del suo corpo, del suo fisico, del suo aspetto e della sua alimentazione. Sarà la degna erede di mia figlia.»
«Io invece mi occuperò della sua bellezza interiore» replicò l’altra nonna, Emma, guardando con occhi sognanti la bambina. «Musica, poesia, letteratura e arte saranno il pane della sua anima.»
«Ecco brava, perché il pane vero, così come gli altri carboidrati, non faranno certo parte della sua vita» ribatté di nuovo Margaret con tono autoritario, mettendosi le mani sui fianchi per prepararsi allo scontro, conosceva troppo bene la consuocera per non sapere che avrebbe avuto da ridire sulla sua affermazione.
«Oh via! Non cominciare ad assillarci e a riempire la povera testolina della bambina con la tua personale guerra ai carboidrati. Falla vivere serena e felice davanti a un bel piatto di pasta al ragù» rispose la donna.
«Cosa? Non diciamolo neanche per scherzo!» esclamò Margaret indignata.
Nello stesso momento furono raggiunte da Fiona, la tata storica della famiglia Vermont, che le osservò quasi con tenerezza perché sapeva che non avrebbero deciso una virgola della vita della piccola.
Margaret, intuendo forse il pensiero della tata, commentò: «Ma veniamo a te, signorina bella, cosa pensi di fare tu per questa principessina?»
«È presto detto» commentò la donna sorridendo. «Io mi occuperò di…» ma la risposta fu interrotta da un intenso vociare che si stava propagando intorno a loro. Le tre, voltandosi verso l’ingresso, videro Amanda Blake attraversare a lunghe falcate il salone delle feste: alta, incredibilmente magra ed emaciata, indossava un lungo soprabito di pelle nera, così come neri erano i capelli che portava corti e ingellati, aveva degli occhiali scuri e i tacchi alti facevano rimbombare l’eco dei suoi passi in tutto il castello.
Nel vederla, si chiesero cosa ci facesse lì e, soprattutto, perché si fosse calata nei panni della brutta copia di Trinity in Matrix.
2
Amanda Blake
Figlia di Clara Trudot, assistente personale di Giulio Vermont, il padre di William, e di Carlos Blake, noto truffatore che negli anni Settanta e Ottanta aveva riempito le pagine di cronaca dei quotidiani nazionali con le proprie imprese da delinquente, Amanda era una conoscenza nota in casa Vermont.
Quell’unione non era mai stata vista di buon occhio dalla famiglia Vermont: data la sensibilità delle informazioni di cui