Farmaco Definitiva
Farmaco Definitiva
Farmaco Definitiva
La Farmacologia pu essere definita come lo studio di sostanze che interagiscono con sistemi viventi
mediante processi chimici e soprattutto per mezzo di legami con molecole regolatrici, nonch attraverso
l'attivazione o l'inibizione di normali processi organici.
Queste sostanze possono essere prodotti chimici somministrati allo scopo di ottenere un effetto terapeutico
su alcuni processi organici del paziente o effetti tossici sui processi biologici di eventuali patogeni infettanti
per il paziente.
La Tossicologia uella branca della farmacologia che si occupa degli effetti dannosi delle sostanze
chimiche sui sistemi viventi, dalle singole cellule agli eco!sistemi complessi.
La crescente attenzione nei confronti di uelle sostanze capaci di contrastare i processi morbosi fu foriera di
importanti scoperte relative ai pi" disparati aspetti della loro azione, dalla modalit# di azione $in particolar
modo i recettori%, all'assorbimento, all'eliminazione...
&al '() secolo in poi, a uesto rinnovato interesse fece seguito la presa di coscienza della possibilit# di
coniugare gli aspetti relativi alla farmacologia con le scoperte in ambito biomedico che si sarebbero venute a
definire in circa un secolo, non ultima la scoperta del &*+.
La Farmacogenomica, il rapporto della configurazione genetica individuale con risposte dell'individuo a
farmaci specifici, sta acuisendo sempre maggior rilevanza anche nella pratica clinica.
La scoperta che alcune malattie seguono criteri di diffusione riconducibili alla teoria mendeliana $e non% ha
permesso di affinare tecniche con cui stato possibile correggere l'anomalia mediante terapia genica, cio
sostituendo il gene alterato con il gene wild-type $si tratta di procedure che non hanno ancora un correlato
clinico, ma sono limitate allo studio su cavie%.
,n ulteriore passo verso la comprensione dei meccanismi soggiacenti l'azione di taluni ligandi e di alcuni
recettori, sempre in un contesto di analisi genetica, stato compiuto attraverso la creazione di cavie orbate di
una specifica seuenza nucleotidica che codifica appunto per l'uno o per l'altro - cavie Knock-out $*... -
/ario 0apecchi%.
1tudi successivi compiuti su ueste cavie hanno poi suffragato uanto gi# era chiaro alla luce della pratica
clinica, ossia che alcuni pazienti rispondo a certi farmaci con maggiore sensibilit# di altri2 ora chiaro che
tale aumentata sensibilit# spesso dovuta ad una modifica genetica molto piccola delle proteine che ne
caratterizzano il metabolismo.
Questo dunue la Farmacogenomica $o Farmacogenetica%, lo studio delle variazioni genetiche che
causano differenze individuali nella risposta ai farmaci.
3n linea di massima, un farmaco pu essere definito come una ualsiasi sostanza in grado di indurre,
attraverso le sue azioni chimiche, modifiche in funzioni biologiche2 nella maggior parte dei casi, la
molecola farmaco interagisce con una particolare molecola del sistema biologico con ruolo regolatorio,
chiamata Recettore.
3n ragione di uanto detto, dunue possibile individuare farmaci prodotti dall'organismo $es. ormoni% e
sostanze chimiche esogene $xenobiotici%.
3 veleni sono farmaci che hanno uasi esclusivamente effetti dannosi - il concetto certamente pi"
articolato2 come asser4 5aracelso, la dose fa veleno, logica vuole uindi che ualsiasi sostanza, assunta con
dose errata, potr# risultare tossica.
Le Tossine sono veleni di origine biologica, prodotti di piante o altri organismi viventi.
5er poter interagire chimicamente con il proprio recettore, la molecola del farmaco deve avere dimensione,
carica elettrica, forma e composizione atomica appropriate.
+ ci si devono aggiungere le propriet# necessarie per essere trasportate dal sito di somministrazione a
uello di azione e un tempo di permanenze nell'organismo tale da consentire di produrre gli effetti ad esso
associati senza tuttavia risultare dannoso.
1econdo la WH, per farmaco si intende !ualsiasi sostanza o prodotto usati o c"e si intenda usare per
modificare o esplorare sistemi fisiologici o patologici con beneficio di c"i lo riceve.
1e il farmaco viene identificato come una sostanza chimica che in grado di determinare variazioni
funzionali a carico della materia vivente, essa pu essere medicamento, medicina o rimedio a determinate
dosi o concentrazioni.
0ondizioni peculiari inerenti al soggetto, all'et#, all'ambiente, a situazioni genetiche, e condizioni patologiche
possono rendere tossiche per l'organismo anche dosi terapeutiche.
3l concetto di 6ossicit# risulta tuttavia essere suscettibile a diverse interpretazioni2 si prenda ad esempio un
chemioterapico antiparassitario, ci che evidentemente risulta terapeutico per l'organismo ospite certamente
sar# invece tossico per l'agente patogeno.
+ scanso di euivoci, si parla di veleni uando una sostanza chimica non presenta alcuna dose o
concentrazione per le uali possa cogliersi un effetto positivo terapeutico, diagnostico o profilattico per
l'uomo o gli animali.
3 farmaci interagiscono con i recettori mediante forze o legami chimici di tre tipi7
#$ legami covalenti
%$ legami elettrostatici
&$ legami idrofobici
5er uanto il legame covalente risulti essere il pi" efficace in termini di tenuta, il tipo di legame pi" diffuso
uello elettrostatico.
3 legami idrofobici sono di solito aluanto deboli e sono importanti nelle interazioni dei farmaci liposolubili
con le membrane cellulari.
+ ci si aggiunge anche la conformazione della molecola del farmaco, la uale deve consentire che venga a
definirsi uno dei legami citati poc'anzi.
3l fenomeno della c"iralit' esplicativo della complementariet# che si presume essere alla base
dell'interazione ligando!recettore.
3n chimica detta c"irale una molecola non sovrapponibile alla propria immagine speculare nelle tre
dimensioni2 al contrario, una molecola che mostra tale capacit# detta ac"irale.
&ue molecole identiche, eccezion fatta per essere l'una immagine speculare dell'altra, sono dette
enantiomeri.
*ella maggior parte dei casi, uno degli enantiomeri sar# assai pi" efficace dell'altro $o altri%.
Le interazioni tra un farmaco e l'organismo sono per comodit# divise in due categorie7
'% (rocessi F)R*)+,-.)*-+- - azioni del farmaco sull'organismo
%$ (rocessi F)R*)++-./T-+- - azioni dell'organismo sul farmaco
(rincipi di farmacodinamica
3 farmaci agonisti si legano al recettore e lo attivano in ualche modo, che, direttamente o indirettamente,
determina l'effetto.
3 farmaci antagonisti, legandosi ad un recettore, impediscono il legame di altre molecole.
3l discorso ben pi" articolato, ci in ragione del fatto che esistono anche farmaci che vanno ad esacerbare
l'azione di una molecola $farmaci agonisti% limitando l'azione degli enzimi deputati alla sua degradazione.
+ltri farmaci, pur legandosi ad uno specifico recettore e attivandolo, producono una risposta di intensit#
inferiore rispetto a uanto sarebbe logico accadesse in ambito fisiologico e ci dunue ne riduce l'efficacia
$farmaci antogonisti%.
La cessazione dell'azione di un farmaco a livello recettoriale il risultato di uno tra i diversi processi.
3n alcuni casi, l'effetto permane finch il farmaco occupa il recettore, cosicch la separazione tra i due
interrompe l'azione.
3n molti casi, tuttavia, l'azione pu persistere anche dopo la separazione del farmaco, poich, ad esempio,
ualche molecola accoppiante ancora presente in forma attiva.
*el caso di farmaci che si legano in modo covalente al recettore, l'effetto pu persistere fino a che il
complesso farmaco!recettore non venga distrutto e siano sintetizzati nuovi recettori.
(rincipi di farmacocinetica
*ella pratica terapeutica, un farmaco dovrebbe essere in grado di raggiungere il sito d'azione desiderato dopo
essere stato somministrato attraverso una via idonea.
3n alcuni casi, viene somministra una sostanza chimica che viene successivamente trasformata $e dunue
attivata% ad opera di processi biologici all'interno dell'organismo.
6ale sostanza chiamata (R-F)R*)+8
1oltanto in pochi casi possibile applicare direttamente il farmaco nel tessuto bersaglio2 il pi" delle volte, un
farmaco viene somministrato in un distretto dell'organismo e da ui deve spostarsi fino al suo sito d'azione in
un altro compartimento.
0i richiede che dal suo sito di somministrazione, il farmaco sia assorbito nel sangue e distribuito al suo sito
d'azione, passando attraverso le diverse barriere che separano uesti compartimenti.
,na volta ottenuto l'effetto desiderato, un farmaco dovrebbe essere eliminato ad una velocit# ragionevole
attraverso l'inattivazione metabolica, per escrezione o per l'azione combinata di uesti due processi.
La penetrazione dei farmaci nell'organismo avviene attraverso uattro meccanismi principali7
#$ ,iffusione ac!uosa
%$ ,iffusione lipidica - il pi" importante fattore che limita il trasferimento dei farmaci
&$ Trasportatori speciali
0$ /ndocitosi ed esocitosi
1egge di diffusione di F-+K
9 : ! &+ ;0<;=
& - coeff2 ,i /instein- 3moluc"owki - >?
b
6
nel caso di molecole sferiche - coeff2 ,i 3tokes-/instein - ?
b
6<@rAB
3l discorso di complica ulteriormente uando si prendono in considerazione anche le caratteristiche chimico!
fisiche delle molecole, in particolar modo ci che riguarda la caratterizzazione elettrostatica.
La carica elettrostatica di una molecola ionizzata attrae dipoli dell'acua e causa la formazione di un
complesso polare relativamente idrosolubile e lipoinsolubile.
La ionizzazione dei farmaci pu ridurre marcatamente la loro capacit# di diffondere attraverso le membrane.
,na frazione molto larga dei farmaci in uso rappresentata da acidi o basi deboli.
3n termini farmacologici, la miglior definizione di acido debole uella di molecola neutra che pu
reversibilmente dissociarsi in un anione e in un protone.
,n base debole pu essere definita come una molecola neutra che pu formare un catione attraverso la
combinazione con un protone2
/!uazione di Henderson-Hasselbac"
CD
E
F : G
a
CD+F < C+
!
F - pD : p?
a
H Log $CD+F < C+
!
F%
Le variazioni di pD si rendono dunue responsabili della variazione della uota coniugata, la forma pi"
liposolubile.
,n'applicazione di uesto principio rappresentato dalla manipolazione dell'escrezione renale di un farmaco.
Quasi tutti i farmaci sono filtrati attraverso il glomerulo2 se un farmaco presente in forma liposolubile
durante il suo passaggio attraverso il tubulo renale, una frazione significativa sar# riassorbita per diffusione
semplice.
Iolendo accelerare l'escrezione di un farmaco, si pu modificare il pD urinario per far s4 che la maggior parte
del farmaco di trovi nello stato ionizzato.
&i conseguenza, gli acidi deboli saranno di solito escreti pi" velocemente in un'urina alcalina2 le basi deboli
sono di solito eliminate pi" velocemente in urina acida.
,n gran numero di farmaci sono basi deboli contenenti un gruppo amminico8 - importante per eventuali
protonazioni.
Recettori dei farmaci e farmacodinamica
3 farmaci agiscono combinandosi con molecole specifiche in modo tale da alterarne le propriet# biochimiche
e biofisiche - sostanza recettiva e recettore.
3 recettori sono dunue elementi di fondamentale importanza nella comprensione dei meccanismi d'azione e
si caratterizzano per alcune aspetti peculiari7
'% - recettori determinano in gran parte le relazioni !uantitative tra dose o concentrazioni del
farmaco ed effetti farmacologici - l'affinit# con cui il recettore lega il farmaco determina la
concentrazione di farmaco richiesta per formare un numero significativo di complessi, e il numero
totale di recettori pu limitare l'effetto massimo che il farmaco pu produrre.
J% - recettori sono responsabili della selettivit' dell4azione farmacologica - la dimensione
molecolare, la struttura e la carica elettrica sono discriminanti per definire l'affinit# di legame
&$ - recettori mediano le azioni degli agonisti e degli antagonisti farmacologici
3 recettori meglio caratterizzati sono proteine regolatrici che mediano le azioni di segnali chimici endogeni
come neuro!trasmettitori, autacoidi $sostanze endogene farmacologicamente attive a corto raggio d'azione% e
ormoni.
+ltre classi di proteine che sono state chiaramente identificate come recettori per i farmaci includono7
enzimi, proteine trasportatrici e proteine strutturali.
Lo studio dei recettori deve dunue tradursi in una serie di analisi tali da consentire di evidenziare le
peculiarit# di ciascuno di essi.
+ tal proposito sono stati proposte diverse metodiche7
curve di concentrazione-risposta $in vivo e in vitro%
studi di 5inding
purificazione e studio delle componenti
3tudi di 5inding
Kli studi di .inding sono i pi" importanti perch consentono di ottenere informazioni circa la costante di
,issociazione K
d
, la densit' dei siti recettoriali $5
*)6
o RT% e le costanti cinetic"e K
on
e K
off
.
Kli studi di binding vengono effettuati facendo riferimento a differenti metodiche indagine7
! )nalisi di 3aturazione7
recettore E ligando L ?
M*
- R/+/TTR/-1-7).,
recettore E ligando N ?
MOO
L R/+/TTR/-1-7).,
3l binding avviene uando ligando e recettore interagiscono con un corretto orientamento e sufficiente
energia.
La velocit' di associazione data dal numero di eventi di binding per l'unit# di tempo7
8
.
9 :1igando; x :Recettore; x K
.
,na volta avvenuto il binding, ligando e recettore restano complessati per un certo periodo, al termine del
uale si dissociano.
La velocit' di dissociazione del complesso data dal numero di eventi di dissociazione per l'unit# di tempo7
8
FF
9 :R/+/TTR/-1-7).,; x K
FF
&opo la dissociazione, il ligando e il recettore non devono aver subito modifiche8
+ll'euilibrio, il numero di eventi di associazione sar# uguale a al numero di eventi di dissociazione, per
l'unit# di tempo7
8
.
9 8
FF
da cui
:1igando; x :Recettore; x K
.
9 :R/+/TTR/-1-7).,; x K
FF
Piarrangiando l'euazione
<:1igando; x :Recettore;$ = :R/+/TTR/-1-7).,; 9 K
FF
= K
.
9 K
,
5er meglio comprendere il significato della K
,
, poniamo :ligando; 9 K
,
2 l'euazione precedente sar# dunue7
:recettore; = :R/+/TTR/-1-7).,; 9 #
da cui
:recettore; 9 :R/+/TTR/-1-7).,;
Quando :ligando; 9 K
,
> la uantit# di recettore libero esattamente uguale alla uantit# di recettore legato.
6anto maggiore l'affinit# del ligando per il recettore, tanto pi" piccola sar# la K
,
, tanto minore sar# la
concentrazione necessaria di ligando al fine di legare met# dei recettori disponibili8
La legge di azione di massa permette di definire la frazione di recettore occupata all'euilibrio in funzione
della concentrazione del ligando.
La frazione recettoriale occupata sar# dunue data dalla relazione7
:R/+/TTR/-1-7).,; = :R/+/TTR/
TT
;
dove
:R/+/TTR/
TT
; 9 :R/+/TTR/
1-5/R
; ? :R/+/TTR/-1-7).,;
Questa euazione, dal momento che non conosciamo la concentrazione di recettore libero, non per utile8
1apendo che K
,
9 <:R; :1;$=:R1;
:R1; 9 <:R; :1;$ = K
,
:R1; 9 <<:R
TT
; @ :R1;$ :1;$ = K
,
K
,
:R1; 9 <:R
TT
; @ :R1;$ :1;
K
,
:R1; 9 :R
TT
; :1; @ :R1; :1;
:R
TT
; :1; 9 K
,
:R1; ? :R1; :1;
:R
TT
; :1; 9 :R1; <K
,
? :1;$
:R1; 9 :R
TT
; :1; = <K
,
? :1;$
:R1; = :R
TT
; 9 :1; = <K
,
? :1;$
3l modello risulta essere appropriato uando vengono soddisfatti diversi criteri7
'% tutti i recettori sono ugualmente accessibili al ligando
J% i recettori o sono liberi o sono legati al ligando $non ammesso il binding parziale%
Q% il binding non deve alterare il ligando o il recettore
R% il binding deve essere reversibile
)pproccio sperimentale all4analisi di saturazione.
L'esperimento di saturazione viene effettuato determinando il binding totale e il binding non-specifico a
differenti concentrazioni di ligando radiomarcato.
binding totale - viene definito aggiungendo al tessuto concentrazioni crescenti di radioligando
binding non-specifico - viene definito in presenza di ligando non marcato ad elevata
concentrazione alla uale tutto il radioattivo viene spiazzato dai siti di legame specifici
+ttraverso uesto procedimento di analisi possibile ottenere informazioni relative a due parametri
importanti7
K
,
- indica la concentrazione di radioligando che, all'euilibrio, occupa il STU dei siti recettoriali
presenti nel preparato2
5
*)6
- indica la densit# recettoriale nel tessuto studiato $si esprime in moli<mg di proteina%
5er trovare il valore del binding totale devo dunue aggiungere al preparato un radioligando e valutare la
capacit# di legame2 per conoscere il binding non specifico devo invece aggiungere un competitore non
marcato del primo ligando aggiunto.
3n seguito si andr# a valutare uanto radioligando resta in soluzione, il uale corrisponde a uella porzione di
ligando marcato legato a recettori aspecifici.
)nalisi si 3catc"ard
5artendo dall'euazione
:R1; 9 :R
TT
; :1; = <K
,
? :1;$
:R1; <K
,
? :1;$ 9 :R
TT
; :1;
:R1; K
,
? :R1; :1; 9 :R
TT
; :1;
dividendo tutti i membri dell'euazione per K
,
:1;, si avr#
:R1; K
,
= K
,
:1; ? :R1; :1; = K
,
:1; 9 :R
TT
; :1; = K
,
:1;
:R1; = :1; ? :R1; = K
,
9 :R
TT
; = K
,
:R1; = :1; 9 :R
TT
; = K
,
- :R1; = K
,
3ndicando con 5 la concentrazione del complesso ligando!recettore $ :R1; %, con 5
*)6
la concentrazione
totale di recettore $ :R
TT
; 9 :R; ? :R1; % e con F la concentrazione di ligando libero $ :1; %, si avr#
5=F 9 5
*)6
= K
,
@ 5= K
,
Piportando in ordinata il rapporto tra la concentrazione di ligando complessato e di ligando libero $ 5=F % e
in ascissa la concentrazione del solo ligando complesso $ :R1; %, si otterr# una retta il cui punto di
intersezione con l'ascissa corrisponde a 5
*)6
.
1e presente un solo tipo di recettore, lo 3catc"ard (lot sar# lineare2 ualora fossero presenti diversi
recettori in uguale concentrazione, ma con affinit# differente, il grafico acuister# un andamento curvilineo.
&all'analisi di 3catc"ard si pu uindi determinare l'omogeneit# di una popolazione recettoriale $a patto che
vi siano differenze evidenti tra l'affinit# delle diverse popolazioni recettoriali8%.
5utacaso la K
,
fosse tale da causare un'informazione apparente di un'unica popolazione recettoriale, sar#
d'uopo compiere ulteriori accertamenti mediante l'impiego di radioligandi selettivi per ciascun recettore
)nalisi di Hill
0onsiderando l'euazione
:R1; 9 :R
TT
; :1; = <K
,
? :1;$
:R1; K
,
? :R1; :1; 9 :R
TT
; :1;
:R1; 9 :1; < :R
TT
; @ :R1;$ = K
,
:R1; = < :R
TT
; @ :R1;$ 9 :1; = K
,
1e il ligando 1 interagisce con n siti secondo l'euazione n1 ?R A Rl
n
, si avr#7
:R1; = < :R
TT
; @ :R1;$ 9 :1;
n
= K
,
5 = <5
*)6 @
5$ 9 :1;
n
= K
,
passando alla scala logaritmica
1og : 5 = <5
*)6 @
5$ ; 9 n 1og :1; @ 1og K
,
n il coefficiente di Hill $n
H
% - se esiste un solo sito di interazione per recettore, allora n : ' e tale sar#
anche la pendenza della retta ottenuta mediante la rappresentazione grafica dell'euazione
)nalisi di competizione
1i tratta di un'indagine volta a definire l'affinit# di un ligando per un dato recettore.
3l sistema viene portato all'euilibrio in presenza di concentrazioni differenti di ligando e uindi viene
separato il legato $bound% da tutto il resto.
3l binding totale viene determinato in presenza del radioligando e del solo tessuto.
3l binding non specifico viene determinato in presenza del medesimo ligando *M* radiomarcato a
concentrazioni tali da spiazzare dai siti recettoriali specifici tutto il radioligando.
La radioattivit# residua data dal legame non specifico del radioligando con proteine non recettoriali.
3l binding specifico viene ottenuto per differenza.
+ttraverso uesto tipo di analisi, possibile ottenere il valore -+
BC
- la concentrazione di ligando in grado
di spiazzare il STU del radioligando dai siti recettoriali all'euilibrio.
Le curve di spiazzamento da cui si pu ricavare -+
BC
si ottengono riportando in grafico le percentuali si
spiazzamento in funzione del valore logaritmico della dose.
L'ascissa del punto flesso coincide con il logaritmo di -+
BC
V tuttavia preferibile far riferimento al valore di affinit# K
-
, cio la costante di dissociazione del complesso
che si ottiene applicando l'euazione di 0heng!5rusoff.
/!uazione di +"eng-(rusoffD
K
-
9 -+
BC
K
,
= <K
,
? :R1;$
La relazione tra la dose di un farmaco e la risposta clinicamente osservata pu essere complessa2 i sistemi in
vitro, al contrario, mostrano un certa facilit# di analisi per uanto concerne lo studio del rapporto tra
concentrazione e risposta, proprio in ragione delle condizioni pressoch ideali in cui tale interazione viene a
definirsi.
W d'uopo dunue prestare attenzione ai dati ottenuti dalle prove in laboratorio poich risultano essere alla
base di ci che destinato ad accadere in vivo, seppur in maniera certamente pi" articolata.
*ell'ambito delle basse dosi, le risposte ad un farmaco aumentano in genere in proporzione diretta alla dose2
tuttavia, col crescere delle dosi, l'incremento di risposta si attenua fino a raggiungere un punto oltre uale
ogni ulteriore aumento di risposta assente.
3n condizioni ideali, la relazione tra concentrazione di farmaco ed effetto descritta da un curva iperbolica,
secondo l'euazione7
/ 9 /
*)6
:+; = <:+; ? /+
BC
$
/ : effetto osservato alla concentrazione 0
/
*)6
: risposta massima ottenibile col farmaco
/+
BC
: concentrazione di farmaco che produce la met# dell'effetto massimo
6ale relazione iperbolica assomiglia alla legge di azione di massa.
Quasi tutte le reazioni chimiche sono reversibili
a) E b5 X c+ E d,
0i implica una certa complianza nel definire la direzione del processo chimico, tale per cui possibile
ottenere i prodotti dai reagenti, ma anche i reagenti dai prodotti.
Questa condizione viene definita e!uilibrio dinamico, il ch implica il continuo svolgersi sia della
reazione diretta sia di uella inversa, senza tuttavia modificare le concentrazioni delle specie presenti
$sempre a condizioni che non ci siano variazioni dei parametri fisici dell'ambiente in cui le reazioni hanno
luogo%.
5oich all'euilibrio le concentrazioni sono costanti, sar# costante anche il loro rapporto2 ci significa che se
si modifica la concentrazione di un componente, automaticamente si modificano anche le altre in modo da
mantenere costante il rapporto.
Questo vincolo matematico esprime la legge di azione di massa.
a+ E b. X c0 E d& - ?
c
: $ C0F
0
C&F
&
% < $ C+F
+
C.F
.
%
6ale somiglianza alla legge di azione di massa ha suggerito che il farmaco agonista agisca legandosi ad una
distinta classe di molecole biologiche dotate di una caratteristica affinit# per esso, ossia i recettori.
0ome stato gi# evidenziato nell'ambito della disamina sui metodi di indagine, la relazione tra il farmaco
legato ai recettori e la concentrazione del farmaco libero descritta dall'euazione
5 9 5
*)6
:+; = <:+; ? K
,
$
+lla luce di uanto test detto, facile notare l'analogia tra uesta euazione e uella riportata
precedentemente7
/ 9 /
*)6
:+; = <:+; ? /+
BC
$ 5 9 5
*)6
:+; = <:+; ? K
,
$
/+
BC
e K
,
possono essere identiche, ma non devono necessariamente esserle...
3 dati concentrazione!risposta sono spesso diagrammati riportando l'effetto del farmaco $in ordinata% e il
logaritmo della dose in ascissa - uesta manipolazione permette di ottenere un andamento sigmoide della
curva, la uale consente di avere un'espansione della scala alla basse concentrazioni $dove l'effetto varia
rapidamente% ed una compressione alle alte concentrazioni $dove l'effetto varia lentamente%. $fig2 5%
Qualunue ne sia la natura, il mutamento conformazionale che avviene uando un recettore occupato da un
agonista solo una delle molte tappe necessarie per l'espressione di una risposta farmacologica completa.
3l processo di trasduzione che lega l'occupazione dei recettori alla risposta finale spesso chiamato
accoppiamento.
L'efficienza dell'accoppiamento recettore!effettore parzialmente determinata dall'iniziale variazione
conformazionale del recettore.
3n alcuni casi l'effetto di un farmaco linearmente correlato al numero di recettori occupati $es. canali
ionici88%.
3n altri casi, la risposta biologica una funzione pi" complessa, come avviene nel caso dei recettori
accoppiati ad un segnale di trasduzione di tipo enzimatico, in cui uesta linearit# di rapporto non pu
esistere.
1ono molti i fattori che possono contribuire ad una risposta non prona alla proporzionalit# diretta2 il concetto
di recettori di riserva contribuisce ad interpretare uesti effetti.
1i parla di recettori di riserva uando per un certo effetto farmacologico, il massimo possibile della
risposta pu essere ottenuto con concentrazioni di agonista insufficienti ad occupare tutti i siti recettoriali.
1perimentalmente, l'esistenza di recettori di riserva pu essere dimostrata bloccando con antagonisti
irreversibili una frazione dei recettori disponibili e mostrando che adeguate concentrazioni di agonisti
possono ancora produrre una risposta massimale.
3l fenomeno dei recettori di riserva pu essere spiegato facendo riferimento ad una riserva temporale
e<o ad una riserva numerica.
*el primo caso, l'effetto dell'attivazione del recettore pu durare molto pi" a lungo dell'interazione tra
agonista e recettore stesso - la risposta iniziata da un singolo evento di legame tra ligando e recettore
persiste a lungo nel tempo dell'evento stesso.
*ell'altro caso, se la concentrazione o la uantit# di un costituente cellulare diverso dal recettore il fattore
limitante nell'accoppiamento tra occupazione dei recettori e la risposta, l'effetto pu aversi senza
l'occupazione di tutti i recettori.
Questo concetto aiuta a spiegare come la sensibilit# di una cellula o un tessuto ad una particolare
concentrazione di agonista dipende non solo dall'affinit' del recettore nel legare l'agonista $caratterizzata
dalla K
,
%, ma anche dal grado si riserva $il numero totale di recettori presenti comparato con il numero
necessario per ottenere la massima risposta biologica.
)ntagonisti competitivi ed irreversibili
Kli antagonisti recettoriali agiscono legandosi al recettore senza per attivarlo8
Pisulta chiaro uindi che l'azione primaria operata da uesti ligandi sia di prevenire il legame tra agonisti e
recettori, precludendo di fatto che possa aver la trasduzione del segnale e, in ultima analisi, l'azione biologica
ad essa correlata.
+lcuni antagonisti, chiamati agonisti inversi, sono anche in grado di ridurre l'attivit# recettoriale al di sotto
del livello basale osservato in assenza di ligando.
Kli agonisti inversi non sono veri antagonisti72 dal momento che il recettore pu trovarsi in due stati P e
PY$costitutivamente attivato%, gli agonisti inversi si legano preferenzialmente a P e ne riducono l'attivit#
biologica.
Kli antagonisti si suddividono in due classi a seconda che essi competano o meno con gli agonisti per il
legame recettori.
3n presenza di una concentrazione fissa di agonista, concentrazioni crescenti di un antagonista competitivo
inibiscono progressivamente la risposta, fino al punto da bloccarla completamente.
3n presenza di una concentrazione fissa di antagonista competitivo, invece, una curva concentrazione!effetto
possiede ancora la medesima /
*)6
, ma la concentrazione di agonista richiesta per produrre un dato livello di
effetto risulta aumentato - curva spostata verso destra8
La concentrazione richiesta di un agonista in presenza di una concentrazione fissa di antagonista esibisce un
rapporto specifico con la concentrazione del medesimo agonista in assenza dell'antagonista competiti.
Questo rapporto, noto come rapporto di dose, funzione della costante di dissociazione K
-
, mediante
l'e!uazione di 3c"ild7
+4 = + 9 # ? :l; = K
-
+4 - concentrazione agonista in presenza dell'antagonista
+ - concentrazione agonista in assenza dell'antagonista
:l; - concentrazione fissa dell'antagonista
Questa funzione matematica ha due importanti implicazioni terapeutiche7
'% il grado di inibizione prodotto da un antagonista competitivo dipende dalla concentrazione
dell'antagonista
J% la risposta clinica ad un antagonista competitivo dipende dalla concentrazione di agonista in
competizione per il legame ai recettori
+lcuni antagonisti recettoriali si legano al recettore in maniera -RR/8/R3-5-1/ $anche noti come
antagonisti non competitivi%, mediante un legame covalente o con affinit# cos4 elevata che, da un punto di
vista pratico, il recettore non pi" disponibile per legare l'agonista.
Logica vuole che, giunti ad un numero critico di recettori occupati da un antagonista irreversibile, non sia pi"
possibile ottenere una risposta comparabile a uella massimale, ualsivoglia possa essere la concentrazione
di agonista raggiunta.
,n aspetto di notevole interesse terapeutico degli antagonisti irreversibili che, una volta occupato il
recettore, non necessario che l'antagonista sia presente in forma non legata perch le risposte all'agonista
siano inibite.
&i conseguenza, la durata d'azione di un simile antagonista relativamente indipendente d sua velocit# di
eliminazione, mentre dipende in larga misura dalla velocit# di turnover delle molecole recettoriali.
)gonisti parziali
Kli agonisti possono essere suddivisi in due classi in ragione della risposta farmacologica massima che si
verifica uando tutti i recettori sono occupati - )7.-3T- TT)1- vs )7.-3T- ()RE-)1-.
Kli agonisti parziali si caratterizzano per produrre, a occupazione recettoriale completa, una risposta
massima inferiore rispetto ai primi.
V d'uopo evidenziare come l'incapacit# di uesti agonisti parziali di produrre una risposta massima non sia
riconducibile al una ridotta affinit# di legame con il recettore, ma a differenti meccanismi di trasduzione.
+ suffragio di ci, sufficiente valutare come uesti agonisti inibiscano in modo competitivo gli agonisti
completi8
*on tutti i casi di antagonismo farmacologico implicano interazioni di farmaci o di sostanze endogene a
livello di un singolo tipo di recettore ed alcuni tipi di antagonismo non coinvolgono in assoluto alcun
recettore8
,n antagonista pu essere di tipo +H-*-+ $anche detto antidoto%, il ch implica vada semplicemente
legandosi ad un'altra molecola con legami ionici i minimizzando la sua disponibilit# a reagire con gli
agonisti.
,n altro tipo di antagonismo l'antagonismo fisiologico tra sistemi di regolazione endogeni mediati da
recettori differenti - es! glucocorticoidi ed insulina8
3n generale, l'uso di un farmaco come antagonista fisiologico conduce ad effetti che sono meno specifici e
meno facilmente controllabili di uelli prodotti da un antagonista recettoriale specifico8888
*eccanismi di trasduzione del segnale e azione farmacologica
1ono S i meccanismi di trasduzione meglio compresi7
'% ligandi liposolubili che agiscono su sostanze recettive intracellulari
J% recettori transmembrana proteici la cui attivit# enzimatica regolata allostericamente da un ligando
capace di legarsi ad un sito del dominio eZtra!cellulare
Q% recettori transmembrana che legano e attivano una tirosinchinasi
R% canali ionici la cui apertura o chiusura regolata dal legame di un ligando
S% proteine recettoriali transmembrana in grado di attivare una proteina trasduttrice di segnale legante
K65 $proteina 7% che a sua volta modula la produzione di un secondo messaggero intracellulare
Recettori intracellulari per agenti liposolubili
5arecchi segnali biologici sono abbastanza liposolubili da attraversare la membrana plasmatica ed agire su
sostanze recettive intracellulari.
,na classe di tali ligandi comprende steroidi $corticosteroidi, mineralcorticoidi, ormoni sessuali, vit.&, ecc.%
e ormoni tiroidei.
3 recettori in uestione sono normalmente molecole in grado, una volta attivate dall'interazione con il proprio
ligando, di stimolare la trascrizione di geni nel nucleo attraverso il legame con specifiche seuenze di &*+
poste in prossimit# del gene bersaglio e che sono chiamate responsive elements.
3l meccanismo, stimolato dagli ormoni, che agisce regolando l'espressione genica, ha due importanti
conseguenze terapeutiche7
'% l'effetto si realizza dopo un caratteristico periodo di latenza che va da pochi minuti a parecchie ore
- sintesi proteica eZ novo
J% i medesimi effetti possono persistere per diverso tempo dopo che la concentrazione dell'agonista
stata ridotta a zero
/nzimi transmembrana regolati da ligandi c"e comprendono le tirosinac"inasi
Questa classe di recettori media le prime fasi della trasduzione da insulina, /7F, (,7F, peptide
natriuretico atriale, fattore di crescita F di trGasformazione $T7FF, ecc...
Questi recettori sono polipeptidi costituiti da un dominio eZtracellulare che lega l'ormone ed un dominio
enzimatico citoplasmatico che pu essere una proteinc"inasi a tirosina, a serina o una guanilico-ciclasi.
3n tutti uesti recettori, i due domini sono connessi tra loro da un segmento idrofobico del polipeptide che
attraversa il doppio strato lipidico.
La via di trasduzione della tirosina-c"inasi si attiva in seguito al legame del ligando con il dominio
eZtracellulare.
La conseguente variazione conformazionale fa si che una molecola di recettore ne leghi un'altra, associando
in tal modo anche i domini della tirosina-c"inasi, la uale diventa enzimaticamente attiva ed in grado di
indurre fosforilazione crociata dei due domini enzimatici, nonch di fosforilare a valle le proteine
trasduzionali.
L'intensit# e la durata d'azione degli agenti che utilizzano uesta via di trasduzione sono limitate da un
processo noto come down-regulation dei recettori.
3l legame del ligando spesso induce endocitosi accelerata dalla superficie cellulare e successiva degradazione
di uesti recettori - uesto processo ha una velocit# maggiore della sintesi de novo, con il risultato che il
numero dei recettori andr# riducendosi e cos4 la capacit# di risposta.
,n certo numero di regolatori della crescita e del differenziamento $compreso T7FF%, agisce su un'altra
classe di enzimi transmembrana in grado di fosforilare residui di treonina e serina.
Recettori per le citoc"ine
3 recettori per le citoc"ine rispondono ad un gruppo eterogeneo di ligandi peptidici che comprende il 7H,
l'/(, diversi tipi di interferone e altri regolatori della crescita e del differenziamento.
3l meccanismo di attivazione simile a uello test descritto, ma con la differenza che l'attivit# tirosina!
chinasica non intrinseca alla molecola recettoriale.
3nfatti, un'entit# proteica separata, appartenente alla famiglia delle c"inasi Hauns $H)K%, capace di legarsi
in modo non covalente al recettore.
Questo legame responsabile della dimerizzazione del recettore, attivazione delle H)Ks e conseguente
fosforilazione dei residui tirosinici presenti sul recettore stesso.
Questo nuovo complesso venutosi a formare danno origine ad un complesso processo di segnalazione
legandosi ad un ulteriore gruppo di proteine chiamate 3T)Ts.
Le 3T)Ts legate sono a loro volta fosforilate dalle H)Ks e dimerizzano.
3l dimero 3T)T=3T)T si dissocia dal recettore e passa al nucleo, dove regolare la trascrizione di specifici
geni.
+anali ionici regolati da ligandi
3 ligandi naturali comprendono acetilcolina, serotonina, 7)5) e 7lutammato - sono tutti trasmettitori
sinaptici.
0iascuno dei loro recettori trasmette il suo segnale attraverso la membrana plasmatica, incrementando la
conduttanza transmembrana dello ione relativo e uindi alterando il potenziale elettrico.
3l meccanismo che sottende l'efficacia di uesti canali ionici da riferirsi a due principi fondamentali
dell'elettro!fisiologia cellulare7
/!2 di .ernst
I/
x
9 RT = zF ln :6
-
; = :6
/
; J I/
x
9 -KC m8 = z 1og :6
-
; = :6
/
;
/!2 di 7oldman
/aggiore la permeabilit# della membrana per uno ione, maggiore la tendenza dello ione a spostare il
potenziale di riposo della cellula verso il proprio potenziale di euilibrio $descritto dall'euazione di *ernst%.
3l recettore $nicotinico% dell'+ch uno dei recettori meglio caratterizzati tra uelli eZtracellulari - si tratta di
un pentamero costituito da R subunit# polipeptidiche $ J catene [, una catena \. una catena ] e una catena ^%
tutte di peso molecolare compreso tra RQ e ST ?&a.
Questi polipeptidi, ciascuno dei uali attraversa la membrana R volte, formano una struttura cilindrica di _
nm di diametro.
Quando l'+ch si lega alle subunit# [, causa una variazione conformazionale, con conseguente temporanea
apertura di un idro!canale centrale attraverso cui possono passare gli ioni *a
E
.
3l tempo di risposta medio all'interazione tra ligando e recettore nell'ordine dei millisecondi2 la rapidit# di
uesto meccanismo di trasduzione di importanza cruciale per il trasferimento di informazioni.
(roteine 7 e secondi messaggeri
/olti ligandi eZtracellulari agiscono aumentando la concentrazione di secondi messaggeri come )*(c, +a
%?
o altri...
3n molti casi essi usano un sistema di trasmissione transmembrana costituito da tre componenti.
3n primo luogo, il ligando viene riconosciuto da un recettore di membrana, il uale attiva una proteina 7
localizzata sul lato citoplasmatico della membrana.
La proteina 7 attivata modifica l'attivit# di un effettore, di solito un enzima o un canale ionico, il uale
agisce modificando la concentrazione di un secondo messaggero intracellulare.
La famiglia delle proteine 7 consta di parecchie subfamiglie funzionalmente diverse, ciascuna delle uali
media gli effetti tra specifici recettori e caratteristici gruppi di effettori.
Ia sottolineato che un ligando endogeno pu legarsi e stimolare recettori accoppiati a diversi tipi di proteina
7.
6ale mancanza di specificit# consente di determinare risposte biologiche differenti in ragione della presenza
di un particolare recettori nel tessuto e non del ligando, che rimane lo stesso $pleiotropismo88%.
3 recettori accoppiati alle proteine 7 comprendono una famiglia di recettori a sette domini transmembrana
$`!6/%, cos4 chiamati perch la loro catena polipeptidica attraversa la membrana plasmatica sette volte.
+ppartengono a uesta famiglia i recettori per le ammine biogene, molti ormoni polipeptidici, ecc...
Recettori perD /ffettori = 8ie trasduzionali
7
3
+mmine \!adrenergiche, glucagone, istamina,
serotonina e molti altri ormoni
a adenilico-ciclasi - a )*(c
7
-#>%>&
+mmine [
J
!adrenergiche, +ch $muscarinici%,
oppiodi, serotonina e altri ormoni
b adenilico-ciclasi - b )*(c
7
1F
Mdoranti $epitelio olfattivo% a adenilico-ciclasi - a )*(c
7
3l +-T+R* (0BC una famiglia di citocromi che assorbono la luce ad una lunghezza d'onda massima
di RST nm $lo spettro del visibile compreso tra i Q_T e i `@T nm - RTT!`ST 6erahertz% uando sono
complessati in vitro con monossido di carbonio esogeno2 ueste proteine, ancorate alla membrana del PW,
contengono W/W come gruppo prostetico con uno ione Oerro che, allo stato di riposo, ossidato $Fe
&?
%.
La presenza dell'agente riducente .),(H fondamentale in uanto necessario per operare la riduzione
dello ione Oerro che non sarebbe altrimenti capace di legare M
J.
Questa riduzione si compie attraverso la cessione di elettroni da parte di .),(H prima ad una flavoproteina
che poi li trasferisce uno alla volta all'),R/.,33-.), una ferroproteina non eminica.
L' ),R/.,33-.) trasferisce a sua volta l'elettrone al +-T+R* (0BC, determinando di fatto la
riduzione dello ione Oerrico $Oe
QE
% a ione Oerroso $Oe
JE
%.
3l legame di M
J
all'W/W seguito dal passaggio di un secondo elettrone da parte dell' ),R/.,33-.)
che determina la rottura della stessa molecola di M
J
7 uno dei due atomi di Mssigeno viene protonato e
rilasciato come acua2 il secondo forma un intermedio ferrilico <Fe 9 $ altamente reattivo.
Questo intermedio cattura un idrogeno dal substrato, con la formazione di un radicale libero P82 uesto
radicale libero transitorio cattura il gruppo funzionale idrossilico $!MD% legato al Oerro, formando di fatto P!
MD e riossidando il Oerro stesso che torna allo stato di ione Oerrico $Oe
QE
%.
Le J .),<($H riduttasi sono necessarie per ridurre il *+&$5%D che si ossidato88
33-,)E-.-
ssidazioni +U(0BC-dipendenti
-drossilazioni aromatic"e ...$ricordarsi la struttura% +cetanilide, propranololo,
fenitoina, fenobarbital,
amfetamina, garfarin, naftalene,
benzo$a%pirene
-drossilazioni alifatic"e R-+H
&
J R-+H
%
H 5entobarbital, clorpropamide,
ibuprofene, digitossina
/possidazione ...$ricordarsi la struttura% aldrin
,ealc"ilazioni
.-dealc"ilazione R .H +H
&
J R .H
%
? +H
%
/orfina, etilmorfina, caffeina,
teoffilina
-dealc"ilazione R +H
&
J R H ? +H
%
codeina
3-dealc"ilazione R 3 +H
&
J R 3H ? +H
%
@!metiltiopurina, metilurale
.-ossidazione
)mmina primaria R .H
%
J R .H H anilina
)mmina secondaria R
%
.H J R
%
. H acetaminofene
)mmina terziaria R
&
. J R
&
. $h% *icotina
3-ossidazione R
%
3 J R
%
39 6ioridazina, cimetidina
,eaminazione R .H
%
J R 9 +mfetamina, diazepam
,esulfurazione R
%
+ 9 3 J R
%
+ 9 tiopental
,eclorazione ++l
0
J +H+l
&
? +l
-
6etracloruro di carbonio
ssidazioni +U(0BC-indipendenti
Flavin *ono-ossigenasi <enzima
di Eiegler$
ssidasi amminic"e R +H
%
.H
%
J R +HH ? .H
&
adrenalina
,eidrogenazione R +H
%
H J R+H etanolo
Riduzioni
.itroriduzioni R.
%
J R. J R.HH J
R.H
%
0lorazepam, nitrobenzene
)zoriduzioni R. 9 .R J R.H @ H.R J %
R.H
%
prontosil
+arbonilriduzione R+R J R+HHR /etadone, naloZone
-drolisi
/steri <esterasi$ R+R J R+H ? RH +spirina, procaina, succinilcolina
)mmidi <amidasi$ R+.HR J R+H ? R.H
%
Lidocaina, procainamide
/nzimi (0BC del fegato umano
&iversi studi di immunobloting hanno identificato numerose isoforme di (0BC - +U( #)%> %)K> %5K> %+L>
%+X> %+#X> %,K> %/#> &)0> 0)## e S. $uelli sottolineati sono le isoforme maggiormente rappresentate a
livello epatico%.
1olamente +U( &)0 responsabile del metabolismo epatico di pi" del STU dei farmaci prescritti in clinica88
3l primo numero indica la famiglia, la lettera indica la sotto-famiglia e l'ultimo numero l'enzima specifico.
+lcuni farmaci substrati di (0BC sono in grado, se somministrati ripetutamente, di indurre (0BC, aumentando
la sua velocit# di sintesi o riducendone la velocit# di degradazione.
6ale induzione si traduce in un'accelerazione del metabolismo del substrato e, normalmente, in una riduzione
dell'azione farmacologica non solo della sostanza induttrice, ma anche di altri farmaci somministrati
contemporaneamente.
1ubstrati diversi inducono isoforme diverse di (0BC .
+nche gli inuinanti ambientali sono in grado di indurre +U( - benzo<a$pirene> diversi idrocarburi
aromatici policiclici presenti nel fumo di tabacco e nella carne alla griglia.
+ltri inuinanti chimici ambientali capaci di indurre specifici isoenzimi di (0BC includono bifenilpoliurati
<(+5$e %> &> 0> L-tetraclorodibenzo-p-diossina <T+,,$.
L'incremento della sintesi di (0BC richiede aumentata trascrizione e traduzione - bella scoperta... sintesi
proteica.
V stato identificato un recettore citoplasmatico, denominato )"R, per gli idrocarburi aromatici policiclici,
cos4 come stata documentata la traslocazione del complesso induttore!recettore nel nucleo e successiva
attivazione di elementi regolatori di geni.
&i recente stato dimostrato che un recettore 6 legato al pregnano $(6R%, membro della famiglia di
recettori per gli ormoni steroidei!retinoidi!tiroidei, in grado di mediare l'induzione di +U(&) ad opera di
varie sostanze chimiche $desametasone, rifampicina, ecc.% nel fegato e nella mucosa intestinale.
V stato identificato un recettore simile, il recettore per l4androstano costitutivamente attivo $+)R%, per la
classe di induttori tipo fenobarbital.
Kli enzimi (0BC possono anche essere indotti per stabilizzazione del substrato, cio per ridotta degradazione
- es. +U(%/# indotto da etanolo.
+lcuni farmaci possono invece inibire l'attivit# enzimatica degli enzimi (0BC.
Oarmaci contenenti imidazolo come la cimetidina ed il ketoconazolo legano fortemente il ferro W/W e sono
in grado di ridurre il metabolismo di substrati endogeni o altri farmaci co!somministrati attraverso
un'inibizione competitiva.
+ntibiotici del gruppo dei macrolidi $es. troleandomicina, eritromicina e i suoi derivati% sono metabolizzati
in metaboliti che complessano il ferro!eme del citocromo e lo rendono cataliticamente inattivo.
+lcuni substrati inibiscono in maniera irreversibile i (0BC attraverso l'interazione covalente di un intermedio
reattivo, generato metabolicamente, che pu reagire con le componenti sia apoproteica che eminica.
-nibitori suicidi includono - steroidi simil!estradiolo, spironolattone, fluroZene, il barbiturico allobarbitale,
sedativi analgesici allilisopropilacetilurea, etilclorvinolo, ecc..
*.. - il succo di pompelmo, ricco di furanocumarine, un inibitore suicida di +U(&)0 a livello
intestinale. 1ono necessarie `J ore perch avvenga il turnover degli enterociti e il metabolismo degli
Zenobiotici sia nuovamente funzionante.
*etabolismo dei farmaci
*el corso della sua esistenza, l'organismo umano si trova esposto all'azione di una grande variet# di sostanze
complessivamente designati con il termine xenobiotici.
La maggior parte di uesti xenobiotici, una volta introdotti nell'organismo, va incontro ad una serie di
trasformazioni enzimatiche nel fegato ed in altri tessuti e uindi viene eliminata sotto forma di metaboliti
idrofili.
3n alcuni casi, specie nel caso di biotrasformazioni ossidative, numerosi composti pre!cancerogeni formano
intermedi reattivi capaci di legarsi covalentemente a proteine e ad acidi nucleici - un primo stadio verso
mutagenesi, citotossicit# e cancerogenesi.
+lla luce dei molteplici studi effettuati in merito, si giunti alla consapevolezza che in farmaci non sono
delle entit# chimicamente stabili che dopo aver provocato un certo effetto biologico vengono eliminati2
chiaro invece che uesti composti possono subire nell'organismo una variet# di trasformazioni ad opera di
complessi enzimatici situati in diversi tessuti.
+ ci consegue che l'attivit# farmacologica, la durata d'azione e la tossicit# ne risulteranno condizionate.
Oarmaci, tossine vegetali ed altri composti estranei all'organismo $additivi alimentari, contaminanti
ambientali, insetticidi, ecc.% subiscono in vivo delle trasformazioni ad opera di sistemi enzimatici che, in linea
generale, causano perdita di attivit' biologica $detossificazione%.
3n certi casi tuttavia, i medesimi meccanismi possono causare bio-attivazione, cio la formazione di
metaboliti terapeuticamente pi" efficaci e potenzialmente pi" tossici.
Le vie metaboliche degli Zenobiotici sono state divise in due grandi gruppi7
'% R/)E-.- ,- F)3/ - - biotrasformazioni $ossidazioni> riduzioni e idrolisi%
%$ R/)E-.- ,- F)3/ -- - coniugazione dei prodotti di fase - con molecole tali da incrementare
ulteriormente la polarit' ed agevolarne l4eliminazione
La maggior parte delle sostanze viene coinvolta seuenzialmente nelle reazioni di fase - e di fase --, ma non
una condizione necessaria - esistono molecole il cui metabolismo viene a compiersi mediante un primo
stadio di coniugazione e solo un tardivo meccanismo di modificazione della polarit#.
3l metabolismo di un farmaco pu essere influenzato da diversi fattori, fra cui7
fattori genetici J M(olimorfismo geneticoN
fattori fisiologici J et'> sesso> stato nutrizionale
fattori farmacodinamici J dose> fre!uenza> via di somministrazione> distribuzione tissutale>
legame con le proteine plasmatic"e
fattori farmacocinetici J interazioni competitive tra diversi farmaci e xenobiotici>
induzione=inibizione enzimatica
L'insieme di uesti fattori non solo pu modificare la cinetica di una reazione enzimatica, ma anche l'intero
uadro metabolico del soggetto, cui pu far seguito una risposta terapeutica aberrante.
La maggior parte dei farmaci e di altri Zenobiotici metabolizzata da enzimi che normalmente operano su
substrati endogeni come steroidi ed ammine biogene.
3l fegato la sede principale del metabolismo, ma enzimi metabolizzanti sono presenti nel tessuto nevoso,
nei reni, nei polmoni, nel plasma e nel tratto gastro!intestinale.
5oich il fegato la sede principale del metabolismo, si pu facilmente arguire uali effetti possa causare
una sua insufficienza tanto sulla degradazione che sulla durata d'azione dei farmaci - in soggetti con
epatopatie allo stato cronico non sono infreuenti episodi di sovradosaggio.
5er ci che concerne il tratto gastro!intestinale, numerose reazioni sono associate alla flora batterica
residente.
Quando i farmaci vengono somministrati per os o uando la loro escrezione biliari notevole, l'azione dei
batteri risulta di fondamentale importanza nel definire la caratterizzazione farmacocinetica della molecola
assunta.
La flora batterica agisce mediante la formazione di metaboliti tossici, la produzione di cancerogeni da
precursori inattivi, la detossificazione, la bioattivazione di pro-farmaci e producendo metaboliti c"e non
vengono formati da tessuti animali.
+nche le diverse sostanze comunemente assunte con gli alimenti, uali vitamine, lipidi, proteine e metalli
possono condizionare la cinetica enzimatica e rendersi responsabili di alterate dinamiche metaboliche.
La carenza di lipidi e proteine nella dieta riduce l'attivit' metabolica microsomiale - il rallentamento delle
degradazioni ossidative probabilmente causato da modificazioni della permeabilit# di membrana del PW,
con alterazione del trasferimento di elettroni.
3n termini di tossicit', la carenza di proteine causa un aumento della tossicit# dei farmaci per riduzione tanto
del loro metabolismo ossidativo microsomiale che della loro eliminazione dall'organismo.
/ffetto di primo passaggio
1ebbene il fegato rappresenti la sede pi" importante del metabolismo degli Zenobiotici e dei farmaci, altre
importanti biotrasformazioni avvengono in altre aree dell'organismo - mucosa intestinale> reni> polmoni.
La capacit# del fegato e di altri tessuti eZtra!epatici di trasformare le sostanze in intermedi attivi o inattivi
prima che venga raggiunto il circolo viene chiamato effetto di primo passaggio.
V d'uopo sottolineare come l'effetto di primo passaggio possa compiersi anche nel torrente ematico - prima
comunue del raggiungimento del tessuto!bersaglio.
La mucosa intestinale particolarmente importante per i farmaci somministrati per via orale, suscettibili
all'ossidazione microsomiale come alla coniugazione con acido glucuronico ed anione solfato.
Questa mucosa, infatti, molto ricca di glucuronil-=solfo-transferasi.
+l netto delle considerazioni test fatte, logico presumere che una bassa biodisponibilit' orale possa essere
ricondotta ad una metabolizzazione a livello degli enterociti, dal primo passaggio attraverso il fegato ad
opera delle +U(0BC o da reazioni di coniugazione.
5er ovviare a uesto inconveniente, sono state proposte vie alternative di somministrazione come la via
sottocutanea> la via endo-venosa e la via inalatoria.
La maggior parte dei composti biologicamente attivi estranei all'organismo 1-(31P5-1/ e viene
abitualmente trasformata dagli enzimi farmaco!metabolizzanti in composti meno tossici e pi" idrosolubili.
1e gli Zenobiotici non subissero uesto trattamento, i composti con elevato coefficiente di ripartizione
ottanolo=ac!ua potrebbero venir facilmente riassorbiti dalle cellule tubulari e portate nel plasma - si
verificherebbe cio un continuo riciclo del farmaco conseguente prolungamento dei suoi effetti
farmacologici o tossici.
Oarmaci molto polari o fortemente ionizzati sono spesso escreti come tali nelle urine.
3l riassorbimento tubulare viene sensibilmente ridotto dopo la conversione del farmaco in un composto pi"
polare, con coefficiente di partizione pi" basso - tanto maggiore la resistenza di un farmaco alla
metabolizzazione, tanto maggiore l'attivit# terapeutica e dunue pi" piccola la dose necessaria per
conseguire ual particolare effetto.
L'urina non costituisce il solo veicolo che l'organismo utilizza per rimuovere i farmaci e i loro metaboliti, ma
vie di eliminazione sono anche la bile, la saliva, il sudore, il latte e l'aria espirata.
Mrmoni steroidei, acidi biliari, farmaci e loro metaboliti, uando vengono eliminati con la bile, sono in
condizione di venir riassorbiti nell'intestino attraverso la circolazione entero-epatica.
3 composti eliminati con la bile sono in genere sostanze fortemente polari, cariche $anioni, come certi
coloranti% o neutre $es. glucosidi cardioattivi ed ormoni steroidei%.
Le biotrasformazioni di composti di uesto tipo secondo le reazioni della fase - e della fase -- portano a
metaboliti coniugati, in genere anionici, pi" polari, di peso molecolare evidentemente superiore a uello dei
composti di partenza.
/olto spesso si tratta di glucuronidi per i uali l'aumento di peso corrisponde a '`@ unit#.
3 farmaci immodificati nella bile sono escreti con le feci, metabolizzati dalla flora intestinale o riassorbiti nel
circolo portale.
*on sorprende che la flora batterica intestinale sia coinvolta nel circolo entero-epatico e nel riciclo dei
farmaci tramite la circolazione portale.
3 coniugati dei farmaci ed altri metaboliti escreti nella bile possono venire idrolizzati dagli enzimi della flora
batterica e riconvertiti nei prodotti di partenza o negli intermedi della fase 3 e come tali riassorbiti.
6ra i numerosi farmaci coinvolti in uesto riciclo si ricordano gli estrogeni, progestinici> digitossina>
diazepam> mercuriali> arsenicali e morfina.
L'assunzione di farmaci o di Zenobiotici che inibiscono la flora intestinale pu condizionare la
farmacocinetica del farmaco inizialmente somministrato.
L'impatto del circolo entero-epatico sulla farmacocinetica e sulla farmacodinamica di un farmaco dipende
dall'importanza delle secrezione biliare relativamente all'eliminazione renale e dall'efficienza del
riassorbimento intestinale.
3l circolo entero-epatico diviene dominante uando l'escrezione biliare costituisce la principale via di
eliminazione del farmaco.
5oich la bile si trova prevalentemente immagazzinata nella cistifellea, da cui viene rilasciata a seguito della
stimolazione operata dall'assunzione di cibo, possibile osservare nella concentrazione plasmatica del
farmaco dei picchi intermittenti corrispondenti al rientro del farmaco attraverso la vena porta.
3l metabolismo dei farmaci strettamente connesso alla funzionalit# dell'organismo in cui esso viene
introdotto e ci chiarisce come nei soggetti anziani $et# i @S anni%, in ragione dei fenomeni di omeostenosi e
riduzione dell'allostasi, sia di fondamentale importanza valutare ogni aspetto della via terapeutica intrapresa,
ci al fine di evitare spiacevolezze di sorta.
5er interpretare correttamente la alterazioni della risposta ai farmaci legate all'et# si deve valutare l'incidenza
di assorbimento, distribuzione, metabolismo ed escrezione.
0on l'avanzare dell'et#, la capacit# metabolica dell'organismo va diminuendo - ci ha implicazioni sulla
farmacocinetica dei farmaci e dei loro metaboliti, in particolare per uanto riguarda la concentrazione
plasmatica e l'eliminazione renale.
Questi cambiamenti relativi alla biodisponibilit' nelle persone anziane sono legate ad una riduzione del
flusso ematico nel fegato, della velocit# di filtrazione glomerulare $che varia in funzione del flusso ematico
renale%, dell'attivit# degli enzimi microsomiali epatici, del legame con le proteine plasmatiche e della massa
corporea.
La riduzione del flusso ematico nel fegato, in particolare, pu causare un aumento della biodisponibilit# del
farmaco e una sua diminuzione della clearance - si possono avere sintomi di sovradosaggio e tossicit#.
3 cambiamenti nel metabolismo dei farmaci in relazione all'et# sono la risultante di una complicata
interazione tra cambiamenti fisiologici, influenze ambientali, possibili malattie e farmaci assunti.
Le ricerche hanno evidenziato che l'attivit# degli enzimi farmaco!metabolizzanti $fase -% non varia con l'et#2
sono le reazioni di fase -- a risultare deficitarie con il progredire della vita del soggetto.
La capacit# del feto umano e della placenta di metabolizzare farmaci e Zenobiotici oggigiorno cosa nota.
V stato calcolato che le donne gravide assumono una media di 'T farmaci al giorno2 la maggior parte di
ueste sostanze attraversa facilmente la placenta, cosicch il feto si trova esposto ad una grande variet# di
Zenobiotici.
3l feto umano per a rischio di fronte a uesti Zenobiotici per carenza di uei sistemi enzimatici che ne
assicurano la metabolizzazione - pare che sia presente la sola sottofamiglia +U(&).
La placenta delle fumatrici mostra un significativo incremento dell'attivit# del citocromo (0BC #)2 l'aspetto
significativo in merito all'incremento della uota di uesto complesso enzimatico da ricercarsi nella
formazione di metaboliti reattivi capaci di legarsi covalentemente a macromolecole causando alterazioni
permanenti $di tipo teratogenico, epatotossico e<o carcinogenico%.
,n aspetto piuttosto negativo anche il fatto che gli enzimi di coniugazione sono presenti in concentrazioni
insufficienti, per cui il rischio aumenta sensibilmente.
3l metabolismo fetale ha una funzione protettiva limitata contro gli Zenobiotici ambientali, ci in ragione
della permeabilit# della placenta, la uale non rappresenta una barriera di protezione efficace.
L'aspetto peculiare del processo di metabolizzazione che il meccanismo di solubilizzazione operato dai
sistemici enzimatici del feto costringe gli Zenobiotici in loco, i uali finiscono con l'accumularsi sul lato
fetale della placenta - fattore aggravante.
5iotrasformazione dei farmaci Fase -
3istema enzimatico del +itocromo (0BC
L'ossidazione costituisce probabilmente la reazione pi" comune del metabolismo degli Zenobiotici2 si tratta
di una reazione catalizzata da un gruppo di ossidasi a funzione mista presenti nel reticolo endoplasmatico
liscio.
Questo gruppo di enzimi noto come citocromo (0BC mono-ossigenasi - noto anche come ossidasi a
funzione mista o idrossilasi microsomiale.
Questa singolare superfamiglia di eme!proteine caratterizzata dalla presenza di una ferro!porfirina
coordinata con il gruppo tiolico del residuo cisteinico dell'apoproteina.
3l funzionamento di +U(0BC legato alla disponibilit# di .),(H e di
%
.
La velocit# di metabolizzazione dipende da diversi fattori uali specie, ceppo, stato nutrizionale, tessuto, et#,
ecc...
,n altro enzima microsomiale *M*!eme, la mono-ossigenasi flavoproteica, invece responsabile
dell'ossidazione di alcuni composti azotati e solforati.
-soforme del citocromo (0BC
-
a
famiglia
La sottofamiglia +U(#) svolge un ruolo fondamentale nel metabolismo di due importanti classi di
carcinogeni ambientali - gli idrocarburi aromatici policiclici e le arilammine.
Kli idrocarburi aromatici policiclici $(H)% sono comunemente presenti nell'ambiente a causa dei processi
di combustione industriale e dei prodotti del tabacco2 le arilammine derivano dalla pirolisi di ++ nel corso
della cottura della carne.
L'isoforma +U(#)# $nota anche come idrossilasi degli idrocarburi aromatici - )HH% viene espressa nel
fegato, nell'intestino tenue, nella placenta, nella pelle i polmoni in risposta ad diversi induttori come i (H),
il F-naftoflavone $induttore non carcinogeno di apporto alimentare% e l'indol-&-carbinolo $presente in uasi
tutte le piante crocifere - cavolo, cavolini di bruZelles, ecc.%.
La +U(#)# metabolizza una vasta gamma di (H), compreso un largo numero di precancerogeni e
premutageni.
Iariazioni individuali nell'espressione inducibile del +U(#)# possono essere correlate a differenze genetiche
dell'espressione del recettore )" - ci potrebbe spiegare le differenze di sensibilit# individuale al cancro
del polmone indotto dal fumo.
5roprio in ragione di uesta variabilit# genetica, si giunti a comprendere il motivo per cui le donne
fumatrici siano statisticamente pi" colpite degli uomini per uanto concerne forme neoplastiche polmonari.
3l meccanismo d'induzione del gene di uesta isoforma inizia con il binding dell'induttore al recettore )"2 il
complesso che si viene a formare viene traslocato nel nucleo dove, legandosi a specifiche seuenze
nucleotidiche, incrementa la trascrizione del gene di +U(#)#.
La +U(#)% $nota come fanecetina -deetilasi> caffeina demetilasi> antipirina .-demetilasi% metabolizza
arilammine, nitrasammine ed idrocarburi aromatici.
Questa isoforma espressa nel fegato, nell'intestino e nello stomaco viene indotta dal fumo di sigaretta e da
altri idrocarburi aromatici policiclici.
L'espressione del gene di+U(#)% nello stomaco costituisce un importante problema per la carcinogenesi
gastrica888
%
a
famiglia
L'enzima +U(%)K catalizza l'idrossilazione di cumarine, dell'aflatossina .' e attiva anche nitrosammine e
procarcinogeni.
L'isoforma +U(%,K una delle pi" importanti isoforme con singolare specificit# di substrato e non sembra
inducibile - metabolizza una trentina di farmaci.
3l +U(%/# ha un ruolo centrale nel metabolismo di numerosi idrocarburi alogenati e di una vasta gamma di
prodotti organici a basso peso molecolare come acetonitrile, acetone, etanolo, benzene2 attiva inoltre il
paracetamolo a .-acetil-p-benzoc"inonimmina.
Questa isoforma espressa nel fegato, nell'intestino, nei reni e nei polmoni inducibile a etanolo, isoniazide e
altre sostanze.
V anche nota come sistema microsomiale ossidante dell4etanolo, benzene idrossilasi ed anilina idrossilasi.
L'induzione di uesto enzima nell'uomo pu causare un aumento della sensibilit# per tossicit# e
cancerogenicit# di diversi substrati.
&iabete ed alterazioni ereditarie ne incrementano la sintesi8888
&
a
famiglia
La sottofamiglia +U(&) senza dubbio la pi" numerosa delle citocromo (0BC presenti nel fegato e
nell'intestino umano - i J<Q del del corredo enzimatico del fegato costituto da uesta sottofamiglia.
L'isoforma +U(&)B, presente in misura maggiore negli adolescenti che negli adulti, espressa
polimorficamente e non sembra inducibile, mentre la +U(&)0 indotta dai glucocorticoidi.
La +U(&)S viene espressa solo nel fegato fetale e poco si sa sulla specificit# di substrato all'infuori della '@!
idrossilazione del deidroepiandrosterone!Q!solfato e della capacit# di idrossilare i carboni allilico e benzilico.
La sottofamiglia +U(&) metabolizza una vasta gamma di farmaci di interesse clinico ed inibita da diversi
Zenobiotici, eritromicina compresa.
+ livello fondamentale, i gruppi prostetici di tutti gli enzimi e delle proteine che interagiscono direttamente
con l'ossigeno molecolare presentano una caratteristica comune - la capacit# di fornire sia orbitali di bassa
energia $ioni metallici come ferro e rame%, utili per stabilizzare elettroni non condivisi, sia orbitali molecolari
estensivamente delocalizzati $cio fattori organici come flavine, pterine o porfirine%.
La scarsa reattivit# dell'ossigeno elementare legata alla configurazione elettronica del suo stato
fondamentale biradicalico, rappresentabile come Y9Y per indicare gli spin degli elettroni spaiati $si
trovano in due orbitali diversi, ma allo steso livello energetico - hanno spin uguale%.
+l contrario, l'ossigeno singoletto che ha i due elettroni appaiati Y9Z troppo reattivo $elettroni nello
stesso orbitale, uindi con spin opposto - *... Regola di Hund %3?#%.
6uttavia, una diretta divisione del diossegeno in atomi di ossigeno singoletto non un modo praticabile per
aggirare la non reattivit# di M
J
.
L'inevitabile conclusione che la molecola di ossigeno dev'essere ridotta ad una specie pi" reattiva come
perossido, radicali ossidrile o anione superossido.
Mgnuna di ueste tre specie reattive potrebbe ossidare un substrato organico con l'inserimento finale di un
atomo di ossigeno.
&iversamente dalla proteine trasportatrici di M
J
, una mono-ossigenasi pu in modo efficiente accoppiare la
formazione riduttiva di un intermedio dell'ossigeno con l'ossidazione del substrato nel modo seguente7
%
? %e
-
? %H
?
- <ossigeno singoletto$? H
%
? RH - R-H
accorpando le due reazioni7
%
? %e
-
? %H
?
? RH - R-H ? H
%
3l coinvolgimento di due euivalenti di riduzione dal *+&5D inevitabile costo per introdurre una
funzionalit# di ossigeno in una posizione relativamente non reattiva di un substrato organico.
La formazione di un radicale centrato sul carbonio ed un radicale ossidrile con un atomo di tripletto
ritenuta importante in un certo numero di reazioni enzimatiche e chimiche che coinvolgono gli osseni -
meccanismo di rimbalzo dell4ossigeno.
3l motivo per cui durante i processi enzimatici deve formarsi ossigeno allo stato ridotto risiede in parte nelle
scarsa reattivit# e nel carattere di tripletto del di!ossigeno normale.
5er esempio, all'inizio della reazione del di!ossigeno tripletto con una molecola organica allo stato di
singoletto $nessun elettrone spaiato%, si deve formare uno stato di transizione di tripletto ad elevata energia.
Questo stato di transizione non pu passare ad un prodotto molecolare stabile finch uno degli spin di
tripletto non si invertito permettendo l'appaiamento degli spin, cio la formazione del legame.
Lo stato di transizione ad alta energia non vive tanto a lungo da permettere l'inversione dello spin ed il
complesso molecolare di transizione torna alle molecole reagenti.
+l contrario, se il radicale organico viene in ualche modo stabilizzato $come, per esempio, da [!eteroatomi
o da un'estesa delocalizzazione%, il complesso allo stato di transizione ha sufficiente tempo per invertire lo
spin e fare in modo che si abbia l'addizione del diossigeno.
3 metalli di transizione, il ferro e rame, favoriscono la rapida inversione dello spin per la formazione di
legami covalenti all'ossigeno.
3l diossigeno un ossidante monoelettronico termodinamicamente scarso.
Lo stato di spin elettronico, nella sua accezione pi" semplice, descrive il numero di elettroni spaiati in una
molecola.
La maggior parte delle molecole tra cui le proteine, i carboidrati e i lipidi, che costituiscono la maggior parte
delle molecole biologiche, non hanno elettroni spaiati anche uando sono cariche.
6ali molecole sono chiamate molecole singoletto in uanto i loro elettroni appaiati hanno un solo stato di
spin possibile.
La molecole di diossigeno $
%
% in condizioni normali ha due elettroni spaiati2 l'ossigeno uindi una
molecola tripletto , in uanto i due elettroni spaiati hanno tre stati di spin possibili $aa, ab, bb%.
La reazioni di una molecola tripletto con una molecola singoletto spin!proibita dal punto di vista
uantomeccanico.
Questo il motivo principale dell'elevata barriera di attivazione per la reazione termodinamicamente
favorevole di osseni con diossigeno8
La funzione delle mono-ossigenasi +U(0BC generalmente uella di idrossilare il substrato.
Iiene formato un ferro!ossene di tipo radicalico sufficientemente reattivo da rompere il legame 0!D, di
legarsi a legami A o di rimuovere elettroni da eteroatomi.
La reazione di fase - si presume avvenga secondo il seguente ordine7
#$ 3l citocromo (0BC ferrico lega in modo reversibile una molecola di substrato $P!D%, formando un
complesso Fe
--- [
R-H - il legame con il substrato facilita il primo stadio di riduzione
monoelettronica
%$ il complesso neoformato subisce una riduzione a Fe
-- [
R-H prendendo un elettrone dal *+&5D e
trasferito dalla flavoproteina .),(H-citocromo (0BC reduttasi
Q% il complesso allo stato ridotto lega l'ossigeno molecolare per formare il complesso Fe
--
R-H[
%
R% il complesso subisce un'ossidazione ad anione superossido - Fe
---
R-H[
%
-#
S% l'anione superossido subisce una riduzione prendendo un secondo elettrone dalla flavoproteina -
Fe
---
R-H[
%
-%
@% il citocromo (0BC ferrico subisce una scissione eterolitica dell'anione perossido acua e ad un
intermedio ossenico $Oe
I
: M%
EQ
perferrile altamente elettrofilo o ad un complesso perferrile
ossigeno!cisteina!porfirina stabilizzato per risonanza
`% a seconda del substrato, l'idrossilazione avviene in due stadi, coinvolgendo l'attrazione di un atomo
di idrogeno a formare una coppia radicale centrato sul carbonio, addizione radicalica di $Oe
I
: M%
EQ
ad un legame A o astrazione di un elettrone da un eteroatomo a formare un intermedio costituito dal
catione perferrile e dal catione radicalico centrato sull'eteroatomo. La successiva ricombinazione
radicalica $rimbalzo dell4ossigeno% o il trasferimento di elettroni d# il prodotto idrossilato e la
riformazione del citocromo (0BC allo stato ferrico
Oino allo stadio `, il substrato idrossilabile si comportato come spettatore nel processo di attivazione
dell'ossigeno2 nessuno degli intermedi ossigenati precedenti era sufficientemente reattivo per astrarre un
idrogeno.
+l contrario, il complesso perferril ferro!ossenoide un valido attrattore di idrogeno anche a metili terminali
relativamente inerti di catene idrocarburiche.
Wsistono prove a conferma del fatto che l'ossidante selettivo nella scelta dell'atomo di idrogeno, bilanciando
la stabilit# del risultante carbonio radicale con le esigenze stereochimiche.
,n problema che nasce dall'azione della +U(0BC mono-ossigenasi non la produzione di specie
dell'ossigeno reattive, ma piuttosto il controllo dei radicali attivi prodotti.
0on alcune isoforme +U(0BC $es. +U(&)%, i vincoli stereochimici sono deboli in conseguenza della loro
ampia selettivit# di substrato e della conformazione del sito attivo.
V dunue normale che con ueste isoforme si osservi la formazione di numerosi isomeri idrossilati ed anche
di idrossilazioni multiple di un unico substrato.
La formazione di un numero cos4 elevato di radicali la causa di effetti tossici associati ad alcuni substrati
bio!trasformati888
1ubstrati contenenti un eteroatomo vengono usualmente idrossilati in posizione alfa rispetto allo stesso
eteroatomo, pi" che in altre posizioni7 ne sono esempi le .-> - ed 3-delac"ilazioni, le deidroalogenazioni e
le deaminazioni ossidative.
-nduzione ed inibizione delle isoforme di citocromo (0BC
-nduzione
*umerosi farmaci, sostanze chimiche ambientali ed altri Zenobiotici potenziano il proprio metabolismo come
uello di altri prodotti coingeriti o inalati, alterando uindi i propri effetti farmacologici e tossici.
L'induzione enzimatica un fenomeno dose-dipendente.
La diverse molecole esercitano uesto effetto inducendo la trascrizione del gene che codifica per il
complesso enzimatico.
+ causa dell'induzione, un farmaco pu venir metabolizzato pi" velocemente a formare intermedi pi" potenti
e pi" tossici del prodotto di partenza2 l'attivazione pu potenziare l'attivazione di procarcinogeni o
premutageni.
,n aspetto interessante che non tutte le sostanze inducenti potenziano il proprio metabolismo - la
fenitoina induce la +U(&), ma viene idrossilata dalla +U(%+X=#C, che costitutiva.
+lcuni dei pi" comuni induttori enzimatici delle sottofamiglie +U( e che ne possono essere substrati
includono il fenobarbitale, la fenitoina, la rifampicina ed il fumo di sigaretta.
La rifampicina, inducendo la formazione di +U(&)0, riduce l'efficacia dei contraccettivi orali
incrementandone la metabolizzazione88
W' stato dimostrato che il fumo di sigaretta aumenta le isoforme +U(#)#=% inducibili nei polmoni, nel fegato,
nell'intestino tenue e nella placenta.
0ome risultato finale si osserva una riduzione dell'efficacia farmacologica e<o potenziamento del
metabolismo di numerosi farmaci.
3l fumo riduce i livelli sierici di teofillina, imipriamina, estradiolo, prepossifene, e7 diminuisce l'escrezione
urinaria di nicotina e la sonnolenza causata da cloropromazina, diazepam ed affini, nonostante i livelli
plasmatici, emivita e clearance rimangano invariati.
Kli induttori delle isoforme +U(0BC stimolano anche il metabolismo o la sintesi di sostanze endogene, come
l'idrossilazione di estrogeni, androgeni, progestinicil, glucocorticoidi, vit.&, bilirubina, riducendo la loro
attivit# biologica.
5er esempio, l'induzione dell'idrossilazione 0!J dell'estradiolo e di estrogeni sintetici ad opera del
fenobarbitale, desametasone o fumo di sigaretta causa nelle donne un aumento della formazione di metaboliti
con attivit# ridotta, diminuendone l'efficacia.
0os4 il fumo di sigaretta nelle donne in pre!menopausa pu determinare deficienza di estrogeni con aumento
del rischio di osteoporosi e nelle donne in menopausa pu ridurre l'efficacia della terapia estrogena
sostitutiva.
-nibizione
Kli inibitori degli enzimi +U(0BC possono essere suddivisi in tre gruppi sulla base del meccanismo di
azione7
'% inibitori reversibili
J% complessanti i metaboliti intermedi
Q% inattivatori di +U(0BC
L'inibizione reversibile del +U(0BC il risultato di interazioni reversibili a livello del centro attivo ferro!eme
dell'enzima, delle aree lipofile dell'apoproteina o di entrambe.
L'interazione ha luogo prima dello stadio ossidativo del ciclo catalitico, ma gli effetti spariscono uando
l'inibitore viene sospeso.
Kli inibitori reversibili pi" efficaci sono uelli che interagiscono fortemente tanto con l'apoproteina che con
il ferro!eme.
Oarmaci che interagiscono reversibilmente con i +U(0BC includono i fluorochinoloni, la cimetidina, gli
antifungini azolici, la chinidina e il diltiazem.
3 farmaci alchilamminici, non!inibitori, vengono convertiti per ossidazione mediata dai +U(0BC in
nitrosoalcani che hanno una forte tendenza a formare un complesso stabile con l'eme intermedio ridotto -
uesto processo chiamato complessazione di metaboliti intermedi.
3n uesto modo il +U(0BC non disponibile per ulteriori ossidazioni ed necessaria la sintesi di un nuovo
enzima per ripristinare l'attivit#.
0erti farmaci che non sono inibitori del +U(0BC contengono gruppi funzionali che per ossidazione
enzimatica producono metaboliti che si legano irreversibilmente all'enzima.
Questo il meccanismo di inibizione suicida - esso necessita di almeno un ciclo catalitico del +U(0BC
durante o successivamente allo stadio di trasformazione dell'ossigeno.
Kli alcheni e gli alchini furono i primi composti riconosciuti come inibitori del +U(0BC per formazione di
radicali intermedi che alchilano l'eme, il uale finisce col perdere il ferro.
ssidazioni catalizzate dalle isoforme della citocromo (0BC
-drossilazioni alifatic"e e aliciclic"e
3l meccanismo di idrossilazione di un legame 0!D di un alcano procede attraverso l'astrazione graduale di un
atomo di idrogeno ad opera di Fe
8
9 a formare un radicale carbonio.
Questo stadio seguito dalla ricombinazione del radicale con l'intermedio Fe
-8
-H, con formazione del
prodotto idrossilato.
Le catene alchiliche laterali sono spesso idrossilate sull'ultimo e sul penultimo atomo di carbonio.
L'idrossilazione delle catene alifatiche legate ad un anello aromatico non seguono le regole generali
osservate con le alifatiche semplici, perch la struttura ciclica condiziona il meccanismo - in genere viene
interessato il metilene benzilico.
*egli idrocarburi aliciclici, i gruppi metilenici sono facilmente ossidati, specie se non impediti dalla presenza
di un carbonile, di un doppio legame o di un fenile.
Kli eterocicli non aromatici vengono in genere ossidati sul carbonio adiacente all'eteroatomo.
3 +U(0BC, oltre alle reazioni di idrossilazione, possono catalizzare la deidrogenazione di un alcano ad
alchene, per trasferimento di elettroni dal carbonio radicale al perferril!complesso $Fe
8
9% - il
carbocatione viene uindi deprotonato ad alchene piuttosto che a prodotto idrossilato.
-drossilazione di alc"ene e di alc"ini
L'ossidazione degli alcheni porta principalmente ad epossidi - gli epossidi che si formano possono differire
nella reattivit#7 uelli altamente reattivi o vengono idrolizzati a dioli o fungono da alchilanti per
macromolecole $es. acidi nucleici% con conseguente necrosi tissutale o carcinogenicit#.
L'idrolisi degli epossidi causata da un'epossidasi di distribuzione ubiuitaria.
L'epossidazione di alcheni terminale di tipo suicida per *!alchilazione dell'anello eme!porfirina - se il
complesso attacca il carbonio interno dell'alchene, il carbonio terminale del doppio legame pu *!alchilare
l'azoto pirrolico dell'anello porfirinico.
Kli alchini, al pari gli alcheni, sono idrossilati rapidamente.
3n ragione della posizione del triplo legame, si formano prodotti diversi - se l'attacco coinvolge il carbonio
terminale, un idrogeno migra dando origine ad un c"etene $P!0D:0:M%, che pu venir rapidamente
idrolizzato ad acido o alchilare catene laterali di proteine.
L'attacco al carbonio interno dell'alchino porta alla *!alchilazione dell'azoto pirrolico ad opera del carbonio
terminale, con formazione di un addotto cheto!eme.
-drossilazione aromatica
L'ossidazione metabolica di atomi di carbonio ad opera del +U(0BC dipende dalle isoforme coinvolte nel
processo, come dal potenziale di ossidazione del composto aromatico.
*e risultano usualmente prodotti fenolici dove la posizione dell'ossidrile controllata dal tipo di sostituenti
presenti sull'anello, in accordo con la teoria della sostituzione aromatica elettrofila.
5er esempio, un sostituente elettron!donatore favorisce l'idrossilazione para e orto, mentre un sostituente
elettron!repulsore riduce o previene la meta-idrossilazione.
.-dealc"ilazioni e ossidazioni
La dealchilazione di ammine secondarie e terziare porta rispettivamente alla formazione di ammine primarie
e secondarie e rappresenta una delle pi" importanti e freuenti reazioni metaboliche.
- ed 3-dealc"ilazioni
La -dealc"ilazione ossidativa degli eteri una reazione metabolica comune e decorre con un meccanismo
analogo a uello della *!alchilazione, ossia attraverso un [!ossidazione seguita da decomposizione
dell'emiacetale instabile ad alcol $o fenolo% e a prodotto carbonilico.
,eamminazione
La deamminazione ossidativa procede con un meccanismo simile a uello osservato nella *!dealchilazione,
cio la formazione iniziale di uno ione imminio $ CP
'
P
J
0:*P
Q
P
R
F
E
%, seguito da conversione a composto
carbonilico ed ammoniaca.
La deamminazione ossidativa pu interessare anche le ammine con sostituente sul carbonio [, come nel caso
dell'amfetamina.
,ealogenazione
*umerosi idrocarburi alogenati sono insetticidi, pesticidi, anestetici generali, plasticizzanti, solventi
commerciali, ecc..., e sono soggetti a differenti dealogenazioni metaboliche.
+lcune di ueste sostanze formano coniugati del glutatione o dell'acido mercapturico, mentre altre subiscono
la deidroalogenazione e dealogenazione riduttiva - in numerosi casi, gli intermedi possono reagire con una
variet# di molecole tissutali.
Kli idrocarburi alogenati differiscono nella loro reattivit# chimica come risultato delle propriet# elettron!
attratrici dell'alogeno sviluppano un carattere elettrofilo sul carbonio adiacente.
Kli alogeni presenti hanno anche la capacit# di stabilizzare cationi adiacenti, radicali liberi, carbanioni e
carbeni.
La deidroalogenazione ossidativa una via metabolica comune a numerosi idrocarburi alogenati2
l'ossidazione catalizzata dal +U( produce una aloidrina intermedia che pu eliminare acido alogenidrico e
formare un derivato carbonilico.
)zo- e .itro-riduzioni
3 microsomi epatici contengono, oltre ai sistemi ossidativi, dei sistemi enzimatici che catalizzano la riduzione
di azo! e nitro!composti ad ammine primarie.
.- ed 3-ssidazioni catalizzate dalla flavina mono-ossigenasi
Le principali mono!ossigenasi epatiche responsabili dell'ossidazione di numerosi farmaci, carcinogeni,
pesticidi, idrocarburi aromatici policiclici ed altri Zenobiotici azotati, solforati o fosforati, sono la citocromo
(0BC mono-ossigenasi e la mono-ossigenasi flavinica microsomiale $F*%.
La F* ha una specificit# di substrato pi" ampia di uella di +U( ed un meccanismo d'azione
completamente differente.
5oich l'attivazione dell'ossigeno si verifica prima dell'addizione del substrato, ogni composto che si lega alla
0\-idroperossiflavina diviene un potenziale substrato.
6ipicamente la F * catalizza l'ossigenazione degli eteroatomi * ed 1, ma non le reazioni di dealchilazione
di uesti eteroatomi.
&ei numerosi gruppi funzionali presenti su farmaci e Zenobiotici, solo le ammine secondarie e terziare
acicliche, cicliche, ed aromatiche, le idrossilammine e le idrazine vengono ossidate dalla F* ed escrete
nelle urine.
ssidazioni non microsomiali
ssidazione di alcoli
L'alcol deidrogenasi un enzima *+&!specifico presente nella frazione solubile che ossida la maggior parte
degli alcoli primari a corrispondenti aldeidi, mentre solo alcuni dei secondari sono convertiti in chetoni2 i
rimanenti, unitamente ai terziari, sono eliminati immodificati o come coniugati.
$la reattivit# di alcuni alcoli secondari dipendente da fattori sterici e da mancanza di affinit# del substrato
per l'enzima%
5er uanto concerne l'etanolo $0D
Q
0D
J
MD%, i due terzi vengono ossidati dall'alcol deidrogenasi e il terzo
rimanente dalla +U(%/#, il cui contributo pu aumentare nel caso di intossicazione.
L'induzione di uesta isoforma da parte dell'alcol contribuisce all'attivazione di Zenobiotici, aumentando la
vulnerabilit# dei forti bevitori nei confronti di anestetici, analgesici minori, farmaci in genere e delle sostanze
cancerogene.
3noltre l'eccessiva uantit# di acetaldeide prodotta causa epatotossicit#, perossidazione dei lipidi di
membrana e diverse alterazioni cellulari.
1ebbene si conosca da tempo la tossicit# del metanolo nell'uomo, non sorprende che si registrano ancora
delle intossicazioni dal momento che uesto alcol ha molti impieghi ed presente in numerosi prodotti di usi
correnti7 es. combustibili solidi, sverniciatori, combustibile per motori, per antigelo, ecc..
L'intossicazione orale nell'uomo legata al suo rapido assorbimento nell'intestino e si manifesta dopo molte
ore con acidosi metabolica e con disturbi visivi.
L'acidosi e la cecit# sono dovuti all'accumulo di acido formico e all'incapacit# di ossidarlo ad anidride
carbonica.
La velocit# di eliminazione del metanolo dl sangue relativamente lenta se comparata a uella dell'etanolo
- la vita media va da J!Q ore per basse concentrazioni ematiche, a J@ ore per concentrazioni molto alte.
0i sono prove del singolare comportamento dell'alcol deidrogenasi, che impiega un tempo decisamente
lungo nell'opera di ossidazione del metanolo a formaldeide.
La scoperta che il metanolo pu essere substrato di uesto enzima ha tuttavia permesso di definire strategie
terapeutiche razionali per il trattamento dell'alcol metilico - l'etanolo come substrato competitivo dell'alcol
deidrogenasi riduce la velocit# di formazione formaldeide, che ne rappresenta il metabolita tossico.
*... - la formaldeide non viene normalmente identificata nel sangue perch viene rapidamente ossidata a
formiato.
,eamminazione ossidativa delle ammine
Le monoamminoossidasi <*)$ e le diamminoossidasi <,)$ catalizzano la deamminazione ossidativa di
ammine ad aldeidi in presenza di ossigeno.
Le aldeidi prodotte sono ulteriormente metabolizzate a corrispondenti alcoli o acidi.
La *) un enzima flavinico della membrana mitocondriale che catalizza la deamminazione ossidativa
delle monoammine, secondo lo schema7
R-+H
%
-.H
%
?
%
J R-+H ? .H
0
?
3 substrati di uesto enzima includono numerose monoammine, ammine secondarie e terziarie in cui l'azoto
deve essere legato ad un carbonio non sostituito.
La presenza di un solo sostituente riduce sensibilmente l'attacco di *) come si osserva per amfetamina ed
efedrina, che sono tuttavia ossidate dalla +U(.
*el caso di ammine secondarie o terziarie, gruppi alchilici pi" grandi del metile o ramificati inibiscono
reversibilmente la *).
La *) svolge un ruolo importante nel controllo della degradazione metabolica delle catecolamine e della
serotonina nel tessuto nervoso, mentre la *) epatica preposta all'inattivazione delle monoammine
circolanti o di uelle che sono prodotte nel tratto K!3 e uindi portate in circolo.
1i conoscono almeno due tipi di *) - *)-) e *)-5, che si differenziano per il substrato e per gli
inibitori.
La *)-) principalmente localizzata nei terminali adrenergici periferici e ha come substrati preferenziali
la serotonina e le catecolamine $adrenalina, nor!adrenalina e dopamina%, mentre la *)-5 si trova
principalmente nelle piastrine ed ha selettivit# per le \!feniletilammine lipofile.
1i trovato che l'*(T( $'!metil!R!fenil!',J,Q,@!tetraidropiridina%, un contaminante nella sintesi di esteri
invertiti delle meperidina $demerol%, una neurotossina altamente selettiva delle cellule dopaminergiche,
capace di causare parGinsonismo.
La neurotossicit# dell'/565 associata alla distruzione di cellule della sostanza nera con concomitante
severa riduzione dei livelli di dopamina, nor!adrenalina e serotonina.
La rimarchevole neurotossicit# di uesta molecola comporta una successione di eventi che iniziano con
l'attivazione a *((
?
$catione '!metil!fenilpiridinio% ad opera della *)-5, il suo accumulo nel neuroni
dopaminergici negrostriatali e finale inibizione della fosforilazione ossidativa.
Questa inibizione causa un danno mitocondriale cui fa seguito apoptosi.
Le diammine o D
J
*!$0D
J
%
n
!*D
J
con n f@ mostrano scarsa affinit# per la *) e rimangono immodificate2
con l'aumentare di n, cio della distanza tra i gruppi amminici, la velocit# di ossidazione aumenta8
La diamminoossidasi presente nei reni, intestino, fegato, polmoni e tessuto nervoso2 controlla gli effetti
biologici dell'istamina e delle polimetilendiammine putrescina e cadaverina.
-drolisi
Kli esteri e le ammidi sono idrolizzate, in linea generale, nel sangue, nei microsomi epatici, nel rene e in altri
tessuti.
3n particolare gli esteri e certe ammidi sono rapidamente idrolizzati da un gruppo di enzimi chiamati
carbossiesterasi.
3n molti casi, l'idrolisi di un legame estereo o ammidico di una sostanza tossica causa la sua bio!inattivazione
a metaboliti facilmente escreti.
Le carbossiesterasi comprendono la colinesterasi, le carbossiesterasi microsomiali epatic"e ed altre non
classificate
Reazione di coniugazione dei farmaci H F)3/ --
Le reazioni di coniugazione rappresentano uno step di cruciale importanza nel processo di biotrasformazione
degli Zenobiotici.
Queste sostanze sono in genere lipofile, vengono ben assorbite, ma eliminate lentamente con le urine.
5roprio la coniugazione agisce incrementandone la solubilit# e agevolandone l'eliminazione attraverso
l'escrezione urinaria o biliare.
5er molto tempo si ritenuto che le principali reazioni di coniugazione segnassero la fine dell'azione
farmacologica, con la formazione di metaboliti inattivi facilmente eliminabili.
Questo modo di vedere cambi radicalmente uando si scopr4 che il @!glucuronide della morfina aveva
un'attivit# analgesica superiore a uella della stessa morfina e che il minoZidil solfato il metabolita attivo
$anti!ipertensivo% del minoZidil.
5er la maggior parte dei farmaci come degli Zenobiotici, la coniugazione rappresenta un meccanismo di
detossificazione anche se noto che alcuni intermedi sono coinvolti nella carcinogenesi, nelle reazioni
allergiche e in danni tissutali.
La seuenzialit# delle coniugazioni di una stessa sostanza pu dare origine ad una variet# di prodotti, come
nel caso dell'acido salicilico.
Lo Zenobiotico pu infatti essere il substrato di pi" di un enzima metabolizzante - le diverse vie possono
competere tra loro8
3l risultato una gamma di metaboliti escreti con le urine o con le feci.
+oniugazione con acido glucuronico
La pi" comune via di metabolizzazione degli Zenobiotici la glucuronazione2 la sua importanza trova
giustificazione nella grande disponibilit# di acido glucuronico nel fegato e nella variet# dei gruppi funzionali
con cui pu interagire.
3 glucuronidi cos4 prodotti sono invariabilmente inattivi.
La reazione comporta la condensazione diretta dello Zenobiotico di un prodotto proveniente dalla Oase 3 con
la forma attiva dell'acido glucuronico, l' acido uridindifosfoglucuronico $P,(7)%.
La reazione tra P,(7) e lo Zenobiotico catalizzata dalla P,(-glucuronil-transferasi, un enzima
microsomiale presente perlopi" nel fegato.
+ seconda dei gruppi funzionali coinvolti, i glucuronidi hanno nomi diversi7
alcoli e fenoli - eteri!glucuronidi $-glucuronidi%
acidi carbossilici aromatici o alifatici - esteri glucuronidi $-acilglucuronidi%
ammine aromatiche - .-glucuronidi
composti solfidrici - 3-glucuronidi
0omposti endogeni come steroidi, bilirubina e tiroZina sono usualmente coniugati con l'acido glucuronico.
*on tutti i glucuronidi vengono eliminati per via renale - alcuni sono escreti nel tratto intestinale dove la
\!glucuronidasi presente nella flora batterica idrolizza l'acilglucuronide ad aglicone $Zenobiotico o suoi
metaboliti%, che viene riassorbito nella circolazione portale.
La solfoconiugazione e la glucuronazione hanno luogo in concomitanza e spesso competono per lo stesso
substrato $pi" comunemente fenoli - es. paracetamolo% ed il bilancio tra i due influenzato da diversi fattori
come specie, dose, disponibilit# di co!substrati ed inibizione<induzione delle rispettive transferasi.
3olfoconiugazione
La solfoconiugazione la principale via metabolica per catecolamine, ormoni steroidei, tiroZina, acidi
biliari, farmaci fenolici e sostanze estranee.
La solfoconiugazione consiste nel trasferimento dell'anione solfato in forma attiva, cio come &4-
fosfoadenosina-B4-fosfosolfato <()(3$ ad un accettore, una reazione catalizzata dalle solfotransferasi.
3l ()(3 si forma enzimaticamente da +65 e solfato inorganico.
*ell'uomo, le solfotransferasi sono presenti nel fegato, nell'intestino tenue, nel cervello, nei reni e nelle
piastrine.
La riserva complessiva di ()(3 in genere limitata e pu dunue esaurirsi rapidamente - con dosi
crescenti di farmaco, uesto meccanismo risulta essere sempre meno importante.
+l pari della glucuronazione, la solfoconiugazione una reazione di detossificazione, anche se noto che
alcuni solfoconiugati sono farmacologicamente attivi.
3 solfoconiugati sono escreti principalmente le urine, ma l'eliminazione biliare pi" comune con gli steroidi.
*ell'intestino, i solfoconiugati biliari possono venir idrolizzati dalle solfatasi nei prodotti di partenza o nei
loro metaboliti, in parte riassorbiti ed escreti definitivamente con le urine.
,n importante sede della solfoconiugazione, specie dopo somministrazione orale, l'intestino7 il risultato
un effetto di primo passaggio che riduce la biodisponibilit# di numerosi farmaci per i uali la
solfoconiugazione rappresenta la via metabolica principale.
La competitivit#, a livello intestinale, della solfoconiugazione tra substrati pu influenzare la loro
biodisponibilit# con aumento o diminuzione degli effetti terapeutici - un esempio potrebbe essere la
somministrazione contemporanea di paracetamolo e del contraccettivo orale etinilestradiolo.
+oniugazioni con amminoacidi
La coniugazione con ++ rappresenta un'importante via di metabolizzazione di farmaci e Zenobiotici
carbossilati.
L'amminoacido pi" comune la 71-+-.) e la reazione ha luogo tra il carbossile dello Zenobiotico ed il
gruppo amminico dell'amminoacido, con formazione del legame ammidico $o peptidico%.
3n uesta reazione lo Zenobiotico deve prima essere attivato ad acil-coenzima ) $un tioestere% - la
formazione dell's!acil coenzima + rappresenta uno stadio fondamentale nel metabolismo intermedio di
diversi lipidi.
Kli Zenobiotici con funzione carbossilica $acidi%, oltre ai coniugati con glicina, vengono anche metabolizzati
come glucuronidi7 in ogni caso il loro destino dipendente dalle dimensioni e dalla natura dei sostituenti
adiacenti al carbossile.
La maggior parte degli acidi alifatici vengono completamente ossidati e dunue non subiscono coniugazione2
uelli ramificati, aromatici o arilalifatici sono resistenti alla \!ossidazione e formano coniugati con la glicina
o con l'acido glucuronico.
*... - la sostituzione sul carbonio [ favorisce la coniugazione con l'acido glucuronico888
L'acido benzoico e gli acidi eteroaromatici si coniugano principalmente con la glicina.
*ell'uomo, gli acidi fenilacetici $ma pi" in generale arilacetici% formano coniugati con la glutammina.
+ differenza di vari coniugati, si osservato che i complessi Zenobiotico!++ sono *M*!tossici.
)cetilazione
L'acetilazione riguarda fondamentalmente gruppi amminici e consiste nella reazione tra l' 3-acetil coenzima
) ed ammine aromatiche ed alifatiche primarie, amminoacidi, idrazina e gruppi solfonammidici.
La sede primaria di ueste reazioni il fegato, sebbene siano state individuate anche aree eZtra!epatiche.
L'esistenza di un polimorfismo nella velocit# di acetilazione ha importanti conseguenze nella farmacoterapia
e nella tumorigenicit# degli Zenobiotici.
3l polimorfismo di acetilazione stato associato a differenze nella tossicit# dei farmaci nell'uomo tra due
fenotipi di acetilatori - R)(-,- vs 1/.T-.
Kli acetilatori lenti sono pi" esposti alla tossicit# e accumulano pi" alte concentrazioni di farmaco non
acetilato.
5er alcuni farmaci, tuttavia, la rapida acetilazione po' esporre a rischi di tossicit# epatica maggiori di uella
legata all'acetilazione lenta, perch si possono formare degli intermedi tossici in grandi uantit#.
+oniugazione con glutatione e sintesi mercapturica
Kli acidi mercapturici sono gli 1!derivati della *!acetilcisteina prodotti a partite dal glutatione ridotto
$73H%.
1i ritiene comunemente che la maggior parte dei composti come acidi mercapturici sia inizialmente
coniugata con il glutatione ad opera di un enzima chiamato glutatione-3-transferasi, presente nella frazione
solubile delle cellule.
La glutatione transferasi favorirebbe la ionizzazione del gruppo tiolico del K1D, aumentando la sua affinit#
per gli elettrofili, in particolare verso uelli potenzialmente dannosi, proteggendo cos4 i centri nucleofili
presenti nelle cellule, come acidi nucleici e proteine.
&opo coniugazione con K1D, gli elettrofili vengono eliminati con le urine o con la bile.
*umerosi gruppi funzionali danno con il K1D dei tioeteri, ma anche altri derivati.
La reazione pu essere vista come risultante da un attacco nucleofilo da parte del K1D su un carbonio
elettrofilo portante, come gruppi uscenti, alogeni, solfati e nitrati.
3n generale, la coniugazione di un elettrofilo con K1D rappresenta una reazione di detossificazione, ma non
da trascurare l'esistenza di alcuni Zenobiotici che vengono attivati da uesta via metabolica e che risultano
essere cancerogeni.
La via dell'acido mercapturico sembra uasi essere disposta a presidio contro l'epatotossicit# e
cancerogenicit# indotta da Zenobiotici, come detossificante di una grande variet# di sostanze dannose che
vengono inalate, ingerite e prodotte metabolicamente nel corso della giornata.
*etilazione
La - e .-metilazione una normale reazione biochimica che sembra avere maggiore significato pi" per i
composti endogeni che per uelli esogeni.
La metilazione differisce da altri processi coniugativi poich il prodotto che si forma possiede, in alcuni casi,
un'attivit# farmacologica superiore a uella del prodotto di partenza $conversione della nor!adrenalina in
adrenalina88%.
La metilazione viene effettuata ad opera della metionina, che trasferisce il gruppo metilico tramite un
intermedio attivato, la 3-adenosilmetionina, ad un substrato in una reazione mediata da una metil-
transferasi.
3 prodotti finali possono essere7
#$ -metilati
%$ .-metilati
&$ 3-metilati
La -metilazione catalizzata da un enzima /g!dipendente, la catecol -metil transferasi <+*T$, che
trasferisce un metile all'ossidrile catecolico meta.
1ubstrati specifici per la +*T sono rappresentati da catecolamine $adrenalina, nor!adrenalinam dopamina%,
amminoacidi, &M5+, [!metil &M5+, ecc.
La +*T si trova distribuita nel fegato, nei reni, nel 1*0 e anche in altri tessuti.
La .-metilazione di derivati amminici rappresenta una delle tante vie di biotrasformazione delle ammine7 la
reazione catalizzata da specifiche .-metil transferasi che trasportano il gruppo metilico dalla 3)*
all'accettore.
L'ammina .-metil transferasi un metilante non specifico che *!metila una variet# di ammine biogene
endogene $serotonina, triptamina, nor!adrenalina, dopamina% e di farmaci $amfetamina, normorfina%.
3 tioli sono considerati delle sostanze tossiche, per cui il ruolo della 3-metiltransferasi di tipo
detossificante.
La 1!metilazione di composti solfidrilici avviene ad opera della 3)* in presenza di un sistema enzimatico
microsomiale.
Questa biotrasformazione interessa soprattutto composti esogeni - molecole endogene non sono mai
substrati di uesto complesso enzimatico.
(1-*RF-3* 7/./T-+
La variabilit# della risposta terapeutica individuale ad una stessa dose di farmaco pu dipendere da
alterazioni del metabolismo come dall'assorbimento, dalla distribuzione e dell'escrezione del farmaco.
,na riduzione dell'attivit# metabolica pu causare un aumento della concentrazione ematica del farmaco,
esponendo il soggetto ai rischi relativi della tossicit# intrinseca della molecola assunta.
&'altra parte, un'eccessiva velocit# di metabolizzazione pu inficiare l'efficacia della strategia terapeutica per
cui si optato.
La grande variabilit# del metabolismo dei farmaci +U(0BC-dipendenti non pu trovare spiegazione solo in
termini genetici, ma si presume riguardi altri fattori come l'induzione enzimatica, la funzionalit# epatica,
malattie, sesso, et#, esercizio fisico, esposizione occupazionale, farmaci , ritmi circadiani, dieta, funzionalit#
renale, stress, inedia, assunzione di alcolici e fumo.
Le variazioni individuali nel metabolismo nel metabolismo dei farmaci e di altri Zenobiotici conseguenza
di diversit# genetiche nell'espressione naturale di un'isoforma +U(0BC.
1i ritiene che i fattori genetici abbiano un importante impatto sul metabolismo ossidativo88
3l polimorfismo tipo debrisoc"ina stato molto studiato dopo che la scoperta che i soggetti che
metabolizzavano la debrisochina in misura modesta mostravano anche un alterato metabolismo di altri JT
farmaci e pi" farmaci comprendenti antiadrenergici \!bloccanti, antiaritmici, antidepressivi, oppiodi.
3l polimorfismo tipo debrisoc"ina=sparteina rappresenta una variazione clinicamente importante che si
palesa con due fenotipi, i metabolizzatori estensivi $/* J /xtensive *etabolizer$ e i metabolizzatori
scadenti <(* J (oor *etabolizer%.
Iiene ereditato come tratto autosomico recessivo.
3 soggetti con fenotipo (* sono caratterizzati da perdita della stereoselettivit# della +U(%,K nelle reazione
di idrossilazione, mentre uelle di dealchilazione certamente minore.
3 fenotipi (* rappresentano il S!'TU della popolazione caucasica, il JU di uella orientale e 'U di uella
arabica.
3n ragione della diversa velocit# di metabolizzazione tra i due fenotipi, si pu prevedere che debbano
necessariamente esistere notevoli differenze nelle concentrazioni dei substrati di +U(%,K, con il risultato
che l'effetto terapeutico sar# soggetto ad un'ampia variabilit# - i soggetti (* possono arrivare a
concentrazioni 'T!QT volte superiori a uelle riscontrabili nei soggetti /*.
,n secondo polimorfismo genetico ben studiato riguarda la 0-ossidrilazione aromatica, stereoselettiva
dell'anticonvulsivante mefenitoina, catalizzato da +U(%#X.
1i tratta di un tratto autosomico recessivo presente nel Q!SU dei caucasici e nel '_!JQU dei giapponesi.
*ei metabolizzatori normali, la 3-mefenitoina largamente idrossilata nella posizione R del fenile prima
della sua glucuronazione e rapida escrezione urinaria, mentre la R-mefenitoina lentamente *!demetilata a
nirvanolo, metabolita attivo.
3 (* pare siano sprovvisti di attivit# stereospecifica 3-mefenitoina idrossilasi, cos4 che entrambi gli
enantiomeri vengono *!demetilati a nirvanolo, che finisce con l'accumularsi.
,n terzo polimorfismo genetico uello del +U(%+X.
Wsistono due varianti di uesto enzima bene caratterizzate ciascuna con mutazione nella struttura primaria.
L'allele +U(%+X [% codifica una mutazione +rg'RR<0js, con conseguente alterata interazione funzionale
con la (0BC riduttasi.
L'altra variante allelica, +U(%+X [& codifica per un enzima che presenta la mutazione 3leQS(Leu, dotato di
pi" bassa affinit# per molti substrati2 in uesti soggetti, per esempio, la clearance del garfarin pari solo al
'TU di uella normale.
F)R*)++-./T-+)
La farmacocinetica la branca della farmacologia che studia il movimento del farmaco nell'organismo -
definita anche come l'azione dell'organismo sul farmaco.
Le tappe della farmacocinetica sono7
'% +11MP.3/W*6M
J% P35+P63c3M*W
Q% LWK+/W O+P/+0M5PM6W30M
R% /W6+.ML31/M
S% W10PWc3M*W
&i ueste, solo assorbimento, ripartizione ed escrezione sono tappe obbligate2 le altre tappe possono essere
considerate facoltative, nel senso che non tutti i farmaci ad azione sistemica devono necessariamente legarsi
a proteine $es. litio% o essere metabolizzate $es. antibiotici aminoglucosidici%.
(assaggi di membrana
La membrana cellulare formata da un doppio strato di molecole fosfolipidiche $molecole anfipatiche -
estremit# polare E estremit# apolare% orientate perpendicolarmente, in cui possibile apprezzare la presenza
di proteine globulari, che esplicano importanti funzioni in merito alla necessaria interazione tra il comparto
intracellulare ed eZtracellulare.
La struttura della membrana non rigida, ma si tratta di una struttura dinamica dotata di una certa plasticit#,
per cui ci si riferisce a tali propriet# nei termini di una teoria del mosaico fluido.
5roprio in ragione delle caratteristiche della membrana, risulta chiaro come solo i farmaci apolari riescano ad
attraversarla liberamente.
3l meccanismo con cui ci avviene definito diffusione lipidica $o passiva o semplice%.
3n realt#, i farmaci che si adsorbono alla membrana cellulare vengono raramente a trovarsi completamente in
forma ionizzata o *M*!ionizzata, ma perlopi" sono presenti in parte nell'una e in parte nell'altra.
+lla luce di uanto test riportato, risulta chiaro come il calcolo delle due diverse uote sia di fondamentale
importanza per definire l'andamento di una terapia.
Questo calcolo reso possibile dall'e!uazione di Henderson-Hasselbalc".
1econdo tale euazione, la concentrazione non ionizzata $+2.2-2% di farmaco pu essere cos4 calcolata7
farmaci a carattere )+-, - pK @ pH
farmaci a carattere 5)3-+ - pH @ pK
3 valori che si ottengono sono gli esponenti a base 'T del rapporto tra la concentrazione non ionizzata e la
concentrazione ionizzata $uest'ultima assunta a '%.
La +2.2-2 dipende dunue da uesti due parametri7
pK - funzione della sostanza
pH - funzione del distretto dell'organismo in cui avviene il passaggio
/entre il pK dei farmaci non modificabile, possibile invece modificare il pH di alcuni distretti
dell'organismo e dunue ottenere variazioni dell'assorbimento, della ripartizione e dell'escrezione dei
farmaci.
La profondit# dell'anestesia da barbiturici pu essere variata modificando il pD del sangue7 essa aumenta con
l'acidificazione e si riduce con l'alcalinizzazione - i barbiturici sono sostanze a carattere acido.
*ell'avvelenamento da barbiturici si ricorre, per facilitarne l'escrezione urinaria, alla somministrazione di
sostanza capaci di alcalinizzare le urine.
/a pK e pH non sono gli unici fattori del passaggio transmembrana.
,n terzo fondamentale fattore rappresentato dalla liposolubilit'.
.arbiturici come tiopentale e pentobarbitale, pur avendo pK pressoch uguali, hanno profili farmacocinetici
molto dissimili proprio in ragione del differente coefficiente di ripartizione lipidi=ac!ua.
Kli aspetti test descritti sono strettamente riconducibili al passaggio di molecole apolari2 per uanto
concerne le molecole caratterizzate da un momento elettrico dipolare, possibile far riferimento a diversi
meccanismi.
3l passaggio attravverso i pori riservato a molecole le cui dimensioni siano inferiori al diametro della
proteina di membrana che funge da canale - si tratta di molecole con peso inferiore a 'ST &alton7 acua,
etanolo, urea, glicerolo, litio, ecc.
*ella diffusione facilitata, un carrier media il transito di molecole le cui dimensioni sono tali da
rappresentare un ingombro sterico insormontabile per la semplice filtrazione.
3n ragione della presenza di una proteina che viene a complessarsi con la molecola oggetto di interesse,
logico presumere che siano evidenziabili i tratti specifici della cinetica enzimatica, su tutti selettivit',
saturabilit' e competizione tra analog"i strutturali.
3l trasporto attivo, pur simile alla diffusione facilitata per uanto riguarda la presenza di una proteina carrier,
differisce da uest'ultimo per il movimento contro gradiente di concentrazione che viene a definirsi.
La glicoproteina ( il principale trasportatore implicato nel trasporto attivo.
1i tratta di una proteina glicosilata del peso di '`T ?da, appartenente alla superfamiglia dei trasportatori
)5+, la cui azione di passaggio basata sull'idrolisi dell'+65.
V costittutiva negli enterociti, dove trasporta gli Zenobiotici dal sangue all'epitelio, riducendone
l'assorbimento, nonch nelle cellule tubulari renali e nella membrana canalicolare biliare degli epatociti,
dove media l'escrezione.
V altres4 costitutivamente espressa nelle diverse barriere $emato-encefalica> emato-li!uorale> emato-
testicolare ed emato-placentare%.
+cuista connotati patologici uando la sua espressione risulta aumentata a seguito della trasformazione
neoplastica, dove responsabile della resistenza acuisita a determinati farmaci2 viene perci denominata
anche *,R# $multi-drug resistance #%.
+ltri fattori sono la grandezza molecolare, il gradiente di concentrazione, la velocit' di circolo, l'area utile
e lo spessore della membrana.
6utti uesti elementi trovano il loro significato all'interno dell'e!uazione di Fick, sulla cui discussione si
rimanda ad altri capitoli.
5er completare il uadro dei possibili meccanismi attraverso cui si pu realizzare il passaggio di una
molecola attraverso la membrana cellulare, d'uopo considerare anche il meccanismo dell' endocitosi.
Wsso consente il passaggio di molecole anche di grosse dimensioni88
1e vie di somministrazione dei farmaci
Le vie di somministrazione dei farmaci possono essere divise in /.T/R)1- e ()R)/.T/R)1-, ciascuna
delle uali presenta poi ulteriori suddivisioni.
5er ognuna delle vie in uestione, i farmaci possono entrare in contatto con l'organismo ed esplicare la
propria azione topica o sistemica.
1i intende per azione topica $o locale% l'azione che il farmaco esplica nel suo punto di applicazione.
1i intende per azione sistemica $o generale% l'azione che il farmaco esplica in un punto diverso da uello del
suo sito di applicazione.
8ie enterali
8ia orale
*ella somministrazione orale dei farmaci, la prima possibilit# che il farmaco sia trattenuto nel cavo orale2
in tal caso pu esplicarsi l'azione topica $es. collutorio% o sistemica $es.. nitroderivati%, dove si realizza
l'assorbimento sub!linguale.
La via che il farmaco percorre una volta assorbito uella della vie giugulari.
*el raggiungere l'organo bersaglio non dovr# dunue attraversare il fegato, evitando l'effetto di primo
passaggio.
1ovente, l'assunzione di un farmaco per via orale presagisce il suo passaggio nel canale gastrico, dapprima lo
stomaco e successivamente l'intestino.
+nche a livello gastrico i farmaci possono essere associati ad un'azione topica $es. inibitori della pompa
protonica% o agire a livello sistemico2 perch ci possa avvenire, essi dovranno possedere caratteristiche
chimico!fisiche tali da consentire alla mucosa di assorbirli facilmente.
La maggior parte degli Zenobiotici che riconoscono nello stomaco lo scenario ideale per svolgere il proprio
compito sono acidi deboli, cos4 da poter avere un'elevata concentrazione di molecole non ionizzate al pD
presente nel lume gastrico $es. acido acetilsalicilico, barbiturici, ecc..%.
5roseguendo nel tratto digerente in senso ab orale, si incontra l'intestino tenue, dove si ribadisce la duplice
possibile azione dei farmaci fagocitati.
6aluni agiscono localmente, producendo turbamenti cellulari tali da implementare la motilit# intestinale e
favorire la progressione del bolo alimentare.
5er uanto riguarda i farmaci ad azione sistemica, in virt" dell'attivit# esocrina pancreatica che si palesa con
la liberazione di un ingente uantitativo di bicarbonato a tamponare l'acidit# gastrica, i farmaci
maggiormente assorbibili sono le basi deboli $es. alcaloidi - atropina, scopolamina, ecc.%.
1ebbene gli aspetti relativi al grado di ionizzazione siano certo utili per comprendere i meccanismi attraverso
cui si realizza una fase dell'assorbimento, essi risultano tuttavia trascurabili se paragonati alle variabili di cui
funzione la diffusione semplice.
+ parit# di concentrazione non ionizzata, l'assorbimento intestinale sar# certamente maggiore di uello
gastrico, ci in ragione della maggior area garantita dalla presenza dell'orletto a spazzola.
1ia a seguito dell'assorbimento gastrico, che di uello intestinale, la via percorsa dai farmaci uella della
vena porta.
&al momento che il fegato il principale organo della metabolizzazione, il passaggio attraverso i vasi epatici
comporta sia una parziale riduzione dell'efficacia dei farmaci sia una riduzione della possibile tossicit#.
8ia rettale
+nche per la via rettale i farmaci possono agire sia a livello locale $es. anti!emorroidari% che sistemico.
L'assorbimento si svolge in parte attraverso le vene emorroidarie inferiori e medie $tributaria dell'iliaca
interna e dunue della cava inferiore% ed in parte attraverso le vene emorroidarie superiori $tributarie della
vena mesenterica inferiore e uindi della vena porta% - il fegato organo di primo passaggio al STU circa
$la sua azione ha pertanto caratteristiche intermedie tra la via sublinguale e uella orale p.d.%.
,na caratteristica che va certamente considerata in merito a uesta via di somministrazione l'estrema
variabilit# interindividuale $finanche intraindivuale%, che la rende assai poco affidabile.
8ie parenterali
8ie iniettive
Le vie iniettive pi" freuentemente utilizzate sono la via sottocutanea, la via intramuscolare e la via
endovenosa.
L'azione operata dai farmaci somministrati per tali vie sono perlopi" sistemici, con alcune eccezioni, come
gli anestetici locali.
L'utilizzo di vie cos4 dirette per raggiungere il torrente ematico consente di ottenere un'azione rapida, intensa
e non disgiunta dal rischio di effetti tossici - il fegato viene bj!passato.
3n linea generale, non tutte le vie iniettive consentono di ottenere una risposta in tempi brevi7 la
somministrazione per vie sottocutanea, proprio per le sue caratteristiche, vede nell'assorbimento una tappa
limitante nella diffusione del farmaco, ci in ragione della minor vascolarizzazione rispetto, per esempio, a
uanto accade nel muscolo.
8ia della cute e delle mucose esterne
W' rappresentata dal mantello sottocutaneo e dalle mucose esterne nasale> congiuntivale> uretrale e vaginale.
5er uanto riguarda l'azione topica, esistono diverse categorie di farmaci.
5er ci che concerne l'azione sistemica, va fatta una netta distinzione tra cute e mucose esterne.
La cute in genere impermeabile agli Zenobiotici, eccezion fatta per alcuni rari composti organofosforici
$insetticidi%.
L'impermeabilit# della cute garantita dalla presenza dello strato corneo.
La cute pu per diventare permeabile ai farmaci in talune condizioni7
'% soluzioni di continuo
J% asportazione dello strato corneo
Q% in presenza di una corrente galvanica $corrente continua di bassa intensit#% - la ionoforesi la
pratica clinica di introdurre attraverso la cute farmaci ionizzabili facendo ricorso a uesta corrente
R% per idratazione dello strato corneo
Quest'ultima misura uella comunemente messa in atto nelle preparazioni farmaceutiche destinate
all'assorbimento percutaneo.
3l cerotto transdermico, applicato su un tratto di cute, impedisce l'evaporazione dell'acua cutanea2
uest'ultima, accumulandosi sotto il cerotto, idrata lo strato corneo e lo rende permeabile ai farmaci.
5er via transdermica si ottiene in genere un'azione lenta, di media intensit# e di lunga durata.
+ differenza della cute, le mucosa esterne offrono buone possibilit# di assorbimento ai farmaci, ma non sono
molti i farmaci che vengono somministrati in uesto modo $es. calcitonina spraj nasale%.
8ia respiratoria
3 farmaci introdotti nelle vie aeree possono svolgere azione topica o sistemica.
Wsplicano azione topica, ad esempio, i mucolitici, gli antiinfiammatori e i chemioantibiotici.
1volgono invece azione sistemica un numero estremamente limitato di farmaci, rappresentati soprattutto da
anestetici generali gassosi e liuidi volatili.
Questi hanno come organo bersaglio il 1*0.
8ia endoarteriosa
0onsiste nella somministrazione del farmaco nel lume di un'arteria.
L'iniezione viene effettuata alla radice dell'arto superiore, arteria omerale, arteria femorale, ed fatta seguire
dall'applicazione nella stessa sede di un laccio che rallenta per alcuni minuti il circolo venoso refluo dell'arto.
3 farmaci somministrati per uesta via appartengono di solito ad una di ueste tre categorie7
'% chemio!antibiotici
J% anti!neoplastici
Q% vasodilatatori
6ali farmaci vengono dati per uesta via in casi di particolare gravit# e uindi alloruando sia richiesto loro
di agire con inusitata rapidit#.
,n altro obiettivo raggiungibile attraverso il ricorso all'endoarteriosa la riduzione del dosaggio, soprattutto
per i farmaci citostatici $indice terapeutico uguale a '%.
8ia endocardiaca
0onsiste nella somministrazione del farmaco in una cavit# cardiaca.
V una via rara, praticamente limitata alla sola somministrazione di adrenalina nell'arresto cardiaco.
8ia delle sierose
La via endopericardica viene evitata essendo altamente pericolosa.
+nche la via endoperitoneale non viene utilizzata, poich il peritoneo un tessuto altamente suscettibile di
infezione a seguito di introduzione di un ualsiasi farmaco - unica eccezione la somministrazione di
antineoplastici in caso di tumori peritoneali.
La via endopleurica l'unica via endosierosa praticata con una certa freuenza2 consiste nell'introduzione
del farmaco direttamente nel cavo pleurico $azione locale%.
8ia endorac"idea <o endovertebrale o endotecale$
0onsiste nella somministrazione del farmaco all'interno dello speco vertebrale.
L'azione ottenuta di tipo loco!regionale, in uanto il farmaco agisce dapprima nel punto di introduzione,
irradiando poi l'azione ai punti che riesce a raggiungere mediante la diffusione attraverso il liuor.
Iengono somministrati per tale via i farmaci che non passano la barriera emato!encefalica $es. streptomicina
- terapia della meningite tubercolare%.
V d'uopo sottolineare come le meningi acutamente infiammate, a differenza delle meningi normali, siano
certamente pi" permeabili al passaggio dei farmaci e ci permette di sortire l'effetto desiderato anche
attraverso la somministrazione di generose dosi di farmaco per vie endomuscolare.
8ia epidurale e para-vertebrale
0onsistono nella somministrazione di farmaci, per lo pi" anestetici locali, all'esterno della dura o nelle
adiacenze della colonna vertebrale.
3l farmaco non viene introdotto nello speco vertebrale, ma iniettato esternamente ad esso, in vicinanza di
tronchi o radici nervose.
8ia intracranica o intraventricolare
1i tratta della somministrazione di un farmaco nei ventricoli laterali degli emisferi cerebrali.
5oich l'iniezione viene effettuata attraverso una fontanella della scatola cranica, uesta via pu essere
praticata piuttosto agevolmente nei bambini al di sotto dei due anni.
&ai due anni in su, richiede la trapanazione del cranio.
3 farmaci cos4 introdotti sono soprattutto antibiotici indicati nelle gravi meningiti alte.
8ia intraarticolare
1omministrazione del farmaco direttamente nell'articolazione - i farmaci utilizzati sono antibiotici e
cortisonici.
8ia intradermica
0onsiste nella somministrazione di un farmaco nello spessore della cute.
La via di somministrazione preferita uella orale, in uanto consente l'autosomministrazione e
difficilmente comporta inconvenienti di sorta.
3l ricorso alle vie iniettive dettato da vari motivi7
'% farmaco
J% paziente
Q% malattia
3 motivi inerenti al farmaco sono rappresentati da alcune caratteristiche negative che il farmaco pu avere,
come la mancanza di assorbimento per os $es. amminoglucosidi%, l'inattivazione a livello gastro!intestinale
$insulina e penicillina K% ed epatico $testosterone%.
3 motivi riconducibili al paziente sono costituiti da situazioni patologiche che impediscono l'utilizzo della via
orale $coma% o la sconsigliano $disturbi gastro!intestinali%.
5er i motivi inerenti alla malattia si fa riferimento alla forme morbose che, per la particolare gravit# od
urgenza, richiedono una strategia terapeutica intensa ed immediata.
La via iniettiva che consente l'attivit# pi" intensa e pi" rapida l'endovenosa, la uale presenta sia vantaggi
che svantaggi.
3 vantaggi sono rappresentati dall'effetto immediato, dalla possibilit# di controllo della somministrazione e
dalla possibilit# di poter utilizzare farmaci con range terapeutico ristretto $es. Lidocaina - range compreso
tra ' e R >g<mL2 la fleboclisi molto lenta consente di poter mantenere costante la concentrazione plasmatica%.
5er ci che riguarda gli svantaggi, il farmaco introdotto non pu pi" essere sottratto all'organismo $nella
somministrazione per os si pu far ricorso a farmaci emetici o purganti%.
,n'iniezione troppo veloce pu avere effetti devastanti2 si parla in tal caso di effetto bolo, caratterizzato da
disturbi cardio!circolatori e respiratori.
)33R5-*/.T
W' il passaggio del farmaco dall'ambiente esterno o da una cavit# dell'organismo nel circolo venoso.
5er i farmaci ad azione sistemica, rappresenta una tappa farmacocinetica obbligata.
La somministrazione per via endovenosa consente tuttavia di saltare uesta tappa - il farmaco viene
iniettato direttamente nel torrente ematico.
R-()RT-E-./
W' la distribuzione del farmaco nei tre compartimenti dell'organismo, vascolare> extracellulare e cellulare.
L'elettiva distribuzione del farmaco all'organo!bersaglio, con una concentrazione di farmaco in tale organo
almeno J!Q volte superiore a uella del sangue, nota come organotropismo.
L'organismotropismo non sempre sinonimo di attivit# - oltre che nell'organo target, alcuni farmaci
possono raggiungere elevate concentrazioni anche in tessuti in cui non esplicano alcun effetto terapeutico.
V il caso dei glucosidi della digitale che, oltre a distribuirsi nel muscolo cardiaco, raggiungono elevate
concentrazioni anche nella muscolatura dell'iride, dove non provocano alcuna risposta.
,na classe di farmaci, i chemio!antibiotici, non hanno selettivit# di organo, ma selettivit# di agente patogeno.
*ell'ambito di uella che pu essere considerata una certa elettivit#, essi andranno accumulandosi nei
patogeni cui responsivi, indipendentemente dal distretto dell'organismo in cui si trovano, eccezion fatta per le
diverse barriere.
*ella distribuzione dei farmaci agli organi, a seguito di una somministrazione endovenosa in bolo, si
distingue una fase iniziale, della durata di alcuni minuti, in cui il farmaco raggiunge gli organi pi"
vascolarizzati, ed una seconda fase, che va da diversi minuti ad alcune ore, in cui il farmaco raggiunge i
distretti meno vascolarizzati.
&al momento che il farmaco si trova nel torrente ematico, necessario valutare anche la tendenza di ueste
molecole a complessarsi con le proteine plasmatiche e con uelle dei comparti cellulare ed eZtracellulare.
0on esse il farmaco pu stabilire legami inerti, uando dal legame non derivano effetti farmacodinamici, o
legami attivi con le proteine recettoriali, da cui originano effetti farmacodinamici.
L'effetto farmacologico finisce generalmente a seguito di metabolismo ed escrezione.
5u per anche esaurirsi a seguito di ridistribuzione del farmaco dal suo sito di azione al sangue.
0lassico l'esempio del tiopentale7 l'azione immediata poich il 1*0 viene raggiunto nella prima fase di
distribuzione $l'encefalo riccamente vascolarizzato%, ma l'effetto si esaurisce subito dopo la cessazione della
somministrazione per endovenosa.
6uttavia, possibile che il farmaco venga rilasciato nel sangue dai siti di deposito2 tale tipo di ridistribuzione
pu comportare, a differenza della precedente, ricomparsa dell'azione farmacologica anche al termine della
somministrazione.
3l tiopentale va infatti accumulandosi nei muscoli e nel tessuto adiposo da cui pu nuovamente raggiungere
il 1*0 - anestesia di ritorno.
$leggere appunti sulla .WW%
*/T)51-3*
W' la trasformazione chimica che il farmaco subisce nell'organismo, dando luogo alla formazione di una o pi"
sostanze $metaboliti%.
3l principale organo di metabolizzazione il fegato, ma pu avere luogo, anche se in grado minore, anche nel
1*0, nel cuore, nei polmoni, nei reni, nell'intestino,...
e
-nduttori enzimatici
+umentano l'attivit# degli enzimi microsomiali epatici e danno abitudine verso se stessi e i farmaci co!
somministrati.
Pientrano tra gli induttori enzimatici alcuni fattori ambientali, fattori alimentari e l'utilizzo di farmaci.
5er ci che concerne uest'ultimi, agiscono da induttori7
'% antiepilettici - fenobarbitale, fenitoina, carbamazepina
J% chemio!antibiotici - rifampicina
Q% ormoni steroidei - corticosteroidi
R% erba di 1an Kiovanni
S% e
-nibitori enzimatici
3nibiscono l'attivit# degli enzimi farmacometabolizzanti e determinano ipersensibilit# verso se stessi e
soprattutto verso i farmaci co!somministrati.
Ianno distinti in microsomiali e non-microsomiali.
Kli inibitori non-microsomiali sono selettivi, avendo come bersaglio enzimi che metabolizzano un numero
limitato di farmaci7
'% fomepizolo - inibisce l'alcol!deidrogenasi
%$ disulfiram - inibisce l'aldeide!deidrogenasi
&$ anti-*) - inibiscono le /+M
Kli inibitori microsomiali sono poco selettivi poich hanno per bersaglio frazioni microsomiali responsabili
del metabolismo di diversi farmaci7
#$ 3FK-B%B) <proadifene% - utilizzata solo in ambito sperimentale, inibisce tutte le reazioni
microsomiali
%$ cimetidina - unico antistaminico D
J
dotato di attivit# inibitoria enzimatica
&$ c"etoconazolo - inibiscono il 0d5 non solo a livello fungino, ma anche a livello epatico
0$ eritromicicna $e gli altri macrolidi%
B$ succo di pompelmo - l'attivit# inibitoria da riferire ad alcuni bioflavonoidi
K$ antiepilettici
Le conseguenze dell'inibizione enzimatica vanno tenute in considerazione certamente maggiore di uella
dell'induzione enzimatica - non raro che il soggetto vada incontro a vere e proprie intossicazioni da
farmaci.
/3+R/E-./
8ia renale
La principale via di escrezione dei farmaci uella renale.
V la risultante di Q processi7
'% filtrazione glomerulare
J% secrezione tubulare
Q% riassorbimento tubulare
La filtrazione glomerulare direttamente proporzionale al flusso ematico renale $KOP:O5P$'!0
a
<0
b
%% ed
inversamente proporzionale al legame farmaco!proteine.
*el riassorbimento tubulare, il pH gioca un ruolo fondamentale.
*egli avvelenamenti da sostanze acide, per esempio, si ricorre alla somministrazione di alcalinizzanti delle
urine2 viceversa, la strategia terapeutica nei confronti di molecole basiche presuppone si faccia ricorso a
sostanza acidificanti - il significato di ci da ricondursi alla capacit# di aumentare la concentrazione di
sostanza ionizzata.
8ie extrarenali
+ltre vie, uantitativamente meno importanti, sono uella salivare> gastrica> biliare> intestinale> polmonare>
cutanea> transplacentare ed il passaggio nel latte.
5er via salivare fanno registrare buona eliminazione alcuni metalli come mercurio e bismuto, i uali possono
rivelarsi agenti eziologici di stomatiti e parotiti.
5er la via gastrica si eliminano selettivamente le basi deboli $es. alcaloidi%.
&egno di menzione il fenomeno dell'intrappolamento ionico, in conseguenza del uale gli alcaloidi
tendono ad accumularsi a livello gastrico, che rappresenta per essi la principale via di escrezione.
Questo comportamento alla base della ricerca di tali sostanze nel succo gastrico, anche uando esse
vengono assunte per via parenterale $ d'uopo ricordare che molte sostanze d'abuso sono alcaloidi888%.
L'intrappolamento ionico pu anche spiegare alcuni effetti registrati a seguito dell'assunzione di farmaci
come emetina e cocaina.
L'emetina, cardine della terapia antiamebica, pu determinare vomito come effetto collaterale perch,
somministrata intramuscolo, va ad accumularsi nel succo gastrico dove evoca il riflesso del vomito.
La cocaina, accumulandosi nel succo gastrico, agisce come anestetico locale sulla mucosa.
La via intestinale prevede l'escrezione degli Zenobiotici attraverso le feci.
1e dati per os, i farmaci possono andare incontro a due possibilit#7
'% il farmaco non viene assorbito - /3(P13-./
J% entra nel circolo entero!portale - /3+R/E-./
*elle feci possono comparire anche farmaci somministrati per via parenterale - rifampicina, macrolidi,
tetracicline, ecc.
5er via intestinale $intestino crasso%, pu avvenire anche l'eliminazione di alcuni metalli come mercurio,
piombo, calcio e magnesio.
Iengono escreti per via polmonare $aria espirata% i farmaci volatili.
La via cutanea riguarda le sostanze volatili e non volatili.
6ra le prime, va ricordato l'idrogeno solforato, la griseofulvina, lo iodio e l'arsenico.
3 farmaci possono essere infine allontanati dall'organismo con il latte2 il pH del latte leggermente pi" acido
di uello del sangue, sicch le sostanze basiche raggiungono in esse concentrazioni superiori di uelle
plasmatiche.
La madre fumatrice ha latte ricco di nicotina e uest'alcaloide pu provocare spasmi nel poppante $coliche%.
0arattere basico possiedono pure i glucosidi antrachinonici $rabarbaro, aloe, cassia e cascara% - dati alla
madre, esplicano effetto lassativo!purgante anche nel neonato.
1ono infine presenti nel latte, con concentrazioni uguali a uelle plasmatiche, le piccole molecole che
attraversano la membrana cellulare per filtrazione - tra ueste va ricordato l'alcol etilico.
3l lattante di madre alcolizzata pu dunue presentare segni di depressione del 1*0, soprattutto sonnolenza.
F)R*)++-./T-+)
Mbiettivo della terapia farmacologica ottenere un beneficio terapeutico attraverso la somministrazione di
un'opportuna uantit# di farmaco, che produrr# una concentrazione plasmatica idonea a provocare variazioni
funzionali terapeuticamente utili.
3l principio fondamentale della farmacocinetica clinica dunue che esista una valida correlazione tra
risposta farmacologica e concentrazione di un farmaco.
3 principali parametri farmacocinetici sono7
#$ 5-,-3(.-5-1-T)4
%$ 81P*/ ,- ,-3TR-5PE-./
&$ +1/)R).+/
0$ /*-8-T) ,- /1-*-.)E-./
5iodisponibilit' e velocit' di assorbimento
La biodisponibilit' definita come la uota di farmaco immodificato che raggiunge il circolo sistemico dopo
somministrazione.
Wssa viene in genere definita in rapporto alla biodisponibilit' totale, caratteristica della via di
somministrazione per endovenosa.
F 9 )P+
3
=)P+
/8
3n ragione di tale definizione, logico presume che la biodisponibilit# orale abbia un valore minore<uguale
ad '.
3 fattori determinanti la biodisponibilit' orale sono l')33R5-*/.T e l'/FF/TT ,- (R-*
()33)77-.
L'assorbimento rappresentato dalla capacit# del farmaco di attraversare una barriere biologica ed entrare
nel sangue - nel caso della somministrazione per os, si fa riferimento alla capacit# di attraversare la mucosa
intestinale e giungere nel circolo portale.
L'assorbimento principalmente un processo passivo $obbedisce alla legge di Fick%, ma altres4 vero che
altre molecole utilizzano un trasportatore attivo.
3l metabolismo di primo passaggio si riferisce al metabolismo che il farmaco subisce prima di raggiungere il
circolo sistemico, cio all'eliminazione pre!sistemica.
+lcuni farmaci, come ad esempio uelli altamente liposolubili, subiscono un metabolismo di primo
passaggio /()T-+ cos4 cospicuo da comportare un'eliminazione pre!sistemica rilevante.
L'eliminazione pre!sistemica pu avvenire a livello della mucosa intestinale, come ad esempio per gli
estrogeni, del circolo portale $es. acido acetilsalicilico%, oppure dal fegato, per la maggior parte dei farmaci.
/ffetto del cibo della biodisponibilt' orale
L'assunzione di cibo pu influenzare in maniera opposta l'assorbimento e il metabolismo di primo passaggio.
Kli alimenti inducono un notevole incremento del flusso portale, il che comporta l'arrivo al fegato di una
maggiore uantit# di farmaco $che satura parzialmente le vie metabolizzanti% e anche l'apertura degli s"unts.
+lcuni alimenti, come il succo di pompelmo, riducono per inibizione enzimatica l'eliminazione presistemica,
con aumento della biodisponibilit# orale di alcuni farmaci, come calcio!antagonisti e alcune statine.
Tempo per il raggiungimento del picco plasmatico di concentrazione <T
*)6
$
3l T
*)6
definisce il tempo necessario per il raggiungimento della concentrazione massima $o picco%.
Le forme farmaceutiche a lento rilascio del principio attivo vengono utilizzate uando necessario avere un
T
*)6
ritardato e una durata d'azione prolungata - ci appiattisce la curva concentrazione!tempo,
determinando un'esposizione pi" costante agli effetti del farmaco.
81P*/ ,- ,-3TR-5PE-./
3l volume di distribuzione $8
d
% una costante di proporzionalit# che mette in relazione la concentrazione
plasmatica $+
p
% e la !uantit' di farmaco nell'organismo $)b J amount in body%
)b 9 +
p
x 8
d
&opo l'assorbimento $o la somministrazione diretta in circolo%, il farmaco si distribuisce negli spazi
interstiziali e nei liuidi intracellulari, evento regolato in gran parte dalle propriet# chimico!fisiche della
molecola oggetto di interesse.
La diffusione nei liuidi interstiziali avviene rapidamente, ad eccezione del cervello, per la grande
permeabilit# della membrana endoteliale dei capillari - la liposolubilit# del farmaco e il gradiente di pD
hanno un ruolo fondamentale888
Quando la cinetica del farmaco ha luogo in modo estremamente rapido, la cinetica del farmaco pu essere
descritta secondo un modello monocompartimentale.
*el modello pluricompartimentale, il farmaco figura somministrato in un compartimento centrale che simuli
il circolo sistemico, dal uale successivamente diffonde verso i distretti meno perfusi.
+ distribuzione completata, la uantit# di farmaco nell'organismo $)b% risulta essere proporzionale alla
concentrazione $+
p
%2 il volume di distribuzione una costante di proporzionalit# che mette in relazione
uesti due parametri.
Questo volume definito apparente poich non ha un correlato anatomico8888
5er calcolare 8
d
, dobbiamo conoscere i valori di )b e +
p
.
L'unico istante in cui noto esattamente )b uello immediatamente successivo al tempo di iniezione
endovenosa, prima che abbiano inizio i processi di eliminazione - )b 9 dose somministrata.
1e la +
p
al tempo T $+
pC
% nota, il 8d risulta essere facilmente calcolabile.
La +
pC
pu essere determinata estrapolando la porzione lineare della curva fino all'intercetta sull'asse j.
+l tempo T - )b 9 dose
dose 9 8
d
x +
pC
8
d
9 dose = +
pC
+1/)R).+/
1arebbe molto semplice se la +p
diminuisse linearmente con il tempo dopo un'iniezione endovenosa.
6uttavia, uesto tipo di eliminazione, definito di ordine zero, piuttosto raro - solo l'etanolo si comporta in
uesto modo.
5i" comunemente, l'eliminazione avviene secondo un processo di primo ordine, nel uale le concentrazioni
plasmatiche diminuiscono in modo *M* costante nel tempo, ma variabile secondo la concentrazione7 uanto
maggiore la concentrazione del farmaco, tanto maggiore sar# la sua velocit# di eliminazione.
/entre nei processi di ordine zero viene eliminata una uantit# costante di farmaco nell'unit# di tempo, nei
processi di primo ordine viene eliminata una percentuale costante nell'unit# di tempo.
1e l'eliminazione avviene secondo un processo di primo ordine, la concentrazione diminuisce con il tempo
in maniera esponenziale, secondo la seguente euazione7
+
pT
9 +
pC
x e
-kt
&ove +
pT
la concentrazione al tempo t, +
pC
la concentrazione al tempo T e k la costante di velocit#.
Questa euazione risulta difficilmente utilizzabile e pu essere semplificata in un'espressione lineare
mediante una trasformazione logaritmica7
ln+
pT
9 ln+
pC
@ kt
La clearance definita come il volume virtuale di plasma depurato da una sostanza nell'unit# di tempo
clearance 9 <P
x
x 8$= +
a
La clearance sistemica la risultante di diverse clearance7
clearance renale
clearance epatica
clearance respiratoria
clearance cutanea
altre clearance minori
Le vie di rimozione diverse da uelle renale ed epatica sono di norma poco significative dal punto di vista
uantitativo2 va comunue ricordato che la concentrazione del farmaco nella saliva uguale a uella
plasmatica, dunue pu rappresentare un utile strumento di dosaggio.
La clearance plasmatica determinata studiando, dopo somministrazione endovenosa, l'area sotto la curva
$)P+% delle concentrazioni plasmatiche nel tempo - l')P+ viene utilizzata utilizzando la regola del
trapezio
)P+ 9 area # ? area % ? area & ? T ? area n
+ parit# di dose, tanto maggiore l')P+, tanto minore la clearance7
)P+ 9 dose=clearance
+learance epatica
La frazione di farmaco rimossa dal sangue in un passaggio attraverso il fegato il rapporto di estrazione
<R/$D
R/ 9 <+
in
@ +
out
$=+
in
La clearance epatica dei farmaci dipende dal rapporto di estrazione, ma anche dal flusso epatico <F/$.
+learance epatica 9 F/ x R/
1e il rapporto di estrazione assume valori vicino a ' $totale estrazione epatica%, i valori della clearance
epatica si avvicineranno al flusso epatico.
1e il rapporto di estrazione basso, l'eliminazione indipendente dal flusso epatico, poich la presentazione
di una uantit# maggiore del farmaco al fegato non risulter# in una maggiore eliminazione.
3 farmaci assunti per os, a seguito dell'assorbimento intestinale, confluiscono nel fegato attraverso il circolo
portale.
1e il rapporto di estrazione si avvicina a ', solo una piccola uantit# del farmaco raggiunger# il circolo
sistemico in forma non modificata - in uesto caso la biodisponibilit# orale assume valori vicini allo T.
0i sono tre condizioni in cui l'effetto di primo passaggio pu diminuire7
'% elevate dosi orali - saturazione degli enzimi
J% elevato flusso epatico - saturazione degli enzimi
Q% epatopatie croniche - clearance ridotta e formazione di shunt
3l significato clinico dell'elevata clearance epatica deriva dal fatto che i i farmaci a cosiddetta elevata
clearance epatica subiscono il metabolismo di primo passaggio, sono eliminati in maniera dipendente dal
flusso epatico, richiedono riduzione del dosaggio in condizioni in cui il flusso epatico risulti diminuito $es.
insufficienza cardiaca congestizia%.
3l metabolismo saturabile determina un esagerato aumento non lineare delle concentrazioni del farmaco
rispetto alla dose somministrata.
,na completa saturazione delle vie metaboliche teoricamente possibile per tutti i farmaci, ma la
concentrazione del farmaco alla uale inizia un'evidente saturazione di norma superiore all'intervallo di
concentrazioni usate in terapia.
3l latte, il liuido amniotico e la maggior parte dei cosiddetti terzi spazi ha valori di pD acido rispetto al
plasma.
3 farmaci basici tendono dunue concentrarsi in uesti distretti, dove resteranno poi vincolati in ragione della
ionizzazione che l'interazione acido!base comporta - intrappolamento ionico.
T/*( ,- /*-8-T)
3l tempo di emivita il tempo necessario perch la concentrazione plasmatica del farmaco $o la sua uantit#
nell'organismo% si dimezzi.
3l tempo di emivita ci fornisce informazioni sul decorso temporale dell'eliminazione del farmaco, sul decorso
temporale dell'accumulo del farmaco, sull'intervallo che deve trascorrere tra somministrazioni successive.
1e si somministra il farmaco a velocit# costante in infusione endovenosa continua, si raggiunger# una
concentrazione superiore al (TU di uella dello stato stazionario dopo un periodo di tempo pari a R volte il
tempo di emivita.
1e si sospende un'infusione endovenosa del farmaco, la concentrazione plasmatica diminuir# in maniera
esponenziale - raggiunger# una concentrazione inferiore al 'TU di uella iniziale dopo un periodo pari a R
volte il tempo di emivita.
La concentrazione raggiunta allo stato stazionario data dalla combinazione dell'accumulo e
dell'eliminazione del farmaco.
L'intervallo tra due somministrazioni viene solitamente individuato in base al tempo di emivita, all'indice
terapeutico e alla compliance.
Quanto maggiore il volume di distribuzione, tanto pi" lungo sar# il tempo di emivita - ci vorr# pi" tempo
per l'eliminazione del farmaco dai tessuti.
+nalogamente, uanto maggiore la clearance, tanto minore sar# il tempo di emivita.
T
#=%
\ 8
d
=+l
Questa relazione pu essere trasformata in un'euazione moltiplicando gli elementi a destra per ln% $C>KX&%7
T
#=%
9 C>KX& x 8
d
=+l
5oich l'obiettivo di una terapia farmacologica uello di raggiungere l'effetto desiderato evitando la
tossicit#, la concentrazione plasmatica utile dovr# essere superiore alla minima concentrazione efficace
$*+/% ed inferiore alla minima concentrazione tossica $*+T%.
,tilizzando un'infusione endovenosa continua, la concentrazione aumento fino a raggiungere il valore allo
stato stazionario e le determinanti principali sono la dose del farmaco e la sua clearance.
Quando fosse desiderabile ottenere un effetto terapeutico in breve tempo $es. trattamento di eventi acuti%,
importante raggiungere la concentrazione efficace nel minor tempo possibile - ci si ottiene attraverso la
somministrazione di una dose di carico per via endovenosa, seguita da un'infusione costante.
La farmacocinetica pu subire tali variazioni interindividuali da richiedere una sempre pi" accurata
personalizzazione del regime posologico, sia esso dovute a cause fisiologiche o a cause patologiche.
5er la maggior parte dei farmaci, i fattori legati all'et# rappresentano il motivo principale delle differenze
intra! e inter!individuali.
,osaggio pediatrico
3L .+/.3*M *M* W' ,* 5300MLM +&,L6M888
*el bambino si hanno rapidi cambiamenti che si riflettono sia sulla farmacocinetica che sulla
farmacodinamica.
3 meccanismi principali di eliminazione dei farmaci cominciano a svilupparsi durante la vita fetale, per
continuare nel periodo successivo al parto.
La maturit# funzionale viene raggiunta tra i @ e i 'J mesi di et#.
&opo il primo anno di vita, la clearance dei farmaci solitamente superiore a uella degli adulti, basandosi
sul rapporto mg<Gg.
3l metabolismo 0d5!dipendente basso alla nascita $ST!`TU dell'adulto%, ma gi# a J!Q anni supera uello
dell'adulto.
3l neonato ha una maggiore percentuale di acua corporea e una minore percentuale di tessuto adiposo
rispetto all'adulto - il 8
d
aumenta per i farmaci idrosolubili e diminuisce per uelli liposolubili.
3l legame alle proteine plasmatiche diminuito nei neonati a causa dell'ipoalbuminemia, di diminuita
capacit# di legare i farmaci e di presenza di sostanze che competono con i farmaci per i siti di legame, uali
acidi grassi liberi e bilirubina.
,osaggio nel paziente anziano
Le funzione fisiologiche subiscono un notevole declino con l'et# - omeostenosi e riduzione dell4allostasi.
*el paziente anziano possono risultare alterate sia la farmacocinetica che la farmacodinamica.
1ia la clearance epatica che uella renale diminuiscono con l'et# - la riduzione progressiva, cosicch
anche in un anziano sano, essa pu essere ridotta anche del STU.
La clearance dei farmaci che vengono metabolizzati solitamente compromessa negli anziani2 come
diminuita la massa epatica e il flusso epatico, cos4 anche le attivit# della maggior parte degli isoenzimi 0d5
ridotta.
5er contro, l'attivit# di alcuni enzimi di fase 33 meno compromessa - la clearance dei farmaci eliminati a
seguito della sola Oase 3 pi" compromessa di uella dei farmaci che vengono anche coniugati.
3l miglior consiglio potrebbe essere start low> go slow $inizia con dose bassi e procedi lentamente%.
Kli anziani, rispetto ai giovani, hanno una ridotta massa magra e una ridotta uantit# di acua corporea,
mentre la massa grassa aumentata.
La dose di carico di farmaci idrosolubili, che in uesto caso avranno un volume di distribuzione pi" piccolo,
dovrebbe essere basata sul peso corporeo ideale, mentre le dosi di carico di farmaci liposolubili che avranno
un 8
d
pi" grande dovrebbero essere basate sul peso corporeo totale.
F)R*)+,-.)*-+)
La farmacodinamica uella branca della farmacologia che studia i meccanismi con cui i farmaci sono in
grado di modificare le funzioni dell'organismo.
Kli effetti indotta dai farmaci in un organismo sono conseguenti all'interazione di uesti con molecole
funzionalmente importanti per tale organismo - il farmaco non crea nuove funzioni, semplicemente modula
$incrementa o riduce% uelle gi# esistenti.
+lcune molecole esplicano la loro funzione in ragione di uelle che sono le proprie caratteristiche chimico!
fisiche, cos4 i farmaci antiacidi, di natura basica, aumentano il pD del lume gastrico in caso di dispepsie2 le
sostanza chelanti vengono impiegate nel caso di avvelenamenti da metalli pesanti proprio per la loro capacit#
di legare agevolmente ueste sostanze dannose, ecc...
6uttavia, nella maggior parte dei casi, i farmaci interagiscono con specifici componenti tissutali detti
recettori.
Questo concetto prese origine dal lavoro sperimentale di 5aul Wrlich $'_SR!'('S%, che descrisse l'elevato
grado di selettivit# antibatterica ed antiparassitaria di diversi chemioterapici derivati dall'arsenico.
5arallelamente, il ricercatore inglese 9ohn *egport Langlej $'_SJ!'(JS% forniva osservazioni uantitative
sulla capacit# dell'atropina di prevenire reazioni bradicardizzanti della pilocarpina, nonch studi che
descrivevano come il curaro inibisse la contrazione dei muscoli scheletrici causata dalla nicotina.
&unue, l'evento fondamentale che innesca la risposta al farmaco il suo legame al recettore.
3l recettore si caratterizza per la capacit# di legare specificamente il farmaco $affinit'% e per la modifica della
forza del processo trasduzionale derivante da tale legame $efficacia o attivit' intrinseca%.
3l legame farmaco!recettore dunue il primum movens dell'azione farmacologica.
La formazione del complesso farmaco!recettore un'interazione sterica che avviene attraverso legami
chimici di diverso tipo7
legami covalenti - molto stabili, che hanno un'energia di idrolisi si 'TT Gcal<mol e sono irreversibili
alla temperatura corporea in assenza di catalisi
legami ionici - $S!'T Gcal<mol%, si stabiliscono mediante attrazione<repulsione di cariche basate
sulla legge di +oulomb
legami idrogeno - $J!S Gcal<mol%, causati dalla distribuzione non uniforme di elettroni all'interno di
una molecola $genesi di un dipolo elettrico temporaneo%
legami di 8an der Waals - $T,S Gcal<mol%, prodotti dall'interazione tra nubi elettroniche ed i nuclei
delle molecole circostanti
+ffinch il contatto tra un farmaco ed il suo recettore persista per un tempo significativo e sufficiente a
generare l'effetto biologico del farmaco, occorre che il numero di legami a bassa energia sia relativamente
elevato.
3noltre, poich i legami chimici deboli si formano a distanze ravvicinate, un numero ottimale di contatti si
former# alloruando le due molecole in oggetto risultino essere chimicamente complementari.
1e il farmaco ed il recettore sono parzialmente complementari, l'attivazione del recettore pu diventare
significativa se si aumenta la concentrazione del farmaco, allungando uindi i tempi di occupazione del sito
di legame.
1ebbene la capacit# di legame al recettore sia la conditio sine ua non per l'azione farmacologica, va
sottolineato come farmaci diversi, interagendo con il recettore in modo leggermente diverso, possano
determinare effetti biochimici e fisiologici molto diversi, addirittura opposti.
agonista recettoriale - farmaco che si lega ad un recettore fisiologico e riproduce gli effetti di
sostanze endogene con funzione regolatoria agenti sullo stesso recettore
antagonista recettoriale - farmaco che si lega ad un sito recettoriale, ma che non produce effetti
biologici se non uelli di inibizione nei confronti della molecola agonista.
3n alcuni casi sono stati descritti farmaci che, legandosi al medesimo recettore degli agonisti, producono
effetti di segno diametralmente opposto, finanche giungendo ad essere inibiti dagli stessi antagonisti ad
azione inibitoria $agonisti inversi%.
/olti farmaci, invece, presentano propriet# intermedie rispetto alle tre categorie precedentemente introdotte
e sono definiti agonisti parziali, alloruando sono dotati della capacit# di attivare il recettore, ma la risposta
massimale da essi indotta minore di uella prodotta da un agonista puro, o come agonisti inversi parziali
uando inducono risposte inverse la cui intensit# inferiore rispetto a uella prodotta da un agonista inverso
puro.
+l netto delle considerazione test fatte, sia gli agonisti parziali che gli agonisti inversi parziali sono in grado
di produrre un effetto biologico2 tuttavia, in presenza di un agonista puro e agonista inverso puro, si
comportano come antagonisti.
+urve dose-risposta e concentrazione-risposta
La descrizione dell'effetto di un farmaco va sempre posta in correlazione con la dose di farmaco
somministrata.
6ale relazione tra dose $o concentrazione% ed effetto tipica per ciascun farmaco e la sua definizione
importante per comprendere il meccanismo dell'azione terapeutica o tossica del farmaco.
L'effetto di un farmaco deve sottostare a due propriet#7
'% deve essere misurabile
J% deve essere nullo uando la dose nulla
6ipicamente, alle condizioni di euilibrio, si prendono in esame una serie di concentrazioni di farmaco ad
attivit# agonista $0
'
, 0
J
, 0
Q
, e, 0
n
%, cui corrisponderanno effetti crescenti $W
'
, W
J
, W
Q
, e, W
n
%.
3n un sistema di assi cartesiani, le coppie che vengono a formarsi danno origine ad una curva ad andamento
iperbolico.
*el caso di risposte recettore!mediate, l'effetto aumenta in maniera esponenziale al crescere della
concentrazione fino a raggiungere un valore plateau $effetto massimale - /
*)6
%, non superabile nemmeno
con ulteriori incrementi di concentrazione del farmaco agonista $andamento asintotico%.
1e curve sigmoidali
Mltre che con le modalit# prima menzionate, la rappresentazione grafica del rapporto tra concentrazione
crescente del farmaco ad attivit# agonista ed il effetto si pu effettuare riportando in un sistema di coordinate
cartesiane l'intensit# dell'effetto sull'asse delle ordinate e sull'ascissa la concentrazione del farmaco espressa
in scala logaritmica.
Mperando tale trasformazione semi!logaritmica, la curva concentrazione!effetto assume un andamento
sigmoidale.
La rappresentazione in scala logaritmica offre il vantaggio di poter riportare sull'asse dell'ascissa un
intervallo di valori molto ampio e permette di ricavare i parametri farmacodinamici con maggiore precisione.
(otenza ed efficacia dei farmaci
&all'analisi delle curva dose!risposta possibile estrapolare due parametri farmacodinamici di fondamentale
importanza per la comprensione degli effetti farmacologici degli agonisti e per il confronto delle attivit# di
farmaci interagenti con diversi classi di recettori.
3l primo di uesti l'efficacia, ovvero l'entit# della risposta evocata dal farmaco.
L'effetto massimale $/
*)6
% viene raggiunto alloruando l'efficacia del farmaco non si modifica, pur
aumentandone le concentrazioni.
Oarmaci diversi possono avere efficacia uguale, pur raggiungendo il valore di /
*)6
a concentrazioni molto
diverse tra loro.
3l parametro che spesso viene utilizzato per mettere in relazione l'efficacia con la concentrazione del farmaco
la +oncentrazione /fficace BC $/+
BC
%, ovvero la concentrazione che produce il STU dell'effetto
massimale .
6ale parametro espressione della potenza del farmaco.
La potenza dei farmaci viene talvolta espressa con il parametro p,
%
, dove p,
%
9 -log /+
BC
2
5ertanto, la potenza e l'efficacia di un farmaco sono direttamente desumibili dall'analisi della curva
concentrazione!risposta.
La potenza correlata alla posizione di tale curva rispetto all'asse dell'ascissa2 in particolare, pi" una curva
concentrazione<effetto situata a sinistra, pi" potente il farmaco - un farmaco pi" potente un farmaco
attivo a concentrazioni pi" basse.
(otenza ed efficacia sono totalmente indipendenti tra loro2 relativamente a molte risposte farmacologiche,
esistono farmaci con elevata potenza ma bassa efficacia e farmaci poco potenti, ma molto efficaci.
La potenza di un farmaco ha, di per s, un interesse relativo nella pratica clinica - interessa esclusivamente
la dose necessaria per ottenere un determinato effetto, ma poco importa se bisogna utilizzare ' mg o ST mg88
0i che realmente importa il rapporto tra la dose efficace clinicamente e la tossicit# del farmaco, definita
dall'indice terapeutico.
3n clinica, invece, assume particolare rilevanza l'efficacia di un farmaco, cio l'entit# dell'effetto che esso pu
produrre.
3 due importanti parametri che uantificano l'azione del farmaco sono l'affinit', intesa come la capacit# di
interazione del farmaco con una data classe di recettori e l'attivit' intrinseca, ossia la capacit# del farmaco di
sviluppare un effetto farmacologico.
La relazione esistente tra uesti due parametri desumibile alla luce delle teorie che si sono sviluppate nei
decenni.
1a teoria dell4occupazione recettoriale
*el '(QQ, +.9. 0larG cerc di descrivere l'interazione farmaco!recettore servendosi della legge di azione di
massa.
&a tali studi si svilupp la prima teoria sui recettori, chiamata teoria dell4occupazione.
1econdo tale teoria, l'entit# dell'effetto prodotto da un farmaco che si lega PWIWP13.3L/W*6W con i suoi
recettori proporzionale al numero di recettori occupati dal farmaco e l'effetto massimo si produce uando
tutti i siti recettoriali sono stati occupati.
3n base a uesta teoria, il farmaco ed il recettore possono essere considerati come due specie chimiche
partecipanti ad una reazione che d# come prodotto finale il complesso farmaco!recettore7
La curva iperbolica ottenuta dall'applicazione della legge d4azione di massa nella reazione di interazione
farmaco!recettore coincide spesso con la curva dose!effetto sperimentalmente determinata.
5ertanto, nella sua formulazione pi" elementare, la teoria dell'occupazione ipotizza una reazione lineare tra
l'occupazione dei siti e l'azione farmacologica.
3n uesto caso, la risposta massimale si avr# uando tutti i siti recettoriali saranno occupati.
V importante osservare che uesta considerazione valida soltanto se7
la formazione del complesso farmaco!recettore un processo reversibile
stato raggiunto l'euilbrio
i recettori sono omogenei
l'interazione stechiometrica
i recettori sono indipendenti l'uno dall'altro $il legame di uno non modifica il legame di un altro%
1a valutazione delle risposte degli antagonisti
0ome introdotto, i farmaci anatgonisti recettoriali, pur formando un complesso farmaco!recettore con una
determinata affinit#, non producono un effetto farmacologico, ovvero sono sprovvisti di attivit' intrinseca.
1i distinguono due forme di antagonismo recettoriale7
'% antagonismo revrsibile, competitivo o sormontabile - nel caso in cui la funzione inibitrice indotta
dall'antagonista risulti superabile aumentando le concentrazione dell'agonista
%$ antagonismo irreversibile, non competitivo e non sormontabile - uando l'azione inibitrice svolta
dall'antagonista non pu essere bloccata aumentando progressivamente le concentrazioni
dell'agonista
3n presenza dell'antagonista competitivo sar# necessario aumentare la concentrazione dell'agonista per
produrre lo stesso effetto.
La curva dose!effetto risulta spostata verso destra - necessario somministrare una dose maggiore
maggiore del farmaco per ottenere gli stessi risultati prima apprezzabili con una concentrazione minore -
riduzione della potenza> senza modificare l4efficacia massima.
3n presenza dell'antagonista non competitivo, non viene mai raggiunto il precedente effetto massimo,
nemmeno aumentando le concentrazioni di agonista2 in altre parole, l'effetto pi" caratteristico
dell'antagonista non competitivo uello di ridurre l'efficacia massima.
1a teoria dell4attivit' intrinseca
1econdo uanto enunciato a proposito della teoria dell'occupazione, esiste una relazione diretta tra
occupazione recettoriale ed induzione di un effetto farmacologico.
/a i farmaci antagonisti sono ugualmente in grado di complessarsi con i recettori senza tuttavia dare adito a
uella che pu a ben diritto essere considerata una risposta biologica2 analogamente, gli agonisti parziali
possono occupare pienamente siti recettoriali, ma non sono in grado di sviluppare l'effetto massimo prodotto
dagli agonisti puri.
5er spiegare tali differenze, stato introdotto il concetto di attivit' intrinseca, un aggiustamento della teoria
dell4occupazione necessario per descrivere il comportamento biologico di alcune molecole, per cui l'intensit#
dell'effetto non determinata esclusivamente dalla massima occupazione dei recettori, ma anche dalle
caratteristiche intrinseche di ciascun farmaco.
3l modello semplice dell'occupazione viene modificato imponendo un nuovo fattore chiamato attivit'
intrinseca $\% per distinguere farmaci che, pur legandosi al medesimo recettore, producono effetti diversi.
W' un parametro adimensionale compreso tra T e ', dove T rappresenta l'antagonista puro e ' l'agonista puro.
1a soglia dell4occupazione recettoriale minima ed i recettori di riserva
5ur ammettendo che l'azione di un farmaco in un sito recettoriale sia proporzionale tanto alla sua attivit#
intrinseca che al numero di recettori effettivamente occupati, altri elementi rendono spesso difficile l'analisi
uantitativa della dipendenza tra dose ed effetto e ci risulta evidente soprattutto uando la formazione del
complesso farmaco!recettore non che il primo di una serie di passaggi che terminano nell'effetto biologico.
5er esempio, sono stati dimostrati casi in cui la risposta alla somministrazione di un farmaco apprezzabile
solo dopo il superamento di una soglia critica di recettori legati, dove uesta uota pu corrispondere anche
ad una porzione elevata dei recettori totali.
3n maniera speculare, possibile che l'effetto massimo venga raggiunto gi# uando solo una parte dei
recettori disponibili viene occupata - in uesti casi, la potenza osservata $/+
BC
% sar# maggiore dell'affinit#
reale $k
,
%.
Quest'ultima situazione, secondo cui l'effetto massimo pu essere raggiunto senza l'occupazione totale dei
recettori, ha portato al concetto di recettori di riserva.
6ale teoria nata dall'osservazione che, pur in presenza di una diminuzione del numero di recettori, la
risposta massimale ad un agonista non risulta essere diminuita.
1a teoria allosterica
La teoria allosterica, definita anche teoria del modello a due stati del recettore, trae spunto dal
comportamento paradossale mostrato da taluni recettori alloruando si trovano complessati con un agonista
puro o con un agonista inverso, per cui producono effetti antitetici.
5er spiegare uesta antinomia apparente, stato postulato che il recettore possa esistere in due diverse
conformazioni7 lo stato R
i
, inattivo, e uello attivo R
a
2
*ello stato di riposo, in assenza del farmaco, si instaura un euilibrio tra le due conformazioni, generalmente
spostato a favore dello stato inattivo.
3 farmaci agonisti si legano alla forma attiva R
a
, laddove gli agonisti inversi tendono invece a complessarsi
con la forma R
i
.
3n tale schema concettuale, gli antagonisti non determinerebbero alcuna modifica del rapporto in essere tra
forma attiva e forma inattiva, ma si limiterebbero a sottrarre siti recettoriali al sistema2 cos4 anche gli agonisti
parziali ed agonisti inversi parziali produrrebbero solo uno spostamento preferenziale verso l'una o altra
forma, certo in maniera meno efficiente di uanto possa fare un agonista puro o agonista inverso puro.
14antagonismo farmacologico ..-recettoriale
*on tutte le risposte farmacologiche di antagonismo avvengono mediante interazione del farmaco con gli
stessi recettori specifici legati dall'agonista - possibile che l'azione inibitoria coinvolga in effetti la
molecola agonista piuttosto che il recettore.
6ale fenomeno, che prende il nome di antagonismo c"imico o antidotismo, rende ragione di importanti
azioni terapeutiche svolte da farmaci, soprattutto per impedire rapidamente l'espressione di fenomeni di
tossicit# da sovradosaggio.
La protamina, una proteina fortemente anionica a pD fisiologico, in grado di bloccare l'attivit#
anticoagulante dell'eparina, una molecola carica positivamente.
V altres4 necessario sottolineare come la gran parte dei segnali biologici sia controllata in maniera opposta da
diversi sistemi recettoriali, consentendo dunue di poter adottare diverse strategie terapeutiche al fine di
perturbare in modo efficace le compensazioni omeostatiche attuate dall'organismo che potrebbero risultare
dannose.
L'azione broncocostrittrice dell'acetilcolina pu essere contrastata mediante l'utilizzo di farmaci
simpaticomimetici \
J
-agonisti. - antagonismo fisiologico.
3nfine, un ulteriore meccanismo di antagonismo reciproco tra farmaci rappresentato dall' antagonismo
farmacocinetico, che si verifica uando la sostanza ad attivit# antagonista modifica le concentrazioni del
farmaco attivo a livello del suo sito d'azione2 ci pu accadere in seguito a perturbazioni dei meccanismi di
assorbimento $es. formazione di complessi insolubili di calcio in presenza di tetraciclina%, dei meccanismi di
distribuzione, del metabolismo o di incremento dell'eliminazione.
- 5/R3)71- F)R*)+17-+-
3 recettori hanno la duplice funzione di riconoscere i ligandi endogeni e di propagare il segnale all'interno
della cellula.
La membrana plasmatica costituisce la principale barriera alla conversione dei segnali eZtracellulari in flussi
di informazione a livello intracellulare2 ci chiarisce il ruolo dei recettori all'interno di uesta struttura -
trasduzione del segnale.
3l segnale eZtracellulare, legandosi al recettore di membrana, ne induce una modificazione conformazionale
che rende possibile la trasmissione dell'informazione ad altre proteine di membrana e<o intracellulari
$laddove il ligando riesca a passare la membrana, i recettori possono anche trovarsi a livello intracellulare o
nucleare%.
3 recettori vengono comunemente classificati in base al mediatore endogeno al uale essi rispondono.
Questi mediatori possono essere neurotrasmettitori, ormoni, fattori di crescita, citoc"ine, ecc...
,n'altra utile classificazione basata sulle risposte cellulari evocate, che possono spaziare dall'incremento
della concentrazione plasmatica di alcune molecole a modificazioni di natura elettrica o meccanica.
.isogna anche considerare che i recettori presentano una precisa localizzazione anatomica - in diversi
tessuti possibile apprezzare un sottotipo recettoriale dominante $es. la muscolatura liscia si contrae in
risposta al legame tra +h e recettori muscarinici, mentre la muscolatura scheletrica tra +ch e recettori
nicotinici%.
Recettori di membrana ionotropici
6ali recettori mediano le risposte rapide $da millisecondi ad alcuni secondi% a numerosi neurotrasmettitori
sinaptici come )c", glicina, glutammato, 7)5), serotonina, adrenalina, ecc..., trasformando il legame con
tali molecole in variazioni rapide del flusso di specifiche specie ioniche attraverso la membrana.
6ali recettori sono definiti ionotropici proprio in ragione del loro meccanismo d'azione, tale per cui possono
essere considerati canali ionici che si attivano a seguito del legame col proprio ligando.
V possibile sotto!classificare i recettori in R classi differenti7
'% recettori nicotinici e ad essi correlati $7)5), glicina, serotonina, ecc...%
J% recettori ionotropici del glutammato $.*,), )*() e kainato%
&$ recettori attivati da nucleotidi ciclici $)*(c e 7*(c%
0$ recettori dell4)T( del sottotipo p%x
Recettori ionotropici colinergici nicotinici
3l sistema recettoriale ionotropico meglio caratterizzato uello del recettore colinergico nicotinico
$n)c"R%.
1i tratta di un recettore distribuito in diversi distretti anatomici2 a livello delle pieghe giunzionali della placca
neuromuscolare nella membrana muscolare striata scheletrica, a livello dei gangli del sistema nervoso
autonomo e nelle cellule cromaffini della midollare del surrene e a livello di siti sia pre! che post!gangliari
del 1*0.
3l n)c"R muscolare un eteropentamero di massa molecolare di circa J_T G&a costituito da subunit#
distinte con seuenza amminoacida parzialmente omologa $QT!RTU di identit# dei residui amminoacidici%
distribuite intorno ad uno pseudoasse di simmetria.
3n ciascun recettore completo, la subunit# [ presente in due copie, mentre le altre $\, ] e k<^% sono presenti
in singole copie.
Le analisi dei profili di idrofobicit# di ueste subunit# hanno rilevo che ciascuna di esse presenta R segmenti
trans!membrana $T*,
#
@ T*,
0
% - la cavit# centrale del recettore, formata probabilmente dalle regioni
T*,
%
delle cinue subunit# costituisce il canale per gli ioni che si forma nello stato di attivazione del
recettore.
3l canale aperto selettivo per i cationi - ingresso di *a
E
e depolarizzazione.
0iascun n)c"R presenta due siti di legame per +ch, localizzati all'interfaccia tra ciascuna delle subunit# [ e
le subunit# vicine.
1tudi elettrofisiologici e di binding indicano l'esistenza di cooperativit' positiva tra i siti nell'associazione di
agonisti $pi" ne lega, pi" ne legherebbe%.
&iversi studi hanno mostrato che i recettori nicotinici neuronali possiedono un diverso profilo di sensibilit#
farmacologica rispetto a uelli della placca neuro!muscolare, mostrandosi meno sensibili al blocco da
curarici, ma maggiormente sensibili a uello da mecamamina ed altri ganglioplegici.
Mltre alla loro tessuto!specificit#, alcuni sottotipi di recettori nicotinici possono apparire solo in un
particolare stadio dello sviluppo.
5iccole differenze nell'affinit# degli antagonisti e nelle cinetiche di apertura dei canali sono state misurate tra
recettori nicotinici giunzionali ed eZtragiunzionali del muscolo scheletrico - uesta differenza appare
provenire dal fatto che le subunit# ] sono espresse nel muscolo embrionale, ma vengono sostituite da una
subunit# k nell'adulto.
Recettori ionotropici per gli amminoacidi inibitori
3 principali trasmettitori inibitori del 1*0 dei mammiferi sono la glicina e il 7)5).
6ali neurotrasmettitori agiscono aumentando la permeabilit# al cloro, con conseguente aumento dell'ingresso
di uesto anione nella cellula e iperpolarizzazione.
La glicina il principale trasmettitore inibitorio del midollo spinale e del tronco encefalico.
Questo amminoacido attiva recettori ionotropici $7lyR% cui si lega in maniera competitiva la stricnina, un
alcaloide estratto dai semi della pianta stryc"nos nux-vomica.
+d oggi, sono stati identificati R geni codificanti per subunit# [ $[
'
! [
R
%, ed una subunit# \ responsabile
della distribuzione subcellulare del recettore a livello post!sinaptico mediante l'interazione con la proteina di
ancoraggio gefirina.
La stechiometria del recettore nativo sarebbe pentamerica, con una composizione J[
Z
<Q\.
La regione posta all'*!terminale della subunit# [, localizzata eZtracellularmente, parteciperebbe a formare la
tasca di legame per l'agonista glicina ed altri farmaci.
/utazioni nelle subunit# [
'
e \ del 7lyR sono responsabili di una malattia neurologica denominata
iperkeplexia, caratterizzata da ipertono muscolare, spasmi improvvisi ed un'esagerata risposta di sobbalzo
alla stimolazione sensoriale.
*... - la glicina anche un modulatore del recettore glutammatergico */&+.
3l 7)5) l'altro trasmettitore amminoacidico inibitorio, distribuito prevalentemente nel 1*0.
1ulla base di differenze di selettivit# di agonisti ed antagonisti, nonch dei meccanismi di accoppiamento
trasduzionale, sono stati identificati due tipi di recettori del 7)5), i recettori 7)5)
)
e i recettori 7)5)
5
.
3 recettori 7)5)
)
contengono un canale intrinseco del 0l
!
analogo a uello dei recettori della glicina, mentre
i recettori 7)5)
5
sono recettori metabotropici.
0ome per l'+ch, anche in uesto caso richiesto che il recettore si unisca con pi" di una molecola di ligando
per attivarsi $anche in uesto caso si assiste a fenomeni di desensibilizzazione - perdita di risposta da
precedente esposizione all'agonista%.
&ue importanti classi di farmaci, i barbiturici e le benzodiazepine, sembrano comportarsi da modulatori dei
recettori 7)5)
)
.
Wssi aumentano il legame e l'attivit# di agonisti per mezzo del legame ad un sito recettoriale distinto dai siti
di riconoscimento di agonisti ed antagonisti, comportandosi come attivatori allosterici del recettore.
Iiceversa, le F-carboline si legano al sito delle benzodiazepine, causando una diminuita risposta agli
agonisti.
3 recettori 7)5) sembrano assemblarsi come pentameri di tre subunit# distinte, ma altre subunit# associate
possono contribuire al determinare specifiche funzioni.
Le subunit# [, \ e ] mostrano circa il QSU si identit# dei residui amminoacidi2 inoltre, le seuenze
amminoacidiche sono simili a uelle del recettore nicotinico $dal 'S al '(U di identit#% e al recettore della
glicina $dal QR al Q_U di identit#%.
+nalogamente a ueste, esse presentano una struttura con un ampio dominio eZtracellulare *!terminale e
uattro regioni trans!membrana, suggerendo che tutti uesti recettori ionotropici siano parte di una
superfamiglia di proteine.
1ono stati identificati due peptidi endogeni che modificano i recettori 7)5), e si ritiene che agiscano come
ligandi allosterici.
,na la 7)5)-modulina, un peptide di '@,S G&a, che inibisce il legame del 7)5)2 l'altro un inibitore
del legame del diazepam $diazepam binding in"ibitor - ,5-%, che blocca il legame delle benzodiazepine
agendo dunue in modo opposto.
- recettori ionotropici per gli amminoacidi eccitatori
Kli amminoacidi naturali che agiscono come eccitatori sono il glutammato e l'aspartato.
3 recettori ionotropici sono distinti in tre sottotipi sulla base della selettivit# ad agonisti ed antagonisti e del
ruolo funzionale7
#$ recettori per l4 .-metil-,-aspartato <.*,)$
%$ recettori per l4acido \-ammino-&-idrossi-B-metil-0-issossazol-proprionico <)*()$
&$ recettori per il kainato <K)$
3 recettori per .*,) sono implicati nel processamento dell'informazione e nella plasticit# sinaptica
associata alla memoria, venendo selettivamente alterati da processi di potenziamento a lungo termine $long
term potentiation J 1T(%.
Questo recettore, di cui esistono diverse varianti dovute all'assemblaggio eterotetramerico di diverse subunit#
codificate dai geni *P', *PJ
+!&
e *PQ
+!.
> ha inusuali propriet# di conduttanza, essendo permeabile a *a
E
e a
0a
JE
.
La sua attivazione da parte del glutammato si verifica solo successivamente alla rimozione del blocco da
parte del /g
JE
eZtracellulare.
3 due cationi che entrano nella cellula causando depolarizzazione prolungata della membrana post!sinaptica e
l'attivazione di importanti eventi biochimici intracellulari.
0iascuna subunit# del recettore per .*,) presenta tre segmenti trans!membrana $T*,
#
> T*,
&
e T*,
0
%2
al contrario del recettore nicotinico, la regione T*,
%
, pur contribuendo alla formazione del canale ionico,
non attraversa integralmente la membrana, ma si ripiega su se stessa assumendo una localizzazione
prevalentemente intracellulare.
,na stimolazione eccessiva dei recettori per gli amminoacidi eccitatori di tipo */&+ sembra essere
coinvolta nella patogenesi di diverse malattie neurodegenerative e dell'epilessia.
3 recettori di )*() hanno anch'essi una prevalente localizzazione post!sinaptica, e partecipano in misura
determinante alle modifiche della forza di connessione sinaptica associate all'L65.
3 recettori di )*() sono responsabili della rapida depolarizzazione indotta dal glutammato2 come gi#
accennato, tale depolarizzazione ha il compito di rimuovere il blocco da /g
JE
sul recettore */&+,
consentendo l'attivazione.
3 recettori )*() sono codificati dai geni denominati 71PR
)-,
- nello specifico, la subunit# codificata dal
gene 71PR
5
sembra essere determinante per conferire a tali recettori le caratteristiche specifiche di
permeabilit#, elevata per *a
E
e scarsa per 0a
JE
.
1ebbene il kainato sia in grado di attivare anche i recettori di tipo +/5+, uesta molecola stata utilizzata
anche come agonista selettivo di un'altra classe di recettori ionotropici glutammatergici, definiti appunto
recettori per il kainato.
Questi recettori giocano un ruolo importante nella modulazione delle risposte sinaptiche in alcune specifiche
regioni cerebrali, come nella sinapsi tra gli assoni delle cellule granulari del giro dentato ippocampale $le
cosiddette mossy fibers% e i dendriti prossimali delle cellule piramidali della regione 0+Q dell'ippocampo.
- recettori ionotropici attivati da nucleotidi ciclici
6ali recettori sono selettivamente attivati da variazioni delle concentrazioni citoplasmatiche di +/5c e
K/5c $cyclic nucleotide gated c"annels - +.7+s%.
+ tale classe appartengono anche i canali definiti come canali attivati dall'iperpolarizzazione e modulati dai
nucleotidi ciclici $"yperpolarization-activated cyclic nucleotide-modulated c"annels - H+.%2 tali
canali, a differenza dei +.7+s, possono essere attivati da variazioni del potenziale di membrana, ma la loro
dipendenza dal voltaggio influenzata dai livelli di nucleotidi ciclici.
/entre i +.7+s sono particolarmente rilevanti nei processi di fototrasduzione retinica e della percezione
olfattiva, uelli H+. hanno un ruolo importante nel controllo dell'eccitabilit# cardiaca e neuronale,
costituendo la base molecolare delle -
f
$corrente funnj% a livello cardiaco e -
"
$Djperpolarization!activated% a
livello neuronale.
- recettori ionotropici per l4)T( del sottotipo (%6
Mltre al classico ruolo metabolico, l'+65 presente nell'ambiente eZtracellulare, venendo liberato da svariati
tipi di cellule e giocando un ruolo di neurotrasmettitore e modulatore di numerose risposte biologiche.
L'+65 eZtracellulare agisce a livello di due tipi di recettori, ionotropici $(%6% e metaabotropici $(%U%.
3l primo c&*+ codificante un recettore (%6 venne identificato nel '((R2 oggi si conoscono ` geni che
codificano per altrettante subunit# $(%6
#-S
%.
0iascuna presenta due regioni idrofobiche trans!membrana, separate da un'ampia regione proteica localizzata
sul lato eZtracellulare della membrana stessa - le porzioni *!terminale e 0!terminale hanno dunue una
localizzazione citoplasmatica.
La regione del poro, selettivamente permeabile a cationi sia monovalenti che bivalenti, sembra essere
formata da residui presenti nel secondo segmento trans!membrana.
0aratteristica unica di tali recettori il loro assemblarsi come trimeri $sia omo! che etero!trimeri%, con
ciascuna subunit# che contribuisce con un sito di legame per l'+65.
&al momento che una delle funzioni pi" classicamente studiate dell'+65 la sua partecipazione a fenomeni
algici ed infiammatori, numerose evidenze sperimentali suggeriscono che il blocco dei recettori (%6
&
potrebbe essere utile per ridurre il dolore infiammatorio e neuropatico, nonch nella terapia sintomatica di
disturbi sensoriali e motori della funzione vescicale.
R/+/TTR- ,- */*5R).) */T)5TR(-+-
,n'ampia variet# di ligandi eZtracellulari in grado di interagire con recettori di membrana che modificano
le funzioni cellulari utilizzando proteine leganti i nucleotidi guaninici $7-proteine% - tali recettori vengono
per uesto definiti 7-protein coupled receptors $o 7(+Rs%.
Wssi sono anche classificati come recettori metabotropici2 in uanto la loro attivazione non determina
direttamente una modifica del trasporto di specifiche specie ioniche attraverso la membrana, ma piuttosto
una variazione dei livelli citoplasmatici di alcuni secondi messaggeri.
3 7(+Rs sono codificati da un ampio numero di geni $circa 'TTT!JTTT%, rendendo cos4 ragione dell'elevato
grado di eterogenicit# strutturale dei segnali riconosciuti.
+ppartengono a uesta classe sia recettori per piccole molecole di derivazione amminoacidica $recettori
colinergici muscarinici, i recettori adrenergici, i recettori dopaminergici, i recettori serotoninergici, ecc.%2
piccoli peptidi $angiotensina, bradichinina, somatostana, ecc.%, sostanze di derivazione lipidica $eicosanoidi%.
&opo l'identificazione del gene per la rodopsina bovina nel '(_Q, il primo 7(+R ad essere caratterizzato in
termini molecolari nel '(_@ fu il recettore F
%
-adrenergico, rapidamente seguito dal primo recettore
muscarinico.
V possibile dividere i recettori 7(+R in tre gruppi sulla base della diversa configurazione della regione
responsabile dell'interazione con il ligando.
3l primo gruppo, di gran lunga il pi" numeroso, comprende i 7(+Rs delle famiglie della rodopsina ed
include i recettori monoamminergici.
*ella rodopsina, l'##-cis-retinale si lega con base di 1chiff all'k!ammino gruppo di lisina in una regione del
333 dominio trans!membrana.
La proteina fondamentale e caratteristica dei bastoncelli per la trasduzione dello stimolo luminoso la rodopsina, un complesso
formato dalla proteina opsina e dal suo gruppo protestico, l'''!cis!retinale, un derivato del \!carotene. L'opsina una proteina
collocata nel segmento esterno dei bastoncelli, precisamente all'interno della loro membrana discale. V provvista di sette [ eliche
transmembrana, pesa RT ?&a, e alla lisina J(@ $nella settima elica% legato l'''!cis!retinale. *ei coni, al posto della rodopsina, sono
presenti tre diversi pigmenti proteici che assorbono le lunghezze d'onda corrispondenti al rosso, al verde e al blu. Quando la
rodopsina viene colpita da fotoni l'''!cis!retinale si isomerizza a tutto!trans!retinale in pochi picosecondi. La rodopsina in seguito
all'isomerizzazione si riorganizza in varie forme intermedie della durata di poche decine di nanosecondi o di poche decine di
microsecondi ciascuna e dalla conformazione sconosciuta, precisamente la batorodopsina, la lumirodopsina, la metarodopsina -,
fino ad assumere una conformazione pi" stabile nella metarodopsina --, detta anche rodopsina attiva. La metarodopsina -- si lega
alla trasducina, una proteina K trimerica con legato K&5 e il legame favorisce lo scambio del K&5 con K65. 3l complesso
metarodopsina ---trasducina, con legato K65, si dissocia subito nella subunit# [ della trasducina, con legato K65, e nel complesso
formato dalle subunit# \ e ] della trasducina con la metarodopsina 33. La metarodopsina 33 fosforilata dalla rodopsina chinasi con
consumo di +65, uindi la metarodopsina 33 fosforilata si lega all'arrestina che blocca la sua interazione con le due subunit# della
trasducina, per poi dissociarsi in opsina e retinale tutto!trans. 3l retinale tutto!trans viene trasformato dalla retinale reduttasi in tutto
trans!retinolo, uesto in ''!cis!retinolo, uindi in ''!cis!retinale che si lega ancora una volta all'opsina per formare rodopsina e
iniziare un nuovo ciclo visivo. *el frattempo la subunit# [ della trasducina con legato K65 interagisce con la fosfodiesterasi $un
tetramero formato da una subunit# [, una \ e due subunit# regolatrici ]%, il legame converte il K65 in K&5E5 $la subunit# [ della
trasducina funzionalmente un K65asi% e permette alla subunit# [ di ricomporre il trimero della trasducinaEK&5, mentre la
fosfodiesterasi si divide in un complesso formato dalle subunit# [ e \ e in un altro formato dalle ]. 3l primo complesso catalizza la
trasformazione del cK/5 $gi# ottenuto da K65 grazie alla guanilato ciclasi% in S'!K/5 E D
E
chiudendo i canali del *a
E
posti sulla
membrana plasmatica del bastoncello, poi si riassocia alle subunit# regolatrici ]. Questi canali infatti si trovano sempre parzialmente
aperti nella cellula e sono mantenuti tali dal legame con cK/5, dunue una diminuzione del cK/5 provoca una diminuzione dei
canali del *a
E
aperti. + sua volta il cK/5 anche regolato dalla concentrazione di 0a
JE
intracellulare, pompato nel citoplasma dagli
stessi canali del *a
E
, in particolare se la concentrazione del 0a
JE
citosolico aumenta, l'attivit# della guanilato ciclasi si abbassa, con
conseguente minor produzione di cK/5 da K65, uando invece i canali del *a
E
sono chiusi il 0a
JE
rimane nello spazio eZtracellulare
e la guanilato ciclasi attiva. *ormalmente il potenziale di riposo della membrana plasmatica di un bastoncello !QT mI ed
mantenuta tale dallo stato parzialmente aperto in cui versano normalmente i canali del *aE. Quando il cK/5 diminuisce i canali del
*a
E
aperti sono sempre meno, e uesto provoca l'iperpolarizzazione della membrana sino a !QS mI per pochi millisecondi. 3n uesto
modo il segnale trasdotto al cervello.
3l secondo gruppo formato dai 7(+Rs che riconoscono alcuni ormoni a struttura peptidergica, uali il
paratormone $56D - concentrazione plasmatica compresa tra 'T e @T pg<mL%, la calcitonina, il peptide
vasoattivo intestinale $I35% ed altri neurotrasmettitori.
Questi presentano una regione *!terminale pi" lunga, contenenti numerosi residui di cisteina impegnati nella
formazione di ponti disolfuro - uesta regione funge da sito di legame dell'agonista.
3l terzo gruppo, che comprende i recettori metabotropici del glutammato, il recettore!sensore per il 0a
JE
plasmatico $regolatore della secrezione di 56D%,e i recettori K+.+
.
, presentano anch'essi una lunga coda
eZtracellulare dove avviene il legame del ligando.
+d ogni modo, ualsiasi sia il meccanismo di attivazione recettoriale da parte dell'agonista, la modifica
conformazionale che consegue all'unione con il ligando viene trasdotta a livello della terza ansa
intracellulare, localizzata tra i T*,
B
e T*,
K
, e della regione 0!terminale, dove sono localizzate le regioni
d'interazione del recettore con la specifica K!proteina.
3l legame dell'agonista allo specifico 7(+R causa la sua interazione con una proteina legante i nucleotidi
guaninici $7T(=7,(%, la 7-proteina, la uale risulta dunue essere l'anello di congiunzione tra i recettori e
i secondi messaggeri intracellulari.
Le 7-proteine sono eterotrimeri costituite dalle subunit# [, \ e ].
Le subunit# [ contenengono i domini per il legame al recettore e all'effettore, nonch per il legame e l'idrolisi
del K65 - ne consegue che le diverse K!proteine vengono distinte in ragione delle specificit# di uesta
subunit#.
Le varie K!proteine sono classificabili in uattro gruppi relativamente omogenei.
+l primo di uesti appartengono le K!proteine della classe 7
3
, caratterizzate dalla loro capacit# di attivare
l'effettore adenilato ciclasi2 sono coinvolte nei processi trasduzionali attivati da importanti recettori
farmacologici, uali i recettori adrenergici \, i recettori dopaminergici e i recettori del 61D.
+l secondo gruppo appartengono le K!proteine delle classe 7
-
, il cui effetto trasduzionale l'inibizione
dell'adenilato ciclasi, operato da alcuni recettori adrenergici $[
J
%, dopaminergici $&
J
e &
R
%, muscarinici $/
J
e
/
R
% e per alcuni peptidi $somatostatina%.
+ppartengono a uesto gruppo anche le K!proteine denominate 7
.
Questo recettore media la vasocostrizione, la produzione e il rilascio di aldosterone e di catecolamine e
stimola la crescita cellulare sia a livello della parete vasale che della parete cardiaca.
3 recettori +6
J
sono perlopi" distribuiti a livello del surrene, dell'utero, del cervello, dei miocardiociti, delle
cellule endoteliali e dei fibroblasti - pare avere una funzione anti!proliferativa, pro!apoptotica,
vasodilatatrice e anti!ipertensiva $proteina K
i
%.
5er ci che concerne l'angiotensina --, i suoi effetti sono7
'% vasocostrizione diretta
J% potenziamento della neuro!trasmissione noradrenergica periferica
Q% effetti sul 1*0 - ipertensione indotta dall'azione sull'area postrema
R% alterata funzione renale - incremento del riassorbimento di sodio nel tubulo prossimale, stimolo del
rilascio di aldosterone dalla glomerulare del surrene $incremento del riassorbimento di sodio ed
escrezione di potassio%
S% alterazioni della struttura cardio!vascolare
Le angiotensinasi degradano l'angiotensina --
,n'altra variabile che concorre a regolare il tono degli sfinteri arteriolari $e anche dei miocardiociti%
rappresentata dai canali ionici, soprattutto uelli di 0a
JE
e ?
E
.
&i seguito saranno analizzati tutti i farmaci usati nel trattamento dell'ipertensione.
,iuretici
Pappresentano la classe di farmaci pi" adoperata in assoluto per il trattamento dell'ipertensione.
5rima di procedere con l'esposizione del meccanismo d'azione di uesti farmaci nel trattamento
dell'ipertensione, d'uopo ribadire alcuni concetti fondamentali in termini anatomo!fisiologici dell'apparato
renale.
/acroscopicamente, nel rene possibile distinguere una componente corticale e una midollare, ciascuna
delle uali caratterizzabile per la presenza di elementi peculiari.
3 principali compiti del rene riguardano l'azione emuntoria dei diversi cataboliti che vengono a formarsi
nell'organismo a seguito dei diversi processi metabolici $urea, acido urico, creatinina, ecc.%, la regolazione
dell'euilibrio elettrolitico, dei volumi circolanti e del pD.
Le unit# morfo!funzionali sono i nefroni $circa 'T
@
per rene%, ciascuno costituito da varie porzioni.
3l rene riceve circa q della gittata cardiaca attraverso le arterie renali, la uale, una volta penetrate
nell'organo $dall'ilo%, danno origine alle arterie interlobari, che decorrono tra le piramidi renali fino al limite
tra zona midollare e corticale.
Qui danno luogo alle arterie arciformi, che hanno un decorso parallelo alla superficie del rene.
&alle arterie arciformi si dipartono ad angolo retto le arterie interlobulari che, dirigendosi verso la corticale,
danno origine alle arteriole glomerulari afferenti.
Le arteriole glomerulari afferenti, all'interno della capsula di .ogman, risultano essere molto convolute $da
cui glomerulo888%.
Queste confluiscono poi nelle arteriole efferenti - es. di rete mirabilis $arteria H arteriola !arteria%
Le arteriole efferenti collocate nella parte pi" esterna della corticale vanno a formare il plesso capillare
peritubulare, necessario al trofismo del nefrone.
Le arteriole efferenti della parte pi" interna della corticale, i cosiddetti glomeruli iuZtamidollari, oltre a dare
origine al plesso peritubulare, danno origine anche a vasi con un decorso perpendicolare rispetto alla
superficie renale, dette arterie rette $vasa recta% - sono alla base del meccanismo di moltiplicazione
controcorrente.
3l sangue, giunto nel glomerulo, sospinto dalla pressione idrostatica nella capsula di .ogman.
La filtrazione consta del passaggio attraverso tre strati7
le cellule endoteliali - spazi di RT +ngstrom
membrana basale - costituita a sua volta da tre strati per complessivi 'STT +ngstrom
podociti $cellule endoteliali% - poggiano sulla membrana basale con fenestrature di @TT +ngstrom
tra i pedicelli
+lla luce degli elementi appena descritti, si comprende come solo piccole molecole siano suscettibili alla
filtrazione renale.
*ell'uomo, la velocit# di filtrazione glomerulare di circa 'JT mL<min $'_T L<die%, ma circa il ((U viene
riassorbito.
*el tubulo prossimale viene riassorbito il @SU circa del sodio e dell'acua filtrati.
+ uesto livello presente uno scambiatore *a
E
<D
E
- il meccanismo pi" importante, almeno dal punto di
vista ualitativo, per il riassorbimento di sodio.
3l trasporto del sodio all'interno delle cellule tubulari consta anche di diversi simporti per alcune molecole
come glucosio e ++.
3l cloro viene invece scambiato con una base.
3l potassio, dal canto suo, viene riassorbito soprattutto per via paracellulare.
3l tubulo prossimale si continua nell'ansa di Henle, in cui possibile distinguere una tratto discendente,
permeabile all'acua e non ai soluti, e un tratto ascendente, permeabile ai soluti e non all'acua.
*el tratto discendente, il riassorbimento dell'acua un processo passivo che si realizza in ragione del
gradiente osmotico tre il lume tubulare e la midollare, ottenuto grazie alla moltiplicazione contro!corrente.
*el tratto ascendente, il riassorbimento di soluti si realizza grazie alla presenza sulla superficie apicale delle
cellule tubulari di un trasportatore *a
E
<?
E
<J0l
!
.
L'ansa di Denle si continua nel tubulo distale, scarsamente permeabile all'acua, dove avviene un ulteriore
riassorbimento di sodio e cloro.
3l 0alcio, finora riassorbito per via passiva, trova in uesto segmento un sito di riassorbimento attivo
modulato dall'azione del paratormone.
3 diuretici sono farmaci in grado di incrementare il volume urinario attraverso l'inibizione del riassorbimento
dei soluti.
0lasse di diuretici 1edi d'azione
-nibitori dell4anidrasi carbonica 6ubulo contorto prossimale2 dotto collettore
,iuretici osmotici 6ubulo contorto prossimale2 tratto discendente
,iuretici dell4ansa 6ratto ascendente dell'ansa di Denle
,iuretici tiazidici 6ubulo contorto distale
,iuretici risparmiatori di potassio &otto collettore
0lasse di diuretici efficacia
,iuretici dell4ansa elevata
,iuretici tiazidici> osmotici e inibitori dell4anidrasi
carbonica
intermedia
,iuretici risparmiatori di potassio bassa
3l loro meccanismo d'azione consta dell'incremento dell'escrezione renale di acua e sodio2 tuttavia la durata
dell'effetto ipotensivo si protrae ben altre la durata dell'azione del farmaco, lasciando intendere che debbano
verificarsi alterazioni a carico di diverse cellule.
0i potrebbe consistere in una deplezione di 0a
JE
,da cui la riduzione dello stato di contrazione delle cellule
arteriolari.
La riduzione della concentrazione di sodio potrebbe altres4 essere alla base dell'attenuazione del controllo
operato dai sistemi deputati ad incrementare o mantenere elevati i valori pressori.
+nche il potassio potrebbe contribuire all'effetto ipotensivo, ci attraverso una aumento della conduttanza
dei sistemi deputati al suo trasporto.
Le classi di diuretici utilizzate nel trattamento dell'ipertensione sono7
#$ diuretici tiazidici
%$ diuretici dell4ansa
&$ diuretici risparmiatori di potassio
3n uesto capitolo verranno trattati anche altre due classi, le uali tuttavia non hanno indicazione nel
trattamento ipotensivo7
0$ diuretici osmotici
B$ diuretici inibitori dell4anidrasi carbonica
,iuretici tiazidici
+l gruppo appartengono numerose molecole, tutte a struttura 1ulfonamidica.
3n particolare idroclorotiazide> idroflumetiazide e politiazide sono derivati della benzotiadiazina $tiazidi
p.d.%.
+lortalidone> indapamide e metolazone hanno una strutture etrociclica $analoghi delle tiazidi%
3 diuretici tiazidici $come i diuretici dell'ansa% incrementano per somministrazioni acute l'escrezione di urati,
mentre la somministrazione cronica la riduce - competono, in sede di escrezione, per lo stesso trasportatore.
Le tiazidi sono tutte somministrate per os - solo l'idroclorotiazide pu essere somministrata per parenterale.
6utte le molecole sono escrete a livello tubulare dal sistema di secrezione per gli acidi inorganici $rischio
iperuricemia% e uesto il meccanismo che consente loro di giungere nel tubulo contorto distale, loro sito
d'azione.
1ono stati descritti diversi effetti collaterali e tossici7
WOOW66M 6M1130M /W00+*31/M
' ! iponatriemia +umentata escrezione di *a
E
J ! ipoGaliemia +umentata escrezione di ?
E
Q ! ipomagnesiemia +umentata escrezione di /g
JE
R ! ipercalcemia Pidotta escrezione di 0a
JE
S ! iperuricemia Pidotta escrezione di urati
@ H impotenza e minore libido +umentata escrezione di cinco $h%
` ! aritmie 1econdaria all'ipoGaliemia $allung. QP1%
_ ! dislipidemia 3ncrementata lipolisi
( ! iperglicemia 1econdaria all'ipoGaliemia $?
E
necessario alla
conversione di pro!insulina in insulina%
'T H ridotta efficacia anti!ipertensivi 1econdaria all'ipoGaliemia
'' H disturbi neurologici +zione centrale
'J H reazioni allergiche &ovute alla struttura sulfonamidica
'Q H alcalosi metabolica 1econdaria all'ipoGaliemia< escrezione D
E
5er ci che concerne le interazioni farmacologiche, i diuretici tiazidici, somministrati insieme ad altri
farmaci, possono modificarne l'attivit#7
riduzione degli effetti - anti!coagulanti, uricosurici, antidiabetici
potenziamento degli effetti - glucosidi cardio!attivi, diazossido, minoZidil, litio, diuretici dell'ansa
5are essere molto pericolosa l'associazione tiazidici<chinidina - rischio di tachicardia ventricolare
polimorfa.
3 principali usi terapeutici sono7
ipertensione arteriosa $vedi seguito%
insufficienza cardiaca
nefrolitiasi calcica
osteoporosi
diabete insipido nefrogeno $paradossale riduzione del volume urinario del STU888%
intossicazione da .romo
edemi da patologie epatiche e renali
3 Tiazidi sono tra i diuretici pi" utilizzati per il trattamento dell'ipertensione.
3l loro meccanismo d'azione passa attraverso l'inibizione, a livello della prima parte del tubulo contorto
distale, del co!trasporto *a
E
<0l
!
, con netto incremento dell'escrezione urinaria di *a
E
! 0l
!
! ?
E
! D
E
.
W' ridotta invece l'escrezione di 0a
JE
, di cui promuovono il riassorbimento.
+bitualmente, la maggior parte dei pazienti ipertesi viene trattata con dosi da @,JS a 'J,S mg<die.
1pesso uesti diuretici vengono somministrati in associazione con altri farmaci anti!ipertensivi, di cui
riescono a potenziare gli effetti.
1ono commercializzate associazioni tra tiazidi e +0W!inibitori, sartani e \!bloccanti.
Kli effetti collaterali pi" freuenti sono i seguenti7
disfunzione erettile e riduzione della libido in una percentuale elevata di pazienti
ipoGaliemia
diminuzione della tolleranza al glucosio e slatentizzazione di eventuale diabete $ridotta secrezione di
insulina a causa dell'ipoGaliemia%
aumento della colesterolemia e trigliceridemia
iperuricemia e possibili attacchi gottosi
iponatriemia
ipomagnesemia
alcalosi metabolica
ipoperfusione placentare secondaria alla riduzione del volume ematico
ototossicit#
diarrea
,iuretici dell4ansa
Questi farmaci hanno come sede principale d'azione il tratto ascendente spesso dell'ansa di Denle.
1ono caratterizzati da una grande efficacia $diuretici drastici% poich i soluti di cui viene impedito il
riassorbimento a uesto livello non possono essere riassorbiti in modo efficiente pi" a valle.
&al punto di vista chimico, la furosemide e la bumetanide sono delle sulfonamidi, la torasemide una
sulfanilurea e l'acido etacrinico un derivato dell'acido fenossiacetico.
Questi farmaci sono inibitori del simporto *a
E
<?
E
<J0l
!
.
L'inibizione di uesto trasporto riduce dunue il riassorbimento di uesti ioni, ma viene inibito anche il
riassorbimento per via paracellulare di 0a
JE
e /g
JE
.
3 diuretici dell'ansa, allorch somministrati in acuto, determinano un incremento della secrezione di urati, ma
la somministrazione cronica si risolve con una riduzione della clearance per ueste molecole, con il rischio
dell'insorgenza di attacchi gottosi - come per i tiazidici, si assiste alla competizione per il trasportatore di
molecole organiche.
3 diuretici dell'ansa sono dotati anche della capacit# di indurre sintesi di prostaglandine nel rene, con il
conseguente incremento del O5P.
V stato descritto anche un effetto vasale diretto di uesti farmaci, responsabili di un incremento veloce della
capacitanza venosa sistemica, con riduzione del pre!carico.
1ono in genere somministrati per os, ma freuente anche la somministrazione per via endovenosa e
intramuscolare.
3l legame con le proteine plasmatiche elevato, il che ne impedisce praticamente la filtrazione glomerulare
- agiscono a livello del versante luminare delle cellule tubulari, dove giungono grazie alla secrezione
compiuta attraverso il trasportatore degli acidi organici.
3 diuretici dell'ansa possono determinare una serie di effetti collaterali rappresentati principalmente dalla
riduzione dei livelli sierici di alcuni ioni.
WOOW66M 6M1130M /W00+*31/M
' H grave iponatriemia +umentata escrezione di *a
E
J ! ipoGaliemia +umentata escrezione di ?
E
Q ! iperuricemia Pidotta escrezione di urati
R ! ipomagnesemia +umentata escrezione di /g
JE
S H reazioni allergiche
@ H grave disidratazione
` ! ipocalcemia +umentata escrezione di 0a
JE
_ ! iperglicemia 1econdaria all'ipoGaliemia
( H dislipidemia 3ncrementata lipolisi
'T ! ototossicit# +lterazioni composizione endolinfa
'' H alcalosi metabolica 1econdaria a ipoGaliemia<aument. escrezione D
E
'J ! aritmie 1econdaria all'ipoGaliemia
'Q H ridotta efficacia degli anti!ipertensivi 1econdaria all'ipoGaliemia
+lcuni farmaci, somministrati contemporaneamente, possono potenziarne gli effetti tossici.
5articolarmente pericolose sono le seguenti associazioni7
aminoglucosidi e cisplatino - potenziamento ototossicit#
glucosidi cardiaci - potenziamento effetti tossici causata dall'ipoGaliemia
garfarin - potenziamento attivit# anticoagulante
O+*1 - ridotto effetto diuretico
amfotericina . - potenziamento nefrotossicit#
Litio - incremento litemia
3 principali usi sono7
edema polmonare acuto - riduzione del pre!carico $aumenta capacitanza venosa e riduzione della
volemia% e del post!carico $natriuresi%
scompenso cardiaco - riduzione pre!carico e post!carico
ipertensione
edema nella sindrome nefrosica
edema e ascite nella cirrosi epatica
diuresi forzata da sovradosaggio di farmaci
ipercalcemia
edema in corso di 3P0
&M137
furosemide - JT!_T mg per os2 JT!RT mg per i.v. M i.m. $si pu arrivare anche a STT!'TTT mg<die%
acido etacrinico - ST!JTT mg per os2 ST mg per i.v.
6orasemide - J,S!JT mg per os2 'T!JTT mg per i.v.
,iuretici risparmiatori di potassio
0on uesta denominazione viene indicata una classe di diuretici accomunati dalla capacit# di ridurre
l'escrezione di potassio e uindi in grado di causare iperGaliemia.
.isogna distinguere il modo d'azione dello 3pironolattone da uello del triamterene ed amiloride.
3l primo agisce antagonizzando a livello del dotto collettore $cellule principali% l'attivit# dell'aldosterone,
motivo per cui definito $con il canrenone% antagonista recettoriale dell4aldosterone.
Kli altri due agiscono attraverso l'inibizione diretta del trasporto di *a
E
attraverso i canali ionici della
membrana luminale.
Kli antagonisti recettoriali dell4aldosterone determinano uindi una riduzione del riassorbimento di sodio ed
un incremento del riassorbimento di potassio e idrogenioni.
Logica vuole che l'efficacia di uesti farmaci sia strettamente correlata alla concentrazione ematica
dell'agonista - allorch la secrezione di aldosterone fosse ridotta, uesti farmaci non produrrebbero effetti
rilevanti888.
Triamterene e amiloride sono due farmaci attivi sui canali di *a
E
presenti nelle membrane apicali delle
cellule principali del dotto collettore.
Questi canali, denominati Wna0, consentono il riassorbimento del solo sodio, cui fa seguito la genesi di un
potenziale endoluminale elettronegativo, forza elettro!motrice per la secrezione di potassio.
3l blocco di uesti canali determina uindi un aumento della clearance del sodio e una riduzione di uella del
potassio.
Mltre ad un leggero incremento della natriuresi $la maggior parte del sodio viene riassorbito nei tratti pi"
prossimali%, si ha dunue una ridotta escrezione di diversi cationi, soprattutto ?
E
, 0a
JE
, /g
JE
e D
E
.
Lo spironolattone viene somministrato per os, dotato di buona biodisponibilit# $@SU%, ha un esteso legame
farmaco!proteico, un'emivita di 'TT minuti ed ampiamente metabolizzato a livello epatico.
La sua biotrasformazione d# luogo alla formazione di metaboliti attivi, uno dei uali, il canrenone, ha
un'attivit# del tutto sovrapponibile a uella della molecola progenitrice, ma con un'emivita di circa '@ ore.
3 principali effetti tossiti e collaterali dello spironolattone e succedanei sono7
ginecomastia e impotenza nell'uomo ed effetti di tipo androgeno nella donna - la natura steroidea
delle molecole consente un certo grado di interazione con i recettori degli ormoni sessuali
iperGaliemia - va prestata particolare attenzione ai soggetti con 3P, nella soppressione dell'attivit#
reninica da beta!blocco e<o O+*1, nella soppressione dell'attivit# dell'angiotensina 33 da +0W!
inibitori e<o sartani2 il rischio pu essere ridotto mediante la contestuale somministrazione di
diuretici dell'ansa o tiazidici
acidosi metabolica - ridotta escrezione di idrogenioni e secondaria all'iperGaliemia
3 principali effetti collaterali e tossici di triamterene e amiloride sono7
iperGaliemia
megaloblastosi - il triamterene un debole antagonista dell'acido folico e nei soggetti affetti da
cirrosi epatica, bisogna essere particolarmente cauti
stata descritta anche una ridotta tolleranza al glucosio
3 diuretici risparmiatori di potassio sono spesso somministrati in associazione con i diuretici dell'ansa e
tiazidici per contrastare il loro effetto ipoGaliemizzante.
Lo spironolattone utilizzato anche nel trattamento dell'iperaldosteronismo primario o secondario2 utile
nel trattamento dell'insufficienza cardiaca.
&M137
spironolattone - JS!'TT mg<die
triamterene - RT!'ST mg<die
amiloride - S!JT mg<die
,iuretici osmotici
1i tratta di sostanze, -sosorbide> *annitolo> Prea> 7licerolo, che vengono ampiamente filtrate a livello
glomerulare e molto poco riassorbite a livello tubulare.
3 loro effetti sono correlati all'incremento dell'osmolarit# nel lume tubulare.
Le sedi d'azione dei diuretici osmotici sono essenzialmente due7
tratto discendente dell4ansa di Henle
tubulo contorto prossimale
L'effetto e livello dell'ansa di Denle sicuramente il pi" importante, ed secondario a uesta serie di eventi7
diuretici osmotici nel sangue - aumentata osmolarit# plasmatica - acua richiamata dai tessuti -
riduzione ematocrito $riduzione della viscosit# del sangue% - riduzione della liberazione di renina -
incremento del flusso ematico renale - ridotta ipertonia della midollare renale - riduzione riassorbimento
di acua dal tratto discendente - aumentato volume urinario
L'effetto a livello del tubulo contorto prossimale deriva invece da uesta seuenza7
diuretico filtrato - aumento dell'osmolarit# nel lume tubulare - acua richiamata dai tessuti - riduzione
della concentrazione di sodio - ridotto riassorbimento di sodio
3 diuretici osmotici aumentano l'escrezione di tutti gli elettroliti - *a
E
, ?
E
, 0a
JE
, /g
JE
, 0l
!
, D0M
Q
!
e fosfati.
3l principale inconveniente derivante dall'uso di uesti farmaci rappresentato dall'espansione del volume
eZtracellulare causata dal richiamo di acua dal compartimento cellulare.
*ei pazienti affetti da insufficienza cardiaca, l'aumento del post!carico pu causare l'insorgere di edema
polmonare acuto - il rischio pi" elevato uando sono somministrati per via endovenosa.
V freuente anche la comparsa di iponatriemia, cefalea, nausea e vomito.
1ono utilizzati per ottenere una rapida riduzione della pressione endocranica ed endooculare.
0omune anche il loro utilizzo nell'3P+ - la diluizione delle sostanze tossiche presenti nel lume tubulare e
la rimozione del materiale ostruente incrementano la filtrazione glomerulare.
,iuretici inibitori dell4anidrasi carbonica
L'anidrasi carbonica un enzima che svolge un ruolo importante sia a livello del tubulo contorto prossimale
che a livello delle cellule intercalatedel dotto collettore.
Questa proteina il bersaglio di un classe di farmaci, gli inibitori dell4anidrasi carbonica appunto, cui
appartengono acetazolamide> diclorfenamide e metazolamide.
+ livello del tubulo contorto prossimale, l'enzima presente sia nelle membrane luminali $tipo 3I% che nel
citosol $tipo 33%.
Kli effetti degli inibitori dell4anidrasi carbonica sulla composizione delle urine consistono in un'aumentata
escrezione di7
D0M
Q
!
*a
E
?
E
aumento del volume delle urine
La perdita di ioni bicarbonato con le urine riduce la loro concentrazione ematica e uindi la loro secrezione
tubulare - l'effetto diuretico si auto!limita nell'arco di alcuni giorni.
La presenza dell'enzima anidrasi carbonica nei processi ciliari alla base dell'utilizzo di uesta classe di
diuretici per il trattamento del glaucoma ad angolo aperto - l'inibizione dell'attivit# della proteina si traduce
con una riduzione della velocit# di produzione di umor acueo, con la conseguente riduzione della pressione
endo!oculare.
+ livello del 1*0, probabile che le parestesie, la sonnolenza e la ridotta eccitabilit# neuronale possano
essere causate da un incremento della pressione parziale di 0M
J
.
1ono stati descritti numerosi effetti collaterali e tossici uali allergie, depressione midollare, tossicit# renale e
cutanea, ridotta escrezione di ioni ammonio $uesti diuretici non sono indicati nei cirrotici%, nefrolitiasi per
precipitazione di sali di calciofosfato nelle urine alcaline, peggioramento di un'eventuale acidosi.
1ono farmaci utilizzati soprattutto per il glaucoma ad angolo aperto.
L'acetazolamide utile anche come farmaci antiepilettico, ma la rapida tolleranza ne limita fortemente
l'utilizzo.
6rova anche applicazione nel trattamento del mal di montagna acuto.
Farmaci simpaticolitici
3impaticolitici a prevalente azione centrale
Questo gruppo di farmaci comprende la clonidina, il guanabenz, la guanfacina e l'\-metildopa.
3l principale meccanismo d'azione la stimolazione dei recettori [
J
!adrenergici presenti nel nucleo del tratto
solitario, con conseguente inibizione dell'attivit# simpatica.
-nibitori del neurone adrenergico
1i tratta di una classe di farmaci il cui meccanismo d'azione consiste nell'inibizione del rilascio di
noradrenalina dal terminale adrenergico.
L'azione si pu localizzare a livello periferico, come nel caso della guanetidina, allorch il farmaco non sia
in grado di passare la .WW, oppure pu agire anche a livello centrale, come nel caso della reserpina.
La reserpina un alcaloide che interagisce con il trasportatore vescicolare $I/+6% delle monoammine,
inibendo il loro immagazzinamento, da cui il depauperamento delle riserve.
3l meccanismo non si limita tuttavia alla riduzione della liberazione di noradrenalina, ma coinvolge anche
adrenalina, dopamina e serotonina, sia a livello centrale che periferico.
Kli effetti collaterali sono gravi e numerosi2 sono stati descritti infatti sedazione, incapacit# a concentrarsi e
grave depressione del tono dell'umore che pu persistere molti mesi dopo la cessazione della terapia.
La guanetidina considerata un tipico esempio di falso trasmettitore - il farmaco viene trasportato nel
terminale sinaptico dal trasportatore *W6 e finisce con l'accumularsi nelle vescicole sinaptiche, dove
compete con il neurotrasmettitore endogeno.
+ll'arrivo dell'impulso, la terminazione libera uesta molecola piuttosto che la noradrenalina, realizzando
una vera e propria simpaticectomia farmacologica.
Kli effetti collaterali sono ipotensione posturale, eiaculazione ritardata o retrograda, diarrea profusa.
)ntagonisti \-adrenergici
6ra gli antagonisti *M*!selettivi troviamo la fentolamina e la fenossibenzamina $antagonismo non
sormontabile% - non sono impiegati per il trattamento dell'ipertensione, ma trovano indicazione nella terapia
del feocromocitoma.
Kli antagonisti [
'
!selettivi usati nel trattamento dell'ipertensione sono pochi7 prazosina, terazosina e
doxazosina.
/ediante il blocco del recettori [
'
, producono vasodilatazione sia a livello arterioso che a livello venoso.
3nizialmente, per via riflessa, si assiste ad una compensazione simpatica con incremento della freuenza
cardiaca e della concentrazione ematica di renina.
1uccessivamente, mentre uesti parametri tendono a normalizzarsi, la vasodilatazione persiste.
Questi farmaci hanno anche la capacit# di ridurre le concentrazioni ematiche di trigliceridi e colesterolo, con
un incremento dei valori delle D&L.
)ntagonisti F-adrenergici
La loro efficacia nel trattamento dell'ipertensione consta di diverse azioni7
effetto inotropo, cronotropo, dromotropo, batmotropo e lusitropo negativi
riduzione della secrezione di renina
alterazione della sensibilit# barocettoriale
incrementata sintesi di prostacicline
azione a livello del 1*0, con riduzione del tono simpatico
3 \!bloccanti $anche uelli \
'
!selettivi% non dovrebbero essere somministrati a pazienti asmatici, per il rischio
di avere fenomeni di broncocostrizione.
1ono possibili blocchi atrio!ventricolari e disfunzione del nodo seno!atriale.
V da evitare l'associazione con uei calcio-antagonisti, come Ierapamil e &iltiazem, dotati di marcata
attivit# inibitrice sulla conduzione atrio!ventricolare.
+alcio-antagonisti
$vedere farmaci anti!anginosi%
)+/-inibitori
Kli )+/-inibitori sono in grado di legarsi allo cn
JE
presente nell'enzima di conversione dell'+ngiotensina 3
in +ngiotensina 33.
L'effetto anti!ipertensivo si verifica principalmente in conseguenza del ridotto effetto dell'+ngiotensina 33 su7
vasi sanguigni - ridotto effetto vasocostrittivo
attivit# simpatica - ridotta attivit# simpatica
rilascio di aldosterone - ridotto rilascio di aldosterone
rilascio di +&D - ridotto rilascio di vasopressina
0ontroverso il secondo meccanismo chiamato in causa per spiegare gli effetti anti!ipertensivi ascrivibili a
uesta classe di farmaci.
L'enzina di conversione dell'+ngiotensina 3 $+0W% non limita la sua azione alla produzione di +ngiotensina
33, ma catabolizza anche la bradic"inina, per cui la sua inibizione comporta un incremento dei livelli di
uesta molecola.
La bradic"inina stimola la biosintesi di prostaglandine, responsabili dell'azione vasodilatatrice.
Kli effetti vasodilatanti degli )+/-inibitori si esplicano anche a livello venoso, il che risulta utile nel
paziente scompensato, e non si associano ad attivit# simpatica riflessa n a ritenzione idrico!salina, uesto
grazie all'azione inibitoria che uesti farmaci producono sui diversi sistemi interessati all'omeostasi
dell'organismo.
La ridotta attivit# dell'aldosterone spiega anche l'azione iperGaliemizzante.
0ontrariamente a molti farmaci anti!ipertensivi, gli )+/-inibitori non modificano il metabolismo glucidico e
lipidico.
5er ci che concerne gli effetti collaterali e tossici, l'angioedema un raro $'!JU dei pazienti trattati% ma
pericoloso effetto collaterale e i pazienti devono essere avvisati di interrompere subito l'assunzione allorch
dovesse iniziare la manifestazione sintomatica - turgore delle labbra e della bocca, talvolta associato a
edema della laringe.
L'eziopatogenesi ascrivibile ad un incremento dei valori di bradic"inina, la uale alla base anche della
comparsa della tosse $S!JTU dei pazienti% e della disgeusia.
L'iperGaliemia non rappresenta una condizione preoccupante nei soggetti in monoterapia con una normale
funzionalit# renale, ma pu diventare tale uando si ha la concomitante somministrazione di diuretici
risparmiatori di potassio, O+*1, supplementi di potassio e \!bloccanti.
*7.7 - nei pazienti con stenosi dell'arteria renale, mono! o bilaterale, si assiste ad una drastica riduzione
della funzionalit# renale888 $la filtrazione garantita dalla vasocostrizione dell'arteriola efferente mantenuta
dall'+ngiotensina 33%.
*ei pazienti diabetici in cui sia presente un'alterazione renale, gli )+/-inibitori non solo non sono
controindicati, ma paiono in grado di ritardare la compromissione del distretto.
V sconsigliato l'uso in gravidanza per i possibili effetti teratogeni.
+aptopril - ha una biodisponibilit# del `SU $se assunta durante i pasti si riduce del QTU88%2 il picco
si ha dopo ' ora e l'emivita di J ore. L'escrezione avviene per secrezione tubulare previa
metabolizzazione epatica
/nalapril - metabolizzato a livello epatico nel metabolita attivo /nalaprilat2 ha una
biodisponbilit# del @TU non ridotta dal cibo. 3l picco della principio attivo somministrato si ha dopo
' ore, uello del metabolita dopo R!S ore. L'emivita di circa QS!RT ore e l'escrezione renale.
Ramipril - assorbito rapidamente $picco a ' ora% con una biodisponibilit# del STU $ulteriormente
ridotta dal cibo%2 viene metabolizzato a ramiprilat, che pu essere considerato il metabolita
principale. Da un'emivita particolarmente lunga $circa `T ore%, dovuta alla diverse fasi di
distribuzione del farmaco nei tessuti
3artani @ antagonisti recettoriali dell4)ngiotensina -- non peptidici
1i tratta di una classe di farmaci in grado di antagonizzare l'azione dell'+ngiotensina 33 a livello dei recettori
)T#.
3l primo farmaco del gruppo ad essere utilizzato stato il losartan, cui han fatto seguito lo sviluppo di altre
molecole simili.
3 sartanisi legano al recettore )T#, dove agiscono come antagonisti selettivi e da cui si dissociano molto
lentamente.
Kli aspetti per cui i sartani si differenziano dagli )+/-inibitori sono molteplici7
il blocco dei recettori )T# certamente pi" efficacie di uello operato dagli )+/-inibitori -
l'+ngiotensina 33 pu essere prodotta anche da altre vie metaboliche
i sartani non antagonizzano il recettore )T%
le concentrazioni di +ngiotensina 33 tendono ad aumentare con l'uso dei sartani e a diminuire con gli
)+/-inibitori
L'azione ipertensiva di uesti farmaci assimilabile a uella degli )+/-inibitori, a differenza dei uali
presentano tuttavia minore effetti avversi.
1ono utilizzati soprattutto per il trattamento dell'ipertensione lieve e moderata.
6rovano indicazione anche nello scompenso cardiaco, per il trattamento della nefropatia diabetica e per la
profilassi dello stroGe.
L'effetto avverso pi" freuente l'ipotensione.
1ono stati descritti rari casi di angioedema e tosse.
*on sono indicati in soggetti con stenosi delle arterie renali e durante la gravidanza.
V importante evitare la concomitante somministrazione di diuretici risparmiatori di potassio o supplementi di
potassio - rischio di iperGaliemia.
8asodilatatori
-dralazina
1i tratta di un farmaco ben assorbito a livello gastro!intestinale, ma con bassa biodisponibilit# a causa
dell'acetilazione che si realizza ad opera degli enterociti.
L'emivita di circa ' ora e la durata dell'effetto anti!ipertensivo valutata intorno alle 'J ore2 viene
eliminata per via biliare.
+gisce inducendo un rilasciamento degli sfinteri alveolari, ma il meccanismo non ancora del tutto noto,
mentre scarsa l'azione sul sistema venoso.
La vasodilatazione pare essere marcata a livello dei vasi cerebrali, coronarici e renali.
6ra gli effetti avversi causati dalla marcata vasodilatazione annoveriamo la cefalea, vampate di calore,
vertigini, attivazione simpatica riflessa, palpitazioni e aumento del consumo di M
J
a livello del miocardio%.
*on viene mai somministrata in monoterapia, ma spesso in associazione con diuretici e \!bloccanti.
V utilizzata anche per il trattamento delle crisi ipertensive durante la gravidanza.
Ia utilizzata con grande prudenza negli anziani e nei pazienti con cardiopatia ischemica.
La posologia di JS!'TT mg<die.
)ttivatori dei canali del potassio
3 farmaci di uesto gruppo attivano i canali del potassio +65!dipendenti, con conseguente incremento della
conduttanza per uesto ione, cui fa seguito iperpolarizzazione e rilasciamento della muscolatura liscia.
*el gruppo sono presenti due farmaci7
*inoxidil
,iazossido
La vasodilatazione soprattutto arteriolare, con scarso effetto a livello venoso.
+ livello cardiaco sono responsabili di un incremento della gittata cardiaca secondario all'ipotensione.
+ livello renale, in ragione della riduzione della portata secondaria alla vasocostrizione, si assiste ad un
incremento della liberazione di renina e conseguente ritenzione idro!salina.
1ono farmaci indicati nel trattamento delle gravi crisi ipertensive.
5er uel che riguarda gli effetti avversi, il *inoxidil, oltre a causare ritenzione idro!salina e attivazione
simpatica riflessa, pu dare luogo a ipertricosi sul viso, dorso, braccia e gambe.
3l ,iazossido associato invece a iperglicemia8
.itroprussiato sodico
+ttiva la guanilico ciclasi e riduce le concentrazioni intracellulari di calcio.
1i somministra per via endovenosa2 ha una latenza di pochi secondi e l'azione anti!ipertensiva scompare
dopo Q minuti.
L'azione vasodilatante si esplica sia a livello venoso che a livello arterioso.
La metabolizzazione comporta la liberazione di cianuro, che pu dare grave acidosi lattica, leggera
intossicazione da tiocianato che si manifesta con anoressia, nausea, vomito, senso di disorientamento e,
talvolta psicosi tossica.
5er prevenzione, si soliti somministrare tiosolfato sodico.
F)R*)+- ).T--)R-T*-+-
)TT-8-T)4 /1/TTR-+) ,/1 +PR/
&al cuore possono essere registrati due principali tipi di potenziale d4azione7
potenziale a R-3(3T) R)(-,) - miocardio $atriale e ventricolare% e sistema di conduzione
$fibre di 5urGinme%2
potenziale a R-3(3T) 1/.T) - cellule specializzate nella genesi della ritmicit# cardiaca
intrinseca $nodo seno-atriale e nodo atrio-ventricolare%
5otenziale di riposo
della cellula cardiaca - - XC m8
La fase C la fase ascendente R)(-,) del potenziale d'azione $si arriva a ? %C m8 - 8/R3HT%2
subito dopo la fase ascendente, si verifica un breve periodo di ripolarizzazione iniziale parziale $fase #%,
seguito a sua volta da un plateau $fase %% che si protrae per circa 'ST!JTT ms.
3l potenziale diventa poi progressivamente pi" negativo $fase &% fino a raggiungere nuovamente il potenziale
di riposo $fase 0%.
0ome si pu notare dalla rappresentazione grafica, il potenziale di riposo $fase 0% delle fibre a R-3(3T)
R)(-,) notevolmente pi" negativo di uello esibito dalle fibre a R-3(3T) 1/.T).
*elle fibre a R-3(3T) R)(-,) anche la pendenza della fase ascendente rapida $fase #%, l'ampiezza e
l'overs"oot sono maggiori.
+mpiezza e velocit# di ascesa del potenziale d'azione e la velocit# di ascesa della depolarizzazione sono i
principali fattori determinanti della velocit# di propagazione lungo le fibre del miocardio2 le cellule
caratterizzate da una risposta lenta hanno minore velocit# di conduzione e maggior tendenza al blocco.
Le varie fasi del potenziale d'azione cardiaco sono associate a variazioni della conduttanza della membrana
cellulare agli ioni sodio $.a
?
%, potassio $K
?
% e calcio $+a
%?
%.
F)3/ C
La depolarizzazione rapida che ha luogo durante le fase C dovuta uasi esclusivamente all'ingresso rapido
di sodio ottenuto grazie alla variazione della conduttanza $g
.a
% - /!2 di 7oldman2 maggiore la
permeabilit# della membrana per uno ione, maggiore la tendenza dello ione a spostare il potenziale di
riposo delle cellule verso il proprio potenziale di euilibrio $I/ si ottiene grazie all'e!uazione di .ernst2
I/ : $! @T mI<z%$LogCZ
i
F<CZ
e
F%%.
Quando il potenziale di riposo della cellula raggiunge una soglia critica $-KB m8%, si verificano delle
modificazioni nella permeabilit# del sodio riconducibili all'attivit# di canali rapidi per il .a
?
.
3l modo con cui il sodio si muove attraverso uesti canali rapidi suggerisce che il flusso controllato in ogni
canale da due tipi di barriere7
barriera * - rende pervio il canale uando il potenziale inizia a diventa meno negativo $barriera
di attivazione%
barriera H - tende a chiudere il canale uando il potenziale si fatto maggiormente elettropositivo
$barriera di inattivazione%
*elle cellule a riposo $- XC m8%, le barriere * sono chiuse e le barriere H sono aperte2 ogni fenomeno che
tende a ridurre l'elettronegativit# del potenziale tende apre i canali rapidi de .a
?
$apertura delle barriere
*%.
/an mano che l'elettropositivit# aumenta, sempre pi" barriere * si aprono, incrementando la conduttanza
di membrana per il sodio il uale, in accordo con l'euazione di *ernst e uella di Koldman, porter# la
cellula a depolarizzarsi ulteriormente - viene definito processo rigenerativo $tende ad auto!sostenersi%.
0ome abbiamo detto, l'ingresso di *a
E
nella cellula tende a ridurre l'elettronegativit# del potenziale cellulare,
ma il uantitativo di sodio che entra tale da non modificare in modo apprezzabile la concentrazione
intracellulare dello ione, il uale continuer# a fluire dentro al citoplasma sfruttando il gradiente 0D3/30M $e
non pi" uello WLW66PM!0D3/30M% - uesto spiega la genesi dell'overs"oot $ di fondamentale
importanza tenere a mente l'euazione di *ernst888%.
L'attivit# delle barriere H tende a essere speculare a uella delle barriere *7
elevata elettronegativit' - 5)RR-/R) * 0D3,1+ e 5)RR-/R) H +5WP6+
bassa elettronegativit' - 5)RR-/R) * +5WP6+e 5)RR-/R) H 0D3,1+
#$ 0+*+LW + P35M1M - 5)RR-/R) * 0D3,1+ e 5)RR-/R) H +5WP6+
%$ 0+*+LW +663I+6M - 5)RR-/R) * +5WP6+ e 5)RR-/R) H +5WP6+
&$ 0+*+LW 3*+663IM $PWOP+66+P3M% - 5)RR-/R) * +5WP6+ e 5)RR-/R) H 0D3,1+
L'apertura delle barriere / un evento estremamente rapido $T,' ms88% , mentre la chiusura delle barriere D
richiede un tempo leggermente pi" lungo.
La fase C termina uando la chiusura delle barriere H riduce al conduttanza di membrana per il *a
E
,
consentendo alla pompa *a
E
!?
E
di riportare la cellula al suo potenziale di riposo.
*... - la barriere D restano chiuse fino a uando la cellula non si parzialmente ripolarizzata - periodo
refrattario )331PT2 uesto un meccanismo fondamentale per impedire la contrazione tetanica del
miocardio.
F)3/ #
La fase # un breve periodo di ripolarizzazione parziale ed espressione di una corrente transitoria diretta
verso l4esterno, per gran parte dovuto all'efflusso di ?
E
, chiamata -
to
$to - transient outgard%.
La fase ' particolarmente evidente nelle Oibre di 5urGinme e nelle fibre epicardiche e mediocardiche del
miocardio ventricolare2 molto meno sviluppata nelle fibre endocardiche.
F)3/ %
&urante il plateau del potenziale d'azione, il +a
%?
entra nelle cellula attraverso dei canali del 0alcio che si
attivano e si disattivano molto pi" lentamente dei canali rapidi di *a
E
.
3l fatto che uesto massiccio ingresso di cationi non determini variazioni apprezzabili in termini di potenziale
elettrico chiaramente riconducibile ad un continuo efflusso di cariche positive dall'interno all'esterno, e
anche in uesto caso si tratta di ?
E
$il potassio il catione pi" abbondante in ambito intracellulare%.
3 canali di 0a
JE
sono voltaggio!dipendenti e si attivano uando il potenziale si fa meno elettronegativo.
*el tessuto cardiaco sono stati identificati diversi canali del calcio, ma i principali sono i cosiddetti canali
del +a
%?
di tipo 1 $canali long lasting - la corrente che attraversa uesti canali decisamente lunga%.
L'apertura dei canali del calcio si riflette in un rapido aumento della conduttanza per uesto ione, il uale
risulta fondamentale per la l'accoppiamento eccitazione-contrazione.
&urante il plateau, il gradiente di concentrazione del ?
E
tra l'interno della cellula e l'esterno rimane invariato,
ma il potenziale positivo2 ci si riflette nella creazione di un'enorme forza che spinge il potassio all'esterno
e se la conduttanza rimanesse invariata, la sua fuoriuscita supererebbe l'ingresso del calcio, decretando la
fine della fase di plateau.
0i che accade in realt# che la conduttanza al potassio tende a ridursi man mano che il potenziale di fa
meno elettronegativo - uesto fenomeno noto come rettificazione in ingresso.
,n altro fattore che contribuisce a ridurre la conduttanza del potassio durante la fase di plateau la
rettificazione ritardata, una caratteristica di un altro canale di ?
E
2 uesti canali sono chiusi durante la fase R
e sono attivati per uei voltaggi che in genere prevalgono verso la fine della fase T, ma la loro attivazione
procede molto lentamente.
3l plateau del potenziale d'azione persiste fino a uando l'efflusso di cariche trasferite dal ?
E
sono bilanciate
dall'ingresso di cariche trasferite dal 0a
JE
.
F)3/ &
3l processo di ripolarizzazione finale inizia alla fine della fase J, uando la fuoriuscita del potassio supera
l'ingresso del calcio.
+lla fine del plateau, ci sono almeno tre correnti in uscita del potassio $i
to
- transient outgard2 i
k
-
rettificazione ritardata2 i
k#
- rettificazione in ingresso% che contribuiscono alla ripolarizzazione finale.
La corrente rettificata in ingresso non contribuisce in modo sostanziale all'inizio del processo di
ripolarizzazione $la conduttanza di uesti canali scarsa per i valori di depolarizzazione presenti durante la
fase di plateau, ma sono fondamentali una volta che la cellula si parzialmente ripolarizzata grazie alle altre
due correnti888%.
F)3/ 0
L'eccesso di *a
E
che entrata rapidamente nella cellula durante la fase T viene eliminato grazie all'azione della
*a
E
!?
E
!+65asi2 una buona parte del calcio viene trasportato fuori da una 0a
JE
!+65asi o scambiato con ioni
*a
E
$i uali saranno successivamente estrusi mediante la pompa sodio!potassio - antiporto con trasporto
attivo secondario%.
*elle risposte lente, la fase ascendente $fase C% molto pi" lenta, la ripolarizzazione precoce $fase #%
assente, il plateau $fase %% meno prolungato e meno piatto e la ripolarizzazione finale $fase &% meno
marcata.
+onduzione delle fibre cardiac"e
+onduzione a riposta rapida
La velocit# di conduzione lungo la fibra varia in modo diretto con l'ampiezza del potenziale d'azione e la
velocit# di variazione del potenziale in fase T - maggiore la differenza di potenziale tra la regione
depolarizzata e uella polarizzata, pi" efficaci saranno gli stimoli locali, e pi" rapidamente si propagher#
l'onda di depolarizzazione lungo la fibra.
Quando il flusso sanguigno ad una regione del miocardio diminuito, l'apporto di ossigeno e di metaboliti ai
tessuti ischemici diventa insufficiente2 la pompa *a
E
!?
E
non pi" in grado di funzionare correttamente e ci
si riflette in un accumulo di sodio all'interno della cellula e di potassio all'esterno.
&all'euazione di *ernst e da uello di Koldman, sappiamo che una simile condizione causa invariabilmente
una depolarizzazione delle cellula e uesta variazione del potenziale cellulare pu disturbare in modo critico
il ritmo cardiaco e la conduzione - )R-T*-/88
+onduzione a risposta lenta
3l potenziale soglia per le risposte lente di !RT mI $uello delle risposte rapide !@S mI% e la velocit# di
conduzione ovviamente inferiore a uella delle risposte rapide.
La velocit# di conduzione delle risposte lente nei nodi 3) e )8 variano tra T,TJ e T,' m<s $uello delle
risposte rapide compreso tra T,Q e ' m<s nelle cellule del miocardio e tra ' e R m<s nelle cellule del
5urGinme%.
Pispetto a uelle a riposta rapida, le risposte lente hanno maggior probabilit# di essere bloccate88
/ccitazione naturale del cuore
L'automaticit' $capacit# di iniziare in modo autonomo un battito cardiaco% e la ritmicit' $regolarit# di uesta
attivit# autonoma% consento al cuore di mantenere inalterata la sua funzionalit# anche ualora venisse
eliminata la componente nervosa $uesto principio alla base dell'efficacia dei trapianti di cuore%.
La regione del cuore di mammifero che di norma mostra il pi" elevato livello di ritmicit# il nodo seno-
atriale.
$la mappa dettagliata dei potenziali d'azione registrati dalla superficie dell'atrio destro ha mostrato che due o
tre siti dotati di automaticit#, posti a '!J cm dallo stesso nodo 1+, costituiscono insieme a uest'ultimo un
complesso definito complesso pacemaker dell4atrio%.
Quando il nodo seno-atriale non funziona, la sua azione vicariata dal nodo atrio-ventricolare2 anche le
fibre del (urkinae possiedono ritmicit# $il livello di ritmicit# diminuisce sempre pi" per ogni elemento
menzionato - *M&M 1+ i *M&M +I i 5,P?3*9W%
.odo seno-atriale
*ell'uomo lungo _ mm e spesso J mm2 situato nel solco terminale della parete posteriore del cuore, in
prossimit# della giunzione tra le vena cava superiore e l'atrio destro.
3l nodo seno!atriale contiene due principali tipi di cellule7
cellule piccole, rotonde, con pochi organelli e miofibrille
cellule allungate e sottili, di aspetto intermedio tra le prime e le cellule del miocardio comune
3l primo tipo di cellule $uelle piccole e rotonde% sono probabilmente le cellule pacemaGer, mentre il secondo
tipo potrebbe condurre l'impulso dal centro del nodo al suo bordo.
1ono cellule con un potenziale a risposta lenta in cui la fase C $depolarizzazione% si ritiene non sia dovuta
all'ingresso di *a
E
nella cellula $uesta considerazione stata suffragata da esperimenti compiuti con
l'utilizzo della tetrodotossina%.
La principale caratteristica delle cellule pacemaGer risiede tuttavia nella fase 0 $potenziale di riposo%2 se in
una fibra normale non stimolata uesta fase rimane invariata, in una fibra pacemaGer si verifica durante tutta
la fase R una depolarizzazione lenta e costante $uando si raggiunge il valore soglia, si realizza un potenziale
d'azione - fase T%.
&iverse correnti ioniche contribuiscono alla genesi della depolarizzazione lenta diastolica delle cellule
pacemaGer2 nelle cellule del nodo seno-atriale ce ne sono almeno tre7
i
f
- corrente di ingresso, prodotta dall'iperpolarizzazione
i
+a
- corrente in ingresso di 0a
JE
i
k
- corrente in uscita di ?
E
La corrente in ingresso i
f
attiva verso la fine dell'iperpolarizzazione2 la f sta per funnj $buffa% perch
una corrente in ingresso di ioni *a
E
che si realizza per l'apertura di canali voltaggio!dipendenti sensibili ad
un 3*0PW/W*6M dell'elettronegativit# e non ad una sua diminuzione $come siamo soliti vedere nella
genesi di un potenziale d'azione%.
La seconda corrente responsabile della lenta depolarizzazione la corrente in ingresso di 0a
JE,
$uesta uno
dei target dei farmaci 0a
JE
!antagonisti - riduzione della ritmicit# di contrazione miocardica%
Le due correnti di depolarizzazione in ingresso sono in parte controbilanciate dalla fuoriuscita di ?
E
.
$1i presume che le stesse basi ioniche siano presenti anche nelle altre cellule pacemaGer%
Queste correnti ioniche sono alla base dei meccanismi di regolazione neurovegetativa della funzionalit#
cardiaca7
sistema simpatico - i trasmettitori adrenergici aumentano tutte e tre le correnti, ma soprattutto
uelle in ingresso - favoriscono la depolarizzazione
sistema para-simpatico - l'acetilcolina, legandosi ai canali del ?
E
!+ch dipendenti, causa un
incremento della conduttanza al potassio, il che consente di contrastare meglio le corrent in ingresso
e dunue ritardare la depolarizzazione.
3oppressione da 8/R,R-8/
L'automaticit' delle cellule pacemaGer pu essere temporaneamente soppressa dopo un periodo di
attivazione ad elevata freuenza.
Questo fenomeno noto come soppressione da 8/R,R-8/ - il motivo per cui il nodo seno!atriale, che
scarica alla pi" alta freuenza, inibisce l'attivit# degli altri foci ritmogenici.
3l meccanismo che sottende a uesto importante fenomeno da ricondursi alla pompa *a
E
!?
E
2 durante ogni
depolarizzazione, una certa uantit# di *a
E
entra nella cellula e tanto pi" freuenti saranno le
depolarizzazioni, tanto maggiore sar# la uota di sodio che andr# accumulandosi.
L'attivit# della pompa *a
E
!?
E
dovr# aumentare in modo da far fronte a uesto incremento, ma poich la
uantit# di sodio che esce supera la uota di potassio che entra, la cellula inevitabilmente tender# a
iperpolarizzarsi $vale anche il principio per cui il potassio eZtracellulare andr# di fatto riducendosi in loco H
ipoGaliema - iperpolarizzazione%.
1e un focus ectopico inizia a scaricare ad una freuenza superiore a uella dei pacemaGer fisiologici, esso
diventer# temporaneamente il nuovo segnapassi.
Quando cesser# di scaricare, il nodo seno!atriale rimarr# silente per un breve periodo a causa della
soppressione da overdrive $e cos4 gli altri pacemaGer%2 l'intervallo tra la fine del periodo di overdrive e la
ripresa dell'attivit# del nodo seno!atriale chiamato tempo di recupero del nodo del seno - nei pazienti
affetti da sindrome del seno malato, il tempo di recupero prolungato e la asistolia che ne consegue
spesso causa di perdita di coscienza.
&al ., 3), l'impulso cardiaco si diffonde radialmente all'atrio destro ad una velocit# di conduzione di
circa ' m<s2 una via speciale, chiamata banda interatriale anteriore $fascio di 5ac"mann%, conduce
l'impulso in modo pi" diretto $la conduzione attraverso le sole cellule miocardiche potrebbe provocare una
latenza di contrazione e dunue una certa asincronia nella sistole atriale%.
L'onda di depolarizzazione che si propaga caudalmente raggiunge infine il nodo atrio-ventricolare, che di
norma l'unica via di ingresso degli impulsi nei ventricoli.
*ell'adulto uesto nodo lungo circa 'S mm e speso Q mm2 situato posteriormente sul lato destro del setto
interatriale, in prossimit# dell'orifizio del seno coronarico e contiene le stesse cellule gi# descritte nel nodo
seno-atriale, ma le cellule allungate sono prevalenti.
3l nodo atrio-ventricolare viene suddiviso in tre distinte regioni funzionali7
regione ). - zona di transizione tra l'atrio e la restante parte del nodo
regione . - zona centrale
regione .H - zona in cui le fibre nodali si continuano con il fascio di His
3l principale ritardo durante il passaggio di un impulso dalle cellule atriali a uelle ventricolari si verifica
nelle regioni ). e ..
$la velocit# di conduzione in realt# inferiore in ., ma siccome la regione ). molto pi" lunga, il tempo
impiegato per percorrerla comunue maggiore di uello richiesto per attraversare la regione .%.
3l tempo di conduzione attraverso le regioni ). e . rende conto del ritardo tra l'inizio dell'onda ( e il
complesso QR3 - l'intervallo (-Q funzionalmente importante perch ottimizza il riempimento
ventricolare%.
3l fascio di His decorre a livello subendocardico lungo il lato destro del setto interventricolare per circa ' cm
e successivamente si divide in una branca destra e una branca sinistra.
La branca destra rappresenta la continuazione del fascio di His e prosegue sul lato destro del setto
interventricolare2 la branca sinistra $notevolmente pi" spesso di uella destra88% nasce uasi
perpendicolarmente dal fascio di His e penetra attraverso il setto interventricolare.
1ul versante sinistro del setto interventricolare, la branca di sinistra si divide in un ramo anteriore e in un
ramo posteriore.
La branca destra e le due divisioni della branca sinistra si suddividono poi per formare una complessa rete
di fibre di conduzione, denominate fibre di (urkinae, che si distribuiscono sulla superficie subendocardica
dei due ventricoli.
+ causa del lungo periodo refrattario delle fibre di (urkinae, molte attivazioni premature degli atri, pur
essendo condotte attraverso la giunzione +I, sono poi bloccate a livello di ueste fibre - non c' contrazione
ventricolare prematura $protezione valida soprattutto a basse freuenze2 ad alte freuenze, la protezione
garantita dal periodo refrattario del nodo atrio!ventricolare%.
Le prime porzioni ventricolari ad essere eccitate sono il setto interventricolare $tranne la porzione basale% e i
muscoli papillari7 la contrazione precoce del setto tende a renderlo pi" rigido e ad agire dunue come base di
appoggio per la contrazione della restante porzione ventricolare2 la contrazione dei muscoli papillari
necessaria per chiudere le valvole atrio!ventricolari e impedire il ritorno ematico negli atri.
Le superfici endocardiche di entrambi i ventricoli sono attivate rapidamente, ma l'onda di eccitazione
diffonde dall'endocardio all'epicardio a bassa velocit# $T,Q!T,R m<s%.
&al momento che la parete ventricolare destra pi" sottile di uella sinistra, la superficie epicardica del
ventricolo destro sar# eccitata prima.
3noltre, le regioni epicardiche apicale e centrale di entrambi i ventricoli sono attivate prima delle loro
rispettive regioni basali.
Rientro
3n particolari condizioni, un impulso cardiaco pu rieccitare la stessa regione attraverso cui era
precedentemente passato.
Questo fenomeno, noto come R-/.TR, rappresenta la causa di molte aritmie.
3l fenomeno del R-/.TR pu essere di tipo ordinato o casuale7
R-/.TR R,-.)T - l'impulso attraversa una via anatomica ben definita
R-/.TR +)3P)1/ - la via cambia in continuazione
La conditio sine ua non affinch si verifichi il fenomeno del rientro che, ad un certo punto del circuito,
l'impulso sia capace di passare in una direzione ma non nell'altra - 51++ P.-,-R/E-.)1/.
3l blocco unidirezionale una causa necessaria ma non sufficiente a provocare il R-/.TR2 anche
necessario che il periodo refrattario della zona di rientro sia inferiore al tempo di propagazione del circuito.
)ttivit' -ndotta
L'attivit' indotta cos4 chiamata perch sempre accoppiata ad un precedente potenziale d'azione $anche il
rientro sempre associato ad un potenziale d'azione888 - sono aritmie difficilmente distinguibili%.
L'attivit' indotta causata dalle ,/(1)R-EE)E-.- (3TP*/2 se ne riconoscono due tipi7
depolarizzazioni postume (R/++- $,((% - si verificano alla fine della fase J o a met# della fase
Q
depolarizzazioni postume T)R,-8/ $,(T% - si verificano verso la fine della fase Q o subito dopo
la fase R
,epolarizzazioni (ostume (R/++- $,((%
Le ,(( tendono a comparire alla fine del plateau o durante la fase di ripolarizzazione e si verificano a basse
freuenze $le freuenze elevate le inibiscono%.
Le ,(( si verificano con maggior probabilit# nelle cellule cardiache con potenziali d'azione prolungati
piuttosto che in uelle con potenziali d'azione rapidi.
0erti farmaci antiaritmici $come la c"inidina% agiscono prolungando il potenziale d'azione, con il rischio di
favorire la genesi di ,(( - i farmaci antiaritmici spesso possono provocare aritmieWWW
La correlazione diretta tra la durata del potenziale d'azione della cellula e la sua suscettibilit# alle ,((
probabilmente da mettere in relazione con il tempo richiesto per il recupero dall'inattivazione dei canali del
calcio.
Quando i potenziali d'azione sono sufficientemente prolungati, uei canali del calcio che si erano attivati
all'inizio del plateau hanno il tempo per recuperare dall'inattivazione e possono uindi essere riattivati prima
della ripolarizzazione completa della cellula.
,epolarizzazioni (ostume T)R,-8/ $,(T%
0ontrariamente alle ,((, le ,(T hanno maggior possibilit# di verificarsi uando la freuenza elevata.
Le ,(T si associano con elevate concentrazioni intracellulari di 0alcio2 l'ampiezza di ueste
depolarizzazioni aumentata da tutti uei fattori che provocano l'incremento di C0a
JE
F
i
, tra cui l'elevata
concentrazione di calcio eZtracellulare e livelli tossici di digitale.
L'elevata concentrazione del calcio intracellulare attiva anche alcuni canali della membrana che consentono
il passaggio di *a
E
e ?
E
2 il flusso netto di uesti cationi alla base della creazione della corrente transitoria
in ingresso $i
ti
%, responsabile almeno in parte delle &56.
5asi farmacologic"e dell4azione dei farmaci anti-aritmici
Lo scopo della terapia anti!aritmica l'eliminazione della conduzione aberrante di impulsi elettrici nel
miocardio, bloccando l'attivit# del pacemaGer, sia esso fisiologico o ectopico, oppure sopprimendo la
conduzione anomala.
*el tessuto normale, i farmaci anti!aritmici, allorch somministrati a dosaggi fisiologici, risultano poco
efficaci nel modulare l'automatismo e la velocit# di conduzione.
3l motivo da ricondursi alla meccanismo d'azione, che vede ueste molecole particolarmente attive nei
confronti di un tessuto particolarmente stimolato.
3l rallentamento dell'automatismo conseguente alla capacit# di alcuni farmaci di alterare alcuni parametri7
riduzione della velocit# di ripolarizzazione della fase R
aumento della soglia di attivazione
iperpolarizzazione delle cellule nodali
aumento della durata del potenziale d'azione, con conseguente riduzione della freuenza
L'interazione di alcuni farmaci con i canali ionici dipende in misura determinante dalla freuenza di
stimolazione del tessuto in cui il canale espresso - blocco uso-dipendente
1i verifica un blocco uso-dipendente alloruando si osserva un'aumentata potenza di blocco ad elevate
freuenze di stimolazione - l'inibizione si realizza solo in un uadro di attivit# ipercinetica, lasciando
inalterata la genesi e la conduzione fisiologiche dell'impulso.
3l principio appena enunciato non deve tuttavia essere inteso come regola aurea per ci che concerne il
meccanismo d'azione dei farmaci anti!aritmici.
L'elevata freuenza condizione necessaria affinch i bloccanti dei canali di *a
E
possano funzionare in
modo ottimale2 i bloccanti dei canali di ?
E
, al contrario, mostrano effetti pi" pronunciati a basse freuenze di
stimolazione.
1ono stati compiuti numerosi studi volti a comprendere i meccanismi sottesi al blocco uso-dipendente, e il
pi" accreditato oggigiorno sostanzialmente basato sul modello del recettore a due stati.
3n considerazione delle caratteristiche intrinseche al funzionamento di uesti canali, si comprende come il
farmaco possa mostrare una maggiore affinit# per un particolare stato del canale, il uale risulter#
stabilizzato dall'interazione con la molecola.
5oich il maggior numero di recettore inattivati o attivi si viene a ottenere mediante un incremento della
freuenza, ecco spiegato il motivo per cui uesta risulti essere la conditio sine ua non per ottenere un
effetto terapeutico oggettivo.
3noltre, si osserva freuentemente che, indipendentemente dalla freuenza di stimolazione, il blocco aumenta
uanto maggiore la depolarizzazione - blocco voltaggio-dipendente.
+nche uesto fenomeno deve essere interpretato come evidenza a suffragio della veridicit# della teoria test
enunciata - il perdurare della depolarizzazione rallenta il processo di ri!attivazione dei canali, contribuendo
di fatto al perdurare del blocco.
5oich furono compiute scoperte importanti sull'eziopatologia delle aritmie, le uali condussero allo
sviluppo di diverse classi di farmaci utili nel loro trattamento, fu necessario provvedere a classificare le
diverse molecole in considerazione del meccanismo d'azione.
*egli anni '`T, Iaughan oilliams introdusse una sistema di classificazione tale da consentire la distinzione
dei farmaci in uattro classi7
classe - - farmaci con attivit# anestetico!locale, che riducono la velocit# di depolarizzazione
classe -- - farmaci simpaticolitici
classe --- - farmaci che allungano il potenziale d'azione
classe -8 - farmaci che agiscono sull'accoppiamento elettro!meccanico
5loccanti dei canali del .a
?
3l blocco dei canali di *a
E
determina una riduzione dell'eccitabilit#, aumentando la soglia dell'eccitabilit# e
rallentando la velocit# di depolarizzazione.
3 farmaci appartenenti a uesta categoria possono interrompere o sopprimere le tachiaritmie da rientro,
convertendo il blocco uni!direzionale in blocco bi!direzionale.
L'incremento della soglia di attivazione contribuisce anche a ridurre l'attivit# indotta.
&al punto di visto elettrocardiografico, la riduzione della velocit# di depolarizzazione determina, nei tessuti a
risposta rapida, un aumento della durata del complesso QP1.
3l blocco dei canali di *a
E
non determina effetti significativi sulla durata del potenziale d'azione, rappresenta
dall'intervallo Q6.
V possibile operare un'ulteriore suddivisione in base ai loro effetti sulla durata del potenziale d'azione7
classe -a - $c"inidina> procainamide e disopiramide% allungano la durata del potenziale d'azione
ed hanno cinetiche di intermedie di dissociazione dal canale
classe -b - $lidocaina> mexiletina e fenitoina% non modificano significativamente la durata del
potenziale d'azione e si dissociano rapidamente dal canale
classe -c - $flecainide e propafenone% hanno effetto scarso sulla durata del potenziale d'azione, ma
si dissociano molto lentamente dal recettore
Farmaci +lasse -a
+"inidina
La chinidina blocca il canale del *a
E
nello stato aperto, con una velocit# intermedia di recupero dal blocco
$circa Q secondi%.
La depressione della depolarizzazione si realizza dunue nella Oase T in modo freuenza!dipendente.
Questo effetto pi" marcato nelle fibre veloci, come la muscolatura atriale, uella ventricolare e il sistema di
Dis.
3noltre, la chinidina blocca preferenzialmente le correnti di rettificazione del potassio $-
kr
%, cui consegue un
allungamento della durata del potenziale d'azione $e riduzione della freuenza%.
+ltri importanti effetti farmacologici includono un blocco dei recettori [!adrenergici ed un'azione anti!
muscarinica - uest'ultimo effetto compensa parzialmente la depressione esercitata sul tessuto nodale, con
un possibile incremento della trasmissione atrio!ventricolare.
La chinidina ben assorbita per os, circola nel sangue legata alle proteine plasmatiche per l'_TU.
Iiene estesamente metabolizzata nel fegato e solo il JTU viene eliminato immodificato dal rene - i
metaboliti sono uasi tutti inattivi, tranne la Q!idrossichinidina, uasi euipotente alla chinidina e con
un'emivita analoga di circa @!_ ore.
La chinidina presenta numerose interazioni a livello farmacocinetico.
Wssa inibisce potentemente il 0d5J&@m riducendo il metabolismo di altri farmaci $fluoZetina, amiodarone,
nortriptilina, aloperidolo, propanololo, ecc.%.
5er contro, il suo metabolismo viene indotto dal fenobarbitale e dalla fenitoina.
La chinidina pu essere utilizzata in un'ampia gamma di aritmie7
flutter e fibrillazione atriale
aritmie da rientro che coinvolgono in nodo seno!atriale
eZtra!sistole
tachicardia ventricolare
*el caso di flutter o di fibrillazione atriale, gli effetti anti!muscarinici del farmaco vanno tenuti in
considerazione - l'effetto dromotropo positivo a livello del nodo del seno potrebbe portare ad un aumento
eccessivo della freuenza cardiaca2 in tal caso, si rende necessaria la concomitante somministrazione di
digitale, i cui effetti vagomimetici possono controbilanciare tale evenienza.
*onostante i suoi effetti atropino!simili, l'effetto collaterale pi" comune della chinidina la diarrea, che si
manifesta nel QT!STU dei pazienti, soprattutto all'inizio della terapia.
0oncentrazioni tossiche sono associate al fenomeno del cinconismo, una sindrome caratterizzata da tinnito,
ambliopia, ipoacusia, mal di testa e vertigini.
1ono inoltre possibili reazioni di ipersensibilit# o idiosincrasie, come la trombocitopenia, le epatiti, la
sindrome lupoide e la mielodepressione.
L'allungamento del tratto Q6 predispone a possibili torsioni di punta, soprattutto in associazioni a condizioni
di ipoGaliemia $che pu essere favorita dalla diarrea88%.
L'effetto [!bloccante pu determinare una grave ipotensione, soprattutto in associazione con farmaci anti!
ipertensivi.
(rocainamide
Questo farmaco ha effetti elettrofisiologici relativamente simili a uelli della chinidina - blocco della
canale del sodio allo stato aperto, con una velocit# intermedia di recupero, cui fa seguito una depressione
dell'automaticit# e della conduzione, insieme ad un allungamento del periodo refrattario.
0ome per la chinidina, anche in uesto caso si assiste ad un blocco della corrente del potassio, con
conseguente allungamento della durata del potenziale, particolarmente evidente a basse freuenze.
Quest'azione pare essere promossa anche dal principale metabolita della procainamide, l'.-acetil-
procainamide $.)()%, che invece non efficace come bloccante dei canali del sodio.
Pispetto alla chinidina, la procainamide presenta una minore azione anti!muscarinica, con bilanciamento
meno efficace delle azioni deprimenti a livello del tessuto nodale.
3l farmaco ben assorbito per os, con una biodisponibilit# di circa il `SU e presenta un basso legame
farmacoproteico $circa il 'SU%.
Da un'emivita di Q!R e viene eliminato per via renale, in parte immodificato e in parte a seguito di
metabolizzazione epatica.
3l principale metabolita, cui si gi# fatto cenno, l'.-acetil-procainamide.
La procainamide ha indicazione nella terapia delle aritmie sia sopraventricolari che ventricolari, il cui uso
tuttavia limitato al trattamento di forme potenzialmente fatali.
3l rischio associato all'uso di uesto farmaco comporta una particolare attenzione da parte del medico ualora
si rendesse la somministrazione in pazienti con intossicazioni digitaliche, blocco cardiaco di 3) grado,
scompenso cardiaco, insufficienza renale, miastenia gravis ed in associazione con altri anti!aritmici.
La posologia la seguente per via endovenosa7
dose di attacco - 'T!'J mg<Gg alla velocit# di J!S mg<min
5er via orale7
dose di attacco - J!R gr<die
0i sono numerosi effetti avversi e tossici, i pi" comuni dei uali sono cefalea, anoressia, vomito, dolori
addominali, disgeusia e diarrea.
+ livello cardiaco si possono manifestare blocchi del nodo seno!atriale e<o di uello atrio!ventricolare,
allungamento del Q6 e torsioni di punta.
La somministrazione prolungata di uesto farmaco si associa spesso alla comparsa di anticorpi anti!nucleo
$+*+%, in associazione o meno con reazioni lupoidi con artralgie, pericardite, febbri ed epatomegalia.
La freuenza di comparsa di uesta sintomatologia strettamente connessa a eventuali polimorfismi relativi
a processi di acetilazione - gli acetilatori lenti sono maggiormente soggetti.
Farmaci classe -b
1idocaina
Questo farmaco blocca i canali voltaggio!dipendenti di *a
E
nello stato aperto e inattivato, riducendo la
velocit# di depolarizzazione.
La cinetica di interazione con il canale rapida e i suoi effetti tendono ad essere pi" marcati nelle fibre in cui
il potenziale d'azione ha durata maggiore.
1ebbene a concentrazioni terapeutiche non modifichi la freuenza, a dosaggi superiori pu ridurre la
pendenza della fase R, con effetti bradicardizzanti.
3n conseguenza di ci, sia gli intervalli 5P che QP1 sono scarsamente influenzati dalla lidocaina e anche il
tratto Q6 risulta al massimo leggermente ridotto.
La lidocaina ben assorbita per os, ma ha una biodisponibilit# bassissima $QU% a causa del metabolismo
epatico che porta alla genesi di metaboliti attivi, ma meno potenti - la farmacocinetica del farmaco impone
dunue la somministrazione parenterale perch si possano raggiungere concentrazioni efficaci.
*el plasma, la lidocaina circola legata per il `TU alla proteine plasmatiche [
'
!glicoproteina acida e la uota
libera si distribuisce rapidamente ai tessuti.
/entre la funzionalit# epatica influenza significativamente la clearance della lidocaina, uella renale ha
scarsa importanza.
&al momento che il volume di distribuzione determina il tempo necessario per il raggiungimento dello stato!
stazionario, affezioni epatiche o farmaci che riducono il flusso epatico richiedono una revisione del regime
posologico al fine di scongiurare fenomeni di tossicit#.
La maggiore attivit# del farmaco a livello del fascio di Dis e dei ventricoli fanno si che la lidocaina venga
usata esclusivamente per la terapia acuta della aritmie ventricolari, incluse uelle da infarto e uelle causate
da intossicazione digitalica.
0ome tutti gli anestetici locali ad elevata distribuzione sistemica, i primi segni di intossicazione da
sovradosaggio sono a carico del 1*0, con tremori, nistagmo, disartria, fino alle convulsioni.
Kli altri anti!aritmici di classe 3b sono la mexiletina $derivata dalla lidocaina, dalla uale differisce solo per
l'elevata biodisponibilit# per os) e la fenitoina.
Farmaci classi -c
Flecainide
Questo farmaco un bloccante dei canali del sodio, i uali impiegano diversi secondi a recuperare
dall'inattivazione2 a ci va aggiunta anche la capacit# di bloccare i canali del potassio.
5ertanto, a regimi normali, essa causa una riduzione marcata della velocit# di depolarizzazione, soprattutto a
elevate freuenze.
+ livello elettrocardiografico, la flecainide allunga marcatamente l'intervallo 5P, slarga il QP1 e prolunga il
Q6.
La flecainide ben assorbita per os e solo il RTU del farmaco associato a proteine plasmatiche.
3l farmaco subisce un esteso effetto di primo passaggio $circa il @TU%, mentre la uota restante eliminata
immodificata per via renale.
La flecainide estremamente efficace nel prevenire le contrazioni ventricolari premature che si verificano
spesso nel post!infarto, ma l'utilizzo in fase profilattica ha mostrato un incremento della mortalit# nei
pazienti trattati.
Mggi viene ancora utilizzata per il trattamento delle aritmie sopraventricolari, in assenza di danni strutturali
ed ischemici del miocardio.
Farmaci di classe --
F-bloccanti
$le caratteristiche generali di uesti farmaci sono gi# state trattate, per cui si ritiene sufficienti far riferimento
in modo specifico alla loro azione anti!aritmica%.
3 \!bloccanti trovano indicazione nelle aritmie da rientro che coinvolgono il nodo atrio!ventricolare e nel
controllo della freuenza ventricolare durante flutter o fibrillazione atriale.
Wssi risultano particolarmente utili nelle aritmie associate alla sindrome del Q6 lungo, particolarmente in
uelle indotte da stress fisico o emotivo, e nelle aritmie indotte dai farmaci di classe 3, probabilmente
controbilanciando il blocco uso!dipendente grazie all'azione bradicardizzante.
Kli effetti collaterali e tossici pi" freuenti sono affaticamento, insonnia, fenomeno di Pajnaud e
peggioramento della claudicatio.
Wffetti di maggiore gravit# sono l'ipotensione, l'esacerbazione dei sintomi della .50M, la bradicardia e il
blocco atrio!ventricolare.
*ei pazienti diabetici, i \!bloccanti sono stati tradizionalmente considerati pericolosi in virt" dell'azione di
mascheramento dei di ipoglicemia $tremori e tachicardia%, cos4 come della riduzione della secrezioni di
insulina.
3l calo della libido e la disfunzione erettile sono raramente riscontrati e, allorch dovessero comparire,
tendono a risolversi spontaneamente.
Farmaci di classe ---
Le molecole appartenenti a uesta classe di farmaci sono molte diverse tra loro e hanno bersagli molecolari
differenti, ma sono promuovono tutte lo stesso effetto - prolungamento del potenziale d4azione della
cellula.
&al punto di vista farmacodinamico, si evidenzia un effetto uso-dipendenza opposto - il farmaco pi"
efficace a basse freuenze.
)miodarone
Questo farmaco esercita numerosi effetti sui canali ionici dei diversi distretti cardiaci7 uello certamente pi"
prominente il blocco delle correnti del potassio, con conseguente allungamento della durata del potenziale
d'azione.
L'amiodarone anche in grado di determinare un blocco significativo del canali del sodio $fenomeno
responsabile del prolungamento della conduzione intracardiaca% e del 0a
JE
.
+ll'esame elettrocardiografico, si assiste ad un prolungamento del 5P, del QP1 e del Q6.
Da una biodisponibilit# relativamente bassa $QT!STU% e un assorbimento lento favorito dal cibo.
Da un volume di distribuzione molto elevato $i 'TTT L%, per cui si caratterizza per un'emivita
particolarmente lunga $QS!RT giorni% - lo steadj state raggiunto solo dopo diverse settimane di
trattamento.
L'amiodarone protagonista di numerose interazioni tra farmaci, soprattutto in considerazione della sua
marcata azione inibitoria dei citocromi e della 5!glicoproteina.
&igossina +umento delle concentrazioni ematiche della digossina
oarfarin +umento del tempo di protrombina
1imvastatina +umentata incidenza di miopatia se il dosaggio superiore a JT mg<die
1ildenafil +umento della concentrazione plasmatiche di sildenafil
0iclosporina +umento delle concentrazioni ematiche di ciclosporina
+nti!aritmici Wffetti additivi
0hinoloni Wffetti additivi sul Q6 con possibile aumento del rischio di aritmia
+ntidepressivi +umento delle concentrazioni dei farmaci antidepressivi
L'uso dell'amiodarone approvato in molti paesi per il solo trattamento delle aritmie ipercinetic"e
ventricolari $tachicardie ventricolari ricorrenti, fibrillazione ventricolare, ecc.%, talora in associazione a
defibrillatori impiantabili $30&%.
+ livello cardiovascolare, l'amiodarone per via endovenosa pu determinare ipotensione ed effetti inotropi
negativi $ un blando \!bloccante non competitivo%.
La terapia cronica si associa invece con reazioni avverse in un contesto eZtracardiaco, dipendenti dalla dose7
il pi" pericoloso la fibrosi polmonare, che pu essere fatale nell''U dei pazienti - la patogenesi potrebbe
essere una fosfolipidosi indotta direttamente dall'accumulo del farmaco o da una reazione di ipersensibilit#
immunmediata.
1i tratta per fortuna di una condizione reversibile che prevede la sospensione della terapia con amiodarone e
la somministrazione di corticosteroidi.
La tossicit# pi" freuente invece uella tiroidea, dipendente dall'accumulo di iodio $'TU dei casi%.
1ebbene possano manifestarsi sia iper! che ipo!tiroidismo, uest'ultimo circa R volte pi" freuente.
Le cause di tali effetti sono molteplici7
inibizione dell'uptaGe di iodio
inibizione della sintesi degli ormoni tiroidei - effetto oolff!0haiGoff
inibizione della conversione di 6R in 6Q
+ltri effetti tossici relativamente comuni sono7
tossicit# epatica con aumento delle transaminasi
depositi corneali e la nevrite ottica $fino alla cecit#%
fotosensibilizzazione $soprattutto in soggetti con la pelle chiara%
disturbi neurologici periferici - atassia, parestesie e tremori
3otalolo
Farmaci di classe -8
8erapamile
3l verapamile blocca i canali del 0a
JE
di tipo L, sia aperti che inattivati - blocco uso-dipendente.
3l suo meccanismo d'azione consta di una riduzione della freuenza cardiaca e della velocit# di conduzione.
La sua azione a livello vascolare aluanto limitata, per cui si viene a definire un uadro ipotensivo di
scarso valore clinico, solo parzialmente compensato da un incremento della freuenza ad opera del sistema
simpatico.
1omministrato per os, il farmaco presenta un buon assorbimento, ma una bassa biodisponibilit# $'T!QTU% a
causa dell'effetto di primo passaggio.
5resenta un elevato legame farmacoproteico $circa il (TU%, alla base del suo volume di distribuzione
relativamente basso $Q!S L<Gg%.
3l farmaco subisce le biotrasformazioni a livello epatico, con la formazione di metaboliti inattivi che sono poi
eliminati per via renale - emivita di Q!` ore.
3l verapamile efficace nelle aritmie ipercinetiche sopraventricolari, la fibrillazione e il flutter atriali a rapida
risposta ventricolare e le eZtrasistoli.
*elle comuni condizioni d'utilizzo, a causa dell'azione inotropa e cronotropa negativa del verapamile,
possono verificarsi una spiccata bradicardia e gravi disturbi di conduzione - si pu arrivare all'arresto del
nodo del seno.
Lo shocG cardiogeno, l'infarto miocardico recente complicato da bradicardia marcata e l'insufficienza
contrattile del ventricolo costituiscono generalmente controindicazioni all'uso di uesta molecola.
La stipsi spesso presente durante la terapia orale2 uando somministrato per via endovenosa, l'ipotensione
l'effetto pi" pericoloso, soprattutto in soggetti emodinamicamente scompensati, o in terapia con 3!/+M,
beta!bloccanti o chinidina.
)nti-aritmici non in!uadrabili nella !uattro classi di 8aug"an Williams
,igossina
La digossina trova principalmente impiego come farmaco inotropo positivo nell'insufficienza cardiaca, ma
risulta avere anche importanti implicazioni nel trattamento delle aritmie.
La digossina, nonostante il suo effetto inotropo positivo, responsabile di marcati effetti cronotropi,
dromotropi e batmotropi negativi derivanti dalla sua azione parasimpaticomimetica.
3n particolare, ha effetti predominanti sul nodo atrio!ventricolare, del uale deprime la velocit# di conduzione
e aumento il periodo refrattario, per inibizione delle correnti di calcio.
&al punto di vista elettrocardiografico, si pu notare un allungamento del tratto 5P, un sottoslivellamento
dell'16, talora con inversione dell'onda 6 - elementi riscontrabili in corso di evento ischemico.
La digossina, uando somministra per os, ha una biodisponibilit# del `SU, circola scarsamente legata alle
proteine plasmatiche $fSTU% ed ha un'emivita di RT!'ST ore.
*on viene significativamente metabolizzata e la sua clearance influenzata dalla funzionalit# renale.
1ebbene in passato la digossina sia stata ampiamente utilizzata per il trattamento di diverse forme di aritmia
sopraventricolare da rientro nel bambino e nell'adulto, al giorno d'oggi si ritiene che il suo utilizzo debba
essere limitato al controllo della freuenza ventricolare in soggetti con flutter e fibrillazione atriale,
soprattutto anziani e con stile di vita sedentario.
+ritmie ventricolari non dovrebbero mai essere trattate con la digossina888
La terapia digitalica spesso accompagnata da effetti collaterali $'T!JTU dei pazienti trattati a lungo
termine%2 tra uesti, la cardiotossicit# la pi" grave e pu presentarsi con aritmie ventricolari o
sopraventricolari.
Queste sembrano essere dovute alle depolarizzazioni postume tardive $,(T% e l'eccesso di catecolamine,
l'ipossia e l'ipoGaliemia possono favorire tale effetto.
Kli effetti avversi eZtracardiaci sono nausea, vomito, diarrea, disturbi visivi $visione gialla% e la
ginecomastia.
)denosina
L'adenosina un nucleoside composto da ribosio legato alla base adenina che gioca un ruolo chiave nel
metabolismo cellulare.
0iononostante, a uesta molecola sono associate anche funzioni neuromodulatorie in ragione della presenza
di recettori metabotropici, medianti i uali l'adenosina promuove una riduzione della freuenza cardiaca
$cronotropismo negativo% e sulla velocit# di conduzione $dromotropismo negativo%.
La sua funzione di antiaritmico ascrivibile all'attivazione degli stessi canali di ?
E
attivati dall'acetilcolina a
livello del nodo seno!atriale, dell'atrio e del nodo atrio!ventricolare, dove promuove la riduzione della durata
del potenziale d'azione.
L'assenza di uesti canali a livello ventricolare spiegherebbe la scarsa influenza dell'adenosina sulla
muscolatura cardiaca di uesta regione.
3noltre, l'adenosina causa una modesta ma importante inibizione dei canali del 0alcio di tipo L, per cui
blocca le depolarizzazioni postume tardive.
L'adenosina viene somministrata con iniezione rapida per via endovenosa2 ha emivita molto breve $pochi
secondi%.
3l diripidamolo agisce come inibitore del riassorbimento, prolungandone gli effetti2 viceversa, le
metilZantine si comportano da antagonisti recettoriali.
L'adenosina estremamente efficace nel terminare le tachicardie parossistiche sopraventricolari nelle uali il
nodo atrio!ventricolare parte del circuito di rientro.
Kli effetti collaterali sono di breve durata e sono attribuibili al suo potenziale cronotropo e dromotropo
negativi - sono possibili mal di testa, stati pre!sincopali e sincopi con asistolie transitorie.
L'adenosina ha anche un notevole potenziale pro!aritmico, soprattutto per ci che concerne la genesi di
tachiaritmie sopraventricolari, ma anche torsioni di punta e fibrillazioni ventricolari.
F)R*)+- )TT-8- ./1 TR)TT)*/.T ,/114-.3PFF-+-/.E) +)R,-)+)
L'insufficienza cardiaca $nota anche come scompenso cardiaco% una patologia correlabile all'incapacit# da
parte del cuore di pompare sangue $e di riempirsi% ad una velocit# adeguata al fabbisogno metabolico
dell'organismo.
Le malattie cardio!circolatorie di base identificabili come responsabili dello scompenso sono molteplici7
cardiopatia isc"emica - il `SU dei casi correlato a uesta patologia
miocardiopatie
cardiopatie congenite
cardiopatie valvolari
cardiopatie ipertensive
Mltre a ueste patologie che sono cause predisponenti su cui poi si sviluppa lo scompenso, esistono anche
delle cause scatenanti che, aggravando il lavoro di un miocardio affaticato, sono in grado di far precipitare
velocemente la situazione - affezioni febbrili, aritmie, crisi ipertensive, eccessivo apporto di liuidi,
anemie, crisi emotive, embolia polmonare, ipertiroidismo, ecc.
*ell'evoluzione dello scompenso si possono distinguere tre fasi7
danno miocardico iniziale con perdita di miociti e sostituzione di uesti con tessuto connettivo
fibroso
rimodellamento - in uesta fase si verifica un processo di adattamento al danno miocardico,
caratterizzato da ipertrofia e da dilatazione ventricolare. 5oich, in conseguenza del danno iniziale,
la uantit# del miocardio in grado di compiere il lavoro cardiaco si ridotta, i singoli miociti restanti
devono compiere un lavoro maggiore. 1i ha cos4 un aumento della lunghezza dei singoli miociti. 1i
verifica anche un fenomeno particolare denominato slittamento miocitico consistente nello
spostamento di gruppi di miociti gli uni verso gli altri in una sorta di riorganizzazione globale della
parete. 3n presenza di un sovraccarico sistolico, si assiste in genere ad un aumento dello spessore
della parete ventricolare che pu essere sufficiente a compensare il deficit e a mantenere nei limiti
della normalit# la frazione di eiezione. Quando poi il post!carico diventa eccessivo $o uando la
perdita dei miociti eccessiva%, si verifica una dilatazione ventricolare, e la frazione di eiezione si
riduce notevolmente $il uadro sostenuto dall'attivazione del sistema renina!angiotensina!
aldosterone, dall'attivazione del sistema simpatico e dall'inibizione del parasimpatico%
comparsa delle manifestazioni cliniche - ridotta tolleranza allo sforzo, congestione polmonare e
sistemica, edemi
5oich l'insufficienza cardiaca una malattia ad andamento progressivo, sono stati proposti diversi sistemi
di classificazione dello stadio di avanzamento.
Quella pi" utilizzata negli ultimi anni uella proposta dalla *eg dorG Deart +ssociation $*dD+%, basata
sul grado di difficolt# respiratoria7
0L+11W *dD+ 13*6M/3
6ipo 3 *essun sintomo
6ipo 33 1intomatico per sforzi di intensit# medio!alta
6ipo 333 1intomatico per sforzi lievi
6ipo 3I 1intomatico a riposo
,na nuova classificazione stata proposta recentemente in maniera congiunta dall'+merican 0ollege of
0ardiologj e dall'+merican Deart +ssociation $+00<+D+%7
0L+11W +00<+D+ 5azienti inseriti nella classe
6ipo + 5azienti a rischio di scompenso, ma senza sintomi a
danni cardiaci
6ipo . 5resenza di un danno cardiaco, ma senza sintomi di
scompenso
6ipo 0 5resenza di danno cardiaco e di sintomi di
scompenso
6ipo & 1compenso refrattario alla terapia convenzionale
3 bersagli teorici dei farmaci impiegati nel trattamento dell'insufficienza cardiaca congestizia sono7
miglioramento della contrattilit' - glucosidi digitalici, agonisti dopaminergici e adrenergici,
inibitori delle fosfodiesterasi e i calcio!sensibilizzanti
riduzione del post-carico
riduzione del pre-carico
farmaci anti-rimodellamento
Farmaci ad attivit' inotropo-positiva
7lucosidi digitalici
3 glucosidi sono, per definizione, costituiti da un aglicone combinato con una o pi" molecole di zuccheri -
l'aglicone ha una struttura ciclopentanoperiidrofenantrenica con, in corrispondenza del carbonio '`, un anello
lattonico insaturo.
L'assorbimento della digossina, a seguito della somministrazione per os, buono, con una biodisponibilit#
del `S!_TU - sono presenti anche formulazioni farmaceutiche per la somministrazione parenterale.
3l legame farmacoproteico del JS!QTU e l'emivita di circa QS ore.
0irca il 'TU della uota assorbita sottoposta a metabolizzazione epatico, mentre il (TU viene escreto in
forma immodificata per via renale, sia per filtrazione che per secrezione.
3n caso di insufficienza renale, la riduzione della clearance del farmaco pressoch euiparabile a uella
della creatinina.
5er ci che concerne gli effetti farmacologici, possibile distinguere diversi meccanismi, ciascuno dei uali
partecipa, in misura variabile, al trattamento dello scompenso.
L'effetto inotropo positivo legato ad un incremento della concentrazione di 0a
JE
intracellulare.
3l meccanismo d'azione il seguente7
La digossina si lega al sito di legame per il potassio $esterno% della pompa *a
E
!?
E
dei miociti, causandone il
blocco.
La riduzione dell'attivit# di uesto antiporto causa un incremento della concentrazione di sodio nel
citoplasma, con la conseguente attivazione di un secondo meccanismo di trasporto, volto alla sua estrusione,
il uale prevede che tre ioni sodio vengano scambiati con uno ione calcio $la pompa dunue elettrogenica%.
L'ingresso di 0a
JE
causa poi un ulteriore rilascio di calcio dal reticolo sarcoplasmarico.
3l legame con la troponina favorisce infine l'associazione tra i filamenti di actina e miosina, con incremento
dell'attivit# contrattile.
L'effetto si realizza sia a livello della muscolatura atriale che di uella ventricolare, tanto in un cuore sano
che in uno scompensato.
La digossina, a concentrazioni terapeutiche, causa stimolazione vagale.
0i produce effetti cronotropo e dromotropo negativi2 particolarmente marcato il prolungamento del
periodo refrattario del nodo atrio!ventricolare - uesto il motivo per cui la digossina impiegata anche
come farmaco anti!aritmico.
Kli effetti prodotti dalla digossina a livello cellulare si traducono in modificazioni della morfologia del
potenziale d'azione $e uindi del tracciato W0K%.
Le modifiche pi" importanti si hanno sul potenziale di riposo, che risulta essere meno elettronegativo grazie
alla presenza di una pi" nutrita schiera di ioni sodio ammassati nel citoplasma2 sulla Oase T, la uale sar#
ridotta in virt" dell'adattamento conseguente alla riduzione del potenziale di riposo, cui fa appunto seguito
l'inattivazione dei canali del sodio2 riduzione della Oase J $e uindi della durata del potenziale d'azione% in
ragione della chiusura dei canali di 0a
JE
conseguente all'incremento intracellulare di uesto ione bivalente2
sulla Oase R, la cui pendenza risulta aumentata per l'incremento delle concentrazioni intracellulari di sodio e
calcio.
+ livello elettrocardiografico7
tratto 5Q allungato
tratto Q6 accorciato - riduzione del potenziale d'azione
depressione del tratto 16 e inversione dell'onda 6
L'incremento di calcio intracellulare che si verifica nei miociti si esplica anche a livello vasale, per cui si
assiste ad un incremento del tono arteriolare2 tuttavia, l'azione simpaticolitica promossa dalla digossina tende
non solo a contrastare uesta azione vasale diretta, ma anzi a indurre una condizione di ipotensione.
+ttualmente, in considerazione del fatto che l'utilizzo di uesto farmaco non in grado di far aumentare
l'aspettativa di vita del paziente scompensato, in aggiunta ai numerosi effetti collaterali descritti, uesto
farmaco trova indicazione nel trattamento dei pazienti scompensati in cui presente fibrillazione atriale ad
alta risposta ventricolare, cos4 come nei soggetti in cui la terapia di prima scelta si dimostrata inefficace.
L'incidenza percentuale dei fenomeni di sovradosaggio digitalico elevata $circa il JTU%.
Mltre ai sintomi cardiaci $bradicardia, blocco seno!atriale, aritmie, ecc.%, sono stati descritti anche
discromatopsia $alterata visione dei colori%, disturbi gastro!intestinali $nausea, vomito, diarrea% e a carico del
1*0 $confusione e delirio%.
)gonisti dopaminergici e F-adrenergici
3 due farmaci pi" utilizzati sono la dopamina e la dobutamina.
La dopamina ha effetti strettamente dose!correlati7
dosi basse $infusione f J >g<Gg% - vasodilatazione per azione sui recettori dopaminergici vasali
dosi medie $fino a S >g<Gg% - stimolazione dei recettori \
'
dosi elevate $S!'S >g<Gg% - azione [
'
stimolante, con incremento pressorio
La dobutamina costituita da una miscela racemica che stimola sia i recettori \
'
che \
J
,
La somministrazione di uesto farmaco comporta dunue un incremento della gittata sistolica.
-nibitori delle fosfodiesterasi
Le fosfodiesterasi catabolizzano l'+/5c e il K/5c, due molecole strettamente connesse ai meccanismi
soggiacenti la regolazione della contrattilit# miocardica7
+/5c - effetto inotropo positivo
K/5c - induce vasodilatazione, soprattutto venosa
&ei vari farmaci disponibili, amrinone, inamnirone e vesnarinone , il pi" usato l'inamnirone
Farmaci in grado di ridurre il post-carico
La riduzione del post!carico agevola il lavoro $5+ Z Iol 6ele&iast.%, specie nei pazienti scompensati.
3 farmaci maggiormente utilizzati sono7
+0W inibitori
1artani
nitroderivati
vasodilatatori
diuretici
\!bloccanti
)+/-inibitori
Kli +0W!inibitori nello scompenso cardiaco inibiscono da un lato la produzione di angiotensina 33 e di
aldosterone, dall'altro riducono l'attivit#, abnormemente aumentata, del simpatico.
/eccanismo d'azione7
riduzione del pre!carico
riduzione del post!carico
azione anti!rimodellamento
riduzione dell'attivit# aldosteronica
riduzione incidenza di aritmie
riduzione dell'attivit# del sistema simpatico
3artani
+ntagonisti recettoriali dell'+ngiotensina 33 - la differenza con gli +0W!inibitori da ricondursi al mancato
accumulo di bradichinina, per cui non si riscontrano gli effetti collaterali tipici di ues'ultimi.
.itroderivati
Oarmaci che determinano una marcata dilatazione vasale, sia del distretto arterioso che di uello venoso,
attraverso la liberazione di *M.
8asodilatatori
$guardare farmaci anti!anginosi%
,iuretici
$guardare farmaci anti!ipertensivi%
)ntagonisti recettoriali dell4adenosina
+ttualmente, l'uso di antagonisti recettoriali dell'aldosterone $spironolattone e i suoi derivati% accanto ad altri
farmaci abitualmente impiegati nello scompenso divenuto prassi comune.
e-bloccanti
$guardare farmaci anti!ipertensivi%
F)R*)+- +H/*-).T-5-T-+-
L'antibiotico pu essere in grado di fermare la crescita o la replicazione batterica senza, tuttavia,
determinarne la morte - azione batteriostatica.
3n uesto caso, il compito di debellare il patogeno lasciato al sistema immunitario del soggetto.
+ltri farmaci non si limitano a bloccare la sintesi, ma causano invece direttamente la morte del batterio -
azione battericida
Farmaci batteriostatici Farmaci battericidi
/acrolidi .etalattamine
6etracicline Klicopeptidi
0loramfenicolo 0icloserina
0lindamicina .acitracina
1ulfonamidici Oosfomicina
6rimetoprim +minoglucosidi
0hinoloni
3soniazide
Pifampicina
3n generale, la maggior parte dei farmaci che agiscono sulle strutture batteriche esterne si comportano da
battericidi, mentre uelli che esplicano il loro meccanismo all'interno della cellula sono in genere
batteriostatici.
La prima conseguenza che i batteriostatici non dovrebbero essere utilizzati in soggetti immunodepressi.
3n realt# la differenza tra le due classi risulta essere abbastanza sfumata2 ci dovuto al fatto che alcuni
farmaci batteriostatici nei confronti di alcuni batteri sono invece battericidi uando agiscono su altri, e
viceversa.
+lla luce di uesta promiscuit# d'azione, si ritiene pi" opportuno proporre una classificazione basata sul
meccanismo d'azione piuttosto che sul probabile effetto7
a livello della parete cellulare, impedendo7
formazione degli incroci tra la componente peptidica del peptidoglicano - betalattamine
polimerizzazione delle singole catene di muramilpentapeptide - glicopeptidi
incorporazione dell'alanina nel peptidoglicano - aminoacidici
a livello della membrana, mediante7 $sono soprattutto farmaci antimicotici8%
legame con l'ergosterolo - derivati polienici
inibizione della 'R![!demetilasi - azoli
inibizione dei \ $',Q% glicani - ec"inocandine
interazione con i fosfolipidi - polimixina 5
a livello della funzione ribosomiale7
inibendo l'esatta traduzione dell'mP*+ - aminoglucosidi
legandosi alle subunit# QT1 del ribosoma - tetracicline
legandosi alle subunit# ST1 del ribosoma - cloramfenicolo
legandosi alle subunit# ST1 del ribosoma, vicino al sito di legame del cloramfenicolo - macrolidi,
c"etolidi e streptogramine
legandosi al sito 5 della subunit# ribosomiale ST1 - ossazolidinoni
a livello della sintesi dell4acido tetraidrofolico7
inibitori dell'incorporazione dell'acido para!aminobenzoico nell'acido folico - sulfonamidici
inibitori della diidrofolicoreduttasi - trimetoprim
a livello della replicazione del ,.)7
interferenza con la &*+!girasi - c"inoloni
inibizione dell'P*+ polimerasi - rifamicine
1ulla base di uanto detto, risulta dunue possibile operare una classificazione come segue7
3nibitori della sintesi della parete batterica - 5etalattamine <(enicilline> +efalosporine>
*onobattami> +arbapenemi%, 7licopeptidi <8ancomicina> Teicoplanina%, )minoacidici
<cicloserina$> (eptidici <5acitracina$> Fosfonici <Fosfomicina$
+lteranti le funzioni di membrana - 1ipopeptidi> (olimixine> )ntimicotici
+genti che causano un'inibizione reversibile della sintesi proteica, interferendo con le funzioni delle
subunit# ribosomiali ST1 - *acrolidi> +loramfenicolo> +"etolidi
+genti che causano un'inibizione reversibile della sintesi proteica, interferendo con le funzioni delle
subunit# ribosomiali QT1 - Tetracicline
+genti che si legano alla subunit# ribosomiale QT1, alterando la sintesi proteica e determinando,
dunue, morte batterica - )minoglucosidi
+genti interferenti con il metabolismo degli acidi nucleici - Rifamicine> +"inoloni
+ntimetaboliti - 3ulfonamidici> Trimetoprim
La durata della terapia pu essere determinata in base a criteri ben stabiliti7
sede dell'infezione
gravit# delle manifestazioni cliniche
stato immunitario del paziente
attenuazione o scomparsa dei sintomi clinici e normalizzazione degli esami di laboratorio
3n ogni caso, buona regola continuare la somministrazione dell'antibiotico per Q!R giorni dopo la scomparsa
delle manifestazioni cliniche2 fanno eccezione le infezioni recidivanti $cistiti, otiti, sinusiti e le infezioni
gravi come meningiti%, nelle uali la guarigione presunta dovr# essere suffragata da indagini di laboratorio,
oltre che da evidenze cliniche.
*elle infezioni gravi, si consiglia di prolungare la somministrazione per 'T giorni dopo la cessazione della
sintomatologia.
3l buon esito di una terapia antibatterica legato ad alcuni fattori.
Fattori farmacocinetici
1ono notoriamente considerati tessuti difficili da trattare la prostata, le ossa e il tessuto nervoso.
+nche fattori locali possono interferire negativamente7 il pD acido che viene a crearsi in un contesto di
flogosi pu ridurre l'efficacia di alcuni antibiotici2 l'elevata concentrazione proteica $esito dei processi
essudativi% pu bloccare l'azione degli antibiotici a forte legame farmaco!proteico2 la ridotta crescita
batterica che si osserva in presenza di materiale purulento va ad inficiare l'azione dei betalattamici,
notoriamente pi" efficaci sui batteri a crescita rapida.
Fattori concernenti il paziente
Kli anziani mostrano profonde alterazioni in sede di metabolizzazione degli Zenobiotici, sicch anche dosi
terapeutiche possono causare la comparsa di effetti tossici2 anche il loro sistema immunitario risulta
certamente meno brillante, non consentendo di fatto l'eradicazione del patogeno allorch trattato con
batteriostatici.
Kravidanza e allattamento sono condizioni che devono essere attentamente valutate durante la scelta del
farmaco, cos4 come la presenza di eventuali patologie.
&a un punto di vista di razionalit# terapeutica, un chemioantibiotico dovrebbe essere prescritto solo dopo
l'accertamento del patogeno responsabile dell'infezione e dei risultati dell'antibiogramma - terapia delle
infezioni accertate.
3n casi di particolare gravit# ed urgenza, si pu iniziare la terapia anche senza dati laboratoristici - terapia
empirica.
La terapia di infezioni accertate viene effettuata sulla base dell'identificazione e della sensibilit#, di uno o
pi" agenti causali.
3l saggio della sensibilit# viene accertata mediante alcuni test, il pi" comune dei uali viene effettuato
mediante disc"etti di diffusione contenenti una determinata uantit# di antibiotico - dopo JRD si osserva il
diametro dell'alone inibitorio e si stabilisce se il ceppo identificato resistente, mediamente sensibile o
sensibile.
3l secondo test il test di diluizione - vengono compiute progressive diluizioni del farmaco, e dopo JRD
possibile identificare la concentrazione minima inibente $+*-% o la concentrazione minima battericida
$+*5%.
Mggigiorno diventata pratica relativamente comune prescrivere chemioantibiotici con funzione profilattica,
piuttosto che terapeutica7
soggetti a stretto contatto con individui infetti $solo per infezioni gravi%
prevenzione di infezioni in soggetti immunodepressi
prevenzione di infezioni di ferite chirurgiche in soggetti che subiscono interventi
prevenzione di endocarditi in soggetti con lesioni valvolari
Wsistono anche dei limiti alla somministrazione dei farmaci chemioantibiotici7
i fenomeni di resistenza sempre pi" presenti con l'uso proprio ed improprio degli antibiotici
le infezioni batteriche nosocomiali
superinfezioni causate dall'uso di antibiotici a largo spettro
gli effetti collaterali e i rischi di tossicit#
Resistenza batterica
3l termine resistenza fa riferimento ad un fenomeno per cui alcuni ceppi batterici sono insensibili a
determinati antibiotici.
Wsiste una resistenza naturale, in virt" della uale alcuni batteri sono naturalmente resistenti ad un
particolare agente antimicrobico per l'assenza del bersaglio farmacologico o perch impermeabili.
Wsiste anche la resistenza ac!uisita, fenomeno per cui ceppi batterici prima sensibili ad un farmaco,
smettono di esserlo.
+lla base vi sono due meccanismi7
/81PE-./ - mutazione<selezione, con trasmissione verticale del nuovo pattern genetico
acuisito, pi" idoneo a garantire la produzione di una fitness efficace nel nuovo contesto ambientale
()33)77- ,- *)T/R-)1/ 7/./T-+ - trasferimento orizzontale dei determinanti
contenenti le informazioni di resistenza
La trasmissione genetica orizzontale avviene ad opera di plasmidi e fagi di trasduzione e gli elementi che
possono essere7
seuenze di inserzione - costituite da segmenti brevi di &*+ con alterazioni delle seuenze
invertite o alterate
trasposoni - elementi trasferibili da cromosoma a plasmide e, pertanto, in grado di trasportare le
seuenze correlate alla resistenza
integroni - localizzati all'interno dei plasmidi o nel cromosoma e possono codificare per una
integrasi che inserisce determinanti di resistenza.
W' stato coniato il termine /3K)(/ patogens per indicare le iniziale dei patogeni $soprattutto KP+/ !%
riconosciuti oggigiorno come la pi" freuente causa di infezioni antibiotico!resistenti7
Wnterococcus Oalcium
1taphilococcus +ureus
?lebsiella 5neumoniae
+cinebacter .aumanni
5seudomonas +eruginosa
Wnterobacteri
Quanto test riportato risulta essere un'introduzione generale, propedeutica all'approfondimento di talune
tematiche la cui comprensione e padronanza risulta essere condizione necessaria affinch possa venire
istituita una terapia chemioantibiotica razionale.
Le classificazioni compiute facendo riferimento a specifiche propriet#, uali il bersaglio d'azione o l'azione
stessa, verranno esaminate pi" nel dettaglio nel momento in cui saranno discusse approfonditamente le
diverse classi farmacologiche.
5roseguendo la dissertazione sugli aspetti preminenti delle diverse molecole utilizzate in uesto contesto
terapeutico, d'uopo far riferimento allo spettro d'azione.
5er spettro d4azione intendiamo l'identificazione di uei patogeni sensibili al farmaco che si desidera
utilizzare.
La classificazione che risulta la seguente7
farmaci ad ampio spettro d'azione - tetracicline, penicilline, carbapenemi, cefalosporine $333a
generazione%, fluorochinolone
farmaci specifici per i KP+/ E - penicillina K e I, vancomicina, macrolidi
farmaci specifici per i KP+/ ! - aminoglicosidi, polimiZine
farmaci specifici per i micobatteri - streptomicina, isoniazide, etanbutolo
Kiunti a uesto punto, dopo aver elencato alcuni degli aspetti pi" importanti da valutare nella scelta del
farmaco, d'uopo procedere con una sinossi tale da consentire al medico di operare nel modo pi" proficuo
possibile.
3n linea generale, si soliti suddividere i farmaci antibatterici in due grandi gruppi7
farmaci primariamente batteriostatici - inibiscono la crescita della colonia batterica
farmaci primariamente battericidi - uccidono i patogeni
3 farmaci batteriostatici, come lecito presumere, devono agire in sinergia con il sistema immunitario del
paziente, a cui viene rimesso il compito di eliminare i patogeni definitivamente.
+llorch il soggetto risulti essere immunodepresso, oppure il sito di infezione sia in un distretto non
facilmente aggredibile da parte dei leucociti, al termine dell'inibizione prodotta dal farmaco, si assister# ad
una ripresa della crescita della colonia.
Queste condizioni richiedono dunue la somministrazione di farmaci battericidi, in grado di vicariare
all'azione del sistema immunitario.
La potenza di ueste molecole normalmente espressa facendo riferimento a due parametri7
concentrazione minima inibente <*-+$ - concentrazione minima necessaria per inibire la crescita
di una colonia batterica2 ceppi sensibili richiederanno concentrazioni minori di ceppi resistenti, per i
uali sar# necessario provvedere ad implementare la dose. ,n aspetto che tuttavia non deve essere
sottovalutato la variabilit# che intercorre tra le concentrazioni ematiche del farmaco e le
concentrazioni raggiunte nei diversi foci infetti, per cui farmaci che tendono ad accumularsi nel
citoplasma saranno pi" efficaci nei confronti di patogeni intracellulari di uanto non lo siano con
batteri eZtracellulari a parit# di dose.
+oncentrazione minima battericida <*5+$ - concentrazione minima necessaria per causare la
morte delle cellule batteriche
&opo la somministrazione di una dose di antibiotico battericida, la conta batterica diminuisce fin tanto che la
concentrazione del farmaco maggiore della *5+, dove uesta riduzione da ricondursi all'azione
combinata dal farmaco e del sistema immunitario del soggetto.
Quando la concentrazione del farmaco, in ragione dei processi di metabolizzazione ed eliminazione, tende a
scendere sotto la *5+, ma resta comunue superiore alla *-+, la conta batterica rimane stabile o si riduce
leggermente per la sola azione del sistema immunitario.
*... - l'azione batteriostatica di un chemioantibiotico battericida deve essere interpretata come il
raggiungimento di un euilibrio dinamico, dove il numero dei batteri uccisi si euivale a uello dei batteri
che si formano.
,n farmaco batteriostatico p.d., uando raggiunge concentrazioni superiori alla *-+, determina una
riduzione della conta batterica solo in virt" dell'azione del sistema immunitario2 uando la concentrazione
scende sotto alla *-+ lecito attendersi una ripresa della replicazione batterica.
V altres4 possibile si realizzi un fenomeno per cui l'effetto del farmaco sia apprezzabile anche in seguito alla
riduzione della concentrazione ematica al di sotto di uello che viene ritenuto essere il valore minimo
necessario affinch si palesi l'azione farmacologica.
Le cause possono essere diverse7
effetto post-antibiotico <()/$ - persistente soppressione della crescita batterica anche in assenza
dell'azione del sistema immunitario
post-antibiotic leukocyte en"ancement <()1/% - i batteri, a seguito dell'esposizione al farmaco,
sono pi" suscettibili all'aggressione leucocitaria
alterazioni morfologic"e - si possono realizzare alterazioni morfologiche tali da inficiare i normali
meccanismi di replicazione batterica, prolungando di fatto la ()/
*el momento in cui si compiono valutazioni in merito alla velocit# di replicazione batterica, cui fa
invariabilmente seguito anche un'analisi critica dei meccanismi sottesi alla riduzione della crescita di uesti
patogeni, non si pu prescindere da considerare anche il contesto di infezione7 in un soggetto
immunodepresso, i batteri agenti eziologici di una meningite, mostrano una velocit# di replicazione nel
liuido cefalo!rachidiano pressoch ottimale, con una duplicazione ogni JT minuti.
+ltri batteri, come il treponema pallidum, replicano in Q@ ore.
Questo il motivo per cui necessario prestare estrema attenzione al regime posologico che si desidera
assegnare, soprattutto in merito al tempo trascorso tra le diverse somministrazioni.
Lo standard gold si realizza uando la somministrazione avviene prima che la ripresa della crescita
batterica esiti nella comparsa di manifestazioni cliniche.
3 farmaci chemioantibiotici possono essere divisi in tre grandi gruppi, basati sulle caratteristiche
farmacodinamiche7
farmaci battericidi tempo-dipendenti
farmaci battericidi concentrazione-dipendenti e con ()/ prolungato
farmaci batteriostatici con ()/ moderato
Farmaci battericidi tempo-dipendenti
1i tratta di farmaci la cui azione non strettamente connessa con le concentrazioni raggiunte e che non sono
soliti presentare un effetto post!antibiotico.
+ uesto gruppo appartengono le F-lattamine e la vancomicina.
3n uesto caso necessario superare la minima concentrazione efficace perch si abbia l'effetto
farmacologico, e poco importa di uanto la soglia venga oltrepassata.
L'effetto migliore, in ragione della loro tempo!dipendenza, si apprezza uando la concentrazione ematica del
farmaco si mantiene costante al di sopra della soglia minima - la soluzione ideale sarebbe l'infusione
continua.
Farmaci battericidi concentrazione-dipendenti
5er uesto tipo di farmaci $es. aminoglicosidi e fluorochinoloni%, il massimo effetto battericida si realizza
uando viene raggiunta la concentrazione massima $0
/+=
% e tanto maggiore il livello sierico raggiunto,
tanto pi" efficace il farmaco.
&osi molto elevate di farmaco non solo si associano ad un incremento della uota di batteri uccisi, ma anche
ad un prolungamento della durata dell'azione battericida.
3l fatto che uesti farmaci dipendano in maniera cos4 consistente dall'intensit# dell'azione e dalla sua durata
implica che ueste molecole sia influenzate tanto dalla 0
/+=
che dalla +,0.
+llorch i livelli plasmatici dovessero scendere sotto la concentrazione minima efficace $inferiore anche a
uella batteriostatica%, si potrebbe comunue apprezzare un prolungamento dell'azione battericida sostenuta
dall'effetto post-antibiotico $()/%, la cui durata anch'essa concentrazione!dipendente, almeno per
aminoglicosidi e fluorochinoloni.
5er uesto motivo, il regime posologico per uesti farmaci prevede un'unica somministrazione giornaliera,
con guadagno sia per ci che concerne la compliance del paziente, sia per ci che concerne la diminuita
possibilit# di avere effetti tossici.
Farmaci batteriostatici
3 /acrolidi e le tetracicline, nonostante non siano sostanzialmente concentrazione!dipendenti, mostrano un
certo effetto post-antibiotico $()/%, che consente loro di essere efficaci anche uando i valori sierici
scendono al di sotto della *-+, seppur per breve tempo.
+ltri farmaci batteriostatici, come l'azitromicina e i chetolidi sono pi" marcatamente concentrazione!
dipendenti.
5/T)-1)TT)*-./
(enicilline naturali J penicillina 7 e penicillina 8
(enicilline semisintetic"e J penicilline resistenti alle F-lattamasi stafilococcic"e e penicilline ad ampio
spettro
(enicillina 7
1i tratta di un antibiotico estratto dal brodo culturale del Penicillum Notatum ed stata la prima usata in
terapia.
Iiene inattivato dalle F-lattamasi, per cui non utilizzabile nel trattamento di batteri produttori di uesto
enzima.
3l suo spettro d4azione ristretto, comprendendo prevalentemente7
cocchi KP+/ E - streptococco pjogens, streptococco viridans
alcuni cocchi KP+/ ! - *eisseria meningitidis
bacilli KP+/ E
anaerobi KP+/ E e KP+/ !
Lo 1tafilococco aureo, un tempo sensibile, dagli anni 'ST diventato resistente.
3l meccanismo d'azione, comune a tutte le F-lattamine, consiste nell'inibizione esplicata nei confronti
dell'alanina di cui l'anello lattamico un analogo strutturale.
1ostanzialmente si va ad inficiare la transpeptidazione dell'alanina, necessaria al consolidamento della
struttura peptidoglicanica della parete batterica, la uale risulter# indebolita.
1uccessivamente alle valutazioni compiute in merito al meccanismo di indebolimento della componente
peptidoglicanica, fu accertato che gli stessi farmaci erano in grado di legarsi alle cosidette penicillin
binding proteins <(5($, un insieme di diversi enzimi, ciascuno dei uali ricopre un determinato ruolo
nell'economia della cellula batterica, soprattutto per ci che concerne la costruzione e il rafforzamento della
parete batterica.
1econdo alcuni autori, uesta sarebbe solo una prima tappa, alla uale farebbe seguito l'azione battericida
p.d.
1i ritiene infatti che il legame con le (5( non consista solo in un'alterazione dei meccanismi di sintesi, ma
porti anche all'attivazione di un enzima idrolasico della parete stessa, la cui distruzione si traduce
invariabilmente con la morte cellulare.
Quest'ultimo aspetto spiegherebbe perch esistono i batteri cosiddetti tolleranti, per cui l'azione del
farmaco non battericida, ma batteriostatica, proprio in virt" dell'assenza dell'idrolasi.
Le F-lattamasi nei KP+/ E si trovano all'esterno del corpo cellulare - esolattamasi.,
*ei KP+/ !, poich mostrano profonde differenze rispetto ai KP+/ E, le F-lattamasi si collocano nello
spazio compreso tra la parete cellulare e la membrana esterna $spazio periplasmatico% - endolattamasi.
La resistenza alle penicilline pu verificarsi per uno dei seguenti motivi7
inattivazione ad opera delle F-lattamasi
incapacit# di attraversare la parete batterica $le (5( sono proteine di membrana%
alterazioni delle (5(
presenza di una pompa di estrusione che trasporta gli Zenobiotici all'esterno.
La penicillina molto sensibile agli acidi, per cui non possbile la somministrazione per os.
Da un legame farmaco!proteico parial RS!@TU ed un'emivita plasmatica di QT minuti, che aumenta a ualche
ora nei neonati.
L'eliminazione avviene a livello renale $'TU per filtrazione e _SU per secrezione tubulare%, ma allorch
necessario, anche il fegato pu partecipare alla metabolizzazione.
*el caso ci fosse anche un'insufficienza epatica, la clearance si ridurrebbe al punto di avere un'emivita di
circa 'T ore, con la logica conseguenza di dover prendere adeguati provvedimenti in sede di
somministrazione.
La distribuzione tale da consentire al farmaco di raggiungere in modo soddisfacente buona parte dei
distretti dell'organismo - piccolo uantit# passano anche nell'occhio e nella prostata.
5assa inoltre nel 1*0 uando le meningi sono infiammate, per cui pu essere usata nelle meningiti
batteriche $sostenute da meningococco%.
La penicillina viene utilizzata con successo nelle faringiti e nelle tracheiti da streptococco, in alcune
polmoniti pneumococciche, endocarditi streptococciche, stomatite da spirochete, sifilide, difterite,
carbonchio.
1pettro d'azione7
.acillus anthracis
clostridium non difficile
0orjnebacterium diphtheriae
Leptospira
*eisseria $gonorrhoeae e meningitidis%
1taphjlococcus $ceppi non produttori di F-lattamasi$
1treptococcus $pjogens, pneumoniae e viridans%
5osologia7 '!@ milioni di unit# $a seconda della gravit#% ogni @ ore.
5oich si tratta di un farmaco battericida tempo!dipendente senza effetto post!antibiotico, necessario
mantenere una costanza di assunzione assolutamente perfetta.
5roprio per migliorare l'efficenza, si fatto ricorso ad interazioni farmacologiche.
Le penicilline ritardo $procaina!penicillina e benzatina!penicillina% consentono anche somministrazioni
distanti settimane.
(enicillina 8
W' una penicillina resistente ai succhi gastrici, somministrabile per os, al dosaggio di @TTTTT unit# ogni @ ore,
lontano dai pasti.
1pettro d'azione e indicazioni sono le stesse della 5enicillina K
(enicilline resistenti alle F-lattamasi stafilococcic"e
5er l'emergenza di ceppi resistenti alla penicillina, la ricerca si propose di identificare molecole in grado di
resistere alla degradazione operata dagli enzimi batterici e di proseguire dunue nell'azione battericida.
3l primo derivato fu la *eticillina, che tuttavia poco utilizzata per la sua elevata nefrotossicit#.
1i tratta perlopi" di farmaci la cu4 indicazione limitata al trattamento delle infezioni sostenute da KP+/ E
$praticamente solo stafilococchi% - non riescono a passare la membrana esterna dei KP+/ !.
Danno un legame alle proteine plasmatiche molto alto $circa il (TU% e vengono eliminate per via renale.
(enicilline ad ampio spettro
1i distinguono diversi gruppi7
aminopenicilline
ureidopenicilline
carbossipenicilline
sulfossipenicilline
amidinopenicilline
)minopenicilline
Le aminopenicilline, ampicillina con i suoi profarmaci, bacampicillina e talampicillina, ed il suo analogo
amoxicillina, meglio assorbita per os, in virt" della presenza di un radicale ossidrile, sono considerate
penicilline ad ampio spettro.
Mltre che per i KP+/ E, risultano attive anche nei confronti di alcuni KP+/ !, come alcune
enterobacteriaceae, in virt" della capacit# di attraversare la membrana esterna e la parete cellulare.
5osologia7
)moxicillina - JST!STT mg ogni _ ore per os
)mpicillina - JST!STT mg ogni @ ore per os
W' possibile anche la somministrazione per vie endovenosa o intramuscolare.
L'emivita di @T minuti, e hanno un legame farmacoproteico del QTU.
.uona diffusione nei tessuti, tranne le meningi integre, passano nel latte e attraversano la placenta.
L'eliminazione avviene soprattutto per via renale.
Le indicazioni sono le infezioni delle vie urinarie, le meningiti da Daemophilus influntiae come seconda
scelta, le affezioni bronchiali e gastro!intestinali e le salmonellosi
3pettro d4azione7
.ordetella pertussis
0lostridium non difficile
0orjnebacterium &iphtheriae
Wscherichia coli
Deamophilis influentiae
Deljcobacter pilori
*esisseria $gonorrhoeae e meningitidis%
5roteus mirabilis
1almonella
1higella
1treptococcus $pneumoniae, pjogens e viridans%
+arbossipenicilline
Questo gruppo comprende la carbenecillina e la ticarcillina.
1omministrate per via parenterale, hanno un'emivita di @T minuti e un legame farmaco!proteico del RSU.
La diffusione buona in tutti i tessuti, tranne che nel liuor a meningi integre.
Iengono eliminate per via renale.
1ono utilizzate per il trattamento delle infezioni da pseudomonas, proteus ed enterobacter.
La dose molto alta, J!@ gr ogni _ ore per via parenterale, fino a '_ gr per la carbenecillina e sono spesso
associate ad inibitori delle F-lattamasi $acido clavulanico%.
3ulfossipenicilline
1ono pressoch sovrapponibili alle carbossipenicilline, con l'unica differenza che hanno un'emivita di 'JT
minuti.
Preidopenicilline
+ uesto gruppo appartengono la piperacillina, la mezlocillina ed azlocillina.
1ono attive prevalentemente verso pseudomonas aeruginosa, ?lebsiella pneumoniae, Daemophilus
influentiae, oltre che verso i cocchi KP+/ E.
1ono somministrate per via parenterale, sono sensibili alle F-lattamasi e hanno un'emivita di circa (T minuti,
con un legame farmaco!proteico del JT!RTU ed un'ottima distribuzione tissutale, eccezion fatta per il liuor.
La posologia varia da R a '@ gr ogni _ ore, secondo la gravit#.
)midinopenicilline
Danno uno spettro d'azione rivolto ai KP+/ !, ma per le loro caratteristiche chimiche, possono essere
associate ad altre penicilline, consentendo di raggiungere uno spettro d'azione molto ampio.
1omministrate per via parenterale, con un'emivita di @T minuti ed un legame farmaco!proteico del JTU,
uesti farmaci diffondono molto bene nei tessuti e nel liuor a meningi infiammate.
Le F-lattamine sono tra gli antibiotici i meno tossici, tanto da essere utilizzati anche nelle donne in
gravidanza, ci in ragione della tossicit# specifica nei confronti di strutture cellulari non presenti nelle cellule
eucariotiche.
3l maggior effetto collaterale dato dai fenomeni di sensibilizzazione, che interessano il SU della
popolazione.
+llorch l'organismo ospite dovesse sviluppare una risposta immunitaria specifica nei confronti dei
determinanti antigenici associati a uesti farmaci, una seconda somministrazione porterebbe
all'esacerbazione di reazioni di ipersensibilit#7
tipo - <immediata$ - nei giro di ualche minuto, sostenuta dalla degranulazione dei mastociti
sensibilizzati dalle 3gW
tipo -- <accelerato$ - da ' a `J ore2 mediata dagli anticorpi, si caratterizza per la comparsa di
eritema, prurito, orticaria, angioedema, rinite, edema laringeo $fino alla morte per asfissia%
tipo -8 <tardivo$ - dopo `J ore2 si manifesta con eruzioni morbilliformi, orticaria, angioedema,
granulocitopenia, nefrite interstiziale, malattia da siero, vasculite
+ltri effetti collaterali sono l'anemia emolitica e la neutropenia, entrambe su base probabilmente
immunitaria.
1i possono verificare anche prolungamento del tempo di sanguinamento e deficit della funzione piastrinica.
+ltri effetti collaterali comprendono convulsione ed encefalopatia, a seguito di somministrazione intratecale.
3nterazioni7
fenomeni di interazione esistono tra aminoglucosidi ed alcune penicilline $carbossipenicilline e
ureidopenicilline%, che non possono essere somministrate nelle stesse soluzioni infusionali perch
attivano gli aminoglucosidi
interazione esiste anche tra anticoagulanti orali e penicillina K - aumento del tempo di protrombina
ed emorragie
l'ampicillina interferirebbe con l'assorbimento dell'atenololo, riducendone le concentrazioni ematiche
le ureidopenicilline allungano l'effetto dei bloccanti muscolari
+/F)13(R-./
+efalosporine di -
a
generazione
Questi farmaci sono attivi prevalentemente sui cocchi KP+/E e meno sui KP+/ !.
+efalotina
1i tratta della prima cefalosporina utilizzata in terapia.
1omministrabile per via parenterale, risulta essere attiva nei confronti di streptococchi e stafilococchi, di
alcuni KP+/ H $escherichia coli, Glebsiella e proteus% e della maggior parte degli anaerobi del cavo orale.
Wssa non viene inattivata dalle F-lattamasi dei KP+/ E, ma solo parzialmente da uelle dei KP+/!.
1omministrabile solo per via parenterale, ha un legame farmaco!proteico del `TU, un'emivita di circa QT
minuti ed una buona distribuzione ai tessuti, eccezion fatta per le meningi, dove penetra solo uando le
meningi sono infiammate.
5assa nella placenta e nel latte.
1ubisce una metabolizzazione a livello epatico e viene eliminata a livello renale.
*on viene molto utilizzata per la ridotta emivita, che costringe ad una freuenza di somministrazione poco
praticabile.
+efazolina
,guale alla cefalotina, dalla uale si differenzia per un maggio legame farmaco!proteico, alla base della pi"
lunga emivita $circa J ore%.
1omministrabile alla dose di '!J gr ogni @ ore per via parenterale, trova indicazione nel trattamento di
faringiti, tonsilliti, bronchiti sostenute da cocchi KP+/ E.
/olto utilizzata nella profilassi chirurgica.
+efalosporine di -i
a
generazione
3n generale, ueste cefalosporine mostrano una maggiore attivit# rispetto a uelle di 3
a
generazione, verso i
KP+/ !.
+efoxitina
W4 pi" attive di uelle di 3
a
generazione nei confronti dei KP+/!, ma meno efficace per i KP+/ E2
somministrabile per via parenterale, ha un'emivita di QT!RT minuti.
Pappresenta in farmaco ideale per la terapia della malattia infiammatoria pelvica e per l'ascesso polmonare.
+efamandolo
Da lo stesso spettro d'azione delle altre cefalosporine di 3i
a
generazione.
3n virt" delle sua struttura chimica, si rende responsabile di una reazione definita disulfiram!liGe - nei
pazienti in trattamento con uesta cefalosporina che assumo anche piccole uantit# d alcol, si manifestano gli
stessi effetti prodotti dal disulfiram negli alcolisti - inibizione dell'aldeide &D.
3noltre provoca ipoprotrombinemia e inibizione dell'attivazione della I36.?.
+efalosporine di ---
a
generazione
Queste cefalosporine sono attive prevalentemente sui KP+/ H difficile2 inoltre attraversano la barriera
emato!encefalica, per cui sono utili nel trattamento delle forme batteriche meningee.
Le cefalosporine di 333
a
generazione sono normalmente resistenti alle F-lattamasi, tuttavia possono anche
essere induttrici di uesto enzima.
3n uesto modo si crea un condizione per cui i batteri sono raggiunti dalle cefalosporine, le uali si legano
alle F-lattamasi senza poter essere idrolizzate - viene dunue a formarsi un complesso cefalosporina!
betalattamasi che finisce per occupare tutto lo spazio periplasmatico, impedendo ad altri farmaci
betalattimici di raggiungere la membrana $/FF/TT TR)((-.7%.
+efotaxime
Wsplica un'efficace attivit# nei riguardi sia dei KP+/ E che dei KP+/ !.
Da un'emivita di circa @T minuti, si somministra per via parenterale e attraversa facilmente la barriera emato!
liuorale.
La posologia di J gr al giorno $somministrazioni ripetute88%, per via i.m. o via e.v., fino a Q!'T gr in Q!R
somministrazioni.
Iiene utilizzata con successo nelle meningiti da Daemophilus influentiae, da 1treptococcus pneumoniae e da
*eisseria meningitidis, cos4 come nella infezioni da 5seudomonas e da altri batteri KP+/ H difficili.
+efalosporine di -v
a
generazione
Danno attivit# sui KP+/ H difficili e su alcuni KP+/ E, passano la barriera emato!encefalica.
+efepime
Da un'emivita di 'JT minuti, viene eliminato prevalentemente per via renale e attraversa bene la barriera
emato!encefalica.
Questa cefalosporina possiede una buona attivit# nei riguardi delle 5sudomonas e di altri KP+/ H uali
Daemophilus influentiae, *eisseria /eningitidis ed alcuni KP+/ E, ma non nei confronti dello
stretpococco e stafilococco meticillino!resistente
Oenomeni di sensibilizzazione sono possibili anche con le cefalosporine e le reazioni che si verificano sono
simili a uelle determinate dalle penicilline - per uesto motivo, pazienti che abbiano manifestato allergia
alla penicillina, devono essere valutati con attenzione per possibili fenomeni di risposta crociata.
+ltri effetti collaterali comprendono emolisi, nefrotossicit#, sanguinamento e diarrea.
Kli altri effetti sono7
disulfiram!liGe
ipoprotrombinemia
inibizione dell'attivazione della I36. ?
*.5)TT)*-+-
)ztreonam
3solato dal cromobacterium violaceum, parente stretto delle penicilline, di cui condivide il meccanismo
d'azione.
L'aztreonam resistente alle F-lattamasi e risulta attivo solo nei riguardi dei KP+/ !, anche uelli difficili,
non presentando alcuna attivit# nei confronti dei KP+/ E.
Iiene somministrato per via parenterale, con un'emivita di 'TS minuti ed un legame farmaco!proteico del
SSU.
Da una buona diffusione in uasi tutti i tessuti e nelle meningi infiammate2 viene eliminato per via renale
mediante processi di filtrazione e secrezione.
Le principali indicazioni per l'aztreonam sono le infezioni delle vie urinarie sostenute da KP+/! aerobi, ma
risulta utile anche nelle infezioni delle vie biliari e nelle osteomieliti.
La posologia consiste nella somministrazione di T,S!' g ogni _!'J ore per via parenterale.
L'aztreonam pu causare flebiti nel luogo di iniezione, eosinofilia, aumento delle transaminasi, nausea,
vomito e diarrea.
*on presenta fenomeni di ipersensibilit# crociata con le penicilline e le cefelosporine.
3n caso di insufficienza renale, occorre fare un aggiustamento del regime posologico.
+)R5)(/./*-
-mipenem
&erivato dallo Streptomices Cattlea.
L'imipenem associato alla cilastatina, una sostanza che inibisce la degradazione dell'imipenem da parte di
una peptidasi renale.
Da attivit# battericida come gli altri antibiotici betalattamici ed molto resistente alle F-lattamasi.
*on viene assorbita per os, per cui deve essere somministrata per via parenterale.
Da un'emivita di circa @T minuti, un legame farmaco!proteico del JTU, una buona diffusione nei tessuti e nei
liuidi organici, compreso il liuor.
W' attivo tanto sui KP+/ E che sui KP+/ !.
L'imipenem trova indicazione in molte infezioni dell'apparato respiratorio, urinario, del tessuto osseo, degli
organi addominali, della cute e dell'apparato ginecologico.
3 germi sensibili all'imipenem sono KP+/E resistenti ad altri betalattamici come pneumococchi,
enterococchi, listeria, oltre che a specie KP+/! come 5seudomonas +eruginosa, contro la uale opportuno
utilizzare l'imipenem associato ad un aminoglucoside.
La dose di STT mg ogni @!_ ore per via endovenosa.
Kli effetti collaterali consistono in nausea, vomito e diarrea, convulsioni dopo alte dosi in soggetti con
pregresse lesioni del 1*0
-.-5-TR- ,/11/ 5/T)-1)TT)*)3-
1i definiscono inibitori delle F-lattamasi uelle molecole a struttura F-lattamica sprovviste di attivit#
antibatterica, ma caratterizzate dalla capacit# di inibire le F-lattamasi.
1ono farmaci, in sostanza, da associare ad antibiotici F-lattamici, di cui prevengono la degradazione.
)cido clavulanico
Wstratta dai brodi di Streptomices Clavuligenes, l'acido clavulanico viene definito un inibitore suicida, in
uanto si lega al sito attivo dell'enzima, formando un prodotto intermedio che inattiva la F-lattamasi e poi si
autodistrugge.
3n uesto modo in grado di inattivare le F-lattamasi codificate dai plasmidi di Daemophilus influentiae,
salmonella, shigella, escherichia coli, *eisseria gonorrhoeae.
V stato associato all'amoZicillina e alla ticarcillina.
Iiene somministrato per via orale e per via parenterale, diffonde bene in tutti i tessuti tranne che al 1*0.
L'acido clavulanico pu determinare una falsa positivit# al test di 0oombs perch si pu legare alle
membrane eritrocitarie.
).T-5-T-+- 71-+(/(T-,-+- / 1-((/(T-,-+-
8ancomicina
1i tratta di un antibiotico estratto dalle cultura di Streptococcus orientalis.
La vancomicina ha uno spettro di attivit# rivolto principalmente verso i batteri KP+/ E, uali gli
streptococchi $pjogens, pneumoniae e viridans%, i clostridi e soprattutto gli stafilococchi $aureo ed
epidermidis, anche meticillino!resistenti%.
La vancomicina agisce mediante legame con il dimero di alanina che forma il dipeptide terminale del
muramilpentapeptide, impedendo di fatto che possa essere rafforzata la struttura.
La resistenza legata ad un plasmide e, come tale, facilmente trasmissibile ad altri batteri.
La resistenza di Q tipi7
8).-) - inducibile, che conferisce resistenza sia alla vancomicina che alla teicoplanina
8).-5 - inducibile, che conferisce resistenza alla vancomicina, mentre alcuni ceppi sono sensibili
alla teicoplanina
8).-+ - costitutiva, conferisce resistenza solo alla vancomicina
La vancomicina non viene assorbita per os, anche la somministrazione per uesta via viene utilizzata per il
trattamento della colite pseudo!membranosa indotta da clostridium difficile.
Quando somministrata per via endovenosa, ha un'emivita di @ ore e un legame farmaco!proteico del 'TU2 si
distribuisce a tutti i tessuti, compreso il 1*0 a meningi infiammate e viene eliminato per filtrazione
glomerulare.
W' indicato nelle infezioni stafilococciche gravi resistenti ad altri agenti e nelle infezioni sostenute da
corjnebacterium, streptococchi, listeria.
3 KP+/ H sono naturalmente resistenti.
La posologia di 'S mg<Gg ogni _ ore.
*ei bambini di _ mg<Gg<die ogni 'J ore.
1i possono manifestare flebiti e tromboflebiti nel sito di inoculo, reazioni cutanee, arrossamento del volto
$red!man sindrome%, tachicardia.
La vancomicina nefrotossica e ototossica, per cui non bisogna superare le dosi prescritte e non bisogna
somministrarla a pazienti nefropatici o in associazione con altri farmaci con la medesima tossicit#.
Teicoplanina
W' un glicopeptide prodotto dall'!ctinoplanes teichomicetus2 ha una struttura simile alla vancomicina, come
simile il meccanismo d'azione e la via di eliminazione.
+ differenza della vancomicina pu essere somministrata per via intramuscolare2 il legame farmaco!proteico
del (TU ed ha un'emivita superiore alle 'TT ore - somministrato ogni JR ore.
Iiene utilizzato per il trattamento delle endocarditi stafilococciche ed enterococciche, osteomieliti, infezioni
da streptococchi e tutte le infezioni sostenute da batteri resistenti alla meticillina.
0i sono alcuni effetti avversi come rash cutanei, reazioni di ipersensibilit#, brividi da freddo, febbre,
neutropenia e dermatite esfoliativa.
V necessario monitorare le funzioni renali ed uditive.
).T-5-T-+- (/(T-,-+-
5acitracina
Mttenuto da "acillus subtilis, ha una struttura formata da vari peptidi ciclici.
La bacitracina non viene assorbita per via orale ed nefrotossica per via parenterale - somministrata solo
per os per un'azione topica oppure per uso esterno.
+gisce inibendo il fosfolipide che trasporta il peptidoglicano dall'interno della cellula batterica alla parete in
formazione.
Iiene usato per uso topico cutaneo nelle piodermiti, ustioni, otiti esterne, blefariti - attiva prevalentemente
sui KP+/ E.
(olimixine
1ono antibiotici prodotti da "acillus polm#a.
1ono selettivamente attivi contro i batteri KP+/ !.
+ causa della scarsa distribuzione tissutale e per la spiccata nefro! e neuro!tossicit#, sono usate soprattutto
per uso topico - in clinica sono utilizzate la polimiZina . e la colistina,
1ono attive in particolare contro escherichia coli, shigella, salmonella, Glebsiella, pseudomonas aeruginosa.
Le polimiZine non sono assorbite per via orale, per cui, somministrate per in uesto modo, esplicano solo
un'effetto topico.
La colistina, somministra per via parenterale, ha un'emivita di circa J ore, un legame farmaco!proteico basso
e l'eliminazione prevalentemente renale.
La polimiZina . viene utilizzata per uso topico in associazione con altri antibiotici in alcune dermatiti,
congiuntiviti e otiti da KP+/!.
La colistina viene impiegata, per via orale, in alcune enteriti da KP+/!2 la formulazione iniettabile si
utilizza nelle infezioni acute e croniche dovute a ceppi sensibili di pseudomonas aeruginosa, escherichia coli,
Glebsiella.
La somministrazione parenterale della colistina pu provocare danno renale tubulare, con aumento
dell'azotemia, albuminuria ed ematuria.
Oenomeni neuro!tossici uali parestesia peri!orale, atassia, convulsioni possono verificarsi, ma con
un'incidenza bassa.
1ono stati anche descritti fenomeni di debolezza muscolare legate ad un blocco neuromuscolare.
).T-5-T-+- )*-.)+-,-+-
+icloserina
1i ricava da Streptomces orchidaceus.
0ome analogo strutturale della &!alanina, inibisce l'enzima alanina racemasi che trasforma la L!alanina in
&!alanina, ed inibisce la &!alanina ligasi, che consente l'inserimento dell'alanina nel peptidoglicano.
Iiene somministrata per os, ha un'emivita di 'T ore ed una buona distribuzione tissutale e nel liuor, latte,
cavit# sierose e placenta.
Iiene eliminata per via renale.
3nibisce molti batteri KP+/ E e KP+/!, ma viene soprattutto usata come alternativa contro il
/jcobacterium tubercolosis resistente ai farmaci di prima scelta.
La posologia di STT mg ogni 'J ore.
Oarmaco tossico per il 1*0, pu provocare tremori, agitazione, insonnia, psicosi, convulsioni, cefalea
soprattutto negli epilettici, alcolisti e psicotici.
).T-5-T-+- F3F.-+-
Fosfomicina
3l farmaco un analogo del fosfoenolpiruvato e, come tale, inibisce un enzima necessario alla sintesi
dell'acido *!acetil!muramico.
Iiene assorbita, anche se solo al QT!RTU, uando somministrata per os, ma la via elettiva di
somministrazione uella parenterale.
Da una buona diffusione tissutale, passando la barriera emato!encefalica, uella placentare ed altri tessuti
difficili, come la prostata e il tessuto osseo.
Iiene eliminata per via renale, attraverso la filtrazione glomerulare, per il `T!(TU nelle JR ore - il farmaco
non viene metabolizzato.
Iiene utilizzato raramente a causa delle resistenze che si sono create2 oggi trova indicazione solo nel
trattamento delle cistiti sostenute da escherichia coli.
).T-5-T-+- 3T/R-,/-
)cido fusidico
+ntibiotico a struttura steroidea, estratto dalle colture di $usidium coccineum, ha un peso molecolare di S'`
uma ed molto lipofilo.
L'acido fusidico attivo contro i cocchi KP+/E $anche uelli meticillino!resistenti%, bacilli KP+/ E $uali
0orjnebacterium% e la maggior parte dei clostridi.
3 KP+/ H sono generalmente resistenti.
L'acido fusidico inibisce la sintesi proteica perch impedisce la polimerizzazione terminale degli aminoacidi,
mediante l'inibizione del fattore di elongazione K.
Iiene utilizzato per uso topico.
*)+R1-,-
3 macrolidi utilizzati in terapia sono antibiotici costituiti da un anello lattonico macrociclico, a cui sono legati
uno o pi" desossizuccheri.
3l capostipite di uesta classe di antibiotici l'eritromicina, scoperta nel '(SJ nei prodotti metabolici di un
ceppo di Streptomces erthreus.
3 macrolidi possono essere classificati in tre classi in base al numero di atomi presenti nell'anello lattonico7
macrolidi a #0 atomi
macrolidi a #B atomi
macrolidi a #K atomi
3l prototipo dei macrolidi a 'R atomi l'eritromicina, che non pu essere utilizzata come tale per os in
ragione della degradazione operata dai succhi gastrici.
5er ovviare a uesto inconveniente, sono stati sintetizzati sali ed esteri dell'eritromicina, molto pi" stabili a
pD basso.
0i sono altri inconvenienti, uali un'attivit# insufficiente verso l'Daemophilus 3nfluentiae, scarsa
biodisponibilit# per via orale, breve tempo di dimezzamento, alta incidenza di disturbi gastro!intestinali,
possibilit# di interazioni con altri farmaci.
*uovi derivati sono stati successivamente sviluppati $claritromicina> fluritromicina> azitromicina%, che
hanno mostrato migliori caratteristiche farmacocinetiche, ridotta irritazione gastrica e maggiore attivit# verso
Daemophilus 3nfluentiae.
Lo spettro antibatterico dei macrolidi pu essere considerato di media ampiezza.
3n vitro, si sono dimostrati attivi contro i cocchi KP+/ E $stafilococchi e streptococchi%, bacilli KP+/E.,
compresi clostridium perfrigens, corjnebacterium diphtheriae e listeria.
1ono risultati sensibili anche alcuni micro!organismi KP+/!.
/odesta l'attivit# verso Daemophilus 3nfluentiae e *eisseria /eningitidis, buona invece l'attivit# verso molti
ceppi di *eisseria gonorrheae.
1i sono dimostrati sensibili anche le borrelie, la .ordetella pertussis e l'Delicobacter pjlori.
1ono anche sensibili ai macrolidi /jcoplasma pneumoniae, la legionella, 0lamjdia trachomatis e il
treponema pallidum.
3 macrolidi sono generalmente considerati degli antibiotici batteriostatici, ma possono diventare battericidi ad
alte concentrazioni verso batteri sensibili.
3 macrolidi agiscono inibendo la sintesi proteica, legandosi in maniera reversibile alla subunit# ST1 dei
ribosomi dei microrganismi sensibili.
V stato anche dimostrato che nei batteri KP+/E, l'eritromicina si accumula circa 'TTT volte in pi" rispetto a
uanto avviene nei KP+/!.
3 macrolidi presentano una modica biodisponibilit#, che varia dal QT al STU.
La velocit# di assorbimento variabile.
3l picco di massimo assorbimento $0
/+=
% viene raggiunto in circa J!R ore.
3 macrolidi sono sostanze lipofile e poco ionizzate, pertanto riescono a penetrare nei tessuti con una discreta
facilit#, tranne che il 1*0.
L'eritromicina riesce anche a raggiungere la prostata, a passare la barriera placentare e ad accumularsi nel
latte.
+ differenza delle \!lattamine e degli aminoglicosidi, i macrolidi hanno la capacit# di penetrare nelle cellule
di difesa degli ospiti, in particolare nei macrofagi e nei neutrofili, dove si concentrano nei lisosomi.
/olti microrganismi patogeni $clamidie, legionelle ed enterococchi% si concentrano nei fagosomi, altri sono
presenti nel citoplasma $listerie e ricGettsie% - nel momento in cui avviene la fusione tra il fagosoma e il
lisosoma, un'enorme uantit# di farmaco si trova a contatto con il batterio8
L'escrezione dei macrolidi avviene soprattutto per via biliare2 solo la claritromicina mostra una significativa
escrezione renale $JT!RTU%
3 macrolidi mostrano un'attivit# antibatterica che persiste anche dopo la cessazione dell'azione diretta -
effetto post-antibiotico.
6ale attivit# residua varia a seconda del patogeno considerato, della concentrazione del farmaco, della durata
del contatto, del pD e di altre variabili - in generale tende ad essere pi" lungo verso i cocchi KP+/E
rispetto ai KP+/!.
Le indicazioni dei macrolidi comprendono le infezioni del tratto rino!faringeo e dei seni para!nasali,
bronchiti, polmoniti batteriche e atipiche, e nel trattamento delle infezioni da listeria.
5ossono essere utilizzati nei pazienti allergici alle \!lattamine per il trattamento delle infezioni
streptococciche.
3 macrolidi sono i farmaci di prima scelta nella polmonite da legionella - tendono ad accumularsi
nell'apparato respiratorio888
La claritromicina, associata all'omeprazolo e all'amoZicillina, si dimostrata efficace nel trattamento
dell'ulcera peptica causata dall'Delicobacter 5jlori.
3 macrolidi, in genere, presentano modesti effetti collaterali e sono considerati una delle pi" sicure classi di
antibiotici.
3 principali effetti indesiderati comprendono disturbi gastro!intestinali, epatotossicit#, ototossicit# e rare
reazioni allergiche.
3l pi" comune effetto indesiderato l'intolleranza gastro!intestinale, dose!correlata, che si manifesta con
dolore addominale, crampi, flatulenza, diarrea, nausea e vomito.
V stato dimostrato che l'attivit# dei macrolidi sull'apparato gastro!intestinale si esplica attraverso la
stimolazione della contrattilit# della muscolatura liscia con un meccanismo simile a uello della motilina
endogena.
Kli effetti epatotossici sono molto variabili - vanno da un modesto aumento degli enzimi epatici ad un
ittero colestatico ed in rari casi insufficienza epatica.
L'ototossicit# una complicazione rara, in genere reversibile, che stata osservata in pazienti trattati con
dosi molto elevate di eritromicina per via endovenosa.
3 macrolidi presentano interazioni con molti farmaci di comune impiego.
1ono importanti soprattutto le interazioni che avvengono tramite inibizione del metabolismo epatico dei vari
farmaci - inibizione di 0d5Q+R.
3 macrolidi possono essere divisi in tre gruppi sulla base del grado di interazione con gli enzimi epatici7
macrolidi con forte potenziale d'interazione microsomiale - es. eritromicina
macrolidi con minore affinit# per 0d5Q+R - es. claritromicina
macrolidi non affini - es. azitromicina
1ono molto importanti le interazioni con carbamazepina, ciclosporina, corticosteroidi, teofillina, anti!
istaminici, digossina, garfarin, benzodiazepine e acido valproico.
1erie reazioni cardiotossiche $prolungamento del Q6, aritmie ventricolari e torsioni di punta% sono state
descritte in seguito all'associazione dei macrolidi con anti!istaminici anti!D'.
L'inizio di un trattamento con eritromicina in pazienti in terapia stabilizzata con anticoagulanti orali pu dare
luogo ad un prolungamento del tempo di protrombina
1ono stati riconosciuti tre principali meccanismi con cui avviene il fenomeno della resistenza7
alterazioni del sito di bersaglio
alterazioni del trasporto dell'antibiotico
modificazioni enzimatiche dell'antibiotico
)*-.71-+3-,-
Kli aminoglicosidi comprendono un vasto gruppo di antibiotici batterici, che agiscono per inibizione e
deviazione della sintesi proteica batterica.
Kli aminoglicosidi vengono prodotti naturalmente da colture di varie specie di Streptomces $streptomicina>
neomicina> ecc2% e %icromonospora $gentamicina> sisomicina> ecc2%2 altri ancora sono oggi ottenuti per
semisintesi.
L'attivit# antibatterica di uesti farmaci rivolta soprattutto contro molti microrganismi aerobi KP+/ ! e
alcuni KP+/E, mostrandosi comunue pi" marcata in ambienti basici.
3n particolare, la streptomicina presenta uno spettro d'azione pi" ristretto rispetto agli altri aminoglicosidi,
per cui risulta efficace contro numerosi KP+/ ! $dersinia pestis, .rucella, escherichia coli, Daemophilus%,
pochi KP+/ E $stafilococchi%, /jcobacterium tubercolosis e alcuni micobatteri atipici.
Kli altri derivati di Streptomces sono attivi contro i KP+/ E $ad eccezione di enterococchi e clostridi%,
KP+/ ! $ad eccezione di 5seudomonas%, alcuni ceppi di /jcobacterium 6ubercolis e alcuni ceppi di
micobatteri atipici.
Lo spettro d'azione dei derivarti della %icromonospora molto simile e comprende alcuni cocchi e bacilli
KP+/E, numerosi KP+/!.
3n associazione con un antibiotico inibitore della sintesi della parete cellulare batterica $ \!lattamici o, in
alternativa, vancomicina o teicoplanina%, gli aminoglicosidi possono dimostrarsi molto utili nelle infezioni
sostenute da stafilococchi, streptococchi ed enterococchi.
Kli aminoglicosi esercitano un'azione battericida rapida e dose!dipendente - hanno anche un importante
effetto post-antibiotico, anch'esso concentrazione!dipendente.
Questi farmaci penetrano per diffusione passiva nello spazio periplasmatico attraverso i canali idrofili delle
porine della membrana esterna dei KP+/!.
+vviene uindi un trasporto attivo dell'aminoglicoside all'interno della cellula, ossigeno dipendente, in due
fasi7
fase 3 energia!dipendente $W&5
'
% - comporta il passaggio dell'antibiotico attraverso la membrana
citoplasmatica per la differenza di potenziale elettrico trans!membrana e che pu essere bloccata da
una riduzione del pD, dall'iperosmolarit#, dall'anaerobiosi e dai cationi bivalenti
fase 33 energia!dipendente $W&5
J
% - che pare essere legata ad un'alterazione della permeabilit# della
membrana citoplasmatica ad opera delle proteine anomale sintetizzate in seguito al legame
dell'aminoglicoside alla subunit# ribosomiale QT1.
+ll'interno delle cellula batterica, gli aminoglicosidi si legano a diversi siti proteici sulla subunit#
ribosomiale QT1 ed inibiscono la sintesi proteica in almeno due modi7
bloccano la trasmissione del messaggio genetico, interferendo con il processo di iniziazione della
sintesi proteica e determinando l'accumulo di monosomi anomali e non funzionanti
provocano un'errata lettura del codone dell'mP*+
Le resistenze batteriche acuisite $eZtra!cromosomiche% agli aminoglicosidi sono in costante aumento e
rappresentano un problema clinico importante.
1ono stati segnalati vari meccanismi di resistenza, ma il fenomeno principale $e uello di maggio riscontro%
provocato dalla produzione di enzimi capaci di inattivare gli aminoglicosidi, localizzati nello spazio
periplasmatico e codificati da plasmidi P o trasposoni.
,n secondo tipo di resistenza, raro e conseguente ad un'alterazione mutazionale cromosomica,
rappresentato dalla modificazione del sito bersaglio o dalla diminuita affinit# di componenti cellulari
inizialmente sensibili all'azione dell'antibiotico.
,n terzo tipo di resistenza, anch'essa dipendente da mutazione cromosomica, comporta una diminuita
penetrazione dell'aminoglicoside all'interno della cellula batterica.
Kli aminoglicosidi sono farmaci altamente polari, che possiedono caratteristiche farmacocinetiche simili.
1ono molto scarsamente assorbiti a livello gastro!intestinale - assorbimento inferiore a '!QU.
&opo somministrazione per via intramuscolare, vengono ben assorbiti, raggiungendo il picco plasmatico in
QT!(T minuti.
+ causa della loro polarit#, gli aminoglicosidi diffondono molto scarsamente nei tessuti, con mancanza di
penetrazione endocellulare - I
&
risulta generalmente euivalente a uello dello spazio eZtracellulare.
&iffondono debolmente nel liuor $meno del 'TU a meningi integre, JT!JSU a meningi infiammate%, nelle
secrezioni bronchiali, nella prostata, nei liuidi oculari, nella bile $QTU delle concentrazioni plasmatiche% e
nel pus.
+l contrario, si raggiunge una buona concentrazione nei liuidi pleurico, sinoviale ed ascitico.
Mltrepassano la barriera placentare e si ritrovano nel liuido amniotico e nel sangue fetale.
Kli aminoglicosidi si accumulano nella perilinfa e nell'endolinfa dell'orecchio interno e nella corteccia
renale.
3l legame farmaco!proteico molto basso $inferiore al 'TU% e l'emivita di circa J!Q ore, ma pu essere
sensibilmente pi" lunga nell'anziano.
Kli aminoglicosidi non subiscono biotrasformazione metabolica e sono eliminati in forma attiva uasi
esclusivamente per filtrazione glomerulare $(TU%.
La clearance J<Q di uella della creatinina - ci suggerisce un riassorbimento tubulare.
L'impiego di aminoglucosidi andato riducendosi nel tempo, a favore dell'utilizzo di farmaci meno tossici e
pi" efficaci.
0iononostante, essi sono ancora utili per molte infezioni gravi causate soprattutto da KP+/!, generalmente
in associazione con un secondo chemioantibiotico $di solito \!lattamico%.
*... - occorre comunue evitare di miscelare nella stessa soluzione di infusione i due antibiotici, ci in
ragione dell'inattivazione che i \!lattamici compiono sugli aminoglicosidi.
3n particolare, gli aminoglicosidi sono indicati nel trattamento delle setticemie e delle endocarditi da
streptococco!enterococco $in associazione con \!lattamici o, in alternativa, con vancomicina% o da bacilli
KP+/!2 delle infezioni dell'apparato respiratorio sostenute da pseudomonas aeruginosa2 delle infezioni delle
vie urinarie2 del tratto gastro!intestinale2 delle cute e delle mucose e delle osteomieliti.
6utti gli aminoglicosidi sono caratterizzati da un basso indice terapeutico, con una variabile e spesso
irreversibile tossicit# intrinseca.
3 pi" importanti effetti collaterali comprendono danni vestibolo!cocleari, renali e blocco neuro!muscolare.
L'ototossicit#, di solito irreversibile, provocata dal danno a livello dell'I333 paio di nervi cranici ed dovuta
all'accumulo dell'aminoglicoside nella perilinfa e nell'endolinfa dell'orecchio interno, provocato soprattutto
dalla lenta retrodiffusione al sangue a causa della persistenza di livelli plasmatici elevati dell'antibiotico.
Le lesioni istologiche consistono in una progressiva degenerazione della cellule dell'epitelio sensoriale
vestibolare delle creste ampollari e macule, cos4 come delle cellule ciliate esterne dell'organo spirale di 0orti
a livello cocleare.
W' stato riportato che gli aminoglicosidi interferiscono con il trasporto attivo necessario per mantenere il
bilancio ionico dell'endolinfa, con conseguente spiccato suilibrio elettrolitico ed alterazione del potenziale
d'azione.
,n nuovo paradigma interpretativo suggerisce che che il danno vestibolo!cocleare possa essere dovuto
all'inibizione della sintesi proteica mitocondriale e a stress ossidativo, con produzione di abnormi uantit# di
radicali liberi capaci di portare a morte le cellule sensoriali ciliate, in risposta ad un'eccessiva stimolazione
dei recettori */&+.
3l danno cocleare spesso asintomatico e spesso il sintomo iniziale il tinnito.
3nizialmente comune anche la perdita dell'udito per le alte freuenze, che sfocia in fine nell'interessamento
dei toni a pi" bassa freuenza, per concludersi con la sordit# completa bilaterale.
La compromissione del ramo vestibolare pu manifestarsi inizialmente con cefalea, nausea, vomito e
vertigini, cui segue atassia e nistagmo - nonostante il grande disagio prodotto dalla compromissione di un
sistema fondamentale per ci che concerne la nostra localizzazione spaziale, la presenza di sistemi accessori
compensa parzialmente il disturbo, limitando il disagio.
&al momento che i danni vestibolo!cocleari possono essere reversibili nella fase iniziale ed in parte
prevenuti, occorre, specialmente durante il trattamento con dosi elevate o terapie prolungate, un attento
monitoraggio dei livelli plasmatici del farmaco, della funzionalit# uditiva $esami audiometrici% e della
funzione renale.
Kli aminoglicosidi sono, tra i chemioantibiotici, uelli che provocano lesioni renali con maggiore freuenza
- il 'TU dei casi di insufficienza acuta sono riconducibili alla somministrazione di uesti compost.
La nefrotossicit#, dose!dipendente, dovuta all'accumulo di aminoglicosidi $ad eccezione della
streptomicina% nella corteccia renale a livello delle cellule tubulari prossimali, dove possono raggiungere
concentrazioni pari a JT!'TT volte i valori plasmatici, e con emivite tessutali molto prolungate $_T!'`S ore
negli adulti con normale funzionalit# renale%.
+ livello delle cellule tubulari, l'aminoglicoside si lega ai fosfolipidi anionici, accumulandosi nella
membrana dell'orletto a spazzola e in diversi organuli citoplasmatici2 uest'ultimo aspetto responsabile
della depressione della respirazione cellulare e della formazione, soprattutto a livello lisosomiale, di vacuoli
e di corpi mieloidi.
3l primo segno clinico della nefrotossicit# l'eliminazione di enzimi della membrana dell'orletto a spazzola e
lisosomiali, cui seguono aumento dell'escrezione urinaria dei fosfolipidi, proteinuria tubulare, difetti di
trasporto, diabete insipido nefrogeno, diminuzione della KOP e aumento della creatinemia.
La compromissione della funzionalit# renale in genere reversibile, con restitutio ad integrum delle lesioni
strutturali e funzionali delle cellule tubulari renali prossimali alla sospensione del trattamento.
Oattori favorenti la nefrotossicit# sono l'et#, i trattamenti prolungati a dosi elevate, la pre!esistente
insufficienza renale, l'ipovolemia da deplezione salina ed il danno epatico.
0on l'impiego degli aminoglicosidi stato spesso descritto un blocco della trasmissione neuro!muscolare,con
sindrome curaro!simile.
3l meccanismo pi" accreditato legato alla capacit# di uesti antibiotici di interferire con il flusso di ioni
calcio verso la terminazione assonica del motoneurone, cui segue una riduzione della liberazione di +ch.
+ltri effetti collaterali sono le reazioni di ipersensibilit#, anche se rare.
,erivati streptidinici
3treptomicina
La streptomicina stato il aminoglicoside ad essere isolato da colture di 1treptomjces Kriseus.
Questo farmaco meno attivo rispetto agli altri aminoglicosidi e presenta una spettro d'azione pi" ristretto,
che comprende molti KP+/! $dersinia 5estis e .rucella%, ualche KP+/E, /jcobacterium tubercolosis e
alcuni ceppi di micobatteri atipici.
La streptomicina scarsamente assorbita a livello gastro!intestinale, dove per mantiene l'azione
antibatterica.
&opo somministrazione per via parenterale, di tutti gli aminoglicosidi, uella che mostra il legame
farmaco!proteico pi" elevato $QT!QSU%.
L'emivita plasmatica di circa 'ST minuti nei soggetti con funzione renale normale - la clearance renale
di QT!`T mL`min ed il QT!(TU della dose somministrata escreta abitualmente nelle prime JR ore.
La streptomicina, in ragione della tossicit# e dei diffusi fenomeni di resistenza, raramente impiegata da sola
in terapia, ma resta comunue il farmaco elettivo nel trattamento della peste.
La streptomicina, uando utilizzata nella terapia antitubercolare, deve essere associata con altri
chemioantibiotici antitubercolari, soprattutto per prevenire e ritardare la comparsa di resistenza.
1i impiega per via intramuscolare o endovenosa alla dose di 'S mg<Gg<die nell'adulto e di JT!RT mg<Gg<die
nel bambino, in dose singola o in J somministrazioni giornaliere.
,erivati %-desossistreptaminici
7entamicina
La gentamicina stata isolata nel '(@R da colture di %icromonospora purpurea.
Lo spettro d'azione comprende KP+/E e molti KP+/!.
&opo somministrazione per via parenterale, il legame farmaco!proteico basso $f al 'TU%, l'emivita
plasmatica di circa J ore e il volume di distribuzione T,JS l<Gg.
Iiene eliminata in forma immodificata per filtrazione glomerulare.
La gentamicina impiegata nel trattamento delle infezioni delle vie urinarie $in associazione con \!
lattamici%, nella terapia delle polmoniti, osteomieliti, setticemie, endocarditi e, per via intratecale, nelle
meningiti da KP+/! resistenti agli antibiotici \!lattamici.
5u essere utilizzata per applicazione topica, sotto forma di crema, unguento e collirio.
5er via parenterale7
S!` mg<Gg in monosomministrazione nell'adulto
@ mg<Gg<die in Q somministrazioni nel bambino
+1R)*F/.-+1
3l cloramfenicolo $0+O% un antibiotico batteriostatico ad ampio spettro d'azione, inibitore della sintesi
proteica batterica, isolato inizialmente da colture di Streptomces vene&uelae e successivamente prodotto per
sintesi.
1i presenta sotto forma di cristalli bianchi, dal sapore molto amaro2 scarsamente liposolubile in acua, ma
molto solubile in composti apolari $elevato coefficiente di ripartizione ottanolo<acua%.
V un composto neutro, termostabile e resistente all'ambiente acido dello stomaco - la sua azione
antibatterica viene mantenuta entro ampie variazioni di pD $J!(%.
1i apprezzano anche formulazioni farmaceutiche in forma esterica i uali, alla stregua di profarmaci, devono
essere metabolizzati prima di poter esplicare il loro effetto - ueste preparazioni sono soprattutto usate in
campo pediatrico per la creazioni di sciroppi senza lo sgradevole sapore.
3l 0+O un antibiotico ad ampio spettro d'azione che esercita azione batteriostatica sulla maggior parte dei
microrganismi KP+/E e su molti KP+/! - nei confronti di alcuni batteri $Daemophilus influenzae,
*eisseria /eningitidis e alcuni ceppi di KP+/E% pu comportarsi come battericida.
3n particolare, risulta attivo nei confronti di microrganismi KP+/E e KP+/!, sia aerobi che anaerobi.
L'attivit# buona anche su PicGettsiae, 0hlamjdiae, /jcoplasma, +ctinomjces e spirochete.
*on efficace contro nessun ceppo di 5seudomonas +eruginosa e sono stati segnalati numerosi ceppi di
1higella e 1almonella resistenti a uesto farmaco.
3l 0+O un potente inibitore della sintesi proteica batterica2 penetra agevolmente, con un processo di
diffusione facilitata, nella cellula batterica e si lega PWIWP13.3L/W*6W alla subunit# ST1 del ribosoma.
3l suo sito di legame molto vicino a uello dei macrolidi, con i uali compete per gli stessi bersagli,
interferendo di conseguenza con la loro azione antibatterica in caso di somministrazione contemporanea.
3l 0+O inibisce il processo peptidiltransferasico, che comporta il trasferimento degli ++ dal sito accettore
$sito +% al sito peptidico $sito 5%, bloccando di fatto l'accrescimento della catena proteica.
Mltre che sui batteri, l'azione inibitoria sulla sintesi proteica viene a estrinsecarsi anche a livello dei
mitocondri delle cellule di mammifero - sono particolarmente sensibili le cellule immature in proliferazione
attiva $es. cellule emopoietiche midollari%.
&opo somministrazione per os, il 0+O assorbito molto bene $_T!(TU% e molto velocemente dal tratto
gastro!intestinale.
*... - nel neonato e nei soggetti con insufficienza pancreatica, gli esteri risultano scarsamente assorbiti a
causa della carenza di lipasi pancreatica.
La biodisponibilit# circa del `SU, il legame farmaco!proteico si attesta intorno al ST!@TU, ma si riduce nei
neonati e nei pazienti con gravi alterazioni epatiche.
1i distribuisce ampiamente nei tessuti e nei liuidi biologici, compresi 1*0 e liuido cefalorachidiano, latte,
placenta, umor acueo e vitreo, linfa e bile - il volume di distribuzione varia da T,@ a ' l<Gg.
3l 0+O viene metabolizzato per circa il (TU a livello epatico mediante glucurono!coniugazione o per
riduzione ad arilamine inattive.
L'eliminazione dell'antibiotico avviene attraverso il rene per filtrazione glomerulare per la frazione libera, per
filtrazione e secrezione per i metaboliti.
L'insufficienza renale o l'emodialisi non modificano in maniera significativa l'emivita plasmatica del farmaco
attivo.
+ttualmente, a causa dei possibili effetti collaterali e della presenza di molecole pi" sicure, il 0+O viene
considerato un antibiotico da riservare per uso sistemico al trattamento di alcune infezioni gravi.
3n particolare, pu trovare indicazione nei soggetti allergici ai \!lattamici nella terapia delle meningiti
batteriche e degli ascessi cerebrali causati da microorganismi anaerobi.
+ltra utilizzazione costituita dal trattamento per via topica di infezioni oculari, di vaginiti e cerviciti.
*el corso degli anni, la resistenza dei batterici nei confronti del 0+O andata crescendo e sono diversi i
meccanismi sottesi a uesto fenomeno.
La resistenza pu essere di tipo cromosomico, dovuta ad una diminuzione della permeabilit# della parete
batterica al 0+O per comparsa di mutanti privi di porine nella membrana esterna.
5u essere eZtra!cromosomica $codificata da plasmidi%, che comporta l'inattivazione dell'antibiotico da parte
di acetiltransferasi batteriche.
,n terzo meccanismo di resistenza legato ad una reduttasi batterica che va ad inficiare l'azione antibatterica
del farmaco.
L'effetto collaterale pi" importante del 0+O la depressione del midollo osseo - le reazioni pi" gravi si
osservano soprattutto in caso di dosi elevate, di trattamenti prolungati o di cure ripetute, cos4 come in
presenza di insufficienza epatica.
3n particolare, il 0+O pu determinare un'inibizione midollare dose!dipendente e reversibile alla sospensione
dell'antibiotico, che interessa soprattutto la maturazione della linea eritrocitaria con vacuolizzazione degli
eritroblasti, inibizione dell'incorporazione dell'W/W $che comporta, a livello periferico, anemia ipoplastica
ed aumento della sidermia e della transferrinemia insatura - tali alterazioni reversibili sono dovute
probabilmente all'inibizione della sintesi proteica mitocondriale degli eritroblasti.
La soppressione midollare pu comportare anche leucopenia e pastrinopenia.
,n rischio molto grave la possibilit# di comparsa di un'anemia aplastica non dose!dipendente, letale in
oltre il STU dei casi, con un uadro ematologico caratterizzato da aplasia midollare e pancitopenia.
L'immaturit# dei sistemi enzimatici epatici e dei processi escretivi renali determina nel neonato livelli molto
elevati della frazione libera di 0+O e, di conseguenza, una maggiore possibilit# di effetti tossici.
,n grave effetto collaterale, che si manifesta nei neonati e specialmente nei prematuri trattati con dosi
elevate di farmaco, rappresentato dalla sindrome grigia, che compare dopo Q!R giorni dopo l'inizio del
trattamento.
Wssa pu essere caratterizzata clinicamente da distensione addominale, vomito, diarrea con feci verdastre,
mancata suzione, colorito cutaneo cinereo, letargia, ipotermia, ipotensione e paralisi flaccida.
Pisulta letale in circa il RTU dei pazienti.
*... - una sindrome simile stata descritta anche per bambini e adulti
3n seguito a somministrazione per os possono insorgere turbe gastro!intestinali uali anoressia, nausea,
dolori addominali, vomito e diarrea.
Le reazioni di ipersensibilit# sono rare.
3l 0+O inibisce gli enzimi microsomiali epatici del 0d5RST e, pertanto, prolunga l'emivita di anticoagulanti
orali, fenitoina, ipoglicemizzanti orali, ciclosporina.
+l contrario, la somministrazione di induttori enzimatici comporta un'aumentata metabolizzazione del 0+O,
con la logica riduzione della sua azione.
3l 0+O pu essere somministrato per via orale e per via parenterale alla dose di J!Q g<die nell'adulto e di ST
mg<Gg<die nel bambino di et# superiore ai due mesi, in R somministrazioni giornaliere.
5er via topica, pu essere impiegato sotto forma di ovuli vaginali, pomata oftalmologica all''U e collirio allo
T,R!'U.
T/TR)+-+1-./
Le tetracicline sono antibiotici batteriostatici, ad ampio spettro d'azione, che agiscono per inibizione della
sintesi batterica.
La prima tetraciclina ad essere scoperta stata la clortetraciclina, introdotta in terapia nel '(R_, seguita da
ossitetraciclian> tetraciclina e demeclociclina.
Queste uattro tetracicline sono state isolate da colture di vari ceppi di Streptomces.
+d esse sono seguiti diversi derivati semisintetici7 metaciclina> doxiciclina e minociclina.
Le tetracicline sono composti cristallini anfoteri, comunemente impiegate per via orale come cloridrati.
Le tetracicline sono antibiotici batteriostatici ad ampio spettro d'azione.
Pisultano attive contro la maggior parte dei batteri KP+/E e molti KP+/!, aerobi e anaerobi, finanche
alcuni protozoi.
6utti i ceppi di 5seudomonas +eruginosa sono resistenti2 spesso sono resistenti anche gli stafilococchi, gli
streptococchi beta!emolitici, enterococchi, pneumococchi e diversi ceppi di enterobatteri, molti ceppi di
*eisseria ed Daemophilus.
Le tetracicline inibiscono la sintesi proteica dei microorganismi sensibili.
5enetrano per diffusione passiva nei batteri KP+/! attraverso i canali idrofili delle porine2 inoltre, mediante
un processo energia!dipendente, possono attraversare la porzione interna della membrana dei KP+/! e la
parete cellulare dei KP+/E.
Kiunte all'interno della cellula batterica, le tetracicline si legano alla subunit# ribosomiale QT1, bloccando il
legame dell'aminoacil!tP*+ al sito accettore $sito +% sul complesso ribosoma!mP*+ ed impedendo uindi
l'aggiunta di nuovi ++ alla catena polipeptidica in formazione.
L'assorbimento gastro!intestinale delle tetracicline rapido e completo $(S!'TTU% per la doxiciclina e la
minociclina, diminuisce progressivamente con la tetraciclina $_TU%, demeclociclina $@SU%, ossitetraciclina
e metaciclina $@TU%.
L'assorbimento avviene in gran parte nello stomaco e nella porzione superiore dell'intestino tenue, ed
influenzato negativamente dalla presenza di cibo $in particolare latte e derivati% - l'interazione delle
tetracicline con calcio ed altri cationi bivalenti o trivalenti porta alla formazione di complessi insolubili
difficilmente assorbibili nel tratto gastro!intestinale.
+l contrario, composti uali acido citrico, acido fitico e glucosamina rendono maggiormente disponibili le
tetracicline per l'assorbimento gastro!enterico.
+ll'interno di uesta classe si pu apprezzare un'ampia variabilit# in termini di legame farmaco!proteico e di
emivita plasmatica.
1ulla base della loro emivita e del dosaggio, le tetracicline vengono classificate7
a breve durata d'azione o ad alto dosaggio - tetraciclina, ossitetraciclina, clortetraciclina
a durata d'azione intermedia o a dosaggio intermedio - metaciclina e demeclociclina
a lunga durata d'azione o a basso dosaggio - minociclina, doZiciclina
6utte le tetracicline presentano una buona e rapida diffusione, intra! ed eZtra!cellulare, in uasi tutti i tessuti
e sono da annoverare tra gli antibiotici con il volume di distribuzione pi" elevato.
La velocit# di diffusione e le concentrazioni sono in funzione del loro grado di liposolubilit# e, in minor
misura, del loro legame alle proteine plasmatiche.
3n particolare, si distribuiscono ampiamente al tessuto polmonare, nelle secrezioni bronchiali, lacrimali e
salivari, nel fegato , nella milza e nella prostata.
1uperano la barriera placentare e vengono escrete nel latte materno2 diffondono scarsamente nel liuidi
cefalorachidiano, mentre si fissano selettivamente nel tessuto osseo, nei denti, nei tessuti neoplastici e in
uelli necrotici.
Le tetracicline sono metabolizzate nell'organismo in bassa percentuale $'T!QTU%, ad eccezione della
clortetraciclina e della minociclina, che subiscono un'intensa metabolizzazione epatica.
Le tetracicline vengono eliminate attraverso il rene esclusivamente per filtrazione glomerulare e, in misura
minore, con la bile e le feci.
Le tetracicline pi" solubili subiscono riassorbimento tubulare e circolo entero!epatico.
Le concentrazioni plasmatiche delle diverse tetracicline aumentano nell'insufficienza renale e
nell'insufficienza epatica, oppure in presenza di ostruzioni delle vie biliari.
*onostante lo sviluppo delle resistenze batteriche ed i potenziali effetti collaterali, le tetracicline sono
impiegate soprattutto nel trattamento delle infezioni sostenute da ricGettsie, clamidie, micoplasmi, alcuni
cocchi e bacilli, borrelia, leptospira, actinomices, nocardia e alcuni ceppi di di micobatteri atipici.
Le tetracicline sono utilizzate inoltre a basse dosi nella terapia dell'acne per la loro azione su
Propionibacterium acnes.
1ono anche indicate nell'eradicazione di Delicobacter pjlori.
3n seguito a somministrazione orale, le tetracicline possono provocare anoressia, nausea, vomito, diarrea e
dolori addominali dovuti all'azione irritante diretta sulla mucosa gastro!intestinale.
5er tale motivo, possono anche causare o riattivare dolore nei pazienti affetti da ulcera gastroduodenale e
provocare pancreatiti, esofagiti e<o ulcere esofagee soprattutto nei soggetti in decubito permanente.
5ossono inoltre alterare il normale euilibrio della flora batterica intestinale con comparsa di ipovitaminosi
$complesso . e vitamina ?% e dismicrobismo, che pu comportare l'insorgenza di superinfezioni intestinali
ed eZtra!intestinali, sia batteriche che micotiche.
5articolarmente pericolosa e potenzialmente letale pu risultare la colite pseudo!membranosa da Clostridium
difficile, le cui esotossine sono citotossiche per le cellule epiteliali della mucosa e che, nei casi gravi, pu
provocare ulcerazioni diffuse a livello del colon visibili endoscopicamente.
Le tetracicline si depositano nei denti e nelle ossa in fase di calcificazione, sia nella fase endouterina che
durante l'infanzia2 ci pu portare da un lato ad ipoplasia dello smalto e a colorazione giallastra o brunastra
dei denti, dall'altra a disturbi dell'accrescimento scheletrico.
6ali effetti sono probabilmente dovuti al deposito di complessi tetraciclina!ortofosfato di calcio a livello delle
zone di mineralizzazione dei denti e della cartilagine metafisaria delle ossa - le tetracicline sono
controindicate in gravidanza e nei bambini al di sotto degli _ anni.
*ei soggetti con insufficienza renale, le tetracicline possono ulteriormente innalzare i livelli di azotemia per
la loro azione anti!anabolica legata all'inibizione della sintesi proteica nelle cellule dell'organismo.
*... - la demeclociclina pu provocare diabete insipido nefrogeno per inibizione dell'+&D a livello
tubulare.
La somministrazione di tetracicline scadute o degradate pu provocare gravi danni tubulari.
1oltanto in presenza di alcune condizioni associate $insufficienza renale, epatopatia pre!esistente, gravidanza,
ecc.% possono manifestarsi alterazioni epatiche che, nei casi pi" gravi, possono essere di tipo steatosico o
necrotico.
3 fenomeni allergici sono molto rari con le tetracicline.
0on la somministrazione di demeclociclina e doxiciclina si pu osservare un aumento della fotosensibilit#
cutanea nei soggetti esposti alla luce solare o raggi ,I, con manifestazioni eritematose e bollose, cui pu
seguire pigmentazione delle unghie e onicolisi.
1oprattutto dopo somministrazione di minociclina si sono osservati disturbi vestibolari, dose!dipendenti e
reversibili, caratterizzati da tinnito, vertigini e atassia.
3P1F.)*-,-+-
L'attivit# batterica dei sulfonamidici risiede nella loro capacit# di interferire con la biosintesi dei co!enzimi
folici mediante competizione con il 5+.+ $acido para!amino benzoico%, un fattore richiesto dai batteri per la
sintesi dall'acido folico.
3 sulfonamidici, tutti dotati di attivit# batteriostatica, sono caratterizzati da uno spettro antimicrobico
piuttosto ampio, essendo attivi sia nei confronti di batteri KP+/E che KP+/!, ma i fenomeni di resistenza
mutazionale ed eZtra!cromosomica insorti nel tempo hanno ridotto drasticamente lo spettro di attivit# di
uesti antibiotici.
3n generale, i meningococchi sono pi" sensibili dei gonococchi.
+ltri microorganismi generalmente sensibili ai sulfonamidici comprendono .ordetella pertussis, dersinia
5estis, +ctinomices, *ocardia, .acillus +nthracis, 0orjnebacterium diphteriae, Legionella pneumophila,
.rucella, 0hlamjdia trachomatis, Daemophilus ducreji.
Keneralmente sono poco attivi verso i batteri anaerobi.
+ttualmente non trovano largo impiego come farmaci batteriostatici isolati, ma si preferisce somministrarli
in associazione con un derivato aminopiridinico, con il uale agiscono sinergicamente nei confronti di molti
batteri e di alcuni protozoi, come 6oZoplasma gondii.
*onostante la spiccata eterogenicit# dei composti appartenenti alla classe dei sulfonamidici, essi condividono
tutti lo stesso meccanismo d'azione.
3 sulfonamidici sono sono agenti batteriostatici in grado di inibire la crescita batterica interferendo con la
sintesi dell'acido folico - i batteri che non sintetizzano acido folico, ma usano uello preformato, sono
insensibili2 anche le cellule eucariote non possono sintetizzarlo.
La sintesi dell'acido diidrofolico a partire dal 5+.+ un passaggio essenziale nella produzione nella
produzione delle purine e nella sintesi degli acidi nucleici.
3 sulfonamidici sono in grado di inibire le diidropteroato sintetasi $,H(3%, un enzima che catalizza la
condensazione del 5+.+ e della pteridina nella formazione dell'acido diidropteroico.
L'effetto derivante dalla ridotta sintesi di acido folico una riduzione del pool nucleotidico a disposizione dei
batteri.
Le diaminopirimidine $trimetoprim> brodimoprim e piremetamina% agiscono nella fase immediatamente
successiva, inibendo l'enzima deiidrofolato reduttasi, che riduce l'acido diidrofolico a tetraidrofolico, la
forma attiva del folato.
La farmacocinetica dei sulfonamidici risulta particolarmente interessante e permette di differenziare uesti
farmaci tra loro.
+lcuni sulfonamidici sono caratterizzati da una scarsa solubilit# e da un conseguente ridotto assorbimento -
utili nel trattamento delle infezioni intestinali.
La maggior parte dei sulfonamidici risulta ben assorbita dal tratto K!3 in seguito a somministrazione per os,
che risulta essere anche la via di somministrazione elettiva.
La biodisponibilit# piuttosto variabile nell'ambito dei vari composti, cos4 come le emivite, che variano da Q
a 'ST ore.
La distribuzione tissutale ottima, in uanto sono in grado di diffondere a tutti i tessuti, anche occhi ed
encefalo.
La penetrazione attraverso la barriere emato!encefalica inversamente proporzionale al legame farmaco!
proteico - solo la uota libera suscettibile a uesto trasporto.
3 sulfonamidici superano bene anche la barriera placentare, penetrano nelle cavit# sierose e nel latte.
3n seguito ad assorbimento, il destino dei vari composti piuttosto vario e dipende sia dal metabolismo che
dal legame alle proteine plasmatiche.
3 derivati acetilati che vengono a formarsi precipitano facilmente nei tubuli renali sottoforma di cristalli.
La uota di farmaco che non viene acetilata si trova a livello del torrente circolatorio in tre diverse forme7
libera
legata alle proteine plasmatiche
all'interno dei globuli rossi
Le percentuali di farmaco trasportato in ciascuna delle modalit# elencate possono variare a seconda del
sulfamidico e uesto influenza sia l'attivit# antibatterica che la capacit# di diffusione.
L'eliminazione avviene prevalentemente per filtrazione glomerulare e secrezione tubulare., sia per uanto
riguarda la uota acetilata che la uota libera.
5er alcuni sulfonamidici si ha un certo grado di riassorbimento tubulare.
5iccole percentuali di farmaco vengono eliminate nella bile, nella saliva, nel secreto bronchiale e nel liuido
prostatico.
3l pD urinario pu essere importante per ci che concerne l'eliminazione di uesti farmaci - i sulfonamidici
sono acidi deboli, per cui l'alcalinizzazione delle urine ne aumenta la clearance.
Mltre che dal legame farmaco!proteico, i livelli ematici di farmaco libero possono dipendere anche dalla
velocit# di assorbimento, dalla velocit# e dalla percentuale di metabolizzazione ed infine dalla velocit# di
eliminazione.
3n funzione della velocit# con cui vengono assorbiti ed escreti, i sulfonamidici possono essere distinti in
uattro gruppi7
sulfonamidici ad azione breve o media
sulfonamidici a lunga durata d'azione
sulfonamidici limitati al tratto gastro!enterico
sulfonamidici per uso topico
3ulfonamidici ad azione breve o media
0omprendono uei sulfonamidici caratterizzati da un'emivita inferiore alle 'J ore e che devono essere
somministrati ogni R!@ ore.
3l sulfisossazolo un farmaco molto solubile, utile nelle infezioni del tratto urinario.
3ulfonamidici a lunga durata d4azione
La sulfadossina un sulfonamidico ad azione prolungata $emivita tra 'TT e JQT ore%.
V disponibile in associazione con la pirimetamina - uesta formulazione farmaceutica utilizzata nel
trattamento e nella profilassi della malaria dovuta a 5lasmodium falciparum clorochina!resistente.
3ulfonamidici limitati al tratto gastro-enterico
1i tratta di sulfonamidici scarsamente assorbiti a livello enterico, un tempo utilizzati per sopprime la flora
batterica intestinale suscettibile prima di un intervento chirurgico
3ulfonamidici per uso topico
La mefanide acetato stata molto utilizzata per uso topico nella terapia delle ustioni, ma il suo impiego
stato limitato dall'insorgenza dell'acidosi metabolica causata dall'inibizione dell'anidrasi carbonica.
L'impiego dei sulfonamidici si notevolmente ridotto negli ultimi anni, soprattutto in ragione dell'aumento
dei microorganismi resistenti, delle reazioni avverse e dell'introduzione di antibiotici pi" efficienti.
6uttavia i sulfonamidici sono rimangono una classe di farmaci importanti in diverse circostanze,
specialmente per il loro basso costo.
3 composti caratterizzati da una scarsa solubilit#, se usati a dosi elevate, possono essere associati a cristalluria
e possono depositarsi a livello tubulare sotto forma di cristalli - possibile evitare ueste complicazioni
mantenendo elevato il tasso di urina ed alcalinizzandola.
,na reazione avversa molto severa associata ai sulfonamidici rappresentata dall'anemia emolitica acuta,
spesso associata a deficit dell'enzima glucosio!@!5 deidrogenasi a livello eritrocitario.
+ltri disordini comprendono anemia aplastica, agranulocitosi, trombocitopenia e leucopenia.
3 sulfonamidici sono in grado di provocare reazioni di ipersensibilit#, che si manifesta `!'R giorni dopo
l'inizio delle terapia e che richiede altrettanto tempo per risolversi dopo la sospensione del farmaco.
Le reazioni di ipersensibilit# ai sulfonamidici possono esitare nella necrolisi tossica epidermica e nella
sindrome di 1tevens!9ohnson.
1ono possibili danni epatici $necrosi locale o diffusa, epatiti ed ittero%, danni intestinali $vomito, diarrea,
coliti, dolori addominali% e disordini del 1*0 $cefalea e depressione%.
Le interazioni dei sulfonamidici con altri farmaci sono principalmente da ricollegare all'elevato grado di
legame con le proteine plasmatiche.
3 sulfonamidici possono infatti spiazzare il garfarin dai suoi siti di legame a livello dell'albumina - sarebbe
buona norma ridurre il dosaggio degli anti!coagulanti durante la terapia con i sulfonamidici.
V inoltre possibile osservare un aumentato effetto ipoglicemizzante ad opera della sulfaniluree uando
assunte in concomitanza con uesta classe di antibiotici.
3 sulfonamidici possono inoltre potenziare l'effetto di alcuni farmaci uali diuretici tiazidici, fenitoina e
agenti uricosurici.
TR-*/T(R-*
3l trimetoprim presenta uno spettro d'azione antibatterico piuttosto ampio, che comprende7
KP+/E - stafilococchi, streptococchi e pneumococchi
KP+/! - escherichia coli, neisseria meningitidis, Glebsiella, Daemophilus influenzae2 *M*
attivo verso pseudomonas aeruginosa, treponema pallidum, mjcobacterium tubercolosis e molti
anaerobi sono resistenti
L'azione del trimetoprim viene ampiamente potenziata in combinazione con il sulfametossazolo.
3l trimetoprim un potente inibitore della diidrofolato reduttasi batterica.
Questo farmaco viene rapidamente assorbito in seguito a somministrazione per os, con una biodisponibilit#
pari all'_TU.
3l trimetoprim presenta un legame farmaco!proteico del STU, con una discreta distribuzione tissutale,
compreso l'encefalo.
5er uanto riguarda la sua eliminazione, uesta essenzialmente renale e viene eliminata prevalentemente la
forma attiva del farmaco, dal momento che solo il JTU della dose somministrata viene inattivata mediante
coniugazione o idrossilazione a livello epatico.
3l trimetoprim viene eliminato anche attraverso la bile.
L'emivita plasmaticadel trimetoprim di circa '' ore, ma nei pazienti con insufficienza renale pu aumentare
$JT!R( ore nel paziente anurico%.
3l farmaco deve essere evitato nell'insufficienza renale grave, mentre in caso di insufficienza renale moderata
sufficiente personalizzare la terapia.
*ei paesi del nord Wuropa, la combinazione trimetoprim!sulfametossazolo costituisce il 'T!'SU del numero
totale di antibiotici usati.
3n Oinlandia, per esempio, il trimetoprim usato uasi esclusivamente per il trattamento e la profilassi delle
infezioni del tratto urinario, e pi" del `TU della terapia con trimetoprim!sulfametossazolo coinvolge il
trattamento di pazienti con otite media e sinusite.
3l 6/5!1/c stato ampiamente usato per la prevenzione di 5neumocistis 0arinii, un patogeno che causa
polmonite in pazienti con D3I.
+d oggi, risulta essere un farmaco dalla dubbia fruibilit# in ambito clinico.
L'uso del trimetoprim pu essere associato all'insorgenza di anemia megaloblastica, leucopenia e
granulocitopenia, ma in generale risulta essere ben tollerato.
Kli effetti avversi della combinazione trimetoprim!sulfametossazolo comprendono tutti uelli evidenziati
nella trattazione dei sulfonamidici, cui si aggiunge la possibilit# che si instauri un uadro di deficit di folati.
+H-.1.-
3 chinoloni rappresentano una classe di chemioterapici antibatterici di sintesi,.
*egli anni uesta classe di farmaci ha subito importanti modifiche strutturali che hanno consentito la sintesi
di chinoloni cosiddetti fluorurati - uesti nuovi agenti sono caratterizzati da uno spettro d'azione pi" ampio
ed un'ottima biodisponibilit#, che consente il raggiungimento di livelli ematici e tissutali adeguati anche per
il trattamento di infezioni sistemiche.
3 fluoroc"inoloni attualmente disponibili sono abbastanza sicuri e ben tollerati e la resistenza batterica non
sembra svilupparsi molto rapidamente.
+"inoloni di prima generazione $acido nalixidico e succedanei%
Questi agenti antibatterici sono somministrabili esclusivamente per os e raggiungono concentrazioni
ematiche molto basse.
Lo spettro d'azione ristretto, essendo diretto esclusivamente verso i bacilli KP+/! della famiglia delle
enterobacteriaceae.
*essuno dei chinoloni di prima generazione attivo verso 5seudomonas aeruginosa e verso i KP+/E.
Fluoroc"inoloni
,n miglioramento dell'attivit# verso i KP+/! si avuto con la sintesi del primo fluorochinolone,la
norfloxacina.
6uttavia, le molecole che hanno segnato cambiamenti decisivi nel trattamento delle infezioni sistemiche sono
la ciprofloxacina e l'ofloxacina.
Le caratteristiche principali di uesti chinoloni sono uno spettro d'azione pi" esteso.
L'attivit# verso le enterobacteriaeae complessivamente molto elevata.
Questi composti mostrano, inoltre, una buona attivit# verso uei microorganismi ritenuti difficili uali
0ampjlobacter ed +eromonas.
/olto buona l'attivit# verso Iibro 0holerae, Daemophilus influenzae, *eisseria $meningitidis e
gonorrhoeae% e 1almonella 6jphi.
Questi composti mostrano un'attivit# variabile e non sempre adeguata verso 5seudomonas +eruginosa,
stafilococchi e streptococchi.
3nizialmente la ciprofloxacina sembrava avere una buona attivit# verso 1taphjlococcus, sia aeureus che
epidermidis2 si era dimostrata attiva anche verso i ceppi di stafilococco meticillino!resistenti, ma l'utilizzo
scriteriato di uesto farmaco ha portato al rapido sviluppo di ceppi resistenti.
L'introduzione di molecole come la levofloxacina> mixifloxacina e gemifloxacina ha consentito
l'ampliamento dello spettro d'azione dei fluorochinoloni, arrivando a coinvolgere anche lo pneumococco.
/jcobacterium tubercolosis discretamente sensibile a ciprofloZacina, moZifloZacina e ofloZacina - la
ciprofloZacina, in particolar modo, costituisce oggi una delle alternative ai farmaci classici nella
polichemioterapia della tubercolosi.
/olti altri microorganismi intracellulari $0hlamjdia, /jcoplasma e Legionella% sono inibiti dai
fluorochinoloni.
3 bersagli molecolari dell'azione dei chinoloni sono rappresentati da due topoisomerasi batteriche7
&*+ topoisomerasi 33
&*+ topoisomerasi 3I
5er molti batteri KP+/E, l'enzima topoisomerasi 3I rappresenta il bersaglio principale dei chinoloni,
mentre la &*+ topisomerasi 33 rappresenta il bersaglio primario per molti batteri KP+/!.
Wntrambi uesti enzimi sono necessari per la replicazione del &*+ batterico.
3 &*+ batterici, che sono generalmente circolari, esistono in una forma superavvolta negativamente.
3l &*+ superavvolto negativamente, pur essendo molto compatto, facilmente suscettibile allo svolgimento,
prereuisito essenziale perch possa realizzarsi un'efficace replicazione del &*+.
3l blocco di uesto enzima impedisce dunue la trascrizione o la replicazione del &*+ del batterio88
6utti i chinoloni sono prontamente assorbiti dal tratto K!3, sebbene l'entit# dell'assorbimento possa variare a
seconda del composto.
La biodisponibilit# in generale superiore al STU e pu, in alcuni casi, arrivare anche al ((U
$levofloZacina%.
3l cibo pu allungare il tempo richiesto per raggiungere la 0
/+=
, influenzando in tal modo la +,0 - non ci
sono comunue variazioni cliniche significative.
L'assorbimento dei chinoloni ostacolato dalla somministrazione concomitante di magnesio, calcio o
alluminio.
3l legame alle proteine plasmatiche si dimostra di entit# piuttosto variabile, oscillando dal JTU al `TU a
seconda del principio attivo.
3 diversi composti differiscono sensibilmente per uanto riguarda l'emivita, che varia dalle R ore della
ciprofloZacina alle QS ore della rufloZacina.
3l volume di distribuzione dei chinoloni piuttosto elevato - essi penetrano bene la mucosa bronchiale, il
polmone, la colecisti, il rene, la prostata ed il tratto genitale.
Wlevate concentrazioni a livello osseo si ottengono con la pefloZacina, che si propone uale farmaco di scelta
nella terapia delle osteomieliti.
5er uanto riguarda il 1*0, pefloZacina, ciprofloZacina e ofloZacina raggiungono nel liuor concentrazioni
pari al S!'TU dei valori sierici, che possono salire a RT!(TU nei pazienti con meningiti.
L'elevata lipofilia consente anche il loro accumulo nel comparto intracellulare a concentrazioni S volte
maggiori di uelle eZtra!cellulari - uesta caratteristica rende conto dell'efficacia dei fluorochinoloni anche
nel trattamento delle infezioni sostenute da patogeni intracellulari.
3 chinoloni si differenziano per uanto riguarda la loro eliminazione, variando da un'escrezione
prevalentemente renale ad un esteso metabolismo epatico.
La pefloZacina viene ampiamente metabolizzata a livello epatico, dove il prodotto mantiene un certo grado
di attivit# antibatterica2 viene escreta per il `TU con le urine, mentre il JSU viene eliminato con le feci, uale
conseguenza dell'elevata concentrazione del farmaco nella bile.
L'ofloZacina viene scarsamente metabolizzata $SU% e viene eliminata prevalentemente per via renale,
sebbene una uota significativa venga eliminata anche attraverso le feci.
1ono numerose le infezioni trattate con successo con uesta classe di antibiotici.
L'efficacia clinica di uesti composti stata dimostrata nel trattamento delle infezioni del tratto respiratorio,
che includono esacerbazioni batteriche acute di bronchiti croniche, polmoniti nosocomiali o acuisite in
comunit# e sinusiti batteriche.
L'impiego dei chinoloni si inoltre dimostrato efficace nel trattamento delle infezioni del tratto urinario non
complicate, prostatiti batteriche, infezioni dei tessuti molli, infezioni ossee, infezioni gastro!intestinali
causate da Wscherichia 0oli o specie di 1almonella, infezioni con 1higella e 0ampjlobacter.
3noltre, i chinoloni sono risultati efficaci nel trattamento di infezioni trasmesse per via sessuale, come uelle
sostenute da clamidia e gonococco.
La ciprofloZacina, la levofloZacina e la gatifloZacina sono indicate nel trattamento delle infezioni del tratto
urinario, infezioni dei tessuti molli, febbre tifoide, infezioni delle ossa e delle articolazioni, infezioni intra!
addominali.
La tossicit# gastrointestinale dei fluorochinoloni include nausea, anoressia, vomito, dolore addominale,
diarrea e disgeusia - l'incidenza varia dal JU al JTU.
L'incidenza di eventi avversi a carico del muscolo scheletrico sono abbastanza freuenti con i chinoloni
$'R,`U%.
3 fluorochinoloni che hanno una maggior incidenza sembrano essere la levofloZacina e la pefloZacina.
&ati acuisiti durante la Oase 3I hanno rilevato casi di tendinite e rottura del tendine $pi" spesso del tendine
d'+chille%.
3n pi" del STU dei pazienti, i sintomi sono bilaterali ed appaiono circa due settimane dopo l'inizio della
terapia e possono perdurare anche oltre due mesi dopo l'interruzione della terapia.
*... - la concomitante somministrazione di cosrticosteroidi sembra aumentare il rischio di tendinite.
La fototossicit# un altro evento avverso che si manifesta in seguito ad esposizione a sorgenti di raggi ,I e
normalmente risulta maggiormente associata all'utilizzo di ciprofloZacina.
3 sintomi a carico del 1*0 mostrano un'incidenza dell''!JU e i pi" comuni includono vertigini, cefalea e
sonnolenza.
+ltri eventi meno freuenti includono agitazione, delirio, confusione, psicosi e disturbo della vista.
Le convulsioni sono rare e generalmente coinvolgono una popolazione suscettibile che presenta riconosciute
alterazioni a carico del 1*0 come epilessia, trauma cerabrale ed anossia.
3n molti casi, la somministrazione contemporanea di alcuni farmaci antinfiammatori *M* steroidei o la
cosomministrazione di teofillina con la ciprofloZacina potenziano la probabilit# della comparsa delle crisi.
3 chinoloni sono in grado di interferire con l'omeostasi del glucosio, determinando un incremento della
sintesi e liberazioni di insulina, con conseguente ipoglicemia.
F)R*)+- ).T-*-+5)TT/R-+-
3l /jcobacterium tuberculosis un agente patogeno particolarmente insidioso che causa un'infezione latente
in circa due miliardi di persone.
L'inicidenza annuale di _ milioni, mentre le morti per lo stesso arco di tempo sono all'incirca J milioni.
La tubercolosi in crescita negli ultimi anni a causa dell'infezione da D3I, dell'immigrazione e della
globalizzazione.
3noltre, particolarmente allarmante l'aumento del fenomeno della resistenza, in particolare ai due farmaci
principali, isoniazide e rifampicina.
La causa pi" importante per lo sviluppo della resistenza rappresentata dal fatto che si tratta di batteri a
crescita lenta, mentre gli antibiotici sono maggiormente efficaci nei confronti dei patogeni in rapida
replicazione.
,na seconda ragione risiede nella costituzione dei micobatteri che hanno una parete molto ricca di lipidi e,
come tale, impermeabile a molti antibiotici e chemioterapici.
3noltre i micobatteri sono parassiti endocellulari facoltativi e possono essere presenti nei macrofagi del
midollo osseo, del fegato e dei linfonodi dei pazienti con infezioni disseminate.
3n generale, la terapia della tubercolosi si effettua con vari farmaci che permettono, in virt" della loro
associazione, di superare in ualche modo la resistenza di uesti parassiti.
3n ogni caso, il trattamento prevede una durata di diversi mesi o anni.
3 farmaci attivi sull'agente eziologico si dividono in uelli che esplicano un'ottima efficacia terapeutica ed
una buona tollerabilit# generale $farmaci di -
a
scelta% e uelli che sono utilizzati come alternativi ai primi
$farmaci di %
a
scelta%.
Oarmaci di 3
a
scelta7
rifampicina
isoniazide
etambutolo
pirazinamide
streptomicina
Rifampicina
+ppartenente al gruppo delle Pifamicine, antibiotici macrociclici prodotti dallo Streptomces mediterranei.
La rifampicina contrae un forte legame con la subunit# \ della P*+!polimerasi &*+!dipendente batterica,
impedendo di fatto che si avvii il processo di trascrizione.
L'azione battericida evidente per molti batteri KP+/E $compreso lo 1tafilococco aureo% e per la maggior
parte dei KP+/! $Daemophilus influenzae, Legionella pneumophila, Wscherichia coli, ?lebsiella, *eisseria
/eningitidis, 5seudomonas, ecc.% oltre che per /jcobacterium tuberculosis.
,n aspetto rilevante dell'azione della rifampicina contro i micobatteri che essa attiva sia contro i bacilli in
fase di crescita attiva che contro uelli a lento metabolismo non in fase di crescita.
La resistenza si instaura per riduzione del legame alla P*+!polimerasi &*+!dipendente dovuta a
modificazioni della subunit#.
La rifampicina viene assorbita per os e per uesta via consente il raggiungimento di buone, anche se
variabili, concentrazioni plasmatiche.
Iiene eliminata rapidamente attraverso la bile, viene riassorbita a livello intestinale, costituendosi un circolo
enteroepatico con progressiva desacetilazione, e nel giro di ualche ora eliminata con le feci $`TU% e con le
urine $JS!QTU%.
0olora di rosso le feci, le urine, le lacrime, la saliva, il sudore e altri liuidi organici.
La fase di distribuzione consente il raggiungimento di concentrazioni efficaci in molti organi e liuidi
biologici, compreso il liuor cefalo!rachidiano, il che ne permette l'utilizzo in caso di meningiti.
La rifampicina molto efficace nella malattia tubercolare, nella uale in genere somministrato in
associazione con isoniazide.
3l dosaggio medio giornaliero di QTT mg.
+ltre indicazioni cliniche sono rappresentate da patologie determinate dai batteri sensibili, uali le infezioni
da stafilococchi o streptococchi.
6ra i KP+/!, risulta essere particolarmente utile nella profilassi delle meningite da Daemophilus e da
meningococco.
0on tali indicazioni, il dosaggio pi" utilizzato di @TT mg ogni 'J ore per due giorni.
,tilizzata alle comuni dosi, la rifampicina ben tollerata, causando reazioni avverse solo nel RU dei
pazienti.
Le reazioni avverse pi" freuenti sono eruzioni cutanee e disturbi della funzione epatica2 sono piuttosto
freuenti anche disturbi gastro!intestinali come nausea e vomito, ma di solito sono transitori.
,na sindrome simil!influenzale con febbre, cefalea, malessere generale, dolori ossei stata osservata uando
la rifampicina stata somministrata alla dose di @TT mg una volta al mese per infezione leprosica.
La somministrazione intermittente di rifampicina sembra aumentare la freuenza di effetti collaterali,
soprattutto a livello ematologico e renale.
La rifampicina un induttore di diverse isoforme di citocromo 5RST.
-soniazide
L'isoniazide un profarmaco convertito dalla catalasi dei micobatteri nel suo metabolita attivo, che inibisce
la sintesi degli acidi micolici, componenti essenziali della parete del micobatterio.
L'isoniazide viene assorbita bene e rapidamente per os, assicurando il raggiungimento di buone
concentrazioni plasmatiche.
&iscreta e rapida la sua diffusione nelle cellule ed in tutti i liuidi corporei.
La sua concentrazione nel liuor cefalo!rachidiano, a meningi infiammate, simile a uella plasmatica.
5articolarmente importanti ai fini terapeutici sono la sua capacit# di penetrare nel materiale caseoso e di
permanere a lungo, in concentrazioni pi" alte di uelle minime inibenti, a livello dei tessuti sede
dell'infezione.
Iiene metabolizzato per acetilazione ad opera di una *!acetiltransferasi epatica.
Kli acetilatori rapidi hanno una concentrazione plasmatica che circa met# di uella degli acetilatori
lenti 2 anche l'emivita varia, da un minimo di `T minuti per i rapidi e di '_T minuti per i lenti.
La dose abituale di S mg<Gg da somministrare una sola volta al giorno, fino ad un massimo di QTT mg<die
in adulti con funzione epatiche e renali nella norma.
Kli effetti avversi pi" freuenti dell'isoniazide sono rush, febbre, ittero e neuropatie periferiche.
Paramente possono insorgere convulsioni.
5ossono inoltre comparire manifestazioni ematologiche uali agranulocitosi, trombocitopenia ed anemia,
dispnea, dolore toracico, tosse, febbre e micronoduli rilevabili all'esame radiologico del torace.
3l danno epatico, prevalentemente di tipo epatocellulare, si pu verificare con maggior freuenza durante la
terapia di associazione con rifampicina ed anticonvulsivanti.
Le donne in gravidanza, i pazienti ad alto rischio per una neuropatia periferica associata all'isoniazide
$pazienti affetti da diabete, neuropatie pre!esistenti, alcolismo, malnutrizione, uremia, infezioni da D3I e i
pazienti con sindrome convulsiva, devono assumere, in associazione con l'isoniazide, la I36. .@, alla dose di
JS!ST mg<die.
+nche i sintomi psichici sono attenuati dalla somministrazione della piridossina.
L'isoniazide un potente inibitore degli enzimi epatici e delle /+M888
(irazinamide
+nalogo della nicotinamide, rappresenta uno dei farmaci di associazione pi" freuentemente utilizzato nella
terapia della tubercolosi.
+nch'essa un profarmaco che necessita di essere metabolizzato a acido pirazinoico ad opera di un enzima
batterico.
La pirazinamide, che esercita azione battericida a pD acido, risulta pi" attiva contro le colture vecchie
rispetto a uelle giovani, inoltre pi" attiva in condizioni di basse concentrazioni di M
J
.
3l meccanismo d'azione non ancora del tutto chiaro, ma pare che l'accumulo di acido pirazinoico causi una
riduzione del pD intracellulare, responsabile dell'inattivazione degli enzimi coinvolti nella sintesi dell'acido
micolico.
V un farmaco particolarmente appropriato nella fase iniziale del trattamento.
La pirazinamide viene somministrata per os2 l'assorbimento buono e il legame farmaco!proteico
praticamente assente.
La concentrazione massima si raggiunge dopo J ore e l'emivita di ( ore.
1i distribuisce bene in tutti i tessuti, liuor compreso, ed eliminata prevalentemente sotto forma di
metaboliti per filtrazione glomerulare.
La posologia prevede la somministrazione di 'S!QT mg<Gg in un'unica somministrazione per os e la dose
massima consentita di Q g<die.
La maggior parte delle reazioni sfavorevoli interessano il fegato $aumento delle transaminasi%.
/tambutolo
L'etambutolo interferisce con la sintesi di dell'arabinogalattano, un polisaccaride del cell!gall micobatterico.
Wsso inibisce la polimerizzazione dell'arabinano del cell!gall, dell'arabinogalattano e del
lipoarabinomannano.
L'etambutolo somministrato per os raggiunge concentrazioni plasmatiche elevate dopo Q ore, con un'emivita
di R.
Iiene eliminato attraverso il rene perlopi" in forma immodificata, mediante filtrazione glomerulare e
secrezione tubulare.
La posologia abituale dell'etambutolo 'S mg<Gg<die per via orale in un'unica somministrazione.
6ra gli effetti avversi pi" freuenti ci sono i disturbi della vista, che comprendono diminuzione dell'acuit#
visiva, la nevrite ottica retrobulbare, dislocazione anomala del pigmento retinico - per uesto motivo se ne
vieta la somministrazione ai bambini $in et# infantile non si possono verificare tali alterazioni%.
+ltre reazioni avverse sono dolori addominali con vomito, dolori articolari, vertigini, cefalea, confusione ed
allucinazioni.
3treptomicina
$vedi aminoglicosidi%
3 farmaci considerati di J
a
scelta nella terapia della tubercolosi sono7
fluoroc"inoloni
etionamide
cicloserina
linezolide
F)R*)+- ).T--)3*)T-+-
L'asma una delle malattie croniche pi" freuenti in tutto il mondo - la prevalenza nella popolazione
europea varia tra il R e il `U.
L'asma presente in tutte le razze ed in tutti i 5aesi, indipendentemente dal grado di sviluppo, anche risulta
essere pi" freuente nei paesi pi" industrializzati.
3n 3talia, si stima che J,S!Q milioni di persone ne siano affette e che colpisca il 'TU dei bambini.
L'asma una patologia infiammatoria cronica delle vie respiratorie, nella uale diversi tipi di cellule
infiammatorie, soprattutto i mastociti, gli eosinofili, i linfociti 6 e le cellule epiteliali svolgono un ruolo fisio!
patologico di primo piano.
L'infiammazione cronica provoca un aumento della reattivit# bronchiale con comparsa di episodi ricorrenti
di broncospasmo, caratterizzati clinicamente da respiro sibilante, dispnea, tosse e senso di costrizione
toracica, specialmente di notte e al mattino.
L'infiammazione persistente delle vie aeree le rende maggiormente suscettibili all'azione di diversi stimoli.
*ell'asma, l'ostruzione bronchiale certamente dovuta alla spasmo della muscolatura liscia bronchiale
$componente reversibile%, ma pu anche essere dovuta ad un rimodellamento strutturale dei bronchi uale
conseguenza dell'infiammazione $componente .. reversibile%.
Questa definizione, basata sulle caratteristiche patogenetiche, ha importanti implicazioni per la prevenzione,
diagnosi e terapia dell'asma.
V importante distinguere l'asma cronica dall'attacco acuto di asma.
L'asma, intesa come patologia cronica, una patologia che si caratterizza per alcuni sintomi specifici e e per
una riduzione della funzionalit# respiratoria di grado variabile.
La riacutizzazione dell'asma invece un evento acuto caratterizzato da un peggioramento della
sintomatologia e della funzionalit# respiratoria che pu comparire rapidamente o pi" lentamente, ma che pu
essere di notevole gravit# $anche letale% in assenza di una terapia idonea.
La classificazione clinica della gravit# dell'asma si basa su freuenza dei sintomi, freuenza e gravit# delle
riacutizzazioni, grado di ostruzione bronchiale $valutato dal OWI
'
%, e sulla variabilit# dell'ostruzione
bronchiale $variabilit# giornaliera del 5WO%.
1ulla combinazione di uesti fattori sono stati individuati uattro stadi di gravit# secondo la classificazione
della oDM7
KP+&M Kiorni con sintomi *otti insonni OWI
'
Iariabilit# del 5WO
1ieve intermittente f J<settimana f J<mese i_TU iJTU
1ieve persistente Q!@<settimana Q!R<mese i_TU JT!QTU
*oderata
persistente
6utti i giorni iS<mese @TUfZf_TU iQTU
7rave persistente continui freuenti f@TU iQTU
L'asma caratterizzata da un'ampia infiltrazione di eosinofili e linfociti nel lume e nella parete bronchiale
con vasodilatazione, aumento della permeabilit# capillare e distruzione dell4'epitelio bronchiale.
1i accompagna anche un'ipertrofia della muscolatura liscia, neo!angiogenesi, aumento del numero delle
cellule caliciformi mucipare e deposizione di collagene interstiziale nella membrana basale - remodelling
delle vie aeree.
L'asma caratterizzata da fenomeni infiammatori acuti e cronici che sono irregolarmente distribuiti in tutto il
tratto respiratorio, compresi piccole vie aeree e parenchima.
Quest'ampia distribuzione dell'infiammazione ha importanti implicazioni terapeutiche in uanto il massimo
dell'efficacia dei farmaci antiasmatici somministrati per via inalatoria si ottiene uando uesti farmaci sono
in grado di raggiungere le sedi periferiche dell'infiammazione, comprese le piccole vie aeree.
*ei pazienti con asma grave, studi bioptici hanno dimostrato un aumento del numero e dell'attivazione dei
neutrofili, oltre che degli eosinofili e dei linfociti.
Mltre ai potenti mediatori dell'infiammazione in grado di aumentare la contrattilit# della muscolatura liscia
bronchiale, la permeabilit# capillare e l'attivit# di diversi neuroni e cellule mucipare, esistono numerosi
mediatori che possono provocare alterazioni strutturali delle vie respiratorie o richiamare cellule
infiammatorie in grado di provocare lesioni tessutali.
&i particolare importanza la distruzione dell'epitelio ciliato, che si riduce ad un singolo strato di cellule
basali.
3noltre, cellule epiteliali e miofibroblasti, che si ritrovano al di sotto dell'epitelio, possono proliferare e
produrre collagene che si deposita nella lamina reticularis al di sotto della membrana basale.
3 processi di riparazione che conseguono a uesti eventi sono responsabili dell'ispessimento della membrana
basale, una delle pi" importanti caratteristiche dell'asma.
+ltre importanti alterazioni strutturali nella fisiopatologia dell'asma sono l'ipertrofia e l'iperplasia delle
cellule muscolari lisce, l'ipertrofia della ghiandole sottomucose e il rimodellamento del tessuto connettivo.
L'asma nei bambini e negli adulti spesso associata ad atopia.
L'atopia definita come un'aumentata produzione di immunoglobuline W $3gW% sensibili ad epitopi espresse
sui comuni allergeni ambientali $acari, proteine animali, pollini, miceti, ecc.%.
0ome conseguenza si ha sensibilizzazione dei mastociti che, se attivati, iniziano la risposta infiammatoria.
*ei paesi industrializzati, l'atopia presente nel QT!STU della popolazione ed spesso asintomatica.
*ella maggior parte dei pazienti, l'asma inizia prima dei @ anni di et#, ma probabilmente la sensibilizzazione
avviene prima della nascita.
L'inizio della sensibilizzazione allergica e l'eventuale passaggio all'infiammazione cronica delle vie
respiratorie caratterizzata da respiro sibilante influenzata da numerosi fattori che agiscono in et# precoce,
tra i uali fumo di sigaretta, infezioni respiratorie virali $soprattutto da virus respiratorio sinciziale%, dieta,
terapia antibiotica e sensibilizzazione agli acari della polvere domestica ad uno o due anni.
L'iper-reattivit' bronc"iale caratterizzata da un aumento della tendenza alla broncocostrizione per
esposizione a stimoli esogeni ed endogeni di diverso tipo.
Questi stimoli si possono classificare in diretti uando stimolano direttamente la muscolatura liscia
bronchiale $es. - metacolina, istamina, ecc.%, o indiretti, che agiscono mediante il rilascio di sostanze
farmacologicamente attive da parte di cellule secernenti, come i mastociti $esercizio fisico, soluzioni iper! o
ipo!osmolari% o terminazioni nervose afferenti $anidride solforosa o bradichinina%, o misti.
L'iper-reattivit' pu essere valutata uantitativamente mediante curve dose!risposta allo stimolo
broncocostrittore e descrivendo la posizione e la forma di ueste curve.
La valutazione dell'iper-reattivit' bronc"iale stata standardizzata per la metacolina e l'istamina
somministrate per inalazione aerosolica a volume corrente.
Keneralmente, come misura dell'iper-reattivit' bronc"iale, si calcola la concentrazione o la dose di agonista
che provoca una riduzione del JTU del OWI
'
.
3n pazienti con asma e valori di funzionalit# respiratoria basale normale, il test di provocazione bronchiale
serve ad identificare la presenza di iper-reattivit' bronc"iale, che compatibile, ma non patognomica, con la
diagnosi di asma.
*ei bambini, l'inalazione di mannitolo o +/5 un test di provocazione bronchiale che ha un valore
diagnostico superiore a uello con metacolina o istamina.
La relazione tra iper-reattivit' bronc"iale, gravit# dell'asma e infiammazione molto complessa.
0omunue, in molti bambini l'iper-reattivit' bronc"iale scompare nell'et# adulta, ma l'infiammazione
cronica delle vie respiratorie, che la caratteristica fisio!patologica dell'asma, pu persistere.
3l meccanismo di broncocostrizione acuta varia sulla base del tipo di stimolo.
La broncocostrizione acuta conseguente ad esposizione ad allergene dovuta al rilascio 3gW!dipendente di
mediatori infiammatori dai mastociti, soprattutto istamina, 5K&
J
, 5KO
J[
e cisteinil!leucotrieni, che
contraggono la muscolatura liscia bronchiale.
Questa reazione, nota come risposta asmatica precoce, costituisce la base della broncocostrizione
conseguente all'esposizione ad allergeni inalatori.
+nche l'asma provocata dai O+*1 la conseguenza del rilascio di mediatori infiammatori, soprattutto di
cisteinil!leucotrieni, per uanto i meccanismi non siano del tutto noti.
La limitazione acuta al flusso aereo pu anche essere dovuta ad aumentata reattivit# bronchiale a stimoli di
diverso tipo, come esercizio fisico, inalazione di aria fredda, fumo di sigaretta, composti chimici e forti stress
emotivi.
3n uesti casi, i meccanismi alla base della broncocostrizione implicano contrazione diretta della muscolatura
liscia bronchiale e attivazione di riflessi neurogeni centrali e periferici.
L'ispessimento della parete delle vie aeree per aumento della permeabilit# capillare, con o senza
concomitante broncocostrizione, un'altra causa della limitazione acuta del flusso aereo.
Questa componente dell'asma simile alla riduzione del calibro delle vie respiratorie che si presenta dopo @!
JRD dall'esposizione dell'allergene, nota come risposta asmatica tardiva.
V altres4 possibile apprezzare la formazione di secrezioni mucose viscose dense, le uali provocano la
creazione di spessi tappi che nell'asma grave occludono le piccole vie aeree e sono difficili da eliminare.
6alvolta non possibile eliminare l'ostruzione al flusso aereo mediante terapia con i glucocorticoidi.
Le basi cellulari e molecolari della mancata risposta a uesti farmaci possono essere costituite dal alterazioni
della struttura delle vie respiratorie che si associano ad una persistente ed intensa risposta infiammatoria o
essere costituite da fattori meno definiti che riducono la risposta ai farmaci antinfiammatori, ad esempio il
fumo di sigaretta.
&al punto di vista clinico, l'entit# dell'infiammazione delle vie respiratorie il fattore maggiormente
responsabile della diversa gravit# dell'asma88
+l contrario, gli attacchi acuti letali di asma sono generalmente caratterizzati da una diffusa infiltrazione di
eosinofili, mastociti, neutrofili e cellule mononucleate nelle grandi e piccole vie aeree.
6ra uesti estremi si colloca la comune riacutizzazione di asma, nella uale aumento dello spessore della
parete delle vie respiratorie, aumento delle secrezioni tracheo!bronchiali e aumento dell' iper-reattivit'
bronc"iale caratterizzano la risposta infiammatoria.
F)R*)+- (/R 14)TT)++ )+PT ,- )3*)
3 farmaci broncodilatatori a rapida insorgenza di azione sono i farmaci indicati nell'attacco acuto di asma e
sono costituiti, principalmente, da agonisti \
J
!adrenergici selettivi ad azione rapida e farmaci anticolinergici,
che possono essere somministrati in associazione.
Keneralmente si somministrano per via inalatoria.
1e l'attacco acuto non risponde alla terapia, possono essere somministrati glucocorticoidi per via sistemica,
salbutamolo per via endovenosa e teofillina per via endovenosa.
3 farmaci agonisti \
J
!adrenergici ad azione rapida somministrati per aerosol sono i farmaci maggiormente
efficaci nell'antagonizzare la broncocostrizione asmatica in atto e costituiscono il cardine della terapia
farmacologica dell'attacco acuto di asma.
3 farmaci agonisti \
J
!adrenergici si distinguono in7
farmaci a breve durata d'azione - orciprenalina, salbutamolo, albuterolo, terbutalina, ecc.
farmaci a lunga durata d'azione - salmeterolo, formoterolo
Questi ultimi hanno una durata d'azione di 'J ore, ma, mentre il salmeterolo ha un effetto broncodilatatore ad
insorgenza lenta, formoterolo ha un effetto broncodilatatore rapido.
Farmaci agonisti F
%
-adrenergici a breve durata d4azione
Kli agonisti \
J
!adrenergici a breve durata d'azione disponibili in 3talia comprendono il salbutamolo, la
terbutalina e il fenoterolo.
3l principale effetto terapeutico di uesti farmaci rappresentato dalla broncodilatazione.
Questi farmaci si somministrano generalmente per via inalatoria al bisogno durante l'attacco acuto di asma o
circa 'S minuti prima dell'esposizione ad un fattore che pu scatenare un attacco acuto $es. esercizio fisico%.
Keneralmente, l'effetto broncodilatatore compare entro S minuti, raggiunge il massimo dopo QT minuti e
inizia a ridursi dopo J!Q ore.
1i tratta di un farmaco sintomatico, che tuttavia non risulta efficace nel trattamento dell'infiammazione
cronica, primum movens del uadro patologico tout court.
La somministrazione cronica di agonisti \
J
!adrenergici pu anche provocare desensitizzazione recettoriale8
Mltre al rilasciamento della muscolatura liscia tracheo!bronchiale, gli agonisti \
J
adrenergici aumentano la
clearance mucociliare, riducono la permeabilit# dei capillari e modulano il rilascio di citochine pro!
infiammatorie.
,n importante implicazione clinica degli effetti della somministrazione cronica di farmaci agonisti \
J
adrenergici a lunga durata d'azione riguarda la sicurezza di uesti farmaci - la terapia cronica con uesti
farmaci aumenta la mortalit# per asma e la freuenza delle riacutizzazioni.
La somministrazione di glucocorticoidi inalatori sembra ridurre il rischio di attacco d'asma e di mortalit# per
asma dovuto a terapia cronica.
,n altro aspetto di fondamentale importanza riguarda i polimorfismi genici del recettore \
J
adrenergico888
3 farmaci agonisti \
J
adrenergici sono generalmente ben tollerati $soprattutto gli agonisti parziali come il
salbutamolo%, in uanto la somministrazione per via inalatoria ne limita l'assorbimento e dunue gli effetti
sistemici, cos4 come la selettivit# recettoriale rende meno probabili gli effetti collaterali cardiaci.
La selettivit# recettoriale tende comunue a diminuire con l'aumentare della dose.
+l dosaggio terapeutico, il tremore l'effetto collaterale pi" freuente, effetto dovuto all'attivazione dei
recettori \
J
adrenergici muscolari.
Farmaci anticolinergici muscarinici
5er uanto alcaloidi naturali con effetti anticolinergici come atropina e scopolamina siano usati da anni nella
medicina tradizionale, il loro assorbimento $sono ammine terziarie% a livello sistemico ne limita l'utilizzo in
ragione dei gravi effetti che verrebbero a manifestarsi.
La scoperta di ammine sintetiche uaternarie, molto poco assorbite e con specifica azione locale, ha
consentito lo sviluppo di analoghi dell'atropina come ipratropio> ossitropio e tiotropio bromuro, che sono
somministrati per via inalatoria come broncodilatatori.
*ei pazienti con asma, l'effetto broncodilatatore dei farmaci antimuscarinici inferiore a uello dei farmaci
agonisti \
J
adrenergici a breve durata d'azione, hanno una maggiore latenza e una durata d'azione pi" lunga.
3 soggetti asmatici presentano notevole variabilit# nella risposta ai farmaci antimuscarinici.
*el trattamento dell'asma, l'utilizzo di uesti farmaci limitato alla terapia dell'attacco acuto, generalmente
in associazione con agonisti \
J
adrenergici.
L'ipratropio efficace nella terapia dell'asma di origine psicosomatica e nella broncocostrizione indotta
dall'inappropriata somministrazione di un farmaco \ bloccante.
3n uanto ammine uaternarie polari, uesti farmaci sono molto poco assorbiti e dunue mostrano un
margine di sicurezza molto ampio e sono molto ben tollerati.
Keneralmente, la Zerostomia un effetto indesiderato freuente2 talvolta si pu avere la sensazione di un
gusto spiacevole o tosse subito dopo l'inalazione.
,n effetto collaterale grave ma poco freuente la broncocostrizione paradossa, che compare nello T,QU dei
pazienti trattati.
La terapia con anticolinergici deve essere sospesa se i pazienti presentano sibili respiratori, rigidit# toracica e
peggioramento della dispnea entro un'ora dall'inalazione.
F)R*)+- (/R 1) T/R)(-) +R.-+) ,/114)3*)
3 farmaci per la terapia cronica dell'asma si somministrano regolarmente tutti i giorni e comprendono farmaci
a prevalente azione antiinfiammatoria $glucocorticoidi> cromoni> antagonisti recettoriali dei leucotrieni>
anticorpi monoclonali anti--g/%, farmaci agonisti \
J
adrenergici a lunga durata d'azione e teofillina a lento
rilascio.
1i tratta di farmaci specifici per la profilassi, il cui obiettivo il controllo dell'asma dal punto di vista clinico,
funzionale, infiammatorio e di ridurre la freuenza di riacutizzazioni di asma.
7lucocorticoidi
*el '(`J, .rogn e collaboratori dimostrarono che l'inalazione del beclometasone diproprionato riduce la
somministrazione di glucocorticoidi per os in pazienti con asma.
3 glucocorticoidi disponibili per via inalatoria sono7
beclometasone dipropronato
budesonide
flunisolide
fluticasone dipropionato
triamcinolone acetonide
+ livello cellulare, i glucocorticoidi riducono il numero di eosinofili, linfociti 6, mastociti e cellule
dendritiche nelle vie respiratorie mediante inibizione della sintesi di fattori chemiotattici e molecole di
adesione.
3 glucocorticoidi passano liberamente le membrane plasmatiche delle cellule e si legano ai recettori
intracellulari.
Wsiste un solo gene che codifica per i recettori dei glucocorticoidi, anche se sono note diverse varianti che
sono il risultato di splicing alternativo e di iniziazione traslazionale $gene policistrionico%.
3 glucocorticoidi sono i farmaci pi" potenti ed efficaci per la terapia cronica dell'asma, ci in ragione dei
diversi livelli in cui si esplica la loro azione anti!infiammatoria.
3 glucocorticoidi nell'asma sono solitamente somministrati per via inalatoria, cos4 da ridurre al minimo gli
effetti derivanti dalla somministrazione sistemica.
*ella maggior parte dei pazienti, una dose di STT >g di beclometasone dipropionato o euivalente al giorno
in grado di controllare l'asma - in caso ci non avvenisse, si preferisce aggiungere un altro farmaco anti!
infiammatorio piuttosto che implementare la dose del glucocorticoide.
La terapia cronica con i glucocorticoidi per via inalatoria la principale causa di riduzione della mortalit# e
morbosit# per l'asma, in uanto uesti farmaci migliorano la funzionalit# respiratoria, riducono la iper!
reattivit# bronchiale, la gravit# della sintomatologia, la freuenza e la gravit# della sintomatologia e
migliorano la ualit# della vita del paziente.
La maggior parte dei pazienti con asma risponde a dosi basse o medie di glucocorticoidi inalatori, anche se in
alcuni pazienti con asma di maggiore gravit# sono necessarie alte dosi o somministrazione cronica di
glucocorticoidi per os.
*... - circa il SU dei pazienti con asma non risponde in modo ottimale ai glucocorticoidi, mentre una vera
e propria assenza di risposta si riscontra in circa lo T,' dei pazienti asmatici.
5articolarmente rilevante la distribuzione dei glucocorticoidi nelle vie respiratorie dei pazienti con asma
dopo somministrazione inalatoria - uesti farmaci si distribuiscono prevalentemente nelle grandi vie
respiratorie, mentre sarebbe importante si accumulassero in uelle piccole.
5er fare ci, sono state studiate formulazioni con propellenti idrofluoroalcani che consentono di produrre
particelle aerosoliche estremamente piccole.
Kli effetti collaterali della somministrazione dei glucocorticoidi inalatori possono essere di tipo locale o
sistemico.
La possibilit# di effetti collaterali sistemici, conseguente all'inalazione di glucocorticoidi $soprattutto ad alte
dosi%, particolarmente rilevante nei bambini con asma per possibilit# di riduzione dell'accrescimento per
l'effetto di inibizione delle attivit# della cartilagine articolare dovuta a uesti farmaci.
L'effetto collaterale locale pi" freuente durante la terapia con i con glucocorticoidi inalatori la raucedine
$disfonia%, che pu essere dovuta ad atrofia delle corde vocali o ad effetto lesivo diretto del farmaco sul
nervo laringeo ricorrente - si palesa nel RTU dei soggetti trattati.
La candidosi oro!faringea si presenta solo nel SU dei pazienti - importante avvertire il pazienti di
sciacuare abbondantemente la bocca e faringe dopo ciascuna inalazione.
6ra gli effetti collaterali sistemici dei glucocorticoidi somministrati per os, soprattutto ad alte dosi, da
annoverare l'inibizione della sintesi di +06D e cortisolo endogeno.
Farmaci agonisti F
%
adrenergici a lunga durata d4azione
3almeterolo e formoterolo si somministrano per via inalatoria ogni 'Jh2 si tratta di farmaci particolarmente
indicati nell'asma notturna, ma non devono mai essere somministrati in monoterapia per l'aumento del
rischio di mortalit# e di attacco acuto di asma.
)ntileucotrieni
Kli antileucotrieni che sono stati approvati per la terapia dell'asma comprendono antagonisti selettivi dei
recettori di tipo # per i cisteinil-leucotrieni ed un inibitore selettivo della B-lipossigenasi.
+romoni
3 cromoni, farmaci antinfiammatori che si somministrano per via inalatoria R volte al giorno, comprendono
disodiocromoglicato e nedocromil sodico.
Questi farmaci non sono efficaci nell'attacco acuto di asma, ma migliorano la sintomatologia e la funzionalit#
respiratoria nei pazienti con asma e riducono la freuenza della riacutizzazioni.
3l loro meccanismo d'azione non del tutto noto.
3nizialmente noti come inibitori della degranulazione mastocitaria, oltre ad inibire in maniera dose!
dipendente il rilascio dovuto ad 3gW di mediatori dell'infiammazione dai mastociti, possiedono effetti selettivi
di inibizione dell'attivit# di altre cellule infiammatorie come i macrofagi, eosinofili, neutrofili e monociti.
3l meccanismo pare implichi l'inibizione di un canale del cloro sulle cellule infiammatorie.
Mltre che sulla reazione asmatica precoce dovuta soprattutto all'attivazione dei mastociti, i cromoni sono
efficaci anche dopo la degranulazione mastocitaria, e possono inibire anche la reazione asmatica tardiva dove
il ruolo fisiopatologico principale svolto dagli eosinofili.
3 cromoni possono essere somministrati come terapia di controllo dell'asma nei casi di asma persistente lieve.
1omministrati come farmaci per la prevenzione, i cromoni inibiscono la risposta asmatica precoce e tardiva
conseguente ad inalazione di allergene e la broncocostrizione acuta causata dall'esercizio fisico e
dall'inalazione di aria fredda e<o anidride solforosa.
5er uanto meno efficaci, in virt" della loro elevata tollerabilit#, i cromoni costituiscono un'alternativa
terapeutica ai glucocorticoidi inalatori in et# pediatrica.
La risposta a uesti farmaci spesso imprevedibile - necessario un periodo di terapia di R!@ settimane per
identificare i pazienti responsivi.
Teofillina
La teofillina una metilZantina che si pu somministrare come farmaco antiasmatico anche sottoforma di
aminofillina - stata la terapia standard della riacutizzazione dell'asma fino all'introduzione dei farmaci
agonisti \
J
adrenergici inalatori.
La teofillina somministrata nella terapia dell'asma e della .50M da pi" di @T anni e rimane uno dei farmaci
respiratori maggiormente prescritti su scala mondiale, soprattutto perch molto poco costoso.
3l meccanismo dell'effetto broncodilatatore consiste probabilmente nell'inibizione non selettiva delle
fosfodiesterasi $(,/%, con aumento delle concentrazioni intracellulari di +/5c.
La teofillina un broncodilatatore relativamente debole e pu avere effetti anche sulla clearance mucociliare
in uanto aumento la freuenza del battito ciliare e del passaggio di acua attraverso l'epitelio bronchiale.
La teofillina per os si pu somministrare in formulazioni convenzionali o a rilascio controllato.
0on le formulazioni convenzionali, l'assorbimento rapido e completo e la concentrazione ematica di picco
si raggiunge entro Jh dalla somministrazione2 l'assorbimento di teofillina in formulazioni ritardo presenta
ampia variabilit# inter!individuale.
La teofillina ha un volume di distribuzione di T,R!T,@ L<Gg e mostra un legame farmaco!proteico del RT!@TU.
W' ampiamente metabolizzata a livello epatico mediante _!idrossilazione con formazione di acido ',Q!
dimetilurico, e demetilazione con formazione di '!metiZantina e uindi di acido '!metilurico.
L'eliminazione della teofillina avviene principalmente mediante metabolismo epatico, mentre una
percentuale inferiore al 'SU viene eliminata immodificata con le urine.