Primo Settennio Del Bambino - RudolfSteiner

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Primo settennio:

il Giardino d'Infanzia un mondo buono da imitare


Nel primo settennio il bambino impara a camminare, a parlare, a pensare e a dire "io" a se stesso; senza lesempio di altri uomini da imitare il bambino non
imparerebbe a crescere nel modo giusto. Non solo i gesti, ma anche i sentimenti delle persone che il bambino ha intorno a s vengono assorbiti no a
divenire parte del suo essere: cos che apprende le qualit morali che saranno determinanti per il suo futuro.
In questa fase il bambino va protetto da stimoli troppo intellettuali, ritenuti deleteri, immergendolo in un mondo buono, ricco di fantasia, immagini, gioco e
devota meraviglia.
La sua volont ed il suo impulso a "fare" vengono sviluppati dai maestri attraverso la proposta di tante attivit della vita casalinga o artigianali.
Lambiente in cui i piccoli si muovono estremamente curato, arredato con mobili in legno; i giocattoli sono molto semplici, spesso costruiti dai genitori o dai
maestri con materiali naturali, sono essenziali e poco de niti perch la fantasia del bambino possa farli vivere come desidera.
Latmosfera serena creata dal gioco, le abe, la musica, la pittura, il movimento, la semplicit di gesti quotidiani, come la cura delle piante o la preparazione
del pane, organizzati ritmicamente nel corso della giornata e della settimana, o rono al bambino il calore e la serenit necessari a nutrire la sua anima.

Il gioco il lavoro pi serio per il bambino


Gli spazi dedicati al gioco sono "spazi di futuro"!
Nel gioco, con l'imitazione, i bambini prendono coscienza della natura e del loro ambiente culturale. Giocando, essi riproducono tutto ci che accade intorno
a loro e cos facendo vivono nelle qualit che permeano il mondo circostante. Con ci, il gioco infantile pone le premesse per la futura comprensione del
mondo.
"A errare" diventa "comprendere". Per il bambino piccolo, che frequenta l'asilo, si parla di "com-prendere col gioco": sperimentare con tutti i sensi, muoversi
con tutto il corpo, essere attivo con mani e piedi. Da questo derivano la capacit di dominare i movimenti del corpo, di governare l'equilibrio, di s orare
delicatamente e di a errare saldamente qualcosa. E da questo nascer pi avanti l'esperienza autocosciente: posso plasmare il mondo perch l'ho
compreso.
Albert Einstein, uno dei pionieri della scienza del nostro secolo, non aveva nessun dubbio sull'importanza della fantasia: "Se osservo me stesso e il mio modo
di pensare, mi chiaro che la fantasia per me molto pi importante della capacit di pensiero astratto".
Come sviluppa il bambino questa forma di fantasia? La fantasia a ora nella vita di un bambino solo tra il secondo e il terzo anno di vita; a questo punto il gioco
perde il suo carattere concreto e oggettivo. Il bambino non si accontenta pi di battere sui piatti e sulle pentole, ora la pentola diventa una casa e il cucchiaio
diventa una persona che vi entra.
Se si d ad un bambino di due anni una scodella piena di sabbia e gli si dice che una torta di compleanno, pu succedere che il bambino cominci a mangiare
la sabbia. Un bambino di tre anni invece ti guarder e risponder: "E' solo un gioco, non vero?". Il bambino di quattro anni sa che un gioco: comincer ad
ornare la sabbia con ori e foglie e inviter gli amici a una festa di compleanno. Il bambino a quest'et pu prendere in mano le cose pi semplici e farle
diventare qualsiasi cosa desideri, per poterci giocare. Quindi, nel medesimo istante in cui il bambino comincia a pensare, si risveglia anche la fantasia
infantile.
E se pensiero e fantasia possono crescere e maturare insieme, si trasformano in pensiero creativo, un pensiero che a ronter il futuro in modo creativo.
Un bambino entra all'asilo poco dopo aver compiuto questo passo nel suo sviluppo interiore. Nel periodo dell'asilo la fantasia si trasforma.
All'inizio il bambino quasi costantemente in movimento, ma a poco a poco si immerge sempre pi nel suo gioco, che prende le mosse sempre da qualcosa
che c' intorno a lui. Il gioco non programmato; l'interesse viene attratto da qualcosa, un tronco d'albero, dei legni da costruzione, una bambola, dei teli, e il
gioco si sviluppa da s.
I giocattoli pi semplici sono i pi stimolanti. Un'automobilina costruita nei minimi dettagli si lascia di cilmente trasformare in una barca. Al contrario alcune
assi, un po' di corda e un telo possono diventare una carrozza per i cavalli, un razzo e chiss cos'altro...
Un ulteriore passo nello sviluppo della fantasia del bambino si manifesta nel momento in cui il gioco nasce da un'idea. Prima il bambino inventa il gioco, poi va
a cercare le cose che gli servono per farlo. A ora un elemento interiore che evolve gradualmente verso la progettazione per immagini. Lo spazio di gioco
viene trasferito dall'esterno verso l'interno.
In uno studio condotto negli USA, Sara Smilanski ha indagato il rapporto fra il gioco creativo e pieno di fantasia tipico dell'asilo e il successivo comportamento
dei bambini nella scuola, constatando che il gioco ra orza le capacit cognitive che si devono impiegare nella scuola. Oltre a ci, i bambini "bravi" nel gioco
dimostravano volont di apprendere, empatia e capacit sociali. Nel suo libro "Childrens' play and learning", la Smilanski parla dell'importanza dei giocattoli
semplici e non niti e dei problemi legati ai giochi didattici oggi divenuti cos popolari.
L'evoluzione della fantasia infantile anche un pilastro portante nello sviluppo del pensiero creativo. Dove l'una viene frenata l'altro non pu che so rirne.
Joan Almon

Perch un insegnante di classe per otto anni?


Nella scuola Waldorf gli insegnanti di classe portano avanti lo stesso gruppo di allievi per otto anni, insegnando scrittura, aritmetica, lettura, disegno e pittura,
canto e auto, italiano, storia, matematica e geometria, geografa, biologia, fsica e chimica per tutte le classi elementari e medie, per poi passare la mano al
Collegio docenti delle classi superiori. Queste materie vengono trattate nelle prime due ore della giornata come insegnamento principale, alternandole per
"epoche" della durata di alcune settimane.
La pedagogia Waldorf punta in tal modo, anzich sui programmi di studio, sull'e cacia educativa della personalit dell'insegnante, a cui l'impegno profuso
conferisce una naturale autorit.
Ne consegue che gli insegnanti di classe svolgono un ruolo di grande importanza, perch lavorano giornalmente, nelle stesse ore, con gli stessi allievi,
cosicch tra loro e i bambini si sviluppi uno speciale rapporto di ducia. Da ci deriva all'insegnante di classe, in modo naturale, quella particolare autorit che
sola pu generare il clima di disponibilit e attenzione necessario per i processi di apprendimento.

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L'autorit dell'insegnante parte della concezione pedagogica Waldorf. Essa non deve essere scambiata con un anacronistico sistema autoritario nel quale
forme di insegnamento accentrate nell'insegnante vengano imposte con l'applicazione di metodi disciplinari. Si tratta in realt dell'applicazione di un concetto
d'insegnamento orientato, anzich sul materiale didattico, sulla presenza attiva dell'insegnante come "persona".
Anzich seguire un piano di studi impregnato di tecnocrazia, con un catalogo didattico super-strutturato, il che implica che la personalit dell'insegnante se
ne rimanga a casa, l'insegnante nella scuola Waldorf scende, come persona, fra i bambini che gli sono stati a dati per l'insegnamento; li ascolta, indaga e
chiede, se necessario traccia dei con ni in base ai quali si possano orientare; in breve, li educa.
L'insegnante di classe pronto a precedere i bambini per un tratto del loro cammino, a fondere la propria biogra a con la loro. Egli si assume la funzione di
esempio, un aspetto, questo, della professione dell'insegnante che sta guadagnando un signi cato sociale immenso per il fatto che il numero dei bambini
educati da una sola persona e di quelli lasciati a s stessi va crescendo rapidamente nelle grandi citt.
Questo compito educativo non pu essere espletato attraverso processi di apprendimento istituzionalizzati, esso presuppone una comprensione delle
modalit evolutive dell'uomo in crescita.
Per questo, in campo antropologico colui che insegna diventa esso stesso un allievo, che cerca di applicare la materia d'insegnamento non solo in relazione
all'et del bambino, secondo il concetto dell'insegnamento per fasi postulato da Rudolf Steiner, ma anche in modo da favorirne lo sviluppo. Gli insegnanti,
formatisi sull'antropologia di Steiner, attingono le loro ispirazioni pedagogiche dalla concreta osservazione dei loro scolari, e solo in seguito scelgono le
materie d'insegnamento. In altre parole, vanno a prendere i bambini dove essi si trovano.
E' chiaro che il concetto di autorit dell'insegnante di classe in quanto modello comportamentale trova il proprio limite l dove i bambini, seguendo il loro
cammino evolutivo, pervengono alla fase in cui non sono pi disponibili a seguire qualcuno senza riserve.
Nel dodicesimo anno di vita comincia la fase di ricerca, cresce la ducia nella propria capacit di giudizio, nasce il desiderio di agire sotto propria
responsabilit. Oggi, l'accelerazione dell'evoluzione infantile comporta un'anticipazione della fase puberale e questo ha reso necessario, in molte scuole,
l'a ancamento dell'insegnante "generico" con insegnanti "specializzati" nelle varie materie, di solito impiegati nelle classi superiori.
Mathias Riepe

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