Generale Graziani Prima Guerra Mondiale
Generale Graziani Prima Guerra Mondiale
Generale Graziani Prima Guerra Mondiale
Quello che Cesare Alberto Loverre ci offre in queste pagine pu essere letto in
molti modi. Come una riflessione sulla giustizia militare, forse la pi iniqua
tra le giustizie possibili, o come una ricostruzione storica di un episodio mino-
re della Grande Guerra, o ancora come una sorta di giallo irrisolto per il quale
lautore ci propone un possibile movente.
In realt il testo tutto questo, ed altro ancora. Pi che discettare sulla insoli-
ta carriera di quel fucilatore di italiani che fu il gen. Andrea Graziani, a me
preme tuttavia focalizzare un aspetto che in filigrana si intravede nella vicen-
da qui narrata: vale a dire il tema della rimozione.
Innanzitutto vi la rimozione attuata dalle gerarchie militari e dalle istitu-
zioni. La rotta di Caporetto non fu solo esito inevitabile della supremazia mi-
litare degli Imperi centrali, ma ebbe come concausa linsipienza dei comandi
operativi italiani. Ebbene, non solo la Commissione dinchiesta che indag
sugli avvenimenti di quei giorni non sort effetti significativi; ma gli stessi alti
ufficiali preposti a quella zona di operazioni, sulle cui responsabilit esisteva-
no testimonianze evidenti, e che erano stati collocati a riposo dautorit, furo-
no presto reintegrati in servizio. Ed i personaggi pi discutibili, il caso del
Graziani, vennero comunque premiati con un posto di rilievo nella mussoli-
niana Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale.
C poi la rimozione operata dalla stampa dellepoca, che pur a conoscenza dei
ripetuti episodi di insubordinazione e di repressione che avvenivano al fronte e
nelle retrovie, generalmente li ignor ben oltre il periodo di censura militare.
Racconta Ernest Jones in Vita e opere di Freud che Karl Abraham, lette
le bozze del saggio di Freud, gli indirizz una lettera nella quale osserv
che tra guerra e riti totemici vi sono forti analogie perch in entrambi i
casi lintera comunit si associa a far cose assolutamente vietate al singolo indi-
viduo: lazione in comune la convalida necessaria perch lorgia delittuosa pos-
sa essere compiuta.
lo Stato, oggi, non pi la comunit, a convalidare lorgia delittuosa
e a sancirla come violenza legittima ai fini giuridici per mezzo del dirit-
to di guerra, ripugnante instrumentum regni con cui il potere si mantiene,
autogiustificandosi e perpetuandosi.
Quella che ci accingiamo a scrivere solo una delle tante pagine in-
famanti della giustizia militare in tempo di guerra, con un epilogo che
saremmo tentati di definire fatale, e che noi, per il gusto bizzarro di ca-
povolgere lordine prestabilito della Storia, racconteremo per primo.
2. Ipotesi di un delitto.
3. Carriera di un fucilatore.
5. Un esempio terribile
Accanto cinque fori: i segni dei proiettili che ottantatr anni fa salva-
rono la Patria in pericolo. Quel palazzotto oggi una banca: nessuno
pi oggi vi passa accanto con aspetto compassionevole, malvestito,
affamato. Automobili sfrecciano davanti a quella lapide: chi per avven-