Fichte Schelling Hegel
Fichte Schelling Hegel
Fichte Schelling Hegel
FILOSOFIA TEDESCA
DELLA PRIMA META'
DELL'OTTOCENTO:
in seguito alla
pubblicazione della
critica della ragion pura
1781 la filosofia critica
ebbe l'effetto di
stimolare un ampio
dibattito su tutti i temi
connessi all'uomo, alla
religione , alla politica
ecc , in poche parole su
tutti i temi cn cui
l'illuminismo si era
misurato . Il dibattito si
orientò poi nella
direzione del nascente
romanticismo e portò a
delle nuove conclusioni.
Sorse un nuova scuola
filosofica, che assumerà
con gli scritti di Fichte
nel 1794 la
denominazione si
Idealismo.
Il dibattito si concentrò
su due problemi:
- La questione della
Cosa in se: la questione
dell'esistenza oggettiva
del mondo esterno
( forma di conoscenza
del tutto indipendente
dal soggetto
conoscente) .
La filosofia critica diceva
che : qualunque sia la
forma di conoscenza
presa in esame , essa è
possibile solo all'interno
di una relazione tra il
soggettoconoscente e
l'oggetto conosciuto . ->
è quindi impossibile che
di questo oggetto si
abbia una conoscenza in
se ( indipendente dal
soggetto) .
Il dibattito si concentra
sul fatto che la filosofia
critica se,brava costruita
su basi malferme :
infatti il presupposto che
esisteva un mondo
esterno in se è
indimostrabile .
Queste domande
pongono un problema: è
necessario identificare
quali condizioni sono
necessarie affinché la
conoscenza si realizzi
nel modo in cui si
realizza.
Fichte compie il
passaggio all'idealismo
quando ritiene di poter
dimostrare che si può
fare a meno della cose
in sè.
L'idealismo non
concepisce ne l'io nella
natura come realtà vere
e proprie ; li concepisce
come elementi della
realtà comprensibili solo
perché esiste un
fondamento comune.
-La questione della
libertà nel rapporto tra
uomo e natura:
Contesto storico di
profonda crisi ,
rivoluzionario esterno
alla germania fino al
1807( invasione napo) .
La generazione di Kant
portò in primo piano il
problema della libertà
come valore umano
fondamentale.
Kant-> scopre che le
leggi vengono poste a
priori dalla mente stessa
. Come fa l'uomo a
essere libero?
Libertà e necessità
potevano essere viste
come manifestazioni
dello stesso fondamento
originario.
JOHANN GOTTLIEB
FICHTE
Nasce nel 1762 a
Rammenau da una
povera famiglia di
contadini, studiò a Jena
e a Lipsia grazie all'aiuto
di un ricco possidente e
fece anche per qualche
anno in precettore.
A Lipsia pubblicò
anonimamente Critica di
ogni rivelazione 1792 ->
che si pensò essere
pubblicata da Kant
stesso.
Grazie alla
pubblicazione dei
Fondamenti dell'intera
dottrina della scienza fu
chiamato a succedere
un professore sulla
cattedra di Jena.
1810-12 fu rettore
dell'università di Berlino.
1814 morì di Tifo.
Il contesto in cui si
mosse nelle prime opere
fu quello dei dibattiti
sulla cosa in se tipici
della cultura filo tedesca
di quegli anni.
Abbandono della
nozione di cosa in se :
La cosa in se è vista
come un'astrazione e
deve quindi essere
eliminata,
Ci deve essere un
principio che unifichi
libertà e necessità ->
oltre Kant,
Fichte elimina l'dea che
il mondo fenomenico sia
una realtà oggettiva e
indipendente all'io ->
residuo di dogmatismo
all'interno della filosofia
critica.
La cosa in se è quindi un
retaggio del
dogmatismo e va quindi
abbandonata .
Libertà e necessità non
sono caratteri
indipendenti di enti
indipendenti. Possono
essere comprese nel
rapporto tra soggetto e
oggetto.
I principi originari:
Idealismo-> il mondo
diventa una mia
rappresentazione ,
eliminando la cosa in se
il mondo diventa una
mia creazione , io sono a
legiferare non il numeno
.
Soggetto crea l'oggetto.
Poiché si abbia la
dottrina della
scienza( sapere
cosciente dei propri
fondamenti) è
necessario identificare il
principio fondamentale e
sistematico dal quale
mostrare la deduzione
della realtà.
Fichte identifica il
principio originario come
una sostanza assoluta,
non del tipo spinoziano,
ma come un principio
infinito e assoluto,
necessario alla ragione
per spiegare la realtà, la
cui natura di un attività
pura. -> li identifica
come Io pure ossia
attività assoluta.
Da questo fondamento è
possibile definire la
conoscenza come il
rapporto tra soggetto e
oggetto. Questa
deduzione viene
identificata in 3 principi:
- Principio di
identità : "io pone se
stesso" , quindi l'Io è ->
assoluto,
autoimposzione ,
trascendentale. Va oltre
il fenomeno e racchiude
il numeno che non
esiste + .
-Principio di
opposizione: " io pone
il non io" , l'io pone la
sua negazione il Non io
che corrisponde alla
natura. il non-io è
immagine prodotta non
realtà esistente in se.
-Principio di ragione :
"L'Io pone a un io
divisibile, un non-io
divisibile" Io divisibile: le
singole persone.
Omnis determinatio est
negatio -> spinoza.
Tu non ti realizzi ( non
sai di te stesso) se non
in un continuo sforzo di
superamento della tua
opposizione . Natura
esiste in funzione dell'io.
L'uomo è L'io assoluto e
si realizza attraverso
l'attività di conoscenza
(mente) di se come
oggetto (corpo , natura)
Natura è un ostacolo ,
ha il compito di essere
l'ostacolo che l'io deve
superare.
Streben-> sfrozo,
tensione verso, > come
singola conoscenza io
sono sempre teso al
superamento
dell'ostacolo che io mi
impongo, in una
continua tensione verso
il suo superamento >
infinito.
Tat - Handlung ->
azione in atto, che non
può esserci se non c'è la
libertà -> che viene
posta dall'io stesso.
compito infinito-> se l'io
si fermasse si
esaurirebbe , natura
(passiva). Ogni volta che
tu superi devi superare
qualcos'altro ->
dialettica, continuo
movimento.
La libertà dell'uomo
consiste nel realizzare la
sua stessa natura, che è
quella di uno spirito
finito che tende
all'infinito.
FRIEDRICH WILHEM
JOSEPH SCELLING
Nasce a Leonberg nel
1775 , figlio di un
pastore protestante ,
entrò giovanissimo nel
seminario teologico di
Tubinga, dove strinse
amicizia con hegel .
Fece il precettore
privato a Stoccarda e a
Lipsia mentre scrisse le
sue opere .
A Jena pubblicò il primo
abbozzo di un sistema
filosofico della natura
1799 opera +
importante.
1806 lascciò
insegmaneto per
diventare per diventare
segretario generale
dell'Accademia delle
scienze di Monaco .
Torno all'insegnamento
nel 1841 all università di
Berlino.
Muore nel 1854 Bad
Ragaz.
Pensa che solo Fichte
abbia interpretato in
modo corretto r
coerente il kantianismo
segnando una tappa
decisiva nello sviluppo
della riflessione
filosofica.
Mostra una propria
autonomia teoretica in
una nuova concezione
della natura.
Nella dottrina della
scienza natura era
considerata un semplice
non io , passiva, e
annullata nella sua
riduzione a mero
strumento per l'esercizio
etico del soggetto e
verso la libertà.
La ricerca di Schelling è
volta alla costruzione di
una filo della natura, il
tentativo è di pensarla
come il corrispondente
più concreto della
coscienza . è
intellegibile nella misura
in cui è omogena
rispetto allo spirito
umano.
La filosofia della
natura:
Si riaggancia al
concetto di organismo e
finalità di kart (critica
del giudizio) e all'idea
che sia necessario
sostituire ad una
concezione meccanica
della natura, una più
dinamica determinata
dai princpi newtoniani di
attrazione e repulsione.
Vi è un' unità tra reale e
ideale, tra spirito e
natura: entrambi volto
del medesimo processo
e sono spiegati dagli
stessi principi.
Visione idealista
dell'Assoluto : spiega la
scissione e il successivo
ritorno all'unità di questi
termini.
Nella natura si riscontra
ciò che Fichte ha
stabilito per la vita
spirituale dinamica di
una forza che si
espande e di un limite
che le si contrappone->
arresta
momentaneamente la
forza espansiva. che
riprende vigore e
prosegue il suo processo
per arrestarsi ad un
ulteriore limite ->
proceso infinito.
Ogni volta che la forza
espansiva e quella
limitante si incontrano,
si ha la produzione di un
grado di un livello della
natura sempre + alto ,
in cui agiscono
specifiche potenze : 1°
si manifesta nella fora di
gravità, fenomeni
elettrici magentici e
chimici e la terza nella
forza organica.
Questo processo
culmina con l'uomo ->
fine della natura in
quanto in lui si ridesta
quello spirito che appare
assopito nel ilari esseri.
La filosofia
dell'assoluto:
La filosofia
trascendentale ricerca il
supremo principio del
sapere nel sapere stesso
. L'io è originariamente
puro produttore: perciò
autocoscienza richiede
che questa attività
infinita diventi oggetto
a se stessa -> quindi
finita e limitata.
Io pone un limite al suo
produrre , resistenza
che deve essere sempre
superata -> infinita
estensione del limite.
Il limite è reale:
indipendente dall'io che
altrimenti non sarebbe
realmente limitato . Il
limite e ideale:
dipendente dall'io che
altrimenti non si
intuirebbe come
limitato.
Schelling sviluppa la
propria prospettiva nel
senso di un
idealrealismo dato che
l'attività reale e ideale ,
si presuppongo a
vicenda originando
l'intero meccanismo
dell'io .
Critica di Shelling:
- Credeva che l’idea di
natura che Hegel aveva
posto non era giusta in
quanto snaturava la
natura.
- Questa infinità è una
cattiva infinità perché è
un infinito metafisico in
quanto rimane
impotenza.
Fichte Idealismo
soggettivo.
Essenza dell’uomo:
superamento continuo
della natura.
Shelling: idealismo
soggettivo estetico.
Assoluto visto come
unità indifferenziata tra
soggetto e oggetto
Secondo Shelling, Fichte
non ha valorizzato la
natura.
Secondo Shelling la
natura è un organismo
in cui le parti sono
teleologicamente
ordinate.
1)
La visione di Shelling è
finalistica o teleologica,
tutto cospira al fine.
Ogni cosa ha il suo
posto, un posto per ogni
cosa.
Essendo un organismo è
come una continua ed
enorme contrazione.
Nella natura c’è una
grande anima del
mondo. La natura non
può essere posta solo
come funzione dell’ io.
Questo grande
organismo dotato di
anima, dal basso, dagli
elementi meno coscienti
(dai minerali) , sale in
elementi molto più
coscienti.
La grande anima che
caratterizza la natura è
incosciente,
inconsapevole. C’è un
grande movimento di
progressiva presa di
coscienza. La più alta
presa di coscienza è
l’uomo.
Il culmine della presa di
coscienza è l’uomo.
1799 “Idee per una
filosofia della natura” E’
l’oggetto che va verso il
soggetto.
Caposaldi dell’idealismo
2)
1801 Nel sistema
dell’idealismo
trascendentale:
Il soggetto si riappropria
della natura cioè di se
stesso. Il processo di
riappropriazione è il
processo di presa di
coscienza.
Vengono descritte le fasi
dell’ io : sensazione e
percezione_intuizione_v
olontà.
Il soggetto ha preso
coscienza di se stesso e
si riconosce identico alla
natura.
Immaginazione
protettiva in Fichte
Quello che sta di fronte
a te (natura) non è
separata dall’uomo.
L’idealista deve arrivare
a capire che
l’immaginazione
protettiva ti inganna.
Spiega che il mondo è la
rappresentazione
dell’uomo. Ricorda
esempio dell’albero.
Immaginazione
produttiva: l’attività
cosciente rispetto all’Io
ed incosciente rispetto
al non-Io. Inganna pone
l’oggetto facendoci
credere che noi lo
conosciamo ma in
veritità non è cosi. Io nn
riconosce
momentaneamente il
non io. IO ASSOLUTO
passa per le singole
menti i singoli io. Io
singolo è incosciente, in
realtà la natura è una
sua produzione ( dell’io
grande) -> processo
dialettico .
Cattiva infinità .
Soggetto empirico= noi
le singole coscienze .
In Shelling intuizione
trascendentale.
Egli rivaluta la natura. Il
soggetto e l’oggetto
arrivano all’unità
indifferenziata che
corrisponde all’assoluto.
Come si arriva
all’assoluto? Attraverso
l’arte in quanto c’è
materiale
trascendentale e attività
inconscia ( esempio
creatività) e momento
conscio (si fa qualche
cosa concretamente,
materialmente).
Arte strumento più
diretto e immediato per
cogliere l’assoluto.
NOVALIS
Il più grande mistero
dell’universo è l’io
stesso.
Idealismo hegeliano è
un idealismo assoluto,
pensiero dominante
della filosofia del primo
900 attraverso due
figure: Benedetto Croce
e Giovanni Gentile.
(posizioni politiche
diverse).
GEORG WILHEM
FRIEDERICH HEGEL
Nato da una modesta
famiglia nel 1770 ,
frequentò la facoltà di
teologia di Turbina dove
strinse amicizia con
Schelling. In questo
periodo si dedicò allo
studio di Rassou ,
lessing e Kant e segui i
dibattiti filosofici tra
Fichte e Jacobi ed
Herde . Seguì con
interesse avvenimenti
rivoluzione Francese .
Dopo la laurea , fece il
precettore ricche
famiglie di Berna e
Francoforte , e conintuò
la stesura di opere già
iniziate a Tubinga.
Inizia con Schelling un
periodo di
collaborazione
pubblicando un Giornale
critico di filosofia .
1807-> fenomenologia
dello spirito , importante
prefazione in cui si
consuma poleticamente
il distacco con Schelling.
Dopo l'invasione napo si
rifiugia a Baberga 1808
diviene direttore del
Ginnasio di Norimberga.
Insegna fino 1818
presso Il'università di
Heidelberg pubblicando
l'enciclopedia delle
scienze in compendio
(1817) . Fu chiamato
università di berlino , di
cui divenne rettore .
mori nel 1831 durante
un epidemia di colera.
La Fenomenologia
dello spirito:
1807 . Prefazione
costituisce un' organica
esposizione della sua
prospettiva teoretica.
Sapere assoluto non
deve estromettere
quello fenomenico ma
deve stabilire con esso
un rapporto per
comprenderlo e
giustificarlo .
La fenomenologia ha il
compito di elevare la
coscienza comune
(sapere fenomenico) alla
filosofia (sapere
assoluto).
La fenomenologia narra
la storia della
formazione della
coscienza ripercorrendo
le forme del rapporto tra
coscienza e il suo
oggetto fino alla
completa consapevole
coincidenza con esso.
Nella prefazione
definisce la filosofia si
Schelling "una notte in
cui tutte le vacche sono
nere" -> ha concepito
l'assoluto come mera
identità di ogni
differenza . non
riconosce il necessario e
il fondamentale valore
del negativo.
Per Hegel l'assoluto è
unità dinamica di tutti i
suoi momenti
-spirito , inteso come
vita
-movimento
-processo dialettico
mediante il quale
l'assoluto si rispecchia
nelle sue varie
espressioni in cui si è
manifestato ,
riconoscendole come
proprie. La
fenomenologia-> la
serie di figure , tappe
storiche , attraverso le
quali lo spirito
conoscente giunge al
sapere assoluto.
Coscienza:
coscienza-> oggetto che
io conosce
sensibilmente abbia
piena e autunnoma
realtà.
1° figura -> coscienza
sensibile-> aspira a
conoscere l'oggetto
nella sua immediatezza
come un qui ed ora ,
singolarità posta in
precise e isolate
determinazioni spazio-
temporali rispetto al
soggetto. La coscienza
sensibile per non
unificarsi è indotta al
superamento di questa
esperienza e a riporre il
fondamento della
certezza nell'io.
Il momento da cui inizia
la consapevolezza di sé
(coscienza) è
rappresentato
dall'incontro
dell'individuo con
l'oggetto. È attraverso il
confronto sensibile con
gli oggetti che ci
rendiamo conto della
nostra esistenza.
L'incontro con l'oggetto
si sviluppa attraverso tre
fasi:
certezza sensibile: in cui
si è certi che esiste
l'oggetto rivelato dai
sensi. Nasce però la
difficoltà di capire
come riportare la
certezza sensibile di
questo oggetto a tutti
gli altri oggetti che mi
si presentano nella
loro diversità
sensibile.
percezione: in questa
fase la mia attenzione
si volge a fare in modo
che le diverse
proprietà degli oggetti
possono essere
riportate ad un unico
punto di riferimento
che mi permetta di
avere una visione
unitaria della realtà.
La soluzione sembra
essere quella di
riportare tutta la
varietà delle qualità
sensibili a un punto
fisso di riferimento: il
sostrato, la sostanza
presente in tutte le
cose allo stesso modo.
Ma la ricerca
travagliata della
sostanza ha
dimostrato che l'uomo
non riesce a coglierla.
intelletto: visto che non
siamo in grado di
conoscere questo
sostrato sul quale
ineriscono le qualità
dobbiamo pensare che
l'unità non stia
nell'oggetto, ma nel
soggetto che unifica le
sensazioni tramite
l'intelletto. La
consistenza
fenomenica della
realtà viene superata
non ricercandola nella
sostanza ma
riportandola alla
funzione dell'intelletto.
(Ogni fatto, secondo
l'idealismo, rimanda
all'atto che lo pone.)
A questo punto la
coscienza ha
interiorizzato l'oggetto
in sé stessa ed è
diventata coscienza di
sé, ovvero
autocoscienza che non
ha più bisogno di riferirsi
agli oggetti per avere
coscienza di sè, ha
capito che la certezza
della propria esistenza è
data dalla sua attività
intellettuale.
Autocoscienza : "
certezza che la
coscienza ha di se
stessa".
L'autocoscienza:
si manifesta attraversa
attraverso l'esperienza
pratica in cui l'io è in
rapporto con gli altri.
Sono presenti molte
autocoscienze tutte
coinvolte in una
dinamica di reciproco
coinvolgimento in cui
l'una offre all'altra la
certezza di essere tale.
Ciascuna autocoscienza
mira al dominio sull'altra
e ad essere
indipendente. ->
opposizione -> conflitto
tra due autocoscienze .
Il reciproco
riconoscimento avviene
tramite un rapporto
negativo Lotta-> una
mette a repentaglio la
sua vita l'altra no e
preferisce lo stato di
sudditanza. Questo
porta ad un rapporto di
diseguaglianza ( mondo
antico) -> rapporto
servo-signore . signore
impone il suo dominio e
il servo deve soddisfare i
suoi bisogni . servo ->
attraverso il lavoro , non
fa che trasformare la
natura per permettere al
signore il godimento.
Inizia il processo di
emancipazione del servo
: si rende conto di
essere indipendente
grazie al lavoro. Signore
è dipendente dal lavoro
del servo.
Il lavoro si presenta
come mezzo attraverso
il quale il servo
trasforma la natura e se
stesso liberandosi.
E con il lavoro e
l'impegno che l'uomo
acquista coscienza di sè
e afferma la sua libertà .
A questo punto Hegel
descrive tre celebri
figure di questa libertà
storicamente definite
nelle posizioni dello
stoicismo scetticismo e
coscienza infelice.
-Il raggiungimento dell'
indipendenza, ultimo dei
tre momenti della
dialettica servo-
padrone, coincide con lo
stoicismo, ossia quella
visione del saggio che
ritiene di poter fare a
meno delle cose e
quindi si sente al di
sopra della natura
raggiungendo così
l'autosufficienza.
Tuttavia, in questo
modo lo stoico s'illude di
eliminare la realtà che
continua invece a
sussistere e ad
influenzare la sua vita.
-Chi invece riesce ad
ignorare totalmente la
realtà è lo scettico.
Tuttavia lo scetticismo si
contraddice, poiché da
un lato lo scettico dubita
della realtà e dichiara
che tutto è vano e
incerto, mentre dall'altro
vorrebbe poter
sostenere qualcosa di
reale e vero. Questa
scissione tra l'uno e il
Tutto, tra l'individuo e la
totalità del mondo, si
ripropone nella figura
della coscienza infelice
religiosa tra il soggetto e
la totalità di Dio.
- Coscienza infelice:
ricerca qualcosa di
immutabile
individuandola in D.
come autocoscienza
( può realizzare la sua
libertà) . D. è xcepito
come separato e questa
separazione porta la
coscienza all'infelicità
alla percezione del
proprio nulla di fronte ad
un D. pensato come
tutto.
La coscienza infelice
glorificando D. nega la
libertà dell'uomo , ma
non si spoglia
completamente della
propria libertà poiché la
rinuncia è sempre opera
sua. Al culmine della
suo percorso interiore la
coscienza infelice trova
la verità nel' ascetismo
, nella digruma del santo
che annienta l propria
singolarità per diventare
un ' autocoscienza più
vera e profonda : la
volontà singola si nega
per far sorgere la
volontà universale.