Le Parabole Di Gesù2
Le Parabole Di Gesù2
Le Parabole Di Gesù2
Interrogativi
Molto spesso le parabole si aprono o si chiudono con una domanda esplicita
che fa parte integrante della struttura della parabola stessa. Non si tratta di un
espediente per attirare l’attenzione, bensì è un elemento che chiama in causa
direttamente l’ascoltatore e lo costringe ad entrare nella dinamica del racconto, a
prendere posizione.
A volte tali domande non sono espresse chiaramente ma sono implicite: in
questo caso sono ancora più importanti perchè sta a noi trovarle e possono essere
leggermente diverse a seconda dell’ascoltatore.
Apertura
Le parabole ci interrogano e chiedono sempre la nostra risposta o decisione. In
questo senso si dice che “restano aperte”, non si concludono, e la conclusione
stessa è lasciata all’ ascoltatore: la sua decisione è il suggello finale della
parabola.
Azione
Il linguaggio usato nelle parabole è un linguaggio che descrive un agire, non si
ferma ai concetti e alle teorie. Esso descrive l’essere attraverso il suo agire. Sono
le azioni che l’uomo fa a definirlo. Se il modo di agire dell’ascoltatore cambia,
allora è cambiato il suo essere, si è convertito.
E’ un linguaggio simile a quello che usano i bambini. Quando devono
descrivere un oggetto essi non stanno a definirlo in base a come è fatto, ma ne
descrivono l’azione. Per esempio, se chiedete loro che cosa è un penna,
risponderanno “è per scrivere”; se chiedete cos’è l’acqua diranno “è per bere, o
per lavare” ecc.
La parabola del servo spietato
Questa parabola si trova nel Vangelo di Matteo. Questo Vangelo fu diviso dal
suo autore in cinque grandi discorsi: il discorso della montagna, apostolico, in
parabole, ecclesistico o comunitario, escatologico. La parabola in questione si
trova nel discorso ecclesiastico o comunitario, dove sono descritti i principi a cui
la comunità si deve ispirare per vivere secondo gli insegnamenti di Gesù.
Il tema centrale è il perdono, essenziale nella dinamica della vita comune
ispirata a Cristo. Tante domande sorgono quando si pensa al perdono: come
perdonare? Perdonare fino a quanto e fino a quando? Come perdona Dio?
L’importanza del perdono non è solo comportamentale ma anche teologica, cioè
rispecchia anche l’essere stesso di Dio svelandone uno dei suoi tratti più
caratteristici.
La struttura del testo è molto semplice e si può schematizzare come segue:
Preambolo
Parabola
I scena
II scena
III scena
Conclusione
Preambolo
Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, quante volte dovrò perdonare
al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose:
«Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette».
Prima scena
A questo proposito, il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i
suoi servi. Incominciati i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di
diecimila talenti. Non avendo però costui il denaro da restituire, il padrone
ordinò che fosse venduto lui con la moglie, con i figli e con quanto possedeva, e
saldasse così il debito. Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: Signore,
abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa. Impietositosi del servo, il padrone
lo lasciò andare e gli condonò il debito.
Seconda scena
Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui che gli doveva cento
denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva:
“Paga quel che devi!” Il suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo:
“Abbi pazienza con me e ti rifonderò il debito”. Ma egli non volle esaudirlo,
andò e lo fece gettare in carcere, fino a che non avesse pagato il debito.
Terza scena
Visto quel che accadeva, gli altri servi furono addolorati e andarono a riferire al
loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli
disse: Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato.
Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto
pietà di te? E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non gli
avesse restituito tutto il dovuto.
Conclusione
Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di
cuore al vostro fratello.
Perdonare e dimenticare
Questi due verbi indicano la stessa cosa? Quale dei due viene prima nel
processo del perdono?
Se io dimenticassi i torti subiti prima di perdonarli in cosa consisterebbe il mio
perdono? Come farei a perdonare qualcosa che non ricordo? O qualcosa che
decido di cancellare dalla mia memoria proprio perchè mi fa ancora male?
Se invece io riesco ad affrontare le situazioni difficili e a perdonare coloro che
mi hanno offeso, allora dimenticare assumerà un senso diverso: indicherà la
guarigione della ferita interiore causata dal torto subito.
A questo proposito è utile leggere questa versione di un ipotetico incontro tra
Abele e Caino dopo che entrambi sono morti:
Lamech inaugura la legge della vendetta smisurata, della violenza senza limiti
e sproporzionata: uccidere un ragazzo per un livido o uccidere un uomo per una
scalfittura. Usando gli stessi numeri nella sua risposta, Gesù contrappone a tale
legge quella del perdono senza confini: una regola paradossale che non misura
né i meriti né le colpe; una legge ancora più facile da seguire di quella proposta
da Pietro, che non aveva eliminato i confini del perdono ma li aveva solo
spostati un po’ più in la.
Conclusione
Domande
Hai mai considerato tutto ciò che gratuitamente Dio ti ha donato?
Quante volte hai avuto la sensazione di aver tagliato via la prima scena?
perdonare?
Fra Lorenzo