Atti Motoria Sportiva Adattata
Atti Motoria Sportiva Adattata
Atti Motoria Sportiva Adattata
A cura di:
Luca Eid e Marco Bussetti
PROGETTO GRAFICO
Luca Plumari
COORDINATORE EDITORIALE
Matteo Merati
EDITOR
Laura Bartoli, Giovanni Colombini, Nicola Lovecchio, Sandro Saronni
STAMPA
Laser Copy Center S.r.l.
SALUTI: a cura di 5
Monica Rizzi
Assessore allo Sport e Giovani - Regione Lombardia
PRESENTAZIONE: a cura di 7
Mariosiro Marin, Mauro Leanti
Assessorato allo Sport e Giovani - Regione Lombardia
Marco Bussetti
Dirigente Tecnico – USR Lombardia
Luca Eid
Ricercatore ANSAS Lombardia
Era il 20 novembre del 1989 quando l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò all’unanimità
la Convenzione sui diritti del fanciullo, un documento destinato a segnare una svolta nella storia
degli interventi rivolti ai minori. Da quel momento, le legislazioni nazionali (l’Italia l’ha ratificata
con legge 27 maggio 1991 n. 176) e regionali di molti paesi hanno posto al centro della loro
attenzione il riconoscimento giuridico dei diritti dei bambini e degli adolescenti. Il fanciullo è
un soggetto titolare di diritti, non un mero oggetto di tutela e protezione. Basandomi su questi
princìpi, durante la scorsa legislatura regionale, nel corso della quale ho ricoperto l’incarico di
Consigliere, ho presentato la legge istitutiva del Garante per l’infanzia e l’adolescenza.
L’attività motoria, che è propedeutica alla pratica sportiva, è utile per creare momenti di
divertimento puro e momenti di crescita della sfera cognitiva dei bambini, i quali mutano sempre
più rapidamente, a causa delle sollecitazioni provenienti dall’ambiente, sperimentando spesso
nuove forme di disagio che gli adulti conoscono in ritardo.
La pratica sportiva aiuta i fanciulli a comprendere valori importanti come la lealtà e lo spirito
di squadra, che costituiscono i pilastri per la costruzione di una società aperta e collaborativa.
L’Assessorato allo sport della Regione Lombardia sarà sempre in prima linea per diffondere la
pratica e la cultura di uno sport “pulito”, che coniughi l’attività motoria ad un sano divertimento,
anche nell’ottica della prevenzione e dell’innalzamento della qualità della vita.
Il progetto “Formazione degli insegnanti di ogni ordine e grado nelle scuole della Lombardia
sulle scienze motorie e sportive nella scuola” - che ha coinvolto oltre 500 docenti durante 11
seminari di formazione e aggiornamento – costituisce un momento di confronto e riflessione utile
ai fini dell’elaborazione e della definizione delle politiche regionali nell’ambito dell’educazione
psicomotoria nella scuola.
Un bambino felice avrà più probabilità di diventare un buon cittadino lombardo, e di trasmettere,
a sua volta, quei valori positivi che sono le fondamenta sulle quali si regge la nostra società.
Monica Rizzi
Assessore Regionale Sport e Giovani
Sport si può I 25
Sport si può I 33
34 I AA.VV.
Motricità di base I 35
Programmazione APA I 53
Sintetizzando, l’APA ha nel tempo acquisito diversi significati sempre più complessi ma che
comunque implementassero i concetti di:
- adattamento ed individualizzazione delle attività motorie partendo dalle potenzialità dei
singoli soggetti
- inclusione ed integrazione nella società e nella scuola.
Inclusione e integrazione
L’inclusione e integrazione nella scuola italiana degli studenti con disabilità è di tipo “one track
approach “, che si basa sull’inclusione degli allievi disabili nelle scuole e classi normali.
L’inclusione nelle classi normali ha oramai una tradizione trentennale coinvolgendo tutti gli ordini
e gradi della scuola italiana (infanzia, primaria, secondaria) in seguito all’affermazione della cultura
pedagogica inclusiva e al supporto normativo (Legge 118/1971; Legge 517/1977; Legge 104 /1992,
Legge 18/2009).
In Italia, il modello teorico di riferimento su cui si basa il processo di integrazione è: “un
cambiamento ed adattamento reciproco, un processo aperto e correlato con riconoscimento e
assunzione di identità e delle conoscenze incorporate“ (Canevaro A., 1991).
“Integrare nella scuola vuol dire includere tutte le specialità e differenze dei singoli come risorse e
fonte di arricchimento per tutti gli attori del processo di insegnamento-apprendimento (docenti,
studenti, dirigenti scolastici, operatori scolastici, operatori sociali e sanitari, famiglia…) […] si parla
di ‘speciale normalità’, privilegiando le prassi per tutti gli alunni, nessuno escluso, nelle normali ed
ordinarie attività, che però si arricchiscono di una specificità non comune, fondata su dati scientifici
e adeguata alle nuove complessività dei bisogni educativi speciali“ (Ianes D., 2001).
Il modello integrativo italiano che si è consolidato negli ultimi trenta
anni può essere sintetizzato attraverso le seguenti fasi: 3- Hutzler Y., Sherrill C.
- Prima fase: caratterizzata dagli orientamenti della pedagogia e (2007), Defining Adapted
Physical Activity: Inter-
didattica normali, le quali hanno affermato la dignità della diversità, national Perspectives.
riconoscendola come soggetto di educazione e formazione e non Adapted Physical Activity
Quaternaly, 24, 1-20
solo oggetto di riabilitazione e medicalizzazione.
54 I Stefania Cazzoli
Bisogni Educativi
Tutti gli individui nell’età evolutiva ed ormai, nel terzo millennio, in tutto il corso della vita, hanno
bisogni educativi che si concretizzano nello sviluppare:
1. conoscenze, competenze e abilità;
2. appartenenza, identità e dignità;
3. valorizzazione ed accettazione;
4. autonomia …
Sempre più emergente ed impellente nella scuola è il fenomeno degli alunni che presentano
difficoltà, ostacoli e rallentamenti nei processi di apprendimento e sviluppo.
Programmazione APA I 55
La didattica inclusiva si realizza mediante la cultura del compito e la metodologia dell’analisi del
compito o “task analysis“ (Gardner J., Murphy J., Crawford N., 1985)6
5- Ianes D., Celi F.,
che prevede: Cramerotti S., Il piano
1. preparazione di situazioni-stimolo facilitate educativo individualizza-
2. frazionamento di un obiettivo complesso in sotto-obiettivi più to. Progetto di vita. Guida
2003-2005, Erickson,
semplici, consequenziali Trento.
3. utilizzo dei risultati positivi per rinforzare e motivare
l’apprendimento. 6- Gardner J., Murphy J.,
Crawford N., Program-
L’apprendimento motorio è acquisizione dell’abilità motoria, vista mazione educativa indi-
come compito motorio, cioè capacità di risolvere un problema motorio. vidualizzata per l’alunno
(Schmidt R.A., Wrisberg C.A., 2000). handicappato. Guida
all’analisi del compito ed
L’analisi del compito prevede che i compiti complessi vengano
alla costruzione del cur-
destrutturalizzati e scomposti in compiti più semplici. ricolo di insegnamento,
La destrutturazione del compito nella prassi didattica segue il principio Erickson, Trento, 1985.
56 I Stefania Cazzoli
Adattamento
Il modello generale dell’adattamento si basa sulla flessibilità, semplificazione, mediazione (Janney
R., Snell M., 2000)8 e prevede di modificare:
- curricolo e obiettivi (aggiuntivi, semplificati, alternativi)
- strategie di insegnamento
- contesti in cui avviene l’apprendimento.
Gli adattamenti vanno considerati partendo dalle potenzialità del soggetto disabile in relazione a:
- caratteristiche biomeccaniche del gesto motorio
- complessità coordinativa e capacità cognitive e di attenzione richieste
- componente affettiva-emotiva del piacere senso-motorio generato.
Gli adattamenti nelle Scienze Motorie e Sportive possono essere di tre tipologie (Carta europea
dello sport per tutti - Consiglio d’Europa, Strasburgo 1987)9:
- educativo/metodologico (didattica)
- tecnico (regole e regolamenti)
- strutturale (attività motoria specifica creata per disabili: Torball e Baskin).
Le tipologie di modificazione possono avvenire a tre diversi livelli di intensità (De Potter, 2003)10:
- modificazioni minime: riguardano gli aiuti agli studenti quali guide e segnali visivi e sonori;
- modificazioni moderate: riguardano attrezzature, regole, ruoli nell’attività;
Programmazione APA I 57
La realizzazione della didattica inclusiva ed individualizzata dei disabili nella scuola italiana
prevede la stesura dei seguenti documenti (L. 104/1992): Diagnosi funzionale (DF); Profilo
dinamico funzionale (PDF); Piano educativo individualizzato (PEI); Relazione osservativa (RO) o,
per il futuro, stesura del Piano di Funzionamento secondo ICF (Classificazione Internazionale del
Funzionamento, OMS 2002) e delle indicazioni relative alla ratifica della Convenzione ONU sui
diritti delle persone con disabilità (2009).
7- Cazzoli S. Attività fisica
L’insegnante di Educazione Fisica, come membro del Consiglio di adattata (APA) e l’educazione
Classe, partecipa alla progettazione e stesura di tali documenti fisica adattata (APE): inclu-
dere ed integrare i bisogni
apportando le proprie competenze rispetto alla componente educativi speciali nella scuola
motoria dei disabili e dando indicazioni riguardo a: sviluppo senso- primaria e secondaria da pag
53 a pag. 85 in: Drabeni M.,
percettivo; sviluppo delle abilità motorie e della condizione fisica; Eid L., L’attività fisica adat-
autonomia e senso di autoefficacia ed autoefficienza; sviluppo tata per i disabili. Prospettive
delle abilità relazionali e delle regole della convivenza civile. della realtà italiana ed eu-
ropea, Libreria dello Sport,
Milano, 2008.
8- Janney R., Snell M., Mo-
difying schoolwork, Paul H.
Brooker, Baltimora, 2000.
9- Carta Europea dello sport
per tutti. Le persone disabili.
Raccomandazione nr. (86)
18 del Comitato dei Ministri
agli Stati Membri, Strasburgo,
1987.
10- De Potter C., Adapted phy-
sical activities and sport for
sensory impaired individuals:
barriers to full participation,
in: First European Conference
in APA and Sport: a white pa-
per on research and practice,
Acco, Leuven, 2003.
58 I Stefania Cazzoli
b) le condizioni esecutive:
- La progressività (dal facile al difficile dal semplice al complesso, dal blando all’intenso, dal noto
all’ignoto
- Il peso di un attrezzo
- La situazione competitiva/non competitiva
- La combinazione con altri compiti
- Il numero di elementi del compito
- La velocità esecutiva
- Le dimensioni di un bersaglio
- L’aiuto dell’insegnante-compagno
- L’altezza (di un ostacolo, di un asticella, della trave)
- La difficoltà (limitando/ampliando il numero dei compiti motori per qualità e quantità).
c) le scelte metodologiche:
- La scomposizione del compito (task analysis)
- I metodi di insegnamento
- Gli stili di insegnamento
- La presentazione delle consegne
- Il feedback.
Conclusioni
L’Attività Fisica Adattata (APA) è oggetto di particolare attenzione da parte dell’Unione Europea
e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, tanto da richiedere un bisogno di formazione
approfondita e di competenze professionali specifiche per gli operatori che devono saper
coniugare saperi scientifici e saper fare pratici non trascurando, nel rapporto che si instaura con
il disabile, l’aspetto comunicativo-relazionale. Gli operatori del settore delle Scienze Motorie e
Sportive quindi devono essere in grado di:
- integrare e coordinare i diversi aspetti rivenienti da diversi quadri di riferimento e diversi ambiti
disciplinari (biomedico, psico-socio-pedagogico, motorio e sportivo, giuridico), gli aspetti teorici
e didattici per selezionare e adattare le attività ai bisogni specifici di ogni studente;
- sviluppare, partendo dall’analisi dei bisogni dell’utenza, modalità comunicative e didattiche che
consentano di agire, comprendere, apprendere;
- scegliere idonei stili, metodi e strategie che favoriscano il ri-apprendimento/apprendimento
motorio; progettare, condurre, valutare un intervento di Educazione Motoria e Sportiva adattata
ai bisogni dei differenti studenti;
- differenziare e personalizzare gli interventi in base alle diverse esigenze.
L’eterogeneità dei gruppi, le differenze individuali proprie di ciascuno esigono, quindi, percorsi
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A cura di:
Luca Eid e Marco Bussetti