Giornalino Marzo
Giornalino Marzo
Giornalino Marzo
NUMERO 10
MARZO 2011
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Questo giornale stampato con il contributo dellUniversit derivante dai fondi previsti per le attivit culturali e sociali.
Editoriale
Questo numero finalmente dedicato a voi, a noi, comparse onnipresenti, grandi escluse, mostri fatali: DONNE. Vogliamo creare un luogo mitico dove parlare di amore, di ideali e di sesso senza sentire gli sguardi pesare su di noi. Vogliamo scoprire unisola felice in cui finalmente un mondo, troppo spesso ridotto alla bidimensionalit e alla banalit tipica del potere ignorante, pu liberarsi, prendere corpo e profumo. Perch io mi incazzo, e vorrei lo faceste voi tutte, ogni volta che sentite un luogo comune. Qui niente donna al volante o donne e buoi. Niente chiesa che ci dice che siamo nate dalla costola di un uomo, che rappresentiamo il male e lintrigo, che ci dice come e se dobbiamo procreare, con chi dobbiamo vivere, persone di quale sesso dobbiamo amare. Niente televisione che ci mostra come le attrazioni di una fiera di prosciutti muti, di un tipo solo di umanit: la show girl (troia?), la presentatrice (troia?), la velina (troia?), la vecchia plastificata (triste). Assassinano il sesso ogni giorno, assassinano il nostro corpo, trucidano il nostro piacere. Niente istituzioni che chiudono gli occhi e aprono i pantaloni. Il nostro parlamento uomo. Il nostro ministro delle pari opportunit (che poi, cosa vuol dire un ministero per le pari opportunit??) l perch lha succhiato a chi di dovere. Io non approvo chi dice che chi manifesta per la libert delle donne, deve farlo senza appellarsi alla politica. La libert di un
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individuo politica nel senso pi puro del termine. IO voglio la donna al potere, la donna top manager, la donna libera di decidere su qualunque cosa la riguardi. Perch noi siamo in grado di fare una cosa in pi. Noi partoriamo. E poi dovremmo stare a sentire giornalisti, politici, ciccioni maschilisti o pretucoli mentre si giostrano le leggi sullaborto? Parlamentari pervertiti che prendono decisioni su come dobbiamo lavorare, se giusto licenziare una donna incinta, e intanto avallano sotto banco il fatto che la donna sia serva del loro piacere, si prostituisca, sia declassata rispetto alluomo? Chi lha detto che la donna deve rimanere a casa con i figli se no una cattiva madre? Chi lha detto che la donna non pu essere anche il contrario, come in Scandinavia? Se il problema pressoch mondiale, perch qui in Italia siamo i soli in Europa a non vedere unalternativa? In Italia non ci sono anche, ci sono i solo. Se vuoi le pari opportunit pagati la cena! Se vuoi le pari opportunit fai come noi uomini: noi non rimaniamo incinti, non abbiamo bisogno di assentarci per lunghi periodi, dunque non lamentarti se quando stai a casa perch hai una vita in grembo ti asfaltano allistante! Se vuoi le pari opportunit lavora quanto noi uomini, ma ricordati che devi anche lavare, stirare e cucinare, perch si sa che sono cose da donne e io non sono frocio, mica lo faccio!. Davvero vogliamo ancora sentire questo? Se non diciamo nulla, diciamo di s.
Sonia Maran
Nasce a Milano nel 1955. Iscritta alla facolt di archeologia dellUniversit Statale, incontra il sindacato durante le battaglie per il diritto allo studio e le rivendicazioni delle 150 ore. Nel 1975 conquista il ruolo di coordinatrice per Milano delle politiche per la formazione degli operai della FLM. Due anni dopo entra nella FIOM. Nel 1980 entra nella segreteria FIOM di Milano. Sei anni dopo, in quella regionale della Lombardia. Nel 1993 entra nella Segreteria Nazionale della FIOM come responsabile del settore auto prima e in seguito della siderurgia. Nel Dicembre 1997 viene eletta Segretaria Generale della FLAI in Lombardia. Qui rimane per 4 anni, fino alla nomina, a Segretaria Generale della CGIL Lombardia. Insieme a un gruppo donne, nel novembre del 2005 fonda il movimento Usciamo dal silenzio. Nellarco di tre mesi, liniziativa sfocia in una grande manifestazione nazionale in difesa della libert femminile, della legge sullinterruzione volontaria della gravidanza e delle conquiste civili. Il passaggio nella Segreteria Confederale di Corso dItalia, diretta da Epifani, avviene nel giugno 2008. Camusso vi entra con delega ai settori produttivi, ma dopo il congresso nazionale della CGIL (maggio 2010) diventa Vice Segretaria Generale e il 3 novembre viene eletta, prima donna nella storia centenaria del movimento, Segretario Generale della CGIL.
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stessa: non si tratta, infatti, di due soggetti che compongono un nucleo, ma del nucleo stesso che a fondamento della societ. La donna fonte, origine ed attuazione della famiglia stessa. Tuttavia, pochi sono i servizi per linfanzia e scarso linteresse a valutare la regressione economica che ci comporta, nonostante diversi studi abbiano confermato che loccupazione femminile genera maggiore crescita, in quanto, oltre al reddito della donna occupata, produce altro lavoro ed occupazione. Cos come troppi non vogliono vedere che politiche di servizi e di occupazione delle donne negli altri paesi producono maggiore natalit. 3 - Riguardo il discorso delle quote rosa, queste nascono con lidea di premiare il merito cercando di abbattere svariate concezioni sociali che impediscono alla maggior parte delle donne di aspirare a posizioni di potere sul posto di lavoro, ma crede che questi provvedimenti porteranno reali benefici nel nostro Paese? Le quote rosa sono uno strumento che costringe a pensare che i luoghi devono essere di uomini e di donne e non solo di uomini. La mia organizzazione, la Cgil, nel tempo si trasformato da organizzazione di uomini con qualche ospite a organizzazione di donne e uomini, vige infatti una norma antidiscriminatoria (nessun genere pu essere meno del 40%). Si sta mettendo da parte lidea che una donna deve dimostrare di, mentre gli uomini sono bravi per definizione. Le quote servono perch costringono a fare i conti con il mondo plurale, allo stesso modo, servirebbe la paternit obbligatoria per rompere lo stereotipo che solo la donna pu accudire e che la donna deve restare marginale nel lavoro perch madre. 4- In Italia spesso si parla della discriminazione degli omosessuali maschi sul posto di lavoro, ma la situazione delle donne lesbiche non mai menzionata, qual la loro condizione? La situazione delle lesbiche altrettanto di discriminazione, come lo per i transessuali ed in generale per chi considerato diverso. Con delle differenze, lomofobia sembra essere pi forte negli uomini verso altri uomini, che non verso le donne, per questo forse appare di meno. Anche su questo tema la stagione attuale triste: c una ripresa di violenza, una cultura della divisione che considera laltro diverso come nemico, un egoismo sociale che favorisce la discriminazione, anche le stesse barzellette, che troppo spesso si sentono in televisione, in bocca a importanti figure politiche, favoriscono machismo e discriminazione. 5- Ha un messaggio che vuole mandare alle giovani donne italiane che lavorano, studiano, crescono i propri figli e che lottano quotidianamente in famiglia o sul posto di lavoro contro i pregiudizi? Non rassegnarsi. Sono profondamente convinta che le nuove generazioni di donne hanno cultura, orgoglio, capacit di progetto, voglia di mettersi in gioco. E un tempo difficile, molto difficile, ma il loro tempo ora, cambiare si pu, arrabbiarsi si pu: bisogna lottare per non farsi rubare let adulta con lillusione delleterna giovinezza che impedisce lautonomia. Sguardo al futuro vuol dire cambiare dal presente.
Nikolina Gramegna
Media e femminilit
Intervista ad Alessandro Robecchi
Oggi il rapporto tra media e femminilit sottoposto ad una dura critica ed indicato come un veicolo di maschilismo e trivialit. Abbiamo intervistato Robecchi per avere una delucidazione al riguardo, per capire se il mondo della televisione davvero cos responsabile dellattuale visione della Donna. Ovviamente ha una parte di colpa nel veicolare un certo tipo di messaggio, ma davvero cos tanto importante? 1- La pupa e il secchione, Uomini e donne, Il grande fratello... Questi sono i programmi in genere accusati di aver degradato la figura della donna. Ma tutto questo quando iniziato? La storia della tiv contro le donne ancora tutta da scrivere, e non sar facile, perch si tratta di un disegno sottile, quasi subliminale, che affonda le sue radici in anni lontani. Per comodit si pu partire dagli albori della tiv commerciale, che non a caso vede la comparsa sulla scena nazionale, come imprenditore televisivo, di Silvio Berlusconi. Guardate le vecchie puntate di Drive-In e vedrete che esiste gi l, in nuce, tutto quel che venuto dopo: i corpi esposti, gli ammiccamenti, i doppi sensi sessisti, la finta satira che non morde nessuno. In quella speciale idea di variet che si affermava negli anni del riflusso divenne naturale avere nello spettacolo qualche ragazza discinta, possibilmente ammiccante, idealmente disponibile. Per paradosso, tutti quelli che espongono corpi femminili in tiv vi diranno che si tratta di una parodia: dovevano essere una parodia le veline, o le letterine, ma intanto, parodia dopo parodia, la sostanza era quella. Una tiv passiva, che solletica gli istinti pi banali di chi la guarda. E non parlo solo dello spettacolo, ma ben pi invasiva della pubblicit. Per ogni ora di tiv che va in onda ci sono quindici-venti minuti di pubblicit, spesso conditi di ammiccamenti sessuali. Lidea che
Alessandro Robecchi, classe 1960, milanese, giornalista e autore televisivo e teatrale. Attualmente editorialista del quotidiano il Manifesto. In tiv, autore (insieme a Peter Freeman) della striscia quotidiana Figu - Album di persone notevoli, in onda su Rai Tre dal luned al venerd. Sempre a Rai Tre, conduttore di Doc3, programma di documentari di cui cura la presentazione in video. E tra gli autori di Maurizio Crozza per il quale scrive sia per la tiv che per il teatro. Tra le collaborazioni giornalistiche attuali: Micromega, GQ, D, la Repubblica delle Donne, Style del Corriere della Sera. In passato ha lavorato (caporedattore) al settimanale satirico Cuore, ha diretto i programmi di Radio Popolare Network di Milano, ha fondato e diretto il pirmo mensile free-press italiano, Urban ed stato per oltre dieci anni critico musicale de lUnit con lo pseudonimo di Roberto Giallo. Ha una moglie, due figli, un cane.
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per vendere un gelato si debba simulare una fellatio, che per vendere la vernice antiruggine si debba mostrare una domestica in reggicalze ci sembra normale. In sostanza, non si fatica a ritrovare nella tiv commerciale, e in quella pubblica costretta a inseguire dal meccanismo degli ascolti, tutto limmaginario un po cafone che ritroviamo nei recenti scandali sessuali del premier. Fino al paradosso pi beffardo: la Pupa e il secchione un vero ribaltamento della realt, perch in Italia le donne si laureano di pi e meglio degli uomini. Ma la riproduzione del luogo comune del genio imbranato e della bella scema funzionale al sistema, un sogno maschile trasformato in realt, anzi, in reality. E pensare che il format italiano firmato da Fabrizio Rondolino, che si considera uomo di sinistra. Come si vede il collaborazionismo diffuso 2- Alla manifestazione del 13 febbraio, Se non ora, quando?, ha parlato di foto scandalose del premier gi uscite e fruibili da tutti, in che senso? Ma s, nelle redazioni dei giornali si faceva un gran parlare di queste foto oscene del premier in vendita e in circolazione. Mi sono chiesto: serve davvero una foto di Berlusconi nudo per certificare la sua oscenit. Non bastano quelle del Berlusconi vestito che gi abbiamo? Berlusconi che consiglia a una giovane precaria di sposare un miliardario non di per s una foto oscena? Berlusconi che abbraccia il tiranno Gheddafi non unimmagine oscena? Berlusconi che si mette il fazzoletto da partigiano a Onna mentre gli amichetti della cricca gi speculano sul terremoto non oscena anchessa? Losceno ha molte facce e direi che non ce n stata risparmiata nessuna. 3- Ma davvero colpa esclusivamente del premier e del format che ha imposto alle televisioni? Non in modo cos diretto e in scala uno a uno. Non credo che la situazione delle donne in Italia sia scandalosa perch esiste la Pupa e il secchione. Ma certamente si messa in atto una strategia complessa. Il superamento del monopolio televisivo pubblico era un punto del piano della P2. Il controllo dellinformazione televisiva, la propriet delle notizie da parte di chi siede al governo, solo un elemento del gioco. Pesa anche di pi, invece, la costruzione di unegemonia culturale che tende ad appianare ogni conflitto, a semplificare ci che complesso, a banalizzare. Un pubblico di bocca buona, una platea sapientemente ignorantizzata sar certamente meno pericolosa e meno conflittuale. Il disegno questo, stato realizzato con sapienza, con leggi apposite tese a difendere il monopolio berlusconiano, cio il monopolio di uno che si dice, pensate il testacoda, liberale. Aggiungete il cinema, la pubblicit, la stampa popolare Guardate cosa si fatto alla vigilia delle elezioni del 2008 sul tema sicurezza: a fronte di statistiche che parlavano chiaramente di diminuzione dei crimini, si sollevata una campagna di paura collettiva. Ma a parte questo, e tornando alla concezione della donna, la televisioni private sono oggi in Italia fatte a immagine e somiglianza di Silvio Berlusconi. Limprinting quello, con lo strabiliante risultato che le sue tiv somigliavano a lui e le sue feste finivano per somigliare alle sue tiv. Le ragazze a tassametro di papi si dicevano tra loro: Andiamo ad Arcore a fargli vedere uno stac-
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chetto se non una nemesi questa 4- La vicenda Bindi: Vendola lha proposta come leader di un governo di transizione per fare la riforma elettorale. Subito il pd si diviso... Ho la sensazione che per dividere il Pd basti molto meno. E pi di ventanni che, in varie forme, lerede del vecchio Pci dilaniato dalla lotta demenziale tra Veltroni e DAlema, per dirne una. Finch questi due Bib e Bib non toglieranno il disturbo non credo che si avr un vero riscatto politico del maggior partito della sinistra. Quanto alla Bindi, una donna non disponibile, cattolica non dogmatica, tosta e decisa, capace di fare e dire cose di sinistra. Personalmente mi sembrerebbe unottima scelta e anche, per cos dire, un segnale forte di cambiamento, anche antropologico, rispetto al modello di donna che ci imposto, da Ruby alla Carfagna. Ma credo che i giochi delle alleanze siano oggi assai complessi e non saprei entrarci in pieno, o meglio non voglio entrarci. Mi interessa di pi il popolo del Pd e vorrei vederlo muoversi anche senza i balletti dei suoi vertici. 5- Ho letto sullUnit del 19 febbraio che negli USA sovente si tratta di Berlusconi e dello scandalo, per in chiave satirica. Si ha la sensazione che se ne possa parlare cos mordacemente solo l... Non cos. Se c una cosa che qui non manca la satira su Berlusconi. Ma ci sono delle complicazioni. In un paese come il nostro, dove la gente si informa prevalentemente attraverso i telegiornali controllati dal capo del governo, quel che manca non il commento, la notizia. La satira commento, ma se la gente non conosce la notizia, come si fa? Ecco che molti autori satirici italiani sono costretti al doppio lavoro: spiegare quel che accade e riderci sopra. Un lavoraccio. La satira costretta insomma a una supplenza dellinformazione, esattamente come accade nei regimi, come accadeva nei paesi del blocco sovietico, dove linformazione sulle porcate del regime circolava in maniera sotterranea, sottoforma di barzellette. Il paragone non cos peregrino: abbiamo visto il Tg1 fare commenti difensivi su accuse che non aveva mai spiegato, su notizie che non aveva mai dato. 6- L8 Marzo, una festa amata da tutte le donne, ha davvero senso o una compensazione tradizionale, un contentino, che ha perso il significato iniziale? Almeno su questo non voglio dire niente: cosa che riguarda le donne, le loro lotte, la loro autodeterminazione. Sullo svuotamento di significato, sulla trasformazione in rito posso dire questo: si diceva lo stesso per il 25 aprile, ma poi, quando si visto com conciata la democrazia in questo Paese, il significato di quella festa si ritrovato in pieno. Una festa unoccasione di socialit, di contatto, di chiacchiera, di comunicazione. Se la si sa riempire di significato sar importante sempre, e mi sembra che gli spunti per fare una festa di liberazione non manchino
A mulher brasileira
invece, era un atteggiamento biologicamente ineccepibile. In un Paese in cui vietato festeggiare il giorno del pap nelle scuole, perch fonte di disagio e sofferenza per lelevato numero di figli di maes solteiras (ragazze madri), mia madre non era antiquata: semplicemente ci teneva a preservare la specie! Non voleva che anchio, come lei e sua madre, crescessi dei figli da sola. Ora le cose stanno cambiando, il progresso economico del Brasile catalizza un fermento culturale che vede nei principi democratici la base per lo sviluppo futuro. Queste evoluzioni sociali solitamente richiedo-
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si dellAmerica meridionale (meno della met di quelle argentine e cilene, Cepal 2008). Questo dimostra come le vere evoluzioni sociali richiedano tempo e la forza dello sviluppo economico non sufficiente a cambiare tradizioni e culture cos radicate. Come le compagnie pubblicitarie di Sao Paulo, o i gruppi di musica funk di Rio de Janeiro, propongono ancora il pattern della donna oggetto, cos nelle realt rurali - e non solo - la donna continua ad essere vittima di abusi e soprusi. Il Brasile, purtroppo, ha ancora una societ permeata dal maschilismo e non c progresso economico che regga!
Claudia Pereira
Non detto che ogni femminista che esista su questa Terra sia una donna: c anche chi, maschio, ritiene che lidea, ancor oggi in qualche modo rivoluzionaria, della parit dei sessi, sia la base di quei valori per il quale qualunque progressista debba combattere la sua personale battaglia quotidiana, in qualche modo politica. Luca Enoch ha conquistato una certa gloria, in questa battaglia, grazie al suo mestiere di fumettista e in particolare al suo capolavoro di culto, Sprayliz, opera che potrebbe diventare manifesto del neofemminismo del 21esimo secolo, se solo qualcuno prendesse sul serio il medium del fumetto (probabilmente la forma darte e comunicazione pi sottovalutata della Storia). Quando ci si immerge nelle storie che vedono protagonista la sedicenne Elizabeth, dalla doppia vita di studentessa e di urban artist di grande fama e talento (tanto da meritarsi le ire del sindaco della sua citt), ci si accorge di quanta carne al fuoco, a livello politico, contenga questopera, apparentemente leggera e giovane. La migliore amica di Liz, Kate, , infatti, una lesbica dichiarata, e Liz, non ancora certa del suo orien-
REVOLUTION GRAFFITI
tamento sessuale, ci finisce varie volte a letto; questo nonostante sia fidanzata con Abe (poliziotto di origine africana) e nonostante sia sottoposta ai tentativi di seduzione di Kaifa, biondo coetaneo graffitaro. Il sindaco della sua citt invece un burocrate guerrafondaio
il cui pensiero costante non la povert, o la cultura, o il degrado urbano, ma i messaggi di Sprayliz e la chiusura di tutti i centri di aggregazione giovanile controcorrente (solo uno dei molti casi di preveggenza di Enoch). E cos via, di personaggio in personaggio, di storia in storia, Liz si trova di fronte ai problemi della discri-
minazione, degli abusi, del bigottismo imperante, cui Enoch rifila i suoi colpi migliori. Ci si sorprende, ad ogni nuova storia, della naturalezza con cui questi temi seriosi riescono a trovare collocazione nel contesto di unopera, ripeto, destinata allintrattenimento, umoristica, che non ha alcuno dei crismi o delle velleit del racconto impegnato o dellopera intellettuale. La sovrapposizione del discorso politico alla storia avviene naturalmente proprio perch questo parte organica della filosofia di Enoch, autore in tutto e per tutto progressista ma dotato per di unironia lieve, capace di sollevare temi anche decisamente pesanti (come lo sfruttamento degli immigrati senza permesso di soggiorno). A questo scopo aiuta anche unambientazione internazionale: la citt che ospita Sprayliz non ha nome, anche se ha i tratti della grande citt costiera americana, come San Francisco o New York, per intendersi. Il rischio, in una storia cos, da un lato quello di cadere verso il buonismo puro e semplice, e dallaltro quello di eccedere in femminismo. Entrambi questi rischi, bisogna dirlo, si
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concretizzano nel prosieguo della trama. Liz, pur dotata di unetica ferrea, non ha una morale granitica, e pertanto cede ad un individualismo che la porta a sviluppare diverse storie sentimentali parallele, mentre, nel resto del mondo, utopie abbastanza inverosimili si concretizzano, come se, in fondo, fosse Destino. Enoch, autore di grande cultura, oltre che di evidente impegno, non si permette un giudizio sulla sua creatura e pertanto non la dota di capacit di autocritica (e il fatto che abbia solo sedici anni giustifica solo in parte la sua amoralit): nonostante tutto, pare dire, questo solo un fumetto, per cui giusto che la sua protagonista sia cos, irraggiungibile, irrealistica, soprannaturale. Avercene.
Enrico Marelli
Allarticolo che segue credo sia necessario fornire unintroduzione, o meglio, una chiave di lettura. Non sono una critica e nemmeno una letterata, semplicemente mi piace leggere e mi piace Isabella Santacroce. Non ho voluto scrivere un articolo in tono saggistico, ma piuttosto rileggere la prosa dellautrice (e lautrice), come penso farebbe lei stessa: in maniera un tantino eccentrica, libera, svincolata, a tratti apparentemente vaneggiante. Mi sono documentata, ho letto qualche intervista, risfogliato i suoi libri: ne ho tratto delle idee comuni che ho voluto interpretare, intercalandole a brani scritti dalla Santacroce stessa. C lidea della luna, della verit (spesso nascosta o confusa), langoscia dellabbandono, la vitamorte e Dio, il tutto sotto una luce nevroromantica. Vogliate perdonarmi se mi permetto di suggerirvi (come ultima cosa) di approcciare questo articolo in maniera totalmente disimpegnata, lasciandovi cullare dalle parole dellautrice senza indagarne a fondo il significato, perch quel che conta la suggestione. Lascio che Isabella Santacroce si presenti da sola: Isabella Santacroce morta nel 1700 e continua a resuscitare da secoli. Isabella Santacroce coltiva crisantemi sfumati di bianco nella sua dimora in Texas con lerba negli angoli. Frequenta mansueti dromedari islandesi e gazzelle elettriche con gli occhi da cervo. Volentieri siede sul bordo della sua piscina in metallo,
Isabella Santacroce
sorseggia veleni al profumo di colla, recita versi a casaccio, veste di sete decorate dai ragni. Isabella Santacroce unassassina che rischia lergastolo, ha sventrato tre donne e reciso la testa a sei maschi. Isabella Santacroce una che scrive coi polsi, un mostro sporco di burro darachidi, una scrittrice che succhia linchiostro. Dovrebbero punirla per credersi qualcosa dorribile, ha rovinato ingenui fanciulli, adescato giumente, drogato le vene del sangue di figli infallibili.
Prima di cominciare larticolo vero e proprio vorrei parlarvi della potenza della scrittura della Santacroce. Della sua prosa essenziale ma pregna, vigorosa, incisiva, mai scontata e gonfia. Gonfia damore e di odio e di Dio e di mille altre cose che viviamo tutti i giorni. Gonfia di vita e sfiorante la morte. Qualcuno una volta ha detto che la Santacroce scrive un libro in unora, esattamente il doppio del tempo che ci si impiega a leggerlo. breve, ma non stitica, delirantemente chirurgica, allerta tutti i cinque sensi. All uscita di Destroy, Baricco scrisse: se Enrico Brizzi ha del talento, l ce n il doppio. Ma cominciamo dallinizio, per tutti. A volte penso sia stata la luna a partorirmi tra spasmi di cosce pallide e sapientemente allargate tra le stelle proprio in alto. Cos appena sopra un concerto di David
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Bowie, lei si apriva lasciandomi cadere. Siamo caduti e allatterraggio ci siamo fatti male, sbattendo il culo per terra. La madre luna se ne rimaneva l sopra, assorta tra le note di Bowie - chiss che canzone stava cantando, a me piace Heroes -. Dello spasmo generatore dellattimo prima non le rimaneva che una sottile ombra sulla superficie candida, liscia, materna, ma terribilmente fredda. Perch la luna brilla di luce riflessa e noi nasciamo da lei, madre sensuale e ghiacciata. La luna donna e di giorno si nasconde, sta sempre nel cielo ma di rado si riesce ad individuarla e conoscerne la verit. Anche la verit donna perch bisogna svelarla, come in quella statua grossa e florida del Bernini in cui una fanciulla sta sopra uno scoglio ed un velo le scivola addosso al corpo cadendo: Ecco finalmente capisci chi ! Traducendo Platone si trova il termine aletheia, che il termine con cui gli antichi intendevano la verit. Ma tradurre aletheia con veritas dicono che non va bene. Aletheia viene da lanthano che vuol dire coprire. Da lanthano proviene Lete, che il fiume delloblio, il fiume che copre. Aletheia, con lalfa privativo, il contrario di ci che si copre. Veritas invece un termine che proviene dalla zona balcanica e slava e vuol dire tuttaltro che verit: vuol dire, in origine, fede. Anche in russo vara vuol dire fede. Verit fede o verit svelata? E se non volessimo svelare la verit? Se lei non volesse essere svelata ma solo vissuta? Lasciandocene trapelare un po per osmosi attraverso la pelle senza districarne il groviglio? Siamo cos giovani. Prendiamo ispirazione dalla vita senza leggere pagine su pagine, scrittori su scrittori. La vita deve essere la nostra autrice preferita (donna). Scrive tanto la vita, scrive male, in fretta, con furia. Per me difficile a volta aprirla, mi stanca, tutte le pagine che ha, interminabili. Possiamo riposarci ma non lasciarla scappare. Labbandono sarebbe terribile. Labbandono la cosa pi terribile e straziante che possa capitare. Siamo una generazione di vittime dellabbandono perch non ci hanno lasciato respirare da piccoli: le nostre madri correvano e anche noi abbiamo cominciato subito a correre. Dovremmo comprare una stazione per avere un punto di partenza e sapere che rimarr l anche se lo lasceremo facendo i bagagli fin troppe volte. Ogni volta che finisco di leggere un libro trattengo lultima pagina perch non se ne vada e mi emoziono. Ci che pi mi strazia labbandono, quando chiudono la porta e non vedo pi. Quando finisco un romanzo cerco di scappare subito da lui per non vedere quella porta che si chiude, per chiuderla io prima che sia il romanzo a farlo. Quando scrivo entro nel romanzo, quando lo termino scappo da lui e chiudo la porta. Siamo stati definiti una generazione di nevroromantici, psicotici, ansiosi, nevrotici che bevono e fumano e si drogano e hanno sempre mille schizofrenici pensieri in testa e la vita li consuma, ma sono romantici, loro! Soprattutto noi ragazze siamo nevroromantiche, naturalmente predisposte a vibrare pi a fondo degli echi della vita che ci scuotono ogni fibra. le ragazze dovrebbero gridare dalle finestre. Le ragazze dovrebbero diventare ragazzi ed i ragazzi dovrebbero diventare ragazze. Siamo nevroromantici che ascoltano Yann Tiersen e cercano di masticare con noncuranza voluta o non tutto ci di cui si possono nutrire e non, talvolta voracemente, spinti in ugual maniera da Eros e Thanatos. Eros e Thanatos riassumono tutta la nostra vita, nessun uomo maturo fino al giorno della sua morte, nessun uomo uomo se non ha intensamente amato e se non si intensamente nutrito. Si pu biasimare un uomo perch ha troppo amato? Come Dio che sempre con noi, sul soffitto delle nostre camere con lo stomaco trafitto dal lampadario e ci guarda. Alla fine siamo nati ascoltando una canzone di David Bowie And you, you can be mean And I, Ill drink all the time Cause were lovers, and that is a fact Yes were lovers, and that is that
Michela Paoletti
Christine de Pizan
Luomo moderno ha spesso labitudine di prendere ci che il passato ha donato allumanit e di riutilizzarlo senza le adeguate premesse, volte a contestualizzare la materia prima. Calare la nozione che si desidera trattare nella propria cornice storica invece il passo fondamentale per rendere il passato utile al presente. Parlando di femminismo, le immagini mentali che sorgono riguardano principalmente i movimenti di protesta degli anni 60 - 70, le grandi manifestazioni volte a contrastare la repressione di costumi sessuali liberi, le agguerrite detentrici di una verit racchiusa in un improvvisato simbolo triangolare elevato al cielo. Christine de Pizan (Venezia, 1362- Monastero di Poissy, 1431 circa) fu ed considerata, spesso impropriamente, icona femminista ante litteram. Figlia di un alto dignitario della corte di re Carlo V di Francia, ebbe uneducazione per una donna insolitamente vasta. Libera di attingere sapere dalla biblioteca reale del Louvre, Christine matur negli anni una profonda coscienza della propria anomalia in una realt in cui il ruolo intellettuale era svolto esclusivamente da uomini. Sposa a quindici anni del segretario del re, parl in seguito della felicit del proprio matrimonio: fatto insolito allepoca, vista la totale alienazione della donna dalla scelta del futuro consorte. Christine visse gli anni del matrimonio conciliando gli impegni di madre (nascevano, in quegli anni, i tre figli) con quelli di vivace intellettuale, svolgendo unapprezzata opera di copista e miniaturista. Nel 1385 mor il padre, nel 1390 il marito: Christine rimase sola ad accudire i figli e la madre. Furono probabilmente gli eventi avversi a far nascere nella futura autrice la necessit di teorizzare luguaglianza sociale dei sessi: dopo la morte delle due centrali figure maschili, suddita di re Carlo VI, che aveva in odio la sua famiglia, Christine inizi la sua vera attivit intellettuale con una simbolica metamorfosi in uomo: Allora diventai un vero uomo, non favola/ adatto a condurre le navi. La metafora della nave nella tempesta, simboleggiante la propria esistenza di donna gettata in un mondo avverso, ricorrer spesso in tutta lopera dellautrice. Le principali fatiche scritte in questo travagliato periodo furono Le livre des cent ballades, Le livre de corps de police, LavisionChristine, Lepistre au dieu damours, Le livre de trois vertus, e la Cit des dames. La citt delle dame probabilmente il primo testo in assoluto che teorizzi un profondo credo femminista, definendone le linee guida. Scritto in seguito alla lettura delle misogine Lamentations di Mateolo, libro medievale e piccola goccia nel mare della tradizione anti-femminile che ha lasciato segni evidenti in ogni parte della storia umana, La cit des dames un testo allegorico che narra la costruzione di una nuova citt, abitata da sole donne. Christine de Pizan sostiene la teoria della necessit di una genealogia unicamente femminile, che elimini con il tempo lingerenza maschile dallesistenza delle donne. Ad aiutare la scrittrice nella costruzione della citt sono Ragione, Rettitudine e Giustizia, che dirigono i lavori e che permettono alle donne della leggenda e della storia di abitare in armonia, finalmente libere dal giogo imposto loro dalluomo. Lutopico testo vede come protagoniste eroine della tradizione cristiana come le sante e le martiri, ma non solo: vengono citate donne infide e lussuriose per antonomasia come Semiramide, Medea, Didone. Christine de Pizan quindi teorizzatrice di un femminismo estremo, che non vuole lequiparazione al sesso forte, ma la totale astrazione da esso attraverso la fondazione di una nuova storia, parallela ed indifferente a quella tradizionale, dominata dalluomo con la violenza.
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Gp.M.
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La storia di Medea ci nota dalla mitologia classica: la figlia di Eete, re della Colchide, ed colei che aiuta Giasone a impadronirsi del vello doro ingannando suo padre; in seguito a questimpresa lascia il suo paese imbarcandosi sullArgo, sposa Giasone, da cui avr due figli, e lo segue a Corinto. Dopo dieci anni dal loro trasferimento, Creonte, re di Corinto, propone sua figlia Glauce come sposa a Giasone per fare di lui il suo successore al trono: questi accetta e abbandona Medea. La vendetta della donna non si fa attendere: incendia la citt, provoca la morte della rivale regalandole un mantello che le sue arti avevano reso velenoso, e infine, per assicurarsi che Giasone non avesse discendenza alcuna, uccide i figli avuti con lui, condannandolo allinfelicit perpetua. Insomma, conosciamo Medea come un personaggio negativo, una traditrice, una fattucchiera e uninfanticida: questultimo, soprattutto, il fatto sconcertante e deprecabile della sua triste vicenda, quello che porta il pubblico ad avere meno piet della protagonista e della sua storia sfortunata. Eppure ci sono dei fattori che ci fanno scoprire che il suo personaggio non nato in unaura di negativit: partendo dal suo nome, che ha un etimo positivo (Medea significa infatti colei che porta consiglio), e arrivando a rintracciare le fonti precedenti a Euripide, attestate soprattutto ad Apollonio Rodio, si scopre una storia del tutto diversa, quella di
Medea
una donna amareggiata, oltre che dallamore, dallincapacit della societ di Corinto di integrare la cultura della Colchide: costretta ad affrontare da sola lintolleranza degli abitanti, ne sar infine sconfitta e annientata quando i suoi nemici arriveranno a lapidarle i figli. In realt, il fatto che la figura di Medea sia stata mistificata nei secoli, cosa nota agli specialisti: la storiografia antica, in particolare Robert Greves, ricorda che Euripide, nello scrivere la sua tragedia, aveva manipolato la vicenda di Medea per assolvere gli abitanti di Corinto, e che per questa operazione gli era stato riconosciuto un onorario di quindici talenti dargento. Medea sarebbe stata denigrata dalla tradizione perch scelta come capro espiatorio di una situazione difficile, come spesso capita a chi si fa portavoce della verit e si rifiuta di piegarsi al potere, soprattutto se a farlo una donna. Christa Wolf, una delle pi importanti scrittrici contemporanee di lingua tedesca, ha operato una riscrittura del mito di Medea partendo dalla messa in discussione dellinfanticidio: lassunto di fondo dellautrice era che Medea non poteva essere uninfanticida perch una donna proveniente da una cultura matriarcale (quale era la cultura della Colchide) non avrebbe mai ucciso i suoi figli; per dimostrare ci, la Wolf ha compiuto delle indagini riallacciandosi alle fonti antecendenti Euripide, e da queste poi nato il suo romanzo Medea. Voci, in cui tratteggia una Medea
del tutto nuova, un personaggio potente e affascinante, di quelli difficili da dimenticare. Questo libro ha molto da dire a chi si oppone a una certa visione della societ e del mondo. Infatti, la vicenda personale di Medea rappresenta lo scontro tra una societ matriarcale, quella della Colchide, estranea alla violenza e legata ai saperi del corpo e della terra di cui le donne sono depositarie, e una societ patriarcale, classista e repressiva, quella di Corinto. Larrivo in citt della nave Argo con Medea e gli abitanti della Colchide che avevano deciso di seguirla, provoca un incontro tra culture estremamente diverse, che oltretutto coincide con un periodo sciagurato per la citt di Corinto, prima scossa dal terremoto e poi flagellata dalla peste, coincidenza che porter a una situazione cos tesa ed esplosiva da risolversi soltanto con la ricerca di un Colpevole. Medea la persona pi adatta, perch un personaggio noto in citt e a corte, il popolo la guarda con sospetto, un modello di donna fiero e indipendente, troppo diverso dalle donne di Corinto, sottomesse e invisibili; mentre a corte diventata scomoda da quando ha scoperto che il potere regale era fondato su un crimine inconfessabile. La concezione della donna uno dei motivi di maggiore diversit e frizione tra le due culture, in effetti uno dei punti nodali della vicenda, e si potrebbe riassumere attraverso delle figure paradigmatiche. La prima Medea, donna nobile e intelligente, sapiente
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e indipendente. Arriva in un paese molto diverso dal suo e rifiuta di scendere a compromessi con ci che gli altri si aspettano da lei: continua a camminare a testa alta e a curare la gente usando il suo sapere, molto diverso dal sapere superstizioso profuso dagli astrologi di corte. Gli uomini ne sono attratti ma la temono, Giasone non la capisce e questo porta alla dissoluzione del loro rapporto. Lei rimane fedele a se stessa fino alla fine, convinta di comportarsi giustamente, fino alla fine indomata anche davanti alla barbarie. La seconda Agameda, abitante della Colchide, ex allieva di Medea che nutre nei suoi confronti un odio viscerale. Agameda cresciuta in una terra dove le donne hanno un posto e un peso decisionale ben diverso, ma capisce che a Corinto, per sopravvivere e per avere successo, deve mettersi in un angolo, non agire in prima persona ma manipolare, fingersi debole, non rendersi visibile. Per ottenere il suo tornaconto e lo ottiene preferisce sottomettersi. Le uniche due donne di Corinto che il racconto ci presenta sono Merope e Glauce, rispettivamente moglie e figlia di Creonte: la vita di entrambe stata scossa da un crimine, ma loro non possono parlarne n denunciarlo. Il risultato che la regina vive a corte praticamente da prigioniera, sposa di un uomo che odia, sullorlo della follia, mentre Glauce, non potendosi esprimere in altro modo, somatizza il suo dolore e la sua paura attraverso la malattia; solo Medea a un certo punto si preoccupa di lei, cerca di farle esprimere ci che prova, ma la ragazza troppo debole per guardarsi dentro, pertanto alla fine indossa un abito che le era stato donato da Medea e si suicida. Se Medea colpevole di qualcosa, lo di essere stata troppo accanitamente fedele a se stessa e di non essersi piegata. Il pregiudizio e gli intrighi di palazzo hanno fatto il resto: prima lhanno additata come responsabile della pestilenza, poi come responsabile dellevirazione di Turone, un uomo sta, che vince nei secoli e che viene trasmesso in Occidente fino ad oggi: quel modello da cui tuttora facciamo fatica a liberarci. La verit che, intrisi come siamo di quella cultura, non ci sembra che esista unalternativa reale a una societ in cui il potere verticistico, la classe dirigente, rigorosamente maschile, detiene ricchezze e saperi e tiene il popolo il pi possibile nella povert e nella superstizione per poterlo controllare. Medea stata sconfitta, ma a ben guardare non c stato nessun vincitore. Quale sarebbe, quindi, la soluzione, per noi eredi di quel modello? Tornare al matriarcato? stata posta anche a Christa Wolf questa domanda, e lei ha risposto: No, per lamor di Dio! Un matriarcato concepito come dominio femminile non forse nemmeno mai esistito e comunque un ritorno a rapporti cos arcaici e indifferenziati impensabile. La soluzione, la proposta che potrebbe portare veramente a costruire un mondo migliore, nonostante tutto la pi semplice: E sempre pi evidente che solo linterazione degli sguardi maschile e femminile pu mediare unimmagine corretta del mondo. Un mondo che devessere plasmato da uomini e donne in modo paritario, a seconda del loro specifico punto di vista. Questo condurrebbe a priorit ben diverse da quelle che attualmente ci condizionano. Ad altre gerarchie di valori. Ma da tutto questo siamo ancora distanti anni luce.
di corte misfatto, questo, particolarmente grave per la societ maschilista di Corinto e per questo condannata allesilio; infine, il popolo inferocito, per assicurarsi che di lei in citt non rimanesse nemmeno la discendenza, lapida i suoi figli, e alla donna, distrutta, non resta che maledirli, maledirli tutti. Alla fine la cultura matriarcale soccombe sotto la violenza del patriarcato, ed quel modello, quello violento, maschilista e classi-
Silvia Rezzonico
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Rita Sozzi
Orlando Woolf
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Il PornoFemminismo!
un po di trucco?. Una faccenda apparentemente estetica quindi. Ma la nostra regista scioccata dai commenti, colse in queste parole la perfida ombra del sessismo. E perch mai in un video porno le donne non possono ap-
lando! Ma diventiamo un po pi esplicite per chi non fosse preparato. Tutto inizia un bel giorno in Svezia (casualit delle casualit), da una regista alternativa: Mia Engberg, che stufa dei soliti pornazzi, prende il suo telefonino e gira un corto di 3 minuti con donne che si masturbano e vengono (dal titolo Come Together). Fin qui, direte voi, nulla di diverso, peccato che i primi piani femminili in questione non erano la solita bionda ossigenata-tetta rifatta-con unghie colorate e lunghissime (che solitamente portano alla fatidica domanda: ma come cavolo fa a toccarsi senza lacerarsene mezza?!), bens donne naturali e senza pretese. Volete ridere??!! Dopo che il video fu postato su YouTube, Mia fu rimproverata dai carissimi telespettatori perch le donne apparivano brutte, Possibile che non abbiano almeno
parire per quel che sono?, da li avanzo lipotesi, per nulla strampalata, che fosse il consumatore maschio di pornografia a pretendere che le donne apparissero belle anche quando impegnate a masturbarsi o in qualsivoglia attivit sessuale. E che le donne invece se ne infischiassero allegramente di queste fesserie. Nella pornografia lo sguardo e sempre stato quello di un uomo e la sessualit femminile e stata limitata a poche identit indicate dal sistema patriarcale (e dellego maschile artistico): puttana, moglie, madre, musa. Adesso e arrivato il momento di cambiare. Da qui lidea di portare avanti una pornografia tutta al femminile (di cui Come Together pu essere considerato il numero zero) definita dalla Engberg pornofemminismo. Idea che si e evoluta in un brillante manifesto in 10 punti e in un appello
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ad artiste, cineaste ed attiviste scandinave: girate anche voi il vostro corto pornofemminista! Uniche due regole: che gli artisti abbiano pi di 18 anni e che il film duri meno di 15 minuti! Dodici registe hanno risposto alla chiamata! Nasce cosi Dirty Diaries, antologia contenete 12 cortometraggi pornofemministi (pi il gi esistente Come Together della Engberg), realizzata grazie a un finanziamento di 500 mila corone (50 mila euro) da parte dello Svenska Filminstituten organizzazione che eroga finanziamenti statali per la produzione, distribuzione e proiezione pubblica dei film svedesi e uscita nel 2009 direttamente in DVD. Tutti e 12 i corti risultano provocanti ed interessanti, ma la vera perla del cofanetto e il manifesto, disarmante e geniale, che oltre allambito della pornografia andrebbe praticato nella vita quotidiana. Cosi sulle note di copertina del DVD: 1. Siamo belle come siamo. Al diavolo gli ideali di bellezza malati! Odiando profondamente se stesse, le donne consumano molta della loro energia e sviliscono la propria creativit. Lenergia che potrebbe essere diretta allesplorazione della nostra sessualit e del potere che abbiamo, viene prosciugata da diete e cosmetici. Non lasciare che i poteri commerciali controllino i tuoi bisogni e desideri. 2. Difendi il diritto di essere arrapata. La sessualit maschile e considerata una forza della natura che va soddisfatta a tutti i costi. Quella delle donne viene accettata solo se si adatta ai bisogni delluomo. Sii arrapata a modo tuo. 3. Una brava ragazza e una ragazza cattiva. Ci hanno nutrite del clich culturale per cui le donne sessualmente attive e indipendenti o sono pazze o lesbiche e quindi pazze. Vogliamo vedere e fare film in cui Betty Blue, Ophelia e Thelma & Luise alla fine non devono morire. 4. Distruggi capitalismo e patriarcato. Lindustria del porno e sessista perch viviamo in una societ patriarcale e capitalista. Si arricchisce dei bisogni che la gente ha di sesso ed erotismo e nel farlo sfrutta le donne. Per combattere il pornosessismo devi distruggere capitalismo e patriarcato. 5. Sconce quanto ci pare. Godi, decidi o lascia perdere. Di NO quando ti pare, per essere in grado di dire Si quando vuoi TU. 6. Laborto legale e libero e un diritto umano! Tutti hanno il diritto al controllo del proprio corpo. Ogni anno milioni di donne subiscono gravidanze non volute e muoiono per aborti illegali. Fanculo la morale buona solo a predicare contro il controllo delle nascite e linformazione sessuale. 7. Combatti il vero nemico! La censura non pu liberare la sessualit. Fintanto che le immagini sessuali sono tab, limmagine della sessualit delle donne non potr cambiare. Non attaccate le donne perch mostrano il sesso. Attaccate il sessismo che cerca di controllare la nostra sessualit. 8. Sii queer! Chi si oppone allerotismo spesso e omofobico e spessissimo e transfobico. Noi non crediamo nella lotta tra i sessi ma nella lotta contro i sessi. Identificati col genere che vuoi e fai lamore con chi ti pare. Sessualit e diversit. 9. Usa protezioni. Im not saying go out an do it, but if you do, strap it up before you smack it up (non ti dico esci e vai a scopare, ma se lo fai, coprilo prima di fartelo sbattere dentro) Missy Elliot. 10. Fai da te. Lerotismo e buono e ne abbiamo bisogno. Siamo fermamente convinte che sia possibile creare unalternativa allindustria pornografica mainstream facendo i film sexy che ci piacciono. Dirty Diaries ben accolto e apprezzato in gran parte dEuropa, non ha avuto pari fortuna in Italia, dove e bastata una segnalazione (lanno scorso) sul
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quotidiano Il Sole 24 Ore per accendere polemiche e scatenare indignazione. Pare non sia stata gradita la scelta di pubblicare larticolo, corredato di link al trailer del film, nellhomepage del sito del quotidiano, definita senza troppe cerimonie e con grande imbarazzo (nostro oltre che loro) svolta porno del giornale. E cosi, malgrado il successo tra i lettori (quantificato dal numero di accessi al trailer del film arrivati direttamente dallhomepage del giornale), sono stati rimossi prima il link al trailer e poi tutto larticolo, che profeticamente chiudeva segnalando proprio come nelle classifiche internazionali lItalia, in materia di parit tra i sessi sia ancora a meta strada. In buona compagnia di Mozambico, Repubblica Domenicana e Burundi. Insomma facciamoci qualche domanda
Nicole J. Weber
Leggere e rileggere gli articoli che sono stati inviati in redazione sul tema di questo numero, mi ha spinto a riflettere sullesigenza di scrivere qualche riga in onore del titolo che abbiamo scelto: La rivoluzione DONNA!. Innanzitutto vorrei chiarire limmediato riferimento al movimento femminista, che ritorna in diversi articoli, da Christine de Pizan al porno-femminismo. Al di l delle diverse declinazioni che esso ha avuto nel corso della storia, qui parliamo di FEMMINISMO, in generale, pensando al fermento sociale e culturale che nasce esaltando la pari dignit e luguaglianza dei diritti delle donne. Unidea che, pur con le notevoli limitazioni sottolineate nelle
Riflettendoci...
nostre interviste, potrebbe suonarci almeno familiare oggi, ma che non lo era di certo fino a pochi decenni fa: pensate solo a quanto recente linvenzione del suffragio universale! Il femminismo, di cui trattiamo in questo numero, riconosce che la donna parte integrante della societ e come tale deve essere messa nella condizione di poter scoprire se stessa e crescere come persona, a beneficio della societ stessa, sviluppando i propri punti di forza e le proprie inclinazioni naturali nel perseguimento degli obiettivi da lei stessa prefissati. Daltra parte, femminismo non vuol dire che esistono donne migliori o che la sola donna per eccellenza la donna top manager, la donna emanci-
pata che riuscita a svincolarsi dagli STEREOTIPI, mentre le donne che, come da tradizione, si occupano dei figli e della casa sono meno donne. Il femminismo non emargina una donna perch una buona madre, piuttosto il femminismo (come ogni persona di BUON SENSO dovrebbe fare) denuncia qualsiasi cosa limiti o impedisca a una donna in quanto tale di portare avanti la sua crescita personale e professionale, discriminandola e vincolandola al luogo comune della donna chiusa in casa, nonostante disponga delle qualit necessarie per assumersi responsabilit e ricoprire cariche importanti. Da ci segue la definizione di EMANCIPAZIONE non come isolamento o chiusura della donna in se stessa e nelle sue ambizioni, ma come LIBERTA DI SCELTA. Una scelta costruttiva, slegata dal peso della tradizione o dalla sottile influenza dei media. Una scelta positiva per la crescita della persona e della societ in cui essa si E come saluto un estratto dalla poesia Strega di Jean Tepperman: [...] Voglio il mio vestito nero. Voglio che i capelli mi si arriccino selvaggi. Voglio riprendere la scopa dallarmadio dove lho rinchiusa. Stanotte incontrer le mie sorelle nel cimitero. A mezzanotte se ti fermi al semaforo nel traffico umido della citt, guarda se ci vedi contro la luna. Noi gridiamo, noi voliamo, noi ridiamo e non smetteremo. E come dicevano le femministe nel 70:
inserisce. La donna, infatti, in quanto persona, ovvero unit alla base della societ stessa, degna di incondizionata protezione e supporto affinch sia libera di scegliere che persona che donna - essere, a seconda delle proprie inclinazioni, doti o aspirazioni. Una societ che emargina le donne, non fa che privarsi di una risorsa fondamentale per garantire uno sviluppo a lungo termine, limitando inevitabilmente la propria capacit produttiva e il proprio potenziale creativo. Su queste basi auspichiamo una RIVOLUZIONE al femminile. Non vogliamo con questo fomentare una rivolta di donne armate di fiaccole e forconi; sogniamo, invece, un cambiamento ben pi radicale: una generale presa di coscienza della necessit di portare avanti con sempre maggior determinazione la lotta per garantire alle donne uguaglianza e libert in ogni aspetto e dimensione della vita.
Fred Vargas
I nostri contatti:
[email protected] -toskeptron.blogspot.com -www.toskeptron.altervista.org
Il prossimo numero si intitoler: Larte dellartifizio. Aspettiamo i vostri scritti sulla nostra mail!
...E non abbiamo alcuna intenzione di andarcene! LArt Director: Nicole J. Weber