Lezione n.8-9
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8-9
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DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA
Corso di OPERE IN TERRA
Il progetto dei rilevati come opere in terra su terreni comprimibili, cos’ come altre opere in generale, procede analizzando le massime
sollecitazioni che il sistema geotecnico è in grado di sopportare senza rompersi, assumendo gli opportuni coefficienti di sicurezza in
condizioni di esercizio dell’opera. Oltre ai problemi di stabilità in termini di rottura del sistema geotecnico si deve sempre valutare la
stabilità del sistema in termini di spostamenti, deformazioni. Quest’ultima in alcuni casi rappresenta il problema più rilevante.
Le condizioni di stabilità nei confronti della rottura del sistema (SLU) sono sempre indispensabili nella progettazione come peraltro
impongono le normative.
La progettazione, tuttavia, è spesso regolata dallo «stato limite di esercizio» (SLE). Gli spostamenti devono essere contenuti entro
limiti dettati dall’esercizio dell’opera, dai costo ed interventi di manutenzione, dalle condizioni di funzionalità richieste all’opera.
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«Una analisi rigorosa dovrebbe prevedere lo studio del sistema geotecnico in modo da poterne descrivere la risposta meccanica per
ogni stato tensionale e deformativo in atto, fino al raggiungimento delle condizioni di collasso. Tale modo di procedere è spesso non
facilmente percorribile soprattutto per la difficoltà di disporre, per i terreni, di modelli costitutivi e parametri di validità ed applicabilità
generale. «
(Berardi R. 2009)
Si è dunque costretti a ricorrere a semplificazioni per analizzare le deformazioni dei sistemi geotecnici con ottimi risultati soprattutto
se si tratta di problemi e strutture semplici. Le semplificazioni consistono nell’assumere approcci basati su modelli semplificati che
sono necessariamente affetti da imprecisioni e limiti che possono generare errori di valutazione che sono in genere tanto maggiori
quanto il problema è complesso, ma che possono essere ridotti dalla migliore stima possibile dei parametri geotecnici del
terreno.
Per opere di elevata complessità e di grande rilevanza ed importanza possono essere necessarie modellazioni del
comportamento meccanico nel suo complesso
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1. FASE DI CARICO
Nel terreno si generano sovrappressioni interstiziali u e, data la
bassa permeabilità del terreno (k) è lecito ritenere che nell’ambito
delle usuali velocità di costruzione dei rilevato e, quindi, di
applicazione del carico, ci si trovi in condizioni non drenate e quindi
il terreno si deforma a volume costante ed il cedimento che ne
consegue è indicato come CEDIMENTO IMMEDIATO..
St = Si + Sc + Ss
La determinazione dei cedimenti dovuti alla deformazione dei terreni di fondazione costituisce una fase delicata ed importante nella
progettazione di un sistema geotecnico comprensivo di sovrastruttura e terreno di fondazione.
Data la difficoltà e le complicazioni derivanti dalla necessità di estrapolare i risultati che in genere sono basati su piccoli volumi di
terreno o piccoli campioni (laboratorio) ad un ammasso non elastico, eterogeneo, anisotropo, occorre fare delle semplificazioni che
fatalmente comportano limitazioni. Questo impone necessariamente una salda esperienza nella assunzione dei valori dei parametri
geotecnici per non incorrere in errori che potrebbero essere anche grossolani con riflessi non positivi sui dimensionamenti e sulle
verifiche del sistema.
I procedimenti da seguire per l’analisi del sistema geotecnico sono distinguibili tra:
PROGEDIMENTO ESATTO Approccio che, fatte le assunzioni di base sulle leggi costitutive e sulle condizioni al contorno, porta
ad una risposta coerente nel rispetto delle leggi della meccanica. Può non essere affidabile.
PROCEDIMENTO AFFIDABILE Procedimento empirico che di per sé non può essere considerato esatto.
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Il calcolo dei cedimenti del terreno di fondazione di un’area di carico di dimensioni finite muove dai seguenti elementi, in
ordine cronologico di studio:
• Conoscenza del tipo di sovrastruttura, delle sue caratteristiche geometriche e distributive, delle caratteristiche d’esercizio, vita
utile.
• Conoscenza dei caratteri geologici, idrologici, idrogeologici del sito.
• Conoscenza del sottosuolo, caratteristiche litostratigrafiche e geotecniche, struttura, condizioni idrologiche.
• Conoscenza dello stato tensionale iniziale del sottosuolo
• Conoscenza dello stato tensionale indotto dal carico applicato al suolo
• Conoscenza dei parametri di rigidezza da utilizzare per le diverse condizioni di costruzione ed alla fine di essa
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Il calcolo dei cedimenti del terreno di fondazione di un’area di carico di dimensioni finite muove dai seguenti elementi, in
ordine cronologico di studio:
• Conoscenza del tipo di sovrastruttura, delle sue caratteristiche geometriche e distributive, delle caratteristiche d’esercizio, vita
utile.
o Dimensioni planimetriche ed altimetriche
o Conformazione e distribuzione geometrica
o Funzioni ed esercizio
o Carichi ed azioni esterne competenti alla sovrastruttura
o Vita utile e sistema di manutenzione previsto
o Presenza di opere d’arte inserite nel corpo del rilevato
o Interferenze con altre opere preesistenti
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Il calcolo dei cedimenti del terreno di fondazione di un’area di carico di dimensioni finite muove dai seguenti elementi, in
ordine cronologico di studio:
o Geologia
o Morfologia e propensione al dissesto dell’area in esame
o Idrologia ed idrogeologia
o Uso del suolo
o Stabilità dell’area
o Storia sismica e microzonazione sismica
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Il calcolo dei cedimenti del terreno di fondazione di un’area di carico di dimensioni finite muove dai seguenti elementi, in
ordine cronologico di studio:
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Il calcolo dei cedimenti del terreno di fondazione di un’area di carico di dimensioni finite muove dai seguenti elementi, in
ordine cronologico di studio:
o Applicazione dei metodi di analisi della diffusione dei carichi nel sottosuolo: legge elastica di Boussinesq
o Individuazione della profondità del volume significativo
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Il calcolo dei cedimenti del terreno di fondazione di un’area di carico di dimensioni finite muove dai seguenti elementi, in
ordine cronologico di studio:
• Conoscenza dei parametri di rigidezza da utilizzare per le diverse condizioni di costruzione ed alla fine di essa
o Analisi geotecnica determinazione dei parametri di rigidezza e moduli da applicare per il calcolo delle deformazioni degli
strati di terreno e per il cedimento, compresi i tempi di sviluppo dei cedimenti stessi.
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Approccio semplificato per la modellazione della deformabilità dei terreni per calcolare i cedimenti e del deformazioni indotte dalle
sollecitazioni provocate dai carichi esterni.
Tuttavia, per descrivere il comportamento deformativo del terreno si fa l’ipotesi che il terreno sia materiale a comportamento
elastico lineare tra le componenti di sforzo e deformazione, nella relazione:
1 2(1+𝑣)1
ε 𝑥 = 𝐸 [𝜎𝑥 − 𝑣 𝜎𝑦 + 𝜎𝑧 ]; 𝛾 𝑦𝑧 = 𝐸
𝜏𝑦𝑧 dove: E è modulo di deformazione Young:
𝒗 è il coefficiente di contrazione trasversale Poisson
1 2(1+𝑣)1
ε𝑦 = [𝜎𝑦 − 𝑣 𝜎𝑥 + 𝜎𝑧 ]; 𝛾 𝑥𝑧 = 𝜏𝑥𝑧
𝐸 𝐸
1 2(1+𝑣)1
ε 𝑥 = 𝐸 [𝜎𝑧 − 𝑣 𝜎𝑦 + 𝜎𝑥 ]; 𝛾 𝑥𝑦 = 𝜏𝑥𝑦
𝐸
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In alternativa rispetto alle equazioni di elasticità con il modulo di Young ed il coefficiente di Poisson si possono introdurre il modulo di
elaticità tangenziale o modulo di taglio G ed il modulo di dilatazione cubica o modulo di elasticità volumetrica K legati alle
costanti elastiche dalle relazioni:
𝜏 𝐸
G= =
𝛾 2(1+𝑣)
; dove: E è modulo di deformazione Young
K=
𝑝
𝜀𝑣
=
𝐸
3(1−2𝑣)
; 𝒗 è il coefficiente di contrazione trasversale Poisson
-------------------------------------
x=y= 0
z 0
si ottiene:
𝑉
x = y = (1−𝑉) z
z 1−𝑣
M=
z = E = z (1+𝑣)(1−2𝑣) M Modulo di compressibilità monodimensionale (Modulo edometrico)
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In queste condizioni di elasticità lineare, omogeneità ed isotropia la definizione del legame costitutivo tra tensione e deformazione è
caratterizzato da due parametri indipendenti: E, v.
In geotecnica si èpiù inclini ad utilizzare G e K in quanto rappresentano le condizioni tipiche di deformazione dei terreni.
Per i terreni si hanno infatti componenti distorsionali e volumetriche associate a variazioni simultanee di tensioni normali e
tangenziali.
Per un materiale elastico lineare isotropo la applicazione di una componente isotropa dello sforzo genera solo variazione di volume
senza variazione di forma
La applicazione del deviatore coinvolge solo variazione di forma ma non di volume: ciò significa che le deformazioni distorsionali e
volumetriche sono disaccoppiate.
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1. Presenza di fluido interstiziale (condizioni drenate e condizioni non drenate) (tensioni efficaci, tensioni totali)
2. Determinazione sperimentale dei valori dei parametri
3. Non linearità del comportamento e, quindi, dipendenza dei parametri elastici dai livelli di sollecitazione e deformazione
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1. Presenza di fluido interstiziale (condizioni drenate e condizioni non drenate) (tensioni efficaci, tensioni totali)
2. Determinazione sperimentale dei valori dei parametri
3. Non linearità del comportamento e, quindi, dipendenza dei parametri elastici dai livelli di sollecitazione e deformazione
CONDIZIONI DRENATE
𝐸𝑈 𝐸′
GU = G’ = =
2(1+𝑣𝑈) 2(1+𝑣′)
Da cui, per v=0,5
3 𝐸′
EU =
2(1+𝑣′)
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Considerare il terreno come mezzo elastico lineare, omogeneo ed isotropo consente di valutare gli stati tensionali indotti nel
sottosuolo una volta conosciuto il valore della pressione applicata al suolo ed applicando le equazioni costitutive.
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La determinazione delle tensioni indotte nel sottosuolo dal carico applicato in superficie , con le assunzioni di elasticità, omogeneità
ed isotropia per il terreno, ha come base di riferimento il calcolo dello stato tensionale indotto nel sottosuolo da una forza concentrata
puntiforme «P» : SOLUZIONE GENERALE DI BOUSSINESQ (1885) . Le equazioni in coordinate cilindriche sono di seguito
riportate.
Indipendente dalle
proprietà elastiche del
terreno
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𝜎𝑧
= 𝑓(r, z, B)
𝑞
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𝜎𝑧
= 𝑓(r, z, B)
𝑞
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𝑞. 𝐵
𝑠= 1 − 𝑣2 𝐼𝑠
𝐸
Is Coefficiente di influenza che dipende da geometria, rigidezza della fondazione e spessore del terreno
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Fondazioni rigide
Se la fondazione che carica il suolo su un’are di carico definita è rigida i valori dei cedimenti sono generalmente inferiori a quelli che a
parità di carico si registrano per la stessa fondazione priva di rigidezza.
Se la fondazione è rigida, la condizione imposta al contorno è quella di cedimento uniforme, mentre nel caso di fondazione priva
di rigidezza si registra una andamento disuniforme del cedimento.
Si definisce un punto caratteristico in cui il cedimento è uguale a quello della fondazione rigida.
da Lancellotta (2004)
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0,577 . (a/2)
0,577 . (b/2)
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da Lancellotta (2004)
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Da una generica curva sforzi – deformazioni di un elemento di terreno (prove triassiali) si evidenzia come gli effetti della non linearità
siano già presenti alle prime fasi di carico.
Sforzo deviatorico
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Nota: Le considerazioni seguenti sono valide, riferite alla figura precedente, sia per il modulo di Young «E» che per il modulo di taglio
«G» e per questo si indica nel seguito il termine rigidezza
Eo, Go : Moduli iniziali si mantengono costanti per deformazioni inferiori al valore di soglia. In questa condizione la rigidezza
secante e tangente coincidono e sono pari a quella iniziale: il comportamento può essere considerato lineare.
Eo = Es = Et; Go = Gs= Gt
La deformazione di soglia è variabile da caso a caso. Generalmente varia nell’intervallo 10 -4 % 10-3 %
Es, Et, Gs, Gt : All’aumentare delle deformazioni la rigidezza tangente e secante differiscono tra loro.
Rigidezza tangente < Rigidezza secante
Es, Gs : Il modulo secante decresce monotonicamente dal valore iniziale fino a zero per deformazioni teoricamente
infinite.
Et, Gt : Il modulo tangente si annulla al picco e diventa negativo dopo di esso nel caso di comportamento
rammollente (perde signigicato)
da Berardi (2009) 38
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Nota: Le considerazioni seguenti sono valide, riferite alla figura precedente, sia per il modulo di Young «E» che per il modulo di taglio
«G» e per questo si indica nel seguito il termine rigidezza
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Nota: Le considerazioni seguenti sono valide, riferite alla figura precedente, sia per il modulo di Young «E» che per il modulo di taglio
«G» e per questo si indica nel seguito il termine rigidezza
da Berardi (2009)
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Nota: Le considerazioni seguenti sono valide, riferite alla figura precedente, sia per il modulo di Young «E» che per il modulo di taglio
«G» e per questo si indica nel seguito il termine rigidezza
La figura mostra il diagramma con ascissa la deformazione assiale [%] e ordinata la tensione deviatorica in MPa
La prova triassiale è realizzata su tre provini, ciascuno con pressioni di confinamento diverse.
I MODLI D DEFORMAZIONE NON SONO DELLE COSTANTI DEL MATERIALE DIENDENDO DAL SUO STATO INIZIALE E DA
QUELLO CORRENTE
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𝒑′ n
Valori da 0,5 a 1
𝑬′ 𝒐
= 𝒌𝑬 . 𝑭 𝒆 . Talora di assume ’v
𝒑𝒂 𝒑𝒂
kE , n : adimensionali dipendono dalla natura del terreno.
F(e) : funzione dell’indice dei vuoti (si riduce esponenzialmente con l’aumento dell’indice dei vuoti)
(𝟐,𝟏𝟕−𝒆)𝟐
F(e) = (Jardin e Richard, 1963)
𝟏+𝒆
𝑮𝒐 𝒑′ n
=A.( ) . OCR m (Viggiani, 1992) per terre a grana fine
𝒑𝒂 𝒑𝒂
Valori da 0,2 a 0,3 all’aumentare di PI
Valori da 0,1 a 1 all’aumentare di PI 42
da Berardi (2009)
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• Esistono correlazioni che forniscono i parametri per calcolare i moduli iniziali per diversi tipi di terreno tuttavia è opportuno, per lo
specifico materiale determinare la rigidezza sperimentalmente.
• In alternativa è preferibile utilizzare prove in sito che sfruttano la propagazione delle onde sismiche di volume (compressione o
taglio). La rigidezza si ottiene essendo essa proporzionale alla densità del mezzo ed al quadrato dellavelocità di propagazione
dell’onda sismica.
𝛾
𝐺𝑜 = . 𝑉𝑠2
𝑔
• La conoscenza del valore del modulo iniziale e della legge di riduzione della rigidezza con la deformazione può
permettere di stimare il valore del modulo ad un prefissato livello deformativo.
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• www
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