Moretti Esercizi Svolti Di Meccanica Analitica
Moretti Esercizi Svolti Di Meccanica Analitica
Moretti Esercizi Svolti Di Meccanica Analitica
Dipartimento di Matematica
Università di Trento
1
Capitolo 1
I seguenti esercizi sono simili agli scritti assegnati negli esami dei corsi di Meccanica Analitica e
Fisica Matematica I (docente Valter Moretti), alcuni di essi sono stati effettivamente assegnati
in prove scritte. Il tempo a disposizione che viene solitamente dato per risolvere ciascuno di essi
è di 3 ore.
Il testo di riferimento è Meccanica Analitica di Valter Moretti pubblicato da Springer 2020
2
ESERCIZIO 1
Nel sistema di riferimento inerziale R si fissino coordinate x, y, z solidali definenti un sistema di
coordinate cartesiane ortonormali di origine O e assi ex , ey , ez . Nello spazio di quiete di R, si
consideri la superficie cilindrica Σ definita da x2 + y 2 = R2 con R > 0. Un punto materiale P
−mgez
I
−γvP |I
P
H ∧ vP |I
Σ
ez
O ey
er Q2
ϕ
ex
Q1
di massa m > 0 è vincolato a muoversi su Σ, pensata come superficie liscia, ed è sottoposto alle
seguenti ulteriori forze in addizione alla reazione vincolare φ:
(i) forza di gravità −mg ez ;
(ii) una forza di forma H ∧ vP |R , dove H = H er con H ≥ 0 ed essendo er il versore
radiale rispetto al sistema di coordinate cilindriche r, ϕ, z associato alle coordinate x, y, z in
modo standard;
(iii) La forza dovuta a due molle di costante elastica κ e lunghezza nulla a riposo, una con
un estremo (quello non attaccato a P ) fissato in Q1 = O + 2R ex e l’altra con un estremo (quello
non attaccato a P ) fissato a Q2 = O + 2R ey ;
(iv) Una forza viscosa −γvP |R con γ ≥ 0.
Si risponda ai questi seguenti in riferimento al sistema di coordinate cilindriche r, ϕ, z.
(1). Si determinino le equazioni pure di movimento per il punto P e l’equazione che determina
la reazione vincolare al variare del tempo quando è assegnato un moto del sistema.
(2). Si scriva l’espressione dell’energia meccanica totale E |R del punto P nel riferimento R e si
3
dimostri che è conservata su ogni moto del sistema se γ = 0. Si provi che, se γ 6= 0, vale invece:
Ç Å ã2 Å ã2 å
dE |R dϕ dz
= −γ R2 +
dt dt dt
Soluzione.
(1) L’equazione del moto del punto P è
P − Q1 = R er + z ez − 2R cos ϕ er + 2R sin ϕ eϕ ,
e
P − Q2 = R er + z ez − 2R sin ϕ er − 2R cos ϕ eϕ .
Infine Å ã2
dϕ dz d2 ϕ dϕ d2 z
vP |R = R eϕ + ez , e aP |R = R eϕ − R er + ez .
dt dt dt2 dt dt2
4
Mettendo tutto insieme e tenendo conto che φ = φer per il fatto che il vincolo è liscio, l’equazione
(1.1) si scrive
Å ã2
d2 ϕ dϕ d2 z dϕ dz dϕ dz
Å ã Å ã
mR 2 eϕ −mR er +m 2 ez = φer −mgez −γ R eϕ + ez +H R ez − eϕ
dt dt dt dt dt dt dt
d2 ϕ dϕ dz
mR = −γR −H − κ2R(sin ϕ − cos ϕ) , (1.8)
dt2 dt dt
d2 z dz dϕ
m 2 = −mg − γ + HR − κ2z , (1.9)
dt dt dt
Å ã2
dϕ
φ = −mR + 2Rκ (1 − cos ϕ − sin ϕ) . (1.10)
dt
m 2 dϕ 2 m dz 2
Å 2
z
Å ã Å ã ã
E |R = R + + mgz + 2κR2 − sin ϕ − cos ϕ .
2 dt 2 dt 2R2
Passiamo a provare la conservazione dell’energia. Moltiplicando (1.8) per Rdϕ/dt e (1.9) per
dz/dt e sommando membro a membro il risultato, otteniamo l’identità , valida su ogni moto del
sistema:
d m 2 dϕ 2 m dz 2
ñ Å ã ô Å 2 Ç Å ã2 Å ã2 å
d z dϕ dz
Å ã ï ãò
2
R + = mgz + 2κR 2
− sin ϕ − cos ϕ −γ R2 + .
dt 2 dt 2 dt dt 2R dt dt
5
Questa identità può essere riscritta come:
d m 2 dϕ 2 m dz 2
ñ Å 2 ãô Ç Å ã2 Å ã2 å
z dϕ dz
Å ã Å ã
2
R + + mgz + 2κR 2
− sin ϕ − cos ϕ = −γ R2 + ,
dt 2 dt 2 dt 2R dt dt
cioé : Ç ã2 ã2 å
d dϕ dz
Å Å
E |R = −γ R2 +
dt dt dt
In altre parole, l’energia meccanica si conserva sui moti del sistema se γ = 0.
(3) Passiamo a determinare le configurazioni di equilibrio. Prima di tutto scriviamo il sistema
delle equazioni pure di movimento come sistema del prim’ordine:
dϕ̇
mR = −γRϕ̇ − H ż − κ2R(sin ϕ − cos ϕ) , (1.12)
dt
dż
m = −mg − γ ż + HRϕ̇ − κ2z , (1.13)
dt
dϕ
= ϕ̇ , (1.14)
dt
dz
= ż . (1.15)
dt
Le configurazioni di equilibrio (φ0 , z0 ) del sistema del secondo ordine (1.8)-(1.9), sono per
definizione individuate dalla richiesta che:
sia un punto singolare del problema del prim’ordine (1.12)-(1.13), (1.14)-(1.15), cioé che il secon-
do membro di(1.12)-(1.13), (1.14)-(1.15) sia nullo nel punto (φ0 , z0 , φ̇0 = 0, ż0 = 0). Imponendo
ciò , si trovano le equazioni
che produce come soluzioni le configurazioni di equilibrio: (π/4, −mg/2κ, ) e (5π/4, −mg/2κ).
Passiamo a studiarne la stabilità . La funzione di Liapunov da considerare è l’energia meccanica.
m 2 2 m 2
E |R = R ϕ̇ + ż + U (ϕ, z) .
2 2
Sappiamo che
d
E |R ≤ 0
dt
valendo: Ç Å ã2 Å ã2 å
d dϕ dz
E |R = −γ R2 +
dt dt dt
6
In altre parole:
E˚(φ, z, φ̇, ż) ≤ 0 .
Nei punti singolari in cui in cui essa ha un minimo stretto si ha equilibrio stabile nel futuro.
In effetti E , per costruzione, almeno nella parte concernente le variabili puntate ha un minimo
stretto in φ̇0 = 0, ż0 = 0. Andiamo a controllare la matrice hessiana di U nelle configurazioni
di equilibrio (nelle quali il gradiente di U si annulla). Se gli autovalori sono tutti positivi si ha
un minimo stretto per U che corrisponde ad un minimo stretto di E in (φ0 , z0 , φ̇0 = 0, ż0 = 0).
In tal caso il punto singolare (φ0 , z0 , φ̇0 = 0, ż0 = 0) ovvero, equivalentemente la configurazione
di equilibrio (φ0 , z0 ), è stabile nel futuro. La matrice hessiana di U vale:
Di conseguenza: √
H(π/4, −mg/2κ) = diag ( 2κR2 2 , 2κ) ,
e questo significa che la configurazione (−mg/2κ, π/4) è stabile nel futuro. Notiamo ulterior-
mente che se γ = 0 allora l’energia meccanica si conserva sui moti del sistema:
d
E |R = 0 .
dt
In tal caso vale anche:
E˚(φ, z, φ̇, ż) = 0 .
In questo caso il teorema di Liapunov prova che vale anche la stabilità nel passato se si ha un
minimo stretto di E . Concludiamo che, se γ = 0, la configurazione di equilibrio (π/4, −mg/2κ)
è stabile nel passato e nel futuro. Passiamo a studiare l’altra configurazione. In questo caso si
ha un autovalore negativo ed uno positivo:
√
H(5π/4, −mg/2κ) = diag ( −2κR2 2 , 2κ) .
Dal teorema di Liapunov non possiamo concludere nulla. Possiamo dire qualcosa nel caso in
cui H = 0 e γ = 0. In questo caso il punto materiale è sottoposto a sole forze conservative, se
escludiamo la reazione vincolare. Le equazioni del moto diventano:
d2 ϕ ∂
mR = − U (ϕ, z) , (1.18)
dt2 ∂ϕ
d2 z ∂
m 2 = − U (ϕ, z) . (1.19)
dt ∂z
Tenendo conto dell’osservazione ??, possiamo applicare la proposizione ?? (pensando M := mR2
come la massa di un punto e m quella dell’altro, per una coppia di punti che vivono in spazi
unidimensionali). Dato che l’hessiana di U ha un autovalore negativo nella configurazione
di equilibrio (5π/4, −mg/2κ) concludiamo che la configurazione di equilibrio (5π/4, −mg/2κ)
è instabile nel passato e nel futuro.
7
(4) Nel caso H = 0 e γ = 0, moltiplicando ambo i membri di (1.8) per Rdϕ/dt si arriva
immediatamente all’equazione, valida sui moti del sistema:
ñ Å ã2 ô
d 1 dϕ
mR2 − 2κR2 (sin ϕ + cos ϕ) = 0 ,
dt 2 dt
che equivale alla conservazione di Λ. Dato che Λ si conserva sul moto, abbiamo che
1 1
mR2 ϕ̇(t)2 − 2κR2 (sin ϕ(t) + cos ϕ(t)) = mR2 ϕ̇(0)2 − 2κR2 (sin ϕ(0) + cos ϕ(0)) .
2 2
In particolare, sulla soluzione determinata dalle condizioni ϕ̇(0) = 0 e ϕ(0) = π/2, vale
1
mR2 ϕ̇(t)2 − 2κR2 (sin ϕ(t) + cos ϕ(t)) = −2κR2 ,
2
da cui:
4κ
ϕ̇(t)2 = (sin ϕ(t) + cos ϕ(t) − 1) .
m
Inserendo nell’equazione (1.10) troviamo la relazione cercata:
8
ESERCIZIO 2
z
I −mgez
ϕ y
O
nere alla retta parallela a ez e passante per (0, 2R, 0). Entrambi i vincoli sono supposti lisci
ed entrambi i punti sono sottoposti alla forza di gravità −mg ez (con g ≥ 0). Infine i punti
sono connessi l’un l’altro da una molla di costante elastica κ > 0 e lunghezza nulla a riposo. Si
risolvano i seguenti quesiti.
(1). Scrivere le equazioni pure di movimento del sistema e le equazioni che derminano le reazioni
vincolari. Si determini la posizione del punto P tramite l’angolo ϕ che P − O descrive rispetto
all’asse y, con orientazione positiva rispetto a ex . Si determini la posizione del punto Q tramite
la sua coordinata z.
(2). Si scriva esplicitamente l’energia meccanica totale del sistema e si provi che si conserva sui
moti del sistema.
(3). Si scrivano le equazioni che determinano le configurazioni di equilibrio del sistema e se ne
studi la stabilità nella situazione g = 0 (conservando la richiesta κ > 0).
Soluzione.
(1). Le equazioni del moto dei due punti sono (non scriviamo esplicitamente |R in quanto
9
lavoriamo solo con un riferimento)
Definiamo il solito sistema di coordinate polari piane r, ϕ adattato alla circonferenza in cui
l’angolo ϕ individua P −O rispetto all’asse y, con orientazione positiva rispetto a ex . Esprimiamo
le equazioni del moto usando, per ciascun punto, le coordinate suggerite nel testo. Le relazioni
tra i versori ey , ez e quelli associati alle coordinate polari sono, al solito:
Di conseguenza:
P − Q = (R cos ϕ − 2R) ey + (R sin ϕ − z) ez , (1.26)
può anche essere scritto come
ossia:
P − Q = (R − 2R cos ϕ − z sin ϕ) er + (2R sin ϕ − z cos ϕ) eϕ . (1.27)
Tenendo conto del fatto che
d2 z
aQ = ez ,
dt2
l’equazione (1.21) usando (1.26), può decomporsi, sulla base ez , ey , ex nelle tre equazioni con
ovvie notazioni:
d2 z
m = −mg + κ(R sin ϕ − z) ,
dt2
0 = κ(R cos ϕ − 2R) + φyQ ,
0 = φxQ .
10
con una analoga procedura, usando l’equazione (1.27), l’equazione del moto (1.20) si decompone
nelle tre equazioni sulla base eϕ , er , ex :
d2 ϕ
mR 2 = −mg cos ϕ − κ(2R sin ϕ − z cos ϕ) ,
dt
Å ã2
dϕ
−mR = −mg sin ϕ − κ(R − 2R cos ϕ − z sin ϕ) + φrP ,
dt
0 = φxP .
d2 ϕ
mR = −mg cos ϕ − κ(2R sin ϕ − z cos ϕ) , (1.28)
dt2
d2 z
m 2 = −mg + κ(R sin ϕ − z) , (1.29)
dt
ed equazioni che, una volta noto un moto del sistema, determinano tutte le componenti delle
reazioni vincolari:
Å ã2
dϕ
φrP = −mR + mg sin ϕ + κ(R − 2R cos ϕ − z sin ϕ) ,
dt
φxP = 0 ,
φyQ = −κ(R cos ϕ − 2R) ,
φxQ = 0 .
e delle energie potenziali dovute alla forza della molla ed alla gravità (attenzione che l’energia
della molla è contata una volta sola):
κ
U = (P − Q)2 + mgR sin ϕ + mgz .
2
Usando (1.26) si trova esplicitamente, trascurando una inessenziale costante additiva:
κz 2
U (ϕ, z) := − κR(2R cos ϕ + z sin ϕ) + mgR sin ϕ + mgz . (1.30)
2
Sommando tutto:
m dz 2 m 2 dϕ 2 κz 2
Å ã Å ã
E = + R + − κR(2R cos ϕ + z sin ϕ) + mgR sin ϕ + mgz . (1.31)
2 dt 2 dt 2
11
Per provare che E è conservata sui moti del sistema è sufficiente procedere come segue. Si
moltiplicano ambo membri di (1.28) per Rdϕ/dt e ambo membri di (1.29) per dz/dt, quindi si
sommano membro a membro i risultati ottenendo:
d m dz 2 m 2 dϕ 2
Ç Å ã Å ã å
d κz 2
Å ã
+ R = − + κR(2R cos ϕ − z sin ϕ) − mgR sin ϕ − mgz ,
dt 2 dt 2 dt dt 2
che può essere riscritta semplicemente come, supponendo verificate le equazioni (1.28) e (1.29):
dE
=0.
dt
(3). Le configurazioni (ϕ0 , z0 ) di equilibrio per il sistema del secondo ordine (1.28)-(1.29) si
ottengono, ragionendo come per l’eserciazio precedente, imponendo che per (ϕ, z) = (ϕ0 , z0 ) i
secondi membri di (1.28) e (1.29) siano nulli quando valgono le ulteriori condizioni dϕ/dt =
0 e dz/dt = 0. Questa procedura porta immediatamente alle equazioni che determinano le
configurazioni di equilibrio:
κR sin ϕ0 = κz0 + mg ,
(κz0 − mg) cos ϕ0 = 2(κz0 + mg) .
Nel caso in cui g = 0 e κ > 0, il sistema si riduce a
R sin ϕ0 = z0 ,
z0 cos ϕ0 = 2z0 .
Evidentemente le uniche soluzioni possibili sono z0 = 0 e ϕ0 tale che sin ϕ0 = 0. Quindi abbiamo
due configurazioni di equilibrio (φ0 , z0 ): (0, 0) e (π, 0). Passiamo allo studio della stabilità di
esse. Al solito l’idea è di usare l’energia meccanica come funzione di Liapunov dato che, essendo
conservata vale E˚ = 0. Dall’espressione di E in (1.31), vediamo che si ha un minimo stretto
nella parte riguardate le velocità dϕ/dt, dz/dt attorno alla configurazione di velocità nulle. Se
l’energia potenziale ha un minimo stretto in una delle due configurazioni di equilibrio, l’energia
totale, pensata come funzione di Liapunov, soddisfa le ipotesi del teorema di Liapunov e si
ha stabilità nel futuro e anche nel passato valendo E˚ = 0 e non solo E˚ ≤ 0. Viceversa se
la matrice hessiana dell’energia potenziale in una delle due configurazioni ha un autovalore
negativo, applicando la proposizione ?? (tenendo conto dell’osservazione ??) notando che le
equazioni pure di movimento si possono riscrivere come:
d2 ϕ U (ϕ, z)
mR2 2
= − ,
dt ∂ϕ
dz U (ϕ, z)
= − ,
dt ∂z
concludiamo che la configurazione di equilibrio è instabile nel passato e nel futuro. Il calcolo
della matrice hessiana di U con g = 0:
κz 2
U (ϕ, z) := − κR(2R cos ϕ + z sin ϕ) ,
2
12
fornisce direttamente
ï ò
1 −R cos ϕ0
H(ϕ0 , z0 ) = κ .
−R cos ϕ0 2R2 cos ϕ0 + z0 R sin ϕ0
Ne consegue che: ï ò
1 −R
H(0, 0) = κ .
−R 2R2
Avendo questa matrice traccia κ(1 + 2R2 ) e determinante κ2 R2 positivi, concludiamo che i suoi
autovalori (la cui somma è la traccia della matrice ed il cui prodotto ne è il determinante) sono
strettamente positivi. Segue immediatamente che la configurazione di equilibrio considerata è un
minimo stretto dell’energia potenziale. ϕ0 = 0, z0 = 0 è quindi una configurazione di equilibrio
stabile nel futuro e nel passato. Considerando l’altra configurazione si trova invece:
ï ò
1 R
H(π, 0) = κ .
R −2R2
Dato che il determinante della matrice è negativo (pari a −3κ4 R2 ) e che esso deve coincidere con
il prodotto degli autovalori della matrice considerata, uno degli autovalori deve essere negativo
(e l’altro positivo). Conseguentemente la configurazione di equilibrio ϕ0 = π, z0 = 0 è instabile
nel passato e nel futuro.
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ESERCIZIO 3
p
Si consideri la porzione di cono S di equazioni 0 < z = x2 + y 2 riferita a coordinate cartesiane
ortonormali x = (x, y, z) con origine O, nello spazio di quiete di un riferimento inerziale R. Un
z
−mgez
I
P
ϕ
Q y
O
punto materiale P di massa m > 0 è vincolato a muoversi su S pensato come superficie liscia.
P è sottoposto alla forza di gravità −mg ez , alla forza di una molla di costante elastica κ > 0 e
di lunghezza nulla a riposo, connessa a P ed al punto fisso Q = (0, h, 0) dove h > 0.
Si descriva la posizione del punto P su S tramite le coordinate: ϕ ∈ (−π, π), angolo polare della
proiezione di P sul piano z = 0 (riferito a sono coordinate polari standard riferite agli assi x, y) e
coordinata ζ := ||P − O|| ∈ (0, +∞). Si indichinio con eϕ e eζ i versori (tra di loro ortonormali)
associati a tali coordinate e con n := eϕ ∧ eζ il versore normale in ogni punto alla superficie del
cono.
Si risolvano i seguenti quesiti.
(1). Si scrivano le equazioni pure di movimento per il punto P e l’equazione che determina la
reazione vincolare φ.
(2). Si scriva la forma esplicita dell’energia meccanica totale E del punto P nelle coordinate
suddette e si provi che è conservata nel tempo sui moti del sistema.
(3). Si determinino le configurazioni di equilibrio in funzione dei valori assunti dai parametri
m, κ, g e se ne discuta la stabilità . Infine si calcoli la reazione vincolare φ nelle eventuali
configurazioni di equilibrio stabile.
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Per facilitare lo svoglimento dell’esercizio precisiamo che valgono le seguenti relazioni:
√
2
ėζ = ϕ̇ eϕ , (1.32)
2√ √
2 2
ėϕ = −ϕ̇ eζ + ϕ̇ n, (1.33)
√2 2
2
ṅ = −ϕ̇ eϕ . (1.34)
2
Soluzione.
(1). L’equazione del moto del punto P è data da (omettiamo in tutto il seguito P |R visto che
lavoriamo in un fissato riferimento inerziale e per un unico punto materiale):
ma = −mg ez − κ(P − Q) + φ . (1.35)
Vogliamo esprimere questa equazione nella base eζ , ep ϕ , n.
Se P − O = x ex + y ey + z ez , vale la relazione ζ := (x2 + y 2 ) + z(x, y)2 e quindi:
√ p
ζ = 2 x2 + y 2 , (1.36)
ed inoltre:
1
x = √ ζ cos ϕ , (1.37)
2
1
y = √ ζ sin ϕ , (1.38)
2
1
z = √ ζ (1.39)
2
I versori eζ e eϕ tangenti alle curve coordinate ζ e ϕ (diretti nella direzione in cui crescono tali
coordinate), ed il loro prodotto vettore n := eζ ∧ eϕ normale a S, sono scrivibili rispetto alla
base cartesiana come:
√ √ √
2 2 2
eζ = cos ϕ ex + sin ϕ ey + ez , (1.40)
2 2 2
eϕ = − sin ϕ ex + cos ϕ ey , (1.41)
√ √ √
2 2 2
n = − cos ϕ ex − sin ϕ ey + ez . (1.42)
2 2 2
Queste relazioni si invertono (prendendo la trasposta della matrice di trasformazione) in
√ √
2 2
ex = cos ϕ eζ − sin ϕ eϕ − cos ϕ n , (1.43)
√2 √2
2 2
ey = sin ϕ eζ + cos ϕ eϕ − sin ϕ n , (1.44)
√2 √ 2
2 2
ez = eζ + n. (1.45)
2 2
15
Tornando alla (1.35) come conseguenza delle relazioni trovate abbiamo che:
√ √
2 2
−mg ez = −mg eζ − mg n (1.46)
2 2
e, essendo −κ(P − Q) = −κ (ζ eζ − h ey ), vale anche:
Ç √ å √
2 2
−κ(P − Q) = −κ ζ − h sin ϕ eζ + κh cos ϕ eϕ − κh sin ϕn . (1.47)
2 2
16
L’equazione (1.35) si riscrive pertanto usando (1.52), (1.46), (1.47) e tendo conto del fatto che
φ = φn:
√
1 2 Ä ϕ̇(t)2 ζ(t)
Å ã ä
2
m ζ̈(t) − ϕ̇(t) ζ(t) eζ + m ϕ̈(t)ζ(t) + 2ϕ̇(t)ζ̇(t) eϕ + m n
2 2 2
√ √ Ç √ å √
2 2 2 2
= φn − mg eζ − mg n−κ ζ −h sin ϕ eζ + κh cos ϕ eϕ − κh sin ϕn .
2 2 2 2
Raccogliendo le varie componenti abbiamo le equazioni, corrispondenti agli assi eϕ e eζ rispet-
tivamente:
√ √
1 dϕ 2
Ç å
d2 ζ 2 2
Å ã
m 2 = m ζ(t) − mg −κ ζ −h sin ϕ(t) , (1.53)
dt 2 dt 2 2
d2 ϕ dϕ dζ √
m 2 = −2mζ(t)−1 + ζ(t)−1 κh 2 cos ϕ(t) (1.54)
dt dt dt
che costituiscono le equazioni pure di movimento, dato che sono banalmente riscrivibili in forma
normale e il secondo membro è di classe C ∞ (notare che la singolarità per ζ = 0 è fuori dal
dominio delle coordinate). Si ha infine, in corrispondenza dell’asse n, l’equazione che determina
la reazione vincolare quando è assegnato un moto del sistema:
√ √
ζ(t) dϕ 2 2 2
Å ã
φ(t) = m + mg + κh sin ϕ(t) . (1.55)
2 dt 2 2
(2). Le forze, eccetto quella dovuta al vincolo, sono tutte conservative. Tenendo conto di (1.51),
l’energia meccanica totale del sistema si può scrivere:
m 2 m 2
E = ζ̇ + ϕ̇ ζ(t)2 + U ,
2 4
dove l’energia potenziale vale:
κ
U := mgz + (P − Q)2 .
2
√
2
Usando anche z = e (1.47) si trova che (omettendo la costante additiva κh2 /4):
2 ζ
√
m 2 m 2 2 2 κÄ 2 √ ä
E = ζ̇ + ϕ̇ ζ(t) + mgζ + ζ − 2hζ sin ϕ . (1.56)
2 4 2 2
L’energia meccanica è conservata, dato che l’unica forza non conservativa, φ, ha potenza nulla
valendo φ · v = 0, in quanto: φ è normale alla superficie S mentre v è tangente a tale superficie.
Alternativamente si può procedere partendo dalle equazioni pure di movimento (1.53) e (1.54),
moltiplicando la prima per dζ/dt e la seconda per (ζ 2 /2)dϕ/dt e quindi sommando membro a
membro le identità ottenute in questo modo. Con qualche passaggio si ottiene:
√
κÄ 2 √
ñ ô
d m 2 m 2 2 2 ä
ζ̇ + ϕ̇ ζ(t) + mgζ + ζ − 2hζ sin ϕ = 0 .
dt 2 4 2 2
17
(3). Le configurazioni di equilibrio (φ0 , ζ0 ) si ottengono dalle equazioni pure di movimento (1.53)
e (1.54) imponendo che per (ϕ, ζ) = (φ0 , ζ0 ) si annullino i secondi membri di (1.53) e (1.54),
quando si richiede anche che dφ/dt = 0 e dζ/dt = 0. In tal modo si perviene alle equazioni:
√ Ç √ å
2 2
mg + κ ζ0 − h sin ϕ0 = 0, (1.57)
2 2
cos ϕ0 = 0 . (1.58)
che ha entrambi gli autovalori positivi e pertanto l’equilibrio è stabile nel passato e nel futuro.
In questa configurazione di equilibrio, la (1.55) fornisce:
√
2 1
φ= (mg + κh) n = (mg + κh) (− ey + ez ) .
2 2
18
ESERCIZIO 4
y
−mgey
I
e0y
ω O0 P
ϕ
e0x
e0z
x
O
19
è conservata nel tempo su ogni moto di P . Facoltativo: si spieghi quale sia il significato fisico di
E.
(4). Assumendo g = 0, si determinino le configurazioni di equilibrio di P nel riferimento R 0 e
se ne discuta la stabilità .
Soluzione.
(1). Conviene scrivere l’equazione del moto inizialmente in R e poi passare a R 0 esprimendo le
varie quantità cinematiche P riferite a R in funzione delle analoghe in R 0 .
Nel riferimento R, le equazioni del moto sono semplicemente:
Posto P (t) − O0 = x0 (t) = x0 (t) e0x + y 0 (t) e0y abbiamo dunque che:
d2 x0 0 0 dx0
aP |R = − ω 2
R ey + 2ω ez ∧ + ω 2 e0z ∧ ( e0z ∧ x0 ) .
dt2 dt
Tenendo infine conto che:
si ricava:
−mg ey = −mg sin(ωt) e0x + cos(ωt) e0y .
Mettendo tutto insieme abbiamo che (1.59) si riscrive, usando le quantità cinematiche di R 0 :
d2 x0 0 0 0 0 dx0
2
−mω 2 e0z ∧(e0z ∧x0 ). (1.60)
m = φ−mg sin(ωt) ex + cos(ωt) ey +mω Rey −2mω ez ∧
dt2 dt
L’equazione pura di movimento si ottiene passando a lavorare in coordinate naturali adattate al
vincolo. In questo caso conviene usare coordinate polari piane r, ϕ centrate in O0 , in modo che
φ appaia solo nell’equazione ottenuta proiettando su er , mentre non appaia nell’equazione che
si ottiene proiettando su eϕ . Quest’ultima sarà l’equazione pura di movimento. Al solito:
20
che si invertono, prendendo la trasposta della matrice associata alla trasformazione lineare sopra
scritta, in
dx0 dϕ
=r eϕ (t) ,
dt dt
e ancora: Å ã2
d2 x0 d2 ϕ dϕ
= r eϕ (t) − r er (t) ,
dt2 dt2 dt
Sostituendo queste identità in (1.60), facendo anche uso di (1.63) e (1.64), notando infine che
e0z ∧ er = eϕ e0z ∧ eϕ = − er ,
d2 ϕ g ω2R
= − cos(ωt + ϕ) + cos ϕ , (1.65)
dt2 r r
Å ã2
dϕ dϕ
φ = −mr + mg sin(ωt + ϕ) − mω 2 R sin ϕ − 2mωr − mω 2 r . (1.66)
dt dt
La (1.65) è un’equazione differenziale del prim’ordine in forma normale con secondo membro
di classe C ∞ , pertanto determina il moto del sistema (nella coordinate locale ϕ) unicamente,
quando sono assegnate condizioni iniziali. Questa è l’equazione pura di movimento. La seconda
equazione individua il valore della reazione vincolare una volta noto il moto del sistema.
(2). Direttamente dall’equazione (1.66) troviamo:
φ(0) = m g − ω 2 (R + r) er .
Nelle nostre ipotesi, a t = 0, O0 si trova in R ey , mentre er per ϕ = π/2 coincide con e0y . Ma
per ipotesi e0y = ey a t = 0 e pertanto, all’istante considerato:
φ(0) = m g − ω 2 (R + r) ey .
21
(3) Nel caso g = 0, riscriviamo l’equazione (1.65) come:
d2 ϕ
mr2 − mω 2 Rr cos ϕ = 0 .
dt2
dϕ
Moltiplicando ambo i membri di questa equazione per dt si trova:
dϕ d2 ϕ dϕ
mr2 2
− mω 2 Rr cos ϕ = 0 .
dt dt dt
che può essere riscritta:
d 1 2 dϕ 2
ñ Å ã ô
2
mr − mω Rr sin ϕ(t) = 0 .
dt 2 dt
ω 2 R e0y ,
(pensabile come dovuta ad una molla repulsiva di costante elastica −mω 2 attaccata in O0 di
lunghezza nulla a riposo). L’energia potenziale totale è :
mω 2 Ä 0 2 2
ä
U |R 0 (x0 , y 0 ) = −ω 2 Ry 0 − x + y0 .
2
Dato che il moto avviene sulla circonferenza x0 2 + y 0 2 = r2 , sui moti del sistema il secondo
addendo rimane costante (la forza ad esso associata non compie pertanto lavoro). In definitiva,
sui moti del sistema vincolato, l’energia potenziale è solamente, eliminado una costante additiva
inessenziale:
−ω 2 Ry 0 = −mω 2 Rr sin ϕ .
Pertanto, tenendo conto che l’energia cinetica di P in R 0 , tenendo conto del vincolo, è proprio:
1 2 dϕ 2
Å ã
mr ,
2 dt
concludiamo che
1
E (ϕ, ϕ̇) := mr2 ϕ̇2 − mω 2 Rr sin ϕ
2
22
rappresenta l’energia meccanica di P nel riferimento R 0 tenendo conto del vincolo.
(4). Le configurazioni di equilibrio si ottengono dall’equazione pura di movimento (cfr (1.65)
con g = 0),
d2 ϕ ω2R
= cos ϕ , (1.67)
dt2 r
cercando i punti ϕ0 tali che annullano il secondo membro nelle ipotesi, qui irrilevante, che
dϕ/dt = 0. Le configurazioni di equilibrio sono quindi gli angoli ϕ0 che soddisfano: cos ϕ0 = 0:
ϕ0 = 0, π. Per studiarne la stabilità usiamo E come funzione di Liapunov. Possiamo scrivere
1
E (ϕ, ϕ̇) := mr2 ϕ̇2 + U (ϕ)
2
dove:
U (ϕ) := −mω 2 Rr sin ϕ .
Si osservi che, come ci si aspetta, le configurazioni di equilibrio risultano essere i punti di stazio-
narietà di U . Dato che E˚ = 0, dato che E si conserva sui moti del sistema e dato che la parte di
E contenente ϕ̇ ha un minimo stretto in corrispondenza di ϕ̇ = 0, per avere staı̀bilità nel passato
e nel futuro è sufficiente che U abbia un minimo stretto in corrispondenza della configurazione di
equilibrio considerata. Studiamo quindi la la matrice hessiana di V che si riduce ad un numero:
d2
H(ϕ0 ) = U |ϕ0 = mω 2 Rr sin ϕ0 .
dϕ2
In tal modo troviamo:
H(π/2) = mω 2 Rr .
Concludiamo che la configurazione di equilibrio ϕ0 = π/2 è stabile nel passato e nel futuro. Si
tenga ora conto che le equazioni pure di movimento possono essere riscritte come:
d2 ϕ dU
mr2 2
=− ,
dt dϕ
pensabile come equazione del moto per un punto materiale in una dimensione, sottoposto ad
una forza conservative e dotato di massa M = mr2 . Tenendo allora conto dell’osservazione ??
ed applicando la proposizione ?? concludiamo che se la matrice hessiana di U ha un autovalore
negativo in corrispondenza di una configurazione di equilibrio, allora si ha instabilità nel passato
e nel futuro. Essendo:
H(−π/2) = −mω 2 Rr ,
concludiamo che ϕ0 = −π/2 è instabile nel passato e nel futuro.
23
ESERCIZIO 5
2κR
=1.
mg
In questo caso si calcoli la componente lungo er della reazione vincolare in ogni configurazione
di equilibrio stabile.
(4). FACOLTATIVO. Si dimostri che sul moto si conserva l’integrale primo:
m 2 dϕ 2
Å ã
Λ= R + mgR sin ϕ − 2κR2 cos ϕ .
2 dt
Si usi infine questo integrale primo per esprimere la componente lungo er della reazione vinco-
lare φ in funzione della sola variabile ϕ, sul moto determinato dalle condizioni iniziali ϕ(0) =
0, ϕ̇(0) = 0 e z(0) = 0, ż(0) = 0.
Soluzione.
(1) Omettendo P |R per semplicità , dato che c’è un unico punto in movimento ed un unico
riferimento, il secondo principio della dinamica fornisce:
ma = φ − mg ey − κ(P − Q) .
24
Esprimiamo questa equazione rispetto alla base er , eϕ , ez in coordinate cilindriche. Teniamo
conto delle relazioni:
da cui:
ėr = ϕ̇ eϕ , e˙ϕ = −ϕ̇ er .
Tenendo conto che è P − O = R er + z ez troviamo che:
dϕ dz
v=R eϕ + ez , (1.74)
dt dt
e quindi:
Å ã2
d2 ϕ dϕ d2 z
a=R eϕ − R er + ez . (1.75)
dt2 dt dt2
Il primo membro dell’equazione del moto si scrive dunque:
Å ã2
d2 ϕ dϕ d2 z
mR 2 eϕ − mR er + m 2 ez .
dt dt dt
Riguardo al secondo membro si ha: φ = φ er in quanto il vincolo è liscio per ipotesi. Inoltre
Infine, essendo:
P − Q = (P − O) − (Q − O) = R er + z ez − 2R ex = R er + z ez − 2R cos ϕ er + 2R sin ϕ eϕ ,
troviamo:
−κ(P − Q) = κR(2 cos ϕ − 1) er − 2Rκ sin ϕ eϕ − κz ez .
Mettendo tutto insieme le equazioni del moto risultano essere:
Å ã2
d2 ϕ dϕ d2 z
mR 2 eϕ − mR er + m 2 ez = φ er − mg sin ϕ er − mg cos ϕ eϕ
dt dt dt
+κR(2 cos ϕ − 1) er − 2Rκ sin ϕ eϕ − κz ez .
25
Raccogliendo i fattori dei vari versori separatamente otteniamo: il sistema, che costituisce le
equazioni pure di movimento essendo scrivibile in forma normale con secondo membro di classe
C ∞:
d2 ϕ
mR = −mg cos ϕ − 2κR sin ϕ , (1.76)
dt2
d2 z
m 2 = −κz , (1.77)
dt
insieme all’equazione che determina la reazione vincolare:
ã2
dϕ
Å
φ = mg sin ϕ − κR(2 cos ϕ − 1) − mR . (1.78)
dt
(2). L’energia meccanica si conserva sicuramente in quanto l’unica forza non conservativa è φ
che è normale al cilindro mentre la velocictà di P è tangente al cilindro. In tal caso la potenza
dissipata da φ è nulla e, dal teorema di bilancio dell’energia meccanica, abbiamo la conservazione
sui moti dell’energia meccanica. L’energia meccanica ha la forma, usando (1.74):
Å ã2
m dϕ m dz 2
Å ã
E = R2 + + U (ϕ, z) ,
2 dt 2 dt
dove l’energia potenziale è data dalla somma dell’energia potenziale gravitazionale e di quella
della molla, usando l’espressione precedentemente ottenuta per P − O e y = R cos ϕ, si trova:
κ κz 2 5κR2
U (ϕ, z) = mgy + (P − Q)2 = mgR sin ϕ + − 2κR2 cos ϕ + .
2 2 2
Nel seguito ometteremo l’inessenziale costante additiva finale nell’espressione di U . In definitiva
abbiamo trovato che:
m 2 dϕ 2 m dz 2 κz 2
Å ã Å ã
E = R + + + mgR sin ϕ − 2κR2 cos ϕ . (1.79)
2 dt 2 dt 2
(3). Le configurazioni di equilibrio (ϕ0 , z0 ) si ottengono imponendo che esse annullino il secondo
membro delle equazioni pure di movimento quando le derivate temporali di ϕ e z sono nulle in tali
secondi membri (questa condizione non ha alcun effetto nel caso in esame visto che le derivate di
tali variabili non appaiono nei secondi membri delle equazioni pure di movimento). Imponendo
tali condizioni, si ottengono le equazioni che determinano tutte le configurazioni di equilibrio:
Passiamo a studiare la stabilità usando il teorema di Lipunov con E come funzione di Liapunov.
Nel caso 2κR/(mg) = 1, le soluzioni sono: (ϕ0 , z0 ) = (−π/4, 0) e (ϕ0 , z0 ) = (3π/4, 0). La
matrice hessiana dell’energia potenziale U (ϕ, z) vale
26
Pertanto troviamo: Ç√ å
2 2
H(−π/2, 0) = diag (mgR + 2κR ) , κ .
2
Gli autovalori in questo caso sono entrambi positivi e pertanto, essendo E˚ = 0 ed avendo E un
minimo stretto nel punto singolare individuato dalla configurazione di equilibrio suddetta, si ha
equilibrio stabile nel passato e nel futuro.
Direttamente da (1.78) troviamo che nella configurazione di equilibrio stabile (ϕ0 , z0 ) = (−π/2, 0):
√
2 √
φ = −mg − κR( 2 − 1) .
2
Passiamo all’altra configurazione di equilibrio. Similmente a prima troviamo:
Ç √ å
2 2
H(3π/2, 0) = diag − (mgR + 2κR ) , κ .
2
In questo caso un autovalore della matrice hessiana è negativo. Essendo il sistema in esame
conservativo (escludendo la reazione vincolare), possiamo concludere che l’equilibrio è instabile
nel passato e nel futuro.
(4). Moltiplicando i due membri di (1.76) per Rdϕ/dt e portando a primo membro il secondo
membro ottenuto in questo modo, l’identità che si ottiene alla fine risulta essere:
dΛ
=0.
dt
Dato che Λ è conservato nel tempo, sulla soluzione considerata il valore di Λ sarà quello valutato
al tempo iniziale. Dall’espressione di Λ, tenuto conto delle condizioni iniziali troviamo:
m 2 dϕ 2
Å ã
R + mgR sin ϕ − 2κR2 cos ϕ = −2κR2 .
2 dt
Di conseguenza:
ã2
dϕ
Å
mR = −4κR + 2mg sin ϕ − 4κR cos ϕ .
dt
Inserendo in (1.78) troviamo l’espressione richiesta:
27
ESERCIZIO 6
Sia R0 un sistema di riferimento inerziale ed R un altro riferimento che ruota senza traslare
(rispetto a R0 ) attorno al punto O in quiete in R0 . Si consideri un sistema di coordinate
z
−mgez I
Γ
P y
O C ϕ ω
ω
x
cartesiane ortonormali destrorse x, y, z di origine O solidali con R e si supponga che ωR |R0 = ωez
con ω > 0 costante. Una circonferenza Γ di raggio R > 0, tangente all’asse x in O, è in quiete in
R nel semipiano z = 0, y ≥ 0. Un punto materiale P di massa m > 0 vincolato a Γ, supposta
liscia, è sottoposto alle seguenti forze in addizione alla reazione vincolare φ:
(i) la forza di gravità −mg ez , g ≥ 0,
(ii) la forza di una molla ideale di costante κ > 0, lunghezza nulla a riposo, fissata ad O.
Si risolvano i seguenti quesiti descrivendo P in coordinate cilindriche r, ϕ, z dove: r = 0 indivi-
dua il centro della circonferenza C e ϕ è valutato rispetto all’asse parallelo a x passante per C.
(1). Si scrivano le equazioni pure di movimento del punto P e l’equazione che determina la
reazione vincolare φ sui moti del sistema.
(2). Si dimostri che sui moti si conserva l’integrale primo:
1
E = mR2 ϕ̇2 + R2 κ − mω 2 R2 sin ϕ .
2
Si provi che E è l’energia meccanica del sistema nel riferimento R e si spieghi perché E si con-
serva usando il teorema di conservazione dell’energia meccanica.
(3). Si determinino le configurazioni di equilibrio di P nel riferimento R. Se ne discuta la
stabilità a seconda che mω 2 /κ > 1, mω 2 /κ = 1 e mω 2 /κ < 1.
(4). Si esprima la componente lungo er della reazione vincolare φ in funzione della sola variabile
28
ϕ, sul moto determinato dalle condizioni iniziali ϕ(0) = 0, ϕ̇(0) = ω > 0.
inoltre:
er = cos ϕ ex + sin ϕ ey , eϕ = − sin ϕ ex + cos ϕ ey
(2) Per discutere l’instabilità nel caso g = 0 e mω 2 /κ 6= 1 può essere utile notare che l’equazione
pura di movimento di P è interpretabile come quella di in punto materiale sulla retta reale, di
massa M = mR e posizione ϕ ∈ R, soggetto ad una sola forza conservativa di energia potenziale
U (ϕ) := R2 κ − mω 2 R2 sin ϕ .
Soluzione.
(1). Nel seguito: ω := ωR 0 |R . L’equazione del moto di P nel riferimento inerziale R0 ha la
forma:
maP |R0 = φ − mg ez − κ(P − O) .
Teniamo conto del fatto che, essendo il moto puramente traslatorio e con velocità angolare
costante, vale la relazione tra le accelerazioni di P valutate nei due riferimenti (ometteremo
sottointendendolo l’indice P nelle accelerazioni e velocità d’ora in poi):
Pertanto l’equazione del moto del punto P nel riferimento R risulta essere:
Dobbiamo ora decomporre questa equazione sulla terna er , eϕ , ez associata alle coordinate
cilindriche. L’equazione che otterremo lungo eϕ non conterrà componenti della reazione vincolare
φ = φz ez + φr er a causa dell’ipotesi di vincolo liscio. Tale equazione sarà , al solito, l’equazione
pura di movimento. Le rimanenti due equazioni determineranno le reazioni vincolari una volta
noto il moto del sistema.
Dobbiamo esperimere ogni grandezza vettoriale sulla base detta. Notiamo che, se C è il centro
di Γ:
P − O = P − C + C − O = R er + R ey = R er + R(sin ϕ er + cos ϕ eϕ ) ,
da cui:
P − O = R(1 + sin ϕ) er + R cos ϕ eϕ . (1.83)
In coordinate cilindriche e tenendo conto che r = R e z = 0 costantemente, abbiamo le relazioni,
se v e a denotano rispettivamente la velocità e l’accelerazione di P rispetto a R:
29
Queste formule si ottengono facilmente notando che la velocità e l’accelerazione di P in R sono
le derivate temporali prima e seconda rispettivamente, rispetto a R, di P − C = R er . Tenendo
conto del fatto che er , eϕ , ez formano una base destrorsa nel calcolarne i prodotti vettoriali,
usando (1.83) e (1.84) in (1.82), giungiamo all’equazione:
d2 ϕ
mR = R(mω 2 − κ) cos ϕ , (1.85)
dt2
che è immediatamente esprimibile in forma normale, con secondo membro di classe C ∞ , e pertan-
to determina il moto del punto P per assegnate condizioni iniziali. Questa è dunque l’equazione
pura di movimento. Le proiezioni su ez e er individuano le equazioni che forniscono la reazione
vincolare quando è dato un moto del sistema:
φz = −mg , (1.86)
r 2 2
φ = −mRϕ̇ + R(κ − mω )(1 + sin ϕ) − 2mωRϕ̇ . (1.87)
(2). Moltiplicando per Rϕ̇ entrambi i membri dell’equazione (1.85) e raccogliendo a primo
membro il rsultato, si ha:
mRϕ̇ϕ̈ − R2 (mω 2 − κ)ϕ̇ cos ϕ = 0
che può essere riscritta come
d 1
Å ã
mR2 ϕ̇2 + R2 κ − mω 2 R2 sin ϕ = 0 .
dt 2
Questo prova che E si conserva sui moti del sistema. Consideriamo ora l’equazione (1.82) e
studiamo le forze a secondo membro dal punto di vista del teorema di conservazione dell’energia.
Sul punto P nel riferimento R agiscono le forze conservative della molla, con energia potenziale
1 1 1
Uκ (P ) = κ(P − O)2 = κR2 (1 + sin ϕ)2 + κR2 cos2 ϕ = κR2 sin ϕ + costante ,
2 2 2
e della gravità , la cui energia potenziale è sempre costante (e può essere presa nulla) essendo la
quota di P sempre costante:
Ug (P ) = 0 .
Consideriamo poi le due forze inerziali. Quella centrifuga è :
−mω ∧ (ω ∧ (P − O)) = mω 2 (P − O) ,
30
ed è conservativa (notare che ω è costante e la forza ha la struttura di quella di una molla
repulsiva di costante elastica −mω 2 ) con energia potenziale:
1
Ucent (P ) = − mω 2 (P − O)2 = −mω 2 R2 sin ϕ + costante .
2
La forza di di Coriolis:
−2mω ∧ v|R ,
non compie lavoro essendo sempre normale alla velocità . Infine, l’ultima forza in gioco che
appare nel secondo membro di (1.82), la reazione vincolare φ, non compie lavoro essendo normale
alla velocità . In definitiva, dal teorema di conservazione dell’energia meccanica, si conserva
l’energia meccanica ottenuta sommando l’energia cinetica
1 1
mv2 = mR2 ϕ̇2
2 2
all’energia potenziale totale data dalla somma delle tre energie potenziali sopra individuate. A
meno, eventualmente, della solita costante additiva, l’energia totale meccanica coincide dunque
con E .
(3). Riscriviamo l’equazione pura di movimento come sistema del prim’ordine:
dϕ̇
mR = R(mω 2 − κ) cos ϕ , (1.88)
dt
dϕ
= ϕ̇ , (1.89)
dt
le configurazioni di equilibrio ϕ0 sono individuate dal fatto che l’unica soluzione del sistema di
sopra, corrispondente alla condizione iniziale (ϕ(0) = ϕ0 , ϕ̇(0) = 0), è quella costante ϕ(t) = ϕ0 .
Dal teorema di esistenza ed unicità si ha subito che ϕ0 è configurazione di equilibrio se e solo se:
31
Per l’instabilità , per mω 2 /κ 6= 1, conviene usare il secondo punto di vista e riferirsi al teorema
della matrice hessiana del potenziale nei punti di stazionarietà . Esaminiamo le varie situazioni
nel caso mω 2 /κ 6= 1.
Se mω 2 /κ < 1, ϕ+ e ϕ− corrispondono rispettivamente ad un massimo ed ad un minimo
stretti dell’energia potenziale. Nel caso del massimo la matrice hessiana dell’energia potenziale
è negativa. Concludiamo che, se mω 2 /κ < 1, ϕ− è un punto di equilibrio stabile nel passato e
nel futuro, mentre ϕ+ è un punto di equilibrio instabile nel passato e nel futuro.
Se mω 2 /κ > 1, ϕ+ e ϕ− corrispondono rispettivamente ad un minimo ed ad un massimo
stretti dell’energia potenziale. Nel caso del massimo la matrice hessiana dell’energia potenziale
è negativa. Concludiamo che, se mω 2 /κ > 1, ϕ+ è un punto di equilibrio stabile nel passato e
nel futuro, mentre ϕ− è un punto di equilibrio instabile nel passato e nel futuro.
d2 ϕ
mR =0.
dt2
Questa, riscritta come sistema al primo’ordine, è :
dϕ̇
= 0 (1.91)
dt
dϕ
= ϕ̇ . (1.92)
dt
La soluzione di questo sistema con condizioni inziali (ϕ0 , ϕ̇0 ) è ϕ(t) = ϕ0 + tϕ̇0 . Deve allora
essere chiaro che ogni punto ϕ0 , che è configurazione di equilibrio per quanto detto, è instabile
nel passato e nel futuro. Infatti comunque fissiamo un intorno U attorno a (ϕ0 , 0) ogni soluzione
del sistema con condizioni iniziali (diverse da (ϕ0 , 0)) in un intorno V ⊂ U di (ϕ0 , 0) piccolo
a piacere, non potrà essere confinata in U per tutti i tempi t ∈ R a causa del suo andamento
lineare in t (se ϕ̇0 6= 0).
(4). In virtù della conservazione di E varrà , si u ogni fissato moto: E (t = 0) = E (t). Nel caso
in esame, tenendo conto delle condizioni iniziali assegnate avremo dunque che:
1 1
mR2 ω 2 = mR2 ϕ̇(t)2 + R2 κ − mω 2 R2 sin ϕ(t) .
2 2
Quest’equazione produce: κ
ϕ̇(t)2 = 2 ω 2 − sin ϕ(t) + ω 2 ,
m
che si risolve in …
κ
ϕ̇(t) = ± 2 ω 2 − sin ϕ(t) + ω 2 .
m
32
Il segno viene fissato notatdo che per t = 0 il primo membro deve coincidere con ω > 0. Tale
segno, per continuità viene mantenuto almeno fino a quando ϕ̇(t) non si annulla. Pertanto
abbiamo che: …
κ
ϕ̇ = 2 ω 2 − sin ϕ + ω 2 ,
m
valida istante per istante sul moto considerato. Inserendo questa espressione nell’equazione che
determina φr :
φr = −mRϕ̇2 + R(κ − mω 2 )(1 + sin ϕ) − 2mωRϕ̇ ,
si ottiene una relazione che individua, sul moto detto, φr come funzione della sola posizione ϕ:
…
r
h
2 κ 2
i
2 κ
φ (ϕ) = −mR 2 ω − sin ϕ + ω +R(κ−mω )(1+sin ϕ)−2mωR 2 ω 2 − sin ϕ + ω 2 ,
m m
da cui:
…
r 2 2 κ
φ (ϕ) = Rκ − 2mRω + 3R(κ − mω ) sin ϕ − 2mωR 2 ω 2 − sin ϕ + ω 2 .
m
33
ESERCIZIO 7
Sia R0 un sistema di riferimento inerziale ed R un altro riferimento che ruota senza traslare
(rispetto a R0 ) attorno al punto O in quiete in R0 . Si consideri un sistema di coordinate
−mgez
z
I
H
P
Γ t
y
O ω
ω
x
cartesiane ortonormali destrorse x, y, z di origine O solidali con R e si supponga che ωR |R0 = ωez
con ω > 0 costante. Un punto materiale√P di massa m > 0 vincolato alla retta Γ uscente da
O con versore tangente t = ( ex + ez )/ 2, supposta liscia, è sottoposto alle seguenti forze in
addizione alla reazione vincolare φ:
(i) la forza di gravità −mg ez ,
(ii) la forza di una molla ideale di costante κ > 0, lunghezza nulla a riposo, fissata ad
H = O + h ez con h > 0 noto.
Si risolvano i seguenti quesiti descrivendo P in termini della lunghezza, indicata con s, del seg-
mento P − O (di segno negativo se P precede O).
(1). Si scrivano le equazioni pure di movimento del punto P e l’equazione che determina la
reazione vincolare φ sui moti del sistema.
(2). Si dimostri che sui moti si conserva l’integrale primo:
1 s2 s
E = mṡ2 + 2κ − mω 2 + √ (mg − κh)
2 4 2
Si provi che E è l’energia meccanica del sistema nel riferimento R e si spieghi perché E si con-
serva usando il teorema di conservazione dell’energia meccanica.
(3). Supponendo mg ≥ κh, si determinino le configurazioni di equilibrio di P nel riferimento
R. Se ne discuta la stabilità a seconda che mω 2 /(2κ) > √1, mω 2 /(2κ) = 1 e mω 2 /(2κ) < 1.
2
(4). Posto a := (2κ − mω )/(2m) e b := (mg − κh)/(m 2), si trovi il moto del sistema nell’i-
potesi a > 0 quando sono assegnate le condizioni iniziali ṡ(0) = 0 e s(0) = b/a e si scriva, in
34
funzione del tempo, la reazione vincolare su tale moto.
Soluzione. √
(1) Conviene introdurre una nuove base ortonormale destrorsa t, n, b con n := ( ez − ex )/ 2 e
b := t ∧ n = − ey . Da cui si ha subito che
√ √
ex = (t − n)/ 2 , ey = −b , ez = (t + n)/ 2
Al fine di scrivere esplicitamente la forza della molla in funzione di s si osservi che vale P −O = st
e quindi:
h ez t+n
P − H = P − O + O − H = st − √ = st − h √ .
2 2
Pertanto, nel riferimento inerziale R0 , l’equazione F = ma si scrive:
t+n κh(t + n)
maP |R0 = −mg √ − κst + √ +φ. (1.93)
2 2
Nel riferimento R abbiamo di conseguenza che:
t+n κh(t + n)
m(aP |R + ω ez ∧ vP |R + ω ez ∧ (ω ez ∧ (P − O))) = −mg √ − κst + √ +φ.
2 2
√
Tenendo conto del fatto che ez = (t + n)/ 2, del fatto che vP |R = ṡt ed, infine, del fatto che
t, n, b è base ortonormale destrorsa, abbiamo l’equazione del moto in R (si osservi che φ non
ha componenti lungo t essendo il vincolo ideale):
Å
mg hκ mω 2 s
ã Å
mg hκ mω 2 s
ã Ä √ ä
ms̈t = − √ − κs + √ + t+ − √ + √ − + φ n + − 2mω ṡ + φb b .
n
2 2 2 2 2 2
Separando le equazioni ottenute dalle varie componenti otteniamo quindi, in riferimento all’asse
t, l’equazione pura di movimento:
d2 s mg hκ mω 2 s
m = − √ − κs + + , (1.94)
dt2 2 2 2
questa è un’equazione differenziale del secondo ordine in forma normale con secondo membro
di classe C ∞ e pertanto determina univocamente la soluzione del problema del moto una volta
assegnate condizioni iniziali. In riferimento agli assi n e b otteniamo invece le due equazioni che
determinano la reazione vincolare se è data una soluzione del problema del moto:
mg hκ mω 2 s
φn = √ − + , (1.95)
2 2 2
φb = mω ṡ , (1.96)
35
(2) Moltiplicando ambo i membri di (1.94) per ds/dt e raccogliendo tutto a primo membro, il
risultato può essere riscritto come l’equazione di conservazione (sui moti) di E :
d 1 2 s2 s
ï ò
2κ − mω 2 + √ (mg − κh) = 0 .
mṡ +
dt 2 4 2
L’interpretazione fisica di E è chiara: si tratta dell’energia meccanica di P nel riferimento R. In-
fatti, in tale riferimento, il punto P è sottoposto alle forze conservative della gravità e della molla,
che producono il termine di energia potenziale (omettendo una costante additiva inessenziale):
s κs2
√ (mg − κh) + ,
2 2
un altro termine di energia potenziale è quello dovuto alla forza centrifuga:
mω 2
−s2 .
4
L’energia cinetica è semplicemente 12 mṡ2 . La somma di tali termini è proprio E . La derivata
temporale della somma dell’energia cinetica più quella potenziale (cioé E ) deve uguagliare la
potenza delle forze rimanenti: la forza di Coriolis e la reazione vincolare φ. Queste ultime
hanno potenza nulla essendo entrambe normali alla velocità nel riferimento R e questo spiega,
in termini fisici, la ragione della conservazione di E .
(3) Le equazioni che determinano il moto del sistema, ridotte al prim’ordine sono:
dv g κ hκ ω2s
= −√ − s + + , (1.97)
dt 2 m 2m 2
ds
= v. (1.98)
dt
Le configurazioni di equilibrio s0 si ottengono come le configurazioni che annullano il secondo
memebro del sistema appena scritto, quando si richiede anche che v = 0. Si trova pertanto
l’unica configurazione di equilibrio:
√
1 2mg − hκ 2
s0 = √ .
2 mω 2 − 2κ
Possiamo studiarne la stabilità usando il teorema di Liapunov e l’integrale primo E che ha un
punto con gradiente nullo esattamente in (s0 , v = 0). Per stabilire se c’è un minimo stretto in
tale configurazione, studiamo il segno della derivata seconda in s0 dell’energia potenziale:
s2 s
2κ − mω 2 + √ (mg − κh) .
U (s) =
4 2
Si ha esplicitamente:
d2 U 2κ − mω 2
|s = .
ds2 0 2
36
Il punto s0 corrisponde ad un punto di minimo stretto di U solo se 2κ−mω 2 > 0 ossia mω 2 /2κ <
1. In tal caso, direttamente dal teorema di Liapunov, possiamo dire che la configurazione di
equilibrio s0 è stabile nel futuro. Si ha invece un punto di massimo stretto se mω 2 /2κ > 1. In
questo caso la configurazione s0 risulta essere di equilibrio instabile per noti teoremi. Il caso
mω 2 /2κ = 1 non può essere studiato con i metodi generali visti nel corso. Tuttavia, in questa
situazione, l’equazione pura di movimento (1.94), si riduce a
d2 s g hκ
2
= −√ + ,
dt 2 2m
la cui soluzione generale è :
hκ g t2
Å ã
s(t) = −√ + At + B .
2m 2 2
Si osservi che il coefficiente davanti a t2 /2 è sicuramente strettamente negativo se, come richiesto
dalle ipotesi, mg > hκ. Di conseguenza, per t → +∞, comunque scegliamo le costanti A e B si
ha che s(t) → −∞ oppure s(t) → +∞ se t → −∞. Pertanto il moto non può essere confinato
per tutti i tempi in un intorno di s0 e quindi è impossibile che s0 sia una configurazione di
equilibrio stabile nel futuro o nel passato.
(4) L’equazione del moto (1.94) si scrive, con le definizioni date di a e b:
d2 s
+ as + b = 0
dt2
ossia, nell’ipotesi a > 0
d2 s
+ a(s + b/a) = 0 .
dt2
Definendo σ := s + b/a, l’equazione diviene:
d2 σ
+ aσ = 0 . (1.99)
dt2
Dato che a > 0 per ipotesi, la soluzione generale è :
√ √
σ(t) = A cos at + B sin at ,
ossia
b √ √
s(t) = − + A cos at + B sin at .
a
Le condizioni iniziali s(0) = b/a e ṡ(0) = 0 forniscono: A = 2b/a e B = 0 da cui:
b √
s(t) = 1 + 2 cos at . (1.100)
a
e anche
b √
ṡ(t) = −2 √ sin at . (1.101)
a
37
Inserendo nelle espressioni per le reazioni vincolari (1.95) e (1.96) si ottiene infine l’esperessione,
in componenti, delle reazioni vincolari in funzione del tempo:
mg hκ mω 2 b √
φn (t) = √ − + 1 + 2 cos at , (1.102)
2 2 2a
2mωb √
φb (t) = − √ sin at . (1.103)
a
38
ESERCIZIO 8
Soluzione.
(1). Le equazioni del moto dei due punti sono (non scriviamo esplicitamente |R in quanto
lavoriamo solo con un riferimento)
maP = −mg ez − κ(P − Q) + φP , (1.104)
maQ = −mg ez − κ(Q − P ) + φQ − γvQ . (1.105)
Definiamo il solito sistema di coordinate polari piane r, ϕ adattato alla circonferenza in cui
l’angolo ϕ individua P −O rispetto all’asse y, con orientazione positiva rispetto a ex . Esprimiamo
le equazioni del moto usando, per ciascun punto, le coordinate suggerite nel testo. Le relazioni
tra i versori ey , ez e quelli associati alle coordinate polari sono, al solito:
er = cos ϕ ey + sin ϕ ez , (1.106)
er = − sin ϕ ey + cos ϕ ez , (1.107)
che si invertono in (prendendo la trasposta della corrispondente trasformazione lineare):
ey = cos ϕ er − sin ϕ eϕ , (1.108)
ez = sin ϕ er + cos ϕ eϕ . (1.109)
Di conseguenza:
P − Q = −R ex + R cos ϕ ey + (R sin ϕ − z) ez , (1.110)
può anche essere scritto come
P − Q = −R ex + R cos ϕ(cos ϕ er − sin ϕ eϕ ) + (R sin ϕ − z)(sin ϕ er + cos ϕ eϕ ) ,
39
ossia:
P − Q = −R ex + (R − z sin ϕ) er − z cos ϕ eϕ . (1.111)
Tenendo conto del fatto che:
dz d2 z
vQ = ez e aQ = ez ,
dt dt2
l’equazione (1.105) usando (1.110), può decomporsi, sulla base ez , ey , ex nelle tre equazioni con
ovvie notazioni:
d2 z dz
m = −mg + κ(R sin ϕ − z) − γ ,
dt2 dt
0 = κR cos ϕ + φyQ ,
0 = −κR + φxQ .
d2 ϕ
mR 2 = (κz − mg) cos ϕ ,
dt
Å ã2
dϕ
−mR = −mg sin ϕ − κ(R − z sin ϕ) + φrP ,
dt
0 = −κR + φxP .
d2 ϕ
mR = (κz − mg) cos ϕ , (1.112)
dt2
d2 z dz
m 2 = −γ − mg + κ(R sin ϕ − z) , (1.113)
dt dt
ed equazioni che, una volta noto un moto del sistema, determinano tutte le componenti delle
reazioni vincolari:
Å ã2
r dϕ
φP = −mg sin ϕ − κ(R − z sin ϕ) + mR ,
dt
φxP = κR ,
φyQ = −κR cos ϕ ,
φxQ = κR .
40
(2). L’energia meccanica del sistema è la somma dell’energia cinetica
m dz 2 m 2 dϕ 2
Å ã Å ã
T := + R ,
2 dt 2 dt
e delle energie potenziali dovute alla forza della molla ed alla gravità (attenzione che l’energia
della molla è contata una volta sola):
κ
U = (P − Q)2 + mgR sin ϕ + mgz .
2
Usando (1.110) si trova esplicitamente, trascurando una inessenziale costante additiva:
κz 2
U (ϕ, z) := − κRz sin ϕ + mgR sin ϕ + mgz . (1.114)
2
Sommando tutto:
m dz 2 m 2 dϕ 2 κz 2
Å ã Å ã
E = + R + − κRz sin ϕ + mgR sin ϕ + mgz . (1.115)
2 dt 2 dt 2
Per provare che, se γ = 0, E è conservata sui moti del sistema è sufficiente procedere come segue.
Si moltiplicano ambo membri di (1.112) per Rdϕ/dt e ambo membri di (1.113) per dz/dt, quindi
si sommano membro a membro i risultati ottenendo:
d m dz 2 m 2 dϕ 2
Ç Å ã Å ã å
d κz 2
Å ã
+ R = − + κRz sin ϕ − mgR sin ϕ − mgz ,
dt 2 dt 2 dt dt 2
che può essere riscritta semplicemente come, supponendo verificate le equazioni (1.112) e (1.113):
dE
=0.
dt
Se γ > 0, la stessa procedura fornisce invece:
Å ã2
dE dz
= −γ .
dt dt
(3). Le configurazioni (ϕ0 , z0 ) di equilibrio per il sistema del secondo ordine (1.112)-(1.113)
si ottengono imponendo che per (ϕ, z) = (ϕ0 , z0 ) i secondi membri di (1.112) e (1.113) siano
nulli quando valgono le ulteriori condizioni dϕ/dt = 0 e dz/dt = 0. Questa procedura porta
immediatamente alle equazioni che determinano le configurazioni di equilibrio:
z0 cos ϕ0 = 0 ,
R sin ϕ0 = z0 .
41
Abbiamo 4 soluzioni: (z0 , ϕ0 , ) = (0, 0), (0, π), (R, π/2), (−R, −π/2). Passiamo allo studio della
stabilità delle 4 configurazioni di equilibrio. Al solito l’idea è di usare l’energia meccanica come
funzione di Liapunov dato che, essendo conservata vale E˚ = 0. Dall’espressione di E in (1.115),
vediamo che si ha un minimo stretto nella parte riguardate le velocità dϕ/dt, dz/dt attorno
alla configurazione di velocità nulle. Se l’energia potenziale ha un minimo stretto in una delle
due configurazioni di equilibrio, l’energia totale, pensata come funzione di Liapunov, soddisfa le
ipotesi del teorema di Liapunov e si ha stabilità nel futuro e anche nel passato valendo E˚ = 0 e
non solo E˚ ≤ 0. Viceversa se la matrice hessiana dell’energia potenziale in una delle due confi-
gurazioni ha un autovalore negativo concludiamo che la configurazione di equilibrio è instabile.
Il calcolo della matrice hessiana di U con g = 0:
κz 2
U (z, ϕ) := − κRz sin ϕ ,
2
fornisce direttamente ï ò
1 −R cos ϕ0
H(z0 , ϕ0 ) = κ .
−R cos ϕ0 z0 R sin ϕ0
Ne consegue che: ï ò
1 −R
H(0, 0) = κ .
−R 0
Avendo questa matrice (omettendo il fattore positivo κ) traccia 1 e determinante −R2 , conclu-
diamo che i suoi autovalori (la cui somma è la traccia della matrice ed il cui prodotto ne è il
determinante) sono uno positivo e l’altro negativo positivi. Segue immediatamente che la confi-
gurazione di equilibrio considerata è instabile. Passando alla seconda configurazione di equilibrio
troviamo ï ò
1 R
H(0, π) = κ .
R 0
Avendo questa matrice (omettendo il fattore positivo κ) traccia 1 e determinante −R2 , con-
cludiamo che i suoi autovalori (la cui somma è la traccia della matrice ed il cui prodotto ne
è il determinante) sono uno positivo e l’altro negativo positivi. Segue immediatamente che la
configurazione di equilibrio considerata è ancora instabile. La terza configurazione di equilibrio
fornisce ï ò
1 0
H(R, π/2) = κ .
0 R2
Dato che il determinante e la traccia della matrice sono entrambi positivi entrambi gli autovalori
sono strettamente positivi e pertanto si ha stabilità nel passato e nel futuro.
La quarta configurazione di equilibrio fornisce ancora
ï ò
1 0
H(−R, −π/2) = κ ,
0 R2
con le stesse conclusioni: la configurazione è di equilibrio stabile nel passato e nel futuro.
42
ESERCIZIO 9
z −mgez
γ1 γ2
−γvP1 |I
P2
P1
y
O
seguenti forze:
(i) la forza −mg ez su ciascuno dei due punti, con g ≥ 0 costante fissata,
(ii) la forza di una molla che ha gli estremi fissati ai due punti, di lunghezza nulla a riposo,
priva di peso, con costante elastica K > 0 assegnata.
(iii) una forza viscosa −γvP1 |R (che agisce dunque solo su P1 ) dove γ ≥ 0 è una costante
nota. Usando come coordinate libere gli angoli θ1 e θ2 si risolvano i questiti (a),(b),(c) ed un
ulteriore questito scelto tra (d) e (e).
43
(a) Si scrivano le equazioni di Eulero-Lagrange del sistema dei due punti materiali.
(b) Nel caso γ = 0 si dimostri che l’energia meccanica totale del sistema (riferita al sistema
inerziale R) si conserva e se ne dia l’espressione esplicita in funzione delle coordinate lagrangiane
e delle loro derivate prime temporali.
(c) Nel caso γ = 0 partendo dalle coordinate libere θ1 , θ2 si passi alla formulazione hamiltoniana,
scrivendo esplicitamente:
(1) l’hamiltoniana in funzione delle variabili di Hamilton θ1 , θ2 , pθ1 , pθ2 e
(2) le equazioni di Hamilton.
(d) Nel caso γ = 0 e g = 0 si passi alle nuove coordinate lagrangiane Θ = (θ1 + θ2 )/2 e
Φ = (θ1 − θ2 )/2 e si proceda come segue.
(1) Si verifichi che la lagrangiana del sistema (riferita a R) è indipendente da Θ e si determini
l’integrale primo associato I;
(2) Si scrivano esplicitamente in funzione delle coordinate libere e delle coordinate libere
puntate, la componente z del momento angolare totale rispetto al riferimento R ed al polo O,
ΓO |R · ez , e la componente z dell’impulso totale rispetto al riferimento R, P|R · ez . Si verifichi
se I sia o meno esprimibile come una funzione di ΓO |R · ez e P|R · ez .
(e) Si considerino le equazioni di Eulero-Lagrange nel caso γ = 0 e si proceda come segue.
(1) Per r, h > 0 assegnate, si determinino i valori della costante g ≥ 0 per cui possono esistere
soluzioni del problema del moto tali che θ1 (t) = θ2 (t) ∀t ∈ R;
(2) si dia infine l’espressione esplicita di tali soluzioni.
Soluzione.
(a) Omettiamo nel seguito l’indice |R essendo tutte le grandezze cinematiche associate unica-
mente al riferimento R. In riferimento a coordinate cilindriche, vale: P1 −O = r er (θ1 )+z(θ1 )ez ,
P2 − O = 2r er (θ2 ) + z(θ2 ) ez . Pertanto
vP1 = rθ̇1 eθ (θ1 ) + hθ̇1 ez , vP2 = 2rθ̇2 eθ (θ2 ) + hθ̇2 ez .
L’energia cinetica del sistema di punti sarà allora data da:
mÄ 2 2 ä m(r2 + h2 ) m(4r2 + h2 ) 2
T := r θ̇1 + h2 θ̇12 + 4r2 θ̇22 + h2 θ̇22 = θ̇12 + θ̇2 .
2 2 2
Tendo conto del fatto che: P1 − P2 = r er (θ1 ) − 2r er (θ2 ) + z(θ1 ) ez − z(θ2 ) ez , si ha che l’energia
potenziale totale avrà invece espressione:
K K 2
(P1 −P2 )2 = mgh(θ1 +θ2 )+ r + 4r2 − 2r2r er (θ1 ) · er (θ2 ) + h2 (θ1 − θ2 )2 .
mg(z(θ1 )+z(θ2 ))+
2 2
Essendo:
er (θ1 )·er (θ2 ) = (cos θ1 ex +sin θ1 ey )·(cos θ2 ex +sin θ2 ey ) = cos θ1 cos θ1 +sin θ1 sin θ1 = cos(θ1 −θ2 ),
abbiamo l’espressione finale:
K 2
h (θ1 − θ2 )2 − 4r2 cos(θ1 − θ2 ) ,
U = mgh(θ1 + θ2 ) +
2
44
dove abbiamo trascurato una costante additiva inessenziale. Infine la componente lagrangiana
Qθ1 (l’unica non nulla) della forza viscosa è
∂xP1
Qθ1 = · (−γvP1 ) = −γ(r eθ (θ1 ) + h ez ) · (rθ̇1 eθ (θ1 ) + hθ̇1 ez ) ,
∂θ1
cioé
Qθ1 = −γ(r2 + h2 )θ̇1 .
Le equazioni di Eulero-Lagrange prendono dunque la forma:
d ∂L ∂L
Å ã
− = Qθ1
dt ∂ θ̇1 ∂θ1
d ∂L ∂L
Å ã
− = 0
dt ∂ θ̇2 ∂θ2
dθ1 dθ2
= θ̇1 , = θ̇2 ,
dt dt
dove abbiamo introdotto la funzione lagrangiana:
m(r2 + h2 ) 2 m(4r2 + h2 ) 2 K 2
h (θ1 − θ2 )2 − 4r2 cos(θ1 − θ2 ) .
L = T −U = θ̇1 + θ̇2 −mgh(θ1 +θ2 )−
2 2 2
Esplicitamente:
d2 θ1 dθ1
m(r2 + h2 ) = −mgh − K h2 (θ1 − θ2 ) + 2r2 sin(θ1 − θ2 ) − γ(r2 + h2 )
,
dt2 dt
d2 θ2
m(4r2 + h2 ) 2 = −mgh − K h2 (θ2 − θ1 ) + 2r2 sin(θ2 − θ1 ) .
dt
(b) Siamo nelle ipotesi del teorema di Jacobi dato che la lagrangiana non dipende esplicitamente
dal tempo, pertanto si conserva nel tempo la funzione hamiltoniana. Ulteriormente nel riferi-
mento R i vincoli non dipendono dal tempo, le coordinate libere sono solidali a tale riferimento,
le forze attive sono tutte conservative e la lagrangiana è stata calcolata rispetto a R. In tal caso,
come è noto l’hamiltoniana del sistema coincide con l’energia meccanica totale calcolata rispetto
a R. Possiamo anche fare una verifica esplicita. L’Hamiltoniana è per definizione:
∂L ∂L
H = θ̇1 + θ̇2 −L
∂ θ̇1 ∂ θ̇2
Nel caso in esame otteniamo immediatamente che, esplicitamente:
m(r2 + h2 ) 2 m(4r2 + h2 ) 2 K 2
h (θ1 − θ2 )2 − 4r2 cos(θ1 − θ2 ) .
H = θ̇1 + θ̇2 + mgh(θ1 + θ2 ) +
2 2 2
In tale espressione
m(r2 + h2 ) 2 m(4r2 + h2 ) 2
θ̇1 + θ̇2
2 2
45
non è altro che l’energia cinetica del sistema come provato precedentemente, mentre
K 2
h (θ1 − θ2 )2 − 4r2 cos(θ1 − θ2 )
mgh(θ1 + θ2 ) +
2
è , come calcolato sopra, l’energia potenziale delle forze attive (la forza viscosa è assente e le
reazioni vincolari non compiono lavoro). Abbiamo trovato che l’energia meccanica totale del
sistema coincide con l’hamiltonaiana.
(c) Nel nostro caso la trasformazione di Legendre si riduce a:
∂L
Å ã
pθ1 = = m(r2 + h2 )θ̇1 ,
∂ θ̇
Å 1 ã
∂L
pθ2 = = m(4r2 + h2 )θ̇2 ,
∂ θ̇2
da cui:
pθ1
θ̇1 = ,
m(r2 + h2 )
pθ2
θ̇2 = .
m(4r2 + h2 )
p2θ1 p2θ2 K 2
h (θ1 − θ2 )2 − 4r2 cos(θ1 − θ2 ) .
H (θ1 , θ2 , pθ1 , pθ2 ) = 2 2
+ 2 2
+mgh(θ1 +θ2 )+
2m(r + h ) 2m(4r + h ) 2
dθ1 ∂H pθ1
Å ã
= = ,
dt ∂pθ1 m(r2 + h2 )
dθ2 ∂H pθ1
Å ã
= = ,
dt ∂pθ2 m(4r2 + h2 )
dpθ1 ∂H
Å ã
= − mgh − K h2 (θ1 − θ2 ) + 2r2 sin(θ1 − θ2 ) ,
= −
dt ∂θ1
dpθ2 ∂H
Å ã
= − mgh − K h2 (θ2 − θ1 ) + 2r2 sin(θ2 − θ1 ) .
= −
dt ∂θ2
(d) Vale: θ1 = Θ + Φ e θ2 = Θ − Φ. Sostituendo nell’espressione della lagrangiana trovata in (a)
con γ = 0 e g = 0, si vede immediatamenter che essa si trascrive:
m(r2 + h2 ) Ä ä2 m(4r2 + h2 ) Ä ä2 K
4h2 Φ2 − 4r2 cos(2Φ) .
L = Θ̇ + Φ̇ + Θ̇ − Φ̇ −
2 2 2
46
Dato che la lagrangiana non dipende esplicitamente da Θ, si ha allora l’integrale primo:
∂L Ä ä Ä ä
I= = m(r2 + h2 ) Θ̇ + Φ̇ + m(4r2 + h2 ) Θ̇ − Φ̇ .
∂ Θ̇
In definitiva:
I = m(r2 + h2 )θ̇1 + m(4r2 + h2 )θ̇2 .
D’altra parte:
(P1 −O)∧mvP1 = (r er (θ1 )+hθ1 ez )∧m(rθ̇1 eθ (θ1 )+hθ̇1 ez ) = mr2 θ̇1 ez −mrhθ̇1 eθ −mrhθ1 θ̇1 er ,
per cui:
(P1 − O) ∧ mvP1 · ez = mr2 θ̇1 .
Nello stesso modo troviamo:
da cui:
Concludiamo che:
I = ΓO · ez + hP · ez ,
ed in particolare α = h.
(e) Le equazioni di E-L nel caso γ = 0 si riducono a:
d2 θ1
m(r2 + h2 ) = −mgh − K h2 (θ1 − θ2 ) + 2r2 sin(θ1 − θ2 ) ,
dt2
d2 θ2
m(4r2 + h2 ) 2 = −mgh − K h2 (θ2 − θ1 ) + 2r2 sin(θ2 − θ1 ) .
dt
Se θ1 = θ1 (t), θ2 = θ2 (t) è una soluzione con θ1 (t) = θ2 (t), allora deve valere
d2 θ1
m(r2 + h2 ) = −mgh ,
dt2
d2 θ1
m(4r2 + h2 ) 2 = −mgh .
dt
Sottraendo membro a membro troviamo:
d2 θ1 d2 θ1
m3r2 =0 e quindi =0.
dt2 dt2
47
Pertanto, valendo
d2 θ1
m(r2 + h2 ) = −mgh
dt2
con m, r, h > 0, deve anche essere −mgh = 0. Dato che è mh > 0 per ipotesi, si possono avere
soluzioni suddette solo per g = 0.
Determinaimo la forma esplicita di tali soluzioni. Se esistono soluzioni con θ1 (t) = θ2 (t) ∀t ∈ R
devono soddisfare in particolare: θ1 (0) = θ2 (0) e θ̇1 (0) = θ̇2 (0). Se fissiamo condizioni iniziali:
θ1 (0) = θ2 (0) = θ0 e θ̇1 (0) = θ̇2 (0) = v0 per arbitrarie costanti θ0 , v0 , la coppia di funzioni:
soddisfa le equazioni:
d2 θ1
m(r2 + h2 ) = −K h2 (θ1 − θ2 ) − 2r2 sin(θ1 − θ2 ) ,
dt2
d2 θ2
m(4r2 + h2 ) 2 = −K h2 (θ2 − θ1 ) − 2r2 sin(θ2 − θ1 ) .
dt
con le condizioni iniziali dette ed anche la richiesta θ1 (t) = θ2 (t) per ogni t ∈ R. Queste sono
dunque tutte e sole le soluzioni del tipo cercato per il teorema di unicità dei sistemi di equazioni
differenziali in forma normale con secondo membro regolare.
48
ESERCIZIO 10
Soluzione.
(1). Definiamo il solito sistema di coordinate polari piane r, θ adattato alla circonferenza in
cui l’angolo θ individua P − O rispetto all’asse x, con orientazione positiva rispetto a ez . Le
relazioni tra i versori ey , ez e quelli associati alle coordinate polari sono, al solito:
49
che si invertono in (prendendo la trasposta della corrispondente trasformazione lineare):
Di conseguenza:
xP = R cos θ ex + R sin θ ey , xQ = 2R ey + z ez .
Dunque:
vP = Rθ̇ eθ , vQ = ż ez .
Perché saranno utili tra poco, ricaviamo anche P − Q in coordinate cartesiane e polari:
ossia:
P − Q = R(1 − 2 sin θ) er − 2R cos θ eθ − z ez . (1.121)
Passiamo a scrivere le equazioni di Eulero-Lagrange. Usanado (1.120) l’energia potenziale della
molla risulta avere espressione esplicita, in coordinate lagrangiane:
K K
(P − Q)2 = R2 + 4R2 − 4R2 sin θ + z 2 .
2 2
Trascurando una costante additiva inessenziale, l’energia potenziale totale, tenendo conto anche
dell’energia potenziale della forza di gravità M gz, risulta essere:
Kz 2
U (ϕ, z) := − 2KR2 sin θ + M gz . (1.122)
2
L’energia cinetica ha banalmente la forma:
M 2
T = (ż + R2 θ̇2 ).
2
Se fosse γ = 0 avremmo che la lagrangiana seguente determinan completamente il moto del
sistema:
M 2 Kz 2
L = (ż + R2 θ̇2 ) − + 2KR2 sin θ − M gz . (1.123)
2 2
Tuttavia si deve tenere conto della forza viscosa che ha solo componente lagrangiana Qθ non
nulla:
∂xP
Qθ = · (−γvP ) = −γR2 θ̇ .
∂θ
50
La coppia non banale di equazioni di Eulero-Lagrange, nel caso generale di γ 6= 0, è data da
d ∂L ∂L
− = 0 (1.124)
dt ∂ ż ∂z
d ∂L ∂L
− = −γR2 θ̇ . (1.125)
dt ∂ θ̇ ∂θ
Esplicitamente si ottiene, tenendo conto di (1.123):
d2 z
M = −M g − Kz , (1.126)
dt2
d2 θ dθ
M 2 = 2K cos θ − γ . (1.127)
dt dt
Abbiamo dunque un sistema di equazioni differenziali corrispondente alle equazioni pure di
movimento (infatti tale sistema è scrivibile in forma normale ed il secondo membro è C ∞ ): per
trovare le equazioni che determinano le reazioni vincolari notiamo che valgono le equazioni di
Newton (per γ = 0):
M aP = −M g ez − K(P − Q) + φP ,
M aQ = −M g ez − K(Q − P ) + φQ .
dθ 2
Å ã
φrP = −M R + KR(1 − 2 sin θ) ,
dt
φzP = M g − Kz ,
φyQ = −K(R sin θ − 2R) ,
φxQ = −KR cos θ .
(2). L’energia meccanica del sistema è la somma dell’energia cinetica e dell’energia potenziale
tale:
M dz 2 M 2 dθ 2 Kz 2
Å ã Å ã
E = + R + − 2KR2 sin θ + M gz . (1.130)
2 dt 2 dt 2
51
Per provare che E è conservata sui moti del sistema quando γ = 0 è sufficiente applicare il
teorema di Jacobi tenendo conto che la lagrangiana non dipende esplicitamente dal tempo e i
vicoli sono solidali al riferimento. Oppure si può procedere come segue. Si moltiplicano ambo
membri di (1.127) per R2 dθ/dt e ambo membri di (1.126) per dz/dt, quindi si sommano membro
a membro i risultati ottenendo:
d M dz 2 M 2 dθ 2
Ç Å ã Å ã å
d Kz 2
Å ã
+ R = − + 2KR2 sin θ − M gz ,
dt 2 dt 2 dt dt 2
che può essere riscritta semplicemente come, supponendo verificate le equazioni (1.128) e (1.129):
dE
=0.
dt
Nel caso γ > 0 la stessa procedura fornisce:
Å ã2
dE dθ
= −γR2 . (1.131)
dt dt
∂L
pθ = = M R2 θ̇ , (1.132)
∂ θ̇
∂L
pz = = M ż , (1.133)
∂ ż
Pertanto l’hamiltoniana si scrive, in funzione di tali variabili:
p2z p2θ Kz 2
H = + + − 2KR2 sin θ + M gz . (1.134)
2M 2M R2 2
Abbiamo quindi il set di equazioni di Hamilton:
dpz ∂H
Å ã
= − = − M g − Kz , (1.135)
dt ∂z
dpθ ∂H
Å ã
= − = 2KR2 cos θ , (1.136)
dt ∂θ
dz ∂H pz
Å ã
= = , (1.137)
dt ∂p M
Å z ã
dθ ∂H pθ
= = . (1.138)
dt ∂pθ M R2
52
(4) In riferimento alle equazioni del moto scritte in forma normale (1.126) e (1.127), si osservi che
le equazioni sono disaccoppiate. Dato che la seconda equazione risulta essere soddisfatta dalla
funzione θ(t) = −π/2 costantemente, questa è l’unica soluzione determinata dalle condizioni
iniziali dette. Bisogna risolvere la seconda equazione, che riscriviamo come:
d2 z K
2
+ z+g =0.
dt M
M
ossia, se z1 := z + K g,
d2 z1 K
2
+ z1 = 0 .
dt M
Questa è omogenea ed ha soluzione generale:
Ç… å Ç… å
K K
z1 (t) = A cos t + B sin t .
M M
M
Dato che z(0) = Z deve essere: Z = A − e dunque A = Z + M
Kg K g. Pertanto:
Ç… å Ç… å
M K K M
Å ã
z(t) = Z + g cos t + B sin t − g.
K M M K
Sostituendo le funzioni z(t) e θ(t) nei secondi membri delle equazioni trovate sopra per le com-
ponenti delle reazioni vincolari, si ha l’espressione delle componenti delle reazioni vincolari in
funzione del tempo sul moto considerato:
φrP = 3KR ,
Ç… å
K
φzP = 2M g − (KZ + M g) cos t ,
M
φyQ = 3RK ,
φxQ = 0 .
53
(5) Consideriamo le equazioni del moto scritte in forma normale.
d2 θ K γ dθ
= 2 cos θ − , (1.139)
dt2 M M dt
d2 z K
= −g − z, (1.140)
dt2 M
Dato che il secondo membro è di classe C ∞ come funzione delle funzioni incognite e delle loro
derivate prime, l’assegnazione di condizioni iniziali individua univocamente una soluzione, vale
cioé il teorema di esistenza ed unicità .
Condizione necessaria affinché una soluzione sia rappresentata da funzioni costanti nel tempo
è che entrambi i membri del sistema scritto sopra siano nulli per ogni tempo. Il primo membro
si annulla banalmente se le funzioni θ = θ(t), z = z(t) sono costanti. Il secondo si annulla invece
solo se θ(t) = θ0 e z(t) = z0 prendono i valori costanti θ0 = ±π/2 e z0 = −M g/K. Usando
questi valori come dati di Cauchy unitamente a dθ/dt|t=0 = 0, dz/dt|t=0 = 0, il teorema di
esistenza ed unicità implica che le uniche soluzioni associate siano quelle costanti. In definitava
le condizioni iniziali (a t = 0) che producono moti costanti sono tutte e sole date da:
54
ESERCIZIO 11
Soluzione.
(1). Le equazioni del moto dei due punti sono (non scriviamo esplicitamente |R in quanto
lavoriamo solo con un riferimento)
M aP = −M g ez − K(P − Q) + φP , (1.141)
M aQ = −M g ez − K(Q − P ) + φQ . (1.142)
Definiamo il solito sistema di coordinate polari piane r, θ adattato alla circonferenza in cui
l’angolo θ individua P −O rispetto all’asse x, con orientazione positiva rispetto a ez . Esprimiamo
le equazioni del moto usando, per ciascun punto, le coordinate suggerite nel testo. Le relazioni
tra i versori ey , ez e quelli associati alle coordinate polari sono, al solito:
Di conseguenza:
P − Q = R cos θ ex + (R sin θ − 2R) ey − z ez , (1.147)
55
può anche essere scritto come
P − Q = R cos θ(cos θ er − sin θ eθ ) + (R sin θ − 2R)(sin θ er + cos θ eθ ) − z ez ,
ossia:
P − Q = R(1 − 2 sin θ) er − 2R cos θ eθ − z ez . (1.148)
Tenendo conto del fatto che
d2 z
aQ = ez ,
dt2
l’equazione (1.142) usando (1.147), può decomporsi, sulla base ez , ey , ex nelle tre equazioni con
ovvie notazioni:
d2 z
M = −M g − Kz ,
dt2
0 = K(R sin θ − 2R) + φyQ ,
0 = KR cos θ + φxQ .
Tenendo conto del fatto che:
Å ã2
d2 θ dθ
aP = R eθ − R er ,
dt2 dt
e anche vP = R dθdt eθ , con una analoga procedura, usando l’equazione (1.148), l’equazione del
moto (1.141) si decompone nelle tre equazioni sulla base eθ , er , ez :
d2 θ dθ
M 2 = 2K cos θ − γ ,
dt dt
Å ã2
dθ
−M R = −KR(1 − 2 sin θ) + φrP ,
dt
0 = φzP + M g .
Abbiamo dunque un sistema di equazioni differenziali corrispondente alle equazioni pure di
movimento (infatti tale sistema è scrivibile in forma normale ed il secondo membro è C ∞ ):
d2 θ dθ
M = 2K cos θ − γ , (1.149)
dt2 dt
d2 z
M 2 = −M g − Kz , (1.150)
dt
ed equazioni che, una volta noto un moto del sistema, determinano tutte le componenti delle
reazioni vincolari:
Å ã2
r dθ
φP = −M R + KR(1 − 2 sin θ) ,
dt
φzP = M g − Kz ,
φyQ = −K(R sin θ − 2R) ,
φxQ = −KR cos θ .
56
(2). L’energia meccanica del sistema è la somma dell’energia cinetica
ã2
M dz M 2 dθ 2
Å Å ã
T := + R ,
2 dt 2 dt
e delle energie potenziali dovute alla forza della molla ed alla gravità (attenzione che l’energia
della molla è contata una volta sola):
K
U = (P − Q)2 + mgz .
2
Usando (1.147) si trova esplicitamente, trascurando una inessenziale costante additiva:
Kz 2
U (ϕ, z) := − 2KR2 sin θ + M gz . (1.151)
2
Sommando tutto:
ã2
M dz M 2 dθ 2 Kz 2
Å Å ã
E = + R + − 2KR2 sin θ + M gz . (1.152)
2 dt 2 dt 2
Per provare che E è conservata sui moti del sistema quando γ = 0 è sufficiente procedere come
segue. Si moltiplicano ambo membri di (1.149) per dz/dt e ambo membri di (1.150) per R2 dθ/dt,
quindi si sommano membro a membro i risultati ottenendo:
d M dz 2 M 2 dθ 2
Ç Å ã Å ã å
d Kz 2
Å ã
+ R = − + 2KR2 sin θ − M gz ,
dt 2 dt 2 dt dt 2
che può essere riscritta semplicemente come, supponendo verificate le equazioni (1.149) e (1.150):
dE
=0.
dt
Nel caso γ > 0 la stessa procedura fornisce:
Å ã2
dE dθ
= −γR2 . (1.153)
dt dt
(3). Le configurazioni (θ0 , z0 ) di equilibrio per il sistema del secondo ordine (1.149)-(1.150) si
ottengono, ragionendo come per l’eserciazio precedente, imponendo che per (θ, z) = (θ0 , z0 ) i
secondi membri di (1.149) e (1.150) siano nulli quando valgono le ulteriori condizioni dθ/dt =
0 e dz/dt = 0. Questa procedura porta immediatamente alle equazioni che determinano le
configurazioni di equilibrio:
0 = −M g − Kz0 ,
0 = 2KR cos θ0 .
57
che ha come uniche soluzioni:
Mg
z0 = − ,
K
π
θ0 = ± .
2
Passiamo allo studio della stabilità di esse. Al solito l’idea è di usare l’energia meccanica come
funzione di Liapunov dato che vale E˚ ≤ 0 come conseguenza della (1.153). Dall’espressione di E
in (1.152), vediamo che si ha un minimo stretto nella parte riguardate le velocità dϕ/dt, dz/dt
attorno alla configurazione di velocità nulle. Se l’energia potenziale ha un minimo stretto in
una delle due configurazioni di equilibrio, l’energia totale, pensata come funzione di Liapunov,
soddisfa le ipotesi del teorema di Liapunov e si ha stabilità nel futuro.
Kz 2
U (ϕ, z) := − 2KR2 sin θ + M gz ,
2
fornisce direttamente ï ò
K 0
H(ϕ0 , z0 ) = .
0 2KR2 sin ϕ0
Ne consegue che:
Mg π
Å ã ï ò
K 0
H − ,± = .
K 2 0 ±2KR2
Ä ä
Segue immediatamente che la configurazione di equilibrio − MKg , π2 è stabile nel futuro (e anche
nel passatoÄ se γ = 0).
ä Viceversa se γ = 0 possiamo anche concludere che la configurazione di
Mg π
equilibrio − K , − 2 è instabile nel passato e nel futuro.
(4) Consideriamo le equazioni del moto scritte in forma normale.
d2 θ K γ dθ
= 2 cos θ − , (1.154)
dt2 M M dt
d2 z K
= −g − z, (1.155)
dt2 M
Si osservi che le equazioni sono disaccoppiate. Dato che enetrambi i membri della prima equa-
zione si annullano per θ(t) = −π/2 costantemente, questa è l’unica soluzione determinata dalle
condizioni iniziali dette. Bisogna risolvere la seconda equazione, che riscriviamo come:
d2 z K
2
+ z+g =0.
dt M
M
ossia, se z1 := z + K g,
d2 z1 K
2
+ z1 = 0 .
dt M
58
Questa è omogenea ed ha soluzione generale:
Ç… å Ç… å
K K
z1 (t) = A cos t + B sin t .
M M
M
Dato che z(0) = Z deve essere: Z = A − e dunque A = Z + M
Kg K g. Pertanto:
Ç… å Ç… å
M K K M
Å ã
z(t) = Z + g cos t + B sin t − g.
K M M K
59
ESERCIZIO 12
Nel riferimento non inerziale R, rispetto a coordinate cartesiane ortonormali solidali con R,
x, y, z di origine O, un punto materiale P di massa m > 0 è vincolato a giacere sulla circonfe-
renza C di equazione x2 + z 2 = R2 , y = 0 supposta liscia. Il punto materiale è connesso all’asse
z con una molla ideale, di lunghezza nulla a riposo, priva di massa, di costante elastica k > 0.
Il punto Q sull’asse z al quale è attaccato un estremo della molla è libero di scorrere lungo tale
asse e si trova sempre alla stessa quota di P . Infine il punto P è sottoposto alla forza di gra-
vità −mg ez con g > 0 costante. Il sistema di riferimento R ruota attorno all’asse z rispetto ad
un riferimento inerziale R0 con ωR |R0 = Ω ez dove Ω > 0 è costante.
Si risolvano i seguenti quesiti usando come coordinata per descrivere il punto sulla circonferenza
l’angolo θ ∈ (−π, π) individuato da P − O rispetto all’asse x ed orientato positivamente rispetto
a − ey .
(1). Scrivere l’equazione pura di movimento di P in termini di equazioni di Eulero-Lagrange,
ottenendola sia nel riferimento inerziale che in quello non inerziale e provando che le due equa-
zioni coincidono.
(2). Scrivere le equazioni che derminano le reazioni vincolari quando è noto il moto del punto.
(3). Si scriva esplicitamente l’energia meccanica totale del sistema nel riferimento R e si provi
che si conserva sui moti del sistema.
(4). Si determinino le configurazioni di equilibrio del sistema e se ne studi la stabilità al variare
dei parametri m, k, Ω, g in (0, +∞).
Soluzione.
(1). Scriviamo la lagrangiana del sistema nel riferimento inerziale R0 nel quale non sono presenti
forze inerziali e tutte le forze vere sono conservative. In tale riferimento la lagrangiana avrà forma
L = T |R0 − U e le equazioni di Eulero-Lagrange avranno la forma più semplice:
d ∂L |R0 ∂L |R0 dθ
Å ã
− =0, = θ̇ .
dt ∂ θ̇ ∂θ dt
Riferiamoci ad un sistema di coordinate polari piane (r, θ) centrato in O nel piano x, z del
riferimento non inerziale. Sappiamo che, se v|R indica la velocità di P rispetto a R e v|R0
indica la velocità di P rispetto a R0 , allora: v|R0 = v|R + ωR |R0 ∧ (P − O). Nel caso in esame
v|R = Rθ̇ eθ e pertanto:
v|R0 = Rθ̇ eθ + Ω ez ∧ R er ,
Sapendo che er = cos θ ex + sin θ ez si ha subito:
60
Per quanto riguarda l’energia potenziale U , essa avrà due contributi: quello dovuto alla molla
(1/2)k(P − Q)2 e quello dovuto alla forza di gravità mzP g (avendo scelto lo zero dell’energia
gravitazionale a z = 0):
1
U (θ) = kR2 cos2 θ + mgR sin θ . (1.157)
2
In definitiva:
mÄ 2 2 ä 1
L |R0 = R θ̇ + R2 Ω2 cos2 θ − kR2 cos2 θ − mgR sin θ . (1.158)
2 2
Le equazioni di Eulero-Lagrange risultano allora essere:
d2 θ
mR2 = −mR2 Ω2 cos θ sin θ + kR2 sin θ cos θ − mgR cos θ . (1.159)
dt2
Questa equazione, dividendo per mR2 , risulta essere scritta in forma normale con secondo mem-
bro dato da una funzione C ∞ di θ. Per il teorema di esistenza ed unicità , tale equazione
determina univocamente una soluzione quando sono assegnate le condizioni iniziali. Pertanto la
(1.159) è l’equazione pura di movimento del punto P .
Vediamo come si ottenga la stessa equazione lavorando nel riferimento non inerziale R. In
questo caso appaiono forze fittizie non tutte conservative e conviene usare le equazioni di
Eulero-Lagrange nella forma più generale:
d ∂T |R ∂T |R dθ
Å ã
− = Qθ + Qθ0 , = θ̇ , (1.160)
dt ∂ θ̇ ∂θ dt
dove Qθ e Qθ0 sono, rispettivamente, le componenti lagrangiane delle forze attive vere e delle
forze attive inerziali. L’energia cinetica T |R è semplicemente mv|2R /2 e cioé :
m 2 2
TR = R θ̇ . (1.161)
2
La componente lagrangiana delle forze attive vere sarà data da, tenendo conto che le forze vere
sono quella gravitazionale −mg ez e quella della molla −k(P − Q):
∂P − O ∂
Qθ = (k(Q − P ) − mg ez ) · = (−kR cos θ ex − mg ez ) · R(cos θ ex + sin θ ez ) .
∂θ ∂θ
In definitiva:
Qθ = kR2 cos θ sin θ − mgR cos θ . (1.162)
Le forze attive inerziali, in questo caso di assenza di traslazione e rotazione con ω̇ = 0, sono solo
la forza centrifuga:
e quella di Coriolis:
F(Coriolis) := −2mωR |R0 ∧v|R = −2mΩRez ∧θ̇eθ = −2mΩθ̇Rez ∧(− sin θex +cos θez ) = 2mRΩθ̇ sin θey ,
61
dove abbiamo tenuto conto che:
eθ = − sin θ ex + cos θ ez .
In definitiva:
Ä ä ∂
Qθ0 = mRΩ2 cos θ ex + 2mRΩθ̇ sin θ ey · R(cos θex +sin θez ) = −mΩ2 R2 cos θ sin θ. (1.163)
∂θ
Si osservi che, in paerticolare, la forza di Coriolis non fornisce contributo alle componenti lagran-
giane delle forze attive. A questo punto la (1.160), tenendo conto di (1.161), (1.162) e (1.163) si
esplicita in:
d2 θ
mR2 2 = kR2 cos θ sin θ − mgR cos θ − mΩ2 R2 cos θ sin θ ,
dt
che coincide con (1.159), già ottenuta per altra via.
(2). Conviene lavorare nel riferimento non inerziale nel quale abbiamo già l’espressione esplicita
delle forze inerziali. L’equazione newtoniana del moto ha la forma, nel riferimento non inerziale
e tendo conto che in coordinate polari piane vale: d er /dt = (dθ/dt) eθ e d eθ /dt = −(dθ/dt) er ,
Å ã2
d2 θ dθ
mR 2
eθ − mR er = −mg ez − kR cos θ ex + mRΩ2 cos θ ex + 2mRΩθ̇ sin θ ey + φ .
dt dt
Cioé :
Å ã2
d2 θ dθ Ä ä
mR 2 eθ − mR er = 2mRΩθ̇ sin θ + φy ey − mg(sin θ er + cos θ eθ )
dt dt
dove abbiamo supposto che la reazione vincolare, dato che è per ipotesi perpendicolare alla
circonferenza, può solo avere componente radiale e lungo l’asse y:
φ = φr er + φy ey .
Decomponendo l’equazione del moto di Newton scritta sopra lungo gli assi er , eθ , ey si ha il
sistema di equazioni:
Å ã2
r dθ
+ mg sin θ − mRΩ2 − kR cos2 θ ,
φ = −mR (1.164)
dt
d2 θ
mR 2 = −mg cos θ − mRΩ2 − kR cos θ sin θ ,
(1.165)
dt
dθ
φy = −2mRΩ sin θ . (1.166)
dt
La seconda è ancora l’equazione pura di movimento (basta moltiplicare ambo membri per R)
già trovata, le rimanenti due determinano le componenti della reazione vincolare quando è noto
62
il moto del sistema.
(3). Notiamo preventivamente che la forza centrifuga in R è conservativa: ha la stessa struttura
di quella di una molla con costante elastica negativa: −mΩ2 ed ha pertanto un’energia poten-
ziale −mΩ2 (P − Q)2 /2. L’energia meccanica E |R nel sistema R è data dalla somma dell’energia
cinentica, dell’energia potenziale gravitazionale, dell’energia potenziale della molla e dell’energia
potenziale centrifuga. Le rimanenti forze: la forza di Coriolis e la reazione vincolare non contri-
buiscono al calcolo non essendo conservative e compiendo sempre lavoro nullo. Per quest’ultima
ragione, parlando in termini fisici, l’energia meccanica totale si conserva nel riferimento non
inerziale R:
m 1 m
E |R = R2 θ̇2 + mgR sin θ + kR2 cos2 θ − R2 Ω2 cos2 θ . (1.167)
2 2 2
Tuttavia questo non è il modo di risolvere l’esercizio usando l’approccio matematico della mec-
canica Lagrangiana. La maniera più rapida per provare che E |R è un integrale primo usando
l’approccio matematico della meccanica di Lagrange è però quella di notare prima di tutto che
L |R0 espressa in coordinate (θ, θ̇), quindi adattate al riferimento R, non dipende esplicitamente
dal tempo e pertanto si ha l’integrale primo di Jacobi:
∂L |R0
H (θ, θ̇) := θ̇ − L |R0 (θ, θ̇)
∂ θ̇
L’espressione di H si ottiene senza calcoli applicando direttamente la seconda parte del teo-
rema di Jacobi osservando che L |R coincide con L |R0 data da (1.158), dove ora il termine
mR2 2 2
2 Ω cos θ è visto come energia potenziale della forza centrifuga e non dell’energia cinetica
che ora è: T |R = m 2 2
2 R θ̇ . Nel riferimento R i vincoli non dipendono dal tempo e la coordinata
lagrangiana θ è solidale con R. Di conseguenza la seconda parte del teorema di Jacobi ci dice
che la funzione di Hamilton calcolata a partire da L |R = L |R0 coincide con l’energia meccanica
totale in R:
m 2 2 1 m
H (θ, θ̇) = R θ̇ + mgR sin θ + kR2 cos2 θ − R2 Ω2 cos2 θ = E |R .
2 2 2
Un metodo alternativo e più laborioso è quello di prendere l’equazione pura di movimento (1.159)
moltiplicare ambo membri per dθ/dt, ottenendo:
dθ d2 θ dθ dθ dθ
mR2 2
= −mR2 Ω2 cos θ sin θ + kR2 sin θ cos θ − mgR cos θ
dt dt dt dt dt
e notando che il risultato si può riscrivere come, su ogni moto:
d m 2 2 d m 2 2 1 2
Å ã
2 2
R θ̇ = R Ω cos θ − kR cos θ − mgR sin θ .
dt 2 dt 2 2
Questa è infine riscrivibile come:
d m 2 2 1 m
Å ã
R θ̇ + mgR sin θ + kR2 cos2 θ − R2 Ω2 cos2 θ = 0 ,
dt 2 2 2
63
cioé , dove la derivata temporale totale è riferita ad una generica soluzione delle equazioni di
Eulero-Lagrange t 7→ (t, θ(t), θ̇(t)) inserita in E |R
d
E |R (t, θ(t), θ̇(t)) = 0 .
dt
(4) In riferimento alle equazioni pure di movimento (1.159) che riscriviamo in forma normale
ed al prim’ordine:
dv k g
= −Ω2 cos θ sin θ + sin θ cos θ − cos θ , (1.168)
dt m R
dθ
= v, (1.169)
dt
le configurazioni di equilibrio θ0 sono tutte e sole le configurazioni per le quali l’unica soluzione
del sistema autonomo sopra scritto con condizioni iniziali θ(0) = θ0 , v(0) = 0 sono date da
θ(t) = θ0 e v(t) = 0, per ogni t ∈ R. Deve allora essere chiaro, in base al teorema di esistenza ed
unicità globale delle soluzioni dei sistemi di equazioni differenziali, che le configirazioni di equili-
brio θ0 sono tutte e sole quelle che annullano il secondo membro di (1.168). Questo è equivalente
a dire che le configurazioni di equilibrio sono tutti e soli i punti di stazionarietà della funzione
energia potenziale totale (1.157). L’equazione per le configurazioni di equilibrio è dunque:
k g
ïÅ ã ò
2
− Ω sin θ0 − cos θ0 = 0 . (1.170)
m R
esistono altre configurazioni di equilibrio. Più precisamente, se in tali ipotesi k > mΩ2 , si hanno
ancora le soluzioni
(>) gm (>) gm
θ1 = arcsin , θ2 = π − arcsin ,
R(k − mΩ2 ) R(k − mΩ2 )
Tenendo conto del fatto che dal punto di vista matematico, guardando le equazioni lagrangiane
del moto, possiamo completamente ignorare la presenza della forza di Coriolis che non gioca alcun
ruole in esse, possiamo supporre che il sistema sia completamente descritto da forze conservative
ed applicare la teoria generale che sappiamo in tale caso. La stabilità delle configurazioni di
64
equilibrio si può completamente studiare andando a guardare il segno della derivata seconda
dell’energia potenziale totale:
1 m
U (θ) := mgR sin θ + kR2 cos2 θ − R2 Ω2 cos2 θ .
2 2
Se tale segno è positivo in una configurazione di equilibrio θ0 , E |R è una funzione di Liapunov per
(θ0 , 0) rispetto al sistema del primo’rdine (1.168)-(1.169) e pertanto si ha equilibrio stabile nella
configurazione θ0 . Se il segno è negativo, per noti teoremi sappiamo che l’equilibrio è instabile.
Se il segno è nullo non possiamo concludere nulla in base ai teoremi che conosciamo. Vale:
dU (θ) R2 R2
k − mΩ2 2 sin θ cos θ = mgR cos θ − k − mΩ2 sin(2θ) .
= mgR cos θ −
dθ 2 2
Derivando ancora una volta:
d2 U (θ) 2 2 2 2
(1 − 2 sin2 θ) .
= −mgR sin θ − R k − mΩ cos(2θ) = −mgR sin θ − R k − mΩ
dθ2
In definitiva:
d2 U (θ)
= −mgR sin θ + R2 k − mΩ2 2 sin2 θ − 1 .
2
(1.171)
dθ
Usando questa espressione troviamo subito che:
d2 U (θ)
= −mgR + R2 k − mΩ2 ,
dθ 2
θ=θ+
(>)
mo l’attenzione sulle configurazioni di equilibrio θ1,2 . Si osservi che il seno di tali angoli coincide
gm
e vale R(k−mΩ 2 ) > 0. Pertanto, usando (1.171) si trova:
ñ Å ã2 ô
d2 U (θ)
gm 2 2
gm
= −mgR + R k − mΩ 2 −1 ,
dθ2 θ=θ1,2
(>) R(k − mΩ2 ) R(k − mΩ2 )
65
cioé , con qualche passaggio:
d2 U (θ) g 2 m2
− R2 k − mΩ2 .
2
= 2
dθ (>)
θ=θ1,2 k − mΩ
(>) (>)
Tenendo conto che k − mΩ2 > 0 concludiamo che: θ1 e θ2 sono entrambe a priori:
2
(i) configurazioni di equilibrio stabile se g 2 m2 − R2 k − mΩ2 > 0,
2
(ii) configurazioni di equilibrio instabile se g 2 m2 − R2 k − mΩ2 < 0,
2 2 2 2 2 = 0.
(iii) non possiamo dire nulla con i teoremi
noti se g m − R k − mΩ
gm
Tuttavia dobbiamo ricordare il vincolo R(k−mΩ 2 ) ≤ 1 che implica che il caso (i) non è possibile.
2
Inoltre nel caso (iii), cioè per per g 2 m2 − R2 k − mΩ2 = 0, in realtà si ritrova il caso già
(>) (>)
trattato indecidibile (iii) θ1 = θ2 = π/2 già visto sopra.) Concludiamo dicendo che: quando
(>) (>)
differiscono da π/2, le configurazioni di equilibrio θ1 e θ2 sono entrambe instabili.
(<)
Consideriamo per finire le configurazioni di equilibrio θ1,2 . Si osservi che il seno di tali angoli
gm
coincide e vale R(k−mΩ2 ) < 0. Pertanto, usando (1.171) si trova:
ñ Å ã2 ô
d2 U (θ)
gm 2 2
gm
= −mgR + R k − mΩ 2 −1 ,
dθ2 θ=θ1,2
(<) R(k − mΩ2 ) R(k − mΩ2 )
d2 U (θ) g 2 m2
2 2
= − R k − mΩ .
dθ2 θ=θ1,2
(<) k − mΩ2
(<) (<)
Tenendo conto che k − mΩ2 < 0 concludiamo che: θ1 e θ2 sono entrambe, a priori:
2
(i) configurazioni di equilibrio stabile se g 2 m2 − R2 k − mΩ2 < 0,
2
(ii) configurazioni di equilibrio instabile se g 2 m2 − R2 k − mΩ2 > 0,
2 m2 − R2 k − mΩ2 2 = 0.
(iii) non possiamo dire nulla con i teoremi
noti se g
gm
Tuttavia dobbiamo ricordare il vincolo R(k−mΩ 2 ) ≤ 1 che implica che il caso (ii) non è possibile.
2
Inoltre nel caso (iii), cioè per g 2 m2 − R2 k − mΩ2 = 0, in realtà si ritrova il caso già trattato
(<) (<)
indecidibile (iii) θ1 = θ2 = −π/2 visto sopra.
(<)
Concludiamo dicendo che: quando differiscono da −π/2, le configurazioni di equilibrio θ1 e
(<)
θ2 sono entrambe stabili.
66
ESERCIZIO 13
z −mgez
Q P
−γvP |I
y
O
67
φ. Si dimostri infine che moti con r(t) = r0 > 0 costante e dθ/dt = θ̇0 costante non possono
esistere nel caso γ > 0.
(3). Nel caso γ = 0, si determinino due integrali primi indipendenti del sistema spiegandone
il significato fisico. Si discuta se qualcuno dei due integrali possa derivare dall’applicazione
elementare del teorema di Nöther.
(4). Nel caso γ = 0, si passi in formulazione di Hamilton esplicitando l’Hamiltoniana del
sistema in funzione delle variabili r, θ, pr , pθ e scrivendo esplicitamente le equazioni di Hamilton.
Soluzione.
(1). Omettiamo nel seguito l’indice |R , essendo tutte le grandezze cinematiche associate uni-
camente al riferimento R; ometteremo anche l’indice P visto che si lavora con un unico punto
materiale. Le coordinate libere saranno le coordinate polari piane r e θ, dato che la variabile
z è vincolata a soddisfare z = ar2 /2 in conseguenza del fatto che P ∈ Σ. Visto che il vincolo
è ideale, le equazioni pure di movimento (cioè equazioni differenziali in forma normale che non
contengono le reazioni vincolari e che permettono di ottenere i moti del sistema) si possono sem-
pre scrivere come equazioni di Eulero-Lagrange. Nel caso γ = 0 le forze sono tutte conservative
se si esclude la reazione vincolare, pertanto il sistema ammette una lagrangiana di struttura
L = T − U . Nel caso γ > 0 le equazioni di Eulero-Lagrange si possono scrivere nella forma:
d ∂L ∂L d ∂L ∂L
Å ã Å ã
− = Qr , − = Qθ , (1.172)
dt ∂ ṙ ∂r dt ∂ θ̇ ∂θ
dove le Qr , Qθ sono le componenti lagrangiane della forza attiva viscosa −γv, la lagrangiana
L è la stessa di prima e sono sottointese le ulteriori equazioni θ̇ = dθ/dt e ṙ = dr/dt.
Andiamo a determinare L e le componenti lagrangiane della forza viscosa notando che, nelle
nostre coordinate, vale:
ar2
P − O = r er + z ez = r er + ez (1.173)
2
e
v = ṙ er + rθ̇ eθ + ż ez = ṙ er + rθ̇ eθ + arṙ ez . (1.174)
Quadrando la seconda e moltiplicando il risultato per m/2 si ha l’espressione dell’energia cinetica
T di P . L’energia potenziale totale di P , U , è data dalla somma del contributo mgz = mgar2 /2,
dovuto alla forza di gravità , e del contributo k(P − Q)2 /2 = kr2 /2, dovuto alla molla. Pertanto,
nel caso γ = 0, la lagrangiana di P in R, tenendo anche conto di (1.174) risulta essere:
mÄ 2 ä mgar2 kr2
L =T −U = ṙ + r2 θ̇2 + a2 r2 ṙ2 − −
2 2 2
68
cioé
mÄ ä mga + k
L = (1 + a2 r2 )ṙ2 + r2 θ̇2 − r2 . (1.175)
2 2
Passiamo alle componenti lagrangiane della forza viscosa. Abbiamo da (1.173) e (1.174)
∂P − O Ä ä
Qr = −γv· = −γ ṙ er + rθ̇ eθ + arṙ ez ·( er + ar ez )= −γ ṙ(1 + a2 r2 ) , (1.176)
∂r
∂P − O Ä ä
Qθ = −γv · = −γ ṙ er + rθ̇ eθ + arṙ ez · r eθ = −γr2 θ̇ . (1.177)
∂θ
Le quazioni di Eulero-Lagrange, da (1.172), risultano immediatamente essere:
Å ã2 ÇÅ ã2 å
d 2 2 dr dr dθ k dr
Å ã
2
m (1 + a r ) = ma r + mr − ga − − γ (1 + a2 r2 ) , (1.178)
dt dt dt dt m dt
d dθ dθ
Å ã
m r2 = −γr2 . (1.179)
dt dt dt
Sviluppando il primo membro si arriva facilmente, con qualche passaggio, ad un sistema di
equazioni differenziali del secondo ordine in forma normale con secondo memebro di classe C ∞ .
Valendo il teorema di esistenza ed unicità per le soluzioni di sistemi die equazioni differenziali,
concludiamo che il sistema sopra scritto è formato da equazioni pure di movimento.
(2). Nel caso γ = 0, inserendo le funzioni r(t) = r0 > 0 costante e θ(t) = θ̇0 t + c con θ̇0 e c
costanti nelle equazioni di Eulero-Lagrange (1.178) e (1.179) (per γ = 0!), si trova che esse sono
verificate da tali funzioni se e solo se:
Ä ä
mθ̇02 − mga − k = 0 ,
F = −mg ez − kr er − γv ,
vale in particolare
ma · ez = F · ez + φ · ez , ma · er = F · er + φ · er ,
69
che, tenendo conto che z = ar2 /2, si esplicitano in:
Ç Å ã2 å
d2 a 2 (z) d2 r dθ
m 2 r = φ − mg , m 2
−r = −kr + φ(r) .
dt 2 dt dt
»
k
Inserendo le funzioni r(t) = r0 > 0 costante e θ(t) = ± ga + m t + c si trovano le uniche
componenti di φ:
φ(z) = mg e φ(r) = −mr0 ga ,
e quindi:
φ = −mr0 ga er + mg ez .
Nel caso γ > 0, inserendo le funzioni r(t) = r0 > 0 costante e θ(t) = θ̇0 t + c con θ̇0 e c costanti
nelleÄequazioni di Eulero-Lagrange
ä (1.178) e (1.179) si ottiene la coppia di equazioni γr0 θ̇0 = 0
2
e r0 mθ̇0 − mga − k = 0. Nelle nostre ipotesi γ > 0, mga > 0, k > 0, e con la richiesta r0 > 0,
tale sistema non ammette soluzioni.
(3). Da (1.179) si conclude che, nel caso γ = 0, la grandezza:
dθ
Lz := mr2
dt
è un integrale primo. Il suo significato fisico è evidentemente la componente z del momento
angolare di P rispetto al polo O nel riferimento R. Infatti, il calcolo diretto mostra che:
Ä ä Ä ä
x ∧ mv · ez = m(r er + z ez ) ∧ ṙ er + rθ̇ eθ + ż ez · ez = m ez ∧ (r er + z ez ) · ṙ er + rθ̇ eθ + ż ez
dθ
= mr2
.
dt
L’integrale primo suddetto è un caso elementare di applicazione del teorema di Nöther per inva-
rianza del sistema sotto rotazioni attorno ad un asse, notando che la Lagrangiana (1.175) non
dipende esplictamente dall’angolo θ e pertanto si conserva l’integrale primo:
∂L
I := .
∂ θ̇
Il calcolo esplicito (già svolto nel ricavare le equazioni di E-L) mostra immediatamente che
dθ
I = mr2 .
dt
L’esistenza di un secondo integrale primo, sempre nel caso γ = 0, segue immediatamente dal
teorema di Jacobi, visto che il sistema è conservativo nel riferimento R, i vincoli sono indipen-
denti dal tempo nel riferimento R e le coordinate libere usate sono solidali con il riferimento R.
Dal teorema di Jacobi si ha immediatamente che si conserva l’hamiltoniana:
∂L ∂L
H (r, θ, ṙ, θ̇) := ṙ + θ̇ −L
∂ ṙ ∂ θ̇
70
del sistema fisico e che essa coincide con l’energia meccanica totale del sistema fisico studiato
valutata nel sistema di riferimento R:
mÄ ä mga + k
H =T +U = (1 + a2 r2 )ṙ2 + r2 θ̇2 + r2 .
2 2
(4). Passiamo alla formulazione di Hamilton nel caso γ = 0. I momenti coniugati sono dati da:
∂L ∂L
pr := = m(1 + a2 r2 )ṙ , pθ := = mr2 θ̇ ,
∂ ṙ ∂ θ̇
che si invertono banalmente in
pr pθ
ṙ = , θ̇ = .
m(1 + a2 r2 ) mr2
71
ESERCIZIO 14
dove k > 0 è una costante assegnata. Sul punto P agisce una forza non conservativa f :=
γ(vP |R · ey ) ez , dove γ ≥ 0 è una costante (notare che la forza agisce solo lungo l’asse z).
Infine i due punti sono sottoposti alla forza di gravità con accelerazione −g ez essendo g > 0 una
costante. Si risolvano i seguenti quesiti.
(1). Si scrivano le equazioni di Eulero-Lagrange del sistema usando come coordinate libere: le
due coordinate y, z del centro di massa G, l’angolo θ che P − G individua rispetto all’asse y 0
passante per G e parallelo (equiverso) a y e la distanza r > 0 di P da G. θ è supposto essere
orientato positivamente rispetto a versore ex .
(2). Nel caso γ = 0, si scriva l’espressione esplicita dell’energia meccanica totale, dellla compo-
nente x del momenento angolare rispetto al centro di massa e della componente y dell’impulso
totale del sistema, relativi al riferimento R, e si dimostri che sono tutte integrali primi.
(3). Nel caso γ = 0, si discuta se possano esistere soluzioni delle equazioni del moto y = y(t), z =
z(t), θ = θ(t), r = r(t) con θ̇(t) = θ̇0 6= 0 costante ed eventualmente si determinino tali soluzioni
esplicitamente.
(4). Nel caso γ = 0, si passi in formulazione di Hamilton, si scriva l’hamiltoniana e le equazioni
di Hamilton in funzione delle coordinate hamiltoniane del sistema y, z, θ, r, py , pz , pθ , pr .
M
ρ= r.
m
Vale allora:
72
Questa espressione fornisce, con qualche calcolo, l’espressione dell’energia cinetica definita come
T = (1/2)mvp2 + (1/2)M vP2 (lo stesso risultato si ottiene direttamente applicando il teorema di
König):
M +m 2 M (m + M ) Ä 2 ä
T = ẏ + ż 2 + ṙ + r2 θ̇2 . (1.185)
2 2m
L’energia potenziale si ottiene sommando l’energia potenziale
M 3
Å ã
3
U (p, P ) = k||P − p|| = k r + r = k(1 + M/m)3 r3
m
a quella dovuta alla forza di gravità :
M
Å ã
mgzp + M gzP = M g(z + r sin θ) + mg z − sin θ = (m + M )gz .
m
Nel caso γ = 0 la lagrangiana del sistema è pertanto:
M +m 2 M (m + M ) Ä 2 M 3 3
ä Å ã
2 2 2
L = ẏ + ż + ṙ + r θ̇ − k 1 + r − (m + M )gz . (1.186)
2 2m m
Nel caso γ 6= 0 le equazioni di E-L terranno anche conto delle componenti lagrangiane Qk di f
ed avranno dunque la forma
dq k d ∂L ∂L
= q̇ k , k
− k = Qk
dt dt ∂ q̇ ∂q
dove L , come scritto sopra, tiene conto delle sole forze conservative. Le componenti lagrangiane
di f sono:
∂P − O
Qy = γ(vP |R · ey ) ez · = γ(vP |R · ey ) ez · ey = 0 ,
∂y
∂P − O
Qz = γ(vP |R · ey ) ez · = γ(vP |R · ey ) ez · ez = γ(vP |R · ey ) ,
∂z
∂P − O
Qr = γ(vP |R · ey ) ez · = γ(vP |R · ey ) ez · (cos θ ey + sin θ ez ) = γ sin θ(vP |R · ey ) ,
∂r
∂P − O
Qθ = γ(vP |R · ey ) ez · = γr cos θ(vP |R · ey ) .
∂θ
Mettendo tutto insieme, le equazioni di Eulero-Lagrange risultano infine essere:
d dy
= 0, (1.187)
dt dt
d dz dy dr dθ
Å ã
(M + m) = −(m + M )g + γ + cos θ − r sin θ , (1.188)
dt dt dt dt dt
Å ã2 2
d dr dθ 3k(m + M ) 2
Å ã
= r − r
dt dt dt M m2
mγ sin θ dy dr dθ
Å ã
+ + cos θ − r sin θ (1.189)
M (m + M ) dt dt dt
d dθ mγr cos θ dy dr dθ
Å ã Å ã
r2 = + cos θ − r sin θ . (1.190)
dt dt M (m + M ) dt dt dt
73
(2) Se γ = 0, il sistema fisico è sottoposto a sole forze conservative ed ha vincoli ideali indipen-
denti dal tempo. Possiamo applicare il teorema di Jacobi che afferma che (a) l’energia meccanica
totale si conserva nel tempo sulle soluzioni delle equazioni del moto e (b) coincide con la funzione
di Hamilton. Pertanto l’energia meccanica totale ha la forma:
M +m 2 M (m + M ) Ä 2 M 3 3
ä Å ã
2 2
ẏ + ż + ṙ + rθ̇ + k 1 + r + (m + M )gz . (1.191)
2 2m m
La lagrangiana non dipende esplicitamente da y, applicando la versione più elementare del teo-
rema di Nöther, ovvero direttamente da (1.187), concludiamo che si deve conservare il momento
coinugato:
∂L dy
py = = (m + M )ẏ = (M + m) .
∂ ẏ dt
Risulta evidente che py altro non è che la componente y dell’impulso totale del sistema essendo il
prodotto della massa totale del sistema moltiplicata per la componente y della velocità del centro
di massa e valendo il teorema del centro di massa. La componente x del momento angolare totale
del sistema rispetto al centro di massa è :
LxG = (M (P − G) ∧ vP + m(p − G) ∧ vp ) · ex .
Facendo uso di (1.181)-(1.184) notando che G − O = y ey + z ez , si trova con qualche calcolo che:
M dθ
Å ã
LxG = M 1 + r2 .
m dt
3k(m + M )2 2
rθ̇02 − r =0.
M m2
Questa equazione ammette come unica soluzione ammissibile (l’altra è r = 0 che non si deve
accettare perché abbiamo richiesto r > 0 per evitare la singolarità dell’origine nelle coordinate
polari):
θ̇02 M m2
r0 = .
3k(m + M )2
74
Concludiamo che per ogni valore θ̇0 ∈ R \ {0} c’è una classe di soluzioni in cui θ(t) ammette
derivata costante pari a θ̇0 , parametrizzata da y0 , ẏ0 , z0 , ż0 , θ0 ∈ R:
dpy ∂H dpz ∂H
=− =0, =− = −(m + M )g
dt ∂y dt ∂z
dr ∂H mpr dθ ∂H mpθ
= = , = = 2
dt ∂pr M (M + m) dt ∂pθ r M (M + m)
3
dpr ∂H mp2θ M dpθ ∂H
Å ã
=− = 3 − 3k 1 + r2 , =− =0.
dt ∂r r M (m + M ) m dt ∂θ
75
ESERCIZIO 15
z
−mgez I
−γvP1
P2
P1
θ2 θ1 y
O
C2 C1
supposti essere vincolati alle circonferenze lisce C1 e C2 di centro, rispettivamente (0, 2R, 0) e
(0, −2R, 0) e raggi uguali pari a R > 0 giacenti nel piano x = 0. I due punti materiali sono con-
nessi l’un l’altro da una molla ideale di lunghezza nulla a riposo, massa trascurabile e costante
elastica k > 0. Sui due punti agisce la forza di gravità −mg ez con g > 0. Infine sul punto P1
agisce la forza viscosa −γvP1 con γ ≥ 0 costante fissata ed essendo la velocità riferita a sistema
inerziale considerato.
Si risolvano i seguenti quesiti usando come coordinate libere gli angoli polari θ1 e θ2 dei due
punti P1 e P2 nel piano y, z, valutati a partire dall’asse y ed orientati positivamente rispetto
all’asse x.
(1). Si scrivano le equazioni di Eulero-Lagrange per il moto del sistema dei due punti materiali
P1 e P2 .
(2). Si esprima la derivata temporale dell’energia meccanica del sistema in funzione di θ1 , θ2 , θ̇1 , θ̇2
e si dimostri che, per γ = 0, l’energia meccanica è un integrale primo.
(3). (i) Si determini il valore della costante m > 0 in funzione delle costanti positive (supposte
assegnate) k, g, R in modo tale che le condizioni iniziali
76
individuino la soluzione di quiete:
(ii) Si può determinare il valore della costante m > 0 in funzione delle costanti positive k, g, R
in modo tale che le condizioni iniziali
(4). Si determinino le (tre) componenti della reazione vincolare agenti su ciascuno dei due punti
sul moto individuato in (3) (i).
(5). Nell’ipotesi γ = 0 si passi in formulazione di Hamilton scrivendo esplicitamente l’hamilto-
niana e le equazioni di Hamilton del sistema.
Soluzione.
(1). Dato che le circonferenze sono lisce i vincoli sono ideali e dunque possiamo usare la for-
mulazione lagrangiana della meccanica. Usando la solita base ortonormale eθ , er adattata alle
coordinate polari piane, la velocità del punto P1 risulta essere vP1 = Rθ̇1 eθ e qualla di P2 ha
un forma analoga. L’energia cinetica del sistema riferita a R è quindi semplicemente:
mR2 Ä 2 ä
T := θ̇1 + θ̇22 .
2
L’energia potenziale totale si ottiene sommando l’energia potenaziale gravitazionale
U = mgR (sin θ1 + sin θ2 ) + kR2 [− sin θ1 sin θ2 − cos θ1 cos θ2 + 4 (cos θ1 − cos θ2 )]
cioé
U = mgR (sin θ1 + sin θ2 ) + kR2 [4 (cos θ1 − cos θ2 ) − cos(θ1 − θ2 )] .
Nel caso γ = 0 la lagrangiana del sistema vale pertanto L = T − U :
mR2 Ä 2 ä
L = θ̇1 + θ̇22 − mgR (sin θ1 + sin θ2 ) − kR2 [4 (cos θ1 − cos θ2 ) − cos(θ1 − θ2 )] . (1.197)
2
77
Le equazioni di Eulero-Lagrange assumono pertanto, nel caso generale, la forma
d ∂L ∂L
− = Qi per i = 1, 2 .
dt ∂ θ̇i ∂θi
Le componenti lagrangiane Qi sono riferite alla forza viscosa −γv1 . Il calcolo diretto mostra
subito che:
∂P1 ∂P1
Q1 = · (−γv1 ) = −γR2 θ̇1 e Q2 = · (−γv1 ) = 0 .
∂θ1 ∂θ2
Le equazioni di Eulero-Lagrange risultano essere in tal modo in forma normale e date da:
d2 θ1 dθ1
mR2 = −mgR cos θ1 − kR2 sin(θ1 − θ2 ) + 4kR2 sin θ1 − γR2 , (1.198)
dt2 dt
d2 θ2
mR2 2 = −mgR cos θ2 + kR2 sin(θ1 − θ2 ) − 4kR2 sin θ2 . (1.199)
dt
(2). Moltiplicando entrambi i membri della prima equazione di E-L per dθ
dt , quelli della seconda
1
dθ2
per dt e sommando membro a membro il risultato, si arriva all’identità :
ã2
d mR2 Ä 2 dθ1 ∂U dθ2 ∂U 2 dθ1
ï äò Å
2
θ̇1 + θ̇2 = − − − γR .
dt 2 dt ∂θ1 dt ∂θ2 dt
Questa identità può essere riscritta come:
ã2
d mR2 Ä 2 2 dθ1
ï ä ò Å
2
θ̇1 + θ̇2 + U = −γR ,
dt 2 dt
cioé ã2
d 2 dθ1
Å
[T + U ] = −γR .
dt dt
Abbiamo ottenuto in tal modo che la derivata temporale dell’energia meccanica totlale E si
può scrivere, su ogni moto del sistema, come:
dE
= −γR2 θ̇12 .
dt
Nel caso in cui γ = 0 si conclude che l’energia meccanica del sistema si conserva sui moti del
sistema e pertanto l’energia meccanica totale è un integrale primo.
(3). (i) Dato che il sistema di equazioni differenziali del secondo ordine (1.198)- (1.199) è (a
parte un coefficiente irrilevante a primo membro) in forma normale con secondo membro di
classe C ∞ , vale il teroema di esistenza ed unicità . Pertanto le possibili condizioni iniziali
θ1 (0), θ2 (0), θ̇1 (0), θ̇2 (0) per il moto dei due punti in modo tale che il moto risultante sia di
quiete sono tutte e sole quelle per le quali si annulla il secondo membro del sistema detto. Di
conseguenza deve essere: θ̇1 (0) = 0, θ̇2 (0) = 0 ed ulteriormente deve valere:
0 = −mgR cos θ1 (0) − kR2 sin(θ1 (0) − θ2 (0)) + 4kR2 sin θ1 (0) , (1.200)
2 2
0 = −mgR cos θ2 (0) + kR sin(θ1 (0) − θ2 (0)) − 4kR sin θ2 (0) . (1.201)
78
Imponendo che le equazioni dette siano soddisfatte per le configurazioni
φx = 0, φy = mg, φz = mg .
φx = 0, φy = −mg, φz = mg .
79
Le equazioni di Hamilton risultano pertanto essere:
dθ1 p1 dθ2 p2
= , =
dt mR2 dt mR2
e
dp1 dp2
= −mgR cos θ1 +kR2 sin(θ1 −θ2 )−4kR2 sin θ1 , = −mgR cos θ2 −kR2 sin(θ1 −θ2 )+4kR2 sin θ2 .
dt dt
80
ESERCIZIO 16
z
I −mgez
x P1
O
θ
P2
P3 φ
supposti essere vincolati a rimanere nel piano x, z, pensato come vincolo liscio, ed in modo tale
che:
(i) il punto P1 si può muovere solo sull’asse x pensato come curva liscia,
(ii) il punto P2 è appeso al punto P1 con un’asta rigida priva di peso e lunga ` > 0,
(iii) il punto P3 è appeso al punto P2 con una seconda asta rigida priva di peso e lunga ` > 0.
I tre punti, oltre alle reazioni vincolari, sono sottoposti alla forza peso −mg ez , con g > 0 nota,
ed alla forza di una molla ideale di massa nulla, lunghezza a riposo nulla, costante elastica k ≥ 0
assegnata, fissata ad un estremo in O ed all’altro estremo in P2 .
Si risolvano i seguenti questiti usando come coordinate libere le tre seguenti coordinate. L’a-
scissa s di P1 , l’angolo θ ∈ (−π, π] che P2 − P1 individua rispetto a − ez pensato su di una
retta verticale (su cui θ = 0) passante per P1 ed in modo tale che θ sia orientato positivamente
rispetto all’asse −ey , l’angolo φ ∈ (−π, π] che P3 −P2 individua rispetto a −ez pensato su di una
retta verticale (su cui φ = 0) passante per P2 ed in modo tale che φ sia orientato positivamente
rispetto all’asse − ey .
(1). Si scriva la lagrangiana per il sistema dei tre punti.
(2). Per k = 0 si determinino due integrali primi scrivendone l’espressione in funzione delle
coordinate libere e delle coordinate libere puntate e precisandone il significato fisico. Si provi
che, se k > 0, una delle due funzioni continua ad essere un integrale primo, mentre l’altra cessa
81
di esserlo e si calcoli esplicitamente la derivata temporale di tale funzione su un moto generico
del sistema in funzione delle coordinate libere.
(3). Si determinino tutte le configurazioni di equilibrio del sistema per m, g, `, k > 0 e si studi
la stabilità di ciascuna di esse per quanto possibile con i teoremi noti.
(4). Si calcolino le reazioni vincolari agenti su ciascuno dei tre punti quando il sistema è in
quiete in una configurazione di equilibrio stabile con θ 6= 0.
Soluzione.
P1 − O = s ex , P2 − O = (s + ` sin θ) ex − ` cos θ ez ,
3 1
ï Ä ä Å ãò
T = m ṡ2 + `ṡ 2θ̇ cos θ + φ̇ cos φ + `2 θ̇2 + φ̇2 + θ̇φ̇ cos(θ − φ) .
2 2
82
Concludiamo che la lagrangiana del sistema fisico, nel riferimento R ha la forma:
3 2 1 2
ï Ä ä Å ãò
2 2
L = m ṡ + `ṡ 2θ̇ cos θ + φ̇ cos φ + ` θ̇ + φ̇ + θ̇φ̇ cos(θ − φ)
2 2
ks
+mg` (2 cos θ + cos φ) − (s + 2` sin θ) . (1.206)
2
(2). Nel caso generale di k ≥ 0 sicuramente un integrale primo è l’hamiltoniana che coincide con
l’energia meccanica del sistema, visto che siamo nelle ipotesi del teorema di Jacobi: i vincoli non
dipendono dal tempo nel riferimento R e le coordinate libere sono solidali con R, la lagrangiana
(1.206) non dipende esplicitamente dal tempo, le forze sono tutte conservative. L’espressione
esplicita di questo integrale primo è dunque:
3 2 1 2
ï Ä ä Å ãò
2 2
H = m ṡ + `ṡ 2θ̇ cos θ + φ̇ cos φ + ` θ̇ + φ̇ + θ̇φ̇ cos(θ − φ)
2 2
ks
−mg` (2 cos θ + cos φ) + (s + 2` sin θ) .
2
Un secondo integrale primo si ottiene, nel caso k = 0, notando che in tal caso la lagrangiana
(1.206) non dipende dalla variabile s. Pertanto la quantità I = ∂L ∂ ṡ si conserva sui moti del
sistema. Dato che, da (1.203) risulta immediatamente
Pi (s + ∆s, θ, φ) = Pi (s, θ, φ) + ∆s ex , i = 1, 2, 3 ,
83
esame troviamo le seguenti condizioni direttamente da (1.205).
∂U
∂φ = mg` sin φ = 0 da cui φ = 0 oppure φ = π.
∂U
∂θ = 2mg` sin θ + ks` cos θ = 0 da cui 2mg` sin θ = −ks` cos θ.
∂U
∂s = ks + k` sin θ = 0 da cui s = −` sin θ.
Inserendo l’ultima condizione trovata nella precedente, abbiamo infine le condizioni che indivi-
duano le configurazioni di equilibrio:
2mg
Å ã
sin φ = 0 , sin θ − cos θ = 0 , s = −` sin θ .
k`
Abbiamo pertanto i seguenti due casi.
Se 2mg
k` > 1, allora ci sono le configurazioni di equilibrio (φ, θ, s):
e
(π, θ0 , s0 ) , (π, −θ0 , −s0 )
dove abbiamo definito
ã2
2mg 2mg
Å
θ0 := arccos ≥0, s0 := −` sin θ0 = −` 1 − ,
k` k`
e quindi valgono in particolare
2mg 2
Ç ã2 å
2mg
Å ã Å
sin θ0 = 1 − , s0 sin θ0 = −` 1 − . (1.207)
k` k`
84
Osserviamo che tutte le configurazioni di equilibrio con φ = π, sono tali che H(π, θ, s) ammette
sempre un autovalore negativo mg` cos π = −mg` associato al vettore colonna (1, 0, 0). Pertanto
queste configurazioni sono tutte instabili nel passato e futuro. Restringiamoci pertanto a studiare
le configurazioni di equilibrio con φ = 0. Questo è equivalente a studiare la sottomatrice quadrata
ï ò
2mg` cos θ − ks` sin θ k` cos θ
H 0 (φ, θ, s) = .
k` cos θ k
Se la configurazione di equilibrio (0, θ, s) rende definita positiva tale matrice, l’equilibrio è stabile
nel passato e nel futuro. Se appare qualche autovalore negativo, l’equilibrio è instabile nel passato
e nel futuro. Se infine appare qualche autovalore nullo, non siamo in grado di decidere la natura
della stabilità con i teoremi a disposizione. Dato che il minore dato dall’elemento in basso a
destra è sempre strettamente positivo, la positività della matrice H 0 è equivalente alla positività
del suo determinante:
Viceversa, se il determinante risultasse essere negativo, dato che esso coincide con il prodotto
degli autovalori, un autovalore dovrebbe essere negativo e pertanto si avrebbe instabilità. Se il
determinante risultasse nullo, non potremmo trarre alcuna conclusione. Esaminando le configu-
razioni prima individuate (solo quelle con φ = 0 le altre sappiamo giè essere instabili) abbiamo
che: Ä ä
detH 0 (0, 0, 0) = k 2 `2 2mg k` − 1 e pertanto si ha stabilità per 2mg > k`, instabilità per
2mg < k`, non possiamo decidere Ä nulla
ä per 2mg = k` con i teoremi noti.
0 2 2 2mg
detH (0, π, 0) = −k ` + 1 e pertanto si ha sempre instabilità.
k` Ä ä2
detH 0 (0, θ0 , s0 ) = k 2 `2 1 − 2mg k` , dove abbiamo usato (1.207), e pertanto si ha stabilità
per 2mg < k`, instabilità per 2mg > k` – ma in realtà questo caso è escluso per ipotesi – e non
possiamo decidere nulla per 2mg = Äk` con i teoremi noti.
2mg 2
ä
0 2
detH (0, −θ0 , −s0 ) = k ` 1 − k` 2 , dove abbiamo usato (1.207), e pertanto si ha nuo-
vamente stabilità per 2mg < k` e non possiamo decidere nulla per 2mg = k` con i teoremi
noti.
Riassumendo:
(a) (π, 0, 0), (π, π, 0) sono configurazioni di equilibrio instabili nel passato e futuro.
(b) (0, 0, 0) è configurazione di equilibrio instabili nel passato e futuro rispettivamente per
2mg < k` e stabile nel passato e nel futuro se 2mg > k`, e non possiamo decidere niente per il
caso 2mg = k` con i teoremi noti.
(c) (0, π, 0) è configurazione di equilibrio instabile nel passato e nel futuro.
(d) Nel caso 2mg < k`, le ulteriori configurazioni di equilibrio (0, θ0 , s0 ), (0, −θ0 , −s0 ) sono
stabili nel passato e nel futuro. Nel caso 2mg = k`, non possiamo decidere niente sulla stabilità
di tali configurazioni con i teoremi noti.
85
(3) Consideriamo ad esempio la configurazione di equilibrio stabile che si ha per φ = 0,
θ = θ0 := arccos 2mgk` , s = s0 := −` sin θ0 (la discussione per l’altra configurazione stabile con
θ 6= 0 è del tutto analoga). Si osservi che, in questo caso, P1 si trova sull’asse x negativo a
distanza −s0 dall’origine, P2 e P3 giacciono sull’asse z. Determiniamo le reazioni vincolari
che agiscono su ciascuno dei tre punti. Le forze che agiscono su ciascun punto devono avere
risultante nulla visto che ciascun punto non ha accelerazione nel riferimento inerziale R.
Esaminiamo i tre punti separatamente.
(a) Punto P3 . La reazione vincolare sul punto P3 sarà banalmente:
φ3 = mg ez .
Si osservi che non vi sono componenti della reazione vincolare (totale) perpendicolare al piano
x, z, dato che l’accelerazione normale al piano è nulla e non vi sono forze attive che agiscono in
tale direzione. Quanto trovato mostra anche che la tensione dell’asta che unisce P3 a P2 uguaglia
il peso di P3 .
(b) Punto P2 . Il punto P2 è sottoposto alla forza peso −mg ez , alla forza della molla ed
alla reazione vincolare dovuta all’asta che connette P1 a P2 . Non vi sono componenti della
reazione vincolare (totale) perpendicolare al piano x, z, dato che l’accelerazione normale al piano
è nulla e non vi sono forze attive che agiscono in tale direzione. La forza della molla vale
k`cosθ0 ez = k` 2mg
k` = 2mg ez e pertanto coincide con la somma della forza peso di P2 e della
reazione vincolare dovuta all’asta che unisce P2 a P3 , cioè alla tensione dell’asta (con il segno
opportunamente scelto). Concludiamo che la reazione vincolare dovuta all’asta che connette P2
a P1 deve essere nulla (ed è pertanto nulla anche la tensione di tale asta). In definitiva l’unica
reazione vincolare che agisce su P2 è quella dovuta all’asta che lo connette a P3 . Vale pertanto:
φ2 = −mg ez .
(c) Punto P1 . Il punto P1 è sottoposto alla forza vincolare che lo trattiene alla guida liscia
data dall’asse x, alla forza di gravità −mg e3 ed alla forza dovuta all’asta che lo connette a P2 .
Quest’ultima forza è nulla, dato che la tensione dell’asta è nulla come detto sopra. Si conclude
che:
φ1 = mg ez .
Ancora, non vi sono componenti della reazione vincolare (totale) perpendicolare al piano x, z,
dato che l’accelerazione normale al piano è nulla e non vi sono forze attive che agiscono in tale
direzione.
86
ESERCIZIO 17
Soluzione.
Omettiamo nel seguito l’indice |R , essendo tutte le grandezze cinematiche associate unicamente
al riferimento R; ometteremo anche l’indice P visto che si lavora con un unico punto materiale.
(1) Per costruzione, in funzione delle coordinate libere x, y, abbiamo:
P − O = x ex + y ey + cx2 ez , (1.208)
e pertanto
v = ẋ ex + ẏ ey + 2cxẋ ez , (1.209)
da cui, l’energia cinetica del punto P nel riferimento R ha la forma:
m
(1 + 4c2 x2 )ẋ2 + ẏ 2 .
T =
2
L’energia potenziale si ottiene sommando l’energia potenziale gravitazionale alle due energie
potenziali della molla
k k
U = mgz + ||P − O||2 + ||P − Q||2 .
2 2
87
Il calcolo esplicito, tenendo conto dell’espressione esplicita di P − O (1.208) in funzione delle
coordinate libere x, y e delle coordinate di Q, produce immediatamente, trascurando una costante
additiva inessenziale:
U = c2 kx4 + (k + mcg)x2 + ky(y − q) .
La lagrangiana del sistema avrà allora forma
m
(1 + 4c2 x2 )ẋ2 + ẏ 2 − c2 kx4 − (k + mcg)x2 − ky(y − q) .
L =T −U = (1.210)
2
Le equazioni di Eulero-Lagrange devono però anche tenere conto delle componenti lagrangiane
Qk della forza non conservativa viscosa e avranno la solita forma generale, per q 1 = x e q 2 = y:
d ∂L ∂L
= + Qk
dt ∂ q̇ k ∂q k
dq̇ k
= q̇ k .
dt
Il calcolo esplicito fornisce subito, tramite (1.208) e (1.209):
∂P − O
Qx = · (−γv) = −γ ẋ(1 + 4c2 x2 ) (1.211)
∂x
∂P − O
Qy = · (−γv) = −γ ẏ . (1.212)
∂y
Concludiamo che le equazioni di Eulero-Lagrange si scrivono esplicitamente:
Å ã2
d 2 2 dx 2 2 dx dx
Å ã
2 3 2
m (1 + 4c x ) = −4c kx − 2(k + mcg)x − γ(1 + 4c x ) + 4mc x ,
dt dt dt dt
d2 y dy
m 2 = −2ky + kq − γ ,
dt dt
ovvero, in forma normale:
dx 2
d2 x −4c2 kx3 − 2(k + mcg)x − (γ + 4γc2 x2 ) dx 2
dt − 4mc x dt
= , (1.213)
dt2 m(1 + 4c2 x2 )
d2 y ky kq γ dy
= −2 + − , (1.214)
dt2 m m m dt
dove il secondo membro è evidentemente di classe C ∞ in tutte le variabili congiuntamente (pen-
sando ẋ := dx/dt e ẏ := dy/dt come variabili indipendenti da x e y). Le funzioni a secondo
membro sono infatti rapporti di polinomi i cui denominatori non hanno zeri reali. Concludiamo
che siamo nelle ipotesi di validità del teorema di esistenza ed unicità per il problema di Cauchy.
88
libere sono solidali con R. Infine L non dipende esplicitamente dal tempo. Pertanto si ha
l’integrale primo di Jacobi che coincide con l’energia meccanica del sistema
H = T |R + U |R .
Esplicitamente:
m
(1 + 4c2 x4 )ẋ2 + ẏ 2 + c2 kx4 + (k + mcg)x2 + ky(y − q) .
H =
2
Nel caso in cui γ > 0, calcolando la derivata di H su ogni moto del sistema vale la nota identità
dH X
= q̇ k Qk ,
dt
k
dove Qk sono le componenti lagrangiane delle forze non conservative. Nel caso in esame si trova
subito che Å ã2 Å ã2
dH dx 2 2 dy
= −γ (1 + 4c x ) − γ = −γv · v ,
dt dt dt
da cui si vede che H in generale non può continuare ad essere un integrale primo. Dal punto di
vista fisico abbiamo ottenuto che l’energia meccanica viene dissipata dalla potenza della forza
viscosa.
(3) Per definizione, le configurazioni di equilibrio (x0 , y0 ) si ottengono imponendo che il secon-
do membro di (1.213)-(1.214) sia nullo quando valutato per (x, y) = (x0 , y0 ) in aggiunta alla
dy
condizione che dx
dt = dt = 0. Queste richieste producono il sistema di equazioni per (x0 , y0 ):
valendo
∂U ∂U
= [4kc2 x3 + 2(k + mcg)x]|(0,q/2) = 0 , = [2ky − kq]|(0,q/2) = 0 .
∂x (0,q/2) ∂y (0,q/2)
dy
Dato che le forze non conservative sono dissipative e si annullano per dx
dt = dt = 0, il teorema
di Lagrange-Dirichlet permette di concludere che la configurazione di equilibrio trovata è stabile
89
nel futuro (e anche nel passato in assenza della forza dissipativa, cioé per γ = 0) se l’energia
potenziale:
U (x, y) = c2 kx4 + (k + mcg)x2 + ky(y − q)
ha un minimo stretto in (0, q/2). Dato che, come già notato, (0, q/2) è un punto di sta-
zionarietà di U , possiamo studiare la matrice hessiana di U in (0, q/2) per decidere se la
configurazione individui un minimo stretto. Dato che risulta:
∂ 2 U ∂ 2 U ∂ 2 U ∂ 2 U
= 2(k + mcg) > 0 , = =0, = 2k > 0 ,
∂x2 (0,q/2) ∂x∂y (0,q/2) ∂y∂x (0,q/2) ∂y 2 (0,q/2)
concludiamo che (0, q/2) è un punto di minimo stretto per U , in quanto la matrice hessiana ha
entrambi gli autovalori strettamente positivi, e pertanto la configurazione di equilibrio (0, q/2)
è stabile nel futuro per il teorema di Lagrange-Dirichlet valendo k q̇ k Qk = −γv2 ≤ 0. Se γ = 0
P
la configurazione di equilibrio è stabile anche nel passato.
(4) Nell’unica configurazione di equilibrio trovata R ≡ (0, q/2, 0), all’equilibrio, vale
(5). Osservando il sistema (1.213)-(1.214), si vede che la funzione x(t) = 0 per ogni t ∈ R
soddisfa la prima equazione che, essendo disaccoppiata dalla seconda, ammette tale funzione
come unica soluzione per condizioni iniziali x(0) = 0, dx
dt (0) = 0. Per concludere dobbiamo
risolvere la seconda equazione:
d2 y 2k kq γ dy
2
=− y+ − ,
dt m m m dt
con le condizioni iniziali y(0) = q, dy 2
dt (0) = 0 nel caso γ > 100mk. Introduciamo la nuova
variabile Y := y − q/2. In questo modo l’equazione si riscrive in forma di equazione lineare
omogenea a coefficienti costanti:
d2 Y γ dY 2k
+ + Y =0.
dt2 m dt m
Le due soluzioni del polinomio caratteristico sono:
γ 1 γ2 8k
χ± = − ± − .
2m 2 m2 m
Nel caso γ 2 > 100mk, abbiamo evidentemente che χ± sono numeri reali, negativi e distinti.
Possiamo scrivere la soluzione generale nella variabile y, come, se C± ∈ R,
90
Sappiamo che y(0) = q e quindi q/2+C+ +C− = q, ma anche dy dt (0) = 0 e quindi χ+ C+ +χ− C− =
0. Si ricava facilmente che: C− = qχ+ /2(χ+ − χ− ) e C+ = −qχ− /2(χ+ − χ− ).
In definitiva, il moto del punto P con i dati iniziali proposti, cioè la soluzione del problema di
Cauchy complessivo, si scrive:
Evidentemente la soluzione del problema di Cauchy posto è massimale e completa. Dato che
χ± < 0 nelle nostre ipotesi, il limite per t → +∞ di y(t) vale q/2 in quanto i rimanenti addendi
si annullano nel limite. In definitva:
91
ESERCIZIO 18
Soluzione.
Omettiamo nel seguito l’indice |R , essendo tutte le grandezze cinematiche associate unicamen-
te al riferimento R; ometteremo anche l’indice P visto che si lavora con un unico punto materiale.
e di conseguenza
v = ż ez + Rθ̇(− sin θ ex + cos θ ey ) , (1.218)
per cui, l’energia cinetica vale:
mÄ 2 ä
T = ż + R2 θ̇2 .
2
92
L’energia potenzia sarà data dalla somma dell’energia potenziale gravitazionale mgz e di quella
delle due molle:
k k k 2 k 2
||P − O||2 + ||P − Q||2 = z + R2 + z + R2 cos2 θ + (2R − R sin2 θ)2 .
2 2 2 2
Omettendo alcune costanti additive inessenziali:
La lagrangiana del sistema, che tiene conto delle sole forze attive conservative, avrà dunque
forma
mÄ 2 ä
ż + R2 θ̇2 − mgz − k z 2 − 2R2 sin θ .
L = (1.220)
2
Le equazioni di Eulero-Lagrange avranno la forma generale
d ∂L ∂L dq k
k
− k = Qk , = q̇ k ,
dt ∂ q̇ ∂q dt
dove il secondo memebro includerà le componenti lagrangiane della forza viscosa −γv che
valgono, usando (1.217) e (1.218)
∂P − O ∂P − O
Qθ = −γv · = −γR2 θ̇ , Qz = −γv · = −γ ż .
∂θ ∂z
Le equazioni di Eulero-Lagrange saranno allora date da:
d2 z dz
m = −mg − 2kz − γ , (1.221)
dt2 dt
d2 θ dθ
mR2 2 = 2kR2 cos θ − γR2 . (1.222)
dt dt
Queste equazioni si scrivono in forma normale come:
d2 z 2kz γ dz
= −g − − , (1.223)
dt2 m m dt
d2 θ 2k γ dθ
= cos θ − . (1.224)
dt2 m m dt
(2) Nel caso γ = 0, siamo nelle ipotesi del teorema di Jacobi (vincoli inipendenti dal tempo,
coordinate libere solidali con il riferimento, lagrangiana non dipendente dal tempo esplicitamen-
te). Pertanto si ha l’integrale primo di Jacobi che, nel caso in esame, per la seconda parte del
teorema di Jacobi, coincide con l’energia meccanica del sistema:
mÄ 2 ä
ż + R2 θ̇2 + mgz + k z 2 − 2R2 sin θ .
H =T +U =
2
93
Nel caso in cui valga γ > 0, e tenendo conto delle forze non conservative descritte dalle Qk , vale
la formula generale, per la derivata dell’integrale primo di Jacobi valutato su una soluzione delle
equazioni di Eulero-Lagrange:
n
dH X
= q̇ k Qk .
dt
k=1
Quindi, nel nostro caso:
dH Ä ä
= −γ R2 θ̇2 + ż 2 = −γv2 .
dt
L’energia mecanica è quindi dissipata dalla forza viscosa.
0 = mg + 2kz0 , (1.225)
2
0 = 2kR cos θ0 . (1.226)
Abbiamo dunque le due configurazioni di equilibrio: (±π/2, −mg/(2k)). Si osservi che tali
configurazioni annullano il gradiente di U come è immediato verificare da (1.219). Se la matrice
jacobiana H di U è definita positiva su una configurazione di equilibrio, il teorema di Lagrange-
Dirichlet assicura che la configurazione di equilibrio è stabile nel futuro, si noti a tal proposito,
che è presente la componente lagrangiana della forza viscosa, Qk che soddisfa k q̇ k Qk ≤ 0.
P
Nel caso in cui γ = 0, cioé non è presente la componente lagrangiana detta, la presenza di un
autovalore negativo implica l’instabilità nel futuro. Il calcolo produce immediatamente
Concludiamo che per la configurazione (π/2, mg/(2k)) si hanno solo autovalori positivi, per cui
U ha un minimo stretto e pertanto tale configurazione è stabile nel futuro. Nella configurazione
(−π/2, mg/(2k)), un autovalore è negativo e pertanto si ha equilibrio instabile almeno per γ = 0.
(4) Nel caso γ > 0, la configurazione di equilibrio (π/2, mg/(2k)) è stabile. Calcoliamo la
reazione vincolare φ su P in tale configurazione, quando P è in quiete. Dato che il punto è in
quiete, tutte le forze si bilanciano e φ − k(P − O) − k(P − Q) − mg ez = 0 . Abbiamo omesso la
forza viscosa, che è nulla se v = 0. Decomponendo sugli assi le forze scritte sopra abbiamo che:
Pertanto:
φx = 0 , φy = 0 , φz = 0 .
(5) L’equazione (1.222) ammette banalmente la soluzione
94
che soddisfa anche la condizione iniziale θ(0) = π/2 e dθ/dt(0) = 0. Dato che l’equazione
(1.222)è scrivibile in forma normale con secondo membro di classe C ∞ congiuntamente in tutte le
variabili, questa è l’unica soluzione che soddisfa le condizioni iniziali assegnate. Per determinare
il moto del sistema è sufficiente risolvere l’altra equazione
d2 z γ dz 2k
2
+ + z+g =0,
dt m dt m
con le condizioni iniziali assegnate z(0) = c > 0 e dz/dt(0) = 0. A tal fine, introduciamo la
nuova variabile Z := z + gm/(2k). In questa nuova variabile l’equazione si riscrive in forma
omogenea:
d2 Z γ dZ 2k
2
+ + Z =0.
dt m dt m
Le equazioni del polinomio caratteristico sono, tenendo conto che mk > 100γ 2 e quindi 8mk −
γ 2 > 0: p
±i 8mk − γ 2 − γ
χ± = .
2m
La soluzione generale ha quindi la forma:
γt
Z(t) = e− 2m [A cos (Ωt) + B sin (Ωt)] ,
dove
1 p
Ω := 8mk − γ 2 .
2m
La condizione dz/dt(0) = 0, cioè dZ/dt(0) = 0 fornisce
(−γ/(2m))A + BΩ = 0 .
A = c + gm/(2k) .
95
ESERCIZIO 19
L |R0 (y, ẏ) = T |R0 (y, ẏ) − U |R0 (y) = T |R (y, ẏ) − U |R (y) =: L |R (y, ẏ) ,
Suggerimenti.
Riguardo al punto (2). Si ricordi che l’energia meccanica totale del punto P valutata in un
certo riferimento è la somma dell’energia cinetica, valutata in quel riferimento, e delle energie
potenziali di tutte le forze conservative (incluse quelle inerziali se ve ne sono) in quel riferimento.
Riguardo al punto (3). Lavorando nel riferimento R come detto sopra ed usando L |R =
T |R (y, ẏ) − U |R (y), possiamo applicare la solita teoria della stabilità per sistemi con lagran-
giana della forma ij aij (q 1 , . . . , q n )q˙i q˙j − U (q 1 , . . . q n ) dove le q k (la sola y nel caso in esame)
P
96
sono coordinate solidali con R.
Soluzione.
(1). Il sistema considerato ammette lagrangiana. Calcolaremo la lagrangiana nel riferimento
inerziale cI0 usando però la coordinata lagrangiana y che è solidale con R. Vale P − O =
y ey + ay 3 ez e quindi
m 2 mΩ2 2
T |R0 = ẏ 1 + 9a2 y 4 + y .
2 2
Nel riferimento R0 le forze attive che agiscono sono: la forza di gravità, con energia potenziale
mgzp = mgay 3 e la forza della molla, con energia potenziale k(P − O)2 /2. Di conseguenza
l’energia potenziale totale risulta essere:
k 2
U |R0 = mgay 3 + y + a2 y 6 .
2
In definitiva, la lagrangiana nel riferimento R0 risulta essere:
m 2 k − mΩ2 2 ka2 6
ẏ 1 + 9a2 y 4 − mgay 3 −
L |R0 = y − y . (1.229)
2 2 2
Le equazioni di Eulero-Lagrange si ottengono subito dalla lagrangiana trovata come:
Å ã2
d dy 2 3 dy
Å ã
2 4
m (1 + 9a y ) = 18ma y − 3mgay 2 − (k − mΩ2 )y − 3ka2 y 5 .
dt dt dt
Tali equazioni possono essere riscritte come:
d2 y 18a2 y 3 m dy 2 2 2 5
dt + 3mgay + (k − mΩ )y + 3ka y
= − . (1.230)
dt2 m(1 + 9a2 y 4 )
Abbiamo scritto le equazioni in forma normale. Per quanto riguarda la reazione vincolare φ sul
punto P , conviene lavorare nel riferimento inerziale R0 . In esso vale:
e quindi
φ = map |R0 + mg ez + k(y ey + ay 3 ez ) .
D’altra parte, dalle note relazioni tra le accelerazioni valutate in due riferimenti, troviamo subito:
97
Tenendo conto delle esperessioni trovate sopra per P − O e vP |R abbiamo alla fine che:
Ç Å ã2 å
dy d2 y dy 2
2 2d y
Å ã
2 3
φ = −2mΩ ex + ky − mΩ y + m 2 ey + mg + kay + 6amy + 3ma y ez .
dt dt dt dt2
(1.231)
Ovviamente l’espressione della reazione vincolare può esere ulteriormente semplificata in una
funzione della sola y e della derivata prima dy/dt, quando si epsplicita la derivata seconda
d2 y/dt2 in funzione delle prime due attraverso l’equazione del moto (1.230).
(2) Dato che la lagrangiana L |R0 non dipende esplicitamente dal tempo, per il teorema di
Jacobi, si conserva, sui moti del sistema, la funzione di Hamilton:
m 2 k ka2 6 mΩ2 2
ẏ 1 + 9a2 y 4 + mgay 3 + y 2 +
E |R = T |R + U |R = y − y =H .
2 2 2 2
Nel riferimento R0 , le forze conservative sono quella della molla e quella gravitazionale, l’energia
meccanica è pertanto data dalla somma delle energie potenziali di tali forze e dell’energia cinetica
in R0 . Tuttavia esiste anche la reazione vincolare φ che non è una forza conservativa e compie
lavoro in R0 : è normale alla curva Γ, ma non è normale a vP |R0 , dato che la curva si muove in
R0 e quindi vP |R0 non è tangente alla curva! Si conclude che l’energia meccanica totale non si
conserva nel riferimento R0 .
(3) Possiamo scrivere la lagrangiana L |R0 come
m 2 k − mΩ2 2 ka2 6
ẏ 1 + 9a2 y 4 − mgay 3 −
LR0 = T |R − U |R = y − y ,
2 2 2
dove:
k − mΩ2 2 ka2 6
U |R := mgay 3 + y + y .
2 2
Siamo nel caso in cui le coordinate lagrangiane sono solidali con il riferimento ed in tale ri-
ferimento la lagrangiana ha forma T |R − U |R con energia cinetica con struttura standard
P1 i k
i,k=1 aik q̇ q̇ con aik . Infine le equazioni di E-L rispetto a questa lagrangiana ed in assenza di
98
termini dovuti a componenti lagrangiane di forze attive1 , coincidono con le equazioni di Eulero-
Lagrange per L |R0 e quindi determinano le corrette equazioni del moto già trovate per il punto
P . Possiamo pertanto applicare la teoria della stabilità elementare, notando che, per prima cosa,
le configurazioni di equilibrio si determinano come punti stazionari dell’energia potenziale:
3mgay 2 + 3ka2 y 5 = 0 ,
1/3
che ammette come soluzioni y = 0 e y = − mg ka . In entrambi i casi, tenendo conto che
nelle configurazioni di equilibrio il moto è dato dalla quiete (e pertanto sono nulle le derivate
temporali di y), l’identità (1.231) fornisce φ = mg ez per la prima configurazione e φ = 0 per
la seconda. Passiamo allo studio della stabilità. Consideriamo la matrice hessiana di U |R che,
nel caso in esame si riduce alla derivata seconda
d2 U |R
= ay 6mg + 15kay 3 .
dy 2
La configurazione di equilibrio y = 0 annulla il secondo membro e pertanto per essa non possiamo
concludere nulla con il teorema di Lagrange-Dirichlet o con altre tecniche elementari. Viceversa
1/3
la configurazione y = − mg ka produce
d2 U |R mg 1/3 mg mg 1/3
= −a 6mg − 15ka = 9amg >0.
dy 2 ka ka ka
Tale configurazione è dunque stabile nel passato e nel futuro.
1
In effetti, partendo direttamente dal riferimento R uno potrebbe pensare di dover tenere conto delle com-
ponenti lagrangiane delle forze di Coriolis, ma in questo caso risultano essere nulle per verifica diretta ed
immediata.
99
Esercizio 20
Soluzione.
(1)(i) Nel seguito, dato che si userà un unico riferimento R, ometteremo la specificazione del
riferimento, |R , nelle quantità cinematiche. Se Q è il punto in cui r interseca Γ sull’asse y, il
vincolo di rotolamento della guida Γ impone che
Q − O = Rθ ey ,
e pertanto possiamo esprimere la poszione del punto P , cioè il vettore P − O in termini della
sola coordinata θ. Si ha subito che
da cui
vP = Rθ̇(1 + cos θ) ey − Rθ̇ sin θ ez , (1.233)
e quindi, ricaviamo la forma dell’accelerazione che sarà utile più tardi:
Le forze attive sono tutte conservative e pertanto il sistema può essere deascritto con una la-
grangiana di struttura T − U e senza componenti lagrangiane di forze non conservative. Da
100
(1.233) otteniamo che l’energia cinetica vale
(ii) Dato che il secondo membro è una funzione C ∞ delle variabili θ e θ̇, concludiamo che, per
condizioni inizali (θ(0), dθ/dt(0)) arbitrarie in R2 , ma con θ(0) 6= (2k + 1)π e k ∈ Z, vale il
teorema di esistenza ed unicità per le soluzioni dell’equazione del moto (1.236). Assegnando
condizioni iniziali (θ(0), dθ/dt(0)) in R2 con θ(0) = (2k + 1)π e k ∈ Z, il problema non ammette
soluzioni, dato che la (1.236) per t = 0 e valutata su ogni eventuale soluzione, si ridurrebbe
all’identità impossibile:
KR2 (2k + 1)π = 0 , k ∈ Z .
Si osservi che lo stesso problema si ha anche assegnando condizioni iniziali al generico tempo t,
dato che i coefficienti dell’equazione differenziale (1.236) non dipendono dal tempo. Si osservi
infine che il moto, in virtù della patologia trovata, può avvenire solo tra due consecutivi valori
di θ = (2k + 1)π e k ∈ Z2 .
(iii) Per scrivere esplicitamente la formula della reazione vincolare φ agente su P , si osservi che
su di esso, oltre a φ, agisce solo la forza peso −mg ez e che vale
maP = φ − mg ez .
2
Dal punto di vista fisico, la patologia incontrata deriva dal fatto che la guida Γ ha massa nulla, ma è sottoposta
a forze la cui somma non si annulla quando θ(t) = (2k + 1)π e k ∈ Z.
101
Il primo membro si ricava da (1.234) ottenendo alla fine:
ñ Å ã2 ô Ç Å ã2 å
d2 θ dθ d2 θ dθ
φ = mR (1 + cos θ) − sin θ ey + mg − R 2 sin θ − R cos θ ez . (1.238)
dt2 dt dt dt
(2) Dato che siamo completamente nelle ipotesi del teorema di Jacobi, abbiamo che un integrale
primo è dato dalla funzione hamiltoniama H = T + U che coincide con l’energia meccanica
totale del punto P nel riferimento R quando si pone, su un generico moto del sistema, θ̇ = dθ
dt = 0:
KR2 2
H (θ, θ̇) = mR2 θ̇2 (1 + cos θ) + mgR cos θ + θ . (1.239)
2
(3) (i) e (iii). Nel caso in esame di lagrangiana T − U , con forze attive tutte conservative e
vioncoli indipendentei dal tempo, le configurazioni di equilibrio si trovano come i punti di sta-
2
zionarieà della funzione U (θ) = mgR cos θ + KR 2
2 θ (sottointendendo che tali punti non devono
coincidere con nessuno dei punti (2k + 1)π dove k ∈ Z). Pertanto, le configurazioni di equilibrio
θ0 sono tutte e sole le soluzioni dell’equazione:
KR
sin θ0 = θ0 ,
mg
dove KR/(mg) > 0 per ipotesi. L’equazione descrive le intersezioni di un sinusoide con un fascio
di rette uscenti dall’origine e con coefficiente angolare KR/(mg) > 0. Lo studio delle intersezioni
(facendo banalmente la figura), prova che si ha una sola intersezione θ0 = 0 per KR/(mg) ≥ 1,
mentre per valori più piccoli, ma sempre positivi, si ha un numero di soluzioni sempre più grande
che tende all’infinito per KR/(mg) → 0+ . (ii) Nel caso KR/(mg) ≥ 1, possiamo studiare la
stabilità della soluzione applicando il teorema di Lagrange-Dirichlet. Vale
d2 U
|θ=0 = −mgR cos 0 + KR2 = R(KR − mg) .
dθ2
Nel caso KR/(mg) > 1 si ha pertanto stabilità nel futuro e nel passato, mentre non si può decidere
nulla con i teoremi elementari di cui disponiamo nel caso KR/(mg) = 1.
(4) Inserendo il secondo membro di Eq. (1.237) nel secondo membro dell’Eq. (1.238) si ricava
l’espressione di φ in funzione di θ e θ̇ unicamente. In particolare troviamo:
" 2 Å ã2 #
y mgR sin θ − KR2 θ + mR2 sin θ dθ dt dθ
φ = mR − sin θ ,
2mR2 dt
cioè : ã2
1 mR dθ
Å
φy = (mg sin θ − RKθ(t)) − sin θ . (1.240)
2 2 dt
102
ESERCIZIO 21 (si tratta del precedente esercizio 4 ora svolto con le tecniche della meccanica
lagrangiana)
Soluzione.
D’ora in poi ω := ωR 0 |R = ω ez = ω ez 0 .
(1) Per ricavare le equazioni di E-L è comodo lavorare sia sulla base ex , ey che sulla base ex0 , ey0 .
Le relazioni tra queste due basi, tenendo conto del fatto che ey0 ≡ ey per t = 0, sono:
ex0 = cos(ωt) ex + sin(ωt) ey , ey0 = − sin(ωt) ex + cos(ωt) ey , (1.241)
che si invertono in:
ex = cos(ωt) ex0 − sin(ωt) ey0 , ey = sin(ωt) ex0 + cos(ωt) ey0 . (1.242)
Notiamo che:
d
|R ey0 = −ω ex0 . (1.243)
dt
Scriviamo, al fine di ottenere la lagrangiana L |R , l’energia cinetica T |R in funzione della
coordinata libera indicata nel testo. Vale
vP |R = vP |R 0 + vO0 |R + ω ∧ (P − O0 ) .
103
L’ultimo termine si può esplicitare in ω ez 0 ∧ r er = rω eϕ . Tenendo conto del fatto che ω = ω ez ,
O0 − O = R ey0 ed usando coordinate polari piane relative agli assi x0 , y 0 nel piano z 0 = 0,
possiamo riscrivere la formula precedente per vP |R come:
vP |R = rϕ̇ eϕ − ωR ex0 + rω eϕ ,
vP |R = r(ϕ̇ + ω) eϕ − ωR ex0 .
Tenendo conto del fatto che eϕ = − sin ϕ ex0 + cos ϕ ey0 , il quadrato dell’espressione precedente
fornisce:
(vP |R )2 = r2 (ϕ̇ + ω)2 + ω 2 R2 + 2ωRr(ϕ̇ + ω) sin ϕ . (1.244)
Avremo allora che:
m 2
T |R = r (ϕ̇ + ω)2 + ω 2 R2 + mωRr(ϕ̇ + ω) sin ϕ . (1.245)
2
La forza di gravità è data da f = −mg ey . Vediamone le componenti lagrangiane rispetto alla
coordinata ϕ. Facendo uso di (1.242) si trova che:
∂(P − O) ∂
Qϕ = −mg ey · = −mg(sin(ωt) ex0 + cos(ωt) ey0 ) · R ey0 + r er ,
∂ϕ ∂ϕ
Da cui:
Qϕ = −mg(sin(ωt)ex0 +cos(ωt)ey0 )·reϕ = −mgr (− sin(ωt) sin ϕ + cos(ωt) cos ϕ) = −mgr cos(ωt+ϕ).
In definitiva, possiamo ricavare Qϕ dal potenziale (non si parla di energia potenziale visto che
si ha dipendenza esplicita dal tempo):
d ∂L |R ∂L |R dϕ
Å ã
= , = ϕ̇ ,
dt ∂ ϕ̇ ∂ϕ dt
risultano essere, dopo un banale calcolo:
d2 ϕ Rω 2 g
2
= cos ϕ − cos(ωt + ϕ) . (1.247)
dt r r
104
(2) Per ricavare la reazione vincolare φ all’istante t = 0 sul moto con condizioni iniziali ϕ(0) =
π/2, ϕ̇(0) = 0, partiamo dall’equazione di Newton:
maP |R = φ − mg ey . (1.248)
aP |R = aP |R 0 + aO0 |R + ω ∧ (ω ∧ (P − O0 )) + 2ω ∧ vP |R 0 . (1.249)
Rω 2 g Rω 2 g
cos ϕ(0) − cos(ω0 + ϕ(0)) = cos(π/2) − cos(π/2) = 0 .
r r r r
Infine, il punto O0 compie un moto circolare uniforme sulla circonferenza di raggio R e con
ω costante, la sua accelerazione sarà quindi centripeta con modulo ω 2 R (lo stesso risultato si
ottiene svolgendo i calcoli) per t = 0, avremo allora
aO0 |R = −ω 2 R ey ,
dove abbiamo tenuto conto del fatto che il versore di O0 − O è ey quando t = 0. In definitiva,
tenendo conto che er = ey per t = 0:
aP |R = −ω 2 R ey + ω 2 ez 0 ∧ ( ez 0 ∧ rer ) = −ω 2 R ey − rω 2 er = −ω 2 R ey − rω 2 ey .
maP |R = −mω 2 (R + r) ey .
φ = m(g − ω 2 (R + r)) ey .
105
Pertanto E è davvero conservato sui moti del sistema. Non possiamo applicare la seconda parte
del teorema di Jacobi e concludere che H coincide con l’energia meccanica del sistema nel
riferimento R, dato che la coordinata libera ϕ non è solidale con il riferimento R. Si può allora
supporre che E coincida con l’energia meccanica totale di P nel riferimento non inerziale R 0 .
Tale energia meccanica totale, per definizione, è la somma dell’energia cinetica di P in R 0 e di
tutte le energie potenziali delle forze attive (vere e inerziali) conservative. Esaminiamo le forze
attive che agiscono su P nel riferimento R 0 nel caso g = 0.
La forza vincolare φ non entra in gioco nella discussione che stiamo facendo (e non compie lavoro
in R 0 , per cui non contraddice l’eventuale conservazione dell’energia meccanica). La forza di
gravità non è presente se g = 0, ma abbiamo tre forze inerziali nel riferimento R 0 . Una è la
forza di Coriolis, che non è conservativa (e non compie lavoro in R 0 come φ). Un’altra è la forza
centrifuga:
Questa è una forza conservativa di una molla repulsiva, di costante elastica −mω 2 con energia
potenziale:
1
U(cent) (x0 , y 0 ) = − mω 2 (x02 + y 02 ) ,
2
dove x0 e y 0 sono le coordinate di P rispetto agli assi solidali con R 0 . Tuttavia, nel caso conside-
rato, (x02 + y 02 ) = r2 costantemente per ogni moto del sistema e pertanto tale energia potenziale
rimane sempre costante e può essere assimilata ad una costante additiva ed eleminata. Si os-
servi che la forza considerata è comunque sempre perpendicolare alla velocità nel caso in esame
e quindi non compie lavoro in R 0 . La forza inerziale dovuta alla rimamente parte del moto di
trascinamento è infine data dall’accelerazione centripeta di O0 cambiata di segno e moltiplicata
per m:
F(trasc) = −maO0 |R = mRω 2 ey0 .
Questa forza inerziale è pensabile come una forza di gravità fittizia nella direzione ey0 (che è fisso
in R 0 ), con modulo gef f := mRω 2 , ed è pertanto descritta in R 0 dall’energia potenziale:
L’energia potenziale in R 0 della quale dobbiamo tener conto è dunque solo quest’ultima, e l’e-
nergia meccanica totale coincide con la somma di essa e dell’energia cinentica in R 0 . Dunque
vale proprio, come si supponeva:
1 2 2
mr ϕ̇ − mω 2 Rr sin ϕ = E (ϕ, ϕ̇) .
2
Concludiamo che E è l’energia meccanica totale di P nel sistema di riferimento non inerziale R 0 .
(4) Per studiare le configurazioni di equilibrio nel riferimento R 0 , converrebbe usare la lagrangia-
na (nel caso g = 0) riferita a tale sistema di riferimento espressa in coordinate ϕ. Infatti i vincoli
106
sono indipendenti dal tempo in R 0 e ϕ è solidale con R 0 e pertanto potremmo applicare i teoremi
sull’equilibrio nella forma più elementare. La lagrangiana L |R 0 si ottiene come T |R 0 − U |R 0 ,
dove U |R 0 := −mrRω 2 sin ϕ è l’unica energia potenziale non costante individuata al punto (3).
Si deve osservare che le equazioni di Eulero-Lagrange in R 0 potrebbero essere però della forma
generale che include qualche componente lagrangiana Qϕ di qualche forza attiva (sicuramente
inerziale) non conservativa. L’unica forza attiva non conservativa è data dalla forza di Coriolis
che ha Qϕ = 0 come si verifica facilmente. Alternativamente, senza calcolare Qϕ , si può notare
che, assumendo direttamente:
1
L |R 0 (ϕ, ϕ̇) := mr2 ϕ̇2 + mω 2 Rr sin ϕ , (1.250)
2
le equazioni di Eulero-Lagrange nella forma elementare (senza alcuna Qϕ !):
d ∂L |R 0 ∂L |R 0 dϕ
Å ã
= , = ϕ̇ , (1.251)
dt ∂ ϕ̇ ∂ϕ dt
producono le corrette equazioni del moto (1.247), che per loro natura non dipendono dal riferi-
mento scelto. La verifica è immediata. Concludiamo che la L |R 0 è comunque una buona lagran-
giana per il sistema in R 0 . Possiamo allora studiare le configurazioni di equilibrio per la lagran-
giana L |R 0 in (1.250) dove le equazion i di E-L sono quelle in forma standard (1.251). In base
a noti teoremi, tali configurazioni si ottengono annullando il gradiente dell’energia potenziale:
∂U |R 0
= −mω 2 Rr cos ϕ = 0 .
∂ϕ
∂ 2 U |R 0
|ϕ± = mω 2 Rr sin ϕ± = ±mω 2 Rr .
∂ϕ2
Concludiamo che la configurazione ϕ+ è stabile nel passato e nel futuro, mentre la configurazione
ϕ− è instabile nel passato e nel futuro.
107
ESERCIZIO 22
(1). Si scrivano le equazioni di Eulero-Lagrange per il moto del sistema dei due punti materiali
P1 e P2 usando la lagrangiana L riferita al sistema inerziale R e le componenti lagrangiane Qk
delle forze non conservative presenti.
(2). (i) Si esprima la derivata temporale dell’energia meccanica del sistema in funzione di
θ1 , θ2 , θ̇1 , θ̇2 e si dimostri che, per γ = 0, l’energia meccanica è un integrale primo (cioé si conserva
nel tempo sui moti del sistema).
(ii) Si dimostri che, se g = 0 e γ = 0, si conserva nel tempo sui moti del sistema anche la
quantità :
∂L ∂L
J := + .
∂ θ̇1 ∂ θ̇2
(iii) Si spieghi il significato fisico di J.
(3). (i) Per γ = 0, si determinino le configurazioni di equilibrio e si discuta per quali valori
del rapporto KR/(mg) esistono configurazioni di equilibrio differenti da θ1 = θ2 = ±π/2 e
θ1 = −θ2 = ±π/2.
(ii) Per γ = 0, si studi la stabilità delle configurazioni di equilibrio differenti da θ1 = θ2 = ±π/2
e θ1 = −θ2 = ±π/2.
(4). Nell’ipotesi γ = 0 si passi in formulazione di Hamilton scrivendo esplicitamente l’hamilto-
niana e le equazioni di Hamilton del sistema.
cos(α ± β) = cos α cos β ∓ sin α sin β , sin(α ± β) = sin α cos β ± sin β cos α
108
Soluzione.
(1). Dato che la circonferenza è liscia, i vincoli sono ideali e dunque possiamo usare la formu-
lazione lagrangiana della meccanica. Usando la solita base ortonormale eθ , er adattata alle
coordinate polari piane, la velocità del punto P1 risulta essere vP1 = Rθ̇1 eθ e qualla di P2 ha
un forma analoga. L’energia cinetica del sistema riferita a R è quindi semplicemente:
mR2 Ä 2 ä
T := θ̇1 + θ̇22 .
2
L’energia potenziale totale si ottiene sommando l’energia potenaziale gravitazionale
seconda per dθ
dt e sommando membro a membro il risultato, si arriva all’identità :
2
109
Questa identità può essere riscritta come:
d mR2 Ä 2 dθ1 2
ï ä ò Å ã
θ̇1 + θ̇22 + U = −γR2 ,
dt 2 dt
cioé ã2
d 2 dθ1
Å
[T + U ] = −γR .
dt dt
Abbiamo ottenuto in tal modo che la derivata temporale dell’energia meccanica totlale E si
può scrivere, su ogni moto del sistema, come:
dE
= −γR2 θ̇12 .
dt
Nel caso in cui γ = 0 si conclude che l’energia meccanica del sistema si conserva sui moti del
sistema e pertanto l’energia meccanica totale è un integrale primo. Si arriva allo stesso risultato
notando che i vincoli sono indipendenti dal tempo nel sistema di riferimento R, le coordinate
libere usate sono solidali con R ed, infine, la lagrangiana non dipende esplicitamente dal tempo.
Sappiamo che in questo caso, la funzione Hamiltoniana H coincide con l’energia meccanica
totale E nel riferimento R e sulle soluzioni del problema del moto vale:
dH X
= Qk q̇ k = −γR2 θ̇12 .
dt
k
mR2 Ä 2 ä
L (t0 , θ10 , θ20 , θ̇0 , θ̇0 ) = L = θ̇1 + θ̇22 + kR2 cos(θ1 − θ2 )
2
dove abbiamo usato il fatto che:
110
espressa nelle nuove variabili non dipende esplicitamente dalla variabile Φ e pertanto si conserva,
in virtù delle equazioni di E-L, la quantità ∂L /∂ Φ̇. Tale grandezza coincide con J.
(iii) Si verifica immediatamente facendo il calcolo, che J è la componente x del momento angolare
(3). (i) Le configurazioni di equilibrio, nel caso in esame, si ottengono come punti di staziona-
rietà di U . Abbiamo pertanto le equazioni:
∂U ∂U
= mgR cos θ1 + kR2 sin(θ1 − θ2 ) = 0 , = mgR cos θ2 − kR2 sin(θ1 − θ2 ) = 0 .
∂θ1 ∂θ2
Questo sistema di equazioni equivale a
cioé :
mgR cos θ1 − kR2 sin(2θ1 ) = 0
cioé :
mgR cos θ1 − 2kR2 sin θ1 cos θ1 = 0 .
Il caso cos θ1 = 0 produce le configurazioni di equilibrio θ1 = θ2 = π/2, θ1 = θ2 = −π/2.
Consideriamo infine il caso cos θ1 6= 0. In questa situazione, le configurazioni di equilibrio si
ottengono risolvendo
mgR = 2kR2 sin θ1 , θ2 = π − θ1 .
Si hanno dunque soluzioni solo se (dove m, g, k > 0): mg/(2kR) ≤ 1 e tali soluzioni sono
differenti da θ1 = θ2 = ±π/2 e θ1 = −θ2 = ±π/2 solo se:
mg
<2.
kR
mg
(ii) Passiamo a studiare la stabilità della configurazioni di equilibrio che, valendo 0 < kR < 2,
si ottengono risolvendo
mg
sin θ1 = , θ2 = π − θ1 .
2kR
Le soluzioni e quindi le configurazioni di equilibrio, sono pertanto
mg mg
θ1 = arcsin , θ2 = π − arcsin
2kR 2kR
111
e mg mg
θ1 = π − arcsin , θ2 = arcsin .
2kR 2kR
Si osservi che, come deve essere, una soluzione si ottene dall’altra scambiando il ruolo di θ1 e θ2 ,
data la simmetria del problema. Possiamo quindi studiare la stabilità per la prima configurazione
di equilibrio dato che il risultato varrà , per simmetria, anche per la seconda. Abbiamo che
∂2U ∂2U ∂2U
= −mgR sin θ1 + kR2 cos(θ1 − θ2 ) , = = −kR2 cos(θ1 − θ2 )
∂θ12 ∂θ1 ∂θ2 ∂θ2 ∂θ1
∂2U
= −mgR sin θ2 + kR2 cos(θ1 − θ2 ) .
∂θ22
Nel caso in esame, essendo θ2 = π − θ1 si ha
mg
sin θ1 = sin θ2 =
2kR
mentre: mg 2
cos(θ1 − θ2 ) = cos(2θ1 − π) = − cos 2θ = 2 sin2 θ − 1 = 2 −1
2kR
e quindi
∂2U ∂2U ∂2U (mg)2 ∂2U
= −kR2 , = =− + kR2 , = −kR2 .
∂θ12 ∂θ1 ∂θ2 ∂θ2 ∂θ1 2k ∂θ22
La traccia della matrice hessiana risulta essere
−2kR2 < 0 .
Conseguentemente almeno uno degli autovalori della matrice hessiana deve essere negativo e
quindi le due configurazioni di equilibrio sono instabili nel passato e nel futuro.
(4). Riferendosi alla lagrangiana (1.252), i momenti p1 e p2 coniugati rispettivamente con la
coordinata θ1 e θ2 risultano essere immediatamente:
∂L
pi = = mR2 θ̇i , i = 1, 2 .
∂θi
Invertendo tali semplici relazioni ed esprimendo l’hamiltoniana H = i ∂L ∂θi θ̇i − L in funzione
P
delle variabili canoniche si trova subito:
1
p21 + p22 + mgR (sin θ1 + sin θ2 ) − kR2 cos(θ1 − θ2 ) .
H (θ1 , θ2 , p1 , p2 ) = 2
2mR
Le equazioni di Hamilton risultano pertanto essere:
dθ1 p1 dθ2 p2
= , =
dt mR2 dt mR2
e
dp1 dp2
= −mgR cos θ1 − kR2 sin(θ1 − θ2 ) , = −mgR cos θ2 + kR2 sin(θ1 − θ2 ) .
dt dt
112
ESERCIZIO 23
113
Soluzione.
Omettiamo nel seguito l’indice |R , essendo tutte le grandezze cinematiche associate unicamente
al riferimento R; ometteremo anche l’indice P visto che si lavora con un unico punto materiale.
(1) Per costruzione, in funzione delle coordinate libere x, y, abbiamo:
P − O = x ex + y ey + ay 4 ez , (1.256)
e pertanto
v = ẋ ex + ẏ ey + 4ay 3 ẏ ez , (1.257)
da cui, l’energia cinetica del punto P nel riferimento R ha la forma:
m 2
ẋ + (1 + 16a2 y 6 )ẏ 2 .
T =
2
L’energia potenziale si ottiene sommando l’energia potenziale gravitazionale alle due energie
potenziali della molla
k k
U = mgz + ||P − O||2 + ||P − Q||2 .
2 2
Il calcolo esplicito, tenendo conto dell’espressione esplicita di P − O (1.256) in funzione delle
coordinate libere x, y e delle coordinate di Q, produce immediatamente, trascurando una costante
additiva inessenziale:
U = ka2 y 8 + mgay 4 + ky 2 + kx(x − q) .
La lagrangiana del sistema avrà allora forma
m 2
ẋ + (1 + 16a2 y 6 )ẏ 2 − ka2 y 8 − mgay 4 − ky 2 − kx(x − q) .
L =T −U = (1.258)
2
Le equazioni di Eulero-Lagrange devono però anche tenere conto delle componenti lagrangiane
Qk della forza non conservativa viscosa e avranno la solita forma generale, per q 1 = x e q 2 = y:
d ∂L ∂L
= + Qk
dt ∂ q̇ k ∂q k
dq̇ k
= q̇ k .
dt
Il calcolo esplicito fornisce subito, tramite (1.256) e (1.257):
∂P − O
Qx = · (−γv) = −γ ẋ , (1.259)
∂x
∂P − O
Qy = · (−γv) = −γ ẏ(1 + 16a2 y 6 ) . (1.260)
∂y
Concludiamo che le equazioni di Eulero-Lagrange si scrivono esplicitamente:
d2 x dx
m 2
= −2kx + kq − γ ,
dt dt
Å ã2
d dy dy dy
Å ã
m (1 + 16a2 y 6 ) = 48a2 my 5 − 8a2 ky 7 − 4mgay 3 − 2ky − γ(1 + 16a2 y 6 ) ,
dt dt dt dt
114
ovvero, in forma normale:
d2 x kx kq γ dx
= −2 + − (1.261)
dt2 m m m dt
dy 2
Ä ä
d2 y −8a2 ky 7 − 4mgay 3 − 2ky − γ(1 + 16a2 y 6 ) dy 2 5
dt − 48ma y dt
= , (1.262)
dt2 m(1 + 16a2 y 6 )
H = T |R + U |R .
Esplicitamente:
m 2
ẋ + (1 + 16a2 y 6 )ẏ 2 + ka2 y 8 + mgay 4 + ky 2 + kx(x − q) .
H =T +U = (1.263)
2
Nel caso in cui γ > 0, calcolando la derivata di H su ogni moto del sistema vale la nota identità
dH X
= q̇ k Qk ,
dt
k
dove Qk sono le componenti lagrangiane delle forze non conservative. Nel caso in esame si trova
subito che
dH
= −γv · v ,
dt
da cui si vede che H in generale non può continuare ad essere un integrale primo. Dal punto di
vista fisico abbiamo ottenuto che l’energia meccanica viene dissipata dalla potenza della forza
viscosa.
(3) Nel caso γ = 0 le forze attive sono tutte conservative, pertanto le configurazioni di equilibrio
(x0 , y0 ) si ottengono imponendo che il gradiente dell’energia potenziale sia nullo quando valutato
per (x, y) = (x0 , y0 ). Queste richieste producono il sistema di equazioni per (x0 , y0 ):
0 = 2kx0 − kq , (1.264)
2 6 2
0 = y(8ka y + 4mgay + 2k) . (1.265)
115
Dato che il secondo fattore a secondo membro di (1.265) è strettamente positivo con i valori dei
parametri che abbiamo supposto, l’unica soluzione è evidentemente
(x0 , y0 ) = (q/2, 0) .
Se l’energia potenziale:
concludiamo che (q/2, 0) è un punto di minimo stretto per U , in quanto la matrice hessiana ha
entrambi gli autovalori strettamente positivi, e pertanto la configurazione di equilibrio (q/2, 0)
è stabile nel passato e nel futuro per il teorema di Lagrange-Dirichlet.
(5). Osservando il sistema (1.261)-(1.262), si vede che la funzione y(t) = 0 per ogni t ∈ R
soddisfa la seconda equazione che, essendo disaccoppiata dalla prima, ammette tale funzione
come unica soluzione per condizioni iniziali y(0) = 0, dy
dt (0) = 0. Per concludere dobbiamo
risolvere la prima equazione:
d2 x 2k kq γ dx
2
=− x+ − ,
dt m m m dt
con le condizioni iniziali x(0) = q, dx 2
dt (0) = 0 nel caso γ > 100mk. Introduciamo la nuova
variabile X := x − q/2. In questo modo l’equazione si riscrive in forma di equazione lineare
omogenea a coefficienti costanti:
d2 X γ dX 2k
2
+ + X =0.
dt m dt m
Le due soluzioni del polinomio caratteristico sono:
γ γ2 2k
χ± = − ± − .
2m 4m2 m
116
Nel caso γ 2 > 100mk, abbiamo evidentemente che χ± sono numeri reali, negativi e distinti.
Possiamo scrivere la soluzione generale nella variabile x, come, se C± ∈ R,
Sappiamo che x(0) = q e quindi q/2+C+ +C− = q, ma anche dx dt (0) = 0 e quindi χ+ C+ +χ− C− =
0. Si ricava facilmente che: C− = qχ+ /2(χ+ − χ− ) e C+ = −qχ− /2(χ+ − χ− ).
In definitiva, il moto del punto P con i dati iniziali proposti, cioè la soluzione del problema di
Cauchy complessivo, si scrive:
Evidentemente la soluzione del problema di Cauchy posto è massimale e completa. Dato che
χ± < 0 nelle nostre ipotesi, il limite per t → +∞ di x(t) vale q/2 in quanto i rimenti addendi si
annullano nel limite. In definitiva:
∂L
px := = mẋ , (1.266)
∂ ẋ
∂L
py := = m(1 + 16a2 y 6 )ẏ . (1.267)
∂ ẏ
Da queste, invertendole e tendo conto di (1.263) segue subito che la funzione di Hamilotn è :
p2x p2y
H (x, y, ẋ, ẏ) = + + ka2 y 8 + mgay 4 + ky 2 + kx(x − q) .
2m 2m(1 + 16a2 y 6 )
dx ∂H px dy ∂H py
Å ã Å ã
= = , = =
dt ∂px m dt ∂py m(1 + 16a2 y 6 )
che ripristinano il legame tra le coordinate lagrangiane puntate ed i momenti sul moto del
sistema, insieme alle due equazioni che contengono la dinamica:
dpx ∂H
Å ã
= − = − 2kx + kq
dt ∂x
dpy ∂H 48a2 y 5
Å ã
= − = p2 − 8a2 ky 7 − 4mgay 3 − 2ky .
dt ∂y m(1 + 16a2 y 6 )2 y
117
ESERCIZIO 24
In un sistema di riferimento R, si fissi un sistema di assi cartesiani ortonormali destrorsi x, y, z
con origine O solidali con R. Il punto materiale P di massa m > 0 è vincolato ad appartenere
alla curva liscia di equazione z = ax3 − x, y = 0, con a > 0 parametro fissato. Il riferimento
R ruota senza traslare rispetto al riferimento inerziale R0 con ωR0 |R = Ω ez , dove Ω > 0 è una
costante fissata. Oltre alla reazione vincolare φ, sul punto agisce la forza peso −mg ez e la forza
di una molla (di massa nulla e lunghezza nulla a riposo) di costante elastica k > 0 attaccata con
un estremo in P e l’altro sull’asse z al punto Q sull’asse z, che ha sempre la stessa quota di P .
Si risolvano i seguenti questiti, usando come coordinata lagrangiana per P , la sua ascissa x nel
riferimento R.
(1). Si scrivano le equazioni di Eulero-Lagrange per il moto del punto P . Quindi si determinino
le formule che determinano le componenti della reazione vincolare φ in funzione di x e ẋ nel
riferimento R.
(2). Si determini un integrale primo del sistema spiegandone il significato fisico.
(3). Si studino le configurazioni di equilibrio di P nel riferimento R in funzione dei valori dei
parametri m > 0, g > 0, a > 0, Ω > 0, k > 0 e se ne studi la stabilità.
(4). Si calcoli esplicitamente la reazione vincolare φ in una configurazione di equilibrio stabile,
esprimendone le componenti rispetto ad una base solidale con il riferimento inerziale.
118
Soluzione.
(1) La posizione del punto P è individuata in R da:
Passiamo a scrivere le quantità cinematiche riferite a R0 tenendo conto che, per costruzione, si
ha facilmente che ddtex |R0 = Ω ey . La velocità nel riferimento R0 sarà data da:
d ex
|R0 + ẋ 3ax2 − 1 ez = ẋ ex + xΩ ey + ẋ 3ax2 − 1 ez .
vP |R0 = ẋ ex + x
dt
Quindi
vP |R0 = ẋ ex + xΩ ey + ẋ 3ax2 − 1 ez .
(1.268)
d ey
Tenendo conto del fatto che dt |R0 = −Ω ex troviamo anche:
Si osservi che il denomonatore non può mai annullarsi in virtù del teorema che prova che le
equazioni di Eulero-Lagrange si devono poter scrivere in forma normale.
2 In ogni caso tale
denominatore è, a parte il fattore m > 0, dato da: 1 + 3ax2 − 1 per cui non può mai
119
annullarsi.
Ora ricaviamo le componenti della reazione vincolare φ agente sul punto, scritte rispetto alla
terna ex , ey , ez . Le equazioni di Newton, nel riferimento R0 , ma usando la terna solidale con
R, dicono che:
maP |R0 = −mg ez − kx ex + φ ,
dunque:
φ = maP |R0 + mg ez + kx ex
che, tenendo conto di (1.269) diventa:
e quindi:
k
Å ã
2
φ = m ẍ − Ω x + x ex + 2mẋΩ ey + m ẍ(3ax2 − 1) + 6axẋ2 + g ez
(1.273)
m
dove a ẍ si deve sostituire il secondo membro di (1.272) ottenendo la reazione vincolare in
funzione della sola x e ẋ:
−mẋ2 18a2 x3 − 6ax + (mΩ2 − k)x − mg(3ax2 − 1)
ñ ô
2
φ= + m −Ω x + kx ex
(9a2 x4 − 6ax2 + 2)
+2mẋΩ ey
−mẋ2 18a2 x3 − 6ax + (mΩ2 − k)x − mg(3ax2 − 1)
ñ ô
+ (3ax2 − 1) 2
+ m 6axẋ + g ez .
(9a2 x4 − 6ax2 + 2)
(2) Dato che la lagrangiana (1.271) non dipende esplicitamente dal tempo si ha l’integrale
primo di Jacobi:
∂L |R0
E(x, ẋ) = ẋ − L |R0
∂t
cioè
m 1
E(x, ẋ) = ẋ2 9a2 x4 − 6ax2 + 2 + k − mΩ2 x2 + mg(ax3 − x) .
(1.274)
2 2
L’integrale primo detto ha il significato dell’energia meccanica totale nel riferimento R. Infatti
in tale riferimento agiscono la forza gravitazionale, la forza centrifuga e la forza della molla, alle
quali compete un energia potenziale totale (tenendo conto dei tre addendi detti che corrispondono
ai tre addendi nello stesso ordine nel secondo membro dell’espressione che segue):
1 1
U |R = mg(ax3 − x) − mΩ2 x2 + kx2 ;
2 2
agiscono anche la forza di Coriolis e la reazione vincolare che non compiono lavoro in quanto
sempre normali alla velocità in R. L’energia cinetica in R si ricava tenendo conto che:
vP |R = ẋ ex + ẋ 3ax2 − 1 ez
(1.275)
120
e quindi:
m 2î 2 ó
T |R = ẋ 1 + 3ax2 − 1 . (1.276)
2
Sommando tale energia cinetica e l’energia potenziale detta otteniamo proprio il secondo mem-
bro di (1.274).
d2 UR 2
» »
2 )2 + 12am2 g 2 + (k − mΩ2 ) = ± (k − mΩ2 )2 + 12am2 g 2 .
| x ± = mΩ − k ± (k − mΩ
dx2
Concludiamo che x+ è sicuramente stabile (nel futuro e nel passato). Con i teoremi che cono-
sciamo possiamo similmente dire che x− è instabile.
121
(4) Consideriamo la configurazione di equilibrio stabile x+ . Se P è fermo in R in tale
configurazione di equilibrio, allora dx/dt = 0 e d2 x/dt2 = 0 per ogni tempo. In questo caso la
(1.273) si riduce a:
φx+ = k − mΩ2 x+ ex + mg ez
122
ESERCIZIO 25
Nel riferimento inerziale R dotato di coordinate cartesiane ortonormali solidali x, y, z di origine
O, si considerino tre punti materiali P1 e P2 di masse uguali m > 0 e G di massa 2m vincolato
a rimanere nel centro di massa del sistema di P1 e P2 . I tre punti sono vincolati a muoversi nel
piano y = 0 senza attrito. I due punti P1 e P2 interagiscono per mezzo di una forza conservativa
con energia potenziale (in R):
dove a, b > 0 sono noti. Sul punto G agisce la forza di una molla ideale di lunghezza nulla a
riposo e massa nulla, di costante elastica k > 0 nota, il cui secondo estremo è fissato ad O. Sul
punto P1 agisce una forza non conservativa f := γ(vP1 |R · ex ) ez , con γ ∈ R costante assegnata.
Infine i tre punti sono sottoposti alla forza di gravità di accelerazione −g ez essendo g > 0 nota.
Si risolvano i seguenti quesiti.
(1). Assumendo che tutti i vincoli siano ideali, si scrivano le equazioni di Eulero-Lagrange del
sistema usando come coordinate libere: le due coordinate x, z del punto G, la distanza r > 0 di
P1 da G, l’angolo θ che P1 −G individua rispetto all’asse x0 passante per G e parallelo (equiverso)
a x. θ è supposto essere orientato positivamente rispetto a versore ey .
(2). Nel caso γ = 0, si scriva l’espressione esplicita di:
(a) l’energia meccanica totale,
(b) la componente y del momenento angolare rispetto al centro di massa del sistema dei tre
punti,
(c) la componente x dell’impulso totale del sistema dei tre punti, relativi al riferimento R.
Si dimostri che le prime due grandezze sono integrali primi, mentre la terza lo è nell’ipotesi
k = 0.
(3). Nel caso γ = 0 e k = 0, usando le equazioni del moto trovate, si determinino, in funzione
delle condizioni iniziali, le eventuali soluzioni: x = x(t), z = z(t), θ = θ(t), r = r(t) delle
equazioni del moto in cui valga θ̇(t) = θ̇0 6= 0 costantemente per tutti i tempi t (ricordare che
r > 0 per ipotesi).
(4). Nel caso γ = 0, si determinino le configurazioni di equilibrio con r > 0 e se ne studi la
stabilità.
123
Soluzione.
Tutte le quantità considerate sono relative al sistema di riferimento inerziale R e pertanto omet-
tiamo di scrivere esplicitamente il pedice R .
(1) Per costruzione, dato che P1 e P2 hanno la stessa massa, il centro di massa di essi si trova
esattamente a metà del segmento che unisce i due punti, inoltre P2 − G = −(P1 − G). Vale
allora:
G − O = x ex + z ez , (1.278)
P1 − O = (x + r cos θ) ex + (z + r sin θ) ez (1.279)
P2 − O = (x − r cos θ) ex + (z − r sin θ) ez . (1.280)
vG = ẋ ex + ż ez , (1.281)
v1 = (ẋ + ṙ cos θ − rθ̇ sin θ) ex + (ż + ṙ sin θ + rθ̇ cos θ) ez (1.282)
Ä ä Ä ä
v2 = ẋ − ṙ cos θ + rθ̇ sin θ ex + ż − ṙ sin θ − rθ̇ cos θ ez . (1.283)
Questa espressione fornisce, con qualche calcolo, l’espressione dell’energia cinetica definita come
T = mvG 2 + (1/2)m(v2 + v2 ) (lo stesso risultato si ottiene direttamente applicando il teorema
1 2
di König): Ä ä
T = 2m ẋ2 + ż 2 + m ṙ2 + r2 θ̇2 .
(1.284)
L’energia potenziale si ottiene sommando U = 8ar3 − 4br2 a quella dovuta alla forza di gravità :
−2mgzG − mgz1 − mgz2 = −4mgz. Nel caso γ = 0 la lagrangiana del sistema è pertanto:
Ä ä k
L = 2m ẋ2 + ż 2 + m ṙ2 + r2 θ̇2 − (x2 + z 2 ) − 8ar3 + 4br2 − 4mgz .
(1.285)
2
Nel caso γ 6= 0 le equazioni di E-L terranno anche conto delle componenti lagrangiane di f :
∂P1 − O
Qx = γ(vP |R · ex ) ez · = γ(v1 |R · ex ) ez · ex = 0 ,
∂x
∂P1 − O
Qz = γ(v1 |R · ex ) ez · = γ(ẋ + ṙ cos θ − rθ̇ sin θ) ,
∂z
∂P1 − O
Qr = γ(v1 |R · ex ) ez · = γ sin θ(ẋ + ṙ cos θ − rθ̇ sin θ)
∂r
∂P1 − O
Qθ = γ(v1 |R · ex ) ez · = γr cos θ(ẋ + ṙ cos θ − rθ̇ sin θ) ,
∂θ
Si ricavano quindi le equazioni di Eulero-Lagrange nella forma
dq k d ∂L ∂L
= q̇ k , − k = Qk
dt dt ∂ q̇ k ∂q
124
dove L , come scritto sopra, tiene conto delle sole forze conservative. Le quazioni dette sono
date esplicitamente da:
d dx kx
= − , (1.286)
dt dt 4m
d dz kz γ dx dr dθ
Å ã
= − −g+ + cos θ − r sin θ , (1.287)
dt dt 4m 4m dt dt dt
Å ã2
d dr dθ 12a 2 4b γ sin θ dx dr dθ
Å ã Å ã
= r − r + r+ + cos θ − r sin θ (1.288)
dt dt dt m m 2m dt dt dt
d 2 dθ γr cos θ dx dr dθ
Å ã Å ã
r = + cos θ − r sin θ . (1.289)
dt dt 2m dt dt dt
(2) Se γ = 0, il sistema fisico è sottoposto a sole forze conservative ed ha vincoli ideali indipen-
denti dal tempo. Possiamo applicare il teorema di Jacobi che afferma che (a) l’energia meccanica
totale si conserva nel tempo sulle soluzioni delle equazioni del moto e (b) coincide con la funzione
di Hamilton. Pertanto l’energia meccanica totale ha la forma:
Ä ä k
H (x, z, θ, r, ẋ, ż, θ̇, ṙ) = 2m ẋ2 + ż 2 +m ṙ2 + rθ̇2 + (x2 +z 2 )+8ar3 −4br2 +4mgz . (1.290)
2
Se (oltre a γ = 0, che assicura che il sistema sia descritto da una lagrangiana senza dover
introdurre forze generalizzate) k = 0, la lagrangiana non dipende esplicitamente da x, applicando
la versione più elementare del teorema di Nöther, ovvero direttamente da (1.286), concludiamo
che si deve conservare il momento coinugato:
∂L dx
px = = 4mẋ = 4m .
∂ ẋ dt
Dato che x è una coordinata traslazionale, il momento coniugato px corrisponde alla componente
x dell’impulso totale del sistema. (Risulta comunque direttamente evidente dall’espressione
trovata che px altro non è che la componente x dell’impulso totale del sistema essendo il prodotto
della massa totale del sistema moltiplicata per la componente x della velocità del centro di massa
(che coincide con G) e valendo il teorema del centro di massa).
In virtù della non dipendenza esplicita di L da θ (se γ = 0), si conserva il momento coniugato:
∂L dθ
pθ = = 2mr2 θ̇ = 2mr2 .
∂ θ̇ dt
Sapendo che:
facendo uso di (1.279)-(1.283) notando che G − O = x ex + z ez , si trova con qualche calcolo che:
dθ
LyG = 2mr2 = pθ .
dt
125
(3) Quando γ = 0 e k = 0 le prime due equazioni del moto hanno soluzione immediata:
126
La stabilità non può essere studiata attraverso il segno degli autovalori della matrice hessiana
(che è comunque già in forma diagonale) dato che un autovalore, quello corrispondente alla
coordinata θ, è nullo. Tuttavia dall’equazione del moto di θ, che nel caso in esame, essendo r
costante, si riduce a d2 θ/dt2 = 0, ricaviamo che le configurazioni di equilibrio non sono stabili, nel
passato e nel futuro. Infatti, in base a tale equazione, le soluzioni possibili sono tutte e sole della
forma θ(t) = θ0 + θ̇0 t. Ne consegue che partendo da una configurazione iniziale x0 , z0 , r0 , θ0 , pur
scegliendo condizioni iniziali sulle velocità (ẋ0 , ż0 , ṙ0 , θ̇0 ) 6= (0, 0, 0, 0) piccole a piacere, l’orbita
della soluzione, nello spazio degli atti di moto esce da qualunque fissato intorno dell’atto di moto
iniziale (x0 , z0 , r0 , r0 , ẋ0 , ż0 , ṙ0 , θ̇0 ) a causa dell’evoluzione: θ(t) = θ0 + θ̇0 t.
127
ESERCIZIO 26
In riferimento al sistema di assi cartesiani ortonormali x, y, z destrorso di origine O e solidale con
il sistema di riferimento inerziale R, due punti materiali P1 e P2 della stessa massa assegnata
m > 0 si muovono, rispettivamente: P1 sulla circonferenza C1 di raggio noto R > 0 e centro
O, giacente nel piano z = 0, e P2 sulla circonferenza C2 dello stesso raggio R > 0, giacente nel
piano z = R e centrata nel punto O2 = (0, 0, R). Le circonferenze sono lisce. Sui due punti
agiscono le seguenti forze attive.
(i) Le forze di tre molle ideali (peso nullo e lunghezza nulla a riposo) : due di costante elastica
k ≥ 0 assegnata con un estremo in P1 ed i secondi estremi, rispettivamente nei punti (2R, 0, 0)
e (0, 2R, 0); e la terza molla, di costante elastica K > 0 nota, unisce P1 a P2 .
(ii) Una forza agente su P1 e data da f = H ez ∧ vP1 |R con H ≥ 0 costante nota.
(iii) La forza di gravità: −mg ez , con g > 0 costante assegnata agente sui due punti.
Si risolvano i seguenti quesiti usando le seguenti due coordinate libere:
θ, angolo tra P1 − O e ex , orientato positivamente rispetto all’asse z,
φ angolo tra la proiezione di P2 − O2 sul piano z = 0 e P1 − O, orientato positivamente
rispetto all’asse z.
(1) Si ricavino le equazioni di Eulero-Lagrange per i punti P1 e P2 e si scrivano esplicitamente
in forma normale.
(2) Nel caso k = 0, si provi l’energia meccanica totale E |R del sistema in R e la componente
z del momento angolare totale del sistema valutata in R rispetto al polo O, ΓOz |R , sono inte-
grali primi. Scrivere esplicitamente l’espressione di questi due integrali primi in funzione delle
coordinate lagrangiane e delle loro derivate temporali prime. Assumendo poi k > 0, dimostrare
che su un moto generico del sistema E |R è ancora conservata, mentre ΓOz |R cessa di essere
conservata dato che la sua derivata temporale è non nulla in generale.
(3) Si determinino le configurazioni di equilibrio del sistema, se ne studi la stabilità in
funzione di R, k, K, m, g > 0 e si calcoli la reazione vincolare su P2 se il sistema è in quiete in
una configurazione di equilibrio stabile.
(4) Assumendo k = 0 determinare tutte le condizioni iniziali per cui la soluzione del problema
del moto è del tipo: θ(t) = At + B e φ = C per qualche scelta delle costanti A, B, C.
(5) (Per Meccanica Analitica) Si passi in formulazione di Hamilton, scrivendo la trasforma-
zione di Legendre, l’hamiltoniana del sistema e le equazioni di Hamilton esplicitamente.
(5)’ (Per Fondamenti di Fisica Matematica) Per k = 0, si determinino le configurazioni di
equilibrio e se ne studi la stabilità.
128
Soluzione.
Omettiamo nel seguito l’indice |R , essendo tutte le grandezze cinematiche associate unicamente
al riferimento R.
e pertanto:
vP1 = Rθ̇ (− sin θ ex + cos θ ey ) , vP1 = R(θ̇ + φ̇) (− sin(θ + φ) ex + cos(θ + φ) ey ) . (1.298)
Per quanto riguarda le forze agenti sui due punti, possiamo dire che sono tutte conservative
eccetto la forza f agente su P1 , che tuttavia non ha componenti lagrangiane, dato che è sempre
normale al vincolo C1 per costruzione e dunque ha prodotto scalare nullo con ∂P1 /∂θ. L’energia
potenziale gravitazionale può non essere considerata nel calcolo della lagrangiana, dato che
entrambi i punti si possono muovere solo rimanendo a queota costante. Tuttavia entrambe le
forze si devono prendere in considerazione nel calcolo delle reazioni vincolari. In definitiva il
sistema è descritto da una lagrangiana L = T − U , dove U è l’energia potenziale delle sole
forze delle tre molle. Scriviamo la lagrangiana esplicitamente. L’energia cinetica del sistema dei
due punti nel riferimento R si calcola da (1.298) come:
mR2 î 2 ó
T = θ̇ (sin2 θ + cos2 θ) + (θ̇ + φ̇)2 (sin2 (θ + φ) + cos2 (θ + φ)) ,
2
e quindi:
mR2 î 2 ó
T = 2θ̇ + φ̇2 + 2θ̇φ̇ . (1.299)
2
L’energia potenziale si calcola usando le (1.297) come:
k k K
U = ||P1 − (2R, 0, 0)||2 + ||P1 − (0, 2R, 0)||2 + ||P1 − P2 ||2
2 2 2
k k 2
(2R − R cos θ)2 + R2 sin2 θ + R cos2 θ + (R sin θ − 2R)2
=
2 2
KR 2
(cos θ − cos(θ + φ))2 + (sin θ − sin(θ + φ))2 + 1 .
+
2
Sviluppando i calcoli e trascurando le costanti additive si trova infine:
mR2 î 2 ó
L = 2θ̇ + φ̇2 + 2θ̇φ̇ + 2kR2 (sin θ + cos θ) + KR2 cos φ , (1.301)
2
129
e le equazioni di Eulero-Lagrange che ne derivano sono:
ï 2
d θ d2 φ 2k
ò
2 2 + 2 = (cos θ − sin θ) , (1.302)
dt dt m
ï 2
d θ d2 φ K
ò
2
+ 2 = − sin φ . (1.303)
dt dt m
Sottraendo la seconda dalla prima e poi due volte la seconda dalla prima, otteniamo il sistema
equivalente al precedente ma scritto in forma normale:
d2 θ 2k K
= (cos θ − sin θ) + sin φ , (1.304)
dt2 m m
d2 φ 2k 2K
= − (cos θ − sin θ) − sin φ . (1.305)
dt2 m m
(2) La Lagrangiana (1.301) non dipende esplicitamente dal tempo, i vincoli sono indipendenti
dal tempo in R e le coordinate libere sono solidali con il riferimento detto. Nel caso H = 0 tutte
le forze attive sono conservative. Pertanto possiamo applicare il teorema di Jacobi provando che
l’integrale primo di Jacobi H coincide con l’energia meccanica totale nel riferimento R:
mR2 î 2 ó
E |R = H = 2θ̇ + φ̇2 + 2θ̇φ̇ − 2kR2 (sin θ + cos θ) − KR2 cos φ . (1.306)
2
Nel caso in cui H 6= 0 il teorema di Jacobi in questo caso si generalizza a, dove la derivata
è calcolata sui moti del sistema: dEdt|R = Qθ θ̇ + Qφ φ̇. Tuttavia il risultato finale non cambia
perché le componenti lagrangiane della forza non conservativa che agisce su P1 sono nulle come
sappiamo. Per quanto riguarda ΓOz |R , osservaimo che, per costruzione θ è una coordinate
rotazionale attorno all’asse z, inoltre, se k = 0, la lagrangiana (1.301) non dipende esplicitamente
da θ. Per noti teoremi, concludiamo che in tal caso ∂L ∂ θ̇
coincide con ΓOz |R ed è un integrale
primo. Nel caso in cui k > 0, l’equazione di E-L (1.302) che corrisponde a
d ∂L ∂L
Å ã
= ,
dt ∂ θ̇ ∂θ
mostra che, su un moto generico del sistema:
d d ∂L
ΓOz |R = = 2kR2 (cos θ − sin θ)
dt dt ∂ θ̇
il cui secondo membro in generale è non nullo. Pertanto, se k > 0, ΓOz |R cessa di essere un
integrale primo.
(3) Ignorando il valore di H che non gioca alcun ruolo nella dinamica del sistema dato che
corrisponde ad una forza attiva che ammette componenti lagrangiane sempre nulle, le confi-
gurazioni di equilibrio (θ0 , φ0 ) si ottengono annullando le componenti lagrangiane delle forze
attive che agiscono sul sistema, imponendo contemporaneamente che θ̇ = φ̇ = 0. Nel caso in
130
esame, data la forma della lagrangiana, le configurazioni di equilibrio si ottengono come zeri del
gradiente dell’energia potenziale:
∂U ∂U
|θ ,φ = −2kR2 (cos θ0 − sin θ0 ) = 0 , |θ ,φ = 2KR2 sin φ0 = 0 .
∂θ 0 0 ∂φ 0 0
Dunque, essendo k, K, R > 0 abbiamo le seguenti configurazioni di equilibrio (θ0 , φ0 ): (π/4, 0),
(5π/4, 0), (π/4, π), (5π/4, π). La stabilità può essere studiata studiando gli autovalori della
matrice hessiana H di U valutata nelle configurazioni di equilibrio. Per costruzione:
K
H(θ0 , φ0 ) = 2R2 diag(k(sin θ0 + cos θ0 ), cos φ0 ) .
2
√
Abbiamo di conseguenza che H(π/4, 0) = 2R2 diag(k 2, K/2) e quindi la configurazione (π/4, 0)
è di equilibrio stabile (nel passato e nel futuro, se R, k, K, m, g > 0. Per le rimanenti tre confi-
gurazioni di equilibrio si vede immediatamente che la matrice hessiana ha almeno un autovalore
negativo. Si conclude che se R, k, K, m, g > 0 tali configurazioni sono instabili.
Nella configurazione di equilibrio (θ0 , φ0 ) = (π/4, 0), il punto P2 si trova in quiete sottoposto alle
forza di gravità −mg ez , alla forza della molla di costante elastica K: −K(P2 − P1 ) = −KR ez
e la reazione vincolare incognita φ. La somma di tali forze deve essere nulla dato che il punto è
in quiete in una configurazione di equilibrio, pertanto:
φ = (mg + KR) ez .
(4) Se θ(t) = At + B, φ(t) = C risolve le equzioni del moto, sostituendo tali funzioni nelle
(1.304), (1.305) otteniamo che deve essere (ricordando che k = 0):
K
0 = sin C , (1.307)
m
2K
0 = − sin C . (1.308)
m
da cui sin C = 0 e quindi C = 0, oppure C = π costantemente. Nel primo caso φ(0) = 0
e nel secondo φ(0) = π, in entrambi i casi dφ dt (0) = 0. Nello stesso modo, per costruzione
θ(0) = B e dθ dt (0) = A. Se viceversa fissiamo condizioni iniziali: φ(0) = 0, dφ
dt (0) = 0, θ(0) = B
dθ
e dt (0) = A le funzioni θ(t) = At + B, φ(t) = 0 soddisfano il problema di Cauchy dato da
tali condizioni iniziali e le equazioni (1.304), (1.305) che costituiscono un sistema in forma
normale con secondo membro di classe C ∞ , pertanto sono le uniche soluzioni del problema dato.
Similmente, se fissiamo condizioni iniziali: φ(0) = π, dφ dθ
dt (0) = 0, θ(0) = B e dt (0) = A le funzioni
θ(t) = At + B, φ(t) = π soddisfano il problema di Cauchy dato da tali condizioni iniziali e le
equazioni (1.304), (1.305) e sono le uniche soluzioni del problema dato. Concludiamo che le
scelte possibili di condizioni iniziali che producono soluzioni del tipo voluto sono solo φ(0) = 0,
dφ dθ dφ dθ
dt (0) = 0, θ(0) = B e dt (0) = A e φ(0) = π, dt (0) = 0, θ(0) = B e dt (0) = A. Nel primo caso
φ(t) = 0 costantemente e nel secondo φ(t) = π costantemente.
131
(5) Dalla forma della lagrangiana (1.301) si ha subito che la trasformazione di Legendre è:
∂L ∂L
pθ := = mR2 (2θ̇ + φ̇) , pφ := = mR2 (θ̇ + φ̇)
∂ θ̇ ∂ φ̇
con inversa:
pθ − pφ 2pφ − pθ
θ̇ = 2
, φ̇ = .
mR mR2
Sostituendo nell’espressione della funzione di Hamilton (1.306), troviamo l’espressione della
funzione di Hamilton in variabili hamiltoniane:
1 2
pθ + 2p2φ − 2pθ pφ − 2kR2 (sin θ + cos θ) − KR2 cos φ .
H = 2
2mR
Le equazioni di Hamilton risultano allora essere:
dθ ∂H 1 dφ ∂H 1
Å ã Å ã
= = 2
(pθ − p φ ) , = = (2pφ − pθ )
dt ∂pθ mR dt ∂pφ mR2
dpθ ∂H dpφ ∂H
Å ã Å ã
2
=− = 2kR (cos θ − sin θ) , =− = −KR2 sin φ .
dt ∂θ dt ∂φ
(5)’ Le configurazioni di equilibrio si ottengono come nel punto (3), come zeri del gradiente
dell’energia potenziale, tenendo però conto del fatto che k = 0 e K, R > 0:
∂U ∂U
|θ ,φ = 0 = 0 , |θ ,φ = 2KR2 sin φ0 = 0 .
∂θ 0 0 ∂φ 0 0
132
ESERCIZIO 27
Si consideri la curva Γ di equazione y = 0, z = −ax2 , per a > 0 fissato, riferita ad un sistema
di coordinate cartesiane ortonormali x, y, z di origine O solidali con il sistema di riferimento
non inerziale R. Tale riferimento ruota senza traslare attorno all’asse e0z ≡ ez solidale con il
sistema di riferimento inerziale R0 e vale ωR |R0 = Ω ez , con Ω > 0 costante assegnata. Il punto
materiale P di massa m > 0 assegnata è vincolato a rimanere su Γ pensata come vincolo liscio.
Su P agiscono le seguenti forze vere attive:
(i) la forza di una molla ideale (massa nulla e lunghezza nulla a riposo) di costante elastica
k > 0 nota, attaccata a P ed al punto O;
(ii) la forza di gravità −mg ez con g > 0 costante nota;
(iii) la forza viscosa f = −HvP |R0 , dove H ≥ 0 è una costante nota.
Usando l’ascissa x del punto P come coordinata libera si risolvano i quesiti seguenti.
(1) Scrivere, esplicitamente in forma normale, le equazioni di Eulero Lagrange per il punto
P e l’equazione che determina la componente lungo ez della reazione vincolare agente su P in
funzione di x e dxdt sui moti del sistema.
(2) Scrivere esplicitamente, in funzione di x e ẋ l’energia meccanica totale E |R di P nel
riferimento R, provando che tale energia è un integrale primo se H = 0. Nel caso H > 0,
calcolare esplicitamente la derivata temporale di E |R valutata su un moto del sistema in funzione
di x e ẋ.
(3) Calcolare le configurazioni di equilibrio di P nel riferimento non inerziale R in funzione
dei valori dei parametri a, m, k, g, Ω > 0 e studiare la stabilità di tali configurazioni se H > 0.
(4) (Per Meccanica Analitica) Per H = 0, passare in formulazione di Hamilton, scrivendo
esplicitamente la trasformata di Legendre, la funzione di Hamilton in funzione delle variabili
hamiltoniane e le equazioni di hamilton.
(4)’ (Per Fondamenti di Fisica Matematica) Per H = 0, calcolare la reazione vincolare
agente su P , rispetto alla base ex , ey , ez , quando si trova in quiete in R in una configurazione
di equilibrio diversa da O.
133
Soluzione.
(1) Il vettore posizione del punto P è
P − O = x ex − ax2 ez , (1.309)
134
che in forma normale si scrivono:
2
d2 x −4a2 mx dx
dt − H dx 2 2 2 2 3
dt (1 + 4a x ) + (mΩ − k + 2mga)x − 2ka x
= . (1.316)
dt2 m(1 + 4a2 x2 )
Per quanto riguarda la componente lungo ez della reazione vincolare, osserviamo che essa si
ricava proiettando lungo ez l’equazione di Newton:
mΩ2 2
E |R = T |R + U |R = T |R + U |R0 − x ,
2
135
e quindi:
mẋ2 k 2 mΩ2 2
(1 + 4a2 x2 ) + x + a2 x4 − mgax2 −
E |R = x . (1.317)
2 2 2
Osservando la lagrangiana L |R0 in (1.314), possiamo notare che la funzione di Hamilton ad essa
associata è proprio, come si verifica immediatamente facendo il calcolo:
mẋ2 k 2 mΩ2 2
(1 + 4a2 x2 ) + x + a2 x4 − mgax2 −
H |R0 = x (1.318)
2 2 2
pertanto E |R = H |R0 . Nel caso in cui H = 0, il sistema è descritto in R0 dalla sola lagrangiana
L |R0 in (1.314) che non dipende esplicitamente dal tempo. Il teorema di Jacobi prova allora
che E |R = H |R0 è un integrale primo. Nel caso in cui H 6= 0, sappiamo che, su ogni soluzione
delle equazioni di E-L vale:
dH |R0
= Qx ẋ
dt
per cui, tenendo conto della (1.315), abbiamo trovato la relazione richiesta:
dE |R
= −H ẋ2 (1 + 4a2 x2 ) . (1.319)
dt
(3) Osserviamo previntivamente che L |R = L |R0 dove nella prima lagrangiana abbiamo tenuto
conto dell’energia potenziale della forza centrifuga che appare nella seconda lagrangiana come
termine dell’energia cinetica. La coordinata libera x è solidale con R e pertanto possiamo stu-
diare le configurazioni di equilibrio rispetto a R usando tale coordinata libera. Le configurazioni
di equilibrio x0 in R si individuano richiedendo che l’atto di moto (x0 , 0) annulli la componente
lagrangiana di tutte le forze attive che agiscono in R. Dato che la componente lagrangiana della
forza centrifuga è nulla, quella della forza f si annulla sull’atto di moto detto – essendo ẋ = 0
e valendo (1.315) – concludiamo che le configurazioni di equilibrio si ottengono annullando la
componente lagrangiana della forza conservativa totale, e cioè annullando il gradiente di U |R :
dU |R
0= |x0 = 2a2 kx30 + (k − 2mag − mΩ2 )x0 ,
dx
da cui le configurazioni di equilibrio (ricordando che m, g, a, k, Ω > 0):
mΩ2 + 2amg − k
x0 = 0 , x± := ± ,
2a2 k
136
Per quanto riguarda x0 = 0, possiamo concludere che la configurazione di equilibrio è stabile se
k > 2mag + mΩ2 , cioè se non esistono le altre due configurazioni di equilibrio. Non possiamo
dire nulla per k ≤ 2mag + mΩ2 data la presenza della forza non conservativa con componente
lagrangiana non nulla. Per quanto riguarda le altre due soluzioni si ha facilmente che:
d2 U |R
|x± = −2(k − 2mag − mΩ2 )
dx2
e quindi quando tali configurazioni di equilibrio esistono e non coincidono con x0 = 0 (cioè
quando k < mΩ2 + 2amg), esse sono stabili nel futuro (e anche nel passato se H = 0). Non
possiamo dire nulla con i teoremi che conosciamo se k = mΩ2 + 2amg.
(4). Per costruzione la trasformata di Legendre si scrive:
∂L |R0
px = = m(1 + 4a2 x2 )ẋ ,
∂ ẋ
che si inverte immediatamente in:
px
ẋ = .
m(1 + 4a2 x2 )
p2x k 2 2 4
2 mΩ2 2
H |R0 = + x + a x − mgax − x . (1.320)
2m(1 + 4a2 x2 ) 2 2
dx ∂H px
Å ã
= =
dt ∂px m(1 + 4a2 x2 )
e
dpx ∂H 8a2 xp2x
Å ã
− k x + 4a2 x3 + 2mgax + mΩ2 x .
= − = 2 2 2
dt ∂x 2m(1 + 4a x )
(4)’ Nella situazione detta, ragionando in R0 per la configurazione di equilibrio x+ in R
trovata sopra per k < mΩ2 + 2amg, deve essere (tenendo conto che in R0 il punto P si vede
animato della sola accelerazione centripeta): −mΩ2 x+ ex = φ − mg ez − k(P − O) e dunque
φ = −mΩ2 x+ + mg ez + k(x+ ex − ax2+ ez ) ed infine:
dove
mΩ2 + 2amg − k
x+ := .
4a2 k
137
ESERCIZIO 28
Si consideri un sistema di assi ortonormali xyz destrorsi solidali con il riferimento inerziale
R. I punti materiali P1 e P2 , entrambi di massa m > 0 nota, sono vincolati a muoversi
rispettivamente: P1 sull’asse verticale z e P2 sulla curva di equazioni
138
Soluzione.
Omettiamo l’indice R dato che tutte le quantità cinematiche sono riferite a tale sistema di rife-
rimento inerziale.
(1) Per prima cosa calcoliamo la lagrangiana del sistema che tiene conto delle forze attive-
conservative in gioco (non ci sono forze inerziali dato che il sistema di riferimento è inerziale). I
vettori posizione dellle due particelle sono:
da cui le velocità
v1 = ż ez , v2 = Rθ̇(− sin θ ex + cos θ ex + ez ) . (1.322)
Quadrando le velocità e tenendo conto del fatto che le masse dei due punti sono entrambe uguali
a m ottenimao l’energia cinetica
m
T = ż 2 + mR2 θ̇2 . (1.323)
2
L’energia potenziale è data dalla somma dell’enrgia potenziale gravitazionale e quella delle due
molle:
k k 2
||P1 − O||2 + ||P2 − P1 ||2 = mg(z + Rθ) + z + (Rθ − z)2 + R2 .
U = mg(z + Rθ) +
2 2
Omettendo una costante addittiva inessenziale
k k
U (θ, z) = mg(z + Rθ) + z 2 + (Rθ − z)2 . (1.324)
2 2
Abbiamo infine la lagrangiana
m 2 k k
L (θ, z, θ̇, ż) = ż + mR2 θ̇2 − mg(z + Rθ) − (Rθ − z)2 − z 2 . (1.325)
2 2 2
La forza viscosa che agisce su P1 ha come unica componente lagrangiana, usando ancora (1.321)
e (1.324):
∂P1
Qz = · (−γv1 ) = −γ ż . (1.326)
∂z
Il sistema delle due equazioni di Eulero-Lagrange viene allora scritto, già come sistema di
equazioni differenziali del secondo ordine in forma normale:
d2 θ g k z
=− − θ− , (1.327)
dt2 2 2m R
d2 z γ dz 2kz kR
=− −g− + θ. (1.328)
dt2 m dt m m
Per ricavare la reazione vincolare su P1 usiamo la legge di Newton
d2 z
m ez = φ1 − mg ez − k(P1 − P2 ) − k(P1 − O) − γv1
dt2
139
da cui, usando (1.321), (1.324) e (1.328)
φ1 =
dz dz
ï ò
−γ − mg − 2kz + kRθ ez +k (z ez − R cos θ ex − R sin θ ey − Rθ ez )+kzez +mgez +γ ez
dt dt
che si semplifica in:
φ1 = −kR cos θ ex − kR sin θ ey .
Si osservi che tale reazione vincolare è normale all’asse z come doveva essere visto che abbiamo
assunto i vincoli lisci per garantire l’idealità dei vincoli.
(2) Nel caso γ = 0 il sistema è completamente descritto da una lagrangiana, i vincoli sono
indipendenti dal tempo e le coordinate libere sono solidali con il riferimento rispetto al quale si
calcola la lagrangiana che è l’unico sistema di riferimento in gioco R. Concludiamo, dal teorema
di Jacobi, che la funzione di Hamilton H è un integrale primo e coincide con l’energia meccanica
totale del sistema nel riferimento R data da T + U e quindi:
m 2 k k
H (θ, z, θ̇, ż) = ż + mR2 θ̇2 + mg(z + Rθ) + (Rθ − z)2 + z 2 . (1.329)
2 2 2
Nel caso in cui γ > 0, come sappiamo dalla teoria generale, su ogni fissata soluzione delle
equazioni di Eulero Lagrange, la derivata temporale totale di H è pari a k Qknon cons. q̇ k . nel
P
nosttro caso troviamo dunque, essendo l’unica forza attiva non conservativa quella viscosa la cui
unica componente lagrangiana è stata calcolata sopra:
Å ã2
dH dz
= −γ .
dt sol.eq.E−L dt
È quindi chiaro che se γ > 0 l’energia meccanica totale cessa di essere un integrale primo.
(3) Mettiamoci nel caso γ = 0 per cui la lagrangiana determina completamente il moto del
sistema. La definizione delle nuove coordinate lagrangiane q 1 = z − Rθ e q 2 = z + Rθ si inverte
1
in z = 12 (q 1 + q 2 ) e θ = 2R (q 2 − q 1 ) da cui
1 1 2
ż = (q̇ 1 + q̇ 2 ) , θ̇ = (q̇ − q̇ 1 ) . (1.330)
2 2R
La lagrangiana prende forma, nelle nuove coordinate
m 2 k k
L (θ, z, θ̇, ż) = ż + mR2 θ̇2 − mgq 2 − (q 1 )2 − (q 1 + q 2 )2 . (1.331)
2 2 4
dove ż e θ̇ sono date da (1.330). È evidente che se k = 0 la lagrangiana non dipende più dalla
coordinata q 1 che risulta essere ciclica e pertanto abbiamo abbiamo un nuovo integrale primo:
∂L ∂ ż ∂ θ̇ 1 1 m
= mż 1 + 2mRθ̇ 1 = mż − 2mR2 θ̇ = ż − mRθ̇ .
∂ q̇ 1 ∂ q̇ ∂ q̇ 2 2R 2
140
Osserviamo che nel caso in esame in cui k = 0, la lagrangiana del sistema si scrive come somma
di due lagrangiane indipendenti
m Ä ä
L (θ, z, θ̇, ż) = ż 2 − mgz + mR2 θ̇2 − mgRθ . (1.332)
2
il punto P1 con lagrangiana m 2
Possiamo studiare
Ä separatamente
ä 2 ż − mgz e il punto P2 , con
lagrangiana mR2 θ̇2 − mgRθ . Dato che queste due lagrangiane non dipendono dal tempo, pos-
siamo applicare il teorema di Jacobi separatamente
Ä a ciascuna
ä delle due, ottenendo che si hanno
m 2 2 2
due integrali primi in più: 2 ż + mgz e mR θ̇ + mgRθ . Ovviamente l’energia meccanica
totale è una funzione banale di questi due integrali primi: la loro somma. (In generale anche
se non richiesto nella soluzione di questo esercizio, precisiamo che il sistema ammette 2n − 1
integrali primi funzionalmente indipendenti con n pari al numero di gradi di libertà, facendo
riferimento al teorema ?? dove il campo vettoriale X è ora quello tangente alle soluzioni delle
equazioni di Eulero-Lagrange in sullo spazio degli atti di moto, notando che le equazioni nel
caso in esame sono autonome. Quindi nel nostro caso ci sono 3 integrali primi funzionalmente
indipendenti).
(4) Le configurazioni di equilibrio si ottengono subito (essendo γ = 0), cercando gli zeri del
gradiente dell’energia potenziale totale:
∂U ∂U
0= = mgR + kR2 θ − Rkz , 0= = mg + 2kz − kRθ
∂θ ∂z
che ha come unica soluzione
mg 3mg
z0 = −
k , θ0 = − ,
2 2Rk
che determinano un’unica configurazione di equilibrio. La matrice hessiana dell’energia poten-
ziale è costante e vale sempre: ï 2 ò
kR −kR
H(θ, z) = .
−kR 2k
Questa matrice ha traccia e determinante positivi se R, m, g, k > 0, per cui entrambi gli auto-
valori sono positivi e la configurazione di equilibrio trovata è stabile nel passato e nel futuro.
141
Le equazioni di Hamilton risultano allora essere:
dθ pθ dz pz
= 2 , =
dt R m dt m
che corrispondono alla trasformazione di Legendre valutata sul moto, e:
dpθ dpz
= −mgR − kR(Rθ − z) , = −mg − 2kz + kRθ .
dt dt
142
ESERCIZIO 29
Si consideri un sistema di assi ortonormali xyz, destrorsi di origine O, solidali con il riferimento
inerziale R. Un sistema di due punti materiali è costituito come segue. Il punto P1 di massa
m > 0 assegnata è vincolato a muoversi nello spazio rimanendo attaccato ad un’estremo di
un’asta rigida ideale (massa nulla) di lunghezza ` > 0 nota, il cui secondo estremo è sempre
l’origine O degli assi. Il secondo punto P2 , ancora di massa m, è vincolato a rimanere sull’asse
z ed è connesso al punto P1 tramite una seconda asta rigida ideale (massa nulla) di lunghezza
ancora `.
Sul sistema di punti, oltre alle reazioni vincolari agiscono le seguenti forze:
(a) La forza di una molla ideale di costante k > 0 nota, peso nullo e lunghezza nulla a riposo,
attaccata con un estremo a P2 e l’altro all’origine degli assi O.
(b) La forza viscosa −γvP2 |R , dove γ ≥ 0 è una costante nota, che agisce su P2 .
(c) La forza peso −mg ez che agisce su entrambi i punti materiali.
Usando come coordinate libere: l’angolo θ ∈ (0, π) che P1 − O individua rispetto all’asse z e
l’angolo φ ∈ [0, 2π) che la proiezione di P1 − O sul piano z = 0 individua rispetto a ex (angolo
orientato positivamente rispetto a ez )3 , si risolvano i seguenti quesiti.
(1) Scrivere le equazioni di Eulero-Lagrange del sistema. Scrivere la formula che determina
la reazione vincolare totale φ agente sul punto P2 in funzione delle coordinate lagrangiane e delle
loro derivate prime temporali, ma non le derivate seconde. Ricavare il modulo della tensione
dell’asta tra P1 e P2 , assumendo che l’asse z sia liscio.
(2) Provare che se γ = 0 esistono due integrali primi di cui se ne spieghi anche il significato
fisico. Discutere se, per γ > 0, tali funzioni cessano di essere integrali primi.
(3) Se γ = 0 discutere, al variare di m, k, g, ` > 0, se esistono soluzioni delle equazioni di
Eulero-Lagrange della forma θ(t) = θ0 e φ(t) = φ̇0 t + φ0 per ogni t ∈ R dove θ0 6= 0, π e φ̇0 6= 0
e φ0 sono costanti. Se esistono tali soluzioni precisare i valori possibili di φ̇0 , φ0 e θ0 .
(4) Per γ ≥ 0 determinare le configurazioni di equilibrio con angolo θ differente da 0, π in
funzione dei valori di m, k, g, ` > 0 e discutere cosa si possa concludere sulla stabiltà di tali
configurazioni con la teoria nota.
(5) Per γ = 0, scrivere la trasformazione di Legendre, passare in formulazione di Hamilton
e scrivere le equazioni di Hamilton del sistema. Verificare direttamente dalle equazioni di Ha-
milton che pφ è un’integrale primo.
3
Gli angoli θ, φ sono quindi le due coordinate angolari sferiche del punto P1 , la coordinata radiale r è fissata
al valore costante `.
143
Soluzione.
(1) Per computo diretto abbiamo che
e
P2 = O + 2` cos θ ez .
Come conseguenza abbiamo che, omettendo la specificazione del riferimento R d’ora in poi,
vP1 = `(θ̇ cos θ cos φ − φ̇ sin θ sin φ) ex + `(θ̇ cos θ sin φ + φ̇ sin θ cos φ) ey − `θ̇ sin θ ez
e
vP2 = −2`θ̇ sin θ ez . (1.333)
Quadrando le espressioni ottenute, troviamo l’espressione per l’energia cinetica nel riferimento
R. In particolare:
vP2 1 = `2 (θ̇2 cos2 θ cos2 φ + φ̇2 sin2 θ sin2 φ − 2θ̇φ̇ cos θ cos φ sin θ sin φ)
+`2 (θ̇2 cos2 θ sin2 φ + φ̇2 sin2 θ cos2 φ + 2θ̇φ̇ cos θ sin φ sin θ cos φ) + `2 θ̇2 sin2 θ .
Cioè:
vP2 1 = `2 [θ̇2 cos2 θ(cos2 φ + sin2 φ) + θ̇2 sin2 θ + φ̇2 sin2 θ(sin2 φ + cos2 φ)] .
Facendo uso dell’identità trigonometrica fondamentale cos2 φ+sin2 φ = 1 e poi cos2 θ +sin2 θ = 1
si ha subito che
vP2 1 = `2 (θ̇2 + φ̇2 sin2 θ) , vP2 2 = 4`2 θ̇2 sin2 θ ,
da cui
m`2 θ̇2 m`2 φ̇2
T = 1 + 4 sin2 θ + sin2 θ . (1.334)
2 2
L’energia potenziale totale, somma di energia potenziale gravitazionale (mg` sin θ + 2mg` sin θ)
ed energia potenziale della molla ( 21 k`2 4 sin2 θ), vale
144
Abbiamo tutti gli ingredienti per scrivere le due equazioni di Eulero-Lagrange del sistema. Esse
sono, dove è ora sottointeso che θ̇ = dθ/dt e φ̇ = dφ/dt:
d î ó Ä ä
m`2 θ̇ 1 + 4 sin2 θ = 4m`2 θ̇2 + m`2 φ̇2 + 4k`2 sin θ cos θ + 3mg` sin θ − 4γ`2 θ̇ sin2 θ
dt
(1.337)
che si esplicita in
dθ̇ `(4k + mφ̇2 − 4mθ̇2 ) sin θ cos θ + (3mg − 4γ`θ̇ sin θ) sin θ
= (1.338)
dt m(1 + 4 sin2 θ)
insieme a
d Ä ä
m`2
φ̇ sin2 θ = 0 . (1.339)
dt
che non scriviamo in forma esplicita dato che ci servirà in questa forma.
L’equazione di Newton per il punto P2 nel riferimento R è, tenendo conto di tutte le forze agenti
e dove φ è la reazione vincolare totale somma di quella dovuta all’asse z e qualla dovuta all’asta
di lunghezza `:
maP2 = φ − k(2` cos θ ez ) − mg ez − γ(−2`θ̇ sin θ ez ) .
L’accelerazione si trova derivando nel tempo l’espressione per la velocità (1.333).
Ç å
dθ̇ 2
aP2 = −2` sin θ + θ̇ cos θ ez .
dt
145
(2) Per γ = 0 la sola lagrangiana (1.336) è sufficiente a descrivere il sistema fisico. Dato che essa
non dipende esplicitamente dal tempo, abbiamo l’integrale primo di Jacobi dato dalla funzione
di Hamilton del sistema
m`2 θ̇2 m`2 φ̇2
H = 1 + 4 sin2 θ + sin2 θ + 3mg` cos θ + 2k`2 cos2 θ . (1.340)
2 2
Questa è evidentemente l’energia meccanica totale del sistema fisico nel riferiento R, dato che
è la somma dell’energia cinetica e dell’energia potenziale di tutte le forze attive conservative,
come è anche confermato dalla seconda parte del teorema di Jacobi valendone qui le ipotesi. Per
γ > 0 sappiamo che, sulle soluzione delle equazioni di E.-L.
dH
= θ̇Qθ = −4γ`2 θ̇2 sin2 θ
dt
e quindi H cessa di essere un integrale primo. Un secondo integrale primo per γ = 0 lo abbiamo
tenedo conto che L non dipende esplicitamente da φ che è dunque coordinata ciclica, per cui il
suo momento coniugato pφ := ∂L /∂ φ̇ è un integrale primo. Dato che, evidentemente, φ è una
coordinata rotazionale attorno all’asse z, concludiamo che pφ rappresenta la componente z del
momento angolare totale del sistema dei due punti materiali rispetto al polo O nel riferimento
R. La coservazione di pφ sui moti si vede anche direttamente dalla seconda equazione di Eulero
Lagrange (1.339), dato che
∂L
pφ = = m`2 φ̇ sin2 θ
∂ φ̇
e l’ultimo membro appare nella derivata temporale totale (sul moto) a primo membro di (1.339).
Dato che l’equazione (1.339) è valida anche per γ > 0, concludiamo che pφ continua ad essere
un integrale primo anche se γ > 0.
(3) Se esistono soluzioni della forma detta devono soddisfare (1.337) e (1.339). La seconda
equazione è soddisfatta da tali moti, mentre la prima fornisce la condizione
Ä ä
0 = m`2 φ̇20 + 4k`2 sin θ0 cos θ0 + 3mg` sin θ0 .
146
ossia
3gm
− < cos θ0 < 0 (1.341)
4k`
Per risolvere questa disequazione in θ0 ∈ (0, π) dobbiamo tener conto dei possibili valori di − 3gm
4k`
al variare dei parametri che in esso appaiono g, m, k, ` > 0. Abbiamo due casi come soluzione di
(1.341):
π 3gm
Å ã
< θ0 < arccos − per 3gm
4k` < 1
2 4k`
oppure
π
< θ0 < π per 3gm 4k` ≥ 1 .
2
In entrambi i casi
3g 4k
φ̇0 = ± − − . (1.342)
` cos θ0 m
Ora procediamo a ritroso. Se scegliamo θ0 arbitrariamente nei due intervalli a seconda dei due
casi per 3gm 3gm
4k` < 1 oppure 4k` ≥ 1 rispettivamente, e definiamo φ̇0 come in (1.342), sicuramente
abbiamo un moto (uno per ogni segno) che soddisfa tutte le» nostre condizioni: basta imporre le
3g 4k
condizioni inziali θ(0) = θ0 , θ̇(0) = 0, φ(0) = φ0 , φ̇(0) = ± − ` cos θ0 − m . La curva θ(t) = θ0
»
3g 4k
e φ(t) = ± − ` cos θ0 − m t + φ0 soddisfa sia le equazioni del moto che le condizioni inziali e
pertanto è il moto del tipo richiesto (l’unico dato che siamo nelle ipotesi del teorema di unicità).
Concludendo, si hanno moti del tipo detto per ogni θ0
π 3gm
Å ã
< θ0 < arccos − se 3gm
4k` < 1
2 4k`
oppure per ogni θ0
π 3gm
< θ0 < π se 4k` ≥1.
2
In entrambi i casi, φ0 ∈ [0, 2π) è arbitrario e
3g 4k
φ̇0 := ± − − .
` cos θ0 m
147
Tenendo conto che stamo cercando soluzioni con ϑ0 6= 0, π per cui sin ϑ0 6= 0, l’equazione trovata
è equivalente a
3mg
cos ϑ0 = − . (1.343)
4k`
Concludiamo che, se 3mg ≥ 4k` non ci sono configurazioni di equilibrio (diverse da 0, π). Se
invece 3mg < 4k` abbiamo le infinite configurazioni di equilibrio:
3mg
Å Å ã ã
(ϑ0 , ϕ0 ) = arccos − , ϕ0 , ∀ϕ0 ∈ [0, 2π) .
4k`
Studiare la stabilità tramite la matrice hessiana permette al più di dire (per γ = 0 in modo che
2
tutte le forze siano conservative) se una configurazione è instabile nel caso ∂∂θU2 |(ϑ0 ,ϕ0 ) < 0, dato
che tutti gli altri elementi di matrice sono nulli per cui non possiamo applicare il teorema di
Lagrange-Dirichlet. Il calcolo diretto produce
∂2U
| = −3mg` cos ϑ0 − 4k`2 (2 cos2 ϑ0 − 1) .
∂θ2 (ϑ0 ,ϕ0 )
Usando (1.343) abbiamo che
3mg 2
ñ ã ô
∂2U 9m2 g 2
Å
2 2
| = 4k` − = 4k` 1 − .
∂θ2 (ϑ0 ,ϕ0 ) 4k 4k`
Dato che la configurazioni di equilibrio che ci interessano esistono per 3mg < 2k`, concludiamo
che la derivata seconda di sopra è positiva. Con i teoremi noti non possiamo quindi concludere
nulla rispetto alla stabilità delle configurazioni trovate. (Tuttavia4 , applicando direttamente la
definizione di stabilità e tenendo conto del punto (3), possiamo concludere che tutte le con-
figurazioni trovate devono essere instabili nel passato e nel futuro. A tal fine fissiamo una
configurazione di equilibrio (ϑ0 , ϕ0 ). Sappiamo che le soluzioni » al problema del moto con con-
3g 4k
dizioni iniziale del tipo θ(0) = θ0 , φ(0) = φ0 , θ̇(0) = 0, φ̇(0) := − ` cos θ0 − m hanno la forma
θ(t) = θ0 e φ(t) = φ̇0 t + φ0 se la condizione (1.341):
3gm
− < cos θ0 < 0
4k`
è verificata. Per (1.343) tale condizione si può riscrivere:
π
< θ0 < ϑ0
2
Inoltre vale anche 0 < φ̇0 → 0 se θ0 → ϑ0 da sinistra, come si verifica immediatamente.
Controlliamo se la definizione di configurazione di equilibrio stabile si possa applicare alla confi-
gurazione di equilibrio (ϑ0 , ϕ0 ). Consideriamo allora un intorno V dell’atto di moto (ϑ0 , ϕ0 , 0, 0).
Indipendentemente da quanto V è piccolo, l’atto di moto (θ0 , φ0 , 0, φ̇0 ) (dove come detto φ̇(0) :=
4
Questa discussione tecnica non era richiesta alla prova d’esame.
148
»
3g 4k
− ` cos θ0 − m> 0) cade dentro V pur di scegliere θ0 abbastanza vicino a ϑ0 . La soluzione
˙ con tali condizioni iniziali uscirà comunque
delle equazioni di E.-L. R 37→ (θ(t), φ(t), θ̇(t), φ(t))
da qualunque altro intorno fissato U di (ϑ0 , ϕ0 , 0, 0), sia per t positivi abbastanza grandi che per
t negativi abbastanza grandi, a causa dell’evoluzione lineare dell’angolo φ(t): φ(t) = φ̇0 t + φ0
dove φ̇0 > 0. Pertanto ogni configurazione di equilibrio (ϑ0 , ϕ0 ) è instabile nel passato e nel
futuro. Si osservi che il risultato vale anche se γ > 0 dato che il punto (3) vale anche in questa
situazione.)
(5) La trasformazione di Legendre è
∂L ∂L
pθ = = m`2 (1 + 4 sin2 θ)θ̇ , pφ = = m`2 sin2 θφ̇
∂ θ̇ ∂ φ̇
che banalmente si inverte in
pθ pφ
θ̇ = , φ̇ = .
m`2 (1 + 4 sin2 θ) m` sin2 θ
2
dove si vede che pφ è integrale primo, dato che la funzione di Hamilton non dipende esplicitamente
da φ, e
dθ ∂H pθ dφ ∂H pφ
Å ã Å ã
= = 2 , = =
dt ∂pθ 2
m` (1 + 4 sin θ) dt ∂pφ m` sin2 θ
2
149
ESERCIZIO 30
Un punto materiale P di massa m > 0 nota è attaccato all’origine O degli assi x, y, z di un
riferimento non inerziale R tramite un’asta ideale (senza peso) di lunghezza ` > 0. Al punto P
è attaccato un secondo punto Q, della stessa massa m > 0, tramite una seconda asta ideale di
lunghezza ancora `. I due punti P e Q sono vincolati a rimanere nel piano verticale x, z.
Il riferimento R ruota attorno all’asse z rispetto ad un riferimento inerziale R0 con velocità
angolare Ω ez dove la costante Ω > 0 è nota.
Oltre alle reazioni vincolari (supposte ideali), sui due punti agiscono le seguente forze attive
vere:
(a) la forza peso −mg ez con g ≥ 0 nota,
(b) le forze di una molla ideale di constante elastica k > 0 nota e lunghezza nulla a riposo.
La molla è attaccata a P ad un estremo e l’altro estremo si trova sull’asse z rimanendo sempre
alla quota di P .
(c) la forza di una seconda molla ideale ancora di constante elastica k > 0 e lunghezza nulla a
riposo. Tale molla è attaccata a Q con un estremo e l’altro estremo si trova sull’asse z rmanendo
sempre alla quota di Q.
Usando come coordinate libere l’angolo θ ∈ [−π, π] che P − O individua rispetto all’asse x e
l’angolo φ ∈ [−π, π] che Q − P individua rispetto alla parallela all’asse x passante per P si
risolvano i seguenti problemi.
(1) Scrivere le equazioni di Eulero Lagrange del sistema di punti e mostrare che risulta
L |R0 = L |R osservando che anche nel riferimento R la lagrangiana determina completamente
il moto del sistema perché la forza di Coriolis non ha componenti lagrangiane.
(2) Provare che esiste un integrale primo di cui se ne discuta il significato fisico. Assumendo
g = 0, si passi in coordinate Θ := (θ + φ)/2 e Φ := (θ − φ)/2 e si provi che esiste un secondo
intgrale primo se k = mΩ2 e se ne spieghi il significato fisico.
(3) Ponendo g = 0 determinare le configurazioni di equilibrio rispetto a R per k 6= mΩ2 al
variare dei parametri ` > 0, Ω > 0, k > 0, m > 0 e si discuta la stabilità di una configurazione di
equilibrio in cui i P e Q risultano essere allineati, al variare dei valori dei parametri ` > 0, Ω >
0, k > 0, m > 0 (sempre assumendo k 6= mΩ2 ).
(4) Scrivere la trasformazione di Legendre e la sua inversa (cioè esprimere (pθ , pφ ) in funzio-
ne di (θ̇, φ̇) e poi invertire tale funzione ottenendo (θ̇, φ̇) in funzione di (pθ , pφ )). Esprimere la
funzione di Hamilton tramite le varibili hamiltoniane (pθ , pφ , θ, φ).
150
Soluzione.
(1) Orientiamo gli angoli θ e φ positivamente rispetto a ey . Per prima cosa valutiamo L |R0
dato che in esso appaiono solo forze vere. Per computo diretto
Quindi
e
vQ |R0 = −`(θ̇ sin θ + φ̇ sin φ) ex − `(θ̇ cos θ + φ̇ cos φ) ez + Ω`(cos θ + cos φ) ey .
Con qualche calcolo da queste espressioni troviamo subito che:
m 2 2 m`2 Ω2
T |R0 = m`2 θ̇2 + ` φ̇ + m`2 θ̇φ̇ cos(θ − φ) + [cos2 θ + (cos θ + cos φ)2 ] .
2 2
L’energia potenziale delle forze attive (tutte conservative) è la somma dell’energia potenziale
delle due molle e di quella gravitazionale e pertanto:
k`2
U |R = [cos2 θ + (cos θ + cos φ)2 ] − mg`[2 sin θ + sin φ] .
2
La lagrangiana nel riferimento R0 ha pertanto la forma
m 2 2 m`2 Ω2
L |R0 = m`2 θ̇2 + ` φ̇ + m`2 θ̇φ̇ cos(θ − φ) + [cos2 θ + (cos θ + cos φ)2 ]
2 2
k`2
− [cos2 θ + (cos θ + cos φ)2 ] + mg`[2 sin θ + sin φ] . (1.345)
2
Le quazioni di Eulero-Lagrange prendono la forma:
2 2 Å ã2
2d θ 2d φ 2 dφ
2m` 2 +m` cos(θ−φ)+m` sin(θ−φ)+`2 (mΩ2 −k)[sin 2θ+sin θ cos φ]−2mg` cos θ = 0,
dt dt2 dt
2 2 Å ã2
2d φ 2d θ 2 dθ `2
m` +m` cos(θ−φ)−m` sin(θ−φ)+ (mΩ2 −k)[sin 2φ+2 cos θ sin φ]−mg` cos φ = 0.
dt2 dt2 dt 2
Passiamo a provare che L |R = L |R0 . Nel riferimento R l’energia cinetica è semplicemente
(basta porre Ω = 0 nell’espressione per l’energia cinetica calcolata in R0 )
m 2 2
T |R = m`2 θ̇2 + ` φ̇ + m`2 θ̇φ̇ cos(θ − φ) ,
2
151
inoltre, oltre alle forze attive vere e conservative che appaiono anche in R0 esistono le forze
inerziali centrifuga e di Coriolis. Queste ultime, applicate in P e Q sono dirette lungo ey
dato che deve essere perpendicolare sia alla velocità dei punti in R (che giace nel piano x, z)
che al vettore Ω ez . Dato che le componenti lagrangiane delle forze di Coriolis si ottengono
∂Q ∂Q
dalla moltiplicazione scalare di queste forze per ∂P
∂θ , ∂θ , ∂φ il risultato è sempre nullo dato che
questi vettori giacciono nel piano x, z. Come conseguenza abbiamo in particolare che anche nel
riferimento non inerziale la dinamica è completamente descritta da una lagrangiana senza dover
aggiungere componenti lagrangiane di forze non conservative ai secondi memebri delle equazioni
di Eulero-Lagrange. La forza centrifuga è conservativa ed ha un’energia potenziale pari a quella
di una molla con costante elastica negativa −mΩ2 attaccata all’asse di rotazione, alla quota dei
punti che subiscono tale forza:
mΩ2
U (cent) |R = − [cos2 θ + (cos θ + cos φ)2 ] .
2
Concludiamo che anche nel riferimento R il sistema è completamente descritto da una lagran-
giana, che avrà la forma
m 2 2 m`2 Ω2
L |R = m`2 θ̇2 + ` φ̇ + m`2 θ̇φ̇ cos(θ − φ) + [cos2 θ + (cos θ + cos φ)2 ]
2 2
k`2
− [cos2 θ + (cos θ + cos φ)2 ] + mg`[2 sin θ + sin φ] . (1.346)
2
Per confronto con (1.345) abbiamo subito che L |R = L |R0 .
152
Nel caso in cui k = mΩ2 e g = 0, la lagrangiana L |R si semplifica in
m 2 2
L |R = m`2 θ̇2 + ` φ̇ + m`2 θ̇φ̇ cos(θ − φ)
2
Se passiamo in coordinate Θ = (θ + φ)/2 e Φ = (θ − φ)/2, senza eseguire il calcolo, è evidente
che L |R non risulterà funzione di Θ e di conseguenza il momento coniugato associato sarà un
|R
integrale primo I = ∂L∂ Θ̇
. Dato che θ = Θ + Φ e φ = Θ − Φ, alterando Θ → Θ + ∆Θ i due punti
ruotano rigidamente di ∆Θ attorno all’asse y in R perché l’angolo tra Q−P e P −O vale φ−θ (o
π + (θ − φ) a seconda di quale si considera) ed è pertanto costante se alteriamo θ e φ della stessa
costante additiva ∆Θ. La coordinata Θ è quindi una coordinata rotazionale attorno all’asse
y. Per noti teoremi l’integrale primo I associato a Θ è dunque (a meno del segno) la compo-
nente lungo ey del momento angolare totale del sistema di punti valutato in R rispetto al polo O.
`2
U |R (θ, φ) = (k − mΩ2 )[cos2 θ + (cos θ + cos φ)2 ] .
2
2
Annullando il gradiente di tale funzione tenendo conto che `2 (k −mΩ2 ) 6= 0 per ipotesi, abbiamo
le equazioni:
(2 cos θ + cos φ) sin θ = 0 , (cos θ + cos φ) sin φ = 0 .
Le soluzioni si ottengono annullando i fattori delle due equazioni facendo tutti i casi possibili.
Annullando simultaneamente i fattori sin θ e sin φ abbiamo la prima classe di 4 configurazioni
di equilibrio
(θ, φ) = (0, 0) , (0, π) , (π, 0) , (π, π)
Annullando sin θ nella prima equazione e cos θ + cos φ nella la seconda equazione, abbiamo la
seconda classe di 2 configurazioni di equilibrio
Annullando sin φ nella seconda equazione e 2 cos θ + cos φ nella prima equazione, abbiamo la
terza classe di 4 soluzioni
(θ, φ) = (±π/3, π) , (±2π/3, 0)
Annullando 2 cos θ + cos φ nella prima equazione e cos θ + cos φ nella seconda troviamo la quarta
classe di 4 soluzioni:
(θ, φ) = (±π/2, ±π/2) .
153
Per studiare la stabilità possiamo studiare gli autovalori della matrice Hessiana. Consideria-
mo la configurazione (θ, φ) = (0, 0) in cui i punti P e Q sono allineati (sull’asse x). In tale
configurazione (scriviamo U al posto di U |R per semplicità):
∂2U ∂2U
|(0,0) = | = `2 (k − mΩ2 ) sin θ sin φ|(0,0) = 0
∂θ∂φ ∂φ∂θ (0,0)
mentre
∂2U
| = −`2 (k − mΩ2 )(2 cos 2θ + cos φ cos θ)|(0,0) = −3`2 (k − mΩ2 )
∂θ2 (0,0)
e
∂2U
| = −`2 (k − mΩ2 )(cos θ cos φ + cos 2φ)|(0,0) = −2`2 (k − mΩ2 ) .
∂φ2 (0,0)
Pertanto la matrice Hessiana risulta essere diagonale e le ultime due derivate scritte sono i suoi
autovalori. La conclusione è che la configurazione (θ, φ) = (0, 0) è stabile nel passato e nel
futuro se mΩ2 > k per il teorema di Lagrange-Dirichelet ed è instabile nel passato e nel futuro
se mΩ2 < k per un teorema noto (essendo il sistema completamente determinato da una la-
grangiana del tipo T − U senza presenza di componenti lagrangiane di forze non conservative
a secondo membro delle equazioni di Eulero-Lagrange). Il caso mΩ2 = k è già stato escluso per
ipotesi.
p = M (q)q̇ ,
154
Dato che vale la (1.348), sostituendo (1.348) in (1.349) abbiamo che in variabili di Hamilton:
1 1
H (q, p) = (M (q)−1 p)t M (q)M (q)−1 p + U |R (q) = pt M (q)−1t p + U |R (q) .
2 2
Cioè, dato che M (q)−1 è simmetrica,
1
H (q, p) = pt M (q)−1 p + U |R (q) .
2
Esplicitando l’ovvio calcolo,
155
ESERCIZIO 31
Si consideri la terna di assi ortonormali destrorsi x, y, z nel sistema di riferimento non inerziale
R. Un punto materiale P1 di massa m > 0 nota può muoversi lungo la curva di equazione y = 0,
z = ax3 /3, dove a > 0 è un parametro noto. Un secondo punto materiale P2 ancora della stessa
massa m si può muovere lungo l‘asse z, i vincoli sono supposti ideali. Il sistema R ruota attorno
all’asse z con velocità angolare uniforme Ω ez dove Ω > 0 è nota, rispetto al riferimento inerziale
R0 . Sui due punti agiscono le seguenti forze vere oltre alle reazioni vincolari:
(i) la forza di una molla ideale di peso nullo, lunghezza nulla a riposo e costante elastica
k > 0 nota che unisce i due punti;
(ii) la forza di gravità −mg ez , dove g > 0 è nota.
(1) Provare che L |R = L |R0 e scrivere le equazioni di E-L del sistema verificando che
risultino le stesse nei due sistemi di riferimento. Si scriva infine la formula che determina la
reazione vincolare su P2 in funzione di x e z.
(2) Provare che, se γ = 0, esiste un integrale primo e spiegarne il significato fisico. Mostrare
che se γ > 0 la funzione trovata cessa di essere un integrale primo.
(3) Determinare le configurazioni di equilibrio rispetto al riferimento R in funzione dei
parametri m, a, k, Ω, g > 0 e γ ≥ 0. Si dimostri che esiste sempre una configurazione di equilibrio
stabile per una scelta opportuna dei valori dei parametri suddetti ed una instabile per altri valori.
Si calcolino le reazioni vincolari sui due punti materiali quando i due punti sono fermi in R in
una configurazione di equilibrio a scelta.
(4) Per γ = 0 si risponda ai seguenti questiti.
(i) Si supponga di tenere fissi tutti i parametri a > 0, m > 0, g > 0, k > 0 e di fare crescere
Ω > 0 con valori sempre più grandi. Cosa possiamo concludere riguardo alla stabilità delle con-
figurazioni di equilibrio quando Ω è abbastanza grande? (Es. sono tutte stabili, tutte instabili,
alcune stabili ed altre instabili.)
(ii) Si supponga di tenere fissi tutti i parametri a > 0, m > 0, g > 0, Ω > 0 e di fare
crescere k > 0 con valori sempre più grandi. Cosa possiamo concludere riguardo alla stabilità
delle configurazioni di equilibrio quando k è abbastanza grande? (Es. sono tutte stabili, tutte
instabili, alcune stabili ed altre instabili.)
(5) Per γ = 0 si passi in formulazione di Hamilton scrivendo la trasformazione di Legendre,
la funzione di Hamilton e le equazioni di Hamilton del sistema.
156
Soluzione.
v1 |R = ẋ ex + ax2 ẋ ez
v1 |R0 = ẋ ex + ax2 ẋ ez + Ωx ey .
−mΩ2 x2 /2 .
157
e
d ∂L |R0 ∂L |R0
− =0.
dt ∂ ẋ ∂x
Concretamente:
d2 z dz
m
2
+γ + mg + k(z − ax3 /3) = 0
dt dt
e Å ã2
2
2 4 d x 3 dx
m(1 + a x ) 2 + 2max + mgax2 + (k − mΩ2 )x − k(z − ax3 /3) = 0 .
dt dt
Nel riferimento R l’equazione newtoniana del moto per P2 è
d2 z dz
m 2
ez = −mg ez − k((z − ax3 /3) ez − x ex ) − mΩ ez ∧ (Ω ez ∧ z ez ) − 2mΩ ez ∧ ez + φ
dt dt
che si semplifica in
d2 z dz
m 2
ez = −mg ez − k((z − ax3 /3) ez − x ex ) + φx ex + φy ey − γ ez + φz ez .
dt dt
Decomponendo sui tre assi ed usando l’equazione di Eulero-Lagrange per la variabile z conclu-
diamo che:
φx = −kx , φy = 0 , φz = 0 .
(2) Osserviamo che L |R non dipende esplicitamente dal tempo. Se le componenti lagrangiane
delle forze non consevative sono nulle, possiamo applicare il teorema di Jacobi e concludere
che esiste un integrale primo dato dalla funzione di Hamilton H . Nel riferimento R i vincoli
sono indipendenti dal tempo e le coordinate sono solidali con i vincoli. Pertanto possiamo anche
applicare la seconda parte del teorema di Jacobi concludendo che H = E |R , l’energia meccanica
totale in R:
m k 2 m
E |R = H = [ẋ2 (1 + ax2 )2 + ż 2 ] + mg[z + ax3 /3] + x + (z − ax3 /3)2 − Ω2 x2 . (1.350)
2 2 2
Nel riferimento R0 i vincoli dipendono dal tempo per cui non si può arrivare alla stessa conclu-
sione. Come ben noto, in caso di presenza di forze non conservative, nelle ipotesi fatte
d
E |R = Qz ż = −γ ż 2 ≤ 0 .
dt soluzioni E-L
Quindi, se γ > 0 la funzione trovata cessa di essere un integrale primo.
(3) Le configurazioni di equilibrio si ottengono come, come gli zeri del gradiente della funzione
energia potenziale U |R (x, z) (dato che le forze non conservative si annullano per ẋ = ż = 0) con
k 1
U |R (x, z) = mg[z + ax3 /3] + (z − ax3 /3)2 + (k − mΩ2 )x2
2 2
Vale
∂U |R
= mg + k(z − ax3 /3)
∂z
158
da cui in particolare, annullando il secondo membro, (z − ax3 /3) = − mg
k e
∂U |R
= mgax2 + (k − mΩ2 )x − ka(z − ax3 /3)x2 .
∂x
Annullando i secondi membri e ricordando che (z − ax3 /3) = − mg
k nella seconda equazione,
troviamo il sistema di equazioni in (x, z):
mg
z − ax3 /3 + =0, mgax2 + (k − mΩ2 )x + mgax2 = 0
k
le cui due soluzioni corrispondono ad altrettante configurazioni di equilibrio:
∂ 2 U |R ∂ 2 U |R ∂ 2 U |R
=k, = =0
∂z 2 ∂z∂x ∂x∂z
e
∂ 2 U |R
= (k − mΩ2 ) .
∂x2
Quindi entrambi gli autovalori sono positivi se k > mΩ2 e dunque, per γ = 0, tale configurazione
è stabile nel passato e nel futuro nello stesso modo tale configurazone, sempre per γ = 0, è invece
instabile se k < mΩ2 . In questa configurazione, assunta come di quiete nel riferimento R, le
uniche forze agenti sono nella direzione verticale e pertanto si trovano immediatamente le reazioni
vincolari sui due punti imponendo che la somma delle forze lungo z su ciascuno di essi sia nulla.
(4) Il calcolo diretto della traccia e del determinante della matrice Hessiana calcolata in (x2 , z2 )
fornsce:
k
tr(H(x2 , z2 )) = mΩ2 + (mΩ2 − k)4
16m4 a2 g 4
159
e
k2 k2
det(H(x2 , z2 )) = k(mΩ2 − k) + (mΩ 2
− k) 4
− (mΩ2 − k)4 = k(mΩ2 − k) .
16m4 a2 g 4 16m4 a2 g 4
È allora evidente che se teniamo fissi tutti i parametri (a valori strettamente positivi) e facciamo
crescere k → +∞ allora tr(H(x2 , z2 )) → +∞ e det(H(x2 , z2 )) → −∞. Tenuto conto di quanto
ottenuto in (3), si conclude che per k abbastana grande un autivalore di H(x2 , z2 ) è positivo e
l’altro è negativo e pertanto la configurazione di equilibrio (x2 , z2 ) è, differentemente da (x1 , z1 ),
instabile nel futuro e nel passato. È anche chiaro che se teniamo fissi tutti i parametri (a valori
strettamente positivi) e facciamo crescere Ω → +∞ allora abbiamo ancora tr(H(x2 , z2 )) → +∞ e
det(H(x2 , z2 )) → +∞. Tenuto conto di quanto ottenuto in (3), si conclude che per Ω abbastanza
grande entrambi gli autovalori di H(x2 , z2 ) sono positivi e pertanto la configurazione di equilibrio
(x2 , z2 ) è stabile nel futuro e nel passato. Viceversa la configurazione (x1 , z1 ) risulta essere
instabile come si evince dal calcolo svolto nel punto (3).
(5) La trasformazione di Legendre è
∂L ∂L
px = = m(1 + ax2 )2 ẋ , px = = mż
∂ ẋ ∂ ż
da cui, usando l’espressione già trovata per la funzione di hamilton (1.350):
p2x p2z 3 k 2 3 2
m 2 2
H = + + mg[z + ax /3] + x + (z − ax /3) − Ω x .
2m(1 + ax2 )2 2m 2 2
Le equazioni di Hamilton sono quindi, le due banali che hanno solo informazioni cinematiche,
dx ∂H px dz ∂H pz
Å ã Å ã
= = 2 2
, = =
dt ∂x m(1 + ax ) dt ∂z m
dpx ∂H axp2x
Å ã
= − = − mgax2 − k − (mΩ2 )x + k(z − ax3 /3)ax2
dt ∂x m(1 + ax2 )3
dpz ∂H
Å ã
= − = − mgz − k(z − ax3 /3) .
dt ∂z
160
ESERCIZIO 32
Si consideri una terna ortonormale destrorsa x, y, z di origine O in quiete nel sistema di rife-
rimento R. Un punto materiale P di massa m > 0 nota si può muovere lungo l’asse x privo
di attrito. Un secondo punto materiale Q è connesso a P tramite un’asta rigida senza peso di
lunghezza ` > 0 assegnata e può muoversi rimanendo nel piano xz. Tutti i vincoli sono suppo-
sti ideali. Il riferimento R ruota con velocità angolare costante Ω > 0 nota attorno all’asse z
rispetto ad un sistema di riferimento inerziale R0 . Sui due punti agiscono le seguenti forze vere
attive:
(a) la forza peso −mg ez dove g > 0 è nota;
(b) la forza di una molla ideale di peso nullo, lunghezza nulla a riposo e con costante elastica
k > 0 nota che connette Q e O;
(c) la forza di una molla ideale di peso nullo, lunghezza nulla a riposo e con costante elastica
ancora k > 0 che connette P e O;
(d) una forza viscosa f = −γvP |R agente su P e dove γ ≥ 0.
Usando le due coordinate libere: s ∈ R data dall’ascissa di P lungo x e l’angolo θ ∈ (−π, π]
che il segmento Q − P individua rispetto ad un asse verticale per P parallelo all’asse z e diretto
verso il basso, si risolvano i seguenti quesiti.
(1) Si scrivano le lagrangiane del sistema di punti materiali sia nel riferimento R che nel ri-
ferimento R0 e si verifichi che sono uguali. Si scrivano quindi le equazioni di Eulero-Lagrange
dedotte da tali lagrangiane.
(2) Per γ = 0 si determini un integrale primo del sistema e se ne spieghi il significato fisico.
Si calcoli la derivata temporale di tale funzione valutata su un moto del sistema quando γ > 0
mostrando che risulta essere non positiva.
(3) Assumendo k = mΩ2 , si discuta al variare dei valori dei parametri (m, k, `, g > 0, γ ≥ 0) se
esistono soluzioni del problema del moto della forma s(t) = at + b e θ(t) = c per ogni t ∈ R e
opportuni valori delle costanti a, b, c ∈ R da determinarsi.
(4) Assumendo sia γ = 0 che k = mΩ2 , si determinino le configurazioni di equilibrio del sistema
di punti rispetto al riferimento R al variare dei valori dei parametri m, `, k, g > 0 e se ne studi
la stabilità (si tenga conto del punto 3).
161
Soluzione. (1) Valgono le identità
P − O = s ex , Q − O = (s + ` sin θ) ex − ` cos θ ez
k 2 mΩ2 2
s + (s + ` sin θ)2 + `2 cos2 θ − s + (s + ` sin θ)2
U |R = −mg` cos θ +
2 2
cioè
k − mΩ2 2 k
U |R = −mg` cos θ + s + (s + ` sin θ)2 + `2 cos2 θ . (1.353)
2 2
Concludiamo che la lagrangiana in R è data da
m 2 2 k − mΩ2 2 k
L |R = mṡ2 + θ̇ ` +m`ṡθ̇ cos θ+mg` cos θ− s + (s + ` sin θ)2 − `2 cos2 θ (1.354)
2 2 2
Passiamo alla lagrangiana valutata nel riferimento inerziale R0 . Vale come ben noto:
vP |R0 = vP |R + Ω ez ∧ (P − O) , vQ |R0 = vP |R + Ω ez ∧ (Q − O)
da cui
vP |R0 = ṡ ex + Ωs ey , vQ |R0 = (ṡ + θ̇` cos θ) ex + Ω(s + ` sin θ) ey + `θ̇ sin θ ez . (1.355)
quadrando ciascuno dei due vettori, moltiplicando il risultato per m/2 si ha l’espressione dell’e-
nergia cinetica in R0 che, con qualche calcolo, risulta essere
m 2 2 mΩ2 2
T |R0 = mṡ2 + s + (s + ` sin θ)2 .
θ̇ ` + m`ṡθ̇ cos θ + (1.356)
2 2
Nel riferimento inerziale R0 le forze attive sono tutte conservative non appare la forza centrifuga,
pertanto l’energia potenziale è la stessa che in R togliendo la parte dovuta alla forza centrifuga:
k 2
s + (s + ` sin θ)2 + `2 cos2 θ .
U |R0 = −mg` cos θ + (1.357)
2
162
È evidente, confrontando le espressioni trovate per le energie cinetiche ed energie potenziali, che
le lagrangiane nei due sistemi di riferimento sono identiche:
d2 s d
2m + m` θ̇ cos θ = (mΩ2 − k)(2s + ` sin θ) − γ ṡ (1.359)
dt2 dt
e
d2 θ d
m`2 2
+ m` ṡ cos θ = −m`ṡθ̇ sin θ − mg` sin θ + `(mΩ2 − k)((s + ` sin θ) cos θ) + k`2 sin θ cos θ .
dt dt
(1.360)
(2) Nel riferimento R la lagrangiana non dipende esplicitamente dal tempo per cui esiste una
funzione dell’atto di moto, l’integrale primo di Jacobi H , che si conserva sui moti del sistema
quando tutte le forze attive sono conservative, cioè γ = 0. Possiamo trascurare la forza di
Coriolis dato che non prende parte alle equazioni di E-L avendo componenti lagrangiane nulle
come visto sopra. In tale riferimento i vincoli non dipendono esplicitamente dal tempo e le
coordinate libere sono solidali con R, la seconda parte del teorema di Jacobi assicura allora che
l’integrale primo di Jacobi coincida con l’energia meccanica totale in R: H = T |R + U |R e
quindi da (1.353) e (1.352)
m 2 2 k − mΩ2 2 k
H = mṡ2 + θ̇ ` +m`ṡθ̇ cos θ −mg` cos θ + s + (s + ` sin θ)2 + `2 cos2 θ . (1.361)
2 2 2
Nel caso in cui γ > 0, da un teorema noto sappiamo che
dH X
|soluzioniEL = Qk q̇ k = Qs ṡ = −γ ṡ2 ≤ 0 ,
dt
k
163
dove abbiamo usato (1.358).
(3) Nel caso mΩ2 = k le equazioni del moto si semplificano in:
d2 s d
2m + m` θ̇ cos θ = −γ ṡ (1.362)
dt2 dt
e
d2 θ d
m`2 2
+ m` ṡ cos θ = −m`ṡθ̇ sin θ − mg` sin θ + k`2 sin θ cos θ . (1.363)
dt dt
Sostituendo forme di soluzione del tipo s(t) = at + b e θ(t) = c con a, b, c costanti, troviamo che
deve essere:
0 = −γa (1.364)
e
0 = −mg` sin c + k`2 sin c cos c . (1.365)
p
Ricordiamo che m, g, `, k > 0 mentre γ ≥ 0 (e anche che Ω = k/m è fissato). Supponiamo
che funzioni del del tipo detto siano soluzioni, allora devono soddisfare le equazioni del moto.
Imponendo ciò abbiamo i seguenti casi.
Se γ > 0, l’unica possibilità nella prima equazione è a = 0. Nella seconda equazione deve
invece essere, dato che ` > 0,
sin c(mg − k` cos c) = 0
e abbiamo le seguenti soluzioni: c = 0, π sempre alle quali si aggiungono c = ± arccos( mg
k` ) se
mg
k` ≤ 1. La costante b può essere scelta arbitrariamente in R.
Se γ = 0, la prima equazione fornisce ∀a ∈ R. Nella seconda equazione deve ancora essere
essendo ` > 0,
sin c(mg − k` cos c) = 0
e abbiamo di nuovo le seguenti soluzioni: c = 0, π sempre alle quali si aggiungono c = ± arccos( mg
k` )
mg
se k` ≤ 1. La costante b può essere scelta arbitrariamente in R. È chiaro che ogni scelta dei
valori vista produce una soluzione procedendo a ritroso nelle formule, pertanto abbiamo trovato
tutti e soli i casi possibili per a, b, c.
(4) Le configurazioni di equilibrio in R, per γ = 0 (e mΩ2 = k) si ottengono annullando il
gradiente di
k
U |R = −mg` cos θ + `2 cos2 θ .
2
Cioè sono le soluzioni (s0 , θ0 ) d el sistema
∂U |R ∂U |R
| =0, | =0.
∂s (s0 ,θ0 ) ∂θ (s0 ,θ0 )
Dato che U |R non dipende da s concludiamo che s0 è qualunque numero in R. La seconda
equazione esplicitata fornisce
164
che abbiamo studiato sopra ed ha soluzioni: θ0 = 0, π sempre alle quali si aggiungono θ0 =
± arccos( mg mg
k` ) se k` ≤ 1. Le configurazioni di equilibrio sono pertanto per ogni scelta di s0 ∈ R,
(s0 , 0), (s0 , π) alle quali si aggiungono (s0 , arccos( mg mg mg
k` )), (s0 , − arccos( k` )) quando k` ≤ 1.
La stabilità è facile da studiare se si applica direttamente la definizione altrimenti risulta essere
indecidibile, eccetto il caso in cui l’unico elemento non nullo della partice hessiana sia negativo
che attesta instabilità nel passato e nel futuro, se si vuole usare il criterio degli autovalori della
matrice Hessiana di dell’energia potenziale. È chiaro invece che tutte queste configurazioni di
equilibrio sono instabili perché, per il risultato del punto (3) nel caso γ = 0, possiamo sempre
trovare un moto della forma s(t) = at + s0 , θ(t) = θ0 che per tempi sufficientemente grandi nel
futuro o nel passato esce da qualunque intorno dell’atto di moto (s0 , θ0 , 0, 0) pur essendo, per
t = 0, arbitrariamente vicino a (s0 , θ0 , 0, 0) scegliendo la velocità a piccola a piacere ma non
nulla.
(5) La lagrangiana (1.354) ha la struttura
L |R = q̇t M (q)q̇ + U |R (q)
dove q̇ = (ṡ, θ̇)t e la matrice simmetrica M (q) è definita da
`
ñ ô
1 2 cos θ
M (q) := m ` `2 .
2 cos θ 2
165
ESERCIZIO 33
Si consideri un sistema di assi ortonormali xyz, destrorsi di origine O, solidali con il riferimento
non inerziale R. Due punti materiali P e P 0 , entrambi di massa m > 0 nota, sono rispettivamente
vincolati a muoversi su due circonferenze Γ e Γ0 prive di attrito e di equazione Γ: x2 + z 2 = R2 ,
y = 0 e Γ0 : x2 + z 2 = 4R2 , y = 0, dove R > 0 è noto.
Il riferimento R ruota rispetto al riferimento inerziale R0 con ωR |R0 = Ω ez , dove Ω > 0 è una
costante assegnata.
Sui punti P e P 0 agiscono le seguenti forze attive vere:
(i) la forza di una molla ideale di peso nullo, lunghezza nulla a riposo e costante k > 0 nota
che congiunge P e P 0 ;
(ii) la forza peso −mg ez con g ≥ 0 nota che agisce su P e P 0
(iii) la forza viscosa −γvP |R che agisce sul punto P , dove γ ≥ 0 è assegnato.
Usando come coordinate libere gli angoli polari θ ∈ [−π, π] e θ0 ∈ [−π, π] che rispettivamente
P − O e P 0 − O individuano rispetto a ex si risolvano i seguenti questiti.
(1) (a) Calcolare la lagrangiana del sistema in R e R0 mostrando che sono uguali. (b) Dimo-
strare che in R la forza di Coriolis ha componenti lagrangiane nulle. (c) Scrivere le equazioni di
Eulero-Lagrange del sistema di punti.
(2) Provare che, se γ = 0, esiste un integrale primo e spiegarne il significato fisico in relazione ai
riferimenti considerati. Dimostrare che, se γ > 0, la funzione trovata cessa di essere un integrale
primo.
(3) (a) Dire tra le seguenti configurazioni quali sono configurazioni di equilibrio rispetto a R
assumendo g = 0 ed al variare di m, Ω, k, R > 0 e γ ≥ 0:
(θ, θ0 ) = (0, 0), (π/4, −π/4), (π, 0), (π/2, −π/2).
(b) Per g = γ = 0, studiare la stabilità delle configurazioni di equilibrio determinate sopra al
variare di m, Ω, k, R > 0.
166
Soluzione (1)(a) Calcoliamo L |R . I vettori posizione di P e P 0 in R sono dati da
da cui si ricava
vP |R0 = vP |R + Ω ez ∧ (P − O) , vP 0 |R0 = vP 0 |R + Ω ez ∧ (P 0 − O)
vP |R = θ̇R(− sin θex +cos θez )+ΩR cos θey , vP 0 |R = 2Rθ˙0 (− sin θ0 ex +cos θ0 ez )+Ω2R cos θ0 ey .
(1.371)
167
Quadrando, moltiplicando per m/2 e sommando abbiamo l’energia cinetica in R0 :
mR2 2 2 mΩ2 2
T |R0 = (θ̇ + 4θ˙0 ) + R (cos2 θ + 4 cos2 θ0 ) .
2 2
Nel sistema di riferimento R0 le forze attive conservative sono quella gravitazionale e quella
della molla che hanno la stessa rispettiva energia potenziale che abbiamo ricavato in R. La
lagrangiana calcolata nel riferimento R0 risulterà quindi essere la stessa che nel riferimento R
con un semplice riordinamento dei termini che assumono anche significato fisico diverso (l’energia
potenziale della forza centrifuga in R risulta essere parte dell’energia cinetica in R0 ):
mR2 2 2 mΩ2 2
L |R0 = (θ̇ +4θ˙0 )+ R (cos2 θ+4 cos2 θ0 )+2kR2 cos(θ−θ0 )−mgR(sin θ+2 sin θ0 ) = L |R .
2 2
(b) La forza di Coriolis f (Coriolis) agisce in R su P e P 0 e, per definizione, ha direzione perpendi-
colare al piano che contiene Ω ez e vP |R (rispettivamente vP 0 |R ). In altre parole, tenendo conto
(Coriolis) (Coriolis)
di (1.369), fP e fP 0 sono dirette lungo ey (con segno arbitrario ed eventualmente
possono anche essere nulle). Tenendo conto di (1.368) troviamo allora:
d2 θ dθ
mR2 2
= −2kR2 sin(θ − θ0 ) − mgR cos θ − mΩ2 R2 sin θ cos θ − γR2 ,
dt dt
d2 θ0
4mR2 = 2kR2 sin(θ − θ0 ) − 2mgR cos θ0 − 4mΩ2 R2 sin θ cos θ0 .
dt2
(2) Se γ = 0 il sistema è completamente descritto dalla lagrangiana (1.370) (la forza di
Coriolis può essere totalmente ignorata dato che ha componenti lagrangiane nulle). In tal caso
possiamo applicare la prima parte del teorema di Jacobi che ci assicura che la funzione di
Hamilton H ricavata da L |R (che coincide con quella ricavata da L |R0 = L |R ovviamente)
è un integrale primo. Dato che i vincoli nel riferimento R sono indipendenti dal tempo e le
coordinate lagrangiane sono solidali con R, tenuto conto del fatto che la Lagrangiana è della
forma T |R − U |R con U |R energia potenziale di tutte le forze conservative, la seconda parte
del teorema di Jacobi prova che H = E |R := T |R − U |R , cioè la funzione di Hamilton coincide
168
con l’energia meccanica totale valutata nel riferimento non inerziale. Si osservi che tale fatto
è falso se si rimpiazza R con R0 . Nel caso in cui γ 6= 0 e quindi le equazioni di E-L hanno a
secondo membro il contributo di Qθ , come sappiamo dall teoria, vale l’identità
n
d X (n.c.)
H |soluzioni eq. E.L. = q̇ k Qk .
dt
k=1
Nel caso in esame il secondo memebro vale −γRθ̇2 per (1.372) e pertanto H cessa di essere un
integrale primo, perché sul moto generico abbiamo che θ̇ 6= 0 insieme a γ 6= 0 per ipotesi.
(3)(a) Le configurazioni di Equilibrio nel riferimento R, rispetto al quale le coordinate sono
solidali, sono date dai punti (θ0 , θ00 ) tali che, presi (θ0 , θ00 ) come condizioni inziali insieme a
(θ̇(0), θ˙0 (0)) = (0, 0), le uniche soluzioni del problema del moto siano la (θ(t), θ0 (t)) = (θ0 , θ00 ) per
ogni t ∈ R. Come noto dalla teoria, visto che la lagrangiana ha la struttura T |R −U |R con U |R
energia potenziale di tutte le forze conservative e che l’unica forza non conservativa che appare
nelle equazioni di E.L. ha componenti lagrangiane che si annullano per (θ̇(0), θ˙0 (0)) = (0, 0), dal
teorema di unicità delle soluzione di problema di Cauchy, le configurazioni di equilibrio risultano
essere tutte e sole quelle che annullano il gradiente dell’energia potenziale. Sappiamo che, per
g=0
mΩ2 2
U |R (θ, θ0 ) = −2kR2 cos(θ − θ0 ) − R (cos2 θ + 4 cos2 θ0 ) . (1.373)
2
da cui abbiamo
∂U |R mΩ2 2
= 2kR2 sin(θ − θ0 ) + R sin 2θ
∂θ 2
e
∂U |R
= −2kR2 sin(θ − θ0 ) + 2mΩ2 R2 sin 2θ0
∂θ0
dove abbiamo sfruttato la nota identità 2 sin α cos α = sin 2α. Le configurazioni di equilibrio
devono quindi soddisfare le richieste
mΩ2 2
0 = 2kR2 sin(θ0 − θ00 ) + R sin 2θ0
2
e
0 = −2kR2 sin(θ0 − θ00 ) + 2mΩ2 R2 sin 2θ00 .
Le candidate configurazioni di equilibrio (θ0 , θ00 ) = (0, 0), (π, 0), (π/2, −π/2) soddisfano le due
identità scritte comunque fissiamo R, m, Ω, k > 0 e γ ≥ 0. Invece, per (θ0 , θ00 ) = (π/4, −π/4),
troviamo
mΩ2 2
0 = 2kR2 sin(π/2) + R sin(π/2)
2
e
0 = −2kR2 sin(π/2) − 2mΩ2 R2 sin(π/2) .
169
Cioè, dato che R2 6= 0 e sin(π/2) = 1
mΩ2
0 = 2k +
2
e
0 = −2k − 2mΩ2 .
Sommando membro a membro vediamo subito che dovrebbe allora essere −3m2 Ω2 /2 = 0, che
però non è possibile per ipotesi essendo m, Ω 6= 0. Quindi (θ0 , θ00 ) = (π/4, −π/4) non può essere
configurazione di equilibrio comunque si scelgano i parametri R, m, Ω, k > 0 e γ ≥ 0.
(b) Per l’analisi della la stabilità a γ = 0 possiamo studiare gli autovalori λ1 , λ2 ∈ R della matrice
hessiana di U |R nelle tre configurazioni di equilibrio considerate. Ricordando che detH = λ1 λ2
e trH = λ1 + λ2 possiamo studiarne gli autovalori riferendoci al segno del determinante e della
traccia della matrice hessiana. Da (1.373) abbiamo subito:
da cui trH(0, 0) = R2 (4k + 5mΩ2 ) > 0 e detH(0, 0) = 2R4 mΩ2 (2mΩ2 + 5k) > 0 comunque
scegliamo R, m, Ω, k > 0. Concludiamo che entrambi gli autovalori di H(0, 0) sono sempre
positivi e quindi (0, 0) è configurazione di equilibrio stabile nel passato e nel futuro.
170
In questo caso λ1 + λ2 = trH(π/2, −π/2) < 0 comunque scegliamo R, m, Ω, k > 0. Almeno un
autovalore è sempre negativo e quindi la configurazione (π/2, −π/2) è instabile nel passato e nel
futuro.
(3) La funzione di Hamilton, come sappiamo dal punto (2), coincide con l’energia meccanica
totale in R. Quindi, usando variabili di Lagrange,
mR2 2 2 mΩ2 2
H (θ, θ0 , θ̇, θ˙0 ) = (θ̇ +4θ˙0 )−2kR2 cos(θ−θ0 )+mgR(sin θ+2 sin θ0 )− R (cos2 θ+4 cos2 θ0 ).
2 2
La trasformazione di Legendre si ricava subito dalla (1.370):
∂L |R ∂L |R
pθ = = mR2 θ̇ , pθ0 = = 4mR2 θ˙0 .
∂ θ̇ ∂ θ˙0
Invertendola banalmente ed inserendo la funzione inversa nell’espressione trovata per la funzione
di Hamilton abbiamo che
p2θ p2θ0 mΩ2 2
H (θ, θ0 , pθ , pθ0 ) = + −2kR 2
cos(θ−θ 0
)+mgR(sin θ+2 sin θ 0
)− R (cos2 θ+4 cos2 θ0 ).
2mR2 8mR2 2
Le equazioni di Hamilton sono di conseguenza:
dθ ∂H pθ dθ0 ∂H pθ 0
Å ã Å ã
= = 2
, = = ,
dt ∂pθ mR dt ∂pθ0 4mR2
e
dpθ ∂H mΩ2 R2
Å ã
=− = −2kR2 sin(θ − θ0 ) − mgR cos θ − sin(2θ)
dt ∂θ 2
dpθ0 ∂H
Å ã
= − 0 = 2kR2 sin(θ − θ0 ) − 2mgR cos θ0 − 2mΩ2 R2 sin(2θ0 ) .
dt ∂θ
(b) Sappiamo dalla teoria che nella formulazione di Hamilton (in variabili hamiltoniane) vale
l’identità
dH ∂H
|soluzione eq. Hamilton = .
dt ∂t
Dato che H (θ, θ0 , pθ , pθ0 ) scritto sopra non dipende esplicitamente dal tempo abbiamo che H è
un integrale primo perché il secondo memebro dell’identità di sopra è identicamente nullo.
171
ESERCIZIO 34
Si consideri la terna di assi destrorsa xyz con origine O solidale con il riferimento non inerziale
R che ruota attorno all’asse z rispetto al riferimento inerziale R0 con ωR |R0 = Ω ez , dove Ω > 0
è costante ed assegnata.
Un punto materiale P di massa m > 0 nota è libero di muoversi lungo la circonferenza liscia,
di raggio R > 0 noto in quiete in R, di centro O e giacente nel piano verticale xz.
Su P agiscono le seguenti forze vere attive:
(ii) la forza di una molla ideale di costante K > 0 nota, peso nullo e lunghezza nulla a
riposo, con un estremo in P e l’altro nel punto di coordinate (0, 0, R) (punto superiore di
intersezione tra la circonferenza e l’azze z);
Usando come coordinata libera di P l’angolo θ ∈ (−π, π) delle coordinate polari piane nel
piano xz calcolata rispetto all’asse x, si risolvano i sequenti problemi.
(1) (a) Dimostrare che in R la forza di Coriolis ha componenti lagrangiane nulle. (b)
Calcolare la lagrangiana relativa al riferimento non inerziale R verificando che coincide con
quella calcolata rispetto a R0 . (c) Scrivere le equazioni di Eulero-Lagrange per P .
(2) (a) Provare che, se γ = 0, esiste un integrale primo. (b) Spiegarne il significato fisico in
relazione ai riferimenti considerati. (c) Provare che, se γ > 0, la funzione trovata cessa di essere
integrale primo.
(3) Risolvere il problema del moto con le condizioni iniziali θ(0) = −π/2 e θ̇(0) = 0.
(4) (a) Determinare le configurazioni di equilibrio nel riferimento R al variare dei valori dei
parametri Ω, m, K, R, g > 0 assumendo γ = 0. (b) studiarne la stabilità al variare dei parametri
Ω, m, K, R, g > 0 assumendo γ = 0. (c) Determinare le componenti della reazione vincolare φ
rispetto alla terna x, y, z quando il punto P è fermo in una configurazione di equilibrio scelta a
piacere.
(5) (a) Assumendo γ = 0 scrivere la trasformazione di Legendre, passare in formulazione
di Hamilton e (b) scrivere le equazioni di Hamilton del sistema. (c) Provare che la funzione di
Hamilton trovata è un integrale primo senza tornare in formulazione di Lagrange ma usando la
sola formulazione di Hamilton.
172
(1)(a) La forza di Coriolis in R è proporzionale a ω ∧ vP |R = Ω ez ∧ vP |R . Dato che il punto
P è vincolato a rimanere nel piano xz la sua velocità vP |R giacerà in tale piano e pertanto la
forza di Coriolis risulterà essere ortogonale a tale piano. D’altra parte ∂P
∂θ appartiene al piano
xz, dato che il punto P è vincolato a rimanere in tale piano. Il prodotto scalare tra ∂P ∂θ e la
forza di Coriolis è dunque zero. Tale prodotto scalare è la componente lagrangiana della forza
di Coriolis. (b) La lagrangiana in R ha la struttura
L |R = T |R − U |R
173
In definitiva
m 2 2 mΩ2 2
T |R0 = R θ̇ + R cos2 θ .
2 2
Pertanto, dato che i contributi all’energia potenziale in R0 sono gli stessi che in R, escludendo
però l’energia potenziale della forza centrifuga, risulta:
L |R = L |R0 .
(c) Per scrivere le equazioni di Eulero Lagrange dobbiamo ancora tenere conto delle componenti
lagrangiane delle forze attive. La forza di Coriolis non ha componenti lagrangiane in R e non
esiste in R0 , mentre la forza viscosa ha componente lagrangiana
∂P
Q = −γvP |R · = −γR2 θ̇(sin θ ex − sin θ ey ) · (sin θ ex − sin θ ey ) = −γR2 θ̇ .
∂θ
Le equazioni di E-L saranno allora:
dθ d ∂LR ∂LR
= θ̇ , − = −γR2 θ̇ .
dt dt ∂ θ̇ ∂θ
Esplicitamente:
d2 θ dθ
mR2 2
+ γR2 + mΩ2 R2 sin θ cos θ − (KR2 − mgR) cos θ = 0 . (1.374)
dt dt
(2)(a) Se γ = 0, il sistema è completamente determinato da una lagrangiana che non dipende
esplicitamente dal tempo. Per la prima parte del teorema di Jacobi esiste l’integrale primo di
Jacobi dato da
∂L m mΩ2 2
H = θ̇ − L = R2 θ̇2 − R cos2 θ − (KR2 − mgR) sin θ , (1.375)
∂ θ̇ 2 2
dove L = L |R = L |R0 . (b) Il significato fisico di H segue dalla seconda parte del teorema di
Jacobi: in R i vincoli sono indipendenti dal tempo (e invece dipendono dal tempo in R0 ) e la
coordinata θ è solidale con R. Da ciò segue che H = E |R , l’energia meccanica totale di P in
R. (c) Nel caso esistano componenti lagrangiane vale una ben nota relazione generale che nel
nostro caso si specializza a:
dH
|soluzione eq. E.L. = θ̇Q = −γR2 θ̇2 ≤ 0 .
dt
Pertanto, se γ > 0, la funzione di Hamilton cessa di essere un integrale primo perché, escluso
il moto banale a θ costante (in qualche configurazione di equilibrio se ne esistono) il secondo
membro è non nullo.
(3) La funzione θ(t) := −π/2 per ogni t ∈ R soddisfa sia le condizioni inziali che l’equazione
differenziale (1.374): questa è dunque l’unica soluzione dato che l’equazione differenziale si
174
puó immediatamente riscrivere in forma normale e tutte le funzioni dote che appaiono sono
infinitamente differenziabili (sono tutte costanti).
(4) (a) Dato che la coordinata θ è solidale con R in cui tutte le forze attive (che hanno com-
ponenti lagrangiane) sono date da un’energia potenziale le configurazioni di equilibrio rispetto
a R sono date da tutti e soli i punti di stazionarietà dell’energia potenziale:
mΩ2 2
U |R (θ) = − R cos2 θ − (KR2 − mgR) sin θ .
2
Dobbiamo dunque trovare gli angoli θ0 che, per m, R, g, Ω > 0, risolvono:
Questa equivale a
mΩ2 R2 sin θ0 − (KR2 − mgR) cos θ0 = 0 .
θ0± := ±π/2 .
Per studiare la stabilità possiamo studiare il segno della derivata seconda nelle configurazioni di
equilibrio trovate. Osservando che sin θ cos θ = 12 sin(2θ),
Concludiamo che
U |00R (θ0± ) = −mΩ2 R2 ± (KR2 − mgR)
e dunque:
θ0− è configurazione di equilibrio instabile (nel passato e nel futuro) se KR < m(g − Ω2 R)
ed è invece stabile nel passato e nel futuro se KR > m(g − Ω2 R). Non possiamo dire nulla nel
caso rimasto con i teoremi a disposizione.
θ0+ è stabile (nel passato e nel futuro) se KR > m(g + Ω2 R), è instabile (nel passato e
nel futuro) se KR < m(g + Ω2 R). Non possiamo dire nulla nel caso rimasto con i teoremi a
175
disposizione.
Analogamente, usando (1.377) e (1.376),
Ç ã2 å
KR − mg KR − mg
Å
U |00R (θ0>< ) 2
= mΩ R 2
1−2 ) + R(KR − mg)
mΩ2 R mΩ2 R
KR − mg
Å ã
2 2
= mΩ R 1 − .
mΩ2 R
Tali configurazioni sono stabili se
KR − mg < mΩ2 R
e instabili se
KR − mg > mΩ2 R .
Osserviamo però che θ0>< esistono solo sotto le ipotesi
KR − mg
−1 ≤ ≤1,
mΩ2 R
per il secondo caso (instabilità) non è ammesso. Il caso
KR − mg
=1.
mΩ2 R
non è decidibile con la teoria a disposizione.
(c) Calcoliamo la reazione vincolare quando il punto materiale P è fermo in R nella configura-
zione di equilibrio stabile θ0+ = π/2. In tal caso la forza della molla, quella centrifuga e quella
di Coriolis sono nulle. Dato che l’accelerazione in R di P è nulla, dalla seconda legge della
dinamica, possiamo concludere che la somma delle due rimanenti forze φP − mg ez deve essere
nulla. Petanto
φP = −mh ez .
(5) (a) La trasformazione di Legendre produce
∂L
p= = mR2 θ̇ .
∂ θ̇
∂L p2 mΩ2 2
H (θ, p) = θ̇ − L = 2
− R cos2 θ − (KR2 − mgR) sin θ .
∂ θ̇ 2mR 2
(b) Le queazioni di Hamilton sono allora
dθ ∂H p
= =
dt ∂p mR2
176
e
dp ∂H mΩ2 2
=− =− R sin θ cos θ + (KR2 − mgR) cos θ .
dt ∂q 2
(c) Dalla teoria generale:
dH ∂H dp ∂H dθ
|soluzione eq. Hamilton = + .
dt ∂p dt ∂θ dt
Ma le stesse equazioni di Hamilton
dθ ∂H dp ∂H
= , =−
dt ∂p dt ∂θ
se inserite nel secondo memebro producono:
dH dθ dp dp dθ
|soluzione eq. Hamilton = − =0.
dt dt dt dt dt
177
ESERCIZIO 35
Si consideri la terna di assi destrorsa xyz con origine O solidale con il riferimento non inerziale
R che ruota attorno all’asse z rispetto al riferimento inerziale R0 con ωR |R0 = Ω ez , dove Ω > 0
è costante ed assegnata.
Un punto materiale P di massa m > 0 nota è libero di muoversi lungo la retta di equazione
z = x in quiete in R giacente nel piano verticale xz. Un secondo punto Q ancora di massa
m è libero di muoversi lungo a retta di equazione z = x + h in quiete in R giacente nel piano
verticale xz dove h > 0 è una costante nota,
Su P e Q agiscono le seguenti forze vere attive:
(ii) la forza di una molla ideale di costante K > 0 nota, peso nullo e lunghezza nulla a riposo,
con un estremo in P e l’altro in Q;
(iii) la forza viscosa −γvP |R , che agisce su P , dove γ ≥ 0 è una costante nota.
Usando come coordinata libera di P la sua ascissa x e come coordinata libera di Q la sua
ascissa x0 , si risolvano i seguenti problemi.
(1) (a) Dimostrare che in R la forza di Coriolis (che agisce su entrambi i punti in R) ha
componenti lagrangiane QxC = QxC0 = 0. (b) Calcolare la lagrangiana relativa al riferimento non
inerziale R verificando che coincide con quella calcolata rispetto a R0 (a meno eventualmente
di costanti additive). (c) Scrivere le equazioni di Eulero-Lagrange per P e Q.
(2) (a) Provare che, se γ = 0, esiste un integrale primo. (b) Spiegarne il significato fisico in
relazione ai riferimenti considerati. (c) Provare che, se γ > 0, la funzione trovata cessa di essere
integrale primo.
(3) (a) Provare che, per γ = 0 e con h, m, Ω, K, g > 0 non possono esistere soluzioni del
problema del moto in cui x(t) = x0 (t) per t che varia sull’intervallo dominio della soluzione
(qualunque esso sia). (b) Provare che, per ogni scelta di γ ≥ 0 e h, m, Ω, K, g > 0, non possono
esistere configurazioni di equilibrio (x0 , x00 ) rispetto a R tali che x0 = x00 .
(4) (a) Determinare le configurazioni di equilibrio nel riferimento R al variare dei valori dei
parametri Ω, m, K, g > 0 assumendo γ = 0 e h = mg/K. (b) studiarne la stabilità al variare dei
parametri Ω, m, K, g > 0 assumendo γ = 0 e h = mg/K.
(5) (a) Assumendo γ = 0 scrivere la trasformazione di Legendre, passare in formulazione
di Hamilton e (b) scrivere le equazioni di Hamilton del sistema. (c) Provare che la funzione di
Hamilton trovata è un integrale primo senza tornare in formulazione di Lagrange, ma usando la
sola formulazione di Hamilton.
178
SOLUZIONE
(1)(a) La forza di Coriolis in R su P è proporzionale a ω ∧vP |R = Ωez ∧vP |R . Dato che il punto
P è vincolato a rimanere nel piano xz la sua velocità vP |R giacerà in tale piano e pertanto la
forza di Coriolis risulterà essere ortogonale a tale piano. D’altra parte ∂P
∂x appartiene al piano xz,
dato che il punto P è vincolato a rimanere in tale piano. Il prodotto scalare tra ∂P∂x e la forza di
(C) (C)
Coriolis è dunque zero. Dato che ∂Q C ∂P ∂Q
∂x = 0 possiamo concludere che Qx = fP · ∂x + fQ · ∂x = 0.
Con un analogo ragionamento si verifica che QxC0 = 0
(b) La lagrangiana in R ha la struttura
L |R = T |R − U |R
mg(zP + zQ ) = mg(x + x0 ) + C
dove la costante C = mgh sarà trascurata. L’energia potenziale della molla è infine
1 K
K||P − Q||2 = ((x − x0 )2 + (x − x0 − h)2 ) = K(x − x0 )2 − Kh(x − x0 ) + C ,
2 2
dove la costante C sarà trascurata. In conclusione
2 mΩ2 2
L |R = m(ẋ2 + ẋ0 ) + (x + x02 ) − K(x − x0 )2 + Kh(x − x0 ) − mg(x + x0 ) .
2
Per calcolare la lagrangiana rispetto a R0 dobbiamo osservare che in esso non appare la forza
centrifuga e l’energia cinetica di P è
m m
vP |R0 = (vP |R + Ω ez ∧ (P − O))2 .
2 2
Dato che è
P − O = x ex + x ez , vP |R = ẋ( ex + ez )
il calcolo diretto mostra che vP |R ⊥ Ω ez ∧ (P − O) e
179
Nello stesso modo si trova
Q − O = x0 ex + (x0 + h) ez , vP |R = ẋ0 ( ex + ez )
e dunque
2
(vQ |R + Ω ez ∧ (Q − O))2 = 2ẋ0 + Ω2 x02 .
In definitiva:
2 mΩ2 2
T |R0 = m(ẋ2 + ẋ0 ) + (x + x02 ) .
2
Pertanto, dato che i contributi all’energia potenziale in R0 sono gli stessi che in R, escludendo
però l’energia potenziale della forza centrifuga, risulta:
L |R = L |R0 .
(c) Per scrivere le equazioni di Eulero Lagrange dobbiamo ancora tenere conto delle componenti
lagrangiane delle forze attive. La forza di Coriolis non ha componenti lagrangiane in R e non
esiste in R0 , mentre la forza viscosa ha componente lagrangiana
∂P ∂P
Qx = −γvP |R · = −γ ẋ , Qx0 = −γvP |R · =0.
∂x ∂x0
Le equazioni di E-L saranno allora:
dx d ∂L |R ∂L |R
= ẋ , − = −γ ẋ , (1.378)
dt dt ∂ ẋ ∂x
dx0 d ∂L |R ∂L |R
= ẋ0 , − =0. (1.379)
dt dt ∂ ẋ0 ∂x0
Esplicitamente:
d2 x dx
2m 2
+γ − mΩ2 x + 2K(x − x0 ) − Kh + mg = 0 . (1.380)
dt dt
d2 x0
2m − mΩ2 x0 − 2K(x − x0 ) + Kh + mg = 0 . (1.381)
dt2
(2)(a) Se γ = 0, il sistema è completamente determinato da una lagrangiana che non dipende
esplicitamente dal tempo. Per la prima parte del teorema di Jacobi esiste l’integrale primo di
Jacobi dato da
∂L ∂L 0 2 mΩ2 2
H = ẋ + ẋ − L = m(ẋ2 + ẋ0 ) − (x + x02 ) + K(x − x0 )2 − Kh(x − x0 ) + mg(x + x0 ) ,
∂ ẋ ∂ ẋ0 2
(1.382)
dove L = L |R = L |R0 . (b) Il significato fisico di H segue dalla seconda parte del teorema di
Jacobi: in R i vincoli sono indipendenti dal tempo (e invece dipendono dal tempo in R0 ) e le
coordinate x, x0 sono solidali con R. Da ciò segue che H = E |R , l’energia meccanica totale di
180
P in R. (c) Nel caso esistano componenti lagrangiane vale una ben nota relazione generale che
nel nostro caso si specializza a:
dH
|soluzione eq. E.L. = ẋQx + ẋQx0 = −γ ẋ2 ≤ 0 .
dt
Pertanto, se γ > 0, la funzione di Hamilton cessa di essere un integrale primo perché, escluso
moti banali a x costante (se ne esistono) il secondo membro è non nullo.
(3) (a) Sostituendo x(t) = x0 (t) in (1.380) e (1.381) con γ = 0 abbiamo:
d2 x
2m − mΩ2 x − Kh + mg = 0 ,
dt2
d2 x
2m − mΩ2 x + Kh + mg = 0 .
dt2
Sottraendo la seconda dalla prima troviamo subito che 2Kh = 0 che è impossibile perché K, h >
0, pertanto il tipo di soluzioni cercate non esiste. (b) Dato che le coordinate x e x0 sono solidali
con R, una configurazione di equilibrio rispetto a R soddisfano necessariamente x(t) = x0 (t) =
x0 costante per cui le derivate prime e seconde inb t sono sempre nulle. Sostituendo in (1.380)
e (1.381) abbiamo
−mΩ2 x0 − Kh + mg = 0 ,
−mΩ2 x0 + Kh + mg = 0 .
La differenza della seconda e della prima producono 2Kh = 0 che come già detto è impossibile.
(4) (a) Dato che γ = 0 e le coordinate x e x0 sono solidali con R in cui tutte le forze attive
(che hanno componenti lagrangiane) sono date da un’energia potenziale, le configurazioni di
equilibrio rispetto a R sono date da tutti e soli i punti di stazionarietà dell’energia potenziale:
mΩ2 2
U |R (x, x0 ) = − (x + x02 ) + K(x − x0 )2 − Kh(x − x0 ) + mg(x + x0 ) .
2
Assumendo, come precisato, che h = mg/K abbiamo:
mΩ2 2
U |R (x, x0 ) = − (x + x02 ) + K(x − x0 )2 + 2mgx0 .
2
Dobbiamo dunque trovare le coppie x, x0 che, per m, K, g, Ω > 0, risolvono:
∂U |R ∂U |R
= −mΩ2 x + 2K(x − x0 ) = 0 , = −mΩ2 x0 − 2K(x − x0 ) + 2mg = 0 : .
∂x ∂x0
Questo sistema di equazioni equivale a
181
che si può scrivere
AX = B
dove X := (x, x0 )t , B := (0, −2mg)t e
(2K − mΩ2 )
ï ò
−2K
A :=
−2K (2K − mΩ2 )
Pertanto se detA = 0, cioè (2K − mΩ2 )2 − 2K 2 = 0 che significa mΩ2 = 4K, allora non ci sono
configurazioni di equilibrio. Negli altri casi abbiamo le configurazioni di equilibrio x0 , x00 date
da:
1 (2K − mΩ2 )
ï ò ï òï ò
x0 2K 0
=
x00 mΩ2 (mΩ2 − 4K) 2K (2K − mΩ2 ) −2mg
cioè
4gK 2g(2K − mΩ2 )
x0 = , x00 = .
Ω(4K − mΩ2 ) Ω(4K − mΩ2 )
(b) Passiamo allo studio della stabilità. La matrice hessiana du U |R è costante e vale:
(2K − mΩ2 )
ï ò
−2K
H=
−2K (2K − mΩ2 )
Sappiamo già che se mΩ2 = 4K allora non ci sono configurazioni di equilibrio. Consideriamo i
rimanenti casi dove m, Ω, K > 0.
(i) Se mΩ2 < 4K allora il prodotto degli autovalori è negativo per cui un autovalore è neces-
sariamente negativo (e l’altro positivo) per cui la configurazione di equilibrio è instabile
nel passato e nel futuro.
(ii) Se mΩ2 > 4K e 4K − 2mΩ2 ≥ 0 avremmo un assurdo mΩ2 ≥ 2mΩ2 per cui questa
situazione non può aversi.
(iii) Se mΩ2 > 4K e 4K − 2mΩ2 < 0 il prodotto degli autovalori è positivo, ma la loro somma
è negativa questo significa che entrambi gli autovalori sono negativi e la configurazione di
equilibrio è instabile nel passato e nel futuro.
Lo stesso risultato si ha calcolando direttamente gli autovalori della matricie essiana. L’e-
quazione per essi è
(2k − mΩ2 − λ)2 − 4K 2 = 0
che ha soluzione
λ1 = −mΩ2 , λ2 = 4K − mΩ2 .
182
In ogni caso c’è sempre almento un autovalore negativo se m, Ω, K > 0.
La conclusione è che (se Kh = mg) le configurazioni di equilibrio, quando esistono, sono
sempre instabili nel passato e nel futuro comunque fissiamo m, Ω, g, K > 0.
(5) (a) La trasformazione di Legendre produce
∂L ∂L
p= = 2mẋ , p0 = = 2mẋ0 .
∂ ẋ ∂ ẋ0
∂L ∂L 0 p2 + p02 mΩ2 2 02
H (x, p, x0 , p0 ) = ẋ+ ẋ −L = − (x +x )+K(x−x0 )2 −Kh(x−x0 )+mg(x+x0 ).
∂ θ̇ ∂ ẋ 0 4m 2
(b) Le queazioni di Hamilton sono allora
dx ∂H p dx0 ∂H p0
Å ã Å ã
= = , = 0
=
dt ∂p 2m dt ∂p 2m
e
dp ∂H dp0 ∂H
Å ã Å ã
= − = mΩ2 x−2K(x−x0 )+Kh−mg, = − 0 = mΩ2 x+2K(x−x0 )−Kh−mg.
dt ∂x dt ∂x
dH X ∂H dpk X ∂H dq k ∂H
|soluzione eq. Hamilton = + k
+ ,
dt ∂pk dt ∂q dt ∂t
k k
dove l’ultima derivata è nulla perché H non dipende esplicitamente da t. Le stesse equazioni
di Hamilton
dq k ∂H dpk ∂H
= , =− k
dt ∂pk dt ∂q
se inserite nel secondo memebro producono:
Ç å
dH X dq k dpk dpk dq k
|soluzione eq. Hamilton = − =0.
dt dt dt dt dt
k
183
ESERCIZIO 36
(i) la forza peso −mg ez con g > 0 che agisce su entrambi i punti;
(ii) la forza di una molla ideale di costante K > 0 nota, peso nullo e lunghezza nulla a riposo,
con un estremo in P e l’altro in O;
(iii) la forza di una molla ideale di costante K > 0 nota, peso nullo e lunghezza nulla a riposo,
con un estremo in Q e l’altronel punto geometrico Q0 sull’asse z che si trova sempre alla
stessa quota di Q.
(1) (a) Dimostrare che in R la forza di Coriolis (che agisce su entrambi i punti) ha componenti
lagrangiane nulle. (b) Calcolare la lagrangiana relativa al riferimento non inerziale R verificando
che coincide con quella calcolata rispetto a R0 . (c) Scrivere le equazioni di Eulero-Lagrange per
il sistema di punti P e Q.
(2) (a) Provare che esiste un integrale primo e spegarne il significato fisico. (b) Provare che
l’energia meccanica totale nel riferimento R0 non è un integrale primo. (Questa domanda non
appariva nell’esame svolto in classe).
(3) (a) Determinare le configurazioni di equilibrio nel riferimento R al variare dei valori dei
parametri Ω, m, `, K, g > 0. (b) Studiarne la stabilità al variare dei parametri Ω, m, `, K, g > 0.
(4) (a) Usando L |R scrivere la trasformazione di Legendre dalle coordinate θ, z, θ̇, ż alle
coordinate di Hamilton θ, z, pθ , pz . (b) Scrivere la funzione di Hamilton H in funzione delle
variabili di Hamilton θ, z, pθ , pz .
184
SOLUZIONE
Calcoliamo prima di tutto i vettori posizione in R.
P − O = z ez , Q − O = ` sin θ ex + (z + ` cos θ) ez
(1) (a) Facendo uso delle (1.385) e tenedo conto di ωR |R0 = Ω ez , la forza di Coriolis che è
definita come −2mωR |R0 ∧ v|R su P è data da:
−2mΩ ez ∧ ż ez = 0 ,
mentre su Q vale:
vP |R0 = ż ez +Ωez ∧z ez , vQ |R0 = θ̇` cos θex +(ż − θ̇` sin θ)ez +Ωez ∧[` sin θex +(z +` cos θ)ez ].
Cioè:
vP |R0 = ż ez , vQ |R0 = θ̇` cos θ ex + (ż − θ̇` sin θ) ez + Ω` sin θ ey .
Da cui:
m`2 2 mΩ2 `2
T |R0 = mż 2 + θ̇ − m`θ̇ż sin θ + sin2 θ . (1.386)
2 2
L’energia potenziale in R0 è la somma dell’energia potenziale gravitazionale mg(z + z + ` cos θ)
e di quella delle molle K2 (z 2 + `2 sin2 θ). Quindi
K 2
U |R0 (θ, z) = mg(2z + ` cos θ) + (z + `2 sin2 θ) . (1.387)
2
Mettendo tutto insieme:
m`2 2 mΩ2 `2 K
L |R0 = mż 2 + θ̇ − m`θ̇ż sin θ + sin2 θ − mg(2z + ` cos θ) − (z 2 + `2 sin2 θ) .
2 2 2
185
La lagrangiana nel sistema di riferimento R si ottiene ancora come T |R − U |R . Ora
m`2 2
T |R = mż 2 + θ̇ − m`θ̇ż sin θ ,
2
che abbiamo ottenuto da T |R0 ponendo Ω = 0. L’energia potenziale è la stessa di prima ma
deve tenere anche conto della forza inerziale conservativa centrifuga che appare in R che è pari a
quella di una molla di costante elastica negativa −mΩ2 attaccata all’asse di rotazione alla stessa
quota del punto materiale soggetto alla forza centrifuga. Il contributo è quindi dovuto al solo
punto Q, dato che P giace sempre sull’asse z per cui la forza centrifuga che agisce su di esso è
nulla. L’energia potenziale centrifuga vale dunque
mΩ2 2 2
− ` sin θ .
2
In definitiva:
K 2 mΩ2 `2
U |R (θ, z) = mg(2z + ` cos θ) + (z + `2 sin2 θ) − sin2 θ (1.388)
2 2
e quindi, come voluto:
m`2 2 K `2
L |R = mż 2 + θ̇ − m`θ̇ż sin θ − mg(2z + ` cos θ) − z 2 + mΩ2 − K sin2 θ = L |R0 .
2 2 2
(1.389)
(c) Possiamo scrivere le equazioni di E-L usando la lagrangiana (1.389):
Å ã2
d2 z d2 θ dθ
2m 2 − m` 2 sin θ − m` cos θ + 2mg + Kz = 0
dt dt dt
d2 θ d2 z
m`2 − m` sin θ − mg` sin θ + (K − mΩ2 )`2 sin θ cos θ = 0 .
dt2 dt2
Si osservi che due termini m` dθ dθ d ∂L ∂L
dt dt cos θ appaiono uno in dt ∂ θ̇ e l’altro in ∂θ e quindi si elidono
a vicenda nelle equazioni di EL moto finali per θ.
(2) (a) La lagrangiana (1.389) non dipende esplicitamente dal tempo per cui, in base alla
prima parte del teorema di Jacobi, la funzione di Hamilton H è un integrale primo. La lagran-
giana può sempre essere vista come L |R . Nel riferimento R tutte le forze attive sono coservative
(esclusa la forza di Coriolis che non entra nelle equazioni di Eulero-Lagrange perché ha compo-
nenti lagrangiane nulle), i vincoli non dipendono esplicitamente dal tempo e le coordinate θ e z
sono solidali con R. Possiamo pertanto usare anche la seconda parte del teoriema di Jacobi e
concludere che la funzione di Hamilton coincide con l’energia meccanica totale in R:
m`2 2 K `2
H = E |R = mż 2 + θ̇ − m`θ̇ż sin θ + mg(2z + ` cos θ) + z 2 + K − mΩ2 sin2 θ .
2 2 2
(b) L’energia meccanica totale nel riferiento R0 è data da E |R0 = T |R0 + U |R0 , cioè:
m`2 2 K `2
E |R0 = mż 2 + θ̇ − m`θ̇ż sin θ + mg(2z + ` cos θ) + z 2 + K + mΩ2 sin2 θ .
2 2 2
186
Di conseguenza:
E |R − E |R0 = −mΩ2 `2 sin2 θ
Se come E |R anche E |R0 fosse un integrale primo si avrebbe che su ogni soluzione delle equazioni
di Eulero-Lagrange sin2 θ(t) dovrebbe essere costante, cioè in particolare
Tenendo conto che mΩ2 `2 6= 0, siamo però liberi di assegnate condizioni iniziali a t = 0 per
cui il primo membro dell’identità di sopra non è nullo e, in base al teorema di esistenza ed
unicità esisterà una soluzione (unica) che soddisfa tali condizioni iniziali (aggiungendo arbitrarie
condizioni inziali per la coordinata z). Concludiamo che è impossibile che E |R0 sia integrale
primo.
(3) (a) Nel riferimento R tutte le forze attive sono conservative eccetto la forza di Coriolis che
comunque non entra mai nelle equazioni. Possiamo pertanto usare la teoria per le lagrangiane
del tipo T |R −U |R . Le configurazioni di equilibrio si ottengono annullando il gradiente di U |R :
∂U |R
= 2mg + Kz = 0
∂z
∂U |R
= −mg` sin θ + (K − mΩ2 )`2 sin θ cos θ = 0 . (1.390)
∂θ
Abbiamo pertanto che ogni possibile configurazione di equilibrio ha quota z0 = − 2mg K , mentre le
coordinate angolari delle possibili configurazioni di equilibrio si ottengono risolvendo l’equazione:
mg mg
θ3 := arccos , θ4 := − arccos .
`(K − mΩ2 ) `(K − mΩ2 )
Queste sono tutte le possibili soluzioni di (1.391). Abbiamo quindi al più 4 configurazioni di equi-
librio distinte individuate dalle coordinate (θi , z0 ) con i = 1, 2, 3, 4, e le ultime due configurazioni
esistono solo se K 6= mΩ2 e
mg
`(K − mΩ2 ) ≤ 1 . (1.392)
187
Si osservi che se vale l’uguaglianza nell’identità di sopra allora le due configurazioni di equilibrio
θ3 , θ4 sono del tipo delle prime due, cioè valgono 0 e π ≡ −π.
(b) Passiamo a studiare la stabilità delle configurazioni (θi , z0 ) usando la matrice hessiana
di U |R calcolata nelle configurazioni di equilibrio. La matrice hessiana è diagonale, dato che le
derivate seconde miste di U |R sono nulle. Gli autovalori sono dunque dati dai termini diagonali:
∂ 2 U |R
=K >0,
∂z 2 (θi ,z0 )
∂ 2 U |R
= −mg` cos θi + (K − mΩ2 )`2 (2 cos2 θi − 1) , (1.393)
∂θ2 (θi ,z0 )
dove, per il calcolo della derivata seconda in (1.393) partendo dall’espressione della derivata
prima in (1.390), abbiamo usato le identità sin θ cos θ = 12 sin 2θ e cos 2θ = 2 cos2 θ − 1. Di
conseguenza abbiamo i seguenti casi per lo studio della stabilità delle configurazioni di equilibrio
(θi , z0 ) che tengono conto che uno dei due autovalori della matrice hessiana è sempre positivo.
(θ1 , z0 )
∂ 2 U |R
= −mg` + (K − mΩ2 )`2 ,
∂θ2 (θ0 ,z0 )
e quindi la configurazione di equilibrio (θ1 , z0 ) è stabile per `K > mg + mΩ2 `, instabile
per `K < mg + mΩ2 ` e non possiamo dire nulla con la teoria che conosciamo nel caso di
uguaglianza dei due termini.
(θ2 , z0 )
∂ 2 U |R
= mg` + (K − mΩ2 )`2 .
∂θ2 (θ2 ,z0 )
e quindi la configurazione di equilibrio (θ2 , z0 ) è stabile per `K + mg > mΩ2 `, instabile
per `K + mg < mΩ2 ` e non possiamo dire nulla con la teoria che conosciamo nel caso di
uguaglianza dei due termini.
mg
(θ3 , z0 ) Dobbiamo tenere conto del fatto che in (1.393) cos θ3 = `(K−mΩ 2 ) . Abbiamo allora:
ñ Å ã2 ô
∂ 2 U |R
mg 2 2 mg
= −mg` + (K − mΩ )` 2 −1
∂θ2 (θ3 ,z0 ) `(K − mΩ2 ) `(K − mΩ2 )
(mg)2 − `2 (K − mΩ2 )2
= .
K − mΩ2
Abbiamo a questo punto alcuni casi.
– Se K > mΩ2
allora la configurazione di equilibrio (θ3 , z0 ) è stabile (mg)2 > `2 (K−mΩ2 )2 è instabile
se (mg)2 < `2 (K − mΩ2 )2 e non possiamo dire nulla con la teoria che conosciamo nel
caso di uguaglianza dei due termini. In realtà il primo caso è impossibile perché viola
la condizione (1.392). Pertanto ci sono solo i due ultimi casi.
188
– Se K < mΩ2
la configurazione di equilibrio (θ3 , z0 ) è stabile (mg)2 < `2 (K − mΩ2 )2 è instabile se
(mg)2 > `2 (K − mΩ2 )2 e non possiamo dire nulla con la teoria che conosciamo nel
caso di uguaglianza dei due termini. Di nuovo il secondo caso è in realtà impossibile
dato che viola la condizione (1.392).
mg
(θ4 , z0 ) Dato che in (1.393) cos θ4 = `(K−mΩ 2 ) = cos θ3 la discussione è identica al caso di θ3 dato
che
ñ Å ã2 ô
∂ 2 U |R
mg mg
= −mg` + (K − mΩ2 )`2 2 −1
∂θ2 (θ4 ,z0 ) `(K − mΩ2 ) `(K − mΩ2 )
(mg)2 − `2 (K − mΩ2 )2 ∂ 2 U |R
= = .
K − mΩ2 ∂θ2 (θ3 ,z0 )
`2
ï ò
−` sin θ
A(q) := .
−` sin θ 2
p = ∇q̇ L |R = mAq̇ ,
La funzione di Hamilton è l’energia meccanica totale in R come già provato, per cui:
m t
H (q, q̇) = q̇ A(q)q̇ + U |R (q) .
2
Usando la trasformazione di Legendre trovata possiamo riscrivere questa funzione nelle variabili
di Hamilton:
m
H (q, p) = m−1 (A−1 p)t Am−1 A−1 p + U |R (q)
2
1 1
= (A−1 p)t AA−1 p + U |R (q) = (A−1 p)t p + U |R (q)
2m 2m
189
1 t −1 t 1 t −1
= p (A ) p + U |R (q) = p A p + U |R (q) .
2m 2m
Dove abbiamo usato il fatto che A−1 = (A−1 )t . Esplicitamente:
190