Li Patti
Li Patti
Li Patti
TESORI M USICALI
Collana diretta da Piero Rattalinom
N 9 2 Anno X M ensile £ . 1 8 .0 0 0
SYMPHONIA Erano in molti a chiedere da tempo al
pubblicazione periodica mensile la redazione di Symphonia di realizza
corredata di compact disc re un numero dedicato a Dinu Lipatti,
reg. Tribunale di Bologna n. 5904 del 25/09/1990 il leggendario pianista, simbolo tutto
ra intatto della perfezione fatta poe
Direttore responsabile sia, scomparso il 2 dicembre 1950
ALBERTO SPANO all'età di soli 33 anni. Bastano tren-
tatré anni per entrare nella storia, nel
Direzione, Redazione mito? Il caso Lipatti ne è uno dei
via San Vitale 39 40125 Bologna più fulgidi esempi e lo scritto come
Tel. 051/27.36.46 Fax 051/27.03.58 al solito illuminante del nostro Pie
ro Rattalino affronta ampiamente
Amministrazione l'argomento. Questa volta lo fa con
via Fornace, 4 una vena di amarezza e di rimpianto. Così come indispensabile ci è
40023 Poggio Piccolo di Castelguelfo parso il contributo all'interno della rivista di due importanti saggi del
(Bologna) maestro Marco Vincenzi che, oltre ad essere uno dei più preparati e sen
Tel. 0542/670456 sibili pianisti della sua generazione, è anche un fine musicologo e studio
Fax 0542/670445 so, in particolare, dell'arte di Dinu Lipatti, interprete e compositore. Pro
prio Marco Vincenzi in qualità di pianista incise qualche anno fa per l'e
servizio abbonamenti tichetta genovese Dynamic un pregevolissimo compact disc interamente
Tel. 0542/670443
dedicato a musiche originali di Lipatti. E non si poteva neanche dimenti
Fax 0542/670445
care il fondamentale apporto di Grigore Bargauanu e Dragos Tanasescu,
autori della bella e, finora, più completa biografìa di Dinu Lipatti pubbli
Responsabile di redazione
cata dapprima in Romania nel 1971 dall'editore Muzicala di Bucarest e
Paola Soffiò
vent'anni dopo, nel 1991, in lingua francese e a cura dello stesso Grigore
Bargauanu con la collaborazione di Danièle ed Emil Dumitrescu e di Iri
Art Director
na Runcan, dalle Editions Payot di Losanna nella pregevole collana Col
Clara Cassameli
lection «Les Musiciens». Il libro in 280 intense pagine rievoca straordi
nariamente la figura umana ed artistica di Lipatti, ed è ricchissimo di fo
Grafica e impaginazione
tografie inedite e documenti, oltre alla discografia esaustiva e al catalogo
Simona Casonato
completo delle opere di Lipatti compositore. Molte delle immagini pub
blicate da Symphonia sono proprio tratte da questo testo fondamentale
Direttore di Produzione
che ci auguriamo possa trovare presto una versione italiana.
Stefania Moruzzi
Alberto Spano
Fotolito
ED1TOGRAFICA V
Via G. Verdi 15
40067 Rastignano (Bologna)
Stampa
EUROGRAFICA
via Tiburtina 1099
00156 ROMA
all1interno
Coordinamento generale dell'opera
PIERO RATTALINO
La leggenda 26 Discografìa di
autori dei testi di questo numero: e il rimpianto Dinu Lipatti
PIERO RAT1ALINO di Piero Rattalino di Alberto Spano
MARCO VINCENZI
MARIA CHIARA MAZZI 10 Dinu Lipatti 28 Così simili, così diversi
fra mito e realtà di Maria Chiara Mazzi
Rivista associata all’Unione ; di Marco Vincenzi
Stampa periodica Italiana I
17 La realtà oltre il mito
di Marco Vincenzi
© 1999 by EDIMEDIA
s.r.l.www.edimediasrl.it
LA LEGGENDA
E IL RIMPIANTO
di Piero Rattalino
5
16 $etfam/ve 1950: / ’tt/üma recita/a t/fàe&ançoM
sensibilità, mancante di slancio [élan, in fran quaranta: per dirla in soldoni, il primo è un
cese, nel testo in rumeno]". Ciò diceva Lipatti angelo, il secondo è un demonio, il primo, se
prima della guerra, vedendo con sorpren vogliamo, è più à la page rispetto ai suoi tem
dente chiarezza un nodo che l'irruzione nella pi, mentre il secondo è un po' démodé. En
vita musicale della radio e del disco aveva trambi, però, hanno il coraggio di insistere
creato. Ciò, almeno in parte, Lipatti praticava nel Concerto di Grieg in anni in cui le fortune
nel dopoguerra. Non bisogna naturalmente critiche di questo celebre pezzo avevano toc
confondere l'"assoluta perfezione tecnica" cato il punto più basso, così come bassissi
con l'esattezza meccanica, con un'impeccabi me erano le fortune critiche dei Concerti di
lità che non si cura del colore del suono. An Liszt (Lipatti, come ho detto, li eseguiva en
zi, Lipatti era un attentissimo "orchestratore" trambi, Benedetti Michelangeli eseguiva il
delle sue esecuzioni pianistiche. Ma proprio Primo e il Totentanz), così come infime erano
la messa a punto meticolosa di ogni partico le fortune critiche del Concerto n. 1 di
lare tendeva ad escludere quel tanto di im Tchaikovsky, che entrambi studiarono e che
provvisazione che i grandi affabulatori - i entrambi non eseguirono mai.
Cortot, i Rubinstein, gli Horowitz - mantene Si può capire che i grandi virtuosi come Ru
vano nelle loro esecuzioni. Diverso il caso di binstein e Horowitz, o come Gilels e Richter
Benedetti Michelangeli, che preparava minu fra i più giovani, prediligessero Liszt e
ziosamente l'esecuzione, quanto e più di Li- Tchaikovsky, che permettevano loro di af
patti. Però, mentre l'"orchestrazione" di Li- frontare il pubblico in modo tribunizio. Il
patti veniva posta al servizio del pensiero Concerto di Grieg aveva invece per i critici
musicale, la più ricca "orchestrazione" di Be tutti i difetti possibili: forma schematica, un
nedetti Michelangeli era in parte finalizzata a certo tasso di malinconia che confinava con il
se stessa. E mentre il fraseggio di Lipatti era sentimentalismo, nessuna invenzione virtuo
logico e coerente, nel fraseggio di Benedetti sistica. Lipatti e Benedetti Michelangeli, do
Michelangeli entravano in gioco elementi di po averlo suonato da ragazzi, lo mantennero
capriccio e di estro non improvvisatorio ma in repertorio e lo eseguirono come grande
lucidamente collocati, montati in laboratorio. musica, con il rispetto e con l’affetto che la
Perciò Cortot, Rubinstein, Horowitz, Bene grande musica esige. Certo, gli esiti erano di
detti Michelangeli negli anni quaranta man versi, e ciascuno può preferire l'uno o l'altro,
davano il pubblico fuori di sé, mentre o magari ammirarli entrambi per diverse ra
Backhaus, Lipatti, Arrau lo commuovevano gioni. Però l'eseguire con serietà e con impe
senza suscitare fanatismo. Il mio lettore potrà gno il Concerto di Grieg negli anni quaranta
facilmente rendersi conto della differenza fra era far opera di autentica cultura, non di su
Lipatti e Benedetti Michelangeli ascoltando pina acquiescenza ai gusti del pubblico.
le rispettive esecuzioni dei Concerti di Schu Il diverso approach di Lipatti e di Benedetti
ss mann e di Grieg, tutte risalenti agli anni Michelangeli al Concerto di Grieg (e al Con- y
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certo di Schumann) dipendeva secondo me
fatto che il primo aveva studiato a fondo
la nposizione, con Jora a Bucarest e con
NacL Boulanger e Paul Dukas a Parigi, e ave
va svoli anche un'attività di compositore mi
litante. Ne: 1975, nel venticinquennale della
morte di Lipatti, preparai una trasmissione
per la televisione della Svizzera Italiana du
rante la quale intervistai fra gli altri Nadia
Boulanger. Le chiesi che cosa caratterizzava a
suo giudizio Lipatti rispetto agli altri pianisti
del suo tempo. La Boulanger, che era molto
anziana ma che parlava con forte voce masco
lina e con il tono di un oracolo, mi rispose:
"Dinu era compositore. Faceva il pianista ma
pensava la musica da compositore. Come Bu
soni". "E come Rachmaninov", aggiunsi senza
pensarci. "Non confondiamo i valori", mi ful
minò la Boulanger alzando il braccio destro.
Non replicai. Credo però che fosse sbagliato
paragonare Lipatti a Busoni, e a Rachmani
nov, e magari a Bartók, grandi pianisti che in
quanto compositori si erano forgiati un loro
stile e che in quello, a ragione o a torto, iscri
vevano, vorrei dire "arruolavano" tutti gli altri
autori che interpretavano. Lipatti era un com
positore competente ma non in possesso di
un forte stile individuale, e quindi non proiet
tava la sua ombra sugli autori interpretati. Ma chiano la loro piena maturità. Le incisioni di
capiva bene i meccanismi nascosti del com Lipatti non ci bastano. Egli morì a trentatré
porre, e di quelli andava in cerca ed alla loro anni: non era come Mozart o come Schubert,
resa mirava innanzitutto. Era un impegno era piuttosto come Beethoven. Non rimpian
meditativo e profondo, e un uomo serio e an giamo nulla di ciò che Mozart e Schubert non
gelico intorno al quale si creò ben presto una scrissero. Ma se Beethoven fosse morto a tren
leggenda ma che secondo me, morendo a tatré anni non avremmo i Concerti n. 4 en. 5
trentatré anni, non ebbe il tempo di sviluppar per pianoforte e il Concerto per violino,
si interamente. L'evoluzione della cultura ne avremmo gli abbozzi dell'Eroica e non avrem
gli anni cinquanta e sessanta avrebbe sicura mo le sinfonie dalla Quarta alla Nona, non
mente provocato in lui ripensamenti e apertu avremmo la maggior parte dei Quartetti e
re nuove. Benedetti Michelangeli suonò i quasi una metà delle sonate per pianoforte.
Concerti di Schumann e di Grieg per più di Avremmo la Sonata a Kreutzer, che ci darebbe
cinquantanni, rivedendoli, ritoccandoli, ri la misura del suo ingegno, ma non avremmo
pensandoli in modo non marginale e lascian Beethoven. Ed io credo che non abbiamo Li-
doci del primo nove esecuzioni registrate dal patti. In ciò che di lui come interprete ci è ri
1942 al 1992 e quattro del secondo dal 1942 al masto c'è qualcosa di assolutamente compiu
1973 (e una quinta, del 1992, verrà prima o to, di perfetto, e c'è qualcosa che è come la
poi pubblicata). Di Lipatti abbiamo una sola promessa di ciò che avrebbe potuto essere e
esecuzione del Concerto di Grieg e due del non fu. La leggenda che intorno a Lipatti si
Concerto di Schumann, la seconda delle quali era creata dopo la sua immatura scomparsa è
risalente all'anno della morte. Cortot incise il oggi svanita, e non credo che il cinquantena
Concerto di Schumann quando aveva passato rio della morte varrà nel Duemila a farla rifio
i cinquantanni, Backhaus incise il Concerto di rire. Al suo posto potrà fiorire il rimpianto
Grieg quando aveva passato i cinquantanni. non solo per una vita troncata ma per un'arte
E le loro incisioni ci bastano, perché rispec che non potè arrivare al suo compimento. ^
7
DINU LIPATTI
FRA MITO E REAUTÀ
di Marco Vincenzi
10
^ "T" 1 2 dicembre del 1950 si spegneva a Il discorso su Lipatti è invece profonda-
Chêne-Bourg, nei pressi di Ginevra, mente diverso: il mito sorto attorno a lui
JL Dinu Lipatti: già considerato - in vita non ha semplicemente ingigantito un aspet
- fra gli interpreti più rappresentativi del to comunque predominante della sua perso
suo tempo, dopo la morte sarebbe diventato nalità, ma ne ha drasticamente eliminato al
un punto di riferimento nella storia del pia tri, che fanno del romeno uno dei pianisti
nismo, una sorta di mito. Gli ingredienti ba più completi della prima metà del Novecen
se del mito, in effetti, c'erano tutti: le altissi to. In altre parole, il quadro raffigurante Li-
me qualità dell'artista, la sua fine prematura patti assomiglia troppo spesso ad un'oleo
(trentatreenne, consumato da una forma di grafia, che taglia fuori dalla sua cornice pro
leucemia), la sottile coincidenza fra gli ulti prio gli elementi di maggior interesse e at
mi anni della sua carriera e i primi dell'in tualità dell'interprete. Ad onor del vero, fa
dustria discografica, la provenienza da una eccezione l'esegetica pubblicata nel Paese
nazione culturalmente ancora lontana come natale, dove certo il materiale a disposizione
la Romania, l'amicizia e l'assoluta stima degli studiosi è più vasto, ma dove - co
espressa nelle occasioni più diverse (e non munque - Dinu Lipatti è sempre stato consi
soltanto postume) da alcuni fra i maggiori derato un musicista tout court, una specie di
musicisti del secolo fra cui Fischer, Clara secondo Enescu. È possibile che un po' di
Haskil, Schnabel, Ansermet, Karajan, Tosca nazionalismo giochi la sua parte, ma non mi
nini, Dukas, Enescu, Stravinski] e molti altri risulta che per altri grandi pianisti romeni
ancora. Questo mito, però, cristallizzò fino come Clara Haskil o, più recentemente, Ra-
dal suo stesso sorgere - ossia dai primi anni du Lupu le categorie usate in patria esulino
Cinquanta - un'immagine di Lipatti tanto da quelle legate all'interpretazione, mentre -
caratterizzata quanto fortemente limitativa: per Lipatti - lo strumentista e il compositore
la maggior parte dei numerosi articoli a lui sono sempre stati visti, correttamente, in pa
dedicati ne trascura la fondamentale attività rallelo.
di compositore e ne riduce la statura d'inter Scopo di queste righe per i lettori di Sympho-
prete sostanzialmente a quella di un minia nia è proprio una specie di restauro del ri
turista, oltre a narrarne la biografia in termi tratto a figura intera del musicista: soltanto
ni troppo agiografici. così si potranno cogliere con chiarezza i det
L'esagerazione, mi si obietterà, è inscindibile tagli del medaglione, ossia del pianista. Co-
dalla leggenda, quando questa si forma: per minceremo col ripercorrerne assieme la vita,
limitarsi ai pianisti, basti pensare a Glenn sottolineando l'apertura musicale di Lipatti
Gould, troppo spesso descritto più come fino dagli anni della sua formazione. Ci oc
somma di tratti originali che come artista cuperemo poi dell'attività compositiva e dei
d'imponente personalità. Nel caso del cana princìpi interpretativi espressi dallo stesso
dese, però, sebbene la componente leggen Lipatti, per arrivare ai programmi eseguiti
daria ne abbia evidenziato l'eccentricità, va in concerto e, in ultimo, al lascito discografi
osservato che tale eccentricità viene peraltro co: a questo punto sarà determinante - per
rivendicata - in una certa accezione - da una giusta inquadratura del pianismo lipat-
Gould stesso nei suoi scritti, come parte in tiano - rendersi conto che le registrazioni so
tegrante del suo modo di intendere la musi no soltanto la punta dell'iceberg di un reper
ca; inoltre le testimonianze sul suo stile di torio ben più vasto, articolato e in costante
vita concordano nel delincarne una figura di allargamento. L'importante, in questo cam
cui un particolarissimo individualismo era, mino, è non perdere mai di vista l'unitarietà
in effetti, costitutivo. Per citare un solo del pensiero di Lipatti, per il quale interpre
esempio, il celebre episodio in cui Leonard tare e comporre (o, per un breve periodo, in
Bernstein esprime in pubblico il proprio dis segnare) erano soltanto angolature differenti
senso dalla visione interpretativa di Gould - attraverso cui vedere la musica.
! prima di eseguire con lui il Primo Concerto di E la musica, del resto, si respirava nella fa
Brahms - è addirittura documentata nella miglia Lipatti anche prima della nascita di
registrazione del Concerto stesso: la parte en Dinu, avvenuta a Bucarest il 19 marzo 1917:
fatizzata della leggenda gouldiana, dopo il padre Theodor, diplomatico di professio
^ tutto, si alimenta anche di fatti concreti. ne, era comunque un appassionato violi- ^
11
cale completa. L'attenzione familiare, in-
fatti, non era concentrata soltanto sulle doti
strumentali del bambino, tanto è vero che il
maestro prescelto non fu un pianista, bensì
un compositore, Mihaii Jora. Dopo un trien
nio di strumento, solfeggio e armonia, fu lo
stesso Jora ad indicare Florica Musicescu,
per continuare lo studio del pianoforte; ad
undici anni, così, il ragazzo venne ammesso
all'Accademia reale di musica e arte dram
matica, nelle classi di Jora e della Musicescu.
Nel 1932, il quindicenne Lipatti terminava il
corso di armonia e contrappunto con Jora,
quello di musica da camera con Dimitrie Di-
nicu e Mihail Andricu e quello di pianoforte
con la Musicescu, ottenendo il diploma - e
l'ambito Premio Paul Ciuntu - in soli quattro
anni in luogo dei sette previsti allora. La di
nista (e aveva studiato con ottimi maestri, rezione dell'Accademia lo fece debuttare al
fra cui Flesch e perfino Sarasate), mentre la Teatro Lirico, come solista nel Primo Concerto
madre Anna Racoviceanu suonava bene il di Chopin (che doveva diventare, assieme al
pianoforte. A casa c'era una notevole colle Primo di Liszt, il lavoro con orchestra più
zione di strumenti ad arco e frequenti erano eseguito da Lipatti nel corso della sua carrie
le serate cameristiche: insomma, all'arrivo ra, dopo il proprio Concertino in stile classico).
del primogenito, suonare ed ascoltare face Allo stesso tempo, Dinu approfondiva la
vano parte della vita quotidiana, e Dinu co strumentazione con Jora e presentava una
minciò ad avvicinarsi alla tastiera con la sua Sonata per pianoforte al Concorso intito
stessa naturalezza con cui un bambino fami lato ad Enescu, ottenendo una menzione.
liarizza con il proprio ambiente. Nei due vo L'anno dopo, la sua Sonatina per violino e
lumi di memorie materne c'è senz'altro pianoforte fu giudicata degna del Secondo
troppa retorica in merito a quest'iniziazione, Premio allo stesso Concorso: si tratta della
ma è indubbio che nell 'entourage borghese prima composizione dove l'uso del folklore
dei Lipatti, la musica giocasse un ruolo di nazionale è evidente, e la padronanza della
tutto rispetto. forma rilevante. La commissione, tuttavia,
Se poi sia proprio autentico il resoconto del non volle assegnare il massimo riconosci
bimbo di quattro anni che - sulle ginocchia mento: il regolamento, infatti, prevedeva
della mamma - impara in una settimana il che l'eventuale vincitore facesse parte della
primo Preludio del Clavicembalo ben giuria nell'edizione successiva e questo di
temperato, per fare una sorpresa al papà (il ritto sembrava forse troppo gravoso per un
quale era solito suonare tutte le mattine YA- sedicenne.
ve Maria di Bach-Gounod, accompagnato Fu un altra, però, l'occasione in cui il Secon
dalla moglie), è abbastanza secondario: im do Premio attribuito a Lipatti parve troppo
portante, invece, è notare come l'evidente poco, perlomeno ad Alfred Cortot: sempre
facilità d'apprendimento del figlio sia stata nel 1933, il giovane romeno partecipò al
subito colta dai genitori. Questi, da un lato, Concorso internazionale di Vienna, dove la
non seppero rinunciare ad enfatizzare il suo giuria gli preferì il polacco Boleslav Kohn. A
talento nascente e vollero come padrino di questo punto, mito e realtà si confondono: il
battesimo nientemeno che George Enescu mito sostiene che Cortot abbandonasse
(la celebre foto che ritrae assieme padrino e ostentatamente la commissione (formata,
figlioccio fu poi esposta nella vetrina di un peraltro, da musicisti del calibro di
negozio di musica, destando la comprensi Backhaus, Sauer, Weingartner e presieduta
bile irritazione di Enescu); dall'altro, quan da Clemens Kraus) e la realtà non ha testi
do Dinu aveva otto anni, cercarono l'inse- monianze da opporre a quelle della madre
gnante migliore per un'educazione musi del pianista. Certo è che Cortot abbia *
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espresso pubblicamente il proprio dissenso; intemazionale, come quello parigino. A que
altrettanto certo, però, è il giudizio assoluta- sto proposito, un testimone di quegli anni
mente obiettivo di Lipatti sull'avversario quale Antonio Janigro (che conobbe Dinu
"pianista di grande esperienza, calmo e si proprio all'École Normale, stringendo poi
curo". Piuttosto, oggi è curioso osservare co con lui un legame di grande amicizia) mi
me nella stessa serata della premiazione raccontò che Lipatti ripeteva sempre di aver
avesse luogo anche un recital di Cortot e co imparato assai poco (sotto il profilo esclusi
me lo schivo Lipatti - secondo il suo stesso vamente strumentale) da Cortot e che dove
racconto - potesse scegliere di recarsi al con va invece la sua intera formazione pianistica
certo, senza per questo perdere diritto al alla grande scuola di Florica Musicescu. Pri
premio conquistato. ma di partire per Parigi, comunque, Lipatti
Da Vienna, Lipatti ritornò a Bucarest con il ottenne il Primo Premio al Concorso di com
riconoscimento del concorso, ma - ancora di posizione George Enescu del 1934 con la
più - con la consapevolezza di dover prose Suite sinfonica Satrarii, basata sul folklore
guire la propria formazione all'estero. Cor- musicale zingaro; tre anni dopo, la stessa
tot in persona lo aveva invitato a seguire i Suite - diretta da Enescu a Parigi - avrebbe
suoi corsi all'École Normale de Musique, ottenuto anche la Medaglia d'argento della
per offrirgli la possibilità di uscire dal suo Repubblica francese.
x Paese e inserirsi in un ambiente musicale Lasciata Bucarest assieme alla madre e al ^
13
fratello Valentin, Dinu venne ammesso al- La permanenza in Francia dal 1934 al 1939
l'École Normale nelle classi di Paul Dukas e (interrotta da un breve rientro in Romania
di Alfred Cortot (quest'ultimo sostituito da nel 1936 e da rapide tournées in Svizzera e
Yvonne Lefébure, durante le numerose in Italia) lasciò forse la sua traccia più evi
tournées). Nel 1935, dopo nemmeno un an dente sull'orientamento stilistico delle com
no da quando Lipatti studiava con lui, posizioni lipattiane di quel periodo, tenden
Dukas - già ammalato da tempo - morì: e fu zialmente improntate al gusto neoclassico: il
in occasione del concerto commemorativo Concertino in stile classico per pianoforte e or
organizzato dalla scuola che Lipatti suonò chestra da camera o la Sinfonia concertante
per la prima volta in pubblico il Corale per due pianoforti e archi ne rappresentano
BWV 147 Jesus bleibet meine Freude di Bach senza dubbio gli esiti maggiori. Anche dal
trascritto da Myra Hess, destinato a diventa punto di vista degli incontri, però, gli anni
re in seguito uno dei brani leggendari del parigini furono certamente formativi per un
suo repertorio. La cattedra di composizione giovane proveniente da un Paese ancora iso
di Dukas venne affidata a Nadia Boulanger, lato: fu nei salotti della capitale francese
che doveva rappresentare per Dinu una spe (primo fra tutti quello della principessa di
cie di Musicescu francese. Diviso fra la ta Polignac), che Dinu conobbe - fra gli altri -
stiera e il tavolino, Lipatti scriveva a Jora: Honegger, Ibert, Schmitt, Fischer e Clara
"Cortot [che lo aveva inserito in una com Haskil, con la quale si legherà di intensa
missione d'esame per dimostrargli la sua amicizia. All'École Normale, nel frattempo,
stima, n.d.a.] mi ha presentato ai colleghi Lipatti completava il proprio perfeziona
della giuria, dicendo: "Suona come Ho mento, seguendo i corsi di Stravinskij per la
rowitz e sarà uno dei più grandi pianisti di composizione, Alexanian e Münch per la di
domani." (Povero Horowitz, come si arrab rezione d'orchestra, mentre l'antico rappor
bierebbe, se sentisse!!!)", concludendo però to con Enescu, anch'egli attivo a Parigi come
con le parole: "Ancora il pianoforte, dovun compositore e violinista, maturava attraver
que il pianoforte! Certe volte, mi dispiace so numerosi concerti tenuti assieme.
proprio di essere un pianista!..." Ma quan Quando Dinu ritornò in Romania nel 1939,
do la Boulanger gli consigliava di dedicare era ormai un artista stimato, nonostante i
più tempo alla composizione, rispondeva: suoi ventidue anni. La collaborazione con
"Lo so, ma non posso proprio staccarmi dal- Enescu, in patria, gli guadagnò ulteriori
la tastiera. L'amo troppo!" consensi, mentre la sua vena creativa in- ^
14
y nestava il mai sopito interesse per la mu nominato il loro duo, si sarebbe infine ce-
sica popolare con le nuove acquisizioni for mentato nel matrimonio. Oltre alla prima
mali di derivazione neoclassica: il primo ri serie di Danze romene, Dinu dedicò a Made
sultato notevole, in questo campo, è il Con leine anche quello che è forse il più comples
certo per organo e pianoforte, una delle sue so dei suoi lavori per pianoforte, la Fantasia,
opere più elaborate ed originali. L'interesse seguita poco dopo dalla Sonatina per la mano
per le tastiere accoppiate continuava, indu sinistra: si tratta, in entrambi i casi, di brani
cendo Lipatti a comporre due serie di Danze dove il rinnovato uso del folklore si sposa
romene e una Suite per due pianoforti; già a con una particolare limpidezza della costru
Parigi, Dinu aveva eseguito in duo con Cla zione. L'attività pianistica di Lipatti, nei pri
ra Haskil il Concerto K 365 di Mozart e la mi anni '40, si espandeva in tutta Europa:
propria Sinfonia concertante. A Bucarest, ebbe nonostante la devastazione bellica, Dinu
invece occasione di suonare con Madeleine suonò fra l'altro a Berlino, Bratislava, Colo
Cantacuzène (moglie di un ingegnere, in ca nia, Dresda, Francoforte, Kassel, Linz, Pra
sa del quale si svolgevano frequenti serate ga, Roma e Vienna, con crescente successo.
musicali): anche Madeleine aveva studiato Nel 1943, Lipatti partì per una tournée che
j con la Musicescu e un po' con Cortot, ed era avrebbe dovuto portarlo in Svezia, Finlan
quindi naturale che i due pianisti si trovas dia, Germania e Svizzera, per poi rientrare a
sero in sintonia, Bucarest. I programmi prevedevano anche
j La sintonia musicale, però, era destinata a diversi concerti per due pianoforti: quale
trasformarsi in un sentimento ben più forte, opportunità migliore per l'ensemble Dino-
Î malgrado Madeleine fosse sposata e avesse Made? Arrivati a Ginevra, Lipatti e Madelei
nove anni più di Dinu: "l'ensemble Dirio- ne decisero di stabilirvisi definitivamente: in
Made", come all'inizio Lipatti aveva sopran Romania non sarebbero più tornati.
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«
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j v
LA REALTÀ OLTRE IL MITO
d i Marco Vincenzi
18
J Terzo Concerto di Bartok. "Sono stato con- d'incontro fra l'armonia francese e il folk-
tattato da Ansermet - scriveva Lipatti a Flo- lore romeno: l'equilibrio, però, è ancora in
rica Musicescu - per tenere a battesimo l'ul- stabile. Con il Concertino in stile classico dello
! timo Concerto di Bartók, un'autentica mera stesso anno, invece, l'obiettivo insito nel tito
viglia (...). Non riesco a dirvi quanto la sua lo è raggiunto: Lipatti si è convertito alla ten
sonorità si avvicini a quella della musica ro denza dominante degli anni '30. L'ombra del
mena. L'ho letto con emozione e ho accettato lo Stravinski] neoclassico si stende sul Concer
la proposta con entusiasmo. Sono sicuro di tino lipattiano, che resta tuttavia un'opera di
non sbagliarmi se considero Bartók il solo e squisita fattura e di innegabile charme: nel
davvero grande, grandissimo compositore 1936, in effetti, non soltanto Lipatti avrebbe
della nostra epoca." eseguito il Capriccio stravinskijano, ma sareb
Da queste parole si può dedurre, in primo be stato incoraggiato dallo stesso Stravinski]
luogo, l'evidente prestigio internazionale a "continuare in quella direzione", anche co
raggiunto da Lipatti; la prima assoluta del me compositore. Prima di ritornare a Bucare
Terzo di Bartók era avvenuta a Philadelphia st, Lipatti seguì questo consiglio, lavorando
nel 1946 e il solista - che avrebbe dovuto es ad una Toccata per fiati ad archi (rimasta in
sere Ditta Pàsztory Bartók - era stato compiuta) e terminando la Sinfonia concertan
Gyórgy Sandor, allievo del compositore. Li- te, forse la sua opera d'ispirazione neoclassica
patti, dunque, era considerato in Europa un più ambiziosa.
pianista di pari affidabilità della moglie di Le composizioni più personali di Lipatti,
Bartók, o di uno degli strumentisti a lui più
vicini; non era quindi ritenuto il raffinato
cesellatore chopiniano tramandatoci dal mi
to, ma un musicista all'altezza di accostarsi
autorevolmente al supremo testamento
bartókiano. In secondo luogo, l'ammirazio
ne espressa per Bartók aiuta a comprendere
I quanto il compositore Lipatti fosse sempre
dietro le spalle dell'interprete, più ancora
quando si trattava di musica contempora
nea. Un accenno all'estetica creativa lipat-
tiana può far capire meglio perché egli si
trovasse così in sintonia con Bartók (e anche
perché, comunque, suonasse volentieri ope
re d'impronta neoclassica, o di scuola fran
cese, come quelle citate finora). Vedremo
poi come la personalità creativa di Lipatti
affiori un po' in tutte le sue esecuzioni, sen
za stravolgere i testi, bensì presentandoli
con la chiarezza di chi li sa leggere anche
dall'interno.
Il catalogo lipattiano comprende circa una
trentina di lavori originali, ai quali si devono
aggiungere diverse trascrizioni e cadenze.
Nelle composizioni scritte prima del periodo
francese - come, quindi, la Sonatina per violi
no e pianoforte e la Suite sinfonica Satrarii - ■V. *• '
l'autore innesta un certo numero di motivi
popolari su strutture derivate dalla tradizio
ne, ma senza che si stabilisca una vera dialet
tica fra il melos e la forma utilizzata. Gli anni
trascorsi a Parigi (1934 - 1939) sono determi
nanti per l'evoluzione stilistica di Lipatti, che
si trova qui a diretto contatto con alcuni fra i
fermenti più vivi della musica europea di
quell'epoca. Nel 1936 egli termina una Fanta-
L sia per trio, che sembra cercare un punto
1---------- ----------------------------------------
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però, sono quelle successive al suo rientro in Lipatti sapesse valutarne lucidamente il ma
Romania e quelle ultimate in Svizzera: in ma gistero, alla luce della sua stessa parabola
niera diversa, nel Concerto per organo e pia creativa. Si può osservare, infatti, come l'ap
noforte (1939), nelle Tre Danze romene per pia profondimento del repertorio novecentesco
noforte e orchestra (1945) e nell'Aubade (1949) lipattiano proceda in parallelo con il suo
per quartetto a fiati, si trova un raro equili cammino di compositore: inizia a suonare
brio fra il nitore della forma e l'autonomia del Enescu ed altri autori romeni già da ragazzo,
linguaggio. Ad esempio, nel Risoluto conclu propone Stravinski] quando è in piena sinto
sivo del Concerto, così come nella 3a Danza e nia col neoclassicismo ed esegue Ravel, Mar
nello Scherzo finale dell 'Aubade, Lipatti fonde tin e Bartók negli ultimi anni di carriera. L'e
sonata, fuga e variazione con una perizia che sclusione dal proprio repertorio di autori do
- a tratti - può ricordare il primo Bartók, decafonici, così come quella di pianisti-com
mentre le citazioni popolari delle opere gio positori russi come Scriabin, Rachmaninov o
vanili hanno ormai assunto una fisionomia Prokofiev, non è un sintomo di arretratezza
più precisa, catalizzando anche la condotta culturale, ma rispecchia un preciso orienta
armonica con estrema coerenza. Partito dal mento del musicista. Per questo motivo, è
folklore, insomma, Lipatti vi ritorna: e se la importante inquadrare la figura intera di Li-
scelta iniziale può essere stata in qualche mo patti: diversamente, il mezzobusto aureolato
do indotta dall'influenza di Enescu e Jora, offertoci dal mito rende difficile capire per
quella finale è certamente frutto di profonda ché un artista della sua levatura suonasse
convinzione. La padronanza costruttiva degli Bartók piuttosto che Schönberg.
ultimi anni, acquisita attraverso il contatto Per concludere il discorso sul Terzo di
con Dukas e Nadia Boulanger, permette a Li- Bartók, bisogna aggiungere che ne è stata
patti di calibrare adeguatamente gli altri pa registrata un'esecuzione, con Lipatti al pia
rametri (armonia, contrappunto, forma, stru noforte: purtroppo però, fino ad oggi, è sta
mentazione) alla melodia e al ritmo popolare. ta autorizzata la pubblicazione del solo se
Tornando quindi a Bartók, si capisce come condo movimento ed è un vero peccato,
................................... ............. r
20
J perché l'ascolto di tutto il Concerto - ol-
tre a restituire una delle più toccanti inter
pretazioni lipattiane - è illuminante per in
travederne una possibile relazione con
quello di Grieg, così lontano eppure così
avvicinabile per la presenza del folklore.
! Personalmente, arriverei a supporre che la
validità dell'impostazione interpretativa li-
i pattiana del Concerto di Grieg - che ne fa
! passare in secondo piano la fragile architet
tura - possa essere messa in relazione col
melos popolare, focalizzato dal solista come
perno di tutto il lavoro: il Concerto di Grieg,
in effetti, assume sotto le dita di Lipatti una
grandiosità e una naturalezza davvero uni
che. Non è soltanto nella musica del Nove
cento, o in quella ispirata al folklore, però,
che Lipatti si pone come interprete di ecce
zionale acutezza; un atteggiamento di au-
I tentica chiarificazione nei confronti degli
: autori eseguiti è l'elemento comune di tutta
la sua discografia. Ai suoi allievi, del resto, ^i^ia/ti in comfiaynia c/e/corn/iotiifore d$i/i/i 3 mxov-
ripeteva continuamente: "Non servitevi
I della musica: servitela voi!"
"Non dobbiamo mai dimenticare che la ve re di fronte a questo testo, la nostra fede, il
ra e grande musica oltrepassa il suo tempo - nostro vangelo."
scriveva Lipatti nel 1950 -(...). E quindi, vo- Il senso complessivo delle parole di Lipatti è
! lerle restituire il suo quadro d'epoca, signifi la fedeltà allo spirito della musica, piuttosto
ca voler vestire un adulto in abiti da adole- che alla sua lettera: una partitura ha bisogno
I scente. Quest'operazione può avere un fa dell'interprete per poter vivere nel presente,
scino se si propone una ricostruzione stori rievocando in chi ascolta la stessa emozione
ca, altrimenti non potrà e non dovrà interes provata del compositore. Diversamente da
sare altro che gli amatori di foglie morte o i Busoni, però, Lipatti sottolinea che non si de
collezionisti di pipe vecchie (...). La musica ve mai tradire il testo, nemmeno con l'inten
I deve vivere sotto le nostre dita, sotto i nostri zione di adeguarlo meglio alle risorse degli
i occhi, nel nostro cuore e nella nostra mente, strumenti moderni: questa posizione - con
con tutto quello che noi possiamo offrirle sapevolmente non filologica - esprime peral
(...) Non accostatevi mai ad una partitura tro una fiducia quasi mistica nella musica:
con gli occhi dei morti o con lo spirito del oggi, ci si rende conto di come tale atteggia
passato, poiché potreste ritrovarvi soltanto mento costituisca uno dei motivi reali - e
con un cranio di Yorick." Probabilmente non legati al mito del pianista morto giovane
senza saperlo, Lipatti riprendeva una tesi - per cui l'arte lipattiana non ha perso nulla
già espressa da Ferruccio Busoni nel 1932, della sua freschezza e della sua attualità. Li-
j quando questi rispondeva ad un critico patti costruiva attentamente i suoi program
I francese, dicendo: "Se crede che io abbia in mi; da compositore, poi, sapeva ripensarli,
tenzione di "modernizzare" le opere che mettendone in evidenza il significato più
suono. Ella parte da un presupposto falso. E profondo. Ecco perché i capolavori risplen
il contrario. Nel ripulirle dalla polvere della dono in tutta la loro perfezione, sotto le sue
tradizione, io cerco di farle "giovani" - tali, mani, ma ecco anche perché certe opere di
quali furono sentite nel momento in cui Liszt, o Grieg, o Enescu escono ravvivate
uscirono dalla testa e dalla penna dell'auto dalla sua interpretazione, senza che vengano
re." Lipatti, però, si pone in una prospettiva commessi arbitrii sui testi originali. Provia
più umile (e, forse, più attuale) aggiungen- mo a ricapitolare il suo repertorio, per fare
I do: “La nostra autentica e sola religione, il qualche esempio più concreto.
nostro unico punto d'appoggio infallibile è Lipatti suonava ventitré Concerti e aveva
il testo scritto. Non dobbiamo mai manca- pronti circa sei programmi di recital diver-
21
J si: l'immagine dell interprete perfezioni- Händel, quattro Sonate di Beethoven, una
sta - che arrivava a rifiutare le scritture se di Mozart e una di Schubert (più due Im
I non aveva abbastanza tempo per prepararsi provvisi dell'op.90), Carnaval e Studi sinfonici
- è dunque un altro mito da sfatare. Ho già e poco altro di Schumann, molto Chopin, po
accennato ai lavori con orchestra, e anche al co Liszt e poco Brahms, qualcosa di Albéniz
fatto che egli proponesse talvolta due Con e Falla, una scelta di Fauré, Debussy, Ravel e
certi nella stessa sera, abbinandoli oculata Poulenc, la Sonata di Stravinsky e quella di
mente: K 466 di Mozart col Capriccio di Stra Bartók, la Sonatina di Casella, due Sonate di
vinsky o col Primo di Liszt, lo stesso Concerto Enescu e parecchia produzione contempora
di Liszt con la Ballade di Martin o con l’An nea romena, fra cui i suoi Notturni, Fantasia e
dante spianato e Grande Polacca brillante di Sonatina per la mano sinistra. I recitals di Li-
Chopin, il Concerto in sol di Ravel col re mino patti erano solitamente ben costruiti attorno
re di Bach-Busoni o col re maggiore di Haydn. alle forme o agli autori: in un programma,
Oltre ai Concerti citati qui e in precedenza, ad esempio, egli metteva quattro Preludi e
Lipatti eseguiva il Doppio in do minore di Ba Fughe del Clavicembalo ben temperato di Bach
ch, il Doppio e il K 271 di Mozart, il Quinto di e la Waldstein di Beethoven nella prima par
Beethoven e il Secondo di Liszt, dei quali - te, seguiti dagli Studi sinfonici di Schumann
purtroppo - non è rimasta alcuna traccia. La e dal Tombeau de Couperin di Ravel nella se
sua discografia con orchestra comprende conda (permettendo così di ascoltare fuga,
soltanto il Concerto in re minore di Bach-Buso sonata, variazione e suite attraverso tre seco
ni, il K 467 di Mozart, Primo di Chopin e Pri li di musica). A volte, Lipatti faceva succede
mo di Liszt (quest'ultimo, peraltro, in condi re una serie di pezzi brevi e molto diversifi
zioni di ascolto molto precarie), i Concerti di cati ad un unico lavoro di ampio respiro; al
I Schumann e Grieg ripubblicati con questo tre volte, dedicava l'intero recital ad un solo
I numero di Symphonia, il solo Adagio religioso autore, che era spesso Chopin.
I del Terzo di Bartók, il Concertino in stile classi L'opera di Chopin costituisce il cuore pul
co e le Tre Danze romene dello stesso Lipatti. sante del repertorio lipattiano, per la quan
Il repertorio solistico lipattiano comprende tità delle opere eseguite (tutti i Preludi op.28,
va qualche composizione di clavicembalisti la Sonata op.58, tre Scherzi, la Ballata op.52,
inglesi, una discreta rappresentanza di Bach due Polacche, la Barcarola, il Rondò op.5, vari
(originale e trascritto) e Scarlatti, una Suite di Studi, Notturni, Mazurche e Valzer), ma so-
22
,_
prattutto per l'altissima qualità interpretati che sono - per l'appunto - "pezzi da salon del
va. Ho già accennato all'elogio pronunciato genere più nobile" (per usare ancora le parole
da Toscanini in merito al Primo Concerto; un di Schumann). Se però si suonano tutti quelli
critico francese, dopo aver ascoltato la Sonata pubblicati in vita da Chopin e il più impor
op.58, scrisse che "aveva sentito Chopin stes tante di quelli postumi, bisogna disporli in
so interpretare la propria Sonata in si minore". un certo ordine, che di solito mantiene intatte
Vorrei soffermarmi qui sui quattordici Valzer le "suites" di due o tre Valzer editi come op.34,
che Lipatti suonava sovente (li scelse anche op.64, op. post.69 e op. post.70. Lipatti, invece,
come conclusione dell'ultimo recital di Be ricrea una disposizione che non è cronologi
sançon, dopo Bach, Mozart e Schubert). I Val ca, né propriamente legata alle tonalità d'im
zer appartengono alla produzione più mon pianto, ma è pensata partendo dal Valzer bril
dana di Chopin; Schumann, recensendo la lante op.34 n°3 (scelto come una specie di ou
pubblicazione dell'op.42, sosteneva che "se verture, probabilmente per la fanfara di ac
l'autore lo suonasse per il ballo, almeno una cordi iniziale), al quale segue il Grande Valzer
buona metà delle danzatrici dovrebbero es op.42, il cui inizio (un lungo trillo sul mi be
sere contesse". Si tratta di dunque di brani molle) ne segue con effettiva naturalezza la
brevi, aristocratici e brillanti, che però non chiusa, e così via. Ogni Valzer che succede ad
formano un ciclo unitario come i Preludi op.28 un altro viene legato con le sue prime note al
o come le due raccolte di Studi op.lOe op.25, e le ultime del precedente, in un rapporto di
nemmeno un ciclo "allargato" come le quat volta in volta armonico, di fioritura melodica
tro Ballate o i quattro Scherzi. o di note comuni fra gli accordi. Non poten
Ebbene, il compositore Lipatti - sempre alle do far ricorso agli esempi musicali, invito chi
spalle dell'interprete e delle sue scelte - non volesse verificare questa tesi ad ascoltare at
soltanto li fa diventare un ciclo organico, ma tentamente i collegamenti fra i quattordici
ne modifica la successione cronologica pro Valzer, la cui concatenazione risulta così mol
prio per farli diventare un ciclo organico. Mi to stimolante ed originale.
spiego: non è scritto da nessuna parte che i Naturalmente, i Valzer sono compresi nella
Valzer di Chopin debbano essere eseguiti se- discografia, come la Sonata, la Barcarola e po
^ guendo l'ordine dei numeri d'opus, visto co altro. Il resto del repertorio solistico in- ^
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ciso è rappresentato da opere di Bach, Scar questo profilo, ricorrendo ancora ai ricordi di
latti, Mozart, Schubert, Liszt, Brahms, Ravel, Antonio Janigro, che considerava Lipatti uno
Enescu e Lipatti: meno di un'ora e mezza di dei più musicisti più completi, incontrati nel
musica, che se da un lato ci ha conservato la corso di tutta la sua vita: il grande violoncel
memoria di un'arte pianistica di eccezionale lista diceva "musicisti" e non "pianisti". E
levatura, dall'altra - nella sua ristrettezza - anche noi, oggi, dovremmo riuscire a veder
ha alimentato il mito di un pianista sempre ne la figura in tutta la sua ricchezza, che è
intento a limare gli stessi pezzi. Manca poi quella di "un uomo interamente dominato
quasi interamente una documentazione del da una sola passione: la musica", come lo
l'attività cameristica di Lipatti (che suonava descriveva il fratello Valentin. Continuando
in duo pianistico, col violino e col violoncello ad ascoltare le sue esecuzioni, non dimenti
quasi una ventina fra Sonate e Trii), anche se chiamo che esse costituiscono appena una
ciò che resta è di estremo interesse: le Sonate parte dell'eredità di un interprete, che è stato
op.6 e op.25 con Enescu e qualche frammento così mirabile proprio perché non era soltanto
^ di prova con Janigro. E vorrei concludere un interprete mirabile. .
24
y 's
DISCOGRAFIA DI DINU LI PATTI
A cura di Alberto Spano
r
26
cd EMI CDM 566904-2 cd EMI CDH 763038-2
CHOPIN, Sonata No. 3 Op. 58 LISZT, Concerto No. 1 (Orchestre
(1&4/3/47) Suisse Romande/Ansermet)
cd EMI CDH 763038-2 cd Archiphon ARC 112/3
CHOPIN, 14 Valzer (2,3-12/7/50) LISZT, Étude de concert No. 2 La leg
cd EMI CDM 566904-2 gerezza (25/9/47)
CHOPIN, Valzer No. 1, 3-14 (16/9/50) cd Archiphon ARC 112/3
cd EMI 565166-2 LISZT, Étude de concert Gnomenrei
CHOPIN, Valzer No. 2 Op. 34 No. 1 gen (28/4/41)
(24/9/47) cd Archiphon ARC 112/3
cd APR 5509 MOZART, Concerto No. 21 KV 467
ENESCU, Presto vivace dalla Sonata (Lucerne Festival Orchestra/Karajan,
No. 1 Op. 24 (25/6/36) 23/8/50)
cd Archiphon ARCI 12/3 cd EMI 769792-2
ENESCU, Sonata No. 3 Op. 24 No. 3 MOZART, Sonata No. 8 KV 310
(18/10/43) (10/7/50)
cd EMI CDH 763038-2 cd EMI 7243 566988-2
ENESCU, Sonata per violino e pia MOZART, Sonata No. 8 KV 310
noforte No. 2 Op. 6 (G. Enescu vl, (16/9/50)
13/3/43) cd EMI 565166-2
cd Philips 426100-2 RAVEL, Alborada del gracioso da:
ENESCU, Sonata per vi e pfN o. 2 Op. Miroirs (17/4/48)
6 (G. Enescu vl, 11/3/43) cd EMI CDH 763038-2
cd Philips 426100-2 RAVEL, Pièce en forme de Habanera
ENESCU, Bourrée dalla Suite No. 2 (Antonio Janigro vc, 24/5/47)
Op. 10 (2/3/43) cd Archiphon ARCI 12/3
cd Dante HPC091/2 RIMSKY-KORSAKOV, Il volo del
FAURE, Après un rêve Op. 7 No. 1 calabrone (A. Janigro vc, 24/5/47)
(Antonio Janigro vc, 24/5/47) cd Archiphon ARC 112/3
cd Archiphon ARCI 12/3 SCARLATTI, Sonata in mi maggiore
GRIEG, Concerto Op. 16 (Philharmo- K 380 (2719147)
nia/Galliera, 18-19/9/47) cd EMI 7243 566988-2
cd EMI CDH 763497-2 SCARLATTI, Sonata in sol maggiore
LIPATTI, Concertino en style classi K 14(21/4/41)
que Op. 3 (Orchestra da Camera di Ber- cd Archiphon ARCI 12/3
lino/Benda, 14/1/43) SCARLATTI, Sonata in re minore K 9
cd Philips 426100-2 (27/9/47)
LIPATTI, Concertino en style classi cd EMI 7243 566988-2
que Op. 3 (Orchestra e direttore scono SCHUBERT, Impromptus D 899 No.
sciuti, 1948) 2,3 (16/9/50)
cd Archiphon ARC 112/3 cd EMI 7243 566988-2
LIPATTI, Danze rumene per piano e SCHUMANN, Concerto Op. 54
orchestra (Orchestre Suisse Roman- (Philharmonia/Karajan, 9-10/4/48)
de/Ansermet, 10/10/45) cd EMI 769792-2
cd Archiphon ARC 112/3 SCHUMANN, Concerto Op. 54 (Or
LIPATTI, Sonatina per la mano sini chestre Suisse Romande/Ansermet,
stra (4/3/1943) 22/2/50)
cd Philips 426100-2 cd DECCA 425968-2
LISZT, Sonetto del Petrarca No. 104 SCHUMANN, No. 9 da: Études
(24/9/47) Symphoniques Op. 13 (21/4/41)
s.______ r
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....................................................... - ............................... — --V
28
J ciò, egli modificò l'equilibrio interno della virtuosismo e brillantezza.
struttura storica del concerto, adottandolo, Fu proprio Schumann ad identificare per la
nella sua forma esteriore, ma attuandone al prima volta il significato culturale di quelle
suo interno una enorme espansione a livello che sono note come Scuole nazionali, quan
concettuale ed espressivo. do scrive "sembra che le nazioni confinanti
L'originalità formale del Concerto in La mi con la Germania vogliano emanciparsi dal
nore op. 54 viene sottolineata dallo stesso dominio della musica tedesca: ciò forse po
autore che scriveva a Clara: "Quanto al trà dispiacere a un teutomane, ma al pensa
Concerto, ti ho già detto che si tratta di un tore dall'occhio acuto e al conoscitore dell'u
che di mezzo tra sinfonia, concerto e grande manità parrà invece una cosa naturale e da
sonata. Mi rendo conto che non posso scri rallegrarsene".
vere un concerto da virtuoso e che devo mi E non a caso, proprio a Lipsia andò a studiare
rare a qualcos'altro." pianoforte e composizione nel 1853 il giovane
In questo senso ci spieghiamo perché la vi Grieg dalla natia Norvegia. A Lipsia aveva la
cenda compositiva di questa pagina celeber vorato Schumann, passava Liszt, aleggiava lo
rima sia stata così travagliata: il primo movi spirito di Bach, insegnava Moscheles. E que
mento infatti era già pronto nel 1841, come sta storia culturale, oltre che l'insegnamento
una autonoma Fantasia per pianoforte e or impregnato di tradizione, peseranno, volente
chestra. Esso fu poi rielaborato in un secon o nolente sul giovane norvegese quando que
do tempo e completato con la composizione sti, compiuti i suoi studi, deciderà di recarsi
del secondo e del terzo movimento; in que nel 1863 a Copenaghen, per iniziare la carrie
sta veste il Concerto vide la luce nel 1845, ra di musicista.
quando fu eseguito il 4 dicembre a Dresda Nella capitale danese però scopre un altro
con Clara alla tastiera. mondo e, dopo l'incontro col nazionalista
Questa lunga e laboriosa gestazione, tuttavia, Gade, assieme a Nordaak e Horremann, fon
non ha nuociuto alla omogeneità e alla unità da il gruppo 'Euterpe' con lo scopo statutario
strutturale e tematica della composizione: ciò di opporsi all'influsso della cultura tedesca
che si nota infatti immediatamente è la quasi su quella dei paesi del Nord. "Ai miei sguar
monotematicità dei tre tempi, legati da una di attoniti si rivelò un mondo di bellezze che
serie di idee comuni, secondo un concetto di le gioie di Lipsia mi avevano nascosto. Pa
associazione, reminiscenza, analogia, ciclicità droneggiavo con la più grande facilità tut-
che sarà preludio all'apertura totale tra un
movimento e l'altro che caratterizza, ad esem
pio, il sonatismo lisztiano.
Il primo movimento è senz'altro quello
strutturalmente più complesso, oltre che il
più ampio per proporzioni; è concepito in
forma-sonata, anche se nel suo interno gli
elementi sono disposti in modo del tutto
nuovo. L'attacco è un gesto volitivo del soli
sta, ma subito dopo l'atmosfera si placa in
una dolce cantabilità. Lo stesso sviluppo
perde il suo tradizionale carattere di elabo
razione tematica per assumere quello di una
fantasia cui aggiunge atmosfera l'uso dei fia
ti solisti (soprattutto del clarinetto in la) che
dialogano col pianoforte.
L'Intermezzo è un dolcissimo Lied tripartito
nel quale il pianoforte e strumenti solisti
(violoncello, clarinetto e fagotto) dialogano
in un clima di "novelletta". Infine l'ultimo
tempo, il Rondò, è forse quello più legato ad ìff/u/<//■</ (
una concezione tradizionale: in esso si sposa- fo /io c/i % . h efewum)
k, no mirabilmente propulsione, energia.
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criwmanm
j / i o / e r / e ì f /<ty<t r ^~fc/t
te le difficoltà che a Lipsia mi erano parse quello del norvegese è frammentario, aperto,
insormontabili. Non fui affatto sconcertato lontano da ogni concezione costruttivistica,
dai rimproveri che all'inizio si fecero alla formato quasi da una serie di frammenti che
mia musica di essere strana", scriveva in cercano di condensarsi in una struttura più
quegli anni esaltati il poco più che venten ampia, in questo aprendo la strada al Grieg
ne compositore. più grande, quello, per non restare che al pia
Ed è a Copenaghen che viene composto il noforte, dei Pezzi Lirici.
Concerto in La minore op. 16 che rappresenta Il Concerto, come accennato, si apre come
quindi uno spartiacque, o meglio il punto di quello di Schumann con un gesto rude e qua
svolta di un compositore che ha ormai chiari i si eroico, per smorzarsi subito nei languidi
suoi obiettivi me che è ancora legato struttu accenti cantabili che alternano caratteri diver
ralmente ad una tradizione da cui, a venticin si. Anche la parte centrale del primo tempo
que anni, inevitabilmente, non ha ancora del non propone uno sviluppo, ma variazioni de
tutto il coraggio di staccarsi. gli spunti tematici, mentre la grande cadenza,
Pervaso dallo spirito eroico-romantico il con che piaceva tanto a Liszt e sulla quale pesa la
certo, strutturalmente, si lega ad un modello mano del compositore ungherese, sembra
nel quale l'unico protagonista è il pianoforte, tornare allo spirito iniziale.
mentre l'orchestra ha essenzialmente una Tonalità delicate, grande poesia, clima da
funzione di colore armonico e timbrico, di so notturno segnano l'Adagio, all'interno del
stegno e di commento. quale, come uno spettro, aleggia il tema del
In questo la pagina potrebbe sembrare vicina l'Introduzione.
a quei modelli di cui abbiamo parlato all'ini L'ultimo movimento è forse quello nel quale
zio e tanto esecrati da Schumann. Invece la maggiormente si sente lo spirito popolare: in
sua originalità è un'altra. esso infatti sembrano alternarsi lo spirito del bi
Ad un ascolto attento, infatti, quanto il con nario hailing e del ternario springar, in una con
certo del tedesco era una compatta (e quasi clusiva kermesse dove l'orchestra sottolinea rit
'k. monotematica) fantasia sinfonica, tanto micamente la felicità sonora conclusiva.
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