MAT Set14

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MAT2020 - Anno II - n°18 - 09/14

GLENN CORNICK
ROSSANA CASALE
NEIL YOUNG
ACTIVE HEED
DAREK BLATTA
LEE NEGIN
Dopo la sosta di estiva (solo un mese!) il team di MAT 2020 realizza un altro episodio
significativo, con una buona varietà di articoli e un’integrazione di nuovi collaboratori.
Il mese di Agosto è finito malissimo per i fans del rock, con la notizia della prematura dipartita
di un mito indiscusso, quel Glenn Cornick, primo bassista dei Jethro Tull, a cui viene dedicata
la copertina del mese ed un fresco ricordo di chi ha avuto la possibilità di incontrarlo.
Johnny Winter è un altro che ci ha lasciato, nel mese di Luglio, e Fabrizio Poggi lo ricorda con
evidente nostalgia.
Rimanendo in tema di rimembranze, dolorose ma dovute, Filipo Casaccia disegna una possibile
MAT 2020 - MusicArTeam racconta... immagine di Bambi Fossati.
Un’assoluta novità è rappresentata dall’angolo Metal, curato da Maurizio Mazzarella, che fa
[email protected]
quindi il suo esordio nel team, evidenziando la musica dei Dark Quarterer.
Angelo De Negri A proposito di novità, siamo alla ricerca di un amante del Jazz, che abbia voglia di dare una
General Manager and Web Designer mano alla causa… che ne dite di un piccolo passaparola?
Parlando della sezione live, da segnalare il racconto dei concerti di Steve Hackett e Neil Young,
Athos Enrile recensioni realizzate da Franco Vassia e Mirco Delfino, penne nobili che MAT2020 spera di
1st Vice General Manager and Chief Editor trattenere ancora per lungo tempo.
Andrea Montaldo è stato invece testimone di un concerto ligure di Jonathan Wilson, e
Massimo ‘Max’ Pacini propone il reportage fotografico.
Rimanendo in tema di performance, d’obbligo sottolineare due eventi che hanno visto
2nd Vice General Manager, Chief Editor and Webmaster
l’impegno organizzativo di MusicArTeam, il concerto savonese dei BIG ONE e quello di Noli
(SV) di Rossana Casale.
Marta Benedetti, Paolo ‘Revo’ Revello Da un po’ di tempo mancava l’angolo dei libri e MAT coglie l’occasione per presentare e
Administration commentare una nuova guida sulla Musica Progressiva - di Stefano Orlando Puracchio - e le
“memorie beatlesiane” di Rita Tunes ed Enrico Pelos.
Web Journalists and photographs: Davide Rossi (Toten Schwan) ha preparato per MAT 2020 un articolo su Darek Blatta e le sue
Fuvio Bava, Filippo Casaccia, Glauco Cartocci, Sergio Cippo, Gianmaria Consiglio, Mirco Del- pitture, ed un altro sul suo braccio destro Werner Swan.
fino, Laura Garbarino, Gianni Leone, Angelo Lucardi, Maurizio Mazzarella, Andrea Montaldo, Interessante l’esordio discografico di Daisy is Dead e il nuovo album degli di Active Heed di
Carlo Pavone, Enrico Pelos, Fabrizio Poggi, Davide Rossi, Mauro Selis, Alberto Sgarlato, Ric- Umberto Pagnini.
cardo Storti, Franco Vassia. Proseguiamo. Gianmaria Consiglio incontra Lee Negin e il direttore Angelo De Negri ricorda
una “Genova che ormai non c’è più”, soffermandosi sul 1984.
I media ci raccontano, con buona periodicità, gli accadimenti del famoso Chelsea Hotel: chi
poteva parlare di esperienze reali se non Gianni Leone, che in quel luogo ha a lungo vissuto?
Fortunatamente c’è chi non molla mai la presa e ripropone con costanza le rubriche storiche:
Alberto Sgarlato svela i suoi segreti, sotto forma di album che hanno lasciato il segno, Mauro
Selis si divide tra la materia psicologica applicata alla musica e il prog… più lontano possibile,
Glauco Cartocci analizza il passato in maniera scientifica, e l’autorevole Riccardo Storti dona
luce alle “sue” perle nascoste.
Molta carne al fuoco dunque, tanta informazione e passione che si riversa sulle pagine del
web magazine e sul blog (http://mat2020.blogspot.it/)
A proposito di quest’ultimo, ad un anno di distanza dalla sua creazione sono state toccate
le 20000 visite, non male per un contenitore aperto ad ogni genere musicale e a qualsiasi
MAT2020 is a trademark of MusicArTeam. novello reporter.
Che altro dire… parlate di noi, possibilmente bene, le sorprese positive non mancheranno!

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MAT2020 - Anno II - n° 18 - 09/14 sommario
Le Rubriche di MAT2020
(click sul titolo per andare alla pagina)
New Millenium Prog Gioielli Nascosti
a cura di Mauro Selis a cura di Riccardo Storti
Immagine di copertina dedicata a GLENN CORNICK, fotografato SUDAMERICA: CILE GOBLIN
da Carlo Pavone. E’ stato il primo bassista dei Jethro Tull e ci ha Psycomusicology A Day in the LIfe
lasciati lo scorso 28 agosto. a cura di Mauro Selis a cura di Angelo De Negri
L’ACCUMULATRICE PATOLOGICA 1 APRILE 1984
Once I wrote some poems Rock ‘n’ Roll Pills
a cura di Alberto Sgarlato a cura di Glauco Cartocci
IN QUESTO NUMERO: IQ - DARK MATTER FU VERA GLORIA?
(click sul titolo per andare alla pagina) Profondo Blues
a cura di Fabrizio Poggi
JOHNNY WINTER
GLENN CORNICK
BIG ONE
MEMORIE BEATLESIANE
DAREK BLATTA
LEE NEGIN
DAISY IS DEAD
ACTIVE HEED
JONATHAN WILSON
CHELSEA HOTEL
UNA GUIDA AL PROG ROCK
DARK QUARTERER
NEIL YOUNG Aiutateci a crescere!
STEVE HACKETT Cliccate qui
WERNER SWAN
BAMBI FOSSATI
Il nuovo Blog di
MAT2020
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INDIMENTICABILE
GLENN CORNICK
di Athos Enrile
foto di Fulvio Bava

Glenn Cornick, 67 anni, bassista originale dei Jethro Tull,


è morto giovedì 28 Agosto, per insufficienza cardiaca,
nella sua casa a Hilo, nelle Hawaii.
Drew Cornick, il figlio maggiore, ha dichiarato che suo
padre era in ottima salute fino a poco prima del decesso.
Ian Anderson sostiene, nel suo sito ufficiale, che Cornick
abbia dato un notevole contributo alla sviluppo dei primi
J.T., nel 1970.
Oltre a suo figlio Drew, Cornick lascia la moglie - Brigitte
Martinez-Cornico di Hilo - la figlia Molly e il figlio minore
Alex.

Un piccolo ricordo personale… A quei tempi subivo ancora


La mia vita è caratterizzata, soprattutto, dalla il fascino - peraltro mai
Musica dei Jethro Tull, che ho più volte definito sopito completamente - del
la colonna sonora della mia giovinezza. “personaggio da vinile”,
Dopo una lunga … pausa, ho ripreso ad cioè una sorta di deferenza
immergermi nel mondo dei miei miti giovanili verso il musicista che
nel 2003, e nel 2006 ho scoperto che un avevo l’abitudine di vedere
grande numero di persone, appassionati e stampato su di una cover
amanti di Ian Anderson e soci, aveva da tempo di un album o su qualche
ruolo attivo all’interno del fan club italiano, giornale, e nella mia testa
denominato ITULLIANS. ancora inaccessibile, come accadeva un
Nel 2006 ho partecipato alla mia prima tempo. “Benefit” in particolare. Molto allegro, giorno presentò il nuovo album, di cui era
Convention, a Novi Ligure, dove quel giorno Alle 15.30 il Teatro era ancora chiuso, ma sempre attento al giovane figlioletto, si entusiasta) e i Jethro Tull.
erano di scena “pezzi grossi”: Ian Anderson, la bella corte dei miracoli, fatta di artisti e dimostrò da subito molto ben disposto verso Tutto nella norma, si potrebbe pensare,
Clive Bunker, John Pugwash Weathers (Gentle fans, era lì dal giorno prima, e girovagava nei i suoi ammiratori. ma per chi come me è molto sensibile nel
Giant), Dave Pegg, Gary Pickford-Hopkins e dintorni Sono queste occasioni di pieno relax per i riconoscere i meriti di chi ha lasciato traccia
Glenn Cornick, tanto per citare gli stranieri. Era aperto un solo bar, quel caldo pomeriggio musicisti, ma lui fu particolarmente affabile. nella storia musicale, certi attimi diventano
Arrivai nel primo pomeriggio, da solo, un di settembre, e seduto nel dehor riconobbi Nel pomeriggio si rese disponibile per le indimenticabili e accompagnano per sempre
pesce fuor d’acqua in mezzo a gente che immediatamente Glenn Cornick. Aveva in foto di rito e gli autografi, e alla sera fu il percorso di vita.
aveva già condiviso molti momenti simili. testa una fascia che mi riportò agli anni’70, protagonista di una fantastica performance Lo rividi in un’occasione simile due anni
trasversale, tra i suoi amati Wild Turkey (quel dopo, ad Alessandria, nel quarantennale che
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propose ben undici musicisti - o ex - dei Jethro.
Glenn era molto… visibile, con una cresta
colorata che non poteva passare inosservata.
Solita grinta e solito modo di incidere sulla
sezione ritmica.
Tra le due Convention Glenn Cornick accettò
di rispondere a qualche domanda, svelando
aspetti curiosi sulle vicende pregresse.
Ecco un piccolo stralcio di quello scambio di
battute.

Quale pensi sia stato in assoluto il miglior


momento dei Jethro Tull?-
Secondo me il periodo migliore é quello dei
“miei” ultimi mesi, quando abbiamo fatto
Benefit e abbiamo suonato alla Carnagie
Hall e alll’Isola di Wight.
La mia uscita é coincisa con la chiusura di
un ciclo e il passaggio dei J.T. da rock & roll
band a gruppo immerso nel grande circo
dello show businnes.

E quale il miglior bassista?


Scusami, ma per la musica dei J.T. nessuno é
stato meglio di me.
Una volta qualcuno mi chiese in quali
canzoni dei Tull avessi suonato e io risposi:
”Se ascoltando una canzone dei J.T. senti il
basso cantare, allora sono io che suono”.

Indimenticabile Glenn Cornick!

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[email protected]
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Sheryl Crown e chissà quanti ne dimentico.
Tutti grandi concerti con un’importante par-
tecipazione, ma a memoria non ricordo nul-
la di simile in termini prettamente numerici,
perché in questa occasione centocinquanta
persone non hanno trovato il biglietto desi-
derato.
Per spiegare, forse, occorre utilizzare le parole
del chitarrista e vocalist Leonardo De Muzio,
che in fase di ringraziamento ha posto l’ac-
cento sui meriti di una musica, e di una band,
che a distanza di quarantacinque anni conti-
nua ad emozionare e a riportare indietro le
lancette del tempo, mettendo d’accordo gio-
vani e maturi. E così la voglia di riascoltare dal
vivo musica incancellabile ha portato al sold
out, così, sulla fiducia, perché erano davvero
pochi quelli che, sino a quel momento, aveva-
no avuto occasione di vedere i Big One su di
un palco, anche se la rete accorcia gli spazi in
maniera decisiva. La band ha mantenuto fede
alla fama e da ieri, anche dalle nostre parti, il
loro nome ha un significato concreto.
Per il secondo anno consecutivo il Lions Club
Savona Torretta, con la collaborazione di Mu-
sicArTeam, organizza un evento a scopo be-
nefico - l’addestramento di un cane guida per
non vedenti - e la prima cosa che emerge è
la capacità organizzativa messa in campo che,
attraverso la qualità della proposta, ha con-
dotto verso un evidente successo che, visto il
fine nobile, è bene rimarcare.
Ma sono tanti i motivi di soddisfazione di una
giornata che ha prodotto molta … “ansia da
30 LUGLIO 2014 meteo”.

The European Pink Floyd Show


E arrivò il giorno dell’esordio ligure per i Big Ho accennato ai numeri, ma dal mio punto di
One, band veronese che percorre in lungo osservazione, alle spalle dell’audience, gli sti-
e in largo la nostra penisola e mezza Euro- moli alla riflessione erano continui; una mu-

I Big One in concerto a Savona


pa mettendo in scena il “The European Pink sica magica, uno spettacolo visuale di effetto,
Floyd Show”. degli artisti sul palco in totale e tacita sintonia
L’occasione giusta si è presentata il 30 Luglio, e complicità con la platea, e poi un fenomeno
di Athos Enrile foto di Angelo Lucardi
a Savona, in quella Fortezza del Priamar che che raramente si vede in questi casi, ovvero
ha visto esibirsi artisti di livello mondiale, da
MusicArTeam ha contribuito alla realizzazione di un concerto nato con Keith Emerson a Steve Hackett, passando per
l’attenzione verso ciò che l’artista propone,
senza la distrazione fornita dalle mille false
un obiettivo nobile e ambizioso: a seguire le motivazioni e i protagonisti Patty Smith, Johnny Winter, John Mayall, Jack necessità, perché ogni interruzione avrebbe
di una serata indimenticabile. Bruce, Manhattan Transfer, Dionne Warwick, potuto significare la rottura di quel filo invi-
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sibile che lega indissolubilmente i musicisti ai Nella lista è rimasto un “colpo inespresso”,
loro “dirimpettai”, cosa che accade quando l’ultimo, quel Run Like Hell che era a porta-
l’atmosfera che si viene a creare è quella giu- ta di mano, ma che è rimasto vittima dell’in-
sta. credulità dei presenti che non hanno sperato
E di tempo a disposizione ce n’è stato parec- nella possibilità di assistere ad un secondo
chio, un lungo set iniziato attorno alla 21.45 bis, dopo una performance così lunga.
e terminato dopo due ore e mezzo, con una Un ensemble rodato, capace di curare i mini-
sosta di pochi minuti. mi dettagli, ha realizzato un viaggio a ritroso
Ma chi sono i Big One? nel tempo che è diventato attualità nel mo-
Oltre al già citato Leonardo De Muzio, tro- mento in cui i tanti giovani presenti hanno
viamo Elio Verga alle chitarre, Claudio Piga- aderito al progetto, diventando il simbolo di
relli e Stefano Righetti alla tastiere, Paolo una Musica che sembra aver perso ogni cata-
Iemmi al basso e canto, Stefano Raimon- logazione temporale.
di alla batteria, a cui si associano Debora Fa- I momenti trascinanti si sono alternati ai più
rina ed Elisa Cipriani ai cori e Marco Scotti ai intimistici e cerebrali sino all’apoteosi di Echo-
sax. es, brano conclusivo prima del bis.
Il repertorio che hanno proposto è trasversa- Un’annotazione particolare per The Great
le e comprende un lungo periodo temporale Gig In The Sky, che non avevo mai visto ese-
che chi conosce il genere riuscirà facilmente a guire a due voci, e che ha sottolineato le qua-
decodificare all’interno della “scaletta” a se- lità canore di Debora Farina ed Elisa Cipriani.
guire: In evidenza anche il fiatista Marco Scotti, pre-
sente episodicamente, in funzione dei brani,
ma per un tempo sufficiente a dimostrare le di buon impegno sociale, possibilmente lavo-
rando con l’dea di ritrovare negli occhi della VIDEO
sue grandi qualità. (click sul titolo per visualizzare il link)
L’opera del factotum Gian Paolo Ferrari è poi gente la soddisfazione piena che si è avvertita
stata determinante per la creazione del valore in questa occasione: certo è che, migliorarsi, SITO WEB
aggiunto, dovuto alla cura di proiezioni ad sarà cosa davvero complicata! (click sul titolo per visualizzare il link)

hoc che hanno catturato l’attenzione del


pubblico, e se qualcuno avesse avuto l’idea
di alzare gli occhi verso l’alto, avrebbe visto
un cielo mutante - in positivo - e importante
componente di quello show che stava andando
in onda in uno dei contesti migliori possibili,
ripreso dal service video di Fulvio Cerulli e
andato in diretta su Yastaradio. Lodevole il
lavoro dei fonici de Il Condor.
Il link al video che ho inserito a fine post sin-
tetizza perfettamente la serata: una parteci-
pazione attiva del pubblico, un po’ di emo-
zione e lecita soddisfazione da parte dei Big
One e… un bis da favola, quel Comfortably
Numb chiamato a gran voce.

Raggiunto un obiettivo si volta pagina e si pen-


sa al successivo, con l’idea di proporre cose
nuove per raggiungere mete “intelligenti” e
12 13
Rock ’n’ Roll Pills Il mio articoletto precedente, riguardante
quelle cinque “morti eccellenti” nel rock ha
avuto un piccolo seguito nel privato. In un
trasgressività che albergava in ciascuno.
E ancora, per alcuni di noi, che – come
appunto dice il mio amico Federico – erano
a cura di GLAUCO “MYSTERY TOUR” CARTOCCI
messaggio e-mail uno dei miei più vecchi e “ammalati di quel sano e naturale desiderio
cari amici mi ricordava che, nell’apprendere di essere differenti dai <grandi>” tali perdite
di quelle morti, di Hendrix o di Morrison, venivano associate anche a un sentimento di

FU VERA
[email protected] oltre allo sgomento e alla tristezza (che Eroismo.
io ho descritto), in noi giovani dell’epoca Nel senso che il Nero Mancino con la
affiorarono altri sentimenti, che riporto qui Chitarra, o il Poeta Edipico di L.A., nel loro
per completare la riflessione. bruciante e rapido cammino, per così dire
Una sensazione era decisamente derivante “si sacrificavano”, compivano il loro Destino,
dai giornali, e dai commenti “perbenisti” passando dalla cronaca al Mito.

GLORIA?
(anche se comprensibili) che sostanzialmente Per chi aveva compiuto studi Classici o
facevano rilevare come, in fondo, queste comunque amava il mondo Epico, era
rockstar dalla vita sregolata, un po’ “se la inevitabile pensare alla frase “Muore giovane
fossero cercata”. Per chi, come me, era chi è caro agli Dei” di Menandro (non ricordavo
all’epoca un teen-ager la morte per droga o di chi fosse, ma ho controllato…), o all’altro
alcool costituiva un monito, che ovviamente aforisma di Ippocrate, mutuato poi dai Latini
veniva recepito di più o di meno a seconda in “Ars longa, vita brevis”. Per gli amanti del
delle inclinazioni personali agli abusi, rock duro e puro, inoltre, era praticamente
(appendice al discorso sulle Superstar defunte) all’educazione familiare e alla percentuale di impossibile non accostare tali detti al famoso
verso di Pete Townshend “I hope I die before
I get old”.
Insomma, nel nostro immaginario, questi Eroi
della Musica non erano solo degli sfortunati
(sfigati, si direbbe oggi) che in un momento
di distrazione avevano preso venti pasticche
di troppo, soffocando nel proprio vomito, ma
qualcosa di più grande, qualcosa di migliore.
Se Achille fosse invecchiato, non sarebbe
Achille, e lo stesso avviene per i “nostri”.
Questa considerazione, tuttavia, me ne porta
delle altre.
Mi avvalgo di un piccolissimo estratto da un
articolo che conosco per essermi occupato
del famoso Caso “Paul Is Dead”, che però
qui mi interessa non in quell’ambito, ma
per proseguire il nostro discorso. Si tratta
di “The Curious Case of the ‘Death’ of Paul
McCartney” dalla rivista Urban Life & Culture,
Vol. 1, N° 1 (1972), della sociologa Barbara
Suczek.
L’autrice elenca alcuni “stadi” fondamentali
nella creazione di una Moderna Leggenda.
1. “Come nelle storie antiche, c’è un passaggio
orale dal maestro, l’iniziato, all’allievo;
l’introduzione ai nascosti, occulti significati”.
2. “C’è una forte connotazione mitologica
della Figura Leggendaria, che diviene
Soprannaturale”.
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3. “La morte prematura trasforma il Giovane Se è vero che Hendrix aveva pochi rivali fra
Eroe in una divinità”. i contemporanei, ciò non significa che dopo
4. “Il tutto acquista forza e si propaga in non siano state sviluppate tecniche nuove,
funzione del suo aspetto ludico, cioè del diteggiature più efficaci, in sostanza “altri
suo essere una forma di intrattenimento, di modi” di affrontare la chitarra, strumento
spettacolo”. che si è evoluto forse più degli altri in questi
Come non vedere, nel primo punto, l’attinenza decenni che ci separano dalla dipartita di Jimi.
con Internet, mediante la quale ci si possono Senza voler togliere nulla alla sua importanza,
scambiare opinioni, dati, dicerie, ipotesi mi sembra che ostinarsi a farne un feticcio gli
dietrologiche? L’attuale mitizzazione dei renda un cattivo servizio. Come Pelè o Carl
Caduti del Rock, le ipotesi sulla “maledizione Lewis, anche Hendrix va inquadrato nella sua
del 27≤, se non nascono sulla Rete, epoca, senza voler pretendere una sorta di
sicuramente da essa vengono rimbalzate, “imbattibilità” ginnica che non ha davvero
amplificate a velocità incredibile. senso. Dietro a queste pagine di musica cI SONO passione e
I punti 2 e 3 confermano quanto si diceva Così, pure, trovo davvero sbagliato che lavoro, aiutaci a farle conoscere!
sopra, riguardo la “sublimazione” del decesso. l’aria di leggenda “maudit” che circonda Jim
E per quanto riguarda il punto 4, così era anche Morrison abbia finito per prevalere sulle sue Come?
per quanto veniva cantato dai Cantastorie, o effettive capacità di musicista, e sul suo ruolo
dai Bardi, o da Omero. In fondo il dramma della nel gruppo. Morrison era indubbiamente il
morte della giovane Rockstar, per cinica che
sia la cosa, finisce per essere parte sostanziale
fulcro dei Doors, che però non sarebbero
stati tali senza gli apporti musicali di Krieger INVITA I TUOI AMICI AD
dello spettacolo stesso. OK, d’accordo, “the
show must go on”… ma direi che con la morte
talora iniziò un Secondo Tempo dello show
o Manzarek, i quali spesso riuscivano a
concretizzare idee che, se lasciate in mano
al solo Jim, sarebbero rimaste sfuggenti e
ISCRIVERSI ALLA RIVISTA
stesso, in alcuni casi addirittura più redditizio erratiche. Inoltre, altra assurdità, esistono
del Primo per chi poteva sfruttare i diritti degli
scomparsi famosi.
fan di Morrison che conoscono pochissimo
o niente del repertorio dei Doors, ammaliati VISITA LE NOSTRE
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Tutti conosciamo il fenomeno dell’eccessiva dalla leggenda del trasgressore, del Re dello
spremitura del “morto eccellente del Rock”, Sballo. Anche in questo caso, si è operata una
la pubblicazione di out-takes, di bootleg distorsione del tutto deleteria.
giovanili, di session senza pretese, di scarti Infine, forse il caso più eclatante di tutti, John
discografici che il musicista mai avrebbe Lennon. C’è un musicista noto qui in Italia, suo
voluto fossero immessi sul mercato. Per coetaneo (non faccio nomi) che seriamente METTI UN “MI PIACE”
molti versi, la “santificazione” del rocker, con convinto mi ha detto che “l’unico genio nei
annessi gadget, ricorda da vicino certi tipi Beatles era Lennon”, e trovo la cosa talmente ED INVITA I TUOI CONTATTI
di mercimonio eccessivamente spinto che assurda da non commentarla nemmeno. Ci
caratterizzano spesso l’ambito religioso: anche sono appassionati che conoscono il Lennon A FARE ALTRETTANTO
qui ci sono tanto di reliquie e oggettistica di “Imagine”, ma magari non hanno mai
“benedetta”. ascoltato “I Am The Walrus” o “Being for
Per concludere, non posso non riflettere
su alcune storture che il fenomeno della
the Benefit of Mr. Kite” o “Tomorrow Never
Knows”. C’è un altro musicista, italiano (non CONDIVIDI I NOSTRI AGGIORNAMENTI
Mitizzazione ha provocato. Alcune Rockstar, faccio nomi) che dichiarò in TV che la canzone
sicuramente grandi, sono state percepite, più bella di Lennon-McCartney è “Give Peace
in seguito alla morte, in modo secondo me
assolutamente errato.
a Chance”.
Ecco, di fronte a tali eresie mi chiedo se i colpi
MAT2020 FACEBOOK
Jimi Hendrix, indubbiamente un grande di pistola dello sciagurato Chapman, oltre
innovatore, è finito per diventare
nell’immaginario dei fan “Il chitarrista più
al dramma, non abbiano provocato anche
parecchi altri danni collaterali, stavolta sul
MusicArTeam FACEBOOK
bravo di tutti i tempi” “Insuperabile per piano artistico. CLICK SUL NOME PER IL LINK DIRETTO
definizione”, il che non risponde a verità.
16 17
MEMORIE BEATLESIANE
caso specifico, ha portato Rita ed Enrico al I luoghi, i sentimenti, le immagini, i cambia-
compimento di scelte fondamentali che han- menti storici e culturali… tutto scorre all’inter-
no inciso profondamente sul sentiero della no di questo contenitore fatto di rimembran-

E DINTORNI
vita. ze, oggettività ed emozioni, e i due autori/
Nelle 130 pagine del book è facile ritrovare protagonisti raccontano e si raccontano, spa-
frammenti di storia, vissuta da molti in prima ziando su vasti spazi temporali, soffermando-
persona, ma ciò che è dipinto con passione e si su aneddoti e pensieri, caratterizzati dalla

Rita Tunes ed Enrico Pelos maestria è un percorso fatto dall’interno, che


dipinge un quadro accessibile a chiunque, di-
ventando uno scritto, anche, didattico, da cui
consapevolezza di essere stati baciati dalla
fortuna e da un po’ di amarezza, legata ad un
mondo fantastico che, nonostante sia vivo e
di Athos Enrile i più giovani possono attingere per compren- pulsante nelle vite di molte anime, non ritor-
dere cosa significasse vivere in quegli anni, nerà mai più indietro, almeno non con quella
Rita Tunes e Enrico Pelos sono gli autori di nei luoghi in cui tutto è nato, riflettendo sui forza positiva devastante.
MEMORIE BEATLESIANE E DINTORNI, un con- risvolti e su di un’espansione a macchia d’olio Tutto da leggere, in un colpo solo… e forse,
tenitore fruibile in differenti modalità, come che ha lasciato tracce ormai radicate sul ter- qualche lacrimuccia, a molti ex ragazzi, potrà
spiegato alla fine dell’intervista a seguire. reno fertile, adatto alla semina e al successi- anche scappare.
Il fenomeno “Beatles” ha mantenuto la sua vo raccolto.
nobiltà iniziale, assumendo nel tempo un ruo-
lo incancellabile, indiscutibile, consolidato da RITA SUL VAN 850 FIAT COSTUMIZED DA
basi solide, come il genio dei quattro protago- ENRICO PER VIAGGI IN ENGLAND
nisti, la morte prematura di John e George e, Il validissimo furgone Fiat 850 trasformato
soprattutto, una Musica che mantiene intatto in camper con il quale abbiamo girato gran
il fascino e la forza dirompente iniziale. parte dell’Inghilterra, Galles e Scozia.
I Fab Four hanno inciso profondamente sul ph enrico pelos.jpg
cambiamento in atto in un particolare mo-
mento storico, rendendosi protagonisti di
una svolta che i giovani italiani degli anni ’60
hanno vissuto di rimbalzo, in un mondo in cui
le informazioni non erano ancora agevolate
dall’attuale tecnologia, e dove viaggiare era
ad appannaggio di pochi fortunati, o sempli-
cemente coraggiosi.
Rita Tunes ed Enrico Pelos hanno avuto l’op-
portunità di vivere intensamente quel perio-
do, inseriti nel contesto migliore possibile,
sull’asse Genova-Londra (e dintorni).
Esiste sempre una scintilla, una linea di de-
marcazione che differenzia il prima e il poi, e
nel caso specifico lo spartiacque è rappresen-
tato da un momento preciso, il concerto che
MEMORIE BEATLESIANE E DINTORNI i Beatles tennero a Genova, il 26 Giugno del
Foto di copertina: l'autrice fotografata 1965: un evento che, ne sono certo, poteva
a Liverpool nel 1980 in Mathew St., la anche cambiare la vita.
strada del Cavern Club nei pressi del Ma al di là delle mie opinioni, la raccolta di
primo locale dove suonarono i Beatles il “memorie” dei due autori descrive l’atmosfe-
9 Febbraio 1961 e nel quale si esibirono ra in cui si trovava a vivere un giovanissimo
292 volte. amante della musica, a cavallo tra gli anni ‘50
ph enrico pelos.jpg
e ‘60, raccontando di un’evoluzione che, nel
18 19
Quattro chiacchiere con
Rita ed Enrico…
Leggendo il book non ho potuto fare a meno
di immedesimarmi, trovando parallelismi con
la mia storia personale; ma non può essere
solo la Musica che cambia le nostre vite, pen-
so piuttosto che sia un ottimo detonatore ca-
pace di fare scoppiare ed evolvere situazioni
mature, che hanno a che fare con il momento
contingente, storico e culturale: cosa potre-
ste dire del luogo comune “trovarsi nel posto
giusto al momento giusto”?
Infatti è come dici; il momento storico e cul-
turale contingente era già pronto e terreno
fertile per il “cambiamento”. Già ascoltando
e comprendendo canzoni, come ad esempio
Bob Dylan in “The times they are a-changin’”
(13 gennaio 1964) e molte altre, con grande
interesse alle idee ed ai fermenti dei movi-
menti giovanili di cui parliamo nel libro, di-
ventammo più consapevoli e quindi pronti,
nel posto giusto al momento giusto, per l’ar-
rivo dei Beatles. È difficile spiegare in questi
anni di cosa si trattava allora: una tappa di
emancipazione, una frizzante sensazione di
cambiamento, qualche brivido e la speranza
di migliorare la nostra posizione di adole-
scenti. Dopo aver assistito al loro concerto
a Genova nel 1965, subimmo una specie di
shock, di rivelazione, la consapevolezza che
fosse qualcosa di importante per la nostra
generazione; la loro carica innovativa, piena
di significato musicale, ma anche sociale e
di costume, contribuì quale detonatore per
maturare la decisione che dall›Italia ci avreb- anticonformismo, in un’epoca della vita in cui nel campo lavorativo che in quelli culturale BLACK SABBATH
l’unificarsi al modello appare esigenza di vita? e personale. Abbiamo voluto così scegliere LONDON HAMMERSMITH CONCERT 1977
be portato a vivere e lavorare oltreconfine, e
Abbiamo sottolineato nel libro come, pur un nuovo modello di vita andando a vivere Black Sabbath fotografati al concerto
quindi per noi non fu solo una moda o un dell’Hammersmith Odeon del 1977 durante
luogo comune, ma una vera e propria scelta assimilando le molte innovazioni culturali e a lavorare in quella che allora ci sembra-
il loro “Techcnical Ecstasy” World Tour.
di vita. ed adeguandoci al “folklore” e alle mode de- va una nazione dove si potesse realizzare al
ph enrico pelos.jpg
rivanti dal momento, l’esigenza di un cam- meglio, e più liberamente, una nuova vita
La mia personale voglia di trasgressione, tipi- biamento di vita fu da noi molto sentito. Il futura, proprio per non dover sottostare ai femminile. Enrico trovò un lavoro in poco
ca dell’adolescenza, aveva solo risvolti folklo- doversi “costruire un futuro” e non “perde- conformisimi tipici dell’Italia di allora. Rita tempo in base alle sue capacità, e non alle
ristici, legati ad abiti, scelte musicali e modi re tempo”, modelli allora condizionanti, nel ebbe così la possibilità di lavorare in un conoscenze, ed ebbe inoltre la possibilità di
di porsi, ma qualcosa mi ha sempre tenuto bene e nel male, ci salvaguardò da certe si- ambiente innovativo e libero da rigidi ora- applicarsi alla sua passione fotografica fre-
lontano dai pericoli che avvertivo ovunque: tuazioni di pericolo, portandoci quindi a cer- ri e mentalità tipiche di molte ditte private quentando corsi (a costi accessibili) impen-
come avete esercitato il controllo del vostro car di trovare una soluzione alternativa, sia italiane, che penalizzavano allora il lavoro sabili allora in Italia. Ebbe l’opportunità di
20 21
fotografare anche in concerti ed eventi musi- KNEBWORTH FESTIVAL 1976
cali importanti: Pink Floyd (Wembley, Empire Il concerto dei Rolling Stones al parco di
Pool, 1974), Crosby & Nash (Hammersmith, Knebworth, nei pressi di Stevenage al
quale partecipammo, il 21 agosto 1976.
Odeon, 1976), Rolling Stones al Knebworth
Si esibirono, oltre ai Rolling Stones
Festival (1976), Kraftwerk (Roundhouse anche: The Don Harrison Band, 10cc,
1976), Black Sabbath (Hammersmith Odeon Todd Rundgren’s Utopia, Hot Tuna,
1977). Diverse altre fotografie e memorabi- Lynyrd Skynyrd.
lia dell’epoca sono presenti nel libro. ph enrico pelos.jpg

Ho sempre indagato con i miei amici musici- la scena londinese e inglese più in genera-
sti, presenti sulla scena londinese a cavallo le, si può spiegare anche con il fatto che in
tra gli anni ’60 e ’70, come fosse possibile un quel paese allora ci si poteva già esprimere
tale concentrato di talenti, tutti in una stes- con indipendenza. I giovani erano, in gene-
sa epoca e nella stessa terra: qual è la vostra re, capiti e incoraggiati dalle famiglie che
opinione, quella di due persone presenti e invece di constrastarli nelle loro ambizioni
quindi privilegiate nel giudizio? musicali e/o culturali, cercavano di assecon-
Ti ringraziamo dell’interessante domanda, darli. Questo ad esempio accadde agli stessi
che ci siamo posti anche noi con meraviglia Beatles, che da ragazzini trovarono aiuto nei
quando ci siamo trovati a Londra a quell’e- parenti i quali comprarono loro gli strumen-
poca. ti e quindi poterono sviluppare liberamente
Come poteva succedere che gruppi o musi- i loro talenti innati. Alcuni erano anche figli
cisti che da noi rappresentavano - anche sin- di musicisti. Un altro fattore importante fu
golarmente - l’avvenimento clou del mese che Liverpool era allora la città portuale più
o dell’anno, in quel paese fossero magari importante e molto attiva, con collegamen-
a suonare in contemporanea in una stessa ti navali continui con l’ America, e quindi la
sera in locali diversi? La risposta è, secon- sua musica d’importazione ebbe grande in-
do noi, spiegabile con il verificarsi di alcune fluenza su molti musicisti e gruppi musicali
coincidenze: per quanto riguarda l’epoca, nel (non a caso anche a Genova, essendo città
decennio degli anni ‘60, lo status giovanile portuale, arrivavano insieme alle navi dischi
finalmente emergeva per la prima volta nel- considerati allora di “avanguardia” che in-
la storia con proprie caratteristiche e si co- fluenzarono anche alcuni dei nostri musici-
minciavano ad ottenere libertà personali, di sti) .
costume e di pensiero. Questi cambiamenti La vita poi a Londra, essendo esplosa come
generazionali erano maturi per esprimersi “Swinging London” (rivoluzione dei costumi,
anche in campo musicale con tutta la libertà nell’abbigliamento, nelle abitudini sessuali,
che esplodeva via via. nella musica e nella politica etc... come ben
Per quanto riguarda invece il fatto che tutto spiegato nel libro) divenne il fulcro di una
ciò avvenisse proprio nella stessa terra, nel- citttà piena di idee, innovazioni e fermenti
che permisero il diffondendersi della cultura
KRAFTWERK CONCERT ROUNDHOUSE 1976 musicale a tutti i livelli e in tutto il paese.
Il concerto dei Kraftwerk alla Round House di
Londra del 10 ottobre 1976 con luci ed effetti Il fenomeno dei The Beatbox, tanto per citare
speciali (per quel periodo).
qualcuno di molto vicino, dimostra come la
Nota particolare: di questo concerto sembra
che i Kraftwerk non abbiano mai rilasciato foto voglia di Beatles “originali” (abiti, strumenti e
ufficiali per cui le foto (scansioni da diapositi- similitudini fisiche) sia sempre molto forte: è
va) qui pubblicate sono considerate una rarità questo un fenomeno nostrano o anche nella
se non le uniche, dei concerti di quel periodo! terra di Albione e in giro per il mondo avete
ph enrico pelos.jpg avvertito gli stessi pruriti?
22 23
in studio (Rita recentemente si è accostata cevole momento, colonna sonora della vita
al mondo musicale da dilettante, scoprendo di tutti giorni di molte persone. I loro concet-
sempre più la complessità ed il valore tecni- ti, in fondo semplici, esprimevano però idee
co delle loro escuzioni...) . universali, e per questo ancora oggi hanno
I Rolling Stones, rimanendo fedeli a se stessi molto da dire. La loro vera eredità è in fondo
per decenni e riproponendo ancora oggi in proprio questa: l’aver saputo farsi apprezza-
tour mondiali la loro musica, hanno portato re ed emozionare in modo trasversale da più
avanti un discorso che all’inizio era di prote- generazioni.
sta e rottura, ma che nei decenni che segui-
rono ha perso questa carica tramutandola in Un’ultima cosa: come procederete con la
spettacolo e amore per il rock. pubblicizzazione della vostra pregevole ope-
Entrambi rimangono quindi icone importan- ra?
ti, senza età e senza tempo. Grazie per l’apprezzamento. Il nostro è un
libro prevalentemente di “Memoir”, cioè
Dopo tanti anni, quale pensate sia la vera ere- una scrittura autonarrativa per rievocare,
dità lasciata dai Beatles? mettendole per iscritto, le emozioni, le sen-
Domanda complessa; ci si potrebbe scrivere sazioni e le esperienze vissute in particolari
un altro libro. Molti musicisti dell’epoca se- momenti. Abbiamo poi volutamente appro-
gnarono delle svolte di costume: le canzoni fondito molti argomenti in capitoli dedicati e
di Dylan causarono disordini studenteschi, i completati da informazioni culturali, sociali,
Jefferson Airplane alimentarono il mito degli musicali documentati con fotografie dell’e-
hippies, Mick Jagger la rivoluzione sessuale. I poca per dare un quadro informativo su
Beatles non cantarono in fondo grandi temi, molti degli avvenimenti accaduti negli anni
anche se in alcuni pezzi trattarono soggetti interessati dai nostri racconti. Trattandosi di
filosofici e di costume, per cui proprio per un genere diffuso nei paesi anglosassoni, ma
MARQUEE MUSIC CLUB 1977 alle varie epoche beatlesiane. A tutti que- questo sono passati indenni tra le mode dei solo recentemente preso in considerazione
Il palco del Marquee, noto sti concerti, e di altri artisti che si svolgono decenni. La loro musica voleva essere un pia- dalle case editrici in Italia, esso è stato da noi
locale situato allora in Wardour anche all’estero in numerose nazioni, è sor-
Street a Londra e frequentato
prendente vedere adolescenti che ballano
nelle serate negli anni ‘70
ph enrico pelos.jpg
al suono di questa musica appena scoperta
accanto a fan di tutte le età.

Certamente. In un capitolo dedicato abbia- Beatles e Stones, come voi dite due facce del-
mo citato il fenomeno delle cover-tribute la stessa medaglia, ma con significative dif-
bands con gruppi attivi ovunque: nella terra ferenze: come li “disegnereste” a distanza di
di Albione si tiene ogni anno una “Liverpool tempo?
week” dove si esibiscono molte cover band, Le due bands venivano da un faticoso per-
sia inglesi che provenienti da tutto il mon- corso di gavetta e apprendistato: on the road
do. Ci sono anche i “sosia”, come ad esempio anche in America per gli Stones, e sui palchi
Gary Gibson, “Sosia ufficiale” di John Len- in lunghissime e faticose session in Amburgo
non, originario della zona di Liverpool-Man- per i Beatles. Con nostro grande dispiacere
chester, incontrato proprio recentemente per queste due bands il destino è stato mol- PINK FLOYD WEMBLEY
alla Beatles week di Genova. Recentemente to diverso. TICKET 1974
poi anche i Beatbox, alcuni componenti dei I Beatles, separandosi nel 1970, dopo non Il biglietto del concerto
quali somigliano effettivamente ad alcuni dei Pink Floyd, comprato
molti anni insieme, che però hanno prodotto
nel 1974 per l’ingresso
dei Beatles, ripropongono un bello spetta- capolavori, sono entrati nel mito grazie an- all’Empire Pool di Wembley
colo proprio di “educazione musicale”, con che alla loro ricerca musicale per allora mol- a Londra
cambio di abiti e di canzoni che si riferiscono to innovativa e per niente facile, sia live che ph enrico pelos.jpg
24 25
autoprodotto e non si trova nelle librerie o
in altri punti vendita. Trattasi quindi di una SITO WEB
(click sul titolo per visualizzare il link)
pubblicazione edita in modalità self-publi-
shing, che si avvale della distribuzione print- Stampa a colori ISBN 978-88-909792-0-0:
on-demand paper free (cioè senza la stampa
di copie in anticipo e di conseguenza nessun STAMPA A COLORI
(click sul titolo per visualizzare il link)
taglio di alberi) per quanto concerne i vari
Stampa copertina colori e foto B/N
formati, sia a stampa (nelle due versioni sia
a colori che in bianco e nero), che in e-Book,
reperibile dal sito dell’editore www.enrico-
ISBN 978-88-909792-1-7:
STAMPA B/N
Il nuovo Blog di
pelos.it al link del titolo del libro.
La pubblicizzazione, al momento, avviene
(click sul titolo per visualizzare il link)

eBook ( pdf tutto a colori) 978-88-909792-2-4:


MAT2020
quindi on-line e si avvale di presentazioni sia
con slideshow su Youtube che con la visione EBOOK CLICK SUL NOME PER IL LINK DIRETTO
(click sul titolo per visualizzare il link)
di anteprime sui siti di stampa (“Lulu” e “Il
mio Libro”) e con pagina dedicata su facebo- Su FB:
ok.
Sono in programma alcune presentazioni, FACEBOOK
(click sul titolo per visualizzare il link)
in località in corso di definizione, per l’anno
prossimo in occasione del 50enario del tour ENRICO CON MACCHINA FOTOGRAFICA 1978
italiano dei Beatles del 1965. Note Tecniche Fotografie:
Le fotografie dell’epoca (alcune hanno ormai
oltre 40 anni) sono da diapositive Velvia, Fuji,
Scrivi un tuo commento, clicca qui: e Agfa scattate con Olympus OM1 e Nikon con
obiettivi Zuiko e Nikkor, e poi scansionate con
[email protected] scanner Nikon
ph enrico pelos.jpg

26 27
New Millenium Prog
il Progressive del terzo millenio
SETI
Seti è un altro progetto del polistrumentista,
a cura di MAURO SELIS
produttore e compositore Claudio Momberg
che, per questo ensamble, si è avvalso di altri
[email protected] musicisti di rilievo per produrre dell’ottimo
neo-progressive.
Il nome della band è ripreso da un importante

Il secondo tour sudamericano


programma spaziale della Nasa: Search for

CILE
Extra-Terrestrial Intelligence.
Il gruppo, che ha esordito disco graficamente
nel 2005, ha all’attivo due lavori in studio e un

E 2 live, tutti sotto la celeberrima etichetta cilena

RT Mylodon Records.

PA
SITO WEB
Concludiamo la rassegna sul progressive cileno del nuovo millennio (click sul titolo per visualizzare il link)
approfondendo la proposta musicale di gruppi con una dignità artistica
di rilievo. Nel prossimo numero faremo nuovamente un tour in Album consigliato: Life signs (2005)
Argentina, per esplorare più dettagliatamente la realtà progressiva del
paese delle Pampas.

ARENAL
SUBTERRA
Fondati nel 1999 gli Arenal, provenienti da
I Subterra sono un ensamble di neo progressive Valparaiso, sono depositari di un sound neo
che ha iniziato l’attività nel 1996 come prog a tinte “dure” con tratteggi fusion.
cover band dei Marillion dell’era Fish. Il loro La band in questi anni ha subito alcuni cambi
debutto con brani inediti risale al 2001 con di formazione che non hanno impedito di
Sombras De Invierno, disco molto influenzato proseguire il cammino musicale attraverso
dalle sonorità Marillion seppur i testi siano l’incisione di due dischi.
interpretati in spagnolo dal cantante Max
Sánchez.
La band del tastierista Claudio Momberg ha
poi rilasciato sul mercato discografico un altro
album in studio nel 2005, “Cautiverio”, che si
allontana dalle sonorità espresse fino a quel
momento e un live nel 2006 Abrir la Herida,
in cui la maggior parte dei brani sono tratti da
un concerto del 2000, altri da un concerto del
2005 e un demo del 2003.
MYSPACE
(click sul titolo per visualizzare il link)
MY SPACE
(click sul titolo per visualizzare il link)

Album consigliato: Sombras De Invierno (2001) Album consigliato: Cabernet Sauvignon (2011)
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JAIME ROSAS ABRETE GANDUL
Jaime Rosas, laureato in Psicologia, è un Abrete Gandul è una band fondata nel 1999
tastierista-compositore, autore di quattro dal cantante-chitarrista Mauricio Dell, nel
dischi di prog sinfonico in studio e un live mondo musicale conosciuto come Dr. Octava.
Viajero Astral - Live in Brazil nel 2008. Nel 2002 il Dr. Octava con il bassista Garcia,
Prima di questa carriera solista Rosas ha dopo l’esordio discografico del 2000, lasciano
militato in un gruppo di prog metal gli la band che prosegue- comunque- sulla
Entrance per due dischi in studio e un live. propria strada fino a pubblicare due lavori nel
Rosas ha tentato con il secondo disco terzo millennio con una matrice progressiva
Extremos del 2004 di formare una sorta di che ripesca dai King Crimson e i Gentle Giant.
ELP sudamericano con lui nelle veci di Keith La line up attuale: -Antonio Arceu: batteria
Emerson, Rodrigo Godoy emulo di Lake e il e percussioni, Aime Acuna: tastiere, Rodrigo
batterista Alex von Chrismar come Palmer. Maccioni: chitarra e flauto e il bassista Pedro
Santander.

SITO WEB MYSPACE


(click sul titolo per visualizzare il link) (click sul titolo per visualizzare il link)

Album consigliato: Virgo (2003) Album consigliato: Enjambre sismico (2011)

FRACTAL FÖLLAKZOID
Sonorità folk progressive per i Fractal, I Föllakzoid provenienti da Santiago del Cile,
ensamble attivo fin dalla fine degli anni 90 sono una band composta da giovani musicisti
e che, nel terzo millennio, ha rilasciato due poliedrici che, in 2 album e un e.p. tra il
dischi. Fractal nel 2004 e Caravano nel 2011. 2009 e il 2013, hanno approfondito sonorità
Da citare anche il dvd “Fractal sinfonico” del psycoprog-space con chiari riferimenti
2007 con un suggestivo incontro di vari generi all’epopea tedesca dei settanta.
musicali, musica classica compresa. Line up: Juan Pablo: voce, basso. Diego:
Peculiarità della band è la strumentazione batteria. Alfredo: synth e il chitarrista
di tipo etnico proveniente da varie parti del Domingo.
mondo, dalle percussioni africane a quelle
indù o turche, passando per il violino cinese
erhu e la marimba guatemalteca.

SITO WEB SITO WEB


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Album consigliato: Fractal (2004) Album consigliato: Föllakzoid (2009)

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DAREK BLATTA di Davide Rossi
Toten Schwan

Darek Blatta (Dario Panepucci) entra nella


famiglia di Toten Schwan nell’agosto del 2014,
nasce a Foggia(Italia), il 30 maggio del 1980.
Sin da bambino manifesta la sua capacita’
di esprimersi attraverso disegni che, col
passare degli anni definiscono uno stile già
ben impostato. Negli anni dell’adolescenza
partecipa al movimento illegale di ciò che
poi verrà definita”street art”, sino a quando,
a 18 anni, si appassiona alla pittura ad olio.
Autodidatta (non ha mai terminato gli studi),
dipinge su commissione i capolavori della
storia dell’arte e contemporaneamente affina
il suo stile che man mano va evolvendosi
esprimendo una costante ricerca estetica e
cromatica, con una particolare attenzione
verso l’introspezione dell’essere umano come
tematica costante. Altra caratteristica è la
scelta di dipingere ad olio, nonostante i tempi
veloci dell’era moderna impongano tecniche
pittoriche più semplici, pur mantenendo una
linea figurativa. Partecipa a mostre collettive
e personali per lo più in spazi autogestiti
che favoriscono la crescita e lo sviluppo
della cultura underground. Vive a Roma
dedicandosi appieno alla sua arte e a tutto ciò
che ne consegue.

32 33
DAREK BLATTA

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DAREK BLATTA
Come nasce l’esigenza di dipingere?
L’esigenza nasce nel momento in cui, verso i 3
anni credo, disegnai qualcosa che non ricordo,
ma ricordo bene la sensazione che ebbi dopo
averlo fatto e che tutt’ora mi accompagna. Le
varie tecniche sperimentate negli anni non mi
hanno mai soddisfatto.
Quali sono state le fonti ispiratrici del tuo
lavoro?
La strada, le esperienze di vita vissuta in
questa era, la musica e tutto ciò che ricordo.
Credi che le esperienze negative infantili
influenzino certi tipi di direzioni artistiche
come la tua?
Credo di si, io non ne ho avute per fortuna,
ma credo che i racconti ascoltati da bambino
da mia nonna sulla sua prigionia nei campi
di concentramento durante la guerra mi
abbiano in qualche modo influenzato.
Cosa esprimi invece della situazione mondiale
attuale?
Della situazione sociale attuale cerco di
esprimerne lo “spleen”, anche se negli ultimi
lavori sono diretto piu sul lato estetico di
questa involuzione.
Musica e pittura vanno spesso di pari passo, é
così anche per te?
Si, la musica mi accompagna da sempre,anche
quando dipingo ed ho sempre frequentato
ambienti legati alla musica e alla sottocultura
underground in genere.
Come hai approcciato al collettivo Toten
Schwan?
Per caso, ma credo sia stata una tappa
obbligatoria che prima o poi sarebbe arrivata
e ne sono felice.
Chi é veramente Darek Blatta? E perché Da ragazzino,non andando a scuola,leggevo I tre desideri per il genio della lampada.
Conosci il lavoro di altri artisti del collettivo? questo soprannome? filosofia classica, Albert Hoffmann, la cricca Il genio della lampada è morto soffocato.
Si, conoscevo alcuni di loro (non di persona) Darek Blatta non esiste. dei poeti maledetti, Axley, tanta storia
e li stimo tanto, credo che siano quelli dell’arte e psicologia, mi piacciono i film
Film-libri-fumetti. ..importanti nella tua dei primi del ‘900 (“Metropolis” mi ha fatto
che facciano roba più concreta e originale Scrivi un tuo commento, clicca qui:
costruzione artistica. riflettere tanto). Non leggo più da tanti anni.
attualmente in Italia. [email protected]
38 39
racconta dal palco la genesi, una scintilla Sono le 21.30 quando quattro artisti salgono
scoccata probabilmente molti anni fa, dopo sul palco e… inizia la magia.
una chiacchierata in pieno relax, uno scambio L’audience è variegata, le età si mischiano,
di battute che a distanza di qualche lustro molti sono di passaggio e altri sono lì sulla
si materializza in un progetto che incontra il fiducia, senza ben sapere che cosa potrà mai
pieno appoggio della Fondazione Gaber. accadere, senza immaginare che il silenzio e la
L’atmosfera di un concerto è costituita da tanti concentrazione, in questo caso, sono elementi
dettagli che è bene cogliere e raccontare. fondamentali per poter entrare in sintonia
Una piazza fantastica con uno scenario naturale con i musicisti e, soprattutto, per permettere
invidiabile, una giornata stranamente - di loro di esprimersi al meglio in un fazzoletto
questi tempi - limpida e serena, una squadra temporale caratterizzato dall’intimismo e
al lavoro precisa e motivata e un pubblico dalla comprensione del messaggio.
capace di afferrare al volo le modalità di Rossana Casale canta, recita poesie, propone
fruizione dell’evento, vedremo quali. testi e disegna scenari che sono quelli proposti
E poi altri piccoli segnali in pieno tema di in passato da Gaber in modo ironico, aventi
serata, dalla t-shirt del tecnico del service come materia comune la relazione di coppia,
dedicata a Gaber - e donata a Rossana - alla le difficoltà e le peculiarità del rapporto
scoperta che il gentile gestore del locale scelto uomo/donna all’interno del nucleo familiare.
per la cena è stato per anni accompagnatore Canzoni impegnative, altre leggere e
del cantautore milanese. sarcastiche, una composizione di sentimenti e

16 AGOSTO 2014

ROSSANA CASALE A NOLI


“IL SIGNOR G. E L’AMORE”
Omaggio a Giorgio Gaber
di Athos Enrile
foto di Laura Garbarino

Il Ferragosto porta in Liguria l’estrema qualità è ampio e fitto di “medaglie al merito”, ma ciò
della Musica. che porta in scena in questi giorni presenta
Noli, fantastico borgo marino in provincia un grande valore aggiunto, una particolare
di Savona, è stato testimone di una visione dell’opera di Giorgio Gaber.
rappresentazione indimenticabile, tra Teatro, Lo spettacolo reca un titolo inequivocabile, “Il
Poesia e Musica. Signor G e l’amore”, e ripropone i pensieri e
Rossana Casale non ha bisogno di i punti di vista della coppia Gaber/Luporini,
presentazioni, è volto noto ed il suo curriculum con il tocco personale della Casale che
40 41
idee arricchita da ciò che in origine mancava, il
punto di vista del genere femminile, che rende VIDEO #1
(click sul titolo per visualizzare il link)
completa la panoramica su di un argomento
che tocca chiunque, nel quotidiano e nei
tempi lunghi. VIDEO #2
Niente come la Musica è in grado di (click sul titolo per visualizzare il link)
sintetizzare i buoni propositi, niente come la
Musica può funzionare da collante, riuscendo
a fondere, almeno per qualche istante, tutte
le componenti presenti sul campo.
Certo è che la rivisitazione in chiave jazz de
“Il Signor G e l’amore”, vede la presenza di
fantastici musicisti che Rossana non smette
mai di coccolare, ben conscia del loro
contributo, fondamentale - in termini umani
e musicali - decisivo per arrivare all’efficacia
del risultato.
Emiliano Begni (pianoforte), Francesco
Consaga (sax) ed Ermanno Dodaro
(contrabbasso), costituiscono un super
gruppo di estrema qualità, apprezzati ed
applauditi a più riprese.
La Piazza Chiappella è risultata gremita, con
ogni possibile spazio occupato da anime
capaci di captare i frangenti bisognosi di
atmosfera, ma pronte a dimostrare calore nei
momenti topici del concerto.
Quando parte il bis, “Non arrossire”, Rossana
Casale chiama tutti a raccolta, coinvolge
l’audience e invita al canto, ricevendo una
fantastica risposta, come dimostrano le
immagini a seguire.
E arriva il momento del commiato, dei
ringraziamenti, dei saluti, delle fotografie,
delle firme, e Rossana Casale si dimostra
disponibile e compiaciuta dalle dimostrazioni
di affetto sincero di molti dei presenti.
Ancora una volta il connubio tra il Comune di
Noli e MusicArTeam conduce ad un risultato
di pieno successo, a dimostrazione che la
ricerca della qualità, unita a buone capacità
organizzative e al lavoro di squadra, non può
che condurre a risultati di prestigio.
Serata indimenticabile!

Scrivi un tuo commento, clicca qui:


[email protected]
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“Benvenuti gatti e gattini spaziali, e abitanti regolare l’apparato del proprio pensiero
del pianeta Terra. State per intraprendere un “usando dei metodi appropriati”. E ciò
viaggio che si svolge sul palcoscenico in mezzo che manca qui dell’Opera tradizionale è
alle vostre orecchie”. È l’esordio pronunciato proprio il dramma nel senso etimologico e
solennemente dagli Alieni/rettiliani/illuminati wagneriano del termine, e quindi l’intreccio e
di quella che può essere considerata la prima la contrapposizione/risoluzione di situazioni
Technopera in due atti della storia della nella quale agiscono, dialogano e si scontrano
musica elettronica, composta, registrata determinati personaggi, caratteristica tipica
e prodotta da Lee Negin, statunitense di di gran parte della produzione artistica della
nascita e attualmente residente a Seul, uno cultura occidentale dalle origini ad oggi.
dei personaggi più folli e geniali della scena Caratteristica, insieme ad altre del mondo
musicale contemporanea, oltre ad essere occidentale, dalla quale Negin ha preso
stato uno dei precursori del post-punk e della le distanze da molto tempo, preferendo
cosiddetta “Detroit Techno” negli anni ’80. ad uno svolgimento diacronico di eventi e
Il tema tratta della saga di Cheeze (che per circostanze, una concezione sincronica, in
associazione di idee ricorda immediatamente linea con una visone circolare tipica di molte
quella di Zero the Hero dei Gong), un singolare culture orientali.
e divertente personaggio che Negin ci ha Ad ogni modo si può dire che insieme a
presentato in alcuni brani dei suoi precedenti Cheeze, un suonatore di tromba degli anni
album “Hungry Ghosts”(dove “The Saga of ’30 del Midwest americano (un alter ego di
Cheeze” ci introduce al personaggio e alla Lee Negin, che pure è americano, trombettista
storia), “The Lunar Collection”, “Views From e polistrumentista), c’è la sua compagna Wei
the Outer Rim”, “Technodelic Transmission” Lei, un’affascinante cantante, e gli Alieni/
(dove “Cheeze Goes E-Mmental” descrive rettiliani/illuminati, che, dopo averli rapiti,
l’incontro tra Cheeze e la consorte Wei Lei), li trasformano tramite una sonda anale in
e in due concept video: “Cheeze Turns On” e avatar, utilizzandoli per esplorare l’universo
“Cheeze Takes Off” disponibili rispettivamente e mandare messaggi ai terrestri allo scopo di
ai link: far prendere loro coscienza di quanto siano
stupidi e distruttivi i loro comportamenti, e di
dar loro le coordinate per risintonizzarsi sulle
Cheeze Turns On giuste frequenze, per imparare ad essere felici
(click sul titolo per visualizzare il link) nel momento presente, a prescindere dagli

Lee Negin e
eventi circostanti. Nel riferimento ai rettiliani
da parte di Negin c’è certamente qualcosa

“The Cheeze Chronicles: Vol. V”


che ha a che fare col cospirazionismo, ma
Cheeze Takes Off anche in questo caso l’ago oscilla sempre
(click sul titolo per visualizzare il link) tra il serio e un atteggiamento di sfottò, e
di Gianmaria Consiglio ogni cosa comincia a diventare qualcosa di
La nuova follia “Technodelica” di Lee Negin, “The Cheeze Chronicles: Ma chi è Cheeze? Lee risponderebbe a completamente diverso da come appare. E
questa domanda nei più disparati modi, allo stesso modo i suoni disposti e amalgamati
Volume V” (realizzata il 20 giugno 2014), la prima Technopera in due probabilmente senza mai dare spiegazioni a strati e spazializzati in otto differenti
atti della storia della musica elettronica, vi terrà certamente svegli! Non esaurienti. Perché ciò che conta non è tanto canali, a un livello qualitativo che si eleva di
appena crederete di avere capito tutto, la musica vi porterà in una direzione comprendere lo svolgimento di una trama decine di chilometri dagli standard medi a
completamente diversa. Ma la cosa più sorprendente, oltre alla maestria nella sua complessità (come accadde ad cui siamo abituati, a tratti sembrano essere
di Negin, alla sua pura genialità e alla qualità del suono, è che il mondo esempio nella seconda metà dellL’800 nel infiniti. È una concezione all’avanguardia
ciclo in quattro drammi musicali de “L’anello questa di Negin, che è degna epigona degli
che crea, pur sembrando apparentemente “assurdo” e “bizzarro”, è molto del Nibelungo” di Richard Wagner, che insegnamenti di George Martin, il visionario
meno sconclusionato del mondo “reale” che la maggior parte di noi abita. Negin scomoda mettendolo a paragone produttore dei Beatles, che qui fanno uno
Se lo scopo era quello di evidenziare le assurdità della nostra società e della della sua Technopera con ironia e sarcasmo), slanciato passo in avanti da un punto di
vita contemporanea, ha colto a pieno nel segno. ma riallineare la propria rete neuronale e vista sia della concezione che della tecnica.
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Complice il prestigioso ingegnere Pete Maher
(già collaboratore, tra gli altri, di U2, Patti
Smith, Rolling Stones, Depeche Mode e
Nine Inch Nails) che ha prodotto il mastering
finale di un lavoro che per il resto Negin ha
realizzato come sempre tutto da solo nel suo
studio di Seul, nella tradizione del DIY (Do It
Yourself), di cui è stato uno dei precursori.
Unico collaboratore oltre a Maher è in questo
caso l’artista olografico coreano Juyong Lee,
che si è occupato della copertina.
È veramente insufficiente l’utilizzo di due
sole casse di amplificazione per ascoltare
questo delirio cosmico, dato che i suoni sono
pensati per essere potenzialmente ovunque,
provenire da ogni dove e prendere possesso
del “palcoscenico che si trova in mezzo
alle nostre orecchie”: la mente e il suo lato
subconscio.
Per quanto riguarda l’aspetto strettamente
musicale bisognerebbe fare molte premesse,
come accade sempre nei confronti di Negin,
ma dato che è già stato fatto ampiamente,
ci limitiamo a dire che nell’opera negiana
confluiscono quasi tutti i linguaggi musicali
esistenti, comprese tutte le culture musicali
con cui, nel corso dei suoi viaggi intorno al
mondo, l’artista è entrato in contatto, che
vengono letteralmente “technodelizzati” e
processati da uno stile che è essenzialmente
l’unione di un’anima elettronica e una
psichedelica, due termini questi ultimi da
intendere nel senso più ampio. Non ha
importanza rilevare che lì c’è un po’ di questo
e un po’ di quello, o che là c’è quell’altro
misto a quest’altro. Ci potrebbero essere
campionamenti, citazioni di determinati brani
o stili musicali, ma cercarle e identificarle una
per una non porterebbe da nessuna parte.
Anche perché più che di citazioni, ammesso
che ce ne siano, si tratta di una delle più
alte forme di sincretismo culturale e, in
sostanza, di sintesi. Perché qui tutto assume
una dimensione diversa e viene fagocitato e
deformato dalle strane onde emesse da un
universo non paralello e disallineato. Un agire
artistico affine ad un’idea di “musica totale”
anti-wagneriana, che guarda al millennio
futuro più che a quello presente, e che si
evolve e si rinnova ad una velocità tale che lo
46 47
rende irraggiungibile da parte di un’industria siamo pienamente coscienti, ma siamo altrove, alla propria sopravvivenza; il conformismo
che aspira a fagocitare e ad omogeneizzare immersi nelle nostre immagini interiori. Uno ottuso che rende tutti, o quasi, parte di un
tutto. Un’evoluzione più che una rivoluzione. stato di movimento del subconscio, che può oceanico gregge; le conseguenze devastanti
Non siamo più in un’epoca in cui c’è il tempo rivelarsi come un ‘good’ o un ‘bad trip’, a del tabagismo, della bulimia, dell’anoressia,
per spiegare tutto, questo Lee lo sa bene, seconda di ciò che l’ascoltatore ha dentro. della pornografia, della sessuomanìa,
e probabilmente non ce n’è nemmeno più Per questo motivo dall’ascolto della musica dell’alcolismo, della farmacodipendenza,
la necessità. Ciò di cui avremmo bisogno di Lee Negin, che agisce quasi interamente della tossicodipendenza e di tutti gli altri
sarebbe ritrovare la nostra natura interiore più a livello subliminale facendo emergere in eccessi a cui siamo portati, in quantità e forme
profonda e re-imparare a sentire e percepire superficie quello che siamo nella nostra differenti, chi più chi meno; la discriminazione
più che a capire. A dare ulteriormente essenza più profonda, possono scaturire razziale; il consumismo sfrenato che rende la
forza e credibilità a questa ipotesi è il fatto sensazioni, vibrazioni o immagini positive, massa che compra simile ad un esercito ben
che Negin nel libretto (disponibile nella negative o miste, che in genere sortiscono lo addestrato, e che crea gli squilibri economici,
sezione “New Album” “Song Lyrics” del sito stesso effetto: la liberazione, l’attivazione dei energetici, climatici, sociali e psicofisici
passingphasemusic.com) che riporta i testi nostri ricettori addormentati, e una maggiore che ci stanno uccidendo; la strafottenza
dell’album, ha omesso di scrivere numerosi consapevolezza. “Troviamo che il settaggio di molte donne nei confronti della propria
passaggi (così come mancano addirittura i della vostra mente sia troppo nevrotico / maternità; l’aggressività e la barbarie di certi
titoli di tre brani), limitandosi a specificare siete barbari e psicotici” dicono gli Alieni agli comportamenti umani che vengono dati in
in alcuni casi il linguaggio utilizzato (inglese, umani attraverso Cheeze. E l’obiettivo degli pasto dai mezzi di informazione ai pruriginosi
cinese mandarino e tedesco, insieme ad un Alieni è di riequilibrare i campi energetici e appetiti dei propri utenti; e così via
misto di altre lingue “aliene” da lui inventate) psichici (“Janus Half-Baked”). Il Telecronista Alieno ci spiega all’inizio
e quindi ad indicare la modalità nella quale, In alcuni momenti di “The Chronicles of di “Let’s Go Shopping” che “ […] whether
volta per volta, dovrà essere impostata Cheeze”, attraverso il viaggio, in maniera a culture is a tribal way of life or a great
l’interfaccia del traduttore universale. molto più esplicita rispetto alla precedente civilization, it serves its people in the same
Lingue che per questo motivo non vogliono produzione di Negin, emerge una critica way… by setting up goals for a way of life
aggiungere informazioni, e quindi generare socio-politica pungente e impietosa, come through which they can achieve personal
pensieri, ma indurre solo intuizioni, e, nel avviene nel video del singolo “(Let’s Join) The happiness if they conform”, cioè, in sostanza
migliore dei casi, illuminazioni fulminanti. Twit Parade” che: “sia che una cultura faccia parte di un
Quante parole si possono avvertire ai livelli modo di vita tribale o di una grande civiltà,
di strato più profondi e siderali, quanti suoni, essa serve il suo popolo allo stesso modo,
soprattutto con un buon impianto audio e con la creazione di obiettivi indirizzati ad
delle cuffie di livello medio-alto, ma quanti (, VIDEO uno stile di vita attraverso il quale possono
(click sul titolo per visualizzare il link)
di essi scompaiono immediatamente, senza raggiungere la felicità personale solo coloro
che li possiamo decodificare e quindi rendere che si conformano”.
concetti. Eppure ci si accorge, a un certo una potenziale hit in stile psycho-trance- Ma alla fine, in “Happy Trials to You (Until
punto (in genere quando si arriva all’ascolto dance insieme alla potentissima e corrosiva We’re Meat Again)”, il Comandante Alieno,
del brano “Catch Your Breath”, che non a “Just Saying…”. È in sostanza la sintesi di Wei Lei e Cheeze danno all’ascoltatore le
caso non è menzionato nel libretto), che un tutte le tematiche dell’opera, nella quale, coordinate per liberarsi dai condizionamenti,
inquietante stato di totale disorientamento accompagnati dalla bella Betty Boop, per essere veramente se stesso, smettere
non sta facendo altro che sintonizzare la nostra osserviamo lo scorrere di immagini che ci di farsi del male ed essere felice adesso.
anima e i nostri sensi sulle giuste frequenze, vogliono ricordare tutto ciò che di sbagliato Coordinate tanto semplici e naturali quanto
quelle che la società chiassosa, idiota, e di miserabile c’è nel mondo che abitiamo: ritenute scontate e banali dai più, e quindi
prepotente, subdolamente violenta in cui i regimi militari e dittatoriali, i regimi delle non viste, né sentite, né vissute mai.
viviamo spesso ci censura con dei meccanismi culture tribali e quelli democratici, i più ipocriti Ci auguriamo che entro l’anno prossimo
di rimozione forzata che però hanno quasi e subdoli di tutti; la stupidità, il totalitarismo e Negin possa dirci tutto questo di persona,
sempre il nostro consenso inconsapevole. l’onnipresenza di certe pratiche pubblicitarie; in occasione di una tournée europea che
Sono le frequenze percettive che attiviamo la pretesa degli esseri umani di ritenersi probabilmente lo vedrà approdare anche in
in uno stato profondo di ipnosi o di trance, una razza superiore tra gli esseri viventi del Italia, per uno spettacolo che si spera possa
o nel cosiddetto “sonno paradossale” della Pianeta, e la loro violenza nei confronti degli mettere in scena almeno in parte le “Cronache
fase REM, o in un stato indotto da sostanze animali che schiavizzano per i loro scopi di Cheeze”, magari in 5D, “until we’re meat Scrivi un tuo commento, clicca qui:
enteogene. Uno stato nel quale in genere o mangiano senza che ciò sia necessario again”. [email protected]
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Daisy is Dead
AT THE END
di Athos Enrile

La Musica inserita nella categoria “indie” vive una vita intensa, ma visibile
solo in determinati contesti. Scoprirne i protagonisti è il minimo che si
possa fare: MAT2020 parte - o riparte - da At The End, di Daisy is Dead.

At The End è l’album di esordio di Daisy is che nasce, carica di speranza, destinata ad
Dead, band che ha trovato immediata luce accumulare, col passare del tempo, dolore,
all’interno del panorama indie rock italiano. delusione e avversione verso il genere
Marcello Mazzone (Daisy) è l’autore di questo umano, che, quasi sempre, sa mettere in
album concettuale che si dipana su tredici mostra il suo lato peggiore e degradato. Ma la
tracce legate da un unico filo conduttore. memoria deve essere sempre fresca, i ricordi
E’ lunga l’esperienza musicale di Mazzone, nitidi, perché occorre trovare soddisfazione
e le idee e i risvolti musicali concentrati e pianificare la giusta reazione che regali
in questa opera prima rappresentano un la pace apparente. Ma è la vendetta la
soluzione di tutti i problemi? Un fatto casuale
sunto dell’esperienza passata, che termina
porrà termine alla sofferenza materiale, e a
idealmente con un “punto e a capo”, una quel punto la dimensione spirituale avrà il
ripartenza, una rinascita consapevole che sopravvento, regalando all’uomo la chiarezza
volge lo sguardo verso il futuro. di veduta, la corretta panoramica, l’onestà di
In questo percorso Daisy è accompagnato da giudizio, e la serenità lascerà il posto ad ogni
Marco “BG” Biggi (batteria) e Alessio “Alex altro sentimento e stato d’animo. Il loop si è
Gas” Lanini (basso), e molte e rilevanti sono chiuso… un altro loop potrà aprirsi.
le collaborazioni: Cristiano “Giallo” Gatto Dopo aver evidenziato l’importanza
(Pornoshock), vocalist in Don’t Forget Klaus dell’elemento lirico, occorre dare un’idea di
Nomi, Ersilia D’Addamio (Missbit) presente in quello musicale, restando all’interno della
tutti i cori dell’album, Stefano Cabrera (Gnu famiglia del Rock.
Quartet), violoncello in Liberami dal Male L’atmosfera generale è molto “scura”, in
e Amante Gotico, Lorenzo Gazzano (Radio perfetto tema col racconto, anche se non è
GaGa), al pianoforte per tutto l’album. chiaro - a me - se il tipo di ambientazione
La riflessione proposta è quella con cui musicale sia il risultato dello sforzo fatto per
tutti, prima o poi, si confrontano: una vita cercare la funzionalità al tema o sia piuttosto
50 51
il DNA dell’autore. Lo scopriremo cammin Un po’ di psichedelia, un po’ di metallo
facendo. sonoro, e il profumo del Seattle Sound,
Sono tante le etichette e le sfaccettature che accompagnano questo pregevole lavoro,
si possono trovare in ogni nuova opera, ma ascoltabile al seguente link:
non vi è dubbio che siamo al cospetto di un
lavoro pienamente rock, con la commistione
tra la strumentazione tipica del genere e un SITO WEB
versante classico, con la propensione all’uso (click sul titolo per visualizzare il link)
dell’elettronica che fornisce il bridge tra ere e
idee musicali differenti.

VISITA IL NOSTRO
SITO
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www.musicarteam.com

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ACTIVE HEED
“Higher dimensions”
di Alberto Sgarlato

Umberto Pagnini dà grande lustro e nuova


dignità ad una figura che in Italia sembra
essere sempre mancata in ambito rock, e nello
specifico nel mondo del progressive: quella
del compositore. Il progetto Active Heed è
infatti una sua creazione, lui ne compone i
testi e le musiche, lui ne segue lo sviluppo in
sala di incisione e in post-produzione, con cura
quasi maniacale, finchè i brani non suonano
perfetti e non raggiungono il risultato che
lui, da autore, aveva in mente. Però sceglie
di affidarne l’esecuzione ad altri elementi,
cantanti e strumentisti che lui, di volta in
volta, assegna ai rispettivi ruoli sapendo già
che saprà trarne i migliori risultati possibili.
In questo secondo album di Active Heed,
“Higher dimensions”, appena pubblicato
come autoproduzione (perché Pagnini è,
oltrechè compositore, anche produttore,
promoter e distributore del suo progetto),
accanto all’autore troviamo il cantante PelleK
(già presente nel disco di esordio “Vision
from realities”) e una squadra tutta nuova,
costituita dal chitarrista Mirco Ravenoldi,
dal batterista Gian Maria Roveda e da un per minimi tratti) in più rispetto all’opera di A questo punto il progetto Active Heed,
vero “superospite” che non ha bisogno di esordio. Nelle 12 tracce che vanno a costituire per fare il vero grande salto di qualità
presentazioni: si tratta di Cristiano Roversi, oltre un’ora di musica, Pagnini ci dimostra che merita di entrare a far parte della scuderia
tastierista e bassista. Chi è appassionato di si può fare del bellissimo progressive rock di di un’etichetta discografica che garantisca
rock progressivo italiano associa il suo nome ottima scuola, energico, melodico, moderno e visibilità e distribuzione capillare su scala
soprattutto ai Moongarden, ai Catafalchi del non derivativo (pur con gli inevitabili richiami internazionale; infine, l’optimum sarebbe
Cyber e a CCLR, con il cantante Bernardo ai “grandi” del genere), e tutto convivendo che Umberto Pagnini coordinasse i musicisti
Lanzetti e il batterista Gigi Cavalli-Cocchi. perfettamente con la “forma-canzone”: a che collaborano con lui per portare anche
Le coordinate su cui agisce questa eccellente fronte di una durata media di circa 5 minuti, dal vivo le sue creazioni e trasmettere da un
formazione sono quelle del rock progressivo, infatti, solo due titoli superano i 6 e soltanto palco le stesse intense emozioni che si hanno
più anglofono (non solo nei testi, ma nel la conclusiva “Not left and not taken” sfiora i ascoltando i suoi dischi.
gusto globale e nei suoni) che tipicamente 10 minuti di durata; questa traccia è anche la
italico e più legato agli anni ‘80 che ai ‘70, prima nella storia degli Active Heed a uscire a
con qualche “spruzzata” di heavy metal (dal doppia firma: Roversi, infatti, ‘ci ha messo lo Scrivi un tuo commento, clicca qui:
taglio profondamente “power”, ma soltanto zampino’ ed è co-autore assieme a Pagnini.
[email protected]
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Psycomusicology
che già da un po’ scuoteva la testa come coinvolta,“Per me accumulare significa
segnale di diniego per la situazione creatasi, si preservare qualcosa che in futuro potrà
bloccò ed abbozzò un sorriso con i pochi denti servire e che forse non mi potrò permettere
che ornavano la sua bocca. Esclamò, fiera: -disse- questi dischi li ho lasciati nell’ordine in
a cura di MAURO SELIS “Mio padre era un professore di educazione cui li aveva messi mio papà, non li ascolto da
musicale e assieme ascoltavamo sempre i tempo ma li ricordo praticamente tutti!”
[email protected] suoi 33 e 45 giri”. Le proposi, con estrema delicatezza, di
Annuì con profondo interesse. Non vedendo farmene vedere qualcuno e di raccontarmi
dischi in quel marasma d’oggettistica implosa, che cosa rappresentassero per lei. Rachele,

Rachele:
le chiesi se ne avesse ancora di vinili. dopo un attimo d’incertezza, si cullò tra le
La signora esitò un poco, poi mi portò, braccia del ricordo ed estrasse il Long Playing
superando barriere di oggetti, nella camera di Jerry Lee Lewis “Live At The Star-Club

l’accumulatrice patologica
vicina ove, facendosi strada tra due pile di Hamburg”,
libri, aprì un armadio a muro che conteneva
- in modo paradossalmente ordinato - una
collezione di dischi e cassette. “Ecco la Live at the Star-Club
La donna, pelle e ossa, sedeva al bordo aggiravano tra metri cubi di cianfrusaglie. collezione di mio padre”, disse con una punta (click sul titolo per visualizzare il link)

di quella stanza maleodorante e tutta Era chiaro che Rachele fosse affetta da un di naturale nostalgia.
scompigliata, come la sua testa. particolare disturbo ossessivo compulsivo, Rachele appariva estremamente “Ero bambina e mio padre mi faceva ballare
Rachele era di mezza età, ma le ingiurie del ora con più esattezza si parlerebbe di Hoarding
tempo e della poca attenzione verso se stessa Disorder, in italiano disposofobia o accumulo
la rendevano, alla vista, molto più anziana di patologico.
quel che la carta d’identità enunciava. La Disposofobia è un disturbo della personalità
“ Ma cosa toccate?, non potete farlo! ”, tipico di quegli individui che avvertono
ripeteva all’infinito come una litania, come un un intenso bisogno di accumulare grandi
mantra, come – soprattutto - una fissazione quantità di oggetti, al di là di ogni razionale
semantica. necessità. Per chi soffre di questa sindrome,
La donna appariva timorosa, in preda ad una gli oggetti rappresentano una condizione di
corposa agitazione psicomotoria. mantenimento della serenità e dell’equilibrio
Molti volti sconosciuti erano penetrati - per interiore. Più sono e più la persona si difende
fare ordine - nella sua casetta rustica alle dalle negatività del mondo circostante.
pendici della zona collinare della città. Una Il problema centrale è che la persona ha molta
dimora lasciata in eredità dai suoi genitori difficoltà sia a buttare le cose, sia a mettere
scomparsi da una decina d’anni, a poca ordine. L’ansia e l’inquietudine interiore
distanza uno dall’altro. emergono soltanto quando il soggetto è
L’odore era acre, tra tanta sporcizia e oggetti costretto o si trova a dover eliminare qualcosa
sparsi alla rinfusa, sembrava praticamente di suo.
impossibile che un essere umano potesse Nell’osservare la casa mi accorsi di un
vivere in quel luogo da così tanto tempo e giradischi gettato apparentemente come un
con quelle modalità. fantoccio inutile sul pavimento, sommerso
Alcuni vicini di casa, allarmati dall’incuria da vestiti, utensili da lavoro, madonnine di
del giardino con le erbacce sempre più Lourdes, scatole di scarpe e un carillion con
alte davanti alla casa della donna, avevano una ballerina decapitata.
chiamato le forze dell’ordine. Vidi poi, in ordine sparso, tra giornali
I vigili avevano poi sensibilizzato un intervento e scontrini anche fogli ingialliti di spartiti
dell’ufficio igiene dell’Asl che, a sua volta, musicali, un diapason e un metronomo.
notando la situazione psichica precaria della Rimasi in una situazione di equiprossimità
sventurata donna, aveva allertato il Servizio di con la donna e le chiesi, per addentrarmi a ritmo di rock’n roll”. lacrime, la forte emozione avvolgeva movenze
Salute Mentale per un appoggio psicologico. nei meandri della sua mente e costruire una La scarna gote era inondata da effluvi di e parole, prese poi il singolo di Mina de “La
C’era di tutto in quella casa, due gatti si relazione, se le interessava la musica. Rachele,
56 57
città vuota”, quel pezzo lo cantava con sua madre a cui
piaceva parecchio, disse: “ mia mamma era
una casalinga tutta dedita al marito - che
La Città Vuota ha accudito fino all’ultimo - e a me che ero
(click sul titolo per visualizzare il link)
l’unica figlia”.
Compresi che Rachele percepiva ogni disco
che è poi la versione italiana di It’s a lonely di quella collezione come parte della propria
town, successo internazionale di Gene Mc persona e della propria storia, ad ogni vinile
Daniels attribuiva un valore sentimentale, di fatto
era l’unico frammento che avesse coerenza
nella sua vita, probabilmente perché era lo
It’s a Lonely Town specchio di un tempo radioso per questa
(click sul titolo per visualizzare il link) gracile persona,mero riverbero dei suoi
. genitori.
Rigirando il vinile in mano mi confessò che Infine mi fece vedere il 45 giri della RCA Victor

che conteneva la sua canzone preferita: “Il materializzò l’idea che questa donna, di fatto,
mio mondo”, di Umberto Bindi era rimasta “imprigionata” in quella relazione
simbiotica, troppo dipendente dai suoi
genitori per vivere in maniera autonoma.
La sua vita, in pratica, era cominciata e -
Il Mio Mondo momentaneamente - finita lì!
. (click sul titolo per visualizzare il link) Iniziammo ad intonare la canzone “…. Il mio
mondo è cominciato in te, il mio mondo finirà
“Questa la cantavamo spesso tutti assieme - mi con te…” Rachele mi abbracciò con un pianto
raccontò con la voce rotta dalla commozione liberatorio e mi sussurrò: “Aiutatemi, da sola
- erano propri dei bei momenti!”. non ce la faccio!”.
Pensando al testo, che è di Gino Paoli, si
58 59
PICTURES
AT AN
EXHIBITION

Jonathan
WILSON
MOJOTIC FESTIVAL
Teatro Conchiglia
Sestri Levante (GE)
31/07/2014

ANDREA MONTALDO

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SETLIST

Lovestrong
Fanfare
Fazon
Gentle spirit
Magic everywhere
Dear friend
Angel
Ballad of the pines
Moses pain
Desert raven
Valley of the silver moon

The way I feel


Love to love

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64 65
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68 69
GIOIELLI NASCOSTI dei primi Eloy?), Sempre a nord volgiamo
l’udito, ma per altre suggestioni: Un ragazzo
talento della band per la musica a programma.
Chiusura quasi da manuale con … E suono
a cura di RICCARDO STORTI d’argento sa già di pop elettronico tra rock, composizione dai molti punti di contatto
Monaco (Moroder) e Düsseldorf (Kraftwerk) con l’opener: la frase iniziale - modulata da
con tanto di charleston in levare (ma non chitarra e sequencer - è nipotina di quella di
dimentichiamoci che nello stesso anno a Roma Baba O’ Riley degli Who. Pregevole la melopea
[email protected]
esce Automat di Musumarra e Gizzi, uno dei di sax di Antonio Marangolo, passato in

GOBLIN
primi prodotti italiani dall’elettronica leggera). studio per dare una mano al gruppo. Qualche
La passione di Simonetti per i sequencer stacco e poi si parte (02’27”) con un ritmo
contagia anche La danza (vertice dell’album). serratissimo, quasi metallico ma che anticipa
Qui si coglie la sintesi tra le intuizioni di le future soluzioni di Phenomena. Altisonanti i

Il fantastico viaggio del bagarozzo Mark


Roller e il prog soundtracking visionario di solisti mozzafiato dell’Hammond di Simonetti
Suspiria, fuse a quanto sta architettando il (03’29”) e dell’elettrica di Morante (03’58”).
genio di Alan Parsons (quello da Pyramid a Più che sottovalutato, Il fantastico viaggio del
(Cinevox, 1978) Eve, passando per I Robot). Notevole il solo bagarozzo Mark, è un album dimenticato,
E la droga si fa largo nella canzone italiana. al proprio pubblico con un LP sciolto da di Moog dall’impronta genesisiana (03’52”). finito nel dimenticatoio. È ben suonato e
In questo caso vorrei riferirmi al tema che qualsiasi strategia cinematografica e che, sul Con Opera magnifica ci si affida al sound AOR strutturato con stile, ma manca, ad esempio, di
offre notevoli spunti di riflessione a diversi versante della ricerca sonora, prosegue la stile Foreigner e Manfred Mann’s Earth Band, adeguata omogeneità rispetto alle ambizioni
cantautori. Aveva iniziato Venditti con Lilly nel strada intrapresa da Roller ma con l’aggiunta ma con una stesura vocale canzonettara che narrative che esprime e affronta; altro punto
‘75 e proseguì Finardi nel ‘77 con Scimmia. di una storia da raccontare attraverso le potrebbe ricordare Renato Zero (il quale, da debole, la timbrica vocale di Morante che non
Entrambe le canzoni mostravano uno spaccato doti canore di un cantante di ruolo. L’idea lì a poco, produrrà proprio il primo lavoro di sfonda. Roller resta la vetta, Profondo Rosso il
realistico e vissuto della piaga sociale, ma si del “viaggio” e del protagonismo assunto Morante). Notte, invece, si regge sull’ipnotica ricordo più vivido. Il bagarozzo? Un’occasione
presentavano all’ascoltatore come miniature, dallo scarafaggio metaforizza ulteriormente scrittura pianistica di note ravvicinate, mancata all’epoca, ma buona – al presente –
racconti brevi. Piccoli capolavori che non il senso dell’opera con riferimenti – più o secondo la diatriba Tubular Bells e Profondo per riascoltarlo con la giusta attenzione.
varcavano i 6 minuti di essenziale, nonché meno velleitari, ma sinceri – alla letteratura. Rosso, quasi a sottolineare lo spontaneo
prensile, episodicità. Un Inferno dantesco della quotidianità
Però, nessuno, si era ancora spinto a dedicare malata attraverso l’alienazione esistenziale
un album intero all’argomento. Dobbiamo di natura kafkiana da parte di esseri che
aspettare il 1978, quando ci proveranno – un ormai hanno rinunciato alla loro umanità.
po’ a sorpresa – i Goblin. E lo faranno con un La trama assume uno smalto originale e
concept album in pieno entusiasmo prog, colloca l’album sulla falsariga di altre storie di
nonostante il genere sia già ritenuto demodé emarginazione elargite dal carnet progressive
dalla critica ufficiale. Precisazione: sorpresa tricolore (mi vengono in mente Mr. E. Jones
fino ad un certo punto, visto che nel 1977 della Nuova Idea, l’attualizzione di Inferno dei
avevano composto la colonna sonora del film Metamorfosi e Vietato ai minori di 18 anni?
di Castellari La via della droga. dei Jumbo).
Si tratta della stessa formazione che lavora Sul piano della realizzazione musicale, il
in contemporanea alla colonna sonora di disco gode di una felice variabilità d’intenti.
Zombi, con Claudio Simonetti alle tastiere, L’opener Mark il Bagarozzo ha l’afflato da
Agostino Marangolo alla batteria, Fabio ouverture alla Tommy ma con gli stacchetti
Pignatelli al basso e Massimo Morante alla all’unisono del Banco (immancabile un solo
chitarra e – novità – alla voce solista. Sì, è emersoniano all’Hammond a 02’08”). Le
una novità, visto che, per la prima volta, i successive Le cascate di Viridiana e Terra di
Goblin usano il canto. Non era mai accaduto, Goblin collocano la band in prossimità dei
se non nella line-up seminale degli Cherry lidi sinfonici tedeschi (avete presente certe
Five. In soldoni, i Goblin si ripresentano le dilatazioni dei Triumvirat di Spartacus e
70 71
Esistono luoghi e appuntamenti che han-
no segnato, nel bene e nel male, le storie e
lo scandire del vivere comune: Woodstock,
Wight, Dakota Building, Hyde Park, Altamont,
Graceland e centinaia di altri.
I luoghi, in particolare, suscitano pensieri ed
emozioni quando si ha la possibilità di … toc-
carli con mano, dopo averli visti infinite volte
attraverso i media.
Il Chelsea Hotel è luogo di culto, da lì sono
passati personaggi importanti della musica e
della controcultura mondiale, molti dei quali
legati tra loro da un sottofondo “noir” che ha
da sempre suscitato una morbosa curiosità
nelle persone comuni, ma interessate al con-
nubio arte/morte.
MAT 2020 ha provato a chiedere una testimo-
nianza a un collaboratore storico, il musicista
Gianni Leone, uno che ha vissuto per molto
tempo al Chelsea e che quindi è in grado di
raccontare atmosfera e vicende di quel luogo.
Intrigante, ad esempio, il quadro disegnato
dal suo amico Neon Leon, che fornisce qual-
che spunto di riflessione sulla storia “Vicious-
Spungen”.

17 maggio 1975. Sera. Era la mia prima vol-


ta a New York. Mentre recuperavo i bagagli
dal taxi che dall’aeroporto mi aveva porta-
to davanti all’ingresso del Chelsea Hotel, al
222 della 23esima, fra la settima e l’ottava,
mi si presentò davanti un tipo di colore ve-
stito in pelle e con un’enorme parrucca stile
afro a strisce di colori arcobaleno fluorescen-
ti: “Welcome to Chelsea Hotel! Come to see

Ecco cosa accadeva al


me later, my name is Neon Leon”, e mi diede
il numero della sua stanza. Una volta siste-
mati i bagagli, andai a bussare alla sua porta.

CHELSEA HOTEL
Così cominciò la nostra amicizia. Leon era ed
è un chitarrista-cantante. Raccontare le cose
incredibili, imprevedibili e sconvolgenti che
succedevano ogni momento al Chelsea - i cui
clienti erano o erano stati artisti e personaggi
di ogni tipo, come Mark Twain, Dylan Thomas,
di Gianni Leone William S. Burroughs, Arthur Miller, Tennesse
William, Simone de Bouvoir, Jean-Paul Sar-
72 73
tre, Charles Bukowski, Stanley Kubrik, Dennis la stanza di Leon e della bassista Cathy O’
Hopper, The Grateful Dead, Tom Waits, Pat- Rourke e riportò Sid, ormai ridotto a zombi,
ti Smith, The Ramones, John Cale, Leonard nella loro camera. Leon e Cathy lasciarono il
Cohen, Edith Piaf, Bob Dylan, Alice Cooper, Chelsea per tornarvi alcune ore dopo. Intan-
Janis Joplin, Jimi Hendrix - è impossibile: avrei to Nancy contattava alcuni spacciatori di zona
bisogno di settimane. Spesso non si riusciva per procurarsi delle pasticche di un’altra mici-
nemmeno ad uscire dall’albergo poiché si era diale sostanza. Quella notte, a più riprese, en-
“accalappiati” da qualcuno e si ci ritrovava in trarono nella camera numero 100 vari loschi
camere coi più svariati personaggi e nelle più personaggi.
estreme e inimmaginabili situazioni. Lo stes- Dopo l’omicidio, per il solo fatto che Leon era
so Leon suonava la chitarra col Marshall al stato l’ultimo a vederli, la stampa e la polizia
massimo anche in piena notte durante i nostri si accanirono su di lui, nonostante che Sid si
festini, ai quali partecipavano alcuni membri fosse immediatamente autoaccusato dell’as-
delle New York Dolls, come Syl Sylvain, John- sassinio. Non che lo credessero responsa-
ny Thunders, David Johansen, e nessuno si bile del fattaccio, ma immaginarono, erro-
lamentava. Non so come riuscivo a svegliarmi neamente, che lui sapesse qualcosa di più.
presto la mattina per andare in studio a regi- Cominciarono ad arrivare alla camera 119 te-
strare quello che sarebbe stato il mio primo lefonate di insulti e minacce di morte dirette
album da solista, Leo Nero-“VERO”. a Leon. Lui iniziò ad avere seriamente paura.
Tutti avevano parole di grande elogio per quel Per almeno due anni non riuscì nemmeno a
giovanissimo artista italiano, piombato nella salire su un palco per il terrore di poter essere
bolgia del Chelsea e subito diventato “uno del preso di mira da un qualche fanatico esaltato.
gruppo”. Non ci dimentichiamo cosa successe a John
Veniamo alla vicenda di Sid Vicious e Nancy Lennon l’8 dicembre del 1980 proprio a New
Spungen, raccontatami da Leon nei dettagli York, sotto casa, il Dakota Building.
quando è venuto a trovarmi a Roma nel giu- Col tempo le telefonate di minacce di morte
gno del 2009, ma che qui sintetizzerò il più non accennavano a diminuire, per cui la po-
possibile. La mattina del 2 ottobre del 1978 fu lizia, appurata finalmente la sua completa
trovato il cadavere della Spungen accoltella- estraneità ai fatti, gli consigliò caldamente, se
ta nella sua stanza al Chelsea, la numero 100. voleva rimanere vivo, di lasciare New York
ventina d’anni.
Aveva vent’anni. Si autoaccusò il suo ragazzo, poiché non era più possibile garantirgli l’inco-
Sid fu arrestato e messo in prigione. Conti-
Sid, ormai ex bassista dei Sex Pistols. Leon, lumità. I Rolling Stones lo aiutarono, dandogli
nuò a dichiararsi colpevole. Tentò varie volte
che era loro vicino di stanza (stava alla 119, un bel po’ di dollari per permettergli di lascia-
il suicidio, senza riuscirci. Finché il 2 febbraio
la stessa della foto in cui siamo ritratti io e lui re gli States. Leon mi ha inoltre rivelato che al
del 1979, ci riuscì. Io lasciai il Chelsea proprio
davanti ad alcuni suoi quadri appesi alla pare- mattino, dalla camera di Sid e Nancy, erano
pochi giorni prima della morte della Spungen, nel 2000. I nuovi proprietari hanno intenzio-
te), fu martellato di interrogatori e interviste spariti ben 60.000 dollari di cui nessuno ha
verso la fine di settembre del ‘78. Dopo un ne di strappargli anche l’anima trasforman-
poiché era stato l’ultimo a vederli. Infatti Sid mai parlato. Potrebbe essere stato questo il
breve soggiorno a Milano per realizzare un dolo in un hotel di lusso per turisti qualun-
e Nancy erano stati la sera prima in camera di movente dell’omicidio, compiuto da uno dei
servizio fotografico per la copertina del mio que, purché danarosissimi. Che tristezza.
Leon e quest’ultimo aveva cucinato per loro loschi personaggi mai identificati che ave-
45 gg. «Fremo», andai a trovare degli amici
del chicken burgundy (pollo al vino Borgo- vano frequentato la camera quella notte, o
a Zurigo, dove appresi della morte di Nancy.
gna). La seratina, però, si trasformò ben pre- potrebbero essere stati addirittura rubati dai
Era, appunto, il 2 ottobre del 1978. Chissà
sto in serataccia poiché Sid, fuori di sé e già primi poliziotti che arrivarono al Chelsea. Lui
perché non telefonai a Leon per chiedergli
strafatto di barbiturici e di un micidiale anal- dice di avere ormai la certezza, dopo anni,
cos’era successo... eppure ci pensai.
gesico per malati terminali di cancro, andò che l’autore dell’omicidio non fu Sid, troppo
Da qualche anno il Chelsea Hotel ha cambia-
in escandescenze minacciando di tagliarsi la confuso e fisicamente debilitato, ma un altra Scrivi un tuo commento, clicca qui:
to gestione. Io ci sono andato l’ultima volta
gola con un coltellaccio. Nancy perciò lasciò persona di cui rivelerà l’identità solo fra una [email protected]
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Stefano Orlando Puracchio

ROCK
L’autore
Stefano Orlando Puracchio nasce

Stefano Orlando Puracchio


a Roma il 2 luglio 1980. Ha vissuto
la prima parte della vita tra Roma

PROGRESSIVO
e l’Abruzzo mentre adesso vie tra
l’Abruzzo e l’Ungheria. Si è laurea-
to in scienze della comunicazione

Una guida
all’università di Teramo; dopo aver
lavorato nel campo giornalistico,
ha conseguito il master in Gior-
nalismo all’università di Teramo
di Athos Enrile e nel 2009 è diventato giornalista
professionista. Ha diretto un gior-
nale online, ha lavorato come au-
tore radiofonico e conduttore per
Radiofrequenza, la radio comu-
nitaria dell’università di Teramo,
producendo programmi di critica
musicale, televisiva e di spettaco-
lo in genere. Ha anche curato uno
speciale radiofonico sul Rock Pro-
gressivo per Radio Rai3 chiamato:
“L’ultimo guerriero”. Alcuni suoi
scatti fotografici sono stati utiliz-
zati per il booklet del cofanetto del
“Prog Exhibition 2”. Attualmente è
un freelance e si occupa esclusiva-
mente di scrittura.
Stefano Orlando Puracchio è un giovane gior- cinque anni appaiono cristallini.
nalista, autore dell’eBook “ROCK PROGRESSI- La seconda riflessione è meno positiva, ed è
VO-Una guida”. basata sulle barriere che ogni volta sono por-
L’aggettivo “giovane” non è buttato lì casual- tato a costruire quando mi trovo a parlare con
mente, e per chi come me si appropria per chi racconta un qualsiasi punto di vista legato minologia (geniale quella di “metagenere”) e to di personale autocritica negli ultimi tempi:
prima cosa della premessa, del contorno - nel alla Musica Prog senza averla vissuta in prima al racconto di interessanti particolari, induce come si ascolta un album? E’ sufficiente esa-
caso di un book, le note sull’autore, le par- persona, atteggiamento poco intelligente - se ad alcune riflessioni legate ai protagonisti ci- minare il lato “tecnico”? E il contesto quan-
tecipazioni, le immagini - e solo dopo dell’e- perseverante: come se fosse impossibile spie- tati, non tutti, nella concezione comune, inse- to vale? E l’istinto è più importante? E poi…
lemento centrale, il conoscere l’età del pro- gare la teoria della relatività perché non si è riti nel contenitore della Musica Progressiva, come trascrivo le mie impressioni?
positore mi ha portato a due considerazioni stati compagni di banco di Albert Einstein! ma fondamentali per la nascita del movimen- Puracchio mi ha regalato qualche spunto in-
iniziali che, pur avendo la stessa direzione, Spogliatomi quindi di ogni mia corazza ho to. Una band su tutte, quella dei Vanilla Fud- teressante e suppongo che chiunque si avvi-
hanno verso opposto. provato a lanciarmi in un una lettura priva di ge, ensemble prog seminale, nota per hits cini alla lettura, con qualsiasi obiettivo - ca-
La prima mi ha spinto a pensare che un poco paletti autocostruiti, aperto al nuovo, ad un di successo, ma con il merito supplementare sualmente o con cognizione di causa - troverà
più che trentenne, interessato ad affrontare ulteriore opinione sulla “mia” materia della di aver dato il via alla libera espressione pro- vantaggio nella spiegazione fornita, magari da
un tale argomento - non ciò che di prog esi- vita. gressiva italiana, dopo la vittoria al settembri- modellare a propria immagine e somiglianza,
ste attualmente, ma quello legato al periodo La conformazione data al libro da Puracchio no Festival di Venezia del 1969, a cui parteci- ma assolutamente nello spirito della “guida
d’oro a cavallo tra gli ani ’60 e ’70 - è da far è quella delle linee guida per neofiti, una sor- parono con “Some Velvet Morning”. alla lettura”.
risaltare a prescindere, per l’impegno, lo stu- ta di bignami didattico con il valore aggiunto Anche perché, la parte che segue fornisce co-
dio, l’applicazione verso una sezione musica- dato dalla voce di alcuni miti di quei giorni, La seconda considerazione si basa sulla “Gui- raggiosamente nomi e cognomi, album consi-
le che, per quanto mi riguarda, ha assunto il ovviamente ancora in piena forza e attività. da all’ascolto”, con la premessa costituita da gliati e giudizi dell’autore, con l’applicazione
livello della assoluta nobiltà, titolo che non si Il tutto con l’utilizzo di un linguaggio adatto a differenti modalità - quella sensoriale e quel- di un semaforo ad ogni step, atto a dichiarare
acquisisce per meriti di anzianità, ma per una far presa su ogni tipo di pubblico. la analitica - che è un qualcosa su cui non si le difficoltà di accesso per i principianti.
valutazioni di valori che dopo circa quaranta- Un prima parte dedicata alla storia, alla ter- riflette mai abbastanza, ma che è stato ogget- I gradimenti di Puracchio sono naturalmente
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contestabili e ampliabili, perché ogni italiano so, la mamma è la tonalità e così via, sino ai
ha in testa la sua Nazionale di calcio, e inol- nipotini… le undicesime, le tredicesime… “ , e
tre il criterio di scelta appare dinamico e non quindi per loro diventa tutto naturale, men-
univoco, ma le fondamenta ci sono, e tutto il tre io per capire come è fatto un accordo devo
resto è motivato, con uno sforzo teso a sot- chiamare uno che me lo spieghi; però, per
tolineare realtà meno visibili, ma che hanno quanto riguarda il canto… qual è il trucco? Si
lasciato il segno. fa una nota alla volta (a parte Stratos che ne
Per chi si avvicinasse al Prog solo ora questo faceva due!) ed è quindi più facile da gestire
libro potrebbe rappresentare un punto di par- e alla fine la voce è l’unico strumento che può
tenza che, se fosse seguito da un buon effetto cantare le parole e quindi noi vocalist abbia-
domino, porterebbe alla scoperta di centinaia mo un grosso vantaggio, quello di arrivare
di perle che, ovviamente, non potevano tro- prima alla gente. Anni fa mi hanno chiesto a
vare spazio all’interno del book. cosa penso mentre canto e allora mi sono im-
Dei più “grandi”, come detto, non manca nes- pegnato nel dare una risposta: quando canto,
suno… dei minori (mi riferisco alla visibilità) con una mano richiamo i miei maestri (molti
c’è cospicua traccia, così come appare inte- non ci sono più!) e con l’altra cerco un futuro,
ressante lo spazio aperto al versante unghe- se futuro ci sarà; poi con lo sguardo mi pro-
rese (ma sono tantissimi i luoghi prog che tendo verso l’infinito e a questo punto il canto
vanno scoperti, quelli che solo il “nostro” diventa facilissimo…(Bernardo Lanzetti).
Mauro Selis conosce e perlustra nei dettagli,
dall’ Oriente all’estremo opposto). Una bella immagine, una possibile pista di
Il tutto va visto nel corretto contesto, evitan- lavoro per Stefano Orlando Puracchio e per i
do classifiche e graduatorie di merito, ma lettori di questo indovinato “Rock progressi-
pensando alla finalità e al tentativo, riuscito, vo- Una guida”.
di dare le giuste coordinate per percorrere un
antico e infinito sentiero, perché la Musica
Progressiva è nuovamente materia, anche,
per giovani anime, che la ascoltano e la ama-
no, ma, soprattutto, la creano.
Nel corso della lettura, mentre soffocavo il
mestiere di allenatore della nostra nazionale,
mi è venuta in mente una di quelle peculiarità
di cui quasi mai si parla quando si bazzica la Info:
materia, e cioè l’unicità delle voci prog, capa- Rock Progressivo. Una Guida:
ci di caratterizzare una band, al pari del tocco www.progressiverock.info/#
chitarristico di Steve Howe, della maestria ta-
stieristica di Keith Emerson o del drumming Synpress44 Ufficio stampa:
di Bill Bruford: molto più della strumentazio- www.synpress44.com
ne usata, oltre il moog e il mellotron - novi-
tà tipiche di quei giorni antichi - la timbrica
vocale di Jon Anderson, Peter Hammill, Ian
Anderson, Greg Lake, Petre Gabriel e Derek
Shulman ha dato l’impronta alla Musica spe-
cifica, produzioni di infinita grandezza e, ed è
bene ricordarlo, una differente dall’altra.

Quale potrebbe essere il ruolo supplementa-


re del “cantante”?
“Il musicista sente la Musica e vede un mon-
do, vede… una casa, l’appartamento, le stan-
ze, non ha bisogno di ascoltare tante volte
un brano perché ha visto la casa nella sua
totalità. Un amico diceva: “Io quando sento
un accordo, anche complesso, non sento la Scrivi un tuo commento, clicca qui:
Musica, io vedo una famiglia: il papà è il bas- [email protected]
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METALMORFOSI
di MAURIZIO MAZZARELLA
Come primo capitolo di questa nuova
rubrica, viene quasi naturale parlare dei
Dark Quarterer. Una delle più belle realtà
successo ed un’apparizione a RAI 2, anche
Tersetti lascia la band, ma giunge il momento
della svolta. Nella band fa ingresso un talento
nostrane in ambito prog metal, che riesce a puro della chitarra, l’astro nascente Francesco
raccogliere un folto numero di consensi fuori Sossi che dona alla band una marcia in più.
dai confini italici, ma che in Italia stenta ad Nasce quindi Violence, un disco inciso per
esplodere nonostante la lunga carriera della l’Andromeda Relix che consente al gruppo di
band, probabilmente per via di una chiusura evolversi ulteriormente. Successivamente si
mentale altamente riscontrabile in Italia e le registra l’ingresso alle tastiere di Francesco

Alla scoperta dei motivazioni sono ovviamente svariate. Longhi, il cui apporto dona una maggiore

DARK QUARTERER
I Dark Quarterer sono nati in quel di Piombino personalità sonora riscontrabile in Symbols,
(LI) grazie alla profonda amicizia tra Fulberto l’album uscito nel 2008 per la My Gaveyard
Serena e Gianni Nepi, che hanno mosso i primi Production. Dopo la pubblicazione dello
passi tra la fine e gli inizi degli anni settanta. splendido live Under The Spell, la band
Dalla passione verso gruppi storici come decide di riproporre l’abum d’esordio giunto

una piacevole antica realtà prog metal


Grand Funk, Cream, Mountain, Taste e Vanilla al proprio venticinquesimo compleanno con
Fudge, il passo verso una cantina a suonare la formazione attuale. L’iniziativa raccoglie un
tra amici ne fu la naturale conseguenza, con folto numero di consensi che porta la band a
una formazione che vedeva oltre a Fulberto girare il mondo. Ora si attende il nuovo disco
e Gianni anche Aldo Boni (batteria), Alex e sarà un nuovo appuntamento con la storia.
Bientinesi (keys) e Doriano Fulceri (basso).
Quando Fulberto e Gianni tornarono in due,
poco dopo nacque il connubio con Paolo Ninci
e fu in quel periodo che lo stesso Gianni Nepi
presi in mano sia il basso che il microfono per
cantare. La storia narra che il primo vero nome
del gruppo fu Omega Erre, ma con l’arrivo di
Duccio Marchi ci fu la spinta ulteriore per
dare vita ai Dark Quarterer. Dopo la nascita
della prima canzone Special Steel, arrivò la
scelta defininitiva del nome della band, quasi
in contemporanea alla decisione di lavorare
al primo disco. Un demo di 12 canzoni nato
tra avventure incredibili. Il primo vero album
però è datato 1987, contiene sei brani di
straordinario progressive metal epico ed
ebbe come titolo in nome della band. L’uscita
del successore un anno dopo fu una naturale
conseguenza, The Etruscan Prophesy, edito
dalla Cobra Records e con un titolo evocativo
delle origine toscane del gruppo, che nel
frattempo coltivava i primi approcci con
l’estero.
Poco dopo giunse l’addio di Fulberto Serena,
La nostra nuova rubrica nasce per dare la angolo di recensioni, o di interviste, ma un colpo non semplice da assimilare ma i Dark
possibilità ai lettori di aprire una finestra non una finestra aperta su qualsiasi possibilità. Quarterer con l’ingresso di Sandro Tersetti alla
solo verso il metal come genere, ma verso dei Un angoli di musica interessante che possa chitarra, buttano il cuore aldilà dell’ostacolo e
progetti di palpabile importanza musicale a lasciare il segno in un mondo musicalmente partoriscono nel 1995 per la Inline Music la
prescindere dalla loro provenienza specifica. stereotipato. loro terza fatica dal titolo War Tears registrato
MetalMorfosi non sarà solo un semplice in quel d’Amburgo. Nonostante il palpabile
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ne, a Young pare non interessi ancora cedere con apprensione le nuvole nere che continua-
alle lusinghe della nostalgia, anche a costo di no a girarci sul capo e, mentre siamo sempre
disattendere in parte le aspettative dei fan… più numerosi e pigiati, mi accorgo che piazza

I
Colbert non ha via d’uscita laterali…
l sottoscritto non aveva certo bisogno di
leggere quest’articolo per sapere quanto
può essere eccitante un concerto del Cana-
dese, soprattutto se ad accompagnarlo c’è la A lle 21 si accendono le luci sul palco, ma
chi si presenta di fronte al pubblico è
una giovane cantante italiana, la cui
sua storica band: i Crazy Horse. Sono bastati presenza non era prevista nel programma. Si
i ripetuti ascolti di due album dal vivo di qua- tratta (lo scoprirò solo in seguito) dell’attrice
lità stratosferica, quali Live Rust e Weld, per e cantautrice Thony; intona con voce esile,
limitarsi alle incisioni ufficiali dal vivo, a farmi accompagnata dalla chitarra, una canzone
smaniare dal desiderio di assistere di persona minimale in stile vagamente folk, ma fa a ma-
ad una sua performance. L’appuntamento del lapena in tempo a concluderla che si scatena
21 luglio a Barolo, unica tappa italiana dell’Al- un violento temporale. Strumenti ed ampli-
chemy Tour, ha offerto finalmente l’occasione ficatori vengono di nuovo coperti; ci rasse-
buona per realizzare il sogno. gniamo alla forte pioggia per 15 o forse 20

I
interminabili minuti. La calca in questo caso
l festival letterario e musicale Collisioni è torna utile: chi come me è stato abbastanza
cresciuto nel giro di pochi anni, fino a di- distratto da dimenticare l’ombrello trova rifu-
ventare una piccola Woodstock della langa, gio sotto quello del vicino. Mentre ci stiamo
e come a Woodstock, purtroppo, non sono ancora asciugando ritorna la timida Thony;
mancati temporali e fango. Il maltempo non senza uno straccio di presentazione viene
è stata l’unica nota stonata dell’evento, è ser- mandata allo sbaraglio in un contesto poco
vito piuttosto ad evidenziare grosse carenze adatto alla sua musica, di fronte ad una folla
logistiche; il pur suggestivo ritrovo nelle colli- ormai stanca e snervata, che la accoglie con
ne non è adatto ad accogliere circa diecimila fredda educazione, ma anche con giustifica-
avventori, gli organizzatori stessi ammettono ta impazienza. Suona quattro pezzi piuttosto
di trovarsi nella necessità di ridimensionare le monocordi, ringrazia e saluta. E’ il momento
27 LUGLIO 2014 loro ambizioni, oppure di mantenersi su que- poi di riaccordare tutti gli strumenti e final-

IL CIELO SOPRA BAROLO


sti livelli a patto di cambiare o differenziare mente, saranno state circa le 22, salgono sul
le sedi dei concerti, coinvolgendo, nel caso, palco i quattro musicisti, accompagnati anche
anche altri comuni limitrofi. Auguriamo loro da due coriste. Le prime note sciolgono su-

Neil Young & Crazy Horse


di cuore di riuscire a concretizzare la seconda bito in eccitazione il nervosismo accumula-
ipotesi. to, l’aria si satura di elettricità, si scatena una

al Collisioni Festival
di Mirco Delfino
I l primo acquazzone ci coglie nel pomeriggio vorticosa tempesta che ci fa dimenticare il
mentre già abbiamo intasato una piazzetta temporale di un’ora prima. E’ il Cavallo Pazzo!
di Barolo, davanti ad uno dei due ingressi. Parte il riff di Love And Only Love, il suono è
Alle 18.30 l’apertura dei cancelli e la corsa ad quello che tutti abbiamo imparato a conosce-
accaparrarsi i posti davanti alle transenne; re ed amare, non ha perso di smalto ed ener-
qualcuno afferra al volo delle t shirt che ven- gia. Young, malgrado l’anagrafe, di giovane
gono regalate, nere e con le scritte “Earth” o conserva non solo il cognome, ma anche l’en-

D i recente la prestigiosa rivista ameri- di lui, fra i veterani, ci sono l’immarcescibile “Protect” stampate sul lato anteriore. Le ulte- tusiasmo e la determinazione. Il bassista Billy
cana Rolling Stone ha messo assieme Springsteen, giudicato il numero uno per l’e- riori ore di attesa sono scandite dal monoto- Talbot, assente per un lieve ictus, è sostituito
dati, ha interrogato artisti e scrittori per nergia e la passione con la quale si regala da no susseguirsi, sul grande schermo montato da Rick Rosas, altro veterano e vecchia cono-
stilare una classifica dei 50 migliori live acts in sempre al pubblico, ed i Rolling Stones, piaz- in fondo al palco, dei filmati promozionali de- scenza di Neil, una presenza discreta ma so-
circolazione. Neil Young ha guadagnato una zatisi al terzo posto. Ma se il recente tour de- gli sponsor del festival: vini della langa, tartufi lida ed efficace, si inserisce senza modificare
rispettabilissima quinta posizione; più in alto gli Stones aveva il sapore dell’autocelebrazio- della langa, bistecche della langa… Io scruto gli equilibri all’interno della band. I musicisti
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rimangono spesso vicinissimi tra loro, dialo- termezzo folk. Significativa la ripresa, sempli-
gano col corpo e con gli sguardi, oltre che con ce ma emozionante, della dylaniana Blowin’
i suoni. I Crazy Horse paiono diventare davve- In The Wind, altrettanto pulita e toccante è
ro un’unica entità, stesso sangue e stessa car- Heart Of Gold, finalmente uno dei suoi pez-
ne orgogliosa, indomabile; le movenze di Neil zi più famosi, dall’amatissimo e vendutissimo
sono proprio quelle di un animale inquieto, album Harvest.

N
che sembra cercare, scovare ed afferrare
ogni nota, ogni riff, ogni volta come se fosse ella secondo set coi Crazy Horse, quella
la prima volta. Ogni volta è differente, pur scintilla a lungo cercata scocca fino ad
nell’inconfondibile unicità dello stile, perché appiccare un fuoco, nei due brani tratti
la musica risente dei legami biochimici, ner- dall’album Zuma: Barstool Blues e, soprattut-
vosi, intuitivi fra gli strumentisti che si cono- to, una lunga ed ispiratissima Cortez The Killer,
scono da una vita. Proprio questa sofferta ed accorato e reiterato lamento per il genocidio
insistita ricerca di una scintilla sempre nuova dei nativi americani, in cui la musica esprime
porta a volte Neil a dilungarsi un po’ con gli il dolore ma, con la sua bellezza, ha la capa-
assoli di chitarra, uno strumento che, come cità di riscattarlo e sublimarlo. Più immediata
lui, ha una voce unica, vigorosa e malinconica ed accattivante è Psychedelic Pill, che secon-
nel contempo. Per questo motivo qualcuno do Neil “non significa assolutamente nulla, ha
ha criticato il concerto, oltre che per la scelta a che fare solo col sesso, ma vi serve per fare
dei brani in scaletta. Per tutta la prima parte una pausa”. Il concerto si chiude con una in-
dell’esibizione sono infatti mancati pezzi dal terminabile e trascinante versione di Rockin’
repertorio più classico, conosciuto ed amato In The Free World, puro concentrato di rock
del cantautore, che ha preferito presentare ‘n’ roll, urlato al cielo da una folla ormai in vi-
canzoni più recenti. Il Canadese, come già sibilio. Nell’acclamatissimo bis viene esegui-
scritto, non pare interessato a riproporre uni- ta l’inedita Who’s Gonna Stand Up And Save
camente il proprio mito, legato ai dischi degli The Earth?, canzone dal passo marziale e dal
anni ’70; per capire quanto la set list avesse ritornello orecchiabile, che viene scandito in
un filo conduttore forte ed importante basta coro anche durante il tripudio dei saluti finali.
scorrere i titoli: Love And Only Love, Standing Neil ha indossato la stessa maglietta “Earth”
In The Light Of Love, Love To Burn, Do It In che ha regalato all’inizio del concerto, tessu-
The Name Of Love… ed inoltre: Goin’ Home, ta solo con cotone organico, coltivato senza
Days That Used To Be e Living With War. Pri- erbicidi né pesticidi. Il suo impegno a salva-
ma di suonare quest’ultima Neil si rivolge alla guardia dell’ambiente è testimoniato anche
statua di un capo pellerossa che si trova in un dall’avvio di una raccolta fondi per l’applica-
angolo del palco, apostrofandolo “woody”, zione di una tecnologia in grado di tutelare la
ed augurandosi di non dover ritornare mai foresta pluviale dell’Amazzonia.

I P
più su quella canzone. Per tutta la serata ci ha n altre tappe del tour i Crazy Horse hanno le riprese video, puntando loro una torcia in er fortuna la memoria ha il pregio di ri-
incitato, con gesti, sguardi ed urla, oltre che suonato dei bis molto più lunghi, con ver- faccia. Credo che entrambe le cose siano do- muovere le tracce dei disagi e dei con-
con la musica, a non perdere la speranza e la sioni dilatate di pezzi quali Like A Hurricane vute alla mania che ha Neil di controllare il trattempi, ma conserverà a lungo il ricor-
fiducia nell’amore, per quanto cupi possano o Down By The River; in questo caso purtrop- materiale che lo riguarda. Malgrado questo do di una serata straordinaria.
essere i tempi che viviamo. po, dopo un concerto durato comunque un su YouTube sono ovviamente comparsi già di-

A
Ciao e grazie Neil, alla prossima…?
bbandonata la “Old Black”, la sua leg- paio d’ore, credo ci sarebbero stati problemi versi video del concerto.

I
gendaria chitarra elettrica, Young im- a suonare oltre la mezzanotte.

S
l deflusso dai parcheggi verso l’esile strada
braccia una quasi altrettanto famosa ul grande schermo è rimasto fisso per che porta a Barolo è stato di una lentezza
e vissutissima Martin acustica (il modello già tutto il tempo il logo dei Crazy Horse, estenuante, chi aveva parcheggiato l’auto
appartenuto ad Hank Williams) e, munitosi mentre un ceffo arrogante della security sullo sterrato si è trovato addirittura impan- Scrivi un tuo commento, clicca qui:
anche di armonica a bocca, apre un breve in- ha intimato molti spettatori ad interrompere tanato nel fango. [email protected]
84 85
PROFONDO BLUES
bianchi e il corpo coperto di tatuaggi, Winter spesso truffato da impresari senza scrupoli che
sembrava talvolta il sopravvissuto di un’epoca ne minavano l’anima di vetro consolata per
viaggio intorno alla musica dell’anima lontana o meglio ancora qualcuno arrivato da un anni con la “sister heroin” della quale fu fedele
altro pianeta per guarire la nostra anima. amante e schiavo devoto.
a cura di FABRIZIO POGGI E pareva davvero provenire da un altro mondo Sui giornali che lo hanno ricordato in occasione
quando attaccava la sua Gibson Firebird e metteva della sua scomparsa sono apparse foto impietose
[email protected] mano alla slide calcando con fierezza i palchi di e toccanti che lo ritraggono provato e segnato da

JOHNNY WINTER
ogni angolo di questa Terra, anche i più modesti una vita sempre al limite. In quelle foto Johnny
anche negli ultimi tempi quando la salute, minata sembra avere cent’anni.
da anni di eccessi, non lo sorreggeva più da un In una delle ultime interviste un giornalista
pezzo. americano lo ricorda stanco e affaticato, quasi
Adesso di Johnny ci resta la sua musica diretta incapace di mettere a fuoco i ricordi ma anche
come un fulmine e intensa come un abbraccio abbastanza lucido da rievocare i leggendari
d’addio. duetti con Jimi Hendrix e Mike Bloomfield, la
A Johnny dobbiamo molto. Tutti. Chi suona e chi controversa storia d’amore con Janis Joplin
ascolta. e i dischi con Muddy Waters, Walter Horton e
Fu lui tra i primi a voler dare visibilità attraverso la Pinetop Perkins.
produzione di dischi e concerti a quelli che erano E noi vogliamo ricordare quello che ricordava lui.
stati i suoi eroi e che grazie a lui diventarono gli Vogliamo ricordare Johnny com’era quando
eroi del grande pubblico del rock: i giganti del nei primi anni Settanta infiammava le platee di
Delta blues che lui nato a Beaumont ,Texas il 23 tutto il mondo, quando era il musicista “blues”
febbraio 1944 aveva imparato ad amare a Leland più pagato da una casa discografica. Vogliamo
in Mississippi dove aveva passato alcuni anni ricordarlo a torso nudo davanti a un microfono
della sua infanzia. Gente come Muddy Waters, con un cappello calato sulla testa e stivali di
John Lee Hooker, Sonny Terry, Willie Dixon e pitone ai piedi.
James Cotton. Vogliamo ricordarlo mentre con la sua voce
Indimenticabile la sua esibizione a Woodstock: la potente e roca grida che lui il patto con il diavolo
sua performance lunga nove canzoni e iniziata l’aveva fatto davvero e che in quel momento ne
a mezzanotte in punto con “Mama, Talk to Your stava pagando il prezzo.
Daughter” di J. B. Lenoir, incendiò il festival e Attraverso la sua musica. Indimenticabile. E che
lo rese celebre in tutti gli States. Al basso c’era vivrà per sempre.
Tommy Shannon che qualche anno dopo sarà Ci vediamo al crocicchio Johnny!
al fianco di Stevie Ray Vaughan come se ci fosse
(e forse c’è) un filo rosso a legare due immense
chitarre rock e blues made in Texas.
Negli ultimi anni il ricordo di Woodstock era
diventato per lui un’immagine quasi evanescente,
lontana: “Salii sul palco mezzo addormentato -
disse una volta - mi misero la chitarra al braccio
e iniziai a suonare, non ricordo altro”. Il resto è
storia. Il suo nome figura tra i cento più grandi
Johnny Winter se n’è andato nel modo in cui Due giorni prima si era esibito al Cahors Blues
chitarristi di tutti i tempi ma forse dovrebbe
ogni musicista vorrebbe lasciare questo mondo: Festival in Francia. Quando leggerete queste
essere tra i primi dieci. E credo che molti saranno
in tour, on the road, mentre stava portando righe il suo album postumo “ Step back” dove ad
d’accordo con me.
la sua musica da un palco all’altro, da una città omaggiarlo ci sono grandi come Eric Clapton, Joe
Maestro nel trasformare in brani “nuovi di zecca”
ad un’altra, dal suo cuore grande e generoso Bonamassa, Billy Gibbons dei ZZ Top, Dr. John,
le canzoni scritte da altri, da Bob Dylan a Chuck
direttamente a un altro cuore. Il cuore di John Ben Harper e Joe Perry degli Aerosmith, sarà già
Berry, da B.B. King ai Rolling Stones Johnny si
Dawson Winter III detto Johnny si è fermato in da qualche settimana nei negozi. Compratelo,
rivelò però fragilissimo e indifeso lontano da
una stanza d’albergo alla periferia Zurigo la sera quello è il suo testamento.
chitarre, amplificatori, distorsori e wah wah,
del 16 luglio 2014. Aveva 70 anni. Albino, quasi cieco, magrissimo con lunghi capelli
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IL REGNO DELLE FIABE
di Franco Vassia
foto di Sergio Cippo

Ci sono cose che neanche la forza degli ele- quel mondo favolistico che si era preso cura
menti riesce a scalfire. Un temporale incipien- dei nostri cuori e delle nostre menti. Riascol-
te e una fitta pioggia battente che lasciano la tare tutte insieme le canzoni che hanno cam-
scena - e si ritirano ben oltre le quinte - al ma- biato la nostra vita è stato come riaprire uno
terializzarsi delle prime note e della luna con scrigno stracolmo d’oro e di pietre preziose:
una precisione e una coreografia che neppu- da “Dancing with the Moonlit Knight” a “The
re il più grande scenografo si sognerebbe. Era Return of the Giant Hogweed”, da “Lilywhite
già successo il 6 luglio del 1988, in occasione Lilith” alla straziante “The Musical Box”, dal-
del primo concerto dei Pink Floyd a Torino: le la superba “Firth of Fifth” alla strepitosa su-
nuvole nere, gonfie di pioggia e di elettricità, ite di “Supper’s Ready”, da “I Know What I
si erano aperte come per incanto all’incede- Like” a “Watcher of the Skies”, è stato tutto
re delle meravigliose note di “Shine on You un susseguirsi di emozioni, di inquietudini,
Crazy Diamond”. La stessa scena si è ripetuta di turbamenti, di calma e di ragionevolezza
ieri sera nel concerto di Steve Hackett, il ma- ma, soprattutto, di un terremoto interiore e
gico chitarrista di quella leggenda musicale di lacrime ricacciate in gola. Le note dei Ge-
chiamata Genesis. Assente la luna, la pioggia nesis sono un mosaico di mille cose che han-
battente che aveva flagellato il cielo di Tori- no il potere di denudare la nostra anima e di
no e frotte di naufraghi, si è fermata giusto il dire chi siamo stati, chi siamo e chi saremo.
tempo per svelare quel mondo meraviglioso, Dai loro chiaroscuri è possibile estrapolare le
popolato da Guardiani dei Cieli, da Piante Gi- pennellate dei più grandi pittori di ogni tem-
ganti, da Cynthia Jane De Blaise-William (nove po, i rimandi alla letteratura colta, la tessitu-
anni), dal piccolo Henry Hamilton-Smythe ra maniacale con la quale si creano tappeti
(otto anni) - che, prima di diventare il vecchio preziosi, rileggere tutte insieme le fiabe del-
bambino barbuto, la prega di toccarlo per po- la nostra infanzia. E’ vero: mancavano Peter
tersi ricongiungere a lei per pettinare i suoi Gabriel, Tony Banks, Mike Rutherford e Phil
capelli -, da Narciso e Sisifo, Torquato Tasso Collins, ma i sostituti, guidati maestosamente
e La Gerusalemme liberata. Quarant’anni fa, da Steve, si sono dimostrati all’altezza. In fon-
il 3 febbraio 1974, i Genesis arrivarono per do, quel che più conta, è che nei nostri cuori,
la prima volta a Torino in un clima di guerra quei cinque continuano a suonare insieme.
fredda, con la polizia in tenuta antisommossa Wim Wenders ha detto che la musica gli ha
e auto bruciate nelle adiacenze del Palasport salvato la vita. Quella dei Genesis l’ha salvata
del Parco Ruffini. Da allora le cose sono peg- a una generazione intera.
giorate: siamo diventati più vecchi, gli idea-
li sono evaporati e il paese si è addentrato
nell’era della distruzione (“Eve of Destruc-
tion”). Ma per quella generazione di sogna-
tori - o abitanti della Terra di Mezzo - che ha
avuto la fortuna di vivere quel determinato Scrivi un tuo commento, clicca qui:
periodo storico, è rimasto almeno inalterato [email protected]
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ONCE I WROTE SOME POEMS… Era il 2004, quindi giusto dieci anni fa,
quando gli IQ davano alle stampe il loro
e nelle atmosfere, ma con un crescendo di
Mellotron conclusivo paragonabile più ai
Riflessioni sugli album che hanno maggiormente segnato la mia esistenza album “Dark Matter”. Nella discografia della Genesis; il testo parla di un uomo che non
band questo capitolo segna una svolta a dir riesce a superare quei ricordi del 1969, anno
a cura di ALBERTO SGARLATO poco significativa: infatti è l’ultima opera a in cui perse suo padre. Non è dato sapere
vedere la presenza in formazione di Martin se da parte di Nicholls ci siano riferimenti
[email protected] Orford, tastierista, flautista, seconda voce autobiografici o se sia una storia di fantasia;
e membro del nucleo fondatore della band. e sembra collegarsi alla stessa trama anche
Questo eccellente polistrumentista, che la successiva “You never will”, brano ben più
oltre a suonare negli IQ ha presenziato come incalzante, scandito da un giro di basso veloce
collaboratore in diversi progetti in ambito prog su cui la chitarra di Mike Holmes trama arpeggi
(Jadis, Ayreon, Paul Menel e Steve Thorne tra psychedelici di gusto quasi beatlesiano.
gli altri) e ha fatto parte della band dell’ex- L’ossessiva e ipnotica “Born Brilliant” è la
crimsoniano John Wetton, dopo aver lasciato il biografia di un uomo crudele, descritto nel
suo gruppo di riferimento pubblicherà ancora testo come egoista e insensibile, stupido e
uno splendido album solista nel 2008, “The ridicolo; il brano è interamente costruito su
Old Road” (che sicuramente troverà posto un possente riff su un tempo dispari scandito
in questa rubrica, prima o poi!), dopodichè da chitarra, basso e batteria, su cui le ondate
sceglierà di dire addio alle scene per ritirarsi corali del Mellotron hanno un effetto ancor
a vita privata. più lancinante.
Ma torniamo a “Dark Matter”: dagli anni ‘90 E veniamo così al “pezzo forte” del disco:
in poi, gli IQ ci hanno abituato a un graduale la suite “Harvest of souls”, scritta da Peter
incupimento del loro sound e delle tematiche Nicholls dopo l’11 settembre 2001 e dedicata
trattate, ma probabilmente proprio questo al dolore dei familiari delle vittime; 25 minuti
disco è il più crudo, il più amaro, il più strutturati secondo uno schema (una lunga
tragico dell’intera discografia. Le cinque introduzione acustica basata su arpeggi
lunghe tracce che lo costituiscono affrontano di chitarra, un alternarsi di divagazioni
rispettivamente nei testi le esperienze di soliste, riffs e accelerazioni, una ripresa
pre-morte e la “vita oltre la vita”, un lutto del tema iniziale verso la fine e un lungo
giovanile, la cattiveria umana e la tragedia crescendo finale) spaventosamente simile
americana dell’11 settembre 2001. alla genesisiana “Supper’s ready”. Per la sua
L’album si apre con “Sacred sound”, forse durata e la sua complessità non si tratta
la miglior prova batteristica di Paul Cook, certo di un brano facile da rendere dal vivo,
a cominciare dall’eccellente lavoro sull’hi- per cui il pubblico italiano ha ben avuto di
hat fin dalle prime note, mentre il quasi- che godere quando gli IQ l’hanno eseguita
dimissionario Orford sceglie di distaccarsi nella sua interezza come brano conclusivo al
dalle tipiche sonorità “ottantiane” dei suoi festival “2 days prog +1” di Veruno (Novara)
sintetizzatori per costruire strutture più nell’edizione del 2012.
vintage, basate su arpeggi di organo e tappeti Concludendo: quando l’album uscì il tastierista
di Mellotron. Questa cifra stilistica per lui Martin Orford, tutt’altro che in odore di fuga,
un po’ inconsueta caratterizzerà gran parte ma anzi ancora ben saldo a guida della band
del disco. Siamo di fronte a una vera mini- (con cui inciderà ancora, l’anno dopo, un album

IQ DARK MATTER
suite (oltre 11 minuti), cupa e tenebrosa, live registrato al NEARfest in Pennsylvania), lo
soprattutto nel punto in cui Peter Nicholls definì in varie interviste “Il miglior disco nella
canta: “Light shatters the skeleton circus / storia degli IQ”. Difficile dire se questo giudizio
and the carnival’s deadly host / no memory, sia veritiero o eccessivo: di certo si tratta di
nothing remembered / from the pages of the un titolo che non può mancare negli scaffali
Book of Ghosts”. di ogni buon appassionato di progressive rock

(2004) “Red dust shadow” è una ballad acustica


profondamente pinkfloydiana negli accenti
che si rispetti.

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WERNER SWAN
A.D. MMXIV
CHI E’ WERNER SWAN?
Sarebbe più facile probabilmente dire chi
WERNER SWAN non è, e non vuole assolu-
tamente essere, o per lo meno cerca di non
essere. Se ti dicessi che WS è un mio alter ego
potremmo iniziare un discorso che conduce
alla pazzia e che non è ancora il momento
di affrontare. Magari più avanti, tra qualche
tempo intendo, possiamo provare a riformu-
lare la domanda e vedere se ci sono le circo-
stanze per addentrarci nella (mia?) malattia
mentale. Per farla breve WERNER è quello
che sto costruendo sulle ceneri della mia pre-
cedente esperienza di vita, una percorso in via
di costruzione, un qualcosa che modello gior-
no dopo giorno e che mi porta via la maggior
parte delle energie lasciandomi spossato ogni
sera. WERNER al momento sono io anche se
non escludo, un domani, di potermi trova-
re nella situazione di doverlo sacrificare per
dare vita ad una nuova (ennesima) esistenza.
Mi auguro di no, anche perché è un processo
realmente doloroso e per niente semplice ma
soprattutto assolutamente lungo, ben più di
quanto ci si possa immaginare.

E MARCO VALENTI?
MARCO è morto parecchi anni fa. Anche se
talvolta alcuni suoi errori continuano a ma-
nifestarsi nella quotidianità di WERNER. L’ho
sacrificato sull’altare della consapevolezza,
con un rito purificatorio che mi ha visto come
unico spettatore.

COME NASCE IL PROGETTO SOLISTA “LES FIL-


LES DE LA MORT”?
Per caso. C’era la necessità di dare vita alla
netlabel “ANIMENERE” e dopo la raccolta di
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SHC non sapendo dove recuperare altro ma- terno del videodocumentario “Grazie per il
teriale ho pensato di realizzare un progetto vostro odio” che abbiamo realizzato in DVD
estemporaneo senza darmi troppi vincoli. Poi mesi fa. Non sto scherzando, ora mi spiego
strada facendo la cosa mi è piaciuta sempre meglio. Il progetto TOTEN SCHWAN nasce
di più e alla fine ho pensato di pubblicizzarla e con l’idea che chiunque possa prenderne “il
promuoverla come uscita ufficiale di ANIME- comando” e dirigere le operazioni. Abbiamo
NERE. In realtà stavo e sto tuttora lavorando parlato spesso di collettivo e siamo anche
ad un altro progetto, (solista anche questo, stati spesso fraintesi. L’idea di collettivo non
non credo nella forma racchiusa sotto il ter- riguarda me e Davide ma i gruppi che fanno
mine “gruppo”) forse un po’ più ambizioso, di parte di TOTEN SCHWAN. Sono loro il collet-
certo molto più curato, che per forza di cose tivo. Io e Davide possiamo dare gli strumenti
ho dovuto in parte accantonare, ma che spe- e supportarli ma sono loro – nel nostro im-
ro uscirà per TOTEN SCHWAN n entro la fine maginario – che possono anzi devono gestirsi
dell’anno. al meglio da soli. Si torna al DIY STYLE tanto
caro a noi due, ahimè oramai, semianziani
CHE COSA C’E DIETRO LA NASCITA DI ANI- cresciuti negli anni ottanta. Noi fungiamo da
MENERE E IN CHE COSA SI DISTINGUE? collante. Per cui quando Davide giustamente
Il sottotitolo di animenere che puoi trovare dice che sono un secondo lui non sbaglia af-
nella pagina di Bandcamp è THANATOGNESI fatto, anzi centra direttamente ed in maniera
DELL’ODIO, quindi credo che ci sia poco da impeccabile il bersaglio. Se vogliamo scende-
aggiungere. In ogni caso tutto ha avuto inizio re nel dettaglio io curo un tot di relazioni coi
nel momento in cui ho sentito la necessità di gruppi mentre DR ne cura altrettanti, in più CARNE ci puoi trovare tutto ed il contrario di o animenere quello che conta è l’attitudine
promuovere in modo deciso il FREE DOWN- gestisco il progetto della webzine “TRITACAR- tutto, esattamente come nella mia mente. con cui ci si rapporta con l’esterno.
LOAD. Sono da sempre sostenitore dell’idea NE”. Il resto ce lo scambiamo e lo decidiamo
che se un progetto piace non ti importa se al momento. Non ci sono ruoli fissi. E mi sen- QUAL E’ INVECE, SE C’E’, IL TRAIT D’UNION COME VEDI LA SCENA UNDERGROUND IN
lo trovi gratis online, tanto finisci per com- to di aggiungere – per fortuna. TRA TOTEN SCHWAN, ANIMENERE E LES FIL- ITALIA?
prartelo lo stesso. Anzi con maggiore soddi- LES DE LA MORT? Bene, molto bene. C’è tanta voglia di fare e
CI VUOI DIRE QUALCOSA DI PIU’ SUL TRITA-
sfazione proprio perché in un certo senso vai Se rispondessi “sono io” sarebbe troppo au- tante cose da dire. Il problema a mio avviso
a premiare chi ha messo il riscontro econo- CARNE? tocelebrativo e anche inesatto. (non ti na- nasce nel momento in cui non si hanno le
mico come secondario rispetto alla diffusio-Il progetto si è autogenerato circa un anno fa. scondo che comunque mi sarebbe piaciuto idee chiare sul come dirle. Il rischio di omolo-
ne della propria musica. Il tutto però, comePartito come newsletter aperiodica della no- dirlo) Il “grazie per il vostro odio” che cam- garsi nel tentativo di rendersi autonomi è for-
stra associazione ha finito per (auto)trasfor-
si evince da quanto scritto sopra, deve avere peggia ovunque nei siti di riferimento dei tre te e concreto. Ci sono troppe situazioni che
marsi diventando l’odierno TRITACARNE. Le
dei connotati caratteristici ben precisi, onde progetti da te citati sicuramente ha la sua risultano statiche – parlo a livello concettuale
modifiche non hanno riguardato solo la com-
evitare di creare un’accozzaglia di progetti tra importanza ma non credo ci si possa ferma- ovviamente – con l’aggregazione che è solo di
ponente grafica ed il nome, ma sono state
loro slegati. Non so se l’odio, che è il collante re a questo. Credo che si possa parlare indi- facciata. In realtà non ci sono obiettivi comu-
momentaneo che lega le due proposte fino- più radicali soprattutto per quanto riguarda viduando nei tre soggetti distinti una sorta di ni ed ognuno pensa a tirare acqua solo a se
i contenuti, che se inizialmente erano legati
ra rilasciate possa essere valido anche per il linea di trasformazione (evoluzione) che par- stesso. La crescita di un movimento passa per
futuro (anche se ci spero), in ogni caso nonin maniera quasi esclusiva alle nostre attivi- tendo da TOTEN SCHWAN ha intrapreso un la crescita dei singoli componenti. Il processo,
faremo mai “happy music 4 happy people”. tà, ora invece abbracciano una serie di real- percorso che è ben lungi dall’essere concluso che non è certamente breve, e i risultati non
Se non sarà odio sarà almeno misantropia mi tà ed attività che non hanno limiti. Inoltre se e che al momento vede in ANIMENERE e LES tangibili nell’immediato possono scoraggiare
auguro. Staremo a vedere, di certo ti posso inizialmente ero solo io a curare la cosa (dal FILLES DE LA MORT solo due fermate inter- ma occorre tenere duro e continuare a cerca-
dire che il buonumore non abita qui. Né ora,numero zero al cinque) ora fortunatamente medie. Necessarie, volute ma assolutamente re di portare avanti un discorso di tipo iden-
né mai. i buoni riscontri del lavoro hanno portato ad provvisorie. È in sintesi la voglia di prendere titario. Le rivalità ci sono sempre state e ci
arruolare alcune importanti figure (ci tengo a le distanze da un certo modo di vivere e di saranno, del resto siamo un popolo che ama
QUAL E’ IL TUO RUOLO IN TOTEN SCHWAN? sottolinearlo esterne a TOTEN SCHWAN) che pensare che si trasforma esternamente ma dividersi, siamo per certi versi ancora ai tempi
Supporto morale al presidente! No, dai, a forniscono (oltre ad una buona dose di fidu- che conserva intatto il suo spirito di ribellio- dei guelfi e dei ghibellini, quello che secondo
parte gli scherzi, sono un secondo DAVIDE cia e stima) un prezioso e concreto aiuto nella ne. Non importa che si chiami toten schwan me non si comprende è che denigrando l’al-
ROSSI come ha dichiarato lui stesso all’in- stesura dei pezzi. In pratica dentro il TRITA-
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trui lavoro non si va da nessuna parte. Se dici stesse che mi hanno portato ad allontanarmi del rock e poi si lamentano che non ci sono o devo fare dei nomi?
che io sono brutto tu non diventi automatica- da Spezia. In questo caso non ci sono gros- gruppi nuovi che vengono fuori (ogni riferi-
mente bello. E’ questo il concetto che spesso se differenze tra le due scene (purtroppo). mento al fatto che quest’anno ha suonato il PROGETTI FUTURI?
non si riesce a capire. In fondo posso dirti che Seguo chi mi piace, chi ho avuto la fortuna giovane Robert Plant non è del tutto casuale). Sopravvivere a questa estate calda che dete-
una crescita ci potrà essere solo quando sarà di scoprire o chi mi è piaciuto in precedenza Infine due parole per vicinanza geografica su sto è sicuramente la prima cosa. Seguita dalla
secondaria alla crescita interiore dei singoli e torno volentieri a sentire, il tutto indipen- Firenze. Questo è un mondo che ancora non voglia di andare in ferie che la tallona a ruo-
soggetti. Non basta e non basterà sfornare di- dentemente dalla provenienza. Come sem- ho capito del tutto, ci sono così tante realtà ta. Poi per il resto mi piacerebbe continuare
schi di valore se manca tutto il resto. pre sono per l’attitudine, non per la facciata. così differenti tra loro ma al tempo stesso di a condividere questa avventura con DAVIDE
Posso dirti che ci sono un paio di gruppi locali altissima qualità che non sono al momento in ROSSI, cosa che mi ha dato molto soprattut-
E A PRATO, CITTA’ D0VE VIVI? che mi piacciono e che spero di poter rive- grado di darti un’opinione precisa. Ovviamen- to da un punto di vista umano. Musicalmen-
Beh. Intanto non abito più a Prato ma mi sono dere presto dal vivo per farmi un’idea miglio- te da un punto di vista strettamente qualita- te non mi pongo obiettivi, farò quello che mi
spostato in provincia di Pistoia. Giusto per la re. Non serve fare nomi. Non avrebbe senso. tivo per mille ragioni la scena fiorentina è su- andrà di fare nel momento in cui ne avrò vo-
precisione. Pochi ma importanti chilometri. Posso solo dirti che sono fuori dalle nostre (di periore alle altre due, ma per gli stessi motivi glia, dopo tutto non devo niente a nessuno
In ogni caso non saprei bene come risponder- TOTEN SCHWAN intendo) dinamiche abituali. rischia di farsi male da sola. per cui posso prendermi i miei spazi e lavo-
ti. Non ho mai amato finora identificarmi in Il problema viene proprio ora, nel momento rare coi miei tempi. In ambito toten schwan
una città in particolare per cui cerco di vivere del passaggio dall’ascolto della musica alla co- PRIMA PARLAVI DELLA SCENA SPEZZINA. DA infine mi piacerebbe potermi prendere una
il meno possibile legato a certi schemi men- noscenza interpersonale. La storia di TOTEN QUANTO MANCHI DAL GOLFO? E PERCHE’ vacanza – magari insieme a Davide – e sape-
tali. La scena “locale” non la seguo in modo SCHWAN e anche mia personale è costellata HAI DECISO DI ANDARE VIA? re che possiamo lasciare tutto in buone mani,
assiduo e devo dirti nemmeno con interes- di incontri con musicisti validi ma che umana- Fondamentalmente per ragioni lavorative. consapevoli che non siamo indispensabili
se proprio perché non mi ci sento parte. Ci mente si sono rivelati delle grandissime delu- Sono via dalla metà degli anni novanta, tra ma interscambiabili. Una cosa però mi piace
sono un sacco di concerti e anche gli spazi sioni. Per cui c’è sempre il timore di ritrovarsi il 1997 ed 1998 per darti un’idea. Credo che anticipare, al momento abbiamo pubblicato
per suonare non mancano, ogni tanto vado a davanti all’ennesimo fiasco dal punto di vista vista la mia intolleranza verso l’autoreferen- su carta soltanto un libro (“Pigs” di Davide
vedere qualcuno, ma mosso più che altro da umano ogni volta che conosco qualcuno. Pi- zialità che ha da sempre contraddistinto l’am- Rossi), mi piacerebbe poter dare un seguito
curiosità dopo qualche ascolto online – spes- stoia credo sia in linea di massima abbastanza biente - non solo e non soltanto musicale nutrito a questo esperimento. Perché come
so casuale – in cui sono incappato. Non vado simile a Prato, anche se non ho visto troppi questo è importante dirlo - spezzino me ne scritto tempo fa toten schwan non è e non
perché suona questo o quel gruppo locale e concerti e di conseguenza non conosco troppi sarei andato lo stesso. Non credo comunque vuole essere solo musica. Sarebbe troppo ri-
quindi mi sento di dover partecipare all’hap- locali e gruppi in terra pistoiese. Odio il Pisto- che qualcuno abbia sentito la mia mancanza. duttivo.
pening mondano indigeno. Sono fuori da ia Blues e tutto il carrozzone frikkettone che Spostandomi altrove ho beneficiato di una
queste dinamiche provinciali. Che poi sono le si porta dietro. Ci fanno suonare i dinosauri maggiore varietà di modi di pensare e di vive- TRE DESIDERI PER IL GENIO DELLA LAMPA-
re la vita che mi hanno portato all’autoimmo- DA?
lazione di cui alla domanda numero due. Non L’estinzione della razza umana. La promessa
vorrei sbagliare ma non mi pare che nel roster che non ritorneremo sotto nessun’altra for-
di TOTEN SCHWAN ci sia un solo gruppo spez- ma. L’oblio eterno.
zino per cui credo che anche questo sia un se-
gnale che faccia pensare quanto distante pos- Io mi fermo qui anche se mi sarebbe piaciu-
sa essere il credo del nostro collettivo rispetto to aggiungere anche dello spazio “arte” che
a quello che si respira in città. Ciò che meno si trova sul sito, dire due cose su quello che
sopporto di Spezia musicalmente parlando non mi piace piu’ che su quello che mi piace,
è la diffidenza verso tutto quello che non fa allargare il discorso all’identita’ di genere vi-
parte del pensiero unico omologato. Detesto sto che sul Tritacarne ne parlo sempre. E in
i dogmi e i vincoli in genere, ma soprattutto fondo anche fare due marchette, che fanno
da parte di quelli che si autodefiniscono liberi sempre bene. Io comunque per chiudere una
ma che in realtà sono quelli più mentalmente parola su Franco Gullotta la vorrei spendere
rigidi e mano liberi in assoluto. Io non volgio sempre. Mi piace citarlo come esempio per
far parte di una realtà dove sei costretto ad tanti ........... che se la menano.
infilarti in determinati circuiti o non frequenti
quelle determinate persone – che sono sem- Scrivi un tuo commento, clicca qui:
pre le stesse. Mi sarò fatto abbastanza nemici [email protected]
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Bambi Fossati
mente in maniera disinteressata. La musica, innamorato della musica.
per lui, non si faceva per denaro, carriera o Genovese purosangue dall’accento marcato,
affermazione personale, ma per insegui- capelli raccolti in una coda, la sigaretta sem-

CHITARRA COSMICA
re un sogno di condivisione, pace e libertà. pre accesa, Bambi individua un preciso punto
E questa visione naif e sincera della vita, Bam- di svolta nella sua vita: il 23 maggio del 1968,
bi l’ha pagata, rimanendo uno splendido se- quando Jimi Hendrix suona al Piper di Milano.
greto per molti appassionati ma non per il Lui ha saputo del piccolo tour italiano (Mila-
grande pubblico. no, Bologna e Roma) leggendone su un Melo-
È là che devi andare, laggiù Ma andiamo con ordine; dunque: per nove dy Maker comprato all’edicola della stazione

Oltre il sole, e navigare…


anni ho curato sul mensile Rolling Stone una Principe. Assieme al compagno di banco e di
rubrica chiamata “Hard Rock Cafone”. Avevo avventure Ronzani prende il maggiolone di
licenza di sparare in un’ampia riserva di cac- suo fratello (“Come Thelma e Louise… e nes-
di Filippo Casaccia cia: il rock degli anni Settanta e dintorni, par- suno di noi due aveva la patente!”) e affronta
pubblicato in “I suonatori Jones” sul sito tendo dall’hard rock e divagando allegramen- notte e nebbia per vedere il concerto. Che è
Carmilla (qui il link) te. E tra i primi sfizi che mi son tolto uno è uno shock: “Sembrava fosse atterrata un’a-
stato raccontare la storia di Fossati, appunto. stronave… Jimi era un alieno!”; e con una pic-
Nel 1992 suonavo in gruppo di rock blues e cola soddisfazione: “Finita l’esibizione, dietro
mi capitava di provare in un cubotto di ce- le quinte mi son fatto dare una delle sue si-
mento armato che si trovava proprio so- garette, una Philip Morris senza filtro che ho
pra il cimitero di Genova, Staglieno, una ancora, tutta sbrindellata…”. Nel frattempo il
location più adatta al death metal sepolcra- giovane Pier Niccolò suonava col suo primo
le che alle mie ignoranti svisate sulla Eko. gruppo, i Gleemen, che — dopo una frizzante
A differenza dei miei compagni io ero cane cover di Lady Madonna — arriva all’esordio
come pochi e lasciavo spesso l’immonda sala discografico con l’album omonimo, un disco
prove per fumarmi una sigaretta. Il cubotto che trascende il beat dipingendo affreschi
era una specie di silo a più piani; ci andava- psichedelici, sfiorando l’hard come all’epoca
mo la sera tardi, per cui non ho mai appurato solo i Trip avevano osato, e regalandoci il pri-
cosa fosse stato realmente, in origine, però mo compiuto blues elettrico italiano, Chi sei
da un piano inferiore per nulla insonorizzato tu, uomo.
arrivavano note celestiali: con una certa ri- Poi si decide di dare una svolta: il gruppo
verenza mi avevano detto che era Bambi che cambia ragione sociale e col singolo Marta
provava, “una gloria underground degli anni Helmuth i Gleemen diventano Garybaldi, le
Settanta”, e io non avevo mai trovato il corag- sonorità si induriscono (tra Hendrix e i Deep
gio di presentarmi per conoscerlo e magari, Purple di Mandrake Root) e arrivano anche
Anche noi italiani abbiamo avuto i nostri pic- Fossati, Ivano), i Nuova Idea, gli Osage Tribe, attraverso l’imposizione delle mani, ricevere le prime censure: la canzone narra di una
coli Hendrix. il Duello Madre, i Latte e miele, i futuri Matia un po’ della sua perizia strumentale.
E venivano tutti da Genova. Bazar che allora si chiamavano Jet… c’erano Dopo quindici anni ho recuperato il suo nu-
Uno era Nico Di Palo, chitarra visionaria e aci- fermento e idee e soprattutto grandissima li- mero di telefono e l’ho chiamato. Mi ha ri-
da dei New Trolls prima maniera; l’altro era bertà. E veramente il più libero, il più magica- sposto, incredulo che qualcuno volesse in-
Pier Niccolò “Bambi” Fossati, il sognatore dei mente hippie di tutti loro, era Bambi, chiama- tervistarlo (“Ma Rolling Stone, quello? Ma sei
Garybaldi, uno dei migliori gruppi rock italiani to così per il suo amore per la natura e per la proprio sicuro?”), e sono riuscito a organiz-
di sempre. poetica abitudine di perdersi nei boschi sopra zare un incontro. Abitava sopra la stazione
Non so, nell’acqua della mia città, tra gli anni Tiglieto. ferroviaria di Brignole e per raggiungere casa
Sessanta e Settanta, doveva esserci qualcosa Quando l’ho conosciuto, è stato un incontro sua bisognava farsi parecchie centinaia di
di particolare e alla generazione dei cantauto- che mi ha riempito il cuore, perché Bam- gradini in salita, una fatica che sarebbe stata
ri era succeduta quella dei rocker: in un labo- bi, generoso e povero in canna, gentilissimo ben ripagata. Infatti Bambi, finito di impartire
ratorio musicale vivacissimo nacquero band e politicamente incazzato, è una persona una lezione di chitarra, mi ha accolto e mi ha
straordinarie come i Delirium (con un altro innocente e talentuosa, che suonava real- raccontato la sua storia, quella di un ragazzo
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no a distanze abbastanza regolari Bambi Co-
mes Alive (1993) e poi, via via incattivendosi
sonicamente, Blokko 45 (1996) e La ragione
e il torto (2000), in uno stile che il musicista
definisce “psycho metal blues”. Del resto, a
differenza di tanti suoi coetanei, Bambi non si
affida alla nostalgia ma ascolta cosa succede
in giro ed è entusiasta dei Pantera e soprat-
tutto dei Rage Against the Machine, micidiale
miscela molotov di rap, metal e consapevo-
lezza politica. A proposito, gli chiedo: dov’e-
ri durante il G8? “Qui, a casa mia… in piazza
a prendere le mazzate!”. Parecchie sigaret-
te dopo, la chiacchierata finisce facendo il
punto sul Sistema che lui già attaccava più di
trent’anni fa: “T’incula da quando hanno in-
ventato l’orologio. Capisci? L’universo in una
sveglia!”. Lo lascio come se lo conoscessi da
strega bruciata dall’inquisizione e la Rai non pre con la bandana (“Quando suonavo, suda- Intanto il clima politico si è incattivito e Fossa- sempre.
gradisce. Poi l’album che consegna i Garybal- vo come una bestia. La mettevo per questo, ti mette da parte la chitarra elettrica, scompa- Da allora, Bambi l’ho visto ancora due volte;
di alla storia, il folgorante Nuda (1972) che è mica per imitare Hendrix… ma vallo a spiega- rendo un po’ dal giro: “Avevo un progetto che mi sembrava stanco, alle prese con mille diffi-
impreziosito dalla più bella copertina del rock re ai critici musicali!”). Dopo il più sperimen- si chiamava Acustico Mediterraneo… ci face- coltà, anche economiche: “Se avessi un euro
italiano, un triple gatefold con una Valentina tale Astrolabio (1973, a Bambi è accreditata vamo i cazzi nostri!”. Quando torna ai watt per ogni sito che parla di me, sarei ricco sfon-
come da titolo, disegnata da Guido Crepax: una Chitarra Cosmica) i Garybaldi si fermano. sparati dal Marshall, la musica è cambiata dato!”. E invece…
semplicemente spettacolare. Lui non dà retta a De André: (“Ci siamo sco- ancora e il pubblico vuole ballare, figuriamoci Poi ho saputo che i Garybaldi si sono riuniti,
Il disco è bello e fresco e tra suite, cascami lati qualche bottiglia di whisky, assieme. Mi ascoltare un improvvisatore. Sono gli anni in senza di lui, purtroppo malato. Nessuno pensi
hendrixiani, improvvisazioni ed esperimenti diceva sempre: devi andare via da Genova!”) cui Genova conosce la crisi nera, con la ritira- a sciacallaggio, anzi: i riuniti Garybaldi — con
progressive (nel senso migliore del termine, e compone il lirico, solare e sognante Bam- ta del comparto siderurgico, la disoccupazio- la straordinaria chitarra di Marco Zoccheddu,
quello autentico e dell’epoca) rimane uno dei bibanda e melodie (1974), album dove è più ne, la paralisi del porto, l’eroina che quando un tempo Gleemen e poi con gli Osage Tribe
documenti più validi di quella stagione. Bam- forte l’influenza di Carlos Santana e la chitarra arriva viene venduta a troppo buon mercato e De André — sono un omaggio a uno dei no-
bi non è un chitarrista particolarmente tecni- spazia libera su tappeti di percussioni, come per non destare qualche sospetto… Anche stri poeti, uno che ci ha fatto sognare senza
co (anche se leva la pelle a tanti giovinastri nella clamorosa Pian della Tortilla. Bambi soffre, ed è pure genoano: “Non ci sia- usare le parole ma una chitarra.
di oggi che polverizzano senza senso scale mo ritirati: abbiamo continuato, ma in dispar- Da ascoltare:
misolidie), ma ha un feeling impressionan- te… siamo così a Genova, ci nascondiamo nei Nuda (1972)
te e il suo sound in Italia non ha eguali. È la caruggi”. Nelle classifiche dominano porcate Bambibanda e melodie (1974)
stagione dei grandi raduni pop e i Garybaldi sintetiche che cresceranno una generazione Da vedere:
ci sono sempre; aprono per i Van Der Graaf di zombie, ma il vero problema — pratico e Vicino in un momento, Dvd documentario
Generator, i Santana e anche i Bee Gees (!) e quotidiano — è che non si trova più da suo- contenuto nel Cd Note perdute (2010)
suonano ovunque, molte volte a fianco degli nare dal vivo. Bambi non ha grandi royalties Da leggere:
amici Area. L’imperativo di quegli anni viene da ricevere e si arrangia insegnando a suona- Codice Zena di Riccardo Storti (2005)
abbracciato in pieno da Bambi: “Essere ori- re a tanti ragazzi, da ottimo cattivo maestro, Jimi Hendrix, 5 giorni a maggio — Italia 1968
ginali e unici, prima di tutto!”. E poi condivi- tornando alla ribalta solo nel 1990 con il bel di Roberto Bonanzi e Maurizio Comandini
dere, la musica e la visione del mondo: “Ero Bambi Fossati e Garybaldi, solido rock blues (1998)
uno hipster, uno hippie con una tendenza po- e un curioso rap in genovese. Come per tanti Anni 70 — Generazione rock di Giordano Ca-
litica, chiaramente di sinistra… parlarne oggi chitarristi di matrice hendrixiana, lo stile di- siraghi (2005)
fa strano, ma comunicare — per noi — era la venta croce e delizia. Bambi ha una sua via
cosa fondamentale!”. Le foto ci restituiscono personale ma “se in concerto non faccio qual- Scrivi un tuo commento, clicca qui:
sul palco un Bambi baffuto, capellone e sem- che cover di Jimi, mi mangiano vivo”. Seguo- [email protected]
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A DAY IN THE LIFE Fu un anno di transizione, l’ultimo, quel mille-
novecentoottantaquattro.
Quel giorno in cui i ricordi si Stavo mettendo al loro posto le tessere del
fanno immagini, suoni, colori e puzzle musicale una ad una ed ogni volta che
profumi accadeva era un’emozione. Era forte in me
anche la sensazione del “peccato non aver
[email protected] a cura di ANGELO DE NEGRI vissuto direttamente tutto questo” ma me ne
stavo ormai facendo una ragione.
Per la cronaca, la mia appartenenza ad una
generazione temporalmente sfasata era riu-
scita anche a farmi passare inosservato i con-
certo dei Genesis a Milton Keynes nel 1982 in
formazione originale. Forse meglio così.
Ero in piena fase di ascolto del nuovo lavoro di
Keith Emerson, la colonna sonora di “Murde-
rock - Uccide a passo di danza”, film di Lucio
Fulci che voleva fare ‘il verso’ a Flashdance,
quando mi fece sobbalzare il numero 13 del
primo aprile (uno scherzo?) di Ciao 2001 che,
a seguito di un’intervista ad Emerson, sbatte-
Prelude to Candice
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va in copertina una sicura reunion di Emerson
Lake & Palmer, con un nuovo disco ed un tour
solo negli States. Allora c’era qualche speran-
Apparizione RAI 1984
(click sul titolo per visualizzare il link)
za, non era tutto perduto!
Ascoltavo “Murderock” e spesso storcevo il
naso. “Streets to blame” era un pezzo ‘dance’
ed anche altri erano un po’ troppo ‘leggeri’
per essere in un disco di Emerson. Mi con-
fortavo con “Prelude to Candice” (in seguito
riutilizzato anche per il film “La Setta”) e con
la speranza dell’imminente reunion degli ELP.
Peccato che poi ci siano voluti due tentativi in-
completi: “Emerson Lake & Powell” nel 1986
e “To the Power of Three” (con i “3” Emerson,
Berry & Palmer) nel 1988 e ancora otto anni
perché tutto questo si realizzasse con “Black scuravo lo studio e facevo parte, con alcuni
Moon” nel 1992. compagni di classe, di una band denominata
Ero un po’ frustrato e mi affacciavo spesso “Roncallo’s Band”, dal cognome del fondato-
re, unico capace di suonare uno strumento.

1 APRILE 1984
alla finestra e in quella di fronte vedevo Giu-
lia studiare. Suonavamo il sabato pomeriggio in una sala
Era bionda e mi piaceva parecchio, aveva due di prove nei vicoli, il Piccolo Mozart e nasce-
anni meno di me, un boxer tigrato ferocissimo vano strampalate versioni di canzoni famose
con testi “rielaborati” da noi. Tra questi c’e-

Murderock, Psychedelic Furs


ed un fratello maggiore, ultras della Sampdo-
ria, più feroce del boxer tigrato. Anche Giulia rano anche ovvi riferimenti a Giulia che ‘non
era sampdoriana, problema non da poco ma me l’avrebbe mai data’ e alla presunta gamba

e l’Universale
quando alzava la testa dal libro e mi sorrideva di legno della ragazza dell’epoca del batteri-
ero al settimo cielo e me ne dimenticavo. sta che, effettivamente, nelle giornate umide
Oltre a stare alla finestra, a quei tempi, tra- zoppicava.
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MIRROR MOVES
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The Ghost in You - Acoustic


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Cercavamo anche di imitare i Psychedelic grafiche, ben distribuite nelle vie del centro. contenitori vuoti ed il centro della città si è Ma per l’ascolto di alcuni brani di questo pe-
Furs. “Augustus”, “Orfeo”, “Lux”, “Universale”, anch’esso svuotato. Degradato. Soprattutto riodo riesce a superarsi, facendomi cadere
La colpa era mia, dal momento che avevo ac- “Verdi”, “Olimpia”, “Grattacielo”, tutte nel socialmente. lentamente ma irrimediabilmente nel vuoto,
quistato il loro quarto album “Mirror Moves” ciro di poche centinaia di metri. all’indietro, circondato da suoni, immagini e
per potere ascoltare “Heaven” ed ero poi ri- Passeggiata, qualche acquisto e spettacolo L'architettura è troppo importante ricordi, in un “qualcosa” di struggente che è
masto letteralmente folgorato da “The Ghost pomeridiano oppure pre-serale. Ultimo spet- per essere lasciata agli architetti. difficile descrivere a parole.
in you”, il brano che apriva il disco. tacolo e bar aperti (!) all’ora di uscita alla fine (G. De Carlo) Allora ascolto “The Ghost in you” in versio-
Uscivamo dal Piccolo Mozart ed andavamo dello spettacolo. ne acustica, chiudo gli occhi, perdo le forze
al Boogie, la prima paninoteca stile Mc Do- Non ci siamo potuti opporre all’urbanistica ed e lentamente attraverso via Venti Settembre
nald di Genova. A fianco c’era la discoteca agli architetti nel momento della creazione Oggi le persiane della stanza di Simona sono alla fine del 1984 e mi rivedo, in coda davanti
“Anyway”. Poi scendevamo in via Venti piena dei cinema “multisala” (così come dei mega quasi sempre chiuse e non conosco la nuova al cinema Universale, in mezzo a tanta gen-
di gente e di sale cinematografiche. centri commerciali) posizionati nelle zone de- famiglia che abita il suo appartamento. te sotto ai portici, nell’attesa di entrare nella
Il centro della città era “presidiato” dalla gen- gradate della città. Ci pensa la musica a farle riaprire facendomi grande sala per vedere “Ghostbusters”.
te, non raccontiamoci storie. Il risultato fallimentare è sotto gli occhi di viaggiare indietro nel tempo con quel “ritor-
E le basi strategiche erano le sale cinemato- tutti: le zone degradate sono diventate dei no di sensazioni” che solo lei è capace di dare.
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