MAT Set14
MAT Set14
MAT Set14
GLENN CORNICK
ROSSANA CASALE
NEIL YOUNG
ACTIVE HEED
DAREK BLATTA
LEE NEGIN
Dopo la sosta di estiva (solo un mese!) il team di MAT 2020 realizza un altro episodio
significativo, con una buona varietà di articoli e un’integrazione di nuovi collaboratori.
Il mese di Agosto è finito malissimo per i fans del rock, con la notizia della prematura dipartita
di un mito indiscusso, quel Glenn Cornick, primo bassista dei Jethro Tull, a cui viene dedicata
la copertina del mese ed un fresco ricordo di chi ha avuto la possibilità di incontrarlo.
Johnny Winter è un altro che ci ha lasciato, nel mese di Luglio, e Fabrizio Poggi lo ricorda con
evidente nostalgia.
Rimanendo in tema di rimembranze, dolorose ma dovute, Filipo Casaccia disegna una possibile
MAT 2020 - MusicArTeam racconta... immagine di Bambi Fossati.
Un’assoluta novità è rappresentata dall’angolo Metal, curato da Maurizio Mazzarella, che fa
[email protected]
quindi il suo esordio nel team, evidenziando la musica dei Dark Quarterer.
Angelo De Negri A proposito di novità, siamo alla ricerca di un amante del Jazz, che abbia voglia di dare una
General Manager and Web Designer mano alla causa… che ne dite di un piccolo passaparola?
Parlando della sezione live, da segnalare il racconto dei concerti di Steve Hackett e Neil Young,
Athos Enrile recensioni realizzate da Franco Vassia e Mirco Delfino, penne nobili che MAT2020 spera di
1st Vice General Manager and Chief Editor trattenere ancora per lungo tempo.
Andrea Montaldo è stato invece testimone di un concerto ligure di Jonathan Wilson, e
Massimo ‘Max’ Pacini propone il reportage fotografico.
Rimanendo in tema di performance, d’obbligo sottolineare due eventi che hanno visto
2nd Vice General Manager, Chief Editor and Webmaster
l’impegno organizzativo di MusicArTeam, il concerto savonese dei BIG ONE e quello di Noli
(SV) di Rossana Casale.
Marta Benedetti, Paolo ‘Revo’ Revello Da un po’ di tempo mancava l’angolo dei libri e MAT coglie l’occasione per presentare e
Administration commentare una nuova guida sulla Musica Progressiva - di Stefano Orlando Puracchio - e le
“memorie beatlesiane” di Rita Tunes ed Enrico Pelos.
Web Journalists and photographs: Davide Rossi (Toten Schwan) ha preparato per MAT 2020 un articolo su Darek Blatta e le sue
Fuvio Bava, Filippo Casaccia, Glauco Cartocci, Sergio Cippo, Gianmaria Consiglio, Mirco Del- pitture, ed un altro sul suo braccio destro Werner Swan.
fino, Laura Garbarino, Gianni Leone, Angelo Lucardi, Maurizio Mazzarella, Andrea Montaldo, Interessante l’esordio discografico di Daisy is Dead e il nuovo album degli di Active Heed di
Carlo Pavone, Enrico Pelos, Fabrizio Poggi, Davide Rossi, Mauro Selis, Alberto Sgarlato, Ric- Umberto Pagnini.
cardo Storti, Franco Vassia. Proseguiamo. Gianmaria Consiglio incontra Lee Negin e il direttore Angelo De Negri ricorda
una “Genova che ormai non c’è più”, soffermandosi sul 1984.
I media ci raccontano, con buona periodicità, gli accadimenti del famoso Chelsea Hotel: chi
poteva parlare di esperienze reali se non Gianni Leone, che in quel luogo ha a lungo vissuto?
Fortunatamente c’è chi non molla mai la presa e ripropone con costanza le rubriche storiche:
Alberto Sgarlato svela i suoi segreti, sotto forma di album che hanno lasciato il segno, Mauro
Selis si divide tra la materia psicologica applicata alla musica e il prog… più lontano possibile,
Glauco Cartocci analizza il passato in maniera scientifica, e l’autorevole Riccardo Storti dona
luce alle “sue” perle nascoste.
Molta carne al fuoco dunque, tanta informazione e passione che si riversa sulle pagine del
web magazine e sul blog (http://mat2020.blogspot.it/)
A proposito di quest’ultimo, ad un anno di distanza dalla sua creazione sono state toccate
le 20000 visite, non male per un contenitore aperto ad ogni genere musicale e a qualsiasi
MAT2020 is a trademark of MusicArTeam. novello reporter.
Che altro dire… parlate di noi, possibilmente bene, le sorprese positive non mancheranno!
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MAT2020 - Anno II - n° 18 - 09/14 sommario
Le Rubriche di MAT2020
(click sul titolo per andare alla pagina)
New Millenium Prog Gioielli Nascosti
a cura di Mauro Selis a cura di Riccardo Storti
Immagine di copertina dedicata a GLENN CORNICK, fotografato SUDAMERICA: CILE GOBLIN
da Carlo Pavone. E’ stato il primo bassista dei Jethro Tull e ci ha Psycomusicology A Day in the LIfe
lasciati lo scorso 28 agosto. a cura di Mauro Selis a cura di Angelo De Negri
L’ACCUMULATRICE PATOLOGICA 1 APRILE 1984
Once I wrote some poems Rock ‘n’ Roll Pills
a cura di Alberto Sgarlato a cura di Glauco Cartocci
IN QUESTO NUMERO: IQ - DARK MATTER FU VERA GLORIA?
(click sul titolo per andare alla pagina) Profondo Blues
a cura di Fabrizio Poggi
JOHNNY WINTER
GLENN CORNICK
BIG ONE
MEMORIE BEATLESIANE
DAREK BLATTA
LEE NEGIN
DAISY IS DEAD
ACTIVE HEED
JONATHAN WILSON
CHELSEA HOTEL
UNA GUIDA AL PROG ROCK
DARK QUARTERER
NEIL YOUNG Aiutateci a crescere!
STEVE HACKETT Cliccate qui
WERNER SWAN
BAMBI FOSSATI
Il nuovo Blog di
MAT2020
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INDIMENTICABILE
GLENN CORNICK
di Athos Enrile
foto di Fulvio Bava
FU VERA
[email protected] oltre allo sgomento e alla tristezza (che Eroismo.
io ho descritto), in noi giovani dell’epoca Nel senso che il Nero Mancino con la
affiorarono altri sentimenti, che riporto qui Chitarra, o il Poeta Edipico di L.A., nel loro
per completare la riflessione. bruciante e rapido cammino, per così dire
Una sensazione era decisamente derivante “si sacrificavano”, compivano il loro Destino,
dai giornali, e dai commenti “perbenisti” passando dalla cronaca al Mito.
GLORIA?
(anche se comprensibili) che sostanzialmente Per chi aveva compiuto studi Classici o
facevano rilevare come, in fondo, queste comunque amava il mondo Epico, era
rockstar dalla vita sregolata, un po’ “se la inevitabile pensare alla frase “Muore giovane
fossero cercata”. Per chi, come me, era chi è caro agli Dei” di Menandro (non ricordavo
all’epoca un teen-ager la morte per droga o di chi fosse, ma ho controllato…), o all’altro
alcool costituiva un monito, che ovviamente aforisma di Ippocrate, mutuato poi dai Latini
veniva recepito di più o di meno a seconda in “Ars longa, vita brevis”. Per gli amanti del
delle inclinazioni personali agli abusi, rock duro e puro, inoltre, era praticamente
(appendice al discorso sulle Superstar defunte) all’educazione familiare e alla percentuale di impossibile non accostare tali detti al famoso
verso di Pete Townshend “I hope I die before
I get old”.
Insomma, nel nostro immaginario, questi Eroi
della Musica non erano solo degli sfortunati
(sfigati, si direbbe oggi) che in un momento
di distrazione avevano preso venti pasticche
di troppo, soffocando nel proprio vomito, ma
qualcosa di più grande, qualcosa di migliore.
Se Achille fosse invecchiato, non sarebbe
Achille, e lo stesso avviene per i “nostri”.
Questa considerazione, tuttavia, me ne porta
delle altre.
Mi avvalgo di un piccolissimo estratto da un
articolo che conosco per essermi occupato
del famoso Caso “Paul Is Dead”, che però
qui mi interessa non in quell’ambito, ma
per proseguire il nostro discorso. Si tratta
di “The Curious Case of the ‘Death’ of Paul
McCartney” dalla rivista Urban Life & Culture,
Vol. 1, N° 1 (1972), della sociologa Barbara
Suczek.
L’autrice elenca alcuni “stadi” fondamentali
nella creazione di una Moderna Leggenda.
1. “Come nelle storie antiche, c’è un passaggio
orale dal maestro, l’iniziato, all’allievo;
l’introduzione ai nascosti, occulti significati”.
2. “C’è una forte connotazione mitologica
della Figura Leggendaria, che diviene
Soprannaturale”.
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3. “La morte prematura trasforma il Giovane Se è vero che Hendrix aveva pochi rivali fra
Eroe in una divinità”. i contemporanei, ciò non significa che dopo
4. “Il tutto acquista forza e si propaga in non siano state sviluppate tecniche nuove,
funzione del suo aspetto ludico, cioè del diteggiature più efficaci, in sostanza “altri
suo essere una forma di intrattenimento, di modi” di affrontare la chitarra, strumento
spettacolo”. che si è evoluto forse più degli altri in questi
Come non vedere, nel primo punto, l’attinenza decenni che ci separano dalla dipartita di Jimi.
con Internet, mediante la quale ci si possono Senza voler togliere nulla alla sua importanza,
scambiare opinioni, dati, dicerie, ipotesi mi sembra che ostinarsi a farne un feticcio gli
dietrologiche? L’attuale mitizzazione dei renda un cattivo servizio. Come Pelè o Carl
Caduti del Rock, le ipotesi sulla “maledizione Lewis, anche Hendrix va inquadrato nella sua
del 27≤, se non nascono sulla Rete, epoca, senza voler pretendere una sorta di
sicuramente da essa vengono rimbalzate, “imbattibilità” ginnica che non ha davvero
amplificate a velocità incredibile. senso. Dietro a queste pagine di musica cI SONO passione e
I punti 2 e 3 confermano quanto si diceva Così, pure, trovo davvero sbagliato che lavoro, aiutaci a farle conoscere!
sopra, riguardo la “sublimazione” del decesso. l’aria di leggenda “maudit” che circonda Jim
E per quanto riguarda il punto 4, così era anche Morrison abbia finito per prevalere sulle sue Come?
per quanto veniva cantato dai Cantastorie, o effettive capacità di musicista, e sul suo ruolo
dai Bardi, o da Omero. In fondo il dramma della nel gruppo. Morrison era indubbiamente il
morte della giovane Rockstar, per cinica che
sia la cosa, finisce per essere parte sostanziale
fulcro dei Doors, che però non sarebbero
stati tali senza gli apporti musicali di Krieger INVITA I TUOI AMICI AD
dello spettacolo stesso. OK, d’accordo, “the
show must go on”… ma direi che con la morte
talora iniziò un Secondo Tempo dello show
o Manzarek, i quali spesso riuscivano a
concretizzare idee che, se lasciate in mano
al solo Jim, sarebbero rimaste sfuggenti e
ISCRIVERSI ALLA RIVISTA
stesso, in alcuni casi addirittura più redditizio erratiche. Inoltre, altra assurdità, esistono
del Primo per chi poteva sfruttare i diritti degli
scomparsi famosi.
fan di Morrison che conoscono pochissimo
o niente del repertorio dei Doors, ammaliati VISITA LE NOSTRE
PAGINE FACEBOOK
Tutti conosciamo il fenomeno dell’eccessiva dalla leggenda del trasgressore, del Re dello
spremitura del “morto eccellente del Rock”, Sballo. Anche in questo caso, si è operata una
la pubblicazione di out-takes, di bootleg distorsione del tutto deleteria.
giovanili, di session senza pretese, di scarti Infine, forse il caso più eclatante di tutti, John
discografici che il musicista mai avrebbe Lennon. C’è un musicista noto qui in Italia, suo
voluto fossero immessi sul mercato. Per coetaneo (non faccio nomi) che seriamente METTI UN “MI PIACE”
molti versi, la “santificazione” del rocker, con convinto mi ha detto che “l’unico genio nei
annessi gadget, ricorda da vicino certi tipi Beatles era Lennon”, e trovo la cosa talmente ED INVITA I TUOI CONTATTI
di mercimonio eccessivamente spinto che assurda da non commentarla nemmeno. Ci
caratterizzano spesso l’ambito religioso: anche sono appassionati che conoscono il Lennon A FARE ALTRETTANTO
qui ci sono tanto di reliquie e oggettistica di “Imagine”, ma magari non hanno mai
“benedetta”. ascoltato “I Am The Walrus” o “Being for
Per concludere, non posso non riflettere
su alcune storture che il fenomeno della
the Benefit of Mr. Kite” o “Tomorrow Never
Knows”. C’è un altro musicista, italiano (non CONDIVIDI I NOSTRI AGGIORNAMENTI
Mitizzazione ha provocato. Alcune Rockstar, faccio nomi) che dichiarò in TV che la canzone
sicuramente grandi, sono state percepite, più bella di Lennon-McCartney è “Give Peace
in seguito alla morte, in modo secondo me
assolutamente errato.
a Chance”.
Ecco, di fronte a tali eresie mi chiedo se i colpi
MAT2020 FACEBOOK
Jimi Hendrix, indubbiamente un grande di pistola dello sciagurato Chapman, oltre
innovatore, è finito per diventare
nell’immaginario dei fan “Il chitarrista più
al dramma, non abbiano provocato anche
parecchi altri danni collaterali, stavolta sul
MusicArTeam FACEBOOK
bravo di tutti i tempi” “Insuperabile per piano artistico. CLICK SUL NOME PER IL LINK DIRETTO
definizione”, il che non risponde a verità.
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MEMORIE BEATLESIANE
caso specifico, ha portato Rita ed Enrico al I luoghi, i sentimenti, le immagini, i cambia-
compimento di scelte fondamentali che han- menti storici e culturali… tutto scorre all’inter-
no inciso profondamente sul sentiero della no di questo contenitore fatto di rimembran-
E DINTORNI
vita. ze, oggettività ed emozioni, e i due autori/
Nelle 130 pagine del book è facile ritrovare protagonisti raccontano e si raccontano, spa-
frammenti di storia, vissuta da molti in prima ziando su vasti spazi temporali, soffermando-
persona, ma ciò che è dipinto con passione e si su aneddoti e pensieri, caratterizzati dalla
Ho sempre indagato con i miei amici musici- la scena londinese e inglese più in genera-
sti, presenti sulla scena londinese a cavallo le, si può spiegare anche con il fatto che in
tra gli anni ’60 e ’70, come fosse possibile un quel paese allora ci si poteva già esprimere
tale concentrato di talenti, tutti in una stes- con indipendenza. I giovani erano, in gene-
sa epoca e nella stessa terra: qual è la vostra re, capiti e incoraggiati dalle famiglie che
opinione, quella di due persone presenti e invece di constrastarli nelle loro ambizioni
quindi privilegiate nel giudizio? musicali e/o culturali, cercavano di assecon-
Ti ringraziamo dell’interessante domanda, darli. Questo ad esempio accadde agli stessi
che ci siamo posti anche noi con meraviglia Beatles, che da ragazzini trovarono aiuto nei
quando ci siamo trovati a Londra a quell’e- parenti i quali comprarono loro gli strumen-
poca. ti e quindi poterono sviluppare liberamente
Come poteva succedere che gruppi o musi- i loro talenti innati. Alcuni erano anche figli
cisti che da noi rappresentavano - anche sin- di musicisti. Un altro fattore importante fu
golarmente - l’avvenimento clou del mese che Liverpool era allora la città portuale più
o dell’anno, in quel paese fossero magari importante e molto attiva, con collegamen-
a suonare in contemporanea in una stessa ti navali continui con l’ America, e quindi la
sera in locali diversi? La risposta è, secon- sua musica d’importazione ebbe grande in-
do noi, spiegabile con il verificarsi di alcune fluenza su molti musicisti e gruppi musicali
coincidenze: per quanto riguarda l’epoca, nel (non a caso anche a Genova, essendo città
decennio degli anni ‘60, lo status giovanile portuale, arrivavano insieme alle navi dischi
finalmente emergeva per la prima volta nel- considerati allora di “avanguardia” che in-
la storia con proprie caratteristiche e si co- fluenzarono anche alcuni dei nostri musici-
minciavano ad ottenere libertà personali, di sti) .
costume e di pensiero. Questi cambiamenti La vita poi a Londra, essendo esplosa come
generazionali erano maturi per esprimersi “Swinging London” (rivoluzione dei costumi,
anche in campo musicale con tutta la libertà nell’abbigliamento, nelle abitudini sessuali,
che esplodeva via via. nella musica e nella politica etc... come ben
Per quanto riguarda invece il fatto che tutto spiegato nel libro) divenne il fulcro di una
ciò avvenisse proprio nella stessa terra, nel- citttà piena di idee, innovazioni e fermenti
che permisero il diffondendersi della cultura
KRAFTWERK CONCERT ROUNDHOUSE 1976 musicale a tutti i livelli e in tutto il paese.
Il concerto dei Kraftwerk alla Round House di
Londra del 10 ottobre 1976 con luci ed effetti Il fenomeno dei The Beatbox, tanto per citare
speciali (per quel periodo).
qualcuno di molto vicino, dimostra come la
Nota particolare: di questo concerto sembra
che i Kraftwerk non abbiano mai rilasciato foto voglia di Beatles “originali” (abiti, strumenti e
ufficiali per cui le foto (scansioni da diapositi- similitudini fisiche) sia sempre molto forte: è
va) qui pubblicate sono considerate una rarità questo un fenomeno nostrano o anche nella
se non le uniche, dei concerti di quel periodo! terra di Albione e in giro per il mondo avete
ph enrico pelos.jpg avvertito gli stessi pruriti?
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in studio (Rita recentemente si è accostata cevole momento, colonna sonora della vita
al mondo musicale da dilettante, scoprendo di tutti giorni di molte persone. I loro concet-
sempre più la complessità ed il valore tecni- ti, in fondo semplici, esprimevano però idee
co delle loro escuzioni...) . universali, e per questo ancora oggi hanno
I Rolling Stones, rimanendo fedeli a se stessi molto da dire. La loro vera eredità è in fondo
per decenni e riproponendo ancora oggi in proprio questa: l’aver saputo farsi apprezza-
tour mondiali la loro musica, hanno portato re ed emozionare in modo trasversale da più
avanti un discorso che all’inizio era di prote- generazioni.
sta e rottura, ma che nei decenni che segui-
rono ha perso questa carica tramutandola in Un’ultima cosa: come procederete con la
spettacolo e amore per il rock. pubblicizzazione della vostra pregevole ope-
Entrambi rimangono quindi icone importan- ra?
ti, senza età e senza tempo. Grazie per l’apprezzamento. Il nostro è un
libro prevalentemente di “Memoir”, cioè
Dopo tanti anni, quale pensate sia la vera ere- una scrittura autonarrativa per rievocare,
dità lasciata dai Beatles? mettendole per iscritto, le emozioni, le sen-
Domanda complessa; ci si potrebbe scrivere sazioni e le esperienze vissute in particolari
un altro libro. Molti musicisti dell’epoca se- momenti. Abbiamo poi volutamente appro-
gnarono delle svolte di costume: le canzoni fondito molti argomenti in capitoli dedicati e
di Dylan causarono disordini studenteschi, i completati da informazioni culturali, sociali,
Jefferson Airplane alimentarono il mito degli musicali documentati con fotografie dell’e-
hippies, Mick Jagger la rivoluzione sessuale. I poca per dare un quadro informativo su
Beatles non cantarono in fondo grandi temi, molti degli avvenimenti accaduti negli anni
anche se in alcuni pezzi trattarono soggetti interessati dai nostri racconti. Trattandosi di
filosofici e di costume, per cui proprio per un genere diffuso nei paesi anglosassoni, ma
MARQUEE MUSIC CLUB 1977 alle varie epoche beatlesiane. A tutti que- questo sono passati indenni tra le mode dei solo recentemente preso in considerazione
Il palco del Marquee, noto sti concerti, e di altri artisti che si svolgono decenni. La loro musica voleva essere un pia- dalle case editrici in Italia, esso è stato da noi
locale situato allora in Wardour anche all’estero in numerose nazioni, è sor-
Street a Londra e frequentato
prendente vedere adolescenti che ballano
nelle serate negli anni ‘70
ph enrico pelos.jpg
al suono di questa musica appena scoperta
accanto a fan di tutte le età.
Certamente. In un capitolo dedicato abbia- Beatles e Stones, come voi dite due facce del-
mo citato il fenomeno delle cover-tribute la stessa medaglia, ma con significative dif-
bands con gruppi attivi ovunque: nella terra ferenze: come li “disegnereste” a distanza di
di Albione si tiene ogni anno una “Liverpool tempo?
week” dove si esibiscono molte cover band, Le due bands venivano da un faticoso per-
sia inglesi che provenienti da tutto il mon- corso di gavetta e apprendistato: on the road
do. Ci sono anche i “sosia”, come ad esempio anche in America per gli Stones, e sui palchi
Gary Gibson, “Sosia ufficiale” di John Len- in lunghissime e faticose session in Amburgo
non, originario della zona di Liverpool-Man- per i Beatles. Con nostro grande dispiacere
chester, incontrato proprio recentemente per queste due bands il destino è stato mol- PINK FLOYD WEMBLEY
alla Beatles week di Genova. Recentemente to diverso. TICKET 1974
poi anche i Beatbox, alcuni componenti dei I Beatles, separandosi nel 1970, dopo non Il biglietto del concerto
quali somigliano effettivamente ad alcuni dei Pink Floyd, comprato
molti anni insieme, che però hanno prodotto
nel 1974 per l’ingresso
dei Beatles, ripropongono un bello spetta- capolavori, sono entrati nel mito grazie an- all’Empire Pool di Wembley
colo proprio di “educazione musicale”, con che alla loro ricerca musicale per allora mol- a Londra
cambio di abiti e di canzoni che si riferiscono to innovativa e per niente facile, sia live che ph enrico pelos.jpg
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autoprodotto e non si trova nelle librerie o
in altri punti vendita. Trattasi quindi di una SITO WEB
(click sul titolo per visualizzare il link)
pubblicazione edita in modalità self-publi-
shing, che si avvale della distribuzione print- Stampa a colori ISBN 978-88-909792-0-0:
on-demand paper free (cioè senza la stampa
di copie in anticipo e di conseguenza nessun STAMPA A COLORI
(click sul titolo per visualizzare il link)
taglio di alberi) per quanto concerne i vari
Stampa copertina colori e foto B/N
formati, sia a stampa (nelle due versioni sia
a colori che in bianco e nero), che in e-Book,
reperibile dal sito dell’editore www.enrico-
ISBN 978-88-909792-1-7:
STAMPA B/N
Il nuovo Blog di
pelos.it al link del titolo del libro.
La pubblicizzazione, al momento, avviene
(click sul titolo per visualizzare il link)
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New Millenium Prog
il Progressive del terzo millenio
SETI
Seti è un altro progetto del polistrumentista,
a cura di MAURO SELIS
produttore e compositore Claudio Momberg
che, per questo ensamble, si è avvalso di altri
[email protected] musicisti di rilievo per produrre dell’ottimo
neo-progressive.
Il nome della band è ripreso da un importante
CILE
Extra-Terrestrial Intelligence.
Il gruppo, che ha esordito disco graficamente
nel 2005, ha all’attivo due lavori in studio e un
RT Mylodon Records.
PA
SITO WEB
Concludiamo la rassegna sul progressive cileno del nuovo millennio (click sul titolo per visualizzare il link)
approfondendo la proposta musicale di gruppi con una dignità artistica
di rilievo. Nel prossimo numero faremo nuovamente un tour in Album consigliato: Life signs (2005)
Argentina, per esplorare più dettagliatamente la realtà progressiva del
paese delle Pampas.
ARENAL
SUBTERRA
Fondati nel 1999 gli Arenal, provenienti da
I Subterra sono un ensamble di neo progressive Valparaiso, sono depositari di un sound neo
che ha iniziato l’attività nel 1996 come prog a tinte “dure” con tratteggi fusion.
cover band dei Marillion dell’era Fish. Il loro La band in questi anni ha subito alcuni cambi
debutto con brani inediti risale al 2001 con di formazione che non hanno impedito di
Sombras De Invierno, disco molto influenzato proseguire il cammino musicale attraverso
dalle sonorità Marillion seppur i testi siano l’incisione di due dischi.
interpretati in spagnolo dal cantante Max
Sánchez.
La band del tastierista Claudio Momberg ha
poi rilasciato sul mercato discografico un altro
album in studio nel 2005, “Cautiverio”, che si
allontana dalle sonorità espresse fino a quel
momento e un live nel 2006 Abrir la Herida,
in cui la maggior parte dei brani sono tratti da
un concerto del 2000, altri da un concerto del
2005 e un demo del 2003.
MYSPACE
(click sul titolo per visualizzare il link)
MY SPACE
(click sul titolo per visualizzare il link)
Album consigliato: Sombras De Invierno (2001) Album consigliato: Cabernet Sauvignon (2011)
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JAIME ROSAS ABRETE GANDUL
Jaime Rosas, laureato in Psicologia, è un Abrete Gandul è una band fondata nel 1999
tastierista-compositore, autore di quattro dal cantante-chitarrista Mauricio Dell, nel
dischi di prog sinfonico in studio e un live mondo musicale conosciuto come Dr. Octava.
Viajero Astral - Live in Brazil nel 2008. Nel 2002 il Dr. Octava con il bassista Garcia,
Prima di questa carriera solista Rosas ha dopo l’esordio discografico del 2000, lasciano
militato in un gruppo di prog metal gli la band che prosegue- comunque- sulla
Entrance per due dischi in studio e un live. propria strada fino a pubblicare due lavori nel
Rosas ha tentato con il secondo disco terzo millennio con una matrice progressiva
Extremos del 2004 di formare una sorta di che ripesca dai King Crimson e i Gentle Giant.
ELP sudamericano con lui nelle veci di Keith La line up attuale: -Antonio Arceu: batteria
Emerson, Rodrigo Godoy emulo di Lake e il e percussioni, Aime Acuna: tastiere, Rodrigo
batterista Alex von Chrismar come Palmer. Maccioni: chitarra e flauto e il bassista Pedro
Santander.
FRACTAL FÖLLAKZOID
Sonorità folk progressive per i Fractal, I Föllakzoid provenienti da Santiago del Cile,
ensamble attivo fin dalla fine degli anni 90 sono una band composta da giovani musicisti
e che, nel terzo millennio, ha rilasciato due poliedrici che, in 2 album e un e.p. tra il
dischi. Fractal nel 2004 e Caravano nel 2011. 2009 e il 2013, hanno approfondito sonorità
Da citare anche il dvd “Fractal sinfonico” del psycoprog-space con chiari riferimenti
2007 con un suggestivo incontro di vari generi all’epopea tedesca dei settanta.
musicali, musica classica compresa. Line up: Juan Pablo: voce, basso. Diego:
Peculiarità della band è la strumentazione batteria. Alfredo: synth e il chitarrista
di tipo etnico proveniente da varie parti del Domingo.
mondo, dalle percussioni africane a quelle
indù o turche, passando per il violino cinese
erhu e la marimba guatemalteca.
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DAREK BLATTA di Davide Rossi
Toten Schwan
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DAREK BLATTA
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DAREK BLATTA
Come nasce l’esigenza di dipingere?
L’esigenza nasce nel momento in cui, verso i 3
anni credo, disegnai qualcosa che non ricordo,
ma ricordo bene la sensazione che ebbi dopo
averlo fatto e che tutt’ora mi accompagna. Le
varie tecniche sperimentate negli anni non mi
hanno mai soddisfatto.
Quali sono state le fonti ispiratrici del tuo
lavoro?
La strada, le esperienze di vita vissuta in
questa era, la musica e tutto ciò che ricordo.
Credi che le esperienze negative infantili
influenzino certi tipi di direzioni artistiche
come la tua?
Credo di si, io non ne ho avute per fortuna,
ma credo che i racconti ascoltati da bambino
da mia nonna sulla sua prigionia nei campi
di concentramento durante la guerra mi
abbiano in qualche modo influenzato.
Cosa esprimi invece della situazione mondiale
attuale?
Della situazione sociale attuale cerco di
esprimerne lo “spleen”, anche se negli ultimi
lavori sono diretto piu sul lato estetico di
questa involuzione.
Musica e pittura vanno spesso di pari passo, é
così anche per te?
Si, la musica mi accompagna da sempre,anche
quando dipingo ed ho sempre frequentato
ambienti legati alla musica e alla sottocultura
underground in genere.
Come hai approcciato al collettivo Toten
Schwan?
Per caso, ma credo sia stata una tappa
obbligatoria che prima o poi sarebbe arrivata
e ne sono felice.
Chi é veramente Darek Blatta? E perché Da ragazzino,non andando a scuola,leggevo I tre desideri per il genio della lampada.
Conosci il lavoro di altri artisti del collettivo? questo soprannome? filosofia classica, Albert Hoffmann, la cricca Il genio della lampada è morto soffocato.
Si, conoscevo alcuni di loro (non di persona) Darek Blatta non esiste. dei poeti maledetti, Axley, tanta storia
e li stimo tanto, credo che siano quelli dell’arte e psicologia, mi piacciono i film
Film-libri-fumetti. ..importanti nella tua dei primi del ‘900 (“Metropolis” mi ha fatto
che facciano roba più concreta e originale Scrivi un tuo commento, clicca qui:
costruzione artistica. riflettere tanto). Non leggo più da tanti anni.
attualmente in Italia. [email protected]
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racconta dal palco la genesi, una scintilla Sono le 21.30 quando quattro artisti salgono
scoccata probabilmente molti anni fa, dopo sul palco e… inizia la magia.
una chiacchierata in pieno relax, uno scambio L’audience è variegata, le età si mischiano,
di battute che a distanza di qualche lustro molti sono di passaggio e altri sono lì sulla
si materializza in un progetto che incontra il fiducia, senza ben sapere che cosa potrà mai
pieno appoggio della Fondazione Gaber. accadere, senza immaginare che il silenzio e la
L’atmosfera di un concerto è costituita da tanti concentrazione, in questo caso, sono elementi
dettagli che è bene cogliere e raccontare. fondamentali per poter entrare in sintonia
Una piazza fantastica con uno scenario naturale con i musicisti e, soprattutto, per permettere
invidiabile, una giornata stranamente - di loro di esprimersi al meglio in un fazzoletto
questi tempi - limpida e serena, una squadra temporale caratterizzato dall’intimismo e
al lavoro precisa e motivata e un pubblico dalla comprensione del messaggio.
capace di afferrare al volo le modalità di Rossana Casale canta, recita poesie, propone
fruizione dell’evento, vedremo quali. testi e disegna scenari che sono quelli proposti
E poi altri piccoli segnali in pieno tema di in passato da Gaber in modo ironico, aventi
serata, dalla t-shirt del tecnico del service come materia comune la relazione di coppia,
dedicata a Gaber - e donata a Rossana - alla le difficoltà e le peculiarità del rapporto
scoperta che il gentile gestore del locale scelto uomo/donna all’interno del nucleo familiare.
per la cena è stato per anni accompagnatore Canzoni impegnative, altre leggere e
del cantautore milanese. sarcastiche, una composizione di sentimenti e
16 AGOSTO 2014
Il Ferragosto porta in Liguria l’estrema qualità è ampio e fitto di “medaglie al merito”, ma ciò
della Musica. che porta in scena in questi giorni presenta
Noli, fantastico borgo marino in provincia un grande valore aggiunto, una particolare
di Savona, è stato testimone di una visione dell’opera di Giorgio Gaber.
rappresentazione indimenticabile, tra Teatro, Lo spettacolo reca un titolo inequivocabile, “Il
Poesia e Musica. Signor G e l’amore”, e ripropone i pensieri e
Rossana Casale non ha bisogno di i punti di vista della coppia Gaber/Luporini,
presentazioni, è volto noto ed il suo curriculum con il tocco personale della Casale che
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idee arricchita da ciò che in origine mancava, il
punto di vista del genere femminile, che rende VIDEO #1
(click sul titolo per visualizzare il link)
completa la panoramica su di un argomento
che tocca chiunque, nel quotidiano e nei
tempi lunghi. VIDEO #2
Niente come la Musica è in grado di (click sul titolo per visualizzare il link)
sintetizzare i buoni propositi, niente come la
Musica può funzionare da collante, riuscendo
a fondere, almeno per qualche istante, tutte
le componenti presenti sul campo.
Certo è che la rivisitazione in chiave jazz de
Il Signor G e l’amore”, vede la presenza di
fantastici musicisti che Rossana non smette
mai di coccolare, ben conscia del loro
contributo, fondamentale - in termini umani
e musicali - decisivo per arrivare all’efficacia
del risultato.
Emiliano Begni (pianoforte), Francesco
Consaga (sax) ed Ermanno Dodaro
(contrabbasso), costituiscono un super
gruppo di estrema qualità, apprezzati ed
applauditi a più riprese.
La Piazza Chiappella è risultata gremita, con
ogni possibile spazio occupato da anime
capaci di captare i frangenti bisognosi di
atmosfera, ma pronte a dimostrare calore nei
momenti topici del concerto.
Quando parte il bis, “Non arrossire”, Rossana
Casale chiama tutti a raccolta, coinvolge
l’audience e invita al canto, ricevendo una
fantastica risposta, come dimostrano le
immagini a seguire.
E arriva il momento del commiato, dei
ringraziamenti, dei saluti, delle fotografie,
delle firme, e Rossana Casale si dimostra
disponibile e compiaciuta dalle dimostrazioni
di affetto sincero di molti dei presenti.
Ancora una volta il connubio tra il Comune di
Noli e MusicArTeam conduce ad un risultato
di pieno successo, a dimostrazione che la
ricerca della qualità, unita a buone capacità
organizzative e al lavoro di squadra, non può
che condurre a risultati di prestigio.
Serata indimenticabile!
Lee Negin e
eventi circostanti. Nel riferimento ai rettiliani
da parte di Negin c’è certamente qualcosa
La Musica inserita nella categoria “indie” vive una vita intensa, ma visibile
solo in determinati contesti. Scoprirne i protagonisti è il minimo che si
possa fare: MAT2020 parte - o riparte - da At The End, di Daisy is Dead.
At The End è l’album di esordio di Daisy is che nasce, carica di speranza, destinata ad
Dead, band che ha trovato immediata luce accumulare, col passare del tempo, dolore,
all’interno del panorama indie rock italiano. delusione e avversione verso il genere
Marcello Mazzone (Daisy) è l’autore di questo umano, che, quasi sempre, sa mettere in
album concettuale che si dipana su tredici mostra il suo lato peggiore e degradato. Ma la
tracce legate da un unico filo conduttore. memoria deve essere sempre fresca, i ricordi
E’ lunga l’esperienza musicale di Mazzone, nitidi, perché occorre trovare soddisfazione
e le idee e i risvolti musicali concentrati e pianificare la giusta reazione che regali
in questa opera prima rappresentano un la pace apparente. Ma è la vendetta la
soluzione di tutti i problemi? Un fatto casuale
sunto dell’esperienza passata, che termina
porrà termine alla sofferenza materiale, e a
idealmente con un “punto e a capo”, una quel punto la dimensione spirituale avrà il
ripartenza, una rinascita consapevole che sopravvento, regalando all’uomo la chiarezza
volge lo sguardo verso il futuro. di veduta, la corretta panoramica, l’onestà di
In questo percorso Daisy è accompagnato da giudizio, e la serenità lascerà il posto ad ogni
Marco “BG” Biggi (batteria) e Alessio “Alex altro sentimento e stato d’animo. Il loop si è
Gas” Lanini (basso), e molte e rilevanti sono chiuso… un altro loop potrà aprirsi.
le collaborazioni: Cristiano “Giallo” Gatto Dopo aver evidenziato l’importanza
(Pornoshock), vocalist in Don’t Forget Klaus dell’elemento lirico, occorre dare un’idea di
Nomi, Ersilia D’Addamio (Missbit) presente in quello musicale, restando all’interno della
tutti i cori dell’album, Stefano Cabrera (Gnu famiglia del Rock.
Quartet), violoncello in Liberami dal Male L’atmosfera generale è molto “scura”, in
e Amante Gotico, Lorenzo Gazzano (Radio perfetto tema col racconto, anche se non è
GaGa), al pianoforte per tutto l’album. chiaro - a me - se il tipo di ambientazione
La riflessione proposta è quella con cui musicale sia il risultato dello sforzo fatto per
tutti, prima o poi, si confrontano: una vita cercare la funzionalità al tema o sia piuttosto
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il DNA dell’autore. Lo scopriremo cammin Un po’ di psichedelia, un po’ di metallo
facendo. sonoro, e il profumo del Seattle Sound,
Sono tante le etichette e le sfaccettature che accompagnano questo pregevole lavoro,
si possono trovare in ogni nuova opera, ma ascoltabile al seguente link:
non vi è dubbio che siamo al cospetto di un
lavoro pienamente rock, con la commistione
tra la strumentazione tipica del genere e un SITO WEB
versante classico, con la propensione all’uso (click sul titolo per visualizzare il link)
dell’elettronica che fornisce il bridge tra ere e
idee musicali differenti.
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ACTIVE HEED
“Higher dimensions”
di Alberto Sgarlato
Rachele:
le chiesi se ne avesse ancora di vinili. dopo un attimo d’incertezza, si cullò tra le
La signora esitò un poco, poi mi portò, braccia del ricordo ed estrasse il Long Playing
superando barriere di oggetti, nella camera di Jerry Lee Lewis “Live At The Star-Club
l’accumulatrice patologica
vicina ove, facendosi strada tra due pile di Hamburg”,
libri, aprì un armadio a muro che conteneva
- in modo paradossalmente ordinato - una
collezione di dischi e cassette. “Ecco la Live at the Star-Club
La donna, pelle e ossa, sedeva al bordo aggiravano tra metri cubi di cianfrusaglie. collezione di mio padre”, disse con una punta (click sul titolo per visualizzare il link)
di quella stanza maleodorante e tutta Era chiaro che Rachele fosse affetta da un di naturale nostalgia.
scompigliata, come la sua testa. particolare disturbo ossessivo compulsivo, Rachele appariva estremamente “Ero bambina e mio padre mi faceva ballare
Rachele era di mezza età, ma le ingiurie del ora con più esattezza si parlerebbe di Hoarding
tempo e della poca attenzione verso se stessa Disorder, in italiano disposofobia o accumulo
la rendevano, alla vista, molto più anziana di patologico.
quel che la carta d’identità enunciava. La Disposofobia è un disturbo della personalità
“ Ma cosa toccate?, non potete farlo! ”, tipico di quegli individui che avvertono
ripeteva all’infinito come una litania, come un un intenso bisogno di accumulare grandi
mantra, come – soprattutto - una fissazione quantità di oggetti, al di là di ogni razionale
semantica. necessità. Per chi soffre di questa sindrome,
La donna appariva timorosa, in preda ad una gli oggetti rappresentano una condizione di
corposa agitazione psicomotoria. mantenimento della serenità e dell’equilibrio
Molti volti sconosciuti erano penetrati - per interiore. Più sono e più la persona si difende
fare ordine - nella sua casetta rustica alle dalle negatività del mondo circostante.
pendici della zona collinare della città. Una Il problema centrale è che la persona ha molta
dimora lasciata in eredità dai suoi genitori difficoltà sia a buttare le cose, sia a mettere
scomparsi da una decina d’anni, a poca ordine. L’ansia e l’inquietudine interiore
distanza uno dall’altro. emergono soltanto quando il soggetto è
L’odore era acre, tra tanta sporcizia e oggetti costretto o si trova a dover eliminare qualcosa
sparsi alla rinfusa, sembrava praticamente di suo.
impossibile che un essere umano potesse Nell’osservare la casa mi accorsi di un
vivere in quel luogo da così tanto tempo e giradischi gettato apparentemente come un
con quelle modalità. fantoccio inutile sul pavimento, sommerso
Alcuni vicini di casa, allarmati dall’incuria da vestiti, utensili da lavoro, madonnine di
del giardino con le erbacce sempre più Lourdes, scatole di scarpe e un carillion con
alte davanti alla casa della donna, avevano una ballerina decapitata.
chiamato le forze dell’ordine. Vidi poi, in ordine sparso, tra giornali
I vigili avevano poi sensibilizzato un intervento e scontrini anche fogli ingialliti di spartiti
dell’ufficio igiene dell’Asl che, a sua volta, musicali, un diapason e un metronomo.
notando la situazione psichica precaria della Rimasi in una situazione di equiprossimità
sventurata donna, aveva allertato il Servizio di con la donna e le chiesi, per addentrarmi a ritmo di rock’n roll”. lacrime, la forte emozione avvolgeva movenze
Salute Mentale per un appoggio psicologico. nei meandri della sua mente e costruire una La scarna gote era inondata da effluvi di e parole, prese poi il singolo di Mina de “La
C’era di tutto in quella casa, due gatti si relazione, se le interessava la musica. Rachele,
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città vuota”, quel pezzo lo cantava con sua madre a cui
piaceva parecchio, disse: “ mia mamma era
una casalinga tutta dedita al marito - che
La Città Vuota ha accudito fino all’ultimo - e a me che ero
(click sul titolo per visualizzare il link)
l’unica figlia”.
Compresi che Rachele percepiva ogni disco
che è poi la versione italiana di It’s a lonely di quella collezione come parte della propria
town, successo internazionale di Gene Mc persona e della propria storia, ad ogni vinile
Daniels attribuiva un valore sentimentale, di fatto
era l’unico frammento che avesse coerenza
nella sua vita, probabilmente perché era lo
It’s a Lonely Town specchio di un tempo radioso per questa
(click sul titolo per visualizzare il link) gracile persona,mero riverbero dei suoi
. genitori.
Rigirando il vinile in mano mi confessò che Infine mi fece vedere il 45 giri della RCA Victor
che conteneva la sua canzone preferita: “Il materializzò l’idea che questa donna, di fatto,
mio mondo”, di Umberto Bindi era rimasta “imprigionata” in quella relazione
simbiotica, troppo dipendente dai suoi
genitori per vivere in maniera autonoma.
La sua vita, in pratica, era cominciata e -
Il Mio Mondo momentaneamente - finita lì!
. (click sul titolo per visualizzare il link) Iniziammo ad intonare la canzone “…. Il mio
mondo è cominciato in te, il mio mondo finirà
“Questa la cantavamo spesso tutti assieme - mi con te…” Rachele mi abbracciò con un pianto
raccontò con la voce rotta dalla commozione liberatorio e mi sussurrò: “Aiutatemi, da sola
- erano propri dei bei momenti!”. non ce la faccio!”.
Pensando al testo, che è di Gino Paoli, si
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PICTURES
AT AN
EXHIBITION
Jonathan
WILSON
MOJOTIC FESTIVAL
Teatro Conchiglia
Sestri Levante (GE)
31/07/2014
ANDREA MONTALDO
Lovestrong
Fanfare
Fazon
Gentle spirit
Magic everywhere
Dear friend
Angel
Ballad of the pines
Moses pain
Desert raven
Valley of the silver moon
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GIOIELLI NASCOSTI dei primi Eloy?), Sempre a nord volgiamo
l’udito, ma per altre suggestioni: Un ragazzo
talento della band per la musica a programma.
Chiusura quasi da manuale con … E suono
a cura di RICCARDO STORTI d’argento sa già di pop elettronico tra rock, composizione dai molti punti di contatto
Monaco (Moroder) e Düsseldorf (Kraftwerk) con l’opener: la frase iniziale - modulata da
con tanto di charleston in levare (ma non chitarra e sequencer - è nipotina di quella di
dimentichiamoci che nello stesso anno a Roma Baba O’ Riley degli Who. Pregevole la melopea
[email protected]
esce Automat di Musumarra e Gizzi, uno dei di sax di Antonio Marangolo, passato in
GOBLIN
primi prodotti italiani dall’elettronica leggera). studio per dare una mano al gruppo. Qualche
La passione di Simonetti per i sequencer stacco e poi si parte (02’27”) con un ritmo
contagia anche La danza (vertice dell’album). serratissimo, quasi metallico ma che anticipa
Qui si coglie la sintesi tra le intuizioni di le future soluzioni di Phenomena. Altisonanti i
CHELSEA HOTEL
Così cominciò la nostra amicizia. Leon era ed
è un chitarrista-cantante. Raccontare le cose
incredibili, imprevedibili e sconvolgenti che
succedevano ogni momento al Chelsea - i cui
clienti erano o erano stati artisti e personaggi
di ogni tipo, come Mark Twain, Dylan Thomas,
di Gianni Leone William S. Burroughs, Arthur Miller, Tennesse
William, Simone de Bouvoir, Jean-Paul Sar-
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tre, Charles Bukowski, Stanley Kubrik, Dennis la stanza di Leon e della bassista Cathy O’
Hopper, The Grateful Dead, Tom Waits, Pat- Rourke e riportò Sid, ormai ridotto a zombi,
ti Smith, The Ramones, John Cale, Leonard nella loro camera. Leon e Cathy lasciarono il
Cohen, Edith Piaf, Bob Dylan, Alice Cooper, Chelsea per tornarvi alcune ore dopo. Intan-
Janis Joplin, Jimi Hendrix - è impossibile: avrei to Nancy contattava alcuni spacciatori di zona
bisogno di settimane. Spesso non si riusciva per procurarsi delle pasticche di un’altra mici-
nemmeno ad uscire dall’albergo poiché si era diale sostanza. Quella notte, a più riprese, en-
“accalappiati” da qualcuno e si ci ritrovava in trarono nella camera numero 100 vari loschi
camere coi più svariati personaggi e nelle più personaggi.
estreme e inimmaginabili situazioni. Lo stes- Dopo l’omicidio, per il solo fatto che Leon era
so Leon suonava la chitarra col Marshall al stato l’ultimo a vederli, la stampa e la polizia
massimo anche in piena notte durante i nostri si accanirono su di lui, nonostante che Sid si
festini, ai quali partecipavano alcuni membri fosse immediatamente autoaccusato dell’as-
delle New York Dolls, come Syl Sylvain, John- sassinio. Non che lo credessero responsa-
ny Thunders, David Johansen, e nessuno si bile del fattaccio, ma immaginarono, erro-
lamentava. Non so come riuscivo a svegliarmi neamente, che lui sapesse qualcosa di più.
presto la mattina per andare in studio a regi- Cominciarono ad arrivare alla camera 119 te-
strare quello che sarebbe stato il mio primo lefonate di insulti e minacce di morte dirette
album da solista, Leo Nero-“VERO”. a Leon. Lui iniziò ad avere seriamente paura.
Tutti avevano parole di grande elogio per quel Per almeno due anni non riuscì nemmeno a
giovanissimo artista italiano, piombato nella salire su un palco per il terrore di poter essere
bolgia del Chelsea e subito diventato “uno del preso di mira da un qualche fanatico esaltato.
gruppo”. Non ci dimentichiamo cosa successe a John
Veniamo alla vicenda di Sid Vicious e Nancy Lennon l’8 dicembre del 1980 proprio a New
Spungen, raccontatami da Leon nei dettagli York, sotto casa, il Dakota Building.
quando è venuto a trovarmi a Roma nel giu- Col tempo le telefonate di minacce di morte
gno del 2009, ma che qui sintetizzerò il più non accennavano a diminuire, per cui la po-
possibile. La mattina del 2 ottobre del 1978 fu lizia, appurata finalmente la sua completa
trovato il cadavere della Spungen accoltella- estraneità ai fatti, gli consigliò caldamente, se
ta nella sua stanza al Chelsea, la numero 100. voleva rimanere vivo, di lasciare New York
ventina d’anni.
Aveva vent’anni. Si autoaccusò il suo ragazzo, poiché non era più possibile garantirgli l’inco-
Sid fu arrestato e messo in prigione. Conti-
Sid, ormai ex bassista dei Sex Pistols. Leon, lumità. I Rolling Stones lo aiutarono, dandogli
nuò a dichiararsi colpevole. Tentò varie volte
che era loro vicino di stanza (stava alla 119, un bel po’ di dollari per permettergli di lascia-
il suicidio, senza riuscirci. Finché il 2 febbraio
la stessa della foto in cui siamo ritratti io e lui re gli States. Leon mi ha inoltre rivelato che al
del 1979, ci riuscì. Io lasciai il Chelsea proprio
davanti ad alcuni suoi quadri appesi alla pare- mattino, dalla camera di Sid e Nancy, erano
pochi giorni prima della morte della Spungen, nel 2000. I nuovi proprietari hanno intenzio-
te), fu martellato di interrogatori e interviste spariti ben 60.000 dollari di cui nessuno ha
verso la fine di settembre del ‘78. Dopo un ne di strappargli anche l’anima trasforman-
poiché era stato l’ultimo a vederli. Infatti Sid mai parlato. Potrebbe essere stato questo il
breve soggiorno a Milano per realizzare un dolo in un hotel di lusso per turisti qualun-
e Nancy erano stati la sera prima in camera di movente dell’omicidio, compiuto da uno dei
servizio fotografico per la copertina del mio que, purché danarosissimi. Che tristezza.
Leon e quest’ultimo aveva cucinato per loro loschi personaggi mai identificati che ave-
45 gg. «Fremo», andai a trovare degli amici
del chicken burgundy (pollo al vino Borgo- vano frequentato la camera quella notte, o
a Zurigo, dove appresi della morte di Nancy.
gna). La seratina, però, si trasformò ben pre- potrebbero essere stati addirittura rubati dai
Era, appunto, il 2 ottobre del 1978. Chissà
sto in serataccia poiché Sid, fuori di sé e già primi poliziotti che arrivarono al Chelsea. Lui
perché non telefonai a Leon per chiedergli
strafatto di barbiturici e di un micidiale anal- dice di avere ormai la certezza, dopo anni,
cos’era successo... eppure ci pensai.
gesico per malati terminali di cancro, andò che l’autore dell’omicidio non fu Sid, troppo
Da qualche anno il Chelsea Hotel ha cambia-
in escandescenze minacciando di tagliarsi la confuso e fisicamente debilitato, ma un altra Scrivi un tuo commento, clicca qui:
to gestione. Io ci sono andato l’ultima volta
gola con un coltellaccio. Nancy perciò lasciò persona di cui rivelerà l’identità solo fra una [email protected]
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Stefano Orlando Puracchio
ROCK
L’autore
Stefano Orlando Puracchio nasce
PROGRESSIVO
e l’Abruzzo mentre adesso vie tra
l’Abruzzo e l’Ungheria. Si è laurea-
to in scienze della comunicazione
Una guida
all’università di Teramo; dopo aver
lavorato nel campo giornalistico,
ha conseguito il master in Gior-
nalismo all’università di Teramo
di Athos Enrile e nel 2009 è diventato giornalista
professionista. Ha diretto un gior-
nale online, ha lavorato come au-
tore radiofonico e conduttore per
Radiofrequenza, la radio comu-
nitaria dell’università di Teramo,
producendo programmi di critica
musicale, televisiva e di spettaco-
lo in genere. Ha anche curato uno
speciale radiofonico sul Rock Pro-
gressivo per Radio Rai3 chiamato:
“L’ultimo guerriero”. Alcuni suoi
scatti fotografici sono stati utiliz-
zati per il booklet del cofanetto del
“Prog Exhibition 2”. Attualmente è
un freelance e si occupa esclusiva-
mente di scrittura.
Stefano Orlando Puracchio è un giovane gior- cinque anni appaiono cristallini.
nalista, autore dell’eBook “ROCK PROGRESSI- La seconda riflessione è meno positiva, ed è
VO-Una guida”. basata sulle barriere che ogni volta sono por-
L’aggettivo “giovane” non è buttato lì casual- tato a costruire quando mi trovo a parlare con
mente, e per chi come me si appropria per chi racconta un qualsiasi punto di vista legato minologia (geniale quella di “metagenere”) e to di personale autocritica negli ultimi tempi:
prima cosa della premessa, del contorno - nel alla Musica Prog senza averla vissuta in prima al racconto di interessanti particolari, induce come si ascolta un album? E’ sufficiente esa-
caso di un book, le note sull’autore, le par- persona, atteggiamento poco intelligente - se ad alcune riflessioni legate ai protagonisti ci- minare il lato “tecnico”? E il contesto quan-
tecipazioni, le immagini - e solo dopo dell’e- perseverante: come se fosse impossibile spie- tati, non tutti, nella concezione comune, inse- to vale? E l’istinto è più importante? E poi…
lemento centrale, il conoscere l’età del pro- gare la teoria della relatività perché non si è riti nel contenitore della Musica Progressiva, come trascrivo le mie impressioni?
positore mi ha portato a due considerazioni stati compagni di banco di Albert Einstein! ma fondamentali per la nascita del movimen- Puracchio mi ha regalato qualche spunto in-
iniziali che, pur avendo la stessa direzione, Spogliatomi quindi di ogni mia corazza ho to. Una band su tutte, quella dei Vanilla Fud- teressante e suppongo che chiunque si avvi-
hanno verso opposto. provato a lanciarmi in un una lettura priva di ge, ensemble prog seminale, nota per hits cini alla lettura, con qualsiasi obiettivo - ca-
La prima mi ha spinto a pensare che un poco paletti autocostruiti, aperto al nuovo, ad un di successo, ma con il merito supplementare sualmente o con cognizione di causa - troverà
più che trentenne, interessato ad affrontare ulteriore opinione sulla “mia” materia della di aver dato il via alla libera espressione pro- vantaggio nella spiegazione fornita, magari da
un tale argomento - non ciò che di prog esi- vita. gressiva italiana, dopo la vittoria al settembri- modellare a propria immagine e somiglianza,
ste attualmente, ma quello legato al periodo La conformazione data al libro da Puracchio no Festival di Venezia del 1969, a cui parteci- ma assolutamente nello spirito della “guida
d’oro a cavallo tra gli ani ’60 e ’70 - è da far è quella delle linee guida per neofiti, una sor- parono con “Some Velvet Morning”. alla lettura”.
risaltare a prescindere, per l’impegno, lo stu- ta di bignami didattico con il valore aggiunto Anche perché, la parte che segue fornisce co-
dio, l’applicazione verso una sezione musica- dato dalla voce di alcuni miti di quei giorni, La seconda considerazione si basa sulla “Gui- raggiosamente nomi e cognomi, album consi-
le che, per quanto mi riguarda, ha assunto il ovviamente ancora in piena forza e attività. da all’ascolto”, con la premessa costituita da gliati e giudizi dell’autore, con l’applicazione
livello della assoluta nobiltà, titolo che non si Il tutto con l’utilizzo di un linguaggio adatto a differenti modalità - quella sensoriale e quel- di un semaforo ad ogni step, atto a dichiarare
acquisisce per meriti di anzianità, ma per una far presa su ogni tipo di pubblico. la analitica - che è un qualcosa su cui non si le difficoltà di accesso per i principianti.
valutazioni di valori che dopo circa quaranta- Un prima parte dedicata alla storia, alla ter- riflette mai abbastanza, ma che è stato ogget- I gradimenti di Puracchio sono naturalmente
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contestabili e ampliabili, perché ogni italiano so, la mamma è la tonalità e così via, sino ai
ha in testa la sua Nazionale di calcio, e inol- nipotini… le undicesime, le tredicesime… “ , e
tre il criterio di scelta appare dinamico e non quindi per loro diventa tutto naturale, men-
univoco, ma le fondamenta ci sono, e tutto il tre io per capire come è fatto un accordo devo
resto è motivato, con uno sforzo teso a sot- chiamare uno che me lo spieghi; però, per
tolineare realtà meno visibili, ma che hanno quanto riguarda il canto… qual è il trucco? Si
lasciato il segno. fa una nota alla volta (a parte Stratos che ne
Per chi si avvicinasse al Prog solo ora questo faceva due!) ed è quindi più facile da gestire
libro potrebbe rappresentare un punto di par- e alla fine la voce è l’unico strumento che può
tenza che, se fosse seguito da un buon effetto cantare le parole e quindi noi vocalist abbia-
domino, porterebbe alla scoperta di centinaia mo un grosso vantaggio, quello di arrivare
di perle che, ovviamente, non potevano tro- prima alla gente. Anni fa mi hanno chiesto a
vare spazio all’interno del book. cosa penso mentre canto e allora mi sono im-
Dei più “grandi”, come detto, non manca nes- pegnato nel dare una risposta: quando canto,
suno… dei minori (mi riferisco alla visibilità) con una mano richiamo i miei maestri (molti
c’è cospicua traccia, così come appare inte- non ci sono più!) e con l’altra cerco un futuro,
ressante lo spazio aperto al versante unghe- se futuro ci sarà; poi con lo sguardo mi pro-
rese (ma sono tantissimi i luoghi prog che tendo verso l’infinito e a questo punto il canto
vanno scoperti, quelli che solo il “nostro” diventa facilissimo…(Bernardo Lanzetti).
Mauro Selis conosce e perlustra nei dettagli,
dall’ Oriente all’estremo opposto). Una bella immagine, una possibile pista di
Il tutto va visto nel corretto contesto, evitan- lavoro per Stefano Orlando Puracchio e per i
do classifiche e graduatorie di merito, ma lettori di questo indovinato “Rock progressi-
pensando alla finalità e al tentativo, riuscito, vo- Una guida”.
di dare le giuste coordinate per percorrere un
antico e infinito sentiero, perché la Musica
Progressiva è nuovamente materia, anche,
per giovani anime, che la ascoltano e la ama-
no, ma, soprattutto, la creano.
Nel corso della lettura, mentre soffocavo il
mestiere di allenatore della nostra nazionale,
mi è venuta in mente una di quelle peculiarità
di cui quasi mai si parla quando si bazzica la Info:
materia, e cioè l’unicità delle voci prog, capa- Rock Progressivo. Una Guida:
ci di caratterizzare una band, al pari del tocco www.progressiverock.info/#
chitarristico di Steve Howe, della maestria ta-
stieristica di Keith Emerson o del drumming Synpress44 Ufficio stampa:
di Bill Bruford: molto più della strumentazio- www.synpress44.com
ne usata, oltre il moog e il mellotron - novi-
tà tipiche di quei giorni antichi - la timbrica
vocale di Jon Anderson, Peter Hammill, Ian
Anderson, Greg Lake, Petre Gabriel e Derek
Shulman ha dato l’impronta alla Musica spe-
cifica, produzioni di infinita grandezza e, ed è
bene ricordarlo, una differente dall’altra.
Alla scoperta dei motivazioni sono ovviamente svariate. Longhi, il cui apporto dona una maggiore
DARK QUARTERER
I Dark Quarterer sono nati in quel di Piombino personalità sonora riscontrabile in Symbols,
(LI) grazie alla profonda amicizia tra Fulberto l’album uscito nel 2008 per la My Gaveyard
Serena e Gianni Nepi, che hanno mosso i primi Production. Dopo la pubblicazione dello
passi tra la fine e gli inizi degli anni settanta. splendido live Under The Spell, la band
Dalla passione verso gruppi storici come decide di riproporre l’abum d’esordio giunto
I
Colbert non ha via d’uscita laterali…
l sottoscritto non aveva certo bisogno di
leggere quest’articolo per sapere quanto
può essere eccitante un concerto del Cana-
dese, soprattutto se ad accompagnarlo c’è la A lle 21 si accendono le luci sul palco, ma
chi si presenta di fronte al pubblico è
una giovane cantante italiana, la cui
sua storica band: i Crazy Horse. Sono bastati presenza non era prevista nel programma. Si
i ripetuti ascolti di due album dal vivo di qua- tratta (lo scoprirò solo in seguito) dell’attrice
lità stratosferica, quali Live Rust e Weld, per e cantautrice Thony; intona con voce esile,
limitarsi alle incisioni ufficiali dal vivo, a farmi accompagnata dalla chitarra, una canzone
smaniare dal desiderio di assistere di persona minimale in stile vagamente folk, ma fa a ma-
ad una sua performance. L’appuntamento del lapena in tempo a concluderla che si scatena
21 luglio a Barolo, unica tappa italiana dell’Al- un violento temporale. Strumenti ed ampli-
chemy Tour, ha offerto finalmente l’occasione ficatori vengono di nuovo coperti; ci rasse-
buona per realizzare il sogno. gniamo alla forte pioggia per 15 o forse 20
I
interminabili minuti. La calca in questo caso
l festival letterario e musicale Collisioni è torna utile: chi come me è stato abbastanza
cresciuto nel giro di pochi anni, fino a di- distratto da dimenticare l’ombrello trova rifu-
ventare una piccola Woodstock della langa, gio sotto quello del vicino. Mentre ci stiamo
e come a Woodstock, purtroppo, non sono ancora asciugando ritorna la timida Thony;
mancati temporali e fango. Il maltempo non senza uno straccio di presentazione viene
è stata l’unica nota stonata dell’evento, è ser- mandata allo sbaraglio in un contesto poco
vito piuttosto ad evidenziare grosse carenze adatto alla sua musica, di fronte ad una folla
logistiche; il pur suggestivo ritrovo nelle colli- ormai stanca e snervata, che la accoglie con
ne non è adatto ad accogliere circa diecimila fredda educazione, ma anche con giustifica-
avventori, gli organizzatori stessi ammettono ta impazienza. Suona quattro pezzi piuttosto
di trovarsi nella necessità di ridimensionare le monocordi, ringrazia e saluta. E’ il momento
27 LUGLIO 2014 loro ambizioni, oppure di mantenersi su que- poi di riaccordare tutti gli strumenti e final-
al Collisioni Festival
di Mirco Delfino
I l primo acquazzone ci coglie nel pomeriggio vorticosa tempesta che ci fa dimenticare il
mentre già abbiamo intasato una piazzetta temporale di un’ora prima. E’ il Cavallo Pazzo!
di Barolo, davanti ad uno dei due ingressi. Parte il riff di Love And Only Love, il suono è
Alle 18.30 l’apertura dei cancelli e la corsa ad quello che tutti abbiamo imparato a conosce-
accaparrarsi i posti davanti alle transenne; re ed amare, non ha perso di smalto ed ener-
qualcuno afferra al volo delle t shirt che ven- gia. Young, malgrado l’anagrafe, di giovane
gono regalate, nere e con le scritte “Earth” o conserva non solo il cognome, ma anche l’en-
D i recente la prestigiosa rivista ameri- di lui, fra i veterani, ci sono l’immarcescibile “Protect” stampate sul lato anteriore. Le ulte- tusiasmo e la determinazione. Il bassista Billy
cana Rolling Stone ha messo assieme Springsteen, giudicato il numero uno per l’e- riori ore di attesa sono scandite dal monoto- Talbot, assente per un lieve ictus, è sostituito
dati, ha interrogato artisti e scrittori per nergia e la passione con la quale si regala da no susseguirsi, sul grande schermo montato da Rick Rosas, altro veterano e vecchia cono-
stilare una classifica dei 50 migliori live acts in sempre al pubblico, ed i Rolling Stones, piaz- in fondo al palco, dei filmati promozionali de- scenza di Neil, una presenza discreta ma so-
circolazione. Neil Young ha guadagnato una zatisi al terzo posto. Ma se il recente tour de- gli sponsor del festival: vini della langa, tartufi lida ed efficace, si inserisce senza modificare
rispettabilissima quinta posizione; più in alto gli Stones aveva il sapore dell’autocelebrazio- della langa, bistecche della langa… Io scruto gli equilibri all’interno della band. I musicisti
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rimangono spesso vicinissimi tra loro, dialo- termezzo folk. Significativa la ripresa, sempli-
gano col corpo e con gli sguardi, oltre che con ce ma emozionante, della dylaniana Blowin’
i suoni. I Crazy Horse paiono diventare davve- In The Wind, altrettanto pulita e toccante è
ro un’unica entità, stesso sangue e stessa car- Heart Of Gold, finalmente uno dei suoi pez-
ne orgogliosa, indomabile; le movenze di Neil zi più famosi, dall’amatissimo e vendutissimo
sono proprio quelle di un animale inquieto, album Harvest.
N
che sembra cercare, scovare ed afferrare
ogni nota, ogni riff, ogni volta come se fosse ella secondo set coi Crazy Horse, quella
la prima volta. Ogni volta è differente, pur scintilla a lungo cercata scocca fino ad
nell’inconfondibile unicità dello stile, perché appiccare un fuoco, nei due brani tratti
la musica risente dei legami biochimici, ner- dall’album Zuma: Barstool Blues e, soprattut-
vosi, intuitivi fra gli strumentisti che si cono- to, una lunga ed ispiratissima Cortez The Killer,
scono da una vita. Proprio questa sofferta ed accorato e reiterato lamento per il genocidio
insistita ricerca di una scintilla sempre nuova dei nativi americani, in cui la musica esprime
porta a volte Neil a dilungarsi un po’ con gli il dolore ma, con la sua bellezza, ha la capa-
assoli di chitarra, uno strumento che, come cità di riscattarlo e sublimarlo. Più immediata
lui, ha una voce unica, vigorosa e malinconica ed accattivante è Psychedelic Pill, che secon-
nel contempo. Per questo motivo qualcuno do Neil “non significa assolutamente nulla, ha
ha criticato il concerto, oltre che per la scelta a che fare solo col sesso, ma vi serve per fare
dei brani in scaletta. Per tutta la prima parte una pausa”. Il concerto si chiude con una in-
dell’esibizione sono infatti mancati pezzi dal terminabile e trascinante versione di Rockin’
repertorio più classico, conosciuto ed amato In The Free World, puro concentrato di rock
del cantautore, che ha preferito presentare ‘n’ roll, urlato al cielo da una folla ormai in vi-
canzoni più recenti. Il Canadese, come già sibilio. Nell’acclamatissimo bis viene esegui-
scritto, non pare interessato a riproporre uni- ta l’inedita Who’s Gonna Stand Up And Save
camente il proprio mito, legato ai dischi degli The Earth?, canzone dal passo marziale e dal
anni ’70; per capire quanto la set list avesse ritornello orecchiabile, che viene scandito in
un filo conduttore forte ed importante basta coro anche durante il tripudio dei saluti finali.
scorrere i titoli: Love And Only Love, Standing Neil ha indossato la stessa maglietta “Earth”
In The Light Of Love, Love To Burn, Do It In che ha regalato all’inizio del concerto, tessu-
The Name Of Love… ed inoltre: Goin’ Home, ta solo con cotone organico, coltivato senza
Days That Used To Be e Living With War. Pri- erbicidi né pesticidi. Il suo impegno a salva-
ma di suonare quest’ultima Neil si rivolge alla guardia dell’ambiente è testimoniato anche
statua di un capo pellerossa che si trova in un dall’avvio di una raccolta fondi per l’applica-
angolo del palco, apostrofandolo “woody”, zione di una tecnologia in grado di tutelare la
ed augurandosi di non dover ritornare mai foresta pluviale dell’Amazzonia.
I P
più su quella canzone. Per tutta la serata ci ha n altre tappe del tour i Crazy Horse hanno le riprese video, puntando loro una torcia in er fortuna la memoria ha il pregio di ri-
incitato, con gesti, sguardi ed urla, oltre che suonato dei bis molto più lunghi, con ver- faccia. Credo che entrambe le cose siano do- muovere le tracce dei disagi e dei con-
con la musica, a non perdere la speranza e la sioni dilatate di pezzi quali Like A Hurricane vute alla mania che ha Neil di controllare il trattempi, ma conserverà a lungo il ricor-
fiducia nell’amore, per quanto cupi possano o Down By The River; in questo caso purtrop- materiale che lo riguarda. Malgrado questo do di una serata straordinaria.
essere i tempi che viviamo. po, dopo un concerto durato comunque un su YouTube sono ovviamente comparsi già di-
A
Ciao e grazie Neil, alla prossima…?
bbandonata la “Old Black”, la sua leg- paio d’ore, credo ci sarebbero stati problemi versi video del concerto.
I
gendaria chitarra elettrica, Young im- a suonare oltre la mezzanotte.
S
l deflusso dai parcheggi verso l’esile strada
braccia una quasi altrettanto famosa ul grande schermo è rimasto fisso per che porta a Barolo è stato di una lentezza
e vissutissima Martin acustica (il modello già tutto il tempo il logo dei Crazy Horse, estenuante, chi aveva parcheggiato l’auto
appartenuto ad Hank Williams) e, munitosi mentre un ceffo arrogante della security sullo sterrato si è trovato addirittura impan- Scrivi un tuo commento, clicca qui:
anche di armonica a bocca, apre un breve in- ha intimato molti spettatori ad interrompere tanato nel fango. [email protected]
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PROFONDO BLUES
bianchi e il corpo coperto di tatuaggi, Winter spesso truffato da impresari senza scrupoli che
sembrava talvolta il sopravvissuto di un’epoca ne minavano l’anima di vetro consolata per
viaggio intorno alla musica dell’anima lontana o meglio ancora qualcuno arrivato da un anni con la “sister heroin” della quale fu fedele
altro pianeta per guarire la nostra anima. amante e schiavo devoto.
a cura di FABRIZIO POGGI E pareva davvero provenire da un altro mondo Sui giornali che lo hanno ricordato in occasione
quando attaccava la sua Gibson Firebird e metteva della sua scomparsa sono apparse foto impietose
[email protected] mano alla slide calcando con fierezza i palchi di e toccanti che lo ritraggono provato e segnato da
JOHNNY WINTER
ogni angolo di questa Terra, anche i più modesti una vita sempre al limite. In quelle foto Johnny
anche negli ultimi tempi quando la salute, minata sembra avere cent’anni.
da anni di eccessi, non lo sorreggeva più da un In una delle ultime interviste un giornalista
pezzo. americano lo ricorda stanco e affaticato, quasi
Adesso di Johnny ci resta la sua musica diretta incapace di mettere a fuoco i ricordi ma anche
come un fulmine e intensa come un abbraccio abbastanza lucido da rievocare i leggendari
d’addio. duetti con Jimi Hendrix e Mike Bloomfield, la
A Johnny dobbiamo molto. Tutti. Chi suona e chi controversa storia d’amore con Janis Joplin
ascolta. e i dischi con Muddy Waters, Walter Horton e
Fu lui tra i primi a voler dare visibilità attraverso la Pinetop Perkins.
produzione di dischi e concerti a quelli che erano E noi vogliamo ricordare quello che ricordava lui.
stati i suoi eroi e che grazie a lui diventarono gli Vogliamo ricordare Johnny com’era quando
eroi del grande pubblico del rock: i giganti del nei primi anni Settanta infiammava le platee di
Delta blues che lui nato a Beaumont ,Texas il 23 tutto il mondo, quando era il musicista “blues”
febbraio 1944 aveva imparato ad amare a Leland più pagato da una casa discografica. Vogliamo
in Mississippi dove aveva passato alcuni anni ricordarlo a torso nudo davanti a un microfono
della sua infanzia. Gente come Muddy Waters, con un cappello calato sulla testa e stivali di
John Lee Hooker, Sonny Terry, Willie Dixon e pitone ai piedi.
James Cotton. Vogliamo ricordarlo mentre con la sua voce
Indimenticabile la sua esibizione a Woodstock: la potente e roca grida che lui il patto con il diavolo
sua performance lunga nove canzoni e iniziata l’aveva fatto davvero e che in quel momento ne
a mezzanotte in punto con “Mama, Talk to Your stava pagando il prezzo.
Daughter” di J. B. Lenoir, incendiò il festival e Attraverso la sua musica. Indimenticabile. E che
lo rese celebre in tutti gli States. Al basso c’era vivrà per sempre.
Tommy Shannon che qualche anno dopo sarà Ci vediamo al crocicchio Johnny!
al fianco di Stevie Ray Vaughan come se ci fosse
(e forse c’è) un filo rosso a legare due immense
chitarre rock e blues made in Texas.
Negli ultimi anni il ricordo di Woodstock era
diventato per lui un’immagine quasi evanescente,
lontana: “Salii sul palco mezzo addormentato -
disse una volta - mi misero la chitarra al braccio
e iniziai a suonare, non ricordo altro”. Il resto è
storia. Il suo nome figura tra i cento più grandi
Johnny Winter se n’è andato nel modo in cui Due giorni prima si era esibito al Cahors Blues
chitarristi di tutti i tempi ma forse dovrebbe
ogni musicista vorrebbe lasciare questo mondo: Festival in Francia. Quando leggerete queste
essere tra i primi dieci. E credo che molti saranno
in tour, on the road, mentre stava portando righe il suo album postumo “ Step back” dove ad
d’accordo con me.
la sua musica da un palco all’altro, da una città omaggiarlo ci sono grandi come Eric Clapton, Joe
Maestro nel trasformare in brani “nuovi di zecca”
ad un’altra, dal suo cuore grande e generoso Bonamassa, Billy Gibbons dei ZZ Top, Dr. John,
le canzoni scritte da altri, da Bob Dylan a Chuck
direttamente a un altro cuore. Il cuore di John Ben Harper e Joe Perry degli Aerosmith, sarà già
Berry, da B.B. King ai Rolling Stones Johnny si
Dawson Winter III detto Johnny si è fermato in da qualche settimana nei negozi. Compratelo,
rivelò però fragilissimo e indifeso lontano da
una stanza d’albergo alla periferia Zurigo la sera quello è il suo testamento.
chitarre, amplificatori, distorsori e wah wah,
del 16 luglio 2014. Aveva 70 anni. Albino, quasi cieco, magrissimo con lunghi capelli
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IL REGNO DELLE FIABE
di Franco Vassia
foto di Sergio Cippo
Ci sono cose che neanche la forza degli ele- quel mondo favolistico che si era preso cura
menti riesce a scalfire. Un temporale incipien- dei nostri cuori e delle nostre menti. Riascol-
te e una fitta pioggia battente che lasciano la tare tutte insieme le canzoni che hanno cam-
scena - e si ritirano ben oltre le quinte - al ma- biato la nostra vita è stato come riaprire uno
terializzarsi delle prime note e della luna con scrigno stracolmo d’oro e di pietre preziose:
una precisione e una coreografia che neppu- da “Dancing with the Moonlit Knight” a “The
re il più grande scenografo si sognerebbe. Era Return of the Giant Hogweed”, da “Lilywhite
già successo il 6 luglio del 1988, in occasione Lilith” alla straziante “The Musical Box”, dal-
del primo concerto dei Pink Floyd a Torino: le la superba “Firth of Fifth” alla strepitosa su-
nuvole nere, gonfie di pioggia e di elettricità, ite di “Supper’s Ready”, da “I Know What I
si erano aperte come per incanto all’incede- Like” a “Watcher of the Skies”, è stato tutto
re delle meravigliose note di “Shine on You un susseguirsi di emozioni, di inquietudini,
Crazy Diamond”. La stessa scena si è ripetuta di turbamenti, di calma e di ragionevolezza
ieri sera nel concerto di Steve Hackett, il ma- ma, soprattutto, di un terremoto interiore e
gico chitarrista di quella leggenda musicale di lacrime ricacciate in gola. Le note dei Ge-
chiamata Genesis. Assente la luna, la pioggia nesis sono un mosaico di mille cose che han-
battente che aveva flagellato il cielo di Tori- no il potere di denudare la nostra anima e di
no e frotte di naufraghi, si è fermata giusto il dire chi siamo stati, chi siamo e chi saremo.
tempo per svelare quel mondo meraviglioso, Dai loro chiaroscuri è possibile estrapolare le
popolato da Guardiani dei Cieli, da Piante Gi- pennellate dei più grandi pittori di ogni tem-
ganti, da Cynthia Jane De Blaise-William (nove po, i rimandi alla letteratura colta, la tessitu-
anni), dal piccolo Henry Hamilton-Smythe ra maniacale con la quale si creano tappeti
(otto anni) - che, prima di diventare il vecchio preziosi, rileggere tutte insieme le fiabe del-
bambino barbuto, la prega di toccarlo per po- la nostra infanzia. E’ vero: mancavano Peter
tersi ricongiungere a lei per pettinare i suoi Gabriel, Tony Banks, Mike Rutherford e Phil
capelli -, da Narciso e Sisifo, Torquato Tasso Collins, ma i sostituti, guidati maestosamente
e La Gerusalemme liberata. Quarant’anni fa, da Steve, si sono dimostrati all’altezza. In fon-
il 3 febbraio 1974, i Genesis arrivarono per do, quel che più conta, è che nei nostri cuori,
la prima volta a Torino in un clima di guerra quei cinque continuano a suonare insieme.
fredda, con la polizia in tenuta antisommossa Wim Wenders ha detto che la musica gli ha
e auto bruciate nelle adiacenze del Palasport salvato la vita. Quella dei Genesis l’ha salvata
del Parco Ruffini. Da allora le cose sono peg- a una generazione intera.
giorate: siamo diventati più vecchi, gli idea-
li sono evaporati e il paese si è addentrato
nell’era della distruzione (“Eve of Destruc-
tion”). Ma per quella generazione di sogna-
tori - o abitanti della Terra di Mezzo - che ha
avuto la fortuna di vivere quel determinato Scrivi un tuo commento, clicca qui:
periodo storico, è rimasto almeno inalterato [email protected]
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ONCE I WROTE SOME POEMS… Era il 2004, quindi giusto dieci anni fa,
quando gli IQ davano alle stampe il loro
e nelle atmosfere, ma con un crescendo di
Mellotron conclusivo paragonabile più ai
Riflessioni sugli album che hanno maggiormente segnato la mia esistenza album “Dark Matter”. Nella discografia della Genesis; il testo parla di un uomo che non
band questo capitolo segna una svolta a dir riesce a superare quei ricordi del 1969, anno
a cura di ALBERTO SGARLATO poco significativa: infatti è l’ultima opera a in cui perse suo padre. Non è dato sapere
vedere la presenza in formazione di Martin se da parte di Nicholls ci siano riferimenti
[email protected] Orford, tastierista, flautista, seconda voce autobiografici o se sia una storia di fantasia;
e membro del nucleo fondatore della band. e sembra collegarsi alla stessa trama anche
Questo eccellente polistrumentista, che la successiva “You never will”, brano ben più
oltre a suonare negli IQ ha presenziato come incalzante, scandito da un giro di basso veloce
collaboratore in diversi progetti in ambito prog su cui la chitarra di Mike Holmes trama arpeggi
(Jadis, Ayreon, Paul Menel e Steve Thorne tra psychedelici di gusto quasi beatlesiano.
gli altri) e ha fatto parte della band dell’ex- L’ossessiva e ipnotica “Born Brilliant” è la
crimsoniano John Wetton, dopo aver lasciato il biografia di un uomo crudele, descritto nel
suo gruppo di riferimento pubblicherà ancora testo come egoista e insensibile, stupido e
uno splendido album solista nel 2008, “The ridicolo; il brano è interamente costruito su
Old Road” (che sicuramente troverà posto un possente riff su un tempo dispari scandito
in questa rubrica, prima o poi!), dopodichè da chitarra, basso e batteria, su cui le ondate
sceglierà di dire addio alle scene per ritirarsi corali del Mellotron hanno un effetto ancor
a vita privata. più lancinante.
Ma torniamo a “Dark Matter”: dagli anni ‘90 E veniamo così al “pezzo forte” del disco:
in poi, gli IQ ci hanno abituato a un graduale la suite “Harvest of souls”, scritta da Peter
incupimento del loro sound e delle tematiche Nicholls dopo l’11 settembre 2001 e dedicata
trattate, ma probabilmente proprio questo al dolore dei familiari delle vittime; 25 minuti
disco è il più crudo, il più amaro, il più strutturati secondo uno schema (una lunga
tragico dell’intera discografia. Le cinque introduzione acustica basata su arpeggi
lunghe tracce che lo costituiscono affrontano di chitarra, un alternarsi di divagazioni
rispettivamente nei testi le esperienze di soliste, riffs e accelerazioni, una ripresa
pre-morte e la “vita oltre la vita”, un lutto del tema iniziale verso la fine e un lungo
giovanile, la cattiveria umana e la tragedia crescendo finale) spaventosamente simile
americana dell’11 settembre 2001. alla genesisiana “Supper’s ready”. Per la sua
L’album si apre con “Sacred sound”, forse durata e la sua complessità non si tratta
la miglior prova batteristica di Paul Cook, certo di un brano facile da rendere dal vivo,
a cominciare dall’eccellente lavoro sull’hi- per cui il pubblico italiano ha ben avuto di
hat fin dalle prime note, mentre il quasi- che godere quando gli IQ l’hanno eseguita
dimissionario Orford sceglie di distaccarsi nella sua interezza come brano conclusivo al
dalle tipiche sonorità “ottantiane” dei suoi festival “2 days prog +1” di Veruno (Novara)
sintetizzatori per costruire strutture più nell’edizione del 2012.
vintage, basate su arpeggi di organo e tappeti Concludendo: quando l’album uscì il tastierista
di Mellotron. Questa cifra stilistica per lui Martin Orford, tutt’altro che in odore di fuga,
un po’ inconsueta caratterizzerà gran parte ma anzi ancora ben saldo a guida della band
del disco. Siamo di fronte a una vera mini- (con cui inciderà ancora, l’anno dopo, un album
IQ DARK MATTER
suite (oltre 11 minuti), cupa e tenebrosa, live registrato al NEARfest in Pennsylvania), lo
soprattutto nel punto in cui Peter Nicholls definì in varie interviste “Il miglior disco nella
canta: “Light shatters the skeleton circus / storia degli IQ”. Difficile dire se questo giudizio
and the carnival’s deadly host / no memory, sia veritiero o eccessivo: di certo si tratta di
nothing remembered / from the pages of the un titolo che non può mancare negli scaffali
Book of Ghosts”. di ogni buon appassionato di progressive rock
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WERNER SWAN
A.D. MMXIV
CHI E’ WERNER SWAN?
Sarebbe più facile probabilmente dire chi
WERNER SWAN non è, e non vuole assolu-
tamente essere, o per lo meno cerca di non
essere. Se ti dicessi che WS è un mio alter ego
potremmo iniziare un discorso che conduce
alla pazzia e che non è ancora il momento
di affrontare. Magari più avanti, tra qualche
tempo intendo, possiamo provare a riformu-
lare la domanda e vedere se ci sono le circo-
stanze per addentrarci nella (mia?) malattia
mentale. Per farla breve WERNER è quello
che sto costruendo sulle ceneri della mia pre-
cedente esperienza di vita, una percorso in via
di costruzione, un qualcosa che modello gior-
no dopo giorno e che mi porta via la maggior
parte delle energie lasciandomi spossato ogni
sera. WERNER al momento sono io anche se
non escludo, un domani, di potermi trova-
re nella situazione di doverlo sacrificare per
dare vita ad una nuova (ennesima) esistenza.
Mi auguro di no, anche perché è un processo
realmente doloroso e per niente semplice ma
soprattutto assolutamente lungo, ben più di
quanto ci si possa immaginare.
E MARCO VALENTI?
MARCO è morto parecchi anni fa. Anche se
talvolta alcuni suoi errori continuano a ma-
nifestarsi nella quotidianità di WERNER. L’ho
sacrificato sull’altare della consapevolezza,
con un rito purificatorio che mi ha visto come
unico spettatore.
CHITARRA COSMICA
re un sogno di condivisione, pace e libertà. pre accesa, Bambi individua un preciso punto
E questa visione naif e sincera della vita, Bam- di svolta nella sua vita: il 23 maggio del 1968,
bi l’ha pagata, rimanendo uno splendido se- quando Jimi Hendrix suona al Piper di Milano.
greto per molti appassionati ma non per il Lui ha saputo del piccolo tour italiano (Mila-
grande pubblico. no, Bologna e Roma) leggendone su un Melo-
È là che devi andare, laggiù Ma andiamo con ordine; dunque: per nove dy Maker comprato all’edicola della stazione
1 APRILE 1984
alla finestra e in quella di fronte vedevo Giu-
lia studiare. Suonavamo il sabato pomeriggio in una sala
Era bionda e mi piaceva parecchio, aveva due di prove nei vicoli, il Piccolo Mozart e nasce-
anni meno di me, un boxer tigrato ferocissimo vano strampalate versioni di canzoni famose
con testi “rielaborati” da noi. Tra questi c’e-
e l’Universale
quando alzava la testa dal libro e mi sorrideva di legno della ragazza dell’epoca del batteri-
ero al settimo cielo e me ne dimenticavo. sta che, effettivamente, nelle giornate umide
Oltre a stare alla finestra, a quei tempi, tra- zoppicava.
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MIRROR MOVES
(click sul titolo per visualizzare il link)
Cercavamo anche di imitare i Psychedelic grafiche, ben distribuite nelle vie del centro. contenitori vuoti ed il centro della città si è Ma per l’ascolto di alcuni brani di questo pe-
Furs. “Augustus”, “Orfeo”, “Lux”, “Universale”, anch’esso svuotato. Degradato. Soprattutto riodo riesce a superarsi, facendomi cadere
La colpa era mia, dal momento che avevo ac- “Verdi”, “Olimpia”, “Grattacielo”, tutte nel socialmente. lentamente ma irrimediabilmente nel vuoto,
quistato il loro quarto album “Mirror Moves” ciro di poche centinaia di metri. all’indietro, circondato da suoni, immagini e
per potere ascoltare “Heaven” ed ero poi ri- Passeggiata, qualche acquisto e spettacolo L'architettura è troppo importante ricordi, in un “qualcosa” di struggente che è
masto letteralmente folgorato da “The Ghost pomeridiano oppure pre-serale. Ultimo spet- per essere lasciata agli architetti. difficile descrivere a parole.
in you”, il brano che apriva il disco. tacolo e bar aperti (!) all’ora di uscita alla fine (G. De Carlo) Allora ascolto “The Ghost in you” in versio-
Uscivamo dal Piccolo Mozart ed andavamo dello spettacolo. ne acustica, chiudo gli occhi, perdo le forze
al Boogie, la prima paninoteca stile Mc Do- Non ci siamo potuti opporre all’urbanistica ed e lentamente attraverso via Venti Settembre
nald di Genova. A fianco c’era la discoteca agli architetti nel momento della creazione Oggi le persiane della stanza di Simona sono alla fine del 1984 e mi rivedo, in coda davanti
“Anyway”. Poi scendevamo in via Venti piena dei cinema “multisala” (così come dei mega quasi sempre chiuse e non conosco la nuova al cinema Universale, in mezzo a tanta gen-
di gente e di sale cinematografiche. centri commerciali) posizionati nelle zone de- famiglia che abita il suo appartamento. te sotto ai portici, nell’attesa di entrare nella
Il centro della città era “presidiato” dalla gen- gradate della città. Ci pensa la musica a farle riaprire facendomi grande sala per vedere “Ghostbusters”.
te, non raccontiamoci storie. Il risultato fallimentare è sotto gli occhi di viaggiare indietro nel tempo con quel “ritor-
E le basi strategiche erano le sale cinemato- tutti: le zone degradate sono diventate dei no di sensazioni” che solo lei è capace di dare.
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