Normazione 9.52605/01: Bulloneria Per Impieghi Normali E Speciali
Normazione 9.52605/01: Bulloneria Per Impieghi Normali E Speciali
Normazione 9.52605/01: Bulloneria Per Impieghi Normali E Speciali
---
CFO
Supervisore: RIGONI Sergio
P.P.E. -- E.M.M. -- Ingegneria dei Materiali Tel. 011.68.33242
Classe
Gestore: MURCHIO Lorenzo
P.P.E. -- E.M.M. -- Ingegneria dei Materiali Tel. 011.68.32608
A
Mod.
FINALITÀ DEL CAPITOLATO
Fornire le prescrizioni per il collaudo delle viti e dei dadi per impieghi normali (vedere la Norma
5
52605/01) e per impieghi speciali (vedere la Norma 52605/02).
Edizione
Il presente capitolato è composto di n˚ 36 pagine e n˚ 1 allegato
B Feb. ’93 ” ” -- Aggiornato punto 8.1 -- Indicazioni per gli imballaggi della
bulloneria. (BM)
---- Gen. ’99 Edizione 4 -- Riveduto completamente.
(DA)
A 04/04/’00 Edizione 4 -- Modificato il § 3.5.1 relativo al “Coefficiente di attrito”,
IN CASO DI STAMPA LA COPIA E’ DA RITENERSI NON CONTROLLATA, PERTANTO, E’ NECESSARIO VERIFICARE L’AGGIORNAMENTO NELL’APPOSITO SITO WEB
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9.52605/01
1
GENERALITÀ
Il presente Capitolato riguarda le prescrizioni per il controllo delle viti e dei dadi per impieghi nor-
mali (vedere la Norma 52605/01) e delle viti e dei dadi per impieghi speciali (vedere la Norma
52605/02).
2
CLASSIFICAZIONE
2.1
Categorie
In base alle tolleranze di lavorazione, la bulloneria si distingue nelle Categorie A e C (vedere la
Norma 01481).
2.2
Classi di resistenza
3.1
RISERVATO
3
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PROSPETTO 1
Marcatura § 3.4
Carico unitario di rottura
§ 3.10 ––
con appoggio obliquo
Composizione chimica § 3.5
Carico unitario di
§ 3.7 –– Difetti superficiali § 3.14
snervamento
3.2
Esame visivo
L’aspetto deve risultare conforme a quello derivante dalla normale lavorazione.
Spigoli e superfici devono essere completi ed esenti da bave; la filettatura in modo particolare,
deve essere integra. Non sono ammesse tracce di ruggine; le viti ed i dadi senza rivestimento pro-
tettivo, devono essere protette da un sottile velo di olio.
Non sono ammessi elementi estranei o fortemente deformati, danneggiati o incompleti in quantità
CONOSCENZA DI TERZI SENZA AUTORIZZAZIONE SCRIT TA DELLA FIAT AUTO S.p.A.
3.3
Dimensioni e tolleranze
Secondo disegno o normale. Per le tolleranze sulle filettature vedere le Norme 01560 e 01561.
Per le viti ed i dadi forniti con rivestimento protettivo, le dimensioni devono essere comprese nei li-
miti di tolleranza ammessi.
RISERVATO
3.4
Marcatura
Vedere quanto descritto dalla Norma 01307.
3.5
Composizione chimica
Per le viti ed i dadi per impieghi normali la composizione chimica deve rientrare nei limiti prescritti
per gli acciai impiegabili dalla Norma 52605/01 mentre per le viti ed i dadi per impieghi speciali
deve rientrare nei limiti dei materiali scelti fra quelli autorizzati dalla Norma 52605/02.
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3.6
Rivestimento superficiale
Secondo disegno o normale, le caratteristiche dei rivestimenti devono rientrare nelle prescrizioni
dei relativi Capitolati.
3.6.1
Coefficiente d’attrito
Per il prodotto in esercizio, salvo altrimenti specificato a disegno, il valore di Coefficiente d’attrito
globale, rilevato secondo la Norma 7.G0114, deve rientrare nei limiti Cf = 0,12 0,30, ad eccezio-
ne dei particolari fosfatati al manganese secondo quanto descritto nel Capitolato 9.57408 Tipo
F.FAG6, per i quali si richiede Cf = 0,10 0,16.
Per le nuove progettazioni (orientativamente a partire dai modelli MY 2003 e successivi) il valore
del coefficiente d’attrito globale dovrà invece rientrare nei limiti Cf = 0,10 0,16.
Per il valore di coefficiente di attrito rilevato sotto la testa della vite o sulla parte frontale del dado è
inoltre ammesso uno scostamento max. del 30 % rispetto al valore rilevato sul filetto.
3.7
Caratteristiche meccaniche
Le seguenti caratteristiche:
– carico unitario di rottura (per viti)
– carico unitario di snervamento (per viti)
– allungamento (per viti)
– resilienza (per viti)
– durezza Vickers (per viti e dadi)
– durezza Rockwell (per viti e dadi)
devono rientrare nei limiti prescritti sulle Norme 52605/01 e 52605/02.
3.8
Prova di trazione su vite (solo per viti)
Le viti devono resistere alla prova di trazione secondo le modalità descritte al § 5.1.2 senza subire
strappamenti dei filetti o rotture nella zona di raccordo fra testa e gambo.
3.9
3.9.2
RISERVATO
3.10
Carico unitario di rottura con appoggio obliquo (solo per viti)
Il carico unitario di rottura nella prova di trazione normale deve rientrare nei limiti prescritti sulle
Norme 52605/01 e 52605/02.
La rottura non deve mai verificarsi nella zona di raccordo fra testa e gambo.
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3.11
Tenacità della testa (solo per viti)
Non sono ammesse rotture o screpolature della vite nella zona di raccordo tra gambo e testa dopo
la prova di tenacità.
3.12
Decarburazione
La profondità di decarburazione deve rientrare nei limiti riportati sulle Norme 52605/01 e
52605/02.
3.13
Allargamento dei dadi
I dadi devono resistere ad un allargamento 6 % senza presentare fessurazioni complete.
Nel caso di dadi di classe di resistenza 5, R40 SD, 0,4, 8 e R50 SD, costruiti in acciaio ad alta ve-
locità, il valore medio dell’allargamento in tre prove non deve essere minore del 5 % e in nessuna
prova singola minore del 3 %.
Per dadi che presentano difetti superficiali occorre distinguere due casi:
– dadi con cricche di tempra: non sono ammessi questi difetti anche se dovesse risultare
positiva la prova di allargamento percentuale.
– dadi con qualsiasi altro difetto superficiale: sono ammessi se superano la prova di
allargamento percentuale.
3.14
Difetti superficiali
– screpolature;
– rigature;
– butterature;
– ammaccature ed incisioni;
– ripiegature.
RISERVATO
I difetti superficiali sono ammessi solamente se rientrano nei limiti specificati nei §§ seguenti per il
particolare tipo di difetto e se non possono influenzare l’efficienza d’impiego della vite o del dado
che deve soddisfare ai requisiti costruttivi richiesti.
3.14.1
Cricche di tempra
Le cricche di tempra possono manifestarsi durante il trattamento per eccessive tensioni.
Le cricche di tempra hanno in genere un andamento irregolare ed indefinito sulla superficie della
vite o del dado e profondità variabile.
Possono anche essere innescate da difetti preesistenti nel materiale ed in tale caso si presentano
con andamento rettilineo.
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Esempi di cricche di tempra sono rappresentati nella Figura 1 per le viti e Figura 2 per i da-
di.
Cricca di tempra
longitudinale A
Cricca di tempra
trasversale alla
faccia di appoggio Sez. A–A Cricca di tempra
che si estende
con collarino
radialmente nel
raccordo
Cricca di tempra al
fondo della scanalatura Cricca di tempra
Figura 1
Cricca di tempra
sulle filettature
Cricca di tempra
Cricca di tempra
RISERVATO
Figura 2
Non sono ammesse cricche di tempra di qualsiasi dimensione e in qualsiasi punto della vite o del
dado.
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3.14.2
Cricche di stampaggio
3.14.2.1
Viti con esagono esterno e dadi
Le cricche di stampaggio possono manifestarsi durante il taglio del filo e durante l’operazione di
deformazione plastica. Si manifestano localmente sul piano superiore e sui bordini rigonfiati della
testa delle viti e sui piani di appoggio e laterali dei dadi.
Esempi di cricche di stampaggio sono rappresentati nella Figura 3 per le viti e Figura 4 per i da-
di.
Cricca di stampaggio
sulla sommità
della testa
Figura 3
Figura 4
Per le viti, le cricche non possono avere lunghezza maggiore del diametro nominale d della vite e
larghezza o profondità maggiore di 0,2 0,01 d (in mm), se sono situate sulla faccia superiore
della testa. Se sono invece situate sui bordi rigonfiati della testa sono ammesse cricche con lar-
ghezza minore di 0,25 + 0,02 d (in mm) e profondità minore dell’altezza dei bordi.
Per i dadi, le cricche sono ammesse se il dado supera la prova di allargamento (vedere il § 5.2.2).
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3.14.2.2
Viti con esagono incassato
Sono ammesse cricche:
a) nella superficie della testa purchè la loro profondità sia 0,03 D oppure 0,13 mm (consi-
derare il valore maggiore) e non abbiano lunghezza superiore alla metà della distanza tra il
bordo della sede di manovra ed il bordo periferico della testa, ovvero abbiano origine dal
bordo periferico della testa ed i loro sensi di propagazione tendono ad incontrarsi – Vedere
Figura a);
b) nel piano di appoggio o nel raccordo sotto testa purchè la loro profondità sia 0,03 D oppu-
re 0,13 mm (considerare il valore maggiore) – Vedere Figura b) e Figura c).
c) nella superficie esterna laterale della testa purchè la loro profondità non sia maggiore di
0,06 D oppure 0,16 mm (considerare il valore maggiore) – Vedere Figura b) e Figura c).
d) nella sede di manovra, purchè non siano situate sul fondo della parete dell’esagono incas-
sato oppure entro 0,30 t da quest’ultimo, e non abbiano lunghezza maggiore di 0,25 t nè
profondità superiore a 0,03 D oppure 0,13 mm (considerare il valore maggiore) – Vedere
Figura d).
Figura a)
Figure b) c)
0,3 t 0,3 t
Non ammessa
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3.14.3
Screpolature
Le screpolature sono fessurazioni del materiale dovute ad eccessiva deformazione ed insufficien-
te deformabilità plastica. A volte sono dovute all’esaltazione da parte dello stampaggio di difetti
preesistenti nel materiale. Possono manifestarsi specialmente ai bordi di viti flangiate e comunque
sulla superficie della testa.
Esempi di screpolature sono rappresentati nella Figura 5 per le viti e Figura 6 per i dadi.
Screpolatura di
stampaggio
Screpolatura di Screpolatura di
Screpolatura di
stampaggio stampaggio
stampaggio
Figura 5 Figura 6
Per le viti non sono considerate screpolature quelle minori delle seguenti dimensioni in mm, se
presenti sul bordino della vite: larghezza 0,13 + 0,020 D – profondità 0,08 + 0,012 D.
Viene ammessa sul bordino una screpolatura sola con le seguenti dimensioni massime in mm:
CONOSCENZA DI TERZI SENZA AUTORIZZAZIONE SCRIT TA DELLA FIAT AUTO S.p.A.
Sui lati della testa esagonale e sulla superficie esterna delle teste cilindriche sono ammesse scre-
polature minori delle seguenti dimensioni in mm: larghezza e profondità 0,25 + 0,025 d.
Nelle formule di cui sopra D è il diametro in mm del bordino e d è il diametro della vite, in mm.
Per i dadi le screpolature sono ammesse se il dado supera la prova di allargamento (vedere il §
5.2.2).
RISERVATO
3.14.4
Rigature
Le rigature sono piccole discontinuità del materiale in superficie; generalmente sono già preesi-
stenti sul materiale dal quale si ricava la vite o il dado, oppure sono causate dagli utensili di lavoro.
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Esempi di rigature sono rappresentati nella Figura 7 per le viti e Figura 8 per i dadi.
Sono ammesse rigature sul gambo delle viti e sulla testa che non superino le dimensioni indicate
nel Prospetto 2.
PROSPETTO 2
DIMENSIONI RIGATURE
DIAMETRO DI FILETTATURA
(mm) Larghezza max. Profondità max.
(mm) (mm)
Sono ammesse rigature d’utensile sulla superficie d’appoggio della testa della vite purchè non de-
terminino una rugosità superficiale Ra maggiore di 6 m m.
Le rigature d’utensile sulle altre superfici della vite non possono costituire elemento di rifiuto. Per i
RISERVATO
dadi le rigature sono ammesse se il dado supera la prova di allargamento (vedere il § 5.2.2).
3.14.5
Butterature
Le butterature sono concavità poco profonde sulla superficie della vite o del dado per mancato
riempimento di materiale.
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Esempi di butterature sono rappresentati nella Figura 9 per le viti e Figura 10 per i dadi.
Butterature
Butterature
Figura 9
Butterature Butterature
Figura 10
Sono ammesse butterature sulla zona di appoggio della testa della vite o sulla zona di appoggio
dei piani dei dadi per mancato riempimento di materiale, se la loro profondità non supera 0,25 mm
e se la loro area totale non supera il 5 % della superficie effettiva d’appoggio. Sono ammesse but-
terature sulle altre superfici purchè la loro profondità non superi 0,25 mm, esclusa la filettatura.
3.14.6
Ammaccature ed incisioni
Le ammaccature ed incisioni sono piccole deformazioni e discontinuità locali delle superfici della
vite o del dado.
Esempi di ammaccature ed incisioni sono rappresentati in Figura 11 per le viti e Figura 12 per i da-
di.
CONOSCENZA DI TERZI SENZA AUTORIZZAZIONE SCRIT TA DELLA FIAT AUTO S.p.A.
IL PRESENTE DOCUMENTO NON PUO' ESSERE RIPRODOT TO NE' PORTATO A
RISERVATO
Figura 11 Figura 12
Sono ammesse ammaccature sul filetto purchè si possa avvitare il calibro filettato ad anello o a
tampone passa, esercitando una coppia massima, espressa in Nmm, pari a 0,01F md, per le viti e
pari a 0,01RdSrD per i dadi.
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PROSPETTO 3
Ammaccature ed incisioni in altri punti della vite o del dado sono accettabili ad esclusione di quelle
interessanti il piano di appoggio.
3.14.7
Ripiegature
Le ripiegature sono sovrapposizioni di materiale sulla superficie delle viti e dei dadi e si manifesta-
no sotto forma di rigature venutesi a creare in superficie nello stampaggio e rullatura.
Esempi di ripiegature sono rappresentati nella Figura 13 e Figura 14 per le viti e Figura 15 per i da-
di.
Ripiegatura ammessa
Tipica ripiegatura a quadrifoglio sull’intersezione
ammessa in parte in una vite con tra flangia e testa
spallamento non circolare
Ripiegature ammesse
sul raccordo interno Ripiegature ammesse
sul raccordo interno
Ripiegatura ammessa
RISERVATO
sull’estremità
Figura 13
13
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Diametro di nocciolo
Diametro esterno
Ripiegature
ammesse
Diametro medio
Diametro di nocciolo
Diametro esterno
irregolarità di forma
ammesse sulla cresta
Diametro medio
Diametro di nocciolo
Figura 14
Ripiegatura sul
piano di appoggio
Ripiegatura su una
faccia dell’esagono
Ripiegature
CONOSCENZA DI TERZI SENZA AUTORIZZAZIONE SCRIT TA DELLA FIAT AUTO S.p.A.
Figura 15
RISERVATO
Sulle filettature delle viti non sono ammesse ripiegature di qualsiasi lunghezza e profondità:
– che iniziano sul fianco del filetto sotto il diametro medio e rivolte verso il diametro esterno sul
fianco in pressione.
14
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La lunghezza massima delle ripiegature ammesse è di 0,15 P dove P è il passo della vite espresso
in mm.
La lunghezza massima delle ripiegature che partono dalla cresta del filetto è 0,2 P.
In altri punti della vite sono ammesse ripiegature se non ne compromettono la funzionalità.
Per i dadi, le ripiegature sono ammesse se il dado supera la prova di allargamento (vedere il §
5.2.2).
Sulle filettature dei dadi e organi affini non bonificati con durezza HV 300, ricavate per rullatura,
sono ammesse ripiegature sulla cresta filetto di profondità < 0,4 H, purchè la cavità risultante sia
chiusa.
Vedere esempio Figura 16
Primo filetto
H
max. 0,4 H
Figura 16
E’ ammesso che la cavità del primo filetto non sia chiusa purchè consenta la corretta imboccatura
della vite.
3.16
Andamento fibre (per viti)
RISERVATO
Per viti con testa ricalcata l'andamento delle fibre, specie nelle zone di raccordo fra testa e
gambo, deve risultare regolare e senza ripiegature ed interruzioni.
Per andamento regolare si intende che lo stesso sia continuo e concavo rispetto all'asse del
pezzo; a titolo indicativo vedere Figura 17.
Nel caso di ripresa di lavorazione meccanica del piano sottotesta, è ammessa l'interruzione
parziale delle fibre esterne.
Nelle filettature, la direzione delle fibre in corrispondenza dei filetti deve risultare continua e
seguire il contorno generale della filettatura stessa con densità massima alla radice del filetto
(vedere Figura 18).
Per le modalità di verifica vedere il § 5.1.12.
15
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Figura 17 Figura 18
4
PROGRAMMI DI PROVA
4.1
Viti
PROSPETTO 4
PROGRAMMA DI PROVA
A B
MODALITÀ
CARATTERISTICA DI PROVA CLASSE DI RESISTENZA
8.8
8.8 R40 IND 22H
R40 RCT 4.8 R40 RCT R50SD 10.9
5.8 10.9 R50 IND 5.8 33H
R50 RCT 14H R50 RCT STAB 12.9
12.9 R80 IND 45H
R80SD
Prova di
§
trazione su
5.1.1
F F F
Carico provetta
unitario
di rottura Prova di
§
trazione su
5.1.2
F F J J
CONOSCENZA DI TERZI SENZA AUTORIZZAZIONE SCRIT TA DELLA FIAT AUTO S.p.A.
vite
IL PRESENTE DOCUMENTO NON PUO' ESSERE RIPRODOT TO NE' PORTATO A
Prova di
Carico unitario §
di snervamento
trazione su
5.1.1
F F F
provetta
Resistenza al Prova di §
carico di prova carico 5.1.3
F F
Prova di
§
Allungamento trazione F F F
RISERVATO
5.1.1
su provetta
§
Durezza Vickers
5.1.5
J J J F J F J J F
§
Durezza Rockwell
5.1.5
f f f J f f f J
Prova di
Carico unitario di
trazione con §
rottura con
appoggio 5.1.4
F F
appoggio obliquo
obliquo
(Segue .)
REALIZZAZIONE EDITORIALE A CURA DI SATIZ - NORMAZIONE
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Modif.
9.52605/01
(Continua .)
PROGRAMMA DI PROVA
A B
MODALITÀ
CARATTERISTICA DI PROVA CLASSE DI RESISTENZA
8.8
8.8 R40 IND 22H
R40 RCT 4.8 R40 RCT R50SD 10.9
5.8 10.9 R50 IND 5.8 33H
R50 RCT 14H R50 RCT STAB 12.9
12.9 R80 IND 45H
R80SD
Prova §
Resilienza
di resilienza 5.1.6
F F
Prova di
Tenacità §
della testa
tenacità
5.1.7
F f J F F F f f
della testa
Esame micro
§
Decarburazione o microdu-
5.1.8
F F F
rezza
Controllo
Difetti §
superficiali
non
5.1.9
f f F f f f f f F F
distruttivo
Coefficiente Rilievo §
di attrito del Cf 5.1.10
F F F F F F
Prova di resi-
Resistenza sotto §
tensione
stenza sotto
5.1.11
F
tensione
Esame §
Andamento fibre
micrografico 5.1.12
F F
Di regola la prova di trazione viene eseguita per quanto possibile su vite intera; la provetta
viene impiegata per la determinazione di caratteristiche che non si possono ottenere con
sufficiente approssimazione mediante la prova su vite intera e comunque in caso di conteĆ
Programma B
RISERVATO
E’ valido quale programma normale di prove per viti aventi sezione del gambo maggiore o uguale
alla sezione resistente oppure per viti interamente filettate e per ribattini.
In ogni caso le viti controllate secondo il programma B devono superare le prove del programma
A, sempre che queste siano eseguibili.
I due programmi sono equivalenti.
La prova contrassegnata con F è decisiva per il giudizio delle caratteristiche meccaniche di una
vite. Nel caso che il committente desideri eseguire delle prove di accettazione ridotte, le prove
contrassegnate con F possono essere sostituite con quelle contrassegnate con J .
In caso d’incertezza sono tuttavia determinanti le prove contrassegnate con F, sempre che la loro
esecuzione non sia impossibile per ragioni dimensionali, per esempio viti troppo corte o viti con
diametri di filettatura troppo grandi.
17
Pag. 18
9.52605/01 Modif.
In caso d’incertezza sono tuttavia determinanti le prove contrassegnate con F, sempre che la loro
esecuzione non sia impossibile per ragioni dimensionali, per esempio viti troppo corte o viti con
diametri di filettatura troppo grandi.
In tal caso la prova contrassegnata con J è decisiva.
Solamente dopo accordi particolari possono essere eseguite le prove contrassegnate con f , inol-
tre queste prove possono essere anche impiegate al posto di quelle contrassegnate con F.
4.2
Dadi
Le prove da eseguire per il controllo delle caratteristiche sono le seguenti:
– Rilievo del coefficiente di attrito (vedere il § 5.1.10), ad eccezione dei dadi R40SD,
R50SD e 8SD.
5
MODALITÀ DI PROVA
5.1
Viti
5.1.1
Prova di trazione su provetta
Per eseguire la prova viene impiegata la provetta proporzionale di Figura 19 (vedere la Norma
50113) e vengono determinati i seguenti valori:
CONOSCENZA DI TERZI SENZA AUTORIZZAZIONE SCRIT TA DELLA FIAT AUTO S.p.A.
IL PRESENTE DOCUMENTO NON PUO' ESSERE RIPRODOT TO NE' PORTATO A
Figura 19
18
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9.52605/01
Per viti bonificate con diametro di filettatura maggiore di 16 mm non è ammessa una riduzione del
diametro del gambo, per la preparazione della provetta, maggiore del 25 % ( 44 % della sezio-
ne).
5.1.2
Prova di trazione su vite
La prova di trazione su vite deve essere eseguita secondo le modalità della Figura 20 su una mac-
china di prova con i morsetti autoallineanti. L’organo filettato può essere sostituito da un dado, co-
munque di classe di resistenza e di tolleranza idonea all’accoppiamento.
Particolare X
Contatto sfera–cono fra i fori da centro
all’estremità della vite ed il tastatore
dello strumento di misura
Figura 20
Per le viti prigioniere si deve usare come testa un dado od un elemento idoneo avvitato fino al fon-
do della filettatura a passo più fine. Qualora le filettature del prigioniero siano a passo uguale,
l’elemento sostitutivo della testa deve essere avvitato fino al fondo della filettatura sul lato radice
(vedere la Norma 01389).
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Pag. 20
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2
P d 2 + d3
Sr =
4 2
Alla vite si deve applicare il carico di rottura previsto nei Prospetti 5 e 6 per la classe di resistenza
in esame.
In caso di contestazione, senza ricorrere alla prova di trazione su provetta, occorre verificare il ca-
rico di rottura minimo con la dimensione effettiva di d2 e d3 , anzichè con i valori nominali della se-
zione Sr riportati nei Prospetti 5 e 6 poichè si possono avere variazioni di sezione che, secondo i
diametri, possono raggiungere valori fino al 10 % minori di quelli della sezione resistente Sr.
Nell’esecuzione della prova si deve provvedere a lasciare libera e non caricata una lunghezza di fi-
letto compresa fra 0,5 1 d.
La rottura nelle viti con testa non deve verificarsi nella zona di raccordo fra testa e gambo.
PROSPETTO 5
Valori dei carichi di rottura Fm minimi in N per viti con filettatura a passo grosso (Norma 01506).
(Segue .)
REALIZZAZIONE EDITORIALE A CURA DI SATIZ - NORMAZIONE
20
Pag. 21
Modif.
9.52605/01
(Continua .)
Diametro Classe di resistenza
Sezione
nominale
Passo resist.
di 8.8
(mm) Sr 5.8
filettatura R50 SD STAB R50 IND R80 SD 10.9 12.9
(mm 2 ) R40 IND
(mm) R80 IND
PROSPETTO 6
Valori dei carichi di rottura Fm minimi in N per viti con filettatura a passo fine (Norma 01507).
21
Pag. 22
9.52605/01 Modif.
5.1.3
Prova di carico su vite
La prova consiste nel sollecitare la vite secondo le modalità esemplificate in Figura 20 e sottode-
scritte, con il carico unitario di prova previsto nella Norma 52605 per la classe in esame e per una
durata di 10 s, senza che vi sia un allungamento permanente apprezzabile.
Il carico di prova secondo i Prospetti 7 e 8 deve essere applicato assialmente alla vite con una
macchina di prova a trazione con morsetti autoallineanti, oppure con un dispositivo del tipo illustra-
to in Figura 21 costituito essenzialmente da:
– una cavità anulare 1 dove la pressione dell’olio si trasforma nel carico sulla vite.
Figura 21
2
Dalla pompa a mano
CONOSCENZA DI TERZI SENZA AUTORIZZAZIONE SCRIT TA DELLA FIAT AUTO S.p.A.
IL PRESENTE DOCUMENTO NON PUO' ESSERE RIPRODOT TO NE' PORTATO A
3 3
Devono essere previsti a ciascuna estremità della vite fori da centro a 60 ° (vedere Figura 22).
Prima e dopo l’applicazione del carico di prova, si deve controllare la lunghezza della vite median-
te uno strumento di misura con tastatore a sfera.
60°
Figura 22
22
Pag. 23
Modif.
9.52605/01
L’errore dell’apparecchio deve essere minore o uguale a 5 m m. Sono ammessi altri metodi di misu-
razione di lunghezza purchè non si superi il sopracitato errore.
Per le viti prigioniere si deve usare come testa un dado od un elemento idoneo avvitati fino al fon-
do della filettatura a passo più fine.
Qualora le filettature del prigioniero siano a passo uguale, l’elemento sostitutivo della testa deve
essere avvitato fino al fondo della filettatura sul lato radice. Per le viti prigioniere il carico unitario
di prova previsto è quello corrispondente al diametro della filettatura a sezione resistente minore.
In caso di contestazione prima di passare al programma A, occorre verificare il carico di prova con
la dimensione effettiva di d2 e d3 , anzichè con i valori nominali della sezione resistente Sr riportati
nei Prospetti 7 e 8, poichè si possono avere variazioni di sezione che, secondo il diametro, pos-
sono raggiungere valori fino al 10 % minori di quelli della resione resistente Sr.
PROSPETTO 7
Valori dei carichi di prova in N per viti con filettatura metrica a passo grosso (Norma 01560).
12 1,75 84,3 32000 48950 70000 81800 IL PRESENTE DOCUMENTO NON PUO' ESSERE RIPRODOT TO NE' PORTATO A
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9.52605/01 Modif.
PROSPETTO 8
Valori dei carichi di prova in N per viti con filettatura metrica a passo fine (Norma 01507).
5.1.4
La vite viene montata nella macchina di trazione con il dispositivo illustrato in Figura 23.
La prova di trazione con appoggio obliquo deve essere condotta secondo le modalità indicate in
Figura 23 e nel Prospetto 9, ove è specificato l’angolo dell’appoggio obliquo.
La vite deve essere sollecitata con carico di trazione assiale sino a rottura. Salvo altrimenti specifi-
RISERVATO
cato a disegno, la rottura non deve mai verificarsi nella zona di raccordo tra testa e gambo.
Per le viti prigioniere la prova di trazione con appoggio obliquo viene condotta col dispositivo illu-
strato in Figura 24, con le modalità sotto descritte e secondo il Prospetto 9.
Nel caso che la vite prigioniera abbia una filettatura a passo grosso e l’altra a passo fine il disposi-
tivo di Figura 24 deve essere applicato alla parte con passo grosso, lasciando libero un tratto di fi-
lettatura pari a d, mentre all’estremità con filettatura a passo fine va applicato un dado, avvitato fi-
no al fondo della filettatura.
Qualora le filettature del prigioniero abbiano lo stesso passo, il dispositivo di Figura 24 deve es-
sere applicato alla filettatura sul lato radice. L’organo filettato deve potersi sempre avvitare a ma-
no, anche se la filettatura della radice è maggiorata.
24
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Modif.
9.52605/01
HRC 50 min.
organo filettato
HRC 50 min.
HRC 50 min.
PROSPETTO 9
–– 6 0,7 0,5
12 20 1,3 1,6
Per viti con testa a geometria particolare (es.: viti di biella) l’angolo a deve essere
(Y)
prescritto a disegno.
La tolleranza del foro d c deve essere H8; sulla filettatura dell’organo deve essere 5H.
Devono essere raggiunti prima della rottura della vite, i valori minimi di resistenza a trazione previ-
sti per la corrispondente classe di resistenza, riferita alla sezione resistente Sr (vedere i Prospetti
RISERVATO
5 e 6).
Per viti interamente filettate le condizioni di questa prova sono raggiunte quando la rottura inco-
mincia nella parte filettata e da qui entra nella zona raccordo del raggio sotto testa.
Non si può eseguire detta prova per viti a testa svasata.
5.1.5
Prova di durezza
Le prove di durezza devono essere eseguite per quanto possibile sull’asse della vite e sull’estre-
mità della stessa, dopo aver asportato le irregolarità superficiali locali. Durante la prova non si de-
vono verificare inflessioni laterali.
25
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9.52605/01 Modif.
Se la durezza sostituisce una prova di trazione (vedere § 4.1) essa deve essere eseguita su una
sezione trasversale posta ad una distanza dall’estremità d ed a 0,25 dalla superficie esterna.
La prova di durezza Rockwell deve essere eseguita con le scale B e C.
Per quanto non specificato, vedere la Norma 50107 per la durezza Vickers e la Norma 50108 per
la durezza Rockwell. In casi di incertezza è determinante la durezza Vickers.
5.1.6
Prova di resilienza
La prova di resilienza deve essere eseguita secondo Charpy con provetta ad U o a buco di chiave
alla temperatura ambiente. La provetta deve essere ricavata il più possibile in prossimità della su-
perficie della vite e in direzione assiale. La prova di resilienza può essere eseguita solamente su
vite con diametro > 12 mm. Per le modalità della prova vedere la Norma 50130.
5.1.7
Prova di tenacità della testa
La prova di tenacità della testa deve essere eseguita secondo le modalità della Figura 25 e del
Prospetto 10.
Figura 25
PROSPETTO 10
Si deve poter piegare la testa della vite, mediante alcuni colpi di martello, dell’angolo 90° – b sen-
za che appaiano rotture o screpolature nella zona di raccordo fra gambo e testa. Per le dimensioni
di c e r, vedere il Prospetto 9 (§ 5.1.4).
RISERVATO
Detta prova non si applica alle viti con testa svasata. Per le viti interamente filettate la prova viene
considerata positiva se la rottura o le screpolature appaiono sul primo filetto a condizione che la
testa non sia completamente staccata.
5.1.8
Controllo della decarburazione
Sono previsti due metodi per la misurazione della decarburazione:
– metodo microscopico da impiegare generalmente come metodo corrente;
– metodo della microdurezza da impiegare principalmente in casi di contestazione.
26
Pag. 27
Modif.
9.52605/01
5.1.8.1
Metodo microscopico
La decarburazione deve essere controllata in un piano longitudinale della vite sulla parte filettata,
come in Figura 26.
Il piano deve stare ad una distanza dall’asse della vite di 1/10 del diametro della filettatura.
Il campione da esaminare deve essere preparato secondo la corretta pratica metallografica e at-
taccato con nital al 3%.
La decarburazione deve essere misurata con un oculare micrometrico, oppure per misurazione di-
retta su lastra smerigliata della camera micrografica.
L’ingrandimento deve essere 100 X.
La profondità della zona non decarburata (E) deve ammontare come minimo a 2/3 h3 3/4 h3 , (h3
= altezza del filetto nelle condizioni di massimo materiale) secondo le classi di resistenza e le pre-
scrizioni delle relative Norme, sulle quali è anche specificata la profondità di decarburazione totale
ammessa misurata in corrispondenza del diametro medio o linea primitiva (da 0 a 0,015 mm) (G)
(vedere Figure 26 e 27).
La profondità della zona di decarburazione complessiva o parziale nel fondo filetto può ammontare
a 1/10 h3 1/13 h3 sempre secondo le prescrizioni delle relative Norme (vedere il Prospetto 11).
Decarburazione totale
Decarburazione
parziale
Metallo base
Figura 27
La profondità delle zone di non decarburazione minima prescritta (E) e di profondità max. della de-
carburazione complessiva o parziale nel fondo filetto sono state riassunte in funzione del passo
nel Prospetto 11.
27
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PROSPETTO 11
28
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Modif.
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5.1.8.2
Metodo con misura della microdurezza (per passi ² 1mm)
Il campione viene preparato come al § 5.1.8.1. Può essere omesso l’attacco al nital.
Si determina la durezza HV0,3 nelle tre posizioni (1, 2 e 3) come indicato in Figura 27 in cui 1 e 2
sono sull’asse dell’angolo della filettatura e 3 deve essere fatta all’altezza del diametro primitivo a
0,012 mm dalla superficie del filetto medesimo od adiacente sul quale sono state determinate le
posizioni 1 e 2.
Una diminuzione maggiore di 30 punti HV0,3 riscontrata tra 1 e 2 viene considerata come decar-
burazione non ammessa; ovvero il valore della durezza Vickers misurato nella posizione 2 deve
essere uguale o maggiore di quello misurato nella posizione 1 diminuita di 30 punti Vickers.
In tal caso l’altezza E della zona non decarburata deve corrispondere come minimo, ai valori cal-
colati nel Prospetto 11 . Un incremento maggiore di 30 punti HV0, 3 riscontrato tra 1 e 3, viene
considerato come ricarburazione non ammessa; pertanto la durezza misurata nella posizione 3
deve essere uguale o minore di quella misurata nella posizione 1 aumentata di 30 punti Vickers .
Nelle viti rullate dopo bonifica la durezza non deve essere verificata sulla filettatura, in quanto per
effetto dell’incrudimento è possibile riscontrare valori superiori ai 30 punti di durezza Vickers con-
cessi come limite per la ricarburazione. La determinazione della durezza dovrà essere effettuata in
una zona del gambo non rullata e non lavorata dopo bonifica. Inoltre bisogna fare attenzione alla
possibilità che una precedente decarburazione possa essere mascherata da un incrudimento a
freddo. Per quanto non specificato vedere la Norma 50146.
5.1.9
Esame dei difetti superficiali
Per l’esame dei difetti superficiali si procede col metodo magnetico (secondo la Norma di Produzione
0.00024/01) o col metodo dei liquidi penetranti (secondo la Norma 0.00025/01).
In casi dubbi si decide sul tipo e profondità dei difetti superficiali eseguendo una sezione normale al
difetto e misurando con oculare micrometrico.
5.1.10
Rilievo del coefficiente di attrito
Per il rilievo del coefficiente di attrito attenersi secondo quanto descritto dalla Norma di Sperimen-
tazione 7.G0114.
5.1.11
Prova di resistenza sotto tensione (solo per viti di classe 10.9 e 12.9 di CF1)
e rettificate. Si dovranno adottare chiavi tarate aventi precisione del 5 %; la coppia di serraggio
dovrà essere predeterminata di volta in volta chiudendo una vite su dinamometro. La filettatura delle
viti e le superfici di appoggio dei dadi dovranno essere lubrificate con olio grafitato. Le viti così serrate
si lasciano in termostato a -- 201 ˚C per 24 h; al termine della prova non si deve riscontrare alcuna
rottura.
RISERVATO
PROSPETTO 12
Carichi per prova sotto tensione
29
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(Continua .)
Sezione CARICO
Diametro
filettatura
Passo resistente della vite (N)
(mm) Sr
(
(mm) )
(mm 2 ) 10.9 12.9
9 1 51 32100 38600
10 1,5 58 36500 43800
10 1,25 61,2 38600 46300
10 1 64,5 40600 48800
12 1,75 84,3 53100 63700
12 1,5 88,1 55500 66600
12 1,25 92,1 58000 69600
14 2 115 72400 86900
14 1,5 125 78800 94500
16 2 157 98900 119000
16 1,5 167 105000 126000
18 2,5 192 121000 145000
18 1,5 216 136000 163000
20 2,5 245 154000 185000
20 1,5 272 171000 206000
22 2,5 303 191000 229000
22 1,5 333 210000 252000
24 3 353 222000 267000
24 2 384 242000 290000
27 3 459 289000 347000
27 2 496 312000 375000
CONOSCENZA DI TERZI SENZA AUTORIZZAZIONE SCRIT TA DELLA FIAT AUTO S.p.A.
IL PRESENTE DOCUMENTO NON PUO' ESSERE RIPRODOT TO NE' PORTATO A
Qualora il gambo non filettato sia di diametro inferiore al diametro della sezione resistente
i carichi dovranno essere ridotti in proporzione della variazione della sezione stessa.
5.1.12
Esame micrografico
Deve essere eseguito in un piano longitudinale passante per l’asse.
Per le modalità di esecuzione vedere la Norma 50210.
30
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Modif.
9.52605/01
5.2
DADI
5.2.1
Prova di durezza
Le prove di durezza devono essere eseguite su uno dei piani di appoggio del dado, secondo quan-
to specificato nella Norma 50107 per la durezza Vickers o nella Norma 50108 per la durezza Rock-
well.
In casi di incertezza è determinante la durezza Vickers.
5.2.2
Prova di allargamento
La prova di allargamento consiste nell’allargare con un mandrino conico liscio il foro del dado otte-
nuto asportando, prima della prova, la filettatura fino al diametro nominale con tolleranza H11.
La prova di allargamento viene eseguita usando un mandrino conico liscio con conicità 1:100 co-
me risulta dalla Figura 28.
La durezza HRC dei mandrini non deve essere minore di 45 e la rugosità superficiale Ra non deve
essere maggiore di 0,8 m m.
Prima della prova il mandrino deve essere lubrificato con MoS 2 .
Il carico deve essere applicato in modo lento e continuo, lungo l’asse del mandrino.
La prova viene eseguita secondo la Figura 28 ed il risultato è considerato negativo solo se il dado
si fessura completamente prima di aver raggiunto il valore minimo prescritto nel § 3.13 per l’allar-
gamento percentuale.
La misura dell’allargamento percentuale permanente viene fatta con un mandrino conico di misu-
razione secondo la Figura 29 e la lettura deve essere fatta sulla sezione diametrale più piccola do-
po aver infilato il mandrino sul dado allargato, con la sola pressione della mano.
Carico
Figura 29
x = valore prescritto di allargamento percentuale
m = altezza nominale del dado
Figura 28
31
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9.52605/01 Modif.
5.2.3
Esame dei difetti superficiali
Per l’esame dei difetti superficiali si procede col metodo magnetico (secondo la Norma di Produ-
zione 0.00024/01) o col metodo dei liquidi penetranti (secondo la Norma 0.00025/01).
In casi dubbi si decide sul tipo e profondità dei difetti superficiali eseguendo una sezione normale
al difetto e misurando con oculare micrometrico.
5.2.4
Prova di carico (solo per dadi di classe 10 e 12 CF1)
La prova consiste nel sollecitare il dado secondo le modalità esemplificate nelle Figure 30 e
31 e sottodescritte per una durata di 10 s, con un carico calcolato in base al carico unitario di
prova per ogni classe (riportato sulla Norma 52605/01) ed alla sezione resistente Sr della vite
corrispondente, riportati nei Prospetti 13 e 14.
2
P d2 + d3
Sr =
4 2
Temprato
Carico
CONOSCENZA DI TERZI SENZA AUTORIZZAZIONE SCRIT TA DELLA FIAT AUTO S.p.A.
IL PRESENTE DOCUMENTO NON PUO' ESSERE RIPRODOT TO NE' PORTATO A
Temprato
RISERVATO
Figura 30 Figura 31
Carico
Il carico di prova deve essere applicato assialmente alla spina filettata di prova, per esempio
su una macchina di prova a trazione.
La durezza della spina filettata di prova e della piastra di appoggio del dado deve essere HRC
45. Nel caso che il filetto della spina filettata di prova si deformasse durante la prova, queĆ
sta deve essere ripetuta.
32
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Modif.
9.52605/01
Il filetto della spina filettata di prova deve essere contenuto nel campo di tolleranza 4 h (seĆ
condo la Norma 01561) ad eccezione del diametro esterno che deve essere contenuto entro il
quarto inferiore del campo di tolleranza 6 g (Norma 01560).
PROSPETTO 13
Valori dei carichi di prova in N per dadi con filettatura metrica a passo grosso (Norma 01506).
Sezione
CLASSE DI RESISTENZA
Diametro resistente della
Passo vite
nominale
(mm) Sr
(mm)
8 10 12
(mm 2 )
33
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9.52605/01 Modif.
PROSPETTO 14
Valori dei carichi di prova in N per dadi con filettatura metrica a passo fine (Norma 01507).
Il controllo delle forniture deve essere effettuato secondo le prescrizioni riportate nel Capitolato
9.01102/01 (Distribuzione riservata).
7
PRESCRIZIONI PER IL FORNITORE
Il Fornitore deve attenersi alle prescrizioni generali contenute nel capitolato 9.01102 ‘‘QUALITÀ
DELLE FORNITURE”.
34
Pag. 35
Modif.
9.52605/01
7.1
Forniture per la qualificazione del prodotto
Il Fornitore deve presentare il quantitativo di prodotto richiesto sull’ordine di acquisto allegando il
previsto Certificato di Qualità e Conformità (vedi Cap. 9.01103); saranno verificate tutte le caratte-
ristiche prescritte sulla ”Scheda Tecnica del Prodotto” allegata, relativa al tipo specifico. Non sono
ammesse ”non conformità”.
7.2
Forniture per la produzione
Il prodotto fornito deve essere conforme alle prescrizioni del disegno e del presente Capitolato.
Nello stabilire il tipo di processo produttivo da adottare e la severità dei collaudi, il Fornitore deve
tenere conto delle classi di importanza che la FIAT ha attribuito a ciascuna delle caratteristiche cui
si riferiscono le prescrizioni (vedere § 8).
NOTA : Sia durante la qualificazione prodotto che nel controllo delle forniture, possono essere
effettuati controlli su componente che abbia subito prove di tipo non menomativo (indicate
con NM al § 8); qualora il componente abbia subito prove menomative (M) non può più
essere utilizzato per altre prove o controlli, se non diversamente e di volta in volta specifi-
cato.
8
PROSPETTO DELLA CLASSIFICAZIONE DELLE CARATTERISTICHE
CLASSE FUNZIONALE
CLASSIFICAZIONE CARATTERISTICHE (vedere Cap. 9.01102) TIPO DI
PROVA
Classe 1 Classe 2 Classe 3
Viti
Difetti superficiali Critica Critica Importante NM
Dadi
Esame visivo
Elementi estranei o forte- Viti
mente danneggiati, defor- Importante Secondaria Secondaria NM
mati o incompleti Dadi
Viti
Diametri di filettatura Importante Importante Importante NM
Viti
Rugosità superficiale Importante Secondaria Secondaria NM
Dadi
Viti
Marcatura Critica Critica Importante NM
Dadi
(Segue .)
REALIZZAZIONE EDITORIALE A CURA DI SATIZ - NORMAZIONE
35
Pag. 36
9.52605/01 Modif.
(Continua .)
CLASSE FUNZIONALE
CLASSIFICAZIONE CARATTERISTICHE (vedere Cap. 9.01102) TIPO DI
PROVA
Classe 1 Classe 2 Classe 3
Viti
Composizione chimica Importante Importante Secondaria M
Dadi
Viti
Rivestimento superficiale Vedere Norma indicata a disegno M
Dadi
Viti
Coefficiente d’attrito Importante Secondaria Secondaria M
Dadi
Viti Importante Secondaria Secondaria M
Carico unitario di rottura
Dadi –– –– –– ––
Decarburazione Viti
Importante Importante Secondaria M
o carburazione Dadi
Esame Viti
Ripiegature Importante Importante Secondaria M
micrografico Dadi
Viti Importante Secondaria Secondaria M
Andamento fibre
Dadi –– –– –– ––
36
9.52605/01
BULLONERIA PER IMPIEGHI
NORMALI E SPECIALI ALLEGATO 1
normazione Scheda Tecnica del Prodotto
Pagina: 1/2
CFO
LIMITI
Classe
Modalità CLASSE FUNZIONALE
CLASSIFICAZIONE CARATTERISTICHE
di prova (vedere Cap. 9.01102)
--
Classe 1 Classe 2 Classe 3
Mod.
Viti § 5.1.9
Difetti superficiali § 3.14
Dadi § 5.2.3
Esame visivo
5
Elementi estranei o forte- Viti
mente danneggiati, defor- –– § 3.2
Edizione
mati o incompleti Dadi
Viti
Diametri di filettatura
Dadi
Viti § 3.3
Dimensioni di manovra
(chiave–impronta–intaglio)
Dadi
Viti
Raggio di raccordo
sottotesta
Dadi –– –– ––
Dimensioni ––
e tolleranze
Perpendicolarità tra piano Viti § 3.3
di appoggio testa e asse
filettatura Dadi –– –– ––
Viti
Altre caratteristiche
Viti
Marcatura –– § 3.4
Dadi
RISERVATO
Viti
Composizione chimica –– § 3.5
Dadi
Viti
Rivestimento superficiale –– § 3.6
Dadi
Viti
Coefficiente d’attrito § 5.1.10 § 3.6.1
Dadi
(Segue .)
REALIZZAZIONE EDITORIALE A CURA DI SATIZ S.p.A. - NORMAZIONE
Pag. 2
9.52605/01 Modif.
Allegato 1
(Continua .)
LIMITI
Viti § 5.1.5
Durezza § 3.7
Dadi § 5.2.1
Dadi –– –– –– ––
Viti –– –– –– ––
Allargamento dei dadi
Dadi § 5.2.2 § 3.13
Viti
Decarburazione § 5.1.8 § 3.12
o carburazione Dadi
Viti
Esame Ripiegature § 5.1.12 § 3.14.7
micrografico Dadi