Dante I La Literatura Medieval

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APUNTS DE DANTE I LA LITERATURA MEDIEVAL:

Curs 2022-23, 1r Quatrimestre. Professor: Raffaele Pinto.

Pensiero politico di Dante teorizza l’indipendenza della politica della religione. Fa un cambio
sul pensiero generale. Importante nel processo di secolarizzazione in Europa.

Secolarizzazione: significa che nella società viene eliminata progressivamente l’influenza


della religione momento più importante: Rivoluzione francese.

- Inizio secolarizzazione: trovatori. Mila e 100.poetiche per la prima volta usano una
lingua volgare.

Il latino lo conoscevano soltanto i letterati. Fine al 1100 la società e la divisa: volgari e


letterati. La separazione rigida che indica anche una separazione dei ruoli sociali religiosi e
laici.

la scelta dei trovatori e anche una scelta ideologica: forma di separarsi della chiesa.
Letteratura laica, perché scrivono poesie d’amore  canzoni.

- “cançon”  poesia cantata.

 Primo cantante: Guillermo di Aquitania. 1100 aprox.

Trovatori  Libertini, anticonformisti (erano canzoni di satira politica).

L’elemento laico dei trovatori viene de della scelta della lingua.

Il tema del sesso e l’amore in quest’epoca era scandaloso, perché la cultura ufficiale, che
organizzava la società si basava sulla repressione.

Però difficile entrare nell’intimità di una donna, perciò diventa il tema delle poesie.

- Anche la signora di cui dicono essere innamorati non è mai la loro donna: rapporto
di adulterio.
- I rapporti sono con donne aristocratiche: comunque i trovatori non lo sono sempre.
C’è sempre presente però la distanza della fantasia erotica.

 Pastorella: il trovatore si rivolge a una contadina. Ciò che viene narrato nel testo è il
desiderio, ma il rapporto è già stato. Si elimina e quindi la tensione immaginaria del
desiderio. Descrizione più materiale.

Ci sono anche le trovairitz: trovatrici donne innamorate dei cavalieri. Sono però sempre
sposate  provocazione ideologica.
Grazie ai trovatori è cambiata la nostra mentalità: il sesso via diretto ma la nostra felicità.
Tutta una civiltà si è costruita in base a questo nucleo originale (la repressione).

- E di mal gusto desiderare la moglie: non c’è nessun merito in desiderare una cosa che
si possiede (matrimonio = contrato). Non c’è desiderio nel matrimonio, al massimo
l’affezione. Il desiderio è sempre extra-matrimoniale.

Lo schema dei trovatori funziona ancora nel piano del tradimento. C’è un momento in cui
viene teorizzato la possibilità dell’amore nel matrimonio  Nel Rinascimento. Diventa una
regola generale con romanticismo e dura ancora.

Con i trovatori comincia un’altra storia. È uno sperimento letterario che diventa il
fondamento di una civiltà.

Testo, non musica. Le canzoni dei trovatori contano in quanto testi. Separazione della musica
dal testo.

- Momento in cui si separò la poesia cantata della poesia letta: 1235 (in Italia) 
Giacomo da Lentini “In notorio” (ministro nella corte di Federico II).

Da Lentini sostiene un conflitto con la chiesa. È una poesia che rientra nell’affermazione di
un’ideologia.  Scrive poesie in siciliano. Non decise utilizzare il provenzale. Elimina anche
la musica, ma aggiunge al testo uno spessore concettuale che prima non aveva. Nel testo che
scrive e proietta la cultura. Prende i temi dei trovatori però dall’esperienze anticlericali.

Si separa allora la poesia:

o Linea popolare  ascolto


o Linea colta  lettura

BIOGRAFIA DI DANTE (1265 -1321)


Mapa Italia 1494

SFONDO POLITICO

- Anni: 1265-1321. Dante nacque a Firenze.

L’Italia è divisa in stati fino al 1861, anno dell’unificazione. Napoli, Roma, Firenze, Venezia,
Milano e Torino erano le capitali più importanti prima del 1861. Ognuna di queste città era
un centro culturale importante a livello europeo.

Durante il medioevo, l’Italia è divisa in 3 blocchi:

 Il regno di Sicilia e poi di Napoli. Il sud era unificato e forte. C’erano i feudi: terre
controllate dal signore che si davano dal sovrano come ricompensa per i suoi servizi.
Il signore fa la sua legislazoine con la sua terra, quindi, uno non era riconosciuto dagli
altri feudi, non era protetto. Questo si conosce come frammentazione del feudalesimo.
In italia del sud, quindi, esisteva uno stato forte, cosa che significa che il feudalesimo
si era sviluppato poco perchè era rimasta sempre una monarchia).

 Poi abbiamo lo stato Pontificio (Roma). Il Papa era il capo della religione cattolica, e
comandava su tutti i cristiani europei. Comandava anche su certe terre. Il Papa poteva
dare regni alle persone, ioè, aveva potere sulla politica. Esempio: il re di Sicilia nella
prima metà del 200 era Federico II imperatore del Sacro Impero Romano Germanico.
Lui era poco rispettoso della religione, voleva fare uno stato laico in cui le leggi non
dovevano obbedire al Papa. Il Papa quindi lo excomunica. Poi, quando il figlio di
Federico, Manfredi, eredita il regno, il Papa regala il regno di Sicilia in feudo al
fratello del re di Francia, Carlo I d’Angiò. Il fratello del re declara una guerra per
prendersi il regno e vince nel 1266 – a questo punto, la monarchia passa dai tedeschi
ai francesi. Quando il regno di sicilia viene conquistato dai Francesi, il regno di Sicilia
diventa il Regno di Napoli e la capitale passa da Palermo a Napoli. Le dinastie sono
state tante ma il regno sempre uno solo.

La religione, allora, in questa epoca ha una importanza eccezionale, ha il potere. Si tratta di


una ideologia di tipo teocratico perché̀ il Papa voleva il potere su tutti i terreni cristiani (la
terra del cristiano appartiene politicamente al Papa). Parallelamente si sviluppa l’opposto;
una teoria che dice che la religione e la politica devono essere separate. È una teologia di
tipo laico. Nella storia delle dottrine politiche questo momento è fondamentale perché̀ si
scontrano due ideologia opposte. Ha vinto, alla fine, la teoria laica.

Questo ci interessa perché̀ all’època in cui visse Dante c’erano lo scontro dottrinale ma anche
politico e militare, fra queste due visioni della politica e dello stato.

I primi anni del 300 il papato sposta la sede da Roma a Avignone per questa alleanza tra il re
di Francia e il Papa.

 Da Firenze in sù la storia è diversa. Il regime politico dominante è il comune (la


comunità di persone che si sono unite e hanno formato una comunità). Ogni comune
ha una città come punto di riferimento. Anche i dintorni sono inclusi. Ogni comune è
un piccolo stato (ha la sua moneta) autonomo e indipendente. Qunidi, anche qui c’è
frammentazione feudale. I comuni erano centri finanziari che controllavano
l’economia di tutta Europa (alcuni di loro avevano un raggio d’azione mondiale, non
solo italiana e europea). Quindi anche se erano minuscoli territorialmente, erano
importantissimi dal punto di vista economico. Questo porta al fatto che gran parte
della storia europea di questo periodo sia la storia del conflitto fra le varie potenze
per il controllo dei comuni, dove c’era la ricchezza e il potere politico, religioso e
militare.
Dante nasce a Firenze, uno dei comuni più ricchi ma anche più conflittuali. Poichè a
Firenze c’era molta ricchezza, il livello di conflittività era enorme. Il conflitto era tra i
feudatali (i nobili, chiamati “magnati) e i borghesi (il popolo). La noviltà feudale è il
signore della terra. Poiché in questa città c’era tanto denaro, i signori delle terre vicine si
trasferivano a Firenze. Queste guerre fra un comune e l’altro avevano bisogno di soldati. La
guerra, quindi, la fanno i nobili che entrano in città e che vogliono il potere del comune.
Allora c’è conflitto tra quelli che hanno la ricchezza economica e quelli che hanno il
potere militare. Nei comuni il popolo si organizzava in arti: mestieri. Ogni settore produttivo
aveva la sua organizzazione, cioè decideva le leggi. Nonostante, anche i magnati volevano
comandare. Allora chi comanda? Chi produce ricchezze o chi fa la guerra? Allora ci sono
diverse fasi del conflitto, e nell’ultima fase i borghesi hanno il sopravvento. Il 1293 a
Firenze vengono promulgati gli ordinamenti di giustizia, leggi per le quali chi voleva
occupare una carica pubblica di governo doveva essere iscritto a un’arte e obbedire alle leggi
dei borghesi. Solo a Firenze i borghesi avevano completamente il potere.

SONO QUESTI ANNI gli anni di Dante, che vive in prima persona questi conflitti.

Poi c’era anche un conflitto di tipo dottrinale, quello tra il Papa e il re di Napoli. Era il
conflitto su due idee: una di tipo teocratico e una di tipo laico. I difensori della teocrazia
volevano che fose il Papa a comandare, e i difesori della laicità volevano che commandasse
l’imperatore. Il conflitto tra il Papa e l’imperatore andando indietro nel tempo:

o Carlo Magno è il fondatore di questo impero che abbraccia tutta l’Europa cristiana.
L’impero che creò Carlo Magno si chiamava Sacro perchè era una sovranità di tipo
religioso (è il Papa che mette la corona a Carlo Magno). Questo rapporto fra la chiesa
e lo stato è un rapporto di solidarietà̀ necessaria. In questa fase il potere politico ha
bisogno dei sacerdoti, perché̀ sono loro che sono in grado di scrivere le leggi (sono
loro che si occupano della cultura). L’imperatore ha bisogno dei cardinali, quindi c’e
un momento in cui l’imperatore tedesco (allora Enrico IV), per tenere sotto controllo
l’impero, decide di nominare lui i vescovi. Il Papa si arrabbiò. Enrico voleva che i
vescovi dipendessero da lui invece che dal Papa – è la Lotta dell’investitura (1073-
1122).

Questa lotta si trascina durante TUTTO IL PERIODO e si formano 2 partiti:

 Partito dei guelfi


 Partito dei ghibellini

In ogni città italiana ci sono questi due partiti. In ogni città ci sono quelli che preferiscono la
sovranità dell’imperatore perché fornisce soldati, etc., e quelli che preferiscono l’autorità del
Papa. In ogni comune si crea quindi un conflitto – sono conflitti sanguinosi. Quando vinceva
un partito, i rappresentati dell’altro si escludevano, le case si distruggevano, etc.

A Firenze e in tutta Italia durante gli anni di Dante era prevalente il partito guelfo (associato
al Papa) perché Federico II era stato cacciato. A Napoli c’era l’amico del Papa come
imperatore, quindi in tutta Italia prendono il potere i guelfi. I banchieri fiorentini finanziavano
la politica del Papa – rapporto stretto di tipo economico. Il Papa voleva che la toscana facesse
parte dello stato pontificio. All’interno dei guelfi, però, si crea ostilità con riguardo al Papa
– Firenze deve restare indipendente e conservare la sua autonomia economica o
diventare un feudo del Papa? Il controllo del Papa significava una cultura cattolica, però
c’erano quelli che volevano conservare l’autonomia del comune.

RIASSUNTO: Il re di Sicilia e Napoli era anche imperatore, quindi non voleva che il Papa
gli dicesse cosa fare. Federico II è una figura molto importante perchè è il primo che ha
un’idea di uno stato completamente centralizzato (le leggi devono essere uguali per tutti su
tutti i territori). Lui è il primo a voler unificare il territorio. Il Papa controllava la cultura,
però Federico diceva che gli intellettuali li voleva formare lui in una università laica, fuori
dal potere del papa. Questo è l’inizio dei conflitti col Papa. Morto Federico II, il figlio
Manfredi continua a svolgere la sua politica laica e anticlericale. Il Papa, per eliminare questo
nemico, chiama al fratello del re di Francia e lo nomina re di Sicilia (excomunica Manfredi).
Allora Carlo D’Angiò atrraversa l’Italia, arriva nel sud, a Benevento, dove c’è lo scontro in
cui vincono i Francesi. I feudatari non volevano che il re Manfredi distruggesse i loro feudi
(leggi, privilegi) e creasse un regno unito, quindi alcuni baroni meridionali tradirono
Manfredi, che così fu sconfitto da Carlo d’Angiò. Il fatto che il regno di Napoli diventasse
controllato dal Papa determinò che in tutti i comuni italiani, il partito guelfo prendesse il
sopravvento.

Idea teocratica (che implica una visione del mondo basata nella religione) e idea laica del
potere – ha un peso importante per la letteratura italiana. Qui è dove nasce la letteratura
italiana, che si basa su valori che non sono della chiesa. Tutto questo caos crea un’esplosione.
Dante è capace di sintetizzare tutto questo in una unica opera.

LA MODERNITÀ DI DANTE. IL PENSIERO. Congresso Dante 2022

PAOLO FALZONE: le forme politiche – regimi politici. In questa epoca le forme politiche
sono quelle di Aristotele (inizio del secolo XII, ruttura rispetto alla tradizione filosofica). A
partire metà del 200, nella cultura europea entra tutto Aristotele - il pensiero medievale
subsice un’influenza che lo trasforma profondamente.

• Quadro La scuola di Atene: Per Platone le cose più importanti stanno nel celo, in una
dimensione ultraterrena. Tutto quello che viviamo nella terra è solo apparenza, un’imagine
degradata di archetipi che sono nel cielo. Per Aristotele, invece, tutto quello importante è
nella terra. Noi siamo prigionieri della nostra sensibilità. Per Platone la nostra vita è una
caverna piena di finzione. Per Aristotele è tutto il contrario – attraverso la sensibilità entriamo
in contatto con la realtà ma poi dobbiamo usare il raggionamento. Per Aristotele il
raginoamento sta nella terra, per Platone sta nel celo.

Aristotele dice che l’uomo è un animale politico – da solo non può sopravvivere. Oguno di
noi ha bisogno degli altri. A partire da qua cambia la visione dell’essere umano per i filosofi.
Però vivere in società significa vivere politicamente organizzati attraverso forme di governo:
o comanda 1, o comandano in pochi, o comandano in tutti. Di ogni una descrive le sue forme
degradate.
Dante è partito d’Aristotele e ha riflettuto su questo problema che poneva Aristotele. Lo
analizza a partire dalla realtà storica in cui viveva. Per Aristotele, la comunità perfetta
(produce tutti i beni di cui un individuo ha bisogno – è organizzata e autosufficente) è la
Polis, un territorio nel quale si svolgono le attività economiche necessarie perchè oguno possa
sopravvivere. Quindi Polis significa città ma anche tutto quello che c’è attorno. In greco, la
Polis entra in consonanza con il “comune” – una città con il territorio limitrofo nel quale
diverse persone hanno messo in comune la loro vita. Il comune è quasi l’equivalente dello
Stato (ha le sue leggi, governo, costumi, lingua...). Dal punto di vista dell’indipendenza
politica, l’analogia funziona.

AUGUSTO NAVA: partiamo da Il Milione di Marco Polo. Nel carcere, a Genova, trova
Rustichello di Pisa, uno scrivano. Marco Polo fa scrivere i suoi romanzi in francese (i romanzi
si scrivevano in francese) (lui non sapeva scrivere). Marco Polo (veneziano) detta la storia
che ha vissuto in oriente e Rustichello (di pisa) la traduce al francese allo stesso tempo che
tutti e due si trovano a Genova (questo fatto ci fa notare la gran circolazione linguistica del
mediterraneo). Marco Polo promette di raccontare solo le cose di cui è stato testimone diretto
e indiretto (informazione ottenuta da persone fidate). Si tratta di una cronaca di viaggio nelle
quale si spiega solo quello che lo scrittore ha vissuto in prima persona. Questo e importante
perché̀ nella cultura del momento le cose si spiegavano dai libri, non dalle persone. L’idea
che i sensi siano un fattore di certezza è un’idea nuovissima, che viene d’Aristotele. È la
sapienza/conoscenza che si basa sull’esperienza delle persone.

La Divina Commedia è anche una cronaca di viaggio. I posti che Dante visita non esistono,
quindi, si inventa delle realtà̀ inesistenti per poi scrivere un romanzo (ma si finge che è una
cronaca di viaggio), mentre Marco Polo scrive una cronaca di viaggio. Dante fa la stessa
premessa di MC: dice che solo racconterà̀ quello che ha visto, però quello che scrive lo fa
come se lo avesse visto veramente. Quindi descrive solo quello che può aver visto nella
finzione del suo viaggio, e come lo potrebbe aver visto se fosse stato davvero. Dante si
immagina come sono i posti a partire dalle sue conoscenze (se parla dell’inferno s’immagina
una caverna sottoterra). Che succede col paradiso? Non è un paesaggio, è un universo. Ci
sono sfere di materia inconsistente dentro le quali lui può entrare. Quanto più si sale, più
aumenta la luce, fatto che pone un problema per l’occhio umano. Dante, allora, ha bisogno
di abituare la vista per la luminosità̀ sempre più forte.

MARIANO PEREZ CARRASCO: si parla del pensiero politico partendo dalla monarchia
fondamentalmente. La Monarchia è un trattato di Dante che ha come oggetto l’imperio.
L’imperio è necessario perché̀ l’umanità viva in pace e felice. La felicità e un problema che
viene d’Aristotele. Nel trattato, Dante dice che per essere felici gli uomini devono evitare le
guerre, cosa che si fa creando una struttura politica superiore a tutti gli stati – la monarchia
universale. Finchè ci sono le guerre, gli uomini sono condannati a non essere felici. La
funzione dell’impero è quella di impedire che i conflitti degenerino ed evitare le pulsioni
dell’arricchimento (neutralizzare l’avarizia - capitalismo al giorno d’oggi). Perchè questo
imperatore possa neutralizzare l’ansia di potere degli stati, la condizione è che la monarchia
sia indipendente dal papato, dalla religione. La chiesa di Roma si era prostituita al
capitalismo, alla logica del potere. Quindi il trattato di Dante sulla monarchia è fondamentale
perchè teorizza la laicità della politica (la chiesa non deve intervenire nello stato, principio
che è alla base della nostra cultura politica).. Dante quindi è contro la teocrazia. Questo testo
quindi si oppone alle pretese dei papi di esercitare il potere. Questo significa che da parte del
Vaticano c’era una resistenza e Dante veniva trattato come eretico. La Monarchia per questo
fu bruciata pubblicamente. Nonostante, non si proibì nei paesi protestanti (sì nei cattolici).

Contro questo trattato, un rappresentante della teocrazia, Vernani, scrisse a sua volta un
trattato in cui dimostrava che le tesi di Sante erano sbagliate. Fra gli argomenti c’è quello che
Dante avrebbe risuscitato il paganesimo. Dante, ricorrendo agli scrittori latini, ricorre
all’impero Romano nel suo trattato e dice che era stato voluto da Dio (va in contro alla chiesa
perchè sono i romani che ammazano Jesù). Spiega che la provvidenza ha fatto modo che
l’impero romano si fondasse perchè Jesù potesse nascere. Quello che importa per Dio è che
la terra sia governata da un monarca universale, per cui le tesi di Dante per un cattolico sono
abberranti.

BRUNO PINCHARD: preraffaelismo – ha come centro la reivindicazione del medioevo.


Dante svolge un ruolo importante: l’idea platonica dell’amore attraverso beatrice, e l’idea
che Dante affidasse ai suoi testi un messaggio segreto. Il poeta parla per allegorie. Nel primo
canto dell’inferno trova 3 animali: la lonza (rappresenta la lussuria), il leone (supervia), e la
lupa (avarizia). Il più pericoloso è la lupa – rappresenta le origini del capitalismo e viene
immaginata come una lupa magra perchè ogni volta, dopo aver mangiato, ha più fame di
prima, come il capitalismo. Deve crescere smempre, non c’è limite al guadagno. L’anima di
Virgilio interviene per aiutarlo e dice che la lupa ha bisogno che venga un personaggio che
l’ammazzi, il veltro (un cane che rappresenta l’imperatore). Nell’ambito del prerafaelismo
era molto frecuente la lettura misterica/esoterica di Dante. Ha un messagio politico di una
setta segreta e tutte le allegorie sono enigmatice. È una linia di lettura che si è allungata dal
900.

RAFFAELE PINTO: la distinzione fra italiano e dialetti. La storia della lingua è la polarità
fra l’italiano come lingua di cultura e i dialetti come lingue locali di uso ristretto (alcuni non
si considerano come lingue ufficiali di cultura). Dante è il primo che teoriza l‘esistenza
dell’italiano, ma vede che si oppone alle lingue locali (chiamate volgari). L’idea che l’Italia
sia caratterizzata da questa opposizione la teorizza lui per primo. Questa polarità la vede
anche nel resto d’Europa: in ogni paese c’è una lingua di cultura unitaria e varie lingue
municipali (questo non lo dice ma da dei dettagli per farcelo capire). Dice allora che non
esiste una lingua religiosa. In Dante, uqindi, l’idea laica dello stato funziona anche al livello
del linguaggio. C’è sempre un rapporto dialettico tra le lingue locali e la lingua nazionale.

NURIA SÁNCHEZ: in Dante c’è un discorso politico ma anche economico e etico. Nuria
parte dal conflitto delle teorie di Dante con le teorie teocratiche dell’epoca.

Averroismo→Aristotele viene letto nelle traduzioni latine ma filtrato dai commenti dei
filosofi arabi: Avicenna e Averroe. Avicenna legge Aristotele a partire delle teorie delle sfere
celesti (emanatismo). Averroe: fra la mente e il corpo c’è una frattura nell’essere umano. Il
pensiero astratto è globale (non individuale)→c’è un soggetto astratto che pensa e oguno di
noi entra in contatto con questo attraverso la sensibilità. Averroe è importante perchè dà della
filosofia e del pensiero una descrizione rigorosa. Questa teoria ha successo tra i filosofi
medievali perchè è un pensiero sovversivo, però mette in questione l’anima individuale. Se
oguno di noi e solamente corpo è con la morte non resta nulla di personale, allora chi ci va
all’inferno o al paradiso? Si tratta qunidi di una filosofia che minaccia i fondamenti del
cristianismo. L’averroismo è chiamato aristotelismo radicale. Dante si avvicina alle teorie
averroiste nella Monarchia – la razionalità è unica e si realizza solo nel piano politico. Finchè
non c’è la struttura politica universale, l’umanità è condanatta a vivere nell’errore.

EDUARD VILELLA: Dante è proiettato molto più verso la cultura moderna che quella
medievale giacchè guarda gli eventi che puntano verso il futuro. Relativamente all’estetica
in cosa consiste la sua modernità? Per estetica s’intende la teoria artistica di Dante.

Dante era contemporaneo di Giotto – Giotto rappresenta l’inizio di un movimento che poi
porta a Raffaelo. L’idea della prospettiva in un altro piano la vediamo per prima volta in
Giotto. Lui era il migliore della pittura e Dante della poesia, quindi è una comparazione
interna: Dante fa nella poesia quello che Giotto fa nella pittura.

• Profondità – la realtà si rappresenta a partire dal punto di vista dell’osservatore. Dante si


compara con Giotto→in Dante funziona il principio prospettico come in Giotto – si può
parlare solo di cosa si ha visto e di come si sono viste queste cose. Solo si può
spiegare/rappresnetare a partire da un punto di vista e secondo le modalità percettive della
persona che osserva. Il principio che si debba rappresentare solo quello che si vede è uguale
per Dante che per Giotto.

Quadro di Masaccio, Cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre: per la prima volta si
rappresentano le ombre sui corpi. Rappresenta il dolore, l’angoscia dell’umanità. Prima di
Masaccio l’ombra non ha questo significato. Il dolore non è solo l’espressione dei volti,
l’ombra caccia via loro due dalla luce – vanno a finire nella tenebra. Che l’ombra sia
l’angoscia, l’esistenza umana (che è angoscia), quest’idea Dante l’aveva già rappresentata
nel purgatorio. Il rapporto fra lui che visita il purgatorio e le anime dei penitenti è un rapporto
fra i vivi e i morti. Le anime si rendono conto che Dante è un vivo perché̀ riconoscono
l’ombra. Intuizione di Dante: ombra come segnale della vita, dell’esistenza. Anche da questo
punto di vista possiamo parlare della modernità̀ di Dante.

SULLA CONFFERENZA DI PAOLO FALCONE

Nel pensiero politico di Dante c’è una linea comune  La politica umana segue un percorso
degenerativo. Ogni forma di governo ha la sua svolta  Aristotele

Differenza far il re e il tiranno secondo Santo Tomasso  Il monarca ha il suo potere limitato
dalle leggi dello stato. La monarchia degenera in tirannia quando il monarca fa quello che
vuole, segue soltanto i suoi interessi.

Ogni forma di governo ha un lato positivo e uno negativo: la monarchia che si trasforma in
tirannia e la democrazia in populismo.
Santo Agostino  La città di Dio: Visione della storia umana nella qualle vengono
contrapposte lo stato (la città della terra) e la città di Dio (paradiso)  Esistenza di una realtà
parallela fra l’Este. Le due città sono in una costante tensione.
Falta algo

L’Apocalisse  libro profetico: San Giovanni immagina di vedere la fine del mondo, il
giudizio finale. Jesucristo scende alla terra e dichiara che è il fine. Questa idea della storia
come una fina è alla fine della Città di Dio: Finché non torniamo da dove siamo venuti siamo
condonati a vivere in questa città terrena, che è la città del diavolo.

Nella visione cristiana della politica è una visiona di tipo degenerativo. Gli ideologi cristiani
vedono la politica terrena come una dimensione infernale, di peccato, di miseria.

Tutte le teorie politiche medievale sono caratterizzate di questa teoria, eccetto quella di
Dante: lui non vede la politica umana come il risultato della caduta del peccato originale, ma
lo stato è la dimensione nella quale il genero umano realizza il suo fine. L’umanità on è stata
condannato alla sofferenza nella dimensione politica, ma ad esser felice. Il paradiso terrestre
è la metafora di questa felicità se avessero le condizioni politiche ottime.

Attraverso lo stato, se è organizzato bene, diventa la felicità dell’umanità  visione più


ottimistica dalle teorie medievali. Idea utopica, perché non esiste questa monarchia
universale.

Sito web con le opere di Dante → https://danteonline.it/opere/index.php


Appunti su alcune opere

La Vita Nuova

Vita Nuova – ed. Barbi. Capitolo XXV  Dante spiega perché i poeti hanno smesso di
scrivere in latino. 6 y 7

Dante spiega perché i poeti abbandonano il latino e decidono di scrivere in volgare.


Paragrafo 6: il primo poeta che scrisse versi in volgare prese questa iniziativa perché volle
farsi capire da una donna che non capiva latino. Qui Dante sta dicendo che le donne in
generale non sanno il latino, loro sanno solo la lingua volgare, quindi i poeti devono usare
il volgare.

• Il latino era diventato il linguaggio delle scuole, al quale avevano accesso solo gli
uomini. Al tempo di Dante solo gli uomini sapevano leggere e scrivere, quindi le
donne non solo erano escluse dai sacramenti, ma anche dall’insegnamento.

Allora succede così: il volgare fù dal principio utilizzato per parlare d’amore (un poeta che
parla ad una donna perché è innamorato). Quindi, parlare ad una donna e scrivere in
volgare sono legati all’amore.
La poesia in volgare incomicia con i trovatori, che parlano d’amore. Dante allora collega il
tema dei trovatori con la lingua volgare e con l’interlocutore (la donna). Questo ci
introduce al tema della poesia medievale, che è in volgare ed è d’amore.
Cosa è l’amore? Per questi poeti del medioevo l’amore è un problema sul quale ci si
interroga (cos’è questa esperienza?) all’interno della esperienza dell’essere umano. È una
problematica complessa proprio per la sua apparente semplicità, che ci impedisce di
interrogarci su cosa sia l’amore.
Per capire cos’è l’amore dobbiamo avere un minimo di conoscenza della psicoanalisi, l’unica
scienza che s’interroga su l’amore. Il senso che ha l’amore dentro della psicoanalisi:

- L’amore è una parola che definisce una serie di cose molto diverse fra di loro (può
essere l’amore verso un parente, la tensione verso un ideale -come per il lavoro-, il
desiderio puramente sessuale...). Il concetto di amore viene sostituito da un altro
concetto – quello del libido (l’energia fisica che ci porta a desiderare qualche cosa
– è un impulso). In tutte queste situazioni, quindi, c’è una energia diretta a una meta
in specifico che viene definita come libido. Collegato a questo concetto è quello
della pulsione, che è la libido in un livello più primario, fisiologico. PERÒ sono
concetti diversi: gli animali hanno istinti, mentre gli esseri umani hanno pulsioni.
Chè diferenza c’è tra pulsione e istinto? L’istinto ha una meta e un oggetto fisso –
l’animale ha degli istniti che lo portano a sentire il bisogno di sopravvivere, di
riprodursi, di salvarsi... la pulsione invece ha un oggetto variabile. Gli oggetti delle
pulsioni possono essere scambiati gli uni con gli altri. Esempio: un bambino si attaca
per pulsione al seno della madre per nutrirsi, ma sente anche piacere – la libido.
Cuando non si puo attaccare al seno gli si dal ciuccio, che sostituisce il seno. Il
bambino ha la pulsione, non l’istinto. L’oggeto quindi può essere sostituito. Non è
un oggetto materiale – è una rappresentazione di questo oggetto. Per il fatto di
essere simbolico il ciuccio (seno), può essere sostituito. Lo spostamento tra un
oggetto e l’altro ha alle sue origini un’esperienza pulsionale che consiste nella
rappresentazione dell’oggetto di cui sentiamo il bisogno.

Quindi la pulsione, la libido, il desiderio... sono concetti produttivi perché indicano secondo
prospettive diverse l’energia vitale che c’è dietro l’amore. Allora, quando parliamo
dell’amore, dobbiamo tenere presente che l’amore è pulsione, libido e desiderio. Questi
hanno oggetti che si possono sostituire gli uni con gli altri.

• Pulsión: término que se utiliza en psicoanálisis para designar aquel tipo de impulso
psíquico característico de los sujetos de la especie humana que tiene su fuente en
una excitación interna (un estado de tensión percibida como corporal) y que se
dirige a un único fin preciso: suprimir o calmar ese estado de tensión. Para lograr
este fin, la pulsión se sirve de un objeto, el que sin embargo no es uno preciso, ni
está predeterminado.
• Diferencia entre pulsión y libido: La pulsión sexual se sitúa entre lo psíquico y lo
somático; la líbido en cambio, designa su aspecto psíquico, es energía sexual
psíquica (aunque Freud no se refiere sólo a la sexualidad sino que le da una
definición más amplia).

Un altro esempio: un innamorato che è stato abbandonato – si sostituisce la persona che


abbiamo perso dirigendo il nostro desiderio verso altre cose → l’essere umano può
redirezzionare le pulsioni e gli oggetti possono diventare simboli rappresentativi gli uni
degli altri.
Quindi la parola desiderio va meglio usata che la parola amore, perché ci fa capire
l’elemento libidico dietro l’esperienza dell’amore.

Il Convivio – Convivio – ed. Brambilla Ageno. Trattato III. Cap. X Part. 2

Agente: la cosa desiderata che agisce su una persona che soffre questa attrazione. Cuanto
la cosa che deseada más se acerca al sujeto que desea, tanto más fuerte es la pasión. La
passione, per Dante, è il rapporto fra l’agente e il paziente – fra la cosa desiderata e il
soggetto che la desidera. Quando si crea questo rapporto c’è la passione (padecer). Dante,
allora, introduce un elemento quantitativo nella descrizione della passione. La libido è un
concetto quantificabile.

• Non basta dire che si vive una passione – si deve anche dire qual’è l’intensità di questa
passione. Io posso desidera qualcosa/qualcuno molto o poco. Se desidero tanto, la
passione è molto intensa.

Dante mette in rapporto la quantità del desiderio con la distanza. Quanto più si riduce la
distanza tanto è più forte la passione. Un oggetto lontano suscita una passione debole. Un
oggeto vicino, una passione forte. L’energia della passione, dunque, dipende della
distanza. Quest’idea viene da Aristotele.

Allora: la passione è un concetto generale, però poi c’è il desiderio, che ha un contenuto
umano. Il desiderante è il paziente, la cosa desiderata è l’agente. Quanto la cosa desiderata
più si avvicina al desiderante, tanto il desiderio è maggiore → di conseguenza, l’intensità
della passione diventa l’intensità del desiderio. Il desiderio è più forte quanto più vicino
all’oggetto che desidera - iIl desiderio è maggiore perciò aumenta la passione.

Antropologia: l’essere umano ha due funzioni: da una parte siamo i sensi (sensualità),
dall’altra, razionalità. Nell’esperienza del desiderio si crea una tensione fra la razionalità
e la sensibilità. Questa tensione consiste in: quanto più si avicina l’oggeto, più aumenta il
desiderio, e più la ragione abbandona l’essere umano, che si lascia trasportare dalla
sensualità. L’essere umano qunidi diventa esclavo dei sensi. Quando la passione è cosi forte
ci trasformiamo in animali. Il rapporto fra l’umanità e l’animalità è complesso – noi siamo
umani quando la ragione controlla la sensualità. Se al contrario, siamo animali.
Dante ALLORA descrive un raggionamento filosofico – un sapere che applica al desiderio
e all’amore; pertanto, alla letteratura (perché la letteratura nasce a partire della poesia
d’amore) Questo discorso sull’amore e desderio viene immediatamente applicato alla
poesia (la poesia che parla d’amore deve tener conto di tutto ciò): Il poeta dice che è
innamorato, ma questa donna è vicina o lontana? Se è vicina è probabile che il poeta perda
di vista la razionalità e diventi schiavo dei sensi. DANTE ci dice come dobbiamo interpretare
la poesia.

Il poeta parla della donna come un oggetto vicino, quindi scatena la passione, e di
conseguenza perde i sensi... è una descrizione di un senimento animalesco. Se la donna è
lontana, invece, la raggione continua a controllare la sensibilità.
Dante è l’unico che affronta il tema dell’amore con una strumentazione teorica di livello
altissimo. Il suo approcio teoretico dell’amore è unico. Ha una coscienza di quello che
significa l’amore, pertanto, di quello che significa la letteratura.

Una lettura più moderna di quello che dice Dante: la nozione di SUBLIMAZIONE
(elevazione). In psicoanalisi per sublimazione si intende la sostituzione di un oggetto di
desiderio direttamente sessuale con un oggetto che lo sostituisce di tipo asstratto o ideale.

• La sublimación en psicoanálisis es un término descrito por Sigmund Freud como uno


de los destinos posibles de la pulsión. Se trata de un proceso psíquico mediante el
cual áreas de la actividad humana que aparentemente no guardan relación con la
sexualidad se transforman en depositarias de energía libidinal (pulsional). 1 El
proceso consiste en un desvío hacia un nuevo fin. Entre los ejemplos de Freud como
nuevos destinos de la pulsión sexual está lo artístico y lo intelectual: sublimar
consistiría en mudar el fin pulsional hacia una actividad desexualizada.
L’inizio è sempre un trasporto di tipo sessuale (quando vedo una persona). Questa
attrazione sessuale spesso viene sublimata. Noi parliamo di innamoramento quando
questa attrazione si sublima in una atrazione di tipo più ideale. Quando una persona mi
piace è un oggeto verso il quale non si dirige solo la mia sensualità, ma anche i miei pensieri
(perché considero che è bella, inteligente, perfetta). Si tratta del il processo di
idealizzazione dell’oggetto desiderato.

Il desiderante oscilla tra 2 poli: l’attrazione puramente fisica (non c’è idealità) e
l’idealizzazione estrema. Nei rapporti normali queste 2 parti si mescolano (nonostante, si
oscilla sempre fra questi 2 poli). La difficoltà di capirsi è una conseguenza naturale
dell’amore, che sempre provoca una situazione d’incertezza. Una coppia funziona quando
si è stabilito un meccanismo che crea certezza – la routine familiare. L’incertezza è
angoscia, perciò nella vita di coppia si tende sempre a ridurre il componente
dell’incertezza e a stabilire i ritmi di certezza.

Le cose di qui parla Dante allora ci riguardano da vicino.


LA POESIA MEDIEVALE

Tenendo conto del capitolo della Vita Nuova commentato più in su. Dante dice che sono
passati 150 anni da quando qualcuno ha deciso di scrivere in volgare per parlare d’amore
per rivolgersi ad una donna. Il suo calcolo non è errato: la Vita Nuova è del 1293, la poesia
dei trovatori però inizia intorno al 1100. Fra questi anni sono passati 190 anni, quindi Dante
sbaglia di 40 anni, ma la sua genialità sta nel fatto che si è posto la domanda della
letteratura volgare in termini storici.

Dice che la letteratura è iniziata quando la letteratura volgare è iniziata, nella quale si parla
d’amore – con Guglielmo di Aquitania. Per questo si dice che la letteratura inizia con i
trovatori (che usano la lingua volgare in contro ai clerici). I trovatori creano letteratura che
parla d’amore, il quale è per definizione precluso agli intellettuali tradizionali (sacerdoti,
clerici... per il voto di castità – per il quale la sessualità gli viene proibita). Le donne sono
escluse dalle scuole, e a sua volta, i clerici sono esclusi dalle donne. Solo i sacerdoti vanno
a scuola, e solo loro sanno il latino. Contro questa figura nasce e si sviluppa la poesia che
mette al centro del testo l’elemento che a un sacerdote è proibito. Si rivendica, dunque,
una questione esistenziale in contro dei clerici – quello che per i clerici e proibito si
trasforma nell’oggetto più desiderato per i trovatori.

Los matrimonios son la manera de los poderosos de ocupar territorios. Estos servían para
evitar la guerra – no había amor real. Los trovadores se rebelan contra esto. Después de la
reforma, el Papa decide quién se puede casar con quién. El conflicto es político; entre la
iglesia y el poder laico. La polémica nació por la lucha de las investiduras. Guillermo de
Aquitania quiere mandar en sus territorios, pero el Papa dictamina sobre su poder, por lo
que Guillermo es excomulgado. En el marco de este conflicto, Guillermo inventa la poesía
trovadoresca, en la cual se celebra el sexo femenino. Todo esto es una provocación
ideológica en contra de la iglesia. Este sentido anticlerical de la poesía se mantiene a lo
largo de toda la tradición literaria.

La poesía trovadoresca, por lo tanto, tiene como primera motivación la polémica


anticlerical y la creación de un espacio ideológico ajeno al terreno de la religión y de la
iglesia; laico. Esta poesía tiene un éxito inmediato en toda Europa. También se tratan otros
temas: el placer de vivir, por ejemplo.
Esto es un primer elemento político de la poesía trovadoresca, pero hay otro. La
provocación de Guillermo se enriquece de un elemento específicamente médico.

La medicina es un saber muy material porque estudia el cuerpo humano. Los fenómenos
que abarcan el saber médico afectan a la parte material del ser humano. Este saber médico
nació en Grecia (Hipócrates es el fundador de la medicina). Esta medicina tiene una
continuación importante en Aristóteles. Por lo tanto, la medicina forma parte de la filosofía
aristotélica que durante muchos siglos quedó apartada e ignorada. La medicina se vuelve a
estudiar en el siglo XI en Europa. Las primeras escuelas son en Salerno y Montpellier. Aquí
es donde se desarrollan los grandes movimientos de los trovadores, por eso este dato es
importante.
Guillermo de Aquitania sabia de la existencia de esta escuela (porque dice que está enfermo
y no sabe si un médico le podrá curar). Esto significa que el amor del cual hablan los
trovadores es una enfermedad desde un punto de vista médico, una enfermedad de la
mente.

¿En qué consiste esta enfermedad? El cuerpo humano se empieza a conocer de forma
científica en los siglos XVI y XVII, cuando se empiezan a hacer las autopsias. Antes, el
cadáver se consideraba algo material, un trozo de carne que no le puede decir nada al
médico. Para saber como estaba hecho el cuerpo se tenía que considerar por sus
síntomas, su apariencia externa. Es decir, por fuera había que entender lo que había
dentro.

Aquí es donde nace el concepto del humor. El mal humor, por ejemplo, era un concepto
científico porque los humores son la materia liquida que esta dentro del organismo. El
cuerpo humano tiene órganos, pero estos están bañados en estos humores que circulan
por el cuerpo: la sangre, la colera (bilis amarilla), la flema y la bilis negra. La salud se
entendía como el correcto funcionamiento de estos humores. Un cuerpo sano era uno en
el cual estos humores tenían una temperatura justa y estaban bien proporcionados. La
enfermedad, por lo tanto, era una disfunción humoral – viene de un mal humor. Si uno
de estos humores es maligno, el cuerpo se vuelve enfermo. De la correcta disposición de
los humores no solo dependía la salud, sino también el temperamento, que era un
concepto científico – la correcta proporción entre un humor y otro. Si en un cuerpo había
mucha bilis amarilla (colera), significaba que prevalecía en esta persona el temperamento
colérico (la bilis amarilla, entonces, genera la colera); o el temperamento melancólico, que
viene de un exceso de humor negro (bilis negra).

De estas enfermedades la que mas nos interesa es la melancolía (humor negro), que
generaba unos vapores que llegaban al cerebro, donde empañaban la mente e impedían
que esta percibiera correctamente los objetos externos. De la melancolía viene por lo tanto
la enfermedad mental – alienatio mentis; el enamoramiento, la locura.

• Arnau de Vilanova, un médico valenciano, escribe Tractatus de amore heroico,


en el que explica que el amor es una de las formas de alienación producida por el
exceso de melancolía.

Estos son conceptos científicos que no proceden de la observación del cuerpo humano,
pero toda la medicina se basaba en estos humores. Ellos, con este sistema que no tiene
correspondencia de la realidad, interpretaban los síntomas de las personas, y por lo tanto
sus comportamientos. Su visión era muy material – las cosas las conozco a través de mis
sentidos, que me ponen en contacto con la realidad. Pero si la mente esta empañada por
estos humores (del humor negro), entonces yo veo visiones, ya no veo la realidad tal
como es, la veo distorsionada, porque este humor me impide tener una percepción
correcta de la realidad.

Dentro de las diferentes maneras de alienarse de la mente (de locura), está el amor. El
amor es una forma de locura, que viene de un exceso de vapores melancólicos que nos
hacen ver visiones, alucinaciones. Entonces, amor es la palabra que la medicina usa (en
vulgar) para definir esta enfermedad del amor. ¿En qué consiste la enfermedad del
enamoramiento? En considerar una persona de otro sexo mucho más excelente, perfecta
de lo que es. La distorsión perceptiva de la realidad, en el enamoramiento, se manifiesta
considerando a una persona excelentemente virtuosa. Arnau de Villanova explica que el
enamoramiento es el procesa de la idealización extrema, tanta como para creer que uno
no puede vivir sin la otra persona. Mientras haya alucinación, el cerebro del enamorado
será incapaz de valorar de manera justa y razonable a su amante.

¿Los poetas qué hacen? Dicen que les gusta esta enfermedad, gracias a la cual ellos pueden
hacer sus poemas, y la cual consiste en una fantasía que se ha desenganchado de la realidad
y crea visiones. Esta enfermedad está directamente vinculada con la poesía. La poesía es
la libertad de la imaginación. Por lo tanto, Guillermo de Aquitania reivindica su
enfermedad, y en sus poemas domina la imaginación. Una imaginación que consiste en
fantasías eróticas – lo que fantasea es la situación en la cual puede estar en contacto con
esta mujer de la cual se ha enamorado, y se figura la escena con ella. El enamoramiento es
este proceso de creación imaginaria que tiene como primer objeto el objeto de deseo.
La situación del trovador es una en la cual la mujer es inalcanzable y siempre es la mujer de
otro, por lo que hay mil barreras para llegar a ella, y por eso solo se puede fantasear con
ella. Como dice Dante, como el objeto está lejos, solo se puede fantasear con él. Aunque
solo se pueda fantasear, la distancia salva la situación y experiencia y hace de ella algo
virtuoso. Después está la Pastorela, en que la mujer está cerca (la campesina). Si el nivel es
bajo (es decir, si no se anhela una mujer inalcanzable), la relación es posible. Por lo tanto,
en los trovadores tenemos prefigurada la polaridad entre un objeto lejano y un objeto
cercano. (De todas formas, estamos en un nivel de complejidad intelectual mínimo en los
trovadores comparado con Dante. Pero en ellos tenemos prefigurado un sistema en el cual
el objeto de deseo puede estar cercos o lejos, y en función de la lejanía o cercanía, domina
la sublimación o la carnalidad -sensualidad-).

En Dante, si a una persona la considero solo como objeto sexual, la sublimo poco. Este
acercamiento y alejamiento puede ser moral, no solo físico. Si a una persona la respeto,
la alejo. Si no hay respeto, la acerco. En este planteamiento se puede incluir la sexualidad.
En una acción sexual se distingue entre una actitud que sublima y una que no. La
sublimación no está en contradicción con el goce sexual.
PRIMER PERIODO DE DANTE (1265 – 1301 Exilio) 1321 – muerte

- Periodo de poesía lírica y La Vida Nueva

1280/82  empieza a escribir Dante.

Quando comincia la poesia italiana? Nell’anno 1235. Dove? In Sicilia. C’è, però, una
distanza importante rispetto a Firenze, geografica e politica, perché la poesia siciliana è legata
al Regno di Sicilia (Regno del Sud. Re Federico II). Per parte di madre ereditava il regno di
Sicilia e per parte di padre l’impero sacro germanico.

Carlomagno  erede dell’Impero Romano.

Falta

Fra i musulmani e i cristiani non c’era un buon rapporto, anzi il fatto che in Europa ci fosse
l’Impero cristiano e in Africa i musulmani è importantissimo perché si rompe l’unità
(politica) del mediterraneo, diventa un mare ostile. Ed è ancora così. Succede, però, che
quando muore Carlomagno era troppo grande da essere governato da un solo comandante,
allora i figli se lo dividono. Viene diviso sostanzialmente in 3 parti: La Francia, zona Francia
e Germania e zona fra Germania e l’Italia.

La storia di Federico II, nel sec. XIII riguarda la parte della Germania e l’Italia. Lui, però, si
incontra con il Papa, che dice di comandare tutti gli stati che sono cristiani. A questo conflitto
si aggiungono i comuni, perché tutto il potere economico si produce nelle città, soprattutto
nel centro-nord.

I comuni e le città oscillano, però in generale le città tendono ad essere della parte del
Papa, perché non ha un esercito, non fa politica concretamente, l’imperatore fa paura, il Papa
garantisce una certa autonomia.

- Roma  Papa
- Sicilia  Imperatore
- Centro-Nord  città e comuni

La poesia lirica è stato il genere letterario più importante. La lirica italiana nasce nella corte
di Federico secondo, grazie alle poesie d’amore dei suoi ministri. La differenza con i
trovatori è che non c’è musica ed è scritta proprio in italiano. Il primo: Giacomo Da Lentini,
il Notario (era un giurista, personaggio di primo piano nella politica del regno). Prima da lui
(1235) si faceva poesia, però era una poesia o di tipo volgare oppure era culta ma in lingua
provenzale.

La Francia è uno stato guerriere fortemente centralizzato. Discendenti dei carolingi, di


Carlomagno. Poi, nel 9sec. Si creano i capetingi, che sono anche centralisti.

Vogliono dominare la Francia conquistando la Francia del Sud. Avevano come aliato il Papa.
Volevano fare una purezza dei costumi. Scontro religioso.
- Crociata  1210. Crociata contro i … Fondamentalmente i francesi del Nord. È così
che nasce il regno de Francia. Si sta creando questo stato nazionale.

Il processo di annessione della Francia del sud si consolidò con la proibizione di usare il
provenzale.

Alcuni dei francesi del sud partirono per la Catalogna o l’Italia del Nord, che diventano centri
di poesia provenzale.

Federico II prende l’iniziativa di fare una poesia in lingua volgare.

Madonna, dir vo voglio – Giacomo da Lentini

È una canzone nel senso di traduzione di “Cansó”. Da Lentini elimina la musica della poesia.

Il manoscritto della lirica italiana delle origini risale alla fine del Duecento. Questo poema
è il primo. La coppia di questa poesia è stata fatta in Toscana, ci ha messo mezzo secolo per
viaggiare. C’è stata una trasmissione nel tempo e anche nello spazio.

Originariamente la poesia è scritta in siciliano, però arriva in Toscano.

ANALISI

 “Madonna”  Si rivolge alla donna, a una donna superiore, “mea domina”. In provenzale
la sublimazione mistica, semi-religiose della donna è ancora più chiara: “meus dominus” (al
maschile).

- Al di-là della sociologia e la realtà documentabile, questi poeti hanno configurato


l’imaginario della nostra società. Nell’imaginario occidentale c’è anche questa
sublimazione della donna amata (mito della midons). Esempio Pretty Woman.

 “dir vo voglio”  Il desiderio dell’amanti nei confronti della donna non ha per oggetto
il sesso, ma la parola. È un’altra rivoluzione dentro la rivoluzione dei trovatori quando
creano il mito della midons. Trasformazione di una tensione sessuale in tensione
espressiva. L’amore è così importante perché mette in gioco la capacità espressiva della
persona. La grande prova che devono superare il poeta è esprimere il desiderio senza cadere
nella volgarità.

 “como l’amor ma priso/inver lo grande orgoglio”  amore come ossessione. L’orgoglio


è lo sdegno, il rifiuto. Questo ideale sublime che il poeta ha creato si scontra con la realtà
ostile, intesa come l’orgoglio.

- Il poeta mette in evidenza il problema di un imaginario, una fantasia che non si


corrisponde con la realtà.
“Oi lasso, lo meo core,/ che ’n tante pene è miso/ che vive quando more/ per bene amare,
e teneselo a vita!/ Dunque mor’e viv’eo?” El corazón esta vivo porque ama, pero choca
con la realidad hostil y muere. Por eso muere “per ben amare”, por amar de manera noble.
Es la oscilación natural del corazón. Esta muerte es más dolorosa que la muerte real.

Se dirije al amor  dice que en un mal momento se enamoró.

2° estrofa:

“Lo meo enamoramento/ non po parire in detto”  viene ripreso il tema della tensione
espressiva. Esta experiencia individual de enamoramiento no puede expresarse ni puede
pensarse en ninguna lengua. Progresiva impotencia expresiva. De esta impotencia, sin
embargo, se revela que todo gira alrededor de esta palabra.

- Relación entre lo de dentro y lo de fuera  no entiende por qué este fuego que tiene
dentro no lo mata.

“La salamandra audivi/ che ’nfra lo foco vivi stando sana;” se contesta con una
referencia a los bestiarios (enciclopedias de animales). Se decía que la salamandra no se
quemaba con el fuego. Demuestra el saber científico de Da Lentini. Questo topico della
salamandra appare anche nel Miglione di Marco Polo, dove dice aver trovato un materiale
che non prende nel fuoco.

3° estrofa:

Vuelve sobre el tema del problema antropológico planteado: la función del lenguaje en la
estructura de la persona.

El malestar físico muchas veces viene de la incapacidad de identificarlo y por lo tanto


expresar nuestras angustias. La cura consiste en recuperar la capacidad de, primero
recordar, para después pensarlo y verbalizarlo. La cura está en el control verbal y
conceptual de la angustia. Giacomo da Lentini plantea esta misma teoría psicoanalítica.
usa el símil de un picor que no puede rascarse:

sì com’omo in prudito
lo cor mi fa sentire,
che già mai no ’nd’è quito
mentre non pò toccar lo suo sentore.

 Símil del hombre que pinta y borra, porque la figura que pinta no se corresponde
con el modelo que está pintando. La palabra es la pintura, la emoción el modelo. El hombre
está sereno cuando consigue “pintar” (verbalizarlo) el dolor que tiene.

 Símil del naufrago: no se le puede reprochar que se agarre a lo primero que encuentra.
Los suspiros y los llantos son como los objetos pesados que el naufrago tira de la borda. Si
no puede hacer esto (suspirar y llorar) se hunde.:
Lo vostr’amor che m’ave
in mare tempestoso,
è sì como la nave
c’a la fortuna getta ogni pesanti,
e campan per lo getto
di loco periglioso;

 Síntomas externos de la emoción, entendidos como signos no verbales de lo que él


tiene dentro. No puede darles palabras a estas emociones, solo puede llorar. Compara sus
suspiros y lagrimas con las olas que chocan y suavizan la presión interior.

Última estrofa:

Habla del desdén de la mujer.

¿Si amar me cuesta tanto dolor, por qué no dejo de amar?

Poi c’a me solo, lasso,


cotal ventura è data,
perché no mi ’nde lasso?
Non posso, di tal guisa Amor m’à vinto.

 Pide que el corazón salga materialmente de su cuerpo y se le presentara silencioso.

 Símil de la víbora  Incluso una víbora tendría piedad de su corazón si lo viese, perdería
su naturaleza, sería piadosa. La naturaleza de la víbora según los bestiarios, durante los
aparejamientos le comía la cabeza al macho. Hasta el animal más cruel de todos perdería su
naturaleza.

Hasta el final se mantiene firme en la línea del deseo como deseo de expresar. El corazón
debe salir fuera para que ella vea lo que con palabras no puede expresar.

Se cose un símil tras otro reconocibles para el lector de la época. En esta lectura poética del
amor, hay un grado mayor de profundización filosófica y científica del que había en los
trovadores. Hay un salto de nivel intelectual. Esto también se debe a que el texto está
destinado a la lectura, no a la canción. L’analisi è relativa alla lettura, l’ascolto è
divertimento, non fa appello alla razionalità, ma alla sensualità.

Lo scopo del testo letto rivolge anche a una selezione di pubblico concreta. L’elemento
musicale riduce l’elemento intellettuale di un testo. I poeti della corte di Federico II erano
intellettuali.

Una conseguenza di questo nuovo livello intellettuale e culturale della poesia è l’invenzione
del sonetto  prima da Da Lentini non sono stati scritti sonetti. Da dove lo tira fuori? Diverse
teorie: ---
Il sonetto e collegato immediatamente al nuovo livello intellettuale, perché non è destinato
ad esprimere il sentimento e l’emozione, a dire il desiderio, non ha una finalità espressiva,
ma riflessiva. Il tema è sempre l’amore, però non si tratta di dire l’amore, ma di capirlo.

Un aspetto del sonetto è che veniva utilizzato nei dibatti fra i poeti (lo facevano già i trovatori
però). Con Da Lentini segue questa tenzone (dibatto su un tema poetico). Il sonetto diventa
la maniera di dibattere con glia altri poeti.

- Il tema del dibatto di questo poema è “Da dove viene l’amore”? Idea di Da Lentini su
cosa è l’amore.

La poesia aveva delle restrizioni molto forti all’inizio, così forte che nei manoscritti antichi
non va a capo. L’Unica cosa che segnala la fine di un verso è un punto, ecco, l’elemento di
unità non è il verso ma la strofa/stanza. Per il sonetto, invece, venivano allineati due versi,
allora ogni sonetto occupava sette linee, con un punto fra un verso e un altro.

- Restrizioni/obblighi della poesia rispetto alla prosa: si devono seguire regole precise.
Il verso è una struttura che ha delle regole interne: il numero di sillabe, la posizione
degli accenti e la rima son le restrizioni che ha un poeta rispetto alla prosa.

La rima è l’identità della parte finale del verso rispetto al altro verso  tutta la parte del verso
che va dell’ultima sillaba accentata. Deve avere undicisillabi. La decima sillaba è
necessariamente accentata. Gli accenti all’interno del verso possono cambiare, però si cerca
di evitare l’accento di quinta. Il verso deve rimare dall’ultima parte da un verso all’altro.

- Le rie devono essere diverse dalle quartine alle terzine.

L’amore è uno desio che ven da core– Giacomo da Lentini

Schema del sonetto italiano classico.

 “l’amore è uno desio che ven da core” Si distingue l’amore e il desiderio: l’amore è un
desiderio che viene dal cuore. Amore, allora, è un conetto astratto che poi si determina come
desiderio, che si può intendere come la tensione verso qualcosa.

- Sul cuore dobbiamo essere attenti  per questi poeti il cuore non è una metafora,
ma un organo. Consideravano che l’amore nasceva dell’agitazione di sangue, perché
osservavano che la persona innamorata, con un sentimento forte, aveva una crescita
di sangue.

 “per abondanza di gran piacimento;”  Il piacere che suscita questa agitazione del sangue
ed è quello che produce il desiderio. È un piacere più grande del solito, che produce
l’agitazione del cuore (desiderio) e questo produce l’amore.
 “e li occhi in prima generan l’amore/ e lo core li dà nutricamento.  Sono gli occhi che
generano l’amore: l’origine di questo piacere viene degli occhi, della visione della cosa che
mi piace.

Da Lentini descrivi una anatomia: la reazione del corpo umano a diversi stimoli. Sta
utilizzando i concetti della medicina del suo tempo. Va dell’oggetto esterno che piace al
movimento interno che è l’amore.

 “Ben è alcuna fiata om amatore/senza vedere so’namoramento”  questa obiezione si


riferisce a una teoria di un trovatore Jaufré de Rudel  si è innamorato di una donna che non
ha mai visto.

- Le biografie dei trovatori (vidas) venavano scritte per informare in Italia dei trovatori
che non erano italiani. Nella vita di questo trovatore si dice che si è innamorato della
Principessa di Napoli e la principessa, prima che lui muoia, li fa un bacio.

 “ma quell’amor che stringe con furore/ da la vista de li occhi ha nascimento:”  Il furore
è la follia. Uno sì si può innamorare, però non si esce pazzi per una donna che non hai mai
visto. Amore ancora visto come una malattia della mente. L’amore che fa impazzire ha
bisogna della vista. Perché?

 “ché li occhi rapresentan a lo core/ d’onni cosa che veden bono e rio” Gli occhi permetto
rappresentare l’immagine e mostrarla al cuore. Gli occhi sono l’istrumento della memoria.
Dopo aver visto una persona, anche se non sia più presente, si continua a pensarci. Allora
siamo innamorati. L’immagine è la rappresentazione dell’innamoramento.

 “com’è formata naturalemente;” L’immagine che io ho nella mente riproduce


esattamente la realtà di questa donna.

 “e lo cor, che di zo è concepitore,/ imagina, e li piace quel desio:/ e questo amore regna
fra la gente.” Il cuore immagina. Innamorarsi è immaginare, riprodurre mentalmente
questa forma che si è vista. Questo è l’amore che domina fra la gente, che ossessiona, che
comanda fra le persone.

Ricostruzione del processo dell’innamoramento. Esempio dell’uso del sonetto per


interrogarsi sull’amore. Nella canzone si trattava di esprimere, di tirare fuori (problema di
natura espressiva), ma qui è diventato un problema di natura intellettuale.

Questo tipo di esperienza è diventata naturale, e anche ora può essere interrogata.

Spiegazione del processo della formazione e la installazione della figura nel cuore e la mente.

Or come pote sì gran donna intrare– Giacomo da Lentini

Anche un sonetto classico italiano.


 “Or come pote sì gran donna entrare/ per gli ochi mei che sì piccioli sone?” Está
razonando como si la persona que ha suscitado el deseo entrara materialmente por los ojos
Porque la imagen de algo es reproducción natural de algo.

 “e nel mio core come pote stare,/ che ’nentr’esso la porto là onque i’ vone?” lo que para
nosotros es una metáfora, Da Lentini lo convierte en algo científicamente posible.

 “Lo loco là onde entra già non pare,/ ond’io gran meraviglia me ne dòne;/ ma voglio lei a
lumera asomigliare,/ e gli ochi mei al vetro ove si pone.” Este fenómeno está explicado a
través de la analogía. “asomigliare”. Establece una analogía entre este fenómeno que no
entiendo y otro que si entiendo. Metodología científica de la época. Quiere comparar a la
mujer con una fuente de luz y los ojos con el cristal dentro del cual se pone la llama (la
mujer).

 “Lo foco inchiuso, poi passa difore/ lo suo lostrore, sanza far rotura:/ Così per gli ochi mi
pass’a lo core,” El fuego traspasa el cristal sin romperlo. Los ojos son el cristal, la mujer,
es decir, la llama, la luz, cruza el cristal de los ojos sin romperlo y llega al corazón. La luz
que emana del fuego cruza el cristal sin romper nada. No llega la persona, sino su figura.

- “no la persona, ma la sua figura.”  Distingue el objeto material de la figura, de la


imagen construida mentalmente.

 “Rinovellare mi voglio d’amore,/ poi porto insegna di tal crïatura.”  Exclamación de


júbilo del que ha entendido  Lleva dentro la figura, la imagen, de una criatura que le parece
perfecta. Amor como energía positiva. La canson de madonna dir vo voglio es la canción de
la impotencia amorosa, en cambio aquí el amor es felicidad: felicidad dada del conocimiento.

 poetas intelectuales, conocimiento como bien mayor de la humanidad (uno de los


elementos más característicos de la ética de Aristóteles  la felicidad solo la da el
conocimiento, el que no conoce, primero a si mismo y luego al mundo, no puede ser feliz 
intelectualismo moral radical. El aristotelismo ético chocaba con la religión, porque para el
cristiano no importa la inteligencia, sino la voluntad buena).

- La enfermedad viene de la ignorancia, solo se puede curar cuando se conoce el origen


del malestar. Desde siempre se ha tenido que lidiar entre la inteligencia y la voluntad.

En ambos casos (canción y sonetos), el problema no es del amor de la mujer, sino del propio
poeta: en uno decirlo y en otro conocerlo.

19 ottobre
Nel più antico manoscritto della poesia italiana delle origini:
• Nelle canzoni: la stanza è l’unità strutturale e la struttura di un poema deve essere la
stessa in ogni stanza. (È come se ci fosse una melodia; si dovrebbe ripetere in ogni
stanza). I versi si separano da un punto e quando finisce la stanza si va a capo.
L’ordine delle rime è lo stesso in ogni stanza. Le rime e il metro sono l’equivalente
della melodia, che si ripete in ogni stanza. Visivamente vediamo la traccia della
melodia, che consiste nella separazione delle stanze.

• Nei sonetti: i versi si dispongono di 2 in 2 e si separano con un punto. A differenza


con la canzone non ci sono stanze – tutto il sonetto è come una sola stanza. A destra
ci sono dei segni, che identificano le 2 quartine e le 2 terzine. Vediamo visivamente
la differenza da un verso all’altro. Il sonetto è un sistema intermedio fra la canzone e
l’incolonnamento (disposizione moderna dei sonetti – in verticali) dato che qui ci
sono 2 versi in una linea (è un principio di separazione da un verso all’altro).
Tutto ciò dipende dall’eliminazione della musica. La poesia che è diventata un testo che serve
a leggere, non più ad ascoltare. Una poesia la dobbiamo vedere prima di tutto, e la capiamo
dall’impaginazione. Dante è il primo ad incolonnare i versi della commedia (a scrivere
poesia ‘verticalmente’). Allora, nella Divina Commedia, per la prima volta i versi vengono
incollanati e acquistano la fisiologia che conosciamo noi.
- Nelle canzoni non capiamo i versi a un solo colpo. Nel sonetto lo capiamo di più, e
molto di più nella Divina Commedia.

Dato che la poesia non è più destinata all’ascolto, ma alla lettura, gli occhi devono
riconoscere il testo prima della mente.
Dal punto di vista poetico questa è la rivoluzione più importante. Quando la poesia si
va fer essere letta cambia del tutto il modo di percepirla → da sempre, la poesia latina era
stata un’espressione musicale; era strumentale già dall’impostazione del verso (musica
applicata alla parola). Per esempio, la lunghezza delle vocali era fondamentale nella metrica.
L’esametro, infatti, si costruisce alternando vocali lunghe e brevi. La lunghezza vocalica e
l’intensità consonantica erano elementi fonetici rilevanti.
Questi poeti, allora, sono degli intellettuali che hanno un livello culturale così alto che
intendono il fatto poetico come un fatto d’impegno culturale.

DANTE
Date importanti 1235-1266: anni della scuola siciliana.
A partire da questo momento questa poesia si trasferisce nel nord. I manuscritti si fanno in
Toscana e sono destinati ad un pubblico toscano. In questo manuscritto, dopo i poeti siciliani,
la maggioranza di autori si forma da poeti del nord.
Siccome c’è una poesia di Dante del 1293, significa che il Codice (manoscritto) si è fatto
dopo il 1293. Il copista trasforma i testi dal siciliano al toscano e fa una antologia. Siccome
posiziona da Lentini e la sua poesia all’inizio del manoscritto, significa che li considera
l’inizio di una tradizione letteraria il cui significato e già un’indicazione della tradizione.
Allora il copista è anche un critico – crea il primo monumento della letteratura italiana.

Un elemento importante da questo punto di vista della codicologia (dei manoscritti) è: da


dove vengono i testi che leggiamo? Tutte queste poesie sono state ricopiate da copisti. Non
sappiamo come gli autori hanno scritto le poesie in maniera originale (noi lo leggiamo in
toscano). È un caso di trasformazione del testo da parte del copista perché alcune poesie
erano scritte in un’altra lingua – il siciliano.
Della Divina Commedia, per esempio, ci sono più di 800 manoscritti. Noi non abbiamo
l’originale, ma abbiamo le copie fatte a partire dall’originale. Da queste 800 copie bisogna
ricostruire l’originale perché fra tutte queste non ci sono due copie uguali. Allora, nella
filologia testuale ci sono 2 grandi scuole metodologiche:

 Il criterio del manoscritto migliore: consiste (rispetto a Dante) di questi 800


manuscritti il filologo sceglie il più vicino all’originale – pubblica il migliore però
tutti gli altri vengono considerati cuando nel manuscritto scelto ci sono degli
errori evidenti.
 Lo stemma dei codici: stemma → albero genealogico. Di questi 800 manuscritti
bisogna ricostruire l’albero genealogico – l’ordine in cui sono stati copiati. In
questo caso si considerano tutti i manuscritti.
Qual è la prima opera italiana di cui noi abbiamo il testo originale? Il Canzoniere di
Petrarca. Petrarca appartiene alla generazione successiva di Dante.
 A partire dal 1311/12 fino alla fine del 300, il Papa stava in Francia. Petrarca visse
gran parte della maturità in Avignone (dopo l’esilio di suo padre). Quando diventò
famoso tornò in Italia ma non andò mai a Firenze, come Dante (dopo il suo esilio).
Del Canzoniere noi abbiamo l’autografo. Petrarca immaginava seguendo il criterio dei
sonetti = 2 versi per linea ma se i verso sono brevi, 3 versi per linea. Eccezione: ci sono 9
poesie che Petrarca incolonna (sono 9 canzoni che scrive seguendo lo schema metrico di
Dante, riproducendo l’impaginazione della commedia). Questo significa che dal punto di
vista dell’impaginazione, Dante è più moderno.
 Petrarca si è preoccupato di lasciare non solo il testo, ma anche la sua forma.
Petrarca lascia anche le redazioni precedenti (borrador). Questo manoscritto
definitivo è un autografo, ma non è proprio così. Con lui viveva un segretario che
faceva da copista. Quindi questi testi non li ha scritto materialmente Petrarca,
bensì lui sorvegliava il suo copista che scriveva. Quando questo copista scappa,
Petrarca deve finire lui di scrivere.
Che lasci la sua firma è importante perché vuol dire che ha considerato il suo testo
estremamente importante, non si fida di nessuno – si tratta del poeta moderno che sente la
poesia come una parte di sé, come una maniera di ribellarsi, di espressasi.
Dante scrive il primo sonetto con 18 anni. Fra l’inizio della letteratura italiana (1235) al suo
primo verso passo mezzo secolo. Questa poesia che nasce in Sicilia si diffonde in Italia
centrale e inizialmente si mantiene fedele al tema dell’amore, ma ben presto vengono trattati
anche altri temi: religioso, critica sociale, tema economico, etc.
Per quanto riguarda Dante dobbiamo distinguere fra una linea fedele che si mantiene nel tema
dell’amore e un’altra che definiamo come politica (che esisteva in toscana), ma che Dante
non pratica fino ad un certo momento.
Una delle prime poesie di Dante: canzone formata da stanze. I versi (lunghi → endecasillabi
/ corti → settenari) sono incolonnati.

RIMAS
Rime/LXVIII – Lo doloroso amor che mi conduce– Dante

Prima stanza: El amor doloroso me lleva hasta la muerte por el gusto de aquella que solía
mantener feliz mi corazón → l’amore che mi conduce alla morte per il piacere di quella donna
che prima mi faceva felice. Vale a dire, ci sono 2 momenti: uno della felicità è uno del dolore
e della morte. Questo passagio di un posto all’altro è dovuto alla donna che prima mi faceva
felice e ora no.

(El dolor) me ha quitado y me quita la luz que llegaba a mis ojos de esa estrella (metáfora
para la mujer). Esta mujer es una estrella que brilla en mis ojos, pero esta luz ya no brilla.

¿Entonces, en qué consiste la pena que lleva a la muerte? En la ausencia. Finché posso
vedere la donna sono felice, e divento triste quando non la posso vedere più (la felicità e il
dolore sono legati alla presenza e l’assenza). La felicità consiste nel fatto di poterla vedere e
contemplare questa donna.

Non credevo che avrei mai sofferto per causa sua – questa nuova situazione non era prevista
– lui credeva che lei sarebbe stata sempre disponibile a farsi guardare, invece lei a un certo
punto gli ha tolto la felicità dagli occhi.
La sua assenza è un colpo, una ferita. Questa ferita lui l’ha tenuta nascosta (il dolore che
sentiva per la sua senza non l’ha rivelato finora).

• In quanto alla reticenza sul nome della donna amata: i trovatori non dicevano mai il
nome della donna amata. Usavano dei ‘senhal’ – pseudonimi. Dante riprende questo
tema: lui dice che finora ha mantenuto la regola del segreto sul nome di questa donna.

Questa ferita l’ho occultata, adesso però, si manifesta per l’eccesso del dolore. Il dolore mi
costringe a rivelare per causa di chi io soffro tanto. Questa pena da dove viene? Dal fuoco
che mi ha sottratto alla felicità → sono temi che Dante riprende dai trovatori: il fuoco è
l’angoscia del desiderio. Questa pena deriva dal piacere che io avevo prima – sono le fiamme
del dolore.

Io non aspetto in futuro altro che male. Dante è passato da una situazione di felicità per la
presenza di lei a una situazione di dolore estremo. La mia vita, che non può essere molta (il
dolore è così grave che sicuramente morirò fra poco), fino a quando non morirò sospira e
dice: “muoio per questa donna che si chiama Beatrice”. → infrange la regola fondamentale
della discrezione sulla identità della amata rivelando l’uso nome.

Seconda stanza: ese dulce nombre que me amarga el corazón, cada vez que lo vea escrito –
entriamo nella dimensione della scrittura – renovará el dolor (cada vez será un dolor nuevo).
*Lo dobbiamo capire così: dietro questo discorso semplice c’è una ricapitolazione di tutta
la tradizione poetica precedente rispetto alla quale Dante dice che vuole fare un’altra cosa.
Lui scrive il nome dell’amata, e ogni volta che lo fa, è come scrivere una cosa nuova – è una
poesia che si rinnova continuamente perché è diventata una forma di esplorazione dei
sentimenti, ma anche del mondo, della realtà. È un Dante pieno di entusiasmo rinnovativo
rispetto a tutto quello che si era scritto prima. Qui nasce il mito di Beatrice.

Terza stanza: dopo che il corpo sarà consumato sparirà l’amore che mi ha legato. La mia
anima si presenterà davanti a Dio → quando morirà succede che la sua anima si presenta di
fronte a Dio ese Dio non perdona la sua anima di tutti i suoi peccati, se ne andrà all’inferno.
(Però l’infenro non è così grave perché continuerà a pensare a lei).
• Chi è Beatrice? ‘Beatrice’ significa ‘colei che rende beati’, ‘quella che dà la
beatitudine’ (felicità del paradiso). In contrasto, però, lui si immagina di andare
all’inferno. L’effetto che lei ha su di lui è di mandare l’anima all’inferno. Il nome,
quindi, è tutto il contrario di quello che lei significa sul piano morale (su questo piano,
lei lo porta all’inferno). Nella Vita Nuova, Beatrice acquista il significato che ha il
suo nome. Prima di diventare la Beatrice della Vita Nuova, Beatrice appare con delle
caratteristiche diverse.
Beatrice, allora, è innanzitutto un nome. Come faccio a spiegare che vado all’inferno?
Mi invento il nome che significa il contrario. La scelta del nome è in rapporto a una
problematica di tipo religioso che qui comincia ad affiorare. Beatrice è un mito, una
fantasia, una creazione poetica → non sappiamo se veramente esistesse (i critici
hanno cercato di identificarla una donna, però non si sa in certezza). L’importante è
il mito che Dante ha creato – ha dato alla donna amata delle caratteristiche che poi
diventano lo schema che descrive le donne di qui si sono innamorati i poeti. Questo
mito, allora, ha colpito potentemente sull’immaginario moderno.
Dante è il primo critico della critica italiana – fa poesia ma riflette anche sul significato della
poesia.
• Quali sono le caratteristiche di questa prima Beatrice? È una donna che gode di vedere
il poeta che soffre e che muore. È una sadica. (Quando il significato di Beatrice
cambia, Dante dice che era lui che non capiva bene, non che lei fosse una sadica).
In questa poesia vediamo un’esperienza dell’amore che è straordinariamente angosciosa;
l’amore si confonde con il sentimento della morte, non è qualcosa facile. Dobbiamo parlare
di un altro poeta, un amico di Dante: Guido Cavalcanti. Erano amici però c’era una differenza
di classe brutale fra l’uno e l’altro (Dante – famiglia usurai, Cavalcanti – famiglia di nobili).
Cavalcanti è più famoso di Dante quando Date inizia a scrivere perché è più anziano.
Tu mi hai si piena di dolor la mente– sonetto di Guido Cavalcanti

Prima quartina: Tu me has llenado la mente de tanto dolor (supponiamo che si rivolge ad
una donna - è una donna che è una imagine) que el alma lucha para marcharse del corazón
del dolor que siento. È una situazione di agonia, di angoscia degli ultimi momenti di vita.
Estos suspiros que salen del corazón dolido muestran a los ojos que el alma ya no puede más.
Descrive l’agonia con tutti gli elementi fisici – la persona è smembrata e ogni organo fisico
è un personaggio.

Seconda quartina: “Amor” – personificazione del sentimento. El amor que sabe tu poder
mortífero me dice: lo siento que debes morir por esta mujer tan cruel que ninguna piedad de
ti quiere oír. Figura di donna crudele che condanna a morte l’amante.

Prima terzina: Yo ando como alguien que está fuera de la vida, ando como caminaría un
muerto, que parece a los que le miran que sea un hombre hecho de cobre, de piedra, o de
madera (como un zombi).

Seconda terzina: un ser monstruoso que camina como una maquina y que se conduce solo
por algún artificio, como si fuera un robot, y tenga a la altura del corazón una clara señal
(herida) que está muerto. È all’altezza del cuore che c’è la ferita che il poeta mostra agli altri
pe rfar capire che sta morendo o che è già morto. Il cuore non è una metafora, qui stanno
parlando di anatomia – è nel cuore che si trova la radice del dolore.

Significa che Dante si è sintonizzato su questa visione negativa dell’amore sulle poesie di
Guido Cavalcanti - questa donna di Cavalcanti, però, non ha il nome. Dante riproduce l’idea
dell’amore che lui leggeva in Guido Cavalcanti, che poi è l’idea patologica della medicina
del momento. Cavalcanti si descrive nella prospettiva di chi lo sta a guardare – come un
essere che sta per morire per il potere distruttivo di questa donna.

La tradición es una misma (es continua), pero dentro de esta se van efectuando cambios. Al
final se identifica el dolor con el sentimiento del amor.

GUIDO CAVALCANTI
È un po’ più vecchio da Dante e diventa un punto di referenza per lui perché è molto originale.
HA già un certo prestigio quando Dante inizia a scrivere.
La loro amicizia è anche un rapporto di complicità nei testi. Le cronache dell’epoca che
parlano di lui come una persona disdegnosa

Al di-la di essere poeta è filosofo, un filosofo molto eterodosso, seguiva le tendenze


averroiste (gli esseri umani sono umani perché seguono la razionalità  viene dell’Etica di
Aristotele). Questi poeti sostengo, quindi, anche che la felicità è conseguenza della
razionalità. Questa postura di superiorità provoca una grande influenza su Dante, che
stabilisce un rapporto di complicità nel senso che si sente anche in questo grado di superiorità
intellettuale rispetto alla tradizione anteriore.

Chi si innamora prende contatto con la morte  punto di partida della poesia di
Cavalcanti (visione negativa dell’amore che segue anche Dante).

L’amore significa esperimentare, sentire l’incovenza della morte. Cavalcanti dice che chi non
identifica l’amore con la morte non conosce niente dell’amore. Chi si innamora davvero si
deve confrontare con la morte.

Noi sian le triste penne sbigotite - Guido Cavalcanti

Il soggetto che parla non è l’io poeta, ma le penne.


Le penne agiscono come se fossero persone, che sentono le stesse emozioni dal poeta.

In quest’epoca, si usava la penna d’oca, ha il significato letterale di una penna.

Il costellin (cuchillo) sirve para rascar el pergamino y eliminar la tinta. Los diminituvos son
diminutivos afectivos, expresan el cariño del poeta a los objetos.

 Todos estos utensilios son los que toman la palabra.

 “ch’avemo scritte dolorosamente/ quelle parole che vo’ avete udite.”  Todos estos
instrumentos se dirigen al lector y se presentan como aquellos que han escritos todos los otros
poemas de Cavalcanti.

Hay que imaginar run movimiento de los instrumentos que abandonan el poeta y van hasta
el lector

 “la man che ci movea dice che sente/ cose dubbiose nel core apparite”  no. Solo las
plumas hablan, sino también la mano, que dice haber oído cosas horribles aparecidas en el
corazón. Cadena de corazón-mano-pluma para llegar hasta el lector.

“le quali hanno distrutto sì costui” Lo que habitualmente sería un “io” aquí se convierte
en un “costui” (este). Proceso de alienación al cual llega a conducir el enamoramiento.
 “Or vi preghiàn quanto possiàn più forte/ Che non sdegn[i]ate di tenerci noi/ tanto ch’un
poco di pietà vi miri”  Es una persona que ha estado vaciada de toda autonomía, reducida
a objeto, y actúa como un autómata. Describe la respiración entrecortada de la agonía.

Es un ejercicio de virtuosismo lingüístico. No hay ningún ejercicio tan extremo de


representación del sentimiento romántico.

Perch’i no spero tornare giammai in Toscana- Guido Cavalcanti

Se dirige al mismo texto que escribe, que es una balada. “Baladetta”  también es un
diminutivo afectivo.

 “Perch’i no spero tornare già mai in Toscana”  Hay que imaginar que está fuera de la
Toscana Se ha querido ver una referencia autobiográfica en el texto: lo habría escrito durante
su destierro (aunque probablemente no es así, porque es un tópico literario del poeta que se
dirige a la amada que se ha quedado en la ciudad):

 Cavalcanti pertenecía a la nobleza, era un gran señor. Tanto el como Dante era
personajes políticos importantes en el momento y estaban en el mismo partido.
Desde que en Nápoles está el hermano del rey de Francia aliado del papa y en
Sicilia Manfredi, HIJO de Federico II, los güelfos dominan el poder. 1266
(Batalla di Benedetto – comincia a commandare il papa in Italia). In tutte le
comune italiane, quinidi, ci sono i guelfi (partido del papa). Con il poter del papa
si inizia uno sviluppo straordinario. C’è un fenomeno che si da solo a Firenze 
L’eliminazione del poter dell’aristocracia e controllo dei commercianti/finanzieri.
Dante e Cavalcanti sono autorità del partito Guelfo. Los sviluppo provoca
problemi fra i borghesi radicali e i borghesi moderati, che accettavano pattare con
la nobleza.

 Il partito guelfo si divide fra guelfi Neri e guelfi Bianchi. Loro erano nei Bianchi,
che volevano conservare autonomia della città (i Neri volveano che il appa fosse
il signore della città). È stato anche un conflitto armato. Nell’anno 1300, Dante è
nel governo, momento in cui si produsce un choque. Se dedice, entonces, que los
jefes de los dos partidos se alejen de la ciudad. Se hizo una lista con aquellos
obligados a ser desterrados, Cavalcanti entre ellos.

 En el destierro, enferma y muere en el verano del 1300.

 “Ballatetta, in Toscana,/ va’ tu, leggera e piana,/ dritt’a la donna mia,/ che per sua cortesia/
ti farà molto onore.” 

 “ma guarda che persona non ti miri/ che sia nemica di gentil natura:”  “que no se te
acerque nadie vulgar. Está seleccionando el público.
 .  Sentimiento de superioridad del intelectual. Patético y emotivo, pero detrás está el
sentimiento de superioridad.

 “Tu senti, ballatetta, che la norte/ mi stringe sì, che vita m’abbandona;”  La muerte y la
vida son como dos enemigos que luchan dentro del cuerpo del poeta.

 Tanto è distrutta già la mia persona,/ ch’i’ non posso soffrire: En Cavalcanti todas las
funciones psicofísicas están personificadas. Aquí los suspiros explican la agonía del poeta,
que está a punto de morir.

 se tu mi vuoi servire,/ mena l’anima teco/ (molto di ciò ti preco)/ quando uscirà del core
 El poeta está a punto de morir, la balada tiene que ir a Florencia. El alma es la vida, que
huye del cuerpo del poeta después de morir. El alma es la respiración, que sale del cuerpo
cuando muere. El poeta le dice a la balada que lleve consigo su alma cuando muera.

 Deh, ballatetta, a la tu’ amistate/ quest’anima che trema raccomanda/ menala teco, nella
sua pietate,/ a quella bella donna a cu’ ti mando.  Esta mujer es la destinataria del texto,
pero propiamente como lectora. El se imagina que el texto mterialmeente viaje y vaya a ver
a esta señore. El texto tiene que llegar tb a su alma. Aquí tenemos a la vez la intucición de
que en el texto de un poeta están también su alma y sus amaciones.

 “Deh, ballatetta, dille sospirando,/quando le se’ presente:/ «Questa vostra servente/ vien
per istar con voi,/ partita da colui/ che fu servo d’Amore».  Ahora la balada habla a la
señora. La balada es servidora de esta señora y es mandada por aquel que fue servidor del
amor, o sea, enamorada.

 Tu, voce sbigottita e deboletta/ ch’esci piangendo de lo cor dolente,/ coll’anima e con
questa ballatetta  Ahora cambia el destinatario, ni al lector ni a la dama, sino que se dirige
a la voz, que es débil porque está muriendo.

 Vuelve el tema de la destrucción, Cavalcanti describe la fragmentación del cuerpo. La


muerte significa que cada parte del cuerpo se separa y por lo tanto no la puede personificar
(tb referencias al conocimiento medico de la época: detrás de la personificación de las
funciones psicofísicas hay también una intuición del funcionamiento natural el cuerpo. Es la
regresión a la materialización del cuerpo. En el cuerpo vivo todo funciona conjuntamente;
cuando muere, se convierte en simple materia. )

 Se ha quedado prisionero de sí mismo porque es un cuerpo muerto que se va


desmembrando de sus funciones.

 Voi troverete una donna piacente,/ di sì dolce intelletto/ che vi sarà diletto/ starle davanti
ognora.  Esa mujer, además de hermosa, es inteligente.

 Anim’, e tu l’adora/ sempre, nel su’ valore.  El último apostrofe es al alma


El sentimiento de la muerte se une a un sentimiento muy profundo de la adoración, en el
marco de una idea profundamente anti-teológica. El alma no se tiene que crear con Dios, si
no con la señora. La materialización del ser humano implica una postura radical en el plano
filosófico, que proviene de las teorías de Aristóteles: la felicidad proviene del intelecto en
este mundo, no en el mas allá.

Chi è questa che vèn - Guido Cavalcanti

Cavalcanti pone en los textos la vertiente del amor entendida como una enfermedad, pero
hay una vertiente más depresiva.

Según los registros, el fantasma femenino (no mujer, porque es una construcción mental),
tiene una actitud u otra (ser benigno o cruel).

 Chi è questa che vèn, ch’ogn’om la mira,/ che fa tremar di chiaritate l’âre/ e mena seco/
Amor, sì che parlare/ null’omo pote, ma ciascun sospira?  Estupor frente a una aparición
que tiene algo de milagrosa, es una epifanía. para invocar esta imagen utiliza referencias
bíblicas, especialmente del Cantar de los cantares. Cavalcanti traduce Chi è questa che vèn
 exactamente de la biblia como si estuviera hablando de la esposa del cantar de los
cantares (así también sublima a la mujer).

 O Deo, che sembra quando li occhi gira,/ dical’Amor, ch’i’ nol savria contare:  La
mirada de la mujer siempre es el elemento desencadenante del sentimiento amoroso.

 cotanto d’umiltà donna mi pare,/ ch’ogn’altra ver’ di lei i’ la chiam’ira.  La humildad


es una virtud cristiana. Esta mujer tiene esta virtud en alto grado, pero no está celebrando a
una santa, sino a una mujer deseada (blasfemia).

 Non si poria contar la sua piagenza,/ ch’a le’ s’inchin’ogni gentil vertute,/ e la beltate per
sua dea la mostra  Esta mujer, por su belleza y sus virtudes, está más allá del conocimiento
que uno pueda tener. Es impensable. Cavalcanti traslada a la dimensión del deseo y del
enamoramiento una experiencia religiosa y mística.

El contenido blasfemo y heterodoxo del poema es muy grande. De su blasfemia, el elemento


clave es la sublimación extrema del objeto de deseo, que sustituye el objeto de culto religioso.

Dante ha configurado el imaginario de nuestra sociedad.

Mientras Petrarca mantiene una distancia con Dante, Boccaccio crea el mite de Dante, el
culto al poeta., y lo reconduce dentro de la tradición de la ciudad florentina.

Veggio negli occhi de la donna mia- Guido Cavalcanti.


“espíritus”  mensajes emitidos a través del aire, impulsos eléctricos que hablan.

- che porta uno piacer novo nel core,/ sì che vi desta d'allegrezza vita. -Adjetivo
“novo”. Dos sentidos:

 Algo nunca sentido antes, experiencia no vivida.


 Matiz meta-literario: lo que se está escribiendo no ha sido nunca antes escrito.

- Aquí el amor ya no es vivido como una señal de muerta, sino que el deseo inspirado
por la mujer es objeto de vida.

- Cosa m'aven, quand' i' le son presente,/ ch'i' non la posso a lo 'ntelletto dire 
impotencia intelectual para entender a la mujer desea, está por encima de su capacidad
intelctual.

- veder mi par de la sua labbia uscire/ una sì bella donna, che la mente/ comprender no
la può,  Paradoja que no se puede explicar al intelecto. Parece que del rostro de la
mujer sale otra mujer a su vez tan hermosa que su mente no puede entenderla. Si
había un primer fracaso intelectual, ahora hay otro.

che 'mmantenente/ ne nasce un'altra di bellezza nova,  De la segunda sale una tercera de
belleza aun más extraordinaria. Cada una es más hermosa y más incomprensible de la otra.

da la qual par ch'una stella si mova/ e dica: - La salute tua è apparita-  Aquí la salud quiere
decir:

 Salud física. Si el amor es enfermedad, la salud es lo que cura. Las mujeres suelen
traer la enfermedad o la muerte a los poetas, esta trae la salud.

 Salud en el sentido de salvación: esta mujer también salva el alma del poeta (dudas
teologicas)

 Salud en el sentido de felicidad.

La estrella recuerda a la estrella que guio los reyes a la cueva donde nació Jesucristo. Parodia
del Evangelio. Es esta mujer que ha tomado la posición de Jesucristo, es esta mujer quien
salva al poeta.

Là dove questa bella donna appare/ s'ode una voce che le vèn davanti/e par che d'umiltà il su'
nome canti  La voz que la precede canta la virtud de la humildad, la mayor de las virtudes
cristianas.

Estas dos estrofas están articuladas en dos temas:

 El tema de la visión: lo que se ve cuando aparece.


 El tema de la escucha: lo que se oye cuando la mujer habla
- También en esta estrofa hay una alusión al Evangelio  esta voz es como la de Juan
el Bautista, que anuncia la llegada de Jesucristo, que anuncia la llegada de Jesucristo
como la voz anuncia la llegada de la mujer.

Este poema representa la otra vertiente de la lirica de Cavalcanti, diferente de la dolorosa,


relacionada con el sentimiento de la muerte. Esta, en cambio, es positiva y revitaliza el
poeta. Son dos aspectos que Cavalcanti trata paralelamente.

DANTE
Los poemas de Dante están en la línea dolorosa. Dante empieza profundizando en la
concepción del amor como patología. Sin embargo, en un momento concreto cambia, y le da
un giro en la dirección del anterior poema de Cavalcanti.

VITA NUOVA
Es, al final, una biografía literaria, por tanto, está explicado su cambio de visión.

Cap. I

In quella parte del libro de la mia memoria dinanzi a la quale poco si potrebbe leggere, si
trova una rubrica la quale dice: Incipit vita nova. Sotto la quale rubrica io trovo scritte le
parole le quali è mio intendimento d'assemplare in questo libello; e se non tutte, almeno la
loro sentenzia.

Dante dice que la memoria es un libro que tenemos en la cabeza. Las palabras escritas en el
libro de la memoria son los recuerdos. Lo que leemos, por tanto, reproduce sus recuerdos,
experiencias y situaciones almacenadas en su memoria. Dante ha entendido los recuerdos
como palabras, por lo tanto, la cuestión clave para pasar del libro de la memoria y el libro
escrito (libello) es una cuestión de representación, de plasmación.

Cap. II

Explica su primer encuentro con Beatriz (1268): todas sus funciones psicofísicas tuvieron un
sobresalto (síntomas del enamoramiento, del amor entendido como patología). Describe la
obsesión, el amor domina la mente. Dice que, aunque estuviese dominado por la imagen de
Beatriz, esta imagen era de tanta virtud, tan buena, que nunca pasó que el amor lo gobernara
sin el fiel consejo de la razón. Aun obsesionándolo y provocándole destrozos, ella siempre
iba acompañada de una exigencia de racionalidad.  che nulla volta sofferse che Amore mi
reggesse sanza lo fedele consiglio de la ragione

Toda la vida nueva tiene objetivo demostrar que es posible estar enamorado si enloquecer.
Hasta ahora (hasta Cavalcanti) el amor es siempre entendido como un delirio irracional.
Cap. III

La vuelve a ver 9 años después (1283), con 18 años. En el Ponte Vecchio entre dos mujeres.
La vía es indicio de la ambientación urbana de la escena. Ella gira sus ojos hasta él, los ojos
son como un faro.

Diferencia entre el tiempo ficticio de la narración y el tiempo de la escritura: juego entre el


pasado e la acción novelesca y el presente de la escritura. En el momento en que Dante
escribe, Beatriz está muerta. Él recuerda la historia de su amor con Beatriz. Dice que, cuando
escribe la vida nueva, ella ya está en el Paraíso (1293). En estos 10 años Beatriz ha muerto.

Beatriz es un recurso del autor para la sugestión del lector. Beatriz es un mito. La muerte de
Beatriz tiene la función de verificar la existencia del mito, Dante usa recursos para
verosimilitud.

El “saludo” tiene la misma etimología que “salud”  cuando lo saluda también le da la salud
(en todos los sentidos). Cuando lo saluda le parece ver el Paraíso: Dante está copiando la
balada de Cavalcanti. Dice que lo saluda a las 9  tiene un valor simbólico: Beatriz es el
número de 9, todo lo que le ocurre gira alrededor del nueve, que es múltiplo de 3. 3 es la
trinidad, por lo tanto, 3x3 = 9  Beatriz es un milagro.

En Dante todo es simbólico. Dante ha inventado la religión del amor, del sentimiento, los
rituales de los enamorados. Es el primer ejemplo de sacralización de todo lo que rodea el
encuentro.

Dante explica que estaba tan embriagado por esta experiencia que tuvo que marcharse, no
soportaba la presencia de los demás, debía estar solo en una habitación para pensar en ella:
elemento fundamental del imaginario moderno  la habitación individual como exigencia
y necesidad para soledad que permite pensar (antes de esta literatura no existía la soledad,
la soledad era una condena las personas necesitaban hacer todo en común. Las únicas
habitaciones solitarias son las celdas de los monjes. La soledad es una de las formas de
ascetismo, de mortificación para el religioso). A partir de aquí, la habitación individual se
convierte en una exigencia, porque es solo en esta soledad que el enamorado puede dejar ir
sus fantasías. El enamoramiento, entonces, se entiende como algo positivo para el cuerpo. 
cambio antropológico, el ser humano se convierte en otra cosa.

Entre la fantasía erótica y los sueños que se hacen durmiendo hay una transición
gradual: el fantasear que produce el amor y el deseo tiene la misma lógica que tienen los
sueños. Los sueños son realizaciones alucinatorias de deseos. Lo que habitualmente se desea
es un deseo que va en contra de la realidad y la ley, entonces, habiendo realizado
imaginariamente este deseo, la mente nos castiga  la pesadilla es el sentimiento de
culpabilidad por haber realizado un sueño prohibido. El enamorado se imagina todo lo que
le gustaría hacer como si fuera una obra de teatro  misma lógica que el sueño.

Dante llama “visione” al sueño.


Ambivalencia del sueño  sueño realizado/censura que castiga. Dante, con el hombre
horrible que ríe, describe la dinámica del sueño. Este señor habla como Dios. En sus brazos
ve una figura que duerme desnudo envuelta levemente en un velo ensangrentado. Sueña a
Beatriz desnuda (fantasía erótica transformada en sueño). El hombre, en la otra mano, tiene
el corazón de Dante ardiendo, que era dado a Beatriz y esta se lo comía temerosamente.
Extremo de violencia moral y física.

La carrera literaria de Dante empieza con un sueño que escribe en un soneto y pide a los
poetas florentinos que lo interpreten. Dante le da un significado legendario al inicio de su
carrera literaria.

Detalle del soneto  en el soneto, el Amor simplemente se va, en la prosa el Amor se va al


cielo (añadido de la prosa).

Entre los que contestaron a este soneto esta “el que yo llamo el primero de mis amigos” 
Guido Cavlcanti, y cita el soneto que Cavalcanti le escribió como respuesta al de Dante.
Describe el inicio de su carrera que coincide con el inicio de su amistad con Cavalcanti.
Reconoce también, inmediatamente, el prestigio de Cavalcanti.

Al final dice que ninguno entendió el significado del sueño, pero ahora en cambio cualquiera
lo entendería. Lo que determina la inteligibilidad del soneto es un acontecimiento sucedido
entre la escritura del soneto y el tiempo presente: ha ocurrido que Beatriz ha muerto. El hecho
de que el amor con Beatriz se haya ido al cielo, haya muerto, es un elemento clave para la
inteligibilidad.

Según las teorías antiguas los sueños tenían un valor profético, pero no todos, solo los sueños
religiosamente inspirados, solo los que vienen de Dios. Este párrafo final sirve para mostrar
el contenido religioso de Beatriz, que irá al Paraíso, desde donde esta asistirá al poeta. Se
parte del erotismo extremo, que se acaba convirtiendo en algo teológico. Proceso de convertir
una enfermedad en algo saludable para el cuerpo (la salvación).

- Dante da al soneto un sentido inaugural, de inicio de una aventura.

ALGUNOS DE LOS SONETOS QUE DANTE RECIBE COMO RESPUESTA:

Dante da Maiano a Dante Alighieri in risposta al sonetto I

Di ciò che stato sei dimandatore,


guardando, ti rispondo brevemente,
amico meo di poco conoscente,
mostrandoti del ver lo suo sentore.

Al tuo mistier così son parlatore:


se san ti truovi e fermo de la mente,
che lavi la tua coglia largamente,
a ciò che stinga e passi lo vapore
lo qual ti fa favoleggiar loquendo;
e se gravato sei d’infertà rea,
sol c’hai farneticato, sappie, intendo.

Così riscritto el meo parer ti rendo;


né cangio mai d’esta sentenza mea,
fin che tua acqua al medico no stendo.

Se toma el sueño de Dante al pie de la letra y lo entiende a la manera de los poetas anteriores:
entiende el enamoramiento de Dante como enfermedad. Le da una opinión médica. Hay una
cierta burla, pero nos hace ver el contexto ideológico y cultural del que sale la vida nueva de
Dante, que apuesta por convertir el amor, esta enfermedad, en algo noble y religioso.

Nos deja ver un Dante que aún no es famoso, sino que se presenta entre la sociedad florentina
de su tiempo y es tratado con desprecio.

che lavi la tua coglia largamente,  Es un consejo que tiene un toque burlesco, pero también
remite a la cultura médica en que el amor es una enfermedad de la mente. En los tratados de
medicina, aparecía aconsejado también hacerse una ducha fría.

G. Cavalcanti a Dante Alighieri in risposta al sonetto I: Vedeste, al mio parere, onne


valore.

La respuesta de Cavalcanti es el inicio de la amistad con Dante, que pone el inicio de su


carrera literaria bajo la etiqueta de esta amistad. Es como si Dante recibiera una confirmación
de parte del poeta más importante en Florencia en el momento. Dante, por tanto, pone su
poesía al amparo del prestigio del momento.

En este intercambio de sonetos, las reglas son que el que contesta debe seguir las mismas
rimas que el que reclama. “Rispondere per le rime” (en italiano moderno quiere decir
“cantarle a uno las cuarenta”, “contestar usando el mismo registro o provocación).

- Vedeste, al mio parere, onne valore / / / En el sueño, el Amor ha puesto a prueba a


Beatriz. Solo el que ama se merece ser honrado, por lo tanto, Dante, quien ha sido
puesto a prueba, ha podido ver toda la felicidad de este mundo.

- Poi vive… El amor es el principio de la felicidad, por lo tanto, no hay lugar para la
angustia, etc. El amor, como señor, es un juez que dictamina las leyes y tiene su
tribunal “nel casser de la mente” (el punto más alto de un barco)  la parte más alta
de la menta, hacia donde el ser humano es conducido (la racionalidad). Del amor
vienen todas las virtudes del ser humano.

- Si va suave…  Entra en el contenido del sueño. El poder del Amor en los sueños es
tan grande que les puede arrancar el corazón sin que se enteren. Cada sueño es la
satisfacción de un deseo (ya intuido por los poetas medievales).
- Di voi il core…/  Cavalcanti interpreta el sueño diciendo que el Amor ha visto que
Beatriz se moría, por lo tanto, te ha quitado el corazón y se lo da de comer a ella
temiendo esto. El corazón de Dante tiene la función de impedir la muere de Beatriz.

- Quando s’appare…  Está interpretando la marcha del amor, es decir, que el sueño
termina, el despertar.

Cavalcanti interpreta el sueño de Dante como la muerte de Beatriz, por lo que el Amor le da
el corazón a ella para que despierte. En el soneto de Dante, sin embargo, no se dice nunca
que Beatriz esté muriendo, es Cavalcanti quien lo interpreta como se muerta.

En la prosa de la Vida Nueva se dice que Beatriz se va al cielo, la interpretación de la prosa


sugiere que ha muerto o está a punto de hacerlo. Esto, el soneto no lo dice, pero Cavalcanti
lo interpreta. Es como si Dante hubiera aceptado la interpretación de Cavalcanti (porque la
Vida Nueva está escrita después de los sonetos de respuesta, donde da una interpretación que
el texto del soneto no autoriza, que es la interpretación del poema de Cavalcanti). 
Importancia de Cavalcanti en la obra, influencia mutua. La vida Nueva está escrita y pensada
para Cavalcanti y de acuerdo con él.

- El significado del sueño no está claro.

Cap. XXIV

In alcuna parte  indefinición espacial (característica de la vida nueva). Tampoco no se


nombra a la gente (Cavalcanti aparece como “Il mio primo amico”).

Dante quiere decir que, conforme se acerca a Beatriz, tiene una agitación que lo puede llevar
hasta desmayarse. Esto responde. A una lógica precisa  relación inversamente proporcional
entre la pasión y la distancia entre el sujeto y el objeto de deseo. La proximidad de la persona
amada produce una sensación psicofísica. Estando Dante “in alcuna parte” empieza a tener
esta sintomatología.

El Amor le dice que debe bendecir el día en que se enamoró por la felicidad que le aportaría.

- Las fantasías y las pasiones se describen como si fuese un teatro interno.

“Fue molto donna”  Guido estaba muy enamorado de ella, porque estar enamorado de una
mujer implica ser dominado por esta mujer. Aparece otro nombre: Giovanna (el único junto
al de Beatriz). Por su belleza la llamaban Primavera.

En la visión que Dante tiene aparecen dos mujeres: Giovanna y Beatriz. En esta unión de las
dos mujeres, se puede intuir que Dante está hablando de una complicidad poética con
Cavalcanti.

Explicación del nombre de Primavera Es el Amor quien le da el nombre. “Prima verrà”.
Aparecerá antes de Beatriz el día en que se cumpla el sueño del cap. Anterior: sueña la muerte
de Beatriz. Lo que en el soneto es una prefiguración, en la canción de ese capítulo es el sueño
de Beatriz muerta. No es casual, por tanto, la relación entre la muerte de Beatriz y Cavalcanti.
En ambos momentos en que se habla de la muerte de Beatriz aparece Cavalcanti  Se
confirma la relación establecida.

Nombre de “Giovanna”  también quiere decir “prima verrà”, porque “Giovanna” viene de
Juan Bautista, que precedió la veraz luz de Jesús (anuncia su llegada).

- Giovanna, sin embargo, no aparece en la poesía de Cavalcanti, sino que es una


invención de Dante: no solo se inventa su historia de amor, sino tb la de Cavalcanti.
Sin embargo, sí hay una Primavera:

Fresca rosa novella/ piacente primavera. G. Cavalcanti.

Parece que Dante interpreta la metáfora de Cavalcanti como si fuera un nombre propio. De
esta “primavera” Dante también deduce la analogía entre Juan Bautista y la mujer de
Cavalcanti, porque entonces Beatriz es como Jesucristo (precedida por Juan Bautista).
Cavalcanti precede la verdadera luz de Dante como Juan Bautista precedió la de Jesucristo.
Sugiere que su poesía tiene el mismo valor que el Evangelio.

- El significado místico, teológico de Beatriz viene de esta metáfora.

Vorrei che tu e Lapo ed io. Dante

En otro texto, Dante habla también de esta Giovanna.

- Guido, vorrei…  Dante escribe a Guido y le dice que, junto a Lapo, fueran
encantados por un hechizo, metidos en un barco que navegara, no importa dónde, en
función de su voluntad y la de ellos. Es otro sueño.

- E Monna vanna …  Aparecen los nombres de las tres mujeres. “Vanna” diminutivo
de Giovanna.

- E quella ch’è …  Verso enigmático, pero no puede ser Beatriz. Dante explica en la
vida nueva que ha dedicado un poeta a las 60 mujeres más bellas de Florencia, Beatriz
ocupa el puesto 9.

- E quivi …  La poesía recoge una utopía. Son mitos y temas que vienen de la
literatura artúrica, en la que Dante se inspira (metáfora de la nave encantada).

Dante insiste con Giovanna, le da al personaje una consistencia al tratarla como figura que
tendría que ir con ellos en el barco. Cavalcanti también contesta a este soneto.

S’io fosse quelli che d’amor fu degno. G. Cavalcanti.

- S’io fosse …  El amor solo es un recuerdo. Dice que ojalá pudiera ir en el barco,
pero no puede, porque para él el amor es muy diferente (sufrimiento). Cavalcanti vive
el amor de forma desesperada, como una condena, en cambio Dante establece una
relación positiva con la mujer, que implica una esperanza.

- E tu … 

- lo spirito  insiste en recalcar que la idea de Dante sobre el amor es muy diferente.

Juego Dante/ Cavalcanti  Por un lado de admiración y respeto, porque son conciente del
cambio que provocan, pero leen de manera opuesta este nuevo contenido moral del deseo y
del amor.

CITAS DE DANTE A CAVALCANTI (pedir a partir de aquí)

Veggio begli occhi della mia donna – Cavalcanti

La imagen de la voz que anuncia la llegada de la mujer tb es parodia del Evangelio  Dante
crea una serie de asociaciones y analogías que tienen un fundamento en la poesía de
Cavalcanti.

La finalidad de la analogía es elevar el prestigio de la mujer que aman, pero tb de la poesía


que explica este amor. Tanto Cavalcanti como dante quieren darle a la poesía del amor un
nivel que antes no tenía.

La sublimación pseudo-religiosa tiene la importancia de elevar la poesía.

La primera operación es eliminar la música, luego incluir conceptos filosóficos y científicos


y la tercera sublimar el objeto de deseo otorgándole un valor pseudo-religioso.

Cap. XXV (vita nuova)

Vergogna sarebbe a colui che rimasse cose sotto vesta di figura o di colore rettorico, e
poscia, domandato, non sapesse denudare le sue parole da cotale vesta, in guisa che avessero
verace intendimento  Dante está creando la crítica literaria. Reivindica un significado
filosófico de la poesía. Las metáforas deben tener un contenido moral que sea posible explicar
en la prosa. Debe de tener algún contenido que se pueda comentar.

- La necesidad de un contenido filosófico que justifica la pregunta crítica delante de la


poesía marca la diferencia entre Dante y los stilnovistas y todo lo que viene antes.

La vida nueva es un texto en que Cavalcanti tiene una función estructural, para explicar su
poesía y tb la de su amigo.
Este capítulo sigue inmediatamente el capítulo 24, donde las dos mujeres pasan delante de él
 explica en el plano teórico qué significa esta complicidad: complicidad en una idea
radicalmente nueva de la poesía.

Cap. XXX

Sigue inmediatamente a la noticia de que Beatriz ha muerto.

Beatriz muere y la ciudad se queda muda, como si ella fuera la esposa de la ciudad. Era
Beatriz quien daba divinidad a la ciudad, una vez muerta queda como una cosa indigna.

Usa las palabras del Jeremías sobre la destrucción de Jerusalén para hablar de la muerte de
Beatriz 

Dice que no sigue con el texto en latín porque su intención en la vida nueva es escribir en
vulgar.

- La vida nueva la está escribiendo para Cavalcanti: questo mio primo amico, a cui ciò
scrivo  si no existiese Cavalcanti la Vida Nueva tampoco.

ARGUMENTO VIDA NUEVA

El acercamiento a Beatriz es doloroso porque vuelve el deseo insufrible.

En el espacio de la distancia entre Dante y Beatriz se sitúan tb otras mujeres.

Cap. IV

Dante recoge el tema trovadoresco de los lausengiers y lo convierte en novelesco

“Gentille”  noble

Dante usa el sobrenombre “gentillissima”  El superlativo sirve para destacar Beatriz entre
todas las otras mujeres nobles.

Beatriz está sentada en una iglesia (en un lugar donde se cantaba a la “Señora de la gloria”).

Escena de Dante, mujer y Beatriz en la misma línea recta:

“distrugge”  evocación del enamoramiento en los términos de Cavalcanti.

Finge que está enamorado de la otra mujer para ocultar el enamoramiento hacia Beatriz.

Dante dice que escribió poemas a la mujer que pensaba que estaba enamorado de ella y que
no los pondrá en la obra. De esta manera, Dante justifica todos los poemas que escribió a otra
mujer, que no están en la vida nueva y con otro tono diferente (llenos de pasión y de
violencia)  las canciones.

Cap. XIV-XVIII

Culminación  encuentro físico con Beatriz. Un día, ella está enfadada porque él tontea
mucho y decide negarle el saludo.

Momento en que Beatriz, junto con las otras mujeres, se ríe de Dante.

Después de negarle el saludo, a Dante le quitan el objeto de su desea, así que, si quiere seguir
amando, debe amar algo que no se le pueda quitar. Redirecciona el deseo de la persona física
a las palabras, es decir, a la poesía que la celebra. Beatriz le puede quitar el saludo, pero no
su poesía. El poeta ama más su poesía que a una mujer.  mito que se construye ante un
público femenino  está a punto de teorizar el significado moderno de la poesía para un
poeta. Las mujeres son el público privilegiado de la literatura moderna, que va dirigida a un
público femenino (cambio en el paradigma).

- Hasta Cavalcanti, el poeta en la poesía no ha hecho sino hablar de sí mismo. Dice


Dante que esto es un error, que la poesía no puede ser autorreflexiva, sino que tiene
que hablar del mundo.

Madura la conciencia sobre el significado autentico de la poesía a partir de las preguntas que
le hacen las mujeres.

Cap. XIX (donne che avete inteletto d’amore)

Momento en que Beatriz desaparace del horizonte comunicativo y aparece en su lugar el


público de mujer que lo han conducido a conocer el nuevo significado de la poesía.

Donne che avete inteletto d’amore  conocen el amor, tienen conciencia intelectual del
amor, no lo viven puramente como hembras.

Proceso de sublimación extrema de Beatriz  La distancia se vuelve cósmica, medida desde


lo más alto del cielo. Intuición de la perspectiva, Beatriz pasa de ser un punto a un primer
plano.

14/11/2022

Cap. XXVI (Tanto gentile e tanto onesta pare)

Tanto gentile e tanto onesta pare/ la donna mia quand'ella altrui saluta,  Il saluto è un
elemento essenziale. Ila trasfigurazione religiosa di beatrice significa che il suo saluto
equivale a quello di un sacerdote.
Ella si va, sentendosi laudare,/ benignamente d'umiltà vestuta; Tanta alabanza no crea
orgullo, sino qu ella se mantiene humilde.

Sonetto più famoso di Dante. La idea della lode della donna amata raggiunge questo estremo
quasi miracoloso della donna. Depurare l’aspetto patologico dell’amore e lo trasforma in un
oggetto di benessere.

Questa sublimazione di Beatrice implica anche l’eliminazione di tutta soggettività. Scompare


la idea del soggetto che ama, questa donna diventa qualcosa oggettiva che vale per tutta
l’umanità. Effetti che Beatrice produce sulla gente in generale.

- Sarebbe una prima versione dell’amore romantico  l’idealizzazione dell’oggetto


amato e la sua trasformazione in un oggetto quasi di culto religioso. Dante trasforma
il modo di sentire.
- Elemento forte di provocazione ideologica.

Questa trasformazione di Beatrice in un oggetto di culto implica un allontanamento  la


riduzione della distanza può essere capita come una violenza. Il rispetto significa dunque
tenere la distanza. Il problema della distanza è legato al problema del rispetto. Se si vuole
non solo rispettare ma venerare bisogna aumentare la distanza (non solo fisica, ma morale e
psicologica).

- Dante tematizza la creazione di questa distanza.

In Dante, la riduzione della distanza è sempre negativa. Dante, allora, mantiene, asancia la
distanza perché non si possa ridurre, reorientando il desierio verso alle parole. Tutta quella
poesia della lode ha come scope mantenere la distanza.

TEMA DELLA MORTE DI BEATRICE

Il fatto che lei sia morta significa, nella cultura religiosa dell’epoca, che il suo corpo è
diventato un cadavere, ma la sua anima no. Allora, lei, in quanto oggetto spirituale, si è
trasferita della terra al cielo. Torna in cielo, perché veniva del posto dove era venuta, cioè, il
Paradiso.

- La morte di Beatrice significa l’allontanamento radicale, si è trasferita a un posto


irraggiungibile. Distanza estrema = sublimazione.

Questa è la funzione della morte di beatrice  Sublimare l’oggetto d’amore.

È un tema fondamentale che nasce nella Vita Nuova all’interno del progetto si sublimazione
e razionalizzazione dell’amore, che non è più una malattia, ma la condizione della salute.

Cap. XXIX (Capitolo dove si racconta la morte)


Beatrice è morta nell’anno 1290. Non importa, però, la cronologia. Dice la data in tutti i
calendari possibili  non importa la data, ma la sacralizzazione del momento della morte
(come la morte di Gesù Cristo).

- Questo processo di sacralizzazione delle date Dante lo traduce in processo analogo


della sacralizzazione della data della morte di Beatrice. Applica tutte le liturgie
applicate alla morte de Gesù. Beatrice, mito profano, sostituisce il mito cristiano.

Sacralizzazione delle date della storia dia more  Dante è il primo che inventa il culto semi-
religioso all’amore.

- La situazione zodiacale al momento della nascita di Beatrice è perfetta  ragione


scientifica.

- Beatrice è il 9 perché è un miracolo, allora è stata fatta dello spirito santo.


Spiegazione di tipo teologico.

La provocazione consiste qui in presentare Beatrice come un oggetto misterioso, che deve
essere decrittato meccanismo di sublimazione intellettuale.

Cap. XXXIV (un anno dopo la morte)

Primo anniversario della morte di Beatrice.

Beatrice è diventata un ricordo  Dante la ricorda e la disegna come un angelo.

Sonetto: Era venuta ne la mente mia

Tiene dos estrofas iniciales, dos formas de leerlo.


Las dos estrofas inciales describen 2 moviemniento: el primero describe el mivmeiento de
Beatrzi desde el cielo a la tierra en forma de recuerdo que Dante dibuja como ángel
(Verticañ)/ el segundo, en cambio, es el movimiento de los hombres atraídos por Beatriz
(metáfora de los lectores) que van a ver los dibujos de Dante (horizontal)  Dante describe
el poder de sugestión que tiene su mito.

Cap. XXXV

En la segunda parte aparece otra mujer. Ve que, desde una venatana, una mujer lo está
mirando con compasión.

Onde, con ciò sia cosa che quando li miseri veggiono di loro compassione altrui, più tosto
si muovono a lagrimare, quasi come di se stessi avendo pietade, io senti' allora cominciare
li miei occhi a volere piangere  Dice que la compasión ajena genera el dolor para uno
mismo y el llanto. Si alguien tiene compasión por mí lloro más a gusto.

- La piedad que ha visto en esta mujer genera amor en él. Le dedica un soneto.
En los capítulos siguiente cuenta como este sentimiento aumenta. Esta mujer ha ocupado el
lugar de Beatriz en su mente. Esto genera un conflicto interior, entre el recuerdod e Beatriz
y el deseo hacia esta mujer. Se reprocha a sí mismo el hecho de estar olvidando a Beatriz por
el amor de la otra.

Cap. XXXVIII

Va describiendo poco a poco el deseo de la nueva mujer que va sostituyendo el amor por
Beatriz que se ha muerto, hasta llegar a un punto en que el conflcito se vuelve i sufrible. El
riesgo es quedarse desgarradoe entre la fidelidad a la persona que ha muerto y el nuevo deseo.

- Amor como conflicto entre objetos diversos.

Lo que más importa de esta disyuntiva es que Beatriz está muerta y la otra mujer viva.
Conflicto metafísico entre un objeto cercano y presente y otro lejano y absento.

Cap. XXXIX

Questo avversario della regione  deseo hacia la mujer de ventana. Lo es porque Beatriz ha
sido desde el inicio la representante del “fedele condiglio della raggione”. Es la instancia de
la racionalidad, que implica la distancia del objeto. Esta mujer, objeto cercano, es
necesariamnete “l’avversario della ragione”.

El recuerdo de Beatriz ya no aarece como un ángel, sino como la niña que él vio la primera
vez. El pensamiento de Beatriz, que ha vuelto a aparecer con esta forma, echa de la cabeza
de Dante el deseo a la otra mujer.

Allora cominciai a pensare di lei; e ricordandomi di lei secondo l'ordine del tempo passato
 Beatriz represneta este orden del tiempo pasado. La capacidad de poder contra como una
historia lo vivido, la capcidad de poner orden en los pensamientos, que debe ser cronolígico.
Salud mental.

- Lo que la mujer de la ventana amenaza es la capacidad de Dante para contarse su


historia a sí mismo, de poner orden en sus pensamientos. Solo Beatriz lo garantiza.

La presencia, que desencadena la sensualidad, impide la racionalidad. Para que la historia se


pueda contar hace falta distancia, sin ella no hay estabilidad mental.

Cap. XLII (Ultimo capitolo)

La promesa que se hace es decir de Beatriz lo que no se ha escrito nunca de una mujer.

- Es muy difícil que esté hablando de la Divina Comedia porque en el convivio dice
que, después de la muerte de Beatriz, se dedicó a la mujer de la ventana, que no era
una mujer de carne y hueso, sino la filosofía.
Aun así, es evidente que en la escritura de la Divina Commedia Dante vuelve a la Vida
Nueva.

Durante 13/14 años, Beatriz desaparece de su poesía. Todo lo que Dante escribe después de
la Vida Nueva va en contra del mito de Beatriz.

16/11/2022

Falta la primera parte

Todas las mujeres que se desean son mujeres casadas  no es solo amarla, sino tb quitársele
a un hombre poderoso. Este tipo de mujeres tb predominan en la lírica italiana.

- Beatriz es, por lo tanto, una mujer casada.

Esta nueva mujer, a quien llama “pargoletta” y que es adolescente, implica que no está casada
 mito de la adolescente deseada por un hombre se inicia con Dante (como mucho en las
ninfas). Mito de la mujer que conduce al hombre al deseo desenfrenado  como es una
adolescente es demasiado (sexualmente) inmadura par sentir la pasión.

- Oposición de esta niña a la mujer casada, que es el arquetipo de mujer que suscita el
amor.

*Nabokov recupera el mito de Dante (citado al inicio de la novela).

El mito de la mujer casada le ha fallado, por lo tanto, se dirige a otro mito. Lo que pone Dante
en la literatura es un deseo que coca con una realidad que no permite este deseo  deseo
necesariamente insatisfecho (esta es la función del mito de la pargoletta, porque es demasiado
joven para experimentar el amor). Es una belleza infinita e inalcanzable.

(La mujer de los trovadores se encuentra entre dos hombres: el amante valiente y el marido
vulgar que la defiende como a su patrimonio. Es deseo y objeto a la vez. Los trovadores
construyen un imaginario que aún dura. La trobairitz vive la relación con su marido como
objeto frente al deseo de otro, delante de quien se sitúa como sujeto. La disyuntiva entre
objeto y sujeto en el caso de las trobairitz es extrema. *Cartas de Abelardo y Eloísa).

Esta frustración de la posibilidad del deseo también hace que el deseo aumente.

Dante ha visto cuales son los. Paradigmas del deseo y ha formulado los dos mitos: el de la
mujer que redime y la que lo lleva al deseo inconsolable.

A partir de 1302, Dante abandona el mito de Beatriz y construye el mito contrario, el de la


pargoletta.
Così nel mio parlar voglio esser aspro. Dante

Così nel mio parlar voglio esser aspro/ com’è ne li atti questa bella petra,/ la quale ognora
impetra/ maggior durezza e più natura cruda mujer hermosa, pero es una piedra. La mujer
se protege con una piedra, preciosa pero impenetrable.

tal che per lui, o perch’ella s’arretra,/ non esce di faretra/ saetta che già mai la colga
ignuda;/ ed ella ancide, e non val ch’om si chiuda/ né si dilunghi da’ colpi mortali, Por un
lado, imagen de las flechas de cupido; por el otro, el de la desnudez de la mujer. Todas estas
imágenes son imágenes de guerra. Dante lee la disyuntiva del deseo (deseo o falta de deseo)
como una guerra.

- El trovador desea el deseo de ella, no la fuerza. El maltratador lee el rechazo de ella


como un ataque, lo vive como una violencia.

El problema principal en Dante es decir el sentimiento.

co li denti d’Amor già mi manduca:/ ciò è che ‘l pensier bruca  Imágenes animalizantes
que convierten la relación en animalesca.

a lor vertù sì che n’allenta l’opra./ E’ m’ha percosso in terra, e stammi sopra/ con quella
spada ond’elli ancise Dido Los elementos literarios pierden todo su valor retórico

Esta es una de las canciones llamadas “petrosas” (dedicadas a la pargoletta)

Por qué Dante decide abandonar el mito de Beatriz y pasar al de la “donna


petrosa”/”pargoletta”?

En 1301/2, empieza el exilio de Dante. Hasta esta fecha, encontramos estas dos líneas: la de
Beatriz, que se interrumpe después de la vida nueva, y el de la pargoletta. ¿Por qué?

Cap. XVIII

Cuenta cómo nace el mito de Beatriz  Cuando Dante se encuentra al grupo de mujeres.

El objeto de amor ya no es Beatriz, sino las palabras de amor hacia Beatriz  Dante explica
el significado de la poesía para el poeta moderno.

El nuevo público, de Dante capaz de entender que es el amor, le hace la pregunta 


relacionado con la filogenia. Es la existencia de este público lo que permite que aflora esta
nueva conciencia de la poesía /sensibilidad hacia la poesía.

E poi che alquanto ebbero parlato tra loro, anche mi disse questa donna che m'avea prima
parlato, queste parole: “Noi ti preghiamo che tu ne dichi ove sta questa tua beatitudine”.
Ed io, rispondendo lei, dissi cotanto: “In quelle parole che lodano la donna mia”.
Donna me prega. Guido Cavalcanti

Dante interpreta su poesía, pero también la de Cavalcanti. Es consciente de la novedad de


ambas poéticas.

Donna me prega, - per ch'eo voglio dire/ d'un accidente - che sovente - è fero  Cavalcanti
concibe el amor como una enfermedad sin cura.

Dante abandona el mito de Beatriz y lo cambia por otro opuesto por la crítica de Cavalcanti,
qu es un elemento esencial para la Vida Nueva. Es tan convincente que lo obliga a
abandonarlo y a seguir el camino de Cavalcanti: amor como algo necesariamente
insatosfecho y como enfermedad irremediable. Le hace caso porque:

- Toda la Vida nueva está articulada en la complicidad con Cavalcanti.


- Esta canción es la demostración filosófica de la tesis que Cavalcanti defiende 
argumentos tan rigurosos como los que Dante reclama al poeta en la VN.

Tesis filosófica:

- Este poema fue considerado por filósofos y por médico como un texto de doctrina,
por lo tanto, leído como un tratado.

¿Cómo defiende Cavalcanti que enamorarse es enfermar y enloquecer? Tratado de


Aristóteles: de anema (Tratado sobre el alma)  Dice que el alam es la vida del cuerpo y, en
sus diferentes funciones, mantiene vivo el cuerpo humano. Hay, sin embargo, una función
del alma que no está enlazada al cuerpo: el pensamiento abstracto. ¿Cuál es la parte que
gestiona esta función? 2 posibilidades:

- O se piensa que está vinculado necesariamente al cuerpo.


- O se piensa que no lo está y que tiene una existencia propia.

En el tratado de Aristóteles no está clara la respuesta, pero permite que aparezcan dos teorías,
dos líneas de reflexión aún vigente para el debate en la época de Dante/Cavalcanti. Filósofos
que representan estas líneas:

- 1ª línea  Teólogos. Santo Tomás. Escogen esta línea porque necesitan justificar que
el ser humano, después de la muerte, vaya con su alma, que es un alma racional, al
paraíso/infierno, Esta vinculación implica la existencia de un sujeto.

- 2ª línea  Averroes.  Los hombres participamos del pensamiento, pero no tenemos


una capacidad física que justifica la existencia de un pensamiento racional. Nos
conectamos de vez en cuando con este pensamiento que, por otro lado, esta
racionalidad que circula del universo nos necesita, porque no puede formular ninguna
idea abstracta si no es a partir de la sensibilidad. Nosotros, por tanto, más que sujetos
de conocimiento somos objetos de conocimiento. Instrumentos de la racionalidad que
circula por el universo.
Dante, con el mito de Beatriz, está en la línea de Santo Tomás: sujeto que sobrevive a la
muerte, unidad orgánica entre el alma y el cuerpo. Cavalcanti lo critica a partir de la teoría
averroísta: le demuestra, a partir de estas ideas, que hay una fractura estructural entre el
cuerpo y el alma.

- Relación con el amor  El amor viene de los sentidos, por tanto, está instalado en el
cuerpo. La enfermedad consiste en que esta pasión sustituye a la razón, se presenta al
sujeto como algo verdadero y racional, porque entre la pasión y la racionalidad hay
una fractura. El pensamiento abstracto no tiene nada que ver con la belleza de una
mujer, no se puede racionalizar en este placer suscitado. Si se cree que una mujer es
lo más verdadero y virtuoso, que ha venido al mundo como salvación, quiere decir
que se está loco (locura del amor consistente en la sobrevaloración del objeto de
deseo/amor entendido como la felicidad suprema del ser humano).

In quella parte - dove sta memora / prende suo stato, - sì formato, - come/ diaffan da lume, -
d'una scuritate  el amor brota en la parte del cerebro en que está la memoria. El amor está
formado por una tenebración del cerebro, cerebro oscuro. El amor demuestra su poder a partir
de la tiniebla.

la qual da Marte - vène, e fa demora;  Para él el amor viene de Marte (guerra), porque
suscita violencia.

Enamorarse  obsesionarse con algo ausente. Es en el recuerdo obsesivo que el deseo se


forma.

De dónde viene el amor?

Vèn da veduta forma che s'intende,  Viene de una forma vista (= la belleza de alguien) que
entra dentro (che s’intende).

Esta forma instalada de la memoria va a parar en el “possibile inteletto”, es decir, en el


pensamiento racional  es una forma que ha de ser interpretada por la racionalidad. Proceso
normal del conocimiento.

Non è vertute, - ma da quella vène/ ch'è perfezione - (ché si pone - tale), / non razionale, -
ma che sente, dico;  El amor, que va vinculado con la imagen, no tiene ningún valor,
porque esta racionalidad que interpreta la forma no tiene en cuenta las variantes sensibles. El
intelecto solo ve pura geometría, solo la imagen objetiva, no el sentimiento que esta produce.
El enamorado, sin embargo, se cree que estos sentimientos son también un contenido
racional.

- Cavalcanti le dice a Dante que el amor nunca puede ser algo racional, porque la
racionalidad solo tiene que ver con elementos objetivos y abstractos, no emocionales.

La racionalidad no contempla el placer, sino solo el conocimiento abstracto.


La analogía entre la racionalidad y la sensualidad es lo que permite a Dante promocionar a
Beatriz como representante de lo divino, pasar del placer de la sensualidad al de la
filosofía/teología.

- Analogía = instrumento que permite pasar de una experiencia sensible a una


experiencia abstracta. Reconstruye el conocimiento de lo abstracto a partir del
cocimiento de lo concreto. Todo esto solo es posible si existe una relación entre la
racionalidad y la sensualidad. Si, en cambio, son dos universos diferente, no hay la
posibilidad de establecer una analogía. El amor no es susceptible de tener una
interpretación racional; el enamoramiento es irracional, como las enfermedades.

Lo que quiere decir dante es que, dentro del amor, hay alguna racionalidad. Voluntad de
interpretar el amor de manera racionalista, como salvación y como condición de felicidad
para el hombre.

Pedir a partir de aquí.

El ser humano es perfecto a partir de la sensualidad, no a partir de la racionalidad  línea


averroísta. El amor es solo sensualidad.

De 11 sílabas que tiene cada verso, 3 son obligadas, porque hay 3 rimas  restricción muy
potente sobre el texto ha conseguido hacer un tratado de filosofía rigurosísimo (virtuosismo
de Cavalcanti, por la forma y por la complejidad del discurso).

- Es por esto que Dante decide renunciar al mito de Beatriz e inventarse el de la


pargoletta, que expresa la idea del amor que Cavalcanti le demuestra en esta canción.

DIVINA COMEDIA (pedir 28/11 y 5/12)

Cada canto tiene un numero variable de versos, endecasílabos organizados en tercetos, que
riman de tres en tres, de manera alterna. Al principio y al final de cada canto hay 2 rimas. Es
un poema lírico que puede ser interpretado de forma fragmentaria.

Nel mezzo del cammin di mia vita  a los 35 años. Año 1300, fecha ficticia a la que remite
el texto.

Indica un momento de crisis extrema, que puede llegar a la muerte. Sensación de que la
humanidad está a punto de extinguirse. Para evitarlo, solo se puede ir al más allá. El más allá
de Dante es un tribunal de justicia en que cada uno tiene lo que se a merecido en vida. La
humanidad está a punto de extinguirse porque ya no hay justicia, así que él se propone
compensar esta falta de justicia en la realidad a través de un poema que reconstruya
poéticamente esta justicia.
En el infierno encontramos a todos los que han hecho el mal: hombres de poder.
El purgatorio es un lugar de paso, el infierno es un abismo (9 cirulos concéntricos que se van
estrechando hasta el centro de la tierra, el Purgatorio (9 zonas) una montaña en una isla en
las Antípodas y el Paraíso un viaje espacial.

- El 9, el número de Beatriz, sirve para delimitar las zonas.

Canto I:

Tiempo de la peripecia novelesca y presente de la estructura / protagonista y poeta 


sintonía: protagonista y narrador/ La dificultad de la aventura se refleja en la dificultad
poética de la escritura.

La lonza (pantera)  Este animal representa la lujuria, que es lo que impide a Dante salir de
la lujuria.
El león  representa otro vicio: la soberbia.
La loba  la avaricia  todos los pecados se pueden vencer excepto la avaricia. Crítica de
la economía del dinero  causa de los males de la humanidad según Dante.
La poesía es lo que puede salvar la humanidad  Virgilio. La civilización es poesía.

5/11

Canto I. Inferno.

Lo Vas d’elezione  Expresión del Evangelio, San Pablo.

Dante se compara a Eneas y San Pablo, se pone a la altura de estos héroes de la civilización.
Conciencia de autor enorme.

Dante y San Pablo están aparejados, como si ambos fueran personajes y/o literarios.No hay
diferencia entre lo históricamente cierto y la invención literaria.

Reminiscencias bíblicas en dante siempre puestas al lado de la cultura pagana.

Estructura del Infierno:

- 1r círculo  Limbo: está en la entrada del Infierno. Allí se encuentran, según la


teología, los niños que no han sido bautizados, además de todas las almas del antiguo
testamento (los judíos), los cuales, cuando Jesucristo murió, subieron con él al cielo.
Desde Adán y Eva hasta Jesucristo, las puertas del cielo están cerradas. Después de
resucitar, Jesucristo se lleva con él al cielo todas las almas de los hebreos que estaban
en el limbo.
Dante se imagino un limbo ttoalmento distinto al de la teología  Para Dante, en el
limbo están los niños y las almas de los hebreos (habla solo de pasada), pero
sobretodo se encuentran donde están todos los personajes célebres de la antigüedad
pagana.
Dante pregunta quién quién lo llama y Virgilio responde que hay 3 mujeres que lo
llaman desde el Paraíso: La Virgen María, Santa Lucía y, especialmente, Beatriz.

Canto III

V. 4 Tema de la Giustizia (La Commedia es el poema de la justicia, está hecha para hacer
(en el plano novelesco, la justicia que falta en el mundo terrenal). “Giustizia mosse il mio
alto fattore”.

Paisaje sonoro del Infierno  Dabnte reconstruye un paisaje a la vez sonoro y táctil.  V.
25-30 : Diverse lingue, orribili favelle,/ parole di dolore, accenti d'ira,/ voci alte e fioche, e/
suon di man con elle facevano/ un tumulto, il qual s'aggira/ sempre in quell'aura sanza tempo
tinta,/ come la rena quando turbo spira.

Antes de entrar al infierno, Dante se encuebtra una muchedumbre de figuras desnudas que
corren detrás de banderas mientras que los persiguen unos insectos que les causan heridas,
que desprenden sangre y materia asquerosa que se comen los gusanos  son los que nunca
han tomado ninguna decisión, los cobardes, los que no han ejercido el libre albedrío. Por eso
están condenados a ir detrás de una bandera que no significa nada. Virgilio le dice a Dante
que no se merecen ni ser nombrados.

- Reconoce a un personaje  Celestino V (papa que renunció al papado). Dante le


estría reprochando esta acción. Según otra hipótesis (la que más defiende el Raffa),
este personaje sería Poncio Pilato (gobernador de Roma, el que “se lava las manos”
delante de la condena a muerte de Jesús, renuncia a tomar partido), porque aún no es
cristiano.

Canto IV

Personajes famosos de la antigüedad.

V. 79  Lo primero que oye al entrar al limbo es una voz: Intanto voce fu per me udita:/
“Onorate l'altissimo poeta;/ l'ombra sua torna, ch'era dipartita”  alguien, con otros, está
saludando a Virgilio (altissimo poeta) al verlo volver. Dante ve 4 sombras: Lo buon maestro
cominciò a dire:/ “Mira colui con quella spada in mano,/ che vien dinanzi ai tre sì come
sire:/ quelli è Omero poeta sovrano;/ l'altro è Orazio satiro che vene;/ Ovidio è 'l terzo, e
l'ultimo Lucano.

- Dante es acogido entre los mayores clásicos de la antigüedad.

Canto V

2º círculo  se encuentran los lujuriosos. Para acceder, hay que pasar por el juicio de Minos,
que dictamina el círculo al que tiene que ir cada condenado en función de los círculos de su
cola.
Cuanto más se baja, más grave es la culpa. La lujuria, por lo tanto, es el pecado menos grave.
El castigo es una tormenta eterna, que los arrastra por todo el círculo y los hace chocar.

V. 52  Personajes míticos:

Ell' è Semiramìs, di cui si legge


che succedette a Nino e fu sua sposa:
tenne la terra che 'l Soldan corregge.
L'altra è colei che s'ancise amorosa,
e ruppe fede al cener di Sicheo;
poi è Cleopatràs lussurïosa.
Elena vedi, per cui tanto reo
tempo si volse, e vedi 'l grande Achille,
che con amore al fine combatteo.
Vedi Parìs, Tristano”; e più di mille
ombre mostrommi e nominommi a dito,
ch'amor di nostra vita dipartille.

Entre estos, aparece un personaje moderno  Tristan.

Dante crea personajes novelescos a partir de figuras reales.

Paolo y Francesca  la culpa no está en la existencia del deseo, sino en la verbalización de


este y, por consiguiente, la realización.

Referencia a la novela artúrica  Paolo y Francesca leen la novela que explica los amores
de Lancelot y Ginebra. Se sonrojan porque se reconocen en esta historia.

- Dice que el libro es como Galeot  hace de rufián entre Lancelot y Ginebra.

Tesis de Girard del deseo mimético.

7/12/22

“li cittadini de la città partita”

Dante explica la historia de Florencia en 3 versos  Dopo lunga tencione/ verranno al


sangue, e la parte selvaggia/ caccerà l'altra con molta offensione.

2 muchedumbres de condenados que, dentro del círculo, giran en dirección opuesta, unas
rocas.

Dante resignifica el concepto de fortuna como explicación no racional de la arbitrariedad con


la que funciona el capital financiero.

- Se pasa de un círculo al otro en el mismo canto (cosa inhabitual).


La tristeza (pecado capital en la época de Dante) produce una especie de parálisis que, en los
casos más graves, llega a amputar la voz.

Se justifica el odio hacia Filippo Argenti con palabras del Evangelio (pq es un odio que nace
del sentimiento de la justicia.

Filippo Argenti  el apellido hace referencia a que llevaba espuelas de plata.

Leer cap. Sobre Dante en el libro de Auerbach.

Chi fuor li maggior tui? (¿quiénes son tus mayores?)

FALTA UNA CLASE


PURGATORIO

En las Antípodas llegan a una montaña con 9 zonas  el purgatorio.

La primera zona es el antipurgatorio + 7 terrazas que se estrechan + el paraíso terrenal (edén).

En cada una de las terrazas, las almas deben quedarse un tiempo en función de la gravedad
del pecado capital.

Se había casado conmigo dándome su gema  lo sabe su marido.

Historia Tolomei Siena  historia implícita (Paolo y Francesca. Intuye la situación en que
las mujeres son maltratadas por los maridos).

Beatriz reprocha a Dante el abandono de su mito después de la vida nueva i la sustitución de


este por el de la pargoletta.

Bienes vinculados a la caducidad el cuerpo  felicidad más allá de la belleza física.

“Le presenti cose”  Beatriz se ha convertido en algo ausente a partir de su muerte. Encanto
de la presencia en frente de la ausencia. Se deja seducir por las cosas presentes, “col falso lor
piacer”.

Ahora Beatriz reivindica su belleza física.

Nivel de la autoconciencia literaria 

El mito de la pargoletta es tan importante en la trama de la Commedia como Beatriz.


PARAISO

EL Infierno y el Purgatorio son inventados totalmente por Dante, en cambio, el Paraíso no


 Dante sigue las doctrinas cosmológicas de su tiempo. Tenemos que imaginar, por lo tanto,
un universo geocéntrico, con la Tierra en el medio, rodeada de 9 esferas de aire. Las 7 primera
se corresponden con los planetas que en la época se conocían: luna, Mercurio, Venus, Sol,
Marte, Júpiter, Saturno).

Más allá de la séptima esfera, la de Saturno, la octava esfera está representada por las estrellas
fija (mientras los planeta se mueven en el fondo celeste, las estrellas se mueven con el cielo).
La novena esfera es el “cristalino”  existencia hipotética. El cristalino es el “primo cielo
mobile”  da movimiento a todo lo demás. Universo Ptolemaico.

En el universo aristotélico, el motor de las esferas celestes son las “inteligencias motrices”.
Con el cristianismo, a estas esferas celestes se les concede otro espacio, que no sería un
espacio físico, sino metafórico  Paraíso en el sentido bíblico.

Dante, guiado por Beatriz tiene que cruzar estas 9 esferas.

Neoplatonismo  lectura teológica del universo mecánico de Aristóteles (p. ex. Las
inteligencias motrices se convierten en ángeles).

“La gloria di colui che tutto move”  Dios: da el movimiento a todo el universo. No es solo
el creador, tb le da el movimiento, por lo tanto, entendemos que no es solo movimiento
mecánico, sino también vida. Todo, entonces, viene de Dios. De él, lo que importa es la
“gloria”  la gloria es el poder.

“Per l’universo penetra, e risplende”  es una acción continua y constante la que Dios hace
en el mundo. El mundo está lleno del poder de Dios. Esta penetración del dios en el universo
se manifiesta a través de la luz (risplende)  elemento característico del neoplatonismo:
identificación del poder divino y de la vida como luz. Esta luz que viene de dios no ilumina
el universo de forma uniforme, sino que, cuando se manifiesta, se va poco a poco
depotenciando a medida que se aleja de su origen (dios).

Después de la novena esfera está el empíreo  salto metafísico.

El viaje de Dante es un viaje de la sombra a la luz (neoplatonismo).

Canto III. Paraiso.

- ali vid'io più facce a parlar pronte;/ per ch'io dentro a l'error contrario corsi/ a quel
ch'accese amor tra l'omo e 'l fonte.  Referencia a Narciso (error de creer que una
imagen ficticia se corresponde con una persona real). Dante dice que ha cometido el
error contrario: ha creido que unos objetos auténticos eran imágenes ficticias (ve unos
rostros muy débiles en el agua). Relación entre el objeto y la imagen que el objeto
reproduce.
Espíritu  respiración (característica esencial de la vida: lo que está vivo respira) y
movimiento  neoplatonismo. Todo el universo está revitalizado por el espíritu.

Beatriz le explica a Dante que esto que ha visto en el Paraiso son “sustancias verdaderas”
que, por carecer del cuerpo, están más vivas que las personas. El mundo auténtico es un
mundo donde no hay materia. Esta inconsistencia es lo que le ha hecho pensar que se trata
de reflejos.

Conforme Dante va subiendo, las almas del Paraiso bajan del empíreo para recibirlo.

“Carità”  “amor” dispuesto a satisfacer todos los deseos justos (amor de justicia, “giusta
voglia”). El Paradiso es un lugar donde reina la justicia.

La primera alma con la que se encuentra Dante: Piccarda  Piccarda Donatti  mujer de la
familia a la que pertenecía la mujer de Dante. Piccarda decide hacerse monja, pero el
hermano, Corso (que Dante dice que acabará en el Infierno), era el enemigo político de Dante.
Dice que está aquí porque no ha mantenido los votos  pequeña culpa que determina que no
esté en el cielo, sino un poco más abajo: le ha faltado “Perfetta vita e alto merto inciela /
donna più sù”, mi disse, “a la cui norma/ nel vostro mondo giù si veste e vela,  formó parte
de las clarisas (Santa Clara). El hábito de las monjas protege del mundo, de la sociedad
corruptible.

- Cuenta que el hermano la obligó a salir del monasterio para casarla con un florentino
con el que tenia que hacer una alianza entre familias. Tenemos una mujer que huye
del mundo para protegerse de la maldad de los hombres.

V. 108  Iddio si sa qual poi mia vita fusi  utiliza los mismos términos que con Ptolomeu
en el purgatorio. Las mujeres no quieren verbalizar el mal que les han hecho (sensibilidad
dantesca).

Canto IX. Cielo de Venus.

Encontramos dos mujeres.

1. Cunizza da Romano  personaje importante s.XIII. Siendo una aristócrata tuvo una
relación con un trovador que la raptó. Dante escoge situar en el paraíso a un personaje
conocido por su vida sexualmente aventurera.

2. Raab  Prostituta que ayuda a los cristianos a conquistar Jericó. Dice que entró en el cielo
de Venus antes que ninguna alma.

El Paraíso de Dante está lleno de mujeres que no son exactamente modelos religiosos.

Canto XXX. Empíreo.


Belleza de Beatriz  cada vez que sube una esfera, la belleza de Beatriz aumenta. Este es el
indicador del cambio de cielo. En el empíreo, la belleza que ve supera, no solo lo que se ve
en la Tierra, sino que solo Dios, su creador, goza entenderla enteramente.

Este es el último tramo en que aparece Beatriz, el tramo final del empíreo lo conduce San
Bernardo (el teólogo, -culto mariano-, no el perro) hasta la visión de Dios, que solo es posible
a partir de la intercesión de la virgen.

La oración es introducida por una plegaria de San Bernardo a la virgen: es una captatio
benevolentia.

El bien más grande que existe es la salud de Dios.

Dante está a punto de tene runa experiencia que está más allá de toda experiencia física 
San Bernardo ruega que no quede fulminado por esta visión. Dante se convierte en el primer
héroe de la humanidad (gracias a las mediaciones femeninas).