Roma Si Prepara Def

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Le proposte di Cgil e Uil

per un Giubileo
delle Opere,
del Lavoro e
delle Persone

LAZIO
IL SINDACATO DELLE PERSONE
DOCUMENTO SUL LAVORO E
SULLA PARTECIPAZIONE
POPOLARE AL GIUBILEO 2025
Il rapporto del Censis restituisce una fotografia inesorabile sullo stato della de-
mocrazia e sull’esercizio del diritto di voto nel nostro paese. A preoccupare non
è solo l’alto tasso di astensionismo ma anche le motivazioni addotte dagli in-
tervistati, una disaffezione completa alla classe politica e partitica, noi da parte
nostra continuiamo a richiedere una partecipazione popolare sempre più ampia
per recuperare un benessere del modello democratico e ricercare una qualità e
un efficacia delle politiche pubbliche.

Per fare tutto ciò proviamo a partire dalla prefazione del libretto introduttivo del-
la 50° Settimana Sociale della Chiesa Cattolica tappa fondamentale tra i percorsi
per il Giubileo 2025 e aperta da Papa Francesco nel Luglio 2023 a Trieste:

“Meglio il meno perfetto in unità, che la perfezione in solitudine.”

Una frase che racchiude la nostra idea sui limiti sociali e partecipativi che da
anni caratterizzano la gestione delle risorse pubbliche e le scelte politiche prese
dalle amministrazioni di ogni livello.

Nel 2025 la città dovrà offrire accoglienza a milioni di persone che determine-
ranno una forte incidenza sulla qualità e quantità dei servizi pubblici e sui livelli
di decoro urbano. La gestione di queste ricadute sui cittadini romani e sui pen-
dolari giornalieri rischia di produrre pericolose frizioni con una cittadinanza già
oggi esasperata dall’insufficiente livello dei servizi pubblici.

Oggi stiamo attraversando una straordinaria fase di investimenti che ricadono


sulla Città di Roma, tra i fondi europei, il pnrr e il Giubileo. Un’occasione da non
perdere per superare tanti problemi strutturali della Capitale e ricucire le frattu-
re sociali, acuite dalla mancanza di condivisione con le cittadine e i cittadini sulle
decisioni che impattano sulla loro quotidianità e sul loro futuro.

La nostra preoccupazione è che non si colga questa occasione per ricucire la


società, combattere le inaccettabili disuguaglianze sociali, avere un pensiero
lungo sul futuro della società e, per quanto possibile dalle competenze istitu-
zionali comunali, dare risposte ai problemi dei 5 “assi della precarietà”: reddito,
casa, salute, mobilità e sapere. Per vincere queste sfide è fondamentale avere
l’ascolto attivo, la coerenza e il protagonismo delle comunità.

Al Giubileo religioso immaginiamo quindi di affiancare tre “Giubilei laici”: il Giu-


bileo delle Opere, il Giubileo del Lavoro e il Giubileo delle Persone.
GIUBILEO
DELLE OPERE
Roma sta assistendo ad una gigantesca opera di manutenzione straordinaria
della città accompagnata da alcune opere infrastrutturali di importanza e valore
simbolico per le periferie come le nuove linee tramviarie di collegamento inter-
municipale, gli interventi su alcune specifiche situazioni di degrado abitativo ed
i progetti di “rammendo urbanistico” inseriti nella “Città dei 15 min” e collocati a
ridosso del GRA.

Tra interventi pubblici e privati sono ormai più di sette mila i cantieri attivi me-
diamente ogni settimana, tra bonus edili, opere giubilari e del pnrr, con impor-
tanti ricadute sull’occupazione nel settore delle costruzioni.

Deve essere una priorità l’attuazione puntuale del Protocollo sul Giubileo 2025,
sottoscritto il 30 novembre 2023, e l’espansione dei suoi contenuti a tutte le ope-
re ed altri settori. “Fare presto” e “fare bene” è possibile.

Roma ha uno strumento con cui si prevede che la stazione appaltante applichi i
contratti nazionali degli edili, premi più l’offerta tecnica che non i ribassi, escluda
il subappalto a cascata e dia più centralità alla formazione della mano d’opera e
alla sicurezza nei cantieri.

Uno strumento con cui gli appalti pubblici possono rappresentare l’occasione
per qualificare il settore delle costruzioni, favorendo le imprese che usano mate-
riali migliori e che hanno una migliore organizzazione del lavoro, garantendo la
qualità del lavoro e delle opere, nonché diventando un presidio di legalità.

Dove c’è lavoro di qualità e maggiore controllo sociale sulle risorse pubbliche è
più difficile il verificarsi d’infiltrazioni mafiose. Sono almeno 8 i miliardi di euro
che ricadono nella Capitale tra Giubileo e Pnrr, l’ultimo rapporto della Direzione
nazionale antimafia conferma un incremento del 500% delle diffide antimafia è
evidente, quindi, il ruolo strategico dell’applicare accordi, protocolli e patti che
qualificano il lavoro.

Questa fase di manutenzione straordinaria rende chiaro un problema struttura-


le della Capitale: Roma è condannata alla stagnazione economica e al lento de-
clino qualità della vita delle persone in assenza di importanti investimenti legati
ai grandi eventi.

La percezione è che la città non abbia la capacità di tramutare la spinta propulsi-


va e congiunturale dei grandi eventi in “riforme strutturali” della città stessa con
l’obiettivo di realizzare il proprio potenziale di crescita in modo equilibrato.

Tuttavia è indiscutibile che questa condizione sia dettata anche dall’assenza di


adeguati investimenti dell’amministrazione centrale sulla Capitale del proprio
paese e dalla mancanza di una programmazione comunale di lungo periodo.

Il rischio a cui stiamo assistendo è che ancora una volta i maggiori benefici rica-
dranno in modo quasi esclusivo nella Roma delle Mura Aureliane, lasciando le
periferie prive di un piano organico di interventi in grado di rigenerare i quartieri
e riqualificare i servizi pubblici, proprio laddove vive la maggioranza delle citta-
dine e dei cittadini di Roma.

Il Giubileo delle Opere deve puntare al sanare la carenza di infrastrutture ma-


teriali e immateriali al servizio di chi vive, lavora e studia quotidianamente
nella Capitale, superando i divari tra il centro e le periferie e garantendo lo
sviluppo duraturo della città e non solo per pochi trimestri in assenza di una
visione strategica del futuro di Roma.
GIUBILEO
DEL LAVORO
Per sempre più persone il lavoro è sinonimo d’incertezza e insicurezza economi-
ca. La precarietà non è più, da anni, un fenomeno che caratterizza la primissima
fase della vita lavorativa delle persone seguita dalla stabilizzazione. L’aver costru-
ito un impianto normativo ostile al lavoro stabile ha fatto esondare la precarietà
in settori produttivi in cui prima era marginale e in fasce inedite della popolazio-
ne occupata ed è diventata un elemento strutturale della nuova occupazione.

Dal 1993 al 2022 le persone che lavorano con contratti a tempo determinato nel
nostro paese sono raddoppiate passando da 1,5 a 3 milioni. Contestualmente,
negli ultimi 10 anni, le retribuzioni nominali dei dipendenti sono calate del 2%
mentre negli altri paesi dell’Unione Europea sono cresciute del 2,5%, decisamen-
te più alta è la perdita del potere d’acquisto causata dall’inflazione.

In un quadro nazionale tutt’altro che positivo, la Capitale vive una condizione


peggiore. Il 48% dei contratti di lavoro attivati nel 2022 è durato un solo giorno,
contro una media nazionale dell’12,6%. Dal 2009 al 2022 si è dimezzata la percen-
tuale di nuovi contratti a tempo indeterminato, dal 16% all’8%.

Su tutto questo pesa il modello di sviluppo che si è determinato nella Capitale e


che si è stratificato nel corso dei decenni. Le scelte politiche del passato hanno
fatto di Roma una città non industriale e nemmeno di terziario avanzato, rima-
nendo tagliata fuori da importanti settori produttivi ad alto valore aggiunto.

Non è un caso l’aumento massiccio degli addetti in settori a bassa intensità di


conoscenza, meno qualificati e con retribuzioni più basse e una crescita decisa-
mente più contenuta in settori ad alta intensità di conoscenza. Un fattore che
determina anche l’aumento del tasso di overerducation, la quota di persone im-
piegate in professioni che richiedono competenze inferiori a quelle possedute: a
Roma dal 2011 al 2019 il tasso è passato dal 6,4% all’8,9%, mentre a Milano è sceso
dall’8% al 6,1%. Uno spreco di capitale umano che impatta sulla capacità di cre-
scita del sistema produttivo della Capitale, nonché sulla soddisfazione lavorativa
delle persone.

Il Giubileo, insieme al PNRR, può tradursi nell’inizio di un percorso per riqualifi-


care il mercato del lavoro e il sistema produttivo di Roma. Da questo punto di
vista l’accordo sulla legalità, la sicurezza ed il lavoro nei cantieri delle opere
giubilari deve essere un punto di partenza e non di arrivo di questo processo e
sul quale serve un impegno puntuale per l’applicazione. Con lo stesso approc-
cio guardiamo alla preparazione della macchina amministrativa pubblica, inclu-
sa quella delle aziende partecipate, e dell’accoglienza delle decine di milioni di
pellegrini e turisti va declinata come opportunità per costruire un’occupazione
strutturale legata agli eventi che la Capitale del Paese ospita.
Crediamo sia fondamentale dare finalmente alla luce il Patto per il Lavoro e lo
Sviluppo Sostenibile, su cui le organizzazioni sindacali hanno chiesto da tempo
l’impegno della Giunta Gualtieri, con cui poter migliorare la qualità dell’occupa-
zione e governare i processi di transizione e d’innovazione.

Un patto che rappresenti una cornice per azioni concrete come i percorsi di
reinternalizzazione dei servizi pubblici e di ripensamento in chiave industriale
delle società in house del Comune, cosi come i percorsi per il superamento del
lavoro povero e precario nei servizi pubblici e le azioni specifiche da mettere in
campo per non rendere il Giubileo una fabbrica di precarietà.

Per realizzare concretamente il Giubileo del Lavoro serve avviare un percorso


per definire un Patto per il Lavoro e le Imprese di qualità con e tra le forze pro-
duttive della città, sostenuto da un Progetto Strategico sullo Sviluppo Sosteni-
bile di Roma, che costruisca le condizioni per interventi a breve, medio e lungo
periodo per uscire strutturalmente dalla lunga fase di stagnazione economica
della Capitale.

Occorre investire sulla contrattazione integrativa per garantire il giusto rico-


noscimento a chi lavora per la città e per un piano straordinario di assunzioni
per il Comune di Roma e le partecipate per far trovare pronta la città, a partire
dal decoro, dalla mobilità e la cultura.

Crediamo sia importante stabilire un salario minimo comunale che dovranno


rispettare tutti gli operatori economici degli appalti dei servizi per il funziona-
mento del Giubileo.

Serve mettere in atto, anche in funzione dei tanti eventi ospitati nella Capitale,
una Carta di Qualità del Lavoro Occasionale a cui gli organizzatori degli eventi
dovranno rivolgersi obbligatoriamente evitando che il volontariato si trasformi
da ricchezza sociale in strumento di ulteriore sfruttamento.

Inoltre, bisogna introdurre un bollino per il lavoro di qualità per gli alberghi e
strutture ricettive e redigendo sull’esempio normativo adottato in altre regioni
un registro comunale degli affitti brevi e delle case vacanza. In altre città è sta-
to fatto si può fare anche a Roma: rispetto e piena applicazione dei CCNL leader
di settore sottoscritti dalle Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresen-
tative sul piano nazionale, certificazione della regolarità contributiva, sono alcu-
ni dei parametri di riferimento che possono essere utilizzati.
GIUBILEO
DELLE PERSONE
Il deficit di sviluppo socio-economico di Roma è legato anche alla scarsità di ri-
sorse economiche ordinarie e di sotto-finanziamento nazionale dei servizi pub-
blici, che ha determinato un approccio meno politico del bilancio e più centrato
sul contenimento dei costi e sulla riduzione del debito anziché sugli investimen-
ti necessari per lo sviluppo sociale ed economico della città, che renderebbero
più facile abbattere il debito.

Questa impostazione è legata alle scelte politiche successive alla crisi del 2008
che, anziché rafforzare e migliorare la qualità della spesa pubblica, hanno ridot-
to la spesa sociale e il perimetro pubblico. Il risultato, in assenza anche di altre
politiche necessarie al rilancio dell’economia del paese, è stato l’aumento delle
persone in difficoltà, l’incapacità degli enti locali di rispondere ai bisogni delle
fasce più deboli della società e l’aumento della pressione fiscale dei tributi locali
per sopperire al taglio dei trasferimenti.

Roma è anche la Capitale delle disuguaglianze. Una città ricca, che vede au-
mentare i depositi bancari e il suo reddito complessivo e in cui sempre più perso-
ne faticano a sopravvivere pur lavorando. Dal 2000 ad oggi è cambiato notevol-
mente il paradigma della povertà: le crisi del 2008, del 2012 e del 2020 ne hanno
rotto gli argini determinando che l’indigenza riguardasse nuovi segmenti della
popolazione: le famiglie non numerose, chi ha un reddito da lavoro, i migranti, le
giovani generazioni, i residenti nelle aree del centro e del nord del paese.

A cambiare sono anche le forme della povertà. La povertà non è solo economi-
ca, è abitativa, energetica, sanitaria, educativa, alimentare, digitale, relazionale
e l’elenco potrebbe continuare a testimonianza che non si può pensare ad una
soluzione standard ad un problema che ha origini ed effetti diversificati.

Se lavorare non basta più come antidoto alla povertà, lo dimostra l’aumento dei
working-poor, e forse non è mai bastato, diventa ancora più strategico il ruolo
del welfare pubblico per far uscire le persone dalla condizione di povertà. Perso-
ne che il governo nazionale ha deciso di abbandonare non rifinanziando il fondo
affitti e tagliando l’unico strumento universale di sostegno al reddito per le fasce
più povere del nostro paese.

Il Giubileo delle Persone ha l’obiettivo di affrontare importanti questioni: la ri-


duzione della pressione fiscale, la lotta alla povertà, il potenziamento dei servizi
pubblici e la partecipazione.

Oggi i residenti dei Roma pagano l’addizionale comunale più alta d’Italia e nel
contempo subiscono i danni dell’evasione fiscale e tariffaria più alta tra tutte le
città del centro-nord ed di un insufficiente livello di servizi pubblici.
L’addizionale comunale all’irpef così alta è legata alla gestione commissariale
del debito pregresso, che dal 2008 viene in parte finanziata con 200 milioni di
euro derivanti dall’addizionale comunale e che si è tradotta nella maggiorazione
dell’aliquota dello 0,4% per tutti i contribuenti con redditi superiori ai 10.000 €.
Nel “Milleproroghe” è stata introdotta una norma che consente di superare la
gestione commissariale del debito.

Il contrasto all’evasione fiscale e tariffarie deve essere una priorità per il Comune
di Roma, dove l’economia sommersa e quella illegale causano un danno erariale
annuo superiore agli 8 miliardi di euro. Il Comune di Roma può fare la sua parte
per recuperare importanti risorse necessarie al funzionamento della città e con-
tribuire a ripristinare i principi di equità e giustizia sociale.

Il Comune deve esercitare anche un ruolo di pressione istituzionale nei confronti


del Governo affinché si veda finalmente riconosciuti i trasferimenti di cui neces-
sita la Capitale.

Queste tre azioni ci consentono di poter arrivare ad un accordo sulle politiche


fiscali del Comune di Roma con cui poter ridurre la pressione fiscale e determi-
nare l’esenzione, in base all’ISEE, di alcuni obblighi tariffari per dare una prima
risposta concreta a sostegno delle famiglie, mettere in campo la revisione e il
potenziamento delle delibere capitoline 154/97 e 163/98 con cui poter sostene-
re chi vive in povertà e dotarsi in questo modo di uno strumento di sollievo per
famiglie indigenti e le fasce più deboli della società, a partire dagli anziani che
rappresentano ormai un quarto della popolazione, da finanziare anche con le
risorse del Giubileo.

Per dare corpo e vita al Giubileo del Lavoro, al Giubileo delle Opere e al Giubi-
leo delle Persone e fare in modo che il Giubileo non sia solo un evento serve
una costante e pressante opera di partecipazione che coinvolge l’intera co-
munità.

Nel 2000 la partecipazione popolare e associativa fu uno dei maggiori fattori di


successo del Giubileo. Può esserlo anche per il Giubileo del 2025. Il confronto
con i territori e la condivisione sulle opere di decoro urbano e recupero degli spa-
zi pubblici, sulle modifiche alla mobilità e sul funzionamento dei servizi pubblici
possono consentire di far divenire il Giubileo un evento capace di coinvolgere
tutta la città e ricucirne il tessuto sociale.

Mancano meno 300 giorni al Giubileo, sono pochissimi, ma si può costruire


quel patto di comunità che può farci trovare pronti e riscattare la città. Il Giu-
bileo del Lavoro, delle Opere e dei Cittadini possono cambiare il volto della
città e soprattutto migliorare la vita delle persone.
Le 10 proposte sul Giubileo 2025
di CGIL e UIL
1) Applicazione ed estensione del protocollo sulla legalità, la
sicurezza ed il lavoro di qualità nei cantieri delle opere giubi-
lari nelle altre opere e settori, in particolare nel settore della
ricezione turistica e nel commercio;

2) Patto per il lavoro e lo sviluppo sostenibile;

3) Superare il lavoro povero e precario a partire dai servizi pub-


blici e dalle società partecipate;

4) Percorsi di reinternalizzazione dei servizi pubblici e ripen-


samento in chiave industriale delle società in house;

5) Investire sulla contrattazione integrativa per garantire il


giusto riconoscimento a chi lavora per la città e per un piano
straordinario di assunzioni del Comune di Roma e le sue par-
tecipate;

6) Introdurre il salario minimo comunale;

7) Introdurre la carta di qualità del lavoro occasionale;

8) Introdurre il bollino per il lavoro di qualità a partire dagli


alberghi e dalle strutture ricettive e il registro comunale degli
affitti brevi e delle case vacanza;

9) Ridurre la pressione fiscale dell’addizionale comunale all’ir-


pef sui redditi da pensione e da lavoro;

10) Rivedere e potenziare le delibere capitoline 154/97 e 163/98


per avere sostegni sull’emergenza abitativa e per uscire dalla
povertà
LAZIO
IL SINDACATO DELLE PERSONE