Natale in Italia

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Luci di Natale a Verona

Questa voce descrive le principali tradizioni natalizie dell'Italia, oltre agli aspetti storici e socio-economici della festa.

Il termine "Natale"

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Una cartolina natalizia italiana del 1931

Il termine "Natale" deriva dal latino natalis.[1]

Formule d'augurio in italiano sono "Buon Natale" e "Felice Natale".[2]

Celebrazioni religiose

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A partire dal 16 dicembre e fino al giorno della Vigilia di Natale, viene recitata in ambito ecclesiastico la novena di Natale.[2]

Il 24 dicembre, Vigilia di Natale, viene celebrata la messa notturna di Natale, chiamata anche Messa di mezzanotte.

La notte del 31 dicembre, notte di San Silvestro, nella messa vespertina della Solennità di Maria Madre di Dio viene tipicamente cantato il Te Deum come segno di gratificazione per l'anno trascorso.

Tradizioni popolari

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Presepe ad Amalfi (Campania)
Lo stesso argomento in dettaglio: Presepe e Presepe di Greccio .

Dall'Italia proviene la tradizione del presepe.

Quello che è considerato il primo presepe della storia (un presepe vivente) fu allestito da San Francesco d'Assisi a Greccio nel 1223.[2][3][4][5][6]. Tuttavia, scene delle natività si riscontravano già a Napoli nel 1025.[6]

In Italia, si sono poi diffuse tradizioni presepistiche regionali, come quella del presepe bolognese, del presepe genovese e del presepe napoletano.

Ceppo di Natale

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La tradizione del ceppo di Natale, un tempo diffusa, è attestata in Italia sin dall'XI secolo.[7] Di questa tradizione viene fornita una descrizione particolareggiata in un libro stampato a Milano nel XIV secolo.[7]

Il ceppo di Natale figura con nomi diversi a seconda delle regioni: in Toscana è noto come "ciocco", mentre in Lombardia è noto come "zocco".[7] In Val di Chiana (Toscana), era usanza che i bambini, bendati, dovessero colpire il ceppo con delle tenaglie, mentre il resto della famiglia intonava l'Ave Maria del Ceppo.[7] Che la tradizione fosse un tempo molto radicata in Italia, è dimostrato dal fatto che il Natale in Toscana veniva chiamato "festa del ceppo".[7]

Albero di Natale

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Albero di Natale a Milano

La tradizione dell'albero di Natale, di origine germanica, è stata adottata ampiamente anche in Italia nel corso del Novecento, inizialmente soprattutto nel Settentrione per poi diffondersi anche nel resto del paese. Pare che il primo albero di Natale in Italia sia stato eretto al Quirinale per volere della regina Margherita, verso la fine dell'Ottocento.[2] Durante il fascismo tale usanza venne contrastata dal regime (essendo considerata imitazione di una tradizione straniera), preferendo il presepe. Nel 1991, l'albero di Natale di Gubbio, alto 650 metri e decorato con oltre 700 luci, entrò nel Guinness dei primati come l'albero di Natale più alto del mondo.[8]

Tradizione tipicamente italiana è invece quella degli zampognari, ovvero uomini vestiti da pastori e muniti di zampogna, che scendono dalle montagne, suonando musiche natalizie.[2][5][9]:[10] Questa tradizione, risalente al XIX secolo[10], è particolarmente diffusa nel Sud del Paese[2]

Una descrizione degli zampognari abruzzesi è fornita da Héctor Berlioz nel 1832.[9]

Portatori di doni

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Tipici portatori di doni del periodo natalizio in Italia sono Santa Lucia (le notti del 12 e13 dicembre), Gesù Bambino, Babbo Natale (il nome dato a Santa Claus), e, il giorno dell'Epifania, la Befana.[2][5]

Tradizionale portatore di doni in alcune zone dell'Italia, come a Verona, a Udine, a Lodi, a Cremona, a Pavia, a Brescia, a Bergamo e a Piacenza è Santa Lucia nella notte tra il 12 e il 13 dicembre.

A Siracusa, in Sicilia, l'omonima celebrazione locale dura dal 13 al 20 dicembre.

Secondo la tradizione italiana, Santa Lucia si presenta in sella al suo asinello e i bambini devono lasciare una tazza di tè per la santa e un piatto di farina per l'animale.[11]

Lo stesso argomento in dettaglio: Befana.
Bambola raffigurante la Befana

Una figura tipica del folclore natalizio italiano è la Befana, raffigurata come una vecchia strega su una scopa, che compare come portatrice di doni il 6 gennaio, giorno dell'Epifania[2][12]: secondo la tradizione, questa figura porta regali (di solito dolci all'interno di una calza) ai bambini buoni e carbone ai bambini cattivi.[12][13]

La Befana, il cui nome è una "corruzione" del vocabolo "Epifania"[9], è una figura collegabile ad altre che si riscontrano anche in altre culture, come la tedesca Frau Berchta e la russa Babuška[13].

Alla figura della Befana è dedicata una celebre filastrocca[12]:

La Befana vien di Notte
con le scarpe tutte rotte
il cappello alla romana
viva viva la Befana

Lo stesso argomento in dettaglio: Cena di Natale.

Secondo la tradizione la cena della Vigilia di Natale non deve contenere carne.[5] Un piatto diffuso, soprattutto al Sud, è l'anguilla o il capitone[5].

Lo stesso argomento in dettaglio: Panettone.
Un panettone

Tipico dolce natalizio italiano è il panettone, un dolce con uvetta e canditi originario di Milano, ma diffuso in tutto il territorio.[14][15]

Le origini di questo dolce risalgono forse già al XII secolo.[14]

Il nome "panettone" deriva forse da "pan del Ton", con riferimento ad una delle leggende sulle origini di questo dolce, che sarebbe stato creato da uno sguattero di nome Toni al servizio del Duca Ludovico.[14][15]

Questo dolce natalizio fu particolarmente apprezzato dallo scrittore Alessandro Manzoni e dal compositore Giuseppe Verdi.[15]

Lo stesso argomento in dettaglio: Pandoro.

Altro tipico dolce natalizio italiano diffuso in tutto il territorio è il pandoro, un dolce originario di Verona, creato nel 1884 da Domenico Melegatti.[14]

Il nome di questo dolce deriverebbe da "pan de oro", in ricordo di un dolce a forma conica, che ai tempi della Repubblica Serenissima veniva ricoperto di foglie d'oro zecchino.[14]

Lo stesso argomento in dettaglio: Torrone.

Originario del Nord Italia, ma diffuso su tutto il territorio, è anche il torrone.

Secondo la tradizione, il torrone avrebbe avuto origine da un dolce servito a Cremona il 25 ottobre 1441 in occasione del matrimonio tra Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti.[16]

Lo stesso argomento in dettaglio: Mandorlato.

Dal Nord Italia, segnatamente da Cologna Veneta, proviene il mandorlato.[17]

Le origini di questo dolce risalgono probabilmente ai rapporti commerciali che la Repubblica di Venezia intratteneva con l'Oriente.[17]

Lo stesso argomento in dettaglio: Struffoli.

Provenienti dal Sud Italia, ma diffusi in tutto il territorio, sono gli struffoli: conosciuti già nel XVII secolo, il loro nome deriva forse dal greco strongoulos, che significa "rotondo".[18]

Tradizioni popolari e gastronomia regione per regione

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A Lanciano, le festività natalizie si aprono il 23 dicembre con il rintocco di una campana, detta "La Squilla".[19] Questa tradizione, alla quale segue una processione di fedeli munite di candele, si rifà ad un viaggio di 3 km che tra il 1588 e il 1607 veniva compiuto annualmente il Vescovo Tasso, il quale soleva recarsi a piedi nudi dal suo palazzo fino alla chiesa dell'Iconicella.[19]

Nel paesino abruzzese di Tufillo, sempre in provincia di Chieti, il giorno della vigilia di Natale, viene bruciata la "farchia", un tronco che può raggiungere la lunghezza di 20 metri.[19]

Nella frazione di Santo Stefano di Sante Marie, in provincia dell'Aquila, si svolge invece una processione con in mane delle fiaccole, chiamate localmente ntosse mentre in alto, sul monte sovrastante il paese si usa dare fuoco ad una Capanna fatta di fascine.I vecchi erano soliti trarre auspici sul raccolto dell'anno nuovo secondo la direzione del fumo: verso i castagneti o verso le vigne.[19]

La tradizione del presepe in Abruzzo

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Lo stesso argomento in dettaglio: Presepe abruzzese.

In Abruzzo, la tradizione del presepe è attestata almeno si dal 1567, quando in un inventario del Castello di Celano viene menzionato il presepe della famiglia Piccolomini.[19]

In Basilicata le festività natalizie iniziano il giorno 8 dicembre con l'allestimento di mercatini di Natale nel capoluogo della regione Potenza. Inoltre è famoso il presepe vivente che viene allestito nei Sassi della città di Matera, Patrimonio Unesco.

In Calabria, le festività iniziavano ufficialmente con il giorno di sant'Andrea, giorno in cui le nonne recitavano ai nipoti la seguente filastrocca[20]

Santu 'Ntria ha portat"a nova:
alli sia è de Nicola,
all'ùottu è de Maria,
alli trìdici è de Lucia,
alli vintunu San Tumàsu canta:
'U vinticincu è la Nascita Santa!

In seguito, si sentiva il suono degli zufoli, che annunciava l'arrivo del periodo natalizio, come diceva il detto Quannu sient i fisc-chietti sonari: Terullèru!.. - È venutu Natali.[20]

Tra i piatti tipici di natale ci sono la cicerata, i zippuli, i chjinuli, i laci e la pitta 'nchiusa.

Il presepe napoletano

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Lo stesso argomento in dettaglio: Presepe napoletano .
Un presepe napoletano

Il presepe napoletano si diffuse a partire dal XVIII secolo, quando veniva prodotto per i sovrani e la nobiltà locale, e conobbe il periodo di massimo splendore sotto il regno di Carlo di Borbone.[5][21]

Il presepe napoletano si caratterizza, oltre che per la presenza dei personaggi relativi alla Natalità, di personaggi relativi alla vita quotidiana, quali erbivendoli, mendicanti, venditori ambulanti, pastori della Majella, ecc.[21] Vi si riscontrano figure non solo legate alla Cristianità, ma spesso legate a credenze popolari e riti scaramantici.[22]

A Napoli, vi è anche una via chiamata proprio "Strada degli artigiani del presepe".[2]

Emilia-Romagna

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In Emilia-Romagna era diffusa un tempo la tradizione del ceppo di Natale, la cui accensione spettava al capofamiglia.[23] Dopo l'accensione del ceppo, aveva luogo l'arimblén, una pesca che si prefiggeva lo scopo di indovinare l'andamento dell'anno nuovo.[23]

Dolce tipico era il pan 'd Nadel ("pane di Natale").[24]

Friuli-Venezia Giulia

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In Friuli Venezia Giulia, nella notte del 12 dicembre, passa Santa Lucia che porta doni ai bambini.

Un tempo in Liguria, si usava addobbare la casa con dei lunghi fili di spago, decorati con bacche di ginepro, alloro, rametti di ulivo, maccheroni e noci.[25]

Tra le pietanze tipiche del periodo erano tradizionalmente i natalini in brodo, dei maccheroni di pasta di semola di grano duro lisci, i cavoli bolliti conditi con l'olio, la focaccia di granturco, ecc.[25]

Sulle tavole imbandite si trovano solitamente a scopo propiziatorio anche uno scopino di erica (che era stato fatto precedentemente benedire durante la messa di mezzanotte), una pizzico di sale, la cassoa (mestolo forato), e del pane bianco destinato ai poveri e agli animali.[25]

A Milano, ha luogo durante il periodo dell'Avvento la fiera dedicata a Sant'Ambrogio e detta degli O bei o bei.[26]

Tra le tradizioni particolari del Molise, vi è la 'Ndocciata, una fiaccolata che si tiene la sera dell'Immacolata Concezione e della Vigilia di Natale nel paese di Agnone, in provincia di Isernia.[27]

In varie città della Puglia, i festeggiamenti natalizi iniziavano con il 6 dicembre, festa di san Nicola, quando gli organi delle chiese suonavano "La pastorella" o la "Ninna nanna".[28]

A Taranto, invece, la stagione natalizia inizia nella notte tra il 22 e il 23 Novembre in occasione dei festeggiamenti in onore di Santa Cecilia, patrona della musica; in particolare, è diffusa l'usanza di preparare Pettole e di accogliere le bande cittadine che nella notte eseguono composizioni musicali tipiche note come "pastorali".

Un tempo, in alcuni paesini della provincia di Bari, venivano accese dodici candele a partire dal giorno di santa Lucia, candele che venivano poi spente una ad una man mano che ci si avvicinava al Natale.[28]

Il giorno della Vigilia, era tradizione digiunare il mezzogiorno, come suggerisce il proverbio che dice Chi non fasce u desciune de Natale, o è turche, o è cane.[28]

A Lecce si organizza "la fiera di Santa Lucia", un mercatino natalizio dedicato alle rappresentazioni della natività in cartapesta leccese.

In parte della provincia di Brindisi e nella provincia di Lecce è molto diffuso il culto in onore di Sant'Antonio abate e le festività natalizie si prolungano fino al giorno della festa il 17 gennaio, in cui tradizionalmente si tolgono gli addobbi. In particolare, a San Pancrazio Salentino in provincia di Brindisi è diffuso un detto popolare che recita L'Epifania tutti li festi si porta via, ma poi eni Sant'Antoni ca dici 'spetta 'spetta ca 'rria la mia.

Zuccu a Fondachelli-Fantina, Sicilia

Un tempo, in Sicilia, a partire dal 13 dicembre, in ogni abitazione veniva allestita la grotta di Natale preparata con la cosiddetta "spina pulici", un asparago selvatico che veniva intrecciato.[29] In questo presepe erano solitamente presenti figure quali u zu innaru, un uomo anziano infreddolito, e u spaventato.[29] In molti paesini della Sicilia orientale è tradizione per la notte di Natale accendere nelle principali piazze un grande falò, chiamato u zuccu, per riscaldare il Bambin Gesù.

In Veneto, piatto tipico della Vigilia di Natale sono i bigoli con le sarde e polenta e scopeton.[30] Nella Val di Chiampo e nella zona di Valdagno, si mangiavano invece le lumache[31], mentre nei Paesi montani della Val Leogra si consumava il gatto in umido (considerato alla stregua del coniglio)[31].

Musica natalizia

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Canti natalizi tradizionali originari dell'Italia

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Molte canzoni natalizie tradizionali sono presenti nel repertorio di gruppi quali i Ricchi e Poveri e cantanti quali Al Bano, Andrea Bocelli, Luciano Pavarotti, Laura Pausini e tanti altri.[38]

Nel panorama tradizionale sono stati poi inclusi brani non propriamente tradizionali e composti agli inizi della seconda metà del XX secolo, quali Vorrei salir sull'ali di una stella (1946), Canzone di Natale (1950) e Caro Gesù Bambino (composta da Piero Soffici e presentata alla seconda edizione dello Zecchino d'Oro nel 1960).[36]

Adattamenti in italiano di canti natalizi stranieri

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Canzoni natalizie non tradizionali

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Notevole, nell'ambito della musica natalizia in Italia, è anche il contributo di cantanti, gruppi, cantautori, parolieri e compositori di musica leggera, pop e rock.

Qui di seguito, viene pubblicato un elenco parziale in ordine alfabetico di brani originali non tradizionali scritti da autori vari e dedicati al Natale ed incisi da interpreti italiani o pubblicati in Italia:

Anche molte canzoni straniere sono diventate simbolo del Natale italiano tra queste:

Proverbi italiani dedicati al Natale

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  • A Natale, o grosso o piccino, su ogni tavola c'è il tacchino[69]
  • Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi[2]

Proverbi meteorologici

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  • A Natale, freddo cordiale[69]
  • Fino a Natale il freddo non fa male da Natale in là, il freddo se ne va[69]
  • Natale al balcone e Pasqua al tizzone[69]

Il Natale nella cultura di massa italiana

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Nella cinematografia italiana, il tema delle vacanze natalizie ha ispirato un filone cinematografico di film commedia noto come "cinepanettone".[73]

Capostipite del genere è il film Vacanze di Natale, film del 1983 diretto da Carlo Vanzina. Molti dei film del genere (quali Vacanze di Natale '95, Vacanze di Natale 2000, Merry Christmas, Natale sul Nilo, Natale in India, Christmas in Love, Natale a Miami, ecc.) hanno visto come protagonista la coppia formata da Massimo Boldi e da Christian De Sica.[73]

Per alcuni anni, dal 1984 al 1988, su Canale 5 andò in onda La merenda è servita, una speciale versione natalizia de Il pranzo è servito, gioco interamente dedicato ai bambini, in cui partecipavano due squadre ognuna composta da un bambino e una bambina. Le portate vennero adattate con riferimento ai dolci natalizi. Il premio finale consisteva in giocattoli.

Svariati erano gli spot televisivi di aziende che con lo spot promuovevano i loro prodotti, tra cui Coca Cola, Bistefani, Gig, Sapori, Bauli, Melegatti, molti dei quali rimasti indimenticati.

Il Natale italiano nella cultura di massa di altri Paesi

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Galleria d'immagini

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  1. ^ Natale, su etimoitaliano.it, Etimo italiano. URL consultato il 28 novembre 2015.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n (DE) Natale (italienische Weihnachten), su mein-italien.info, Mein Italien. URL consultato il 29 novembre 2015.
  3. ^ Bowler, Gerry, "Dizionario universale del Natale" ["The World Encyclopedia of Christmas"], ed. italiana a cura di C. Corvino ed E. Petoia, Newton & Compton, Roma, 2003, p. 272
  4. ^ Miles, Clement A., Storia del Natale tra riti pagani e cristiani [Christmas in Ritual and Traditions, Christian and Pagan], ed. italiana a cura di Laura Mazzolini, Odoya, Bologna, 2010, p. 45
  5. ^ a b c d e f Bowler, Gerry, op. cit., p. 196
  6. ^ a b (EN) Christmas in Italy, su whychristmas.com, Why Christmas. URL consultato il 3 dicembre 2015.
  7. ^ a b c d e Miles, Clement A., op. cit., p. 185
  8. ^ (EN) Christmas Season Events and Traditions in Italy - Italy Travel, su goitaly.about.com, Go Italy.About.com. URL consultato il 28 novembre 2015 (archiviato dall'url originale il 27 febbraio 2017).
  9. ^ a b c (DE) Zampognari, su mein-italien.info, Mein Italien. URL consultato il 29 novembre 2015.
  10. ^ a b Bowler, Gerry, op. cit., p. 364
  11. ^ Santa Lucia: Storia e Tradizioni in Italia, su filastrocche.it. URL consultato il 5 dicembre 2015.
  12. ^ a b c (DE) La Befana, su mein-italien.info, Mein Italien. URL consultato il 3 dicembre 2015.
  13. ^ a b Bowler, Gerry, op. cit., p. 67
  14. ^ a b c d e Storia del panettone e del pandoro, su saleepepe.it, Sale e pepe. URL consultato il 28 novembre 2015 (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2015).
  15. ^ a b c (DE) Panettone, su mein-italien.info, Mein Italien. URL consultato il 30 novembre 2015.
  16. ^ Storia del mandorlato, su scaldaferro.it, Torronificio Scaldaferro. URL consultato il 30 novembre 2015 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  17. ^ a b Storia del mandorlato - In Veneto, su scaldaferro.it, Torronificio Scaldaferro. URL consultato il 30 novembre 2015 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  18. ^ Storia degli struffoli, su taccuinistorici.it, Taccuini storici. URL consultato il 2 dicembre 2015.
  19. ^ a b c d e Natale in Abruzzo (PDF), su gerboni.net. URL consultato il 12 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  20. ^ a b 'U Misi e Natali, nella tradizione popolare del cosentino - Il messaggero di Sant'Andrea, su calabriaonline.com, Calabria Online. URL consultato il 15 dicembre 2015.
  21. ^ a b Miles, Clement, A., op. cit., p. 53
  22. ^ Miles, Clement, A., op. cit., p. 55
  23. ^ a b Miles, Clement, A., op. cit., p. 66
  24. ^ Miles, Clement, A., op. cit., p. 67
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  26. ^ Miles, Clement, A., op. cit., p. 61
  27. ^ Le torce che cacciano le streghe, su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 17-12-2004. URL consultato il 16 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  28. ^ a b c Rauzino, Teresa M., Natale com'era... Antiche tradizioni garganiche e pugliesi, su mondimedievali.net, Mondi Medievali. URL consultato il 13 dicembre 2015.
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  30. ^ Ferrari, Augusto, Da un San Martino all'altro. L'Anno del Contadino visto nei Santi di Antica Tradizione Rurale Vicentina, Editrice Veneta, Vicenza, 2001, p. 70
  31. ^ a b Ferrari, Augusto, op. cit., p. 71
  32. ^ a b c d e Pedrinelli, Andrea, Le musiche del Natale, Milano, Àncora, 2010, p. 123.
  33. ^ Pedrinelli, Andrea, op. cit., p. 122
  34. ^ Pedrinelli, Andrea, op. cit., p. 17
  35. ^ a b Pedrinelli, Andrea, op. cit., p.44
  36. ^ a b Pedrinelli, Andrea, op. cit., p.45
  37. ^ Pedrinelli, Andrea, op. cit., p. 47
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  41. ^ (EN) Alicia - A Natale puoi, su discogs.com, Discogs. URL consultato il 28 novembre 2015.
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  47. ^ (EN) Cri Cri, su discogs.com, Discogs. URL consultato il 30 novembre 2015.
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  65. ^ Pedrinelli, Andrea, op. cit., pp. 104-105
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  67. ^ Pedrinelli, Andrea, op. cit., p. 105
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  70. ^ Pedrinelli, Andrea, op. cit., p. 132-133
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  74. ^ (EN) Jimmy Roselli – Buon Natale (Means Merry Christmas To You), su discogs.com, Discogs. URL consultato il 22 novembre 2015.
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