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L'inganno
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E-book209 pagine2 ore

L'inganno

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Info su questo ebook

Alberto Bocedi, ricco industriale bolognese, a quarantott'anni incontra in un meeting la bellissima Federica Fabbri, ragazza immagine venticinquenne e se ne innamora perdutamente. Federica, algida e calcolatrice, per mere questioni economiche sposa quell’uomo anziano e poco attraente. Il matrimonio dura una dozzina d’anni, senza figli.
Federica, stanca per le continue assenze del marito, gran lavoratore e poco dedito alla vita mondana, comincia a essere stufa del suo status di moglie mantenuta, malgrado il marito le garantisca costose vacanze estive, palestre di grido, boutique di prim’ordine e frequenti week end in ambienti molto selezionati. Federica comincia così a prendersi qualche licenza sessuale con Vincenzo Spada, un culturista ventottenne senza né arte né parte. Alberto chiude un occhio, convinto che la giovane moglie dopo un po’ si stancherà. In realtà quel Vincenzo è solo una pedina del complicato gioco ordito dalla crudele e paranoica Federica Fabbri che, nel frattempo, aveva intrecciato una relazione con Christian Salvaterra, agente penitenziario noto per le sue crudeltà contro i detenuti e sospettato di aver accompagnato la Banda della Uno Bianca in un paio di rapine minori. Inizia da qui un perverso gioco dei due diabolici amanti fatto di un finto rapimento e riscatto, imbrogli informatici e una fuga a Cuba, per una vita di eterne vacanze.
Ma non hanno fatto i conti con il marito di lei, che ingaggia due investigatori privati, ex poliziotti, per recuperare, se non la moglie, almeno i suoi soldi.
LinguaItaliano
Data di uscita14 ott 2021
ISBN9791280075345
L'inganno

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    Anteprima del libro

    L'inganno - Vito Introna & Francesca Panzacchi

    COVER_l-inganno_WEB.jpg

    Tutti i diritti riservati

    Copyright ©2021 Oltre S.r.l. – Sestri Levante

    ISBN 9791280075345

    Titolo originale dell’opera:

    L'inganno

    di Vito Introna - Francesca Panzacchi

    Marchio editoriale OLTRE edizioni

    Collana *I Gialli*

    diretta da Diego Zandel

    Prima edizione cartacea: maggio 2021 con ISBN 9791280075185

    VITO INTRONA

    (Bari 1970) Lavora a Laterza (Ta) come consulente legale. Ha all’attivo numerose pubblicazioni tra le quali il romanzo Weird La Maschera di Pazuzu (2013) edizioni GDS; il romanzo di hard SF Ainor l’apolide (2013) Loquendo edizioni; i thriller L’alienato (con Francesca Panzacchi, 2014) Milena Edizioni, Distruggete Israele, Cavinato edizioni (2015), L’alba dei reietti GDS edizioni (2016); il chick lit Velluto nero, Edizioni dal Sud (2018) e il mainstream Smalto rosso fuoco, Catartica Edizioni (2019).

    Da ultimi i gialli Non svegliate don Eupremio, Bertoni edizioni (2020) e Oblio, con Francesca Panzacchi, Bré Edizioni (2020).

    Ha vinto vari premi letterari.

    FRANCESCA PANZACCHI

    Si è laureata in Scienze Politiche all’Università di Bologna. Ha collaborato con varie case editrici in qualità di curatrice di collana. Ha ottenuto importanti riconoscimenti in ambito letterario, fra i quali la Medaglia della Regione Toscana per il romanzo storico (Il normanno, Ciesse Ed.), il Premio speciale Profumo d’autrice al Premio letterario internazionale Città di Cattolica (Amore inverso, Damster Ed.), il Primo Premio per la poesia inedita al concorso letterario nazionale Il delfino (2019). Nel 2020 ha pubblicato i gialli L’ultima cena (Damster Ed.), Oblio (Brè Ed.) entrambi scritti con Vito Introna, e il romance Il guardiano (Brè Ed.).

    SOMMARIO

    Autori

    (note bio-bibliografiche)

    Personaggi principali

    1. Federica

    2. Alberto

    3. Vincenzo

    4. Gaspare

    5. Ritrovarsi

    6. Marika e le altre

    7. Federica e Vincenzo

    8. Fratelli De Fiore

    9. Luana

    10. Lucia

    11. Pietro e Federica, la prima seduta

    12. La seconda seduta

    13. Buio

    14. Confronto

    15. Il rifugio degli amanti

    16. Vincenzo sì e no

    17. Conversazioni nella notte

    18. Tempo che deve passare

    19. Christian

    20. Indagini in corso

    21. Nell’ombra

    22. Goffo tentativo di riscatto

    23. Gaspare contro Luana

    24. La cena

    25. Ritorno alla vita

    26.Verso una nuova vita

    27. A Cuba

    28. Mayabeque – Banco Popular De Ahorre

    29. Cyber pirati

    30. L’interrogatorio

    31. Vita cubana

    32. Passato che ritorna

    33. Amara convalescenza

    34. Alexandra

    35. Pensieri

    36. In spiaggia e altrove

    37. Incubi cubani

    38. Errore fatale

    39. Tradirsi

    40. Avventure

    41. Una lama nel buio

    42. Disamore

    43. Tutto precipita

    44. Ritorno

    45. Dolore

    PERSONAGGI PRINCIPALI

    Federica Fabbri, 36 anni, donna di umili origini della provincia di Bologna, bella e seducente, perennemente insoddisfatta.

    Alberto Bocedi, 59 anni, presidente e socio di maggioranza della Bologna Hinterland Opifici s.p.a. Ricchissimo e abile uomo d’affari, totalmente sprovveduto in amore, sposa Federica convinto di riuscire a farla felice.

    Giuseppe e Gaspare De Fiore, 57 e 61 anni, ex appartenenti alle forze dell’ordine, amici di Alberto e validi investigatori privati, malgrado l’aspetto e la mimica macchiettistici.

    Christian Salvaterra, forlivese, circa 42 anni, ex agente penitenziario, da ragazzo ha partecipato a un paio di colpi minori della banda della Uno Bianca. Bel tenebroso, avido, violento e anaffettivo, ama Federica fino a quando lei gli si concede senza creare problemi.

    Vincenzo Spada, 28 anni, riminese, culturista ed elettricista, bello, non molto intelligente.

    Luana Lamparello, circa 40 anni, Vicecommissario della squadra mobile di Bologna, nata a Brindisi, alta, mascolina, lesbica. Investigatrice non particolarmente brillante, è tuttavia caparbia e determinata.

    Così fu quell’amore dal mancato finale

    Così splendido e vero da potervi ingannare.

    [Fabrizio De André, Dolcenera]

    1. FEDERICA

    «Me lo ripeta ancora una volta, per cortesia.»

    Federica distolse lo sguardo, sembrava essere altrove.

    Il viso era teso, i lineamenti induriti dalla tensione.

    Negli occhi la paura e lo sgomento di chi non vorrebbe essere costretta a ricordare.

    «Ho già detto tutto alla sua collega, poco fa.»

    «Lo so ma ora deve dirlo anche a me. Mi racconti tutto dal principio e non ometta nulla, neanche il dettaglio più insignificante.»

    Federica tentò di concentrarsi. Il suo sguardo si posò nuovamente sull’ispettore di polizia che aveva davanti. Aveva occhi piccoli e scuri, impenetrabili, nascosti dietro a un paio d’occhiali da vista dalla montatura rettangolare. Doveva avere all’incirca la sua stessa età, anno più, anno meno.

    «Non ricordo quasi niente… solo qualcuno che mi è arrivato alle spalle, senza che potessi accorgermene. E poi l’odore sgradevole della stoffa impregnata di narcotico premuta sulla bocca. Un attimo dopo ho perso i sensi. Non ho visto chi mi ha aggredito, neanche per un attimo. Non saprei dire nemmeno se si trattasse di un uomo o di una donna.»

    «Dove si trovava in quel momento?»

    «A casa mia. Erano le undici del mattino. Mi stavo preparando per uscire, alle undici e trenta avevo un appuntamento dal parrucchiere.»

    «Ed era sola in casa?»

    «Sì, mio marito era al lavoro, come sempre. La Tata stava andando al mercato»

    «Non ha notato nulla di strano prima dell’aggressione? I cani non hanno abbaiato?»

    Federica scosse la testa.

    «No, nulla.»

    «Come ritiene che il suo aggressore sia riuscito a introdursi in casa dato che non vi è stata alcuna effrazione?»

    «Non lo so, ma attiviamo il sistema d’allarme solo alla sera o quando siamo fuori casa.»

    «C’è qualcuno che potrebbe avercela con lei o con suo marito?»

    La donna esitò.

    «No, non credo. Anche se mio marito è un uomo importante, nella sua posizione è impossibile non avere qualche nemico.»

    «Ha controllato i suoi preziosi?»

    «Non manca nulla» confermò Federica. «Posso tornare a casa ora?»

    «La Scientifica sta effettuando dei rilievi, non è ancora possibile.»

    Federica si raccolse la testa fra le mani, era davvero provata.

    L’ispettore Morellini la scrutò, era bellissima, una generosa scollatura esaltava proporzioni statuarie, alta e bionda naturale, gli occhi verdi splendevano come vulcani, l’aria triste e stanca non appannava tanto splendore.

    Tuttavia la bella signora, forse a causa dello spavento, si stava rivelando ben poco collaborativa ed era stato costretto a imbeccarla domanda su domanda, rimanendo alla lunga basito.

    «Signora, beva un bicchier d’acqua e ricominciamo. Qualunque particolare a caldo, anche minimo, può evitarle il ripetersi di cattive esperienze. Questo stalker, perché io non credo si tratti di altro, potrebbe arrivare dal suo passato? O magari una sua conoscenza sui social network che per lei non significa nulla ma che al contrario potrebbe desiderarla in maniera morbosa?»

    Federica sorseggiò dal bicchiere, chiese altra acqua e sospirò.

    «No, non credo. Ho con me il pc, esaminatelo pure, non amo Facebook e in genere sono poco connessa in rete. Preferisco i rapporti reali.»

    «Bene, alloca ci racconti un po’: che giri frequenta? Lei e suo marito avete una vita sociale?»

    «Non molta. Alberto ha ventidue anni più di me e torna sempre stanco dal lavoro, va a letto presto, giusto il tempo di cenare insieme se mi trova in piedi. Qualche volta nei week end andiamo nella nostra villa di Fano o al circolo Canottieri del Reno, ma conosciamo poche persone. Alberto è molto riservato, casa chiesa e lavoro.»

    L’ispettore assentì, il probabile marito si era affacciato nell’andito e già al primo sguardo confermava il racconto della moglie. Brizzolato e grassottello, non molto più alto di lei, indossava un logoro abito marrone. Sembrava un signore di mezz’età poco attento alle apparenze.

    L’esatto contrario della bellissima e giovane moglie.

    «E presso questo circolo Canottieri o a Fano, non avete amici?»

    «Sì qualcuno ma niente di stretto, mio marito non ama ricevere gente in casa.»

    Sospettò che la signora avesse fretta di andarsene e decise per il momento di soprassedere.

    «Suo marito è in corridoio, può raggiungerlo. Ci risentiamo non appena emergerà qualcosa, quanto al pc lo faremo esaminare il prima possibile. Qualunque particolare le venisse in mente me lo riferisca subito, a qualunque ora.» E nel dir questo le porse un bigliettino da visita stampato su carta semplice.

    La signora Fabbri in Bocedi lo infilò rapidamente in borsa e lasciò che un agente le aprisse la porta. Uscì senza salutare. Il marito corse ad abbracciarla, lo lasciò fare ricambiando a stento le sue effusioni. Uscirono mestamente, li vide dalla finestra attraversare il cortile e dirigersi verso un grosso SUV blu notte.

    «Che cavolo di coppia, lui sembra il padre invece del marito. Lei mi sa che ha un sacco di scheletri nell’armadio, caro Emiliano» si rivolse al poliziotto che aveva presenziato all’interrogatorio.

    «Un matrimonio di interesse. Lui è un noto industriale, produce di tutto: acciaio, ceramiche, laterizi… la sua famiglia è la più ricca dei colli, mentre lei risulta figlia di un maestro elementare e un’impiegata dell’Asl. Fai un po’ tu.»

    «A me questo stalker che si introduce in casa, la narcotizza e poi scompare senza traccia non convince molto. Passiamo al setaccio il traffico telefonico e web, vediamo se la signora è solo svampita o se è come penso io.»

    «Cioè? Una finta?»

    «Non lo so Emiliano, ma il commissario rientra dopodomani e voglio portargli un’indagine già in chiusura.»

    L’agente Emiliano Torrente sorrise e preso sottobraccio il laptop della Fabbri, andò a consegnarlo ai colleghi della postale.

    2. ALBERTO

    Alberto Bocedi non vedeva l’ora che il colloquio finisse per riportarsi a casa Federica.

    Non gli erano mai piaciute le situazioni impreviste, lo avevano sempre disorientato.

    Quanto appena successo alla moglie lo preoccupava seriamente.

    Voleva solo tornarsene a casa al sicuro, a riflettere sul da farsi.

    Lui aveva sempre avuto una vita molto ordinata e prevedibile, che in molti avrebbero trovato noiosa.

    Era sempre stato così fin da ragazzo. Bravo negli studi ma mai brillante, invitato raramente alle feste, si era sempre bastato da solo. Pochi amici, simili a lui e pochissime donne che aveva amato senza slancio.

    Poi era arrivata Federica. Una di un altro pianeta. Bella, vivace, intelligente. Quelle così lui le aveva sempre guardate solo da lontano.

    Alberto era uno di quegli uomini che sanno controllare i propri istinti e non si buttano allo sbaraglio. Non mettersi in gioco significava non prendersi dei rifiuti, insomma salvaguardarsi.

    A volte sentiva di vivere a metà, ma quello era il suo modo di restare a galla. Forse l’unico possibile.

    Era stata Federica, accortasi del suo interesse, a fare il primo passo, invitandolo a prendere un caffè insieme.

    Non gli era parso vero. La notte precedente l’appuntamento non aveva chiuso occhio.

    Davanti a una donna come Federica si sentiva come un bambino impaurito, nonostante avesse molti più anni di lei.

    Il lavoro invece gli aveva dato molte soddisfazioni. Lì diventava un altro: spregiudicato, vincente. Uno di quegli imprenditori che si guardano con rispetto.

    Sapeva quando bisognava rischiare e quando invece fermarsi, aveva una sorta di talento innato per gli affari.

    Nato in una famiglia semplice dove l’unico a lavorare era il padre, che si spaccava la schiena nei cantieri, Bocedi era figlio unico e si era sempre sentito addosso le aspettative dei suoi genitori che speravano in un futuro migliore attraverso di lui.

    Alberto aveva iniziato come contabile in una piccola azienda agricola. Aveva risparmiato fino all’ultimo centesimo per diventarne socio.

    Nessuno più di lui si era fatto da solo.

    Due dei compagni delle medie che lo deridevano erano venuti a chiedergli un prestito. Insomma si era preso la sua rivincita sulla vita.

    La sua vittoria più bella però era stata Federica.

    Dopo quel primo caffè come amici lui aveva iniziato a corteggiarla ogni giorno con fiori, piccoli regali e cene a sorpresa. Lei, un po’ alla volta, aveva iniziato a cedere, abituandosi a quella miriade di attenzioni.

    Anche Federica proveniva da una famiglia modesta, aveva due sorelle che facevano le commesse in un grande magazzino in periferia e aveva visto in Alberto la possibilità di non finire come loro.

    Non era solo questione di soldi, si era affezionata a lui, alle sue premure mai venute meno, neanche dopo il matrimonio.

    Non lo amava, Alberto ne era consapevole. Ma lo faceva sentire al sicuro.

    «Dai andiamo via» disse cingendo le spalle della moglie col braccio.

    «Sì portami a casa» rispose Federica.

    «Devi riposare un po’.»

    «Non credo che riuscirò a dormire.»

    «Starò accanto a te.»

    «E se tornassero?»

    «Non torneranno. Inserirò l’allarme e resterò sveglio.»

    «La dottoressa mi ha dato delle pastiglie» disse lei mostrando al marito una scatolina viola.

    «Credo che dovresti prenderle, ti faranno stare meglio.»

    Lei annuì.

    «Dove hai parcheggiato?»

    «Là in fondo, prima qui non c’era posto» indicò un’area di sosta poco illuminata distante una cinquantina di metri.

    Lei sembrò interdetta.

    «Vado a prendere la macchina, aspettami qui.»

    «No! Non voglio restare da sola!»

    Alberto tornò indietro di qualche passo.

    «Scusami, hai ragione. Andiamo insieme.»

    «È così buio laggiù.»

    «Devi stare tranquilla cara, vedrai che…»

    «E se ci avessero seguito? Se fossero là, nascosti nell’ombra?»

    «Federica… Staremo attenti e non ci succederà nulla. Mai più.»

    Lei gli prese un braccio e lo strinse forte.

    Camminò adagio fino all’auto, guardandosi le spalle come un animale ferito.

    Il viaggio durò più del previsto, via Calari era paralizzata, probabilmente un incidente aveva fermato il traffico e Alberto cominciò a innervosirsi: la polizia era ancora in casa e solo la tata controllava che non facesse danni tra quadri antichi, suppellettili scovate presso i migliori antiquari d’Italia e la libreria ricolma di volumi pregiati che aveva regalato a Federica per le nozze di stagno. I poliziotti in genere non rubano, ma l’occasione fa l’uomo ladro e fra argenteria, porcellane e cristalli, casa sua era un bersaglio fin troppo scontato per topi d’appartamento e razziatori di ogni risma.

    Ripensò sgomento al costoso

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