Pentateuco 0 Introduzione
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MARCELLO MILANI
Pentateuco
Torah = Legge Gen, Es, Lev, Num, Dt Nebim = Profeti Libri storici = Gs, Gdc, Rut, 1-2 Sam, 1-2 Re Anteriori: Gs, Gdc, 1-2 Sam, 1-2 Re (anche 1-4 Re), 1-2 Cr, Esd, Ne Posteriori: + Tb, + Gdt, Est, + 1-2 Mc 3 Maggiori = Is, Ger, Ez 12 Minori = Os, Gl, Am, Abd, Gn, Mi, Na, Abc So, Ag, Zc, Mal Libri sapienziali = Gb, Sal, Prov, Qo (o Ecclesiaste= Ecle), Ct, + Sap, + Sir (Ecclesiastico = Ecli / Eclo) Ketubm = Scritti Libri profetici = Sal, Gb, Prov, Ct, Rut, Qo, Lam, Is, Ger (+ Bar, Lam), Ez, Dan, Est, Dan, Ne, 1-2 Cr Dodici minori (cf elenco ebraico)
NB. La divisione rivela esperienze diverse: quella del sacerdote, che dar la struttura decisiva alla Torah ed legata al culto e al tempio, quella del profeta che legge i segni di Dio nel proprio tempo, quella del saggio che partendo dallesperienza trae insegnamenti e valori per la vita. Confluiscono insieme per annunciare, prima a voce e poi in un libro, la parola di Dio multiforme come lo Spirito.
TRADUZIONI E ALTRI TESTI * Greca o dei LXX (cf lettera di Aristea): tra il 250 e il 100 a.C.; origine liturgica e rilettura attualizzante; valore per il cristianesimo. Vulgata: latina (preceduta dalla Vetus Latina); Peshitta: siriaca. * Midrash: interpretazione o ricerca del senso profondo - halakah e haggadah. Cf Qumran: Pesher * Targum: Aramaica; collegata alla liturgia sinagogale (cf Ne 8-9). * Rotoli del Mar Morto: la biblioteca del gruppo di Qumran - apocalittico, appartenente al movimento degli Esseni e guidato dal maestro di giustizia (Mreh zedeq), che insegna la giustizia o maestro legittimo che insegna con autorit - con testi biblici e commentari, oltre a testi appartenenti alla setta (ad es. Regola della guerra e Documento di Damasco). Cf L. MORALDI (cur.), I manoscritti di Qumrn, UTET, Torino, 21986; F. GARCA MARTNEZ (cur.) - C. MARTONE (cur. ed. it.), Testi di Qumran, Paideia, Brescia 1996. * Talmud: raccolta degli insegnamenti e delle interpretazioni dei grandi maestri del rabbinismo. la base del giudaismo o ebraismo attuale. Sussidi: G. CAPPELLETTO, In cammino con Israele. Introduzione allAT, vol.I , EMP, Padova 21996 e G. CAPPELLETTO - M. MILANI, In ascolto dei profeti e dei saggi. Introduzione allAT, vol.II, EMP, Padova 32001 (contiene anche una introduzione ai Salmi); M. NOBILE, Introduzione allAntico Testamento. La letteratura veterotestamentaria, EDB, Bologna 1995. Un Atlante biblico. Per studiare lAT sono utili tutti i documenti letterari e archeologici che provengono dallAntico Oriente: permettono di ricostruire il terreno comune, come anche di percepire, nel confronto, loriginalit di ciascuno (cf G. RAVASI [con presentazione di], LAntico Testamento e le culture del tempo, Borla, Roma 1990).
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Buoni sussidi facilmente consultabili per ogni tema e libro sono: R. PENNA - G. PEREGO - G. RAVASI, Temi teologici della Bibbia, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2010; G. RAVASI - A. GIRLANDA (cur.), Nuovo Dizionario di Teologia Biblica, Paoline, Cinisello Balsamo (MI) 1988; R. BROWN - J.A. FITZMEYER - R.E. MURPHY (cur.), Nuovo grande commentario biblico, Queriniana, Brescia 1997. Introduzioni generali: E. ZENGER (ed), Introduzione allAntico Testamento, Queriniana, Brescia 2005; P. MERLO (cur.), LAntico Testamento. Introduzione storico-letteraria, Carocci, Roma 2008. W. BRUEGGEMANN, Introduzione allAntico Testamento (Strumenti 21), Claudiana, Torino 2005. IDEM, Teologia dellAntico Testamento. Testimonianza, dibattimento, perorazione (Biblioteca biblica 27), Queriniana, Brescia 2002 (originale inglese, Augsburg Fortress, Minneapolis 1997).
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TORAH O PENTATEUCO
IL NOME TORAH, dallebraico yarah, insegnare e gettare, indica lInsegnamento per eccellenza, compresa lazione pedagogica, laccompagnamento e lindirizzo di vita (cf Gal 3,23-25 con altro intento: la Torah pedagogo o sorvegliante, che viene superata con il passaggio dalla condizione di minorenni o schiavi a figli adulti). Il termine si riferisce ai primi cinque libri della Bibbia chiamati in ebraico per lo pi dalle parole che iniziano ogni singolo libro: beresht, in principio = Genesi; shemt, questi i nomi = Esodo; wayyqra: e Dio chiam [Mos] = Levitico; bamidbar, nel deserto [o wayedabber, e disse] = Numeri; elleh debarm, queste le parole = Deuteronomio. Talora sembra designare in generale tutta la rivelazione. Certo la traduzione legge riduttiva, anche se il complesso contiene delle raccolte o codici di leggi, ma linsieme appare come una storia. PENTATEUCO termine greco: indica i cinque astucci, nei quali venivano deposti i cinque rotoli, in cui era suddivisa la Torah, chiamati, sempre in greco, Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio. UNA VISIONE UNITARIA Contenuto dei singoli libri La Torah, che costituisce un unico blocco, stata divisa per esigenze pratiche e forse anche con un intento teologico che pone al centro il Levitico, libro che starebbe alla base della riforma postesilica. La divisione risponde dunque a criteri materiali e teologici. Criteri materiali: il materiale diviso in parti meno poderose per un uso pi confacente alla lettura sinagogale. Ma sono i criteri teologici a offrire il quadro, le idee e le prospettive che guidano le divisioni1. Genesi inizia con la creazione del mondo (in principio Dio cre) e finisce con la morte di Giacobbe e Giuseppe. Si conclude lera patriarcale la storia di famiglia e inizia la storia del popolo che si prolunga nellEsodo, anticipato anche dallannuncio di Giuseppe del ritorno dei discendenti nella terra promessa ad Abramo: apre la prospettiva verso il futuro e collega Genesi con Esodo-Deuteronomio. Il libro strutturato sulle tledt: la formula in 2,4a, da tradurre con origine, applicata alla creazione del mondo, probabilmente un espediente redazionale per integrare il racconto con le altre genealogie; lespressione che significa generazioni di..., ha due usi, in alcuni luoghi introduce una genealogia o la storia, altrove un racconto. La formula elleh tledt si ripete 10 volte: 2,4a; 5,1 (Adamo); 6,9 (No); 10,1 (figli di No); 11,10 (Sem); // 11,27 (TerachAbramo); 25,12 (Ismaele); 25,19 (Isacco); 36,9 (Esau); 37,2 (Giacobbe). Il libro si pu articolare in due parti: Gen 1,1-11,26; 11,27-50,26 a) La creazione del mondo e delluomo e la storia delle origini (toledt) che procede tra fedelt e peccato fino ad Abramo (1-11). Questa parte offre degli indizi per essere suddivisa in prima del diluvio (1,1-9,19) e dopo il diluvio (9,20-11,26; cf 10,1 e 11,10 la formula). La seconda sezione si pu considerare come transizione verso la chiamata e la storia di Abramo. Con 9,20-29 introdotto un principio di selezione che culmina nella chiamata di
1 Cf J. L. SKA, Introduzione alla lettura del Pentateuco. Chiavi per linterpretazione dei primi cinque libri della Bibbia, Ed. Dehoniane, Roma 1998, pp.28-52; J. BLENKINSOPP, Il Pentateuco, Queriniana, Brescia 1996, pp. pp.69-156; F. GARCA LPEZ, Il Pentateuco (Introduzione allo studio della Bibbia 3/1), Paideia, Brescia 2004.
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Abramo (12,1-3). Ha poche narrazioni: 1) il disprezzo verso il padre ubriaco spiega perch Canaan, figlio di Cam, venga maledetto e perda i suoi privilegi, mentre Sem, antenato di Abramo venga benedetto (9,18-29) e occupi un posto privilegiato nella storia della salvezza (9,26; 10,21.31; 11,10-26); 2) la torre di Babele (11,1-9) prepara la migrazione di Terach e di Abramo (11,10-26), mentre la tavola dei popoli (10,1-32) inizia con la genealogia di Jafet, prosegue con quella di Cam, e alla fine con quella di Sem, bench sia il primogenito, per confluire su Abramo. b) La storia dei Patriarchi (12-50) evoca le figure dei grandi Padri, Abramo, Isacco e Giacobbe, antenati di Israele e sue figure; scandita da itinerari, genealogie e protagonisti. Un elemento importante per la strutturazione costituito anche dai discorsi divini che costituiscono da un punto di vista narrativo dei programmi narrativi (Gen 12,1-3; 26,2-5; 28,13-15; 46,1-5a, cf 50,24). La cronologia si fa pi particolareggiata. Di fatto, il racconto concentrato soprattutto su Abramo (annunciato in 11,27ss; sviluppato in 12,1-25,18) e su Giacobbe (25,19-37,1), mentre alla fine emerge la figura di Giuseppe. Abramo luomo della fede anche nella prova2. Genealogie e spostamenti fungono da cornice della narrazione; Dio si rivela come El Shaddai, il Dio della Grande Montagna (sadu rabu), tradotto con Onnipotente/Pantokrator. Gen 12,1-3 contiene il programma divino per i suoi discendenti senza alcun limite: vale per sempre. A lui promessa una dinastia (racconti di promessa) e il possesso della terra dove ora abita come straniero e ospite (gher): egli compie il primo esodo. Una serie di racconti tratta anche del rapporto tra Abramo e Lot (cc. 13,1-13; 14; 18,16-33; 19,1-38). In seguito alla separazione tra i due, un secondo discorso divino (13,14-17) precisa i confini della terra. Isacco il figlio della promessa, la cui nascita conferma quella della terra. Il racconto caratterizzato dal gioco sul nome: colui che ride, ma non presenta un vero ciclo narrativo. Il discorso divino di Gen 26,2-5 ripete ad Isacco le promesse fatte al padre e stabilisce la continuit fra i due e fra il Dio delluno e dellaltro. Giacobbe lastuto che carpisce la primogenitura al fratello Esau (Gen 25 e 27) e supera in astuzia lo zio Labano (Gen 28-31), ma deve riconoscere che solo la grazia e la benedizione di Dio lo fanno riuscire. Se in Abramo prevale la promessa qui prevale la benedizione. Con Giacobbe si accentua il tema del ritorno alla terra: in Gen 28,10-22, la visione di Betel dove Dio si rivela come il Dio di Abramo e di Isacco, accanto alle precedenti promesse si accentua quella di far tornare Giacobbe nella terra dei suoi padri (28,13-15, cf anche 31,13 e 33,10); in 46,1-5a inizia il viaggio verso lEgitto e Dio promette di accompagnare Giacobbe e poi di farlo risalire verso la terra; prima di morire Giuseppe riprende il motivo annunciando in 50,24 che un giorno Dio condurr il suo popolo nella terra promessa ai Padri (vi far uscire verso il paese che gli ha promesso con giuramento, cio in 22,16; 26,3; 28,15). Tra i figli di Giacobbe emerge Giuseppe (37,2-50,26) il cui racconto, dai caratteri sapienziali, pone le premesse dellesodo mediante la discesa in Egitto di tutta la famiglia (cf Es 1,1-7). Si tratta non solo della storia del giusto umiliato ed esaltato, ma di un clan, di una famiglia con conflitti e riconciliazione (ritornarono a parlare in pace). Alla fine, il protagonista, a sua volta convertito, legge gli eventi come segno della provvidenza divina (per salvare molte vite), ma Dio gioca dietro le quinte, quasi in filigrana, servendosi dei
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Sulla figura di Abramo, cf W. VOGELS, Abraham. Linizio della fede, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 1999 (ed. francese: Abraham et sa lgende. Gense 12,1-25,11, Mdiaspaul, Montral 1996).
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sentimenti e delle passioni umane. La narrazione si chiude con le benedizioni e la morte di Giacobbe (49,29-50,26). I due discorsi in 46,1-5a e 50,24 accentuano sulla permanenza provvisoria in terra straniera. La chiamata di Abramo (Gen 12,1-3) segna dunque una cesura: la prospettiva del racconto si concentra sul popolo e sullinteresse per la terra. Questioni di genealogia e di territorio si intersecano. Dio fa vedere la terra ad Abramo, la promette ancora Isacco, vi fa tornare Giacobbe dopo lesilio presso lo zio Labano e promette il futuro ritorno, quando questi scende con la famiglia in Egitto. La vita di Abramo come una partenza e unesplorazione della terra promessa. La vita di Giacobbe un itinerario circolare: lascia il paese per tornarvi con tutta la famiglia. La storia di Giuseppe spiega perch Israele andato a vivere provvisoriamente in Egitto. Le genealogie esprimono la preoccupazione per la discendenza: delimitano una famiglia, una etnia, un popolo, inseriscono Israele nelluniverso e definiscono la sua posizione con i popoli vicini, come i Moabiti e gli Ammoniti o i discendenti di Ismaele, legittimando le sue prerogative. Israele appartiene alle nazioni postdiluviane, Sem ne il remoto antenato. Si tratta di sapere chi lerede legittimo della promessa. Nella storia di Abramo lerede della terra promessa, la terra di Canaan, Isacco, scartando Lot erede di Ammon e Moab (Gen 13), il servo Eliezer (Gen 15) ed Ismaele (Gen 16 e 21). Anche questultimo avr la sua genealogia (Gen 25,12-18), ma si tratta di una linea collaterale. Giacobbe definito di fronte ad altri popoli apparentati e residenti in territori vicini: Esau e gli Edomiti che vivono nel deserto nella montagna di Seir, Labano lArameo con il quale vengono definiti i confini (31,51-54). La terra di Canaan appartiene a lui (28,13-14; 31,3.13; 32.10). La storia di Giuseppe si interroga sulle dodici trib: tutti i fratelli saranno benedetti (Gen 49), costituiranno gli antenati del popolo; tutta la famiglia scende in Egitto, tutti ritorneranno nella terra. Esodo. Blenkinsopp, seguito da Whybray (Introduction), considera insieme Esodo-Numeri articolandolo in tre parti: 1) Israele in Egitto (Es 1,1-15,21); 2) Israele nel deserto (Es 15,2218,27 + Nm 10,11-36,13); 3) Israele al Sinai (Es 19,1-Nm 10,10). Ma bene seguire ogni libro mettendo in risalto la funzione di ogni sua parte in base ai dati letterari. Il libro dellEsodo si sviluppa in quattro parti accentuando la sovranit del Signore su Israele e la sua presenza nella dimora (simbolo del tempio). a) La liberazione (Es 1-15) Lappello alla storia di Giuseppe con la discesa in Egitto fa da cerniera con Genesi, la presentazione delleroe protagonista introduce il nuovo contesto: schiavit e persecuzione (Es 1-2). Mos anticipa sin dallinizio lesodo del popolo in due uscite, verso i fratelli e verso il deserto di Madian (Es 2,11.13.15) 3. Segue la narrazione della liberazione con il racconto delle piaghe o segni e prodigi che culmina nella morte dei primogeniti, la solenne e trionfale uscita, il passaggio del mar Rosso (Es 3-15). Israele dovr servire non faraone, ma il Signore che rivela la sua sovranit e la proclama sia nelle piaghe che nel passaggio del mare. Faraone aveva negato di conoscere il Signore (Es 5,2); nel contesto Jhwh ripete frequentemente la formula di riconoscimento: Sappiate/sappiano che io sono Jhwh (7,5.17; 8,6.18; 9,14.29; 10,2; 11,7; 14,4.8); dovranno riconoscerlo sia gli egiziani di fronte alla disfatta che Israele dinanzi alla salvezza.
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Sulla figura di Mos, cf W. VOGELS, Mos dai molteplici volti. DallEsodo al Deuteronomio, Borla, Roma 1998 (ed. francese, Mose aux multiples visages. De lExode au Deutronome, Mdiaspaul, Montreal 1999.
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Il poema liturgico conclusivo (Es 15) nella frase finale unisce la regalit del Signore e la sua dimora nel santuario. b) Il cammino nel deserto (Es 15,22-18,27) Passato il mare, che segna la radicale divisione dallEgitto, inizia il cammino sotto la guida di Dio e di Mos, con le prove della fame, della sete e dei nemici e il mormorio del popolo. Il racconto riassume i motivi che ritorneranno in Numeri. Il racconto contrassegnato dalla formula di itinerario che indica gli spostamenti (15,22.27; 16,1; 17,1; cf 19,1-2) mediante i verbi nasa: muovere la tenda, viaggiare, spostarsi, b: arrivare, entrare, nah: porre laccampamento, e nomi dei luoghi specialmente di partenza e di arrivo. Vi anche un accenno alla organizzazione giuridica del popolo (Es 18). c) Lalleanza al Sinai (Es 19-34) La prima sezione del racconto (Es 19,1-24,11) inquadrata tra 19,7-8 e 24,3.7: alla richiesta al popolo della libera adesione (Es 19), seguono le condizioni dellalleanza, mediante la proclamazione della legge, che inizia dalle dieci parole, da osservare ovunque, anche fuori della terra (Es 20-23); conclude la narrazione celebrazione dellalleanza (Es 24). Jhwh si definisce: Io sono Jhwh che ti ho fatto uscire dalla terra dEgitto, dalla casa di schiavit..., escludendo ogni altra divinit (Es 20,2-3). Fonda la sua sovranit unica in Israele, perch liberatore. Appare lo statuto di Israele che contiene il programma della sezione (Es 19,3-8): Israele appannaggio o propriet speciale (segull) del Signore, regno sacerdotale (mamleket khanm), nazione santa (gy qad). Il rituale di Es 24,3-8, soprattutto laspersione del sangue, consacra Israele: alleanza nel sangue. Manca il santuario con il sacerdozio e laltare (cf 29,43-46). Il piano del santuario viene dato nella seconda sezione (Es 25-34) nellambito della prima infedelt (il vitello) e del rinnovo del patto mediante il dono delle nuove tavole che raccolgono scritte le condizioni fondamentali della relazione con il Signore. Emerge il tema della presenza del Signore. In 24,12-31,18, il Signore mostra a Mos il piano del santuario da costruire (25,8-9). Sar vero sovrano quando sar costruito il santuario in cui potr dimorare in mezzo al suo popolo e riceverne il culto. Dimora e accompagnamento saranno oggetto di rivelazione e invocazione. La sezione incorniciata dalla menzione delle tavole di pietra (Es 24,12; cf 31,18; 34,1.27-28): Dio abiter in mezzo al suo popolo se Israele rispetter la legge; ma il vitello doro pone in crisi lesistenza stessa di Israele. Tuttavia, il Signore sar un Dio di perdono e di misericordia (Es 34,6-7): la presenza di intercessori come Mos e la misericordia permetteranno al Signore di continuare a dimorare in mezzo al suo popolo (Es 32-34). Es 34 contiene una legge che entrer in vigore solo dopo lentrata nella terra promessa. d) In Esodo 35-40 dato il comando e descritta lesecuzione della costruzione dellarca: il Signore viene a riempire con la sua gloria la dimora e ad abitarvi. in mezzo al suo popolo e cammina con lui. Dora in poi il Signore parla dalla tenda. Stilisticamente la sezione collega inizio e fine (Es 35,1-3 e 40,34-38) mediante lavoro e opera (melak) in 35,2 e 40,33. Ha legami anche con Gen 1,1-2,4a, soprattutto 2,13: Es 35,1-3 parla della settimana e del riposo nel settimo giorno; Gen 2,2 ed Es 44,33 Dio fin nel settimo giorno lopera/Mos fin lopera. Dal santuario cosmico che Dio ha creato come sua opera darte si scende al santuario terreno segno della presenza divina in mezzo a un popolo, che lo servir con il culto e il riposo sabbatico.
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Dalla servit al servizio: linizio descriveva la schiavit, il lavoro forzato di Israele, ora questi compie verso il Signore il servizio liturgico (abd), ma in libert (35,5.21.22). Il riposo del sabato (35,1-3) distingue il lavoro libero dalla schiavit. Due sono gli elementi fondamentali della conclusione: 1) Es 40,34-35, Jhwh abita in mezzo al suo popolo, occorre organizzare il popolo in funzione della presenza divina: lo scopo del Levitico con le leggi liturgiche, le feste e i riti nel Santuario; 2) Es 40,3738, dalla tenda Jhwh guida il popolo: Numeri riprender la marcia del popolo guidato dal Signore presente nella nube. Levitico il libro centrale. Contiene quasi esclusivamente leggi che in Levitico e Numeri vengono proclamate dalla tenda dellincontro o durante il viaggio che conduce alle steppe di Moab. In particolare, il libro contiene: a) le leggi sul culto: sacrifici (Lv 1-7: sommario conclusivo in 7,37-38), consacrazione dei sacerdoti e inaugurazione del culto (Lv 8-10); b) la legge di purit con il grande giorno della espiazione lo ym kippr (Lv 11-15.16); c) la legge di santit che culmina nel comandamento dellamore verso il prossimo (Lv 17-26). Il testo risponde allesigenza di vivere alla presenza del Dio Santo che accompagna il popolo nel cammino. Il Signore ora parla dalla tenda, ma fa appello alla rivelazione del Sinai (cf Lv 26,3.14 e 27,34 appendice con medesima finale), per dire che la tradizione di Mos ha normativa unica e si distingue dalle altre leggi. Significato del libro4. Due dati emergono: Lesperienza dellesodo fonda Israele: Jhwh lha fatto uscire dallEgitto, lha reso libero. Interpretazione: in questo atto Israele separato dalle altre nazioni e santificato. Comportano conseguenze sullo statuto di Israele definendo i rapporti allinterno e con gli altri popoli. 1) Lesodo non opera di un eroe umano, ma solo del Signore: Israele appartiene a Jhwh, suo servo (Lv 25,55). 2) Questo fatto definisce i rapporti tra i membri del popolo: a) saranno liberi non schiavi, la libert sacra (Lv 25,42); a questa libert dellesodo faranno appello i profeti (Am e Ger); b) Israele sar santo come il suo Dio: Siate santi perch io sono santo (19,2; 22,31-33). Tutta la vita santa regolata dalla legge; il culmine della legge di santit lamore verso il prossimo (Lv 19,17-18). 3) La terra appartiene a Dio e resta sua: Non sar venduta perch voi siete residenti e ospiti presso di me (Lv 25,23). Sono usufruttuari non possessori, se pignorata dovr ritornare a coloro a cui stata affidata (cf anno sabbatico). 4) Separazione e santificazione di Israele, che avviene con luscita dallEgitto, definiscono anche i rapporti con le altre nazioni. Il popolo che stato santificato non pu vivere come le nazioni dalle quali stato separato (Lv 22,32-33). Questo si deve attuare con il rifiuto di ogni idolatria e con losservanza della legge e delle regole alimentari. La distinzione tra puro e impuro caratterizzer tutta la vita di Israele: la purit rituale, riservata in particolar modo ai sacerdoti, si estender progressivamente alla vita quotidiana di ogni giudeo. Valore e pericoli. Il valore di questa legge e mentalit consiste nel fatto che ha aiutato Israele in diaspora, senza autonomia politica e senza terra, a sopravvivere e trasmettere la sua fede. La sua esistenza si fonda sulla fede e sulla legge prima che sulla terra. Non mancano per i pericoli: linsistenza sul culto pu diventare ritualismo se staccato dalla fede, la se4
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parazione pu creare divisione e settarismo e il carattere distintivo lelezione pu essere inteso come privilegio e separazione anzich come compito e missione in mezzo allumanit. Critiche al riguardo saranno portate da altri libri, come Giona e Rut, e un giudizio severo sar dato nel Nuovo Testamento. Numeri riprende il tema del cammino di Esodo 16-18 seguendo le varie tappe, alternandolo con materiali legislativi: abbandono del Sinai (9-10) e proseguimento fino a Kadesh e alle steppe di Moab davanti a Gerico. Il libro per lo pi diviso in tre parti: Israele al Sinai; la marcia dal Sinai alle pianure di Moab; Israele nelle pianure di Moab. Invece Ska (che parte da Knierim5) considera due parti, la seconda (unita per convergenze formali e contenutistiche) divisa in due tappe. I parte (1,1-10,10): preparazione cultuale e militare Israele si prepara a camminare nel deserto. Il racconto ha in vista tutta la marcia non una tappa particolare. II parte (10,11-36,13): esecuzione del piano la marcia nel deserto, sul modello o genere letterario della campagna militare, che avviene in due tappe; Nm 21,10-20 funge da transizione. a) Israele cammina dal Sinai verso la terra promessa = marcia nel deserto (10,11-21,20). b) Israele inizia a conquistare un territorio (21,21-36,13). Da questo momento il racconto orientato alla conquista. Per la prima volta si dice che Israele ha preso un territorio e vi si stabilito: Nm 21,25, cf vv.21-26; 21,31; 21,24 yara, conquistare: Israele lo colp [Sihon] a fil di spada e conquist (wayyra) la sua terra dallArnon sino allo Iabbok...; nei cc.32 e 34 si danno istruzioni per la ripartizione del territorio; nei cc.22-24, gli oracoli di Balaam mostrano che nessuno potr opporsi al piano divino. Significato del libro t La prima parte insegna come camminare con Jhwh presente nella tenda: dedicata infatti alla organizzazione delle trib attorno alla tenda, ai compiti dei leviti e ad altre descrizioni legate al santuario. Il capitolo 10 tratta della preparazione immediata della partenza. t La seconda mostra cosa significhi concretamente camminare con Jhwh: Jhwh pronto ad aiutare il popolo, ma anche castiga ogni ribellione (castighi di tutto il popolo ribelle o di singoli: Aronne e Miriam, Nm 12; Datan e Abiran e i figli di Core, Nm 16; Mos e Aronne, Nm 20,1-13). Lepisodio pi eclatante in Nm 13-14, quando tutta la generazione dellesodo condannata a morire nel deserto a motivo del rifiuto di conquistare la terra. Messaggio I fallimenti dipendono non da Dio, ma dai peccati di Israele; quando segue il Signore riesce nelle sue imprese, come avviene nelle prime guerre di conquista (21,21-32; 21,33-35; 31). Composto dopo lesilio, il libro spiega ai contemporanei a quali condizioni potranno ritrovare la terra promessa. Deuteronomio o seconda legge si svolge nella forma di tre grandi discorsi di Mos che fa il resoconto degli eventi ed esorta alla fedelt alla legge e la interpreta (Dt 1-4; Dt 5-11 [si conclude in 26,16-28]; Dt 29-32); i discorsi sono interrotti dal codice deuteronomistico (16-26). Il libro si chiude con la narrazione degli ultimi eventi della vita di Mos (Dt 33-34: testamento e benedizione, salita al monte Nebo, visione della terra, morte e sepoltura) e la sua successione nella persona di Giosu che guider il popolo ad entrare nella terra (cf libro di Gs).
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R.P. KNIERIM, The Book of Numbers, in E. BLUM - C. MACHOLZ - E.W. STEGEMANN (edd.), Die hebrische Bibel und ihre zweifache Nachgeschichte (Fs R. Rendtorff), Neukirchen-Vluyn 1990, pp. 155-163. Anche Olson divide il libro in due parti definite dai due censimenti, allinizio e al c.26: a) la generazione che ha conosciuto lesodo e il Sinai (cc.1-15; b) la nuova generazione che quarantanni dopo ne prende il posto (cc.26-36).
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Dt 1,1: Queste sono le parole (elleh haddebrm) che Mos rivolse a tutti gli Israeliti al di l del Dt 4,44: Questa la legge (wezt hattrh) che Mos propose agi Israeliti Dt 28,69: Queste sono le parole dellalleanza (elleh dibr habbert) che Jhwh ordin a Mos... Dt 33,1: Questa la benedizione (wezt habberkh) con cui Mos, uomo di Dio benedisse gli Israeliti prima di morire.... Giordano...
La teologia/ideologia deuteronomistica alla base dei racconti dei libri di Giosu e Giudici, 1-2 Samuele, 1-2 Re, ritenuti nella tradizione ebraica come Profeti anteriori; influ anche nella redazione del libro di Geremia. TEMA CENTRALE E SGUARDO GLOBALE In una visione globale e nella prospettiva finale del Redattore, il contenuto del Pentateuco si pu cogliere a partire dalla... fine. In Dt 34,1-4 Dio mostra a Mos la terra promessa: questa la terra!. Si conclude un ciclo iniziato con il libro dellEsodo e con la vocazione di Mos, dove Dio dichiara:
Ho osservato la miseria, ho udito il grido (del popolo)... sono sceso per liberarlo, per farlo uscire da questa terra verso una terra bella e spaziosa (Es 3,7-8).
cos tracciato larco che si estende dalla promessa al compimento (cf il credo ebraico, Dt 26,5-9, che riassume gli eventi fondamentali, divenuti riferimento comune nella coscienza del popolo). Il tema centrale del Pentateuco inizia dunque con lEsodo. La terra, tuttavia, resta fuori; sar raggiunta solo con Giosu. Il Pentateuco si presenta in gran parte anche come vita di Mos, totalmente al servizio del Signore: inizia con la sua nascita (Es 2), si conclude con la sua morte (Es 34). Il primo libro Genesi occupa una posizione particolare con la descrizione dellorigine del mondo e di Israele. Costituisce la preistoria che Deuteronomio richiama:
Questa la terra (haarez) per la quale ho giurato ad Abramo e a Giacobbe: io la dar alla tua discendenza (Dt 34,4, cf. Gen 15,7-19).
Linizio da ricercare nei Patriarchi la cui intera storia (Gen 12-50) costituita attorno alla promessa e allelezione (Gen 12,1ss) che si allarga in una visione universale:
In te saranno benedette tutte la famiglie della terra (Gen 12,3).
Ma tale promessa pu essere intesa in modo adeguato solo sullo sfondo dei primi undici capitoli: la storia delle origini, in cui lumanit creata da Dio intraprende un cammino dialettico tra bene e male. In mezzo a questa umanit Dio sceglie Abramo perch cammini davanti a lui e divenga benedizione per tutti. I punti nodali che delineano la struttura ossia il disegno logico di tutto il Pentateuco sono dunque: La storia delle origini (toledt, generazioni/origini) come prologo (Gen 1-11). Il legame sembra pi allentato con il racconto che segue. In realt aggiunge un elemento: colloca la storia del popolo di Dio nellorizzonte della storia dellumanit e del mondo. Il Dio dei Patriarchi e il Dio dellesodo anche il Creatore delluniverso. La storia della salvezza si estende a tutta lumanit. La storia dei Patriarchi come preistoria (Gen 12-50): prepara il racconto dellEsodo con la elezione e la promessa della terra e della discendenza. Il tema centrale costituito dal racconto della liberazione e della peregrinazione dallEgitto (Es 1-Dt 34), fino agli avvenimenti che precedono immediatamente lingresso nella terra. Essi hanno per protagonista la figura di MOS.
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La terra resta come speranza, anche se intravista: lEsodo non finisce, soprattutto cammino, la terra non pienamente raggiunta, resta promessa (modello escatologico) e resta sempre di Dio.
La promessa della terra, non il suo possesso, un elemento essenziale della fede di Israele. In altre parole, per il Pentateuco possibile essere membro del popolo di Israele senza abitare nella terra promessa. Unaffermazione di questo tipo si capisce meglio dopo lesperienza dellesilio e al tempo della diaspora6. Il redattore finale fa un passo avanti rispetto ai predecessori, il Sacerdotale nel cui tempo Israele era un popolo senza terra, e il Deuteronomista, che narrava la conquista e la perdita della terra: Esalta la promessa della terra. Tale scelta racchiude una lezione importante per gli israeliti, perch equivale a dire loro: abbiamo perso la terra, ma la promessa resta; ci che conta non la terra, ma la promessa. Gli israeliti del postesilio sapevano benissimo che la promessa della terra si era gi realizzata. Questo fatto dava fiato alla loro speranza che avrebbe potuto realizzarsi nuovamente. Sotto questa luce, il Pentateuco diventa un libro di promesse7.
Al centro dellEsodo lalleanza (Es 19-24; 32-34), il contesto che offre la chiave di lettura di tutta la storia seguente: laccettazione libera dellimpegno, concretizzata nelle condizioni dellalleanza (decalogo e legge) e nella sua celebrazione e stipulazione (Es 24 e 34); il continuo alternarsi tra linfedelt allalleanza (il vitello doro) e la riconciliazione grazie alla fedelt del Signore (cf Es 34,6-7). Dt 33-34 conclude la storia del cammino nel deserto raccontata in precedenza. Il libro, che ha come prospettiva centrale lalleanza, ha una sua storia, ma questo racconto fu introdotto in questa in modo da occupare la posizione finale, includendo la narrazione delle ultime volont e della morte di Mos, e la elezione del suo successore Giosu. Di fatto, linflusso di Dt alla base dellopera storica deuteronomistica (Dtn), e di molte altre opere. In conclusione 1) Due sono gli elementi essenziali per definire Israele: i Patriarchi, ai quali Dio aveva promesso la terra, e Mos, che la terra contempl senza entrarvi. Israele il popolo che discende dai Patriarchi e che ha vissuto lesperienza dellesodo sotto la guida di Mos. Dal punto di vista teologico, i due elementi basilari sono le promesse fatte agli antenati e il binomio esodo/legge (cf Es 20,2-3). Il Signore di Israele si definisce come il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe (Es 3,6) e come il Signore che ha fatto uscire [Israele] dallEgitto, dalla casa di servit (Es 20,2). 2) Lesperienza dellEsodo resta levento fondante della storia di Israele. Diverr la struttura simbolica per interpretare il cammino storico di Israele e quello dellintera umanit (liberazione da cammino verso; tensione escatologica), e il modello teologico per parlare di JHWH e del suo modo di coinvolgersi nella storia delluomo (alleanza). 3) Il libro di Deuteronomio chiude un ciclo e ne apre un altro. Il testo conclusivo di Dt 34,1012 segna uno spartiacque tra quanto precede e quello che segue. Infatti, Mos appare il pi grande: Non sorto in Israele un profeta come Mos (v.10). Ci significa che la legge superiore alle altre forme di rivelazione, perci le precede. La sua superiorit dipende dalla sua relazione con Jhwh faccia a faccia contatto diretto e per i conseguenti segni e prodigi compiuti in Egitto contro al faraone, i suoi ministri e tutto il suo paese e davanti a Israele.
J. L. SKA, Introduzione alla lettura del Pentateuco, p. 25, cf J. BLENKINSOPP, Il Pentateuco, pp. 67-68. F. GARCA LPEZ, Il Pentateuco (Introduzione allo studio della Bibbia 3/1), Paideia, Brescia 2004, p. 281.
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APPENDICE8 Tetrateuco (Gen-Nm, Noth) Pentateuco Esateuco (Gen-Gs, Von Rad)? Enneateuco (Gen-2Re) = dalla creazione allesilio con la distruzione del tempio? Nel Pentateuco creazione e tempio sono fondamentali. Ma Gs-2Re rivelano limpronta deuteronomistica (Storiografia Dtn). Da un punto di vista canonico si pu parlare di storia principale o prima storia (Primary History) di Israele. Ma non dal punto di vista letterario (cf sopra, Dt 34,10-12 spartiacque). IL PENTATEUCO E IL NUOVO TESTAMENTO Una prima relazione con il NT appare nelle figure. 1) La contrapposizione dialettica tra Adamo e Ges nuovo Adamo nella lettera ai Romani (Rm 5). 2) La figura di Abramo benedizione per tutti (Gen 12,3): come nel solo Ges di Nazareth Dio diviene carne di salvezza per tutti, cos Dio elegge una sola stirpe fra i popoli, per benedire tutti i popoli. Possiamo stabilire un parallelo tra Gen 12,1-3 e Gv 3,16: Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio Unigenito. La promessa attraversa tutta la storia fino al suo compimento nel Figlio di Dio. Abramo il padre dei credenti, la sua vera discendenza (Gv 8,31-58, gli altri hanno per padre il diavolo, cf Gal 3,6-29: figli di Abramo per la fede in Cristo). 3) Nel suo sacrificio Isacco considerato dai Padri immagine di Cristo nella passione. Anche Giuseppe, il giusto sofferente umiliato ed esaltato, letto nei Padri come figura del Cristo. La struttura del Pentateuco e lorganizzazione del canone ebraico sono fondamentali per capire il NT9. La vita pubblica di Ges inizia presso il Giordano, dove Giovanni battezza. Ora, il Pentateuco ha una conclusione aperta verso la terra. Lopera di Mos resta incompiuta, senza superare questultima frontiera: in Dt 34 Mos ancora sulle sponde del Giordano; solo Giosu compir la traversata. Quando Ges appare sulle rive del Giordano, annuncia il regno, cio il momento definitivo della salvezza, quando Israele potr prendere finalmente possesso della sua terra. Il mistero si compir a Gerusalemme centro della storia della salvezza. Linizio del NT e lopera salvifica di Ges si presentano allora come compimento dellopera incompiuta di Mos. Ges un altro Giosu. E in realt i due nomi: Giosu (forma ebraica) e Ges (forma aramaica) sono identici. Giovanni 5, nel racconto della guarigione del paralitico alla piscina di Betesda, sembra accennare a questa tematica: Mos ha parlato di me (5,46). Mos aveva annunziato che il Signore aveva scelto Giosu per compiere la promessa ai patriarchi di dare la terra a Israele. Ges questo Giosu che fa compiere il passaggio definitivo, verso la terra che i miti erediteranno (Mt 5,5). Molti passi dei vangeli appellano con citazioni o allusioni alla figura di Mos la cui opera Cristo Ges viene a compiere in maniera definitiva, rinnovandone i gesti-prodigi e il messaggio. Del resto il mistero della morte, risurrezione e ascensione di Ges viene considerato da Luca nella trasfigurazione come il suo esodo (Lc 9,31); e il segno che lo avvolge insieme con Mos ed Elia sar la nube, allo stesso modo delle manifestazioni divine dellEsodo. QUALE STORICIT? Il Pentateuco, nonostante la presenza di numerosi corpi legislativi, ha la struttura della narrazione di una storia che raccoglie le tradizioni fondanti del popolo. Ma per valutare il contenuto occorre
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Cf J.L. SKA, cit., pp. 28-34. Cf J.L. SKA, cit., p. 26, e N. LOHFINK, La morte di Mos e la struttura del Canone biblico, La Civilt Cattolica 1999 III 213-222 (quaderno 3579-3580 [7-21 agosto 1999]).
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comprendere lo stile e lo scopo del racconto stesso, che di narrare la storia della salvezza. Interpreta perci la storia con intenti teologici. Gen 1-11 descrive in modo popolare la creazione e lorigine del mondo, secondo i canoni e le concezioni frequenti dellepoca (del resto, nei Salmi e in altri passi, come Gb 38-39, ritornano diversi racconti di creazione). Al narratore non interessa come fu creato luomo, ma chi luomo, le verit che riguardano lui, il mondo e il Creatore. La storia patriarcale a) narrata come una storia di famiglia, raccogliendo le tradizioni sugli antenati i Padri in cui il popolo si riconosce. la memoria di gruppo: nei racconti dei Patriarchi Israele cerca e comprende, racconta e definisce la propria identit. b) una storia popolare, in uno stile esaltatorio che si sofferma sugli aneddoti senza preoccupazione di legare gli avvenimenti con la storia universale. Occorre perci vedere se qualche dato usi, costumi, migrazioni si accorda indirettamente con altri, conosciuti attraverso larcheologia; lo storico far opera di selezione stratigrafica nel racconto, tenter un confronto con i diversi dati, per verificare leventuale convergenza, senza tuttavia pretendere mai di raggiungere la piena sicurezza, consapevole che un processo di secoli condensato in tre generazioni. c) una storia religiosa, che sottende cio una tesi religiosa: vi un Dio che ha formato un popolo e gli ha dato un paese. La prima oscura allusione a Israele appare nella stele del faraone Mernephtah (1220 circa). In genere Abramo posto verso il 1800-1700 a.C. Verso il 1700 collocata la discesa in Egitto: essa si accorda, a grandi linee, con le migrazioni in Egitto di popolazioni semitiche. Ma gli spostamenti migratori di Giacobbe sembrano da porre in un contesto di seminomadi pi recenti, in fase di sedentarizzazione. Si tratta di spostamenti stagionali che ricordano la transumanza. lui larameo errante di cui parla il credo storico di Israele (Dt 26,1-11). LEsodo fa emergere la figura di Mos, centrale per comprendere lebraismo. Egli non ha funzione militare (non ha esercito che affidato a Giosu) n dinastia (con la sua morte finisce il suo ministero), ma autorit profetica ( il pi grande, Es 33-34) che gli deriva dal vedere Dio e dal parlargli faccia a faccia (Nm 12; Dt 34,10-12); lautorit gli viene non dalla potenza, ma dalla competenza o conoscenza. Di Mos si raccontano cinque vocazioni, per provare la sua autenticit: stato chiamato e ha resistito, non ha agito per interesse. Il libro dellEsodo accenna alla costruzione di due citt deposito: Pitom e Ramses. Luscita posta in genere verso il 1250 a.C. o poco prima; linsediamento in Trasgiordania verso il 1225, in un momento di indebolimento del controllo egiziano in SiriaPalestina. LEgitto, tuttavia, continuer a dominare il territorio fino allepoca dei re. Quella migrazione, per, verr letta come il momento provvidenziale che dar origine al popolo, maturando una coscienza collettiva. La narrazione delluscita, poi, assume il colore di gesta eroiche, talvolta inserite in contesto liturgico celebrativo (Pasqua). Deuteronomio rivela nelle sue leggi ladattamento a nuove situazioni di vita posteriori, quando la sedentarizzazione gi avvenuta. Mos che fa il resoconto (1,1): riferisce e spiega al popolo quello che ha detto JHWH. Si passa dalla proclamazione della legge al primo stadio di interpretazione e attualizzazione, per indicare cosa si far nella terra.
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FORMAZIONE - la questione del Pentateuco10 La ricerca sulle origini del Pentateuco conosce oggi un particolare travaglio e manifesta un evidente disagio dovuto da una parte alla critica alle teorie precedenti per superarne alcune deficienze, ma dallaltra alla fatica di proporne di nuove convincenti. Si vedano in proposito anche le nuove introduzioni alla Bibbia di Gerusalemme a alla TOB (Traduction Oecumenique de la Bible). Il problema nato in seguito ad alcuni aspetti curiosi che hanno spinto gli studiosi del Pentateuco a interrogarsi sulla sua formazione, privilegiando anzitutto una lettura diacronica del testo (metodo storico-critico). Gli autori hanno notato infatti: ripetizioni di racconti (cf Gen 1 e 2; Abramo 15 e 17; i Patriarchi 16 e 21; manna e quaglie Es 16,1-36 e Nm 11,4-34); ripetizioni di leggi e la presenza di pi codici (ad es. il decalogo Es 20 e Dt 5, o prescrizioni per le feste, cf Es 12 e Dt 16, evoluzione delle stesse leggi che riguardavano circostanze diverse); fusioni di racconti (Gen 6-9; Es 13-14); stili diversi. Si posta dunque la domanda sulle origini storiche e letterarie del Pentateuco. Quali le risposte? Nelle sue linee pi ampie e generali stata la seguente. a) Lesperienza fondante fu lesodo, cio la liberazione dallEgitto, che ha posto Israele in relazione al suo Dio: Dio liberatore e Dio dellalleanza. Attorno ad essa confluito il diverso materiale: racconti, discorsi, leggi, riflessioni sugli avvenimenti. b) Si passati da una fase orale e celebrativa (feste e templi), che ha creato un patrimonio comune, anche se con tradizioni diverse, alla fase scritta. Questo percorso per difficilmente percorribile nelle sue varie tappe. NB. Pi che di fonti scritte, gi definite, si preferisce oggi parlare di tradizioni. La teoria classica (di Wellausen [fonti scritte], modificata da Gunkel e Von Rad [storia delle forme], e poi da Noth [storia delle tradizioni] e la scuola scandinava [tradizioni orali]) ne identifica 4: Jahwista (J), Elohista (E), Deuteronomista (D), Sacerdotale (P = Priester). Largomento comporta due piste di ricerca: le origini e il processo di redazione, riassunti da Erich Zenger (Introduzione, cfr. Ipotesi sullorigine del Pentateuco e sviluppi dellindagine scientifica e Processo di redazione). Le ipotesi delle origini vertono attorno a quattro modelli: Il modello Erich Zenger-Peter Weimar o modello di Mnster) colloca lorigine del Pentateuco tra il VII secolo e la fine del VI, con la ipotesi dei frammenti ossia dei cicli narrativi, provenienti da due o tre fonti (opera storica gerosolimitana, che form un quadro storico normativo sugli inizi del rapporto tra Jhwh e il suo popolo, il Deuteronomio, lo scritto sacerdotale), integrate insieme prima del 400 a.C, quando la Torah fu definita come opera autonoma (= Gen 1-Dt 34), delimitandola rispetto agli altri libri del cosiddetto Enneateuco. Vi poi il modello di Erhard Blum, che fa proprio quello di Rendtorff11, suo maestro, e sostiene una origine e una trasmissione indipendente delle tradizioni narrative della Genesi da una
10 Una sintesi dei dati e delle teorie recenti per interpretare il Pentateuco in J.L. SKA, Le Pentateuque: tat de la recherche partir de quelques rcentes Introductions, Bib 77 (2/1996) 245-265 [excursus], cf IDEM, Introduzione alla lettura del Pentateuco, pp.113-185, e J. BLENKINSOPP, Pentateuco, pp.11-43; si vedano anche G. RAVASI, Genesi, in Nuovo Dizionario di Teologia Biblica, Paoline, Cinisello Balsamo (MI) 1988, pp.565-573; G. BORGONOVO, Genesi, in La Bibbia, Piemme; F. GARCA LOPEZ, Il Pentateuco (Introduzione allo studio della Bibbia 3/1), Paideia, Brescia 2004; la lunga rassegna di G. Braulik - E. Zenger, I libri della Torah (del Pentateuco), in E. ZENGER (ed.), Introduzione allAntico Testamento, Queriniana, Brescia 2005, pp.281ss.
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parte e di Mos e dellEsodo dallaltra fino ai tempi dellesilio; furono riunite solo nei primi tempi dopo lesilio da una composizione sacerdotale Il terzo modello quello di Eckart Otto che pone il Deuteronomio come culla del Pentateuco: non gli spetta solo il ruolo di conclusione, ma fornisce pure indicazioni decisive per cogliere le linee-guida cronologiche della crescita del Pentateuco, in quanto possibile individuare dei passi da Dt 13 e 28 quali ricezione letteraria di un testo esterno allAntico Testamento sicuramente databile (confronto del giuramento di fedelt o lealt di Israele con il giuramento del nuovo re assiro Asharaddon, 681-669 a.C.). Infine, Reinhard G. Kratz spiega lorigine del Pentateuco includendo i libri da Gs a 2Re (cf anche K. Schmid) e ritiene come primo decisivo mutamento nella formazione della tradizione la comparsa degli Assiri; egli considera due autonome leggende sulle origini che pone al VII secolo: la storia primordiale e la storia dei Padri (Gen 2-35) con una concezione religiosa inclusiva, e lesodo in una prospettiva esclusiva che separa Israele da tutti i popoli; furono poi completate dopo la conquista di Gerusalemme, in forza delle conseguenze che ne derivarono; lultimo passo nella genesi del Pentateuco si comp nel IV secolo con la suddivisione dellEnneateuco (i circoli che hanno compiuto lopera impossibile precisarli). Un secondo atto o una seconda pista della ricerca storico-critica consiste nella precisazione del processo di redazione del Pentateuco che ha creato lopera nella sua attuale struttura unendo i vari testi, accostando svariate prospettive, assimilandole e contrastandole: la maggioranza degli autori propende per la redazione sacerdotale; altri optano per una nonsacerdotale, ma profetica, tardo-deuteronomista o sapienziale. Il problema presenta dunque un aspetto letterario, ma vi anche un aspetto teologico e storico. Teologicamente il Pentateuco appare come Torah, cio come autorit ultima e come forza sanante e salvifica; centrale la categoria di berith; di conseguenza avviene la separazione tra Gen-Dt e Giosu con i libri seguenti mediante linserimento del giuramento di tipo deuteronomistico e dei Patriarchi come figure fondanti di tipo sacerdotale; alla fine posta la rielaborata benedizione di Mos (Dt 33) che considera il futuro di Israele non fondato sul potere statale, ma nella solidariet familiare. Dal punto di vista storico, Zenger riprende dapprima lidea della promulgazione in epoca persiana, dove si contrastano due opinioni: lautorizzazione imperiale della Torah, quasi un documento della propria identit di fronte al potere persiano (cf P. Frei; R. Rendtorff e J. Blenkinsopp = scuola di Heidelberg), o il frutto di un processo interno al giudaismo, opera della comunit dei cittadini di Gerusalemme legati al Tempio (cf J.P. Weinberg: BrgerTempel-Gemeinde e J.L. Ska); legge poi il Pentateuco come documento di compromesso tra due prospettive, quella teocratica (le promesse dei profeti sono gi realizzate) e quella escatologica di tipo deuteronomistico (la benedizione di Dio si realizzer per Israele contro i popoli) o profetico (la sovranit regale di Jhwh in Sion). Infine, la Torah diventa libro canonico nel senso che raccoglie, in maniera vincolante per tutti, i valori normativi e formativi di una comunit, ma nello stesso tempo diventa compromesso tra prospettive diverse e resta aperto a una rivelazione ulteriore, confermata dalla accettazione degli stessi libri profeti e degli Scritti, pure canonici. La canonizzazione non intende causare la conclusione della rivelazione, bens lorientamento del senso della rivelazione (p. 203): il Pentateuco/Torah in quanto canone resta guida per la vita (cf Dt 4,2), e deve soprattutto servire alla prassi (per osservare i comandamenti). Tralasciando i dettagli delle varie tesi, potremmo convenire sul alcuni punti: Strati successivi e pi teologie e linguaggi hanno contribuito alla formazione del Pentateuco, senza pensare che ogni tradizione abbia avuto una elaborazione teologica definita; la pi antica
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sarebbe stata J, forse scritta gi prima dellesilio. Ma soprattutto dobbiamo la composizione del Pentateuco alle correnti deuteronomistica (D) e sacerdotale (P). Una redazione D fu rielaborata dalla sua scoperta (622 a.C.) fino allesilio (molti sostengono che una riforma sia stata iniziata o tentata da Giosia, ma in realt il testo che narra la scoperta della legge 2Re 22-23 sembra postesilico; serv per dare credito alla riforma di Esdra e Nehemia). Questa corrente deve aver sistemato il materiale secondo la propria linea teologica.
Alcuni autori (es. Garcia Lopez) sostengono la teoria delle due edizioni del Deuteronomio, quella preesilica, e la rielaborazione esilica e postesilica, evidenziando due diverse strategie e concezioni. A) Nella prima (come Deut 6,4-5 che posto tra il materiale originario), in seguito alla caduta di Samaria, la riforma deuteronomistica proclama Jhwh quale unico Dio dIsraele al quale si deve assoluta fedelt, con tutte le forze; di conseguenza Israele nelle leggi cultuali e sociali appare come il popolo di Jhwh, unito al suo Dio. B) La tradizione esilica e postesilica (ad es. 4,6-8 e 30,15-20) affronta invece il problema dellidentit nazionale e religiosa di Israele, introducendo due modifiche o sottolineature: la ridefinizione del Deuteronomio come Torah e una certa sapienzializzazione. Di conseguenza, Israele il popolo della Torah; losservanza della Torah e la vicinanza del Signore sono le caratteristiche che determinano la sua saggezza e superiorit di popolo saggio e intelligente come nessun altro, una nazione grande; e Mos d anche direttive, traccia la via che conduce alla vita12.
Lintervento finale di P (si discute sulla datazione e sulla sua organicit) riprese la scuola Dtn e complet il testo, a iniziare dallepoca di Esdra, tra il 400 e il 350 o 300 a.C. Per la stesura finale si confrontano due ipotesi dominanti. Da un lato si sostiene che essa avvenne per autorizzazione persiana, la potenza dominante su Israele (il Pentateuco sarebbe il documento ufficiale che fissa lo statuto della comunit del Secondo Tempio agli occhi delle autorit persiane), dallaltro sarebbe stata la comunit dei cittadini di Gerusalemme legati al Tempio a compiere questopera. Alcune spiegazioni storiche e letterarie dellorigine del Pentateuco ruotano attorno al materiale deuteronomistico e considerano il Tetrateuco (Gn-Nm) come un prodotto complementare di epoca persiana. Vi probabilmente eccessiva enfasi sul deuteronomismo, ma anche una certa aderenza alla situazione storica e storico-religiosa da cui sorta la letteratura biblica dellantico Israele.13 In conclusione Il Pentateuco attuale risente della teologiadi P e Dt/Dtn, anche se parte del materiale dovette esistere in epoca antecedente a Esdra (fonte preesilica). t Emerge una variet teologica e ideologica compresente, al di l della teoria classica delle tradizioni o delle fonti che pone in risalto la variante delle figure dominanti: il re, il profeta, la comunit organicamente strutturata in diverse istituzioni regolate da statuti (cf Dt 18), predomina la figura del sacerdote (P). Nei corpi legislativi Ska evidenzia tre codici e intravede tre ideologie: Deuteronomista, Sacerdotale e la Legge di Santit del Levitico; infine lultima redazione14. Tuttavia, la questione letteraria e storica delle origini del Pentateuco resta una delle pi dibattute. Accanto a chi sostiene e difende le vecchie teorie, vi chi le critica aspramente. Ma spesso la critica contro le tesi passate prevale sulle indicazioni positive, e le scelte metodologiche sono talora unilaterali come le teorie rifiutate. Probabilmente ha ragione Ska quando afferma che: Il modello che appare pi ragionevole oggi quello che combina elementi dei
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Cf F. GARCA LOPEZ, trh, ThWAT VIII, Stuttgart 1995, 597-637; per il libro del Deuteronomio, IDEM, Il Pentateuco, pp. 224-265. 13 Cf E.TH. MULLEN, Jr., Ethnic Myths and Pentateuchal Foundations. A New Approach to the Formation of the Pentateuch (Society of Biblical Literature Semeia Studies), Scholar Press, Atlanta 1997. 14 J.L. SKA, pp.213-217. In questa linea, cf anche A. ROF, Introduzione alla letteratura della Bibbia ebraica, vol 1. Pentateuco e libri storici (Introduzione allo studio della Bibbia Supplementi 48), Paideia, Brescia 2011, p.135.
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vari modelli proposti nel secolo passato, vale a dire lipotesi dei frammenti, lipotesi dei complementi e lipotesi dei documenti.15 t Oggi, tralasciando lattacco alle teorie delle fonti per motivi fondamentalisti, si accentua un metodo di lettura che parta anzitutto da una lettura unitaria o sincronica del testo canonico, per cogliere linsieme organico di relazioni: analisi strutturale e strutturalista, simbolica e narrativa. Questa non elimina limportanza del metodo storico-critico, ma lo completa.
Bibliografia generale sul Pentateuco J. BLENKINSOPP, Il Pentateuco. Introduzione ai primi cinque libri della Bibbia (Biblioteca biblica 21), Queriniana 1996. G. CAPPELLETTO, In cammino con israele. Introduzione allAntico testamento, vol. I (Studi religiosi), EMP, Padova 62009. J. L. SKA, Introduzione alla lettura del Pentateuco. Chiavi per Linterpretazione dei primi cinque libri della Bibbia, Edizioni Dehoniane, Roma 1998 Edizioni Dehoniane, Bologna 2000. F. GARCA LOPEZ, Il Pentateuco (Introduzione allo studio della Bibbia 3/1), Paideia, Brescia 2004. S. PINTO, Io sono un Dio geloso. Manuale sul Pentateuco e i Libri Storici: introduzione ed esegesi, Borla 2010. R. RENDTORFF, Introduzione allAT, Claudiana, Torino 1990. A. ROF, Introduzione alla letteratura della Bibbia ebraica, vol 1. Pentateuco e libri storici (Introduzione allo studio della Bibbia Supplementi 48), Paideia, Brescia 2011. H. CAZELLES e J.P. BOUHOT, Il Pentateuco, Paideia, Brescia 1968 (contiene la presentazione della teoria classica della formazione del Pentateuco come appare anche nella seconda edizione della Bibbia di Gerusalemme [cf ledizione attuale italiana; la nuova edizione in accordo con le introduzioni della TOB], sottolineando pi la teoria delle tradizioni che quella delle fonti). E. ZENGER (ed.), Introduzione allAntico Testamento, Queriniana, Brescia 2005 (ed ted. Einleitung in das Alte Testament, 52004 (per il Pentateuco offre, con Braulik, una lunga rassegna degli attuali tentativi che rivelano la complessit dei problemi inerenti al testo). EXCURSUS I - J.L. SKA, Le Pentateuque: tat de la recherche partir de quelques rcentes Introductions, Bib 77 (2/1996) 245-265. Cf IDEM, Introduzione alla lettura del Pentateuco. Chiavi per linterpretazione dei primi cinque libri della Bibbia, Ed Dehoniane, Roma 1998. Lautore nellarticolo analizza quattro introduzioni recenti: R.N. WHYBRAY (Introduction to the Pentateuch, W.B. Eerdmans, Grand Rapids MI 1995; cf IDEM, The Making of the Pentateuch. A Methodological Study [JSOTSS 53], Sheffield 1987; valutazione critica in Bib 69 [1988] 270-273) che opta per una lettura sincronica, per quanto possibile: unopera nel suo insieme coerente e unitaria; il Pentateuco attuale concepito come prefazione alla storia deuteronomista; datazione postesilica (cf J. Van Seters); J.L. SKA, cit, 1998, p.217, cf lexcursus, sotto. Lo stesso autore propone la citata rassegna su quattro introduzioni al Pentateuco con osservazioni critiche (Bib 77 [2, 1996] 245-265) [Excursus I). interessante la disanima di G.L. PRATO, in RivBib 47 (1999) 229-232, nella recensione al libro di D.J. WYNN-WILLIAM, The State of the Pentateuch. A Comparison of the Approches of M. Noth and E. Blum (Beihefte zur Zeitschrift fr die Alttestamentliche Wissenschaft 249), Walter de Gruyter, Berlin New Zork 1997, che sostanzialmente continua a difendere, pur con molte distinzioni, la linea tradizionale che ritroviamo nel libro del suo maestro A.F. CAMPBELL scritto con M. OBRIEN (Sources of the Pentatuch. Texts, Introduction, Annotations, Fortress Press, Minneapolis 1993): Con questa puntigliosa analisi comparativa si voluto dunque ritornare a difendere, sebbene con molta cautela e per vie traverse, la validit di un metodo che oggi molti ritengono superato... Di fronte a questi tentativi di ridare vigore a un metodo che sembra (o sembrava) ormai destinato al tramonto, vi da chiedersi se si tratti solo di sporadici sprazzi di una comprensibile nostalgia oppure se si debba registrare, magari con rammarico ma certo con la dovuta onest, il comportamento attuale di una ricerca che ha buon gioco nel far rilevare le deficienze di metodi ormai improponibili, ma non sa trovare sbocchi alternativi altrettanto convincenti.
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J. BLENKINSOPP (The Pentateuch. An Introduction to the First Five Books of the Bible [The Anchor Bible Reference Library], Doubleday, New York-London-Toronto-Sydney-Auckland 1992; it. Il Pentateuco. Introduzione ai primi cinque libri della Bibbia [Biblioteca biblica 21], Queriniana, Brescia 1996) si ispira alla scuola di Heidelberg (Rendtorff, Blum, Albertz, Crsemann): vi sono due grandi insiemi o composizioni, il deuteronomista (D) e il sacerdotale (P). La composizione dellopera posta allepoca persiana, con autorizzazione imperiale: il Pentateuco sarebbe il documento ufficiale che fissa lo statuto della comunit del Secondo Tempio agli occhi delle autorit persiane; A.F. CAMPBELL - M.A. OBRIEN (Sources of the Pentateuch. Texts, Introduction, Annotations, Fortress Press, Minnepolis, MN, 1993): sviluppa le idee di Noth = teoria classica con il concetto di Tetrateuco; insiste su unit, dualit, arte della combinazione; E. ZENGER (ed., Einleitung in das Alte Testament [Studienbcher Theologie 1,1], W. Kohlhammer, Stuttgart 1995): in una posizione intermedia tra la teoria documentaria e la scuola di Heidelberg. Riconosce tre insiemi preesistenti o fonti: opera presacerdotale (cf Jeovista = storia gerosolimitana), sacerdotale e deuteronomio, con cicli di racconti indipendenti allorigine. Il Pentateuco attuale frutto di un compromesso tra diversi gruppi dellIsraele postesilico: i pi importanti erano il sacerdozio teocratico e il laicato con tendenza escatologica influenzato dai circoli profetici. Nota poi alcune convergenze degli studi attuali. 1) Molti metodologicamente fanno precedere una lettura di tipo sincronico allanalisi delle componenti (cf anche la introduzione dellautore, cap. II); anche in chi sostiene le teorie classiche il contenuto pi nuovo della forma. 2) Una maggiore importanza riservata alle leggi (la teoria documentaria nacque dallesame delle leggi). 3) Circa le antiche fonti, Yahvista ed Elohista, se ne contesta lantichit in base alle seguenti obiezioni: (1) la teologia complessa difficilmente pu risalire agli inizi della monarchia; (2) J suppone anche un senso della storia e delle tecniche di composizione letteraria che non potevano esistere in epoca antica, ma si comprendono meglio a unepoca vicina ai profeti scrittori; (3) unopera cos importante avrebbe dovuto lasciar traccia negli scritti dei primi profeti; (4) testi fondamentali come Gen 12,1-4a o Gen 2,4b-8,22, si sono rivelati recenti per molti ricercatori; (5) ci sono pi differenze che somiglianze tra J e la storia di Davide: la teologia non la stessa ed difficile spiegare perch i racconti di 1-2 Sam non facciano pi chiara allusione ai testi J. Inoltre due autori tendono ad attribuire ai testi di Gen 1-11 una origine recente: Blenkinsopp (64-66; 69-70; 77-78) e Zenger (114-115). E Genesi 2-3 ha una colorazione sapienziale presente nei testi esilici o postesilici (Blenkinsopp, p. 65, cf L. ALONSO SCHKEL, Motivos sapienciales y de alianza en Gn 2-3, Bib 43 [1962] 295-316). 4) Due autori danno importanza allautorizzazione imperiale persiana (Blenkinsopp e Zenger): cf autorizzazione della ricostruzione di tempio e mura; redazione prima dello scisma samaritano e della traduzione dei LXX = verso il 400 a.C., per divenire la legge ufficiale della comunit giudaica, approvata dalle autorit persiane. Ma obiezioni alla teoria: tutta la legge o solo parte? Si tratta di approvazione ufficiale della legge o allerezione della provincia? Si tratta di legge di Israele o della provincia della Giudea? Infine pone dei punti interrogativi. a) Abbiamo un solo autore? Le osservazioni di Ska partono da Whybray con i suoi presupposti metodologici che prendono le distanze dalla esegesi storico-critica (pp. 252-253). Risposta globale: molti concordano sulla data postesilica della composizione finale del Pentateuco; come anche sulluso di materiali anteriori. Il punto delicato toccato da Whybray riguardava la possibilit di ritrovarli nellopera finale. Ora ci sono tracce visibili del lavoro editoriale, ossia gli stessi redattori hanno lasciato intendere che si tratta di aggiunte e non di parti di unopera originale. Esempi di tecnica redazionale. 1 Gen 16,9.10.11: la formula ripetuta dintroduzione per segnalare i loro interventi (oracolo primitivo ai vv.11-12; il v.9 tenta di conciliare Gen 16,1-14 con 16,15-16; bisognava anche conciliare Gen 16 con Gen 21, altra visione della espulsione di Agar). 2 Gen 22,15-18: il redattore fa chiamare Abramo dallangelo per la seconda volta (v.15) = vuole distinguere il secondo discorso dal primo (vv.11-12).
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3 Tecnica della ripresa. Il Redattore di Es 3,15: E disse ancora (d), altro segno dellintervento con una ripresa; cf Es 19,8b.9b, che aggiunge, dopo 19,3b-8, una frase sul ruolo di Mos (8b: wayyaeb moeh et-dibr haam el-Yhwh; 9b riprende una frase simile: wayyagged moeh et dibr haam el-Yhwh). 4 Un altro esempio in Gen 37,38: Giuseppe venduto dai Madianiti; in Gen 39,1, una ripresa classica, venduto dagli Ismaeliti a Pothifar. Sono gli stessi? Forse, ma come mai queste incoerenze? Perci, quella di un autore unico resta una teoria assai problematica. pi semplice pensare che il testo attuale abbia voluto armonizzare diverse versioni. Anche lidea di autore resta problematica. Anonimo? Un testo, che proviene da un contesto simile e dalla medesima epoca, Gilgame16. b) Un secondo problema riguarda il rapporto tra il Pentateuco e il Deuteronomista (pp.256-259). Lautore parte da Blenkinsopp sulla composizione del Pentateuco simile alla storia deuteronomista: la fraseologia e lo stile deuteronomico sono presenti nel Tetrateuco (Gen-Nm)? In realt, P D e Cronache usano tecniche redazionali simili che erano diffuse. Senza rimettere in discussione gli studi gi ricordati (cf Willi), suggerisce: 1) un metodo: il confronto tra tecniche redazionali dello scrittore sacerdotale, del deuteronomista o del Cronista potrebbero far avanzare la discussione; 2) bisogna chiedersi se non ci sia una redazione postdeuteronomista e postsacerdotale del Pentateuco (cf Otto e lo stesso Ska); 3) certo, in ogni caso, che la composizione non sacerdotale del Pentateuco utilizza un metodo diverso da quello dello storico deuteronomista, una differenza che bisogna spiegare. c) Segue lesame critico di alcuni testi oggetto di discussione nelle teorie classiche, che possono essere spiegati in modo diverso: il racconto del diluvio, Gen 37 e la storia di Giuseppe. d) Soprattutto considera la fine del racconto sacerdotale (che andrebbe, pi che a Dt 34 o a Lv 9,24, almeno fino a Nm 13-14 e allistituzione di Giosu: Nm 27,12-14a.15-23): nel rifiuto del popolo di prendere possesso della terra per paura del popolo (Nm 14,9) il riflesso di Esd 3,3 (gli esiliati ricostruiscono laltare nonostante la paura di fronte al popolo della terra) ed Esd 4,4 (il popolo della terra riusc a scoraggiare la comunit della gl durante il regno di Ciro fino al regno di Dario). Questo potrebbe essere un dettaglio importante per la datazione del racconto sacerdotale: Ci sono numerose convergenze tra la situazione descritta da Esd 4,1-5 e la situazione che suppone Pg: lo scoraggiamento del popolo e la dilazione dellentrata nella terra promessa, perch occorrer una nuova generazione perch si compisse la promessa. Il racconto sacerdotale rilegge lesperienza del ritorno e il suo parziale fallimento alla luce dellesodo e delle ribellioni nel deserto (mia sottolineatura). Conclude: Malgrado tutte le difficolt con le quali si scontrano gli esegeti del Pentateuco e le numerose divergenze di queste introduzioni, tuttavia incoraggiante constatare i progressi compiuti dalla ricerca, lo sforzo costante di chiarificazione dei presupposti, la cura di far dialogare i metodi sincronico e diacronico e, infine, occorre sottolineare il desiderio comune di partire o ripartire dai testi (p. 265).
Per la saga o epopea di Gilgame/Gilgamesh, cf G. PETTINATO, La saga di Gilgamesh, Rusconi, Milano 41993; F. DAGOSTINO, Gilgame alla conquista dellimmortalit. Luomo che strapp il segreto agli dei, Piemme, Casale Monferrato 1997; G. RAVASI (presentazione di) LAntico Testamento e le culture del tempo, Borla, Roma 1990; C. SAPORETTI, Il Ghilgame, Simonelli Editore, Milano 2001; cf anche A. PERROT, I Sumeri, BUR Arte, Rizzoli, Milano 1981 (ristampa delledizione del 1960).
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