Pentateuco e Libri Storici

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ITM Ancona

A.A. 2010-2011

Corso di Antico Testamento: Pentateuco e Libri Storici


Prof.sa Rosanna Virgili
Anno Accademico 2010-2011

Corso di Antico Testamento: Pentateuco e Libri Storici


Prof. Rosanna Virgili

PROGRAMMA

Parte prima: Questioni introduttive


a. TANAK e la composizione del Canone ebraico
b. La Torah o Pentateuco
c. Cos’è il Pentateuco
d. Gli studi letterari sul Pentateuco: l’approccio sincronico
e. Gli studi critici sul Pentateuco: l’approccio diacronico. Storia
della ricerca
Parte seconda: saggi di Esegesi dal Pentateuco e Libri storici.

****************

Testi per la preparazione della prima parte

G. CAPPELLETTO, Introduzione all’Antico Testamento, Messaggero,


Padova 2009.
***T. RÖMER, J.D. MACCHI, C.NIHAN Guida di lettura all’Antico
Testamento, Dehoniane, Bologna 2007.
E. ZENGER, (ed.), H.-J. FABRY et alii, Introduzione all’Antico
Testamento, (ed. it. a cura di F. Dalla Vecchia), Queriniana, Brescia
2005.
**W. BRUEGGEMANN, Introduzione all’Antico Testamento. Il
canone e l’immaginazione cristiana, (ed. it. a cura di C.Malerba),
Claudiana, Torino 2005.
**E. BORGHI, R. PETRAGLIO, La Scrittura che libera. Introduzione
alla lettura dell’Antico Testamento, Borla, Roma 2008.
***J.L. SKA, Introduzione alla lettura del Pentateuco. Chiavi per
l’interpretazione dei primi cinque libri della Bibbia, Bologna 2000.
***E. ZENGER, ed., Introduzione all’Antico Testamento, Queriniana,
Brescia 2005.
___________________

Testi per la preparazione della seconda parte

GENESI

J. McKEOW, Genesis, Eerdmans, Grand Rapids 2008.


G. von RAD, Genesi, Paideia, Brescia 1978 (II ed.).
R.R. RENO, Genesis, SMC Press, London 2010.
B.K. WALTKE, Genesis. A Commentary, Zondervan, Grand Rapids (MI)
2001.
C. WESTERMANN, Genesi, Piemme, Casale Monferrato (AL) 1995.

ESODO

B.CHILDS, Esodo, Piemme, Csale Monferrato 1995.


P.ENNS, Exodus, Zondervan, Grand Rapids (MI) 2000.
T.FRETHEIM, Esodo, (ed. it. A c. di T.Franzosi), Caludiana, Torino 2004.
A.NEPI, Esodo (Capp.1-15). Introduzione e commento, Messaggero,
Padova 2002.
Id. , Esodo (Capp. 16-40). Introduzione e commento, Messaggero, Padova
2004.
M.NOTH, Esodo. Traduzione e commento, Paideia, Brescia 1977.
J.SCHARBERT, Esodo, Morcelliana, Brescia 2001.

LEVITICO e NUMERI

S.E. BALENTINE, Levitico (ed.it. a c. di C. Versino), Claudiana, Torino


2008.
R.N. BOYCE, Leviticus and Numbers, Louisville, London 2008.
P.G. BUDD, Leviticus, Eerdmans, Grand Rapids 1996.
G. DEIANA, Levitico. Nuova versione, introduzione e commento, Paoline,
Milano 2005.
R. GANE, Leviticus, Numbers, Zondervan, Grand Rapids (MI) 2004.
W. KORNFELD, Levitico, Morcelliana, Brescia 1998.
J. MILGROM, Leviticus. A Book of Ritual and Ethics. A Continental
Commentary, Fortress Press, Minneapolis 2004.
D. OLSON, Numeri, (ed. it. a c. di C. Versino), Claudiana, Torino 2008.
R. RENDTORFF – R.A. KUGLER, (edd.), The Book of Leviticus,
Composition and Reception, Brill, Leiden 2003.
T. RÖMER, The Books of Leviticus and Numbers, Leuven, Paris, Dudley
(MA) 2008.
D.L. STUBBS, Numbers, Brazos Press, Grand Rapids (MI) 2009.
T.M. WILLIS, Leviticus, Abingdon Press, Nashville 2009.

DEUTERONOMIO

W. BRUEGGEMANN, Deuteronomy, Abingdon Press, Nashville 2001.


J.G. McCONVILLE, Deuteronomy, Apollos, Leicester 2002.
P.D. MILLER, Deuteronomio, (ed. it. a c. di M. Sbaffi Girardet),
Claudiana, Torino 2008.
R.D. NELSON, Deuteronomy: a Commentary, Knox, Louisville, KY
2002.
T. RÖMER, Dal Deuteronomio ai libri dei Re: introduzione, storica,
letteraria e sociologica, (ed. it. a c. di D. Garrone), Claudiana, Torino
2007.
M. VERVENNE, J. LUST, (edd.), Deuteronomy and Deuteronomic
Literature, Peeters, Leuven 1997.
T. WORK, Deuteronomy, Brazos Press, Grand Rapids (MI) 2009.
Parte prima: Questioni introduttive

a. TANAK e la composizione del Canone ebraico1

- 24 libri divisi in Tôrâ – Nebi‟îm – Ketûbîm (Pentateuco –


Profeti – Scritti), da cui l‟acronimo TaNaK.

- Tôrâ = 5 libri; Nebi‟îm (anteriori: Gs Gdc Sam Re = 4;


posteriori: Is Ger Ez + rotolo dei dodici profgeti minori = 4) = 8
libri; Ketûbîm = 11 libri (cinque Megillot delle feste –
Rt,Ct,Qo,Lam,Est - + Sal,Gb,Pr,Dn,Esd-Ne,Cr)2.

- Il processo di formazione canonica chiuso intorno al III secolo


d.C. Il prologo del Siracide:

Molti e importanti insegnamenti ci sono dati dalla legge, dai profeti e dagli altri
scritti successivi, per i quali è bene dar lode a Israele quanto a dottrina e sapienza. Però non
è giusto che ne vengano a conoscenza solo quelli che li leggono, ma è bene che gli
studiosi, con la parola e con gli scritti, si rendano utili a quelli che ne sono al di fuori.
Per questo motivo, mio nonno Gesù, dopo essersi dedicato per tanto tempo alla
lettura della legge, dei profeti e degli altri libri dei nostri padri, avendone conseguito una
notevole competenza, fu indotto pure lui a scrivere qualche cosa su ciò che riguarda la
dottrina e la sapienza, perché gli amanti del sapere, assimilato anche questo, possano
progredire sempre più nel vivere in maniera conforme alla legge.
Siete dunque invitati a farne la lettura con benevola attenzione e ad essere indulgenti
se, nonostante l’impegno posto nella traduzione, sembrerà che non siamo riusciti a rendere
la forza di certe espressioni. Difatti le cose dette in ebraico non hanno la medesima forza
quando vengono tradotte in un’altra lingua. E non solamente quest’opera, ma anche la
stessa legge, i profeti e il resto dei libri nel testo originale conservano un vantaggio non
piccolo.
Nell’anno trentottesimo del re Evèrgete, anch’io, venuto in Egitto e fermatomi un
poco, dopo avere scoperto che lo scritto è di grande valore educativo, ritenni necessario
adoperarmi a tradurlo con diligente fatica. In tutto quel tempo, dopo avervi dedicato molte
veglie e studi, ho portato a termine questo libro, che ora pubblico per quelli che, all’estero,
desiderano istruirsi per conformare alla legge il proprio modo di vivere.

1
Bibliografia di riferimento: E. ZENGER, ed., Introduzione all’Antico Testamento, Brescia 2005; J.L. SKA,
Introduzione alla lettura del Pentateuco, Roma 1998. P. BEAUCHAMP, L’uno e l’altro Testamento, Brescia 1985; G.
BORGONOVO, Il testo biblico: per un approccio scolastico, Torino 1990.
2
C’è un’altra tradizione legata a Giuseppe Flavio e Origene che dava un computo diverso della totalità dei libri
riducendoli al numero simbolico di 22 (la somma delle lettere dell’alfabeto ebraico) integrando Rut con Giudici e
Lamentazioni con Geremia.
scritto probabilmente nel 132 a.C. sotto Tolomeo Evergete Fiscone,
attesta che già nel II secolo a.C. la Scrittura ebraica comprendeva
queste tre sezioni, che diverranno canoniche nel Giudaismo. La
definizione ultima degli “Scritti” si è forse avuta attorno alla data del
presunto Concilio di Iamnia, di cui, tuttavia, è incerto l‟effettivo
svolgimento.

- Il filo rosso del canone ebraico: si mostra un profondo significato


teologico che concatena le varie parti di TaNak.
1. Il Pentateuco come norma: Dt 34,10-12:
* l‟autorità/superiorità di Mosè/profeta (Dt 18,15;Nm 12,6-8):
* l‟Esodo come evento fondamentale della storia di Israele;
* importanza del Dt che si configura come “ricapitolazione
della Torah.
2. Tôrâ e Nebi’îm: collegamento Gs 1,1-8 – Mal 3,22-24:
* Giosuè mesharet (ministro) di Mosè („ebed Yhwh)
successore di Mosè. Suo compito è la conquista e la
divisione/conferimento della terra promessa.
* Giosuè viene qualificato dalla relazione con Mosè; Yhwh
sarà con lui come è stato con Mosè.
* Il successo di Mosè dipenderà dalla fedeltà alla “legge di
Mosè”; scritta in un libro (Gs 1,7-8); criterio di giudizio
sulla storia (1Re 17,7-23).
* La lettura dei profeti è fare memoria della legge di Mosè
(Mal 3,22-24); la Tôrâ nasce da una rivelazione divina
specialmente attestata nel Deuteronomio (tradizione del
monte Horeb, nome deuteronomico del Sinai: Dt 5,2; Es
19,1); Elia è il profeta più vicino a Mosè (1Re 19; Es
24,18; Dt 9,9).
* Il verbo “ordinare” lega l‟inizio e la fine de corpus
profetico: Dt 34,9 – Gs 1,7 – Gs 1,13 = la legge è quella
che Dio ha ordinato a Mosè, quella che Mosè ha ordinato a
Giosuè, e quella che Dio ha ordinato sull‟Oreb.

In sintesi: la funzione del libri profetici è subordinata alla


Torah ed è quella di interpretarla ed attualizzarla.
3. Tôrâ e Ketûbîm: Sal 1 – 2Cr 36,22-23 – Ne 8,1ss.
*Sal 1: La legge = Torah di Yhwh; tutta la sezione degli
scritti deve essere letta come una meditazione sulla Legge; il salterio
strutturato in cinque libri (Sal 1-41; 42-72; 73-89; 90-106; 107-150)
come in corrispondenza ai cinque rotoli della Legge.
*2Cr 36,22-23: Geremia e Gerusalemme. Si prospetta un
nuovo esodo (il verbo “salire” – lo stesso di Es 3,8 - da Babilonia alla
terra promessa).
*Ne 8,1ss. Esdra e Neemia probabilmente formavano
anticamente un tutt‟uno con i libri delle Cronache. La sequenza: 1-2Cr
Esd Ne riflette meglio la cronologia dei fatti. Esd Ne trovano la loro
climax nella proclamazione solenne della Legge di Mosè.

Conclusioni:
1. Quanto abbiamo evidenziato nel Canone TaNaK
rivela il primato, la validità, ed il ruolo unico e
speciale della Torah all‟interno di esso, con
carattere normativo, che le altre parti non
possiedono. Si evidenzia una speciale autonomia
della Torah che impone la tradizionale unità della
stessa come Pentateuco.
2. L‟unicità del Pentateuco si fonda sulla unicità di
Mosè. Per questo quanto ivi è contenuto ha un
valore fondatore ed i codici di Legge hanno valore
normativo.
3. Il fatto che la terra resti fuori dal Pentateuco sta a
dire che l‟elemento essenziale della fede di Israele
non è il possesso della terra, ma la promessa della
terra. Quel che conta è la benedizione di Dio, anche
se il popolo si trova in terra straniera (Es 1). Per il
Pentateuco è possibile essere un membro del
popolo di Israele senza abitare nella terra promessa,
ma avendo come statuto la Legge.
4. I due pilastri del Pentateuco sono i patriarchi e
l‟esodo: il Dio di Abramo è lo stesso che ha fatto
uscire Israele dall‟Egitto, quindi è il Dio di Mosè
(cfr. Es 3). Il Dio liberatore dell‟Esodo verrà
riconosciuto come Dio creatore in Genesi.
5. La Tôrâ afferma che le radici dell‟identità di Israele
come popolo sono molto più antiche di David e
della monarchia, perché risalgono a Mosè e, più a
ritroso, ai patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe.
Questo significa che la legge di Mosè è
geneticamente costitutiva per Israele, mentre può
fare a meno della istituzione monarchica.
6. Una proposta canonico-teologica di questo tipo si
comprende dopo il fallimento della monarchia, lì
esperienza dell‟esilio e al tempo della diaspora. In
questo tempo avviene la sistematizzazione del
materiale della tradizione. TaNaK si chiude con
una nuova speranza: quella di “salire” a
Gerusalemme.

- La ‘ricapitolazione’ = riavvolgere tutto lo scritto per ritornare


all‟inizio (caput). Appare evidente
all‟interno dei tre corpi di TaNaK:
1. nella Tôrâ: il Dt (cfr. 4,1-2; 5,1-3; 30,15ss.) chiude i
cinque libri e vede conchiuso tutto il passato. Il
comandamento diviene il contenuto del
comandamento stesso. Una legge che dice di
osservare la legge. Il passato diventa torah
(“istruzione”) capace di orientare il presente di ogni
lettore, possibilità di entrare nella terra, disponibili
per la comunità di oggi.
2. Isaia 40-55: ricapitola la parola profetica (Dio ha già
parlato, cfr. Ger 45,14-19). L‟oracolo profetico ha
come oggetto l‟oracolo stesso. La parola profetica
deve annunciare che quanto è stato già annunciato si
realizzerà (l‟intervento del Dio Creatore, cfr. Is
40,21). La Nuova Alleanza sarà nuova creazione.
3. Pr 1-9: il discorso della sapienza (Pr 1,20-23.32).
Ascoltare la sapienza è sapeinza.

Conclusione: l‟orizzonte complessivo di TaNaK si dà dal punto


prospettico della ricapitolazione. Sulla scia di Dt, Deutero Is, Pr, la
redazione finale del periodo post-esilico ha iniziato questo lavoro di
sistematizzazione canonica chiusasi definitivamente nel III secolo d.C.
2. La Tôrâ o Pentateuco

I nomi

TM (ebraico): Tôrâ. Dalla radice yarah (“additare, indicare”)


significa primariamente: “insegnamento, istruzione”. I nomi ebraici
dei singoli libri sono la prima parola di ciascuno:
Bereshit (In principio), We elleh scemot (Questi sono i nomi),
Wayyiqra‟ (E chiamò), Bemidbar (Nel deserto) „Elleh haddebarim
(Queste sono le parole).

LXX (greco): Nomos “legge”. Ghenesis (Origine), Exodos (Uscita),


Levitokon (Levitico), Arithmoi (Numeri), Deuteronomion
(Deuteronomio). I nomi greci derivano dai contenuti dei libri:
Genesi: origine del mondo, dell‟umanità e di Israele;
Esodo: uscita di Israele dall‟Egitto;
Levitico: in relazione al nucleo centrale delle leggi e dei riti levitico
sacerdotali;
Numeri, dovuto ai censimenti di cui il libro tratta;
Deuteronomio: (deuteros nomos = seconda legge, cfr. Dt 17,18), nel
senso di una nuova legge promulgata a Moab, che avrebbe completato
la legge del Sinai.

Nodi e cornici narrativi

Genesi: inizia con la creazione del mondo e finisce con la morte di


Giacobbe e Giuseppe. Così si conclude l‟era patriarcale, cioè la storia
della famiglia degli antenati. In seguito Israele non sarà più una
famiglia, ma un popolo. Inoltre prima della sua morte, Giuseppe
annuncia il ritorno ai suoi discendenti nella terra promessa ai padri.
Questa conclusione apre verso il futuro e collega Gen con Es e Dt. Nel
linguaggio dell‟analisi narrativa Gen 50,24 contiene un “sommario
prolettico” del racconto che seguirà.

Esodo: cesura con Gen marcata. Tanti anni di mezzo. In Es nasce il


popolo di Israele. Per queste fratture il libro si apre con un riassunto
della storia di Giuseppe che funge da cerniera tra la “storia dei
patriarchi” e la “storia del popolo di Israele” (Es 1,1-7). La
conclusione di Es (40,34-38) descrive il momento in cui, dopo molte
vicende, la “gloria di Yhwh” viene a riempire al dimora o “tenda
dell‟incontro”. Ora Dio abita in mezzo al suo popolo (40,34-35) e può
accompagnarlo e guidarlo (40,36-38).

Levitico: Lv 1,1: Yhwh si rivolge a Mosè dalla tenda dell‟incontro e


non più dalla cima del Sinai (cfr. Es 19,3). La conclusione originale
del Lv in 26,46, contiene un “sommario conclusivo” che segue un
capitolo di benedizioni e maledizioni (Lv 26,3.14). Il c. 27 del Lv è
un‟aggiunta tardiva. 27,34 – versetto finale – riprende la conclusione
di 26,46. Le due conclusioni menzionano il monte Sinai come il luogo
della rivelazione. Per al tradizione di Israele le leggi promulgate da
Yhwh al Sinai e trasmesse da Mosè hanno una qualità normativa
unica.

Numeri: introduzione (1,1) simile a quella di Lv. Siamo ancora nel


deserto del Sinai e Yhwh continua a parlare dalla tenda dell‟incontro
(cfr. Es 40,34-35; Lv 1,1). Fra lì introduzione e la conclusione il
popolo si è spostato dal Sinai alle steppe di Moab, dove si prepara ad
entrare nella terra promessa. Le leggi promulgate nelle steppe di Moab
assumono anch‟esse un valore normativo dal punto di vista canonico.
Le leggi di Moab vengono equiparate a quelle di Sion.

Deuteronomio: inizia come Nm indicando il luogo ed il tempo in cui


Mosè parla (Dt 1,1-3). Tutti i discorsi di Mosè saranno pronunciati in
quel giorno e, nello stesso giorno, Mosè muore (Dt 32,48; 34,5). Con
la morte di Mosè si conclude il libro Dt e tutto il Pentateuco (Dt 34,1-
12).

Conclusione: i cinque libri sono divisi da chiari segnali linguistici e


strutturali. Certamente la cesura più grande è fra Gen e i seguenti. Il
primo descrive le origini di Israele e gli altri l‟organizzazione del
popolo sotto la guida di Mosè. Strutturalmente la fine del Dt
corrisponde alla fine di Gen.
3. Cos’è il Pentateuco

- Due grandi filoni letterari: la narrazione ed il testo legale (in


Genesi quasi totalizzante la narrazione; nei restanti quattro libri
alternanza tra i due filoni. L‟inserimento delle leggi in una trama
narrativa è il tratto saliente della Tôrâ. Il filo narrativo parte dalla
Creazione del mondo e si interrompe sulle soglie della terra
promessa. I testi legali accompagnano le vicende storiche e sono
legate particolarmente alla figura di Mosè, che è profeta e
legislatore. Tra la storia e la legge, c‟è un filo conduttore:
l‟Alleanza (negli eventi = la Storia; nella Parola = la Legge). Cfr.
Dt 7,7-8.

- Il nome: pentateuchos (penta= cinque; teuchos = astuccio)


compare nel II sec. d.C. (Tolomeo, +180). Usato raramente nei
Padri della Chiesa (Origene, Epifanio). Teuchos da astuccio,
contenitore di rotoli acquista il significato di “rotolo”. Per cui,
Pentateuco = “cinque rotoli”. Il termine “legge” (dal greco nòmos)
compare già nel Prologo del Siracide. Anche il NT distingue: Legge
di Mosè, Profeti e Salmi (Lc 24,44), oppure tra: Legge e Profeti (Mt
5,17; 7,12; Lc 16,16; At 13,15; 24,14; Rm 3,21). Con “Legge” il
NT intende non solo la legge del Sinai, ma l‟intero Pentateuco che
si attribuiva in blocco a Mosè3.

– La divisione in cinque libri


5845 versetti divisi con criterio letterario e teologico. Divisione più
netta tra Genesi e gli altri (Es-Dt).
- Contenuti:
* Gen 1-11: i racconti delel origini.
* Gen 12-50: i racconti dei Patriarchi.
* Es 1,1-15,21: l‟uscita dall‟Egitto.
* Es 15,22 – Nm 33: soggiorno nel deserto.
* Dt: i discorsi di Mosè prima dell‟entrata nella terra promessa.

- La raccolta del Pentateuco secondo una visione sincronica

3
FILONE di Alessandria (De Aeternitate Mundi 19) e GIUSEPPE FLAVIO (Contra Apionem 1,37-39) attribuiscono
già a Mosè la paternità del Pentateuco.
Gli studiosi della sincronia indagano sulla organicità del Pentateuco al
suo interno, cercando indizi formali (formule stereotipe collocate in
punti strategici). Il loro interesse va alla redazione finale dove si
trovano indizi di una volontà di composizione del Pentateuco (es. la
centralità del Lv; Es e Nm correlati in modo da formare una cornice
interiore; Gen e Dt parti estreme che contengono ambedue una
benedizione – Gen 49,1-28; Dt 33 - sui dodici figli di Israele e la
ripresa della prima promessa di Gen 12,7 in Dt 34,4, alla fine del
Pentateuco). Ruolo centrale della Rivelazione della Legge del Sinai
(Es 19 – Nm 10), che costituisce il centro e i cardine della Tôrâ. Lv 16
come centro del centro della Tôrâ.

* Gli studiosi che concentrano la loro analisi sulla forma canonica


della Bibbia trovano ulteriori ragioni per parlare di Pentateuco (B.S.
CHILDS, J.A. SANDERS, J.L. SKA):
1. La centralità della figura di Mosè. La Legge di Mosè non
potrà mai essere superata. Essa precede tutti i profeti ed anche gli
scritti.
2. Il rapporto unico che Mosè ha con Yhwh da cui gli deriva la
sua autorità. Unico profeta con cui Yhwh ha un rapporto senza
mediatori, ma diretto (cfr. Es 33,11; Nm 12,6-8).
3. L‟esodo come evento fondante ed incomparabile della storia
di Israele.
4. I legami del Dt con Mosè sono superiori a quelli con la
storiografia dtr. I libri del Pentateuco hanno un valore normativo che
gli altri libri non hanno.

- Indagini diacroniche e sincroniche

* Esateuco (sei rotoli) = la conquista della terra nel libro di Giosuè è


il “riposo” narrativo dei cinque libri precedenti. Dagli inizi del XVII
secolo: BONFRÈRE (1625), B.SPINOZA (1670), A.GEDDES (1792),
H.EWALD (1823), WELLHAUSEN (1868), G.von RAD (1938).
Per von RAD il nucleo delle tradizioni di Israele si ritrova nel “piccolo
credo storico” (Dt 6,21-23; Dt 26,5-9; Gs 24,2-13). Questo credo si
conclude con la menzione del dono della terra. Perciò, conclude von
RAD, si deve parlare di Esateuco, poiché la tradizione sulle origini di
Israele doveva concludersi con un racconto della conquista.
* Tetrateuco (quattro rotoli)= il libro del Dt fa da base teorica e da
chiave di lettura di Gs, Gdc, Sam, Re (Giosuè conquista la terra perché
è fedele alla Legge di Mosè – cfr. Gs 1,7-8 -; il popolo si trova a
perdere la terra a causa della sua infedeltà alla legge data da Mosè e
contenuta nel Dt – cfr. 2Re 17,7-23). Perciò Dt deve essere sganciato
dal Pentateuco e messo a corpo con i libri dei profeti anteriori. Teoria
di M. NOTH (1942, Überlieferungsgeschichte des Pentateuch – Storia
della Tradizioni del Pentateuco). La sua tesi:
1. Non si rilevano legami letterari tra Gen,Es,Lv, Nm e Dt.
2. I racconti di Gen,Es, Lv, Nm non trovano seguito in Gs, quindi
non si può parlare di Esateuco.
3. il Dt è la prefazione alla “storia deuteronomistica” (Gs-2Re). Il
fatto che in Dt 1-3 si trovi un breve riassunto dei fatti già narrati in Nm
fa pensare che Dt fosse adibito a dare inizio ad un‟opera a sé stante
che trova sviluppo nei libri storici.

Il primo studioso a parlare di Tetrateuco fu I.ENGNELL (Stoccolma


1945), per il quale il tetrateuco sarebbe opera di un autore sacerdotale.

* Enneateuco= nove rotoli, un corpo unico da Genesi a 2Re che


contiene una prima storia di Israele che inizia con la Creazione del
mondo e va fino all‟esilio babilonese.

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