Nunziante, Guida Alla TESI Uni PD
Nunziante, Guida Alla TESI Uni PD
Nunziante, Guida Alla TESI Uni PD
DIPARTIMENTO DI FILOSOFIA
1. I primi passi
a. Le difficolt di ricerca iniziali
E buona norma sapere gi con chi ti stai per laureare.
Voglio dire: se hai deciso di intraprendere un percorso di tesi insieme a me, spero che tu
abbia gi seguito qualche mio corso, letto qualche mia dispensa o pubblicazione (articoli,
libri, saggi) e che tu sia gi venuto a parlare qualche volta con me a ricevimento.
Ti dico questo perch il lavoro di tesi il momento pi impegnativo di tutto il tuo
percorso universitario fin qui svolto, quindi non solo pensaci bene prima di scegliere un
docente piuttosto che un altro, ma cerca anche di capire preliminarmente se il suo metodo
di ricerca ti piace, ovvero se ti senti in sintonia col suo modo di lavorare. E molto
importante tutto ci e per questo ti dico che meglio saperlo prima che non scoprirlo dopo.
Un primo consiglio pratico quindi questo: se hai deciso di intraprendere un percorso di
tesi con me, prova a scaricarti un po i materiali che sono a disposizione nella mia
homepage
di
Dipartimento
e
a
prenderne
visione
(http://www.filosofia.lettere.unipd.it/schede/nunziante.htm). Da l capirai quali sono i
miei interessi di ricerca, il mio metodo di lavoro e insomma acquisirai un po di elementi
utili che ti permetteranno di avere certe informazioni in anticipo (e quindi di non sprecare
tempo inutilmente).
Se tutto questo chiaro, il primo passo da compiere insieme quello di scegliere un tema
di ricerca su cui lavorare. Di solito funziona cos: si fa una chiacchierata preliminare
(fissando appuntamento per email) per chiarirsi le idee sui rispettivi interessi filosofici e
per stabilire un tema che possa andare bene a entrambi.
Tieni presente che, per quanto detto allinizio, ogni docente ha dei temi e degli interessi
specifici di ricerca, quindi, tanto per fare un esempio, se ti interessa lavorare su Platone,
su Eraclito o su Aristotele, meglio per te se contatti i docenti che si occupano di filosofia
antica, cos come se vuoi lavorare su temi di estetica, meglio che tu ti rivolga a chi ha
pi competenza di me su questi temi.
Detto questo, allinizio non avrai mai (o almeno quasi mai) un titolo di tesi gi definitivo.
Al contrario, di solito si procede per cerchi concentrici: si delimita un perimetro di
interesse, si svolgono delle prime letture per focalizzare meglio largomento, si torna di
nuovo a parlare col docente e insomma si spende qualche mese per prendere confidenza
col tema proposto e per decidere su quale argomento specifico puntare la propria
attenzione.
Tieni presente che le tesi di laurea (triennali e, soprattutto, magistrali) consistono in lavori
di alta specializzazione, quindi non aspettarti di lavorare su temi epocali e,
inevitabilmente, generici. E meglio piantare una freccia piccola sul centro del bersaglio,
piuttosto che sparare cannonate in aria
b. La bibliografia
Stabilito il tema di ricerca iniziale, quello che devi fare una prima ricerca bibliografica,
ovvero selezionare delle letture che ti possano essere utili per svolgere il tuo lavoro.
Questa prima bibliografia la sottoporrai allattenzione del docente e sar lui a
commentarla insieme a te. Quindi, il passo successivo una volta ottenuto un tema di
ricerca esattamente questo: ricerca bibliografica e stesura di un file in cui elenchi con
ordine (seguendo le specifiche pi avanti riportate in questa Guida) i testi trovati. Fatto
questo, prendi appuntamento via email e sottoponi il tuo lavoro al controllo del docente.
Ma come si fa una bibliografia?
Esistono molti strumenti. Te ne indico tre.
a) usa il portale Aire. Tutte le indicazioni di utilizzo le trovi alla mia homepage. L
potrai scaricare un file (curato dalla dott.ssa C. Capodaglio), intitolato Le risorse
informative per la filosofia Il portale Aire, in cui trovi tutte le informazioni di cui hai
bisogno. Mi raccomando: leggilo con attenzione perch dora in avanti io presuppongo
che tu lo sappia usare. Ti do un consiglio di natura pratica: non comportarti al
risparmio. Fare una ricerca significa avere a che fare con libri, articoli, saggi,
riviste, monografie, etc. etc. ed assolutamente essenziale saper padroneggiare i
software che ci consentono di fare delle ricerche avanzate. Non usare google, ma se
vuoi lavorare con me impara a usare questi strumenti che ti sto suggerendo.
b) usa Refworks. Le indicazioni di utilizzo le trovi nel file caricato nella mia homepage
(curato dalla dott.ssa L. Prosdocimi) e intitolato Refworks. E un sofware specifico
pensato per produrre bibliografie. Come nel caso precendente, prenditi tempo per
imparare a usarlo: allinizio, magari, farai un po di fatica, ma successivamente ti
accorgerai che si tratta di uno strumento di lavoro precisissimo.
c) Repertoire bibliographique de la philosophie. E una banca dati bibliografica di filosofia,
consultabile nella biblioteca del nostro Dipartimento (la collocazione CONS.S.3) e
nella quale sono riportate tutte le pubblicazioni filosofiche annuali che sono
apparse in lingua olandese, inglese, francese, tedesca, italiana, latina, portoghese,
spagnola e catalana. E consultabile sia a livello cartaceo sia, per i numeri pi
recenti, dal 1997 a oggi, in CD-rom (collocazione in Biblioteca Z.NBM.54).
Detto questo, la bibliografia un qualcosa che va costantemente aggiornato. Sempre: dal
primo giorno di lavoro allultimo. La qualit di un lavoro di tesi risiede quasi interamente
nella qualit dei testi che si decide di utilizzare. Ma saper trovare i testi giusti, ovvero
quelli che ti servono in ogni determinato momento unarte difficile e che si pu
imparare solo attraverso un lavoro costante.
Allinizio avrai bisogno di lavori pi generali, poi ti serviranno dei testi sempre pi
specifici e mirati. A volte i titoli dei lavori ti inganneranno e le cose pi interessanti le
troverai invece sotto titoli apparentemente fuorvianti. Fare una ricerca bibliografica
3
come andare per mare: hai bisogno di bussola e di strumenti di rilevamento, ovvero devi
sapere sempre dove sei per poter sapere anche di che cosa hai bisogno.
La bibliografia essenziale e non va consultata solo quella in lingua italiana, ma anche
quella in lingua straniera.
E infine ancora un consiglio di natura pratica: non spaventarti se la tua bibliografia cresce
enormemente. E meglio poter operare un lavoro di selezione su 100 titoli che non su 10 e
a tagliare si fa sempre in tempo.
Dovrai imparare a usare i testi che trovi. Non sempre necessario leggere tutto. A volte
sufficiente leggere un paragrafo, un capitolo, qualche pagina. Sempre bisogna sapersi
orientare: ci sono dei lavori fondamentali che vanno letti e riletti dalla prima allultima
pagina; ci sono dei lavori che ti possono interessare solo marginalmente, ma che
comunque ti danno qualche spunto di ricerca interessante (e in questo caso ti puoi
limitare a leggere le pagine che ti interessano); ci saranno altri testi nei quali troverai altri
rimandi bibliografici (leggiti sempre con cura le note e la bibliografia dei lavori che
consulti). Troverai dei titoli citati spesso da pi interpreti e altri invece citati quasi mai. E
proprio qui che dovrai dare prova delle tue capacit di analisi: nel saper individuare con
precisione sempre maggiore ci che porta acqua al mulino della tua ricerca e ci che
invece non ti serve.
Un ultimo consiglio pratico: alla ricerca bibliografica dedicaci almeno un paio dore alla
settimana e fallo costantemente per tutta la durata della tua tesi. La bibliografia tienila
sempre aggiornata in dei file puliti e ordinati in modo che sia sempre pronta e
disponibile a essere utilizzata.
11
4. Le citazioni
a. Che cosa sono, come usarle, quando usarle
In un testo di carattere scientifico in senso lato, come una tesi di laurea in filosofia,
frequente il riferimento alle opere altrui svolto mediante la citazione. Esistono diversi
tipi di citazione e diversi modi per citare. Possiamo distinguere anzitutto le citazioni tratte
dalla letteratura primaria e le citazioni tratte dalla letteratura secondaria.
La letteratura primaria si cita per almeno due motivi: per presentare oppure per
discutere il pensiero del filosofo considerato. Se si presenta il pensiero di un filosofo,
bisogna provare che egli ha sostenuto davvero le tesi che gli ascriviamo. Se invece
ne discutiamo il pensiero, bisogna individuare qual laspetto in esame senza
costringere il lettore a cercare nei testi.
La letteratura secondaria si cita quando pu fornire un contributo concreto alla
propria tesi o ai propri argomenti. Ad esempio, quando si trovano giudizi ben
formulati, oppure quando uninterpretazione autorevole ampiamente accettata
esonera dalla dimostrazione di una tesi marginale; o ancora per evidenziare e
discutere somiglianze o differenze tra le proprie idee e quelle daltri autori, o tra le
idee di due autori ecc.
Sia la letteratura primaria sia quella secondaria possono essere citate in maniera diretta o
indiretta. La citazione diretta si usa nella letteratura primaria per riportare in modo
obiettivo il pensiero del filosofo considerato, mentre nella letteratura secondaria per
discutere, avanzare o semplicemente presentare un giudizio critico importante. La
citazione indiretta pu servire invece per approfondire aspetti che nel proprio lavoro
rimangono secondari o per parafrasare passi che, se citati, risulterebbero troppo lunghi.
importante chiarire alcune regole sul buon uso delle citazioni. In primo luogo, le citazioni
non dovrebbero mai sostituire le proprie spiegazioni. Citare direttamente un autore non esenta
12
da spiegare con parole proprie i passi citati. Se il passo contiene una tesi fondamentale,
bene indicare di quale tesi si tratta. Se il passo contiene unargomentazione, bene
sviluppare largomentazione in termini espliciti e semplici. In ogni caso, la differenza tra
citazione e commento/rielaborazione deve essere chiara.
In secondo luogo, le citazioni dovrebbero essere usate con accortezza. Difatti, a eccezione di casi
particolari, non bene citare troppo n troppo poco dato che, nel primo caso, si rischia il
sospetto di non essere capaci di riflettere criticamente o di ostentare erudizione; nel
secondo caso, si rischia il sospetto di non conoscere abbastanza la letteratura circa il
proprio argomento. Al contrario, la citazione appropriata dalle opere altrui segnala la
consapevolezza di essere informato sulla letteratura e la capacit dindividuarne i passaggi
principali. In questo caso, quindi, una buona citazione costituisce la forza del proprio
lavoro.
Per ultimo, le citazioni vanno sempre ascritte chiaramente ai loro autori. Segnalare il proprio
debito per termini specifici o idee generali, per modi particolari dargomentazione o linee
ermeneutiche, attribuendoli ai rispettivi autori mediante note a pi di pagina o riferimenti
bibliografici (specie quando si utilizza la letteratura secondaria come fonte
dinterpretazione) indice donest accademica e, prima ancora, intellettuale.
b. Un modello di riferimento bibliografico: il sistema Harvard
Esiste un modello di riferimento bibliografico per attribuire le citazioni agli autori sempre
pi utilizzato in contesto scientifico internazionale: il sistema Harvard. Tale sistema
impiega due uniche coordinate per individuare lopera dalla quale si cita: il cognome
dellautore e la data di pubblicazione della prima edizione dellopera. Questo sistema di
riferimento presuppone che la bibliografia sia costruita evidenziando tali coordinate. Il
sistema Harvard permette di snellire le note, evitando inutili appesantimenti e agevolando
il recupero delle informazioni.
Esemplifichiamo questo modello. Immaginiamo che il prof. John Smith abbia scritto
nellanno 2008 unopera dal titolo Life, Mind, and Everything Else, pubblicato a Oxford
dalleditore Oxford University Press. Quando nella nostra tesi ci riferiremo a questopera,
indicheremo semplicemente il cognome dello studioso e lanno dedizione dellopera, pi
la pagina/le pagine da cui tratta uneventuale citazione. Cos:
come ha scritto John Smith: bla bla bla (Smith 2008, p. 19)
tra le opere principali sul tema, vedi Smith (2008)
Qualora il lettore volesse avere pi informazioni intorno allopera di Smith, non far altro
che recuperare la bibliografia in fondo alla nostra tesi orientandosi con le coordinate
autore-anno. In bibliografia, trover la segnalazione completa dellopera, ad esempio cos:
John Smith (2008), Life, Mind, and Everything Else, Oxford University Press, Oxford.
13
Possono darsi alcuni casi particolari. In primo luogo, il caso che lo stesso autore abbia
pubblicato due o pi opere nello stesso anno. In questa situazione, sar bene diversificare
le opere usando una lettera in stampatello minuscolo dopo lanno, cos:
Smith (2008a)
Smith (2008b)
Naturalmente, nella bibliografia in fondo alla tesi tali indicazioni dovranno permanere.
In secondo luogo, pu darsi il caso domonimia tra gli autori: oltre a John Smith potrebbe
esistere anche Tom Smith dal quale dobbiamo citare. Per evitare ambiguit, alle coordinate
cognome-anno andr aggiunta liniziale puntata del nome proprio, cos:
Unavvertenza importante: luso del sistema Harvard non elimina le note a pi di pagina,
ma ne modifica la funzione. Non si tratter pi di note con riferimenti bibliografici, ma
saranno note di contenuto. Esse potranno servire ad ampliare le affermazioni fatte nel
corpo del testo con aggiunte non strettamente essenziali, oppure a spiegare elementi
ritenuti meno importanti, come annotazioni biografiche, traduzioni in italiano di termini o
modi di dire stranieri, ulteriori edizioni di un testo ecc. Ma le note potranno essere utili
anche per inserire citazioni di rinforzo in sostegno della propria tesi, o ancora per
rispondere in anticipo a eventuali obiezioni, e cos via.
Infine, le opere degli autori classici (Aristotele, Kant, ecc.) costituiscono casi a parte, perch
esse di solito non seguono il sistema Harvard. Ai modi per citare da queste opere
dedicato uno spazio specifico tra gli esempi qui sotto.
c. Esempi di citazioni
Di seguito sono elencati alcuni esempi di citazioni, estrapolati dai principali tipi dopere in
cui uno studente di filosofia si pu imbattere nelle sue ricerche bibliografiche. Per ciascuna
citazione, segnalato il riferimento bibliografico nel sistema Harvard, seguito
dallindicazione estesa dellopera, cos come apparir nella bibliografia della tesi di laurea.
Es. 1. Monografia italiana
Se accettiamo questa linea di ragionamento, giungiamo a una forma blanda di
anti-cartesianesimo: la percezione di noi stessi in prima persona non conduce
affatto alla nostra identificazione con una mera sostanza pensante, ma ci richiede
di pensarci anche come collocati in un ordine obiettivo (Di Francesco 1998, pp.
234-235).
In bibliografia, lopera sar segnalata per esteso cos:
14
Michele Di Francesco (1998), Lio e i suoi s. Identit personale e scienza della mente, Raffaello
Cortina Editore, Milano.
Es. 2. Monografia straniera (con traduzione italiana)
Il problema quello dellopposizione tra punto di vista soggettivo e oggettivo. Vi
una tendenza a cercare un resoconto oggettivo di qualsiasi cosa prima di
ammetterne la realt. Ma spesso non si pu rendere conto in questo modo di
quello che appare a un punto di vista pi soggettivo (Nagel 1979, p. 196).
In bibliografia per esteso:
Thomas Nagel (1979), Mortal Questions, Cambridge University Press, Cambridge (trad. it.
Questioni mortali, a cura di S. Veca, Il Saggiatore, Milano 1986)
Es. 3. Articolo su rivista
a. Una critica in qualche modo simile sviluppata da Ricoeur: Strawson non d
davvero alcun ruolo centrale nel suo pensiero al fatto che una persona qualcuno
che non meramente una cosa a cui certi stati sono ascritti, ma essa stessa un
ascrittore ossia un soggetto razionale (Rudd 2005, p. 418, trad. mia).
In bibliografia per esteso:
Anthony Rudd (2005), Narrative, Expression, and Mental Substance, Inquiry, 48 (5).
b. La stessa peculiare relazione logica di mutua presupposizione caratterizza anche
la situazione della soggettivit corporea: ci pu essere un mondo vissuto solo
perch il mio corpo esso stesso parte del mondo che esso esperisce (Atkins 2000,
pp. 336-337, trad. mia, corsivo nel testo).
In bibliografia per esteso:
Kim Atkins (2000), Personal Identity and the Importance of Ones Own Body: A Response to
Derek Parfit, International Journal of Philosophical Studies, 8 (3).
Es. 4. Articolo su libro
a. La coscienza fenomenica, il possesso di esperienze soggettive, lintenzionalit, la
razionalit, la capacit di azione libera e diretta a uno scopo sono propriet della
nostra idea intuitiva di persona che appaiono a prima vista intrattabili dallo stile
15
esplicativo e dalle risorse concettuali delle scienze naturali (Di Francesco 2001, p.
259).
In bibliografia per esteso:
Michele Di Francesco (2001), Perch non possiamo naturalizzare le persone. Una critica alla tesi
di impersonalit, in Andrea Bottani, Nicla Vassallo (a cura di), Identit personale. Un dibattito
aperto, Loffredo Editore, Napoli.
b. Il fenomeno di Locke, la continuit della coscienza, implica lesistenza
continuata di unentit; ma lentit non un oggetto cartesiano peculiare, ma una
persona, della cui vita continuata quella continuit , precisamente, un aspetto
(McDowell 1998, p. 361, trad. mia)
In bibliografia per esteso:
John McDowell (1998), Reductionism and the First Person, in Id., Mind, Value, & Reality,
Harvard University Press, Cambridge, Mass.
Es. 5. Atti di convegno
Sembra esserci un modo importante e legittimo di esprimere la verit, di dire
come le cose stanno, caratterizzato dalla dipendenza da una posizione rispetto a
esse o da un coinvolgimento in esse, in sintesi: dal fatto che le si considera da un
punto di vista (Tomasi 2005, p. 174).
In bibliografia per esteso:
Gabriele Tomasi (2005), Punti di vista, soggettivit dellesperienza e particolarit delle menti in
Leibniz, in Bianca Maria DIppolito, Aniello Montano, Francesco Piro (a cura di), Monadi e
monadologie. Il mondo degli individui tra Bruno, Leibniz, Husserl, Atti del Convegno
internazionale di studi: Salerno, 10-12 giugno 2004, Rubettino, Catanzaro.
Es. 6. Edizioni critiche
Un caso a parte quello riguardante le edizioni critiche. Quando si citano i testi di
qualche autore classico (Platone, Aristotele, Kant, Hegel, etc.) si ha il dovere di riferirsi
alledizione critica, in modo che qualunque lettore possa essere in grado di verificare
immediatamente la bont della citazione proposta.
Il riferimento alle edizioni critiche dovrebbe valere sempre, ma in particolare
obbligatorio quando la propria tesi tutta incentrata sul pensiero di un singolo autore
classico. Cos, tanto per capirci, se la mia tesi su Hegel o su Kant dovr necessariamente
16
riferirmi in primo luogo alledizione critica e, in secondo luogo, alla corrispondente versione
italiana.
Siccome la citazione di unedizione critica piuttosto lunga, di solito conviene preparare
una tavola delle sigle (che comparir come Avvertenza iniziale), in modo da non doversi
ripetere poi inutilmente.
Facciamo un primo esempio su Leibniz.
In questo caso, ledizione critica di riferimento quella edita dalla Akademie di Berlino e la
citazione completa viene fuori cos:
G.W. Leibniz, Smtliche Schriften und Briefe, hrsg. von der Preussischen (nunmehr
Deutschen) Akademie der Wissenschaften, Darmstadt 1923-. Citato seguito dal numero
della serie, il numero del volume, la lettera del tomo (qualora il volume sia diviso in pi
tomi) ed il numero delle pagine.
Proviamo a decifrare questa citazione in modo da renderla pi chiara?
Lautore G.W. Leibniz, il titolo delledizione critica Smtliche Schriften und Briefe,
leditore lAccademia delle Scienze (Akademie der Wissenschaften), lanno di
pubblicazione comincia a partire dal 1923 e la citt dove stato edito il primo volume
Darmstadt.
Tutto questo si riassume nella sigla: A (che sta per Akademie).
Per ancora non basta. Leggiamo anche quello che c scritto dopo: si dice che la citazione
sar seguita dal numero della serie, ovvero: lopera Smtliche Schriften und Briefe
divisa in pi serie (la prima serie o Erste Reihe contiene ad esempio gli scritti di
carattere politico; la seconda serie contiene lepistolario filosofico; la sesta serie
contiene gli scritti di carattere filosofico, e cos via).
Quindi: bisogner citare anche il numero della serie a cui ci si sta riferendo, per cui la
nostra citazione diventer A I, oppure A II, oppure A III, A VI, e cos via, dove A indica
ledizione dellAccademia e il numero romano indica il numero della serie a cui ci si
riferisce.
Ma ancora non basta. Perch ogni serie (la serie degli scritti politici; quella dellepistolario
filosofico, etc.) molto grande e comprende pi volumi (per es. della Sesta serie, che
riguarda gli scritti di carattere filosofico, sono stati pubblicati finora 5 volumi.
Per cui la nostra citazione diventer: A VI, 1; A VI 4; A II, 1, e cos via: Accademia, serie
Sesta, volume primo; Accademia, serie Sesta, volume quarto; etc.
Ma ancora non basta: perch ogni volume pu essere diviso in pi tomi e allora ciascun
tomo viene indicato tramite una lettera dellalfabeto. Per es:
17
A VI, 4, A; A VI, 4, B; A VI, 4, C, e cos via. (Accademia, Sesta Serie, Quarto volume, Tomo
A).
E infine il numero delle pagine: per cui la citazione completa diventer: A VI, 4 B, 142.
Vogliamo ricapitolare?
In una pagina di Avvertenza iniziale (da mettere subito allinizio della tesi) scriveremo
una cosa del genere:
AVVERTENZA
Qui di seguito sono elencate le sigle utilizzate nel corso della ricerca. Nel testo, dopo labbreviazione, segue il numero
della pagina delledizione critica di riferimento e, tra parentesi, quello della pagina corrispondente alla traduzione
italiana.
A
Invece nelle note a pi di pagina del nostro lavoro, ogni citazione diventer
semplicemente:
1. Cfr. G. W. Leibniz, A II, 1, 35.
2. Vedi A VI, 4, B, 200.
3. Per la citazione del passo in questione, cfr. A VI, 6, 412.
Facciamo un secondo esempio riguardante Hegel.
In questo caso, ledizione critica di riferimento intitolata: Gesammelte Werke (Meiner,
Hamburg 1968-) e labbreviazione usuale GW.
Dopodich, si usano varie sigle convenzionali per fare riferimento ai vari volumi (Bnde)
editi.
Qui di seguito, riporto lesempio tratto da unAvvertenza a un mio libro:
18
Per quanto riguarda Hegel, vengono qui di seguito elencate le sigle o abbreviazioni con le quali saranno citate le opere
cui si fatto maggiormente riferimento nella ricerca. Nel testo, dopo labbreviazione, segue il numero della pagina
delledizione tedesca e, tra parentesi, quello della pagina corrispondente alla traduzione italiana.
Diff.
GuW
Ver.
JS I
JS II
JS III
PhG
WdL I
WdL II
19
WdL III
Enz. A
Enz. B
Enz. C
Da notare, che il caso di Hegel per certi versi pi fortunato di quello di Leibniz: per il
primo, esistono quasi sempre delle traduzioni italiane corrispondenti (messe, come si
vede, tra parentesi); mentre per il secondo, ci non accade sempre.
E cos via: per Heidegger ledizione di riferimento la Gesamtausgabe (Klostermann,
Frankfurt a.M. 1975-); per Kant normalmente si usa ledizione dellAccademia di Berlino
(Kants gesammelte Schriften, hrsg. von der Kniglich Preussischen (nunmehr Deutschen)
Akademie der Wissenschaften, Berlin und Leipzig 1902-).
Insomma: per ogni autore di letteratura primaria, bisogna individuare ledizione critica di
riferimento (fatta seguire tra parentesi dalla traduzione italiana utilizzata) e a questa
bisogna rigorosamente attenersi.
20
21
23
24