Teologia e Poesia Salmi Turoldo PDF
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A poet will lead us through the period full of wishes and hopes that began with
pope Giovanni XXIII. His figure is a symbol of the dialogue, which at that time began
between the hierarchy and the church of the people. Along with his creativity, in his
psalms, David Maria Turoldo shows an overwhelming desire to communicate with everyone. Moreover, in this literary work, his challenge and aim are to bring theology and
poetry together, to show God to men and to bring the human voice to God, to reconcile
life with its symbolic aspects and with thanksgiving and, furthermore, with liturgy. In his
poetic translation of the Psalms, the human voice and the Bible enter into a dialogue. His
poetry gives new consistency to the religious dimensions of the original text. The Divine
Word seams strengthened by such an intensely human adaptation. This essay highlights
distinctive elements of David Turoldos poetry, which emerge from the study of his widely
neglected literary works on the Psalms.
Una vicenda amata e sofferta che coinvolse fra gli anni Sessanta e
Settanta il frate poeta David Maria Turoldo fu quella di trovarsi a lavorare
per proporre nuove traduzioni dei Salmi nel tentativo di farne riconoscere
una versione popolare lirico metrica quale testo ufficiale e ispirato. Sul
versante ecclesiale egli fu isolato e zittito per la paura della chiesa di
distanziarsi da una forma gi riconosciuta di ortodossia. Su quello letterario
gli venne riconosciuto altrettanto poco credito. Tali tentativi di incontro
tra poesia e teologia, tra forme di potere e di dialogo e tra il rispetto
del sacro e quello delluomo si situano tuttavia allinterno del pi ampio
dinamismo che fu alle basi del Concilio Vaticano II e che non pu oggi
essere trascurato se non a rischio di gravi perdite. Questo lavoro d spunti
essenziali per ricostruire il quadro complesso di elementi che definiscono
la concezione di poesia dellautore. A partire da tale ricostruzione sar
possibile dare nuovo riconoscimento a tale opera e a molta della poesia
originale di David Turoldo.
In questo saggio prendiamo in considerazione lopera di trascrizione
poetica dei Salmi del 1975. La prima sezione del nostro approfondimento
dedicata ad una ricostruzione delle vicende storiche che accompagnarono
la nascita dellopera. Da esse emerge il carattere di umile servizio che si
Il presente saggio la rielaborazione di parte della mia tesi di laurea specialistica dal titolo I
salmi nellopera poetica di David Maria Turoldo, discussa presso la Facolt di Lettere e Filosofia
dellUniversit di Trento nella.a. 2010-2011, sotto la direzione del prof. Francesco Zambon.
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furono significativi: desiderio di dialogo, riconsiderazione delle altre confessioni e religioni, apertura verso la cultura e la societ contemporanee,
fine del verticismo e avvicinamento al popolo, responsabilizzazione dei
laici, centralit assoluta della Scrittura, attenzione agli ultimi, rivalutazione dellumano. Questi temi sono al centro delle quattro costituzioni
promulgate dal Concilio. Per quanto riguarda la liturgia, la Costituzione
Liturgica Sacrosanctum Concilium decret limportanza della partecipazione cosciente, attiva e semplice dei fedeli (SC 79) e di conseguenza
la possibilit di utilizzare le lingue volgari nelle celebrazioni liturgiche.
Nellantica abbazia di SantEgidio, a Fontanella di Sotto il Monte, Turoldo
arriv subito dopo la morte di Giovanni XXIII e, nel suo ricordo, lo trasform in un vivace luogo di incontro e di crescita che si alimentava dello
spirito del Concilio Vaticano II. Tra il 1964 e il 1965 egli fond la Casa
di Emmaus casa di accoglienza e ospitalit e il connesso Centro di
studi ecumenici Giovanni XXIII. Il Centro fu un luogo di dialogo sicuro
per ogni credente e per ogni cercatore dellAssoluto, cattolico, di altra
confessione, di diversa religione o ateo. Turoldo cur la rivista Servitium,
strumento di ricerca culturale e spirituale. Promosse incontri di preghiera e
studio della Parola e si impegn per dare bellezza, intensit, concretezza,
umanit e una viva semplicit alla liturgia. In questi anni fu lasciato dalla
chiesa nuovo spazio alle sperimentazioni e il vescovo di Bergamo Gaddi
fu un interprete entusiasta delle riforme liturgiche. Il Vescovo dimostr in
diocesi grande apertura, specialmente nei rapporti di controllo e confronto
che vennero presto a instaurarsi con la comunit di SantEgidio. Questultima
era diventata nel frattempo uno dei centri importanti di sperimentazioni
legate allambito liturgico grazie allarrivo di padre Turoldo. Limpegno
del padre per un rinnovamento della liturgia aveva radici lontane. Ancora
negli anni milanesi (negli anni 40 e 50 del Novecento), Turoldo aveva
osato fare i primi passi per avvicinare al popolo la celebrazione leggendo
la Parola di Dio in lingua volgare. Mai stanco di vedere la fede che
prende sostanza in reali opere di amore, aveva dato inizio alle Messe della
carit. Negli anni successivi al Concilio fu impegnato nella traduzione dei
Salmi, nella creazione di nuovi Inni e cantici per ogni lettura dellintero
arco liturgico festivo:3 instancabile impegno per portare alla sua chiesa
la voce del Signore in modi sempre nuovi, attuali, intensamente umani e
vicini a tutti. Il processo di ricezione e riconoscimento di queste opere fu
per lungo e accidentato. Il Concilio aveva decretato che le lingue volgari
erano adatte alla liturgia; padre Turoldo fu ufficialmente sollecitato a
collaborare con le commissioni per la riforma liturgica con la traduzione
e creazione di nuovi inni eucaristici. Tuttavia questi, come la sua successiva proposta di un nuovo breviario, trovarono insormontabili ostacoli alla
pubblicazione. Nel dialogo col vescovo Gaddi il padre e poeta ricevette
un altro significativo appello a continuare la sua opera di traduzione,
3
D.M. TUROLDO - G. RAVASI, Opere e giorni del Signore, commento alle letture liturgiche,
Torino 1990.
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questa volta specificamente dei Salmi. Nel maggio del 1973 i Salmi di
Turoldo trovarono pubblicazione con le Dehoniane. La speranza era che
i testi potessero essere accettati ufficialmente almeno per quanto riguarda
la Liturgia delle Ore, ma cos non avvenne. Turoldo esprime con queste
parole la sua afflizione:
il prezzo pagato non tanto per carriere mancate o proscrizioni subite, emarginazioni,
sospetti e altro; ma il dispiacere di non aver potuto servire in pienezza, come sempre
ho desiderato; perch, in odore di eresia comero, stato rifiutato il dono pi caro
che avevo pensato di fare alla chiesa italiana. Fu il prezzo pi alto che ho pagato.4
Nel 1975 fu pubblicata una versione rivista e corretta dei Salmi che
di nuovo non trov diffusione fuori dallambiente dellOrdine dei Serviti.
Turoldo si pieg allora a lavorare con criteri che assicurassero una maggior
scientificit alla traduzione: nel 1987 usc la sua ultima proposta poetica del
Salterio, creata in collaborazione col biblista Gianfranco Ravasi.5 Questa
versione, che aveva perso alcuni dei tratti pi caratteristici dellintuizione
originaria, entr finalmente nel mercato editoriale. Noi desideriamo prendere
in considerazione il suo primo lavoro sui Salmi, che ci sembra testimoniare
in modo pi esplicito intenzioni e approccio dellautore.
A conclusione di questa ricostruzione storica chiaro che questa
traduzioni dei Salmi di Turoldo hanno avuto scarsa fortuna in ambito
religioso ed stata poco considerata anche dal mondo della critica letteraria non avendo trovato sbocco sul mercato editoriale. Tuttavia, proprio
la centralit che lautore le riserva ci ha spinto a indagare se in essa si
trovino degli elementi formali e contenutistici ed un approccio alla parola
poetica che possano essere considerati come le basi di originali sviluppi
successivi. Se cio in questi anni di profondo ascolto della Parola lautore
da una parte Le abbia riconosciuto dei tratti rispondenti alla sua poetica e
dallaltra abbia radicato il proprio atto creativo nelle relazioni fra uomo,
Dio e mondo che di quella Parola costituiscono lessenza. Se cos fosse
questo tassello della produzione in versi dellautore si rivelerebbe determinante per leggere la libert e loriginalit da lui via via conquistate
non come un ribaltamento nella sua poetica progressivamente sempre
pi essenziale, difficile e focalizzata sullio, ma come una metamorfosi
dellincontro con la Parola avvenuto proprio in quegli anni e in quella
faticosa e appassionata fedelt a se stesso e ai Salmi. Le parole stesse di
presentazione e commento di padre Turoldo sostanzieranno le successive
riflessioni. Tale lavoro potr essere una premessa, per chi lo desideri, ad
una analisi squisitamente letteraria delle sue riscritture dei Salmi.
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Perch Io sono il disagio del razionale,
sono levocazione e lannuncio
in diversa lucidit.8
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Le tre strofe sono prese dalla poesia: tempo amico. Il tema della
poesia il canto, e il messaggio che manda Turoldo un invito a ritornare
ad alzare le voci in un modo che ormai quasi dimenticato: voci che
facciano cantare le foreste. Sono proprio le voci di coloro che pregano i
salmi che fanno cantare anche le foreste: come un tempo cantavano le
foreste / tra salmo e salmo / dai maestosi cori. questo un tema che
percorre tutta lopera del poeta sia a livello di messaggio che di approccio
alla poesia, bench si imponga in modo certo pi evidente nel libro da noi
considerato. Una poesia che non coinvolge la terra, gli organi e il sangue
sarebbe una poesia inadatta a celebrare la liturgia e a porre nuovamente in
relazione Dio e uomo. Per tale motivo ladesione allelemento creaturale
rimane centrale in tutta la produzione poetica dellautore.
Turoldo non vuole fare un discorso innanzitutto di ambito religioso,12 tuttavia si affida a categorie relegate comunemente a tale ambito
per incidere sulla superficie secca e fredda da cui la parola si lasciata
ricoprire. Egli ritorna al salmo per rimarcare i tratti di naturalit e creaturalit della parola, compresa la sonorit e il ritmo. Tutti gli elementi
che rendono significativa sul piano sensibile la parola poetica nascono da
questa attenzione alla dimensione fisica del creato. Il poeta che riscrive
i salmi annuncia per che tale parola umana stata assunta da Dio ed
diventata luogo di rivelazione. Egli proclama e si fa responsabile di una
parola che luogo di ascolto e relazione fra Dio e il creato. Essa nasce
come ascolto ed espressione del grido del creato ma anche come assunzione di responsabilit delluomo nei suoi confronti. Turoldo con i suoi
Salmi indaga la possibilit che una parola pronunciata responsabilmente
realizzi una nuova condizione di speranza. Essa non pi una parola che
definisce o etichetta, ma che ascolta, d voce, accoglie e redime grazie
alla profondissima relazione tra il soggetto che d voce e la realt a cui
viene data voce. Per svelare il senso riposto nel fatto che Turoldo torni
a far cantare nella sua voce le foreste, ci soffermiamo innanzitutto a
scoprire come il poeta faccia suo il tema della preghiera che per altro
egli mai disgiunge da quello dellarte .
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Grazie alla riflessione sui Salmi di Turoldo siamo giunti a questa prima
premessa imprescindibile per tentare di comprendere le ragioni del suo
cantare: la proposta di una poesia che aderisca alla terra con ogni mezzo,
sonoro e ritmico, affinch la parola, nascendo dallascolto e forgiando un
canto, possa essere luogo di speranza, relazione e liturgia.
Limmagine gi anticipata del roveto ardente pu evocare efficacemente
come lelemento creaturale, in questo caso il fuoco, il luogo imprescindibile di partenza per la rivelazione. La responsabilit delluomo di fronte
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qualit che frate Francesco attribuisce, nel Cantico delle creature, proprio
a frate foco: Et ello bello et iocundo et robustoso et forte. Turoldo
parla anche di una ricerca di coralit nel sentire e nellespressione. Egli
dichiara che solo un popolo che si fonde e canta pu riprendere a sperare35 e trovare anche nel buio una luce. Nello scritto posto a introduzione
dellopera egli definisce le modalit che lo hanno guidato nella ricerca di un
equilibrio fra impeto personale e coralit, fra bellezza-creativit e fedelt.
Anche lautore ha dovuto portare, come abbiamo visto, il peso di una
rinuncia nella decisione di ritornare ai Salmi con piena fedelt. Nelle sue
traduzioni la bellezza e il gusto della parola non vengono mai a mancare
poich sono unesigenza che si impone allanimo del poeta stesso.36 Tale
dimensione creativa e poetica tuttavia, essendo finalizzata ad un obiettivo
ben preciso, connota in un modo del tutto particolare la ricerca estetica
dello scrittore. Turoldo sottolinea come, in favore del fine ultimo del suo
lavoro, egli abbia vigilato sulla spinta ad una pi radicale trasformazione
del testo in chiave personale, artistica o militante: la forza del canto non
doveva dipendere soltanto da ci che lui come autore avrebbe immesso
nel testo, ma dalla possibilit che questo avrebbe offerto ad ognuno di
reimmettere la propria vita dentro un contesto di comunione e condivisione,
di dialogo e ascolto, anche con Dio.37 Ecco come egli riesce a conciliare
fedelt al testo e poesia nella sua trascrizione dei Salmi:
Io non posso dire no alla poesia; posso solo vedere se la poesia rispetta o no il
contenuto e lo spirito. In questo mi auguro che la chiesa abbia il coraggio della
massima libert ... Certo, non poche mortificazioni ho dovuto accettare, soprattutto
rispetto alla carica, spesso esplosiva, di molti salmi. Il salmista molte volte era un
uomo senza paura, tranne quella di Dio; era pieno di passioni, di istinti, di odio, di
sfida, ecc. Una preghiera dunque virile e violenta, come noi difficilmente possiamo
immaginare. Dato lo scopo che mi ero prefisso, anche queste mortificazioni mi sono
servite, se non altro, come esercizio ascetico: la fedelt ha per se stessa un valore.38
La scelta del salmo quindi dettata dalla volont di offrire una preghiera robusta per ispirazione e forma: attuale, ma non provvisoria;
35
Ibidem, p. 11.
In una sua poesia Turoldo scrive: E fame di bellezza / che ti consuma ; D.M. TUROLDO,
O sensi miei, p. 490.
37 A questo riguardo si consulti: D.M. TUROLDO, Salmi (1973), p. 8-11.
38 D.M. TUROLDO, Salmi, p. 12.
39 Ibidem, p. 9.
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Ibidem, p. 11.
G. CERONETTI, I salmi, Torino 1967.
D.M. TUROLDO, Salmi, pp. 9-10.
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questi sentimenti, che sono i pi diffusi nella disgraziata umanit toccataci in sorte
Come se il disperato non avesse diritto di gridare a Dio tutta la sua amaritudine.43
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come tu operi e come sei presente nella storia.
Ora Lui il vero roveto che arde e non si consuma.46
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49 Espressione con cui il poeta si rivolge pi volte a Dio: sei il nostro affamatore D.M.
TUROLDO, O sensi miei, p. 75.
50 D.M. TUROLDO, O sensi miei, p. 616.
51 D.M. TUROLDO, Salmi2.
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S, perch anche questo suo impegno per la liturgia, che voleva fosse partecipata,
viva, nuova e contemporanea, ci ha ricordato che la parola poetica quella che provoca il pi alto grado di incarnazione possibile, perch uno pu spiegare cantando ed
in grado di ricostruire un sentire laddove la sola ragione potrebbe imprigionare
in questo senso, in definitiva, che la poesia si fa anche preghiera. Forse qui la
radice profonda della poesia di p. David.52
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mons. Galbiati che doveva verificare la corrispondenza della nuova traduzione con il senso e possibilmente con le risonanze poetiche delloriginale.
Citiamo le ultime righe della Presentazione di tale opera, che nacque da
intenti affini a quelli che mossero Turoldo e da una medesima fiducia:
I Salmi ... appartengono anche alla letteratura universale ... Lispirazione divina ...
ha innalzato a strumento della Parola di Dio un linguaggio umano aspro e immediato ... Tutto ci non facilmente trasportabile nellitaliano moderno. Ma si tratta
pur sempre di un pregio della Parola di Dio, e vale la pena di usare ogni impegno
perch questo pregio non vada perduto.54
In molti passi Turoldo riflette sul rapporto fra realt, parole e Parola
di Dio fornendoci elementi per comprendere il carattere di novit che
tale rapporto dona allagire delluomo. Ad esempio in Pregare leggiamo:
Rivoluzione non consiste nel rompere o nel distruggere, ma nellimmettere uno
spirito nuovo nelle forme di sempre Preghiera per attraversare tutte le cose con
altro spirito, cio con lo stesso spirito di Dio ... Che sarebbe come dire proiettare
tutta la realt del mondo sulla Parola di Dio.55
Tale dialogo fra Dio e luomo pu avvenire ancora una volta soltanto
grazie ad un atteggiamento di ascolto. La forza dellascolto, che abbiamo
visto tornare insistentemente, di nuovo la necessaria premessa alla
realizzazione delluomo; un ascolto ora direttamente rivolto a Dio, alla
sua parola, che pi di ogni altra ci porta al cuore di ogni nostra lotta e
desiderio e ci indica il punto estremo di ogni nostra passione ovvero la
relazione, in tutte le sue forme.56 Ed la poesia che si offre come possibilit di re-ligare, e quindi come parola sempre nascostamente religiosa.
Tale parola poetica chiaramente anche una forza operante sulla realt.
Nella concezione del poeta il moto di liberazione che essa vuole innestare
ha origine divina. Confermiamo ci con una testimonianza che nasce
dallincontro di Turoldo con la poesia di E. Cardenal, grazie alla traduzione del poema Quetzalcoatl, Il serpente piumato. significativo che in
questa, che lunica sua traduzione di unopera moderna, la consonanza
fra i due autori tocchi proprio il cuore del tema che stiamo analizzando: la
Parola di Dio come fonte di ogni rivoluzione. Nellintroduzione al poema
Turoldo scrive dellautore:
Quelluomo sta facendo la rivoluzione del Nicaragua ... una rivoluzione a suon
di salmi, nella luce dellantico Esodo E sono stati questi suoi canti che hanno
infiammato le coscienze, che hanno sollevato il popolo: quasi avessero i poveri udito
di nuovo la Voce parlante dalle fiamme dellantico Roveto che nel deserto continua
ad ardere senza consumarsi.57
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Turoldo capisce che la fedelt alla sua fonte passa per il rispetto della
sua funzione liturgica poich essa richiama la parola ad una dimensione
che va altrimenti a perdersi: quella della fraternit, della coralit e della
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In questo contesto liturgico il canto del salmo diventa fonte della presa
di coscienza delluomo di fronte alla sua storia e a quella universale.65 Al
termine di essa, luomo che vi ha partecipato viene chiamato a portare la
parola ascoltata nel suo corpo, nelle sue parole e nella sua vita:
Per me non c nulla di pi decisivo, nella mia vita di credente, che il momento
liturgico. La mia umanit deve essere trasfigurata dalla Parola, fino al punto che
questa deve prendere corpo in me, nella nostra umanit.66
Per rendere reale questo momento incarnativo del Verbo, tutta la realt
umana deve essere presente in pienezza: nelluomo di oggi e nella sua
parola-azione che il Verbo si deve incarnare. evidente a questo punto che
Turoldo torna ai Salmi e alla funzione liturgica perch ama luomo, nella
sua interezza. Egli lotta sempre dalla parte delluomo e non dellistituzione
62
Ibidem, p. 31.
A riguardo del rapporto fra poesia, simbolo e liturgia A. Grillo scrive: necessario ricorso
al modo simbolico, per il quale la strategia primaria non quella della rappresentazione ma della
relazione, non quella dellautonomia del significato dal segno, ma quella della dipendenza del simbolo dal significante. E di tutto questo vive la liturgia in quanto poesia e azione, A. GRILLO, Grazia
visibile, grazia vivibile, Padova 2008, p. 67.
64 D.M. TUROLDO, La parabola di Giobbe, p. 339.
65 Ibidem, p. 342.
66 Ibidem, pp. 256-257.
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e del rito; lotta per ridare bellezza, concretezza e accessibilit alla liturgia
e richiama ogni realt locale a tale assunzione di responsabilit creativa
(ci non possibile fino a quando la chiesa locale, ogni chiesa locale,
non riesce ad esprimere se stessa, non crea la sua preghiera).67 La parola
liturgica deve vivere dentro la creativit sempre rinnovata e la contemporaneit di un cespuglio che arde senza consumarsi, di una fiamma che
brucia nel presente di ogni tempo storico. La liturgia offre alluomo la
possibilit di accedere ad una relazione reale e salvifica con Dio, che si fa
parola, pane, storia per illuminare in tutta la loro profondit questi contesti
umani, e chiede quindi di essere essa stessa luogo di rinascita, novit e
creativit in conformit con la concretezza delloggi che vuole attraversare:
Solo nella misura in cui riusciremo ad essere attuali e contemporanei, Cristo sar
attuale e contemporaneo. Perch Dio non n vecchio, n antico, n moderno. Dio
sempre contemporaneo ... Rivoluzione liturgica non soltanto una questione di
traduzione, ma di tradizione del mistero nel mondo di oggi, fine della disincarnazione:
per la nascita e la rinascita continua della comunione del popolo di Dio.68
Liturgia e comunit reale e locale non possono mai essere scisse poich
se vero che la liturgia a generare la comunit O la chiesa, cio il
nuovo popolo di Dio, cio la nuova comunit, nasce dallatto liturgico, o
non nasce mai ,69 altrettanto vero che la comunit a dar vita alla
liturgia. Per questo Turoldo scrive: Se uno vuol sapere come vive una
comunit, osservi come prega e se sa inventare la sua preghiera.70 Padre
Espedito DAgostini, in unit di sentire con il confratello Turoldo, afferma:
La libert la via che collega memoria e avvenire in un presente carico di vita
(che possa essere veramente tale) di creativit, di poesia, di profezia. Altrimenti si
perde, si rimane paralizzati nello spazio delle memorie sterili, nella ripetitivit.71
La sua traduzione dei Salmi infatti non vuole porsi come definitiva e
conclusiva, ma come una proposta, un invito a cimentarsi ancora su tali
testi, nella libert e nella creativit:
67
Ibidem.
Ibidem, pp. 340-343.
69 Ibidem, p. 260.
70 D.M. TUROLDO, Pregare, p. 25.
71 G. SESSO, Un Dio per luomo, cenni biografici e pensiero di padre David Maria Turoldo,
Pasian di Prato 2008, p. 396.
72 D.M. TUROLDO, Salmi2, pp. 7-8.
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Il roveto ardente quindi indica quella categoria cos centrale per lautore che il dialogo fra Dio e luomo: il luogo della Parola di Dio (parola
provata al fuoco, Sal 118, 140) che si incontra con la parola delluomo.
questo incontro con la Parola che diventa per Turoldo il luogo della
novit e la fonte della sua creativit sia poetica che operativa.
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Conclusioni
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biblica, del timbro spiccatamente turoldiano e degli influssi pi propriamente letterari non possono essere considerati allinterno di riflessioni
giustapposte. Ecco perch, partendo dal nodo cruciale dellincarnazione
emerso in questo approfondimento, vogliamo invitare a riconciliare gli
apporti dei due critici. Solo un approccio allopera turoldiana che non
le neghi una piena appartenenza allambito letterario e insieme a quello
teologico pu cogliere la ricchezza dellincontro di Bibbia e poesia che
l realizzato, un incontro che si fa luogo di vita e rinascita tanto per la
teologia quanto per la poesia.