L Ingegnere Meccanico Costruttore Ossia
L Ingegnere Meccanico Costruttore Ossia
L Ingegnere Meccanico Costruttore Ossia
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LINGEGNERE
MECCANICO-COSTRUTTORE
32
12
I)
Cinque grandi. Tavole Murali per linsegnamento del Sistema metrico-decimale ad uso
delle Scuole elementari, Tecniche e Magistrali, settima edizione:
Scwlteinfogli
...................n750
Montate su tela con cornice sotto e sopra . . . . . . . . . . . . 17 50
Serie di M_od_elli in rilievo per l'insegnamento del disc no delle proiezioni ortogonali e
dei principii di Geometria descrittiva; ad uso delle _ cuole Tecniche e degli Istituti
Tecnici_e Serali. Essa si compone di 14 tavolette, Ciascuna composta di due piani in
legno di m. 0,35 per 0,25 uniti ad angolo retto, che formano i piani di proxezione,
sui_quali stanno pure incollati i disegni in litograa, con linee abbastanza visibili ad
unintiera scolaresca anche di60a70 alunni. I punti, le linee e le gure sono in ferro,
e l solidi in legno, il tutto verniciato. La serie comprende una cinquantina di problemi.
-_ Sette colorata e verniciata L. 135. - Serie con semplice colore L. 125. - Serie in
bianco senza colore L. 115. -- Cassa d'imballaggio per una serie L. 10.
Manua'le_ di Disegno Lineare Geometrico conforme i Programmi overnativi ad uso
degli alunni del Secondo anno di corso delle Sc_uole Tecniche, con X
IV Tavole e 574
gure, e 13 gure intercalate nel testo. 8 edizrone . . . . . . . . . . . .
Manuale di Disegno Architettonico ossia i Cinque Ordini del Vignola _disposto
didatticamente conforme i Programmijovernativi,arricchito di problemi ed altri esercizii
d'applicazione pel Ter;o anno di corso elle Scuole Tecniche con testocAtlante di45Tavole.
4' edizxone inttcramente rifatta con applicazioni . . . . . . . . . . . . . . 4 50
Manuale di Disegno Lineare Geometrico conforme i Programmi governativi ad uso
delle Scuole Normali e Magistrali maschili, con 33 Tavole . . . . . . . .
4 50
Manuale di Disegno Lineare Geometrico conforme i Programmi overnativi ad uso
delle Scuole Normali e rilagistrali femminili, con 14 Tavole e 447 gure .
. .
5 n
Prime Nozioni di Disegno Geometrico Lineare ad uso delle Scuole Tecniche,llor
mali Maschili, Femminili e serali; XIV Tav. e 209 gure con testo (edmone economica) 2
Corso Elementare d'0rnato Lineare prescritto_dai Programmi governativi, dis osto
metodicamente per gli alunni delle Scuole Tecniche, diviso in due _fasmcoh con 4 le
zioni ciascuno, coi relativi abbozzi a ma gior comodo dei prmctprant1:
Pel 1 anno di corso Fascicolo 1 e niente economica
. . .
1 50
Pel 2anno di corso Fascicolo 2
id.
. . _. . . . _. . . . n
1 75
Pel 3 anno e scuole serali Fascicolo 3, 10 tavole ombreggiate a due tinte . _ .
3 50
I due primi fascicoli ad uso delle Scuole Tecniche, Serali, ecc. completi in foglio su
cartapforte,lOedizione.................. 4
Raccolta d'0rnati di vari! Stili ombreggiati a due tinte, 14 tavole . . . . . . . 10
Corso elementare di Fiori lineari ed ombreggiati a matita, ad uso delle Scuole Fem
minililnferiori...._.....................ii150
Guida per l'insegnamento del Disegno Geometrico nelle Scu_ole e negli Istituti
Tecnici, Corso teorico-pratico sulle proiezioni orto ongh,sulla teoria e determinazione
% WM
LINGEGNERE '
MECCANICO-COSTRUTTORE
OBBIA
m uso
DEGLI ISTITUTI TECNICI, DELLE SCUOLE DAPPLICAZIONE,m.
DELLE SCUOLE INDUSTRIALI. SERALI E DELLE OFFICINE
Il. Macchine idrauliche" Trombe aspiranti prementi per incendi, ruote, turbine, ecc.
III. Macchine a Vapore sse a bassa e ad alta pressione: Locomotive e locomobili per la
GIUSEPPE A. BOIDI
Prolauore alla Scuola Tecnica Governativo di Moncenilio, di Dlugno Geometria: 9 Meccanica applicata del R. Albergo di Virt,
d'Anhiu-nura e di Diegno Topograco e delle Macchine al IL Illilulo Tecnico Prolulionale di Torino.
TRATTATO PRI MO
Irincipii Generali di Meccanica applioala alle Macchine:
Disegno e Costruzione degli Organi che compongono le Macchine in generale.
Vocabolario tecnico Italiano-Francese, e viceversa,
contenente i termini usati in ispecie nella Meccanica pratica.
4g4'
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TORINO
VINCENZO BONA, TIPOGRAFO DI S. M.
1873
PROPRIET LETTERARIA
P R E FA z 1 0 N E ,4;
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VI
colla tecnologica, solo perch vha fra esse qualche punto di contatto, come
lo hanno le cose tutte del mondo. Il merito principale di siffatte scuole,
(') Onde val meglio che ognuno abbia un trattato,_il quale presenter il van
taggio di poterlo consultare e riandare le cose studiate, impossibile coi cartoni.
VII
tono gli alunni a disegnare le macchine senza che abbiano fatto un corso
preparatorio, non dir gi compiuto, di Geometria descrittiva, che sarebbe
cosa eccellente, ma solo di Disegno Geometric0 elementare, nel quale siasi
segna, facilitano per eccellenza luso della riga e del compasso per la
determinazione delle linee, e portano grande economia di tempo, e abbia
pratica della determinazione delle ombre per sapere almeno disporre sul
disegno i cos detti tratti di forza, torna quasi inutile linsegnamento del
disegno delle macchine. In tutte le cose vi sono sempre due parti, che
non debbono mai andar disgiunte, un sistema di ragionamenti e uno dope
razioni; la prima si perfeziona collo studio della teorica, la seconda con
un ordine di convenienti operazioni, che costituiscono la pratica. Questa
senza la teorica e cieca, e quella senza questa sarebbe inutile. In ne
non vi si indica, ditl'erente dai cartoni sopra citati, allalunno volenteroso
di studiare un libro, come si usa negli altri rami dinsegnamento, in cui
possa trovare quellistruzione. che per difetto di tempo o di buon anda
mento della scuola non potesse avere.
sgiunto dai dati della scienza e della pratica. Ho cercato quindi di unire in
questo mio lavoro luna con laltra, corredandolo di tutte quelle nozioni,
formale teoriche e pratiche, tabelle con molta cura calcolate, ove sono
raccolti idati dellesperienza, che sono indispensabili ai costruttori di mac
VIII
IX
I N D I G E
ANALITICO DELLE MATERIE
sul Pesi specici - Mobilit. - Moto - Inerzia - Quiete - Forza - Misura delle
Forze - Dinamometri.
ARTICOLO Il. - Del Moto e delle sue Variet .
.
.
.
.
.
.
Considerazioni sul Moto - Spazio - Tempo - Velocit - Direzione - Ostacoli Differenti generi di Moto - Moto uniforme - Regole pratiche - Esempii di
alcune Velocit riferite al minuto secondo - Moto rotatorio - Regole - Eser
cizii sulle Velocit angolare ed assoluta - Moto vario - Moto uniforme acce
lerato - Moto uniforme ritardato - Caduta. dei Corpi - Regole pratiche -
27
Pendolo semplice - Oscillazioni - Regole pratiche - Pendolo composto Pendolo di compensazione - Esercizii sul Pendolo semplice e composto.
graca del Lavoro - Massimo Lavoro dei Motori - Tabella delle quantit di
Lavoro medio e giornaliero prodotto dai Motori animati in differenti circo
stanze - Esercizii sul Lavoro meccanico - Inerzia - Quantit. di moto Forza viva.
44
.
.
.
Pag.
Della Carrucola - Carrucola mobile - Carrucola mobile a tratti di corda pa
ralleli - Carrucola mobile a tratti di corda convergenti - Sistema di Carru
n...
cole - Taglia 0 Bozzello o Polispato - Taglia di Smeaton - Regole pratiche Esercizii sui sistemi di Carrucole.
73
.
75
Della Vite - Uso della Vite - Applicazione della Vite - Esercizii sulla Vite.
ARTICOLO XV. - DellAttrito
.
'
DellAttrito - DellAttrito radente - Coefciente dAttrito - Angolo dAttrito
- Mezzi per diminuire 1Attrito - Tabella dei Valori del corrispondente dAt
trito delle Supercie piane secondo le esperienze di Moria - Regole pra
tiche - DellAttrito volvente o di rotazione - Tribometri - Attrito composto Regola - Tabella dei Valori del corrispondente dellAttrito degli Assi in
movimento sui loro cuscinetti - Esercizii sullAttrito.
<i
Esempii sulla Rigidezza delle Corde e delle Catene.
100
103
105
Rame. - Dilatazione - Colore, Odore e Sapore - Densit - Dilatazione Tenacit - Duttilit e I\Ialleabilit - Stato elettrico - Azione chimica del
lAria - Azione chimica dell'Acqua - Azione degli Acidi - Affinit - Usi Qualit del Rame in commercio .
.
.
.
.
.
.
.
.
Slag no. - Stato sico - Colore, Odore e Sapore - Dilatazione - Tena
cit - Duttilit e Malleabilit - Stato elettrico - Azione chimica dellAria Azione chimica dellAcqua - Azione degli Acidi - Afnit - Leghe princi
pali - Usi - Qualit di Stagno in commercio .
.
.
.
.
.
107
Zinco. -- Stato sico - Colore, Odore e Sapore - Densit - I)ilatazione 'Ienacit - Duttilit e Malleabilit - Stato elettrico - Azione chimica del
lAria - Azione chimica dellAcqua - Azione degli Acidi - Afnit - Usi Qualit di Zinco in commercio
..
109
Piomb o. - Stato sico - Colore, Odore e Sapore - Densit - Dilatazione Tenacit - Duttilit e Malleabilit - Stato elettrico - Azione chimica del
lAria - Azione chimica dellAcqua - Azione degli Acidi - Afnit - Usi Qualit del Piombo in commercio - Leghe principali
.
.
.
.
110
Delle Leghe. - Leghe di rame e ottone, rame e zinco e piccolo, bronzo,
rame, stagno e zinco
111
XI
.
.
.
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.
.
.
.
121
.
.
ARTICOLO XXII. Della Resistenza alla Compressione ossia allo Schiacciamento 123
Resistenza allo schiacciamento - Per i legnami da costruzione - Per il ferro
129
138
))
140
154
Chiavarde - Uso - Testa - Corpo - Vite - Diverse specie di Chiavarde Chiavarde impiombate - Chiavarde a testa incastrato - Chiavarde a due
dadi - Chiavarde a doppio, vite - Chiavarde scorrevoli - Chiavarde a gancio Chiavarde a testa emisferica o a goccia di sevo - Chiavarde a orecchiette.
1)
156
Regole 6 Formato pratiche .
.
.
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.
.
Regola pratica - Vite a pane triangolare - Diametro - Della Vite - Regola
pratica - Passo del Pane o Filetto - Profondit del Pane-Diametro del Nocciolo.
Tabella delle proporzioni da darsi alle Viti ed alle Chiaoarde a letto o pane
)) 158
triangolare .
.
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.
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.
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.
Dadi - Proporzioni dei Dadi - Regola pratica - Altezza 6 Spessezza dei Dadi -
XII
Tabella delle dimensioni delle Viti, Chiacarde e Dadi a pane quadrato Vite da legno
Pag. 160
163
165
oarde
.
.
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.
.
.
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.
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.
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.
.
166
Tabella relativa alle dimensioni delle Filiere proprie per formare le Viti e
_
le Clliaearde .
.
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.
.
.
.
.
.
.
166"
Viti in forma di Chiavarde - Forme varie delle Viti - Giunture fatte con
Viti - Biette o Congiunzioni con biette.
1643b
v 166c
166"
Pag. 167
170
degli Alberi in ghisa vuoti formati in due o tre parti - Albero in ghisa
massiccio - Albero massiccio con nervature -Alberi motori in ferro - Albero
ripiegato.
Regole e Fermate pratiche
173
Tabella del Diametro dei Perni degli Alberi sottomessi a sforzi di torsione l'75
Regola pratica - Lunghezza degli Alberi - Sezione degli Alberi.
Diametro degli Alberi in ferro fucinato (1 casa) - Diametro degli Alberi
in ferro (2 casa) - Diametro degli Alberi in ghisa (1 caso)
178
Diametro degli Alberi in ghisa (20 caso) - Tabella dei Diametri degli Alberi
di trasmissione d'una grande lunghezza in ferro facinato
179
180
a 184
186
XIII
Pag. 194
Cuscinetti - Sedile coi Cuscinetti ottagonali - Sedile a quattro Chiavarde Sedile a suola verticale o a mensola - Sedile sostenuto da Mensola - Sedile
verticale e laterale - Sedile pensile - Sedile a due rami.
Formole e [tegole pratiche .
.
.
.
.
.
.
.
.
.
n 200
Dimensioni dei Cuscinetti rapportati al Perno - Dimensioni rapportate alle
Chiavarde.
Tabella delle Dimensioni principali dei Sedili per Perni di 0,030 a 0,500 203
Tabella delle Dimensioni principali dei Sedili (seguito) .
.
.
.
204
ARTICOLO V. -- Sostegni a bronzina e Collari .
.
.
.
.
.
.
205
Bronzina - Bronzina compiuta - Cardine delle Turbine - Forma della. Tur
bina di Fourneyron - Cardine della Turbina Fontaine - Bronzina a mensola -
213
Pag. 216
218
Ruota e Rocchetto - Linea dei Centri - Circonferenza primitiva - Denti Forma dei Denti.
) 221
226
)228
230
Spessezza dei Denti - Passo dei Denti - Dimensioni della Corona - Dimen
sione delle Razze - Numero delle Razze - Lunghezza e Spessezza del Mozzo.
Tabella delle Dimensioni da darsi al passo ed alla spessezza dei Denti dun
Imboceamenlo, quando si conosce la pressione, che deve sopportare .
245
Tabella delle Proporzioni da darsi alle Razze delle Ruote
.
.
.
247
ARTICOLO VI. - Imboccamenti conici o d'angolo
.
.
.
.
.
.
ve
Imboccamento a lanterna.
ARTICOLO VII. - Dei Modelli in legno
Modelli delle ruote dentate - Modello della Corona - Del Mozzo - Delle Razze -
252
XIV
Regole pratiche -- Tabella dei Diamelri comparativi da darsi ai Modelli in
legno degli Organi aventi una forma cilindrica, che si fanno in ghisa
torniti o non lorniti .
.
Modo di servirsi della Tabella.
Day. 254
ARTICOLO VIII. - Trasmissioni del Moto per mezzo di Puleggie e Tamburi con
Cingoli .
.
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.
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.
7)
Puleggie estensibiti.
ARTICOLO IX. - Dei Coni a puleggia o Pnleggie coniche e Tamburi
ARTICOLO X. - Trasmissione con Puleggie e Catene
.
Delle Catene - Coreggia a catena - Catena a cuneo.
Regole pratiche
267
269
270
))
))
Tabella delle Dimensioni principali delle Pnleggie in ghisa senza rilieei dai
))
due lati della corona impiegate per la trasmissione del Moto
Dei Coni a puleggia.
Regole pratiche per la Costruzione delle Catene, Uncini ed Anelli
.
Degli Uncini - Degli Uncini semplici - Uncini a doppio occhio od Anelli -
Orecchi ed Occhi.
I) 286
ARTICOLO XI. - Degli Eccentrici, dei Boccinoli e delle Palmole
.
Eccentrici - Costruzione - Eccentrico intermittente e variabile detto anche
a onde - Dei Bocciuoli - Delle lalmole.
Regole pratiche
.
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.
'
.
I)
298
Regole pratiche
.
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l) 300
Diametro del Bottone della Manovella - Dimensioni delle Manovelle in ferro Mozzo - Proporzioni delle Manovelle in ghisa.
))
Bielle o Aste di rimando - Delle Bielle in ferro fucinato - Della Testa delle
Bielle - Dei Cuscinetti - Delle Bielle in ghisa - Costruzione delle Bielle in
ferro - Bielle in ghisa - Delle Bielle in legno.
i;--1._ v
Tabella dei Diametri delle Aste e Carpi delle Bielle in ferro fucinato
Tabella delle Dimensioni delle Teste delle Bielle in ferro fucinato
Bielle in ghisa
l)
))
ARTICOLO XVI _ Cilindri e loro Costruzione
.
.
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.
.
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.
Cilindri - Cilindro a vapore - Cilindri a vapore con Camicia o Involucro Cilindri doppii con Inviluppo - Cilindri a vapore oscillanti - Cilindri delle
XV
Regole pratiche
.
.
..
.
.
.
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.
.
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Tubi - Unione dei Tubi in ghisa - Unione dei Tubi in lastra di ferro
379
Rubinetto a tre acque - Delle Valvole - Valvole coniche - Valvole a sfera Rubinetti-Valvole o a Valvola - Robinetto a cateratta - Rubinetto a sistema
Regole pratiche
.
.
.
.
.
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.
.
.
Tabella dei Corjlcienti numerici, che servono a determinare il Peso dei Vo
413
in Ghisa
I)
XVI
INTRODUZIUNE
Principii generali di Meccanica teorica-pratica.
ARTICOLO I.
La parte, che tratta del moto, dicesi dinamica dalla voce greca dgnamis
(forza); quella che tratta dellequilibrio statica dalla voce greca sta (sto).
Allorch trattasi di uidi la statica prende il nome di idrostatica e la dinamica
di idrodina-mz'ca.
v
2. Sue Divisioni. - Essa dicesi speculativa, teorica o razionale, se tratta
unicamente dei principii senza la loro applicazione, escludendo nei corpi ogni
loro propriet; si dice pratica ed istrumcntale, quando considera i corpi tali
quali si presentano in natura escludendo ogni concetto puramente idealcfl).
La meccanica applicata tratta della stabilit delle costruzioni e della teoria
dinamica delle macchine, delle relazioni tra il loro movimento e delle cause
che lo producono.
.
Idraulica chiamasi quella parte, che studia il modo di innalzare, dirigere,
condurre liquidi ad uno scopo presso. Essa si appoggia sulle prop0sizioni
della meccanica. razionale e sui dati dell'esperienza.
(I) La meccanica pu considerarsi ancora come arte, e la professano coloro, i quali non sanno dar ragione
delle sue leggi, ne del princlpli, sui quali sono costrutto le macchine. Gli arteci ed i fabbrlcatori di macebine la
professano per mestiere.
1
K.
2
La meccanica usuale od industriale tratta delle propriet delle macchine
e dei processi impiegati per costruirlo. Essa comprende la meccanica geome
trica delle macchine, la loro teoria dinamica e la loro costruzione.
presenta abitualmente allo stato liquido, passa congelandosi allo stato solido, ed assume
lo stato aeriforme trasformata che venga in vapore. Un gran numero di altri corpi
sono ridotti ad arte sotto queste tre forme, e l'analogia ci rende proclivi ad ammettere
potersi ottenere altrettanto con tutti i corpi, purch si possa disporre di mezzi sufcien
temente energici; dissiparono ogni dubbio le esperienze del sig. Despretz, il quale
(1) Non bisogna immaginare, che una macchina aumenti una forza data, mentre al contrario essa la diminuisce
per le resistenze dette passive. Questo inconveniente delle macchine sl esprime in meccanica dicendo: si perde
in forza quello che si guadagna in tempo, e reciprocamente si guadagna in forza ci che si perde in tempo.
(2) Il calore prOduce un fenomeno singolare, al quale si dii il nome di stato sl'croiduIe, spccnlmente studiato dal
3
Le propriet partiClari sono quelle, che si presentano soltanto in certi
corpi o in certi stati dei corpi, cio: la solidit, la uidit, la tenacit, la
duttilit, la malleabilit, la durezza, la trasparenza, il colore, ecc.
Limpenetrabilite la propriet, per la quale due corpi non possono occupare st
:4 (2).
(I) Valore corrispondente alla latitudine geograca di Parigi adottato nei casi pratici ovunque come Iiis0ih
dell'accelerazlone della gravit.
Al Polo i corpi cadendo percorrono nel |o minuto secondo metri
4,9l573.
'EQUBIOIO I
n
D
I
n
a
n
,8905L
Sotto il parallelo 45
.
n
.
n
4,90502
(2) Non si deve confondere la massa col peso, poich la relazione fra questo e quella non regge che pei soli
corpi posti in un medesimo luogo; infatti la stessa massa, portala alle regioni polari o sotto l'equalore oppure
ad una grande profondit, ove la forza di gravit varia, non darebbe Il medesimo peso. Ci dimostra laccelera
mento delle oscillazioni del pendolo a secondi andando verso il polo, onde la necessit di allungarlo perch
batta i secondi veri.
4
Il peso assoluto di un corpo la pressione, che esso esercita sullostacolo,
che ne impedisce la caduta, la quale risulta dalla. pressione della gravit sulla
massa del corpo, perci il peso dun corpo prop0rzi0nale alla sua massa.
Il peso relativo di un corpo quello, che si determina colla bilancia, ossia
il rapporto tra il peso assoluto del corpo ed un altro peso determinato sciolto
per unit come il gramma.
'
'
La densit o gravit specifica 0 peso specico dun corpo la quantit di
materia, chesso contiene in un dato volume, 0 il numero delle unit di peso,
che pesa. lunit di volume di questo corpo paragonato con altro di ugual
volume preso per termine di confronto. Si dice perci pi denso quello fra due
corpi, il quale sotto lo stesso volume contiene pi massa, ovvero quello che
contiene la. stessa massa in minor volume.
Ne segue perci: 1 Che la densit di un corpo e il rapporto che esiste
tra la massa ed il volume del medesimo; 2' Che le densit di due corpi stanno
in ragione diretta delle loro masse, ed inversa dei loro volumi.
(I) il peso del corpo in Chilogrammi e V il volume del corpo in deeimetri cubi,
la seguente formola, per mezzo della quale, conoscendo due termini, si potr
sempre trovare il terzozd :%, donde P:d,-V e V:-%.
5
3. Il volume dun corpo uguale al quogiente del suo peso assoluto diviso
per la sua densit.
l0. 0sservazioni. t In pratica si pu senza alcun inconveniente supporre, che la den
sit dellaria ordinaria sia eguale allunit invece di 0,9987, che la media nel nostro
clima; dippi alla temperatura ordinaria dellatmosfera si pu senza grave errore trascu
1
:0,000096
del liquido spostato eguain il suo. Quindi le densit del corpo solido e del
liquido stanno fra loro come la parte immersa del primo sta al suo volume totale.
Perci, se un corpo ha un peso specico uguale a 1/5 di quello del liquido,
esso galleggia per 4/5 del suo volume ed un quinto sar immerso spostando
esso un volume di liquido pesante come tutto il corpo. Su questo principio ri
posa la ricerca dei pesi specici. Onde, per far galleggiare un corpo speci
camente pi pesante dellacqua, lo si collega con un altro, che ne sia spe
cicamente pi leggero.
Facendo P il peso assoluto del corpo pi pesante,
pi leggero
'
Cg. 2,555
Peso nellacqua .
Cg. 1,212
2 555
Il suo peso specifico sar: 3g=i,902. Diterenza Cg. l,843
)
dovene un altro pi pesante, per esempio del piombo, dopo di avere deter
6
minuto il peso assOluto delluno e dell'altro; poi si vedr quanto il piombo perde
del suo peso e quanto perdono entrambi, e da. questa perdita complessiva si
sottrarr quella del piombo; la differenza sar la perdita del corpo, di cui si
vuol sapere la densit. Dividendo il peso assoluto per questultima, si avr il
peso specico del corpo.
Esempio. - Qual sar il peso specico di un pezzo di legno di pioppo, il quale
galleggia sullacqua?
Soluz. Peso del pezzo di legno . . . . . . . . . 200 grammi
Peso dun pezzo di piombo attaccatovi . . . . 600 )
Perdita di peso del pezzo di legno nellacqua
54
20,405
Per trovare il peso specico dei liquidi, si pesa un corpo (che non assorbisca
il liquido) prima nellaria, quindi nellacqua e nalmente nel dato liquido. La
perdita di peso del corpo nel liquido si divide per la sua perdita di peso nel
l'acqua e si avr il peso specico di questo liquido.
Esempio. - Qual sar il peso specico duna soluzione salina data?
Soluz. Preso un corpo lo si pesa nellaria, e trovasi ad esempio 15 grammi, indi nel
lacqua ti, e nella soluzione 9,75; quindi risulta che nellaria perde 4 grammi e nella solu
zione data 5.25. Si conchiuder che il peso specifico della soluzione sarl'%r:zi ,319.5(1).
A questo ne si usano secondo i casi tre metodi, cio quello della bilancia
idrostatica, quello degli areometri e quello della boccetta; i quali tutti riduconsi
a cercare prima il peso assoluto del corpo, indi quello di un egual volume dacqua.
12. Densit. dei Gas. - La densit di un gas, o il suo peso specico il
rapporto del peso dun certo volume di questo gas a quello di un egual volume
stessa temperatura ed alla medesima pressione, e dividere il primo peso pel secondo.
temperatura del ghiaccio fondente, ed avendo cura di non chiudere la chiavetta se non
quando il gas introdotto esso pure a 0' si evitano le correzioni di temperatura. Final
mente si valutano i pesi dei due gas alla pressione di metri 0,76 dietro il principio che
essi sono proporzionali alle pressioni (2).
(l) Il peso specico delle leghe e del miscuglt non pu aversi esattamente da quello dei singoli corpi mescolati
O legati, succedendo soventi in tali casi una chimica compcnetrazione; Infatti mescolando un litro l'acido sollorico
con un litro d'acqua, la miscela ottenuta non ha la media densit; lo stesso dicasi dell'alcool.
Le sostanze di egual nome hanno spesso una densit assai ditlcrente. I metalli variano secondo il grado di
purezza, e secondo che sono fusi, battuti, tornti, contati, ecc.
Per i legni ha molta inuenza la natura del suolo, In cui sono cresciuti, e la stagione, In cui furono tagliali_
(2) Pel gas, che intaccano Iottoue, come il cloro, invece della vescica a chiavetta si adopera un vaso, che chiu
delt con turacciolo smerigliuto.
T A B E L L A I.
mao SPECIFICO DI ALCUNI CORPI SOLIDI, LIQUIDI E GASOSI.
a:
.__...
Di:ssrri
NOME "El 00
Dammi
sie'ico
dildecim.c.
Solidi
DBNI
.l.l'fl.
NOME ma coma
di declm.c.
Solidi
laminato . . . 22.0600
-_= passato alla liera 21.0117
E luci_nato.
. 20.3366
(3.1153.
dllldwim<cl
Solidi
Diamante pi greve,
un po color di rosa
Diamanti ipileggieri
Legno di faggio
1d. frassino
ld. tasso .
3.5310
3.5010
0.8520 i
08150
0.8070
2' puricato
3.32.03
Id.
olmo . .. .
08000
3 lucmato .
10.3617
3.1011
Id.
melo .
0.7330
O fuso .
Tunsteno
10.2581
17.0000
'lormalina verde .
Zaro del Brasile
3.1555
3.1308
1d.
Id. _
arancio . .
abete giallo.
0.7050
0.6570 1|
. .
13.5080
Asbeslo duro
2.0058
Id.
tiglio .
0.6010
11.3523
Marmo di Paros
2.8376
ld.
cipresso .
0.5080
Palladio .
110010 .
A_rgento fuso
11.3000
11.0000
101713
Quarzo-diaspro onice.
Smeraldo verde
.
Perle .
. . . .
2.8160
2.7755
2.7500
Id.r
Id.
cedro. _
pioppo bian
cod|S agna
05610
Bismuto luso
9.8220
1d.
sasso rossa
01828
Rame in lo
lian_1e fuso .
8.8785
8.7880
stallizzata.
Quarzo-diaspro
0.3830
0.2100
llloliddeno
8.6110
Corallo
Arsenico .
8.3080
Mercurio .
. Piombo fuso
Nwhelio fuso
2.7182
2.7101
2.6800
2.6530
'
Liquidi
8.2700
Quarzo-agata
8.1000
Feldspato limpido
7 8163
7.8110
Votr0 di S. Gobain
2.1882
Porcellana della China _ 2.3817
Acido solforico
111. 3201050
1.3100
1.5500
0.5200
Ura_nio
2.0150
1d.
(secondo R
2.5611
gnault)
133-50503
.
Ferro in barre
7.7880
Calcesolfata cristallizz.
2.3177
1.2103
Stagno fuso.
7.2011
Porcellana diSvres .
2.1157
Acido azotico
1.2175
Ferro fuso .
Zinco fuso
7.2070
6.8610
Solfo nativo
Avorio
2.0332
1.0170
Acqua di mare
Latte . . . .
10263
1.0300
Antimonlo fuso
6.7120
Alabastro
1.8710
Acqua distillata
1.0000
Tellurio .
61150
Antracite
1 8000
Vino di Bord .
0.0030
5.0000
Allumc
1.7200
_Jodio .
. ,
Spato pesante .
Cromo
.
_
10180
4.4300
Litautrace compatta .
Jaiso, ambra nera _
1.3202
1.2500
-Gwrgone di Ceylan .
Id.
di Borgogna
0.0015
Olio doliva .
Etere muriatico
0.0153
0.871
1.1161
llubino orientale .
12833
Le mo di quercia .
1.0107
Satin .
0.9726
3.0011
3.5610
3.5180
0.0300
0.8651
nafta
. .
Alcool assoluto
Etero solforico .
Za ll0 orientale.
I.Topazio di Sassonia .
Berillo orientale .
Olio essenziale di te
1.010
robentina .
0.8607
0.8175
0 712
0.7155
Aria . . . .
Gas idriodiw
, Gas uosilicco
Gas cloroborico
2.371
2.231-
I Ossigcne . . . .
1 Deulo_ssido dazoto
3.5735 l Gianogene
1.806
1 Idrogeno bicarbonato
3.120
Gas clorocarbonco
Idrogeno fosforato
1.761
1.1057
1.0388
0.072
Ossido di carbone _.
0.057
Azoto .
0.0780
. lrotossido di azoto
1.520
3.300
i Acido carbonico
1.521
Idrogeno arsenian
Cloro .
. . . .
Ossido di cloro (dcn-
2.605
2.170
I Acido idroclorico .
Idrogeue protofosfoi rato
. . . . .
siti: calcolata). .
2.315
I Acido -idrosulforico
1.1012
(densit calcolata)
| Ammoniaca .
. I 0.5067
0.555
0.0688
DENSIT 1
Peso di 1 litro
DENSIT
-gr.
Aria
1"e'oam
moooo l Ossigeno . . .
Idrogeno .
Azoto .
. ' 0080578
1.256167
1.120802
1.077111
110563
1.521101
osnsrrix
onnsrri.
DENSIT
Vapore di idrogene ar
Vapore di percloruro di
slagno .
Vapore di fosforo .
4.3550
9.200
- di etere ossalico_ .
5.087
8.716
- di essenza di terebentina .
-- di protocloruro di
- di iodio . . . _.
- di percloruro di uinio . . . .
6.856
_ dimercurio
6.976
F ----
di
di
di
di
arsenico
. .
clorurodisilicio
etere idriodico .
canforaordinar.
etere henzoid
6.301
5.939
5.4749
5.468
5.409
semato .
2.095
5.013
,
2.645
2.312
2.219
fosforo
- di prolocloruro dl
4.875
- di elgreidroclorjco
- dinal'lalina
4.5280
- dmc_xdo clorocxa
- di cloruro diboro.
- diidrobicarbonato
dicloro .
- di etere solforico .
- nitroso
3 942
mco . . . .
di alcoleassoluto.
di acidoidrocianico
dico ma
dicar one .
3.443
2.586
3.180
2.1228
1.0133
0.9476
0.6235
0.4220
In genere si pu ammettere che la densit del vapore dacqua, ed una pressione qualunque,
i 4/5 di quella dellaria alla medesima temperatura e alla stessa pressione.
Tabella del peso di un metro cubo di alcuni corpi , la cui densit variabile entro certi limiti.
50
da
. .
PES
da
01m .
Mattone .
Chilg. cun;.
iovana distillata.
Creta bianca
tenera .
. 1142
1713
1000
1014
1999
2284
di mare . . . .
| Terra 0 sabbia di macchia . . .
[Stabbio macero . . . . . . .
1028
614
828
1042
643
857
duroscoglioepietmdum 2284
compattissima, detta cli
\ gaart,presso Parigi . 2499
2427
514
Torba
secca
fabbricare
1471
1285
1000
Pietrada
100
1214
i ume, circa
di pozzo . .
a
cani. ]
.
1000
, A6 a
i
q
'
' '
umida. .
Terra vegetale . . . .
.
.
.
.
. 785
. 1214
1285
catello,brecce . . . . . . -. . 2199
Calce uoricata, spato-uore .
. 3084
1428
. 1642
.
.
1656
1571
na e asciutta
1399
ne e umida .
1900
fossile argilloso. .
1713
di ume umida .
1771
Ghiaia con ciottoli . . . . . . . 1371
Terra rassa mescolata di ghiaia e
di 88. bili. .
. . . . . . . . 1860
Melma o fango .
. .
1357
gabbia
"
'
Scaglie di roccia . . . . .
Cemento di terra cotta .
Rosticci o scorie di fucina .
Scorie di alti f(lltellll
eia .
di calce e di
1756
1642
1228 ;
1257 l
1428
1799
1856
1485
343
1599
1414
186
cemento .
E
l
l
.
1
157
4626 .
. 1571
1171
771
1713
porosa .
. . . . . . . . . 1242
1228 I Quarzo, pietra molare compatta sca985 ;
gliosa . . . . . . . . . . . 2485
1285
\
2613
128585
1 1
2656
Quarzo
uarzo ialino
arenario
. . o . ietra
. . I.) i . ia .d.a 2642
Qfaboricare
. .
. . .
. . 1928 2070
. 1071
Pietra pom_ice .
. . . . . . .
Calce Viva quando esce dal forno
estinta 1n pasta tta
.
sabbia .
2299 \
. . 1085 1128
.
28701
31841
1etra pomice di
Olanda e di An ernach .
Malta
2713,
1085
stricati.
. 1427
2613
557
800
1328
928
857
1428
2656
2927 \
2813
1856
2142
Diaspro
1656
1813
Feldspato petrosilicioso .
scoria di fucina .
1128
1214
Aan1te o
1942
2356
2570
2742.
2699
2742 -
2756
2927
ietra-paragone.
"350
da
Chilg. Chilg.
Talee, steatite sbiadito
SQI entin0 .
1
i
2613
PESO
i
,
da
Chllg.
Chilg.
2784
4 Legni,
2730
2856
2742
2856
Arancio
Granito .
., .
2356
2956
Abete comune
2799
3056
. . .
. . .
2570
1056
2927
1780
Acacia (falso) . .
Acaju . . . . .
1813
2784
Acero sicomoro
a tettoie ardeS1e .
27421
2856
. .- .
. y.
. .
657
.' .
700
.. .
528
Pietra da stoviglie .
Mica . .
Amianto .
qchisto
.
.
.
.
.
.
: STOSSO&_DO .
giallo aurora
.
.
671
785
785
643
628
757
Id.
screziato
543
557 ,
928
2642
2756
3056
Albero di Giudea
635
Tu
Lava vulcanici
del Vesuvio
1713
1216,
1382
28112
Albicocco
Alloro
di S .agna
. .
. .
814
771
Scof vulcaniche . . . .
735
880
Lita trace
942
1328
n
n
19065
11494
. .
21039
rosso
assatouso
per .liera
. . . . .
ll'ia110, ottone fuso . .
S:gato per hera
,,
772%
85
12223
2203
. - . '. -. ' .
fuc1nato
'
7183
battuto e temperato
78 1 3
Ferro
, _
Accmwl
Stagno
non temperato
_ _ _, _
,,
. . . .
543
800
828
885
914
%3
923 '
1328 ,
- - , -
571
741
CM; inoscwo
- - - ' '- - - - -=- ggalgo Cedro del Libano . . . . . ., .
757
557
4;. 1.
600
. . . . . .,.
1314
.
7M
743 1,
'
1. a ' - '
Bldt dl Olanda
'
1% a c9m.ule
Id.
. .
dellelndie
.
Ciriegio comune _ . . . .V . .l .
.
'
'
'
.'
7
L
. .. . 857
600
5.
'
700
0,2
,,
7915
8439
Piombo fuso . . . . . . . . .
11346
{ggg
FrassmoSpinose
. . . . .
Frondi
Gelso
Id. o senza
moro spine
. . .
9 di rottami,
Per tramezzi
U ""
umido secco
.
'
. . . . . . .
v Mercurio
3 uadrellz",
liquido.
o mattoni
. . . di. esso
. .
Id.
. l59
_ dl America .
. _.
543
1338
557
1342 |
12
Lance - - - - - '
43
45
Mandorlo
so fa
0m,0937
id_
2|
47
Melagrano o melogranato . .
id.
23
20
Melo
0m,1083
lung.
largh. grosl
al cento
m
m
m '
Mattone Borgogna 0,226 0,108 0,054
di
' ,Sarcelles
241
428
208
214
180
184
44
45
36
38
Id.
id.
g160018. . . . .
Il metro quadrato i tavolette di le-
22
23
Id.
id.
na
112
116
245
34
64
800;
600
600
i
685 1
di Africa
Olivo .
. .
. .
.
.
728
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. .
.. .
914
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.
.
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.
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371
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_
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700
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1015
585
700
914
743
771
dOlanda .
Platano dOriente .
Id,
dOccidente
Quercia verde .
Id.
secca.
Salice 0 micio
Sambuco.
Sorbo . . . .
Id.
.
'.
.
.
di S a na.
Thuya del a
hina.
. .
814
557
571
600
Tiglio . . . . . . . . . . . .
557
471
Vinco, ve rice
Vite
, , , .
, .
Id.
. . .
. .;
130
1357 ;
Nocciuolo . . .
Noce di Francia .
Id.
'
1242
942
Pioppo dItalia
162
47
159
'
328
- - - . - - - -. - . .
.
.
.
225
385
.
.
,
828_
Nesp010
Olmo . . . .
Pero . . . .
Pino del Nord
223
379
857
,
15
1328
id,
1y
,
. ._ ..A . ... .I
0111,0812
871
6
57
98
5
785
8
0m,0677 di grossezza
17
.. .
Ginepro . . . . . .
Guj_aco o legno santo.
di 0m,487
om,afse ..
814
871
.
.
Zinco
f_uso_ . _.
,,
824
Id.
di. s. Lucia
.
7287 Cgresso
8!mml.d a1 e
7307 CI amato '
7515
tgn ' - ' -
),
Alno od on ano . . . . . . . .
7829
di Virginio
. .
.
2 Metalli.
800
914 ,
Id.
557
Rame
Id.
.
.
.
.
.
.
.
.
543
1314
485 1
'
1328
10
PESO DELLE VERGHB DI FERRO CXLINDRICHE E QUADRATE
AL METRO CORRENTE.
3
c
!
E g 2_
1' E s 0
del ferro colla sezione
a E
7; 2 E
CL _
, E a ="
2 % -:-1
g %3
-:
quadrata
circolare
millimvlri
chilogrlrnm
chilogrammi
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
0,0078
0,031
0,070
0,124
0,195
0,280
0,382
0,499
0,631
0,780
0,0066
0,022
0,044
0,092
0,152
0,212
0,288
0,380
0,488
0,612
J 12
11
0,943
1,123
13
14
15
16
17
18
1,318
1,528
1,755
1,996
2,254
2,527
19
'
1
1
20
21
22
23
24
25
26
1
:
27
28
29
30
I,_ ,
PEso
del ferro colla sezione
quqdraln
circolare
millimetri
chilogrammi
chilogmmmi
31
32
33
34
35
36
37
38
39
40
7,495
7,985
8,494
9,016
9,555
10,108
10,678
11,263
11,863
12,480
5,872
6,248
6,668
7,060
7,488'
' 7,920
8,36
8,8
9,300
9,788
0,732
0,868
41
42
13,111
13,759
10,276
10,776
1,020
1,188
1,368
1,556
1,750
1,968
43
44
45
46
47
48
14,422
15,100
15,795
16,504
17,230
17,971
11,300
11,836
12,384
12,936
13,504
14,080
' 2,815
2,200
49
18,727
14,680
3,120
3,439
3,775
4,126
4,482
4,875
5,272
2,244
2,688
2,944
3,204
3,512
3,816
4,124
50
55
60
65
70
75
80
19,500
23,595
28,080
32,955
38,220
43,875
49,920
15,292
18,502
22,024
25,842
29,968
34,412
39,160
5,686
6,115
6,559
7,020
4,448
4,784
5,136
5,504
85
90
95
100
56,355
63,180
70,395
78,000
44,202
49,556
55,218
61,159
i, _H_Al i
4,
_,
' 5.
ferro
mmc
piombo
zinco
millimetri
chilogrammi
chilogrammi
chilogrammi
chilogummi
1/4
112
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
311
12
13
14
15
16
17
18
19
20
1,947
3,894
7,788
15,576
23,364
31,154
38,940
46,728
54,516
62,304
70,092
77,880
85,668
92,256
100,234
109,032
116,820
124,608
132,396
140,184
147,972
155,760
2,197
4,394
8,788
17,576
26,364
35, i 52
43,940
52,728
61,515
70,304
79,092
87,880
96,668
105,456
114,244
123,032
131,820
140,608
149,396
158,184
166,972
175,760
2,838
5,676
11,352
22,704
34,056
45,408
56,760
68,112
79,464
90,816
102,168
113,520
124,872
136,224 ,
147,576
158,928
170,280
181,632
192,984
204,336
215,688
227,040
stagno
argento
'5
1
1
"
, :
,
1
f
'
1,715
3,430
6,861
13,722
- 20,583
27,444
34,305
40,166
47,027
53,878
60,749
67,610
74,471
81,332
88,193
95,054
101,915
108,776
115,637
122,498
129,359
136,220
chilogrammi
chilogrammi
1,825
3,650
7,300
14,600
21,900
29,200
36,500
43,800
51,100
58,400
65,700
73,000
80,300
87,600
94,900 _
102,200
109,500
116,800
124,100
131,400
138,700
146,100
2,652
5,305
10,610
21,220
31,830
41 ,440
52,050
62,660
73,270
83,880
94,490
105,100
115,710
126,320
136,930
147,540
158,150
168,760
179,370
189,890
200,950
211,200
_____=
il
Esercizii sui pesi specici.
1 Problema. - Qual sar il peso duna colonna in legno di faggio tutta cilindrica di
metri 0,35 di raggio e metri 2,50 di altezza?
R 1 x A :3.1416 x 0,1225 x 2,50 x 0,962105; ora dalla formola P :Vd avremo m. e. 0,962113
x0,8520:0h11g. 0,819,91
2 Problema. - Quale sar il peso duna trave di quercia lungam. 3,25 avente per
base o sezione un rettangolo di met. 0,55 er m. 0,40.
Salate. Dalla formula si ha P:Vd', il vo urne sar essendo dati i lati del rettangolo
P x L x A :V : 0,40 x 0,55 x 3,25 x 1,01 : m. c.- 0,72215: Chilog. 722,15.
3 Problema. - Qual sar il peso dun albero-cilindrico di ferro fuso, lungo_m. 2,25 e
di met. 0,05 di diametro?
Soluz. Dalla formola P:VD: 1/4 3,1416x0,0025x2,25x7,2070 : tonnellate 0,03183963512
:Chilo . 31,83963512.
4 Pro lama. - Qual sar il diametro duna. colonna cilindrica. di ferro di m. 2,50 dal
tezza, il cui sso assoluto di Chilog. 21?
il raggio del cilindro, A laltezza, E il peso, D la densit del ferro,
Solaz. Sia
si avr P:wR2 AD, da cui R:
R :
: [/ 09343:dec1m. 0,19.
. 5 Problema. - Qual sar il raggio di una sfera di ferro fuso del peso di 24 Chilogr. ?
Solae. Dalla formola P:VD si avr :7% misura del volume in decimetri
,, a : 7 3370
cubi; facendo R il raggio della sfera, il suo volume sar 43R3 dunque A3R_
x 24 4 x 3,1416
72 >< 7,2070 ed E _ |/maleci):
72 .
da 11. R 4axv,eovo
dec' 0,794
3 ______ i _ _. -_-_-_
._
del bronzo sia 8,46, qual il peso di questo tubo 1 quan o vuoto, 2 quando
pieno dacqua a 4 gradi.
'
Solaz. Si chiami A laltezza del tubo, R il raggio esterno, r linterno, D-il peso spe
cico; il peso del tubo vuoto sar
,
j
P:wAD%R-T):Cg. 701,657
6 il peso dello stesso pieno dacqua
+1 7"A:C . 777,997.
9 Problema. - Qual sar il costo dun intela1atura e castello duna macchina in ghisa,
il cui modello di melo e pesa 65 Chilog. (i)?
Solaz. La densit del legno di melo star a nella della. ghisa come il peso del mo
dello star al peso dellintelaiatura, perci 0,
:7,2070::652:0hi10g. 639,06, che
pagasi 5 lire al Miriagramma, onde si avr L. 63,906 x L.5: a 319,55.
_
10 Problema. - Qual sar il peso approssimativo che deve sopportare un trave armato,
sul uale sta un muro di rottami, pietre, ecc. lungo 4 met., alto 3 e spesso 0,50 (2)?
So uz. Cercasi il volume del muro e si avr 4 x 3 X 0,50:m. 0.6; ore un m. e. di
muro pesa 2240 Chilog. perci 2240 x 6 : 13440 Chiiog., peso da sopporterei dal trave.
(l)ll peso d'un oggetto qualunque in metallo si ottiene approssimativamente dal peso del modello,moltiplicando
questultimo col rapporto, che vi tra il peso'specitico del metallo e quello della materia di cui formato il mo
dello stesso.
Nel calcolo del costo delle macchine bisogna considerare, oltre alla materia ed al peso delle singole parti, la
relativa mano d'opera. Perci, fatto il disgno del lavoro da eseguirsi, le parti, che lo compongono, wngano di
vise in varie classi; la prima contiene quelle, che richiedono il massimo lavoro per ciascun Chilograunna, e lul
tima quelle, che richiedono il minor lavoro per ogni Chilogramma. In seguito a questa divisione calcolosi il peso
d'ogni classe e si moltiplica coi prezzi unitarii ad essa corrispondenti.
[2) Il peso dei materiali da costruzione si ottiene moltiplicando il loro volume per il peso medio
metro cubo.
di un loro
12
13. Mobilit. - La mobilit la propriet, che hanno i corpi, di poter
passare da un luogo allaltro.
14. Moto. - Chiamasi moto lo stato di un corpo, che cangia di luogo.
Mobile chiamasi il corpo posto in moto.
Il moto in un corpo pu essere parziale e generale, assolata 0 relativo, reale ed ap
parente.
Il moto assoluto in un corpo sarebbe il suo spostamento rispetto ad un altro, che
si trovasse nello stato assoluto di quiete. Il moto relativo di un corpo non altro che
il suo moto apparente, cio il suo moto rispetto ad altri corpi, che si suppongono ssi,
mentre in realt essi pure cambiano di luogo. Tale il moto duna barca rispetto alle
rive del ume. perch queste partecipano colla barca al doppio moto di rotazione e
di traslazione della terra nello spazio.
15. Inerzia. - Linerzia non che una propriet negativa, cio linetti
tudine della materia apassare da s stessa dallo stato di quiete a quello di
moto, ed a modicare il moto, da cui trovasi animata.
Tutta la materia essendo da per se stessa inerte per porla in moto neces
saria una causa esterna, che lo determini.
un corpo, che rimanga sempre nello stesso posto in un battello, che si muove, in
quiete relativamente al battello, ma in realt. in moto relativamente alle rive; quindi
la sua quiete e soltanto relativa.
modicarlo.
fPer caratterizzare una forza devesi considerare: 1 Il suo punto dapplica
zione ossia quello ove essa viene applicata, 2 la sua direzione, o la linea
che tende a far percorrere al proprio punto dapplicazione, 3 la grandezza
o intensit del suo valore relativamente ad unaltra forza presa per unit.
La forza dicesi viva, allorch produce realmente un moto; morta, quando questo moto
non si effettua.
l
La forza muscolare , la gravit, le forze magnetiche od elettriche, la tensione dei
vapori, lespansione dei gas sono forze. Quelle che provengono dallelasticit di alcuni
corpi, come dalle molle di acciaio degli orologi, dalla gomma elastica e simili, diconsi
forze di statuto.
.
Secondo i casi la forza si denomina pure trazione, attrazione, gravit, peso, ten
sione, pressione, ripnlsione, sforzo.
Chiamasi forza motrice, causa, potenza o semplicemente motrice quella. forza, che
tenta produrre un determinato eetto. Resistenza quella, che si oppone alla forza mo
per tutta la durata. del moto: nel primo caso si dicono istantanee o impresse, nel se
condo continue.
(I) Nelle macchine la polenza deve vincere la resistenza dirella e le reslsleuze ladrcllc, gli ullrlll, la rigi
deaa delle corde o catene, la resistenza dell'aria, ecc. Bisogner dunque sempre lmpiegare una forza motrice supe
riore alle resistenze da vincersl, e ci esclude qualunque possibilll del moto perpetuo.
13
18. Misura delle Forze. - Una forza qualunque si misura dal suo effetto.
Leffetto, che una forza suol produrre sopra di un corpo, consiste nelleser
citare sul medesimo una pressione od una trazione mettendo il corpo stesso in
moto, perci si pu ritenere uguale alleffetto prodotto da un peso conve
niente. Una forza, qualunque essa sia, pu sempre esprimersi in Chilogrammi.
Infatti suppongasi una corda avvolta su duna carrucola, alla estremit della
quale siasi applicato un peso di 50 Chilogrmmi per opporlo ad una forza di
pressione o di trazione, si dir che questa forza di 50 Chilogrammi; un'altra
di 100 0g. sar doppia, una di 150 sar tripla della prima.
Ipesi ofroogo il mezzo pi semplice ed il pi comaneper la misura delleforze.
19. Dinamometri. - Vi sono degli strumenti appositi, con cui si pu mi
surare la grandezza di una forza o quella della resistenza da essa superata.
Tali strumenti diconsi dinamomolri o misuratori delle forze.
Un dinamometro pi comune perch semplicissimo quello rappresentato dalla Fi
gura 1.Esso si compone di una robusta molla d'acciaio ripiegata nel suo mezzo; all'estre
mit A ssato un arco di ferro graduato, che passa liberamente
in unapertura praticata nellestremit superiore A, e termina con
Vi sono anche altri dinamometri, ma tutti sono poggiati per sopra lo stesso prin
cipio: lelasticit di una molla di acciaio e sempre quella, che serve per ter
mine di paragone a valutare la forza muscolare degli animali.
'
14
La prima diretta a schiacciarla comprimem
dola nella direzione dellasse minore per avvi
cinarne le estremit; la seconda a stirarla
nella direzione dellasse maggiore con che si
- lasse minore della molla in D, sospinge la lancetta _o lindice x, il quale nel girare sul .
perno P scorre sul lembo del quadrante, dove sono segnali i gradi di due scale differenti;
ARTICOLO II.
15
Talvolta un corpo possiede contemporaneamente il moto di traslazione e di
rotazione, come le ruote dei carri e dei pirosca..
pi forze.
:%; 3
muove, e in ragione diretta dello spazio ed inversa del tempo, perch il valore
d'una frazione e in ragione diretta col suo numeratore, ed inversa col deno
minatore.
La terza formola ci esprime, che il tempo equivalente allo spazio diviso per
la velocit.
.
1 Esempio. - Qual lo spazio percorso in unora da un convoglio della ferrata,
che progredisce con un moto uniforme di 12 metri per minuto secondo?
Soluz. Dalla formula 1' S: VXT si avr: 12x60x60 :43200 metri.
16
REGOLE, - Dalle formole e dalla soluzione degli esposti problemi si possono
Cavalli al passo .
a
al trotto .
al galoppo
.
.
.
.
.
.
.
_.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
1
2
4
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
0,8
3
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
20
5 '
12
12
10
16
20
.
.
.
.
.
.
.
.
30
1
. . . . _ .
. . . . . .
.
.
3
15
.
.
.
.
Treni diretti
Venti ordinarii . .
Venti temporaleschi
Uragani
.
.
.
.
. . .
. . .
50
l)
570
780
Palle di schioppo
y
. .
spazio vuoto .
. .
. . .
305
500
Suono a 0 centigr. .
332
.
.
. .
. .
. .
. .
. .
.
.
.
.
.
.
.
.
. .
da metri 1,4 a
a
a
. . metri 310,098,000
. .
da metri 30000
. . . .
)
30
a 60000
a
9,81
a 1435
3625
448
29400
.
.
.
.
0,30
0,60
1,10
. .
di una locomotiva .
320
1,50
7,50
36
10
da ebanista. . . . . . .
Sega a nastro . . . . . . . . . . .
Disco di una pialla per legni . . . . .
.
.
.
. . .
. . .
. . .
10
t)
12
.
.
ferro
0,0017
0,01
0,08
0,12
. ._
0,12
.
.
.
.
0,1f1r
0,18
0,28
0,00
erro
9.2
5
'
Volo dellaquila
. . . . . . . .
Caduta libera dei gravi dopo il primo minuto secondo .
Suono nellaria (a 16' centigr.) .
. . . . .
nellacqua.
. . . .
1.7
17
Fitl' 3
lo spazio percorso in un minuto secondo dal punto D. Un punto B, posto ad una distanza
doppia dal punto 0, avr descritto una circonferenza od un arco doppia di quella del punto
D. La ragione della circonferenza al raggio sempre la stessa, e quindi dividendo i raggi
OD e 0B per le loro circonferenze o gliarchi avranno lo stesso quoziente, cio -QA%
CD
AB
0A
1
2
. .
.
.
. .
:W 0 -ED_:-- ovvero _. qumdr veloctt angolare clnamam Il quo
ziente, che si ottiene dividendo la velocit assoluta di un punto qualunque di un corpo
per la distanza di esso punto dallasse.
(I) Dovendo sovenli determinare la velocit angolare d'un corpo, conoscendo n numero dei giri descrilll per
minuto, lo spazio descritto da un punto, che sarebbe distante l metro dallasse, sar 27r per ciascun giroI e per
conseguenza 27m e per 1: giri, cio per 24m 0 in un minuto 0 60 secondi lo spazio perc0l'l in un secondo
2711
111 _
sar
60
50
18
Quando la velocit angolare costante il moto di rotazione uniforme, e chiamando
a larco percorso da questo punto posto a imetro di distanza dallasse, partendo dalla
sua posizione iniziale, et il tempo impiegato a percorrere quest'arco, si avr: :vt [6];
questa formola contenendo tre quantit dar luogo pure ai tre problemi delNum. 27.
i Esempio. - Quale sar la velocit assoluta dun punto distante dal suo centro
di rotazione metri 0,40 essendo la sua velocit angolare uguale a 3 (considerandolo come
numero astratto)?
__1122_
Soluz. w_
0,40 _3 metri.30 Esempio. - Quale sar la distanza dun punto al suo centro di rotazione, la cui
velocit assoluta di metri 1,20, e langolare di 3?
--mgg :0,40 metri.
Soluz.y r:
Soluz. v
5 Esempio. - Quanti giri far un punto attorno al suo asse di rotazione, se la sua
: metri 20,944.
__ M,___._
19
. . allora
,
._
4800__0 _
gnu
sera. 8,3566 _5743,9628,
ed al mmuto
8,3566><60
- 95,732'7.
_
5 Problema. - Sapendo che il moto diurno a Torino di 329 metri, qual sar lo
spazgyolperqprlo dalll_q 6fdel nattiuoTallpr 6 gella. sera di queea citt?
.
onz. a a so 1 a ormoa : x14212800.
ri ucen o in anno secondi il tem p oav r e m o
12x60:720x60:j43200x329:me61
6 Problema. - Quale sar la strada percorsa da un piroscafo in 24 ore, il quale
posmede una velocit di 5 metri per minuto secondo?
'
agi fluo e. quel punto, cessasse dopo 10 secondi, il mobile in virt della propria inerzia
continuerebbe a muoversi percorrendo uniformemente 60 metri ogni secondo.
20
Perci nel moto uniformemente accelerato, qualunque ne sia lincremento di
velocit, si vericheranno queste tre leggi:
'
1 Le velocit nali sono in ragione diretta dei tempi impiegati ad acqui
starle, ovvero le velocit crescono proporzionatamente ai tempi; cio dopo un
tempo doppio, triplo, quadruplo, la velocit acquistata parimenti doppia, tripla
o quadrupla.
Infatti leffetto della forza continua, che produce un moto accelerato, pu essere
paragonato a quello-di una serie (1 impulsi eguali succedutisi ad intervalli di tempo
tervallo precedente.
La velocit va quindi crescendo costantemente di quantit uguali in tempi uguali.
Indicando con V la velocit nale acquistata in un tempo T, e con v la velocit
debita nellunit di tempo ossia la velocit dopo il primo minuto secondo, si avr
V:o:: T: 1, da cui si ricava V=v XT[1].
Supposto che nel momento, da cui sincomincia a contare il tempo t il corpo pos
sedesse una velocit C, e che aumenti di 9, allora la velocit acquistata dopo T secondi
0 nale sar espressa da V:v+g><t [2].
Esempio. - Quale sar la velocit di un corpo al termine di 8 secondi, sup
ponendo che la sua velocit primitiva sia eguale ad 1, e che aumenti di 3 metri per
ciascun secondo?
essere uguale alla media tra la velocit iniziale e la velocit nale del moto unifor
memente accelerato.
infatti, ammettendo che il corpo possegga una velocit iniziale 11 al principio del
moto accelerato, e che w sia la velocit acquistata dopo tsecondi, la sua velocit media
sar v__gi, e lo spazio da esso percorso per ciascun secondo s:ulux t[1|.
Esempio. - Qual lo spazio percorso dopo 4 secondi da un corpo, la cui velocit
al punto di partenza di 2, ed al termine di questo tempo di 6 metri?
21
spazio =3x%:9x%, e, per analogia, dopo 4 secondi la sua velocit sar 4g e lo
spazio 4 x 4% :16x%; dunque lo spazio dopo 1 secondi sar s:t x'->;g=tx-g- [2]
9 8088_ 01012
. . rappresentando il. tempo 001. numeri. 2, 3, 4, 5, ecc., gli. spazu..
o t g x _-2
perci vi saranno rappresentati dai quadrati di questi numeri 4, 9; 16, 25, ecc.
gnando con a laltezza o lo spazio percorso nel moto accelerato della caduta dei gravi.
Da ci si pu ricavare le seguenti formole, le quali servono alla soluzione dei varii
problemi, che si riferiscono al moto uniformemente accelerato:
__
s
__
v:gxt', (1)v:l/2gxa; a: %_ xt ovvero a:4,9044><t; a:g; t:V 20
--g .
5 Gli spazii percorsi in ogni singolo tempo stanno come i numeri dispari
naturali 1, 3, 5, '7, 9, ecc.
'
Infatti essendo gli spazii descritti nei tempi totali in ragione dei quadrati di questi
tempi, ne risulta, che si avranno gli spazii descritti in ogni singolo tempo successivo
ed uguale sottraendoli dallo spazio totale descritto; cosi 4-1:3; 9-4:5;16-9:7, ecc.
stenze, la sua velocit sarebbe di metri 3 x 9,81 alla ne del primo minuto secondo.
2 X 9,81
secondo
1 X 9,81
GX'ZO
quarto
cio il corpo si arresterebbe alla ne del quarto minuto secondo, dopo di che ridiscen
(I) La velocit dovendo nel maggior numero dei casi, che si riferiscono alla caduta, essere delerminuta dallal
22
esso avr impiegato 5 secondi nellascendere e 5 nel cadere, epper avr toccata lal
tezza di 5 x 5x 9281: metri 122,625.
Consegue pure dal n qui detto, che un solido lanciato verticalmente in alto
6+?
Soluz. S:
x 4:10 metri.
Da questo esempio e quello citato alla pag. 20 vedesi, che, a condizioni eguali, lo
spazio percorso lo stesso nel movimento uniformemente accelerato o ritardato.
32. Caduta. dei Corpi. - I gravi cadono verso la terra con moto uni
formemente accelerato; e quando siano lanciati verticalmente in alto, la stessa
forza toglie loro successivamente dei gradi di velocit, e quindi essi si ele
vano con un moto uniformemente ritardato.
Applicando perci tutte le leggi del moto uniformemente accelerato, si vedr che
igravi, al principio della caduta loro, percorrono in, un minuto secondo di tempo
met. 4,9044; in due secondi met. 4,9044x4 :19,6176; in tre secondi met. 4,9044x9:44,1396;
dei numeri naturali, perci, esprimendo con 1 lo spazio descritto in 1 minuto secondo,
quello percorso in 2 secondi risulta 4, in 3 secondi 9, in 4 secondi 16, e cosi degli
altri; questa progressione essendo la medesima qualunque sia il tempo della caduta
osservata, si dedurre, che nel moto uniformemente accelerato gli spazii totali sono in
ragione dei quadrati dei tempi impiegati a descriverli, o, in altri termini, delle velocit
acquistate.
Gli spazii descritti nei tempi totali essendo in ragione dei quadrati dei tempi, ri
sulta che si avranno gli spazii descritti in ogni singolo tempo successivo ed eguale
sottraendo dallo spazio totale quello descritto precedentemente. Siccome poi 4-1:3,
9-4:5, 16-9:'7, ecc., cos gli spazi percorsi in ogni'singolo tempo saranno comei
numeri dispari naturali 1, 3, 5, '7, 9, ecc., il che fa vedere, che la velocit aggiunta
successivamente in ogni tempo alla forza motrice 2, quindi equivalente al doppio dello
spazio descritto nel primo tempo, ossia eguale a 9,808.
Da ci viene che, se itempi dosservazione sono . . . . . .
1,
2,
3,
4,
23
Vale a dire, secondo questa tavola, che i tempi stanno fra di loro co'nm i numeri
1. 2, 3, 4, ecc.;
le velocitstarannoancheessecome
.............1,2,3,4;
gli spazii percorsi staranno come i quadrati, ossia .- . . . . . . . . . . . 1, 4, 9, 16;
e gli spazii percorsi in ciascun tempo come i numeri dispari. . . . . . . l, 3, 5, 7.
Questi principii sono applicabili a tutti i corpi, qualunque sia il loro peso, perch
esperienze la macchina di Atwood (1), cos chiamata dal fisico di questo nome, professore
nel 1782 alluniversit di Cambridge. Essa specialmente destinata a rallentare la velocit
della caduta. Si compone di una colonna di legno l, alla sommit della quale si trova una ,
farlo discendere.
Un meccanismo di orologeria H, fissato alla co- .
lonna, serve mediante un indice o lancetta a misu
rare il tempo, e ad ogni minuto secondo fa sentire
un suono abbastanza forte da poter servire a contare
'j
r. . . . -.
,
mm,l;._.
, H .',,.,',,,,,ll
lilli. ..|I
I
mi
| u.|
,
"
" _-_
' '
Fig' 5'
locit, che ha un corpo in un momento qualunque della sua caduta per moto unifor
memente accelerato, quando si sappia quella che ha alla ne del moto, o in un istante
qualunque del moto. Infatti, ove si rappresenti colla linea CA (Fig. 6) il tempo della durata
del moto, e colla linea AB perpendicolare ad AC la velocit che ha il corpo alla ne del
(I) GalileoI che fu primo a sludlare le leggi di questo moto, si servi del piano inclinato; oggi mesi oltre alla V
qui descritta anche la macchina del signor Merlo.
24
moto, e si congiunga C con B: se con Ce si denota un altro tempo del moto, la retta em"
a
condotta parallelamente ad AB rappresenter la velocit, che ha il
corpo alla ne del tempo ce; perch dalla geometria sappiamo, che la
retta cm" proporzionale a Ce, come AB lo ad AC. Qualunque altra
.retta cm" condotta da un punto c della A0 rappresenter la velocit
del corpo giunto in quelpunto e.
Per stabilire qual relazione passa tra lo spazio descritto, il tempo e
la velocit nale si ammette, che la forza di gravit agisca ad inter
"1"
m"
B
>
Rappresentato il tempo della durata del moto con la linea CA, dividiamola in piccoli
tratti ca, ab, bo... corrispondenti ad altrettanti istanti. AB rappresenta la velocit nale, le
rette am, bm'... rappresenteranno le velocit,che ha il corpo in ciascuno di questi istanti,
ed i vari rettangoli descritti sulla gura rappresenteranno gli spazi percorsi nei detti inter
valli di tempo. Se ammettasi che glimpulsi della gravit sul mobile si succedano con molta
rapidit, in modo che possa la sua azione considerarsi come continua, allora i tempi diver
ranno cosi piccoli, che i rettangoli si confonderanno quasi con una linea retta, sicch la
loro somma comporr il triangoloGAB, che perci potremo prendere come misura dello
corpo uguale alla met del prodotto della velocit per il tempo impiegato ad acquistarla.
Esempio. - Quale la velocit acquistata da un corpo alla ne di 12 secondi?
Soluz. V:lx9,81:i"7, dalla quale si ricava la la regola.
Allorch un corpo cade da. un'altezza A, la velocit, che ha acquistata. alla. ne
__
.._.
da cui
Dalla
deduciano
formola la
precedente
3 regola.V:V2gA, si ha: V:2gA, quindi A:%;ossia
Esempio. - Quale sar l'altezza di una torre, sapendo che una pietra ha impie
gato 5 minuti a cadere?
25
{l'ente esprimer laltqua, dalla quale un corpo caduto, essendo nulla la ae
locz't -iniqiale.
4. Moltiplicando 4,9044 pel quadrato del tempo, che un corPo ha impiegato
a cadere, il prodotto dar l'altegqa.
Esercizi!
= o: l/1962 :44m,29.
29
.
o
44 .
,,
La durata Si ha dalla formula l:_ :1808:4 ,5.
piegato 8 minuti secondi nella sua discesa, a quale altezza era lareonauta?
V:lO
. ._iM1Q
._
. metri. percorsiswalcoler
..
_
_101___
qui:1di
t_ y --05:20880011d1,p81'8\78181
s_
29 os_r2_xo,5_100
me n.
7 Problema. - Una palla dun mortaio lanciata verticalmente in alto con una
velocit di 500 metri: domandasi laltezza, a cui arriver, ed il tempo, che trascorrer
prima che la palla ricade nel mortaio, fatta astrazione dellaria.
Soluz. Dalla formola s=2c-e quindi s:2xgo :4587,15, imperocch per avere il
tempo impiegato nel duplice movimento della palla Bisogna osservare, che la durata della
ricaduta ne e la met. Ma la palla discendendo riacquista la stessa celerit iniziale e,
con cui stata scagliata; dunque per conoscere la durata della caduta baster sapere
quanto tempo sia necessario perch un grave giunga alla velocit di 500. Ora dalle
quazione t:-gil : 9 Sci :50,37 secondi, cio la palla comincier a discendere dopo 50,37
secondi, e perci rimarr complessivamente in moto per due volte 50,97 secondi ossia
per 101.94 secondi.
_
8 Problema. - Un corpo in virt del suo peso ha. percorso in 10 minuti secondi
un piano inclinato della lunghezza di 42 metri: quale era la sua velocit nel primo
minuto secondo?
5
2
4
Soluz. Dalla farmela o: -- si ber-166 :0,42.
9 Problema. - Un corpo parte da un luogo A colla velocit di 100 metri, ed essendo
soggetto ad una ritardazione uniforme di metri 0,5 quando esso arriva in un altro luogo
B non possiede pi che la velqcitgdi 2lronoetri; quale sar lo spazio, che separa A e ?
o -v
- :9996 metri.
Soluz. Dalla formola s:-A-2i--._2
x 050-
1
1
, VII-0'
I
l
ALTEZZA
"'
41.11111
WL0'
11.73111
""'
ALTEZZA
"W
ALTEZZA
CI'I'
corrispondente
CT'
corrispondente
CIT
carrilpoudenle
CT
corrinpondcula
CIT\
corrispondunle
I!
(I
2)
i)
I)
il
(I
CCnl.
cantina.
con.
ceulim.
cen1.
centim.
cenl.
cenlim.
cenl.
cenlim.
1
2
3
0.001
0.002
0.005
57
58
59
1.65
1.71
1.77
165
170
175
13.88
14.73
15.61
445
450
455
100.94
103.22
105.53
725
730
735
267.94
271.64
275.38
4
5
0.009
0.013
60
61
1.84
1.90
180
185
16.51
17.45
460
465
107.86
110.22
740
745
279.14
282.92
0.019
62
1.96
190
18.40
70
112.60
750
286.73
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
0.026
0.034
0.043
0.051
0.062
0.074
0.087
0.101
0.115
0.131
0.148
63
64
65
66
67
68
69
70
71
72
73
2.02
2.09
2.15
2.22
2.29
2.36
2.43
2.50
2.57
2.64
2.72
195
200
205
210
215
220
225
230
235
340
245
19.38
20.39
21.42
22.48
23.56
24.67
25.80
26.96
28.15
29,36
30.60
475
480
485
490
495
500
505
510
515
520
525
115.01
117.44
119.90
122.39
124.90
127.44
130.00
132.58
135.20
137.84
140.50
755
760
765
770
775
780
785
790
795
800
805
290.57
294. 43
298.32
302.23
306.17
310.13
314.12
318.13
322.17
326.24
330.33
18
19
20
1 21
22
23
24
25
26
21
28
0.166
0.185
0.204
0.225
0.247
0.270
0.994
0.319
0.345
0.372
0.400
74
75
76
77
78
79
80
81
82
83
84
2.79
2.87
2.95
3.03
3.10
3.18
3.26
3.34
3.43
3.51
3.60
250
255
260
265
270
275
280
285
290
295
300
31.86
33.15
34.46
35.80
37.16
38.55
39.96
41.40
42.87
44.36
45.88
530
535
540
545
550
555
560
565
570
575
580
11349
{1.5.90
148.61.
151.
154.20
157.01
159.86
162.72
165-62
168-55,
171.48
810
815
820
825
830
835
840
845
850
855
860
334.45
338.59
342.75
346.95
351,16
355.41
359.68
363.97
368.29
372.64
377.01 '
1
'
I
1
I
1
4
29
0.429
85
3.68
305
47.42
585
174.45
865
381 .41
30
0.459
86
3.77
310
48.99
590
177.44
870
385.83
i 31
0.490
87
3.86
315
50.58
595
180-46
875
390.28
32
0.522
88
3.95
320
52.20
600
183.51
880
394.75
j
1
.
33
34
35
0.555
0.589
0.624
89
90
91
4.04
4.13
4.22
325
330
335
53.84
55.51
57.21
605
610
615
186.58
189.68
192.80
885
890
895
399.25
403.77
403.32
. 36
0.660
92
4.31
340
58.93
620
195.95
900
412.90
37
33
39
10
41
42
0.697
0.735
0.775
0.816
0.856
0.899
93
94
95
96
97
98
4.41
4.50
4.60
4.70
4.80
4.90
345
350
355
360
365
370
60.67
62.44
64.24
66.06
67.91
69.78
625
630
635
640
645
650
199.12
202.32 '
205.54
278.79
212.07
215.37
905
910
915
920
925
930
417.50
422.12
426.77
431 _45
436.15
440.88
43
0.942 11 99
5.00
375
71.68
655
218.69
935
445.63 1
.,
44
0.986
11 100
5.10
380
73.61
660
222.05
940
450.41
45
1.032
5.62
385
75.56
665
225.42
945
455.22
46
47
1.078
1.125
110
.[I 115
6.17
6.74
390
395
77.53
79.53
670
675
228.83
232.25
950
955
460.05
464.90 .1
48
1.17
1| 120
7.34
400
81.56
680
235.71
960
469,78 1
49
50
51
52
1.228
1.274
1.325
1.378
1
1
E
1
125
130
135
140
7.97
8.61
9.29
9.99
405
410
415
420
83.61
85.69
87.79
89,92
685
690
695
700
239.19
249.69
246.22
249.78
965
970
975
980
474.69
479.62
484.58
489,56
53
51,
55
1.431
1.486
1,541
}i
11
-
145
150
155
10.72
11.47
12.25
425
435
92.07
94.25
96,46
705
710
715
253.36
256.96
260.60
985
990
995
494.57
499.60
50466
56
1593
1| 160
13_05
440
98.69
720
264.25
1000
509,75
105
li
4
!
1
1
E
1
27
ARTICOLO III.
il centro della terra, e la resistenza, che fa. lequilibrio alla gravit per annullarne
leffetto, uguale al peso del corpo. Essendo ogni corpo sulla supercie della terra
lontanissimo dal centro di questa, si ammette che la gravit agisca parallelamente
su tutti i corpi; la sua direzione data dal lo a piombo.
momento totale della gura e zero, ci che non pu aver luogo se il centro di sim
metrianon sopra il piano come deve trovarsi su qualunque pianosegante: lintersezione
comune di questi piani il centro di gravit. della gura.
(I) Talora il corpo, di cui vuolsi rintracciare il centro di gravit, presenta in tulle la sua eslenslone una
spessezza uniforme e minima in rapporto alle allre sue dimensioni, per cui si pu nsslmiiurlo ad una semplice
supercie.
28
Potendosi in secondo luogo considerare larea del medesimo triangolo ABC siccome
composta di uninnit di elementi paralleli al lato AC, il loro centro di gravit dovr
essere posto sulla linea BP condotta dallangolo B alla met del lato AC. Ora il centro
di gravit del medesimo triangolo ABC si trova posto contemporaneamente nella linea
OC e nel'la-BP, ma queste due linee non hanno di comune che il solo punto X distante
dal vertice C dei due terzi della media C0 partendo dal vertice; queslo'sar il centro di
gravit del triangolo, il quale pure il centro del circolo inscritto.
_
AB, CD (Fig. 8).
4 Di intrapezio ABDC sulla met della retta, che unisce il centro di
gravit dei due triangoli ADC e ACB, in cui vien decomposto per mezzo di
una diagonale AC (Fig. 9).
congiunti mediante una retta EF, e conducendo per met dei due
lati paralleli del trapezio la retta GM, questa taglier laltra retta
5 Del perimetro o della supercie dun poligono regolare nel centro del
circolo inscritto o circoscritto al medesimo.
6 Della circonferenza o del circolo nel suo centro. .
' . \
7' Dun arco di circolo sul raggio del circolo perpendicolare alla corda.
di questarco distante dal centro :ll-cs; r essendo il raggio, c la corda ed I la
lunghezza dell'arco.
8 Dun segmento di circolo la distanza dal centro di gravit sar .z:-1l2x_as;
essendo a la lunghezza della corda, e la supercie del segmento.
_ .
9 Dell'elisse o della sua supercie nel punto dintersezione dei due assi.
10 Duna supercie parabolica limitata da una retta perpendicolare alla
scissa sullasse ai 5); della sua lunghezza partendo dal vertice.
_
Per determinare il centro di gravit di varie supezycz'e _si opera nella stessa
guisa colla sola differenza, che il peso, che si suppone applicato al loro centro,
'
12 Delle faccio 0 della supercie o del volume d'un parallelepipedo nel punto
dincontro delle due diagonali.
13 D'un prisma nel mezzo della retta, che congiunge i centri di gravit
delle due basi.
14 Duna piramide nel quarto da basso in su della retta, che unisce il vertice '
col centro di gravit della base.
.
.15 Dun tetraedro su duna retta,che congiunge il vertice col centro di
gravit della. base.
16 Dun cono nel quarto del suo asse partendo dalla base.
Per determinare il centro di gravit di oam'i volumi si prendono delle quan
29
parallele. In diversi casi si pu pure determinare la posizione del centro di gra
vit dellinsieme delle gure per_mezzo dei momenti di ciascuna linea, di eia-i
senna supercie o di ciascun volume.
Infatti si trova il centro di gravit di due corpi A e B uniti
_ fra di loro mediante una verga AB inflessibile (Fig. 10) som
giore sullasta partendo dal centro di gravit del corpo di peso minore o viceversa.
(I
p,,_._ ,,,_'
'
30
36. Equilibrio dei Corpi pesanti. - Lazione della gravit si riduce
ad una forza unica verticale, diretta dallalto al basso e applicata al centro di
gravit; cos, perch abbia luogo lequilibrio, basta che una forza sia distrutta
dalla resistenza di un punto sso, pel quale passi la sua direzione.
Si distinguono due casi dequilibrio, secondo che il corpo pesante sostenuto da un
sol punto dappoggio o da parecchi, cio 1 quando il centro di gravit coincide col
punto dappoggio e trovasi nella verticale, che passa per questo punto; 2 quando la
verticale, condotta dal centro di gravit, passa nellinterno della base, che sempre
il poligono, che si ottiene congiungendo fra loro con rette i punti dappoggio.
Le torri di Pisa e di Bologna per la loro inclinazione allorizzonte sembrano minac
ciare di cadere; ma il loro centro di gravit trovandosi in una verticale, che passa entro
dal proprio asse, o in una sfera posta su dun piano orizzontale. Nulladimeno in un
corpo girevole intorno ad un asse, come un volante od una ruota, possono darsi tutte
tre le condizioni dequilibrio, non per contemporaneamente. lnlatti, se il centro di gra
_F._\,_
pi ampia la base stessa; 3 quanto pi il centro di gravit e vicino alla base. Perci
di due muri, quello costrutto con materiali specicamente pi pesanti avr. maggiore
'
Un corpo appoggiato sopra un piano (Fig. 12) star fermo nella sua base, quando la ver
ticale CO passa pel suo centro di gravit C, e quindi cade entro la sua base.
|g. 12 4
ARTICOLO IV.
la risultante uguale alla loro differenza diretta nel senso della maggiore.
Esempio. - Se due uomini tirassero una fune in una medesima direzione colle
forze di 8 e H, e due altri uomini la tirassero in direzione opposta alla prima colle
forze di 9 e 10 sarebbe la stessa cosa, come se i due primi tirassero la fune con
una forza risultante uguale a (8+14)-(9+10):2%-19:3.
32
l|e- l5.
punto, ed essere compresa nellangolo formato dalle direzioni delle due prime forze.
Poniamo, che le forze P e Q sieno uguali ed operino per un ugual tempo e" con
tinuamente: il corpo, sollecitato da due forze uguali, non percorrer. ne la direzione
' della componente maggiore, come AD: dunque la risultante riuscir tanto pi grande
quanto pi si avvicineranno tra loro le direzioni delle componenti no ad uguagliare
la loro somma, quando le direzioni venissero a coincidere, e la loro diferenza, quando
andassero scostandosi cos da riuscire direttamente opposte, limiti estremi, in cui si
trover. sempre compresa la componente.
,
il punto arriverebbe in C.
Nel caso poi, che le forze P e Q agiscano in
lftg. u.
pesante AB: evidentemente nel tempo suddetto, per effetto della forza Q il corpo dovr
trovarsi in G, e la retta AB avr presa la posizione CD parallela ad AB.
Ritenendo intanto, che il corpo A si muova liberamente lungo la retta AB, esso,
nel tempo ripetuto, arriver in fine di questa retta e si trover cosi non in C, ma in D,
essendo CD:AB. Si intende del pari facilmente che a met del detto tempo la retta AB
dovr trovarsi in EG (ritenuto AGIGC ed FG parallela ad AB), e che il corpo sar in
Bi.
\\\
l"ig. n.
maggior grandezza possibile. Per mezzo del rapportatore o della tavola delle corde o
dun goniometro qualunque si costruisce langolo, sotto cui si osservato che agi
scono le forze, indi sui lati dellangolo, che segneranno le direzioni delle forze, si pren
dano delle porzioni, che ne esprimeranno la grandezza, rappresentando tanto per l'una
che per laltra un Chilogramma con una stessa lunghezza di un millimetro o di un cen
timetro, ecc.
risultante; forza unica, la quale imprimerebbe il medesimo movimento delle due forze
P e Q ed agirebbe nella direzione della diagonale del parallelogramma, i cui lati sono
disposti secondo le direzioni delle forze P e Q. Siccome inoltre per lazione di questa
'
234
Se due forze AB, CD (Fig. 20) agiscono su due punti diversi di un corpo e in dire
zione inclinata, si, trova la loro risultante prolungando le rette AB e CD, che le rappre
-
,
F3- 20
perpendicolarell F abbassata sulla direzione della forza per la forza AB. Quandg il
punto si trovasse nella direzione della risultante, come lo il punto X, le forze ABXGD
dovrebbero agirecon uguale ed opposta energia, ma X0 essendo sopra AltlxXG per
pendicolare aCM, si avr AB XXO:XG, Vale adire che i momenti delle forze ri
guardo al punto X sono eguali tra loro. Questo principio valido per tutte le forze, le
quali danno una risultante, perci due o pi forze staranno in equilibrio'allora soltanto
che la loro risultante e uguale a zero, il quale avr luogo solo quando la risultante di
parte
'
tanto
dalle
forze medesime, perch in tal caso esse agiscono, se non del tutto, almeno in parte, in
senso contrario, e perci una distrugge una parte-dellaltra. Questa considerazione ci
suggerisce di far agire le forze possibilmente sotto la stessa direzione, o almeno con
l'angolo minore possibile.
5 La risultante di tre forze convergenti nello spazio uguale alla diagonale
F,g_ 2|_
B A
HIF:ZH:HQ
i
mg. 22.
35
delle due forze rappresentate dei pesi passa per il punto di sospensione, e vi rimane
elisa: per provare poi che-questa risultante uguale alla somma delle due componenti,
baster sospendere lasta ad un dinamometro. e si vedr che vi produce lo stesso ef
fetto, come se vi si sospendesse un peso equivalente ai due attaccati in A e B, pi il
peso della sbarra stessa. '
"
una parte tre pesi e dallaltra sei, noi dovremo porre i primi ad una distanza D dal
centro doppia di quella G deisecondi.
Ci dimostra. che, raddoppiando i pesi, si debbono avvicinare di una met al punto di
sospensione, onde la risultante non cambi di posizione; ovvero si
possono ridurre a met, ed allora perch la sbarra reati in e'qui- FE D . -CJT-i-r-i
librio occorre portarli ad una distanza doppia dal punto di so- F - E
spensione. Da ci si vede dunque che i pesi e le distanze dei loro
i '
punti di applicazione da quello di sospensione della sbarra sono
due cose, che stanno fra loro in ragione inversa, ossia cre-
"
"
F2a'
scendo luna, decresce laltra. Ora, siccome il punto di sospensione non rappresenta
altro che il punto di applicazione della risultante dei due pesi, resta provato che questo
punto divide la_ sbarra in parti inversamente proporzionali alle forze, che si suppongono
applicate alle sue estremit. Che poi la risultante sia parallela alle componenti si capisce
di leggieri; poich, se non fosse anchessa verticale come le componenti, sarebbe obliquo,
ed allora si decomporrebbe in'due forze, una verticale, laltra parallela alla sbarra,
che per effetto di questultima dovrebbe spostarsi orizzontalmente (l).
risultante scemponemiole a due a due, finch si arrivi ad averne due sole, delle quali poi
sar facile di determinarne la risultante, che sar quella di tutto il sistema. Quando le forze
date non si trovano tutte sullo stesso piano, ma (Fin. '24) applicate a tre punti
A, B, C dello spazio, connessi fra loro mediante tre
'
vergheinflessibili AB, BC,CA,tali da formare un trian
golo, la risultante sar sempre uguale alla loro somma
(1) Fin qui noi abbiamo considerato le forze parallele come rappresentate dei pesi, che noi sospendevamo agli
uncini della sbarra, ossia_abhiamo considerato il caso, in cui le forze date siano perpendicolari alla sbarra, sulla
quale agiscono; rimane adesso a vedere se i ragionamenti fatti restano veri anche nel caso, in cui le forze, restando
sempre parallele fra loro, abbiano un'inciinpzione qualunque sulla sbarra. facile il convincersi della generalit
delle leggi dimostrate, quando, invece di sospendere ipesi'diretlamente ain uncini, noi ve li sospendiamo per
mezzo di funi sottili, le qualici permettonodi far agire obliquamenie i pesi sulla data sbarra; basta che le dire
aloni delle due funi siano parallele fra di loro, onde si verichi sempre che il punto di applicazione della risul
tante divide la sbarra in parti inversamente proporzionali alle forze su' di essa applicate. Vi ancora un altro caso
da considerare, ed quando le forze non sono due soltanto, ma tre, quattro... il problema della composizione non
diventa per questo pi difficile, e si opera su quattro forze, come si opererebbe su due. Ammettiamo infatti che
alla solita sbarra (Fig. 25) siano applicate quattro forze, rappresentate da altrettanti pesi sospesi ai punti F, D, C,
A, considerando i due primi a sinistra, FD, si vede come ad essi se ne pu sostituire uno'soio uguale alla loro
somma ed applicato al punto E, imperocch passiamo a quella parte della sbarra adattare lo stesso ragionamento
che abbiamo tenuto nel cercare la risultante di due forze parallele applicate alla estremit deilinliera sbarra, ed
allora si vedr, come essendo il peso F met di quello D, dovr la loro risultante passare per il punto E, che
divide in parti inversamente proporzionali la distanza FD. Ripetendo lo stesso raglonnmtnto, sull'altra met della
sbarra sostituiremo ai,due pesi C e A un terzo peso equivalente alla loro somma, ed applicato al punto B.
36
questa poi passer in un punto D della retta MO, che la divide in due parti MC e CO, in
versamente proporzionali alle forze P e Q. Lesperienza comprover lesattezza di questa
dimostrazione, poich, se si attacca al punto D un peso R uguale alla somma dei tre P,
P, P", e che mediante una carrucola E si agisce in direzione contraria ad essi, il triangolo
rimarr in equilibrio.
?
Fig. 25.
mente proporzionali alle due forze e supponendo la
M superiore, si divider l,l0 in undici parti uguali ed alla distanza di 4 parti verso M si
metter P, che sar distante da N di 7 partio 0,70, e da M 4 parti o 0,40, cio avremo
M:N ::7 :4.
ARTICOLO V.
Fili- 26-
(I) Le forze, dalle quali pu risultare comunicazione del moto, sono; in la forza di ripulsione, che agisce nella
37
condo, cio tino a 4, e per leffetto del moto composto dopo due secondi si trover in N, per
analogia dopo tre secondi sar giunto in P sulla retta orizzontale passante per 9; i punti
M, N, P giaceranno sulle diagonali dei parallelogrammi ABMB', ACNC', ADPD nellorbita
del corpo slanciata; AMNP pu riguardarsi come tale orbita. Una tale curva sar una
parabola.
. '
Fig. 27.
La velocit di un corpo, che cade al suolo percorrendo una parabola, va sempre cre-'
||
;
1
I
|
I
G;
Hg, 23,
Questi principii ricevono una grande applicazione nel tiro delle armi da fuoco, studio
che prende il nome speciale di balistica; per nella pratica bisogna tener conto della
resistenza, che laria oppone al moto dei proiettili, e dellattrito, che essi soffrono stri
sciando lungo le pareti della canna del fucile o del cannone; queste resistenze l'anno
si, che la curva da essi descritta non e precisamente una parabola, ma una curva un
(l) Dalle cose dette si comprende anche la ragione, per la quale nel fucili, nei cannoni ed In altre armi da fuoco
la linea di protezione ossia l'asse della canna non parallela alla linea di mira, perch le canne da fuoco sono coniche
e non cilindriche; rimane pure spiegato il perch bisogna variare l'inclinazione della linea di mira l seconda della
distanza, a cui trovasi l'oggetto, che si vuol colpire. infatti quanto pi lo scopo trovasi lontano, tanto pi noi 60
vremo mirare alto per compensare labbassamento, che subisce ti proiettile prima di giungeni.
' lasse
38 di rotazione, e chiamasi forza
'
di un circo, non si pone in posizione verticale, ma incline bens il corpo verso il centro del
circo tanto pi, quanto maggiore la velocit del cavallo; ed appunto la forza centrifuga,
' che lo costringe a prendere questa posizione per non cadere. Varie utili applicazioni si
fanno della forza centrifuga.
'
Da alcuni anni simpiegano delle macchine a forza centrifuga per asciugare pronla
mente i tessuti, che dal loro ufcio si chiamano idro-estrattori.
Lo sforzo, con
la forza centrifuga tende ad allontanare il corpo dal centro, si
ottiene dividendo il quadrato della velocit di rotazione posseduta dal corpo per il rag
gio della circonferenza descritta.
'
F'B- 29-
'
'
'
"21
Dalla misura di questa velocit V si pu, desumere quella della forza che la produce.
Diflatti sia V la velocit uniforme, che il corpo descrive in un tempo determinato ossia
4X4
' in un minuto secondo : 4 metri, il il diafnetro:8 metri, sar AD:
22 metri;
.
8
la forza centrifuga quindi farebbe percorrere in tal caso al corpo lo spazio di 2 metri in un
secondo, laddove la gravit gli farebbe percorrere pure in un secondo metri 4,9; il cam
mino percorso in 'causa della forza centrifuga non sarebbe quindi che %=-g-i- di
'
"
'
quello, che descriverebbe perlefletto della gravit. Ma le forze acceleratrici stando fra loro
nello stesso rapporto delle velocit medie, che esse producono in tempi eguali, e per anche
come gli spazii in questi percorsi, nella supposizione del caso nostro la forza centrifuga non
i
. .
._._ della forza dl gravita
. operante_ su l medes:mo corpo ossia
l
2,45 . del suo
peso.
,
.
Suppongasi ora 1 il peso dun corpo e % laltezza, dacui'esso cadrebbe nel primo
minuto secondo, o la velocit media impressagli dalla gravit in questo tempo; F la
forza centrifuga, ed S lo "spazio descritto nel primo minuto Secondo, ossia leffetto di
.
.
,_2PV_PXW
precedente trovata T_r- , la forza centrifuga sara F_- dg . ___>_(b_
Da questa equazionesi deduce, che la forza centrifuga cresce in proporzione del
pero del corpo ed in ragione diretta del quadrato della sua velocit. Se due corpi di
39
ugua massa compiranno in tempi uguali lo stesso numero di rivoluzioni, ma le cir
conferenze che descrivono saranno diterenti, sar maggiore la forza centrifuga per
quel corpo, che descrive la maggiore circonferenza. '
-
Esempio. - Quale sar la forza centrifuga, che tender a staccare una palla di ghisa
pesante 10 Chilogr., posta allestremit dun raggio di metri 1,40 ed animata da una
'
:"
9,8ix1,50
<VW
"
. ,
n_lsoooxll2l
200x981 :1I01 Chilogr.
42. Moto dei Gravi per iPia.ni inclinati. -- Ogni qualvolta un corpo
soggetto alla sola azione del peso si trova disposto su dun piano inclinato.
desimo, e dicesi gravit relativa per dislingnerla dalla gravit assoluta 00.
Ora, considerando che i due triangoli rettangoli ABC,OED ovvero OGD, sono simili,
essi danno la proporzione OD:DE::AC:AB, cio la gravit assoluta sta allagravit re
lativa come la lunghezza del piano inclinato sia allaltezza di questo. Supposto che un corpo
cadendo da A pel piano inclinato sia arrivato in N, esso dovr essere giunto nello stesso
(I) Applicando questa dimostrazione al diametro verticale AB di un _clrcolo ed in tulle le corde AN, AN, AQ,che
partono da unestremit di detto diametro, si vedr che questi sono spazii percorsi in tempi uguali, ossia le della V
40
Perci nel moto dei piani inclinati si ha: 10 la forza che produce il moto sta al peso Q
come l'altezza h del piano inclinato sta alla base b; 2 la pressione N del corpo, che preme
perpendicolarmente il piano inclinato, sta al peso, come la sua base sia alla sua lun
ghezza 1, quindi P:Qll(lL-;N:P-l.
Perci nel moto dei piani inclinati la forza sempre direttamente proporzionale al
peso del corpo che si muove, ed allinclinazione del piano, e cresce col crescere di quesli
due elementi.
'
Lattrito del corpo sul piano inclinato uguale al prodotto della pressione N pel
coefciente/dattrito, quindi lattrito :Q->-<g-xj. Nel moto ascensionale devesi superare la.
forza P e lattrito, mentre nel moto discendente la forza la differenza d'ambedue; perci
si avr: la forza che produce il moto in ascesa :QKZXI+P, quella che produce il moto
in discesazqtbl": -P.
Esempio. - Qual sar la forza occorrente per far salire un peso di 600 Chilogr. per
un piano inclinato lungo 12 metri, il quale ha 1] di questa pendenza, supposto che il coef
ciente dattrito sia di ls ?
Soluz. Base del piano inclinato:l/l*-t:Hm,tl; la forza PIGOOX:SO Cg.;
lattrito poi due movimenti:t300x_1_11-129_5 x%:74-7; la forza per farlo ascendere sar
:74,7 +50 :ltCG-,'l; quelfa per farlo discendere :7t,7-5(l:2408,7.
Quando il coefciente d'attrito fosse di 1 l 15 , lattrito sarebbe : 600 x
>< 15:390r.,83,
mentre il corpo tende a discendere con una forza P :600 x 15=.60 Chilograrnmi.
Perci nel moto ascendente la forza traente dovrebbe agire in opposizione al moto con
50-39,83:l00s-,17, qualora non dovesse accadere nel moto nessun acceleramento.
Nelle strade ordinarie, e specialmente nelle strade ferrate, la pendenza essendo
assai limitata, la. base pu ritenersi come la lunghezza. Chiamando e il rapporto fra
l'altezza e la. base si avr: la forza per ascendere: Qf+Qc, e la forza per discendere
_%FQxf-QXc. In questo caso QX/ la forza necessaria per vincere lattrito, e Q quella
incenrrente per farlo ascendere. Quindi, se il rapporto della pendenza fosse uguale al
Irapporto dattrito, la forza per far ascendere il corpo sar doppia dellattrito, e quella
_per farlo discendere sar:Q (l).
ga.
e.
1
ARTICOLO VI.
2.
Del Pendolo
cmplice e composto.
corde rappresrnlnno gli spazii percorsi da un corpo nel medesimo tempo, in rul egli percorrerebbe liberamente il
diametro AB, onde dicesl, che la rada/a lungo il d'amelro verticale e la caduta lungo una delle corde, che hanno
un termine nel suo calremo Inferiore sono isocronr, oun dl ugual durata.
(I) Nelle lerrovle lnclinate l a 200 si tiene costantemente il coefciente dattrito di 230*; Per una tal pendenza, od
anche per una minore, lo sforzo necessarlo al Veicoli per ascendorc o discendere uguale a quello per una strada oriz
zontale, colla dllerenza, che nella strada orizzontale lo sforzo uniformemente ripartito nei due viaggl, mentre. nella
strada inclinata lo sforzo complessivo si applica solo nell'ascesa. Quando il rapporto della pendenza 2 volte pi
grande del rapporto di attrito, la forza per far ascendore un corpo sar tripla di quella dell'attrito; se il corpo
discende per un piano inclinato, la forza per lratlenerlo coopera collatlrito.
41
Dicesi pendolo composto o sico ogni corpo, che possa oscillare attorno ad un
punto od asse sso, che non passa pel suo centro di gravit.
Quando il pendolo oscilla attorno ad un punto, questo prende il nome di centro di
sospensione; quando oscilla attorno ad una retta orizzontale, questa retta si chiama asse
di sospensione.
il pendolo composto il solo, che si possa costrurre; la sua forma pu_variare al
linfinito. La forma pi comune per quella di una massa metallica lenticolare o sferica,
sospesa ad unasta mobile intorno ad un asse orizzontale; tali sono i bilancieri degli
orologi. i pendoli composti sono sospesi, o per mezzo di un coltello come quello delle
bilancio , ovvero per mezzo duna sottile lamina dacciaio, che per la sua essibilit si
curva leggerissimamente ad ogni oscillazione.
secondo da
un corpo, che cada nel vuoto, con l il tempo espresso in minuti secondi, e con il rapporto
;del diametro colla circonferenza uguale a 3,1416. Ora la meccanica razionale cinsegna,
che esiste fra questo quantit la seguente relazione: t=w V_gl_(2), dalla quale si dedu
cono le quattro leggi seguenti:
(I) Sar facile rendersi ragione del movimento oscillatorio d'un pendolo considerando un pendolo semplice
A _M, di cui A sia il puntodi sospensione ed iii il punto materiale. Infatti se il pendolo sarin riposo sulla retta
A MI l'azione della gravit sar distrutta; ma se vlcne trasportato in m, la forza di gravit G si decomporr in due
forze: una diretta secondo il prolungamento 116 del lo e l'altra secondo la tangente n Bdeliarco miti e. La componente
n C e distrutta dalla resistenza del punto A, mentre la componente 11: D sollecita il punto materiale a discendere
da m con un moto uniformemente crescente verso M- in M avr acquistato la massima velocit e quindi a motivo
della sua inerzia continuer a muoversi e a cagione della resistenza della retta n A percorrer l'arco M m con un
moto Uniformcmente decrescente in forza dell'azione contraria della gravit, e si avr mM:Mn; ritornando allora
il pendolo verso n si ripete gli stessi fenomeni, ed il pendolo tende cos ad oscillare continuamente descrivendo
degli archi uguali a destra e a sinistra del punto M. In realt per avviene che due cause tendono continuamente
a rallentare" movimento ed anche a distruggerlo, cio la resistenza del mezzo, in cui Il pendolo si muove, e l'attrito
che si produce all'asse di sospensione.
T
U.
(4+ 1?),
9
42
10 Per un medesimo pendolo le piccole oscillazioni sono isocrone, cio si compiono
sensibilmente in tempi uguali, quando le ampiezze non sorpassano il limite di due o tre
gradi al pi.
2 Per pendoli della medesima lunghezza la durata delle oscillazioni uguale, qualunque
sia la sostanza, della quale sono formati , siano essi di piombo,oro, ferro, sughero, ecc.
3 Le durate delle oscillazioni per due pendoli di differente lunghezza stanno fra loro come
le radici quadrate delle rispettive lunghezze, od in altri termini le lunghezze di due pendoli
sono proporzionali ai quadrati delle durate delle loro oscillazioni.
infatti sia T la durata dell'oscillazione di un pendolo di lunghezza L, si avr T:zrl/f [
qumd: stare la proporzione t.T .. 1r
Mg .WV_g--,CIO t.T .. l/ l
: l/ L
Manche l:L :: tz : T, cio, se la lunghezza del pendolo diventasse 4, 9,16 volte pi grande,
penduli di egual lunghezza, in ragione inversa della radice quadrata dell'intensit della gra
vit. Perci si potr col pendolo rilevare laumento della gravit dallequatore andando
Verso i poli e quindi lo schiacciamento della terra.
Baster risolvere lequazione nellalormolatzzrl/ rispetto a g: innalzando i due
membri al quadrato si trova t'=w'
g = 2.1 . Risulta che per conoscere gbisogna conoscere l, lunghezza del pendolo com
posto, etdurata delle sue oscillazioni; si terminer cercando quante oscillazioni compia
in un numero conosciuto di minuti secondi, e dividendo questo numero per, quello
91
delle oscillazioni (1). Dalla medesima formula si pu ricavare questaltra, l:
,la
Il
quale serve a trovare la lunghezza del pendolo, le cui oscillazioni abbiano una durata
nota. Volendo ad esempio conoscere la lunghezza del pendolo che batte i secondi, vale
a dire del pendolo, le cui singole oscillazioni corrispondono ad un minuto secondo, basta
Nella pratica si calcola la lunghezza e dun pendolo semplice, che oscillercbbe nello stesso tempo di un pen
19 + iii
dolo composto, colla tomoia a =
I ,di cui I, la lunghezza del pendolo, compresa tra il centro di sospen
sione Id, il quoziente del momento d'inerzia della massa per rapporto ad un asse parallelo all'asse di sospensione,
e passando pel centro di gravit divisa per la massa.
(il Operando in tal guisa si determina il valore di g in diversi punti del globo, e per mezzo del calcolo si
deduce aucccuvamente dal valore di g, per ciascun luogoI la corrispondente distanza dal centro della terra, e per
conseguenza la forma di questo.
(2) La lunghezza del pendolo, che batte i secondi, vale a dire che compie le sue oscillazioni in i",
.
valore cgrrispondenu
I
sotto l'equatore
0
alla latitudine di 26'
di
'
a Roma
a Pisa
a lili;n0
in
or no
a Parigi
a Londra
metri 0,090923
I 0.99t528
9,78
9,7"(i0
.
.
-
. o,ooam
i 0,9952a2
- g,ggggoo
9,8026
9,11031
2,gggt
.
-
- 0,903827
. 0.901022
o,soss
9,xna
. .
alla latitudine di
60,
0,99-i79l
9,8291
ai Poli
90,
. 0,9960t8
o,aat2
48
t Esempio.- Quale sar la lunghezza di un pendolo, che in un minuto secondo faccia
due battute?
Soluz. Le lunghezze dei penduli essendo in ragione inversa dei quadrati dei rispettivi
numeri delle battute si avr, segnando con L la lunghezza del pendolo a secondi e con l
quella del cercato: L:l :: n : N2, ovvero 0,994 : l :: 2 : 4 oppure 0,994 : l :: 4 : i,
(
dunque 1' :
2' Esempio. -- Quante oscillazioni far un pendolo in un minuto prima essendo lungo
due metri ?
Soluz. Sostituendo nella proporzione L : l : :n1 :l\" i rispettivi valori,si avr 0,994:2:1n':60
dice del quoziente dal quadrato del tempo moltiplicato per la lunghezza del
pendolo a secondi e divisa per quella del pendolo dato.
45. Pendolo composto. - Nel pendolo sico, oltre il peso della massa
sospesa, vi ancora da considerare qualche altra parte dotata di peso proprio,
che inuisce sulle sue oscillazioni.
Si pu considerare un pendolo composto come un pendolo semplice, quando la lente sia
portata da una verga assai sottile e da un filo metallico; ma dordinario essendo esso com
posto di verghe pesanti (Fig. 32), ciascuno dei punti materiali a,b,c,d, di
questo sistema giusta la terza legge del pendolo tende a compiere le sue
oscillazioni in tempi tanto pi lunghi in quanto sono pi lontani dallasse di
rotazione; ma siccome ttte le parti sono collegate insieme e perci costrette
a compiere le loro oscillazioni in egual tempo, cos ne risulta, che il moto
dei punti elevati sar ritardato dal pi lento oscillare dei punti sottostanti,
mentre il moto dei pi bassi sar accelerato dalle pi rapide oscillazioni dei
superiori: ne segue dunque, che nel pendolo vi deve essere un punto B,
',
dolo comporta, che si introdurr nel calcolo del pendolo fisico. La posizione Fie- 52
del centro doscillazione dipendendo dalla forma e dalla densit del pendolo e dalla
posizione del punto di sospensione, riesce difcilissimo lassegnarla.
oscilli con uguale celerit, qualunque sia quella dei due coltelli cui sospeso, quello sar
il centro di oscillazione, e la distanza fra i due assi di sospensione sar la lunghezza del
pendolo semplice, che oscilla nello stesso tempo del pendolo composto dato. Colla teoria
del movimento dinerzia si pu calcolare il centro doscillazione dun pendolo composto.
i penduli somministrano il mezzo pi semplice per misurare il tempo, dividendolo
44
in momenti uguali colle loro oscillazioni; essi vengono applicati ain orologi per renderne
il moto equabile; il primo ad applicarlo fu il sico olandese Huygens nel 1657.
Le variazioni di temperatura producendo delle differenze nella lunghezza del pendolo
. sico per la dilatazione cagionata dal caldo, esso osciller pi lentamente nella stagione
calda e pi celeremente nella fredda, e da ci risultano delle irregolarit nelle applica
zioni del pendolo specialmente ain orologi; si cercato di ovviare a questi inconvenienti
___
___-_
Solar. Avremo l : L :: ti: '1, perci l : 0,9939::(%) :l, quindil: 0,9939 :minuti 0,2485,
4
cio il pendolo domandato avr una lunghezza uguale alla parte del pendolo a se
condi, conforme alla legge dimostrata sopra. _ _
:0,1'709, ve
ARTICOLO _VII.
45
lavoro. Il lavoro meccanico risulta dalla semplice azione di una forza sopra
una resistenza, chele direttamente opposta e che vien da essa continuamente
distrutta facendo camminare il punto dapplicazione di questa resistenza nella
sua propria direzione-In seguito a questa denizione il lavoro meccanico di '
qualunque motore il risultato di due fattori indispensabili: 1" lo sforzo e la
pressione esercitata; 2. lo spazio percorso 0 la celerit. Il lavoro cresce col
crescere della pressione, ovvero leffetto meccanico di unaforza proporzionale
alla sua intensit ed allo spazio percorso durante la sud azione, ossia questo
efetto in ragione composta diretta della forza e dello spazio, che il suo
punto dapplicazione percorre nella sua direzione.
Segnando con P il peso, con S lo spazio, con L il lavoro, con R la re
sistenza e con s il suo spazio si avr sempre P:R::s:S, per cui si avr
L=PXS=RXS.
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W.
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PESO vuocrra
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0,15
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959900
12
0,70
8,40
251120 .
1%
8
7,20
6,00
8
8
207360
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0,60
0,75
.
1,10
3,50
158000
70
0,90
63
10
2168 000
2,7
al passo .
44
2,20
96,8
4,5
1568160
al trotto .
45
0,90
40,5
1166400 i
30
60
30
14-
2,00
0,60
0,90
0,80
60
36
27
11,60
4,5
8
8
8
972000
1036800
777600
322560
65
1,50
0,75
10
3510000
a prenderne dell'altro.
. . . . . 100
Un uomo trasportando del materiale con la
carriuola e tornando scarico per ripren
0,50
50
10
-
1800000
0,50
30
10
1080000
10 - 0,75
30
756000
65
0,50
.
32,5
702000
l dellaltro . . . . . . . . . . . 50
fUn operaio gettando la terra con la pala a 4
0,33
16,5 10
594000
vUn
Un
Un
Un
. .
. .
derne dell'altro
60
2,7
l
0,68
1,8
10
61800
700
1,10
770
10
carico
. .
930
770
4,5 12474000
0,60
1,10
120
132
10
10
15190000
4752000
L2,20
176
4135000
. .
80
27720000 ,
j
__' 7 _ % l
48
Dalle precedenti Tabelle risulta, che un uomo, che agisce su duna manovella, la de
scrivere all'estremit di questa uno spazio di met. 0,75 per minuto secondo ossia
60 x 0,75:45 metri per minuto; ora supponendo che la manovella abbia un raggio di
0,75, che corrisponde ad una circonferenza di 6,98 x 0,35:2 met. 199 nel punto dap
45 - = 21 giro per minuto
plicazione, luomo capace duna velocit ordinaria di
2",199
circa.
.
Onde, percorrendo un cammino regolare di met. 0,75, lungo il quale esercita uno
sforzo di P Chilogrammi,un uomo produrr un lavoro per ogni secondo di 0,75 X8=6
oh. x 60":360 ehm. per ogni minuto e di 360 ch'". >< 60:21600 ch". per ora,e,sic
come pu esercitare questo lavoro per otto ore al giorno,durante questo tempo produrr
172800 ch'", numero della tabella.
Si pu dunque stabilire per lavoro giornaliero, che un uomo agente su di una ma
novella capace d'innalzare costantemente 8 Chilogrammi allaltezza di met. 0,75 per
ogni minuto secondo; ma allorch un uomo non deve agire che momentaneamente sulla
manovella duna grua, d'un varicella, dun argano, pu sviluppare per qualche istante
una potenza molto pi considerevole.
Dalle esperienze fatte' in inghilterra su di una grua di scarico si vede che un uomo
ha potuto innalzare in 90"allaltezza di met. 5,03 un peso di chilg. 475,57, cosi riducendo
in chilogrammetri il lavoro si avr
90"
sviluppato.
>
'
Nulladimeno luomo non potendo sviluppare una tale forza che in uri tempo brevis
simo, quantunque il peso e la velocit indicato sulla tabella siano quelle che meglio
convengono, se il caso esigesse che la forza da applicarsi all estremit d una mano-.
pi velocemente, questeccesso di velocit non potr attenersi che a spese del carico.
1 Problema. - Un Irlandese dotato di una gran forza con qualche difcolt. arrivato
ad innalzare allaltezza di m. 5,03 un peso di
'
Soluz. Dalla formoia si avr. 1.:P x S=2a x 100 x 10:25000ch110gm. Se questo lavoro
si dovesse eseguire in un minuto primo si avrebbe m:5,5550-'9"cavalli-vapore.
4 Problema. - Qual sar il consumo del lavoro per minuto secondo per mantenere
il movimento dun maglio pesante 3th Chiiog. battendo 100 colpi per minuto e solle
vandoio ad ogni colpo di m. 1,50?
_ '
.
_
Soluz. Lo spazio percorso dal maglio in un minuto essendo di 100 x 1,50:m. 150
ed il lavoro richiesto essendo di P x S : w :750chilogrammetriossia- 550- = 10
cavalli-vapore.
49
6 Problema. - lmpiegando un battilpalo (berta) con un maglio pesante 450 Og., che
cade allaltezza di 3 111., fu piantato ne suolo un palo,il quale negli ultimi 20colpi
disceso nel terreno '7 cent.: qual eso potr sopportare senza sprofondarsi?
Soluz. Segnando con P il peso el maglio e con S lo spazio percorso 0 laltezza, da
Cui cade il lavoro meccanico del battipalo, si avr ad ogni colpo 5 x P; indicando con
R la resistenza del terreno e come lo spazio, che percorre ad ogni colpo il palo nel
suolo, il lavoro del palo sar ad ogni colpo R xs, lavoro uguale al gi espresso del ma
glio (l) , onde si avr 450 x3:Rx -02%-. Risulta cosi che la resistenza del terreno ossia
il carico, che il palo potr sostenere senza approfondarsi nel terreno, sar
'
7 Problema. - Una tromba idraulica a sem lice effetto fornisce in un minuto 30 litri di
ac ua allaltezza di 20 metri: qual sar le etto del suo lavoro meccanico?
oluz. Si avr 30 x20:600chilogm.
'
si rivela nella resistenza, che un cavallo deve vincere nel primo momento
che incomincia a trascinare un peso, il quale moto, una volta che la resistenza
vinta, continua facilmente; e ancora la forza dinerzia, che allorquando un
cavallo, che trascina un carro, vuol fermarsi, tende a conservare lo slancio
Lo sforzo per vincere linerzia cresce in ragione del quadrato della velocit
impressa al carico, ed espresso dalla formula 1 : m;
.
; ora, Siccome la
a
__10 e g l__
__ 9,81, la formula. diventa
,1 __22<2_
massa m__2><9,81.
Esempio. - Data una vettura, che pesi compreso il carico 6000 Chilogrammi, e
sia animata da una velocit di tre metri per secondo, quale resistenza presenta linerzia
nellarrestarsi?
Soluz. I: 6000x2
1 =2752 Chilogrammi circa.
Ci che distingue la quantit di moto dalla quantit di lavoro dei motori si , che
nei lavori meccanici si fa entrare lo sforzo del motore, mentre nella quantit dazione
agisce la macchina.
il] Sempre inlesn, che non vi siamo perdite di laimru a causa dellurlu.
. (2) Per maggior sicurezza stante le perdite di lavoro si far sostenere al pan Solamente l|8 o I[IO di questo peso.
50
Rappresentando con M la massa di un corpo e con V la velocit impressa,
f2
MV ossia P_;_
sar lespressione della forza viva di questo corpo.
La forza viva. il doppio dell'eetto sviluppato dalla gravit.
Infatti quando un corpo di peso P cade da unaltezza A, il corpo ha acqui
stato al termine della caduta. una velocit V, che abbiamo veduto essere uguale
I
a i/' 29K, dalla quale si ricava A : g-g, e leffetto PA della gravit espresso
PV
. .
MV
allora da y-; ora ponendo Mg invece del suo valore P, la formola diViene-2_zcom
leffetto meccanico dovuto alla gravit e uguale alla met della forza viva.
Se il corpo ha gi una velocit e, e se la medesima viene innalzato. no al valore
2
51
ARTICOLO vm.
contro la sua direzione riesce perpendicolare alla supercie dei due corpi nel punto di
contatto; in caso contrario dicesi obliquo.
Lurlo presenta fenomeni diversi secondo che icorpi sono duri, molli od elastici.
Urtandosi due corpi perfettamente duri in direzioni all'atto opposte, lintiera quantit
di moto dopo lurto uguale alla forza maggiore di uno dei due corpi meno quella del
laltro, cio uguale alla dtl'erenza della loro quantit di moto; di maniera che, espri
mendo con F lelfetto ovvero la quantit di moto dopo lurto, con M'M' le rispettive
masse e con V'V' le velocit dei due corpi, che si urlano, si avr F:M xV-M'xV.
Quando i corpi hanno la stessa direzione, la resistenza capace di impedire il loro moto
dovrebbe essere uguale alla forza di uno dei corpi, pi quella dellaltro, cio uguale alla
somma delle loro forze o quantit di moto; dunque F:M x V+MxV'. Questa legge vale
per tuttii casi, sia che luno dei corpi si muova contro laltro, o che stia in riposo. La stessa
quantit di moto trovasi pure dopo l'urto. Perci si avr:
1 La direzione, che risulta dellorto pe due corpi, e la medesima di quella, che
aveva maggior quantit di moto prima dellurto;
2 La velocit, colla quale due corpi si muovono dopo lurto, pu trovarsi dividendo
la quantit. di moto per la somma delle due masse;
3 La quantit di moto dei singoli corpi dopo il conitto e la medesima per ambidue,
e pu trovarsi dividendo la quantit di moto per la somma delle due masse;
4 La quantit di moto dei singoli corpi dopo lurto si trova moltiplicando la massa
'
Se il corpo, che possiede la massa di 25 Chilg., possedeva prima dellurto una velocit
di 2 metri, si movesse incontro allaltro, la quantit di moto sarebbe 25lx2:50e1ef
fetto dopo l'urto sarebbe 50-15:35; per conseguenza la velocit dopo lurto sarebbe
:3-5:metri 1,167.
Se i corpi si movessero nella stessa direzione, leiletto dopo lurto imperterebbe 50+15
.
,
:65,e la velocit dopo lurto sar di 2%: metri 2,166.
Nel primo caso la quantit di moto avanti dell'orto era di 15, e lo stesso sar di ambidue
i corpi dopo lurto, essendo questa eguale a 25><0,5+25x0,5:2,5+12,5:15.
Nel secondo caso si aveva prima dellurto 25 x 2-5 x 3:50-15:35; e lo stesso sar
la velocit di ambidue dopo lurto, essendo eguale a 5x2,167 +5 x 1,167 ::29,167+ 5,833
:metri 35.
52
Nella stessa guisa si trover il terzo caso: 25 x 2,167 + 5 x 2,167 :54,167 +10,833:m. 65.
Lurto fra due corpi molli ammette tre casi diversi: 1 il corpo spingente
duro e laltro molle; 2 il corpo spingente molle e l'altro duro; 3 ambidue'
impartito a quelle, che loro stanno immediatamente dietro e che ad esse oppongono una
resistenza proporzionata alla propria quanlil di moto, ne nasce per quelle, che vennero
colpite nel primo istante, unazione, che tende a portarle lateralmente e quindi a cangiare
forma alcorpo: una parte dellimpulso viene distrutta dellavversario, e la sua azione si fa
via via minore per la continuata ripetizione della medesima causa, ogni volta che gli pre-'
senta unnuuvo strato di molecoladel corpo molle da spostare; cos potr succedere, che per
il gran numero di questi venga di mano in mano assorbita per intiero la forza del corpo
attivo. Letetto succeder evidentemente pi presto, se i corpi saranno ambidue molli.
Tutti questi diversi risultati convengono nel principio fondamentale, che lazione
dopo lurto resta eguale a quella, che prima del conitto esisteva; i corpi attivi ricevono
un impulso in senso contrario della loro azione. Nel primo caso il corpo, che si muove
contro quello che sta fermo, torna indietro colla medesimayforza, con cui arrivato; nel
secondo ambidue i corpi vanno indietro, ma ognuno con quella velocit, che era propria
dellantagonista; nel terzo essi andranno di concerto muovendosi nella primitiva dire
zione, ma ognuno colla velocit dellaltro.
'
,
' lia- 50.
duro fa l'angolo di riessione UCN uguale a'quello d'incidenza DCM; e che luno e laltro si
trovano nel medesimo piano.
Cadendo il corpo elastico nella direzione FG, perpendicolare al piano lllN, ein verr
rimbalzato nella stessa direzione Cl", ed inmodo, che gli angoli MCF, NCF riescano eguali.
ARTICOLO 11:.
Macchine semplici.
facilitarne l'applicazione.
'
,
53
Le macchine si possono dividere in Semplz'ci e comma-te. Ancorch il numero
delle macghinefsia innito tanto per lo scopo quanto per la materia, di cui
sono costrette ,, e_per la loro combinazione e disposizione delle parti (agendo
con esse la potenza da. una parte mentre la resistenza si oppone dallaltra);
coll'intermedio di pezzi mobili essi,_ tutte per nel loro stato (lequilibrio e
di moto si riducono a poche che diventano gli elementi dogni combinazione,
composte.
'
'
Per poter calcolare leffetto di una qualsiasi macchina composta, cio il rappm-to
tra la potenza 0 forza motrice e la resistenza od il carico da moversi, bisogna conoscere
previamente leffetto di ciascuna delle macchine semplici.
Una macchina non pu produrre da per s sola nessun effetto utile; essa non fa
che ricevere e trasmettere in modo conveniente allo scopo presso la quantit di lavoro,
che su di essa viene esercitato dalla forza motrice.
'
N_
\,
.
,
Fig. 37.
_ .
2ii''f
tiplicato pel suo spazio, il qual prodotto devessere riguale a quello della forza molti
plicata per lo spaziodel suo punto di applicazione;_fna siccome questi due spazii sono
uguali, cos ne viene di conseguenza che il valoreassolu'to dellaforza devessere uguale a
quello del peso;immaginiamo adesso' che il braccio CD della verga si prolunghi in A, e
che a questa nuova estremit si applichi la forza, che prima agiva in B, certo che il punto
_ A nel medesimo tempo descriver un arco AA maggiore di 88', e perci la velocit in A} _
sar maggiore di quellapin B: si potr adunque con una forza minore ottenere lo stesso
effetto, giacch_dovendo sempre sussistere uneguaglianza fra il prodotto del peso per la
velocit, ed il prodotto del valore assoluto della forza per lo spazio del suo punto di ap
plicazione, ammettendo che uno di questi due fattori aumenti, dovr diminuire laltro. Si
deve qui avvertire, che questo vantaggio di forza va a scapito del tempo; applicando in A
una forza minore di quella, che era applicata prima in D, noi verremo a raggiungere lo
che quanto si perde in tempo, altrettanto si guadagna in, forza, o viceversa: principio, sul
quale fondata tutta l'economia delle macchine, e dimostra impossibile il moto perpetuo.
Se AC, per esempio, doppia di CD, con una forza met di quella applicata in D produl*v
remo lo stesso effetto, ovvero applicandovi una forza uguale, otterremo un effetto doppio;
54
seguitamlo a prolungare il braccio CA, applicando la data forza a punti sempre pi distanti
del centro C, si verranno ad ottenere effetti sempre maggiori, relativamente alla resistenza,
che trovasi applicata all'altra estremit della verga. Questo maggiore o minore valore, che
pu prendere una forza, quando opera per azione mediata, chiamasi momento.
La velocit, con la quale agisce la forza nei diversi punti di applicazione D, A..., pro
porzionale agli archi di circolo DD', AA', che sono descritti nello stesso tempo, ma questi
archi di circolo sono proporzionaliai raggi CD, CA, ossia alle perpendicolari condotto dal
centro sulle forze stesse, perci il momento di una forza si ottiene moltiplicandola per la
detta perpendicolare.
Questo prodotto, che, come abbiamo detto superiormente, si chiama momento meccanico,
poi distinto in statico e dinamico, secondo che produce equilibrio o moto. I
55. Leva. - Chiamasi leva una verga o sbarra inessibile retta o curva,
tutti i punti della quale possono ruotare intorno ad uno sso detto punto
dappoggio, fulcro od ipomoclio.
cui corrisponde il fulcro, e talvolta in quella degli altri due generi dove . applicata la
resistenza o la potenza.
__ P><a
_ P><a __B><b_
b , b_ R , a_ P .
R_
.
4' Esempio. - Una resistenza uguale a i? Chilg. posta alla distanza di 12 centim.
dal punto dappoggio: qual il peso della potenza da applicarsi all'altra estremit alla
distanza di 48 centim. dal punto dappoggio per attuare lequilibrio?
Soluz. Si avr dalla prima farmela P:VW , onde gli? ::3 Cg., potenza ne
48
cessaria per l'equilibrio.
%' Esempio. - Una resistenza rappresentata da 15 cg. posta alla distanza di
55
8 centimi dal punto dappoggio: a qual distanza bisogner porre una potenza di 12 cg.
per equilibrare la resistenza?
Soluz. Dalla formata a:m si ottiene 15138 210 centimetri, quale distanza fra
,
P
la potenza ed il punto dappoggio.
.
3090
x18
Soluz. Dalla formola b_ PA-l- s1. ricava
:6 centim., distanza fra la resi
stenza ed il punto dappoggio.
leva di
| a
P I 825921196.
\
50
Quindi risulta: 1 Che si favorir una delle due forze allungando il suo braccio
di leva, e viceversa; 2 Che la. leva di secondo genere la pi favorevole alla potenza
e la meno vantaggiosa alla velocit; 3 Che la leva di terzo genere la meno favo
revole alla potenza, ma la pi favorele alla velocit; 4 Che nella leva di primo ge
nere la potenza pu essere uguale, minore o maggiore della resistenza.
Lago di ferro per sollevare le pietre e la carrucola sono leve di secondo genere; il
peso per Vero dire vien leggerito di poco, ma si ha il vantaggio di vincere una resi
stenza proporzionalmente pi forte.
'
i.
l II:'I._ .n
56
-. ..c.
.
.'--.-.-' _
'
'
questo caso la potenza e la resistenza sono in ragione inversa delle braccia di leva.
.
Sia la leva a due braccia-AB (Fig. 42) 001 fuichero in C collegata colla leva ad un braccio-D1? gi
revole intorno al punto F. Su'ppongasi che in E slavi
applicato un carico Q, ed in A agisca la potenza P.
Per calcolare leffetto di questa combinazione scrivasi
lequazione dequilibrio per ciascuna delle leve, che
la compongono. A tal uopo suppongansi svincolata
le due leve, ed affinch AB sia in equilibrio bisogner
'
Nella
guisa
si pudicalcolare
dt1n
sistema
di leve qualunque,
e si
vedr
che'stessa
in tutti
i sistemi
lieve, cioletietto
in quelli,
dove
il braccio'minore
edil braccio
della resistenza di una leva si collega col braccio maggiore'della leva seguente, dovr
sempre per lequilibrio essere il prodotto della potenza e dei bracci maggiori uguale
al prodotto della resistenza e dei bracci minori, ed in altri termini: la potenza dovr
stare alla resistenza come il prodotto dei bracci minori sta a quello dei bracci maggiori.
Il prodotto della potenza pei successivi bracci di leva presi alternativamente luno
si e laltro no, partendo da quello su cui agisce la potenza, deve uguagliare il pro
dotto della resistenza per i rimanenti bracci di leva, cio per i bracci presi alternati
vamente luno si e laltro no, partendo per da quello, a cui applicato il carico.
. .
attriti sr avr P
I
rn;.. i.'.
lx2x.l
8-"x''2xlo x Q; ovvero P : 80
57
in equilibrio un carico 480 volte pi grande (1). Duuqde a misura che si aumenta il
numero delle leve dun sistema disposte tutte col braccio pi lungo per un verso, si
aumenta la potenza, ed allappoggio di questo principio che Archimede si gloriava
di dire: Da nbi consistom, et cwlum_terramque mooebo (Dammifnor della terra un
ponzone [t e lo spazio da esso percorso nellazione della macchina per forare le lastre
metalliche nella Fig. 44. Essa si compone di due leve, le quali hanno i loro fulchcri
in o e 0'; allestremit P della prima agisce la potenza, ed allestremit della seconda sta
assicurato un ponzone dacciaio Il. Supponiamo che un braccio della prima a sia uguale a
metri 2,64, laltro 11:0,08, il braccio a' della seconda:0m,72, il braccio b:0m,06, e la
Soluz. Chiamando a: lo sforzo della resistenza in opposizione alla data potenza si avr
' '
'
' ,.|g_ _
Fig. "'5
Perci una tal leva viene impiegata nel torchio monetario dei sigg. Ulhorn e Thon
nelier, nei turchi tipograci, ecc.
58. Della. Leva Fisica e della. sua. Costruzione. - Nella leva sica il peso della
leva inuisce sullequilibrio delle forze applicate ad essa. Il suo peso si deve considerare
(I) Calcolando separatamente il vantaggio di ciascuna leva si vedr, che per la leva AC essendo AC:8 declmetri
")
e BC:1 dosimetro, il vantaggio 8. Similmente per la leva or il vantaggio e espresso da ' =6, per la leva
th dal numero 10. Moltiplicando tra loro questi vantaggi separati risulta il vantaggio meccanico della macchina
intiera :8><6><10:480.
(2) Se la forza P agisse nella direzione ab sull'articolnzione a del ginocchio, il problema sarebbe ridotto al pa
rallelogrammn delle forze. infatti suppongnsi che ab rappresenti una forza 1: costruendo i parallelogrumma Ba Ab,
Bo ed Aa rappresenteranno le componenti della forza 1" e quindi anche le pressioni, che perctl'etto di questa ver
ranno ad esercitarsi tanto in A contro Il corpo da comprimersi, quanto sul punto sso li. Da qui si vede, che quanto
pio sar ottusol'angolo BaA, tanto pi grandi saranno le pressioni, crescendo le componenti M e AB.
58
0
come una forza diretta verticalmente dallalto al basso, il cui punto dapplicazione e
il centro di gravit della leva; per cui la distanza orizzontale fra il fulchero e il centro
di gravit e il braccio di leva di questo peso.
disposte perpendicolarmente
alla posizione media diquesta,
si determineranno le pres
si0ni sui due perni b e c;
la pressione in o sar la loro
somma, e si avr allora per
S'immagini il peso
delvolante3000Cg.,
la sua distanza da
A di metri 0,30, la
distanza da B di
metri 1,58; il peso
della ruota dentata
450 Cg., la distanza
da A met. 0,58, la
distanza da B metri
l-ug. 47.
1,30, il centro di
gravit s 250 Chilogr., la distanza da A met. 0,68 e da B m. 1,20 (Fig. 47).
Soluz. Sostituendo alla resistenza presentata dal perno in A una forza .r, che agisca
verticalmente dal basso allalto, si supponga che lalbero possa girare intorno al sostegno B;
si avr una leva, in cui il peso del volante, della ruota dentata e dellalbero tendono a pro
durre la rotazione dallalto al basso, e la forza z dal basso allalto. Ma siccome per lequi
librio dovr sussistere leguaglianza fra i momenti statici di queste due forze, si avr:
1,88Xz:3000><1,58+450x1,30+250x120, dunque a:_ 163%:2092 Chilogr.
7
59
Esercizii sui tre generi di Leve.
dalla quale si ottiene aII-XRg :30. Dunque collo sforzo di soli 30 Chilogr. si equi
libreranno i 100 del dato peso:
Soluz. Rappresentando con a: il braccio di leva della potenza, per la legge dequi
librio su esposta si avr: 20: 160:: 1122:, da cui w:%:881a verga. dovr avere
la lunghezza di 88+11:99 centimetri.
'
3 Problema. - Unasta, che deve servire di leva, e lunga metri 0,90, e deve por
tare ad una delle sue estremit. un peso di 500 Chilogr.; allaltra estremit si ha un
pesodi 60 Chilogr. da opporglisi; il punto dappoggio distante 20 centim. dal pggo
di 500 Chilogr. Quanti Chilogr. bisogner aggiungervi onde possa fare equilibrio e
?
Soluz. Sia a: il peso da aggiungervi, e si avr laproporzione 20 : 70 : : 60+.z) :500, ossia
6 Problema. - Un corpo, che pesa 198 Chilogr., posto allestremit duna leva.
alla distanza. di 10 centimetri dal fulcro, mentre lasta, che forma laleva stessa, pesa
12 Chilogr., e questo peso concentrato nel suo centro di gravit favorisce lazione della
utenza. col braccio di 85 centim.: qual potenza si richiede per lequilibrio esercitando
Soluz. Cerchisi la porzione y del cor o, che sar equilibrata dal peso di 12 C_h11g.
della verga, che agisce alla distanza di
centim. dal fulcro, e si avr la propozwne:
y:122285: 10, per cui y:lO2 Chilogr. Il peso dunque, che alla forza rimane da reg:
gore, sar 198-102:96 Chilogr. La potenza. a: richiesta a tal uopo per lequilibrio si
avr. dalla proporzione z:96:: 0:160 da cui 92:6 Chilogr. Dunque con so 0 6_Chilg.
si far equilibrio a 198. Vedasi da ci in alcune circostanze qual vantaggio S1 posso.
ottenere nel far concorrere il peso della leva in aiuto della. potenza.
Solita. e due orzo stanno nel rapporto di 40:920, ovvero come 1:23. Dividendo
quindi la verga in 24 parti eguali, di cui 23 formano la lunghezza del braccio della
potenza, ed 1 quello della resistenza; e dividendo 120 centimetri in 24 parti si ha per
quoziente 5 , per cui il punto dappoggio dovr essere collocato alla. distanza di 5 centim.
alla resistenza. e 115 dalla potenza.
8 Problema. - Una leva di secondo genere lunga metri 2,50; alla distanza di
' metri 0,90 dal punto dappoggio sta attaccato un peso di 960 Chilogrammr: quanti up
mini ci vorrebbero per equilibrar quel peso, supposto che losforzo di ogni uomo sia
di 130 Chilogr.?
"
_ _ _
il loro sforzo complessivo risulta di 390 Chilogr., maggiore di 345,6 potenza richiesta
per lequilibrio.
9 Problema. - Una leva di terzo genere lunga 2,60; il peso attaccato alla sua
estremit. ascende a 20 Uhilogr.: a qual punto della. verga. dovr un uomo esercitare
tutta la sua forza per equilibrare-questo peso?
Soluz. Supponendo la forza delluomo di 130 Cg., come nel problema. antecedente,
e chiamando a: il braccio di leva, con cui si esercita la forza, si avr: 130:20:22,60:x,
donde si ricava a::metri 0,4. Il punto domandato distante 4decim. dal fulcro della
leva di terzo genere.
_
7_
'
F'2- "9
ARTICOLO X.
(I) La troclea o carrucola ssa, ancorch non sia dalcun vantaggio meccanico, facilita il movimento, impiegando
delle corde o delle catene, cambiando la direzione della forza motrice o della potenza, della perci di rinvio,
essendo molto pi agevole di tirare dall'alto al basso che dal basso all'alto; inoltre il peso del motore in questa
guisa va in aiuto alla potenza.
61
61. Carrucola. mobile. - La carrucole mobile o bozzello quella, che non
solo gira sul proprio asse, ma cambia contemporaneamente di posto nello spazio,
e con essa. il carico, che applicato al suo centro C per mezzo della staffa.
La carrucola mobile (Fig. 50), per poco che si rietta sul modo, con cui
trasmessa lazione della potenza alla resistenza, si riduce evidentemente ad una
leva di secondo genere. Il tratto di fune'y attaccato ad H rappresenta il
fulcro B della leva, C il punto dapplicazione della resistenza,
. ed A quello della potenza rappresentata dal tratto di corda a:.
Allora si avr che il braccio della potenza AB sta a quello
della resistenza CB, come Q: P; ma AB il doppio di
CB, cosi la forza P dovr essere met del carico Q. Ma anche
in questorgano si perde in velocit quanto si guadagna
in forza, poich a Qualunque altezza si sollevi il carico, la
potenza deve percorrere uno spazio doppio della resistenza.
Perci nella carrucola mobile una_forza gualunquepu sempre
far equilibrio ad una resistenza di grandezza doppia, quando
i tratti di fune sono paralleli
Nella carrucola mobile bisogna pure distinguere se i tratti
di corda sono paralleli ovvero divergenti.
FG- 5"
nella pratica ordinariamente adoperate ad innalzare dei pesi con poca forza
'
Fig.ii2.
:'
cB perpendicolare,z_rd FB; dunque i triangoli AcB ed FAD sono simili tra di loro, e per
conseguenza si avr AF : I)F :: Ac:AB, donde P><AB:QXAc, che quanto si voleva di
mostrare. Perci nella carrucola mobile la potenza pu essere uguale, maggiore o_minare
della resistenza allo stato (l'equilibrio. Infatti
.
62
71' Se larco abbracciato dalla fune di 60 gradi, la corda corrispondente a questo
arco si confonde col lato dellesagono inscritto ed uguale al raggio, per cui la po
tenza uguaglia la resistenza,
2 Se larco e minore di 60 gradi, la corda riesce pi piccola del raggio, e quindi
la resistenza minore della potenza;
3 Se larco supera 60 gradi, la corda diventa maggiore del raggio, e quindi la re
sistenza pi grande della potenza,
4' Giungendo larco ad nguagliare la scmicirconlerenza, la corda si confonde col
diametro, e la resistenza risulta doppia della potenza, perci quandoitratti di fune sono
paralleli, si ha il massimo effetto.
fattore di s stesso tante volte quante sono le carrucole, e la potenza nyuaglia la rest
__ _ _3 stanza dtoiea per la potenza di 2, indicata dal numero delle car
_ Q
rucole, ovvero P_ 2
__ 4 _ 1
, e per conseguenza Pw 2-.
, 4 C non sostiene che 'la del peso di 4Chilogr. Quandoi tratti di fune non
utenza come il prodotto dei raggi delle rotelle sta al prodotto delle sot
(I) L'unlnue di due taglie ad una o pi carrucole congiunte con corde chinmasi coppia o paronro.
, .
1' Esempio. - Quale sar la resistenza necessaria per equilibrare una potenza di
125 Chilogr. applicata a due taglie di 3 carrucole mobili?
porta dieci carrucolo disposte a cinque a cinque, come nella Fig. 56,
ovesse sono vedute di profilo senza fune. Ciascuna cassa ha due ordini
di carrucole, ma nella superiore, che ssa, quelle dellordine pi alto
come il caso della nostra Figura, facile intendere che con questo
taglie una data forza Q:2xm<P.
In tutti i sistemi di taglie, che abbiamo descritti, le carrucole gi
rano sopra assi separati, e non possono mai essere cos bene aggiustate
64
che non freghino anche spesso contro i anchi della cassa. Ne risulta un attrito con
siderevole, che fa perdere alla macchina una parte della sua efficacia pel consumo della
forza, che deve vincere lattrito.
' In ciascuno di questi sistemi non si calcola che la potenza necessaria all'equilibrio;
per produrre il movimento bisogner impiegare un eccesso di frza a cagione degli
attriti _e della rigidezza delle corde. Nelle taglie comuni con due o tre carrueole per
cassa tali resistenze possono ritenersi uguali a 113 o 1,'2 del carico, cosicch nel calcolo si
prenderanno sempre /3 o 3/g di Q invece di Q'. Se le carrueole sono in maggior numero di
queste, la forza crescer fin tanto che si giunge a non aver pi alcun guadagno. Il peso
della taglia inferiore si considerer sempre nel calcolo come parte del carico.
6']. Taglia di White. - Se nella taglia (Fig. 57) le carrueole fossero tutte di ugual
diametro, esse roterebhero con velocit proporzionali alle lunghezze di corda, che pas
-- >-
sano su ciascuna di esse; cosicch quando la prima carrueole della cassa
mobile farebbe un giro, la prima della cassa fissa ne farebbe due, la
seconda della cassa mobile ne farebbe tre, e cosi di seguito. Se
_invecei diametri delle carrueole fossero precisamente proporzionali
alle lunghezze di corda, che passano su ciascuna di esse, farebbero
le loro rivoluzioni tutte nello stesso tempo, e nulla si apporrebbe al
farle girare intorno al medesimo asse, oppure a praticare sullo stesso
disco varie gole, i diametri delle quali seguissero la serie dei numeri
dispari i, 3. 5, ecc. per la taglia inferiore, e la serie dei numeri pari
2,4, 6, ecc. per la taglia superiore. La fune si avvolgerebbe succes
sivamente su ciascuna gola, ed opererehbe nello stesso modo come se
le gole fossero scolpite in altrettante rotelle separate capaci di rotare
corda e di un certo diametro, e per poco che i diametri si scostino dalla giusta pro
raramente.
Talvolta la taglia invece di portare tutte le carrueole sullo stesso asse, le ha disposto
le une sotto le altre cogli assi paralleli e di differente diametro, come 0, 0, O"; la corda
attaccata allocchio e della cassa fissa, e passa sulla prima carrueola della cassa mo
bile C'D'; poi, accavalcando questa prima, risale sullaltra eguale 0", dalla cassa ssa
ridiscende sulla vcarrueola pi grande I, come lo dimostra la Figura, dalla quale si
vede,-come precedentemente, che, onde la resistenza Q si innalzi duna quantit qua
lunque m', bisogna che ciascun centro P si sia innalzato daltrettanto, e chei due tratti
di fune, che la portano, si siano raccorciati di 2><m; se vi sono 211 tratti di corda, o n
21:
differenti: o la corda si attacca alla cassa fissa, ovvero alla taglia mobile; nel primo
caso occorrono in ambe le taglie lo stesso numero di carrucole, mentre nel secondo ve
n' una di meno (Fig. 59).
Y
Anche in questa taglia (Fig. 59), come nella Fig. 58, mentre agisce la potenza P, i
tratti di corda e d e b a si dovranno ra'ccorciare tutti duna lunghezza uguale allo spazio
percorso dal peso Q, onde sar evidente, che la potenza 1 ne percorrer nello stesso
tempo uno cinque volte maggiore ossia uguale alla somma degli accorciamenti delle
corde, che girano sulle carrueole mobili. Da qui ne viene, che in ciascun sistema
di carrueole a tratti di fune paralleli la potenza P sta alla resistenza come lunit al
65
numero dei tratti di fune paralleli, compresi fra la taglia fissa e
la mobile. Si avi per le due Figure: P:Q::lz5, cio il van
raggio di una taglia mobile e due volte
maggiore del numero delle carrucole, che
ne formano il sistema, senza aver riguardo
al numero di quelle portato dalla taglia fissa
y1
e P:_Q--.
Fig. 50.
'
2n+i
1 Problema. - Quale sar la forza necessaria per equilibrare 192 Chilogr. con un
sistema. di 4 carrucole mobili, i tratti di fune essendo paralleli?
. _
Soluz. Se chiamasia; la forza richiesta, si avr x:1921:1:2x2x2x2, do. CUI s1 de
(I) Salvo il caso che la carrucola inferiore ne contenesse una di meno, perch allora si seguir la regola enunciala
superiormente
66
3 Problema. - Si vuole far alzare un peso di 864 Chilogr. da due uomini, capaci
ciascuno di uno sforzo di 48 Chilogr.; di quante carrucoie deve essere composta la
taglia a tratti di fune paralleli per aver lequilibrio?
'
Soluz. Sia a: il numero dei tratti di fune, che si riferiscono allincassatura delle car
rucole mobili, e si avr 96:864111 :z, da cui si deduce: m::9. Si richiede quindi
una taglia, che presenti 9tratti di fune all'incassatura delle carrucole mobili, er cui
queste debbono essere in numero di 4, le sse di 5, onde attaccare il capo del a fune
allincassatura delle carrucole mobili ed avere cosi 8+1:9 tra_tti per lequilibrio. Se
invece il peso da sostenere fosse di 768 Chilogr., si avrebbe z: i% :8, la cui met da
il numero delle carrucole mobili, e laltra met quello delle carrucole sse (1).
4 Problema. - Quale sar lo sforzo necessario per alzare un peso di 100 Chilg.
impiegando due taglie, una ssa e l'altra mobile, che si compongono ciascuna di tre
carrucole?
Solaz. Sia a questo peso per le uilibrio, e si avr dalla proporzione
6:1 :: 10 :z:Chilogr. 16,666 ,
peso occorrente per far equilibrio a 100 Chilogr., fatta sempre astrazione de li attriti.
5 Problema. - Con due carrucole una fissa e laltra mobile, coi trat i di fune
paralleli si vuole alzare un peso di 250 hiiogr.: quale sar lo sforzo in Chilogrammi
della potenza?
Solaz. Da quanto si disse al N 62 si avr P:-%-, e tenendo conto delle resistenze
passive, le quali si possono valutare ad 1[10 del carico, si avr.
_e_
10 X _.
2
_M>Q_
XQ__
10X2 _Chilogr.
137,5.
ARTICOLO XI.
,.
"
F''g . oc.
il peso B, e la leva sollecitata dalla potenza siano poste nello slcsso piano normale allasse
del verricello (Fig. 61); ci posto, le due forze P e Q si possono ritenere applicate alle
stremit della,leva falcala m0n, che pu considerarsi rettilinea come P'On; lequilibrio
N:4,5, cio si richiederebbe 4 carrucole e mezza, e qucslo al olliene uumcnlando di uno il numero delle car
rucola sse, cio prendendonc 4 mobili e 5 sse.
><n'
1 |
Fi8- 6
di 50 Chilogr. posta allestremit di una corda avvolta attorno ad un cilindro di metri 0,25
di raggio?
,
, 0 0,75 : 0,25 : : 50 Chilg.
. : P__O
_ 0,25x50
Soluz. Si. avr P :50::0,20:0,70,
: m,oo Cliilg.
)1
pp
I? -Rj-'-,
r+m
supponendo il il raggio della ruota, 1 quello del cilindro ed m il raggio della corda;
PzT-XQ ovvero P:%xQ, essendo r ed R i raggi del cilindro e della ruota, vale a
dire i bracci di leva della potenza e del carico.
68
Nella pratica tuttavia, per ottenere il movimento, la forza dovr averepna grandezza
notabilmente maggiore di quella data dallequazione dequilibrio, dovendosi nel movi
mento vincere lattrito dei perni contro i loro cuscinetti e la rigidezza della corda, la quale
consuma una parte non trascurabile della forza. Tutte queste quantit perci debbono ti
gurare nel calcolo; onde, se si rappresenta con E la pressione dei perni prodotta dal peso
stesso F della ruota e dallazione delle forze P e Q, con a il raggio del tornio e con f il
Si terr conto della rigidit della corda aumentando il braccio di leva r del carico di una
met della grossezza della corda stessa, ovvero calcolando a parte la resistenza S dovuta
K + Q)<tl2
esprime un coefciente fisso dato dallesperienza (Vedi Della Resistenza dei Man).
In pratica si considera il valore della forza complessiva della resistenza dovuta allat
trito ed alla rigidit della corda uguale ad 1/3 del carico, e nei casi pi favorevoli, quando
la rigidit sia poca, si pu ritenere tra 1/i e 1/; del peso Q. Si usano secondo i casi le se
_ r
_4><"
___5><
-6xr
guentr formale. P-R- (Q+ Q)-_3xR xQ, oppure P_4rxR ><Q, ovvero P_5xQ XQ.
Quando occorrer anche tener conto del peso della fune si osserver, che la potenza
potr diminuirsi a misura dellaltezza,'a cui verr portato il carico, e perci in ragione
della lunghezza avvolta sul cilindro; cioper muovere il carico con velocit costante la
zione della potenza dovr essere pi grande al principio del moto'e andar diminuendo no
al termine di esso.
attorno alla quale avvolta una corda, che porta la resistenza, onde a. questi
appartengono lasse ripiegato, i sistemi di ruote, la barbera daferenzz'ale
ed i votanti.
70. Albero od Asse a gomito o ripiegato. -- Lasse ripiegato ABC (Fig.65) e posto
in moto mediante una forza alternativa, che agisce dallalto al basso e viceversa oppure
.
' Nellequilibrio dellasse a gomito la potenza sta allaeresistenza come il raggio della ruota sta
.
- ,: ,'i"<.
4,.0 ..".
'
(I) Giova notare, riguardo allasse ripiegato, che nel moto la potenza col girare del gomito o della manovella agisce
J
69
71. Volanti. - Alla classe dei tornii appartengono 1 cos detti volanti, i quali sono
grandi lruote pesanti animate da una rotazione continua, che servono a regolare
Dei Volanti).
72. Verricello chinese. - 11 verricello chinese o burbero diferenziole o bipartita
consiste in un subbio diviso in due parti di differente raggio A e B (Fig. 66), il quale
passando da un cilindro allaltro abbraccia
una carrucola mobile, a cui si appende il
carico Q ; al girare della macchina si
1
lo contrasta. La tensione del primo tratto ha per momento Qr, mentre quella del se
condo tratto ha --QR*, il momento della resistenza risulta dunque
t
I.
"gQT-QRWQ-
_ 1
. .. i
.
r) .L, 0 P_
(R-f)
2xL
xQ.
1 Esempio. - Quale sar la potenza necessaria ad equilibrare 145 Chilogr. su dun '
verricello chinese, i cui cilindri hanno uno metri 0,25 di raggio e laltro metri 0,15, e la
manovella,su cui agisce la potenza, lunga metri 0,50?
con braccio variabile, e quindi varia il rapporto della potenza alla resistenza nello stato d'equilibrlo, anzi vi hanno due
posizioni. in cui lell'etlo della forza nullo. Parimenti nella locomozione, passando il punto d'appoggio sulla periferia
della ruota, la macchina diventa nna leva di Secondo genere, e varia anche per questa circostanza Il rapporto della
potenza alla resistenza, la quale trasportata sull'asse.
'70
"'
_
Soluz. Applicando la formula avremo P: 145:: ...)'
"
di :50 ovvero P:gl45zz-o- :50; da
_w)
-
_-H,o0.
2
Q:
(T_)
= 4- :540 Chilogrammi.
2
.
3' Esempio. - Qual lutile delleffetto meccanico di un verricello formato da due
cilindri, l'uno di 20 e laltro di 10 centim. di raggio, e mosso da una manovella di 50 centim.
di raggio?
Soluz. Lutile meccanico si otterr dalla formola superiore, e si avr 50:
2:10,
ciol Chilogramma applicato allestremit della manovella far equilibrio ad una resi
stenza di 10 Chilogrammi sospesi alluncino della carrueola mobile; ma per il carico non
sinnalzer che ad una quantit eguale alla decima parte dello spazio percorso dalla ma
novella.
4" Esempio. - Quale sarebbe lutile meccanico nellesempio precedente, se i ci
lindri fossero posti su assi differenti, e portassero un doppio ingranaggio, il raggio della
cui ruota fosse uguale a 30, e quello del rocchetto a 50 centimetri?
.
.
Soluz. Lutile meccanico :50 :
20 - l
30
.
.
.
)x 5 *60, Il che vuol dire che l Chilg.
Et 7
sulla seconda. Soventi volte a trasmettere un movi
mento si usano catene, i cui anelli aerrano apposite prominenze disposte sulle
periferie delle ruote. Ma il caso pi frequente e che merita di fermare latten
zione e quello, in cui, invece di ruote collegate da cinte di cuoio e catene, si
adoprino a trasmettere un movimento ruote dentate dette ingranaggi, special
71
cedente o condotta. In ogni incastro di due ruote disuguali la ruota mag
giore, che gira pi lentamente, dicesi ruota lenta, e laltra, che si rivolge
pi spedita, ruota celere 0 rocchetta, e i suoi denti all 0 pinne. Le ruote
dentate si possono considerare come due dischi cilindrici cogli assi paralleli
e le loro supercie convesse in contatto. Se luno di essi gira intorno al suo
asse, anche laltro roter in senso opposto al primo a causa dellattrito, in
guisa che le velocit dei due cilindri alla periferia sono uguali fra loro.
infatti siano 00' i centri dei cilindri (Fig. 68) ad una
tare nel senso opposto AA", in guisa che tutti i punti delle
loro superficie vengano a mettersi in contatto senza scorri
mento; si avr che, allorch la prima ha girato dun angolo a,
la seconda avr ruotato dun angolo a' tale, che il suo arco
Flg 68
AA e uguale allarco AA' della prima, poich i diversi elementi piccolissimi della circon
l'erenza 0 debbono essere applicati su elementi della stessa lunghezza della circon
ferenza 0'. Si determiner il rapporto della velocit angolare di un punto del rocchetta a
quello della ruota osservando, che i due archi AA e AA" debbono essere percorsi nello
stesso tempo; onde, essendo 1 il raggio del rocchetto ed E quello della ruota, si avr AA'=ar
.
a
e AA":a'R, ma Siccome
AA:AA", a'l:ar, SI. avr . a':a::r:R o _,:l,;
dunque le vie
a
r
locit angolari del rocchetto e della ruota sono in ragione inversa dei raggi delle due
circonferenze.
Perci quando la ruota avr fatto un giro o descritto 360, il rocchetto avr descritto
360'xl:. Se B doppio dir, il rocchetto avr fatto due giri mentre la ruota ne avr
fatto un solo, e quando la ruota avr fatto n giri, il rocchetta ne avr fatto n', in guisa che
il numero dei giri fatti dal racchette e dalla ruota nello stesso tempo avranno fra loro la
.
11' : A-;
il questi. numeri. sono .in ragione
.
.
relazrone
n , :n x R; 0 T
inversa
dei. raggi..
fra i raggi dei rocchetti bb' e quelli delle ruote aa', a pel caso della Fig. 69 si avr
P : Qz:bxb'xr:axaxlt, ossia la potenza sta"alla resistenza come il prodotto dei raggi
del rocchelli e del cilindro sta al prodotto dei raggi delle ruote e della manovella.
72
Se nel rotismo vi fosse una ruota dentata senza rocchetto, nellapplicare questo
teorema non si deve computare nei fattori aa'..... poich farebbe le veci duna carru
cola ssa, che trasmette la forza colla stessa intensit che la riceve, come farebbe una
leva a braccia uguali. Una tal ruota non serve che a cambiare la direzione, in cui
girano le ruote seguenti; perci in qualunque rotismo le ruote dei numeri impari gi
rano in un verso, e le ruote dei numeri pari girano in direzione opposta.
'74. Disposizione delle Ruote. - Nei casi pi comuni le ruote sono dis
poste in modo, che lasse, su cui agisce la potenza per mezzo della ruota motrice
o di una manovella, porta la piccola ruota detta rocchetta, che incastra
colla ruota grande posta sopra l'altro asse ponendola in moto. il secondo asse
'10 Problema. _ Qual peso si potr equilibrare con un tornio, di cui il raggio
del cilindro e di metri 0,25, e quello della ruota di metri 1,80, impiegando una potenza
di 290 Chilogrammif?
_
_
Soluz. lndicando' con r il raggio del cxlindro e con R quello della ruota, con P la
potenza e con Q la resistenza, s1 avr dalla2&;olorzione P:Q::rzR' sostituendovi
i valori cogniti 290:Q::0,25:1,80, quindi (22- X
L: 2088 Chilogr" peso da e
73
2 Problema. - Quale sar la lunghezza da darsi alla manovella, sulla quale deve
agire una potenza di 125 Chilogr., per equilibrare un peso di 800 Chilogr., impie
gando un argano avente un cilindro di metri 0,15 di raggio?
3 Problema. - Qual peso bisognerebbe attaccare alla corda della ruota d'un
tornio, se a quella del suo cilindro sta appesa. una resistenza di 4700 Chilogrammi,
affinch il peso della ruota, che ha una velocit di metri 73 '/s(per minuto, imprime. alla
resistenza una velocit. di 120 metri ogni 15 minuti ovvero i 8 metri er minuto?
Soluz. Su unendo o: il peso richiesto, si avr (dal N 51 e52), che mx 3 13 :4700x8,
per cui m:0 ilogr. 512,72.
Soluz. Dalla rego a superiore avremo P:Q:: rxr'Xrc :RXR'XR", dalla quale si
.
Q><r><r'xr
4000x9x10x8
45x40x32
h.l
. .
= 50 C 1 ogr . , potenza n 0h resta .
ARTICOLO XII.
Allorch un corpo trascinato lungo un piano verticale, il suo peso sostenuto per
intiero dalla potenza, e perci questa uguaglia il peso, che si solleva, o la resistenza. In
vece quando il corpo trascinato sopra un piano orizzontale, questo piano sostenendo il
peso, non si richieder che una forza bastante per vincere lattrito, che si sviluppa nello
scorrere del corpo sul piano.
Ma se il corpo trascinato su dun piano inclinato, la potenza necessaria per innal
zarlo star in un certo rapporto collmclinazione del piano.
Infatti, se si rappresenta col triangolo rettangolo
ABC la sezione verticale di un piano inclinato, di cui
il cateto AC sar la base, il cateto AB l'altezza, BC
lipotenusa o la lunghezza, sulla quale trovasi il
, corpo, il cui centro di gravit sia M, e se ne rappre
F"" 7
sere perpendicolare alla 80; vale a dire, che rappresentando con MX il peso dun corpo
oppure la resistenza R, chiaro che la MI uguale alla Oli, e dovr rappresentare la p0<
lenza P. I due triangoli simili ABG ed OMX daranno le seguenti proporzioni: 0X : MX :.
BA: BO, ovvero, essendo OXIIMIP ed MX III, si avr P: Q::BA:BC.
710
'
74
Quando nel piano inclinato la potenza agisce parallelamente al piano, essa sta alla
resistenza come l'altezza del piano sta alla sua lunghezza.
Dalla proporzione superiore facendo AB-Ia, (2le ed MX, o il peso del corpo,=Q, si
a
avr la seguente formula: P:Qx
T.
Se invece la potenza agisse in direzione MF' parallela alla base del piano inclinato.
restando la MX uguale al peso, la risultante sar rappresentata dalla MG e la potenza dalla
Ml]. Ma HM:GX, il triangolo MGX simile al triangolo ABC, onde si avr CX:MX::AB:AC
ovvero P: 0 ::All : .\C; perci nel piano inclinato, in cui la potenza agisce parallelamente alla
base, per l'equilibrio la potenza deve stare alla resistenza come laltezza del piano sia alla sua
base; perci dalla proporzione si avr la formola: Q: P xil.
L'attrito del corpo sul piano inclinato uguale alla pressione Q moltiplicata pel
coefciente d'attrito, quindi si avr la formola: attrito:Q x
l'_><L
l .
Nel moto in ascesa chi deve superare questo attrito la forza P; nel moto in discesa
.
.
.
.
.
b
la dill'erenza
dambidue;
nel puma
caso la forza, che produce Il. movrmento,
e:Qx->I+P;
nel secondo =Qxb--f - .
1' Esempio. - Quale sar la potenza occorrente per far equilibrio a 1000 Chilogr.
su dun piano inclinato di metri l,20 daltezza e metri 4- di lunghezza, supposto che questa
forza agisca: l parallelamente alla lunghezza del piano; 2' parallela alla base delmedesimo?
Soluz. Supponiamo, che il piano inclinato sia lo stesso della Fig. 71. Nel primo caso
avremo dalla proporzione P:Q:: AB :BC, sostituendo i valori cognti P:10001:l,20:4, ossia
l000x1,20
P:__ =300 Chilogr., potenza richiesta.
Per la seconda risposta bisogna conoscere la base del piano inclinato; ma considerando
il triangolo rettangolo ABC si otterr: M]: l/BC-ABI:\/l-J,MI Vl4,56:3,82 circa.
Perci si avr P: Q : : AB : AC. ovvero P :1000: : 130:3,82, onde
15
4 Esempio. - Quale sar la pressione esercitata da un grave, che pesa 5014 (13.,
posto su dun piano inclinato lungo 25 metri ed avente per base 13 metri?
Solar. Si avrzi:m:(lbilogr. 2607,28, pressione domandato.
'uguaglid la resistenza,
3. La .potenga moltiplicata per la base del piano inclinato e divisa per
ila sua lunghezza uguaglia il carico su questo piano o la resistenza.
75
Esercizii sul Piani Inclinati.
3 Problema. -- Supposto che un cavallo vada alg>asso salendo su per una buona
strada in pietrame asciut a avente il 2 per 030 di pen enza. qual sar il maggior ca
rico che potr. tirare?
er cui si avr:
2
l
.
.
'70 :-5Q +-160- Q:-2<Q, donde Q:25 x70:1750 Chogrammr.
Un cavallo potr dunque tirare su questa strada no a 1750 Cl)ilogr., _mentre. se-au
desse allingi, con pochissima forza potrebbe trascmare qualsras1 carico, essendo in
tal caso fx Q:aQ.
4 Problema. - Qual forza sar necessaria per far salire un peso di 600 Chilog.
su di un piano inclinato, se la pendenza di questo sulla lunghezza di 12 e l'altezza
di 1 metro, il coefciente dattrito essendo di ?
Soluz. Cerchisi la base del piano inclinato, e si avran%5: V1211- ii: 11m,95. Lat
trito tanto nellascesa quanto nella discesa sar:60x-f2-X: Chilogr. 74,7 e la
forza P:600x-112-:50 Chilograrnmi.
La forza per farlo salire sar:74.7+50:0hilogrammi 124.7:
ARTICOLO XIII.
Del Cuneo.
44.95
4
42 x -_
45 : 59, 8 3, menlre il corpol ende
1
4
a discendere con una forza P=600 ><T2- :50 Chilogramml; perci nel movimenlo in dlsvesa la forza lraenle do
vrebbe agire In opposizione al molo con 50--3933: 10.|7 Chllogramml, qualora non dovesse accadere nel molo
nessun acceleramenlo.
'76
Lo spigolo ABC, che unisce gli angoli dei due piani
inclinati, dicesi taglio e lo del cuneo; le due faccio AC
e BC adiacenti ai suoi anchi, e la faccia AB opposta al
cuneo.
Quest'organo meccanico, tranne che per esercitare
delle pressioni, non si adopera come una vera macchina,
ma. serve piuttosto per disgiungere le parti di un corpo,
o per separare due corpi attaccati insieme spingendo
sempre il suo tagliente fra. luna e laltra. parte da
staccare.
Rappresentisi colla, retta PC la potenza P applicata sul mezzo D della testa del cuneo
e ad esso perpendicolare: questa forza, formando il parallelogramma PECF, rester decom
posta nelle due CE e CF, le quali tenderanno rispettivamente a tenere in equilibrio le re
sistenze, che si trovano sui piani inclinati ADC e BDC, agendo parallelamente ai due piani
stessi. In questo caso sappiamo [N 75], che la potenza sta alla resistenza come laltezza
alla lunghezza del piano: dunque. per la faccia del cuneo sar: CEz-%::AD:AC ossia
2XCE : Q :: AD : AC. La stessa proporzione si avrebbe per la faccia 80, poich le resistenze,
che si oppongono alle due faccie, si suppongono eguali. Ora essendo le forze CE e F0 ov
vero 2><CE equivalenti alla potenza P , sar: P: Q :: AD : AC.
Se l azione delle pressioni si esercitasse perpendicolarmente alla loro base
comune rappresentata dallasse DC del cuneo, allora si avrebbe [N '75], per ciascun
1' Esempio. -- Quale sar la resistenza, che si potr tenere in equilibrio con una
potenza di Chilogr. 80 impiegando un cuneo, la cui grossezza AB di 8 centim. ed il lato
AC di 20 centim.?
Soluz. Sostituendo nella su esposta proporzione P: Q:: AD: ACi valori dati, si avr:
80:0 : :4: 20, onde ricavasi che Q:-Q_ag 2400 Chilogrammi.
2' Esempio. - Qual resistenza si potr vincere da una forza di 180 Chilogr., impie
gando un cuneo, la cui testa abbia 4 centim. di larghezza ed i cui lati siano lunghi 15 cen
timetri, non tenendo calcolo dellattrito?
.
Soluz. Dalla proporzione superiore avremo , che la potenza sta alla resistenza
come la met della testa del cuneo sta al suo lato, dunque 180 : Q :: 2 : 15, onde
Q:
:1350 Chilogrammi.
- .
.
1 Problema. -- Quali saranno le proporzioni da. darsi ad un cuneo, astrazione
fatta. dellattrito, per poter superare con una forza di 120 Chilogr. una resistenza di
1000 Chilo ramm1'!
Solnz.
ne sono i casi da. distinguere: 1' Quando la. resistenza viene esercitata in
direzione er(pendicolare ai lati del cuneo, ed allora. si avr che la testa stara al
lato:zP:6; unque la testa star al lato::l20:1000 ovvero ::12: 100 oppure :: 6:50
0 : : l :8 1/s ; 2 Quando la resistenza si eserciti orizzontalmente, cio in direzione per
pendicolare alla tezza del cuneo, allora. si avr che la testa. slam all'altezza :: P : Q,
dunque la testa star all'altezza, sostituendo, :: 120 : 100 o :: 1 :8 La .
corren e.
Soluz. Si avri8i&tta1 astrazione sempre dellattrito, P: 1800: :l :30, dalla. quale
x
ricavasi che P :_-3Of:60
Chilogrammi. Volendo un risultato pratico, questo di
p;nder dei pezzi: se sono levigati, piallati o greggi bisogner moltiplicare il risul
to trovato per 3, 4 o 5; cos nel caso precedente, sup onendo la supercie ben levr
gata, la potenza reale da applicarsi al cuneo sar 60x :180 Chilogrammi.
ARTICOLO XIV.
Della Vite e della Chiocciola.
avvolge a elica un solido prismatico in rilievo detto pane della vite; linter
vallo uniforme, che conserva lelica nel suo
avvolgimento, dicesi passo della vite, ed i varii
avvolgimenti spire; il cilindro dicesi mastio o
maschio (Fig. 73 e 75). Alla. vite va ordinaria- .
mente unito un prisma avente una cavit cir-
colare dello stesso diametro della vite, nella
quale scavata una scanalatura spirale capace
'3!.'t
'at
,- ..-..----_-_
78
Secondo poi che il pane della vite generato da un triangolo ovvero da un qua
drilatero, la vite si chiama a pane acuto o triangolare (Fig. '75), ovvero quadrangolare
o a pane quadro 0 piatto (Fig. '75). Le prime a pane triangolare si fanno ordinaria
mente in legno, usando il triangolo equilatero per le viti mezzane, ed il triangolo
isoscele rettangolo per le grosse. Quelle a pane quadrangolare si fanno quasi sempre
in ferro. Nelle viti a pane rettangolare si fa generalmente il passo eguale al doppio di
quello delle viti a letto triangolare, sebbene abbiano un maschio dello stesso diametro.
Si fanno pure delle viti generate da un semicircolo o a pane tondo. Secondo la
direzione della spirale le viti si distinguono in destre o sinistre, e, secondo il numero
delle spire partenti dalla. base del cilindro, si dicono viti semplici, doppie, triple, ov
vero a due o tre pani. Quando la vite ha pi pani, laltezza del passo lo spazio
percorso da un punto qualunque di esso nel senso dellasse mentre la vite descrive
un giro.
Colla vite si trasforma il moto circolare in un doppio moto: circolare attorno all'asse,
e nello stesso tempo rettilineo nel senso dellasse. Suppongasi un cilindro MNPQ (Fig. '17),
nel quale si sviluppi la supercie in
nalzando su una delle generatrici NQ
delle perpendicolari NM, QI eguali
P_'____pq
torno del cilindro, questo punto avr percorso nel senso verticale dellasse la distanza M'a',
che il passo della vite. Nel movimento descritto il punto disceso per un piano inclinato
Na'M formato dalla linea Na' avvolta sulla supercie del cilindro, che una spira dell'elica,
ed No sar laltezza del piano inclinato o il passo della vite; onde si potr facilmente cal
colare la lunghezza d'una singola spira. Didatti, essrndo la spira, come si scorge nella
Figura superiore, NMa lipotenusa dun triangolo rettangolo, i cui calati sono luno la cir
conferenza della vite, e quindi :2wr, e laltro il passo a'N, si avr la lunghezza Na=l,
dallequazione seguente l:2r+a'; quindi l:l/4wr+a. Dunque nella vite si deve
considerare un piano inclinato, di cui il pane la lunghezza in rilievo del piano stesso, mentre
il passo ne laltezza, e la periferia del cilindro eguaglia la base del piano medesimo.
78. Uso della Vite. - La vite si usa in tre differenti modi: 1 Tenendo fissa la chioc
ciola, e facendo girare il masto mediante un braccio di leva 0L (Fig. 77); 2 Assicurando
stabilmente il mastio, e facendo girare la madrevite; 3' Disponendo il mastio in guisa da
vite la potenza sia alla resistenza come il passo (altezza del piano) sta alla circonferenza del
cilindro (base del piano).
La potenza per non esercita la sua azione direttamente sulla periferia del cilindro,
ma mediante un braccio di leva come L0 (Fig. 77) parallelo alla base. Per il che, indicando
79
con R la lunghezza del braccio di leva, e sostituendolo nella proporzione precedente ad 1,
si avr P: Q::a:2:R; nellequih'brio della vite la potenza sta alla resistenza come il passo
alla circonferenza descritta dall'estremit della manovella. Da ci vedesi che il vantaggio mee
canico, che si ha mediante una vite, ,espresso dal numero delle volte, che il passo della
medesima contenuto nella circonferenza descritta dal punto dapplicazione della potenza,
2wR
.
a
onde Si avr P:WQ, e Q:
P.
(I
Anche nei casi, che la vite sia immobile, e che sia mobile invece la madrevite, come
Il rapporto tra la 'potenza e la resistenza nella vite multipla o a piu letti sar ancora
lo stesso; giacch in tutti i casi indicati ad ogni giro della vite la resistenza, che questa
destinata a vincere, verr superata lungo uno spazio uguale al passo della vita stessa, quindi
s'introdurr nel calcolo laltezza dei due o tre letti o pani, ovvero il passo comune.
'79. Applicazione della. Vite. - Nella pratica irisultati teorici ottenuti per la
vite vanno modicati pi che per qualunque organo meccanico, in causa dell'attrito.
che fortissimo in questorgano (l).
,.1
M'
che due siano le pressioni, che si esercitano contro il piano, cio la resi
b
stanza Q (Fig. 75) uguale a TQ,e l'altra1 che viene esercitata dalla compo
bP
7'
, // /////
////
mente della potenza P parallela alla base, la cui grandezza e %P, ci che si ot-
tiene loan scomponendo la forza 1" come indicato dalla Fig. 78. La pressione
6
totale sostenuta dal piano inclinato o dalla supercie delletica :-. Q + %P'; onde, indicando il coclcienlg
b
Q, che tende a far discendere la viteI si avr il complesso delle resistenze, che si oppongono all'azione della forza
a
b
che tende a far salire =-l_ +Qf(T Q + % P'
ponente della potenza, che tira in su la vite, =TP'; per lequilibrio sar dunque
P = (__Jle'
Ora nel caso nostro ponendo 21r invece di b, ed r il raggio medio, si otterr P'= ( 0+, XTX Xf )Q.
2 X 1 X 1- h x f
Ma ordinariamente la potenza P non e applicata immediatamente al cilindro della vite, ma agisce sopra un braccio
80
Che lattrito tra la vite e la chiocciola possa spesso superare la pressione del carico
da sollevarsi, si pu facilmente argomentare da ci, dice lUber, che quando la vite sostenga
una pressione o sopporti un carico, non facile che per letletto di questa pressione o di
questo carico essa prenda a girare ritornando indietro, sebbene la potenza cessi dagire.
Ed e precisamente su ci, che si fonda luso delle viti, che servono a collegare od a tenere
unite tra loro due parti duna macchina o dun ordigno; senza di ci mancherebbero del
loro e'etto.
L'equilibrio nella vite a pane rettangolare, tenendo calcolo dellattrito, suppo
nendo la forza P agente sulla circonferenza media del letto, si ha, secondo che essa
agisce in senso contrario alla resistenza o nello stesso senso, per la seguente formula:
f:e
P=-_ xQ, nella quale Q la pressione lungo lasse, fil coefciente dattrito,
]=exf
ed e il rapporto tra il passo e la media circonferenza della vite, ossia linclinazione
del letto.
Esempio. - Quale sar la forza necessaria per spingere od estrarre una vite di
ferro girevole entro una madrevite dello stesso metallo, se il coefficiente dattrito f20,17,
e linclinazione del letto e :0,04?
.
.
0,17+0,04
_
per la forza da spingere la vite P:6okon XQ_O,QQQ,
.
Oli-0,04
_
e per la forza da estrarre la vite p__j,o>20 XQ-_O,129 Q.
Ossservazione. Se non tiensi calcolo dellattrito si dovrebbe porre f:0, il che darebbe
una forza per spingere la vite :Q,ed e:0,04 Q. Da ci si avrebbe che la forza P calcolata
senza attrito sta a quella calcolata coll'attrito come 0,01:0,212 ossia come i a 5, per cui
lattrito in questa vite equivale a circa 4/5 della forza impiegata.
Nelle viti a spire triangolari lattrito alquanto maggiore che in quelle a spire piatte,
perci le prime richiedono maggior forza.
Nella pratica si calcola il diametro interno da darsi al mastio della vite, secondo la
teoria della resistenza assoluta, positiva e negativa, in base alla pressione od alla trazione,
che dovr sostenere, e lo si tiene circa il doppio della misura corrispondente alla sicu
rezza, a motivo del moto rotatorio, che dovr ricevere (Vedi Della Costruzione delle Viti).
La vite prende anche varii nomi secondo il suo uicio , e dicesi di pressione, di
chiamata, micromatica, secondo che serve a premere, ovvero a trarre, o a misurare le piccole
spessezze. La vite combinata col tornio forma una macchina conosciuta sotto il nome di vite
perpetua.
di leva il, come abbiamo visto superiormente, e questa forza potr essere tante volte minore di i", quante volle r
"
.
e contenuto nel braccio il; altrimenti P si dovr valutare ad __"- I", e con la grandezza della forza motrice neces
r(a+2XwX/xrle
81
Esercizii sulla Vite.v
eso di
onde P25202_65_47,7m, cio per alzare gli 8000 Chilogrammi bisogner applicare al
braccio della macchina un peso di 48 Chilogrammi circa.
4 Problema. - Qual potenza bisogner impie are per avere una pressione di
100 Chilogr. con una vite di ferro, il cui asso di
centimetri, il raggio medio di
6 centimetri, se la forza agisce sopra un raccio di leva lungo 60 centimetri, essendo
il coefciente dattrito uguale a 0,12?
6(3+2x3,1416_x6x0,12) x1000_
Soluz. Dalla formola superiore avremo P:-Wssszab;wj-_Cg 20,1
.
.
axQ
3x1000
.
.
N on calco I ando lattr1to
ARTICOLO xv.
DellAttrito.
rotondeggiante rotola sopra un altro in guisa che i punti dambidue, che si toccano,
vanno successivamente variandosi, si ha lattrito della seconda specie, che dicesiyattrz'to
voloente o di rotazione. Quando inne una supercie convesso. gira in una concavo. o
inversamente, come ad esempio, una ruota attorno al suo asse, o un asse sopra il suo
-"
82
'
Dalle molte esperienze eseguite dal sigg. Moria e Coulomb su tutti i materiali,
1 L'attrito radente cresce in ragione della pressione, cio lattrito di un corpo, che
pesi il doppio od il triplo di un altro, eserciter quindi una pressione doppiao tripla
del primo.
rimane costante.
mancanza di tempo, onde laumento dattrito per un lato compensato dalla dimi
nuzione dellaltro.
La velocit non deve essere per tale da produrre riscaldamento, ch con ci cresce
rebbe lattrito.
4 Lattrz'to maggiore al momento, in cui s'inizia il moto, che durante il moto stesso.
Infatti le asperit delle supercie di scorrimento avendo avuto nel primo caso
maggior tempo di addentrarsi nelle cavit dell'altro che nel secondo, la resistenza
sar pi grande in quello che in questo caso.
Questo il motivo, per cui lattrito radente prova delle variazioni secondo la durata
del combaciamento, crescendo per un certo tempo, dopo il quale rimane costante.
5 Lattrito fra i corpi omogenei e maggiore che fra i corpi eterogenei.
Infatti fra le asperit di materie omogenee deve esistere maggiore corrispondenza
che tra le eterogenee, e perci maggiore attrito.
Si trova infatti che fra metallo e metallo e fra legno e legno si ha un attrito maggiore
di quello che fra metallo e legnol Per la stessa ragione si mette nei punti delle macchine,
ove hanno luogo i movimenti, metalli diversi. Nei corpi di struttura brosa, come nel
legno, lattrito maggiore se le fibre sono parallele, minore se sono divergenti.
6 L'attrito tanto maggiore, guarito maggiore la scabrosit delle supercie scorrevoli.
Perci si cerca di diminuire la ruvidezza dei corpi con sostanze grasse, che ne
riempiano le cavit ed appianino le supercie in guisa, che lo scorrimento succeda
quasi per intero fra le materie untuose.
gione della pressione perpendicolare alle supercie, che si fregano, per cui
si esprime col rapporto, che ha colla medesima. I su citati esperimentatori
ottennero la misura dellattrito di strisciamento col seguente metodo:
Due tavole o lastre A et) (Fig. 79) di quella materia, di cui si voleva determinare la
grandezza dellattrito reciproco, erano poste luna sullaltra per modo, che la prima A
Operando su due tavole di legno di quercia ben piallate, risulta, che quando la lastra
D insieme al suo carico A esercitava sullaltra una pressione di 100 Chilogr., la grandezza
dellattrito sul principio del moto era di 50 Chilogr. Ma per mantenere il movimento in
cominciato bastava porre 34 Chilogr. nel piatto l, afne di vincere l'attrito. L'atlrito R
durante il moto era dunque uguale a M Chilogrammi.
Se la tavola superiore esercitava una pressione di 200 Cg., risultava R:2x34 Cg.;
alla pressione di 300 Chilogr. si aveva lt :lx3t Chilogrammi.
Si vede da queste esperienze, che lattrito fra due pezzi di quercia durante il moto re
stava sempre >-1%) :0,34, cio circa 1}; della pressione, mentre al principio del moto era
il
100 _i
- 2 del peso.
Nella stessa guisa si assegn pure per gli altri corpi il numero esprimeute il rapporto
fra lattrito e la pressione. Questo rapporto, che indica la resistenza al moto in ragione
della pressione, prende il nome di coefciente d'attrito.
Indicando con [il coelliciente dattrito, e con 0 la pressione esercitata da un corpo, si
avr le formule IL:fo; f:% ; Q:-'/-. Dunque l'attrito o la resistenza, che oppone,
uguale alla pressione perpendicolare alla supercie moltiplicata pel coeiciante d'attrito.
Per conseguenza, indicando con L il lavoro e con 11 la velocit 0 lo spazio percorso 1'
.
.
. .
>< Xv
in un minuto
Esempio.secondo,
- UnaSIslitta
ottiene
guernila
la formula
di ferro
generale
pesa 250
L:Chilogr. e scorre su duna strada
orizzontale con una velocit di metri 2,50 per minuto secondo: qual sar lattrito ed il
lavoro da essa consumato, se 0,35 il coefciente dattrito?
Soluz. Dalla formula superiore avremo l:fo ossia 0,35X250:(1hilvg|187,50; onde
l'elletto perduto per un minuto sar 87,50X2,50:218,75 chilg.m., ossia 2 cmalli e '.a circa.
83. Angolo dAttrito. Quando un corpo viene collocato su dun piano inclinato
in guisa, che sia sul punto di discendere lungo il medesimo pel suo proprio peso,
base 100 e per altezza 84. Con questo metodo si determina lattrito {delle terre, della
ghiaia ed in generale delle materie sciolte in particelle pi o meno minute, il quale
per varia per lievi circostanze.
84. Mezzi per. diminuire lAttrlto. - I mezzi per diminuire lattrito sono i
seguenti: 1 Diminuire la pressione fra le pareti, che si fregano; 2 Lisciure quelle
parti, e comporta di materiale pi duro che sia possibile; 3 Interporvi lo strato di
qualche sostanza untuosa e grassa, le cui parti non abbiano che una debole coesione;
4 Procurare che le materie, che si fregano, siano di natura diversa; 5 Aumentare
per quanto possibile il momento statico di quella. parte della forza motrice, la quale
84
d "
IMPIORTO .
INDICAZIONE
DISPOSIZIONE
STATO
delle
della
delle
SUPERFICIE STBOIICCIANTI
F I Il II Il
SUPERFICIE
2':
2 ;
Ez-g.
durante
il movimenw
;as
I
sopra querela
'
Querela
Parallele. . . .
P
1g. l
v erpenicoari
. l_ Id. . _
ll.ltlllfll..
Quercia sopra olmo . . . . .
Parallele. . . .
Id.
Olmo sopra quercia . . . . .
Id.
Perpendicolari
Frassino , abete , faggio ,
sorbo sopra quercia . . . .
Naturale. . . .
11\IInt di sapone secco
aurae...
Bagnata
dacqua. . . ,
,
0,
0,48
0,;2
0
0:25
Naturale_ _ ,
9,43
0,19
Id.
0,38
Id.
0,69
0,43
0,
0,25
Natura e. .
0,57
0,45
Parallele. . . .
0,3% %20,40
'
Id.
Id.
Bagnate d'acqua . ..
Unle di sa one secco
Natura e . .
Bagnata d'lcqlu . . .
Unle di sa one secco
0,62
Id.
Id.
Id.
Cuoio a_piatto
0,65
0,65
D
0,26
0,21
0,49
0,22
0,19
Natura e. . . .
Id.
Id.
0,62
3,2;
0,62
0,25
0,20
a
Emme dl-cqua . . I
0:79
, ' 039 ,
Cuoio a piatto.
Id.
. 0,29
Parallele. . . .
Naturale. . . .
0,74
0,27
0,47
0 IO
sopra una su
Cuoio nerol percie iena
pulito, o
di quercia. .
coreggia ( sopra un tam
buro di quercia
Perpendicolari
.
Cuoio conciato so ra
o sopra bronzo
hisa
. .
ghisa . . . . . . . . . . . . .
-
i nero
ulit
Cliiicoola
di Ighisg.s?lir
.
A P
"'
Bagnata d'nrqin . ..
Id.
Bagnata d'acqua. . .
lle d'0|10_, SQIIO.
grasso dl P0f-
0,12
0,28
0,38
Unte dOli0 .
COO (li b118 per guarnimento di stantuffo sopra
- 1 Patto.
l C
l Naturale.
Bugnmc -cqu-.. ..
0.36
0,23
0,l5
0,62
"
Canapa in li 0 in corda
Parallele. . . .
Naturale. .- . .
0.52
sopra quercia . . . . . . . .
Perpendicolari
Bsmle d'cll - - .
0,33
Treccia
di
canapa
sopra
quercia . . . . . . . . . . . . l
Quercia e olmo sopra ghisa .
Parallele
0,50
0,87
0,38
Id.
Id.
Id.
0,44
.
.
.
.
Id.
Id.
Id.
Id.
Id.
Id.
Id.
Id.
0,t9
t6 1
0,18
0,18 1
0,I5 2
I
l
Id.
Id.
Id.
Id.
0,152
0,20
0,22
Id.
Id.
0,163
sopra ferro . .
sopra hisa .
sopra ronzo .
sopra ghisa .
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
' '
% Naturale. . . .
85
RAPPORTO
ell'allriio alla pressione
W \_
INDICAZIONE
DISPOSIZIONE
STATO
delle
delle
delle
dopo
partenza
qualche
tempo
del
contat o
durante
SUPIIFICII
SUFIIIFICII STROIICCIAITI
il movimento
alla
e,
bronzo,
stropicciando
Un poco unte .
spalm con me _
,,
Id d,olio o di
'
d-pr
grasso
ciando
sullaltrodue
. . .a . due
. . . .luno
. . .
Calcaria tenera. detta calcaria
i
'
Naturale. .
0,07 a 0,08
0,15
}
"
0,65
Id.
0,67
0,65
carie. oolitica . . . . . . . .
Id.
Id.
0,38
Parallele. . . .
Id.
0,69
kalk . . . . . . . . . . . . .
Calcaria oolitica sopra mu-
Id.
0,38
schelkalk . . . . . . . . . .
Id.
0,65
Id.
0,60
schelkalk . . . . . . . . . .
Il legno colle
schelkalk . . . . . . . . . . . I
bre verticali
Parallele. . . .
Id.
Id.
Id.
M d'wt'I---
0,38
0,25
0,30
Malta di 3 parti
,
Calcaria oolitica sopra calcarie oolitiea . . . . . . . .
di sabbia ed 1
Id.
dmalceidrau
11ca . . . . . .
86
I-ig. so.
in ciascuno dei piatti un peso di 500 Chilogr., e perci premendo il cilindro contro
il sostegno con una forza di 1000 Cilogr., bisognava aggiungere altri 10 Chilogr. in
uno dei piatti, onda il cilindro cominciasse a muoversi; esso aveva 163 millimetri
pressione.
Dalle numerose esperienze eseguite nel modo descritto si sono potuto stabilire le
seguenti regole:
1 L'attrita oolvente segue la ragione diretta della pressione, cio se la pressione sul
cilindro e doppia, tripla, ecc., la resistenza dattrito diventa doppia, tripla, ecc.;
2 Lattrito in ragione inversa del diametro o del raggio del cilindro, che rotola,
talch facendo muovere un cilindro di raggio o di diametro doppio dun altro, si ha
sotto egual pressione un attrito uguale alla met del primo;
3 Lattrito volrente varia anche secondo la natura dei corpi, che si fregano. Ci
lindri di egual diametro e di dierenti materie presentano sotto la stessa pressione
di'erente ostacolo al moto sulle stesse 0 differenti supercie. Le altre circostanze
annoverata nellattrito radente non presentano inuenza variabile, compresa anche
le materie untuose.
Conosciuta nel modo su esposto la resistenza, che presenta un cilindro di data
materia e del diametro di ununit di misura. nel rotolare sopra una supercie di
materia parimenti data, Ove si conosca il coeciente d'attrito dei corpi, fra iquali ha
luogo, lattrito volcente dei cilindri di dijerente diametro fra le stesse materie si ot
tiene moltiplicando il coeciente stesso per la corrispondente pressione divisa pel loro
diametro.
Dal su esposto risulta, che per rendere pi facile il movimento convenga far rotolare
un corpo, anzich lrascinarlo. Le ruote dei carri sulle guide delle ferrovie hanno ordina
riamente per coefciente dattrito 0,02, dal che si vede quanto sia piccolo lattrito di rota
zione in connato di quello di strisciamento. Risulta ancora, che lattrito volvente tanto
minore, quanto pi grande sar il diametro. -
86. Trihometri. - I t;-ibometri (1) sono apparati, che si usano per dimi
nuire possibilmente lattrito dei perni, e consistono nel far appoggiare il perno
il) Chiamami pure lribometri gli apparecchi, coi quali i sici ml i meccanici studiarono le mric specie daitrll,
lquali ilierlscono nella loro costruzione secondo i casi.
87
a (Fig. 81) duna macchina sulle circoaf'erenze AB e CD di
due ruote parallelo sse vicinissime tra di loro invece dei
cuscinetti, le quali girano con molta facilit sui rispettivi
cuscinetti m n. Tra lasse a e gli orli delle due ruote del tri
bometro, che lo sostengono, non vi che un attrito vol
ventc debolissimo, in causa del quale le due ruote girano
Flg. 81.
col girare dell'asse. Un tal apparecchio applicato alla mac
china Atwood (N 32). Altre volte si sopplisce col far-girare lalbero od il perno
2 Lattrito composto aumenterebbe a dir vero in ragione del diametro dei perni o
degli assi, se un tal aumento non fosse compreso nel calore dedotto dall'esperienza ;
3 Questa specie dattrito varia secondo la dircrsa qualit delle materie, che si fre
gano nel moto di rotazione ;
4 [attrito riesce tanto pi grande, quanto meno gli assi e le cavit dei cuscinetti
sono lecigate;
dente pressione.
pressione esercitata da un corpo su dun piano per ottenere la resistenza causata dall'al
lrilo sia nel principio del moto, come durante il movimento, che si la colla lormola
. .
X xv
. .
88
000(0m,08)x0m,12x0",7=6,05 Chilg. Lo sforzo necessario per alzare la cateratta sar
dell'acqua?
'
'
Soluz. Supponendo che per una conveniente disposizione del contrappeso, il peso
della cataratta ochiusa sia equilibrato dallapparecchio, nel movimento della chiusa non
si deve vincere che lattrito della medesima nella sua canalatura di guida. Si avr super
cie premuta dall'acqua : 3mx0,45=1m1,35. L'altezza del livello sul suo mezzo di
metri 0,60. La pressione totale: 0111,60 >< 1111,35 x1000:810 chilo". Latlrito, sul principio
del movimento, sar 0,314x810:251 Chilog.
3 Esempio. -Qual sar lattrito della guida dellasta duno stantullo a vapore in .
ferro l'uso pesante' 50 Chilogr., la quale si muove in una canalalura di bronzo lubricato con
strutto di porco ?
Solus. Lattrito dalla Tabella pag. 85 : 0,07><50 Chilogr.: 3,50 Chilogr.
4 Esempio-Qual sar il lavoro consumato dalla guida dellasta del problema
precedente, se la sua corsa di metri 0,68?
Solai. La corsa essendo di metri 0,65, questa quantit di lavoro
0,1 4x50 Cg.x0",65:4,55 cg.m , e, se lo stantuilo facesse 100 corse al minuto 1', la quantit
perno d'una ruota idraulica sottomessa ad una pressione di 12000 Chilogranimi, suppo
nendo il raggio del perno in ghisa di metri 0,10, il cuscinetto in bronzo lubricato con grasso
di porco, e che'la ruota faccia cinque giri al minuto primo ?
Solu_z. L'altrito dei perni in ghisa sui loro cuscinetti in br0nzo si ha dalla Tabella pag. 89;
ora, il coeilciente essendone uguale a 0,07, avremo 0,07 X 12000: 840 Chilogr. Lo spazio
m
.
percorso dalla circonferenza del perno per ogni secondo sar 6,28x20",10x5 : 0m,0523.
Dunque la quantit di lavoro consumato dallattrito sar 8481M'txW,0523:4tchilg.m.
"><d><Qxf
drlco orizzontale l. = ---9TO-- chdogrnmmelri; nella quale ti indica il diametro del perno in centimetri, Q la
pressione del perno contro i suoi cuscinetti in Chilogrammi,E il lavoro assorbito, [' il coeicicnte dattrito, n il
numero dei giri del perno per minuto. Per il lavoro consumato da un perno cilmdrl'co verticale:
n><d
2 Q'l chilogrnmmetri; nella quale Q indica la pressione, che agisce .in una direzione
.
L: _9'f
(Q+ -5per
.
,
pendlcolare all'asse del perno, Q' la pressione nella direzione dellasse del perno, ed n, d, I, E rappresentano le stesse
quantit che nella formula antecedente. Per il lavoro assorbito dell'attrito dun perno conico."
'
L :: -3 X mm ' X
n><dyf
seri/3
direzione dell'asse del cono, p l'angolo tra il lato e lasse del cono, ed I, n, E come nel numero antecedente. lrr
nXdXQ></'
89
TABELLA nnr v.u.oru nnr. convmcmrm: DELLATTRITO DEGLI ASSI
IN MOVIMENTO SUI LORO CUSCINE'ITI.
1 Secondo il Momu.
INDICAZIONE
degli
n.s PPORTO
dellallrilo alla reazione
/\/\_,\;.
cusciuem
(
Ghisa
bagnate dacqua .
Asfalto
. . . . .
Supercie unte . . . . . . . .
\ Supercie unta e bagnate dacqua.
.
.
grasso ordinario
grasso conlinuo,
0,07 a 0,08
0,054
0,08
0,054
,,
0,14
0,14
grasso molle
Bronzo
0,07 a 0,08
0,054
Supercie unte . . . . . . . .
Supercie unte e bagnate dacqua
Supercie pochissimo unte. . . .
Senza intonaco . .. . . . . . .
.
.
.
.
0,16
0,16
0,19
0,18
a
b
(S)lio ograssotdi
Bronzo
Gay? i
/
Ghisa
s
l Bronzo
Olio o sego
;
i Ghisa
; Gayac
I
I Gayac
10. . . . .
Bronzo 2 -Grasso di porco
.d.
olrco
Gaya'c
Ferro
. .
Grasso di porco .
Supercie unte .
I Grasso di porco
0,090
0,10
0,14
0,07 a 0,08
0,07 a 0,08
0,09
0.054
0,
0.19
n
=
.
g,ig
,
0,09
0,045a0,052
0,12
0,15
0,07
2 Secondo il COULOMB.
mmcu_mnn
mvponro
/-fl,',f
uni
cuscinetti
NATURA neomnroxucm
'
daflfl
P'em0N
Senza intonaco
ego .d_. . .
.
.
.
.
.
.
.
.
0,155
g,(llg.5
rasso 1porco . . . . . . . . . . . . .
Rame, _ Supercie
unte di sego non liquido . . . . .
Ferro
Olio doliva
G ayac
; Q:gga
,1
. . . . . . . . . . .
,
0,127
0,130 ;
0,133 1
,
,0.
Ga
Olmo
ac 1 Supercie
ego . . unte
. . di
. segc
. . non
. . liquido
. . . .
:Bosso
ego . . unta
. - . di. sego
. . non
. . liquido
. . . .. .
Olmo ; Supercie
' Legno
Non esprime la qualit degli intonachi
Ferro
l_
77 f_
'
0,050
0,043
__.
i
,
0,050
0,050 ;
__,7 i
il
90
Eserciin sullAttrito.
1 Problema. - Quale sar la forza necessaria per sollevare una chiusa da mo.
lino verticale in legno di quercia_del peso di 15 Chi ogr., contro la quale si esercita
: 10,4 chilogrammetri,
forz_a dovuta alla perdita per lattrito.
3 Problema. - Quale sar il lavoro consumato dallattrito duna ruota idraulica,
che unitamente al suo albero pesa 20000 Chilogr., posto che la ruota faccia. 8 rivolu
zioni per minuto, e che il perno in ferro fuso abbia 30 centimetri di diametro, e giri
su cuscinetti di bronzo?
'
Soluz. Per semplicare il calcolo si pu supporre, che tutto il carico sia portato
da uno dei emi. Quando sia lubricato dolio o di sego, il coefciente dattrito sar
uguale a 04%, quindi lattrito R:0,08x20000:16000 Chilogr. La circonferenza del
perno essendo 3,14x3, la sua velocit sar 31-453xs :126 millimetri. La quantit
di lavoro consumato dellattrito er minuto secondo sar 16000 Cg. x0,126:201,6 cg.m.,
circonferenza. ella ruota verticale, che agisce dallalto in basso, uguale a 372 Cg.;
la resistenza del rocchetto agisce dal basso in alto ed pure uguale a 1372 Cg.
circa; il peso della ruota di 25000 Chilogr.; il raggio dei perni in ghisa, che gi
rano su cuscinetti di bronzo lubricati con grasso, di met. 0,118; la velocit alla circon
5 Problema. - Determinare il lavoro consuwato per minuto secondo dai perni '
in ghisa duna ruota idraulica, che muove un laminatow, alla Framont, il cui raggio
esteriore di metri 4,57 gira sopra cuscinetti di bronzo con lubricazione di grasso,
supposte le seguenti circostanze: 1 che la quantit di lavoro trasmesso alla circon
ferenza sia uguale a 4500 Chilogr. ;2 che lo sforzo verticale esercitato dalla ruota den
tata del primo rocchetto, il cui raggio metri 3,05, sia diretto dal basso in alto ed
uguale a 2930 Chilogr. Il peso dellacqua contenuta in ciascuna cassetta sia circa di
5,5000 Chilo rammi; e che il peSO della ruota idraulica con quanto sop orta il suo
albero sia
Chilg.; che la velocit della circonfereza della ruota sia imetri 2,30,
il re gio del perno metri 0,21.
(I) Quando l'oggetto deve muoversi orizzontalmente, non si ha che II vincere lattrito, ma molte. volte fa duopo
conoscere la perdita di forza, che risulta dell'attrito di due supelcie piane; si ottiene questa quantit moltipli
cando lo storno dovuto allatlrito per la velocit del corpo per minuto secondo.
91
ARTICOLO XVI.
sta sospeso un piatto G destinato a ricevere dei pesi. Degli arresti HK vengono disposti in
modo da impedire che ruotando attorno allalbero la leva si discosli di soverchio dalla po
sizione orizzontale, nella quale deve essere mantenuta. Stringendo fortemente lalbero fra
i pezzi di legno ossia fra le mascelle del freno col chiudere i dadi EE, lattrito dellalbero,
che pu essere accresciuto a piacimento, impedisce alla leva di ruotare quando e scarica
collalbero, se non vi fossero gli ostacoli HK. Essendo la macchina in moto colla sua ve
locit normale, si chiudono le viti e si preme cosi maggiormente il collare sulla periferia
dellalbero sino al punto, in cui il fregamento diventa capace di sollevare il braccio della
leva caricato dei pesi G posti sul piatto allestremit della leva BC. Col crescere dellat
trito chiudendo le viti diminuise la velocit della macchina; allora si d nuova acqua alla
ruota 0 nuovo vapore alla macchina, ed in generale si spinge la forza motrice con nuovo
vigore, alline di ricondurre la macchina alla velocit normale, con cui deve lavorare. Du
rante alcune prove si giunge ad equilibrare lo sfregamento del collare sullalbero o la
resistenza R col carico G della leva nello stesso tempo, che la macchina agisce colla
sua velocit nornale. In tale stato la macchina sviluppa tutta la sua forza, con cui deve
operare il lavoro, e continua la rotazione dellalbero, sostenuta per mezzo dellattrito, che
agisce nel senso della rotazione stessa; il braccio di leva carico del peso G si man
tiene in posizione orizzontale con piccole oscillazioni. Tenendo conto del numero delle
rivoluzioni stesse in un secondo e della carica P, si hanno i dati per valutare leffetto di
namico o la quantit di lavoro, di cui capace la macchina.
Infatti consideriamo lattrito l come la resistenza, r il raggio dellalbero A, e G il
peso posto nel piatto, compresovi il peso proprio e quello dellapparecchio ridotto al
punto 0 (il quale si otterr appoggiando la stanga BC od un coltello nel punto situato
direttamente sopra il centro di A ed attaccando C ad una bilancia), e segnando con L la
lunghezza del braccio AC, la condizione dequilibrio della leva orizzontale sar R:G ::l.:r,
quindi Q: G>;L ovvero la forza, che lalbero potr trasmettere sar P:R: G<L , ed
il lavoro consumato dallattrito o leetto utile per minuto secondo, che lalbero a pari
numero di giri, e talvolta lazione del freno, potr trasmettere a qualunque organo
lavoratore.
Indicando con n il numero dei giri fatti dall'albero in un minuto, la velocit alla sua
92
GxLx2xxrxn _ 2nlt XG__ 7an
va=li><v=
21rll
. il prodotto
60><r
60
_ 30
esprime la
60
sapere quale sia la velocit pi favorevole, ossia che d maggior effetto utile. Ora suppo-
nendo, che con un pi forte attrito che nellesperienza precedente si possa sostituire al
peso di 150 Chilogr. uno di 162, perch la leva rimanga orizzontale, e lalbero faccia in tal
o
caso solo 13 giri al minuto, leffetto utile della ruota sar
3>lgll :11,75 ca
valli, perci la prima velocit di 15 giri al minuto offrir un maggior effetto utile che non
lultima.
Mettiamo ora in moto col mezzo della ruota l'apparato di trasmissione del lavoro alle
diverse macchine dellopifcio, a cui applicata la ruota idraulica, senza che le macchine
lavorino. Se in questo caso il peso P di 170 Chilogr. e se l'asse fa solo 11 giri al minuto,
p effetto utile
- prodotto dall
, , asse della ruota sera. ancora -L-Tg;<)
314x4x1lx170f :10,44 caValh..
Osservazione. - Supponendo che mediante questa trasmissione vengano mosse 40
macchine operatrici,-come torni, macchine per piallarc, telai e simili, si avr P:43 Chilg.,
e se lasse fa ancora 10 giri al minuto, leffetto utile ancora disponibile sar
L>S%3-Iz,io cavalli. Risulta quindi che il massimo effetto utile, che il motore
potr somministrare, sar :12,60, e che leffetto utile richiesto al movimento del mecca
colla velocit normale 29 rivoluzioni per secondo equilibrando il peso G,.che, unitamente
al peso del braccio di leva ridotto al suo centro di gravit e a quello del piatto, era uguale
a Chilogr. 96,28?
Soluz. lloltiplicando il doppio del braccio di leva 0 metri 8,08 pel rapporto 3,1416, si
avr la circonferenza del circolo di raggio CP o il braccio di leva eguale a metri 25,38, che
sarebbe lo spazio descritto nel movimento. Per avere la velocit bisogna determinare lo
spazio riferibile allunit di tempo (N 23), cio al minuto secondo, la quale va moltiplicata
per metri 25,38 e pel numero 29 delle rivoluzioni fatte in un minuto primo diviso per 60,
(i) I dati di questo esempio sono desunti da un esperimento su d'una macchina a vapore ad un sol cilindro senza
bilanciere, senza condensazione e senza espansione, stata consegnata dal fabbricante come della forza di 15 cavalli, la
tensione del vapore si manlenne di 3 H2 atmosfere, il diametro del cilindro era di niet. 0,557, la corsa dello stantuffo di
i incl:, lesperienza dur parecchie ore.
93
ARTICOLO XVII.
gore. Cos, quando dicesi che un uido e elastico, intendesi che il suo volume pu
essere ridotto colla compressione, ed inversamente aumentato col cessare di quella.
Lelasticit nei solidi si manifesta in quattro modi diversi: per trazione o tension
per torsione, per inessz'one e per compressione.
uno sforzo alle loro estremit nel senso della loro lunghezza. Fra i moderni
segnano dei punti, di cui si misura precisamente la distanza per mezzo di un catetometro (2).
Per studiare lelasticit di trazione S. Grawe
santi, che fu il primo ad assoggettarla ad espe
rienze, si servi dellapparecchio, che presenta la
Fig. 83. Il lo metallico am, del quale voleva
provare il grado di elasticit, era teso orizzon
talmente tra due morso sse a e b. Una lamina
di rame C, sospesa liberamente al mezzo del (ilo
ab, sosteneva un piatto B carico di pesi, i quali
iorzavano il filo ad allungarsi e gli facevano fare
un angolo; un ago sospeso per il suo centro di
gravit ad una puleggia mobile posta nel centro
94
Questi esperimentatori pervennero a determinare, quando non si oltrepassi i limiti,
in cui i corpi non riprendano pi la forza primitiva, che la trazione delle aste e dei
li sottoposta alle quattro seguenti leggi, che regolano lelasticit di tensione:
1' Per una medesima sostanza e per un medesimo diametro l'allungamento delle aste e dei
[ili proporzionale alla forza di trazione ed alla lunghezza ed in ragione inversa dell'area di
3' Che per una medesima sostanza e per una stessa diametro l'allungamento proporzionale
alla forza di trazione ed alla lunghezza;
4' Quando una lamina o sbarra si comprime nel senso della sua lunghezza operando alle
sue due estremit, l'accorciomento, che essa prova, uguale all'allungamento, che avrebbe
subito, se invece di una forza comprimente aglsse una forza stirante.
.
Lesperienza ed i calcoli istituiti in proposito hanno dimostrato, che quando i corpi
si allungano per trazione, crescono di volume.
Wertheim, il quale istitu moltissime esperienze sullelasticit dei metalli, riconobbe
che l'elasticit decresce, quando la temperatura si eleva da 15"a200", eccetto per il ferro
e lacciaio, la cui elasticit cresce no a 100 e poi diminuisce, trov che in generale
tutte le cause, che aumentano la densit, fanno crescere in pari tempo lelasticit ed in
versamente.
fermi per una loro estremit, dopo di essere stati pi o meno ricurvati, ritor
nano alla loro forma primitiva, quando vengano abbandonati a se stessi.
Questa propriet eminente nellacciaio temperato e nella gomma elastica, e trova
numerose applicazioni nellindustria.
g
Fig. 84.
' "
molecole dalla loro posizione parallela allasse del cilindro vengono spostate
per disporsi in altrettante eliche bb'...; prendiamo di mira nella base infe
riore una molecola b; essa trovasi trasportata in b, e langolo b ab', latto dal
raggio ba col nuovo raggio ab', ci che si chiama angolo di torsione.
Gli esperimenti fatti dal Coulomb sullelasticit di torsione dei fili fles
sibili ed a sezione circolare furono dal Savart ripetuti sopra verghe rigide
di ottone, di rame, di vetro, di legno, a sezione circolare, quadrata, rettan
95
golare e triangolare. I risultati conformarono le leggi stabilite dal Coulomb; anche il signor
Werlheim ha studiato l'elasticit di torsione servendosi di un apparecchio pi perfetto di
quello usato dal Savart, e facendo esperimenti su 65 verghe di varie sostanze vuote e mas
Le leggi della torsione dei li sono state determinate dal Coulomb, sico francese, nel
l806 per mezzo dun apposito apparecchio, che chiamasi bilancio di torsione, e sono le
seguenti:
2' Per un medesimo lo langolo di torsione proporzionale alla forza, che lo produce;
3 Per una medesima forza di torsione e per li del medesimo diametro l'angolo di torsione
proporzionale alla lunghezza dei li;
P Per una stessa forza e per una medesima lunghezza dei li langolo di torsione in
ARTICOLO XVIII.
si richiede una forza per vincere la resistenza, che esse oppongono per essere
piegate, e per la quale si perde porzione dellazione dinamica della potenza
motrice: questo chiamasi rigidezza delle funi.
Infatti, se una fune perfettamente essibile fosse accavalcata ad un cilindro o ad
una ruota (Fig. 86) con all'estremit due corpi egualmente distanti, deve sussistere l'e
questa forza Q non avr solo a vincere linerzia del carico e dellat
trito del perno contro il cuscinetto A, ma ben anche la resistenza f
dipendente
dallimperfetta
corda. di questa BE, f_.'
La rigidezza
della cordapieghevolezza
far si, che della
la parte
" i . I.
su cui agisce il carico, non si adatti esattamente al cilindro, ma E
,
' l'p .
'
I-lg. se.
perpendicolare ad AD. Il peso Q operando alla distanza AI) dal fulcro 0 centro di rota
zione A, per lequilibrio si dovr avere PXAC:QXAD; cosi bisogner accrescere la
forza I della medesima proporzione, sedendo cui, a causa della rigidezza, cresce la di
stanza dal punto dapplicazione del carico.
'
96
Dalle varie esperienze risulta, che nelle funi nuove la distanza dal punto di ap
plicazione del carico supera lanaloga distanza del punto dapplicazione della forza
duna met. del diametro della fune stessa. Nelle funi usate si pu valutare ad 1[3 , e
nella funi vecchie tra /i e 1/5 .
La rigidezza duna fune varia: 1 Secondo la tensione o il peso, da cui stirata;
2 Secondo il vario metodo di fabbricazione; 3 Secondo la sua grossezza; 4 Secondo
il raggio del cilindro, attorno al quale deve avvolgersi.
-
Con esperimenti istituiti mediante appositi apparecchi risulta, che, poste le altre
condizioni eguali, la rigidezza delle funi e prossimamente proporzionale alla forza, da
cui sono tese.
I
Lesperienza ha fatto pure conoscere per questo riguardo ci che segue: 1 La
rigidezza delle funi cresce in ragione della loro grossezza ovvero del loro diametro;
2 Diminuerrdo il diametro del cilindro, su cui si avvolge la fune, cresce in proporzione
la rigidezza della medesima; 3 La velocit non inuisce a far cambiare la resistenza
prodotta dalla rigidezza delle funi.
4
Dai varii calcoli ed esperienze si rilevato, che nei casi generali pu adottarsi la
la rigidezza della fune, P indica il peso o la tensione della corda, d il diametro della
corda, R il raggio del cilindro o della carrucola e 25 un numero sso. Uber inveCe
d la formula seguente S:K xll.l-- , nella quale K un numero sso dato dal
lesperienza ossia uguale a 0,186.
Sono tante le circostanze, che concorrono a rendere variabile la qualit di una
fune, che il calcolo esatto troppo complicato per la pratica; nulladimeno si osser
vato, che a pari circostanze le funi umide ed incatramate sono pi rigide delle asciutte
e bianche; cos pure le funi nuove ed attorte sono meno essibili di 'quelle usate e
Chilogrammi,
.
.
de
.
.
per le corde in lo di ferro 8:0,58X
D
Chilogrammi;
nelle quali P e la tensione in Chilogrammi della parte della corda, che savvolge; d il
diametro della corda in centimetri; D il diametro del cilindro o della carrucola. Si trova
il valore della forza da impiegarsi sul cappio della corda, che si svolge, per vincere
la resistenza P e la rigidezza della corda, colle formole seguenti:
da
per le corde di canapa S:P(l +0,26
) Chilogrammi,
1)
.
.
diI
.
.
per le corde in lo di ferro S=P(I+O,58) Chilogrammi.
Secondo Eytelwein la rigidezza delle funi usate si ottiene colla formula seguente:
s_-o,1as de
D .
1 Esempio. - Quanta forza si dovr impiegare per sollevare un carico di 300 Cg.
impiegando una carrucola di 36 centimetri di diametro, posto che la fune da usarsi
sia ancor nuova e grossa 42 millimetri?
Solar. Il punto dapplicazione della forza a met della grossezza della corda,
quindi la sua distanza dal centro della carrucola sar :iS+2,1;90,1 centimetri. La
distanza dal punto d'applicazione del carico deve superare la precedente di met la
grossczm della corda; sar dunque eguale a centim. 20,1+2,1:22,2. indicando la forza
300x222
. T: l8 + i22_ :20,i, si ha
Qf" , , siccome
97
S : 9%_3(10M3 :Chilogr. 11,40, e la forza da impiegarsi, non tenendo conto
dellattrito dellasse, sar P:300+HJO:3HJO. Calcolato in questa guisa S ha un
valore pi grande del primo, ma preferibile.
2 Esempio. - Dovendo sollevare un peso di 500 Chilogr. con una fune usata di
4 centim. di diametro, quale sar la rigidezza di questa, se il diametro della carrucola
di 40 centimetri?
Soluz. Dalla formola S: W = Chilg. 37,45, ossia la potenza dovr es
asse; perci nella loro costruzione bisogna fare in modo, che la lunghezza di questi
'sia la pi piccola possibile relativamente al raggio della carrucole. o del verricello.
Le catene, che si ritengono pi vantaggiose, sono quelle piatte ad articolazioni, delle
ARTICOLO XIX.
95. Resistenza dei Mezzi. - Dicesi resistenza dei mezzi quella. duplice
resistenza, che incontra un corpo, che si muova in un uido qualunque, sia
per leffetto dellattrito ancorch debole contro le molecole uide, che rasen
tano lateralmente il corpo, sia dalla resistenza assai maggiore prodotta dallo
spostamento delle particelle uide incontrate dal corpo, le quali nell'orto sono
poste in movimento, e tendeno sempre pi a diminuire la sua velocit.
La resistenza dei mezzi cresce:
1 In ragione della densit del uido, in cui si muove la macchina; giacch quanto
pi questa grande, tanto maggiore risulta la. massa del uido da essere rimossa, la
quale in virt dellinerzia oppone ostacolo in ragione del numero delle molecole.
Infatti facendo muovere nello stesso fluido due pendoli uguali, essi faranno nello
stesso tempo un egual numero d'oscillazioni. Ma se luno oscilla in un uido pi denso
di quello, in cui si muove laltro, il primo incontra maggior resistenza ed ridotto alla
quiete pi presto del secondo.
Ne segue da ci, che la resistenza, che un movimento incontrer nellacqua, sar
circa 800 volte maggiore di quella, che proverebbe nellaria, perch la densit di questul
98
stesso motivo il moto dei gravi cadenti da considerevoli altezze dovrebbe essere uni
indicato vi si sostituir questaltro 0,0918. Poi corpi, che si muovono nell'acqua, il coef
ciente uguale a 52, onde si avr per ogni metro quadrato una pressione uguale
52><A><r2 Chilogrammi.
Nel caso che il fluido in movimento battesse contro un corpo fermo, la resistenza
sarebbe un po maggiore che nel caso nora considerato. Quando il corpo ed il fluido
sono entrambi in moto, e luno in un senso opposto all'altro, si dovr prendere la somma
delle loro velocit, mentre se andassero dalla stessa parte si prenderebbe la differenza
delle dette velocit. La somma o la differenza ottenuta dar la velocit, che si dovr
introdurre nel calcolo. Da apposite esperienze istituite sul convogli delle ferrorie risult,
che la resistenza opposta dallaria contro la locomotiva per ogni metro quadrato
id.
1' Esempio. - Quale sar il lavoro, che si dovr spendere per superare la resistenza
esercitata dallaria su dun convoglio ferroviario, che ha una velocit di 10 metri, sup
posto che la superficie della locomotiva urtata dallaria sia di 8 m. q., e che vi siano
attaccati l'2 vagoni, ciascuno dei quali presenti di fronte una supercie di 4 m. q.?
(i) bei convogli sulle strade ferrate la resistenza dei mezzi diventa considerevole per la grande velocit. L'aria
urla di fronte la locomotiva, ma lo scontro dei vagoni e dei carri non succede in ragione della somma delle loro
supercie anteriori, per essere disposti uno in seguito all'altro. Ma siccome tanto le locomotive quanto i carri del
convoglio hanno pressoch uguale supercie di riscontro, si suole adottare perci la seguente regola pratica per
valutare la resisienza dell'aria provata dei convogli lungo le strade ferrate: Troz-si la supercie del primo vagone
o della macchina e ad ogni 8 metri quadrati se ne aggiunga I per ogni vettura o vagone del convoglio, Indi mol
tlplirhis la somma pel quadrato della velocil espresso in Chilometri allora; si divida inne il prodollo per 200,
c dar la resistenza richiesta in Chilogramml.
'
Esempio. - Supponendo un convoglio composto di 40 vagoni, la velocit di 50 Chilometri all'ora, la su
perficie di scontro 8 metri quadrati, qual e la resistenza, che incontrer?
Soluz. Si avr m. q. 8+ lo: l8, che moltiplicato per (50)! o 900 dar 900xl8=l6200, che diviso per 200
d per quoziente 8| , che esprime in Chilogrammi la resistenza del mezzo. Se sofa il vento allora bisogner alla
velocit 50 aggiungere quella del vento o detrarla, secondo che questo ha una direzione opposta o cospirante col
convoglio, dal cui risultato si far il quadrato, che deve servire di moltiplicatore al numero esprimente la super
cie di scontro. Aggiungendo quella nascente dagli attriti si avr la resistenza di un convoglio sulla strada ferrata.
La resistenza della locomotiva si valuta dordinario di 7 per ogni 4000 Chitogrammi o per ognl tonnellata di peso
del veicolo; mentre quella dei vagoni si calcola meno di 5 Chilogramml per ogni tonnellata
I
'
99
Soluz. Tenendo per coefficiente 0,1'22 avremo per la resistenza contro la locomotiva
0,l22x8><10:97,6 chilogrammetri. La resistenza contro 12 vagoni uguale a
,
12 ( 0,1.x0,122x4xl0 ) : 12><19,52 :234,24 chilogr.m. Quindi la resistenza in complesso
dellaria uguale a 331,81 Chilogr. Il lavoro speso per minuto secondo nel vincere questa
resistenza sar : va :332><l0: 3320 chilogr.m. :.43,6 cavalli-vapore; e per muovere
il convoglio con una velocit di un sol metro basterebbe impiegare contro la resistenza
dellaria un lavoro:
2' Esempio. - Quanto lavoro sar necessario impiegare ogni minuto secondo per
imprimere una velocit di 5 metri ad una nave larga metri 7,5, e che pesca alla pro
fondit di metri 1,50?
ARTICOLO XX.
siliarie. Lo stesso dicasi delle pietre, le quali costituiscono eccellenti fondazioni per
le macchine sse, e dei mattoni, che servono esclusivamente quasi per la costruzione
dei fornelli; i vetri servono per la formazione dei tubi indicatori, dei livelli dellacqua
nelle caldaie, dei manometri a mercurio e dei modelli delle piccole macchine a vapore.
Ci poi, che riduce ad un piccolo numero i metalli impiegati nelle macchine, e la loro
carezza. In generale i metalli si possono ridurre ad uno stato di mollezza da poterli
(I) Le conoscenze accessorie allo studio dei materiali impiegati nelle macchine sono: la siologia regalate poi
legni; la mclallurgia pel metalli; l'archileltura per le forme; in mineralogia pe materiali in genere; la siologia
animale per i cuoi, i grassi, gli olil ecc.
100
'
cosi detti inossidabilz', come loro, largento, il platino e lalluminio, ecc.; ma il lor prezzo
elevato li esclude quasi interamente, e sono impiegati in qualche eccezione e solo
quando la necessit lo fa sentire, come il platino nella concentrazione dellacido sol
forico e nella costruzione di alcuni strumenti ed apparecchi di sica e di chimica.
daie; in lega collo stagno nella. costruzione dei piumacciuoli o cuscinetti, che soppor
tano gli alberi in rotazione; in lega col piombo nella fabbricazione di tubi, e col
a stoppa (stung-bozes). Gli olii essiccativi, coi quali si bagna la biacca od il minio
per far mastici o colorire metalli cssidabili, li preservano dallazione dellumidit.
I materiali tratti dal regno animale sono i cuoi per le coraggio, ch nora la gutta
percha non ha. potuto sostituirli, sebbene simpieghi nelle valvole e nelle giunture
dei tubi.
I grassi, i seghi e gli olii ssi servono a lubricare i cuscinetti dei perni, le guide
delle aste scorrevoli ed in generale tutte le parti scorrenti le une sulle altre.
adatti alla costruzione delle macchine in due parti distinte: la prima tratter delle
propriet sico-chimiche, e la seconda della. resistenza.
97. Ferro.
sue numerose applicazioni nelle arti simpiega in tre stati, cio: 1" allo stato
101
di ferro dolce; 2 allo stato dacciaio; 3 allo stato di ghisa. Questi due
ultimi stati non sono altro che combinazioni di esso con piccole quantit
rossa oppure gialla. e talvolta bianca conosciuta sotto il nome di ruggine di ferro,
la quale non altro che un ossido di ferro combinato collacido carbonico.
Colore, Odore e Sapore. - Il ferro di color bianco azzurrognolo tendente al
higio; col pulimento acquista una supercie risplendente. Stropicciato tramanda un
odore suo proprio, ed accostato alla lingua fa sentire un sapore astringente.
Densit. - La sua gravit specica varia tra 7,600 e 7,800 secondo lo stato di mag
giore o minore purezza ed il modo di lavorazione.
li ora cilindrici ora prismatici, a diverso numero di faccie, quali li richiede lindu
stria meccanica; per la seconda esso capace di stendersi in lamine pi o meno
grosse, quali sono quelle che servono ai costruttori meccanici per costruire le caldaie
a vapore, serbatoi dacqua ecc.; le altre pi sottili servono a far tubi, la latta, ecc.
Stato elettrico. - Il ferro attratto dalla calamita. Sotto linuenza di un ma
gnete, come sotto lazione di una corrente galvanica, il ferro si fa magnetico, per
temporaneamente; sottratto allazione della magnete o della corrente esso perde la.
sua virt. Questo osservasi in tutta la sua pienezza nel ferro puro detto ferro dolce;
nel ferro in barre del commercio, il quale contiene sempre una quantit pi o men
grande di carbonio, che gli da le propriet. dellacciaio, conservasi magnetico quando
precipita i metalli ridotti. Cosi il ferro immerso nella soluzione di solfato di rame si
cuopre duna patina di rame ridotto.
Azione chimica. dellaria. - Il ferro si pu conservare inalterato alla temperatura
ordinaria nellaria atmosferica priva dumidit; pel contrario nellaria umida si ossida
prontamente, si copre cio di ruggine.
Azione chimica. dellacqua. - Lacqua pura in contatto col ferro lo ossida rapi
damente, ma questo si altera. pochissimo quando lacqua contiene qualche millesimo di
carbonato di soda o di potesse. Da alcuni anni si preserva il ferro dalla ruggine coprendolo
dun leggierissimo strato di zinco, che poi prende il nome di ferro galvanizzato. La
limatura di ferro bagnata con acqua ed esposta allaria fornisce idrogeno libero. Di
pi lo sprigionamento dellidrogeno facendosi in presenza dell'azoto e dellaria ha per
effetto la formazione di alquanto ammoniaca, la cui presenza facile a provare nella
ruggine del ferro bagnando questa e scaldandola con un poco di potesse caustica.
102
Azione degli acidi. - Gli acidi, che non cedono facilmente ossigeno reagente sul
ferro in presenza dellacqua, determinano la decomposizione di questa, lo sprigiona
mento didrogeno e la. formazione di un sale a base di protossido di ferro; cosi avviene
cogli acidi solforico, cloridrico, acetico, ecc.
> Afnit. - Il ferro ha una grande afnit per lossigeno: ci si manifesta eviden
temente esponendolo all'aria umida ed immergendolo nellacqua.
gliare a. freddo colle cesoie e colla lima. Quindi la variet della natura del ferro dipende
da. sostanze straniere, con cui in combinazione. Se il minerale e commiato col solfo,
si ha quella specie di ferro, che dicesi piritoso e marziale; se collacido carbonico, costi
Le varie qualit di ferro si possono dividere in due classi, cio in ferro molle ed in
ferro duro. Da queste due classi derivano molte variet, che sono le seguenti:
Ferri molli: 1 Il ferro molle e tenace, che il pi duttile, cio quello, che si pu
Ferri duri: 1 Ferri dari/orti o tenaci, che possono piegarsi a freddo in ogni di
rezione;
.
2 Ferri duri e crudi, che si lavorano male, si spezzano a freddo sotto il martello, e
sovente si frangono a caldo, non accidentalmente, ma abitualmente: questi ferri somi
gliano a quelli male ainati, e quasi tutti i loro difetti dipendono dal carbonio, con cui
rimangono in combinazione;
3 Ferro duro e spezzabile, che si pu piegare a caldo in ogni verso, ma si spezza a
freddo, per cui detto ferro spezzantesi a freddo;
4 Ferro duro e roverino, che si piega a freddo, e si fende al calore rovente: il che
proviene dal solfo, che tiene in combinazione.
.
Il ferro molle e tenace e pi puro del ferro duro e forte; tuttavia si preferisce questo
ultimo, perch s'ammigliora riscaldandolo successivamente, mentre il primo deteriora e
si abbrucia per lazione del fuoco.
Mezzi per conoscere la. qualit del Ferro. -- Secondo le loro qualit i ferri hanno
tessitura differenti, quindi quelli buoni hanno una tessitura brosa distinta con voce
nervo. La spezzatura a grano no pure indizio di buon ferro; ma quando esso composto
di lamine grandi, isolate le une dalle altre, indica di essere spezzabile. Un ferro nervoso.
che si sottoponga ad un caldo andante per saldarlo, diviene granito, ed il grano tanto
pi grosso quanto fu maggiore il fuoco, a cui venne lavorato; lo si ritorna nervoso sti
randolo di nuovo con precauzione.
Ma questi esteriori caratteri non sono sufcienti per riconoscere le qualit del ferro,
ed mestieri di ricorrere ad alcuni assaggi, i quali si possono dividere in due classi:
103
fuoco sono pi importanti dei primi, poich manifestano tutti i difetti del ferro. Per questi,
che sono molti e varii, si sottopone il ferro a differenti gradi di temperatura, a. saldarlo
sopra se stesso ecc. In generale lattortigliamento del ferro, il forare le spranghe presso
gli orli si a caldo che a freddo, danno indizii sicuri. Quando il ferro non si salda. bene, si
fonde, si sfalda o si frange sotto il martello, si giudice che non di buona qualit, e
quindi non pu servire a fare degli organi meccanici soggetti a sforzi.
98. Acciaio.
Inglese
Francese
1 qualit.
Iserina.
l1 qualit
2a qualit.
Carbonio
0,62
0,65
0,65
0,94
Silicio .
Fosforo .
.
.
.
.
.
.
.
.
0,03
0,03
0,00
0,08
0,04
0,07
0,08
0,11
Ferro
99,32
99,27
99,24
98,87
100,000
100,000
100,000
100,000
L'acciaio pu c0ntenere inoltre delle piccole porzioni di manganese, di
suono piacevole.
Si'distinguono due specie dacciaio: Lacciaio naturale o di fucina, che quello,
che si ottiene direttamente dal minerale, ossia rainando la ghisa con un metodo spe
ciale, un aceiaio poco omogeneo ed assai impuro, e perci non adoperato che per
formare utensili agricoli, armi bianche, seghe, molle da vettura, la grossa coltelleria.
e simili, e lacciaio di cementazione, che fabbricasi con del ferro malleabile esponendolo
in contatto del carbone sotto linuenza di unalta temperatura, ossia scaldando il
ferro in isbarre entro un bagno di carbone, fuliggine e sul marino; questo acciaio per
temperatura meno elevata che quello di cementazione esso assai duro e bianco, e
pu acquistare una straordinaria durezza. Dacciaio fuso si fanno gli strumenti, che
richieggono una durezza straordinaria, come le liere ed i cilindri per laminatoi, i
conii per le monete, le molle degli orologi, ecc.
,
(I) Il Mushet ha delrrlnln.1ln la porzione di carbonio, che si trova nellocchio; egli trov in tuo parli di acciaio
fuso duttile i,2 di carbonio, in 400 di acciaio fuso ordinario |,0, in 00 di acciaio duro t,t, ed In 400 di acciaio
fragile 2,0.
104
Acciaio damascato. - Si fabbricano molti strumenti taglienti battendo insieme
sullincudine delle barre dacciaio rovente e delle barre di ferro dolce; dordinario
questi miscugli diconsi sto/e dacciaio, e si adoperano per motivo deconomia. Gli stru
menti, che ne risultano, sono meno fragili che se fossero dacciaio puro, ma sono anche
meno duri. Le canne da fucile sono dordinario fabbricate con stoffe di questa natura.
Quando si intacca con un acido debole la supercie d'un oggetto fabbricato con
acciaio non omogeneo, si mette in evidenza la struttura eterogenea della materia, e
ne risultano non di rado dei disegni graziosi a vedersi, e che variano secondo il lavoro,
a cui fu sottoposto loggetto: si dice allora che lacciaio damascato dal nome di Da
masco, citt, in cui gli Orientali preparano da. immemore tempo quelle armi cosl
ratura ordinaria esso si tinge in giallo di paglia a +220; in giallo doro a. +240";
in bruno a +255; in porporino a +265; in azzurro chiaro a +286; in azzurro din
daco a +295, ed in azzurro scuro o +315. Siccome ad ogni colore corrisponde un
grado particolare di durezza, elasticit e fragilit, cosi loperaio nella costruzione degli
strumenti si regola dalle apparenze su accennato di colore per dar loro le qualit
convenienti. Le diverse colorazioni sono cagionato da un leggiero strato dossido di
d ar
per 100 col rodio ovvero col platino uguale allacciaio doriente o damascato; com
bmandolo con
_1_
100
o 1000
bulini, per le lime ecc.,si mescolano collacqua degli acidi ovvero dei sali. Si tempera
pure nei corpi grassi, come lolio, il sapone, la cera, il catrame; si tempera pure nella
105
si regola dai detti colori per dare la tempera conveniente agli oggetti, che costruisce (1).
Questa operazione, che distrugge col calore in parte lazione della tempera, dicesi
rieuoeere.
Il ferro del commercio non essendo quasi mai puro, ma contenendo una sensibile
porzione di carbonio, si mostra suscettibile di'essere indurito colla tempera e rammollito
col ricuocerlo.
e tutta uniforme; 3 quando dopo la tempera resiste allurto senza rompersi, n perde
la sua durezza che dopo una ricotta intensissima; 4 si salda con facilit e senza fen
dersi; 5 nella sua rottura mostra una grana ne. ed uguale.
Chiamasi ferraceio o ghisa il ferro, che si ottiene nei forni fasorii reali
colla riduzione degli ossidi di ferro mediante il carbone, ossia del ferro com
binato con carbonio e silicio, e ben soventi fosforo, zolfo, manganese ed ar
(1) Le indicazioni da noi addotte sono quello, che ha date il Regnault nel suo Corso elementare di Chimica. Po.
niamo qui in nota altre indicazioni, analoghe alle precedenti, quali si trovano nel trattato di Schuberth Humlbuch
ner lechnirchen Chemic.
+ 22t Primo indizio dl color giallo; temperatura conveniente per le lancette.
232 Giallo pagliarlno pallido; tempra dei migliori rasoi e degli strumenti chirurgici.
2i3 Giallo dorato; tempra del rasoi ordinari e dei comuni strumenti di chirurgia.
25% Bruno; tempra delle piccole forbici e dei bullnl, coi quali si lavora il ferro.
266u Macchle porporlne; tempra delle accette, dei hullni o scalpellt, dei ferri da piatta, del colletti da tasca
278 Colore porporlno, tempra del coltelli da tavola e dei grossi scalpelll.
288 Azzurro chiaro; tempra delle lame da spada, delle molto per gli orologi, o delle molte In genere.
295 Azzurro schietto; tempra conveniente per le lame sottili da sega e per tutti gli strumenti, che richteg
gono una grande elasticit.
3t6 Azzurro scuro, quasi nero; tempra, a cui corrisponde la maggior diminuzione della durezza e della fra
gilit dell'acciaio. Essa si adopera per le seghe ( delle quali e mestieri si possano aflare i denti colla
lima), e per alcune molto.
14
106
preferita negli oggetti di getto; reagita con acido cloridrico, lascia indisciolte alcune
parti cristalline di carbone gratoide; oltre allapplicazione accennata si impiega
eziandio alla fabbricazione dellacciaio cos detto di fucina. Le ghise nere sono le sole,
che possano essere rifuse pi volte senza perdere la loro propriet, anzi guadagnando
in resistenza.
Ghisa grigia chiamata pure ghisa da modellare e quella, che impiegasi nella co
struzione delle macchine. Essa di color variante fra il grigio chiaro e grigio scuro,
colla frattura granellosa, e debolmente duttile ed elastica; si lavora alla lima, si lascia
tagliare dalle forbici, e riceve limpressione del martello. Si pu fondere varie volte
senza che perda le sue propriet, purch sia riparata dallaria e si lasci raffreddare
Versando la ghisa grigia in una forma per gettare una parte di una macchina,
allorch si raffredda le dimensioni diminuiscono da quelle del modello; questa dimi
nuzione varia col variare della qualit della ghisa da 1[se a 1'/100.
sempre lamellosa, e talvolta anche in modo da poterne misurare gli angoli; ordi
nariamente brosa e raggiata. I caratteri distintivi del suo colore possono dirsi esterni.
La ghisa bianca e fragile, si Spezza facilmente, per cui dicesi cruda, e sovente diviene
ancor pi cruda rifondendo, e gettata negli stampi si rompe prima di raffreddare.
Essa si fonde pi presto della grigia; e difcile a lavorare, e si usa unicamente per
Densit. - La densit, della ghisa bianca maggiore di quella della grigia; cosi
essa per la prima di 7,5, mentre che non che di 7,1 per la seconda.
Malleabillt e Duttllit. - La ghisa non suscettibile di alcuna estensione al
martello, tanto a freddo, quanto a caldo, e possiede pochissima elasticit.
e particolarmente quando questazione attiva pel contatto del bronzo e del rame.
Azione degli acidi. - Bench la ghisa nera resista pi del ferro e dellacciaio
agli acidi, tuttavia lacido cloridrico la intacca, con svolgimento didrogeno e di com
posti idrogenati di odore disaggradevole; quasi lo stesso avviene per la ghisa grigia.
Leghe. - Essa non si lega cogli altri metalli.
Usi. - Nelle macchine a vapore essa forma tutte le parti sse, che sarebbe quasi
impossibile di eseguire in ferro, i cilindri, i condensatori, i cassetti, le colonne, le in
telaiature ed armature, gli embali, i bilancieri, itubi; adoperasi inoltre in un innit
'
107
l00. Rame.
Stato sico. - Il rame puro fonde alla temperatura di 1150: ad una maggior
temperatura forma un vapore, che in contatto dellaria brucia con una amma verde;
capace di cristallizzare in ottaedri regolari.
Stato elettrico. - Il rame e elettro positivo con loro, il platino, il mercurio e lar
gento; elettro negativo con lo stagno, col piombo, col ferro e col zinco. Secondo la
classicazione, che il Becquerel fa de metalli riguardo alla conducibilit, il primo.
Azione chimica dellaria. - Laria secca non attacca il rame; laria umida
lattacca, ma lentamente; si ricopre duno strato di verde 9riyio, che pare un idro
carbonato di deutossido; riscaldato in contatto dellaria si ricopre duno strato di pro
tossido, che si distacca nella percossione; riscaldato no alla fusione si ossida pi
prontamente; se lasciasi, che lossido si mescoli colla massa in fusione, questultima
prende un colore fosco e perde la sua duttilit. Per evitare questo inconveniente quando
si fonde il rame si ha cura di coprire la supercie della massa con polvere di carbone
per impedire il contatto dellaria, e lossido si decompone a misura che si forma.
Azione chimica. dellacqua. - Il rame decompone lacqua solo allo stato di
vapore.
Azione degli acidi. - Lacido solforico non attacca sensibilmente il rame afreddo,
ma si allincontro il suo ossido, epperci costituisce uneccellente sostanza per nettare
quello da questo; se caldo presso alla bollizione, lo ossida e lo discioglie con svolgi
mento di acido solforoso e formazione di solfato di rame.
Lacido idroclorico concentrato attacca il rame solo allorquando molto diviso,
come, per esempio, quando precipitato col ferro dalle sue dissoluzioni.
Lacido nitrico in contatto col rame e immediatamente decomposto in ossigeno ed
in deutossido nitroso, che in contatto dellaria si muta in vapori ranciati di acido ipo
ritrico, molesti ed insalubri alla respirazione animale.
Afnit. - Il zolfo, il fosforo e larsenico sono fra i metalloidi quelli, pei quali il
rame spiega un certo grado di affinit. Basta esporlo allazione del vapore di zolfo,
perch si faccia tosto ignescente e si muti in solfuro di rame; lo stesso effetto fa
cogli altri due metalloidi. Il rame in fusione in contatto col carbone assorbe una pic
cola quantit di questa materia e diviene agro efragile;dunque un metodo un po
vizioso quello di fondere il rame al forno alla Wilkinson, che i Francesi chiamano cubilot.
Usi. - Il rame si usa per la costruzione dei vasi da cucina dogni genere, per tubi,
per coperture, per focolari delle locomotive, pei lambicchi, ecc.
Leghe importanti. - Il rame forma varie leghe di somma importanza col zinco
e lo stagno, delle quali sono come basi il bronzo e lottone: aggiungendo poi a questa
108
un po' di piombo 0 nichel si forma una serie daltre leghe, le quali, bench di poca
importanza nelle macchine, ne hanno per nelleconomia domestica, come vedremo
pi avanti parlando delle leghe del rame.
ed il piombo, e molto minore di quella del ferro. Le varie qualit sono ordinaria
mente specicate dal nome del paese donde provengono. Onde dicesi il rame di
Francia, dInghilterra, di Russia, di Svezia, della Norvegia, di Boemia, dUngheria, del
Per, del Messico, del Levante, ecc. La produzione del rame in Europa sale a circa
35,700 tonnellate; lInghilterra sola ne fornisce pi della met.
Il rame francese assai buono, fusibile, duttile, elastico, facile a fucinare, a fou
qualit, di cui solo la prima riunisce tutti i caratteri del buon rame e si presta a tutti
gli usi; la seconda e la terza non offrono che un metallo mal afnato, secco, duro e
fragile.
I rami di Russia sono generalmente puri e ricercati; si distinguono tra questi
i prodotti delle miniere del Governo, e sono i rami di Packlwf, di Gregori, di Nicolas
Domizio], di Laval, ecc.
I rami di Svezia sono di varie qualit; la prima uguale ai rami francesi, le altre
sono un po' inferiori, ma superiori alle qualit inferiori inglesi. Questi rami sono
generalmente dun bel rosso vivo, tutto uniforme, avente un riesso argentato nelle
parti pi salienti.
I rami della Norvegia sono inferiori ai precedenti, tranne quelli di Drontheim, che
paese.
I rami del Messico sono ancor inferiori a quelli del Per. Queste due specie di
rame vengono generalmente rainate in Inghilterra e poi mescolate cogli inglesi di
l0l . Stagno.
cric della stagno. Esso si fonde alla temperatura di 228. Lo stagno fuso e poi abbandonato
al raffreddamento cristallizza in prismi di otto faccie.
Colore, Odore e Sapore. - Questo metallo e quasi bianco come largento per
la sua lucidezza; ma il suo riesso un po giallastra; sviluppa un odore disaggra
devole allorch viene stropicciato, ed ha un certo sapore ingrato.
109
Dilataziona - Lo stagno si dilata pi o meno secondo la sua purezza; onde
lo stagno no 0,00228333
Azione degli acidi. - Lacido cloridrico caldo lo attacca con molta energia, mentre
che a freddo non ha alcuna azione. Lacidosolforico concentrato a caldo lo decompone
sprigionando dellacido solforoso. Lacido azotico lo ossida facilmente trasformandolo
in acido metastannico.
Afnit. - Lo stagno in quanto allainit per lossigeno e posto dalla classicazione
leghe sono sempre fragili, e pi o meno fusibili secondo la maggiore o minore quan
tit di ferro, che contengono. Chiamasi latta una lamiera ricoperta duno strato di
lega di ferro e stagno: legato col rame forma il bronzo.
I02. Zinco.
110
duro, e si spezza sotto i colpi del martello; scaldato da +130" a + 140 si fa mallea
bile; a +204 ritorna fragile; si fondo a +412", ed a +500" forma un vapore, che si
accende in contatto dellaria e brucia con fiamma splendente di luce azzurrognola ed
abbagliante, convertendosi in ossido di zinco; si lascia attaccare dalla lima, ma in breve
la pone fuori duso.
'
Colore, Odore e Sapore. - Il zinco alla temperatura ordinaria di colore bianco
brillante, che volge leggermente allazzurro ; d'un odore tutto suo proprio e dun sapore
disaggradevole.
'
(solforoso, solforico, cloridrico, acetico, ecc.) allungati con acqua; la sua dissoluzione
accompagnata da svolgimento didrogeno. Esso a caldo pure attaccato dagli alcali
idrati (notassa, soda, ecc.)eziandio con svolgimento d'idrogeno.
Afnit. - Al calar bianco ha tanta afnit. per lossigeno che getta ardendo una
vivissima luce.
Usi. - Il zinco simpiega per coprire tettoie, tubi di condotta, ornamenti, sbalzati
o ricacciati ad alto rilievo come modanature, rosoni, ecc, per la costruzione delle pile
voltaiche, per la fabbricazione del ferro galvanizzato, dellottone, del maillechort o
argentano, del bianco di zinco, ecc.
estranee, alle quali dordinario associato, sono il piombo ed il ferro: qualche volta
il carbone, il rame, il cadmio e larsenico. Esso proviene specialmente dalla Siberia,
dallInghilterra e dal Belgio ove abbonda. LEuropa ne consuma in media 40000 ton
nellate allanno.
La maggior quantit del zinco proviene dal Belgio, che ne da 15,000 tonnellate
allanno, oltre a quello, che proviene dalla Polonia, dallInghilterra e dalla-Spagna.
I 03. Piombo.
Stato sico. -- Il pi0mbo assai molle, e si lascia facilmente piegare e segnare col
lunghia; fregato sulla carta lascia una traccia metallica bigia. Entra in fusione a 340;
sotto linuenza duna temperatura pi elevata si volatilizza sensibilmente; raffreddato
lentamente cristallizza in piramidi a quattro faccio ovvero in ottaedri regolari.
111
Colore, Odore e Sapore. - Questo metallo e di color grigio azzurrognolo; il suo
colore appannato ordinariamente quando ha subito l'azione dellaria ; tagliato di fresco
mostra. un vivo splendore metallico. Collo stronio manda un odore particolare detto
plumbeo; insipido.
sia col martello, sia col laminatoio. il sesto per la malleabilit. al laminatoio e lul
timo per la duttilit alla liera.
Stato elettrico. - Il piombo, per rispetto al rame, e elettro positivo; rispetto agli
altri metalli, che lo precedono nella classicazione di tenacit, in generale elettro
negativo.
di piombo bianco; la presenza dun sale estraneo, ed in particolar modo del solfato di
calce, impedisce questa ossidazione.
Azione degli acidi. - Il piombo e corroso debolmente dellacido cloridrico con
centrato e bollente. Lacido azotico e il miglior dissolvente del piombo; lo intacca alla
temperatura comune, con isprigionamento di vapori rossi e formazione di azotato di
piombo solubile.
Usi. - Il piombo serve specialmente per fabbricare i tubi per condotti dacqua e
del gas; si adopera in fogli pi o meno grossi per formare coperte di terrazzi, doccia,
e fuso per formare i proiettili da fucile, tanto da guerra che da caccia.
Qualit. di Piombo in commercio. - Il piombo del commercio contiene gene
posta di parti uguali di stagno e di piombo forma la saldatura dei lattai. Legato col
l'antimonio serve pe caratteri da stampa.
porzioni dei loro elementi, ne risulta una moltitudine d'altre leghe caratterizzate da
alcune propriet particolari.
'
112
Ottone. - L'ottone, che s'impiega nella costruzione delle macchine, e general
mente composto con 75 parti di rame e 25 di zinco. In generale si pu stabilire che
quanto maggiore la proporzione del rame, tanto pi queste leghe sono duttili e mal
leabiii, e tanto pi ne. apparisce la grana della loro frattura.
Le leghe di rame e di zinco hanno in generale una densit. maggiore della media
dei due metalli, e sono pi fusibili che il rame.
La densit dellottone varia tra 8,2 e 8,9. Il difetto di questa lega e dingrusara
la lima, difetto per, che si corregge aggiungendovi un po di piombo 0 di stagno.
Quando puro lottone adattato alla fabbricazione del lo e delle spille, e sop
porta molto bene il laminatoio ed il colpo del martello. Si presta facilmente ai lavori
del tornio, quando nella sua composizione vi entra dello stagno o del piombo; si pu
per lo
. 64
per martello
70
per tornire
65
33
statuario
91,22
36
30
Piombo .
1,6
1,57
Stagno
0,4
1,78
5,57
70,16
27,45
0,79
0,20
. .
. .
. .
. .
71,89
70,29
65,80
64,80
27,43
29,26
31,80
32,80
0,85
0,17
0,25
0,40
0,90
0,28
0,28
2,0
64,45
32,44
0,25
2,86
64,20
88,00
33,10
6,00
0,40
0,40
6,00
2
3"
4"
5
Ottone
Ottone
Ottone
Ottone
dAugsburg .
dInghilterra
di Stolberg .
dei tornitori .
. .
. .
. .
. .
6 Ottone deglindoratori.
chort o Melchiar, di Alpacca. Nel pack-fong cinese trov Engstron unicamente rame,
zincoe niccolo. Fyfe vi trov pure ferro. Ora sono circa 100 anni si cominci afabbri
care in Subla una lega detta rame bianco {Weisshupfer), la quale si adoperava a fare
ornamenti darmi da fuoco, speroni ecc. Essa si preparava aggiungendo zinco alla lega
di rame e niccolo. Questa lega aveva la densit. :: 8,64, era bianca come largento e
riceveva una bella pulitura.
argento nuovo (Neusilber), Maillechort o Melchior (l), e si componeva di rame 55,55, nic
colo 5,55, zinco 38,90. Questa aveva bianchezza argentina, era sonora, simile in tutto
al rame bianco, ma alquanto pi fragile. Una lega di rame 53,4, zinco 29,1 , niccolo 17,5,
(4) Questa lega e d'un colore bianco argentato, ma meno brillante di quello, molto dura, ma assai malleabile.
pu essere piegata pi volte ed impressa sotto Il bilanciere.
Il nichel, che dir il colore a questa lega, e un metallo grigio-bianco intermedio tra il bianco dell'argento ed
il grigio dell'acciaio; la sua struttura uncinale, e la sue tessitura brosa; e assai malienbile e duttile; la sua
tenacit grandissima, la sua densit media 8,5. Esso magnetico come il ferro. Laria secca non lo stiaccs,mn
l'aria umida i'ossida. Laria secca, alla temperatura rossa, lo converte in ossido. Alla temperatura ordinaria decom
pone l'acqua per messo degli acidi. Fonde pi facilmente del rame.
La lega di 60 di rame, 20 di nichel e 20 di zinco non proporzione rigorosa per il metilechori; essa e su
sceiiibile, come le altre, di modicazioni in rapporto col lavoro, a cui e destinata.
Finora ii mailiechort stato particolarmente impiegato nel fabbricare oggetti, le cui esecuzione esigere delle
maiieabilitii, come arnesi da tavola, strumenti da ato, compensi, ecc. Se s'impiega nelle macchine, sia per cusci
netti, sis per bossoli a stoppa, la composizione seguente le pi acconcia: rame 65, nichel 25, zinco t8.
113
ha bianchezza simile a quella dellargento, al,titolo di 800 millesimi, ma pi dura,
molto tenace, malleabile, ed ha una densit =8,556. Questa lega pu lavorarsi al mar
tello, purch sia ricotta a calore rosso di ciliegia.
La lega, di cui discorriamo, prese grande importanza come prodotto industriale,
dacch si riconobbe, che essa si appropria convenientemente a molti usi tanto nelle
arti quanto nelleconomia domestica, sostituendosi con molto vantaggio, specialmente
per modicit di prezzo, alle leghe dargento e rame. Quindi la sua fabbricazione prese
Zinco .
. 25,93
14,81
100,00
ed la lega della qualit meno pregevole: essa ha una tinta giallognola, e si destina
di
. .
; '
. .
.
.
.
.
.
.
.
.
.
55,17
20,69
24,14
100,00
ed simile, quanto al colore, alla lega dargento e rame contenente 750/1000 dargento.
Si presta benissimo ad ogni sorta di lavori.
3 Lelectrum composto di
Rame. ..
Niccolo .
Zinco . .
.
.
'
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
51,61
25,80
22,59 .
100,00
e questa lega e la pi bella tra le sue congeneri, per la sua tinta leggermente azzurra,
simile a quella dellargento il pi forbito. Essa si conserva allaria senza alterarsi.
4 Una lega di
Rame.
Niccolo
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Zinco .
. 20,01
'
45,71
34,28
100,00
di
.
.
.
toutcnague e composta di
. . . . 45,71
. . . . 17,14
.
. . . . 37,15
100,00
identica al pack-fong comune proveniente dalla Cina: molto dura; diicile a la
vorarsi al tornio; ma ottima per gli oggetti di gitto.
6 La saldatura per largentano composta di
Argentano n 1 . . . 55,55
Zinco. . . . . . . 44,45
100,00
ed pi fusibile delle leghe precedenti: difcile a rompersi: la sua frattura di un
114
in piccole masse con tutto il niccolo; portato a fusione questo' miscuglio, gli si ag
giunge a piccole porzioni la lega di rame e zinco, agitandolo con asta di ferro, perch
riesca uniforme. La lega di rame e niccolo deve sempre tenersi coperta duno strato di
litantrace in polvere per evitare la sua ossidazione.
Il pack-fonp si pregia per la sua bianchezza, per lo splendore e la tinta argentina,
che acquista per mezzo della pulitura. Esso resiste assai bene allazione degli acidi
deboli in presenza dellaria. Cosi una lega di 50 di rame, 31,25 di zinco e 18,75 di
niccolo, trattata con acido acetico, non perdette del suo peso che quanto ne perde
in simili circostanze largento a 800 millesimi incirca. Essa non si ossida sensibilmente
in contatto dellolio, del burro, delle sostanze grasse alimentari, ecc.
Bronzo. - il bronzo e una lega di rame e stagno; impossibile determinarne le
propriet assolute, imperocch esse si modicano secondo le proporzioni dei suoi
due elementi. Le leghe, nelle quali il rame e predominante, comprese per esempio tra
le proporzioni rame 99, stagno 1, e rame 85, stagno 15, sono nervose, alquanto mal
leabili, capaci di bella pulitura, tutte si lavorano colla lima; pi domina lo stagno, pi
esse sono dure, ma fragili. per tesi generale, che la sua densit e pi grande di
quella dei due metalli, che lo compongono, ed pi duro del rame. Il bronzo pi
fusibile che il rame, e diviene malleabile colla tempera, come lacciaio, propriet sin
golare, alla quale debbonsi i piatti turchi ed i tam-tam chinesi, che si usano nelle
nostre bande militari.
La composizione del bronzo varia secondo luso, al quale destinato; eccone le prin
cipali variet:
Rame Stagno o Rame Stagno
Bronzo da cannoni .
. . . . . . . . . . . . 90
10
92,2
7,5
Id. da tam-tam e piatti turchi . . . . . . . . . 80
20
Id. da specchi per telescopi . . . . . . . . . . 67
33
66
93
Id.
da medaglie
95
piqu1lche millesimo
discende verso i2/3 del peso totale della massa, e predominano il zinco e lo stagno,
esse si rendono secche, dure, fragili.
'
gi grandemente dura e fragile una lega contenente la met del suo peso di
rame.
Le leghe, nelle quali la quantit di rame non minore dei 2la della massa totale,
sono assai buone per gli oggetti di gitto.
Le leghe destinate al gitto delle statue e doggetti dornamento debbono essere
Rame
Zinco
Stagno
84
83
81
'78
73
70
65
Il
12
15
18
23
21
32
5
5
4
4
4
3
3
Le due prime sono di colore rosso-giallo, le tre seguenti hanno colore giallo-ran
ciato, le due ultime giallo-chiaro.
Alcune leghe resistono assai bene al fregamento, e possono perci adoperarsi con
vantaggio nella meccanica. Tale sarebbe la lega di rame 57, stagno 28, zinco 15; ha
colore bianco leggermente giallo; dura, non malleabile, si lavora alla liina; il suo
prezzo assai minore di quello del bronzo.
115
Per gli oggetti di gitto in bronzo, destinati ad essere indorati, loda il Darcetle leghe
seguenti:
Rame .
Zinco .
Stagno
Piombo
Densit
.
.
.
.
'.
.
.
.
.
'.
.
.
.
.
.
63,70
33,15
2,50
025
_8,395
82,00
18,00
3,00
1,50
8,215
64,45
32,44
0,25
2,86
8,542
70,90
24,05
2,00
3,05
8,392
72,45
22,75
1,87
2,95
8,275
Esse hanno tutte un colore, che si presta bene all'indoratura; si fanno perfetta
mente uide per la fusione, e si possono lavorare con facilit: ricevono bene l'indo
ratura a mercurio, senza esigere troppa quantit di amalgama per riuscire.
Poi candelabri ed altri oggetti delicati di gitto si commendarono dal Darcet le se
guenti leghe:
Rame
78,47
78,85
Zinco . . . . . . . 17,23
17,31
Stagno. . . . . . . 2,87
0,96
Piombo. . . . . . . 1,43
2,80
Per far la lega si comincia dal fondere insieme il zinco, lo stagno ed il piombo,
poi si aggiungono al rame quando questo in piena fusione, come abbiamo detto pi
sopra.
La colonna della piazza di Vendme in Parigi si compone di rame 89,16, stagno
10,24, zinco 0,498, piombo 0,102.
Come appendice a quanto dicemmo intorno alle leghe ramifere, diamo qui i risul
tamenti delle analisi di alcuni bronzi impiegati nella costruzione delle locomotive.
1 Metallo dei cuscinetti da sale di una locomotiva inglese, dei quali si riconobbe
73,61
Stagno . . . . . .
Piombo . . . . . .
Zinco . . . . . . .
Ferro . . . . . . .
Rame .
9,45
7,05
9,00
0,42
2 Lega pei cuscinetti della leva, che determina il movimento dei tiratoi di una
locomotiva belga:
Rame . . . . . . .
Stagno . . . . . .
Zinco . . . . . . .
3 Lega da cuscinetti per le sale delle locomotive
Rame .
85,25
12,75
2,03
fabbricate nelloicina di Seraing:
86,00
Stagno . . . . . . 13,97
4 Lega per cuscinetti di sala motrice di una locomotiva belga:
Rame .
Stagno
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
89,03
2,44
Zinco .
7,82
Ferro .
0,79
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
86,82
12,58
Ferro . . . . . . . tracce
6 Lega per una scatola stoppata o bossolo a stoppa, per cui passano le aste degli
stantuf di una locomotiva belga:
Rame. . . . . . .
Stagno . . . . . .
Zinco e poco ferro . .
7 Lega per gli stantuf di una locomotiva di
Rame. . . . . . .
Stagno . . . . . .
Zinco.......
90,24
3,57
6,38
Seraing:
89,04
2,40
9,02
116
PESO DUN METRO QUADRATO DI FOGLIO DI LATTA DI FERRO LAMINATO, RAME, PIOMBO,
ZINCO, STAGNO ED ARGENTO, SECONDO LE SPESSEZZE.
g!
SPESSEZZA
dei
.
fogli.
.,
. ..
..-.. .._
#1w.___n
.v._
della
PESO
latta di
della
PESO
Ialla di
del PESO
foglio di
del PESO
foglio di
del PESO
foglio di
ferro.
rame.
piombo.
zinco.
stagno
del PESO
foglio di 5
argento.
l
l
l
|
'
lilllmetr.
1/4
Chilogr.
1.947
Chilogr.
2.197
Chilogr.
2.838
Chilogr.
1.715
Chil0gi'
1.825
Chilogr.
2.652
1/2
1
2
3
4
3.894
7.788
15.576
23.364
31.154
- 4.394
8.78
17.576
26.364
35.152
5.676
11.35
22.704
34.056
45.408
3.430
6.861
13.722
20.583
27.444
3.650
7.300
14.600
21.900
29.200
5.305
10.610
21.220
31.810
42.440
5
6
7
38.940
46.728
54.516
43.940
52.728
61.516
56.760
68.112
79.464
34.30'
40.166
47.027
36.500
43.800
51.100
53.050
63.660
74.270
62.304
70.304
90.816
53.878
58.400
84.880
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
70.092
77.880
85.668
92.456
100.234
l09.032
116.82)
124.608
132.396
140.184
147.972
155.760
79.092
87.880
96.668
105.456
114.244
123.032
131.820
140.608
149.396
158.184
16.9672
175.760
102.168
113.520
124.872
136.224
147.576
158.928
170.280
181.632
192.984
204.336
215.688
227.040
60.749
67.610
74.471
81.332
88.193
95.054
101.915
108.776
115.637
122.498
129.359
136.220
65.700
73.000
80.300
87.600
94.900
102.200
109.500
116.800
124.100
131.400
138.700
146.000
95.490
106.100
115.710
126.320
136.930
147.540
158.150
168.760
179.370
189.980
200.590
211.200
'
,
l
1
1
,
.
Per mezzo diquesta Tabella si pu calcolare il peso d'un foglio laminato de varii
metalli indicativi calcolandone la supercie, poi cercando la spessezza corrispondente
alla lastra, che, moltiplicata per questo numero, dar il peso in rapporto colla natura
del metallo.
'
1' Esempio. - Qual sar il peso duna lastra in ferro lunga metri 1,80 e larga 0,75,
' di 7 millim. di spessezza?
Soluz. Si avr per supercie 1,80X0,75:1,35 metri quadrati, che, moltiplicati per
il numero fisso della Tabella 54,516 corrispondente alla spessezza della lastra, dar
m. q. 1,35x54,516 73,60 Chilogrammi.
2 Esempio. - Qual il peso duna lastra di rame avente su tutta la sua supercie
una spessezza dargento, di metri 2,50 di lunghezza e 0,15 di larghezza, proveniente da
una placca di 2 centim. di spessezza, di cui '110 dargento, e che, dopo essere passata suc
1%) del peso corrispondente ad 1/4 di millimetro per il rame, che sar 2,197 x 9/10=1,9773,
e 1[m del peso corrispondente ad un quarto del millimetro per largento o
: 0,2652:
Perci il peso totale dun metro quadrato del foglio doppiato uguale a Chilogr. 2,2425.
Ora la supercie del foglio di metri 2,50><0,15 :0,375 m. q.; per conseguenza si avr
0,375X0g. 2,24,25 =0,811 Chilogrammi.
117
FERRI qu.4nanr n aoronnr, rea Uni-Lunormzzn or 1 mmc.
i
:
.
,
I
I
DIAMEIRI
Ferri quadrati.
Ferri rotondi.
DIAMEI'RI
Ferri quadrati.
0 m
raso
raso
0 m"
raso
Ferri rotondi.
vaso
in Millimclri.
in Ch,|,,gr_
in (;hi|ogr_
'in M:tlimetri.
in i;|,i|ngr_
in crmosr.
1
2
3
4
5
6
7
0.0078
0.031
0.070
0.124
0.195
0.280
0.382
0.011
0.022
0.044
0.092
0.152
0.212
0.288
31
32
33
34
35
36
37
7.495
7.985
8.494
9.016
9.555
10.108
10.678
5.872
6.248
6.668
7.060
7.488
7.920
8.364
2
,
8
9
0.499
0.631
0.380
0.488
38
39
11.263
11.863
8.820
9.300
il
10
0.780
0.612
40
12.480
9.788
11
12
13
0.943
1.123
1.318
0.732
0.868
1.020
41
42
43
13.111
13.759
14.422
10.276
10.776
11.300
,
'
14
1.528
1.188
44
15.100
11.836
15
16
17
1.755
1.996
2.254
1.368
1.556
1.750
45
46
47
15.795
16.504
17.230
12.384
12.936
13.504
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
2.527
2.815
3.120
3.439
3.775
4.126
4.482
4.875
5272
5.686
6.115
6.559
7.020
1.968
48
49
50
55
60
65
70
75
80
85
90
17.971
18.727
19.500
23.595
28.080
32.955
38.220
43.875
49.920
56.355
63.180
70.395
78,000
14.080
14.680
15.292
18.502
22.024
25.842
29.968
33.412
39.160
44.202
49..r
55.210
61.159
l
.i
I
2.200
2.244
2.688
2.944
3.204
3.512
3.816
4.124
4.448
4.784
5136
5.504
100
1
.
'
i
Per mezzo di questa Tabella si pu trovare il peso d'una barra di ferro qualunque:
baster. moltiplicare la lunghezza di questa per il numero della, Tabella corrispondente
al lato del quadrato della sua sezione o per il diametro della sua base, se cilindrica.
1' Esempio. - Qual il peso di una barra quadrata di metri 3,50 di lunghezza e
40 millimetri di lato?
Soluz. Si avr 12,480x 3111,50 : Chilogr. 43,68.
mero essendo compreso tra 46 e 47 della Tabella, i pesi corrispondenti per una barra di
1 metro di lunghezza sono Chilogr. 16,504 e Chilogr. 17,230.
Si vede facilmente, che il peso corrispondente 16,75 approssimato a 17 Chilogr., e
per conseguenza Cg. i7x2m,25:03. 38,25 peso della barra di sezione rettangolare.
118
Mastici e Leghe accessorie impiegate nelle macchine:
1 Mastico per la ghisa. Il mastice per la ghisa si prepara come segue: si mettono
2 Mastino per la ghisa da usarsi nelle giunture a secco, composto di l Cg. di lima
tura di ghisa grigia. di 160 grammi di or di zolfo e l0 grammi di sale ammoniaco, il
tutto mescolato con dellacquavita sino a formarne una pasta poco dura.
3 Mastico per il piombo. E un semplice miscuglio di cerussa (biacca) e di minio, for
mante una pasta con dellolio di lino, di cui queste materie hanno la propriet di
accelerarne la disseccazione, facendogli assorbire pi rapidamente lossigeno, che esse
non assorbirebbero sole. Questo mastice simpiega- generalmente, con delle foglie di
piombo minute, nelle giunte, che sono destinate ad essere disfatte sovente.
4 Mastico con minio per giunture di rame, chiavi di riscontro, ecc., composto di
1 0g. di minio in polvere ed 1 Chilogr. di cerussa o biacca, formanti una pasta, che
non si attacchi alle dita.
.
5 Maslico con bianco di 'zinco per sostituire il mastico con minio, composto di
l Chilg. di zinco impastato assai consistentemente con dellolio di lino.
6 Mastico Serbat per sostituireil mastico con micio, che si secca un po pi presto.
Si vende belle preparato, ed composto di '72 parti di solfuro di piombo calcinato, 54 parti
di perossido di manganese, e 13 parti dolio di lino.
7 Mastico di calce per giunture grossolane non esposte al calore, fatto con bianco
di Spagna 0 con calce pesta, olio di lino e canapa sminuzzata.
4'
100
150
165
ARTICOLO XXI.
119
La forza, che tende a rompere un corpo, pu agire su di esso in cinque
maniere differenti: 1 tirandolo o per trazione; 2 comprimendolo o per eom-,
pressione; 3 piegandolo o per essione; 4 torcendolo o per torsione; 5 ta
gliandolo o per recisiowe (cisaillement) detta pure di scorrimento. Nel primo
caso la coesione si oppone direttamente alle forze, che stirano il corpo; negli
altri le forze agiscono indirettamente.
106. Resistenza. alla. estensione o trazione. - La resistenza alla
estensiOne, detta pure tenacit o resistenza assoluta, e quella forza, che, te
nendo unite le bre dun corpo, ne impedisce la rottura nel senso longitu
dinalc.
4
Se all'estremit dim'asta o dun lo, sospesi per laltra, sattacca un peso, questo
eserciter uno sforzo di trazione sullasta e sul lo, che li obbligher ad allungarsi e,
quando questo sia abbastanza grande, a strapparsi. Il peso, che baster a questultimo
olfatto, la misura della loro tenacit. Se le aste fatte della stessa materia avranno
una sezione darea doppia, tripla, ecc., anche la tenacit sar doppia, tripla, ecc. La
lunghezza dellasta non inuisce sulla resistenza assoluta di un corpo, e se la sezione
non fosse dappertutto uguale, si considerer sempre la minore.
Perci si dir che la resistenza dei corpi sottoposti allo sforzo di trazione diret
tamente proporzionale alla loro sezione trasversale presa perpendicolare alla loro lun
ghezza.
tende sempre che i materiali siano affatto omogenei. Questo sforzo si valuta poi me
talli e pei legni |/3 , per le pietre l/i del rispettivo modulo di tenacit.
Per maggior sicurezza, quando lo sforzo deve essere sostenuto non temporaria
mente, ma continuamente, si suol limitarldper i metalli ad 110 , per i legni e perle
pietre ad 1/10, per le funi e coraggio ad 1[3 della loro resistenza assoluta.
Prima che un corpo venga strappato da una forza agente nel senso della sua
..
..i.____F___1LXF
Dalla
quale si deduce pure la misura della forza distraente F=Exi, e quella del mo
dulo di elasticit E: L . Osservando la dilatazi0ne prodotta in un corpo qual
siasi da un certo peso si potrebbe calcolare la forza da adoperarsi per distenderlo in
modo da raddoppiarne la lunghezza, se fosse possibile. La forza, che occorrerebbe a que
steeito, posto che l'area della sezione fosse = i, appunto ci che chiamasi il modulo di
P
elasticit: ditl'atti in questipotesi E uguale a -Il-:-x-{-.
1' Esempio. - Qual la sezione duna corda, che deve sostenere 600 Chilog. ?
120
Solar. Il peso, di cui si pu caricarlo con sicurezza essendo Chilg. 325 per centim. q.,
pel diametro medio la supercie della sezione sar
4x1
se Lisin III. ,3.
a_
_ |/
3,
_____
Ma qualora la fune fosse lunga, si dovrebbe prendere delle precauzioni, afnch non
si t0rca; ci, che a poco a poco la indebolirebbe.
2' Esempio. - Qual il peso, che pu sopportare senza alterazione una verga cilin
> drica di ferro del diametro di centim. 2,5?
2
3 Esempio. - Quale sar il peso, che si potr far sostenere nel senso longitudinale
ad una sbarra di ferro rettangolare larga metri 0,03 e spessa metri 0,04?
Solar. Si cerca larea della sezione 0,03x0,04:12 centim. q., la quale moltiplicata
per il coefciente medio di sicurezza, dar centim. 12x050:7800 Chilogr., peso, che
questa sbarra pu sopportare senza essere alterata. Dal su esposto moltiplicando 7800 per
ghezza centim. 4, e si avr 279,25 spessezza cercata. Se invece fosse quadrata, si avrebbe il
lato estraendo la radice quadrata dell'area della sezione trasversale.
5' Esempio. - Qual il carico, che potr sopportare unasta cilindrica di ferro bat
tuto del diametro di 3 centimetri?
zr : ii.
.
2 7,065 centim.
q. Ma per
onde sia capace di resistere ad una forza di [ragione data, si divide la resi
stenza per il coq'ciente della Tabella corrispondente al materiale.
121
TABELLA DELLE RESISTENZE ASSOLUTI! O.DI TRAZIONE
_
QUALIT DEL MATERIALE
L08111.
Rovere
Rovere
Albero
i Abete,
MODULI)
,,
l0lllll.0
,,
ramarri
SICUREZZA
Chilog.
Chilog.
800
600
600 a 700
800 a 900
80
60
60 a '10
80 a 90
400
40
248
1200
6788
104
24,8
12
-67,8
104
699
69,9
800
80
1100
110
1400
690
140
69,9
560
56
720
57
42
160
125
94
72
5,7
4,2
16
12,5
9,4
440
40
300
30
6000
1000
2500
416
4000
666
. Bosso, idem .
; Pero, idem
1 Acajou, idem
. .
'
. .
.
iscorrim'
. . . .
Roverc od
..
abe_te'
i
l
4100
700
3600
600
3500
4500
600
750
diametro .
di diametro
a mill. 1 di
. . . . .
6000
9000
1000
1550
8000
1333
;
. il pi debole di un gran diametro .
Filo di ferro intrecciato o gomene . . . .
5000
3000
l laminato
l
1
,
Filo di
, ferro non
, ricette
medio da 1 a 3 mill. di
dellaquila di mill. 0,23
il pi forte da mill. 0,5
)
diametro .
. .
Catene in
2400
400
ferro dolce
3200
533
1350
1250
225
217
10000
3600
1676
600
7500
1250
l Ghisa di _
ferro grigio
, A_ I www
in piccoli pezzi . . . . . . . .
il pi cattivo in grossi pezzi mal temprato
medio
8,33
500
Rame _ battuto .
-1 - ,
fuso .
lOttone no _
16
. . . . .
2300
2100
0260
3,83
350
433
l
i
2500
417
1340
1260
233
210
l
l0llllL0
v Rame in
. ' .
..
TENACIT
sxoonzzza
Ch1109-
Chil9
2520
420
mi non
7000
- 0m
c
medioil dapiuno
a due. mali.. di. dram..
idem
cattivo
. . .
5000
4000
l Ottone in
!i
l0llULll
.,.
di diametro
. _ .
._ ._ .
8336,67
_
li non
{
di diametro
. . . . .
ricotti
medio, idem . . . . . . . . .
Filo di
crudo non ricotto di millimetri 0,127 di
Mino
diametro
. . . . . . . .
i p
i idem non ricotto
. . . . . . . .
1176
8500
5000
1416
833
.
11000
3400
1033
567
300
50
i Zinco fuso . .
! Zinco laminato .
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
000
500
100
83
Piombo luso . .
128
21
135
22
136
22,7
Piombo laminato .
880
440
di diametro . .
650
325
millimetri di diametro . . . . . . . . .
600
300
550
275
220
l Cordaggi incatramati .
440
420
Pietre.
Basalto dAlveruia. . .
Calcare di Portland
Idem bianca a grano ne
Idem litograca a tessuto
. . . . .
. . . . .
ed omogenea
compatto . .
. . . .
. . . .
'. . . .
. . . .
7700
6000
1440
3080
770
000
144
308
2090
1370
1050
800
229
137
105
80
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
impastato solidamente
idem cattivo .
; Cemenli
i
l.
20
>
210
. .
11,70
,
580
400
420
75
1,17
58
40
42
.
.
900
1500
00
150
7.5
960
95
NB. Dalla Tabella si vede, che la resistenza assoluta dun lo metallico e tanto
maggiore quanto pi desso no.
tirante di abete, che deve resistere ad una trazione continua di 20000 Chilogrammi?
Soluz. Il modulo di sicurezza per il legno dabete da 80 a 90 Chilogr., quindi
in media. 85 Chilogr. per centim. q.; larea della sezione della colonna. sar dunque
123
:235,29 centimetri quadrati, quindi il lato della sezione sar
uguale a.
1500_
colonna sar per, conseguenza il quarto o 25 centimetri quadrati, quindi il diametro
sar uguale a V
:5,64 centimetri.
__ 37so _
Lasezronedellachravarda66
__
23750 Chilogrammi.
/' 5,53x4
__
di ciascuna chiave. Ma siccome in una vite il diametro del cilindro massiccio, che porta
in rilievo il pane della vite, e in media le del diametro esterno, il diametro della
chiocciola uguaglia due volte quello della chiavarda, e laltezza corrisponde al dia
metro del tronco.
4 Esempio. - Quale sar la larghezza, che dovr avere una core gia di cuoio
della s essezza di millimetri 4,50 per resistere ad uno sforzo di 150 Chi 0grammi?
So uz. Una coreggia, che avesse un centimetro quadrato di sezione, potrebbe re
sistere ad una trazione continuata di 20 Chilogr. Dunque per reggere ad uno sforzo
di 150 Chilogr. la sezione della coreggia dovr essere : -2-6- :'7,5 centim. q. Sia ora
o: la lunghezza della coreg ia, avendo questa una spessezza di centim. 0,45, si avr
'
Varii ingegneri impiegano nella pratica per trovare le dimensioni da darsi alle
coreggie la formola seguente: L: l%X_F_, nella quale
esprime la larghezza
per il numero costante 1500, dividendone il prodotto per la velocit: il quoziente esprime
la larghezza della coreggia in centimetri.
Esempio. - Sia F:2 cavalli a vapore, v:3 metri 0 300 centimetri per secondo:
1500x2
si avr L:
:10 centimelri.
300
Questa formola soddisfa mediante le condizioni seguenti: 1 Che la coreggia si svi
luppi senza scivolare sulla puleggia, che avvolge; 2 che non sia suscettibile dallar
garsi notabilmente; 3 che essa resiste allo sforzo di trazione, che deve trasmettere. Si
procurer, che il diametro della puleggia e larco di contatto siano nel rapporto di l a 3.
ARTICOLO XXII.
124
La resistenza alla compressione proporzionale alla sezione trasversale del corpo (1),
come quella di trazione, ma solamente in questa si trascura spesso no ad un certo
punto anche il suo peso, se non aumenta sensibilmente il carico, mentre nella com
pressione entra nella valutazione del carico e modica il coefciente. Per fissare le
dimensioni delle colonne, pilastri, piloni, piedritti, puntelli, speroni, appoggi e sostegni
dogni genere, onde siano capaci a reggere carichi determinati, necessario conoscere
la resistenza allo schiacciamento. Lo stesso dicasi per determinare le dimensioni delle
.varie parti, che compongono le macchine ed i muri degli edici.
112. Per il ferro fuso, quando laltezza sia 4 volte la larghezza, la resistenza
ridotta a le; quando sar 8 volte, ad 1/a; quando 36, ad l/lt; quando 80, ad 1[a .
Secondo il Rondelet un cubo di_quercia caricato secondo la lunghezza delle sue bre
si schiaccia sotto un peso di 385 a 463 Chilogr. per centimetro quadrato della sezione, e
questo peso di rottura resta approssimativamente lo stesso, nch la lunghezza del pezzo
non superi 7 a 8 volte la pi piccola dimensione della sezione trasversale. Linessione inco
minciaavedersi prima delle schiacciamento o della rottura, se la lunghezza del pezzo
abbia i0 a 12 volte la pi piccola dimensione.
Il ferro si comprime sotto un carico di 4945 Chilogr. per centimetro quadrato della
sezione, e sinette prima della rottura, quando la lunghezza del pezzo superi il triplo
1 Esempio. - Qual sar il carico, che pu reggere senza alterarsi una colonna
massiccia di ghisa, il cui diametro di 12 centim., e la cui altezza risulta di 36 volte la sua
grossezza?
'
(i) Quando nel solido la sezione perpendicolare alla forza comprimente varia, s'intender sempre la pl piccola.
' 125
della ghisa essendo di 2500, siavr per resistenza totale 2500x113,0976 :282750 Chilog.
La colonna avendo IalteZza 36 volte maggiore del diametro; la resistenza per lequilibrio,
senza far subire veruna alterazione al sostegno, sar '/.-, del precedente ed uguale quindi
Chilg.
3 Esempio. - Qual sar il peso, che si potr far sopportare con sicurezza ad una
colonna massiccia di ghisa di 8 centimetri di diametro e metri 3,84.daltezza?
Soluz. Si trovi il rapporto fra il diametro e laltezza, il quale risulta come quello del
problema antecedente, oSsia 384 : 8 : 48, perci il coeilciente, che si dovr prendere, sar
2 ,
M
: 50,2654x333 :'16730 Chilogrammi.
4
"
Modulo di restaten_u.
Legni.
Quercia .
. .
Abete rosso o pino .
Abete bianco .
Pino dAmerica .
Olmo
. .
Quercia inglese .
. .
{ 1a fusione
Metalli.ad alto fornello
Ghisa grigia
2l
id.
' .
Rame fuso .
[lame battuto .
Ottone . . .
Stagno colato .
Piombo .
. .
Bronzo da cannoni .
Pietre.
Modulo di sicurezza.
385
462
135
a 463
a 538
a 140
H8
90
271
38
46
13
11
9
27
10000 a 10200
. .
riverbero
. . . .
riverbero
. . . .
a
a
a
a
a
a
40
53
14
1,50
8,50
27,50
2000 a 2050
9900
1060 a 1980
._
11800 a 12400
15000
12500
18000
4945
0522 a 25200
4000
7295
11584
1087
540
25000
2360 a 2480
3000
2500
3600
. 989
1904 a 5040
800
1459
2316,8
217,4
108
5000 '
2m
1
I
9800 a
Basalto .
Pordo .
2000
2450
240
Gneiss .
Granito.
400 a
800
40 a
48
' Marmo .
300 a
1000
30 a
100
70
5 a
Gesso _.
350
50 a
Pietra calcare , .
Arenaria
Mattoni.
Cemento
80
80
40
30
a
a
a
a
1.
400
800
150
60
35
8
8
4
3
a
a
a
a
40
80
15
6
(1) Per il modulo di sicurezza non si devrt tenere. che 1|5 dl questo per i metalli, lo per l legnl o per le
pietre, e soltanto 20 pel muri e per le pietre di cau.
126
La resistenza allo schiacciamento duna colonna duna parete cresce quando
immurata ad unestremit, o tenuta salda nel mezzo, impedendo cosi che essa si pieghi.
Inoltre a parit di supercie la resistenza maggiore quando la sezione circolare,
che non quando sia di forma poligonale. La resistenza duna colonna 0 d'un pilastro
cavi e maggiore di quella di una colonna 0 di un pilastro massicci di pari altezza e
fatti di ugual quantit di materia.
Hodgkinson dopo varii esperimenti conchiuse, che per rompere una colonna massiccia
di ferro l'uso si richiede un carico di 10676 . _
ls,a Chilg., mentre per romperne una cava
necessario un carico di 10676.
da,o _. d13,0
_
I, 3
Cg., nelle quali ci e d esprimono m centim.i
diametri interno ed esterno, ed 1 esprime in cenlim. laltezza della colonna 0 del pilastro.
Per i magazzini e per le botteghe gli architetti stabiliscono ordinariamente due
colonne di ghisa invece dei pilastri di mattone, onde occupare un minore spazio. Le
due colonne sopporteranno allora un peso maggiore di 33,000 Chilogr., e peseranno:
0,785x(08)x2x384x7,20:278 Chilogrammi.
Se invece di due colonne massiccie si impiega una sola colonna vuota del diametro
Ora il peso di una tale colonna avente laltezza di metri 3,84 eguale a
3,84x0,785(16 -14,'75) x7,20 : 91 Chilogrammi.
Questo risultato ci mostra, che havvi un gran risparmio di materiale impiegando le
colonne vuote in luogo delle massiccie.
Nei due casi precedenti non si sono calcolate le modanature della colonna, n lau
mento del diametro verso la sua base, per conseguenza il peso aumenta di circa 1110.
quinto, dun quarto e qualche volta della met quella dei muri. Il peso del muro
si ripartisce su tutti i punti della base, ed evidente che vi sar tanto minore com
pressione, quanto maggiore sar la superficie della base. Oltre questa maggiore spes
sezza, che si d alla base dei muri per assicurarne la stabilit, si da anche al muro
nasce che la stabilit d'un muro diminuisce crescendo la sua altezza, e perci la spes
sezza dei muri dipende dalla loro altezza, perch quanto maggiore sar questaltezza,
fabbricato o la distanza fra gli assi di due muri paralleli, ed A laltezza dei muri:
127
L+'IM , formola, che d la apessezza minima dei muri di facciata nei
24
1 S
0
:_____
fabbricati semplici.
Questa formola conduce alla regola seguente: Aggiungendo alla larghezza del muro
la met della ma altezza e dividendo per 24, il quoziente dar. la spessezza cercata.
24
0'", 6
2 La formula per determinare la spessezza dei muri dei fabbricati doppi diventa
-- ili
N
_-
48
S :
intermedii, i quali non hanno alcun rapporto colla larghezza ed altezza dei muri di
facciata.
Altezza letale
10 metri.
Prendendo la seconda lormola per i fabbricati a due piani:
Il muro di facciata del piano terreno avr una spessczza
:OM,M.
innalza; cosi per il piano terreno bisogna porre nella formola laltezza totale di 10 metri.
mentre per il primo piano l'altezza non che di 10-5:5 metri, e nalmente per
il secondo piano laltezza non che 10-7,50:2m,50.
Secondo Rondelet, la spessezza dei muri isolati varia ordinariamente da 1/n a Via
della loro altezza, e quella dei muri per le abitazioni non deve superare /u della di
stanza fra i loro assi; per queste osservazioni si formata la tavola seguente:
Spessezza
dei muri
di facciala.
Spessezza
dei muri
divisorii.
Speasezza dei
muri di
sparlimeulo. {
l
mai. .
Casa daffitto. .
; Grandi fabbricati
H Grandi edici
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
mai.
0,41 a 0,65
0,65 a 095
mi.
mal.
0,43 a 0,54
0,54 a 0,65
mal.
mal.
0,32 a 0,48
0,41 a 0,54 ;
,7-_
Secondo il Bedtenbacher le grossezze da darsiai muri di una casa o dun palazzo si
possono calcolare colle seguenti formale, chiamando I la larghezza del febbricola, ai , tu,
in le altezze dei piani, che lo compongono, si, sg, sa le spessezze del muro corrispondenti
ai singoli piani: 812% +_;l-; s;:-IO- +-a-l-ggl ; sir-T:)- + iggi'l.
128
_ 2 .roblema. - Qual diametro dovr darsi a una colonna di ghisa alta 4 metri
destinata a sostenere un peso di 15000 Chilogramm'i?
_
'
.
hisa.
dellaltezza, bisogner in tal caso ridurre ad I/|5 il carico indicato, cio ritenere il modulo
di resistenza uguale a 133 Chilogr. Afnch la. colonna regga ad un carico di 15000 0g.
di ghisa di 15 cent. di diametro, la cui altezza di m.%30, ospita. 30 volte il suo diametro?
di nesta sezione sar dun ne uguale a 2x20z + 2t12-227}2 OVVGP0 24040 + 2421'742
: z-4a metri quadr.
a il modulo di sicurezza della resistenza duna buona pietra
calcare pu ritenersr di 500 Chilogr. per ogni cent. q. .Quindi per una Sicurezza 20
volte maggiore si caricher ogni metro q. di -r_xz _:250000 Chilg., e la sezione
calcolata potr reg ere a (64z-4x)250000 Chilogr. Ma secondo il nostro problema essa
deve sostenere
Chilo r.; ereio si avr l'equazione:
250000 (04:: - 425 29800000
ossia
. .
quindi
,.
l6z-z:8;
16x 8 + x:,
a:16 .
a: :.16 + _
7
i
'
'
resistenza. quando "la colonna e alta 48 volte), e V 1)l,;ss-g_ :15 cent., diametro cercato.
.
A
.
i
ARTICOLO XXIII.
129
115. DellAsse neutro. - Incominciamo a considerare una barra o trave AB (Fig. 88)
disposta orizzontalmente, incastrata ad unestre
Fig. 89.
116. Del Momento di rottura. - Ammettendo che la forza di ciascuna bra, ovvero
per ciascuna unit superciale della sezione, che si oppone allo spezzamento o rottura (sia
per trazione, sia per pressione) sia in qualunque punto della supercie la stessa uguale
a p, o piuttosto la resistenza media delle diverse bre, allora su tutta la trave agir una
forza Sp, indicando con S larea della sezione. evidente per s stesso, che la risultante
di questo sistema di forze parallele passer pel centro di gravit della sezione, epperci
alla met dellaltezza CD, quando la sezione sia rettangolare, circolare, od in generale abbia
una forma regolare. Perci la resistenza opposta dal corpo allo spezzamento non sar altro
che la risultante delle singole bre.
17
130
Supponendo sempre la sezione rettangolare avremo S :b><a, indicando con b la base
della sezione, e con a laltezza o spessezza della trave. La forza P applicata in A ha dunque
da superare in una trave rettangolare una resistenza totale Sp:bxaxp applicata alla
.
1
a
d|slanza CD
dal centro di rotazioneC: ed quindi, giusta il N 5l, che, onde
sussista lequilibrio, vale a dire. che non si produca rotazione intorno al punto C. il
momento statico o di rotazione della forza P dovr eguagliare quello della resistenza,
.
.
a
.
.
. .
. .
.
oss:a dovra essere PxAC:bxapr-g. La somma (ll questi momenti dmesr Il momento da
resistenza alla rottura. La rottura avviene quando il momento della forza P ossia PXI
giunge a superare il momento di resistenza suddetto. AC :l lunghezza.
e che pu chiamarsi modulo di resistenza relativa alla bra superiore. Indicando con E
i momenti di resistenza alla rottura E: lf),-><ba":
ga-4
minore a laltezza.
K
P :_
a
a3
x .
t
' 6
t/ 2
5
12
a
6 Se la sezione un circolo, si ha E :
. .
K
1!de
d ndrametm
' al S:. avra'-' P :g
32 x h--V-_.
1
.
.
K
d-d"
. . _ Kw d-d'i
si avra E:-3-2- r X(-T), e qumdt Pw3-Qr md
.
'
K >< ba
'
'
2.
a l \ asse maggiore
e b lasso
minore,
5]. .avr
I )_.
__ __
32Xfl
x -_--l_x--.
b(a3-a')
E__
___,,_
6 x
___._.__
b(a3-a'3)
,equmanm
-_-_--__--_---I
6
lxa
a
I
11
b,' a 'Ih.
>< -a-+-l:-vll
b 3 b '3__ la
12 Per una sezione a doppio T si trova E=-t!
3___ 13 ' (Vedi nota 2, pag. 132).
> e quindi P:-l6(- x biaj
-(El-al
bxa3
b'a'3
K.
6
a
a 3
_ d)b.
3
eP:;K_se0,589d b +b(a 5_ d)b+(a
6
axl
diametro doppio di unaltra,-pu portare a parit di lunghezza un peso otto volte maggiore,
e, se triplo, ventisette volte maggiore. Cos se il lato od il diametro sia 4 per uno di questi
corpi e 5 per un altro, le rispettive resistenze staranno tra loro come 41.: 53 :: 64 : 125.
2 Le resistenze di due barre o travi di egual lunghezza aventi sezioni rettangolari
diverse stanno fra loro come le larghezza e come i quadrati delle altezze di queste sezioni.
Un esempio potr chiarire meglio la cosa.
Esempio. - Se 1000 Chilogr. sono portati da una trave di 12 centim. di altezza ed 8
di larghezza, qual peso potrebbe portare una trave della medesima materia e lunghezza,
alto 9 centimetri e largo 7?
.
.
7
92
Soluz. Dalle su esposte regole sx avra 1000x x : 492 Chilogrammi.
3 Se una trave di sezione rettangolare invece di essere posta col lato maggiore della
sezione in piano si mette col lato minore, la sua resistenza cambia nel rapporto fra la lar
ghezza e laltezza.
4 Per sezioni di aree uguali la resistenza di una barra cilindrica sta a quella di una
barra quadrata come 5 a 6. Lo stesso rapporto deve esistere tra il lato del quadrato edil
diametro, se le due barre dovessero presentare la stessa resistenza.
132
5' La resistenza di una trave tubulare di lamiera a sezione quadrata sta a quella di un
tubo circolare, il cui diametro sia di spessezza uguale al lato del primo, e di eguale spessezza
come 1623w221 10,59 ad ugual supercie di sezione come 4 : 3 :: l :0,75.
6' Nei travi vuoti cilindrici od elittici di egual lunghezza, di cui la spessezza della parete
sia piccola rispetto al diametro, le resistenze stanno come le aree delle sezioni perle rispet
tive altezze. Per cui, se un tubo circolare, ad uguale spessezza di parete, ha un diametro
doppio di un altro, anche doppia la sua sezione, e quadrupla la sua resistenza.
7' Le resistenze di due travi simili stanno come i quadrati delle loro dimensioni
lineari, ossia come le supercie delle loro sezioni.
esterne; dordinario per il diametro interno dei tubi di ghisa non si fa maggiore di 5/c del
diametro esterno (Vedi Dei Tubi).
9 Da quanto si disse risulta, che le macchine simili e fatte col medesimo materiale
sono relativamente tanto pi resistenti, quanto pi sono piccole, perch i loro pesi stanno
come i cubi delle dimensioni lineari, mentre le resistenze stanno come i quadrati di esse (i).
117. Sezioni pi convenienti. - Ancorch la resistenza di una trave sia tanto mag
giore quantov pi grande ne sia la sezione, vi sono per alcune circostanze da considerare,
le quali inuiscono particolarmente sulla resistenza alla essione, e, a pari grandezza
resiste meglio di un altro della stessa materia e della stessa supercie di sezione avente
la sezione circolare o rettangolare piena.
2 Della giacitura. Anche il modo di giacere dun corpo soggetto allo sforzo di essione
varia la resistenza. Un corpo a sezione rettangolare, ad esempio, resiste molto di pi, se
messo in costa che in piatto, cio col lato maggiore verticale ed il minore orizzontale. Lo
stesso dicasi, se avesse la sezione quadrata di egual supercie: lo sforzo, che potr reggere,
sar sempre minore della stessa supercie di forma rettangola messa col lato maggiore ver
ticale. Lo stesso pu dirsi inne di una sezione elittica in confronto di una sezione circolare.
3 Del modo, con cui viene applicato il carico, cio passa una diil'erenza nella resistenza
della trave, come vedremo pi innanzi, dallessere questa caricata allestremit, nel mezzo,
4" Del genere dappoggio. Ha pure molta importanza il luogo ed il modo, con cui il corpo
tenuto soggetto allo sforzo.
4
118. Condizioni per avere una buona Sezione. _ Le principali condizioni per
avere una buona sezione si possono ridurre alle seguenti:
1' La materia deyessere pi che possibile allontanata dallasse neutro (2);
2' Quando il materiale, di cui si compone il corpo, presenta la stessa resistenza alla
estensione come alla compressione, la materia deveessere simmetricamente disposta in
torno allasse neutro;
(i) Supposta una macchina qualunque A lalta ad una scala tripla di una macchina B; ogni sua parte peser 27
volte la parte corrispondente della macchina B, ma sar soltanto 9 volte pi resistente.
(2) Faibarin, ingegnere inglese, che costrussei primi bastimcnti in lamina di ferro,
considerando che la ghisa presenta una grande resistenza allo schiacciamento ed una
debole resistenza alla rottura per essione, per mezzo della teoria e dell'esperienza
stabili, che la forma pi conveniente da darsi a travi di ghisa quella di un doppio 1,
le cui proporzioni medie sono indicate dalla Fig. i023, disponendo il nervo maggiore
nel senso della maggior trazione, ed il minore nel senso dello schiacciamento, di
pendente dal modo, con cui la trave sar sostenuta e caricata, quindi facendo la
Fig_ 05.
133
3 Se la resistenza alla compressione supera quella allestensione, si dovr dare al
corpo nella parte, che soggetta ad allungarsi. un corrispondente aumento di sezione.
secondo il modo, con cui sono caricati. - Supponendo che il peso "agisca per
pendicolarmente alla lunghezza, ed indicando con P Chilg. il carico corrispondente
alla rottura (per centimetro quadrato), che ha luogo nel punto del corpo ove lesten
r\\\_ \g\ \\
->
E
-L
P-T,
E
3 il prisma incastrato agli estremi e caricato
nel mezzo:
E
P=8T
5
_E
1
(i) SI ha una lei sezione dividendo il diametro del tronco in tre parti uguali, indi
conducendo dal punti di divisione C e D (Fig. iii) le perpendicolari CE e DF, ed inne
congiungenalo tra loro mediante retle i punti A, E, B ed F della circonferenza. il rettan
golo AEBF sar la sezione della trave di maggior resistenza, che si pu ricavare da quel
tronco d'albero. Infatti facciamo AB=d, AE:BF=b ed AF:az pel noto teorema di
geometria, che nei 11' , ' , " _., ' n
4 dall J ' retto una perpendicolan
sullipotenusa, essa e media proporzionale fra i due segmenti di questa, e ciascun calcio
il medio proporzionale In tutto l'ipotenusa ed il suo segmento adiacente, si avr la pro
d
da
porzione AC:AE::AE:AB ovvero ; b:: I: : d; quindi M: -5-. Ma si ha pure
d
AD:AF::AF:AB, cio
idi
di
2d2
M:a:z _3 : -3-
Fig.iii.
come
E
|
1
E
P:8 T ;
m + n: I:
tI
P:_X->.
ma
Da queste espressioni risulta, che i pesi capaci di produrre la rottura nei nove
casi considerati superiormente stanno fra loro, seguendo lo stesso ordine, come
'
1:2 : 4 : 4 : 8?8: 12: -"_n : ! , cio una trave nella condizione del secondo caso porta
il doppio del peso, che porterebbe nelle condizioni del primo, nel terzo quattro volte<
il primo, ecc. Volendo tener conto del peso p della trave, supposta costante la sua
densit e la sua sezione, si metter P + /2 p invece di P. Se la trave avesse la forma
curvilinea o duna leva ad angolo (N 55), ovvero fosse disposta obliquamente, si pren
deranno come bracci di levale distanze orizzontali fra i punti dappoggio e quelli
_ ---_-,_ -
rispondono alla rottura, nelle applicazioni se ne dovr prendere solo 1li pel legni, lla poi
MODULO
di
assrsrsnza
Le 0 di faggio
diif quercia -.
abete
r_" .
700 5 1100
70 a 100
550 a 1000
55 a
500 a 900
55 a, 90
se;
.I.<r .
Ghisa
Pietra calcare .
', Pietra arenaria
_- r Mattoni. ?:! .
,
. "
Ferro lavorato.
MODULO
_
di
3 f
SICUREZZA
."5-. _-."' .
. A pinood abe'te'osso.
;piho'.
tifi-33.1 '4}
:
7 f'."-"**W
480 a 1200
48 a 120 ,
480 a 960
48 a
96
400 a 800
40 a
80 -.
170034000
. . .
4000 a 6000
. .
. .
.
.
.
.
.
.
.
.
.
. ..
ix.i_ _'
. ",,_,,g.
150
48 a
40 a
120
55
13 a
23
600a1300 1
>
1300 a 2000
12 age-530
_ 10 a - 14
|
i
3 a
135
Ponendo i valori di E del N 116, secondo le varie forme delle sezioni della trave
nelle formole del N' 119, corrispondenti al modo, con cui le travi sono caricate, pog
, ed il carico uniformemente
distribuito su-ttta la sua lunghezza, si avrebbe dalla 2 formula del N' 119:
20X30X70
.
Chll0gl'.
'
J.
bxaxK
Soluz. Non tenendo conto del peso, dellalbero avremo P:4 x _E- ossia
l
vrde3
..
.
.
.
.
P:4-W , e prendendo il valore di K uguale a 500 Chilogrammi, per cm
P:4>< 3143);@ X 29%(2L29- :5509 Chilogr. Quando si volesse farvi entrare il
peso dellalbero, si avr r:0,10; onde la sezione dellalbero sar uguale a
REGOLE PRATICHE,
alle regole
pratiche
seguenti:
V - Le formole su esposte conducono
'
136
cando il carico espresso in Chilogrammi per la sua lunghezza espressa in
centimetri, dividendo questo prodotto pel cogciente numerico di resistenza
(variabile secondo la materia), e la radice cubica del quoziente esprimer in
centimetri il lato del quadrato ovvero il diametro del circolo della sezione.
Esercizil sulla Resistenza. di Flesslone.
.
bxa*xK e facendo _ K:2000 Chilogr.
.
Soluz. Applicando
la formata P-efl;6-avremo
_ 3x6x3x2000 _
P -
"320 Chilogr.
'
2 Problema. - Quali saranno le dimensioni da assegnarsi alle travi di quercia
di un ranaio incastrato alle due estremit, essendo la. camera lunga 9 metri, e sup
;ed
6x7xl
6X7X90
a ___M..
a __ V 5280x6x'7x90
12x15_- :0,2217, onde b sar uguale a 0,154 circa.
_
3u Problema. - Una trave di ghisa appog lata alle due estremit avente la forma
dl un doppio T, come il N 12" a pag. 131, nel a quale a sia :metri 0,36, b:0,30,
a:0,24, ':0,09 ed 1:10.80, caricandola nel mezzo qual peso potr sopportare, com
preso anche il suo proprio?
Soluz. Dalla formola 6 del N" 116 e dalla 12a del N" 119 si ha
b'a'3+ b(a-a")
P:4x-__ax
y__
9x%3+30(363-245)
1000
_
_
.
36x1080
X
6
- 19022 Chilogr., alla quale si
32 150
,
:48 cent., e, facendo a:3 c.,
3 _.
Per lo stesso materiale, posto nelle stesse condizioni, ma con sezione quadrata, si
avr b:zlx_o :48 cent., 0 b : |/1: centim. 3,6, lato della sezione quadrata
della barra.
ARTICOLO XXIV.
120. - Dioonsi solidi di ugual resistenza quei solidi, che per la lor forma
particolare, ancorch non abbiano in tutta la loro lunghezza la medesima
sezione, hanno per la stessa. resistenza alla essione.
137
v 121. - Siccome in una trave cilindrica o prismatica la rottura avviene nella sezione
dincastramento, ne segue, che se un corpo CAB, la. cui lunghezza sia l, incastrato in
BO dovr sostenere alla sua estremit A un carico P, lo
sforzo di questo carico sar maggiore sopra BO che sulle
altre parti. Suppongasi AD:
_: il momento di rottura
Ne viene per
conseguenza, che non occorre che un corpo caricato in questa guisa abbia dappertutto
unegual sezione, giacch si potr. diminuire sempre pi collavvicinarsi al punto dap
plicazione del carico, e perci baster, che la resistenza in D sia uguale ad un quarto e
quella in E ad un nono della resistenza calcolata in BC. Quando il corpo dovesse avere
dappertutto uguale laltezza o la spessezza, la larghezza in I) baster che sia 1/t e quella.
in E 1le della larghezza alla sezione BO, onde presentare su tutta la sua lunghezza la
robustezza conveniente.
Nel caso contrario, cio quando si voglia tenere la larghezza uniforme, che il
reso pi comune, bisogner variare laltezza, riducendola in D alla met ed in E ad
una terza parte di BO. Si ha quindi che le resistenze di due travi di egual larghezza
stanno come i quadrati delle loro altezze; e quelle di due travi di egual altezza stanno
come i quadrati delle loro larghezze. Essendo la resistenza : 1/2 x 1le :1/i (N 116),
quando laltezza sia la met, : /a x /a : I/a quando laltezza sia uguale .ad lla .
Perci le altezze corrispondenti alle distanze /a b saranno uguali ad axl/ ; aXt/ T/ ;
(6Xl/ '/z , ecc. Colle altezze trovate con questa regola costruendo m n, op ecc., ed il
profilo longitudinale di una sezione longitudinale del solido incastrato, questa linea
sar una parabola (N 40). A tal eetto si d la forma parabolico. alle sezioni longitu
dinali, alle mensole dei balconi, ai bilancieri, alle leve, ecc. (N 59), poich oltre del
Nei solidi di ugual resistenza contro la rottura per llessione, ammettendo che una
delle estremit sia incastrata e laltra libera e caricata, negligendo il loro peso in tutta la
lunghezza , essendo la larghezza :b, laltezza al
, e perci, se se sar
'
(1) Esempio. - Quale sar la forma duna trave, la cui massima sezione ha un'altezza nel punto d'incastramento
BC (Fig. 111) di metri 0,20, una lunghezza di 5 metri ed una larghezza 514 dell'altezza, cio di 15 centimetri?
Soluz. Si avr per le distanze orizzontali di 1 50 100 200 500 100
Id.
altezze di . . . . y 9,3 11,7 11,7 16,9 18,6
500 centimetri
20
id.
Id.
larghezza di .
5/1 il 7,0 8,8 11,0 12,6 15,9
15
id.
(2) Vedi nella 1* parte del nostro Coaso n| DISISGNO Gzonrrmco, Ne 297-298, pag. 51, 'luv. VIII, Fig.16, 17,18.
18
J _
seguente formola: PII-Kbblz, y:hl/if,
3_
z .-.. b
'
6
AA,':% h; EE, :/_3 b.
La Fig.119 rappresenta un solido di rivoluzione dugual
ARTICOLO XXV.
Resistenza alla Recisone.
139
chiameremo resistenza alla recisione (1). Questa resistenza ha luogo quando
un solido sottomesso ad uno sforzo trasversale e ritenuto in tal guisa che
la rottura non pu effettuarsi se non per l'intiero scorrimento delle faccie una
sull'altra tagliandole secondo un piano comune, ovvero la resistenza, che
oppongono le diverse molecole dun solido allazione delle forze parallele alla
sua sezione trasversale senza esercitare n compressione n estensione.
Unabrasione o recisione di questo genere avvienenella foratura
delle lamiere, nella tagliatura delle barre di ferro per mezzo delle
cesoie, colle quali la recisione delle parti molecolari si effettua senza
scossa o rottura, perci le due parti del solido non si possono sepa
rare che scorrendo le une contro le altre, come avviene pure nella
recisione delle teste dei chiodi AA' (Fig. 1%) congiungenti due
lamiere prodotta dalla forza, che tende a fare strisciare le lamiere
una sullaltra. Questa resistenza proporzionale alla supercie reciso,
giunzione.
calcolare che sui /3 o sui 3/4 al pi della resistenza per trazione. Essa
rappresentata dalla formula SXR:T, chiamando con T lo sforzo
parallelo alla sezione, con 8 e con R' la resistenza alla recisione per
unit di sezione o coellcientc di recisione.
trazione e per compressione, come si disse superiormente. Per i corpi brosi invece
varia, e si possono ritenere nella pratica i seguenti dati per unit, cio per ogni
metro quadrato di supercie della sezione presa perpendicolare alle fibre:
Per il legno di quercia.
.
.
.
.
.
150000 Chilogrammi.
Id.
di abete .
.
.
.
.
.
130000
id.
In riguardo ai chiodi per le caldaie e per le lastre inchiodate a caldo suscettibili, per la
contrazione delle teste rall'reddandosi, di stringere fortemente le parti, che si vogliono
riunire, si presenta una forza addizionale per lattrito delle parti chiuse. Cosi disposti
parrebbe, che questi chiodi non cedessero che sotto uno sforzo eguale a quello, che li farebbe
rompere longitudinalmente (Vedi Della Costruzione delle Caldaie).
(1) Qualcuno la chiama resistenza allo scorrimento. Nei corpl solidi brosi lo scorrimento pu effettuarsi in due
modi dierenlt, cio longitudinalmente o trasversalmente, secondo che la rottura riesce perpendicolare alle bre,
ovvero nel senso di esse.
140
ARTICOLO XXVI.
Gli alberi ed i loro pernii, oltre di andar soggetti alla pressione del carico applicatori
dalle ruote, patiscono lazione delle forze, che ne producono il molo sul rispettivo asse e
tendono a torcerli, cio a piegarne in linee spirali le bre nella loro posizione naturale e
parallela allasse, onde al girare dellalbero il suo estremo passa in altra posizione e quindi
la bra viene distesa ed allungata con una certa forza, diminuendo la sezione ed inde
essendo che le bre saranno soggette ad una tensione uniforme in tutta la loro lunghezza;
epperci la lunghezza del corpo non dovrebbe inuire sulla sua resistenza alla torsione,
ma nella pratica un albero pi lungo si rompe pi facilmente, bench resiste ad un mag
giore incurvamento delle bre.
Nei solidi sottoposti ad uno sforzo di torsione la resistenza non dipende dalla gran
dezza della sezione retta, e perci non cresce in ragione diretta di essa, ma, come nella
resistenza alla essione, proporzionale al cubo del lato della sezione o del raggio o del
diametro dellalbero, essendoch, come nello spezzamento, qui si dovr rompere una
doppia, tripla, quadrupla... quantit di bre, ma, col divenire doppia, tripla, quadrupla...
la sezione, anche la distanza dallasse di rotazione diventer doppia, tripla, quadrupla,
e lalbero prender una resistenza doppia, tripla, quadrupla... (momento di resistenza). Si
avr quindi che la resistenza per torsione d'un albero cilindrico varier in proporzione del
prodotto della sua sezione fr><rl moltiplicato per il suo raggio o per il suo diametro.
Seguendo ora con K il modulo di resistenza alla torsione, ossia la forza, che basta a
lacerare una bra superciale di un corpo, la cui sezione sia uguale allunit di area, col
calcolo superiore si tram, che la resistenza dun cilindro alla torsione espressa da
3 ovvero, impiegando il diametro d, da
3
'l ,....s _ \.
Infatti chia
I\]_v"r,'
>
i-s
E
de3XK
Flg. 125.
P><a : ---1-6-" ,
a____
"Xd3xK
da
cui
rwavasr
P :
16xa
d_l/ 16><an
wa
141
.
Per una sezione quadrata di lato l, sul quale il contrasto si esercita col braccio di
.
.
l3 .
.
.
azione di lunghezza a, si avr P:%; il lato della sezione per remstere ad un dato
a
sforzo di torsione, cio l, si ricava dellequazione stessa, e sar l':l/
4Po
K .
16
ed /33 per il ferro l'uso, ed estraendo quindi la V;K' , si ha per un albero cilindrico
a ,_M_
3 __
coeciente pel cubo del lato della sezione diviso pel quadruplo del braccio dazione della
forza di contrasto alla torsione medesima.
I valori assegnati dallesperienza. per ogni centimetro quadrato di sezione al coef
ciente di rottura per torsione K, bench i vaii esperimentatori siano poco daccordo
fra loro, sarebbero i seguenti:
Per il legno di quercia
Id.
faggio
Id.
frassino
Per il ferro battuto
.
Id.
fuso .
.
.
.
280 Chilogr.
320
id.
.
.
.
.
.
.
.
. . .
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
480
4500
3000
id.
id.
id.
_ dK _ 1(0,15)x5000000 _
'
.
16X1)20
H14065,5 Chilogr.
Soluz. Applicando la formula P _ 16x _
2' Esempio. - Quale sara il diametro di una barra, che deve rompersi sotto il
carico di 1000 Chilogrammi, agendo allestremit d'una leva di metri 0,45 di raggio?
z ______
3 H.zm
16><an _
16x1000x0,45 _0129
)
Soluz. Si avr dalla formola d : V
erK
_'
3,1416x5000000 _
'
3 Esempio. - Sopra un albero di ghisa di metri 0,18 di diametro sia una ruota
di metri 0,45 di diametro: che peso si dovr applicare all'estremit del raggio di questa
meta per far girare lalbero?
di
-0385><45
potenza richiesta.
con a il suo braccio di leva, con l il lato della sezione se il prisma. ha per base un
quadrato, con d il diametro dun corpo se un cilindro, o quello del circolo inscritto
142
_
F 0 B M A.
MATERIE
della
sezmnr. raasvrnsauz
tw
LEGGIERI
___. _ ___._..
, Quadrato
P
13 : 31_5W
[
Leg"
Pa
Po
P -157 )(-)
3_
w.
52 423
,;
Pa
Ferro 0 ghisa .
Circolare
.-.-.
.
_fvsfr_*-_mis___.
.
!
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_
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a
43:282-W
dIm-Ux
'
Pa
.
Pa
3.: _T_di: .-__
43 038
21 819
F erroog h_1sa . -_*:_-__-----,
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Ferro 0 ghisa .
.
Pa
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Le no
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Legno .
./
. .
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I
,_
a
_n-3u
p
da-__f__
_37972_t
V?
"
18986 ,
7 i
_ l
1 Problema. -- Qual sar il diametro dun albero in ferro, sul quale sta ssa
una manovella di m. 0,40, allestremit della quale deve agire una forza P:140 Cg.'.'
Soluz. Applicando la l'ormola superiore avremo, prendendo il valore di K venti
1631460-25'
1 0 :m. 0,1081.
2 Problema. - Qual sar il lato dun albero di legno di quercia di sezione qua
drata, sul quale deve agire una forza P:350 Chilogr. alla distanza di metri 1,30?
Soluz. Prendendo il valore (i K:28, ossia un valore 10 volte minore del coef
ciente di rottura, si avr l':
%IY2.LIIIL 0,39l0.
. della glrossezza di 18 centimetri, se questa dovr agire sulla circonferenza duna ruota
di me 1 0,45 ?
da
P:
16 x0,45
16 x045
- Cg. 9110,4555.
4 Problema. - Serveudosi delle formole date dal Moria, quale sarebbe il lato
da assegnarsi ad un albero in ghisa di sezione quadrata, il quale deve trasmettere
uno sforzo di 45,000 Chilg. operando allestremit di un braccio di leva lungo 111. 1,20?
Pa
,,_45000x1.20,
" 315000 ,_
*
3 __.__ __
45000><120
315000 _
V45x1,_20_
315 m 082
'
W'/amf\camvf
143
TITOLO I.
ARTICOLO i.
chine, nelle quali oltre alla precisione del lavoro si deve ancora tener conto del c'en
sumo del materiale (2).
'
Le intersezioni delle supercie cilindriche o coniche sono curve, piane, ovvero a
doppia curvatura, secondo i casi; esse hanno importanti applicazioni nella costruzione
delle caldaie a vapore, nei tubi, nelle chiavi per lacqua, ecc. Il problema della loro
determinazione consiste nel cercare un punto qualunque di queste curve, indi ripe
tere la stessa costruzione per tutti gli altri.
1 Problema. - Determinare la curva d'interazione di due cilindri retti di uguale
diametro, i loro assi OH ed LK essendo posti sullo stesso piano e perpendicolari fra loro (3).
0
(t) Si chiamano linee a doppia curvatura quelle, I cui punti non sono tutti posti nello stesso piano.
(2) Noi supponiamo nel nostro lettore la conoscenza dei primi elementi della Geometria descrittiva, o che abbia
per lo meno studlato le proiezioni del nostro Coaso m Dlsscno Geonmmo, nozionl Indispensabili a chi vuole
occuparsi del disegno delle macchine, e disegnato i primi ordini d'architettura del Vignola. Onde Il disegno sia
rompiuto, specialmente nell'industria, allesallezza matematica deve unirsi la grazia artistica, privo della quale non
uri che una combinazione di linee tracciate da uno strumento automatico qualunque; oppure nel nostro paese
artistico per cecellenza si trovano non pochil che Il disegno l'intendono cos con grave danno della nostra
I'PUBIOIG
(3) Per facilitare agli alunni la distribuzione delle Figure come nelle nostre tavole, si sono segnate in margine
le distanze tra gli assi, partendo della cornice, in millimetri, al naturale. Onde al troveranno tutte le altre distanze
-tabilendo la proporzione segnata nell'angolo Interiore della tavola stessa. dicendo 522 millimetri lunghezza ab della
nostra tavola sia a 2t9 altezza no come la lunghezza della tavola da disegnarei sta alla sua altezza, e questa alla
"stanza dell'asse ovvero della linea di terra della gura da disegnarai.
Esempio. - Nel Il. Istituto Tecnico Professionale di Torino stabilito, che tutti Idisegni del corso debbano
uvere lo stesso formato, che di 475 millimetri per 325 di cornice Interna. Perci colla proporzione indicata supe
riormente viabiliremo lasse della l- Figura dicendo: la lunghezza ab del disegno originale sto alla lunghezza di
B75 millimetri del disegno da farsi come le distanza della cornice all'asse della I' Figura di 39 millimetri sta alla
cercata, e si avr: 525 : 475 :: 39 : a-; 1257,32 millimetri, distanza dall'asse alla cornice della II Figura. Nello
vstesso modo si operer per avere le altre distanze.
144
TAVOLA I
Figura I e 2.
roiette
ranno verticalmente con due rette perpendicolari, che s'incontreranno in H'. creando
i varii punti della curva si riconoscer. facilmente che essi sono due piani perpen
dicolari fra loro e al piano verticale di roiezione, e le curve saranno due elissi uguali.
Si troverannoi varii
cc'd, ee'f, paralleli ai oro assi, i quali taglieranno i cilindri secondo le loro generatrici.
Per maggior regolarit si supporre. ripiegata la met. della base del cilindro NL'P sul
piano verticale, e si divider a sua circonferenza in un certo numero di parti uguali,
per esempio in cinque, come NLP, Na", a'e", e"e",
pei quali si condurranno
far nel piano orizzontale, notando, che la proiezione della retta NO sia rappresentata
da NO'; perci le divisioni, che incominciano dal punto N nella proiezione verticale,
nella prorezione orizzontale incomincieranno dal punto N", essendo in detta proiezione
rappresentata da LK, che coincide con N'O'. Le traccie dei piani a"'c"" nella reiezione
orizzontale incontrando il circolo AH B, proiezione orizzontale del cilindro, ver icalmente
nei punti 0'", a'", sinnalzeranno tante linee parallele allasse, che saranno pure le traccie
di altrettanti piani, i quali incontrando le rette ce"aa" daranno i punt1ll', c, a', che
saranno quelli dintersezione dei due cilindri. Continuando nella stessa guisa si trover
una serie di punti, i quali uniti fra loro costituiranno la linea di penetrazrone domandata.
Fig. 5 e i.
un angolo di 45 gradi (Fig. 4), si sser lasse 00', poi, innalzato. dal punto H" una
retta a lui parallela incontrando la LK, questa determiner il unto H' dinterse
zione delle due curve formate dalla penetrazione dei due cilin r1; operando nella
stessa guisa si otterranno i punti 0', a', ecc., che uniti fra loro come nel problema
antecedente ed innalzato tutte le altre traccie dei piani aralleli a Klf, che incontrano
quelle dei piani paralleli alla linea di terra, daranno al rettantt_puntr della curva, che
a fare la proiezione obliquo di due eltssi iv. il DISEGNO Gnomnrraroo pa . 88, 'lav. XV,
Fig. 19, dove si tratta di un circolo, ma uttavia il metodo lo stesso .
doppia curvatura. Conducendo una retta aa'c'db qualunque, come nelle Fi ure antece
denti, e, considerando questa retta come la tracma d'un piano parallelo ag 1 assi nelle
due proiezioni, questo ta lier il cilindro verticale nella proiezione orizzontale secondo
le generatrici a"c". Si 0 err la proiezione verticale di queste ultime immaginandosi
il lpiano della base NP ripiegato sul piano verticale; per cui ai descriver il semicircolo
N P collo stesso raggio del cilindro, di cui rappresenta la base dai punt' , g, ecc.
si condurranno tante parallele allasse IK, che saranno pure parallele alla
neratrice,
ed altrettanti piani, che incontrando il cilindro ed in ari tempo quelli disposti secondo
la generatrice el cilindro verticale determineranno a trettantr punti dincontro della
penetrazione dei due cilindri, e proiettando i punti i' o k' si avranno sullasse IK _'i
punti i e il, che saranno i vertici della curva di penetrazione.
4 Problema. - Determinare lintersezione di due cilindri retti di digerente diametro,
Fig. 7 e 8.
che si compenetrano ad angolo retto ed hanno gli assi nello stesso piano, supponendo
che il cilindro parallelo al piano orizzontale ma inclinato sul piano di proiezione ver
ticale di 53 gradi.
Salite. Supponendo che anche questi due cilindri siano gli stessi del problema re
cedente, di cui abbiamo gi le due proiezioni, si dispon a la proiezione orizzon ale
0'
formi un angolo di 53
gradi col piano verticale di proiezione; per lasse 00' si effettuer la prorezxone ver
leale facendo correre le linee dalle prorezioni il" come nelle Fig. 5 e 6, e cosi si otter
ranno dai varii
Flngl0
unti dincontro e, i, m le proiezioni dei due ci indri delle Fig. '7 e8,
, KH
145
qualunque, si condurranno le rette secondo le generatrici del cilindro dt, fa, le quali,
incontrando quelle sul cilindro maggiore, daranno ipunti m, a, n; queste saranno
le traccie di altrettanti piani paralleli allasse del cilindro e perci alla generatrice, i
uali incontreranno quelli condotti nellaltro cilindro maggiore alla stessa distanza
dallasse, poich rs:Q2 02 :Q0, i cui punti dintersezione saranno pure quelli
delle curve dei due cilindri; abbassando tutti questi punti sul piano orizzontale si
avr. pure la proiezione di detta intersezione sovresso.
TAV. I.
Fig. n e 42.
Hg. la e u.
N'T' parallelo al piano verticale, e l'altro T'E' perpendicolare ai due iani di proiezione.
Il toro un anello generato da un circolo, che si muove attorno ad un asse sso
restando sempre alla stessa distanza da. questo in guisa, che ciascuno de suoi punti
descrive una circonferenza, mentre il circolo mobile e la retta sono costantemente nel
medesimo piano.
al piano A
ed alla stessa distanza di ab si conduce una linea. orizzontale cd, che rap
presenta un secondo piano orizzontale, questa taglier lanello secondo due circoli, che
si proieftteranno orizzontalmente sui primi e per conseguenza si avranno ancora in b3
ed in f' le proiezioni di altri due punti, e e apparterranno alla. curva inferiore: questi
unti si proietteranno verticalmente in d ed in e. Vedesi pertanto che, conducendo
ne iam orizzontali ad uguale distanza da AB, si determineranno nello stesso tempo
qua.- ro punti della curva cercata. Per ottenerne i punti estremi m, n si far passare
un piano On per lasse del cilindro e qluello della supercie anulare; si far. descri
vere a questo piano un angolo attornoa asse 0D, che prender la posizione OD' pa
rallela al piano verticale; in questo movimento il punto n', che rappresenta una gene
ratrice del cilindro, descriver un arco di circolo e verr a porsi in r'; questa generatrice
degli archi di circolo coi raggi OH' e OL' si troveranno, come_ si disse superior
mente, le loro proiezioni verticali. Inne si determinerannoi unt1 di contatto, come
j, 2, ecc. sulle orizzontali, che terminano il contorno apparen del toro circolo gene
descrivendo la circonferenza P's'j' con un raggio uguale alla distanza dal centro del
ratore allasse, cio uguale a DP; le intersezioni 2' ed j' saranno le proiezioni oriz
due
inni orizzontali
men e secondo i circo i g'o' ed h'g', i quali, tagliando il piano N'T' in oed in 9, colle
proiezioni verticali o, , 7:, ecc., daranno quattro punti della curva domandata. La stessa
traccia NT incontra i circolo A'E'B' nel punto N, che proiettato in N sopra AB sar
un unto estremo della curva,
a-circonferenza P'sj tagliata da N'T nel (punto 3, che si proietter vertical
mente sulle orizzontali UP e Cl per avere in 8 e l i punti di tangenza di queste
linee colla curva di sezione.
Inne si otterranno ancora i punti 1 ed il descrivendo dal centro 0 un circolo
T'c tan ente ad N'T', e roiettando lintersezione o' nei punti c ed 41:, che si condurranno
sulla re ta DC, median e le rette orizzontali ict ed ex.
Soluz. Il centro della sfera, essendo dato perle sue due proiezioni, si trova sullasse
C'CO' del prisma verticale ABA'B', che si prole ta orizzontalmente er mezzo del
uadrato
A"_C"B"Q', e la sfera secondo il circolo LH"'K'H"; epperci tut e le faccio la. orali del
prisma essendo ugualmente distanti dal centro della sfera. lincontro si far secondo
19
m. la . 46.
146
tanti circoli minori u
Tl\v.
II
Fig. L; e m.
inno orizzontale in C" " taglia la sfera secondo un circo o minore, il cui diametro dii
uguale a d'h'; dun ne il prolungamento dei piani dellepqnattro faccie taglia la_ sfera
secondo quattro circo i n nati, perclie ugualmente distanti dal punto 0. Ora i circoli,
che hanno per diametro li, sono obliqui al piano verticale di prmezwne, erci le loro
roiezioni sono elissi; er determinare queste elissi si traccia dal punto.
un circolo
uguale ad HLH'K, che sar la proiezione verticale della sfera, ed anche un circolo
massimo della medesima. lnnalzate dei punti dii due perpendicolari sulla retta LK.,
si avranno i punti d ed Il, che saranno due punti dellelisse dh ossia l'asse minore di
nella che incontra la faccia B' C' nel(piano orizzontale e 0B, 0 B' nel piano verticale.
indi, fatto centro in 0 con un raggio li, si descriver un circolo, col quale si avranno
ideqllelisse;
unttro punti
dintersezione
del della
prisma
f, g,
che sarannodistante
gli assidalmaggiori
ma. siccome
lincontro
sfera
si i,
fa I,egualmente
centro,
unendo i punti a e b con una retta si otterr pure il punto c, e nella stessa guisa
i punti
ed l, ovvero innalzando dalla met delle {acne le rette t, i, ie descrivendo
dal pun o 0" un circolo, che abbia per raggio Oc; si otterranno pure i punti estremi
cab dellincontro sui uattrc s igoli conducendo altri piani; collo stesso metodo si
Solnz. Sia la proiezione orizzontale del cilindro dato il circolo D'E'NL', XZVY la
sua proiezione verticale, ed A13 il diametro della sfera :conducendo un piano cd parallelo
al piano verticale. esso taglier il cilindro secondo le due generatrici, che Si miet
teranno verticalmente colle due rette GI ed H K e la sfera secondo un circolo proiettato
orizzontalmente sulle sue traccie c'd', che si descriveranno dal punto 0 con un raggio
met di c'd': le intersezioni delle linee Gl, HK con questo circolo saranno tanti punti
circolo, che ha per diametro E'D', quella de la sfera: si avr nella proiezione verticale
AB la proiezione del cilindro, di cui CF e lasse; quella della sfera sar proiettato
dal circolo, che ha per diametro ED. Il cilindro compeuetrer la sfera secondo un
circolo minore della medesima, il cui diametro sar uguale a quello del cilindro ed il
piano parallelo alla linea di terra; perci la penetrazione sar nellincontro della cir.
conferenza ED colle generatrici del cilindro; lo stesso dicasi in ab.
Fig. 2| e 22.
Il" Problema. - Determinare la_ curva di penetrazione di una sfera con un prisma
esagonale retto, il cui asse passa per il centro de/la sfera.
Soluz. Il centro della sfera data dalle sue due proiezioni si trova sullasse CC'del
e sar. rappresentato dal 01I'COO EFML descritto dal centro 0 col raggio oc.
Gli archi L.\i ed EF compresi tra gli spigoli EL ed FM sono i soli, che indi
spensabile di tracciare.
_
metro orizzontale proiettato in c'f'. Ma, non avendo bisogno che delle parti FdG ed
MgN_ di
ghezze sulle verticali corrispondenti condotte da tutti i punti ottenuti su FG; cosi,
per esempio, laltezza 1h sar portata da 1' in li per avere due punti dellarco FdG. ecc.
a curva M gN si pu evidentemente tracciare collo stesso processo, e gli archi DE e
KL della seconda elisse nello stesso tempo dei due primi, quando si effettuano le stesse
Fig 23 e 24
147
trono tagliate dalla sfera. Questi punti saranno visti in proiezione verticale in a, in b ed
TAV. 1.
in f. Si scorgere facilmente che la seconda curva, che vedesi pe due punti di proiezione,
non si u ottenere contemporaneamente alla prima, ma si costruir nella stessa guisa,
operan o per in modo. che ciascun piano orizzontale tagli i due solidi secondo due
Circoli, che sincontrano, e che si potranno riconoscere dopo che si saranno trovati i
Fxg. 23 e 24.
Immaginiamoci un piano passante per lasse del cono e pel centro della sfera, che
sar rappresentato sul piano orizzontale dalla linea CL', che congiunge i centri C'S'.
Supponendo ora che questo piano giri attorno alla retta 00' per venire parallelo al
piano verticale, in questo momento i punti 8 ed L traccieranno degli archi di circolo
Ber porsi in 5 ed Li; Iper conseguenza lasse del cono si proietter secondo la. verticale
osi
zione, questi punti descriverann'o attorno alla retta CC de li archi di circolo orizzon alo,
che avranno per traccia verticale le rette po ed 1 para lele alla linea di terra; questi
archi toglieranno la generatrice S'L' in n ed in m', e e si
roietteranno verticalmente in
te ed m. Osservisi che, se si traccia sulla Fig. 24-i circo i delle sezioni fatte dai piani
po ed rq nei due solidi, questi non faranno altro che toccarsi gli uni in m, gli altri
in n', per cui si pu conc nudere che tutti i piani orizzontali compresi tra po ed rq
non daranno dei_punti appartenenti alla curva cercata, erch i circoli di sezione non
si tagliano pi. E essenziale d'ottenere i punti posti sul a generatrice A8 e B8, che
si trovano sul piano verticale, la cui traccia A'B ; e siccome questo piano taglia la sfera
Secondo un circolo proiettato
T\\'. Il.
r.-_;. 1 r '2.
Solaz. Sia ABDC la proiezione verticale del prisma, MN lasse del medesimo, ed abcd
la proiezione orizzontale, il cui asse ma: il trapezio HILO sar. la proiezione verticale
del tronco di cono rappresentato sul piano orizzontale dai circoli lo, M, e l3p
lasse del cono. Supponendo ora il cono tronco tagliato col piano A'B della faccia el
prisma, la sua sezione sar un circolo di raggio uguale ad A'B'; supponendo un altro
piano condotto (per lasse del prisma MN, esso taglier il cono tronco secondo un cir
colo di r gin 'l); nalmente se si considera lo stesso cono tagliato dal piano %as
- sante per a base inferiore del prisma. si avr dalla sezione un circolo di raggio F,
che si descriver sulla proiezione orizzontale dal punto p coi raggi pb'. pd', pe' uguali
a B'A', C'D' ed E'F'; questi circoli incontrando la proiezione orizzontale del prisma ci
daranno i varii punti e, t, a, proiettando i quali verticalmente sui piani corrispondenti
orizzontale la curva sar determinata dai due archi di circolo ormato dal piano AB e
compreso tra le faccie del prisma al, dc, come si vede nella Figura stessa.
uell
, in
Fig. 3 _e i.
guisa per che lasse ma faccia colla m'n' un an 010 di 45, si disegni il rapezio
HILO come nella Fig. 1, e condotte le rette A"
e CD parallele distanti tra loro
quanto la spessezza del prisma, poi innalzate dai punti a e e due linee parallele allasse,
si avr nei punti A"ACC' una faccia del prisma e con le rette innalzato nei punti
a, t, e i punti X, V, R, che formeranno la linea di penetrazione del prisma col cono.
15 Problema. - Disegnare la penetrazione di un cono tronco retto con un cilindro,
l".g. 5 o 6
148
TAV. il.
Fig. 7 e 8.
16 Problema. - Disegnare la
m. 9 e lo.
dal punto c, daranno il circolo de per la proiezione superiore ed fy per quella inferiore
n; I3 u.
c e rap resenta il circolo obliquo al piano e di cui la faccia del dado fa parte. Della
;:hi_avar a cilindrica, che passa pel dado, non occorre parlare essendo facili le sue pro
6210111.
(I) Vedi la parte II del [ssano GIOIII'IICO Tav. XV, Fig. 9.
149
21 Problema. - Disegnare il raccontamento d'un cilindro con un prisma otta
gonale, di cui il cilindro inscritto nel prisma molto maggiore del dato.
Soluz. Un tal raccordamento si fa quasi sempre nei tiranti detti aste di rimando
o bielle delle macchine a vapore, ed ha luogo per mezzo di una su erflcie anulare
avente per
nate
TAV. Il.
Fig. I7 e l8.
tangente alla
vedesi dal disegno stesso nei punti o, f, 11, g ed f, g, b. Le linee di sezione delle faccia
del prisma sono delle rette id, cb ed et, le quali si confondono colle traccie oriz
zuntali dei piani segnati; i unti dincontro delle perpendicolari elevate da questi L,
Fig. 49 e 20
Solnz. Questo raccordamento comunemente, come vedesi dal disegno, ha luo o per
mezzo d'un prisma ottagonale avente per base una parte della sfera come nei pro temi
antecedenti, N 19 e 20, segnando nelle faccio laterali od inclinate al piano una porzione
di cilindro elittico, ossia quattro unghie cilindriche elittiche, le cui intersezioni sono degli
archi delisse proiettati verticalmente in BA, A'C, FE, FD, ed orizzontalmente in ca,
ca'. fe, e'f'; si determiner lelisse innalzando nel piano orizzontale una perpen
dicolare gli ad ac; fatto alt uguale ad AG e fatto centro in a con_un raggio ah
si descriver larco M, di cui la corda M uguale a ca; colla retta il come iametro
si descrivere, il semicircolo img, che viene diviso in un certo numero di parti uguali,
si otterr, una serie di punti della curva cercata. ngtttlld0 la costruzione per le
altre linee curve si perverr a compiere il disegno rie icsto.
_
23 Problema. - Disegnare il raccordamento dell'estremlt dun regolo con un
duca cilindrico.
Soluz. Si determini lasse 00'o, poi conducasi perpendicolarmente ad 00 la retta
ed; dal centro o con un rag io uguale a quello del disco, che dordmario _uguale
ad una volta e mezzo la met della larghezza del regolo ed, si descriva la Cltttlf0
renza boa, e poi la circonferenza col raggio al approssimativamente u uale alla met.
di oc; segnata la retta BE e la spessezza ED del regolo e culla retta
l< la spessez_za
del_ disco cilindrico, prolungando questa retta quanto la spessezza del disco s1 avr in
G Il centro dun circolo, di cui un quarto G1 ella circonferenza. forma il raccorda:
mento del regolo col disco; divisa questa circqnferenza in. un certo numero di parti
uguali, lper esempio in 12, si far passare er tutti questi punti dl_divtsion_e tanti
piani 0 inee parallele a quella di terra; fa te centro in o con un raggio O'G s1 descri
vera la circonferenza gg'g". la cuale taglier il regolo net punti g, g, da cui inco
m_1ncra il raccordameuto; facendo per questi due punti passare una retta g g perpen
dicolare ad ed e portando dal punto g' in li la distanza 0"3, Si ottiene Il centro b per
descrivere la circonferenza la g, che determina il raccordamento nel piano orizzontale:
Per averlo nella proiezione verticale baster proiettare sul piano orizzontale tutti i
nani, che passano pei punti I, 2, 3, 4, 5, 6, che saranno altrettanta circoli descritti
_:il punto o coi raggi uguali alla distanza dallasse ai punti I, 2, 3, 4, 5_, ecc.;questt
circoli taglieranno la circonferenza lcg nei punti I, m, n, o, p, 3, r, s,_dat qual: tonal
lande tante linee parallele allasse 00' si otterr nellincontro elle linee orizzontali
una_se_rie di punti, che costituiranno una curva simmetrica, di cui una parte sola CI
costtturr il raccordamento cercato.
.
_
. _
Qui-sta soluzione dimostra, che qualunque sia la forma degli or ani meccanici e
la combinazione dei solidi. che li compongono, essa pu sempre
etermmarsr con
tutto il rigore geometrico scomponendoli nei corpi elementari, che concorrono alla
loro formazione. Bench non sempre nella pratica si ricorra a tali costruzroni, per
necessario che il costruttore si assuefaccia ad analizzarli minutamente ed a rendersi
ragione anche delle pi piccole variazioni di forma delle parti, che compongono una
macchina.
ARTICOLO II.
DellEllca cilindrica c conica, e delle \iti a panetrangolal'c.
quadrangolare e cilindrico.
TAV. III.
Flg. I.
150
lare, se nel suo movimento sinnalza duna quantit costante e prepor2ionale
allo spazio percorso nella proieziooe della sua base; irregolare nel caso con
trario; cilindrica, quando si suppone generata da un punto. che giri attorno
alla supercie laterale di un cilindro; conica, se il punto generatore si avvi
cina allasse o si- allontana proporzionalmente da esso, e la curva viene_descritta
127. Descrizione dell'Ellca. cilindrica. - Dato il passo AA' e la base (111' desert
vere l'elica cilindrica regolare.
Soluz. Formisi la proiezione verticale ABCD ed orizzontale aa'a" del cilindro, il cui
asse sia 00' ed a; dividasi la circonferenza aa'a" della sua base in un numero di
parti uguali qualunque, per esempio in 12; dai punti di divisione l, 2, 3. 4, 5, 6
della base sinnalzino altrettante linee parallele allasse 00'o; divisa pure laltezza del
sso AA' nello stesso numero di parti, ossia in 12, da ciascun punto di divisione l,
, 3, 4, ecc. si conducano altrettante linee orizzontali, le quali incontreranno le prime
nei punti 1. '2'. 3, 4, ecc ; riunendo successivamente questi diversi punti, si avr la
curva A1'2'3'4 ecc., che sar la proiezione verticale dellelica. La inet di questa curva
tracciata in linea piena. come appartenente alla parte anteriore A'l 2'3' ecc. del cl
lindru, mentre laltra parte simmetrica '7'8910' ecc., ess, mio descritta sulla parte poste
Fig. 5 m.
ig. 2, le quali non sono altro che le distanze, verticali dei varii
, punti della curva alla base del cilindro; questi sono posti sulla retta CA, che rap
presenta una porzione dello sviluppo dellelica, la quale, come abbiamo visto al 1\' 77,
sempre una retta rappresentata dallipotenusa d un triangolo rettangolo, che ha per
base la circonferenza sviluppata del cilindro, e per altezza la lunghezza del passo.
Linclinazione di questa retta sulla lese fa v:dere la salita dellelica. Diverse eliche
tracciate sul medesimo cilindro collo stesso passo, ovwro unelica continua, che fa. pi
rivoluzioni, si rappresenta CUlIO sviluppo per mezzo duna serie di linee parallele, la
cui distanza uguale a quella del passo.
Flg. 4.
Sia ABCD la proiezione verticale duna parte del cono ovvero del tronco, le cui basi
AB e CD sono rappresentate sul piano orizzontale dai circoli concentrici, che hanno
per diametro ab e. ed ovvero er raggio oc ed 0a; la circonferenza maggiore essendo
divisa come nel cilindro in 1 parti uguali, si riuniranno tutti questi punti di divi
sione al centro o per mezzo dei raggi I, 2, ecc., che incontreranno la circonferenza
interna ed nei punti e, e, f, g, h, i, l, m, n, o', {1; quindi, proiettando questi sulla
base superiore DC del tronco di cono e quelli su la base inferiore AB, e nunendoli a
due a due 1' con l", 2' con 2", 4' con 4", ecc., si otterranno altrettante generatrici
del tronco di cono concorrenti al vertice quando il cono fosse compiuto; divisa, come
nel problema sub-cedente, lal'ezza del passo AE in 12 parti uguali, si condurranno
altrettante parallele alla base 1, 2, 3, 4. 5, 6, '7, 8, 9, 10. ecc., le quali incontreranno
le generatrici nei punti 1'", 2'", 3"'.4"', 5'", ecc.; e riuniti fra loro i punti di divisione
essi determineranno lelica conica. Abbassando i varii punti dellelica della proiezione
verticale, si avr sullorizzoutale nellincontro dei rispettivi raggi una spirale d'Ar
chimede H, 2, 3, 4, 5, ecc. Nella Stessa guisa si opererebbe per tracciare eliche
poste sopra sfere od altre supercie di rivoluzione. I numeri 1, 2, 3, 4, 5, ecc. sono i
centri per descrivere lelica nella pr01ezione Orizzontale.
La natura e l'industria ci ollrono molli esempi di queste curve, come nei convulvi e
151
nei attacchi di tutte le piante arrampicanti, nelle conchiglie, nelle come degli animali,
T.-\V. ili.
nelle vili, nei cavatappi, nei succhielli, nei cnvnstracci, nelle scale e nelle corde.
130. Denizione della Supercie 0 Piano elicoidale. - La superficie eli
ctdule una supercie sghemba generata da una retta ABab, che percorre le due
eliche cilindriche concentriche conservandosi costantemente perpendicolare allasse:
questa rette dicesi generatrice della supercie elicoidale.
renze in un certo_numero di parti uguali, per esempio in 12, come nei problemi ante
cedenti. e condotti dal punto a tanti raggi pei varii punti di divisione, si avr pure
la circonferenza del circolo minore divisa nello stesso numero di parti uguali dai r etti
raggi. Dlv_lSll p01 anche laltezza del passo A6 in 12 parti uguali, e condotte da. questi
Vulll gli1lltl altrettante linee parallele alla AF. esse saranno incontrate dalle varie linee
l. 2.
, 4, 9tc.. che dai varii punti della proievione orizzontale s'innalzano parallele
allasse nei punti 1', 2'. 3'. 4', 5. 6'. ecc., iquali, uniti tra loro, daranno una supercie
elicoidale dal punto A, estremit della retta AB; ripetendo loperazione sul circolo
mi0re 1161 punti 1".2", 3', 4", ecc, si otterr lelica generata dall'altra estremit B,
ccl>illo_tesso passo della prima, e le due eliche formeranno i limiti della supercie
e con ae.
determinata laltezza AC del rettangolo generatore ACDB, che sar uguale alla s es
senza. che si vorr dare al solido. si far passare per il punto c una seconda e ica
uguale; e parallela alla prima. Nella stessa guisa si determiner una terza elica Bi F'G'
su cilindro interno, e poi una quarta parallela a questa. le uali avranno lo stesso
asso dell'elica esteriore..Le linee ab. cc'. dd'. ee'. ecc. saranno e varie posizioni della
atee del rettangolo generatore sulla proiezione orizzmtale. che noi abbiamo supposto
parallela alla linea di terra, ma che potrebbe per formare un angolo qualunque.
pentini sono sovente impiegati sia come tubi, sia come molle a tondino
(boudins).
_
Dato il diametro della sfera generatrice o del tondino. il passo ed il raggio d.l
cilindro, che contiene lelica percorsa dal centro della medesima, descriverla.
Soluz. Traccisi un circolo di raggio ao, che sar la base del cilindro, sul quale
deve trovarsi lelica generata dal punto proiettato verticalmente in A ed orizmntal
mente in a; divisa la circonferenza descritta col rag io ca. si otterranno i punti
1', 2', 3'. 4', 5. 6', ecc.;, divisa laltezza del asso AB ne lo stesso numero di parti l.
2, 3, 4. 5. 6, ecc, ed innalzando tante para lele allasse nei punti (lintersezione colle
otterr
la proiezione del serpentino. come vedes1 nella Fig. 10. La proiezione orizzontale
del se_rpentino sempre compresa fra due circoli concentrici, di cui la distanza dalle
due circonferenze uguale al diametro della sfera generatrice. Nella Figura si sup
posto un tubo, come vedesi dalle due sezioni esterne.
piano del triangolo due eliche, che rappresentano la base del pane della vite;
il terzo vertice tracciato su dun cilindro concentrico al primo, che forma
F4. o e 7.
152
mv. in.
_
Problema. - Descrivere una vite colla relativa chiocciola, a
ano triangolare,
Fig;ii e 42.
Soluz. Fissata la linea di terra si descriveranno due circoli concentrici dal punto
o coi raggi ab, oa, i quali saranno la proiezione orizzontale del nocciolo e del
lestremit del pane: essi rappresenteranno la base del cilindro interno ed esterno,
su cuison descritte le eliche, che formano la vite, aventi per raggio oa, ob, che nella
nostra Tavola per economia di spazio abbiamo descritto solo per met, cio nella parte
anteriore; Diviso il circolo esterno in parti uguali, come a l, 2, 3, 4, 5. 6, ed uniti i
punti di divisione mediante rette col punto o, si otterranno altrettanti punti di divi
sione sulla circonferenza minore nei punti I, 2', 3'. 4', 5', 6. proiezione del cilindro
minore o nocciolo della vite. Divisa laltezza del passo, il quale comprende sempre un
pane ed una scanalatura, nello stesso numero di parti, in cui sarebbe divisa lintiera
circonferenza. ed innalzato altrettante parallele al asse 000 dai varii punti 1, 2, 3, 4
ed 1, 2', 3', 4', ecc, come nei problemi antecedenti, queste incontrando le linee paral
lele, in cui e stato diviso il passo, daranno i punti al", 2", 3", 4", 5", 6", ecc, che
formeranno una spira sul cilindro esteriore; poi, innalzato altrettante parallele nei
punti di divisione della seconda circonferenza, si otterr dai punti 1', 2', 3', 4', 5', ecc.
una spira sul cilindro minore, e ripetendo loperazione si otterr un numero di spire
qualunque, a seconda della lunghezza della vite.
. Fig. 42 bis,
Nella pratica del disegno, quando si hanno a descrivere molte spire, si prender un
assicello sottile ovvero un pezzo di cartone e si taglier secondo una spira,segnandovi
sopra lasse ed il passaggio delle altre linee parallele allasse, i, 2, 3, 4, 5, onde poterlo
porre a posto, e questo servir come un tirocurve per descrivere le varie spire; bisogner
per farne due: uno per le spire interne e laltro per le esterne.
Flg. lo bis.
vedesi dalla Fig. 13 bis; ma nella pratica del disegno non se ne tiene conto.
della vite, daranno nei punti i), 2", 3", 4", 5, 6" ed i ", 2'", 3"',ecc., che formeranno la
135. Della. Vite a. pane quadrato. f Una vite dicesi a pane quadrato
o rettangolare secondo che generata da un quadrato ovvero da un rettan
golo, del quale due lati paralleli appartengono a due cilindri retti concen
trici, e gli altri due descrivono delle eliche attorno al loro asse.
Hg. ili e w.
uguali, per esempio in 12, e nello stesso numero si divideranno le due altezze del
quadrato generatore, che formano il passo della vite, come nei punti i, 2". 3", ecc.,
poi, innalzando dai varii punti di divisione del circolo minore e maggiore tante linee
parallele allasse. queste, incontrando le linee orizzontali, daranno i punti (linterse
zione l", 2", 3", 4". ecc. ed 1'"; 2", 3'", 4'", ecq., che determineranno le varie spire, che
formano il passo della vite. Tracciato una spira, se ne traccier_una seconda, poi una
terza e cosi di seguito, tanto gel cilindro esterno, quanto per l'interno.
Per le chiocciole si operer
delle spire vada in verso opposto a quello della v1_te, a cagione che nella chiocciola
spaccata non si pu vedere se non_ la arte posteriore, e nella sua reiezione orizzon
tale non pi unaspirale dArclume e,. ma, perch tagliata para lelamente ad un
lato generatore del quadrato o dun rettangolo, la sua sezione si presenta secondo una
linea ad perpendicolare alla supercie del cilindro.
v
153
Problema. - Descrivere una vite a pane circolare conoscendone il diametro, lal
tezza del passo ed il raggio del circolo generatore del pane.
TAV. III.
Fig. 49 e 20.
Solaz. Condotto lasse 00'o e descritto dal punto o un circolo col raggio del noc
ciolo, quello della proiezione dellelica esteriore si segna come nel serpentino lelica
percorsa dal centro della sfera o del circolo generatore; poi dai varn punti ottenuti
dellelica A", 1", 2", 3", 4", 5" si descriveranno tanti circoli col raggio dato A0; con
ducendo delle tangenti alle circonferenze di tutti questi circoli, 81 avranno le vane
spire della vita a pane circolare. Un tal genere di vite per poco usato nellindustria.
TAV. IV.
Flg. i e 2.
Fig. 4 . 2
che ha origine in A. Nella stessa guisa si operer, per quello, che ha origine in 0'.
Fig. 8 e 4.
pe due letti, e che perci il passo comprende quattro altezze del pane.
Problema. - Dato il diametro AB del cilindro, laltezza del passo od il quadrato
generatore del pane, castrnrre la vite o tre pani.
Fil. 5 e 6.
Solar. Il disegno, che presentiamo nella nostra tavola, e una vite a tre pani, i
cilindro. Sar bene che i principianti studino la costruzione di questa vite separata
mente formandone lintiera pianta, e, per meglio distinguere i tre pani, dGIIIIGBI'I
con colori diversi fra loro prima di porli in bello sulla tavola. Avvertendo, quanto
gi si disse superiormente, che in questo caso il passo sar u uale a tre volte
laltezza. del pane in rilievo, e tre volte la scanalatura o lo spazio ra pane e pane.
Onde dividendo la circonferenza della base in 24 parti, laltezza del asso sar. pure
divisa in 24 parti. Condotte, come nella costruzione delle altre viti, a trattante paral
lele per ciascun punto di divisione, poi innalzando da
uesti varii punti tante
linee parallele allasse 00' nellincontro colle linee orizzonta i, si avr. una serie di
punti, i
uali costituiranno i varii contorni dei pani della vite. Ripetendo loperazione
der la sua circonferenza in 24 parti uguali, poi, ssata, come nelle altre viti, laltezza
del passo 04, si divider. questo in quattro parti uguali, essendo laltezza del passo
uguale a sei altezze ugua i e C4, perch la chiocciola essendo a tre pani compren
der 24 parti come sarebbe divisa la circonferenza se fosse intiera; indi sollevando
da_ ciascun punto altrettante line parallele allasse, questo incontrerannp le parallele
orizzontali nei punti 1", 2", 3", 4" e formeranno il contorno della chiocciola.
Fig. 7 e 8.
154
ARTICOLO III.
Chiavarde o Cavigle.
TAV. III.
m. a . 49.
quando si tende a celare la chiavarda, come nei carri delle locomotive, si fanno emisfe
riche. La sua spessezza varia da illa a la del diametro del corpo della chiavarda e la sua
si termina da un lato versola testa con un prisma a base quadrata, che sinoltra nella sua
lunghezza in un buco quadrato, ovvero formando una scanalatura mezza nel corpo cilin
drico e mezza nel pezzo da riunire, e introducendo in essa un piccolo corpo detto piccolo
prigionieroocopiglia,il quale impedir alla chiavarda di muoversi nel chiudere il dado. Il suo
diametro e sempre uguale alla parte, che porta la vite, misurata esteriormente. In quanto
alla lunghezza non si possono stabilire regole assolute; essa dipende dalla spessezza dei
pezzi da riunire. Tuttavia vi sono certi limiti, dai quali non si deve allontanarsi nella
pratica. Cos le chiavarde da 8 a 20 millimetri di diametro debbono avere raramente pi
di 4a 10 centimetri di lunghezza; quelle da 20 a 40 millimetri non debbono oltrepassare
1 metro; quelle da 45 a 60 millimetri possono arrivare fino a 2, e quelle di '80 millimetri
tino a 5.
Vite. -- La vite della chiavarda ha ordinariamente il pane triangolare, bench possa
essere quadrato o rotondo: il pane triangolare presentando maggior attrito si pi sicuri
(i) Soventi si sottopone al dado un disco detto piattino o rosetta, per poter chiudere con pi forza, senza che
quello, girando, guasti il piano sottostante.
155
TAV. [V.
disse pi sopra. Ad esercizio dei nostri alunni ne abbiamo addotti varii esempii.
Le chiavarde a chiavetta sono quelle, che si usano quando si vuole ssare una lastra
F ig. 9.
eSsa poi nel chiudere il dado E non isgrani la pietra e la chiusura sia pi solida si usa
mettere tra la pietra e la chiavetta una lastra di ferro ovvero di ghisa F larga una
volta e mezza circa la lunghezza della chiavetta. Poi mediante la Chiusura del dado E
dalla quota met a destra e met a sinistra, si avr il corpo; si disegner. il dado E,
come alla Tav. Il Fig. 13 e 15, indi il contorno della lastra O, la spessezza.della piastra F
e la chiavetta e, come indicano le misure scritte sul disegno.
Fig. 40 e H.
lemmt) quelle, che si ssano mediante il piombo fuso nella pietra. Esse sono formate
a guisa di piramide tronca B, sugli spigoli della quale si sono praticate tante intac
cature o denti b, onde sincorporino meglio col piombo fuso e, dopo averle introdotte
in incavature appositamente preparate nella pietra, che deve formare il basamento
Fig. |2_
collegare le suole dei sedili A ed altri sostegni cogli stanti dellarmatura della mac
china B, coi quali esse debbono tenere solidamente collegato il sedile; la testa 0 fa
sempre il piano dello stante B ed quasi sempre rettangolare o quadrata. Quando
serve a ssare sedili di trasmissione del moto, si lascia nel foro della suola A una
pertura oblunga dello spazio D, il quale serve a trasportare il corpo A a destra. o a
sinistra secondo il bisogno per disporlo perpendicolarmente allasse, prima di chiudere
il dado E invitato nella chiavarda F; ma, onde non faccia cattiva gura visto superior
mente, massime quando la chiavarda non si trova nel mezzo dellapertura, si mette sotto
il dado una rosetta G, la quale avendo un diametro maggiore del raggio circoscritto
al dado e al diametro maggiore dellapertura oblunga, qualunque sia la posizione del
m. 45.
156
TAV. IV.
o a vite alle due estremit, perch possa ricevere un dado superiore E e laltro inferiore
Fig. 45.
E, ed un rigono D nel mezzo con un dente e sporgente per impedire alla chiavarda
H}. H.
di girare mentre si chiudono i dadi. Da una tal disposizione risulta che, chiudendo il
dado inferiore E, si ssa il sedile B sul suo sostegno A senza far girare la chiavarda
e senza agire sul cappello C, il quale chiudesi poi a volont chiudendo il dado E.
Chiavarde a. doppia. vite. - Un tal sistema ordinariamente impiegato pei
focolari delle locomotive, colle sue armature T poste nella parte superiore. Le chiavarde
sono invitate nella spessezza della lastra di rame G, che forma il piano superiore del
focolare vicino alla testa A', e portano pure la vite allaltra estremit, nella quale
Fig. 15.
Fig. 06.
lare B, lasciano il passaggio al corpo della chiavarda, il quale pu scorrere nel corpo A
e poi chiudersi a volont mediante il dado D contro la lastra E quando la parte, cui
la chiavarda destinata a tener ferma, al posto voluto.
Ghiavarde a gancio. - Questo genere di chiavarde viene impiegato tutte le
volte che si ha bisogno di sospendere sotto un piano un altro corpo qualunque, come
per ssare le palette delle ruote idrauliche ai loro bracci, quando sono in ferro come
nei battelli a vapore. Essa si compone del corpo A rettangolare uncinato inferiormente
per ritenere la lastra B contro il corpo 0 e cilindrico superiormente, dove la chiavarda
passa nel corpo 0. Su questo sta la rosetta D onde il dado E si possa chiudere senza che
m. 41.
'
Fig. 4: ._ Il).
mente dallossidazione.
'
.
Chiavarde a orecchiette. - Queste chiavarde sono impiegate come viti di
pressione per collegare le parti di alcuni apparecchi, sui quali non si deve esercitare
una gran forza, e che si debbono muovere soventi, il che si fa sempre a. mano e senza
usare strumenti di sorta, potendosi colle dita prendere il dado B e chiuderlo a piaci
i39. Le viti sono moltissimo usate nella costruzione delle macchine, sia come mezzo di
chiusura 0 di collegamento, ed allora chiamansi chiavarde, sia come organo mobile
(N' 18 e 79). Perci si desidera da lungo tempo, che a maggior comodit dei costruttori si
adottasse un-sistema uniforme_in tutta lItalia per le dimensioni a darsi loro, secondo gli usi
pi comuni; che ne risulterebbe una grande economia non solo nella costruzione,ma nella
157
"T"
degli Ingegneri civili, alla quale un pure una tavola delle dimensioni prin
cipali da assegnarsi alle varie specie di viti, che furono adottate da pa- '
recchie Societ industriali.
:
'
Fis- 424.
LArmengaud d le seguenti regole, che per la loro semplicit sono assai comode
nell'uso e non si allontanano da quelle del su citato autore.
modulo di sicurezza corrispondente a quello del ferro, onde non si possa rompere per lo
sforzo di trazione, n curvarsi nella chiusura, e si calcola il suo diametro colla formale
coperchio d'un cilindro a vapore, nel quale la pressione totale ed eil'ettiva e di 2460 Cg.?
Soluz. Dividasi 2460 per 6 e si avr la pressione sopportate da una, ed impiegando
la formula superiore si avr d:% x I/l: mill. 22,5 per diametro.
-
Regola pratica. - Il passo della vite uguale a _8/100 del diametro della vite pi
I millimetro.
Esempio. - Quale sar laltezza del passo nella vite dellesempio antecedente di
millimetri 22,5 di diametro?
Soluz. Si avr p :0,08x22,5 + I :millim. 2,8.
Profondit del pane. - Secondo il citato autore Witworth segnando con a questa
altezza si avr a:%o ovvero a:%o X 2,8:1,74, ovvero I millim. e 3/4 per la vite
del problema antecedente.
Diametro del nocciolo. -- Il diametro del nocciolo si deduce naturalmente dalla
lormola indicandolo con 11', cio d : d - 2h, vale a dire sottraendo il doppio dellaltezza
del pane dal diametro esteriore.
Esempio. - Qual sar il diametro d' del nocciolo nellesempio antecedente?
(4) Per maeslma sicurezza si considerato Chilogrummi l,03 per millimetro quadrato.
158
TABELLA DELLE PROPORZIONI DA DARSI ALLE VITI ED ALLE CHIAVARDE
A FILETTO 0 PANE TBIANGOLABE.
__
o. .Hensfre.m,-,_r_
,.
DIAMETRO
reso
russo
ruoronnrrl
DIA_METRO
esteriore in
o pressione
del pane in
del pane
_m"" """"
.
m1llim.
.
.
1n Ch11g.
. .
millim.
.
. .
m m1111m.
chiavarde in fondo
a, mmc
9
d'una lunghezza
1,
d,
di 100 millim.
20
45
81
126
1,4
1,6
1,8
2,0
0,8
1,0
1,1
1,3
15
182
2,2
17
243
2,4
20
324
22,5
25
30
35
40
45
410
506
729
992
1296
1640
.E
50
"
55
60
65
3,2
5,5
7,7
9,9
71,4
62,5
55,5
50,0
1,4
12,2
45,4
1,5
14,5
41,6
2,6
1,6
16,7
38,4
2,8
3,0
3,4
3,8
4,2
4,6
1,8
1,9
2,1
2,4
2,6
2,9
19,0
21,2
25,7
30,2
34,7
39,2
35,7
33,3
29,4
26,3
23,8
21,7
2025
5,0
3,2
43,7
20,0
2450
2916
3422
5,4
5,8
6,2
3,5
3,8
4,1
48
52,4
56,8
18,5
17,2
16,1
70
75
3969
4556
6,6
7,0
4,4
4,7
61,1
65,5
15,1
14,2
80
5184
7,4
5,0
69,9
13,5
7,5
10
12,5
l
1
NUMERO
F. V
(
_"_
_ __
Fis- 125sarebbe una spessezza di 18 millimetri tra i lati del dado e la parte,
che porta il letto, spessezza troppo grande per la forza della chiavarda. Per evitare di
impiegare materia inutile si potr determinare colla seguente formula: D :1,4 d + 5 mill.
159
Se il dado fosse quadrato, il che accade raramente nelle buone costruzioni, il diametro
D del circolo inscritto sarebbe uguale al lato del quadrato, onde si avr D=36,5x1,15:42
millimetri.
Altezza 0 spessezza dei dadi. - Laltezza 11 del dado o della testa della chiavarda
una condizione essenziale nella costruzione; in Inghilterra ed in Francia, ove _si sono
fatte un gran numero di esperienze per ridurre nch fosse possibile le dimensioni delle
varie parti delle macchine, si riconosciuto che, se laltezza del dado uguale alla met
del diametro della chiavarda, la vite resiste sempre pi allo sforzo che il suo corpo stesso;
ed solamente quando laltezza e solo 'la del diametro che la vite cede prima del corpo
od asta della chiavarda. Ci prova Iinutilit di dare al dado una spessezza od altezza
considerevole, eccetto il caso che venga applicato ad organi in moto ove sia suscettibile a
DIM]ITRO
- e, 8
chiavarda
in
.
mm A SEI FACCIE
Diametro del circolo
_
inscritto
circoscritto
ALTEZZA
del dado
i
millillnetri
NUMERO
delle
s ire nena
paltezza
Tgas; A
;
,
chiavarda,
altezza. in_ l
millimetri
in millimetri
in millimetri
5
7,5
10
12,5
12
15
19
22
13,7
17
22
20
5
7,5
10
12,5
3,6
4,7
5,5
6,2
6
7,5
9,5
11
mllllmetrl \
|;
15
17,5
20
22,5
1
i
1
26
29
33
36
35
36
38
42
15
17,5
20
22,5
6,8
7,3
7,7
8,0
13
14,5
16,5
18
25
30
35
i
3
40
47
54
46
54
62
25
30
35
8,3
8,6
9,2
20
23,5
27
45
40
l,
50
55
l
l
68
61
75
82
78
70
86
94
45
40
50
55
9,8
9,5
10,0
10,1
34
30,5
37,5
41
60
89
102
60
10,3
44,5
96
103
110
117
110
118
126
134
65
70
'75
80
10,5
10,6
10,7
10,8
48
51,5
55,0
58,5
,
l
65
70
'75
80
Fig. 126.
6:0,045d +1.
La profondit a del pane, un po' meno che la met del passo, uguale a 19120 della
spessezza ossia a 219/40 8.
Dimensioni dei dadi. - Le regole seguite poi dadi a pane triangolare non si
possono applicare a quelli a pane quadrato, per la loro struttura stessa questi non rap
presentando a passo uguale che la met della resistenza dei primi, ed in conseguenza di
questa considerazione si dovrebbe dare ad essi unaltezza doppia dei primi; ma tali pro
porzioni sono inusitate nella pratica.
L'Armenga_ud cercando direttamente la resistenza dei pani prendendo per base lo sforzo,
a cui il corpo della chiavarda sottoposto, ha trovato la seguente formola: d I I, I/ P, e
che in pratica laltezza del dada deve comprendere dodici pani circa, ovvero
H : l,08 d + 24 millimetri.
Una tale altezza data alla somma dei pani considerati secondo la loro posizione da una
resistenza uguale al corpo della chiavarda.
Il diametro del dado calcolato come quello della vite a pane triangolare:
sia D:l,ld+5, D'Il,15D.
Le su espresse proporzioni si possono riassumere nella seguente
TABELLA DELLE DIMENSIONI DELLE VITI, CHIAVARDE E DADI
A PANE QUADRATO.
l
l1
DIAMETRO
in
- .
PEOSO
-
p
-
PASSI
in
. presa-10mm
mlllmet
Ch110g"
20
25
30
35
40
45
50
55
60
65
70
75
80
85
90
95
100
105
110
115
120
324
506
729
992
1296
1640
2025
2450
2916
3422
3969
4556
5184
5852
6561
7300
8100
8930
9801
10712
11664
74
NULIBRO
delle
ne a
- -
PROFONDIT
ALTEZZA
SPESSEZZA
lunghezza
e o
in
in
etto
in
26,31
,52
21,27
19,41
17,85
16,52
15,38
14,38
13,51
12,73
12,04
11,42
10,86
10,36
9,90
9,47
9,09
8,73
8,40
8,09
7,81
1,80
2,02
2,23
2,45
2,66
2,87
3,19
3,30
3,51
3,73
3,94
4,16
4,37
4,58
4,80
5,01
5,22
5,44
5,65
5,87
6,08
-
45,6
51
56,4
61,8
67,2
72,6
78
83,4
88,8
94,2
99,6
105
110,4
1158
121,2
126,6
132
137,4
142,8
148,2
153,6
__A
1,90
2,12
2,35
2,57
2,80
3,02
3,25
3,47
3,70
3,92
4,15
4,37
4,60
4,82
5,05
5,27
5,50
5,72
5,95
6,17
6,40
_"
,
:
,:
l
161
Il signor Redtenbacher nella sua raccolta di formole d le seguenti per la determina
zione delle viti e dei dadi: .
3___
Pertl_e vitil
gdl/gt/P;n:t/d8+it58d;d,z n-2
n
papane mango are (D'205+L4d; h% DI:033+0,911.
._
3__
4,
_
n-t
Per le viti
a pane quadrangolare
d:/9VP; 1::1/1l/48+168d;d,:
d
7
D,:O,5+t,4d; h:D,:0,5+t,4d;
delle quali si chiama P lo sforzo in Chilg., che agisce su ciascun centim. quadrato di se
zione della chiavarda; d il diametro della chiavarda; d il diametro del nocciolo della
vite; 0' il diametro del cilindro cavo, che contiene la chiocciola; h laltezza del dado; n
il numero dei pani della vite su duna lunghezza 11, e ritenendo che il carico per ogni
centimetro di sezione sia uguale a 103 Chilogr., ossia di 1,03 per mill. quadr. (pag. 157).
Per maggior comodit e speditezza nella costruzione delle macchine alcuni autori
hanno cercato di stabilire delle dimensioni proporzionali tra le varie parti degli organi
meccanici prendendo una parte per unit; e noi le esponiamo ai nostri lettori.
essezza . . . . .
i Testa e dado quadrato i SDiagonale
del quadrato
.
,
2 Testa e dado esagono
100
2;%6
S essezza .
. . . . . . i 00
Diametro del circolo circoscritto 2100.
140. Viti da. legno. - Si chiamano viti da legno quelle, che si adoperano
TAV. V.
Flg. t a 8.
come le chiavarde per riunire due pezzi di legno fra loro, ovvero un pezzo
di legno con una lastra metallica, colla differenza, che queste non hanno
dadi, ma sintroducono in un foro appositamente preparato un po minore
del loro diametro. Esse portano un letto tagliente, epperci preparansi da
s stesse la chiocciola. Si fabbricano da manifatture apposite, le quali non
si occupano daltri lavori, e perci, oltre a fabbricarle con molta perfezione,
le fanno ad un tenuissimo prezzo. Quella dei sigg. Japg e Beaneowrt in
Francia lavora da pi dun secolo quasi allo stesso prezzo del metallo.
Delle viti di grossezza ordinaria se ne distinguono due forme principali, cio
La perpendicolare' abbassata dal vertice sulla base la diyide in due parti ineguali,
che stanno fra loro come l a 2; la parte minore posta verso la testa, e la maggiore
verso laltra estremit. Per le varie qualit viene modicata soventi la costruzione
secondo luso. cui sono destinate le viti stesse.
Fig. 4 e 2.
del pane; poi, per maggior facilit, si porter. un certo numero di parti uguali al
settimo de diametro a lungo l'asse 00', quindi sinnalzeranno dai varii punti a, o,
o, 6 e 7 altrettante linee, che incontrando quelle orizzontali daranno una seme di punti
per far poi passare a mano il prolo e contorno del pane, come si operato per la
costruzione delle altre viti, Tav. III e IV.
quanto conica verso lestremit. Si traccier il letto seguendo la re ola del problema
antecedente, formando il taglio f per potere per=mezzo del cacciaviti arla girare, tanto
per introdurla nel foro, quanto per estrarla. Il nostro disegno in iscala doppia del
naturale, onde il giovane meccanico possa bene comprendere la forma della vite.
21
Fig. 8.
162
TAV. V.
Fig. 4.
3 Problema. - Dice niri lo spaesato di due pezzi di legno uniti per mezzo di due
piti _dta legno colla capoeo in a goccia di seno, nel quale si regga il foro, da cui e tolta
la m e.
Solaz. Se nata la spessezza dei due pezzi da riunirsi A e B si segneranno gli assi
00', O"O"',
sufciente di punti per disegnare le viti, avvertendo, come si disse per le chiavarde,
Fig. 5.
che qualche volta mettesi sotto la testa della vite una rosetta in ferro g, e che per
disegnare lo spaccato del foro C si disegneranno le spire in senso contrario a quelle
della vite, come si fatto per le chioccmle.
4 Problema. - Disegnare l'unione di due pezzi di legno mediante una vite da legno
con capoeehia piatta.
Solaz. Determinata la spessezza dei due legni D ed E e lasse A0 della vite, si
determiner la grossezza di questa ssando la spessez_za della testa e la lunghezza della
parte lettata, e poi si disegner come nei problemi antecedenti.
Fig. 6.
5 Problema. - Dise nare due viti a testa piatta, le quali riten ano una lastra
d'impiallaeeiatura (blinda di ferro su dun pezzo di legno colla re ativa proiezione
orizzontale.
Fig. 1.
.r..
l o
DIAMETRO
l-1
del corpo
, E
2
10
r 11
I 12
13
1 14
15
16
. 17
i 18
19
2)
21
1 22
23
24
25
26
27
, 28
,29
30
_._
-;
/T_,\\
passo
schiacciata
. ..-__
TIPI
emisferica
delle lunghezze
in millimelril
M\
/w\
esleriore interiore
diametro
altezza
diamelro
altezza
milllm.
millim.
millim.
millim.
milllm.
millim.
milllm.
1,5
1,6
1,8
1,9
2,1
2,4
2,7
2,95
3,3
3,7
4,1
4,6
5,1
5,6
6,2
6,9
7,6
8,4
9,1
10,0
10,8
0,8
1,1
1,1
1,4
1,4
1,5
1,5
1,9
2,4
2,4
2,8
3,0
3,7
4,0
4,3
4,6
4,8
5,7
6,1
7,0
7,0
0,6
0,8
0,8
0,9
1,0
1,0
1,25
1,4
1,4
1,5
1,7
1,8
2,2
2,4
2,65
3,05
3,05
3,45
3,45
3,75
3,75
3,4
3,5
3,7
4,0
4,3
5,2
5,7
6,0
7,0
8,2
9,0
9,8
11,0
12,8
13,5
15,0
16,5
18,0
20,0
21,0
22,5
0,9
1,0
1,0
1.0
1,2
1,4
1,6
1,8
1,8
2,4
2,6
2,8
3,0
3,6
3,9
4,2
4.6
5,0
5,5
5,6
6,0
3,0
3,2
3,7
4,0
4,3
4,6
5,2
5,7
7,0
8,0
8,5
10,0
10,7
12,0
13,0
14,0
15,5
17,5
19,0
20,0
22,0
1,4
1,6
1,8
2,0
2,2
2,4
2,6
2,8
2,8
3,8
3,8
4,2
4,8
4,8
5,3
6,5
6,5
6,0
7,0
.7,0
8,5
i
'
5, 7 e 10.
5, 7, 10 e 13
5, 7, 10, 13 e 15.
5, 7, 10, 13, 15 e 17.
5, 7, 10, 13, 15, 17 e 20.
5 a 17, 20, 25 e 30.
5 a 17, 20 a 35.
5 a 17, 20 8. 40.
5 a 17, 20 a 45.
5 8, 17, 20 a 50.
10 a 17, 20, 55 e 60.
13 a 17, 20, 60 e 70.
20 a 70, 80, 90 e 100.
20 a 70, 80, 90 e 100.
25 a 70, 80, 90 e 100.
35 a 70, 80, 90 e 100.
40 a 70, 80, 90 e 100.
40 a 70, &l, 90 e 100.
45 a 70, 80, 90 e 100.
50 a 70, 80, 90, 100 e 110. ,
50 a 70, 80, 90, 100 e 110. \
163
141. Viti a. martello. - Si chiamano citi a martello una specie di viti da legno,
aventi un pane di forma particolare, la cui sezione quasi un triangolo rettangolo,
la quale permette che si piantino nel legno come i chiodi, invece di far uso del cac
ciaviti, che si deve per usare per estrarle. La lunghezza di tali viti non pu oltre
passare i tre o quattro centimetri.
TAV. 1.
Fig_ 9_
Non avendo avuto altro scopo nel porre la vite da legno nella nostra tavola che quello
di presentare ai nostri alunni disegnatori un esercizio, onde apprendano a disegnarle,
stante la continua necessit, che si ha di doverle rappresentare nei disegni di costruzione
per il grande uso, che se ne fa, crediamo inutile lestenderci oltre, non dovendoci occupare
della loro costruzione nelle ollcine, stantech si traggono a bassissimo prezzo dalle fab
briche,che non si occupano daltro, come si disse superiormente, ed hanno ollicine con
ARTICOLO IV.
Madreviti.
FI- 9 e 49
cuscinetti. La liera semplice non altro che una piastra dacciaio temperato con due
o tre o pi buchi, sulla supercie dei quali scolpito il letto, che serve a tagliare
il pane sui cilindri, che vi sintroducono, e soventi si trovano due o tre tagli nel con
torno del foro per lasciar passare i ritagli di ferro formati nello scolpirsi della vite; ma
questa non serve che per viti di piccolissima dimensione, e di pi ha il difetto di
far rompere qualche volta la vite prima che sia terminata.
143. Filiere doppio cd a. cuscinetti. - Di queste liere ve ne sono varii
sistemi con due o tre cuscinetti or mobili, or ssi. La. liera ordinaria o a due cusci
netti quella, che pi. in uso e che trovasi pressoch in quasi tutto le ofcine e
grandi e piccole, perch riunisce maggiori vantaggi nella pratica.
Madrevlte a. due cuscinetti. - Quella, che noi presentiamo, ci parve riunire Fis- 40, H. H bis
i maggiori vantaggi, che nella pratica ed in questo genere di liere si possano avere.
' La Fig. 10 ci fa vedere, che i cuscinetti a a' sono guidati da unincanalatura, in cui
scorrono, e regolati da due viti di pressione d d' in una direzione perpendicolare
allasse dei due bracci B e B, che nella Fig. 10 sono tronchi per economia di spazio,
ma che si vedono nella. Fig. 11, particolarmente il braccio B', che intiero. Questa
disposizione permette di avere il cilindro da formarne la vite sempre nel centro dello
strumento, condizione essenziale per la buona riuscita del lavoro. I cuscinetti quali
si trovano nella Fig. 12 sono nella disposizione, che debbono avere negli ultimi colpi
per terminare la vite. La Fig. 12 una sezione verticale fatta sugli assi delle viti di
pressione, supponendo una vite F sottomessa allazione dei cuscinetti nella seconda
volta, che si ripassa. La Fig. 11 bis fa vedere linterno del corpo della liera. e la di
sposizione della scanalatura b, nella quale si adatta la linguetta e dei cuscinetti.
Da questa sezione si scorge pure, che la scanalatura inferiore non continua su tutta
(i) Mediante i sistemi del signor Sloan americano una donna operaia basta per guidare 20 di queste macchine
utensili, le quali producono in media trenta grosse di l viti, che si vendono in ragione di lire t,t5 al Cliilg.
(2) Non si deve confondere la trala colla filiera: quella serve a ridurre i metalli in li, mentre questa serve
ad intagliare il letto sul cilindro, su cui vuolsi fare la vite.
.-.- I Q. - _--..-,-s_-,,_
164
TAV. V.
.
Da queste varie Figure appare, che il carattere particolare delle liere risiede nella
disposizione stessa dei cuscinetti, che si schiudono egualmente, ciascuno per mezzo
di una vite di pressione d a testa rotonda, ed il cui asse perpendicolare a quello
dei bracci B. Questa disposizione ha il vantaggio di rendere il corpo ed i bracci per
fettamente solidari e fucinati nello stesso pezzo, oltre alla forma graziosa e perfetta
mente simmetrica in guisa, che il suo centro di gravit corrisponde perfettamente al
centro della gura. I cuscinetti, oltre della scanalatura per far uscire il ferro tagliate
dal cilindro, sono ancora tagliati obliquamente, perch presentino un angolo acuto e
tagliente al cilindro da lettare. Questo sistema, oltre allessere solido, esige pochissima
cura e pu facilmente ripararsi dai guasti prodotti nelluso.
m. o, 11 = 12.
Prqblema._ - Diseynare una )lliera_ a due cuscinetti con una sezione, che passa per
le viti di premono, e unaltra per manici.
Salate. La costruzione del disc no 'uon presenta alcuna diicolt, bastando con
durre due assi perpendicolari 09' e 0 0', fissare a destra e sinistra di questi due distanze
uguali ai raggi dei due bracci e delle chiocciole, in cui si debbono muovere le due
Viti di pressione; poi, trasportando le altre misure indicate dalle quote segnate sul
disegno, sar facile compire 11 tutto. Lo stesso si operer per le sezwni (Fig. 11 e 12).
nelle ofcine applicandola no ad un certo limite. 1 cuscinetti a sono adattati con iscana
latura a coda di rondine in quella praticata nellinterno del corpo A, il quale fuci
nato colle due braccia B; un rigonamento cilindrico b stato praticato su dun lato
per ricevere una vite di pressione c; i piani inclinati della coda di rondine sono soppressi
allestremit il per introdurre od estrarre icuscinetti. Questo sistema ha linconveniente
di non conservare il centro dapertura dei due cuscinetti nel centro dellaigura dello
strumento quando si avvicinano ovvero si aprono, cosi pure di tendere a rovesciarsi quando
si opera: inconvenienti, che impediscono di usarlo in grande estensione.
Fig. 15, N e 16.
durr una seconda, che faccia con essa un angolo di 29_gradiz nesta dar. la direzione
delle due braccia; portando la met della distanza indicata da la quota del disegno
sotto e sopra della retta 1-2, e conducendo due parallele, queste sseranno le altezze
del corpo A; innalzato poi due altre linee distanti fra loro 80 millim., si avr la lun
ghezza del corpo della madrevite se uendo le altre quote. oyvero costruendosi unap
posita scala e misurando le vane
nella Tavola. Si determiner. la
facendo correre le linee dal corpo
per la sezione longitudinale, Fig.
Fig. 16 e 17.
4' ed a sono mobili, cio si possono avvicinare od allontanare dal primo per mezzo dun
doppio cuneo di ferro b, che termina_da una parte filettata in un dado c, le cui faccio sono
numerate, alline dindicare la quantit, di cui si deve far girare allorquando si vuol chiu
dere il cuneo. Le due parti oblique di questultimo non sono ugualmente inclinate a causa
della ditlerente posizione dei due cuscinetti, i quali debbono contemporaneamente essere
della stessa quantit. Tutto lapparato coperto da una lastra di ferro d traforata nel
suo centro da unapertura elittica e tenuta ssa per mezzo di tre piccole viti v, v, 1). Con
questo sistema, che il suo inventore Witworth chiam guidestock, si pu lettare delle
viti e delle chiavarde tanto bene quanto colle macchine da lettare. l pani riescono nitidi,
molto regolari e perfettamente tagliati, senza sbavature nel metallo. I cuscinetti sono
formati da una madre di profondit doppia di quella della vite e dun diametro maggiore
di quello del cilindro da lettare, ci che produce unazione molto vantaggiosa dal prin
cipio fino al fine delloperazione, evitando cos glinconvenienti degli altri sistemi. Quando
sincomincia a lettare il cuscinetto fisso serve di guida e dappoggio pel due altri che si
tagliano,e perci questi due primi sono differenti per la loro forma e direzione.
165
Maschio da vite. .- Il maschio da vite, chiamato dai francesi tureud, un utensile
dacciaio temperato avente la forma duna vite alquanto conica tagliata con tre o quattro
sezioni parallele allasse ovvero a spire allungate e pi profonde che il letto, in guisa da
produrre un gran numero di spigoli acuti per tagliare il metallo, incavando unelica simile
a quella dellutensile, e produrre cosi il pane nel dado della vite. Dall'esattezza di questo
primopanc dipender quella del dado, che si costruisce. Quello rappresentato dalla Fig. 19
serve specialmente per fare i cuscinetti per le madreviti, e perci va costrutto in buon
acciaio non temperato, e dopo la sua costruzione viene temperato per renderlo pi duro
ed atto al suo ufcio.
REGOLE PRATICHE.
H4. Proporzione delle Madreviti e dei Cuscinetti. - Dopo aver esposto i sistemi
di liere a due cuscinetti, che ci parvero i pi convenienti e da adottarsi nelle ollicine,
seguendo lArmengaud abbiamo cercato di stabilire delle proporzioni fra le diilerenti parti
di questo utensile, onde siano abbastanza solide pel lavoro, che debbono eseguire,ed evitare
che siano troppo massiccio e cagionino uno spreco inutile di materia. Le dimensioni dun
madrevite, secondo il citato autore, debbono essere determinate dal diametro del cilindro
e della vite da eseguirsi; ma, per non moltiplicare troppo gli utensili, generalmente si usa
che la stessa liera serva, mediante il cambiamento dei cuscinetti, almeno per tre viti di
diametro diverso. Perci per base del calcolo si prender sempre il diametro della maggior
vite, che si potr fare con detta liera. Chiamando d il diametro del cilindro, su cui si
vuol fare la vite, e rapportando tutte le dimensioni dello strumento]a questo diametro come
unit, dopo una lunga serie dosservazioni pratiche si stabilirono i seguenti valori:
h : 0,65 J
p :0,86 d
g : 0,13 il
r:0,17 d
c : 0,10 d
in generale
allestremit
L:l3,5d
. ..
. .
d
9 x2m,01)
I: .f (x2_(i
,e :0,06 4.
TAV. V.
th. l8 e III.
166
Esempio. - Quali saranno le proporzioni da darsi ad una liera, colla quale le viti
maggiori, che si possono fare, siano di 35 millimetri?
p : 30mm
0 : 38mm;
ti :
21mm
essi lincomodo del calcolo, abbiamo riunito nelle due seguenti Tabelle tutte le propor
zioni tanto delle liere quanto dei cuscinetti, conoscendo il diametro massimo del cilindro,
su cui si vuol fare la vite.
-_V W
dl|llel|lollllsiglo
_ _
larghezzaudel
i..llriitfuo di.iii.i.la
5
5,5
IL
altzza o spesppzm
lunghezza
.'..ii.i..l
l.iiiiif"
,.
65532132351? d,,,;",:;g,,,,,
3,2
1,3
1,6
6,5
2,5
13
17
2,6
3,2
3,3
4
16
22
10
11
15
20
16
22
10
13
25
27
30
33
19,5
26
4,6
5,8
35
38
23
30
5,2
6,8
40
45
50
44
45
55
26
29
32,5
34
38
42,5
6
6,4
7,5
8
1
I
1
11
il
millimetri
millimetri
67
10
15
20
25
135
202
270
337
millimetri
6,5
10
13
17
20
millimetri
2,5
millimetri
9
13
18
23
6
9
12
15
5
7, 5
10
12,5
30
405
24
15
35
472
27
1 7,5
millimetri
27
18
31
21
40
540
31
20
36
24
45
607
34, 5
22 , 5
40
27
50
675
25
'
45
30
166
ARTICOLO V.
145. Viti in forma. di Chiavarde. - Quando la lunghezza del fusto TAV. V bis
2, a, 4, 5,
delle chiavarde non eccede le tre a quattro volte il loro diametro, partico e,m.1, I,8,9,10,H.
larmente quando servono ad unire insieme lastre metalliche, allora si chia
mano comunemente nelluso, come si disse al N 138, semplicemente viti;
Forme varie delle Viti. -- Talvolta una delle loro estremit. ritenuta per mezzo
duna bietta, mentre l'altra lettata a vite munita di dado (Fig. 1, Tav. V bis). Altre
volte prendono forma, come le chiavarde, di doppio dado (Fig. 13, Tav. IV) colla die
renza che una delle loro estremit invita colla chiocciola fermata in uno dei pezzi da
congiungersi; a met della lunghezza del corpo trovasi una specie di rigonatura avente
la. forma di un dado rettangolare, la quale serve loro di testa, e dopo questa continua
il pane della vite come vedesi nella Fig. 2, Tav. V bis. Altre volte ancora prendono la
forma della Fig. 3 celle testa a segmento sferico; ovvero la lor testa ha la forma dun
cono tronco come la Fig. 4. In certi casi poi il corpo prismatico quadrangolare colla
testa pure quadrangolare, cogli spigoli superiori smussati, ovvero la parte del fusto,
che passa in una delle lastre metalliche da unirsi, ha la forma prismatica od alquanto
appiattita, come vedesi dalle Fig.6 e6 bis, ed poi ritenuta in un buco di forma. ret
tangolare per mezzo di due tasselli. In altre circostanze da ultimo la vite non
porta dado di sorta, ma solo la sua testa prende la forma d'un dado esagonale, e
trova la chiocciola in uno dei pezzi da unirsi come nelle Fig. 6 e '7; tale pure la vite
della Fig. 2.
f, 5:
Nel disegno, quando le viti sono in piccola scala, invece di delinearvi i pani a spire,
per maggior semplicit e speditezza si indicano come nella Fig. 8 mediante linee paral
lele alternate tanto nella loro grossezza quanto nella loro lunghezza.
146. Giunture fatte con Viti. - Nellimpiego ordinario delle viti per le
giunture delle lastre metalliche difcilmente esse vengono sottoposte a sforzi
laterali, cio a sforzi di scorrimento trasversale e di recisione, ma si solo a sforzi
accadrebbe col primo sistema. Il metodo del disco riportato pu in molti casi essere
utileed a raccomandarsi per la sua semplicit e sicurezza. Il disco si fa di ferro bat
tuto, e si tornisce con diligenza; gli incavi, che devono riceverlo, si fanno attorno al
-.,>
foro per le viti, con che resta assicurata l'esattezza della sua posizione. Nelle grandi
di costruzioni il disco si fa anche di ghisa, anzi talvolta si sostituisce al disco una testa
vite, che resta di una forma intermedia. fra la testa e il dado della vite e guisa della Fig. 2.
Le giunture rappresentate dalle' Fig. 9 e 10 servono fra le altre cose a collegare nelle
ruote idrauliche alla corona delle ruote le razze, tra cui stanno le pale. La Fig. 11
rappresenta un altro sistema di giunture a coprigiunte iricastrate.
Pei collegamenti dei vasi di ghisa con pareti piane si usano frequentemente nerva
ture, in cui si fanno passare le viti. Nelle congiunzioni fatte in questo modo le viti
passano completamente dentro ai vasi, ovvero stanno met dentro e met. fuori, 0 intie
, 15..
." J. h:f.
i;
166
collasse dei due pezzi da congiungere un angolo molto vicino a 90 gradi.
La tangente trigonometrica di questangolo dicesi pendenza del profilo della
bietta; se questangolo esiste solo da una parte, ed nullo dallaltra, la bietta
dicesi ad una sola pendenza; se la bietta a due pendenze, la somma di
queste pendenze dicesi pendenza totale della bietta.
Per le biette, che debbono presentare molta stabilit, la pendenza si fa piccola, da
1130 ad 1150, ed anche ad 11100, della sua lunghezza; ma per quelle, che devono per
mettere un movimento un po considerevole ai pezzi congiunti, la si fa assai mag
giore, cio da 1124 a 1112, ed anche ad 116.
Le biette servono a congiungere le diverse parti delle macchine, e si usano con
giungere e la bietta.
Una continua applicazione hanno le biette nel ssare le ruote, 0 dischi, e manovelle,
o leve ecc., agli assi o alle razze. Nella maggior parte di questi casi le biette agiscono
nel verso della loro lunghezza, e non trasversalmente.
ARTICOLO VI.
Quando le capocchie si fanno a mano coi martelli ordinarii e non coi magli, il
che avviene di rado in Germania, ma sovente ancora in Inghilterra specialmente per
(I) Le varie Figure portano segnate le proporzioni, in cui vengono generalmente eseguite
lfI;v.\_.
1
166
le macchine a vapore, la seconda capocchia, cio quella di chiusura, si fa a forma
conica, ovvero dun segmento di paraboloide. La Figura 16 rappresenta la congiun
zione di due lastre di 12 mm. di spessezza con un chiodo proporzionato in tutte le
sue parti} (Fig. Il). Ma, se si adopera il maglio, si d generalmente alle capocchie la
forma sferica (Fig. III e Fig. IV) ovvero di steroide (Fig. V) e si cerca di aumentare il
diametro del fusto vicino alla capocchia, il che ne accresce notevolmente la forza, come
colla capocchia incassata come quelle che si usano nel rivestimento delle navi. Nelle
inchiodature delle travi dei ponti conviene badare molto alla scelta della forma dei
chiodi. Quelli, che hanno una parte della testa incastrata, sono considerati di maggior
convenienza.
nel verso del maggiore sforzo a sostenere; nelle travi dei ponti e simili co
struzioni saranno di preferenza grossi, in altre invece preferibilmente molto
numerosi, come nei vasi di poca pressione interna, nelle navi, nei gasometri,
ecc.; in ogni caso un attento esame degli sforzi, che devono sostenere le in
delle lastre da congiungere (Fig. VI), e talora col chiudere le lastre a congiungersi
tra due coprigiunla (Fig. VII). Questo sistema molto in uso specialmente per le travi
dei ponti.
.1u
Fig. vx
Fig. vu.
150. Proporzioni dei Chiodi. - Senza guida di_regole sse,i varii costruttori di
caldaie hanno adottato delle serie di chiodi o bullettoni corrispondenti approssima
tivamente ad un certo numero di spessezze delle lastre in uso, limitando la distanza
di essi in ragione delle dimensioni necessarie alla testa, afnch le congiunzioni
riescano solide e compatte. Qualcuno volle stabilire delle regole in proposito, fissando
il diametro dei chiodi a. due volte la spessezza della lastra; ma questa regola pochis
simo seguita da costruttori, non potendo essere dun'applicazione generale, poich da
dei chiodi troppo piccoli per le lastre sottili, ed eccessivamente grossi per le lastre di
una spessezza considerevole.
Supponendo costante la grossezza b delle last_re, chiaro che la forza di una cone
giunzione con chiodi non pu mai rendersi tanto solida quanto ciascuna delle lastre;
ma tuttavia, adottando buone disposizioni, si pu rendere bastantemente grande per
procurarsi sufciente solidit.
Nelle formale generalmente adottate per le chiodature di forza chiamasi o la grossezza
delle lastre; d' il diametro del fusto dei chiodi; a la distanza degli assi di due chiodi
successivi duna stessa la; b la distanza tra lestremit della lastra e la retta, che
contiene il centro dei chiodi no allorlo della lastra; i il numero delle le di chiodi
in una delle lastre; q: il rapporto della resistenza della. chiodatura a quella. di ciascuna
TV. V bis
166"I
lastra, che conviene prendere, quando vuolsi che la parte di lastra contenuta tra essi
e il lembo della medesima abbia la stessa resistenza.
1 Per le chiodature semplici (Fig. VI) si avr:
..
_equ1ndx
__a-d_
d__
1
__
d
4;).
a
_l____l+l_l-
i1rd
5_2z5(5)+0
4__01
0"8
40
441
:20(0)
s,
_14.
154
2zwd
Nello sviluppo di queste formule conviene aver riguardo alle cose dette sulla resi
stenza alla recisione o scorrimento, specialmente pei chiodi e per le lastre supposte
della stessa bont rispetto ai materiali della loro costruzione.
La seguente tabella contiene i risultati di queste formole per i : l, e i : 2. fa
cile far lo stesso calcolo per un maggior numero di le di chiodi, ma conviene ri
caso il calcolo farebbe vedere che il valore di b, che basta per riguardo alla resi
stenza della lastra, non basta per la buona disposizione delle capocchie di chiusura.
TABELLA SOPRA LE RESISTENZE DELLE CHIODATURE.
W_
11
=
1,5
2,0
2,5
3,0
4,0
42121212121|21|2
o 95: 1,03
2,20
2,01
4,33 4,51
7,03
0,43 10,35
43
411 = 0,30
0,53
0,52
0,05
0,50
025%: 2,20
3,51
4,33
7,15
7,43
1.:!
0,72
0,01
0,70
0,05
0,70
0,72 0,83
'
E&>
11:
1.2;
= 0,70
0,70
0,77
1,77
3,14
3,14 401
4,01
7,07
0 : 0,50
0,72
0,05
0,70
0,72
0,83 0,70
0,30
0,70
0,00
5:
0,83
0,01
chiodi grossi distanti, che con quelli piccoli pi vicini. Per le travi dei ponti e per
. '
_
*
166
l
L
ES
Q) 2
',<
Allena I)mmelro
Altezza
Diametro
0.6 al
0,8 a
2d
1,8 a
gg,
"1
Peso di
a.
sem
_ I
doppie
100
100 Teste
Ch0d_
d_ Oh. d_.
mm.
mm.
mm
mm.
mm
mm.
Kg.
Kg.
3
4
5
6
7
8,5
10
11,5
13
14,5
5
6
7
8
9
15
18
21
23
26
7
8
9
10
12
17
20
23
26
29
20
25
30
34
39
27
30
33
36
39
45
50
55
59
64
1,28
2,25
3,52
5,16
7,27
0,81
1,43
2,11
3,03
4,41
8
9
10
11
12
16
17,5
19
20,5
10
11
11
12
13
29
32
34
37
40
13
14
15
16
18
32
35
38
41
44
43
48
52
57
61
42
45
48
51
54
68
73
77
82
86
9,92
13,08
16,88
21,34
26,52
6,04
7,84
9,87
13,22
15,12
Il 13
14
15
16
17
18
23,5
25
26,5
14
15
16
17
18
19
42
45
48
50
53
19
20
21
22
24
%
47
50
53
56
59
62
66
71
'75
80
84
89
57
60
63
66
69
72
91
95
100
104
109
113
32,50
39,23
47,00
55,63
65,29
75,91
18,22
22,98
27,25
32,57
37,40
42,59
Peso di
29,5
31
Del resto queste chiuda/ture possono farsi semplici o doppie, ed anche moltiple.
Nelle Fig. VIII e IX si ha una chiodatura. semplice senza coprigiunte: i lembi si
'
i .
tagliano o perpendicolarmente al piano della lastra, ovvero inclinati alla lamiera con
'
th-L.d.ihd
l
Fig. V111.
Fig. lX.
Fig. X.
Se, invece di fare la giunta. delle lastre nel verso delle generatrici o perpendicolar
mente ad esse, si fa in direzione oblique. secondo eliche, come suole il Wright in In
ghilterra, in questa guisa aumenta alquanto il rapporto di q); per sarebbe a vedere,
166
Per le chiodature semplici, secondo il Lemaitre, conviene prendere:
d:4+1,56
a:10+2d
b:1,5d
Con che per le ordinarie dimensioni delle lamiere q) oscilla fra 0,65 a 0,58. Per le
chiodature doppie prendasi a : 20 + 3 d.
Fig. Xl.
Sovente per
Fig. Xl].
nch possa resistere alle grandi trasformazioni occorrenti. Luso dille macchine
sembra. per questo riguardo essere assai vantaggioso, perch il ferro rovente ricevendo
la. forma di chiodo in un colpo solo, e perci in brevissimo tempo, pare che man
tenga meglio quella struttura, che lo rende pi resistente.
TAV. V bis
152. Congiunzioni diverse. - Per unire le grandi lastre di ferro o di rame, tanto
a supercie piana quanto a supercie curva, si usano sovente i metodi di congiunzione
Fig. 25 e 26.
rappresentati nelle Fig. 25 e 26, Tav. V bis. In tal modo si ha l'unione di tre lastre,
delle quali una assottigliata. verso lestremit, e laltra trovasi piegata, come lo di
mostra la Fig. 27.
Per rendere solidarie due lastre parallele assai vicine simpiegano delle chiavarde
come quelle segnate nella Fig. 19, che tanto una quanto laltra sono di rame e
adoperate attorno ai focolari delle macchine a vapore, e specialmente delle loco
motive, e la cui lamiera interna di rame devessere di maggiore spessezza del
lesterna di ferro. Nelle nuove macchine si usa far nella chiavarda un piccolo foro,
che va quasi no alla parete esposta al fuoco, il quale serve a mantenerla fredda, e
per avvedersiin tempo dei cedimenti avvenuti pel bruciarsi o pel rompersi della chia
varda stessa. Nella Fig. 20 la chiavarda di ferro, e le due lamiere sono mantenute alla
debita. distanza da. un tubetto pure di ferro, che avvolge la parte di mezzo della chia
varda, e talvolta aperto per poter mandarle attorno dellacqua fredda.
La Fig. 18 della Tav. V bis fa vedere un sistema desecuzione di chiodature imma
ginate da Lemaitre: esso indicato per mezzo duna sezione verticale; da una parte si
vede la. matrice A, che riceve la testa a del chiodo, e dallaltra il punzone dacciaio o
stampa B, che incavato per spingere la chiodatura b, e che si muove in una ghiera
1669
loperazione. Per mezzo di questa macchina, la pressione esercitata talmente consi
derevole, che in certi casi basta un sol colpo per formare la testa dei chiodi e la chiodo.
tura. Basta solo preparare il chiodo come nella Fig. 13, e metterlo caldo nella mac
china della Fig. 18 colla testa sulla matrice, perch rimanga come il descritto nella
che penetra nella parte conica della lastra, e cresce la sua resistenza evitando lan
golo retto. Nello stesso tempo allestremit opposta il cono 0' inchiodato nel secondo
foglio. La lastra permette egualmente di diminuire la spessezza della chiodatura este
riore. Questo sistema ha qualche vantaggio nella pratica, ma pi costoso per la
maggior mano dopera.
La Fig. 22 un esempio di un altro modo di congiunzioni applicato al focolare nelle
ma esse formano una giunta di pi, onde un tal uso ora abbandonato. Si pure im
piegato, per lo stesso oggetto, una lastra di rame due volte ricurvata H (Fig. 21)
per riunire due lastre G e G'. Gli effetti della dilatazione o della contrazione, che il
focolare della caldaia pu provare, non inuiscono pi sensibilmente sulle giunte, per
ferro f, formano contrasto alle due foglie per mantenerle alla fissata distanza.
Nelle Fig. 23 e 24 abbiamo disegnato lesterno e l'interno dun fragmento di fondo
di caldaia cilindrica composto di segmenti in lastre, afne di mostrare che, in certi
casi, i chiodi debbono unire tre spessezze di lastra. evidente, per esempio, che la
calotta esteriore I, che forma il fondo estremo propriamente detto, la quale general
mente una porzione di sfera, e i due settori e fusi JJ',i cui estremi sono sovrapposti,
sono tre spessezze: in questi casi i chiodi vanno fatti pi lunghi. Nella stessa guisa
si eseguisce la giunta dei fusi colla parte cilindrica le della caldaia.
golo delle intersezioni dei lembi dei due fogli M ed M vi sono necessariamente quat
tro spessezze di lastra; nondimeno i chiodi i, che si trovano in questangolo, non
hanno per lunghezza del gambo tra le due teste che tre volte circa la spessezza
delle lastre. Questa forma sferica composta di segmenti non viene quasi pi usata.
Il fondo delle caldaie come dei bollitori si fa dun sol pezzo di lastra forte dandoglit
una forma di calotta o conca battendola a caldo.
153. Formazione degli Spigoli. - Nella formazione degli spigoli, o si piega un
lembo di una delle due lamiere, e si ssano le due lamiere ad un ferro dangolo. come
alla Fig. XIII. Una delle lamiere ha un lembo piegato allinterno; nella Fig .XIV pie
gato allesterno; in queste due Figure, come nelle due Fig. XIV e XV, la larghezza di
questo ferro dangolo sarebbe necessaria. Nella Fig. XIII e adoperato un ferro d'an
golo di forma ordinaria, cos pure nella Fig. XIX. Ma in questa le lamiere terminano
in forma di cuneo.
La inchiodatura fatta come nella Fig. X colluso dun solo coprigiunte utile pei
tubi di condotta, come da camino, ecc. Il coprigiunte devesi riguardare rispetto alla
n".
T\V. V
166"
resistenza alla trazione come una lastra, onde la congiunzione, quantunque abbia due
Fig. X111.
Fig. XIV.
Fig. XV.
Fig. XVI.
e per le tensioni un pograndi; del resto laumento di resistenza si ha solo nella chio
datura con due le di chiodi mettendoli pi distanti che in quelle ad una la (vedi
la formula a pag. 1661). Nei tubi pel fumo delle caldaie di Tornwall-Kossel si adoprano
i coprigiunte, sia nel verso delle generatrici che nel verso trasversale, e sono ferri
conveniente per casse di sottili pareti). La Fig. XX differisce dalla Fig. XIX solo in ci,
che i lembi delle lamiere sono piegati in modo da coprire tutto il ferro dangolo. A
maggior consolidamento bisogna saldare i lembi delle lamiere sopra il ferro dangolo:
nella Fig. XIX il ferro dangolo posto come nella Fig. XX; ma rivolto allesterno.
Fig. xvn.
Fig. xvm.
Flg. XIX.
Fig. xx.
154. Formazione degli Spigoli e dei Vertici. - Le giunte delle lamiere, che ce
corrono nella formazione dei vertici, sono le pi difficili. I vertici presentano un aspetto
diverso, secondo che si adopera una o laltra delle congiunzioni pi sopra vedute.
155. Condizioni principali duna. buona Ghiodatura. - Secondo Molinos e Pron
nier, una buona chiodatura deve soddisfare alle seguenti condizioni:
1 Al freddo, il diametro del chiodo non deve essere minore di quello del buco di
021,001 a 0",0015; oltre questo limite difcile che il rigonamento del chiodo basti
per riempiere compiutamente il buco.
2 Afnch la testa sia convenientemente battuta, bisogna che la lunghezza del
chiodo sorpassi la spessezza della lastra duna lunghezza sufciente.
3 La temperatura del chiodo, al momento che vien messo a posto, deve corrispon
dere circa al colore bianco, ed al termine della operazione devessere ancora rosso-scuro.
20mm
1:
180 a 200
o
a
1)
1)
22"
25mm
a
1)
100 8. 125
90 8100
'
167
TITOLO II.
ARTICOLO I.
Degli Alberi e degli Assi.
TAV. VI.
,
Si distinguono in un albero tre parti principali, e sono: il corpo, la portata ed i
perni (2).
'
Il corpo consiste in un cilindro ovvero in un prisma quadrangolare o poligonale
regolare, la cui lunghezza e almeno sei volte il diametro; e la grossezza variabile
tra i due punti dappoggio, ma maggiore nel mezzo anzi che alle sue estremit:
' perci la sezione longitudinale degli alberi presenta due archi di parabola. Questa
forma ha per iseopo di rendere lalbero in egual modo resistente su tutta la sua lun
ghezza alla essione (vedi Solidi di egual Resistenza, pag. 136). Il corpo degli alberi
essendo sottomesso, come abbiam detto, a due specie di sforzi di essione e di torsione,
la loro resistenza va calcolata con questo doppio scopo.
Le portate sono diversi cilindri o prismi regolari dun diametro superiore a quello
del corpo e duna lunghezza variabile. Esse sono i punti di congiunzione dei mozzi,
sui quali stanno calettate le razze delle ruote; gli alberi hanno sempre almeno due
portate, una che riceve il moto e laltra intermediaria, che lo trasmette.
II) Per asse deve inlendcrsi una linea geometrica allorno alla quale si ellellua In rolazione di un corpo.
12) NB. chiameremo in queslo nostro corso perni i due cilindri di ferro o d'acelalo di minor dlamelro dell'al
bero, su cui si muove orizznlalmenle; cardini gli slessl cilindri posti nella parte Inferiore e superiore d'un albero
vertlcdc. Quando per Il superiore quael della slassa grosseua dellalbero e gira In un collare lo chiameremo
collo. Orecchlonl diremo quel pernl posti perpendlcolarmenle alla supercie dun cilindro, esula all'eslremll d'un
diamelro, come quelll, su rul onclllanoi clllndrl a vapore e sappogglano al loro all'uslo i pezzi darllgllerla.
Fig I a 25.
168
TAV. Vi.
posano su di questi, sono pur dette colli. Gli assi non hanno mai pi di due perni,
e qualche volta uno solo, che dicesi bottone a motivo della sua forma particolare mag
giore all'estremit: esso viene tenuto a suo posto da una piastra forata con un buco
di diametro minore, e quindi obbligato di girarle sotto. Negli alberi verticali il
perno superiore si chiama anche collo e linferiore dicesi ,cardzne. Di qualsiasi ma
teria si faccia l'albero, i perni si fanno, eccettuato qualche raro caso, sempre in
metallo, cio ferro, ghisa od acciaio, materiali pi adatti per resistere agli sforzi, ai
quali i perni sono esposti e particolarmente allattrito dei cuscinetti odelle bronztne,
su cui girano. La forma. dei perni deve essere quella dun solido di rivoluzione: soventi
sono cilindri terminati da una calotta sferica, o a goccia di sevo, quando non hanno
alcun listello, oppure in forma di un cono tronco. Negli alberi verticali ordinariamente
il cardine si costruisce dacciaio l'uso della stessa forma dei perni.
146. Alberi in legno. - Gli alberi in legno, oltre dessere economici, sono prefe
ribilmente impiegati nei motori idraulici per trasmettere grandi sforzi, massime
quando la portata e distanza fra i due perni grande, e questi sono suscettibili nel loro
moto di ricevere degli urti. Si d al corpo ordinariamente la gura di un prisma
Fig. 1 2.
1 Problema. - Disegnare un albero in legno per una ruota idraulica con tutte
le rispettive sezioni per poterlo eostrnrre.
.
Soluz. Conducasi anzitutto una linea, che formi lasse dell'albero, ci, determinata
la resistenza colle formole e ssato il diametro, si descriver un qua. rato CDEF; in
questo si traccier l'ottagono GHILMNOP; da tutti i vertici fatte passare tante linee
parallele allasse, esse daranno le rispettive faccia del prisma, che formano il corpo
dellalbero, come vedesi nella parte A. Allestremit b si dar la forma circolare e
leggiermente conica. I perni B sono fusi ciascuno con quattro ali e, che servono loro
dappoggio, ed una lun a coda 41. Per incastrare lalbero si perfora il centro del cir
colo, che ne forma una elle estremit, con un buco profondo quanto la lunghezza del
erno, come vedesi nello spaccato indicato da A'; nella parte conica si praticano quattro
ntagli in forma di croce piu larghi della spessezza delle ali, ma della stessa lun
solidit di questa estremit con picco e biette in ferro conccate per punta nellalbero.
come vedem in g e 9' (Fig. 2).
2 Problema. Disegnare un albero ottagonale in legno formato di quattro parti
unite ra loro, e coi perni in ghisa, colle rispettive seziom e proiezioni tanto del perno
quan o dellalbero.
Solnz. Il disegno, che qui presentiamo, appartiene ad una ruota idraulica, che fa
sette giri al minuto. La Fig. 3 rappresenta la gura longitudinale dellalbero; dalla
estremit B si vede il perno al suo osto, mentre laltra estremit B' mostra lal
bero preparato per riceverlo, come ver esi dalla Fig. 5, e la Fig. 4, ta lio sulla linea
l-2, fa vedere come siano uniti fra loro i quattro ravi. Le Figure 6 e
fanno vedere
il erno colle sue alette, nel senso longitudinale ed in prospetto. Il erno si ssa
ne lalbero nella stessa guisa del problema precedente, cio chiuden e fortemente
le estremit mediante forti cerchi in ferro messi a osto a caldo quasi a color rosso.
poi piantando a forza di colpi di martello piccole biette tra il legno e le alette del
Fin. 8, 9 0 IO.
perno. Talvolta invece di quattro alette il perno ne porta otto, ossia una per an 10,
come quello dellalbero Fig. 8, il cui perno rappresentato dalle Figure Il el2.
al
bero rafgurato da queste Figure appartiene ad una ruota idraulica della forza di
venti cavalli. La Fig. 9 rappresenta una sezione fatta sulla linea 3-4, e la Fig. 10 lo
stesso albero visto per una sua estremit. Esso nellestremit E porta una ruota den
tata, mentre la ruota motrice sta sulla parte A. Il perno T porta nel suo prolunga
mento (i otto alette, che, come gi si disse superiormente, sono pi corte del raggio
169_
del circolo inscritto dallalbero almeno 15 o 20 millimetri; le estremit
oi si chiudono
TAV.'VI;_
solidamente mediante cerchi di ferro ecc., come negli alberi precedenti. sistemi nora
veduti presentano grandissima difcolt, quando per una causa qualun ne 0 di rottura
o_di consumo si deve cambiare il perno; erci ven ono soventr modi cati col fare il_
FB- H _ '2
perno e la parte, che si prolunga ne_lla baro, in erro, e le alette fuse attorno ad
un nocciolo l'oggiato a ursa di tubo attraversato dal perno medesimo e ssocon esso
mediante robuste viti, ischiuse le quali riescir sempre men difcile loperazione del
Tale la disposizione del perno ad alette della Fig. 13, la quale ne rappresenta uno
come quello della Fig. 1, ma con laccennata modicazione, che sovent e alette sono
in tutta la loro lunghezza egualmente alte, invece di avere la forma conica (Fi .'14).
Fig._ B.
-
Esse sono ritenute a posto mediante quattro osei chiavarde ii, le quali hanno 1 loro
dadi f incastrati nel corpo dellalbero.
Approttiamo di questa Figura per far vedere una disposizione impiegata alcune
volte per ssare la ruota dentata primo-motore B, quando essa stessa non porta i suoi
organi di trasmissione. Il mozzo della ruota poligonale come lalbero, anzi qualche
volta si fa quadrato nel punto, dove essa si applica. Essa viene centrata mediante le
viti d, che sappoggiano su piastre di ferro appositamente incastrate nel corpo dellal
bero. Quando questa ruota deve avere grandi proporzioni, viene ordinariamente divisa
in due ed anche in pi parti.
'
La Fig. 14 rappresenta unaltra disposizione differente di perno ad alette pi
Ha "
scere la lunghezza, sono disposte perpendicolarmente e legate fra loro "e col perno
mediante una specie di cilindro, per cui la base del perno O solidamente appoggiata
e sostenuta; esse sono attraversate alle lro estremit da quattro chiavarde a, che
servono a ssare il perno allestremit dellalbero e si chiudono mediante dadi in
corona, cos chiamato dalla sua forma speciale, come vedesi nelle Fig. 15 e 16, di cui
la prima rappresenta il prospetto, e la seconda una sezione secondo la linea 1-2. Quando gli alberi debbono trasmettere grandi sforzi, per non indebolirne il corpo, se lalbero
cilindrico, si usa unire ad essi questa specie di perno fuso con un disco fatto a guisa
m. la e W.
di robusto cerchio, il quale si adatta alla forma dellalbero, a cui viene ssato mediante
col quale fuso il perno C, che si unisce ad una specie di manicotto ottagonale D,
che abbraccialalbero A, e n congiunto collestremita mediante biette, o cunei in
legno a chiusi pi solidamente mediante altri cunei in ferro b b, che tendono a spac
care i primi, operando cosi un fortissimo stringimento, e consolidato con otto viti di
ad una incassatura analoga fatta sulla faccia del manicotto, come scorgesi dalla Fig. 15,
che ne rappresenta il prospetto dalla parte posteriore al perno; la Fig. 17 fa vedere I- "I. '8-0 9
una sezione angolare, che segue le linee 3 e 5. Per diminuire le pressioni esercitatev
sulle chiavarde si sono praticati degli intagli sul contorno del coperchio F a coda di
rondine k h h....., nei quali vengono introdotte altrettante biette.
. ,: t
Perno a. peduccio. - Il sistema di perni impiegato comunemente quello a Fin-20. 2'. 22 25
peduccio, detto dai Francesi talon, di cui le Figure 20, 21, 22, 23 ci fanno vedere come
costrutto e come viene ssato nellalbero stesso. La Fig. 22 ci presenta iLanco del
perno, la Fig. 23 il suo prospetto visto per una proiezione perpendicolare al suo asse,
e la Fig. 20 una sezione, che passa per lasse dellalbero. Il_perno e rintanato da
una parte prismatica quadrangolare e dal peduccio P, e viene ssato allalbero dopo .
avergli preparato l'incassatura mediante biette e cerchi imboccati a forza allestremit
dellalbero, come negli esempii precedenti.
'
22
170
TAV. VI.
Fig. 24.
Perni in ferro. - Tutti i perni descritti finora, come pure i diversi sistemi d'ap
plicazione agli alberi, sadattano ai motori duna potenza considerevole e per soppor
tare grandi sforzi; ma quando trattasi dalberi di piccoli motori, come per molini,
cartiere e simili, basta la disposizione indicata dalla Fig. 24. La parte del perno, che
sintroduce nellalbero, ha una forma leggiermente piramidale ed solidamente tenuto
sso mediante una bietta a, che attraversa il perno e lalbero da parte a parte.
Fig. 25.
trasmettere il moto dai piani inferiori ai superiori per mezzo di ruote d'angolo, e
che sono solo sottoposti ad uno sforzo di torsione come gli orizzontali, ep
perci la loro resistenza si calcola come in questi ultimi.
Gli alberi verticali sottoposti solo alla pressione 0 assi, che vogliansi chia
mare, vengono pure designati col nome di cardini, bench sotto questo nome
debba intendersi il perno, su cui si muovono, e dividonsi in due generi distinti,
cio in ssi e mobili; essi sono costrutti tanto in legno quanto in ferro ed
in ghisa. Di questi tratteremo pi diffusamente fra breve.
L'albero verticale ed asse, che vogliasi chiamare, di cui la Figura 25 rappre
senta lelevazione e la Figura. 26 una sezione trasversale, e tratto da una grue
posta in una fonderia di ghisa, e che serve per muovere le forme e trasportare i
crogiuoli, che contengono il metallo in fusione. Essa consta dellalbero A formato di
una robusta trave in quercia di sezione quadrata, le cui estremit sono armate dei
TAV. VII.
Fig. 4 o 1
Albero poligonale in ghisa. - Gli alberi verticali in ghisa possono essere pieni
ovvero vuoti, stabili o mobili, di forma cilindrica ovvero poligonale. Lesempio, che
qui proponiamo, appartiene ad un molino da grano, di cui la Fig. 1 rappresenta la
Fig. il.
del perno superiore; il disco B e ssato mediante viti e, e' di pressione al corpo ottan
golare dellalbero, sul quale appoggiasi la ruota motrice.
Albero cilindrico in ghisa. - Questalbero riceve il moto mediante una grande
ruota posta in N, e lo trasmette al piano inferiore mediante una ruota dangolo posta
in N', ed al piano superiore mediante ruote poste sul suo innesto: Esso di ferro fuso,
171
Albero di Grue. - Questo un albero in ghisa ed in ferro duna grue a catena
di Galle invece della catena ordinaria; la sua resistenza massima e di 3000 0g. Lasse A
TAV. VII.
Fig. 6, 6 blu e 7.
unasta cilindrica in ferro, sulla quale sono distribuite le varie portate necessarie per
Nei sistemi di grue del signor Newstadt questa saetta C forma una' specie di
guaina pel deposito della catena, che ha gi servito al tiro per alzare la resistenza.
Albero verticale duna Grue stabile. - Per le grue stabilite fuori degli
g. 8 e 9.
opicii, come quelle poste sulle rive dei umi o dei porti di mare per caricare e sca
ricare le navi, siccome non si pu avere alcun appoggio per le loro estremit supe
riori, si stabiliscono degli alberi verticali detti pure fusi, parte incastrati nel suolo
e parte sbalzati fuori. sui quali si attacca la saetta, che con altre parti forma un brac
ciuolo, il quale porta il braccio orizzontale, che costituisce la cos detta colata della
grue. Bisogna per distinguere due sistemi diversi, cio quelli, in cui lalbero o fuso
e immobile e la grue gira attorno ad esso, e quelli, in cui la grue gira con esso.
Lalbero, che presentiamo in sezione verticale, che passa per lasse, quello duna
grue ssa. Esso consta dun tubo cilindrico A in ghisa avente la forma di due tronchi
di cono sovrapposti per la loro base maggiore, di cui la parte inferiore terminata
da una suola piatta armata. di quattro nervature b, le quali, dovendo portare tutto il
peso dellapparecchio e del carico, debbono essere resistenti agli sforzi trasversali.
Essa incastrata in una pietra M. La parte superiore, che sta fuori del suolo, termina
al contrario per una specie di bronzina, che riceve un perno a, attorno al quale
gira tutta la parte mobile. Questa forma chiamasi a navetta afusata, ed atta a re
sistere ai generi di sforzi, a cui va sottoposta; i suoi punti dappoggio sono la pietra M
ed il suo oricio sostenuto da una piastra in ghisa B, che esso attraversa. Le propor
Le spessezze della ghisa sono cosi collocate, che non lavorano ad una pressione mag
giore di 400 Chilogr. per centimetro quadrato, qualunque possano essere la direzione
e lintensit degli sforzi.
Albero girante colla. Grue. -- Questalbero, dun sistema inverso del prece
dente fatto in guisa, che gira con la volata della grue, e non differisce dei gi
descritti che in quanto esce fuori un terzo circa della sua lunghezza dal suolo.
La Fig. 10 rappresenta lalbero visto in parte esteriormente ed in parte tagliato
seguendo lasse perpendicolare alla volata; la Fig. 11 unelevazione esteriore nello
stesso piano. Le Figure 12, 13, 14 e 15 sono sezioni trasversali fatte in diversi punti.
Esaminando tali Figure si riconosce facilmente la conformazione generale di questo
albero. Come lantecedente esso formato di due coni tronchi vuoti A, traforato late
regolarmente simmetrico e rotondo, mentre lultimo, ancorch la sua forma sia cir
colare, presenta una resistenza massima alla essione. Infatti lalbero sso deve resi
stere ugualmente in tutti i sensi, "poich la grue si muove attorno ad esso, mentre
m. m, n, 42,
45, H e 15.
172
TAV. VII.
lalbero mobile, essendo solidario alla grue, e sottomesso ad una essione in direzione
ssa. Tuttavia nella costruzione dell'albero, tenendo conto di questa circostanza per
alleggerirlo e conformarlo pi particolarmente al suo modo principale di resistenza,
bisogner evitare di dare a questo principio tutta lestensione, di cui sarebbe suscet
tibile come macchina fissa, imperciocch, quando si orienta il carico, la grue va sog
getta a ritardi nel moto, che danno luogo a momentanei cambiamenti di direzione nel
senso degli sforzi trasversali; se lalbero si trovasse troppo debole nel senso perpen
dicolare alla resistenza, potrebbe derivarne una rottura.
Fig. l, 47 e I8.
di ferro. Esso appartiene ad una grue della portata di 20000 0g. dello stesso sistema
gi descritto. La sua volata. o distanza tra lasse e larpione di sospensione di m. 8,50
e laltezza di metri 12 al dissopra del suolo. La sua struttura generale, come vedesi
dalla Fig. 18, quella dun doppio T con un panello formato di due pareti A'A, il
cui intervallo b serve per raccogliere la catena durante la salita del peso. Le pareti
sono inchiodate ad angolo retto per mezzo di lastre piegate ad angelo e e dei rinforzi
d piegati a T col lato B formati a pi spessezze di lastre sovrapposte; cio a cinque
nel mezzo ed una sola o due alle estremit. La parte superiore si apre a forcella per
ricevere i due tiranti della saetta, che sono ssati alla chiavardaf' per mezzo di dadi.
i quali, chiudendosi contro i rami della forcella, hanno per appoggio rigido il tubo f
incannato dalla chiavarda f". Il canale b, il quale deve ricevere la catena di Galle,
guernito di liste in legno e coperte di lastra in ferro sottile, che restringono alquanto
limboccatura del canale b, che fa l'ufcio di guaina, forma pi conveniente per lin
risponde al piano del buco nel suolo, OVe trovasi posta la lastra servente di guida
superiore. Siccome lalbero si muove con un moto, di rotazione, la parte i tornita e
guidata nel suo movimento da. un collare formato di girelle impernate in una corona
circolare dugual diametro dellalbero; cosi il moto radente, che lalbero eserciterebbe
contro lapertura della lastra ssa nel suolo, si cambia in moto volvente, acciocch
quando gira non gli si opponga una resistenza di soverchia energia, e sia facilitato il
moto di rotazione.
Il cardine in ferro (L non presenta alcuna particolarit; esso guernito di una
specie di calotta in acciaio innestata a coda di rondine, e che forma lestremit del
cardine, che posa sulla bronzina o ralla.
Una grue avente un albero uguale al descritto stata costrutta dal signor New
stadt nel porto militare di Cherbourg, ed calcolata per alzare pesi di 15000 Cg. La
173
metri 8,50, e laltezza verticale dalla sommit della saetta al livello del suolo di 10 m.
Questa grue si fa muovere mediante un apposito meccanismo, che le va unito per
orientare il suo carico.
quelli primi motori 0 di prima classe, come gli alberi orizzontali dei battelli a vapore, gli
alberi, che portano i volanti nelle macchine, gli alberi delle ruote idrauliche, ecc. Quelli
invece, che portano dei grandi ingranaggi od altri organi destinati a trasmettere la potenza
senza urti e senza volanti, sono classicati alberi secondi motori 0 di seconda classe. Inne
gli alberi, che non portano che delle puleggc o degli ingranaggi di poca importanza, si
In quasi tutte le macchine i perni dellalbero motore sono quelli, che sopportano tutti
gli sforzi della potenza ed il contrasto della resistenza; quindi in pratica il loro diametro
e una delle prime cose da calcolars. Linglese Buchanan, il quale ammette che un albero
in ferro fucinato di qualit media per trasmettere la forza di un cavallo-vapore con una
velocit di 1 giro per minuto con qualche sicurezza, tenendo calcolo degli eccessi dovuti
al volante ed agli urti, che potrebbe ricevere, dovrebbe avere 16 centimetri di diametro,
messa ed in ragione inversa della sua velocit di rotazione, e che perci la resistenza d'un
perno proporzionale al' doppio del diametro, ovvero che un cubo doppio dun altro
capace di resistere ad uno sforzo otto volte maggiore, essendo il cubo di 2 uguale ad 8.
Il medesimo ha trovato pei perni in ferro fucinato le seguenti formole:
'
a ______
Per il perno dun albero di 1 classe D3 : % x(16)3, per cui I) :l/% X 4096;
3 _
idem
e classe o3
x219'l, e o:
x 2m;
3
idem
3 classe o3 : % x1090, e o:
_____
x 1000.
Le formule per determinare i perni degli alberi in ghisa dedotte dal succitato autore
sarebbero le seguenti:
.
am
E
Per un albero primo motore 0 di prima classe 03 = -%- x6859, e I):
x6359;
3
idem
x 3375;
3
idem
x 1728.
la forza della macchina espressa in cavalli-vapore (di 75 chilogrammelri) pel numero delle
rivoluzioni dellalbero per minuto, e moltiplicare il quoziente pel numero sso corrispondente
alla classe dell'albero ed al metallo, di cui formato, poi estrarre la radice cubica del prodotto,
ed il risultato dar il diametro in centimetri.
174
ititenendo per coelciente degli alberi primi motori, se in ghisa, 6800 e, se in ferro,
4370, si potranno risolvere iseguenti problemi. Per gli alberi in legno la resistenza a parit
di condizioni '/i di quella degli alberi in ghisa, cosi conoscendo il diametro bisogner
a __
aumentarlo del rapporto di l/411 ovvvero moltiplicarlo per 1,6 per avere il diametro
dellalbero in legno.
,
1 Esempio. - Qual sar il diametro del perno in ghisa ed in ferro dun albero
primo motore per trasmettere una forza di 10 cavalli con una velocit di 20 rivoluzioni per
minuto?
.
. _ _ (15)3x20 _
. .
per quello in ghisa. F _ _6800 __ 10 cavalli circa,
e per quello in
. ferro._ F _
__ (12,9)3x20
4370
_ 10 cavalli. cnca.
Regola pratica. _ Per ottenere la potenza in cavalli-vapore corrispondente al perno
dun albero, di cui si conosce il diametro ed il numero delle rivoluzioni per minuto si fa
il cubo del diametro, indi si divide pel coefciente sso 0800 per la ghisa e 4370 pel ferro, ed il
il quale deve trasmettere una forza di 24 cavalli con una velocit di 20 rivoluzioni per
minuto?
3 __.._._
3 __.____
3 .__-__
si pu mettere sotto questa forma : %l- : oppure -:;-1 : %-, si divide il coefciente m
dellalbero in ghisa pel cubo dei numeri successivi 1, 2, 3, 4 ecc. rappresentando il dia
175
metro dei perm in centimetri, Si avra una serie di numeri corrispondenti -; onde 6859
C
diviso successivamente pe cubi i, 8, 27, 61, ecc. dar i numeri della seconda colonna della
Tabella seguente. Lo stesso dicasi degli altri coefcienti, che divisi pure per questi cubi
daranno la terza, quarta, quinta, sesta e settima colonna della stessa,
TABELLA DEL DIAMETRO DEI PERNI DEGLI ALBERI SOTTOMESSI A SFORZI DI TORSIONE
==-
DIAMETRO |
in
ALBERI IN GHISA
I"
centlmetfl
1 motore
2 motore
3 motore
1 motore
2 motore
3 motore
1
2
3
6859,00
857,38
254,
3375,00
422,00
125,00
1728,00
216,00
64,00
4096,00
512,00
132,00
2197,00
274,62
81,36
1000,00
125,00
37,00
107,17
52,74
5
6
7
,
31,75
20,00
27,00
15,62
,84
8
9
13,32
9,41
10
11
21,00 1
64,00 ,
,31
15,62
13,82
8,00
5,04
32,70
19,90
12,20
17,56
10,17
6,11
8,00
4,62
2,91
6,59
4,63
3,57
2,37
8,00
5,62
4,29
3,13
0,86
3,38
1,73
4,10
2,20
5,15
2,54
1,30
3,08
1,65
1,95
1,37 ,
1,00
0,75 l
12
3,98
1,95
1,00
2,37
1,50
0,57
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
3,12
2.50
2,03
1,67
1,40
1,17
1,00
0,86
0.74
0,64
0,56
0,50
0,44
0,39
1,54
1,21
1,00
0,82
0,68
0,58
0,47
0,42
0,36
0,32
0,21
0,24
0,21
0,19
0,78
0,61
0,51
0,42
0,35
0,30
0,25
0,22
0,17
0 6
0,14 .
0,13 1
0,11 ,
0,10
1,86
1,43
1,21
1,00
0,&
0,70
0,60
0,51
0,44
0,39
0,34
0,30
0,26
0,23
1,00 I
0,80
0,65
0,53
0,45
0,31
0,32
0,26
0,24
0,21
0,18
0,16
0,14
0,13
0,45
0,36
0,29
0,24
0,20
0,17
0,15
0,13
0,11
0,09
0,08
0,07
0,06
0,05
21
0,35
0,17
0,09
0,21
0,11
0,04 ;
28
0,31
0,15
0,08
0,19
0,10
29
0,28
0,14
0,07
0,17
0,09
;
1
30
31
0,25
0,23
0,13
0,11
0,06
0,15
0,14
0,08
0,07
32
33
34
0,21
0,19
0,17
0,10
0,09
0,08
1)
0,13
0,12
0,11
0,06
35
0,10
10
0,10
11
i)
36
37
0,15
0,14
0,09
0,08
l
1
1
1
,
1
38
0,13
11
0,07
11
39
40
18A
0,12
211
0,11
D
30
40
0,06
54
0,05
g.
n
7. u
"
Regola pratica. - Secondo questa tavola la regola per determinare il diametro del
perno dun albero primo motore si riduce alla seguente: Dividasi il numero delle rivoluzioni
dell'albero per minuto pel numero dei cavallivapore, poi cerchisl in una delle colonne della
tabella il numero, che pi savvicina al quoziente trovato, avendo particolarmente riguardo alla
natura dei perni, ed il numero corrispondente nella prima colonna d il diametro in centimetri.
1" Esempio. - Quale sar il diametro d'un perno di un albero in ghisa primo motore
duna macchina a vapore della forza di 12 cavalli con una velocit di 33 rivoluzioni per
minuto?
l'76
Soluz. Applicando la regola su esposta si avr --:-2 : 1,65; questo quoziente
l',65 si approssima a quello di 1,67 della seconda colonna della tabella, e questo numero
corrisponde a 16 della prima colonna, per conseguenza il diametro D del perno di
16 centimetri.
Se il perno dovesse essere in ferro bisognerebbe cercare il quoziente nella quinta
colonna, e si trover che sar compreso tra 1,86 e 2,43, e per conseguenza il diametro del
perno sar compreso tra 13 e 14 centimetri, ossia 135 millimetri.
2 Esempio;- Si domanda il diametro del perno di seconda classe o secondo motore,
sul quale havvi una ruota d'ingranaggio capace di trasmettere una forza di 15 cavalli con
una velocit di 40 rivoluzioni per minuto.
'
oluz.Sr avr - : -s- :2,67; questo quoziente SI approssima a 2,51 nella terza
colonna e trovasi compreso tra 3,13 e 220 nella sesta colonna della tabella: risulta che il
diametro corrispondente deve essere di 11 centimetri per il perno in ghisa, e compreso tra
i) e 10 centimetri o 95 millimetri circa pel ferro fucinatu.
3 Esempio. - Un albero di terza classe dovendo trasmettere una forza di 4 cavalli
con una velocit di 48 rivoluzioni per minuto, si domanda il diametro del perno tanto in
ferro quanto in ghisa.
R
48
Soluz. Applicando le regole su esposte si avr
: 12; questo numero nel
C _ 4
"
lultima colonna della tabella compreso tra 15,62 e 8: il diametro corrispondente per il
perno in ferro allora compreso tra 4 e 5 ossia 45 millimetri; si Vedr pure per la quarta
colonna che il diametro del perno supposto in ghisa compreso tra 5 e 6 centimetri ossia
51 millimetri.
'
La lunghezza dei perni degli alberi e sempre maggiore del loro diametro: quelli per
alberi grossi sono lunghi 1,211 01,111, quelli pei piccoli possono essere di 1,5d a 2d. Cosi
il perno dun albero in ferro di metri 0,06 ha metri 0,12 di lunghezza. Quando gli alberi
debbono resistere a sforzi di torsione e di pressione laterale, si prender per diametro dei
1:0,81 +1,21d
perno in ferro t'ucinato:
11 :0,12 t/_
1:0,8'l +1,21a
B : 428 + -3%g ;
perno in acciaio:
d :U,09 t/_,
indicando con P la pressione, che agisce sul perno in Chilogrammi; con 11 il diametro del
perno in centimetri; con I la lunghezza del porno in centimetri, e con B la maggior pres
si porranno dei sedili intermedii agli estremi per diminuire la portata dellalbero.
Quando lalbero non va che pochissimo soggetto ad uno sforzo di essione e la sua
lunghezza non maggiore di 1 a 2 metri, avr sulle estremit un diametro dun decimo
maggiore di quello pel perno, e da questo diametro, come base, sineomincier la sua
forma parabolica. Si potr aumentare di /3 a /1 per gli alberi in ghisa pieni quando sono
lunghi da 2 a 4 metri.
Sezione degli Alberi. - Per calcolare le dimensioni da darsi alla sezione dun
177
albero sottomesso a sforzi di essione si calcola la somma M dei momenti delle forze
esteriori, che tendono a rompere lalbero in questa direzione. Facendo questo momento
uguale a quello d'elasticit'a E P [N' 116], se ne ottiene unequazione, che d le dimen
sioni di questo profilo. Per P non si deve calcolare che la decima parte del coeiciente di
rottura m (V. la Corlruzione dellAsse dei Bilancieri).
Per costrurre gli alberi, che devono essere sottomessi tanto alla torsione quanto alla
essione si determina dapprima il diametro, che deve aver l'albero per resistere alla tor
sione, poi si adatta allalbero un rinfarzamento, che da solo sia capace di resistere al
momento della essione.
Sia
a .___
d: .6 V_N
n
il diametro, che lalbero deve ricevere per trasmettere, con n rotazioni per minuto, un
eti'etto di N cavalli-vapore; M il momento.di essione, in chilogrammi-centimetri, al quale
una sezione determinata dellalbero esposta: se il rinforzamento dell'albero deve essere
anulare, per la determinazione del diametro esteriore si ha la l'ormola
3_____
32M
P
6M
Il:
b:
6Mh
PW-v
Per gli alberi, che non sono sottoposti che allo sforzo di torsione il citato autore, am
mettendo che tutti gli alberi, costrutti col medesimo materiale, siano sollecitati al mede
Alberi in ghisa:
a
a:qan/Pn
a __
11:12
n
a=o%svrn
_
d : 16
a __
n
39
T:90)
a
.
178
074372720 DEGLI ALBERI 18 marzo rucxmro (1 caso).
3
__
4:0,297/93
P in Chilogrammi, d ed E in centimetri.
1
,93
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'
A" _
alr.ald'raia
li -__*7 *_.__'_M
ralallr>a
7
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3,8
3,0
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4,8
Il
l! 5705
7 0450
7200
\ 80007
7 8856i
97707
i 77787!
707407
5,2
5,0
5,4
5,8;
0,0 77
0,2
0,4
0,0 7,
74000
70073
75307i
77974
79454
20992.
22000
24300?
__
328
437
379
499
507
722
.7 7707
900
2
2,2; 7
2,7
2,3 l
2,4
2,0 7,
2,8
3,0
7077
2249
7973
2024
3037
3492
3700
4534
7,0
7,4
7,2
7,0
7,8
80
8,2
8,4
" 27947
8,8
777 37920
9,2
29889
9,0
34055
9,4
, 35208!
9,0
38589
9,8
47000 70,2!
9,0
,. 43509
7l 7344
3,2
,,
2725 I 5,0____ i ,_,_
12891\ ,____,|
0, | m,__,yi
200707 8,0
7:la, 40777 >, 70,4
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3_
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3 7
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0,0750
0,0798
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7 1
Il
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7.
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7,0000
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7,9507
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74
75
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[
17
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78
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7
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,7
3,00
3,25
3,50
3,75
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4,50
0,7587
0,7982
0,2438
0,2959
0,3559
0,4274
7 0,0723 7
5,00
0,4950
0,0907 7 5,50
0,7248 I 0,00
0,5780
0,7093
0,5
7,0
7,5
8,0
8,5
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-n
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77,0 \ 4,0240
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___,_,-.
0,7545
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24
70,755
20
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75,000
78,940 30
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34 1
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7
_-_ .__,_,_.
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_.
7 :0,385 V9 3
P in Chilogrammi, d ed E in centimetri.
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l
089
3,4
878
3,0
902
3,8
7748 | 4,0
7299
4,2
7493 | 4,0
4,7
7700
7939
4,8
2797 | 5,0
,l _
dPBI
..
2405
2707
3079
3422
3787
4778
4597
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1
7
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5,2
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5,0
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70503\
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77533
70,07
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79083| 70,47
77
179
mmxrao oneu ALBERI IN GHISA (2 caso).
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Il
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1
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34
1
10,0 0 10740
10
11,0
20
1,0030
Gli alberi di trasmissione duna grande lunghezza, specialmente quelli delle lature
e delle tessiturc, devono essere costrutti in maniera che l'angolo di torsione diventi pro
porzionale alla lunghezza ed indipendente del diametro dellalbero. Per questi bisogna
prendere:
4 __
4 __
0:12
,
. .
=0,70|/ va.
I
d____
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l 4,0401
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, |.
10
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13
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10
17
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0,2000
7,7341
1 11,2220
10,0000
22,1341
20,4340
30,0020
13
10 1 1
22 l
24
20
23
30 I
20 1
180
Gli alberi di trasmissione, che devono resistere allazione d'una forza viva, non vanno
calcolati dietro le leggi statiche, ma dietro quelle dinamiche. Se, per esempio, un albero
munito dun volante e deve ricevere la forza viva di questo senza rompersi, bisogna che
. . .
1 T2
.
la quantita di lavoro T -- V [ N 52 ], che necessaria per produrre la rottura dellal
bero per torsione, sia maggiore della forza viva del volante (espressa in Chilogrammi ed
in centimetri).
Sia Q il peso dellanello del volante in Chilogrammi; C la velocit in centimetri attorno
alla circonferenza del volante; g:9,81x100:981 centimetri, laumento della velocit
v>4iict_
T9
29
ARTICOLO II.
Giunti cd Innesti ssi e mobili, Imbracamenli.
TAV. Vlll.
prolungamento uno dellaltro, sia che i loro assi siano collocati sulla stessa
retta, sia che abbiano direzioni parallele od inclinate, 0 sia che cadano in
piani differenti. Essi non sono sempre destinati a formare giunti ssi, ma
anche solo temporanei, ovvero a congiungere le due parti dun albero in
guisa, che, senza renderli completamente solidari, esse si trasmettano il moto.
Varii sistemi dInnesti. - Fra i molti sistemi dinnesti ne distingueremo tre
specie principali, cioi giuntissi o mobili, glz'mzestz' mobili e glznnestz' ad imbracamento.
Giunti si chiamano tutti quegli organi, i quali servono ad unire le due parti di
un albero in modo rigido e da formare una sola linea.
Fig. l,2e3.
Innestz' mobili quelli, che congiungono due parti d'un albero solidarie fra loro, ma
senza rigidezza, onde si dicono anche articolazioni.
[maestri a imbracamento, o semplicemente z'mbracatoz', quelli, che si fanno per col
legare due parti dun albero, fra le quali la comunicazione del moto si pu interrom
pere e ristabilire senza scomporre la macchina e merce di un semplice cambiamento
di luogo di alcuna delle sue parti.
Fra le innite forme di sistemi diversi di questimportantissimo organo noi sce
glieremo i tipi principali di ciascuna specie cominciando dei giunti ssi, passando
poi ai mobili, e nalmente cOnchiudendo cogli imbracatoz': cos ne descriveremo prima
ipi semplici e poi a mano a mano i pi complicati.
Giunto a chiavetta. - Prima di descrivere i giunti a manicotto propriamente
detti porremo sotto gli occhi dei nostri lettori due giunti semplicissimi, che si e'ettuano
tra le estremit di due alberi scnza alcun altro organo ausiliare. Essi sono usitatissimi
per congiungere alberi mossi a piccola velocit, oppure a congiungere le aste degli
stantqu delle trombe nelle macchine a vapore e simili. Il primo, che serve per un albero
orizzontale, consiste nel terminare una delle estremit A dellalbero o dellasta per
un rigonamento cilindrico, e laltro per una ghiera B, il cui diametro interno sia
uguale a quello dellestremit A, che deve entrai-vi. Queste estremit sono ambedue
traforate da unapertura rettangolare, per la quale si fa passare una bietta e, che
serve a tenere unita la parte A colla parte B, le quali si possono disgiungere togliendo
la bietta o chiavetta, e ricongiungere rimettendola. Un tal sistema ha il vantaggio
di non aggiungere peso a quello dell'albero; ma non deve impiegarsi che per alberi
soggetti a piccolissimi sforzi.
0
181
Problema. Disegnare il giunto dun albero orizzontale o Metto.
Soluz. Conducasi lasse, che passa cl centro dei due alberi da congiungersi, poi,
TAV. Vlli.
seguendo le quote della Figura, sar acile disc nare la parte cilindrica B, nella. quale
sintroduce lestremit dellalbero A ritenuta da la bietia c, che compenetra le due
estremit dellalbero da congiungersi.
.
La Fig. 1a rapppresenta l esterno del giunto;
Fig. i, 2 e 5.
La Fig. 2 la sezione trasversale, la quale intendesi fatta dalla parte A della Fig. 1 ;
La Fig. 3a lo spaccato lon itudinale fatto sullasse nel senso della lunghezza del
l'albero o della generatrice. e quote. che non sono segnate col met., sintendono in
parti proporzionali al diametro dellalbero indicato con d:100 parti.
FIR. l.
nei molini per unire gli alberi in ghisa con quelli in ferro, che comunicano il moto
da un piano allaltro. In questo innesto lestremit dellalbero A ha un foro ben liscio
nellinterno per ricevere lestremit dellaltro albero B, il quale si ssa mediante due
_ biette o e g poste in senso perpendicolare fra. loro; una ghiera in ferro 1 rapportata a
caldo esteriormente allestremit dellalbero di ghisa, afne di consolidarlo e renderlo
pi atto a resistere contro lo sforzo esercitato dalla chiusura delle chiavette o blatte c eg,
le quali chiudonsi o dischiudonsi secondo che si vuol congiungere o disgiungere i
due alberi. Un tal giunto va adottato sol quando lalbero in ferro non deve trasmettere
che una parte, cio un quinto od un sesto della forza dellalbero in ghisa, che sormonta.
Giunti a. mezzo ferro con manicotto. - Quando gli alberi non sono suscet
m. Ii, e e 7.
tibili dessere frequentemente disgiunti, come sarebbero quelli, su cui bisogna soventi
cambiare gli organi di trasmissione, si fa uso di un manicotto (manchon) o astuccio A
dun sol pezzo, nel quale le due estremit. dellalbero D e C vengono riunite. A tal
ne si tagliano le estremit delle due parti dellalbero da riunire con un piano, che
passa pel suo asse, e se ne leva una parte, le cui proporzioni sono indicate sul disegno
in parti proporzionali all'albero, si sovrappongono le due estremit in guisa, che alla
parte tolta da una si sostituisca quella dellaltra. Questo metodo vien detto a mezzo
ferro. Le due parti si ritengono una sull'altra mediante due o tre viti, e poi tutto il
inezzo ferro viene introdotto in una specie di tubo o manicotto in ghisa perforato
Fig. 8 o 9.
a coda di rondine nelle due estremit B e C delle due parti da riunirsi; ma un tal
giunto sempre di difcile esecuzione ed esige del tempo e dellabilit: esso perci
alquanto costoso. Nel manicotto oltre alla. bietta si mettono pure due viti di pressione 1).
.Problema. - Disegnare l'innesto di due alberi a mezzo ferro con coda di rondine.
Soluz. Condotto lasse al solito e ortate le rispettive misure indicate dalle note
del disegno, non sar difcile costrur o. dopo lantecedente. La Fig. 8 rappresen a il
duce una bietta o. Il manicotto ha una spessezze alquanto maggiore nel mezzo per
resistere agli sforzi di essione, che potrebbero esercitarsi nel punto di congiunzione
dei due alberi.
'
Hg. W e Il.
182
TAV. VIII.
Fig. 12 e 13.
M, M' a guisa d'anello in ferro ripiegate ad angolo retto e collegato per mezzo di viti
o chiavarde b attorno alle due estremit dellalbero, che abbracciano a guisa di collare.
Tali manicotti si applicano come mezzo per girare gli alberi nei torni scorrevoli o a
carro, siano essi cilindrici o prismatici; le due ganasce, che formano la ghiera, non
Mg 14 .- 1:1.
denti, i quali sincastrano a vicenda per met da ciascun lato e rendono impossibile
qualunque variazione.
Problema. - Disegnare il giunto d'un albero vuoto in ghisa.
Soluz. Nel nostro disegno presentiamo una sezione longitudinale fatta nel scusa
dellasse dellalbero; onde non sar difcile disegnarsi cominciando dal condurre l'asse,
poi ssando il punto del giunto, conducendo delle parallele allasse distanti fra loro
quanto il raggio dellalbero, sempre seguendo le quote scritte sulla Figura. La Fig. 14
rappresenta una sezione trasversale fatta fuori della ghiera.
gano di preferenza dei manicotti divisi in due parti, i quali possano mettersi e levarsi
senza sforzo e senza discendere le due parti dellalbero dai loro sostegni. Quando si
ha da costrurre una linea dalbero un po lunga, la quale per sua natura sarebbe
m. 19, 20 e 21.
che una sora la. parte M per penetrare in quella di M' duna quantit uguale alla
profondit del dente o dellartiglio; tale disposizione ha lavventaggio di non lasciar
183
cadere la met dellalbero quando si disgiunga la met M' del manicotto dalla prima,
restando sostenuta dal rigono del primo albero o contro la sponda o maschietto dei
cuscinetti, che li sostengono. Affinch possano girare senza scivolare queste due parti
TAV. VIII.
Fig. 19, 20 e 21.
sono ssate sul loro asse rispettivo col mezzo di due chiavette e, ed afnch durante
il moto non si possano spostare sono ritenuti da viti e, e', le cui teste uguagliano
la supercie del cilindro. Se gli alberi non portano alcun collarino aggettato, ed av
viene raramente che labbiano ambidue, si metteranno allestremit del manicotto le
due viti y, 11/, le quali facciano pressione sullalbero, sempre per atesta rasa oinca
strato nel manicotto per non lasciar sporgenza esteriori, le quali possono essere causa
eseguite un tal sistema di giunti. Questo, senza avere il merito della semplicit e
della facilit desecuzione, per ingegnosamente combinato. Esso si compone di due
dischi torniti M, M' fissati lun contro laltro mediante due e talvolta quattro viti e
colla testa incassata, e sono inoltre rattenuti da. due biette o cunei e tagliati a coda
di rondine incastrati per met in ciascuno dei dischi e legati fra loro con una chia
varda y, che passa da una parte allaltra e tende a ravvicinarle. Una tale disposizione
permette al costruttore di postare su ciascun albero le chiavette in ferro o, c', le quali
guisa si comprende facilmente, che allorch il giunto chiuso per mezzo della vite
e impossibile, che il manicotto possa scivolare a destra ovvero a sinistra, onde essa
presenta una grande sicurezza. Con questo sistema si evita qualunque parte saliente
dellalbero, che nello stesso tempo facilissimo da congiungere e da disgiungere.
erpendicolarmente allasse
Sezione dei dischi nel senso dellasse dellalbero, per cui si pu vedere la dispo
sizione delle due viti e, v' e della chiavetta e.
Giunto a. disco senza. hietta. - Talvolta invece della bietta a coda di rondine
si uniscono i due dischi mediante quattro o sei viti; questo giunto per la sua semplicit
presenta molta facilit nella costruzione. Esso consiste, come il descritto, in due dischi
M, M' di ugual diametro e perfettamente piani, che si possono combaciare, perci quasi
sempre fusi nello stesso modello e perforati nel mezzo per ricevere le parti A e B
dellalbero da congiungere. Essi sono aggiustati in guisa, che la parte B dal lato del
cuscinetto penetra di qualche centimetro nel disco M, onde essere sostenuto quando
viene disgiunto dallaltro disco.
Fig. 22 e 25.
184
TAV. Vlll.
Fig. 22 e 23.
La Fig. 23 lo spaccato fatto secondo lasse dellalbero non riuscir men facile dopo
aver disegnato i giunti antecedenti.
151. - Ancorch sia quasi impossibile stabilire delle regole fisse per determinare
le proporzioni dei vari'sistemi di giunti ed innesti fra le due parti d'un albero, atteso gli
inniti loro sistemi diversi, tuttavia per dare un qualche indirizzo ai costruttori ci faremo
ad esaminare alcuni dei tipi principali contenuti nella nostra Tavola. lncominciando dalle
ciascuna parte dellalbero nel punto massimo supposto d': 1,2 71.
Giunti d'alberi in ferro ed in ghisa. - Nellinnesto disegnato colla Fig. 4 il diametro D
dellalbero in ghisa uguale al doppio di quello della parte dellalbero in ferro, che deve
penetrare, la cui lunghezza L espressa da L:1,6d; la larghezza della ghiera f, che
inviluppa lestremit dell'albero in ghisa, uguale allo stesso diametro 71, e la sua spes
sezza ad 1/5 di questo diametro.
I Giunto a met ferro. -- Biteuendo sempre le stesse denominazioni la lunghezza idi
ciascuna delle due parti tagliate a mezzo ferro, che formano il giunto dei due alberi, e
uguale al doppio del diametro 71 del loro perno; la lunghezza L del manicotto in ghisa, che
labbraccia, uguale a tre volte il diametro; impiegando una sola chiavetta o nervatura, le
si d per larghezza c:0,4 d, e per spessezza 0:: 0,1 d;'se applicansi due chiavette o due
nervature, che allora vengono messe in direzioni diametralmente opposte, laggetto re
stando sempre uguale, si ha e : 0,3 71.
Giunto a coda di rondine. - Fig. 8 e 9. In questo sistema la lunghezza del manicotto
uguale a quattro volte il diametro del perno, e la sua spessezza alla met di questo dia
metro. La parte saliente delle due parti estreme, che formano il giunto a coda di rondine,
e anche uguale alla met di questo diametro, e langolo (linclinazione del piano obliquo
del dente colla verticale di 40 gradi.
185
Giunti a cima a cima. -- Fig. 10 e 11. Anche in questo sistema si fa ordinariamente la
lunghezza del manicotto uguale a quattro volte il diametro del perno, e la sua spessezza
TAV. Vlll.
media non meno della met ossia e: 0,5 il. La larghezza della chiavetta, che ssa il mani
cotto entrando mct nella sua spessezza e met nellalbero, si far colle stesse proporzioni
precedenti, cio: c: 0,411 e 320,111, lasciando uno spazio tra le due estremit di 3 a
4 millimetri.
Giunti ad artiglio o ad incastro. - Fig. 19, 20 e 01. Supponendo in questi generi di
giunti, come quelli fusi dun sol pezzo, che il diametro del perno sia conosciuto e che tutte
le parti del manicotto gli siano proporzionali, si fa la lunghezza totale per gli alberi in
ferro L :4 d, e perci la met sar l: 2 d. La spessezza della parte estrema del nocciolo
e uguale 0,5 il, che fa naturalmente per il diametro corrispondente D:'7 d.
Pel diametro maggiore 0 delle parti dentate, che simbracano tra loro per la lun
ghezza 1, si ha D' :3d ed l: 2 d. Per conseguenza la lunghezza resta 1": d. Gli aggetti o
lunghezze S dei denti sono uguali alla met del diametro ossia 8:0,5d; lestensione
superciale di ciascuno di loro uguale ad /4 della supercie del circolo risultante dalla
sezione.
Per le chiavette ovvero le nervature, che ssano il manicottonnestato sulle due estre
mit dellalbero, si avr come larghezza c e come spessezza s: 0:0,3d ed 320,? 11. Si la
scieranno come negli altri 4 o 5 millim. tra una estremit e laltra, ed il dente posto alle
stremit dellalbero per penetrare nellaltro per assicurare la coincidenza dei centri sar
questa guisa si fa la spessezza e :0,5 d, per diametro medio del dente D :2 d, e per dia
metro esteriore del manicotto 0 :1,5 11. Per maggior chiare2za delle su esposte propor
zioni le applicheremo ad un esempio.
l : 200 millimetri
l' : 100
D : 200
L : 400 millimetri
L' I 200
D' : 450
)
congiungendo i due dischi con cinque chiavarde, il cui diametro e uguale ad '/3 di quello
del perno. Se invece di cinque ne fossero quattro, esse avrebbero '/4 di quello ossia 1]; d.
Sistema Biondel. _ Nel sistema Blondel, Fig. 16, 17 e 18, le dimensioni del giunto dif
feriscono alquanto dalle precedenti, ad eccezione del diametro esteriore, che solamente
uguale a 4d, e la lunghezza totale ridotta a 3,5d. l cunei a coda di rondine, che uniscono
i due dischi, hanno per spessezza e' 2 d, per lunghezza 0 profondit nel senso del raggio
del disco p:0,1 11, per larghezza,nel mezzo esteriormente avranno a:d, e per larghezza
Ritenendo qual tipo daccoppiamento dei due alberi quello indicato dalla Fig. 107, le
Fig. 127.
Fig. 22 e 20.
186
varie dimensioni si potranno determinare impiegando le seguenti formule tento razionali
quanto empiriche:
a
: 12
in ferro fucinato,
n
d : 16
in ghisa;
L _
DIAMETRO
DIAMETRO
LUNGHEZZA
SPESSEZZA
DIAMETRO
dell'albero
allestremit
del giunto
del giunto
dellalbero
centim.
centim.
centim.
centim.
centim.
g,gg
4,06
8,88
1,58
3,50
4,69
9,83
1,75
14
15
16
17
}3
al DL
DIAMETRO
, LUNGHEZZA
allestremit I
(M
SPESSEZZA
del glunto
del giunto
centim.
centim_
27,40
4,83
31,20
5,50
3500
38,80
6,13
6,83
centim.
16,25
18,75
3,75
4,00
4,50
2,28
5,63
6,90
11,25
13,15
2,00
2,33
gjog
7,90
15,05
2,66
gp
25,00
40,70
7,16
g',gg
9,42
16,95
3,00
223
27,50
44,50
7,83
21,25
23,75
l
l.
glgg
10,60
18,85
3,33
22%
30,00
48,30
8,50
,
9,00
0,50
11,90
20,75
3,66
26
28
32,50
35,00
i
;
52,10
55,90
9,16
9,83
13,75
23,60
4,16
30
;
E
37,50
59,70
10,50
{(11
I
I
187
infatti le due circonferenze GgGy, F/Ff (Fig. 129) rappresentano quelle, che i rebbii
delle due forcelle descrivono intorno agli assi Aa, Bb; in FF
sono le estremit dei rebbii della forcella conduttrice, in GG
L,
perpendicolarmente alle estremit dei due alberi, ed in contatto tra loro; nelle due faccio,
che si toccano, si scolpiscono due profondi solchi secondo due diametri, che in tutte le
posizioni del meccanismo si trovan mantenuti in direzioni tra di loro perpendicolari da una
croce, le cui due aste di sezione rettangolo, collocate in piani differenti, scorrono ciascuna
entro uno di quei solchi, senza sporger punto al dissopra della supercie del disco.
9 30
tra loro, risulta dalla disposizione descritta superiormente. In effetto i due assi potendosi
inclinare secondo una direzione qualunque attorno allaltro asse, uno pu sempre consi
derarsi come fisso, a causa della doppia rotazione possibile attorno ai perni e ai due
assi rettangolari fra loro, ossia secondo una linea tracciata in un piano di un azimuto
qualunque, per cui permette di ottenere tutte le inclinazioni possibili, ci che la pro
priet caratteristica di questa giunture. Perci la giunture di Cardano, che spesso invece
della forma descritta ha quella della Fig. 13! o quella rappresentata nella Tav. IX, sovente
impiegata come sostegno
di resistenza pi conve
nientemente,perchillor
m. tal.
188
punto dintersozione si confonde con quello degli assi A e B prolungati. Se l'angolo for
mato dai due assi si avvicina a 90', la rotazione duno di essi tende a torcere i perni e a
far girare la croce, e lapparecchio non pu pi servire. Anzi anche avanti a questo limite,
quando langolo non gran cosa maggiore di 90, gli attriti e la torsione, che si producono,
l'anno si che con questo giunto non si possono trasmettere grandi sforzi, anzi non si deve
impiegare quando langolo dun asse collaltro prolungato e superiore a 45", o che lan
golo misurato tra i due assi inferiore a 135'; in tal caso si supplisce con un asse
Fig. I, 2 e 5.
Flg. t52.
una costruzione pi accurata. Gli alberi A e A', che si vogliono congiungere per una giun
tura variabile, portano rispettivamente fisse su ciascuna estremit le forcelle B, B', che
per mezzo di due articolazioni vengono a congiungersi ad un circolo C allestremit di due
diametri perpendicolari per mezzo delle chiavarde I), di cui 0' pu essere conservato
d'un sol pezzo, e traversa il circolo C, come pure i rebbii della forcella B da parte a parte.
Considerato geometricamente, questo apparecchio costituisce due assi, che sono le chia
varde stesse, che si tagliano perpendicolarmente, ed attorno alle quali i due alberi A, A'
possono descrivere degli archi di circolo duna certa amplitudine nei due piani egual
mente perpendicolari, come si disse superiormente.
Supponendo lalbero A perfettamente rigido ed animato da un moto di rotazione si
comprender facilmente, che il circolo C, solidario a questalbero per mezzo della for
cella B, gira con esso e nello stesso tempo obbliga al moto circolarei due rebbii della
forcella B' portanti il secondo albero A', di cui esso fa intimamente parte. Legali in questa
guisa due alberi, possono variare di direzione senza punto tralasciare di trasmettersi il
moto rotatorio. Quando lalbero suscettibile dessere inclinato, sia continuamente ovvero
accidentalmente, deve essere indipendente dai due apparecchi, motore e mosse, e costi
tuire un vero intermedio tra gli organi di questi, i quali debbono conservare la loro
rigidit, simpiega una doppia giuntura. Un tal apparato malgrado i suoi vantaggi non
per senza inconvenienti, n applicabile in tutti i casi. Lo sforzo di torsione trasmesso per I
mezzo delle due forcelle, che sono d'un raggio assai corto, e le chiavarde sostengono uno
vedr facilmente che ben lungi dellammontare il limite dell'inclinazione, esso non per
metterebbe di estenderlo oltre 25 gradi, ossia quanto risulta naturalmente dallavviciua
mento delle due forcelle contro il circolo C; perci il limite degli angoli possibili dei due
assi dipender dalla forma e dalla resistenza delle parti, che compongono il giunta, la
quale ultima conduce a restringere questo limite anzich ad estenderlo, e perci nel dare
una forma a preferenza dunaltra bisogner tener conto della potenza da trasmettere (2).
(I) Medico, losofo e matematico italiano di grande rinomanza nel secolo XVI. Nacque a Pavia il di 2| settembre
452t, e mor volontariamente di farne a Roma il di 2| settembre 1576, afne di non smentire la predizione, che
aveva fatto dell'anno della sua morte.
(2) Nella trasmissione oblique la velocit dei due alberi, ancorch sia evidentemente uguale m ambidue in
un
determinato tempo e numero di rivoluzioni, non lo per un periodo minore di una rimiuzlone, ossia se la velocit
\
,
189
Le Fig. 1, 5 e6 ci fanno vedere una giunturu cardanica duna costruzione pi studiata
e conveniente ad un meccanismo di accurata costruzione. Le forcelle B', B sono costrutto
TAV. lX.
Fig. 4, s e 0.
per mezzo di due robusti dischi cilindrici in ghisa torniti esteriormente ed imbiettatisugli
alberi A ed A', i quali hanno la forma di veri seggi col rispettivo cappello a ritenuto da
ehiavarde e dai cuscinetti in bronzo b per i perni, i quali sono uniti fra loro per mezzo d'una
specie di croce in ferro lucinato C, che sostituisce il circolo della disposizione precedente,
ma anche in questo il numero delle inclinazioni possibili dei due alberi e assai circoscritto.
Giuntura. Gardanica delle alici. - Le Figure 7, 8, 9 rappresentano una
giunture cardanica applicata ad uno degli alberi giganteschi, che regolano le alici
Fig. 7, 8 e 9.
La Fig. 8 un taglio trasversale del giunto fatto secondo un piano passante per
il centro dei perni; la parte dellasse A e la parte ripiegata portano tutte quelle
altre, che non possono essere fucinate con esso, perci si connette loro la forcella B,
potente organo in ferro fucinato, che trovasi fissata per mezzo di due chiavi a al
secondo albero A', la cui forma generale cilindrica. I rebbii di queste due forcelle
sono armati di quattro perni D e D' alquanto conici e ssati per mezzo dei dadi b; essi
sono congiunti ad angolo retto per mezzo dun circolo in ferro C formato in due parti
nel senso della sua spessezza, nelle quali sonsi praticate delle aperture circolari per
postare i cuscinetti in bronzo e dei perni D; le due parti del circolo, il quale deve
in effetto essere in due parti per poter riunire le varie altre, che formano il giunto,
e sono solidamente riunite per mezzo di otto chiavarde d a teste e dadi incastrati
e disposti a due a due da ciascun lato dei perni D.
Per congiungere le due parti degli alberi, che portano lelice nei bastimenti a
Fig. 10 e H.
Fig. 12 potr servire a compiere la serie di questi congegni; quello da essa rappre
sentato non ditierisce dal primo che per le sue dimensioni in rapporto collalbero.
Esso appartiene ad una macchina costrutta da Mazeline e Comp. per le maggiori bat
terie galleggianti della marina francese, e serve a legare direttamente lasse ripiegato
della macchina, di cui A lestremit ad A' la. prima parte dellalbero maggiore.
Questo sistema di giunto riunisce le stesse propriet della. giunture. cardanica, ma
entro limiti pi ristretti e con minore complicazione del macchinismo.
Esercizii. - Si disegnino i vari sistemi di giunti, Fig. 1, 2, 3, 4, 5, 6, '7, 8, 9,10, 11
e 12 della Tao. IX.
dellalbero conduttore e uniforme a quella dell'albero condotto, il periodicamente variabile nella durata d'un giro.
Ma considerato esclusivamente sotto il rapporto pratico questo difetto di poca entit anche sotto una inclinazione
di 60 gradi, limite superiore a quello possibile ad ottenere; colla giunlura presa, per esempio nelle Figure 1,
2, 5, la variazione si ripete perlodicamente quattro volte per giro, e dividendo un quarto di rivoluzione In sol
tempi uguali ossia in tanti angoli di 45 gradi, la velocit uniforme seguir una progressiva, di cui Il primo termine
un angolo di 17 gradi e l'ultimo di 15 circa.
Fig. 12.
190
ARTICOLO III.
lamenti a imbracamenln.
TAV. X.
duna certa lunghezza , sulle quali il manicotto B', che pu scorrere per tutta la
lunghezza restando invariabilmente legato allalbero A' nel movimento circolare.
Leffetto del macchinismo fondato sulla struttura delle faccio dei due manicotti, onde
quella del primo ha la faccia divisa in dodici denti cc', e quella dellaltro invece dei
denti ha due segmenti (Fig. 4, 5, 6), i quali dividono la circonferenza in quattro parti
uguali disposte in guisa che tanto i denti o segmenti c quanto glintervalli vuoti 0'
hanno esattamente le medesime forme e dimensioni. Perci ravvicinando il mani
cotto B' allaltro B sincastrano come se formassero un sol corpo restando calettati
sul loro albero rispettivo; lalbero A girando fa necessariamente girare laltro, ma
separando B' da B lalbero A cessa di ruotare essendo disgiunto dal manicotto, che
gli comunicava il moto.
.
(I) Cosi detto perch impiegaai soventi nei mulini per far salire al piano superiore i sacchi pieni di grano per
mezzo della forza del motore.
191
Linstallazione di un imbracamento deve sempre farsi, per quanto possibile, fra
due sedili, e vicini il pi che si pu, ossia a distanza non maggiore della lunghezza
TAV. X.
Fig. 1, a 0 s
della corsa del manicotto mobile. Ancorch il giunto sia eseguito con molta esattezza,
pure sempre sensibile il suo spostamento dalla linea retta dellasse. Rimediasi ad un
tale inconveniente lasciando nellalbero dalla parte del manicotto sso B un dente
nel suo centro, nel quale il secondo albero A penetra duna quantit uguale alla
lunghezza dei denti dei manicotti; con ci assicurasi la perfetta coincidenza dei
centri.
Condizione indispensabile di un tal organo e il modo di fare scorrere il manicotto
mobile, ossia il mezzo dimbracarc e di disbracare con facilit e prontezza. A tal e'etto
il manicotto B' porta una gola d, nella quale si adattano con leggiero attrito due
tasselli e ssi ai rebbii duna forcella in ferro 0, detta anche tenaglia dimbracamento,
che forma due braccia di leva, cui l'asse D serve di punto dappoggio; questa forcella
pu ricevere un moto oscillatorio sia per mezzo della mano, che agisca sopra lim
pugnatura posta ad una sua estremit, sia mediante appositi meccanismi. Facendo
descrivere un arco di circolo alla forcella C, sincastra o imbraca o disbraca il mani
cotto B senza punto sospendere il moto dellalbero A; facendo scorrere il manicotto B'
fintantoch sincastri in B, lincastramento, che operasi per mezzo della forcella, non
si oppone al movimento di rotazione, ed i denti quando si trovano ad una conve
niente disposizione s'imboccano gli uni cogli altri con una rapidit proporzionata
alla pressione esercitata sul braccio di leva della forcella.
Lazione dimbracare e di disbracare durante il moto non esente dinconvenienti,
e per conseguenza non deve aver luogo che dietro certe condizioni che faremo cono
scere. Quando si trattasse duna forza considerevole da trasmetters da un albero
allaltro non bisogna fidarsi a disbracare durante il moto, per0h pu essere che la
forza dun uomo non sia suiciente per far scivolare il manicotto sotto lo sforzo
circonferenziale trasmesso, e, se non si pu effettuare con grande prontezza, i denti
sincastrano nelle parti pi deboli e si possono rompere, come accade soventi; per
evitare'questo inconveniente i loro fianchi possedono linclinazione duna curva
elicoidale, come le Figure 1, 4, 9 e 10. Questa forma non conviene a quegli alberi,
che sono suscettibili di girare in due sensi, perch essa farebbe. disbracare girando
in un senso opposto.
Flg.'el'
bastimenti a vapore deve essere disposta in guisa da poter essere a piacimento resa
pazza o staccata dallalbero, che la mette in moto; talvolta per essa inamovibile,
ma porta un imbracamento, per mezzo del quale pu collegar letica collalbero motore
della macchina, oppure lasciarlo libero. La. forma di tali imbracamenti varia secondo la
disposizione e la potenza della macchina, ed il servizio particolare del naviglio. Lim
bracamentorappresentato dalle Figure 7 ed8 copiato da una macchina per un naviglio
della forza di 160 cavalli. Lalbero A, venendo dalla macchina, porta un manicotto B,
che corrisponde con un altro simile 8' calettato sulla parte A, che porta Felice; le
faccie di questi due manicotti sono guernite di denti c aventi la forma di settori, che
sincastrano gli uni negli altri esattamente; inne il manicotto B' munito duna
gola d, nella quale entrano i rebbii della forcella C, il cui asse D e sostenuto da un
sostegno a inchiavardato su dun pezzo di legno E della carena. Si fa scorrere mediante
'
curva fermata di due archi di circolo raccordati fra di loro a gola rovescia. e perci
gli angoli resistenti sono di circa 90 gradi. Questa disposizione dimbracatura e pre
gievole per la sua buona organizzazione, e distinguesi specialmente per la sua doppia
intelaiatura E fusa in un sol pezzo, e per le disposizioni della leva C per imbracare
e disbracare. Queste. leva e articolata per mezzo d'una chiavarda D sostenuta da due
orecchie fuse colla intelaiatura ed aperte dalla parte del manicotto B' secondo un
lig. 9 e 10.
192
TAV. X.
Flg. 0 e 10.
anello, nellinterno del quale sono ssati per mezzo delle viti f due tasselli o biette e,
che sono adattati nella gola del manicotto, le quali servono a farlo scorrere; dopo il
manicotto la leva diviene nuovamente unasta retta e termina in unimpugnatura g
per aerrarla, la quale munita dun saliscendi la, per cui mezzo si ssa nelle due
posizioni d'imbraeamento o disbracamento. Il chiavistello formato di un asta
piatta con impugnatura tenuta mediante due sta'e contro la leva principale, e che
termina per una calettatura praticata nella leva 0, nella quale sta una molla a spirale
j, che si dilata o si comprime secondo che si tira il saliscendi o si lascialibero. All'e
stremit del chiavistello sta ssato una specie di ritegno Il, che saggrappa ai due
cilindri l l' fermi su duna apposita orecchie ssata sulla cassa E, e termina contro
uno di essi a seconda della posizione del manicotto. Quando si vuole spostare il ma
nicotto si tira il chiavistello il, il quale si trova libero e perci si pu far articolare
la leva; latto scorrere il manicotto nella posizione richiesta, si lascia che il chiavistello
o la molla o elica j lo faccia risalire, ed il ritegno k viene a porsi tra idue pinoli l l'
nella posizione del disbracamento, come si supposto nella Fig. 9, oppure contro
quelle 1' per limbracamento; disposto cosi rester sso secondo la volont del mac
chinista.
sulla. quale sono formati gli artigli o incastri, che debbono corrispondere con quelli
del manicotto mobile. Quello che qui presentiamo colle Figure Il, 12 e 13, impie
gato in unofcina meccanica per raccordare due parti di una trasmissione, che cor
mediante due chiavette a e b; quella b del manicotto, che non forma. punto la chiu
sura, adattata a coda nellalbero.
g. H e lS.
delle notabili differenze nelle varie disposizioni delle parti e nella costruzione.
La pressione in questi imbracamenti pu essere costante ovvero arbitraria. I
principii dellimbracamento per frizione dipendono dalla soluzione del
problema:
seguente
Esempio. - Data una forza da trasmettere, determinare il grado di conicit dei due
organi e la pressione capace di dar loro una chiusura tale, che possano resistere, senza
scivolare luno sullaltro, alla forza tangenziale da trasmettersi risultante dal loro diametro
e dalla loro velocit di rotazione.
Soluz. Il primo elemento di questo problema e lintensit dellattrito ossia il rapporto,
che esiste tra il peso, che fa appoggiare idue organi luno sullaltro, con una pressione
normale alle loro supercie in contatto e lo sforzo, che bisogner esercitare per farli
scivolare luno sullaltro. In questo proposito si sa che lattrito di due corpi dipende dalla
differente natura delle materie, che li compongono e dallo stato delle loro supercie in con
tatto, secche e umide, ovvero pi o meno lubricate, N' 80, 81, 82, 83. Nel caso nostro per
non si cerca punto di lubricare le supercie, che anzi cercasi una forte aderenza tra
193
loro, e la loro funzione non punto di l'regarsi le une colle altre, ma di aderire insieme
senza scivolamento; perci saranno perfettamente liscie, ma non tornite e d'una per
fetta conformit, che produca il pi intimo contatto. Dordinario le supercie in contatto
sono in ferro fuso e perfettamente secche, perci bisogna conoscere il coefficiente dattrito
della ghisa su ghisa.
sullaltra e caricate dun peso di 100 Chilogr., ci vorr uno sforzo equivalente a 25 Chilogr.
per produrre lo scivolamento nella direzione del moto, fatta ipotesi, che il contatto abbia
durato un certo tempo, perch durante il movimento questo sforzo diviene un po minore
(Vedi la Tabella pag. 84).
,
Designando con fil coefciente dattrito o rapporto tra lo sforzo e la pressione nor
male, con E la pressione normale, e con P la pressione accidentale, si avr E I fP, in cui
E e precisamente lo sforzo tangenziale corrispondente alla potenza da trasmettersi collat
trito dei due coni senza che possano scivolare l'uno sullaltro; il che vuol dire come E debba
essere pi piccolo di [P. Supponendo per un istante che esista luguaglianza, come supe
riormente, si trover il valore della pressione minima, che la corona C deve esercitare
sullaltra
Supponendo
normalmente
che lo alla
sforzo
supercie
da trasmettersi
o in contatto,
dalla circonferenza
e si avr P dei
: due coni sia uguale
a 110 Chilogr., questa carica avr per valor minimo P : 61%;- : 400 Chilogrammi.
Richiamando le propriet del cuneo isoscele, N 76, Fig. 72, si avr P : Q : : AD : AC,
cio la potenza sta alla resistenza come A D met della testa del cuneo sta al lato AC del mede
simo, e per un cuneo conico circolare si dir: come il raggio della base alla generatrice. 7
Applicando la propriet del cuneo all'imbracamento, di cui si vuole determinare la
resistenza o carico iniziale Q per mezzo della pressione P delle due corone, bisogner cer
care la lunghezza della generatrice del cono, che dipende dal raggio della base e dal-,
quale noi abbiamo chiamato E lo sforzo da trasmettersi alla pressione dei coni dimbraca
mento; 1 il raggio della base del cono; ila lunghezza della loro generatrice; fil coeli
ciente d'attrito; Q la pressione esercitata sulla corona mobile, che determina lequilibrio
tra lattrito e lo sforzo da trasmettersi. Un esempio chiarir meglio quanto abbiamo esposto.
Esempio. - Quale sar la pressione, da esercitare su dun imbracamento conico
a frizione, il quale deve trasmettere una potenza di 25 cavalli 0 1875 chilg.m., se lalbero,
che lo porta, fa giri l01,7 per minuto, notando che la frizione ha luogo secondo una
superficie di cono tronco di metri 1,200 alla base maggiore sopra 0',120 di larghezza, e
che la generatrice fa un angolo di 15 gradi sull'asse?
Soluz. Per valutare lo sforzo diretto da trasmettere alla circonferenza dei coni si osser
ver, che questi sforzi debbonoesserc basati su duna velocit circonferenziale calcolata
sulla circonferenza media della lunghezza di contatto, essendo questa velocit necessaria
mente diversa per ciascuna zona della nappa conica. Coi dati, che si hanno, si pu calco
lare la lunghezza della generatrice dalla base al vertice del cono, ed il diametro modro._
La lunghezza della generatrice i partendo dalla base maggiore, che ha 0",600 dll83810,
.
on
uale
"
0 600
0 600
l=__:---_.-=m
318
sen.l
0,2o88
_ '
..
- 0 000
25
194
TAV. X.
Ora che conosciamo tutti i valori dei dati, che debbono entrare nel problema, il coefciente
Er M 300 Cg. x 0,000
.
d'attrito essendo uguale a 0,25, si avr Q : - _-0,25__-x
2m,318 :310 Chilogr.
Questo risultato ci fa conoscere, che la corona conica mobile [3' deve rappresentare, pel
suo proprio peso e per quello, che gli si aggiunge, sulla corona fissa B un carico totale o
una pressione di 310 Chilogr., e ci per stabilire lequilibrio tra lo sforzo, che debbono
Fig. 14 e la.
motore A e quello posto in moto A' terminano fuori dei loro sedili a uno sullaltro;
alle loro estremit dei due coni B e B', che sono calettati, uno pu scorrere e laltro
sso. Il cono mobile B porta sul mezzo una gola d, che abbracciata da. una forcella E
fissa. su dun asse orizzontale F, che pu oscillare sui seggi bb' ssati sulle loro suole
ed E, si opera la chiusura dei due coni, la quale dipende unicamente dallo sforzo
esercitato sullestremit. della leva.
Fra i numerosi sistemi dimbracamenti le circostanze diverse possono solo indurre
alla. preferenza nella scielta.
ARTICOLO IV.
Sostegni,
195
Castellettl. - Si dicono castellettt o semplicemente sostegni quelli, che
sostengono il perno dun albero posto ad una distanza considerevole dal piano
orizzontale, sul quale sta sso, per mezzo di sostegni, le cui forme e dimen'
sioni variano secondo le posizioni dell'asse, la resistenza da opporsi e le
forme delle parti contigue.
TAV.XL
"
In tutti questi tre generi di sostegni bisogna distinguere tre parti: 1 il corpo,
2" i cuscinetti, 3. il cappello.
Corpo. Il corpo consiste in una massa di ghisa avente forme diverse. secondo le
circostanze, la quale ad una delle sue estremit racchiude i cuscinetti, ed allaltra si
unisce ad un piano o base detto suola, lastra, che serve a legare il sostegno colle altre
parti sse della macchina od al suolo per mezzo di chiavarde, secondo i casi e la
distanza, che esiste tra il piano, su cui si appoggia, e lasse dellalbero.
Cuscinetti. Si dicono cuscinetti o piumacciuoli due corpi in ferro ed in acciaio e
pi comunemente in bronzo di forma cilindrica poligonale con allinterno una con
cavit cilindrica destinata a ricevere il perno dellalbero, che lascia girare liberamente.
La loro disposizione deve essere tale da poterli facilmente cambiare quando la neces
sita lo esiga.
Il cappello a copriralla la parte superiore, che si collega col corpo mediante una,
due o pi chiavarde o biette, le quali si chiudono all'uopo, onde il perno non abbia
troppo giuoco e giri con minore attrito, ne possa menomamente spostarsi dalla sua
linea dazione durante il movimento.
fuori del cuscinetto, su cui posa. Si lascia il cappello tutte le volte, che pel suo peso
e per la natura. delle resistenze il perno non pu uscire dal suo cuscinetto, come nelle
ruote idrauliche.
Descrizione. -- il sedile, che qui presentiamo, si compone delle tre parti sopra ma, 4,2,5,4,5,6,
citate, cio: del corpo A, che fuso colla sua suola per ssarlo solidamente mediante
chiavarde, che si chiudono a dadi; dei due cuscinetti 138', che abbracciano il perno dellal
bero, in guisa per da non impedire che giri liberamente; del cappello G, che copre i cusci
netti e li mantiene chiusi convenientemente. Esso destinato a ricevere un albero motore,
e si ssa per mezzo della sua base o suola F all'armatura della macchina o su di un mas
siccio in muratura secondo i casi. Abbiamo sciello un esempio di grandi dimensioni per
tener cura anche nelle pi piccole parti delle sue forme speciali, come esige una
costruzione accurata, allne di poter sopportare uno sforzo considerevole. Il corpo A di
questo sedile alquanto elevato perch racchiude comodamente i due cuscinetti BB'; il
suo cappello G penetrato leggiermente dal cuscinetto superiore B'; lincastramento
limitato da ciascun lato da una specie di guscio a, che posa sul corpo in guisa da lasciare
alquanto spazio accanto alle chiavarde; la pressione esercitata dei dadi si effettua su
due punti e non sul perno. Si sostituiscono talvolta i due gusci con assicelle in legno,
I cuscinelti debbono, senza essere ssi nel corpo del sedile e nel cappello, essere
tenuti al loro posto in guisa, che non si possano muovere sotto linuenza del movimento
sterno, poich un tal metodo economico e permette di lisciare linterno del sedile
sul torno; esso tuttavia presenta maggior facilit nel cedere al moto di rotazione, e perci,
quando lo si adatta, si evita questo inconveniente lasciando in uno dei cuscinetti una
196
Tav. Xl.
Flg. l, 2, 3, 4, 5, 6.
spina, che entra in un incastro alluopo preparato nel suo corpo. in quanto alle scivo
lamento nelsenso dellasse del perno si usa fare ai due cuscinetti due labbra, che abbrac
ciano il corpo del sedile, ma che per non lasciano vedere se il cuscinetto combacia
perfettamente con esso; soventi si rimedia a questo difetto lasciando nel mezzo della
spessezza del cuscinetto una nervatura, che rientra nel corpo del sedile stesso. Comu
nemente si fanno le due labbra e si d esteriormente al cuscinetto una forma prismatica.
Nel disegno, che presentiamo, il cuscinetto inferiore ha la forma di un semiottagono quasi
regolare, e quello superiore ha la forma d'un rettangolo duna larghezza uguale al circolo
inscritto nellottagono. In questa maniera si ha il vantaggio di poter fare il cappello
quasi piatto e di permettere la sua congiunzione col corpo del sedile al dissopra del
piano dei cuscinetti. Il labbro del cuscinetto inferiore semicircolare, ed il superiore ha
la forma rettangolare.
inferiore della.suola o base del sedile stesso. I buchi si lasciano generalmente nel getto, poi
si rettificano; ma i sedili piccoli meglio gettarli pieni e poi forarli a freddo con un tra
pano. l buchi m praticati nella suola per il passaggio delle chiavarde si fanno alquanto
allungati per poter facilmente postare a perpendicolo allasse il sedile. Ordinaramente i
sedili, che hanno dimensioni alquanto grandi, si erigono su duna lastra duna spessezza
proporzionata alla loro forza tra una calettatura tagliata a coda di rondine, e si ssano
gono le chiavarda.
Il raggio della curva di raccordamento sar quasi uguale alla distanza dal centro del
perno al piano della suola, meno una leggiera dill'erenza per formare il piano inclinato:
con un tal metodo si ripartisce la resistenza in maniera pi uniforme e si diminuisce
In generale per il cappello sormontato da una ciottoletta H ora coperta, ora scoperta,
nella quale sta una miccia o lucignolo di cotone b, il quale fa lufcio dun sifone e lascia
cadere a goccia a goccia lolio sul perno. Il foro, pel quale passa la miccia di cotone.
attraversa il cappello ed il cuscinetto superiore e termina. in unincavatura conica,
dalla quale partono quattro scanalature c o rigagnoli, che sincroeicchiano sulla super
cie del cuscinetto, e perci la lubricazione si effettua su tutti i punti pel moto del
perno stesso. Siccome i cuscinetti sono formati di due parti separate, la comunicazione
da una allaltra si ottiene per mezzo di quattro smussature z'praticate nella giuntura
dei due cuscinetti e che formano un canaletto angolare, per mezzo del quale lolio
od unita col cappello G o rapportata per mezzo duna vite sul medesimo, avente un cane
letto pure in bronzo b, che porta lolio nellinterno dei cuscinetti; la ciottoletta
'chiusa da un coperchio j a cerniera.
Composizione del Cuscinetti. -_ I cuscinetti, che si mettono nei sedili, staggi
e sostegni, sono generalmente in bronzo, composti di 20 parti di rame e80 di stagno.
Qualche volta per maggior economia se ne sono fatti in ghisa, in ferro ed in legno
duro; se ne fanno pure in metallo ad antifrz'zz'one, composto generalmente di 4 parti
197
Problema. - Disegnare un sedile per mezzo delle convenienti sue proiezioni _onde
tulle le parti siano ben comprese per eseguirne la costruzione, cio: 1 la facciata,
2 il anco, 3 lo spaccato trasversale, 4 la. pianta. 5 lo spaccato longitudinale, 6 la
TAV. Xl.
Fig. l, 2, a. i, a, o.
sca a.
Si avr dalla Fig. 1 il prospetto e dalla Fig. 2 la proiezione orizzontale del cap
pello, delle varie chiavarde e della. ciottoletta.
La Fig. 3 fa vedere il anco del sedile.
La Fig. 4 rappresenta lo spaccato, sullasse del quale scorgesi la spessezze dei
disposizione della chiavarda, che ritiene il cappello, la. posizione dei cuscinetti nel corpo
del sedile ed il canatetto, che conduce lolio sul perno.
La Fig. 6 la proiezione della suolo. del sedile tolto il cappello, quindi vedasi la
disposizione dei canalettl srcondo la proiezione dellintersezione rettangolare del cusci
netto, onde la lubricazione si faccia su tutto la lunghezza del perno.
La Fig. 9 il anco,
La Fig. 10 lo spaccato sull'asse nel senso longitudinale,
La Fig. Il la proiezione orizzontale del sedile senza cappello,
La Fig. 12 una sezione fatta sullasse nel senso trasversale.
TAV. Xll.
avere quattro chiavarde, che ne ritengono solidamente il cappello; esso pure fuso
Flg. 4,2 . s.
coll'ossatura della macchina, e per conseguenza senza suola; le chiavarde sono a
due dadi, di cui linferiore serve di testa. Esso viene ordinariamente impiegato nelle
dalla continuazione delle nervature dellossatura. Tal disposizione, oltre ad essere con
veniente per la resistenza del sedile, e pure indispensabile, afnch la pressione oriz
zontale non eserciti alcuna inuenza sulla sezione trasversale delle chiavarde, le quali
per la loro condizione si presentano sfavorevolmente alla resistenza quando la macchina
per un accidente qualunque esercitasse uno sforzo massimo in tal direzione.
Luso delle quattro chiavarde pure giusticato dal diametro del perno e dalla
forma del sediltesso, il quale disposto simmetricamente in rapporto alla spessezze
degli stanti, di cui occupa il mezzo; per il che, volendo usare due sole chiavarde,
bisognerebbe forare lo stante, ci che cagione. vari inconvenienti, che si evitano tutti
disponendo una chiavarda per parte della spessezze dello stante. Questo sedile faci
lissimo a mettere in opera, ed in tutte le sue parti come i descritti (Fig. 1, 2, 3, 4,
5 e6, Tav. Xl), ad eccezione del cuscinetto inferiore B. la cui forma. circolare invece
di essere poligonale.
I
del cappello, per impedire che si schiude a causa del moto vibratorio impresso dal
moto della. macchina; ci indispensabile nelle macchine locomotive e nelle macchine
dei battelli a vapore.
198
TAV. XII.
Fig. 4, 3 e 6.
con due nervature laterali e formale dal prolungamento duna delle faccie. Dordinario
vi si lascia un dente dalla parte posteriore d, che serve d'appoggio sulla traversa I, uni
tamente alle chiavarde c. I cuscinetti sono giustati cilindrici e ritenuti nel corpo del sedile
mediante nervature nel senso dell'asse del perno e denti verticali. Le chiavarde, che ser
vono a ritenere il cappello, sono ssate mediante viti, le cui chiocciola sono formate nel
corpo stesso, e superiormente vi si adatta il dado, che ritiene il cappello.
Fig. 7. 8 e 9.
suo panello, ha bisogno duna certa forza, onde meglio adattargli quattro chiavarde.
Il coperchio della ciottola dell'olio munito dun manico a molla e, che, appoggiandosi
contro un piccolo dente f, lo tiene costantemente chiuso. Il cappello in questi casi non va
soggetto ad alcuna resistenza, perch tali alberi d'ordinario sono posti superiormente
nelle ocine e messi in moto per mezzo di cingoli, che li tirano verso il basso.
n; IO. n, a, 45.
apertura orizzontale, e perci perpendicolare alla suola. Qualunque possa essere la posi
zione di un sedile, si deve sempre poter togliere il cappello senza muovere lalbero dal
suo posto. Impiegando un sedile ordinario sarebbe quasi impossibile la lubricazione senza
ricorrere al ripiego di un tubo ricurvo. II sedile rappresentato dalla Fig. 10 soddisfa
a tutte le esigenze del caso. Il corpo A ha la sua posizione orizzontale, ed fuso perpen
dicolarmente colla suola b, che si applica contro la faccia verticale duna lastra in ghisa
ssa per mezzo delle chiavarde cc' ed appoggiata pure sopra una gola rovescia d fusa
colla lastra, in guisa che la sua posizione diviene invariabile, indipendentemente dalle
chiavarde c e dallo spazio, che possono avere nei proprii buchi. Perci questa disposizione
fa si che si pu sopprimere una delle chiavarde del cappello, e sostituirla con una
bietta e, servendosi di punti di contrasto del cappello e della gola f fusa appositamente
colla suola, e dello spazio libero, che possono avere nei loro buchi. La chiavarda conserva la
sua forma ordinaria e passa libera nel buco appositamenie preparato nella semi
colonna, evitando lincastramento della testa o della chiocciola nel co e del sedile. Cosi
riducendo laggetto del sedile per quanto sia possibile, il cappello non penetra che una
piccola quantit secondo due piani tagliati ad angolo di 45', che coincidono con due
angoli del cuscinetto. Delle forme esteriori del cuscinetto lottagonale la pi conveniente
per conservare agli angoli del corpo del sedile una resistenza sulliciente colla minor lar
ghezza; essa permette anche di poter tagliare facilmente il cappello.
TAV. XIII.
Ft|. l, 2 e Il.
199
La forma, che si d ai sedili in ghisa, quella delle Figure 8 e 9, e si compone del
corpo del sedile A fuso con un corpo cilindrico B, il quale sattacca ad una tavola C, che
TAV. XIII.
Fig. 8 e 9.
trovasi legata per mezzo di due nervature piatte D in forma di saetta; questa si unisce
a due dischi a, che sono attraversati dalle chiavarde, che uniscono il sedile pensile al
soppalco. Questa struttura semplice e per conseguenza sovente impiegata con molte
della colonna, e perci dordinario non impicgasi che una chiavarde b per fissare il
cappello E, di cui una delle estremit addentala con un dente c fuso colla colonna. La
pressione della chiavarda prende il suo punto dappoggio sul cuscinetto superiore, eperci
ritiene solidamente il cappello sotto il dente 0. Quando si vuol togliere il cappello bisogna
levare intieramente la chiavarde spingendala dallalto al basso, onde il cappello sia
libero dal contrasto del dente e. A tal fine la chiavarde mobile porta una testa, che prende
la forma del contorno del sedile. il cuscinetto superiore ha la forma ottagonale onde con
trasti meglio.
La Fig. 9 fa vedere, che il sedile ha minore spessezza del diametro del cilindro B,
ma che i cuscinetti hanno un aggetto da ambe le parti, onde possano avere una
grande portata. La colonna B vuota per non aumentare il peso del sedile; le nerva
ture D, le quali hanno una spessezza di 15 a 18 millimetri, la sostengono negli sforzi
laterali. In generale, meno la proporzione delle parti, che formano il sedile, la suola pu
esser guida per trovare le proporzioni dellinticro sostegno. Facciamo per osservare
essere buona regola, che la distanza tra le due chiavarde un non deve mai essere minore
dellaltezza dal centro della sezione dellalbero alla suola, ma bens superiore.
Sedile a due rami. - Dordinario per gli alberi corti o sostenuti solamente in due Fig. 1, s, o e 1.
punti della loro lunghezza simpiegano sedili pensili a due rami. il modello dato dalle
Figure 4, 5, 6 e 7 ne rappresenta una di questo genere; i due rami, che ne formano il
corpo principale UD, sono uniti alla suola C, la quale sta fissata al soppalco ovvero ad
una trave mediante sei chiavarde E. Le sezioni di questi due rami hanno la forma di un
T, come vedesi dalla Fig. 6; ancorch le sue chiavarde siano fissate nel corpo del sedile,
si possono per render mobili operando i rigonamenti opportuni per praticare i buchi,
che passano da parte a parte.
il sistema a doppio ramo, tutte le volte che la localit e la combinazione del macchi
nismo lo permettono, da preferirsi allaltro dun sol ramo. Potendo per la sua forma
simmetrica essere pi leggiero e di uguale resistenza, esso presenta inoltre il vantaggio,
che, quando per un accidente qualunque lalbero uscisse dai suoi cuscinetti, ne sarebbe
impossibile la caduta in causa dei due rami pensili. Se lalbero, che sopporta, deve tras
mettere una resistenza considerevole, bene che la suola unisca i due rami; se invece
sopporta un albero piccolo, la suola pu dividersi in due parti, che formano il piede di
ciascun ramo, come nella nostra Figura. Talvolta, quando lalbero non sia superiore a 5 o
ti centimetri, si usa costruire tali sedili mediante una lastra di ferro ricurvata della spes
sezza di 2 centimetri, sulla quale mediante viti si fissa per rapporto un sedile in ghisa.
Castelletti. - I castelletti fanno lo stesso atticio dei sedili ordinarii, e dilleriscono Fig. 10, H, 42.45.
solamente da quelli per la maggiore altezza dal centro dellalbero al piano della loro base.
Il corpo A fuso col cavalletto formato di due pannelli in ghisa BB sostenuti da due ner
vature rettangolari b, che si raccordano a guscio colla suola c, e internamente del cavalletto
per mezzo duna nervatura cordonata a. Il corpo AA da ciascuna parte contiene due semi
cilindri, entro i quali stanno fissate a viti le chiavarde d, che debbono ritenere il cap
pello F. La suola c si fissa ad una costruzione in muratura mediante due o qualtro chia
varde, secondo la maggiore o minore resistenza, che debbono opporsi. Il cuscinetto in
bronzo colla forma ottagonale, come lo fanno vedere le proiezioni nella Fig.12, che ne rap
presenta lo spaccato superiore; la Fig. 13 mostra la sua proiezione orizzontale, e la Fig. 11
la sezione fatta sulla linea 1-2.
1 castelletti vanno solamente impiegati quando gli sforzi da trasmettersi non sono
grandi; in ogni caso, a misura che gli sforzi sono maggiori si ricorre a castelletti pi
solidi per la loro costruzione, pei quali possono servire di modello i disegni delle
Figure 15, 16,11, e specialmente quello delle Fig. 18, 19 e 21.
200
Il castelletto rappresentato dalle Fig. 15, 16 e 17 capace di maggir resistenza del
TAV. Xlll.
Flg. te, lo e 41. descritto: i cuscinetti BB' hanno una forma ogivale; il cappello G ritenuto da due
viti cc' lettate. da due parti, cio da una per fissarlc nel corpo del castelletto, e dal
laltra per invitare i dadi, che ritengono il cappello. La Fig. 16 ne fa vedere lo spaccato
m. m, 09,20, 2|.
cuscinetti divisi in quattro parti, delle quali due a poste al dissopra e due al dissotto
del perno, che abbracciano per circa un quarto della circonferenza; le altre due b poste
accanto ne abbracciano ancora meno.
Questa disposizione dei cuscinetti divisi 0 porzioni di cuscinetti ha per iscopo di evitare
di cambiar troppo soventi l'intiero cuscinetto, essendo pi facile ed economico, anzich
il cambiarlo tutto, cambiarne solo una parte; devesi per fare attenzione, che stante la
segmenti di cuscinetti non hanno alcun labbro, ma solo dei denti salienti, che si calet
tano in apposite calettature praticate nel corpo del castelletto. Il cappello B, assai robusto,
e ritenuto da quattro chiavarde c portanti nella parte superiore i loro dadi, e delle chia
vette nelle estremit opposte, e si appoggia sul corpo A per mezzo delle assicelle in legno d,
che non lasciano spazio libero di sorta, ma che permettono, diminuendone la spes
dalla base, per non aumentare inutilmente il peso del castelletto si rinforza il corpo del
medesimo per mezzo di nervature sulle quattro faccio, e che, attesi gli sforzi, a cui questo
castelletto sottomesso, si pu darvi poca spessezza in proporzione della sua altezza.
Lattenta osservazione ed un grande esercizio nel disegno e nella costruzione delle
macchine insegner ad apportare quelle modificazioni, che in quasi tutte necessario
praticare per soddisfare il speciali bisogni.
156. - Per determinare le dimensioni delle differenti parti, che costituiscono un sedile,
bisogna conoscere il diametro e la larghezza del porno, che lalbero deve ricevere. Ancoreh
non si possa stabilire una relazione fissa tra il diametro del perno dellalberoe quello delle
chiavarde di chiusura, potendo uno stesso albero corrispondere ad un'infinit di sforzi di
trazione diretti, mentre resiste ad uno sforzo di torsione, che per una stessa forza
varia secondo la distanza, alla quale questa agisce dal centro di rotazione; tuttavia
risulta, che qualunque siano qtteste distanze, leffetto resta costante come la forza rispetto
al sedile. Onde per formare una serie di sedili 0 seggi, dei quali tutte le proporzioni siano
stabilite avanti, non si potr far altro che adottare una serie di chiavarde corrispondenti a
quelle dei differenti diametri dei perni, salvo il fare un calcolo diretto per vericare lo sforzo
di trazione per ciascuna applicazione quando si trova una circostanza eccezionale. Da
quanto si disse, rapportando tutte le parti dun sedile al diametro del perno dellalbero
ovvero a quello delle chiavarde del cappello, si sono stabilite alcune formale pratiche, desi
gnando colle lettere:
201
d il diametro delle chiavarde, che ritengono il cappello sul sedile;
. L la lunghezza 0 portata del cuscinetto, che identica a quella del perno;
e ed e' la loro spessezza minima e massima;
[ed f' la spessezza massima e minima del labbro esteriore del piumacciuolo;
L' la larghezza del corpo del sedile;
1 ed F la larghezza e la spessezza della suola (semelle);
adottate nella pratica, facendo D diametro del perno uguale a 100 parti, sono:
e :0,07 D + 4 millim.; e' :0,11 D + 4 millim.
La spessezzu media diviene circa la undicesima parte del diametro del perno au
mentato di 4 millimetri.
Aggetlo e Spessezza delle labbra 0 battenti del Piumacciuolo o Cuscinetto. - Bench queste
dimensioni non siano duna grande importanza, per conveniente stabilire il loro
valore, ailine di avere una certa armonia in tutto le parti dun sedile, e si pu adottare
tanto per l'aggetto quanto per la spessezza fed f':0,1 D, cio la decima parte del dia
metro del perno.
.|
Portata dei Cuscinetti. - La lunghezza dei cuscinetti corrisponde esattamente a quella
dei perni dellalbero,che abbracciano, la quale non sempre proporzionale al diametro, ma
varia da una a due volte il suo diametro, secondo le diverse applicazioni dellalbero stesso.
Larghezza del Sedile. - La larghezza L' del corpo del sedile e uguale alla distanza
compresa tra le labbra 0 battenti del cuscinetto. Essa generalmente espressa dalla por
tata totale diminuita della somma delle spessezze delle pareti, che formano il labbro,
cioL':L-2f.
Quando la portata e uguale a 1,5 D, la larghezza del corpo diviene naturalmente
L' : 1,3 D.
Quando i cuscinetti non aggettano fuori del piano del sedile, allora il labbro siucastra
nel corpo di questo, e la lunghezza l. e uguale alla portata del cuscinetto.
Spessezza del Sedile. - Le parti, sulle quali si adattano i battenti dei cuscinetti, sono
rilievi appositamente preparati, e che formano una specie di rigonatura con esterior
mente lo stesso contorno dei battenti ed anzi un po di pi, afnch, se i centri non
coincidono esattamente, i battenti ad incastro si possano centrare senza doverli tagliare.
Questa parte saliente permette pure di aggiustare i contorni dei cuscinetti senza essere
obbligati di tagliare il corpo del sedile sulle faccio esteriori. Si pu anche aumentare ed
ingrandire la portata, in certi limiti, senza far subire al corpo le stesse variazioni, ci
che permette di economizzare il peso senza alterare la stabilit dellinsieme. Nel disegno
della Tav. XII, Fig. 1, 2, 3, 4, noi ammettiamo che la spessezza del corpo pr0priamente
detto sia 1:1,05 D, e loggetto da ciascun lato
L'-l _ (1,3-1,05)D
e "
a
: 0,125 D.
Larghezza della Suola. - Qualche volta si d alla suola una larghezza, che eccede
molto lo spessezza del corpo, ma salvo i casi particolari, che si possono presentare nella
pratica, essa non devi! essere che poco pi grande senza che possa compromettere meno
mamente la stabilit del sedile.
Noi facciamo questa larghezza uguale al diametro del perno, aumentato dun quinto,
cio 1 = 1,2 D.
96
202
Spessezza attorno alla chiavarde del Cappello. - Per determinare questa spessezza, che
designeremo con r', bisogner considerare che la grossezza delle chiavarde non propor
zionale al diametro dei perni, i quali vanno relativamente pi robusti peri piccoli alberi,
che per i grandi; se non si tiene conto di questa particolarit, la resistenza laterale del
sedile per i grandi diametri sarebbe troppo debole applicando la stessa regola dei piccoli e
calcolando la spessezza dal centro delle chiavarde; qualuane sia il diametro di questi
il corpo del sedile conserva sempre il suo aspetto esteriore in tutte le dimensioni posbili,
anche nei sedili a quattro chiavarde, nei quali faremo vedere un inconveniente, che in
tali casi diviene molto sensibile. La spessezza r' del labbro esteriore del cuscinetto
al centro di ciascuna chiavarda, e perci della semicolonna, che lattornia. pu essere
uguale a 1100 del diametro D del perno aumentato di 5 millim., ossia 1"=0,35D + 5 mill.
Questo valore r' applicato alla forma del sedile, Fig 1, 2, 3, di cui abbiamo portato
il disegno nella Tav. XII; troppo debole per i sedili, il cui cappello penetra pressoch
no al centro del cuscinetto.
.
Distanza dei centri delle chiavarde. - Questa distanza E determinata dalla somma di
quelle di D, e ed r', alle quali essa corrisponde esattamente. Con questa addizione si
pu facilmente eseguire il disegno di tutti i sedili duna serie, e si trova
- E : l,8-l +18 millimetri.
Distanza delle Chiavarde della Suola.- Il collegamento della suola col corpo deve formare
un tutto perfettamente rigido; le chiavarde, che ssano il sedile, dev<mo sopportare uno
sforzo uguale a quello delle chiavarde del cappello, ed hanno come tali lo stesso diametro.
Per conseguire questa rigidezza ed economizzare il materiale impiegato nella costru
zione, bisogna diminuire pi che possibile la distanza fra le chiavarde e conservare con
temporaneamente un imbasamento sutliciente nella suola, il che si ottiene portando la
distanza delle due chiavarde della suola ad essere un po maggiore del doppio di quella
del cappello, percio si potr adottare la relazione seguente:
13' 24,25 D + 42 millimetri,
valore, che sar meglio restringere anzich sorpassare.
Altezza 0 Spessezza del Sedile. - La spessezza C" del corpo del sedile al dissopra dei
cuscinetti, quando non dipende dallaltezza del centro data, la quale deve uguagliare quella
massima (1' del cappello, e C" : 2,t5 d.
Pei sedili a quattro chiavarde si avr 0:2,2 d +10 mi]! ;C' e C":2,4d+10 mill.
Spessezza della Suola. - La forma del sedile nelle Figure 1, 2, 3, Tav. Xll dispensa
dal dare alla suola una grande spessezza, e la spessezza F non si fa che vicino alle sue
chiavarde, attorno alle quali si opera pure una rigonatura per supplire allindebolimentn
accagionato dal foro, e si ha per i sedili a due chiavarde: F=d+ 5 millim., cio la spes
sezza della suola uguale al diametro della chiavarda aumentato di 5 millim. E per quelli
a quattro chiavarde F: 1,3 il + 5 millimetri.
Spessezza della ghisa attorno alla chiavarda. -- Questa dimensione non ha importanza
che per il diametro del dado, e segue una regola uniforme pei sedili a due e a quattro
chiavarde. Il diametro della semicolonna, che porta la chiavarda, bisogna che sia uguale
almeno a quello del circolo circoscritto al dado, ossia almeno al doppio di quello della
chiavarda. Cos facendo il raggio della semicolonna r:d+3 millim., la spessezza del
metallo e 0,51! + 3 millim., ossia uguale al diametro aumentato di 3 millim.
Per mezzo delle suesposte formole si sono calcolate le seguenti Tabelle, le quali danno
le dimensioni dei sedili proporzionali ai diametri dei perni ed al diametro delle chiavarde.
203
TABELLA DELLE DIMENSIONI PRINCIPALI DEI SEDILI PER PERNI DI 011,030 a 019500.
DIAMETRO
4/"_\
\ .
ad
Lunghelm
.
Dmama
Perm_
d'
1 11511in1
I Czrfdi
051
dalla
Perno.
o Labbra.
Suola.
Corpo.
Cuscineuo_
Cappe"o_
Suo|._
L'
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millim.
millim.
millim.
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milllm.
Larghezza
Spessuzza
|I
Spessezza
DISTANZA
de"e
chiavude
tra
Nl\.
millim.
millim.
30
45
39
36
31
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73
169
35
52.5
45.5
42
36
17
82
190
40
60
52
48
42
19
91
212
45
67.5
58.5
54
47
21
100
233
50
75
65
60
52
22.5
110
254
55
60
82.5
90
71.5
78
66
72
57
63
24
26
119
128
275
297
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1
I
1
65
70
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84.5
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110.5 {
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102
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31
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156
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382
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127.5
90
95
104
84
33
165
360
403 .
135
142.5
117
123.5
1
1
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114
94
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36.5
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192
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130
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169
I
I
i
132
144
156
115
126
136
4.5
47
50.5
220
238
257
517 1
554
592 1
140
210
182
168
147
54
275
617
150
160
225
240
195
208
180
192
157
168
57
51
294
312
679
722
f
1
1
170
255
221
204
178
64
330
764
180
190
270
285
234
247
216
228
189
199
68
71
349
367
807
849
200
300
260
240
210
75
386
892 .
210
220
315
330
273
286
252
264
220
231
78
82
404
422
934
977
230
345
299
276
241
85
441
1.019
240
250
260
289
270
360
375
390
405
420
312
325
338
351
364
288
300
312
324
336
252
262
273
283
294
89
92
96
103
99
459
478
496
514
533
1.062
1.104
1.147
1.189
1.232
-1
1
-
3
1
,
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377
348
304
106
551
1.274 .
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310
320
330
340
300
450
465,
480
495
510
525
390
403
416
429
442
455
360
372
384
396
408
420
315
325
336
346
357
367
110
113
117
120
'124
127
570
588
606
625
643
662
1.317
1.359
1.402
1.444
1 .487
1.529
360
540
468
432
378
131
680
1.572
370
380
555
570
481
494
444
456
388
399
134
138
698
717
1.614
1.657
585
507
468
409
141
735
1.699
600
520
480
420
145
754
1.742
615
636
533
546
492
504
430
441
148
152
772
790
1.784
1.827
645
660
675.
559
572
585
516
528
540
451
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472
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159
162
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1.869
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1.954
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'
410
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460
470
480
490
500
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1
690
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552
483
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1.997
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735
611
624
637
564
76
588
493
504
514
169
173
176
882
901
919
2.039
2.082
2.124
750
650
600
525
180
938
2.167
_A
I
f
i
NE. - Le dimen:lnni 01110 per quesla Tabella sono calrolate. sul perno. che ha 0,I40 millm. per diamelro,come
aveme due chiuvarde al cappello ed alla suola; le dimemioni superlorl a questo diamelro sono calcql|g per
il caso, che abbia quallro chimarde al cappello ed alla suola.
204
TABELLA DELLE DIMENSIONI PRINCIPALI DEI SEDILI (JGUUO).
v
DIMENSIONI
DIAMETRO
d "
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CUSCINETTI.
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del Cappello
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15
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30
32
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9.5
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22
25
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20.5
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202
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186
202
202
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115
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39
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59
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85
85
197
197
214
214
88
88
115
115
205
ARTICOLO V.
Sostegno a Bronzina e Collari.
157. Bronzina. - Dicesi bronzina, nominando la parte per il tutto, il
sostegno, su cui gira il perno inferiore degli alberi verticali. Ancorch le sue
forme ed i sistemi variino allinnito secondo le circostanze, onde sia suscet
mezzo delle quali si pu regolare la posizione del cardine, e perci centrare tutto
lalbe 0.
L bronzina (crapandine) C, cilindro in ghisa, ma per lo pi in bronzo, liscia
interiorment-e, dello stesso diametro del cardine, d'ordinario fatta. a ciottola supe
riormente per ricevere lolio per la lubricazione del cardine, esteriormente si adatta
nel bossolo, e posa quasi sempre su duna vite e su duna leva per alzare od abbas
sare il cardine e regolare la posizione verticale dellalbero.
Balla (graa) I, dado in acciaio temperato posto sul fondo della brnzina, sul quale
gira il perno.
sedile, che sostiene il perno dun albero orizzontale, delle parti essenziali sopra citate, le
quali dilferiscono soventi una dallaltra nella forma e nella disposizione, secondo le appli
cazioni speciali, che se ne fa nelle macchine ovvero nella trasmissione del moto. Il
cardine, che sostituisce il perno nellalbero verticale, gira sopra un dado d'acciaio detto
rulla tenuto sso in un cilindro o ghiera in bronzo detto branzino; questa quasi sempre
congegnata lateralmente con viti o con leve comandate da ruote dentate, e ci per porla
sulla verticalit, o per alzarla od abbassarla. Tale il disegno, che presentiamo come
tipo ai nostri lettori. La Fig. 1 rappresenta una sua proiezione verticale esterna, la Fig. 2
certe volte intieramente in acciaio come la ralla', su cui gira; la parte superiore leggier
mente conica per conficcarla meglio nellalbero B, col quale fa corpoe gira, obbligata
anche da unapposita nervatura a. I cardini rapportati hanno il vantaggio su quelli
anche la perdita cagionata dallattrito, il quale in ragione del diametro e del peso, che
sopporta, e della velocit, con cui si muove; di pi pu essere facilmente cambiato. A tal
ne si pratica unapertura rettangolare b attraverso allalbero ed allapertura superiore
del cardine, per la quale si fa passare una bietta b, che serve a fissare il cardine stesso
allalbero.
Per maggior semplicit desecuzione meglio fare un buco oblungo b nell'albero
superiormente alla parte conica del cardine.
'
La bronzina C, come abbiamo detto superiormente. destinata a ricevere il cardine, e
cosi essa si compone dun cilindro in ghisa o meglio in bronzo tornito e'steriormente,e
ben liscio interiormenle, nel fondo del quale sta un piccolo dado t detto dai francesi grain,
grano, raila, ritenuto da una piccola nervatura [formata dun pezzo di ferro. Questa ralla
di metallo pi duro che la bronzina; ancorch essa sopporti tutto lalbero, duna durata
considerevole, ed facile il cambiarla senza dover cambiare la bronzina, la quale non
sopporta che la pressione laterale.
TAV. XV.
l"tg. t,l e 5.
206
TAV. XV.
Hg. l, 2 e s
Il cardine poggia per mezzo della sua base sulla superficie della rolla, sia totalmente,
sia in parte, secondo la variet della sua forma. Il miglior sistema sarebbe di farlo
coincidere il pi esattamente possibile su tutta lestensione della sua estremit, affine di
Perch lalbero conservi la sua verticalit non basta cheil cardine sia solidamente
appoggiato sulla ralla in acciaio, ma bisogna ancora che questa si adatti bene nella bron
zina e sia tenuta ferma nella medesima durante il moto. Altino di poter ben postare la
bronzina nella verticalit dell'albero essa viene adattata in un bussole in ghisa D fornito
interiormente, la cui base posa sul fondo duna specie di scatola E,detta padellino; su quattro
punti posti allestremit di due diametri perpendicolari si fanno quattro facciette piane ed
oblunghe nel senso verticale destinate a ricevere la pressione delle viti laterali F, i cui
dadi in ferro 9, di forma quadrata, sono incassati ovvero fermati nella spessezza stessa
delle pareti del padellino; per mezzo di queste viti si pu regolare la posizione. della
ed abbassare la ralla, e perci bisogner schiudere le viti per portare questa allaltezza
conveniente, e per conseguenza l'albero verticale suscettibile di discentrarsi. Questo
inconveniente non ha luogo col hossolo, il quale lascia che si alzi od abbassi la bronzina
stesso si operer sulla supercie della ralla, cio vi si formeranno due piccoli canali per
pendicolari in guisa, che lolio possa spandcrsi su tutta la sua supercie durante la rela
zione del cardine.
Affina di poter cambiare facilmente la ralla dal fondo della bronzina, siccome non basta
dopo tolto lalbero rovesciare il bossolo, si lascia nel centro della medesima un buco e, nel
207
quale sinvita un ferro munito allestremit di unimpugnatura. Ancorch la bronzina sia
ben adattata nel bossolo, potrebbe essere trascinata a ruotare col cardine: perci si procura
di premunirsi contro questo inconveniente ssando in essa una vite di pressione h inssa
TAV. XV.
nella parete del bossolo, ed a tal ne si praticher un canaletto nella bronzina, onde si
possa alzarla od ahbassarla senza svitare la vite. Le branzino costrutte come la descritta,
esigentio un lavoro considerevole, costano assai in confronto di quelle pi semplici; perci
quando sono destinate ad un albero leggiero, il cui utlicio non esige una grande precisione,
Fig 5
tenute tutte le varie parti, che compongono la bronzina, in ghisa fusa con una corona a
lastuccio e, e perci l'asse della macina. si fa uso duna vite E, la cui estremit ha pure
la forma ottagonale ed .invitata nel mezzo duna ruota dentata orizzontale F in guisa da
formarne il dado. Questa ruota munita dun perno f, clte'ha il suo punto d'appoggio sulla
muratura. Facendo girare la ruota, il peso dellalbero e della macina la mantiene costan
temente alla medesima altezza, e la vite esce dalla sua chiocciola, ore invitata, seguendo
il senso del movimento della ruota, ossia la chiocciola non si sposta nel senso verticale,
ma solamente la vite, che si innalza o si abbassa spingendo o lasciando discendere il
prisma e, e per conseguenza anche il ferro della macina. Questo movimento si eseguisce a
mano per mezzo di una manovella, che si adatta nellasse di un rocchetta traboccante colla
ruota F, il cui asse ritenuto attraverso alla lastra di fondazione B Tutta la parte posta
superiormente della lastra di fondazione munita di un coperchio in rame g sagomato a
rosone per dilenderla dalla polvere, che facilmente si depone su tali organi.
Unaltra disposizione usata pure nella costruzione dei mulini, e che non ditl'erisce gran
m. a . 1
che dalla precedente, quella rappresentata dalle Figure 6 e 7. In questa le ruote, che
comandano la sito E, sono coniche invece desser cilindriche, dovendo muoversi lateral
mente. La manovella si fissa sulla superficie verticale della costruzione in muratura invece
di effettuare il moto superiormente alla lastra B. Infatti lalbero orizzontale h del roc
chetto F' e quello, che porta il volante, manovella, colla quale si regolano le macine.
Unaltra diti'erenza , che la vite E, invece dessere invitata nel mezzo della ruota in ghisa F.
ha una chiocciola speciale in ferro 1' incastrata nel mezzo della ruota, e che porta ugual
mente quattro viti centrizzatrici e invitate nelle chiocciole in bronzo poste nella parete
sostegno alla macina mobile e nello stesso tempo allalbero superiore Il, che costituisce il
vero organo di trasmissione. La parte inferiore dellalbero sso A riposa su duna bron
zina, contro la quale si esercita il molo della vite, che regola lo spazio tra le due macine.
Lalbero principale D trasmette il moto di rotazione della macina per mezzo dellanello B,
che si trova strascinato dal manicotto in ghisa bjissato con biette allalbero inferiore A. il
punto dappoggio di questo movimento preso sullalbero fisso A, il quale porta superior
tip. a.
208
TAV. XV.
mente un bossolo in bronzo a, nel quale penetra un manicotto incavato, che gli forma
Fig. 8.
un po di spazio, particolarmente in vista del livello della macina, questalbero non possiede
che un punto dappoggio nel (sardine mobile G, il quale entra nella cavit praticata nel
manicotto. Il cardine, che ha forma conica, si adatta nella cavit dellalbero D, e perci si
deve dare la minor cavit possibile al manicotto, quindi il cardine cnon ha alcun moto
relativamente al manicotto B, girando con esso cosi come l'albero D, ed ha per unica fun
zione di reggere questalbero, lasciando al manicotto a ghiera B la libert di oscillare
leggermente secondo linfluenza della macina corrente.
.
Plg. 9 0 IO.
Quando lalbero verticale non porta ruote dentate od altri organi, che perla loro
159. Gardlne delle Turbine. - I perni delle turbine (l) presentano maggior dif
colt di quelli di cui abbiamo parlato nora, in quanto che riesce difcilissima la lubri
cazione, particolarmente quando sono sottacqua, o, come direbbero i francesi, lorsqu'ils
sont noyes. Si possono per condurre nella condizione ordinaria rapportandoli fuori
dellacqua, e perci se ne distinguono due tipi principali. Prenderemo a considerare
quello della turbina Fourneyron, come perno sottacqua, e quello della turbina Fon
-taine, come perno fuori dellacqua.
Le Figure Il, 12, 13 e 14 rappresentano il perno colla sua bronzina. eseguiti in varie
turbine, che fanno muovere le macine dei molini da farina e le macchine utensili di
varie ofcine. La Fig. 12 rappresenta una sezione verticale della bronzina parallela
alla leva di sollevamento colla parte inferiore A dellasse o albero della turbina. La
perforata da un buco rettangolare pel passaggio della leva C, colla quale si solleva
lasse unitamente alla turbina con tutti gli organi di trasmissione. Qui il cardine
non impegnato nel bossolo in guisa, che questo possa essere ritenuto lateralmente
come avrebbe luogo per esempio nelle Fig. 1, 2, 3, ma al contrario e contornato da
una ghiera a, che gli forma un orlo saliente, il quale abbraccia la rallae nello stesso
tempo il bossolo B. Questo forma una disposizione inversa a quella abituale, in cui
(I) Le turbine sono ruolo idrauliche disposte orizzonlalmenle, delle quali parleremo a suo tempo.
209
Il bossolo B rappresenta esteriormente un cilindro ben tornito e scivolante con
TAV. XV.
leggerissimo attrito in una lunga canna 0 tubo D, il quale mantenuto al suo posto E Flg. 4|,12,15, u.
dalla bronzina, e terminato da due collarini, che gli impediscono di cedere al movi
mento verticale. 11 basamento del corpo E formato di due parti, che si riuniscono
per mezzo delle chiavarde d come due mezzi manicotti; esso porta anche in e i punti
dappoggio della leva C, che sta ssata direttamente sopra una base in muratura. Ma
passando per i canaletti g praticati nel bussole da ciascun lato della calettatura no
nella camera f simile alla precedente, ma che trovasi precisamente sotto la ralia b.
Da questo serbatoio lolio sale per la pressione e perviene alla faccia superiore della
ralla in contatto col cardine passando pei canaletti h praticati sul suo contorno (Fig. 13
e 9). Esso in questa guisa pu venir fornito continuamente ed in maggiore o minor
quantit, ci che si regola con una maggiore o minore altezza del serbatoio, dalla
quale dipende la pressione eSercitata, ed intieramente isolato dallacqua, in cui
corrisponde alla cavit j praticata nel centro dellalbero A; e questa comunica colle
sterno per mezzo di un biico l, che attraversa lalbero. Seguendo una tal via, la sola, che
gli rimanga, lolio, sollecitate dalla pressione, pu abbandonare le supercie in con
tatto a goccia a goccia, secondo che arriva al centro del cardine. La spiegazione, che
abbiamo dato, e le Figure, che rappresntano il meccanismo in tutte le sue parti,
bastano a far comprendere il merito di questo cardine. Talvolta si sono fatte obbiezioni
per la sua complicazione, ma esse non reggono in confronto degli ottimi risultati
ottenuti, imperciocch, se si eccettua il cardine, di cui parleremo fra breve, nessuna
disposizione potrebbe meglio soddisfare allo scopo, che linventore si presso. Ci
rimane a fare alcune osservazioni sulla grande dimensione di questo cardine compa
rativmnente a quelle, che si adottano generalmente, e quelle determinate dalle regole
pratiche qui annesse. In effetto il suo diametro corrisponde ad una pressione di 70 a
80 Chilogrammi per centimetro quadrato invece di quella di 250 a 300 Chilogr., che
sovente si ammette. Ma in questo caso piuttosto la stessa disposizione, anzich la
resistenza al carico, che ha condotto a ssare il diametro. Basandosi sui nostri dati il
sezione al cardine, affine di diminuire pi che sia possibile la pressione per ciascun
centimetro quadrato di supercie in contatto, poich in tal caso si pu essere sicuri
della regolarit della lubricazione.
161. Cardine della. Turbina. Fontaine. - Viste
stabilire un cardine sott'acqua. e nel mantenerlo in
taine, costruttore di turbine, ha cercato di mettere il
e, dopo varii perfezionamenti, giunto ad ottenere
27
TAV. XVI.
le difcolt, che sincontrano nello
uno stato conveniente, il Fon
cardine sopra il livello dell'acqua,
quello, che qui presentiamo ai
Fig. 4 e 2.
210
TAV. XVI.
Fig. I e 2.
nostri lettori nelle Figure 1 e 2. Esso consiste in un albero cavo in ghisa A, sul
quale si appoggia tutta la turbina, e che ruota. con essa. Il suo secondo albero
pieno B, posto nellinterno del primo, completamente fisso, poich ha il punto di
appoggio superiormente alla turbina, e serve unicamente a ricevere la bronzina nella
sua parte superiore. Il cardine C considerato come solidario dellalbero cavo A, che
forma, come posto, in cui si adatta la'bronzina D, una parte oblunga, ma piatta
ed aperta da banda a banda abbastanza per riceverla. Da questa breve esposizione
sar facile immaginarsi come mzioni il meccanismo. Lalbero motore A guidate
in due punti della sua lunghezza e mantenuto indipendente dal suo cardine, di cui
egli stesso il sostegno nel punto dappoggio B. Esso guidato nellinterno del
lalbero, che prolungato al dissotto della sua concavit per riattaccarsi per mezzo
si effettua coi metodi ordinarii, oltrech per una simile disposizione si pu sollevare
tutta la turbina coi suoi accessorii. A tal effetto lasta, di cui il cardine fa parte,
incannata liberamente nella parte superiore dellalbero A, il quale perforato in
forma cilindrica per riceverla; essa fatta a vite, e munita dun robusto dado E. il
quale si appoggia sulla sua base superiore contro una bozza o rigonat-ura a formante
come il prolungamento della parte rotonda dellalbero nellinterno della gabbia.
Lintiero carico riposa su questo dado facendolo girare in guisa, che si pu ilssarne
laltezza per mezzo dellasta a vite; lalbero A lo segue inevitabilmente innalzandosi
od abbassandosi, secondo che si innalza o si abbassa il dado. Il cardine si mette a
posto introducendolo per la parte superiore dellalbero, che perforato. Ma, dopo
averlo postato per la sua lunghezza totale, compresa la parte, che porta la vite, e
non eccede laltezza della gabbia, si adotta una disposizione, che permette di farlo
uscire dal suo posto per questa stessa apertura e senza scomporre il meccanismo.
Infatti sarebbe impossibile far nuovamente uscire il cardine per lapertura centrale
e terminata da un cappello a', che forma come una specie di mezzo collare rapportato
con chiavarde. Perci quando si vuol togliere il cardine sincomincia a far passare
dei sostegni sotto la turbina al primo ingranaggio in modo da sostenere tutto il
meccanismo; poi si svita il dado E per far salire il cardine nello spazio, che vi deve
sempre esistere tra esso e lalbero prolungato. Quando il dado sar salito ad una
altezza conveniente per far salire il cardine e mettere in libert la bronzina D, tolta
questa si pu allora abbassare il cardine tanto che la sua parte superiore arrivi
allaltezza della parte facile a levarsi a', la quale, essendo stata ritirata, lo lascia
passare per lapertura della gabbia. Ora indicheremo la disposizione della bronzina D,
la quale da qualche tempo si molto perfezionata. Nelle prime applicazioni di questo
sistema di cardine il bossolo destinato a riceverlo si adattava nella parte superiore
dellalbero, a cui si ssava; ora si usa una disposizione molto pi preferibile. La
bronzina D un pezzo fuso a parte, che si adatta allestremit dellalbero sso B,
avente un diametro molto maggiore in guisa da presentare una grande capacit per
lolio, il che non poteva essere quando lalbero ne teneva luogo. La bronzina D ha
la forma di crociera, di cui il centro 11 forato da unapertura cilindrica e guernito di
una ghiera in bronzo c per ricevere e guidare il cardine, il quale posa su duna
ralla in acciaio (1 incassata nel fondo della bronzina D adattata nellinterno dellalbero
vuoto A, per cui e soggetta al moto di rotazione e di scivolamento. Quando si sollecita
la turbina, lalbero si muove nella ghiera in bronzo e, che fa lufcio di cuscinetto.
onde si pu concbiudere, che tutto e stato previsto nella costruzione di questo cardine,
211
di cambiare le parti soggette a consumarsi indipendentemente dalle parti principali
del meccanismo.
TAV. XVI.
162. Bronzina. a. mensola. - In certe disposizioni delle varie parti duna macchina -m. s, a, s . 0.
avviene di dover trasmettere il moto da un piano superiore all'inferiore o viceversa
per mezzo dassi verticali, i quali, se si appoggiassero al suolo, diverrebbero troppo
lunghi: si usano allora dei sostegni a mensola come quello rappresentato dalle Fi
gure 3, 4, 5 e 6. Essi constano duna suola verticale in ghisa A, che si ssa ad un
piano verticale dellarmatura della macchina per mezzo di chiavarde passanti pei
fori a, a, a; a un bossolo a ciottola B, fuso colla suola e colla lastra di rinforzo disposta
orizzontalmente e nel fondo della ciottola, si adatta la bronzina cilindrica C, e in
fondo di questa un disco D avente superiormente una cavit a, nella quale si applica
la ratio in acciaio, ed inferiormente unaltra, nella quale passa lestremit della vite a,
che serve a sollevar lasse. Una tal disposizione deve serbarsi quasi unicamente per
alberi leggieri e di trasmissione, la cui resistenza sia piuttosto laterale anzich
verticale.
163. Cardini delle Grue. - I cardini delle grue sono duna grande importanza. Se
si considera il carico qualche volta enorme, che sopportano, si vede, che debbono
presentare una gran sicurezza. Essi hanno inoltre la particolarit essenziale, che la
Fig. 7.
loro velocit.
di questo
rotazione
pu essere
come del
nulla.
EsseInfatti
non sono
che
sostegni,
esotto
rapporto
si puconsiderata
fare astrazione
moto.
ircarichi
sopportati per unit di supercie sono molto al dissotto di quelli dei cardini ordinarii
animati duna velocit di rotazione apprezzabile, e colla quale si cerca di diminuire le
acciaio fatti a guisa di lenti interposta tra il cardine e la ralla, che si applicano
al fondo della base e. Simile disposizione ha per iscopo di rendere la rotazione pi
facile impedendo che le varie parti in contatto si trascinino per lenorme attrito pro
veniente dal peso sul cardine. Infatti questi dischi per la loro forma speciale, oltre a
non poter essere trascinati nel moto, favoriscono la libert di movimento del perno.
carico non semplicemente verticale, ma. agisce pure lateralmente con grande energia.
La rottura della bronzina potrebbe dar luogo a gravissimi inconvenienti, e perci
meglio abbondare nelle proporzioni delle varie parti, che la costituiscono, anzich
limitarsi alla sola resistenza necessaria. Per le stesse ragioni si daranno al cardine
proporzioni molto superiori a quelle, che si darebbero per egual carico in altre appli
cazioni. Il carico di questi perni, compreso quello della grue, pu salire a 30,000 03.
165. Cardine in ferro sso e rovesciato. - Questo cardine tratto da una grue
stabilita su di apposito carro, e che perci pu facilmente spostarsi facendola scor
rere da un luogo ad un altro. Essa si compone duna colonna centrale A fissata
allarmatura del carro; la parte superiore della. colonna B cava in guisa da invi
luppare la parte ssa A del cardine, che le serve di guida nel movimento di rotazione
sul perno C, che il carico mantiene facilmente al suo posto per la. pressione. Questa
TAV. XV.
I'Ig. ti.
212
laterali, che pu provare la grue, non sono risentiti dal cardine, perch la parte
TAV. XVI.
Fig. 8.
congiunto con una parte cilindrica di maggior diametro del suo, e la sua parte
superiore da un largo disco a, nel quale penetrano quattro chiavarde b, che uniscono
acciaio d, il cui collo superiore e vuoto in guisa da formare un bossolo e per ricevere
il collare della crociera, alla quale sono fissate le rotelle necessarie pel movimento
della lastra. Il bossolo essendo cilindrico pu facilmente permettere alla piattaforma
di salire o discendere duna certa quantit, operando sui dadi delle chiavarde. Questo
cardine intieramente coperto, e la sua bronzina non si pu visitare senza scomporre
la piattaforma; nulladimeno si pu lubricare praticandovi un foro obliquo f, che
porti alla ciottoletta g, e giri intorno al cardine terminando nella parte inferiore.
TAV. XV.
Fig. 16.
pressione non e gran cosa, ma vanno soggette alle variazioni verticali, come nelle
macchine per fare le spole.
TAV. XVI.
giungono tre rami di forma rettangolare K, entro i quali scorrono tre cunei in bronzo
formanti cuscinetti, e che vengono orizzontalmente regolati per mezzo di tre viti di '
Hg. u, 12 e ca.
Figure 12 e 13, formato da una suola in forma di disco circolare A, nella quale sono
praticate quattro aperture ovali O, C, C, C per renderla pi leggiera, con un padellino
ottagonale B unito pel fondo colla suola e rinforzato nella direzione di due diametri
perpendicolari colle nervature a contrafforti b, b, 21, b e da una scatola in ghisa con
la forma esterna di un prisma ottagonale ed internamente cilindrica fatta a vite pei
due terzi della sua altezza, aine di ricevere il bossolo in bronzo F, che le forma
po'rta una ciottola 7 per lolio. La sua forma ottagonale destradosso serve per poterlo
facilmente invitare e svitare mediante una chiave; a mano a mano che la stoppa si
consuma si chiude, e cosi il perno sempre in perfetto contatto col suo collare.
213
sul suo perno, e si allungano nei vuoti g, g, g, g praticati e questeetto nella TAV. XVI.
scatola E dei collari; mm e una lento in bronzo, che impedisce allalbero di fregare Flg. n, la e ti.
contro la ghisa; il guscio b serve a legare meglio la scatola colla suola. La. Fig. 13}
rappresenta. una proiezione orizzontale vista superiormente; la Fig. 11 una sezione
verticale fatta secondo la linea 1-2 delle Figure 12, 13; la. Figura. esterna una sezione
della scatola e della suola viste isolatamente.
169. Bossoli a. guida. - Qualche volta, invece dei collari, per mantenere la
verticalit degli alberi s'impiega. una specie di guida detta dai francesi boitard, la
quale un vero collare formato dun cilindro in ghisa impiombatoo ssato con un
sesti sono riempiti di stoppa grassa, che serve alla lubricazione. La. disposizione e la
forma di questa guida variano colle circostanze. Le Figure 14 e 15 ne rappresentano
le sezioni verticali; la Fig. 14 una di quelle guide, che si applicano nel centro del
disco inferiore delle turbine formato nel nodo duna crociera a tre braccia; in essa,
intorno al cilindro A, che forma il nodo, nel cui centro e lapertura. centrale, per la
quale passa lalbero B, stanno disposte secondo i vertici dun triangolo equilatero
tre cuscinetti a, che si possono spingere contro l'albero premendo le biette b guidate
da una piccola chiavarda d ssa sullo stesso cilindro A, e portante un dado f ed
un controdado 1'; gli altri tre spazii sono riempiuti di stoppa grassa. e, che serve
alla lubricazione; tutto lapparato coperto da una lastra e per preservarlo dalla
polvere.
La Fig. 15 fa vedere una disposizione ditierente nelle biette b, le quali sono rego
late da un dado d posto inferiormente o dissotto al cilindro A, chiudendo il quale si
spinge il cuscinetto a; la lastra e e la stoppa. c sono poste come nel precedente.
170. - Il cardine dun albero verticale un cilindro d'un diametro minore di quello
dell'albero rapportato alla sua estremit inferiore, e qualche volta una parte del
lalbero stesso; su di esso si muove tutto lalbero, e questo moto sottoposto a due
specie di sforzi o resistenze, cio ad uno laterale, proveniente dagli organi di trasmissione,
che lalbero porta, i quali danno origine ad uno sforzo orizzontale tendente a discentrare
il perno, e ad uno sforzo di compressione risultante dal peso totale dellalbero e degli
organi, che esso sopporta in proporzione della sua sezione trasversale. Al N" 408 abbiamo
visto sotto quali considerazioni si deve determinare la sezione dun solido sottoposto alla
compressione, e che in questa determinazione deve computarsi la nozione di rapporto
della sua lunghezza 0 altezza. 1 perni per sono troppo corti per prendere in conside
razione laltezza, la quale sempre al dissolto di cinque larghezza, e perci si appros
sima sempre a limiti di massima resistenza pratica dei corpi compressi; per conseguenza
si dovr considerare la sezione del perno, onde applicarle quella quantit di peso propor
zionale alle convenienze della costruzione ed al lavoro, a cui deve essere sottoposto.
Non tenendo conto della lunghezza si pu far sopportare ad un ferro con sicurezza un
carico di 600 a 800 Chilogrammi per centimetro quadrato. Ora, se vuolsi applicare pura
mente e semplicemente questi dati alla determinazione del diametro del cardine, si vedr
facilmente, che nel maggior numero dei casi si sar al dissolto delle proporzioni ammesse
nella buona costruzione, e che un cardine determinato in tal guisa, bench sia in rapporto
al carico, che esso sostiene, non sarebbe atto alle esigenze delle sue funzioni, ovvero se il
metallo non si schiaccier si riscalder per lattrito in ragione del carico eccessivo rela
tivamente allunit di supercie ed alla sua intensit.
m. n a la.
214
Converr perci fissare il diametro del cardine attribuendo alla sezione corrispondente
' un carico, sotto del quale la pratica ha dimostrato che la lubricazione si pu facilmente
mantenere,enello stesso tempo evitare un eccesso di diametro ed un cardine troppo
piccolo.
'
Lesperienza insegna relativamente alle proporzioni adottate nella pratica, che i perni
in ferro animati da un moto continuo di 50 giri per minuto debbono limitarsi a portare
un carico di 200 a 250 Chilogr. per centim. quadrato di sezione trasversale. Ammettendo
questo per base, e prendendo il tanto pi elevato di 250 Chilogrammi per centim. quadr.,
ossia Chilogr. 2,5 per millim. quadr., e rappresentando con P il carico totale in Chilogr.,
e con d il diametro del perno in millimetri, si avr
2
pressione, tenendo conto ancora della quantit addieltiva, per venire, a misura che le
dimensioni diminuiscono, al pi debole dato di pressione.
Ammettendo che P sia uguale ad 0, (1:5 millimetri, e prendendo in numeri intieri 2
circa i 6In del diametro dato della regola antecedente pel ferro; quindi la regola per
lacciaio
trasversale, che pu divenire gagliardo, non le faccia provare delle essioni sensibili.
2 Esempio. -- Qual diametro dovr darsi al cardine dunatnrbina idraulica, la
quale, compreso lalbero e lacqua, che la fa muovere, deve sopportare un peso di
10000 Chilogrammi?
Soluz. Applicando le formule antecedenti si avr per il perno in ferro:
od agli assi, che posseggono una grande velocit nel loro moto, e solamente in casi speciali.
215
TABELLA DEI DIAMETRI IN MILLIMBTBI DI CARDINI IN FERRO ED IN ACCIAIO
DIAMETRI
CARICHI
dei Cardini
'
DIAMETBI
CARICHI
dei Cardini
,W
in ferro
DIAMETBI
CARICHI
dei Cardini
in acciaio
In ferro
in acciaio
in ferro
in acciaio
millim.
millim.
112
114
67
68
110
69
119
121
71
'72
Chilogr.
milim
milllm,
Chilogr.
millim.
7
8
4
5
1500
2000
32
37,5
so -
5,5
2100
40
50
9,5
10
5,5
6
3000
3000
10,5
11
6
6,5
4000
4500
11,5
5000
10
20
60
70
80
millim.
Chilogr.
19
22
23000
24000
23
25000
44
46
26
27
26000
27000
'
|
49
52
29
31
28000
29000
I
I
55
33
30000
122
125
73
75
127
76
100
12
5500
58
35
32000 '
131
79
125
150
175
13
14
14,5
8
8
8,5
6000
6500
7000
60
62
64
36
37
38
34000
36000
38000
135
139
142
81
88
85
.
1
200
15
7500
06
39,5
40000 |
146
87
250
16
9,5
8000
68
41
42000
150
90
300 ,
17
10
9000
72
43
44009
350
18
11
10000
75
46
46000
156
93
400
19
11,5
11000
79
47
48000
'
160
96
450
500
20
21
12
12,5
12000
13000
82
85
49
51
50000
55000
163
170
98
102
600
22
13
14000
'
88
53
00000
178
108
700
24
14
15000
54,5
55000
185
111
800
25
15
10000 1
94
900
26
155
17000
97
91
'
99,5
153
91
56
70000 1
192
115
58
75000 1
198
118
59
80000
205
123
60
85000
211
126
63
90000
217
130
1000
27
18000
1100
28
17
19000
102
1200
29
17,5
20000
105
1300
30
21000
107
64
95000
223
134
1400
31
19
22000
109
65
100000
229
137
216
TITOLO III.
ARTICOLO I.
sullo stesso albero della mala, la quale rappresenta lo strumento, per cui si agisce diretta
mente sulla materia o ferri da allilare e da arruolare.
(4) Gli uomini Generalmente s'impiegano nelle macchine, che esigono poca forza, come per girare le manovella
del loro", dei martiuetti ecc.; gli animali, buoi, cavalli ecc., quando le macchine non esigono un movimento
regolare; l'aria si utilizza per far girare i mulini a vepto, e per far accendere il carbone nelle oiiiclne per mez_zo
del ventilatori e dei maulci ecc.; l'acqua facendola cadere a battere contro le pale delle ruote idrauliche; il vapore
nelle macchine di grande e piccola potenza, ed ha sullacqua la preferenze di poter essere in tullii siti. Vengono
pure impiegati come motori l'elettricit e laria dilatata.
217
173. - Si distinguono tre specie principali di moto (N 40) secondo le varie guise
del muoversi del corpo in linea retta. ovvero in linea curva, cio:
1 Il moto rettilineo, o quello di un corpo, che si muove secondo una retta; .,
, _
Rettilineo
Circolare
Irowessivo
(i)
1nlemitlente
(2)
l Progressnvo
(3)
) Intermittente
(4)
CUPVI1"e l Interrnittente
Progressivo
(5g
/ liettilineo - Intermittente
(I)
.
2 C"lare
t Progressivo
lntermittente
(8)
(9)
Progressivo
Intermittente
(10)
(II)
f Rettilineo e lntermittente
(19)
lmerm'"eme
(13)
Progressivo
(I 4)
Cirbolare
. Curvilineo % intermittente
, ,_ Rettilineo
Il moto rettilineo intermittente si trasforma in . . . .
'
'
(15)
lntcrmittente
(I'6)
- Intermittcnte
(H)
Curvilineo - lntermiltente
(18)
Circolare - Intermiltente
(19)
Circola're
_'
Curvilmeo - lntermittcnte
(20)
(21)
(I) Il moto circolare, a cagione dell'uso frequenlissimo, che se ne fa nelle orli, merita di essere distinto da ogni
=:llro moto cunilineo.
(2) Etunri m (Innunm APPLICATA ALLE Mm, esposti da C. I. Giulio, seconda edizione. Torino, Stamperia
liuto, I8BM:
,
-
'Iiui1i: o: Lm'aau1'iqus ul' 'luisoni: nis itilcmlsni-:S, par C. H. Laboulnye. Parla, (86|.
'lmrrii nes Mimms.nrzs nmrannur LA 'I'ariomn aiourarqu: nss Onomss n CILLI BBS Ili:smucns mssm
per I. N. Hanlon de Guupillii-re. l.1ris, I864.
28
218
274. Trasmissione equa.biie del Moto tra due Assi paralleli. - Il moto
rotatorio tra due alberi si pu trasmettere per iscambievole attrito di due dischi, che
si dicono ordinariamente ruote, montati su due alberi, le cui circonferenze si tocchino.
Il contatto ha sempre luogo sulla linea dei centri (Fig. 133), per il che, se la prima
0 gira verso A', la seconda 0 sar trascinata verso A" senza
Flg. Isa.
cit assolute di esse sono eguali tra loro, epper, se le due ruote fossero uguali, esse com
pirebbero il loro giro nello stesso tempo. Ma, essendo una delle ruote maggiore dell'altra,
e le due circonferenze muovendosi colla stessa velocit assoluta, quella che pi grande
impiegher un tempo maggiore a fare il suo giro, e la durata delle rivoluzioni delle due
ruote sar direttamente proporzionale ai loro diametri ed ai loro raggi. Perci si pu
conchiudere, che quando due ruote si muomno per semplice attrito 1 le velocit assolute
delle due circonferenze sono uguali; 2' la durata delle rivoluzioni delle due ruote sono
direttamente proporzionali alle loro circonferenze ed ai loro raggi; 3' le velocit angolari
delle due ruote, ossia il numero dei giri fatti nello stesso tempo, sono inversamente pro
porzionali alle loro circonferenze ed ai loro raggi, cio, per esempio, se Ia'minore avr il
raggio uguale al terzo della maggiore, essa far tre rivoluzioni mentre laltra ne fa una
sola.
Per trasmettere il movimento con ruote a semplice contatto convien supporre, che
esse siano perfettamente circolari, la qual cosa, se difficile ad ottenere, ancor pi diffi
cile a mantenere. Infatti le due ruote a forza di premersi e di sof'fregarsi a vicenda deb
bono alla lunga logorarsi. Siccome la difficolt sta nell'avere una durezza e resistenza
uguale su tutta la superficie, esse si logoreranno in un punto pi e nellaltro meno, e
quindi, combaciando ora pi ora meno, la comunicazione del moto diverr irregolare ed
incerta: lo stesso dicasi quando non siano ben centrate. Per togliere questo inconveniente
si usa coprire le superficie delle due ruote con corpi elastici, come cuoio, gultapcrcha e
simili, e perci esse non si possono impiegare che per trasmettere leggieri sforzi, e vanno
ARTICOLO 11.
875. Denizioni. -
ib
219
Gli ingranaggi sono gli organi impiegati pi frequentemente nella meccanica pratica
per comunicare l'azione motrice aumentata e diminuita dun dato grado, per cambiare
di velocit determinata (N 73), e talvolta per cambiare la direzione, in cui si fa il moto.
girano tutte nello stesso verso e in senso opposto. a quelle coi numeri impari l, 3, 5 ecc.
277. Linea. dei centri. - Chiamasi linea dei centri quella linea, che,
pel suo centro, colla quale solidamente congiunta, e che serve atrasmetterlo il
moto per tutta. la sua lunghezza. La linea geometrica, intorno alla quale lalbero o
la ruota effettuano la loro rotazione, dicesi asse geometrico.
il contatto dei due denti, i quali agiscono normalmente l'uno come potenza, e
l'altro come resistenza, e dove incomincia dordinario la parte curva dei mede
simi, si chiama primitiva, e su di essa vengono divisi i denti. Il raggio della
circonferenza primitiva dicesi raggio primitivo ; quello prolungato no alle
stremit del dente dicesi raggio vero, il quale sempre maggiore del pri
mitivo.
.
Le circonferenze primitive hanno il loro punto di contatto sulla linea dei centri.
e la dividono in due parti proporzionali al numero dei denti della ruota e del rocchetta,
e perci alle loro yelocit; per il che, volendo che, mentre una ruota fa un giro su
s stessa, laltra ne faccia tre, si dar a. quella prima un raggio triplo della. seconda.
La. costruzione delle ruote dentate riposa sul principio suesposto, che le loro super
cie laterali sviluppino lo stesso arco durante la stessa durata. di contatto, bench le
loro velocit angolari (N 28, pag. 17) variino in ragione inversa dei loro diametri. -
' Infatti i diametri geometrici o primitivi di due ruote, che compongono un ingranaggio,
sono quelli di due circoli, che gurano due dischi tangenti, come gi si disse, e giranti
uno sullaltro. Nel punto di contatto dei loro circoli primitivi succede pure quello delle
due dentature. Perci f
1' Il numero dei denti di due mete, che imboccano fra loro, proporzionale alle circon
ferenze ed ai raggi o diametri delle ruote stesse. Onde, rappresentando con N il numero dei
denti della ruota di raggio B, e con 11 quello dei denti del rocchetto di raggio r, si avr
N : n : : li 21.
2' Le velocit di rotazione o il numero delle rivoluzioni didue ruote, che (incastrano
insieme, sono in ragione inversa dei loro diametri ovvero dei loro raggi o del numero dei loro
denti. Se per esempio una ha trentasei denti e laltra dodici, ed i denti delluna vengono
a porsi in contatto coi denti dell'altra, la ruota di 12 denti la tre rivoluzioni mentre la
prima ne fa una sola. Se si rappresenta con V la velocit di rotazione dell'albero, che
porta la piccola ruota ovvero il rocchetto, il cui raggio sia r, e con o la velocit dellalbero.
che porta la ruota maggiore di raggio B, si avranno le seguenti proporzioni: V :v : : r :B e
V :o : : n : N, dalle quali si potr determinare una qualunque delle quattro quantit cono
scendone tre (Vedi le Regole Pratiche sulle Ruote Dentale).
279. Denti. -- Si chiamano denti quei rilievi posti sulle circonferenze delle
220 '
degli altri. In un dentebisogna distinguere la spessezza, la larghezza e
laltezza.
La spessezza di un dente misurasi sulla circonferenza primitiva; la somma della spes
sezza di un dente e d'uno spazio, che separa un dente dallaltro, chiamas passo della ruota
dentata o dell'ingranaggio.
280. Forma. dei Denti. + La forma dei denti delle ruote non arbitraria,
Infatti noi abbiamo nora considerato nelle ruote il numero dei denti insegnando
a determinarlo in modo, che le durate delle rotazioni abbiano tra loro certe deter
/-
minato
ragioni;
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th, 153,
221
missione
lo stesso movimento
si facesse per
equabile,
semplice
come
contatto
se la delle.
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Flg. 137.
Prima di venire alla descrizione delle curve citate daremo alcuni principii su
quelle di sviluppo.
281. Delle Curve generate dalla rotazione d'una Curva sopra unaltra.
Se si suppone che una curva piana AMB qualunque (Fig. 138) cambii continuamente
di posizione rispetto ad una seconda curva CM D ssa sopra
un piano in modo che tutti i punti della prima vengano suc- _
cessivamente a combaciare con la seconda, in una parola se
F'- '
(I) Se il punto descrivenle M lusso posto al di fuori 0 al di dentro della curva mobile AltlB, al otterrebbe una
curva della medesima indole, e la sua generazione avrebbe una maggior generalit. Ma inutile l'impegnarci pi
estesamente in considerazioni che non abbiano un utilidirolto alle arti, per le quali balla l'ordine, che abbiamo
adottato.
(2) La Geometria chiama punti singolari di una curva quelli, che soddisfano l condizioni particolari della mede
sima, e sono i nodi, 1 punti multipli di regresso e diuessione.
,
222
Poich un arco piccolissimo della curva di sviluppo preso sopra ambedue i rami a
partire dal punto di contatto M si pu riguardare come perpendicolare alla tangente Tl\lt
comune alle curve CMD, AMB, la rispettiva normale nMN tangente comune ai due rami
Mm, Mm', e perci i rami di una curva di sviluppo sono tangenti fra loro nel punto di
regresso.
Se la generatrice una curva rientrante PmB (Fig. l39), essa potr svilupparsi ripe
. tutamente sopra la deferentc MPM', ed il primitivo
punto di contatto M torner a toccarla altrettante volte
segnando archi uguali alla generatrice PmB svilup
pata; ogni arco MM' della deferente compreso fra due
punti consecutivi di regresso si chiama la base della
modo due circoli, la curva di sviluppo si chiama epicicloide o ipocicloide, secondo che
luno si sviluppa sulla convessit o sulla concavit dellaltro. Esaminiamo brevemente le
euolventi, le cicloidi e le ipocicloidi, e vediamo quanto sono importanti per le arti, e
quanta parte essenziale hanno nella costruzione delle macchine, ed in particolare delle
ruote dentate per la trasmissione equabile del moto.
dal punto A, dei punti a, b. e ab astanza vicini, afne e i loro archi possano essere
considerati come tante rette, e da ciascuno di questi punti si conducano delle
tangenti o delle perpendicolari ai raggi corrispondenti; ai punti a, b, e, ci, e, f s1
orti successivamente su
nnghezze rispettive e retti cate d ti archi aA, bA, cA ecc., le quali determmeranno
i punti a, b'. 0', d' ecc. ; la curva, e e li unisce, sar una parte. della eyolvente. Con
passa per lorigine, questa tangente sar uguale allintiera circonferenza sviluppata
allevolnta. Continuando lo sviluppo per un secondo, terzo ecc; iro nello stesso senso
con operazioni analoghe si otterranno. spirale, che conorver ra le sue spire una
distanza costante uguale alla circonferenza sviluppata.
Prendendo i unti a, b, e ad ugual distanza sulla circonferenza, le tangenti sono
rispettivamente oppi, triple, ecc., della prima. Aa; e quando i punti sono ad una
piccola distanza, la curva si pu descrivere per mezzo d'archi di cmolo, che hanno
per raggio la lunghezza delle tangenti. Perci nella nostra Figura il punto a _avr
per raggio aa', e con questo si traccier il primo arco Aa'; dal punto b col raggio bb'
si descrivere. larco a'b, e cosi di seguito si otterr la curva A...i, che potr_essere
proseguita a piacere continuando l'operazione. come si disse superiormente; e e: avr:
1 la tangente d'unevolnta la normale della rispettiva evolvente;
223
della circonferenza dun circolo, che ruoti attorno al suo asse sopra una retta
indenita senza strisciamento.
Il primitivo punto di contatto dopo una rivoluzione torner a toccarla in un secondo
punto generando la curva continua detta cicloide. La parte della retta indenita
compresa tra i due punti di contatto dicesi base della cicloide. La perpendicolare
elevata sul mezzo della base, e che divide la curva in due parti uguali e simmetriche,
si chiama asse, e il punto_estremo opposto alla base vertice. La base della. cicloide
uguaglia la lunghezza della circonferenza sviluppata dal circolo generatore, e laltezza
uguaglia il diametro del circolo medesimo; perci il rapporto della base allaltezza
tante perpendicolari. che incontrino la linea 00', che passa pel centro del circolo
generatore, e generata pure da esso nella sua rotazione sulla retta BO parallelo. alla
eta, e si otterranno i punti dincontro o, o', o", 03, 0, o, o,ecc., che sono i centri del
dai ppnti o, o', o: la curva Aa"a"c", che passa per questi punti, sar la cicloide
cerca a.
2Il Soluz. Si possono pure ottenere i punti di questa curva. er lincontro delle
linee orizzontali condotte dai punti di divxsione a, b, c, d ecc. cogi archi descritti dai
centri o, o, 0" ecc.
3e Soluz. Si ottiene pure la cicloide per punti (Fig. 2, parte sinistra.) invece di descri
vere gli archi di circolo rapportando successivamente le distanze, che esistono tra i punti
di divisione del circolo e le linee verticali sulle linee orizzontali passanti per queste_
divisioni artendo dalla linea verticale AO: cosicch per determinare le distanze ee',
otterr il vertice o sommit ella curva CD'B D" punto corrispondente al diametro AD.
La lunghezza A0 della retta data uguale allo sviluppo della semicirconferema del
raggio A0. Continuando la descrizione si ottiene una serie dipunti, che formeranno una
curva simmetrica. per rapporto e. CD', _e che ha per base una retta doppia di AC e per
conseguenza uguale allo sviluppo del circolo generatore; unendoi varix punti fra. loro
a mano ovvero col tiraeurve (pistole!) si avr. la curva domandata. La, ciclorde la curva
geometrica generalmente impiegata pei denti dei cramastri e delle,viti senza fine.
2 Problema. - Dato il diametro AB del circolo generatore della cicloide, descri
verla col compasso per mezzo di archi di circolo ouccordati fra loro.
Soluz. Sia la retta A0 la base, AabcdefghB la met del circolo generatore_ nella
sua primitiva posizione: dividasi questo semicircolo in un certo numero di parti
uguali, er esempio in nove; si conducano le corde Aa, Ab, Ac, Ad, Ae, A] ecc ; ai
porti la unghezza degli archi sviluppati Aa, ab, bo ecc. da A in a, da_a' in b,_ da b
in 0' ecc. tante volte quante sono le
cino pei punti o', b', c, d, e'. f', 141', ' tante linee parallele alle corde Aa, Ab, Ac, Ad,
Ae. cio pel unto a' una parallea alla corda Aa, pel punto b' una parallela alla
corda Ab, ge punto o una parallela ad Ac, ecc., si avranno nel loro incontr01 punti
i. 2, 3, 4, , 6, 7, 8, 9, che saranno i centri per descrivere gli archi Aa, ab. bo.
od ecc., i quali comporranno la linea curva, che forma la cicloide domandato.
(i) Se il punto generatore fossa posto internamente sul raggio, o esternamente sul suo prolungamento, geno
rerebbe pure una cicloide, la quale. non sarebbe la stessa di quella prodotta dal rulamenlo del cerchio. Nel primo '
tutto la base pi grande della lunghezza della circonferenza del circolo generatore, e perci la curva al' dica
cicloide allungata; nel secondo caso pi piccola, a si dice cicloide accorciato.
(2) Per maggior regolarit dell'operazione e" meglio dividera la circonferenza del circolo generatore In un certo
numero di parti uguali, a prendere per Al: una di questa.
224
Il circolo mobile dicesi pure epiciclo, ed il circolo sso deferentc. Quando l'epiciclo
dopo una intera rotazione sar giunto nella posizione primitiva, e il primo punto di
contatto si trover nuovamente in contatto colla deferente in un secondo punto, la
circonferenza del primo si sar intieramente sviluppata su quella del secondo, e perci
larco deferente compreso fra i due punti di contatto sar la lunghezza della base
dellepicicloide, uguale alla circonferenza dellepiciclo.
'
che il circolo generatore, inveqe di ruotare sopra. una linea retta, ruota sulla
cir00nferenza dun cerchio sso 0 posto nello stesso piano, e il punto di
contatto genera una epicicloide retta o cilindrica; quando i due circoli sono
posti in piani differenti, ma conservano il medesimo angolo, la curva
ortando
punti di contatto go circolo sso sulle circon erenze descritto da centro 0 e passanti
pei punti e, f, g, e rap ortendo le distanze ce', fj. gg, da 1 in a2, da 2 in W, (1213 in
01 ecc, come vedesi ne la costruzione della parte inferiore della. Figura. Quando il
circolo generatore ha sviluppato lintiera sua circonferenza su quella del circolo sso,
la curva intiera simmetrica rispetto ad Ae', che uguale al diametro del circolo
generatore.
2 Problema. _- Dati il raggio del circolo/Isso ed il diametro del circolo generatore,
descrivere lepiciclozde col compasso con archi di circolo raccordati fra loro.
.
Soluz. Sia 08 il raggio del circolo sso, ed AC il diametro del circolo generatore:
cerchisi il rapporto fra i raggi di questi due circoli, che nella nostra. Figura. sono
come 1 a 2; dividasl larco BA in un certo numero di parti uguali ad esempio 8.
indi presa. la lunghezza dun arco (n+ l ), essendo n il rapporto edl una delle otto
parti, in cui stato diviso il quarto della. circonferenza, si porter da B verso
A: nel nostro caso il rapporto essendo come la 2, si avr. (2+1)::3, prendendo
tre parti delle otto e portandolo da B verso A; se invece di stare come l a 2 stessero
come 1 a 4, si prenderebbe 4+ 1 o 5. e si otterrebbero i punti a, b, c, d, e, f, g, h ecc,
i quali uniti coi punti 1, 2, 3, 4, 5, 6 ecc. darebbero colle intersezioni di neste rette
i gunti I, II, III, IV, V, Vi ecc, i quali sarebberoicentri per descrivere g i archi 31',
l' ', 23', 34', 45', 5'6, 6'7', '718'. che formeranno con sufciente.approssimazione una
epicicloide ; ripetendo loperpzrone dallaltra parte della retta di simmetria 0 k si otterr
laltra met della curva mtrera BCE. Se fosse unipocicloide, si avrebbe allora (n-l).
225
Problema. per
- Dato
ra gto CA del
circolo eso
e nello AB del cireol0 'Mrotore,3' descrivere
puntiiluni?rociolotde
o epicicloz'ele
tnterqna.
TAV. XVII.
Solue. Si otterra una serie di punti dellipocicloide a plicando gli stessi metodi
insegnati per le_p1mclorde, cio d1videndo_ la circonferenza al circolo mobile in un certo
numero dl parti uguali, come l, 2, 3, 4, 5, 6, 7, ecc.; portando queste parti sulla
Flg. 6.
come centri si descriverennq altrettanti circoli collo stesso raggio AB del circolo gene
rotore, come vedes_i dalla_ Figura. Fatto nuovamente centro in C, si descriveranno
altrettanti archi di c1rcoh concentrici, che
ferenza del circolo generatore l e 9, 2 e 8,
l'altra
al quar o del Circolo fisso, le cxrcon erenze essendo nello stesso rapporto, quella del cir
colo generatore s_1 svulugper quattro volte come si vede nella Figura; se fosse uguale
allta met, 8145Vllllppel solamente due-volte, come abbiamo visto nellepicicloide
es orna
1g.
generata dal punto A del circolo mo >ile di raggio CA, dopo una mezza rivoluzione
si confondere. col diametro AB.
uarmco.
I'lg. 7.
mobzle, che ruota attorno dun carcolo sso menare del mobile, che e interno?
Soluz. Quando il circolo AED pi grande del circolo fisso di raggio CA, la
costruzione sar analoga alle precedenti: dividasi il circolo sso in un certo numero
di parti uguali nei punti A, a, b, e, d ecc., e si porti ialunghezza di questi archi sulla
circonferenza del circolo mobile di raggio BA da A in a', b,
,
',
',
'.....; si
descriva dal punto 0 con un raggio Bo, uguale alla distanza dei centri dei due circoli,
una circonferenza, che taglier i raggi CA, Ca, Cb, Co nei punti B', B2 Bi ecc.; da
ciascuno di questi punti come centro si traccino col raggio AB delle circonferenze,
che saranno rispettivamente tangenti col circolo sso nei varii punti a, b, e, e,
%l
__ J_
--r.
226
gai punti a', b', c', (l', ehe__taglieranno in a, W, c le circonferenze tangenti ai circoli
_ssi: riunendo _questi varu punti fra loro ci otterr. lepicicloide. Le altre soluzioni
al possono applicare anche a questo caso.
per mezzo di organi, possono stare lun verso laltro in tre diverse posi
zioni, cio possono essere: 1 paralleli, 2 concorrenti, 3 diretti in una
maniera qualunque nello spazio.
Tutte tra queste posizioni danno luogo a tre generi die_renti di ruote, cio piane
o cilindriche, dangolo o coniche, cghembc od elicoidali.
Si hanno pure secondo i casi l'imboccamcnto a vite perpetua o senza ne, ed a
vite tangenziale. In riguardo alla forma si hanno pure le ruote a lanterna e quelle a
corona.
Gli imboccamenti cilindrici, che incastrano tra loro, servono a trasformare il mo
vimento circolare dun albero in quello circolare dun altro parallelo. Gli imboccamenti
coniei, che incastrano fra loro, sono pure impiegati a trasformare il moto circolare di
un albero nel moto circolare di un altro concorrente, purch ambidue formino un
guernito di denti. Gli imboccamenti conici non incastrano che fra loro. Gli imborcamrnti
cilindrici, che incastrano colle dentiera, vengono impiegati per trasformare il movimento
circolare o rotatorio o intermittente dun albero in un altro rettilineo. Certe volte si usano
pure dei settori dentali.
ARTICOLO III.
Ruote dentate rette o cilindriche,
TAV. XVIII.
186. - Si dicono ruote dentale cilindriche quelle, i cui denti sono inta
gliati sopra una supercie cilindrica, paralleli fra loro e paralleli allasse della
ruota. Se ne distinguono due specie, cio: ruote dentate, che incastrano
esteriormente, e ruote dentate, che incastrano interiormente.
Descrizione di due ruote cilindriche, che imboccano esteriormente.
Fl|. I, 2 o 5.
s-ogchetio) uguale a 24, calcolare il numero dei denti della maggiore, indi eseguirne
uegno. .
Soluz. Due ruote destinate a condursi reciprocamente non potranno formare un
imboccqxnento, se non a condizione che i loro raggio le loro circonferenze siano
pro rzronalr al numero dei denti, che debbono avere. Per conseguenza, volendo
cos ruire due ruote, che imbocchino fra loro, bisogner conoscere o il numero dei
numero dei denti di una di esse. o il numero delle rivoluzioni delle due ruote e la
distanza dei loro centri ecc. (vedi le Regole Pratiche).
Nel nostro caso, conoscendo i due raggi AB e B0 ed il numero dei denti u dell
minore, avremo AB:BC::u:N, ovvero, sostituendo i loro valori, 228:399 ::24:N.
l
trover. che N =42. Conducasi la linea dei centri, poi coi raggi dati si descrivano i
circoli primitivi. i quali divideranno la distanza dei centri CA in due parti, che
staranno come il numero dei denti di ciascuna, indi dividasi la circonferenza del
minore in 24 parti uguali e quella del maggiore in 42; condotte dal centro a tutti
227
questi punti di divisione altrettante rette, (queste segneranno la met del dente. ossia
i passo, che uguale sulla circonferenza i ciascuna ruota. Diviso poi il passo o la
TAV. XVI.
distanza fra i due punti di divisione in quattro garti uguali, si avr la met. dello
Hl- 3
sulla linea 03 considerata come diametro si descrive una circonferenza, il cui centro
Ora sup ongasi che si faccia ruotare lo stesso circolo di re gio 0B interiormente
della circon erenza primitiva GBH del rocchetto, e si otterr lepicxcloide retta BOA, come
alla Tav. XVII, Fig. 8, di cui una porzione Ba si prender per il anco del dente del
rocchetto; supponendo la curva BE fissa alla ruota ed obbligata a ruotare duna
maniera uniforme attorno al centro 0 nella direzione indicata dalla freccia, essa
soddisfar alla condizione indicata a pag. 220. Fig. 135, di condurre il anco Ba, che
solidario al rocchetto, facendolo ruotare colla stessa uniformit attorno al centro A,
ossia lo spazio percorso dal punto E sulla circonferenza primitiva GBH sar esatta
mente lo stesso di quello percorso dal medesimo punto B sulla circonferenza primi
tiva EBD.
.
187. Lunghezza del Denti. - Per determinare la lunghezza dei denti duna
ruota bisogner conservare alla curva epicicloidale una certa estensione, afnch
si possa condurre il anco del dente successivo, che trovasi in contatto: ci s'ottiene
limitando convenientemente larco di condotta, che larco descritto sul circolo pri
mitivo da un punto d dall istante che un dente incomincia a spingere laltro no
al punto che lo abbandona. Nella pratica per le ruote di dimensione ordinaria si
prende il passo dei due lati della linea dei centri, che corrisponde sempre ad avere
tra denti in contatto, ovvero ntanto che la linea o il anco Ba incontra cd; allora
si ha la curva BF trasportata in bf, ed essa si trova in contatto col anco nel punto
.f sulla circonferenza del circolo generatore di raggio A0. Cosi si otterr. il punto f
limite del dente portando da B in f sulla circonferenza descritta dal punto 0 come
centro la lunghezza del passo. Poi, descritta dal punto 0 una circonferenza di raggio Cf,
essa taglier tutti i denti della ruota nella lunghezza voluta; Teoricamente si deter
mina la profondit tra un dente e laltro del rocchetto descrivendo dal punto A come
centro una circonferenza tangente alla precedente; ma in pratica, siccome necessario
lasciarvi un po di spazio (giacca) tra lestremit dei denti ed il fondo cavo da un dente
allaltro, la circonferenza descritta con un raggio Aa un po minore di /i a ls della
lunghezza del dente fuori del circolo primitivo. Da quanto si disse precedentemente, se
la ruota dovesse sempre comandare il rocchetio senza essere a sua volta comandata
da caso, i denti della ruota avranno la forma indicata in J, e quelli del rocchetto la
A tal effetto sul mezzo 0' del raggio BO considerato come diametro si traccia
una circonferenza, che si far ruotare sulla circonferenza primitiva HBG del rocchetio:
il punto di contatto B generer lepicicloide BL, che quella, che conviene alla cur
vatura dei denti di questo rocchetto. Si sa pure, che il punto B descriver lepicicloide
retta B'O(l); facendo ruotare il medesimo circolo nellinterno di quello EBD, questa
epicicloide retta dar il anco dei denti della ruota, dai quali sar condotto come nella
parte curva. Operando poi come per il rocchetto, si limiteranno i denti di questa
col portare da B in f la lunghezza del passo, e far passare per il punto 1" una cir
(i) Per questo moiivo si sceglie l'epiclcloide generale da un puth della circonferenza d'un circolo, il quale hl
per iiinmelm il raggio della mola e del rocchello.
228
TAV. XVIII.
Fig. t, 2 e i.
ducano a vicenda. Nella descrizione superiore abbiamo sempre supposto, che tanto la
larghezza dei denti, quanto lo spazio tra luno e laltro fossero uguali; ma in pratica
necessario un po di spazio, perch i denti imbocchino od incastrino con maggior
facilit. Nella costruzione si fa il dente un po minore dello spazio di un quindicesimo
a un ventesimo del passo per conservare maggior forza al dente; si former una specie
di guscio alla base arrotondando il fondo della parte cva, come vedesi nella Figura.
Osservazione. - Accade talvolta di dover impiegare un rocchetto dun piccolis
simo diametro per trasmettere uno sforzo considerevole, ovvero una ruota con un
gran diametro per trasmettere un piccolo sforzo. Nel primo caso larco di condotta
essendo uguale al passo da ciascun lato della linea dei centri i denti riuscirebbero
troppo lunghi, e perci diventerebbero troppo piccoli alla loro estremit: allora si
si prender larco dazione uguale ai 3/i ed ai 2la del passo, od anche alla met, se
necessario. Nel caso ove le ruote sono molto grandi per trasmettere piccoli sforzi si
otterr colla costruzione precedente dei denti troppo corti, ed allora prendasi larco
La Fig. 2 fa vedere la sezione della ruota e del rocchetto passante per lasse zag,
dalla quale si scorge, che quando le ruote sono di piccolo diametro, la corona M, che
porta i denti, e fusa col mozzo P. e fatto a forma di guscio o scozia lo spazio
anulare Q, come pu scorgersi dalla sezione; nelle ruote duna certa dimensione la
corona M' viene unita al mozzo P' per mezzo di razze a doppie nervature, che si rac
TAV. XIX.
m. t, 2 e a.
460 mm.; una porta 36 denti. la,ma spessezza parallela. allasse di 222 mm., ed il raggio
del suo albero di 122
indz farne la proiezione laterale e lo spaccato sull'asse.
Soluz. Condotte due linee perpendicolari AB ed ED, che sintersecano nel punto G,
centro della ruota, si divider il circolo ausiliario abcd in 72 parti uguali, dovendo la
ruota avere 36 denti, e. indicato. nelle Figure 2 e 3 la spessezza della ruota e la lun
ghezza del suo mozzo, si descriver il circolo, che forma la grandezza del buco colle tre
scanalature per le chiavette. che servono a ilssarla allalbero, e la spessezza delle razze,
portandopoi i raggi Cr, (31 sulla verticale Hl al dissopra e al dissotto del punto C,
ig. 3 a no di condurre per punti g ed r delle arallele alla linea AB; indi si deter
miner. la spessezza del mozzo M), la larghezza el piccolo listello 2a: e lovolo 2g, che
formano una modanatura;pei punti g, e si condurranno delle parallele alla AB, le
chedpassa in g, per la met dellarco ab. e dallaltra, che sia tangente ad e. La per
pen icolare Ce abbassata dal centro C su questa linea, come raggio, si descrive una
circonferenza; si avranno le stesse distanza per le altre razze; si porter la distanza Lf
sulla circonferenza, che passa per 9, da ciascun lato del ra gio CL, e la si riporter
poi a destra ed a sinistra di ciascun lato della razza. I prati i della razza si descrivono
con varii archi raccordati fra loro. Per tracciare larco MP si considerer, che il suo
centro dovr trovarsi nella. bissettrice Cd dellangolo formato dalle due razze; ssato
poi il punto P ove questarco si vuole che tagli Cd, sinnalzer in questo punto una
perpendicolare PR. ed il problema s1 risolver nel condurre una circonferenza tangente
a tre rette date MN, PR, SQ vedi il DISEGNO Gnomarmco, Tav. IX, Fig. 14), il quale
consiste in dividere langolo RM in due parti uguali colla retta OR, che taglia Cd
nel punto 0, centro del circolo, il cui raggio la perpendicolare Q0 abbassata da
questo punto sogra QS. La circonferenza descritta dal punto 0 colla distanza CO dar
li altri centri ' ecc., e la circonferenza, che asse. per M, dar tutti i punti di con
atto M M' ecc. Per tracciare i (piccoli archi tangenti a QS ed al circolo ng si
ad SQ, la cui intersezione colla circonferenza hk_ sar i centro cercato. Da questo
punto si conduce un raggio Oh prolungato sufc1entemente e si abbassa una perpen
icolare sopra QS: cosi si avranno i punti_ di contatto. Ottenuti questi sar facile
ottenere le altre parti delle razze e dell1nttsra ruota.
_ 229
Quando il disegno duna macchina deve servire solamente per la dimostrazione
del complesso, a risparmio di tempo si pu determinare la parte curva dei denti
mediante archi di circolo, i cui centri si trovino sulla circonferenza del circolo ri
mitivo in mezzo dello spazio fra un dente e laltro, come vedesi nella parte infer ore
della nostra Figura. Si far la proiezione laterale della ruota mediante parallele alla
A_B; si avrai denti nella Fig. 2, la sezione sulla retta ED nella Fig. 3, e nella
Fig, 4Yla"forma delle razze viste in una sezione formata da un piano secondo le linee
TAV. XIX.
Fig. 5 bis,
siderata, senza errore sensibile, come un arco di circolo. Ma questo raggio non va
preso ad arbitrio, ed inoltre bisogna che il centro di curvatura sia posto convenien
temente. Il raggio comune degli archi per i denti della stessa ruota il luogo geo
lepicicloidc nel profilo dei denti. Descrivendo dal punto C con un raggio CE una circon
ferenza, e sopra di essa dal punto A con un raggio AE' una seconda, si avranno tutti i
Solaz. Per disegnare una ruota cilindrica avente una posizione obliqua dun dato
angolo, per esempio di 30, al piano verticale si traccieranno anzitutto le sue proiezioni
proiezione orizzontale nella Fig. 4 dandole_ uninclinazione rispetto alla linea di terra
uguale allan 010. che deve formare col piano verticale, supponendo, che il centro 0
di una delle ne faccio della ruota si trovi sulla orizzontale AB passante pel centro
della Fig. 1, e si otterr nella Fig. 2 innalzando dal punto 0' una perpendicolare a
guasta retta. Da questo si potr com rendere facilmente, che un punto qualunque a,
ig. 1, dovr sempre trovarsi nella ig'. 3sulla linea aa parallela ad AB; nella proie
zione orizzontale rappresentato da (1', Fig. 4; perci, conducendo la verticale aa',
essa conterr il punto considerato. Nella stessa guisa si otterranno tutti i punti b, c,
(1 ecc., Fig. 3, cio colle intersezioni delle rispettive verticali innalzate dai
unti b'.
c', d', Fi . 4, colle rispettive orizzontali partenti dai punti corrispondenti del a Fig. 1.
Infatti Si osservi, che i punti e', j, che si proiettano in a ed in b Fig. 1, hanno le
loro proiezioni verticali sulle linee aa, bb. Dunque esse saranno in e ed in fsulla Fig. 3,
e per conse nenza le rette ca e b saranno le proiezioni de li spigoli a'o' e b'f. Si
osserver, c e tutti i circoli, che anno servito a costruire a ruota, Fig. 1, si proiet
teranno sulla Fig. 3 in forma delissi, delle_quali facile determinare gli assi e le
posizioni, imperocch il piano F'G', che contiene questi circoli, essendo verticale, gli
assi maggiori sono uguali ai loro diametri e perpendicolari ad AB. e gli assi minori,
sopra e
er ottenere
ig. 3, dis
issotto del punto C il raggio di 273 millim. di questo circolo, il cui diametro
questi due assi dunque si potr tracciare la e isso, proiezwne del circolo considerato.
Si vedr allora, che, conducendo le orizzontali gg, in prolungate no a questa curva,
si vedr che basta condurre fino al loro incontro delle parallele ad AB per tutti
vertici de li angoli visibili salienti e rientranti, affine di ottenere le proiezioni di
tutti ques i punti. Si (pu ancora osservare, che, tirando le linee gC, LC, Fig. 3, case
saranno le proiezioni
secondo unelisse, sulla quale si determinano i punti m, 1: ecc. per mezzo delle_onz
zontali mm, ma ecc. Quanto si detto per la costruzione della faccia F'G'_Si pu
evidentemente applicare alla H'l', che le parallela, e che contiene, come lapr1ma, lo
stesso numero di circoli, il cui centro comune in 0 sulla Fig. 4, e Si proietta in 0
sulla Fig. 3. Per ottenere le elissi, che debbono rappresentare e proiezioni di questi
dierent1 circoli, e
curva dei denti, si ara attenzione, che le direzioni , 1 ecc. dei anchi concorrano
tutte in 0. Inne si osserver con curai diversi piani, in cui si trovano i varii circoli
delle modanature, tanto della corona uanto del mozzo, La Fi .5 fa vedere una
sizionettgella ruota fatta sullasse DE, e a Fig. 6 lestremita'deli'a baro colla relativa
e 1ave .
230
TAV. XXI.
Problema. - Descrivere due ruote dentate cilindriche ina/erro fuso, che imbocca-no
internamente, di cui la maggiore, per la sua forma speciale
Fig. I e 2.
rito di 52 denti, ed ha 585 millimetri di raggio: il rapporto delle loro velocit di /i.i.
Soluz. Anche in questo problema, come nei precedenti, si osserver, che il numero
dei denti del rocchetto e de la ruota debbono essere esattamente in rapporto coi loro
diametri o coi loro rag i. La curvatura dei denti si determiner cogli stessi principii;
e si otterr. quella BL
ferenza primitiva GBH il circolo descritto dal centro 0 col raggio OB uguale alla met
di quello BO della. circonferenza rimit_1va DEE della ruota. Le operazioni da eseguirsi
sono quelle indicate nella Tav. X Il, Fig. 6 e '7. I anchi Ba o i lati dei denti della ruota
sono determinati dai raggi concorrenti dal centro 0. ai travera la curvatura BF dei
denti della ruota facendo girare nellinterno del circolo primitivo BDE la circonferenza
descritta dal centro 0' col raggio BO' uguale alla met del raggio BA della circon
ferenza primitiva GBH del rocchetto: la curva cosi ottenuta servir. a determinare
la forma dei denti, come nella Tavola citata. Tuttavia si osserva Sulla Figura, che i
denti del rocchetto, che rigorosamente potrebbero essere tagliati da un circolo pas
sante pel punto f e descritto dal punto A, si prolungano oltre, afne di restare pi
lungo tempo in contatto, e di resentare cosi un maggior numero di denti contem
poraneamente per ripartire le etto da trasmettere sopra un maggior numero di punti,
Problema. - Disegnare due ruote dentate cilindriche. di cui la ma iore coi denti
in legno di metri 0,388 di raggio, laltra coi denti in ghisa di metri 0,
l di raggio;
il circolo primitivo descritto col raggio CB della ruota di_ metri 0,38 in 96 parti
uguali: ciascun punto di divisione rappresenter. la met. dei denti e dello spazio tra
un dente e laltro. Si divida quindi il circolo primitivo del rocchetto in '72 parti uguali,
e si avranno i punti di mezzo dei denti e dei loro spazii. Si descrivono darcentr1 O, 0'
ne la Tav. XVIII, <ig. 1. Nel disegno qualche volta invece egli archi di circolo della
'lav. XIX, Fig. 3" si opera per mezzo di archi di circolo raccordati fra loro in guisa da
231
formare una curva, che savvicina approssimativamente allepicicloide, nel modo
seguente: sia la Fig. 10 un dente del rocchetto segnato ad una scala maggiore; facciasi
passare per il punto di cpntatto B una tan ente Bo al circolo primitivo; sinnalzi una
perpendicolare sul mezzo della corda Bn, c re passi per le due estremit della curva
TAV. XXII.
Fig. I, 2.5.1.5,
o, 1, s, 9. CO.
dei denti: queste due rette sincontreranno nel punto o, che il centro dell'arco di
circolo ann, il quale si confonde sensibilmente colla curva epicicloidale; lo stesso
arco viene ripetuto su tutte le divisioni del rocchetto collo stesso raggio Bo. Con una
operazione analoga si determina il raggio dellarco di circolo, che deve sostituire la
uguale ai 3/i , ed a quelli in ghisa unaltezza uguale al la del passo; in tutti i casi
per laltezza dei denti nelle due ruote non deve mai essere minore di quella deter
minata dai punti di contatto f, 1" posti sui circoli generatori delle epicicloidi. e de
scritti dai punti 0, 0'. Il re porto tra laltezza del ente ma ed il anco np come
4 a. 5, vale a dire, che, divi endo laltezza del dente in 9 parti uguali, bisogner pren
derne 4 per laltezza della curva. e 5 pel anco. Quando gli imboccamenti o dentatura
sono in ghisa, la spessezza pq della corona e uguale a quella n del dente, ed anche
qualche volta uguale solo ai suoi 3". ; ma. allora viene rinforzata internamente da una
nervatura. Quando identi sono in e no, necessario, che la parte t calettata nella
corona sia tenuta solidamente; porci si d. a questa una spessezza pq, che e sovente
doppia, di quella del dente. La parte del dente, che sincastra, deve adattarsi nella
ca ettatura della corona con gran precisione; essa ha una forma leggiermente pira
midale, ed ritenuta internamente da biette o copiglie o cavigli in ferro il, che la
attraversa, ovvero per mezzo di blatte in legno e tagliate a coda di rondine e cac
ciate a forza nella calettatura praticata allestremit del dente, come vedasi nella
'
ure di buona co
lando degli ingranaggi a. grandi imensioni, la corona M' riunita col mozzo P' per
mezzo di razze Q, il cui numero varia tra 4, 6 e 8, secondo il maggiore o minor dia
metro delle ruote. Nellesempio da noi descritto ci sono 6 razze disposte in guisa, che
il numero dei denti resti divisibile pel fattore 6. ainch le nervature, che rinforzano
il mezzo di queste braccia. si trovino com rese fra due denti consecutivi. Le nervature
sono raccordate per semplici gusci o per istellini col corpo di ciascun braccio, come
- lmdicano le Fig. 5 e 6. che sono sezioni fatte secondo le linee l-2 della razza della
ruota. Certe volte il raccordamento si fa per semplici piani inclinatio smussature, ed
anche per maggior semg:licit talvolta le nervature si determinano a spigoli vrvi sulle
faccie delle razze (Fig. ).
gnando la linea spezzata 3-4-5 della Fig. 1. Perci si suppone, che la sezione da una
parte sia fatta parallelamente alla razza e condotta nel piano 00 ovvero AA; in tal
guisa si evit:.toil raccorciamento cagionato dall'inclinazione della razza, mentre la
parte inferiore proiettata sul piano verticale come realmente si trova; ma nei di:
segni ad uso dei costruttori le proiezioni oblique, dando le dimensioni degli oggetti
ARTICOLO IV.
Imboccamenll ad Evolvcnle circolare.
192. Inconvenienti degli Imboccamentl a, Epicicloide. - Nei varii imboc
camenti a ipocicloide, che abbiamo insegnato a descrivere, si osservato: l che la
forma dei denti duna ruota dipende dal diametro di quella, con cui imbocca; 2 che
la distanza dei centri delle due ruote o di rotazione e invariabile; 3 che la distanza
dei bracci di leva della potenza e della resistenza o dal punto di contatto dei denti
per rapporto ai centri delle ruote varia dallorigine no alla ne del contatto, onde
TAV. XXIII.
n;. i, 2 o a
232
TAV. XXIII.
4
-
la forma dei denti di questa intieramente indipendente dal diametro del rocchetto;
dalla qual cosa risulta che questi imboccamenti , cos costrutti, possono ugualmente
imboccare con altre ruote ad evolvente, che abbiano lo stesso passo, ancorch variino i loro diametri, il che rigorosamente non pu aver luogo nellimboccamento epicicloi
venti Ab' e A0' in contatto nel punto A, sulla linea dei centri 00', si porta il passo fy
dei denti misurati col circolo primitivo da A in e sulla tangente comune B0, e dal
' centro 0' col raggio O'e si descrive una circonferenza, che segner il limite dei
della ruota. Sar pure evidente che il fondo degli intervalli tra un dente e laltro
sar determinato dalle circonferenze di circoli descritti dagli stessi centri con raggi
minori, onde le estremit dei denti non lo possano toccare.
La Fig. 3 una costruzione, che indica: 1 che i punti di contatto A delle due
cvolventi, quando le due ruote girano sui loro assi, variano senza cambiare di posi
zione restando costantemente sulla tangente BO; cosi il punto di contatto A delle
volvente Ab' (Fig. 1), supponendo che il rocchetto rnoti nel senso indicato dalla
sopra uno dei circoli primitivi, per esempio su quello del rocchetto, partendo dal punto
di Contatto A, preso sulla linea dei centri, una lunghezza Ai eguale al peso dei denti;
si conduce il raggio 10', sul quale si abbassa da A una perpendicolare Am, e la lun
ghezza m0 determina il raggio i del circolo generatore della evolvente pei denti
233
della ruota. Seguendo questultima regola i denti per le ruote grandi si scostano poco TAV. XXIII.
dai denti epicicloidali. Ma se sono dati, come nel primo caso sopradetto, i raggi OB
ed O'C dei circoli generatori sensibilmente pi piccoli che i circoli primitivi delle due
Fl|. I,
ruote, l'inclinazione della tangente comune diviene maggiore relativamente alla linea
dei centri, e si ottengono denti pi robusti allorigine, ci che torna molto utile per
le ruote, che debbono trasmettere grandi sforzi o che sono soggette ad urti. In questi
imboccamenti ad evolvente i anchi dei denti sono pressoch nulli, ed in certi bisogni
possono essere ridotti ad una continuazione della curva: questo fa si che il dente
conserva tutta la sua forza vicino alla corona, vantaggio che non esiste nellimboc
cemento epicicloidale, nel quale i anchi concorrono al centro, dando cos una spes
sezza minore sulla corona od origine che al circolo primitivo.
La F_igura 2 rappresenta la proiezione verticale della ruota separata dal suo roc
chetto; tutto le altre parti della ruota si costruiranno seguendo le norme insegnate
n qui.
ARTICOLO V.
Imhoccamento coi Denti elicoidali.
due ruote dentate cilindriche, le quali hanno i denti in forma di tante por
zioni deliche.
Esso consegne i seguenti vantaggi; 1 la velocit angolare delle due
ruote e in un rapporto costante, cio gli archi descritti dal rocchetto sono
uguali a quelli descritti dalla ruota, e gli spazii angolari sono pure uguali;
2 le curve, che conducono i denti in contatto, operano come due circoli,
rali sghembe sono inclinate secondo eliche parallele fra loro, che si mettono
successivamente in contatto. In questa guisa il contatto ha luogo sulla costola
del dente nel movimento in tutta la lunghezza dellelica no alla costola
opposta.
essere stabilito fra due assi paralleli e concorrenti allo stesso punto, e quindi
sostituire le ruote dentate parallele e d'angolo, ed anche fra due assi, che non
sono posti nello stesso piano.
195. Costruzione delle Ruote elicoidali. - La costruzione dellimboccamento di
White ad assi paralleli e quella impiegata parlcolarmenle per le macchine, ed in ispecie
per quelle di precisione, che richieggono un moto equabile.
(I) L'allrllo che hanno tra loro i denti, potendo cagionare una sensibile resistenza, si tentato soventi di coslrurre
ruote che ne fossero esenli In tutto od in gran parte; il primo, che pala aver clienulo l'inlento impiegando le ruote
elicoidali, il celebre malemallco iloolre,nalo nell'isola di Wiglil nel l655, merlo nel l705, lmenzlone che poi
and smarrila. Quesle ruote a denti elicoidali furono rinventole nei nostri tempi da Sheldrukee da While, che loro
diede il nome.
30
Figloi
Il] '
.q
234
T.\V. XXIII.
.
Problema. - Dato il raggio della ruota uguale a 135 mm.I e nello del rocchetta
la 83 mm.. ossia il rapporto della loro velocit ma coma'7:15, sapea a che la ruota deve
epicicloidali. Dopo aver tracciato i circoli generatori ODA e AD'O','1e due curve Ab .
e A0 pel contorno dei denti ed ianchi corrispondenti Ad e Ae, ruota dentata descritta
sul piano B'C', che rappresenta la faccia 0 la base esteriore delle due ruote, si descri
vera la faccia opposta EF, che _parallela e che limita la larghezza della ruota. Deter
minati i denti nella stessa guisa della prima, supponendo che la loro divisione sia
rapportata indietro sul circolo primitivo duna quantit A A' pi grande che il passo dei
denti si ripeter, a partire da A' sul circolo primitivo della ruota lo stesso ,contorno
di quello ottenuto in Ma; lo stesso si far per portare sul circolo primitivo del rocchetto
il contorno dAn del dente_G._'lutti questi denti appartengono al piano EF, che sup
posto B'O, il quale Viene indicato da una linea punteggiata sulla Fig. 4, proiezione
comune dei due piani,_a meno che non si separi segna. una gura speciale il com
baciamento del piano EF, come si fatto pel piano 'C'.
Si osserva da questa disposizione, _che, se la curva Ai del dente A della ruota si
trova in contatto sul circolo primitivo col anco Gd del dente G del rocchetto nel piano
interiore B'C, essa fa muov'ere duna certa quantit nel senso indicato dalle freccia
la curva op osta A'z', e verr testo -a trovarsi esso stesso in contatto col anco corri
spondente 'il' dei rocchetto nel piano EF, vale a dire la curva Ai' resta legata colla
curva A z" per una supercie elicoidale, come il anco Gd con G'd', e tutti i punti
della prima supercie verranno successivamente ad appoggiarsi su di 'uelli corrispon
denti della seconda durante il moto di rotazione, in guisa che. alloro la curva Ai
sar. arrivata. in Mi, cio avr perc0rso uno spazio uguale ad AA'. la Curva A'i sar.
venuta a prendere il suo posto per trovarsi in contatto col anco G'd'. Ne risulta quindi
che i due denti consecutivi sono sempre in contatto sulla linea dei centri durante
Si determina la proiezione laterale, Fig. 5, delle due ruote per cercare le curve
formanti le costole vive delle supercie elicoidali, che legano "le due facie opposte
dei denti. Trattandosi di tracciare delle porzioni deliche, invece di cercare il asso e
dividerlo in rapporto allmtiera Circonferenza, baster dividere la larghezza B E del
limbobcamento in un certo numero di parti uguali, e di condurre pei punti di divi
sione delle linee parallele a B'O'; divisi gli stessi archi AA', .ee', ti" in tante parti
uguali conra gi, che_concorrono al centro 0, questo divisioni sono rapportate per la
chiarezza del isegno in I, 2, 3, 4. ecc, 1', 2', 3', 4', ecc. sulla Fig. 4. I punti succes
sivi l, 2, 3, 4, ecc., essendo proiettati sulle linee corrispondenti della Fig. 5, danno su
da la, curva aa' (Fig. 5), il cui passo uguale a quello della prima, ma posto su di
un diametro pi piccolo. Tutte e altre proiezioni laterali dei denti della ruota e del
Nella costruzione, per conoscere l'inclinazione esatta dei denti, si stabilisce una pro
porzione, i cui quattro termini sono: il raggio della ruota, la sua larghezza, la distanza
data AA' ed il passo cercato dellelica; per conseguenza si ha: AA': A0 : : B'E : m, che
da il passo della ruota} e geometricamente basta portare sulla linea M N (Fig. 6) una
larghezza uguale allo sviluppo dellarco AA'; se elevasi su questa retta allestremit 1\
una pupendicolare NL uguale alla lunghezza B'E delle ruote, la linea LM da lin
clinazione_media dellelioa corrispondente al circolmprimitivo, e portando da N in I
la lunghezza dellarco il" retticato, e da N in J quelle dellarco 66', si avranno le in
clinazioni LI, e LJ corrispondenti alle eliche, che passano per 1estremitz' ed il fondo e
_ del vano del dente. Si comprende facilmente che le eliche debbono avere le stesse incli
nazioni tanto per il rocchetto quanto per la ruota, che imbocca con esso, bench il
. _
Questo imboccamento riesce utile quando con un rocchetto di sole due ali vuolsi
trasmettere il movimento ad una ruota intorno ad un asse parallelo a quello del roc
chetto. Esso proprio per trasmettere ad un albero una grande velocit, ma non gi
sforzi considerevoli. Brguet ha impiegato questo genere dimboccamento per far
O.
'
235
muovere leggiere macchinette con una velocit superiore a due mila giri per minuto
secpndo. Nulladimeno esso poco impiegato in pratica sia a motivo della difcile
sua costruzione, sia perch va soggetto ad alcuni grpvi inconvenienti, di cui non ci
sarebbe possibile render ragione senza entrare in considerazioni estranee allo scopo,
che ci siamo pressi.
rocchetto o con una ruota dentata d'un diametro qualunque (l). Questorgano serve
alla trasformazione del movimento rettilineo in un altro circolare e inversamente. A
questo ne l possono presentare tre casi: 1 il racchette, essendo calettato su d'un
sar uguale pei due organi, e cosi lo spazio tra un dente e laltro, bench in pratica
si faccia un po pi largo, ainch possano liberamente passare.
Il passo comprende, come abbiamo gi detto superiormente, un dente ed uno
spazio o vano, che dividonsi al solito nel rocchetto sulla circonferenza primitiva, e si
portano nel cramastro sopra una linea tangente alla. circonferenza primitiva, chiamata
anche linea primitiva.
_
Sia 00 il raggio dun circolo primitivo dun racchette, che imbocca con un ora.
mastro, ed AB la retta primitiva di questo: determineremo il contorno dei denti del
rocchetto per condurre il cramastro, poi cercheremo la curvatura dei denti del cra
mastro per condurre il rocchetto. Il problema si riduce a far ruotare tangenziaimente
la retta AC sulla circonferenza del circolo primitivo 00, e in questo moto il punto
di contatto C genera una evolvente CD, che si traccier come al N0 182, e si ripe
ter. come nelle altre a', d' sui denti del rocchetto. Questa curva applicata al rocchetto
gode la propriet, che abbiamo osservato nelle" altre ruote, cio che facendo girare il
Si determina la lunghezza dei denti ragionando come per le altre ruote. Il dente
della ruota, cio che conduce, non deve abbandonare quello, sul quale agisce, se non
quando laltro, che lo segue immediatamente, sia venuto a prendere la sua posizione
(il Se si suppone, che due ruote dentale piane imbocchioo esternamente, aumentando il diametro d'una Indeli
nilamenle, il disco cilindrico, che porla i denti, potr considerarsi come un arco di raggio innito, e quindi diverr
una supercie piano, ed il suo molo circolare si trasformer in moto di traslazione. infatti nella proporzione
R: r :: v : V, li essendo uguale all'innito, V sar uguale a zero. Nella composizione delle macchine qualche volta
si fanno dei cramaslri curvliinel, ma in tal caso sono sempre porzioni di ruote dentale, qualunque sia il loro raggio.
TAV. XXIV.
Fig. I, 2 e s.
236
TAV. XXIV.
Flg. I, 2, 5.
primitiva, che nellimboccamento di due ruote corrisponde alla linea dei centri, e nel
cramastro al raggio 00 perpendicolare alla linea primitiva AB. Di modo che, suppo
nendo, che il cramastro si muova nel modo indicato dalla freccia, il dente E, che
agisce sul dente H del cramastro, deve spingere questo ntantoch il dente succes
sivo G sia venuto a prendere il suo posto; esso ha preso la posizione del dente F, e
per conseguenza ha fatto camminare il dente H no in 1; si vedr allora, che la cur
vatura dei denti in contatto in e sulla linea primitiva AB. in questo punto, che
si pu limitare il dente; ma in pratica quelli del rocchetto, che conduce, si fanno un
po pi lunghi del punto c, descrivendo dal punto 0 un circolo esterno, il quale taglia
le curve della stessa lunghezza. Per lasciare il passaggio alla parte curva dei denti
del rocchetto il cramastro deve avere il anco dei denti determinator mezzo di
perpendicolari ef, ed, gli, alla' linea primitiva AB passante pei_punti di divisione
portati su questa retta, che formano nello stesso tempo i lati dei denti, e si chiamano
anchi. La profondit dein intervalli deve essere rigorosamente limitata dalle rette
m, n tangenti alla circonferenza esterna del rocchetto; ma per impedire il fregamento
dei denti sul fondo del cramastro, lo si abbassa alquanto raccordando poi i anchi
con tanti quarti di circolo, che servono pure a rinforzare i denti alla base.
Nella pratica gli imboccamenti si costruiscono in guisa tale, che possano condursi
reciprocamente; perci si compir la costruzione precedente dando ai denti del cra
mastro la curvatura opportuna, afnch con esso'si possa comandare il rocchetto
con cui imbocca, soddisfacendo alla condizione d'un andamento regolare della circon
ferenza sulla linea primitiva, ed allopposto. Si osserver a questeetto, che, se col
metodo indicato al N 183. Facendo ruotare lo stesso circolo nellinterno dun altro
primitivo GCI, lo stesso punto G generer unepicicloide retta, che si confonder col
raggio 00, come abbiamo veduto ai N" 184, probl. 5, e 190. Perci, se si d ai denti del
cramastro la curvatura CK, ed ai anchi dei denti del rocchetto la retta 00, si adem
piranno le condizioni cercate, ed imprimendo al cramastro un moto di traslazioneda
destra a sinistra. la curva OK si appoggier costantemente sulla retta 00, che le sar
tangente. Infatti trasportiamo la curva 0 K in C'L, ed il raggio 00 sar in 0L; ora, se nel
punto L si conduce la retta LO, il triangolo LOC rettangolo in L, ossia la retta 0L
sta perpendicolare alla LO: dunque 0L tangente alla curva LC'. Per conseguenza,
se il moto del cramastro regolare. quello del rocchetto lo sar pure, come si detto
altrove. La stessa curva OK va trasportata su tuttiipunti di divisione del cramastro,
'
alla retta AB. Se per tutti i punti di divisione del cinolo primitivo dun rocchetto
si conduce una serie di raggi, che conducano al punto 0, si avranno i anchi i, j, k
1 ecc., il cui limite determinato per mezzo dun circolo tracciato dal centro 0 e
tangente alla retta nm; per lo stesso motivo indicato parlando del cramastro si
ugualmente aumentato il fondo degli spazii terminando i fianchi con archi di circolo,
che si raccordano colla circonferenza interna tracciata con un raggio minore di quello
della primitiva. Anche in queste come nelle precedenti invece di tracciare le curve per
tutti i denti se ne far un modello di cartone 0 di latta o di assicella sottile seguendo
rigorosamente la traccia descritta, e poi, servendosene come di un tiracurve, lo si
tando Lq da r' in 1. Se si conduce la corda or, e si eleva sul mezzo una perpendicolare
et, il suo punto dincontro colla sua retta pritiva A0 dar il circolo s dellarco cer
cato; lrasportando il punto a su tutta la linea AB, e conservando il medesimo rag
gio 03 si possono descrivere egualmente tutti gli altri denti. Simpieger un processo
analogo pei denti del rocchetto.
237
197. Della. Vite perpetua. - Dicesi vite perpetua una vite, il cui TAV. XXIV.
pane imbocca coi denti dun rocchetto, i quali hanno la sua stessa inclina
Fig. 4, s, e.
zione, e si trasmettono il moto,sott un angolo retto, per il cheiloro assi
sono perpendicolari.
La vite perpetua. e la ruota, cou.cui essa incastra, si possono considerare come
due ruote sghembe destinate a trasmettere il moto di rotazione tra due assi non
concorrenti in un punto e contenuti in due piani tra loro perpendicolari. Facendo
una sezione, che passi per lasse della vite e che sia per conseguenza perpendicolare
a quello della ruota, essa presenter laspetto dellincastro duna ruota piana con
una dentiera rettilinea, epper i proli si dei denti della ruota, che del verme della
vite vogliono essere determinati merc le medesime regole insegnate per questo im
boccamento. I dati si riducono al lavoro e perci allo sforzo da trasmettere. Quindi
si determina il passo del rocchetto, che sar pur quello della vite perpetua. Il raggio
del nocciolo della vita pu essere preso in frazione del passo, essendo pure dipendente
dallo sforzo, il quale si ottiene generalmente moltiplicando per 5 la lunghezza del
passo, e dividendo il risultato per 2.
Per una vita ad un solo pane il passo uguale a quello della ruota, ed il rap
porto della velocit. di rotazione fra la vite ed il rocchetto uguale al numero dei
denti del rocchetto stesso, poich a ciascun giro della vite la circonferenza del rocchetto
non avanza che dun dente. Perci, se la ruota ha 30 denti, la vite far 30 giri per
ogni rivoluzione del rocchetto. Per una vite a due letti il passo uguale al doppio
di quello della ruota, onde per un giro della vite passano due denti della ruota, e
perci il rapporto sarebbe 15; con tre diverrebbe 10 ecc. Inne, se la vite ha pi letti
o pani, il rapporto sarebbe uguale al numero dei denti diviso per il numero dei letti
stessi.
scomposizione della forza cagionata a causa della loro direzione inclinata. Ordinaria
mente la vite comanda il rocchetto, ed in questo si tende alla riduzione della velo
passa per lasse della prima e parallelo alla faccia della seconda, ed avremo una co
struzione identica alla antecedente, Fig. 4. Per la qual cosa. dopo descritto il circolo
tiva AB allasse MN, ed ab la larghezza della ruota: quando la vite a letto sem
plice (N 77) il passo uguale a quello della dentatura della ruota, e perci alla
spessezza del dente pi quella dellintervallo; una rivoluzione della vite fa dunque
girare dun dente la ruota, che quanto abbiamo supposto nella nostra Figura. Se
la vite avr, come abbiamo detto pi sopra, due o tre pani, il suo passo sar uguale
a due o tre volte quello della. ruota, ed una rivoluzione della vite far girare la ruota
r
i
, .,. 911;;
238
I'
,/, 3 / f
TAV. XXIV.
laterali dei denti essendo semplicemente tangenti alla. supercie sghemba o rampante
del pane della vite, il contatto non ha luogo, rigorosamente, parlando, che per un
Fig. 4, N e G.
solo punto, il quale varia successivamente di posizione nel piano OBM di sezione. Rap
presentando i letti della vite si rappresenteranno le eliche-passanti pei vertici d, e
dei denti e quelle descritte pei fondi degli intervalli f, 9. Per esprimere meglio tali
eliche abbiamo trasportato questo punto a sinistra della Fig. 6, sulla quale la costru
zione indicata e determinata per mezzo della proiezione, Fig. 5, conforme alle regole
spiegate al N 127.
.g.
'
allasse della vite, la cui supercie contiene lelica di contatto Aihlm; perci si porta
sulla linea retta E'A', Fig. 7, la semicirconferenza sviluppata AmE; nel punto E' si
innalza una perpendicolare C'E', che si fa uguale a CE, met del passo, Fig. 6, e,
tirando la retta C'A', si avr linclinazione ,reale del pane. Se da ciascun lato di m si
porta ma' ed mb' corrispondenti ad m'a ed m'b, e per questi punti si conducono delle
parallele a C'E', la porzione della retta pq, compresa fra loro, determiner la larghezza
differisce dalla vite perpetua in quanto che invece dimboccare coi denti di
una rpota cilindrica, imbocca con porzioni di spire incavate sulla supercie
concava d'una scanalatura semicircolare dello stesso diametro della vite
operata nella spessezza del disco o corona della ruota.
REGOLE PRATICHE.
201. - Dietro il principio generale stabilito al N' 73, che due ruote dentale cilindriche
oconiche, le carrucole ed i tamburi impiegati nelle macchine per la trasmissione del
molo, onde lo trasmettano regolarmente e necessario che abbiano un rapporto esailo Ira i
loro raggi, i loro diametri ed il numero dei denti, percio il numero dei denti di due ruote
dentate, che imboccano fra loro, proporzionale alle circonferenze od ai raggi ed ai dia
metri delle ruote stessa.
Cosicch, rappresenlando con N il numero dei denti di una ruota di raggio R, e con n
il numero dei denti del racchette di raggio r, si avr la proporzione diretta N :n:: il :r,
col mezzo della quale si pu sempre avere luna delle quattro quanlil conoscendosi le
i' Conoscendo i raggi di due ruolo, che incastrano fra loro, ed il numero dei denti
9' Conoscendo il numero dei denti di due ruote ed il raggio della prima, determinare
il raggio della seconda.
239
Esempio. - Due ruote iniboccano fra loro: la prima ha 75 denti, la seconda 50;
il raggio della prima ha 12 centimetri, qual sar quello della seconda?
'
Soluz. Dalla prporzine superiore si avr 75 : 50:: 12:r, dalla quale ricavasi
= -52%-12 = 8centim. di raggio.
202. - ll'numero delle rivoluzioni o le velocit di rotazione di due ruote, che imboc
cano insieme, sono in ragione inversa dei loro diametri, raggi o numero dei denti di queste
Cosi allorch si conosce il numero delle rivoluzioni per minuto di due ruote ed il
raggio della prima si determiner il raggio della seconda.
.
-- I
che dalla distanza dei loro centri ovvero dal numero dei denti, che debbono avere, oppure
dal numero delle loro rivoluzioni; perci in questi casi vi una proporzione inversa
tra le distanze dei loro centri ed il numero delle rivoluzioni, ed una proporzione diretta
tra la distanza dei centri, la.somma dei denti delle due ruote ed i loro raggi od il numero
dei denti di ciascuna. lmperciocch, chiamando I) la distanza dei centri o degli assi di due
distanza, che separa i due assi, cio M,455-0,267 20,188, ovvero 0,435'- 0,88 :0,267.
Esempio. -' La distanza tra gli assi di due rurite 'D:0,455; una di esse deve
portare 31 denti e laltra 44; quali dovranno essere le lunghezze dei loro raggi?
240
Soluz. Applicando la seconda proporzione si avr 0,455:31+44::B:44,'per cui si
tante parti uguali quante unit vi sono nella somma delle velocit delle due ruote, poi
prendendo per raggio del rocchetta un numero di parti uguali alle unit, che esprimono
la velocit minore, e per raggio della maggiore il resto.
.
Esempio. - Data la distanza tra gli assi paralleli di due ruote uguali, di cui una
deve fare 6 rivoluzioni e laltra t, quali saranno i loro raggi?
= "2.g
umano
. -s
11
IO
12
13
14
15
16
17
18
19
20
1 21
' 22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
, 32
33
3,501
3,183
3.820
4,138
4,456
4,774
5,093
5.411
5,729
6.048
6 336
6,684
7,002
7.321
7.639
7,957
8.276
8.594
8,912
9.231
9.549
9,867
10,186
10,504
sE i2
innimun ; g .3
35
34
36
37
38
39
40
41
42
43
44
45
46
47
48
49
50
51
52
53
54
55
56
57
s "3
11,140
10,822
11,459
11,777
12,095
12,414
12,732
13.050
13,369
13,687
14,005
11,323
14,642
1 960
15,278
15,. 97
15.915
16,233
16.552
16,870 '
17,1%
17,506
17,825
18,143 I
59
58
60
61
62
63
64
65
66
67
68
69
70
71
72
73
74
75
76
77
78
79
80
81
nunzrno
s ".8
unmrno
s
18,780
18,461
19,
19,416
19,734
20,053
20,371
20,689
21,008
21,326
21,644
21,963
22,281
22,599
22,917
23,236
23,554
23,872
24,191
24,509
24,827
25,146
25,4
25,782
82 26,419
26,100
84 26.737
85
27,055
86 27,374
87
27,692
88
28,010
89
28,329
90
91
28,960
92 29,284
93
29.602
94
29,920
95 30,238
96
30,557
97
30,875
98 31,193
99 31 ,512
100 31,830
101
32,148
102 32,467
103 32,785
104 33,103
105 33,421
2E Ea
DIAMI.TIIO
''='
107
106
108
109
110
1 11
112
113
114
115
116
117
118
119
121
121
122
123
124
125
126
127
128
129
34,058
33,740
34.376
34 695
35,013
35,331
35,650
35,968
36.286
36,604
36,923
37,241
37.559
37,878
38,196
38,514
38,833
39.151
39,469
39,788
40,106
, 40,424
1 40,742
il 41, 1
eg "Eg
cinismo ;
131
130
132
153
134
135
136
137
138
11
140
141
142
143
144
145
146
147
148
149
150
151
152
153
41
697
41,379
42.016
42,334
42,652
42,770
43.289
43,607
43,925
44,244
44,562
44.880
45,199
45,517
45,815
46,153
46,47
46,790
47,108
47,427
47,745
48,063
48.382
48,700
Uso della Tabella precedente. - Essa serve a determinare: 1' il diametro duna ruota
dimboccamento quando si conosce il passo della dentatura ed il numero dei denti; 2 il
passo dei denti duna ruota conoscendo il loro diametro e numero; 3 il numero dei
denti duna ruota quando se ne conosce il diametro ed il passo.
1' Esempio. - Qual sar il diametro duna ruota, che deve portare 63 denti, il
passo dei quali di 01150335?
Soluz. Cerchis nella Tavola il coeciente corrispondepte a 63 denti, che 20,053, il
quale rappresenta il diametro, e moltiplichisi pel passo dato, e si avr
20,053X0",0335 =0m,672 per diametro della ruota cercato.
I
153, che debbono imboccare insieme, essendo il loro passo uguale a 0m 25!
Soluz. Cercato nella Tavola il diametro corrispondente a 41 denti, che si trova
che deve avere 41 denti. Per laltra si cercher il diametro corrispondente a 153 denti, e
si trover nella colonna dei diametri 48,10, e quindi 48,70X0,025=metri 1,217 pel dia
241
-\
,
Determinazione del passo d'una ruota conoscendo il diametro ed il numero dei denti.
1' Esempio. - Qual sar il passo duna ruota, che deve avere 63 denti, ed ha un
diametro di metri 0,672?
Soluz. - Cerchisi nella tavola il diametro corrispondente a 63 denti, che si trover
uguale a 20,053: indi dividasi 0",672 per 20,053, e si avr 0,672 : 20,053 : 0,0335 , passo
cercato.
2 Esempio. - Si vuole costruire una ruota dentata con 126 denti, che possa im
boccare colla precedente, e perci avente il passo di 0m,0335; quale dovr essere il dia
metro di questa ruota ?
Soluz. Cerchisi nella Tavola il diametro corrispondente al numerodei denti, cio a
126, e si trover 40,106, il quale moltiplicato pel passo dar il diametro della ruota cer
calo, e si avr 0,03135x40,106: metri 1,34 per diametro della ruota, che avr 126 denti
Soluz. Dividasi il diametro dato per il passa, cerchisi a qual n_umero corrisponde il
quoziente nella Tavola, e questo esprimer il numero dei denti: se questo non si trovasse
si prender quello, che pi si avvicina, perci avremo 0,672 20,03% =20,053 = 63 denti.
2' Esempio. - Qual sar il numero dei denti, che deve portare una ruota di
metri 0,875 di diametro, la quale deve imboccare con una dentiera, il cui passo di
metri 0,025?
segnasi, con una matita, con colore od altra cosa qualunque un punto sulla circonferenza
della ruota, e si osserva quante volte questo punto viene a coincidere con un punto
fisso dosservazione fatto ad esempio sul muro in un dato tempo; quindi moltiplicasi il
numero dei giri per la circonferenza descrittta dal punto mobile, ed il prodotto diviso pel
tempo della durata dell'osservazione espresso in secondi dar la velocit alla circonferenza
della ruota; qualunque altro punto avr una velocit diversa e proporzionale alla sua
distanza dal centro del moto.
1' Esempio. - Quale sar la velocit alla circonferenza d'una ruota a volante, che
ha due metri di raggio, se in un minuto ha fatto 75 rivoluzi0nif
Soluz. Trovisi la circonferenza, quindi moltiplicando questa pel numero dei giri e
75x6.28x2m
dividendola per 60, numero dei minuti secondi, si ha V:
60
2 metri 15,66 ,
velocit cercata.
Vx60
Soluz. impiegando la formola N:
N _ 15m,66x60
risultano 75 giri.
Se parecchie ruote o carrucole sono sse su duno stesso asse, si determina la velocit
(conoscendo la velocit al centro dellasse) alla circonferenza di ciascuna di esse (vedi
Esempio. - Tre ruote o carrucole A, B, C sono poste sullo stesso asse: il raggio
della ruota A =metri 1,10, quello della ruota B=metri 1,60, quello della ruota
0 = metri 2,15, e la55e fa 12 giri per minuto.
31
242
'
Saluz. Applicando la formola superiore avremo: per la velocit alla circonferenza
della ruota A
V:
: metri l,38;
v:
= metri 2,70.
204. Proporzioni delle varie parti-duna Ruota dentata. - Nella costruzione delle
ruote dentate bisogna calcolare:
Spessezza dei denti. - La spessezza dei denti dipende intieramente dallo sforzo,
che essi debbono trasmettere, e dalla materia, di cui sono costrutti, come si disse al N 188.
Lo sforzo deve considerarsi come se un dente solo dovesse trasmettere il massimo della
potenza della macchina.
Lo sforzo, che una ruota deve sopportare alla sua circonferenza primitiva,si ottiene
dividendo la quantit di lavoro, espressa in chilogrammetri, che essa possiede o chessa deve
trasmettere, per la velocit alla circonferenza primitiva.
1 Esempio. - Un rocchetto fa 6 giri mentre la ruota, che lo conduce, ne fa uno;
la distanza dei centri e di metri 2,30; il lavoro prodotto uguale a 940 chilogrammetri, e
la ruota ha una velocit di 5 giri per minuto. Quale sar la velocit alla circonferenza pri
mitiva e lo sforzo da trasmettere ?
Soluz. Si determini il raggio della ruota colle regole insegnate a pagina 241
1,917x2x3,14x5
.
. . . . .
940.
.
circonferenza primitiva uno sforzo di 500 chilogrammetri facendo 10 giri per minuto
primo; quale sar la pressione esercitata sul dente?
Soluz. Cerchisi la velocit per secondo alla circonferenza primitiva e si avr
6,28x2mx108"
60
=2m,09. Ora dividendo il lavoro per la velocit si ottiene lo sforzo,
500
.m.
quindi
deve per maggiore sicurezza calcolare come posto allestremit, cio devesi prendere per
braccio di leva il raggio vero invece del primitivo. Dalle nozioni elementari, che abbiamo
dato da pag. 130 a 133 relativamente alla resistenza dei materiali, si veduto, che lequa
zione d'equilibrio per i solidi di sezione rettangolare la seguente: P=K_aellb, la
quale si applica ai denti delle ruote.
x
P rappresenta la pressione in Chilogrammi allestremit del dente,
l
_
la lunghezza totale del dente in centimetri fuori della corona,
a
243
In questa il coetlicinte K, che si determina tenendo conto del moto dei denti della
ruota, variabile secondo la natura del materiale, di cui costrutto. Seguendo le espe
rienze di Tredgold sulle ruote ben costrutte si adotta per valor medio di K il numero 150
per la ghisa, vale a dire la ghisa, che si rompe solo sotto un carico dil300a1400 Cg.
per cent. quadr. di sezione trasversale nelle ruote dentate, lavora solamente sotto una
Kxaxb __ 150xaxb __ 25xaxb
I
tre quantit sono variabili. Nella pratica dordinario ha le seguenti proporzioni relative
fra loro: a varia tra 311 ed 81), ed l=l,2b a l,5b; quindi facendo a:l,bb ed l=l,2b,
e sostituendo questi valori nella formula antecedente, la formola diverr
P: ani_bbxb , :lleb, e 1::1l04, quindi b:0,098|/ __
P.
Adottando tra b spessezza ed a larghezza dei denti il rapporto uniforme indicato si ha
per le deboli pressioni dei denti un passo troppo piccolo, e per le forti un passo troppo
grande. Per stare nei limiti convenevoli di spessezza bisogna far variare il rapporto fra
bed 0 in conformit delle pressioni, cos si eviter pure davere un passo troppo grande;
si determina la lunghezza del dente, secondo il carico, che deve sopportare, nel modo
seguente:
'
a'
3
4
5
0
7
8'
9
10"
da 200:. 300
da 300:. 400
da 4003 500
da 50051000
da 1000a1500
da1500a2000
(13200033000
(15300035000
5000 e pi
,
,
a:3,5xb
a:4xb
a:4,5><b
a=5xb
a:5,5xb
a:6xb
0:6,5Xb
a:7xb
a:8Xb
i.
b:0,117|/
b=0,ilot/
5:0,104|/
b:0,008|/
b:0,0931/
3:0,080V
3:0,084V
5:0,0821/
5:0,077V
La lunghezza 1 del dente compresa tra l,2xb ed l,5xa, l,5xb, applicabile alle
leggiere pressioni, ed l,2xb alle forti pressioni. Sovente per diminuire lattrito e pro- .
2
3
4
da 2003 300
da 3003 400
da 4003 500
b:0,150|/
3:0,1t11/
b:0,133|/i
0:3,5b
a=4b
:4,50
5
0
1
8'
9
da 500111000
da 1000 a 1500
da 1500 a 2000
da 2000 a 3000
da 3000 a 5000
'b=0,131|/
, 5:0,121V
b:0,110|/
3:0,112|/
3:0,100V
1:53
0:5,5b
11:60
3:0,53
210
10
5000 e pi_
a =8b.
b:0,103|/
Considerando in tutte queste formole come succeda quasi sempre che varii denti
imbocchino e che ciascuno di essi sarebbe capace di sopportare tutto lo sforzo, si ha piena
certezza che le ruote dentate costrutte con queste proporzioni non possono a meno di
essere capaci di un lungo uso.
244
Quindi dalle regole suesposte sar facile, quando si conosce lo sforzo, che deve sop
portare alla circonferenza, di ottenere il valore di b 0 la spessezza del dente, impiegando
il rapporto, che si adotta tra la larghezza e la spessezza, e tenendo conto della materia,
di cui sono costrutti.
1 Esempio. - Quale sar la spessezza b da darsi ai denti duna ruota in ferro fuso,
se un dente deve sopportare una pressione di 239 ,Chilogr. e la lunghezza a =3,5b?
Soluz. P =239 Chilogr. compreso tra 200 a 300, avremo dalla serie dei valori esposti -
11:0,1 17 t/ :o,111 |/239 = centim. 1,8 ovvero 18 millim. per larghezza del dente
cercato, e quindi per la lunghezza 1 si avr 1:3,5X18 =630 millimetri.
2' Esempio. - Quale sar la spessezza e la lunghezza da darsi ai denti in legno di
frassino duna ruota in ghisa, che debba sopportare alla circonferenza una pressione di
573 Chilogr. I
.
Soluz. P essendo uguale a 573 e perci compreso tra 500 e 1000, si avrebbe
0,098
ma, siccome i denti sono in legno, si deve accrescere dun terzo 0,098I/,
3 Esempio. - Una ruota idraulica di metri 4,20 di diametro fa 4,5 rivoluzioni per
minuto e trasmette una forzadi 25 cavalli con una ruota dentata di metri 1,05 di raggio;
quale sar la pressione sui denti di questa ruota, e quale la 'spessezza di questi denti?
Soluz. Riduoansi i cavalli-vapore in chilogrammetri, e si avr 25X75=1875 chilg.m.,
quindi, trovando la velocit della ruota alla circonferenza, si avr
1",63><2X3,14>_<1,5 _
_ 1875
pressione su ciascun dente; quindi facendo b =6,5 la spessezza dei denti sar
Passo dei denti. - A pag. 227_abbiamo detto che il passo duna ruota dentata in
ghisa misurata sulla circonferenzaprimitiva comprende: 1 la spessezza a del dente, 2' la
larghezza del vano, il quale uguale ad a aumentato di 'lioo nei casi ordinarii, ci che da
p=2,t a; cosicch applicando questa formolp iain esempii precedenti si trover nel 1
mero deidlnti della ruota, R il raggio di questa e p il passo dei denti misurato sulla cir
conferenza primitiva.
Esempio. - Qual numero di denti dovr darsi ad una ruota dun metro di raggio,
nella quale il passo uguale 11 metri 0,0278 ?
'
LJ
245
I
2xo1ti- :225 denti. Si com
Soluz. Applicando la formula superiore si avr N =
prender facilmente, che bisogna tralasciare la frazione, che vi pu rimanere effettuando
loperazione, la qual cosa modifica il passo duna quantit insensibile, perci in questo I
0595
Quando una ruota ha i denti in legno e sovente indispensabile, per la regolarit della
congiunzione dei quarti della corona, di mettere il numero dei denti in rapporto con quello
delle razze, ed allora bisogner modificare il passo; in guisa che in questo esempio la ruota
dovendo portare 6 razze, perch il numero dei denti sia divisibile per 6 bisognerebbe che
fosse 106 o 108; adottando il primo nUmero, il passo aumenta un poco.
Iei evitare ai pratici di perdere il tempo in calcoli sovente noiosi abbiamo riunito
nella seguente'Tabella le spessezze ed i passi dei denti per le ruote dimboccamento adot
tando, secondo il blorin, il coefciente 0,105, e quindi si ha la formula:
__,._
,_ ____,
in chilogrammi
"\A/
'
Passo dellingranaggio
in millimetri
in millimetri
in millimetri
2,3
10
15
20
30
40
50
60
70
3,3
4,0
4,6
5,7
6.6
7,4
8,1 8,7
80
90
9.4
9,9
100
125
150
175
200
10,5
11.6 '
12,8
13.8
14,8
4,9
.
3.2
luso'detla Ruota i
in millimetri
,
5.9
6.9
8,5
9,7
12,0
13,9
15,6
17,0
18,4
4,7
5,6 '
, 6.4
7,9
9,1
10,2
11,2
12,1
8,7
10,4
11.8
14,4
16,9
18.9
21,8
22,4
19,7
20.8
12.9
13.7
%.9
25.3
22,0
24.4
26,9 '
29.1
31,1
14,5
16,1
17.7
19.1
20,2
26,8
29,8
30.7
34.8
37,4
225
15.7-
33,0
21.7
40,1
250
275
300
16,6
17,3
18.2
34,8
36,3
38,1
22,9
23,9 _
%.1
42.4
44,3
46.4
cm
su
50,1
29,0
3 ,4
35.5
37,2
41.0
43,8
53.6
59.9
65,7
69,1
75,8
83,0
45,8
84,7
1
,
400
'- 500
600
700
8"0
900
1000
19.6
41.2
21.0
23.4
25.7
27.7
29.7
31,5 -
43,2
49.1
54.0
58,2 62.4
66.1
33,2
69,6
246
205. Della Corona delle Ruote dentate. -Stabilite le dimensioni dei denti, da questi
come basi si possono dedurre le proporzioni delle altre parti. Quando le ruote hanno una
certa grandezza, i denti invece di essere posti sul contorno dun disco, come a Tav. XX e XXIII, si mettono sul contorno dun anello o corona metallica, che si unisce ad un mozzo
per mezzo dun certo numero di braccia dette razze (Tav. XVIII, XIX, XXI, XXII). La
spessezza della corona e uguale alla lunghezza dei denti, s:l, quando questi sono in
metallo. Nulladimeno in certi casi, per esempioquando vi di variazione di velocit ed urti,
come nelle ofcine da ferro, si fa la corona pi largo che i denti, e le estremit di questi
sono incastrate in tutto od in parte, in guisa che la resistenza dei denti aumenta. D'ordi
nario questo circolo esteriore uguale a circa la met della spessezza del dente. Tuttavia
non si dar mai alla corona una spessezza minore dei -"/i di quella del dente. Le corone
delle ruote piane e. ad angolo si muniscono in generale duna nervatura di rinforzo
internamente nel mezzo della sua larghezza, il cui aggetto soventi uguale alla spessezza
della corona stessa (vedi Tav. XIX, Fig. 4, e Tav. XXII, Fig. 8 e 9). Seguendo per le
regole suesposte, nella costruzione delle ruote con un gran diametro e destinate a tras
mettere piccoli sforzi si ottiene una corona molto sottile e suscettibile di dillormgrsi nel
rall'reddamento dopo il getto; si evita un tal inconveniente aumentandone la spessezza ed
il numero delle braccia, se fa duopo.
Quando la ruota in ghisa deve portare i denti in legno, allora la corona dovendo
essere trapassata dalle calettatpre, nelle quali i denti sono solidamente rattennti alla
corona con cunei in legno od in ferro oppure da cupilie, le si da una larghezza due volte
la spessezza del dente ed anche due volte e mezzo,quimli s:2a+5; quando la ruota
non deve trasmettere grandi sforzi baster farla larga 1,5 ossia una volta e mezzo.
206. Dimensioni delle Razze. - Le razze resistono come corpi incastrati con una
delle loro estremit e caricati dall'altra. Lo sforzo, che tende a romperle, quello eser
citato sulla dentatura, perci se questa fosse troppo debole, la ruota tenderebbe a ruotare
senza trascinare con se lalbero, e quindi la corona si ditlormerebbe e nalmente si rom
constano di due nervature: la principale porta nella direzione della rotazione e deve avere
una corrispondente trasversale; laltra impedisce le deviazioni laterali della corona.
207. Numero delle Razze. - Il numero della razze, che deve avere una ruota, non
e finora stato rigorosamente determinato, ma dallesperienza si raccoglie che per le ruote
di trasmissione lino ad I metro di diametro 4 bastano, per quelle di I metro a 2 ne sono
della potenza dellalbero, su cui calettata, la spessezza S del metallo attorno allalbero
si calcola ancora prendendo per base la dentatura pi una quantit fissa addizionale per
lo sforzo della chiavetta, che ritiene la ruota sull'albero, la quale pi sovente la causa
della rottura del mozzo della ruota, e quindi si fa questa spessezza E=I,5+a+IO mill.
questo caso se ne mette pi d'una, la cui spessezza sia circa la met della sua larghezza
ovvero uguale alla larghezza dei denti aumentata di circa '/ns del raggio della ruota, e la
grossezza del mozzo si fa uguale alla spessezza dei denti aumentata di 'la a '/5 del diametro
dellalbero.
247
Seguendo il Tredgold si avrebbe la seguente Tabella per proporzionare le razze secondo
gli sforzi esercitati alla circonferenza delle ruote, supponendole di1 metro di raggio ed a
6 razze, la cui spessezza supposta uguale ad 1/4 della corona.
TABELLA DELLE PROPORZIONI DA DARSI ALLE RAZZE DELLE RUOTE.
l
1
Sforzo tangenziale
della Ruota.
Larghezza
delle Razze
Larghezza totale
delle Nervature
in t.hrtogrammi
in centimetri
in centimetri
10
40
4.20
6,00
1,21
2,00
30
8,m
3,00
820
3122
336
430
580
730
870
lg62
.
11,64
12.12
13.00
13.80
6,80
8.25
8.73
9.70
1100
14,50
10,67
1210
15.50
11.64
1500
16,00
12,60
1750
2200
2300
2660
2840
16,50
17.00
17.50
18.00
18.50
13,68
1406
16.50
1700
17.95
3220
19,00
3500
____,
19,50
V 1_.
Osservazioni
i
|
'
_
_ _ di_ questa Ta .
Le dmensrom
19.50
19,60
, U. __
Per applicare le proporzioni di questa Tabella ad una ruota dun altro diametro
ma avente anche sei braccia, bisogner moltiplicare questo numero per l/Tlll essendo
il raggio della ruota, di cui si vuole calcolare le braccia.
ARTICOLO VI.
209. Si dicono ruote dentale d'angolo o com'ch quelle, i cui denti sono TAV. XXV
intagliati sulla supercie di un cono nella direzione della. generatrice, e nelle
quali gli assi possono formare fra loro un angolo qualunque.Afnch gli imboc
camenticonici siano capaci di trasmettere grandi forze, come le ruote cilindri
che, necessario che i loro assi si trovino contenuti nello stesso piano, ed
cui assi non sono contenuti nello stesso piano; ma tali imboccamenti, i quali non
hanno che un punto di contatto, non si debbono costrurre che su piccole dimensioni
e per trasmettere piccolissimi sforzi. Potendosi per sempre sostituire loro gli imbocca
menti dangolo con tutti i vantaggi a questi annessi, noi tralascieremo dentrare nei
loro forma geometrica. stabilita sugli stessi principii. Comunemente i denti sono in
tagliati suduna porzione del cono, perci tali ruote sono sempre in forma di coni tronchi.
Fig. 0.
248
TAV. XXV.
'9 ed _/ si con nonno due parallele gli ed fk, i cui punti dincontro o determinanocol
vertice A la generatrice di contatto AD; le perpendicolari ok ed al abbassate dal
punto o sugli assi rap rasentano i raggi delle basi del tronco di cono dentato.
Nelle ruote dango o le velocit angolari sono in ragione inversa dei raggi: quindi
perpendicolari oc, od sullasse, si avranno due trian o i simili, che daranno la propor
zione od:oc:zoazob; ma si ha pure che oa:n ed 0 :m: sostituendo questi valori
nella proporzione antecedente si avr od : oc::a : m. Perci i raggi ad ed oc od i dia
Sta iliii cosi i raggi dei due coni, che stanno fra loro inversamente come le velo
cita date, si potr determinare i due tronchi di cono, che formano le ruote. Nell' imboc
camento ad angolo biso na distinguere :
1 La generatrice i contatto ca 0 generatrice estrema per rispetto ai due coni;
2 La generatrice estrema del cono primitivo del rocchetto oh;
3 La generatrice estrema del cono primitivo della ruota oc;
' 4 I circoli primitivi complementari l' c' della ruota e del rocchetto oh;
'
7 La lun hezza dei denti c' c' tanto della ruota quanto del rocchetto, dipendente
dallo sforzo da rasmettersi e dalla proporzione della larghezza presa sopra un circolo
m. 1 e li.
enel punto b" un altro b'c, si sviluppa il circolo primitivo della ruota sulla cir
conferenza descritta dal punto a", dividendo la circonferenza primitiva in un certo
numero di arti u uali; portando queste parti sulla circonferenza si otterr lo sviluppo
del cono ( cdi il
renaso Gaouararco. ag.130, N. 584 Tav. XXVII) esterno della ruota,
nella stessa guisa si avr lo sviluppo de cono del rocchetto, della testa del cono e della
testa interna dellimboccamento, poi facendo ruotare un circolo D, che ha per diametro
be..raggio del circolo B. si otterr lepicicloide esterna c F per la curvatura dei denti
(Vedi a pag. 13). Nella Fig. 5 facendo ruotare il circolo che ha per diametro c'a' sulla
cirronferenza B', s'ottiene lepicicloide o G perla curvatura deide_nti del rocchetto, onde
possano trasmettersi il moto equabilmente. Premessi questi princxpii generali, passiamo
' 2 Problema. - Dato un angolo BAC a ualc a 82, forqnalo dagli assi .di due
ruote. la velocit delle quali deve essere come a 2, costrurre limboccamcnto comco, e lo
sforzo da trasmettersi ai due assi uguale ad E.
I
Soluz. Operando come abbiamo veduto superiormente. si otterrai per la retta A D gene
ratrice un punto tale, che le perpendicolari as, at abbassate sugli assi saranno tra loro
come 2 a 3. Prendendo 011' Io; e tb:al si avranno idiametri primitivi delle basi dei
cilindrici. si prender una lunghezza aa', che pu variare fra3a 4 volte la spesssezza
d'un dente, secondo la natura dolmetallo impiegato per la costruzione e le condizioni,
con cui lavora il rocchetto. come si disse sopra ai condurr e1 punto a' una perpen
riore. Se consideransi
alla loro origine ed alla loro estremit. incontreranno la linea 09' 01 puntip e o;
per (L esti punti si conducano delle rette convergenti al punto dincontro deglbassi
ad a ' no allincontro di p', q' con o', b'. Poi con ma e no come raggi rapportati in
249
m'a" na" descrivansi due archi, che serviranno di base ad una costruzione analoga
a quella, che si fece colla testa del cono inferiore; i denti cosi ottenuti formeranno
lestremit superiore del rocchetta. Conducendo delle parallele alla generatrice di
contatto, estremit ed origine dei denti sulla mn, si otterranno i punti f e g, pe quali
TAV. XXV.
ramente determinato.
Il rimanente della costruzione appartiene alla geometria descrittiva; nulladimeno
indicheremo sommariamente
Prendasi un piano PQ' perpen icolare allasse AC, ed uno perpendicolare all asse AB,
esi rapportino sulle traccie di questi piani idiilerenti raggi, che hanno una estremit
sullasse e laltra nei punti p, a, q e f, a, 99 dal punto o; con questi raggi si descrive
ranno le circonferenze, che rappresentano il combaciamento o la proiezione del rocchetta
proiettato sul piano PQ. Sulle circonferenze ca e va, considerate come circonferenze
primitive, si costruiranno i denti operando come per le ruote cilindriche, come 10 in
dicano le linee punteggiato ae ed (16'; congiungendo le estremit dei denti con frazioni
della eneratrice, e proiettando ciascuna di esse sul iano verticale, tutto le opera
zioni indicate per la ruota A0 si ripeteranno sulla tra.
lAV. XXVI.
3 Problema. -_Dati due assi AB e A0 di due male, che sincontrano ad anyolo Fig. I, 2,5, 4, s, o.
retto, il raggio primitivo del cui rocchetta BD uguale a metri 0,220 e quello di
EF uguale (2 metri 0,440. descrivere le proiezioni verticali e lo spaccato sull'asse di dette
ruote quando una di esse M denti in legno.
Soluz. Si determini il posto, che i due raggi debbono occupare sui loro assi rispettivi,
come nellesempio antecedente; perci da un punto qualun ne B preso sullasse AB
sinnalza una perpendicolare ED uguale alraggio del rocc etto, e pel punto D si
conduce una parallela DL a questasse;preso sullasse A0 un 1punto qualunque E,
da questo sinnalza una perpendicolare F uguale al raggio de la ruota, e dal unto
F si conduce FH parallela a questasse. Il punto G dincontro delle due rette
H e
DL determina il punto di contatto delle due circonferenze primitive, i cui rag isono
(il e GK rispettivamente uguali a BD ed EF. Questi raggi si rapportano da.
in H
e.da K in L; ipunti H, G, L si congiungono al vertice comune A, e determineranno
il cono primitivo AHG ed AGL del rocchetto e della ruota; la retta. AG sar la ge
neratrice di contatto di questi due coni primitivi, i quali avranno le stesse propriet.
dei circoli primitivi di due ruote piane, come nellesempio antecedente, cio
le loro
velocit di rotazione sono in ragione inversa dei loro diametri, e questi sono diretta
mente proporzionati al loro numero di denti.
Ottenuti i coni primitivi, si descrive dai centri O, 0' (Fig. 2, 3 e 4,) sul prolun
gamento dei due assi dati, il circolo primitivo AHI e G'K'L'; si divide questo circolo
in tante parti uguali quanti sono i denti del rocchetto e della ruota, cio uno in 24
e. laltro 111 48, e si ottiene il passo su ciascuna ruota: sintende sempre che il asso
si determina preventivamente secondo. lo sforzo da trasmettere preso nella larg lezza
media del dente (vedi le Regole Pratiche); quindi, divisa ciascuna parte in due, si a
vranno tutte le, met dei denti e dei vani portate a destra, ed a sinistrale met della
spessezza del dente, tenendo conto, secondo le circostanze, quando i denti sono in legno
ovvero in ghisa. Il contorno esteriore dei denti si trova posto sopra un cono, le cui
generatrici sono perpendicolari a quelle dei coni primitivi, esi et engono innalzando
dal punto di contatto G sulla linea AG una perpendicolare B0, che incontra lasse
del rocchetto in B e quello della ruota in C; i punti B, C ed H, incontri cogli assi
sono i vertici dei due coni BHG e CGL. Ora, svilup ando questi coni sopra uno stesso
piano, si potr su questi eostrurre la forma esatta ci denti. Lo sviluppo della super
cie laterale dun cono sopra una supercie piana un settore, che ha per raggio la
generatrice del cono e per arco lo sviluppo della circonferenza della sua base. Ma
nel caso nostro inutile svilu are il cono intiero: baster descrivere da un punto
qualunque 15' (Fig. 5) col raggio G un arco di circolo acb sul quale, partendo da e,
Si porteranno le distanze u uali una a cc, spessezza del dente del rocchetta (Fig. 3),
e laltra alla s essezza ed
ente
della ruota, cio dal punto 0' posto sul prolungamento di B'c si descrive col raggio
0G un arco di circolo fcg, sul quale si ortano le distanze rispettive eguali alle
prime cd e ce. Dopo si effettuano su questi ue circoli le stesse operazioni sopra descritte
pe denti delle ruote cilindriche; cosi sul rag io B'c considerato come diametro si
descrive il circolo tcj, di cui, ruotando sulla circonferenza fcy considerata come cir
colo primitivo della ruota maggiore, un punto descrive 1epicrcloide ok, la quale da
la curvatura dei denti della ruota; nella stessa guisa il circolo kcl descritto sul re gio 00 come diametro da, ruotando attorno al circolo cab, 1 epicicloide cm, e e
prendesi er curvatura del dente del rocchetta. Dopo tras ortate neste curve sim
metriche
dei den i, ed allora da 0' e da B' come centri si descriveranno dei circoli, la cm cir
conferenza passi un po oltre, una del punto n, laltra del punto la; per segnare il
fondo del dente si tracciano dei circoli analoghi, che non sono affatto tangenti ai primi.
1 punti o e 12, che segnano il fondo e le estremit dei denti, si proiettano sopra una
linea BO in o' e 11'; si conducano da questi ultimi delle linee, c e concorrano al ver'
iceta, erappresenteranno una sezione verticale seguendo le generatncr estreme dei
en 1
'
'
I denti essendo convergenti allo stesso punto, il contorno interiore dei medesimi
non pu essere lo stesso che quello esteriore, e la differenza tanto pi grande quanto
32
250
TAV. xxvi. pi grande la larghezza Gr portata sulla generatrice di contatto. Del resto questo
contorno si determina come il primo: nel punto {r s'innalza sulla generatrice la
Fig. ti.
perpendicolare st, che termina sulla linea degli ass1_e che da la generazione ai due
coni, la cui supercie contiene il contorno delle facme anteriori dei denti. Per operare
come superiormente si sviluppano questi coni descrivendo dai punti s e 2' dei circoli
a quel a del a Fig. 5. Quanto si detto nora non r guarda che la costruzione dun
dente er ciascuna ruota; fattosene un modello, si porter. questo sui coni esteriori
delle ne ruote, le cui generatrici sono B6 e G0, per presentare le faccia esteriori
dei denti, in cui le generatrici sono ma e rt pel contorno delle faccie interiori degli
stesa denti.
_
_
Tuttavia, afne che loperazxone si faccia con una certa regolarit bisogner
tracciare sulla supercie curva esteriore delle due ruote, che contengono le genera
trici estreme passanti pei punti 0', della ruotae del rocchetto, una serie di genera
trici tutto concorrenti a vertice A , per mezzo di una specie di uadra apposita avente
la forma di un X, Tav. XXVII Fig. 10. ovvero avente la forma di un T, i . '7.
I denti essendo determinati, si termina la sezione parziale (Fig. 1) dellim%occamento,
dando il raggio agli alberi, la spessezza del mozzo e quella della corona. conica, secondo
le quote indicate.
Si osserver che identi di legno sono cale_ttati nella corona della ruota nella
stessa guisa, che per li imboccamenti cilindrici, facendo sem re concorrere i lati
della parte incastrata a medesimo vertice A. Questa. sezione col e tracce o combacia
mento (Fig. 5 e 6) basta per la costruzione; ma, quando si vuole rappresentare este
riormente limboccamento compiuto delle due ruote d'angolo, necessario determi
nare la proiezione dei denti; a tal effetto si tracciano questi denti su piani paralleli
alla base della ruota come lo indicano le Figure 2 e 3. Le divisioni essendo state fatte
antecedentemente sopra un circolo primitivo AH'I e L'K'G', per es rimere le met
dei denti e dei vani, ed inoltrei anchi, non rimane che a tracciare gli spigoli
esteriori e le parti curve ossia le costole.
ottiene portando da ciascun lato delle linee di mezzo 170 del e distanze uguali a
on 0 op prese sulla Fig. 4; si conduce allora dai unta u e p una serie di linee, che
concorrano al centro 0; quindi si cerca il centro i un arco di circolo, che sostituisca
la curva epicicloidale passante pei punti era, e tangente al raggio e0. La Figura. 8u
indica che la costruzione consiste nel condurre in e una tangente ez, o al raggio e 0,
ed innalzare in mezzo alla corda ma una perpendicolare, che incontra questa tangente
nel punto 2, che sar il centro cercato. il raggio ez serve per costruzione graca dello
stesso arco. per la. curvatura esteriore di tutti i denti del racchette; si compie la
proiezione laterale (Fig. 1) dei denti del rocchetto sottiene proiettando successivamente
da una parte i tinti e sulla linea primitiva E L, e dallaltra parte i punti o p sulla linea
esteriore pp; al punto e si tirano delle linee concorrenti al vertice B per rappre
sentare i anchi, che terminano sulla linea pp', e poi punti u e p si fa passare le
curve tan enti a questi anchi nel punto 0. er rap resentare rigorosamente queste
curve, si ovrebbe determinare dei punti interme ii descrivendo dei circoli tra la
circonferenza. esteriore e la circonferenza primitiva, al punto u e p, e concorrenti
al vertice comune A; e si otterr la proiezione Intera e della parte interiore dei denti
colla proiezione dei circoli passanti peri punti 1, y'e p' avendo cura di far concorrere
"viso
pure in tre parti PQR; la parte P della ruota, vista dal lato opposto ai denti per fare
scorgere la proiezione delle faccio opposte del dente _in legno calettato nella corona,
il cui lato concorre al vertice C'R, rappresenta la faccia interiore della corona colle ca
razze
fatta secondo lalinea l-2 (Fig. 2). La Fi . 9 e una sezione della corona fatta secondo la
linea 3-4 passante per mezzo della ca ettatura colla pr01eZione laterale, le vedute
estremed un dente in le no.Le ruote dangolo come le cilindriche si ssano sui loro
__._. __.*A _
251
iezione verticale e nella Fig. 2 la proiezione orizzontale.
zione orizzontale della Fig. 2 nella Fig. 4 dando allasse
ticale CD, che si vuol dare alla ruota col piano, che nel nostro_caso di3t)0
vale come disporre la Fig. 4 in uisa, che la ruota E F faccia lo stesso
3030c011a linea di terra ma. onducasi oi una retta GH, che essa
della ruota e parallela alla. linea di terra, Ill(l innalzando al punto _S della
30, Ci che
angolo di
pel centro
F1g.4 una
perpendicolare .S S", il punto S", incontro della retta G H, sar la pr01ezmne del vertice del
cono primitivo obliquo; proiettando il punto 0'" sulla stessa retta GH in O "_' si avr la
proiezione del vertice del cono inferiore. Si avr pure _nel punto I la pr01ezione del
quali proiettati come il circolo primitivo, determinano il contorno della r_uota,e sopr_a
di essi per mezzo di
che formano il con orno dei denti UAB, e lasse minore dellehs5e, prmezwne del
circolo primitivo; conducendo dai punti Q e P della Fig. 1 delle parallele aila_HG si
avranno i punti (2', F, che determinerannolasse maggiore
reiettando 1 .punt_l_ M. N,
e Figure 5 e 6 fanno vedere due sezioni della ruota: la Fig. 5 passa per l_asse
e per due razze, e la Fig. 6 una sezione tra una_ razza _e__laltra. Raccomandiamo
AB, A'B' (Fig. 142), pel centro dei quali passa l'ai
bero e i cui contorni sono uniti fra loro per mezzo
TAV. XXV.
.'3.
" -4,.),
I : ti.
1,2,0,
ARTICOLO VII.
Dei Modelli in legno.
TAV. XXVIII.
tanto il modello quanto la. forma stessa in varie parti , combinate in guisa che si
possano estrarre una dopo laltra senza guastare il modello e la forma in terra. e sabbia.
Modelli della Ruote dentate. - Se in tutti gli organi il modellatore deve avere
una grande cura nella costruzione del modello per evitare lo spreco della materia
ed un lavoro inutile, per nire lorgano, nelleseguirei modelli delle ruote dentate, a
causa delle proporzioni rigorose che devono esistere tra il loro diametro e il numero
dei denti della ruota, il modellatore deve tener conto non solamente del ristringimento
della ghisa, ma. ancora della quantit di materia, che deve essere tolta nel suo poli
Per le ruote a denti in legno la corona dovendo essere traforata da un gran nu-
mero di calettature per ricevere i denti dette dai Francesi cabinets, invece di fare queste
aperture nel modello, che lo indebolirebbero troppo, si rapportano alla circonferenza
esteriore altrettanti denti salienti uguali alla forma e dimensione della calettatura
La. corona cosi costrutta resiste pi facilmente alle variazioni igrometriche che
una corona. dun sol pezzo.
Terminata cos la. corona, quando le unioni incollate siano perfettamente secche.
si ssa su dun torno a piatta forma per rendere circolare il contorno interiore ed
esteriore, e formarvi tutte le modanature, secondo le forme stabilite perla costruzione
nel disegno in grandezza naturale, che prima dincominciare il lavoro si deve sempre
fare il modellatore.
Preparata cosi la corona si eseguisce la divisione dei denti, quindi formati tanti
tasselli aventi la forma e dimensione dei denti, si ssano al loro punto di divisione
per mezzo di viti o di chiodi, per preferibile per la solidit del modello, invece
212. Del Mozzo. - Dordinario il modello del mozzo si compone di pezzi di legno
formati ciascuno dun sol pezzo D 0 di pi pezzi quando ha una grande dimensione.
A questi due pezzi si da. prima sul torno la. forma conveniente, quindi si uniscono
facendoli comprendere la spessezza delle razze.
253
213. Delle Razze. - Il corpo di ciascuna razza0 (Fig. 4) anchesso formato di TAV. XXVIII.
assicelle minute, non solamente secondo il contorno esteriore ed apparente, che deve
avere la ghisa, ma anche in riguardo alle parti da incastrarsi nella corona e nel
supplemento ef
a ciascuna estremit per incastrarsi nella corona e nel mozzo. Quando tutte le
nervature sono al loro posto ed incollate nella corona si rapportano le due parti del
mozzo D sulle due faccio delle razze e incollate negli intagli appositamente prepa
rati per ricevere le estremit delle nervature; indi si posta sulle faccie esteriori del
mozzo le portate coniche F, le quali servono di guida ai fonditori per porre il mozzo
nella sabbia 0 centro della ruota modellata. Afnch poi tutto sia perfettamente so
lidario, si fa attraversare il mozzo da una chiavarde centrale G, che permette di
cambiare al bisogno il diametro delle portate e per conseguenza quello dei buchi
della ruota dentata senza guastare il modello. Si pu dare maggior grazia alle razze
ornandole con qualche modanatura i, rapportandole nellinterno alle congiunzioni
delle nervature. Le razze, quando il modello terminato, si ssano per mezzo di
punte; la sezione Fig. 4 fa vedere la forma e il posto che debbono occupare queste
modanatura.
Si osserver che negli imboccamenti, che debbono imboccare senza essere limati,
il modello deve avere la forma precisa del dente, ma quando vanno limati parti
colarmente, quando i denti in ghisa debbono imboccare coi denti in legno, gli aggetti
si fanno pi forti senza che abbiano punto da indebolirsi per il loro polimento. Vedi
le Regole pratiche.
214. Modello duna. Ruota dentata dangolo. - Le osservazioni fatte pei modelli
delle ruote dentate cilindriche sapplicano alla costruzione dei modelli delle ruote
dangolo; tuttavia le forme speciali di queste necessitano certe osservazioni che le
concernono in modo speciale.
specie di falsa squadra T, Fig. 10, di cui un lato bb corrisponde alla faccia piana b'b'
ed il secondo ab corrisponde allinclinazione della generatrice, si tornisce la faccia
esteriore a'b' della corona conica, la quale generatrice di contatto, che determinasi
colle regole insegnate superiormente. Determinata la faccia esterna, si determina
linterna che ha per generatrice la retta ye'. Preparata cosi la corona si preparano
le calettature per le razze C e loro nervature E. Le razze vengono postate mediante una
scanalatura circolare di alcuni millimetri nella corona come vedesi nella Fig. 9 in d 9,
e le nervature sincontrano per mezzo duna calettatura praticata nel senso della ge
neratrice del cono interiore segnata colla linea 90, Fig. 3.
Il mozzo ha la forma conica rappresentata dalle rette ma e po, che segnano la
profondit della sua scanalatura, che deve ricevere la nervature. Preparato cosi
il cono, che deve rappresentare la ruota dangolo diminuita della spessezza dei denti,
dividasi questa supercie in quanti sono i denti che si vogliono dare alla ruota, trac
ciando da ciascun punto di divisione, per mezzo della falsa squadra T, altrettante ge
neratrici, che indicano il posto dei denti o degli intain che debbono riceverli.
Fig. 7, s, 9, m.
254
La Fig. 11 una sezione trasversale della razza secondo la linea '7-8.
La Fig. 9 una sezione verticale fatta secondo un diametro 5-6, la quale fa ve
dere la costruzione della corona. A e dallaltra parte la corona nita e calettata colle
sue braccia C ed il mozzo D. La Fig. 13 una sezione del modello delle calettature,
che debbono eseguirsi sul contorno della corona quando vogliasi rapportare i denti.
In generale la met della ruota modellata in una cassa incastrata nel suolo dell'of
cina e detta cassa inferiore, laltra modellata in una cassa analoga detta cassa su
periore o controcassa, le quali bisogna che ambedue siano costrutte in guisa che si
possa togliere la cassa superiore da sopra il modello in legno senza guastare limpronta
nella terra lasciata da esso , indi togliere il modello in legno senza guastare lim
pronta della cassa inferiore.
Regole pratiche.
A norma dei pratici diamo una Tabella comparativa dei diametri per i modelli in
legno, affinch, nonostante il ristringimento della ghisa ovvero quella parte di materiale
tolto dallutensile dal torno 0d altra lavoratura, coincidano colle dimensioni reali che
vuolsi dare allorgano gettato.
TABELLA DEI DIAMERI COMPARATIVI DA DABSI AI MODELLI IN LEGNO DEGLI ORGANI
AVENTI UNA FORMA CILINDRICA CHE SI FANNO IN GHISA TORNITI 0 NON TORNITI.
DIAMETRO
/f'\_/\f"\ ,.""\/J
del
pezzo nlt
daggiungersi al
diameim da darsi
.
.
.
d,:el:elglolgn,
diametro da darsi
al modello
1 m"
|
l
0,10
333
,
3
.
0,101
3333
,. '
0,105
33367
I3
0,40
0,50
0,60
0,70
4
5
6
7
0,404
0,605
0,606
0,707
8
10
11
12
0,408
0,510
0,011
0,712
sa
0,
sa:
1,00
1,10
1,20
1,30
1,40
1,50
1,60
1,70
1,80
10
11
12
13
14
15
16
17
18
1,010
1,111
1,212
2,313
1,414
1,515
1,010
1,717
1,818
10
17
18
19
20
21
22
23
24
1,010
1,117
1,218
1,319
1,420
1,521
1,622
1 .723
1,824
2.10
21
2,121
28
2,128
2,20
22
2,222
29
2,229
2.30
23
2,323
30
2,330
2,40
2,50
24
25
2,424
2,525
31
32
2,431
2,532
2,80
28
21828
35
2,835
2,90
3,00
3,10
3,20
3,30
29
30
31
32
33
2,929
3,030
3.131
3,232
3,333
30
38
39
40
41
2,935
3,038
3,139
3,240
3,341
l
1
l
[
33
33
3%
33
333
3,60
3,70
30
37
310%
3,737
44
45
3.044
3,745
l,
3,80
3,90
38
39
3,858
3,939
46
47
3,846
3,947
4,00
40
4,040
48
4,049
255
Spiegazione della Tabella. La prima colonna della tabella rappresenta il diametro che
deve avere il pezzo o lorgano da fondersi finito. I numeri della seconda colonna rappre
sentano il ristringmento, che fa la ghisa nel suo rall'reddamento. Cos un organo, che nel
modello aveva un diametro 1,010, dopo il getto in ghisa dolce, suscettibile di essere lavo
rata con facilit, non avr pi che di 1 di diametro.
1 numeri della terza colonna danno i diametri dei modelli relativamente al ristrin
gimento della ghisa.
Una tal quantit per variabile, ed maggiore peri grandi diametri, minore per i
piccoli. Qualunque sia loggetto fuso, esso non pu esserlo con tutta la precisione e il
rigore matematico qualunque siano le precauzioni prese alluopo. Infatti per quanta cura
simpieghi nella costruzione dun modello, nel ricavarne la forma nella terra le linee che
prima erano rette diverranno curve e cos pure le circolari, sia per lo spostamento prodotto
dalla sabbia, sia ancora perch il ristringimento della ghisa pi sensibile in certi punti
che in certi altri. Cos ad esempio in una ruota dentata si vedr sempre che il diametro
esteriore misurato sulla linea delle razze e sensibilmente minore di quello misurato tra
una razza ed unaltra. Nelle ruote di 3 a 4 metri pu elevarsi no a tre o quattro milli
metri. Perci nella costruzione dei modelli si avr riguardo a tutte queste considerazioni
puramente pratiche, se vuolsi che i pezzi fusi soddisfacciano ai bisogni richiesti dalle
varie combinazioni degli organi meccanici nelle macchine che lo sviluppo dellindustria
richiede.
Modo di servirsi della Tabella. -Se un pezzo od organo nito deve aver un diametro
compreso tra due numeri consecutivi della prima colonna della tabella, aggiungasi a
questo diametro il numero preso nella seconda colonna e che corrisponde al maggiore
dei due numeri consecutivi, per avere il diametro del modello, quando il pezzo non va
tornito.
Bisogner invece prendere il numero corrispondente della quarta colonna, se il pezzo
va tornito. Alcuni esempii chiariranno meglio le suesposte regole.
l Esempio. Quale sar il diametro da darsi ad un pezzo, che fuso non tornito deve
avere 4m,225 di diametro ?
Soluz. Questo numero essendo compreso tra l,20 e lm,30, il diametro del modello
Soluz. Come nellesempio precedente, se questo diametro sar compreso tra met. 1,90
e met. 1,30 della prima colonna, allora invece di leggere il numero contenuto nella se
conda colonna si prender quello della quarta, che d
lm,225 + 0,019 :1',244.
256
ARTICOLO VIII.
Trasmissione del moto per mezzo di Puleggic e Tamburi
con Cingoli.
TAV. XXIX.
pi scivolamento.
Le puleggie differiscono dai tamburi in quanto che esse non possono ricevere che
una sola coreggia o cinghia, mentre i tamburi potendo avere una lunghezza di pi
metri ne possono ricevere varie , e qualche volta fino a dieci o dodici, che trasmet
sono sugli alberi, che le portano, sse o fatti, di diametro costante o variabile.
Le puleggie pazze o folti sono quelle, che non hanno chiavette 0 viti di pressione
per ssarle sullalbero, e sono libere di girare in tutti isensi, senza far girare lalbero
con se; esse hanno per ufcio di sospendere a volont il moto della macchina rice
vendo su di s la coreggia che trasmette il moto, posta sulla puleggia ssa.
Nelle puleggia bisogna distinguere, oltre le sse o folti, la. puleggia conduttrice c
la puleggia condotta, le puleggie guide e di rinvio (queste ultime possono essere sso
od oscillanti) e i tenditori.
Nei baltei bisogna distinguere il tratto che va e il tratto che viene, lo che dipende
dal senso, in cui gira la ruota: il primo dicesi conduttore, laltro condotto.
Dicesi puleggia conduttrice quella, che riceve il moto dallalbero, su cui trovasi
calettata, e lo trasmette ad unaltra, detta puleggia condotta, per mezzo dun cingolo.
Puleggie guide si dicono quelle, che sono poste per sostenere i cingoli quando la
puleggia condotta e la conduttrice sono poste a grandi distanze e sempre col loro asso
perpendicolare alla linea media della coreggia, o per cambiare la velocit.
Le puleggia di rinvio sono quelle poste in piani diversi da quello dellasse medio
della coreggia, e servono a cambiare la direzione dei cingoli facendoli formare angoli
pongono come le ruote dentate di tre parti, cio: di una corona J, proporzionalmente
alla forza che trasmettono, molto sottile; di un mozzo M, e di un certo numero di
braccia 0 razze B, che legano la corona al mozzo: qualche volta per alle razze si sosti
1..
'
257
regole. di quelle delle ruote dentate, avendo ,ie stesse forme; la forma della loro sezione e
sovente quella di unelisse, il cui asse maggiore e nel senso dello sfo'rzo,ohe si esercita
sulla circonferenza, o del moto di rotazione; questa forma o're minor resistenza allo
leggero, e vquindi permette di dare alle braccia una sezione piccolissima; quindi
costruendole nel modo ordinario le razze si spezzano per ristringimento della ghisa
dopo il gitto. Per evitare questo inconveniente e conservare alle puleggie tutta la lor
leggerezza si da alle braccia la forma dun arco di circolo: in cotal guisa il ristrin
gimento della ghisa rareddandosi si effettua sulla lunghezza della razza, ed ha per
sola conseguenza di far leggermente girare il mozzo.
Quando _non si vuole ricorrere a questa curvatura delle razze delle puleggie, e
quando le puleggie sono dun gran diametro, si evita linuenza del ristringimento
fondendo il mozzo in tre parti. A tal ne si mettono nella forma dei pezzi di lastra
di ferro ssi n']la_sabbia tormenti tre serbatoi distinti per la ghisa nel mezzo della
generalmente quella della coreggia che deve ricevere, e anche rin po pi larga,
onde nelle-piccole deviazioni la coreggia sia sempre sulla corona; la corona si fa
pure leggermente convesa nel mezzo , afnch la coreggia si mantenga nella sua
posizione normale; questa leggera curvatura ha per eetto di produrre un certo
soventi delle puleggia colla corona piana aventi lateralmente due rilievi a sponde
jj di spessezze uguale a quella della corona, le quali impediscono alla coreggia di
cadere. Tali puleggia vengono dordinario ssate ad alberi verticali, e ritenute da
una vite di pressione passante pel mozzo, la quale permette di variare la loro posizione.
rettrice taglia il piano medio della puleggia motrice si confonde colla linea di mezzo
della coreggia, od in altri termini che la linea di mezzo del tratto di coreggia con
[Il 1.1 piano medio d'una puleggia. S_'lnlende un piano passanle nel mezzo della spessezze della puleggia e per
pendicolare all'asse.
' '
'
'
b sezione media. [olandesi il circolo. nel quale il piano medio taglia la supercie della puleggia.
c Il mezzo della corggia. Dicesi la linea, che divide la'coreggia Iongiludinalmcnle in due parli uguali.
33
-S-
TAV. mx.
258
d_uttrice cada nel piano,,che passai pel centro della puleggialcondotta; Ovvero il tratlb
di coreggza, che parte dalla puleggia conduttrice sta perpendiclare allasse della puleg
yia condotta, onde la coreggia non iscavalchi.
Coreggie senza guida. - Nelle disposizioni di coreggie, nelle_quali le condizioni
precedenti sono adempite,pil movimento si effettua senza aiuto di puleggie di rinvio
o altre guide, e perci esse sono dette anche trasmissiohi che si cendzwno da s.
Le pi semplici sono quelle cogli assi paralleli rappresentate dalle Fig. 143 e 144.
'
.
La coreggia della Figura
143 si dice aperta, quelle. della .
144 incrocicchiata; entrambe
possono girare in tutte le di
rezxon1.
' Non si possono stabilire
trasmissioni di coreggie sen
za puleggia di rinvio o che si
'
Allordh si voles
Fig. MS.
Fig. HA.
.
l
,1
se in ghisa chela
' lineadeiloro piani
toccasse nel punto
a' e b'. Ci si ot
tiene postando le
-puleggie di altret
tanto al di l del
punto dincrocic
chiatura K degli
missione
di co
ducono da se; in
esso si ha la corag
Fig. MS.
Fig. Ill.I
'
'
Y_'__:- ' _
i _
259
Allorch la coreggia parzialmente incrocicchiata e proporzionalmente corta, essa
pomibile delle due puleggie sia uguale a due volte' il diametro della puleggia mag
giore, vale a dire che langolo delle incroc_icchiature non deve superare 25; affinchv
poi la coreggia non venga troppo p'esto logorata, vuole il Viilker che la distanza
della puleggia non sia minore di lO|/bD, indicando conbla larghezza della coreggia
e con i) il diametro della puleggia conduttrice.
Trasmissione con Puleggia. di rinvio. - La trasmissione colle puleggia di rinvio '
regolare, quando ogni puleggia toccata nel punto di partenza della coreggia dalla
linea di sezione del proprio piano con quella della puleggia susseguente.
Le Figg. 147, 148 e 149 rappresentano un sistema di trasmissione con coreggie, le
cui pul'eggie hanno gli assi paralleli. Nelle Figure 147 e 149 le puleggia di rinvio giac
ciono nei
piani
, ;
cheletoccano am
bedue,
per diametri
ed hanno
la di-
'
che il moto in un
sol senso, ed in
!
Fig. m.
Fig. ma.
Fig. 41.9.
e149; dove gli assi delle due puleggia conduttrici coincidono, A e B sono puleggie
motrici; nei loro punti di partenza, vengono poste su piani paralleli e ad esse tan
genti ed adoperati come piani centrali delle puleggia conduttrici, che hanno per
diametro la distanza dei piani delle puleggie. Ove si consideri B come puleggia con
duttrice, nel qual caso si pu metterne una folle nellasse A, allora Ce D possono ser
vire di pu-leggie motrici. Un applicazione identica alla rappresentata s impiega
spesso nei latoi e nelle fabbriche a tessere, dove mediante C e D si mettono in moto
due diverse macchine. In simili casi
lasse A rattenuto sospeso al sof
tto, ed anche sotto il pavimento, e
Fig. su.
260
ottengono le puleggie conduttrici mettendole in piani tangenti ai piani centrali delle
puleggie traenti, e poi dando ad ogni singola puleggia conduttrice pel piano centrale
un piano parallelo agli assi A e B e tangente alle puleggie conduttrici stesse nei punti
di partenza delle rispettive coreggie. Volendo invertire la direzione del moto, si possono
bens conservare le puleggie e i loro assi comuni, ma bisogna spostare quelle su questo
di una conveniente quantit. In questo caso come nellaltra disposizione precedente,
non bisogna dimenticare che le pnleggie di rinvio girano in senso opposto, e quindi
non possono essere fermate sui loro assi , Fig. 151.
Fig. iil.
direttrice ha nella costruzione una posizione incorpoda. la quale rende' difficile leet
tuamento della trazione, e quindi rende poco utile nella pratica una tale disposizione.
Le Figure 152
e segg. dimostra
no unaltra dispo
sizione della co
reggia
semi-in:
crocicchiata con
puleggia direttri
in maniera che le
linee di sezione 88
dei loro piani le
toccano ambedue,
ma la puleggia di
gia motrice. La
porzione della co
reggia, che parte
da A, viene come
nelle coreggie in
dalla freccia.
Questa disposizione di puleggia opportunissima per muovere una serie di ruote
essere disposte in guisa che la linea di sezione le tocchi ambedue, allora bisogna ado
261
parare due pu
leggia di rinvio.
Il caso generale
di questa dispo
sizione, che in
m assima pu
considerarsi co
me caso genera
le di tutte le tre
zioni con puleg
gie di rinvio
rappresentato
dalla Fig. 158;
un applicazione
del medesimo e
pure quando la
linea di sezione
S S passa per il
piano passante
pel centro della
seconda puleg
gia, come vedesi
Fig. 155.
nella Figura l54,
nella quale occorre immaginarsilasse della puleggia B in un piano.parallelo a quello
della puleggia A, e quasi sulla linea di sezione SS: si piglino due punti ad arbitrio sopra
di essa co', esi tiri da questi le.tangenti ca cd, ca cb' alle sezioni delle puleggie. In
questo modo si ottiene nei piani cab e cab i piani di due puleggie direttrici C e C', che
agiscono direttamente, e che si possono disporre in guisa che tocchino le rispettive tan
genti delle puleggie. Il moto pu aver luogo in' tutte due le direzioni: Una sempli
cazione della tre.
zione di coraggio ,
leggia
direttrici
sopra un medesi
mo asse geometri
co mm, il quale.si
fa parallelo ad am
bedue le puleggia
motrici (Fig. 1.55);
S S la linea di
sezione dei piani
delle puleggie, ac
ebcpianinormali
sulla dettalinea,
direttrici CC' in
guisachetocchino
le rette ac bc.
Una deviazione
obliqua succede
Fig. lb'5.
nelle puleggia direttrici: le freccie danno la direzione del moto; nel caso si voglia
effettuarlo nel senso opposto, conviene ordinare le puleggie direttrici C', C", che qui
sono punteggiata.
necessario, massime trattandosi di temi per esercizio, Osservare chela coreggia
invece di essere guidata solo da e in a e c' in a' pu portarsi anche da c in a' e da 0' in a',
262
-_
'
'
parare invece di quella della Fig. 154 la trazione eminentemente pratica della Fig.
.
angolo qualun
< que col piano A,
se la distanza
A0 e grande in
proporzione del
la larghezza del
possibile dis-
porre le puleg
gia direttrici u
. na accantoallal
tra , invece di una sopra laltra, Fig. 157. Se per mancanza di spazio non si "pu uti
lizzare nessuna delle enunciate comode disposizioni, si cerchi almeno di portare le pu
leggia direttrici in uno dei piani principali e di farle parallele fra loro come indica la Figura 160 adoperabile nel moto regolato delle macchine a vapore giacenti. Si tiri
la tangente ab, e si ponga la puleggia direttrice0 nel piano rappresentato dalla nostra
'
Figura perpendi
colare per ab in
modo che essa toc
chi o'a sulla linea
di sezione di A e C;
si tracci quindi da
.a' la retta a' a" pa
rallela ad ac, e si
ponga nel pian0
parallelo Ac gran
de COSl tracciato la
seconda puleggia
direttriceC in gui
.
Fig. 45:.
e
Fig. iss.
sa che tocchi la li
_
nea di sezionediA
e C e il piano di
B: cosi diventano paralleli gli assi mm ed m' m', e vengono a stare in un piano pa
rallelo alla puleggia B.
*-
263
317. Imbracamento a. cingoli. - Nelle ofcine, ove il moto alle macchine utensili
,o efficienti si trasmette per mezzo di coreggie, che abbracciano delle puleggie sse, poste
in- varii punti sullo stesso albero, occorre di dover comunicare il moto o farlo cessare a
volont delloperaio. Questa operazione, per la gran velocit con cui si muovono lal
bcr e le puleggie, non potendosi produrre senza pericolo a mano, si ricorre ad un
apposito apparato che chiameremo imbracqmento a puleggia pazze 0 falli (Fig. 139),
_e consiste nel porre accanto allapuleggia ssa sullalbero una puleggia pazza, cio non
cal_ettata, e quindi trasportare per mezzo duna leva la coreggia dalla puleggia ssa
sopra la pazza, la quale bench lalbero continuia girare non punto obbligata a rotare
con esso, e quindi cessa lacqreggia di trasmettere ilmoto. Collo stesso braccio di leva
trasportando nuovamente la coreggia sulla puleggia ssa, il moto nuovamente tra
smesso alla macchina utensile. Questo torna assai comodo quando si rietta che
ordinariamente lalbero motore e posto vicino al Softto del laboratorio e fuori della
portata degli operai. Qualche volta per praticansi le trasmissioni anche in appositi
'canali sotto il pavimento. Una delle forme pi comuni di questo apparato quella
rappresentata dalla Fjg. 139, la quale ha il vantaggio di produrre il moto nei due
sensi opposti, a volont delloperaio.
,
4
_ Lapparato'consiste in leggieri bracci, che sono fusi,colle aste delle sedie pensili A
eB, e portano una spranga'piatta Cl) di ferro fucihato, che pu scorrere nella direzione
della sua lunghezza quanto occorre per il trasporto della coreggia da una puleggia
allaltrapermezzo
delle
dueforchette
'
\ , _ \ i
" -
direttrici E ed F
rimento della me
desima si effettua
per mezzo della
fune S S, che
senzaneegipssa -
da 6 ad 8 millim.;
ssata in m, essa
scorre a destra o a
sinistrasecondola
direzione, in cui la
maggiore
facilit la corda
scorre nelle golea
e b delle girelle
a quelle annesse.
Due palle di ferro
' fusoKeK1,deldia
metro di 60 ad 80
millim., tengono
la corda sempre
alquanto tesa ed
oltrc dimpedire_ che sannodi, servono anche come manubrii alloperaio, quando vuole
trasportare la coreggia, e quindi debbono essere poste ad unaltezza geni si possa
a'rrivare facilmente.
'
Nel precedente esempip supposto che dalla puleggia posta sullalbero motore
principale parta una coreggia aperta sulla puleggia G, G', H, ed una coreggia incro
cicchiata sulla puleggia J, J', K,. Quelle segnate conG, G, J, J' sono puleggie pazze,He K
al contrario sono sse sullalbero. Dal cono a puleggia L va una coreggia sulla macchina
utensile o efficiente, nella posizione indicata si trova la 'coreggia aperta sulla pu
leggia pazza G, e la coreggia incrocicchiata in K sopra una puleggia ssa; e per
ci L spinti: dalla coreggia incrocicchiata, e gira nello stesso senso dellalbero
\
264
' '_
motore. Se noi tiriamo la palla K' di alto in basso, in modo che le palle prendano le due
posizioni punteggiate , ambo le coregge vengono trasportate nelle puleggia mobili
.l e G', e quindi K ed L devono fermarsi. Una maggiore deviazione della guida porta
la coreggia incrociata sopra la puleggia pazza K, J , ma la coreggia aperta sulla ssa
H, cos. che L viene fatta girare dalla coreggia aperta, e per conseguenza in circa
zione opposta alla precedente ossia a quella dellalbero motore.
luso spiegato
pi
sopra. Considerando
la larghezza della
staffa
la
stalla
comeT unit
per la
1,
sprangaconduttrice,
la sua puleggia
tenuta alquanto pi
stretta, afnch la
Fig. I m.
corda possa correre
allingi senza impedimento. Una vite a testa, che trova la sua chiocciola in una delle
pareti della staffa T, serve desse alla puleggia Q; il piano centrale di questa non coin
cide col centro della spranga, afnch la fune S passi davanti alle forchette conduttrici.
In cotali apparati dimbracamento a'coreggie. che potrebbonsi chiamare anche
guide di puleggte, si trova non di rado, invece della corda G, una leva di ferro fucinato,
che viene dalla volta ed posta in modo da smuovere la spranga CD. Una tale modi
cazione per assai meno comoda di quella, che abbiamo descritto, impeiocch la leva
_dordinario non solo di difcile applicazione, ma eziandio riesce di grave impedi
mento alloperaio. Inoltre accaduto assai di frequente, che, m0vendosi gli operai con
rapidit, la leva abbia loro arrecato ferite non lievi; mentre allincontro la corda da
noi raccomandata insieme con le due palle di ferro pu essere facilmente sospesa in
modo da non recare incomodo, e, quando anche avvenisse, che un operaio urtasse nelle
palle, queste, poich.cedono, non possono cagionare male sensibile.
TAV. XXIX.
Problema. Disegnare una puleggia piano con sei razze ricurvo, il raggio essendo di
250 millimetri e la larghezza della corona di 120 mill.
Fig. 4, 2, s.
che debbono avere, indi quella vicino alla corona p q, che sar un po minore in un
rapporto analogo a quello indicato per le ruote dentate.
Questo fatto, noi supporremo che la base mu sia il punto di partenza delle
razze. e partendo da questa si incomincia la curvatura in guisa che il punto A
arrivi.in d, met. dellarco AF sul circolo interiore della corona, indi si congiunge il
punto f preso sul circolo del mozzo col punto il per mezzo duna retta fd, nel mezzo
della quale sinnalza Una perpendicolare ok. e pel punto f si traccia la tangente fa,
che fa intersezione in o con o ; questo punto o il centro dellarco fg'd, che forma
lasse della razza, secondo la curvatura cercata. Se tracciasi ora dal punto d, come
' centro. una porzione di circolo avente per diametro la larghezza 1) g delle braccia vi
cino alla corona, e che portasi dopo la sua larghezza il nel mezzo in il' sopra oh non
rimane pi che a tracciare due archi di circolo mip' e ul'q' passanti pei punti
mini e tangenti allarco descritto dal punto (i; i loro centri sono i punti a e o.
circolo. Lo stesso si far rispetto alla corona. Questi raccorrlamenti, oltre di dare
maggior resistenza alla corona sono anche di gran eiletto contro la rottura delle razze
nel raffreddamento. La struttura del mozzo e come quella delle ruote dentate.
Problema. Disc non una puleggia collo corona a due .gpomle essendo il raggio
H:
i, 5, o.
g7zezzu della corona tra le due sponde di 95 mill., ll. mg io del mozzo di 60, e la
lunghezza del mozzo di 130mm con quattro razze mumte di nervature.
Soluz. Condotte due linee perpendicolari come nel problema antecedente e o" e
0
265
a: _1/ nel loro punto dintersezione 0 con un raggio di 230 millimetri si descriver un
TAV. XXIX.
circolo, che rappresenter la corona esterna della puleggia; con un raggio uguale a
200 se ne descriver una seconda, e cosi di seguito come vedesi nel modello.
La Figura 6 rappresenta una sezione fatta sulla linea 20, e la Figura. 5 il anco
della puleggia. Le razze della puleggia non sono sempre di sezione elittica: si da
loro diverse forme, e fra le tanto pure quella segnata colla Figura 6 bis. Queste
puleggie a due sponde simpiegano sovente, come gi si disse , ssandole ad alberi
verticali; le due sponde sono pure indispensabili quando gli alberi che comandano
non sono paralleli tra loro, il che fa che le coreggie hanno una gran tendenza a
scavalcare a causa delle obliquit delle puleggie, ovvero quando gli alberi sono ver
ticali e le puleggie orizzontali.
Queste puleggie, non trasmettendo che leggeri sforzi, sono come di gi si disse
calettato sul loro alberi mediante una vite di pressione invitata nel mezzo, e che per
mette di variare a volont la lor posizione; quindi non sono adatte a trasmettere grandi
Fig. 4, 5, 6.
sforzi.
Problema. - Disegnare due puleggia una ssa e laltra folle sullo stesso albero, con
una 8 onda, essendo dato il diametro di 450 millimetri e la larghezza della corona di
90 miltmetri.
Solaz. Le due puleggia A ed A' sono calettate sullo stesso albero 0. Quella se nata
A ssata sullalbero mediante una bietta c, e perci chiamasi puleggia ssa; a se
conda A' e inlata nellalbero liberamente, e il suo motoaffatlo indi endente da quello
dellalbero, e chiamasi perci puleggia fatto o pazza. Abbiamo gi etto che la dispo
sizione particolare di queste due puleggia ha per iscopo di dare il moto alla mac
china e di sospenderlo a volont, facendo scivolare la cinghia o coreggia dalluna
sullaltra sia per mezzo di una leva, ovvero per mezzo di un apparecchio automatico,
che fa il cam iamento da se in un tempo stabilito, e forma perci un 1mbracatoio.
Nellasse delle corde a tre o quattro trefoli rimane un vuoto, e cresce col crescere
del numero di quelli, che debbono essere considerati come i lati di un poligono rego
Gomena. - Le corde o funi si dicono canapa o gomene secondo che hanno un dia
metro di tre o quattro centimetri oppure maggiore.
Le corde sono cilindriche ovvero piatte; queste ultime servono nelle macchine come
le cinghie; esse si adoperano bianche ovvero incatramate. Le corde nelle macchine sono
meno impiegate che le coreggie, e sono in generale usate per trasmettere delle forze
a distanze considerevoli, o per innalzare dei pesi per mezzo dorgani a causa della faci
lit, con cui si possono avvolgere in spirale su varicelli, onde possono impiegarsi di
che le cinghie, vengono anche impiegate su puleggie a gola triangolare per impedire
che scivolino (Fig. 9, Tav. XXIX}. Le corde, quando hanno un diametro considerevole,
presentano una grande resistenza alla essione, e quindi assorbono una quantit di
forza utile. (Vedi N. 93 pag. 95).
219. Delle Corde metalliche. - Nelle corde metalliche i trefoli risultano dalla tor
sione di tre no a sei li di ferro, d'acciaio o di rame ecc., attortigliati attorno ad un
34
Fig. 7, 8.
266
anima di canapa: talvolta per il numero dei trefoli va no a8e 10. La torsione della
corda deve essere tale che i li dei trefoli deviino circa di 14 gradi dallasse dei tre
folo. I trei'oli poi debbono avere una eguale, ma contraria inclinazione sullasse della
fune. Maggior torsione necessaria specialmente quando la gomena deve avvolgersi
la forza trasmessa non minore di 40 cavalli, ed opera ottimamente da parecchi anni (1).
Ma quando le distanze sono grandi, le puleggia di sostegno intermediario divengono
loro corona, al quale inconveniente rimediasi in parte guernendo il fondo della gola
della. puleggia con un nastro di gultaperca.
Resistenza delle Funi. -Diamo qui per norma al lettore una tabella delle varie
funi metalliche ed in canape relativamente alla loro grossezza comunicateci dalla gen
tilezza del signor Cav. Agudio, i cui risultati vennero in gran parte tratti dalle
varie esperienze da lui fatte sul suo sistema di trazione funicolare; crediamo inutile
di aggiungervi ulteriori spiegazioni, essendoch i titoli posti superiormente a ciascuna
(1) Oltre ai risultati ottenuti dai! applicazioni dei sistemi funicolari tanto per trazioni quanto per trasmissioni
teiodinomichc di iiirn si hanno pure quelle dei tre piani inclinati, che funzionano tuttora e da molti annicol sistema
funicolare di Liegi, di Liverpool, di Glasgow. in questi piani il convoglio direttamente tirato dalla fune; la fune
di Liegi funziona nelle condizioni pi sfavorevoli, e ad onta della grande rigidezza, che deriva dalla grandezza del
suo diametro di 42 millimetri, obbligata d'ineitersi dodici volte sull'apparecchio motore,giacch, essendo attac
cala direttamente al convoglio , essa risente istantaneamente per l'inerzia della massa in moto tutti gli aumenti
subitanei di resistenza della strada. Malgrado queste condizioni e quantunque assoggettata a una tensione di 15
chilogrammi per millimetri 0 di sezione, la fune di Liegi dura assai pi del doppio dei 5 anni di garanzia dati
dal costruttore per una trazione di 5100 tonnellate al giorno.
I felici risultati poi ottenuti dal signor Ingegnere Agudin sulla linea del Dnsino (') sono di gran lunga superiori
a quelli di tutti gli altri sistemi nora adottati, dai quali il suo si scosta essendo basato sul principio meccanico
della taglia, che s'impicgu a sollevare grandi pesi, e lo rende pi economico e sicuro dei praticati [in ora. Le
esperienze si fecero per molti mesi, alla presenza di commissarii inviati dal Governo italiano e Francese, delle
Societ industriali e scientifiche lorigine ed inglesi ecc., sopra un piano inclinato di 2100 metri di lunghezza con
25 a 50 millimetri per metro di pendenza, pressoch tutto in linea curva di 550 n 250 metri di raggio, ed a questo
ho assistito io pure colla sezione meccanica-costruzione dell'Istituto tecnico di Torino il 9 luglio 1864. il treno era
di 110 tonnellate, con una velocit variante da 12 a 18 Chilometri, il convoglio era rimorchian da un locomotore,
sul quale agiva una corda d'acciaio senza ne, composto di 4 lrefoii di sei li di 0,01 di diametro, sulla quale 11 Io
comolore faceva presa, e di 0,62 ciiiiog. di peso per metro corrente sottoposto ad una trazione normale di 20
Chii. per mill. 9, messa in moto da due macchine sse poste allestremit del piano con una velocit di 40 chilometri
all'ora. La corda o canapa posto in mezzo alla via ssa, dello dall'autore di aderenza, che sosteneva il convoglio,
era in li di ferro composti di 7 trcfoli di 10 li ciascuno con un'anima di canapa del diametro di 0,058, e del
peso di Chilog. 3,51 per metro corrente.
Un 1111 sistema verr applicato quanto prima sopra un piano inclinato del Mente Cenisio, sul declivio francese,
prendendo le mosse dall'attuale stazione di Lans-le-hourg, attraversando il ume Arrq, con una curva di 300 metri
di raggio percorrendo la china delle montagne con una pendenza variabile dai 10 al 55 per 100 no a raggiun
gere il punto culminante del Colle per rannodarsi ivi colla ferrovia Peli , prendendo uno sviluppo totale di metri
3175, coti'enorme differenza di livello di 700 metri.
() In Piemonte. vicino .i Villanuon accanto alla Strada Ferrata che va da Torino a Genova. Queste memorie mi vennero fornite dalla gentilcun del uni
'1!110 Cav AJlllilll.
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268
TAV. XXIX.
Problema. - Disegnare una puleggia per irasmettere il moto per mezzo d'una corda
a sezione circolare avente ire gole di ggggio diverso. Il diametro della prima uguale
' millim., quello della terzo a 200 millim.
Soluz. Condotte come per le altre le perpendicolari 212', mg', si descriverla cir
conferenza maggiore; portando questo raggio sulla medesima, si otterr 11 sito
delle razze; fissata la lunghezza di ciascuna tanto vicino al mozzo quanto nella
circonferenza, si uniranno questi punti mediante rette, che formeranno le razze. Il mo
TAV. XXX.
divisori a estensione, che servono ad avvolgere il foglio senza ne che esce dalla
macchina, regolandone la trazione in guisa da non farlo rompere.
evidente che la rotazione dellasse di queste puleggia varia in ragione inversa
del raggio della corona. Queste puleggia sono munite dun cilindro di pressione o
Fig. I, 2. 5.
che gira folle su d' una chiocciola F a dado munita di quattro impugnature, che
servono a farlo girare ed invitarlo sullalbero A", e per ravvicinarlo e allontanare il
collare E del mozzo M della ruota; facendo avanzare il collare, il diametro della corona
_che la pressione della coreggia sui segmenti non faccia indietreggiare questultima
inopportunamente.
a Fig. -1 ci fa vedere la puleggia dalla parte delle impugnature e delle aste di
rimando;
Fig. 2 il anco della medesima; la Fig. 3 uno spaccato sullasse della
puleggia, conservando lalbero intiero.
Fig. 4. 5, 6.
meccanico costruttore, che gode_ da molto tempo una riputazione speciale nelle costru
zioni delle macchine per fabbricare la carta senza. ne.
colle spire da sinistra a destra e l'altra da destra a sinistra, passano nei mezzi let
tati e formanti dadi di 6 piccoli rocchetti comici B, posti e mantenuti tra due delle
tre alette S fuse ed unite col disco D. Questi rocchetti imboccano insieme, e secondo
che girano in un verso o nell'altro, fanno salire o discendere le aste che traversano
269
i loro mozzi, e per conseguenza aumentano o diminuiscono il diametro delle pu
TAV. XXX.
Fig. 4, 5, 6.
vite in direzione opposta, seguiranno la prima nel loro movimento; leffetto contrario
avr luogo, se si fa muovere il dado E nella direzione indicata dalla freccia X.
Il disco in ghisa D, che porta tutto il sistema e il contorno della cui faccia in
teriore perfettamente piano e fuso col mozzo M, prolungato sufcientemente
per impedire ai segmenti di girare coi mozzi dei tocchetti, forzarli a scorrere pei
punti aa sulla parte piana del disco, e restare sempre nel piano dello stesso circolo.
La Figura 4 fa vedere la faccia della puleggia dalla parte dei rocchetti conici.
La Figura 6 una sezione verticale seguendo la linea 1-2. La Figura 5 rappresenta
una sezione secondo la linea 3-4 dun disco senza i rocchetti ed i segmenti.
Gli alberi di queste puleggia nelle macchine del signor Chapelle per fabbricare
ARTICOLO IX.
Dei Coni a puleggia e Tamburi conici.
sol cono che metterebbesi in rapporto con un tamburo cilindrico della stessa lun
ghezza, onde corrisponda allo spostamento della coreggia da una corona allaltra, si
adotta pi sovente questa variazione su due coni simili disposti coi loro diametri op
posti in guisa che il maggiore corrisponda al maggiore.
Una tal disposizione ha per oggetto di mantenere costante la lunghezza delle
'
Problema. - Disegnare due coni a puleggia simili coi loro diametri opposti, che si
trasmettano il moto mediante un eln alo a nastro. di cui il raggio del cono maggiore
i diametri gurano allora le sezioni trasversali equidista_nti del cono tronco. Qualunque
sia il numero delle sezioni ed il rapporto delle basi, p01ch formano una progressione
Fig. 7, 8.
270
'l'.\V. XXX.
metro, si sopprime uno dei dischi e si da allaltro una sufciente portata per poterlo
calettare sullalbero. Da questo spaccato si scorge che la spessezza del cono, e perci
delle varie puleggie, molto sottile, il che deve farsi tanto che sia possibile. Talvolta
si fanno anche dei tamburi comici, i quali ricevono le coreggie dalle puleggie a coni,
le quali si uniscono col disco, che forma la base del cono stesso. (Vedi le Regole
Pratiche).
Fig. 9. I.
Problema. -- Disegnare un cono a puleggia con sei corone senza dischi alle estre
mita e sostenuto nel mezzo da un mozzo. Il raggio della puleggia maggiore di 500
sezionata si scorge uno dei sei brucm B, che sostiene tutto il sistema, e s unisce
col mozzo M, che sta nel mezzo della lunghezza del cono; il calettamento sx fa me
diante una specie di manicotto in ferro D alquanto conico e formante una specie di
cuneo.
La forma interiore delle corone C sottilissian e leggermente conica; esse sono
sostenute dalle nervature delle razze C, che si accordano colle due puleggia estreme.
La Fig. 9 la proiezione per met delle due estremit superiori del cono.
lig. u. |2.
il quale porta un manicotto conico B facente ucio di cuneo nello stesso tempo che
tennto fisso sullalbero A per mezzo duna bietta, e che per lazione del piccolo volante
ferro E, che lega i manicotto conico E al v0 ante in guisa che girando spin e il ma
nicotto convesso per modo che penetra nel manicotto conico cavo; onde que lo tra
scinato dal manicotto conico del cono a tre velocit 0, infine per laderenza di queste
due parti del manicotto conico si trova obbligato nel moto circolare del cono 0. Questo
manicotto essendo calettato sull'albero A lo trascina seco e comunica il movimento
alla macchina; le'etto contrario si ottiene allor uando si schiude il volante affine
dallontanare il cuneo dal cono, e quindi esso si erma colla macchina stessa.
m. 13, H.
diametro di puleggia B. e dun rocchetto dentato 0 fuso col corpo del cono; la puleggia
i vicina a ucsto rocchetto munita d'una sponda a, afne di preservare la coreggia
i cadere sul 21 dentatura del rocchetto. Il cono formato, come abbiamo veduto prece
dentemente, da un disco in ghisa D portante un mozzo, e ssato mediante alette b
in ghisa fuse col cono; la Fig. 14 fa vedere I particolari di questa disposizione.
Questo cono, e in generale tutti quelli che si applicano ai torni con imboccamenti
non sono ssi sullasse E; essi girano al contrario liberamente con una velocit supe
riore a quella dellalbero. A tal eietto il rocchetto C, per una trasmissione qualunque,
mette in moto il disco principale ssato all'estremit dellalbero, ovvero una ruota
dentata rapportata su questo. In ragione dellattrito del cono sul suo asse E, si di
spone per la lubricazione un tubo in rame, per mezzo del quale si pu introdurre del
ARTICOLO X.
Trasmissioni con Pnlcggie e Catene.
numero di anelli passanti gli uni negli altri, ovvero di nodi in ferro od altro
metallo, che formano una certa estensione in lunghezza, e conservano una
maggiore o minore mobilit fra loro secondo le diverse forme degli anelli.
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271
_
le coreggie riescono impossibili, tanto per lattrito quanto per la circoscrizione del
sito; esse per vanno soggette a rompersi e ad allungarsi.
Le catene nelle macchine s impiegano in tre maniere differenti, cio: 0 per se
spendere pesi, ovvero per trascinarli, oppure per trasmettere il moto tra due ruote o
m. l iii.
Fig. HG.
La distanza dai centri degli anelli si chiama lunghezza di costruzione degli anelli
e organi della catena. Le catene si distinguono in catene ad anelli larghi e ad anelli
stretti.
La catena ad anelli larghi si distingue da quella ad anelli stretti per una maggior
lunghezza dei medesimi. Segnando con I la lunghezza degli anelli, e con il il diametro
del ferro cilindrico con cui sono costrutti, la lunghezza degli anelli larghi della prima
sar l:3, 5d, e quella degli anelli stretti della seconda l:2, 6d; nelle prime si pu
bollire un anello per congiungerlo allaltro, mentre impossibile nelle seconde, nelle
quali vengono semplicemente saldati. L'allungamento degli anelli della prima rende
che chiude in parte lapertura dellanello; questultimo non solo rinforza la catena, ma
inoltre le impedisce di aggrupparsi, e quindi essa la pi adatta per le ncore nella
manna.
272
La catena a nodi scorrevoli parimenti non pu aggrupparsi, ed inoltre presenta il
vantaggio particolare che prima di formarne la catena se ne possono bollire i singoli
senborn dAmerica.
La catena ad uncini o di Vaucanson non si pu adoperare che per piccole forze,
essendo che gli anelli sono solo ripiegati e non bolliti, e perci solamente atti per
trazione. (Vedi Tav. XXXI, g. 5, 6, '7).
La catena ad articolazioni detta di Gal], anche dorologio, e formata d una serie
danelli composti di due lastre piane forate alle estremit ed unite fra loro mediante
caviglie disposte a guisa di piuoli colla testa da una parte e ribadita dallaltra. Questa.
specie di catena. n ora non era stata adoperata che come catena di trazione, ma in
questi ultimi anni venne impiegata anche come catena di sospensione dal costruttore
Newstadt (v. pag. 172). Essa serve molto bene per le grue e simili macchine, in cui
la catena deve avvolgersi su dun tamburo o varicello; quindi potendosene formare
cui pinoli o cavigli imboccano i denti della ruota per un mezzo giro, e dopo questo
labbandonano libera, Fig. 1, 2, 3, 4, 'lav. XXXI.
Una delle estremit della catena porta su il peso da sollevare, mentre la parte li
bera per maggior Comodit sintrocluce in una guaina 0 canale di lamiera o daltro,
nel quale viene spinta sempre pi innanzi nello svolgere dogni anello che viene dal
tamburo o varicello nellapertura del canale, quandanche debba salire in su ed
abbia il medesimo una forma curvilinea. Nelle grue dei porti, come quella citata a
pag. 172, il canale per la catena nellalbero della grue. Gli alberi delle grandi grue
si fanno dordinario in ghisa od in lamiera vuoti.
Lo sforzo maggiore durante il sollevamento del peso viene sopportato dellanello
della parte estrema della catena, che va sulla ruota 0 sul tamburo. Alle puleggia ed
ai tamburi, attorno ai quali si avvolgono le catene delle cinque specie enunciate, bi
sogna dare un raggio R:lO-l2d misurato no allasse della catena, mediante una
buona disposizione degli anelli. Per ottenere questa disposizione per le catene N. 1 si
fa il lembo della corona munito di due orli formanti un solo o due canali; nel primo
caso viene sempre ad appoggiarsi sul piano delle puleggia un sol anello, e nel secondo
caso, conforme luso pi recente a canale doppio, gli anelli vengono inclinati col piano
quindi hanno per corda della sezione la larghezza l dellanello della catena. Le pu
leggie conduttrici o folli debbono avere da 16 a 30 denti, e i tamburi soli 8. Questi si
fanno in ferro fucinato e pel solito dun sol pezzo col loro asse.
lo di ferro ribadito. Siccome gli anelli di questa catena di corame possono essere
fatti e rifatti con ritagli di pelle, ed inoltre essa pu venire facilmente accorciata od
allungata, la si trova pi adattata e di minor prezzo che le coreggie ordinarie. Se
la coreggia catena deve sostituire una coreggia semplice, bisogner fornirle di tanti
anelli, che la larghezza totale sia uguale a quella della coreggia.
Un altro modo di coreggia a nastro a grande estensione e specialmente acconcia
per il moto delle macchine agricole e la catena a cuneo di Clissot, cio una catena
snodata di ferro, i cui anelli sono provvisti di un inviluppo di corame tagliato a guisa
di cuneo, che si adatta. nella gola della corona delle ruote avente una scanalatura
trapezoidale.
TAV XXXI
Fls- 4. 2, 5.
Problema. - Dise non una puleggia per trasmettere il molo impiegando una ca
tqna di 6ch. della ano e da orologio, es_sendo il raggio del circolo;vrimitioo di 183 ml
lzmetn, da 13 mill. il diametro da pzuolz della catena e di 32 mill. a distanza tra ossee
nuw- |_f..f ,t
273
asse, sostenuta da un sedile a mensola, che dista dal piano verticale, su cui sappoggz'a
TAV. XXXI.
Fig. i, 2, s, 1.
Soluz. Fissata la linea y:e, che forma lasse della Figura, e il punto 0 centro della
ruota, si condurr la per endicolare oz; quindi con un raggio di 183 mill. si descriva
la circonferenza del circo oprimitivo, che sar ure la circonferenza percorsa dallasse
della catena, e per conseguenza del centro dei pinoli. Trovate per mezzo del calcolo
(vedi le Regole Pratiche) le dimensioni della catena per la resistenza dello sforzo da
per una delle sue estremit da un sedile sopportato da una mensola in ghisa fissata
per mezzo di due chiavarde ad un piano ver leale.
195 millim.
Solue. Condotte le rette m'p' e v'z perpendicolari in modo che sintersechino nel
punto 0, punto ove si vuole-che sia l'asse della. ulcggia, e stabilito per mezzo delle
relative formole il diametro del ferro, con cui vuo farsi la catena, eia lunghezza degli
anelli, Si proceder. a tr0vare la circonferenza primitiva della uleggia. Dordinario
per, essendo dato il mg io o il diametro della puleggia, converr cercare uanti denti
le si debba dare e le loro imensioni, onde corrispondano alla resistenza rie desta dalla
forza da trasmettere. Poi, operando
antecedente o catena. di Gal], cio svi u pando per la curvatura dei denti un arco epi
cicloidale, sar facile la costruzione de disegno.
BEGO LE
PRATICHE
224. -- Luso delle puleggie, dei coni e dei tamburi per la trasmissione del moto nelle
macchine, come gi si disse superiormente, essendo divenuto quasi generale, essi insieme
colle ruote dentate costituiscono il numero maggiore dei modelli, e perci il materiale
principale delle ofcine dei costruttori; ma, afnch questi organi trasmettano il moto
con vantaggio, e necessario che soddisfacciano a varie condizioni importanti, oltre le
proporzioni delle parti principali di ciascuna puleggia, in rapporto alla larghezza della
coreggia.
36
Fig. 5, 6, 7.
274
Determinazione del rapporto dei diametri delle Puleggie. - Ai Nri 73 e 9201
abbiamo visto che due ruote dentate hanno la loro velocit in ragione inversa dei raggi
o dei diametri dei loro circoli primitivi. Le stesse relazioni esistono relativamente alle
per minuto, se quella, con cui in comunicazione per mezzo della stessa coreggia, ha
un diametro di 0',80e gira con una velocit di 45 giri al minuto?
cuna forza. Quindi il problema che pareva molto semplice ora diviene complesso. in
fatti anzitutto bisogna sapere qual tensione dovr darsi ad una coreggia che deve tra
smettere una forza data, afnch lattrito prodotto sulle supercie delle puleggie sia
tamburo sso e che sostiene un peso dato, questo dovr essere uguale al peso pi uno
sforzo risultato dell'attrito sulla puleggia o sul tamburo, il quale cresce come la potenza
segnata dal numero dei punti in contatto, ovvero in altri termini il numero dei punti di
contatto crescono in progressione aritmetica e la resistenza in progressione geometrica.
Gli studii e le esperienze del signor Morin gli fornirono i seguenti risultati (1):
sione del moto da un asse ad un altro, tanto con corde quanto con coreggie senza ne,
la somma delle tensioni dei due tratti e costante; in guisa che, quando il tratto con
duttre si tende, il tratto condotto si distende della stessa quantit, e la somma delle
tensioni dei due tratti la stessa, anche quando la macchina in riposo.
Lo stesso Morin dedusse da queste esperienze una formola algebrica e per conse
guenza una Tabella, per mezzo della quale si pu calcolare la tensione delle coreggie e
275
delle corde in tutti i casi possibili. Dalle su fatte osservazioni si pu conchiudere che
le disposizioni pi generali delle trasmissioni colle coreggia, il rapporto dellattrito colla
trazione esercitata per mezzo della tensione primitiva s'avvcina molto ad essere pro
porzionale allangolo secondo, cui le puleggic sono abbracciate dalle coraggio, che or
dinariamente nella pratica varia tra 114 a 314 circa. LArmengaud ha stabilito una for
mula empirica, semplice, basata su queste considerazioni, che noi rapportercmo colle
opportune osservazioni.
Supponiamo che la Fig. 16'! rappresenti due puleggia in ghisa di ugual diametro, unite
per mezzo d'una
coreggia AB, che
abbraccia la met
della circonferen
za. Ammettendo
che la puleggia E
debba comandare
la seconda F, esse "_"
gireranno nella di
rezione indicata
dalla freccia, e la
parte A della co
reggia sar il tratto
conduttoreelaltra
"
.
ma .11.
Fig 67'
compararsi col peso P sospeso ad una corda, che savvolge ad un tamburo dello stesso
diametro; lattrito sviluppato sulla circonferenza delle due puleggie deve essere uguale
almeno al peso P, onde la coreggia possa obbligare la puleggia a girare senza che suo
ceda scivolamento. Questattrito determinato da una tensione primitiva data alla co
reggia applicandola alla puleggia in riposo, e perci dipende dalla natura e dallo stato
delle supercie in contatto. Per ellettuando questa operazione puramente pratica, dice
Armengaud, non susa darle alcun valore; ma si tende tanto che si giudica capace di
produrre il suo effetto senza scivolamento; ci nullameno non tralascia daumentare lo
sforzo sul tratto conduttore durante la trasmissione; quindi necessario di saperlo va
lutare approssimativamente, in guisa da non far lavorare ad uno sforzo troppo grande,
non solamente afnch non si rompa, ma anche afnch non si allunghi considerabil
276
.
P'
.
.
.
.
detto superiormente, T:-cf +P. Su questa tensrone massrma Si deve basare la resr
slenza delle coraggio, onde esse possano lavorare senza rompersi od allungarsi sensi
bilmcnte.
Esempio. - Quale sar la tensione massima duna coreggia disposta come nella
Fig. 167, essendo P 2100 chilg., ove le pulcggic siano dello stesso diametro e per con
seguenza inviluppino la met della loro circonferenza, e la coreggia diretta e non in
crocicchinta?
3 x -1-
1
5x2
10
B sar S=210 x100:310 Chilg. La tensione di ciascun tratto in riposo sar uguale
a T': %-: i55 Chilg.
.
.
210 +100=200_ clnlg.,
.
.
inne la tensrone
massima
T sar T: 7-2f
la quale cifra
ser
vir di base per determinare la larghezza della coreggia, conoscendo la resistenza per
trazione del cuoio, la quale nella pratica non si fa sopportar pi di 20 chilg. per cen
timetro quadrato. Quindi, supponendo la spessezza della corcggia di 5 millim. in tutta
. centim.,
.
x :20,5
la sua lunghezza, e la sua larghezza Cm
savr C I
X 2 : QOf-2
per larghezza della corcggin (1).
questi dati, calcolata la seguente Tabella, che d la tensione massima supportata dalle
coreggc e le loro Iarghczze corrispondenti, per sforzi di 10 a 000 Chilg., supponendo
(I) da nolarsi che prendendo 20 chilg. per resistenza del cuoio e 5 millimetri per spessezza, la larghezza della
coreggia in millimelr uguale alla tendone T enunciato in chilogrammi.
277
TABELLA PER DETERMINARE LA LARGHEZZA DELLE UOREGGIE,
LA PRESSIONE SUGLI ASSI DELLE PULEGGIE, CONOSCENDO LA FORZA DA TRASMETTERSI
E LARCO ABBRACCIATO DALLE COREGGIE.
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76
102
30
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177
91
106
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50
202
227
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121
136
151
55
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166
60
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76
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in'eriii1I. j
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78
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122
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136
186
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323
346
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215
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348
due spessezza sovrapposte, ovvero solamente sulle due estremit afne daumentarne la
resistenza. La sovrapposizione delle due spessezze bene devitarla, presentando nella
pratica gravi difcolt a cagione dellinugual tensione delle medesime, dovendo, nellin
dicher la larghezza data dalla formola e quindi dalla Tabella, quando la spessezza sia
pi grande o pi sottile di 5 millimetri. A tal effetto baster moltiplicare la larghezza
data dalla Tabella per una frazione che ha 5 per numeratore e per denominatore le cifre
csprimenti in millimetri la spessezza totale che si supposto avere la coreggia.
Esempio. -- Suppongasi che, secondo le condizioni date dello sforzo a trasmet
tere e larco abbracciato dalle puleggie, la Tabella abbia dato 300 millimetri di larghezza
della coraggio avente la spessezza di 5 millimetri, c si possa portare questa a 8 mil
limetri; come pure che sia data la spessezza e sia da trovare la larghezza corrispondente.
278
Soluz. La larghezza sar ridotta a 300 x 2 :187m111-,5. Volendo poi avere la coreggia
di 250 millimetri invece di 300, numero dato dalla Tabella nelle stesse condizioni pre
cedenti in cui ha dato 5 millimetri, bisogna moltiplicare 5 X % :6 millimetri. Da
250
questo vedesi che anche nellusare i dati della precedente Tabella bisogna andar cauti,
poich un piccolo aumento di spessezza su tutta la lunghezza porta una riduzione no
tevole nella larghezza, la cui influenza si fa sentire su tutta la massa degli altri or
gani meccanici.
Velocit delle Coraggio. - La tensione delle coreggie produce evidentemente
una trazione sugli assi delle puleggie, e, se questa tensione considerevole, ne risulta
un attrito nocivo tra i perni ed i loro cuscinetti, ovvero collari. Conviene perci dare
alle puleggie dei diametri tali che la velocit alla circonferenza diventi considerevole
per far acquistare allo sforzo P un valore conveniente; si comprende facilmente che
ci deve sempre essere relativo al cuoio impiegato.
Per fissare quanto possibile la velocit, che le coreggie debbono possedere per
trasmettere un lavoro dato espresso in chilogrammetri, serve la seguente formula:
V:0,0065k+0",5; segnando con V la velocit in metri per secondo e con K il lavoro
da trasmettersi in chilogrammetri, il che si riduce a moltiplicare il numero dei chilogram
melri per 0,0065 e aggiungere un mezzo metro al prodotto: il risultato da la velocit cer
cata. Conoscendo la velocit della coreggia e il numero delle rivoluzioni, che deve fare
la puleggia, si potr facilmente conoscere il diametro di questa.
1 Esempio. - Quale sar la velocit d'una coraggio, che deve far muovere lasse
d'un torno assorbendo una forza di 0,9 di cavallo vapore, o 15 chilogrammetri, se il
diametro della puleggia calettata su questasse, supponendo che la coreggia sia incro
cicchiata, che la puleggia abbracci i 2/3 circa della circonferenza, e che debba fare
80 rivoluzioni per minuto secondo?
6591
bracciamento di 2/J e per questo sforzo, uguale circa a quella della Tabella precedente,
a 45 millimetri. Ma, poich lasse fa 80 giri per minuto, il diametro della puleggia sar
necessariamente euale a D:-9m : 0,142; cosicch esso non pu essere in
80 x 3,1416
feriore a 0",14. Questo esempio ci conduce ad applicare quanto si disse superiormente
in riguardo alla modificazione da far subire alla spessezza della coreggia, essendoch
per questa piccola forza piccolo il diametro trovato della puleggia, e quindi conviene
impicgare una coreggia di spessezza minore di 5 millimetri, ed adottando 4 per questa
e la larghezza della coreggia duna puleggia, che deve trasmettere una forza di 1500 chi
logrammetri o 20 cavalli, se la velocit da darsi alla coraggio, dalle regole suesposte,
uguale a 10,25, e la circonferenza della puleggia, che fa 60 giri al minuto, ab
bracciata per z/,,?
Nelle officine accade sovente di dover far cessare di lavorare una macchina senza
279
sospendere lazione del motore, particolarmente in quelle, il cui lavoro o la resistenza
variabile in ciascun istante, come nelle seghe meccaniche, nei mulini da grano e
conduttore.
Atiinch il tenditore sia capace di dare alla coreggia la tensione voluta, bisogner
coreggia, essa sar uguale al prodotto della somma delle tensioni P'+P per il rapporto
del lato e della diagonale 23% del parallelogramma formato sulla coreggia inflessa.
Se invece questa pressione deve esercitarsi fuori della direzione della bisettrice
dellangolo hgh', per esempio secondo gj, essa sar uguale al prodotto del precedente
rapporto agi,; 91' si ottiene conducendo pel punto 9 una perpendicolare a 99'. In questa
L della corona dovendo essere maggiore di quella della coreggia, si avr L=l,2 C.
Allinclinazione del piano interiore della corona computando dalla sua spessezza,
si d ordinariamente per valore z:0,06 C, spessezza
che
portasi internamente
nel mezzo della larghezza della corona. Sommando le tre quantit eyx, si ha la
spessezza totale della corona nel mezzo della sua larghezza con questa espressione
mit. Lo sforzo si trova rappresentato dalla larghezza della coreggia, il quale in eetto
equivale in Chilogrammi quanti millimetri ha di larghezza, supponendo sempre 20 chi
logrammi per resistenza del cuoio e 5 millimetri di spessezza. La spessezza a dovendo
.
.
.
. .
X E
pure gurare, riassumendo SI trova lespressione empirica b: (-g-l-C, la quale, sem
7
280
questa ultima espressione che la larghezza delle razze delle puleggie non dipende che
dal loro diametro, e la loro spessezza proporzionale alla larghezza della coreggia.
Questa spessezza, supponendola uniforme, indi aumentandola vicino al mozzo, diviene
a20,18C.
Del Mozza-Le dimensioni del mozzo sono determinate colle stesse considerazioni
delle ruote dentate; la sua spessezza deve corrispondere allo sforzo, alla circonferenza
della puleggia ed allo sforzo della chiusura della biella, e vien dedotta dalle stesse
condizioni e dalla sua stabilit in ragione del diametro; quindi chiamando E questa
spessezza ed Il laltezza, si avr E'-"-O,3C e H=l,4C. Le dimensioni assegnate alle
puleggie sono indipendenti dal diametro dell'albero su cui sono caletlale, essendo che
nel maggior numero dei casi non trasmettono che una parte della forza totale dellal
bero. Conoscendo dunque la forza necessaria per far lavorare una macchina mossa da
una puleggia, di cui le dimensioni della coreggia sono gi state determinate, le altre
Il numero dei giri di questa puleggia essendo di 30 per minuto, la velocil alla cir
conferenza sar V = 0,500 x 1: x 30 =0",785. Questa velocit moltiplicata per uno sforzo
60
P da in chilogrammetri la potenza trasmessa per la puleggia, cio K=0,785x55243*6-,2
0 0,57 cavallo vapore.
186
l
90
6,1
5,5
4,9
4,8
4,3
80
7,4
2,4
24
3,6
9,6
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14,4
112
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della
di
iAnctoeroFln\o,are_,_anvicciirqm;
\ aL
coraggio
della
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l
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DI
IN
CORONA
PEI
SIML
DELLA
LPSaetta
AunaEMscLSrlEaingTuEuna
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5,8
5,2
4,6
4,2
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70
7,1
3,3
21
4,0
2,7
8,4
12,6
98
70
36
30
5,9
4,6
1,8
0,9
4,0
3,4
2,7
9
2,1
1,5
4302 48
3,6
4,5
1,2
6,2
4,9
4,3
3,7
2,4
40
12
3,0
56
7,2
4,8
1,8
40 60
6,5
5,2
4,6
4,0
3,0
3,3
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1,5
15
2,7
2,1
6,0
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50 72
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6,8
3,6
60
1,8
3,0
18
2,4
7,2
10,8
84
60 84
7,3
120
6,7
8,6
144
6,1
7,2
5,5
4,8
14,4
21,6
168
36
4,2
120 168
108
5,8
5,2
90
7,7
6,4
5,4
2,7
4,6
3,9
10,8
16,2
126
27
3,3
90 120
6,1
100
8,0
6,7
3,0
6,0
5,5
4,9
4,2
30
12,0
18,0
140
3,6
100 3,6
140
9,2
7,9
7,3
6,7
4,2
8,4
6,0
16,8
25,2
196
42
5,4
4,8
140 160
192
9,8
7,3
8,5
6,6
7,9
9,6
4,8
224
48
19,2
28,8
6,0
5,4
160 180
216
10,4
9,1
5,4
8,5
7,9
7,2
10,8
54
32,4
6,6
252
21,6
6,0
180,
220
10,3
11,6
13,2
6,6
264
9,7
9,1
8,4
39,6
308
66
26,4
7,8
7,2
220 240
7,2
12,2
10,9
10,3
288
9,7
14,4
9,0
336
72
28,8
43,2
8,4
7,8
240 260
7,8
312
10,9
12,8
10,3
11,5
15,6
9,6
364
78
31,2
46,8
9,0
8,4 280
260
13,4
336
8,4
11,5
16,8
10,9
12,1
392
84
33,6
10,2
50,4
9,6
9,0
280 300
14,0
360
9,0
12,1
18,0
11,5
12,7
90
36,0
54,0
420
10,8
10,2
9,6
300
mill.
mlll.
mill.
mi,
mm,
[si
li
g?
a:
c
.si
a:-1
91
mtll.
64
85
ml].
72
mill.
111111.
,55
46
32
5
64
o,,,
,
T_ ;
:
della
principali
Puleggie
ghisa
dai
rilievi
lati
dimpiegate
delle
in
due
ti'Imun
la
del
rmacorona,
senza
moto.
eper
smnisisoinie
200
l
;
9,7
9,1
8,5
11,0
12,0
2406,0
7,8
280
607,2
24,0
36,0
6,6
200
282
Osservazione. -Quando le coreggic hanno una spessezza non maggiore di 1/5 ed /,
dei cinque millimetri presi n ora per base, le proporzioni date si possono conservare
senza modicazioni e senza che ne risulti alcun disavvantaggio in pratica; ma, allorch
questa spessezza arriva a l l/, ovvero al doppio ed anche pi, necessario di tener
del mozzo. Perci si potr seguire la regola seguente: Moltiplicansii termini proporzionali
di ciascuna relazione corrispondente (la quantit additiva ssa, quando se n' calcolata
una a parte) per una frazione, avendo per numeratore la nuova spessezza (in millimetri)
della coreggia e per denominatore 5 millimetri.
Esempio. - Se nell'esempio superiore la coreggia dovesse avere 8 millimetri di
spessezza, si otterrebbero le dimensioni di e, b e E nella seguente maniera:
E::l/21;O)335:58 mill.
6 x5
8
Spessezza del mezzo E:
5
22". Dei Coni a puleggia. _Lo scopo principale dellapplicazione dei coni a
puleggia, come si disse superiormente, di ottenere una serie di differenti velocit, la
ceudo passare la coreggia da una puleggia allaltra di diametro differente. Quindi pos
sono succedere due casi distinti. Un cono pu comandare una puleggia o un tamburo
unico, ovvero due coni possono comandarsi reciprocamente.
Nel primo caso, la lunghezza delle coreggie prova delle variazioni molto pi sen
sibili che nel secondo, ancorch la differenza delle velocit ottenute sia molto minore;
una progressione per differenza, la cui ragione uguale alla differenza dei diametri
estremi, divisa pel loro numero, pi uno dei diametri intermediarii; cosicch, prendendo
per esempio il cono della Fig. 7, Tav. XXX, avremo i diametri estremi di 500 a 300
millimetri, e gli intermediarii essendo in numero di tre, ciascun diametro differisce
diametro differente del cono, esse formeranno una progressione per differenza srmile a
quella formata dai diametri; questa progressione sar la seguente 3. 3,5. 4,5. 5; la ve
calco
lealt del tamburo, comunicata dal diametro 3 preso per unit, sar
2 _E3 2
. 3. 3. 3 . 3.
Quindi ne deriva la regola seguente: Le velocit di rotazione trasmesse da un cono a un
tamburo cilindrico, od in altri termini, le velocit circonferenziali della corona sono propor
si trovano nella stessa condizione come se la coreggia si spostasse d'una quantit uguale
sopra un vero tamburo conico. Ora supponendo in effetto che questo sia, e che la co
reggia, senza cessare dicomandare il tamburo cilindrico, sia animata da un moto di
traslazione perfettamente uniforme, nel verso della lunghezza dellasse del cono o del
tamburo conico, la variazione del diametro, e per conseguenza di velocit, avr luogo
secondo tempi eguali, da cui sar facile a dedursi che le velocit saranno proporzionali
ai tempi, che la coreggia mette a percorrere la lunghezza dei tamburi conici. Quindi ne ri
sulta che lasse del tamburo cilindrico e animato da un moto uniformemente accelerato
283
o ritardato secondoch la coreggia sar posta dal pi piccolo diametro al maggiore, ov
vero dal pi grande al pi piccolo. Per conseguenza, sospendendo un peso a una corda
avvolta sul tamburo cilindrico, questo peso sar animato da un moto assolutamente della
stessa natura di quello che gli verrebbe comunicato cadendo liberamente per lazione
naturale del peso.
Se il tamburo al contrario comanda il cono, la sua velocit, che anche uniforme,
e le velocit di rotazione del cono formeranno una progressione simile, ma inversa
alla precedente, cio nelle stesse condizioni, prendendo per unit la velocit del piccolo
33--3111
'
li
dle
cono
maniera dei termini della serie formati dallunit successivamente divisa dai numeri
.
l l l l 1
naturali i, 2, 3, 4, ecc. T, 5, -g, , g, ecc.
2' Caso. _- Due coni si conducono reciprocamente, e sono disposti inversamente. Uno
dei due coni avendo un moto uniforme, le velocit variabili comunicate allaltro saranno
espresse dal prodotto a termine delle due progressioni superiori disposte inversamente;
cio si avranno i diametri estremi essendo, come si veduto, 3e 5 a 300,500 millim.,
3 a_o 3 I 3,5
eg10,5_7
xTsz
X4_,5_13,5_)
exs__e_,
a 4 12
4i>x_3_:13,5:2 \x:1_>z
33,510,5733
93
e supponendo sempre che la velocit del cono che comanda sia uguale allunit. Un
esempio potr ssare meglio le idee.
Esempio. _ Supponiamo, Fig. 7 e 8, Tav. XXX, che il cono A che comanda faccia
25 giri al minuto: quali saranno le velocit che prender quello comandato A', traspor
tando successivamente la coreggia B su ciascuno dei diametri?
Soluz. Si avr
sono fra loro come il quadrato dei rapporti dei diametri estremi. Quindi si pu espri
mere in un modo generale il metodo da seguirsi per determinare la progressione delle
velocit dei due coni divisi in due tamburi conici, che si comandano pei diametri op
posti, dicendo che la serie delle velocit ottenute rappresentata dal quoziente, termine a
termine delle due progressioni per di/ferenza sovrapposte inversamente. Cosicch il diametro
di uno dei copi o le divisioni uguali dun tamburo conico dando la progressione l,2,
3, 4, 5, 6, le velocit ricevute da quello condotto saranno successivamente uguali a
16, g, g, g, g, il}, che si riducono alle seguenti: il primo termine condotto allunit
i,
12
1821.
30
..
2,443
1 ,
s, 15, so.
REGOLE PRATICHE.
DELLE CATENE, UNCINI ED, ANELLI.
228. - Le catene ben costrutto si possono, secondo il Redtenbacller, caricare no al
limite delasticit del materiale, cio fino a' tanto che la tensione masarma per centimetro
284
quadrato sia uguale a 0,4 X 7000=2800 Chilogrammi. In questa supposizione si ha, per
determinare il diametro del ferro degli anelli della catena, che debba sopportare un peso
P, le seguenti lormole. Per le catene ordinarie, Fig. Mi, 142, d =0,0i'ZI/; per quelle
a piuoli, Fig. 143, d:0,03ll/P Noi per, seguendo il Reuleaux, crediamo che per
maggior sicurezza si possano tenere le seguenti:
a:o,aae 1/
P:0,42 1
Per le catene a piuoli, N" 3, Fig. 3
a:o,an/f
'
Per la catena a nodi N 4, Fig. l4i
P:tl,ild
a:o,mo |/ e
P 296 a'=
Per la catena a uncini o di Vaucanson, N 5, Fig. 145
a:o,s l/P_
P : i di.
Per la catena ad articolazioni o di Gall, l\ 6, Fig. 146, segnando con ila lunghezza
dogni anello e con 5 la spessezza delle lastre si avr
d
3:0,8(i+2)
0,35
""i+il/p
P = 8,35 (i + 2 i) 5.'-
3,
si adoperano degli uncini e degli anelli di ferro fucinato; i primi per meritano par
ticolar attenzione. Afnch soddisfacciano all'uso e siano capaci di sopportare senza
deformarsi le resistenze a cui sono destinati, bisogna che abbiano dimensioni mag
giori di quelle che parrebbe a prima giunta, bench la loro forma dipenda dal sen
timento pratico piuttosto che dalle formole teoriche, equindi i modelli riescono sempre
di grande utilit. Essi si possono dividere in aemplz'cie deppii.
Degli Uncini
semplici. - Le
Fig. 168, 169 rap
presentano
due
uncini semplici
colle singole pro
porzioni segnate.
Prendendo per u_
nit. d, il quale si
ricava dalla for
mola data da Mo
rin per determi
nare il diametro
del nocciolo delle
'
il massimo peso
Fig. ma.
285
' da farsi sopportare dallnpcino, perci si considerer come si considera uno sforzo di
trazione 2,811 nel perno della vite;
.
Quando_ 10 fosse il diametro dellapertura delluncino ed Il laltezza del corpo dellun
cino steso, allora la larghezza di Questo si prende uguale ai 2/3 di h, e quindi, conside
rando la solidit composta, si ottiene una tensione 10" nella gola delluncino, e la formola
71
d,
1,30
sezza uguale a
{5- :0,6 0,7 0,8 0,9 1,0 1,1 1,2 1,3 1,4 1,5
--- : 1,77 1,82 1,86 1,91 1,95 1,99 2,03 2,08 2,12 2,16
-Z, =1,06 1,27 1,49 1,72 1,95 2,19 2,44 2,70 2,97 3,24
%=3,72 4,00 4,28 4,59 4,88 5,18 5,48 5,82 6,15 6,48.
Descrizione. - Per ottenere una forma graziosa si descriva con
dal punto B,
2
che dista da Ala lunghezza
D, un circolo, e sopra AB
un semicircolo; si ponga
su questultimo il centro 0
del vano delluncino. Loc
chio delluncino, Fig. 4%,
va considerato come lasta
addizionale qualunque.
Uncini a doppio oc
chio od anelli. - Lun
cino doppio va considerato
come composto di due un
cini semplici addossati uno
contro laltro; la grossezza
del corpo delluncino sem
plicescomparerapportando
"
511
Orecchie od Occhl.
Fig. 150. Si possono consi-
I
1,52711
. ..
Fig. 172.
l
Hg 173
286
derare come la congiunzione di due parti interne (1 uncini semplici, e per conse
determinate a seconda dei casi, e in questi giova assai la lunga esperienza ed il senso
pratico, senza cui non possono aversi buoni costruttori.
ARTICOLO XI.
Ilein Eccentriei, dei Bocciuoli e delle Palmole.
oppure a trafori, il quale si muove attorno ad un asse, che non passa pel suo centro;
le linee, che misurano le varie distanze dal centro di rotazione ai varii punti del suo
contorno, si dicono raggi pittori. Essi sono frequentissimamente impiegati nella com
posizione delle macchine.
Gli eccentrici si distinguono, secondo il genere di moto che trasmettono, in
eccentrici a moto regolare, intermittente o variato, ecc.
Nella costruzione delleccentrico bisogna considerare: 1 la corsa o cacciata o
mandata, la. quale sempre il doppio del raggio d eccentricit, che la distanza
che esiste tra il centro dellalbero e quella delleccentrico; 2 la velocit angolare
dellalbero e il numero dei giri, che deve fare per minuto.
Gli eccentrici come ogni altro organo meccanico dnno luogo a due quistioni
distinte: 1 Dato 1eccentrico, sapere qual moto sia esso capace di comunicare all'asta
scorrevole col rivolgersi attorno del suo asse; 2 Dato il movimento, che esso deve
trasmettere allasta scorrevole nel suo giro equabile, conoscere la gura del contorno
delleccentrico.
Un eccentrico pu in certo qual modo riguardarsi come un cuneo che gira; en
trambi i meccanismi sono destinati a produrre moto rettilineo; entrambi operano per
immediato contatto; entrambi possono servire a trasformare un movimento cquabile in
un altro molo equabile, oppure in un moto vario secondo qual
sivoglia legge; ma nei cunei il movente cammina in linea retta,
numero di parti uguali nei punti 1' 2' 3 4' 5'; il contorno curvilineo
287
dell'eccentrico dovr esser tale che, quando avr fatto un sesto di
giro, esso venga ad incontrare la verticale AH nel punto 1', quando
avr fatto due sesti di giro venga ad incontrarla nel punto 2, e
cosi di seguito. Perci, conducendo i raggi 01', 02', 03', 04, 05', 0A
indefinitamente prolungati, si porteranno sopra questi raggi le
lunghezze 0B uguale a 01, OC uguale a 02, OD uguale a 03 ecc.,
e i punti B, C, D ecc. saranno sul cercato perimetro; unendoli
con una curva_continua ABCDEF, si sar costruito leccentrico
Fig. 475.
domandato. Il contorno di questo eccentrico sar formato da una spira curva detta spi
rale d'Archimede, N. 129, il cui passo sar uguale alla corsa, cacciata o mandata AH delle
stanghette.
Se si volesse che, durante una rivoluzione delleccentrico, la stanghetta si sollevasse
due volte equabilmenle no in H, Fig. 175, e due volte ricadesse in A, il perimetro curvo
anderebbe formato di due mezze spire ABCh, abcll, volte dalla stessa parte, e con le
loro origini luna in A, laltra in a.
Facendo le due mezze spire di passo disuguale, come si vede nella Fig.1'.'6, la stan
gbelta sar sollevata due volte per ogni giro ad altezze disuguali e ad uguali intervalli
di tempo; e variando col passo anche lampiezza delle due porzioni di spirale, come
nella Fig. 177, la stanghetta sar sollevata ad altezze uguali in tempi disuguali. facile
il comprendere ci che avverr impiegando gli eccentrici delle Fig.178 e 179, ne quali
Fig. ns.
Fig. 176.
Fig. no.
vuole chessa vi ritorni con moto equabile, come se nera prima allontanata. Allora, se
essa deve fare una sola andata ed una sola venuta ad ogni giro delleccentrico, il con
torno di questo sar formato di due mezze spire c0n lorigine comune, ma voltate in
verso contrario, come si vede nella Fig.180 e prender il nome di cuore. Se invece di
due mezze spire simpiegheranno quattro quarti di spira, come nella Fig. 181,1a stan
ghetta far due andate e due venute equabilmenle ad ogni gir0
Fig. mo.
Fig. 18|.
Fig. '82.
tre lobi 0 foglie. In questultimo eccentrico, come in quello della Fig. 182, facile lo
288
TAV. XXXII. scorgere che tutti i diametri sono uguali fra loro, e che si pu impiegare un andivieni
a due caviglie B, E, in modo che la curva ED cominci a spingere allingi la caviglia
E, tosto che la curva 08 ha cessato di spingere allins la caviglia B; per produrre il
moto retrogrado dellandivieni non allora necessaria lazione di un peso o di una,
molla, ed esso pu, senzaltro artifizo, collocarsi in positura orizzontale. Si potranno
nello stesso modo formare altre rosette a quattro, a cinque o a pi lobi.
Fig. l.
lunque di parti uguali, come l, 2, 3, 4, ecc., pei quali si faranno passare altrettanti raggi;
quindi, divisa. la lunghezza cm, o cacciata dalleccentrico in un numero di parti uguali
alla met. di quello in cui sono stati divisi i circoli nei punti 1', 2', 3', 4, ecc., si fa
ranno passere per questi punti altrettante circonferenze concentriche alle
rime. Tutte
queste circonferenze saranno successivamente incontrate dei raggi Ol, 2, 03, ecc.,
in b, c, d, e, ecc. La curva continua passante per questi punti sar la. curva esteriore
teorica delleccentrico conveniente per far percorrere la retta aaldal punto a in una
maniera. uniforme, essendoch ciascuna distanza eguale_ul', l'2, 2'3, ecc., percorsa
dal punto a corris onde successi vampnte e. spazii angolari uguali a' l, 12, 23, ecc., de
In pratica non potendo agire su d' un sol punto, si gli sostituisce una girella di
raggio ai, la quale ha il suo centro nello stesso punto a.
Si comprende facilmente che, afnch la girella possa avere lo stesso moto del
punto, bisogner modicare leccentrico descrivendo da cadun punto o, e, d, e, ecc.,
della curva primitiva come centro, una serie d archi di circolo di raggio al; quindi
Fig. 2.
conducendo una linea curva tangente a questi archi, si avr il contorno delleceentrico
B, Fig. 2. Da quanto gi si disse superiormente la curva delleccentrico simmetrica
per rapporto alla linea da che passa pel centro; per conseguenza la prima parte del
leccentrico, che da a in a, spinge la girella e quindi lasta verticale A,allestremit
della quale questa applicata, affatto simile alla seconda parte, su cui la girella
in contatto discendendo da a' in a. In questa guisa la rotazione regolare e continua
'
Nella pratica il corpo degli eccentrici ora formato d una lastra piena ore. a
y:
trafori secondo la grandezza desecuzione; esso per porta sempre un mezzo 0 come
quello delle ruote per ssarlo pi solidariamente sull'asse D. Quando a trafori for
mato duno. corona sostenuta da nervature o da razze nella direzione dei suoi raggi
vittori e raccordati col mozzo e colla corona mediante nervature.
La Figura. 2 fa vedere il prospetto delleccentrico colla relativa stanghetta od asta
Fig. 5, l, li.
mobile, ed il circolo punteggiato u"' la posizione che deve occupare la girella nel punto
pi elevato; la circonferenza punteggiata indica il circolo descritto dal punto i, che
potrebbe dirsi vertice delleccentrlco; la Figura 3 fa vedere il anco dellfeccentrico
colla relativa asta scorrevole e stanghetta, sezionando la staffa e non la girella; la
Figura4 fa vedere la sezione passante per l'asse della stanghetta e delleceentrico; la
Figura 5 una sezione trasversale passante pel centro di rotazione nel senso orizzontale,
parte dun giro, esso salirebbe o diseenderebbe_sem re_ della sesta parte di a l; ma
volendo che la legge del moto sia tale, _che_d_xv1den o in sei parti uguali la durata
della salita, li spazii descritti in questi se1 intervalli di tempo stiano tra loro comei
numeri 1, 3,%, 7, 9, 11 (30, 31) e similmente che, d}Vldendo in sei uguali tempi la du
rata della discesa, gli spazii descritti m questi sei tempi formino la serie decrescente
Il, 9, 7, 5, 3, 1, naturalmente la costruzione dey essere eseguita cosi: dividasi la
circonferenza descritta con raggio 0h 1m dodici parti uguali; come nellesempio
289
antecedente conducasi per tutti questi punti altrettanti rag i O], 021 03, ecc.; divi- TAV, XXXI],
dasi la cacciata o lo spazio aa' in 36
dei tempi; sidescrivano poi dal pun o 0 altrettante circonferenze che passano pel S. 0. h 8. 9. 40
primo, pel quarto, )el nono. pel sedicesimo, e pel venticin uesimo_ punto
i_ divisione
spazii descritti nel primo, nel secondo, nel terzo e nel quarto minu o secondo stanno
fra loro comei numeri dis ari 1:3:5:7, e per conseguenza gli spazii descritti in uno,
in due, in tre, ed in quat ro minuti secondi contati facendqcapo dal. primo istante
della. caduta, vengano crescendo come i numeri 1:4:9:_16, cio come. il quadrato dei
tempi); poi, fatto centro in 0ycon un raggio 01, si taglrla linea 0o m b; con raggio
.04 si togli la linea 02 in c, e cosi discorrendo, nch_con un re. g10 011' si venga a.
al contorno dellec-
centrico domandato; ripetendo loperazione dallaltra parte della linea 0 9, che forma
darsi alleccentrico onde il punto a' e quindi la stanglietta A percorrendo la retta'a' ci"
abbia un moto equabilmente accelerato o ritardato.
,
La Fig. 7 ne rappresenta il prospetto, la Fig. 8 il anco e la Fig. 9 lo spaccato
sullasSe. La Fig. 10 la proiezione della sezione sulla linea 1-2.
discendere.
' ,, ,5'
'
Soluz. In questo caso, descritto il circolo col raggio delleccentrico, si divide. la cir-,
conferenza in un numero di parti qualunque, per esempio in 16. Poi prendasi la retta
aa come diametro,e si descriva un semicircolo, il quale, si divider in un numero di
parti ug'u-ali alla met di quello in cui si sar. divisa la circonferenza descritta dal
punto 0 con un raggio Ca; da ciascun punto di divisione del semicircolo si abbasse-'
ranno altrettante perpendicolari sul diametro aa', e si otterranno i punti 1', 2', 3', 4,
5', 6', '7, per ciascuno dei quali dal (punto 0 come centro si descriveranno altrettante
circonferenze, che, tagliando i raggi 1,02, 03, 04, 05,ccc., daranno nei punti a, b, c,
d, e, f, p, Il, 2', attrettanti punti della curva domandata.
'
'
unto
g, ;stremit del braccio di leva A, un moto uniforme percorrendo un arco di circa 0 aa' '
a o.
Solue.Dividasi larco art in un certo numero di parti uguali, per esempio in otto,
e per tutti questi punti 1', 2', 3, ecc., si faccia passare altrettante circonferenze, che
avranno per centro comune 0 centro del moto dellepocntricp; si descriva dallo stesso
punto un circolo, la cui circonferenza passi pel punto! centro dellarco, che il punto
dato deve percorrere, e questo si divider in un numero di parti doppio di nello in cui
stato diviso larco, che nel nostro caso sar di 16; prendendo una lung ezza ta e
ostando una delle punte del com asso in 1, si taglier. in 0, con un arco di circolo,
la circonferenza, il cui raggio 0 ' dal punto 4, sintersecher nella stessa, guisa in (1
nella del ra gio 03,- ecc. Tutti i punti 0, d, e, cosi ottenuti, determineranno lacurva
gomandata, c e avr la. propriet di comunicare al unto a un moto uniforme percor
rendo larco aa'. Infatti se si osserva, che langolo 01 e met di nello 2Oc, e che
per conseguenza quando il punto b e in 1', il raggio 00, allora in
b, descriver un
angolo-uguale a 'Ob per rendere tosto la posizione 02', si potr facilmente com
prendere che la
arte bo
stesso tempo e cola stessa velocit che la parte ab le innalza da a in 1', supponendo
sem re che lalbero delleccentrico sia dotato d'un moto uniforme, cosicch 1 angolo
3c essendo triplo di quello di 10b si vedr ancora che il punto a percorrer. lo
Si vede pure da questa Figura che la seconda parte ilm della curva. non sim
metrica; e; quella abcd. Per rendersene ragione si osserver che larco rl, ad esempio,
uguale a lb,_e che allorch il puntdb, determinato dall intersezione della. circon
ferenza, passa in 1' con larco descritto da a non pu essere, come nel caso pre
37
ti), 20.
290
cedente, posto relativamente ad a nella stessa maniera del punto b, essendo che il
TAV. XXXII.
Fig. In, 17, IS, raggio ca non passa pel punto 1'; lo stesso dicasi dellarco d2', che uguale a
quello 2'q, ecc. Si comprender pure facilmente che questa curva ara dovr. far di
la, 20.
scendere il punto dato seguendo larco a'a collo stesso moto uniforme, con cui e sa
lito pelle parte ad efy hl.
In questi due esempii descritti, il punto a si mosse sempre con uniformit ed il
una tal forma pu cagionare degli urti da sconcertare tutto il meccanismo. Si rimedia
allinconveniente disponendo in guisa che il punto a si muova al principio ed al ne
della sua corsa con minore velocit, e perci allora lo spazio aa' si divider in parti
ineguali come nellesempio antecedente.
La Fig. 17 fa vedere un eccentrico del genere descritto, che fa muovere un braccio
di leva A, il quale allestremit ha una girella j, che percorre larco aa'. La. Fig. 18
fa vedere il anco e la Fig. 19 una sezione della medesima passante per lasse; la
Fig. 20 una sezione delleccentrico secondo la linea 1-2 lasciando l'albero intatto.
rav.xxxui
accia
annovera un punto dalo_a,,pon molo umforme con un riposo nel punto vicino all albero
Fig. t, 2, 5, 4,3. uguale ad un quarto da rwoluzzone, dellalbero stesso.
Soluz. Dividasi la circonferenza descritta. col raggio Oa in sedici parti uguali;
si unisca il punto 0 coi varii punti 1, 2, 3, 4. ecc.; poi siccome per un quarto di ri
voluzione il unto deve stare in riposo, e togliendo dal numero 16 quattro parti ne
riman ono 1', che da la met. uguale a 6, dividasi la cacciata aa' delleccentrico in
6 part uguali e dal _centro si descrivano altrettanti circoli concentrici passanti per
ciascun punto di divmione. Quindi, fatto centro in O, si descrivere un arco dai punti
segnati 14', 15', 16', 1, 2', che, avendo tutti i suoi punti egualmente distanti dal centro'
0, non imprimer moto di sorta alla stanghetta; poi, incominciando dalla seconda divi
sione, cio dal punto 2', 3, 4'. ecc., passando per le varie circonferenze come si fatto
nella Tavola, antecedente, si otterr la curva che soddisfa alle condizioni domandate.
secondo le diverse applicazioni, che se ne debbe fare; la. Fig. 3 fa vedere leccentrico
di prolo; la Fig. 4 10 spaccato del medesimo sullasse, e la Fig. 5 la proiezione oriz
zontale duna. sezione sulla linea 1-2.
Fig. 6, 7, a, 9, IO.
a questo.
Soluz. Descrivasi dal centro 0 del moto una circonferenza di raggio 011'; si
vide. come nellesempio antecedente in 16 parti eguali; uniti questi punti di divr
sione l, 2, 3, 4, 5, ecc. col punto 0, si divider la cacciata aa' in sei parti uguali,
cio in un numero di parti uguali a met. di quelloin cui stata divisa la circonferenza
diminuita di quattro parti pel riposo, o_ssia Iii-4:12. Quindi facendo passare una
linea progressivamente per i varii punti dincontro dei raggi colle circonferenze l',
poggia una stanghetta A munita alla. sua estremit di una rotella ritenuta nella sua
staffa da una chiavarde a vite.
La Fig. 8 fa vedere il prolo delloccentrico colla relativa stanghetta A in ferro fuso
con nervature; la Fig. 9 una sezione che passa per lasse verticale; la Fig. 10 la proie
zione orizzontale della sezione trasversale 1-2.
7 Problema. - Descrivere un eccentrico capace d'imprimere un moto rettilineoed
Fig. H, H, B,
uni/orme ad un prgnlq dato a con due rl _osi di al); terzo di rivoluzione dellasse ciascuno,
M, t5.
uno nel punto pzu memo allasse 0 e altro ;mu lontano.
Soluz. Dopo aver descritti i due antecedenti sar facile la descrizione di questo;
tracciata dal punto 0 una circonferenza e dmsa in ventiquattro arti uguali, nei
punti 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, si faranno passare altrettanti raggi; indi
ivisa la cacciata
delleccentrico in quattro parti uguali, si faranno, come sopra, passare per questi al
trettante circonferenze. e nell'incontro dei raggi 4, 5, 6, 7, ecc. Si otterr la curvatura
delleccentrico domandato.
La Fig. 12 fa vedere il prospetto delleccentrico in ferro fuso od in acciaio piatto
291
come gli altri due senza nervature; la Fig. 13 il anco, la Fig. 14 lo spaccato sullasse,
e la Fig. 15 la proiezione orizzontale della sezione inferiore fatta secondo la linea 1-2.
TAV. XXXIII.
dellasta che fa muovere sempre uguale al doppio della distanza dal suo centro al
lasse, ossia al diametro della circonferenza descritta dal centro stesso. In questi si
stemi deccentrici il movimento dellasta scorrevole ha sempre luogo senza interruzione
tanto andando come ritornando, ma duna maniera irregolare tanto al principio quanto
al ne della corsa, bench lasse delleccentrico sia animato da una rotazione regolare.
Questeccentrico n da principio fu impiegato nelle macchine a vapore per mettere
in moto le valvole a cappello nel cassetto distributore del vapore, e gli emboli delle
trombe dalimentazione della caldaia. Essi hanno sulle manovelle il vantaggio di non
aver bisogno di guide per le bielle, le cui articolazioni si consumano molto facilmente.
Hanno per linconveniente che il loro attrito nei collari assai notabile, e quindi
non sono adatti per trasmettere grandi sforzi.
Il disco attraversato da un foro dugual diametro di quello dellalbero, che lo
deve portare; -la posizione di questo foro determinata dalla corsa, che deve avere, o
dalla cacciata, la quale e doppia della distanza, che esiste tra lasse dell'albero e quello
ega la trasmissione del moto; altre volte invece della scanalatura vi si trova un ri
lievo EE come nella Figura 17. Questo disco perforato da un buco circolare di dia:
metro uguale a quello dellalbero A, sul quale deve essere calettato; la posizione di
questo buco si determina della corsa, che deve avere la arte dotata del moto alter
nativo: questa corsa e doppia della distanza fra lasse del albero e quello delleccen
trico, come facile a convincersene, osservando che, durante il moto circolare continuo
dellalbero, lasse delleccentrico descrive una circonferenza attorno dellasse di que
a tre volte laltezza delloricio dintroduzione, quando la parete del cassetto e uguale
alla larghezza dellorizio, e quando questo non deve essere chiuso in un sol periodo,
ma al contrario una prima parte 01/3 e percorso in un certo tempo, e i due altri terzi
duna maniera continua ed in un tempo posteriore, cio in guisa che vi sia un istante
di riposo tra il primo terzo e gli altri due, come vi pure un tempo di fermata tra
questi due ed il primo.
Costruzione. Quando lalbero retto, leccentrico si fa dun sol pezzo. Quando
invece lalbero ripiegato in due punti come nelle antiche locomotive, di necessit
bisogna farlo in due pezzi, particolarmente quelli che vanno calettati tra le due ri
piegature. Essi formansi dun disco, Fig. 16, diviso in due parti, riunite tra loro per
mezzo di due chiavarde a due dadi, ovvero con caviglie o chiavette, come si vede nella
Fig. 16, cio le due parti 133', le due chiavarde D' invitate nella parte B e congiunte
che permettono di farli meno spessi, e per questo mezzo non solamente si risparmia
la. materia, ma si diminuisce il peso, il che da considerarsi specialmente nelle 10
comotive.
La Figura 16 fa vedere il disco diviso in due parti colle rispettive chiavarde. La
I-ig. 16,17,18,19,
20,21, 22.
' 292
TAV. xxx_m.
Fig. 17 il prolo del disco stesso, sul quale vedesi in rilievo una fascia, che com
penetra nel collare in bronzo; sovente per invece della lascia in rilievo la porta in
cavata ed il collare H vi si adatta dentro; il collare pure diviso in. due parti, che si
riuniscono mediante chiavarde a doppio dado e chiavette; il collare fornito di op
portune nervature e dun recipiente N per lolio necessario per la lubricazione; la parte
inferiore porta una specie di suola 1, contro la quale si unisce la corrispondente della
biella L. La Fig. 19 fa vedere il anco, e la Fig. 20 la proiezione orizzontale dello
stesso; la Fig. 21 una sezione nel punto 0 secondo la linea 3-4 del disco e del relativo
collare; la Fig. 22 una sezione del disco nella direzione delle nervature, secondo la
Fig. l, 2, a, 4.
ruota attorno ad uno dei suoi vertici come asse. Questo eccentrico differisce princi
palmente dagli eccentrici circolari in uanto che non vi si pu adattar collari: esso
. posto in una cassa o inquadratura, c e ha per lunghezza il raggio di ciascun lato
e per altezza due volte questo stesso raggio.
,
Sia Ob la cacciata delleccent-rico, e quindi nelle macchine a vapore la corsa totale
della valvola a cappello nel cassetto della distribuzione del vapore: descrivasi dal punto
0, con questa lunghezza per raggio, un circolo, e dividasi in sei parti uguali nei punti
b, 1, 2, 3, 4, a. Dai punti 5 e b presi a volont, con unapertura di compasso eguale
di due lastre di bronzo; esso ssato per mezzo di una vite 0 contro un disco A
calettato allestremit dellalbero J, come vedesi nella proiezione orizzontale Fig. 4 e
nella verticale Fig. 2 e 3. Quando leccentrico invece di esser allestremit dellalbero
lari presentano leggerissimi vantaggi relativamente ai primi, e non sono come quelli
ammessibili per tutte le velocit. Per comprendere il modo dagire di questi eccentrici
supporremo che lalbero si muova nel verso indicato dalla freccia: la parte curva
ab delleccentrico agendo contro la parete superiore della cassa obbliga questa a sol
levarsi, in guisa che allorquando il punto 1 arrivato in L, cio che leccentrico ha
percorso 116 della circonferenza, questa parete occuper la posizione ma, ci che nelle
293
concentrico coll'asse, non cambia. durantetutto il tempo del suo contatto la posizione TAV. XXXlV.
della parete m n; ma dal momento che il punto 2 arrivato in L il, lato 02 dellec
Fig. 4, 2_, s, e. _
centrico in 05, e per conseguenza comincia a trovarsi in contatto colla par'ete infe
riore dellinquadratura, che si confonde colla linea 2-4; discen'dendo questo tipo a
tanto che larco 01 sia arrivato in 03, la parete inferiore dellintelaiatura occuper la .
posizione mn', che corrisponde allapertura del cilindro a vapore. Da questa disposizione
risulta che la valvola a cappello rimane in riposo tutte le volte che arriva allestre
mit della sua corsa tanto in alto quanto in basso, durante un sesto della circonfe
Irenza descritta dallecceutrico. 11 moto ascensionale e di discesa seettua mentre il
cassetto perorre i 216 della circonferenza, e la corsa della valvola a cappello nel
cassetto non uniforme, ancorch la rotazione delleccentrico sia regolare. Nella pra- .
tica gli angoli del triangolo sono leggermente arrotondati.
del vapore a volont entro certi limiti, e per conseguenza di giovarsi della propriet.
espansiva del vapore per economizzarne una porzione determinata a seconda dei casi.
a cappello (sapendo che questa c_o_rsa_ deve essere uguale a tre volte laltezza dellori
cio dmtroduzxone, quando 1 r111e_v1 estremi hanno la medesima larghezza che lori
c10, non dovendo essere fermato in un solo periodo ma al contrario una volta), da
vendo la valvola per un terzo della sua corsa fermarsi e quindi, quando avr crearsi
yli altri dne terzi, fermarsi un istante, cio tra il prima terzo e gli altri due o stesso
tempo di rzposo che ce cara tra i due ultimi ed il primo.
Soluz. Descrivasi coi raggi 0a ed Oc due circonferenze concentriche; uindi, pren
dendo gli spa21i angolari ad ed f{ corris ondenti ai tempi durantei qua1i il cassetto
in moto, Si dwrde in tre parti eguali ab nei punti i ed j, pe quali si fanno passare _
alla circonferenza con questo, e quindi un altro dal centro e, sul prolungamento
del raggio oc, e tangente alla circonferenza descritta col medesimo.
Tra i due punti il e le, compresi nellangolo dato goll, si fa passare una curva
kld, le cui estremit si raccordano tangenzialmente colle circonferenze on ed ai ane
di evitare i passaggi troppo repentini. Diviso lo spazioglt in un certo numero di parti
uguali, poi condotti pe punti di divisione l, 2, ecc., due raggi che si prolungano
no in 1'. 2' ecc., su ciascuno di questi raggi si descrive col raggio (le della rotella
una serie di piccoli circoli tangenti alla curva Md, e sottengono cos i punti r', s, t,
che indicano le posizioni successive che il centro della rotella suscettibile di pren
dere sulla linea ee' quando spinta da questa curva. Partendo da questi punti, su
ciascuno dei raggi corrispondenti, si porta la distanza ee' che variabile e si determine
ranno cosi le posizioni successive r', s', i' della seconda girella; eper conseguenza, dopo
aver descritto da questi ultimi punti come centri una serie darchi di circolo col
raggio della girella, si descrive la curva d'l'f tangente a questi archi, che si raccor
dano con le circonferenze di raggio co e jo.
Questa curva soddisfa alla condizione di rimanere costantemente in contatto colla
girella G mentre la prima parte dlk conduce la girella 6'; ora affinch le girelle
restino sempre nella stessa direzione e trasmettano il loro moto rettilineo alla valvola
a cappello del cassetto, i loro assi sono portati da staffe H solidarie alla casse 1, for
mate da quattro aste circolari e piatto nel mezzo, che le servono di guide sullalbero 0
allintelaiatura scorrevole. Una delle estremit della cassa e legato. con una biella in
Fig. 5, 6,7, 8.
%M
'lAV. XXXIV. ghisa ad una leva ad angolo, la quale fa muovere il cassetto. Per la disposizione data al
leccentrico e alle girelle la valvola a cappello schiude loritlcio superiore, il quale rimane
aperto durante che leccentrico percorre langolo aod, perch larco ad ed il suo op
posto cd, che sono rispettivamente in contatto colla girella GG', sono concentrici
.allasse 0. Ma il punto d essendo arrivato in a, se si fa girare lasse o nel senso della
freccia, leccentrico descrivere langolo day, durante il quale la sua curva saliente
dlk spinger la girella G da sinistra a destra, e per conseguenza la girella G spinta
nella medesima direzione scorrer sulla curva dl'y'. In questo punto il cassetto si
innalzato duna quantit uguale ad 113 della sua corsa, che corrisponde precisamente
allaltezza delloriflcio e', mentre completamente chiuso quando il raggio ok del
leccentrico e arrivato in oe. Giunto in questa posizione, il cassetto deve ancora
rimanere in riposo tanto che leccentrico continua il suo moto e descrive langolo
go]. Appena il raggio of pervenuto in oe, le girella ed il cassetto debbono agire
nuovamente afne di scoprire loricio inferiore.
Questo cambiamento si deve operare mentre leccentrico percorre langolo foc;
a tal eetto si formata la curva a'be' che si raccorda tangenzialmente colle circon
Fig' 5, 6, 7, 8.
n\
ferenze di raggio ok e oc. S'ottiene la curva opposta arnn nella stessa maniera che
si ottenuta la curva dl'g, opposta alla prima dl Il, come nella indicata costruzione,
afnch le due girelle rimangano in contatto col contorno esteriore delleccentrico.
Dopo aver descritto langolo foc, le girelle ed il cassetto resteranno nuovamente
in riposo il tempo che lasse o descriver eod, e allora la curva dlk si trover in
contatto colla girella G', e la spinger da destra a sinistra come ha spinto il primo
la comunicazione dell oricio dentrata del vapore nel cilindro, e varii cosl il grado
della dilatazione despansione.
La Figura 8 e una sezione orizzontale, che indica le due parti delleccentrico e la
231. Del Boccluoli. - Dicesi bocciuolo una piastra curvilinea qualunque, che
spinge la costa rettilinea duno sprone per un certo tempo mantenendosi ad essa
numero dei casi tosto abbandona repentinamente per poi rialzarla. Nullameno secondo
la varia gura del perimetro del bocciuolo la ragione della sua velocit e quella dello
sprone e perci dell asta che viene sollevata con essa, pu variare; quindi vi 80110
dei bocciuoli di ragione variabile e dei bocciuoli di ragione costante.
In certe industrie si adoperano con vantaggio dei pestelli o pestoni per stritolare
o polverizzare certe materie come la scorza della quercia nelle concierie, il gesso alle
fornaci che lo fanno cuocere, il riso per spogliarlo della sua pulla, vicino alle miniere
si adoperano per ridurre in polvere i minerali accompagnati da altre materie non me
talliche dette gunghe o matrici. Lorgano impiegato pel sollevamento dei pestelli sono
i bocciuoli, il cui contorno e quello dun evolvente di circolo, essendo la curva pi
\l_
295
i punti o, d, e, ecc., di cui la linea che li riunisce forma la sviluppante bcdefgki. La TAV. XXXIV.
porzione bo si raccorda col mozzo e non appartiene pi alla sv11uppante, per la ra
gione che lestremit dello sperone non comincia ad essere in contatto col boccxuolo
che alla distanza data Aa. Da questo punto sinnalza una perpendicolare, sulla quale
si porta laltezza data aa. Se dal centro A, con un raggio eguale alla distanza Aa,
si descrive un circolo ami, questo arco taglier la curva in 1', punto del limite della
e supponendo che sia posto nella parte inferiore, in guisa che il punto 0 sia in a,
esso sollever. lo sperone, il cui lato inferiore rappresentato da una retta ma, e lo
innalzer. con una velocit uniforme no in m'a'; il punto 1' sar allora arrivato
in a'. In questo istante continuando il moto rotativo, il bocciuolo abbandona lo spe
rone, e il pestello cade di tutto il suo peso. Si avrebbe potuto tracciare una evolvente
col circolo di raggio Aa, che determinerebbe un bocciuolo pi corto e condurrebbe il
pestello alla stessa altezza. In tal caso il bocciuolo avrebbe meno spazio angolare da
v
narramente
guide,
11 peso
da di
200quei
a 300
pestellr
Ch110gramm1,
vana
ordie_
' s\Q
i
\.
manico del meglio, quando di legno, fermato con biette nellocchio di un grosso
anello di ferro detto baga, da cui sporgono a destra ed a sinistra due perni a poppe,
intorno ai quali il maglio si muove con un moto circolare alternativo. Quando il ma
nico del maglio, come nella Fig. 12, di ferro fuso, esso non ha boya, ma si muove
sopra due perni c collocati allestremit di una specie dasso, che fa gruccz'a col ma
nico, ed 'di un sol gitto con esso. Il martello K per sempre in ferro.
Le palmole disposte intorno ad una ruota F incontrano nel loro giro lestremit
del martello, e la sollevano no ad una determinata altezza, dalla quale la lasciano
poi tutto ad un tratto ricadere sul ferro da lavorarsi L, che sta sul tasso I.
Quando lasse di rotazione del martello allestremit opposta a quella della testa,
Fig.
e, 7, x,
Io. li.
296
TAV. XXXIV. le palmole operano di sotto in su.come nellesempio citato, Fig. 12, aggrappando un
dente, che sporge al di la della testa, come nei magli detti frontali o di sollevamento;
ovvero operano premendo dalto in basso 10 sperone, o calciata, o stafa collocata alle
Fig l..
stremit della coda, cio di quella parte del manico, che sporge dietro alla boga, ed
allora il maglio dicesi ad altalena od a leva.
'
Problema. - Descrivere le palmole d'un maqlz'o a sollevamento, in cui la lunghezza
del manico del martello e di metri 1,86; il martello deve battere cinque colpi ad ogni ri
ha perhdiametro la lunghezza del manico del martello cio 0:], che ruota sulla circonfe
renza a.
'
Per avere _la forma da darsi alle palmole, che debbono sollevare un maglio, si de
scrivere una circonferenza di diametro Ea, determinando una porzione ae de icicloide
generata dal dpunto a mentre questa circonferenza ruota sul" circolo Ea. er avere
la -lungl1ezza
Fig i: bis
di raggio ef. Larco a'n che rap resenta lo spazio 'pereorso dallestremit del mar
tello durante il sollevamento, e escrive la circonferenza di raggio e]. Facendo centro
in E con un raggio En si descriver. larco pm che sar lun hezza delle palmole.yl due
proli delle po m_ole potrebbero non essere simmetrici, Fig.2, come generalmente si
fanno; si fanno_ sm1metrici er poterli voltare dal senso opposto quando sono consumati
%a u_na}parte; in quanto al a spessezza, essa si determina nella stessa guisa che per i
occmo i.
REGOLE
PRATICHE
ascensionale dei magli, dei pestoni o pestelli e simili. Supponendo unasta C munita di
un pestello allestremit e in guisa che nella direzione verticale esso potr essere al
zato per mezzo di bocciuoli girando attorno ad un asse A, ed agendo su duna parte
saliente B, il pestello ricade pel suo proprio peso, per essere nuovamente innalzato per
Nello stabilire un sistema di questo genere bisogna tener conto: 1 del numero in
dei bocciuoli da mettersi sullalbero; 2" della velocit angolare di questo albero, o del
numero n delle rivoluzioni che deve fare per minuto;3 dellaltezza li, a cui deve essere
Se disegnasi con 1 la durata (luna rivoluzione dellalbero, il tempo che passa tra
.
. .
'
..
.'
il prin0ipio di due levate consecutive sar espresso da z , ed il numero dei colpi per
.
.
T
60"
minuto
essendo uguale a ma, ne risulta
-:V-.
'
"l
'm n
Siccome vi sci/ente qualche resistenza passiva, che soppone alla discesa del pe
stello, SI aumenta m- di /6 o di i/; del Suo valore, per non esporre i bocciuoli al pe_
ricolp di essere rottinella discesa dal pestello, che debbono rialzare.
Si arriva a questo risultato aumentando il raggio del circolo primitivo,sul quale si
opera_pe,r la costruzione dei bocciuoli.
\
Cosi il tempo dunalzata e dato per /77n. La formula del tempo impiegato nella
discesa l 2 "_
-- -- 0 'gc._
--
< 7_
297
Il tempo 1', durante il "quale il bocciuolo agir sul pestello, dunque espresso da
l'-6l
vT. __
_2_h_
_. 7m
9,8l '
' avanti che un altro bocciuolo sia arrivato a sollevarlo. Quindi, seguendo il Moria, e chia
mando h laltezza a cui va sollevato il pestello, m il numero dei bocciuoli che agiscono sullo
stesso pestello durante una rivoluzione, n il numero delle rivoluzioni dun albero du
60 ii
rante un minuto 1, I:T la durata duna rivoluzione, r il raggio del circolo primi
.
.
,.
tivo da sviluppare, lmtervallo
d , una levata ad un , altra sarebbe
Ma osser
vando che le resistenze passive possono ritardare la discesa, si aumenter questo tempo
d'un 1[ti a 1[1 come si disse per non esporre il pestello a rompere il bocciuolo nella sua
l
discesa. Quindi facendo -m_ (1 +%) :t' e si calcoler il raggio 1 per mezzo della for
60h
mola 1': _-W_--_
,
- 2h
(t-
6,28.
Dividasi la durata duna rivoluzione dell'albero a bocciuoli pel numero dei bocciuoli
che agiscono sul pestello; si aumenti questo tempo dun sesto, sottraendone la radice qua
drata del doppio dell'altezza della caduta divisa per 9,8l e si moltiplichi il resto per 6,28
volte il numero delle rivoluzioni dell'albero a bocciuoli in 1'. Poi prodotto dividasi l'altezza
moltiplicata per 60. Il quoziente sar il pi piccolo raggio, che si possa prendere pel circolo
da sviluppare. Si ricorda di nuovo che non vi sar alcun inconveniente prendendo invece
il pi grande.
Esempio. - Qual sar il raggio del minimo circolo da svilupparsi per fodmare i
bocciuoli (o palmole) dun mulino a pestelli, essendo laltezza Ii =0',40, il numero delle
palmole m=2, il numero n delle rivoluzioni dellalbero per minuto 1'; n=25, la dii
60
l __ q 9
'
'
_
rata d 1 una rivoluzione
t |__
_.-25 (1 +6)
__l ,40.
Soluz. Applicando la formola o la regola pratica antecedente si avr
.i_ _60M__
_
_
(l,40-0,285)6,28 >< a5 0mm
Dordinario il raggio che si adotta circa il doppio di questo limite inferiore. Tracciato
il circolo di raggio r trovato, si limiter la lunghezza della curva portando sulla tan
gente una lunghezza uguale alla caduta del pestello, e descrivendo un circolo dal centro
articolato nel punto e. Trascurando il peso del manico c, e designando con T il peso
del martello, e con
lo sforzo sopportato dalla'palmola, si avr E=-OK_XP-. Infatti
supponendo cheil carico sia costantemente sopportato dall'estremit della palmola, come
dordinario, designando con a, b, c le tre dimensioni di questultima, cio la spessezza nel
verso dello sforzo, la larghezza presa perpendicolarmente alla direzione di questo sforzo,
38
298
ed inne la lunghezza della palmolu, e per ultimo trascurando il peso del dente, la
Ec
sezione alla base sar data dalla l'ormola ab:
1250000
se sono in ferro, il divisore del prodotto Ec 1000000, ed inne, se esse sono in legno
di quercia, questo divisore si riduce a 100000.
ARTICOLO XII.
Delle Manovelle in ferro ed in ghisa.
TAV. XXXV.
Flg. 4, 2, a.
233. Manovelle.- Le manovella sono organi ssi sugli alberi motori, sui
quali esercitano uno sforzo di torsione costituendo un braccio di leva per
trasmettere il moto per mezzo di tiranti o aste di rimando (bielle), descri
manovelle fanno parte delle sale motrici delle ruote, dette pure assi m'pz'egati
(N.70), e sono sempre in ferro fucinato.
Nelle manovelle bisogna distinguere tre parti: 10 il mozzo, 2 la testq, 3 il corpo.
Il mozzo e quella parte della manovella, che riceve lestremit dellalbero motore,
sul quale calettata a forza, e a caldo per mezzo dun torchio idraulico.
Per testa di una manovella intendesi quella parte, che riceve il cosi detto bottone,
preferibile, purch il dado non sia dimbarazzo nel movimento delle varie parti.
299
Problema. - Disegnare una manovella in ferro fuoinalo, la cui lunghezza da TAV. XXXV.
Fig. 4, 2, 5.
l_l]dlC&tl nel isegno, quindi, facendo correre le varie linee, sar facile di eterminarne
il anco e lo spacccato. Si avr dalla Fig. 1 il prospetto, dalla Fig. 2 lo spaccato e
dalla Fig. 3 un altro sistema di unire il bottone alla manovella.
.
Delle Manovelle semplici in ghisa.-Le manovelle in ghisa sapplicano sempre
Fig. 4, s, 0.
che former lasse del medesimo; quindi seguendo le misure delle varie parti sar
facile eseguirne il disegno della manovella, e darle quella forma estetica, che non
punto nociva alle esigenze della statica.
Fig. 7, 8.
superare con faciliti punti morti. Lasta di rimando (biella) e lasta dellembolo o
stantuo a vapore di una macchina si trovano al punto estremo della corsa, mentre gli
liv. 9, m.
300
TAV. XXXV. altri son al minimo, e viceversa; in questa guisa sarriva ad ottenere una regolarit.
quasi perfetta del moto.
'
Nelle macchine per la marina, gli alberi e le manovelle sono sempre in ferro fu
cinato. Le loro proporzioni non differiscono da quelle dellemanovelle semplici in
ferro. In certi apparecchi, ove funzionano due macchine, le manovelle, ancorch paiano
simili fra loro, dieriscono per la spessezza in guisa che quelle poste alle estremit.
degli alberi motori intermediari tra le due macchine sono pi robuste, dovendo resi
stere a maggiori sforzi, che quelle sse sugli alberi delle ruote a palette.
Le due manovelle A ed A', che compongono questi gruppi, hanno la stessa gura,
una posseggono nulladimeno delle differenti resistenze; questo apparisce a punto dalla
loro differente spessezza. Si considera in effetto la parte intermediaria della bere B come
ssa sul suo albero rispettivo B e B' per mezzo di una bietta Fig. 13. Il bottone C
cilindrico, ssato solidamente ad una estremit nellocchio o testa della pi robusta
delle due manovelle, ritenuto da una bietta f, e innestato nellocchio della seconda
manovella, il cui interno guernito duna ghiera in bronzo 9, Fig. 12, la quale presenta
cosi un bottone o specie di perno, con due faccie piane, le quali hanno per oggetto
dimpedire che questa ghiera non iri nellocchio della manovella. Non si ren e il
bottone solidario nelle due manove le alne di lasciare allalbero una certa latitudine
per cedere alle variazioni, che possano avvenire nel movimento.
Fig. H, 45.
novella. In ee' si vedono le dimensioni del corpo della manovella nel mozzo prolun
gato con due linee punteggiata, e in f la dimensione del corpo sulla testa. Queste
manovelle ricevono ciascuna una chiavetta 99, che attraversa lalbero e il mozzo.
Esse sono riunite per mezzo del bottone in ferro B, calettato nella testa T per mezzo
duna sua estremi . alquanto conica; b una chiavetta, che attraversa la testa ed il
bottone. Laltra estremit _cili_ndrica e del bottone passa nellocchio della testa del
laltra manovella, ed quindi congiunta con questa mediante una vite a dado b; d
rappresenta la spessezza dellocchio da ciascuna parte.
REGOLE PRATICHE.
viene a questa resistenza. Ma osservando pure che il diametro dellalbero e quello del
bottone rappresentano gi lo sforzo che la manovella obbligata a sopportare, alcune
considerazioni allatto pratiche, come la chiusura del mezzo, sia per s o per mezzo
delle chiavette, e quella del bottone nellocchio, obbligano a modificare notabilmente
i risultati forniti del calcolo in relazione alla resistenza diretta da trasmettersi. Quindi
7-..-n=-.
v
' I.
,J w
301
questi essendo di gi determinati per mezzo del calcolo, considerando le differenti
Y parti del pezzo come in rapporto rispettivo con questi due organi principali. Al N 149
abbiamo dato le regole per determinare il diametro dun albero sottomesso allo sforzo
di torsione, e quindi non ci rimane da dire che qualche parola in riguardo al bottone
della manovella propriamente detto.
Quindi gli si pu applicare la stessa forma di calcolo. Questa formula per il ferro
d=l/0,0085Pm+O,5.
di 16 cent. Per il bottone, egualmente in ferro, in cui portata e lunghezza del collo e
uguale a 1,25 d, colla formula precedente 1: I/0,0085 >< 9,000k x 1,25 +05:10,3.
Prendendo per base questi due diametri 16 e 10 per lalbero e pel bottone, che
supporremo in ferro fucinato, daremo le proporzioni corrispondenti minime della ma
diminuire).
'
'
per, unit. il perno. La parte piena, che si riferisce al perno dellalbero, evidentemente
il mezzo, da cui ha origine il corpo del perno, la cui faccia geometrica si pu supporre
prolungata no ai centri. Quindi'designando con D il diametro del perno in millimetri,
con 0' il diametro della portata salienle, che riceve la manovella, con E la spessezze
del mezzo attorno di questa portata , con L la portata e lunghezza del mezzo, con A
la larghezza del corpo misurata ai centri del bottone e dellocchio del mozzo, con H
'
Mozzo. -La terebrazione del mozzo e il diametro della portata e determinato qui
in considerazione alloggetto che ne risulta per formare i collari dei perni; questo dia
metro-non potr essere inferiore a D=i,l D +10 mill.
La lunghezza del mozzo deve essere sufciente, perch la manovella sia convenien
temente appoggiata, e si avr L.-.l,2 D. Tuttavia, se circostanze particolari non ci ob
bligano, si pu ridurre L=D.
La spessezze E, essendo calcolata in guisa che la sezione L ><E sia almeno i/3 di
quella del perno, risulta dal valore superiormente attribuito a L: E=0,44 D.
Corpo. - La distanza, che separa lasse del mozzo, dal centro del bottone sempre
,uguale alla 1/3 della corsa delle stantu'o nelle macchinea vapore a bilanciere senza
espansione nel sistema di Watt. Per proporzionare il corpo, le cui faccio sono prolun
gate idealmente no alla linea desse, noi ammettiamo che la sua sezione, misurata in
questo punto, uguale a quella totale del mezzo, e si avr per conseguenza A X H:2
(L x E).
Ma da queste due dimensioni A ed il, dalla prima delle quali dipende particolar
mente la forma della manovella riguardata di prospetto, la quale deve essere fissata
a priori, risulta la forma pi conveniente per laspetto e specialmente per il rac
cordamenlo delle parti rette col circolo del mozzo. La Fig. 2 della Tav. XXXV se
condo la seguente relazione A:l,3 D. Per conseguenza questo valore, introdotto nella
formola precedente data per H: 1,30 x H=2 (l,2 D x 0.44- D); di cui H:0,8l2 D.
Per essere esatti, si avrebbe dovuto calcolare queste dimensioni per mezzo della
I nella quale P esprime lo sforzo totale trasmesso allestre
formola razionale P L:B-g_b,
302
mit del raggio L della manovella; il la resistenza specifica del metallo, o e b la spes
sezza e l'altezza o la larghezza corrispondente alle due dimensioni, che abbiamo designato
l'apertura e conica, come nella Fig. 3, dello stesso diametro del bottone,e quindi si
ha (1' :d.
Afnch la parte conica incastrata sia solida, basta che la portata sia circa di un
le dimensioni di li: h:0,675 d. Le citate Fig.i e 2 sono costruite secondo queste pro
porzioni, come vedesi delle quote stesse.
.
Proporzioni delle Manovelle in ghisa. - Applicando gli stessi metodi, si sono
date alle varie parti della manovella in ghisa le proporzioni minime adottando per unit
il diametro del bottone, che noi supponiamo sempre in ferro.
Diametro interiore del mezzo
D=t,i D +10""L
Lunghezza 0 portata .
.
Spessezza del metallo .
.
Larghezza del corpo .
.
Spessezza
id.
.
.
Diametro interiore dellocchio
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
L : l,2 D
E :0,525 D
A :1,55 D
Il : 1,22 D
d : d
Lunghezza e portata
1:1,3 d
1/I a 1/f, del diametro dellalbero, e la sua spessezza circa nello stesso rapporto re
lativamente alla sua larghezza. Le proporzi0ni indicate non sintendono assolute, ma
entrano nella composizione delle macchine per la navigazione, i quali vanno soggetti
a sforzi imprevisti. Se si cerca di rendersi conto del modo, in cui lavorano le manovelle
accoppiate, si scorger facilmente che esse non dividono egualmente la resistenza che si
303
trasmettono; quindi naturale che le loro proporzioni siano in rapporto con questi
. sforzi differenti, e questo il motivo per cui l'una si fa pi piccola dellaltra. In ge
nerale per le proporzioni delle manovella accoppiate non differiscono da quelle delle
semplici in ferro.
ARTICOLO XIII.
Delle Bielle o Aste di rimando.
235. Bielle o Aste di rimando. - Bielle od aste di rimando si dicono TAV. XXXIII.
nelle macchine specialmente a vapore delle aste articolate ad una estremit
col bottone duna manovella e dallaltra collasta delle stantuffo, che servono
parabolica.
'
'
in una biella. si distinguono sempre le teste ed il corpo. Le bielle sono a due teste
o ad una forchetta ed una testa con forme differenti secondo la macchina, a cui vengono
applicate.
nelle trasformazioni del moto bene stabilito e solido. Bench siano pi complicate
nella costruzione che le bielle a due teste, esse semplicano molto la loro sospensione
e la. guida scorrevole.
Le bielle, per rispetto alla materia, sono in ferro fucinato, in ghisa od in legno.
Del Corpo. - Chiamasi corpo della biella la. parte A posta tra le due teste della ITIG
desima; essa deve resistere agli sforzi della macchina prodotti dalla pressione totale
del vapore, che ha luogo sulla supercie dello stantuffo, cio dalla potenza della
macchina. Nella pratica la sezione alle estremit del corpo della biella in ferro uguale
al diametro dellasta in ferro dello stantuffo. la quale quasi sempre /.a del diametro
del cilindro e. vapore nelle macchine a bassa pressione ed a condensazione senza espan
lone. La sezione di mezzo, che entisata afne di meglio resistere agli sforzi di
essione e di compressione, cui va soggetta la lunghezza della biella, variabile e di
pendente dalle formole per la resistenza dei materiali; le si conserva sempre la forma
parabolica.
Della Testa delle Bielle. - La testa delle bielle in ferro, che riunisce la biella al
bottone della manovella, quando non fa corpo con essa, e a staffa. B con cuscinetti C' C
rapportati a sezione rettangolare. Tutte queste varie parti secondarie sono ssate alla
testa. per mezzo duna bietta e controbietta e 0.
Le teste fucinate col corpo, come nelle piccole bielle daccoppiamento, sono fer
mate allestremit di quello per mezzo di due bozze piatte forate nel mezzo per riporvi
i cuscinetti, i quali sono rattenuti e chiusi da una bietta.
La larghezza e la spessezza della testa sono uguali a quelle dei cuscinetti, meno
loggetto dei battenti dei medesimi da ciascuna parte del cuscinetto; la. testa sempre
304
della bietta o e controbietta 0, pi una certa spessezza per supplire al consumo dei
cuscinetti e poterli avvicinare fra loro. Per riguardo alla spessezza'pdel .materiale,
che esiste tra la calettatura e lestremit. della testa sulla quale sappoggiano i cusci
netti, questa si fa un po pi forte che il raggio dei cuscinetti stessi.
La sta/a o cassa B serve a ritenersi cuscinetti contro lestremit della biella. Essa
quasi sempre formata con una porzione di lastra di ferro ripiegata, d_una spessezza
sufciente allo sforzo che deve sostenere, e perforata da una calettatura pel pas
saggio della bietta e controbietta. La spessezza maggiore della parete attorno alla ca
lettatura uguale a circa /3 del diametro dei cuscinetti. Se la staffa e in ghisa, questa
spessezza si lascier. solamente attorno alla Calettatura. La larghezza e uguale alla
lunghezza dei Cuscinetti meno la spessezza dei battenti, di cui munito ciascun cu
scinetto.
TAV. XXXVI.
negli altri casi, fare in bronzo od in rame, col contorno esteriore ottagonale,qu,adrato
od ogivale.
Il diametro dei cuscinetti essendo quello del bottone della manovella, lo si deriva
da quanto abbiamo detto precedentemente. Qui si danno le proporzioni in modo ge
nerale, mandando il lettore alle regole pratiche per le formole opportune.
Per impedire al cuscinetto estremo della testa di'ditlormars sotto la pressione della
atia, nel verso dell'asse della biella, gli si da una spessezza nelle grandi macchine a
vapore uguale ad '/:i del suo raggio. La spessezza sui lati nel verso perpendicolare
al suo asse; ove lattrito meno sensibile, si suol ridurre ad un quarto di questul
timo; certi costruttori la fanno anche uguale.
Delle Bielle a vile. -- Le biette c a vite servono ad operare la chiusura dei cuscinetti;
ordinariamente va loro sempre unita una controbietta a doppia ugnatura 0', Fig. 3;
qualche volta mettonsi anche due controbiette. Queste ultime servono a mantenere i
lati della stella egualmente distanti dal corpo della biella ed a legare il tutto alla me
desima anche quando venisse a rompersi la bietta a vite.
Dello Testo a forcella - Le testa a forcella, Fig. 1 e2, servonoa riunire la biella ai
perni della traversa del cilindro a vapore, ed hanno le articolazioni simili a quelle che
uniscono il bottone della manovella; il diametro dei cuscinetti uguale al maggiore
dellasta dello stantufo; la lor larghezza e uguale al diametro e la distanza tra i due
rebbi della forcella uguale ad /16 della lunghezza del corpo della biella.
Delle Bielle in ghisa. - Le bielle in ghisa non sono pi impiegate che nelle
grandi macchine sse a bilanciere, e particolarmente in quelle di Wolf 0 Watt a bassa
0 media pressione, ed agiscono sempre verticalmente, esse sono generalmente colla
testa a forcella. Quando il bilanciere ha due braccia, si fa pure la biella a due teste.
Lo sforzo, che dee sopportare, come quello delle bielle in ferro.
La lunghezza totale ordinaria duna biella motrice in ghisa, secondo Watt, uguale
a tre volte la corsa dellembolo motore 0 sei volte la lunghezza della manovella;
al minimo due volte la lunghezza della corsa. dellembolo.
La testa delle bielle in ghisa generalmente fusa col corpo e formata in guisa da
ricevere e ritenere i cuscinetti, e suniscs col bottone della manovella, il quale si an
nette mediante la chiusura che operasi per mezzo di lunghe biette in ferro; laltra
essa d una larghezza eguale al raggio della manovella aumentata di quella del
mozzo e alquanto piana sulle due faccie, affinch il passaggio della manovella sia pi
libero nella sua rotazione.
'
305
di rapporto e riuniti mediante biette come quelli delle bielle in ferro e colle stesse
prop0 rzioni.
Il diametro dei cuscinetti uguale ai M o alla 1]: del maggior diametro del bot
tone della manovella; la lunghezza e generalmente uguale al lor diametro, ed alla lar
ghezza dei rebbii della forcella; perci si comprende facilmente che ciascuno dei perni
non sopporta che la met dello sforzo esercitato sul perno della manovella; la distanza
tra irebbii circa l/m della lunghezza della verga della biella; ma qui bisogna avere
particolarmente attenzione alla parte del bilanciere, che va posta tra i due rebbii.
Il corpo delle bielle in ghisa concavo sulle quattro faccio e ornato con modana
ture, che formano il contorno delle curve paraboliche delle quattro nervature, ed invece
dessere, come quello delle bielle in ferro pieno, a sezioni cilindriche o rettangolari,
di sezione a forma di croce 0 circolare con cordoncini o astragali, che formano i
le altre parti delle bielle in ghisa sono le stesse che per quelle in ferro, e si deducono
dal bottone della manovella, che si suppone sempre in ferro.
236. Costruzione delle Bielle in ferro. - A tre si possono ridurre i tipi princi
pali delle bielle in ferro, e sono: quelle a corpo cilindrico colle teste a forcella o senza,
quelle a corpo in parte cilindrico ed in parte aforcella, i cui rebbii occupano una lun
ghezza ugualeamet di quella del corpo; quelle piatte. che sono le meno frequenti, e
si adoperano specialmente nelle locomotive.
Problema. - Disegnare una biella in ferro a corpo rotondo con testa a forcella. '[,\V, XXXV|_
Soluz. Questo sistema quello pi comunemente impiegato, salvo certe variazioni F. ., 5 , 5 7
nei particolari, in tutte le macchine a vapore sse orizzontali o verticali articolate in " " " '6
modo diretto e non. ovvero a bilanciere. La Fig. 1 fa vedere che formata-dun corpo
principale A rotondo, alquanto entisato nel mezzo come gi si disse superiormente, ter
minato a una delle estremit da una forcella, i cui rebbii servono a formare una delle
articolazioni colla traversa, che lega questa allasta dellembolo del cilindro avapore;
laltra pi semplice formata da una testa piatta, che articolata col bottone della ma
novella, porta due cuscinetti CC avviluppati da una staffa in ferro B', ritenuti a posto
con chiavette a vite e e la controchiavetta adente i. La punta della chiavetta, che porta
la vite, e ordinariamente contenuta in una ghiera conica b in ottone. che serve di
unto di appoggio al dado e nasconde le giunte delle chiavette. Si rapporta pure sulla
esta della biella una ciotoletta o recipiente in ottone g chiuso con un coperchio, e con
tenente uno stoppino di cotone, che in virt della capillarit conduce delle goccia
dolio in un foro praticato nel centro per mantenere costante la lubricazione dei perni.
Nelle macchine orizzontali la ciotbletta si mette, come vedesi nelle Fig. 1, 2, 13.
14, 22, 23, sul lato superiore della staffa; nelle macchine verticali invece posta al
1 estremit, nella direzione dellasse, come si vede alla Tav. XXXVII, Fig. '7 e 8. Con
dotta la linea desse e stabiliti i centri dei perni, si fisseranno i diametri estremi e quel
di mezzo dellasta; quindi, con una riga essibile, si segner il contorno del corpo; poi
si traccer la parte piana, e dallaltra estremit, nel formare la forcella, si raccorder
la parte cilindrica colla parte piana mediante quattro ugnature; seguendo poi le
del corpo della biella; la Fig. 6 la ghiera conica in ottone segnata colla lettera b; la
Fig. '7 una sezione passante pel mezzo dei rebbii e dei cuscinetti B, C, 0, nella quale
'
Soluz. Le Fig. 13 e 14 rappresentano una di queste grandi bielle motrici a forcella "m '9202"
d'una macchina a vapore a cilindro orizzontale, della forza di 25 cavalli. Nella Fig. 13
rappresentata in proiezione verticale, e nella Fig. 4 in proiezione orizzontale. Questa
biella ha nel punto a sulla lunghezza della forcella F un piccolo asse servente di perno
a unaltra piccola biella, in ferro per trasmettere il moto delle trombe. La lunghezza di
questa ultima da esse ad asse di cinque volte il raggio della manovella. Come si
scorge dalle varie Figure, il corpo e le teste sono in ferro fucmato dun sol pezzo, e
a staffa coi cuscinetti rapportati.
39
306
TAV. XXXVI.
La testa A, Fig. 13 e 14, si lega col bottone della manovella. Le due teste B, B
della forcella F vengono a congiungersi ad articolazione sull'albero della guida scor
revole ricevendo la testa dellasta dellembolo o stantuffo a vapore. La Fig. 15 mostra
una sezione fatta dallestremit dell'asta nella biella avente una forma prismatica
ottagonale; la Fig. 16 una sezione trasversale fatta secondo la linea S-6; la Fig. 17 una
sezione fatta perpendicolarmente ai rebbii della forcella. Le Fig. 18 e 19 ci danno le
due proiezioni della stalla, che serve a ritenere icuscinetti allestremit della biella
nella sua articolazione colla manovella, e le Fig. 20 e 21 quella, che serve a ritenere
Soluz. Il disegno che qui presentiamo il migliore di questo genere, ed usasi spe
cialmente nelle locomotive. La Fig. 22 tratta dalle locomotive di Sharp e Roberta;
anche questa come le antecedenti permette. qualunque sia il consumo dei cusci
netti, di conservare sempre intatte le distanze dei centri, una delle condizioni impur
tnnti, a cui deve soddisfare. Infatti i cilindri sono calcolati in guisa di non avere
che la distanza necessaria per gli stantutfi, hisognando che l'emholo alla ne della
sua corsa non possa urtare contro il coperchio; quindi la distanza dei centri dei cu
scinetti della biella. deve essere tale Che lobh nit. che essa prende non possa avere
uninuenza troppo sensibile sul moto dellem olo; percio. se il consumo dei cusci
netti potesse avere per effetto, sia d'aumentam che di diminuire questa lunghezza,
ne risulterebbe che i coperchi dei cilindri potrebbero venire rotti, o la regolarit del
movimento dellembolo alterata.
La distanza dei centri mantenuta mediante la disposizione particolare dei cu
scinetti, di cui il primo abbracciato dalla sta'ae resta invariabile nella sua posizione;
delle Chiavette a coda di rondine b, ssate met nel corpo della biella e met nella
staffa, impediscono che si possano farli salire o discendere, di pi esse sono attraver
sate da una chiavetta e e dalla controchiavetta f; questultima in contatto col cusci
netto inferiore, e lo fa salire per mezzo della chiavetta e; a seconda che va consuman
dosi, la sua azione tende ad aumentare la distanza dei centri. Se l'altra estremit
della biella avesse la stessa disposizione, la lunghezza da asse ad asse potrebbe al ter
mine dun certo tempo trovarsi sensibilmente accresciuta. Afnch la distanza resti
invariabile, bisogna necessariamente che il giuoco della chiavetta di questa sta'a abbia
per effetto di accorciare la biella della quantit, di cui stata aumentata laltra estre
mit; e quindi bisogna che la staffa possa discendere, invece di restar ssa come
quella della testa maggiore, ed ci che effettivamente ha luogo.
La posizione della staffa mantenuta per mezzo di chiavette, e con ragione i co
struttori di questa biella si sono occupati seriamente per impedire che ciascuna
sua parte non possa staccarsi. Tre viti di pressione soppongono allo scivolamento
delle chiavette nella testa maggiore, una cupiglia trasversale la rattiene nelle staffe.
Nelle piccole staffe si vedono solamente delle viti di pressione h. Le ciotolette o reci
pienti per l'olio l',l, servono come le prime a lubricare i cuscinetti. Questa biella pesa
80 Chilogr., scomposta come segue: Chilogr. 37,30 il corpo della biella, la staffa mag
giore 12,80, cuscinetti in bronzo 12,70. piccola staffa dellaltra estremit 2,60, piccoli
cuscinetti 1,50, quattro chiavette e controchiavette, viti di pressione a coda di rondine
Chilogr. 5,40, chiavarde coi loro relativi Chilogr. 0,70. La Fig. 22 fa vedere la detta
biella in piano, e la Fig. 23 in prolo; la Fig. 25 una sezione nel cuscinetto parallela
alla proiezione del piano della faccia della biella; la Fig. 26 una sezione peri cusci
netti, e la Fig. 27 rappresenta lestremit dellasta della biella, nella quale si vedono
TAV. XXXVII.
i due buchi per farvi passare le viti hh. Nel complesso per queste bielle sono assai
semplici; talvolta sono a due controchiavette come quella rappresentata nella Fig. 1
e 2 coi cuscinetti aventi una portata maggiore degli ordinarii prendendo nellaggetto
C la forma di una modanatura.
Fig. I, 2.
Fig. 3, 4.
t Problema. - Disegnare i tipi delle principali teste delle piccole bielle daccoppla
men o.
Soluz. Una testa di queste bielle quella disegnata nelle Fig;. 3 e 4. Questo mo
dello impiegasi sovente sia nei parallelogramm_x de le macchine a ilancierc er legare
le guide, sia come bielle motrici nelle macchme_ piccole. La testa intiera Efucinata
collasta e i cuscinetti che sono rapportati e. aggiustati a vite senza giuoco; per met
terli a posto s'incomincia a porre i cuscinetti attorno del bottone o del perno stesso.
307
e che si tr0vano naturalmente mantenuti per mezzo degli orli o labbri, nei quali TAV. XXXVII.
niscono i cuscinetti stessi; uindi si passa la biella, che nella sua apertura riceve i
Fig. 18, w, 20.
cuscinetti, ed pi grande da la parte esteriore dei medesimi; poi si introduce la chia
vetta, che penetra in un piccolo intaglio fattonel cuscinetto inferiore. e ritiene
solidamo tutto il sistema. Qualche volta oltre della chiavetta portano anche una vite o
superiore, che fa pressione come nelle Fig. 18, 19, 20 per non spostare il centro, e
quindi non far variare la lunghezza della iella.
da che la massa della testa in bronzo senza cuscinetti rapportati; infatti questa
testa fermata di due semicircoli c, fusi con alette, in forza delle quali si riuniscono
col mezzo di due chiavarde invitate in uno dei due. Quella inferiore porta un occhio
o ghiera, nel quale calettata a dente cilindrico e ritenuta da una chiavetta coll'asta
A; laltra met munita della ciotolet-ta g per la lubricazione. Un tal sistema si ado
Fig il e 6.
vella, e quindi priva della biella; loscillazione del cilindro sostituisce lufcio di
questorgano nella trasformazione del moto.
Le Fig. 5 e 6 rappresentano la testa dellasta di questo sistema di una macchina
del Flambert, della forza nominale di 120 cavalli, a doppio cilindro, appartenente alla
marina francese, ed stata costruita dal sig. Nillas di Havre.
Queste teste si compongono di tre parti distinte:
2 Dei cuscinetti in bronzo CC, che abbracciano il bottone delle due manovelle
accoppiate;
3 Del cappello in ferro 1), che sormonta i cuscinetti, e lega la ghiera A per
delle chiavarde e dei dadi a pane quadrato. Le dimensioni date aquesta testa di biella
corrispondono alla forza nominale di 60 cavalli per ciascun cilindro, il cui diametro
di metri 1,10.
llg. 9, w, il.
zione erpendicolare ai cuscinetti per far vedere la chiavetta e colle relative contro
chiave te c c'; lasta A piatta ed un po arrotondata ai lati; la staffa B tiene come
nelle altre uniti icuscinetti 0.
Problema. - Diseynare una testa di biella coi relativi cuscinetti sferici.
Soluz. Un modello di queste bielle quello rappresentato nelle Fig. 15, iii, 17.
Questa testa ha la specialit di essere fucinata col corpo della biella; per togliere 1
308
TAV. XXXVII.
cuscinetti non devesi far altro che estrarre la chiavette. Questo sistema sovente im
piegato nelle bielle daccoppiamento delle locomotive.
La forma sferica dei cuscinetti si adatta per correggere qualche difetto di paralle
lismo, che potesse esistere tra i due assi, i quali hanno pure essi una forma sferica.
Questa biella dunque formata dun sol pezzo fucinato colla verga senza altre parti
mobili per lintroduzione dei cuscinetti. Per porre questi al posto che debbono occu
pare, si passano successivamente pel vuoto o. che stato praticato a questo effetto.
poi si fanno scivolare da sinistra a destra nella parte interiore: scorrendo essi per
mezzo di due labbri formanti una scanalatura. restano naturalmente rattenuti.
La chiavetta e controchiavetta, per cui si effettua la chiusura, diiferiscono un poco
nella loro costruzione da quelle descritte nora. Qui la controbietta stessa quella,
che riceve la pressione del dado. Le bielle daccoppiamento nelle locomotive hanno
le testo con una disposizione opposta rapporto allasta cio a una delle estremit; la
chiavetta e controchiavetta si trovano tra lasta e i cuscinetti come nelle Fig. 15 e 16,
mentre che allaltra estremit questi. sono al contrario; i cuscinetti sono posti tra la
sta o corpo della biella e le chiavette. Una. tal disposizione necessaria per conservare
invariabile la distanza dei centri e la lunghezza della biella, ancorch si spingano da
una parte ovvero dallaltra i cuscinetti.
237. Bielle in ghisa. - Le Fig.2l e 22 rappresentano la proiezione orizzontale di
uno dei pi bei tipi di bielle in ghisa, di cui una estremit A munita. di una forcella
per riattaccarsi al perno del bilanciere per mezzo dei suoi rebbii, e laltra estremit B
semplice sunisce al bottone della. manovella. La sezione del corpo della biella C
croceforme, formata di quattro nervature perpendicolari fra loro e raccordate a guscio:
queste nervature nel verso longitudinale hanno la forma parabolica: i vertici della
parabola stanno nei centri dei cuscinetti, come vedesi dalla curva punteggiata nella
Fig. 21. La testa B si fa alquanto piatta. come vedesi dalla sezione nella Fig. 27, onde
nel suo movimento lascia facile passaggio alla manovella. I cuscinetti sono adattati
nellapertura ogivale lasciata in essa, e rattenuti e fatti avanzare mediante una sca
nalatura praticata nel cuscinetto inferiore; la chiavetta porta inoltre due piccoli fori
oblunghi, nei quali si fanno passare due viti j.j, onde la detta biella non si schiuda.
L'astragalo o collarino divide la parte piana dalla parte crociforme, la cui sezione
sulla linea 1-2 vedesi 9. Fig. 26, come quella fatta nel mezzo sulla linea 3-4 a Fig. 25.
Sulla parte piana si portano i rebbii della forcella, la cui sezione fatta sulla linea 5
e 6 vedesi nella Fig. 24. I cuscinetti posti allestremit dei due rebbii sono rattenuti
mediante una staffa in ferro come nelle altre bielle, e queste sono unite ai rebbii per
mezzo di una bietta o chiavetta posta tra due controchiavetta, come abbiamo veduto
TAV. XXXVIII. nelle Fig. 1 e 2 di questa Tavola.
i-ig. l. 2, a, i. s,
Problema. - Disegnare una biella in ghisa colle relative proiezioni e sezioni per
a 7.
comprenderne intieramente la forma.
Soluz. La biella in ghisa. che qui proponiamo a disegnare, appartiene alla mac
china motrice della zecca di Parigi costrutta nellolcina di Moulfarine. Il suo in
sieme differisce poco dallantecedente, e pu esser considerata come una biella tipo
perle sue belle forme ed eleganti roporzioni. Essa si compone come la descritta
della testa inferiore A. che si artico a colla manovella ed il suo prolungamento A'.
uindi il
suo corpo sagomato B ha una sezione crociforme, Fig. '7, e la testa superiore C a
forcella. Fig. 3. colla quale la biella si attacca al bilanciere. Tanto in questa come
nellantecedente si conosce di leggieri che la testa inferiore differisce pi particolar
mente da quella in ferro fucinato senza ghiera o staa, come negli esempii, che ab
il primo di questi cuscinetti a fuso con un rilievo, che si caletta nella caletta
tnra praticata nella ghisa, e che gli impedisce di scivolare nel verso dellasse; la sua
u!
309
forma poi essendo un mezzo ottagono gli vieta di girare trascinato dallasse. IITAV. XXXVIII.
secondo quello posto pi sopra in a e costrutto esteriormente in guisa da ricevere Fig_ | 2 3' 4 5'
una bietta in ferro ed in acciaio 0, nella quale passa pure la bietta, che serve a chiudere tutta la testa. Questa chiavetta un po conica e abbastanza lunga per sop
perire _man mano chei cuscinetti vanno consumandosi; il suo lato inferiore, che porta
6 7
sulla bietta, orizzontale: per la sua poca comicit esso non suscettibile dassicu
rarsi per meglio mediante una vite.
La forma della testa veduta di prospetto elittica per darle allestremit maggior quan
tit di ghisa; essendo il contorno generalmente lavorato al tornio prende la gura di
una elissoide di rivoluzione tagliata con due piani verticali e paralleli, sulla quale si
pongono i cuscinetti.Queste faccie per bench lavorate, onde possano bene adattarsi
in contatto contro la base del bottone della manovella, si faranno un po convesse. La
parte che riceve la chiavetta ugualmente pi larga, come vedesi dalla Fig. 2, per
conservare alla testa la forza necessaria, malgrado le calettature, che vi sono praticate.
Questa parte si raccorda collasta A', che forma il prolungamento della testa della
biella. Essa cilindrica n presso il cordone f, ma tagliata da due facce verticali e
parallele, le quali diminuendo, come si disse superiormente, la sua sezione, facilitano
il passaggio della manovella nel suo moto rotatorio. Il cordone deve trovarsi abba
stanza alto per poter passare facilmente di sopra allocchio della manovella quando
trovasi verticale e nella posizione inferiore della corsa. Il corpo della biella a parte,
compreso tra i due cordoni f, f', si compone di quattro nervature, le quali si raccordano
a guscio o cavetto, e presentano nella loro sezione la Fig. '7.
La parte superiore E ha la testa a forcella, come si pu vedere nei suoi partico
lari, Fig. 1 e 3; i rebbii di questa forcella presentano due parti piane, sulle quali
si adatta le due pareti interiori della staffa in ferro F, che servono a ritenere idue cu
scinetti in bronzo e, i quali abbracciano gli altri cuscinetti ssati allestremit del
bilanciere. Ciascuna di queste staffe ' ritenuta al suo posto per mezzo della bietta c'
adattata tra le due controcbiavette a, icui lati esteriori sono paralleli e perpendicolari
Fig. 8, 9. 0. H.
-2 3'
alla ofcina del s1g. Nillas, e si scosta da. tutti gli altri sistemi usati.
La forcella di questa biella formata di due rebbii F, i quali portano ciascuno due
cuscrnett_r in ferro fucinato, e sono forniti di due aste a vite, per mezzo delle quali queste
due parti si uniscono al corpo rincipale in ghisa, che termina a questeffetto con due
ghiere cxlmdr1che E, e due da i G, onde si possono ssare le due teste solidamente
e regolare la loro posizione. [cuscinetti in bronzo e sono fusi con un battente e chiusi
dalla chiavetta C,_la cui estremit viene traversata da una piccola chiavettain rame e,
sulla quale sappl1ca il dado, che deve regolarla. Si comprende facilmente in questa
dmposrzrpne, che, _se a causa del consumo dei cuscinetti, quelli inferiori si avvicinano
al superiore o, chiudendo la chiavetta si pu sempre, per conservare la lunghezza
La Fig. 8 fa vedere una delle sezioni passanti pei rebbii; la Fig. 12 una sezione
trasversale fatta nel corpo della biella con proiezione dalla parte inferiore; la Fig. 13
incastrati. La forma della sagoma del corpo della biella si compone di quattro nerva
ture guernite negli angoli dun guscio.
Delle Bielle in legno. - Le bielle in legno simpiegano nelle macchine, dove Fig. H, 45, m, n.
si ha bisogno chesse abbiano una lunghezza considerevole, e per conseguenza in
8 9
metallo risulterebbero dun peso troppo grande, ovvero quando vanno soggette ad
urti ed a vibrazioni come nelle seghe meccaniche per ridurre i tronchi dalberi in ta
vole, e nelle trombe impiegate per estrarre lacqua dalle miniere.
310
'IAV. XXXVIII.
maggiore nel mezzo che alle estremit. Ciascuna testa propriamente detta si compone
duna staffa in ferro fucinato B avente la forma duna forcella, i cui rebbii sono molto
lunghi afne di poter abbracciare lasta in legno per una certa estensione, e ssarla
solidamente per meno di chiavarde. Afnch poi questi non abbiano a sopportare
tutto lo sforzo di trazione longitudinale, si ripiegano ad angolo retto le estremit
della stata incastrandole poi in apposito taglio fatto nellasta. I cuscinetti a sono in
bronzo ed assicurati a vite, poi chiusi da una semplice chiavetta, che leggermente
intagliata in uno di essi. Generalmente si cerca di farle leggiere il pi possibile,
mentre si fanno sopportare degli sforzi considerevoli, e quindi, per evitare che si rom
pano, non bisogna caricarle nella parte pi debole oltre di 40 a 50 Chilogr. per
centimetro quadrato di sezione.
m ti, in, m.
quale ritenuta solidamente per mezzo di tre chiavarde b. La chiusura dei cuscinetti
si effettua come nelle altre bielle. Nelle teste di queste bielle raramente si costruisce
il recipiente per la lubricazione, nondimeno si praticano sempre dei fori conduttori
REGOLE
PRATICHE
Proporzione delle Bielle in ferro. - Per costrurre una biella bisogna: t tis
sare la spessezza media o la sezione conoscendo il bottone della manovella; 2 deler
minarnc la lunghezza, poi secondo le circostanze della macchina, a cui viene applicata,
si cerca le forme pi convenienti per la disposizione e la proporzione delle parti.
Sezione trasversale del Corpo della Biella. - Senza pretendere di voler dare una re
gola generale per tutti) casi, che si possono presentare in pratica, per maggior facilit
ne faremo un esempio, il quale potr servire di norma per quasi tutti gli altri.
I diametri estremi e di mezzo del corpo della biella in ferro debbono variare a
cagione che la biella non solo esposta a sforzi di trazione, ma ancora a quelli di
essione. Quindi il diametro d', minimo del corpo della biella, si avr dalla seguente
espressione: d': Vi_go+ 0',4, nella quale P la pressione in Chilg., che la biella deve
piatta o rettangolare, purch corrisponda in supercie a quella del circolo di diametro 11'.
Sezione nel mezzo del Corpo. -- La quantit, di cui il corpo della biella dev'essere
maggiore nel mezzo per resistere ain sforzi di essione, varia col variare del rapporto
esistente tra i diametri estremi e la Sua lunghezza, il quale varia a sua volta colla lun
ghezza della corsa dello stantutlo o il raggio della manovella. Tale rapporto si trova
facendo entrare nella formula pratica la quantit r, cio la proporzione che esiste tra la
lunghezza del corpo ed il diametro e i diametri delle sezioni estreme gi prima determi
nati colla formula antecedente. Quindi, chiamando D il diametro del corpo nel mezzo della
30 + 1
30
311
Questa formola pu evidentemente semplicarsi quando il rapporto 7 cognito.
Supponendo per esempio che la lunghezza sia 25 11', si avr D = 11' V 303; Q5 : 11' x 1,353.
Se il rapporto fosse come 10 a i, si avrebbe D:d'I/ggilzd' X 1,153.
Dalle formule suesposte e supponendo il rapporto tra la lunghezza ed i diametri
estremi 5, 10, 15, 20, 25, 30, 35 volte maggiore del diametro estremo, sar facile de
Pressione
totale
Diametro
Diametro nel mezzo della lunghezza del corpo
4
a,
11 rapporto tra questa lunghezza, 0 il diametro estremo d, essendo:
sull asta
t_ _t
inclgfllreswm
E '
chilogr.
d'
millim.
5:1
millim.
millim.
millim.
millim.
28
31
32 |
34
35
37 .
35
40
46
52
58
37
43
49
55
61
.
g1
39
45
52
58
64
41
47
54
61
68
42
50
57
64
71
i
1
1
1i
44
51
59
66
73
63
69
75
81
86
92
67
74
80
86
92
98
i
I,
1
1
1
71
77
84
90
97
103
78
85
92
99
106
113
1
11
e
81
88
95
103 1
110 1
118 1
91
98
104
109
115
97
102
108
113
118
104
109
115
121
127
110
116
123
129
135
1
,
1
;
116
122
129
135
142
|
I
122
129
135
142
149
129
124
138
133
147
141
155
148
130
125
135
140
145
140
135
145
150
156
150
144
156
161
167
159
153
165
172
178
;1
,
;
'
167
161
174
180
186
21025
150
161
184
22500
24025
25600
27225
28900
30025
32400
34225
155
160
165
170
175
180
185
190
167
172
178
183
188
194
199
205
,i
1
190
196
202
208
214
221
227
233
i;
;
1
1
1f
I
25
27
625
900
1225
1600
2025
30
35
40
45
50
32
38
43
48
54
2200
3025
3600
4225
4900
5625
55
60
65
70
75
80
59
05
70
75
81
86
6400
85
7225
8100
9025
101100
11025
90
95
100
105
110
13225
12100
120
115
15625
14400
16900
18225
19600
30:1 F 351 .
d' x1,0771d' >< 1,153 1 x 1,22571>< 1,2881d' >< 1,353 d' >< 1,4141d'x1,469
400
;
,1
15:1 1 A
20:1 i 25:1
1 10:1
1
1
;|
1
l1
173
1
179
184
190
196
202
207
213
219
millim,
;
'
millim.
,
|
,-
74
81
88
95
101
108
120
,
1
millim.
.
:
125
127
134
141
148
156
132
140
147
154 i
162 1
162
156
170
163
17
169 1
I
1
|
176
169
183
189
196
184
177
191
198
205
1
1
191
184
198 ,
206
213 5
193
203
212
200
206
213
229
225
232
238
245
1
i
1
1
.
210
216
223
230
237
244
250
257
219
226
233
240
247
255
262
269
l
,
1:
220 ,
1
1
1
228
235
242
250
257
264
272
279
=
1
36100
195
210
225
239
251
264
276
38025
200
215
231
245
258
271
283
294
60025
250
269
288
306
322
338
354
367
87025
300
323
346
368
386
406
424
441
287 1
l
condo i rapporti citati. Un esempio far meglio vedere luso della medesima.
Esempio. -Qual sar il diametro da darsi nel mezzo del corpo della biella in
ferro fucinato, se la lunghezza del corpo della biella dovr essere di metri 1,700 ed il
Saluz. Osservando nella prima colonna della Tabella che al carico 6,400 Chilogr.
corrisponde nella seconda ad un diametro estremo 85 millim., e che per conseguenza il
312
_ rapporto 1 esistente tra questo diametro e la lunghezza della biella uguale a 20, si avr
dalla colonna corrispondente a questo rapporto il numero 109 millim. per diametro cercato,
il quale non sarebbe che di 08 millim., se il rapporto 1' fosse stato solamente da 10 a l.
2' Esempio. Quali saranno i diametri duna biella in ferro, che deve trasmettere
uno sforzo di 10,000 (lg., ed essere lunga metri 2,10?
Solar. Cercando nella prima colonna la pressione data di 10,000, si trova che cor
risponde ad essa nella seconda colonna un diametro di 105 millim.; perci, dividendo
la lunghezza 2,100 per 105, si trova 20, onde il rapporto di 1 a 20 come nel pro
blema antecedente. Si avr 105 x 1,288 0,135240 pel diametro nel mezzo dellasta,
Conosciuti i diametri eslremi e quel di mezzo del corpo della biella, si lraccier il
contorno in forma parabolica, che la curva ndoilala degual resistenza (120) dal co
struttori per i corpi sottomessi a pressione laterale, come abbiamo gi visto per gli al
beri, e come vedremo pei bilancicri.
Proporzioni delle Teste. -- Dalle Fig. 1 a 12 scorgesi facilmente che lestremit
corrispondente alla traversa dellasta dell'cmbolo si divide in due rebbii, secondo la
disposizione stessa di questa traversa. La coslruzione della testa, che sunisce al bollone
della manovella, essendo la medesima che per la parte a forcella che sunisce ai perni della
traversa dellembolo, questa considerazione basta a stabilire i rapporti, che esistono tra
le varie parti di una stessa testa. Quella dal lato della manovella, per esempio, col bot
tone, che essa deve abbracciare, di applicarla alle teste delle due esiremil della
biella; al N. 234 sono state date le regole, che permettono di determinare il diametro
del bottone, quindi noi lo supporrcmo cogniio per rapportare ad esso le proporzioni.
Cuscinetti. - La spessezza e dei cuScinelii (Fig. 8 e 12) misurati nel verso della lun
ghezza della biella dev'essere resistente abbastanza per impedire che sovalizzino sotto
lo sforzo della pressione della stalla, vale a dire si suppone uguale a un quinlo circa del
diametro del bottone il per le piccole dimensioni, e a un sesto per le grandi, e si avr:
e:0,2d e a 620,15 d. Queste spessezze sono maggiori nella direzione dellasse della
biella che lateralmente, perch lo sforzo, e perci il consumo del cuscinetto, ha luogo
specialmente in quella dellasse dellasta, vedi Fig. 12. Quindi per questa ragione
si possono ridurre le spessezza laterali circa al ventesimo del diametro. Onde si avr:
e'=0,05d+1 millim.; la quantit addizionale di 1 millim. particolarmente neces
che intagliata per il passaggio delle chiavette, espressa per E": _4-;
Delle Biette. - La larghezza media b della chiavetta moltiplicata per la sua spes
sezza c deve dare una supercie di sezione capace di resistere allo sforzo dovulo alla
trazione e alla chiusura, e quindi per quesle dimensioni si avr: b:0,35d+5; c=25 d;
313
sar da 5 a 6 gradi per rapporto alla perpendicolare tracciata sulla linea desse della
biella. La spessezza e la larghezza date allestremit della biella sono naturalmente de
dotte da quelle dei cuscinetti e della staffa. La sezione ha dordinario forma quadrata
o rettangolare, ed sempre pi grande che quella delle estremit dellasta; essa si
raccorda poi con questa, come vedasi nelle Fig. 1, 8 e 12, per mezzo darchi di circolo
e:20
s:l3
E'=22
c=25
e':6
B:105
E":27,5
6:25
l:l25
E:32
b=40
Colle formole su esposte si calcolato la seguente Tabella per le differenti teste
di biella in ferro, colle relative stelle e i loro cuscinetti in rapporto al diametro del
. bottone da 25 no a 200 millimetri.
DIMENSIONI DELLE TESTE DELLE BIELLE IN FERRO FUCINATO.
02
. E
i
2 G
CUSCINETTI
STAFFE
BIETTE
N\/\ W /W\
Spel- Spesseua
' 12 se.
Ma Portata
a 2
ma
giunlura
6'
i
1
25
30
36
l 40
45
l 50
l 60
70
80
l 90
5
6
7
8
9
10
12
14
16 l
18
Aggeho
bollenti
3 alla
"un" cm,nm-,
tura
biella
chiavetta
l.
E'
E"
2,2
2,5
2,7
3,0
3,2
3,5
4,0
4,5
50
5,5
31,?
37,0
43,7
50,0
56,2
62,5
75,0
87,5
100
112,5
5,5
6,0
6,5
7,0
7,5
8,0
9,0
10,0
11,0
12,0
26,2
31,5
36,7
42
47,2
52,5
63
73,5
84
94,5
9,5
11,0
12,5
14
15,5
17
20
23
26
29
7
8
9
10
11
12
14
16
18
20
8,7
10
11,2
12,5
13,7
15,0
17,5
20.0
22,5
25,0
13,7
15,5
17,2
19
20,7
22,5
26
29,5
33
36,5
6,2
7,5
8,7
10
11,2
12,5
45,0
17,5
20
22,5
17,5
20
22,5
25
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2!)
35
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45 ,
50 '
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20 l 6,0
125.0
13,0
105
32
22
27,5
1110
1120
130
22
24
26
6,5
7,5
7,0
137,5
162,5
150,0
14
16
15
115,5
126
136,5
35
41
38
24
26
28
30,0
32,5
35
40
25,0
55 ,
43,5
50,5
47
27,5
32,4
30
60
65
70
i 140
150
160
170
180
, 190
200
28
30
32
34
36
38
40
8,0
8,5
9,0
9,5
10,0
10,5
11,0
175
187,5
200,0
212,5
225,0
237,5
250,0
17
18
19
20
21
22
23
147,0
157,5
168
178,5
189
199,5
210
44
47
50
53
56
59
62
30
32
34
36
38
40
42
37,5
40
42,5
45
47,5
50,0
52,5
54
57,5
61
64,5
68
71,5
75
35
37,5
40
42,5
45
47,5
50
75
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85
90
95
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13
Il
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a: O
2
Il
314
Proporzioni delle Bielle motrici in ghisa. -Le dimensioni delle bielle in ghisa
sono basate, come quelle delle bielle in ferro, sullo sforzo che esse trasmettono alterna
tivamente, per trazione e per compressione, sforzo che trasmesso dalla biella del bi
lanciere. Si deve per tener conto della uguaglianza e della disuguaglianza dei bracci
del medesimo moltiplicando la pressione diretta sullo stantull'o per il loro rapporto in
verso. Le bielle delle macchine a bilanciere offrono questa particolarit, vantaggiosaper
la regolarit del movimento, di essere duna gran lunghezza per rapporto al raggio della
manovella, onde loro pu darsi una forte sezione nel mezzo e quindi una forma
elegante nella curva parabolica delle nervature. Questo sistema di macchine non si
adatta ad una variet di velocit che entro certi limiti; siccome il loro moto devessere
relativamente lento, sono meno soggette agli urti o ad altre vibrazioni.
Si pu prendere per tipo la biella rappresentata dalle Fig. i a 7 della Tav. XXXVIII,
perch trovasi in scala maggiore di quella della Tavola antecedente.
Sezione del Corpo. - Nella pratica si calcola che il corpo della biella non sopporta
verso le estremit un carico maggiore di 30 a 35 Chilogr., e solamente di 20 a 25 Chil.
verso il mezzo. Si gi osservato che vicino ai cordoni o astragali ff la sezione circolare,
ed ammettendo che si faceva sopportare per cent. quadr. un carico massimo di 35 Chi
logr. Si determiner il suo diametro tenendo conto della riduzione proveniente dalle parti
piane esistenti sulla porzione inferiore A colla formula seguente: D:Vg.
3
. a
P=
x a 210562Chi10gr.,
10362
=21, l. La Fig. 7 fa vedere la sezione del corpo
23,6
della biella avente la forma dun quadrato concavo nei quattro angoli secondo quattro
archi di circolo descritti dai quattro vertici come centri, con un raggio minore della
met dei lati. Tenendo conto di questa forma, si trova per diametro della sezione nel
e per conseguenza si ha D :
mezzo del corpo come lato del quadrato circoscritto D'=l/--), supponendo an
che la spessezza delle nervature e dei listelli misurata sui lati del quadrato circa 0,15
di questo. Ammettendo queste proporzioni e calcolando i lati del quadrato per mezzo
della l'ormola precedente, il carico corrispondente nel mezzo del corpo circa di 20 Chi
logrammi per centimetro quadrato. Si pu, senza cambiare sensibilmente il risultato del
calcolo, modicare la forma della sezione, come lanno certi costruttori formandovi dei
Proporzioni delle Teste. - Nella stessa guisa delle bielle in ferro fucinato, si
determineranno le differenti dimensioni delle varie parti d'una biella in ghisa, che deve
articolarsi col bottone duna manovella, conoscendone il diametro.
altezza m' ola distanza dal centro del bottone alla parte superiore dellapertura uguale
a m:0,9d+4. Laltezza m' o la distanza dallo stesso centro alla parte inferiore del
lapertura sar m':0,7d+2.
Questi valori danno la spessezza dei cuscinetti, misurati verticalmente sullasse della
biella, e cos pure la bietta bll:0,2d+2.
La spessezza totale della testa uguaglia la lunghezza stessa del bottone o dei cu
315
Le dimensioni della testa, seguendo lintersezione che ha forma elittica, Fig.
si pu esprhnere coHe seguen n1nole:
Per lasse maggiore dellelisse X :2,70d + 4 mill.; per lasse minore x:2,25 11 x "l.
La larghezza 1nedia deHa chiavea c e la sua spessezza csono circa ugua a
c:0,35d+5, e c':0,25d.
Essendo ques organi sernpre per una gran parte deHa lorolunghezza soppoggia,
crediamo che sia inutile lo scostarsi da queste dimensioni.
Riguardo alla forcella 0 testa superiore, nelle quali le armature hanno la identica
disposizione di quelle descritte in ferro fucinato, si operi colle stesse proporzioni delle
medesime. Si osserver solamente che il diametro 11 del perno, al quale questa forma
si attacca, serve di base e proporzione dei cuscinetti, della staffa e delle biette. evi
dente per s, che, il bottone della manovella essendo stato calcolato; e i due perni
appartenenti al bilanciere dovendo resistere allo stesso sforzo, la via pi semplice di
determinare il loro diametro da quello del bottone della manovella. Quindi inutile che
nella loro portata eccedano il diametro, e basta fare L':d'. Quello che importa assai
di fare molto resistente la forcella, presa secondo la sezione 1-2 della Figura 1, e che
non deve essere inferiore alla sezione cilindrica massima del corpo della biella; il suo
interno formato duna curva dun raggio assai grande. La distanza dei due rebbii si
deve restringere finch sia possibile: essa ha per misura la grossezza dellestremit
del bilanciere, che determinasi dietro speciali considerazioni, che vedremo a suo luogo.
Conforme alle formole esposte, senesi redatte le due Tabelle seguenti calcolate
dall'Armengaud.
..__
.L. 4
.>*.
M
I
PESO
SEZIONE
DEL
"
41.1.11 ESTREMIT
CHILOGRAMMI
f\_/\,w
CORPO
AL CENTRO
Diametro
"
/-\,Nf\l
Diametro
28,57
34,29
6,5
7,1
50
60
;
-
10,0
11,0
1000
1200
%
1
1400
40,00
7,7
70
11,8
1600
45,71
8,2
80
'
12,7
l_
1800
2000
51,43
57,14
8,7
9,2
90
100
13,4
14,1
2200
2400
2600
2800
3000
3500
4000
4500
5000
5500
62,83
6857
74,29
80,00
85,71
100,00
114,29
128,57
142,86
157,14
9,6
10.1
10,5
10,9
11,3
12,2
13,0
13,8
14,6
15,3
110
120
130
140
150
175
200
225
250
275
14.8
15.5
16,1
16,7
17,3
18,7
20,0
21,2
22,4
23.5
6000
171.43
15,9
309
25.5
' 6500
185,71
16,6
325
25.5
200,
17,3
350
20.5
7500
8000
8500
9000
9500
10000
214,29
228,57
242,86
257,14
271,43
285,71
17.9
18,4
19,0
195
20,1
20,6
375
400
425
450
475
500
27.4
28,3
29,2
30.0
30,8
31,6
M
35P
__
20P
P
D , _ V 10
7000
_
D
P
W_
,6
- --_
316
\
PROPORZIONX RELATIVE AI CUSCINETTI E ALLE TESTE INFERIORI DELLE BIELLE IN GB1SA.
E a
i353
ALTEZZA
25
LARGHEZZA
ELISSE
de".
/"-"
5E
Larghezza
Dal
in centro
alto
Dal
in basso
centro
maggiore
Asse
minore
Asse
Spano
m'
a;
lmiti
mllltm
miltim
millim.
mtlhm
millim
millim.
millim.
65
68
72
75
78
80
83
86
88
90
1 92
1 98
102
106
110
114
117
120
1%
126
1129
132
134
137
88
94
97
101
105
107
111
115
117
120
122
130
135
140
145
150
153
157
161
165
168
172
175
178
63
'
69
'72
74
76
79
81
83
85
87
92
96
99
103
107
109
112
115
117
120
123
125
127
48
50
52
55
57
58
60
62
64
65
66
71
73
76
79
82
84
86
88
90
92
94
96
98
180
188
198
207
215
220
228
236
242
247
252
269
279
290
301
312
320
328
336
344
352
360
366
374
153
160
169
176
183
187
194
200
203
210
214
228
237
246
255
264
270
277
284
291
297
304
309
315
81
85
90
94
98
100
104
108
110
113
115
123
128
133
138
143
146
150
154
158
161
165
168
171
%
29
30
31
32
33
34
35
36
37
37
39
41
42
44
45
46
47
48
49
50
51
52
53
140
182
130
322
175
54
i
|
100
382
Chiavetta ;
i
\
Osservazioni. - La prima di queste due Tabelle presenta nelle due colonne appo
site le sezioni s, che esprimono, non le sezioni effettive risu1tanti dalle due dimen
sioni D e D, ma bens quelle date dal quoziente della pressione o sforzo totale 1 per i
coefficienti 35 e 20, che noi abbiamo ammessi superiormente come basi. Noi abbiamo
detto in etletto, che le due sezioni del corpo potevano essere determinato in guisa che
quali hanno un raggio, che risulta dal rapporto fra il lato D di questo quadrato e la
spessezza del listello, separato dalle due cimbie, la quale spessezza di 0,15 D. Ne se
gue che questo raggio uguale
D-0,15D _D(t-O,t5)
=0,4325 D.
Applicando questo rapporto ai diametri di 10 cent. e 31,6 trovati per lo sforzo di 1000e
317
10000 Chilogr., si ha 0,4325 x t0 x10:43,25 cent. quad., invece di 50, ch ne risul
terebbe semplicemente uno sforzo diviso per20; e quindi 0,432,5 x 31,6 x 31,6 :432 cen
1
set: 0nd 0 w
00 =Chil., 23,12,
ARTICOLO
238. Bilancieri. - Si dicono bilancieri delle grandi leve mobili ines TAV. XXXIX.
sibili a bracci uguali aventi un moto circolare alternativo attorno ad un asse Fig. 4, 2,a,4.
sso od anche mobile, e nel verso della loro lunghezza una forma parabolica
simmetrica per rispetto al loro asse, ossia una curva d'ugual resistenza. Essi
servono specialmente nelle macchine a vapore a trasformare il moto alterna
tivo dello stantuffo in moto circolare continuo dellalbero motore per mezzo
delle manovelle e delle bielle (l).
I bilancieri si fanno in ghisa, in ferro fucinato, in lastra di ferro ed in legno.
Quelli in ghisa sono i pi comuni, quelli in lamiera si fanno solo per diminuirne
I bilancieri sono semplici o doppz'i, cio formati dun sol panetto Masque), ovvero
di due.
ovvero sferica.
Bilancieri doppii. - I bilancieri doppii o a due panelli uguali e paralleli in
ghisa calettati sullo stesso albero e legati fra loro per mezzo di chiavarde colle faccia
interiori perfettamente piane simpiegano per le macchine di gran forza: essi per
sono preferibili ai primi, solo per le diicolt di gettare delle masse cosi grandi.
forza per elevare il livello dell'acqua; essi non hanno n bielle n volanti, mai bracci
(I) In certe industrie, come quella del gioielliere, nella antica fabbricazione delle monete, per coniare le mc
daglie, nelle fabbriche dei bottoni in pacl'ong, degli ornati in lastra di zinco o d'ottone, di carta in rilievo, ecc., si
chiama bilanciere un apparecchio formato d'un castelletto di ferro iuclnnto o di getto in bronzo od in ghisa, nel
mezzo del quale sta la chiocciola d'una robusta vite e due, a tre, a quattro ed anche a cinque o sei pani, la cui
testa trapassata da un lungo braccio di leva, alle cui estremit stanno due pesanti lenti o sfere, per mezzo delle
quali con repentini movimenti si in discendere la vite, che comprime su appositi modelli in acciaio degli oggetti
che si vogliono fabbricare. Nell'orologieria il bilanciere l'asta della lente, che regola i movimenti del meccanismo.
318
inuguali: quello dal lato del cilindro a vapore pi lungo che quello dal lato dellasta
principale delle trombe; quindi la velocit, che comunicano a queste aste, e inuguale
per la dierenza dei raggi da ciascun lato dellasse doscillazione, ma tutti gli appa
essi fossero in un sol pezzo e sullo stesso asse, oscillarebbero insieme, e non potreb
bero prestarsi agli sforzi di essione che hanno luogo, e quindi farebbero rompere la
biella. Il parallelogramma di queste macchine e quasi sempre del sistema Watt.
Quelli in lastra sono formati di varie lastre sovrapposte, con nervature nel loro
contorno e nel mezzo per rinforzo.
a grande velocit. Essi non presentano sempre la forma parabolica sul loro contorno
esteriore, e sono qualche volta composti di due panelli in legno armati di lastre di
ferro, e chiusi con chiavarde. Attesa la loro elasticit. non sono adatti a trasmettere
grandi sforzi.
Problema. - Descrivere un bilanciere in ghisa, la cui altezza di 0,55 e la lan
del centro, nella quale sadatta lasse D, per cui mezzo il bilanciere si a poggia
e oscilla sui sedili ssati sul castello della macchina. In seguito vengono e bozze
estreme, che ricevono li assi 0 ed 0' corrispondenti ai punti di sospensione dellasta
dello stantuffo e della iella. Varii altri punti darticolazioni intermedie per lasse 9,
da cui dipende il moto del parallelogramma, e per lasse g' fanno muovere lasta dello
stantuo duna tromba ausiare. Un numero maggiore di punti dattacco li si possono
stabilire sopra un bilanciere. ma sempre nella stessa guisa. La Fig._2 una reiezione
orizzontale del bilanciere, dalla quale scorgesi la spessezza del medemmo e la unghezza
dei perni. Lasse principale D cilindrin nella parte incastrata, e leggermente conico
prima
dili di
essere
ranno
cilindrica h del bilanciere, e fermasi allestremit per mezzo duna calotta sferica in
ghisa l, che sadatta nellestremit del perno a del bilanciere, e quindi di una chia
varda m colla chiavetta n intieramente incastrata nella calotta allestremit. del bi
lanciere.
La Fig. 4 ne dimostra la proiezione orizzontale. La Fig. 5 una sezione passante
per lasse del perno principale secondo la linea 1-2, la quale fa vedere il prolo della
nervatura posta sul contorno.
ai...
319
ARTICOLO
Modo di mantener rettilineo
prossimamente sulla retta PQ. Dunque, se nel punto R si unisce a snodo' lestre
mit dellasta di uno stantuo diretta secondo PQ, e manifesto che, se la corsa
dello stantqu abbastanza piccola, il moto dellasta sar prossimamente rettilineo.
Ma invece di prendere il punto R comunque, converr prenderlo tale, che, in un moto
non molto esteso del sistema, la sua traiettoria si avvicini alla linea retta pi di quella
pr:qr::ps:qu,
320
e ritenuto che il punto Q sia nel mezzo dellarco Q Q', e manifesto che, per essere
Ps:Qu e le saette 123, fu assai piccole, si potranno aver per uguali le corde Pp,
Q q._0ra, noto nella geometria che la corda della met di un arco di cerchio (2 media
proporzionale tra la saetta dellarco intiero e il diametro del cerchio; dunque avremo
le equazioni
Pp:2.AP xps,
Qq:2.BQX qn,
onde segue che il punto 1 del tirante divide il medesimo in parti inversamente pro
porzionali alle lunghezze dei bracci.
Se i due bracci sono uguali, il punto r cade nel mezzo del tirante.
Questo caso e quello del meccanismo rappresentato co suoi particolari nella Tav. XL,
e dellaltro rappresentato nelle Fig. 3, 4, 5 della Tav. XLI.
3. In quanto al primo di questi due meccanismi necessario, per spiegarne chia
porzionali; poich do
vendo essere (Fig. 3 e4)
A_g'__ A C A j'_ AC
A 9 _I 'KX
sar. pure
Aa' _ Af.
__A_f
Flg. l87.
dunque i due triangoli considerati sono simili, e quindi i lati fg, fg' paralleli fra
loro e proporzionali alle rette A P, A0; e perci i lati di una delle linee poligonali
considerate essendo;rispettivamente paralleli e proporzionali a quelli dellaltra, le due
linee sono simili. Questa conclusione indipendente della lunghezza dei lati delle due
321
linee poligonali: dunque essa sussiste continuamente, facendo decrescere la lunghezza TAV. XXXIX
di questi lati, e quindi anche vera al limite, ossia quando le due linee poligonali si
confondono colle due curve.
Segue da ci, che, se il punto B si muove per un certo tratto in direzione pros
simamente rettilinea, lo stesso fa il punto D; e le lunghezze delle traiettorie prossi
mamente rettilinee dei punti R, D, stanno fra loro come AP ad A0.
Ordinariamente in pratica, invece di prendere il punto D comunque, si prende in
D' nell'intersezione della retta condotta pe punti A, R, colla. parallela al braccio AP
condotta dal punto Q; ed il punto B generalmente quello, che divide il tirante PQ
in parti inversamente proporzionali ai bracci AP, BQ. Il meccanismo cosi disposto di
cesi parallelogramma di Watt, e adoprasi per mantener rettilineo il moto di due aste
attaccate luna in D', laltra in R.
Siano PK, OH (Fig. 187) le aste parallele di due stantuf, le quali debbano essere
attaccate ad un bilanciere mobile attorno al punto A. Conducasi dal punto Ala retta
A0' perpendicolare alle PK, CH, 6 la retta A0 tale, che langolo 0A0' sia la met.
di quello, che il bilanciere deve descrivere. Pmndansi sulle rette OH, PK le lun
ghezze uguali CD, PQ, e conducasi la retta DQ, che riuscir parallela ad A0; condu
casi poi la retta AD, 8 si segni il punto R, in cui essa taglia la PQ; su questa pren
dasi QK=Pm, e tirisi KB parallela ad A0; poi trovisi quella lunghezza X, che sta
ad AP come PR a QR, e, fatto centro in Q, con raggio uguale ad X, descrivasi un
arco di cerchio, che seghi la KB; sia B il punto dintersezione: da questo punto
conducasi la BQ, la quale rappresenti unasta volubile attorno al punto B, mentre le
rette A0, PQ, CD, QD, QB rappresentano delle aste unite fra loro a snodo. chiaro
che, attaccando le aste degli stantuf nei punti R, D, esse non potranno muoversi
che in direzione prossimamente rettilinea.
Se AP=P0, si ha PR:QR, e quindi AP:BQ; onde allora il punto B trovasi
14
l
Flg. 88.
meno della retta BA; affinch se ne scosti assai poco , obblighiamola a passare pel
punto 0; prendiamo adunque sulla CD la lunghezza CE':BE , e determiniamo il
punto F sulla retta CD, in modo che sia il centro del cerchio passante pe punti E, E';
perci, divisa per mezzo la. retta EE', conduciamole la perpendicolare LF: linterse
zione di questa colla OD sar il punto cercato.
322
CD; sulla HK si prende un punto K tale , che langolo DKH sia piccolissimo, cos
che larco di cerchio col centro in K contenuto dai punti D, D' si confonda prossima
mente colla sua corda D, D'; si pone un'asta volubile attorno al punto K ed unita a
snodo in D collasta BD: allora il punto D trovasi costretto a scorrere prossimamente
Nelle Tavole XL e XLI abbiamo descritte le lemniscate dei punti, ai quali sono
attaccate le aste degli stantuf, immaginando tolte queste aste e ciascun sistema ri
dotto alla semplicit geometrica col supporto formato di linee rette, e ancora di quelle
sole, che sono indispensabili, come abbiam fatto nella dimostrazione antecedente.
asse F che dipende la direzione verticale dellasta. Due altri vinchigli G sono sospesi
al perno H, c e nellesempio da noi scelto posto nella met del raggio CD del hi
lanciere, e forma un secondo lato del parallelogramma, uguale e parallelo a DE.
Questi vinchigli ricevono alle loro estremit inferiori laltro a occhiello I, attorno
del uale ossono irare, e si riuniscono ai primi vinchigli B per mezzo di due ti
ranti JJ, c Iamat-i e parallele, uniti a cerniera sugli stessi perni E ed 1. Nel mezzo
dei vinchigli G si trova un altro asse K, sul quale passa. unaltra ghiera L, per sos
endere l'asta b dello stantuo della tromba ad aria, di cui la corsa, in questo caso,
E evidentemente eguale alla met di quella del primo stantuffo.
In M si vede un sedile pensile ssato sulla faccia inferiore dellintavolato df. Due
altri sedili uguali sono posti per reggere i perni O, 0', che servono di centro a due
guide N, N' (Fig. 4), posto una da una parte e Laltra dall'altra, le quali descrivono,
nel movimento alternativo del bilanciere, degli archi di circolo attorno al punto 0, e
le cui estremit sono articolate sullasse I. Per questa disposizione le aste a e 1) dello
stantuffo non deviano dalla verticale, come si pu riconoscere dalla descrizione pun
teggiata , specialmente dalla proiezione verticale (Fig. 1), e la guida posteriore, per
difetto di spazio nella tavola, stata soppressa, unitamente al sedile simmetrico di M.
La Figura 2 fa conoscere la posizione dei vinchigli, delle guide e delle aste parallele
posizione delle guide e dei vinchigli, afne di far vedere le spessezza; essa passa egual
mente per lasse della ghiera L per far vedere lunione dellasta b penetrante alquanto
nellasse trasversale K, afne dimpedire lo spostamento di questa ghiera.
Lalbero a. occhiello I, tagliato nella Figura 4 secondo la linea 5 e 6, nella Fig. 6
e punti dattacco dei pezzi principali, di cui composto, operando per questo
323
sulle linee dasse. Il punto 0 (Fig. 1) la proiezione del centro di rota
TAV. XL
il
Fig.
|,2, a, 4, 5, o.
zione del bilanciere, di cui la linea CD lasse. La sua estremit D
parti uguali. Per determinare le varie posizioni dei vinchigli, delle guide e
dei tiranti paralleli per rapporto alla direzione CD del bilanciere, e far vedere,
che il punto E, estremit dellasta a, si muove vicinissimo, la verticale EE2
questa linea con un arco di circolo descritto dal punto I con un raggio DH. Vediamo
ora da unaltra posizione del parallelogramma, che il punto E appartiene sempre
sensibilmente alla verticale DE.
Supponiamo, per esempio, che il bilanciere occupi la. posizione di mezzo CD: il
punto H , avendo descritto un arco attorno di C, si trover in H , mentre il punto
I avr percorso larco II, per porsi sopra lorizzontale 01; ma la distanza da questo
ultim6 al punto H rester costante; bisogner dunque, per ottenere questa nuova po
sizione, descrivere da B, come centro, col raggio HI, una porzione di circonferenza,
che taglier larco Hl in 1. Quanto alla posizione dun punto E, si osserver che le
sue distanze dal punto D ed 1 sono costantemente le medesime; per conseguenza: se
da 1, con la stessa lunghezza H1 per raggio, si traccia un altro arco di circolo, esso
sar incontrato da quello , che si descriver. da D col raggio DE nel punto 0, che
posto sulla verticale DE*.
stessa guisa si operer per una posizione qualunque, che potr darsi al bilanciere.
Bisogna osservare che questa verticalit del punto E non esiste n tanto che langolo
percorso dal bilanciere non supera. i 40, perch, oltre la. linea descritta dal punto E,
che una curva a lunga inessione chiamata lemniscata (1), si scosta dalla verticale,
e non pu pi produrre leffetto, che si vuole ottenere, come si disse a pag. 320.
(I) La Iemniscala una curva avente approssimativamente la
gura della cifra arabica 8, generata da un punto posto sopra
una linea, le cui estremit con un movimento oscillatorlo per.
corrono due curve qualunque. infatti ubbiansi due curve qualunque
NPO, QRS poste sopra un piano in qualsivoglia posizione. Se si
immagine di dare ad una linea retta PQ presa maggiore della pi
corta loro distanza un movimento oscillatnrio continuo in modo
che l'estremit P scorra lungo la curva MO, mentre laltra estre
mit Q striscia sulla seconda curva (288, un punto M preso a piu
cere sulla retta stessa o un punto m preso sul suo prolunga
mento descrive in generale una curva CABCDMC o cabcdmc chiusa!
ed irregolare.
Flg. 489.
324
I centri 0 e C sono ssi, e i punti H ed 1 descrivono attorno ad essi degli archi
di circolo uguali; e che le lunghezze OH e 01 siano uguali sar. facile comprendere
dalla Fig. 3, Tav. XLI, ch , se si sospende il gambo od asta b delle stantuffo della
tromba ad aria nella met K di Hl , questo punto K seguir. sensibilmente la verti
cale, che passa per la met della saetta di uno degli archi. Che quanto dimostrare
le diverse posizioni indicate nella gura del parallelogramma.
Problema. - Rappresentare lunione dun bilanciere colla sua manovella per mezza
duna biella o nerbo in ghisa.
TAV. XLl
Fig. l e 2.
cui la corda lunga il doppio del raggio della manovella , se da ciascun lato di FC
e distanti da questa retta la lunghezza HO, si conducono le orizzontali Ma , Nb, esse
Il punto G, ove la lemniscata si taglia con se stessa, si chiama nodo o punto doppio. chiaro che la lemnlscata
ha due punti di tiiessione, e forma due foglie distinte (LAB, CDM separate dal nudo. chiameremo poi retta gene
ralricc la retta PQ, ogni punto della quale e capace di descrivere la Iemntscatu; e direttrici le curve NPO e QRS,
che han servito di guida al suo movimento.
Or bene, la forma di una lemmscata dipende in generale dalla natura delle direttrici, dalla loro reciproca posi
zione, della lunghezza della retta generatrice, e dalla scelta su di essa del punto generatore, per cui esiste un
numero innito di lemniscale (lilli-reati tra loro. Per rendere ap
plicabile in atto pratico le Iemniscate d'uopo ridurre le loro
forme a condizioni di regolarit. Se le curve direttrici QAq e DAd
sono divise ciascuna in due parti simmetriche da un asse comune
Ari, vi saranno sempre due posizioni PQ, pq della retta gene
ratrice parimenle simmetriche intorno allasse medesimo, ed il
punto generatore srgncr due punti M ed in ugualmente distanti
da esso. Dunque la Iemniscatu corrispondente avr il nodo po.
slqu sopra l'asse, e le foglie simmetriche intorno ad esso, e
perci la nomineremo lemmscatn simmetrica. E, quando le di
rettrici si cangino in due circoli di raggio qualunque, giover n
numerose variet
curvilinee,
per il
che
gli
artisti
dovranno
esercitarsi sotto un maestro di disegno geometrica! fabbri-terrai se ne serviranno per ornamento delle cancellate
e delle ringhiere. Gli intursiutori potranno applicarle nelle gure dei loro mosaici. i pittori ne trarranno partito
nelle decorazionl. Gli ora se ne varranno per orna": e dar forma agli oggetti dell'arte loro, ecc.
Le lemniscate simmetriche e regolari, quali le abbiamo supposte generate, godono di una notabile propriet,
la quale merita una speciale considerazione. Queste curve, essendo chiuso ed intersecandosl, hanno i due punti
di inessione, i quali si contenderanno col nudo, e, Se si suppone condotta pel nodo una tangente ad uno dei
rami, questa si confonde sensibilmente col ramo stesso per un tratto pi o meno lungo, per cui la lemniscata
in pratica conosciuta pi specialmente col nome di cune a lunya lillusione. Di questa propriet stata fatta
una felicissima applicazione alla meccanica.
325
taglieranno larco MFN nei punti M ed N, che limitano la corsa: per conseguenza le
rette CM e ON indicheranno le posizioni estreme del bilanciere. Con questi dati sar
facile di trovare il centro 0 dellalbero della manovella: se si osserva che deve essere
TAV. XL]
Fls. l e2
sulla verticale condotta pel punto I la met della corda dellarco MFN , che abbiamo
determinato, alla distanza di 2320mm dallorizzontale CF, evidente che baster di
che in tutte le posizioni'il punto E non lascia larco di circolo MFN , se dunque da
H, con una lunghezza EH per raggio , si taglia questo arco in E, e si unisce questo
punto con B, EH sar sulla linea di mezzo della biella, e per conseguenza E0 su
LPK, pi grande che LJ K, quando lestremit E percorre due volte FN uguale a FM;
ora, come il punto H e costantemente animato dalla stessa velocit, ne segue che il
Fig. l0.
gambo allestremit della biella B: essa ruota scorre in una guida, la cui lunghezza
e limitata dalla corsa AE dellembolo, o dal doppio del raggio 0a della manovella D,
ed il suo centro A percorre necessariamente una linea retta.
Il centro 0 della manovella si tr0va su questa linea ad una distanza dallorigine E
uguale alla corsa, in guisa che il punto A essendo uguale alla met di A'E, A0 sar
la lunghezza della biella B. Descrivendo da A, con questa lunghezza per raggio, larco
di circolo a0a', esso taglier la circonferenza, che descrive lestremit della manovella
in a e a': per conseguenza Aa, Aa' saranno le posizioni della biella a met della corsa.
Se si osserva , che il punto a percorre gli archi bb , bbb3b, ecc. , si vede, in tempi
uguali, che non sar lo stesso del punto A , imperocch, tagliando la verticale AO
cogli archi descritti bbb, ecc., col raggio 0A , i punti dintersezione corrispondenti
A,A,As, sono ugualmente distanti tra loro, e ci fa vedere che la velocit del punto A
meno grande verso le estremit della sua corsa che verso la met: la stessa appli
cazione ha pure luogo nelle macchine a vapore orizzontali. La Fig. 3 presenta un altro
sistema di trasmissione del moto , che destinato a dare all'asta dellembolo del ci
lindro a vapore una direzione sensibilmente verticale.
Fig 5, 4, e.
326
TAV. XLI
Flg 5, 4, 5.
delle guide, e dalla stessa Figura si scorge, che queste guide e le leve sono doppie e
poste ad ugual distanza dallasta dellembolo. Per evitare lo scorcio della proiezione e
rendere il disegno pi intelligibile, abbiamo supposto, che la leva fosse posta verti
cale, e le guide girate attorno delle loro estremit e e i per portarsi orizzontalmente.
Si vede pure su questa Figura, che la testa dellasta M ricevuta in una staffa, nella
quale ssata per mezzo duna biella, e che lestremit della biella B formata come
quella delle Fig. 1 e 2 dei due rebbii della forcella, sulla quale unita in 9, che ab
braccia i piumacciuoli per girare liberamente sullasse c. I vinchigli L sono ritenuti
tra i dadib e sopra laggetto f, il quale porte delle rosetta in bronzo Z, che sono
ribadite, afne di potersi muovere sullo stesso asse o, e si uniscono alle guide Ae A
per mezzo di un semplice perno a bottone.
bolo: portisi su questa linea, partendo dal punto 0, la distanza di l'700mm per se
gnare il punto a, met della corsa ce3, che uguale al doppio di_300mm, raggio della
manovella. Poi, afnch lo sforzo esercitato sulle guide non cambn la loro irez:one
cosi da imprimere delle scosse ai loro assx, le leve L devono essere verticali e al ter
mine di ciascuna corsa; perci supponiamo questa posxz:pne, dalla quale si determi
neranno i centri ssi o e 0'. Dopo aver portato la met. dl dei (e 390mm) da e3 in e e {8,
si conduce pel punto 1 una linea retta, la quale fa colla linea orizzontale, che passa,
in e, un angolo di 19 circa (1): onde il vertice formato dallfxntersezmne delle due
linee sar. il centro o della prima guida A. Da 0 con un raggio uguale alla distanza
0:, che d. la lunghezza di queste guide, si descrive un arco di Circolo limitato in i
e in is, che sar pure la traiettoria, che deve percorrere il punto 1 durante la corsa
dellembolo. Siccome la seconda A' uguale a questa, Si trover. la posrzrone del suo
centro 0', ta liando con un arco descritto da a o da 0 col raggio m3 la linea oriz
zontale con otta pel punto i, che far. colla retta 0 e 02 10 s esso angolo di 19.
Supponiamo ora la guida A in una posizione qualunque, quella ai, per esempio;
e determinismone le posizioni relative alle altre parti. Se da i, col raggio ec, si
verticale 00.
Se data la posizione ad della manovella, sar anche facile di trovare quella delle
altre parti; imperciocch, tagliando dal punto d con un raggio da la verticale 00,
lintersezione e sar il punto di sospensione dellasta M; e, tracciando da e, con ec' per
raggio, una porzione di circonferenza, essa incontrer gli archi ecc e iii in e e i,
punti dattacco delle guide e delle leve L. Quando i Punti 0 e e' si trovano a met
della corsa dell'embolo, le guide sono quasi orizzontali, come si scorge da|1a Fjg, 3, e
la biella occupa una delle posizioni d'0'.
Bilanciere senza Asse di rotazione. - Il moto rettilineo alternativo si tras
Fig. 6, 1, s, 9.
forma in moto circolare continuo sull'albero intermedio E (Fie- 6), Per mezzo della
biella C e della manovella D; ma, afnch la corsa delle stantuffo sia perfettamente
verticale, si lega lestremit dellasta B ad un sistema di leve articolate formanti pa
rallelogramma (V. pag. 321).
Questo meccanismo consiste in due guide G in ferro fucinato o battuto, che hanno
il lor punto d'oscillazione sui perni ssi i, e s'uniscono per laltra estremit verso la
met. del bilanciere H, per mezzo della traversa 11- Questi bilancieri sono anche in
ferro fucinato, e si riuniscono ad unestremit. per mezzo dunarticolazione allasse di
giunzione e, e dallaltra alla biella oscillante I, che ha il suo punto dappoggio sul
lasse o, i cui perni sono sostenuti da due sopporti in ferro, uniti per mezzo di viti
(4) generalmenle ammesso , che, allinch l'asla dell'embolo nel molo si conservi quasi verlicale, bisogna
che l'angolo descrillo da ciascuna guida non sia maggiore di 40; dopo queslangolo il punto c incomincia a
scoslarsi sensibilmenle dalla verlicale, e perci si obbligali a dare alle gUide una lunghezza convenienle. Nello
esempio qui proposlo abbiamo Immaginato che lo spazio per00f50 dl 58', e la lunghezza delle guide, che noi
determinismo, la pi piccola, che si possa dare per ellenere un buon ell'ello.
327
segnata a parte nelle Fig. 7 e 8; essa porta dei cuscinetti, che formano larticolazione
attorno al perno 11, che lunisce collestremit del bilanciere H.
che, dopo aver tirata la linea orizzontale i*p e la verticale eea, si porti da e in e e in
83 la met della lunghezza della corsa o il raggio della manovella, poi dai punti cc,
e si descrive. un arco di raggio ep uguale alla lunghezza del bilanciere H, che si prende
a volont, e che non deve essere mai minore di quella della corsa intiera dello stan
tuffo. Se portasi ugualmente questa lunghezza da c in p, la deviazione ppe esprimere.
lampiezza delloscillazione della biella H. di cui si pone il centro o al dissopra della
linea verticale tracciata, onde uguale alla distanza dei due punti 12 e p; poi pren
spondenti a quelle di ece, dal vertice dell'asta dello stantuffo, si avr per ciascuna
di queste linee le posizioni n,n,nm, portando la distanza m, ed allora si potr fa
cilmente determinare il centro 77 dell'arco passante per questi punti.
ARTICOLO XVI.
241. Cilindri. - Si dicono cilindri ed anche organi cilindrici tutte TAV. XLll
quelle parti, che nelle macchine funzionano essenzialmente in virt di questa Fig. 1,2, 5, 4.
loro forma particolare, sia internamente come cilindri vuoti, sia esternamente
posti per un lavoro esteriore, ovvero anche quelli destinati per un riscalda
mento interno.
Questi organi vanno considerati sotto il rapporto della loro struttura e
della loro resistenza.
Cilindro a. vapore. - I cilindri nelle macchine a vapore sono gli organi fon
damentali di questi potenti motori. Infatti nella loro capacit. interiore si muove un
embolo o stantuffo con leggero attrito, il quale spinto alternativamente dal vapore
alle due estremit, genera un moto alternativo, che per mezzo dorgani speciali tras
formasi in moto circolare continuo.
I cilindri a vapore sono ssi od oscillanti, posti orizzontalmente, verticalmente od
obliqui; essi sono semplici o doppii, a parete semplice o con involucro o camicia.
Un cilindro a vapore deve soddisfare alle seguenti condizioni: 1 11 vapore deve
avere alternativamente accesso e recesso alle due estremit del cilindro, e lembolo si
muove con leggero attrito nella sua capacit, e ne divide ermeticamente la lunghezza
328
TAV. XLII
interiore in due parti; 2 Il cilindro deve essere solidamente unito al corpo della mae
Fig. t, 2, 3, 4.
china, sia afnch serva di punto d'appoggio alla resistenza, sia per poter facilitare
lintroduzione e luscita del vapore; 3 Lembolo o stantuffo deve essere dello stesso
diametro interiore del cilindro.
sistemi di cilindri.
La forma varia secondo la posizione del cilindro verticale ovvero orizzontale e dalla
forma del complesso della macchina.
Quando il cilindro verticale, come nelle Fig. 1, 2, 3 ed, il fondo C fa corpo colla
lastra di fondazione, che si considera come la base ed il punto d'appoggio del cilindro,
mentre, quando orizzontale, la posizione del suo punto d'appoggio cambia, e il fondo
C un vero fondo rapportato, che non differisce dal coperchio B, se non che nel non
essere traforato nel mezzo; ma soventi anche sono uguali al coperchio, ed quando
nali costituenti il rilievo dei due canali bb', che ad ogni estremit sono ripiegati in
guisa che sboccano nellinteriore; questi due canali, che sono perfettamente distinti,
terminano dallaltra parte in un piano perfettamente regolare unito al cilindro, sul
quale si unisce la scatola o cassetto a vapore, dove sbocca direttamente il vapore
proveniente dalla caldaia, e quindi ammesso nel cilindro per mezzo del cassetto di
distribuzione E, in cui sta la valvola a cappello , la quale per etl'elto del suo movi
mento alternativo e destinata a scoprire successivamente i due oriizii o buchi e dare
passaggio al vapore.
Indipendente da questi, un terzo orifizio, posto tra i due primi, e lorigine di un
altro canale d, chiamato condotta della scappamento, il quale, dopo aver contornato il ci
lindro per una parte pi o meno grande della sua circonferenza esteriore, termina in
una tubulatura o battente e, alla quale si adatta un tubo conducente nellatmosfera
il vapore. che ha agito nel cilindro. Lorifizio di questo canale in continua comunica
zione colla cavit del cilindro, mentre i due altri oritizii non si trovano che alternativa
mente, ed infine mentre il vapore penetra nel cilindro per mezzo del canale b'(Fig. 4),
329
quello, che si trova tra lo stantqu e il fondo opposto, pu fuggire , ripassando per lo TAV. XLlI
stesso canale b, per cui stato immesso, e, seguendo lapertura della valvola a cap Fig. 4, 2, s, 4.
pello posta nellinterno del cassetto, sintroduce nel canale centrale d, che conduce
del bulino, un piano perfetto, sul quale deve scorrere la valvola. Questa retticazione
non indispensabile che per gli oriiizii dei canali b e b e per i lati della valvola a
cappello, i quali debbono aprirsi e chiudersi colla massima precisione in tempi de
terminati. In quanto agli sbocchi interiori di questi stessi canali non esigono che
una precisione relativa: basta che essi si perdano perfettamente nei fondi, in cui si
fanno penetrare, dovendo lo stantuffo avvicinarsi, al termine della corsa, per quanto
sar possibile al fondo, per ridurre ai minimi termini ci che dicesi lo spazio perduto.
Non bisogna per che lorilizio sia coperto, altrimenti, appena arrivato lembolo al
fondo del cilind
in quellistante, che quello del primo momento dazione del va
pore, i segmenti ellembolo impedirebbero il moto. La grandezza delle aperture del
canale dintroduzione del vapore deve essere uguale alla supercie della sezione del
tubo di presa, ed approssimativamente un decimo dellarea dellembolo.
Nel cilindro descritto bisogna ancora osservare il bossolo a stoppa f, detto dagli
inglesi stufng-boz, di cui munito il suo coperchio per impedire le fughe del vapore
nel passaggio dellasta dellembolo per il foro del coperchio del cilindro. Ma que
st'organo sar oggetto di studio dellarticolo seguente.
Cilindri a. vapore con Camicia o Involucro. - 1 cilindri a vapore con ca
micia. o involucro sono destinati ad operare colle identiche condizioni del cilindro
siede nella quantit. del calore che contiene, e sotto linuenza del quale stato ge
nerato: quindi importa grandemente che questo calore non sia disperso, oppure per
duto pel ratfreddamento naturale , o per irradiamento, o pel contatto del recipiente,
ove il uido lavora. La ghisa, fra i metalli, e buona conduttrice del calore: un ci
lindro nudo, come quello descritto nelle Fig. 1 , 2, 3 e 4, ore allazione dell'aria
esterna una grande supercie refrigerante, e perci molto pregiudicievole alleconomia
della potenza motrice.
cilindro con una doppia. parete, nel cui interstizio si fa passare il vapore sia dopo aver
operato nel cilindro, sia con un getto proveniente direttamente dalla caldaia.
Questa doppia parete si usa in due maniere differenti: sia fondendola unita al ci
lindro. sia introducendo questultimo in un altro cilindro in ghisa fuso separatamente:
questultima maniera, rappresentata. dalle Fig. 5 e 6, quella. impiegata pi tre
quentemente.
Linvolucro A, considerato separatamente, ha la forma dun cilindro semplice: esso
porta pure i canali distributori b, b e d, ed i battenti o collaretti a, coi quali si uni
scono il coperchio B ed il fondo 0. Internamente per questo cilindro non liscio: esso
ha due listelli in rilievo, che seguono la convessit della parete, lasciando alle due
estremit. una cavit. In questo caso il cilindro propriamente detto A viene ad essere
una specie di manicotto, regolarmente circolare, che porta due cordoni uguali a
42
Fig. 5 e 6.
330
TAV. XLll
cilindri.
Linviluppo, il doppio cilindro e lapparato di espansione, sono tu ti mezzi per cui
si ottengono i maggiori effetti economici, sia del combustibile, che
llutilizzazione
del calore.
'
cilindri; la Fig. 7 una sezione orizzontale, fatta secondo la linea 3-4, condotta per
lorifzio dello scappamento. Esaminando queste Figure si riconosce, che il corpo prin
cipale dellinviluppo un doppio cilindro cavo con uno zoccolo inferiore a', per mezzo
del quale si fissa sulla lastra di fondazione G; le sue parti sono in libera comunica
zione, ed in ciascuna stanno disposti i due cilindri A' ed A", uniti fra loro con un pro
cesso analogo a quello descritto antecedentemente, cio masticati ed appoggiati su due
fasce g, che trovansi nelle aperture superiori dellinviluppo. Questo essendo fuso aperto
da parte a parte, lapertura inferiore viene chiusa con due turaccioli E ed E', che im
boccano in un battente, e sono saldati con mastice da ghisa. Quello segnato E, che
trovasi al disotto del piccolo cilindro, rilevato per non avere una capacit ed un vo
lume di vapore superui. I cilindri non hanno alcuna comunicazione diretta coll'in
viluppo, ma sono esattamente chiusi allestremit inferiore. Le aperture inferiori sono
chiuse da due turaccioli C e C', simili ai precedenti.
tola del cassetto, nel quale principalmente riservato il condotto dello scappamento.
(4) Qualche costruttore talvolta ha unito linvolucro col cilindro mediante un sistema di congiunzione a caldo;
ma con questo metodo qualche volta il cilindro, per etfetto del raffreddamento, si deforma e si ovulizzo.
"I...
I ..1-n.\
331
Nel piccolo cilindro la parte F disposta esteriormente pel movimento del cassetto, ed
attraversata dai canali b e b'; essa presenta l'oritizio intermedio d, pel quale avviene
lo scappamento, che in questo sistema di macchine si fa dal piccolo cilindro alla sca
TAV. XLll
Fig. 7 e 8.
tola del cassetto del cilindro grande. Questa testa ancora attraversata da un con
dotto j, col sedile della valvola j', e con un tubo riservato allinvolto, il quale con-
che essa comunica non colla camicia , ma col condensatore della macchina per mezzo
del condotto centrale d' che si biforca, involgendo il canale 0', e formando un tubo
realt molto semplice, i due cassetti operano simultaneamente nelle due scatole e dis
tribuiscono il vapore nel loro cilindro rispettivo, nelle stesse condizioni di un cilindro
semplice; solamente il piccolo cilindro riceve direttamente il vapore vergine, che cir
cola nellinvolucro, e penetra nella scatola del cassetto per mezzo del condotto j;
mentre il cilindro grande agisce collo stesso vapore, che pel movimento ordinario del
cassetto opposto fugge pel canale centrale d, e si porta nel cassetto del cilindro
particolari, i quali richiederebbero minuti e speciali disegni, che si possono dare solo
in opere speciali.
Cilindri a. vapore oscillanti. - Il carattere speciale di questo sistema di
TAV. XLlll
macchine a vapore che il cilindro motore oscilla col movimento della macchina , e
per conseguenza permette allasta dellembolo di far lufcio della biella nelle mac
chine a cilindro sso, e perci di evitare anche il parallelogramma, articolando diret
tamente lasta A alla manovella dellalbero di trasmissione.
Si'atto sistema di macchine a vapore si applica come motore sso, ma molto pi
usato nelle macchine per la navigazione dei navigli a ruote , applicazione che porta
il nome del costruttore inglese Penn di Greenwich.
Questo cilindro ha per carattere principale che i suoi due perni E, E', sui quali
oscilla , sono pure i soli punti della sua massa. che si muovano senza scostarsi dalle
altre parti della macchina, e sono perci stati scelti per lentrata e luscita del vapore,
bench una tal disposizione presenti un gran numero d'inconvenienti. Infatti bisogna
far passare il vapore nei perni, i quali sono gi sottomessi a sopportare un peso con
siderevole ed esposti a riscaldarsi per lintensit dellattrito. Nullameno esso pre
senta una tale semplicit nella composizione, che quasi il solo adottato dal costrut
tori. Due perni vuoti formati da due tubi incastrati nei rispettivi cuscinetti, come i
perni dun albero ordinario, vi sono in comunicazione: uno e, che deve condurre il
vapore dalla caldaia nel cassetto G, e laltro d dello scappamento, che conduce il va
pore che esce del cilindro, nel condensatore: il vapore condotto da. un tubo, la cui
estremit viene a terminare in un manicotto di bronzo, che penetra nel perno E, il
quale munito di un tessuto di stoppa. La stessa disposizione ha il tubo di scappa
mento 2 esso non differisce dal primo che per avere un diametro maggiore, come lesigc
la natura delle sue funzioni. I perni si muovono in questo manicotto con leggero at
trito, essendo essi sorretti dei rispettivi cuscinetti, i quali ne sopportano tutto il peso.
La tavoletta del cassetto e il cassetto stesso G non presentano alcuna. differenza dei
cilindri ssi che per la loro posizione; questultimo ssato lateralmente, per una
332
disposizione che facilita il movimento della valvola a cappello H, per la distribuzione
del vapore, oscillando col cilindro.
In questo movimento rettilineo alternativo, oscillando col cilindro, la valvola a
queste parti vengono proiettate obliquamente o in iscorcio (1). Per ottenere queste
proiezioni oblique si disporranno da prima le proiezioni tanto orizzontali, quanto ver
terminare i varii punti dei contorni della supercie esteriore del cilindro. I contorni
della Fig. 4 si troveranno nei punti dintersezione delle rispettive proiettanti con
dotte dei varii punti delle Fig. 1 e 2 corrispondenti a quelli, che si vuole ottenere
sulla proiezione
mente sul piano
dal determinare
coniugati afne
occorrenti, incominciando dalle prime esteriori e poi passando alle interiori, e cosi di
seguito. Per maggiore semplicit ed esercizio preparatorio agli alunni non abbastanza
esperti nel disegno si potrebbe far loro disegnare le Fig. 9,10 e 11, le quali rappre
sentano Ie estremit dellasta dello stantuffo sopra una scala maggiore. Fatto e capito
quest'esercizio, non riuscir dillcile disegnare le altre gure comprese in questa Tavola.
Cilindri delle Locomotive. - I cilindri delle locomotive vanno osservati spe
cialmente per le loro forme variatissime e complicate, anzich per le loro dimensioni;
e perci essi presentano difcolt complicatissimo nella fondita, essendoch loro vanno
unite uninnit. di parti, che negli altri cilindri vengono fuse separatamente,
indi rapportate; ma i limiti e lo scopo, che ci siamo pressi in questo lavoro, il quale
tende solo a dare le prime conoscenze delle varie parti, che compongono le macchine,
non ci permettono di trattare a lungo delle varie forme e disposizioni dei cilindri delle
(i) Pel metodo generale lo studioso veda il nostro Manuale 0 Trattato di Disegno Geomelrico, e specialmente la
nostra Guida per linsegnamento del disegno geometrica.
333
locomotive senza entrare in particolarit, che solo si possono trattare in opere spe
ciali, alle quali mandiamo il lettore.
Cilindri delle Trombe ad acqua..- Questi cilindri, detti pure corpi di tromba,
si distinguono generalmente dai cilindri motori a vapore per la maggior semplicit
della loro struttura, o almeno in quanto concerne il cilindro propriamente detto con
Cilindri delle Trombe a semplice eetlo. - Questi cilindri ordinariamente non sono
sottoposti ad una grande pressione: perci, quando sono fusi in rame ed in ottone, basta
cuperemo della costruzione delle trombe per ora, ma solamente del cilindro, che ne
forma il corpo. Questo cilindro e duna struttura semplicissima. Oltre del lavoro della
fonderia, il quale quello che vi pu essere di pi elementare, non ve n'ha altri
che la tornitura interna, lo spianamento dei battenti o collari,i buchi, le chiavarde; le
unioni si fanno mediante anelli di foglie di piombo. 0 di cuoio, e talvolta con semplici
rotelle di cartone interposte fra i due dischi dei collari della parte da unirsi.
dacqua da elevarsi.
Questo sistema di corpi di tromba, speciale nelle macchine a vapore a conden
sazione, si fa ordinariamente in ghisa; esso semplicemente tornito allinterno
con un po dimboccatura per lo stantuffo, e per il battente o collare, che gli sta attorno.
Qualche volta vi si aggiunge una valvola al fondo del cilindro, disponendo i punti
dattacco in guisa da non impedire lintroduzione nel cilindro pel recipiente superiore.
Corpi di Tromba aventi la parte superiore libera. - Questi sono in qualche modo i
contrapposti dei precedenti. I cilindri delle trombe per glincendii ne possono essere i
tipi principali, i quali sono formati da un semplice cilindro contenente uno stantutlo
pieno, che si ssa sul canale daspirazione, al quale va annessa la valvola per mezzo
di chiavarde passanti per una ghiera ad orecchie fuse con essa; questi cilindri si
eseguiscono in ferro, in rame, e soventi in lastra, secondo la natura delle applicazioni.
Trombe ad Embolo pieno. - in questo sistema, che ha per tipo le trombe alimentari,
le pompe diniezione dei turchi idraulici, e in generale tutte quelle che hanno per
334
Corpi di Tromba a doppia effetto. - Pu servire come tipo di questo sistema una
pompa ad aria duna macchina a vapore, come si costruiscono ordinariamente per le
macchine a vapore orizzontali; la tromba ha la medesima posizione 0 leggermente
inclinata a seconda della disposizione del meccanismo, che move lembolo. In questi
casi il cilindro e in ghisa, duna forma assai complicata e provvisto dun vasto cap
pello per le valvole, che soventi sono assai grandi, e dordinario fuse col condensatore.
Cilindri ad aria. detti anche cilindri solanti. - Essi vengono impiegati nelle
macchine solanti, che si impiegano specialmente nelle
zione moderna, e che ordinariamente si compongono di
zontale, il quale, muovendo direttamente per mezzo del
cilindro soiante, estrae laria per aspirazione, e la preme
che termina nel focolare, che deve alimentare.
tutti quelli, che girano attorno al loro asse di gura, e rigorosamente in virt della
loro forma cilindrica alla quale alcunaltra non potrebbe essere sostituita, mentre
si potrebbe al contrario ammettere una forma prismatica qualunque per i cilindri
ad azione interiore, i quali non possedono nel moto rapporto di sorta colla gura
della loro sezione trasversale. In questi si possono comprendere: li cilindri dei
laminatoi, 2 i cilindri dei molini per le canne, 3 i cilindri delle macchine per lare
la lana, 4 i cilindri delle macchine per follare i panni, 5 i cilindri delle calandra,
6 i cilindri dei laminatoi riscaldati.
Cilindri dei Laminatoi. - l laminatoi sono apparecchi destinati alla fabbricazione
di corpi duna struttura lineare a profilo costante, tanto per la prima fabbricazione
a caldo, quanto per certe operazioni susseguenti a freddo. I ferri lavorati vengono
considerati come materiale di costruzione; e come i ferri piatti, rotondi, quadrati e le
lastre si preparano e si fabbricano al laminatoio a caldo, cos pure altri ferri con
proli speciali, come i ferri dangolo, i ferri a T, i ferri pei telai delle finestre, le guide
per le strade ferrate, ecc.
I laminatoi lavorano a freddo quando trattasi di retticazioni o per dare forme spe
ciali ad oggetti minuti, i quali a caldo hanno gi ricevuto una forma approssimativa, come
le placche di piombo, stagno, zinco, le lastre di rame o di ottone sottili destinate a essere
stampate, i metalli usati nella fabbricazione delle monete. A questi metalli in foglio ed
in forma di nastri si fa subire questa laminatura a freddo onde ne sia retticate
una serie determinata di volte relativamente alla spessezza, a che si vuol ridurre, e
secondo il maggiore o minor grado di duttilit del metallo da lavorare. Da quanto si
detto fin qui si comprende facilmente quanto importi la precisione della forma dei ci
lindri nei laminatoi.
'
.
Cilindri pei Mulini da canne. -- I molini da canne sono dei veri laminatoi. Essi
sono formati da cilindri in ghisa scanalati trasversalmente e suscettibili della stessa
resistenza; essi vengono impiegati nella ofcine metallurgiche per la lavorazione del
ferro, e specialmente per tirarlo in barra di varia forma; il loro lavoro normale po
trebbe essere mantenuto entro limiti meno elevati, ma a causa delle resistenze acci
dentali, che questi cilindri possono incontrare, necessario di doverli fare di dimen
sioni piuttosto forti.
Cilindri delle Macchine a stampare. - Nelle macchine a stampare in generale e
335
specialmente a pi colori, essi lavorano con una pressione uguale al proprio peso, e
nel loro movimento tengono tesa la stoffa, e la mantengono in contatto coi cilindri
incisi, i quali dnno qualche volta il moto al cilindro premente; in certi casi poi
questultimo esso stesso condotto, in guisa che i rulli stampatori gli sono disposti
attorno, ecc.
Cilindri delle Macchine a lavare le lane. - Nelle macchine, che si usano nei lani
fici per lavare le lane, si adottano generalmente dei cilindri in ghisa analoghi a quelli
dei molini a canne, coperti per di uno strato legnoso o lamentoso, capace di pre
un rapido moto di rotazione; sono coperti su tutta la lor superficie esteriore di liste
di cuoio ornate di punte e denti pi e men fini, che diconsi nastri di corde.
La loro costruzione semplicissima: essa richiede particolarmente che la leggie
rezza vada unita ad una perfetta invariabilit di forma, che non deve provare alcuna
alterazione, come nelle essioni del contorno del cilindro.
Cilindri delle Calandra. -- La calandra una specie di laminatoio, che serve a im
primere le stelle o la carta, e a lucidarle; de due cilindri, tra cui passa la stoffa o
la carta, uno inciso, laltro e di carta, onde possa presentare lelasticit sufciente
allimpressione.
Cilindri dei Laminatoi riscaldati. - Questi cilindri sono cavi, e vengono ordinaria
mente costrutti con perni anchessi cavi, pei quali entra un getto di vapore; essi ven
gono specialmente usati per la preparazione della guttaperca vulcanizzata e nella fab
bricazione della carta in generale. Debbono pure essere capaci duna gran resistenza.
REGOLE PBA'IICHE
Proporzioni dei Cilindri. - l cilindri usati nelle varie specie di macchine sotto il
rapporto della loro resistenza si possono dividere in tre classi distinte: l' Cilindri, che
resistono ad una pressione interiore, come i cilindri dei motori a vapore, i corpi di
tromba ed i tamburi essiccativi riscaldati col vapore; 2 quelli, bench dun impiego
meno frequente, che sono sottomessi a una pressione esteriore, che agisce per compres
sione o schiacciamento, come gli apparecchi di condensazione; 3 quelli, che sono
sottoposti a sforzi esteriori tendenti alla rottura per flessione trasversale, come i cilindri
dei laminatoi.
suo fondo e coperchio; 3 per mezzo delle sue ghiere o battenti o collari unite per
mezzo di chiavarde. Siccome la resistenza totale dipende dalla resistenza delle varie
parti, converr studiarne separatamente la resistenza di ciascuna.
Resistenza del Corpo del cilindro. - Per lo studio della resistenza dei corpi cavi
agli sforzi interiori, e per la sua applicazione alle caldaie in lastra, si dovrebbe ap
plicare la formola teorica, che Serve a determinare la spessezza delle pareti di uri reci
336
La formula, che da la spessezza dei recipienti cilindrici, in generale la seguente:
s: g-g, nella quale s rappresenta la spessezza cercata in centimetri, D il diametro in
teriore del recipiente, P la pressione interiore in chilogrammi per centimetro qua
drato, B la resistenza da assegnarsi al metallo sulla stessa unit di sezione trasversale.
Per applicare questa formola ai cilindri a vapore, secondo lArmengaud, neces
sario di modicarla per laddizione dun termine sso come per le caldaie in lastra,
e di tener conto che un simile cilindro sottomesso anche ad un certo consumo o
assottigliamento delle pareti, e per conseguenza la sua spessezza primitiva deve
essere aumentata in questa eventualit. Quindi per avere una formola pratica, pren-'
dendo per base lantecedente, si ammetter: 1 una quantit addizionale di un
centimetro, 2 si aumenter dun decimo la spessezza cosi determinata per un consumo
eventuale, 3 si terr 1300 per coefciente del punto di rottura della ghisa, e perci
ammettendo 120 pel valore di E, ci che deve considerasi indipendentemente delle
del vapore non deve oltrepassare 2 atmosfere e mezzo, e perci la parete non potr
avere un carico effettivo minore di 2 chilogrammi per centimetro quadrato della se
zione del cilindro.
Soluzione. - Ammettendo questa pressione di 2 chilogrammi, la formula ci dar:
s = (0,00423 >< 2k x 210) + 10,1 = 2,88 circa 0 29 millimetri.
Osservazioni. -. Questi risultati concordano colle spesseue date ai varii cilindri dai
pi accreditati costruttori. Nello stesso tempo si vede che essi hanno quasi tutti adot
tato una spessezza due volte maggiore, e che perci non pu pi avere alcuna relazione
logica colla resistenza diretta, ma che concorda perfettamente colle altre parti dei mec
canismi, da cui dipendono. Da queste varie formule risulta ancora, che la spessezza
in tutti i casi mantenuta in un certo rapporto col diametro. Quindi si pu stabilire,
che praticamente le pareti cilindriche dei cilindri a vapore, dopo averne calcolato la
spessezza delle pareti colle formole precedenti, qualunque ne sia il risultato ottenuto,
non dovranno mai avere una spessezza minore di 1130 a 35 del diametro interiore, quando
337
Cilindri con Involucro. - 1 cilindri con involucro trovansi in una specie dequilibrio
di pressione, poich linvolucro pieno di vapore, o almeno il maggiore sforzo di questo
agisce esteriormente, per compressione, nel momento della comunicazione col, conden
satore e durante lespansione. Perci le pareti di un cilindro con inviluppo potranno
essere diminuite di spessezza, e vi si potr applicare il massimo della resistenza. Di
collaretto, e la leva I e lo sforzo P per la distanza di questa sezione dal circolo, che
passa per lasse delle chiavarde; P' esprime la pressione totale del vapore sulla faccia
interiore del fondo. In quest'ipotesi lequilibrio di resistenza del collaretto avr per
espressione (vedi pag. 130) PL:Ilg. K esprime il coefciente di resistenza del me
tallo. I termini di questa espressione hanno dei valori determinati, che debbono essere
sostituiti. P e la forza totale, ossia il prodotto della pressione elementare P in chi
logrammi per centimetro quadrato sulla sezione del cilindro, il cui diametro D.
. .
DP
.
,.
.
Questo sforzo P' pu essere sostituito da :-4-. La sezione dmcastramento, di
cui b la spessezza del collaretto, ancora indeterminata; si ha per a, che non altro
che la circonferenza esteriore del cilindro, cio quella dun circolo di diametro D,
pi due volte la spessezza della parete cilindrica. Supponendo che la spessezza della
parete cilindrica sia di 1|20 D, il diametro esteriore sar l,lD: dunque la circonferenza
a sar : l,fnl); la distanza L e indeterminata, ma nelle condizioni ordinarie della
costruzione essa sensibilmente uguale alla spessezza b, ed allora riesce piuttosto
debole. Quindi si sostituisce nella farmela L con b, e P' ed a col loro valore prece
nWP
14nnn
"
OPD- edimneb-P
3'
_amr
drica nel rapporto di -2-32; ;-=2,727. Il che vale a dire che, ad ugual carico per la
resistenza del metallo, il valore dovr essere quasi tre volte la spessezza della parete
cilindrica, se si fanno i collaretti solamente dun quarto e dun quinto circa pi
spessi della emdesima.
Potrebbesi supporre che un tal collaretto dovrebbe essere considerato come sotto
messo ad uno sforzo di recisione o scorrimento (pag. 138) pi che ad una resistenza
dincastramento, visto la poca lunghezza del braccio di leva L dello sforzo, imperocch
le chiavarde sono, per modo di dire, tangenti alla sezione dincastramento; La questione
osservata sotto questaltro punto di vista ci conduce ai risultati seguenti.
La teoria sulla resistenza dei materiali dimostra che il carico, sulla sezione tras
versale dun recipiente cilindrico, met meno di quello, che corrisponde alla sezione
secondo la generatrice, e che la resistenza per scorrimento e i due terzi o i tre quarti
di quella della sezione longitudinale. E, siccome lo sforzo, che tenderebbe a produrre la
recisione del collaretto, e precisamente quello che agisce sulla Sezione trasversale del
cilindro o delle due spessezzc e e b, per essere in equilibrio di resistenza dovrebbe
.
.
. .
'
b
i
2
stare, ammettendo "I due terzi la recrsrone, nel rapporto seguente -2 ='Q- x -5 =
43
338
v
Consideratele cose in tal guisa, la conclusione meno soddisfacente della prece
dente e in contraddizione colla pratica, la quale suppone nulla la distanza L, il che non
; ma essa dimostra una volta di pi come sia necessario ravvicinare per quanto
possibile le chiavarde al corpo del cilindro, aumentandone il numero e diminuendone
il diametro. Si aumenter pure la resistenza del collaretto rinforzandolo con un ca
vetto nella sua intersezione col cilindro, il che anche sotto il rapporto della fondita si
rende indispensabile.
Resistenza delle Chiavarde. - Per la resistenza delle chiavarde rimandiamo il
lettore a pag. H8 e 156, considerando che il ferro possa resistere ad uno sforzo di
l00 chilogrammi per centimetro quadrato della sezione del corpo del cilindro: ci per
mette di valutare la sezione di tutte le chiavarde di un cilindro, di cui si conosce la
pressione interiore; ma bisogna nello stesso tempo cercare in quante parti questa se
zione deve essere divisa; cio quante chiavarde vi debbono essere, e qual sezione
debbono avere.
La distanza delle chiavarde una questione di pratica; ma per si cercher di
ravvicinarle fra loro onde l'unione riesca perfetta, e il cilindro sia ben chiuso in tutta
la sua estensione. In generale lo spazio, che separa una chiavarda dallaltra, e quattro
o cinque volte la spessezza duno dei collaretti. Un esempio servir meglio che una
pi lunga spiegazione in proposito.
Ma,avendo ammesso che in pratica questa spessezza non deve essere superiore a un trenta
cinquesimo del diametro, si adotter 2,80 ovvero Q8 mill. l collaretti saranno duna spes
sezza sutliciente di 30 millimetri, e se ne ridurr laggetto alla minor dimensione possi
bile. ll diametro esteriore del cilindro sar di metri 1,056, ammettendo che le chiavarde
del collaretto siano spaziate o distanti fra loro 5 volte la loro spessezza; esse avranno
una distanza di 150 millimetri da centro a centro, e, rapportando questa divisione
sulla circonferenza del cilindro, noi troveremo approssimativamente il numero delle
chiavarde facendo ma x 3Mw
= 22. Ora la pressione effettiva massima sul fondo
150
3,14l6 >< l00
uguale a
x 3k= 23562 chilogrammi. Per conseguenza, se il carico
4
specico delle chiavarde non che di 100 chilogrammi, esse avranno per sezione
23562
= 101,71, che corrisponde a 37 millimetri di diametro.
160 x 22
Questo diametro sarebbe troppo grande comparativamente alla spessezza della ghisa;
basta fare al pi il diametro delle chiavarde di 30 mill., e portare il numero di queste a 25.
Ciascuna di esse corrisponder ad un carico totale di %g: 949k,48 e di 133 chilogr.
per centimetro quadrato della propria sezione, il che non punto eccessivo.
In generale per duopo che il diametro delle chiavarde sia inferiore, anzi che
superiore alla spessezza del collaretto; ed in questo esempio sarebbe uguale; perci
si considera questa condizione come limite.
L'aggetto del collaretto pu essere ssato con una certa esattezza; inutile che
esso ecceda di molto il diametro del circolo circoscritto dai dadi, il quale circa il
doppio di quello della chiavarda.
Resistenza dei Corpi di tromba. - Un cilindro formante il corpo di una tromba
pu essere riguardato come resistente nelle stesse condizioni del precedente; le sue
339
dimensioni dipendono dalle stesse considerazioni. Ma lincompressibilil dei liquidi
pu dar luogo accidentalmente a sforzi molto superiori a quelli, che risultano dallan
damento normale, e, allorch si usano delle trombe prementi sottomesse a grandi pres
Siccome il metodo di calcolo per stimare la spessezza della parete di un corpo di.
tromba lo stesso che il precedente, dopo aver determinato le cifre della pressione
tendente alla rottura per estensione, non ne faremo dei nuovi esempii; ma unremo
piuttosto in una
trombe prementi.
lArmengaud, che
formola a ciascun
TABELLA COMPARATIVA
DELLE aesxsrnnzn rnoronzromu DEI DIVERSI CORPI DI TROMBA
IMPIEGATE NELLELEVAZIONB DELLACQUA NELLE crru
Pressione
leffeltiva
alle quali
m ehllgr'
L" e
be
rom
appartengono
Diametro Spza
.
VrseegdiltloR
punta
alla formola
per
cent_ q_
interiore
cilindrica
PD
/:E
Chilogr.
P
Metri
D
Metri
/
16
0, 400
0, 050
64
r ma
s:::pia,
la rottura
supposta a :
1300 Chili
20, 3
Nuove macchine di
Chaillot . . . . . .
1,190
0, 040
54, 5
23, s
9
16
0, 345
0, 200
0, 035
0, 040
44, 3
40
29, 3
32, 5
0,030
40
0, 035
35, 3
(Farcot). . . . . .'
Macchine
(stabii. Cav)
di St.. . Ouen
. .
'
5
5, 5
"
0,480 i
0, 450
32,5
36, 8
'
\ s
' [valori inscritti nella quinta colonna giusticheranno il n qui esposto per le
trombe; essi si allontanano dalla teoria pi che i cilindri a vapore. Essa colonna
indica di'atli, che in queste differenti trombe il metallo lavora nei limiti di 64 a 35
chilogrammi per centimetro quadrato di sezione longitudinale del corpo, ci che cor
risponde circa da un ventesimo a un trentasettesimo del carico, che cagionerebbe la
diametro interno una spessezza, sotto della quale la resistenza specifica del metallo
decresce sensibilmente.
Poche parole di spiegazione basteranno a dimostrare come sovente si costretti ad
ammettere spessezze tali che non sono condizioni sine qua non del problema. La p0
tenza dun torchio idraulico ha evidentemente per misura lo sforzo, che essa capace
340
di esercitare, prima che tutte le altre nozioni sulle sue dimensioni e sulle sue dispo
sizioni particolari. Questo sforzo, che designeremo con E, il prodotto della pressione
elementare P del fluido nel corpo del torchio e della sezione trasversale dello stan
tuffo premente, il cui diametro e D; e questo sforzo sar proporzionale a E: PD
per il torchio a costruirsi; ma questi due fattori sono variabili ed indeterminati.
Dallaltra parte la spessezza delle pareti del cilindro essendo sempre s: g, il
diametro interiore e in relazione un po pi grande che D; ma, supponendoli uguali
pel momento, questa spessezza proporzionale a PD, e per lo sforzo PD= da prodursi
bisogna che PD subisca la stessa riduzione o lo stesso aumento; ora per uno stesso
sforzo PD' il minor valore di PD corrisponder al pi grande del fattore D, che gura
nel primo prodotto alla seconda potenza, cio il corpo del torchio, capace di uno sforzo
determinato, pu essere stabilito in condizioni differenti.
Un piccolo diametro dello stantuffo e una gran pressione dnno una maggiore
spessezza delle pareti, e cos pure un gran diametro dello stantuffo e una debole
pressione.
Se non ci fossero ostacoli, che si opponessero afnch questa propriet fosse messa
a protto, la costruzione del corpo dun torchio idraulico non presenterebbe difcolt
particolari, poich basterebbe di dare al suo diametro dimensioni tali che fossero suf
cienti per ridurre la spessezza delle pareti al punto, in cui il metallo conserva tutta
rapporto, la durata delle operazioni. Ora per questo motivo, che si praticato di
dare delle grandi spessezze ai corpi dei torchi idraulici, spessezze da 8 a 20 centimetri,
e facendo lavorare il torchio a enormi pressioni di 600 e pi atmosfere.
La fondita di un tal cilindro presenta grandi difficolt tecniche sotto varii riguardi.
Ma per fissare le idee sulle differenti soluzioni, che il problema in discorso pu pre
sentare, risolveremo la questione appoggiata ad esempii.
Esempio. - Calcolare le dimensioni di un corpo di un torchio idraulico, il quale
deve produrre uno sforzo massimo di 500000 chilogrammi, ammettendo prima che la
pressione interna non debba elevarsi oltre 50 chilogrammi per centimetro quadrato di
sezione delle stantuffo, ed in un altro caso che essa possa salire fino a 500.
Soluzione. - 1 Caso. Conoscendo lo sforzo totale e la pressione elementare, biso
1rdi
gner
trovare
diametro dello
stantuffo, elinterno
si avr T
sia
lm,l28
la illunghezza
del diametro,
del X cilindro e un poOVE
pi grande di
3 a 4 centimetri, ci che d per diametro interno D 115 a 116 centimetri circa.
Ammettendo ora che il metallo sulla sezione longitudinale del cilindro non sia
carico che a un quarto del coefficiente di rottura della ghisa ordinaria di buona
qualit, che 300 chilogrammi per centimetro quadrato, si otterr per la spessezza
PD _ 50k x 115
della parete cilindrica s = 2_R _ W : 9 58 ossia 96 millimetri.
2 Caso. - La pressione elementare dovendo essere ora portata a 500 chilogrammi
per centimetro quadrato, si avr per diametro dello stantuffo:
1rd2
-4--><5002500,000k e d:35,6
ossia 356 millimetri, cio pel vuoto del cilindro 38 centimetri.
k
La spessezza della parete diverr questa volta ai : 5-goxx3gg-c:
81,6,- ossia lenorme
_-_
W.S-. Il
_._ Y. ,, V
341
Da questi due esempii si vede che n luna n laltra di queste due soluzioni non
convengono per l'esecuzione di un tal torchio: nel 1 caso la pressione elementare sa
rebbe troppo debole, e condurrebbe ad uno stantuffo dun diametro esagerato, il quale
non funzionerebbe che con molta lentezza, e darebbe allinsieme della macchina delle
dimensioni estremamente inusitale; nel 2 caso questa pressione elementare sarebbe
troppo considerabile ed esagerata, e la spessezza della parete pel corpo affatto fuori
della condizione pratica. Devesi quindi: 1' abbassare questa pressione al disotto delle
cifre proposte, e ci conduce ad un aumento di diametro; Q accrescere il coefficiente
di resistenza del metallo, sostituendone un altro di qualit superiore. Si potrebbe,
anche vicini) ai 600 chilogrammi per centimetro quadrato, mentre la ghisa di buona
qualit, con una debole spessezze pu giungere da 1300 a 1400 chilogrammi.
Cilindri cavi sottomessi ad una pressione esteriore. - Lasciando a parte i focolari
interiori e i tubi dei generatori tubolari, a pochi casi si riduce limpiego di cilindri
sottoposti a questo genere di resistenza.
Dopo numerose esperienze fatte in proposito tanto in Francia quanto in Inghilterra,
il Morin, che le discusse, ed il Fairbain, che le esegui, proposero la formula seguente
1>-S2
nella
- ,
1 qua e.
inchiodatura circolare a doppia fila di chiodi e inchiodata nella stessa guisa longitu
dinalmente. Questo cilindro si schiacciato ad una pressione effettiva di 5 atmosfere,
342
"
ovvero di chilogrammi 5,1665 per centimetro quadrato. Cercando il valore di A dedotto
dalla formola e da questa esperienza, si ha:
A:
P_IQ
s
dove A:
'
sopra le 6 atmosfere.
La farmela d per pressione effettiva capace di produrre lo schiacciamento di un
cor p o c1m
'l' il r1co P"500000
x w*dl*
1m,50 x 0m,80_
, 67 sotto una p ressione esteriore
maggiore di 42 atmosfere. per probabile che lo schiacciamento si produca avanti
di arrivare ad una cos grande pressione; ma gi si sa che il pi leggiero difetto
ciamento completo. Per altre nozioni sulla pressione esterna del cilindri vuoti vedasi
le regole pratiche dellarticolo dei tubi di condotta d'acqua.
ARTICOLO XVII.
TAV. LIV
Fig. 1, 2, 5,1.
lapertura dei coperchi dei cilindri di lavoro interiore, per impedire la fuga
dei uidi chiusi in essi, che potrebbe succedere attorno allasta dein stan
tuf durante il moto.
Essi impiegansi specialmente attorno alle aste degli stantuf dei cilindri a vapore,
delle trombe idrauliche, e alle aste delle valvole a cassetto, dei torchi idraulici, ecc. Il
bossolo a stoppa si compone generalmente di due parti, cio della scatola e del cap
pello. La scatola generalmente fusa col coperchio del cilindro, nel quale si muove;
lasta dun diametro abbastanza grande onde possa ricevere la guernitura a stoppa
di canapa, che deve invilupparla.
343
Bisogna aver cura dingrassare frequentemente la guernitura, e perci soventi si
TAV. LIV
costruisce sul cappello una ciotoletta per lolio o pel grasso. Se non singrassasse
sufcientemente, la stoppa per effetto dellattrito dellasta si riscalderebbe talmente
che brucerebbe.
In quanto alle dimensioni delle due parti del bossolo, esse dipendono natural
mente dal diametro dellasta, che le attraversa. La parte cilindrica del coperchio 0 cap
pello, che penetra nella scatola, ha dordinario il diametro uguale a una volta e mezzo
quello dellasta. Il diametro esteriore della scatola e uguale a tre volte il diametro
della medesima (vedi le Regole Pratiche). La materia, di cui si riempiono le scatole
che sieno lubricate; 3 Le guerniture in cuoio, usate specialmente per lacqua, lolio,
ed in generale pei uidi freddi.
del cilindro duna macchina a vapore verticale, nel suo passaggio attraverso al co
perchio, si spiegata nellArticolo antecedente. Questa Figura non comprende eviden
temente che la parte centrale del coperchio a, e il bossolo in ghisa o scatola di chiusura
A, in cui nella sua lunghezza sia la stoppa attraversata dellasta delle stantuffo b.
Questa scatola tornita esternamente ed internamente, ed il passaggio dellasta si ef
fettua attraverso di una ghiera rapportata in bronzo e, sulla quale si appoggia la stoppa,
e pu essere facilmente sostituita quando essa per luso sia consumata. Il bossolo a
stoppa termina in una seconda ghiera, chiamata turacciolo o compressore, col quale
sesercita sulla stoppa la pressione necessaria per stabilire un contatto intimo collasta.
A tal effetto il bossolo A, il cui corpo cilindrico, munito nella parte superiore dun
f ,.i- a-w...-_
344
TAV. LIV
.4
orlo, che va allargandosi in forma elittica, presentando due specie d'alette per appli
carvi le chiavarde C, con le quali, per la chiusura dei dadi, si pu esercitare la
pressione necessaria. Quando la posizione e verticale, come nel nostro caso, allora
contro lasta riesca minore. Questi hanno, dalla parte della stoppa, un profilo uniforme,
come propose il Farcot. E cos sono pi convenienti di quelli usati dapprima, in cui il
prolo ha un sol lato, il che assai difcilmente permette il passaggio dei uidi intorno
alla sostanza destinata a produrre la chiusura; usasi per al presente di lasciare piana
la supercie interna degli anelli.
La Fig. 191 rappresenta una scatola o bossolo a stoppa verticale appoggiata oriz
zontalmente, e la Fig. 192 un bossolo a stoppa pensile. Le quote scritte sulle gure
sono in parti proporzionali, prendendo per unit d, diametro dellasta dello stantuffo.
Ripasseremo in rassegna, oltre ai descritti, che possono essere considerati come i
tipi principali dei bossoli a stoppa , anche quelli che prendono forme speciali a se
conda delle varie circostanze.
Bossolo a stoppa. a. coprimento. - Nelle ofcine dove per qualche genere
particolare di lavoro si fa molta polvere, ovvero per la posizione particolare dei ci
lindri i bossoli sono soggetti a ricevere bricioli di carbone od altri corpi nella. cio
tola dellolio o nel bossolo si usa costruire il compressore in forma di scatola a copri
mente 0 avente un coperchio.
Fig. 5, 6, 7, 8.
tuffo, bisogna por mente di chiudere in modo uguale le due chiavarde di pressione.
Nelle grandi macchine, come in quelle usate nella marina, si suole munire i due
dadi di due ruote dentate, nelle quali imboccano due viti perpetue ssate sopra un
medesimo albero, e fanno girare con questo le due chiocciole, che necessario si
chiudano egualmente. Nelle piccole scatole si ottiene facilmente lo stesso effetto, ta
cendo il cappello del bossolo a vite, in guisa che lasse dello stantuffo coincida. collasse
dellasta del medesimo, come si pu vedere delle varie gure, che rappresentano
lesterno e lo spaccato.
I-ig. 9 e lo.
Piccolo Bussola a stoppa con Cappello a vite. - Per piccole aste, in certe circostanze,
si fa uso di guerniture, nelle quali il cappello, invece di essere compresso con chia
varde, esso stesso fatto a chiocciola, e costituisce un vero dado montato sulla sca
tola a stoppa.
Questo sistema prende due forme o disposizioni differenti. La prima quella rap
presentata nelle Fig. 9 e 10, e consiste nel formare la vite allesterno del bossolo. ll
cappello 8' ne forma la chiocciola, lo schiacciastoppa o compressore propriamente detto
formato da una ghiera B, staccata dal cappello, la quale 10 fa che premere, in
guisa che questo dado libero di girare su se stesso; solamente, quando si vuole
rifare la guernitura, svitando il cappello a chiocciola, esso non attira con s il com
pressore della stoppa B, perci si riserva il modo di prenderlo per lesterno della
scatola; il pi semplice , come lindica la Figura, di conservarin alla parte superiore
345
un leggiero listellino onde non possa penetrare nel bossolo, e cosi si pu innalzare con TAV. XLW
un utensile qualunque.
La grossezza dellasta non il solo motivo, che possa far preferire l'adozione di
questo sistema di bossolo a vite. Bisogna anzitutto che il cilindro, od altro appa
recchio, a cui si vuol applicare il bossolo, si adatti alla costruzione della vite ed al
movimento del dado. Soventi perla forma e la resistenza da esercitare non lo per
mettono, poich bisogna osservare che il bossolo in ghisa, e la vite non riesce che
mediucremente, bench possa essere eseguita con cura, prendendo un passo piut
tosto grosso con un pane poco profondo ed ottuso. Ma negli apparecchi in rame ed
in bronzo, come nelle chiavi ad acqua ed a gaz (rubinetti), questo sistema viene
al cappello.
'
Fig. Il 0 12.
abbraccia l'asta, e racchiude fra due strati di stoppa due anelli o gusci circolari, i
quali per mezzo d'un piccolo anello sono in comunicazione con due piccoli buchi per
dar passaggio _all'olio, che pu c<sispandersi e penetrare in tutta la massa della stoppa.
la quanto al turacciolo compressore o schiacciastoppa B, esso termina esteriormente in
una coppa sferica f, nel mezzo della quale havvi un anello, che ritiene lolio contro lasta.
Bossoto a stoppa unito a un Ghovoto o Ceppo scorritoio. - Le Figf 13 e 14 rappre
sentano una disposizione, nella quale la guernitura non offre nulla di particolare, ma
solo ricorda le Condizioni speciali, nelle quali la scatola a stoppa serve di punto d'at
Fig. 13 e H.
tacco del chiovolo dell'asta dello stantuffo, che centrale, come si presenta nella
>
Bossoto con guarnitura metallica per Asta orizzontale (sistema Million). - Le guer
niture a stoppa sono ancora le pi impiegate per le aste dello stantuffo a vapore; ma
qualche volta si prov di surrogarle con altri Sistemi, che hanno il merito di non
opporre una grande resistenza al moto scorrevole dellasta, e di esigere dei rinnova
menti meno frequenti della stoppa. Si usa in effetto la gnernitura metallica, quando,
come abbiamo gi detto, lo stantuffo a vapore a segmenti non funzionerebbe in
modo diverso.
altro apparecchio, chedeve fare un simile servizio. Questo sistema d'iniezione del
signor Nillion, ingegnere e fisico distinto specialmente pe suoi studii sui motori ad
aria calda.
44
Fig. 15 016.
346
Il bossolo formato duna lunga ghiera in ghisa B della grandezza del dia
metro dellasta, che essa deve guidare e mantenere nella scatola A fusa col coperchio a
del cilindro. La ghiera sappoggia verso la sua estremit anteriore con qualche ro
tella elastica e sulla ghiera in bronzo e, di cui lapertura del coperchio e guernita;
TAV. XLlV
Fig. 15 e 16.
essa sappoggia anche per un collaretto f sul collare della scatola o bossolo, contro del
quale fortemente compressa per mezzo dun cerchietto c chiuso, che preme diretta
mente una seconda guernitura elastica e; inne lestremit della ghiera fornita di
un dado D, che chiude una simile gumnitura e", della quale ora descriveremo luso.
Infatti, l'asta dello stantuffo scorre liberamente nella ghiera, il cui diametro interiore
tale che il moto set'fettua con leggerissimo attrito. La difficolt, che prova il va
pore ad insinuarsi tra la supercie della ghiera e quella dellasta nel piccolissimo in
esse non hanno altro scopo che d'impedire la fuga tra la ghiera e la scatola A, e,
siccome non sono sottomessa ad alcuna mobilit, possono essere chiuso abbastanza
senza ostacolo. Si osserva, in effetto, un certo spazio conservato tra la ghiera diret
trice e la scatola o bossolo, nel quale sono ritenute per una pressione longitudinale,
che non impedisce di spostarsi eccentricamente, nei limiti di questo spazio, tra i due
pezzi. Lautore del sistema ha pensato che questa mobilit facoltativa potrebbe di
' venire utile affine di permettere alla ghiera B di cedere alla essione dellasta, se ne
produce, e di conservare a questasta la sua piena libert.
Di questo sistema di bossoli o scatole si sono fatte applicazioni importanti a
Parigi nella manifattura dei tabacchi. Esso applicato ad una macchina di 50 ca
valli, che lavora a quattro atmosfere e mezzo; il bossolo di questa macchina lavora
senza bisogno di cambiare alcuna delle piccole guerniture, che vengono solo pulite
di tanto in tanto. Esperienze fatte col dinamometro hanno dimostrato, che lattrito di
tale guernitura contro lasta inferiore a quello della stoppa, come era facile a
prevedere.
Fig. t7, t8, ti), 20.
Bossoli a stoppa per Cilindri oscillanti. - Queste guerniture nel principio non dif
feriscono da quelle, che convengono ai cilindri fissi, se non che per la maggior lun
ghezza comparativamente al diametro dellasta dello stantuffo, la quale, in ragione delle
oscillazioni del cilindro, sottomessa a sforzi laterali di una certa intensit, e perci
deve essere duna grande resistenza e leggermente guidata e mantenuta. Le Fig. 17,
18, 19 e 20 appartengono ad uno dei cilindri oscillanti duna macchina per la navi
gazione, sistema Penn, costrutta da Nillus: essa distinguesi specialmente per la lun
ghezza del bossolo A', poi pel coperchio al quale appartiene, e che a doppia parete
o e a'. Anche la guernitura a stoppa non pi estesa che per i cilindri ssi; ma il
corpo interiore A del bossolo forma una lunga guida rivestita interiormente di un
in questi apparati, in cui si richiede una propriet speciale, tutti i mezzi imma
ginabili furono messi in opera affinch lolio non si spandesse nel movimento della
macchina; vi si osserva inoltre un altro bacinetto in bronzo e posto superiormente
del bussola a stoppa e chiuso in un altro maggiore B.
347
Bossoli aguainll. - Pei cilindri delle macchine per la marina di sistema a
TAV. XLIV
Fig. 25 e 26.
stantuffo di queste macchine e anulare a causa della loro asta, che un manicotto
cavo, che attraversa il cilindro da parte a parte, il cui diametro non pu essere infe
riore alla met di quello dello stantuffo; questo manicotto ha ordinariamente un metro
di diametro. Per conseguenza una guernitura di canapa con tali dimensioni sarebbe
difficilissima a farsi e a mantenersi in buono stato da funzionare: quindi la guerni
tura metallica e da preferirsi.
.
La Fig. 26 rappresenta lo spaccato della guernitura adottata pei cilindri delle
macchine della nave il Castiglione, costrutta a lndret, e duna potenza nominale di
di un disco D invitato, nel quale sono fermate per mezzo di due viti a cuneo le
chiavarde e, con le quali si regola la pressione.
REGOLE PRATICHE
golarizzare la sua spessezza. Ammettendo per esempio che la spessezza di questa sia
circa 5|4m, si potr prendere per determinarla la soluzione seguente: e=0,2d+ 5
millimetri. Rimane in quanto al cappello o compressore di fissare le dimensioni della
scatola di lubrificazione, cio del suo diametro D" e della sua altezza g. Queste dimen
sioni sono suscettibili di variazioni, potendo essere basate sui dati seguenti:
348
Chiavarde. - Il diametro 1' delle chiavarde deve essere in rapporto colla pressione,
che devono esercitare sulla stoppa, ma in rapporto determinato. In certi limiti due chia
varde bastano; ma, quando il diametro dellasta, e per conseguenza della guernitura,
' grande, se ne aumenta il numero piuttosto che il diametro, il che anche necessario
che il loro numero sia superiore a tre o quattro. Dopo avere rapportato la lun
ghezza della zona di stoppa al diametro dellasta, ed in seguito la spessezza del col
lare a a questa zona, questa ultima spessezza pu servire alla determinazione del dia
metro delle chiavarde, che sarebbe uguale a essa spessezza, quando non sono che
due. Per un numero maggiore, si potr prendere un diametro pi piccolo, ma senza
discendere no ad _uguagliare la somma delle sezioni. evidente che, per un nu
mero di chiavarde maggiore di due, il collaretto del cappello dovr essere circolare,
oppure avere altrettante alette quante sono le chiavarde, con cui vuolsi tenere il
cappello.
Per due chiavarde si avr d' =s=0,2d + 5 millimetri. In generale conservasi
Per le macchine a vapore a cilindro sso laltezza della scatola poco conside
revole: le si da incirca il triplo del diametro dellasta, che nei traduciamo in questa
guisa per favorire le piccole dimensioni: H=n2,5d + 25 millimetri. Il diametro mi
nimo esteriore, ammettendolo un po conico, si determiner ssando la spessezza
delle pareti.
,
Questa spessezza baster farla n=0,2d + 5 millimetri. Per consaguenza il dia
metro esteriore, che la somma del vuoto e delle due spessezze, sar:
essere minore duna volta e mezzo il loro diametro, che sar uguale a 1,5n,
poich noi supponiamo che questa spessezza sia uguale al diametro d' delle chiavarde:
si avr per conseguenza e =0,3d + 7 millimetri.
Per le macchine a vapore con cilindro oscillante laltezza del bossolo o scatola a
stoppa molto considerevole relativamente al loro diametro, alline di assicurare meglio
la direzione dellasta. Ma dallesempio, che daremo, si vedr che questo aumento dal
tezza non porta aumento sulla guarnitura a stoppa propriamente detta, la quale anzi
conserva sensibilmente le proporzioni, che le abbiamo assegnate n qui.
Esempio. - Trovare le dimensioni delle varie parti dun bossolo o scatola a stoppa
da applicarsi al coperchio di un cilindro verticale.
'
. m : 0,2d + 3 = 0,2
x 50 + 3 : 13 millimetri.
1)
349
Spessezza del collaretto .
Diametro della scatola
g = 0,5d + 5 = 0,5 x 50 + 5 = 30
d' 2 0,2d + 5 = 0,2 x 50 + 5 = 15
n = 0,2d + 5 = 0,2 x 50 + 5 = 15
Diametro esteriore
x 50 + 25 : 150
x 50 +16 : 105
e = 0,3d + 7 = 0,3 x 50 + 7 : 22
Da questo esempio si potr facilmente desumere le proporzioni per una serie qua
lunque di bossoli a stoppa simili alla figura, che servi desempio, e di differenti diametri
lasciando di dedurre approssimativamente le proporzioni degli altri tipi, il cui numero
innito.
ARTICOLO XVIII.
Stantuf per Cilindri a vapore, ad acqua e ad aria.
243. Stantuf o emholi diconsi gli organi meccanici, che lavorano come
otturatori mobili nella cavit dei cilindri delle macchine a vapore , ovvero
nei corpi delle trombe. Gli stantu servono a far muovere i uidi, e tras
mettono a questi lazione del motore; quando poi questi sono motori, tras
mettono la loro azione per lintermediario delle stantu'o.
Lo stantuffo si compone di tre parti, cio: dellasta, del corpo e della guarnitura.
Il corpo un disco quasi dello stesso diametro del cilindro in cui si muove, con
una spessezza variabile secondo il sistema di guernitura. Il corpo degli stantui
empre metallico: si costruisce soventi in ghisa, e si compone di due parti, cio della
scatola e del coperchio. La scatola un disco munito nel mezzo dun rilievo sufciente
per contenere la ghiera conica di congiunzione dellasta collo stantuffo; il contorno
del disco leggermente concavo per ricevere la guarnitura.
Il coperchio e un altro disco pi sottile ugualmente forato nel mezzo, senza rilievo,
che serve a mantenere la guernitura sulla scatola. La forma e le dimensioni delle
scatole e dei loro coperchi, detti anche cappelli, variano secondo il genere della guer
nitura. La scatola si unisce al coperchio per mezzo di chiavarde invitate nella ghisa,
nellunione delle nervature, che servono ad unire il rilievo di mezzo della scatola colla
sua parete cilindrica.
'
liquido o uido. Rispetto ai uidi ed ai liquidi, in cui debbono agire, si possono clas
sicare nel modo seguente:
1 Stantuf per macchine a vapore;
TAV. XLV
Fig. 1, 2, 5
350
Stantuf per Macchine a. vapore. - Gli stantuf per le macchine a vapore
sono quelli di maggior importanza sotto varii riguardi, e li divideremo in due classi
Gli stantuf con guernitura in canapa non s'impiegano che nelle macchine a
vapore a bassa pressione, ove il vapore non stato introdotto nel cilindro che ha una.
bassa pressione, cio di unatmosfera, e al pi di una e mezzo, vale a. dire ad una
temperatura che non superi i 115 centigradi.
Questo sistema ha i suoi vantaggi, come il leggero fregamento, e quindi la con
servazione del cilindro, ecc. Ora quasi intieramente abbandonato, stante la maggior
temperatura usata nelle macchine ad alta pressione.
Guarnitura mista. - Per evitare un attrito troppo forte, e quindi il consumo del
cilindro, si immaginata la guernitura mista, cio parte in canapa e parte in me
tallo. Varii costruttori la preferiscono ad ogni altro sistema, e per qualunque pressione
che essa lavori, ha il vantaggio che la. si pu facilmente riparare.
Guernitura metallica. -- Ve ne sono un gran numero per gli stantuf delle mac
Stantu pieni senza Guernttura. - Sono cilindri massicci uniti alla loro asta. per
mezzo di un occhio o cerniera, e si muovono in un bossolo a stoppa disposti in guisa
da intercettare la comunicazione tra linterno del corpo di tromba e laria esterna.
Disegnare una Stantu/fo con Guernz'tura in canapa per una Macchina a vapore a bassa
pressione. - Le Fig. 1 e 2 danno il modello di una guernitura ordinaria in canapa
tale quale si applica da lungo tempo nelle macchine di Watt. Il corpo dello stantuffo
una scatola B fusa con un rilievo centrale per ricevere lestremit dell'asta. La sua
superficie convesso munita di una concavit anulare per ricevere la guarnitura in
351
chiavarde b, che servono a riunire il coperchio c colla scatola, ed a comprimere la
guarnitura nella scozia anulare.
TAV. XLV
Fig. t, 2, 5,1.
Per soddisfare a questo scopo bisogna che il coperchio (vedi la proiezione oriz
zontale, Fig. 2) e la scatola siano torniti e adattati con esattezza, e che uno penetri
nellaltro con leggero attrito. Il numero delle chiavarde 11 negli emboli di mediocre
dimensione, come di m. 0, 50 ad esempio, pu essere di 6. 1 dadi corrispondenti e sono
introdotti nellintaglio a coda di rondine praticato nel rilievo della corona della scatola,
la quale ritenuta mediante nervature, che uniscono questa corona al rilievo centrale.
Per evitare la schiusura dei dadi il coperchio munito dun cerchio piano in ferro c
con intagli disposti sulla sua circonferenza esteriore in guisa da corrispondere a due o
tre lati di ciascun dado; quando i dadi sono chiusi abbastanza, e il cerchio vitato sul
coperchio, tutte le parti resteranno completamente solidarie, e si muoveranno nel ci
lindro come se lo stantuffo fosse dun sol pezzo.
Quando la guernitura nuova, per alcuni giorni si andr via via chiudendo idadi
ntanto che sia sufficientemente compressa. Una guernitura di questo sistema e ben
fatta pu durare da tre a quattro mesi.
Descrivere e disegnare una Stanlu/fo secondo il sistema Maudslay con Guernitura in Fig. 5. n.1. a.
canapa.- in generale in tutti i sistemi setlettua la chiusura su tutta la circonferenza
egualmente chiudendo lentamente i dadi, che legano il coperchio alla scatola; ma un tal
sistema, oltre di essere lungo assai, esige molta cura. Per evitare questinconveniente,
Un rocchetto ,T imbocca con questa ruota; lasse del rocchetta fucinato con la testa
quadrangolare per ricevere una chiave, per mezzo della quale si pu far girare sopra
s stesso.
Quando si fa girare il rocchetta ritenuto sopra il coperchio per mezzo della ghiera
b, la ruota B si trova naturalmente costretta a girare; ma, siccome il suo mozzo e
ssato sull'asta, ed un disco r lo ritiene al coperchio, questo obbligato di salire o
di scendere secondo il verso, in cui si fa girare lasse del rocchetta. Per chiudere
la guernitura in canapa o senza smontare il coperchio del cilindro, bisogna neces-'
seriamente che questo coperchio sia munito di unapertura con turacciolo, che si svita
per introdurre la chiaVe, quando lo stantuffo si trova allestremit della corsa. Sul
lorlo, che preme la guernitura per guidare il moto del coperchio e impedire che
giri, e formato nel fondo un rilievo cilindrico c, che penetra in un buco fatto nel ri
lievo B', fuso col fondo della scatola o corpo dello stantuffo B.
Descrive-re e disegnare una Stantuffo con Guarnitura mista; cio parte in canapa e parte
in metallo. - Gli stantuffi in canapa lavorano eccellentemente bene, se la temperatura
del vapore non troppo elevata. Nel caso contrario bisogna cambiare sovente la guerni
tura, ovvero ricorrere ad altre disposizioni. in alcuni sistemi la guernitura in canapa
protetta da due cerchii metallici uno introdotto in una cavit praticata nella circonfe
renza della scatola fermento il corpo delle stantuffo, laltro in una cavit simile,
in cui il lembo del coperchio comprime la stoppa Questa disposizione non offre
maggiori vantaggi di quella adottata dal signor Nillus, e rappresentata nella Figure 10
e 21, nelle quali non ha luogo alcun attrito colla parete del cilindro; la guarnitura
filamentosa agisce come molla per aprire i segmenti in ghisa D.
Per evitare le fughe, le due estremit dei segmenti sono riunite per mezzo di
una piccola placca o linguetta di metallo d, Fig. 23, incastrata nelle estremit dei
due segmenti. Solamente che da un lato la linguetta pu muoversi, mentre che nel
laltro e fissa per mezzo di due spilli f.
Negli stantuffi a grandi dimensioni il suddetto signor Nillus ha messo due segmenti
sovrapposti D e D', i quali, come lo indica la Fig. 21,, sono riuniti ciascuno separata
mente alle loro estremit per mezzo di linguette metalliche d simili a quelle del se
gmento unico. Nei dua casi, gli estremi del segmento, che toccano il fondo della scatola
dello stantuffo, sono ripiegati in forma di un tondino, affine di presentare una supercie
Fig. 9 e In.
352
TAV. XLV
pi larga formando meglio la scozia, nella quale le treccie di canapa sono compresse
per mezzo dellanello in ferro C e delle chiavarda b. A tal effetto questo sono invitate
nei dadi in bronzo e, tagliate a coda di rondine e impegnate nella cavit della stessa
forma praticate nei rilievi fusi colla scatola B della stantuffo. Lo stesso costruttore ha
impiegato due metodi dunione dellasta col corpo dello stantuffo. Quello rappresen
tato nelle Figure 9bis e 10bis simpiega quando la scatola fusa in un sol pezzo per
mezzo di un foro conico nel centro della scatola, e nel quale si adatta lasta T, la cui
estremit ha una forma analoga. Di pi questasta lettata immediatamente dissopra
della parte conica per ricevere la riunione completa di essa col suo stantuffo.
Fig. {Ibis e f0bfs.
Disegnare una Stanlu'o a Guarnitura metallica con anelli concentrici. - Fra i prin
cipali sistemi di stantuffi a guerniture metalliche uno dei pi antichi, e che tuttavia
usasi nelle macchine ad alta pressione, consiste nella semplice disposizione di due
anelli concentrici ssi da un lato, e battuti a freddo su tutta la circonferenza in guisa
ridurre per quanto possibile il numero delle parti, si compone di due dischi simili
in ghisa B e C, torniti sul loro mozzo per tutta la lom circonferenza, e riuniti per mezzo
di quattro chiavarde a dadi b, che, quando sono chiuse, rendono lestremit a doppio
cono t dell'asta dello stantuffo completamente solidaria con essi, in guisa da for
mare un solo corpo. Ma, prima della chiusura denitiva, si pongonofra i due dischi
due anelli 8 ed a' appositamente preparati in guisa da presentare una certa elasticit.
QUesli anelli, che soventi si fanno in bronzo, in ferro od in acciaio, ma adesso pi
comunemente in ghisa dolce, sono pi sottili verso le estremit, cio verso la parte
separata, che dal lato opposto, e disposti luno dentro l'altro, in guisa che quel di
mezzo con la parte pi spessa corrisponda allapertura, che la parte pi Sottile degli
altri, e viceversa.
_
Per chiudere lintervallo, che lasciano, si pratica un taglio, nel quale si adatta
una piccola lastra come quella segnatad nella Fig. 23, che ssata sulla circonferenza
dellanello inferiore.
in questa guisa, qualunque sia leccentricit, che il circolo esteriore tende a pren
dere nel cilindro, quando lavora lo stantuffo, il passaggio lasciato libero dal taglio
sempre chiuso per la parte rapportata, che, a causa dello spazio laterale, che vi si
lasciato, non impedisce nulladimeno alle due parti dellanello di avvicinarsi. Bi5ogritt
notare che i due anelli non sono strettissimamente chiusi tra i due coperchi, che for
mano il disco dello stantuffo, e quindi possono perfettamente obbedire ai moti di espan
sione o di ristringimento, che il difetto di terebrazione del cilindro a vapore potrebbe
far loro subire.
Fig. H e fa.
pi segmenti secondo le dimensioni del cilindro: si" pongono luno di sopra l'altro
in guisa che ciascuna connessura verticale di uno cada sulla met di quella del
laltro, e internamente nelle giunte si tagliano obliqui per poter introdurvi un cuneo,
sione, che tende ad aprire i segmenti, e questa una delle migliori condizioni pos
sibili per avere espansione quasi illimitata; ma, siccome daltro lato la molla deve
353
costruttori, noi siamo davviso che langolo di 75 gradi circa sia il pi conveniente da
adottarsi perch la reazione abbia luogo nelle migliori condizioni possibili.
\
TAV. XLV
Disegnare una Stantu/fo a segmenti secondo il sistema di Saharp usato sulle ferrovie
del Nord in Francia. - Le Figure 11 e 12 rappresentano il detto stantuffo luna per una
Flg.1le12.
sua proiezione orizzontale toltone il coperchio, e laltra nella proiezione verticale una sua
sezione passante per lasse. Questo stantuffo di costruzione semplice usato specialmente
nelle locomotive.delle ferrovie del Nord. il suo fondo vuoto nel mezzo, per ricevere
lasta T, e con quattro orecchie, le quali sono attraversate da chiavarde a testa qua
drata b, che legano il coperchio e al fondo, in guisa da tenerli chiusi trai due anelli
a e a. Ciascuno di questi anelli e fuso con un rilievo a, Fig. 11, abbastanza largo per
poter ricevere il cuneo E; la spessezza dellanello, a destra ed a sinistra del rilievo,
va aumentando gradatamente no alla parte diametralmente opposta. Lo stesso dicasi
del secondo anello a, munito del cuneo E' e della molla R', uguale a quello R. Cia
scuna di queste molle si compone duna lama piatta dacciaio piegata circolarmente
senza continuit, ma appiattita di prospetto al cuneo, con una maggiore spessezza in
questo punto per ricevere la vite o, colla quale si regola la posizione del cuneo, e lo
si mantiene chiuso nella giunta.
'
Fig. 15 e u.
larit della costruzione, Fig. 13 e 14; le molle in acciaio B ed 11' agiscono sui cunei
E ed E', diametralmente opposti, per aprire gli anelli a e a', i quali sono contornati
a nostro avviso duna maniera pi razionale per lespansione. Le viti b, che uniscono
il fondo B col coperchio C, invece di essere invitate nella ghisa, sono invitate in dadi
in ferro e introdotte per le quattro orecchie del mezzo. Le teste delle quattro viti sono
ugualmente tenute chiuse per mezzo dun disco di lastra c incastrato nella spessezza
del coperchio, per impedire che gli anelli girino.
Questi sono muniti ciascuno dun piccolo ginocchio i, Fig.14, che penetrano uno
nel coperchio, e laltro nel fondo. In altri sistemi, come in quello detto dal suo
autore Vaucamp, i cunei sono spinti da molle a spirali cilindriche avvolte intorno a
cilindri posti su ciascun cuneo.
Descrivere una Staniu/fo con molle interne secondo il sistema Polonceau.-Nei cilindri
delle locomotive della strada ferrata dOrleans da molto tempo si usano questi stantuffi,
Fig. 15 e 16. .
con cunei e colle molle dirette al centro, di cui le Figure 15 e 16 dnno la dispo
viti V per la molla superiore, e due altre V' per la molla inferiore, in guisa che il
centro per rapporto ai cunei E ed E' vi sta esattamente nella stessa condizione per cia
scuno dei due anelli o segmenti a e a'. Inoltre per la posizione di ogni cuneo in
rapporto al disco in ghisa dello stantuffo, essi sono regolati per mezzo delle viti v e a"
e muniti entrambi di un listello, che appoggia sulla corona del disco. Ne risulta da
questa disposizione che ciascun segmento trovasi concentrato per tre punti della sua
circonferenza inveve che per uno o due solamente, come abbiamo visto negli altri si
stemi pi sopra.
Lasta o gambo dello stantuffo invitata nel centro del disco in ghisa B, e di pi
atmosferica di San Germano presso Parigi. La guernitura del suo stantuffo composta
di un anello in ghisa a diviso in quattro segmenti, forati nella met delle giunture per
45
Fig. 17 e 18.
"
.m vv'1nxw
354
TAV_ XLV ricevere il cuneo E, Fig. 27, e riuniti per mezzo di viti v' e di due fascia metalliche
Fig_ ,7 e ,8.
E, Sulle quali agiscono le molle arcate 1, la cui tensione regolata per mezzo delle
viti 11. Nei ginocchi g trovasi una scanalatura praticata nel disco B, per guidarci
segmenti nellestensione dal centro alla circonferenza, sotto lazione delle molle
interiori.
Fig. 2| ,22,25, 26.
Fra la gran variet dei sistemi di stantuffi a espansione (self-aeting) questi hanno
le disposizioni pi elementari e nello stesso tempo maggior semplicit nella loro costru
zione, onde pare che abbiano il primato sugli altri sistemi pi complicati. Ne son da
notarsi quelli di Forsyth, ingegnere a Manchester, rappresentati dalle Figure 25
e 26 per sostituire la guernitura a segmenti e a molle interiori. Il corpo delle
stantuffo non altro che un disco in ferro P, f'ueinato collasta, oppure con un ri
lievo centrale, nel quale lasta invitata a chiavetta. La guernitura formata da un
anello A, Fig. 25, per gli stantuffi di maggior diametro. Nei due casi una scanalatura
circolare e disposta nellinterno dei due anelli per penetrare in un rilievo corrispon
dente praticato nella circonferenza del disco. Questi anelli sono fissi in un punto e
tagliati nellaltro per ricevere una linguetta rapportata sulla circonferenza del disco.
tuffi, che egli ha stabilito nei suoi magli, come indicano le Figure 21 e 22. Il corpo
P delle stantuffo in ferro battuto colla sua asta, ovvero fucinato con un battente o
del triangolo nel basso in guisa che il movimento dascensione delle stantuffo (Fi
gura 22), ha una tendenza a chiudere lanello nella superficie interna del cilindro;
cio nella condizione pi conveniente per costituire una guernitura distaccata. Quando
al contrario le stantuffo discende, il fregamento dell'anello contro il cilindro conduce
Stantuffi per Trombe idrauliche. - Per gli stantuf delle trombe idrauliche
convengono le cinture o guernitre in cuoio, specialmente quando il liquido a solle
varsi ha una temperatura inferiore a 30 gradi; per temperature maggiori si adattano
generalmente delle guerniture di canapa, come ad esempio per le trombe dalimenta
zione delle caldaie a vapore e per le trombe ad aria delle macchine a vapore.
i
1
scritti nelle Figure, il valore di s : 4 V D + I _ 3,
'
355
Stantuf a valvola con Guarnitura in cuoio per trombe aspiranti. - Per gli
stantuf con cintura e guernitura di cuoio, quali adoperansi per le trombe aspi
ranti, fu trovato assai conveniente il modello, che
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anzich per lindustria, e che esce dalle costruzioni meccaniche, e prende posto nel
larte dei fontanieri. Il sistema, che presentiamo, duna costruzione semplice ed eco
nomica. Esso formato dun corpo A di un pezzo di legno in forma di staa a, per
mezzo del quale viene unita lasta B, e che va sciello convenientemente, onde possa
sopportare di essere tagliato in tal guisa, e resistere al lavoro a cui destinato.
Il corpo cilindrico, armato allestremit inferiore dun cerchio in ferro b, e
7/
// W\
356
\
TAV. XLV
Fig. 49.
Il corpo di tromba, a cui appartiene questo stantuffo, non ha per cmpito che di
sollevare lacqua allaltezza di m. 3, 50. La disposizione delle valvole nel suo interno
formata da un solo strato di cuoio, che si trova compresso contro lo stantuffo e da
una traversa in ferro e fucinata con lasta B, che resta impedita nel suo corso al dis
sopra dello stantuffo per mezzo duna lunga chiavetta. Ma nello stesso tempo lo strato
di cuoio si trova presso una forte striscia di gomma elastica f, che si appoggia da
ciascun lato sulla placca di rinforzo delle valvole per obbligarle a chiudersi sui bat
tenti. Una striscia simile f agisce nella stessa 'guisa su ciascuna delle due valvole
esteriori. In ultimo lasta B porta una traversa g perpendicolare alla prima, e che ha
per oggetto colle sue estremit. e per due peducci g' di servire di battente alle
quattro valvole.
Fig. 20.
resta pi compiuta per la essione delle cinture di cuoio, che la sola pressione del
lacqua tende ad applicare alle pareti del corpo di tromba; la guernitura di canapa si
pu premere a volont solo a condizione che si prendano le precauzioni necessarie
per impedire lossidazione delle chiavarde.
Stantu con Guerm'tura in canapa per Trombe. - La guarnitura degli stantuf
per le trombe, che hanno il corpo perfettamente liscio, in cui non passa mai altro
che acqua, meno qualche corpuscolo solido, che trovasi accidentalmente in essa, fatta
con treccie di canapa, la quale presenta al movimento dello stantuffo un leggero attrito.
REGOLE PRATICHE
La guernitura degli stantuf la sola parte, dopo lasta, che sia suscettibile di
prestarsi ad un esame teorico, ed nello stesso tempo la parte, per cui essi riempiono
[l
il
357
le funzioni, a cui sono destinati. La guernitura deve in conseguenza determinare la
separazione, che divide incessantemente lo stantuffo dal cilindro che percorre; e questo
risultato deve ottenersi senza che lelasticit della guernitura dia luogo ad una
forte resistenza.
Fuori della pratica dei costruttori, non esistono dati teorici, che facciano cono
scere in modo soddisfacente le regole da seguire per determinare le due condizioni
principali, che servono di base a stabilire una guerniturai data, la sua potenza elastica
e la sua altezza, cio la larghezza dellanello di attrito, sia esso metallico o filamentoso.
l teorici applicano la regola seguente: La tensione elementare d'una guarnitura deve
essere equivalente,'al mininurn, alla differenza delle pressioni, che sono sulle due facce dello
stantuffo. Il che vale a dire che la guernitura deve essere capace di resistere alla pres
sione del fluido, che perverrebbe ad insinuarsi tra essa e la parete del cilindro, e che
tenderebbe ad isolarla premendola verso linterno del corpo delle stantuffo. Applichiamo
la detta regola ad un caso speciale.
Se ad esempio il cilindro duna macchina senza condensazione lavora col vapore
a 5 atmosfere, si doii1anda le dimensioni delle varie parti dello stantuffo.
Si avrebbe, secondo i dati del problema, che la guernitura dello stantuffo dovrebbe
Per ammettere senza restrizione questi dati bisogna supporre che il vapore, che
pervenuto ad insinuarsi tra le pareti del cilindro e la guernitura insufficiente, ma
nulladimeno di una certa elasticit, abbia conservato tutta la sua pressione, il che non
ammessibile; poi dallo stesso principio verrebbe, che laltezza dattrito potr essere
qualunque, perch, se essa sottile, le si pu sempre dare una tensione sufficiente per
rispondere alle condizioni proposte. Questa altezza lungi da essere indifferente, perch
lo stantuffo non pu ridursi ad un sottile disco; bisogna al contrario che la larghezza
della zona dattrito sia in un certo rapporto col diametro, in guisa che conservi, nel
suo moto, una stabilit conveniente. Se questa larghezza e troppo ridotta, comparativa
mente al diametro, certo che, quando lo stantuffo spinto, la sua unione collasta
tender a sconnettersi. In realt, uno stantuffo avente una certa spessezza con una
guernitura duna tensione relativamente debole sosterr meglio la pressione, e si con
sumer meno prontamente che uno stantuffo a guernitura bassa e con molta tensione.
Perci ci vogliono dati pi rigorosi, i quali si possono dedurre dalla pratica dei co
struttori, e che insegnino laltezza che convenga dare alle stantuffo.
Per gli stantuffi metallici, laltezza della guernitura uguale, in media, a un ven
E: 0,3D + (n - I) centimetri.
I" Esempio. - Determinare laltezza totale dei segmenti duno stantuffo duna
locomotiva di sistema Polonceau, il diametro dello stantuffo essendo di 42 centimetri,
358
2' Esempio. - Determinare laltezza dei segmenti di uno stantuffo duna macchina
di Chaillot, la quale lavora ad una pressione effettiva massima di 3 atmosfere, ei cui
cilindri hanno un diametro di metri 1,80.
sar quella, che per la combinazione della sua altezza, e della sua disposizione, e della
sua elasticit, operer la iniezione meglio col minore attrito possibile.
Calcolo delle Aste degli Stantuf. - Le aste degli stantuf si fanno generalmente
in ferro o di acciaio fuso. Esse sono soltanto o almeno principalmente sottomesse alla
estensione, e devono allora calcolarsi avendo riguardo alla resistenza e alla esten
sione; oppure esse sono anche prementi, e allora, se la loro lunghezza un po con
siderevole, devonsi calcolare come solidi compressi e soggetti ad incttersi. In questo
caso per non bisogna dare dimensioni minori di quelle, che occorrerebbero conside
rando lasta come sottoposta unicamente a sforzi di compressione.
a) Calcolo delle Aste sottoposte unicamente a sforzi di estensione. - Rappresenti D
il diametro dello stantuffo, ed n la pressione in atmosfere, che si esercita sullo stan
tuffo: sar la pressione totale del vapore sullo stantuffo =%o gD.
Supponiamo ora che la tensione non debba superare in alcun punto 6 chilogr.,
essendo lasta di ferro: bisogner determinare il diametro d dellasta colla formola:
d
- = 0,04081/n,
oppure, con bastante approssimazione, colla formola:
d _ 57 + 'ln
D _ 1000 '
e_m+%_
a _ ooo- - 0,085
ossia, per D = 500', d 2 42,5 = 43"" circa.
Se lasta dello stantuffo si faccia di acciaio fuso, il suo diametro dovr farsi uguale
ad otto decimi di quello dato dalle formole precedenti.
359
Se l'asta dello stantuffo indebolita da una chiavetta, oppure lavorata a vite,
ecc., bisogna compensare il difetto della sezione con un corrispondente aumento del
diametro. Questa necessit ha, secondo le circostanze, condotto a dare allasta dello
stantuffo un diametro maggiore alle estremit. Il che obbliga a fare di due pezzi i
cuscinetti delle scatole a stoppa.
b) Calcolo dell'Asia per riguardo alla compressione e alla essione. - Mantenute
le precedenti denominazioni, e chiamando L la lunghezza dellasta, prendasi:
a
-=00573
D .
- _
L l/ n.
VD
| 1, 5*
2, o
2, a
o. 070
o, 081
o, 091
o, 083
o, 096
o, 108
o, 093
o, 115
o, 128
o, 099
o, 115
o, 128
o, 150
o, 121
o, 130
o, 110
o, 127
o, 142
o, 114
o, 132
o, 148
o, 118
o, 136
o, 153
Questi valori convengono tanto per aste di ferro battuto quanto per quelle di ac
ciaio fuso (paragonate al calcolo delle staffe S 241 e al rapporto dei moduli di elasti
cit dei due materiali, tabella del S 2).
)_ 0,128,
d'acciaio fuso.
Le dimensioni della bietta, che serve a fissare lasta allo stantuffo/la quale deve
sempre farsi dacciaio, si determinano per modo che la resistenza allo scorrimento
trasversale sia di 4 a 6 chilogrammi per millimetro quadrato. La spessezza della chia
vetta non devesi far troppo piccola, affinch la pressione sulle faccie laterali non riesca
troppo grande. Pressioni di 5 a 6 chilogrammi per le locomotive riscontransi in co
struzioni, che hanno dati buoni risultati.
ARTICOLO XIX.
Delle Traverse e Guide delle Aste degli Stantuf.
244. Traverse. - Si dicono traverse, ovvero gioglzi, certi apparecchi, TAV. XLVI
che hanno per ideopo dassicurare il moto rettilineo dellasta delle stantuffo.
Essi dordinario si compongono duna traversa propriamente detta, unite. per
pendicolarmente allasta dello stantuffo, e le cui estremit sono unite a due
girelle, o a uno o due tasselli o cursori, scorrevoli tra. due o quattro guide.
Si distinguono diverse specie di guide secondo limportanza dell'asta, che debbono
mantenere nella linea del moto. Esse prendono pure forma secondo la disposizione
360
TAV. XLVI
delle parti e la. potenza della macchina, a cui sono destinate. Quindi le distingueremo
secondo le disposizioni principali delle macchine a vapore, cio in guide per le aste
delle valvole a cassetto, perle aste degli stantuf delle macchine a vapore verticali e
orizzontali, e delle locomotive, tenendo anche conto della. loro rispettive. forza.
Fig. 1 e 2.
Guide per lAsia della Valvola a cappella di una Macchina a vapore. - Le guide di
questo genere dasta sono formate ordinariamente da un semplice anello B, o ghiera
in bronzo od in ottone, entro il quale scorre lasta A, avente un gambo c terminato
Il disegno della Fig. 3 rappresenta lestremit dunasta delle stantuffo duna mac
china a bilanciere.
,,
Questa articolazione formata dun robusto occhio A unito ad un manicotto, nel
quale entra lasta B, che s'unisce al medesimo mediante una chiavetta a, e duna
parte sferica aperta da una trasversale per ricevere l'asse, che forma larticolazione.
Guide con Cursore centrale. - Molti costruttori adottano, anche per le inacchine
Fig. 1 e 5.
una lastra di una lega metallica, detta antifrlzione, e composta di stagno, piombo e
antimonio, gi accennata a pag. 196 nella composizione dei cuscinetti; il tutto rite
nuto da una chiavetta d, come appare dalla Fig. 4, che ne rappresenta met la faccia
Fig. 6.
Fig. '
chine fisse.
Le Figure 7 e 8 rappresentano un altro modello di cursore molto usato nelle Io
comotive: alla massa o tassello A, che costituisce propriamente il cursore, si trova
unita lasta dello stantuffo B, e linsieme colla biella forma il cursore. Questo in
ghisa, e appartiene ad una macchina a vapore orizzontale della forza di 8 a 10 cavalli,
costrutta nellofficina di Cail e Comp. Esso consta essenzialmente dun robusto tassello
rettangolare fuso con un manicotto cilindrico a, nel quale imbocca lasta B, tenuta
fissa per una chiavetta c, che aperta nella parte cilindrica b per ricevere il perno
di unione colla biella, la quale porta una forcella, i cui rebbii labbracciano. Il moto
alternativo si effettua senza incontrare le due guide E, tra le quali scorre il cursore A
del condensatore. Quindi si trovano le due parti aventi la forma conica c, per mezzo
delle quali la traversa termina, e che sono fisse in due cursori in ghisa, ovvero for
mano i perni di due girelle in ghisa D mantenute per mezzo delle guide E, entro le
quali scorrono o girano col movimento alternativo della traversa. Tanto le girelle quanto
i cursori sono muniti di due battenti per ritenerli lateralmente. Questi due perni cdi
loro cursori sono sottomessi ad uno sforzo particolare, che senza essere relativamente
molto intenso, influisce nulladimeno notabilmente, per il che si addivenuti a uno dei
361
luna or su laltra delle due guide dei cursori, che la contengono, inferiore e superiore.
Per una macchina orizzontale la direzione di questa pressione varia con quella della
rotazione della macchina.
Questa pressione non che una debole parte di quella dello sforzo trasmesso
dellasta. Allorch la biella ha un rapporto conveniente di lunghezza colla manovella,
lo sforzo sar abbastanza intenso, perch in breve tempo i cursori e le guide si con
sumino; e quindi il costruttore deve porsi in guardia contro queste difcolt.
Il miglior mezzo per evitarla di dare ai cursori D o alla corona delle girello
la maggior supercie possibile dattrito, e di tenerli molto lubricati, nel che precisa
mente consiste il miglioramento citato pi sopra. 1 larghi cursori sono preferibili, alle
girelle, che ore sono quasi intieramente abbandonate; la larghezza della corona delle
girelle nel disegno, che noi presentiamo, quella dei cursori proposti, e che sono
stati trasformati in girella solo per darne un esempio.
Sotto il punto di vista teorico, le traverse dovrebbero essere corte quanto pi si pu.
Vi interesse a ravvicinarle il pi che sia possibile ai punti dappoggio dellasta,
che quanto ha luogo ordinariamente, a meno che le si voglia utilizzare per far muo
vere qualche apparecchio ausiliare per mezzo di perni b. Del resto poche cose vi sono
a dire su questi organi: basta il disegno per farsene unidea esatta.
Camere di uno Stantuo d'una Locomotiva. -- Queste Figure rappresentano un tipo
Hg. e e IO.
di cursore, duso generale nella locomotive, e che pure stato imitato in un gran nu
mero di macchine sse. Questo cursore appartiene a un sistema di macchine per
viaggiatori, a cilindro esteriore, in circolazione sulla ferrovia da Parigi a Lione, co
strutte da Cali e Comp. Esso formato di una massa principale A, che sunisce coll_asta
B e colla biella, e di due piani scorrevoli C rapportati e ritenuti per mezzo di due denti
a fucinati nello stesso pezzo, che il principale. La biella essendo semplice, invece
dessere a forcella come quelle che dordinario si fanno nelle locomotive, la massa A
presenta un disco o per ricevere un buco b pel passaggio della chiavarde dunione.
Questa parte ugualmente fucinata con alette in rilievo d per ssarvi lasta dello
stantuffo della tromba alimentare, che si muove come quella a vapore. Dalla forma si
riconosce facilmente, che per la complicazione di queste parti, come lavoro da fuci
natore, non si pu, senza aumentare di troppo il lavoro, fucinare insieme i ritegni della
canalatura, tanto pi che il rapportarle non porta alcun inconveniente. Lasta B connessa
a cono e ssata per mezzo di una chiavetta e ritenuta da una copiglia f per impedire
che si disgiunga per l'effetto delle vibrazioni, a cui la locomotiva va continuamente sog
Fig. H e 42.
degli sforzi pel movimento della biella fa pressione solo sulla guida inferiore, e
quindi un tal sistema solo applicabile, quando la macchina non cambia verso di
rotazione.
A questo effetto lasta delle stantuffo B termina a cono tronco, ed ssata da un
dado C nella massa parallelepipeda trapassata da una traversa in ferro A, le cui
estremit sono unite con due bielle laterali, le quali funzionano come una biella sem
plice ordinaria; questa traversa e fucinata con un peduccio a, che scivola sopra una
guida E, ornata di due sponde b, fuse collarmatura della macchina. Tale disposi
zione conviene anche per la lubricazione, giacch la guida ritiene nella sua cavit una
certa quantit dolio, essendo le due estremit della medesima chiuse dalla lastra e,
che viene rapportata per dar luogo nella costruzione al ferro della pialla per spia
narla. Questo sistema di guide semplicissimo e ingegnoso nello stesso tempo pu con
venire essenzialmerite per piccole macchine sse, sempre per che il verso della rota
zione non varii.
Disegnare una Traversa, le cui estremit formano il perno di due Girelle, che scorrono
fra due Guide. - Questa disposizione una delle pi usitate nelle macchine a vapore
46
362
TAV. XLVI
Pig.15,14 e15.
dette a direttrice, che sono della forza di 20 cavalli almeno. Essa consiste in una vera
La Fig. 14 una veduta di faccia ovvero elevazione della traversa, che appar
tiene ad una macchina orizzontale; delle girelle D, per mezzo delle quali la traversa
mantenuta nelle guide, una sezionata secondo un diametro verticale. La Fig. 13
una sezione perpendicolare alla proiezione precedente, e fatta secondo lasse dellasta
dello stantuffo, della quale vedesi lunione.
Questorgano intieramente simmetrico partendo dalla sua met, che formata
da una sfera e lateralmente da unasta distinta in tre parti a, b e c, che vanno man
mano diminuendo gradatamente di diametro. La massa centrale destinata allunione
dellasta, ed forata da parte a parte da unapertura cilindrica ed uguale al diametro
di questasta, meno una leggerissima diminuzione, che deve servire di punto d'appoggio
alla chiavetta per la chiusura del dado c, ed alla quale soventi si sostituisce un orlo o
collaretto. Sia che si adotti un sistema ovvero laltro, indispensabile che questa
parte di traversa offra una massa per compensare lindebolimento del foro praticato
per lasta: se usasi il sistema della chiavetta, bisogna tener conto dello sforzo di
chiusura e della calettatura, che ne diminuiscono la sezione. Debbesi tener pur conto
collari, pei quali seffettua lunione delle traverse e della biella in cui terminano, come
si vedr pi innanzi, per mezzo di una forcella, i cui due rebbii sono muniti di due
aperture o cuscinetti, che abbracciano questi perni, attorno dei quali la biella effettua
i suoi moti oscillatorii. su questi due perni che si dirigono tutti gli sforzi trasmessi
per mezzo dellasta dello stantuffo e della biella, che comunicano il moto alla mano
vella e allalbero motore della macchina; la loro resistenza deve dunque essere calco
lata in vista di questi sforzi, che agiscono trasversalmente, e bisogna classificare le
traverse, almeno per questa parte, fra i solidi incastrati e sottomessi ad uno sforzo di
flessione. La Fig. 15 rappresenta la proiezione laterale della girella D.
Fig. 16 e W.
Descrivere una Guida per una Macchina a vapore verticale con due Cursori in bronzo
scorrevoli fra due Guide cilindriche con chiusure a chiavetta. - Il disegno delle Figure
16 e 17 rappresenta la traversa in ghisa di una macchina a vapore fissa, con ci
lindro verticale di cent. 25,5 di diametro; i cursori sono in bronzo, e si ssano per
mezzo di chiavette, le quali sono rattenute e spinte per mezzo di una vite di pressione.
Queste traverse presentano diversi punti interessanti: esse sono formate da una specie
di croce cilindrica, dentro cui entrano i due cursori in bronzo, i quali sono poi spinti
dalla chiavette; tanto i cursori quanto la traversa sono ornati di astragali o collaretti,
che ne rendono laspetto pi grazioso.
Fig. 18, 19 e 20
tanti dalla scomposizione del moto della biella. Nulladimeno per le macchine fisse non
guari in uso. a causa dellimportanza che prende la biella perla sua forma speciale.
La traversa D una specie di telaio in ghisa, di cui le estremit hanno due
specie di semicilindri concavi, posti perpendicolarmente, che abbracciano le guide E
363
cilindriche, entro cui scorrono. Nellinterno dellintelaiatura attaccato il manicotto A
unito coll'asta B, la quale unita colla traversa per mezzo della chiavarda a, che
TAV. XLVI
Fig. 18,19 e 20.
serve desse dellarticolazione colla biella F. Questa chiavarda ritenuta per mezzo
dun dado o con due linguette C poste diametralmente, che saggiustano in uno dei
Leconomia, che si ottiene, sta nella semplificazione del lavoro del fucinatore, che
si riduce al manicotto, il quale ritiene la solita forma. La traversa essendo in ghisa
una parte poco dispendiosa, e nessuna disposizione ha per rettificare la sua lunghezza;
ma, bench il consumo della ghisa sul ferro sia poco considerevole, e che si mantenga
facilmente lubrificata, nulla meno un tal sistema non deve applicarsi che nelle piccole
macchine. Le due traverse del giogo si uniscono fra loro mediante una nervatura e,
che da loro una solidit sufficiente. La Fig. 20 una sezione fatta sullasse della Fi
gura 18 e 19 della traversa in ghisa.
Disegnare una Traversa a Calastrelli con Chiavette di retticazione mosse dai Dadi
posti superiormente alla Traversa stessa.-- La costruzione della traversa rappresentata
nei disegni, Fig. 21 e 2%, offre varii punti interessanti. Essa formata da un nodo di
quattro perni a e b posti perpendicolarmente fra loro e fucinati colla massa cubica
centrale A, nella quale lasta B dello stantuffo viene calettata, e si fissa per mezzo
dun dado C, come nelle precedenti; idue perni a sono destinati allarticolazione
della biella colla traversa, e quelli segnati colla lettera b sono destinati a ricevere
icuscinetti scorritoi in bronzo D, per mezzo dei quali linsieme della traversa
mantenuto fra due aste cilindriche in ferro E facenti funzioni di guide laterali. Si
vede che la stabilit della traversa si ottenuta nel piano del movimento della
biella per la distanza estrema dei cursori D, e nellaltro verso, per la forma di questi
cursori, che sono cavi, e che abbracciano per met le guide fisse E. Quanto si disse
sulla spinta dovuta al moto della biella permette di comprendere, che linsieme della
traversa spinge costantemente sulle due guide E, secondo il verso della rotazione della
macchina, ove, per leffetto di questa pressione, il cursore D corrisponderebbe subito
ad una spinta, il cui risultato finale sarebbe di far deviare lasta dello stantuffo dalla
sua direzione normale, a misura che il centro della traversa si troverebbe spostato. E
per evitare questo inconveniente che i due cursori sono fusi con unapertura cilindrica,
dove vengono introdotti i due cilindri b fissandoli con una chiavetta F, la quale
permette di diminuire lattrito e facilitare la rettificazione del moto dellasta nel com
porre la macchina. Lapparecchio di rettificazione consiste in una chiavetta in ferro F,
che attraversa il perno del cilindro, e termina per unasta a vite, a cui va unito un
dado c, che permette dassicurarlo nella sua posizione; questo dado sappoggia sulla
testa d'un piccolo zoccolo in bronzo d, nel quale il corpo della chiavetta pu penetrare
fino a un certo limite ed avanzarsi.
Questa traversa, che pu essere data come esempio di buona costruzione, rilevata
da una piccola macchina della forza di 4 cavalli, costrutta da Cail e Comp. Una tal
forma si adatta non solo per le piccole macchine, ma ben anche per quelle di una
forza maggiore.
REGOLE
PRATICHE
Bench non si possano stabilire delle regole sse e determinate sulle proporzioni
delle varie parti, che costituiscono una traversa, si debbono per considerare dal co
struttore le condizioni dinamiche, in cui si trovano. Per tale effetto ne riporteremo
due esempii, che potranno servire di norma al costruttore in simili casi, gi dati dal
lArmengaud. Prendiamo a considerare per primo esempio la traversa rappresentata
nelle Fig. 13 e 14: essa appartiene ad una macchina avapore orizzontale con espan
sione e condensazione, duna forza nominale di 20 cavalli, la cui velocit di
Fig. 21 e 22.
364
,
48 giri per minuto primo, dorata dellespansione 14/15, costrutla da Farcot. Il dia
metro dello stantuffo di 001,415,e perci di 1353 centimetri quadrati di supercie;
la pressione di vapore e normalmente di 5 atmosfere. e la contropressione cagionata
dal condensatore di circa atmosfere 0,1; quindi si pu valutare senza errore la
pressione totale e massima su questo stantuffo a
(5 - 0,1 x 1k,0353) x 1353 = 6850*,469.
Per corrispondere a questo sforzo, lasta dello stantuffo, che in acciaio fuso, ha
50 millimetri di diametro lungo lintiero corpo, e si riduce a 30 allestremit nel noc
cioloo mastro della vite per ricevere il dado C.
'
Perci vedesi da questesempio che, fuori di tutte le altre influenze che quella dello
sforzo di trazione, a cui questa parte quasi esclusivamente sottomessa, non si dovr
caricare lacciaio luso fino 1000 chilogrammi per centimetro quadrato di sezione tras-'
versale. Ma bisogna ricordarsi che lo sforzo, che lasta dello stantuffo dovr sopportare,
sar molto superiore, avendo noi preso per base la pressione iniziale fuori dellespan
sione. facile immaginarsi, che le dimensioni dellasta essendo date e' messe in
rapporto collo sforzo a cui sono sottomessa, si pu prendere direttamente il suo dia
metro dal medesimo per dedurre le dimensioni principali della traversa dal carico to
tale sullo stantuffo: queste dimensioni sono la sezione della massa centrale e il dia
metro dei perni o portate a.
La sezione della massa centrale, sulla quale si caletta lasta, quella di un solido
incastrato e sottomesso ad un carico, che agisce ad una distanza L dal punto di inca-
stramento (pag. 133). Questo carico la met dello sforzo totale del vapore sullo
stantuffo. In quanto alla forma di questa sezione, non punto quella circolare che
conviene prendere per base del calcolo, a causa del buco che la divide e che compli
la massa centrale per la calettatura rimane colla forma cilindrica, e deve avere per
I
365
altezza almeno il doppio del suo diametro massimo, e per diametro 1,7 almeno di dia
metro massimo. Nel caso nostro, in cui il diametro dellasta di 50 millimetri, quello
della massa, se fosse cilindrica, sarebbe di mill. 50 x 1,7:85 su 50 x 2 :100
.,._H__-___
poco_ rapido e duna piccola ampiezza; perci devesi cercare di metterli in armonia col-_ '
linsieme della traversa e particolarmente colla massa centrale, anzich cercare di
ridurre il diametro il pi che sar possibile.
'
Per norma generale nella costruzione delle traverse si possono tenere le seguenti
regole adottate anche dal Redtenbacher:
Designando con
A la semilunghezza della traversa,
d=0,12'1/5;
l
%
I
3 _z
Per=4-s
9,10
11
12
3,04 3,21.
Se si ha per esempio
A: 100, d=10, questa tavola da ha- = 2,90; PBIOIO
h=2,9 1:2,9 e b:
h=9,61.
Vi sarebbero alcune osservazioni a farsi sulla pressione risultante dal moto della
biella, ma, non essendo cose di prima importanza, le tralascramo per brevit.
366
ARTICOLO XX.
T.-\V. XLVII
Fig t,2, s, 4
La sostanza, di cui si fanno i tubi, varia secondo lo scopo delle applicazioni. Essi
si fanno di metalli diversi come pure in legno, argilla, vetro, pietra, asfalto, cuoio,
gomma. elastica, ecc. Noi in questo trattato parleremo specialmente dei tubi metallici
per condotte dacqua, vapore, gaz.
Unioni dei Tubi in Ghisa. - Per unire i tubi di ghisa il modo pi comune
quello di munire una. delle loro estremit. di_appositi orli, bossoli o manicotti di dia
metro maggiore del tubo per imboccarli luno collaltro, oppure di costruire a ciascuna
delle loro estremit un collare e dunirli a vite: questi sistemi hanno il vantaggio,
che i tubi guasti si possono facilmente cambiare. Quelli a. vite sono da rigettarsi
l. dove le viti sarebbero soggette ad irrugginire, oppure a. sforzi accidentali come
nelle condotte delle acque e del gaz luce, per le quali i tubi debbono star nascosti
curatamente tornite o pialiate, che si comprimono fra. i diversi pezzi di tubi per impe
dire le fughe. Questi anelli per le condotte d'acqua e di gaz si fanno, come si disse, di
bevute in una miscela fatta con pece bollente e polvere di mattone. Per le lunghe
condotte bisogna tener conto dellaumento di lunghezza. prodotto dellaumento di
temperatura, affine di prevedere gli inconvenienti, che potrebbero nascere, e porvi
ma le vere lunghezze sono indicate dalle quote. Dalle stesse Figure si vede che per
le unioni ad imboccamento uno dei due tubi a riunire termina per una specie di ma
367
nicotto cilindrico B, rinforzato al suo estremo da un cordone, nel quale si adatta
lestremit dellaltro tubo che cilindrico, salvo un piccolo anello b poco rilevato de
TAV. XLVII
stinato a servire di punto di appoggio alla guernitura. Per fare questa guernilura, che
deve assicurare l'unione esteriore, il tubo maschio avviluppato in parte da una corda
compressa a colpi di martello n contro il cordone b, per mezzo duna specie di
scalpello in ferro. Quando la corda masticata occupa circa la met della lunghezza
del manicotto dimhoccamento, si procede con versare del piombo fuso, dal quale di
pende la solidit dellunione. Una tale operazione si eseguisce facilmente chiudendo
il contorno dell'unione con terra e lasciandovi superiormente un buco, per cui si versa
il piombo liquido, il quale riempir lo spazio d attorno al tubo, e appena raffreddato
si ricaccia a colpi di martello. Questo sistema di riunire i tubi lascia loro maggior li
bert di cedere alle v_ariazioni longitudinali dovute alla dilatazione e alla contrazione
del metallo pel cambiamento della temperatura, che se i tubi fossero uniti a cima a
cima col sistema dei collari. Ma se tutta una condotta fosse composta di simili unioni,
sarebbe dillcilissimo disgiungere alcuna parte, sia per una riparazione, sia per inter
calare un robinetto, o un ramo per una presa. Bisognerebbe rompere un tubo afne di
ciente da ricevere una rotella in piombo a posta sulle loro due facce con uno strato
di mastice formato con minio. Queste rotelle hanno la forma di un anello piatto, in
cui il diametro interiore e uguale a quello del tubo da raccordare, e lesteriore calco
lato in guisa che non possa toccare i buchi delle chiavarde, che hanno in generale
12 millimetri di spessezza uniforme; ma, quando i due tubi da congiungersi non sono
esattamente in linea retta, la loro spessezza variabile, sol che non deve essere nel
punto pi sottile inferiore a 10 mill. Le rotelle essendo introdotte tra i due colla
retti, si chiudono le giunte per mezzo delle chiavarde e, il cui corpo quadrato; cos
pure sono i buchi nei collari con chiavarde, che non girano durante la loro chiusura,
operata che sia la compressione
tubo nell'estremit. del pezzo seguente, e inchiodando insieme le due estremit. come
per le caldaie a vapore, oppure inchiodando alle estremit. di ciascun pezzo di tubo
dei ferri dangolo, e congiungendo poi questi insieme per mezzo di viti.
I tubi di ferro tirato si congiungono insieme per mezzo di manicotti, che si fer
mano con viti. Nellunione dei tubi di rame e di piombo ordinariamente si ripie
gano alquanto in fuori le estremit, in modo da formare come degli orli, che si
congiungono poi con anelli di ferro vitati.
Unioni dei Tubi di Bronzo. - I tubi in bronzo si uniscono in diversi modi.
ma pi spesso con manicotti a vite.
di direzione e alle braghe di presa perle diramazioni principali, Fig. 6 e 7. Queste con
sistono in certe porzioni di tubo fuse con una tubulatura, e che peri punti di divisione
principali debbono formare con lasse della condotta un angolo pi acuto che possibile.
Ma, indipendentemente da questa biforcazione importante per una condotta dacqua,
se ne fanno altre sopra tutto il corso di presa: certune di esse sono previste du
rante la posa dei tubi, mentre altre non si lanno che successivamente, secondo le
esigenze e la consumazione, e secondo le modicazioni che si presentano nello stato
della distribuzione.
lrami maggiori si fanno ordinariamente per mezzo dei tubi. che si uniscono
ad angolo retto col principale fuso preventivamente con questi, come j nella Fig. 5,
ovvero con turaccioli a vite f come si vede nelle Fig. 1, 3 e 4, nei punti segnati F
Fig
6 e 7.
14
"IA.
368
TAV. XLVII una di questi tubi nellintersezione di ciascuna via, perch 0 tosto o tardi se ne avr
bisogno, chiudendolo provvisoriamente con un turacciolo incastrato; si potrebbe anche
Fig. 1 e a
mettere semplicemente un tubo con un collaretto, che poi si sostituisce facilmente
con un tubo a diramazione, quando il caso lo esige.
Quando non si fosse presa alcuna di quelle precauzioni, e che non si volesse
sconnettere la maggior parte della condotta, si fa un foro del diametro voluto, e vi si
applica una tubulatura in piombo a doppio collaretto, come indicano le Fig. 6 e 7;
posto di due parti semicircolari portanti ciascuna due occhielli forati per ivi farvi
passare una chiavarda e,
colarmente quando ha luogo su grossi tubi di condotta a causa della dimensione, che
bisogna dare ai collari.
'
In questo caso si usa pure un altro metodo, che consiste nel bucare la ghisa,
fermando la vite, ed invitandovi un tubo in bronzo, di cui una delle estremit porta
un passo di vite, e l'altra termina in una parte conica, o in un collaretto, sul quale
si unisce la diramazione.
Per applicare con qualche buon successo questo sistema bisogna che la ghisa pre
senti una certa spessezza; di pi, per formare la vite sul sito occorre un utensile spe
ciale, che non sempre si pu avere a propria disposizione. Perci da qualche anno, nei
servigi del gaz e dellacqua nelle grandi citt, i tubi della condotta portano di gi un
rilievo coi fori a vite per lattaccamento delle diramazioni, come vedesi nelle Fig. 1,
3 e 4. Questi fori sono provvisoriamente chiusi con un turacciolo in ottone f, come
gi si disse superiormente. Quando trattasi di fare una presa d'acqua o di gaz, basta
svitare il turacciolo e sostituirvi un robinetto, che porta lo stesso passo di vite. Questo
quanto operasi per stabilire una condotta normale; nullameno per le esigenze di
certe localit si e obbligati di ricorrere ad altri sistemi. Quando si disgiunge una parte
della condotta sia per togliere un tubo rotto ovvero per intercalarne un altro dattacco,
bisogna unire la tubulatura tra due punti, che non si trovano a distanza con
veniente: in questi casi si impiega un manicotto semplice a conchiglia, come nei
giunti degli alberi in ghisa. Talvolta questi manicotti servono pure per riparare le
1 tubi per la distribuzione del vapore nelle macchine, sia per la presa come per
lo scappamento del medesimo, come pure per lalimentazione dellacqua, per lo spurgo
dei cilindri, sono generalmente in rame ovvero in ottone. SI uniscono tra di loro
cogli organi speciali, che si mettono in comunicazione per mezzo di collaretti in ferro
mobili o ssi secondo i casi. Ma soventi son fissi, cio si rendono solidarii come parte
integrante del tubo stesso.
Disegnare la Tabulatura comunemente usata per stabilire la comunicazione dell'acqua tra
Fig. 5, 8 e I).
colle casse dacqua e celle trombe alimantatrici poste sulla macchina, debbono essere
collocati in guisa da poterli facilmente disgiungere per separare il tender dalla mac
china. Questa unione deve possedere una certa elasticit per cedere alla variazione
desse che la macchina ed il tender provano, circolando sulle vie che offrono delle
curve numerose e soventi molto sensibili e anche certe irregolarit nel piano del li
369
vello. Le difficolt di stabilire delle giunte, che soddisfacciano convenientemente a TAV. XLVII
simili esigenze, con tubi, nei quali riposa in gran parte il lavoro regolare delle lo Fig. 3, s, o e 10.
comotive, non stato tanto facile a superare, anzi han dato luogo a molti tentativi.
Un sistema, che stato generalmente adottato, e ancora _molto in uso, quello rap
presentato dalla Fig. 5: ha per base lunione a giuntura sferica per corrispondere
a tutte le variazioni dellasse, e poi vi sono giunte libere con bossoli a stoppa per
soddisfare alle condizioni di schiacciamenti facili quando si vuole avere una lunghezza
variabile. Il complesso di questa tubulatura si pu dividere in tre parti distinte: le due
estreme A e B appartenenti al tender e alla macchina, e una intermedia C e D, che
insieme stabiliscono le loro relazioni nella condizione di mobilit richiesta.
Le due tubulature A e B, che sono simili e in bronzo, si compongono ciascuna
duna parte cilindrica e duna emisferica vuota con collaretti per le chiavarde dunione;
dal lato della macchina la tubulatura A imbocca col condotto A andando all'appa
recchio alimentare, e si trova sostenuta da un collaretto in ferro a fissato alle mac
che stabilisce lunione delle due precedenti, composta di due tubulature C e D anche
in bronzo, terminate da una specie dimbuti, che penetrano uno dentro laltro per
mezzo di scatole a stoppa, di cui quella C fissata; le due altre sono unite, come nei
casi ordinarii, dai collarelti e e d.
Il sistema di chiusura della scatola a stoppa analogo a quelli descritti nella
Tavola XLV; ossia il compressore e formato da un semplice turacciolo cilindrico chiuso
per mezzo di un dado E invitato esteriormente alla scatola. Ma questo dado soddisfa
ad un altro scopo perla vasta imboccatura che possiede, e che si apre dal lato dellin
troduzione del tubo D. Questa struttura particolare stata immaginata in vista di feci
litare il raccordamento delle due parti, quando si deve stabilire lunione tra la mac
china e il tender, poich, facendo scorrere i due veicoli uno contro laltro, il tubo D
non pu a meno che imboccare nellimbuto, e perci mettersi al suo posto. In tutto le
disgiunzioni della macchina dal tender, la parte C, che piuttosto pesante, tenderebbe
ad abbassarsi e a forzare sullimbuto, se esso non fosse sostenuto altrimenti. Ma esso al
contrario sospeso alla macchina per mezzo duna catenella, che si attacca al collaretto
in ferro f invitato con un collare diviso in due parti g che labbracciano. In questa
stessa parte si osserva ancora un freno h, invitato sul collare e portante due lame a
molla fissate in una scanalatura formata nellesterno del dado, in guisa da impedire che
questo si divida o si chiuda per mezzo di una chiave o beccuccio, che simbocca
con una serie di denti i. Bisogna notare, che il tutto termina nella piccola tubula
tura j, dalla quale ne parte unaltra, che, nel momento in cui la macchina si ferma,
pende dalla precisione delle sue giunte, non potendovisi applicare alcuna sorta di
guarnitura elastica.
'
Tubi in Lastra di Ferro Incatramati. - Specialmente i costruttori francesi
Chaumeroy e Comp. hanno applicato il Sistema dei tubi in lastra di ferro, coperti este
riormente da uno strato di bitume di 1 o 2 centimetri di spessezza secondo il loro
diametro. Il modo di costruzione particolare doveva per conseguenza avere un me
todo dunione suo proprio, e perci vi si applic lunione a vite. Ma anche questa
ha i suoi inconvenienti, ed oralusasi generalmente lo stesso sistema di giunti come
pe tubi in ghisa. Le Fig. il e 12 rappresentano due unioni di tubi secondo l'an
tico sistema dei giunti a vite, sulle quali sono indicati i modi impiegati per riunirli
con altri tubi in ghisa, terminati da collari ovvero per imboccamenti, come avviene,
quando si deve riunire tubi di questo genere con quelli in ghisa. che portano delle
chiavi valvolate.
Questi tubi sono costrutti con lamiera o lastra pi sottile che quella dei tubi pel gaz:
pu essere di 1 a 2 millimetri di spessezza, secondo il diametro; la lastra viene prima
stagnola, poi ripiegata ed inchiodata; quindi, disposto sopra una tavola uno strato di
47
Flg. H e I?
370
TAV. XLVII
Fig. H e 42.
impiegare che usandoli duna spessezza molto superiore a quanto necessario per la
loro resistenza: perci in opera offrono sempre un peso considerevole. Molti co
struttori tentarono pi volte ed in varie guise di fabbricarne in lastra metallica,
afnch riuscissero molto leggeri e nello stesso tempo resistenti, e questi tubi si im
piegano con successo nelle piccole condotte di breve estensione, duso specialmente
nelle ofcine, nelle quali restano sempre in vista, e possono essere facilmente sorve
gliati e riparati. Quando trattasi per di una condotta grande, dove i tubi di ghisa non
possono essere sorvegliati e riparati facilmente, e necessario di assicurarsi e mettersi
unite per mezzo di un manicotto come A, che forma dado. Siccome nelle congiunzioni
ordinarie non si pu ammettere, che le spire delle viti abbiano inclinazioni in verso
differente, il che condurrebbe a certe difcolt rapporto alla costruzione delle differenti
parti da riunire, lunione non pu aver luogo che facendo girare il dado, ovvero dopo
aver invitato il dado su uno dei due, si invita laltro.
e la perdita di forza viva non sia per ridondare a danno della corrente, si usano i
gomiti come B, formati di due parti cilindriche, che si uniscono ad angolo retto.
Ma nei casi contrarii, in cui si voglia evitare un cambiamento di direzione tanto
vivo, si applica un gomito curvilineo, il quale non presenta maggiori difficolt di co
struzione che quello ad angolo retto, la qual forma si eviter il pi che sar possibile.
La stessa Figura fa vedere limpiego di un giunto a quattro vie, ovvero un raccorda
ment a croce D, che presenta quattro portate a vite. Lunione a vite non la sola
duso pei tubi in ferro; se la natura della loro applicazione lo esige, si possono adot
tare alluopo dei collari, o riunirli con chiavarde.
Tubi in Piombo. --1 tubi in piombo non si usano per le grandi condotte, perch
sarebbero di un prezzo troppo elevato, particolarmente quando si dovesse dar loro spes
sezza tali da resistere alle grandi pressioni, stante la poca tenacit del metallo. Gli
antichi, che non potevano sostituirlo come possiamo far noi, hanno usato il piombo
anche nelle grandi condotte, come se ne trova infatti nelle antichit romane. Nei tempi
nostri si usa solo nelle piccole diramazioni e in tubi di un piccolissimo diametro
specialmente nei servizii particolari del gaz e dellacqua; i tubi in piombo in queste
circostanze sono di un uso estremamente comodo per la facilit, che otlrono di po
terli piegare in tutti i modi nelle distribuzioni interiori delle case. Salvo che per
certi diametri eccezionali, che non si possono eseguire altrimenti che con un foglio avanti
371
irregolare, che pu essere per una gran lunghezza di un sol pezzo secondo il rapporto
del suo peso lineare e quello della massa totale del metallo in fusione, che uno pu
sottomettere alla pressione. La conseguenza di questo fatto , che la lunghezza del
tubo fabbricato in ragione inversa della sua sezione trasversale. Nei piccoli diametri
di 1 a 2 o 3 centimetri si pu ottenere dei tubi di pi di 20 metri di lunghezza di
un sol pezzo. Da qualche anno il fabbricante Sbille, specialmente per le condotte
dacqua potabile, fabbrica dei tubi stagnati internamente, per cui viene impedita la
formazione dei sali velenosi, e toglie parte della essibilit al piombo onde la spes
sezza del tubo, che si terrebbe nelle circostanze ordinarie, si puo diminuire di un de
cimo. La maggior mano dopera e lo stagno ne aumentano per di molto il prezzo.
macchina speciale; si uniscono uno entro laltro con battenti piani 0 a collari, ovvero
a coni tronchi. Il loro prezzo quasi la met di quello dei tubi in ghisa dello stesso
diametro.
Tubi in Terracotta. - Si usano specialmente nellagricoltura: siccome non possono
sostenere che leggiere pressioni, non vengono impiegati che ove questa nulla: e
limpiego principale di essi si fa nella fognatura dei terreni o drenaggio. (Vedi l'Ap
pendice del nostro Trattato di Disegno Topografico).
Osservazione sull'impiego dei diversi sistemi di Tubi a seconda delle circostanze.
Quando trattasi di grandi canalizzazioni per una citt di qualche importanza, e che sono
indispensabili molte diramazioni, frequenti raccordamenti per mezzo di robinetti,
prese numerose ed eventuali e duna pressione elevata, la ghisa presenta dei vantaggi,
che difficilmente si possono ottenere con altra materia. Nulladimeno i tubi in latta in
catramati, sopra una grande estensione, possono presentare qualche vantaggio economico.
Quando per le acque da condurre sono di tal natura che i condotti in metallo si
conservano difcilmente, o si ingorgano facilmente di materie calcaree, si pu esami
nare se possono preferirsi i tuUi in carta, in legno o in terra cotta. Perci prima di
sciegliere bisogner fare tutte le considerazioni, non escluse quelle della natura del
terreno, in cui la condotta deve essere messa, della facilit dei mezzi di ripararla in
caso di rottura, delle spese di riparazioni, e simili.
Tubi in Legno. - I tubi in legno sono formati di tronchi di quercia, dolmo,
e simili, forati secondo il loro asse, aventi una lunghezza da 3 a 4- metri, con
10 a 20 centimetri di diametro interiore. Per diametri maggiori si sarebbe obbligati
di formarli di pi pezzi unendoli fra loro con varii metodi, che crediamo inutile
descrivere.
Tubi di Cartone incatramato. - Nella manifattura di Jalourau e Comp. a Asnires
vicino a Parigi si fabbricano dei tubi di condotta con cartone impiegato a fogli ov
vero in pezza senza fine, rotolandolo su se stesso fin tanto che abbia ottenuto una
spessezza sufficiente; durante lavvolgimento su se stesso il foglio si copre sulle sue
due facce duna composizione bituminosa liquida, la quale unisce fortemente le spire
sovrapposte; questi tubi hanno circa metri 1,50 di lunghezza, e si riuniscono fra loro
mediante manicotti in ghisa. Tubi di questa specie del diametro interiore di 75, 105,
135 a 200 millimetri hanno sopportato senza rompersi delle pressioni di 15, 18 e 24
atmosfere. Gli inventori di questo sistema di tubi fanno valere il poco costo compa
rativamente alla carezza di quello che costano d'ordinario gli altri in metallo; bisogna
osservare altres che sono compiutamente inossidabili, e che non possono dare origine
723
REGOLE
PRATICHE
Parlando dei cilindri a vapore a pag. 342 abbiamo date alcune nozioni sulla resi
stenza dei cilindri alla compressione esteriore. Qui completeremo queste nozioni rela
tivamente ai tubi. Infatti i tubi delle caldaie o generatori tubulari offrono essenzial
mente il carattere dessere sottomessi a una pressione esteriore, che tende a schiac
ciarli. Nelle condizioni ordinarie della costruzione, essi sono duna resistenza molto
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5 *
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Diametro
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Spessezza
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10 : 3,00 0,15.0,17 0,003 ai 14
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24
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9 3,30
12 3,30
0,06
0,16
l l, 9 3,50 0,16
1 __
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i
l
00015410!
45 15 , 2,70 l 0,03 ;0,00131
ti i
I
0,003 vi 14
I
1 2,00
Spessozu
0,13 | 0,003
I,
Questo coefciente prende qui un valore molto vicino a quello, che fu indicato per la.
resistenza allo schiacciamento dei cilindri in lastra, a pag. 342.
Venendo all8 serie si trova:
cosicch questo tubo, che ha resistito, non avrebbe potuto essere schiacciato che sotto
373
Da una esperienza fatta a Montiugon, un tubo in ottone si schiacciato sotto una
metri 0,037, spessezza metri 0,0015, lunghezza del tubo metri 3,500.
Soluzione. - Segnando con D il diametro interiore del tubo, con s la spessezza
della sua parete e con L la larghezza del medesimo e prendendo P dalla formula su
periore si avr:
A : LD.L;eP
la
E:
A LD'
0,00l5 x 0,0015
P2800000XW : 13,9
per centimetro quadrato, ossia quasi 13 atmosfere. Le locomotive essendo costrutte per
lavorare ad una pressione effettiva di 7 atmosfere, i tubi sono in buona condizione di
resistenza.
..
. .
Tubi in ferro, lastra del Berry saldata con cppnqmnte sul mandrmo I
per generatori e condotte di vapore, con coliarettt e mboccalure alle| estremit
Diametro
Memo
Spessezza
Diametro
memo
millim.
millim.
millim.
40
Spessezza
I"
Diametro
memo
millim.
millim.
-,
millim.
70
2,50 l
100
3,25
2,50
105
3,25
45
'75
55
50
i 2
85
so
l 2,2,75
75 i,
60
i 2,25
90
.65
95
Il
'
2,25
--_
i Spessezza
millim.
millim.
25
se
129
|1
40
35
15
5o
20
110
120 ;i a,3,25
25 1I
-
Diametro interno
w_
374
TABELLA DELLE DIMENSIONI 12 DEL PESO per rum PER connorrn rN LASTRA E BITUME
FABBRICATI DA. CHAMEROY E COMP. (Fnarvcm).
.g._.. ..
._
H_..
Dlttlltltl 1
l
l
l
l
l
.
Spessezza
<
Peso in
1l
chilogr.ml
4,00 5,00 i 6,00
:
l
7,50 , 8,50 i11,0014,00 17,00 22,00 1 25,00
l
I
Disastri
1,3
1,4 . 1,5
1,0
1,1
28,00
33,00
1,1 1 1,2
!
Spessezza
dellaLastra
1,8
I1
2,1 12,3 ,l
3,7
4,1
5,0
Peso in
chilogr.ml
i
l
alla superficie di uno di questi fondi, diminuita della somma delle sezioni dei buchi
fatti per ssarvi i tubi.
Esempio. - Quale sar lo sforzo per centimetro quadrato dei tubi di una locomo
tiva, il diametro interno della cui caldaia di metri 1,45, e che contiene 464 tubi di
temente dai tubi, dalle inchiodature col corpo cilindrico della caldaia, e questa pres
sione non potrebbe agire con tutta la sua intensit sui tubi lontani da questa inchio
datura ossia nel centro, ove la essione del fondo si manifesterebbe, se i tubi non si
_2
375
In generale, nella pratica, data la sezione S dun tubo, determinata dalla quantit
del fluido Q, che deve passarvi per secondo, e la velocit a, si ha S =%; dalla qual
formola si deduce, che il diametro a del tubo 11 = I/
circostanze pratiche. Se non si avesse a tener conto che della pressione interna, sa
rebbe facile a stabilire una formula razionale per determinare la spessezza da darsi alle
pareti. La quale per approssimazione potrebbe scriversi cosi: s: A (n - 1) d, indi
cando con e la spessezza, con d il diametrd interno del tubo e con n il numero delle
atmosfere, che rappresenta la pressione interiore. Per per una debole pressione in
terna questa formola d una spessezza tanto debole da non permettere in certi casi di
costruire il tubo, ovvero spessezze tali che non si potrebbero neppur costrurre par
ticolarmente se si tiene conto lazione delle forze accidentali. Le forze di questa specie
ed i metodi di fabbricazione non possono essere introdotti razionalmente in una for
mola, e non se ne pu tener conto che per mezzo duna quantit addizionale; quindi
si avr s=A (n-1) d+B: indicando" con B una quantit costante, il cui valore
determinato secondo la natura del metallo, di cui il tubo e formato. Dalla formale
superiore deduce le formole seguenti che sono quelle per la loro semplicit general
mente usate relativamente ai tubi per determinarne la spessezza, e nelle quali s
indica la spessezza della parete, d il diametro interiore del tubo in centimetri, n la
pressione espressa in atmosfere, alla quale i tubi debbano poter resistere con sicurezza
sufficiente.
Tubi in lastra di ferro
Id.
ghisa
s : 0,00400 (n - 1) d + 0,50
Id.
rame
Id.
piombo
s : 0,04000 (n - 1) d + 0,10
Id.
Id.
Id.
pietra artificiale
s : 0,05380 (n - 1) d + 1,00
I tubi di condotta tanto per lacqua quanto per il gaz generalmente si provano ad
una resistenza di10 atmosfere; bisogner perci far n=10 per avere una spessezza
conveniente.
Le dimensioni delle unioni, che comprendono gli orli o collaretti, le viti, i mani
cotti, si avranno dalle formale seguenti:
Lunghezza del tubo .
L :: 200 + 5 d
Numerodelleviti . . . . . . . . . . . 3+?
Diametro duna vite o chiavarda . .
Manicotti, lunghezza interiore (come
gure2,3,4,6,7). . . . . .
Manicotti, diametro interiore . . .
. .
nelle
. .
. .
. . 0,33 +1.17 r
Fi
. . d+2s
. . d + 4,4:
. .
1,"2s
376
ARTICOLO XX.
TAV. XLVHI
dere ed aprire la comunicazione. Il robinetto si dice a due o tre vie od acque secondo
che con esso si pu stabilire od interrompere la comunicazione fra due otre tubi
diversi. I robinetti si fanno in ottone, in piombo, in ghisa, e in certi casi speciali
anche in vetro e in gres, ecc.; la cassa e sempre fusa con uno o due collari per po
terla unire colla tubulatura per mezzo di viti.
Fig. I, 2, 5 e 4.
Disegnare un Robinetto a due acque colla sua proiezione orizzontale avente l'impugna
tura prima parallela, poi obliquo al piano verticale, coi relativi spaccati. - ll raccorda
mento di questa parte conica A colla tubulatura cilindrica B si fa per mezzo di due
gusci l) aventi unapertura quasi elittica, come vedesi nelle Fig. 1, 2 e 3, terminati
in due collari C da ambe le parti. La chiave conica E sormontata da unimpugna
tura F, per mezzo della quale si pu far girare a volont, ed ritenuta per mezzo
di un dado G nella parte inferiore della cassa. La Fig. 1 rappresenta il robinetto
visto di anco col collaretto di prospetto; la Fig. 8 la forma laterale della chiave;
la Fig. 9 quella della sua proiezione orizzontale vista di sotto senza limpugnatura;
la Fig. 7 una sezione orizzontale fatta sulla linea E; la Fig. 6 una sezione fatta in
un piano verticale secondo la linea 3 e 4.
Si vede facilmente da queste differenti Figure che, per rappresentare esattamente
tutte le parti di un tal
tico D colla superficie conica esteriore A della cassa; poi lintersecazione della su
percie cilindrica dellimpugnatura F della chiave, quando questa posta parallela
mente al piano verticale, come nelle Fig. 2, 3,6 e 7: allora sinclina a questo piano
come nelle Fig. 4 e 5. Si pure determinata lintersezione dellapertura quadrangolare
H praticata nella chiave del robinetto colla faccia superiore di questo, ed inne lin
tersczione di un prisma colla sfera, che termina il dado G. Le operazioni per queste
diverse intersezioni sono indicate nelle varie Figure. Le Fig. 14 e 15 indicano la traccia
geometrica dellintersezione del cilindro orizzontale E' col cilindro verticale F della
chiave del robinetto. La curva dellintersezione che di questo cilindro si otterr facil
mente effettuando le operazioni indicate nella Figura, come si fatto nella Tav.l e 2.
Quando il cilindro orizzontale F, Fig. 14 e 15, inclinato al piano verticale, la
curva d'intersezione di questo cilindro con quello E cambia daspetto; in proiezione
verticale la sua costruzione sempre la medesima. Infatti si vede che se, come nella
Figura precedente, per ottenere un punto qualunque, si conduce un piano verti
cale d'e', parallelo allasse del cilindro, questo piano taglia il cilindro verticale se
377
condo due rette, che si proiettano verticalmente in df ed eg. Questo stesso piano TAv. XLvm
taglia anche il cilindro orizzontale secondo una generatrice proiettata orizzontalmente Fig_ H e ,,
d'e', onde si ottiene la proiezione verticale dopo aver fatto il ribattimento della base
h
del cilindro come lo indica la Fig. 14. Postando la distanza i i da h, Fig. 15, lorizzon
tale d, e, condotta per il punto 11', rappresenta l'intersezione del piano col cilindro
orizzontale. Si vede, che questa retta e incontrata dalle generatrici df ed eg nei punti
il, e; lo stesso sar per tutti gli altri punti della curva dbec.
Le Fig. 10 e 10bis rappresentano lintersezione di un cilindro a base elittica con p,,,_ 10. mm, ,, H_
un cono a base circolare corrispondente ad una supercie conica A della cassa, in
contrata dal guscio D. La Fig. 11 un piano visto al dissolto per rendere evidente lin
tersozione in proiezione orizzontale. Per determinare queste intersezioni non c altro
che da condurre un piano orizzontale qualunque, che da una parte taglia il cono se
condo un. circolo, e dallaltra il circolo secondo due generatrici. I punti dincontro di
queste rette colla circonferenza del circolo sono i punti delle curve dintersezionc.
Cosi, conducendo il piano ab, Fig. 10, si ha da una parte il diametro del circolo cd, che
si proietta orizzontalmente dal centro 0, Fig. 11, e dallaltra parte due generalrici, che
si proiettano in ab, e di cui si determina la proiezione orizzontale in a'b od in ab.
Dopo aver ribattuta la base de del cilindro in d, f', fg, ed aver portata la distanza,
Fig.10bis, da 9' in a' ed in a, Fig. 11, le generatrici ab' e ab incontrano il circolo di
diametro cd' in quattro punti h'i, che si proiettano verticalmente in In e in i', Fig. 10 bis.
Si ottiene nella stessa guisa i punti mn per mezzo dei punti orizzontali M. I punti
limiti della curva si ottengono naturalmente in p, q, r, s, dallincontro delle genera
trici esteriori del cilindro; in quanto ai punti i, u, vertici delle due curve, si possono
ottenere pel ribattimento della Fig.10bis, conducendo dal vertice S del cono una
tangente St alla base d'fe' del cilindro, e proiettando il punto di contatto t seguendo
la linea orizzontale xy, la quale rappresenta un piano, che taglia il cono secondo un
circolo, che si proietta orizzontalmente sulla Fig. 11. Se portasi allora la distanza lo
da 9' in x', e si tira le orizzontali z'y', si ottengono i punti tu' per mezzo del loro
incontro col circolo, che si descritto; questi punti si proiettano in tu sopra la Fig. 10.
Si vede che questa operazione all'atto analoga a quella relativa allintersezione
dei due cilindri.
Se il cilindro invece dessere a base eliltica fosse a base circolare, come avviene
qualche volta, si comprende benissimo, che loperazione per ottenere la sua interse
zione col cono sar esattamente identica alla precedente, e dar delle curve ana
loghe, purch il diametro del cilindro sia pi piccolo che quello della sezione del cono
corrispondente alla generatrice estrema inferiore; ma questa curva cambia, quando
lalura della cassa, affine di fare la chiave meno voluminosa e pi leggera presen
tando sempre la stessa sezione. Questapertura rettangolare determina in proiezione
laterale, Fig. 6, una curva dintersezione abcd, che non altro che una iperbole risul
tante dalla sezione fatta per un piano verticale parallelo allasse del cono. Lopera
zione per determinare questa curva indicata nel disegno geometrico. Per rendere la
curva pi apparente, si suppone in queste Figure, che le generatrici del cono facciano
collasse un angolo pi aperto che sulla Fig. 7. La linea ab rappresenta il piano verticale,
nel quale contenuta la curva dintersezione. facile vedere che, se si conduce una
serie di piani orizzontali, si otterranno altrettanti circoli, che si proiettano incontrando
il piano eb nei punti l', m', 11', p', ecc. Questi punti si proiettano verticalmente, e si
ottiene il vertice o della curva, tracciando dal centro un circolo tangente al piano ab,
e proiettando questo circolo sul piano verticale. Seguendo questa costruzione, facile
vedere, che lapertura H e resa apparente, quando si guarda la chiave del robinetto
al dissopra come lo fa vedere la Fig. 9.
La Figura 16 rappresenta la proiezione verticale G del dado,._che ritiene la chiave
del robinetto nella cassa. Questo dado di forma esagonale terminato per una porzione
di sfera, il cui centro si trova sull'asse del prisma. Ciascuna faccia di questo prisma
48
378
TAV. XLVIII e del dado incontra la supercie della sfera secondo dei circoli uguali, che bisogna
Fig. 16.
del diametro circoscritto al dado; per rendere la curva pi apparente sulla Fig. 16
noi abbiamo supposto questo diametro pi piccolo.
La sfera y e rappresentata da due circoli di raggio 0A, e il dado per mezzo di
un prisma esagonale, di cui lasse passa per il centro. La prima faccia a'b' di questo
dado incontra la sfera secondo un circolo parallelo al piano verticale, il cui dia
metro c'd'. Questo circolo parallelo verticalmente sulla Fig. 6 incontra gli spigoli ae
e bf dun prisma nei punti a e b; la parte compresa tra questi due punti rappresenta
lintersezione della faccia verticale a' b' colla sfera. Le due altre laccie a' g' e b' h'
sono inclinate al piano verticale, e tagliano anche la sfera secondo i circoli uguali ai
primi, come a Tav. Il, Fig. 13, 14, 15 e 16, ma si proiettano verticalmente secondo
di diametro m' n', che si proietta verticalmente secondo la retta ma. Unoperazione
analoga si farebbe per determinare le stesse intersezioni, quando il dado fosse visto
d'angolo in guisa che due l'accie solamente fossero apparenti, come si vede sulla
Disegnare un Robinetto a due acque o a due vie unito ai tubi di condotta, coi relativi
spaccati orizzontali e verticali. - Le Fig. 17, 18, 19 e 20 rappresentano precisamente
i disegni domandati coi relativi collaretti, per cui sattaccano ai tubi BI] di condotta per
mezzo di quattro chiavarde Il, che si chiudono a dado, e sono poste allestremit di due
diametri perpendicolari. Le chiavarde hanno una testa quadrangolare afne di poterle
tenere con una chiave dalla parte della testa, onde non girino mentre si chiude il
dado dallaltra estremit. Il robinetlo nella sua costruzione identico a quello esposto
superiormente, pi semplice per, perch mancanoi due gusci posti controi collaretti,
e che, mentre ne rinforzano lunione col tubo, lo rendono molto elegante nella forma.
dotte, e servono per estrarre iuidi e specialmente i liquidi nellaria libera invece di
formare Iotturatore sulla corrente d'una condotta. La chiave C fornita di unimpu
gnatura di varie forme, come a leva nella Fig.1 od altra, ed inferiormente rite
nuta nella cassa B mediante un dado e posto a vite inferiormente o d'una chiavetta,
che attraversa la parte inferiore della chiave stessa, come vedesi nella Figura. La cassa
termina in un tubo, il quale sintroduce a forza nel vaso, da cui si deve estrarre il
liquido, ovvero a vite, oppure in un collaretto, il quale si unisce con laltro posto al
l'estremit del tubo di condotta. Laltra estremit sinette verso la parte inferiore in
guisa da preparare luscita del uido nella direzione voluta. Soventi si fanno uscire
tali robinetli a cannella dalla bocca di mascheroni in bronzo, in ottone e in marmo,
ovvero dal centro dun rosone, non di rado dando ad essi la forma di teste di animali,
che dalla bocca versano il liquido. Susano specialmente pei bagni i robinetti termi
nati con testo e colli di cicogne, di cigni, ecc.
rv
379
TABELLA DELLE DIMENSIONI PRINCIPALI DEI BOBINETTI A COLLARETTI (TIPO INGLESE).
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millim.
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millim.
millim.
millim.
millim.
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30
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8
8
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93
15
16
50
35
120
98
146
58
39
130
150
61 |
40
140
millim.
__
millim.
millim.
40 J
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19
22
6
6
17
53
25
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18
60
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19
67
33
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160
67
43
150
125 I
20
73
se
60
170
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21
so
40
'1
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10
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23
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'7
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200 _
92
60
205
10
156
25
110
54
90
210
102
69
225
10
155
27
120
62
220
113
70
245
10
29
132
66
l 100
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180
V
7
____|
Robinetto a tre acque (modello inglese). Disegnare un Robinetto a tre acque. Le Fig. 3, 4, 5 e 6 rappresentano, in sezioni verticale e orizzontale falle per lasse,
il lato di un rubinetto a tre vie adoperato specialmente per la condotta del vapore
nelle macchine per la marina. Questo genere di robinetti differisce da quelli che
abbiamo descritto, inquantoch la chiave mantenuta per mezzo di un compressore
a stoppa dalla parte della base maggiore, invece di essere ritenuta da un dado in
vitato allestremit opposta. La cassa B fusa con un fondo pieno, e la sua aper
tura superiore contiene una cavit con due alette b. Queste contengono le chiocciole
per ricevere le viti o, per mezzo delle quali si comprime le gueruiture con un com
pressore D. La chiave C cava, e la parte superiore c, che supera il compressore, ha
la forma quadrata in guisa da lasciare il posto necessario per limpugnatura, che deve
chiudere o aprire il robinetto.
La Tabella superiore riassume le dimensioni principali duna serie di robinetti di
questo genere da 30 a 100 millimetri di diametro allorificio. Le dimensioni non cam
biano, siano essi a due o a tre acque: in questultimo caso c un ramo daggiungersi
uguale alla met della distanza tra collaretto e collaretto del principale.
247. Delle Valvole. -Le valvole prendono differenti forme; esse sono coniche,
sferiche o a cappello. Le valvole coniche e le storiche sono generalmente metalliche;
le valvole a cappello sono metalliche, 0 in cuoio, o in caoutchouc. Per le proporzioni
vedi pagina 385.
Queste differenti specie di valvole devono soddisfare a varie condizioni essenziali:
1 esse debbono potersi aprire o chiudere facilmente ed in tempo utile; 2' chiuse,
debbono essere perfettamente aderenti alla loro base; 3 non debbono presentare
alcun ostacolo serio al passaggio dellacqua e dei fluidi. Nelle trombe lapertura delle
valvole e prodotta dalla pressione dellacqua, mentre nelle macchine a vapore que
stefletto s'oltiene solo per mezzo del contatto di certi organi mobili della macchina
TAV. 31le
Fig. 5, 1, 5 e 6.
380
Valvole Coniche. - Le valvole coniche prendono varie forme dipendenti dal
TAV. XLIX
luso, a cui sono destinate, e dalle circostanze e dai varii costruttori secondo i casi
particolari.
Le pi semplici sono quelle
formate da una specie di prisma
triangolare, la cui base inscritta
e superiormente terminano in un
tronco di cono A, il quale serve a
chiudere lapertura del tubo 13 sul
Fig. m.
collaretto C.
Valvole a sfera. - Altre volte le valvole sono formate da una sfera metallica,
la quale riposa sulla bocca del tubo, che non formata da un tronco di cono ro
vesciato, ma da una cavit avente la forma di segmento sferico a due basi, apparte
nente ad una sfera di ugual diametro della sfera formante la valvole; per la qual
cosa, in qualunque modo cada la sfera sul segmento, combacia perfettamente con esse,
e quindi chiude bene lapertura. La sfera contenuta in un tubo, ovvero fra quattro
guide, onde non pu muoversi che nel verso verticale. Questa specie di valvole sono
specialmente adoperate nella costruzione delle locomotive.
I-ig 1, s, o 10.
alle due estremit due collari circolari per unirli coi tubi, che formano la condotta.
Nellinterno di questa cassa e praticata unapertura circolare destinata a ricevere
una sedia o battente in bronzo s, sul quale viene ad applicarsi la valvola conica S,
unita allasta a vite T. Quest'asta attraversa la scatola a stoppa D', e la chiocciola in
bronzo E, e riceve superiormente il piccolo volante a mano V, il quale fa lufcio di
una manovella o maniglia, che penetra per mezzo del suo masso in un dente rettan
golare e. La chiocciola E fusa con un rilievo cilindico lettato interiormente per
Fig. 7.
la sua asta a vite T, ed attraversa una doppia scatola a stoppa formata dal tubo a
battenti in ghisa :v e dal cappello B', sul quale sinvita il dado in bronzo E, che opera
la chiusura contro il tubo d.
La Fig. 7 rappresenta una sezione verticale di un rubinetto a valvole. In questo
modello la valvola S fusa con una specie di lanterna a tre rami formante guida
nellinterno del sedile s. Questa presenta la particolarit di avere il labbro esteriore
arrotondato, secondo un piano anulare inclinato, sul quale sta un guscio della forma
381
corrispondente, praticato nellinterno del corpo della valvola. Per questa disposizione
TAV. XLIX
la parte anulare si trova in contatto del fluido, che passa per lorificio centrale, dal
Fig. 7.
che, secondo lautore, risulta una soppressione quasi compiuta del consumo della
valvola, e quindi una durata maggiore.
Il cappello in ghisa B, che apre la cassa B, disposto per ricevere locchio o
ghiera in bronzo D attraversato per mezzo dellasta a vite T. La parte superiore di
questa pure a vite, e riceve il dado E. che chiude il compressore della stoppa d; la
sua parte esteriore presenta un rilievo fornito leggermente conico, e sul quale sap
plica il disopra della valvola, quando essa aperta, in guisa da impedire le fughe
della vite. A tal effetto essa munita duna scozia interna corrispondente allaggetto
della ghiera D. Lo stesso costruttore ha eseguito un altro modello, nel quale il com
pressore a stoppa sostituito da una specie di dado conico, che forma chiusa per
mezzo duna molla a spirale. In questo mdello lasta a vite, allestremit della quale
la valvola fisso, sale e discende senza girare; e il dado solo gira per mezzo duna
leva o di un volante a manovella fisso sullasta in bronzo posta sul prolungamento di
questo dado.
Robinetto a Cataratta. - Le Fig. 16 e 17 rappresentano una sezione orizzon
tale e verticale del robinetto valvola secondo Hubert, ingegnere civile a Parigi. La sua
Fig. 16 e 17.
costruzione abbastanza semplice: la sua scatola B fusa col sedile inclinato, sul quale
vien ad applicarsi la cateratta in ghisa S con fra mezzo una spessezza abbastanza
vimento rettilineo, questa cateratta munita a un suo lato dun rilievo in forma di
forcella, che scorre tra due guide g, Fig. 17, in ghisa fuse colla scatola B e col cap
pello 8', nella cavit del quale questa cateratta viene a porsi, quando aperta.
Lasta a vite T passa in una ghiera in ghisa d, e sinvita nel dado in bronzo E;
al disopra questo dado ha le facce spianate per ricevere la manovella o il volante
a mano, per mezzo del quale si pu far girare a destra o a sinistra per aprire o chiu
' specie di turacciolo b', rattenuto da due dadi, che si svitano per pulire la valvola stessa.
Sistema d'Orleans. - Queste Figure 18 e 19 fanno vedere per mezzo di una se
zione verticale e orizzontale un sistema di valvole con una chiusura a cuneo, impiegato
specialmente dalla Societ della strada ferrata dOrleans per una condotta dacqua. La
scatola in ghisa B in due parti unite per mezzo di chiavarde a dado. Il cassetto in
bronzo S fuso con due battenti laterali s, che possono scorrere in due incastri pra
ticati per ciachn lato, le cui superficie di contatto vanno diminuendo verso il basso
in guisa, che il cassetto, discendendo sotto lazione dellasta filettata T, va chiu
dendsi sulla faccia del sedile della scatola. Questo metodo di chiusura del cassetto
costringe a lasciarvi un certo spazio per rapporto al dado E, che riceve il comando
della vite. A questo scopo il dado fuso con un quadro, nel quale sono impegnate
due alette piatte e, fuse in ghisa col cassetto, nelle quali passa liberamente la vite.
Fig. 18 e 19.
382
REGOLE PRATICHE
sono eseguire per serie tenendo le medesime proporzioni, basate su rapporti fissi e
semplici, che stabiliremo seguendo anche in questo particolarmente lArmengaud.
Consideraremo specialmente le Fig. 1, 2, 3, 4, 5 e 6 della Tavola XLVIII, nella
quale, essendo dato il diametro D delle aperture, si tracceranno due linee parallele, che
le rappresentano, e lo spazio interchiuso si divider in due parti uguali per mezzo
duna linea dasso ab. Sopra questa linea si determina la lunghezza L del robinetto,
facendola uguale a 3 volte il diametro, pi 50 millimetri: dunque si avr L : 3D + 50.
Per conseguenza un robinetto applicabile ad un tubo di 60 millimetri di diametro
interno avr per lunghezza 3 x 60 + 50 = 230 millimetri.
Dividendo questa lunghezza in due parti uguali, e conducendo una linea perpen
dicolare alla linea ab, si ha la linea (lasse della cassa. Lintersezione di questi due
assi il centro del circolo della sezione media della cassa, di cui si fa il diametro
D'=D+6.
e si avr il : 2D + 35. Onde per un rubinetto di 60 millim. laltezza della cassa sar
di 2 x 60 + 35 :155 millim. La spessezza s da darsi alla cassa, perch nella condotta
del vapore la temperatura non abbia una grande influenza sulla dilatazione e la costru
zione del metallo, il che coddurrebbe a perdite, ovvero ad una chiusura tale da impe
dire il moto della chiave, pu essere uguale ad un settimo del diametro, pi 2 milli
.
. .
t
metn; qumdt sar s= D x 2 millimetri, e nellesempio superiore s sar uguale a
%x 60 + 2:10,6. La spessezza s' del corpo del robinetto pu essere un po minore
senza inconvenienti. Basta farla uguale a un decimo del diametro con due millimetri
di pi, cio s'=0,lD+2; onde sar per esempio la spessezza attuale: s'=0,l X
60 +2=8 millimetri. I collaretti saranno molto ben proporzionali al corpo del robi
netto, e potranno ricevere comodamente le chiavarde dunione, facendo il loro dia
La spessezza a" dei collaretti avr la forza necessaria per resistere alla chiusura delle
383
chiavarde, dandole un sesto del diametro delloricio con un aumento di 4 millimetri;
e si avr allora
'
..1l
3:
l'angolo della guardia, e che e meno dun terzo dellampiezza totale della chiusura del
lapertura intiera. indispensabile che quest'angolo non sia mai minore in alcun caso.
Si opera generalmente la chiusura della chiave sia per mezzo di un dado, sia
per mezzo duna chiavetta. Questultimo mezzo non usato che per i robinetti per
lacqua di piccolo calibro, perch meno dispendioso del primo, ma ha linconveniente
di non permettere la chiusa che in deboli limiti. Il dado di chiusura, invece di appog
giare direttamente sulla cassa, esercita la sua pressione sopra una rosetta, o rotella,
che gira colla chiave. Questa rosetta forata da unapertura centrale per il passaggio
della vite, che termina la chiave. Il diametro determinato, conservando le proporzioni
indicate nelle Fig. 1, 2, 3 e 4, per rapporto allapertura della rosetta r, apertura che
si fa uguale alla met del diametro D, pi sette millimetri, cio:
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millim.
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4,3
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3,3: 73
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27
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30
10,4 17
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13,3
23
27
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33
33
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3, 3
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13,1 20,3
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40,3
30
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33
93
43
13,7
22
24
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40
43
30
33
30
133
170
133
200
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230
41
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31
33
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113 7, 7
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6
6,3
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130
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31
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13,3 112,3 40
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13
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14
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47
49
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133 47,1 32
34
223 133 11,3 230 219,3 142,3 49,3 34,3 33,3
233 113,2 12 . 240 20, 3 130 32,4 37
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100
10,3
110.330
410
90
94
273 ;19
230,22,3133
, 230 24
130
37
32
34
32,3 37
69
Laltezza della chiave dipende naturalmente da quella della cassa; basta lasciarle
un aggetto o altezza sufciente per poter maneggiarla facilmente. Facendo questa
altezza uguale a 0,50 + 6 millim., sar = 0,5 x 60 + 6 = 36. Le condizioni estetiche
o daspetto e di comodit sono compiutamente ottenute. Nella Tabella che segue si sono
ammesse ed esposte in grandezza desecuzione sui dati che precedono una serie di
robinetti, incominciando da quello di 10 millimetri di diametro no a quello di 120
millimetri, in tutte le proporzioni, che sono tra loro nelle migliori condizioni di forma
e solidit.
.
'
385
TABELLA DELLE DIMENSIONI PRINCIPALI DEI ROBINETTI A DUE COLLARETTI
DEL SIGNOR THIEBAUT.
E E
E 2;
DIAMETRO INTERNO
CAesA
2 E
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DELLA CHIAVE
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millim.
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55
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50
75
100
102
105
110
115
125
131
145
150
170
230
240
200
215
18
25
27
28
30
33
35
37
39
44
54
70
80
50
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55
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270
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millim.
millim.
millim.
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100
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50
70
80
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110
120
130
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170
150
15
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24
29
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54
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8
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10
12
13
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15
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12
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15
18
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200
190
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210
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92
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48
40
45
45
45
22
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31, 75
34
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103
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millim.
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55
51
110
370
135
105
245
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50
00
55
120
400
155
140
290
270 I 171
70
50
72
Costruzione delle Valvole. - Per costrurre delle valvole, che abbiano forme
e rapporti convenienti da adottarsi, afnch agiscano in buone condizioni, si faranno
le considerazioni seguenti. Prendiamo a considerare una valvola conica di una tromba
(Fig. 8, Tav. XXV) indicando con d' il diametro maggiore del cono e con d il minore, con
P' la pressione esercitata dallacqua per centimetro quadrato di superficie superiore della
2
valvola, e con q il peso della valvolazsi avr allora El; P' + q per espressione dello
sforzo, che esige il sollevamento di questa valvola. In una tromba il sollevamento della
49
,_,
386
valvola di pressione dovuto allacqua, che si trova al disotto: se dunque si segna
con p la pressione, che deve esercitare su ciascun centimetro quadrato della supercie
inferiore della valvola a cappello per vincere la resistenza diretta verticalmente da alto
in basso, si avr evidentemente
_
.'._'d1949
d1! _d,,
Tp__ T P +q, dalla quale ricavaSI p- P, (-d-) +a-z--t_
Lultimo termine, nel quale entra il peso della valvola, pu in tutti i casi essere tras
curato per rapporto al primo; si pu prendere, con unapprossimazione sufciente,
il 2
p :p'
. .
.
.
.
; per cui si vede che lo stantuffo deve produrre una presswne Interiore
P
.. . .
. .
guenza F:(1,2)=1,44. In queste COIIdIZIOIH mcomrpcra la sua corsa; lo stan
tuffo esercita sensibilmente uno sforzo di pi della met di quello, che dovr eser
citare un po pi tardi, cio quando la valvola sar alzata, e non avr pi per conse
guenza da sviluppare che una pressione uguale a p'. Nel momento dell'apertura della
valvola si produce un repentino cambiamento di pressione, il che d luogo ad urti o
scosse, che producono gravi inconvenienti.
surata secondo la generatrice. Una delle forme molto soddisfacenti e quella che si
ottiene colle seguenti proporzioni: cio dando al corpo di ciascuna valvola unaltezza
costante uguale a 12 millimetri; la larghezza del sedile aumenta colla grandezza della
valvola, la quale forma dei tronchi di cono molto allungati; per le grandi invece il
piano superiore deve essere piuttosto forte: cosi per le valvole, il cui diametro di
20 centim., il tronco di cono pu perfettamente essere sostituito da una supercie piana.
r
Supponendo che per mezzo della formula --= 1,2 e li: 1,2 c.d. si calcoli una
serie di valvole graduate in guisa che dal minor diametro, che generalmente si usa,
si vada fino al pi grande, sovrapponendo le une alle altre per ordine di gran
dezza, se si tagliassero con un piano passante per lasse comune, le intersezioni di
pressione, indispensabile che la sezione anulare tra la sedia e la valvola, tanto che
quelle si trovano comprese tra lo spigolo superiore di questa valvola e la circon
ferenza interiore, e la sua scatola, sia equivalente alla sezione daspirazione. Indicando
con d il diametro della scatola della valvola, con A la distanza normale, che si deve
avere tra la supercie del corpo e la valvola e la sedia, quando la valvola alzata,
si avr per determinare d e A le relazioni:
_duz
4
Per conseguenza
dia."
4 :drrA:d
d : di I:1 +
4 2 ]
IP-=i
pl.
A:
)
e SI osserva che SI e stabilito come regola, che SI deve prendere 21,2, quindi
d":1,56d, A = 0,25d.
387
ARTICOLO XXI.
i Colonne, Cavalletti, Castelli e Intelaature.
TAv_ L
in ghisa, in legno. ecc., che servono a unire fra loro le varie parti duna Fig_4,2,5,4,5,6,1_
macchina e a mantenere gli organi e le parti, che la costituiscono, invaria
bilmente al loro posto.
Queste intelaiature o castelli prendono forme diverse secondo la disposizione
delle parti della macchina, che sono destinate a unire, i pesi, che devono reggere, e
gli sforzi, che sono destinate a sostenere; e certo per, che, quando si sanno com
binare con grazia e semplicit, ahbelliscono laspetto della macchina, e la fanno pi
gradita. Per le grandi macchine a queste armature sovente fu data la forma di co
struzioni architettoniche di stile greco-romano con colonne dordine toscano, ma pi
specialmente doriche, Coi relativi architravi, fregi, cornici, frontoni, ecc. Le forme
dellarchitettura gotica per nel maggior numero dei casi si adattano meglio di quelle
mente in ferro, ssate sulle sale delle ruote; le ultime sono sempre in ghisa foggiate
in mille guisa differenti dipendenti dalluso e dalle forme delle macchine stesse. In
macchine
impiegate
leconomia
le colonne
388
TAV. L
sopportare dallalbero. Vedi Tavola XIII, Fig. 10, Il, 14, 15, ecc.
La Figura199 rap
presenta un cavalletto,
due
biette,
nervature
tra
i
l
I
l
t|.-I i]
lv,,,.,
.,'l/ ,
/
{
Fig. I99.
Delle Colonne in
Ghisa. - Colonne in
Ghisa Piene. - Si ap
plicano da molto tempo
nella costruzione degli
edizii colonne in ghisa,
di pilastri o sostegni, occupando minore spazio che quelle in pietra. Esse sono suscet
tibili d'ogni genere di decorazione, e quindi possono impiegarsi ovunque. In Inghilterra
usasi un sistema di colonne in ghisa piene, che permettono di variare a volont la
base ed il capitello, senza essere obbligati di sempre fare un nuovo modello. Esse con
sistono in un cilindro pieno A, Fig. 11, che forma il fusto della colonna, ed in un
capitello C ed in una base B, le quali si adattano al fusto per mezzo duna inca
389
vatura circolare. Questo sistema per non oltre la sicurezza duna colonna, in cui
base, fusto e capitello sono uniti in un sol pezzo.
TAV. L
Colonne in Ghisa accoppiate. - Nelle costruzioni, dove unitamente alle grandi aper
ture si ha bisogno di una grande resistenza o solidit. si suole da qualche tempo im
piegare delle colonne accoppiate come A'A, Fig. 12, unendole fra loro in due punti, cio
inferiormente e superiormente, per mezzo di due collari in ferro a. Questo sistema delle
colonne gemelle pare che vada man mano sostituendosi nelle costruzioni in muratura
allimpiego delle colonne semplici di maggior diametro, bench non siavi punto eco
nomia nel peso della ghisa delle medesime. Infatti, ammettendo che un carico di 30000
chilogrammi debba essere sostenuto da una sola colonna di 4 metri daltezza, due
colonne degual altezza sopporteranno ciascuna 15000 chilogrammi. Secondo la prima
Fig. t2
di queste due condizioni, nella Tabella rapportata a pag. 402 delle Regole pratiche,
trovasi che il diametro, che conviene alla colonna unica di 4- metri, per soppor
tare 30000 chilogrammi, sar di 123 millimetri, di cui la sezione corrispondente e
uguale a 110 millim. quadr. Per la seconda condizione la stessa Tabella da che per sop
portare 15000 chilogrammi occorrono 101 millimetri di diametro, di cui la sezione di
80 centimetri quadrati. l pesi essendo ad egual altezza, proporzionali alle sezioni, si avr
23 =0,76.
per i pesi comparativi della colonna unica e delle due colonne gemelle
80 x 2
Leconomia del peso sarebbe circa del 20 al 25 per 100, impiegando delle colonne
semplici. Bench le colonne gemelle siano legate insieme, tuttavia, siccome la forma
cilindrica pare che sia la pi atta a resistere alla compressione, non rimane meno
Questa forma di sostegni per la sua leggerezza si adatta molto bene negli edici
destinati ad oticine e laboratorii, nei quali le varie parti sono generalmente in me
tallo, mentre nelle costruzioni civili la muratura di maggior convenienza sotto
di dente cilindrico a, che sincastra nella pietra ane di impedire le variazioni late
rali. Delle nervature,invece che sieno rettangolari, si potrebbe smussare alquanto gli
spigoli. Nullameno facciamo osservare che questa forma di sostegni detti a biella
molto meno favorevole alla resistenza che le colonne vuote. Secondo le esperienze di
Hodgkinson si avrebbe che, a peso uguale, le due resistenze sarebbero nel rapporto
di 17 a 39. Nella maggior parte delle applicazioni tuttavia il carico sempre al di
sotto del coetliciente di sicurezza, e vi rimane pi che la latitudine occorrente per
adottare una tal variet di forma, che conviene particolarmente non tanto alla resi
stenza quanto alle esigenze della costruzione.
Colonne in Ghisa Vuote. - Quando una colonna in ghisa per sostenere un peso
considerevole, oppure per accordarsi collestetica del resto della decorazione, deve
avere dimensioni piuttosto grandi, la diviene di un peso considerevole: allora si suol
farla anzi che piena piuttosto vuota, tanto pi che ad ugual quantit di materia la
forma cilindrica una delle condizioni pi favorevoli alla resistenza. Tali sono in
generale le strutture di tutte le colonne applicate nella composizione della intelaia
tura delle macchine a vapore a bilanciere, nei grossi macchinismi dei molini e delle
grandi costruzioni in ferro.
Fig. 5 e 6
390
TAV. L
Disegnare l'esterno e lo spaccato d'una Colonna in Ghisa pel vCastello o Armatura d'una
Fig. 1 e 2.
Macchina. - Il modello, che si vede nelle Fig.1 e 2 della Tavola L, rappresenta una
molta cura: ciascun piano, che forma la connessione, deve essere spianato colla lima
ovvero al tornio, secondo i casi. Oltre alla precisione dei piani nelle unioni, le quali
riguardano la precisione dellinsieme e montaggio, bisogna per le macchine impiegare
dei procedimenti proprii a stabilire delle unioni rigide della colonna colle altre parti;
perci, invece di contentarsi della loro sovrapposizione semplice, che basta per la co
struzione in muratura a causa del gran peso che sopportano, il metodo impiegato
consiste nel passare in tutte le altezze delle colonne una chiavarda F, che lega con
temporaneamente la colonna e la trabeazione alla lastra di fondazione, la quale a sua
volta legata al massiccio in muratura, che forma il basamento di tutto il sistema.
Una lastra di ferro e serve dappoggio al dado d, e laltra estremit della chiavarda
dordinario ritenuta nella muratura per mezzo duna chiavetta.
Questo metodo non manca di solidit, ma presenta qualche inconveniente dal punto
di vista del mettere insieme la colonna, particolarmente se essa , carne questa, di
unaltezza relativamente considerevole; poi bisogna notare, che, se la chiavarda unisce
tutto il sistema colla sua chiusura, il sun dado non pu essere schiuso senza che
tutto il sistema sia scollegato. Perci da preferirsi il metodo Seguente, per mezzo
del quale si pu a volont togliere larchitrave, o la trabeazione, senza compromettere
Fig. 5 e 4.
tato nel mettere assieme le macchine, almeno come principio; in quanto ai particolari
desecuzione essi differiscono molto da una macchina allaltra.
In questa disposizione affatto speciale la trabeazione E, laquale ha un profilo
alto e pronunciato, riposa in piano sullestremit della colonna,
riormente una cavit piramidale ed al fondo circolare, per ricevere la larga testa
della chiavarda F, che penetra fino al disotto dellastragalo, e si unisce per mezzo di
due chiavette e, che sono unite nella stessa calettatura, e debbono essere spinte in
verso contrario. Questa condizione indispensabile afne di mantenere la chia
varda nella direzione dellasse nel vuoto della colonna. Con un processo simile la
parte inferiore della colonna termina per una portata cilindrica b, che penetra nel zoc
colo o praticato nella lastra di fondazione D della chiavarda G, che riunisce queste due
parti per mezzo delle chiavette d. Questa suppone anche che la lastra di fondazione D
possegga i suoi mezzi particolari per ssarla sulla muratura; ma qualche volta la
chiavarda G, invece di arrivare solamente fin sotto la lastra di fondazione, attraversa
la muratura, e unisce la colonna, la lastra di fondazione e la muratura stessa. Limboc
cemento della colonna nel zoccolo della lastra di fondazione lascia un podi spazio
tutto allinterno per avere una certa libert nellunione delle varie parti. per una
considerazione dello stesso ordine che la testa della chiavarda superiore F rotonda,
afne di lasciare una certa facilit nel far girare la colonna e la chiavarda su loro
391
il peso del meccanismo, che sopporta, inferiore alla sua resistenza. Bisogna per
sempre distinguere le colonne applicate a costruzioni stabili ed inerti, da quelle appar
tenenti a meccanismi mobili, e per conseguenza suscettibili di vibrazioni, che bisogna
combattere colla maggior resistenza dei sostegni.
.
TAV. L
1'
Colonne con Nervature e Nocciola cavo. f- Questo modello (Fig. 7 e 8), impiegato
nella costruzione delle tettoie per le merci nella strada ferrata dellOvest in Francia,
presenta requisiti interessanti, e specialmente quello di servire anche di tubo per
la condotta delle acque piovane dal tetto. Questa colonna e formata da un tubo
cilindrico A, e da quattro nervature alquanto entisate nel mezzo b, le quali si
raccordano col capitello c e colla base B, entrambi con un profilo decorativo abba
stanza sviluppato. Il tubo, che forma il nocciolo della colonna, attraversa il capitello,
indi si apre sufcientemente, sia per ricevere le travature della tettoia, sia per ricevere
con facilit le acque del tetto, e comunica col canale, che le riceve; la parte
inferiore della colonna e il nocciolo formano una curva, che termina lateralmente in
un tubo, che si unisce col tubo scaricatore delle acque. Questa colonna si fa posare
sopra una pietra quadrata: una semplice punta a basta per centrarla e ssarne la
posizione; le quattro nervature b sono prolungate nellinterno della base b afne di
legare solidamente il prolo esteriore col nocciolo. Nel capitello invece sono disposte
Fig. 200_
Le Figure 200, 201 c 202 indicano tre sistemi o disposizioni differenti di fissare le
colonne; in tutte tre le Figure 0 esempii queste sono ssate sopra un assito in legno,
ma gli stessi sistemi si adoperano anche nella muratura. La base della prima colonna,
Fig. 200, inserita in una lastra di fondazione di forma speciale, ritenuta da una
chiavarda incastrata in una trave, ovvero in un massiccio in
muratura, se trovasi
al piano terreno; la seconda colonna, Fig. 201, termina nella parte inferiore in una
ripiegatura, che serve a ssarla sopra un basamento in pietra da taglio per mezzo di
delledicio. Nella Figura 200 non vi che un semplice letto o listello cilindrico per
unire il corpo della colonna alla parte quadrata del piedestallo; nella Fig. 201 al li
Fig. 1 e s.
392
stello pure unito un toro; e la Fig. 202 rappresenta una colonna in ghisa vuota con
una base attica composta di due tori e tra listelli separati da una scozia.
Riguardo alla costruzione, i capitelli di queste colonne presentano delle disposi
zioni svariatissime secondo il lor modo dunione colle altre altre parti. Le Fig. 203 e 204
ha/
Flg. 205.
Fig. 204.
dnno esteriormente ed in sezione lunione della testa duna colonna colle trave in
legno e la base della colonna del piano superiore: una scatola in ghisa sovrapposta al
capitello abbraccia la trave, che sovente presenta un giunto interiore sulla colonna.
Quando impiegasi una trave metallica, si pu ridurre notabilmente la larghezza di
questa scatola. La colonna superiore si fissa direttamente sulla scatola per mezzo di
chiavarde, che attraversano la sua parte inferiore ripiegata. Riguardo ai capitelli si
possono adottare le varie forme, che larchitettura fornisce, e che non sempre si uti
lizza come si dovrebbe per ottenere delle costruzioni, che alla resistenza accoppiino
il buon gusto.
Lunione dei capitelli delle colonne in ghisa, colle travature dei soffitti, a causa
della loro esilit, esige sovente di sovrapporre una lastra sul capitello, la quale presenta
un maggior aggetto per potervi postare con pi sicurezza le travi del softto; bench
la semplicit sia il carattere principale di questa lastra, essa deve tuttavia accordarsi
collo stile della colonna. La Figura 205 d una disposizione, in cui si vede, come la
colonna pu essere impiegata col capitello romano. La Figura 206 rappresenta un ca
pitello pi leggere, nel quale la parte superiore, che ha la forma di una scatola,
allungata da ciascun lato per ricevere una trave. La Fig. 207 indica una disposizione
ancor pi Ieggiera e pi slanciata.
-'_
393
Intelalature o Castelli per la. Trasmissione del Moto. - Quando due o
TAV. L
pi ruote devono imboccare insieme, oppure nel punto in cui sincontrano due o pi
alberi di trasmissione, indispensabile, per ottenere un moto equabile e soddisfacente,
di mantenere rigorosamente invariabili le posizioni relative degli assi di queste ruote.
Per ottenere questo risultato si fa uso di sedili multipli, composti di un corpo in
ghisa, duna forma analoga e adattata a quella del castello della macchina, i quali
si ssano sopra una pietra di fondazione, sopra una trave contro un muro 0 sotto
un softto, per ricevere i collari ed i perni degli alberi, che debbono essere legati
gli uni cogli altri duna maniera invariabile. La costruzione di questi sedili mul
tipli non presenta alcuna difficolt; la lor forma generale resta determinata in cia
scun caso particolare dai dati stessi della questione. Spesso poi si ricorre anche ai
sedili a colonna, che vedremo pi avanti.
Quando si vuole stabilire una sedia per due alberi, sincomincia dal tracciare gli
alberi, i perni e le ruote e poi le lastre dei sedili. Indi si deducono le forme di questi
disponendo a seconda dei bisogni e delle circostanze i rispettivi cuscinetti, tenendo
le proporzioni dei corpi e dei cappelli applicate a quelle. Quelli per gli alberi ver
ticali sovente si presentano complicatissimi. Noi per la ristrettezze dei limiti, che ci
siamo pressi, non potendo portarne vari esempii, ne daremo un sol disegno tolto dalla
fabbrica dei tabacchi a Strasburgo, eseguito dal costruttore Bolland. Questo castello
a sedie multiple forma il punto dappoggio di un albero verticale, che, legato per
mezzo di ruote dangolo, ha due linee dalberi orizzontali posti in due piani dillerenti
e perpendicolari gli uni agli altri. Linsieme di questa intelaiatura (Fig. 13 e M),
formata di due co
lonne in ghisa A, che
si appoggiano sopra
una lastra di fonda
zione B, e sono col
legate fra loro per
mezzo di un archi
trave C e di un arco
Lalbero verticale
D, come si vede dalla
sua disposizione,
posto sopra una bron
porta al medesimo
punto il sedile G, su
cui il perno sappog
gia all'estremo del
lalbero orizzontale
Fig. 208.
sopra dellarchitrave dun altra ruota simile J, che comanda la linea degli alberi
superiori.
50
Fig. 43 e H.
394
TAV. L
Fig. 13 4 14.
richiesta. Si sa che qualunque trasmissione per mezzo di ruote dangolo esige questa
precisione, e quanta solidit sia necessaria per eviterei cattivi effetti della spinta
oblique, per la scomposizione degli sforzi trasmessi secondo linclinazione dei denti.
..\.\1
.
,
4,;\\:\X
g:
_
11 111
\\.
\ \\ \ il "\M
;\
\. iflll\|l!it
i'"i,i*|iqll
Il'k
{, .0 \,\ "
\\\i l
Fig. 211.
33
11g, 1111111g; W
, il Iulilu
lita-1.11,:
_
.
Fig. 2I2.
per mezzo di chiavarde, che attraversano tutta la spessezza della lastra; essa porta pure
dei perni, sui quali si adatta larchitrave indipendentemente dalle chiavarde stesse.
395
Questo architrave limitato per due rilievi rotondi dirimpelto alla colonna, che ven
gono a giustarsi in piano per mezzo di un dente in ghisa a, che dipassa della quan
tit necessaria per penetrare nel vuoto del rilievo edassicurare il centramento della
colonna. Questo dente attraversato per mezzo dalla chiavarda b, che lunisce defini
tivamente con larchitrave mediante una chiave C, che attraversa la colonna, e per un
dado, che sappoggia sopra una chiavetta rapportata sullarchitrave.
quindi vengono fissate per mezzo di chiavarde; con sistemi analoghi il bossolo
della bronzina ed il sedile G dellalbero orizzontale sono ssati sulla lastra di fonda
zione. Se si considera la perfetta solidariet di queste differenti parti, non si pu
mettere in dubbio, che, qualunque variazione tra gli assi nonostante gli sforzi delle
ruote dentate, e per la stessa ragione la facilit e la precisione del montaggio sono
assicurate, perch tutti gli aggiustamenti possono essere fatti prima, costruendo le parti
senza che sia necessario di rettificarle nel momento di porle al posto denitivamente,
quando siano essi ben fatti. Tutti i cuscinetti, la cui portata maggiore del doppio
del diametro, sono in bronzo con cavit esteriore adattata nel sedile in ghisa ugual
mente vuoto. Il bossolo della bronzina riposa liberamente nel suo sostegno F, fornito
duna doppia ralla in acciaio. Ciascun perno fornito di un apposito recipiente f per
ricevere lolio, che esce dai cuscinetti superiori. Lalbero verticale compreso tra le due
ruote I e J di 165 millimetri di diametro, sottomesso alla torsione, e gira con una
velocit di 69 giri per minuto.
Accade sovente, particolarmente nella costruzione delle ofcine, di dover far pas
sare una trasmissione trasversale orizzontale nel mezzo ad una piccola distanza al
disotto del softto. Allora si suol dare alle colonne, che reggono il softto, delle forme
particolari ed adatte al passaggio di questa trasmissione. Le Fig. 2 e 212 rappre
sentano il prospetto e lo spaccato trasversale di una di queste colonne, sulla quale
sono disposti qno o pi sedili per gli alberi di trasmissione.
REGOLE
PRATICHE
tifica, la semplice conoscenza pratica della questione indicata ci dice, che la solidit
di un pilastro, duna colonna, ecc., dipende dallestensione della sua base, o della
sezione disposta perpendicolarmente alla direzione dello sforzo. Ora le esperienze,
che permetterebbero di condurre un tal problema a principii sufcientemente esatti,
dovrebbero essere fatte su tipi simili per quanto sia possibile, oppure su pezzi tanto
variati quanto sono quelli suscettibili dincontrarsi in pratica. Dordinaro le espe
rienze finora si sono fatte su pezzi di materiali, che lasciano al problema la maggior
latitudine ed incertezza. Lingegnere francese Guetter, il quale possedeva cogni
zioni estese sullindustria dei metalli, e particolarmente sulla ghisa, ha trovato, che
396
un piccolo cubo di ghisa di 1 centimetro di spigolo stato schiacciato sotto le se
guenti pressioni :
Ghisa dolce e molto dolce
alla rottura di
.
.
.
.
9800 chilogrammi
100110
68000
Lo stesso esperimentatore ha fatto dei saggi sopra serie di prismi in ghisa a grana
"
WWW-"W"
DIMEN310NI
W
Diametro
Cilindro .
Quadrangolare
Triangolare
,_ ,
_ .--.W
Per millimetro
o uno
Altezza
'Iotale
quudmo
millim.
millim.
chilogr.
chilogr.
10
10
8635
110
20
30
8400
7930
107
101
10
10600
106
20
30
10400
9992
104
100
l
i
10
4214
98
20
4000
93
..-.--__
30
- 3875
90
l0
10
opposto maggior
dato la maggior_
modo di rottura
quale si pro
dotto; Ciascun sistema di colonne o pilastri, pieni e vuoti, rotondi o quadrati con e
senza nervature, lunghi o corti, fissi incastrati a una o a due estremit, o articolati o
in un modo o nellaltro, ecc., dar un risul
Fls- 215-
Fie- 2N-
Fio. 2l--
397
La pressione capace di determinare la rottura secondo queste tre differenti ipotesi
.
113
[E
IE
.
nella prima 11 -l;, nella seconda 2n-li, e nella terza
111-1;, espresswne,
[E
nenze sopra colonne di ghisa, sotto una presswne di 1: --l; non ha mai potuto con
per valore della pressione P, che si pu esercitare sopra una colonna nella direzione
del suo asse
P = 0,4 e
: 3,94 %.
[a]
P=1937 iii-4
da
,_
t _
|/P.
[a]
11
__
P I 3800 ,
d = 0,15 t/l- I/P.
[c],
Problema. - Quale sar il diametro duna colonna pieno in ghisa o in ferro fucinato,
sapendo che deve sopportare una pressione di 15000 chilogrammi, e la sua altezza deve
essere uguale 0 metri 4?
Soluzione. - Applicando le formale superiori, essendo P : 15000, 1:4 metri,
per una colonna in ghisa si avr:
_._._
d: 015 |/4000
.__._
Afnch poi la sezione non superi 6 chilogrammi per millimetro quadrato, limite del
398
coefciente di sicurezza tanto pel ferro che per la ghisa, bisogner che il valore di d
nei due casi non sia inferiore, e quindi:
d = 0,46 |/ e P : 4,713.
[D]
Sono queste ultime formole, che devono impiegarsi, quando le prime danno per va
nel caso delle colonne in ghisa, e, se si ha
23
32
per le colonne in ferro fucinato. Colle formole superiori [a] e [o] si calcolata la
seguente Tabella.
lore di d un valore superiore a
a :
al
_
30
35
45
40
2000
3000
392
726
1986
1240
174
322
883
530
4000
5000
6000
7000
98
182
310
496
62
116
318
198
43
81
220
138
32
59
102
162
50
3027
1350
760
487
338
248
60
70
80
90
100
120
140
160
6278
11674
19850
31782
*47120
67853
92355
120627
2802
5170
8791
14125
21488
44642
81100
12062'7
1576
2906
4960
7944
12110
25111
46521
79364
1009
1861
3174
5022
7750
16071
29774
50793
701
1294
2209
3531
5403
11161
20718
35328
514
942
1618
2607
3962
8222
15190
25955
180 i 152669
200
188480
*152669
*188480
127176
*188480
81361
124006
49215
86235
41530
63180
1,
1
,,
delle formole ultime [0]. Le pressioni indicate, che sono quelle che si possono ammet
tere con sicurezza, sono notabilmente ridotte relativamente a quelle, che darebbero le
altre formole. Cos, ad esempio, dalle formole superiori [a] si avr per 11 il valore 180,
per l il d:180, e per l": 2000.
1900 ><180
Invece si ha
P:
20002
: 498636 chilogrammi,
valore. che pi che il triplo di ci, che d la Tabella. Ammettendo pel carico di va
lore precedente di P, la pressione nella sezione si avvicinerebbe a 20 chilogrammi per
399
millimetro quadrato, il che sarebbe superiore alla pressione corrispondente al limite
lelasticit.
In presenza di tanti caratteri proprii e distinti, non bisogna appoggiarsi solo
sulle esperienze, le quali non sono ancora state fatte in modo cos compiuto che i
dati scientici corrispondano ai casi pratici. Ciononpertanto, siccome bisogna avere un
punto di partenza, seguitando le esperienze del generale Moria ei risultati delle espe
Colonne piene:
ds,o
P = 10616 I;
Colonne vuote:
da.o _ d's,a
P = 10676 _.,_ ,
nelle quali
P
d e d'
l' . .
Nulladimeno queste formole non sono applicabili, o per meglio dire non saccor
dano coi fatti osservati, che per sostegni, la cui altezza compresa tra circa 25 volte
BA
P = 1,45 +0,00331
(L)*,
D
nella quale P esprime il carico, che ha cagionato la rottura come sopra, R la resistenza
specica massima del metallo allo schiacciamento per centimetro quadrato, L e D la
sua altezza e il suo diametro in centimetri.
Sostituendo allarea A in questa formola il suo valore in funzione del diametro D,
e sostituendo B con 1250 chilogrammi di carico per centimetro quadrato, al quale si
trova che la ghisa pu resistere con sicurezza, si ottiene la regola pratica seguente,
che pu essere applicata alla determinazione delle proporzioni duna colonna in ghisa
piena da costruire:
D
P =1',85' n*1250
+ 0,0043
L"
'
400
Dai che risulta per le colonne rotonde piene, in ferro, questa seconda relazione,
nella quale si ammette che questo metallo non deve essere caricato, per compres
sione, di pi di 600 chilogrammi per centimetro quadrato:
D
P : 4,97 0* 600
+ 0,00034
L"
Desiderando restringere questo studio alle colonne in ghisa, il cui impiego, in mec
canica, del resto molto pi frequente che quello delle colonne in ferro, noi citaremo
solo le formole, che offrono la stessa disposizione nei due casi e non differiscono che
pel coefciente. Un esempio applicato alle colonne in ghisa,baster per mostrare come
si dovr operare per quelle in ferro.
Problema. - Qual carico potr sopportare con sicurezza una colonna in ghisa, il cui
diametro minimo uguale a 15 centimetri ed ha 6 metri daltezza?
P : 4,33 xP(13)1250.5_(1)_-_
+ 0,0043 x (300)* : 32213 chilogrammi.
:
Ma quando le colonne sono solidamente legate vicino al muro delledicio, nel quale
sono situate, e legate in un punto superiore e alla met dellaltezza, offrono un
grande accrescimento di resistenza.
sceglie quello, che conviene meglio al carico, che si vuol sostenere. Un esempio
chiarir meglio la cosa.
Problema. - Si ha una pressione di 100,000 chilogrammi, che deve essere sopportato
da 12 colonne, di 4 metri 0 400 centimetri daltezza; qual deve essere il loro diametro?
zione della pressione e dellaltezza, e si ottiene per mezzo del calcolo delle quantit
numeriche invariabili la relazione seguente:
f___,______
100,000.
401
TABELLA DELLE PRESSIONI A CUI HANNO POTUTO RESISTERE COLONNE DI GHISA PIENE
DI DIAMETRO ED ALTEZZE DIVERSE.
Diametro : 50 millim.
Diametro : 60 millim.
Diametro I 80 millim.
fw\
/.A_,\\
Altezza
Pressione
Altezza
Pressione
Altezza
Pressione
Altezza
metri
chilogr.
metri
chilogr.
metri
chilogr.
metri
1, 00
8742
1, 50
9917
'2, 00
17630
2, 00
35014
1, 10
7929
1, 75
8169
2, 25
15234
2, 50
27548
Pressione
'
chilogr.
1, 20
7232
2, 00
6789
2, 50
13228
3, 00
21875
1, 30
6569
2, 25
5698
2, 75
11542
3, 50
17562
1, 40
5985
2, 50
4830
3, 00
10130
4, 00
14318
1. 50
5463
1, 60
4997
2, 75
4134
3, 25 E
8941
4, 50
11839
3, 00
3571
3, 50
7936
5, 00
9920
1, 80
4210
3, 25
3110
3, 75
7081
5, 50
8413
2, 00
3579
3, 50
2730
4, 00
6349
6, 00
7212
4,5, 50
00
5176
4290
I 2,2, 40
20 , 2665
3086
2, 60
2318
2, 80
2038
3, 00 '
1803
3,
3,
4,
4,
' 5,
78781
67106
57306
49169
42435
36855 .
4, 00
4, 50
5, 00
5, 50
6, 00
6,50
00
50
00
50
00
50
39669
32679
27158
22793
19323
16559
3,
3,
4,
4,
5,
5.
6, 00
14285
6, 00
32216 7, 00
70249
7, 00
149630
6, 50
7,00
12442
10921
6, 50
7, 00
7,50
28339
25079
22321
7, 50
8, 00
8,50 1
63316
57273
51991
8, 00
9, 00
10,00
124936
105250
89490
8, 00
19973
9,00
47359
10,00
11 39682
00
50
00
50
00
50
140056
4, 00
' 124165 . 4, 50
110192
5, 00
98003
5, 50
, 87112
6, 00
' 78224
6,50
264758
240888
218837
198730
180560
164238
Colla formola del problema precedente si calcolata la Tabella che segue, la quale,
bench intieramente in rapporto con la prima, dfl'erisce solo nellesservisi preso per
punto di partenza le pressioni e le altezze, e da i diametri corrispondenti in mil
limetri. Ancorch tutti i diametri siano stati calcolati in questa seconda Tabella per
51
402
tuttiicasi proposti, bisogna per rammentare, che la formola dllodgkinson non tale
che i risultati delle sue esperienze siano sufcientemente esatti fuorch per sostegni,
di cui il rapporto del diametro collaltezza varia nei limiti di 25 a 120 circa. A tal
etfetto nelle tre prime colonne il tratto trasversale indica, che i punti dei diametri
trovati incominciano ad uscire da questi limiti.
PRESSIONE
/_\M
CmLOGMMMI
[
metro metri
10
metri
metri
millim.
i
chilogr.
millim.
millim.
millim_
minim_
millim.
millim.
miltm,
1000
26
35
43
49
55
60
64
69
73
77
1500
2000
29
31
39
42
47
51
54
58
61
65
66
71
71
77
76
82
81
87
85
92 .
3000
35
47
57
65
73
79
85
91
97
102 I
6000
44
58
69
78
88
95 1 102
109
115
122
8000
__49_
63
75
85
94
103
110
117
124
131
15000
10000
60
52
76
67
89
90
101
90
112
100
122
112
130
117
139
124
146
131
154 I
139
20000
67 i 97
109
121
132 l 141
150
158
166
25000
73
117
129
140 l 150
159
168
176
30000
40000
50000
'78
87
96
95 109 123
104 _129 134
113 129 143
135
147
157
147 157
159 170
170 1 181
167
181
192
176
191
203
185
200
212
75000
115
131
147
163
178
191 204
215
226
238
100000
130
147
163
179
194
209 l 222
234
246
257
m1lllm
90
104
"_
millim.
Colonne con Nervature. - La forma della sezione a croce, che vantaggiosa per
gli alberi, vedi pag. 172, conviene pure per le colonne: laltezza a e la sp'essezza s
delle nervature si possono ancora dedurre per mezzo duna sem
plice trasformazione di sezione di diametro 11 della colonna cilin
drica piena equivalente; e si arriva alla relazione
s
311
403
Probl. - Come si trasformer la colonna pieno del problema della pagina 397 in una
colonna a sezione di croce?
31:
d3
d3
105x0,59x8
..
lonna vuota a peso uguale sar dun diametro maggiore che una colonna piena, e
etter meno. Ma, siccome non si padroni di ridurre indefinitamente la spessezza
duna colonna vuota, e il minimo di questa spessezza di necessit limitato in ra
gione del rapporto tra il diametro esteriore e la lunghezza, si costretti a limitare
altresi limpiego delle colonne vuote, oltre un certo diametro. Secondo Guettier, le
relazioni dei diametri dnno le spessezze e le altezze, da cui non bisogna scostarsi
aine di poterle costruire facilmente.
COLONNE
VUOTE
COLONNE
VUOTE
i:tlrgo
Lunghezza
Spessezza
I:trregzo
Lunghezza
millimetri
metri
millimetri
millimetri
metri
millimetri
2, 50
12
3, 00
15
'70
81
94
2, 50
3, 25
so
12
12
15
200
a, ca
a, 00
15
12
250
a, so
15
300
i
l
4, 50
3, 00
18
15
4, 50
18
5, 50
108
135
_l
162
SpessezzaJ
4, 50
18
;k
45, a50'
5
20
5a6
oa7
25
28
6 as
30 a 35
20
1.;
Fuori di questi limiti, si possono bens stabilire delle colonne vuote dun maggior
diametro esteriore e relativamente sottile, ma in tal caso si usa farle di varii pezzi.
Proporzioni delle Colonne Vuote. - Applicando secondo le formole di Hodgkinson,
pag. 399, lo stesso coefciente alle colonne vuote e alle colonne piene, si ammette, che
la resistenza di un sostegno vuoto _cilindrico uguale alla differenza di resistenza di due
404
pieni aventi rispettivamente per diametro il diametro esteriore e il diametro della cavit.
Non ostante la semplicit di questa regola generale, la sua applicazione ad un caso
concreto e quasi impossibile senza incertezza, e la determinazione dei diametri d'una
colonna vuota, per una pressione ed un'altezza data, non si pu ottenere col metodo
quali i diametri
tanto che laltezza gli permette, tenendo conto anche delle esigenze della fonderia.
Cos chiaro che, supponendo una serie daltezze di 2 a 10 metri, la colonna
vuota di 10 centimetri di diametro esteriore non si pu pi fondere dun sol pezzo che
sempre meglio di comporre le colonne di varii pezzi, qualunque sia il lor diametro.
La Tabella seguente d i risultati duna serie di colonne con un diametro va
Draumr
/w\
Esterni
mill.
metri
.
metri
.
metr1
Interni
5
metri
6
metri
7
metri
8
metri
9
metri
10
metri
100
80
17500 12000
7800} 5800
4000
3250
2500
1910
1600
150
120
44000
31000. 24600
18000
14000
11250
9500
7800
200
160
22700
250
200
148314
138936
124707
108645
93150
79381
67662
57891
49810
300
240
216070 208092
193948
176260
156449
137706
120595
105503
92448
; 350
280
295756
288819
275647 257164
235539 212943
190963
170565
152059
400
, 450
320
360
387411
491121
381556
486158
369634 351653
475527 458568
252918
352009
229174
323566
1500
400
606911
602679
5932571577553
555743
466891
434579
3K700
528965
498810
Luso di questa Tabella non esige alcuna istruzione particolare. Ne daremo un esempio.
_
Probl. - Una colonna di 200 millimetri di diametro esterno e di 160 millimetri
interno, che corrisponde ad un rapporto di 0,8, e con 20 millim. di spessezza, capace di
405
sopportare con sicurezza una pressione variabile da 22700 a 92409 chilogrammi, secondo
che essa debba avere da 2 a 10 metri d'altezza; ma esso sar costruita in pi pezzi, se
condo che i processi della fonderia permetteranno, per ottenere una spessezza regolare.
Soluzione. _ Riferendosi alle indicazioni fornite dal Guettier, ed osservando nella
Tabella della pag. 402, relativamente alle colonne piene, si vede che una colonna piena
di 4- metri daltezza ha 123 millimetri di diametro, e corrisponde ad una pressione di
30000 chilogrammi. Nella Tabella superiore le colonne vuote della stessa altezza, ad
una pressione di 31000 chilogrammi, avrebbero 150 millimetri di diametro esteriore
e 120 di diametro interno.
Ora 123 millimetri di diametro della Colonna piena corrispondono ad una sezione
di 119 cent. quadr., e 150 a 174- cent. quadr., per cui la sezione effettiva anulare della
colonna uguale a 174 -113:61 c. q.
'
Ma, queste due colonne avendo la medesima altezza, i loro pesi sono proporzionali
alle loro sezioni, ed il rapporto di questi due pesi sar per la colonna vuota 61, e per
la colonna piena 119: quindi si avr 61 :119=0,51. Dunque la colonna vuota, che
corrisponde ad un carico di 31000 contro 30000, procurer uneconomia di peso di
49/100 sulla colonna piena, dilerenza piuttosto grande rispetto al risparmio del ma
teriale.
=l
Per al: 0,5 0,6 0,7 0,75 0,8 0,85 0,9 0,95 della formola precedente data
0
1,32.
Il limite della formola, stabilita tenendo conto della resistenza speciale ai sostegni
caricati alle estremit, non tutto all'atto lo stesso trovato precedentemente, ma gli
0,46I/P
do _ _____
di
1 - (->
do
Per % = 0,5
di
a un carico superiore a
P : 4,71d,
d,
0,6 0,7
0,75
0,8
0,85
0,9
0,95
si ha
1
0
Vi _
1 - (
406
Probl. - Una colonna piena di 105 millimetri di diametro capace di sostenere un
carico di 15000 chilogrammi, come abbiamo visto a pagina 397. Si domanda ora il diametro
esteriore ed il diametro interiore d'una colonna vuota_ sottomessa allo stesso carico, nella
quale il rapporto di questi 'due diametri sia di 0,8, ainch la pressione per millimetro
produrre una pressione di 6 chilogrammi per millimetro, la supercie della sezione per
il carico determinato dalla formola superiore dovrebbe essere
i2
d,,
ma la formola
d solamente
che sono le dimensioni, con cui sono state costrutte nelle opere, a cui vennero appli
cate, le colonne di simili dimensioni.
Dai problemi esposti si vede chiaramente, con quali cure si deve esaminare tutte
le condizioni, afne di evitare gli errori per arrivare ad un criterio approssimativa
mente esatto per ciascun caso particolare.
Se si volesse calcolare direttamente s ed a, si avrebbe per la ghisa:
30
W
la
a
Pl : 0,0003 -PhT,
-he per conseguenza P = 3300 3%.
b:
Cosi ancora per questo valore di P, in ragione della resistenza alla compressione, non
si dovr mai passare il limite dato dallespressione P : 12 sa.
La diminuzione dellaltezza duna colonna e di riguardo assai importante dal
punto di vista delleconomia del materiale, poich, secondo la formola [a], le sezioni
407
delle colonne simili egualmente caricate sono direttamente proporzionali alle altezze,
supponendo queste colonne calcolate come sostegni caricati alle estremit. Questo ri
guardo pu giusticare in alcuni casi la scomposizione di una colonna
m;%i 'Z;/a %z
u-.
Lm'-
l/m
2 ,
cio
V3
.2 :0,866.
il
Bisogna per notare, che le colonne impiegate nelle intelaiature delle macchine hanno
generalmente delle dimensioni molto superiori a quelle fornite dalle formale prece
denti. Un tal aumento di materia si spiega assai facilmente per questo fatto, che le
colonne di questa natura si trovano sottomesse a sforzi di essione o di trazione, a
cui sono sovente esposte nello stesso tempo che ad urti e a vibrazioni. Cos le co
lonne in ghisa, che si trovano soggette a sforzi di trazione, come le trabeazioni di
quelle delle macchine a vapore verticali, debbono avere almeno una sezione doppia
di quella, che darebbero le formole [A] [a] [e] [11]. Nelle costruzioni architettoniche
si adottano ordinariamente dei coefcienti di sicurezza pi grandi di quelli, che ab
biamo usato nora.
ARTICOLO XXII.
Dei Volanti Regolatori.
248. Volanti Regolatori. - I volanti regolatori sono messe inerti TAV. L1 e Lll
di un certo peso, in ghisa od in ferro, di forma anulare di un diametro li
mitato, poste sullalbero principale ad una certa distanza dalla manovella,
ovvero su qualunque altro, che comunica col primo. In virt della sua inerzia,
il volante assorbe e rende successivamente le differenze, che esistono fra la
ad abbassarsi sia che trovisi in alto ovvero nel basso della corsa.
precisamente verso questo punto morto che il volante perde insensibilmente la
sua velocit per riguadagnarla negli altri punti, ed accumulare la forza in eccesso
(I) Il professore Leslie nella sua Philosophie Naturelle, voi. 4, pag. 152, l'ha giustamente comparato a un
serbatoio, che raccoglie delle correnti intermittenti, e le rinvia in un canale regolare.
408
TAV. LI
durante una porzione, e poi restituirla in tempo utile, cio nel momento, in cui il
lavoro della resistenza supera la potenza, aine di conservare al moto una regola
rit costante.
Siccome sull'albero del volante che stanno tutte le resistenze da vincere, cosi
sempre su di esso che si prende la forza per mezzo di puleggie, coreggia, ruote
dentate, ecc.
Un volante deve avere una forma tale da presentare la minor resistenza possibile
allaria, per evitare una consumazione inutile di forza; la corona deve farsi di ma
teria la pi densa che si pu afne di poter ridurre il suo volume il pi che
sia possibile.
'
puleggia semplicemente applicata alle loro razze, come nelle Fig. 10 e Il, Tav. LII.
I volanti, come le ruote dentate e le puleggia, si compongono duna corona, delle
razze e dun disco formante il mozzo.
cui forza non supera 12 cavalli. Per macchine superiori a questa forza simpiegano
quelli fusi in due parti col mezzo, ed hanno il doppio vantaggio della facilit di
essi si fanno colla corona divisa in varii segmenti; le razze si fanno rapportate; il
mozzo e fuso in un sol pezzo.
I volanti applicati alle macchine a vapore presentano tra di loro delle grandi
differenze, sia nella costruzione, sia nelle dimensioni, essendo pressoch innite le
forme e disposizioni delle macchine a vapore: quindi dipendono in gran parte dal
lidea del costruttore. Un volante di un gran diametro e di un peso considerevole
non pu essere costrutto come uno piccolo e leggero, il quale pu farsi di un sol
pezzo. Molte cause possono concorrere a moltiplicare le varie disposizioni, che sin
contrano in pratica riguardo ai volanti.
Fig. t, 2 e a.
curva di un raggio piuttosto considerevole per evitare che si rompono nella fondita e
ad assicurarne la solidit. In tutta la lunghezza delle razze i due assi della sezione sono
409
doppii luno dellaltro. Vicino alla corona lasse maggiore ha 0,6 di lunghezza di que
TAV. LI
stultima.
La larghezza delle razze aumenta verso il centro: laccrescimento stato determi
nato ai due lati con uninclinazione di 17 millimetri per metro circa per rapporto al
lasse geometrico, in modo per che le dimensioni, che ne risultano, dalla radice delle
braccia, convengono al raccordamento col mozzo.
dare al mozzo un diametro almeno uguale al doppio di quella dellalbero, che nel
caso nostro di 340 millim., ed altrettanto di portata. Ma ad ogni modo si migliora
molto questa costruzione fasciando il mazzo di cerchi in ferro d messi a caldo, i quali
si ssano all'origine del guscio. Questi cerchi sono una buona sicurezza, specialmente
se si prendono in considerazione la chiusura delle chiavette e gli sforzi considerevoli,
a cui questo pu essere soggetto in certe circostanze. Se per un eccesso di forza ov
vero per uu difetto di fondita venisse a rompersi, munito di questi cerchi continue
rebbe ugualmente il suo servizio.
Per unire meglio il mozzo colle razze e ripartire progressivamente la massa della
materia, ciascuna razza munita sulle due faccie duna nervatnra, di cui lorigine
corrisponde al guscio del mozzo, e viene a perdersi verso la met della lunghezza
delle razze. Non conviene prolungare queste nervature superiormente, ove la velocit
grande assai, onde la resistenza dell'aria non divenga nociva. Il votante si ssa al
lalbero mediante due o tre chiavette ripartite sul terzo della sua circonferenza, afnch
corrispondano alle razze. Si supposto il mozzo vuoto interiormente come usano
molti costruttori, afne di diminuire il lavoro daggiustamento. Ma, colle macchine
utensili necessaria, si pu evitare questo vuoto o cavit, tenendo il buco del mezzo
uguale in tutta la sua lunghezza.
.
Tutte le proporzioni ammesse in questo esempio, e cos pure le forme ed i partico
lari tutti, non hanno niente di assoluto, ma come sono il loro insieme daccordo
colle migliori condizioni della pratica. Si sa che per gettare un volante in ghisa di un
sol pezzo si obbligati a tagliare la corona in un punto qualunque nella forma, avanti
il getto, in guisa che pel suo ristringimento, che pi tardivo a causa del maggior
volume della sua massa, in confronto a quello delle razze, queste ultime non si sepa
rino. La soluzione di continuit che ne risulta, e che pu estendersi no a due cen
timetri di larghezza, poi rimboccata 0 unita per mezzo di un getto parziale con un
metallo facilmente fusibile, o per una lastra di ghisa ben unita e fissata in guisa che
Figi t.
bano lequilibrio. Si pratica, per questo, un vuoto nella corona in un punto conveniente,
che sempre quello opposto alla manovella, e che poi si riempie di piombo; talvolta
non si fa che ingrossare in certo punto la corona.
Nella Fig. 1 si ha il prospetto, nella Fig. 2 il prolo 0 anco, nella Fig. 3 una
sezione del volante fra due razze, nella Fig. 4 una sezione nelle razze verso la corona,
e nella Fig. 5 una sezione vicina al mozzo.
Descrivere un Volante diviso in due parti secondo il sistema di Forca! portante una
ruota dentata sul mozzo per la trasmissione del moto. - Per esempio di tal genere rap
portaremo il volante delle Fig. 6 e 7 della Tav. LI. Essa forma di volante il tipo,
che quel costruttore adatta generalmente a suoi motori a vapore. Questo delle Fi
gure6 e 7 appartiene ad una macchina della forza di 25 cavalli, con espansione e con
densazione. Le sue dimensioni sono assai ridotto per poterlo fare solamente in due
parti; ciascuna di esse si compone di due mezze corona e di tre razze. Queste due
52
Flg. 4,2, 8, 0 4
Fig. 6 e 7.
>_- >n
410
TAV. Li
sse verso il centro ad un disco anulare C, circa della stessa spessezza delle razze,
che presenta dei cordoncini in rilievo a e a' per laggiustamento. Le due met sono unite
da quello perpendicolare al suo asse di rotazione, ci che accade spesso, quando parli
Fig. 8, 9, IO.
che riuniscono le due met del volante coi due dischi D ed E, mezzo questo di economiz
zare una chiavetta, e che lo fissa sullalbero, rendendo cos pi solidarii albero e volante
per la trasmissione. Nella Fig. 6 abbiamo una parte della razza vista di faccia: la ruota
d'angolo calettata ad un quarto del disco D tagliato e tolto alne di lasciar vedere
la parte centrale e quella della razza, che si unisce al mozzo, come pure il punto,
ove le due met si uniscono. La Fig. 7 una sezione orizzontale passante per lasse
dellalbero. La Fig. 8 rappresenta specialmente la corona in sezione trasversale. Questa
riunione degli archi della corona si effettua con una semplice giunta a cima a cima
con due tasselli piatti sopra e sotto, tagliati a T, ovvero a coda di rondine c, ed inca
strati da ciascuna parte e ssati per mezzo di chiavarde d; quattro chiavi in ferro c
permettono di chiudere queste unioni.
TAV. Lll
Fig. 4 e 2.
sistema applicato sullalbero di due macchine accoppiate a due cilindri, opera del
costruttore francese Pawell. La Figura 2 rappresenta una porzione della corona del
volante, e il sistema di giunti impiegati per unire la corona colla razza. La Fig. 2 bis
una sezione trasversale delle razze su scala maggiore. La Fig. 1 una sezione fatta
sullasse della razza, o secondo un diametro del volante.
Linsieme del volante si compone della corona A divisa in dodici segmenti, e del
mozzo centrale C luso in un sol pezzo, oltre a dodici razze, che si uniscono al mozzo
ed alla corona nellunione dei segmenti a due a due. Il giunto, la cui sezione ha quasi
la forma della lettera T, l'uso colla dentatura, che contiene 276 denti, ossia 23 per
411
segmento. Questo numero corrisponde a un passo di 90 millimetri, divisi quasi in
parti uguali tra il dente e lo spazio, che li Separa; la larghezza della dentatura di
TAV. Lll
373 millimetri. Questunione si eiTettua nei punti. che sono corrispondenti alle razze,
i quali terminano ciascuno per mezzo di un sostegno o rilievo a per laggiustamento
nel verso dei raggi e nel loro prolungamento per mezzo duna specie di grappa b, che
saggiusta in un taglio fatto appositamente nella corona, indi resa solidaria mediante
due chiavarde d, le quali attraversano nello stesso tempo il contromozzo D, che d
allinsieme la solidit occorrente.
Descrivere il Volante superiore tutto intiero colle relative sezioni, una delle quali pas
sante tra una razza e l'altra, ad una scala conveniente. - Il raggio del circolo primi
tivo di metri 4 e le altre dimensioni si dedurranno dai disegni della Tavola stessa.
Volante con Imboccamento a denti in legno. - Nel maggior numero dei casi i denti
nei volanti ad imboccamento, invece dessere in metallo, sono in legno, e corri
spondono ad una ruota di diametro minore, la quale armata di denti in ghisa. Le
Figure 3 e 4 ne fanno vedere un esempio, il quale appartiene a una macchina a va
pore con due cilindri. La corona di questo volante si compone di quattro parti, cia
scuna delle quali contiene due razze; lunione dei segmenti fatta per mezzo di due
denti in ferro uniti fra loro con chiavette, e di due cerchi in ferro a attorno al mezzo;
la struttura generale per piuttosto quella di una ruota dentata, anzi quella di un
volante, tanto per la forma data alle razze quanto per la loro unione col mozzo cen
trale. Tutta lattenzione del costruttore deve essere rivolta sul modo dincastramento per
ssare i denti in legno b, nella stessa guisa delle ruote ordinarie, superando una
ditcolt proveniente da questo che la corona non come per una ruota semplice, le
cui dimensioni sono strettamente ridotte alla forza di trasmettere e alla forza neces
saria per tenere solidamente i denti incastrati, ma invece aumenta la massa della ruota,
perch conservi tutta linerzia del volante. il modo, con cui le razze si uniscono, quello
dincastrarle nella corona, come sono rappresentate nella Figura, che una sezione tras
versale di questa. Essa corona e composta duna piastra anulare A fusa con un collaretlo
A', forata da una calettatura rettangolare per ssarvi i denti, affinch queste due parti
conservino la loro solidariet, malgrado la calettatura, che le separa intieramente; la
piastra penetrata secondo un triangolo, e quindi si taglia conformemente alla coda
dei denti. Ciascuno di questi ultimi si scompone nel verso della larghezza in due
parti, che sono messe a posto e aggiustate separatamente, ma cosi unite una ac
canto allaltra come se formassero un dente solo; se i denti fossero fatti in un sol
pezzo, bisognerebbe si fondessero quasi intieramente per ssarli nella corona a causa
della penetrazione della piastra anulare, che forma cuneo, e non si perverrehbe a fare
che riempiscano perfettamente la lorocalettalura, come si pu tagliandoli prima.
Ancorch una simile dentatura sia intieramente appoggiata sulla maniera di ssare i
denti, che per maggior precauzione si ha cura di far seccare per molto tempo avanti
di porli al loro posto; tuttavia essi possono colluso prima incominciare a muo
versi, e nalmente uscire dal loro posto: per evitare questo inconveniente si riten
gono per mezzo duna copiglia in ferro e posta nel dente disotto della corona A';
a tal effetto la piastra A perforata da altrettanti buchi corrispondenti ad ogni
composta di otto segmenti, ssati contro la corona del volante per mezzo di chia
varde d. La corona e tirata al torno, e con un profilo composto di poche e ben intese
modanatura.
Questo volante stato applicato ad una macchina a due cilindri duna potenza no
minale di 40 cavalli, il cui albero fa 21 giri per minuto, ed il raggio della manovella
uguale a metri 0,90. Lespansione totale ti volte lammessione a pieno vapore, ed
ha le seguenti dimensioni:
Fig. 5 e 4.
412
TAV. L"
metri 6,716
. .
)
chilogrammi
. . .
)
.
metri
. . . . . . .
7,381
6509
9345
7,035
340
scuna delle quali corrisponde a una razza; le razze si riuniscono tutte sul disco C, e si
ssano ciascuna con due chiavarde c; le unioni si lanno per mezzo di due denti chiusi
per mezzo di due biette d. La corona presenta una parte molto allargata A', nella
quale si sono praticate delle calettature per ricevere i denti; queste calettature (mor
sono formate ciascuna in due parti uguali B simili poste luna contro laltra, e tra le
quali sono chiusi il disco centrale C, e le statie a fuse col segmento. Queste ultime
sincastrano per met nella parte superiore della razza, e sono unite per mezzo di sei
chiavarde b colla parte della corona. La riunione delle razze col disco C all'atto
simile, e seil'ettua per mezzo di un incastramento e di tre chiavarde c per ciascun
braccio. Si osserver, che sono stati praticati dei rilievi d corrispondenti ad appositi
intagli, per cui si possano incastrare, ci che ha per oggetto di sottrarre le chiavarde
e dallo sforzo di trazione o recisione, che la forza centrifuga sviluppa nel verso delle
struttori Colas e Rachecourt l'hanno anche impiegata con molta arditezza a far muo
vere, per mezzo di larghe correggie o cinghie, dei grossi laminatoi. Questi volanti si
possono dividere in due tipi o forme principali, di cui la prima quella, per cui si
costruisce una corona abbastanza grande nel verso trasversale da poter ricevere di
rettamente la cinghia sulla sua circonferenza, come le puleggia ordinarie.
Laltra quella di fare un volante colla forma ordinaria, come i tipi dimostrati
nora, e quindi applicargli lateralmente una corona abbastanza larga per ricevere la
correggia, come nelle puleggie ordinarie. Talvolta anche, invece di usarne una sola,
se ne applica una per parte o facciata del volante. Del primo caso essendo facile farsi
unidea, non ne daremo uno speciale disegno; ne daremo uno del secondo, che noi
togliamo dalla macchina ssa dellofcina delle strade ferrate di Lione a Parigi co
strutta dai signori Lecomte e Delpche.
M. 10, H, 42, {3,
H e 15.
china a vapore ssa a due cilindri della forza nominale di 40 cavalli ad alta pressione
ed espansione variabile. La Fig. 11 rappresenta la met del suo prospetto e il modo,
413
con cui si sono fatti i giunti della corona delle puleggie doppie di trasmissione:
lunione si opera per mezzo di dodici chiavarde passanti da parte a parte nei sei oc
chielli b a nervature, di cui ciascuna puleggia munita, e che corrispondono ad ap
positi occhielli fatti nelle razze del volante. Ciascuna chiavarda serve ad unire le due
puleggie una da una parte e una dallaltra del volante. Lunione delle corone delle
puleggie e del volante sulle razze non si pu effettuare che allorquando si sono riu
nite le due porzioni della corona del volante, per mezzo dei tiranti d e delle chia
vette in ferro, come si possono vedere sul disegno, e la parte centrale del mozzo
si aggiunge per mezzo di due cerchi in ferro a a' posti a caldo da ciascun lato.
Il volante e ssato mediante una sola chiave sullalbero, nel quale penetra per una
spessezza di 20 millimetri. La modellatura e la fusione di questo volante fu efl'ettuata
come se avesse da essere di un sol pezzo, solamente preparando delle lastre in
ferro sottili, che stabilirono delle divisioni nel mozzo avanti di chiudere la forma. La
Figura 10 una sezione fatta secondo un diametro, e mostra il sistema dunione per
mezzo delle chiavarde del volante colle puleggie di trasmissione c c" e quello della
riunione delle due parti del mozzo per mezzo dei due cerchi a a, oltre allunione
delle chiavarde delle due puleggie sulle razze del volante puleggia, sulle quali si pos
sono porre quattro correggie. La scanalatura e e', posta nel mezzo di esse, desti
nata a operare la separazione delle due correggie, e le divide molto meglio che se si
ghezza. La Fig. 13 un taglio duna razza secondo la linea 1 e 3, Fig. 11. Le Fig.14
e 15 fanno vedere il modo dunione delle due porzioni della corona per mezzo del
'tirante d.
REGOLE PRATICHE
I
lapplicazione di questa teoria alla determinazione delle loro proporzioni, della loro
struttura e costruzione generale.
Prima di spiegare le condizioni pratiche, a cui deve soddisfare un volante, e indi
spensabile accennare collArmengaud le circostanze, che le rendono necessarie. Queste
si possono ridurre a due principali: 1 Alla disparit di resistenza, che presenta uno
stesso lavoro in tempi successivi alla sua produzione; 2 Alla disparit degli sforzi,
che trasmette lalbero motore, sia direttamente dalla parte della forza motrice, se
414
fetta, essendo che un volante non produce un aumento di forza, ma anzi ne assorbe
per mezzo dellattrito, che risulta dal fregamento dellalbero, che lo sopporta, sui due
del motore 0 della macchina motrice, alla quale viene applicato, potrebbe, fermandosi
repentinamente, sviluppare degli sforzi reativi molto superiori alla resistenza degli altri
pezzi della trasmissione, e cagionare degli accidenti gravi.
subisca delle modificazioni nelle applicazioni. Riassumendo potremo dire, che il cal
colo di un volante basato sugli elementi seguenti:
2 La velocit circonferenziale della corona, che dipende essa stessa dal suo
diametro e dalla sua velocit di rotazione;
Nn
P:K--mv,,
m
V
di un cerchio medio,
un coefciente, che varia col sistema delle macchine, ed il
11
Per lapplicazione di questa formola la maggior difcolt sta nella scialle da farsi
per il valore dei coefcienti K ed 11: il primo dipende da ciascun caso particolare, e
non pu essere determinato che per mezzo dellanalisi matematica, e il secondo deve
essere fissato, secondo il grado di regolarit necessaria al lavoro del motore.
media, calco
lata sul numero dei giri totali in un minuto, in cui la macchina sia regolata.
__..i45.
415
m'v- .
TABELLA DEI COEFFICIENTI NUMERICI, CHE SERVONO A DETERMINARE IL PESO DEI VOLANTI
SECONDO IL SISTEMA DELLA MACCHINA E IL GRADO DELLA REGOLARIT.
_IJ_u
Valore
DI
__
40
VALORE m h n
FACENDO 1; =
A [a
50
60
:: 5
i)
: 4
5830
1/4
.>
1/5
11
La biella : 5 volte
la manovella.
Macchine ad alta
233200
201500
349800
432000
457200
470700
486000
11
116
8100 324000
405000
1/8
8450 338000
422500 507000
S espansione 8. 1/2
5 atmosfere )
1/3
1/4
'
n
1/5
La biella
7080
8185
0220
10230
283200
368800
7400
409200
354000 424800
409250
491100
461000 553200
511500 613800
|
espansione a 1/2
5 volte
la manovella.
6975 279000
1/3
6 atmosfere
l [4
8015
1 [5
0095 387800
1/6
348750
418500
356600
445750
534900
574700 582000
426000
552500
639000
5540 221600
277000
332400
6030 241200
301500
36le
novella.
C0n biella :
A 5 atmosfere
I.
. | [5
espansone 9 I
5 volte la mano-
vella_
Balore
corsa.
' -lllb d. -
)espanswnea ,
e a
"Sa
e a
'
Ega)x?eonden-
l/10
430000 516000
}
1545
61800
77250
90700 ;
1850
74000
92500 1100001
Macchine con al- / A tutta pressione con o senza conbere motore ripie- i
densatore
. .
. . . .
478
a 1/5 663
19120
23900
28880
go uguali_
770
31200
39000
46800
7440
297600
372000
446400
szeiaasiife: Acfl,fi s
.
satore
32150 39780
della corsa
]
416
Ma ordinariamente si fanno i volanti con maggior energia, e il coeiciente n
in media uguale a 40, e pi particolarmente quando si ha duopo duna grande
regolarit. Daremo un esempio dellapplicazione della formola del peso al primo caso.
Prendendo per esempio, che trattisi di determinare il peso dellanello del volante, che
deve essere montato sull'albero motore duna macchina a vapore stabilita nelle se
ancora come dati, che lanello, di cui si cerca il peso, possa avere sul circolo medio
un diametro D =4 metri, e che la regolarit esige, che si adotti 40 per coetliciente,
od a uguale a 40.
an _ 3,1416__x 4 x 30 :
V :
m. 6,2832.
To
'60
lntroducendo questo valore, coin altri dati, nella formola del peso, e prendendo nella
Tavola il prodotto Kn, che corrisponde a questo caso particolare, si trova:
N
20
P: K" W =
X W x
chthgramuu.
Per determinare da questo peso la sezione della corona, sapendo che la ghisa pesa in
media 7,200 chilogrammi il metro cubo, si stabilisce:
3777
amam = "i
ossia 417 centimetri quadrati.
Siccome si deve cercare di diminuire per quanto sar possibile la spessezza della
dimensione trasversale dellanello alline di ridurre il pi che si pu la resistenza
dellaria, si d alla sezione una forma allungata, che noi supporremo, per la facilit
del calcolo, un rettangolo, di cui il lato minore sia il terzo del maggiore. Quindi, chia
mando l il lato maggiore, si avr:
3111 x
= em chilogrammi.
Cos, in questo caso, cio per un metro di diametro in pi, si guadagna sul peso
della corona l360 chilogrammi, e si riduce nello stesso tempo la quantit del lavoro
assorbito dellattrito dell'asse. Questo principio resta vero tanto che lo pu estendere,
417
e che uno non si avvicina di troppo alla velocit circonferenziale, per mezzo della
quale la forza centrifuga acquista unenergia capace di superare la tenacit del me
tallo e cagionarne la rottura.
in pratica la velocit circonferenziale dei volanti supera raramente 15 a 20 cen
timetri.
3 Caso. In conformit di questo principio generale, noi possiamo ammettere il
3111 x 3B x
30 '2__ ,
d a111 x
'30 a __
.
.
_- mo chilogrammi.
"_"_"
adottando 5 metri per diametro medio dell'anello, come labbiamo ammesso nel se
condo caso.
I dati essendo, cosi come si veduto
D :: 5 metri,
__.v
i.
mm) x o,o<mu 20
x 5*. ..x .s303
r: 941'! chilogrammi.
418
CORONA
Velocit per secondo, alla circonferenza media, per 10 velocit di relazione per
da 10 a 100 giri per minuto
Cmcosrsnsnu
M11
A
111
[1 1DEL
01 1 1 1
255
metri
metri metri
r.
00
558
600
metri
metri
metri
metri metri
metri metri'
3,11
3,10
3,11
1,00
1,10
1,11
3,03
3,31
3,00
3,01
0,10
0,01
1,31
0,11
0,00
0,13
10,11
11,00
11,10
11,30
13,30
11,11
11,01
13,11
10,10
11,13
10,01
10,03
10,01
10,11
11,11
11,00
11,10
13,30
11,33
13,13
13,01
10,11
11,10
11,10
3,01
1,03
1,10
1,11
3,13
3,10
11,01
0,13
0,00
0,00
1,33
3,00
0,30
0,33
10,10
11 ,00
11,01
11,03
13,13
11,00
13,30
10,10
11,11
10,33
10,11
10,13
11,00
11,00
11,01
13,03
11,11
13,03
10,30
1,11
3,10
3,03
0,11
0,00
1,00
1,31
0,01
11,10
3,03
0,11
10,30
11,31
11,10
13,10
11,13
13,31
10,11
11,03
10,03
10,03
11,10
11,30
13,30
11,11
13,01
11,10
13,11
10,10
30,01
31,01
31,00
31,11
33,31
30,31
31,10
30,10
10,00
11,11
11,11
13,00
11,11
13,03
11,13
708
808
!
metri
1,00
1,10
1,10
1,30
1,10
1,30
1,00
1,10
1,00
1,00
3,00
5 1,00
1,10
1,10
0,00
1,00
3,00
3,13
3,30
3,13
1,00
0,13
10,11
10,00
11,10
11,31
13,33
1,30 11,11
1,13
3,00
3,13
3,30
3,13 10,01
0,00
0,1:
0,30
0,13
1,00 11 ,00
1,13 11,11
13,30
11,33
8,00 13,11
13 11,01
10,10
11,10
10,10
10,00
10,01
30,03
31,11
0,31
0,30
0,03
0,011
0,13
0,10
0,33
0,30
0,01
0,00
1,03
1,13
1,10
1,30
1,11
1,31
1,10
1,33
1,00
1,00
1,13
1,30
1,10
1,01
1,13
1,00
3,01
3,11
3,11
3,10
3,33
3,01
3,00
3,03
1,00
1,10
1,31
1,13
1,30
1,11
1,01
1,00
11,11
3,11
0,10 1,03
0,00 1,13
0,01 1,16
1,01 1,36
1,10 1,10
1,11. 1,57
1,13 1,08
1,33 1,18
1,11 1,80
1,10 1,08
1,31 2,00
1,11 2,30
1,00 1,51
1,01 2,71
2,93
3,11
3,10
1,36
1,11
1,57
1,70
1,83
1,08
2,09
9,22
2,33
2,10
9,01
3,10
1,33
1,33
1,13 3,01 1,33
1,01 11,08
3,11 1,19
331 1,15
3,33 1,71
3,13 1 ,97
3,01 5,21
1,11 5,50
1,31 5,70
1,31 0,02
1,11 0,18
1,00 0,55
3,10 6,80
3,30 1,07
3,30 1,33
3,00 7,50
3,30 1,85
0,011 8,12
0,111 8,38
0,11 8,01
0,01 8,80 11,11
0,01 9,16
1,01 9,13 11,10
1,10 9,60 11,11
1,10 9,05 11,13
1,00 10,211 11,10
1,03 10,11 13,00
1,31
1,13
1,01
1,01
1,10
1,33
1,31
1,01
1,03
1,00
3,11
3,13
3,11
1.011
1,10
1,11
3,10
3,30
3,00
0,10
0,00
1,01
1,10
1,03
0,11
0,01
0,03
0,11
0,01
10,11
10,00
11,00
11,30
11,10
11,11
11,31
11,00
13,33
13,11
11,11
11,33
11,01
13,31
13,11
1,33
1,01
1,10
1,30
1,30
1,13
1,03
3,11
3,30
3,13
3,00
1,03
1,10
1,10
3,13
3,30
3,03
0,11
0,01
1,33
1,10
0,11
0,10
0,10
0,01
10,00
10,31
11,00
11,13
11,01
11,31
11,01
13,10
13,11
11,10
11,00
13,11
13,30
10,03
10,03
11,11
11,01
10,33
metri metri
1,00
1,33
1,30
1,31
1,11
1,03
3,11
3,33
3,30
3,11
3,00
1,10
1,01
3,03
3,10
3,00
0 10
0,01
1,33
1,03
0,30
11,00
0,11
0,03
10,11
10,00
11,31
11,01
11,31
13,00
13,01
11,13
11,00
13,10
13,11
10,13
10,13
11,10
11,00
10,33
10,03
10,31
10,00
10,11
10,03
2,50
1,01
3,00
3,30
3,33
3,11
1,00
1,11
1,11
1,11
3,10
3,03
0,13
0,33
1,00
1,03
0,11
0,00
0,11
10,01
10,00
11,10
11,10
11,31
11,00
13,33
11,13
11,13
13,31
13,00
10,10
11,03
11,01
10,10
10,03
10,11
10,03
10,01
11,11
21,80
11 1 30
11,01
1,01
1,00
3,11
3,10
3,00
3,11
1,10
1,13
1,11
1,01
3,13
3,10
0,10
0,01
1,33
1,03
0,31
0,10
0,01
10,11
11,13
11,10
11,13
13,00
13,11
11,10
13,03
13,11
10,30
11,01
11,01
10,33
10,00
10,03
10,10
10,01
11,00
11,13
11,01
13,30
11,11
11,01
13,33
1,00
3,11
3,13
3,11
1,03
1,31
1,01
1,00
3,10
3,10
3,10
0,31
0,01
1,10
0,01
0,03
0,31
10,00
10,00
11,33
11,13
11,00
13,00
11,10
13,11
13,01
10,30
11,10
10,00
10,11
10,13
10,11
10,00
11,00
1,10
1,01
3,01
3,13
3,00
3,10
0,10
1,11
1,31
1,00
0,30
0,11
10,00
10,00
11,13
11,31
13,01
11,00
13,11
10,10
11,01
10,03
10,00
10,01
11 ,00
13,01
11,00
13,11
10,13
11,13
10,11
10,33
30,30
31,11
31,13
33,31
30,11 31,30
33,01
30,00
31,10
30,13
30,30
10,33
11,01
3,11
3,10
0,10
0,01 V
1,33
1,03
0,30
11,00
9,13 ,
0,03 '
10,11
11,31
11,31
13,01
11,00 4
13,11 ,
11,01
10,33
10,01
10,03
11,10 ;
13,30 j
11,01 ;
10,10
11,10
10,00
30,11
31,11
31,13
31,01
33,33
30,00
1,01
30,11
10,58
11,00
13,10
11 01
13,01
11,13 ,
10,11
10,13
31,00
31,31
419
TABELLA 0110 SERVE A DETERMINARE LA SEZIONE DELLA CORONA DI UN VOLANTE IN GHISA.
79:
__,__
,, i,
,_
L,V_____
51
: 1;:
750
800
850
2 kilog. kilog. kilog, kilog. klog. kilog kilog. kilug. kilog, kilog. kilog. kilog. kilog.
100
kilog.
klog.
kilog.
11,00 0,112 0,000 0,001 1,105 1,020 1,511 1,100 1,000 2,210 2,101 2,052 2,010
1,10 0,102 0,002 0,001 1,001 1,200 1,100 1,001 1,000 2,000 2,210 2,111 2,012
11.20 0,368 0,552 0,100 0,021 1,105 1,200 1,110 1,051 1,012 2,020 2,110 2,001
0,001
2,010
2.5'18
0,015
0,011
2.763
0,500
0,215
2,011
0,151
0,110
0,101
,1,.10
1,10
1,50
1,00
1,10
1,110
1,110
2,00
0,010
0,515
0,201
0,210
0,200
0,215
0,202
0,221
900
150
0,510
0,115
0,112
0,111
0,000
0,000
0,010
0,001
200
250
300
350
400
450
500
550
000
550
700
0,000
0,001
0,500
0,552
0,520
0,101
0,105
0,112
0,050
0,100
0,100
0,000
0,050
0,011
0,501
0,552
1,020
0,011
0,001
0,022
0,100
0,100
0,000
0,000
1,100
1,105
1,001
0,001
0,010
0,000
0,011
0,110
1.300
1,202
1,110
1,105
1,010
0,002
0,000
0,001
1.530
1,110
1,020
1,210
1,110
1,105
1,011
0,001
1,100
1,520
1,110
1,001
1,000
1,220
1,100
1,105
1,810
1,150
1,021
1,520
1,100
1,050
1,210
1,215
2,010
1,001
1,100
1,051
1,500
1,110
1,000
1,020
2.210
2,012
1,015
1,106
1.000
1,500
1,512
1,100
91380
2,210
2,002
1,031
1,020
1,120
1,020
1,511
2550
2,001
2,210
2,012
1,050
1,012
1,115
1,051
U 390
2,525 2,100
2,050 2,505
2,210 2,318
2.000 2,210
1,001 2,001
1,001 1,011
1,100 1,010
7000 7 7700
7200
7300
7400
7500
7500
7700
7800
7900
2000
2700
2200
2300
k|0g kOSKUE- kilog. kilog. kilog. klog. kilog. kil(1g. kilog. kilog. kilog. kilog. kilog. kilog.
2400
klog.
2,00 1,000 2,110 2,101 2,052 2,010 2,005 0,015 0,501 0,150 0,010 1,200 1,121
2,25 1,100 1,001 2,101 2,051 2,551 2,150 2,011 0,110 0,010 0,500 0,100 0,020
1,012
1,120
1,000
1.322
5,001
1.519
5,201
J
2,50
1,501
1,101
1,010
2,111
2,201
2,110
2,010
2,221
2,000
0,115
0,052
0,528
0,105
3,881
1.058
4.131
2,15
0,00
3,221
0,50
0,15
1,00
1,110
1,020
1,221
1,100
1,001
0,001
1,001
1,110
1,000
1,200
1,110
1,105
1,100 1,020
1,020 1,100
1,100 1,002
1,000H,515
1,20071,111
1,21511,020
2,000
1,015
1,100
1,012
1,502
1,100
2,250
2,000
1,001
1,100
1,050
1,511
2,111
2,210
2,010
1,001
1,100
1,011
2,512
2,051
2,110
2,021
1,000
1,100
2,102
2,505
2,012
2,111
2,001
1,010
2,000
2,052
2,110
2,210
2,122
1,000
0,051
2,100
2,501
2,000
2,200
2,000
0,215
2,011
2,120
2,520
2,051
2,210
5,010
0,001
2,050
2,052
2,115
2,021
0,500
3,211
2,002
2,110
2,500
2,101
0,001
3,3811
0,120
2,005
2,111
2,512
0,850
0.530
0,201
0,001
2,020
2,052
2500
2750
0000
3500
3750
4000
4250
4500
4750
5000
5250
5500
3250
klng. kilng. kilog. kilog. kilog. klng. klng. klog. kilog. kllog. kilog. kilog. kilog.
'100
13;,
4,50
175
5.0,,
535
5,50
5,15
11,00
2,100
2,001
2,150
2,020
2,212
2,105
2,000
1,022
1,012
0,0000,010
2,001 0,122
2,101 2,011
2,550 2,102
2,100 2,051
2,015 2,520
2,210 2,111
2,111 2,001
2,020 2,210
1,001
1,001
1,120
1,101
0,001
0,100
0,011
0,150
0,010
5,250
1,010
1,000
1,120
1,200
1.000
0,010
0,052
0,500
7500
6000
5250
kilog.
kilog.
0,502
0,002
0,100
0,021
2,015
2,100
2,012
2,100
2,005
0,002
0,012
0,100
0,251
0,000
2,011
2,010
2,001
2,510
1,115
0,002
0,001
5,100
0,010
0,150
5,011
2,000
2,100
1,111 1,080
1,100 1,120
0,020 1,115
0,122 11,055
0,510 0,100
0,000,0,510
0,215 0,110
0,015 0,200
2,011 0,101
8000
3500
9000
6500 7000
5,520
5,200
1,012
1,050
1,121
1,210
1,020
0,011
0,001
5750
kilog.
78,000'
kilog. kilug. kllog. klng kilog. kilog. k1lug. kilog. kilug. kilog. kilog. kllug. kilog.
k1log.
kilng.
kilog.
6,85
i,598
{1,957
5,305
5,659
0,072
3,306
6,720
7,073
7,781
8,488
9,5%
9,903
77,318
12,025
72,732
11,50
0,15
1,00
1,50
0,00
10,50
1,121
1,251
1,105
0,001
0,502
0,000
1,151
1,505
1,121
1,120
3,868
0,011
5,101
1,012
1,100
1,121
1,115
0,001
5,111
5,210
5,052
1,110
1,121
1,101
5,101
5,501
5,002
5,010
1,001
1,121
0,121
5,005
5,001
5,005
1,010
1,001
0,101
0,222
5,000
5,000
5,250
1,011
0,001 1,102
0,550 1,205
0,010 0,011
5,005 0,101
5,5210,010
5,201 5,121
2,102
1,000
1,510
1,010
0,011
11,211
0,012
0,515
0,210
1,000
1,101
0,101
9,00
3,793
3,038
3,081
3,930
0,175
5,021
0,656
6,912
77,003
5,895
6,386
6,878
7,3178
7,855!
8,351
3,801 ,
,50
3,025
3,257
3,090
3,73
3,955
l,188
4,021
1,655
5,179
5,585
15,0M
6,515
(7,980
7,546
7,911
8,376
1[0,00
2,87
3,0931
3,316
3,577
3,759
3,979
0,200
6,il
4,963
i,303
5,767
0,189
6,031
7,07l
7,576
7,059
10,610
420
Completeremo la costruzione dei volanti proponendo un caso speciale, che sar
quello del disegno della Tav. Li, Fig. 1 e 2, per applicarvi tutte le regole esposte.
vuole ottenere, indipendentemente dal diametro del volante, e dalla sua velocit circonfe
renziale; 3 Determinazione della sezione della corona, per mezzo del peso e del diametro.
Determinazione del Diametro. - Il diametro di un volante teoricamente arbitrario;
ma conviene cercare quello, che saccorda meglio col sito, che deve occupare la mac
china, facendolo del peso minore senza estendere di troppo i limiti della velocit 0
della forza centrifuga.
chine a bassa pressione sono quasi senza applicazioni, si adottano delle velocit molto
differenti; non si pu quindi stabilire una regola fissa per determinare il diametro del
Determinazione del Peso dall'espressione PV. - Dopo aver trovato il prodotto PV,
per una macchina, della quale non si pu fissare prima il diametro, n la velocit
del volante, la prima ricerca consiste in dividere questo prodotto PV in due fattori,
attribuendo loro il peso e la velocit dei valori convenienti. Siccome luno o laltro di
questi valori non sono assoluti, il metodo pi semplice consiste nel dare al raggio
del volante un rapporto con quello della manovella, come se il rapporto fra loro fosse
da 5: 1, per le macchine semplici ad un sol cilindro.
Per le macchine a doppia azione di uno stesso albero a manovella fermato ad
angolo retto dalle zanche di un albero ripiegato, siccome la forza viva del volante
PV = 7620 X 50 X 22 :: 152400.
Se si adotta, che la velocit circonferenziale sia uguale a 10 metri per 1", il peso del
.
. Ma il.
lanello o corona e uguale, secondo questi. dat1,. a >152400
100 a = 1524 chilogrammi.
diametro di questo anello ugualmente determinato, poich si deduce naturalmente
dalle velocit rotative e circonferenziali. E sar effettivamente:
10' x 60"
421
Soltanto il peso relativamente piccolo, e il diametro un po grande, ci che fa che si
pu adottare 3,50 per diametro definitivo dellanello o corona, e dunque le condizioni
si trovano cos modificate:
.\"
9'",165.
60
) i
20chilogr.
I .-- 7620 X 50
_ '
__ 1815 chilogrammi.
Sezione della Corona dedotta dal peso e dal diametro. - Si gi dato un esempio di
questa operazione a pag. 416, che rammentcremo qui per farne unapplicazione al
volante della Fig. 1, essendo lanello di sezione rettangolare. Riducendo le dimen
sioni lineari ad avere per unit il decimetro, affine di uniformarci all'unit di peso
della ghisa, di cui la densit e in media di chilogrammi 7,2 per decimetro cubo, si
avr per la sezione cercata:
1815c11110g1.
: 2dq,20.
Per costituire questa sezione, le daremo la forma di un rettangolo avente i suoi lati
mente dei gusci b, bisogna aggiungervi un toro semielittico c pel raccordamento delle
razze. il cordone ti permette di conservare alla corona tutta la sua spessezza per di
sporre poi a piacimento tutte le altre parti. Le razze in numero di sei hanno una
sezione elittica, e si raccordano colla corona mediante gusci ad archi di circolo con
un gran raggio, onde cogli angoli accrescerne la solidit specialmente nel getto della
ghisa. In tutta la lunghezza delle razze i due assi della sezione sono doppii uno del
laltro. Vicino alla corona, lasse maggiore ha metri 0,06 di larghezza di questultima;
la larghezza delle razze aumenta verso il centro, e laccrescimento determinato trac
ciando i due lati con uninclinazione di 17 millimetri per metro circa per rapporto
allasse geometrico, e cercando le dimensioni, che risultano dalla radice delle razze,
che si raccordano col mozzo.
Il mozzo si compone di un nocciolo cilindrico, come si disse a pag. 409, contornato
da un semitoro per il raccordamento delle razze. Afnch il volante sia perfettamente con
nesso da un grosso guscio e collalbero, e si ottenga una resistenza sufciente, bisogna
422
Il volante viene fermato sullalbero per mezzo duna chiavetta ssa per tutta la
lunghezza del mozzo, e di due altre minori poste ciascuna circa al terzo della circon
ferenza corrispondente alle razze. Il mezzo vuoto interiormente: questo sistema
usato da molti costruttori per diminuire il lavoro d'aggiustamento sullalbero. Ma con
buone macchine utensili si pu evitare questa cavit, e tenere lapertura del mozzo
perfettamente cilindrica, in guisa che dalle chiavette si pu far abbracciare tutta la
lunghezza del mozzo.
Bisogna anche aver cura di equilibrare le parti fuori del centro, che lalbero
suscettibile di ricevere, come ad esempio la manovella. A tal lino si pratica una cavit
nella corona in un punto conveniente, che si riempie poi di piombo. Noi descriveremo
una disposizione, per mezzo della quale lo stesso risultato ottenuto facendo questa
cavit senza riempierla, nel lato dove il peso distrugge lequilibrio. Il peso totale di
questo volante e di circa 2755 chilogrammi, diviso nella maniera seguente:
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
chilogr.
1980
506,250
268,875
aggiunge ancora chessa diminuita per la resistenza dell'aria: gli perci che si
indotti a fare questa sezione sottile o arrotondata.
Azione della Forza centrifuga sui Volanti. - Quando un corpo pesante eseguisce un
moto di rotazione pi o meno veloce attorno ad un centro sso, questo moto d ori
gine ad una forza, che tende ad allontanare da quel centro le molecole di esso
corpo, e chiamasi forza centrifuga (pag. 37). Nessuna parte nelle macchine e pi diret
tamente sottomessa a questa forza che il volante, che sotto la sua inuenza tende a
separarsene in parte.
Lanello o corona dun volante, che supporremo di un sol pezzo, tende a rompersi,
sotto lazione della forza centrifuga, in due parti e secondo un piano passante per
lasse di rotazione; la resistenza opposta a questo sforzo evidentemente quella del
metallo dellanello alla rottura per estensione, e sul doppio della sua sezione trasver
sale, non tenendo punto conto delle razze.
Si dimostrato nei principii di meccanica (pag. 38), che la forza centrifuga ha per
i
espressione F :: %-, nella quale formola P rappresenta il peso del mobile in chilo
grammi, V la velocit circolare in metri per minuto secondo o I", r il raggio del
circolo, che descrive, g laccelerazione dovuta alla gravit uguale a 0,8l, aggiungendo
in seguito, che il circolo descritto con un raggio 1' preso dal centro di gravit di
rotazione al centro di gravit del mobile. Nellesame del mobile considereremo un semi
anello, essendoch linsieme tende a separarsi in due segmenti; bisogna dunque cer
carne il centro di gravit, al quale si deve riferire la relazione precedente.
423
La corona di un volante e sempre assai ristretta, comparativamente al suo dia
metro, aflnch uno possa, senza errore notabile, immaginare tutto il suo peso con
centrato sul suo circolo medio, cio supporre, che tutti i centri di gravit dei se
gmenti elementari, di cui formato, siano posti su di questo circolo. Ci stabilito,
v?.:LY: V
[9
111
11 '
il\
e r
gita"
,_ erv
n:
'
1:
grrr'
Tale in breve lespressione della forza centrifuga sviluppata nella met dun anello
di un volante, di cui il raggio 1, e la velocit circonferenziale V. Sar facile de
durre la relazione tra questa forza e la resistenza dellanello, che ha per base, come
abbiamo detto, il doppio della sezione trasversale. Se noi chiamiamo S questa sezione
in centimetri quadrati, e T la resistenza del metallo alla trazione per unit di su
percie, si avr ugualmente lo sforzo alla resistenza:
La corona essendo in ghisa, la cui densit di 7200 chilogrammi per metro cubo, si
avr cosi il peso della met dell'anello:
l : 7200 x THS.
Supportend0 poi, che il metallo non sia sottomesso ad uno sforzo di trazione mag
giore di 200 chilogrammi per centimetro quadrato, il che corrisponde a T 2 2000000 chi
logrammi, e che si faccia gurare questa quantit numerica nell'equazione della resi
stenza, si ottiene una nuova relazione, nella quale si ha il valore della velocit
circonferenziale, che non deve essere sorpassata, come altres non dev'essere sorpas
sato il coefciente di resistenza attribuito al metallo. Ne diamo qui il calcolo:
2 x 7200
_ x anVf
9,81 x f
_ z >< eoooooo,
..g
144 x V.
9,8,
=40000,'
l24
e risolvendo il problema per rapporto a V, si viene ad avere:
40000><0,81 _- , 5| m ,19
v_l/_m_
per minuto secondo. Di modo che si osserva, questa velocit essere almeno il qua
druplo di pi della maggiore, che sincontra nella pratica, salvo certi rari casi, ove
la velocit del volante arriva no a 20 o 25 metri per secondo. Per tali velocit per
non si sia solo alla resistenza del metallo, ma si muniscono per sicurezza i volanti
di apposite armature.
ARTICOLO XXIV.
TA\'. Llll
Prussia). Nulladimeno per maggior comodit. del disegnatore ndoperasi la. tinta neu
tra (I), la seppia naturale, la terra di Siena. il verde vegetale chiamati colori traspa
renti, perch lasciano travedere la traccia delle linee, che trovansi sotto di essi, afne
di distinguerli dai colori opachi o a corpo, che sono quelli risultanti da calcinazioni o
da ossidi metallici. i quali non coloriscono se non lasciando una patina di una certa
spessezza sulloggetto o gura a colorirsi, onde non si possono scorgere le linee del
disegno, che stanno sotto, come la biacca. il mtm'o, ecc. Siccome poi i primi colo
riscono lacqua, in cui si sciolgono, i disegni coloriti con questa diconsi coloriti
allaequarella.
Tinte Convenzionali. - Talvolta invece dei colori. che imitano quelli dei mate
riali, si danno altri colori stabiliti preventivamente per rappresentare questa o quella
materia, indicando la materia rappresentata in un angolo del disegno. Si dicono co
425
Mattoni Apiri o Refrattarii: tinta rossastra pallida composta di gomma gutta e
carmine.
TAV. Llll
'
Ghisa o Ferro fuso tinla azzurro scura composta come la precedente, nella quale
domina linchiostro di China e il rosso (tinta neutra).
Acciaio: tinta azzurro ressastra, composta come per il ferro, ma nella quale do
mina di pi il rosso.
Stagno: tinta azzurra molto chiara e leggera, composta dazzurro di Prussia.
Cuoio: tinta rosse scura, composta di gomma gotta, carmine e inchiostro di China
Legno: tinta gialla ressastra, composta di gomma gutta, inchiostro di China e
di China.
Ottone: tinta gialla fermata di gomma gutta.
Descrizione della Tavola LI". - In questa Tavola abbiamo riunite alcuni oggetti
o parti di essi, che nelle macchine susane fare nelle varie materie indicate. Ogni
oggetto prima preparate con tinta neutra, indi colorito cella tinta naturale, afnch
il principiante potesse comprendere meglio il colore della tinta, e questa non gli si
presentasse alterata dalla tinta neutra; accanto ad ogni oggetto si posto le spaccato
del medesimo in tinta naturale.
Fig. I e 2.
testa d'una biella, Fig. l, avente la sezione rettangolare, che poi colle smnsso degli
in quali proporzioni questi colori debbano entrare nella composizione, luno per rap
porto allaltro, a causa specialmente della piccola quantit, con cui uno opera. Labita
dine del colorire e il cercare dimitare i modelli, che proponiamo, potr solo condurre
ad ottimi risultati. Faremo notare che si procurer, che lazzurro domini sempre sul
rosso e sullinchiestre di China.
Acciaio. - Per lacciaio si rappresentato lestremit di una biella circolare
liL'. 3 e 4.
Rame. - Per il rame si scielte un corpo di tromba aspirante comune, detta dei
Fig. 5 e 6
fontanieri, Fig. 5. La Fig. 6 una parte del relativo spaccato. Dopo aver preparato
alquanto con la tinta neutra leffetto del rilievo, si seguiter a colerire gli oggetti in
rame con una tinta fermata col miscuglio di carmine, inchiostro di China e una de
bole quantit di gomma gotta, e preferibilmente di terra di Siena bruciata; facendo
Fig. 7 e 8.
preparato lelietto della gura con una leggerissima tinta neutra, si colorir con una
altra formata con gomma gutta e un po di carmine.
'
Bronzo. - Per il bronzo abbiamo scelto e rappresentato il compressore di una
scatola a stoppa, Fig. 9, ed il relativo spaccato, Fig.10. Dopo averlo delineate e pre
parato con tinta neutra, si passer a celerirlo con una tinta composta di giallo gomma
Fig. 0 e IO.
426
TAV. Llll
Fig. n c 12.
Cuoio o Gomma elastica. - Pel cuoio e gomma elastica, che sovente viene impie
gato nelle macchine per tubi, cingoli, coreggie e guerniture di stantuf, abbiamo
disegnate nella Fig. 13 lunione di due tubi, i quali portano alle loro estremit due
collaretti, che si uniscono per mezzo di ribaditi ovvero con viti di pressione; il rela
tivo spaccato n la Fig. 14. La tinta brune scura con inchiostro di China, gemma
traverso.
Fig. lti.
Muratura in Mattoni. - Pel colore della muratura abbiamo disegnate una specie
di focolare, Fig.1, di quei che si fanno attorno alle caldaie delle macchine a vapore
sse rivestite internamente di mattoni apiri o refrattarii, e per far distinguere una qualit
dallaltra labbiamo disegnato met in sezione. La tinta dei mattoni ordinari sottiene pei
muri esterni con una di carmine pallida con un po di giallo, e della muratura in se
zione con una tinta di puro carmine. l mattoni refrattarii colla stessa tinta dei mat
toni ordinarii, ma invece del rosso vi domina il giallo, e alla loro sezione si dar una
tinta formata con giallo, carmine ed inchiostro di China; il giallo deminer sugli
altri due colori.
Fig. 17.
Pietra. - Per le pietre abbiamo rappresentato una cornice di basamento, Fig. 17,
parte in sezione, e parte no. Le pietre da taglio, come i legni, possono avere varie tinte
a seconda delle diverse qualit di pietre. Ordinariamente per dopo aver preparato
leffetto del rilievo con la tinta neutra, si da loro una tinta convenzionale composta di
indaco e inchiostro di China con un po di giallo, chnde dominare or un colore or
tinta neutra. Lacqua si celerir con una tinta dindace con un po di giallo per farla
tendere ad un colore azzurro verdognolo, indi si trattegger con linee ben orizzontali
e indeterminate.
Fig. 20e2'i.
zurro e linchiostro di China nei ciottoli; nel terreno invece dominer la seppia, ev
vero la tinta neutra e la terra di Siena, secondo la composizione del terreno, che si
vuole rappresentare, come si vede nel modello.
Acqua dolce si rappresenta con tinta azzurra leggermente tratteggiata, formata con
azzurro di Prussia.
Acqua salsa con tinta leggermente verdastra, composta dindace e gomma gutta.
427
Gomma elastica con tinta rossastra bruna, composta dinchiostro di China, carmino
e gomma gutta.
Terra con tinta scura, bruna, rossastra, composta d'inchiostro di China, carmino,
gomma gutta, ed indaco oppure terra di Siena.
una tinta piatta del colore della materia, di cui formato loggetto.
Questo metodo pu bastare nei casi pi ovvii ed ordinarii. Lascia per a desiderare
sotto il rapporto delleffetto del disegno, che generalmente rimane senza vigore e di
un aspetto freddo e monotono.
leffetto desiderato: con questo sistema le tinte ed i colori riescono pi vivi e brillanti
e caratterizzano meglio la materia, di cui formato l'organo o la macchina.
Il terzo metodo consiste nel preparare i primi effetti di luce e dombra' dellog
getto con varie gradazioni di tinta neutra, indi seguitare a dar leffetto del rilievo
colle tinte 0 colori naturali: il disegno acquarellato con questo metodo, quando sia
eseguito con una certa franchezza, e da chi abbia un po' labitudine nel maneggio delle
time e dei colori, unitamente ad un podi buon gusto nel disegno, riesce oltre che
allo esprimere gli organi in tutto il loro effetto di rilievo, dunafreschezza di colo
rito da soddisfare anche l'occhio pi esercitato, e far comprendere le forme e le com
binazioni delle varie parti duna macchina anche ai meno esercitati nel disegno.
In generale tutti i disegni destinati ad essere acquarellati devono essere delineati
con linee chiare e non nere, come per un disegno a tratti e lineare; queste linee, stante
ERRATA-COBRIGE
Correzioni
Errori
densit f 7,788.
sono
1,
2M,
3,
41|,
come i numeri
e:
2 Problema Fig. 3.
317: manca il numero dell'articolo
idem
319:
376: Articolo XX
id.
XXI
387:
id.
XXII
407:
Articolo
id.
id.
id.
id.
XIV.
XV.
XXI.
XXII.
XXIII.
'
" v148W). Alberi in ghisa. - Gli alberi in ghisa si fanno or vuoti or pieni, colla '
forma cilindrica, o prismatica. Quelli destinati a sopportare carichi considerevoli, che
TAV. VII.
tendono apiegarli, come nelle ruote idrauliche, ed hanno una certa lunghezza, sono
generalmente rinforzntbcon nervature, che ne aumentano laltezza verso la. met, 'e-.
Fig. l e 2.
,rappresentato
guernito connella
quattro
ri0evere seguendo
i mozzi dellaiuo'ta.
Questalbero
Fig.imrvature_C
I; per meta per
Isezionato
una. linea spezzata
1-4 e 2-3._
La. parte esterna vedute. per unestremit sulla Fig. 2. Le nervature presentano
gesternamente i lati. dun quadrato; tutte quattro uguali, come vedesi. dalla stessa
Figura, esse v'aqno preparate per ricevere le chiavi i, che le ssano al mozzo ,E ,rap
presentato dalla parte tratteggiata del disegno, la quale porta le scanalature apposi
tamente preparate. I'prni sono fusi collalbero e poi torniti. Per disegnare questo
albero dopo_ aver tracciato il cilindro A, che forma. lalbero propriamente detto, si "
rappresenter la forma_ parabolica delle nervature come al N 120, cio supponendo due
- punti dati a, che saranno i vertici, e b posto verso lestremit, e supposta conosciuta
laltezza tu: e quella dibd. per rapporto allasse ma dellalbero. Dopo aver condotto.
la retta be parallela. a questasse si divide la distanza es in un numero qualunque '
lalbero s'in' uniformemente rotondo e nello stesso tempo abbastanza iesistente allo,
sforzo
essione sotto. il peso ripartito su tutta la. sua estensione; e perci deve
avere un diametro relativamente assai grande, il che costringe a farlo vuoto. La
sua lunghezza totale di metri 5,74, compresi iperni C, che sono vuoti come lalbero;
il suo diametro nel-mezzo .,di 660 millim., e la spessezza di 50 millim. su tutta la _
sua lunghezza, eccetto nei perni, che sono attraversati da un buco di 46 millim.
di diametro, mentre il diametro esterno di uno di 2i0 e quello dellaltro di 320.
[Alle due estremit ed in due altri punti_interrnedii sono praticati dei fori equidi
" stanti cilindrici B degual diametro per ricevere i mozzi D delle quattro armature,
che riuniscono linsieme della ruota nellalbero. Le portate sono tornite, e i mozzi
.' della ruota hanno un buco cilindrico e si ssano allalbero per-mezzo di chiavette b.
nato dal foro delle chiavarde ecocrr'enti per 'ssarle al mezzo. Si sono fatte le dentel-,
_tature in forma di scatole, nelle quali si adattano le razze E rinforzate da una gioia b
22'(is)
'
'
'
172 (b)
in ghisa, che forma. co_ntrafforte alle scatole o staffe, che si vogliano chiamare. Cia
scuna razza ritenuta al suo posto per mezzo di quattro chiavarde e, che attraversano
delle alette, che fanno corpo colla scatola, e due lastre in ferro f, come si pu vedere
nella sezione secondo la linea l-2, Fig. 13. La difcolt, che sincontra nel gettare tali
alberi vuoti, fanno si, che luso in generale n assai ristretto. Si pufacilitare l'ope
razione gettandoli in due o tre pezzi, bench non senza alcuni inconvenienti.
' 148 (b). Innestl degli alberi in ghisa vuoti formati in due o tre parti. La Fig. 126 (a) rappresenta lunione delle due parti dun albero in ghisa cilindrico vuoto,
fusi collalbero e che imboccano tra loro mediante un incastro a battente circolare di
uno, che entra nellaltro, e ritenute solidamente una contro laltra mediante otto
chiavarde M; per impedire che lo sforzo di torsione sia sopportato tutto dalle chiavarde
vi sono su ciascun disco E otto intagli a coda di rondine, nei quali sintroducono
biette della stessa forma degli intagli avanti di chiudere intieramente le viti, e depo
la. chiusura si forzano a colpi di martello. Le due parti di questalbero non sono lunghe
ugualmente: quella, che porta la ruota dentata per la trasmissione, pi corta in
causa del maggiore sforzo di torsione; infatti la prima di metri 4, e la seconda
_ di 3,550.
La Fig. l26 (b) rappresenta linnesto delle parti dun alberodixna ruota idraulica
._,r
Fi;.'.. l2! /b/.
dinale una curva parabolica. Le due pa_rti portano alla loro estremit di congiunzione
due dischi DD fusi col corpo dell'albero, come nella Figura antecedente, e rinforzati
da otto modiglioni EE, ciascuno fuso colle due parti dellalbero. Queste entrano una
nellaltra, come vedesi nella parte sezionata, e si combaciano per mezzo duno smus
samento degli angoli vivi m e a. La parte rientrante rattenute da una vite di pres
sione o sulla parte gq. Si uniscono i due dischi per mezzo delle chiavarde b a testa
conica ed incastrata. In ciascun disco interiormente si sono praticate delle aperture
quadrate, nelle quali si adattano tanti tasselli quadrati in ferro 1, che entrano per
met della spessezza in ciascun disco; ma questi tasselli, oltre di avere per iscopo di
non lasciare tutto lo sforzo di torsione sulle chiavarde, hanno ancora. quello di far si,
(e) 172
che la pressione non si faccia di ghisa contro ghisa. Le due parti di quest'albero non
sono di egual lunghezza come nellaltro per la ragione detta nellesempio antecedente;
quella, che riceve interiormente laltra parte, di metri 4,130, laltra di metri 3,170;
il disegno e alla scala di l a 30 (vedasi a pag. 180 Dei Giunti ed Innesti, e pag. 182
TAV. Vll.
Fig. 3, 4 e 5.
contro i quali viene a posarsi il disco, che forma il mezzo della ruota idraulica.
Lalbero rappresentato dalla Fig. 6 appartiene ad una ruota idraulica della forza
di 25 cavalli, e fa sei rivoluzioni per minuto: tanto il corpo dellalbero quanto le sue
Fig. (3, 7 e 8.
nervature hanno la forma parabolica. La linea 5-6 ne segna la met. La Fig. 7 rap
presenta una delle sue estremit in iscala doppia, cio la parte, che porta il roc
chetto. La Fig. 8 nella parte punteggiata fa vedere la sezione sulla linea 1-2, e
nella parte_ tratteggiata la sezione fatta sulla linea 5-6. Le nervature sono raccordate
fra loro per mezzo di curve. Le parti T, T guernite di collarini una ad unestremit
e laltra allaltra, che manca, perch lalbero tronco, fermano i perni dellalbero
stesso. Per farsi unideachiara come la parte cilindrica si lega colle duplici nerva
ture, che costituiscono il corpo dellalbero, bisogna gurarsi un cilindro sormontato
da un cono di egual base: facendo scivolare questo lungo lasse delle nervature in
guisa che le loro estremit penetrino nel cene no ad una distanza assai vicina alla
base, le parti salienti delle nervature C C corrispondono alle scanalature del mezzo,
che porta le razze delle ruote idrauliche, e perci un tal rialzo terminato da due
piani inclinati ad angolo retto, sui quali chiudensi mediante biette le ruote per
unirla allalbero.
Albero massiccio con nervature. - Lalbero rappresentato dalla Figure 9 e
10 appartiene ad una ruota idraulica di metri 6,80 di diametro e metri 3,90 di lar
ghezza, mossa da una caduta dacqua alta metri 5,15, che da 1000 litri per secondo,
condizione, che corrisponde ad una potenza teorica di
:68,67 cavalli di
namici. Siccome la ruota non prende lacqua superiormente, perci l'effetto utile non
che circa i 10/mo, e eosl 68,67x0,70:48 cavalli. La forma di questalbere la pi
razionale e pi in rapporto coi metodi moderni.
La generazione dellinsieme di questa forma ha per base uniforme del fusto e
corpo il circolo; cos pure le parti estreme ed i perni costituiscono un corpo, dal
cui nocciolo A escono le nervature B, che vanno sempre pi aggettandosi verso il
centro. Il disco D calettate su duna porzione dalbero perfettamente cilindrica, e
si appoggia sul collarino a dellalbero, a cui ssato per mezzo duna chiave b.
Una tal forma si adatta molto bene per poter mettere insieme le varie parti della
ruota; dopo lestremit, cio dal perno C no al collarino a, pu essere tutto lavorato
al tornio. Lintere albero, di cui il nostro disegno rappresenta solo lestremit, che
contiene l'organo di trasmissione, ha in generale la. ferma dun fuse; i due perni
sono dugual diametro; la portata del disco e mezzo della ruota posta dalla parte
Fig. 9 e H).
172 (d)
TAV. XVII.
laterale, di cui laltro lato della ruota non risente che pochissimo, e che perci rea
gisce con tutta lintensit allestremit corrispondente alla corona dentata (Vedi Im
baccamento interno).
. diagonalmente da un lato allaltro della ruota. Queste staffe sono formate da altret
tante cassette cave rettangolari, nelle quali sono ritenute per mezzo di biette passanti
per aperture rettangolari ed appositamente lasciate nelle staffe c e d.
148 (c). Alberi motori in ferro. - Gli alberi motori, la cui costruzione merita
particolarmente d'essere esaminata, a parte il calcolo della loro resistenza, sono quelli
particolarit sta piuttosto nel modo di unirla fra loro (N 145). Per la ristrettezze. pre
ssaci in questo Trattato ci limiteremo di esporre uno sol albero ripiegato appartenente
ad una macchina di un bastimento a vapore: nel secondo Volume ci occuperemo di
quelli delle locomotive.
Fig. H.
nominale di 900-caralli. Esso formato di varii pezzi innestatl fra loro. La parte 'rap
presentata nel nostro disegno l'estremit opposta allelice formata, da. due ripiegature
ad singolo retto, che costituiscono le manovelle della macchina motrice a doppio cilindro.
_ Lalbero disposto nel senso longitudinale della nave; gli stantuf sono uniti diret
tamente ad esso, appoggiato a tre sedili posti sul basamento dei cilindri stessi, iquali
hanno metri 2,30 di diametro con una corsa. di metri 1,50.
,
'
Questalbero un capolavoro di. fucinatura per le varie funzioni che devono
adempiere le differenti_sue parti, fra le. quali vanno specialmente osservati i go
miti c rappresentati-dalla Fig. 14, proiezione della cima dellalbero. Da questa Figura
si vede che ciascuno di essi formatmd'i due manovelle c, di forma prismatia, sepa
rate da un perno (1, sul quale si adattano le aste di rimando (bielle); nel mezzo della
lunghezza dellalbero e da,ciascuu lato dei gomiti sono posti i treperni e, pei quali
lalbero posa sui tre sedili uniti allarmatura della macchina. Inne due parti fsono
._
Proiezione
a _tal effetto le due piegature si facciano alquanto. iirolungate_d'una certa quantit Il.
'Fig. 16, dal lato opposto al perno; ma questo non_esendo ancora suciente, si rap
-' porta tra il perno centrale e ciascuno dei due gomiti due dischi in ghisa F, Fig. 14
e 15, formati di due parti e riuniti con chiavarde, nei quali si praticano deivfuqti i,'
che si riempiono di piombo nei punti convenienti per ottenere lequilibrio. Lalbero in
Si fanno 'pure ripiegati gli alberi in ferro fucinato e sale delleruotmotrici nelle
VOCABOLARIO TECNICO
FRANCESE
ITALIANO
Abaco, abaque.
Abbassamento, abaissement.
Abbruciare, ardere, brl1ler.
Accecare, accecato, fraiser. fraie. -Acceea
Acciaccatojo, bocard.
l
Acciaccare gli angoli vivi, paufrer.
Addentellato, a. dent.
Addentellare, tagliare a dente, adenter.
Aderenza, adhrence. - Adesione, adhsion.
Adunco, crochu.
A ucciare le iastre del cilindro, planer la
ande du cy indre.
Affilare, ailer.
Afnamento, ainage. - Afnare, raffinare,
Amianto, amianto.
Ammanigliare, maniller.
Ammissione, admission.
Ancudim, enclume.
Anello, annean. - Anello a tite, anse e. vie. Anello, bronzina, coussinet. -- Anello di
fumaiuolo, cercle de chemine. - Anello o
collare delleccentrico, collier on bride de
laiguille.
Anemografo, anmographe.
Affinit, ainit.
Ausare, smentare, chanfreiner.
A/fusto da cannone, alft de canoa. -A'usto
da casamatta, at de casemate. -- A/fusto
da cannone da. costa, at de c0te.
Agente chimico-sico, agent chimicmphysique. Anemometro, anmomtre.
2
Anemometrografo, anmomtrographe.
Ancmoscopio. ane'moscope.
Angolo d'incidenza, anglo dincidence. -- An
gola di riessione, anglo de reexion. - An
golo d'attrito, anglo de frottement.
Anima, nocciolo, noyau.
Anncrimento delle forme, cendra e des moules.
Anticipazione della valvola di istribusione,
avance.
Antisfregamenlo, antifriction.
Antracite, anthracite.
Attrito, frottement.
Augnare, amorcer. - Augnatura, amorce.
Arallare, avaler.
magntique.
orecchio per sollccare l'etice, appareil Iever Baglio a martinetto, bride de dressage, chape
'helice. - Apparecchio vaporatorio, appa
. vis.
Baglio delle ruote, bau de force.
Apparecctio tlislillatore, appareil distillatoire. Balzuolo di ferro per pala, plaque daube.
Appoggio, appoggialojo, porte, coussinet, sup l Banchina, acctement.
!Banco, 0 letto di torno, di forbicioni, etabli,
ori.
A1Pchetto di trapano da petto od a mano, archet. | bano de tour, de cisaille.
' Banda della luce di distribuzione, bande de
Arcola, arcade.
Arco, are. _ Arco di circolo, are de cercle. - ' Iorice du tiror.
iBanda o striscia di commeltitura di lamiere,
Arco di parabola, are de parabole.
Arcuttto sporgente (soryozzone), arc-boutant. \ bande de jonction des tles.
Area, aire. - Area di graticola, surface de ! Ilandella di sospensione, sospensore, ponture.
l Barbacane della spinta, butte. - Barbacane
grillo.
.
Areomctria, aromtrie.
! a palle per spinta dclice, butte boules.
Arcometro, aromtre, pse-sel.
Barometro del condensatore, baromtre du con
Argano, cabestan.
; denseur.
Argilla, BIQIQ.
t Barra, sbarra, spranga, verga, asta. barre. Aricggiare, ventilare, aror.
{
Barra di grattcola, barreau de grille.
Ariete a vapore, berta a vapore, marteau-pilon. ' Base del cilindro, table da cylindre.
Bastimenlo
cellulare o a com 1artimcnti, neL
Armatura, cintura di rinforzo, armature. vira double. - Bastlmento i ferro, navire
Armadura, ossatura della macchina, blis.
on l'er. - Bastimento misto o a forza au
- Armadura di trapano a mano, potence
siliaria, navire miste.
percer.
Bastone di ringhiera, main conrante. - Ba
Armarc con cantonale, garnir de cornires.
stone lisciatojo, o smerigliato, polissoir, ro
Arnese, cabillet.
Arrestare, fermare, stopper.
doir.
Battente, o mascellajo di boccaporto, biloire.
Arridatojo a vite, ridoir vis.
Battente, battitojo, feuillure.
Arrostire il minerale, griller le minral.
Battere, mazzerangare, damer. - Battere con
Arrotare, a/lare, a'uter.
maglio, cingler.
Articolare, articuler.
Batteria gallegyiante, batterie ottante.
Articolazione, articulation.
Artigiano, artisan.
Bottiferro, maglio, martnct.
Artiglio di torno, griffe.
Battimazza, frappeur.
Artista, artiste.
Baltilojo, guscio, o cassa di chiave dacqua,
A scanalature, . raies.
boisseau.
Ascissa, abscisse.
Beccatcllo, modiylione, console.
reil va oraloire.
Assorbimento, absorption.
Asta. targa, tige. - Asta, albero duguaglia
tojo o tercbratojo, arbre d'alsoir. -Asla di
guida, direttrice, glissire, tige on barre di
rectrice. - Asta di stanluo, tige de piston.
- Asta di stantuffo immerso opremmte, tige
de piston alimentaire. - Asta di stantuffo di
tromba ad aria. lige de piston de pompe air.
Asticciuola di rinforzo, tir-ani.
Astana di rimando, nerbo, tirantc, bielle.
Astrolabio, astrolabe.
Astuccio, bagno, botte. -- Astuccio della ba
Bocchetta, bidone.
Berta, ariete, cacciastili, mout0n.
3
Bollire, saldare il ferro, souder. - Bollitura,
saldatura, soudure.
Borace, borax.
d evacuation da condenseur.
Gana a, chanvre.
Can eliere, chandeler.
mouvement de laguille.
Brayx'e estinta, escarbille.
'Cannello, ajutage. - Cannella di saldatore,
Branzino, coussnet, crapaudine.
chalumeau.
Bronso, bronzo. - Bronzo da cannoni, bronzo Cannoniera a vapore, cannoni1e vapeur.
Cantonata di ferro, odrnire.
. canoa.
lruciaturav scottatura, defornta;ione delle la Capacit, capacil.
Capillaritd, capllarit.
miere, hrlure, coup da feu.
Brunire, bx-unir -- Brunitojo, brunissoir.
Capocchia concessa, a goccia di sevo, tte en
Bucalamiere, emporte-pice.
gonne de suit.
,
Bucare, forer. - Bucare col bucalamiere, per Cappa di rotismo a denti, tambour deugre
auge.
cex l'emporlc-pice.
'
Cappello di piumacciuolo, chapeau de paliex.
Bucolare, u_7ello, tuyre.
Buco del piumacciuolo o rulla, buco o foro Carbonajo, charbonnier, soulier.
dellolio, lumire da coussinet, trou dhuilc. Carbone di legna, chal'b0h de bois. - Carbone
ammante o ammifero, carbone candela,
Bulino, cesello, scalpello, tagliuolo, burin, ci
seau, lxanchet.
charbon Ongue amme. -- Carbone fossile,
carbone di terra, litantrace, houille,charbon
Burinare, cesellare, scalpellare, burinor.
de terre. - Carbone da fucina , charbon de
forge. -- Carbone schistoso, charbon schisteux.
C
- Carbone secco, 0 magro, charbon magre.
- Carbone grasso, conglomerante, charbon
Cacciata delleccentrico, course de lexceutrique.
gras et collant. - Carbonina, carbonella ,
Cacciaviti, tour-nevis.
charbon menu.
Carbonile, soute charbon. - Carbonile ali
Caduta dei gravi, mouvemeut des corps tom
mentario, soule alimentaixe.
banls, chute des graves.
Carbonizzato, carbons.
Cala/"alare, mater la lamre.
Calandrino, saulerelle, fausse-querre.
Carretto, o tavola di terebratojo, chariot dal
Calastrello diagonale, entro-tolse.
son.
Carica, sforzo, charge, eort. - Caricare una
Calcagno, tallone, talon.
calcola di sicurezza, charger une soupape de
Calcatojo, calcatoire.
Calcola, o sdale, p:dale.
sret.
Caldaja a appia galleria, 0 a gallerie sovrap
Carrulcola, bozsello, taglia, yirella,pulcggia,
poste, chaudire . carneaux superp0ss.- Cal
pou w.
daja a galleria, chaudire carneaux. -- Cal Carta, 0 tela smerigliata, paper, ou toile meri.
daja alla francese, chaudire frangaise. - Cartone, carica.
Caldaja a lame dacqua verticali, chaudre Cassa, cassone, cofano, bote, core, caisse.
h lvmrs d'eau._ Caldaja a regresso diamma, Cassone, cofano, atrio del uoco , bolle feu.
chaudire retour de amme. - Caldoja di Castagnola, fermo,o tacco ellalbero, buttor,
on me de larbre. -- Castagnola, o tacco d'ec
locomotiva. chaudire de locomotive. -- Cal
centrico, bulloir on toc de lexcenlrique.
daja di Watt. chaudire de \Natt, on Mom
bereau. -- Caldaja marina. chaudire marine. Castello, armatura, intelajatura delIa mac
china, blis.
-- Caldaja tubulare, chaudire tubulaire.
Calderojo, chaudconner.
Catena, chaine. - Catena, asticciuola di col
Caldo, a caldo, rovente, ehaud, chaud.
legamento, lirant. -- Catena di Vaucanson,
Caldo bianco, calore bianco, chaleur suante.
chaine de Vaucauson.
Calibratojo, calibre.
Cateratta, cataracte.
Calettatura, assembla e.
Caterotta, vanno.
Calibro, modulo, cali re.
Calno dello scaricatojo, auge recevoir les d
Calore, chaleur. - Colore bianco, caldo bianco,
p ls.
chaleur blauche, au blanc. - Calore di bol Catrame fossile, catrame minerale , goudvon
minral.
limento, bianco, chaleur suante, blanc soudant.
- Calore irradiante, chaleur rayonnante. - Cattivo conduttore, mauvas conducteur.
Calore latente, colore rosso, chaleur rouge. Cavafango a vapore, cure-molle vapeur. -
4
Cencrario, o braciajuolo, cendrier. - Cenere,
de mouvement.
Compasso, compas. _ Compasso ad asta, od a
regolo, compas . verga. - Compasso a cile
scompartitore,partiture. compas vis.- Com
passo curvo, compasso da grossezza, compas
d'e' aisseur. - Compasso da diametri interni,
0 a vani, 0 a cavit, maltre de danse.
Compressibile, compressible.
Con tutta forza, con tutto vapore, . loule vole.
Condensare, esaurire, condenser, oprer lduc
di stringimenlo, o d'impiantamento, clavette
tion.
'
de dressuge.
Condensatore, condenseur. - Condensatore tu- .
Chiglia di ferro, quille en fer.
bulare, o per contatto, condenseur tubulaire,
Chiodaja, clouire.
ou par contact.
Congegnatore, ajusfeur;
Congegnamento, ajustage. - Congegnare, aju
Cima a cima. bout.
\
stex. - Conguayliare, pareggiare, far com
Cimasa, comiche.
baciare, aeurer.
Cinghia, correggia, cingolo, courxoie.
Congiungimento, o commettitura a lembo. od
Cintura per vapore, canale annulare , canal
a labbro, joint collet. - Congiungimento
annulsure.
a manicotto, ad astuccio, a gotta, joint
Ciocca, sedile, paler. - Ciocca mobile0scor
douille.
retole, palier mobile.
Conguayliare, aleurer.
sciato, cyliudre renvex-s.
I)
Dilatasione, dilatation.
! Dinamica, dynamique.
vite imprigionato,
risonnier.
dongl.
Eccentricit, excentricit.
Eccentrico, aiguille, excentrque. - Eccentrico
a cuore, noix excontri ue on coeur.. '
_
Effetto dinamico, e'et ynamique. -' Effetto
utile, forza effettiva, lavoro, eet utile.
Curro, rouleau.
Epicicloidc, picyclode.
Galleggiante, otteur.
Galleria di cnldaja, cameau.
Galvanismo. galvansme.
Filo da cavo,
Generatore, gnratcur.
de miroir.
Focolare, atre, foyer.
Foderare, o rivestire di feltro, feutre1.
rainure.
Ghiera, cerchietto, virole, fretta, douille. Ghiera del martello, abras.
coulage en coquille.
Foro di lente, o di specchio, foyer de lentille, Gola, cavetto, scanalatura, incavatura, gorge,
sfregamento, roulette.
Girello-no. rondelle.
Giunto, congiugnimento, 0d innesto a mani
cotto. od astuccio, emmanchement d0uille.
7
Gola, o base del fumaqulo, culotte, ped de
chemine.
Gomito di tubo, coude de tuyau.
Gomma elastica vulcanizzata, caoutchouc vul
canis.
Gorgiera, collet.
Grate, piombaggine, piombagine, graphite.
Grand'occhio dei manubri, o manivelle, oeil
de manivelle da ctd de larbre.
Grano, cuscinetto, grain, coussinet.
Grano, gotto,anello diguarnizione della tacca,
o cocco della sprone, garniture denclanche.
Grasso, seno, graisse. - Grasso di majale,
Irradiazione, rayonnemeut.
Guardapetro, conscience.
Guarnire, o mettere una bronzina, un grano, Lama dacqua, lame d'eau.
Lumbicco. alambic.
un gotta, un anello, garnir.
Guarnizione, paterna, o baderna, garniture. - Lamiera di ferro, tle. -- Lamiera corrugata.
tle piisse, gaufire. - Lamiera di ritagli,
Guarnizione di canapa, garniture on chan
tle da re nuros.
vre. _ Guarnizione, guarnitura, paterna,
metallica, garniture mtailique.
Laminarc,
nminer.
Lega, alliage.
Legare, assicurare, stringere con chiarello,
clavetter. -- Legare, cerchiare, stringere
8
Lisciatojo, o brunitojo, smerigliatojo, polis
soir, rodoir.
Listare, far un risalto, border.
Listello, pianettb, striscia daggiustamento,
baguette dajustage.
Livello, niveau. - Livello di muratore, archi
penzoln, niveau de magon.
Locomolita, locomotive.
Loto, o sarore di stagno, pote dtain.
Lubrica re, lubrer.
Il
'
effetto, od azione, machine . double e et. Maschetla, coscia, sponda, mchoirn, jouo.
- Macchina a doppio astuccio, o fodero, Maschio, pernio, pergoir, scie. - Maschio da
vite, taraud. - Maschio di chiave dacqua,
machine double manchon. -Macchina a dop
noix, ou clei de robinet. -Maschio a bottone
pia trarersa. machine . double traverse. del raggio del arallelogramma, tour-illon
Macchina a doppi0 cilindro, machine double
da bras de l'appof - Maschio, o pernio' di
cylindre. - Macchina a movimento di leva
manovella. bouton de manivelle. - Maschio,
angolare, machine mouvemont de sonnette.
o pcrnio del manubrio della valvola di di
- Macchina a movimento planetario, roue
Metacentro, me'tacentre.
Metallo bianco, mtal blanc pour conaainet. Metallo da spe0chi , mtal de miroir. Metallo giallo, mml de muntz. _ Metallo,
Ossidare, oxyder.
Ossidazione, oxydaiion.
Ossido, oxyde.
pajuolo.
rquet, plaque de
squet.
Moderatore, o regolatore a forza centrifuga, Pala. badil aube, palette, pe le. - Pala ar
ticolata, nube articule. - Pala dell' alice,
modrateur centrifuge.
Molecola, particella, molcule.
eile dhlice.
Jifolclte a punte, bec corbin.
Palmola, noce despansione, come da dtente.
Molinello, verricello, moulinet, treuii, vireveau. Polo a pie di porco, pince. -- Palo da riba
Montatore, monteur.
Morso, tau. - Morsa a gamba, au pied.
Mortaletto , boite. - Mortaletto, bronzina,
femminella, crapaudine.
Moto alternato, mouvement de va-et-vient.
Motore, forza motrice, moteur.
Movimento, moto, mouvement. -- Movimento
a leva angolare, mouvement de eonnette. -
Movimento di ma e vieni, o alternato, mou Pedale per aprire le valvole, pdale pour ou
vement de va-et-vient.
'
vrir les eoupapes.
Mozzo, tourteau, moyeu. - Mozzo, 0 stella di Peduccio, sostegno, mensola, support. - Pe
duccio della traversa di graticola, support
ruota, tourteau de roue.
da sommier.
Pendolo conico, enduie conique.
N
Penna di martel o, penne de marteau.
Perno, bouion. - Perno di valvola a cerniera,
Naso del fuso del torno, nez de tour.
broche de clapet.
Navigazione apapore, navigation vapeur.
Pertica, od arco di torno, perche, on arc de
Nero di piombo, grate, piombaggine, plom
tour.
Pesaliquidi, pse-liquide.
bagine, graphite.
Nettare, ripulire la lima, dgraiseer une lime. Peso, 0 carica della valvola di sicurezza, charge
Nocciolo, noyeau. -- Nocciola di chiave dac
de la. son pe de srei.
,_
Peso speci co, densit, pesanteur spc1que.
qua, noyau de robinet.
Nottolino, castagna, cliquet, linguet.
Pettine da tagliar viti, peigne.
Numero dei colpi di stantuffo, nombre des coups Pezzo, lopin.
de piston.
Pezzo concavo, pice creuae.
Pialla meccanica, machine . planer.
0
Occhio, oeil. - Occhio, della traversa, douille
du milieu da T. -- Occhio del martello, o
Orlare, listare, far un orlo, far un risalto, Piana, o testa di uguagliatoja, o terebratojo,
border.
iourteau dalsoir.
Oscillazione, oscillation.
Pilastro, pilastro.
10
Pinzette, bec . corbin.
Piombaggine, plombagine.
Piombo, plomb.
Piritc, pyrite.
Pirometro, pyromtre.
Piroscafo, bastimento a vapore, vapeur, s. m.
-- Piroscafo gemello, bateau vapeur double.
- Piroscafo orta ordini, aviso vapeur.
Piumacciuolo ella spinta dell'elice, pousse,
bute de lhlice.
Polviscolo di carbone fossile, poussire.
Rame, cuivrc, cuivre rouge.
Porta, portello , sportello di fornello, porte, Romina del sevo, bouilloire suif.
_
'
porte de foyer. - Porta, portello del cene Rare{azione, rarfaction.
rario, porte du ccndrier. - Porta, portello Raso iare, ripulire la carena , gratter la ca
del carbone, orto de soute. - Portascal
rne. -- Raschietta , spazzetta per carena,
pello scorreva e, porte-outil mobile. -- Por
goret pour la carne.
tello della bocca dingresso, plaque de trou Rassettamento, dressage.
dhomme. - Portello di bocca dispaccio, Rattoppare con pezze di lamiera, mettre une
porte de trou de sol. -- Portello, maschio,
placa la tle.
Reattivo, ractif.
obturateur.
\
Reazione, 1action.
Posare in falso, porter faux.
Posto, o camerino dei macchinisti, poste des Recipiente, rcipent.
V
Iunteggiare, pointer.
Ribuzzo, matoir.
Puntello di maglio, 0 battiferro, chandelle de Ricalcato, ferro ricalcato, fer refoul.
Ricuocimento, o raddolcimento, recuit.
martinet.
Puntino, pointeau.
_
Rzzmpire la caldaja, faire le plein de la. chau
Punto di rapporto, coup de pointeau. - Punto
ire.
neutro, punto morto, point mort.
Rientrare le pale, rentrer les aubes.
Pustula, paille.
Rifenditoio, o fenditoio da ferro, fonderia.
Riessione, rexion.
.IQ
Rifondcre, refondre.
Rifusione, refonte.
Rimando di movimenti di distribuzione, ren
Quadrellone, carreau, carrelel.
voi de mouvement du tiroir.
Quantit di movimento, quant:t de mouvement. Rimettere una macchina in assetto, dresser.
Quota, dimensione scritta, quote.
Rimorchiare, remorquer.
Rimorchiatore, remorqueur. -- Rimorchiatore
a vapore, romorqucur o vapeur.
Rimorchio, gherlino di rimorchio, remorque,
grelin de remor ne.
Raddolcirc, o ricuocere, recuire.
Rirltlfoderamento di tavole, soulage en plan
Raineria, rafnerie.
c es.
Raffreddamento, refroidissement.
Risgonamento, emboutissure.
ll
Risgonfiato, embonti.
Risgono, tondino, bourrelet, embase.
Ritiramento, ristringimento, contracon.
Ritardo, tardanza, retard.
Ritemperare, retrem 1er.
Rivestire, foderare i feltro, feutrer.
va .
damigne.
Scanalatura , incanalatura,
c e.
Sconnessione, dsembrayage.
Sconnettere, disimbracare, levar dinnesto, d
sembrayer, dconjuguer.
Scontro di valvola ad ala, tasseau, on buttoix
de ola et.
Scoria i getto raffreddata, goutle froide.
Scorie, scories.
Scorritojo, coulisse, guide.
Scottatura, coup de feu.
Scrcpolare , fendere, spaccare, fler , fendre ,
etoiler.
Screpolatura, fessura, fenditura, flure, ssure.
ture.
12
Satatojo, vent. .
Sfregamento, attrito, frottement.
Sgorbia, gong-e.
Smentare, chanfreiner.
Smentatura, chanfrein, biseau.
Smerigliare, lisciare, roder, meriller.
Smeriglio, meri.
indicateur de niveau.
Stazxatura, jaugeage.
Socchmdere, strozzare il vapore, resserrer, Stella, tourteau, disque, renement.
Stz;a, o magazzino da carbone, soute char
trangler.
_
'
Soffice, perqoir. -- So/fice. cacc:atoga, repous
n.
Stivatore di carbone, carbonajo, soutier, ra
soir. - Sofce, cappuccio, soute.
moneur.
Solco, getto, zampillo, coule, fet.
Sollevare lelice, dmonter l'h ice.
Sto/fa, ferro inaccialito, ioue.
Storcere, gauchir.
Soppressa idraulica, resse_ hydxaulique.
Storto, bieco, gauche.
S0praralla, chapeau e paher.
Strabollimento, bulltion tumultueuse.
Sorgozzone, sperone, jambe de force.
Sostegno, becatello, su port. -- Sostegno di Strascinare, projettare lacqua, sbru'are, pro
amda, o guida paral eia di torno, lunotto. jeter leau.
Sostegno di pajuolo, o di pianerotto, support Strato di fondo di una caldoja, cloison deau
de parquet. - Sostegno, toppa, zoccolo del
infrieure.
Strettojo idraulico, presse hydrauliqne.
torno, poup_e de tour.
Stridore del erro, cri da fer.
Spaccato, secixon.
Spalletta, risega, paulement, ergot.- Spal Stringere, a erire, serrer, adhrer. .- Strin
letta del focolare, mur de foyer. - Spalletta,
gere una guarnizione, serrer una garnituxe.
collo, listello, collet.
Stringimento. serrage.
Spandente, dvexsoir,trop-plein. .
Sprone
el tirante delleccentrico, encoche
d'excentr ue.
Spurgo del a caldaja, extracton.
Squadra, querre. - Squadra zoppa, fausse
querre.
T
Tacca, o ciooca dello sprone dell'eccentrico,
encoche , euclanche. - Tacca dindice , re
pre.
boutero e, matrice.
Stampare, improntare, estamper.
Terebrare, alser.
13
Testa quadra di maschio, pan carr de robinet.
Testata, di testa, about. - Testata ad arco di
bilanciere, lte circulaire.
Tiraf'ondi, tire-fond.
v
Tirante, bielle. - Tiranteprincipale, od astone
di rimando, grande bielle. -- Tirante late
rale della traversa di coda, bielle latrale
du grand T. - Tirante laterale, bielle pen
dente. - Tirante delparallelogramma, guide
du garalllogramme. - Tirante della valvola
di istribuzione, bielle du tiroir.
Tirare, tirar.
tour c ariot.
Trabeazione, telajo, od intelajatura superiore
della macchina, parquet supxieur.
Tralare, passare alla trala, passare al ci
lindro, etirer.
Tralazione. il passare ai cilindri, lrage.
Tramezzo, intervallo acqueo, cloison deau.
Tramoggia, vaglio, crivello, trmie.
Trapanamento, terebralura, alsage.
Trapanare, bucare, furor.
Trapanatura, forage.
Trapanature, copeau dalsoir.
chaleur.
Traversa 0 Ti, T, traverse, joug. - Traversa
di coda, T renvers. - Traversa di fornello,
0 sostegno delle barre, sommier. - Traversa
di parallelogramma, traverse de parallelo
grammo.
Trazione traction.
Treccia i guarnizione, trasse de garnilure.
Tremolio, trmitation.
Trivella, mche.
Trolatura, trolamento del vapore, tran
glement de la vapeur.
Tromba,
a1r. -
ompe
V
Va bene! attenti! comma ca!
Vacuo, vuoto, vide.
Va e vieni, va-et-vient.
Vagello, gude.
Vaglio, tamis, crible.
pompe rotative.
Troncalojo, emporte-pice.
Trucciuolo, riccio, torniture, copeau.
Tigbetlto del vapore condensato, tuyau do la
on e.
Tubo, tube. - Tubo ad imboccatura, a mor
taletto, tu un la embolture. - Tubo capillare,
tube oapil aire. -- Tubo d'alimentamento a
colonna dacqua, tuyau alimentaire colonne
i
\
14trice,
Vango,
lochet. buche-pied.
Vangile,bche,
presacchio,
,, Viale.
alle'e.
Vie della
chiave dacqua, eau, n.
1 Viera, virole.
Vimine, Osier.
Vaporare, vaporiser.
Vapore, vapeur, -- Vapore intercettato , va;
peur con e, dtente. _- Vapore ordinario
Vinco, hart.
.
Vincolo o vinchiglio, lima.
Viottolo, sentier, ruelld.
,-'
i
Visuale,
visuel.
Vite,
vis. Vite dArchimede, vis dArchmde,
- Vite di pressione, o mordente, vis de
Vaporizzasione, vaporisaiion.
pression, darrt. -
tenon. - Vite mancina. le: . gauche. Vite per etua, vis sans n.
Vitiera, ire vis.
f
Vitone, boulon.
Vitriolo azzurro, vitriol.
Viusza, lisire.
Veccia, vesce.
Vivaio, ppinire.
Vegetale, vgtal.
Veggia, tenne, tonneau.
Veicolo, vhcule.
Velatura, glacs.
Velocipede, vlocipde.
vitesse du piston.
V0110. V08.
_
Vena, veine, lon, verve.
Voltura, transfert, mutalion.
Venatura, veine, madrure, moie. ,
Volume, volume.
Venire a punto, congiungere a testa a testa, Voluto, volute.
_
,
;
.'
abutter.
Vomere, soc.
Ventaruola,girouette.
Vortice, tourbllon.
_
Ventilamento, ventilation.
Vulcano, volcon.
.
Ventilatore, ventilateur. - Ventilatore a pa- Vuotaccssi, piombinatore, vindang'etir.
lette inclinate, venilateur . nube incline. - Vuotare la calduja, vider la chaudire.
Ventilatore a palette curve con diaframma, Vuoto, vide.
. .
. .v.,\
ventilateur
Ventilatore aaube
forza
courbe
cantrifuga
aver: diaphragme.
aspirante -di
,
:
' .-,
Zaino, havre-sac.
,,
Zampillare, jaillir.
Zampillo, jet,
Zona, botte.
Zanca, croc,.cr0chet, genou. ,
Zappa, pioche, sape, houe.
Zappino, binei.
Zaltora, radeau.
f;
.
.
verme avernis.
destra, let droite.
Vernice,
Verona, terragse, balcon,
Verricello, molinello, organo orizzontale, virevaut, treuil.
Verrina, vilebrequin, brequin, tarire.
Versare, colare, gettare, couler.
Verticale, vertical.
Vepella, fer s. clouterie.
Verziere, verger, potager.
Vescica, paille.
Vestibolo, vestibolo.
Vetraia,- verrerie.
Vetraio, verrier, vitrer
lage
Zavor1'a,
lesi.
Zeolite, zolite.
, .
,
Zeppa, bietta, clavette monionnet. v,
Zimoximetro, zymosimtre.
, _
Zinco, zinc.
.
L. -'g_.g
Zipolo,
'
Zoccolo,broche.
tappo del falso, poupe de laroue.
chcolo, toppo della punta, poupe de la.
p01nte.
Zolfanello, alumotie.
Zolfo, solfa, soufre.
Zolla, motto.
,-.
Zoforo, frise.
;'
Zona, zone.
Zooto, zoophyte.
'._,'.;'
'
VOCABULAIHE TECHNIQUE
FRANQAIS
- ITALIEN
A
A bout, cima a cima.
A raies, a solchi, a scanalature.
A toute calde, con tutta forza, con tutto vapore.
Abaissement, abbassamento.
Abaque, abaco, tramoggia.
Abatage, martello di contrasto.
About, testata, di testa, ugnatura.
About de tle, lembo estremo di lamina.
Abouement, commettitura, giunture. al pari.
Abouter, unire a punto a punto.
Abras, ghiere. del martello.
Abscisse, ascisse.
Absorption, assorbimento.
16
uida. - Are m anse de panier, ad ansa
Aldser, terebrare, uguagliare, allargare.
ipaniere. - Aro fendu ou coulisse dv.
Alesoir, trapano, terebratoio, uguagliatoio, al
double excentrique, settore, guida di Ste
largatoio. -- Alsoir pivots, terebratoio a
cardini. - Ale'soir ci sia: angles, terebratoio
pbenson. - Are rampant, arco rampante.
a sei angoli. - Alsoir carrd, terebratoio Arcade, arcata.
quadrato. - Aldsoir rond, terebratoio m Arceau, arche, V. Are.
Archet, archetto di trapano da petto o da mano.
tondo.
Areomtre, Pse-sel, areometro.
Alimentation. alimentazione.
Arte place'e de camp, spigolo, costa, posto di
Alimenter, alimentare.
Alliage, lega.
costa.
.
Alluchon, Alichon, ala (del rocchetta), dente Argile rdfractaire, argilla. terra refrattaria,
in legno.
terra apira.
Allumer le: feuz, accendere i fuochi.
Armature, armatura, cintura di rinforzo.
Allumer une pompe, innescare una tromba Arrt, nottolino.
Arrire, en arrire, indietro.
(metterci acqua).
Arrosage, irrigazione.
Allure, andatura, andamento.
Alonge de la mise en train, alonge du levier Art, arte.
du tiroir, manico della leva di primo im Articulation, articolazione.
pulso. - Alonge de tambour. stamanara di Articuler, articolare.
Artisan, artigiano.
tamburo.
Alun, allume (di rocca, di Roma).
Artista, artista.
Aspiratz'on, aspirazione, succhiamento
Amalgame, amalgama.
Assemblage, giuntura. - Assemblage al mar
Amarres, legacoi.
Ambre, ambra (bianca, gialla).
taise, a calettatura, quintura. - Assemblage
Amendement, emendamento.
d queue d'hiromielle, a coda di rondine. Assemblage mortaise et tenon, a calettatura
Amiante, amianto.
e dente.- Assemblage a demi boia, a mezzo
Amianter, amiantare.
legno o met. legno. - Assemblage a(ou m)
Amorce, augnatura.
cremaillre, a cremastro. - Assemblage con
Amorcer, augnare.
treclaoette, a _controchiavetta. - Assemblagc
Amorpoir. augnatore.
queueperdue ou recouvrement, a coda di
Anel, sta'a delle tenaglia.
rondine perduta o c0primento. - Assemblage
Andmomtre, anemometro.
Andmome'trographc, anemometrografo.
avec panneaux, a pannelli.
Assise, filare, corsia (di pietre).
Anmographe, anemografo.
Assolcment, rotazione agraria, sole.
Ane'moscope, anemoscopio.
Angle dincidence, angolo dincidenza. - An Assurance, assicurazione.
glo de reemian, angolo di riessione. -- An Astrolabe, astrolabio.
Atmomhe, atmometro.
gle de frottement, angolo d'attrito.
Atmosphre, atmosfera.
Anneau, anello (del volante).
Annulaire, (macchina) anulare.
Anse a via, anello a vite.
Anthracite, antracite.
Amtifrtction, antistregamento.
Aplanissoa'r, spianatoxo.
.
Appareil, apparecchio, apparato. - Appare:l
d lever lhe'lice. [ap arecchio per sollevar
l'elice. - Appareil a imentaz're, apparecchio
alimentatore. - Appareil de dc'tente, appa
Atmosphe'rique, atmosferico.
Atelier, laboratorio.
Atre, foyer, focolare, spazio superiore del to
colare.
Attern'ssement, deposito.
Attisoir, accenditoro.
Attraction, attrazione.
Aube, ala.
Aube, Palette, Pale, pala, badile.
Aube articulde, pala articolata.
Auge, Bdche, secchia, truogolo, vasca, nezza.
- Auge huile, ghiotta, leccarda dolio. -
'acqua.
17
Blu, gore, canale.
Bigarrer, screziare.
Bigarrure, screziatura.
Bdche, vasca, tinozza, mastello.
ondine.
Biseau. costola ad angnatura, costola augnata.
Baguette de'boucher, tirastoppa, tiraborra. - Bismuth, bismuto.
-- Baguette d'ajustage. pianetto o listello Bitte de remorque, bitta di rimorchio.
Blanc de ceruse, biacca, bianco di cerussa. dimpiantamento o di aggiustamento.
Blwnc d'Espagne, bianco di Spagna. -_ Blanc
Bajayers, spalle, cosce di un ponte.
suant, soudant, bianco.
Balancer, equilibrare.-Balancer une soupape
de sarete, equilibrare una valvola di sicu Blende, zinco combinato con zolfo, solfuro di
zinco, bionda.
rezza, parallelogramma dOlivier Evans.
Balancier, altalena, bilanciere. - Balancier Bleu anglais, azzurro inglese. - Bleu d'au
tremer, azzurro doltremare.
Bleu de
latral , bilancino laterale. - Balancier
Berlin, azzurro di Berlino. - Bleu de Brme,
(machine ), macchina a bilanciere. -- Ba
cendres-bleus, azzarro cenere. - Bleu de
lancier libre, peso.
Chine, azzurro di China. - Bleu de Prusse,
Balisti ue, balistica.
azzurro di Prussia. -- Bleu de Sane, azzurro
Bano e cisailla ou de tour, banco 0 letto di
di Sassonia.
forbicioni o di torno.
Bano z river, banco per inchiodatnre. - Blutoir, baratto.
Bobine, rocchetto da incannare.
Bano tubes, banco per far tubi.
Bocard, acciaccatoio.
Bande de chaudire, piastra, banda di colle
gamento. - Bande daube, lastra. delle alo, Bois combustible, legna da ardere.
detta pure Sarate.- Bande de jonctt'on, lastra i Bolsage, intavolato, impiallacciatura.
di commessura. -- Bande de lorice, faccia, Boisseau, battitoio. - Boisseau de robinet,
di luce. -- Bande da tiroir, banda di distri-,
guscio e cassa. di chiave dacqua.
buzione. - Bande de jonction dcs tles,i Boitard pour arbres oerticaux, mortaretto,
bossolo per ralle e branzino per alberi verti
banda o striscia di commessura di lamine co-l
cali. - Boitard de meule, mortaretto per
priginnti. - Bande diagonale ou Croiav da
albero da macina da molino.
Saint-Andr, lastra a diagonale o a croce di ,
SantAndrea. - Bande da cylindre, faccia Botte, Chambre, scatola, tamburo, mortaletto,
0 piastra di luce, ed oricio del cilindro.
camicia e cassa, serbatoio. - Botte clapet,
Barbin, anello di vetro, per cui si passano pi
12 soupape, camera o ripostiglio di valvola.
- Botte faire les noyaux, forma di anime,
li nelle lature.
Barome'tre, barometro. - Barometre da con-I
di nocciuoli.-Bolte a feu, cassone, cofano,
denseur, barometro del condensatore.
atrio del fuoco. - Botte fumee, camera
Barrage, traversa, barriera, chiusa.
del fumo. - Bote soupape de pompe de
Barre, barra, sbarra. s ranga, verga, asta. cale, camera. delle valvole di tromba di sen
Barre du gouvernai , asta di guida o del
tina. - Botte a stoupe ou garniture,
timone. - Barre de grillo, asta della retiastuccio della baderna, bossolo o ICU%]JB.. cola. - Barre da balancier, asta del bilanBotte soupape, alimentatore. -- otto
Bague, Botte, anello, astuccio.
d'eccentrico.
Barreaa de grillo, barra di graticola.
Barrette, Bande da tiroir, faccia 0 piastral
della valvola di distribuzione (cappello).
i
Bascule, leva, bilico.
l
Bastrz'ngue, trapano da mano.
Batardeau mobile, tura (cassa) da palombaro.
Baleau jumeau, piroscaf'o gemello.
,
Bdtis ou Bdti, telaio, intelaiatnra, armatura,
ossatura, castello della macchina.
l
18
mento o di riunione. Boulon de fondation, lButtee, barbacane della spinta. - Buttc'e a
caviglia di fondazione. - Boulon da serrage, | boules, barbacane a pelle per spinta.
chiavarda o caviglia di stringixnento. - Bou - Bllll0ii ou Tac de l'arbre, castagnole, fermo
lon rive, chiodo, chiavarda ribadita.
o tacco dellalbero.
Boulonner, collegare con caviglie o chiavarde.
Bourdonnire, rolla.
llourra e, imbottitura.
piatto.
Boutisse, pietra posta di coltello.
Caboche, chiodoue (a larga capocchia).
L'oaton emrillon, maschio o pernio a. moli lCac/tet, sigillo, suggello.
nello. - Bouton dho'lice, bottone delice. , Cadenas, lucchetto.
- Bouton de bielle de pompe . air, bottone Cadole, saliscendi.
della biella. della pompa ad aria. - loulon (,adrant, quadrante (dei lapidari).
de manioelle, machio o perno di manovella. { Cadre dhe'lice, quadro dellelice.
_ Bouton de manioelle da tiroir, maschio Ca/fut, scoria della ghisa.
Ca 6 d'he'lice,
gabbiacapitolato
dellelics.doneri.
o pernio del manubrio della valvola di di Calqu'er
des charges,
stribuzioue.
Caillou, ciottolo. ciotto.
Bout-avant, cacciabotte.
Cailloutis, ciottolato.
Boutroller, ribadire collo stampacapocchie.
Caisse, cassa, cofano.
Bouuet, incorsatoio.
Caisson, cassone, cassettone.
Brack-Brach, carro di servizii.
Bracon, parte dun raggio o duno. razza, che, Calage, imbiettamento.
esce da una corona. circolare verso il centro. Calandra, calandra.
Calculateur, calcolatore.
Braisier, braciaio.
Brande, Hamac, branda (letto pensile).
Calculatoire, calcolatoio.
Eros, braccio. - Bras daile dho'lice, collo o Cale, calzatois, scarpa, bietta, cuneo, zeppa.
Cale en bois, bietta. calzatoia, cuneo di legno.
braccio dell'ala dellelice.
Bras de force, braccio di forza. - Bras de Caler, imbiettare, calzare.
leuier, braccio di leva. - Bras de manivelle, Calfeutrer, ristoppare, turare, stoppare.
braccio del manubrio o manovella. - Bras Calibre, calibro, modulo.
du paralle'logramme, braccio del parallelo Calibrer, calibrare.
grammn. - Bras de rappel, raggio o mano 1 Calori/lire, calorifero.
vella del parallelogramma.- Bras (le renvoi , Calorimotre, calorimetro.
da mouvement de lewccntriquc, braccio di 1 (,alorique, calorico.
Calot, cuneo, blatte.
rimando delleccentrico.
Calotte, calotta.
Braser, saldare.
Calque, calco, dilucido.
Brasure, cinghia.
; Calquer, calcare, dilucidare.
Ere uin, verrina, succhiello.
Bri o, briglia, strappolo, staa. - Bride de Calquoir, calcatoio.
dressage, Chape vis, maglio a martinetto. Camaieu. incisione chiaro-scura.
- Bride de tuyau, labbro di tubo. - Bride Cambouis, grassume, untume dei colli, alberi
fusi, orecchioni.
d'ewcentrique, collarino, anello delleccentrico.
Brinquetalle, leva, menatoio, manico di tromba. . Cambre, arco, curvatura.
Brique, mattone. - Bfique rdfractaire, mat I Cambrer, curvare, archeggiare.
tone refrattario. apiro o infoudibile. -- Briquo ; Game, bocciuolo. - Carne dc dolente, bocciuolo
!
di espansione, noce, tacco, fermo o casta
de parement, di paramento.
Brisure, frattura.
gnole. di eccentrico.
Broche de clapet, perno di valvola a cerniera. Camprche, campeggio.
Bronze, bronzo. -- Bronzo d canon, bronzo Camperche, ordigno che fa parte del telaio da
arazzi.
da cannoni. -- Bronzo a clochc, bronzo da
Canal, canale. - Canal annulaire, cintura
campane.
per vapore, canale anulare. -- Canal dv
Broquette, bulletta, chiodo.
cylindre, canale del cilindro. - Canal de
Brouette, carriuola.
vacuation du condenseur, canale, tubo, con
Broutage, scaltture, onde 0 colpi di trapano
dotta di egresso o di scarico del condensa
o di scalpello.
Brouter, scalre, ondeggiare.
tore. - Canal da la vapeur, canale del vapore.
iCandreur, lnstratore, manganatore.
Brler, ardere, abbruciare.
i
|
Brumr, brunire.
Canot-tambour,
Brunissoir, brunitoio.
Brunisseur, brunitore.
Buis, basso.
Baratto, stagnata a mano per olio.
Burin, Ciseau, Tranche, scalpello di bulino,
cesello, scalpello, tagliuolo.
scala a chiocciola,
lumaca.
Carbolaine (Briquette), formelle di polvere di
Busc, armatura.
Base de souf/let, ventosa, tubo che da aria alla
carbone.
galleria che si scava.
} Carcas, massa di ghisa afnata.
s
19
Carca3se, ossatura. scheletro, carcassa.
Carde, macchina da cardare.
Caslino, cestino.
Cataracte, cataratta.
Ce'lerite', celerit (differisce da velocit).
Cment, cemento, stucco.
Cdmentation, cementazione.
Centrifuga, centrifugo.
Chass:r, Mcner, conccare, spingere, condurre
Centripete, centripeto.
o mettere in movimento.
Cerceau, cerchietto, cerchio.
Chassis, caja, intelaiatura. castello di una mac
Cercle, cerchio, circolo. - Cercle da chemine'e,
china. -- Chdssis de fondarie, telaio, intelaia
anello di fumaiuolo. - Corale primiti/I cir
tura inferiore. - Chdssis triangulairc, telaio 7
colo primitivo o di scompartizione. - Cercle. triangolare. - Chssis d'helice, intelaiatura
roulant, circonferenza con sdrucciolamento,
dellelice, quadro dellelice.
circolo girevole.
Chaud, chaud, caldo, a caldo, rovente.
Ce'ruse, cerussa, biacca.
'
'
Chanvre, canapa.
Ulzape, Courroie, Bride, strappolo, staffa, cin
ghia, coreggia. -- Chape plate, coperchietto.
tatura.
20
rifera. - Ghana: carbonute fettde, calce car t Clmson deau, tramezzo, intervallo acqueo, tra
bonata fetida. - Chuua: carbonalee breuse, l pano a. rocchetto. - Cloison d'eau infe'rieure.
calce carbonata tibrosa. -- Chaua: carbonate.: i strato di fondo di una caldaia. - Cloison tram
cersal: de chaudire. paratia di caldaia. lam llaire, calce carbonato. lamellare.- C haux 1
Cloison _e'tanche, paratia stagna, a prova di
carbonate magnsifrw. calce carbonato ma
gnesifera. - Chaum carbont'frc, calce carbo
acqua.
nifera. -- Chaux causliquc, calce caustica. - Clou,chiodo: Tte, capocchia, Tiye, fusto,Pointe,
Chaux cnpoussire ou Ioudr: de chaux, calce punta. -- Clan de caravalle, ottantino. in polvere o polvere di calce. - Chaua: ettzinlc, . Clou rane, chiodo da ruota.
calce spenta. - Chaux hydraulique, calce . Clouage, inchiodatura.
idraulica. - Chaux morte. calce spenta. - 1 Clouiw, chiodaia.
Joe cient da rupture,coeiciente di rottura. Chauac vive, calce viva.
oaicient dlasticz'td, coeiciente delasticit.
Chef d'atelicr, capo ofcina. - Che/"de station,
- oefcient de scurit, coeiciente di si
capo di stazione.- Chef-oumier, capo 0 eraio.
curezza.
Chemin ruils, strada a guide. - Lhemz'n
convert, strada 00 arte. - Chemin dexplo Core, Caisse, Botte, cassa, cassone, cofano.
ration, strada desp orazione. -- Clx imin defer, Cohc, cok o carbon fossile distillato , carboniz
strada ferrata. - Chemin de far deua: voies,
zato.
strada ferrata a due vie. - Chemin da far Cohdsion, coesione.
une setole voi", strada ferrata a una sola vie. Coin, cuneo. bietta.
-- Chemin d far atmosphriquc. strada fer Coinier, imbiettare o incnneare.
Colerette, collaretto, collarino, labbro circo
rata atmosferica.
Chrmine, camino, fumaiuolo. -- Chemin: cou
re.
Collet, spalletta, collo, listello.
li'sse, fumaiuolo cannocchiale.
Chemise, Envcloppe, camicia, cintura, involucro, Collier ou Bride d; tuyau, lembo, orlo, lab
cassa. - Chemisc de chmzinea, tamburo del
Chevalet, cavalletto.
Chem'lle, chiavello.
Chio, Chiusino alla bocca dei forni da Vetro e
da ghisa.
Chronomtre, cronometro.
Chuw libro al empchc'e des corps, caduta. libera
ed impedita dei corpi.
es poulies, combinazione.
sistema di carrucole.
Combustiblc, combustibile.
Combustion. combustione. - Combustion spon
tanc, combustione spontanea.
Compressible, compressibile.
21
4
- Course da pistan, corsa delle stantuffo. Course du tiroir, corsa della valvola di di
Cne, cono, conico. - Cne de friction, cono
stribuzione.
,
di fregamento. -Cne comple'mentaire, cono Coussin.t, cuscinetto, iumacciuolo. - Coussi
net daldsoz'r, coltel o, perpigna di tenebra
complementare. -- Cmz- aulie, cono puleg
gia.-Cne dbrayage e M. Decoster, cono
toio.
_
a sbracamento di Decoster. - Cne-poulie Couture, costura, cucitura. commessura.
gorge angulaire, cono-puleggia a gola an Couuercle, c0perchio. - Couvercle de botta al
tiroir, coperchio del cassetto. - Counerc_le de
golare.
pomp air, ce erchio di tromba ad aria. Cong, cavetto, guscio.
Counercle du cy indre, coperchio del cilindro.
Conjugue, coniugato, collegato, connesso.
Conduite, condotta. - Couduite doacuation,
tubo degrcsso o desaurimento.
Conscience, guardapetto.
Console, beccatello, modiglione. - Como le-sup
por! pour quatre arbres, mensola o modilin
gne per sepportare i cuscinetti di quattro
alberi.
Contrach'on, n'tiramento, restringimento.
Contra-chdssis, staffa superiore, controtelaio.
Contra-clavette, controchiavetta, controbietta.
Contr:-e'crun, dado o chiocciola di sicurezza,
controdado. - Contra-crun, Bouterolle, con
trochiodaia.
Contre-matre me'caniqw, terzo macchinista,
assistente.
Contre-poids d: soupape de sret, contrap
22
Dcounrement, scoprimento.
1 Dynamique. dinamica. - Dynamique (unite),
Dgauchz'r, sbiecare, retticare.
unit dinamica. chilogrammetrq.
Degorycment, sgorgamento, purgazione.
Dynumomtre, dinamometro.
Ddgorgeoir, solcatojo, spillone.
Dynamomtre de chump, dinamometrodi pianta.
De'graisscr, nettare, disg1assare, levar via le
- Dymzmomtre da vamp, dinamometro di
macchie.
costa. - Dynamometre dangle, dinarnornetro
Degraisser una lime, nettare, ripulire una lima.
di schiancio.
De'mam'llage, smanigliare.
Dmaniller. diamanigliare.
'
Dmoulage, smodellatura.
Dmouler, smodellare.
Densit, densit.
Densit (maximum d), densit massima.
Dent, dente.
Dente', dentato.
Dents tagees, denti dispostia sca lioni. - Dents
obliques, denti obliqui o di sc iancio.
Dept, deposito, recipitazione, sedimento.
.deersow, spandeutc.
Devtir, spogliare.
lo di ferro.
rafuoco.
e cendrier, parafuoco del cenerario.
Ecrouissage, indurimento.
Diagramma, diagramma.
ni 1.
Edhuvillon cn l dr f:r, spazzetta, scovolo di,
vite .
Diaphragme, diaframma, diaframma del tubo di Ecumhir, Crept'nc, schiumatoio.
Eduction, egresso.
_
_
Dietributur, distributore.
Etongis 'de tambour, costiera dei bagh, delle
Distribution de vapeur, distribuzione del vapore.
ruota 0 dei tamburi.
'Dme, cu ola.
Embase, rigono. tondino.
Donner
jeu, Rendre gai, allentare, rendere Embouti, imbottito, rigonato.
latino.
Emboutir, mettere in fondo.
Double bride, doppia briglia. - Double cylin Emboutt'ssure, rigonamento.
dre (machine), doppio cilindro (macchina). - Embrasure, strombatura, schiancio.
Doublc cylindra reneerse' (machine ), dop Embrayagc ou Embrdage, imbracatoio o imbra
pio cilindroa rovescio (macchina a). - Double
camento. _ Embrayagr rencers, innesto ro
eet, doppio effetto (macchina). - Double
vescio. - Embrayayc rectiligne, imbracatoio
ewcentrique, doppio eccentrico. - Double t
rettilineo. -- Embrayage par soulvemznt,
(machine), macchina a. doppio T.
imbracatoio per sollevamento. - Embrayage
Doucement (marcher), lentamente (camminare).
par cow-roies1 imbracatoio per mezzo di cor
Dau.cine, cimasa o gola diritta.
regge.
,
Douille, ghiera, cerchietto. occhiello.
Embrayrr, imbracare, imbracciare, imboccare,
Douille du milm du( te' , occhio della tra
mettere in innesto.
versa.
Emdri ou Emdril, smeriglio.
Douillc taraudte, manicotto a vite per com Emdrillon, gancio, uncino.
messure.
Emmunchcment, attaccatura, innesto. - Em
Dressage, rassettamento.
manchcmemt d dom'lle, giunto congiungi
Dresser, uguagliare, addirizzare.
mento ad innesto, o manicotto ad astuccio.
Ductih'tc', duttilit.
Emmancher, attaccare.
En avant. avanti!
Encastrement, incastramento.
Encastrer, incastrare.
Etamper, stampare.
E uisement, asciugamento.
EE;uiser, vuotare.
guerre, squadra.
Equerrer, squadrare, risquadrare.
Equianglc, equiangolo.
Equidistant, equidistante.
Equilboquet, provino.
Equilibre, equilibrio.
Equilibrer, equilibrare.
;
i
1
Equinme, e uinomio.
Equipe, squa ra, compagnia.
Erable, acero.
Ergot, dente.
Eridelle, ardesia.
Escabeau, sgabello.
(
Escarba'lle, bragie estinto.
re. - Fairv
24
lo di ferro. -- Fil da laiton, lo di ottone, Fuite, scolo, stillicidio, fuga, falla, vena, tra
pelamento dacqua.
lo di rame.
Far, ferro. - Far en T, ferro a T. -Fer en Fume'e, fumo.
double T, cantonale di ferro a doppio T. - Fumivore, fumivoro.
* Far galvanisd, ferro galvanizzato. - Far Fuseau, tra ano diritto.
zinque', ferro zincato. - Far martele, ferro Fusibilit, usibilit, fondibilit.
martellato, stotla fucinata, ferro dolce. -- Fer Fusible, fusibile. fondibile.
souder , ferro saldatoio. - Fer pailleux, Fusion, fusione, liquefazione, squagliamento.
ferro scaglioso, ferro difettoso. - Fer soud,
corroy, ferro saldato, o massellato. - Far
trempe' en paquet, ferro temperato in car
toccio od in pacchetto. - Fer refould, rical
G
cato, ferro ricalcato. - Fer-blanc, latta.
Ferrement, fer3atura, ferramenta.
Ferrcte' , ferrato, cerchiate, legato con ferra
Gai, Ayam du jeu, giuoco, lasco, latino.
Galenc, galena. - Galne sulfure, galena
menta.
Ferreter, legare, cerchiare, stringere con fer
sull'urea. -- Galne antimonifre, galena an
timonifera. -- Gale'ne cuivre, galena da
ramenta.
Feu, fuoco.
rame.
Feuillard, ferro piattino da cerchi, capivolto, Galerie de la machine, Tablier, galleria della
cerchio.
locomotiva.
Gala! xe, girella ssa; mobile, mobile; din
Feuz'lle dcs lubes, fogli dei tubi.
Fem'llure, battente, battitoio.
terposition, dinterposizione.
Feutre, feltro.
Galvamser (zinquer) le fer, galvanizzare (zin
Feutrer, foderare e rivestire di feltro.
care) il ferro.
Galvanisme. galvanismo.
25
.h-and palier, sedile o ciocca dei piumacciuoli
L
Laisser sortir [a vapeur. Scaricare il vapore.
Laitier, latti, loppe, scorie.
Hachure, tratto di linea fatto con una punta o Laiton, Cuivre Jaune, ottone.
Lame deau lama d'acqua.
colla penna.
_
Hauban de chemine, sartia o vento di fu Laminage, aminazione.
Laminer, laminare.
majuolo.
Lamineur, laminatore.
Haut fourneau, alto fornello, fornello reale.
Laminair, laminatoio.
Haute pression. alta pressione.
Hautew de lorice, de la barrette, altezza Lance feu, attizzatoio, riavolo dritto.
della luce od oricio della valvola di distribu Lavage de minerai, lavatura del minerale.
zione. - Hauteur du tiroir, larghezza o al Levier, leva, manovella. -- Levier dinjection,
leva delliniezione. - Levier de la dclanche,
tezza della valvola di distribuzione.
leva dello sperone delleccentrico. - Levier
Hlicc, elice. -He'lice propulsive, elica pro
de mise un train, leva di primo im ulso. pulsore, elica prepellente.
Helico'z'de, elicoide.
Levier da soupape dc sret, leva i valvola
di sicurezza.
'
Hdrz'sson ruota a piuoli o caviglie.
Hiloire, battente o mascellajo di boccaporto.
Liberte' du cylimdrq. giuoco longitudinale dello
Houille, Charbon de terre, carbone fossile, car
stantuffo nel cilindro.
bone di terra, litantrace.
Ligne ponctue, linea punteggiata.
Limaille, limatura.
Houillre, miniera o cava di carbone fossile.
Huile, olio.
Lime, lima.
Hydraulique. idraulica.
Limeur, limatore.
Hydrodynamique, idrodiuamica.
Lingotire, pretella.
Hypocyclo'ide, ipocicloide.
Liquide, liquido.
Locomotive, locomotiva.
Hypote'mtsc, ipotenusa.
Longrines, panconi.
Lopin, pezzo.
Loquet, saliscendi.
Louche, spina. uguagliatoia, maschio uguaglia
toto.
Ichnographie, proiezione icnograca.
Loupe, agro, pezzo dagro, masso dagro.
Inclinaison, inclinazione.
Lubre'fer, lubricare.
.
Incrustations salinas, incrostazioni saline.
Lubre'eur, Godet, lubricatore, vasetto dellolio.
Indicateur, indicatore. -Indicateur de niveau, Lub1'eur mecanique, lubricatore automatico.
stazza o ordine del livello. - Indicateur de Lumiere du coussinet, Trou dhuile, buco del
26
Machine (2 cintrer le: tles, macchina da cur Marche: doucemem! mezza forza! adagio,
adagio!
vare le lamiere. -- Machine de mise eri train,
macchinetta a vapore di primo iin ulso. - Marteau, martello. - Marteau planer, mar
tello da spunare. Martcau d main. mar
.Machine, macchina, in egno. -aclu'ne
tello da fucina. da fabbro.-Martmu vapeur,
vapcur combine'e, macc lm a combinazione
maglio, battiferro a vapore. - Marteau-piton,
di vapore. -- Machine en clocher, macchina
ariete a vapore, berta a vapore. - Marteau
a campanile. - Machivac haute ression,
macchina ad alta pressione. - Mao lire l ha
decant, mazza da fucina.
lamier suprieur, macchina ad alto bilan Martelage, martellatura.
ciere. -- Machine a air chaud. macchina ad Martelcr, martellare, indurire, serrare il grano.
Martinet, battiferro, maglio.
aria scaldata. - Machine (1 fourreau, mac
china ad astuccio o fodero. - Machine Masselotte, matarozza, matterozza.
disque, macchina a disco. - Machine 4) double Mastic. mastice, stucco. - Mastic la cruse,
mastice o stucco di hiacca o cerussa. - Mastic
gin, macchina a doppio effetto od azione. achioc a double manchon, macchina a dap
pour le cuivre, mastice o stucco pel rame. - Mastic da fonte, cemento 0 stucco ferriguo.
pio astuccio o fodero. - Machim: doublc
traverse, macchina a d0ppia traversa. -- Ma Mastiquer, stuccare, cementare.
zare le lamiere.
Matrice, marchio, forma.
Mattoir, cesello, ribuzzo.
Mauvais conducteur, cattivo conduttore.
Maximum de densit, massimo di densit.
Me'canicien, macchinista, meccanico, ingegnere. Mdcanisme, meccanismo.
Mche. trivella.
Menotte. Chape, maglia conduttrice.
Menu, frantumi di carbone fossile.
Mercure, mercurio, argento vivo.
Mere de pas de vis, cuscinetto madrevite.
Mdtacentre, metacentro.
Mtal blanc pour coussinet, metallo bianco. w
Mila! de te'lrscope, metallo da s ecchi per
Monteur, impiantatoro.
Mortaise, feritoie. per chiavetta, incastro, in
casso.
Mortaiser, Encastrcr, incastrare, incassare.
Manioelle, manovella manubrio. - J|Ianioelle d Moteur, motore, forza motrice.
bras, manovella a raccia. -- Manicelle pla Moues, taglie o buzzelli.
netaire de Watt, manovella pianetaria di\Vntt. Moulage en able sec, modellamento con sabbia
-- Manivelle motrice en fonte ou en far,
asciutta o da stufa.
Monte, forma.
manovella motrice in ghisa o in ferro.
Manna (est, cassa, canestro di zav0rra.
Mouler, modellare o formare la forma.
Manaauvre, maneggio, manovra della macchina. Mouleur, modellatore, formatore.
Manomtre, manometro. - Manomtre hydru Moult'net, Treuil, Vireoeau, molinello, verricello.
27
Picoche, picchiarello.
razione.
Oscillalion, oscillazione.
Oulil, utensile, attrezzo, strumento.
Ouverture, apertura, bocca.
Oxydalion, ossidazione.
Oxyde, ossido.
Oxyder, ossidare.
ilastro.
'
Pince, pa o a i di porco.
Pioche, 'marte ina.
Piston , stantuffo. - Piston me'tallique, stan
28
Plombagine, nero di piombo, grate, piom l
baggine.
loigne'e, Manette, Manche, manico, impugna-I
sbruo dacqua.
Projeter leau. strascinare, proiettare lacqua.
Propulseur, prepulsore.
ropulsione.
g iato.
Polygone funiculaire, poligono funicolare.
protato;)ia.
d
u
arte,
e 0 er,
rta
orto o p2rta
s or
tello di arte
fornello.ijorrt)
decgndrt'er,
Quantite de mouvement, uantit. di movimento.
o portello del cenerari0. - Porte da soute,
- Quantit dactt'on
une force. quantit.
porta o portello del carbone. - Porte-vati!
duna forza.
abile, portascalpello scorrevole. - Parte | Queue dc martinct. coda del maglio o del bat
da garniture, bocca di guarnitura. - P0rte
tiferro. - Quem. de rat, lima da straf0ro, a
des chauffeurs. camerino dei fochisti. coda di sorcio.- Queue daronde, coda di ron
a mano a C.
spinta dellelice.
i Recipient, recipiente.
Pousses les feuacl attivate ifuochi! - Pausser Recouurement de tiroir, falda della valvola di
les feux au foml , spingere i fuochi in fondo
distribuzione.
Recuire, raddolcire o ricuocere.
dei fornelli.
Recuit, ricuocimento o raddolcimento.
Poussier, polviscolo di carbone fossile.
Recul, scivolamento, sdrucciolamento.
Prcipite', precipitato.
Redresser, riaggiustare, rimondare.
Premier me'cam'cien, primo macchinista.
Presse-loupe d lanterne, astuccio o premiba Reewion, riessione.
derne a lanterna. - Presse-toupe, Coussinet, . Rafondre, rifondere.
Refzmte, rifusione.
premibaderne. -- Presse a couronne, premi
aderne a collare o com ressore.
Rfractal're, refrattario, apiro.
Pression, pressione. ression e/fective da i Rfrigrateur, refrigeratore.
piston , pressione etlettiva dello stantuffo. - |Refroidir, Rafrachir, raffreddare, rinfrescare.
Pression totale, pressione o tensione totale. l Refroidissement, raffreddamento.
Prisonnier. copiglia o vite imprigionata.
Regard, s iatoio.
.
_
Prol, prolo, alzata di anco.
Registra 5 couh'sse de la chcmine, registro
Pro/iter, profilare, tracciAre.
scorrevole del fumaiunlo.
Projectz'on, proiezione. - Projection verticale, , Rcgler, regolare, moderare, guidare.
29
.
Rotation. rotazione.
Re'glel, regola, riga, sagola elastica.
Roue, ruota. - Roue dente de cte', ruota a
Ryu-lateur. Moderateur, regolatore, modera
corona. -- Rou stride, ruota a denti di schian
tore. _- Re'gwlateur alimentaire, regolatore
cio per vitelperpetua. - Roue d aubes, ruota
automatico d'alimentamento. - Rgulateur
a pale. -- .oue d'anqle, ruota dan 010 o
ou Tiroir dinjection, chiave, regolatore o val
conica. -- Roue dantc'e droite, ruota entata
vola a sdrucciolo delliniezione. - Re'gulatcur
a denti rimossi. - Roma da mise-en-tran,
air, recipiente o regolatore ad aria.- Re'
ruota di primo impulso-Rane ddchappemem,
gulateur de sou/et, regolatore di mantice.
ruota di scappamento. - Roue frottement,
Regulatt'on, regolazione. <
ruota di sfregamento. - Roue folle, ruota gi
Remise locomotives, rimessa per locomotive,
revole, girella. - Rane de commende, ruota
deposito di macchine.
movente o conduttrice. - Roue a rochet, ruota
Rifare, ribaditura.
Robinet deavtraction, chiave dacqua di estra Serrer une garniture, stringere una guanti-f
zione.
zione o di scarica. - Robinet de sretd, chiave
dacqua di sicurezza. - Robinet de jauge. Soia, codolo.
chiave dacqua di stazza o di livello. - Robt'net Sole ou Table dc foyer, davanzale di fornello.
da culo, chiave dac ne. per iniezione dalla Sobmmier, traversa di fornello o sostegno delle
sentina o stiva. _obinet des chau/feurs,
arre.
chiave dacqua per le ceneri. - Robinet, chiave Sannerie chapperon, soneria a caviglie, e
pinoli. - Sonnerie rdteau, soneria a ra
dac ua, e istomio.- Robinet trois ou qua
tre ois, c iave dacquaa tre vie 0a quattro vie.
strello.
- obine_t alimentaire, chiave dacqua di ali Souder, bollire, saldare il ferro.
mento.
Robinet de cloison , Etanche, Soudure, bollitura, saldatura. - Soudwre dance,
forte, saldatura, saldamente dolce, forte.
chiave dacqua per paratia stagna. -Robinet
de fond de cyla'ndre, chiave dacqua per fondo Soujlage en planches, rinfoderamento di tavole..
- Sou/ayc, Botte, fasciatura, fodera, rinfo
di cilindro. -- Robinet graisser, chiave del
deramento.
sevo o dellolio.
ltoder. lisciare, smerigliare. ,
Sou/e, sofce, cappuccio, orale.
Romaine, stadera.
Sou/flarie, macchina soiante, mantice.
Rondelle, girellone, rotella. - Rondelle fusible, Sou/et, mantice.
rosetta, piastra fusibile. -Rondelle lardon. Sau/ure, Globule, puliga o pulica.
rosetta, piattino, girellone. - Rondelle da Star/"ace de chauffe, supercie di scaldamento.
garniture, rosettadi guarnitura.
Soufre, zolfo, solfo.
30
Soupnpe, valvda. - Soupape double siege,
valvola a doppio battente. - Soupape cham
pignon, valvola a fungo. - Soupa e d yrt'lle,
a lanterne, valvola a ratioela, a anterua.
Soupape darrt, valve a dintercettazione. -
naio.
Sphre, sfera.
Stabilit, stabilit.
Stop er, arrestare, fermare.
Tourillon, Are, orecchioue, fuso, asse, sala. Tourillon de Bout d'arbre, orecchione e fuso
dellestremit. dellalbero. - Tourllon du
bras de rappel, maschio o bottone del raggio
del parallelogramma. - Tourz'llon de balen
cier, albero di bilanciere. - Tourillon des
balanciers, albero ad orecchioni o fusi dei
bilancieri. - Tourillons cannelures, perno
a scanalature.
Tourns gauche, volta a sinistra.
Tourner, tornire, girare in tondo.
Tourneur, tornitore, torniaio.
Tournevis, cacciaviti.
Supporl de sommier, sostegno della traversa. Tourteau, disco centrale. - Tourteau, Disque,
sella. - Tourteau dalc'soir, pigna o testa
di graticola. - Support de coussinet, sedile,
d uguagliatoio o terebrateio. - Tourleau,
sedia di piumacciuolo.
Moyen, mozzo. - Tourteau. de rene, mozzo
0 stella di ruota.
Tractt'on, trazione.
T
Trench: chaud, tagliuolo a caldo.
Travail, lavoro.
.
-..-.--.-Y-.-.:-._v__- A
,
31
Tube, tubo. - Tube de m'oeau, tubo indicatorei Virweauy, Treuil, verricello, molinello, argano
del livello. - Tube alimentmre, tubo di ali
orizzontale.
mentazione. - Tube de graa'ssage, tubo dii Virale, Fretta. Douille,ghiera,cerchietto,ditale.
lubricazione.- Tube capillaire, tubo capillare. Virure de tle, corso di bordature di fogli di
Tubulaire, collo tubulare.
! lamiera.
Tuf pour faire du mastic. tufo per mastici.
Vis, vite. - Vis dArchimde, vite dArchimede.
Tuyau c embolure, tubo ad imboccatnra, a mor- !
_ Vis de pression, darrt, vite di pressione
taletto.- Tuyau alimentaire colonne d'eau, f o mordente. - Vis tenon, vite imbiettata.
tubo dalimentazione a colonna d'acqua. - 1 - Vis san n, vite perpetua. - Vis tangen
Tuyau daspiration, tubo d'as irazione, coda I
tiale, vite tangenziale. - Vis di"rentiullc,
della tromba. -- Tuyau d'e'cou ameni, de dr- \ vite differenziale.
gorqement, tubo di scarico, di scolo, di sgorgo. l Vissur, invitare.
-- uyau d'vasion, tubo di scarico di va re, Vitesse, velocit. - Vitesse du piston, velocit
di rigetto. - Tube de de'charge, tubo de l'ac
dello stantuffo.
qua di condensazione. - Tuyau de la soupapn Vin-fai bleu, vitriolo azzurro.
de purye. tubo della valvola satntoia. - Volant dune machine, volante duna macchina.
Tuyau de et de uapeur, tubo del getto di va
- Volant a ailettes, volante a alette. - Vo
pore. - uyzm d'injectian, tubo dellinie
lant eri deua: parties, volante in due parti.
zione. - Tuyau da oapeur, tubo di dirama
Tuyau de tourillon ,
densato.
Tuyre, ugello, tubo in rame per l'aria.
ansa di paniere.
nit
v
Vanne. cateratta.
Vapeur, vapore. - Vapeur (modo di dire elitticol
piroscafo, bastimento a vapore.- Vapeur hu
mide, vapore umido. - apeur coupe, De
tente, vapore intercettato.- Vapeur saturec,
silografia, incisione
. Xyloyraphie,
scrizione dei legni o selve.
Zinc, zinco.
Zigzag, zig-zag.
Vent. vento.
Ventilateur, ventilatore.
Vrin, martinetto. martinello.
W
Vibration, vibrazione.
Vide, vacuo, vuoto.
Vzder la chaudire, scaricare, spurgare la cal-. Waggon o wagon. vagone, vettura di strada
ma.
ferrata. aggon d bagages, carro deba
Vilebrequin, verrina o trapano a zanca.
gagli.
i.
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